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83
Quaderni della Regione Piemonte - Collana “Agricoltura” - Anno XVIII - n.83 - Gennaio 2014
PSR
2014 - 2020
Pubblicati i regolamenti UE
Presentata l’analisi di contesto
Ora la programmazione entra nel vivo
Una vendemmia di qualità
proiettata verso l'Expo 2015
PER TELEFONARE
DIRETTAMENTE AGLI UFFICI
COMPORRE IL NUMERO
011 432 SEGUITO
DALL’INTERNO DESIDERATO
ASSESSORE
CLAUDIO SACCHETTO
Ufficio di comunicazione
CARRANO Annunziata
FRANCHINO Alberto
QUATTROCCHI Tina
1680
3937
3875
2587
DIREZIONE AGRICOLTURA
DIRETTORE
DE PAOLI Gaudenzio
Segreteria
ANICITO Francesca
BERTO Alessandra
BIANCO Roberto
CARACCIOLO Daniela
DOMINICI Claudia
FAVATA' Paola
FERRERO Ezio
FOTIA Angela
FRASCELLA Patrizia
GALLUZZI Marco
GUASCO Claudia
MARTINA Piera
MAZZA Silvana
SAVIO Cecilia
TESTA Fabrizio
TORASSO Susanna
TROMBETTA Laura
VALSANIA Maria
VILLANO Antonia
VIZZARI Vincenzo
ZOLA Enrico
OSSERVATORIO REGIONALE
SULLA FAUNA SELVATICA
PICCO Luca
AIRAUDO Dario
CARISIO Loredana
SETTORE 11.11
TUTELA E GESTIONE DELLA
FAUNA SELVATICA ED ACQUATICA
Responsabile di settore
DI BISCEGLIE Carlo
Segreteria
APROSIO Paola
AUCIELLO Paola
BRESSO Enzo
CANE Silvana
CANNIZZARO Alberto
LAVAGNO Mauro
MARCHETTO Sabrina
PAOLUCCI Giorgio
RAGNO Assunta
ZAMBRUNO Gian Paolo
2696
1482
5548
3924
6072
5997
4652
4711
4874
2055
3436
2481
6427
2683
4311
4342
5216
4754
5675
4367
4297
4602
4355
4603
2093
2394
4557
1507
5060
5697
2890
2152
4704
5147
5018
2678
2379
5950
SETTORE 11.13
PROGRAMMAZIONE E VALORIZZAZIONE
DEL SISTEMA AGROALIMENTARE
Responsabile di settore
SOSTER Moreno
4375
Segreteria
1474
AMBROSIO Dora
4398
ARCHIMEDE Valentina
2801
BOASSO Franco
4954
CACCIAPAGLIA Cristina
4716
CONVERTINI Stefania
4892
GIACOMELLI Paolo
2830
MARELLI Andrea
2832
MORRI Fabrizio
4810
PETROSINO Giovanna
5770
PETRICIG Valentina
4569
SCARZELLO Daniela
5246
VICENTINI Iside
4325
VULLO Salvatore
3938
SETTORE 11.14
TUTELA DELLA QUALITA’
DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI
Responsabile di settore
CAPRIOGLIO Alessandro
ANNICCHIARICO Claudio
BAMBINO Grazia Maria
DE FAZIO Rosetta
GIAIERO Prisca
GIMONDO Maria
FALLANCA Domenica
PALMISANO Angela
PASQUALE Barbara
VARETTO Giuseppina
RUO BERCHERA Giovanna
2573
5332
5469
2189
3811
2962
2029
3448
5409
4336
2927
SETTORE 11.15
PROGRAMMAZIONE, ATTUAZIONE E
COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO
RURALE
Responsabile di settore
BROCARDO Riccardo
4835
Segreteria
1468
BRUNO Wanda
2850
CONSOGNO Franco
4601
MANCASTROPPA Rosanna
4638
MASIERO Donatella
4374
MICHELOTTI Daniele
4370
MONERO Rosanna
2434
PEROSINO Mario
4369
TOFFETTI Francesca
5979
VENTURELLO Irene
2460
SETTORE 11.16
SISTEMA AGROINDUSTRIALE,
COOPERATIVISTICO E FILIERE
AGROALIMENTARI
Responsabile di settore
CONTI Loredana
Segreteria
BANDA Laura
BERTORELLO Rosanna
BOLDRINO Laura
BOETTI Roberto
BOTTARO Silvia
FAVOT Adriano
FERRO Sonia
GAGLIANO Flavio
LODATO Salvatrice
MORTARA Guido
MORONE Maria Carla
NIZZA Luigi
PISTILLO Silvana
SATTANINO Giuseppina
VERDUCI Leandro
SETTORE 11.17
PRODUZIONI ZOOTECNICHE
Responsabile di settore
CUMINO Paolo
Segreteria
BASSANINO Monica
BESSOLO Pierluigi
FERRERO Luigi
MARLIANI Rodolfo
MORATTO Martina
PALMIERI Aurora
PARZANESE Emanuele
RASETTO Paola
RIGONI Miriam
TERMINI Gianfranco
VIZZANO Carmen
2848
1475
2415
4376
5413
4327
4308
2846
3699
4371
4293
6168
5682
4607
3090
4728
4381
4385
1470
4223
4305
4328
3629
3482
5359
5117
3775
3117
4372
4332
SETTORE 11.18
COLTURE AGRARIE
Responsabile di settore
FREIBURGER Gualtiero
Segreteria
ANSALDI Nadia
CELLINO Andrea
DE SIMONE Amelia
LATINO Gianfranco
OTTONELLO Mara
PIVA Elena
TRAVAGLIA Daniela
VITTONE Eugenio
4318
1471
3929
2809
5173
4642
3997
4323
2429
4927
SETTORE 11.19
FITOSANITARIO
Responsabile di settore
MICHELATTI Giacomo
Segreteria
ALESSI Bruno
BALLADORE Pallieri Lorenzo
BISCARDI Maria Teresa
BOSIO Giovanni
BOURLOT Giancarlo
CHERSI Catarina
COTRONEO Alba
CRAVERO Sergio
CROSETTO Mirko
DAVI' Danilo
DOLZAN Stefano
ELIA Irene
FIORE Anna Rita
GALEOTTI Gabriella
GALLO Sergio
GAROFALO Maria Cristina
GIACHINO Pier Mauro
GIANETTI Giannetto
GOTTA Paola
GREMO Francesco
GUARINO Barbara
GULLINO Clotilde
LAZZARO Denis
LOVISCO Carmela
LOVISETTO Mariangela
MASON Giovanna
MASSOBRIO Viola
MAZZAROTTO Elisabetta
MORONE Chiara
OGLIARA Silvia
RAZIONALE Felicita
ROSSI Andrea
SCAVARDA Giovanni
SANTANGELO Corrado
SPANNA Federico
VENANZIO Davide
3723
1473
3737
3707
3461
3721
4698
3289
3718
3702
8632
3705
3062
5568
3712
3733
2188
3715
4900
3729
3716
3722
3738
4361
5248
5956
5941
5067
5217
3711
3726
5415
3719
4352
5709
3703
4770
4108
SETTORE 11.20
SERVIZI ALLE IMPRESE
Responsabile di settore
RONCO Caterina
Segreteria
ACETO Paolo
CIOCE Silvana
CLERICO Massimo
CORDOLA Piero
DE CARO Sergio
FEMIA Tiziana
LAVINA Ester
MELLA Clara
PASTERIS Marco
QUARTERO Natascia
RICCI Luisa
SANGUINETTI Mario
TURLETTI Alberto
SETTORE 11.21
AGRICOLTURA SOSTENIBILE ED
INFRASTRUTTURE IRRIGUE
Responsabile di settore
OLIVERO Franco Antonio
Segreteria
ANGELETTI Alessandro
BOSSER PEVERELLI Vittorio
CAPPELLA Mariella
CASSINELLI Laura
FARAUDELLO Edoardo
FILA-MAURO Elena
GENTILE Angelantonio
LEGGERO Barbara
LIZZI Massimo
LOMBARDO Fortunata
LUCA’ Stefania
MADONIA Silvana
MARGARIA Claudio
MASANTE Carlo
PELASSA Giorgio
POSSIEDI Emanuele
ROMANO Maria Rosaria
SCANABISSI Giovanni
TOSIN Germano
VENTURA Bianca
2903
1483
5295
4347
4551
3809
4348
4036
2847
2468
2653
4670
5569
3751
4972
4708
3073
3165
2713
2714
4837
4472
SETTORE 11.22
CALAMITA’ ED AVVERSITA’ NATURALI
IN AGRICOLTURA
Responsabile di settore
LAVAZZA Fulvio
4317
Segreteria
1501
BARROERO Claudio
4341
BATAZZI Marco
4380
COMBA Daniela
3971
COMPAGNONE Giuseppe
5953
FENZI Pier Giuseppe
5442
FOLLIS Maria Teresa
2790
PELLISTRI Gabriella
3991
RODOFILE Stefania
2453
SALIERNO Antonio
5693
UFFICI DECENTRATI
del Settore Fitosanitario
Prov. di CUNEO - 12039 Verzuolo
Via Don Orione, 37
Tel. 0171/44.57.50
CEVA - 12073
Via Regina Margherita 2
Tel. 0174/70.17.62
ALESSANDRIA - 15100
Via Einaudi 32 Zona Scalo D 4
Tel. 0131/24.81.04
3720
1466
6161
2254
4100
4303
4343
5495
4722
4344
4861
6051
2917
3849
3749
VERCELLI - 13100
Via Fratelli Ponti, 24 - Palazzo Verga
Tel. 0161/28.31.42
CASALE MONFERRATO - 15033
Tr. Valenza 4
Tel. 0142/46.26.11
editoriale
Un augurio
per ripartire con fiducia
Fissiamo traguardi e obiettivi ogni settimana, ogni mese, ma
con l’arrivo del nuovo anno - è inevitabile - si compie una
panoramica a più ampia gittata sugli impegni che ci attendono,
programmando con attenzione il cammino da intraprendere.
Da qualche anno a questa parte siamo costretti a fare i conti con un contesto
economico non semplice, ma sarebbe del tutto sbagliato utilizzare come alibi
la situazione di crisi che sta caratterizzando il periodo; piuttosto preferiamo
Claudio Sacchetto
Assessore all’Agricoltura,
Foreste, Caccia e Pesca
Regione Piemonte
impegnarci per cercare di lavorare al meglio con le risorse a disposizione.
Buoni risultati sono stati ottenuti nel corso degli ultimi 12
mesi, siamo coscienti del fatto che si può e si deve migliorare
e lavoreremo intensamente con questo proposito.
Con l’inizio del nuovo anno si entra nel vivo di una partita importante, anzi,
fondamentale per il futuro del comparto agricolo: è partito infatti il dibattito
per giungere al testo definitivo del nuovo PSR, tutto il 2014 sarà dedicato
alla stesura del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte. I
primi bandi sulle nuove risorse potranno vedere la luce all’inizio del 2015.
Una responsabilità di peso che però viene affrontata con
entusiasmo, si guarda al passato per evitare di compiere gli stessi
errori, si parte dall’esperienza per affrontare le nuove sfide.
Il tempo trascorre, l’agricoltura - pur contraddistinta da valori tradizionali che
custodisce con orgoglio - affronta le sfide e si ammoderna: per questo è utile
varare un PSR al passo con i tempi, ma a misura di agricoltore, che possa tradursi
in un vero sostegno e non semplicemente in un insieme di regolamenti e norme.
Con questi auspici, consapevoli del lavoro che ci attende,
iniziamo il nuovo anno con energia e buoni propositi.
Un augurio a tutti per un 2014 vissuto intensamente e ricco di soddisfazioni!
83
in questo numero:
notiziario
5 Nuove risorse per le Enoteche regionali
5 Una proposta di legge per tutelare la birra artigianale piemontese
6 Approvato regolamento regionale sulla qualità alimentare
6 Mostra Libro a Cavallermaggiore con il container Regione Piemonte
7 Bando misura 123.2 Accrescimento prodotti forestali
8 EUROPEL 2014 a Cuneo Contest sui formaggi
8 Fasola di Villata e Riso Maratelli due prodotti riscoperti
programma di sviluppo rurale 2007-2013
9 PSR 2014-2020: approvati i regolamenti e il documento strategico regionale. Ora si entra nel vivo
14 L’analisi di contesto, primo passo decisivo per la redazione del nuovo PSR 2014-2020
19 Una vendemmia di qualità proiettata verso l’Expo 2015
23 Ricordando Beppe Fenoglio. Premio alla memoria ad Anteprima Vendemmia
25 Monitoraggio dei metalli pesanti nelle aziende zootecniche piemontesi
29 L’impatto ambientale dei fitofarmaci in diverse tipologie di aziende agricole
33 uno sguardo sull'europa
documenti
34 Calamità e avversità naturali. Un passo avanti verso l’informatizzazione
37 La deroga alla Direttiva Nitrati un’opportunità reale per le aziende
40 pubblicazioni
informazione tecnica
41 La piralide del bosso: una grave minaccia per le siepi
45 La mietitrebbiatura del risone. I dati sull’annata agraria 2012/2013
47 Popolazioni microbiche della rizosfera per un uso più efficiente dell’acqua
notiziario
Nuove risorse
per le Enoteche regionali
Una proposta di legge
per tutelare la birra
artigianale piemontese
La Giunta Regionale ha approvato un intervento finanziario di 300
mila euro a sostegno delle Enoteche regionali. Pur nella grave crisi
economica finanziaria e nella scarsità di risorse pubbliche, è stato
compiuto uno sforzo straordinario a favore di tali strutture, sostenuto dal Consiglio Regionale con la mozione unanime approvata
il 1 agosto scorso, e fatto proprio dalla Giunta che ha provveduto,
L’Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto e il
nel mese di settembre, allo stanziamento complessivo di 500 mila
Consigliere regionale Angela Motta hanno portato all’atten-
euro sul bilancio pluriennale 2013-2015, di cui 300 mila assegnati
zione dell’Assemblea consiliare la proposta di legge regionale
e impegnati nei giorni scorsi.
“Norme in materia di birra artigianale piemontese”, con il fine
Questi atti e provvedimenti sono una conferma del ruolo impor-
specifico di promuovere e tutelare una produzione caratteriz-
tante riconosciuto alle Enoteche regionali per la promozione dei
zata da elevati requisiti di tipicità delle materie impiegate e da
vini e dei relativi territori, per la preziosa funzione di accoglienza e
tecniche di lavorazione che contraddistinguono un prodotto
informazione per i turisti del vino e del turismo rurale. Ruolo, que-
finale di elevata qualità organolettica.
sto, ancor più importante se si pensa alle potenzialità dei territori
La produzione e diffusione della birra artigianale piemontese
del vino piemontesi candidati al riconoscimento UNESCO come
ha conosciuto nell’ultimo decennio una forte crescita, sviluppo
patrimonio dell’umanità; così come agli effetti benefici che po-
che richiede necessariamente un intervento normativo; con tale
tranno arrivare con l’Expo 2015.
proposta di legge, composta di 11 articoli, si intende promuo-
Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “L’eroga-
vere le produzioni di qualità, codificare le metodologie clas-
zione del contributo derivante da questo primo impegno finan-
siche di trasformazione nonché qualificare e incentivare l’in-
ziario di 300 mila euro, cui seguirà, nel corso dell’esercizio del bi-
troduzione di processi innovativi nelle lavorazioni, anche sotto
lancio 2014, l’ulteriore quota con l’impegno dei restanti 200 mila
il profilo delle materie prime impiegate. Si ritiene opportuno
euro, sarà d’aiuto alle enoteche regionali per procedere al riordino
inoltre promuovere la formazione professionale degli operatori
economico-finanziario, ad accompagnare i piani di riorganizzazio-
del settore (contribuendo in questo modo alla crescita forma-
ne e di ristrutturazione. Tale intervento si inserisce anche a soste-
tiva e professionale dell’intera filiera) e incentivare la creazione
gno del processo di evoluzione del soggetto giuridico “enoteca
di nuove imprese nel settore, in particolare di imprese a condu-
regionale”: nate come realtà sostanzialmente “pubbliche” e di-
zione femminile e giovanile.
pendenti in massima parte da finanziamenti pubblici, le enoteche
Infine vi è l’obiettivo di agevolare la corretta informazione
regionali devono evolversi in una forma pubblico-privata”.
al consumatore, prevedendo a questo proposito l’istituzione
i
dell’Albo dei birrifici artigianali piemontesi e di un apposito
http://www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/promozione_valorizzazione/37_80_enotReg.htm
marchio identificativo dei prodotti e dei produttori di birra artigianale nella nostra Regione.
Agricoltura 83
5
notiziario
Approvato regolamento
regionale sulla qualità
alimentare
Mostra Libro a Cavallermaggiore
con il container Regione Piemonte
La Regione Piemonte, nell’ambito delle iniziative volte alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari, con Decreto del
Presidente della Giunta regionale 11 novembre 2013, n. 11/R,
ha approvato il Regolamento regionale del “Sistema di qualità
agroalimentare”, istituito con l’articolo 2 della legge regionale
11 luglio 2011, n. 10. Si aggiunge così un altro importante tassello ai lavori iniziati con la deliberazione della Giunta regionale
51-12426 del 26/10/2009 con la quale furono approvate le “Linee programmatiche di valorizzazione dei prodotti agroalimen-
Dal 6 all’8 dicembre si è svolto l’ormai tradizionale appuntamento
tari piemontesi”, che prevedevano la creazione di un sistema di
con la XX edizione della Mostra del Libro di Cavallermaggiore,
certificazione attestante la conformità a disciplinari di produzio-
una fiera dedicata alla piccola e media editoria.
ne dei prodotti agricoli con specificità di processo e/o di prodot-
Uno degli obiettivi della Mostra del Libro è sempre stato quello di
to, aventi caratteristiche qualitativamente superiori.
far uscire il libro dai luoghi deputati come librerie o biblioteche, li-
La Regione Piemonte ritiene importante assicurare una sempre
berandolo da quell’aura di sacralità che a volte incute timore in chi
maggiore qualità e tutela dei prodotti agroalimentari, così come
vorrebbe avvicinarsi alla lettura. In realtà urbane medio piccole,
sostenuto da tempo anche dalla Commissione Europea. Il Rego-
dove spesso non esiste una libreria, dedicare una manifestazione
lamento regionale 11/R del 2013 sarà sottoposto alla procedura
di tre giorni all’oggetto libro, in cui i cittadini, grandi e piccoli,
di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato e l’attiva-
possono avvicinarsi, toccare i volumi, parlare con gli editori, as-
zione del Sistema e la concessione di eventuali aiuti sarà disposta
sistere a una presentazione, partecipare a un laboratorio, visitare
dopo il parere favorevole dell’Unione europea. È inoltre neces-
una mostra rappresenta un investimento sul futuro.
sario, ai sensi dell’articolo 5 del citato regolamento regionale,
In occasione della Mostra del libro 2013 di Cavallermaggiore,
definire le linee guida per ciascuna filiera agroalimentare, sulla
la Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura ha concesso
base delle quali verranno predisposti i disciplinari di produzione
l’uso del proprio container promozionale al Comune di Caval-
dei singoli prodotti. Si ipotizza di poter applicare questo nuovo
lermaggiore. All’interno del container, collocato in Piazza Vit-
Sistema di certificazione a quei prodotti dell’agricoltura, e più in
torio Emanuele, sono state promosse le attività turistiche e i
generale ai prodotti alimentari, che si connotano per particola-
prodotti agroalimentari del territorio. Tra gli autori che sono
ri tipologie produttive, rispettose dell’ambiente, della salubrità
stati protagonisti di incontri e presentazioni nel container: Do-
animale, del contenimento dell’uso di agrofarmaci, della tipicità
nato Bosca, Luigi Botta, Maria Giorgia Mana, Virgilio Giacchet-
e tradizionalità locale, quali ad esempio i Ramassin, il Porro di
ti, Mimmo Calopresti.
Cervere, il Fagiolo di Saluggia, la Paletta biellese, il Grissino stirato torinese, il Fassone, il Nocciolino di Chivasso, i Violini del
Verbano, la Cipolla di Castelnuovo Scrivia, il Fideghin.
i
6
Agricoltura 83
http://mostralibro.jimdo.com
notiziario
Bando misura 123.2
Accrescimento
prodotti forestali
3. esclusivamente nell’ambito degli investimenti possono essere comprese le dotazioni antinfortunistiche;
4. spese generali e per consulenza tecnica da parte di tecnici
E’ stato aperto (con Determinazione dirigen-
abilitati, eventualmente necessarie per la realizzazione degli
ziale n° 2780 del 9 novembre 2013) il bando
investimenti.
pubblico per la presentazione delle domande
Gli investimenti devono essere conclusi entro dieci mesi dalla
di contributo sulla misura 123 azione 2 “Accrescimento del
data di ammissione a contributo, e le spese devono essere ren-
valore aggiunto dei prodotti forestali”. Il termine per la presen-
dicontate entro i successivi trenta giorni.
tazione delle domande per via telematica ed in copia cartacea
La dotazione finanziaria prevista è pari alle risorse che derivano da
con le modalità stabilite dalle norme di attuazione, è fissato nel
minori spese o rinunce del bando 2009, quantificate in 800.000
giorno 20 gennaio 2014.
euro di spesa pubblica al momento della apertura del presente
bando pubblico. Le ulteriori risorse dovute a successive economie
o rinunce del bando 2009 che si rendessero disponibili andranno
ad incrementare la dotazione finanziaria del bando 2013.
Possono presentare domanda di ammissione al contributo unicamente le microimprese, così come definite nella raccomandazione 2003/361/CE, che operano nel settore forestale e che
risultano regolarmente iscritte, e non sospese, all’Albo delle imprese forestali del Piemonte, secondo quanto previsto dall’art.
31 della L.r. del 10-02-2009 n 4 “Gestione e promozione economica delle foreste” e dall’art. 3 del Regolamento regionale
n. 2/R/2010 approvato con D.P.G.R. n° 2 dell’8 febbraio 2010 ,
n. 6/R del 22 febbraio 2010 e n. 10/R del 28.11.2012: “Disciplina dell’albo delle imprese forestali del Piemonte”.
