8_10_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
8 ottobre 2014
RASSEGNASTAMPA
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ANNO 14 - N. 277 - e 1,20
Droga, 9 arresti tra Melfi e Pignola: il legame con le ‘ndrine e il nuovo codice criminale
Il clan si rigenera di padre in figlio
In manette i giovani Cassotta
Mercoledì 8 ottobre 2014
Lite al Viviani tra il dg e il ds
Potenza, tensione alta
Saponara aggredisce
Chiaradia
La coca spacciata in un pub di Rionero. Commercianti ambulanti sotto estorsione
AMATO alle pagina 16 e 17
Una grande festa d’accoglienza collettiva per i commissari
LE 7 ORE DI MATERA
Insieme cittadini
e istituzioni
per svelare la città
Il dg Saponara e il ds Chiaradia
PECORARO a pagina 38
VI SEGNALIAMO:
POTENZA
Mense ferme
La soluzione
scavalcando
il Comune
Case aperte
per i pranzi
e lezione al panificio
GIACUMMO a pagina 22
Mense
scolastiche
VIGGIANO
Pardo: «Qui
è già capitale
di ospitalità»
Una delle tappe della visita
dei commissari è stato il Belvedere
AGATA, QUARTO, LABANCA E CIERVO da pagina 6 a pagina 11
INTERVISTA AL CONSIGLIERE REGIONALE GIANNI ROSA
PEPE a pagina 29
«Il deficit colpa del Pd, mi fido di De Luca»
JOB ACTS, UN LUOGO SIMBOLO PER DIFENDERE L’ART.18
Oggi sit in della Cgil a Viggiano
a pagina 12
BERNALDA
Fosso San Rocco ristrutturato e restituito alla città
NOVA SIRI
Attrattori nel Materano presentati a 150 buyer
a pagina 34
a pagina 31
SPORT
LEGA PRO
Matera, serata di Coppa
Col Barletta
per dimenticare Caserta
Cuffa
CALCIO A 5
Approfondimento
sui tornei regionali
di C1 e C2
Un’azione
41008
771974
617259
L’indotto
del Centro Oli
VILLA D’AGRI
ROSA a pagina 14
9
Dall’indotto
del Centro oli
rubati
due furgoni
Sì alla medicina
ambientale
ma i sindacati
nutrono dubbi
PEPE a pagina 15
L’ospedale
di Villa d’Agri
POTENZA
Si ribalta un tir
Tragedia
sfiorata
sulla Basentana
BUONO a pagina 27
Il tir ribaltato
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Mercoledì 8 ottobre 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,30
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SALENTO NUOVA SFIDA DA MELENDUGNO. LA SOCIETÀ TAP: TUTTO IN REGOLA
OPERAZIONE ANTIDROGA DELLA POLIZIA DI STATO
Gasdotto, braccio di ferro
il Comune: via i geologi
Melfi, fermata la gang
di Cassotta junior
Il Consorzio: opera strategica, non servono
autorizzazioni. I vigili: mancava l’archeologo
Dieci ordinanze di custodia cautelare
AMENDOLARA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA VI >>
ARRESTATO Antonio Cassotta [foto Tony Vece]
E. ARMENISE A PAGINA 8 >>
LAVORO OGGI AL SENATO IL VOTO DI FIDUCIA SUL JOBS ACT. IL PREMIER FIDUCIOSO: «NON TEMO AGGUATI DAL MIO PARTITO». MA LA TENSIONE È ALTA
IL PUNTO POSSIBILITÀ NEL RECENTE BANDO TEN-T
Articolo 18: Cisl e Uil aprono, la Cgil chiude. Bersani: noi critici, ma leali
Nozze gay: altolà di Alfano ai sindaci. Esplode lo scontro nel governo
può mettere i soldi
adriatica
Renzi all’esame del «suo» Pd Ferrovia
anche Bruxelles
IL PARTITO
CHE STA
ALL’OPPOSIZIONE
DI SE STESSO
MACCHÉ BERLINGUER
IL BABY-PREMIER
RICORDA IL CRAXI
DI TRENT’ANNI FA
di GIOVANNI VALENTINI
di MICHELE COZZI
N
ell’infuocato dibattito sulla natura del Pd e sulla
figura del suo attuale leader, si tende spesso a
trascurare un dato fondamentale. E cioè che il Partito
democratico, a torto o a ragione, ha stabilito per Statuto
di far eleggere il proprio segretario non più dalla base
dei propri iscritti, bensì da
una platea più ampia di
esterni, aderenti o simpatizzanti.
È stata probabilmente questa scelta, più di qualsiasi
altro fattore, ad accelerare
una «mutazione genetica»
del partito, a fargli cambiare
anima e pelle, spianando così
la strada alla leadership di
Matteo Renzi: altro che «trasformismo», come lo chiama
sbrigativamente qualche osservatore prevenuto e superficiale.
SEGUE A PAGINA 23 >>
G
iorni fa, Matteo Renzi ha detto di sentirsi
più vicino al comunista Enrico Berlinguer che al socialista Bettino Craxi. Un
tributo obbligato al sentiment del suo
popolo che ricorda con affetto il leader comunista
dello strappo con Mosca e il teorico della diversità, il
sostenitore dell’eurocomunismo e dell’austerità, il
teorico del compromesso storico e del collateralismo
sindacale.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >>
FERROVIA Per la linea adriatica fondi possibili anche dall’Ue
SEGUE A PAGINA 23 >>
NEL SUD-EST BARESE E A FASANO, NEL BRINDISINO
Grandine
come neve
Allagamenti
e danni
GIULIANO E SERVIZIO A PAGINA 11 >>
AMBIENTE RESPINTA LA RICHIESTA DI TRASFERIMENTO A POTENZA
Processo Ilva resta a Taranto
La Cassazione: no al ricorso
l TARANTO. Resta a Taranto il processo sul disastro ambientale Ilva.
Lo ha deciso ieri sera la prima sezione penale della Corte di Cassazione,
rigettando l’istanza di rimessione proposta da 15 dei 52 imputati. All’ultimo minuto, a sorpresa, si era aggiunto all’elenco di chi voleva lo
spostamento del processo a Potenza anche il commissario governativo,
Gnudi, in aperta polemica con gip e gup, Todisco e Gilli.
CAPOTORTO A PAGINA 9 >>
MAZZA A PAGINA 9 >>
Mozzarella blu «Io, Mangia
cura anti-batteri mi spiego...»
scoperta a Bari Parla il tecnico del Bari
FASANO Strade imbiancate, ma non è neve: è grandine
SOPRALLUOGO UE
Capitale della Cultura
fiducia a Matera e Lecce
SERVIZI A PAGINA 11 >>
IMMIGRAZIONE
Ecco il sottomarino
che inchioda gli scafisti
MASSARI A PAGINA 12 >>
l I batteri che attaccano i prodotti caseari e ne mutano colore,
odore e consistenza, hanno gettato scompiglio tra consumatori
e produttori (sulla vicenda è stata anche aperta un’inchiesta dal
pm di Torino, Guariniello). Ora
un pool di scienziati dell’Istituto
di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Cnr di Bari ha
scoperto che una proteina del
latte blocca la proliferazione dei
microrganismi
INGROSSO A PAGINA 13 >>
ALLENATORE Devis Mangia
NITTI A PAGINA 28 >>
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Mercoledì 8 ottobre 2014
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Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri
L’EVENTO I CITTADINI SI SONO PREPARATI ALL’INCONTRO ADDOBBANDO VIE E BALCONI A FESTA, CON TANTISSIME BANDIERE. I COMMISSARI HANNO IMPASTATO IL NOSTRO PANE
Sono stati incantati da Matera
LA POLITICA
DEGLI ANNUNCI
ANTICO VIZIO
ANCHE LUCANO I componenti della commissione accolti da ramoscelli di timo e coinvolti in una
di MASSIMO BRANCATI
visita per immagini che riflettono il dossier di candidatura a capitale della cultura
L
a politica degli annunci.
O, se preferite, gli annunci della politica. Modificando l’ordine degli
addendi il risultato non cambia. È
un pullulare di parole e di comunicati stampa infarciti di promesse e di imminenti traguardi.
Che si rivelano miraggi. Intendiamoci, non scopriamo certo
una novità: la politica degli annunci è vecchia quanto la politica. Sono nate insieme. Esercizi
di favella piuttosto che praticità,
operatività, perché la cosa più importante è far sapere ciò che si ha
intenzione di fare. Più la si spara
grossa e più ci si illude di catalizzare il consenso. Senza addentrarci in tematiche nazionali
(a Palazzo Chigi sono da sempre
maestri nell’arte dell’annuncio),
accade che si prometta l’apertura
della mensa scolastica a Potenza a
partire dallo scorso primo ottobre. Siamo all’8 e ieri il sindaco ha
deciso di sospendere il servizio
per i noti problemi di bilancio.
Che c’erano anche quando si tranquillizzavano i genitori sull’attivazione del servizio.
Accade che il piano per la raccolta differenziata nel capoluogo
venga dato per incipiente da un
ventennio e ci si ritrovi ancora
oggi a parlarne come di un progetto dietro l’angolo. Nel frattempo la nostra «monnezza» resta un
caleidoscopio di scarti. Accade
che il bando per il trasporto pubblico in città sia perennemente
con il colpo in canna e il grilletto
fa sistematicamente cilecca. Ma il
non plus ultra degli annunci lo
troviamo nei mega-appalti, nei
camaleontici fondi Cipe che spuntano, rispuntano, si riciclano,
passano da un tavolo all’altro, da
un’opera all’altra. Il politico di
turno, in pompa magna, li sbandiera al suo gregge elettorale come faceva Mussolini con l’apparato militare. Nella migliore delle
ipotesi i lavori sulla strada e sulla
ferrovia da migliorare (o costruire) si faranno quando i nostri nipoti viaggeranno su mezzi a lievitazione magnetica.
IL CASO QUESTIONI SOCIETARIE
Aggredito Chiaradia
Botte tra dirigenti
del Potenza calcio
I commissari europei, uno per
famiglia, sono stati ospiti in cinque
case dove hanno pranzato a base di
piatti tipici tradizionali
SENZA I SASSI
STRANIERI ADDIO
di PIERO SCUTARI
PRESIDENTE CENTRO THALIA
l A Matera una giornata intensa, quella di ieri,
della commissione europea che dovrà decidere sulla
città italiana che sarà Capitale europea della Cultura 2019. Durante la visita i commissari si sono
immersi nello scenario dell’habitat rupestre e delle
antiche tradizioni locali. I cittadini materani si sono
preparati alla visita della commissione addobbando
vie e balconi a festa, con tantissime bandiere con il
logo Matera 2019, che ha accompagnato la corsa della
città lucana verso la candidatura a Capitale europea
della Cultura. Dopo il tour nei Sassi, i cinque commissari hanno potuto impastare il pane di Matera, in
un antico forno della città. E poi, uno per famiglia,
sono stati ospiti in cinque case dove sono stati preparati pranzi a base di piatti tipici tradizionali.
SERVIZI DA PAGINA II A PAGINA V >>
G
li stranieri che arrivano in Italia sono
14.733 milioni (dati
diffusi da Bankitalia) ed in Basilicata gli arrivi
degli stranieri sono secondo i
dati Unioncamere circa 70.000
ovvero 0,4%. Di questo 0,4%,
più di 40.000 arrivano a Matera,
il rimanente, ovvero solo 30.000
(poco oltre il 0,1%,) va nel resto
della Basilicata.
CONTINUA A PAGINA XIII >>
EVENTO Il sindaco Adduce, il presidente Pittella e la commissione
POTENZA: OPERAZIONE DELLA POLIZIA
Spaccio di droga
sgominata gang
di Cassotta junior
POLIZIA Cassotta junior, figlio del boss Marco Ugo, tra gli arrestati [foto Tony Vece]
INCUBO DISSESTO LA REGIONE RENDE DISPONIBILI 5 MILIONI DI EURO
È già pronto un tesoretto
per il Comune di Potenza
PALAZZO
La sede del
Municipio di
Potenza, in
piazza
Matteotti
[foto Tony Vece]
AMENDOLARA A PAGINA VI >>
POTENZA CORTE DEI CONTI
Ammanchi a scuola
Ora dovrà risarcire
oltre duemila euro
l Dovrà risarcire all’erario
2.045,86 euro, più spese di giudizio, a titolo di responsabilità
amministrativo - contabile per
ammanchi di beni mobili a lei
affidati in qualità di consegnatario del Quinto circolo didattico
di Potenza. Lo ha deciso la Corte
dei conti, Sezione seconda centrale d’appello, nella sentenza
emessa a carico di Maria Verrastro il cui ricorso alla sentenza
in primo grado è stato respinto.
.
MAIORELLA A PAGINA XIV >>
l Nove persone (una decima è ancora ricercata)
sono state arrestate con l’accusa di aver creato nel
Melfese una consolidata rete di spaccio di stupefacenti, con una precisa suddivisione del territorio e l'utilizzo di persone per la vendita diretta
della droga, che in alcuni casi usavano anche esercizi pubblici come «deposito» e locali per lo scambio
di cocaina, hascisc e marijuana. Gli investigatori
hanno anche scoperto alcune estorsioni ai danni di
commercianti ambulanti per il pagamento del pizzo.
Tra gli arrestati anche il figlio del boss Marco Ugo
Cassotta, assassinato nell’ambito della faida tra i
clan nel 2007, e il figliastro di Massimo Aldo Cassotta, detenuto con l’accusa di mafia.
INCISO A PAGINA VIII >>
MELE A PAGINA IX >>
MATERA
Cammelli in città
per il film biblico
Atmosfera araba
DORIA A PAGINA XII >>
VILLA D’AGRI
Ingessatura errata
«L’ospedale mi ha
preso in giro»
LA LETTERA A PAGINA XI >>
POTENZA
Raccolta di rifiuti
«porta a porta»
in arrivo nuovi mezzi
LAGUARDIA A PAGINA X >>
POTENZA IL SERVIZIO NON PARTE E SPUNTA UN’AMARA VERITÀ
Il sindaco blocca la mensa
il 70% del cibo viene buttato
SCUOLA L’interno di una mensa scolastica [foto Tony Vece]
IERACE A PAGINA VII >>
RASSEGNASTAMPA
1,30
Anno 91 n. 201
Giovedì 31 Luglio 2014
Odio gli indifferenti. Credo che vivere
voglia dire essere partigiani. Chi vive
veramente non può non essere
cittadino e partigiano. L’indifferenza è
abulia, è parassitismo, è vigliaccheria,
non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
Alcuni piagnucolano pietosamente,
altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano:
se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia
volontà, sarebbe successo ciò che è
successo?
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi
non parteggia, odio gli indifferenti.
L’Unità
è viva
Antonio Gramsci 11 febbraio 1917
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Mercoledì 8 ottobre 2014
RIFORMA DEL LAVORO
VERTICE A PALAZZO CHIGI
IL CONFRONTO-SCONTRO
Matteo: «Sorprendenti punti di intesa». Sui
licenziamenti disciplinari, il reintegro sarà
chiarito col decreto legislativo
Renzi spacca i sindacati
la Cgil da sola in piazza
Il premier: non temo agguati in Aula. Oggi il voto di fiducia
SALA VERDE Un momento del vertice
Il Jobs act
Dalle tutele crescenti
al riordino della Cig
Contratto a tempo indeterminato a
tutele crescenti per i nuovi assunti; riordino della cassa integrazione con nuovi limiti all’utilizzo; razionalizzazione degli incentivi all’assunzione e in generale riordino dei servizi del lavoro e delle politiche
attive; rimodulazione dell’Aspi (l'assegno
di disoccupazione) in relazione alla carriera contributiva del lavoratore con l’estensione anche ai collaboratori; ferie “solidali”: sono le principali novità del Jobs act,
la riforma del lavoro sul quale il Governo
si appresta a mettere la fiducia. Nelle
prossime ore è atteso un emendamento
del Governo con però solo piccoli ritocchi
al testo che non dovrebbero stravolgerne
l’impostazione. In particolare ci dovrebbe
essere un impegno a destinare risorse risparmiate alle politiche per il lavoro. Arriva "il contratto a tempo indeterminato a
tutele crescenti in relazione all’anzianità di
servizio" per i neoassunti. La delega non
cita l'articolo 18 e saranno i decreti delegati a definire le fattispecie per le quali si
manterrà il reintegro in caso di licenziamento illegittimo. Sicuramente la reintegra sarà prevista per i licenziamenti discriminatori, mentre per quelli disciplinari
si chiariranno i confini già messi con la
legge Fornero del 2012 (due sole fattispecie danno diritto al reintegro mentre per
le altre c'è già l’indennizzo). Sulle interruzioni di rapporto di lavoro per motivi economici è già intervenuta la legge Fornero
prevedendo l’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo.
Col riordino delle forme contrattuali
l’obiettivo al quale si vuole arrivare con il
contratto a tutele crescenti è di farne la
modalità normale di assunzione sfoltendo le decine di forme contrattuali e le norme esistenti. Si punta alla creazione di un
testo organico semplificato.
l ROMA. Il premier Matteo Renzi tira
dritto sulla riforma del mercato del lavoro.
Sul Jobs act l’emendamento del Governo
sarà presentato oggi, così come è pronta la
fiducia nell’Aula del Senato, che sarà votata
in serata (ieri mattina più volte è mancato il
numero legale). “Non temo agguati" del Pd,
dice il presidente del Consiglio, "convinto
che sia naturale che tutti" nel partito "votino come sempre". I dissensi nella minoranza restano.
Renzi incontra, in mattinata, i sindacati a
Palazzo Chigi e subito dopo le imprese. Apre
il confronto con le parti sociali (parlando
alla fine di "sorprendenti punti di intesa"),
ma per la Cgil non è affatto la riapertura di
una stagione di concertazione: ha "ripetuto
cose note", "nessuna risposta" e "nessuna
disponibilità", il governo "va avanti su scelte sbagliate", è in sintesi la bocciatura che
arriva al termine dell’incontro dal segretario generale Susanna Camusso. Che conferma "il giudizio negativo" sul Jobs act (con
la scelta della fiducia che "radicalizza" l’assenza del confronto) ed il "totale dissenso"
sulle modifiche all’articolo 18 e sul demansionamento. Insomma, dice, restano tutte
confermate le ragioni alla base della manifestazione nazionale del 25 ottobre, in
piazza San Giovanni a Roma. Manifestazione a cui Cisl e Uil confermano, ancora
una volta, che non parteciperanno (il 18 ci
sarà la mobilitazione della Cisl a livello
territoriale).
Non c'è una vera e propria apertura di
merito da parte di Cisl e Uil che però apprezzano l’avvio del dialogo: "Anche sull'articolo 18 ci sono state aperture del governo che prevede il reintegro per i licenziamenti disciplinari" che verranno precisati nel decreto delegato, dice il segretario
generale aggiunto della Cisl, Annamaria
Furlan, che oggi ufficialmente prende il
posto di Raffaele Bonanni, dopo le sue dimissioni, alla guida del sindacato di via Po.
A suo avviso, l’incontro di ieri può rappresentare un momento "di svolta" nelle
relazioni tra governo e parti sociali. Visto
che a questo seguiranno, come annunciato
dallo stesso Renzi, nuovi incontri, con il
ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan,
il 27 ottobre sulla legge di stabilità e con il
ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sulla
riforma del lavoro. Parla dell’incontro a Palazzo Chigi con una "valenza più politica
che sostanziale", il numero uno della Uil,
Luigi Angeletti, aggiungendo che "se poi la
sostanza ci sarà, lo vedremo in concreto". Il
presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dopo l’incontro, si limita ad osservare,
parlando delle riforme, che "il diavolo non
sta nelle imprese".
Diversi i temi toccati dal premier: i tre
punti della sfida lanciata ai sindacati e cioè
legge sulla rappresentanza sindacale (su
cui c'è il sì della Cgil ed il no della Cisl e della
Uil), contrattazione decentrata e salario minimo. I primi due punti non rientreranno
comunque nell’emendamento sulla delega.
Sul tavolo anche il capitolo degli ammortizzatori sociali ed i temi più scottanti quali
il Tfr e l’articolo 18. Sui licenziamenti disciplinari, Renzi ha detto chiaramente che
le fattispecie in cui mantenere il reintegro
(come chiesto nel documento approvato dalla direzione del Pd) saranno chiarite nel
successivo decreto legislativo. Sulla necessità di precisare questi casi insiste Ncd,
altrimenti viene meno "gran parte del significato della eliminazione dell’articolo
18", avverte il leader Angelino Alfano. Ma la
fiducia c'è. Ed i conti restano aperti in casa
Pd.
Barbara Marchegiani
CGIL CONFERMATA LA MANIFESTAZIONE, E RENZI ACCETTA LA SFIDA E IRONIZZA CON IL SEGRETARIO
Ma Susanna, la pasionaria
sogna la «grande rivincita»
l ROMA. Sindacati divisi sul Jobs act. Per la Cgil
l’incontro di a palazzo Chigi non cambia nulla, per Cisl
e Uil è una svolta nei rapporti con le parti sociali.
Posizioni che non sfuggono al premier Matteo Renzi
che, con il sindacato guidato da Susanna Camusso in
piazza il 25 ottobre e un nuovo incontro annunciato per
il 27, “maramaldeggia” e dà ironicamente appuntamento alla Cgil dopo che 3 milioni di lavoratori verranno a manifestare a Roma.
Ma al di là delle battute, rimane la sostanza di un
fronte sindacale che ripropone uno schema già visto: la
Cgil “sola”, lasciata in piazza da Cisl e Uil, che infatti
non aderiranno alla manifestazione del 25.
Per Camusso dunque "trovano tutte conferma" le
necessità e le ragioni della sua manifestazione nazionale. "L'unica vera novità è che ci saranno altri
incontri. Le altre sono cose note" e "nessuno può dire
che si sia riaperta la stagione della concertazione",
perchè l'atteggiamento del governo è "al massimo di
ascoltare, poi decide unilateralmente". Sui contenuti
del Jobs act poi, "il giudizio è negativo" e dalla Cgil
quindi c'è "totale dissenso". Sull'ipotesi Tfr in busta
paga Camusso ha ribadito la posizione già espressa:
non è un bonus, sono soldi dei lavoratori.
Stuzzicata da Renzi sui 3 milioni in piazza di “memoria cofferatiana”, la leader del sindacato di Corso
d’Italia insiste: "vedo molto entusiasmo perchè si è
riaperta la sala verde" di Palazzo Chigi per l’incontro
del governo con i sindacati, dice, "ma ci sono lavori in
corso e si aspetta sul ballatoio" e questo la dice lunga
"sull'accoglienza".
Molto diversa la “lettura” del confronto del segretario generale aggiunto della Cisl, Anna Maria Furlan,
secondo la quale può rappresentare "una svolta" nelle
relazioni fra Governo e parti sociali. Nel merito – per
Furlan – è necessario "trovare risorse per lo sviluppo"
con tagli alla spesa e lotta all’evasione, mentre il contratto a tutele crescenti previsto dalla delega sul lavoro
dovrebbe assorbire tutte le forme di precarietà dai
co.co.pro alle false partite Iva che nascondono effettivo
lavoro subordinato. Il Tfr in busta paga? Solo a "tasse
zero", ha ribadito.
Il premier Renzi – secondo il leader Uil Luigi Angeletti – "ha fatto una scelta simbolicamente diversa».
VERTICE RICOMPOSTA LA FRATTURA DOPO LE POLEMICHE DI UN MESE FA. RENZI LI RIMBROTTA SULLA MINACCIA DI SCIOPERO
Pace tra governo e militari
Un miliardo dal 2015 per i salari. Il premier: troppi cinque corpi di polizia
CARABINIERI Un posto di blocco
l ROMA. Via il tetto che dal 2010 comprime gli
stipendi di forze dell’ordine e militari. Lo sblocco
costerà un miliardo di euro allo Stato. Ma contestualmente si apre il tavolo per arrivare ad una
riorganizzazione del sistema della sicurezza pubblica, perchè "cinque corpi di polizia sono decisamente troppi". Il premier Matteo Renzi, insieme ai ministri Alfano, Pinotti e Orlando e Madia, ha ricevuto ieri mattina a Palazzo Chigi la
folta rappresentanza dei sindacati di polizia e dei
Cocer delle forze armate ed ha chiuso la vertenza
sui tetti salariali, aprendo la partita degli accorpamenti. Sui quali il ministro dell’Interno continua però ad essere scettico.
La riunione è iniziata con il presidente del
Consiglio che si è subito voluto levare i sassolini
dalla scarpa, contestando ancora una volta la nota
con cui lo scorso 4 settembre i sindacati annunciavano lo sciopero generale delle divise. "Mi inchino davanti alle donne ed agli uomini che difendono il Paese - le parole di Renzi – ma non
accettiamo da nessuno, tantomeno da loro, che si
metta in discussione la legalità. La minaccia di
sciopero è contro la legge. Non può essere Stato
contro Stato". Dopo il bastone, la carota. Il premier
ha annunciato che sono state trovate le risorse per
sbloccare i salari delle donne e uomini in uniforme: un miliardo di euro a partire dall’1 gennaio
2015. L’articolato è già pronto e sarà inserito nella
legge di stabilità che verrà approvata il 15 ottobre
dal Consiglio dei ministri. "Abbiamo mantenuto –
ha commentato Alfano – l'impegno. Siamo dalla
parte delle donne e degli uomini in divisa e con
serietà e concretezza facciamo quello che diciamo".
Ma, a fronte di uno sforzo economico notevole in
una congiuntura così negativa, è stato il ragionamento di Renzi, è "indifferibile" l’apertura del
confronto sull'"efficientamento" del sistema di sicurezza, che ora presenta non pochi sprechi e
sovrapposizioni. "Abbiamo cinque corpi di polizia, non ce li ha nessuno al mondo, occorre
intervenire, bisogna cambiare", perchè è impensabile avere corpi che fanno le stesse cose. Il premier ha quindi fatto l’esempio del Corpo forestale
dello Stato, per il quale c'è da capire se l’attuale
organizzazione sia ancora funzionale oppure no.
Presso il ministero della Funzione pubblica sarà
quindi aperto un confronto per valutare come
procedere. Se il Corpo forestale appare il primo
indiziato in odore di annessione alla polizia, sembra più difficile toccare gli altri quattro corpi. E
Alfano non è intenzionato a fare da sponda alle
velleità 'accorpatricì di Renzi. Solo ieri il titolare
del Viminale ha ripetuto la sua posizione: "Il sistema delle forze dell’ordine funziona e prima di
mettere mano al bisturi bisogna pensarci molto
bene. Non si può depotenziarlo". Mentre per il
ministro della Giustizia Orlando, l’accorpamento
della polizia penitenziaria alla polizia di Stato
"non è all’ordine del giorno".
Dal fronte sindacale emerge soddisfazione, pur
con alcuni distinguo. I tetti salariali – da 4 anni
niente indennità funzionali, scatti 'gratis' e promozioni 'bianchè – avevano acuito il malcontento
tra forze di polizia e militari. Lo sblocco, spiega
Felice Romano, segretario del Siulp, "è un segnale
che ridà fiducia».
Massimo Nesticò
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Mercoledì 8 ottobre 2014
MANOVRE SCISSIONISTE
Civati lavora per la nascita di una
nuova formazione con i fuoriusciti
Dem, Sel ed alcuni ex M5S
LA DIRETTA
l . Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Istruzioni a pagina 23
Sinistra Pd in affanno
tra fedeltà e rottura
Bersani esprime «lealtà». Ma Civati si appella a Napolitano
FACCIA A
FACCIA
Matteo Renzi
e, di spalle,
Susanna
Camusso,
segretario
generale della
Cgil: «bon
ton» ma
anche
schermaglie
.
L’OPPOSIZIONE PER IL LEADER DI SEL PORRE LA FIDUCIA SIGNIFICA MOSTRARE DI AVERE PAURA
Vendola: non è un merito
il sostegno della Merkel
l BRUXELLES. "La fiducia è un atto grave
ed è l'esibizione della paura di un confronto di
merito, anche all’interno della sua stessa
maggioranza", dice il leader di Sel, Nichi
Vendola, sul Jobs Act.
"Il governo ha bisogno di mettere la fiducia
– aggiunge Vendola – perchè non si fida della
propria maggioranza".
Vendola aggiunge che «ogni volta procedere
per colpi di acceleratore mettendo la museruola al dibattito, di fronte all’evocazione di
passaggi epocali, sia veramente inquietante".
Parlando del sostegno di Forza Italia il leader
di Sel evidenzia: "Forza Italia non porta solo
un soccorso, ma porta un’anima ai provvedimenti del governo. Non c'è bisogno di
mettere la fiducia. Sel ha presentato 350 emendamenti. Oggi (ieri, ndr) ne ha ritirati 300
chiedendo un confronto di merito su pochi
punti. Invece il governo ha bisogno di mettere
la fiducia perchè non si fida della propria
maggioranza, perchè ha paura del dibattito".
"Non si esce dal '900 per entrare in una
nuova epoca luminosa - conclude Vendola – si
esce dal '900 per entrare in un '800 2.0".
La cancelliera Merkel sostiene il premier
Renzi? "Non mi sembra un titolo di merito.
Credo che l'austerity stia divorando le politiche di coesione in Europa come un cannibale, minaccia la democrazia, impoverendo
il ceto medio".
"Penso si debba fare il contrario di quanto
viene fatto. Non tagliare le reti sociali –
prosegue – far dimagrire diritto e reddito del
mondo del lavoro. Si dovrebbe fare il contrario".
Sel, quindi, ha ritirato gran parte degli
emendamenti al Jobs Act. "Da 300-350 circa ne
manterremo 40-50, quelli fondamentali, - dice
la capogruppo al Senato Loredano De Petris così togliamo ogni alibi al Governo. La fiducia
è un gesto arrogante di Renzi e la chiusura
anticipata della discussione sarebbe davvero
grave".
l ROMA. Resta alta la tensione nel Pd tra il segretario-premier Matteo Renzi e le minoranze del partito ma la divisione
tra queste fa saltare la "spallata",
l’azione eclatante contro il governo e il Jobs act. Lo scenario
della scissione, a cui lavorava
soprattutto Pippo Civati, ha dovuto incassare il "niet" anche dei
bersaniani più agguerriti contro il premier.
A livello parlamentare si è assottigliata anche la pattuglia dei
senatori "civatiani" pronti a negare la fiducia, il che dovrebbe PD Pippo Civati: è un ferreo oppositore del premier
mettere a riparo l’esecutivo da
colpi di scena, anche se si apre il
fronte opposto con i centristi positivo. E un sì, seppur critico, sidente della Repubblica NapoMario Mauro e Tito Di Maggio arriva anche da Cesare Damia- litano, chiedendogli di "richiache minacciano di non dare il no. Ma sono i senatori quelli che mare" il governo affinchè eviti la
loro sì.
dovranno votare la delega nei fiducia su una legge delega. Un
Dopo la presenza sabato scor- prossimi giorni, e messaggi ras- tentativo che non e» stato però
so sul palco di piazza Santi Apo- sicuranti arrivano anche da lo- appoggiato da altri. Alla fine Cistoli, a Roma, insieme a Nichi ro: i bersaniani, da Federico For- vati ha annunciato che i suoi in
Vendola, Pippo Civati ha lavo- naro a Miguel Gotor, pur sotto- Aula non parteciperanno al vorato fino a martedì sera nel ten- lineando le critiche sulla deci- to, evitando così lo strappo che li
tativo di convincere allo strappo sione di porre la fiducia, hanno esporrebbe all’espulsione dal
sulla delega lavogarantito il loro gruppo. Certo, intervenendo in
ro alcuni parlaappoggio. In più Aula Lucrezia Ricchiuti, ha detmentari bersal’incontro di Ren- to che deciderà solo dopo aver
niani. L'obiettivo
zi con i sindacati, visto l’emendamento, mentre
politico era la naviene indicato da Walter Tocci ha ricordato che il
scita di una nuoalcuni esponenti Jobs Act non era nel programma
va formazione a
della minoranza, del Pd del 2013. Dei senatori "cisinistra del Pd in
come Valeria Fe- vatiani" solo Corradino Mineo
cui
potessero
deli, come "un ha annunciato il suo "niet" alla
confluire i fuocambio di fase" fiducia, mentre Felice Casson
riusciti Dem, Sel
che spinge a con- non si è pronunciato.
ed alcuni ex
fermare la fiduInsomma, niente patemi sui
M5s.
cia all’esecutivo. numeri, almeno per colpa della
Ma è stata proPerfino uno dei minoranza del Pd, anche se i nuprio la prospetticinque civatiani, meri rischiano di rimanere riva politica a non PD Pier Luigi Bersani
Sergio Lo Giudi- sicati per colpa di due senatori di
convincere il rece, sceglie il go- Pi critici, Mario Mauro e Tito Di
sto della minoranza interna, sia verno: "Se pone fiducia, mi turo Maggio. Per questo il capogrupla vecchia guardia che gli "ho- il naso e la voto. Quando deci- po Lucio Romano ha appoggiato
mines novi". Pierluigi Bersani derò di votare no alla fiducia del la richiesta di fiducia, che per lo
in persona, pur ammettendo che governo, sarà il momento in cui meno, ha assicurato il rientro
la fiducia su una legge delega "è abbandonerò il Pd".
della terza senatrice dubbiosa,
una forzatura", assicura "reUn ultimo tentativo è stato fat- Angela D’Onghia.
Giovanni Innamorati
sponsabilità e lealtà" con un voto to da Civati rivolgendosi al Pre-
GLI AZZURRI L’EX PREMIER SERRA I RANGHI PERCHÉ PENSA CHE SI ANDRÀ AL VOTO NEL 2015. LA LEGA CHIEDE CHIAREZZA SUI RAPPORTI COL PREMIER
Forza Italia cambia strada
Fuoco di fila contro il Jobs act «annacquato». Così il Cav tenta di unire il partito
FORZA ITALIA Il leader Silvio Berlusconi
l ROMA. Dopo una settimana all’insegna di
riunioni culminate con il comitato di presidenza e lo scontro con Raffaele Fitto, Silvio
Berlusconi decide di prendersi una pausa dai
Palazzi romani e sceglie di rimanere a Milano
per tutta la settimana. L’input dato ai suoi non
cambia: criticare la decisione di Matteo Renzi di
porre la fiducia sul Jobs act. Un modo per
serrare le fila ed evitare distinguo, magari dalla
fronda fittiana, mentre chi è in difficoltà è proprio il Pd. Certo, l’intenzione dell’ex capo del
governo non è quella di mettere i bastoni tra le
ruote del governo, ma l’invito rivolto al suo
partito è quello di tenere alta l’attenzione perchè l'esecutivo non è più così granitico. Il fatto di
tenersi lontano dalla Capitale però non impedisce al Cavaliere di occuparsi del suo partito e
tenere i contatti con i leader stranieri, uno su
tutti Vladimir Putin. Berlusconi lo ha chiamato
per fargli gli auguri di compleanno e per dargli
appuntamento il 17 ottobre a Milano. Il presidente russo sarà nel capoluogo lombardo a
metà mese per partecipare al vertice Asem. La
strategia di Berlusconi d’altronde è chiara: riprendere le redini di Fi, mettendo in chiaro chi
sia ancora il “capo” del partito. E non è un caso
che abbia deciso di occuparsi in prima persona
del "cuore" del movimento è cioè della città di
Milano. Prova ne è la decisione di presiedere ad
Arcore una lunga riunione con i consiglieri
azzurri del capoluogo lombardo. Un modo per
far capire agli altri partiti, Lega in primis, chi
sia ancora il leader del centrodestra. Raccontano infatti che il pensiero dell’ex premier corra
già al 2015, precisamente a marzo, quando a suo
dire si terranno le elezioni: Il Pd – sarebbe stato
il ragionamento fatto con i suoi - così non tiene e
Renzi non si farà certo logorare ma è il primo a
voler andare a votare a marzo. Ecco perchè ha
intenzione di abbassare i toni dentro Forza
Italia: dobbiamo essere granitici e tenerci pronti alle urne. Un ragionamento che si unisce alla
convinzione di poter essere di nuovo candidabile e alla guida del centrodestra. Un cambio
di passo insomma che il Cavaliere ha intenzione
di ufficializzare con le amministrative ormai
alle porte. Appuntamento a cui spera di arrivare con in tasca l’accordo firmato con la Lega
Nord di Matteo Salvini a costo di “sacrificare”
l’intesa con Ncd. Il segretario del Carroccio ha
incontrato Giovanni Toti e gli altri componenti
del tavolo per le candidature per discutere proprio di alleanze e di Emilia Romagna, regione in
cui il Carroccio propone per la presidenza il
sindaco del comune Bondeno: "Abbiamo un
candidato con le palle, si chiama Alan Fabbri",
fa sapere il leader del Carroccio. Che i rapporti
con Alfano siano al minimo storico lo dimostra
anche la decisione dell’ex premier di ufficializzare, nel giorno in cui il ministro dell’Interno
si scaglia contro le nozze gay, l'istituzione di un
dipartimento per le 'libertà civili e i diritti umanì presieduto da Mara Carfagna. Una notizia in
realtà anticipata dalla sua compagna, Francesca Pascale che ospite della serata conclusiva
del Gay Village preannunciò l'istituzione del
dipartimento azzurro a guida proprio dell’ex
ministro per le Pari Opportunità.
Yasmine Inangiray
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Mercoledì 8 ottobre 2014
LA MANOVRA
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
Oggi si riunisce il comitato di presidenza
dell’Associazione delle banche per
definire gli strumenti attuativi
LA CRISI E I PROGETTI
ASSE
Il ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan e il
premier Matteo Renzi
.
La legge di stabilità
un rebus da 24 miliardi
Confermato il bonus 80 euro. E Tfr «volontario» in busta paga
l ROMA. Un conto che da 20
miliardi è già lievitato a 23-24 miliardi, per ammissione dello stesso premier Matteo Renzi. Ma oltre
la cornice di una manovra che si
vuole il più possibile espansiva,
ancora non c'è chiarezza sul mix di
misure che andranno a comporre
il puzzle della legge di stabilità
2015.
Tasse sulla casa, scatti e progressioni di carriera per la pubblica amministrazione, e non solo
per il comparto sicurezza, sono
solo gli ultimi tasselli messi sul
tavolo direttamente dal premier,
mentre ancora non si è “sciolta la
riserva” sulla misura che gli sta
più a cuore, quel Tfr in busta paga
per i dipendenti privati che potrebbe consentire, sommandolo
agli 80 euro, di rilanciare davvero i
consumi. Scelta di cui "si sta ancora discutendo" fanno sapere fonti di governo, mentre l’Abi è ancora in attesa di una bozza su cui
discutere. Oggi intanto si riunisce
il comitato di presidenza dell’associazione, definito «ordinario»,
ma se dovesse arrivare un documento potrebbe essere quella l’occasione per un primo vaglio. I paletti sono quelli già definiti nei
giorni scorsi, la volontarietà e una
sorta di “garanzia” pubblica.
E torna a circolare anche la voce di una 'polizza anti-calamita»
della quale si parlò già anni fa in
un vespaio di polemiche tra chi la
voleva e chi la bocciava come regalo nascosto alle assicurazioni e
tassa occulta sui cittadini.
Alcuni “ingredienti” ormai sono certi, dalla conferma del bonus
degli 80 euro (7 miliardi) a un nuovo intervento in favore delle imprese (2 miliardi, ma non si è ancora stabilito se attraverso un nuovo taglio dell’Irap o con deduzioni
sul costo del lavoro), al sostegno al
Jobs act con 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori, al miliardo che
servirà per l’assunzione dei precari della scuola. Tutte voci confermate anche nella riunione del
ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan con viceministri e sottosegretari, per fare un punto pri-
SUPER-ESPERTO Carlo Cottarelli, il responsabile del taglio della spesa
ma di partire per gli impegni internazionali (Fmi prima e Ecofin
ed Eurogruppo all’inizio della
prossima settimana). L’obiettivo
sarebbe quello di arrivare a concludere il lavoro almeno per domenica, in modo da dare tempo ai
tecnici di finire di limare il testo
che dovrebbe essere varato il 15,
giusto in tempo per trasmetterlo a
Bruxelles e al Parlamento.
Tra le voci da coprire ci saranno
poi 6 miliardi per le spese correnti
(e indifferibili), così come avrebbe
detto lo stesso premier ai rappresentanti di Polizia e dei Cocer, ai
quali ha indicato anche le grandi
linee di intervento. Ai sindacati
Renzi ha anche assicurato che si
sono trovate le risorse per sbloccare i tetti salariali di forze di polizia e militari (serve circa un altro
miliardo). Mettendo sul piatto però l’ipotesi di riordino (di cui si è
parlato, "in linea generale", anche
nelle riunioni di ieri a Palazzo
Chigi) perchè cinque forze di polizia sono troppe. Una razionalizzazione, peraltro, è già prevista
nella delega per la riforma della
P.A. al vaglio del Senato, ma non si
esclude, a questo punto, che si pos-
l MILANO. Abbiamo fatto, stiamo facendo, continueremo a fare la nostra parte.
L’Europa deve fare la propria. È il cuore del
messaggio che Matteo Renzi porterà oggi a
Milano ai partner europei. Determinato ad
arrivare al tavolo della conferenza sul lavoro, organizzata da presidente di turno
dell’Ue, avendo già in tasca il voto di fiducia
del Senato sul Jobs act.
A una settimana dallo scontro sullo sforamento del 3% della Francia, proprio a
Milano si incontreranno domani Francois
Hollande e Angela Merkel. Con loro Renzi
dovrebbe tenere, al contrario di quanto ipotizzavano alcune ricostruzioni della vigilia,
una conferenza stampa al termine del vertice, insieme a Josè Manuel Barroso, Herman Van Rompuy e Martin Schulz. Nella
sa scegliere il veicolo della legge di
stabilità per introdurre le prime
misure (dalle “sinergie dei corpi
di polizia” il commissario alla
spending review Carlo Cottarelli
aveva ipotizzato di trarre già il
prossimo anno almeno 800 milioni, ma non si starebbe andando in
direzione di un intervento così incisivo). E uno spiraglio si potrebbe
trovare sullo sblocco di scatti e
carriere per il complesso del pubblico impiego: "la discussione è
aperta", ha detto il ministro Marianna Madia, spiegando che ci si
sta valutando, compatibilmente
"al limite del 2,9% deficit-Pil e degli impegni presi".
Circa metà della manovra sarà
finanziata in deficit (10-11 miliardi) il resto dovrà arrivare dalla
revisione della spesa che però al
momento, almeno sul fronte ministeri, starebbe portando meno
del previsto. Anche per questo ancora si valuta se intervenire sugli
sconti fiscali (in modo 'selettivò o
introducendo un legame con il
reddito), fermo restando che invece i 3 miliardi per coprire la
clausola di salvaguardia lasciata
in eredità dal governo Letta saranno trovate.
Silvia Gasparotto
SÌ DELLA COMMISSIONE DELLA CAMERA
Se si acquista un’auto nuova
niente bollo per tre anni
Ma poi la tassa cresce in rapporto alle emissioni
l ROMA. Stop al bollo auto
per tre anni per le auto nuove.
Poi tassa che cresce all’aumentare delle emissioni. La
commissione Finanze della
Camera dà un primo sì a un
vero e proprio “sogno” degli
italiani: non pagare più la tassa sul possesso dell’auto o della moto che, per la verità, in
molti non pagano già, per un
“buco” nelle entrate dello Stato di circa 850 milioni l’anno. Il
bollo è infatti una delle tasse
più odiate dagli italiani seconda solo a propri e veri
'incubi fiscalì come le tasse
sulla casa o quelle sui carburanti.
"Si è oggi compiuto in Commissione Finanze un primo
L’Europa va a Milano
per l’emergenza lavoro
Oggi faccia a faccia tra Renzi, Merkel e Hollande
“contesa” tra Francia e Germania il premier italiano ha preso con nettezza le parti
del governo guidato da Manuel Valls, con
cui ha costruito una solida alleanza “socialista” per la crescita e contro il rigore in
Ue. Ma oggi l’incontro e la conferenza stampa congiunta saranno l’occasione per il presidente del Consiglio per rinnovare il canale di dialogo con la Merkel, tenuto sempre
aperto dalla salita al governo, e cercare i
margini politici per un’operazione che conquisti spazio alla linea italo-francese. È
quello il fronte, spiegano fonti italiane, su
cui il premier vuole agire in prima battuta,
lasciando ai tecnici e agli euroburocrati la
definizione dei dettagli, ma senza consentire che dettino le regole della difficilissima
partita, com'è avvenuto in passato.
"Vediamo di individuare un ulteriore
passo in avanti da fare come Unione eu-
passaggio, a suo modo storico», annuncia con enfasi il
presidente Daniele Capezzone.
Un primo passo «relativo a
una mia proposta di progressivo superamento del bollo auto, tassa tra le più odiate dai
contribuenti italiani». Capezzone auspica quindi "che vi sia
una immediata calendarizzazione in Aula, già prima della
sessione di bilancio".
In sintesi, con la proposta
Capezzone,
chi
acquista
un’auto nuova non paga il
bollo auto per tre anni (5 anni,
in caso di auto green). Trascorso questo tempo, varrà la
logica del "più inquini, più
paghi", con una tassa commisurata alle emissioni. In
ropea" su crescita e lavoro, dice Renzi alla
vigilia dell’appuntamento. La conferenza,
che non si concluderà però con un documento formale, è in realtà tutta centrata sul
lavoro, con un focus sulla 'garanzia giovanì,
su cui si soffermeranno i ministri. Ma il
leader italiano lo dice chiaro e tondo che
non si può discutere a comparti stagni, rinviando al Consiglio europeo del 22 e 23 ottobre il tema della crescita. Perchè "non c'è
crescita senza occupazione, non c'è occupazione se non torna la crescita".
A rendere solido il discorso del premier
italiano, ci sarà dunque il Jobs act. Per
questo il premier ha imposto una stretta
finale al Senato con maxiemendamento e
fiducia.
Serenella Mattera
Sul «caso Azzollini» il Pd si spacca
Il gruppo vota contro la richiesta della Procura di Trani e il relatore Casson (pure Pd) si dimette
SENATORE Antonio Azzollini (Ncd)
l ROMA. Dopo nove mesi, la giunta per le immunità del Senato riesce a votare sulla richiesta di
autorizzazione all’uso delle intercettazioni di Antonio Azzollini (Ncd) trasmessa a palazzo Madama
dalla procura di Trani nell’ambito dell’inchiesta sul
porto di Molfetta. Ma il Pd, dopo aver chiesto dieci
minuti di sospensione dei lavori parlamentari vota
contro la proposta di autorizzazione delle intercettazioni avanzata dal relatore Felice Casson (Pd). Vistasi bocciata la sua proposta dai colleghi di partito,
Casson si sarebbe immediatamente sospeso dal
gruppo. Al momento del voto Forza Italia era assente:
Elisabetta Maria Casellati è appena stata eletta al
Csm e Lucio Malan e Giacomo Caliendo non si sono
presentati. Così, hanno detto no ai magistrati Ncd, Pd
e Lega. Solo il Movimento 5 Stelle e il relatore Felice
Casson (Pd) erano favorevoli alla richiesta della Procura di Trani. Il presidente della giunta Dario Stefàno (Sel), dovrà perciò nominare un nuovo relatore,
per l’Aula, tra quelli che hanno detto «no» alla pro-
posta del relatore. In Aula, la giunta si presenterà con
la proposta di dire «no» alla procura di Trani che
aveva chiesto di poter utilizzare le intercettazioni e i
tabulati telefonici relativi all’utenza del presidente
della Commissione Bilancio del Senato.
Antonio Azzollini risulta iscritto nel registro degli
indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta
maxifrode da 150 milioni di euro per la costruzione
del nuovo porto di Molfetta. Al senatore 61enne vengono contestati i reati di abuso d’ufficio commesso,
secondo gli inquirenti, quando era sindaco nella
questione relativa alle cooperative edilizie, e di associazione per delinquere, e ancora reati ambientali,
truffa e falso perché, sempre secondo la Procura,
nonostante sapesse che sui fondali del nuovo porto ci
fossero migliaia di ordigni bellici inesplosi, avrebbe
fatto finta di nulla appaltando i lavori per la costruzione della diga foranea e del nuovo scalo commerciale. Lavori che non sono stati ancora completati. Il costo iniziale delle opere ammontava a 72
milioni di euro, poi lievitati a circa 150 milioni in
seguito alle opere di bonifica dell’area dalle bombe.
Nel frattempo il cantiere del nuovo porto è stato
sottoposto a sequestro.
Il nodo finalmente discusso ieri nella Giunta per le
immunità parlamentari era legato a questioni prettamente «temporali». La questione tecnico-giuridica
riguarderebbe il momento nel quale il senatore molfettese viene iscritto nel registro degli indagati per il
reato di associazione per delinquere. La Procura di
Trani fa riferimento ad avvisi di garanzia notificati
nel 2013, il senatore Azzollini avrebbe presentato
documentazione, firmata dagli stessi magistrati inquirenti, dalla quale emergerebbe come le indagini a
suo carico per quel reato fossero state avviate già
prima, cioè nel 2009. Se così fosse le intercettazioni
oggetto del contendere non potrebbero essere considerate casuali e perderebbero di conseguenza la
loro validità perché condotte a carico di un parlamentare senza la necessaria autorizzazione.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Mercoledì 8 ottobre 2014
I CONTRIBUENTI AGLI SPORTELLI
«Una stangata da 373 euro in media»,
dicono Federconsumatori ed Adusbef
alla vigilia dell’appuntamento fiscale
VIA LIBERA DELL’ANCI
«È benvenuta a condizione che si assicuri
un sistema semplice, sostenibile e
duraturo per la generalità dei Comuni»
Casa, il governo prepara
la tassa unica comunale
Forse in vigore dal 2015, dovrebbe unificare Tasi e Imu
AUTOMOBILE
La commissione
Finanze della
Camera ha
votato il primo
sì a un vero e
proprio «sogno»
degli italiani:
non pagare più
la tassa sul
possesso
dell’auto o della
moto
più, in questo secondo caso
solo per i veicoli green, si fa
salire al 40% il livello di deducibilità per le auto aziendali. Una misura, nell’intento
di Capezzone e della relatrice
del Pd Fregolent, che andrebbe incontro sia ai consumatori, sia all’industria automobilistica.
La misura, che riceve il
plauso di Forza Italia, potrebbe avere un bacino enorme di
potenziali interessati: secondo
una recente elaborazione con-
dotta dal mensile Quattroruote insieme all’Aci emerge infatti che sono circa 34,4 milioni i veicoli soggetti alla tassa di possesso con un gettito
stimato di 6,45 miliardi. Ma
molti non pagano. E così il
gettito (quello realmente riscosso dalle Regioni) si fermerebbe a 5,6 miliardi.
