83 Quaderni della Regione Piemonte - Collana “Agricoltura” - Anno XVIII - n.83 - Gennaio 2014 PSR 2014 - 2020 Pubblicati i regolamenti UE Presentata l’analisi di contesto Ora la programmazione entra nel vivo Una vendemmia di qualità proiettata verso l'Expo 2015 PER TELEFONARE DIRETTAMENTE AGLI UFFICI COMPORRE IL NUMERO 011 432 SEGUITO DALL’INTERNO DESIDERATO ASSESSORE CLAUDIO SACCHETTO Ufficio di comunicazione CARRANO Annunziata FRANCHINO Alberto QUATTROCCHI Tina 1680 3937 3875 2587 DIREZIONE AGRICOLTURA DIRETTORE DE PAOLI Gaudenzio Segreteria ANICITO Francesca BERTO Alessandra BIANCO Roberto CARACCIOLO Daniela DOMINICI Claudia FAVATA' Paola FERRERO Ezio FOTIA Angela FRASCELLA Patrizia GALLUZZI Marco GUASCO Claudia MARTINA Piera MAZZA Silvana SAVIO Cecilia TESTA Fabrizio TORASSO Susanna TROMBETTA Laura VALSANIA Maria VILLANO Antonia VIZZARI Vincenzo ZOLA Enrico OSSERVATORIO REGIONALE SULLA FAUNA SELVATICA PICCO Luca AIRAUDO Dario CARISIO Loredana SETTORE 11.11 TUTELA E GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA ED ACQUATICA Responsabile di settore DI BISCEGLIE Carlo Segreteria APROSIO Paola AUCIELLO Paola BRESSO Enzo CANE Silvana CANNIZZARO Alberto LAVAGNO Mauro MARCHETTO Sabrina PAOLUCCI Giorgio RAGNO Assunta ZAMBRUNO Gian Paolo 2696 1482 5548 3924 6072 5997 4652 4711 4874 2055 3436 2481 6427 2683 4311 4342 5216 4754 5675 4367 4297 4602 4355 4603 2093 2394 4557 1507 5060 5697 2890 2152 4704 5147 5018 2678 2379 5950 SETTORE 11.13 PROGRAMMAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE Responsabile di settore SOSTER Moreno 4375 Segreteria 1474 AMBROSIO Dora 4398 ARCHIMEDE Valentina 2801 BOASSO Franco 4954 CACCIAPAGLIA Cristina 4716 CONVERTINI Stefania 4892 GIACOMELLI Paolo 2830 MARELLI Andrea 2832 MORRI Fabrizio 4810 PETROSINO Giovanna 5770 PETRICIG Valentina 4569 SCARZELLO Daniela 5246 VICENTINI Iside 4325 VULLO Salvatore 3938 SETTORE 11.14 TUTELA DELLA QUALITA’ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI Responsabile di settore CAPRIOGLIO Alessandro ANNICCHIARICO Claudio BAMBINO Grazia Maria DE FAZIO Rosetta GIAIERO Prisca GIMONDO Maria FALLANCA Domenica PALMISANO Angela PASQUALE Barbara VARETTO Giuseppina RUO BERCHERA Giovanna 2573 5332 5469 2189 3811 2962 2029 3448 5409 4336 2927 SETTORE 11.15 PROGRAMMAZIONE, ATTUAZIONE E COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO RURALE Responsabile di settore BROCARDO Riccardo 4835 Segreteria 1468 BRUNO Wanda 2850 CONSOGNO Franco 4601 MANCASTROPPA Rosanna 4638 MASIERO Donatella 4374 MICHELOTTI Daniele 4370 MONERO Rosanna 2434 PEROSINO Mario 4369 TOFFETTI Francesca 5979 VENTURELLO Irene 2460 SETTORE 11.16 SISTEMA AGROINDUSTRIALE, COOPERATIVISTICO E FILIERE AGROALIMENTARI Responsabile di settore CONTI Loredana Segreteria BANDA Laura BERTORELLO Rosanna BOLDRINO Laura BOETTI Roberto BOTTARO Silvia FAVOT Adriano FERRO Sonia GAGLIANO Flavio LODATO Salvatrice MORTARA Guido MORONE Maria Carla NIZZA Luigi PISTILLO Silvana SATTANINO Giuseppina VERDUCI Leandro SETTORE 11.17 PRODUZIONI ZOOTECNICHE Responsabile di settore CUMINO Paolo Segreteria BASSANINO Monica BESSOLO Pierluigi FERRERO Luigi MARLIANI Rodolfo MORATTO Martina PALMIERI Aurora PARZANESE Emanuele RASETTO Paola RIGONI Miriam TERMINI Gianfranco VIZZANO Carmen 2848 1475 2415 4376 5413 4327 4308 2846 3699 4371 4293 6168 5682 4607 3090 4728 4381 4385 1470 4223 4305 4328 3629 3482 5359 5117 3775 3117 4372 4332 SETTORE 11.18 COLTURE AGRARIE Responsabile di settore FREIBURGER Gualtiero Segreteria ANSALDI Nadia CELLINO Andrea DE SIMONE Amelia LATINO Gianfranco OTTONELLO Mara PIVA Elena TRAVAGLIA Daniela VITTONE Eugenio 4318 1471 3929 2809 5173 4642 3997 4323 2429 4927 SETTORE 11.19 FITOSANITARIO Responsabile di settore MICHELATTI Giacomo Segreteria ALESSI Bruno BALLADORE Pallieri Lorenzo BISCARDI Maria Teresa BOSIO Giovanni BOURLOT Giancarlo CHERSI Catarina COTRONEO Alba CRAVERO Sergio CROSETTO Mirko DAVI' Danilo DOLZAN Stefano ELIA Irene FIORE Anna Rita GALEOTTI Gabriella GALLO Sergio GAROFALO Maria Cristina GIACHINO Pier Mauro GIANETTI Giannetto GOTTA Paola GREMO Francesco GUARINO Barbara GULLINO Clotilde LAZZARO Denis LOVISCO Carmela LOVISETTO Mariangela MASON Giovanna MASSOBRIO Viola MAZZAROTTO Elisabetta MORONE Chiara OGLIARA Silvia RAZIONALE Felicita ROSSI Andrea SCAVARDA Giovanni SANTANGELO Corrado SPANNA Federico VENANZIO Davide 3723 1473 3737 3707 3461 3721 4698 3289 3718 3702 8632 3705 3062 5568 3712 3733 2188 3715 4900 3729 3716 3722 3738 4361 5248 5956 5941 5067 5217 3711 3726 5415 3719 4352 5709 3703 4770 4108 SETTORE 11.20 SERVIZI ALLE IMPRESE Responsabile di settore RONCO Caterina Segreteria ACETO Paolo CIOCE Silvana CLERICO Massimo CORDOLA Piero DE CARO Sergio FEMIA Tiziana LAVINA Ester MELLA Clara PASTERIS Marco QUARTERO Natascia RICCI Luisa SANGUINETTI Mario TURLETTI Alberto SETTORE 11.21 AGRICOLTURA SOSTENIBILE ED INFRASTRUTTURE IRRIGUE Responsabile di settore OLIVERO Franco Antonio Segreteria ANGELETTI Alessandro BOSSER PEVERELLI Vittorio CAPPELLA Mariella CASSINELLI Laura FARAUDELLO Edoardo FILA-MAURO Elena GENTILE Angelantonio LEGGERO Barbara LIZZI Massimo LOMBARDO Fortunata LUCA’ Stefania MADONIA Silvana MARGARIA Claudio MASANTE Carlo PELASSA Giorgio POSSIEDI Emanuele ROMANO Maria Rosaria SCANABISSI Giovanni TOSIN Germano VENTURA Bianca 2903 1483 5295 4347 4551 3809 4348 4036 2847 2468 2653 4670 5569 3751 4972 4708 3073 3165 2713 2714 4837 4472 SETTORE 11.22 CALAMITA’ ED AVVERSITA’ NATURALI IN AGRICOLTURA Responsabile di settore LAVAZZA Fulvio 4317 Segreteria 1501 BARROERO Claudio 4341 BATAZZI Marco 4380 COMBA Daniela 3971 COMPAGNONE Giuseppe 5953 FENZI Pier Giuseppe 5442 FOLLIS Maria Teresa 2790 PELLISTRI Gabriella 3991 RODOFILE Stefania 2453 SALIERNO Antonio 5693 UFFICI DECENTRATI del Settore Fitosanitario Prov. di CUNEO - 12039 Verzuolo Via Don Orione, 37 Tel. 0171/44.57.50 CEVA - 12073 Via Regina Margherita 2 Tel. 0174/70.17.62 ALESSANDRIA - 15100 Via Einaudi 32 Zona Scalo D 4 Tel. 0131/24.81.04 3720 1466 6161 2254 4100 4303 4343 5495 4722 4344 4861 6051 2917 3849 3749 VERCELLI - 13100 Via Fratelli Ponti, 24 - Palazzo Verga Tel. 0161/28.31.42 CASALE MONFERRATO - 15033 Tr. Valenza 4 Tel. 0142/46.26.11 editoriale Un augurio per ripartire con fiducia Fissiamo traguardi e obiettivi ogni settimana, ogni mese, ma con l’arrivo del nuovo anno - è inevitabile - si compie una panoramica a più ampia gittata sugli impegni che ci attendono, programmando con attenzione il cammino da intraprendere. Da qualche anno a questa parte siamo costretti a fare i conti con un contesto economico non semplice, ma sarebbe del tutto sbagliato utilizzare come alibi la situazione di crisi che sta caratterizzando il periodo; piuttosto preferiamo Claudio Sacchetto Assessore all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca Regione Piemonte impegnarci per cercare di lavorare al meglio con le risorse a disposizione. Buoni risultati sono stati ottenuti nel corso degli ultimi 12 mesi, siamo coscienti del fatto che si può e si deve migliorare e lavoreremo intensamente con questo proposito. Con l’inizio del nuovo anno si entra nel vivo di una partita importante, anzi, fondamentale per il futuro del comparto agricolo: è partito infatti il dibattito per giungere al testo definitivo del nuovo PSR, tutto il 2014 sarà dedicato alla stesura del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte. I primi bandi sulle nuove risorse potranno vedere la luce all’inizio del 2015. Una responsabilità di peso che però viene affrontata con entusiasmo, si guarda al passato per evitare di compiere gli stessi errori, si parte dall’esperienza per affrontare le nuove sfide. Il tempo trascorre, l’agricoltura - pur contraddistinta da valori tradizionali che custodisce con orgoglio - affronta le sfide e si ammoderna: per questo è utile varare un PSR al passo con i tempi, ma a misura di agricoltore, che possa tradursi in un vero sostegno e non semplicemente in un insieme di regolamenti e norme. Con questi auspici, consapevoli del lavoro che ci attende, iniziamo il nuovo anno con energia e buoni propositi. Un augurio a tutti per un 2014 vissuto intensamente e ricco di soddisfazioni! 83 in questo numero: notiziario 5 Nuove risorse per le Enoteche regionali 5 Una proposta di legge per tutelare la birra artigianale piemontese 6 Approvato regolamento regionale sulla qualità alimentare 6 Mostra Libro a Cavallermaggiore con il container Regione Piemonte 7 Bando misura 123.2 Accrescimento prodotti forestali 8 EUROPEL 2014 a Cuneo Contest sui formaggi 8 Fasola di Villata e Riso Maratelli due prodotti riscoperti programma di sviluppo rurale 2007-2013 9 PSR 2014-2020: approvati i regolamenti e il documento strategico regionale. Ora si entra nel vivo 14 L’analisi di contesto, primo passo decisivo per la redazione del nuovo PSR 2014-2020 19 Una vendemmia di qualità proiettata verso l’Expo 2015 23 Ricordando Beppe Fenoglio. Premio alla memoria ad Anteprima Vendemmia 25 Monitoraggio dei metalli pesanti nelle aziende zootecniche piemontesi 29 L’impatto ambientale dei fitofarmaci in diverse tipologie di aziende agricole 33 uno sguardo sull'europa documenti 34 Calamità e avversità naturali. Un passo avanti verso l’informatizzazione 37 La deroga alla Direttiva Nitrati un’opportunità reale per le aziende 40 pubblicazioni informazione tecnica 41 La piralide del bosso: una grave minaccia per le siepi 45 La mietitrebbiatura del risone. I dati sull’annata agraria 2012/2013 47 Popolazioni microbiche della rizosfera per un uso più efficiente dell’acqua notiziario Nuove risorse per le Enoteche regionali Una proposta di legge per tutelare la birra artigianale piemontese La Giunta Regionale ha approvato un intervento finanziario di 300 mila euro a sostegno delle Enoteche regionali. Pur nella grave crisi economica finanziaria e nella scarsità di risorse pubbliche, è stato compiuto uno sforzo straordinario a favore di tali strutture, sostenuto dal Consiglio Regionale con la mozione unanime approvata il 1 agosto scorso, e fatto proprio dalla Giunta che ha provveduto, L’Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto e il nel mese di settembre, allo stanziamento complessivo di 500 mila Consigliere regionale Angela Motta hanno portato all’atten- euro sul bilancio pluriennale 2013-2015, di cui 300 mila assegnati zione dell’Assemblea consiliare la proposta di legge regionale e impegnati nei giorni scorsi. “Norme in materia di birra artigianale piemontese”, con il fine Questi atti e provvedimenti sono una conferma del ruolo impor- specifico di promuovere e tutelare una produzione caratteriz- tante riconosciuto alle Enoteche regionali per la promozione dei zata da elevati requisiti di tipicità delle materie impiegate e da vini e dei relativi territori, per la preziosa funzione di accoglienza e tecniche di lavorazione che contraddistinguono un prodotto informazione per i turisti del vino e del turismo rurale. Ruolo, que- finale di elevata qualità organolettica. sto, ancor più importante se si pensa alle potenzialità dei territori La produzione e diffusione della birra artigianale piemontese del vino piemontesi candidati al riconoscimento UNESCO come ha conosciuto nell’ultimo decennio una forte crescita, sviluppo patrimonio dell’umanità; così come agli effetti benefici che po- che richiede necessariamente un intervento normativo; con tale tranno arrivare con l’Expo 2015. proposta di legge, composta di 11 articoli, si intende promuo- Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “L’eroga- vere le produzioni di qualità, codificare le metodologie clas- zione del contributo derivante da questo primo impegno finan- siche di trasformazione nonché qualificare e incentivare l’in- ziario di 300 mila euro, cui seguirà, nel corso dell’esercizio del bi- troduzione di processi innovativi nelle lavorazioni, anche sotto lancio 2014, l’ulteriore quota con l’impegno dei restanti 200 mila il profilo delle materie prime impiegate. Si ritiene opportuno euro, sarà d’aiuto alle enoteche regionali per procedere al riordino inoltre promuovere la formazione professionale degli operatori economico-finanziario, ad accompagnare i piani di riorganizzazio- del settore (contribuendo in questo modo alla crescita forma- ne e di ristrutturazione. Tale intervento si inserisce anche a soste- tiva e professionale dell’intera filiera) e incentivare la creazione gno del processo di evoluzione del soggetto giuridico “enoteca di nuove imprese nel settore, in particolare di imprese a condu- regionale”: nate come realtà sostanzialmente “pubbliche” e di- zione femminile e giovanile. pendenti in massima parte da finanziamenti pubblici, le enoteche Infine vi è l’obiettivo di agevolare la corretta informazione regionali devono evolversi in una forma pubblico-privata”. al consumatore, prevedendo a questo proposito l’istituzione i dell’Albo dei birrifici artigianali piemontesi e di un apposito http://www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/promozione_valorizzazione/37_80_enotReg.htm marchio identificativo dei prodotti e dei produttori di birra artigianale nella nostra Regione. Agricoltura 83 5 notiziario Approvato regolamento regionale sulla qualità alimentare Mostra Libro a Cavallermaggiore con il container Regione Piemonte La Regione Piemonte, nell’ambito delle iniziative volte alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari, con Decreto del Presidente della Giunta regionale 11 novembre 2013, n. 11/R, ha approvato il Regolamento regionale del “Sistema di qualità agroalimentare”, istituito con l’articolo 2 della legge regionale 11 luglio 2011, n. 10. Si aggiunge così un altro importante tassello ai lavori iniziati con la deliberazione della Giunta regionale 51-12426 del 26/10/2009 con la quale furono approvate le “Linee programmatiche di valorizzazione dei prodotti agroalimen- Dal 6 all’8 dicembre si è svolto l’ormai tradizionale appuntamento tari piemontesi”, che prevedevano la creazione di un sistema di con la XX edizione della Mostra del Libro di Cavallermaggiore, certificazione attestante la conformità a disciplinari di produzio- una fiera dedicata alla piccola e media editoria. ne dei prodotti agricoli con specificità di processo e/o di prodot- Uno degli obiettivi della Mostra del Libro è sempre stato quello di to, aventi caratteristiche qualitativamente superiori. far uscire il libro dai luoghi deputati come librerie o biblioteche, li- La Regione Piemonte ritiene importante assicurare una sempre berandolo da quell’aura di sacralità che a volte incute timore in chi maggiore qualità e tutela dei prodotti agroalimentari, così come vorrebbe avvicinarsi alla lettura. In realtà urbane medio piccole, sostenuto da tempo anche dalla Commissione Europea. Il Rego- dove spesso non esiste una libreria, dedicare una manifestazione lamento regionale 11/R del 2013 sarà sottoposto alla procedura di tre giorni all’oggetto libro, in cui i cittadini, grandi e piccoli, di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato e l’attiva- possono avvicinarsi, toccare i volumi, parlare con gli editori, as- zione del Sistema e la concessione di eventuali aiuti sarà disposta sistere a una presentazione, partecipare a un laboratorio, visitare dopo il parere favorevole dell’Unione europea. È inoltre neces- una mostra rappresenta un investimento sul futuro. sario, ai sensi dell’articolo 5 del citato regolamento regionale, In occasione della Mostra del libro 2013 di Cavallermaggiore, definire le linee guida per ciascuna filiera agroalimentare, sulla la Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura ha concesso base delle quali verranno predisposti i disciplinari di produzione l’uso del proprio container promozionale al Comune di Caval- dei singoli prodotti. Si ipotizza di poter applicare questo nuovo lermaggiore. All’interno del container, collocato in Piazza Vit- Sistema di certificazione a quei prodotti dell’agricoltura, e più in torio Emanuele, sono state promosse le attività turistiche e i generale ai prodotti alimentari, che si connotano per particola- prodotti agroalimentari del territorio. Tra gli autori che sono ri tipologie produttive, rispettose dell’ambiente, della salubrità stati protagonisti di incontri e presentazioni nel container: Do- animale, del contenimento dell’uso di agrofarmaci, della tipicità nato Bosca, Luigi Botta, Maria Giorgia Mana, Virgilio Giacchet- e tradizionalità locale, quali ad esempio i Ramassin, il Porro di ti, Mimmo Calopresti. Cervere, il Fagiolo di Saluggia, la Paletta biellese, il Grissino stirato torinese, il Fassone, il Nocciolino di Chivasso, i Violini del Verbano, la Cipolla di Castelnuovo Scrivia, il Fideghin. i 6 Agricoltura 83 http://mostralibro.jimdo.com notiziario Bando misura 123.2 Accrescimento prodotti forestali 3. esclusivamente nell’ambito degli investimenti possono essere comprese le dotazioni antinfortunistiche; 4. spese generali e per consulenza tecnica da parte di tecnici E’ stato aperto (con Determinazione dirigen- abilitati, eventualmente necessarie per la realizzazione degli ziale n° 2780 del 9 novembre 2013) il bando investimenti. pubblico per la presentazione delle domande Gli investimenti devono essere conclusi entro dieci mesi dalla di contributo sulla misura 123 azione 2 “Accrescimento del data di ammissione a contributo, e le spese devono essere ren- valore aggiunto dei prodotti forestali”. Il termine per la presen- dicontate entro i successivi trenta giorni. tazione delle domande per via telematica ed in copia cartacea La dotazione finanziaria prevista è pari alle risorse che derivano da con le modalità stabilite dalle norme di attuazione, è fissato nel minori spese o rinunce del bando 2009, quantificate in 800.000 giorno 20 gennaio 2014. euro di spesa pubblica al momento della apertura del presente bando pubblico. Le ulteriori risorse dovute a successive economie o rinunce del bando 2009 che si rendessero disponibili andranno ad incrementare la dotazione finanziaria del bando 2013. Possono presentare domanda di ammissione al contributo unicamente le microimprese, così come definite nella raccomandazione 2003/361/CE, che operano nel settore forestale e che risultano regolarmente iscritte, e non sospese, all’Albo delle imprese forestali del Piemonte, secondo quanto previsto dall’art. 31 della L.r. del 10-02-2009 n 4 “Gestione e promozione economica delle foreste” e dall’art. 3 del Regolamento regionale n. 2/R/2010 approvato con D.P.G.R. n° 2 dell’8 febbraio 2010 , n. 6/R del 22 febbraio 2010 e n. 10/R del 28.11.2012: “Disciplina dell’albo delle imprese forestali del Piemonte”. Le imprese devono possedere inoltre i requisiti previsti al paragrafo 7.2 “Requisiti ed obiettivi relativi al rendimento globale” della scheda della misura 123 Azione 2 del P.S.R. 2007-2013, L’azione prevede il pagamento di un contributo in conto ca- ovvero devono: pitale pari al 40% della spesa massima ammissibile e dei costi a) essere in condizioni di redditività economica o raggiungerla documentati ed effettivamente sostenuti per la realizzazione in un periodo massimo di tre anni dalla conclusione dell’investi- degli investimenti proposti. Il contributo viene calcolato su una mento, tali da garantire lo sviluppo e la valorizzazione dell’im- spesa ammissibile non inferiore a 25.000 euro e non superiore presa stessa, ed essere in equilibrio finanziario; a 200.000 euro. b) dimostrare la sostenibilità dell’intervento sotto l’aspetto Sono ammessi a finanziamento gli investimenti materiali relativi a: logistico; 1. acquisti di macchine e attrezzature destinate ad operazioni c) dimostrare la fattibilità del progetto sotto l’aspetto finan- di abbattimento, concentramento, esbosco, allestimento, cip- ziario, tenuto conto della situazione economico-finanziaria patura, caricamento, trasporto in bosco dei prodotti legnosi dell’impresa stessa. forestali e dell’arboricoltura da legno. Sono inoltre ammessi gli i acquisti di rimorchi specializzati o di container scarrabili per il trasporto del cippato; http://www.regione.piemonte.it/foreste/cms/it/home/582-accrescimento-del-valore-aggiunto-dei-prodotti-forestali-bando-psr2013-aggiornamento.html 2. acquisti di macchine e attrezzature mobili destinate allo svolgimento delle prime lavorazioni del legno: piccoli impianti mobili di segagione e macchine per la preparazione della legna da ardere; Agricoltura 83 7 notiziario EUROPEL 2014 a Cuneo Contest sui formaggi Si tratta di prodotti che sono parte importante della storia dell’agricoltura locale e della cucina del vercellese: la fasola è Europel è una associazione di scuole casearie europee, nasce una infatti ingrediente fondamentale nella “panissa” vercellese e ventina di anni fa dall’impegno di alcuni docenti francesi della nella “cugina” paniscia novarese; nel “friton” tipico di Villata scuola francese ENILV della Roche-Sur-Foron, come opportunità (una sorta di frittata di fagioli senza uova) e poi ancora nelle di respiro internazionale in termini di conoscenza e scambio nel fagiolate di carnevale. Questo tipo di fagiolo e’ rampicante ma settore lattiero caseario. Si è costituita come Rete che riunisce manifesta una certa difficoltà ad avvinghiarsi ai tutori in cam- scuole, istituti e università europee che operano nell’ambito del- po, perciò la produzione è effettuata allevando il fagiolo, come le produzioni alimentari e casearie. In particolare ogni anno si da tradizione, in consociazione ad un mais a sviluppo medio organizza un concorso di analisi sensoriale in un Paese europeo, contenuto. come momento di incontro e approfondimento professionale e Tale caratteristica ha comportato tra gli anni ‘60 e ‘70 il qua- culturale per studenti e insegnanti. si completo abbandono della coltivazione, per l’affermarsi di AgenForm ha aderito alla Rete dalle origini, come ente accredi- varietà di mais di altezza più elevata e a rapido sviluppo, per tato per la formazione, attraverso la sede operativa dell’Istituto la necessità di trattamenti non compatibili con la coltura del Lattiero Caseario e delle Tecnologie Agroalimentari di Moretta. fagiolo, nonché per la componente di manualità che comporta Nel 1999, agli esordi dell’associazione, l’Istituto di Moretta è costi elevati (e maggiore fatica). stato sede di una delle prime edizioni del concorso internazio- Il riso Maratelli prende il nome da Mario Maratelli che selezio- nale di analisi sensoriale. nò questa varietà naturalmente 99 anni fa (nel 2014 ricorre il Il “Sensorial Contest” è proposto da Europel con cadenza an- centenario) nei suoi campi di Asigliano Vercellese. A cavallo de- nuale, scegliendo ogni anno un diverso Paese europeo. La XVI gli anni ‘60 e ‘70 la produzione giunse all’apice sia per l’esten- edizione del contest si terrà in provincia di Cuneo il 19/20/21 sione delle coltivazioni, sia perchè particolarmente apprezzato maggio 2014, con affidamento ad AgenForm del ruolo di ente in cucina, tanto che un’intera generazione di mamme cuoche organizzatore e promotore. L’evento si svolgerà a Cuneo, Sa- per circa 20 anni lo ha usato per i risotti e per preparare la luzzo e Moretta, con la partecipazione di 60 persone; oltre al panissa vercellese e la paniscia novarese. Ora, grazie anche alla XVI contest sui formaggi, l’edizione 2014 prevede un’impor- caparbietà del risicoltore Eusebio Francese, che nel ‘92 riprese tante innovazione: l’organizzazione del primo contest Europel a coltivarlo, si tenta di rilanciarlo. All’inizio del 2013 è stato sui salumi, presso la sede AgenForm di Moretta. reiscritto nel Registro Nazionale tra le varietà da conservazio- i ne. I Comuni al momento interessati sono Novara ed Asigliano http://www.agenform.it/Aspx/home.aspx Referente dell’iniziativa: Emilia Brezzo, tel 0172/93564, [email protected] Fasola di Villata e Riso Maratelli due prodotti riscoperti Venerdì 6 dicembre, a Villata, presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, è stata inaugurata una mostra fotografica dedicata a due prodotti tipici del vercellese che negli ultimi decenni erano stati ormai quasi del tutto abbandonati. Ritornano infatti ad essere coltivati il fagiolo di Villata (o fasola d’la Vilata) e il riso Maratelli, grazie al lavoro della SOMS di Villata e dell’Associazione Maratelli 1914, e alla collaborazione di Slow Food Vercelli che ha proposto l’inserimento delle due varietà sull’Arca del Gusto. 