Le imprese devono possedere inoltre i requisiti previsti al paragrafo 7.2 “Requisiti ed obiettivi relativi al rendimento globale”
della scheda della misura 123 Azione 2 del P.S.R. 2007-2013,
L’azione prevede il pagamento di un contributo in conto ca-
ovvero devono:
pitale pari al 40% della spesa massima ammissibile e dei costi
a) essere in condizioni di redditività economica o raggiungerla
documentati ed effettivamente sostenuti per la realizzazione
in un periodo massimo di tre anni dalla conclusione dell’investi-
degli investimenti proposti. Il contributo viene calcolato su una
mento, tali da garantire lo sviluppo e la valorizzazione dell’im-
spesa ammissibile non inferiore a 25.000 euro e non superiore
presa stessa, ed essere in equilibrio finanziario;
a 200.000 euro.
b) dimostrare la sostenibilità dell’intervento sotto l’aspetto
Sono ammessi a finanziamento gli investimenti materiali relativi a:
logistico;
1. acquisti di macchine e attrezzature destinate ad operazioni
c) dimostrare la fattibilità del progetto sotto l’aspetto finan-
di abbattimento, concentramento, esbosco, allestimento, cip-
ziario, tenuto conto della situazione economico-finanziaria
patura, caricamento, trasporto in bosco dei prodotti legnosi
dell’impresa stessa.
forestali e dell’arboricoltura da legno. Sono inoltre ammessi gli
i
acquisti di rimorchi specializzati o di container scarrabili per il
trasporto del cippato;
http://www.regione.piemonte.it/foreste/cms/it/home/582-accrescimento-del-valore-aggiunto-dei-prodotti-forestali-bando-psr2013-aggiornamento.html
2. acquisti di macchine e attrezzature mobili destinate allo
svolgimento delle prime lavorazioni del legno: piccoli impianti
mobili di segagione e macchine per la preparazione della legna
da ardere;
Agricoltura 83
7
notiziario
EUROPEL 2014 a Cuneo
Contest sui formaggi
Si tratta di prodotti che sono parte importante della storia
dell’agricoltura locale e della cucina del vercellese: la fasola è
Europel è una associazione di scuole casearie europee, nasce una
infatti ingrediente fondamentale nella “panissa” vercellese e
ventina di anni fa dall’impegno di alcuni docenti francesi della
nella “cugina” paniscia novarese; nel “friton” tipico di Villata
scuola francese ENILV della Roche-Sur-Foron, come opportunità
(una sorta di frittata di fagioli senza uova) e poi ancora nelle
di respiro internazionale in termini di conoscenza e scambio nel
fagiolate di carnevale. Questo tipo di fagiolo e’ rampicante ma
settore lattiero caseario. Si è costituita come Rete che riunisce
manifesta una certa difficoltà ad avvinghiarsi ai tutori in cam-
scuole, istituti e università europee che operano nell’ambito del-
po, perciò la produzione è effettuata allevando il fagiolo, come
le produzioni alimentari e casearie. In particolare ogni anno si
da tradizione, in consociazione ad un mais a sviluppo medio
organizza un concorso di analisi sensoriale in un Paese europeo,
contenuto.
come momento di incontro e approfondimento professionale e
Tale caratteristica ha comportato tra gli anni ‘60 e ‘70 il qua-
culturale per studenti e insegnanti.
si completo abbandono della coltivazione, per l’affermarsi di
AgenForm ha aderito alla Rete dalle origini, come ente accredi-
varietà di mais di altezza più elevata e a rapido sviluppo, per
tato per la formazione, attraverso la sede operativa dell’Istituto
la necessità di trattamenti non compatibili con la coltura del
Lattiero Caseario e delle Tecnologie Agroalimentari di Moretta.
fagiolo, nonché per la componente di manualità che comporta
Nel 1999, agli esordi dell’associazione, l’Istituto di Moretta è
costi elevati (e maggiore fatica).
stato sede di una delle prime edizioni del concorso internazio-
Il riso Maratelli prende il nome da Mario Maratelli che selezio-
nale di analisi sensoriale.
nò questa varietà naturalmente 99 anni fa (nel 2014 ricorre il
Il “Sensorial Contest” è proposto da Europel con cadenza an-
centenario) nei suoi campi di Asigliano Vercellese. A cavallo de-
nuale, scegliendo ogni anno un diverso Paese europeo. La XVI
gli anni ‘60 e ‘70 la produzione giunse all’apice sia per l’esten-
edizione del contest si terrà in provincia di Cuneo il 19/20/21
sione delle coltivazioni, sia perchè particolarmente apprezzato
maggio 2014, con affidamento ad AgenForm del ruolo di ente
in cucina, tanto che un’intera generazione di mamme cuoche
organizzatore e promotore. L’evento si svolgerà a Cuneo, Sa-
per circa 20 anni lo ha usato per i risotti e per preparare la
luzzo e Moretta, con la partecipazione di 60 persone; oltre al
panissa vercellese e la paniscia novarese. Ora, grazie anche alla
XVI contest sui formaggi, l’edizione 2014 prevede un’impor-
caparbietà del risicoltore Eusebio Francese, che nel ‘92 riprese
tante innovazione: l’organizzazione del primo contest Europel
a coltivarlo, si tenta di rilanciarlo. All’inizio del 2013 è stato
sui salumi, presso la sede AgenForm di Moretta.
reiscritto nel Registro Nazionale tra le varietà da conservazio-
i
ne. I Comuni al momento interessati sono Novara ed Asigliano
http://www.agenform.it/Aspx/home.aspx
Referente dell’iniziativa: Emilia Brezzo, tel 0172/93564,
[email protected]
Fasola di Villata e Riso Maratelli
due prodotti riscoperti
Venerdì 6 dicembre, a Villata, presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, è stata inaugurata una mostra fotografica dedicata a due prodotti tipici del vercellese che negli
ultimi decenni erano stati ormai quasi del tutto abbandonati.
Ritornano infatti ad essere coltivati il fagiolo di Villata (o fasola
d’la Vilata) e il riso Maratelli, grazie al lavoro della SOMS di
Villata e dell’Associazione Maratelli 1914, e alla collaborazione
di Slow Food Vercelli che ha proposto l’inserimento delle due
varietà sull’Arca del Gusto.
8
Agricoltura 83
Vercellese.
PSR 2014-2020: approvati i regolamenti
e il documento strategico regionale
Ora si entra nel vivo
Mario Perosino - Direzione Agricoltura
Il quadro normativo e strategico
(indicati globalmente fondi strutturali e di investimento europei
I regolamenti che stabiliscono gli obiettivi e le modalità di attua-
- “fondi SIE”) e le disposizioni necessarie per garantire l’efficacia
zione della politica agricola comune (Pac) e delle politiche euro-
dei fondi SIE e il coordinamento dei fondi fra loro e con altri stru-
pee di sostegno allo sviluppo socio-economico e territoriale per il
menti dell’Unione europea;
periodo di programmazione 2014-2020 sono stati adottati il 17
il regolamento (UE) n. 1306/2013 del 17 dicembre 2013 sul
dicembre 2013 e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione
finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della Pac, che
europea del 20 dicembre 2013. L’approvazione dei regolamenti
stabilisce con quali spese (e con quali regole) possano intervenire
rappresenta il coronamento di un processo storico, poiché per la
i due fondi europei che provvedono al finanziamento della Pac:
prima volta l’Unione europea ha adottato una base giuridica per
il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA, che interviene per
le proprie politiche di sviluppo che è il frutto non soltanto delle
finanziare le misure del cosiddetto “primo pilastro della Pac”) e
decisioni dei rappresentanti dei governi nazionali riuniti in seno
il FEASR, che finanzia il sostegno allo sviluppo rurale (“secondo
al Consiglio dell’Unione, ma dell’accordo fra il Parlamento euro-
pilastro della Pac”);
peo e il Consiglio. Si è così colmato quel “deficit democratico”
il regolamento (UE) n. 1307/2013 del 17 dicembre 2013 re-
che aveva caratterizzato l’azione delle istituzioni europee fin dal
cante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei
1957, anno di costituzione della Comunità economica europea.
regimi di sostegno previsti dalla Pac, i quali presentano numerosi
I regolamenti che interessano lo sviluppo rurale sono principalmente:
collegamenti con lo sviluppo rurale (v. oltre)1.
il regolamento (UE) n. 1305/2013 del 17 dicembre 2013 sul
Il testo definitivo dei regolamenti pubblicati il 20 dicembre 2013
sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo
non si discosta in modo sostanziale dalle proposte iniziali della
per lo sviluppo rurale (FEASR), che ne rappresenta la base giuri-
Commissione europea presentate nel mese di ottobre 2011. Tut-
dica specifica;
tavia, nel lungo ed elaborato processo di codecisione, cui hanno
il regolamento (UE) n. 1303/2013 del 17 dicembre 2013 recan-
preso parte le istituzioni del cosiddetto “trilogo” (Parlamento eu-
te disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale
ropeo, Consiglio e Commissione), le proposte iniziali sono state
(FESR), sul Fondo sociale europeo (FSE), sul fondo di coesione,
modificate per renderle più semplici (o meglio, un po’ meno com-
sul FEASR e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca
plicate) e più graduali e flessibili nella loro applicazione.
(FEAMP), che stabilisce le norme comuni applicabili a tali fondi
Il quadro normativo e strategico-programmatico di riferimento
Agricoltura 83
9
per il sostegno allo sviluppo rurale nel perio-
settoriale e territoriale. Tali orientamenti sono indicati nel quadro
do 2014-2020 è particolarmente complesso
strategico comune, allegato allo stesso regolamento. Inoltre, un
e articolato. Lo schema riportato in figura 1
accordo di partenariato fra la Commissione europea e ogni Stato
illustra le relazioni fra le diverse componenti
membro stabilirà le modalità per l’allineamento con la strategia
delle politiche europee a sostegno dell’agri-
Europa 2020 e le missioni specifiche di ciascun fondo SIE. L’accor-
coltura e dello sviluppo rurale e i loro rap-
do di partenariato conterrà inoltre le disposizioni che garantiscano
Competitività del
settore agricolo
PAC
Strategia dell’Unione europea
per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
porti con altri strumenti e iniziative dell’Unione europea.
1° pilastro (FEAGA)
Gestione sostenibile
delle risorse naturali e
azione per il clima
2° pilastro (FEASR)
Sviluppo territoriale
equilibrato delle zone
rurali
6 priorità dell’Unione
il coordinamento fra i fondi SIE e gli altri strumenti di finanziamenPriorità sviluppo rurale
1. Trasferimento
di conoscenze e
innovazione
2. Redditività delle
aziende e competitività
dell’agricoltura
Quadro strategico comune 11 obiettivi
tematici
Orizzonte 2020
Ricerca agricola
Partenariato europeo per
l’innovazione
Produttività e sostenibilità dell’agricoltura
Figura 1. Schema delle relazioni fra le diverse politiche europee a sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale e dei loro rapporti con
altri strumenti dell’Unione europea. La strategia dell’Unione europea
per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, anticipata dalla
comunicazione della Commissione europea COM(2010) 2020 del 3
marzo 2010 (“Strategia Europa 2020”), è stata adottata dal Consiglio
europeo del 17 giugno 2010. Orizzonte 2020 (più noto nella denominazione inglese Horizon 2020) è il programma quadro europeo di ricerca e innovazione per il periodo 2014-2020 istituito dal regolamento
(UE) n. 1291/2013. Il partenariato europeo per l’innovazione è previsto
da un’iniziativa faro annunciata nella strategia Europa 2020.
N.B.: Il rettangolo rosso all’incrocio fra il quadro strategico comune
e il 2° pilastro della Pac simbolizza le relazioni fra obiettivi tematici e
priorità dello sviluppo rurale illustrate in figura 2.
Il regolamento (UE) n. 1303/2013 (designato per brevità “regolamento “ombrello”) all’art. 9 stabilisce che ogni fondo SIE sostenga, secondo le rispettive missioni specifiche, 11 obiettivi tematici. Il regolamento sullo sviluppo rurale all’art. 5 prevede che
3. Organizzazione
della filiera e
gestione dei rischi
4. Preservazione,
ripristino e valorizzazione
degli ecosistemi
5. Uso efficiente delle
risorse e passaggio a
un’economia a basse
emissioni di carbonio e
resiliente
Obiettivi tematici
1. Ricerca, sviluppo tecnologico
e innovazione
10. Istruzione e formazione
finalizzate alle competenze e
apprendimento permanente
3. Competitività delle PMI del settore
agricolo e della pesca e acquacoltura
5. Adattamento al cambiamento climatico,
prevenzione e gestione dei rischi
6. Preservazione e tutela dell’ambiente e
uso efficiente delle risorse
4. Transizione verso un’economia
a basse emissioni di carbonio
2. Migliorare accesso, impiego e qualità
delle tecnologie dell’informazione
6. Inclusione sociale e
sviluppo economico
nelle zone rurali
8. Occupazione e
mobilità dei lavoratori
9. Inclusione sociale e
lotta alla povertà e alla discriminazione
Figura 2. Corrispondenza fra gli obiettivi tematici di cui all’art. 9
del “regolamento ombrello” (a destra) e le priorità dell’Unione in
materia di sviluppo rurale (a sinistra). N.B.: tutti gli obiettivi tematici
sono in relazione con le priorità dello sviluppo rurale tranne il n. 7
(promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete) e il n. 11 (rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e
un’amministrazione pubblica efficiente).
i programmi di sviluppo rurale (PSR) contribuiscano a tali obiettivi
tematici tramite 6 priorità dell’Unione in materia di sviluppo ru-
to dell’Unione e nazionali e con i fondi della Banca europea per gli
rale, secondo lo schema di corrispondenza riportato in figura 2.
investimenti. La figura 3 sintetizza la cronistoria dell’approvazione
Il “regolamento ombrello” prevede inoltre che i programmi ope-
degli atti legislativi e programmatori riguardanti i fondi SIE (e il FE-
rativi cofinanziati dai fondi SIE seguano orientamenti strategici
ASR in particolare) distintamente per gli atti dell’Unione europea,
per agevolare il processo di programmazione e il coordinamento
dello Stato italiano e della Regione Piemonte.
10
Agricoltura 83
Gli atti della Regione Piemonte includono il Documento strategi-
Alps (crescita sostenibile e piena occupazione), 2) Connecting
co unitario (DSU), formulato al fine di concorrere alla definizione
Alps (sviluppo territoriale inclusivo basato su una mobilità so-
dell’accordo di partenariato. Il DSU, le cui prime bozze furono
stenibile) e 3) Protecting Alps (gestione sostenibile dell’energia
presentate al partenariato il 15 luglio 2013 e la cui versione da
e delle risorse naturali e culturali e protezione dell’ambiente).
trasmettere al Consiglio regionale è stata approvata con la de-
Nella riunione di Milano è stato deciso, fra l’altro, di lavorare
liberazione della Giunta regionale n. 1-6617 dell’11 novembre
nella prospettiva della convergenza delle programmazioni regio-
2013, costituisce il quadro strategico di riferimento della politi-
nali dei fondi SIE 2014-2020, con l’obiettivo di pervenire a forme
ca regionale di sviluppo e della programmazione integrata dei
di integrazione e di coordinamento dei programmi operativi di
fondi europei, nazionali e regionali per il periodo 2014-2020.
ciascuna regione e provincia autonoma.
Nell’ambito della consultazione partenariale sul DSU, il 16 ottohanno presentato il documento “Verso il Programma di sviluppo
Verso il PSR della Regione
Piemonte 2014-2020
rurale (PSR) della Regione Piemonte 2014-2020”.
Gli atti legislativi e programmatori dell’Unione europea stabili-
Inoltre, il 10 dicembre 2013 i rappresentanti delle 7 Regioni e
scono non soltanto gli obiettivi delle programmazione dei fon-
Province autonome italiane aderenti alla Strategia macroregio-
di SIE ma anche le regole per l’elaborazione e l’attuazione dei
bre 2013 gli Assessori regionali all’agricoltura e alla montagna
nale per la Regione Alpina si sono riuniti a Milano per avviare
programmi operativi e dei PSR e i loro contenuti. Fra le regole
l’elaborazione della proposta di piano d’azione sulla base dei
riguardanti il processo di formazione e di attuazione dei pro-
3 pilastri della Strategia macroregionale alpina: 1) Developing
grammi rientrano il pieno coinvolgimento del partenariato (in
2
coerenza con il codice europeo
Strategia Europa 2020
COM(2010) 2020 def.
3 marzo 2010
Proposta reg. “ombrello”
COM(2011) 615
6 ottobre 2011
Reg. (UE) n.1303/2013 sui fondi SIE
17 dicembre 2013
di condotta sul partenariato) e
la conferma della necessità di
sottoporre i programmi, nelle
diverse fasi della loro elabora-
Elementi di un quadro strategico
comune SWD(2012) 61
14 marzo 2012
Position paper
Ares (2012) 1326063
9 novembre 2012
Quadro strategico comune allegato
I del reg. (UE) n. 1303/2013
17 dicembre 2013
Proposta reg. sviluppo
rurale COM(2011) 627
12 ottobre 2011
Metodi e obiettivi per un uso efficace dei
fondi europei (documento Barca)
27 dicembre 2012
Reg. (UE) n. 1305/2013
sullo sviluppo rurale
17 dicembre 2013
Proposta informale di accordo di
partenariato
9 dicembre 2013
zione, alla valutazione ex ante
da parte di un organismo indipendente3 e alla procedura di
valutazione ambientale strategica (VAS) prevista dall’omonima direttiva europea. Altre
importanti disposizioni riguardano:
la promozione della parità
fra uomini e donne e la pre-
Documento strategico unitario (DSU) - testo per la consultazione
15 luglio 2013
“Verso il Programma di sviluppo rurale (PSR) della Regione
Piemonte 2014-2020”
16 ottobre 2013
DSU - testo per la trasmissione al
Consiglio regionale del Piemonte
DGR n. 1-6617 dell’11 novembre 2013
Bozza di analisi SWOT del PSR
Regione Piemonte 2014-2020
22 novembre 2013
Figura 3. Cronistoria dell’approvazione degli atti legislativi e programmatori riguardanti i fondi SIE (e il FEASR
in particolare) distintamente per gli atti dell’Unione europea (rappresentati in blu), dello Stato italiano (in
verde) e della Regione Piemonte (in arancione). Le frecce orizzontali (da sinistra a destra) indicano il percorso
di approvazione, dalla proposta all’atto definitivo; le frecce verticali (dall’alto in basso) indicano le relazioni di
sovraordinazione o di riferimento programmatico.
venzione di qualsiasi forma di
discriminazione fondata su sesso, razza od origine etnica, religione o convinzioni personali,
disabilità, età od orientamento
sessuale;
l’applicazione del principio
dello sviluppo sostenibile e del
principio “chi inquina paga”.
I PSR, inoltre, devono tener
conto del fatto che essi sono
Agricoltura 83
11
pienamente integrati nella Pac, di cui sono
dei bisogni che il medesimo intende soddisfare. L’analisi deve essere
chiamati a raggiungere gli obiettivi (cfr. fi-
strutturata intorno alle 6 priorità dello sviluppo rurale e alle specifi-
gura 1) e a rispettare le disposizioni “oriz-
che esigenze trasversali relative all’innovazione, all’ambiente e alla
zontali” stabilite dal regolamento (UE) n.
mitigazione/adattamento ai cambiamenti climatici. Il documento
1306/2013 sul finanziamento, sulla gestio-
preliminare di analisi del PSR della Regione Piemonte 2014-2020,
ne e sul monitoraggio della Pac (“regola-
elaborato grazie al supporto dell’Ires Piemonte e dell’Istituto per le
mento orizzontale”). Fra tali disposizioni hanno una posizione
piante da legno e l’ambiente (Ipla4), è stato inviato al partenariato
centrale le regole di condizionalità (art. 93 del regolamento
del PSR nel mese di novembre 2013. A partire da tale documen-
orizzontale), costituite dai criteri di gestione obbligatori previ-
to si sta procedendo, sempre in concertazione con il partenariato,
sti dalla legislazione dell’Unione europea e dalle norme per il
all’identificazione dei bisogni e alla definizione della strategia del
mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e
PSR. Per facilitare i lavori partenariali, nel sito Internet della Regio-
ambientali fissate a livello nazionale.
ne Piemonte è stata sviluppata una sezione dedicata al nuovo PSR
Il primo passo nella formazione del PSR riguarda l’analisi della situa-
(“Anteprima sviluppo rurale 2014-2020” all’indirizzo:
zione della zona di riferimento del programma e l’identificazione
http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/index.htm).
Priorità 2
Potenziare la redditività
delle aziende agricole e
la competitività dell’agricoltura
Priorità 3
Promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, il benessere animale
e la gestione dei rischi
Priorità 4
Preservare, ripristinare e
valorizzare gli ecosistemi
connessi all’agricoltura
e alla silvicoltura
Priorità 5
Uso efficiente delle risorse e passaggio a un’economia a basse emissioni di CO2
e resiliente al clima
Priorità 6
Inclusione sociale,
riduzione della povertà
e sviluppo economico
nelle zone rurali
Focus area 2a
Migliorare le prestazioni
economiche di tutte le
aziende agricole e incoraggiare ristrutturazione e
ammodernamento per aumentare quota di mercato,
orientamento al mercato e
diversificazione
Focus area 3a
Migliorare la competitività
dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera
agroalimentare
Focus area 4a
Salvaguardia, ripristino
e miglioramento della
biodiversità, tra l’altro nelle
zone Natura 2000, nelle
zone soggette a vincoli
naturali o ad altri vincoli
specifici e nell’agricoltura
ad alto valore naturalistico,
e dell’assetto paesaggistico
Focus area 5a
Uso più efficiente dell’acqua nell’agricoltura
Focus area 6a
Favorire la diversificazione,
la creazione e lo sviluppo
di piccole imprese e l’occupazione
Focus area 2b
Favorire l’ingresso di
agricoltori adeguatamente qualificati nel settore
agricolo e, in particolare, il
ricambio generazionale
Focus area 3b
Sostenere la prevenzione
e la gestione dei rischi
aziendali
Focus area 4b
Migliore gestione delle
risorse idriche, compresa
la gestione di fertilizzanti e
pesticidi
Focus area 5c
Approvvigionamento e
utilizzo di fonti di energia
rinnovabili, scarti ecc. ai fini
della bioeconomia
Focus area 6b
Stimolare lo sviluppo locale
nelle zone rurali
Focus area 4c
Prevenzione dell’erosione
dei suoli e migliore gestione
degli stessi
Focus area 5d
Ridurre le emissioni di gas
serra e ammoniaca
Focus area 6c
Promuovere l’accessibilità,
l’uso e la qualità delle TIC
nelle zone rurali
Focus area 5b
Uso più efficiente dell’energia nell’agricoltura e
nell’industria alimentare
Focus area 5e
Conservazione e sequestro
del carbonio
Priorità 1
Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali
Focus area 1a: Stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali
Focus area 1b: Rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e la ricerca e innovazione
Focus area 1c: Incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale
Figura 4. Schema delle priorità dell’Unione europea in materia di sviluppo rurale e della loro articolazione in focus area stabilite dall’art. 5 del regolamento (UE) n. 1305/2013.