La misura, se fosse già in
vigore, avrebbe riguardato, ad
esempio nello scorso mese di
settembre 110.436 auto immatricolate.
l ROMA. Addio Tasi, addio
Imu. Il glossario degli acronimi
per le tasse sulla casa potrebbe
allungarsi ancora, con l’arrivo
di una tassa unica comunale che
potrebbe unificare i due tributi.
"Non da quest’anno perchè quest’anno c'è la Tasi che è una scelta del passato, ma dal 2015 ci sarà
un’unica tassa, secca, chiara sulla Casa per pagare i servizi", ha
annunciato il presidente del
Consiglio Matteo Renzi proprio
mentre molti contribuenti sono
alle prese con il pagamento della
Tari (la tassa sui rifiuti) e con
con i calcoli per pagare la Tasi
entro il 16 ottobre. «Una stangata
da 373 euro in media», hanno
calcolato Federconsumatori ed
Adusbef facendo i conti alla vigilia di questo appuntamento fiscale. La cifra, invece, è contestata dall’Anci che – commentando favorevolmente l’ipotesi
di una tassa unica ma facendo
attenzione ai tempi per predisporre i bilanci comunali – parla
invece di 184 euro di prelievo medio sulla prima casa.
I tecnici delle Finanze sono al
lavoro per la nuova imposta unica e la novità dovrebbe arrivare
con la Legge di Stabilità. Forse
TRATTATIVA STATO-MAFIA PARERE FAVOREVOLE DEL PM DI PALERMO. LE PERPLESSITÀ DEL QUIRINALE
Deposizione di Napolitano
con la presenza di imputati
l PALERMO. Il parere favorevole dei pm è ar- Ed è proprio questa l'argomentazione seguita dalla
rivato dopo una serie di riunioni in Procura. Si Procura che, richiamandosi al codice e ai principi
ritiene serio il rischio che un no alla richiesta dei generali sulla partecipazione degli imputati, e tecapimafia Totò Riina e Leoluca Bagarella e, dell’ex mendo di minare il dibattimento fornendo lo spunministro dc Nicola Mancino, di assistere alla de- to per un’eccezione di nullità in appello, ha dato un
posizione del presidente della Repubblica Giorgio sofferto parere favorevole alle richieste dei due
Napolitano al processo sulla trattativa Stato-mafia, boss e di Mancino.
possa far saltare il dibattimento. Le norme parlano
Molto probabilmente il collegio, per bocca del
chiaro. Ed è per questo che i magistrati che rap- suo presidente, Alfredo Montalto, si pronuncerà
presentano l’accusa, Nino Di Matteo, Roberto Tar- sulla questione all’udienza di giovedì prossimo. Ma
taglia e Vittorio Teresi, hanè chiaro che sulla decisione
no dato parere favorevole alla
dei giudici, oltre alle consipresenza dei tre imputati.
derazioni normative, pesePrecisando chiaramente che
ranno anche ragioni di opi due padrini potrebbero, quaportunità: è intuibile l’imbalora la corte accogliesse le lorazzo che creerebbe la prero istanze, essere presenti sosenza al Quirinale, seppure
lo in videoconferenza, menattraverso il collegamento in
tre a Mancino sarebbe convideoconferenza dal carcere,
sentito andare al Quirinale.
dei boss Totò Riina e Leoluca
Al momento sono solo tre
Bagarella, entrambi, peralgli imputati che hanno fatto
tro, con diritto di intervenire
sapere di voler partecipare
in ogni momento per rendere
all’udienza, fissata per il 28
dichiarazioni
spontanee.
ottobre al Colle. Tacciono gli
Comprensibili quindi le peraltri, che ancora non si sono
plessità che si registrano al
pronunciati sull'intenzione
Quirinale sulla vicenda: dubdi ammettere solo pm e di- PRESIDENTE Giorgio Napolitano
bi che vanno al di là della
fensori, resa nota alle scorse
persona di Giorgio Napolitaudienze dal collegio. La questione, dunque, diventa no – che infatti testimonierà – ma che investono le
sempre più spinosa. Perchè se è vero che la corte ha garanzie e le prerogative del capo dello Stato, nonrichiamato, in assenza di una norma specifica, chè l’immagine dell’istituzione, come d’altronde si
l’articolo del codice di procedura penale che di- evince dalla clamorosa possibilità che due boss
sciplina il caso del testimone impedito ad andare in stragisti possano in qualche modo interagire con la
udienza, norma che esclude la presenza degli im- massima carica dello Stato. Preoccupazioni che già
putati, è anche vero che la legge obbliga il giudice da giorni si registravano al Quirinale e che la
ad ammettere l’imputato che chieda di partecipare. richiesta di oggi di Nicola Mancino (motore inL’eventuale esclusione potrebbe determinare la volontario del coinvolgimento di Loris D’Ambrosio
nullità dell’assunzione della prova – in questo caso nella vicenda), ex presidente del Senato, non può
la deposizione del capo dello Stato – o, secondo, una che avere confermato.
Lara Sirignano
parte della giurisprudenza, dell’intero processo.
non subito, magari durante pensare a una drastica semplil’iter alle Camere. Ma certo l'im- ficazione. Rimarranno i diversi
pegno politico preso dal premier trattamenti tra prima e seconda
è forte. L’idea è quella di una casa. Poi ci sono le varie tipodrastica semplificazione, con logie di immobili e il «nodo» dell’introduzione di un meccani- la tassazione degli inquilini che
smo per cui i Comuni abbiano la da quest’anno sono chiamati a
possibilità di
pagare
una
usare una sola
quota della Tatassa locale, di
si. Insomma
cui è responun ginepraio
sabile il sindadifficile da dico. «Una sola
sboscare.
tassa – dice
Al Tesoro,
Renzi – non 47
comunque, un
mascherate».
progetto orgaIl progetto
nico già c'è.
comunque
L’ha elaborato
non è ancora
il sottosegredefinito nei
tario di Scelta
dettagli e gli
Civica, Enrico
ostacoli non
Zanetti e già
mancano. Il CASA Novità per la tassa
da
qualche
primo riguartempo è stato
da la Tari, che si paga per il ser- consegnato al ministro, all’assovizio sui rifiuti e che è una ta- ciazione dei Comuni (Anci) e anriffa più che una tassa. Difficile che ai tecnici del Tesoro. Unifica
unificarla, perchè tra l’altro la Tasi e Imu, semplificando la nornormativa europea ne fissa i mativa e le scadenze. Non mocontorni. La nuova tassa passe- difica, invece, al momento le derebbe attraverso l'unificazione trazioni che sono attribuite alle
di Tasi e Imu, che hanno la stessa singole scelte che fanno i Comubase imponibile. Ma – spiega chi ni. Ma Zanetti è favorevole al
lavora al dossier – sarà difficile ritorno di detrazioni, fissate a
livello nazionale, per alleggerire
il peso dell’imposta sulle famiglie: 200 euro, più 50 euro per
figlio, con un tetto di 400 euro.
L'idea di una tassa unica viene
comunque salutata favorevolmente dall’Anci, l’associazione
nazionale dei comuni, e dalla
Confedilizia, la confederazione
dei proprietari. "E' benvenuta –
afferma l’Anci – ovviamente a
condizione che si assicuri un sistema semplice, sostenibile e duraturo per la generalità dei Comuni, e che non si comprometta
ancora una volta la possibilità di
approvare i bilanci in tempo utile per gestire gli Enti". «Viene
incontro alle nostre esigenze più
volte rappresentante – dice il
presidente della Confedilizia,
Corrado Sforza Fogliani – ma occorre un’operazione fiducia imperniata su una diminuzione
delle attuali, smodate rendite catastali». E' un tema sul quale sono d’accordo anche i Consumatori. La media di versamento ad
ottobre per Tasi e Tari – ha calcolato Federconsumatori – sarà
di circa 373 euro, ma nei capoluoghi si arriverà ad una media
di 589 euro (180 di Tari e 409 di
Tasi).
RASSEGNASTAMPA
Mercoledì 8 ottobre 2014
19
ECONOMIA&FINANZA
Fiat, ultima settimana
nasce FCA a Wall Street
Lunedì quotazione Usa, sede legale in Olanda e fiscale a Londra
l TORINO. Il titolo Fiat sparisce dalla
Borsa italiana. Venerdì sarà l’ultimo giorno di contrattazioni a Piazza Affari, dove
la società era quotata da 111 anni e dove
ieri ha ceduto il 2 per cento. Fiat Chrysler
Automobiles nascerà domenica 12 ottobre, giorno in cui si ricorda la scoperta
dell’America: è questa la data con una
forte valenza simbolica in cui la fusione
sarà operativa. Il giorno successivo, lunedì, quando a New York si festeggerà il
Columbus Day con l’annuale parata, Fca –
Fiat Chrysler Automobiles debutterà a
Wall Street e al mercato telematico di
Milano.
Il via libera ufficiale è arrivato con un
comunicato del gruppo: tutte le condizioni che permettono la fusione di Fiat
Spa in Fiat Investment e, quindi, la
nascita di Fiat Chrysler Automobiles "si
sono avverate". Il termine previsto dalle
legge italiana per l’opposizione dei creditori è scaduto il 4 ottobre e non sono
state proposte opposizioni. Il diritto di
recesso è stato esercitato per un numero
di azioni tale da non comportare il superamento del limite di 500 milioni di
euro all’importo da pagare insieme agli
azionisti e ai creditori. Il Nyse, New York
Stock Exchange e Borsa Italiana hanno
comunicato di avere approvato la quotazione delle azioni Fca.
Il percorso con le sue tappe è noto da
tempo, ma l’evento è carico di significato
per la sua valenza. Da venerdì Fiat,
Fabbrica Italiana Automobili Torino non
esisterà più e, al suo posto ci sarà la
nuova società, Fca, con sede legale in
Olanda e sede fiscale in Gran Bretagna, a
Londra, in St James's Street. A Torino
resterà la sede delle attività europee del
gruppo e quella di Exor, la holding che
mantiene stretto il controllo della società
grazie anche al meccanismo del voto
multiplo in assemblea concesso dalla
legislazione olandese agli azionisti di
IL FASCICOLO SULLA GESTIONE DELL’ENTE BARESE
Appalti Fiera del Levante
indagati Viesti e Volpicella
L’ex presidente: «Sono tranquillo»
L’UNIVERSO FIAT-CHRYSLER Qui sopra i marchi del gruppo FCA. In alto, Marchionne ed Elkann
lungo corso.
Dopo la quotazione a Wall Street, che
dovrebbe aumentare il numero di azionisti americani nella società, l’ammi-
FUSIONE (E RILANCIO)
Prossimo obiettivo di Marchionne
è rinverdire il marchio Alfa Romeo.
In Italia resta la «cassaforte» Exor
nistratore delegato Sergio Marchionne
partirà con il responsabile finanziario
Richard Palmer per il road show con gli
investitori istituzionali: l’obiettivo è riuscire a collocare i titoli consegnati per
esercitare il diritto di recesso, trovando
così le risorse necessarie per evitare
l’aumento di capitale. Un’operazione che
Marchionne ha detto più volte di non
ritenere necessaria per finanziare l’ambizioso piano di investimenti e in particolare il rilancio dell’Alfa Romeo, ma
sulla quale l’ultima parola spetterà al
consiglio di amministrazione, convocato
il 29 ottobre, a Londra. Lo stesso board
dovrà anche decidere se mantenere invariati i target indicati per il 2014 o se
apportare qualche modifica. Intanto i
primi nuovi modelli sono ai nastri di
partenza: è cominciata con risultati positivi la commercializzazione del Jeep
Renegade mentre arriverà sui mercati
all’inizio del prossimo anno il crossover
500X, presentato al Salone di Parigi. Sono
le prime carte scoperte da Marchionne in
attesa del suono della campanella a Wall
Street alle 16 di lunedì.
Amalia Angotti
l BARI. I 60mila euro spesi per regalare un
ulivo all’Albania, lo stipendio incassato (illecitamente, secondo una denuncia dei revisori dei
conti) dal presidente, almeno un appalto che potrebbe essere stato gestito in maniera difforme
dalle normative. Tutto questo mentre la Fiera del
Levante affondava tra i debiti, in una situazione di
quasi-dissesto che potrebbe essere stata nascosta
ai soci fondatori. Ipotesi, al momento, che devono
essere approfondite. È per questo che la procura di
Bari ha iscritto nel registro degli indagati l’ex
presidente Gianfranco Viesti, l’ex direttore generale Leo Volpicella e un dipendente dell’ente,
Ruggiero Lerario: i primi due rispondono a vario
titolo di abuso d’ufficio e false comunicazioni
sociali, l’ultimo solo di abuso d’ufficio in relazione all’aggiudicazione di un appalto.
Nei giorni scorsi ai tre è stata recapitata una
richiesta di proroga delle indagini preliminari
firmato dal procuratore aggiunto Lino Giorgio
Bruno. Nel fascicolo sono finiti gli articoli della
«Gazzetta» e le denunce presentate dai revisori
della Fiera, che si sono rivolti anche alla Corte dei
Conti (dove risulta aperto un fascicolo affidato al
vice procuratore regionale Pierpaolo Grasso).
Agli atti dell’indagine anche le dichiarazioni del
successore di Viesti, Ugo Patroni Griffi, chiamato
dalla Procura come testimone. La Finanza ha
anche acquisito, a più riprese, documentazione
amministrativa.
Nessun commento da parte di Volpicella («Non
ho ancora ricevuto nulla»). Viesti, invece, fa sapere di essere «assolutamente tranquillo, avendo
agito, in una situazione difficile, sempre con onestà e regolarità. Sono certo che questo sarà attestato anche dalle conclusioni cui arriverà la
[g. l. - m. s. ]
magistratura».
IL CASO IL COMMISSARIO ALLA CONCORRENZA HA APERTO UNA INDAGINE SULLA TASSAZIONE CONCESSA A LUSSEMBURGO
Fisco agevolato alle multinazionali
ora c’è Amazon nel mirino dell’Ue
Poca banda larga
Italia 47esima
per internet veloce
l E' linea dura quella adottata
dalla Commissione europea a fine
mandato nei confronti delle agevolazioni fiscali dei paesi Ue alle
multinazionali: dopo Apple, Starbucks e Fiat, anche Amazon è finita nel mirino di Bruxelles. Il
commissario alla concorrenza
Joaquin Almunia ha deciso di
aprire un’indagine sul regime fiscale applicato dal Lussemburgo
al gigante americano delle vendite
online.
"E' giusto che le filiali delle multinazionali paghino la loro parte
di tasse e non beneficino – ha avvertito Almunia – di un trattamento preferenziale che equivarrebbe
a sovvenzioni mascherate". In
questione, però, ha tenuto a mettere i puntini sulle 'ì il commissario, "non è il sistema generale di
tassazione del Lussemburgo" nè il
'tax ruling', ovvero il sistema di
decisioni anticipative in materia
fiscale che "è normale e logico",
ma "il suo cattivo uso che dà un
vantaggio selettivo a una società
particolare".
l Una banda larga fissa poco
diffusa, con una crescita asfittica,
e anche molto lenta. La situazione del broadband in Italia, così
come viene descritta dall’ultimo
Osservatorio trimestrale dell’Agcom, non fa che confermare l'esigenza di spingere sul pedale degli investimenti, pubblici e privati.
Il rapporto, per quanto riguarda gli accessi a banda larga, conferma quanto anticipato nei giorni scorsi dal presidente Angelo
Marcello Cardani, con un aumento di appena 60mila unità in un
anno a 14,2 milioni: insomma, un
tasso di crescita sostanzialmente
invariato e più basso d’Europa:
+0,1% nel trimestre e +0,4%
nell’anno. Oltre tutto, e questo è il
dato fresco, le prestazioni delle
connessioni sono talmente scarse
che l’Italia si piazza al 47mo posto
nel mondo. La velocità media è
infatti pari a 5,2 mega al secondo,
pari a meno di un quarto di quella
che può vantare la prima in classifica, la Corea del Sud, con 23,6.
Il meccanismo finito sotto la
lente di Bruxelles è quello che consente a una società di informarsi
preventivamente con le autorità
fiscali di un paese su come verrà
tassata, in particolare per quanto
riguarda i prezzi dei trasferimenti
di beni e servizi da una filiale
all’altra dello stesso gruppo. Se
questi non sono in linea con quelli
del mercato, la società realizza benefici maggiori. Il sistema che il
Lussemburgo applica ad Amazon
Eu Sarl, che registra il grosso dei
benefici europei della casa madre,
è in vigore dal 2003 e secondo la
Commissione "potrebbe non essere conforme" alle regole Ue, in
quanto, consentendo ad Amazon
di "pagare meno tasse", costituisce
un vantaggio selettivo assimilabile a un aiuto di stato.
Il ministero delle finanze del
Lussemburgo si è difeso dicendo
che "le accuse di aiuti di stato sono
infondate", in quanto "non è stato
concesso ad Amazon nessun trattamento o vantaggio fiscale particolare".
Ma anche sensibilmente inferiore ai principali competitor europei, Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Il ritardo dell’Italia, fa notare l’Agcom, si amplia
se si considerano le linee in grado
di supportare servizi video avanzati: solo l’1,6% delle connessioni
italiane, infatti, ha una velocità
superiore ai 15 mega al secondo.
Meglio vanno le cose sulla telefonia mobile, dove la velocità
rilevata in Italia è nella sostanza
analoga a quella riscontrabile negli altri Paesi europei. Tuttavia
anche dal mobile arrivano notizie non confortanti e riguardano
il mercato in senso più generale.
Sono infatti 2,2 milioni le sim in
meno rispetto all’anno scorso e
crolla la portabilità del numero,
segno che la guerra dei prezzi
senza quartiere che si sono fatti
gli operatori si sta esaurendo. Allo stesso tempo, aumentano i
clienti degli operatori mobili virtuali, anche grazie al boom di
Lycamobile, che conta già 800mila abbonati.
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 23
Mercoledì 8 ottobre 2014
VALENTINI
All’opposizione di se stesso
>> CONTINUA DALLA PRIMA
N
essuno può avere la controprova. Ma è lecito ipotizzare
che, senza questo passaggio, le
oligarchie delle tessere avrebbero continuato a gestire il Pd secondo le
vecchie logiche di potere. E forse Renzi
non sarebbe mai diventato segretario. Non
c’è quindi da gridare allo scandalo se
adesso i tesserati diminuiscono: questa è
la logica conseguenza di una scelta che ha
radicalmente modificato la “constituency” del partito, diventato ormai più un
partito d’opinione che di apparato.
D’altra parte, Renzi è segretario da
appena dieci mesi. E per quanto il Pd
possa aver cambiato rotta sotto la sua
guida, non si può attribuire esclusivamente a lui questo calo delle tessere. È più
verosimile, invece, che sia stata proprio la
modifica del meccanismo elettorale interno a demotivare gran parte dei vecchi
iscritti, i quali si devono essere sentiti
espropriati o defraudati del potere di
scegliere un leader in cui identificarsi.
Vogliamo ricordare poi che nel frattempo il mondo è cambiato? Che i partiti
non sono più il centro della vita politica? E
soprattutto, che il confronto democratico
non avviene più all’interno delle sezioni,
ma piuttosto nell’agorà mediatico della tv,
di Internet, di Twitter e degli altri social
network?
Un processo analogo, del resto, è accaduto anche per un’istituzione millenaria come la Chiesa cattolica. Le parrocchie e gli oratori, come si sa, sono
sempre meno frequentati. E non a caso
perfino il Papa, da Ratzinger a Bergoglio,
ormai comunica abitualmente via Tweet.
Che senso ha, allora, discutere se il Pd è
un partito solido, liquido o acido? Oppure,
se esistono ancora i “padroni” o meno? Da
una parte, c’è D’Alema che ne evoca i
fantasmi; dall’altra c’è un “padrone” in
carne e ossa come Renato Soru, il quale
s’incarica di assicurare – proprio lui - che
non esistono più.
Prima di stabilire, dunque, se Renzi è un
uomo di sinistra e se il suo Pd è un partito
di sinistra, bisognerebbe affrontare una
riflessione comune su che cos’è la sinistra
nella società contemporanea. E prima di
revocare la patente altrui, sarebbe bene
verificare la scadenza della propria. Ormai, nel Partito democratico e dintorni,
chiunque si sente in diritto di decretare se
l’interlocutore è di sinistra o meno, di
fargli l’esame del sangue e di contare i
globuli rossi, fino a rinnegare una parte
della propria storia.
A seguire gli interventi su Twitter, si
direbbe che neppure Piero Fassino (già
segretario dei Ds) né tantomeno Walter
Veltroni (primo segretario del Pd) sono
considerati uomini di sinistra. Figuriamoci poi Giorgio Napolitano, già leader
dei “miglioristi” nel Pci ovvero di quella
che allora si chiamava la destra comunista: con i suoi anatemi contro il corporativismo dei magistrati e il conservatorismo dei sindacati, il presidente della
Repubblica è evidentemente in odor di
eresia. Ma chi attacca Renzi sulla riforma
della giustizia o su quella del lavoro,
dall’interno o dall’esterno del Pd, si guarda bene dal fare altrettanto con il Capo
dello Stato.
Oggi, dunque, il Pd appare paradossalmente un partito che sta all’opposizione di se stesso. Cioè del governo che
esprime e sostiene in Parlamento. Un
ircocervo, piuttosto che un partito, con la
testa già nel futuro e il corpo ancora nel
passato. Un soggetto politico con una
maggioranza proiettata, bene o male, verso la modernità e una minoranza no-
di VITO SPADA
L
PREMIER Matteo Renzi
stalgica, ripiegata su se stessa, divisa al
proprio interno in tre o quattro tronconi:
la ”vecchia guardia” di D’Alema e Bersani; i “giovani turchi” del presidente
Orfini e del ministro Orlando; i riformisti
di Cuperlo e del capogruppo alla Camera
Speranza; la sinistra più radicale di Civati
che flirta con quella alternativa di Sel che
infatti milita nelle file dell’opposizione
parlamentare.
Si tratta, in conclusione, di capire se
stiamo assistendo – appunto – alle convulsioni di una mutazione genetica oppure a un tentativo di suicidio collettivo.
Più che altro, tutto questo processo di
autocoscienza sembra il riflesso condizionato di una vecchia cultura politica
antisistema che non riesce ancora a integrarsi definitivamente nel sistema. Un
“partito di lotta e di governo” che si trova,
finalmente, alla guida del governo ma non
sa, non può, non vuole rinunciare alla
lotta, anche a rischio dell’autolesionismo.
Giovanni Valentini
COZZI
Macché Berlinguer, ricorda Craxi
>> CONTINUA DALLA PRIMA grezza e concreta dei contenuti. Perché il marketing da solo non
basta se non viene accompagnato da atti concreti. Non solo dai
ei fatti, invece, Renzi non solo è in netta discontinuità buoni propositi.
con i metodi e le sacralità del passato. Ma lo è
Quella con la Cgil è mix di guerra di movimento e di posizione.
soprattutto nei rapporti con il sindacato. Dove il suo Renzi alterna il bastone e la carota. E cerca di creare un nuovo
approccio ricorda tanto il Craxi che nel 1984, con il regime nei rapporti tra politica e sindacato. Che negli ultimi
decreto di San Valentino, cancellò gli automatismi della scala decenni hanno visto il ruolo cardine e di guida della Cgil rispetto
mobile, il tabù del tempo. Una mossa che mandò in frantumi al partito principale di riferimento.
definitivamente l’unità sindacale, con Cisl e Uil con il governo e
Ieri mattina, in un orario molto british, alle 9, ha convocato i
la Cgil e il Pci in piazza. Anche allora il sindacato
sindacati per esporre la sua riforma del lavoro.
organizzò una manifestazione con oltre 700mila
Avvertiti dell’incontro - hanno fatto sapere nei
persone. In Parlamento, il Pci fece ostruzionismo,
giorni scorsi - da una delle tante dichiarazioni
e raccolse le firme per il referendum con la
quotidiane del premier. Per di più, un vertice a
speranza di far saltare il provvedimento e il
tempo (un’ora), avendo convocato a seguire gli
leader socialista. Andò diversamente e il risultato
industriali. Simbolismo per simbolismo, la Carappresentò una svolta storica. E da lì incominciò
musso ha canticchiato «un’ora sola di vorrei».
la marginalità del Pci rispetto ad una società che
Pare che l’incontro, al di là dell’ufficialità e del
avvertiva i venti impetuosi e contraddittori di
«bon ton», abbia messo in scena un piccolo show
una nuova modernizzazione.
di battute, canzoni, aneddoti. Col premier che
Il contesto storico e politico è chiaramente
rivendica il merito di avere riaperto la «sala
diverso. Ma le analogie sono forti. Anche ora,
verde» e la Camusso che avrebbe parlato di
come fece Craxi al suo tempo, Renzi è riuscito a
incontro sul «ballatoio». E di rimando: porteremo
dividere i sindacati. Con la «pasionaria rossa»
in piazza i lavoratori. Bene, dice Renzi, diremo a
Susanna Camusso che conferma la manifestaMarino (sindaco di Roma) di accoglierli bene.
zione del 25 ottobre. Solo la Cgil, senza Uil e CGIL Susanna Camusso
Schermaglie ma non solo. La battaglia è di
Cisl.
sostanza. Per i diritti, che il sindacato vede
Lui, il «giovane principe» con piglio decisionista (che piace minacciati dall’abolizione dell’art. 18 e da una riforma che
agli italiani come emerge dai sondaggi), impone oggi il voto di allargherebbe le maglie della flessibilità; e per la scelta, da parte
fiducia al Senato per accelerare i tempi di approvazione. Si del governo, di guardare con maggiore attenzione al mondo dei
muove come uno tsunami, rompe gli argini, neutralizza l’op- milioni di precari. E con l’intento di «seguire» il lavoratore e non
posizione interna, con i bersaniani che protestano ma che con il posto del lavoro. Finalità teoricamente encomiabile, ma di
responsabilità voteranno la fiducia per salvare il governo e la difficile attuazione.
Ditta. E Sel che ritira un bel numero di emendamenti - dice - per
Ieri è andato in atto il primo round. Che, oggettivamente, se lo
non dare alibi al governo.
è aggiudicato il premier.
È una partita decisiva quella in atto. La politica si nutre di
Ma l’incontro è lungo. E da ambo le parti si cercherà di
simboli e di sostanza. E il premier cerca di coniugare i due poli chiudere il match prima dell’ultimo round. Con un colpo da
della formazione del consenso, alternando la neutralizzazione di ko.
Michele Cozzi
quelli che considera vecchi simboli (l’art. 18) con la materia
N
RISPOSTA COMUNE
PER I PROBLEMI
DELL’EUROZONA
e polemiche sul rispetto del limite del 3% sul deficit
pubblico in accordo alle regole europee, mostra
chiaramente come tutti gli europei siano oggi in
mezzo al guado, senza chiare indicazioni. Il problema è complicato dalla inconclusa integrazione politica europea che agevolerebbe tutto il percorso. I dati da considerare
sono oggettivamente scomponibili nelle soluzioni e strumenti che competono alle istituzioni europee e nelle decisioni che
riguardano i Governi nazionali. Le azioni che competono a
questi ultimi, sono molto importanti non soltanto per le conseguenze della crisi finanziaria ma soprattutto, per le necessarie correzioni alla economia reale. Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle come un debito eccessivo e non sostenibile, variamente creato durante gli anni dello sviluppo
economico, produca conseguenze debilitanti per tutta l’economia quando il ciclo economico volge al temine. L’enorme
volume di debito creato in passato deve essere smaltito e tutti
gli operatori sono oggi alle prese con le pratiche di “deleveraging” ovvero di ricomposizione del bilancio con una minore leva di debito. Gli effetti dell’eccessivo debito pubblico
ad esempio, causano perniciosi effetti sull’andamento dei titoli di Stato con tassi in aumento e maggiore volatilità complessiva. Gli italiani ne hanno avuto un saggio qualche anno
fa, quando la sola ipotesi di una rottura dell’euro aveva esposto impietosamente l’enorme debito pubblico del Paese ai
mercati. Solo la coperta dell’euro e la coraggiosa difesa del
Governatore Draghi nel convincere i mercati sulla irreversibilità della moneta comune, ci ha protetto da quei pericolosi
momenti che rischiavano di portare il nostro Paese al collasso. Pensare di espandere e non contenere l’enorme debito
pubblico italiano, che è di molto superiore alla ricchezza
totale creata (133% pil) , non è possibile e rischia di farci
ripetere l’esperienza del 2011. La medicina non può che essere
quella di una ricomposizione del bilancio pubblico con
l’obiettivo di un debito sostenibile.
OBIETTIVO -Questo obiettivo deve naturalmente essere
raggiunto da tutta l’eurozona. Partecipando ad una moneta
comune, tutti i Paesi membri non possono avere obiettivi di
bilancio divergenti dalla coerenza comunitaria. Ed infatti, i
Paesi che hanno avviato anche dolorosamente l’aggiustamento del bilancio pubblico come l’Irlanda, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, stanno registrando miglioramenti nelle
loro economie reali. La medicina è stata molto amara, ma
sembra funzionare con la ripresa del loro sviluppo economico. E’ vero che in passato sia la Francia che la Germania,
in presenza di deficit superiori, avevano chiesto la sua deroga. Ma quel limite, nonostante la sua inosservanza, permise alla Germania di fare le riforme economiche che la
trasformarono da “malato dell’Europa”, a locomotiva di sviluppo. La Francia non ha fatto altrettanto ed ancora oggi dice
che non rispetterà quel vincolo. Questo comportamento genera a volte l’impressione che i Paesi grandi in Europa si
sentano un poco al di sopra delle regole comuni che si applicano per i piccoli Paesi. L’Italia a sua volta, riconosce il
valore della disciplina di bilancio, ma richiede più comprensione per i propri obiettivi e quindi, per quelli altrui. Non c’è
dubbio che una disciplina debba essere adottata con buon
senso e misura e che il limite temporale di rispetto dei limiti
debba essere calcolato senza “ammazzare il cavallo”. Il rischio conseguente sarebbe , non solo la sconfitta sostanziale
della disciplina comunitaria, ma anche la nascita di movimenti antieuropei come Le Pen in Francia e le destre nazionaliste ed estremiste negli altri Paesi. Noi sappiamo bene
tuttavia, che la richiesta di maggior tempo, deve essere accompagnata da riforme concrete per l’economia reale, se vogliamo essere credibili. Senza le riforme strutturali, nessun
Governo potrà mai raggiungere l’obiettivo dello sviluppo economico necessario per il nostro futuro. Gli Usa stanno dimostrando peraltro, che la disoccupazione può scendere e che
non necessariamente dobbiamo esser pessimisti. Se anche
noi europei avessimo uno Stato federale, avremmo una maggiore possibilità di usare il bilancio federale per le infrastrutture e per gli interventi monetari. Essendo in mezzo al
guado, dobbiamo convincerci che tutti i Paesi dell’eurozona
sono legati da vincoli comuni e che ciò che ci unisce è molto
più importante delle divisioni che nascono da una incomprensione reciproca sui passi necessari alla maggiore integrazione. Il nostro futuro è legato a quello degli altri e non è
indifferente per nessuno dei partecipanti all’euro. Dobbiamo
superare le nostre limitate visioni nazionali e pensare al
nostro destino comune. E da qui, che nasce la richiesta di
Draghi per una “comune governance” dei problemi strutturali dei Paesi dell’eurozona, per concordare insieme le modalità di azione dei singoli Governi, troppo dipendenti dalle
ragioni di politica interna. Quello dello sviluppo economico è
un problema collettivo che deve essere risolto da una risposta
collettiva europea.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
6
Primo Piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
[email protected]
Matera2019
Alla scoperta della città in sette ore, neanche la pioggia
riesce a condizionare la visita. Accoglienza promossa
«Matera è già capitale
dell’ospitalità»
Le parole di Jordi Pardo a Casa di Ortega sintetizzano
l’intensa visita dei commissari e portano larghi sorrisi
di PIERO QUARTO
L’arrivo del Rumit
unisce i lucani verso il 2019
«Il Rumit è la maschera di Satriano che è venuta, partendo il 1 ottobre, fino a Matera per sostenere la candidatura a capitale della cultura perchè questa regione
che ha molti problemi cerca proprio nella svolta culturale la risorsa per il futuro. Sappiamo che ci vuole del
tempo ma per crescere e lavorare verso il 2019 c’è spazio».
E’ stato chiaro ed è arrivato a destinazione il messaggio che Rocco Perrone uno dei ragazzi arrivati da Satriano ha lanciato ai commissari europei, con la foga e
l’emozione naturale ma con grande precisione nei concetti espressi che testimoniano quanto la Basilicata tutta veda proprio nella cultura e nella chance di Matera
una generale occasione di riscatto.
I camminatori arrivati in parte già lunedì e fermatisi
al borgo La
Martella sono
l’espressione
concreta
del
messaggio popolare di condivisione che si è
unito a quello
istituzionale
lanciato dalla
presenza
di
tantissimi sindaci dei Comuni lucani.
Non 131 ma
certo
tanti
davvero
che
non hanno voluto mancare a
questo tipo di
appuntamento.
Il messaggio è
stato chiaro ed
ha probabilmente mostrato la
partecipazione
tangibile ad un
obiettivo comune. Così come le
bandiere sui balconi della città e
il lavoro delle attività commerciali non ha mancato di confermare l’obiettivo comune. La pioggia magari ha finito per condizionare il numero delle presenze
almeno in parte.
Ma il messaggio è arrivato davvero molto chiaro. Satriano è stato il simbolo di una Basilicata che attorno a
Matera prova a cercare una strada di sviluppo ed un’ancora di salvezza comune. Un messaggio che i commissari hanno certamente recepito perchè indirizzato in maniera chiara e che è riuscito probabilmente anche a colpire nel segno.
[email protected]
«Posso dire un grazie, noi siamo
qui per il Panel per decidere la
capitale della cultura. Io oggi
dico che Matera è e sarà la capitale dell’ospitalità e dell’accoglienza». Le parole di saluto
pronunciate da Jordi Pardo alla
Casa di Ortega sono la sintesi
della giornata materana dei
commissari europei, producono larghi sorrisi nell’ampia platea presente pur senza dilungarsi in interpretazioni. Ma certo risultano un incoraggiante
punto di partenza in una giornata lunga, intensa e che non
manca soprattutto con la pioggia battente di metà pomeriggio
di creare più di un problema e di
un grattacapo all’organizzazione. Il programma però
ed il tempo ristretto non
permettono interruzioni. I commissari continuano la loro visita. Mostrano di gradire il test
mattutino in un panificio, un laboratorio del
pane dal sapore antico
che vien ben sperimentato così come appaiono
soddisfatti dopo il pranzo in famiglia che mette
alla prova al meglio l’ospitalità dei materani.
Impressioni, deduzioni,
espressioni che si possono cogliere laddove
mancano parole precise
se non quelle finali di
Pardo. C’è però la sensazione che Matera sia
riuscita a colpire, come
fino a che punto lo si capirà successivamente
ma certo lo step, l’esame
con l’Europa appare decisamente superato.
La partecipazione della gente non è mancata
anche se condizionata
dal tempo capriccioso ed inclemente così come i sindaci provenienti da gran parte della Basilicata e dalla Murgia hanno
simboleggiato
visivamente
l’ampio sostegno alla candidatura.
I commissari hanno raccolto
le impressioni, e si sono fermati
anche a far quattro chiacchiere
al bar. Sono stati molto disponibili in ogni momento della visita
e Matera ha cercato di trasmettere il suo messaggio al meglio.
Attenzione, curiosità nel Palombaro ed una visita che è proseguita poi nel cuore dei Sassi,
nel palazzo del Casale e fino alla
Sotto la maschera del Rumit arrivata in piazza Ridola ed in alto
l’ultima tappa della visita alla Casa di Ortega dopo sette ore di corsa
contro il tempo
Casa di Ortega.
«Questo non è un museo ma
un laboratorio dove affermare
una nuova frontiera tra arte e
artigianato» ha spiegato Raffaello De Ruggieri che poi ha
aggiunto al “Quotidiano” «ho
registrato una grande partecipazione e sono convinto che la
comunità lucana si è ricompattata in quest’occasione».
Sempre in quest’occasione il
sindaco Adduce ha ricordato la
genesi della candidatura partita dal basso, voluta da un’associazione di cittadini (lì presente
il primo presidente Francesco
Salvatore) e sostenuta per pri-
ma da Nicola Buccico ex sindaco della città.
«E’ stata una giornata fantastica in cui anche la pioggia è
riuscita a rendere l’idea di quello che volevamo dire. Abbiamo
mostrato grande energia, è andato tutto bene» è stato il commento a caldo, sorridente di Joseph Grima al termine dell’incontro. Pochi minuti dopo le 19
rispettado a pieno anche i tempi
rigidi concessi.
Ora la corsa per la candidatura continua, prossimo e decisivo step prima della decisione
l’audizione a Roma il 16 di ottobre.
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Primo Piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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Foto al
Belvedere nella
prima tappa di
una lunga
giornata sotto
alcuni momenti
con la pioggia,
la gente, i sorrisi
e le presenze
L’INFILTRATA
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La pioggia
e le sorprese
di una giornata
particolare
di MARGHERITA AGATA
Da Pasolini a Levi
L’arte racconta la città
E’ COMINCIATO da Pier Paolo Pasolini
e dal suo “Il vangelo secondo Matteo” e
si è concluso davanti a “Lucania ‘61”, la
grande opera pittorica di Carlo Levi, il
racconto di Matera attraverso l’arte che
il soprintendente Marta Ragozzino, da
impeccabile padrona di casa, ha offerto
alla commissione europea durante il
mini-tour al museo nazionale di Palazzo Lanfranchi. Un viaggio, quello tra i
tesori del museo, come ha sottolineato
Marta Ragozzino, “inverso” rispetto al
percorso solito: per capire cosa è oggi
Matera, difatti, si deve partire necessariamente dai Sassi come li ha visti mezzo secolo fa Pasolini. Narratori virtuali,
scatti dal set del film capolavoro del regista e poeta, costumi di scena, immagini, consentono al gruppo di “osservatori speciali” di immergersi in pochi attimi nell’humus culturale della città: passato- presente e futuro, si intersecano
magicamente in un unico luogo. E più
che sulle opere e le collezioni ospitate tutte di grande pregio e di rilevante valore storico-artistico- in effetti, è più sul
nuovo modo di intendere il museo che la
soprintendente si sofferma: non più un
luogo statico di mera conservazione
delle opere, ma un luogo vivo, partecipato, perchè il patrimonio è bene comune e deve uscire dal museo, com’è già accaduto con alcune opere di Levi esposte,
per un giorno, nelle case dei materani.
E lo spiega con tale enfasi da farsi venire il fiatone, dopo non aver smesso di
raccontare le meraviglie di Palazzo
Lanfranchi anche per tutta la scalinata
che dalla sala al pian terreno conduce al
primo piano. Un dettaglio che non sfugge al commissario Pardo che, sorridendo, esclama: «Respiri, faccia con calma,
siamo felici così». E in effetti la pausa
permette al soprintendente Ragozzino
di prendere fiato senza perdere il filo del
racconto che conduce gli ospiti nella sala in cui sono in corso le prove di uno dei
27 quadri coreografici del Vangelo secondo Matteo realizzati da Virgilio Sieni per la Biennale di Danza di Venezia.
Poi, un tuffo nel passato con una rapida
visita alla collezione di opere di arte sa-
cra di Basilicata: sculture, tele e anche
frammenti degli affreschi sottratti da
un ricercatore tedesco dalle chiese rupestri di Matera e, avventurosamente,
riportate a casa. Le sale e le collezioni da
mostrare sarebbero ancora molte, ma il
tempo a disposizione dei commissari,
ahimè, non è infinito. Perciò ci si incammina verso l’uscita, non senza, però,
prima un passaggio davanti al telero di
Levi “Lucania ‘61”, e poi la visione dell’opera più bella di Matera: i Sassi. La vista dal terrazzo di Palazzo Lanfranchi è
un autentico capolavoro.
mar.aga
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«SE mi vedesse Antonio Andrisani...». E’ questo il pensiero che mi è
balenato quando, all’altezza del
museo Ridola, la pioggia ha sorpreso i tre commissari europei diretti agli ipogei del Palombaro.
Non c’è niente da fare: le cose più
improbabili accadono nelle occasioni speciali, come più che speciale è stata la giornata di ieri per Matera. Capita così che un inatteso acquazzone faccia saltare protocollo
e “ruoli”: ognuno cerca riparo come può e chi, previdente, si è premunito di ombrello non esita a condividerlo con chi ne è sprovvisto. Il
mio salvatore? No, questa volta il
sindaco Adduce non c’entra. A offrirmi riparo sotto il suo ombrello
(incredibile ma vero) è uno dei
membri della commissione europea. “La pluva è la pluva”, commenta, rivolgendosi a me Jordi Pardo.
San Pardo, mi verrebbe da dire, in
ossequio al generoso commissario
spagnolo e a uno dei rioni di Matera che, per una strana coincidenza,
ha lo stesso nome. La mutazione da
cronista a “infiltrata” è compiuta.
Una scena da corto di Andrisani,
appunto: da una parte il direttore
del comitato Matera 2019 Paolo
Verri impegnato a illustrare il percorso all’altro commissario Dalla
Sega, dall’altra scortata da Pardo
la sottoscritta. Ma, in ossequio alle
“istruzioni” ricevute prima della
visita della giuria, non ho approfittato oltre della disponibilità del senor Pardo: nessuna domanda sulle
impressioni rispetto a Matera e all’accoglienza ricevuta. Tanto, confusi tra la folla di piazza Pascoli,
qualche commento compiaciuto
che i tre “inviati speciali” si sono fugacemente scambiati sul pranzo in
famiglia, appena consumato, lo si
era già carpito. Come non c’è stato
bidi fare domande all’arrivo in
piazza Pascolo del fragoroso e travolgente corteo dei “camminatori”,
giunti insieme ai “Rumit”, gli uomini-albero di Satriano di Lucania.
Lo stupore stampato sui volti dei
giurati è stato più eloquente di
qualsiasi altro commento. E altrettanto divertiti e pronti a lasciarsi
coinvolgere dai laboratori creativi,
animati da bambini e associazioni
all’interno dell’ex ospedale San
Rocco, in piazza San Giovanni. Se
alla commissaria estone è toccato
sottoporsi al test per farsi promuovere “abitante culturale”, compresa la pronuncia del proprio nome
con la lingua tra i denti, Sylvian
Pasqua ha offerto il suo particolare
punto di vista sull’incontro, raccontandolo attraverso il casco con
telecamera del Lucania film festival. Alle prese tra gomitoli e fili di
lana colorati, il mio “amico” Pardo.
La pioggia ci ha provato, insomma,
ma proprio non ci è riuscita a rovinare la festa di Matera.
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Primo Piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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Matera2019
I componenti della commissione ospiti di cinque famiglie
che hanno dato fondo alle ricette tradizionali e ai sapori locali
Candidatura a tavola
Ecco come il cibo
conquista al primo assaggio
I commissari al panificio Perrone
e accanto Patrizia e sua madre
(f. Martemucci)
di ANTONELLA CIERVO
MATERA - C’è chi ha chiesto di ospitare uno dei commissari per dimostrare che Matera è una città in cui
si può tornare per trascorrerci la vita. Chi, invece,
ha voluto far conoscere a tavola l’animo di una comunità e i suoi sapori passando attraverso i valori
della famiglia. Il contatto con la città dei Sassi, che
era già cominciato ieri mattina con la visita al panificio Perrone (di cui parliamo in un altro articolo in
pagina, ndr.) è diventato concreto, amorevole proprio a tavola dove il percorso a 360 gradi è giunto
nelle cinque famiglie materane che hanno raccontato la città fra ricette della tradizione e piatti di famiglia.
Mauro Padula con
le sorelle Laura e Camilla ha presentato la
candidatura per il
pranzo
“europeo”
puntando sulla voglia di tornare nella
città in cui sono nati
dove il futuro, anche
dopo il 2019, può offrire tanto.
Rebecca
Riches
(nella foto) ha ospitato in tutto 10 persone
all’insegna della multietnicità. Oltre alla
sua famiglia, con il
marito e le due figlie,
c‘è stata una coppia di
amici
materani,
un’altra coppia, lei
svedese lui italiano,
infine una coppia,
una sudafricana e l’altra londinese, che ha
comprato casa a Irsina nell’ambito del progetto di
turismo sostenibile. Rebecca ha motivato la sua disponibilità spiegando che la candidatura potrebbe
portare una visibilità europea e internazionale in
città, declinata all’insegna dello scambio. Una potenzialità positiva che può legare a un’altra cultura.
Anna Maria Colangelo responsabile dell’associazione Persone down di Matera ha spesso partecipato
a tutti gli eventi con suo figlio Nicolò. Per questo i temi culturali l’hanno sempre vista partecipe. «I materani sono bravi nell’accoglienza - spiega. A casa sua
sono stati ospiti il neuropsichiatra infantile Mangione, Simona Guarini, Marta Ragozzino e una
ospite che ha parlato delle tradizioni nei Sassi».
A casa Di Cuiaerano 15. I componenti della famiglia erano già 12 ai quali oltre al commissario si è
aggiunta una coppia. Per candidarsi a preparare il
pranzo, Ennio Di Cuia aveva spiegato perchè condivideva gli obiettivi della sfida.
Maria Bruna Malcangi, 26 anni, appassionata di
viaggi, ama la sua città e ha ospitato a pranzo 11 persone. Sei i componenti della famiglia e altri cinque
invitati, tra cui il commissario Jordi Pardo, un componente del gruppo Unmonastery e Pietro Laureano. «Ho descritto la mia famiglia - spiega ricordando
la motivazione per il bando - che è particolare: mio
fratello suona, mio padre è tecnico di pianoforti io
sono studentessa internazionale ma ogni anno ho
bisogno di un po’ di tempo per viaggiare. Ad agosto
per un mese sono stata in centro Europa».
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A tavola tutti insieme come nelle grandi occasioni
L’accoglienza di Rosa:
genuinità e condivisione
DA quartiere Lamartella la piazza di
via Ridola, che nel frattempo si prepara ad accogliere i commissari, è
lontana. Ma a casa di Rosa è festa come al centro.
C’è tutta l’atmosfera delle grandi
occasioni nell’accoglienza calda e genuina che la giovane architetto riserva ai suoi ospiti nella data che per la
città di Matera passerà alla storia. La
tavola imbandita dice subito che sarà
un pranzo all’insegna delle radici e
della condivisione. Regna la tradizione nel primo piatto di cicorie e fave
servito con peperoni cruschi e crostini, accompagnato da un ottimo aglianico. Ci sono gli amici e i colleghi.
E’ un pò come a Natale: nessuno dovrebbe stare da solo in un giornata
così importante. L’argomento del
giorno non può che essere la grande
sfida che ha riempito di orgoglio tutti i materani. Ci raccontano di come
la città sia cambiata da quando tutto
è cominciato. Di come sia cresciuta la
consapevolezza rispetto alla portata
della candidatura, non solo tra i cittadini della Città dei Sassi, ma anche
dei comuni limitrofi, anche quelli pugliesi. Che quella di ieri sarebbe stata
una giornata fuori dal comune - ci
raccontano - lo si poteva percepire
anche dall’approccio differente della
gente comune alla vita quotidiana.
«Stamattina sembrava tutto diverso,
non la solita fiacca. Sembrava che
ognuno fosse animato da uno spirito
nuovo». Il bello è contagioso. E gli angoli della città che sono stati rimessi
a nuovo prima dell’arrivo dei commissari predispongono al buon umore. Nel frattempo il pranzo va avanti.
Rosa e la sorella Caterina hanno
pensato proprio a tutto. Le cortecce
con i funghi e le cicerchie sono un
trionfo di gusto e tradizione. Seguono saltimbocca e peperoni. Chiusura
in bellezza, con una sbriciolata di
mandorle e mousse al cioccolato.
L’architetto di 37 anni a suo modo si è
già resa protagonista di un’operazione di promozione dell’immagine di
Matera nel mondo. L’anno scorso ha
portato le telecamere di una trasmissione televisiva americana all’interno di un casa che ha ristrutturato nei
Sassi. L’occhio del cameraman non
poteva rimanere indifferente al fascino spettacolare della città che si gli si
FAMIGLIA PADULA
FAMIGLIA RICHES
Crostini con pesto di pomodori secchi, olive e lampascioni fritti, fave e cicorie con peperoni cruschi,
orecchiette con le rape e mollica di pane, salsiccia con i
funghi cardoncelli, peperoni fritti, burratine, ricotta e
manteca
rigorosamente
freschi di giornata, strazzate e semi di girasole.
A tavola, Mauro, Laura e Camilla Padula hanno invitato oltre al commissario Kivilo, alcuni amici. Ragazzi
materani intenzionati a tornare nella loro
città d’origine un po’ come è accaduto a
due dei tre fratelli Padula, una studentessa a Parma e l’altro a Venezia.
I ragazzi hanno illustrato in inglese all’esponente della commissione giudicatrice quali sono state le motivazioni della loro disponibilità e perchè Matera merita di
diventare Capitale europea della Cultura.
Il pranzo preparato dalla mamma, Silvia Padula, ha dato spazio non solo alla
tradizione locale ma anche ai sapori della
terra, vera risorsa della comunità materana.
Cinghiale in umido con salsa fatta in casa e
orecchiette, contorni vari e verdure di stagione, infine dolci secchi tipici materani.
In un’ora la tavola di Rebecca Riches, londinese trapiantata a Matera da cinque anni,
ha spiegato al commissario
Jordi Pardo il vero cuore della
città e dei sapori di famiglia che
ha imparato da quella di suo marito. Un modo diverso per illustrare a chi, come
lei, ha origini in altre realtà, cosa vuol dire
raccontare un luogo attraverso le ricette e i
prodotti raccolte nelle sue terre.
Matera, in questo senso, rappresenta uno
straordinario esempio di ciò che l’area murgiana offre, a cominciare dal grano per giungere poi alle verdure.
Proprio la scelta dei contorni, ieri mattina,
come ha spiegato Rebecca Riches aveva richiesto più tempo per la preparazione, dovendo scegliere fra quelle di stagione in questo
periodo nella zona.
Il sapore, soltanto così, consente di approfondire nel modo migliore il rapporto fra cucina e cultura.
Assaggini e semi di girasole
Tocco inglese e tradizione
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Patrizia Perrone li ha ospitati nel suo negozio
Grembiule e farina
commissari al panificio
A casa
di Rosa
Giacomobello
con
gli amici
e i colleghi.
In basso
i piatti
serviti
durante
il pranzo
è mostrato davanti quando ha messo
piede da queste parti. Previsioni per
il 17? A tavola nessuno se la sente di
azzardare pronostici. Ma le dita sono
incrociate. “Adesso, quello che possiamo fare, è augurarcelo con tutte le
nostre forze”. Il raggio di sole segui-
to alla pioggia, che per qualche minuto ha minacciato la buona riuscita
della manifestazione di via Ridola, è
il buon auspicio di un trionfo in cui
ora sperano tutti.