8 Agricoltura 83 Vercellese. PSR 2014-2020: approvati i regolamenti e il documento strategico regionale Ora si entra nel vivo Mario Perosino - Direzione Agricoltura Il quadro normativo e strategico (indicati globalmente fondi strutturali e di investimento europei I regolamenti che stabiliscono gli obiettivi e le modalità di attua- - “fondi SIE”) e le disposizioni necessarie per garantire l’efficacia zione della politica agricola comune (Pac) e delle politiche euro- dei fondi SIE e il coordinamento dei fondi fra loro e con altri stru- pee di sostegno allo sviluppo socio-economico e territoriale per il menti dell’Unione europea; periodo di programmazione 2014-2020 sono stati adottati il 17 il regolamento (UE) n. 1306/2013 del 17 dicembre 2013 sul dicembre 2013 e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della Pac, che europea del 20 dicembre 2013. L’approvazione dei regolamenti stabilisce con quali spese (e con quali regole) possano intervenire rappresenta il coronamento di un processo storico, poiché per la i due fondi europei che provvedono al finanziamento della Pac: prima volta l’Unione europea ha adottato una base giuridica per il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA, che interviene per le proprie politiche di sviluppo che è il frutto non soltanto delle finanziare le misure del cosiddetto “primo pilastro della Pac”) e decisioni dei rappresentanti dei governi nazionali riuniti in seno il FEASR, che finanzia il sostegno allo sviluppo rurale (“secondo al Consiglio dell’Unione, ma dell’accordo fra il Parlamento euro- pilastro della Pac”); peo e il Consiglio. Si è così colmato quel “deficit democratico” il regolamento (UE) n. 1307/2013 del 17 dicembre 2013 re- che aveva caratterizzato l’azione delle istituzioni europee fin dal cante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei 1957, anno di costituzione della Comunità economica europea. regimi di sostegno previsti dalla Pac, i quali presentano numerosi I regolamenti che interessano lo sviluppo rurale sono principalmente: collegamenti con lo sviluppo rurale (v. oltre)1. il regolamento (UE) n. 1305/2013 del 17 dicembre 2013 sul Il testo definitivo dei regolamenti pubblicati il 20 dicembre 2013 sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo non si discosta in modo sostanziale dalle proposte iniziali della per lo sviluppo rurale (FEASR), che ne rappresenta la base giuri- Commissione europea presentate nel mese di ottobre 2011. Tut- dica specifica; tavia, nel lungo ed elaborato processo di codecisione, cui hanno il regolamento (UE) n. 1303/2013 del 17 dicembre 2013 recan- preso parte le istituzioni del cosiddetto “trilogo” (Parlamento eu- te disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale ropeo, Consiglio e Commissione), le proposte iniziali sono state (FESR), sul Fondo sociale europeo (FSE), sul fondo di coesione, modificate per renderle più semplici (o meglio, un po’ meno com- sul FEASR e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca plicate) e più graduali e flessibili nella loro applicazione. (FEAMP), che stabilisce le norme comuni applicabili a tali fondi Il quadro normativo e strategico-programmatico di riferimento Agricoltura 83 9 per il sostegno allo sviluppo rurale nel perio- settoriale e territoriale. Tali orientamenti sono indicati nel quadro do 2014-2020 è particolarmente complesso strategico comune, allegato allo stesso regolamento. Inoltre, un e articolato. Lo schema riportato in figura 1 accordo di partenariato fra la Commissione europea e ogni Stato illustra le relazioni fra le diverse componenti membro stabilirà le modalità per l’allineamento con la strategia delle politiche europee a sostegno dell’agri- Europa 2020 e le missioni specifiche di ciascun fondo SIE. L’accor- coltura e dello sviluppo rurale e i loro rap- do di partenariato conterrà inoltre le disposizioni che garantiscano Competitività del settore agricolo PAC Strategia dell’Unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva porti con altri strumenti e iniziative dell’Unione europea. 1° pilastro (FEAGA) Gestione sostenibile delle risorse naturali e azione per il clima 2° pilastro (FEASR) Sviluppo territoriale equilibrato delle zone rurali 6 priorità dell’Unione il coordinamento fra i fondi SIE e gli altri strumenti di finanziamenPriorità sviluppo rurale 1. Trasferimento di conoscenze e innovazione 2. Redditività delle aziende e competitività dell’agricoltura Quadro strategico comune 11 obiettivi tematici Orizzonte 2020 Ricerca agricola Partenariato europeo per l’innovazione Produttività e sostenibilità dell’agricoltura Figura 1. Schema delle relazioni fra le diverse politiche europee a sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale e dei loro rapporti con altri strumenti dell’Unione europea. La strategia dell’Unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, anticipata dalla comunicazione della Commissione europea COM(2010) 2020 del 3 marzo 2010 (“Strategia Europa 2020”), è stata adottata dal Consiglio europeo del 17 giugno 2010. Orizzonte 2020 (più noto nella denominazione inglese Horizon 2020) è il programma quadro europeo di ricerca e innovazione per il periodo 2014-2020 istituito dal regolamento (UE) n. 1291/2013. Il partenariato europeo per l’innovazione è previsto da un’iniziativa faro annunciata nella strategia Europa 2020. N.B.: Il rettangolo rosso all’incrocio fra il quadro strategico comune e il 2° pilastro della Pac simbolizza le relazioni fra obiettivi tematici e priorità dello sviluppo rurale illustrate in figura 2. Il regolamento (UE) n. 1303/2013 (designato per brevità “regolamento “ombrello”) all’art. 9 stabilisce che ogni fondo SIE sostenga, secondo le rispettive missioni specifiche, 11 obiettivi tematici. Il regolamento sullo sviluppo rurale all’art. 5 prevede che 3. Organizzazione della filiera e gestione dei rischi 4. Preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi 5. Uso efficiente delle risorse e passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente Obiettivi tematici 1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione 10. Istruzione e formazione finalizzate alle competenze e apprendimento permanente 3. Competitività delle PMI del settore agricolo e della pesca e acquacoltura 5. Adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi 6. Preservazione e tutela dell’ambiente e uso efficiente delle risorse 4. Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio 2. Migliorare accesso, impiego e qualità delle tecnologie dell’informazione 6. Inclusione sociale e sviluppo economico nelle zone rurali 8. Occupazione e mobilità dei lavoratori 9. Inclusione sociale e lotta alla povertà e alla discriminazione Figura 2. Corrispondenza fra gli obiettivi tematici di cui all’art. 9 del “regolamento ombrello” (a destra) e le priorità dell’Unione in materia di sviluppo rurale (a sinistra). N.B.: tutti gli obiettivi tematici sono in relazione con le priorità dello sviluppo rurale tranne il n. 7 (promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete) e il n. 11 (rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica efficiente). i programmi di sviluppo rurale (PSR) contribuiscano a tali obiettivi tematici tramite 6 priorità dell’Unione in materia di sviluppo ru- to dell’Unione e nazionali e con i fondi della Banca europea per gli rale, secondo lo schema di corrispondenza riportato in figura 2. investimenti. La figura 3 sintetizza la cronistoria dell’approvazione Il “regolamento ombrello” prevede inoltre che i programmi ope- degli atti legislativi e programmatori riguardanti i fondi SIE (e il FE- rativi cofinanziati dai fondi SIE seguano orientamenti strategici ASR in particolare) distintamente per gli atti dell’Unione europea, per agevolare il processo di programmazione e il coordinamento dello Stato italiano e della Regione Piemonte. 10 Agricoltura 83 Gli atti della Regione Piemonte includono il Documento strategi- Alps (crescita sostenibile e piena occupazione), 2) Connecting co unitario (DSU), formulato al fine di concorrere alla definizione Alps (sviluppo territoriale inclusivo basato su una mobilità so- dell’accordo di partenariato. Il DSU, le cui prime bozze furono stenibile) e 3) Protecting Alps (gestione sostenibile dell’energia presentate al partenariato il 15 luglio 2013 e la cui versione da e delle risorse naturali e culturali e protezione dell’ambiente). trasmettere al Consiglio regionale è stata approvata con la de- Nella riunione di Milano è stato deciso, fra l’altro, di lavorare liberazione della Giunta regionale n. 1-6617 dell’11 novembre nella prospettiva della convergenza delle programmazioni regio- 2013, costituisce il quadro strategico di riferimento della politi- nali dei fondi SIE 2014-2020, con l’obiettivo di pervenire a forme ca regionale di sviluppo e della programmazione integrata dei di integrazione e di coordinamento dei programmi operativi di fondi europei, nazionali e regionali per il periodo 2014-2020. ciascuna regione e provincia autonoma. Nell’ambito della consultazione partenariale sul DSU, il 16 ottohanno presentato il documento “Verso il Programma di sviluppo Verso il PSR della Regione Piemonte 2014-2020 rurale (PSR) della Regione Piemonte 2014-2020”. Gli atti legislativi e programmatori dell’Unione europea stabili- Inoltre, il 10 dicembre 2013 i rappresentanti delle 7 Regioni e scono non soltanto gli obiettivi delle programmazione dei fon- Province autonome italiane aderenti alla Strategia macroregio- di SIE ma anche le regole per l’elaborazione e l’attuazione dei bre 2013 gli Assessori regionali all’agricoltura e alla montagna nale per la Regione Alpina si sono riuniti a Milano per avviare programmi operativi e dei PSR e i loro contenuti. Fra le regole l’elaborazione della proposta di piano d’azione sulla base dei riguardanti il processo di formazione e di attuazione dei pro- 3 pilastri della Strategia macroregionale alpina: 1) Developing grammi rientrano il pieno coinvolgimento del partenariato (in 2 coerenza con il codice europeo Strategia Europa 2020 COM(2010) 2020 def. 3 marzo 2010 Proposta reg. “ombrello” COM(2011) 615 6 ottobre 2011 Reg. (UE) n.1303/2013 sui fondi SIE 17 dicembre 2013 di condotta sul partenariato) e la conferma della necessità di sottoporre i programmi, nelle diverse fasi della loro elabora- Elementi di un quadro strategico comune SWD(2012) 61 14 marzo 2012 Position paper Ares (2012) 1326063 9 novembre 2012 Quadro strategico comune allegato I del reg. (UE) n. 1303/2013 17 dicembre 2013 Proposta reg. sviluppo rurale COM(2011) 627 12 ottobre 2011 Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi europei (documento Barca) 27 dicembre 2012 Reg. (UE) n. 1305/2013 sullo sviluppo rurale 17 dicembre 2013 Proposta informale di accordo di partenariato 9 dicembre 2013 zione, alla valutazione ex ante da parte di un organismo indipendente3 e alla procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) prevista dall’omonima direttiva europea. Altre importanti disposizioni riguardano: la promozione della parità fra uomini e donne e la pre- Documento strategico unitario (DSU) - testo per la consultazione 15 luglio 2013 “Verso il Programma di sviluppo rurale (PSR) della Regione Piemonte 2014-2020” 16 ottobre 2013 DSU - testo per la trasmissione al Consiglio regionale del Piemonte DGR n. 1-6617 dell’11 novembre 2013 Bozza di analisi SWOT del PSR Regione Piemonte 2014-2020 22 novembre 2013 Figura 3. Cronistoria dell’approvazione degli atti legislativi e programmatori riguardanti i fondi SIE (e il FEASR in particolare) distintamente per gli atti dell’Unione europea (rappresentati in blu), dello Stato italiano (in verde) e della Regione Piemonte (in arancione). Le frecce orizzontali (da sinistra a destra) indicano il percorso di approvazione, dalla proposta all’atto definitivo; le frecce verticali (dall’alto in basso) indicano le relazioni di sovraordinazione o di riferimento programmatico. venzione di qualsiasi forma di discriminazione fondata su sesso, razza od origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età od orientamento sessuale; l’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile e del principio “chi inquina paga”. I PSR, inoltre, devono tener conto del fatto che essi sono Agricoltura 83 11 pienamente integrati nella Pac, di cui sono dei bisogni che il medesimo intende soddisfare. L’analisi deve essere chiamati a raggiungere gli obiettivi (cfr. fi- strutturata intorno alle 6 priorità dello sviluppo rurale e alle specifi- gura 1) e a rispettare le disposizioni “oriz- che esigenze trasversali relative all’innovazione, all’ambiente e alla zontali” stabilite dal regolamento (UE) n. mitigazione/adattamento ai cambiamenti climatici. Il documento 1306/2013 sul finanziamento, sulla gestio- preliminare di analisi del PSR della Regione Piemonte 2014-2020, ne e sul monitoraggio della Pac (“regola- elaborato grazie al supporto dell’Ires Piemonte e dell’Istituto per le mento orizzontale”). Fra tali disposizioni hanno una posizione piante da legno e l’ambiente (Ipla4), è stato inviato al partenariato centrale le regole di condizionalità (art. 93 del regolamento del PSR nel mese di novembre 2013. A partire da tale documen- orizzontale), costituite dai criteri di gestione obbligatori previ- to si sta procedendo, sempre in concertazione con il partenariato, sti dalla legislazione dell’Unione europea e dalle norme per il all’identificazione dei bisogni e alla definizione della strategia del mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e PSR. Per facilitare i lavori partenariali, nel sito Internet della Regio- ambientali fissate a livello nazionale. ne Piemonte è stata sviluppata una sezione dedicata al nuovo PSR Il primo passo nella formazione del PSR riguarda l’analisi della situa- (“Anteprima sviluppo rurale 2014-2020” all’indirizzo: zione della zona di riferimento del programma e l’identificazione http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/index.htm). Priorità 2 Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura Priorità 3 Promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, il benessere animale e la gestione dei rischi Priorità 4 Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura Priorità 5 Uso efficiente delle risorse e passaggio a un’economia a basse emissioni di CO2 e resiliente al clima Priorità 6 Inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali Focus area 2a Migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiare ristrutturazione e ammodernamento per aumentare quota di mercato, orientamento al mercato e diversificazione Focus area 3a Migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare Focus area 4a Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, tra l’altro nelle zone Natura 2000, nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici e nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, e dell’assetto paesaggistico Focus area 5a Uso più efficiente dell’acqua nell’agricoltura Focus area 6a Favorire la diversificazione, la creazione e lo sviluppo di piccole imprese e l’occupazione Focus area 2b Favorire l’ingresso di agricoltori adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale Focus area 3b Sostenere la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali Focus area 4b Migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione di fertilizzanti e pesticidi Focus area 5c Approvvigionamento e utilizzo di fonti di energia rinnovabili, scarti ecc. ai fini della bioeconomia Focus area 6b Stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali Focus area 4c Prevenzione dell’erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi Focus area 5d Ridurre le emissioni di gas serra e ammoniaca Focus area 6c Promuovere l’accessibilità, l’uso e la qualità delle TIC nelle zone rurali Focus area 5b Uso più efficiente dell’energia nell’agricoltura e nell’industria alimentare Focus area 5e Conservazione e sequestro del carbonio Priorità 1 Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali Focus area 1a: Stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali Focus area 1b: Rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e la ricerca e innovazione Focus area 1c: Incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale Figura 4. Schema delle priorità dell’Unione europea in materia di sviluppo rurale e della loro articolazione in focus area stabilite dall’art. 5 del regolamento (UE) n. 1305/2013. 