12
Agricoltura 83
La strategia del PSR si tradurrà nella selezione di un pertinente
In conclusione, può essere utile ricordare che cosa abbia rappre-
assortimento di misure (da individuare nell’ambito delle 18 misure
sentato finora per le aziende agricole piemontesi il PSR 2007-
previste dal regolamento sullo sviluppo rurale) in relazione a cia-
2013 che sta finendo. Sulla base delle risultanze del sistema di
scuno degli ambiti tematici (denominati focus area) individuati fra
monitoraggio del PSR, a tutto il 30 novembre 2013 sono state
i 18 previsti dal regolamento (illustrati in figura 4) e alle particolari
finanziate dalle varie misure del programma circa 21 mila azien-
esigenze connesse a specifiche condizioni a livello sub-regionale.
de agricole, corrispondenti al 31% delle aziende agricole rilevate
Nella redazione del PSR si deve porre particolare attenzione ai principi
nel 2010 al 6° censimento generale dell’agricoltura. Le aziende
di concentrazione delle risorse e di complementarietà con:
agricole che nello stesso periodo sono state beneficiarie del re-
attività, politiche e priorità dell’Unione europea, in particolare con
gime di pagamento unico del 1° pilastro della Pac sono state
gli obiettivi dei fondi strutturali e del FEAMP. Fra i temi oggetto di
invece 50 mila nel complesso (con una media di circa 40 mila
approccio integrato rientrano l’innovazione (in particolare le tec-
aziende ogni anno, corrispondenti al 60% delle aziende censite
nologie per l’informazione e la comunicazione, TIC), l’energia, la
nel 2010). Riguardo all’importo degli aiuti, il pagamento unico
formazione permanente e l’internazionalizzazione;
ammonta complessivamente a circa 350 milioni di euro all’an-
misure finanziate da altri strumenti della Pac (per le quali le
no, mentre la spesa pubblica totale approvata a favore delle
scelte applicative, necessariamente a scala nazionale, dovranno
aziende agricole sul PSR 2007-2013 è pari a 485 milioni di euro.
essere compiute entro il 1° agosto 2014) o da altri strumenti nei
Quest’ultima corrisponde al 63% della spesa pubblica comples-
settori dello sviluppo rurale;
sivamente approvata sul PSR 2007-2013 dall’inizio del periodo
strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (ad es. Leader)
o di altre misure dello sviluppo rurale o di altri fondi SIE;
le misure del PSR nazionale che saranno attuate sul territorio
al 30 novembre 2013 (che ammonta a 771 milioni di euro). Occorre precisare che:
il totale di spesa pubblica a favore delle aziende agricole sopra
piemontese.
riportato non comprende le misure forestali e neppure la misura
L’elaborazione della proposta di PSR della Regione Piemonte
relativa all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agri-
2014-2020 e la successiva fase di negoziato con la Commissione
coli (misura 123) e la misura sulla cooperazione per lo sviluppo
europea impegneranno le strutture della Regione e degli altri enti
di nuovi prodotti, processi e tecnologie (misura 124);
e soggetti pubblici e privati interessati allo sviluppo rurale per buo-
i totali di spesa pubblica approvata sul PSR 2007-2013 non
na parte dell’anno 2014, nella prospettiva di poter avviare i primi
comprendono neppure i trascinamenti da precedenti periodi di
bandi del PSR 2014-2020 a partire dall’inizio del 2015. Ciò non
programmazione, che ammontano a 100 milioni di euro, quasi
significa che il 2014 sarà un anno “bianco” per il sostegno dello
tutti a favore delle aziende agricole;
sviluppo rurale. L’Unione europea, infatti, ha previsto un “piano
gli agricoltori sono i beneficiari finali anche di altre misure del
B” per consentire la prosecuzione degli interventi sovvenzionati,
PSR che finanziano direttamente soggetti diversi dalle aziende
attraverso l’adozione di regolamenti cosiddetti “di transizione”.
agricole, come ad es. la misura sulla formazione professionale e
Un primo atto era già stato approvato nel mese di aprile 2013:
l’informazione (misura 111).
il regolamento (UE) n. 335/2013 che disciplina l’assunzione negli
anni 2014 e 2015 di nuovi impegni a valere sulle risorse finanziarie dell’attuale programmazione. Un secondo atto, il regolamento
(UE) n. 1310/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013, autorizza l’assunzione di nuovi impegni nei confronti dei beneficiari relativamente alle principali misure degli assi
1 e 2 del PSR 2007-2013. Questi nuovi impegni potranno essere
assunti a valere sulla dotazione finanziaria del PSR 2014-2020,
una volta esaurite le dotazioni finanziarie delle corrispondenti
misure del PSR 2007-2013. Un ulteriore atto, infine, definirà le
regole per l’assunzione di nuovi impegni sulle misure degli assi 3 e
4 del PSR 2007-2013 a valere sulle risorse 2014-2020.
1. I principali contenuti di tale regolamento sono stati descritti nell’articolo di G. Latino (PAC
2014-2020. Al via nel 2015 gli aiuti diretti) pubblicato sul numero 81 di Agricoltura – Quaderni della Regione Piemonte (ottobre 2013).
2. La Strategia macroregionale per la Regione Alpina è un accordo siglato il 18 ottobre 2013
a Grenoble (F) fra le 46 regioni e province autonome che si trovano attorno alla catena alpina. Le regioni e le province autonome italiane aderenti sono le Regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia e le Province autonome di Bolzano e di Trento.
3. La valutazione ex ante del PSR della Regione Piemonte 2014-2020 è stata affidata al Nucleo
di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Piemonte (Nuval Piemonte).
4. Cfr. in proposito l’articolo di S. Aimone, M. Adamo, S. Cavaletto e N. Alliani (L’analisi di
contesto: un passo importante per la redazione del nuovo PSR 2014-2020) pubblicato alle
pagine 14-18 di questo numero.
Agricoltura 83
13
L’analisi di contesto,
primo passo decisivo per la redazione
del nuovo PSR 2014-2020
Stefano Aimone, Marco Adamo, Stefano Cavaletto - IRES Piemonte - progetto PROSPERA
Nicoletta Alliani - IRES Piemonte - Ipla spa
Che cos’è l’analisi di contesto
e a che cosa serve?
Il documento è di tipo propositivo ed è stato messo a disposizione
del partenariato del PSR. Infatti, come previsto dall’Unione Europea,
Nel complesso percorso di redazione del PSR 2014-2020, l’anali-
l’analisi deve essere costruita anche con i suggerimenti dei portatori
si di contesto è un passo necessario e fondamentale. Ha lo scopo
di interesse e della comunità di esperti. Dal confronto scaturirà la
di inquadrare la situazione dell’agricoltura e del territorio rurale del
versione finale che sarà inclusa nel PSR.
Piemonte, individuando punti di forza e di debolezza, mettendoli
in relazione con le minacce e le opportunità offerte dallo scenario
L’approccio adottato
generale. Questa fase di lavoro è propedeutica alla definizione dei
Oltre a tenere conto delle indicazioni normative e metodologiche
fabbisogni da affrontare con il PSR e, di conseguenza, della strategia
fornite dall’Unione Europea, il gruppo di lavoro ha adottato alcuni
d’intervento.
principi utili ad assicurare la qualità dell’analisi. Innanzi tutto quello
L’analisi è stata sviluppata per conto dell’Autorità di Gestione del PSR
di partire “dal foglio bianco”, elaborando un’analisi integralmente
da un gruppo di lavoro formato da IRES Piemonte e da IPLA spa,
nuova ed evitando la tentazione di un semplice aggiornamento di
coniugando le competenze socioeconomiche ed ambientali dei due
documenti già esistenti, per non essere condizionati dal passato. An-
Istituti. I redattori si sono avvalsi della collaborazione del CSI Piemon-
che se molti elementi hanno trovato conferma, sono infatti emersi
te, che ha messo a disposizione gran parte dei dati utilizzati, e del va-
negli ultimi anni importanti novità e cambiamenti.
lutatore indipendente (il Nuval della Regione Piemonte) che ha svolto
E’ stata adottata una visione aperta che considera l’agricoltura regio-
il ruolo di “osservatore critico”.
nale come componente di un sistema economico allargato e inserito
14
Agricoltura 83
nello scenario globale. Il settore primario è visto come “generatore”
I giovani agricoltori dispongono di competenze più elevate della
di beni pubblici fondamentali per la qualità dell’ambiente piemon-
media, ottenute sia attraverso il sistema scolastico, sia frequentan-
tese. Le aree rurali montane sono state considerate non solo come
do corsi di formazione.
territori svantaggiati ma anche come elemento propulsivo dello svi-
Dal punto di vista strutturale, il processo di concentrazione ha or-
luppo regionale.
mai formato un robusto nucleo di aziende agricole medio-grandi,
I temi affrontati fanno riferimento alle priorità dello sviluppo rurale
soprattutto nei comparti zootecnici e nel settore risicolo. Molte
individuate dall’UE per la programmazione 2014-2020. Tali priorità
aziende grandi sono guidate da giovani. L’incidenza di aziende che
si riferiscono all’innovazione, alla competitività dell’agricoltura e al
praticano la diversificazione è piuttosto elevata (10,2%) e superiore
ricambio generazionale, all’organizzazione delle filiere e la gestione
alla media nazionale.
dei rischi, alla biodiversità, all’energia, all’uso efficiente delle risorse
Per quanto concerne l’organizzazione ed il rapporto con il mercato,
naturali e il cambiamento climatico e, infine, all’inclusione sociale e
si evidenzia la diffusione dell’associazionismo e della cooperazione
allo sviluppo delle aree rurali.
nel settore lattiero caseario, corilicolo, frutticolo, cerealicolo e vitivini-
L’analisi si è basata sia sugli indicatori obbligatori proposti dall’UE, sia
colo; in quest’ultimo comparto esiste anche un’esperienza consolida-
su indicatori specifici scelti dai redattori. Molti argomenti sono stati
ta di relazioni interprofessionali.
trattati anche sulla base di informazioni di tipo qualitativo. Le fonti
Le esportazioni agroalimentari piemontesi sono in crescita (anche
utilizzate sono molteplici:
fuori dell’UE) mentre è buona l’incidenza delle produzioni di qualità
• Sistema statistico nazionale ed Eurostat;
• Sistema informativo decisionale per l’agricoltura della Regione
Piemonte;
• Osservatorio Rurale IRES (elaborazioni, interviste, seminari);
• IPLA spa (dati e informazioni ottenuti dal monitoraggio ambientale PSR e competenze forestali):
• Nuval della Regione Piemonte (contributo della valutazione);
• Rete Rurale Nazionale (indicazioni metodologiche e studi);
• Ricerche e rapporti curati da INEA, ISMEA, ICE, CERIS-CNR, ARPA
Piemonte e altri soggetti.
La redazione del documento è stata preceduta da numerosi incontri
tematici con le strutture regionali, oltre che da interviste e incontri
informali con esperti e testimoni privilegiati. Si è anche tenuto conto
di quanto già scritto nel DSU 2014-2020, il documento strategico
unitario recentemente presentato dalla Regione Piemonte per il nuovo ciclo di programmazione europea.
Tra gli elementi considerati, infine, un ruolo importante spetta alle
evidenze provenienti dall’attività di monitoraggio e valutazione dei
PSR 2000-2006 e 2007-2013; è anche stata prestata attenzione ai
possibili ambiti di integrazione tra PSR e i programmi operativi degli
altri Fondi europei (FESR e FSE).
I punti di forza
I punti di forza emersi dall’analisi sono numerosi. Nell’ambito
dell’innovazione e della costruzione delle competenze, il sistema
agricolo regionale può vantare una rete capillare dei servizi di formazione, informazione e consulenza, gestita prevalentemente dalle organizzazioni professionali e dalle associazioni dei produttori.
Agricoltura 83
15
in alcuni comparti strategici, primo fra tutti il
derare positivamente l’accessibilità ad internet a banda larga anche
vino. Un fenomeno di grande interesse è il fa-
nelle aree rurali periferiche, pur con alcune criticità ancora presenti.
vorevole andamento della cosiddetta “economia del gusto”, accompagnata da interessanti
I punti di debolezza
esperienze di innovazione anche nell’ambito
La ricerca dei punti di debolezza dell’agricoltura piemontese ha fat-
della comunicazione e della distribuzione le-
to emergere, in tema di innovazione, un certo disallineamento tra
gate all’agroalimentare locale di qualità.
i fabbisogni di formazione e consulenza espressi dagli agricoltori e
Il tema della sostenibilità consente di evidenziare gli effetti positivi
l’offerta predisposta dal sistema dei servizi di sviluppo, che necessita
delle misure agroambientali: la concentrazione di agrofarmaci e di
pertanto di una rimodulazione.
metalli pesanti nelle acque è ormai contenuta sotto i livelli di rischio. I
Nonostante il ricambio generazionale in corso, la base imprenditoria-
consumi di agrofarmaci sono in costante diminuzione, grazie all’am-
le è ancora anziana nel suo complesso, con particolare rilievo per le
pia e consolidata diffusione della difesa integrata in molti settori.
piccole aziende ed alcuni comparti, ad esempio il settore cerealico-
Anche le misure contro l’erosione del suolo si sono rivelate efficaci.
lo. Il livello medio di istruzione e formazione specifica dei conduttori
Il Piemonte dispone di una vasta estensione di aree protette e siti
agricoli di età più elevata è piuttosto modesto.
Natura 2000, con alta copertura di habitat e specie tutelate. Oltre un
Nonostante i progressi compiuti, il sistema agroalimentare del Pie-
terzo della superficie territoriale è coperta da foreste che, insieme ai
monte mostra ancora un’elevata frammentazione sia per la parte
prati e ai pascoli, trattengono un elevato stock di carbonio, con un
agricola che per quella industriale; l’assetto è particolarmente squili-
alto potenziale di incremento migliorando le modalità di gestione.
brato rispetto alla forte concentrazione della grande distribuzione. La
Nelle aree rurali si è consolidata una positiva esperienza pluri-decen-
criticità della frammentazione è spesso sottolineata anche da un’in-
nale nell’ambito dello sviluppo locale guidato “dal basso”, in parti-
tegrazione di filiera carente o, quando presente, non idonea a valo-
colare grazie alla diffusione del metodo Leader nelle aree montane e
rizzare la componente agricola (come accade ad esempio nei settori
in parte di quelle collinari. La Regione Piemonte, inoltre, ha mostrato
suinicolo e avicolo). Nonostante la presenza dell’associazionismo, in
una buona capacità di trovare soluzioni specifiche per i servizi essen-
vari settori si riscontra scarsa capacità di aggregazione dell’offerta e
ziali in aree montane, ad esempio per le scuole. Si può inoltre consi-
poca diffusione di accordi interprofessionali.
16
Agricoltura 83
L’incidenza degli aiuti del “primo pilastro” della PAC sul reddito delle
saggio, filiera corta). Un importante spunto per il futuro può avvenire
aziende zootecniche bovine, risicole e cerealicole è molto elevata,
dal riconoscimento UNESCO per i territori viticoli, anche in un’ottica
causando una forte esposizione di questi importanti comparti agli
di valorizzazione integrata di tali aree in sinergia con l’azione di altri
esiti della riforma in atto. Gli stessi settori sono quelli maggiormente
Fondi europei, ad esempio il FESR.
esposti alla crescente volatilità del mercato delle materie prime e dei
In campo ambientale, si sottolinea la crescente attenzione, anche at-
principali fattori di produzione.
traverso incentivi pubblici, nei confronti delle fonti energetiche rinno-
Sul fonte della sostenibilità, l’uso dell’acqua è poco efficiente: la rete
vabili e del risparmio energetico, sia in relazione agli aspetti climatici
irrigua è molto frammentata (ad eccezione dell’area risicola) e sono
sia per quanto concerne la riduzione dei costi e il contenimento della
prevalenti i metodi di irrigazione a bassa efficienza. In alcune aree,
dipendenza dall’estero.
inoltre, è eccessiva la dipendenza dell’approvvigionamento idrico da
In termini territoriali, si colgono positivamente i segnali di ripresa de-
pozzi. Per quanto concerne la qualità delle acque, la concentrazione
mografica delle aree rurali e il cosiddetto fenomeno del neoruralismo
di azoto e fosforo non è in riduzione, nonostante la delimitazione
(l’arrivo di nuovi residenti sia da aree nazionali che dall’estero), con
delle zone vulnerabili, anche per la difficoltà nell’individuare su vasta
conseguente domanda di innovazione sociale, anche attraverso un
scala alternative produttive in grado di abbattere tali valori. Anche le
nuovo ruolo dell’azienda agricola, in termini di servizi essenziali. La
emissioni di gas serra sono difficili da ridurre, poiché il loro livello è
domanda di servizi legati ai fabbisogni delle persone e delle famiglie
fisiologicamente elevato in ragione della notevole estensione delle
è anche intensa nei contesti urbani e periurbani, e si può in parte
risaie e dell’ampia diffusione della zootecnia.
soddisfare attraverso una adeguata risposta delle imprese agricole
Un’efficace azione a favore della biodiversità è ostacolata dalla man-
presenti sul territorio.
canza dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000; in loro assenza non
è possibile definire azioni rivolte all’attività agricola e forestale soste-
Le minacce
nute dal PSR.
La minaccia forse più preoccupante per il sistema agroalimentare pie-
Nelle aree montane e in parte di quelle collinari, la spirale negativa
montese (e nazionale) è data dalla crescente concorrenza di paesi sia
che si è determinata per decenni tra declino demografico, carenza di
europei che extra UE sulle produzioni di basso prezzo, non di rado
servizi e depotenziamento del sistema economico locale ha portato
attraverso meccanismi di scarsa trasparenza commerciale che dan-
nel tempo a una diffusa situazione di marginalità socioeconomica, da
neggiano il “made in Italy”. Tale problema è acuito dalla crescente
un lato, e all’abbandono delle cure del territorio, dall’altro. Sempre in
volatilità dei mercati delle materie prime, con effetti destabilizzanti
montagna, l’insufficiente e disomogenea dotazione di infrastrutture
sulle filiere e con un’influenza negativa sulla redditività agricola, so-
rurali limita le possibilità di una gestione sostenibile dei pascoli e di un
prattutto in relazione all’aumento dei costi. La crisi economica gene-
adeguato utilizzo delle ampie risorse forestali.
rale acuisce tale tendenza.
Le opportunità
Negli anni recenti, inoltre, sono emersi consistenti rischi nell’ambito
della sicurezza alimentare, anche in connessione con la crescente li-
Per quanto concerne il mercato e il tema della competitività, la cre-
beralizzazione degli scambi, l’ampliamento dei bacini commerciali e
scente segmentazione della domanda agroalimentare, sia a livello
le debolezze dei sistemi di controllo in molti paesi. Gli shock sanitari
nazionale che sui mercati esteri, offre importanti opportunità per le
possono causare, oltre che problemi alla salute pubblica, anche in-
aziende agroalimentari piemontesi. La segmentazione può avvenire
genti danni commerciali ai produttori locali.
in termini di specifiche caratteristiche merceologiche della materia
Un altro aspetto critico legato alla competitività è stato identificato
prima, di qualità organolettica e nutrizionale, di sicurezza alimentare,
nella possibile dispersione del potenziale di innovazione creato dal
di contenuti legati agli aspetti ambientali ed etici. Questa tendenza
sistema della ricerca, a causa di meccanismi di trasferimento non
si rafforza con l’opportunità di una maggiore internazionalizzazione,
completamente adeguati e di problematiche riscontrate nell’ambito
suggerita dall’andamento positivo delle esportazioni agroalimentari.
dei servizi di sviluppo.
Un’altra consistente opportunità è costituita dalla crescita del turi-
Non devono essere sottovalutati i rischi legati al cambiamento clima-
smo rurale, in particolare quello enogastronomico, e dai meccanismi
tico, soprattutto in termini di minore disponibilità idrica per le colti-
che mettono in relazione i prodotti locali di qualità con altri elementi
vazioni e di maggiore frequenza di eventi meteorici particolarmente
dell’offerta territoriale (economia del gusto, patrimonio locale e pae-
intensi. Tali problematiche possono oltretutto acutizzare il rischio
Agricoltura 83
17
idrogeologico in un territorio già caratterizza-
tura più dinamica delle aziende “giovani”.
to da una particolare fragilità.
Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti anche nel-
L’espansione urbanistica, soprattutto legata
la nostra regione e richiedono risposte specifiche, in particolare per
alle attività industriali e commerciali, provo-
quanto riguarda le risorse idriche. Negli ultimi decenni, peraltro, si
ca un elevato consumo di suolo nelle aree di
sono fatti importanti progressi nell’ambito della sostenibilità in agri-
pianura e fondovalle (dove si trovano i terreni
coltura anche grazie alle misure agroambientali dei PSR. La risorse
appartenenti alle classi di fertilità migliori). La spiccata diffusione di
energetiche “verdi” sono potenzialmente molto ampie ma richiedo-
orientamenti produttivi specializzati e l’avanzamento del tessuto ur-
no azioni mirate localmente per essere praticamente sfruttate.
banizzato causano inoltre una semplificazione degli agro-ecosistemi
Dalle aree rurali montane arrivano segnali di vitalità dopo un secolo
e una perdita di paesaggio agrario tradizionale.
di declino. La moderata ripresa demografica è dovuta essenzialmen-
Nelle aree montane, una consistente minaccia è costituita dal peg-
te ai flussi migratori. Oggi, in generale, il “rurale” gode rispetto al
gioramento dei servizi essenziali a causa della riduzione della spesa
passato di una maggiore attenzione che si manifesta anche attra-
pubblica e, talora, di modelli organizzativi non più sostenibili. L’ina-
verso la crescita del turismo enogastronomico, le filiere corte, l’ap-
deguatezza dei servizi può ostacolare i segnali di rivitalizzazione re-
prezzamento per il ricco patrimonio culturale e naturale. Le criticità
centemente registrati e frenare il potenziale di sviluppo di tali territori.
tuttavia permangono e richiedono adeguata attenzione soprattutto
L’abbandono del territorio montano e di parte di quello collinare ha
in termini di servizi essenziali e formazione di adeguate competenze.
anche gravi riflessi ambientali, causando l’avanzamento disordinato
In termini metodologici, al termine del percorso di analisi si può af-
del bosco, la perdita di risorse agricole e di paesaggio agrario, incre-
fermare che non sempre gli indicatori obbligatori proposti dall’UE si
mentando i rischi naturali e il degrado. Il bosco non gestito, peraltro,
sono mostrati efficaci per definire le problematiche essenziali, soprat-
non è un efficiente “carbon sink” (la riserva di anidride carbonica
tutto in termini di minacce ed opportunità. Alcuni di questi, inoltre,
assorbita e immagazzinata dal terreno e dagli oceani con la normale
presentano una definizione ancora non completamente chiara. Infi-
attività connessa sia alla fotosintesi che ad attività di altro tipo).
ne, gli orientamenti nazionali ancora in parte da definire al momento
Considerazioni finali
della redazione di questo articolo, potrebbero condizionare la messa
a punto dell’analisi, ad esempio attraverso una possibile nuova deli-
Dai diversi capitoli dell’analisi emergono in modo ricorrente alcuni
mitazione delle tipologie territoriali, alle quali si ricorre per distingue-
elementi in grado di influire fortemente sull’evoluzione del mondo
re i fenomeni a scala locale.
rurale piemontese.
i
Innanzi tutto si può citare la globalizzazione che crea importanti opportunità legate alla maggiore apertura dei mercati e all’interesse
per il “made in Italy” ma anche pericolose minacce, tra cui l’aspra
concorrenza internazionale e la crescente volatilità dei prezzi agricoli.
Il mercato dei prodotti agroalimentari, così come quello del turismo,
è sempre più segmentato, offrendo la possibilità di valorizzare le produzioni agricole ed il territorio, a condizione però che gli operatori
agiscano in modo coordinato e in un’ottica di marketing. Sotto questo punto di vista sono evidenti i passi avanti ancora da compiere.
Peraltro, le dinamiche all’interno della catena agroalimentare e la
pressione della crisi sulle capacità di spesa dei consumatori tendono
ad erodere costantemente la quota di valore aggiunto della fase
agricola. Le pressioni della competizione e l’evoluzione demografica stanno mutando la struttura dell’agricoltura piemontese: la produzione si concentra in un numero minore di aziende di maggiori
dimensioni, puntando alle economie di scala per ridurre i costi. Il
ricambio generazionale è un elemento cruciale ed evidenzia la na-
18
Agricoltura 83
Per scaricare il documento integrale dell’analisi di contesto:
http://www.irespiemonte.it/prospera/home/sviluppo-rurale/
il-psr-del-piemonte.html
Una vendemmia di qualità
proiettata verso l’Expo 2015
Per la prima volta dopo quasi vent’anni, i dati e le analisi sull’an-
tiva, anche in chiave promozionale, in cui si è voluta collocare
damento della vendemmia 2013 sono stati presentati a Milano,
“Piemonte Anteprima Vendemmia 2013”, nel portare il nostro
al di fuori dai confini del territorio piemontese. “Piemonte An-
territorio e i nostri grandi vini all’attenzione della stampa e del
teprima Vendemmia”, il tradizionale appuntamento organizza-
pubblico nazionale e internazionale.
to da Regione Piemonte, Vignaioli Piemontesi e Piemonte Land
I saluti iniziali, non a caso, sono stati tenuti dal Direttore mar-
of Perfection, si è svolto venerdì 29 novembre presso Cascina
keting territoriale Padiglione Italia Expo 2015 Fabrizio Grillo, che
Cuccagna a Milano, un appuntamento rinnovato anche nella
ha illustrato gli obiettivi del grande evento, nel quale il Piemonte
formula, con una presentazione vivace e snella e scambi di bat-
avrà un ruolo da protagonista. La giornata milanese si era inoltre
tute a domanda e risposta condotti con ironia da Tinto (Nicola
aperta con una degustazione delle migliori vendemmie dal 2004
Prudente) di Decanter Radio2 Rai. La scelta della sede, un’antica
a oggi rivolta a giornalisti, enotecari e ristoratori, guidata dal gio-
cascina ristrutturata nel centro della città, luogo di ristorazione,
vane enologo Gianpiero Gerbi.
mercato a Km0, sede di eventi e attività legati al mondo rurale,
alla solidarietà e alla sostenibilità ambientale, ha voluto segnare
La vendemmia in Piemonte
simbolicamente un connubio tra mondo agricolo e vita metro-
Complessivamente, pur nel quadro difficile e fortemente insta-
politana. Milano sarà la città ospite dell’Expo 2015 “Nutrire il
bile dell’economia globale, il settore vitivinicolo sembra riuscire
pianeta, energia per la vita”, ed è dunque questa la prospet-
a resistere al quadro di stagnazione e recessione: il settore pri-
Agricoltura 83
19
mario diventa infatti in queste circostanze
I dati
un comparto strategico per la sopravvivenza
Su un totale di 67 mila aziende agricole piemontesi, sono 20 mila
delle popolazioni e lo sviluppo dei territori.
quelle dedite alla vitivinicoltura (45.343 gli ettari a vigneto, circa il
Come ha affermato l’Assessore regionale
7% del vigneto Italia). Di queste, 266 sono state oggetto di inse-
all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Pur
diamento negli ultimi anni da parte di giovani agricoltori.
non trascurando le difficoltà del momento,
A seguito di un’annata produttiva 2012 decisamente ridotta in
ritengo che gli ottimi risultati che si stanno ottenendo nell’ambi-
termini quantitativi, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendem-
to del comparto vino non siano frutto del caso: in primo luogo
mia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli maggior-
vanno ricordate le aziende vitivinicole sul territorio, le quali co-
mente vicini alla media degli ultimi anni: se l’Italia passa dai 41,07
niugano al duro e faticoso lavoro in vigna, una professionalità
milioni di ettolitri del 2012 ai 47,4 milioni di ettolitri stimati del
di alto livello indispensabile per risultare competitivi sul mercato,
2013 - con una crescita del 15% - il Piemonte, seppur con valori
in particolare quello estero. In seguito non va trascurata l’attività
meno incisivi, registra un incremento non trascurabile mediante
sinergica operata su più livelli da enti e organismi differenti. La
una produzione stimata 2013 di 3.658.640 quintali di uva da cui
Regione Piemonte, e in particolare l’Assessorato Agricoltura, ha
sono derivati 2.579.534 ettolitri di vini (+ 9% sul 2012), che rap-
proseguito nel sostegno al settore mediante il programma finan-
presenta il 5,5% della produzione nazionale.
ziato dall’OCM vino che ha previsto un intervento superiore ai 20
Suddividendo la produzione per Province, troviamo in ordine de-
milioni di euro sulle misure Promozione sui mercati dei Paesi terzi,
crescente: Asti con 906.000 ettolitri, Cuneo con 847.000 ettoli-
Investimenti, Ristrutturazione e riconversione vigneti. Sempre nel
tri, Alessandria con 697.000 ettolitri, Torino con 72.000 ettolitri,
solco dell’OCM vino, per il 2014, sono previste nuovamente risor-
Novara con 28.000, Biella con 21.000 ettolitri, Vercelli con 7.000,
se per circa 20 milioni di euro.
VCO con quasi 2.000 ettolitri.
L’Assessorato, inoltre, ha supportato il settore mediante la misu-
Contraddistinta da una peculiare stagione climatica, la vendem-
ra 133 - promozione - del PSR 2007-2013. I buoni risultati non
mia 2013 non ha risentito dal punto di vista qualitativo, tanto
devono distoglierci dagli impegni che ci aspettano per il futuro: a
da meritarsi le 4 stelle per tutte le varietà con alcune punte di
cominciare dall’Expo 2015 e ancor più nella predisposizione del
eccellenza. L’aspetto qualitativo dei vini piemontesi rappresenta
nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, una sfida dal-
l’elemento più significativo che consente un’importante azione
la quale dipende buona parte del futuro non solo del comparto
di mercato in termini di esportazione: nel 2012 l’export agroa-
vino, ma dell’intera agricoltura piemontese”.
limentare dell’Italia ha raggiunto i 25 miliardi di euro (+ 8% sul
A giugno 2014, inoltre, un altro momento importante e molto atteso
2011, di cui 4,7 miliardi di euro è la quota vino). I dati del primo
per la vitivinicoltura piemontese: arriverà il verdetto – che si spera positi-
semestre 2013 dell’export agroalimentare italiano registra un an-
vo – della Commissione Unesco sulla candidatura dei paesaggi vitivinicoli
damento quasi uguale allo stesso periodo 2012, mentre risulta un
di Langhe Roero e Monferrato a Patrimonio mondiale dell’Umanità.
incremento del vino (+8,4%). Il Piemonte è parte importante di
tale export: nel 2012 ha contribuito con una quota di 4,3 miliardi
di euro, di cui 1,39 miliardi è la quota bevande, in gran parte
composta da vini e distillati. Sempre per quanto concerne la nostra Regione i dati del primo semestre 2013, rispetto allo stesso
periodo 2012, registrano un aumento in valore del 7% dell’export
agroalimentare e un +10% sul vino.
Possiamo così rimarcare che in Piemonte l’export agroalimentare
(composto per un terzo dal vino) conferma il trend positivo ininterrotto negli anni, con un valore che rappresenta circa il 10% dell’export totale piemontese (al terzo posto dopo macchine e apparecchiature e mezzi di trasporto). Varca i confini italiani il 60% del vino
prodotto in Piemonte e in particolare: 58 milioni di bottiglie di Asti
(85% della produzione), 20 di Moscato d’Asti (78% della produ-
20
Agricoltura 83
zione), 8 milioni di bottiglie di Barolo (65% della produzione), 2,5
del sostegno per la produzione integrata.
milioni bottiglie di Barbaresco (55% della produzione), 10 milioni
Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi: “Siamo a Mila-
di bottiglie di Barbera d’Asti (40% della produzione), 8 milioni di
no, cuore pulsante dell’economia italiana, della moda, del design,
bottiglie di Gavi (70% della produzione), 1,5 milioni di bottiglie di
della cultura. Da qui voglio far partire la mia proposta di creare una
Brachetto d’Acqui (30% della produzione). I principali paesi impor-
Nazionale Azzurra del Made in Italy. Noi Piemontesi ci candidiamo
tatori, in ordine decrescente, sono: Germania, Gran Bretagna, USA,
ad essere uno degli undici. E’ ormai una necessità, un imperati-
Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.
vo, per affrontare i nuovi mercati ed essere incisivi e vincenti, fare
Oltre all’intervento dell’OCM Vino – già citato – pari a circa 23
squadra, fare sistema e presentarsi in modo organizzato superando
milioni di euro per il 2013 sulle diverse misure, il Programma di
i campanilismi e gli individualismi. Il mondo della cooperazione ha
sviluppo rurale 2007-2013 ha inciso in modo significativo: le im-
appena creato una sinergia su una nuova linea di vini imbottigliati
prese vitivinicole sono beneficiarie di circa il 20% degli aiuti agli
pensati per i mercati esteri che verranno commercializzati con il
investimenti, del 17% degli aiuti all’agroindustria, e di circa il 42%
marchio “Nuovi Mondi”. Questa è una scelta coraggiosa. Sul fronte
Il premio Piemonte Anteprima Vedemmia, consegnato dall’Assessore Sacchetto (a destra) e dal Presidente Porzio a Enrico Remmert e Luca Ragagnin
Un momento della degustazione dedicata a giornalisti e operatori della
ristorazione
UVA DA VINO - SUPERFICIE E PRODUZIONI 2013 E CONFRONTI CON L’ANNO PRECEDENTE
Superficie degli impianti - ha
Provincia
Totale
Non in
produzione
In produzione
Produzione di uva - q.Li
Variazione
superficie
totale su
anno precedente
Resa per
ha di
superfice
in produzione
Totale
Produzione di vino
Var. Su anno
2012 q.Li
Uva
destinata alla
vinificazione
q.Li
Vino
prodotto
per q.Le
di uva
vinificata
Totale vino
prodotto hl
Var. Su
anno 2012
hl
Var. Su
anno
2012
%
ALESSANDRIA
11.796
272
11.524
96
84,00
968.016
74.816
967.816
72,00
696.828
328
0,0
ASTI
15.460
240
15.220
-115
85,00
1.293.700
153.325
1.293.700
70,00
905.590
107.328
13,4
BIELLA
299
10
289
7
98,30
28.409
10.749
28.409
75,00
21.307
8.062
60,9
CUNEO
15.700
600
15.100
-30
80,13
1.210.000
140.000
1.210.000
69,97
846.600
97.600
13,0
NOVARA
TORINO
VERBANO C.O.
VERCELLI
610
20
590
-19
68,00
40.120
3.520
40.120
70,00
28.084
2.464
9,6
1.231
21
1.210
-110
85,00
102.850
-2.118
102.850
70,00
71.995
-1.481
-2,0
45
4
41
0
70,00
2.870
0
2.870
65,02
1.866
0
0,0
202
7
195
-13
65,00
12.675
15
11.175
65,00
7.264
-315
-4,2
PIEMONTE 13
45.343
1.174
44.169
-184
82,83
3.658.640
380.307
3.656.940
70,54
2.579.534
213.986
9,0
PIEMONTE 12
45.527
1.163
44.364
-1.515
73,90
3.278.333
-395.616
3.277.133
72,18
2.365.548
-317.153
-11,8
-0,4
0,9
-0,4
===
12,1
11,6
===
11,6
===
9,0
===
===
VARIAZIONI %
Dati Regione Piemonte - Elaborazione stime Settori e Servizi Provinciali Agricoltura a cura del Settore Programmazione, Attuazione e Coordinamento Sviluppo Rurale - DATI PROVVISORI
Con la collaborazione di Assoenologi, Vignaioli Piemontesi, Consorzio Tutela Asti Spumante, Federazione Reg.le Coltivatori Diretti, Confagricoltura Piemonte, Unione Italiana Vini, ISMEA
Agricoltura 83
21
promozione, lo abbiamo già fatto con Pie-
valore strategico. Essenziale è prendere coscienza che a dettare le
monte Land of Perfection, ora ci vuole una
norme per le denominazioni in etichetta deve essere il marketing
sinergia a livello nazionale”.
(dato che il vino si produce per essere venduto) e non i cultori e
Andrea Ferrero, presidente di Piemonte
gli appassionati di ogni singolo vitigno. Di conseguenza bisogna
Land of Perfection: “Piemonte Land of Per-
distinguere tra vini-terroir o vini da collezione per amatori, e vini-
fection nasce per armonizzare le strategie
premium, capaci di fare business all’estero”.
di promozione dei principali Consorzi di tutela del vino e le più
Nell’ambito di Piemonte Anteprima Vendemmia è stato assegna-
grandi Associazioni di produttori. La novità è che per la prima vol-
to l’annuale premio in una duplice versione: il primo - rivolto alla
ta la squadra Piemonte si muove unita. E l’idea di fare squadra e
memoria - è stato dedicato a Beppe Fenoglio (si veda articolo nel-
presentarsi uniti sotto la bandiera Piemonte convince e funziona.
le pagine seguenti), nel 50° anniversario della morte, il secondo,
I tempi sono cambiati: le aziende hanno capito che non si può
improntato al futuro, è stato assegnato a Enrico Remmert e Luca
più andare per il mondo a vendere e fare promozione in ordine
Ragagnin, scrittori della nuova generazione, cantori delle terre
sparso, ma occorre riunire le forze della viticoltura piemontese
piemontesi del vino.
per fare fronte comune sui mercati internazionali. Se vogliamo
confrontarci sul mercato globale con i grandi del vino dobbiamo
promuovere non solo il prodotto, ma tutto il territorio. Noi conti-
I voti alla vendemmia dalla relazione Vignaioli Piemontesi
nuiamo a crederci anche quest’anno, convinti che sia la giusta via
Vitigni
Voto alla vendemmia
(giudizio complessivo sull’uva)*
per il futuro del Piemonte”.
Arneis
4 stelle
Andrea Desana, coordinatore del Comitato per la celebrazione
Barbera
3 stelle
Brachetto
3 stelle
Cortese
3 stelle
sottodenominazioni e menzioni di legge superano le cento dici-
Dolcetto
4 stelle
ture previste in etichetta. La nostra proposta porta a una grande
Erbaluce
3 stelle
semplificazione, basata su una ventina di denominazioni e so-
Favorita
4 stelle
Freisa
4 stelle
Grignolino
3 stelle
Moscato bianco
3 stelle
Nebbiolo Langhe Roero
4 stelle
Nebbiolo Alto Piemonte
4 stelle
Pelaverga
4 stelle
Ruchè
3 stelle
Timorasso
3 stelle
Vespolina
3 stelle
Cabernet Sauvignon
4 stelle
Chardonnay
4 stelle
Merlot
3 stelle
Pinot noir
3 stelle
Sauvignon blanc
3 stelle
del 50° anniversario della prima legge sulle denominazioni d’origine: “E’ sempre più urgente una riforma del sistema delle denominazioni, perché oggi le doc e docg del Piemonte, comprese le
prattutto dando finalmente sviluppo alla doc Piemonte, di elevato
La degustazione guidata dall’enologo Gianpiero Gerbi
22
Agricoltura 83
*4 stelle corrisponde a “ottimo”, 3 stelle a “Buono”
Ricordando Beppe Fenoglio
Premio alla memoria ad Anteprima Vendemmia
Salvatore Vullo - Settore Programmazione e valorizzazione del sistema agroalimentare
Beppe Fenoglio, nato ad Alba nel 1922, morto a Torino nel
vergati a mano, sparsi e spersi (in buona parte vergati a mano
1963, è stato un grande scrittore del primo dopoguerra. Il
sul retro dei fogli di contabilità della macelleria del padre, o
2013 è stato l’anno delle celebrazioni per la ricorrenza del 50°
della carta intestata dell’azienda vinicola in cui lavorava): “Un
della morte, promosse dal Centro studi Beppe Fenoglio.
giorno di fuoco” (1963), “Una questione privata” (1965), “Il
Tra i tanti meriti, Fenoglio ha portato le Langhe e il mondo
partigiano Johnny” (1968), “La paga del sabato” (1969).
contadino nella grande letteratura: anche per questo, nella ri-
Con Cesare Pavese, Fenoglio è lo scrittore che porta le Lan-
correnza del 50° anniversario, come Assessorato all’Agricoltura
ghe nella grande letteratura; anche per questo le Langhe, oltre
della Regione Piemonte, con l’assessore Claudio Sacchetto, lo
che un suggestivo territorio del Piemonte, diventano un luogo
abbiamo ricordato e abbiamo parlato di questo rapporto tra
mitico, un “luogo dell’anima”. Della terra di Piemonte, la Lan-
Fenoglio e il mondo contadino piemontese in alcuni importanti
ga rappresenta il luogo arcaico, remoto, cuore e simbolo. Una
incontri che si sono svolti in occasione dell’ultimo Salone del
sorta di scrigno che ne raccoglie la storia, i valori, l’identità, le
Gusto di Torino, al Vinitaly di Verona nell’aprile scorso, nella
tradizioni più autentiche. Espressione di quel mondo contadi-
edizione 2013 di Cheese a Bra, e il 29 novembre a Milano, du-
no e rurale su cui affondano le nostre radici, luoghi simbolo
rante la manifestazione Piemonte Anteprima Vendemmia 2013
delle fatiche e miserie di un non tanto lontano passato. Ma le
con l’assegnazione dell’omonimo premio “alla memoria”, de-
Langhe, con la sua razza di “Langhetti”, sono anche il simbolo
dicato a Beppe Fenoglio e consegnato alla figlia Margherita.
dell’umanesimo e del rinascimento piemontese, grazie proprio
E lo ricordiamo ancora con questo articolo che traccia una bre-
agli uomini e donne di Langa, alla loro caparbietà, senso del
ve nota bio-bibliografica di Beppe Fenoglio e che cita alcuni
sacrificio, laboriosità, voglia di affrancarsi, di riscatto, che sono
passaggi e frasi emblematiche del rapporto tra Fenoglio e il
gli elementi caratteristici e peculiari del Piemonte.
mondo contadino.
Beppe Fenoglio è un grandioso simbolo di questo rapporto con
Le sue opere significative sono: “I ventitrè giorni della città di
la Langa, la terra che ispira tutte le sue opere, che ne fa da sce-
Alba”, pubblicato nel 1952, “La malora”, pubblicato nel 1954,
nario, che ne rende protagonisti i suoi abitanti. Un rapporto,
“Primavera di bellezza”, pubblicato nel 1959. Le altre sue ope-
quello tra Fenoglio e le Langhe, che è durato per tutta la sua
re sono uscite postume, ricavate dai tanti suoi scritti e appunti
breve vita. Fenoglio infatti non si è mai allontanato da quella
Agricoltura 83
23
terra, se non per il servizio militare. Alba
saputo poi che a Murazzano lo pagavano qualcosa meglio, si
divenne il suo luogo di vita e di lavoro.
faceva due colline per andarlo a vendere lassù …”
Anche da scrittore affermato furono rari,
Ma anche a casa di Tobia non era molto meglio: “… Da Tobia
sempre brevi e fugaci, i suoi spostamenti.
si mangiava di regola come a casa mia nelle giornate più nere.