Mariateresa Labanca
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MATERA - Nel panificio Perrone, ieri,
l’Europa c’era già perchè in questi giorni è stata ospite della struttura una antropologa bulgara, responsabile della
Bread House a Sofia nella quale mette in
scena anche alcune performance.
Spiega Patrizia Perrone: «Il nostro
panificio si è trasformato in un luogo di
socialità e integrazione- come conferma
oggi (ieri per chi
legge, ndr.) la
presenza di una
donna marocchina e di altri ospiti. C’è una parte
delle nuove generazioni che si è allontanata dalle
nuove tradizioni
e per questo abbiamo invitato
due adolescenti
al laboratorio che
è stato organizzato». Nel panificio di via Nazionale sono state
realizzate forme
di pane seguendo
la propria creatività.
Le storie che
sono nate dopo la
cottura di questo
prodotto, sono diventate vera e
propria teatralità, racconto storico, percorso nel
tempo.
A mettere le
mani in pasta ci sono stati anche i commissari che muniti di grembiule di ordinanza hanno impastato acqua e farina.
«Ho preparato pre forme di pane per
poter realizzare con loro dei pezzi con
tanto di logo della città».
La storia dei Perrone, è un po’ anche
parte della storia della città. Patrizia,
Patrizia Perrone davanti al forno
sua madre Anna e sua sorella Sabrina
rappresentano la fascia rosa di questa
azienda presente sul mercato da 50 anni nello stesso quartiere, quello di Piccianello. Siamo la quarta generazione
di panificatori - spiega Patrizia - dopo
che il mio bisnonno cominciò nel
1800».
C’è, in questo prodotto, la storia e la
cultura di una comunità.
«E’ un patrimonio dei materani, delle
famiglie. Non appartiene solo ai forni;
la panificazione fino agli anni ‘50 avveniva nelle famiglie e noi oggi siamo custodi di quella parte della nostra storia,
unendo l’operazione che avveniva in casa ed era affidata alle donne, e la parte
che spettava al fornaio.
Il pane è un patrimonio di Matera e
della sua gente», d’altronde un capitolo
del dossier di candidatura è stato dedicato proprio a questo prodotto unico nel
suo genere.
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FAMIGLIA COLANGELO-MONTEMURRO
FAMIGLIA DI CUIA
FAMIGLIA MALCANGI
Ieri in 11 a tavola, con il commissario Dalla
Sega, hanno apprezzato la cucina della signora Anna Maria
che ha dato spazio alle migliori conoscenze della cucina tipica in un menu che
seppur in un tempo ristretto, non ha trascurato
nessuno dei sapori locali.
Pranzo a base di caciocavallo
di Ferrandina, salsiccia di suino
nero di Miglionico, soppressata di Picerno,
pecorino di Moliterno, ricotta e nodini di
Matera. Agnello locale al forno con funghi
cardoncelli con contorno di friggitelli con
uva passa e pinoli e involtini di melanzana.
Il dolce è ancora più legato alla tradizione:
budino di pane di Matera con crema di zabaione e macedonia con frutta di stagione.
Un viaggio a 360 gradi nelle eccellenze
lucane, a cominciare da quelle casearie che
a casa Colangelo-Montemurro hanno aggiunto ai sapori tipici anche quelli di molti
dei territori che compongono la Basilicata,
parte integrante della candidatura di Matera a Capitale della cultura europea nel
2019.
Dai piatti poveri fino alle ricette peculiari
della città.
E’ stata Anna Gemma
Gallo, moglie di Ennio Di
Cuia ad occuparsi del
menu portato in tavola
ieri per accogliere Rita
Sassu, funzionario del
Mibac.
Pasta al forno, pan cotto
con le rape e i peperoni cruschi, antipasti come zucchine alla poverella, peperoni fritti, friggitelli, peperoni
arrosto, pecorino con la marmellata, ricottine e burratine.
Crostate e tarallini dolci per concludere
il pranzo.
La signora Anna Gemma e le figlie sono
occupate in particolare di queste torte che
hanno concluso il pranzo.
I sapori che spesso accompagnavano i
contadini impegnati nei campi sono tornati in tavola ieri, in un’occasione così
speciale che ha unito le tradizioni di famiglia dei giorni di festa con quelle della cucina che a Matera trae origine proprio del
territorio.
Antipasto con mozzarelle, pomodorini e
prosciutto, salame artigianale di San Chirico Raparo, cipolline di Tropea e
altri assaggi orecchiette
con salsiccia e pomodoro, gnmmerried (interiora di agnello) con la
“carne del Monacello”,
ovvero fettine di vitello con
olive, prezzemolo e peperoncino.
I dolci, per questioni di tempo, erano
confezionati. «Volevamo preparare un tiramisù - spiega Maria Bruna Malcangi ma sarebbe stato difficile impiattarlo e
servirlo.
Abbiamo preferito acquistarli in pasticceria».
Tra i piatti che sono stati offerti a tavola,
al funzionario Sylvain Pasqua, ieri la famiglia Malcangi ha recuperato anche nella storia personale con una ricetta che risale alla nonna e che veniva preparata alla
mamma di Maria Bruna Malcangi.
Un modo per rendere omaggio al passato di famiglia e ai sapori tipici.
Viaggio a tavola a 360 gradi
Pane cotto e crostate
La carne del Monacello
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La giorn
Matera2019
L’arrivo sul Belvedere
L’arrivo poco dopo le 12 al Belvedere con
il sindaco Adduce che ha donato dei rametti
di timo ai commissari in modo da far
assaporare sin da subito gli odori
del territorio in un luogo silenzioso
Il pane, un simbolo da condividere
Con le mani sporche
per cominciare
a capire come
si fa il pane,
il prodotto
per antonomasia
della città.
Anche questo in un
panificio-laboratorio
è stato un momento
importante della
visita dei commissari
europei
Il sostegno dei sindaci
Sguardo da 2019
La folla davanti Palazzo Lanfranchi
Sono venuti da ogni parte della
Basilicata, moltissimi dalla provincia
di Potenza, dal Vulture oltre che
dal Materano e dalla Murgia è la truppa
dei sindaci che hanno condiviso
la candidatura
Casco in testa e telecamera
per Sylvian Pasqua
e il Lff di Pisticci
ha mostrato
un altro punto di vista
Non è bastata
una leggera
pioggia proprio
all’ora
di pranzo
a impedire
una numerosa
presenza
istituzionale
ma non solo
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11
nata in dieci clic
Fotoservizio
di Cosimo
Martemucci
Il gran finale a C
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Raffaello De Ru
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di Ortega “uno ieri ha raccontato la Casa
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E’ l’esempio civ azio che sprigiona energia
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Chiusura con lar di una sfida vinta”
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La pioggia e lo spettacolo del Palombaro
Acqua dal cielo
e acqua nelle viscere
di piazza Vittorio
Veneto
dove una guida,
in un inglese
impeccabile, ha svelato
ai commissari
tutte le meraviglie
dell’ingegnoso
sistema di raccolta
delle acque dei Sassi
Uno sguardo ai Sassi
E’ la visione dal terrazzo del museo
degli antichi rioni di tufo
l’ “opera” più sorprendente
che Marta Ragozzino mostra
a conclusione della visita ai tesori
di Palazzo Lanfranchi
Quattro chiacchiere al bar
Gustarsi un gelato in compagnia
seduti ai tavolini all’aperto in piazza Pascoli
è una delle abitudini materane
che ha contagiato subito anche
i tre commissari europei
La mostra di Pasolini
chi
Il mini-tour a Palazzo Lanfran
rso
ha raccontato la città attrave a
icat
la mostra multimediale ded Pasolini,
di
al Vangelo secondo Matteo di Levi
ro
le opere di arte sacra e il tele
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Mercoledì 8 ottobre 2014
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POLITICA
Al Senato inizia
il braccio di ferro
sul jobs act
e Margiotta “irride”
la minoranza Pd
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Sullo sblocca Italia il Pd lucano
(almeno per quanto riguarda la vicenda degli emendamenti) non sembra salire sulle
barricate contro le mosse di Renzi alla Camera dei deputati ma rischia soltanto - a
sentire il forzista Latronico - di “indebolire”
la card carburante.
Mentre dall’altro lato, sulla riforma del
lavoro al Senato ci sono schermaglie interne al Pd ma niente di più.
Sono iniziate a Roma dunque, le due sfide
(almeno sulla carta) più complicate per il governo nazionale. Riforma del lavoro (Jobs
act) al Senato e decreto Sblocca Italia con l’esame degli emendamenti nelle Commissioni
alla Camera dei deputati. E sono due partite
che in un modo o nell’altro vedranno protagonisti anche i parlamentari lucani.
Al Senato tra
maggioranza e
minoranza del Pd
dopo che nella Direzione di una decina di giorni fa la
polemica fu vibrante. Ma su
questo Renzi - al
netto dello scontro dialettico con i
sindacati che rimane acceso - pare abbia mostrato
i muscoli al suo
stesso
partito
blindando il provvedimento con la fiducia. Sarà proposta ufficialmente stamani. Una mossa, in ogni caso,
che mette in ulteriore difficoltà la minoranza
del Pd che è quella rappresentata dai bersaniani e dalemiani (per la Basilicata c’è il senatore Bubbico).
E sulla decisione ormai chiara di Renzi, il
senatore Margiotta che è parte integrante
della squadra renziana ironizza sul web:
«Esattamente come si vota la fiducia in modo
critico? Il sì lo si i pronuncia ad occhi bassi?
Si guarda da un’altra parte?». Chiaro il riferimento alle minacce degli “antirenziani”
che fino a lunedì avevano minacciato ferro e
fuoco. Detto questo la questione che interessa più da vicino la Basilicata è quella del decreto Sblocca Italia con in particolare tutta la
materia energetica. Dove è sempre aperta la
querelle regionale con la minaccia di una
impugnativa dell’intero decreto da parte dell’ente Regione dopo l’approvazione da parte
del Consiglio regionale di un’ordine del giorno che impegna il presidente della giunta regionale Marcello Pittella a ricorrere alla Corte
Costituzionale contro lo Sblocca Italia qualora non fosse modificato. E per le modifiche la
palla passa ai parlamentari lucani.
Quello più attivo in tal senso è stato finora il
deputato di Forza Italia Cosimo Latronico che
ha presentato ben 7 emendamenti presentati
alla stampa venerdì scorso tra i quali c’erano
anche richieste per escludere le “anticipazioni” della Riforma del Titolo V in materia di
concessioni ed estrazioni petrolifere dallo
Sblocca Italia.
Ieri sono emersi anche gli emendamenti
presentati dal Pd. E ci sono novità e alcune
sorprese che faranno discutere. Innanzitutto
c’è un emendamento firmato in solitaria del
deputato Folino (ancora autosospeso dal partito?) che chiede la totale soppressione dell’articolo 38 del decreto. Poi c’è uno a firma della
sola deputata Maria Antezza che chiede modifiche all’articolo 36 bis con chiede il 30 per
cento per 20 anni delle maggiori entrate fiscali per le estrazioni. E poi c’è un emendamento a firma di numerosi deputati Pd tra
cui il capogruppo Roberto Speranza che chiede numerose modifiche su tutta la questione
dello Sblocca Italia. Ed è questo quello che pare più significativo in termini di modifiche
importanti per quanto riguarda il Pd. Ma c’è
anche una richiesta di modifica del bonus
Secondo il deputato
di FI: «Mettendo il
bonus nel fondo di
coesione sociale
si richia di perdere
tutto per i vincoli
del Patto di stabilità»
Alcuni parlamentari lucani in un recente incontro nel palazzo della Regione con il governatore Pittella
Sblocca Italia,
tocca alla Camera
Cominciato l’iter degli emendamenti in Commissione e Latronico (FI)
critica le modifiche di Speranza , Folino e Antezza sulla card benzina
idrocarburi a firma dei deputati lucani del
Pd, Speranza, Antezza e Folino che rischia di
essere un autogol. In pratica i tre deputati
chiedono che il bonus del 3 per cento di royalties vada a finanziare invece della card “l’istituzione del Fondo per l’attivazione di misure
di coesione sociale”.
E scatta l’allarme dopo aver contattato il deputato Latronico al telefono. E il forzista ha
subito dichiarato: «Se dovesse passare questo
emendamento si cancella il fondo per la riduzione del prezzo del carburante istituito con
l'articolo 45 del 2009 che ha prodotto la emissione di 330mila carte carburante e lo si trasforma in un fondo per la coesione sociale.
Passeremmmo da una destinazione certa, la
carta carburante, ad un non meglio precisato
fondo per l'attivazione di misure di coesione
sociale che saranno definite annualmente
con un decreto interministeriale, con il rischio della indeterminatezza ed anche con
quello che le spese rientrino in programmi
sottoposti ai limiti del patto di stabilità che oggi veniva superato con una attribuzione diretta ai cittadini».
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Oggi a Viggiano raccolta firma contro la riforma lavoro
Pure gli operai del petrolio
scrivono a Renzi
VIGGIANO – In “difesa dello Statuto dei
lavoratori, l’articolo 18 per la libertà e la
dignità”. E’ previsto per questa mattina
un presidio della Cgil nell’area Industriale di Viggiano, alle ore 12 e 30 dinnanzi ai
cancelli del Centro Olio e alle 13 e 30 nei
pressi dell’azienda Elbe, una raccolta di
firme tra i lavoratori in difesa dello Statuto dei diritti dei Lavoratori. Una petizione
da inviare al presidente del Consiglio, per
dire “No” alla cancellazione dell’articolo
18 che prevede il reintegro del lavoratore
dai licenziamenti illegittimi e senza giusta causa. “No” alla modifica dell’articolo
4, che prevede il divieto per il datore di lavoro di utilizzare apparecchiature audiovisive per il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori e “No” alla modifica
dell’articolo 13 che prevede che il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per
le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore.
«Noi sottoscritti lavoratori dipendenti
di aziende private, addetti al centro oli di
Viggiano impegnati quotidianamente
nella prestazione lavorativa di manutenzione e conduzione del Centro oli di Viggiano, dove vengono - viene descritto nel
documento da inviare alla presidenza del
Consiglio dei Ministri e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato - trattati
85.000 barili di petrolio al giorno , assicurando così circa il 10 per cento del fabbisogno nazionale. Che se le sue affermazioni – continua la petizione - circa la necessità di assicurare il fabbisogno energetico nazionale risponde alle logiche del
Piano energetico Nazionale, nello stesso
tempo bisogna assicurare il rispetto della
Costituzione Italiana e quindi garantire,
rispetto della dignità e della libertà sui
posti di lavoroe pertanto chiediamo che
non si cancelli l’art. 18 della Legge
300/70 Statuto dei diritti dei lavoratori».
Il Centro oli di Viggiano
L’iniziativa è in previsione della giornata di mobilitazione nazionale del 25 ottobre a Roma in Piazza San Giovanni. Al
centro della manifestazione, le proposte
della Cgil sul lavoro ed in particolare sull’estensione dei diritti a tutte le lavoratrici ed i lavoratori affinché non ci siano più
dipendenti di serie A e di serie B. Una manifestazione all’insegna dell’avvio di
“una stagione, di conquista – si legge nel
volantino della Cgil - di un cambiamento
della politica economica del Paese.
Angela Pepe
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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ELEZIONI PROVINCIALI
SU FACEBOOK
Polese (Pd)
sull’emergenza
occupazione
«LEGGERE parole come "occupazione" e
"stabilità" oggi è davvero un miraggio, soprattutto se messe insieme
intendono dare notizie
positive. La nostra legislatura però, a piccoli
passi, vuole dare segnali di ottimismo e di
fiducia. L'avviso pubblico, di cui vi ho già parlato, su "Interventi per
la creazione di occupazione stabile in Basilicata" è anche un primo
passo concreto per la
valorizzazione dei professionisti lucani, per
cui mi sto spendendo
da inizio legislatura».
Lo scrive sul web il consigliere regionale del
Pd Mario Polese che
poi spiega: «Tanto le
imprese, che hanno
un’unità locale in Basilicata, quanto, per la
prima volta, i lavoratori
autonomi iscritti all'Albo, Ordine o Collegi
professionali, possono
ora presentare domanda per la concessione
di un incentivo fino a
10.000 euro all’anno
per ogni nuovo lavoratore assunto a tempo
indeterminato».
«Dopo il “Sostegno
alla innovazione delle
attività professionali intellettuali” - conclude
Polese - rivolta ai giovani professionisti, da
me presentato e approvato, ora l'incentivo per
gli stessi ad assumere».
Attesi al voto solo i 1.505
tra sindaci e amministratori
POTENZA - Tutto pronto per le
elezioni provinciali di domenica
prossima. Non che ci sia chissà cosa da organizzare visto che si tratta di una elezioni riservata solo
agli eletti. Non ci sarà la folla di
cittadini che si recheranno alle urne in tutti i comuni. No. Per la riforma delle Province voluta da Del
Rio questa volta, come è noto, voteranno solo i sindaci e i consiglieri comunali in carica. In pratica
gli aventi diritto sono solo 1.505.
Di cui 1.102 per la Provincia di Potenza e 403 per quella di Matera.
Si voterà solo nelle due città capoluogo: dalle 8 alle 20 negli uffici
elettorali dei due enti. Insomma
elezioni sì
per determinare i
nuovi presidenti e i
consiglieri provinciali (12
per Potenza e 10 per
Matera)
ma elitarie.
Per
questo
non
c’è
stata campagna
elettorale
e anche l’attenzione mediatica è
stata molto bassa.
Oltretutto a Potenza la questione per la presidenza è già stata
chiusa dall’inizio: c’è un solo candidato che verrà eletto automaticamente quindi. Si tratta del sindaco di Castelmezzano del Pd e
presidente della Provincia uscente, Nicola Valluzzi. La curiosità
quindi riguarda solo l’elezione dei
12 consiglieri provinciali. Di certo
la lista del Pd la farà da padrone.
Votando solo amministratori sono da escludere sorprese. Secondo
i calcoli approssimativi la lista del
Pd punta a eleggere almeno 8 consiglieri. Poi puntano a eleggere almeno un consigliere a testa la lista del centrodestra con la rinnovata alleanza tra Forza Italia e
Fratelli d’Italia e le altre due del
centrosinistra: quella della costi-
13
Retroscena
e brevi
Speranza bacchetta
il ministro Alfano
sulle nozze gay
Il capogruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati, il lucano Roberto Speranza “sbotta”
sul web nei confronti del ministro
dell’Interno Angelino Alfano. Così
Speranza in un tweet: «Alfano si
occupa con molta insistenza di
nozze gay. Come se da questo dipendesse la sicurezza del Paese.
E i diritti delle persone invece?».
I sindaci lucani
vanno a Roma
per autonomie locali
«Una stagione nuova nel rapporto
tra autonomie locali e Governo: è
questa la sollecitazione dell’Anci
venuta dall’incontro tra primi cittadini e Parlamento organizzato a Roma nell’Aula di Palazzo Montecitorio. All’incontro ha partecipato una
delegazione dell’Anci di Basilicata
guidata da Fernando Picerno (presidente facente funzioni) e dai sindaci di Balvano (Di Carlo), Bernalda (Tataranno), Banzi (Vertone),
Policoro (Leone), Craco (Lacicerchia) e Sant’Angelo Le Fratte (Laurino).
Da sinistra il candidato presidente della provincia di Potenza, Nicola Valluzzi (Pd)
e i due del Materano: Francesco De Giacomo (Pd) e Antonio Stigliano (FI),
tuente di centro composta da Ncd,
Udc e Ppi e quella “tradizionale del
centrosinistra che è composta da
esponenti del Psi, Sel e Centrodemocratico e Realtà Italia.
E’ lotta sui nomi ma sono favoriti i candidati dei comuni più grandi. Perchè il voto questa volta non
è uguale per tutti. E’ prevista infatti la norma del voto ponderato.
In pratica a ogni consigliere comunale o sindaco è attribuito un
coefficiente di voto a seconda della
grandezza del loro Comune.
Le fasce demografiche individuate sono 5: comuni con popolazione fino a 3mila abitanti; superiore a 3mila fino a 5mila; superiore a 5mila fino a 10mila; superiore a 10mila fino a 30mila; supe-
riore a 30mila fino a 100mila. Per
farla breve un solo voto di un consigliere comunale vale più di 15
volte di quello di un comune piccolo. Si comprende che i “big” candidati faranno partita a sè. Basti
pensare I trenta voti dei consiglieri comunali di Potenza con questo
meccanismo valgono quasi 20 mila voti.
Un sindaco di Melfi o di Rionero
piuttosto che di Lauria vale “solo”
203 voti. Altri anche meno.
Più aperta la sfida a Matera dove
sono due i candidati alla presidenza. Si contendono la vittoria Francesco De Giacomo del Pd e Antonio
Stigliano di Forza Italia.
Salvatore Santoro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riviello entra nella
Direzione nazionale
Giovani di FI
Il coordinatore regionale FI Giovani
della Basilicata, Nicola Riviello entra nella nuova Direzione nazionale
di Forza Italia Giovani che sarà presentata alla stampa mercoledì 8 ottobre alle ore 15 presso la sede nazionale del partito a Roma. «E' motivo di orgoglio e soddisfazione per
me - ha dichiarato Nicola Riviello entrare nella nuova Direzione Nazionale, segno questo che il lavoro,
la tenacia ed i risultati vengono ripagati. Affronterò insieme a tanti amici la sfida più dura: rilanciare il partito ed il centrodestra con l'orgoglio
di rappresentare la mia Lucania».
MURANTE (SEL) SULLA CRISI LAVORO
«No a giocare sulla pelle dei lavoratori»
di MARIA MURANTE *
NON si può continuare a giocare sulla pelle delle persone. Occorre avere la decenza e il pudore, quando si parla della condizione che riguarda migliaia di
persone, di evitare strumentalizzazioni e millanterie. Noi
stessi, mentre discutiamo di ciò,
dobbiamo essere pienamente
consci di questo monito.
Noi non ci stiamo. Nei prossimi giorni riproporremo una iniziativa legislativa popolare su
alcune questioni e in particolare
quella del reddito minimo garantito che prevede nell’immediato una sperimentazione sulla
platea degli ammortizzati in deroga.
Niente più graziose concessioni delle filiere e dei capibasto-
ne di turno. Ci battiamo per il riconoscimento di un diritto soggettivo universale. Un diritto
che non preveda il vincolo di riconoscenza e di gratitudine, che
liberi dalla schiavitù della promessa e del ricatto sistematico.
La questione degli ammortizzatori in deroga è allarmante.
Non è più possibile ascoltare
chiacchiere vane.
Siamo stati sempre convinti
assertori che le tutele sociali e il
welfare debbano essere estesi e
non ridotti durante i periodi di
crisi.
Avviene, a livello nazionale,
puntualmente il contrario. Siamo convinti, tristemente convinti, che le politiche di questo
Governo nazionale non siano dirette contro la povertà e l’emarginazione sociale bensì contro i
poveri, i marginalizzati e gli
esclusi.
Solo così possono spiegarsi i
ritardi clamorosi sulla ripartizione delle risorse e sul trasferimento delle stesse a livello regionale. Solo in questo modo
può spiegarsi il balletto, in linea
con la propaganda di regime
più bieca e meschina, circa le intenzioni riformatrici e la razionalizzazione delle risorse.
Se la giunta regionale è in disaccordo con il governo nazionale e impotente sulle scelte che
esso produce rimetta la delega a
Renzi assieme alle altre regioni
d’Italia.
Questa parcellizzazione delle
conflittualità, diluite regione
per regione, non consentono
una massa critica sufficiente e
una pressione sociale in grado
di condizionare le scelte del governo. Assistiamo invece a uno
stillicidio di informazioni che
vedono una progressiva esclusione di migliaia di lavoratori
dalle attuali tutele.
Il governatore Pittella quando
smaniava per entrare in giunta
regionale, in concomitanza con
le proposte della Fornero, era
prodigo di proposte sul reddito
minimo.
Passata la sbornia e la Fornero, Pittella, che adesso ha “lana e
forbici in mano”, parla di reddito minimo di inserimento con
una truffa semantica e un trucco di prestigio lessicale che, purtroppo per i lavoratori, non
cambierà la sostanza delle cose e
la loro condizione. Lo aspettiamo alla prova dei fatti.
*Segretaria regionale Sel
Murante, segretaria regionale Sel
RASSEGNASTAMPA
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14
Primo piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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POLITICA
Il consigliere
di Fratelli d’Italia
risponde
alle domande poste
da “Il Quotidiano”
di GIOVANNI ROSA
NON si è sottratto al confronto. E ha risposto a tono senza peli sulla lingua.
Del resto - chi lo conosce bene - sa che
Gianni Rosa è così. Le cose non le manda a dire. Anche per questo ha accettato di buon grado di rispondere alle domande che “Il Quotidiano” gli ha posto. Quesiti diretti, come dirette sono
state le risposte. Il leader di Fratelli D’Italia rivendica per sè e per il partito di
cui fa parte «coerenza nell’azione politica» «attivismo degli iscritti» e «fedeltà al sindaco De Luca e alle sue scelte».
Anche quella - per inciso - di promuovere a dirigente «il dipendente comunale» Infantino, designandolo come
capo della task force che ha il compito
arduo di “sistemare” i conti del Comune di Potenza. Un bilancio in rosso a cui potrebbe mettere un “pezza” la
Regione. Da qui la prima domanda.
Perché, solo alcuni
mesi fa, in Consiglio
regionale, ha dato voto
contrario al finanziamento della Regione
alla città di Potenza e
ora si fa promotore di
una proposta di legge
che va in direzione contraria?
«Nessuna incoerenza. Ho sempre votato “no” sia a De Filippo che a Pittella.
Non è possibile che un ente prima fa dei
buchi e poi chiede conto alla Regione,
tirando fuori la questione che la cittàcapoluogo ha delle spese sovra comunali. Ebbene in tempi non sospetti e
cioè prima che De Luca diventasse sindaco (alla fine di aprile ndr)ho presentato la proposta di legge ponendo proprio questo problema delle spese sovra
comunali. Spese che evidentemente
non riguardano solo Potenza, ma anche Matera. Dal mio punto di vista bisogna istituzionalizzare e disciplinare
questo tipo di rapporto attraverso una
legge e come ente legislatore, la Regione ha il compito di regolamentare anche questo processo. Un processo che
prima di tutto riconosca alle città la
funzione di ente sovra comunale stabilendo poi i criteri di assegnazione dei
fondi. Una volta chiarito questo aspetto, destinare tali risorse per le funzioni
per cui sono state erogate. I soldi non
servono per tappare i buchi di bilancio,
ma per rispondere a un
bisogno, in termini di
servizi, di una città».
Ma qualora arrivassero questi soldi per
Potenza, non andrebbero a tappare il buco
di bilancio?
«Certo, ma il problema che io ho posto è proprio questo. I 25 milioni
di debito sono il risultato di una gestione politica che ha portato a un disavanzo
strutturale. Un andazzo andato avanti
per anni, tanto c’era mamma Regione
che poi avrebbe pagato. Questo modo
di fare è profondamente sbagliato ecco
perchè ho presentato una legge che regolamentasse la questione».
Continua a convocare in prima persona conferenze stampa che riguardano la città di Potenza. Ritiene che i
consiglieri comunali di Fdi e i dirigenti del partito cittadino non siano
in grado di agire autonomamente?
«Fratelli D’Italia non è un grande
partito. Ci basiamo sulla militanza e
sulla capacità di ciascuno di metterci
del suo anche in termini economici. I
consiglieri comunali sono persone che
pensano e agiscono per il bene della co-
«Il deficit
di bilancio
è strutturale
Il Pd ha le sue
responsabilità»
E su Infantino:
«Non
lo conosco
Ma ho fiducia
nel sindaco»
«Io mi fido
di De Luca»
Gianni Rosa a tutto campo
tra politica cittadina, concorsi e nomine
munità in maniera autonoma. Quello
che dico sempre loro è di “stare sul pezzo”, attivandosi in modo da comunicare ai cittadini la nostra azione politica.
Tutto qui».
Rifiuta l’appoggio del Partito democratico a De Luca, richiesto dallo
stesso primo cittadino. E’ motivo di
contrasto con il sindaco e come questo ha modificato gli equilibri interni?
«Io con il Pd sono stato chiaro. Se vogliono essere responsabili, ci devono
aiutare a fare le scelte migliori per la
comunità, attraverso un percorso condiviso per il bene di Potenza. Bisogna
partire però da un presupposto: che ci
hanno consegnato una città con i conti
in rosso. Devono fare un esame di coscienza sui disastri che hanno fatto negli ultimi anni e se oggi parliamo di un
deficit di 25 milioni è perchè c’è un responsabile: quel centrosinistra che ha
governato fino a pochi mesi fa. Ecco
perchè io non posso “legittimare” il Pd
come classe di governo. Qui nessuno
vuole fucilare nessuno ma questi signori che accampano di avere la maggioranza in Consiglio, ma che sono stati sconfitti da De Luca, se veramente
amano Potenza devono dare il proprio
contributo in termini di idee per evitare il dissesto. Ognuno secondo il proprio ruolo».
L’ultimo affondo contro bandi e nomine ad personam l’ha fatto nei giorni scorsi contro la Giunta regionale.
Ma sulla nomina a dirigente, senza
alcuna selezione, di Antonio Infantino al Comune di Potenza tace. Due pesi e due misure?
«Sono due cose completamente di-
verse. Da una parte c’è un concorso
per assumere 8 giovani con lo
sbarramento dei cinque anni che
di fatto esclude molti ragazzi dalla
possibilità di parteciparvi, dall’altra c’è la scelta del sindaco di promuovere un dipendente comunale a
dirigente, usando lo strumento del
rapporto fiduciario. Qualcuno ha
sollevato qualche dubbio sulla persona di Infantino parlando di una condanna della Corte dei Conti. Anche
Pittella è stato condannato dalla Corte su questioni che riguardavano
quando era amministratore a Lauria
e ora è presidente della Regione. Non
è una polemica e nessuno vuole delegittimare il governatore. L’ho citato
solo a titolo di esempio per far capire
che bisognerebbe usare lo stesso metro
di giudizio. La scelta di Infantino è del
sindaco e lui se ne assumerà la responsabilità».
E Gianni Rosa cosa pensa di Infantino?
«Io non lo conosco, ma mi fido di De
Luca. All’interno della coalizione c’è un
confronto costruttivo, ma poi le decisioni spettano solo a De Luca. Per
esempio: ho suggerito al sindaco che
bisognava allargare anche ai consiglieri della commissione bilancio la task force. Lui ha deciso diversamente.
E’ la normale dialettica che c’è in una
coalizione come la nostra. E poi,
aggiungo, se hai fiducia in
una persona come ne abbiamo noi in Dario, non
mettiamo in dubbio le sue
scelte. In virtù di questo dico
che se De Luca ha fatto questa scelta,
vuol dire che è quella giusta».
Nella foto grande un
consiglio comunale a
Potenza. Nell’altra Rosa
RASSEGNASTAMPA
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SALUTE
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Primo piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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Ma sono diversi i dubbi sollevati sul futuro del nosocomio
nell’incontro organizzato dalla Cgil
Medicina ambientale a Villa d’Agri
Marcello Pittella: «Dobbiamo fare di questo ospedale una eccellenza lucana»
di ANGELA PEPE
VILLA D’AGRI - Un centro
specialistico di medicina
ambientale. Più di qualcuno si sarà chiesto cosa significhi e in che cosa consisterà, di sicuro è una delle
strade che ormai è stata
“scelta” per l’Ospedale di
Villa d’Agri. E sulla sua sopravvivenza come presidio
per acuti, i dubbi permangono, nonostante le rassicurazioni da parte del presidente Pittella. Così in una
sala super affollata di cittadini, operatori sanitari,
rappresentanti del mondo
associativo e sindaci dell’Alta Val d’Agri, si è svolto
il tanto atteso incontro pubblico organizzato dalla Cgil
presso il centro sociale di
Villa d’Agri. Un punto sulla situazione del sistema sanitario valligiano ma anche sul futuro del nosocomio messo a rischio secondo alcuni, dopo chiusura
del punto nascita e l’emergenza pediatria. A introdurre i lavori il responsabile Cgil Val d’Agri, Mario
Fulco, che ha ribadito l’obiettivo dell’incontro e l’azione decisa del
sindacato sullo
scongiurato rischio di ridimensionamento del reparto di
Pediatria. «Il bisogno di razionalizzare la spesa pubblica - ha detto - corrisponde troppo spesso alla
soppressione indiscriminata di servizi destinati alla
collettività e quotidianamente assistiamo a un generale
depauperamento
dell’offerta che interessa
un po’ tutti i settori e in particolare la sanità». Un
esempio è «la chiusura dell’Unità operativa di ostetricia dell’ospedale di Villa
d’Agri». Prospettive e azioni proposte dal sindacato
per far diventare l’ospedale
un centro di eccellenza anche in ambito cardio circolatorio per l’aumento di patologie in tal senso. Qualche critica ha suscitato l’intervento del direttore sanitario Asp, Giuseppe Cugno.
Poca chiarezza sul futuro
del presidio e sulla possibilità che diventi un ospedale
regionale in ambito ambientale. A focalizzarsi, invece, sul processo di razionalizzazione è stato il presidente del consiglio regionale di Basilicata, Piero Lacorazza. «Dobbiamo avere il
coraggio - ha detto - di
guardare a questa diversificazione funzionale, presidio per presidio, al fine di
salvare la sanità lucana».
Una diversificazione che farà del presidio di Villa D’Agri «un centro ambientale
ma» ma che dovrà garantire «l’ospedale per acuti». Il
dibattito a più voci ha coinvolto anche alcuni sindaci,
come il primo cittadino di
Marsicovetere,
Claudio
Il tavolo dei
relatori e la
marea di
gente
accorsa
all’incontro
organizzato
dalla Cgil
Cantiani che ha sottolineato quelle che sono le linee
per lo sviluppo dell’ospedale. «Bisogna capire prima
di tutto se la Regione Basilicata ha intenzione di investire sul presidio» rivedendone poi «il ruolo e specificità».
Da parte dei sindaci dell’Alta Val d’Agri
è stato stilato anche un docu«A RISCHIO 60 strutture lucane
mento con gli
con circa 600 dipendenti, oltre a
operatori sanidecine e decine di liberi professiotari, consegnato
nisti».
poi al presidente
A lanciare l’allarme in un’asPittella. C’è stato
semblea è stata Sanità Futura,
poi chi come il
l’associazione che raggruppa le
primo cittadino di Marsico
cliniche private di Basilicata e
Nuovo, Domenico Vita ha
Puglia.
sollevato anche l’interrogaUn confronto a tutto campo
tivo «su cosa sia questa meche ha avuto come “focus” la crisi
dicina ambientale».
che attraversa il settore. Si è parAd intervenire nel conlato di personale ma
fronto-dibattito
anche di un’altra deliinoltre il responsaAL
SAN
CARLO
catissima questione:
bile dei Cronoscout,
quella cioè di farsi
Enzo Vitolo che ha
ascoltare dalle istitupungolato la politizioni e dall'opinione
ca sul rispetto delle
pubblica.
comunità nel terri«In realtà - è spiegatorio della Val d’A- SI e’ svolta nella giornata di
to in una nota a firma
gri. A prendere poi ieri un’assemblea del persodel presidente dell’asla parola è stato il nale del San Carlo organizsociazione, Michele
governatore in un zata da Fials Fsi e Usb con
Cataldi - i fatti sono
clima abbastanza all’ordine del giorno i progetti
di riorganizzazione delle sadrammaticamente
caldo.
semplici: le strutture
Il governatore ha le operatorie e della Radioloaccreditate dovrebbespiegato che si sta gia e le regole per la determiro finanziare il Servifacendo «l’operazio- nazione dei livelli di assistenzio Pubblico e ovviane, già deliberata, za. L’assemblea oltre a delidi trovare le condi- berate «il totale rigetto dei mente non possono e
non sono in grado di
zioni perché il per- progetti di riorganizzazione»
sonale venga assor- ha proclamato llo stato di farlo. L'unica alternativa sarebbe quella di
bito. Una certezza agitazione di tutto il personarespingere i pazienti
che le cose si fanno. le». Nei prossimi giorni è preche chiedono prestaL’ospedale di Villa vista la convocazione di una
zioni sanitarie ed and’Agri non si tocca, serie di assemblee e «l’avvio
che in questo caso non
- ha ribadito - ma delle procedure di raffreddapossono e non se la
nell’ambito di una mento per la proclamazione
di
una
giornata
di
sciopero
sentono di farlo. Vicostrategia dobbiamo
lo cieco dunque».
arricchire l’imple- da tenersi entro la prima setUna delegazione di
mentazione dell’of- timana di dicembre».
“Sanità Futura” nei
ferta. Proviamo a
giorni scorsi è stata rimettere in campo
cevuta dal consigliere regionale
quel tavolo per seguire il
Luigi Bradascio.
centro di medicina ambienLa delegazione dei titolari di
tale e il monitoraggio dei
strutture sanitarie - che ha aclavori. Dobbiamo fare delcompagnato il presidente Michel’ospedale
un’eccellenza
le Cataldi - nel corso dell’incontro
della sanità lucana».
«ha ribadito l’emergenza e la
A coordinare i lavori è
drammaticità della situazione,
stata Giuliana Scarano deldeterminata innanzitutto dalla
la segreteria regionale Cgil
Basilicata.
Si punterà
su servizi
diversificati
|
SETTORE PRIVATO
|
Sanità Futura lancia l’allarme:
«A rischio le 60 strutture lucane»
Stato
di agitazione
Sanitarie di Potenza e
di Matera».
Il Presidente Bradascio ha quindi chiesto ed ottenuto dalla
delegazione, il tempo
necessario «a esperire i passi tipici della
sua funzione di garanzia per attivare
una
concertazione
istituzionale e politica nei i prossimi giorni, con il coinvolgimento diretto del Presidente Pittella e dell’assessore Franconi,
L’incontro tra Bradascio e la delegazione di “Sanità
per individuare moFutura”
dalità e strumenti in
grado di affrontare
inadeguata programmazione re- adeguatamente e in tempi brevi
gionale e dalla sottrazione di ri- la situazione». Per questa ragiosorse per le prestazioni speciali- ne Sanità Futura «ha congelato
stiche ambulatoriali che produco- le iniziative di mobilitazione defino inevitabili conseguenze nega- nite dall’assemblea straordinaria
tive immediate sull’utenza (per in attesa di sviluppi e ribadendo
l'impossibilità a proseguire nel- però che il tempo non è una varial’erogazione di prestazioni), sul bile gestibile in assenza di risorse
personale e sulle stesse strutture. e che il suo trascorrere in modo
La vera e propria
improduttivo pone a
emergenza ha dunrischio 60 strutture
que concreti e devalucane con circa 600
stanti risvolti in terdipendenti, oltre a
mini di disagio per i
decine e decine di licittadini, andando
beri professionisti.
ad accrescere la già
In sintesi, -. conclupesante situazione
de il comunicato
delle liste di attesa,
stampa - l’impegno
oltre a determinare
annunciato da parte
un vero e proprio tradel Dipartimento Sacollo delle strutture
lute per la revisione
che si vedono costretdell’attuale sistema
te a ridurre il personale e comun- di determinazione del fabbisogno
que le ore di attività (come in alcu- delle prestazioni e dei tetti di speni casi è già avvenuto)».
sa delle strutture sanitarie priva«Due evenienze che – hanno sot- te accreditate e, contestualmentolineato i dirigenti di Sanità Fu- te, di verificare la possibilità di ritura – l’associazione è fortemente solvere l’emergenza in atto nel
impegnata a prevenire ma che ri- settore, non può protrarsi ultechiedono azioni, provvedimenti e riormente senza incorrere nel rimisure urgenti da parte del Di- schio di una tragedia già annunpartimento Salute e delle Aziende ciata».
L’associazione
pronta
alla mobilitazione
La mediazione
di Bradascio
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16
Primo piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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MALA LUCANA
Spacciavano in città
sfruttando anche
l’appoggio dei gestori
compiacenti di pub
del Vulture
di LEO AMATO
POTENZA - I figli dei Cassotta in affari di
cocaina col referente del figlio di Riviezzi.
L’asse criminale tra Melfi e Pignola ricostituito, come ai tempi della nascita dei basilischi e delle rapine nelle gioiellerie di mezza
Basilicata nei primi anni ‘90.
E’ il quadro emerso dagli arresti dell’operazione Oscar condotta dalla sezione anticrimine della squadra mobile di Potenza
per cui nove persone ieri mattina sono finite agli arresti.
L’accusa è di aver creato nel Melfese una
consolidata rete di spaccio di stupefacenti,
con una precisa suddivisione del territorio
e l’utilizzo di persone per la vendita diretta
della droga, che in alcuni casi usavano anche esercizi pubblici come «deposito» e locali per lo scambio di cocaina, hascisc e marijuana.
I particolari dell’operazione sono stati illustrati ieri
mattina, a Potenza, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il
Procuratore della Repubblica, Luigi Gay, il pm Francesco Basentini della Direzione distrettuale antimafia e il
dirigente della squadra mobile potentina,
Carlo Pagano.
Sono finiti in carcere Antonio Cassotta,
Giuseppe Caggiano, Fabio Irenze e Lorenzo Sapio. Mentre per Vincenzo Donadio,
Antonio Cardone, Giovanni Battista Ardoino, Sabino Sapio e Teodoro Gabriele
Barbetta il gip ha disposto gli arresti domiciliari.
La droga veniva acquistata in diverse
grandi «piazze» nelle regioni limitrofe, tra
Campania, Puglia e Basilicata, e poi distribuita agli spacciatori locali dal vertice dell’organizzazione. Ma nel registro degli indagati sono finiti anche il titolare del bar
Polo Nord di Melfi e il gestore del Marley
pub di Rionero, accusati di aver fatto da intermediari in alcune cessioni di cocaina.
Le indagini sono cominciate nel 2012,
grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti
sui rapporti tra i clan Cassotta e Riviezzi.
Poi si è scoperto che il giro di cocaina lungo
l’asse Melfi-Pignola era ancora attivo e una
parte dei proventi andava alle famiglie dei
detenuti.
Ma non sono mancati «screzi» tra i due
gruppi sulla suddivisione degli introiti da
destinare a questo scopo, tant’è che il gip
C’era un filo
diretto
con il boss
detenuto
Cocaina, arrestati
i giovani Cassotta
Ricostituito l’asse tra Melfi e Pignola, questa volta il business è la droga
Nove arresti tra le giovani leve di “quelli del Castello”. Ricercato il decimo
Luigi Spina parla dell’esigenza dei giovani
Cassotta «di affrancarsi dal gruppo dei pignolesi (definiti “pagliacci”) ritenuti non
affidabli per instaurare un rapporto diretto con esponenti della malavita calabrese».
Anche l’altro canale già attivato, Lorenzo Sapio, non bastava per soddisfare le mire del giovane Cassotta, Antonio, figlio del
boss trucidato nel 2007. Ma sempre con
l’autorizzazione dello zio, Massimo Cassotta, considerato il nuovo capo del clan anche
se attualmente detenuto.
«A Lorenzo non gli voglio dare più niente! Io, mo’... La dobbiamo andare a prendere là. Polpe’ per me la possiamo pigliare
quell’altra là! Quell’altra là! Però non è un
granché... Possiamo prendere pure quella
da 55... Vieni tu stesso con me la pigliamo... Ma noi mò dobbiamo andare a colloquio da zio Massimo, mi devo far dire un
poco là com’è l’andazzo, dove mi vado a menare in mezzo agli schiaffi... Si è montato la
capa, si crede chissà chi è».
«Non può sussistere dubbio - conclude il
gip - che l’organizzazione si è creata e sviluppata lungo le direttrici fissate e volute
da Antonio Cassotta e Giuseppe Caggiano
(figlioccio di Massimo, ndr) ed è stata costantemente realizzata anche grazie all’opera di Irenze (Fabio, ndr), fedele e costante collaboratore , e di Lorenzo Sapio, punto
di riferimento principale ed affidabile per
la frequenza e costanza dei suoi rifornimenti di stupefacente, e si sia mossa con
un altrettanto comprovato fine economico».
IL GANCIO CON LE ‘NDRANGHETA Loconsolo: «Ci rifornivamo sempre a Siderno»
Indagato anche il genero di don Vincenzo Macrì
Le accuse dei pentiti al re del narcotraffico
Giuseppe
Coluccio,
il “re” dei
narcos
arrestato a
Toronto
nel 2008
POTENZA - C'è
anche la 'ndrangheta nell'ultima inchiesta della mobile di Potenza sui
traffici di droga sull'asse Melfi-Pignola: un'iscrizione “illustre” nel registro degli indagati che rimanda all'antica alleanza tra il clan “del castello”
e la mala di Siderno, che avrebbe architettato anche un piano
per uccidere il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri.
Antonio Stefano è accusato
di spaccio di cocaina assieme a
Massimo Cassotta, Dario D'Amato, Michele Morelli, Giuseppe Caggiano, Giovanni Battista Ardoino e due collaboratori
di giustizia: Alessandro D'Amato e Saverio Loconsolo.
Sono stati proprio loro a fare
il suo nome con gli investigatori della Dda di Potenza svelando il canale che dalla Locride portava la cocaina in Basilicata.
“L'andavamo a prendere a
Siderno la cocaina!” Ha raccontato D'Amato ad agosto del
2010. “E andavamo da Macrì.
Io andavo prima... per incontrare Macrì, andavamo prima
in un pescivendolo che sarebbe
il cugino di questi Macrì, si
chiamava Antonio (ndr, Antonio Stefano) ci prelevava da là e
ci portava a casa sua”.
Loconsolo, che di viaggi ne
ha fatto qualcuno in più, è sta-
to più preciso, anche sui rapporti tra i pignolesi di Saverio
Riviezzi e i melfitani Cassotta,
e tra questi e i calabresi: “Tra
Riviezzi e Cassotta vi era un
rapporto di fratellanza. Riviezzi era nella mia copiata mentre
i Macrì di Siderno facevano
parte della copiata dei Cassotta”. In altri termini Riviezzi
era uno dei suoi padrini, e Macrì un padrino dei suoi padrini.
“In merito alla droga gestita
dal clan Cassotta – ha spiegato
agli inquirenti a luglio dell'anno scorso - devo dire che la droga trattata era prevalentemente cocaina e che il principale
fornitore era il clan Macrì di
Siderno in base a trattative ini-
ziate da Marco Ugo (…) Io andavo a prendere la droga da
Antonio Stefano. Di solito mi
recavo a casa sua e quando lo
trovavo andavo presso la pescheria gestito dallo Stefano in
società con Giuseppe Coluccio”.
Poi c'era un altro fornitore di
Gioiosa Ionica “tale Lorenzo
Loccisano”, che era stato a sua
volta “indicato da Macrì”.
Ma chi sono Antonio Stefano
e Giuseppe Coluccio? D'Amato
parla del primo come “un cugino di Macrì”, ma le cronache lo
ricordano come genero del defunto boss, Vincenzo Macrì,
nipote ed erede di “u zzi 'Ntoni”, capobastone dell'omonima
cosca, e padrino del “Siderno
group”, una maxi-'ndrina attiva tra Canada e Australia.
Mentre Giuseppe Coluccio,
di Marina di Gioiosa Ionica è
considerato il capo di una cosca che per anni ha trafficato
coca dalla Colombia attraverso
i porti del Venezuela ed è stato
arrestato a Toronto nel 2008.
Stefano avrebbe fatto da
“cardine” tra il gruppo del suocero e quello di Coluccio. Nel
2012 per effetto di una condanna definitiva per mafia gli
sono stati confiscati beni per
un valore stimato di oltre 2 milioni di euro, inclusa una “villa
hollywoodiana” da 2mila metri quadri, a Siderno, che al catasto risultava inesistente.
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Primo piano
Mercoledì 8 ottobre 2014
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17
L’INTERCETTAZIONE L’ambasciatore dei pignolesi in trasferta
Il codice criminale del clan
Lo scontro tra cugini e il processino per le frequentazioni dei rivali
La conferenza stampa in Procura. Nei riquadri
in alto Antonio Cassotta, sotto Lorenzo Sapio
POTENZA - Mai esagerare con alcol e dro- nito nel mirino di due ex amici diventati colghe, e, soprattutto, mai frequentare espo- laboratori di giustizia che lo accusano di aver
nenti del clan nemico.
preso parte all’omicidio di Giancarlo Tetta,
E’ un vero proprio codice criminale quello vicino al clan Di Muro-Delli Gatti. Un’esecucaptato dalle microspie degli agenti della mo- zione considerata la vendetta del clan per la
bile di Potenza, che l’11 luglio del 2013 han- morte del padre di Antonio, Marco Ugo. «Ma
no registrato la trasferta a Melfi di Kebir come sei un cristiano sei? Che si ubriaca e tira
Moukthari, giovane ma scaltro «referente cocaina?»
dei pignolesi» per il traffico di stupefacenti,
Quanto fossero conosciute nell’ambiente
nelle vesti di ambasciatore del “buon ordine” le intemperanze di Caggiano si capisce anche
dell’organizzazione.
dalle parole del pignolese Moukthari: «Ma
«Per quanto accertato dalla Squadra mobi- Giuseppe si deve dare una regolata, che è sta
le – scrive il gip Luigi Spina nell’ordinanza cosa che beve, fa... Dice che si accoppia insieeseguita ieri - Moukthari era stato inviato a me a quegli altri. Va bevendo la sera. Ma qui
Melfi da Vito Riviezzi (ancora sottoposto agli già di guai ne sono assai, se ne devono prenarresti domiciliari) per affrontare una serie dere altri?»
di problematiche insorte all’interno del clan
«Ieri dice che ha fatto discussione con la
Cassotta. In particolare Anna Maria Ardoi- madre che il... senza soldi è venuto a casa: cono, compagna di Massimo Cassotta, si doleva me devo fare, come non devo fare... Era
di non essere assistita econoubriaco perso. Gli ho dato 50
micamente dagli altri sodali e
euro«. Gli replica Cassotta.
contestava ai “melfitani” e so«Dobbiamo andare da Giuprattutto al figlio Giuseppe
seppe che lo dobbiamo fare raCaggiano,
comportamenti
gionare. Che si deve mettere
non consoni alle regole crimiun po’ con la testa sopra le
nali atteso che sovente esagespalle...» Conclude Mouktharava nel “bere” e faceva manri prima di informarsi anche
care i soldi alla madre e quindi
su Alessandro.
al suo compagno. Ancora più
«Quello è un drogato perso
grave era ritenuta la sua assiormai«. Taglia corto il figlio
dua frequentazione con i rivadel padrino trucidato da uno
li del clan “Di Muro- Delli Gatdei suoi uomini più fidati a luMassimo Cassotta
ti”».
glio 2007. «Quello manco... Se
Oltre a Moukthari e alla
tu mi dici a me: lo dobbiamo
compagna di Massimo Casaiutare.. Non lo aiuterei mansotta, considerato il capo delco. Si è fregato 300mila euro
l’omonimo clan dopo l’assasKebir. 300Mila euro! Zio Sersino del fratello Marco Ugo,
gio a quello lo ha mandato algli investigatori hanno ricol'ospedale quante mazzate gli
nosciuto la voce proprio del fiha dato (…) Io tutti i giorni sto
glio di Marco Ugo, Antonio
da solo. Io mi fido più di quel
Cassotta, arrestato ieri matticompagno mio là. Come si
na. Mentre Giuseppe Caggiachiama … Fabio (Identificato
no, figlioccio di Massimo, sain Fabio Irenze, ndr)».
rebbe arrivato in un secondo
Poi arriva Caggiano e la dimomento per affrontare il “processino” della scussione torna su di lui. E’ Moukthari l’ammadre e del cugino, spalleggiati dall’amico basciatore a metterlo di fronte alla situaziovenuto da Pignola.
ne, chiamando in causa direttamente Vito
Anche Antonio Cassotta sembra molto Riviezzi, figlio di quel Saverio che per gli inpreoccupato dal comportamento di Caggia- quirenti è l’ultimo dei boss dei basilischi in
no, dopo i problemi avuti con un altro cugi- attività, a capo della ‘ndrina dei pignolesi.
no, Alessandro, orfano come lui dopo l’omici«C’è Vito che è nero, è nero che questo si
dio dello zio Bruno, l’ultimo morto della faida va... si va ubriacando, si va facendo... A lui gli
del Vulture, a ottobre del 2008. Problemi che hanno detto che ti ubriachi tutti i giorni. Poi
nemmeno le maniere forti di Sergio, conside- dice tutte le sere sempre insieme a quelli là!»
rato il fratello-vicario di Massimo, fintanto Insieme a quelli dell'altro clan. «Il fatto che
che resta in carcere, sono riusciti ad aggiu- vai a quel bar là ve l’ho sempre detto, che mò
stare.
che esce zio Massimo. Quello altro non ha
«Zio Sergio lo sai che ha massacrato ad detto: sfregare agli altri». Rincara la dose
Alessandro. Te l’hanno detto, non te l’ha det- Antonio Cassotta. «Mò che lui e lo zio vanno!
to zia? Che devi fare? Li devi uccidere?» Sono Mò che è, se la vedono loro!»
le parole del giovane erede del boss, a corto di
A parole la faida non è ancora finita.