12 Agricoltura 83 La strategia del PSR si tradurrà nella selezione di un pertinente In conclusione, può essere utile ricordare che cosa abbia rappre- assortimento di misure (da individuare nell’ambito delle 18 misure sentato finora per le aziende agricole piemontesi il PSR 2007- previste dal regolamento sullo sviluppo rurale) in relazione a cia- 2013 che sta finendo. Sulla base delle risultanze del sistema di scuno degli ambiti tematici (denominati focus area) individuati fra monitoraggio del PSR, a tutto il 30 novembre 2013 sono state i 18 previsti dal regolamento (illustrati in figura 4) e alle particolari finanziate dalle varie misure del programma circa 21 mila azien- esigenze connesse a specifiche condizioni a livello sub-regionale. de agricole, corrispondenti al 31% delle aziende agricole rilevate Nella redazione del PSR si deve porre particolare attenzione ai principi nel 2010 al 6° censimento generale dell’agricoltura. Le aziende di concentrazione delle risorse e di complementarietà con: agricole che nello stesso periodo sono state beneficiarie del re- attività, politiche e priorità dell’Unione europea, in particolare con gime di pagamento unico del 1° pilastro della Pac sono state gli obiettivi dei fondi strutturali e del FEAMP. Fra i temi oggetto di invece 50 mila nel complesso (con una media di circa 40 mila approccio integrato rientrano l’innovazione (in particolare le tec- aziende ogni anno, corrispondenti al 60% delle aziende censite nologie per l’informazione e la comunicazione, TIC), l’energia, la nel 2010). Riguardo all’importo degli aiuti, il pagamento unico formazione permanente e l’internazionalizzazione; ammonta complessivamente a circa 350 milioni di euro all’an- misure finanziate da altri strumenti della Pac (per le quali le no, mentre la spesa pubblica totale approvata a favore delle scelte applicative, necessariamente a scala nazionale, dovranno aziende agricole sul PSR 2007-2013 è pari a 485 milioni di euro. essere compiute entro il 1° agosto 2014) o da altri strumenti nei Quest’ultima corrisponde al 63% della spesa pubblica comples- settori dello sviluppo rurale; sivamente approvata sul PSR 2007-2013 dall’inizio del periodo strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (ad es. Leader) o di altre misure dello sviluppo rurale o di altri fondi SIE; le misure del PSR nazionale che saranno attuate sul territorio al 30 novembre 2013 (che ammonta a 771 milioni di euro). Occorre precisare che: il totale di spesa pubblica a favore delle aziende agricole sopra piemontese. riportato non comprende le misure forestali e neppure la misura L’elaborazione della proposta di PSR della Regione Piemonte relativa all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agri- 2014-2020 e la successiva fase di negoziato con la Commissione coli (misura 123) e la misura sulla cooperazione per lo sviluppo europea impegneranno le strutture della Regione e degli altri enti di nuovi prodotti, processi e tecnologie (misura 124); e soggetti pubblici e privati interessati allo sviluppo rurale per buo- i totali di spesa pubblica approvata sul PSR 2007-2013 non na parte dell’anno 2014, nella prospettiva di poter avviare i primi comprendono neppure i trascinamenti da precedenti periodi di bandi del PSR 2014-2020 a partire dall’inizio del 2015. Ciò non programmazione, che ammontano a 100 milioni di euro, quasi significa che il 2014 sarà un anno “bianco” per il sostegno dello tutti a favore delle aziende agricole; sviluppo rurale. L’Unione europea, infatti, ha previsto un “piano gli agricoltori sono i beneficiari finali anche di altre misure del B” per consentire la prosecuzione degli interventi sovvenzionati, PSR che finanziano direttamente soggetti diversi dalle aziende attraverso l’adozione di regolamenti cosiddetti “di transizione”. agricole, come ad es. la misura sulla formazione professionale e Un primo atto era già stato approvato nel mese di aprile 2013: l’informazione (misura 111). il regolamento (UE) n. 335/2013 che disciplina l’assunzione negli anni 2014 e 2015 di nuovi impegni a valere sulle risorse finanziarie dell’attuale programmazione. Un secondo atto, il regolamento (UE) n. 1310/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, autorizza l’assunzione di nuovi impegni nei confronti dei beneficiari relativamente alle principali misure degli assi 1 e 2 del PSR 2007-2013. Questi nuovi impegni potranno essere assunti a valere sulla dotazione finanziaria del PSR 2014-2020, una volta esaurite le dotazioni finanziarie delle corrispondenti misure del PSR 2007-2013. Un ulteriore atto, infine, definirà le regole per l’assunzione di nuovi impegni sulle misure degli assi 3 e 4 del PSR 2007-2013 a valere sulle risorse 2014-2020. 1. I principali contenuti di tale regolamento sono stati descritti nell’articolo di G. Latino (PAC 2014-2020. Al via nel 2015 gli aiuti diretti) pubblicato sul numero 81 di Agricoltura – Quaderni della Regione Piemonte (ottobre 2013). 2. La Strategia macroregionale per la Regione Alpina è un accordo siglato il 18 ottobre 2013 a Grenoble (F) fra le 46 regioni e province autonome che si trovano attorno alla catena alpina. Le regioni e le province autonome italiane aderenti sono le Regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia e le Province autonome di Bolzano e di Trento. 3. La valutazione ex ante del PSR della Regione Piemonte 2014-2020 è stata affidata al Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Piemonte (Nuval Piemonte). 4. Cfr. in proposito l’articolo di S. Aimone, M. Adamo, S. Cavaletto e N. Alliani (L’analisi di contesto: un passo importante per la redazione del nuovo PSR 2014-2020) pubblicato alle pagine 14-18 di questo numero. Agricoltura 83 13 L’analisi di contesto, primo passo decisivo per la redazione del nuovo PSR 2014-2020 Stefano Aimone, Marco Adamo, Stefano Cavaletto - IRES Piemonte - progetto PROSPERA Nicoletta Alliani - IRES Piemonte - Ipla spa Che cos’è l’analisi di contesto e a che cosa serve? Il documento è di tipo propositivo ed è stato messo a disposizione del partenariato del PSR. Infatti, come previsto dall’Unione Europea, Nel complesso percorso di redazione del PSR 2014-2020, l’anali- l’analisi deve essere costruita anche con i suggerimenti dei portatori si di contesto è un passo necessario e fondamentale. Ha lo scopo di interesse e della comunità di esperti. Dal confronto scaturirà la di inquadrare la situazione dell’agricoltura e del territorio rurale del versione finale che sarà inclusa nel PSR. Piemonte, individuando punti di forza e di debolezza, mettendoli in relazione con le minacce e le opportunità offerte dallo scenario L’approccio adottato generale. Questa fase di lavoro è propedeutica alla definizione dei Oltre a tenere conto delle indicazioni normative e metodologiche fabbisogni da affrontare con il PSR e, di conseguenza, della strategia fornite dall’Unione Europea, il gruppo di lavoro ha adottato alcuni d’intervento. principi utili ad assicurare la qualità dell’analisi. Innanzi tutto quello L’analisi è stata sviluppata per conto dell’Autorità di Gestione del PSR di partire “dal foglio bianco”, elaborando un’analisi integralmente da un gruppo di lavoro formato da IRES Piemonte e da IPLA spa, nuova ed evitando la tentazione di un semplice aggiornamento di coniugando le competenze socioeconomiche ed ambientali dei due documenti già esistenti, per non essere condizionati dal passato. An- Istituti. I redattori si sono avvalsi della collaborazione del CSI Piemon- che se molti elementi hanno trovato conferma, sono infatti emersi te, che ha messo a disposizione gran parte dei dati utilizzati, e del va- negli ultimi anni importanti novità e cambiamenti. lutatore indipendente (il Nuval della Regione Piemonte) che ha svolto E’ stata adottata una visione aperta che considera l’agricoltura regio- il ruolo di “osservatore critico”. nale come componente di un sistema economico allargato e inserito 14 Agricoltura 83 nello scenario globale. Il settore primario è visto come “generatore” I giovani agricoltori dispongono di competenze più elevate della di beni pubblici fondamentali per la qualità dell’ambiente piemon- media, ottenute sia attraverso il sistema scolastico, sia frequentan- tese. Le aree rurali montane sono state considerate non solo come do corsi di formazione. territori svantaggiati ma anche come elemento propulsivo dello svi- Dal punto di vista strutturale, il processo di concentrazione ha or- luppo regionale. mai formato un robusto nucleo di aziende agricole medio-grandi, I temi affrontati fanno riferimento alle priorità dello sviluppo rurale soprattutto nei comparti zootecnici e nel settore risicolo. Molte individuate dall’UE per la programmazione 2014-2020. Tali priorità aziende grandi sono guidate da giovani. L’incidenza di aziende che si riferiscono all’innovazione, alla competitività dell’agricoltura e al praticano la diversificazione è piuttosto elevata (10,2%) e superiore ricambio generazionale, all’organizzazione delle filiere e la gestione alla media nazionale. dei rischi, alla biodiversità, all’energia, all’uso efficiente delle risorse Per quanto concerne l’organizzazione ed il rapporto con il mercato, naturali e il cambiamento climatico e, infine, all’inclusione sociale e si evidenzia la diffusione dell’associazionismo e della cooperazione allo sviluppo delle aree rurali. nel settore lattiero caseario, corilicolo, frutticolo, cerealicolo e vitivini- L’analisi si è basata sia sugli indicatori obbligatori proposti dall’UE, sia colo; in quest’ultimo comparto esiste anche un’esperienza consolida- su indicatori specifici scelti dai redattori. Molti argomenti sono stati ta di relazioni interprofessionali. trattati anche sulla base di informazioni di tipo qualitativo. Le fonti Le esportazioni agroalimentari piemontesi sono in crescita (anche utilizzate sono molteplici: fuori dell’UE) mentre è buona l’incidenza delle produzioni di qualità • Sistema statistico nazionale ed Eurostat; • Sistema informativo decisionale per l’agricoltura della Regione Piemonte; • Osservatorio Rurale IRES (elaborazioni, interviste, seminari); • IPLA spa (dati e informazioni ottenuti dal monitoraggio ambientale PSR e competenze forestali): • Nuval della Regione Piemonte (contributo della valutazione); • Rete Rurale Nazionale (indicazioni metodologiche e studi); • Ricerche e rapporti curati da INEA, ISMEA, ICE, CERIS-CNR, ARPA Piemonte e altri soggetti. La redazione del documento è stata preceduta da numerosi incontri tematici con le strutture regionali, oltre che da interviste e incontri informali con esperti e testimoni privilegiati. Si è anche tenuto conto di quanto già scritto nel DSU 2014-2020, il documento strategico unitario recentemente presentato dalla Regione Piemonte per il nuovo ciclo di programmazione europea. Tra gli elementi considerati, infine, un ruolo importante spetta alle evidenze provenienti dall’attività di monitoraggio e valutazione dei PSR 2000-2006 e 2007-2013; è anche stata prestata attenzione ai possibili ambiti di integrazione tra PSR e i programmi operativi degli altri Fondi europei (FESR e FSE). I punti di forza I punti di forza emersi dall’analisi sono numerosi. Nell’ambito dell’innovazione e della costruzione delle competenze, il sistema agricolo regionale può vantare una rete capillare dei servizi di formazione, informazione e consulenza, gestita prevalentemente dalle organizzazioni professionali e dalle associazioni dei produttori. Agricoltura 83 15 in alcuni comparti strategici, primo fra tutti il derare positivamente l’accessibilità ad internet a banda larga anche vino. Un fenomeno di grande interesse è il fa- nelle aree rurali periferiche, pur con alcune criticità ancora presenti. vorevole andamento della cosiddetta “economia del gusto”, accompagnata da interessanti I punti di debolezza esperienze di innovazione anche nell’ambito La ricerca dei punti di debolezza dell’agricoltura piemontese ha fat- della comunicazione e della distribuzione le- to emergere, in tema di innovazione, un certo disallineamento tra gate all’agroalimentare locale di qualità. i fabbisogni di formazione e consulenza espressi dagli agricoltori e Il tema della sostenibilità consente di evidenziare gli effetti positivi l’offerta predisposta dal sistema dei servizi di sviluppo, che necessita delle misure agroambientali: la concentrazione di agrofarmaci e di pertanto di una rimodulazione. metalli pesanti nelle acque è ormai contenuta sotto i livelli di rischio. I Nonostante il ricambio generazionale in corso, la base imprenditoria- consumi di agrofarmaci sono in costante diminuzione, grazie all’am- le è ancora anziana nel suo complesso, con particolare rilievo per le pia e consolidata diffusione della difesa integrata in molti settori. piccole aziende ed alcuni comparti, ad esempio il settore cerealico- Anche le misure contro l’erosione del suolo si sono rivelate efficaci. lo. Il livello medio di istruzione e formazione specifica dei conduttori Il Piemonte dispone di una vasta estensione di aree protette e siti agricoli di età più elevata è piuttosto modesto. Natura 2000, con alta copertura di habitat e specie tutelate. Oltre un Nonostante i progressi compiuti, il sistema agroalimentare del Pie- terzo della superficie territoriale è coperta da foreste che, insieme ai monte mostra ancora un’elevata frammentazione sia per la parte prati e ai pascoli, trattengono un elevato stock di carbonio, con un agricola che per quella industriale; l’assetto è particolarmente squili- alto potenziale di incremento migliorando le modalità di gestione. brato rispetto alla forte concentrazione della grande distribuzione. La Nelle aree rurali si è consolidata una positiva esperienza pluri-decen- criticità della frammentazione è spesso sottolineata anche da un’in- nale nell’ambito dello sviluppo locale guidato “dal basso”, in parti- tegrazione di filiera carente o, quando presente, non idonea a valo- colare grazie alla diffusione del metodo Leader nelle aree montane e rizzare la componente agricola (come accade ad esempio nei settori in parte di quelle collinari. La Regione Piemonte, inoltre, ha mostrato suinicolo e avicolo). Nonostante la presenza dell’associazionismo, in una buona capacità di trovare soluzioni specifiche per i servizi essen- vari settori si riscontra scarsa capacità di aggregazione dell’offerta e ziali in aree montane, ad esempio per le scuole. Si può inoltre consi- poca diffusione di accordi interprofessionali. 16 Agricoltura 83 L’incidenza degli aiuti del “primo pilastro” della PAC sul reddito delle saggio, filiera corta). Un importante spunto per il futuro può avvenire aziende zootecniche bovine, risicole e cerealicole è molto elevata, dal riconoscimento UNESCO per i territori viticoli, anche in un’ottica causando una forte esposizione di questi importanti comparti agli di valorizzazione integrata di tali aree in sinergia con l’azione di altri esiti della riforma in atto. Gli stessi settori sono quelli maggiormente Fondi europei, ad esempio il FESR. esposti alla crescente volatilità del mercato delle materie prime e dei In campo ambientale, si sottolinea la crescente attenzione, anche at- principali fattori di produzione. traverso incentivi pubblici, nei confronti delle fonti energetiche rinno- Sul fonte della sostenibilità, l’uso dell’acqua è poco efficiente: la rete vabili e del risparmio energetico, sia in relazione agli aspetti climatici irrigua è molto frammentata (ad eccezione dell’area risicola) e sono sia per quanto concerne la riduzione dei costi e il contenimento della prevalenti i metodi di irrigazione a bassa efficienza. In alcune aree, dipendenza dall’estero. inoltre, è eccessiva la dipendenza dell’approvvigionamento idrico da In termini territoriali, si colgono positivamente i segnali di ripresa de- pozzi. Per quanto concerne la qualità delle acque, la concentrazione mografica delle aree rurali e il cosiddetto fenomeno del neoruralismo di azoto e fosforo non è in riduzione, nonostante la delimitazione (l’arrivo di nuovi residenti sia da aree nazionali che dall’estero), con delle zone vulnerabili, anche per la difficoltà nell’individuare su vasta conseguente domanda di innovazione sociale, anche attraverso un scala alternative produttive in grado di abbattere tali valori. Anche le nuovo ruolo dell’azienda agricola, in termini di servizi essenziali. La emissioni di gas serra sono difficili da ridurre, poiché il loro livello è domanda di servizi legati ai fabbisogni delle persone e delle famiglie fisiologicamente elevato in ragione della notevole estensione delle è anche intensa nei contesti urbani e periurbani, e si può in parte risaie e dell’ampia diffusione della zootecnia. soddisfare attraverso una adeguata risposta delle imprese agricole Un’efficace azione a favore della biodiversità è ostacolata dalla man- presenti sul territorio. canza dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000; in loro assenza non è possibile definire azioni rivolte all’attività agricola e forestale soste- Le minacce nute dal PSR. La minaccia forse più preoccupante per il sistema agroalimentare pie- Nelle aree montane e in parte di quelle collinari, la spirale negativa montese (e nazionale) è data dalla crescente concorrenza di paesi sia che si è determinata per decenni tra declino demografico, carenza di europei che extra UE sulle produzioni di basso prezzo, non di rado servizi e depotenziamento del sistema economico locale ha portato attraverso meccanismi di scarsa trasparenza commerciale che dan- nel tempo a una diffusa situazione di marginalità socioeconomica, da neggiano il “made in Italy”. Tale problema è acuito dalla crescente un lato, e all’abbandono delle cure del territorio, dall’altro. Sempre in volatilità dei mercati delle materie prime, con effetti destabilizzanti montagna, l’insufficiente e disomogenea dotazione di infrastrutture sulle filiere e con un’influenza negativa sulla redditività agricola, so- rurali limita le possibilità di una gestione sostenibile dei pascoli e di un prattutto in relazione all’aumento dei costi. La crisi economica gene- adeguato utilizzo delle ampie risorse forestali. rale acuisce tale tendenza. Le opportunità Negli anni recenti, inoltre, sono emersi consistenti rischi nell’ambito della sicurezza alimentare, anche in connessione con la crescente li- Per quanto concerne il mercato e il tema della competitività, la cre- beralizzazione degli scambi, l’ampliamento dei bacini commerciali e scente segmentazione della domanda agroalimentare, sia a livello le debolezze dei sistemi di controllo in molti paesi. Gli shock sanitari nazionale che sui mercati esteri, offre importanti opportunità per le possono causare, oltre che problemi alla salute pubblica, anche in- aziende agroalimentari piemontesi. La segmentazione può avvenire genti danni commerciali ai produttori locali. in termini di specifiche caratteristiche merceologiche della materia Un altro aspetto critico legato alla competitività è stato identificato prima, di qualità organolettica e nutrizionale, di sicurezza alimentare, nella possibile dispersione del potenziale di innovazione creato dal di contenuti legati agli aspetti ambientali ed etici. Questa tendenza sistema della ricerca, a causa di meccanismi di trasferimento non si rafforza con l’opportunità di una maggiore internazionalizzazione, completamente adeguati e di problematiche riscontrate nell’ambito suggerita dall’andamento positivo delle esportazioni agroalimentari. dei servizi di sviluppo. Un’altra consistente opportunità è costituita dalla crescita del turi- Non devono essere sottovalutati i rischi legati al cambiamento clima- smo rurale, in particolare quello enogastronomico, e dai meccanismi tico, soprattutto in termini di minore disponibilità idrica per le colti- che mettono in relazione i prodotti locali di qualità con altri elementi vazioni e di maggiore frequenza di eventi meteorici particolarmente dell’offerta territoriale (economia del gusto, patrimonio locale e pae- intensi. Tali problematiche possono oltretutto acutizzare il rischio Agricoltura 83 17 idrogeologico in un territorio già caratterizza- tura più dinamica delle aziende “giovani”. to da una particolare fragilità. Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti anche nel- L’espansione urbanistica, soprattutto legata la nostra regione e richiedono risposte specifiche, in particolare per alle attività industriali e commerciali, provo- quanto riguarda le risorse idriche. Negli ultimi decenni, peraltro, si ca un elevato consumo di suolo nelle aree di sono fatti importanti progressi nell’ambito della sostenibilità in agri- pianura e fondovalle (dove si trovano i terreni coltura anche grazie alle misure agroambientali dei PSR. La risorse appartenenti alle classi di fertilità migliori). La spiccata diffusione di energetiche “verdi” sono potenzialmente molto ampie ma richiedo- orientamenti produttivi specializzati e l’avanzamento del tessuto ur- no azioni mirate localmente per essere praticamente sfruttate. banizzato causano inoltre una semplificazione degli agro-ecosistemi Dalle aree rurali montane arrivano segnali di vitalità dopo un secolo e una perdita di paesaggio agrario tradizionale. di declino. La moderata ripresa demografica è dovuta essenzialmen- Nelle aree montane, una consistente minaccia è costituita dal peg- te ai flussi migratori. Oggi, in generale, il “rurale” gode rispetto al gioramento dei servizi essenziali a causa della riduzione della spesa passato di una maggiore attenzione che si manifesta anche attra- pubblica e, talora, di modelli organizzativi non più sostenibili. L’ina- verso la crescita del turismo enogastronomico, le filiere corte, l’ap- deguatezza dei servizi può ostacolare i segnali di rivitalizzazione re- prezzamento per il ricco patrimonio culturale e naturale. Le criticità centemente registrati e frenare il potenziale di sviluppo di tali territori. tuttavia permangono e richiedono adeguata attenzione soprattutto L’abbandono del territorio montano e di parte di quello collinare ha in termini di servizi essenziali e formazione di adeguate competenze. anche gravi riflessi ambientali, causando l’avanzamento disordinato In termini metodologici, al termine del percorso di analisi si può af- del bosco, la perdita di risorse agricole e di paesaggio agrario, incre- fermare che non sempre gli indicatori obbligatori proposti dall’UE si mentando i rischi naturali e il degrado. Il bosco non gestito, peraltro, sono mostrati efficaci per definire le problematiche essenziali, soprat- non è un efficiente “carbon sink” (la riserva di anidride carbonica tutto in termini di minacce ed opportunità. Alcuni di questi, inoltre, assorbita e immagazzinata dal terreno e dagli oceani con la normale presentano una definizione ancora non completamente chiara. Infi- attività connessa sia alla fotosintesi che ad attività di altro tipo). ne, gli orientamenti nazionali ancora in parte da definire al momento Considerazioni finali della redazione di questo articolo, potrebbero condizionare la messa a punto dell’analisi, ad esempio attraverso una possibile nuova deli- Dai diversi capitoli dell’analisi emergono in modo ricorrente alcuni mitazione delle tipologie territoriali, alle quali si ricorre per distingue- elementi in grado di influire fortemente sull’evoluzione del mondo re i fenomeni a scala locale. rurale piemontese. i Innanzi tutto si può citare la globalizzazione che crea importanti opportunità legate alla maggiore apertura dei mercati e all’interesse per il “made in Italy” ma anche pericolose minacce, tra cui l’aspra concorrenza internazionale e la