Anche per il suo carattere schivo, chiuso
A mezzogiorno come a cena passavano quasi sempre polen-
e taciturno, rifuggiva dalle grandi città e
ta, da insaporire strofinandola a turno contro un’acciuga che
dagli avvenimenti mondani.
pendeva per un filo dalla travata; l’acciuga non aveva già più
Le Langhe dunque protagoniste dei suoi racconti. Le Langhe
nessuna figura d’acciuga e noi andavamo avanti a strofinare
crudeli e insanguinate della guerra partigiana, raccontate dalla
ancora qualche giorno …”
sua esperienza diretta di partigiano, ne “I ventitrè giorni della
Tobia confida al figlio il suo sogno: “…Una dozzina di giornate,
città di Alba”, e ne “Il Partigiano Johnny”. Le Langhe aspre e
tutte a solatio, da tenere mezze a grano e mezze a viti. Con
selvagge con gli uomini, le donne, i fatti e le miserie del mondo
una riva da legna e anche un pratolino da mantenerci due pe-
contadino e rurale, raccontate in modo sublime in quel capo-
core e una mula.
lavoro che è “La malora”. Del resto, Davide Lajolo, un altro
- E dove sarebbe questa terra?-
grande scrittore piemontese, diceva che “ …Nella letteratura,
- Mica qui, mica in questa Langa porca che ti piglia la pelle a
con Pavese e Fenoglio, si raggiunge il massimo del vissuto e
montarla, prima che a lavorarla…”
della rappresentazione del mondo contadino …”
Agostino al fratello che studia in seminario: “ … Gli dissi: si
Possiamo anche rilevare che il dialetto e la parlata contadi-
vede che non sei più di campagna. All’epoca che tu sei a casa
na delle Langhe, con le loro frasi e battute lapidarie, scarne,
in vacanza io lassù ho il grano e poi le uve …”
illuminanti, sono parte importante nella costruzione del lin-
Ancora Agostino: “ … Una sera spogliavamo la meliga e sull’a-
guaggio letterario di Fenoglio e ancor più nella originalità di
ia del Pavaglione ci sarà stata mezza la gioventù di lì intorno:
quel linguaggio.
Tobia comanda a Fede di fare il giro di chi ha sete, lei a tutti
Altro grande merito di Fenoglio è quello di aver dato voce e
passa acqua e aceto e a me dà del vino …”
rappresentazione alle donne di quel mondo contadino, come
“ … Ho fatto quel ritorno come la cosa più bella della mia
vediamo magistralmente ne “La malora” con la mamma di
vita. Era la mia vera festa, e ad Arguello mi fermai all’osteria,
Agostino e con la moglie del mezzadro Tobia Rabino. Quelle
comandai una bottiglia di Moscato e me la bevetti tutta per
donne che costituiscono “l’anello forte”, come le aveva defi-
festeggiarmi …”
nite Nuto Revelli, architrave su cui si reggeva la famiglia; sulle
Marisa Fenoglio, in una recente intervista a proposito del fra-
donne gravavano compiti e lavori nell’azienda agricola, come
tello, diceva che “…Beppe Fenoglio è il compagno insostitui-
allevare le pecore, mungerle, fare le tome (l’attuale Murazza-
bile di ogni camminata di Langa; l’occhio con cui guardiamo i
no) e andarle a vendere, oltre che fare la moglie, allevare i
suoi paesaggi; l’interprete delle nostre sensazioni, l’ispiratore
figli, curare i rapporti spesso crudi e conflittuali tra padri e figli,
dei nostri pensieri …”
assicurare alla famiglia un minimo di decoro, civiltà, religiosità.
E le Langhe sono i luoghi emblematici dei grandi vini piemon-
“La malora” è la storia del giovane Agostino Braida, prota-
tesi: Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Nebbiolo, Barbera, Moscato,
gonista, io narrante del romanzo, che per le gravi condizioni
ecc. Vini e realtà vitivinicole di grandi qualità intrinseche, con
economiche della sua famiglia va a fare il servitore presso il
paesaggi agrari e rurali straordinari, ma esaltati e resi mitici
Pavaglione, la cascina del mezzadro Tobia Rabino. Ecco alcuni
dal loro profondo legame con queste terre, dove i numerosi
passi emblematici.
turisti del vino, italiani e ancor più stranieri, arrivano anche per
Agostino racconta le miserie di casa sua: “… Ma a mezzogiorno
scoprire il fascino e le suggestioni letterarie di questi luoghi
e a cena ci trovavamo davanti sempre più poca polenta e quasi
descritti mirabilmente da Fenoglio, da Pavese e altri scrittori
più niente Robiola … Nostra madre raddoppiò la sua lavorazione
come Davide Lajolo e Mario Soldati.
di formaggio fermentato, ma non ne lasciava toccare neanche le
Sono questi gli alti valori aggiunti di questi territori che, non a
briciole … E quando seppe che a Niella ne pagavano l’arbarella
caso, sono anche candidati al riconoscimento UNESCO come
un soldo di più che al nostro paese, andò a venderlo a Niella, e
patrimonio dell’umanità.
24
Agricoltura 83
Monitoraggio dei metalli pesanti
nelle aziende zootecniche piemontesi
Ricerca Finanziata dalla Regione Piemonte
Simona Avagnina , Giancarlo Bourlot - Regione Piemonte - Settore Fitosanitario
Irene Goia, Stefano Gaudino, Carlo Grignani, Dario Sacco - Università di Torino - DISAFA
Nell’ambito del progetto di ricerca “M.I.T.A.Net - rete di Monitorag-
interesse dello studio è legato alla Direttiva Nitrati, che tra gli altri ha
gio Intensivo sulle Tecniche Agronomiche e sui Terreni Agrari”, dove,
lo scopo di impedire che nei suoli agricoli interessati dall’utilizzazione
tra gli altri obiettivi, si intende fornire alla Regione Piemonte criteri di
agronomica degli effluenti zootecnici si verifichi un accumulo ecces-
monitoraggio sul tema della corretta gestione del sistema aziendale,
sivo di rame e zinco (Regione Piemonte, 2010).
si è focalizzata l’attenzione sulla concentrazione di metalli pesanti nel
suolo, in particolare rame e zinco che, a seconda della loro concen-
Metodologia
trazione, possono determinare una potenziale tossicità per le piante
Per ogni azienda sono stati prelevati quattro campioni di suolo di cui tre
e per i consumatori.
provenienti da terreno fertilizzato con liquame zootecnico ed uno pro-
Sfruttando le conoscenze già acquisite in aziende zootecniche note,
veniente da un appezzamento non concimato con liquame zootecnico
si è cercato di individuare una relazione tra le diverse tecniche coltu-
(testimone). Per ogni campione sono stati prelevati ed accuratamente
rali e di gestione aziendale degli effluenti zootecnici e la concentra-
miscelati da tre a cinque sottocampioni di suolo. Tutti i sottocampioni
zione di rame e zinco nel suolo.
sono stati raccolti a due profondità: nello strato 0-30 cm e nel secondo
L’origine dei metalli pesanti che alterano la qualità dell’ambiente in-
strato 30-60 cm. Tutti gli appezzamenti campionati sono stati georefe-
fatti è riconducibile a fonti sia naturali, quali il substrato pedogeneti-
renziati attraverso rilievo GPS. In Tabella 1 vengono indicati gli apporti di
co, sia antropiche, quali le attività industriali, civili e agricole.
effluenti zootecnici medi per anno dei singoli appezzamenti.
In agricoltura, la loro concentrazione nel suolo è per lo più funzione
Il liquame zootecnico è stato prelevato direttamente dalla vasca di
dell’uso di sostanze contenenti metalli pesanti utilizzate per la difesa
stoccaggio dopo un accurato trattamento di omogeneizzazione
antiparassitaria e per la fertilizzazione, soprattutto con reflui zootec-
ricorrendo all’uso di pompe o miscelatori meccanici. I campioni di
nici. In particolare l’elevato contenuto di rame e zinco nelle deiezioni
suolo sono stati analizzati presso i laboratori dell’ARPA Piemonte
zootecniche è dovuto all’utilizzo di integratori e additivi alimentari
per quanto riguarda il contenuto di rame e zinco totali, e presso il
che contengono questi elementi.
Laboratorio Agrochimico della Regione Piemonte (LAR) per quan-
Il lavoro è stato impostato su otto aziende zootecniche piemontesi,
to riguarda i seguenti parametri: pH, C organico, Ca scambiabile,
sette suinicole e una di bovine da latte, situate in aree di pianura
K scambiabile, N totale e P assimilabile.
caratterizzate da maiscoltura intensiva e da una elevata attività zoo-
I campioni di liquame sono stati analizzati presso il LAR. Sono sta-
tecnica. La volontà di effettuare tale approfondimento è dettata da-
te effettuate le analisi standard relative alla concentrazione di NPK
gli elevati apporti di liquame che caratterizzano le aree specializzate
totali (%) e contenuto di Cu e Zn totali (ppm). Tutti i dati sono
nell’allevamento suinicolo e di vacche da latte. Un ulteriore motivo di
espressi sul tal quale.
Agricoltura 83
25
Moltiplicando l’apporto annuo di liquame (t ha-1)
A tale scopo è stata calcolata la massa di suolo adottando parametri
per la concentrazione dei due metalli oggetto
medi dell’area di indagine (profondità di lavorazione 0,30 m e den-
dello studio Cu e Zn (espressi in ppm), ottenia-
sità 1,3 t m-3) e moltiplicata per le concentrazioni medie di rame e
mo l’apporto al suolo annuo dei due metalli
zinco ottenendo così il contenuto dei due metalli espresso in kg ha-1.
(espresso in kg ha-1 anno-1) come da Tabella 2.
Allo scopo di analizzare l’impatto degli apporti di liquame e confron-
Al fine di individuare l’incremento annuale del
tare gli appezzamenti fertilizzati con quelli testimone sono stati scelti
contenuto dei metalli nel suolo imputabile alle fertilizzazioni organi-
otto indicatori derivanti dall’analisi dei suoli. Tali indicatori sono: pH,
che è stato inoltre calcolato il contenuto di rame e zinco nel suolo.
C organico, Ca scambiabile, K scambiabile, N totale, P assimilabile e
Cu e Zn totali.
Tabella 1. Quantitativi medi annuali di effluenti apportati nelle singole
aziende
Quantitativo medio di effluente apportato (t ha-1 anno-1)
Azienda
bovini latte
suini 01
suini 02
suini 03
suini 04
suini 05
suini 06
suini 07
Risultati
La media degli apporti di liquame delle otto aziende è pari a 99 t ha-1
anno-1; escludendo l’azienda di bovine da latte la media sale a 109
Appezzamento Liquame
Letame
t ha-1 anno-1. Il quantitativo medio di rame apportato annualmente
testimone
0
5
nelle otto aziende è stato pari a 1,08 kg ha-1, con un massimo di 1,84
fertilizzato
29
5
kg ha-1 nell’azienda suinicola numero 1 ed un minimo di 0,2 kg ha-1
testimone
0
0
nell’azienda bovini da latte. Il quantitativo medio di zinco apportato
fertilizzato
81
0
annualmente è stato pari a 5,36 kg ha-1, con un massimo di 8,76 kg
testimone
0
0
ha-1 nell’azienda suinicola numero 6 ed un minimo di 0,73 kg ha-1
fertilizzato
129
0
nell’azienda con bovini da latte.
testimone
0
4
Confrontando i dati relativi alle analisi del suolo degli appezzamenti
fertilizzato
72
3
fertilizzati con gli appezzamenti testimone, è stato possibile suddivi-
testimone
0
0
dere le aziende in tre gruppi: testimone visibile, testimone non visibile
fertilizzato
112
0
testimone
0
0
fertilizzato
147
0
testimone
0
0
fertilizzato
152
0
testimone
0
0
fertilizzato
71
0
e testimone non presente. Quest’ultimo caso è rappresentato dall’azienda suinicola numero 3, dove non è stato possibile individuare un
appezzamento sul quale non fosse stata effettuata una concimazione organica negli ultimi 5 anni (testimone non presente).
Nelle aziende suinicole 2, 5, 6 e 7 non si evidenziano differenze
tra appezzamenti fertilizzati ed appezzamenti testimone (testimone non visibile).
Nell’azienda bovina e nelle suinicole 1 e 4 è stato possibile discriminare gli appezzamenti fertilizzati da quelli
Tabella 2. Contenuto di nutrienti nei liquami zootecnici (LAR, 2011)
Azienda
pH
N tot
(%)
P tot
(%)
K tot Cu tot
(%)
(ppm)
Zn tot Cu al suolo
(ppm) (kg ha-1 anno-1)
Zn al suolo
(kg ha-1 anno-1)
testimone (testimone visibile) così come
rappresentato in Tabella 3. Nell’azienda
bovini latte
8,0
0,26
0,04
0,23
7
25
0,20
0,73
bovina da latte si è evidenziato un ef-
suini 01
7,9
0,49
0,20
0,22
23
64
1,84
5,16
fetto basico dovuto alle fertilizzazioni
suini 02
7,9
0,39
0,23
0,22
13
61
1,81
8,38
suini 03
7,8
0,49
0,11
0,31
15
90
1,08
6,49
suini 04
8,0
0,45
0,05
0,40
3
19
0,36
2,09
suini 05
7,7
0,43
0,09
0,19
8
41
1,04
5,58
suini 06
8,1
0,38
0,03
0,36
8
58
1,18
8,76
suini 07
7,9
0,63
0,27
0,20
15
80
1,09
5,70
1,08
5,36
Media
26
Agricoltura 83
di liquame. Le concentrazioni di calcio,
fosforo e potassio sono state maggiori
negli appezzamenti fertilizzati, mentre
non si sono evidenziate differenze per
quanto riguarda le concentrazioni di
azoto, rame e zinco , carbonio organico.
Nell’azienda suinicola numero 1 è stato evidenziato solo un incremento di
P assimilabile nei terreni fertilizzati rispetto al
testimone.
Nell’azienda 4 è emersa una differenza tra appezzamento fertilizzato e non fertilizzato per
Tabella 3. Confronto dell’appezzamento “testimone”, in verde, rispetto agli altri tre appezzamenti
fertilizzati con liquame zootecnico, in giallo. In rosso sono riportati i campioni che presentano il superamento del limite di concentrazione di Zn nei suoli ai sensi del D.Lgs. 152/2006.
Azienda
quanto riguarda N totale, K scambiabile e P assimilabile. In questa azienda è anche evidente
l’incremento della concentrazione di entrambi i
metalli pesanti.
La Figura 1 mostra le concentrazioni di rame
bovini latte
(parte alta) e zinco (parte bassa) alle due profon-
pH
C org Ca scamb
(%)
(ppm)
K scamb N tot
(ppm)
(%)
P ass Cu tot
(ppm) (ppm)
Zn tot
(ppm)
5,4
2,4
479
6,3
0,22
23
18
80
16
79
6,2
2,5
939
49,8
0,23
46
15
81
14
84
18
89
17
90
96
6,2
2,3
878
38,5
0,21
43
dità analizzate: 0-30 cm e 30-60 cm. Nell’istogramma sono riportate due rette orizzontali. La
6,1
2,4
943
46,3
0,22
45
23
23
99
8,1
2,4
5205
60,6
0,20
10
54
110
46
110
170
prima (in rosso in figura), indica il limite massimo
di concentrazione ammissibile ai sensi del D.Lgs.
n. 152/2006 per rame e zinco, rispettivamente
fissato a 120 mg kg e 150 mg kg . La seconda
-1
-1
(in verde in figura) indica i valori di fondo che
corrispondono rispettivamente a 47 mg kg-1 per
suini 01
8
2,3
4420
52,5
0,25
28
72
45
110
6,6
1,5
2278
118,8
0,17
54
44
110
29
19
71
150
50
120
60
il rame e 85 mg kg-1 per lo zinco (ARPA Piemonte, 2011). Tali valori sono stati determinati
8,2
1,0
4018
65,6
0,14
38
nell’ambito di un progetto pluriennale condotto
da ARPA Piemonte sulla contaminazione diffusa del suolo sulla base degli standard internazionali stabiliti dalla normativa ISO 19258/05
“Soil quality - Guidance on the determination of
background values”, che prevede la determinazione del valore di fondo attraverso il calcolo del
90° e/o 95° percentile della popolazione di dati
ottenuta dopo aver rimosso gli eventuali valori
suini 04
7,2
0,4
1346
19,4
0,04
15
16
15
53
7,5
1,4
1914
208,8
0,18
178
21
110
25
130
26
110
26
97
32
160
29
130
6,6
7,4
1,0
1,4
938
1249
281,9
270,6
anomali o “outliers”.
0,12
0,13
162
272
Per quanto riguarda il rame è possibile notare come in nessun caso
analizzati, 40 ppm e 110 ppm rispettivamente di Cu e Zn, ne è stato
le concentrazioni superino i limiti posti dal D.lgs. n.152/2006; nello
calcolato il loro contenuto medio in un ettaro nello strato lavorato
strato superficiale 4 aziende su 8 presentano concentrazioni mol-
0-30 cm, pari a 156 kg Cu ha-1 e 429 kg Zn ha-1. L’incremento medio
to vicine o superiori al valore di fondo sia per quanto riguarda gli
dei due metalli è stato pari a 0,7% per il Cu e 1,2% per lo Zn. L’in-
appezzamenti fertilizzati, sia per quanto riguarda gli appezzamenti
cremento calcolato con il massimo apporto è stato di 1,3% e 2,2%.
testimone. Anche nello strato 30-60 cm le stesse 4 aziende hanno
superato il valore di fondo. Le concentrazioni di zinco presentano
Conclusioni
maggiori problematiche. Tre aziende su otto hanno superato il limite
I dati raccolti ed elaborati confermano gli elevati apporti di effluenti
di concentrazione previsto dal D.lgs. n.152/2006 sia nello strato 0-30
zootecnici da parte delle aziende zootecniche specializzate.
cm sia in quello 30-60 cm. Tutte le aziende, ad esclusione della suini-
In generale, i contenuti di rame e zinco nei reflui di allevamento sono
cola numero 3, hanno superato i valori di fondo in entrambi gli strati.
più elevati di quelli dei suoli e le deiezioni suine presentano concen-
L’ultima analisi effettuata è stata quella relativa all’incremento an-
trazioni di rame e zinco più elevate rispetto a quelle bovine.
nuo della concentrazione di Cu e Zn. Dopo aver calcolato la massa
Gli elevati apporti di effluenti, che spesso perdurano da decenni,
di terreno lavorato e la concentrazione media negli appezzamenti
causano un apporto di rame e zinco superiore alle asportazioni degli
Agricoltura 83
27
stessi elementi da parte delle colture, e per-
A ciò si aggiunge la considerazione che il contenuto di rame e di zin-
tanto somministrazioni ripetute determinano
co nei mangimi e, di conseguenza, nelle deiezioni, è in decremento,
inevitabilmente un accumulo nel suolo, talvol-
sia per le limitazioni imposte dalla normativa comunitaria, sia per la
ta anche sopra il limite consentito dal D. Lgs.
possibilità di ridurre gli integratori alimentari attraverso l’impiego di
n.152/2006 come nel caso dello zinco.
prodotti sostitutivi ad elevata disponibilità biologica di microelementi.
Solo in un’azienda su otto sono però evidenti
Tuttavia il controllo delle dosi secondo i criteri di una corretta prati-
delle differenze tra appezzamento fertilizzato con liquame e testimo-
ca di concimazione e di favorevoli condizioni del suolo è comunque
ne. Questo può essere in parte dovuto al fatto che difficilmente si
sempre necessario.
trovano terreni non liquamati negli ultimi cinque anni in un’azienda
In conclusione, questa collaborazione tra Regione Piemonte, Diparti-
zootecnica, attanagliata dal problema della scarsezza di suolo su cui
mento DISAFA dell’Università di Torino e ARPA Piemonte è stata mol-
spandere effluenti zootecnici.
to fruttuosa in quanto ha permesso di esplorare ulteriori indicatori e
In secondo luogo, dati gli incrementi annuali relativamente bassi
vincoli legati alle pratiche agricole delle aziende ad indirizzo zootec-
dei due elementi (0,7% per il Cu e 1,2 % per lo Zn), difficilmente
nico che caratterizzano importanti areali del territorio piemontese.
sarà possibile vedere gli effetti su di un appezzamento ricco di
rame e zinco.
Figura 1. Concentrazione di Cu e Zn nel suolo alle due profondità nelle aziende esaminate: in giallo gli appezzamenti letamati, in viola gli appezzamenti
testimone (concimati solo con concimi minerali), in lilla gli appezzamenti liquamati.
28
Agricoltura 83
L’impatto ambientale dei fitofarmaci
in diverse tipologie di aziende agricole
Simona Avagnina, Giancarlo Bourlot - Settore Fitosanitario
Irene Goia, Stefano Gaudino, Carlo Grignani, Dario Sacco - Università di Torino - DISAFA
Di fronte all’aumento delle aspettative della società europea sui
L’indicatore EIQ
temi della sostenibilità degli agro-ecosistemi e della sicurezza ali-
L’Environmental Impact Quotient (EIQ) è un indicatore sviluppato
mentare, la revisione della Politica Agricola Comunitaria ha con-
da ricercatori della Cornell University nell’ambito del program-
siderato la gestione ambientale delle aziende agricole come un
ma IPM (Integrated Pest Management) dello stato di New York,
criterio sempre più discriminante nel determinare la destinazione
USA (Kovach et al., 1992). Esso è utilizzato per valutare l’impatto
dei finanziamenti comunitari (Galan et al., 2007). La necessità di
ambientale dovuto all’utilizzo di fitofarmaci, sia per confronta-
quantificare i risultati delle politiche agro-ambientali e stabilire la
re tipologie aziendali differenti, sia per analizzarne le variazioni
loro qualità ha generato lo sviluppo di numerosi strumenti per la
nel tempo (Cross e Edward-Jones, 2006). La Regione Piemonte
valutazione della gestione di aziende agricole con maggiore at-
e l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (ente preposto al
tenzione alla sostenibilità ambientale del settore primario (Giup-
monitoraggio del PSR regionale) hanno utilizzato l’indicatore EIQ
poni e Carpani, 2006; Rosnoblet et al., 2006).
per le valutazioni ex-post del PSR 2000-2006 ed in itinere del PSR
Nell’ambito del progetto di ricerca “M.I.T.A.Net - rete di Monitorag-
2007-2013 (IPLA e Regione Piemonte, 2010). Questo indicatore
gio Intensivo sulle Tecniche Agronomiche e sui Terreni Agrari”, dove,
si basa sulle proprietà chimico-fisiche dei principi attivi contenu-
tra gli altri obiettivi, si intende fornire alla Regione Piemonte criteri di
ti nei fitofarmaci, che si possono ottenere da specifici database.
monitoraggio sul tema della corretta gestione del sistema colturale,
Esso considera tre componenti di impatto: sugli agricoltori (EIQ
si è focalizzata l’attenzione su un indicatore ambientale, l’EIQ, con
agricoltore), sui consumatori (EIQ consumatore) e sull’ambiente
l’obiettivo di determinare l’impatto che l’utilizzo di fitofarmaci svolge
(EIQ ambiente). Le tre componenti hanno uguale peso nel calcolo
sull’ambiente e sull’uomo nei diversi sistemi di produzione.
dell’indicatore finale.