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soluzioni per rimettere in riga Caggiano, fi-
La faida e i propositi
di vendetta:
«Mo’ che esce
zio Massimo
se la vedono loro»
|
LO “ZINGARO”
|
Chiedeva il pizzo agli ambulanti
«Sono io il capitano qua»
«OGGI da qua si paga, eh! Ve lo dico seria- sono riusciti a ricostruire il senso anche di
mente (…) L’ho fatto lavorare, là faccio la- altre intercettazioni di pochi giorni prima,
vorare... là faccio lavorare... faccio lavora- quando Barbetta avrebbe chiesto una tassa
re tutti i giorni i cristiani qua non abbusco di “50 euro” a un altro commerciante amniente! Sono io il capitano qua, non sono bulante, questa volta un fruttivendolo di
Canosa, che ambiva a un posto per il suo
gli altri!»
E’ agli arresti domiciliari da ieri mattina banchetto in zona Bagno, sempre a Melfi.
Anche qui si è trattato di un caso fortuicon l'accusa di estorsione Teodoro Gabriele
to, perché intercettando il celBarbetta, 37enne di Melfi, tilulare di Sabino Sapio, da ieri
tolare di una rivendita d’auai domiciliari per droga, gli
to. A “incastrarlo” è stata
investigatori hanno registraun’intercettazione involonto le lamentele del fruttiventaria, propiziata da un fiodolo dopo che «uno zingaro»
raio ambulante di Terlizzi,
gli aveva fatto visita presenche aspirava soltanto a ventandosi come chi «comanda
dere la sua merce in zona
lì». Sapio avrebbe avvisato sustazione. Per questo di fronbito Sergio Cassotta, fratello
te a Barbetta che gli chiedemaggiore di Massimo e suo
va soldi per continuare a lavicario, secondo gli inquirenvorare ha preso il telefono e
ti a causa della detenzione.
ha chiamato subito MassiPeraltro già a processo promo Pocchiari, considerato Teodoro Barbetta
prio per estorsione con l’agvicino al clan Di Muro-Delli
gravante mafiosa.
Gatti. Ma Pocchiari in quel
Stando a quanto emerso in altre 2 telefomomento, agli inizi di novembre del 2013,
era sotto controllo degli investigatori. Così nate Cassotta avrebbe offerto il suo aiuto al
la voce di Barbetta, che continuava a ripete- fruttivendolo e avrebbe affrontato lo stesso
re la sua richiesta di denaro, è stata captata Barbetta. Nella prima Lorenzo Sapio rac“in modalità ambientale” dal microfono del conta il fatto ad Antonio Cassotta. Nella secellulare ed è finita tra le intercettazioni conda invece è Cassotta a parlare con lo zio
che gli conferma tutto aggiungendo che
dell’inchiesta Oscar.
Se il fioraio abbia dovuto pagare lo stesso avrebbe dovuto “schiattare” il Barbetta. A
o Pocchiari l’abbia fatto desistere non è Melfi il pizzo sui commercianti non è un afchiaro. Ma è grazie a lui che gli agenti della fare per tutti.
sezione anticrimine della squadra mobile
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IL PROCURATORE Gay: «Un territorio problematico»
«Non potremo debellarli
senza incidere sul bisogno»
«SIAMO di frone a un territorio destinato a ripresentare esponenti di compagini criminali
già colpite duramente dall’azione
della Direzione distrettuale antimafia attraverso un
ricambio generazionale che è già in
corso. Non potremo debellare questo fenomeno finchè ci sarà uno
Luigi Gay
stato di bisogno
che obbliga alla
scelta se stare nella legalità o meno».
Ha commentato così i risultati dell’operazione Oscar il procuratore ca-
po del capoluogo Luigi Gay.
«Un plauso va alle forze dell’ordine
che si sono fermate dopo i risultati degli ultimi anni». Ha aggiunto.
«E’ stata dimostrata l’esistenza di
un sodalizio capace di movimentare
quantitativi ingenti di droghe e di trovare degli stabili fornitori su cui le indagini proseguono. Ma con questa attività è stata fermata la possibilità che
diventasse più forte coi soldi della droga anche procurandosi delle armi».
«Ci sono gli elementi classici dell’associazione mafiosa». Ha concluso
Gay. «E non va dimenticato che la
mancanza di armi potrebbe essere soltanto l’effetto momentaneo della mancanza di contrasti».
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18
Economia Italia / Mondo
Mercoledì 8 ottobre 2014
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FISCO Tecnici delle Finanze al lavoro, la riforma inserita nella Legge di stabilità
Tassa sulla casa, nel 2015 si cambia
Addio Tasi e addio Imu, Renzi vuole unificare e semplificare i tributi
di CORRADO CHIOMINTO
ROMA - Addio Tasi, addio
Imu. Il glossario degli acronimi per le tasse sulla casa
potrebbe allungarsi ancora,
con l’arrivo di una tassa unica comunale che potrebbe
unificare i due tributi. «Non
da quest’anno perché quest’anno c’è la Tasi che è una
scelta del passato, ma dal
2015 ci sarà un’unica tassa,
secca, chiara sulla Casa per
pagare i servizi», ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi proprio
mentre molti contribuenti
sono alle prese con il pagamento della Tari (la tassa sui
rifiuti) e con con i
calcoli per pagare la Tasi entro il
16 ottobre. «Una
stangata da 373
euro in media»,
hanno calcolato
Federconsumatori ed Adusbef
facendo i conti alla vigilia di
questo appuntamento fiscale. La cifra, invece, è contestata dall’Anci che - commentando favorevolmente
l’ipotesi di una tassa unica
ma facendo attenzione ai
tempi per predisporre i bilanci comunali - parla invece
di 184 euro di prelievo medio
sulla prima casa.
I tecnici delle Finanze sono
al lavoro per la nuova imposta unica e la novità dovrebbe
arrivare con la Legge di Stabilità. L’idea è quella di una
drastica
semplificazione,
con l’introduzione di un meccanismo per cui i Comuni abbiano la possibilità di usare
una sola tassa locale, di cui è
responsabile il sindaco.
«Una sola tassa - dice Renzi non 47 mascherate».
Il progetto comunque non
è ancora definito nei dettagli
e gli ostacoli non mancano. Il
primo riguarda la Tari, che
si paga per il servizio sui rifiuti e che è una tariffa più
che una tassa. Difficile unificarla, perchè tra l’altro la
normativa europea ne fissa i
contorni. La nuova tassa
passerebbe attraverso l’unificazione di Tasi e Imu, che
hanno la stessa base imponibile. Ma - spiega chi lavora al
dossier - sarà difficile pensare a una drastica semplificazione. Rimarranno i diversi
trattamenti tra prima e seconda casa. Poi ci sono le varie tipologie di immobili e il
«nodo» della tassazione degli
inquilini che da quest’anno
sono chiamati a
pagare una quota della Tasi. Insomma un ginepraio difficile da
disboscare.
Al Tesoro, comunque, un progetto organico
già c’è. L’ha elaborato il sottosegretario di Scelta Civica,
Enrico Zanetti e già da qualche tempo è stato consegnato al ministro, all’associazione dei Comuni (Anci) e anche
ai tecnici del Tesoro. Unifica
Tasi e Imu, semplificando la
normativa e le scadenze. Non
modifica, invece, al momento le detrazioni che sono attribuite alle singole scelte
che fanno i Comuni. Ma Zanetti è favorevole al ritorno
di detrazioni, fissate a livello
nazionale, per alleggerire il
peso dell’imposta sulle famiglie: 200 euro, più 50 euro
per figlio, con un tetto di 400
euro.L’idea di una tassa unica viene comunque salutata
favorevolmente dall’Anci,
l’associazione nazionale dei
comuni, e dalla Confedilizia,
la confederazione dei proprietari.
LA CRISI L’analisi del Fondo monetario sulla situazione economica
«L’Europa è a rischio recessione
La Banca centrale faccia di più»
L’Italia chiude il terzo anno con il Pil negativo con un calo
superiore dello 0,5 per cento rispetto alle stime di luglio
NEW YORK - L’economia globale
rallenta. Se gli Stati Uniti rappresentano uno dei pochi lati positivi
in un contesto di ripresa «mediocre» e «incerta», l’area euro frena e
vede salire il rischio recessione al
35-40%, oltre a quello persistente
di deflazione: Eurolandia potrebbe
diventare uno dei maggiori problemi per l’economia mondiale. L’Italia è fra i paesi con la performance
peggiore, anche se si sta muovendo
sulla strada giusta in termini di riforma del mercato del lavoro.
Non saranno
modificate
le detrazioni
Olivier Blanchard, direttore del dipartimento analisi del Fondo monetario
TELEFONIA Terzo trimestre in rosso per l’azienda
LaBorsa
Titolo
L’analisi del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) mette in evidenza un aumento dei rischi sulla ripresa, da quelli geopolitici ai mercati finanziari compiacenti, e invita
ad andare avanti sulla strada delle
riforme, cercando di non lasciarsi
prendere dalla «stanchezza» e soprattutto «andare al di là del mantra delle riforme strutturali, individuando quelle più necessarie e politicamente fattibili». L’Italia chiuderà il 2014, per il terzo anno consecutivo, con un Pil in calo: il Fmi stima una contrazione
dello 0,2%, maggiore di 0,5 punti percentuali rispetto alle
stime di luglio. Nel
2015 l’economia tornerà a crescere, registrando un aumento
dello 0,8%. Il debito
salirà al 136,7% quest’anno, per poi scendere al 136,4% nel
2015. Il tasso di disoccupazione si attesterà al 12,6% quest’anno per poi calare al 12%, mantenendosi sopra la media
europea.
Sul lavoro, l’Italia
si sta muovendo nella direzione giusta:
«mi piace lo spirito
della riforma» afferma il capo economi-
sta del Fondo, Olivier Blanchard.
La «dualità del mercato del lavoro è
un grande problema, crea due classi di cittadini e questo non è desiderabile. ‘The unique contract’, il contratto unico, è la strada da seguire»
aggiunge Blanchard, che invita
l’Europa a puntare di più sugli investimenti pubblici nelle infrastrutture. «La credibilità, acquistata a caro prezzo» con il risanamento
di bilancio «non va minacciata.
Questo non implica che non ci sia
spazio per usare la politica di bilancio per aiutare la ripresa». Una ripresa che nell’area euro è lenta, con
molti rischi. Il Pil è stato rivisto al
ribasso sia per il 2014 sia per il
2015, quando salirà rispettivamente dello 0,8% e dell’1,3%. A pesare,
oltre all’Italia, è il rallentamento di
Germania e Francia, per le quali sono state riviste al ribasso le stime.
Sulla ripresa europea pesa il rischio deflazione che, pur non essendo lo scenario di base del Fmi, è
una possibilità. L’inflazione resterà sotto il target della Bce fino almeno fino al 2019 e se l’outlook dei
prezzi non migliora, la Bce - mette
in evidenza il Fmi - dovrebbe fare di
più, incluso l’acquisto di titoli di
stato. Il piano di acquisto di Abs da
parte della Bce «può fare la differenza. In Europa c’è un problema di
credito delle piccole e medie imprese. E un mercato buono e salutare
degli Abs può aiutare» afferma
Blanchard. A ulteriori aiuti da parte della Bce è contrario il presidente
della Bundesbank, Jens Weidmann, che - in un’intervista al Wall
Street Journal - critica le misure.
Ultimo
Prezzo
Variazione
Max
Min
A2a
76,60%
Atlantia
1838,00%
Autogrill Spa
575,00%
Azimut
1846,00%
Banco Popolare
0,00%
Bca Mps
100,20%
Bca Pop Emil Romagna 619,00%
Bca Pop Milano
63,75%
Buzzi Unicem
1030,00%
Campari
550,00%
Cnh Industrial
613,50%
Enel
392,20%
Enel Green Power
191,40%
Eni
1730,00%
Exor
2876,00%
Fiat
724,50%
Finmeccanica
708,50%
Generali Ass
15,91
Gtech
1845,00%
Intesa Sanpaolo
228,40%
Luxottica Group
40,69
Mediaset S.p.a
285,00%
Mediobanca
667,00%
Mediolanum
5,385
Moncler
1134,00%
Pirelli E C
1036,00%
Prysmian
1401,00%
Saipem
0,00%
Salvatore Ferragamo 2104,00%
Snam
417,00%
Stmicroelectronics
600,00%
Telecom Italia
86,15%
Tenaris
1669,00%
Terna
383,80%
Tod's
7600,00%
Ubi Banca
6,34
Unicredit
602,50%
Unipolsai
212,60%
World Duty Free
0,00%
Yoox
1664,00%
0,39%
-2,80%
-4,96%
-2,84%
-0,18%
0,10%
0,16%
-0,31%
-2,65%
-0,54%
-4,59%
-2,24%
-2,00%
-2,32%
-2,90%
-2,09%
-2,07%
-1,67%
-0,81%
-2,06%
-0,76%
-2,60%
-2,06%
-0,55%
-0,96%
-1,89%
-0,36%
-0,25%
-2,00%
-1,18%
-2,28%
-0,69%
-0,12%
-0,88%
-0,46%
-2,46%
-1,31%
-1,02%
-2,70%
-2,63%
0,7725
18,86
6,05
19,09
11,36
1,017
6,29
0,6435
10,62
5,54
6,475
4,01
1,944
17,72
29,62
7,41
7,24
16,21
18,65
2,338
40,98
2,94
6,865
5,455
11,45
10,58
14,18
15,84
21,45
4,228
6,115
0,88
16,87
3,886
77,7
6,515
6,145
2,148
7,79
17,47
0,747
18,38
5,75
18,43
11,01
0,996
6,11
0,629
10,3
5,455
6,095
3,908
1,909
17,3
28,76
7,12
7,08
15,91
18,42
2,274
40,48
2,85
6,65
5,375
11,24
10,36
13,98
15,61
21,04
4,17
5,995
0,8595
16,64
3,828
75,85
6,31
6,005
2,1
7,515
16,6
Indici
FTSE/Nome
MIB
All-Share
Mid Cap
Small Cap
Micro Cap
STAR
Valore
19.771,71
20.906,16
25.214,69
17.391,10
21.477,89
17.643,86
Var %
-1,73
-1,72
-1,65
-1,06
+0,09
-1,66
MaggioriRialzi
Nome
Valore
A2a
0,766
Banca Pop E. Romagna 6,19
Banca M. Paschi Siena 1,002
---------------------------------
Var %
+0,39
+0,16
+0,10
-------------
MaggioriRibassi
Nome
Autogrill
Cnh Industrial
Exor
Azimut Holding
Atlantia
Valore
5,75
6,135
28,76
18,46
18,38
MercatiEsteri
Var %
-4,96
-4,59
-2,90
-2,84
-2,80
* ore 21
Indice
NASDAQ 100
Dow Jones
FTSE 100
DAX 30
CAC 40
Valore
3.993,551
16.860,45
6.495,58
9.086,21
4.209,14
Cambi
aggiornato ore 21
Nome
Acquisto
Euro/Dollaro
1,26336
Euro/Sterlina
0,78577
Euro/Franco Svizzero 1,21296
Euro/Yen
136,768
Var. %
-0,57
-0,77
-1,04
-1,34
-1,81
Vendita
1,26341
0,78585
1,21305
136,782
MateriePrime
Nome
Petrolio
Oro
Argento
Valore
$ 89.47
$ 1209.8
$ 17.18
Unità di misura
Barile (158,987 Litri)
100 Troy Oz. (3,110 Kg)
5000 Oz. (155,517 Kg)
Volano gli smartphone cinesi
Crollano gli utili della Samsung
di ALFONSO ALBANESE
ROMA - Annus horribilis per Samsung. Il
colosso sudcoreano e principale produttore al mondo di telefonini e Tv ha annunciato che chiuderà il terzo trimestre dell’anno con un crollo del 60% dell’utile operativo a 4.100 miliardi di won (3,8 miliardi di dollari), contro le attese degli analisti
di un utile di 5.200 miliardi di won. Si tratta del peggior risultato dal 2009. I conti
verranno diffusi ufficialmente a fine mese.
Samsung paga il calo delle vendite degli
smartphone e la concorrenza agguerrita
di Apple e dei rivali cinesi Huawei, Lenovo
e Xiaomi, che stanno registrando una forte crescita in Cina e sugli altri mercati
asiatici grazie a modelli smartphone più
economici ma con caratteristiche simili a
quelli prodotti dall’azienda sudcoreana.
«Le consegne di smartphone sono aumentate solo marginalmente a causa della
forte concorrenza, ma il margine operativo è sceso perché sono aumentate le spese
di marketing mentre i prezzi di vendita
sono diminuiti», ha spiegato la società,
aggiungendo che sta lavorando ad «una
nuova serie di smartphone dal design innovativo, ma anche a nuovi prodotti più
economici».
Samsung resta comunque leader nel
settore degli smartphone ma la sua quota
di mercato nel secondo trimestre dell’anno è scesa al 25% dal 32% dello stesso periodo del 2013, secondo i dati della società
di ricerca Idc.
Secondo gli analisti, che incominciano a
fare dei paragoni con Nokia e Motorola,
Samsung per tornare a crescere dovrebbe
esplorare nuovi settori «perché il mercato
degli smartphone è ormai saturo ed è difficile far concorrenza alle aziende cinesi
sui prezzi». Infatti, sottolineano, Samsung ha tagliato i prezzi per conservare
quote di mercato ma invece nel corso di
quest’anno ha continuato a perderle. Uno
dei settori sui cui puntare, aggiungono, è
quello dei semiconduttori.
Samsung è già uno dei principali fornitori di chip ad altre aziende di informatica, tra cui la rivale Apple, e in quest’ottica
ha annunciato ieri investimenti per 15 miliardi di dollari in un nuovo impianto in
Sud Corea per la produzione di semiconduttori per soddisfare la crescente domanda di chip di memoria. I lavori per la
costruzione della fabbrica partiranno
l’anno prossimo e dovrebbe essere operativa a partire dal 2017.
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Mercoledì 8 ottobre 2014
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19
IL TAVOLO
DELLA TRASPARENZA
UN PASSO IN AVANTI
SENTINELLE IN PIEDI
PER DIFENDERE LA FAMIGLIA
di LEONARDO GIORDANO*
di ANTONIO DANELLO
SI È RIUNITO, finalmente, il tavolo della trasparenza sulla situazione dell' ITREC di Rotondella,
sugli effetti sul territorio ovvero le conseguente degli ultimi accadimenti del 21 agosto u.s. con la presenza dei responsabili della Sogim, dell'Arpab e dell'Asl.
Nessuna illusione circa la portata dei risultati
possibili o di inversione definitiva di una prassi
(procedure) corrente nei rapporti per la gestione
del territorio.
I cittadini e le associazioni che le rappresentano
sono esclusi da tutti i percorsi decisionali veri che
riguardano le attività, di ogni genere, che avvengono sul proprio territorio.
L'esclusione comincia dalla conoscenza dei dati
reali, dei processi e delle relative conseguenze sulle
persone e sull'ambiente.
Le risposte alle domande sono sempre tranquillizzanti o improntate al massimo minimalismo, comunque omissive.
Era illusorio prevedere che dopo quattro anni
d'immobilismo assoluto potesse riprendere il cammino di attivazione del tavolo della trasparenza in
maniera da poter avere risultati completi ed immediati.
E' innegabile un piccolo passo in avanti, ma utile
per mettere in condizione i cittadini di iniziare l'accesso alla conoscenza di dati importanti che riguardano le attività che si svolgono sul proprio territorio.
Questo incontro, fortemente voluto dall'Assessore Berlinguer al di là dei risultati
immediati, rappresenta un inizio da non sottovalutare e che
abbia un ulteriore e più proficuo prosieguo nell'interesse della Basilicata.
L'iniziativa dell'Assessore ha dimostrato che è possibile, al di là delle note difficoltà, il confronto tra i cittadini, associazioni, istituzioni e
di responsabili di attività che si
sviluppano sul territorio.
Sulla realtà di Rotondella fino ad oggi, silenzi, verità parziali, reticenze in tutti gli aspetti; rifiuto di
un confronto che ha accompagnato questa attività
nella ns Regione in tutti questi anni malgrado le richieste pressanti delle associazioni e degli enti locali.
Le resistenze sono presenti anche negli apparati
pubblici, il segreto d'ufficio è l'alibi eterno.
Purtroppo è prevalente ancora la cultura secondo
la quale non c'è il dovere dell'informazione piena e
corretta ai cittadini sulle realtà che operano sui territori di appartenenza e di alcuni incidenti che spesso si verificano.
In particolare sull' ITREC di Rotondella restano
in piedi diversi interrogativi e dubbi senza una risposta chiara su alcuni processi che vengono realizzati all'interno e le possibili ricadute all'esterno
con conseguenze prevedibili sull'ambiente e sui cittadini.
Molto allarme ha creato l'episodio del 21 agosto
con il percolamento di sostanze radioattive.
Secondo il responsabile ITREC tutto si è svolto seguendo i protocolli di sicurezza, nessuna conseguenza. A detta loro : I controlli, dopo una settimana avrebbero confermato l'assenza di inquinamento esterno.
In questa prima riunione del tavolo della trasparenza la impazienza ed i toni, in alcuni passaggi del
confronto, hanno evidenziato la mentalità di alcuni
responsabili che si sentono ancora al di sopra dei diritti che i cittadini legittimamente reclamano.
Il diritto di conoscere tutti gli aspetti di un problema presente per poter partecipare (con scienza e coscienza) alle decisioni alla pari con tutte le altre
componenti interessate è fondamentale per la trasparenza e l'interesse di tutti.
Il gioco di parole tra anomalia ed incidente la dice
lunga !
Leggi, procedure, abusi comportamentali spingono verso una azione di crescita politica e culturale più incisiva per avere risultati soddisfacenti.
Ecco perchè non va sottovalutata l'iniziativa dell'Assessore Berlinguer, è un timido inizio, ma certamente un piccolissimo passo in avanti.
Una maggiore collaborazione, anche, in termini
di ascolto, con le associazioni aiuta a vincere le tante resistenze sul cammino di una democrazia partecipata.
*Presidente
Associazione PrimaVeraLucana
Caro direttore,
domenica scorsa in 100 città d’Italia circa 10.000 cittadini, di partiti
differenti, di varie confessioni religiose, di estrazione sociale la più disparata, e di tutte le età, hanno dato
vita ad una manifestazione che potremmo definire ghandiana per difendere la famiglia naturale, così come prevista nella nostra Costituzione. Erano le “Sentinelle in Piedi”,
cioè italiani, ma anche alcuni stranieri, che in piedi per un’ora, in silenzio, leggendo un libro manifestavano perché sia difeso l’istituto familiare e si eviti la così detta “deriva antropologica” che vuole equiparare a
questo istituto l’unione tra persone
del medesimo sesso, che vuole che
queste pseudo-famiglie possano addirittura adottare dei figli o “procurarseli” affittando un utero oppure
con la fecondazione in vitro di gameti di altre persone. Un altro obiettivo,
quello più impellente era, ed è, quello
di sensibilizzare l’opinione pubblica,
in modo pacifico e non violento, contro il DDL “Scalfarotto” che introdurrebbe il reato di “omofobia” in
una maniera tale da rendere punibili
anche semplici opinioni o manifestazioni di opinioni non allineate con il
“politicamente corretto “ dell’ideologia “gender”.
Nella stragrande maggioranza di
queste città le manifestazioni si sono
svolte ordinatamente e pacificamente, tra queste anche Matera e Montalbano Jonico. In una decina di esse si
sono verificati degli incidenti. I più
gravi a Bologna. Ma chi erano i violenti che hanno cercato di impedire
queste manifestazioni? Erano organizzazioni LGBT (cioè di Lesbiche,
Omosessuali, Transessuali e Bisessuali), alcuni gruppi dell’ultrasinistra e alcuni militanti di SEL.
Ovviamente va ad onore di Matera,
il fatto che non sia avvenuto alcun incidente e che la manifestazione sia
stata autorizzata nella piazza principale senza alcun ostruzionismo. Va
ad onore anche della stampa locale
non aver censurato i comunicati di
“Sentinelle in Piedi”, eccezion fatta
per il TG3 Basilicata che ha completamente ignorato la notizia.
Il punto su cui però voglio soffermare l’attenzione dei lettori è il seguente: si sta cercando di alimentare
una nuova stagione di violenze. Da
parte di alcuni organi di stampa nazionale si tenta di spacciare l’immagine delle “Sentinelle” per gruppu-
scoli cattolico-tradizionalisti o di militanti di estrema destra, ignorando
che la maggior parte dei partecipanti
alle veglie è gente comune, famiglie
intere di mamme, papà, nonni, nonne e figli. Basta scorrere su Internet
le tante foto pubblicate. Ma proprio
questo è il punto: se continueranno
come sarebbe legittimo vi è il rischio
di un salto di livello della contestazione finalizzato a far accadere ciò che
non deve accadere; tutto per togliere
legittimazione alla causa e squalificare questo movimento spontaneo di
persone che, in Francia è sfociato in
una grandiosa manifestazione popolare a Parigi di più di un milione di
persone. Perché ciò sia evitato vi è bisogno che i media parlino del fenomeno, ne mostrino l’aspetto non violento e pacifico, se vogliamo anche
singolare e simpatico (è la prima volta che si vede persone dimostrare
leggendo un libro in silenzio) e riconoscano a carattere cubitali il principio volterriano secondo cui la si può
pensare diversamente da un altro
ma non gli si può impedire di pensarla a proprio modo e di dire la sua liberamente.
*Dirigente Scolastico Liceo Scientifico
“E.Fermi” Policoro
I CAMPI DI ACCOGLIENZA
NON SONO ZOO
di PIO ABIUSI
FINALMENTE QUESTO anno una
task force ha messo un po' di ordine
in quello che era il flusso migratorio
stagionale interno composto di
extracomunitari, nell'Alto Bradano.
Alcuni di loro si trattengono anche
oltre per la raccolta autunnale ed invernale quale quella delle olive.
Negli scorsi anni si assisteva alle
solite parate pubblicitarie di interventi non organici in cui quei poveracci erano accampati in luridi tuguri privi di acqua ed energia elettrica e
manco a pensare a eventuale forme
di riscaldamento qualora ce ne fosse
stato bisogno. In questo marasma a
trarne beneficio erano spesso soccorritori, semmai caporali che facevano
i loro piccoli affari speculando sulla
disgrazia altrui.
Questo anno per la prima volta si è
fatto chiarezza intervenendo in maniera organica, semmai con un certo
ritardo. Sono state create due sistemazioni decorose una a Venosa e l'al-
tra a Palazzo S. Gervasio dotate di
servizi igienici, di servizio mensa, di
radiatori per riscaldare i locali oltre a
organizzare in maniera organica
l'assistenza sanitaria e che negli ultimi anni era garantita da Emergency
in maniera estemporanea e comunque generosa. Non solo la sistemazione logistica è stata assicurata ma
anche l'avviamento al lavoro è garantito secondo termini legali e trasparenti.
E' chiaro che se togli l'osso a qualcuno quello trova tutti i pretesti per
risentirsi. Tutto ciò premesso diciamo che è encomiabile e genuino il desiderio degli amministratori pubblici di constatare “de visu” che quelle
cose alle quali loro stessi hanno creduto si sono finalmente realizzate
ma non possiamo non ricordare che
quei campi non sono degli zoo da visitare a piacimento e senza pagare
un biglietto. In quei campi ci sono
persone che svolgono la loro vita di
GIÀ CORRIERE - QUOTIDIANO DELL’IRPINIA
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loro opera a che la giornata si svolga
in maniera regolare e dignitosa.
Non è complicato, crediamo, concertare le visite con la direzione dei
campi sia per massimizzare il risultato della visita sia per non intralciare l'attività che in essi si svolge. Tutto
quanto detto non ha nulla a che vedere con i CIE- Centri di Identificazione
ed Espulsione- di triste memoria e
che appartengono al passato e neppure con i i CARA- Centri Accoglienza Richiedenti Asilo-. Per chiudere è
da dire che forze politiche, sindacali e
sociali, sono impegnate a lottare contro il caporalato ormai da oltre 30 anni e che di volta in volta questa lotta
assume connotazioni diverse da
quando i movimenti erano interregionali per arrivare a toccare, oggi,
una nuova forza lavoro che è extracomunitaria.
*Associazione Ambiente e Legalità
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Il Consiglio Ue ha dato via libera alle nuove regole. Entreranno in vigore nel 2015
Attacco alle “specie aliene”
Ci sono animali e piante che stanno distruggendo gli ecosistemi europei
di CHIARA SPEGNI
BRUXELLES - L’Unione europea
“affila le armi” nella guerra contro
le specie “aliene” invasive, animali
e piante ospiti indesiderati degli
ecosistemi europei.
A compiere l'ultimo passo avanti
per l’adozione del piano d’attacco il
Consiglio Ue, che ha dato il via libera finale alle nuove regole, con entrata in vigore prevista il primo
gennaio 2015. Intanto in Italia continuano a diffondersi le minacce.
Come lo scoiattolo thailandese, tanto carino quanto dannoso per le nostre foreste, mentre si è riacceso
l’allarme per la nutria a causa di un
pericoloso vuoto normativo.
L’arrivo della famigerata “lista
nera” degli “eco-flagelli” europei,
che sarà discussa l’anno prossimo,
potrebbe obbligare l'Italia a correre
ai ripari. Nell’attesa, l’approvazione finale della normativa europea
rappresenta un risultato per il
commissario europeo all’ambiente,
Janez Potocnik, così come per la
presidenza italiana dell’Ue.
Secondo il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, questa norma rappresenta una «tappa importante nell’affermare il valore della
biodiversità in Europa, che costituisce un fattore chiave per lo sviluppo della nostra economia».
«Questo nuovo regolamento colma
un vuoto riconosciuto da tempo
nella tutela della biodiversità dell’Unione europea» afferma il commissario europeo Janez Potocnik,
secondo cui la norma «è attentamente mirata, in particolare sulle
specie invasive che costituiscono le
minacce più serie».
Specie come lo scoiattolo grigio
americano, presente in Italia soprattutto in Piemonte, ma anche in
COMITATO REGIONI
Lombardia, Liguria e di recente anche vicino Perugia e nel padovano,
secondo fonti comunitarie nella 'lista nerà dell’Ue «ci sarà sicuramente». Per l’Italia significa che «scatterà un impegno formale a eradicare
le sue colonie e renderà più forte il
divieto di commercio e possesso,
già introdotto con decreto» spiega
Piero Genovesi, esperto dell’Ispra.
Per il resto dell’elenco si può già immaginare uno scontro su poche
specie di rilevanza commerciale come il visone americano, allevato in
molti Paesi, fra cui Danimarca e Finlandia.
Visto lo spirito del regolamento
Ue, che è quello di “prevenire” i danni e concentrarsi su specie non ancora troppo diffuse ma localizzate,
fra i candidati ad entrare nell’elenco non dovrebbe mancare anche un
altro scoiattolo giunto dalla Thailandia fino in Piemonte e a Maratea, in Basilicata.
E’ lo scoiattolo “variabile” o Callosciurus fynlaysonii. «Oltre a minacciare la sopravvivenza dello
scoiattolo rosso europeo, questa
specie devasta i boschi scortecciando gli alberi e mettendo a rischio gli
ecosistemi forestali» racconta Genovesi.
Un flagello condiviso da altri Paesi Ue è poi la nutria, che provoca
danni per milioni di euro ogni anno.
«Adesso a causa di un vuoto normativo provocato dall’ultimo decreto sulla pubblica amministrazione spiega l’esperto dell’Ispra - questo
animale non è più sottoposto a controlli e il rischio è ad esempio che
colpisca le risaie del vercellese e nel
novarese». In assenza di modifiche,
l’arrivo della norma Ue l’anno prossimo sarà provvidenziale almeno
per ripristinarne il monitoraggio.
Lebrun
In prima linea
per creare
lavoro
ADRIATICO-JONICA
«I territori saranno il motore»
TURISMO
36 milioni di stranieri
arrivati in Italia
nel primo semestre ‘14
ROMA - Nel primo semestre del 2014,
secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Federturismo-Pragma, sono arrivati nel nostro Paese 35,6 milioni di
stranieri (+2% su base annua) che,
con una spesa pro capite di 414 euro,
hanno generato un giro di affari di
14,7 miliardi di euro. I viaggi per vacanza/svago costituiscono la metà degli arrivi e il 60% della spesa e alberghi e villaggi turistici si confermano
la tipologia ricettiva privilegiata dal
53% degli stranieri con il 62% di spesa.
Anche se provengono dal Centro
Europa 23 milioni di turisti stranieri
in visita nel nostro Paese, per una spesa di 7,9 miliardi di euro, il primato
per spesa pro capite di 1100 euro rimane appannaggio di americani e
asiatici.
BRUXELLES- «L’Eusair (strategia Ue per la regione adriaticoionica, ndr) è una strategia voluta dalle Regioni, costruita con
una forte consultazione dei territori attraverso le Regioni e le
Regioni dovranno essere il motore che implementerà questa
strategia e realizzerà i progetti
che daranno concretezza».
Così in un’intervista all’ANSA
il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, presidente dell’intergruppo adriatico
ionico del Comitato delle Regioni Ue, a Bruxelles per un evento
sulla macroregione, nell’ambito
degli Open Days.
Una strategia, ha ricordato
Spacca, che si basa sui quattro
pilastri: crescita blu, connettività, infrastrutture e turismo. “Temi che con l’ambiente sono fondamentali per la coesione e lo
sviluppo dei territori del nostro
Paese - afferma il presidente della Regione ma anche di tutta l’area».
Ma sono due i nodi che restano
da sciogliere: «la connessione
tra programma europeo 2014-
Gian Mario Spacca (fot Ansa)
2020 con i progetti concreti dell’Eusair. Occorrerà utilizzare
nella maniera più efficiente queste risorse, quindi occorrerà
una progettualità interregionale. I territori dovranno sapersi
integrare ed utilizzare insieme
queste risorse dei fondi strutturali. La seconda è la governance.
Una governance di difficile definizione vista la frammentazione
di questo territorio, che dovrà
avere sia un livello politico, che
un livello operativo».
Intanto il lancio di Eusair è
previsto nell’ambito del prossimo vertice europeo, il 23-24 ottobre «poi - evidenzia Spacca - ci sarà un kick off il 18 novembre a
Bruxelles, dove la strategia verrà presentata ufficialmente e poi
si partirà».
«Inoltre - conclude il presidente - abbiamo avuto la notizia che
ci sarà un monitoraggio molto
forte delle iniziative che implementeranno la strategia, e nel
2016 ci sarà la prima verifica.
Quindi si parte davvero con
grande energia».
BRUXELLES - «Le
regioni e le città sono in prima linea
nella creazione di
nuovi posti di lavoro.
Esse devono essere sostenute dal bilancio dell’Ue e coinvolte nella definizione del piano di crescita annunciato da
300 miliardi di euro».
Lo sostiene Michel
Lebrun, presidente
del Comitato delle
Regioni (CdR).
Durante gli Open
Days, la settimana
europea delle città e
delle regioni in corso
a Bruxelles, Lebrun
ha anche chiesto che
“siano messe a disposizione risorse finanziare sufficienti
per rimborsare le
spese degli enti locali e regionali per progetti della politica di
coesione dell’Ue».
Inoltre ha ribadito
l’importanza
di
«escludere dal calcolo del debito i fondi
nazionali e regionali
investiti per accostare gli investimenti
della politica regionale dell’Ue».
L’evento
degli
Open Days rappresenta una piattaforma di dibattito e discussione sul modo
in cui le strategie degli Stati membri per
investire i finanziamenti regionali dell’Ue contribuiranno
a realizzare gli obiettivi europei innescando nuevamente
la crescita nelle regioni.
Questa piattaforma, secondo il presidente del CDR, «offre alle parti interessate della politica di
coesione l’opportunità di scambiare
buone pratiche, consentendo loro di riferire agli organi decisionali.
Ciò rientra nel nostro impegno di prevenire ogni ritardo
nell’attuazione
di
misure
estremamente
importanti
per le nostre comunità e di promuovere
la condivisione delle
soluzioni più efficaci
in tutta Europa».
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Mercoledì 8 ottobre 2014
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21
Il Sappe chiede all’Amministrazione Penitenziaria interventi rapidi per le nostre strutture
Carceri, un direttore a Melfi
Dopo l’ispezione riscontrate grandi criticità anche a Potenza e Matera
UN DIRETTORE per Melfi,
interventi per sopperire alle
criticità di Potenza e Matera.
Sono le richieste che il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe ha elaborato
al termine delle visite ispettive nelle carceri regionali.
Donato Capece, segretario
generale del Sappe spiega:
«Ho già partecipato ai vertici
dell’Amministrazione Penitenziaria, nella persona del
Vice Capo Luigi Pagano,
quel che ho riscontrato nelle
mie visite. Intanto ho chiesto
di assegnare in pianta stabile un direttore al carcere di
Melfi, visto che quello attuale è sempre in missione in altre sedi e un carcere non può
andare avanti con una direzione ad intermittenza. Come se non ve ne fossero, di
problemi, a Melfi, a cominciare dalla consistente presenza di detenuti ad Alta Sicurezza. Ma a Melfi non c’è
neppure un funzionario Comandante di Reparto, e tutto
ricade sulle spalle del vice,
un Ispettore che davvero fa i
Il carcere di Melfi
miracoli perché si garantiscono adeguati livelli di sicurezza. La realtà è che senza direttore e comandante il
carcere è abbandonato a sé
stesso».
Capece aggiunge di avere
chiesto l’intervento dei vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
anche sulle carceri di Potenza e Matera, “dove mancano
nell’organico del reparto di
Polizia i quadri intermedi –
Ispettori e Sovrintendenti – e
di conseguenza si caricano
di responsabilità i ruoli esecutivi, Assistenti Capo ed
Assistenti. La mensa riservata ai poliziotti, poi, è da an-
IN BREVE
ni fatiscente. Ma a Potenza,
come a Melfi e a Matera,
mancano il vestiario per gli
Agenti, non si è provveduto
ancora a potenziare il parco
automezzi della Regione nonostante i gravosi compiti
che si svolgono anche fuori
dagli istituti penitenziari,
sul territorio, da anni non si
fa una politica seria di formazione e aggiornamento
professionale».
Infine il capitolo accorpamento: il Sappe ritiene sbagliato accorpare con altre regioni il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Potenza:
“Deve essere garantito un
presidio di sicurezza e di Polizia Penitenziaria che assicuri, a livello regionale, tutti
i servizi fondamentali, dal
trasporto dei detenuti ai
piantonamenti negli ospedali, dal coordinamento delle politiche di sicurezza dei
penitenziari a tutte le attività che concorrono alla sicurezza sociale dei cittadini e
della Basilicata tutta”.
AGRICOLTURA
Contributo per la “blue tongue”
LA GIUNTA regionale ha deliberato 193 mila euro per interventi a favore degli allevatori partecipanti all’attuazione del Piano di sorveglianza sierologica per la febbre catarrale degli ovini (Blue
tongue) per l’anno 2014. Ne ha dato notizia l’assessore regionale all’agricoltura, Michele Ottati,
specificando che «il contributo prevede 8 euro per
il controllo mensile di ogni capo cosiddetto sentinella, per un importo massimo di 96 euro mensili. Mentre per il contributo riguardante la sorveglianza relativa all’insetto vettore della malattia
sono previsti 400 euro ad azienda».
ENERGIA
La Sel alla Smart Energy di Verona
LA SOCIETÀ Energetica Lucana parteciperà alla
seconda edizione della rassegna internazionale
sull’efficienza energetica, la Smart Energy Expo,
che si terrà a Verona da oggi al 10 ottobre. La Sel
domani terrà un workshop dal titolo “Attività di supporto e buone
pratiche nell'attuazione dei PAES”. L’esperienza della SEL in termini di pianificazione
energetica locale, già
più volte premiata, viene così valorizzata al fine di costruire metodi e
strumenti nazionali in
linea con la recente
normativa in tema di
efficienza energetica.
“La Sel - afferma il presidente Ignazio Petrone
(nella foto) – ritiene strategico il tema dell’efficienza energetica e ha di fatto anticipato la pianificazione nazionale e regionale in materia creando le basi per i migliori investimenti pubblici e
privati nel settore ”.
AREA INDUSTRIALE DI TITO
Ex Daramic, la bonifica
riprenderà il 30 ottobre
A PARTIRE DAL 30 ottobre riprenderanno le attività di bonifica del sito ex Daramic
di Tito. Questo è quanto stabilito nell'incontro che si è tenuto ieri a Roma presso il
Ministero dell'Ambiente al quale hanno
partecipato il sindaco di Tito Graziano Scavone, Negrone dell'ASP di Potenza, Laura
D'Aprile funzionaria del Ministero ed i rappresentanti della società Step One, responsabile delle procedure di bonifica in quel sito. Le attività ripartiranno seguendo il cronoprogramma degli interventi consegnato dalla società durante l'incontro e che vede già a partire dai prossimi giorni, la riattivazione della barriera idraulica, al fine di
evitare ulteriori contaminazioni fuori sito,
oltre che il ripristino completo dell'impianto di trattamento delle acque. Inoltre è stato depositato anche il piano di monitoraggio che riguarderà sia le acque della barriera profonda sia le acque superficiali.
"Siamo soddisfatti per aver impedito che
su temi delicati come la tutela dell'ambiente e della salute delle persone ci potessero
essere arretramenti. Rafforzeremo ogni tipo di impegno e di controllo al fine di traguardare gli obiettivi di messa in sicurezza
e di ripristino ambientale di un'area come
quella di Tito Scalo che deve poter continuare a guardare al rilancio produttivo
anche di tipo industriale", ha dichiarato il
sindaco Scavone .
Accordo tra Inps e Regione
sull’iter dell’invalidità civile
Il sindaco Scavone
REGIONEBASILICATA-AZIENDASANITARIALOCALEDIPOTENZA
ViaTorraca,2-85100Potenza-C.F./P.I01722360763
AisensidellaLegge25.02.1987,n.67,sipubblicanoiseguentidatirelativialBilanciodiEsercizio2013
DeliberadelDirettoreGeneralen.225DEL28/04/2014diadozionedelBilanciodiEsercizio2013edeliberan°303del19/06/2014di
riadozioneBilancio2013approvatadallaGiuntaRegionaleconDGRn°990DEL8/08/2014
STATO PATRIMONIALE
ATTIVO
BILANCIO
ESERCIZIO 2012
BILANCIO
ESERCIZIO 2013
Immobilizzazioni nette
70.927.091
75.709.849
Scorte
7.580.952
7.779.415
Crediti
128.162.093
100.573.281
732.615
29.380.708
Disponibilità liquide
regionale alla Salute, Flavia Franconi, e
dal direttore regionale dell’Inps, Antonio D’Ago.
L’accordo riguarderà le istanze presentante dopo il 1 novembre: «Si tratta ha detto D’Ago - di una buona pratica per
consentire al cittadino di avere accertamenti rapidi, riducendo di molto l’iter di
ogni pratica. Attualmente le visite di controllo sono in media 2.500 l’anno, con
diecimila cittadini coinvolti: con il trasferimento delle competenze si annullano
molti passaggi, con minori oneri e minor
peso sui richiedenti».
«Da questo progetto - ha invece spiegato l’assessore - deriveranno miglioramenti e vantaggi per i lucani, soprattutto per il numero di visite e per il periodo
che intercorre tra la presentazione della
domanda e l’eventuale accoglimento,
senza dimenticare che si tratta di un’operazione a ‘costo zerò per la Regione».
79.696.060
Utile o perdita di esercizio
Risconti attivi
TOTALE
135.671
90.858
207.538.422
213.534.112
541.557
17.665.205
Conti d'Ordine dell'Attivo
BILANCIO ESERCIZIO
2013
99.423.676
3.712.121
278.568
TOTALE PATRIMONIO
NETTO
83.408.181
99.702.244
Fondi Rischi ed Oneri
Pregressi
12.264.176
15.439.999
Premio operatori SUMAI
Debiti
Risconti Passivi
TOTALE
Conti d'Ordine del Passivo
3.189.306
3.327.796
108.646.286
95.044.559
30.473
19.514
207.538.422
213.534.112
541.557
17.665.205
CONTO ECONOMICO
BILANCIO ESERCIZIO 2012
VALORE DELLA PRODUZIONE
Contributi in Conto Esercizio
POTENZA - Dal 1 novembre la Regione
trasferirà all’Inps le competenze dell’Asp
e dell’Asm per l’accertamento e la rivedibilità dei «requisiti sanitari di invalidità
civile, cecità, sordità,
handicap e
disabilità», in via
sperimentale e per
un anno:
le attività
di controllo si svolgeranno
nelle
strutture
Inps di Potenza, Matera, Lagonegro e Melfi. Il protocollo è
stato firmato a Potenza, dall’assessore
BILANCIO ESERCIZIO
2012
PASSIVO
Patrimonio netto
Rettifica contributi c/esercizio per destinazione ad investimenti
Utilizzo fondi per quote inutilizzate contributi vincolati di eserc.prec.
Proventi e ricavi diversi
Concorsi, recuperi, rimborsi per attività tipiche
Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie
TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE
BILANCIO ESERCIZIO 2013
611.901.900
622.317.946
0
0
172.268
0
97.634
25.772.375
28.146.000
33.547.725
3.799.427
3.033.000
2.573.480
5.371.407
Costi capitalizzati
BILANCIO PREVENTIVO 2013
620.585.122
5.500.000
-726.672
4.681.260
5.713.751
6.500.000
4.671.357
661.414.349
655.080.900
667.162.730
COSTI DELLA PRODUZIONE
Acquisti di Beni
Acquisti di Servizi
Manutenzioni e riparazioni
Godimento beni di terzi
Personale dipendente
Oneri diversi di gestione
Amm.ti ed altri accantonamenti
50.200.232
53.057.000
52.670.663
427.370.523
424.548.700
434.147.431
10.745.671
10.240.000
10.642.021
3.029.321
2.805.000
2.476.740
139.304.343
140.046.000
138.931.262
2.823.286
1.827.000
2.894.891
12.920.682
10.454.000
12.377.815
Svalutazione dei crediti
50.935
Variazione delle rimanenze
TOTALI COSTI DELLA PRODUZIONE
Differenza tra valori e costi della produzione
Proventi ed oneri finanziari
Proventi e oneri straordinari
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
43.441
0
-198.440
646.437.499
642.977.700
653.993.318
14.976.850
12.103.200
13.169.412
-20.592
-76.200
-7.511.381
0
-1.606.448
7.444.877
12.027.000
11.431.758
12.027.000
11.153.190
0
278.568
Imposte e tasse
11.156.998
UTILE / PERDITA D'ESERCIZIO
-3.712.121
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Il sindaco De Luca: «La principale esigenza ora è quella di far chiarezza sui conti»
Mense ferme fino a nuovo ordine
Ma si profila una possibile “terza via” e ai genitori costerebbe anche meno
UN ANNO fa, di questi tempi, il tema era lo stesso. Il
Bilancio non permette e salta una delle principali voci
della spesa corrente del Comune: le mense scolastiche. Così, dopo un’iniziale
comunicazione di apertura
il 1 ottobre - a cui i genitori,
in realtà, poco avevano creduto - ecco ora il contrordine.
«Per il momento e fino a
diverso avviso - ha comunicato ieri mattina il sindaco
De Luca - le mense scolastiche a Potenza, stante la situazione economica dell’Ente, non saranno attivate da parte del Comune». In
passato il provvidenziale
intervento della Regione
riusciva poi a salvare il servizio, ma quest’anno - dice
De Luca - «c’è l’esigenza di
far prima chiarezza sui
conti».
Intanto, però, le attività
scolastiche devono cominciare. Ci sono le Materne, ci
sono le Elementari e le Medie con tempo pieno o prolungato. Parliamo di circa
1.600 pasti ogni giorno.
Senza la mensa le attività
pomerdiane non possono
partire. Si mettono così a rischio anche posti di lavoro
di docenti nominati ma che
non possono prendere servizio. Ci sono ancora i posti
di lavoro degli adetti della
Multiservice, la ditta che finora si è occupata di questo
servizio nel capoluogo. E
come accontentare tutti?
«C’è una soluzione - spiega De Luca - che sta studiando proprio la ditta che
si occupa del servizio». Praticamente si sta valutando
di “scavalcare” il Comune. I
responsabili della Multiservice incontreranno in questi giorni i vari dirigenti
scolastici, proponendo loro
di avviare il servizio a un
prezzo conveniente anche
per i genitori. Il Comune resterebbe così soggetto
esterno, la contrattazione
sarebbe tra ditta, scuola e
genitori. E se l’anno scorso
la gran parte dei genitori
sborsava 5 euro e 70 a pasto, quest’anno si propongono 2 euro e 50, prevedendo però solo un primo e un
secondo.