crescente volatilità dei prezzi agricoli. Il mercato dei prodotti agroalimentari, così come quello del turismo, è sempre più segmentato, offrendo la possibilità di valorizzare le produzioni agricole ed il territorio, a condizione però che gli operatori agiscano in modo coordinato e in un’ottica di marketing. Sotto questo punto di vista sono evidenti i passi avanti ancora da compiere. Peraltro, le dinamiche all’interno della catena agroalimentare e la pressione della crisi sulle capacità di spesa dei consumatori tendono ad erodere costantemente la quota di valore aggiunto della fase agricola. Le pressioni della competizione e l’evoluzione demografica stanno mutando la struttura dell’agricoltura piemontese: la produzione si concentra in un numero minore di aziende di maggiori dimensioni, puntando alle economie di scala per ridurre i costi. Il ricambio generazionale è un elemento cruciale ed evidenzia la na- 18 Agricoltura 83 Per scaricare il documento integrale dell’analisi di contesto: http://www.irespiemonte.it/prospera/home/sviluppo-rurale/ il-psr-del-piemonte.html Una vendemmia di qualità proiettata verso l’Expo 2015 Per la prima volta dopo quasi vent’anni, i dati e le analisi sull’an- tiva, anche in chiave promozionale, in cui si è voluta collocare damento della vendemmia 2013 sono stati presentati a Milano, “Piemonte Anteprima Vendemmia 2013”, nel portare il nostro al di fuori dai confini del territorio piemontese. “Piemonte An- territorio e i nostri grandi vini all’attenzione della stampa e del teprima Vendemmia”, il tradizionale appuntamento organizza- pubblico nazionale e internazionale. to da Regione Piemonte, Vignaioli Piemontesi e Piemonte Land I saluti iniziali, non a caso, sono stati tenuti dal Direttore mar- of Perfection, si è svolto venerdì 29 novembre presso Cascina keting territoriale Padiglione Italia Expo 2015 Fabrizio Grillo, che Cuccagna a Milano, un appuntamento rinnovato anche nella ha illustrato gli obiettivi del grande evento, nel quale il Piemonte formula, con una presentazione vivace e snella e scambi di bat- avrà un ruolo da protagonista. La giornata milanese si era inoltre tute a domanda e risposta condotti con ironia da Tinto (Nicola aperta con una degustazione delle migliori vendemmie dal 2004 Prudente) di Decanter Radio2 Rai. La scelta della sede, un’antica a oggi rivolta a giornalisti, enotecari e ristoratori, guidata dal gio- cascina ristrutturata nel centro della città, luogo di ristorazione, vane enologo Gianpiero Gerbi. mercato a Km0, sede di eventi e attività legati al mondo rurale, alla solidarietà e alla sostenibilità ambientale, ha voluto segnare La vendemmia in Piemonte simbolicamente un connubio tra mondo agricolo e vita metro- Complessivamente, pur nel quadro difficile e fortemente insta- politana. Milano sarà la città ospite dell’Expo 2015 “Nutrire il bile dell’economia globale, il settore vitivinicolo sembra riuscire pianeta, energia per la vita”, ed è dunque questa la prospet- a resistere al quadro di stagnazione e recessione: il settore pri- Agricoltura 83 19 mario diventa infatti in queste circostanze I dati un comparto strategico per la sopravvivenza Su un totale di 67 mila aziende agricole piemontesi, sono 20 mila delle popolazioni e lo sviluppo dei territori. quelle dedite alla vitivinicoltura (45.343 gli ettari a vigneto, circa il Come ha affermato l’Assessore regionale 7% del vigneto Italia). Di queste, 266 sono state oggetto di inse- all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Pur diamento negli ultimi anni da parte di giovani agricoltori. non trascurando le difficoltà del momento, A seguito di un’annata produttiva 2012 decisamente ridotta in ritengo che gli ottimi risultati che si stanno ottenendo nell’ambi- termini quantitativi, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendem- to del comparto vino non siano frutto del caso: in primo luogo mia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli maggior- vanno ricordate le aziende vitivinicole sul territorio, le quali co- mente vicini alla media degli ultimi anni: se l’Italia passa dai 41,07 niugano al duro e faticoso lavoro in vigna, una professionalità milioni di ettolitri del 2012 ai 47,4 milioni di ettolitri stimati del di alto livello indispensabile per risultare competitivi sul mercato, 2013 - con una crescita del 15% - il Piemonte, seppur con valori in particolare quello estero. In seguito non va trascurata l’attività meno incisivi, registra un incremento non trascurabile mediante sinergica operata su più livelli da enti e organismi differenti. La una produzione stimata 2013 di 3.658.640 quintali di uva da cui Regione Piemonte, e in particolare l’Assessorato Agricoltura, ha sono derivati 2.579.534 ettolitri di vini (+ 9% sul 2012), che rap- proseguito nel sostegno al settore mediante il programma finan- presenta il 5,5% della produzione nazionale. ziato dall’OCM vino che ha previsto un intervento superiore ai 20 Suddividendo la produzione per Province, troviamo in ordine de- milioni di euro sulle misure Promozione sui mercati dei Paesi terzi, crescente: Asti con 906.000 ettolitri, Cuneo con 847.000 ettoli- Investimenti, Ristrutturazione e riconversione vigneti. Sempre nel tri, Alessandria con 697.000 ettolitri, Torino con 72.000 ettolitri, solco dell’OCM vino, per il 2014, sono previste nuovamente risor- Novara con 28.000, Biella con 21.000 ettolitri, Vercelli con 7.000, se per circa 20 milioni di euro. VCO con quasi 2.000 ettolitri. L’Assessorato, inoltre, ha supportato il settore mediante la misu- Contraddistinta da una peculiare stagione climatica, la vendem- ra 133 - promozione - del PSR 2007-2013. I buoni risultati non mia 2013 non ha risentito dal punto di vista qualitativo, tanto devono distoglierci dagli impegni che ci aspettano per il futuro: a da meritarsi le 4 stelle per tutte le varietà con alcune punte di cominciare dall’Expo 2015 e ancor più nella predisposizione del eccellenza. L’aspetto qualitativo dei vini piemontesi rappresenta nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, una sfida dal- l’elemento più significativo che consente un’importante azione la quale dipende buona parte del futuro non solo del comparto di mercato in termini di esportazione: nel 2012 l’export agroa- vino, ma dell’intera agricoltura piemontese”. limentare dell’Italia ha raggiunto i 25 miliardi di euro (+ 8% sul A giugno 2014, inoltre, un altro momento importante e molto atteso 2011, di cui 4,7 miliardi di euro è la quota vino). I dati del primo per la vitivinicoltura piemontese: arriverà il verdetto – che si spera positi- semestre 2013 dell’export agroalimentare italiano registra un an- vo – della Commissione Unesco sulla candidatura dei paesaggi vitivinicoli damento quasi uguale allo stesso periodo 2012, mentre risulta un di Langhe Roero e Monferrato a Patrimonio mondiale dell’Umanità. incremento del vino (+8,4%). Il Piemonte è parte importante di tale export: nel 2012 ha contribuito con una quota di 4,3 miliardi di euro, di cui 1,39 miliardi è la quota bevande, in gran parte composta da vini e distillati. Sempre per quanto concerne la nostra Regione i dati del primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo 2012, registrano un aumento in valore del 7% dell’export agroalimentare e un +10% sul vino. Possiamo così rimarcare che in Piemonte l’export agroalimentare (composto per un terzo dal vino) conferma il trend positivo ininterrotto negli anni, con un valore che rappresenta circa il 10% dell’export totale piemontese (al terzo posto dopo macchine e apparecchiature e mezzi di trasporto). Varca i confini italiani il 60% del vino prodotto in Piemonte e in particolare: 58 milioni di bottiglie di Asti (85% della produzione), 20 di Moscato d’Asti (78% della produ- 20 Agricoltura 83 zione), 8 milioni di bottiglie di Barolo (65% della produzione), 2,5 del sostegno per la produzione integrata. milioni bottiglie di Barbaresco (55% della produzione), 10 milioni Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi: “Siamo a Mila- di bottiglie di Barbera d’Asti (40% della produzione), 8 milioni di no, cuore pulsante dell’economia italiana, della moda, del design, bottiglie di Gavi (70% della produzione), 1,5 milioni di bottiglie di della cultura. Da qui voglio far partire la mia proposta di creare una Brachetto d’Acqui (30% della produzione). I principali paesi impor- Nazionale Azzurra del Made in Italy. Noi Piemontesi ci candidiamo tatori, in ordine decrescente, sono: Germania, Gran Bretagna, USA, ad essere uno degli undici. E’ ormai una necessità, un imperati- Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. vo, per affrontare i nuovi mercati ed essere incisivi e vincenti, fare Oltre all’intervento dell’OCM Vino – già citato – pari a circa 23 squadra, fare sistema e presentarsi in modo organizzato superando milioni di euro per il 2013 sulle diverse misure, il Programma di i campanilismi e gli individualismi. Il mondo della cooperazione ha sviluppo rurale 2007-2013 ha inciso in modo significativo: le im- appena creato una sinergia su una nuova linea di vini imbottigliati prese vitivinicole sono beneficiarie di circa il 20% degli aiuti agli pensati per i mercati esteri che verranno commercializzati con il investimenti, del 17% degli aiuti all’agroindustria, e di circa il 42% marchio “Nuovi Mondi”. Questa è una scelta coraggiosa. Sul fronte Il premio Piemonte Anteprima Vedemmia, consegnato dall’Assessore Sacchetto (a destra) e dal Presidente Porzio a Enrico Remmert e Luca Ragagnin Un momento della degustazione dedicata a giornalisti e operatori della ristorazione UVA DA VINO - SUPERFICIE E PRODUZIONI 2013 E CONFRONTI CON L’ANNO PRECEDENTE Superficie degli impianti - ha Provincia Totale Non in produzione In produzione Produzione di uva - q.Li Variazione superficie totale su anno precedente Resa per ha di superfice in produzione Totale Produzione di vino Var. Su anno 2012 q.Li Uva destinata alla vinificazione q.Li Vino prodotto per q.Le di uva vinificata Totale vino prodotto hl Var. Su anno 2012 hl Var. Su anno 2012 % ALESSANDRIA 11.796 272 11.524 96 84,00 968.016 74.816 967.816 72,00 696.828 328 0,0 ASTI 15.460 240 15.220 -115 85,00 1.293.700 153.325 1.293.700 70,00 905.590 107.328 13,4 BIELLA 299 10 289 7 98,30 28.409 10.749 28.409 75,00 21.307 8.062 60,9 CUNEO 15.700 600 15.100 -30 80,13 1.210.000 140.000 1.210.000 69,97 846.600 97.600 13,0 NOVARA TORINO VERBANO C.O. VERCELLI 610 20 590 -19 68,00 40.120 3.520 40.120 70,00 28.084 2.464 9,6 1.231 21 1.210 -110 85,00 102.850 -2.118 102.850 70,00 71.995 -1.481 -2,0 45 4 41 0 70,00 2.870 0 2.870 65,02 1.866 0 0,0 202 7 195 -13 65,00 12.675 15 11.175 65,00 7.264 -315 -4,2 PIEMONTE 13 45.343 1.174 44.169 -184 82,83 3.658.640 380.307 3.656.940 70,54 2.579.534 213.986 9,0 PIEMONTE 12 45.527 1.163 44.364 -1.515 73,90 3.278.333 -395.616 3.277.133 72,18 2.365.548 -317.153 -11,8 -0,4 0,9 -0,4 === 12,1 11,6 === 11,6 === 9,0 === === VARIAZIONI % Dati Regione Piemonte - Elaborazione stime Settori e Servizi Provinciali Agricoltura a cura del Settore Programmazione, Attuazione e Coordinamento Sviluppo Rurale - DATI PROVVISORI Con la collaborazione di Assoenologi, Vignaioli Piemontesi, Consorzio Tutela Asti Spumante, Federazione Reg.le Coltivatori Diretti, Confagricoltura Piemonte, Unione Italiana Vini, ISMEA Agricoltura 83 21 promozione, lo abbiamo già fatto con Pie- valore strategico. Essenziale è prendere coscienza che a dettare le monte Land of Perfection, ora ci vuole una norme per le denominazioni in etichetta deve essere il marketing sinergia a livello nazionale”. (dato che il vino si produce per essere venduto) e non i cultori e Andrea Ferrero, presidente di Piemonte gli appassionati di ogni singolo vitigno. Di conseguenza bisogna Land of Perfection: “Piemonte Land of Per- distinguere tra vini-terroir o vini da collezione per amatori, e vini- fection nasce per armonizzare le strategie premium, capaci di fare business all’estero”. di promozione dei principali Consorzi di tutela del vino e le più Nell’ambito di Piemonte Anteprima Vendemmia è stato assegna- grandi Associazioni di produttori. La novità è che per la prima vol- to l’annuale premio in una duplice versione: il primo - rivolto alla ta la squadra Piemonte si muove unita. E l’idea di fare squadra e memoria - è stato dedicato a Beppe Fenoglio (si veda articolo nel- presentarsi uniti sotto la bandiera Piemonte convince e funziona. le pagine seguenti), nel 50° anniversario della morte, il secondo, I tempi sono cambiati: le aziende hanno capito che non si può improntato al futuro, è stato assegnato a Enrico Remmert e Luca più andare per il mondo a vendere e fare promozione in ordine Ragagnin, scrittori della nuova generazione, cantori delle terre sparso, ma occorre riunire le forze della viticoltura piemontese piemontesi del vino. per fare fronte comune sui mercati internazionali. Se vogliamo confrontarci sul mercato globale con i grandi del vino dobbiamo promuovere non solo il prodotto, ma tutto il territorio. Noi conti- I voti alla vendemmia dalla relazione Vignaioli Piemontesi nuiamo a crederci anche quest’anno, convinti che sia la giusta via Vitigni Voto alla vendemmia (giudizio complessivo sull’uva)* per il futuro del Piemonte”. Arneis 4 stelle Andrea Desana, coordinatore del Comitato per la celebrazione Barbera 3 stelle Brachetto 3 stelle Cortese 3 stelle sottodenominazioni e menzioni di legge superano le cento dici- Dolcetto 4 stelle ture previste in etichetta. La nostra proposta porta a una grande Erbaluce 3 stelle semplificazione, basata su una ventina di denominazioni e so- Favorita 4 stelle Freisa 4 stelle Grignolino 3 stelle Moscato bianco 3 stelle Nebbiolo Langhe Roero 4 stelle Nebbiolo Alto Piemonte 4 stelle Pelaverga 4 stelle Ruchè 3 stelle Timorasso 3 stelle Vespolina 3 stelle Cabernet Sauvignon 4 stelle Chardonnay 4 stelle Merlot 3 stelle Pinot noir 3 stelle Sauvignon blanc 3 stelle del 50° anniversario della prima legge sulle denominazioni d’origine: “E’ sempre più urgente una riforma del sistema delle denominazioni, perché oggi le doc e docg del Piemonte, comprese le prattutto dando finalmente sviluppo alla doc Piemonte, di elevato La degustazione guidata dall’enologo Gianpiero Gerbi 22 Agricoltura 83 *4 stelle corrisponde a “ottimo”, 3 stelle a “Buono” Ricordando Beppe Fenoglio Premio alla memoria ad Anteprima Vendemmia Salvatore Vullo - Settore Programmazione e valorizzazione del sistema agroalimentare Beppe Fenoglio, nato ad Alba nel 1922, morto a Torino nel vergati a mano, sparsi e spersi (in buona parte vergati a mano 1963, è stato un grande scrittore del primo dopoguerra. Il sul retro dei fogli di contabilità della macelleria del padre, o 2013 è stato l’anno delle celebrazioni per la ricorrenza del 50° della carta intestata dell’azienda vinicola in cui lavorava): “Un della morte, promosse dal Centro studi Beppe Fenoglio. giorno di fuoco” (1963), “Una questione privata” (1965), “Il Tra i tanti meriti, Fenoglio ha portato le Langhe e il mondo partigiano Johnny” (1968), “La paga del sabato” (1969). contadino nella grande letteratura: anche per questo, nella ri- Con Cesare Pavese, Fenoglio è lo scrittore che porta le Lan- correnza del 50° anniversario, come Assessorato all’Agricoltura ghe nella grande letteratura; anche per questo le Langhe, oltre della Regione Piemonte, con l’assessore Claudio Sacchetto, lo che un suggestivo territorio del Piemonte, diventano un luogo abbiamo ricordato e abbiamo parlato di questo rapporto tra mitico, un “luogo dell’anima”. Della terra di Piemonte, la Lan- Fenoglio e il mondo contadino piemontese in alcuni importanti ga rappresenta il luogo arcaico, remoto, cuore e simbolo. Una incontri che si sono svolti in occasione dell’ultimo Salone del sorta di scrigno che ne raccoglie la storia, i valori, l’identità, le Gusto di Torino, al Vinitaly di Verona nell’aprile scorso, nella tradizioni più autentiche. Espressione di quel mondo contadi- edizione 2013 di Cheese a Bra, e il 29 novembre a Milano, du- no e rurale su cui affondano le nostre radici, luoghi simbolo rante la manifestazione Piemonte Anteprima Vendemmia 2013 delle fatiche e miserie di un non tanto lontano passato. Ma le con l’assegnazione dell’omonimo premio “alla memoria”, de- Langhe, con la sua razza di “Langhetti”, sono anche il simbolo dicato a Beppe Fenoglio e consegnato alla figlia Margherita. dell’umanesimo e del rinascimento piemontese, grazie proprio E lo ricordiamo ancora con questo articolo che traccia una bre- agli uomini e donne di Langa, alla loro caparbietà, senso del ve nota bio-bibliografica di Beppe Fenoglio e che cita alcuni sacrificio, laboriosità, voglia di affrancarsi, di riscatto, che sono passaggi e frasi emblematiche del rapporto tra Fenoglio e il gli elementi caratteristici e peculiari del Piemonte. mondo contadino. Beppe Fenoglio è un grandioso simbolo di questo rapporto con Le sue opere significative sono: “I ventitrè giorni della città di la Langa, la terra che ispira tutte le sue opere, che ne fa da sce- Alba”, pubblicato nel 1952, “La malora”, pubblicato nel 1954, nario, che ne rende protagonisti i suoi abitanti. Un rapporto, “Primavera di bellezza”, pubblicato nel 1959. Le altre sue ope- quello tra Fenoglio e le Langhe, che è durato per tutta la sua re sono uscite postume, ricavate dai tanti suoi scritti e appunti breve vita. Fenoglio infatti non si è mai allontanato da quella Agricoltura 83 23 terra, se non per il servizio militare. Alba saputo poi che a Murazzano lo pagavano qualcosa meglio, si divenne il suo luogo di vita e di lavoro. faceva due colline per andarlo a vendere lassù …” Anche da scrittore affermato furono rari, Ma anche a casa di Tobia non era molto meglio: “… Da Tobia sempre brevi e fugaci, i suoi spostamenti. si mangiava di regola come a casa mia nelle giornate più nere. Anche per il suo carattere schivo, chiuso A mezzogiorno come a cena passavano quasi sempre polen- e taciturno, rifuggiva dalle grandi città e ta, da insaporire strofinandola a turno contro un’acciuga che dagli avvenimenti mondani. pendeva per un filo dalla travata; l’acciuga non aveva già più Le Langhe dunque protagoniste dei suoi racconti. Le Langhe nessuna figura d’acciuga e noi andavamo avanti a strofinare crudeli e insanguinate della guerra partigiana, raccontate dalla ancora qualche giorno …” sua esperienza diretta di partigiano, ne “I ventitrè giorni della Tobia confida al figlio il suo sogno: “…Una dozzina di giornate, città di Alba”, e ne “Il Partigiano Johnny”. Le Langhe aspre e tutte a solatio, da tenere mezze a grano e mezze a viti. Con selvagge con gli uomini, le donne, i fatti e le miserie del mondo una riva da legna e anche un pratolino da mantenerci due pe- contadino e rurale, raccontate in modo sublime in quel capo- core e una mula. lavoro che è “La malora”. Del resto, Davide Lajolo, un altro - E dove sarebbe questa terra?- grande scrittore piemontese, diceva che “ …Nella letteratura, - Mica qui, mica in questa Langa porca che ti piglia la pelle a con Pavese e Fenoglio, si raggiunge il massimo del vissuto e montarla, prima che a lavorarla…” della rappresentazione del mondo contadino …” Agostino al fratello che studia in seminario: “ … Gli dissi: si Possiamo anche rilevare che il dialetto e la parlata contadi- vede che non sei più di campagna. All’epoca che tu sei a casa na delle Langhe, con le loro frasi e battute lapidarie, scarne, in vacanza io lassù ho il grano e poi le uve …” illuminanti, sono parte importante nella costruzione del lin- Ancora Agostino: “ … Una sera spogliavamo la meliga e sull’a- guaggio letterario di Fenoglio e ancor più nella originalità di ia del Pavaglione ci sarà stata mezza la gioventù di lì intorno: quel linguaggio. Tobia comanda a Fede di fare il giro di chi ha sete, lei a tutti Altro grande merito di Fenoglio è quello di aver dato voce e passa acqua e aceto e a me dà del vino …” rappresentazione alle donne di quel mondo contadino, come “ … Ho fatto quel ritorno come la cosa più bella della mia vediamo magistralmente ne “La malora” con la mamma di vita. Era la mia vera festa, e ad Arguello mi fermai all’osteria, Agostino e con la moglie del mezzadro Tobia Rabino. Quelle comandai una bottiglia di Moscato e me la bevetti tutta per donne che costituiscono “l’anello forte”, come le aveva defi- festeggiarmi …” nite Nuto Revelli, architrave su cui si reggeva la famiglia; sulle Marisa Fenoglio, in una recente intervista a proposito del fra- donne gravavano compiti e lavori nell’azienda agricola, come tello, diceva che “…Beppe Fenoglio è il compagno insostitui- allevare le pecore, mungerle, fare le tome (l’attuale Murazza- bile di ogni camminata di Langa; l’occhio con cui guardiamo i no) e andarle a vendere, oltre che fare la moglie, allevare i suoi paesaggi; l’interprete delle nostre sensazioni, l’ispiratore figli, curare i rapporti spesso crudi e conflittuali tra padri e figli, dei nostri pensieri …” assicurare alla famiglia un minimo di decoro, civiltà, religiosità. E le Langhe sono i luoghi emblematici dei grandi vini piemon- “La malora” è la storia del giovane Agostino Braida, prota- tesi: Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Nebbiolo, Barbera, Moscato, gonista, io narrante del romanzo, che per le gravi condizioni ecc. Vini e realtà vitivinicole di grandi qualità intrinseche, con economiche della sua famiglia va a fare il servitore presso il paesaggi agrari e rurali straordinari, ma esaltati e resi mitici Pavaglione, la cascina del mezzadro Tobia Rabino. Ecco alcuni dal loro profondo legame con queste terre, dove i numerosi passi emblematici. turisti del vino, italiani e ancor più stranieri, arrivano anche per Agostino racconta le miserie di casa sua: “… Ma a mezzogiorno scoprire il fascino e le suggestioni letterarie di questi luoghi e a cena ci trovavamo davanti sempre più poca polenta e quasi descritti mirabilmente da Fenoglio, da Pavese e altri scrittori più niente Robiola … Nostra madre raddoppiò la sua lavorazione come Davide Lajolo e Mario Soldati. di formaggio fermentato, ma non ne lasciava toccare neanche le Sono questi gli alti valori aggiunti di questi territori che, non a briciole … E quando seppe che a Niella ne pagavano l’arbarella caso, sono anche candidati al riconoscimento UNESCO come un soldo di più che al nostro paese, andò a venderlo a Niella, e patrimonio dell’umanità. 