Agricoltura 83
29
L’indagine aziendale
Le proprietà dei principi attivi utilizzate per assegnare i valori sono
Il lavoro è stato impostato sul confronto
state ottenute dal Pesticide Properties DataBase (PPDB, 2009)
tra nove tipologie aziendali, distinte tra
consultabile su: http://www.herts.ac.uk/aeru/footprint e, per al-
aziende convenzionali (conv), aderenti alla
cune proprietà, dalle etichette dei prodotti, consultabili sul Sito
produzione integrata (int) e aderenti alla
Fitovis (http://www.sian.it/fitovis/).
produzione biologica (bio) del Programma
Nei pochi casi dove non era disponibile l’informazione su una de-
di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Piemonte, così come
terminata proprietà di un principio attivo, si è utilizzato in sosti-
illustrato in Tabella 1.
tuzione il valore medio dei principi attivi conosciuti appartenenti
allo stesso gruppo chimico (Kovach et al., 1992; Cross e Edward-
Tabella 1. Tipologie di aziende agricole interessate dallo studio
Jones, 2006), mentre in mancanza di principi attivi della stessa
Indirizzo produttivo
N. aziende
conv
int
bio
Cerealicolo
22
12
8
2
Risicolo
13
11
2
0
ponenti: EIQ agricoltore, EIQ consumatore e EIQ ambiente. Ot-
Bovini da latte
9
8
0
1
tenuto il valore EIQ di un principio attivo si è calcolato il valore
Bovini da carne
8
5
3
0
relativo al reale apporto di principio attivo in campo, definito in
Bovini linea vacca-vitello
11
7
1
3
letteratura come EIQ - FUR (Field Use Rating) o anche come EIQ
Suinicolo
9
8
1
0
- EI (Environmental Impact). Questo passaggio è necessario per
Viticolo
8
1
7
0
poter effettuare delle valutazioni comparative che non è possibile
Frutticolo
7
1
4
2
fare sulla base del valore EIQ generale di un principio attivo.
Orticolo
3
0
2
1
La metodologia è stata impostata in modo che l’indicatore EIQ
Totale
90
53
28
9
venisse calcolato prima a livello colturale e, successivamente,
famiglia si è assegnato il valore di classe media 3.
Il valore EIQ totale è dato dalla media matematica delle tre com-
a livello aziendale effettuando una media ponderata dei dati
Per ogni tipologia aziendale sono state individuate e analizzate di-
usando quale peso di ponderazione la superficie occupata da
verse aziende situate in sei diverse province piemontesi. Le azien-
ogni coltura. Con questa impostazione si sono ottenuti dei va-
de sono state selezionate valutando il territorio di appartenenza
lori, sia a livello colturale che a livello aziendale, relativi ad una
e considerando le pratiche colturali tipiche delle zone esaminate.
stessa unità di superficie, permettendo il confronto tra aziende
Con un’intervista diretta al conduttore dell’azienda sono state rac-
con superfici diverse.
colte tutte le informazioni riguardanti i trattamenti fitosanitari (numero di trattamenti, periodo, principi attivi e/o prodotti utilizzati
Risultati
e dosi) con riferimento all’annata agraria precedente all’intervista.
Valutazione a scala colturale
Nel confronto tra colture viene evidenziato come le notevoli differenze
Calcolo EIQ
nei valori di EIQ-FUR siano dovute non solo ai valori di EIQ dei singoli
Nel calcolo del valore EIQ di un principio attivo vengono prese in con-
prodotti, ma anche all’ampia variabilità del numero di trattamenti.
siderazione 11 sue proprietà (sistemicità, tossicità per i pesci, tossicità
Risulta evidente (Grafico 1) come colture quali melo, vite, pesco e
per gli uccelli, tossicità dermale, tossicità per le
api, tossicità cronica, tossicità per gli artropodi, emivita sulla superficie della pianta, emivita
nel suolo, indice potenziale di percolazione e
potenziale perdita in superficie), in modo da
valutare i diversi aspetti legati all’impatto ambientale. A ognuna di queste proprietà viene
assegnato un valore da 1 a 5, dove 1 indica
l’impatto o la tossicità minore e 5 indica l’impatto o la tossicità maggiore.
30
Agricoltura 83
Grafico 1. Valori di EIQ - FUR totali per ettaro a scala colturale
nocciolo siano quelle che hanno un maggior impatto complessi-
l’EIQ ambiente sia la componente che mostra il peso maggiore,
vo. Questo è dovuto in parte al maggior numero di trattamenti ef-
mentre l’EIQ consumatore ha il peso minore. I prodotti fitosanitari
fettuati rispetto alle altre colture, ma anche all’utilizzo di prodotti
utilizzati determinano quindi un notevole impatto sull’ecosistema,
che hanno un basso valore di EIQ ma la cui dose necessaria per
mentre è minore l’impatto nei confronti di agricoltori e consumatori.
assicurare un buon controllo delle avversità è elevata, portando
ad elevati valori di EIQ-FUR.
Valutazione a scala aziendale
L’andamento dell’EIQ già evidenziato alla scala colturale si ritrova
anche alla scala aziendale. Il Grafico 3 mostra l’impatto dell’EIQFUR totale sulle diverse aziende suddivise per ordinamento produttivo. A conferma di quanto è stato detto in precedenza, è evidente come le aziende frutticole e le aziende viticole abbiano un
maggior impatto totale rispetto alle altre, tanto da necessitare
una scala diversa di rappresentazione nel grafico. Tale maggiore
impatto è dovuto non solo al maggior numero di trattamenti che
vengono effettuati sulle colture frutticole e sulla vite, ma anche
all’utilizzo di quantità maggiori di prodotto, necessarie per assicurare un buon controllo delle avversità.
Tra le restanti tipologie di aziende, quelle che si dimostrano più
rispettose dell’ambiente sono invece la categoria di aziende con
Grafico 2. Valori di EIQ - FUR delle tre componenti per ettaro per le
principali colture
allevamenti della linea vacca-vitello e quelle che allevano bovini da carne. Le prime sono caratterizzate da un’agricoltura più
estensiva, un’elevata superficie destinata a prato e da un utilizzo
In seconda posizione troviamo poi, con valori nettamente più bas-
più contenuto di prodotti fitosanitari; le seconde sono caratteriz-
si rispetto alle colture frutticole, le colture orticole, quali pomodo-
zate da un riparto colturale dove i cereali autunno-vernini occu-
ro e patata.
pano una parte consistente della superficie aziendale a discapito
Un impatto bassissimo o quasi nullo è invece presente nei cereali
della superficie coltivata a mais.
autunno-vernini che, dato il periodo di presenza in campo poco
In Tabella 2 si sono messi a confronto i tre diversi sistemi (conven-
favorevole alle avversità, sono trattati poco o niente (o comunque
zionale, integrato e biologico) per tutte le aziende oggetto dello
solo in casi eccezionali) e nelle colture foraggere che invece non
studio (indicate tra parentesi in tabella). Per fare ciò le aziende
vengono trattate per nulla.
zootecniche con bovini (da carne, da latte e linea vacca-vitello)
Le componenti dell’EIQ relative all’impatto dei prodotti fitosanitari
sono state raggruppate.
su agricoltori, consumatori e ambiente nelle diverse colture sono
La tabella dimostra che le aziende cerealicole hanno valori simili per
invece evidenziate nel Grafico 2. In questo grafico sono riportate
il sistema convenzionale e per l’integrato. Questo può dipendere
le colture più rappresentative a livello territoriale. Si evidenzia come
dal fatto che nel loro riparto colturale è presente anche qualche coltura orticola (ad es. pomodoro e patata) che
di fatto, come evidenziano anche i grafici 1 e
2, riceve molti più trattamenti di una coltura
cerealicola e di conseguenza fa aumentare il
valore dell’EIQ totale aziendale.
Nelle aziende bovine invece le aziende che
aderiscono alla produzione integrata hanno
valori di EIQ molto inferiori alle convenzionali,
Grafico 3. Valori medi di EIQ - FUR totale per ettaro a scala aziendale
evidenziando come di fatto questa azione sia
molto efficace su questa tipologia di aziende.
Agricoltura 83
31
In entrambi i casi il sistema biologico è molto
Conclusioni
diverso dagli altri, per la nulla (nelle aziende
Dall’analisi complessiva dei risultati dell’applicazione dell’indica-
bovine) o scarsa (nelle aziende cerealicole)
tore EIQ emerge che le aziende biologiche analizzate risultano
presenza di trattamenti fitosanitari.
le più sostenibili per la scarsa presenza o la totale assenza di
Nelle restanti tipologie aziendali, se pur pre-
trattamenti fitosanitari. Per contro le aziende frutticole e viticole
senti con un numero molto minore di casi,
si sono dimostrate quelle più impattanti a causa dell’elevato nu-
emerge tuttavia l’elevato impatto ambientale delle aziende frutti-
mero di trattamenti, della tipologia e della quantità di prodotti
cole e viticole in tutti e tre i sistemi di produzione, come giustificato
utilizzati. Lo stesso andamento si presenta sia a scala colturale
già in precedenza. Un così alto valore di EIQ anche nelle due azien-
sia a scala aziendale.
de frutticole biologiche può essere dovuto al largo utilizzo di pro-
La differenza tra le aziende convenzionali e le aziende integrate
dotti come zolfo e rame, consentiti anche in agricoltura biologica,
è in genere modesta. Ciò può essere dovuto al fatto che nell’in-
che fanno aumentare notevolmente il valore EIQ totale aziendale.
tegrato esistono molte limitazioni non solo sui principi attivi da
Tabella 2. Valore medio EIQ-FUR per ettaro
utilizzare, ma anche sul numero di interventi e di conseguenza l’a-
Tipo azienda
conv
int
bio
gricoltore, per evitare fenomeni di resistenza, utilizza un maggior
Cerealicole
72 (12)
76 (8)
0,5 (2)
numero di principi attivi, causando così l’aumento dell’impatto
Aziende bovine
49 (20)
20 (4)
0 (4)
ambientale totale.
Frutticole
699 (1)
1316 (4)
1050 (2)
169 (2)
7 (1)
Orticole
Risicole
79 (11)
84 (2)
Viticole
2380 (1)
1697 (7)
Suinicole
87 (8)
23 (1)
32
Agricoltura 83
Tuttavia l’utilizzo dell’EIQ ha permesso di apprezzare il suo possibile uso per una valutazione di sostenibilità in aziende con sistemi
produttivi differenti. I risultati che sono stati ottenuti evidenziano
come questo indicatore sia uno strumento utile per valutare la sostenibilità di un sistema e per poter operare delle scelte gestionali
più sostenibili laddove l’impatto ambientale risulta più elevato.
uno sguardo sull'europa
a cura di Andrea Marelli
Le specie invasive,
una minaccia per la biodiversità
so di cofinanziamento europeo più elevato, che passa dal 50% al 60%.
Inoltre dovrebbe migliorare, sul mercato interno, il livello di conoscenze
In Europa si contano oltre 12 mila specie estranee agli habitat locali, di
dei consumatori sui meriti dei prodotti agricoli europei e dei prodotti
cui circa il 15% invasivo e in rapida crescita. A fronte dei problemi sem-
riconosciuti dai sistemi europei di qualità. Infine, ci sarà un’estensione
pre più numerosi causati da queste specie, destinati ad aumentare ulte-
dei prodotti ammissibili al programma, come i prodotti trasformati, ad
riormente, la Commissione europea ha proposto un’iniziativa legislativa
esempio le paste alimentari.
all’interno della strategia per la tutela della biodiversità fino al 2020.
“In un mondo in cui i consumatori sono sempre più sensibili alla sicu-
Le specie invasive sono innanzitutto un problema economico: ogni
rezza, alla qualità e alla sostenibilità dei modi di produzione alimentare
anno nella Ue causano danni per almeno 12 miliardi di euro, sotto varie
- ha dichiarato Dacian Cioloş, Commissario all’Agricoltura - gli agricol-
forme di pericoli per la salute pubblica, per le infrastrutture e per i rac-
tori e le piccole-medie imprese agroalimentari hanno in mano una car-
colti agricoli. Sono poi un problema ecologico: danneggiare gravemen-
ta formidabile da giocare: la qualità dei prodotti e il rispetto di norme
te gli ecosistemi e causare l’estinzione di quelle necessarie a mantenere
senza eguali nel mondo”.
l’equilibrio dell’ambiente.
Stati membri e avvalendosi di valutazioni del rischio e di prove scientifi-
Nuove norme
per l’etichettatura
delle carni fresche
che. Le specie selezionate saranno bandite dall’Ue: non sarà ammesso
Grazie a nuove norme che introducono regole di etichettatura sull’o-
importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle e si aumenteranno i
rigine e la provenienza per le carni fresche, refrigerate e congelate di
controlli. Per quanto riguarda invece le specie che entrano nel territorio
maiale, pecora, capra e pollame simili a quelle che già esistono per le
dell’Ue in modo accidentale, gli Stati membri dovranno agire per indi-
carni bovine fresche, i consumatori europei potranno sapere da dove
viduare tali vettori e adottare gli opportuni correttivi, facendo scattare
proviene la carne e effettueranno scelte informate, tenendo conto dei
l’allarme e predisponendo risposte rapide. La proposta di regolamento
concetti di “origine”, “allevato” e “macellato”. La proposta, sostenute
sarà ora esaminata dal Consiglio e dal Parlamento, mentre la rete euro-
dalla maggioranza degli Stati Membri nell’ambito del Comitato Perma-
pea per le informazioni sulle specie esotiche (http://easin.jrc.ec.europa.
nente per la Catena Alimentare e la Salute degli Animali, introduce un
eu ) costituirà un sistema di supporto alla proposta legislativa.
sistema di etichettatura obbligatorio che stabilisce un nesso tra una
La proposta legislativa interessa un elenco di specie rilevanti per tutto
il territorio dell’Ue, che sarà compilato in stretta collaborazione con gli
Nuova politica UE
per la promozione
data carne e l’animale da cui è stata ottenuta. Secondo queste regole,
gli animali nati, allevati e macellati nello stesso Stato Membro potranno recare un’etichetta con i termini “Origine: Stato Membro (o Paese
La Commissione europea ha presentato lo scorso novembre un pro-
terzo)”, mentre negli altri casi saranno indicati sull’etichetta i luoghi di
getto di riforma della politica di informazione e di promozione dei
allevamento e macellazione. È stata stabilita, inoltre, una serie det-
prodotti agricoli e alimentari europei, che sarà lanciata con lo slo-
tagliata di regole adatte ad ogni tipo di produzione, in modo
gan “Enjoy, it’s from Europe” (“Assaggia, viene dall’Europa”).
da garantire che il luogo dell’allevamento indicato sia esat-
La proposta fa seguito ad un ampio dibattito avviato nel
tamente quello in cui l’animale ha effettivamente trascorso
2011 con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori del setto-
una parte sostanziale della sua vita.
re a lanciarsi sui mercati internazionali e far conoscere ai
Il nuovo regolamento sarà
consumatori le attività intraprese a favore della qualità dei
prodotti agroalimentari.
applicato a partire dal 1
aprile 2015.
La proposta prevede un aumento significativo degli aiuti Ue
destinati alle azioni di informazione e di promozione, che
dovrebbero passare progressivamente dai 61 milioni di
euro del bilancio 2013 ai 200 milioni di euro nel 2020.
La nuova strategia dovrebbe, inoltre, condurre all’aumento dei programmi destinati ai paesi terzi e di quelli
multipli presentati da diversi Stati Membri, mediante un tas-
Agricoltura 83
33
documenti
Calamità e avversità naturali
Un passo avanti verso l’informatizzazione
Settore Calamità ed Avversità Naturali in Agricoltura
Il passaggio da un concetto di rapporto materiale, fisico, con
so. Il servizio consente inoltre di georiferire i danni attraverso
la pubblica amministrazione ad uno virtuale in cui i rappor-
l’ausilio di layer rappresentativi della localizzazione geografica
ti istituzionali vengono “dematerializzati” è l’obiettivo che la
e, nel caso di infrastrutture già censite nel SIBI (Sistema Infor-
Regione Piemonte sta perseguendo fattivamente nonostante
mativo Bonifica e Irrigazione), permette di individuare un trat-
le difficoltà che contraddistinguono questo momento storico.
to di canale o qualsiasi altra componente del sistema irriguo
Anche la Direzione Agricoltura già da diversi anni sta operando
interessata dagli eventi calamitosi (condotte, opere di presa,
con la finalità di potenziare sempre più l’offerta di servizi a
partitori, ecc.).
favore del mondo agricolo coerentemente alla filosofia delle
tecnologie informatiche.
Il secondo applicativo invece consentirà di gestire e monitorare
In questo contesto si colloca la realizzazione di due applicativi
on line l’iter istruttorio legato alle pratiche di finanziamento:
informatici che potranno essere utilizzati per la gestione delle
presentazione delle domande, approvazione progetto, richie-
segnalazioni e delle successive domande di finanziamento re-
sta di anticipi e saldo a seguito della realizzazione dei lavori.
lative a danni ad infrastrutture irrigue e viabilità di bonifica a
Tale applicativo è stato pensato e realizzato nell’ottica dell’ICT,
servizio dell’agricoltura provocati da eventi calamitosi.
può essere utilizzato immediatamente per la predisposizione
delle domande on line alla quale deve seguire, al momento,
Il primo applicativo è un servizio webgis che permette la se-
l’invio della documentazione stampata e sottoscritta. Il percor-
gnalazione dei danni attraverso la compilazione di una scheda
so che porterà alla completa dematerializzazione delle pratiche
alfanumerica (form) con le informazioni necessarie ad attivare
sarà completato a seguito della definizione di strumenti che
la procedura di accertamento e delimitazione del danno stes-
consentano la gestione della firma elettronica, la fascicolazio-
34
Agricoltura 83
documenti
ne virtuale e la conservazione
sostitutiva dei documenti. A
tal fine e in attuazione del
Codice dell’Amministrazione
Digitale, la Regione Piemonte
ha già avviato uno specifico
progetto.
I vantaggi di semplificare i
passaggi che segnano i vari
momenti
della
complessa
procedura per il riconoscimento, il finanziamento e la
realizzazione degli interventi
di ripristino delle infrastrutture
irrigue e della viabilità di bonifica a servizio dell’agricoltura
danneggiate da calamità ed
avversità naturali sono molteplici, per gli operatori agricoli
e per gli stessi funzionari della
Direzione Agricoltura, in partiFigura 1. Servizio GNPS GIS per la segnalazione del danno. Una sezione della scheda alfanumerica
colare per quanto concerne la
completezza dei dati forniti.
A tal proposito infatti, si evidenzia che la compilazione di
form predefiniti, specifici per
ogni fase del procedimento,
consentono all’utente di fornire in maniera esaustiva tutti i
dati necessari per superare in
maniera spedita le varie fasi
istruttorie. Dal punto di vista
dei funzionari regionali, parimenti, si segnala il vantaggio
di ottenere dati omogenei,
completi e in formato digitale
con evidente contrazione dei
tempi di risposta della pubblica
amministrazione
(non
necessaria l’attività di data
entry, non necessarie eventuali
Figura 2. Servizio GNPS GIS per la segnalazione del danno. Modulo geografico
richieste di integrazioni conseguenti alla mera mancanza di
Agricoltura 83
35
documenti
dati, possibilità di programmare in maniera ottimale l’attività
sul territorio).
Altro importante vantaggio
per l’utenza è dato dalla possibilità, in ogni momento e in
ogni luogo, di poter monitorare lo stato dell’iter istruttorio delle pratiche d’interesse
con l’indicazione dei tempi
del procedimento e dei referenti delle diverse fasi procedimentali.
Gli applicativi al momento
sono in fase di sperimentazione e si prevede di ren-
Figura 3. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Pagina iniziale
dere tali servizi pienamente
operativi nel corso del primo
semestre del 2014. Nel contempo per eventuali informazioni e approfondimenti i
riferimenti sono:
Direzione Agricoltura, Settore
Calamità ed Avversità Naturali
in Agricoltura
tel. 011.4321501
Settore.AvversitaAgricoltura
@regione.piemonte.it
Figura 4. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Sezione Anagrafica
Figura 5. Servizio GNPS DATI per la gestione delle pratiche di finanziamento. Sezione Controlli
36
Agricoltura 83
documenti
La deroga alla Direttiva Nitrati
un’opportunità reale per le aziende
Carlo Grignani, Laura Zavattaro, Emiliano Remogna - DISAFA – Università di Torino
Monica Bassanino - Settore Produzioni zootecniche
La deroga alla Direttiva Nitrati, concessa nel 2011 dalla Commis-
tività sperimentali prevedono oggi il confronto in pieno campo
sione Europea alle quattro Regioni della pianura padana, consen-
tra i livelli di concimazione organica corrispondenti alla gestione
te agli agricoltori aderenti di innalzare dai 170 fino ai 250 kg ad
standard della zona vulnerabile (170 kg di azoto) e i livelli della
ettaro per anno la quantità di azoto derivante da effluenti zoo-
gestione in deroga (250 kg), apportati sia come liquame bovino
tecnici somministrata alle colture. Ai fini della tutela ambientale
che come letame, testati su: mais insilato, mais insilato + erbaio
sancita dalla Direttiva Nitrati, tali aziende si impegnano a dare
invernale di loiessa, mais insilato in rotazione con un prato di gra-
garanzie aggiuntive di buona gestione agro-ambientale, quali ad
minacee (mais nel 2012, prato a partire dal 2013). Viene condotta
esempio asporti di azoto elevati, prolungata copertura del suolo,
anche una classica concimazione con sola urea.
elevata efficienza d’uso dei fertilizzanti.