«Mi ha fatto molto riflettere - ha sottolineato De Luca - ciò che mi hanno raccontato proprio gli addetti
della mensa: circa il 70%
del cibo che viene dato ai
bambini va poi buttato. Loro sono abituati a fare anche lo spuntino a metà mattina e, quindi, poi non mangiano il pasto completo.
Prevedere solo un primo e
un secondo permetterebbe
così di arrivare a un prezzo
conveniente per i genitori».
E in questo modo si potrebbe partire in tempi celeri. E
forse questa potrebbe essere la soluzione migliore.
Antonella Giacummo
IL BOTTA E RISPOSTA
Ma il buco nel Bilancio
c’è o non c’è?
Una mensa scolastica
LE ACCUSE
Le mense e don Peppino Nolè
E su Fb si contesta l’assegnazione
MENTRE De Luca sembra guardare positivamente alla soluzione proposta dalla Multiservice, c’è nel centrodestra chi
lancia accuse - anche piuttosto pesanti
alla ditta. «I difensori della laicità dello
Stato - scrive su Fb Canio Sinisi, di Fratelli d’Italia - fino a qualche mese fa a governo della città di Potenza, affidavano il
servizio mensa a un esponente del clero». Anche se non si fa il nome, è chiaro il
riferimento a don Peppino Nolè.
SETTE giornate per dieci ‘grandi
eventi’. La fondazione Leonardo Sinisgalli ha presentato ieri, nella sala Conferenze della biblioteca Nazionale di Potenza, la terza edizione di
“Furor Sinisgalli – l’avventura delle
due culture“, ormai rodata kermesse culturale dedicata al celebre poeta - ingegnere di Montemurro.
«La manifestazione - ha spiegato
il direttore della fondazione Sinisgalli, Biagio Russo - si snoderà tra
il 10 ottobre e il 22 dicembre e sarà
caratterizzata da tre lezioni sul Novecento dedicate agli studenti, da
due convegni, da due presentazioni
di libri e dall’inaugurazione di altrettante mostre, con ospiti d’eccezione provenienti dal mondo accademico, da quello artistico e dal
mondo istituzionale».
Entrando nello specifico del Cartellone, l’edizione 2014 di “Furor Sinisgalli” aprirà i battenti venerdì 10
ottobre, alle 6 del pomeriggio, pres-
«Qualcuno la parabola del Buon Samaritano l’ha fraintesa», continua, facendo
riferimento al nome della ditta che si occupava di questo settore e della quale
don Peppino era rappresentante. Tra i
commenti c’è chi parla di assunzioni in
cambio di favori sessuali e di un “feudo”
a rione Lucania. Il sasso sembra essere
stato lanciato: se mai le mense ripartiranno non saranno gli stessi a gestire il
servizio.
DOPO un breve periodo conti della città quindi
di tregua, in cui sembra- non c’è, secondo Sileo: il
va esserci la volontà di bilancio sarebbe in pacollaborare, è di nuovo ri- reggio. Il consigliere
partita la guerra in con- Carretta, più prudente,
siglio comunale.
in risposta alle critiche
L’annuncio della non dei consiglieri Giuzio e
partenza delle mense è, Galella, ha affermato che
stavolta, il fattore scate- il disavanzo c’è (14 milionante. Un fatni di euro),
to questo che ma non c’è
secondo Lunessun buco.
cia Sileo, conQuindi il disigliere
cosavanzo c’è,
munale del
ma non è un
Pd - rapprebuco. Dinanzi
senta una noa queste ditizia molto nechiarazioni, è
gativa per la
comprensibinostra comu- Sileo e Vigilante
le che ai cittanità. Si manidini giunga
festa una paun messaglese incapacigio contradtà amminidittorio: il distrativa sosavanzo,
o
prattutto
buco che dir
quando
si
si voglia, c’è o
cerca di adnon c’è? Indossare la resomma, alsponsabilità
l’appello quead inesistenti
sti soldi manbuchi lasciati
cano o no?
dalla precedente ammiQuesta sinistra con la
nistrazione. L’unico vero bava alla bocca, che avvimotivo per cui non si lisce il voto dei cittadini
aprono le mense è la piegandolo ai suoi intemancata presentazione ressi di bottega, non fa
ed approvazione di un bi- onore ai giovani che, di
lancio e continua a preoc- recente, ne hanno rinfrecuparci l’azione tendente scato l’immagine, né alla
a delegittimare dirigenti sua storia passata, naziodi grande responsabilità nale e regionale. Negare
che hanno sempre sapu- il disavanzo del Comune
to governare al meglio la è l’ultimo, ridicolo, delifinanza del nostro Comu- rio di una lobby in stato
ne».
confusionale, atterrita
Ed è quella espressione dalla paura di perdere
«inesistenti buchi» che fa per sempre il potere d’inscatenare i consiglieri di fluenzare appalti e di gecentrodestra.
stire milioni, avvelenata
A replicarle Antonio e incarognita dalla rabVigilante (Lista civica bia di perdere la faccia e
per la città): «Il buco nei gli elettori».
Presentato il programma della kermesse che parte venerdì
Il “Furor Sinisgalli”: dieci grandi
eventi dedicati a un grande lucano
so la sede dell’ex convento di San
Domenico, in piazza Albini, a Montemurro. Nell’occasione verrà presentato il volume di Vittorio Marchis “150 anni di invenzioni italiane” edito dalla Codice. La seconda
giornata della manifestazione, prevista per il 12 ottobre alle 10, vedrà
protagonisti Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta siciliano
Salvatore, che terrà a cento studenti
lucani la prima delle tre lezioni sul
Novecento italiano; nel pomeriggio
ancora la presentazione di un libro,
“La civiltà del miracolo” edito da
Egea, rappresenterà lo spunto per
un convegno dal titolo “Bellezza e
creatività, le voci di un riscatto”. Il
13 ottobre si chiuderà la prima fase
di “Furor 3” con la seconda lezione
sul Novecento italiano tenuta da
Mario Trufelli e avente per protagonista “Rocco Scotellaro e il neorealismo meridionale.” Ancora una lezione sul Novecento, questa volta a
più voci, sarà tenuta il 20 ottobre
presso l’ex convento di san Domenico, da Gaetano Cappelli, Andrea Di
Consoli, Raffaele Nigro, Giuseppe
Lupo, Mariolina Venezia e Mimo
Sammartino. Titolo della ‘lectio’:
“Dopo Sinisgalli. Mutamenti nella
scrittura meridionale e lucana.”
Il 26 ottobre invece, questa volta
nella Casa delle Muse alle 18.30, si
terrà il convegno “Il fondo Sinisgal-
li nel sistema bibliotecario nazionale.” Un’occasione per presentare
pubblicamente il lavoro svolto dai
giovani catalogatori della Fondazione che hanno partecipato al progetto “Liber Sinisgalli”, dedicato alla catalogazione del patrimonio librario del poeta – ingegnere montemurrese. Fiore all’occhiello di questa terza edizione di “Furor Sinisgalli” sono però le due mostre che
chiuderanno il cartellone 2014. La
prima sarà aperta da un convegno
intitolato “Intimo Sinisgalli. Il fondo Agnese De Donato”. Lunedì 22
dicembre, infine, un’altro convegno
aprirà la seconda mostra di ‘Furor
3’ dedicata alle “Carte assorbenti di
Leonardo Sinisgalli.” L’esposizione, che il il 2 febbraio prossimo lascerà Montemurro per Macerata,
nasce dalla ‘passione’ di Sinisgalli
per l’astrattismo di Pollock.
Michele Russomanno
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Potenza
Mercoledì 8 ottobre 2014
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23
Presentato ieri il progetto che ha portato la dottoressa Zengmo nell’ospedale potentino
Il San Carlo è amico del Bhutan
Sprechi, l’azienda tra le più virtuose . Maruggi: «E’ la nostra politica dell’efficienza»
CULTURA dell’accoglienza e confronto. Così Giampiero Maruggi, direttore
generale dell’Aor “San Carlo”, ha commentato, in sintesi, l’intesa con l’associazione “Amici del Bhutan”
grazie alla quale la dottoressa Cheni Zengmo entrerà a far parte, per uno stage di sei settimane, dell’equipe del dottor Sergio
Schettini, direttore dell’unità operativa di Ostetricia
e Ginecologia del nosocomio lucano.
La dottoressa Zengmo,
ginecologa presso l’ospedale di Thimphu, approfitterà di questo tirocinio per
apprendere le più innovative tecniche di chirurgia endoscopica, normalmente
eseguite nel reparto del
dottor Schettini, e trasferire ai suoi colleghi il know
how acquisito. «Il progetto
nasce da un contatto con
l’associazione durante un
viaggio in Bhutan, uno
piccolo stato dell'Asia che
si trova ai piedi dell’Himalaya, tra il Tibet l'India - ha
raccontato il dottor Sergio
Schettini - uno stato con un
alto tasso di povertà ma
con un bassissimo tasso di
infelicità».
Secondo i parametri occidentali basati sul prodotto
Il direttore Maruggi e la dottoressa Zengmo
interno lordo, infatti, il tutte le società scientifiche
Bhutan risulterebbe essere dell’area clinica – ha diuna delle nazioni più pove- chiarato il dottor Sergio
re della terra. Ma nel picco- Schettini - soltanto io, in
lo staterello asiatico il Pil è qualità di presidente della
stato sostituito con il Fil, società italiana di Endoscol’indice di felicità interna pia ginecologica, e grazie
lorda, concetto che trae soprattutto alla disponibiispirazione dalla filosofia lità prontamente assicurabuddhista e che pone la tami dalla direzione stratepersona al centro dello svi- gica del San Carlo, ho potuluppo. Ragion per cui, no- to aderire alla richiesta». A
nostante l’elevato tasso di questo primo ciclo di sei
povertà, in Bhutan nessu- settimane, seguirà, in inno muore di fame, non esi- verno, un secondo stage,
stono mendicanti né crimi- per un totale di quattro menalità e il 90 per cento della si, un percorso strutturato
popolazione ha accesso che consentirà alla dottogratis alla sanità e all’i- ressa Cheni Zengmo di apstruzione pubblica.
prendere a pieno le tecni«L’associazione Amici che laparoscopiche appredel Bhutan ha contattato se in Italia e metterle a di-
sposizione delle quasi
4000 pazienti che ogni anno accedono al suo reparto.
Le spese dello stage sono
tutte a carico dell’associazione.
Gli altri due argomenti
affrontati ieri, durante l’incontro con la direzione
strategica del San Carlo,
hanno riguardato, invece,
il rapporto tra l’azienda e i
sindacati e la buona notizia, riportata dal Corriere
della Sera di lunedì scorso,
che vedrebbe il San Carlo
come l’unica struttura
ospedaliera sotto la media
dei costi e della durata delle
degenze, tra le 21 esaminate dal ministero della Salute.
A riguardo del primo
punto il direttore generale,
Giampiero Maruggi, ha tenuto a precisare che in vista delle possibili riforme
organizzative che riguarderanno soprattutto l’area
chirurgica e quella radiologica, è disponibile a un
dialogo costruttivo e positivo con le sigle sindacali
ed ha dichiarato che ogni
intervento o modifica su
turni e orari avrà il solo
obiettivo di assicurare ai
cittadini un servizio migliore, liste d’attesa più
brevi e un modello organiz-
zativo il più efficace ed efficiente
possibile.
«Ci aspettiamo che dall’incontro della settimana
prossima con i sindacati
possano emergere proposte utili che valuteremo
con attenzione – ha dichiarato Maruggi – siamo disposti a un dialogo costruttivo tenendo sempre presente che il nostro impegno sarà sempre a favore
dei cittadini».
Nella sanità degli sprechi per efficienza e controllo dei costi brilla il San Carlo di Potenza. Questa la notizia del Corriere della Sera
che Maruggi, Pedota e
Mandarino hanno voluto
porre all’attenzione della
stampa locale. Secondo il
quotidiano milanese, dall’analisi dei dati del ministero della Sanità sui costi
del 2011, l’ospedale lucano
risulterebbe l’unica struttura a stare sotto la media
dei costi e della durata delle
degenze in tutte e quattro
le classificazioni considerate. Per quanto riguarda i
costi di produzione in base
ai posti letto utilizzati, infatti, l’Azienda lucana si
piazza al secondo posto con
un -23 per cento e al quarto
per i costi di personale con
un -15 per cento. Quanto ai
costi per la pulizia il San
Carlo vanta un -20 per cento sulla media nazionale.
Ottimo anche l’unico dato
clinico monitorato riguardante i giorni medi di degenza in chirurgia che vede il nosocomio potentino
al secondo posto dopo il Careggi (che però ha risultati
negativi sul fronte dei costi) e a pari merito con Cagliari e Parma. L’inchiesta
del Corriere della Sera è
stata ieri anche al centro
della trasmissione di Radio
Rai 1 condotta da Stefano
Mensurati durante la quale è stato intervistato anche
Giampiero Maruggi il quale ha sottolineato che «al
San Carlo la ricerca dell’efficienza passa attraverso
due precise direttrici: da
una parte si promuovono
interventi programmati
che producono risultati
certi e misurabili, dall’altra
si stimola, in tutto il personale, una cultura della responsabilità e dello spirito
di condivisione». Maruggi
ha anche affermato, però,
che «queste classifiche
vanno sempre prese con le
pinze», perché, lo sa bene,
che se anche i dati sono positivi sono sempre i cittadini ad avere l’ultima parola.
Francesco Cutro
RASSEGNASTAMPA
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Potenza provincia
Mercoledì 8 ottobre 2014
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27
Un camion è andato a sbattere contro le barriere, finendo sulla strada opposta
Tragedia evitata sul Raccordo
Venti metri cubi di sabbia riversati sulla carreggiata e mezzo distrutto
VIETRI DI POTENZA Brutto incidente ieri mattina sul raccordo autostradale Sicignano-Potenza, tra i
territori comunali di Vietri
di Potenza-Balvano e Picerno. Un camion, poco prima
delle undici, in direzione
Potenza, è andato a sbattere
contro le barriere, finendo
poi la sua corsa sulla carreggiata opposta del raccordo, quella in direzione
Vietri-Balvano.
Per fortuna in quel momento non passava nessuno, e si è evitata la tragedia.
Alla guida un uomo di Balvano, rimasto ferito in maniera lieve: trasportato subito in ospedale gli sono stati applicati 6 punti di sutura
sotto l’ascella. Viene però
tenuto in osservazione perché ha sbattuto con la testa
all’interno della cabina. Il
mezzo, con rimorchio (vasca) adibito al trasporto di
sabbia, aveva caricato venti
minuti prima in una cava a
Balvano. Poi ha proseguito
il suo viaggio fino allo svincolo Vietri di Potenza-Balvano, imboccando il raccordo in direzione Potenza.
Ma ha fatto solo un paio di
chilometri, visto che ad un
solo chilometro dall’uscita
della galleria “Del Marmo”,
dopo due semicurve, è andato a schiantarsi contro le
barriere di protezione. Il
mezzo pesante, dopo aver
distrutto le barriere, è andato a finire prima nel terreno
spartitraffico e poi sulla
carreggiata opposta del
raccordo.
In quel momento, come
detto in apertura, non passava nessuno. Un miracolo,
visto che sul raccordo passano, in media, circa quattromila mezzo ogni giorno.
Venti metri cubi di sabbia
riversati sulla carreggiata e
mezzo pesante praticamente distrutto. Il mezzo era diretto a Taranto. Per fortuna
solo qualche graffio e tanta
paura per l’autista. L’inci-
LA NOVITA’
Miss chef
sbarca
negli Usa
Un premio
che cresce
Il camion che si è ribaltato
dente è avvenuto al chilometro 26,500, a poche decine di metri dal viadotto “Petruzzella II”. Prontamente
sul posto sono intervenuti
gli agenti della Polizia Stradale e le squadre dell’Anas, i
primi per le attività di accertamento della dinamica del-
l’incidente e i secondi per la
gestione della viabilità. Sconosciute le cause del sinistro. Inizialmente il traffico
ha continuato a percorrere,
su una sola corsia, il raccordo. Poi si è resa necessaria
la chiusura del raccordo all’altezza dello svincolo di Pi-
cerno, per la deviazione sulle strade locali, con rientro
allo svincolo di Vietri di Potenza-Balvano. Sono poi intervenute anche due squadre dei Vigili del Fuoco, con
autobotte e una gru, poi anche un’altra gru privata per
raddrizzare il mezzo, il cui
rimorchio è stato poi collegato ad un altro mezzo nel
primo pomeriggio. Il raccordo è rimasto chiuso fino
al tardo pomeriggio, quando è stata rimossa la sabbia
sul raccordo e messo il tutto
in sicurezza.
Claudio Buono
Dal 10 al 19 ottobre nell’area Sarnelli di Avigliano. Circa 250 gli stand
Al via la Fiera di Lagopesole
Tre spazi distinti: campionaria, enogastronomia e salone sposi
La presentazione
LAGOPESOLE - Si svolgerà dal 10 al
19 ottobre la 21/a edizione della «Fiera
regionale di Lagopesole - Città di Avigliano», nell’area Sarnelli di Avigliano, con tre spazi distinti: la fiera campionaria, un padiglione dedicato all’enogastronomia e il salone per gli sposi
“Nozzexpo - wedding Basilicata”.
La fiera sarà aperta la domenica dalle ore 10.30 alle ore 13, e dalle ore
16.30 alle ore 22.30 (nei giorni feriali
solo di pomeriggio, fino alle ore 22).
Gli stand presenti, quasi tutti assegna-
ti ad aziende lucane, saranno circa
250, su un’area espositiva di diecimila
metri quadrati.
Nel 2013 le presenze furono circa 40
mila, in prevalenza dal Potentino. «La
Fiera - ha detto il presidente Giovanni
Possidente - non si rivolge più solo al
mercato interno regionale, e una delle
novità di questa edizione riguarda un
piccolo salone del turismo con spazi
dedicati al settore agrituristico e con
guide sui percorsi turistici in Basilicata».
Tra impianti sportivi e fondi che mancano
L’importanza dello sport nel capoluogo
Incontro del Panathlon con De Luca
IMPIANTI che non funzionano e fondi che diventano
sempre più scarsi, ma anche società ed atleti che compiono grandi sforzi per far
crescere le loro attività. Sono i due aspetti dello sport
nel capoluogo. Temi che sono stati al centro di una riunione organizzata dal Panathlon club di Potenza con il
sindaco della città. Dario De
Luca e il presidente del Coni, Leopoldo Desiderio.
Un incontro importante
per il club che - da sempre in
prima linea per promuovere
la pratica sportiva - ha annunciato al primo cittadino,
dopo la sua articolata ed interessante relazione sullo
stato degli impianti sportivi
in città, la costituzione di
una commissione di soci
che si occuperà della verifica sul fronte della sicurezza
degli impianti sportivi del
capoluogo.
«La commissione, composta da medici e ingegneri soci del club - evidenzia il presidente Francesco Cafarelli
- vuole essere l’occasione per
collaborare con l’amministrazione comunale e favorire la pratica sportiva, tutelando anche i minori che in
quelle strutture svolgono le
loro attività. Non intendiamo sovrapporci a nessuno
ma essere semplicemente al
servizio della città». Per
questo il club ha chiesto
espressamente al sindaco la
possibilità di interagire con
i funzionari comunali che si
occupano del settore.
E se la commissione vuole
essere la concretizzazione
dello spirito collaborativo
che anima il club, la stessa
interazione è stata sollecitata anche al presidente del
Coni Desiderio che, a sua
volta, ha garantito il fattivo
Il riconoscimento in ricordo di Marella, Paciello e Vulterini
contributo del Coni nelle di- pegno nel club ma sopratverse iniziative che il club tutto per l'attenzione dediintende portare avanti nel cata alla promozione delle
corso dell'anno sociale. Su attività sportive nel capoquesto percorso, ad esem- luogo il Panathlon ed il Coni
pio, si inserisce la consegna hanno voluto ricordarli
di una targa in ricordo di tre consegnando alle loro mosoci del club: il presidente gli, Barbara, Rosalba e Isa,
della Commissione premi un riconoscimento, simbolo
del club, Benedetto Marella, del lavoro che i tre soci hanil presidente del collegio dei no, in passato, svolto per
revisori dei conti, Donato promuovere lo sport come
Paciello, ed il tesoriere Etto- veicolo di crescita e di prore Vulterini. Per il loro im- mozione
IL premio Miss Chef
sbarca in America. A
New York dal 9 al 15 ottobre il premio voluto
fermamente dalla giornalista lucana Mariangela Petruzzelli. La presentazione si è tenuta al
Black Pepper, alla presenza di Mariangela
Petruzzelli, Fortunato
Massimiliano Lo Franco, assessore al Patrimonio della Provincia
di Napoli, Corrado
Giardina, presidente
dell’associazione Terra
Nostra e di Maria Antonietta Santoro, chef
executive del Ristorante Il Becco della Civetta
di Castelmezzano. Dopo la tappa newyorkese
il premio sarà ancora in
Italia, precisamente in
Campania, Emilia Romagna e Veneto. Tra i
tanti appassionati di
questo premio il sindaco di New York, originario di Grassano, Bill
De Blasio che sin dal
primo momento ha deciso di appoggiare l’iniziativa. Partner del progetto sono l’Ufficio della Consigliera di Parità, il Comitato Matera
Capitale Europea della
Cultura 2019, la Boscolo Academym e Lady
Chef, sezione femminile della Federazione Italiana Cuochi e il Laboratorio
Permanente
Arte Pubblica. Quattro
al momento le miss
chef in gara a New
York, tra le quali l’oriunda lucana, di Rionero in Vulture, Filomena Fasano. L’iniziativa si svolge in occasione del Columbus Day in
programma lunedì 13
ottobre e verrà proposta a New York, sulla
Fifth Avenue. Sarà presente il console italiano
Natalia Quintavalle e il
sindaco Bill De Blasio.
Verranno realizzate video cartoline delle città.
La chef executive Maria Antonietta Santoro
preparerà per l’occasione dei cavatellini con
farina elaborati in un
letto di cicorie e un piatto di salsa con zafferano.
Alla
conferenza
stampa hanno preso
parte tra gli altri il direttore della Sede Rai di
Basilicata, Fausto Taverniti e la responsabile dell’ufficio di parità
della Regione Basilicata, Maria Anna Fanelli.
f. menonna
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LAGONEGRO Non si placa la guerra fratricida tra l’area De Filippo e i pittelliani
Pd, l’ultimatum della segreteria
Il partito invita il primo cittadino a partecipare al direttivo «altrimenti sarà cambio di rotta»
LAGONEGRO -Dopo la concitata settimana scorsa, dopo l’approvazione del bilancio previsionale, non si sono
sopite in paese le polemiche
trasversali ai due principali
schieramenti politici sulla
situazione finanziaria dell’ente comunale e, più in generale, sulla conduzione
amministrativa dei vari uffici. Aveva suscitato molta
sorpresa - e in alcuni esponenti di primo piano del Pd
locale, sindaco in testa,
grande perplessità - la presa
di distanza di Pasquale Mitidieri, l’ex capogruppo in
consiglio e punto di riferimento dell’area che fa capo
al governatore Pittella, il
quale si era astenuto dalla
votazione sulla relazione per
l’esercizio 2014 auspicando
un deciso cambio di rotta da
parte della giunta, pur al
netto della conferma della fiducia agli assessori in carica.
Il primo cittadino Domenico Mitidieri non aveva
gradito l’affondo, inatteso
palese e formale, e addirittura il segretario regionale dei
democratici Antonio Luongo si era interessato della vicenda richiamando tutti all’ordine e ciascuno al suo dovere e al rispetto dei propri
Il sindaco Domenico Mitidieri e la segretaria Pd Assunta Mitidieri
compiti e delle proprie prerogative istituzionali.
La segretaria della sezione di Lagonegro Assunta
Mitidieri aveva perciò convocato una riunione urgente del consiglio direttivo giovedì 2 ottobre, rimandata
poi a sabato 4, per discutere
sia delle questioni politiche
che di quelle amministrative, e soprattutto del problema del mancato dialogo interno tra partito e membri
della giunta, fermo al palo
dalle passate consultazioni
primarie regionali e ormai
quasi inesistente, tanto da
scadere in atteggiamenti di
reciproca delegittimazione.
E così constatata per l’ennesima volta l’assenza degli
assessori e del sindaco, che
pure erano stati personalmente invitati e pregati di
intervenire, la stessa segretaria ha sottoposto al consiglio direttivo un documento
durissimo – sottoscritto all’unanimità, già protocollato ed indirizzato in forma di
missiva ai diretti interessati
– nel quale indica il prossimo appuntamento di mercoledì 15 ottobre alle ore 20,00
come termine «ultimo ed indefettibile per trovare, attraverso un confronto serio e
costruttivo, una soluzione
alla questione del Partito
Democratico di Lagonegro.
Un partito al quale dite di appartenere e che vi ha consegnato la vittoria e la fiducia
dei cittadini – continua la
Mitidieri rivolgendosi a sindaco e assessori – nel quale
le cose che ci uniscono sono
molte di più di quelle che ci
dividono, che dovrebbe essere l’ambito di una competizione sana da ricondurre poi
a sintesi unitaria con pragmatismo e sobrietà, senza fare inutili battagli di appartenenze e sventolio di bandiere
a tutti i costi. Purtroppo a distanza della mia elezione e
del mio primo invito in tal
senso di molti mesi orsono,
devo registrare con rammarico solo tutta una serie di
eventi e comportamenti discutibili e degni delle dicerie
da bar, ma nessuno scatto di
orgoglio e nessuna volontà
concreta di impegno al quale pure vi avevo richiamato
in qualità di iscritti.
La mancata partecipazione alla riunione del 15 – si
legge nella parte finale della
lettera – sancirà la declaratoria di quel cambio di rotta
troppe volte solo annunciato
e darà il via ad una nuova fase di tesseramento per aprire il partito a tutti coloro vorranno iscriversi e partecipare alla vita politica di Lagonegro». E con un saluto democratico Mitidieri rilancia
la palla agli altri – che poi dovrebbero essere della stessa
squadra – lasciando intendere di poter arrivare anche
a rimedi estremi, quali la sospensione o l’espulsione dal
partito, ma l’esito della contesa non è affatto scontato
perché i notabili in sella – vicini alla corrente di De Filippo - non si faranno scalzare
tanto facilmente, in quella
che ha tutta l’aria di essere
una lotta fratricida per la gestione del potere politico e
l’occupazione dei prossimi
incarichi amministrativi. E
intanto l’opposizione si sfrega le mani e i cittadini aspettano di sapere come finirà.
Fabio Falabella
LAURIA Documento consegnato in occasione del Consiglio aperto
Agenzia delle entrate, il sindaco presenta
una road map per salvare il presidio
LAURIA - Si è svolto nella
città del Beato Lentini il consiglio comunale aperto
avente come unico punto all’ordine del giorno la soppressione dell’ufficio decentrato di Lauria dell’Agenzia
delle Entrate.
Presenti quasi tutti i consiglieri. In prima analisi la
relazione del Sindaco Mitidieri che ha richiamato al
documento registrato e ufficializzato nel consiglio comunale del 2 luglio scorso
nel quale si esprimevano
forti preoccupazioni circa la
chiusura dell’ufficio. «Sappiamo che la scelta – dichiara durante l’intervento il
Sindaco Mitidieri - non contempla solo l’agenzia entrate, ma una riorganizzazione
generale di diverse uffici. Il
problema dei servizi pubblici esiste, ma esiste anche
nella spesa indotta. Volendo
dire che con la nuova logistica gli uffici dislocati non
rispondono alle esigenze dei
cittadini e non rispondono a
esigenze di economicità».
Si snocciolano le analisi a
partire dalla superficie territoriale al numero di abitanti, fino alla baricentricità di Lauria nella Valle del
Noce. «La chiusura degli uffici - continua il sindaco - ora
Agenzia Entrate e poi la
Corte di Appello di Potenza
costituiscono un importante impoverimento regionale
che bisogna scongiurare».
Vista anche la sordità del direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate si è proceduto d’ufficio a inviare via
raccomandata le precedenti
missive, alle quali però il Comune di Lauria non ha mai
ricevuto risposte in merito.
Si sono succeduti gli interventi dei capogruppi di
maggioranza e Mariano Labanca di minoranza i quali,
anche
differenziandosi,
hanno sostenuto la forte
proposta del Sindaco che è
intenzionato a rivendicare
la sede centrale a Lauria per
equità e giustezza rispetto a
quella di Lagonegro. Si è dedotto che non serve un atto
di forza politico in quanto
numeri e presenze pesano il
ragionamento di un territorio come quello lauriota e, se
indispensabile, come già
fatto attraverso sopralluoghi si possono mettere a disposizione altri uffici. «Non
vogliamo perdere di un ulteriore servizio – l’intervento
della minoranza da parte di
Mariano Labanca – e mi rendo disponibile anche ad andare insieme al sindaco agli
uffici regionali ed esser
pronti anche a spostare la
sede dell’ufficio odierno.
L’opposizione è pronta a dare battaglia».
Molti anche gli interventi
del pubblico, che hanno contribuito ad una più attenda
analisi strategica da intraprendere e con molta determinazione ha chiesto che
l’ufficio non si deve muovere da Lauria considerato l’u-
Il consiglio comunale di Lauria
tenza e la peculiarità del territorio. Prima di concludere
il consiglio aperto, il Sindaco Mitidieri ha tracciato la
road map che intende perseguire con la maggioranza a
partire da subito e che consiste in prima analisi chie-
dere i dati di utenza e produttività oltre che la verifica
del peso ponderato dell’ufficio lauriota rispetto alle altre sedi e redigere un documento politico ai gruppi politici che compongono l’assise cittadina.
Spariti due furgoni carichi di materiale da un’impresa dell’indotto Eni
Furto all’area industriale di Viggiano
L’area industriale di Viggiano
VIGGIANO – Il cuore dell’attività
estrattiva, l’area industriale di Viggiano – Grumento Nova, al cui interno operano circa cento imprese,
molte legate all’attività petrolifera, è
stato “teatro” di un furto ai danni di
due imprese insediatesi.
Il sito industriale, localizzato a pochi metri dalla SS 598 Fondovalle
dell’Agri, è stato preso di mira da
malviventi che nella notte di lunedì
sono penetrati indisturbati in un deposito aziendale portando via due
furgoni con all'interno diverso materiale e attrezzature. Attualmente
non si conosce il danno economico,
comunque si stima un bel tesoretto.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Viggiano
che stanno indagando e facendo le
dovute verifiche sulle finalità di tale
furto. E’ di solo pochi giorni fa l’incontro tenutosi in Regione con l’assessore alle Politiche di Sviluppo Lavoro Formazione e Ricerca, Raffaele
Liberali, i sindaci, di Viggiano,
Amedeo Cicala, e Grumento Nova,
Antonio Imperatrice, i rappresentanti dell’Asi, imprenditori locali, dirigenti e tecnici regionali, per discutere dell’assenza di molti servizi come Internet, gas e rete idrica. Mancava solo la sicurezza e video sorveglianza, quindi dopo questo episodio di criminalità, un altro punto da
aggiungere sul cosiddetto “tappeto”, oltre naturalmente a strade ed illuminazione.
Angela Pepe
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LAGONEGRO L’appello di Libera ai sindaci del lagonegrese: «Fare pressing sulla Regione»
«Agire contro lo “Sblocca Italia”»
«Necessario impugnare alla Corte Costituzionale l’articolo 38 del decreto»
LAGONEGRO – Il vice presidente regionale di Libera e
coordinatore dell’area del
Lagonegrese lo aveva anticipato sulle pagine de il Quotidiano che la sua associazione avrebbe tenuto alta la
guardia sulle tante emergenze ambientali che stanno
affliggendo la Basilicata.
L’occasione si è presentata
- passando dall’oro blu all’oro nero, entrambe risorse indispensabili di cui la nostra
terra è ricchissima e forse
non per sua fortuna – con il
decreto “Sblocca Italia” proposto dal governo per dare
una scossa all’economia del
paese: peccato che nel documento, già aspramente contrastato a differenti livelli
istituzionali, più volte emendato, contestato in parte anche dal governatore Pittella
e da tanti politici lucani di
centrodestra e centrosinistra, si preveda la quasi totale avocazione da parte dello
Stato a scapito delle regioni e
degli enti locali di tutti i poteri in alcune materie con-
Il presidente di Libera Lagonegrese Gerardo Melchionda e il
presidente Marcello Pittella
correnti come la proprietà e
la gestione delle fonti di
energia e degli idrocarburi.
Nel testo licenziato dall’esecutivo Renzi le estrazioni
vengono triplicate con certezza, le perforazioni e i carotaggi per sondare il terreno
alla ricerca d nuovi giacimenti da coltivare aumenta-
no a dismisura, mentre risultano meno chiari i meccanismi di concessione delle
royalty e i potenziali futuri
benefici per i comuni interessati in termini di ricadute
occupazionali e indotto economico. E così, con una lettera indirizzata a tutti i sindaci del Lagonegrese e ai ri-
spettivi consigli comunali,
Libera lancia un appello perché si adotti una deliberazione – di cui allega format precompilato per facilitare il
compito - che richieda con
urgenza «al Presidente della
Giunta Regionale di Basilicata di impugnare presso la
Corte Costituzionale l’artico-
LAURIA La segnalazione dal comando cittadino dei carabinieri
Rifiuti abbandonati a contrada Cavallo
Ordinanza comunale per la rimozione
LAURIA – Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti sulle strade da parte di ignoti è all’ordine del giorno.
Nei giorni scorsi il Comando stazione carabinieri di
Lauria, agli ordini del luogotenente Angelo Caputo, ha segnalato al Comune di Lauria
l’emissione di un apposito
provvedimento per la rimozione di rifiuti abbandonati in
particolar modo di un abbandono incontrollato di cumuli
di cassette di frutta usurate,
materiale e rifiuti vari, in
Contrada Cavallo, intersezione strada comunale Sirino in
agro del Comune di Lauria. Il
degrado ambientale esiste ma
a volte non se parla abbastanza e non si rendono note quali
sono, dal punto di vista normativo, le possibili strade percorribili.
L’articolo 192 del decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152 vieta l’abbandono e il
deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e l’immissione
di rifiuti di qualsiasi genere,
allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali o sotterranee. Così immediatamente è
arrivata l’ordinanza a firma
del sindaco, Gaetano Mitidieri, che ordina la messa in sicurezza, bonifica e rispristino
ambientale, mediante la rimozione, il trasporto e lo smaltimento in impianto autorizzato del materiale rinvenuto e
segnalato dai militari dell’Arma di Lauria.
Purtroppo
l’abbandono
abusivo di rifiuti a margine
delle strade extraurbane è un
fenomeno ben noto e generalizzato dovuto all’inciviltà e all’incuria di sempre più cittadini.
Il materiale depositato è stato rimosso dal personale della
ditta Geo. Attualmente, dato
l’aumento del fenomeno, si
sta valutando il ricorso ad altre soluzioni che possano consentire di mantenere un maggiore decoro, anche perché
queste rimozioni straordinarie comportano dei costi notevoli per l’amministrazione comunale.
Emilia Manco
Rifiuti abbandonati in strada, problema annoso in
contrada Cavallo
Fondovalle del Racanello
Pronti all’aggiudicazione dei lavori
CASTELSARACENO - Saranno aggiudicati il prossimo 13 Novembre
2014, i lavori relativi al progetto di
consolidamento e messa in sicurezza della
strada “Fondovalle del
Racanello-Centro abitato Castelsaraceno-Fosso Reale”, per un importo di 980.000 Euro.
Una buona notizia per
la viabilità e le infrastrutture
provinciali
che arriva grazie all'utilizzo di importanti risorse rinvenienti dalla
rimodulazione dell'estinto patto territoriale
“Area Sud”.
«In un momento difficile - scrive
in un comunicato la Provincia di
Potenza - per le finanze del sistema
degli enti locali e per la gestione
della infrastrutturazione primaria, con questi provvedimenti, ha evidenziato la
Presidenza della Provincia di Potenza, si rimettono in circolo risorse
provenienti da vecchi
programmi di investimento non completati
per la realizzazione di
opere infrastrutturali a
servizio delle attività
produttive nei medesimi
ambiti territoriali destinatari delle risorse degli
originari patti, fornendo in tal modo una risposta concreta agli interessi di imprese e cittadini.
lo 38 del D.L. n. 133/2014
per ragioni di conclamata
incostituzionalità».
Una misura da prendere
entro e non oltre il termine
ultimo del 12 novembre
prossimo, consentito dalla
legge. «Riteniamo che il Presidente della Regione – si
legge ancora nella missiva –
in quanto legittimato a produrre ricorso presso la Consulta, debba far valere le prerogative delle istituzioni lucane, pena la mortificazione
delle funzioni amministrative regionali e locali in materia di programmazione, difesa dell’ambiente e salvaguardia della salute». Secondo Melchionda si corre «il rischio di affidare tutto il territorio alle compagnie minerarie, con i Ministeri unici a
concedere
autorizzazioni
dal 1 gennaio 2015, i comuni
completamente esautorati
da ogni decisione futura e le
regioni limitate ad esprimere pareri non vincolanti nelle Conferenze di servizio. Il
nostro vuole essere un gesto
che funga da stimolo alle varie amministrazioni per rimarcare la centralità della
salvaguardia dei beni comuni e delle peculiarità del territorio e dei suoi valori, che
vanno difesi con tutti i mezzi
legali possibili concessi dalla democrazia».
fab. fa.
Il Cai di Potenza
in visita al parco
della Murgia materana
LAURIA – Domenica prossima 12 ottobre al
Parco della Murgia Materana, il club alpino
italiano - Sezione di Potenza in visita al Parco
archeologico storico-naturale delle Chiese rupestri, chiamato anche Parco della Murgia Materana. Si tratta di un parco regionale della Basilicata, istituito con la Legge Regionale n. 11
del 3 aprile 1990. Dal 2007 la definizione Sassi
di Matera nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco è stata ampliata comprendendo i
Sassi ed il Parco delle Chiese rupestri di Matera. Il
percorso avrà inizio dalla
stazione abbandonata di
Montescaglioso, attraversando il vallone della Loe,
nel Parco della Murgia,
che presenta un numero
considerevole di chiese rupestri. Nella Selva Venusio
si rintraccia una scalinata
che porta alla chiesa rupestre della Madonna della
Loe, venerata dagli abitanti di Montescaglioso la prima domenica di maggio
con gran concorso di fedeli.
All’esterno una facciata Il parco della Murgia
in muratura, chiusa da Materana
una porta di legno, all’interno un ambiente quadrato scavato nella roccia con due altari, uno del crocifisso e l’altro
della madonna della Loe. Ai lati della chiesa si
aprono due ambienti sepolcrali con numerosi
arcosoli e tombe pavimentali. Sull’altra sponda
del vallone si trovano la cripta della Scaletta
con un coro caratteristico per la presenza di
una balaustra bassa e ingresso ad arco ribassato, e la chiesa rupestre di Sant’Andrea cui si accede da un’aula laterale. All’interno, un grosso
pilastro posto in posizione centrale divide la
chiesa in parti uguali. L’ultima chiesa rupestre che si può visitare è la cripta del Canarino.
Emilia Manco
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Presentato il progetto degli “Attrattori” nei comuni di Irsina, Grottole e Montescaglioso
Le nuove chance del turismo
Oltre 150 buyer riuniti a Nova Siri per conoscere le potenzialità della Basilicata
UN evento che è stato in
grado di mettere a sistema
tutte le potenzialità dell’area jonica; un appuntamento che ha costituito un solido elemento sinergico per la
sempre più stretta integrazione fra la costa e le aree interne del territorio jonico.
A Nova Siri ha, difatti,
avuto luogo la giornata conclusiva di un appuntamento in grado di richimare sul
territorio oltre 150 buyer,
operatori del turismo interessati alla Basilicata.
«Con questi eventi siamo
riusciti a mettere al centro
della nostra azione il Metapontino –ha dichiarato l’ingegner Antonello De Santis, presidente della rete Italia Jonica- questo braccio di
terra, che nel tempo è stato
luogo centrale dei grandi
avvenimenti della nostra civiltà, e che oggi porta il lascito del mondo e delle bellezze magno-greche».
L’evento è stato voluto
proprio dal Rete Italia Jonica, sistema che vanta 40 imprese turistiche aderenti,
con più di 20mila posti letto
disponibili, a cui si aggiungono imprese di servizi nel
settore dei trasporti, dell'agroalimentare e di altri settori, e realizzato da Consorzio Mediterraneo. Presso la
sala convegni “Giardini
d’Oriente”, ha così avuto
luogo “Anteprima Basilicata 2015”, con la presentazione degli itinerari del gusto in Val D'Agri, con il progetto “Life&Food”, e “Btl
Esperienze”, una serie di
iniziative che hanno avuto
impatto nella fascia costiera, come nella Collina materana, che vanno da “E-motion”, caccia al tesoro virtuale nell'area del Basso
Sinni, patrocinata da Gal
Cosvel”, alla realizzazione
del portale www.visitbasilicata.it. Alla presentazione
dell’offerta relativa al turismo balneare, che ha potuto
far perno su ben 40 villaggi
turistici, cuore della rete
Italia Jonica, e base di un
zoccolo imprenditoriale che
ha saputo fare sistema nella
definizione di un proposta
“Mar Jonio”, si è affiancata
la illustrazione dei grandi
Attrattori turistici lucani
realizzati dal Gal Bradanica, ovvero Lucus in Fabula e
La Meraviglia di Dio.
Con la ferma intenzione
di creare una forte sinergia
fra la costa e la Collina, l’offerta del Gal ha mostrato infatti come nei comuni di
Grottole, Montescaglioso e
Irsina si andranno ad innestare percorsi turistici di
grande fascino, dove al visitatore sarà data la possibilità di prendere parte a percorsi sonoro-descrittivi e filmici che avranno al centro
della narrazione il sacro, la
natura, la storia.
«Oggi siamo in grado di
guardare a nuovi segmenti
IL CASO
La denuncia di Giovanni Caserta
Busto di Pascoli
ancora buttato
L’incontro con i buyer ai Giardini d’Oriente di Nova Siri
del turismo, attraverso la
prossima realizzazione degli Attrattori turistici, nei
comuni di Irsina, Grottole e
Montescaglioso; si tratta
–ha proseguito– di azioni
che ad un tempo valorizzano il territorio, proponendone una diversa fruizione,
fatta di suggestioni, fascino
e partecipazione. Abbiamo
predisposto percorsi che
vanno dalla cultura all’ambiente, passando attraverso
il sacro e la storia. In questo
modo crediamo di poter
contribuire alla definizione
di una sempre migliore
fruizione di un territorio
che si candida al centro dello scenario internazionale,
guardando al 2019. Inoltre
– a proseguito Braico– stiamo procedendo a creare un
ponte fra la collina materana e New York, attraverso
la valorizzazione del rapporto che lega questa città
al nostro territorio, cha ha
dato i natali al sindaco americano». La sfida, ha quindi
evidenziato il presidente
della rete Italia Ionica Antonello De Santis, «risiede nel-
la capacità di lavorare insieme per diversificare l'offerta turistica del nostro territorio, al fine di renderla più
appetibile e capace di intercettare nuovi e specifici target di turisti. Consorzio Mediterraneo e la rete d'imprese si pongono nell’ottica della promo-commercializzazione del territorio, con il
chiaro intento di andare a
valorizzare il patrimonio ricettivo e naturale di cui questa regione già dispone».
Enzo Scalcione
UN busto dell’indimenti- trovare alla commissionecato poeta Giovanni Pa- per Matera 2019, in modo
scoli, legato a filo doppio da giudicare il livello culcon Matera.
turale della città. OccasioE’ stato eretto a Viggia- ne mancata! -secondo Cano ed è lo stesso fatto per serta- Vero è che la cultuMatera. Pascoli fu com- ra è diventata concetto comissario di Stato a Vig- sì elastico, che ognuno se
giano, mentre era docente la tira dove vuole; ma non
di Latino e Greco a Mate- credo ci siano dubbi sul
ra. I due
Pascoli
busti soe la sua
no legati
opera.
da una
In defistoria
nitiva, e
che è anuna
che di
volta
Matera e
per
Viggiasemno.
pre, do«Non capo due
pisco
anni,
perché il
può sabusto di
pere la
Pascoli,
città
quello di
chi non
Matera vuole il
spiega
busto a
lo storiPascoli
co Gioe si opIl busto di Pascoli a Viggiano
vanni
pone?
CasertaE le si
giaccia ancora per terra può dire che è costato
(lì l’ho visto l’ultima vol- 15.000 euro? Se ci sono
ta), nel laboratorio dell’ar- delle ragioni in contrario,
tista Raffaele Pentasu- che le si dicano; se c’è un
glia, in via delle Becche- progetto, che lo si dica. E
rie. Possibile che Matera per cortesia, in forma
non riesca a trovare il mo- pubblica e ufficiale. Alla
do di sistemare il busto al fin fine, questa è una città
più grande poeta del No- della cultura. E sa capire!
vecento italiano? Non sa- O no?».
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rebbe stato sbagliato farlo
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Scutari (Thalia): «La città attrae visitatori da fuori Italia»
Matera unica meta dall’estero
Piero Scutari
del Centro
studi turistici
Thalia
GLI stranieri che arrivano in Italia
sono14.733 milioni, in Basilicata gli
arrivi degli stranieri sono, secondo i
dati Unioncamere, circa 70.000ovvero 0,4%, di questo 0,4% più di 40.000
arrivano a Matera; il rimanente, ovvero solo 30.000(poco oltre il 0,1%,)
va nel resto della Basilicata; molto
probabilmente anche parte di questi
arrivano a Matera e poi proseguono
per altre destinazioni lucane.
«Questi dati dimostrano -commenta Piero Scutari, presidente Centro
Studi Turistici Thalia- che senza Matera non arriverebbero stranieri in
Basilicata. Ciò nonperché la Basilicata non merita, ma per errori di marketing, di promo-commercializzazione, di costruzione ed offerta dei
prodotti, di logistica. Matera come
prodotto turistico internazionale,
non è un brand che i mercati associano automaticamente alla Basilicata;
Matera è un brand dissociato, un
prodotto insé. Motivo in più per sostenere la candidatura che rafforze-
rebbe il brand Matera-Sassi-culturaenogastronomia.
Nel Metapontino in un anno arrivano solo 8.600 stranieri, un calo negli ultimi 7 anni di oltre il 20%. Certo
mare sporco e nessuna Bandiera blu,
non aiuta -prosegue Scutari- ma è
anche l’indicazione che la politica dei
grandi villaggi non èsufficiente, e
che sicuramente il prodotto mare Basilicata non ha un brand, e non si è
fattonulla per far diventare il Metapontino una riviera; nonostante la
crisi del Medio Oriente, che da anni
ha chiuso le porte a milioni di turisti
europei che andavano in Egitto e Tunisia, come mai il Metapontino che
più si avvicina a quel tipo di target
turistico e di destinazione non è stato
capace di crescere come arrivi dall’estero? Il resto della Basilicata è irrisorio, come arrivi stranieri siamo allo 0 e qualcosa a confronto della immensa massa di turisti che arriva in
Italia.
E mai stata fatta alcuna riflessione
approfondita in proposito? La crescita continua di Matera non può essere
usata come tappeto dove nascondere
i dati impietosi e affermare che la Basilicata turisticamente cresce. Abbiamo bisogno di incrementare gli
arrivi dei turisti stranieri, perché
quello è vero aumento del Pil, per fare questo, bisogna iniziare a fare una
cosa molto semplice, iniziare a pensare e progettare. Matera è e sarà la
principale porta di accesso per la Basilicata, il che vuol dire pianificare
con quest’ottica, Matera ha tutti i numeri per poter diventare una vera
meta turistica di rilievo internazionale, bisogna fare in modo che cresca
sempre di più, che aumenti e migliori la ricettività, i servizi, e le offerte
con il territorio in modo da aumentare la durata di permanenza e allargare l’interesse dei visitatori.
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Lacicerchia: «Il territorio va salvaguardato dall’assalto delle compagnie petrolifere»
Sindaci uniti contro lo Sblocca Italia
Vertice promosso dal Comune di Craco per opporsi agli orientamenti del Governo
I SINDACI lucani si incontrano per discutere del decreto “Sblocca Italia”.
L’appuntamento, che vede in cabina di
regia il Comune di Craco, è per il prossimo
sabato nella sala consiliare del piccolo
centro materano.
Alle ore 10 avrà inizio un incontro pubblico con una linea che in buona sostanza
è contraria al decreto legge D.L. n. 133 del
12 settembre 2014 definito sblocca Italia.
La convinzione, per dirla con le parole del
sindaco di Craco, Pino Lacicerchia, è che
il «territorio lucano vada tutelato dall’assalto delle compagnie petrolifere e debba
contare nelle scelte di pianificazione e gestione del territorio e delle risorse naturali e difendere la salute e i diritti ad uno sviluppo ecosostenibile delle popolazioni lucane».
L’incontro è stato promosso dallo stesso Comune di Craco, che ha deliberato lo
scorso 7 ottobre la richiesta al presidente
Pittella di impugnare davanti alla corte
costituzionale il decreto legge sblocca Italia per i contenuti degli articoli 36-37-38 e
ha dato mandato al sindaco di concertare
e partecipare attivamente con gli altri comuni lucani e delle altre regioni interessate
per svolgere un ruolo
attivo in tale procedimento.
«Avevamo ipotizzato
come sede dell’incontro –spiega Lacicerchia- il nostro monastero a Craco vecchia,
ma anche per ragioni
logistiche e di servizi
per i partecipanti abbiamo deciso di ospitare l’incontro presso la
sala consiliare in Craco
Peschiera, viale Monsignor Mastronardi.L’iniziativa insieme ai
sindaci e ai consiglieri
comunali ospiterà i
rappresentanti delle
associazioni ecologiste
che hanno promosso
l’incontro di Villa D’APino Lacicerchia
gri. Particolare invito
è rivolto ai candidati presidenti delle due
Province e ai candidati consiglieri provinciali, che ritengo abbiano il dovere di dire
come intendono intervenire su tale problematica che rappresenta sicuramente
un punto di non ritorno per la nostra regione, una questione strategica».