24 Agricoltura 83 Monitoraggio dei metalli pesanti nelle aziende zootecniche piemontesi Ricerca Finanziata dalla Regione Piemonte Simona Avagnina , Giancarlo Bourlot - Regione Piemonte - Settore Fitosanitario Irene Goia, Stefano Gaudino, Carlo Grignani, Dario Sacco - Università di Torino - DISAFA Nell’ambito del progetto di ricerca “M.I.T.A.Net - rete di Monitorag- interesse dello studio è legato alla Direttiva Nitrati, che tra gli altri ha gio Intensivo sulle Tecniche Agronomiche e sui Terreni Agrari”, dove, lo scopo di impedire che nei suoli agricoli interessati dall’utilizzazione tra gli altri obiettivi, si intende fornire alla Regione Piemonte criteri di agronomica degli effluenti zootecnici si verifichi un accumulo ecces- monitoraggio sul tema della corretta gestione del sistema aziendale, sivo di rame e zinco (Regione Piemonte, 2010). si è focalizzata l’attenzione sulla concentrazione di metalli pesanti nel suolo, in particolare rame e zinco che, a seconda della loro concen- Metodologia trazione, possono determinare una potenziale tossicità per le piante Per ogni azienda sono stati prelevati quattro campioni di suolo di cui tre e per i consumatori. provenienti da terreno fertilizzato con liquame zootecnico ed uno pro- Sfruttando le conoscenze già acquisite in aziende zootecniche note, veniente da un appezzamento non concimato con liquame zootecnico si è cercato di individuare una relazione tra le diverse tecniche coltu- (testimone). Per ogni campione sono stati prelevati ed accuratamente rali e di gestione aziendale degli effluenti zootecnici e la concentra- miscelati da tre a cinque sottocampioni di suolo. Tutti i sottocampioni zione di rame e zinco nel suolo. sono stati raccolti a due profondità: nello strato 0-30 cm e nel secondo L’origine dei metalli pesanti che alterano la qualità dell’ambiente in- strato 30-60 cm. Tutti gli appezzamenti campionati sono stati georefe- fatti è riconducibile a fonti sia naturali, quali il substrato pedogeneti- renziati attraverso rilievo GPS. In Tabella 1 vengono indicati gli apporti di co, sia antropiche, quali le attività industriali, civili e agricole. effluenti zootecnici medi per anno dei singoli appezzamenti. In agricoltura, la loro concentrazione nel suolo è per lo più funzione Il liquame zootecnico è stato prelevato direttamente dalla vasca di dell’uso di sostanze contenenti metalli pesanti utilizzate per la difesa stoccaggio dopo un accurato trattamento di omogeneizzazione antiparassitaria e per la fertilizzazione, soprattutto con reflui zootec- ricorrendo all’uso di pompe o miscelatori meccanici. I campioni di nici. In particolare l’elevato contenuto di rame e zinco nelle deiezioni suolo sono stati analizzati presso i laboratori dell’ARPA Piemonte zootecniche è dovuto all’utilizzo di integratori e additivi alimentari per quanto riguarda il contenuto di rame e zinco totali, e presso il che contengono questi elementi. Laboratorio Agrochimico della Regione Piemonte (LAR) per quan- Il lavoro è stato impostato su otto aziende zootecniche piemontesi, to riguarda i seguenti parametri: pH, C organico, Ca scambiabile, sette suinicole e una di bovine da latte, situate in aree di pianura K scambiabile, N totale e P assimilabile. caratterizzate da maiscoltura intensiva e da una elevata attività zoo- I campioni di liquame sono stati analizzati presso il LAR. Sono sta- tecnica. La volontà di effettuare tale approfondimento è dettata da- te effettuate le analisi standard relative alla concentrazione di NPK gli elevati apporti di liquame che caratterizzano le aree specializzate totali (%) e contenuto di Cu e Zn totali (ppm). Tutti i dati sono nell’allevamento suinicolo e di vacche da latte. Un ulteriore motivo di espressi sul tal quale. Agricoltura 83 25 Moltiplicando l’apporto annuo di liquame (t ha-1) A tale scopo è stata calcolata la massa di suolo adottando parametri per la concentrazione dei due metalli oggetto medi dell’area di indagine (profondità di lavorazione 0,30 m e den- dello studio Cu e Zn (espressi in ppm), ottenia- sità 1,3 t m-3) e moltiplicata per le concentrazioni medie di rame e mo l’apporto al suolo annuo dei due metalli zinco ottenendo così il contenuto dei due metalli espresso in kg ha-1. (espresso in kg ha-1 anno-1) come da Tabella 2. Allo scopo di analizzare l’impatto degli apporti di liquame e confron- Al fine di individuare l’incremento annuale del tare gli appezzamenti fertilizzati con quelli testimone sono stati scelti contenuto dei metalli nel suolo imputabile alle fertilizzazioni organi- otto indicatori derivanti dall’analisi dei suoli. Tali indicatori sono: pH, che è stato inoltre calcolato il contenuto di rame e zinco nel suolo. C organico, Ca scambiabile, K scambiabile, N totale, P assimilabile e Cu e Zn totali. Tabella 1. Quantitativi medi annuali di effluenti apportati nelle singole aziende Quantitativo medio di effluente apportato (t ha-1 anno-1) Azienda bovini latte suini 01 suini 02 suini 03 suini 04 suini 05 suini 06 suini 07 Risultati La media degli apporti di liquame delle otto aziende è pari a 99 t ha-1 anno-1; escludendo l’azienda di bovine da latte la media sale a 109 Appezzamento Liquame Letame t ha-1 anno-1. Il quantitativo medio di rame apportato annualmente testimone 0 5 nelle otto aziende è stato pari a 1,08 kg ha-1, con un massimo di 1,84 fertilizzato 29 5 kg ha-1 nell’azienda suinicola numero 1 ed un minimo di 0,2 kg ha-1 testimone 0 0 nell’azienda bovini da latte. Il quantitativo medio di zinco apportato fertilizzato 81 0 annualmente è stato pari a 5,36 kg ha-1, con un massimo di 8,76 kg testimone 0 0 ha-1 nell’azienda suinicola numero 6 ed un minimo di 0,73 kg ha-1 fertilizzato 129 0 nell’azienda con bovini da latte. testimone 0 4 Confrontando i dati relativi alle analisi del suolo degli appezzamenti fertilizzato 72 3 fertilizzati con gli appezzamenti testimone, è stato possibile suddivi- testimone 0 0 dere le aziende in tre gruppi: testimone visibile, testimone non visibile fertilizzato 112 0 testimone 0 0 fertilizzato 147 0 testimone 0 0 fertilizzato 152 0 testimone 0 0 fertilizzato 71 0 e testimone non presente. Quest’ultimo caso è rappresentato dall’azienda suinicola numero 3, dove non è stato possibile individuare un appezzamento sul quale non fosse stata effettuata una concimazione organica negli ultimi 5 anni (testimone non presente). Nelle aziende suinicole 2, 5, 6 e 7 non si evidenziano differenze tra appezzamenti fertilizzati ed appezzamenti testimone (testimone non visibile). Nell’azienda bovina e nelle suinicole 1 e 4 è stato possibile discriminare gli appezzamenti fertilizzati da quelli Tabella 2. Contenuto di nutrienti nei liquami zootecnici (LAR, 2011) Azienda pH N tot (%) P tot (%) K tot Cu tot (%) (ppm) Zn tot Cu al suolo (ppm) (kg ha-1 anno-1) Zn al suolo (kg ha-1 anno-1) testimone (testimone visibile) così come rappresentato in Tabella 3. Nell’azienda bovini latte 8,0 0,26 0,04 0,23 7 25 0,20 0,73 bovina da latte si è evidenziato un ef- suini 01 7,9 0,49 0,20 0,22 23 64 1,84 5,16 fetto basico dovuto alle fertilizzazioni suini 02 7,9 0,39 0,23 0,22 13 61 1,81 8,38 suini 03 7,8 0,49 0,11 0,31 15 90 1,08 6,49 suini 04 8,0 0,45 0,05 0,40 3 19 0,36 2,09 suini 05 7,7 0,43 0,09 0,19 8 41 1,04 5,58 suini 06 8,1 0,38 0,03 0,36 8 58 1,18 8,76 suini 07 7,9 0,63 0,27 0,20 15 80 1,09 5,70 1,08 5,36 Media 26 Agricoltura 83 di liquame. Le concentrazioni di calcio, fosforo e potassio sono state maggiori negli appezzamenti fertilizzati, mentre non si sono evidenziate differenze per quanto riguarda le concentrazioni di azoto, rame e zinco , carbonio organico. Nell’azienda suinicola numero 1 è stato evidenziato solo un incremento di P assimilabile nei terreni fertilizzati rispetto al testimone. Nell’azienda 4 è emersa una differenza tra appezzamento fertilizzato e non fertilizzato per Tabella 3. Confronto dell’appezzamento “testimone”, in verde, rispetto agli altri tre appezzamenti fertilizzati con liquame zootecnico, in giallo. In rosso sono riportati i campioni che presentano il superamento del limite di concentrazione di Zn nei suoli ai sensi del D.Lgs. 152/2006. Azienda quanto riguarda N totale, K scambiabile e P assimilabile. In questa azienda è anche evidente l’incremento della concentrazione di entrambi i metalli pesanti. La Figura 1 mostra le concentrazioni di rame bovini latte (parte alta) e zinco (parte bassa) alle due profon- pH C org Ca scamb (%) (ppm) K scamb N tot (ppm) (%) P ass Cu tot (ppm) (ppm) Zn tot (ppm) 5,4 2,4 479 6,3 0,22 23 18 80 16 79 6,2 2,5 939 49,8 0,23 46 15 81 14 84 18 89 17 90 96 6,2 2,3 878 38,5 0,21 43 dità analizzate: 0-30 cm e 30-60 cm. Nell’istogramma sono riportate due rette orizzontali. La 6,1 2,4 943 46,3 0,22 45 23 23 99 8,1 2,4 5205 60,6 0,20 10 54 110 46 110 170 prima (in rosso in figura), indica il limite massimo di concentrazione ammissibile ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 per rame e zinco, rispettivamente fissato a 120 mg kg e 150 mg kg . La seconda -1 -1 (in verde in figura) indica i valori di fondo che corrispondono rispettivamente a 47 mg kg-1 per suini 01 8 2,3 4420 52,5 0,25 28 72 45 110 6,6 1,5 2278 118,8 0,17 54 44 110 29 19 71 150 50 120 60 il rame e 85 mg kg-1 per lo zinco (ARPA Piemonte, 2011). Tali valori sono stati determinati 8,2 1,0 4018 65,6 0,14 38 nell’ambito di un progetto pluriennale condotto da ARPA Piemonte sulla contaminazione diffusa del suolo sulla base degli standard internazionali stabiliti dalla normativa ISO 19258/05 “Soil quality - Guidance on the determination of background values”, che prevede la determinazione del valore di fondo attraverso il calcolo del 90° e/o 95° percentile della popolazione di dati ottenuta dopo aver rimosso gli eventuali valori suini 04 7,2 0,4 1346 19,4 0,04 15 16 15 53 7,5 1,4 1914 208,8 0,18 178 21 110 25 130 26 110 26 97 32 160 29 130 6,6 7,4 1,0 1,4 938 1249 281,9 270,6 anomali o “outliers”. 0,12 0,13 162 272 Per quanto riguarda il rame è possibile notare come in nessun caso analizzati, 40 ppm e 110 ppm rispettivamente di Cu e Zn, ne è stato le concentrazioni superino i limiti posti dal D.lgs. n.152/2006; nello calcolato il loro contenuto medio in un ettaro nello strato lavorato strato superficiale 4 aziende su 8 presentano concentrazioni mol- 0-30 cm, pari a 156 kg Cu ha-1 e 429 kg Zn ha-1. L’incremento medio to vicine o superiori al valore di fondo sia per quanto riguarda gli dei due metalli è stato pari a 0,7% per il Cu e 1,2% per lo Zn. L’in- appezzamenti fertilizzati, sia per quanto riguarda gli appezzamenti cremento calcolato con il massimo apporto è stato di 1,3% e 2,2%. testimone. Anche nello strato 30-60 cm le stesse 4 aziende hanno superato il valore di fondo. Le concentrazioni di zinco presentano Conclusioni maggiori problematiche. Tre aziende su otto hanno superato il limite I dati raccolti ed elaborati confermano gli elevati apporti di effluenti di concentrazione previsto dal D.lgs. n.152/2006 sia nello strato 0-30 zootecnici da parte delle aziende zootecniche specializzate. cm sia in quello 30-60 cm. Tutte le aziende, ad esclusione della suini- In generale, i contenuti di rame e zinco nei reflui di allevamento sono cola numero 3, hanno superato i valori di fondo in entrambi gli strati. più elevati di quelli dei suoli e le deiezioni suine presentano concen- L’ultima analisi effettuata è stata quella relativa all’incremento an- trazioni di rame e zinco più elevate rispetto a quelle bovine. nuo della concentrazione di Cu e Zn. Dopo aver calcolato la massa Gli elevati apporti di effluenti, che spesso perdurano da decenni, di terreno lavorato e la concentrazione media negli appezzamenti causano un apporto di rame e zinco superiore alle asportazioni degli Agricoltura 83 27 stessi elementi da parte delle colture, e per- A ciò si aggiunge la considerazione che il contenuto di rame e di zin- tanto somministrazioni ripetute determinano co nei mangimi e, di conseguenza, nelle deiezioni, è in decremento, inevitabilmente un accumulo nel suolo, talvol- sia per le limitazioni imposte dalla normativa comunitaria, sia per la ta anche sopra il limite consentito dal D. Lgs. possibilità di ridurre gli integratori alimentari attraverso l’impiego di n.152/2006 come nel caso dello zinco. prodotti sostitutivi ad elevata disponibilità biologica di microelementi. Solo in un’azienda su otto sono però evidenti Tuttavia il controllo delle dosi secondo i criteri di una corretta prati- delle differenze tra appezzamento fertilizzato con liquame e testimo- ca di concimazione e di favorevoli condizioni del suolo è comunque ne. Questo può essere in parte dovuto al fatto che difficilmente si sempre necessario. trovano terreni non liquamati negli ultimi cinque anni in un’azienda In conclusione, questa collaborazione tra Regione Piemonte, Diparti- zootecnica, attanagliata dal problema della scarsezza di suolo su cui mento DISAFA dell’Università di Torino e ARPA Piemonte è stata mol- spandere effluenti zootecnici. to fruttuosa in quanto ha permesso di esplorare ulteriori indicatori e In secondo luogo, dati gli incrementi annuali relativamente bassi vincoli legati alle pratiche agricole delle aziende ad indirizzo zootec- dei due elementi (0,7% per il Cu e 1,2 % per lo Zn), difficilmente nico che caratterizzano importanti areali del territorio piemontese. sarà possibile vedere gli effetti su di un appezzamento ricco di rame e zinco. Figura 1. Concentrazione di Cu e Zn nel suolo alle due profondità nelle aziende esaminate: in giallo gli appezzamenti letamati, in viola gli appezzamenti testimone (concimati solo con concimi minerali), in lilla gli appezzamenti liquamati. 28 Agricoltura 83 L’impatto ambientale dei fitofarmaci in diverse tipologie di aziende agricole Simona Avagnina, Giancarlo Bourlot - Settore Fitosanitario Irene Goia, Stefano Gaudino, Carlo Grignani, Dario Sacco - Università di Torino - DISAFA Di fronte all’aumento delle aspettative della società europea sui L’indicatore EIQ temi della sostenibilità degli agro-ecosistemi e della sicurezza ali- L’Environmental Impact Quotient (EIQ) è un indicatore sviluppato mentare, la revisione della Politica Agricola Comunitaria ha con- da ricercatori della Cornell University nell’ambito del program- siderato la gestione ambientale delle aziende agricole come un ma IPM (Integrated Pest Management) dello stato di New York, criterio sempre più discriminante nel determinare la destinazione USA (Kovach et al., 1992). Esso è utilizzato per valutare l’impatto dei finanziamenti comunitari (Galan et al., 2007). La necessità di ambientale dovuto all’utilizzo di fitofarmaci, sia per confronta- quantificare i risultati delle politiche agro-ambientali e stabilire la re tipologie aziendali differenti, sia per analizzarne le variazioni loro qualità ha generato lo sviluppo di numerosi strumenti per la nel tempo (Cross e Edward-Jones, 2006). La Regione Piemonte valutazione della gestione di aziende agricole con maggiore at- e l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (ente preposto al tenzione alla sostenibilità ambientale del settore primario (Giup- monitoraggio del PSR regionale) hanno utilizzato l’indicatore EIQ poni e Carpani, 2006; Rosnoblet et al., 2006). per le valutazioni ex-post del PSR 2000-2006 ed in itinere del PSR Nell’ambito del progetto di ricerca “M.I.T.A.Net - rete di Monitorag- 2007-2013 (IPLA e Regione Piemonte, 2010). Questo indicatore gio Intensivo sulle Tecniche Agronomiche e sui Terreni Agrari”, dove, si basa sulle proprietà chimico-fisiche dei principi attivi contenu- tra gli altri obiettivi, si intende fornire alla Regione Piemonte criteri di ti nei fitofarmaci, che si possono ottenere da specifici database. monitoraggio sul tema della corretta gestione del sistema colturale, Esso considera tre componenti di impatto: sugli agricoltori (EIQ si è focalizzata l’attenzione su un indicatore ambientale, l’EIQ, con agricoltore), sui consumatori (EIQ consumatore) e sull’ambiente l’obiettivo di determinare l’impatto che l’utilizzo di fitofarmaci svolge (EIQ ambiente). Le tre componenti hanno uguale peso nel calcolo sull’ambiente e sull’uomo nei diversi sistemi di produzione. dell’indicatore finale. Agricoltura 83 29 L’indagine aziendale Le proprietà dei principi attivi utilizzate per assegnare i valori sono Il lavoro è stato impostato sul confronto state ottenute dal Pesticide Properties DataBase (PPDB, 2009) tra nove tipologie aziendali, distinte tra consultabile su: http://www.herts.ac.uk/aeru/footprint e, per al- aziende convenzionali (conv), aderenti alla cune proprietà, dalle etichette dei prodotti, consultabili sul Sito produzione integrata (int) e aderenti alla Fitovis (http://www.sian.it/fitovis/). produzione biologica (bio) del Programma Nei pochi casi dove non era disponibile l’informazione su una de- di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Piemonte, così come terminata proprietà di un principio attivo, si è utilizzato in sosti- illustrato in Tabella 1. tuzione il valore medio dei principi attivi conosciuti appartenenti allo stesso gruppo chimico (Kovach et al., 1992; Cross e Edward- Tabella 1. Tipologie di aziende agricole interessate dallo studio Jones, 2006), mentre in mancanza di principi attivi della stessa Indirizzo produttivo N. aziende conv int bio Cerealicolo 22 12 8 2 Risicolo 13 11 2 0 ponenti: EIQ agricoltore, EIQ consumatore e EIQ ambiente. Ot- Bovini da latte 9 8 0 1 tenuto il valore EIQ di un principio attivo si è calcolato il valore Bovini da carne 8 5 3 0 relativo al reale apporto di principio attivo in campo, definito in Bovini linea vacca-vitello 11 7 1 3 letteratura come EIQ - FUR (Field Use Rating) o anche come EIQ Suinicolo 9 8 1 0 - EI (Environmental Impact). Questo passaggio è necessario per Viticolo 8 1 7 0 poter effettuare delle valutazioni comparative che non è possibile Frutticolo 7 1 4 2 fare sulla base del valore EIQ generale di un principio attivo. Orticolo 3 0 2 1 La metodologia è stata impostata in modo che l’indicatore EIQ Totale 90 53 28 9 venisse calcolato prima a livello colturale e, successivamente, famiglia si è assegnato il valore di classe media 3. Il valore EIQ totale è dato dalla media matematica delle tre com- a livello aziendale effettuando una media ponderata dei dati Per ogni tipologia aziendale sono state individuate e analizzate di- usando quale peso di ponderazione la superficie occupata da verse aziende situate in sei diverse province piemontesi. Le azien- ogni coltura. Con questa impostazione si sono ottenuti dei va- de sono state selezionate valutando il territorio di appartenenza lori, sia a livello colturale che a livello aziendale, relativi ad una e considerando le pratiche colturali tipiche delle zone esaminate. stessa unità di superficie, permettendo il confronto tra aziende Con un’intervista diretta al conduttore dell’azienda sono state rac- con superfici diverse. colte tutte le informazioni riguardanti i trattamenti fitosanitari (numero di trattamenti, periodo, principi attivi e/o prodotti utilizzati Risultati e dosi) con riferimento all’annata agraria precedente all’intervista. Valutazione a scala colturale Nel confronto tra colture viene evidenziato come le notevoli differenze Calcolo EIQ nei valori di EIQ-FUR siano dovute non solo ai valori di EIQ dei singoli Nel calcolo del valore EIQ di un principio attivo vengono prese in con- prodotti, ma anche all’ampia variabilità del numero di trattamenti. siderazione 11 sue proprietà (sistemicità, tossicità per i pesci, tossicità Risulta evidente (Grafico 1) come colture quali melo, vite, pesco e per gli uccelli, tossicità dermale, tossicità per le api, tossicità cronica, tossicità per gli artropodi, emivita sulla superficie della pianta, emivita nel suolo, indice potenziale di percolazione e potenziale perdita in superficie), in modo da valutare i diversi aspetti legati all’impatto ambientale. A ognuna di queste proprietà viene assegnato un valore da 1 a 5, dove 1 indica l’impatto o la tossicità minore e 5 indica l’impatto o la tossicità maggiore. 