La prova si svolge in parcelle di pieno campo di 75 mq l’una, con
Al di là dell’indubbio vantaggio nel ridurre le superfici aziendali
tre ripetizioni per ciascuna tesi. Il liquame bovino utilizzato ha un
necessarie, l’adesione alla deroga solleva alcuni interrogativi tec-
tenore di azoto (N) pari a 0.21% e un tenore di fosforo (P) pari
nico-agronomici:
a 0.026 %, il letame 0.5% e 0.045% rispettivamente. Vengono
• l’innalzamento della quantità di azoto che comporta un reale
monitorate in campo sia le produzioni (biomassa e tenore di azoto
vantaggio produttivo? Permette un risparmio nell’integrazione
del raccolto), che l’azoto nella soluzione circolante del terreno, e
minerale?
sono calcolati l’efficienza della fertilizzazione e i bilanci apporti-
• L’azoto derivante dagli effluenti zootecnici è ugualmente disponibile rispetto a quello fornito dai fertilizzanti minerali?
• La sospensione degli apporti di fosforo di origine mnerale può
comportare carenze nel suolo?
asporti sia per l’azoto che per il fosforo.
Le colture producono di più?
La sostanza secca prodotta (Fig. 1) e l’azoto assorbito nella parte
A queste ed altre domande cerca di rispondere una sperimen-
aerea della pianta nei diversi sistemi nel 2012 sono stati elevati,
tazione pluriennale di campo, iniziata nel 2012, finanziata dalla
in linea con le produzioni storiche del sito e con i dati scientifici
Regione Piemonte nell’ambito degli adempimenti richiesti dalla
forniti alla Commissione Europea.
Commissione Europea per l’applicazione della deroga, ed è ospi-
A parità di dose, liquame, letame e urea hanno reso disponibile
tata presso Il Centro Sperimentale della ex-Facoltà di Agraria (dal
l’azoto in modo simile tra loro. Poiché le parcelle sperimentali rice-
2012 DiSAFA) dell’Università di Torino a Carmagnola (TO). Le at-
vono liquame e letame da più di 20 anni, l’efficacia produttiva dei
Agricoltura 83
37
documenti
poco significativo. Il tenore di azoto del prodotto raccolto, al contrario, è stato molto influenzato dal livello di
concimazione, in tutti e tre i sistemi colturali e con entrambi i tipi di fertilizzante organico: è chiara la tendenza
ad un aumento della concentrazione dell’elemento nutritivo nei tessuti vegetali, cosa che ha indubbie ricadute
sulla qualità delle produzioni, riducendo al contempo il
rischio di perdere azoto nell’ambiente.
A questo proposito, la valutazione più strettamente
ambientale dei sistemi colturali testati è stata possibile grazie all’analisi della concentrazione di azoto
minerale nel terreno dopo la raccolta del mais; tale
dato è di particolare interesse ambientale, in quanto
è azoto soggetto a facili perdite per lisciviazione nel
periodo invernale. I trattamenti soggetti ad apporti
di 250 kg di azoto ad ettaro hanno fatto registrare
Figura 1: Produzioni dei sistemi a confronto. Dati medi 2012-2013 in t di sostanza secca.
concentrazioni del 60% superiori a quelle soggette
alla dose bassa, ma tali valori, tuttavia, tendevano
fertilizzanti organici è analoga a quella del concime chimico. Questa
via via a ridursi negli orizzonti di suolo più profondi, fino a scom-
condizione è tipica delle aziende zootecniche.
parire ad un metro di profondità. Il mais in rotazione con il pra-
Nel 2012 il mais in rotazione con il prato ha prodotto più di quel-
to, soprattutto quello concimato con letame, ha fatto registrare
lo in monosuccessione, e quest’ultimo ha avuto produzioni pari
concentrazioni di azoto più elevate rispetto agli altri.
a quelle del sistema a doppia coltura mais + loiessa, che quindi
sembra avere un vantaggio più ambientale (per la copertura del
suolo nel periodo invernale) che produttivo.
Al crescere degli apporti, le produzioni sono aumentate, ma in modo
L’azoto zootecnico
è ugualmente disponibile
per la coltura?
Un’efficienza pari al 100% significa che
tutto l’azoto fornito con la fertilizzazione
è finito nel prodotto raccolto; se inferiore
al 100%, ci sono perdite (di cui una parte – es. per volatilizzazione di ammoniaca,
denitrificazione e lisciviazione - sono inevitabili), se superiore al 100% significa che
parte dell’azoto utilizzato dalla coltura proveniva da forti diverse, ad es. la mineralizzazione della sostanza organica del suolo.
Ogni kg di azoto somministrato alla coltura ha prodotto tra 91 e 156 kg di sostanza secca, con valori decrescenti con la
dose somministrata, ma senza differenze
tra i diversi tipi di fertilizzante. Sulla base
del primo anno di dati, l’efficienza appa-
Figura 2: Bilancio apporti-asporti dell’azoto dei sistemi a confronto. Dati 2012 in kg N/ha.
38
Agricoltura 83
rente della fertilizzazione è stata sempre
superiore al 90%, e quasi sempre pari al
documenti
100%: le piante sono in grado di mobilizzare le riserve del suolo, cosa osservata in tutti i sistemi analizzati. Il sistema con mais
silo in monosuccessione mostra un’efficienza del liquame di circa
il 20% inferiore rispetto all’urea, forse per un’interazione con il
contenuto di sostanza organica del suolo, che in questo sistema
è inferiore rispetto agli altri. Va segnalato inoltre che alla dose più
alta (250 kg di azoto ad ettaro) il letame ha avuto sulle produzioni
un effetto più evidente del liquame, maggiore anche dell’urea. In
ogni caso, solo i dati sul lungo termine avranno un vero significato
agronomico.
Figura 3: Bilancio apporti-asporti del fosforo nei soli trattamenti
“Deroga”(in assenza di apporti minerali). Dati 2012 in kg P/ha.
Si creano carenze nel terreno?
Il bilancio apporti-asporti dell’azoto (Fig. 2) mostra che quasi tutti
di dotazione elevata, un bilancio negativo è ben sopportabile per
i sistemi studiati, poiché prevedono la totale asportazione della
diversi anni, ma è da tenere sotto controllo.
parte aerea delle colture, sono risultati negativi, cioè in deficit,
Dal punto di vista ambientale, al primo anno di confronto spe-
sia alla dose bassa (170 kg ad ettaro) che a quella più alta (250
rimentale il rischio di perdita di nitrati dovuto all’aumento della
kg). L’unica eccezione è rappresentata dal mais insilato in mono-
dose distribuita non risulta maggiore rispetto alla gestione stan-
successione fertilizzato con liquame, che è in condizioni di pareg-
dard adottata nelle zone vulnerabili.
gio o lieve surplus azotato. Questo significa che la concimazione
somministrata non è in grado di pareggiare le asportazioni delle
Deroga nitrati: aderire per il 2014
colture; sul lungo termine non sarà possibile rinunciare ad un’in-
La deroga nitrati è un’opportunità concessa alle aziende in Zona Vulnerabile: chi aderisce è autorizzato a distribuire sui terreni una media
di 250 kg/ ha di azoto di origine zootecnica anziché i classici 170,
a fronte di alcuni impegni di buona gestione agronomica. Possono
aderire le aziende che effettuano l’utilizzo agronomico di effluenti zootecnici bovini o suini, anche trattati, siano essi di origine aziendale o
extra-aziendale, purchè in regola con la capacità di stoccaggio minima
prevista dal Regolamento 10R/2007.
Le richieste di adesione vanno presentate tramite l’Anagrafe Agricola
Unica dal 10 gennaio al 15 febbraio 2014; l’adesione è annuale,
pertanto le aziende che hanno già aderito nel 2013 devono rinnovare l’adesione per il 2014. Poichè la procedura è esclusivamente
informatica, le richieste sono immediatamente accettate o respinte.
Se l’esito è favorevole, può immediatamente operare in deroga.
L’azienda beneficiaria della deroga riduce le distanze da percorrere
per il trasporto in campo degli effluenti e le superfici necessarie per lo
spandimento. Nel caso degli asservimenti, ciò comporta un risparmio
economico, ma anche uno snellimento del carico burocratico per il
rinnovo delle concessioni. In ogni caso, l’adesione va valutata sulla
base delle specifiche condizioni della singola azienda, pertanto può
essere opportuno il supporto di un tecnico o di un agronomo.
tegrazione di azoto minerale. Il bilancio del fosforo (Fig. 3) relativo
ai soli trattamenti oggetto di deroga (nei quali l’unico apporto
era determinato dagli effluenti zootecnici, perché il protocollo di
deroga vieta le integrazioni minerali) è stato negativo in tutti i casi,
fino ad una carenza massima di 50 kg di P ad ettaro nel caso del liquame, e fino ad una carenza massima di 70 kg ad ettaro nel caso
del letame. La dose di fertilizzanti organici prevista dalla deroga,
se protratta nel tempo senza un opportuno ripristino delle riserve
del suolo rischierebbe una severa perdita di fertilità nel medio lungo termine, sia per quanto riguarda l’azoto che il fosforo.
Conclusioni
Gli effluenti zootecnici nelle condizioni di somministrazioni costanti e buone condizioni di fertilità del suolo, tipiche delle aziende zootecniche intensive, forniscono alle colture la stessa quantità
di azoto dei fertilizzanti minerali, alla medesima disponibilità per
le colture. La possibilità di aumentare l’apporto di azoto zootecnico grazie all’adesione alla deroga consente un certo vantaggio
produttivo, ma soprattutto un maggiore tenore proteico del prodotto. A fronte di ciò, il bilancio apporti-asporti resta in deficit,
anche a causa dell’asportazione totale della parte aerea delle colture; è opportuna perciò una certa integrazione di azoto minerale.
Per quanto riguarda il fosforo, se il suolo parte da una condizione
i
Maggiori informazioni sulla deroga alla direttiva nitrati e le
modalità di adesione alla pagina web
http://www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/dirett_
nitrati/deroga_2012.htm
Agricoltura 83
39
pubblicazioni
Numero speciale di Quaderni
“Ri-scatti della Terra”
On-line la nuova sezione
del sito regionale
“Anteprima PSR 2014-2020”
E’ online la nuova sezione web “Anteprima PSR 2014-2020”,
che presenta i primi elementi utili per seguire l’avanzamento
della nuova programmazione dello sviluppo rurale.
Al momento sono disponibili le bozze consolidate dei regolamenti, i documenti della Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) e una serie di articoli di approfondimento.
La sezione sarà in continuo aggiornamento e seguirà l’evoluzione della normativa, le fasi di consultazione del partenariato
e dei lavori propedeutici alla redazione del Programma.
i
La sezione è consultabile alla pagina:
www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/index.htm
concorso fotografico è stato promosso nel corso del 2012
Vademecum per
le imprenditrici
agricole
dalla Regione Piemonte come attività di comunicazione del
In attuazione dei propri compiti isti-
Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e ha coinvolto oltre
tuzionali, la Commissione Regiona-
1500 persone tra singoli partecipanti e classi scolastiche.
le per le Pari Opportunità, nel Piano
In base alle selezioni effettuate dalla giuria, sono state oltre
di attività del 2011 ha realizzato il
80 le fotografie esposte nell’ambito di una mostra itinerante,
progetto “Valorizzazione delle im-
inaugurata a marzo 2013 alla Reggia di Venaria e che poi ha
prese agricole e agroalimentari a
E’ uscito il numero speciale di Quaderni Agricoltura dedicato
al concorso e alla mostra fotografica Ri-scatti della Terra. Il
titolarità femminile”.
toccato le sedi di Casale Monferrato, Saluzzo, Nizza Monferrato, Portacomaro e Novara.
In particolare, nell’ambito del progetto ha redatto un Vademecum
Immagini che documentano con sguardo innovativo l’evolu-
dedicato alle donne che vogliono dare vita a una nuova azienda
zione del mondo agricolo: non più solo produzione e trasfor-
agricola, per comprendere quali norme regolano il settore, quali
mazione di prodotti, ma una realtà che si confronta con i
sono gli interlocutori, le forme di finanziamento, ma anche le no-
mercati globali, più attenta all’ambiente e promotrice di op-
tizie utili alle imprenditrici, che molto spesso sono anche mamme
portunità sociali e culturali.
e donne che si prendono cura di persone anziane.
i
i
Il volume si può richiedere gratuitamente inviando una mail a
[email protected]
40
Agricoltura 83
Il volume è scaricabile dal sito
http://www.regione.piemonte.it/pariopportunita/cms/
informazione tecnica
La piralide del bosso:
una grave minaccia per le siepi
Giovanni Bosio, Francesco Gremo - Settore Fitosanitario Regionale
L’intensificarsi degli scambi commerciali e la riduzione dei tempi
parte del Piemonte. Come spesso avviene per organismi non
di trasporto da un continente all’altro, come noto, stanno favo-
autoctoni di recente introduzione, l’assenza nel nuovo areale
rendo la “globalizzazione” progressiva anche di organismi (insetti,
di fattori di controllo naturali, presenti invece nelle zone di ori-
funghi, virus, batteri, …) dannosi alle piante. Negli ultimi anni, per
gine, permette un forte incremento della popolazione del fito-
quanto riguarda il Piemonte, basta ricordare i gravi danni arreca-
fago esotico, la cui diffusione, oltre al volo attivo degli adulti,
ti alla viticoltura dalla diffusione della Flavescenza dorata, il cui
può essere agevolata su lunghe distanze anche dal commercio
vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus, è di origine nordame-
di piante provenienti da vivai infestati. Le infestazioni di que-
ricana; i danni alla castanicoltura dovuti agli attacchi del cinipide
sto lepidottero, se particolarmente pesanti, possono mettere a
galligeno Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina; le perdi-
rischio la sopravvivenza stessa del bosso (Buxus sempervirens
te produttive registrate in frutticoltura per la diffusione di fitopatie
L.), tipica specie ornamentale del giardino all’italiana, utilizzata
quali le virosi e le fitoplasmosi delle drupacee (PPV, SLRV, ESFY) e la
soprattutto per la realizzazione di siepi, bordure e, attraverso le
batteriosi del kiwi. Tra gli ultimi “arrivi indesiderati” dobbiamo ora
tecniche dell’arte topiaria, sculture vegetali in parchi di castelli
registrare quello di una farfalla esotica di origine cinese partico-
e dimore storiche, giardini pubblici e privati, aree cimiteriali.
larmente dannosa al bosso, Cydalima perspectalis (Walker, 1959)
Anche i popolamenti naturali di bosso, presenti soprattutto nel
(Lepidoptera: Crambidae).
sottobosco di roverella in alcune vallate del Cuneese (Maira,
I primi attacchi di questo lepidottero sono stati segnalati in Pie-
Grana, Vermenagna e Tanaro) nella fascia tra i 600 e i 1000 m.
monte, nel 2012, in alcune località del Verbano e del Biellese.
di altitudine, potrebbero subire gravi danni. Scopo di questo
Nel 2013 forti infestazioni, con esiti spesso devastanti per le
contributo è fornire elementi utili ad una rapida individuazione
siepi di bosso, sono state registrate anche in altre province; nel
delle infestazioni e alla messa in atto di interventi di conteni-
prossimo anno la sua diffusione potrebbe interessare buona
mento efficaci.
Agricoltura 83
41
informazione tecnica
Area di origine e diffusione
Gli adulti di C. perspectalis sono farfalle caratterizzate da ali
Originaria dell’Estremo Oriente (Cina, Taiwan, Corea, Giappone,
bianche munite di una evidente fascia marrone distale; l’aper-
Russia orientale e India), Cydalima perspectalis è giunta in Europa
tura alare può raggiungere i 40 mm. Della specie esiste anche
tramite l’importazione in Germania di piante di bosso dalla Cina.
una forma melanica, caratterizzata da una colorazione alare
La prima segnalazione per l’Europa risale alla fine del 2006, ma
marrone. Le uova, deposte dopo l’accoppiamento, sono ini-
nel 2007 risultava già presente in diverse località tedesche, svizze-
zialmente di colore giallo chiaro, ialino; in seguito compare una
re e olandesi. Attualmente risulta presente in gran parte dei Paesi
macchia scura corrispondente al capo nero della larva in fase di
europei. In Italia ha fatto la sua comparsa nel 2010 in provincia
sviluppo. Appiattite e di forma tondeggiante, con diametro di
di Vicenza, nel 2011 in quella di Como mentre, nel 2012, è stata
0,8-1,0 mm, le uova sono deposte, parzialmente sovrapposte
segnalata in diverse altre regioni del Nord Italia, Piemonte com-
in ovoplacche di circa 15-20 elementi, sulla pagina inferiore
preso. Raviglione et al. (2012) hanno infatti riportato la presenza
delle foglie. In presenza di temperature miti lo sviluppo larvale
in luglio di larve e adulti di questo piraloideo nei giardini di Villa
è veloce, dopo 2-3 giorni dall’ovodeposizione le larve di pri-
Taranto e Villa San Remigio a Verbania e, successivamente, in altri
ma età, lunghe 1,5 mm circa e di colore giallo con capo nero,
punti del promontorio della Castagnola, su Buxus sempervirens e
iniziano già a fuoriuscire dalle uova. Esse iniziano a nutrirsi in
B. pumila. In novembre la presenza e i danni provocati dall’insetto
sono stati riscontrati anche su piante in un vivaio a sud di Biella.
Nel 2013 sono pervenute al Settore Fitosanitario numerose segnalazioni di gravi infestazioni individuate nelle province di Novara,
Verbano Cusio Ossola, Biella, Vercelli, Torino e Asti, seguite dalla
comparsa di numerosi articoli, su giornali locali e su “La Stampa”,
che segnalavano ingenti danni in diverse zone del Piemonte.
Piante ospiti
Oltre al bosso europeo (Buxus sempervirens) (Euphorbiales: Buxaceae), C. perspectalis attacca il bosso cinese (B. sinica) e quello
giapponese (B. microphylla); meno frequentemente può svilupparsi a carico di Pachysandra terminalis, pianta tappezzante appartenente alla stessa famiglia (Vanarelli et al., 2012). In Asia è
segnalato anche su Ilex purpurea (Aquifoliales: Aquifoliaceae),
Figura 1. Cydalima perspectalis: adulto
Euonymus japonicus e E. alata (Celastrales: Celastraceae).
Ciclo biologico e morfologia
Secondo Raviglione et al. (2012) lo svernamento sarebbe sostenuto da larve di terza età che vanno incontro a una forma di
ibernamento per poi riprendere l’attività in aprile, dando origine
alla prima generazione di adulti in giugno, con successiva ricomparsa delle larve in luglio. La seconda generazione di adulti risulta presente in agosto-settembre, mentre una terza generazione,
segnalata nel nord della Svizzera, sembra confermata da quanto
rilevato questo autunno nel Biellese, con comparsa di adulti ad
inizio ottobre. In Canton Ticino è stata segnalata la possibilità di
svernamento anche allo stadio di crisalidi, come risulta fra l’altro
dalle nostre osservazioni circa larve originate da uova deposte verso inizio ottobre e che si sono incrisalidate a fine mese.
42
Agricoltura 83
Figura 2. Ovatura e larve neosgusciate
informazione tecnica
forma gregaria sulla pagina inferiore delle foglie, risparmiando
Danni
solo l’epidermide superiore. A partire dalla terza età, i bruchi
Lo sviluppo di più generazioni e l’elevato numero di uova deposte, in
si nutrono dell’intera foglia, rispettandone solo le nervature
assenza di limitatori naturali specifici, consente lo sviluppo di attac-
(aspetto “scheletrizzato”), tessendo fili sericei con cui le avvol-
chi molto intensi a carico della pianta ospite. Nell’arco di pochi giorni
gono fino a formare dei nidi al cui interno si riparano e dove,
intere siepi possono disseccare in conseguenza dell’attività trofica
in seguito, si incrisalideranno. Le larve più sviluppate divorano
delle larve, passando dal caratteristico colore verde intenso a una de-
l’intera lamina fogliare e intaccano anche la corteccia dei ra-
solante colorazione marrone, con presenza abbondante nel foglia-
metti. Le crisalidi, lunghe circa 20 mm, sono di colore dapprima
me dei diversi stadi della farfalla, deiezioni larvali e teli sericei. Consi-
verde chiaro, poi bruno. Complessivamente lo sviluppo avviene
derato che il bosso è utilizzato principalmente a scopo ornamentale,
attraverso 5 o 6 stadi larvali, con individui via via più grandi
è chiaro che anche le fasi iniziali degli attacchi, con la comparsa di
e caratterizzati da una colorazione più intensa, con tinta di
chiazze di vegetazione disseccate, diminuiscono notevolmente il va-
fondo giallo verde e bande laterali brune, fino a raggiungere
lore estetico delle formazioni realizzate con questa essenza. Essendo
35-38 mm di lunghezza. Il capo, nero lucente, presenta un ca-
inoltre una pianta a lenta crescita, risulta molto difficile il recupero di
ratteristico disegno bianco a forma di ipsilon.
siepi sottoposte a tagli di rimonda delle parti disseccate.