L’appuntamento conferma il fermento
dei lucani al cospetto di una legge che
sembra aprire ulteriormente alle trivellazioni indiscriminate su una fetta del territorio regionale troppo ampia per ritenere
che possano davvero essere condotte nel
solco della sostenibilità ambientale. Anche la società civile ha ribadito la sua forte
preoccupazione per gli sviluppi connessi
con lo Sblocca Italia. In questo senso ha
fatto registrare una importante partecipazione dai territori, l’incontro tenutosi
domenica scorsa al centro “Tilt” di Marconia, in cui semplici cittadini, associazioni, movimenti ed organizzazioni civiche
hanno condiviso la loro contrarietà alle
prospettive di aumento delle estrazioni
petrolifere in Lucania e provato a ragionare su un percorso comune, maggiormente sinergico e più ampio, nel tentativo
di scongiurare un futuro che non piace
per i rischi connessi all’ambiente ed alla
salute umana, nella consapevolezza, peraltro, che anche le promesse di natura
economica ed occupazionale, quando si
parla di petrolio, siano soltanto fumo negli occhi. Gli indicatori, peraltro, sono
sotto gli occhi di tutti.
Roberto D’Alessandro
«Invitiamo
i candidati
presidente
alle prossime
Provinciali»
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STIGLIANO
Assise senza maggioranza
sul bilancio di previsione
STIGLIANO - Consiglio comunale deserto per la seconda volta sul bilancio di previsione.
Un dato allarmente, sotto il
profilo della tenuta della maggioranza, secondo i consiglieri
di minoranza Rocco Simone e
Luigi De Lorenzo, che evidenziano «una probabile crisi all’interno della maggioranza -si
legge in una nota- che fa mancare per la seconda volta il numero legale per l’approvazione
del Bilancio di previsione. Dopo l’incontro tenutosi in Regione, presso il Dipartimento Sanità, per discutere della riorganizzazione dell’ospedale di Stigliano, gli stessi si erano dati
appuntamento per l’approvazione del bilancio di previsione
in seconda convocazione, nel
pomeriggio di ieri.
Stranamente e inspiegabilmente, il consigliere di minoranza, Nunzio Pasciucco,
stante l’assenza degli altri 2
semplicemente per discutere la
linea politica da tenere in Consiglio, constatava la mancanza
del numero legale, che veniva
formalizzata dopo la mezz’ora
di rito, per mancanza determinata anche dai consiglieri di
maggioranza.
Tutto ciò richiede un’attenta
riflessione politica, considerato che sarà il Prefetto a dare il
termine di 30 giorni per l’approvazione definitiva del Bilancio di previsione. Un momento
di frizione nella maggioranza
del sindaco Barisano».
[email protected]
Craco Peschiera
POMARICO Dopo dieci anni di centrodestra al governo
Mancini deve fare i conti
Attesa per il prossimo Consiglio
POMARICO – E’ tempo di fare i primi
conti. La nuova Amministrazione comunale, di segno centrosinistra dopo
dieci anni di centrodestra, guidata dal
sindaco Francesco Mancini, il 14 ottobre è chiamata alla prima importante
sfida da superare: la riunione della
massima assise cittadina, dove tra le altre cose si discuterà infatti il Bilancio di
previsione per l’anno 2014. La maggioranza dovrebbe, di conseguenza, segnare una discontinuità rispetto alla
gestione passata delle casse comunali,
delle finanze dell’Ente, delle risorse
complessive e degli investimenti del
Municipio. L’attesa c’è tutta. E le minoranze s’augurano, di certo, di poter riuscire a mettere in difficoltà chi da poco è
arrivato a governare. Compito non dif-
ficle, volendo. Data la mole di debiti pregressi, che Mancini e i suoi collaboratori hanno trovato in corso Garibaldi. Un
po’ come successe per l’ex sindaco Giuseppe Casolaro, ben dieci anni fa (prima che durante le sue due legislature la
questione diventasse anche più grande). O specialmente come successe al
primo sindaco progressista dell’era Seconda Repubblica, Nicola Raucci, una
ventina di anni fa oramai: il legale di
professione che vedeva arrivare sul suo
conto di gestione della cosa pubblica soprattutto l’ingrassarsi di debiti del sindaco storico pomaricano, il dc Mario
Mancini. E Mancini Francesco, di quel
Mancini è per giunta nipote. Insomma
adesso, la questione è sempre più seria.
Complice il taglio costante e crescente
per entità dei trasferimenti statali
ai comuni. Insieme
alla fine di cause
datate che vedono
continuamente
soccombere corso Garibaldi nei confronti di tanti terzi. Specie ditte ma pure privati cittadini che sono e saranno
titolate dai giudici a riscuotere dal Comune di Pomarico. Il Consiglio discuterà il Bilancio annuale 2014, pluriennale 2014-2016, relazione previsionale e
programmatica; poi dovrà ragionare
sulle varie tasse rimaste (per esempio
la Tasi) ecc. I numeri politici evidentemente ci sono. I numeri per approvare
sono facili da far quadrare.
Nunzio Festa
Il sindaco
del
Comune di
Pomarico
Francesco
Mancini
MARCONIA Due giornate dell’Asm per ottenere il patentino obbligatorio
Corsi per raccoglitori di funghi
MARCONIA - Anche quest’anno continua l’azione preventiva del Dipartimento di Prevenzione Collettiva della
Salute Umana dell'Azienda Sanitaria di
Matera nel promuovere incontri formativi rivolti ai raccoglitori di funghi epigei spontanei. A ottobre, in collaborazione con l’assessorato Agricoltura e
Tutela degli Animali & Ambiente e
Politiche Giovanili
dell’amministrazione comunale di Pisticci, verrà attivato
il 23° corso. Il corso
è rivolto ai raccogliFunghi
tori che ne faranno richiesta utilizzando lo specifico modello disponibile anche sul sito internet della Asm, nello
spazio destinato al Dipartimento di Prevenzione Collettiva della Salute Umana
e con un versamento di 30,99 euro sul
C/C n. 95747671 intestato alla Tesoreria Asm di Matera - Sian via Montescaglioso - Matera. E’ utile ricordare che
per il mancato possesso del previsto tesserino è prevista per legge una multa ai
raccoglitori. Le lezioni, che si terranno
presso la sala consiliare della Delegazione comunale di Marconia, saranno
articolate in due giornate fissate per il
24 ottobre 2014 dalle ore 14 alle 20 e per
il 25 ottobre 2013 dalle ore 8 alle 14. Il
programma delle lezioni, svolto dagli
Ispettori micologi del Servizio degli Alimenti e della Nutrizione di cui è direttore il dr. Antonio Martemucci, prevede
nozioni sulla generalità, morfologia,
classificazione, valore nutritivo dei
funghi. Inoltre saranno impartite nozioni di biologia e della catena alimentare. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi al Dipartimento di Prevenzione
Collettiva della Salute Umana - Servizio
di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – Ispettorato Micologico dell’Asm
di Matera Tel. 0835-253602, fax
0835/253651- 329/5832680 (sito internet www.asmbasilicata.it.) oppure
presso l’Ufficio Ambiente del Comune
di Pisticci tel. 0835-587343 (sito internet www.comune.pisticci.mt.it.
RASSEGNASTAMPA
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BERNALDA
Mercoledì 8 ottobre 2014
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34
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
[email protected]
BERNALDA Grazie all’imprenditore Gallitelli ci sono di nuovo i campi sportivi
Fosso San Rocco restituito alla città
Conclusa l’opera di ristrutturazione dello storico spazio urbano nel degrado
BERNALDA – Oltre due mesi di lavoro, per far ritornare Fosso San Rocco al suo
splendore.
E’ il tempo che l’imprenditore Giuliano Gallitelli, insieme al suo staff, ha messo
in campo per riportare a
fruibilità questo pezzo di
terra, per troppo tempo è
stato abbandonato a se stesso.
Oggi gran parte della
struttura è tornata a essere
utilizzata dai cittadini. Parlando con Gallitelli, l’emozione per questo posto che
ha segnato il passaggio di
tanti giovani con il vecchio
campetto da calcetto, che
oggi invece vede l’erbetta e il
campo da tennis ritornato a
vivere per gli amanti delle
racchette.
Oltre ai giovani e meno
giovani calciatori che iniziano a calpestare l’erbetta
di Fosso San Rocco, abbiamo registrato la felicità dei
cittadini che a spasso con i
propri piccini iniziano, o
meglio dire, ritornano a riprendersi questo spazio del
centro storico di Bernalda.
Quindi, un in bocca al lupo a
Gallitelli e alla nuova gestione di Fosso San Rocco. «Oggi –spiega Gallitelli al Quotidiano– dopo circa due mesi
di grande lavoro e di enormi
sacrifici, possiamo dire di
aver ridato Fosso San Rocco
alla città. Dopo essermi aggiudicato la gara d’appalto
con la società “Poseidon”
–continua l’imprenditore
bernaldese– sembrava tutto
difficile, poi pian piano, tra i
ricordi del passato vissuti in
questo posto e l’aiuto dello
staff, siamo riusciti a ridare
luce a questo pezzo di terra.
Oggi c’è un viale ripulito e
al servizio della gente, che
con i propri bambini ha libero accesso; inoltre, abbiamo
riportato le voci dei ragazzini sul campetto, che abbiamo provveduto a ripristinare con l’erbetta. Poi il ripristino di quello da tennis, che
da subito è stato frequentato dagli appassionati delle
racchette che in questi anni
non avevano un posto dove
poter coltivare la loro passione o dove allenarsi a livello più agonistico. Ora l’invito che rivolgo a tutti è quello
del rispetto di questo posto
perché per riqualificarlo ci
sono voluti due mesi e anche
perché la gente del posto,
che ringrazio per le tante
frasi di affetto, oggi affacciandosi su questa piazza
non vedono più il degrado
ma un posto più vivibile.
La nostra è stata una
grande sfida e possiamo dire che siamo ad un buon
punto, infatti il prossimo
passo sarà quello di recuperare la struttura da adibire
a spogliatoi e la parte sottostante per completare il percorso pedonale. Un ringraziamento, oltre alla gente
che qui ci abita, va alla ditta
“Angelo Fuina”, che mi ha
dato una grande mano per il
completamento di questo
primo step. Oggi abbiamo
già tre categorie per il calcio, tutti ragazzini che vanno dai 6 anni in su. Mentre
per il campetto da tennis sono già iniziati i corsi il martedì e il giovedì con il maestro Piero Losenno, un professionista che cura sia i
bambini che gli adulti. Oggi
il mio sogno, il sogno di questo quartiere e dei tanti ragazzini possiamo dire che
sta pian piano concretizzandosi; come detto prima entro la primavera punto a terminare sia gli spogliatoi che
la parte pedonale per dare la
possibilità alla città di prendersi questo posto e di farlo
proprio».
Fabio Sirago
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Il nuovo campo a Fosso San Rocco di Bernalda
MONTALBANO «Per scegliere insieme a tutti i cittadini il candidato»
Convention del centrodestra
L’iniziativa del sindaco Devincenzis in vista delle Comunali
«MONTALBANO JONICO è rimasta
l’ultimo baluardo del centrodesttra
nel Metapontino». Lo afferma con
orgoglio il sindaco Enzo Devicenzis,
secondo cui «con l’approssimarsi
delle elezioni amministrative della
primavera prossima mi sento in dovere di trasmettere ai miei cittadini
un messaggio, anche alla luce della
già avvenuta candidatura a sindaco
del centrosinistra e del M5S. Visto
che amministriamo da circa dieci
anni ed in questi anni, oltre a due
sindaci, il centrodestra ha eletto un
consigliere regionale ed uno provinciale, al popolo di centrodestra al fine di mantenere salda la coesione dei
nostri elettori i quali non capirebbero divisioni, dopo aver eletto in questi anni, oltre al sindaco anche un
consigliere regionale e un consigliere provinciale, comunico che è in
programma per fine novembre una
convention della libertà, da tenersi
nella struttura coperta del campo
sportivo “Puccio Dellorusso”, al fine
di definire un percorso condiviso
per le prossime elezioni ammini-
strative di primavera. Saranno invitati a dare un contributo costruttivo,
oltre i cittadini, tutti quelli che in
questi anni si sono cimentati come
candidati, in coalizioni di centrodestra. La convention -conclude Devincenzis- è programmata per fine
novembre, allo scopo di metabolizzare senza fretta, le migliori soluzioni
possibili per una nuova vittoria alle
Comunali. Potranno intervenire
tutti i simpatizzanti che lo riterranno opportuno in modo costruttivo».
[email protected]
NOVA SIRI La coop “Senis Hospes” impegnata in un’opera di integrazione territoriale
Rifugiati ospiti nei rioni Sassi
Bella visita guidata del centro Sprar tra i vicoli della città antica di Matera
NOVA SIRI - Matera 2019 incontra
i beneficiari dello Sprar di Nova Siri. Nei giorni scorsi, il centro
“Sprar” (Sistema di protezione per
richiedenti asilo e rifugiati) di Nova Siri, gestito dalla “Senis Hospes”, ha portato i suoi beneficiari
in visita guidata alla
città dei Sassi, incentivando la conoscenza
del territorio, della
sua storia e creando
un momento di formazione e confronto
fra la loro cultura di
origine e la nostra. La
realtà di Senis Hospes
è presente sul territorio e gestisce un numero considerevole di centri Sprar, avvalendosi
di diverse figure professionali che
quotidianamente assistono i beneficiari e che organizzano momenti
di conoscenza reciproca e del territorio, avendo cura di trasmettere
anche gli aspetti culturali delle comunità ospitanti.
«Di qui nasce la volontà di portarli in visita a Matera -si legge in
una nota della Sprar- una città che
Un giorno
a spasso
tra i vicoli
e la storia
La visita a Matera
si pone all’avanguardia nel processo di sviluppo culturale, una città
che vuole essere nota, conosciuta,
ammirata...in una fidelizzazione
alla nostra terra che non può che
portare benefici.
Un territorio che offre bellezza
autentica e primordiale; un territorio che è pronto ad investire e migliorare la sua idea di futuro, un
territorio alla ricerca di una multi-
culturalità che accolga il cambiamento e predisponga una sapiente
gestione dei cambiamenti e dei
flussi migratori in entrata». Una
sfida colta dai beneficiari del centro Sprar, che hanno potuto ammirare il tipico paesaggio materano,
in una benefica passeggiata che li
ha visti perdersi nei vicoli della città antica, ammirarne gli scorci, interessarsi ad una storia estranea
eppure adesso molto vicina.
«Matera 2019 -proseguono da
Sprar- pone all'attenzione del dibattito europeo e nazionale anche
un superamento del sentimento di
inferiorità che ha veicolato la storia del mezzogiorno, un tentativo
di riscattarsi, di dare una nuova
immagine di sé, che inevitabilmente richiede anche un dibattito che
dia seguito a un contenuto, a una
riflessione su ciò che deve essere
tutelato e ciò che deve essere ripensato, guardando alle nuove dinamiche culturali e sociali già in atto
e a cui i centri Sprar forniscono
una risposta nella gestione dei
flussi migratori. Le dinamiche migratorie sono un processo che esi-
ste da sempre ed ha caratterizzato
la storia umana come atto inevitabile e che non può essere fermato,
piuttosto gestito e indirizzato a favore di entrambe le parti.
La storia della nostra terra, una
storia che ci ha visto protagonisti
marginali del processo di sviluppo,
una storia che inaspettatamente ci
accomuna ai destini di quanti vivono sulla propria pelle un disagio e
un tentativo di riscatto tipico anche dei migranti che arrivano in
territorio nazionale dal. La coop
Senis Hospes ha dato la possibilità
ai beneficiari, di conoscere la storia
della nostra terra, di condividerne
gli intenti, le conquiste e le difficoltà che il normale dispiegarsi della
storia porta con sé, ed offre al contempo uno stimolo al dibattito interrazziale ad una candidatura che
certo saprà investire in un futuro
avulso da modelli obsoleti che indubbiamente andranno adattati ad
una società dinamica ed aperta, tipica di una città che si pone all'
avanguardia del dibattito culturale entro e fuori i confini nazionali».
[email protected]
POLICORO
Suicida
salvato
dalla polizia
POLICORO - In fuga dal
reparto psichiatrico,
minacciava di gettarsi
da un palazzo. E’ accaduto nella tarda serata
di lunedì a Policoro, dove intorno alle ore
22.30, personale della
Polizia di Stato ha salvato un giovane di 28
anni, gravemente malato, da poco fuggito dal
reparto
psichiatrico
dell’ospedale di Policoro, dove aveva eluso la
vigilanza del personale
infermieristico. Armato di una spranga di ferro, aveva scaraventato
per terra tutto quello
che aveva incontrato
sul suo cammino. Gli
operatori della Volante,
allertati dalla Sala Operativa del Commissariato, si sono immediatamente attivati alla ricerca del fuggitivo, cercandolo sia nelle vie
adiacenti all’ospedale
che nel vicino Distretto
sanitario, dove era stato
visto l’ultima volta. Lo
hanno trovato mentre
si introduceva nel portone di un palazzo di via
Mazzitelli. I poliziotti lo
hanno inseguito per le
scale, ma l’uomo è riuscito a salire sul cornicione privo di protezione, a un’altezza di circa
20 metri, dal quale minacciava di buttarsi
giù, se qualcuno avesse
cercato di fermarlo. Gli
operatori hanno richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, che sono
arrivati con un supporto gonfiabile collocato
sotto il palazzo. Grazie
all’opera di convincimento, durata ben venti
minuti, gli agenti lo
hanno dissuaso.
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
MATERA 2018
LA VISITA DEI DELEGATI UE
Mercoledì 8 ottobre 2014
IL RACCONTO DELLA CITTÀ
Le sette ore più lunghe della storia cittadina vissute in un clima di grande partecipazione, che ha contagiato la giuria
PIAZZA PASCOLI
«Li abbiamo inondati
di bellezza e passione»
L’incanto dei Sassi dalla Murgia e il mare di folla in via Ridola
Il sindaco ha consegnato agli ospiti un rametto
di timo, esempio della
ricchezza di biodiversità
EMILIO OLIVA
l MATERA. Prima di mezzogiorno due anziani di via La Croce, una strada non interessata al
percorso della visita, hanno esposto dal balcone la bandiera con il
logo di Matera 2019. E due ore dopo
la casa famiglia di via Laura Battista, una delle prime create in
Italia negli anni ‘70 precorrendo la
legge Basaglia, ha servito ugualmente il pranzo che avrebbe voluto condividere con uno dei cinque delegati della Commissione
europea e ha avuto come ospite il
sindaco Salvatore Adduce. Infine una via Ridola stracolma di
gente, in uno sventolio di bandierine, tra cori, canti, salti e balli, nei
quali i «camminatori» giunti dai
vari angoli della Basilicata hanno
trascinato decine di presenti davanti alle fasce tricolori di decine
di sindaci della regione e della vicina Puglia. Queste tre immagini
racchiudono il clima di partecipazione con la quale Matera ha
vissuto le sette ore più lunghe della sua storia, legate alla durata
della visita della giuria di tre commissari europei e due funzionari,
uno del Ministero dei Beni culturali e uno della Ue, impegnata a
valutare la candidatura di sei città
a capitale europea per il 2019.
Matera è stata la terza tappa del
viaggio cominciato venerdì scorso
a Cagliari e proseguito lunedì a
Lecce, seguendo l’ordine alfabetico delle candidate. Sette ore nelle
quali Matera ha rilanciato la sua
scommessa sul futuro, fondata
sulla cultura come occasione di
sviluppo e di crescita in ambito
europeo. Sette ore intense, ricche
di immagini, che hanno evocato i
contenuti del dossier di candidatura, di emozioni, di testimonianze. «Li abbiamo inondati di bellezza, di passione, di partecipazione», conferma Paolo Verri, direttore del Comitato Matera 2019,
soddisfatto dello svolgimento della giornata, nonostante i capricci
del tempo. «Abbiamo dimostrato
di saper reagire anche ad un imprevisto come il temporale», commenta Joseph Grima, direttore
artistico del Comitato.
La visita dei cinque delegati ha
avuto inizio dal belvedere della
Murgia, uno spettacolare palcoscenico naturale sui Sassi e sulla
città nuova che ha trasmesso agli
ospiti il «magnetismo» e l’«energia» di Matera. Accompagnato dal
presidente della Regione, Marcello Pittella, il sindaco ha incontrato gli ospiti in un pullmino che
li ha trasportati da Lecce consegnando loro un rametto di timo e
invitandoli a strofinarlo tra le dita
e annusarlo. «È un esempio della
ricchezza del grande serbatoio di
biodiversità che è accolto dalla
Murgia», ha spiegato. Subito dopo
ha lasciato che a parlare fosse Matera, con il suo paesaggio, la sua
storia millenaria, i silenzi, i suoni,
i colori, i profumi. «Sono molto
contento della vostra presenza a
Matera, perché la nostra città – ha
aggiunto il sindaco – per essere
davvero scoperta ha bisogno di essere vissuta e non solo raccontata.
Mi auguro che questa breve permanenza possa servire a dare un
assaggio di quello che la città può
ancora raccontare e mostrare perché possiate avere la voglia di tornare qui da abitanti temporanei e
viverla insieme a noi».
E i cinque delegati hanno cominciato a viverla ieri, scoprendo
i segreti del pane e l’arte dell’impasto in uno dei 15 panifici materani, dopo che la sosta nel Parco
della scultura della Palomba, nella
cava di tufo di Antonio Paradiso,
sul sottofondo di musiche di Vito
Paternoster, è stata annullata per
ragioni di tempo. Quindi a tavola,
dove ognuno di loro ha pranzato in
casa di una famiglia materana.
Uno dei commissari, lo spagnolo
Jordi Pardo, si è lasciato anche
contagiare in una jam session suonando al pianoforte prima di proseguire la visita a Palazzo Lanfranchi, dove è allestita la mostra
per i 50 anni del film “Il Vangelo
secondo Matteo” di Pasolini. Ultime tappe della visita, conclusa
puntualmente alle 19, il palombaro, la grande cisterna negli ipogei
di piazza Vittorio Veneto, l’ex
ospedale di San Rocco che ha accolto la mostra degli alunni sul
progetto
“Portalatuascuolanel2019”, il Palazzotto del Casale,
sede della Fondazione Matera-Basilicata 2019, e la Casa di Ortega,
l’ultimo gioiello di famiglia aggiuntosi al già consistente patrimonio culturale della città.
Il messaggio alla vigilia
Pittella: «Rispetto per le altre
candidate, ma noi sosteniamo
con consapevolezza Matera»
«Rispetto. Consapevolezza. Futuro. Opportunità. Sono le quattro parole che mi vengono in
mente, in questa giornata straordinaria e speciale». Il messaggio del presidente della Regione,
Marcello Pittella, alla vigilia della visita della giuria
che dovrà scegliere la città capitale europea della
cultura 2019. «Rispetto per le altre città italiane
candidate, Ravenna, Siena, Perugia, Cagliari e
Lecce – ha spiegato Pittella –, sono magnifiche, affermate città della cultura e della bellezza, conosciute e apprezzate in tutto il mondo, che meritano
di rappresentare l’Italia. Ma la nostra determinata
consapevolezza è di rappresentare, con Matera,
una città unica, irripetibile e straordinaria. Incastonata, con i suoi strati di geologia, archeologia, architettura, paesaggi, storia dell’umanità e cultura
della civiltà contadina, come un gioiello prezioso
in Basilicata e nel Mediterraneo, circondata dalla
storia e dalla cultura millenaria dei 130 comuni lucani, dalla Magna Grecia, dalla bellezza dei due
mari, delle foreste e delle vette dei monti, dalla
Murgia e dalle sue splendide città pugliesi del Barese e del Tarantino. Matera però con il suo splendido passato volge lo sguardo indubbiamente al
futuro, proponendosi con i suoi paradigmi di buone pratiche, Smart City e Smart Community, dimensioni urbanistiche ideali, innovazione tecnologica, centri di ricerca, campus universitari e scuole
di alta formazione, interconnessi armonicamente
con i rioni Sassi». Pittella ha richiamato quindi le
opportunità «che Matera già offre al circuito turistico nazionale ed internazionale» ma soprattutto
quelle lavorative e di sviluppo economico legate
al patrimonio culturale che potrebbero ricevere
una spinta maggiore «dal successo e dalla vittoria
nella quale crediamo fortemente e convintamente. Ci crede tutta la Basilicata – ha concluso Pittella
– che in tal senso ha sviluppato e continua a sviluppare, con un forte senso unitario e solidale di
appartenenza, innumerevoli iniziative di sostegno».
I CAMMINATORI CIRCA SETTANTA I VIANDANTI. TRA DI ESSI ANCHE «U RUMIT» DI SATRIANO
L’uomo albero porta in città
le radici della Basilicata
DONATO MASTRANGELO
l MATERA. «U Rumit», l’uomo albero del Carnevale di Satriano, è una
maschera che non parla. L’uomo vegetale completamente vestito di edera,
l’ultima domenica prima del martedì
grasso vaga tra le strade del paese
portando il buon auspicio a tutte le
case che incrocia, bussando alle porte
con un bastone che ha all’apice un
pungitopo. Ora l’augurio è per Matera
e la Basilicata in cammino verso il
2019. È la metafora che la maschera del
paese potentino ha voluto portare anche a Matera in occasione della visita
della Commissione che valuta le città
candidate a diventare capitale europea
della cultura per il 2019. Una settantina i viandanti provenienti da tutte le
aree della regione. Un pellegrinaggio
di sette giorni lungo ben 156 chilometri quello che è partito il primo
ottobre, ideato dalla rivista Al Parco in
collaborazione con il Carnevale di Satriano. Una carovana che dalle località
lucane come Melfi, Lauria, Tramutola, Irsina, vuol portare la Basilicata
nel cuore dell’Europa. Non parla l’uo-
mo albero impersonato da Rocco Perrone, ma è come se lo facesse. È come
se volesse raccontare del riscatto di
una terra che si vuole affrancare dai
soliti stereotipi e guardare al futuro
con una visione inedita che parli di
cultura e turismo, pur preservando la
sua matrice originaria, la sua storia, la
sua identità. Il tratto distintivo del
faticoso ma entusiasmante viaggio a
piedi durato giorni è stata l’accoglienza del popolo lucano come evidenzia
Rocco Sileo. «Da Satriano - afferma siamo giunti a Pignola - dove abbiamo
assaporato “U cutturied”, un piatto
tipico lucano preparato con la carne di
pecora. Siamo stati ospiti in un agriturismo. Poi è stata la volta di Anzi
dove abbiamo fatto sosta all’Osservatorio astronomico, quindi ci siamo
incamminati per Castelmezzano ospiti in una struttura del paese grazie
all’Amministrazione comunale. Una
tappa non priva di suggestione quella
tra il Parco di Gallipoli Cognato e delle
Piccole Dolomiti Lucane. «Abbiamo
ripercorso il cosiddetto Sentiero delle
sette pietre, in pratica la vecchia strada che collega Castelmezzano a Pie-
LA MASCHERA
«U RUMIT»
L’uomo albero
di Satriano di
Lucania, figura tipica del
Carnevale [foto Genovese]
trapertosa». Lasciate le Dolomiti Lucane i camminatori partiti da Satriano
si sono successivamente diretti ad Accettura attraversando il rigoglioso bosco di Montepiano. In questo caso
l’itinerario ha richiamato ad uno dei
riti arborei tra i più conosciuti dell’intera Basilicata: il sentiero del Maggio
che rievoca il matrimonio tra l’imponente arbusto e la Cima, l’agrifoglio
più lussureggiante. Dopo la fermata ad
Accettura, la prima nella provincia di
Matera, la carovana si è rimessa in
marcia attraversando Garaguso per
giunge a Grassano. Dopo la tappa nel
paese dove fu confinato qualche giorno Carlo Levi prima di essere trasferito ad Aliano, i camminatori sono
quindi arrivati nella città dei Sassi,
fermandosi prima nella frazione di La
Martella».
Al seguito della carovana da Pignola
c’era anche Donatello Racina con la
sua cavalla Susi. «È stata una bella
avventura - dice l’operaio - che speriamo porti bene a Matera e alla Basilicata. Abbiamo sposato appieno
questo evento per la candidatura di
Matera Capitale Europea. Sarebbe per
tutti una ghiotta occasione di crescita». Da Satriano anche i fichi nella
cesta in vimini e la naca, la culla dei
nostri avi, trasportata in testa da Anna Capozza e Maria Michelina Palermo. Quest’ultima racconta che
«nella naca viene condotto il figlio
illegittimo che Quaresima ha avuto
con Carnevale».
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Mercoledì 8 ottobre 2014
IL BELVEDERE
LE TAPPE DELLA VISITA DEI
CINQUE DELEGATI
Il mare di folla in via Ridola
che testimonia la grande partecipazione popolare
all’evento. Sopra, la sosta al belvedere della Murgia, prima meta della
giornata. A lato, il laboratorio in un panificio di via
Nazionale dove gli ospiti si
sono sporcati le mani
con la farina impastando e
infornando il pane. Sotto, un altro panorama dalla
terrazza di Palazzo Lanfranchi e, a lato, Jordi Pardo
partecipa alle attività
con gli alunni [foto Genovese]
IL PANIFICIO
PALAZZO LANFRANCHI
PIAZZA SAN GIOVANNI
.
IL PERCORSO GUIDATA DA UN’ARTISTA BULGARA SI SONO SPORCATI LE MANI CREANDO FIGURE ANIMALESCHE O FANTASIOSE E INFORNANDO IL PANE
In un panificio i commissari
imparano a impastare
Tiziana Perrone [foto Genovese]
I SINDACI ANCHE DALLA PUGLIA IL SOSTEGNO A MATERA 2019
«Un progetto che connette
l’habitat e il rupestre
con le avanguardie d’arte»
l MATERA. Un progetto assolutamente condiviso dal territorio.
Numerosi i sindaci o amministratori, con tanto di fascia tricolore,
che hanno voluto testimoniare la presenza in un giorno importante per la città di Matera. Non ci sono soltanto i rappresentanti dei Municipi del Materano e del Potentino. Un segnale
significativo ed incoraggiante è costituito dalla presenza di alcuni
loro colleghi pugliesi. Tra questi c’è anche l’assessora alla Cultura
del Comune di Gravina in Puglia, Laura Marchetti che ha portato
il saluto del sindaco Alesio Valente. «C’è uno stretto rapporto di
amicizia con Matera - afferma - Marchetti - riscontrabile anche
mediante tre delibere da noi adottate: una di Consiglio comunale
per l’Area metropolitana e due di Giunta concernenti rispettivamente l’estensione del sito Unesco anche a Gravina e il sostegno a Matera Capitale Europea della Cultura. Crediamo molto
in questa idea di cultura, in un percorso di condivisione che esalta
l’habitat rupestre e lavora nel recupero degli elementi arcaici, del
patrimonio demoetnoantrologico che si connette però in maniera
innovativa al futuro, con esperienze artistiche assolutamente
d’avanguardia». A Matera 2019 guardano anche le aree interne
lucane. «È una opportunità di crescita economica e culturale per
l’intera regione - dichiara il sindaco di Ruvo del Monte - Donato
Carmine Romano. Con il percorso di candidatura finalmente si è
creata una rete sul territorio. È ora di mettere a valore le nostre
risorse». Piena fiducia anche da un paese, Miglionico, a due passi
da Matera e ricco di monumenti e scrigni d’arte. «È un cammino
che stiamo costruendo insieme - dice il sindaco Angelo Buono un modello di buona pratica che investe sulla cultura e sul turismo
che apre uno spaccato del inedito e ricco di prospettive rispetto al
[donato mastrangelo]
passato».
l MATERA. Si sono «sporcati»
le mani creando figure animalesche o fantasiose, scoprendo le innumerevoli possibilità di trasformazione della materia e impastando il pane per metterlo in forno. Per i cinque delegati della giuria europea l’esperienza in uno
dei 15 panifici della città, uno dei
sei con forno a legna, seconda tappa della visita, sarà stata probabilmente memorabile, a giudicare
dall’entusiasmo con il quale hanno accettato di essere coinvolti in
questo incontro con una delle più
nobili tradizioni cittadine, in
un luogo di saperi e di sapori.
Era previsto
che fosse soltanto uno dei
commissari a
dover improvvisarsi panificatore e invece
la sosta nel panificio è diventata
un gioco che ha contagiato tutti e
tutti e cinque, divertiti, hanno voluto infornare la loro forma di
pane, una produzione di eccellenza che può raccontare non solo
l’economia, ma anche la storia di
Matera. A guidarli in questo originale laboratorio, fra «teatro e
poesia», ha detto, con al centro il
pane «come metafora della vita», è
stata Nadezhda Savova, artista
bulgara, che lavora ad uno dei progetti del dossier di candidatura,
quello delle «vie del pane», per la
creazione di un museo sul pane e
sulla tradizione dei timbri di legno che marcavano il pane. La
Savova ha radunato allo stesso
banco di lavoro i commissari, entusiasti, e una decina di persone
di diversa estrazione inserite in
un progetto di inclusione sociale.
La visita è avvenuta nel panificio di Patrizia Perrone, 43 anni,
subentrata al padre, Gennaro,
scomparso nel 2010. Un forno originale, perché con una conduzione al femminile. «Sembra strano
perché i forni – ricorda Patrizia
perrone – solitamente si associano all’immagine del lavoro di uo-
mini. Ma una volta era la donna a
preparare il pane, in ogni casa.
Dopo la lievitazione veniva segnato con un timbro che recava le
iniziali del capofamiglia e portato
al forno per la cottura».
Oggi il pane di Matera viene
fatto come allora. «Potevamo intervenire per riprodurre tutti i
segmenti del processo, sui forni,
ma non avevamo l’anima, cioè ci
mancavano le materie prime del
territorio. Grazie all’attività del
Consorzio del pane e all’azione di
filiera che si è creata con gli agricoltori noi oggi
abbiamo le materie al cento
per cento del
territorio. In
particolare, abbiamo recuperato l’antica
varietà del grano
senatore
Cappelli, un
grano di grande pregio, capostipite del grano duro, che è quello da
sicuramente un quid in più al pane. Da noi non si coltivava più
perché soppiantato da grani che
avevano una maggiore resa e venivano coltivati più facilmente.
Noi oggi abbiamo il grano Cappelli, abbiamo le materie prime
del territorio, abbiamo un processo che abbiamo conservato sempre e che prevede l’utilizzo del lievito madre, che si può considerare
l’altra anima profonda del nostro
pane. Otteniamo questo lievito
dalla macerazione di frutta fresca,
come uva e albicocche, che conferisce proprietà organolettiche
uniche, oltre alla conservabilità e
alla digeribilità. I tempi di riposo
sono fondamentali nel processo,
così come la cottura, alla quale il
forno a legna assicura una maggiore profumazione, ma tecnicamente legata alla conduzione del
forno, alla temperatura. Dipende,
come si usa dire in gergo, da come
viene portato il forno. Poche regole, quindi, che devono essere però rispettate rigorosamente».
Rispetto al passato cosa è cambiato? Non ci sono più le grandi
UN’ARTE ANTICA
Tiziana Perrone, titolare
dell’attività, racconta
i «segreti» del suo lavoro
forme? «Si preparavano le grandi
forme, mediamente di quattro-cinque o sei chili, perché una
volta il pane era l’alimento unico,
spesso, delle famiglie, che erano
molto numerose. Oggi il consumo
quotidiano, le leggi della dieta e la
possibilità di comprare pane fresco tutti i giorni limitano la produzione a pezzature da mezzo chilo o addirittura il pezzo da un
quarto per le nuove famiglie, quelle dei single. La nostra società è
cambiata per cui anche il pane ha
seguito il corso di questi cambia-
menti sociali. Oggi noi continuiamo a fare anche grandi forme perché ci sono molto richieste nel
Nord Italia. Sembrerà strano, ma
è un pane che viene molto apprezzato da Firenze in su. Esportiamo
piccole quantità. Si tratta di mercati di nicchia, che sono sostenuti
soprattutto dalla richiesta dei ristoranti. Noi speriamo che anche i
ristoratori materani prendano
l’abitudine di mettere sui loro taglieri le grandi forme di pane tagliate al momento così come do[em.ol.]
vrebbe essere fatto».
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
Mercoledì 8 ottobre 2014
MATERA 2019
IL TEMPO TIRANNO
In ogni casa hanno potuto fermarsi soltanto
per sessanta minuti affinché potessero
«assaggiare» lo spirito più schietto della città
LA VISITA DEI DELEGATI UE
Uno spaccato di quotidianità
con il pranzo in famiglia
La commissione esaminatrice si è immersa nella vita reale dei materani
ENZO FONTANAROSA
l MATERA. La sfida più rischiosa. Quella su cui ci si giocava
la faccia. E non solo. L’idea del
sindaco Salvatore Adduce di fare ospitare per il pranzo la commissione esaminatrice celava tante insidie. Tutto è andato per il
meglio. Di sicuro, è stata una mossa strategica, in quanto ha permesso di evidenziare uno spaccato di quotidianità. Ha mostrato
la dimensione più intima dei materani, facendo conoscere la vita
reale di alcuni di loro. Che non
hanno fatto altro che essere spontaneamente se stessi, mettendo a
proprio agio i rappresentanti della giuria. Come Ennio Di Cuia
che, in via della Croce, ha accolto
la giurata Rita Sassu e Rossella
Tarantino del Comitato Matera
2019. «Col suo permesso, ci siamo
dati del tu – racconta –. “Sentiti
come a casa tua”, le ho detto. Mi
spiace solo che ha mangiato pochissimo, ma solo per rispettare i
tempi stretti». Sua moglie Anna
Gemma Gallo con l’amica Lina
Ramundo si erano sfiziate ai fornelli per un menù materano
“doc”. I piatti forti? «Pancotto con
cime di rapa, crapiata e pasta al
forno come da tradizione», evidenza Di Cuia. Una consuetudine
locale che “impone” la lasagna
riccia. «Riccia e larga. E poi polpettine e salame», spiega Anna
Maria Colangelo Montemurro,
che nella sua casa del rione Serra
Rifusa ha avuto al suo tavolo Paolo Della Sega accompagnato dalla sovrintendente Marta Ragozzino e Simonetta Guarini. «Il
mio ospite ha molto gradito la pasta al forno tradizionale – spiega
la signora Anna Maria – e a stento
ha assaporato le cartellate, prima
di andare via». Ha però fatto in
tempo a confessare «la sua meraviglia nell’aver visto il coinvolgimento del territorio lucano e dei
limitrofi comuni pugliesi nella
sfida per il 2019, e ha ammirato
l’amore che proviamo per i nostri
luoghi». Ma sono solo i materani e
i lucani ad amare questa nostra
terra? Dalla sua Londra ha scelto
di vivere nei Sassi, la signora Rebecca Riches. Nella sua abitazione di via Casalnuovo ha ospitato il
francese Sylvain Pasqua, accompagnato dal prof. Emanuele Curti. «Vivo qui da sette anni – spiega
– ma conosco questa terra da almeno venti. Perché? Mio marito
Gino Mascolo è di Irsina e abbiamo avuto il desiderio di vivere
qui e lavorato sodo per raggiungere questo obiettivo». Ma in quella casa sul limitare degli antichi
rioni c’erano altri stranieri che
hanno scelto di vivere qui: «Una
mia connazionale, una sudafricana e una svedese. Non a caso,
quando mi sono proposta per ospitare uno dei commissari, pensavo
proprio al voler fare comprendere
perchè abbiamo scelto di venire a
Matera e come ci siamo integrati
bene. Pasqua, non a caso, ci ha
fatto tante domande su questo
aspetto». E che integrazione c’è, lo
si è visto anche a tavola. Un piatto
su tutti «il primo con capundi al
sugo cucinato con carne di cinghiale, cacciato da mio suocero
detto “u cacciator’”, e salsa che ho
fatto in casa all’uso lucano», dice
con orgoglio la signora Rebecca. E
alle tradizioni e riti di un tempo
hanno preso spunto pure in casa
di Maria Bruna Malcangi, in via
Marconi, per l’ospite spagnolo
Jordi Pardo, accompagnato dal
direttore di Matera 2019 Paolo
Verri , Ilaria D'Auria e Katalin
Hausel (“UnMonastery”). «Mio
padre ha rispolverato la ricetta
della “carne del monacello”, che
veniva preparata per ingraziarsi
il folletto dispettoso delle leggende – racconta Maria Bruna –. Non
sono però mancati i tipici
“gnumm’ridd”, gustati parlando
del quartiere Piccianello». E poi,
una sorpresa: «Pardo, adocchiato
il pianoforte, ha improvvisato un
duetto con mio fratello Alessandro alla chitarra ed è stato simpatico vedere ballare nel soggiorno Verri con Katalin. E pensare
che mia madre, quando mandai la
mail per metterci a disposizione,
mi disse: “Fallo. Tanto non ci
prenderanno mai!”». Altro luogo,
altra mamma. In via Ridola c’è
Silvia Padula che ha fatto da cuoca «in nome e per conto dei miei
figli Mauro e Laura che hanno
invitato altri giovani per offrire il
loro punto di vista alla commis-
PRANZO IN
FAMIGLIA
Nelle immagini, tre
dei cinque
momenti con
protagoniste
le famiglie
materane
che hanno
imbadito le
loro tavole
per ospitare
a pranzo
i componenti
della giuria
.
sione». Hanno pranzato con l’estone Anu Kivilo, accompagnata dal
direttore artistico di “Matera
2019” Joseph Grima. Il menù proposto, in un certo senso, è stato
“ispirato” dal video ironico di Antonio Andrisani e Donato Mola
“L’ispettore si fermò a mangiare”.
«Per questo ho proposto delle fave
e cicorie da urlo – dice tra il serio e
il faceto la signora Silvia – ma
anche delle orecchiette, fatte dalla
mamma di una ospite, nella versione con con rape e mollica fritta.
Quelle orecchiette avevano un che
di poetico, tanto che ne abbiamo
usate alcune crude come segnaposto insieme al simbolo di “Matera 2019”». Con il commissario,
quello vero ovvio, i liceali Camilla Moliterni e Raffaele Blasone,
le universitarie Laura Acito e
Gabriella Gemma, i laureandi
Mauro Acito e Luca Tamburrino, con i laureati Antonello
Loforesa e Anna Martino hanno
spiegato «la nostra idea e la speranza di poter tornare a Matera e
contribuire alla sua crescita una
volta completati gli studi – spiega
Mauro –. Due di noi l’hanno già
fatto».
Dove non si è fermato nessuno
della commissione a pranzare, però c’è stata una sorta di festa popolare, è stato a La Martella, in
casa di Antonietta Lapacciana
Fiore , con ospiti i giornalisti di
Trm. «Siamo un gruppo di persone che amano la città e il Borgo –
spiega per tutti Erminia D’Adamo –. Ci eravamo proposti per
ospitare qualcuno, ma comprendiamo che era distante come luogo. Così si è pensato di fare festa
comunque, come un fosse una sorta di rito beneaugurante per gli
esiti della candidatura».
NEL MUSEO LA SOPRINTENDENTE MARTA RAGOZZINO HA ILLUSTRATO IL PERCORSO ESPOSITIVO ALLA COMMISSIONE CHE HA AMMIRATO PURE IL PANORAMA DALLA TERRAZZA
«Abitanti culturali, qui lo scrigno»
La visita a Palazzo Lanfranchi tra la mostra su Pasolini e la Lucania di Carlo Levi
DONATO MASTRANGELO
l MATERA. Se il DEA, il Museo demoetnoantropologico rappresenta nel Dossier di
Matera 2019 il futuro remoto, con l’ambizione
di offrire ai visitatori dei Sassi una esperienza
unica per conoscere la civiltà rupestre e la
storia della relazione tra l’uomo e l’ambiente
nel singolare ecosistema degli antichi rioni in
tufo, Palazzo Lanfranchi, con il suo monumentale Museo, rappresenta non soltanto la
massima espressione dell’architettura del Seicento in città ma anche il cuore della cultura
e della produzione culturale e “crocevia”
privilegiato prima della visita al rione Caveoso.
La Commissione è stata accolta da Marta
Ragozzino, soprintendente per i beni storico,
artistici e etnoantropologici della Basilicata,
che ha illustrato con dovizia di particolari agli
ospiti gli innumerevoli scrigni della struttura.
Un percorso espositivo all’interno del Museo,
strutturato in quattro sezioni: Arte Sacra,
Collezione d'Errico, Arte Contemporanea, e la
sezione Etnoantropologica. Di grande richiamo, inoltre, la mostra "Pasolini a Matera. Il
vangelo secondo Matteo cinquant'anni dopo",
curata dalla stessa Ragozzino e da Peppino
Appella, direttore del Musma, con lo storico
Ermanno Taviani e Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission. Film,
interviste, documenti e tante fotografie che
indagano il rapporto privilegiato tra il grande
regista e il paesaggio arcaico di Matera.
La Commissione ha quindi avuto modo di
ammirare nella Sala Levi al piano terra il
grande pannello “Lucania ‘61” che Carlo Levi
dipinse, in omaggio alla terra e alla gente
lucana, per rappresentare la Basilicata alla
mostra delle Regioni allestita a Torino in
occasione del centenario dell'Unità d'Italia.
CINQUANT'ANNI DOPO La mostra sul film di Pasolini «Il vangelo secondo Matteo [foto Genovese]
Oltre all’imponente opera dedicata al poeta
Rocco Scotellaro, a volerne sancirne il legame
di fratellanza con l’intellettuale di Tricarico,
anche la serie di dipinti realizzati sempre
dallo scrittore torinese durante il confino in
Basilicata. Quindi non poteva mancare la
visita alla terrazza dell’ex Seminario diocesano con il suggestivo affaccio sul panorama che domina i Sassi e l’altopiano della
Murgia.
«Nel mio intervento nel corso del quale ho
illustrato le molteplici bellezze che si trovano
all’interno del Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata - ha affermato la dottoressa Ragozzino - ho voluto far
comprendere alla Commissione cosa rappresenti e racchiuda questo luogo, che si propone
non soltanto come luogo espositivo di assoluto
rilevo e riferimento per la città e la regione
piuttosto come luogo aperto, “open future”
come recita appunto il dossier di candidatura
di Matera 2019. Quindi un luogo che si schiude
alla partecipazione inclusiva, che si apre al
coinvolgimento, al coinvolgimento ed essere
attraversato da persone, idee, sentimenti, passioni. Il bene culturale più importante in una
struttura museale oltre ai dipinti, alle sculture
ed alle attività che vengono promosse al suo
interno, è rappresentato dalle persone che
vengono in questo luogo, vi ritornano e
producono nuova cultura. È uno degli elementi chiave - conclude la soprintendente
Ragozzino - evidenziati all’interno del Dossier
di Matera 2019».
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I V
Mercoledì 8 ottobre 2014
NELL’EX OSPEDALE
L’originale esposizione di quindici
scuole lucane impegnate nei
linguaggi dell’arte e della creatività
LA PIOGGIA NEL POMERIGGIO
Alle 16 discesa nel palombaro di
piazza Vittorio Veneto e poi
al centro culturale ipogeo Casa Cava
Studenti protagonisti
negli spazi di S. Rocco
Ospiti alle prese con «Racconta il buono di Matera 2019»
LA CASA DI
ORTEGA
È stata qui
l’ultima
tappa della
visita. In
basso, il particolare
del carro della Bruna
all’ingresso
nell’edificio aperto al
pubblico
da meno di
un mese
[foto Genovese]
.
L’ULTIMA TAPPA NEL SASSO BARISANO NELL’IMMOBILE RESTAURATO ANCHE GRAZIE AI CITTADINI
Casa Ortega, rivive la storia
che è racconto di un popolo
l MATERA. È l’ultimo gioiello, in ordine di
tempo, restituito allo splendore ed è stata
anche l’ultima tappa in città della Commissione di valutazione. Stiamo parlando
della Casa di Ortega, il progetto frutto di
un’azione culturale finalizzata a testimoniare la presenza del grande artista spagnolo
Josè Ortega e a favorire la riscoperta e la
valorizzazione della tradizione artigiana locale. L’immobile situato in via San Nicola del
Sole è stato restaurato e recentemente inaugurato dalla Fondazione Zetema. A fare gli
onori di casa il presidente Raffaello De
Ruggieri, con una significativa rappresentanza del mondo delle istituzioni e delle
imprese. Una illustrazione racchiusa in pochi minuti ma che è bastata ad offrire uno
spaccato dell’intervento di recupero eseguito.
«La Commissione - afferma De Ruggieri ha avuto modo di apprezzare non soltanto il
luogo museale ma il modello di militanza
civile che esprime, ovvero la capacità di
realizzare un intervento con lo straordinario
coinvolgimento delle persone che hanno concorso quindi alla realizzazione dell’opera. Il
98 per cento dell’intervento per un importo di
930 mila euro, infatti, è stato eseguito dai
privati e di questa quota il 68 per cento va
ascritto ai contributi dei singoli cittadini che
hanno partecipato a questa azione pregevole.
È la dimostrazione - continuail presidente
della fondazione Zetema - di un luogo di
valore locale che diventa modello e azione di
valore globale che è possibile esportare grazie alla piattaforma di crowdfunding, un
innovativo strumento di finanziamento per
soggetti che operano senza fini di lucro,
sollecitando privati, associazioni e imprese a
effettuare prestiti e donazioni destinate alla
realizzazione di opere e progetti di utilità
sociale. Noi abbiamo realizzato tutto ciò nel
Mezzogiorno, un Mezzogiorno che non si
piange addosso ma che progetta, è modello di
buone pratiche e realizza concretamente.
Oserei aggiungere che la Commissione è
rimasta favorevolmente impressionata dalla
visioni della città e del territorio. Stiamo
portando a compimento un lungo percorso
emblema di una grande rivoluzione culturale. I componenti della commissione sono
rimasti stupiti dall’aver ammirato cose insolite. Hanno potuto osservare con i loro
occhi e toccare con mano non la muscolatura
aristocratica di città gloriose ma quella popolare di una città costruita nella sua storia
millenaria dal popolo e che si ispira a
principi di compatibilità ed unicità». [d.mas.]
l MATERA. Nel palombaro
grande degli ipogei di Piazza Vittorio Veneto, la giuria è andata a
rendersi conto dell’antico sistema
cittadino di approvvigionamento
e raccolta delle acque, illustrato da
Giovanni Ricciardi. La giuria è
rimasta impressionata dai segni
lasciati sulla volta dal livello
dell’acqua, che una volta raggiungeva i 16 metri, livello massimo
della cisterna.
Nell’ex ospedale di San Rocco,
intorno alle 17, l’impatto con la
mostra “Racconta il buono di Matera 2019”, collettiva di opere delle
scuole della Basilicata. Gli studenti protagonisti hanno partecipato
al concorso “Porta la tua scuola
nel 2019”, in collaborazione con il
biscottificio Di Leo e il Comitato
Cresco. L’esposizione ha dato la
possibilità ai ragazzi di quindici
scuole lucane di impegnarsi nei
linguaggi dell’arte e della creatività, coordinati da associazioni,
cooperative e gruppi di artisti.
La terza A ex Torraca, scuola
secondaria di primo grado in collaborazione con la Fondazione Le
Monacelle e l'associazione culturale MapArt, ha realizzato un'opera che sembra una sorta di albero. La circolarità dell'allineamento richiama la morfologia dei
Sassi, le pedane danno l'idea della
solidità della roccia, le trecce rappresentano lo spirito di unità e la
convivenza tra gli abitanti dei Sassi, i colori delle stoffe la metafora
della storia del nostro popolo dal
neolitico ad oggi che si è evoluto
preservando le tradizioni in uno
spirito di rinnovamento ma con
solide radici.