30 Agricoltura 83 Grafico 1. Valori di EIQ - FUR totali per ettaro a scala colturale nocciolo siano quelle che hanno un maggior impatto complessi- l’EIQ ambiente sia la componente che mostra il peso maggiore, vo. Questo è dovuto in parte al maggior numero di trattamenti ef- mentre l’EIQ consumatore ha il peso minore. I prodotti fitosanitari fettuati rispetto alle altre colture, ma anche all’utilizzo di prodotti utilizzati determinano quindi un notevole impatto sull’ecosistema, che hanno un basso valore di EIQ ma la cui dose necessaria per mentre è minore l’impatto nei confronti di agricoltori e consumatori. assicurare un buon controllo delle avversità è elevata, portando ad elevati valori di EIQ-FUR. Valutazione a scala aziendale L’andamento dell’EIQ già evidenziato alla scala colturale si ritrova anche alla scala aziendale. Il Grafico 3 mostra l’impatto dell’EIQFUR totale sulle diverse aziende suddivise per ordinamento produttivo. A conferma di quanto è stato detto in precedenza, è evidente come le aziende frutticole e le aziende viticole abbiano un maggior impatto totale rispetto alle altre, tanto da necessitare una scala diversa di rappresentazione nel grafico. Tale maggiore impatto è dovuto non solo al maggior numero di trattamenti che vengono effettuati sulle colture frutticole e sulla vite, ma anche all’utilizzo di quantità maggiori di prodotto, necessarie per assicurare un buon controllo delle avversità. Tra le restanti tipologie di aziende, quelle che si dimostrano più rispettose dell’ambiente sono invece la categoria di aziende con Grafico 2. Valori di EIQ - FUR delle tre componenti per ettaro per le principali colture allevamenti della linea vacca-vitello e quelle che allevano bovini da carne. Le prime sono caratterizzate da un’agricoltura più estensiva, un’elevata superficie destinata a prato e da un utilizzo In seconda posizione troviamo poi, con valori nettamente più bas- più contenuto di prodotti fitosanitari; le seconde sono caratteriz- si rispetto alle colture frutticole, le colture orticole, quali pomodo- zate da un riparto colturale dove i cereali autunno-vernini occu- ro e patata. pano una parte consistente della superficie aziendale a discapito Un impatto bassissimo o quasi nullo è invece presente nei cereali della superficie coltivata a mais. autunno-vernini che, dato il periodo di presenza in campo poco In Tabella 2 si sono messi a confronto i tre diversi sistemi (conven- favorevole alle avversità, sono trattati poco o niente (o comunque zionale, integrato e biologico) per tutte le aziende oggetto dello solo in casi eccezionali) e nelle colture foraggere che invece non studio (indicate tra parentesi in tabella). Per fare ciò le aziende vengono trattate per nulla. zootecniche con bovini (da carne, da latte e linea vacca-vitello) Le componenti dell’EIQ relative all’impatto dei prodotti fitosanitari sono state raggruppate. su agricoltori, consumatori e ambiente nelle diverse colture sono La tabella dimostra che le aziende cerealicole hanno valori simili per invece evidenziate nel Grafico 2. In questo grafico sono riportate il sistema convenzionale e per l’integrato. Questo può dipendere le colture più rappresentative a livello territoriale. Si evidenzia come dal fatto che nel loro riparto colturale è presente anche qualche coltura orticola (ad es. pomodoro e patata) che di fatto, come evidenziano anche i grafici 1 e 2, riceve molti più trattamenti di una coltura cerealicola e di conseguenza fa aumentare il valore dell’EIQ totale aziendale. Nelle aziende bovine invece le aziende che aderiscono alla produzione integrata hanno valori di EIQ molto inferiori alle convenzionali, Grafico 3. Valori medi di EIQ - FUR totale per ettaro a scala aziendale evidenziando come di fatto questa azione sia molto efficace su questa tipologia di aziende. Agricoltura 83 31 In entrambi i casi il sistema biologico è molto Conclusioni diverso dagli altri, per la nulla (nelle aziende Dall’analisi complessiva dei risultati dell’applicazione dell’indica- bovine) o scarsa (nelle aziende cerealicole) tore EIQ emerge che le aziende biologiche analizzate risultano presenza di trattamenti fitosanitari. le più sostenibili per la scarsa presenza o la totale assenza di Nelle restanti tipologie aziendali, se pur pre- trattamenti fitosanitari. Per contro le aziende frutticole e viticole senti con un numero molto minore di casi, si sono dimostrate quelle più impattanti a causa dell’elevato nu- emerge tuttavia l’elevato impatto ambientale delle aziende frutti- mero di trattamenti, della tipologia e della quantità di prodotti cole e viticole in tutti e tre i sistemi di produzione, come giustificato utilizzati. Lo stesso andamento si presenta sia a scala colturale già in precedenza. Un così alto valore di EIQ anche nelle due azien- sia a scala aziendale. de frutticole biologiche può essere dovuto al largo utilizzo di pro- La differenza tra le aziende convenzionali e le aziende integrate dotti come zolfo e rame, consentiti anche in agricoltura biologica, è in genere modesta. Ciò può essere dovuto al fatto che nell’in- che fanno aumentare notevolmente il valore EIQ totale aziendale. tegrato esistono molte limitazioni non solo sui principi attivi da Tabella 2. Valore medio EIQ-FUR per ettaro utilizzare, ma anche sul numero di interventi e di conseguenza l’a- Tipo azienda conv int bio gricoltore, per evitare fenomeni di resistenza, utilizza un maggior Cerealicole 72 (12) 76 (8) 0,5 (2) numero di principi attivi, causando così l’aumento dell’impatto Aziende bovine 49 (20) 20 (4) 0 (4) ambientale totale. Frutticole 699 (1) 1316 (4) 1050 (2) 169 (2) 7 (1) Orticole Risicole 79 (11) 84 (2) Viticole 2380 (1) 1697 (7) Suinicole 87 (8) 23 (1) 32 Agricoltura 83 Tuttavia l’utilizzo dell’EIQ ha permesso di apprezzare il suo possibile uso per una valutazione di sostenibilità in aziende con sistemi produttivi differenti. I risultati che sono stati ottenuti evidenziano come questo indicatore sia uno strumento utile per valutare la sostenibilità di un sistema e per poter operare delle scelte gestionali più sostenibili laddove l’impatto ambientale risulta più elevato. uno sguardo sull'europa a cura di Andrea Marelli Le specie invasive, una minaccia per la biodiversità so di cofinanziamento europeo più elevato, che passa dal 50% al 60%. Inoltre dovrebbe migliorare, sul mercato interno, il livello di conoscenze In Europa si contano oltre 12 mila specie estranee agli habitat locali, di dei consumatori sui meriti dei prodotti agricoli europei e dei prodotti cui circa il 15% invasivo e in rapida crescita. A fronte dei problemi sem- riconosciuti dai sistemi europei di qualità. Infine, ci sarà un’estensione pre più numerosi causati da queste specie, destinati ad aumentare ulte- dei prodotti ammissibili al programma, come i prodotti trasformati, ad riormente, la Commissione europea ha proposto un’iniziativa legislativa esempio le paste alimentari. all’interno della strategia per la tutela della biodiversità fino al 2020. “In un mondo in cui i consumatori sono sempre più sensibili alla sicu- Le specie invasive sono innanzitutto un problema economico: ogni rezza, alla qualità e alla sostenibilità dei modi di produzione alimentare anno nella Ue causano danni per almeno 12 miliardi di euro, sotto varie - ha dichiarato Dacian Cioloş, Commissario all’Agricoltura - gli agricol- forme di pericoli per la salute pubblica, per le infrastrutture e per i rac- tori e le piccole-medie imprese agroalimentari hanno in mano una car- colti agricoli. Sono poi un problema ecologico: danneggiare gravemen- ta formidabile da giocare: la qualità dei prodotti e il rispetto di norme te gli ecosistemi e causare l’estinzione di quelle necessarie a mantenere senza eguali nel mondo”. l’equilibrio dell’ambiente. Stati membri e avvalendosi di valutazioni del rischio e di prove scientifi- Nuove norme per l’etichettatura delle carni fresche che. Le specie selezionate saranno bandite dall’Ue: non sarà ammesso Grazie a nuove norme che introducono regole di etichettatura sull’o- importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle e si aumenteranno i rigine e la provenienza per le carni fresche, refrigerate e congelate di controlli. Per quanto riguarda invece le specie che entrano nel territorio maiale, pecora, capra e pollame simili a quelle che già esistono per le dell’Ue in modo accidentale, gli Stati membri dovranno agire per indi- carni bovine fresche, i consumatori europei potranno sapere da dove viduare tali vettori e adottare gli opportuni correttivi, facendo scattare proviene la carne e effettueranno scelte informate, tenendo conto dei l’allarme e predisponendo risposte rapide. La proposta di regolamento concetti di “origine”, “allevato” e “macellato”. La proposta, sostenute sarà ora esaminata dal Consiglio e dal Parlamento, mentre la rete euro- dalla maggioranza degli Stati Membri nell’ambito del Comitato Perma- pea per le informazioni sulle specie esotiche (http://easin.jrc.ec.europa. nente per la Catena Alimentare e la Salute degli Animali, introduce un eu ) costituirà un sistema di supporto alla proposta legislativa. sistema di etichettatura obbligatorio che stabilisce un nesso tra una La proposta legislativa interessa un elenco di specie rilevanti per tutto il territorio dell’Ue, che sarà compilato in stretta collaborazione con gli Nuova politica UE per la promozione data carne e l’animale da cui è stata ottenuta. Secondo queste regole, gli animali nati, allevati e macellati nello stesso Stato Membro potranno recare un’etichetta con i termini “Origine: Stato Membro (o Paese La Commissione europea ha presentato lo scorso novembre un pro- terzo)”, mentre negli altri casi saranno indicati sull’etichetta i luoghi di getto di riforma della politica di informazione e di promozione dei allevamento e macellazione. È stata stabilita, inoltre, una serie det- prodotti agricoli e alimentari europei, che sarà lanciata con lo slo- tagliata di regole adatte ad ogni tipo di produzione, in modo gan “Enjoy, it’s from Europe” (“Assaggia, viene dall’Europa”). da garantire che il luogo dell’allevamento indicato sia esat- La proposta fa seguito ad un ampio dibattito avviato nel tamente quello in cui l’animale ha effettivamente trascorso 2011 con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori del setto- una parte sostanziale della sua vita. re a lanciarsi sui mercati internazionali e far conoscere ai Il nuovo regolamento sarà consumatori le attività intraprese a favore della qualità dei prodotti agroalimentari. applicato a partire dal 1 aprile 2015. La proposta prevede un aumento significativo degli aiuti Ue destinati alle azioni di informazione e di promozione, che dovrebbero passare progressivamente dai 61 milioni di euro del bilancio 2013 ai 200 milioni di euro nel 2020. La nuova strategia dovrebbe, inoltre, condurre all’aumento dei programmi destinati ai paesi terzi e di quelli multipli presentati da diversi Stati Membri, mediante un tas- Agricoltura 83 33 documenti Calamità e avversità naturali Un passo avanti verso l’informatizzazione Settore Calamità ed Avversità Naturali in Agricoltura Il passaggio da un concetto di rapporto materiale, fisico, con so. Il servizio consente inoltre di georiferire i danni attraverso la pubblica amministrazione ad uno virtuale in cui i rappor- l’ausilio di layer rappresentativi della localizzazione geografica ti istituzionali vengono “dematerializzati” è l’obiettivo che la e, nel caso di infrastrutture già censite nel SIBI (Sistema Infor- Regione Piemonte sta perseguendo fattivamente nonostante mativo Bonifica e Irrigazione), permette di individuare un trat- le difficoltà che contraddistinguono questo momento storico. to di canale o qualsiasi altra componente del sistema irriguo Anche la Direzione Agricoltura già da diversi anni sta operando interessata dagli eventi calamitosi (condotte, opere di presa, con la finalità di potenziare sempre più l’offerta di servizi a partitori, ecc.). favore del mondo agricolo coerentemente alla filosofia delle tecnologie informatiche. Il secondo applicativo invece consentirà di gestire e monitorare In questo contesto si colloca la realizzazione di due applicativi on line l’iter istruttorio legato alle pratiche di finanziamento: informatici che potranno essere utilizzati per la gestione delle presentazione delle domande, approvazione progetto, richie- segnalazioni e delle successive domande di finanziamento re- sta di anticipi e saldo a seguito della realizzazione dei lavori. lative a danni ad infrastrutture irrigue e viabilità di bonifica a Tale applicativo è stato pensato e realizzato nell’ottica dell’ICT, servizio dell’agricoltura provocati da eventi calamitosi. può essere utilizzato immediatamente per la predisposizione delle domande on line alla quale deve seguire, al momento, Il primo applicativo è un servizio webgis che permette la se- l’invio della documentazione stampata e sottoscritta. Il percor- gnalazione dei danni attraverso la compilazione di una scheda so che porterà alla completa dematerializzazione delle pratiche alfanumerica (form) con le informazioni necessarie ad attivare sarà completato a seguito della definizione di strumenti che la procedura di accertamento e delimitazione del danno stes- consentano la gestione della firma elettronica, la fascicolazio- 34 Agricoltura 83 documenti ne virtuale e la conservazione sostitutiva dei documenti. A tal fine e in attuazione del Codice dell’Amministrazione Digitale, la Regione Piemonte ha già avviato uno specifico progetto. I vantaggi di semplificare i passaggi che segnano i vari momenti della complessa procedura per il riconoscimento, il finanziamento e la realizzazione degli interventi di ripristino delle infrastrutture irrigue e della viabilità di bonifica a servizio dell’agricoltura danneggiate da calamità ed avversità naturali sono molteplici, per gli operatori agricoli e per gli stessi funzionari della Direzione Agricoltura, in partiFigura 1. Servizio GNPS GIS per la segnalazione del danno. Una sezione della scheda alfanumerica colare per quanto concerne la completezza dei dati forniti. A tal proposito infatti, si evidenzia che la compilazione di form predefiniti, specifici per ogni fase del procedimento, consentono all’utente di fornire in maniera esaustiva tutti i dati necessari per superare in maniera spedita le varie fasi istruttorie. Dal punto di vista dei funzionari regionali, parimenti, si segnala il vantaggio di ottenere dati omogenei, completi e in formato digitale con evidente contrazione dei tempi di risposta della pubblica amministrazione (non necessaria l’attività di data entry, non necessarie eventuali Figura 2. Servizio GNPS GIS per la segnalazione del danno. Modulo geografico richieste di integrazioni conseguenti alla mera mancanza di Agricoltura 83 35 documenti dati, possibilità di programmare in maniera ottimale l’attività sul territorio). Altro importante vantaggio per l’utenza è dato dalla possibilità, in ogni momento e in ogni luogo, di poter monitorare lo stato dell’iter istruttorio delle pratiche d’interesse con l’indicazione dei tempi del procedimento e dei referenti delle diverse fasi procedimentali. Gli applicativi al momento sono in fase di sperimentazione e si prevede di ren- Figura 3. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Pagina iniziale dere tali servizi pienamente operativi nel corso del primo semestre del 2014. Nel contempo per eventuali informazioni e approfondimenti i riferimenti sono: Direzione Agricoltura, Settore Calamità ed Avversità Naturali in Agricoltura tel. 011.4321501 Settore.AvversitaAgricoltura @regione.piemonte.it Figura 4. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Sezione Anagrafica Figura 5. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Sezione Controlli 36 Agricoltura 83 documenti La deroga alla Direttiva Nitrati un’opportunità reale per le aziende Carlo Grignani, Laura Zavattaro, Emiliano Remogna - DISAFA – Università di Torino Monica Bassanino - Settore Produzioni zootecniche La deroga alla Direttiva Nitrati, concessa nel 2011 dalla Commis- tività sperimentali prevedono oggi il confronto in pieno campo sione Europea alle quattro Regioni della pianura padana, consen- tra i livelli di concimazione organica corrispondenti alla gestione te agli agricoltori aderenti di innalzare dai 170 fino ai 250 kg ad standard della zona vulnerabile (170 kg di azoto) e i livelli della ettaro per anno la quantità di azoto derivante da effluenti zoo- gestione in deroga (250 kg), apportati sia come liquame bovino tecnici somministrata alle colture. Ai fini della tutela ambientale che come letame, testati su: mais insilato, mais insilato + erbaio sancita dalla Direttiva Nitrati, tali aziende si impegnano a dare invernale di loiessa, mais insilato in rotazione con un prato di gra- garanzie aggiuntive di buona gestione agro-ambientale, quali ad minacee (mais nel 2012, prato a partire dal 2013). Viene condotta esempio asporti di azoto elevati, prolungata copertura del suolo, anche una classica concimazione con sola urea. elevata efficienza d’uso dei fertilizzanti. La prova si svolge in parcelle di pieno campo di 75 mq l’una, con Al di là dell’indubbio vantaggio nel ridurre le superfici aziendali tre ripetizioni per ciascuna tesi. Il liquame bovino utilizzato ha un necessarie, l’adesione alla deroga solleva alcuni interrogativi tec- tenore di azoto (N) pari a 0.21% e un tenore di fosforo (P) pari nico-agronomici: a 0.026 %, il letame 0.5% e 0.045% rispettivamente. Vengono • l’innalzamento della quantità di azoto che comporta un reale monitorate in campo sia le produzioni (biomassa e tenore di azoto vantaggio produttivo? Permette un risparmio nell’integrazione del raccolto), che l’azoto nella soluzione circolante del terreno, e minerale? sono calcolati l’efficienza della fertilizzazione e i bilanci apporti- • L’azoto derivante dagli effluenti zootecnici è ugualmente disponibile rispetto a quello fornito dai fertilizzanti minerali? • La sospensione degli apporti di fosforo di origine mnerale può comportare carenze nel suolo? asporti sia per l’azoto che per il fosforo. Le colture producono di più? La sostanza secca prodotta (Fig. 1) e l’azoto assorbito nella parte A queste ed altre domande cerca di rispondere una sperimen- aerea della pianta nei diversi sistemi nel 2012 sono stati elevati, tazione pluriennale di campo, iniziata nel 2012, finanziata dalla in linea con le produzioni storiche del sito e con i dati scientifici Regione Piemonte nell’ambito degli adempimenti richiesti dalla forniti alla Commissione Europea. Commissione Europea per l’applicazione della deroga, ed è ospi- A parità di dose, liquame, letame e urea hanno reso disponibile tata presso Il Centro Sperimentale della ex-Facoltà di Agraria (dal l’azoto in modo simile tra loro. Poiché le parcelle sperimentali rice- 2012 DiSAFA) dell’Università di Torino a Carmagnola (TO). Le at- vono liquame e letame da più di 20 anni, l’efficacia produttiva dei Agricoltura 83 37 documenti poco significativo. Il tenore di azoto del prodotto raccolto, al contrario, è stato molto influenzato dal livello di concimazione, in tutti e tre i sistemi colturali e con entrambi i tipi di fertilizzante organico: è chiara la tendenza ad un aumento della concentrazione dell’elemento nutritivo nei tessuti vegetali, cosa che ha indubbie ricadute sulla qualità delle produzioni, riducendo al contempo il rischio di perdere azoto nell’ambiente. A questo proposito, la valutazione più strettamente ambientale dei sistemi colturali testati è stata possibile grazie all’analisi della concentrazione di azoto minerale nel terreno dopo la raccolta del mais; tale dato è di particolare interesse ambientale, in quanto è azoto soggetto a facili perdite per lisciviazione nel periodo invernale. I trattamenti soggetti ad apporti di 250 kg di azoto ad ettaro hanno fatto registrare Figura 1: Produzioni dei sistemi a confronto. Dati medi 2012-2013 in t di sostanza secca. concentrazioni del 60% superiori a quelle soggette alla dose bassa, ma tali valori, tuttavia, tendevano fertilizzanti organici è analoga a quella del concime chimico. Questa via via a ridursi negli orizzonti di suolo più profondi, fino a scom- condizione è tipica delle aziende zootecniche. parire ad un metro di profondità. Il mais in rotazione con il pra- Nel 2012 il mais in rotazione con il prato ha prodotto più di quel- to, soprattutto quello concimato con letame, ha fatto registrare lo in monosuccessione, e quest’ultimo ha avuto produzioni pari concentrazioni di azoto più elevate rispetto agli altri. a quelle del sistema a doppia coltura mais + loiessa, che quindi sembra avere un vantaggio più ambientale (per la copertura del suolo nel periodo invernale) che produttivo. Al crescere degli apporti, le produzioni sono aumentate, ma in modo L’azoto zootecnico è ugualmente disponibile per la coltura? Un’efficienza pari al 100% significa che tutto l’azoto fornito con la fertilizzazione è finito nel prodotto raccolto; se inferiore al 100%, ci sono perdite (di cui una parte – es. per volatilizzazione di ammoniaca, denitrificazione e lisciviazione - sono inevitabili), se superiore al 100% significa che parte dell’azoto utilizzato dalla coltura proveniva da forti diverse, ad es. la mineralizzazione della sostanza organica del suolo. Ogni kg di azoto somministrato alla coltura ha prodotto tra 91 e 156 kg di sostanza secca, con valori decrescenti con la dose somministrata, ma senza differenze tra i diversi tipi di fertilizzante. Sulla base del primo anno di dati, l’efficienza appa- Figura 2: Bilancio apporti-asporti dell’azoto dei sistemi a confronto. Dati 2012 in kg N/ha. 38 Agricoltura 83 rente della fertilizzazione è stata sempre superiore al 90%, e quasi sempre pari al documenti 100%: le piante sono in grado di mobilizzare le riserve del suolo, cosa osservata in tutti i sistemi analizzati. Il sistema con mais silo in monosuccessione mostra un’efficienza del liquame di circa il 20% inferiore rispetto all’urea, forse per un’interazione con il contenuto di sostanza organica del suolo, che in questo sistema è inferiore rispetto agli altri. Va segnalato inoltre che alla dose più alta (250 kg di azoto ad ettaro) il letame ha avuto sulle produzioni un effetto più evidente del liquame, maggiore anche dell’urea. In ogni caso, solo i dati sul lungo termine avranno un vero significato agronomico. Figura 3: Bilancio apporti-asporti del fosforo nei soli trattamenti “Deroga”(in assenza di apporti minerali). Dati 2012 in kg P/ha. Si creano carenze nel terreno? Il bilancio apporti-asporti dell’azoto (Fig. 2) mostra che quasi tutti di dotazione elevata, un bilancio negativo è ben sopportabile per i sistemi studiati, poiché prevedono la totale asportazione della diversi anni, ma è da tenere sotto controllo. parte aerea delle colture, sono risultati negativi, cioè in deficit, Dal punto di vista ambientale, al primo anno di confronto spe- sia alla dose bassa (170 kg ad ettaro) che a quella più alta (250 rimentale il rischio di perdita di nitrati dovuto all’aumento della kg). L’unica eccezione è rappresentata dal mais insilato in mono- dose distribuita non risulta maggiore rispetto alla gestione stan- successione fertilizzato con liquame, che è in condizioni di pareg- dard adottata nelle zone vulnerabili. gio o lieve surplus azotato. Questo significa che la concimazione somministrata non è in grado di pareggiare le asportazioni delle Deroga nitrati: aderire per il 2014 colture; sul lungo termine non sarà possibile rinunciare ad un’in- La deroga nitrati è un’opportunità concessa alle aziende in Zona Vulnerabile: chi aderisce è autorizzato a distribuire sui terreni una media di 250 kg/ ha di azoto di origine zootecnica anziché i classici 170, a fronte di alcuni impegni di buona gestione agronomica. Possono aderire le aziende che effettuano l’utilizzo agronomico di effluenti zootecnici bovini o suini, anche trattati, siano essi di origine aziendale o extra-aziendale, purchè in regola con la capacità di stoccaggio minima prevista dal Regolamento 10R/2007. Le richieste di adesione vanno presentate tramite l’Anagrafe Agricola Unica dal 10 gennaio al 15 febbraio 2014; l’adesione è annuale, pertanto le aziende che hanno già aderito nel 2013 devono rinnovare l’adesione per il 2014. Poichè la procedura è esclusivamente informatica, le richieste sono immediatamente accettate o respinte. Se l’esito è favorevole, può immediatamente operare in deroga. L’azienda beneficiaria della deroga riduce le distanze da percorrere per il trasporto in campo degli effluenti e le superfici necessarie per lo spandimento. Nel caso degli asservimenti, ciò comporta un risparmio economico, ma anche uno snellimento del carico burocratico per il rinnovo delle concessioni. In ogni caso, l’adesione va valutata sulla base delle specifiche condizioni della singola azienda, pertanto può essere opportuno il supporto di un tecnico o di un agronomo. tegrazione di azoto minerale. Il bilancio del fosforo (Fig. 3) relativo ai soli trattamenti oggetto di deroga (nei quali l’unico apporto era determinato dagli effluenti zootecnici, perché il protocollo di deroga vieta le integrazioni minerali) è stato negativo in tutti i casi, fino ad una carenza massima di 50 kg di P ad ettaro nel caso del liquame, e fino ad una carenza massima di 70 kg ad ettaro nel caso del letame. La dose di fertilizzanti organici prevista dalla deroga, se protratta nel tempo senza un opportuno ripristino delle riserve del suolo rischierebbe una severa perdita di fertilità nel medio lungo termine, sia per quanto riguarda l’azoto che il fosforo. Conclusioni Gli effluenti zootecnici nelle condizioni di somministrazioni costanti e buone condizioni di fertilità del suolo, tipiche delle aziende zootecniche intensive, forniscono alle colture la stessa quantità di azoto dei fertilizzanti minerali, alla medesima disponibilità per le colture. La possibilità di aumentare l’apporto di azoto zootecnico grazie all’adesione alla deroga consente un certo vantaggio produttivo, ma soprattutto un maggiore tenore proteico del prodotto. A fronte di ciò, il bilancio apporti-asporti resta in deficit, anche a causa dell’asportazione totale della parte aerea delle colture; è opportuna perciò una certa integrazione di azoto minerale. Per quanto riguarda il fosforo, se il suolo parte da una condizione i Maggiori informazioni sulla deroga alla direttiva nitrati e le modalità di adesione alla pagina web http://www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/dirett_ nitrati/deroga_2012.htm Agricoltura 83 39 pubblicazioni Numero speciale di Quaderni “Ri-scatti della Terra” On-line la nuova sezione del sito regionale “Anteprima PSR 2014-2020” E’ online la nuova sezione web “Anteprima PSR 2014-2020”, che presenta i primi elementi utili per seguire l’avanzamento della nuova programmazione dello sviluppo rurale. Al momento sono disponibili le bozze consolidate dei regolamenti, i documenti della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e una serie di articoli di approfondimento. La sezione sarà in continuo aggiornamento e seguirà l’evoluzione della normativa, le fasi di consultazione del partenariato e dei lavori propedeutici alla redazione del Programma. i La sezione è consultabile alla pagina: www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/index.htm concorso fotografico è stato promosso nel corso del 2012 Vademecum per le imprenditrici agricole dalla Regione Piemonte come attività di comunicazione del In attuazione dei propri compiti isti- Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e ha coinvolto oltre tuzionali, la Commissione Regiona- 1500 persone tra singoli partecipanti e classi scolastiche. le per le Pari Opportunità, nel Piano In base alle selezioni effettuate dalla giuria, sono state oltre di attività del 2011 ha realizzato il 80 le fotografie esposte nell’ambito di una mostra itinerante, progetto “Valorizzazione delle im- inaugurata a marzo 2013 alla Reggia di Venaria e che poi ha prese agricole e agroalimentari a E’ uscito il numero speciale di Quaderni Agricoltura dedicato al concorso e alla mostra fotografica Ri-scatti della Terra. Il titolarità femminile”. toccato le sedi di Casale Monferrato, Saluzzo, Nizza Monferrato, Portacomaro e Novara. In particolare, nell’ambito del progetto ha redatto un Vademecum Immagini che documentano con sguardo innovativo l’evolu- dedicato alle donne che vogliono dare vita a una nuova azienda zione del mondo agricolo: non più solo produzione e trasfor- agricola, per comprendere quali norme regolano il settore, quali mazione di prodotti, ma una realtà che si confronta con i sono gli interlocutori, le forme di finanziamento, ma anche le no- mercati globali, più attenta all’ambiente e promotrice di op- tizie utili alle imprenditrici, che molto spesso sono anche mamme portunità sociali e culturali. e donne che si prendono cura di persone anziane. i i Il volume si può richiedere gratuitamente inviando una mail a [email protected] 40 Agricoltura 83 Il volume è scaricabile dal sito http://www.regione.piemonte.it/pariopportunita/cms/ informazione tecnica La piralide del bosso: una grave minaccia per le siepi Giovanni Bosio, Francesco Gremo - Settore Fitosanitario Regionale L’intensificarsi degli scambi commerciali e la riduzione dei tempi parte del Piemonte. Come spesso avviene per organismi non di trasporto da un continente all’altro, come noto, stanno favo- autoctoni di recente introduzione, l’assenza nel nuovo areale rendo la “globalizzazione” progressiva anche di organismi (insetti, di fattori di controllo naturali, presenti invece nelle zone di ori- funghi, virus, batteri, …) dannosi alle piante. Negli ultimi anni, per gine, permette un forte incremento della popolazione del fito- quanto riguarda il Piemonte, basta ricordare i gravi danni arreca- fago esotico, la cui diffusione, oltre al volo attivo degli adulti, ti alla viticoltura dalla diffusione della Flavescenza dorata, il cui può essere agevolata su lunghe distanze anche dal commercio vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus, è di origine nordame- di piante provenienti da vivai infestati. Le infestazioni di que- ricana; i danni alla castanicoltura dovuti agli attacchi del cinipide sto lepidottero, se particolarmente pesanti, possono mettere a galligeno Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina; le perdi- rischio la sopravvivenza stessa del bosso (Buxus sempervirens te produttive registrate in frutticoltura per la diffusione di fitopatie L.), tipica specie ornamentale del giardino all’italiana, utilizzata quali le virosi e le fitoplasmosi delle drupacee (PPV, SLRV, ESFY) e la soprattutto per la realizzazione di siepi, bordure e, attraverso le batteriosi del kiwi. Tra gli ultimi “arrivi indesiderati” dobbiamo ora tecniche dell’arte topiaria, sculture vegetali in parchi di castelli registrare quello di una farfalla esotica di origine cinese partico- e dimore storiche, giardini pubblici e privati, aree cimiteriali. larmente dannosa al bosso, Cydalima perspectalis (Walker, 1959) Anche i popolamenti naturali di bosso, presenti soprattutto nel (Lepidoptera: Crambidae). sottobosco di roverella in alcune vallate del Cuneese (Maira, I primi attacchi di questo lepidottero sono stati segnalati in Pie- Grana, Vermenagna e Tanaro) nella fascia tra i 600 e i 1000 m. monte, nel 2012, in alcune località del Verbano e del Biellese. di altitudine, potrebbero subire gravi danni. Scopo di questo Nel 2013 forti infestazioni, con esiti spesso devastanti per le contributo è fornire elementi utili ad una rapida individuazione siepi di bosso, sono state registrate anche in altre province; nel delle infestazioni e alla messa in atto di interventi di conteni- prossimo anno la sua diffusione potrebbe interessare buona mento efficaci. Agricoltura 83 41 informazione tecnica Area di origine e diffusione Gli adulti di C. perspectalis sono farfalle caratterizzate da ali Originaria dell’Estremo Oriente (Cina, Taiwan, Corea, Giappone, bianche munite di una evidente fascia marrone distale; l’aper- Russia orientale e India), Cydalima perspectalis è giunta in Europa tura alare può raggiungere i 40 mm. Della specie esiste anche tramite l’importazione in Germania di piante di bosso dalla Cina. una forma melanica, caratterizzata da una colorazione alare La prima segnalazione per l’Europa risale alla fine del 2006, ma marrone. Le uova, deposte dopo l’accoppiamento, sono ini- nel 2007 risultava già presente in diverse località tedesche, svizze- zialmente di colore giallo chiaro, ialino; in seguito compare una re e olandesi. Attualmente risulta presente in gran parte dei Paesi macchia scura corrispondente al capo nero della larva in fase di europei. In Italia ha fatto la sua comparsa nel 2010 in provincia sviluppo. Appiattite e di forma tondeggiante, con diametro di di Vicenza, nel 2011 in quella di Como mentre, nel 2012, è stata 0,8-1,0 mm, le uova sono deposte, parzialmente sovrapposte segnalata in diverse altre regioni del Nord Italia, Piemonte com- in ovoplacche di circa 15-20 elementi, sulla pagina inferiore preso. Raviglione et al. (2012) hanno infatti riportato la presenza delle foglie. In presenza di temperature miti lo sviluppo larvale in luglio di larve e adulti di questo piraloideo nei giardini di Villa è veloce, dopo 2-3 giorni dall’ovodeposizione le larve di pri- Taranto e Villa San Remigio a Verbania e, successivamente, in altri ma età, lunghe 1,5 mm circa e di colore giallo con capo nero, punti del promontorio della Castagnola, su Buxus sempervirens e iniziano già a fuoriuscire dalle uova. Esse iniziano a nutrirsi in B. pumila. In novembre la presenza e i danni provocati dall’insetto sono stati riscontrati anche su piante in un vivaio a sud di Biella. Nel 2013 sono pervenute al Settore Fitosanitario numerose segnalazioni di gravi infestazioni individuate nelle province di Novara, Verbano Cusio Ossola, Biella, Vercelli, Torino e Asti, seguite dalla comparsa di numerosi articoli, su giornali locali e su “La Stampa”, che segnalavano ingenti danni in diverse zone del Piemonte. Piante ospiti Oltre al bosso europeo (Buxus sempervirens) (Euphorbiales: Buxaceae), C. perspectalis attacca il bosso cinese (B. sinica) e quello giapponese (B. microphylla); meno frequentemente può svilupparsi a carico di Pachysandra terminalis, pianta tappezzante appartenente alla stessa famiglia (Vanarelli et al., 2012). In Asia è segnalato anche su Ilex purpurea (Aquifoliales: Aquifoliaceae), Figura 1. Cydalima perspectalis: adulto Euonymus japonicus e E. alata (Celastrales: Celastraceae). Ciclo biologico e morfologia Secondo Raviglione et al. (2012) lo svernamento sarebbe sostenuto da larve di terza età che vanno incontro a una forma di ibernamento per poi riprendere l’attività in aprile, dando origine alla prima generazione di adulti in giugno, con successiva ricomparsa delle larve in luglio. La seconda generazione di adulti risulta presente in agosto-settembre, mentre una terza generazione, segnalata nel nord della Svizzera, sembra confermata da quanto rilevato questo autunno nel Biellese, con comparsa di adulti ad inizio ottobre. In Canton Ticino è stata segnalata la possibilità di svernamento anche allo stadio di crisalidi, come risulta fra l’altro dalle nostre osservazioni circa larve originate da uova deposte verso inizio ottobre e che si sono incrisalidate a fine mese. 42 Agricoltura 83 Figura 2. Ovatura e larve neosgusciate informazione tecnica forma gregaria sulla pagina inferiore delle foglie, risparmiando Danni solo l’epidermide superiore. A partire dalla terza età, i bruchi Lo sviluppo di più generazioni e l’elevato numero di uova deposte, in si nutrono dell’intera foglia, rispettandone solo le nervature assenza di limitatori naturali specifici, consente lo sviluppo di attac- (aspetto “scheletrizzato”), tessendo fili sericei con cui le avvol- chi molto intensi a carico della pianta ospite. Nell’arco di pochi giorni gono fino a formare dei nidi al cui interno si riparano e dove, intere siepi possono disseccare in conseguenza dell’attività trofica in seguito, si incrisalideranno. Le larve più sviluppate divorano delle larve, passando dal caratteristico colore verde intenso a una de- l’intera lamina fogliare e intaccano anche la corteccia dei ra- solante colorazione marrone, con presenza abbondante nel foglia- metti. Le crisalidi, lunghe circa 20 mm, sono di colore dapprima me dei diversi stadi della farfalla, deiezioni larvali e teli sericei. Consi- verde chiaro, poi bruno. Complessivamente lo sviluppo avviene derato che il bosso è utilizzato principalmente a scopo ornamentale, attraverso 5 o 6 stadi larvali, con individui via via più grandi è chiaro che anche le fasi iniziali degli attacchi, con la comparsa di e caratterizzati da una colorazione più intensa, con tinta di chiazze di vegetazione disseccate, diminuiscono notevolmente il va- fondo giallo verde e bande laterali brune, fino a raggiungere lore estetico delle formazioni realizzate con questa essenza. Essendo 35-38 mm di lunghezza. Il capo, nero lucente, presenta un ca- inoltre una pianta a lenta crescita, risulta molto difficile il recupero di ratteristico disegno bianco a forma di ipsilon. siepi sottoposte a tagli di rimonda delle parti disseccate. Figura 3. Erosioni e scheletrizzazione delle foglie causate da larve di 3a età Foto 5. Crisalidi Figura 4. Larva di 5a età Foto 7. Siepe completamente disseccata Agricoltura 83 43 informazione tecnica Interventi di contenimento predisporre specifici avvisi al pubblico. Si ricorda infine il divieto Dato il recente arrivo in Italia di questo insetto, non risultano regionale di trattare con insetticidi nel periodo di fioritura, che per ancora presenti sostanze attive registrate per l’impiego contro il bosso in genere cade tra aprile e maggio, per salvaguardare gli questa avversità. Trattandosi di un lepidottero si può far ricorso insetti pronubi (L. R. 3 agosto 1998, n. 20). a insetticidi utilizzati contro specie affini, registrati per l’impiego E’ auspicabile che, pur nelle attuali difficoltà finanziarie, ammini- su piante ornamentali o in vivaio (tab. 1). La gravità dei danni strazioni comunali ed altri enti pubblici preposti possano disporre che lo sviluppo delle larve di C. perspectalis è in grado di arreca- del personale e delle risorse economiche necessarie per affrontare re richiede un attento e costante controllo delle piante di bosso le problematiche sempre più complesse relative alla manutenzio- nel periodo di attività dell’insetto, dalla primavera all’autunno. ne e alla difesa del verde urbano. L’arrivo via via più frequente di Solo agendo tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi, nuove avversità a carico anche delle piante ornamentali e arboree, si può contenere l’estendersi dei disseccamenti. E’ inoltre possibi- basti ricordare negli ultimi anni il cancro colorato del platano e la le, intervenendo contro i primi stadi larvali, più sensibili, utilizzare minatrice dell’ippocastano, richiede la presenza di tecnici sempre insetticidi a minor impatto ambientale (Bacillus thuringiensis var. più preparati e di risorse adeguate per affrontare nel modo miglio- kurstaki e var. aizawai, regolatori di crescita). Nel caso di attacchi re e in tempi ristretti la diffusione di nuovi organismi nocivi, pena precoci primaverili, sostenuti da larve svernanti, queste sostanze la compromissione di quel “patrimonio vegetale”, costituito da attive potrebbero risultare non sufficientemente efficaci. Oltre a parchi, giardini e viali alberati, che arricchisce le nostre città. ripetere il trattamento a distanza di qualche giorno, in queste situazioni si può in alternativa ricorrere all’utilizzo di prodotti ad elevata azione di contatto (es. piretroidi), impiegabili anche su stadi larvali più avanzati e sugli adulti. Mentre per la difesa di piantine in vivaio non ci sono particolari limitazioni, per quanto riguarda i trattamenti insetticidi su piante in ambiente urbano va ricordato che è ammesso solo il ricorso a sostanze attive a ridotta tossicità, inquadrate come NC (non classificate) o I (irritanti). E’ inoltre consigliabile delimitare le aree sottoposte a trattamenti fitosanitari e Tab 1: Sostanze attive utilizzabili nella difesa contro lepidotteri del bosso Sstanza attiva Azadaractina Coltura autorizzata (1) Classe tossicol. Avversità floreali-ornamentali-forestali e vivai Xi Larve di Lepidotteri floreali-ornamentali-forestali e vivai Xi - NC Larve di Lepidotteri Beta-ciflutrin (3) floreali-ornamentali Xn Larve di Lepidotteri Ciflutrin floreali-ornamentali NC Larve di Lepidotteri floreali-ornamentali e vivai NC Larve di Lepidotteri floreali-ornamentali T - Xn - NC Lepidotteri tortricidi floreali-ornamentali NC Tignole e Lepidotteri floreali-ornamentali NC Lepidotteri specifici Bacillus thuringiensis (1) (1) Cipermetrina (1) Clorpirifos (1) Diflubenzuron (2) Emamectina benzoato (1) Etofenprox (1) floreali-ornamentali-forestali e vivai Xn - Xi - NC Lepidotteri tortricidi Piretrine floreali-ornamentali Xi - NC Lepidotteri defogliatori ornamentali, specie arboree ornamentali e vivai NC Lepidotteri specifici floreali-ornamentali Xn - Xi - NC Lepidotteri tortricidi (1) Spinosad (3) Tau-Fluvalinate (2) note: (1) Uso consentito: pieno campo e serra ; (2) Uso consentito: solo pieno campo; (3) Uso consentito: pieno campo e serra con max 3 trattamenti all’anno. 44 Agricoltura 83 informazione tecnica La mietitrebbiatura del risone I dati sull’annata agraria 2012/2013 Antonio Pogliani, Andrea Agnes - Settore Agricoltura Provincia di Novara L’inaugurazione della trebbiatura, che si è svolta quest’anno presso prezzi del risone 2011/2012, con aumenti dell’ordine del 15% - l’azienda agricola “Scudo bianco” di Borgovercelli (VC) è un mo- 20% per alcune varietà. In previsione della campagna in corso mento importante e significativo perché i territori piemontesi delle si suggerisce di non svendere il prodotto, ma di organizzarsi per province di Novara, Vercelli, Alessandria e Biella sono dediti alla col- evitare offerte concentrate. tivazione del riso – in particolare le prime due - ormai da secoli e la E’ importante inoltre ricordare ai risicoltori e a chi li rappresenta di mietitrebbiatura rappresenta l’attività finale in campo del risicoltore. prepararsi per Expo 2015, un’occasione per promuovere ulterior- Nell’economia mondiale il riso è alimento base per molte popolazioni, mente il nostro territorio, la risaia come valore ecologico e natu- per l’Italia rappresenta una fonte di ricchezza nell’export, anzi, sareb- ralistico, il riso, prodotto tipico e di eccellenza dell’areale padano. be auspicabile un incremento del consumo interno: ne beneficereb- Tuttavia, non si devono dimenticare le problematiche: bero la produzione, con più investimento di superficie, e guadagni maggiorati per il produttore. La risaia, inoltre, non è solo produzione, ma elemento caratteristico di parte del paesaggio piemontese tanto da costituire un ecosistema di avanguardia, a seguito della bonifica di zone paludose e per aver regimato la presenza dell’acqua. la sottrazione continua di terreni all’agricoltura, soprattutto i più fertili, destinati alla logistica con strutture spesso inutilizzate; adeguata manutenzione e se necessario, risistemazione della rete irrigua, in particolare quella secondaria; un uso oculato dei fitofarmaci, nel rispetto delle