Bella l’iniziativa dell’Associazione «Mom», Mamme materane
all'opera. Anche se la pioggia ha
parzialmente modificato il programma di ciò che avrebbero dovuto proporre i bambini nel cortile dell’ex ospedale, dicono per il
sodalizio Renata Duni e Stefania
Mele, «i bambini hanno creato
composizioni con i sassolini, ad
esempio con cuoricini e rappresentazioni floreali». Le mamme
hanno sulle maglie lo slogan «Qui
batte il cuore di una mamma» e
un’altra delle frasi più pubblicizzate è «Cresciamo i bambini a pane e cultura».
«La cultura è il futuro dei nostri
bambini che hanno intrapreso un
percorso per riscoprire i saperi e
la storia della città – dicono le
mamme – e la cosa più bella è stata
la loro spontaneità. Ovviamente i
sassolini vogliono richiamare un
elemento caratterizzante di Matera, cioè i Sassi».
La giuria ha dato uno sguardo
anche alla collettiva fotografica, a
cura di Marcella Gravela, dal titolo “Radici e percorsi su Matera e
dintorni”, con le foto dedicate a
Matera, realizzate tra il 1958 e il
1980, da Gianni Berengo Gardin
dedicate. Un nucleo di scatti del
Maestro Gardin evidenzia il paesaggio antropologico della città, i
ritmi e le architetture della natura
ancestrale. Insieme alle foto di Berengo Gardin, anche gli scatti di
fotografi professionisti e amatori
lucani e italiani.
“Nutrimento di cultura”, sempre negli spazi di San Rocco, è il
racconto del Lap, Laboratorio per-
NELLA CAVA DI TUFO
DEI SASSI
La giuria, nel pomeriggio, nell’atrio dell’ex ospedale San Rocco e mentre si dirige verso l’unico centro culturale ipogeo del mondo, la Casa Cava, simbolo
della parabola storica
e della rinascita di
Matera [foto Genovese ]
.
manente di arte pubblica, che propone la storia dei cittadini lucani.
Nella Casa Cava un veloce giro
da parte della giuria. Dopo una
breve pausa in uno degli spazi
dell’unico centro culturale ipogeo
del mondo, qualche fotografia agli
ambienti. Poi pochi minuti davanti all’orchestra che suonava del
Collettivo Casa Cava. «Un progetto
di Onyx e Casa Cava – dice Gigi
Esposito, dell’Onyx Jazz Club –
che noi produciamo. Ci sono musicisti lucani e pugliesi che si ispirano al jazz e alla musica popolare». Nella Casa Cava sono in corso i laboratori musicali dell’Onyx,
ma anche corsi di coderdojo per
insegnare ai bambini la programmazione al computer. Poi l’open
future, tema del dossier: nel complesso del casale, la giuria ha trovato alcuni “non-monaci” che
hanno partecipato al progetto UnMonastery e la web community.
Protagonista di questo spazio è
stato Joseph Grima, direttore artistico del Comitato Matera 2019,
che ha raccontato la visione di
futuro che si sta provando a costruire. La delegazione ha anche
trovato una mongolfiera appena
gonfia e all’interno della quale
uno degli organizzatori del Matera Balloon Festival ha spiegato
l’iniziativa che sta per partire a
Matera a sostegno della mobilità
sostenibile. Tra gli incontri della
delegazione, quello con il maestro
Antonio La Cava e il suo Bibliomotocarro.
[e.s.]
Comunità alloggio
L’opera realizzata
da chi vuole
essere incluso
MATERA. Un cesto
intrecciato con all’interno una tegola in terracotta raffigurante i Sassi. È l’opera che gli ospiti della Comunità Alloggio “Gino Masciullo”,
hanno donato alla Commissione in visita a Matera. La struttura residenziale terapeutico-riabilitativa si occupa di assistenza continuativa ai
soggetti portatori di bisogni prevalenti di
esclusiva competenza
psichiatrica. «La nostra
presenza qui con i pazienti - afferma la psicologa Giovanna Casamassima del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asm - è la testimonianza di una città
che è sempre stata
aperta all’accoglienza e
all’inclusione. Matera
del resto - ha proseguito la dott.ssa Casamassima - è stato un modello negli anni Settanta
per la costruzione di
percorsi e strutture alternative ai manico[d.mas.]
mi».
RASSEGNASTAMPA
VI I BASILICATA PRIMO PIANO
Mercoledì 8 ottobre 2014
giovani di Melfi arrestati dalla
LA MALA DEL VULTURE Quattro
polizia di Stato ieri mattina. In cinque
OPERAZIONE «OSCAR»
Intercettazioni telefoniche e
dichiarazioni di collaboratori di
finiscono ai domiciliari. C’è un ricercato giustizia alla base dell’inchiesta
Sgominata la gang
di Cassotta junior
Pusher gestiti da due cugini, figli dei boss del clan di Melfi
FABIO AMENDOLARA
l Ha lo sguardo fiero mentre fissa cameramen e fotografi all’uscita dalla Questura
di Potenza. Come se quella
scena l’avesse vissuta sulla
sua pelle già tante altre volte.
Antonio Cassotta, 21 anni,
studente, figlio del boss Marco Ugo (assassinato nella faida di mafia che ha insanguinato il Vulture), è considerato dalla Procura antimafia «il promotore», insieme
a Giuseppe Caggiano, 25 anni,
figliastro di Massimo Aldo
Cassotta (condannato per associazione a delinquere di
stampo mafioso e attualmente
detenuto), di una gang di pu-
persone vicine al clan Riviezzi di Pignola sono poi emersi
dalle intercettazioni telefoniche.
Anche il sostegno economico delle famiglie del clan
Cassotta e dei detenuti è venuto alla luce - secondo gli
investigatori - grazie alle telefonate intercettate.
«Una parte dei proventi dello spaccio di droga - secondo
la Procura antimafia - veniva
destinato alle famiglie».
E su questo punto non sono
mancati gli screzi.
Gli incassi? «Le quantità spiegano gli investigatori erano piuttosto importanti,
soprattutto di cocaina». Gli
uomini della gang la reperivano da Lorenzo Sapio, oppure a Pignola, grazie ai canali di rifornimento del clan
Riviezzi.
«Ma anche a Foggia, dove il
clan Cassotta - secondo il procuratore di Potenza Luigi Gay
- da tempo gode di solidi accordi commerciali. Si tratta ha detto il procuratore Gay
nel corso della conferenza
stampa convocata ieri mattina in Procura - di una rete
consolidata, con proventi economici elevati che servivano
poi ad alimentare altre attività con i metodi classici
dell’organizzazione mafiosa».
ARRESTO In
alto Antonio
Cassotta, 24
anni, figlio del
boss Marco
Ugo, e, qui a
fianco,
Giuseppe
Caggiano, 25
anni, figliastro
di Massimo
Aldo Cassotta
nelle auto della
polizia di Stato
[foto Tony Vece]
AIUTI AI DETENUTI
Parte dei proventi
del mercato della droga
venivano inviati ai detenuti
sher.
Ieri mattina gli agenti della
Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di
Potenza e quelli del commissariato di Melfi, oltre ai due
organizzatori del «traffico di
sostanze stupefacenti», hanno
arrestato anche Fabio Irenze,
21 anni, di Melfi, e Lorenzo
Sapio, 27 anni, commerciante
d’auto di Melfi.
Ai domiciliari - così come
disposto dal giudice per le
indagini preliminari del Tribunale di Potenza Luigi Spina
su richiesta del pm antimafia
Francesco Basentini - sono
finiti Vincenzo Donadio, detto
«Vincenzone», 24 anni, di Rapolla, Antonio Cardone, 24 anni, di Lavello, Giovanni Battista Ardoino, detto «Nino», 33
anni, di Melfi, cognato di Massimo Aldo Cassotta, Sabino
UN CANALE FOGGIANO
Confermato il canale
di approvvigionamento
che porta verso Foggia
Sapio, 35 anni, di Melfi, e
Teodoro Gabriele Barbetta, 37
anni, di Melfi. Abdelkebir
Moukthari, detto «Kebir», 24
anni, di Pignola, non è stato
trovato nella sua abitazione
ed è ricercato.
L’accusa: «Associazione a
delinquere finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti». «Operazione Oscar»,
l’hanno denominata. «Le indagini - hanno spiegato gli
investigatori - si sono sviluppate anche a seguito della
valutazione delle indicazioni
offerte dai collaboratori di
giustizia Saverio Loconsolo,
Alessandro D’Amato e Giuseppe Cacalano, tutti ex esponenti del clan Cassotta».
I legami intercorsi tra esponenti della famiglia Cassotta e
Gli indagati
Indagate 15 persone
nel giro di droga scoperto
da Sco e commissariato
Sono 15 gli indagati per il giro di
droga nell’area del Vulture-Melfese
scoperto dagli investigatori della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Potenza e dagli agenti del
commissariato di Melfi.
Antonio Cassotta, 21 anni, di Melfi
Alessandro Cassotta, 27, di Melfi
Giuseppe Caggiano, 25 anni, di Melfi
Fabio Irenze, 21 anni, di Melfi
Lorenzo Sapio, 27 anni, di Melfi
Claudio Caggiano, 40, di Ravenna
Vincenzo Donadio, 24 anni, di Rapolla
Antonio Cardone, 24 anni, di Lavello
Miguel Pastore, 50 anni, di Melfi
Abdelkebir Moukthari, 24, di Pignola
Antonio Gaudiosi, 33 anni, di Melfi
Giovanbattista Ardoino, 33, di Melfi
Sabino Sapio, 35 anni, di Melfi
Guerino Garofalo, 23 anni, di Rionero
Teodoro Barbetta, 37 anni, di Melfi
A scuola di criminalità
«È questo il business»
«Pignolesi pagliacci»
Problemi in «famiglia»
giorni prima, del resto, Cassotta,
l «Quello era un compare ed era
probabilmente impaurito dalla posforte, teneva le palle». Il pentimento
sibilità di essere arrestato per le
di Elio Loconsolo preoccupava Andichiarazioni che Loconsolo avrebbe
tonio Cassotta.
potuto rendere coinvolgendolo, deSolo qualche settimana prima l’ex
legava a Irenze il compito di reesponente del clan Cassotta aveva
cuperare i crediti «da tutti questi che
deciso di parlare con il pm antimafia
devono dare i soldi».
Francesco Basentini.
I
nominativi
L’8 agosto del 2013
vengono riportati
gli investigatori dello
su «un bigliettino»
Sco ascoltano una
consegnato a Irenconversazione
tra
ze.
Antonio Cassotta e
Cassotta, seconSaverio Amedeo Lodo gli investigatoconsolo, cugino del
ri, dettava anche le
pentito.
regole per entrare
La notizia appresa
e gestire il traffico
da Loconsolo viene
di droga e ottenere
commentata a teleforispetto.
no con Sapio e con
In una telefonata
Irenze (nonostante a PM Basentini [foto Tony Vece]
intercettata gli intelefono
usassero
vestigatori sentono la sua «lezione»
cautela e linguaggio criptico qualdi criminalità: «A me ora servono, io
che telefonata dal contenuto esplimi sto servendo di loro e loro si
cito gli investigatori l’hanno regiservono di me... impara! questo è
strata).
business... questo qua è business...
A loro Cassotta non nasconde il
non c’è amicizia... non c’è niente,
timore di «fare una brutta fine»,
questi qua ti vogliono bene perché
perché «quello», ovvero Loconsolo,
gli porti i soldi... ma se questi ti
«era un compare», cioè un affiliato,
possono vedere a terra ti passano
ed «era forte, teneva le palle».
sopra».
Annotano gli investigatori: «Dieci
l «Dobbiamo affrancarci dai pi- fatti «importanti riferimenti» a una
gnolesi: sono dei pagliacci». Secondo serie di episodi accaduti: il pestagla Procura i Cassotta ritenevano gio fatto da Gioacchino Sergio Casalcuni uomini vicini al clan Riviezzi sotta al nipote Alessandro, accusato
di essere avvezzo all’uso di alcol e
«inaffidabili».
E per questo, hanno accertato gli cocaina. Cassotta: «Zio Sergio lo sai
investigatori dello Sco, Kebir «viene che ha massacrato Alessandro... ma
inviato a Melfi da Vito Riviezzi per come... sei un cristiano? che si
ubriaca e tira coaffrontare una secaina». Ma ci sono
rie di problematilamentele anche su
che insorte all’inGiuseppe Caggiaterno del clan Casno. A parlare è Kesotta». In particobir: «Giuseppe si
lare, ricostruiscodeve dare una reno gli investigatogolata... che è queri, «Anna Maria
sta cosa che beve?
Ardoino, compaChe si accoppia ingna di Massimo Alsieme a quegli aldo Cassotta, si dotri? Qui già di guai
leva di non essere
ce ne sono assai...
assistita economi- OPERAZIONE Gli investigatori
ieri dice che ha fatcamente dagli altri
sodali e contestava ai melfitani e to discussione con la madre... che
soprattutto al figlio Giuseppe Cag- senza soldi è venuto a casa... lo
giano comportamenti non consoni dobbiamo far ragionare... deve metalle regole criminali». E ancora: tere un po’ la testa sopra le spalle... e
«Più grave - si legge nell’ordinanza quell’altro... Alessandro?». Cassotta
del gip - era ritenuta la sua assidua risponde: «Quello è un drogato perso
frequentazione con i rivali del clan ormai... Si è fregato 300mila euro...
Di Muro-Delli Gatti». In una con- zio Sergio a quello l’ha mandato
versazione a cui prendono parte all’ospedale, quante mazzate gli ha
Antonio Cassotta e Kebir vengono dato».
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I VII
Mercoledì 8 ottobre 2014
PIANETA SCUOLA
IL CONSIGLIERE SILEO DIFENDE L’EX AMMINISTRAZIONE
Incerto il costo di ogni pasto
legato alle nuove tariffe agevolate
DIDATTICA A TAVOLA, MA MANCANO I SOLDI
MENSA Il servizio comunale nelle scuole potentine non partirà a causa di problemi di bilancio [foto Tony Vece]
l Con il mancato avvio delle mense, dopo
l’annuncio del dindaco che sarebbero state
aperte ad ottobre, «si manifesta - ha sottolineato Lucia Sileo, consigliere comunale, una palese incapacità amministrativa
soprattutto quando si cerca di addossare la
responsabilità ad inesistenti buchi lasciati
dalla precedente Amministrazione. L’unico vero motivo per cui non si aprono le
mense è la mancata presentazione ed approvazione di un bilancio e continua a
preoccuparci l’azione tendente a delegittimare dirigenti di grande responsabilità
che hanno sempre saputo governare al meglio la finanza del nostro Comune».
Un servizio che non parte, ma per il quale
è anche difficile fare una previsione di spesa. Se lo scorso anno erano 5 le fasce Isee di
esenzione, con un costo a pasto che oscillava da 0 per i non abbienti ai circa 6 euro
euro, ora sarà il consiglio comunale a det-
MENSA
Incerto
anche il
costo del
pasto e
l’ammontare
del servizio
[foto Tony
Vece]
.
tare le nuove tariffe agevolate in funzione
delle nuove norme sull’Isee, ma solo dopo
aver aggiornato il regolamento comunale
relativo ai servizi sociali. L’orientamento
dei Comuni italiani è di diminuire le fasce,
riconoscendo agevolazioni agli utenti seguiti dai servizi sociali o in casi di grave
bisogno. In tempo di crisi, meno costi per i
[l.ier.]
Comuni e maggiori per le famiglie.
«Il servizio mensa scolastica
per ora non sarà attivato»
Il sindaco De Luca: «La situazione economica del Comune non lo consente»
LUIGIA IERACE
l La mensa non aprirà. Secco il comunicato di ieri mattina del sindaco Dario De Luca. «Per il momento e fino a
diverso avviso, le mense scolastiche a Potenza, stante la situazione economica
dell’Ente, non saranno attivate da parte
del Comune». Il servizio delle mense scolastiche riguarda circa duemila potenziali utenti , con un’erogazione di circa
1.500-1.600 pasti al giorno.
Una notizia che lascia sorpresi, sindaco l’avvio della mensa ad ottobre,
infatti, era stato più volte annunciato?
«L‘apertura delle mense scolastiche era
condizionata all’approvazione del bilancio di previsione, che, invece, non è stato
ancora approvato. Ma che dalle analisi già
condotte, comporta un rilevante disavanzo del Comune di Potenza. Per cui ad oggi
non siamo in grado di garantire il servizio
nelle scuole».
Ma era davvero tanto imprevedibile
la situazione dei conti comunale da
spingere ad annunciare che le mense sarebbero partite regolarmente?
«Certamente no. Tanto è vero che ho
preso provvedimenti nei confronti del
SERVIZI Per il momento bambini senza mensa nelle scuole del capoluogo [foto Tony Vece]
mio ufficio, quello Bilancio e nei confronti
dell’assessore».
I suoi uffici le avrebbero indotto a
credere che il bilancio di previsione
sarebbe stato approvato?
«Abbiamo detto che le mense avrebbero
aperto dopo l’ok sul bilancio pensando che
questo potesse essere approvato. Così non
è stato. Per questo ho voluto l’immediata
istituzione di una task force finalizzata a
chiarire tutti i profili del bilancio».
Ma la reale situazione delle casse
comunali a lei non era a nota?
«La sorpresa è stata sul bilancio di previsione che ci ha dovuto necessariamente
indurre al blocco di tutte le spese. Ma
qualcuno doveva avvertire sindaco e giunta in merito, che c’era questa situazione
così grave? Invece i conti non c’erano e
neppure l’ufficio mi ha messo in condi-
zione di conoscere questa realtà».
Ed ora cosa succederà nelle scuole
della città?
«Ho incontrato la Ditta che si occupa del
servizio e che sta operando in regime di
proroga in attesa della nuova gara. La sua
intenzione è di proporre alle scuole una
gestione diretta della mensa con un accordo tra le scuole interessate e la ditta
stessa».
E i costi?
«Sarebbero a carico dei genitori dei
bambini. Anche se la ditta, consapevole
della grave situazione in cui versa il Comune di Potenza, sarebbe disponibile ad
erogare un piatto unico (un primo o un
secondo) a condizioni agevolate, un prezzo molto contenuto da concordare anche
con le stesse scuole».
Un risparmio, quindi, anche tagliando il cibo in tavola?
«Non è proprio così. Sono infatti rimasto scandalizzato nell’apprendere ieri
dai gestori del servizio mensa che il 70%
dei pasti che forniscono finisce in discarica».
Pensa di incontrare le scuole e le
famiglie?
«Non per il momento. Ora il problema
del bilancio è prioritario».
SPRECHI «UN SERVIZIO LOW-COST IN TERMINI DI QUANTITÀ E NON DI QUALITÀ». LA PROPOSTA DEL GESTORE DELLE MENSE
«Il 70% del cibo servito in classe
non consumato va in discarica»
l Il settanta per cento del cibo servito nelle mense scolastiche finisce in
discarica. «Lo spreco raggiunge livelli
così alti nelle scuole materne, ma il
dato è diffuso anche negli altri ordini
scolastici con riferimento soprattutto
ad alcune pietanze, in particolar modo
i contorni». A parlare è Mario Bonavoglia, presidente della cooperativa sociale Multiservice Sud che gestisce il
servizio di mensa scolastica del Comune di Potenza.
«Non perché i bambini non mangino
o non gradiscano il pasto, ma soprattutto per un fatto di orari. Con la merenda alle 11, arrivano al pranzo, che
solitamente è tra le 12 e le 13, già sazi.
Tutto colpa di merendine ipercaloriche, patatine e altri cibi che - ammette
Bonavoglia - noi genitori diamo ai nostri figli e che danno un senso di sa-
zietà».
E così i pasti non si consumano del
tutto, si lasciano contorni e tanto pane.
Il panino da 100 grammi, confezionato
nelle bustine traforate si lascia dopo
averne preso solo un boccone o poco
più. E il resto finisce nella spazzatura.
«Partendo da questo dato e comprendendo il difficile momento storico, ci
siamo messi a disposizione del Comune per offrire una sorta di serviziomensa low cost in termini di quantità e
non di qualità per rispondere alle reali
esigenze dei bambini e dei ragazzi. Un
servizio - spiega Bonavoglia - improntato al buon senso senza alcuna pretesa
di volerci sostituire a dietologi e nutrizionisti. Questo consentirebbe un
abbassamento del costo del servizio
sfrondando il pasto alla luce della nostra esperienza di ristorazione collet-
tiva: un piatto unico: un ricco primo
piatto o un secondo, eliminando i contorni. Quanto al pane, si potrebbe servire un panino più piccolo o la tradizionale panella servita a fette secondo il bisogno. Insomma, l’idea di base è
quella di cercare di trovare un sistema
che consenta un risparmio per l’utente, ma anche una mensa più consapevole, senza nulla togliere a dietologi e
nutrizionisti, ma calibrando i vari cibi». È questa la proposta fatta al sindaco in questo momento di emergenza
optando per un rapporto diretto con gli
utenti che sia più agile e gestibile rispetto ai vincoli cui è sottoposto il Comune. «Per questo - spiega Bonavoglia stiamo ipotizzando una gestione più
flessibile per recuperare economie che
consentano di abbattere il costo per i
cittadini. L’obiettivo è di offrire un ser-
vizio al minore prezzo possibile che
potrebbe essere quello della fascia media: circa 3,50 euro a pasto, ma è ancora
tutto da valutare. Per il momento cerchiamo di acquisire la disponibilità e
poi vediamo quale sarà la soluzione
migliore. Rispetto al Comune, tenuto
ad attenersi al capitolato, il privato è
più libero e una soluzione di questo
tipo potrebbe essere subito praticabile.
Non si deve dimenticare comunque
che il servizio mensa non è mai partito
prima di novembre e in alcuni casi
anche a gennaio. Quest’anno si erano
create aspettative diverse. Nessuno si
aspettava che il buco si allargasse a tal
[l.ier.]
punto».
SPRECHI
A TAVOLA
Un piatto
caldo rifiutato
nelle mense
scolastiche.
Non è di
gradimento o
mangiano
troppe
merendine?
[foto Tony Vece]
le altre notizie
LA DENUNCIA DELLA CGIL
Bando assunzioni
poco pubblicizzato
n Bando regionale per l'assunzione e la stabilizzazione a tempo indeterminato,
rivolto a tutti i datori di
lavoro operanti in Basilicata (fondi per 5 milioni di
euro).
Sono previsti, in particolare, dieci mila euro l'anno,
per massimo due anni, per
ogni lavoratore assunto o
stabilizzato, che potrebbero aiutare i tanti lavoratori
a termine o a progetto ad
avere un posto di lavoro
stabile, senza di fatto nessun aggravio per le imprese che aderiscono all’iniziativa.
Il problema, secondo la
Cgil, è la scarsa informazione su questa opportunità. «È mai possibile però
che né le associazioni dei
datori di lavoro né e soprattutto la Regione, magari
anche attraverso un'azione
sinergica con l'ordine dei
consulenti del lavoro, pubblicizzino tale positivo intervento?».
UNIVERSITÀ
Scienze Motorie
verso la riapertura
n Una buona notizia per chi,
dopo la scuola superiore,
decide di intraprendere un
percorso di studi che focalizza il proprio piano sullo
sport.
È prossima, infatti, la riapertura di una sede del Corso di Laurea in Scienze Motorie a Potenza (era stata
chiusa nel 2011, dopo oltre
30 anni). Nel corso dell'anno
2015 saranno istituite borse
di studio in base al merito e
al reddito, fino a 3 mila euro
per ogni studente. Le attività inizieranno nel prossimo mese di novembre. Sono
già aperte le iscrizioni presso una struttura di appoggio a Potenza. Non sono previsti test d'ingresso e non
c’è l’obbligo di frequenza.
Gli esami si terranno a Bari
o a Roma. Didattica telematica, esercitazioni pratiche
e tutor qualificati, invece,
resteranno a Potenza. Il corso ha una regolare autorizzazione ministeriale. Con le
stesse modalità è possibile
iscriversi anche a psicologia, giurisprudenza e altre
facoltà. Per informazioni
gli interessati possono contattare il numero
0971.283967.
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA CITTÀ
Mercoledì 8 ottobre 2014
INCUBO DEFAULT
COMMISSARIO IN ARRIVO
Salta la proroga al 30 novembre che
il governo Renzi stava valutando di dare.
A giorni l’arrivo del commissario
IL BILANCIO DEL COMUNE
SI STUDIANO I CONTRIBUTI
Nel mondo politico - nella speranza di
trovare la convergenza - c’è chi studia i
fondi da assegnare agli altri Comuni
Energia e Sel
le buone
pratiche
dei Comuni
Il particolare
Venosa batte cassa
«La Regione ci dia
i soldi che avanziano»
Come prevedibile. L’assalto
alle casse della Regione è iniziato. Dopo il Comune di Potenza a
battere cassa è quello di Venosa.
O meglio i consiglieri comunali
del Movimento Cinque Stelle che
hanno inviato al governatore lucano una nota con cui chiedono il
pagamento di un debito di
300mila euro che il Comune
avanza dalla Regione. «Il Comune di Venosa ha aumentato la leva fiscale - precisa il capogruppo
grillino, Arturo Covella - perchè
ha chiuso il bilancio con un disavanzo di un milione e 500mila euro. Nello stesso tempo avanza
dei crediti sia dal Comune di Potenza sia dalla Regione. Soldi che
una volta ottenuti consentirebbero di chiudere il bilancio se non in
pareggio almeno con meno spese». E forse con meno tasse per i
cittadini. Di qui la richiesta di pagamento alla Regione dei crediti
che l’Amministrazione del Vultu[a.i.]
re avanza.
SEDE Il Municipio di Potenza in piazza Matteotti, nel centro storico
Caccia al tesoro regionale
Per Potenza trovati altri soldi
Disponibili subito 5 milioni di euro, fondi individuati senza tagliare altre voci
ANTONELLA INCISO
l Una caccia al tesoro. Per trovare
voci di spesa da tagliare, indicazioni di
bilancio da cancellare, partite finanziarie da dirottare.
Mentre Dario De Luca segue, passo
passo, il lavoro che la task force di
tecnici sta portando avanti sui conti
del comune di Potenza, negli uffici
regionali l’operazione «Salva Potenza»
è già in corso. Senza annunci ufficiali,
senza prese di posizioni definite perchè l’ultima parola spetta al Consiglio
regionale. Semplicemente con la «caccia ai fondi», quelli da trovare, quelli
da individuare in tempi brevissimi
per consentire - in caso di via libera
del mondo politico - all’Amministrazione del capoluogo di fronteggiare il
rischio default. E se il «tesoro» di 25
milioni di euro richiesto dal governo
TEMPO
Resta l’incognita del tempo.
Perché altri soldi si potranno
trovare solo nella legge di bilancio
cittadino è ancora lontano, nella caccia piccoli passi in avanti sono stati
fatti.
La Regione, infatti, ha trovato 5
milioni di euro da spendere subito.
Una somma proveniente da voci non
spese che, anche in caso di utilizzazione, consentirebbe di non intaccare il fondo per le emergenze che il
governo regionale ha accantonato per
fronteggiare eventuali crisi di fine
anno.
Certo, 5 milioni sono solo un quinto
della cifra necessaria al capoluogo ma
è pur sempre un inizio. A patto, ovviamente, che sullo stanziamento tutti
si trovino d’accordo. Unica incognita
resta il tempo. Perchè la gran parte
dello stanziamento finanziario per il
Comune può arrivare solo con la legge
di bilancio che deve essere approvata a
dicembre. Troppo tempo per un bi-
lancio da approvare a scadenza avvenuta. Troppo tempo anche per il
commissario ad acta che il prefetto di
Potenza, Rosaria Cicala, deve nominare in casi come quello del capoluogo
(con lo schema di bilancio che non è
stato approvato neanche in Giunta).
Già perchè il «giallo» sul commissario è stato chiarito. La proroga per
l’approvazione ventilata per il 30 novembre non ci sarà. Il Governo Renzi come prevede la normativa - nonostante le sollecitazioni di Anci ed Upi,
a scadenza già avvenuta non ha potuto
disporre alcun rinvio. Così - tempi
tecnici permettendo - in Comune a
Potenza il commissario ad acta arriverà. E - conti alla mano - dovrà
redigere lo schema del documento
contabile e successivamente portarlo
in Consiglio comunale per l’approvazione.
POTENZA NELL’INCIDENTE SPETTACOLARE COINVOLTO UN ALTRO VEICOLO. UNA PERSONA FERITA
INCIDENTE
SUL
RACCORDO
Il sinistro in
direzione Nord
tra i comuni di
Picerno e
Balvano. Un tir
finito sull’altra
corsia
[foto T. Vece ]
Tir si ribalta sul raccordo
e finisce sull’altra corsia
Altro sinistro in città. In
via Appia auto sbanda
e quella che segue le
finisce addosso
l Due incidenti stradali,
con due persone ferite per
fortuna non in maniera grave, hanno caratterizzato la
giornata di ieri. Il primo sul
raccordo autostradale «Sicignano-Potenza». Il secondo in
città.
Cominciamo dal sinistro
molto spettacolare sul raccordo all’altezza del km
26,500 in direzione Nord tra i
comuni di Balvano e Picerno.
L’incidente le cui cause sono in corso di accertamento,
ha coinvolto un veicolo e un
mezzo pesante e una persona
è rimasta ferita. Il mezzo
pesante, si tratta di un Tir, si
è ribaltato finendo la sua
corsa sulla corsia opposta.
Sul posto sono subito intervenute le squadre dell’Anas e
le Forze dell’Ordine, per le
attività di accertamento della
dinamica e la gestione della
viabilità. Il ferito è stato trasportato dopo l’intervento del
«118» all’ospedale San Carlo.
Il raccordo autostradale è
rimasto chiuso per il tempo
necessario al ripristino del
transito dei veicoli. Il traffico
in direzione Sicignano nel
tempo di chiusura è stato
deviato all’uscita di Picerno,
con rientro sul raccordo allo
svincolo di Balvano.
Come detto il secondo incidente della giornata è successo ieri pomeriggio attorno
l La Società energetica lucana
parteciperà alla seconda edizione
della rassegna internazionale
sull’efficienza energetica, la
Smart Energy Expo, che si terrà a
Verona dall’8 al 10 ottobre 2014.
Nell’ambito di un vasto programma di eventi, la Sel terrà un workshop dal titolo «Attività di supporto e buone pratiche nell'attuazione dei Paes». La Sel,infatti,
nell’ambito della propria attività
di assistenza tecnico-specialistica
ai Comuni lucani, oltre ad aver
elaborato un sistema di raccolta e
stima dei dati di consumo energetico che consente disaggregazioni per utenza a livello di utenze
pubbliche e aggregazioni per settore e vettore energetici per le
utenze private, ha condotto uno
studio dettagliato sui potenziali
interventi di efficientamento
energetico su edifici pubblici e
privati nei Comuni della Valle del
Sauro (Corleto Perticara, Gorgoglione e Guardia Perticara). Tale
progetto, condotto grazie al contributo economico della Total, è
considerato una buona pratica nazionale. «La Società energetica lucana - afferma il presidente Ignazio Petrone – ritiene strategico il
tema dell’efficienza energetica
che nei prossimi anni rivestirà un
ruolo fondamentale in termini di
competitività, sostenibilità e sicurezza degli approvvigionamenti e,
pertanto, ha di fatto anticipato la
pianificazione nazionale e regionale in materia creando le basi per
i migliori investimenti pubblici e
privati nel settore. Quello della
Valle del Sauro rappresenta un
progetto pilota in materia, che può
diventare un modello da replicare
sull’intero territorio regionale. A
seguito dell’approvazione degli
audit energetici e dei Paes da parte delle tre amministrazioni comunali, che hanno collaborato attivamente all’iniziativa, si procederà a realizzare gli interventi, oltre che con le migliori tecniche
possibili già individuate negli studi, anche con le migliori soluzioni
economico-finanziarie, a partire
dall’utilizzo delle royalties petrolifere dirette. Nella stessa direzione, la Regione Basilicata ha elaborato il bando per di interventi di
risparmio energetico su unità abitative private, di cui la Sel sarà il
soggetto gestore»
alle ore 17 in città. Coinvolte
due auto, una persona è rimasta ferita in maniera leggera. Ma veniamo ai fatti.
Un’auto viaggia su via Appia,
ma all’altezza del ponticello
dei binari prima di rione
Lucania sbanda forse anche a
causa del fondo scivoloso del-
la strada. In quel momento
stava piovendo.
La macchina che segue,
guidata da una donna, secondo i primi accertamenti
della polizia locale intervenuta sul posto, nel tentativo
di sorpassare la vettura sbandata va da impattare contro
lo sportello che il conducente
stava aprendo.
Nell’impatto l’uomo ha rimediato una leggera ferita ad
una gamba. In ogni caso per
motivi precauzionali è stato
trasportato dai mezzi di soccorso presso l’ospedale cittadino «San Carlo».
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I IX
Mercoledì 8 ottobre 2014
POLITICA
VERSO LE NOMINE REGIONALI
PROVE TECNICHE DI ALLEANZA
Il garante ceduto alla minoranza e ai
Popolari per l’Italia, partito con cui i
democrat trattano per la città capoluogo
ALLEATI LASCIATI A MANI VUOTE
E sul difensore civico socialisti e Realtà Italia
restano a mani vuote. Il Pd vuole prendere
la casella con Antonia Fiordalisi Comodo
Difensore civico e garante, intesa
con passo indietro di Pittella
I pittelliani rinunciano alla nomina di Amodio e spalancano la strada a Giuliano
ANTONELLA INCISO
si spalanca per Vincenzo Giuliano, segretario regionale dei
Popolari per l’Italia, indicato
da tutta la minoranza in Consiglio.
Fatta la sintesi sui nomi, trovare i due terzi della maggioranza per il voto, quindi, sarà
piuttosto semplice. Anche se
non mancheranno i malumori.
Compresi quelli degli alleati
l Un passo indietro. In nome
dell’unità del partito, in nome
del rispetto del ruolo della minoranza, in nome della collaborazione. È sulle nomine del
difensore civico e del garante
per l’infanzia che Marcello Pittella segna il nuovo corso del
Pd e del rapporto dei dem con la
LA SEDUTA
MAGGIORANZA
Le nomine fissate per il
14 ottobre prossimo,
dopo il voto alle Province
minoranza in Consiglio regionale.
La tessitura di Antonio
Luongo, segretario mediatore
di grande esperienza, ha portato ancora una volta i frutti e
dopo una lunga attesa, martedì, il difensore civico ed il
garante dell’infanzia saranno
nominati. Grazie al passo indietro che l’area pittelliana ha
fatto in nome dell’unità del partito e soprattutto grazie al nuo-
Per l’elezione servono i
voti dei due terzi
del Consiglio regionale
26
16
Dopo la verifica dei requisiti
sono rimasti in ventisei i
candidati alla carica di
difensore civico
È il numero dei nominativi che
la commissione consiliare
regionale ha ritenuto idonei per
la carica di garante
i candidati
come difensore
i candidati
come garante
CORTE DEI CONTI DANNO ALL’ERARIO PER 2.045 EURO NEL QUINTO CIRCOLO DIDATTICO DI POTENZA
vo rapporto (collegato alla città
di Potenza) che i dem hanno
stretto con i Popolari per l’Italia.
Con l’intesa trovata, quindi,
per il difensore civico scontata
la nomina di Antonia Fiordelisi, moglie di Egidio Comodo
uomo da sempre vicino a Roberto Speranza. Per il garante
per l’infanzia, invece, esclusa
da parte dei pittelliani la scelta
di Antonella Amodio, la strada
del Centrosinistra, in particolare socialisti e Realtà Italia,
rimasti ancora una volta «a
bocca asciutta». A differenza
dei Popolari per l’Italia che spiegano i ben informati - potranno capitalizzare il successo
grazie al nuovo rapporto instaurato con una parte dei democrat sul caso Potenza. Un
rapporto che, però, di fatto li
allontana dal resto della minoranza.
Il particolare
Spulciano
tra gli aspiranti
molti «trombati»
C’è il marito e c’è la
moglie. C’è l’ex consigliere regionale e ci sono diversi candidati «trombati». Ma ci sono anche
pensionati e dirigenti di
partito che nella scorsa
legislatura un incarico negli enti e nelle commissioni della Regione lo
avevano già avuto. Insomma, le sorprese non
mancano. Spulciano tra i
nomi dei candidati alla carica di difensore civico e
garante per l’infanzia le
sorprese non mancano.
Ventisei, ad esempio, gli
aspiranti candidati alla carica di difensore civico tra
cui spiccano i nomi di di
un ex consigliere regionale (la cui domanda è stata
respinta perchè mancava
la laurea in discipline giuridiche), di un prefetto in
pensione, di un ex dirigente della Asl, di un ex
colonnello dei carabinieri
e di un direttore generale
di un ente sub regionale il
cui incarico deve essere
rinnovato. C’è, poi, un
sindaco in carica (ma non
dei due capoluoghi perchè in questo caso l’incarico sarebbe incompatibile) e numerosi avvocati.
Sedici i candidati per la
carica di garante per l’infanzia tra cui spiccano numerosi candidati consiglieri comunali a Potenza
«trombati» e - come per il
difensore civico - la candidatura di marito e moglie entrambi avvocati.[a.i.]
SANITÀ TEMPI PIÙ BREVI E OMOGENEITÀ NEGLI ACCERTAMENTI DEI REQUISITI
Ammanchi nella scuola Visite per invalidità civile
condannata a risarcire accordo Regione-Inps
FILIPPO MELE
l Dovrà risarcire all’erario 2.045,86 euro, più spese di giudizio, a titolo di responsabilità amministrativo - contabile
per ammanchi di beni mobili a lei affidati
in qualità di consegnatario del Quinto circolo didattico di Potenza. Lo ha deciso la
Corte dei conti, Sezione seconda centrale
d’appello, nella sentenza emessa a carico
di Maria Verrastro sul ricorso da lei presentato contro la decisione n. 153 / 2007
della Sezione giurisdizionale per la Basilicata della Corte contabile notificata il
10 ottobre 2007. Sentenza con cui la citata
Sezione giurisdizionale l’aveva condannata al risarcimento all’Erario di 2.045,86 più
spese per 206,60 riportando il contenuto
della citazione che, però, aveva indicato
come danno 7.789,24 euro. Era il valore dei
beni avuti in carico ma non reperiti all’inventario del 6 marzo 2004 effettuato da una
commissione a causa del rifiuto della Verrastro a provvedere. Nell’atto n. 153 /2007
era stato anche riportato il contenuto delle
controdeduzioni della dipendente del Circolo didattico secondo cui la sottrazione di
beni era avvenuta dopo che ella era cessata
dall’incarico di consegnatario, ricoperto
dal luglio 2002 al marzo 2004, ma di fatto
svolto dal nuovo consegnatario dal settembre 2003. La sentenza, inoltre, aveva riportato le considerazioni del pm sulla responsabilità contabile della consegnataria
per tutti i beni avuti in carico (non avendo
ella fornito prova certa sulla responsabilità di terzi o di una causa di forza maggiore della loro scomparsa). Aveva riferito,
altresì, della memoria difensiva in primo
grado in cui era stato chiesto il rigetto della
domanda della Procura contabile. E la Se-
zione della Basilicata accolse in parte le
richieste della Verrastro ritenendo di
escludere la sussistenza di dolo o colpa
grave per la sparizione dei beni mobili dei
quali fosse provata l’esistenza negli uffici
anche dopo il passaggio di consegne del
settembre 2003 e di condannarla solo per la
sparizione dei beni dei quali mancasse tale
prova. Per cui la condanna venne limitata
a 2.045,86 euro pari al valore dei beni mancanti dall’inventario meno il valore di
quelli di cui si ritenne provata l’esistenza
dal settembre 2003 al marzo 2004. Avverso
tale sentenza la Verrastro propose appello.
Ma, al termine del relativo dibattimento, la
Corte dei conti, Sezione seconda centrale
d’appello, ha respinto il ricorso confermando la sentenza n. 153 / 2007 emessa
dalla Sezione giurisdizionale per la Basilicata della Corte contabile.
INDAGINI
Nella foto in
alto il
procuratore
della Corte
dei Conti
Michele
Oricchio
.
l Regione e Inps di Basilicata
hanno sottoscritto ieri un protocollo
che prevede tempi più brevi e omogeneità nelle viste di accertamento
dei requisiti sanitari di invalidità
civile per cecità, sordità, handicap e
disabilità. L’accordo è stato firmato
dall’assessore regionale alle politiche
per la persona, Flavia Franconi, e dal
direttore regionale dell’Inps, Antonio
D’Ago.
Con l’intesa, che apre una fase
sperimentale della durata di un anno
a partire dal prossimo primo novembre, la Regione affida all’Inps le
funzioni di accertamento dei requisiti sanitari di invalidità civile ed
avvia, prima in Italia, la sperimentazione di nuove modalità di accertamento dell’invalidità, grazie all’integrazione, nelle Commissioni mediche delle Aziende sanitarie locali,
di un medico Inps in qualità di
componente effettivo.
«Vogliamo ridurre al massimo i
tempi tra domanda e risposta – ha
detto l’assessore Franconi – e conseguire al contempo l’ottimizzazione
del personale medico impegnato nelle
Commissioni».
«I nuovi incarichi – ha annunciato
con soddisfazione il direttore regionale Inps Antonio D’Ago – saranno
affidati a giovani medici, grazie alla
prevista incompatibilità per medici
pensionati e con contratto di lavoro
dipendente».
Gli accertamenti sanitari si svolgeranno nelle strutture Inps di Potenza (Via Pretoria), Matera (Via Cappelluti), Melfi (Via Aldo Moro) e
Lagonegro (Via Colombo).
La Regione si farà carico di tutti gli
accertamenti specialistici, diagnostici e terapeutici presso ospedali e
strutture sanitarie pubbliche, relativi
a tutte le attività medico legali
dell’Istituto.
Contestualmente sarà anche avviata un’attività di monitoraggio e verifica delle attività al fine di valutare
la tempestività del servizio erogato.
L’iniziativa rientra tra le attività
previste dall’Accordo Quadro tra il
Ministero del lavoro, della salute e
delle politiche sociali e la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato
e le Regioni e prende anche le mosse
da recenti provvedimenti legislativi
dello Stato che rafforzano il ruolo
dell’lnps in tali procedimenti.
INCONTRO
Nella foto in
alto un
momento
della firma
ieri alla
Regione
.
RASSEGNASTAMPA
X I POTENZA E PROVINCIA
RIFIUTI SOLIDI URBANI
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Mercoledì 8 ottobre 2014
PROGETTO CONAI
In fase di pubblicazione un ulteriore
bando di gara per l’acquisto delle
attrezzature necessarie
POLEMICHE
Botta e risposta a distanza sulla
questione rifiuti tra i consiglieri Carretta
(Pd) e Galella e Giuzio (Fratelli d’Italia - An)
Porta a porta, in arrivo
i nuovi automezzi
L’assessore Pepe: «In assegnazione la gara per l’acquisto»
GIOVANNA LAGUARDIA
l Che fine ha fatto la raccolta differenziata nella
città di Potenza? Già da alcuni anni si parla di una
intesa tra Conai e Comune per avviare il porta a
porta. Fino a questo momento, però, si continua con
i cassonetti multimateriale. La questione recentemente è stata anche oggetto di polemiche tra il
consigiere Comunale del Pd Giampaolo Carretta e i
consiglieri di Fratelli d’Italia- An Alessandro Galella
e Giuseppe Giuzio. Ma i cittadini di Potenza quanto
dovranno aspettare ancora per l’avvio della differenziata spinta? Lo abbiamo chiesto all’assessore
all’ambiente del Comune di Potenza, Pasquale Pepe,
che ha indicato come data realistica per l’inizio del
porta a porta, la prossima estate.
«Il protocollo d’intesa con il Conai - ha spiegato
Pepe - era scaduto, ma è stato riapprovato dal consorzio il 25 settembre scorso e sarà sottoscritto dal
Comune presumibilmente nella prossima seduta di
Giunta. I fondi per la realizzazione del servizio,
comunque, non sono in pericolo e dopo la sottoscrizione del protocollo potremo passare immediatamente alla fase di start up». Il protocollo, lo ricordiamo, divide il servizio in due sub ambiti, uno
che riguarda la città di Potenza ed uno che riguarda
l’area metropolitana, con Avigliano come Comune
capofila. «Come sub ambito di Potenza - dice Pepe siamo già molto avanti infatti stiamo già chiudendo
la fase di aggiudicazione della gara per l’acquisto
degli automezzi e siamo in fase di pubblicazione per
quanto riguarda il bando di gara per l’acquisto delle
attrezzature. È stato scongiurato, dunque, qualsiasi
rischio di perdere i finanziamenti che, per la città di
Potenza, ammontano ad oltre cinque milioni di euro.
Abbiamo perso, se così si può dire, un po’ di tempo
per verificare la compatibilità dei mezzi per la raccolta con la larghezza delle strade cittadine e dei
cassonetti stradali che verranno utilizzati in periferia».
Il progetto per la differenziata a Potenza prevede la
raccolta spinta porta a porta in tutto il perimetro
urbano, mentre nelle contrade verranno realizzate
delle mini isole ecologiche dove i cittadini potranno
conferire i rifiuti nei bidoni differenziati. «Concorderemo con il Conai - spiega Pepe - la fase di start up
FINANZIAMENTO
Oltre cinque milioni di euro per
un sistema misto tra raccolta
spinta e isole ecologiche
START UP
La fase di start up del progetto
dovrebbe iniziare presumibilmente
la prossima estate
RACCOLTA Cassonetti a Potenza [foto Tony Vece]
CASSONETTI I cassonetti destinati a sparire
POTENZA ASSEMBLEA INDETTA DA FIALS, FSI E USB PROVINCIALI
RIFIUTI Avviate le prime gare per il porta a porta [foto Tony Vece]
del servizio, che non partirà di colpo in tutta la città,
ma con gradualità. Durante la fase di rodaggio ci
potranno essere degli aggiustamenti, a seconda delle
esigenze che verranno fuori nei singoli quartieri e
contrade. L’importante, in ogni caso, sarà dare una
buona informazione ai cittadini. Proprio per questo
abbiamo pensato di aumentare le somme previste
nel progetto Conai da destinare alla comunicazione,
Il progetto attuale, infatti, prevede risorse per la
comunicazione per 30mila euro, ovvero circa un
euro ad utenza, che come Comune pensiamo di incrementare candidandoci all’utilizzo dei fondi regionali per la comunicazione ambientale».
Sulla questione rifiuti era intervenuto il consigliere del Pd Carretta, che aveva detto che il «finanziamento di 5 milioni e 500 mila euro ottenuto
dalla Regione Basilicata del progetto ACTA Conai
messo in campo durante l’Amministrazione di centro sinistra porteranno ad una gestione del ciclo
combinato dei rifiuti più efficiente ed economico per
l’intera comunità. Al contrario il governo attuale di
destra a partire dalla TARI invece di affrontare per
tempo la problematica delle tariffe e mettere in
campo una strategia di equità fiscale veramente
basata sul principio di chi più consuma più paga, ha
proceduto ad un innalzamento indiscriminato delle
tariffe». All affermazioni di Carretta avevano subito
POTENZA SANITÀ FUTURA INCONTRA IL PRESIDENTE BRADASCIO
risposto Alessandro Galella e Giuseppe Giuzio: «Sulla raccolta differenziata - hanno detto rispondendo a
Carretta - si dovrebbe fare uno dei tanti mea culpa: è
vero o non è vero che per circa tre anni l’amministrazione di centrosinistra ha avuto in mano oltre
5 milioni di euro, non solo senza avviare la raccolta
differenziata, ma addirittura senza spendere un centesimo di quei soldi per l’avvio di indispensabili
procedure? È vero o non è vero che, talmente tanto è
stato il lassismo della precedente Amministrazione
comunale, che ha fatto scadere finanche il protocollo
d’intesa sottoscritto con il Conai?».
Sulla questione rifiuti, ed in particolare sulle tariffe della Tari, è intervenuto anche il consigliere del
Cd Pietro Campagna. «Non mi pare - ha detto Campagna - che l'impianto tariffario, portato in extremis
in Consiglio Comunale, sia coerente con il prinicpio
che chi più inquina paga nel momento in cui comunque si determinano incrementi tariffari che
vanno dal 57% all'88% per ristoranti, pizzerie, pub,
bar, pasticcerie, ortofrutta, pescherie, fiori e piante,
pizza al taglio, etc. (con una incidenza che va da 19,39
a 33,53 euro/mq!!!), nel mentre si determina, ad
esempio, un sostanziale decremento tariffario del
19% per le “attività industriali con capannoni di
produzione” (con una incidenza tariffaria di soli
euro 6,86/mq.)».
POTENZA L’INVITO AI CITTADINI DA FEDERCONSUMATORI
S. Carlo, aria di sciopero Sanità privata, in 139
Black out Enel del 2003
per la riorganizzazione rischiano il dimezzamento «Informarsi bene
delle sale operatorie
del proprio orario di lavoro prima di andare a pagare»
l L’assemblea del prsonale dell’azienda ospedaliera San
Carlo di Potenza, indetta dalle segreterie provinciali di Fials
Fsi e Usb, ha bocciato la riorganizzazione delle sale operatorie
e della rediologia.
Nel corso dell’assemblea, alla quale ha presenziato il
componente nazionale della Fials Saverio Andreula e nella
quale hanno preso la parola molti lavoratori, è stato evidenziato il grave disagio vissuto dagli operatori sanitari a
causa delle precarie condizioni di lavoro a cui sono costretti e
sono state chieste alle organizzazioni sindacali azioni idonee
alla soluzione delle lamentate problematiche. L’assemblea
all’unanimità ha deliberato il totale rigetto dei progetti di
riorganizzazione delle Sale Operatorie e della Radiologia. Non
solo. Lavoratorio e sindacalisti hanno annunbciato di voler
richiedere alla Direzione l’immediata sospensione di ogni
eventuale modifica apportata. Il sindacato ha inoltre proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale dell’azienda.
Per discutere la ririganizzazione delle sale operatorie e di
Radiologia saranno convocate una serie di assemblee, alla
prima della quali iverrà invitata anche l’Assessore alla Salute
e Sicurezza, Flavia Franconi, «affinché si renda conto di
persona del grave disagio vissuto dagli operatori del San
Carlo. I rappresentanti di Fials, Fsi e Usb, G. Costanzo, G.