attuali norma- L’attuale annata agraria ha avuto un avvio molto difficile (mesi di tive che regolano la distribuzione. aprile, maggio e parte di giugno) per il freddo e le piogge abbon- E’ pure auspicabile che il prossimo Programma di sviluppo rurale danti che hanno ritardato la sistemazione dei terreni e le semine 2014-2020 supporti maggiormente la zona risicola, per evitar che frazionate, frequentemente interrotte e con risemine per mancata sia parzialmente trascurata come dall’attuale, e che i Piani di miglio- germinazione. Le temperature, la stabilità del clima, l’illuminazio- ramento siano meno vincolati così da evitare lungaggini burocratiche ne da luglio ad oggi hanno consentito il recupero; e a vista si presso la Comunità Europea per variazioni. Anche il Ministero delle ipotizza una buona produzione. Politiche Agricole dovrebbe incidere in modo significativo e continuo, Con soddisfazione, dopo le ferie estive, si registra una ripresa dei chiedendo ai media un maggior spazio pubblicitario a favore del riso. Agricoltura 83 45 informazione tecnica In tema di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari è indi- L’annata che si sta concludendo si presenta come una buona spensabile proseguire nella tutela e nella valorizzazione del riso, annata, le quotazioni sono attualmente in rialzo anche per una legato alla nostra storia ed alle nostre tradizioni locali, attraverso leggera flessione dell’offerta sui mercati; sul versante della pros- la Denominazione di Origine Protetta (DOP) e l’Indicazione Geo- sima PAC attualmente allo studio, molti sono ancora i punti da grafica Protetta (IGP). chiarire ma il riso non dovrebbe essere soggetto né alla diversi- I dati sulla produzione ficazione delle colture né agli obblighi di rispetto delle aree ad interesse ecologico (“greening”). Il riso è una delle principali colture del Nord-Ovest italiano; dei circa 246.000 ettari coltivati in Italia, 228.000 ettari (il 93%) appartengono a Piemonte (121.000 ettari, il 49% del totale nazionale) e Lombardia (107.000 ettari, 43% del totale nazionale). Fig. 1 La Province in cui l’investimento a riso è maggiore sono, per il Piemonte: Vercelli (73.000 ettari), Novara (35.000) ed Alessandria (8.700). Per la Lombardia: Pavia (87.000 ettari) e Milano (15.000). Dagli anni ’50 ad oggi, in Italia la superficie a riso è notevolmente aumentata ed in alcune aree (il novarese ed il pavese) è più che raddoppiata, grazie alla meccanizzazione, alla contrazione di altri comparti agricoli (zootecnia e foraggere) e ad una politica comunitaria che ha incentivato la coltura del riso rispetto agli altri seminativi, anche in ragione delle buone (salvo le occasionali congiunture negative) possibilità di collocamento del prodotto: su una produzione media annuale di un milione di tonnellate di Fig. 2 riso lavorato, meno della metà (300-400mila tonnellate) viene destinato al mercato italiano, circa 500mila tonnellate vengono esportate verso gli altri Paesi dell’Unione Europea e 100mila tonnellate sono annualmente destinate a Paesi terzi. Le innovazioni portate dalla meccanizzazione e dal costante sviluppo e miglioramento degli agrofarmaci hanno anche consentito un aumento della produttività, che è passata dalle 4-5 t/ha del dopoguerra alle 7-8 t/ha attuali. La superficie a riso è forse l’unica a non aver subito contrazioni negli ultimi trent’anni, anzi ad essere in controtendenza in un periodo in cui gli altri comparti agricoli sono stati soggetti a fenomeni di abbandono (figura 1): La strutturale diminuzione del numero di aziende risicole (dalle 4.000 unità del 1982 alle 1.700 del 2010) è quindi andata nella direzione non della perdita di superficie coltivata, ma di una razionalizzazione e di un migliore dimensionamento delle aziende più vitali, con un aumento della superficie media aziendale a riso che è passata dai 20 ettari/azienda del 1982 ai 58 ettari/azienda del 2010 (figura 2): Diminuiscono le aziende piccole (poco razionali e con forti costi produttivi) mentre si osserva addirittura un aumento del numero delle aziende medio-grandi, con superfici superiori ai 50 ettari (figura 3): 46 Agricoltura 83 Fig. 3 informazione tecnica Popolazioni microbiche della rizosfera per un uso più efficiente dell’acqua Ricerca Finanziata dalla Regione Piemonte Laura Bardi, Eligio Malusà, Francesca Zoppellari, Giacomo Sala, Fulvia Rosso CRA - Centro di Ricerca per lo studio delle relazioni tra Pianta e Suolo Anna Brondolo, Giusto Giovanetti CCS Centro Colture Sperimentali Valle d’Aosta S.r.l. La carenza idrica è divenuta, a causa dei cambiamenti climatici, uno Il consorzio microbico dei fattori di stress abiotico maggiormente temuti in agricoltura E’ stato costituito un consorzio di microrganismi selezionati dalla non soltanto nei paesi a clima caldo-arido, ma anche nelle regioni rizosfera di piante di pomodoro campionate nella regione di Louga temperate, contestualmente al problema divenuto emergenza glo- in Senegal, in suoli sabbiosi e salini in un ambiente arido. Sono bale della disponibilità delle risorse idriche. stati isolati e propagati funghi micorrizici del genere Glomus spp, In quest’ottica, su iniziativa della Regione Piemonte, è stato rea- utilizzando il sorgo come pianta ospite (Luster and Finlay, 2006), e lizzato il progetto Idrostress, con il quale si è inteso valutare tec- due ceppi di batteri, utilizzando terreni selettivi specifici per PGPR nologie innovative di gestione dei microrganismi del suolo per (Plant Growth Promoting Rhizobacteria) addizionati di NaCl per se- ottimizzare le rese dell’acqua di irrigazione e per rendere possibili lezionare ceppi tolleranti lo stress osmotico. Il consorzio specifico è produzioni anche in condizioni di carenza idrica. Il progetto, che nel stato denominato M1. suo complesso prevedeva anche sperimentazioni in sistemi colturali del Senegal, è stato condotto in Piemonte su mais, una coltura che Prove in condizioni controllate nelle ultime annate ha subito danni dovuti alla siccità. Le prove sono state condotte in mesocosmo su piante di mais pres- E’ noto che alcuni microrganismi rizosferici possono proteggere so l’azienda sperimentale Ortoamico Scrl (Pocapaglia, CN) all’inter- la pianta dallo stress da carenza idrica attraverso vari meccanismi: no di una serra per escludere l’effetto degli eventi meteorici. Sono incrementando i volumi di suolo esplorabili dalle radici per l’assor- state poste a confronto piante inoculate con il consorzio microbico bimento di acqua, migliorando la capacità di assimilazione dei nu- selezionato M1 e piante inoculate con un consorzio commerciale trienti, o modificando la risposta fisiologica allo stress. Obiettivo del (MICOSAT F) denominato M2. Per ogni pianta alla semina è stato presente progetto è stato di selezionare e di testare, in condizioni distribuito circa 1g di preparato attorno al seme. Il controllo era co- controllate e in pieno campo, un consorzio di microrganismi rizo- stituito da piante senza inoculo (M0). Campioni di suolo sono stati sferici specifici per questo scopo. Le prove sono state condotte su analizzati per determinare la tessitura, il contenuto di nutrienti e la piante di mais inoculate con tale consorzio e poste a confronto con capacità di campo, necessari per pianificare le prove. piante inoculate con un consorzio commerciale e con piante non Sono stati presi in esame cinque diversi livelli idrici e tre diversi livelli inoculate. L’effetto dell’inoculo è stato valutato a diversi regimi idrici di concimazione fosfatica (0, 2.5 e 5 g/mq), quest’ultima abbinata e con diversi livelli di concimazione fosfatica. ai regimi idrici CC, H2 e H4 (Tabella1). Agricoltura 83 47 informazione tecnica Tabella 1. Schema degli interventi irrigui. TESI radicale, alcuni parametri fisiologici (traspirazione, conduttanza stomatica, uptake CO2, indice clorofilliano), l’idratazione, l’accresci- IRRIGAZIONE IRRIGAZIONE PROFONDA SUPERFICIALE mento e la produzione. CC settimanale settimanale Le prove sono state condotte per due anni consecutivi (2009 e H2 settimanale no 2010). H3 quindicinale no H4 quindicinale quindicinale a settimane alterne rispetto all’irrigazione superficiale H5 quindicinale quindicinale contemporanea con l’irrigazione superficiale Prove in pieno campo Le prove sono state effettuate presso l’azienda agricola dell’ITA “Don Bosco” di Lombriasco (TO), in doppio per due anni consecutivi (2010 e 2011), a integrazione del progetto sui sistemi coltu- I mesocosmi sono stati allestiti con sacchi di materiale plastico di rali erbacei ivi condotto dal Dipartimento AGROSELVITER, nelle tesi circa 1 mc di volume in ciascuno; sono stati installati, dove previ- PSR, con concimazione minerale ma senza apporti di fosforo da tre sto dal piano sperimentale, i tubi di irrigazione in profondità al di anni, e MT, con lavorazione minima. sopra dei quali è stato posto un telo di “tessuto non tessuto” al Ogni parcella è stata suddivisa in quattro sottoparcelle: fine di limitare l’accrescimento delle radici senza compromettere la 1) inoculato, irrigato; penetrazione delle ife fungine in profondità, allo scopo di valutare 2) inoculato, non irrigato; l’eventuale ruolo di trasferimento di acqua alle radici da parte delle 3) non inoculato, irrigato; ife fungine (Fig.1). I tubi di irrigazione sono poi stati posti anche 4) non inoculato, non irrigato. in superficie. In ciascun sacco sono state coltivate 6 piante di mais In ogni parcella sono state seminate 16 file di cui 8 addizionate di della cv. NK Famoso Syngenta (classe FAO 500-600) (Fig. 2). inoculo M1 e 8 non inoculate (M0). L’inoculo è stato distribuito nel Lo stato di idratazione del suolo è stato monitorato in alcuni meso- solco con microgranulatore applicato alla seminatrice in quantità cosmi attraverso l’utilizzo di sonde tensiometriche. pari a 13 kg/ha. Sono stati eseguiti i rilievi già descritti per le prove Nel corso delle prove sono state condotte analisi del suolo, per de- in mesocosmo. terminare la composizione delle principali popolazioni microbiche coltivabili, e delle piante, per valutarne il tasso di micorrizzazione Risultati: produzioni Nelle prove condotte in condizioni controllate, nonostante sia stato rilevato un effetto significativo dell’annata, è stato comunque evidenziato che l’inoculo con consorzi microbici selezionati risulta efficace nel determinare un più rapido accrescimento e una maggior produzione di biomassa verde. Il consorzio specifico M1 ha fornito in linea generale risultati migliori rispetto al consorzio commerciale M2, in particolare in condizioni di disponibilità idrica ridotta o limitata agli strati più profondi di suolo; Figura 1. Prove in condizioni controllate: allestimento dei mesocosmi. 48 Agricoltura 83 Figura 2. Prove in condizioni controllate: disposizione dei mesocosmi nella serra. quest’ultimo risultato indica che possono avere un ruolo per informazione tecnica l’approvvigionamento dagli strati più profondi di suolo le ife fungi- stata influenzata sia dal regime idrico che dalla disponibilità di fo- ne che formano simbiosi micorrizica radicale (Figura 3B). Gli effetti sforo. Nel corso del primo anno si è osservato un evidente stato di sulla produzione di granella sono risultati meno significativi e non stress idrico nelle piante delle tesi H3 e H5, che ricevevano acqua riproducibili da un anno all’altro; occorre però evidenziare che nelle ogni due settimane; il confronto fra queste due tesi evidenziava tesi con carenza idrica prolungata (H3) le piante non inoculate non che le piante inoculate nella tesi H5, che riceveva acqua anche hanno prodotto spighe, mentre quelle inoculate hanno fornito una negli strati profondi, presentavano un livello di stress nettamente produzione seppur minima di granella. (Figura 3A). inferiore rispetto alla tesi H3, senza differenze fra i due consorzi; Anche le diverse disponibilità di fosforo hanno evidenziato differen- ciò supporta l’ipotesi che l’inoculo garantisce un’idratazione mi- ti comportamenti della pianta rispetto alla crescita in presenza ed in gliore grazie all’uso delle acque profonde. assenza di inoculo. Per la produzione di biomassa verde il consorzio M1 ha dato origine ad un incremento significativo della con- M1 ha fornito risultati nettamente migliori rispetto a M0 e M2, con duttanza stomatica dopo l’adacquamento nelle tesi H2 e H4; lo una differenza tanto maggiore quanto minore era la disponibilità stesso si è osservato con M2, ma solo nella tesi H2 e in presenza idrica, quando la disponibilità di fosforo era alta. Entrambi i consorzi di elevata disponibilità di fosforo. Inoltre la conduttanza stoma- hanno dato migliori risultati rispetto alle piante non inoculate in tica sotto stress è risultata alta sia nelle piante non inoculate con assenza di concimazione fosfatica. Si può dedurre che l’inoculo, in elevata disponibilità di fosforo, sia nelle piante inoculate sen- particolare M1, migliora la risposta alla carenza idrica anche miglio- za apporti di fosforo. Anche la nutrizione fosfatica può quindi rando l’assimilazione dei nutrienti minerali. condizionare il ruolo degli inoculi nella risposta delle piante allo Le prove di pieno campo non hanno messo in evidenza diffe- stress idrico, ed è noto che l’assimilazione del fosforo è incre- renze significative dovute all’inoculo nei diversi regimi idrici. mentata dagli inoculi rizosferici. Tuttavia alcune osservazioni possono essere evidenziate relativa- Nelle tesi H5 e H3 si è osservato in alcuni casi un decremento della mente ai sistemi colturali. In PSR sono sempre stati rilevati valori conduttanza stomatica in fase di reidratazione; si può ipotizzare che produttivi più alti (biomassa e granella) in presenza di inoculo, in condizioni di stress idrico forte (H3) e moderato (H5) la chiusura sia nelle parcelle irrigate che in quelle non irrigate; in MT invece degli stomi possa essere attivata come meccanismo di difesa per l’effetto è visibile soltanto in assenza di irrigazione, mentre nelle ridurre la traspirazione e salvaguardare l’acqua quando questa è parcelle irrigate l’effetto è inverso. Ciò può essere considerato disponibile. A tal proposito va evidenziato anche che nelle prove una conferma della maggior efficacia dell’inoculo nei sistemi in pieno campo del secondo anno si è osservata una riduzione del- colturali in cui il suo- la traspirazione in fase di reidratazione, più evidente nelle pian- lo è maggiormente te inoculate, sia in MT che in PSR. Occorre tenere presente che la disturbato (PSR). chiusura della camera stomatica può essere indotta non soltanto dalla disidratazione, ma anche da altri fattori fisiologici, come la Figura 3. Prove in condizioni controllate: produzione di biomassa anno 2009 (ss g). Parametri concentrazione di CO2 nella camera sottostomatica. Fisiologici Nelle prove in pieno campo in entrambi gli anni sono stati rilevati La conduttanza sto- valori elevati della conduttanza stomatica nelle tesi inoculate in con- matica è un indice dizioni di stress, sia in PSR che in MT, ad indicare un effetto positivo dello stato di idrata- dell’inoculo associato ai regimi in asciutta (Fig. 4). zione della pianta ed L’efficienza d’uso dell’acqua (WUE=water use efficiency) è il rap- è uno dei fattori da porto fra attività fotosintetica e quantità di acqua traspirata; essa è cui dipende l’attivi- più bassa nelle foglie ben idratate rispetto a quelle disidratate. In tà fotosintetica. Le accordo con le previsioni, pertanto, nelle prove in condizioni con- prove in condizioni trollate i valori di WUE nelle tesi H3 e H5 erano più elevati rispetto controllate hanno alle tesi CC, H2 e H4. E’ stata inoltre rilevata una differenza statisti- dato risultati diversi camente significativa fra le tesi M0, M1 ed M2 in fase di reidrata- nelle due annate e la zione in H5 (carenza idrica prolungata): la WUE più alta era in M0, risposta all’inoculo è la più bassa in M1. Agricoltura 83 49 informazione tecnica Tensione idrica del suolo piante non inoculate, il che indica una maggior capacità di man- Sia nelle prove in condizioni controllate che in pieno campo l’inoculo tenere attiva anche in condizioni stressate l’attività fotosintetica. Il microbico ha indotto una netta riduzione della tensione idrica, che risultato finale è una maggior produzione di biomassa. Anche la indica un significativo miglioramento dello stato fisico e del man- qualità fisica del suolo è migliorata dall’inoculo, che induce una ri- tenimento dell’idratazione del suolo. In pieno campo il fenomeno duzione della tensione idrica. è stato osservato nelle parcelle condotte con sistema colturale PSR L’effetto dell’inoculo risulta più efficace nei sistemi colturali che pre- sia in caso di irrigazione che di coltivazione in asciutta; in MT le dif- vedono lavorazioni che disturbano maggiormente l’ecosistema natu- ferenze riscontrate erano minori, a ulteriore conferma dell’effetto rale pianta/suolo rispetto ai sistemi con lavorazioni minime. Tuttavia positivo delle minime lavorazioni sulla struttura del suolo (Fig. 5). nelle prove in pieno campo tali effetti non si sono tradotti in differenze significative sulla produttività, probabilmente come conseguenza Conclusioni del fatto che nelle annate in oggetto non si sono create condizioni L’uso di inoculi rizosferici selezionati ha dimostrato di influire po- reali di grave carenza idrica: a conferma di ciò si può infatti osservare sitivamente sull’ecosistema pianta/suolo proteggendo la pianta che la tesi sottoposta allo stress idrico più spinto ha mantenuto valori dagli stress indotti dalla carenza idrica. Dallo studio della fisiologia di produttività non irrilevanti (9,2 t/ha ss). Occorre anche notare che della pianta sia sotto stress che in reidratazione è emerso che la l’aggiunta di inoculo ha indotto, in assenza di irrigazione, un incre- regolazione dell’apertura della camera stomatica è un importante mento di produttività di circa 0,9 t/ha nel sistema PSR e di circa 0,5 meccanismo di protezione che viene influenzato dall’inoculo di mi- t/ha nel sistema MT. E’ pertanto possibile ipotizzare che l’inoculo di crorganismi rizosferici. Nella fase di stress idrico le piante inoculate, consorzi microbici rizosferici selezionati possa proteggere la coltura in particolare con il consorzio specifico M1, mostrano una miglior anche al verificarsi di condizioni di siccità tali da compromettere la idratazione ed una conduttanza stomatica maggiore rispetto alle produzione o addirittura la sopravvivenza della pianta. Figura 4. Prove in pieno campo: conduttanza stomatica in fase di stress idrico (mol H2O/mq/s). 50 Agricoltura 83 Figura 5. Prove in pieno campo: tensione idrica del suolo anno 2011 (kPa). Ringraziamenti Si ringraziano il Prof. Claudio Lovisolo e il dr. Walter Chitarra dell’Università di Torino ed il dr. Federico Spanna, la dr.ssa Tiziana La Iacona e la dr.ssa Irene Vercellino della Sezione Agrometeorologia del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte per la gentile disponibilità a collaborare per i rilevamenti degli scambi gassosi. Quaderni della Regione Piemonte AGRICOLTURA 83 Collana di informazione socio-economica per gli agricoltori Diffusione gratuita ad aziende agricole, tecnici, organizzazioni professionali, sindacali e cooperativistiche, associazioni di produttori, operatori dell’informazione, amministratori pubblici, istituti universitari e scolastici. Redazione presso: Regione Piemonte C.so Stati Uniti, 21 - 10128 Torino Tel. 011 – 4324722 - Fax 011 - 537726 Indirizzo Internet: www.regione.piemonte.it/agri e-mail: [email protected] Direttore Responsabile Luciano Conterno Vice Direttore Valentina Archimede Segreteria Ester Lavina Stampa: Stamperia Artistica Nazionale S.p.a. - Trofarello (TO) Progetto grafico e impaginazione: Carism srl Tiratura: 60.000 copie Questo numero è stato chiuso il 9 gennaio 2014 Hanno collaborato a questo numero Per i testi: Marco Adamo, Andrea Agnes, Stefano Aimone, Nicoletta Alliani, Simona Avagnina, Laura Bardi, Monica Bassanino, Giovanni Bosio, Giancarlo Bourlot, Anna Brondolo, Stefano Cavaletto, Giuseppe Compagnone, Alberto Franchino, Stefano Gaudino, Mariella Gimondo, Giusto Giovanetti, Irene Goia, Francesco Gremo, Carlo Grignani, Eligio Malusà, Andrea Marelli, Mario Perosino, Gabriele Peterlin, Antonio Pogliani, Emiliano Remogna, Fulvia Rosso, Dario Sacco, Giacomo Sala, Salvatore Vullo, Laura Zavattaro, Francesca Zoppellari. Per le immagini: Archivio Settore Fitosanitario regionale, Valentina Archimede, Franco Boasso, Fiammetta Mussio Registrazione del Tribunale di Torino, n. 4184 del 5 Maggio 1990 Spedizione in abbonamento postale, PT/Magazine NAZ/205/2008 Attività di informazione realizzata nell’ambito del piano di comunicazione del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (Reg. CE n. 1698/2005 e Reg. CE n. 1974/2006) Quaderni COGNOME della Regione Piemonte INSERIMENTO (1) ANNULLAMENTO (2) VARIAZIONE (3) NOME VIA FRAZIONE CITTÀ NUMERO CODICE POSTALE PROVINCIA RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA Agricoltura è prodotta e stampata rispettando l’ambiente. (1) Fate una crocetta su questa casella se segnalate un nuovo nominativo. (2) Fate una crocetta su questa casella se non siete più interessati a ricevere “Quaderni della Regione Piemonte Agricoltura”. (3) Fate una crocetta su questa casella se la rivista arriva con un indirizzo sbagliato o se avete cambiato abitazione. 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