Mecca e T. Maiorino hanno infine annunciato l’avvio delle
cosiddette «procedure di raffreddamento» in vista della
proclamazione di una giornata di sciopero da tenersi entro la
prima settimana di dicembre in caso di mancata risoluzione
delle problematiche riguardanti la riorganizzazione delle sale
operatorie e del reparto radiologia.
l Sono 139 i lavoratori del settore sanità privata che rischiano
di vedersi dimezzare l’orario di
lavoro. Questo è quanto emerso
ieri, dall'assemblea di Sanità Futura, convocata d'urgenza per deliberare sulla «messa in sicurezza» delle strutture attraverso i
licenziamenti e il dimezzamento
delle ore lavorative per 139 unità.
«Nell'assemblea le strutture hanno dovuto confrontarsi su di una
scelta drammatica e per certi versi devastante: mettere in mezzo
alla strada 70 persone oppure dimezzare il lavoro ed il reddito per
tutti. Si è scelto quello che è apparso essere il male minore».
L’assemblea è stata ricevuta
dal Presidente della IV Commissione del Consiglio Regionale
Luigi Bradascio. La delegazione
dei titolari di strutture sanitarie che ha accompagnato il presidente Michele Cataldi - nel corso
dell’incontro ha ribadito l’emergenza e la drammaticità della situazione, determinata innanzitutto dalla inadeguata program-
mazione regionale e dalla sottrazione di risorse per le prestazioni
specialistiche
ambulatoriali.
Bradascio ha quindi chiesto ed
ottenuto dalla delegazione, il
tempo necessario ad attivare una
concertazione istituzionale e politica, con il coinvolgimento diretto del Presidente Pittella e
dell’assessore Franconi. Futura
ha congelato le iniziative di mobilitazione definite dall’assemblea straordinaria in attesa di
sviluppi e ribadendo però che il
tempo non è una variabile gestibile in assenza di risorse e che
il suo trascorrere in modo improduttivo pone a rischio 60
strutture lucane con circa 600 dipendenti, oltre a decine e decine
di liberi professionisti. In sintesi,
l’impegno per la revisione dell’attuale sistema di determinazione
del fabbisogno delle prestazioni e
dei tetti di spesa delle strutture
sanitarie private accreditate
«non può protrarsi ulteriormente senza incorrere nel rischio di
una tragedia già annunciata».
l Black out Enel del 2003: la Federconsumatori Basilicata
invita i consumatori che dovessero vedersi recapitare lettere sul
relativo contenzioso, ad informarsi bene prima di pagare.
Alcuni cittadini, anche lucani, infatti, furono indotti da alcuni
avvocati a fare causa all’Enel per i danni subiti a causa del black
out. La sentenza di primo grado, presso i Giudici di Pace fu a
favore dei cittadini, ma in molti casi gli assegni furono incassati
dall’avvocato stesso, in palese violazione della legge. Succesivamente l’Enel decise di ricorrere in Appello e ottenne un
ribaltamento delle sentenze emesse dai Giudici di Pace, con
conseguente addebito delle spese di giudizio ai cittadini.
Pertanto, in caso di notifica di una lettera di una società di
recupero crediti recante in oggetto: “contenzioso blackout del
28/09/2003 – Richiesta di pagamento, il consiglio di Federconsumatori è quello di non generalizzare per non alimentare
false speranze, mantenendosi sempre bene ancorati alla possibile ricostruzione dei fatti, ammesso e non concesso che si
scelga di adire le vie legali. In altre parole, è possibile che il
presunto rimborso per il disservizio subito dal consumatore sia
stato incassato non dall’utente ma dagli avvocati, ma non
sempre è possibile dimostrare il torto subito quando esiste un
giudicato. L’Ufficio Legale di Federconsumatori Basilicata informa che sono i titoli esecutivi (cioè le sentenze) ritualmente
notificati (tecnicamente - spedite in formula esecutiva) a
legittimare valide pretese creditorie. Pertanto, l’invito è di non
costituirsi in alcun giudizio, fintantoché sono recapitate soltanto
lettere di recupero credito inviate da società incaricate dall’Enel,
e di mettere in conto l’esecuzione di una sentenza, a determinate
condizioni.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I XI
Mercoledì 8 ottobre 2014
CASTELSARACENO SECONDO GLI INVESTIGATORI ANTONIO BELMONTE ERA DEFINITO DALLA 35ENNE UN PREPOTENTE
La donna aveva già denunciato
il «pistolero» di Accettura
L’episodio in primavera quando si seppe che l’uomo era sposato
LA SCENA
A sinistra il
posto dove
Belmonte (foto
a destra), ha
ferito a colpi di
pistola il
fratello della
donna e un
altro uomo
PINO PERCIANTE
l LAGONEGRO. E. G. aveva già denunciato
Antonio Belmonte perché, a suo dire, era prepotente. Questo è uno dei particolari che emergono dalla vicenda sfociata nella sparatoria di
domenica sera in cui il 35enne di Accettura, ha
ferito a colpi di pistola, Antonio Golisciano, 36
anni, di Castelsaraceno, fratello di E. G., e Paolo
Costantino, 46enne di Tursi, amico dei Golisciano. Belmonte nella tarda mattinata di lunedì è
stato arrestato con l’accusa di duplice tentato
omicidio e porto abusivo di pistola. La donna lo
aveva denunciato nella primavera scorsa, in seguito ad un episodio accaduto in quel periodo.
L’uomo, poco dopo aver avviato la relazione sentimentale, le aveva regalato un telefono cellulare.
In un primo momento la 35enne aveva accettato
il regalo ma poi voleva restituirglielo perché
aveva saputo che era sposato. Un giorno i due si
incontrano, E. G. vuole troncare quella che per
lei è una storia senza futuro. Belmonte non ci sta
e gli strappa brutalmente di mano il cellulare che
le aveva regalato. Qualche giorno dopo la donna
si reca dai carabinieri raccontando l’atteggiamento prepotente dell’uomo. Passa un po’ di
tempo e i due riprendono a sentirsi. Lei forse
pensa che prima o poi lui l’avrebbe lasciata in
pace. E’ stato il suo errore, l’errore di molte
donne che non credono che le insistenze di un
corteggiatore respinto possano diventare pericolose. Si arriva così a domenica. Belmonte vuole incontrarla. La donna accetta, forse per dirgli
basta per sempre. E. G. è in macchina a Sant’Arcangelo. Lui la raggiunge: i due non si vedono
mai, parlano solo a telefono. Le vetture si dirigono verso San Brancato. Si forma un piccolo
corteo: lei davanti nella sua auto, lui dietro in un
altra auto e dietro ancora ci sono il fratello della
donna, sua moglie e l’amico Paolo Costantino.
Improvvisamente, Belmonte inverte la marcia,
si accosta alla vettura di Golisciano, esce dall’auto armato (con una calibro 9) e spara (almeno due
colpi): prima contro Golisciano, anch’ egli sceso
dalla sua vettura, e poi contro Costantino. Golisciano viene colpito al collo, Costantino al torace e all’addome. Belmonte scappa, i carabinieri lo cercano ma a casa non c’è. L’uomo nella
tarda mattinata di lunedì si presenta ai militari
di Accettura dicendo di essere estraneo ai fatti,
ma viene comunque arrestato sulla base delle
risultanze delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Lagonegro e del reparto
operativo di Potenza. Oggi è prevista l’udienza di
convalida nel carcere di Matera.
.
VILLA D’AGRI L’AUSPICIO DELLA CGIL FP POTENZA IN UN INCONTRO SU «SALVIAMO LA SALUTE» LA LETTERA
Ospedale, «un centro d’eccellenza
sulla medicina ambientale»
«Gesso sbagliato
io preso in giro
dall’ospedale
di Villa d’Agri»
l «L’ospedale di Villa d’Agri non
solo come un progetto pilota di rafforzamento di servizi sanitari, ma potrebbe diventare un centro di eccellenza per quanto riguarda la medicina
ambientale connessa ai rischi sanitari delle estrazioni petrolifere». È
quanto è stato detto ieri sera nel centro sociale di Villa d’Agri nell’incontro pubblico sul tema «Ospedale di
Villa d’Agri-salviamo la salute», promosso dalla Cgil e dalla Funzione pubblica di Potenza.
«E evidente - è stato detto ad inizio
lavori - che la chiusura del punto nascita a causa del mancato raggiungimento dei 500 parti previsti quale
target minimo fissato nell'accordo stato regioni del 2010, è un campanello di
allarme molto importante che ci deve
far riflettere su come, più in generale,
affrontiamo la riorganizzazione della
intera rete ospedaliera lucana coniugando da un lato il diritto alla salute
dei cittadini e dall'altro la necessità di
i scrivo da Bologna per
un caso personale di
disservizio sanitario.
Quest'estate ci siamo
recati a Moliterno. A Ferragosto
mio figlio Luca si frattura l'avambraccio sinistro e ci siamo recati
all'ospedale di Villa d'Agri. A seguito di controllo radiografico che
evidenziava la frattura di ulna e
radio siamo stati accompagnati all'ambulatorio di ortopedia, dove il
medico ortopedico dr Novelli non
riscontrava frattura del radio ma
solo dell'ulna. Dopo essere stato
«steccato» siamo tornati la mattina dopo per confezionare il gesso: sempre Novelli si è occupato
della cosa. Rientrati a Bologna siamo andati il 28 agosto all'ospedale
Rizzoli dove sono state riscontrate
la radiografia soprattutto la laterale, non era ben interpretabile,
motivo per cui Novelli ha chiamato il tecnico radiologo in nostra
presenza e hanno a lungo parlato
dell'entità della frattura (ulna? ulna e radio?) ; il gesso è risultato
troppo largo, per cui è stato detto
che mio figlio nel tenere quel gesso
avrebbe favorito il saldarsi delle
ossa ma anche un evidente inestetismo dovuto alla curvatura accentuata dell'avambraccio. Si è
proceduto alla rimozione del gesso ed al confezionamento di un
altro gesso. I primi 12 giorni di
ingessatura non sono serviti a
niente: siamo tornati al Rizzoli e
pare sia scongiurato l'intervento
chirurgico e che il tutto stia andando benino anche se dovremo
attendere fino al 21 ottobre Ho inviato all'Urp di Potenza - dr Bavusi
- nostra rimostranza alla quale è
seguita istruttoria. Il risultato è
che ci è stato inviato un documento in cui si attesta che noi, di nostra spontanea volontà, non ci siamo recati il giorno 16 all'ospedale
di Villa d'Agri per il confezionamento del gesso e che ogni problema, quindi, è stato cagionato
dal nostro non osservare l'indicazione del medico di ritornare il 16.
Quindi, oltre all'incapacità, anche
la codardia. Ovviamente ho tutta
la documentazione che prova il
contrario. Mi sono rivolto ad un
avvocato e mi è stato riferito che
conviene procedere giuridicamente solo in presenza di un danno evidente. Grazie a Dio il danno
evidente è stato evitato. Mi sarebbero bastate delle scuse. La presa
in giro non piace a nessuno.
Marco Giacobino
[lettore]
non disperdere, ma semmai di rafforzare anche riqualificando, il patrimonio di offerta sanitaria presente
sul territorio tra cui rientra a pieno
titolo l'ospedale di Villa D'Agri e il
fabbisogno di salute del suo territorio».
I relatori sul quesito quale futuro per
l’ospedale di Villa d’Agri hanno risposto che «come sede anche di PSA,
deve innanzitutto essere messo nelle
condizioni di poter meglio operare, a
pieno ritmo aggiungerei dopo la riflessione fatta pocanzi, su quelle che
sono le attività proprie, diventando
ancora di più centro di riferimento
per il suo territorio, catalizzando tutta
la domanda di salute che arriva dalla
popolazione che serve contribuendo,
al pari di quello che dovranno fare gli
altri presidi ospedalieri, a decongestionare l'afflusso di domanda che si
riversa sul capoluogo».
È stato pure detto che «sarebbe utile, inoltre, pensare anche ad un re-
LAGOPESOLE LA PIÙ LONGEVA DELLA PROVINCIA DAL 10 AL 19 OTTOBRE
La Fiera regionale «vetrina»
per favorire gli scambi nel Sud
ANTONIO PACE
l LAGOPESOLE. -E’ tutto pronto per la
XXI edizione della Fiera Regionale di Lagopesole. La fiera più longeva della provincia di Potenza è anche la più importante
della regione, difatti, si svolge su una superficie di circa 10 mila mq ed ospita 250
stand. Per questa edizione la manifestazione ospiterà tre eventi importanti: la campionaria classica, il padiglione per l’enogastronomia ed infine il padiglioni riservato agli sposi.
Si svolgerà dal 10 al 19 ottobre e resterà
aperta tutti i giorni feriali dalle 16.30 fino
alle 22, mentre la domenica aprirà alle 10,30
fino alle 13 e dalle 16.30 fino alle 22. «La
manifestazione- ha detto il presidente Giovanni Possidente, durante la conferenza
stampa di presentazione – ha l’obiettivo primario di favorire l’incremento degli scambi
commerciali e quindi di favorire lo sviluppo
delle aree interne del Mezzogiorno».
Quest’anno sono in programma tante offerte e novità che riguarderanno il settore
del riscaldamento, del risparmio energetico e degli arredi. Anche il settore dell’agricoltura presenterà molte novità in tema di
mezzi agricoli. Ma, la parte del leone la
faranno Nozzexpò- wedding Basilicata, il
settore dell’enogastronomia e quello dedicato alla moda con sfilate di pret-a-porter,
abiti da sposa, da sera e pellicceria varia. In
programma anche due concorsi per emergenti: «Fashion-Hair Syjle and make Up» e
Mister e Miss Fiera di Lagopesole, riservati
a giovani aspiranti modelli. Alla conferenza
stampa erano presenti anche i presidenti di
Confesercenti, Prospero Cassino e Antonio
Miele presidente della Confartigianato i
quali hanno aderito alla manifestazione
unitamente alla Camera di Commercio di
Potenza. Il presidente Cassino ha ribadito il
grande interesse intorno al mercato locale
di prossimità ed ha auspicato, che l’imminete legge sul commercio faccia giustizia
delle fiere regionali. Antonio Miele ha detto
che la fiera di Lagopesole rappresenta una
vetrina made in Basilicata ed è un trampolino di lancio verso Expò 2015 dove parteciperanno molte piccole e medie aziende
lucane. Vito Luca, assessore del comune di
Avigliano, ha espresso grande soddisfazione per la manifestazione fieristica ed ha
aggiunto che bisogna raddoppiare gli sforzi
perché la Fiera ha una enorme possibilità
di sviluppo specialmente nel settore turistico e enogastronomico.
parto geriatrico o ad un'unità di cure
intermedie. Così come sarebbe importante avere una Unità di Cure Palliative Ospedaliere per l’assistenza ai
pazienti terminali che sono costretti a
rivolgersi al San Carlo di Potenza o al
CROB di Rionero con grave disagio
per le famiglie che assistono i loro
cari.
Bisognerebbe anche pensare di attivare servizi di day hospital e prestazioni specialistiche (come ad esempio quelle geriatriche) ed infermieristiche a domicilio, con lo scopo di
evitare le costose re-ospedalizzazioni
e soprattutto i ricoveri inappropriati».
Il tutto perchè «si tratta di interventi
che, perfettamente in linea con quanto
previsto dal patto per la salute, rientrano nell’ottica di un efficientamento
del settore delle cure primarie che
garantisce anche una omogenea risposta assistenziale territoriale, e meglio ridefinisce il ruolo di quello che
deve essere un ospedale territoriale».
MELFI OGGI PER LA CELEBRAZIONE DEL BICENTENARIO DELL’ARMA
Il liceo artistico premiato
a Roma presso la scuola ufficiali
La scuola lucana in finale con ben due elaborati
l Oggi a Roma, presso la Scuola Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, si
terrà le cerimonia di premiazione del Concorso Artistico Nazionale per la
celebrazione del Bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, riservato agli studenti dei Licei Artistici Italiani. Il concorso,
organizzato dall’Arma dei Carabinieri, dal Miur, e dal Ministero dei Beni
Culturali prevedeva 5 tipologie di intervento (Pittura, Scultura, Grafica,
Design-Progetto e Multimedia) e si è svolto in due fasi. Il Liceo Artistico di
Melfi (unico in Italia) è stato ammesso alla fase finale con ben due
elaborati realizzati dal corso di Laboratorio e Discipline Multimediali del
prof. Vincenzo Camardelli ed uno di questi si è aggiudicato il primo
premio assoluto nella sezione Multimedia. I due lavori, un cortometraggio e una serie di spot, sono stati realizzati dalle classi III e IV. La
commissione giudicatrice ha decretato la vittoria del cortometraggio
“L’orologio” e sarà Antonella Ferrieri, responsabile del lavoro, a ritirare
il prestigioso riconoscimento anche a nome degli altri compagni di classe.
Il cortometraggio, dalla durata di 10 minuti, racconta la storia di un
bambino e del suo legame particolare con un orologio ed è ambientato a
Melfi. Da sottolineare il fatto che tutta la produzione è stata curata
coinvolgendo quasi un centinaio di persone ed è stata possibile grazie
anche alla fattiva collaborazione dei Comprensivi «Nitti-Berardi» e «Marottoli-Ferrara» di Melfi. I ruoli dei protagonisti e delle comparse sono
stati ricoperti da insegnanti, alunni del Liceo e loro familiari oltre che da
un gruppo di bambini della scuola elementare «Nitti». Anche il dirigente
scolastico, Michele Corbo, non ha voluto far mancare un suo coinvolgimento nel progetto comparendo in un breve cammeo all’interno del
film. Alla cerimonia di premiazione saranno presenti 40 alunni. Ci sarà
anche il Generale di Brigata Vincenzo Procacci, comandante Legione
Carabinieri Basilicata il col. Nazzareno Zolli del comando Potenza, e il
cap. Giovanni Diglio, comandante della Caserma Melfi.
V
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA PROVINCIA
Mercoledì 8 ottobre 2014
DENTRO LA CITTÀ
PAGINE DI STORIA DIMENTICATE
UN VIAGGIO NEL TEMPO
La città fu una fedele piazzaforte dei
Saraceni negli anni in cui a Bari
fu istituito un emirato musulmano
CAMMELLI
IN TRANSITO
Immagini particolari legate al set
del film
di ispirazione
biblica che
ha visto impegnati nella
parte più
antica della
città comparse in compagnia
di autentici
cammelli
[foto Bernardi]
Nuova produzione cinematografica
Sul cammello con «Christ the Lord»
Si girava fino a qualche giorno fa in pieno centro storico. Si tratta del film intitolato “Christ the Lord”, nuovo lavoro d’ispirazione biblica la cui regia è stata affidata a Cyrus
Nowrasteh, mentre la produzione è di Ctl Films e da Cinecittà Studios. Riprese sono state effettuate nel Parco della
murgia, precisamente tra tra Murgia Timone e Murgecchia,
mentre qualche mattina fa, è stato una sorpresa vedere sfilare gruppi di figuranti per le vie del centro storico. Si stavano recando a piedi le zone del set allestito in via Madonna
delle Virtù. In questa parte dei rioni Sassi è stato ricostruito
un villaggio tipico della Palestina ed è in queste vie che si
sono visti sfilare anche i cammelli. Non si poteva non notarli per le loro gobbe ondeggianti e perchè da dove sono passati hanno provveduto a consegnare i loro ricordini più imbarazzanti profumando, si fa per dire, tutta la zona.
Non si è girato solo a Matera, ma anche a Craco e Scanzano
Jonico, a Terzo Cavone. Di questa produzione se ne parlava
giù nel 2012. L’anno successivo partirono perfino le prenotazioni negli alberghi cittadini, circa trecento, poi disdette.
Infine, lo scorso settembre sono partite le riprese di un film,
è liberamente tratto da “Christ the lord: Out of Egypt”, best
seller della scrittrice Anne Rice, che ripercorre i primi anni
della vita di Gesù, il suo viaggio con i genitori dall’Egitto a
Nazareth e il momento in cui scopre di essere il figlio di Dio.
Quando i cammelli erano di casa
nella città dei Sassi e nei dintorni
PASQUALE DORIA
l Ogni buona narrazione di
Matera non può che partire dalla
fenditura della crosta terrestre
che qui usiamo chiamare Gravina. Una sorta di vuoto sospeso tra
cielo e viscere della terra che lambisce la parte costruita e da cui
tutto sembra essersi generato nel
tempo, a iniziare dai rioni Sassi.
È facile cedere al dubbio, pensare di essere vittima di chissà
quali allucinazioni se, di colpo, nel
cuore antico della città capita
d’imbattersi nel lento incedere di
una teoria di cammelli. Molti si
sono stropicciati gli occhi, quasi
increduli, specialmente nei giorni
scorsi, quando le temperature erano alte, tipicamente estive. Il quieto passo di quei ruminanti lungo il
ciglio della Gravina, ben presto, si
è tramutato in una potente macchina del tempo che ha riportato
molto indietro le vicende di una
comunità in cui incrociare cammelli sulla propria strada, nell’alto medioevo, era normale.
Ai giorni nostri, si tratta
dell’ennesimo set cinematografico. Ieri, questa specie che viene
considerata in via d’estinzione,
era un classico mezzo di locomozione e fece la sua comparsa nei
Sassi insieme ai Saraceni. La loro
incursione nel paesaggio semidesertico della Murgia avvenne
quando l'Emirato di Bari (in arabo
Baru) si costituì come regolare entità politico-militare musulmana.
Fu retta da tre emiri tra l’847 e l’871
e divenne il più rilevante insediamento islamico della Penisola. Da
qui, poi, partì l’espansione a nord,
fino al Gargano e ai territori longobardi del Ducato di Benevento.
Prima di Bari, i Saraceni erano
già arrivati a Taranto nell’840, dove non formarono un vero e proprio emirato. Il porto divenne uno
scalo marittimo strategico, non-
CAMMELLI Come nel Medioevo
chè luogo di partenza per scorrerie in tutto il Mediterraneo. Taranto resistette come insediamento arabo fino all’anno 883.
Ben presto, tra Taranto e Bari,
ovvero Jonio e Adriatico, si formò
un corridoio di collegamento attraverso vari centri che si schierarono con i Saraceni, tra cui Matera. Non dimentichiamo che la
nostra Gravina, una sorta di autostrada del passato, si collega a
quella di Laterza, dove si scorge
già chiaramente il mare. Insomma, gli arabi s’insediarono in città
e sarebbe davvero interessante
scoprire da che parte edificarono
il loro minareti. Cosa che non deve
meravigliare più di tanto se si considera che esistono documenti
dell’epoca, è il caso della cronaca
ebraica di Ahimaaz, piena di giudizi positivi sull’emiro di Bari Sawdan, considerato un governante
illuminato.
A Longobardi e Franchi questa
presenza, con tutta evidenza, non
poteva che dare fastidio. Con il
sostegno di una flotta croata iniziò
la riconquista per mare e per terra. Ed è in questo tragico frangente che Matera, nonostante una
strenua difesa, fu distrutta dalle
truppe di Ludovico II, imperatore
dei Franchi. Nell’entroterra fu la
prima città ad essere attaccata nella primavera dell’867, in quanto
strategica e fedele all’emiro.
Se ne è occupata la storica statunitense Barbara Kreutz, in un
studio del 1996 intitolato Prima dei
Normanni: il Sud Italia tra Nono e
Decimo secolo. Ma precedentemente, nel 1971, ne aveva parlato lo
storico materano Marcello Morelli in Storia di Matera. Ludovico, per assicurarsi le spalle contro Bari, scrive Morelli, attaccò
Matera «e, come si esprime
l’Ostiense “Matheram munitissimam illorum urbem capiens igno
ferroque vastavit”. Illorum urbem, la loro città; ciò rivela che la
tenevano da parecchi anni. Ludovico la devastò e incendiò, perchè
non tornasse loro piazzaforte inespugnabile. Così, la nostra città
cadde dalla padella nella brace».
MUSICA IERI MATTINA LA SUA ELEZIONE
POLICORO DECISIVO IL DIALOGO CON LA POLIZIA
PISTICCI C’È L’AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE
Il nuovo direttore
del Conservatorio
è Piero Romano
Ha minacciato
Via alla bonifica
di lanciarsi nel vuoto nelle pinete
ma poi rinuncia
del Metapontino
l Sarà Piero Romano il nuovo direttore del Conservatorio statale “Egidio Romualdo Duni” di Matera.
Un prestigioso incarico che guiderà per il triennio
2014-2017. Subentra a Saverio Vizziello, maestro che ha
caratterizzato con piglio dinamico le attività della prestigiosa istituzione musicale della città dei Sassi.
Il maestro Piero Romano è stato eletto ieri mattina dal
Collegio dei Docenti; l’incarico assume un particolare
significato rispetto alla Candidatura di Matera a Capitale Europea della
Cultura per il 2019.
Attivissimo da artista e da organizzatore sin dalla sua giovane età si è distinto
vincendo concorsi
nazionali ed internazionali. Si è esibito
da pianista e da direttore d'orchestra in
tante città italiane ed
estere e ha collaborato con molte orchestre in tutto il mondo.
È docente del Conservatorio di Musica
di Matera in reper- DIRETTORE Piero Romano
torio
orchestrale,
Pratica e lettura pianisitica e Diritto, Legislazione e
Organizzazione dello Spettacolo.
Ha ricoperto l’incarico di direttore artistico della
stagione lirica del Comune di Taranto ed è stato consulente musicale per molteplici associazioni e festival
italiani. Dal 1993 è il direttore artistico dell’Orchestra
della Magna Grecia.
l POLICORO. – Un giovane, in fuga dal reparto
psichiatrico dell’ospedale Giovanni Paolo II, ha minacciato di uccidersi gettandosi dal tetto di un
palazzo di tre piani. Ma è stato salvato dall’intervento
di agenti della Polizia di Stato del locale Commissariato. Il fatto è avvenuto alle 22.30 di lunedì
scorso. L’uomo, 28 anni, gravemente malato, era da
poco fuggito dal nosocomio del centro jonico dopo
aver eluso la vigilanza del personale infermieristico.
Armato di una spranga di ferro, altresì, aveva
scaraventato per terra tutto quello che aveva incontrato sul suo cammino. Gli operatori della Squadra volante, allertati dalla Sala operativa del Commissariato, si sono attivati alla ricerca del fuggitivo.
Le accurate ricerche hanno consentito agli uomini in
divisa di intercettare il giovane nel mentre si introduceva nel portone di un palazzo della centrale via
Mazzitelli. I poliziotti lo hanno inseguito per le scale
ma il paziente è riuscito a salire sul tetto e a portarsi
sul cornicione privo di protezione, ad un’altezza di
circa 20 metri dal suolo, dal quale ha minacciato di
buttarsi giù se qualcuno avesse cercato di fermarlo.
Vista la situazione di grave pericolo per il giovane, gli
agenti hanno richiesto l’intervento dei Vigili del
fuoco del locale Distaccamento, che sono arrivati con
un supporto gonfiabile che hanno collocato sotto al
palazzo. I poliziotti, nel frattempo, avevano cominciato a dialogare con il 28enne e ad ascoltare le sue
ragioni per cercare di guadagnarne la fiducia. Così,
grazie all’opera di convincimento messa in atto,
durata 20 minuti e utilizzando le strategie psicologiche del caso, bagaglio della formazione professionale di ogni operatore di polizia, gli agenti sono
riusciti a dissuaderlo dall’insano intento e ad aiutarlo
[fi.me.]
a scendere dal tetto.
l PISTICCI. Autorizzazione pronta per i lavori del Piano
di Forestazione nella pineta metapontina interessante i
comuni di Pisticci e Policoro. La richiesta l’avanzò nello
scorso giugno il responsabile dell’Area Programma Metapontino Collina Materana, ing. Nicola Castronuovo. Si
chiese l’autorizzazione agli interventi di bonifica delle aree
percorse da incendi, diradamenti e manutenzione staccionature all’interno della pineta metapontina, nei territori
comunali di Pisticci e Policoro, appartenenti al demanio
dello Stato Marina Mercantile. Il riscontro, solo pochi giorni fa, da parte del Dipartimento Politiche di Sviluppo,
Lavoro, Formazione e Ricerca - Ufficio del Demanio Marittimo della Regione, che ha autorizzato, per quanto di
propria competenza e ai soli fini dell’utilizzo delle aree del
demanio marittimo ad eseguire le opere di bonifica.
Nell’autorizzazione è specificato che la stessa viene rilasciata solo ai fini degli interessi demaniali marittimi e che
comunque non riguarda aspetti derivanti da competenze e
funzioni pubbliche in materia ambientale e paesaggistica,
di sicurezza, igiene pubblica e altri aspetti a questi connessi
per i quali dovranno essere acquisite le autorizzazioni ove
prescritte. Altre precise prescrizioni riguardano la garanzia di sicurezza e incolumità degli addetti ai lavori e agli
utenti delle spiagge libere, inoltre, quello di evitare l’utilizzo
di aree demaniali già in concessione ad altri soggetti e,
infine, di utilizzare le aree e i mezzi strettamente necessari
ai lavori da eseguire.
Positivo il commento dell’assessore comunale, Lino
Grieco, secondo cui «l’intervento della Regione è oltremodo
necessario dal momento che siamo di fronte alla esecuzione
di importanti opere di bonifica, finanziate da fondi regionali e finalizzate al recupero sotto l’aspetto ambientale
dei beni demaniali marittimi della costa, che già in passato
erano state penalizzate in quanto interessati da incendi e
[mi.sel.]
altri guasti».
le altre notizie
LA CGIL E IL LAVORO
«Tu togli, io estendo»
insieme verso la piazza
n Appuntamento in Mediataca, alle 9,30, in piazza Vittorio Veneto con la Cgil che
presenta l’attivo provinciale
di quadri e delegati sul tema
“Tu togli, io estendo. Lavoro
giovani diritti”. Partecipa
Serena Sorrentino, segretario confederale Cgil Nazionale. La Cgil sarà in piazza il
25 ottobre per una grande
manifestazione nazionale
contro l’attacco al lavoro e ai
diritti (statuto dei lavoratori, art. 18 in particolare, precarietà, assenza universalità ammortizzatori sociali,
blocco dei rinnovi contrattuali etc) e per richiedere
con forza “uguaglianza delle
tutele e dei diritti”. L’attivo
provinciale di Materalancia
la mobilitazione nel territorio da parte di tutte le categorie: all’attivo, seguiranno infatti assemblee nei posti di lavoro, volantinaggi e
tutta un’attività volta a rendere note le ragioni della ns
protesta e a raccogliere adesioni per i pullman che partiranno il 25 ottobre per Roma da Matera e dai ns comuni della provincia.
NELLE NOSTRE SCUOLE
Giornata mondiale
della vista, ecco dove
n In occasione della “Gior nata mondiale della vista” organizzata dall'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia Onlus), la sezione U.i.c.i.
Onlus di Matera, in collaborazione con il Centro Regionale per la Prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva, comunica che domani effettuerà un'azione di
sensibilizzazione e di prevenzione negli Istituti di
Istruzione secondaria, di seguito elencati: I.t.a.s. Marconia - Istituto di istruzione
superiore Tecnico Agrario
Statale - Via Olimpia - Marconia di Pisticci; I.p.s.a.r.
Marconia - via S. Giovanni
Bosco - Marconia; Istituto
Tecnico Industriale - via B.
Lanzillotti - Ferrandina;
Istituto Professionale per
l’Industria e l’Artigianato Via Mazzini - Ferrandina
(sede provvisoria in via
Lanzillotti c/o I.t.i.s.); Liceo
Scientifico Statale “Enrico
Fer mi” – Via Puglia – Policoro; I.s.i.s. “Pitagora” – Via
Puglia n. 24 - Policoro .
Domani, inoltre, salle 09 alle
13, nel piazzale dello scientifico di Policoro, una unità
mobile oftalmica, effettuerà
gratuitamente visite oculistiche.
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI I XIII
Mercoledì 8 ottobre 2014
PIERO SCUTARI *
MIKO SOMMA
Senza Matera niente stranieri L’aiuto impossibile
Comitato No Oil Lucania
>> CONTINUA DA PAGINA I BASILICATA
G
li stranieri che arrivano in Italia sono14.733
milioni (come dadati sulla bilancia dei pagamenti turistici appena diffusi da Bankitalia) ed in Basilicata gli arrivi degli stranieri
sono secondo i dati Unioncamere circa 70.000ovvero 0,4%
, di questo 0,4% , più di 40.000 arrivano a Matera, il
rimanente, ovvero solo 30.000(poco oltre il 0,1%,) va nel
resto della Basilicata; molto probabilmente anche parte
di questi arrivano a Matera e poi proseguono per altre
destinazioni lucane. Questi dati dimostrano, nella giornata della visita a Matera dei commissari per la scelta
della Capitale Europea della Cultura, che senza Matera
non arriverebbero stranieri in Basilicata. Ciò nonperché
la Basilicata non merita, ma per errori di marketing, di
promo-commercializzazione, di costruzione ed offerta
dei prodotti, di logistica. Va evidenziato inoltre che
Matera come prodotto turistico internazionale, non è un
brand che i mercati associano automaticamente alla
Basilicata , Matera è un Brand dissociato, un prodotto
insé. Motivo in più per sostenere la candidatura che
rafforzerebbe il brand Matera-Sassi-cultura-enogastronomia.
A Maratea, invece, in un anno arrivano
solo 7000 stranieri ( da 7 anni in calo )
parallelamente ad una politica di marketing
che ha progressivamente dimenticato Maratea una volta“perla del mediterraneo”.
Nel Metapontino in un anno arrivano solo
8600 stranieri, un calo negli ultimi 7 anni di
oltre il 20%. Certo mare sporco e nessuna
bandiera blu, non aiuta, ma è anche l’indicazione che la politica dei grandi villaggi
non èsufficiente, e che sicuramente il prodotto mare Basilicata non ha un brand, e non
si è fattonulla per far diventare il metapontino una riviera; nonostante la crisi del
medio oriente che da anni ha chiuso le porte
a milioni di turisti europei che andavano in
Egitto e Tunisia, come mai il Metapontino
che più si avvicina a quel tipo di target
turistico e di destinazione non è stato capace
di crescere come arrivi dall’estero ?
Il resto della Basilicata è irrisorio come
arrivi stranieri siamo allo 0,00 e qualcosa a
confronto della immensa massa di turisti che
arriva in Italia.
E mai stata fatta alcuna riflessione approfondita in
proposito ?
La crescita continua di Matera non può essere usata
come tappeto dove nascondere i dati impietosi e affermare che la Basilicata turisticamente cresce.
Abbiamo bisogno di incrementare gli arrivi dei turisti
stranieri, perché quello è vero aumento del Pil, per fare
questo, bisogna iniziare a fare una cosa molto semplice,
iniziare a pensare e progettare. Matera è e sarà la
principale porta di accesso per la Basilicata, il che vuol
dire pianificare con quest’ottica, Matera ha tutti i numeri
per poter diventare una vera meta turistica di rilievo
internazionale, bisogna fare in modo che cresca sempre
di più, che aumenti e migliori la ricettività, i servizi, e le
offerte con il territorio in modo da aumentare la durata di
permanenza e allargare l’interesse dei visitatori alle altre
aree limitrofe.
Per il Metapontino se non si crea un prodotto da
riviera, non si riuscirà mai a cogliere quel significativo
flusso di stranieri che non va più in medio oriente e non
andrà negli anni a venire sino a quando non saranno
ristabilite in quei luoghi condizioni di sicurezza. Se la
Basilicata non riuscirà in questi anni a conquistare
questo segmento, non ci riuscirà mai più, ma deve far
diventare lo Jonio una riviera, con tutto ciò che richiede.
Per il versante ovest, invece abbiamo una significativa
distrazione nel marketing , che ci si porta dietro da
sempre sia verso i mercati più immediati che verso
l’estero, la miopia nel saper promuovere Maratea all’estero è storia che riguarda anche le incapacità di tanti
operatori.
Mentre possiamo dire, finalmente, bene a fatto il
Presidente della Regione Pittella a esporsi e voler puntare su Pontecagnano, perché è una infrastruttura es-
senziale, sempre se, la Basilicata potrà avere un peso
decisionale e l’aeroporto un management capace.
Bisogna evitare certi errori degli ultimi dieci anni, le
risorse vanno concentrate, su servizi, su nuova ospitalità
innovativa, diffusa, e su concrete attività di animazione
culturale, ogni progettualità deve essere sostenibile, non
si può più essere tolleranti verso progetti che possiamo
affermare essere campati in aria come lo sbarco dei greci,
dove si spendono milioni di euro per una infrastruttura
di animazione, in un posto dove esistono a mala pena 100
posti letto, senza servizi, senza trasporti e principalmente senza una utenza e senza accessibilità di mercato.
[* presidente Centro Studi Thalia]
e improponibile
P
CENTRO
STORICO
Matera ha
accolto così
la commissione che
deciderà chi
diventerà
capitale della
cultura
TOMMASO MARCANTONIO *
Riabilitazione al Don Uva
G
entilissimo direttore, chiusa la
scellerata parentesi estiva della
tragica teatralità del nostro eccellente Ospedale Regionale San Carlo di Potenza per il complotto ordito e tramato
per screditare con la dirigenza l’intera struttura e danneggiare di riflesso l’economia e
l’intera collettività lucana, è ora di chiedere al
nostro eclettico governatore Marcello Pittella
una particolare attenzione alla imponente e
specialistica struttura del Don Uva di Potenza.
Tale nosocomio ausiliare, soppresso per la
fruizione dei servizi mentali a seguito della
legge 180, ha visto la riconversione per alcune
gravi patologie croniche non più curabili
presso gli ordinari ospedali.
Il don Uva – così denominato dal sac. don
Pasquale Uva fondatore e gestore delle tre
importanti e complesse sedi di Bisceglie, Trani e Potenza – ebbe l’idea geniale della cura
dei cronicari e dei lungo degenti.
Tali presidi ospedalieri particolari e specialistici – a seguito della ripetuta legge Bisaglia – hanno visto riconvertire le funzioni
consentendo agli Ospedali ordinari un pronto
intervento e offrire successivamente particolare assistenza e per la cura e la riabilitazione con la fisioterapia (terapia per le
ossa), la demenza, la cura dell’Alzheimer etc.
Il Don Uva ha assunto perciò una funzione
operativa sul territorio potentino e regionale
evitando ulteriori disagi ai pazienti e ai familiari per lunghi viaggi in altri distanti centri di accoglienza e sprechi di danaro pubblico
previsto come rimborso dalle Regioni. Le delucidazioni, caro Marcello Pitttella, sono
pleonastiche per te come medico e figlio di un
grande medico che ebbe delle ingiuste traversie per aver voluto tener fede al giuramento di Ippocrate.
Ma è la collettività che spesso ignora e parla
a sproposito. Qualcuno si chiederà: qual è il
motivo di questo accurato intervento. Intanto
è notorio che il Don Uva è da anni sotto gli
occhi dei riflettori per la situazione debitoria
che ha portato al fallimento per la qualcosa
sembra che per la sede di questo capoluogo
recentemente si sia parlato di un bando per la
cessione a privati della casa di cura. In particolare sarebbero interessati il Don Gnocchi
e anche privati imprenditori locali.
Difatti, tale situazione di dissesto finanziario ha visto negli ultimi tempi agitare – con
le sigle sindacali – i lavoratori di ogni ordine e
grado e gli stessi medici specializzati e primari per l’ottenimento delle retribuzioni arretrate.
Il Governo nazionale con la legge di stabilità – per effetto della lunga crisi – tra spending review e sconti fiscale intende ridurre
ulteriormente la spesa per la Sanità, anche se
non concordano lo stesso ministro Beatrice
Lorenzini e i Governatori. Nella fattispecie,
gentilissimo Presidente Marcello Pittella, il
commissario straordinario ad acta avv. Bartolo Cozzoli di Bisceglie, nominato per l’amministrazione straordinaria, ricorre sempre
vieppiù all’aspetto economico senza tener minimamente conto degli interessi primari di
assistenza dei fruitori.
Si trascura che qualcuno ha inteso recentemente sempre parlare del licenziamento di
alcuni dipendenti delle pulizie. È senza dubbio il problema igienico sanitario importante
e occorre che altrettanto venga prestata la
dovuta attenzione.
Ma quello che è grave, in ultima analisi, è
che non sia utilizzabile l’ascensore centrale
dei tre reparti. Raggiungere il reparto di fisioterapia per la riabilitazione ossea al III°
piano del relativo padiglione senza il trasporto verticale rende «non» fruibile la struttura.
Il dislivello tra i tre diversi piani è di oltre 5
metri di altezza cadauna con rampe dalla
alzata scomodissima.
Immaginarsi che con le stampelle e o bastone canadese un disabile senza arti debba
raggiungere quel piano!!!
È impossibile per gli stessi barellisti.
Per questo – non sarà di certo necessario
effettuare una colletta. Occorre sollecitare
l’avv. Bartolo Cozzoli a trovare le risorse per
la riabilitazione del suddetto ascensore gravemente invalido. Mentre non è ipotizzabile
l’uso di una corda o di un cesto per la risalita e
la discesa dei pazienti disabili negli arti con
un verricello e una carrucola. È per caso
sabottaggio per costringere l’utenza a recarsi
fuori regione.
Suvvia sollecitiamo l’avvocato Cozzoli a
rimediare. I pazienti, i loro familiari e il personale medico, paramedico, tecnico e infiermeristico gliene saranno grati.
[* lettore]
ur essendomi riproposto di non intervenire nel dibattito cittadino, non posso non constatare il pericolo di quel “buco” di bilancio incombente sul
futuro della città capoluogo, tanto da pregiudicarne
persino la continuità democratica nel rischio dissesto e commissariamento, buco però su cui non abbiamo merito della
consistenza, dovendo il sindaco De Luca nominare suoi
“esperti di fiducia” (e non lo era anche il suo assessore?) al fine
di contabilizzarlo e portarlo alla missione di ripiano che il
presidente Pittella, se prima condiziona ad una discussione
consiliare – forse memore di troppe incongruenze sulla faccenda degli idrocarburi – poi però, nel suo stile, si “allunga”
ad assicurare nella generica formula “la regione non sia un
bancomat”.
Ora che la regione non debba o possa essere il bancomat per
i dissesti dei comuni è argomento a cui immagino siano in
primis gli altri 130 comuni lucani ad esser sensibili, maturandone in caso contrario, un senso di palese ingiustizia nei
loro confronti, anche per via delle ripetute dazioni finanziarie
che, in ordine sparso, si sono riversate finora sulle disastrate
casse comunali del capoluogo, argomento questo non di secondo piano in un momento in cui quasi tutti i comuni lucani
sono in difficoltà, ma il problema reale forse è di ben altra
natura.
Ammesso che pur si riesca a stabilire in maniera contabilmente evidente il buco di bilancio e che sia in qualche
modo oggetto di ripianamento da parte della regione, da dove
mai verranno queste risorse, se solo fino a qualche settimana
fa si lamentava della probabile bancarotta dell’ente regionale
se non si fosse intervenuti sul patto di stabilità interno? E tali
dazioni non metterebbero la regione di fronte a sforamenti dei
parametri del proprio bilancio tali da essere ancor più pericolosi, se possibile, di un dissesto finanziario del capoluogo?
Risorse che o coprono subito e per intero un disavanzo dai
10 ai 24 milioni di euro (vedremo quando e quanto il funzionario, nel frattempo divenuto dirigente, farà i conti) o a
poco servono, vista la fase di chiusura del bilancio comunale
che non ammette tempi troppo lunghi.
Che poi al comune di Potenza nessuno abbia ancora pensato
ad esperire ogni possibilità di accesso a quel fondo rotativo
per la stabilità degli enti locali, al decreto dell’11 gennaio 2013,
approvando il piano di riequilibrio finanziario decennale che
se ne possa avvalere, soprattutto considerandone sia la entità
ammissibile (approssimativamente 18 milioni di euro), sia la
mutualizzazione a tasso 0 che per dieci anni comporterebbe
oneri finanziari aggiuntivi al bilancio del comune di meno di
2 milioni di euro, sia infine considerando che la regione
Basilicata ha stanziato già 1,5 milioni di euro di risorse
proprie da erogarsi agli enti con piano di riequilibrio approvato dalla Corte dei Conti, tutto ciò fa comprendere che la
vera natura del problema è politica e non esclusivamente
finanziaria.
Politica perché il problema pare essere più chi si ritroverà
la patata bollente dei tagli di spesa corrente in caso di un
accesso al fondo di rotazione (5% strutturale), cosa che non
mancherebbe di avere delle più che prevedibili conseguenze
sul consenso dell’amministrazione in carica, o degli inevitabili rincari sui servizi a domanda individuale o dei tagli
degli stessi nel caso di un dissesto finanziario che porti in
seguito al commissariamento del comune ed a inevitabili
seguenti provvedimenti di risanamento, cosa questa che
avrebbe un peso politico non indifferente nel momento di
nuove elezioni.
Ed ecco il vero punto sul quale si gioca la partita politica,
consapevole la giunta un carica di non avere agibilità politica
sui numeri consiliari e non volere pregiudicare la propria
azione in larghe intese difficili da spiegarsi ai propri elettori,
consapevole il centrosinistra che ogni scivolamento nel dissesto sarebbe un atto di accusa conclamato verso le proprie
passate gestioni.
Una situazione complessa, ma nella quale pare entrare a
gamba tesa il presidente Pittella con una ingiustificabile
disponibilità al salvataggio di un bilancio consolidato strutturalmente deficitario e di una giunta che, non colpevole della
situazione attuale, non dispone però di agibilità numerica in
consiglio comunale e non ha alcuna possibilità di gestire
l’amministrazione, pure in un ipotetico salvataggio che sono i
numeri della finanza regionale stessa a non consentire. Verrebbe da chiedersi perché Pittella offre impossibili aiuti a De
Luca, per salvare Potenza o per continuare la sua guerra
interna al Pd?
Condizioni politiche che suggerirebbero quindi come vie
obbligate o tentare extrema ratio di salvare il bilancio affidandosi al fondo di rotazione (suicidio politico per De Luca e
il suo peculiare centrodestra) o, considerando impossibile in
quantità finanziaria, improponibile politicamente verso la
intera regione, indecente perché segue logiche celate di equilibri tra le fazioni pd in lotta, tali importi di aiuti regionali, la
rassegnazione operosa al dissesto e al commissariamento
che, se pure porterà ad aggravi di spesa notevoli per i cittadini,
allo stesso tempo libererà la città sia dalla melassa di un
bilancio impossibile a sanarsi nella continuità politico-contabile con cui si è formato finora, sia dal peso amministrativo
della “leggerezza” mediocre con cui la città è stata finora
divorata da interessi intrecciati privati e clientelari, ma soprattutto libererà Potenza dalla condizione democratica insostenibile palesatasi in primavera per giochi, controgiochi e
doppigiochi, condizione che serve sanare con un nuovo voto,
quando serviranno uomini e pratiche politiche nuove, non
inciuci o trame o politicismi di dubbio gusto.
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Lavoro, si vota senza articolo 18
Tutte le nuove misure del Jobs Act
Rinviata alle norme attuative la parte sui licenziamenti. Limite ai demansionamenti. Spuntano incentivi per il
contratto unico con l’obiettivo di superare i rapporti precari
di LORENZO SALVIA 31
shadow
ROMA - Quello a tempo indeterminato e a tutele crescenti sarà il tipo di contratto «privilegiato in termini di
oneri diretti e indiretti». Per questo sarà possibile incentivarlo, sotto forma di taglio dei contributi o dell’Irap
da quantificare successivamente con le norme attuative, in modo da renderlo più vantaggioso rispetto ai
contratti a termine che altrimenti non avrebbero rivali, specie dopo la liberalizzazione di pochi mesi fa. E con
l’obiettivo finale di arrivare al «superamento delle tipologie contrattuali più precarizzanti». Nell’emendamento
al Jobs act , il disegno di legge delega per la riforma del lavoro sul quale oggi il Senato dovrà votare la fiducia,
il governo fa qualche altro passo verso la minoranza del Pd, che però resta critica.
Licenziamenti
Dal pacchetto, otto pagine che ieri sera hanno avuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e
stamattina saranno depositate formalmente in Senato, resta però fuori ogni riferimento alle nuove regole sui
licenziamenti e all’articolo 18. La questione sarà confinata ad un semplice discorso che il ministro del Lavoro
Giuliano Poletti farà in Aula. Dichiarazioni spontanee, nessuna votazione a seguire. Come indicato nel documento votato nella direzione del Pd, il ministro si impegnerà a mantenere il reintegro nel posto di lavoro per
i licenziamenti disciplinari, quelli addebitati al comportamento del dipendente, che dovessero essere giudicati ingiustificati dalla magistratura. Ma solo in alcuni casi limite e comunque rimandando i dettagli al 2015,
quando il Jobs act sarà stato approvato anche alla Camera e il governo scriverà i decreti attuativi.
La tipizzazione
A quel punto, ma solo a quel punto, il governo procederà ad una tipizzazione più stretta dei licenziamenti
disciplinari ingiustificati, in modo da ridurre il margine di discrezionalità dei magistrati. E lascerà aperta la
possibilità per l’azienda di scegliere comunque l’indennizzo, ma più caro, anche quando il magistrato dispone
il reintegro. I decreti attuativi passeranno in Parlamento solo per un parere non vincolante, e il governo avrà
gioco più facile rispetto al difficile compromesso che deve cercare adesso. Una semplice dichiarazione del
ministro non è una garanzia sufficiente per la minoranza Pd, che con Cesare Damiano avverte: «La battaglia
per migliorare la delega continuerà alla Camera». Ma potrebbe funzionare da scudo in futuro, se le norme
attuative dovessero essere impugnate davanti alla Corte costituzionale perché vanno al di là della delega, visto
che nel Jobs act manca un riferimento proprio all’articolo 18.
Mansioni e voucher
Nell’emendamento ci sono altri due passi verso la minoranza Pd. Il primo è sul demansionamento, cioè la
possibilità di assegnare al lavoratore mansioni inferiori a quelle della categoria di appartenenza. L’operazione
sarà possibile rispettando le «condizioni di vita ed economiche del lavoratore», il che non vuol dire necessariamente conservando lo stesso salario ma quasi. Mentre sui voucher, i buoni lavoro utilizzati per le prestazioni
occasionali, resta fermo il principio di un tetto massimo al loro utilizzo, che però sarà definito sempre con le
norme attuative.
Scioperi e referendum
Non ci saranno invece, salvo sorprese, le norme sulla rappresentanza, sulla contrattazione aziendale e sul
salario minimo, delle quali aveva parlato lo stesso Matteo Renzi nel corso dell’incontro con i sindacati avuto
in mattinata. L’obiettivo è quello di impedire scioperi e referendum quando un accordo viene firmato dal 50%
RASSEGNASTAMPA
più uno dei rappresentanti sindacali, limitando il diritto di veto delle sigle più piccole (leggi Fiom). Mentre il
salario minimo potrebbe sostituire in parte i contratti nazionali, indebolendo anche i sindacati più grandi. Il
progetto resta in piedi ma con tempi più lunghi.
8 ottobre 2014 | 06:59
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