Figura 3. Erosioni e scheletrizzazione delle foglie causate da larve di 3a età
Foto 5. Crisalidi
Figura 4. Larva di 5a età
Foto 7. Siepe completamente disseccata
Agricoltura 83
43
informazione tecnica
Interventi di contenimento
predisporre specifici avvisi al pubblico. Si ricorda infine il divieto
Dato il recente arrivo in Italia di questo insetto, non risultano
regionale di trattare con insetticidi nel periodo di fioritura, che per
ancora presenti sostanze attive registrate per l’impiego contro
il bosso in genere cade tra aprile e maggio, per salvaguardare gli
questa avversità. Trattandosi di un lepidottero si può far ricorso
insetti pronubi (L. R. 3 agosto 1998, n. 20).
a insetticidi utilizzati contro specie affini, registrati per l’impiego
E’ auspicabile che, pur nelle attuali difficoltà finanziarie, ammini-
su piante ornamentali o in vivaio (tab. 1). La gravità dei danni
strazioni comunali ed altri enti pubblici preposti possano disporre
che lo sviluppo delle larve di C. perspectalis è in grado di arreca-
del personale e delle risorse economiche necessarie per affrontare
re richiede un attento e costante controllo delle piante di bosso
le problematiche sempre più complesse relative alla manutenzio-
nel periodo di attività dell’insetto, dalla primavera all’autunno.
ne e alla difesa del verde urbano. L’arrivo via via più frequente di
Solo agendo tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi,
nuove avversità a carico anche delle piante ornamentali e arboree,
si può contenere l’estendersi dei disseccamenti. E’ inoltre possibi-
basti ricordare negli ultimi anni il cancro colorato del platano e la
le, intervenendo contro i primi stadi larvali, più sensibili, utilizzare
minatrice dell’ippocastano, richiede la presenza di tecnici sempre
insetticidi a minor impatto ambientale (Bacillus thuringiensis var.
più preparati e di risorse adeguate per affrontare nel modo miglio-
kurstaki e var. aizawai, regolatori di crescita). Nel caso di attacchi
re e in tempi ristretti la diffusione di nuovi organismi nocivi, pena
precoci primaverili, sostenuti da larve svernanti, queste sostanze
la compromissione di quel “patrimonio vegetale”, costituito da
attive potrebbero risultare non sufficientemente efficaci. Oltre a
parchi, giardini e viali alberati, che arricchisce le nostre città.
ripetere il trattamento a distanza di qualche giorno, in queste situazioni si può in alternativa ricorrere all’utilizzo di prodotti ad elevata azione di contatto (es. piretroidi), impiegabili anche su stadi
larvali più avanzati e sugli adulti. Mentre per la difesa di piantine
in vivaio non ci sono particolari limitazioni, per quanto riguarda i
trattamenti insetticidi su piante in ambiente urbano va ricordato
che è ammesso solo il ricorso a sostanze attive a ridotta tossicità,
inquadrate come NC (non classificate) o I (irritanti). E’ inoltre consigliabile delimitare le aree sottoposte a trattamenti fitosanitari e
Tab 1: Sostanze attive utilizzabili nella difesa contro lepidotteri del bosso Sstanza attiva
Azadaractina
Coltura autorizzata
(1)
Classe tossicol.
Avversità
floreali-ornamentali-forestali e vivai Xi
Larve di Lepidotteri
floreali-ornamentali-forestali e vivai Xi - NC
Larve di Lepidotteri
Beta-ciflutrin (3)
floreali-ornamentali
Xn
Larve di Lepidotteri
Ciflutrin
floreali-ornamentali
NC
Larve di Lepidotteri
floreali-ornamentali e vivai
NC
Larve di Lepidotteri
floreali-ornamentali
T - Xn - NC
Lepidotteri tortricidi
floreali-ornamentali
NC
Tignole e Lepidotteri
floreali-ornamentali
NC
Lepidotteri specifici
Bacillus thuringiensis
(1)
(1)
Cipermetrina
(1)
Clorpirifos (1)
Diflubenzuron
(2)
Emamectina benzoato
(1)
Etofenprox (1)
floreali-ornamentali-forestali e vivai Xn - Xi - NC
Lepidotteri tortricidi
Piretrine
floreali-ornamentali
Xi - NC
Lepidotteri defogliatori
ornamentali, specie arboree
ornamentali e vivai
NC
Lepidotteri specifici
floreali-ornamentali
Xn - Xi - NC
Lepidotteri tortricidi
(1)
Spinosad
(3)
Tau-Fluvalinate (2)
note: (1) Uso consentito: pieno campo e serra ; (2) Uso consentito: solo pieno campo; (3) Uso consentito: pieno campo e serra con max 3
trattamenti all’anno.
44
Agricoltura 83
informazione tecnica
La mietitrebbiatura del risone
I dati sull’annata agraria 2012/2013
Antonio Pogliani, Andrea Agnes - Settore Agricoltura Provincia di Novara
L’inaugurazione della trebbiatura, che si è svolta quest’anno presso
prezzi del risone 2011/2012, con aumenti dell’ordine del 15% -
l’azienda agricola “Scudo bianco” di Borgovercelli (VC) è un mo-
20% per alcune varietà. In previsione della campagna in corso
mento importante e significativo perché i territori piemontesi delle
si suggerisce di non svendere il prodotto, ma di organizzarsi per
province di Novara, Vercelli, Alessandria e Biella sono dediti alla col-
evitare offerte concentrate.
tivazione del riso – in particolare le prime due - ormai da secoli e la
E’ importante inoltre ricordare ai risicoltori e a chi li rappresenta di
mietitrebbiatura rappresenta l’attività finale in campo del risicoltore.
prepararsi per Expo 2015, un’occasione per promuovere ulterior-
Nell’economia mondiale il riso è alimento base per molte popolazioni,
mente il nostro territorio, la risaia come valore ecologico e natu-
per l’Italia rappresenta una fonte di ricchezza nell’export, anzi, sareb-
ralistico, il riso, prodotto tipico e di eccellenza dell’areale padano.
be auspicabile un incremento del consumo interno: ne beneficereb-
Tuttavia, non si devono dimenticare le problematiche:
bero la produzione, con più investimento di superficie, e guadagni
maggiorati per il produttore. La risaia, inoltre, non è solo produzione,
ma elemento caratteristico di parte del paesaggio piemontese tanto
da costituire un ecosistema di avanguardia, a seguito della bonifica di
zone paludose e per aver regimato la presenza dell’acqua.
la sottrazione continua di terreni all’agricoltura, soprattutto i
più fertili, destinati alla logistica con strutture spesso inutilizzate;
adeguata manutenzione e se necessario, risistemazione della
rete irrigua, in particolare quella secondaria;
un uso oculato dei fitofarmaci, nel rispetto delle attuali norma-
L’attuale annata agraria ha avuto un avvio molto difficile (mesi di
tive che regolano la distribuzione.
aprile, maggio e parte di giugno) per il freddo e le piogge abbon-
E’ pure auspicabile che il prossimo Programma di sviluppo rurale
danti che hanno ritardato la sistemazione dei terreni e le semine
2014-2020 supporti maggiormente la zona risicola, per evitar che
frazionate, frequentemente interrotte e con risemine per mancata
sia parzialmente trascurata come dall’attuale, e che i Piani di miglio-
germinazione. Le temperature, la stabilità del clima, l’illuminazio-
ramento siano meno vincolati così da evitare lungaggini burocratiche
ne da luglio ad oggi hanno consentito il recupero; e a vista si
presso la Comunità Europea per variazioni. Anche il Ministero delle
ipotizza una buona produzione.
Politiche Agricole dovrebbe incidere in modo significativo e continuo,
Con soddisfazione, dopo le ferie estive, si registra una ripresa dei
chiedendo ai media un maggior spazio pubblicitario a favore del riso.
Agricoltura 83
45
informazione tecnica
In tema di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari è indi-
L’annata che si sta concludendo si presenta come una buona
spensabile proseguire nella tutela e nella valorizzazione del riso,
annata, le quotazioni sono attualmente in rialzo anche per una
legato alla nostra storia ed alle nostre tradizioni locali, attraverso
leggera flessione dell’offerta sui mercati; sul versante della pros-
la Denominazione di Origine Protetta (DOP) e l’Indicazione Geo-
sima PAC attualmente allo studio, molti sono ancora i punti da
grafica Protetta (IGP).
chiarire ma il riso non dovrebbe essere soggetto né alla diversi-
I dati sulla produzione
ficazione delle colture né agli obblighi di rispetto delle aree ad
interesse ecologico (“greening”).
Il riso è una delle principali colture del Nord-Ovest italiano; dei
circa 246.000 ettari coltivati in Italia, 228.000 ettari (il 93%) appartengono a Piemonte (121.000 ettari, il 49% del totale nazionale) e Lombardia (107.000 ettari, 43% del totale nazionale).
Fig. 1
La Province in cui l’investimento a riso è maggiore sono, per il
Piemonte: Vercelli (73.000 ettari), Novara (35.000) ed Alessandria
(8.700). Per la Lombardia: Pavia (87.000 ettari) e Milano (15.000).
Dagli anni ’50 ad oggi, in Italia la superficie a riso è notevolmente aumentata ed in alcune aree (il novarese ed il pavese) è più
che raddoppiata, grazie alla meccanizzazione, alla contrazione
di altri comparti agricoli (zootecnia e foraggere) e ad una politica
comunitaria che ha incentivato la coltura del riso rispetto agli altri seminativi, anche in ragione delle buone (salvo le occasionali
congiunture negative) possibilità di collocamento del prodotto:
su una produzione media annuale di un milione di tonnellate di
Fig. 2
riso lavorato, meno della metà (300-400mila tonnellate) viene
destinato al mercato italiano, circa 500mila tonnellate vengono
esportate verso gli altri Paesi dell’Unione Europea e 100mila tonnellate sono annualmente destinate a Paesi terzi.
Le innovazioni portate dalla meccanizzazione e dal costante sviluppo e miglioramento degli agrofarmaci hanno anche consentito un aumento della produttività, che è passata dalle 4-5 t/ha
del dopoguerra alle 7-8 t/ha attuali.
La superficie a riso è forse l’unica a non aver subito contrazioni
negli ultimi trent’anni, anzi ad essere in controtendenza in un
periodo in cui gli altri comparti agricoli sono stati soggetti a fenomeni di abbandono (figura 1):
La strutturale diminuzione del numero di aziende risicole (dalle
4.000 unità del 1982 alle 1.700 del 2010) è quindi andata nella
direzione non della perdita di superficie coltivata, ma di una razionalizzazione e di un migliore dimensionamento delle aziende
più vitali, con un aumento della superficie media aziendale a riso
che è passata dai 20 ettari/azienda del 1982 ai 58 ettari/azienda
del 2010 (figura 2):
Diminuiscono le aziende piccole (poco razionali e con forti costi produttivi) mentre si osserva addirittura un aumento del numero delle
aziende medio-grandi, con superfici superiori ai 50 ettari (figura 3):
46
Agricoltura 83
Fig. 3
informazione tecnica
Popolazioni microbiche della rizosfera
per un uso più efficiente dell’acqua
Ricerca Finanziata dalla Regione Piemonte
Laura Bardi, Eligio Malusà, Francesca Zoppellari, Giacomo Sala, Fulvia Rosso
CRA - Centro di Ricerca per lo studio delle relazioni tra Pianta e Suolo
Anna Brondolo, Giusto Giovanetti
CCS Centro Colture Sperimentali Valle d’Aosta S.r.l.
La carenza idrica è divenuta, a causa dei cambiamenti climatici, uno
Il consorzio microbico
dei fattori di stress abiotico maggiormente temuti in agricoltura
E’ stato costituito un consorzio di microrganismi selezionati dalla
non soltanto nei paesi a clima caldo-arido, ma anche nelle regioni
rizosfera di piante di pomodoro campionate nella regione di Louga
temperate, contestualmente al problema divenuto emergenza glo-
in Senegal, in suoli sabbiosi e salini in un ambiente arido. Sono
bale della disponibilità delle risorse idriche.
stati isolati e propagati funghi micorrizici del genere Glomus spp,
In quest’ottica, su iniziativa della Regione Piemonte, è stato rea-
utilizzando il sorgo come pianta ospite (Luster and Finlay, 2006), e
lizzato il progetto Idrostress, con il quale si è inteso valutare tec-
due ceppi di batteri, utilizzando terreni selettivi specifici per PGPR
nologie innovative di gestione dei microrganismi del suolo per
(Plant Growth Promoting Rhizobacteria) addizionati di NaCl per se-
ottimizzare le rese dell’acqua di irrigazione e per rendere possibili
lezionare ceppi tolleranti lo stress osmotico. Il consorzio specifico è
produzioni anche in condizioni di carenza idrica. Il progetto, che nel
stato denominato M1.
suo complesso prevedeva anche sperimentazioni in sistemi colturali
del Senegal, è stato condotto in Piemonte su mais, una coltura che
Prove in condizioni controllate
nelle ultime annate ha subito danni dovuti alla siccità.
Le prove sono state condotte in mesocosmo su piante di mais pres-
E’ noto che alcuni microrganismi rizosferici possono proteggere
so l’azienda sperimentale Ortoamico Scrl (Pocapaglia, CN) all’inter-
la pianta dallo stress da carenza idrica attraverso vari meccanismi:
no di una serra per escludere l’effetto degli eventi meteorici. Sono
incrementando i volumi di suolo esplorabili dalle radici per l’assor-
state poste a confronto piante inoculate con il consorzio microbico
bimento di acqua, migliorando la capacità di assimilazione dei nu-
selezionato M1 e piante inoculate con un consorzio commerciale
trienti, o modificando la risposta fisiologica allo stress. Obiettivo del
(MICOSAT F) denominato M2. Per ogni pianta alla semina è stato
presente progetto è stato di selezionare e di testare, in condizioni
distribuito circa 1g di preparato attorno al seme. Il controllo era co-
controllate e in pieno campo, un consorzio di microrganismi rizo-
stituito da piante senza inoculo (M0). Campioni di suolo sono stati
sferici specifici per questo scopo. Le prove sono state condotte su
analizzati per determinare la tessitura, il contenuto di nutrienti e la
piante di mais inoculate con tale consorzio e poste a confronto con
capacità di campo, necessari per pianificare le prove.
piante inoculate con un consorzio commerciale e con piante non
Sono stati presi in esame cinque diversi livelli idrici e tre diversi livelli
inoculate. L’effetto dell’inoculo è stato valutato a diversi regimi idrici
di concimazione fosfatica (0, 2.5 e 5 g/mq), quest’ultima abbinata
e con diversi livelli di concimazione fosfatica.
ai regimi idrici CC, H2 e H4 (Tabella1).
Agricoltura 83
47
informazione tecnica
Tabella 1. Schema degli interventi irrigui.
TESI
radicale, alcuni parametri fisiologici (traspirazione, conduttanza
stomatica, uptake CO2, indice clorofilliano), l’idratazione, l’accresci-
IRRIGAZIONE IRRIGAZIONE PROFONDA
SUPERFICIALE
mento e la produzione.
CC
settimanale
settimanale
Le prove sono state condotte per due anni consecutivi (2009 e
H2
settimanale
no
2010).
H3
quindicinale
no
H4
quindicinale
quindicinale a settimane alterne rispetto
all’irrigazione superficiale
H5
quindicinale
quindicinale contemporanea con l’irrigazione superficiale
Prove in pieno campo
Le prove sono state effettuate presso l’azienda agricola dell’ITA
“Don Bosco” di Lombriasco (TO), in doppio per due anni consecutivi (2010 e 2011), a integrazione del progetto sui sistemi coltu-
I mesocosmi sono stati allestiti con sacchi di materiale plastico di
rali erbacei ivi condotto dal Dipartimento AGROSELVITER, nelle tesi
circa 1 mc di volume in ciascuno; sono stati installati, dove previ-
PSR, con concimazione minerale ma senza apporti di fosforo da tre
sto dal piano sperimentale, i tubi di irrigazione in profondità al di
anni, e MT, con lavorazione minima.
sopra dei quali è stato posto un telo di “tessuto non tessuto” al
Ogni parcella è stata suddivisa in quattro sottoparcelle:
fine di limitare l’accrescimento delle radici senza compromettere la
1) inoculato, irrigato;
penetrazione delle ife fungine in profondità, allo scopo di valutare
2) inoculato, non irrigato;
l’eventuale ruolo di trasferimento di acqua alle radici da parte delle
3) non inoculato, irrigato;
ife fungine (Fig.1). I tubi di irrigazione sono poi stati posti anche
4) non inoculato, non irrigato.
in superficie. In ciascun sacco sono state coltivate 6 piante di mais
In ogni parcella sono state seminate 16 file di cui 8 addizionate di
della cv. NK Famoso Syngenta (classe FAO 500-600) (Fig. 2).
inoculo M1 e 8 non inoculate (M0). L’inoculo è stato distribuito nel
Lo stato di idratazione del suolo è stato monitorato in alcuni meso-
solco con microgranulatore applicato alla seminatrice in quantità
cosmi attraverso l’utilizzo di sonde tensiometriche.
pari a 13 kg/ha. Sono stati eseguiti i rilievi già descritti per le prove
Nel corso delle prove sono state condotte analisi del suolo, per de-
in mesocosmo.
terminare la composizione delle principali popolazioni microbiche
coltivabili, e delle piante, per valutarne il tasso di micorrizzazione
Risultati: produzioni
Nelle prove condotte in condizioni controllate, nonostante
sia stato rilevato un effetto significativo dell’annata, è stato
comunque
evidenziato
che
l’inoculo con consorzi microbici selezionati risulta efficace
nel determinare un più rapido
accrescimento e una maggior
produzione di biomassa verde.
Il consorzio specifico M1 ha
fornito in linea generale risultati migliori rispetto al consorzio
commerciale M2, in particolare in condizioni di disponibilità idrica ridotta o limitata agli
strati più profondi di suolo;
Figura 1. Prove in condizioni controllate: allestimento
dei mesocosmi.
48
Agricoltura 83
Figura 2. Prove in condizioni controllate: disposizione
dei mesocosmi nella serra.
quest’ultimo
risultato
indica
che possono avere un ruolo per
informazione tecnica
l’approvvigionamento dagli strati più profondi di suolo le ife fungi-
stata influenzata sia dal regime idrico che dalla disponibilità di fo-
ne che formano simbiosi micorrizica radicale (Figura 3B). Gli effetti
sforo. Nel corso del primo anno si è osservato un evidente stato di
sulla produzione di granella sono risultati meno significativi e non
stress idrico nelle piante delle tesi H3 e H5, che ricevevano acqua
riproducibili da un anno all’altro; occorre però evidenziare che nelle
ogni due settimane; il confronto fra queste due tesi evidenziava
tesi con carenza idrica prolungata (H3) le piante non inoculate non
che le piante inoculate nella tesi H5, che riceveva acqua anche
hanno prodotto spighe, mentre quelle inoculate hanno fornito una
negli strati profondi, presentavano un livello di stress nettamente
produzione seppur minima di granella. (Figura 3A).
inferiore rispetto alla tesi H3, senza differenze fra i due consorzi;
Anche le diverse disponibilità di fosforo hanno evidenziato differen-
ciò supporta l’ipotesi che l’inoculo garantisce un’idratazione mi-
ti comportamenti della pianta rispetto alla crescita in presenza ed in
gliore grazie all’uso delle acque profonde.
assenza di inoculo. Per la produzione di biomassa verde il consorzio
M1 ha dato origine ad un incremento significativo della con-
M1 ha fornito risultati nettamente migliori rispetto a M0 e M2, con
duttanza stomatica dopo l’adacquamento nelle tesi H2 e H4; lo
una differenza tanto maggiore quanto minore era la disponibilità
stesso si è osservato con M2, ma solo nella tesi H2 e in presenza
idrica, quando la disponibilità di fosforo era alta. Entrambi i consorzi
di elevata disponibilità di fosforo. Inoltre la conduttanza stoma-
hanno dato migliori risultati rispetto alle piante non inoculate in
tica sotto stress è risultata alta sia nelle piante non inoculate con
assenza di concimazione fosfatica. Si può dedurre che l’inoculo, in
elevata disponibilità di fosforo, sia nelle piante inoculate sen-
particolare M1, migliora la risposta alla carenza idrica anche miglio-
za apporti di fosforo. Anche la nutrizione fosfatica può quindi
rando l’assimilazione dei nutrienti minerali.
condizionare il ruolo degli inoculi nella risposta delle piante allo
Le prove di pieno campo non hanno messo in evidenza diffe-
stress idrico, ed è noto che l’assimilazione del fosforo è incre-
renze significative dovute all’inoculo nei diversi regimi idrici.
mentata dagli inoculi rizosferici.
Tuttavia alcune osservazioni possono essere evidenziate relativa-
Nelle tesi H5 e H3 si è osservato in alcuni casi un decremento della
mente ai sistemi colturali. In PSR sono sempre stati rilevati valori
conduttanza stomatica in fase di reidratazione; si può ipotizzare che
produttivi più alti (biomassa e granella) in presenza di inoculo,
in condizioni di stress idrico forte (H3) e moderato (H5) la chiusura
sia nelle parcelle irrigate che in quelle non irrigate; in MT invece
degli stomi possa essere attivata come meccanismo di difesa per
l’effetto è visibile soltanto in assenza di irrigazione, mentre nelle
ridurre la traspirazione e salvaguardare l’acqua quando questa è
parcelle irrigate l’effetto è inverso. Ciò può essere considerato
disponibile. A tal proposito va evidenziato anche che nelle prove
una conferma della maggior efficacia dell’inoculo nei sistemi
in pieno campo del secondo anno si è osservata una riduzione del-
colturali in cui il suo-
la traspirazione in fase di reidratazione, più evidente nelle pian-
lo è maggiormente
te inoculate, sia in MT che in PSR. Occorre tenere presente che la
disturbato (PSR).
chiusura della camera stomatica può essere indotta non soltanto
dalla disidratazione, ma anche da altri fattori fisiologici, come la
Figura 3. Prove in condizioni controllate:
produzione di biomassa anno 2009 (ss g).
Parametri
concentrazione di CO2 nella camera sottostomatica.
Fisiologici
Nelle prove in pieno campo in entrambi gli anni sono stati rilevati
La conduttanza sto-
valori elevati della conduttanza stomatica nelle tesi inoculate in con-
matica è un indice
dizioni di stress, sia in PSR che in MT, ad indicare un effetto positivo
dello stato di idrata-
dell’inoculo associato ai regimi in asciutta (Fig. 4).
zione della pianta ed
L’efficienza d’uso dell’acqua (WUE=water use efficiency) è il rap-
è uno dei fattori da
porto fra attività fotosintetica e quantità di acqua traspirata; essa è
cui dipende l’attivi-
più bassa nelle foglie ben idratate rispetto a quelle disidratate. In
tà fotosintetica. Le
accordo con le previsioni, pertanto, nelle prove in condizioni con-
prove in condizioni
trollate i valori di WUE nelle tesi H3 e H5 erano più elevati rispetto
controllate
hanno
alle tesi CC, H2 e H4. E’ stata inoltre rilevata una differenza statisti-
dato risultati diversi
camente significativa fra le tesi M0, M1 ed M2 in fase di reidrata-
nelle due annate e la
zione in H5 (carenza idrica prolungata): la WUE più alta era in M0,
risposta all’inoculo è
la più bassa in M1.
Agricoltura 83
49
informazione tecnica
Tensione idrica del suolo
piante non inoculate, il che indica una maggior capacità di man-
Sia nelle prove in condizioni controllate che in pieno campo l’inoculo
tenere attiva anche in condizioni stressate l’attività fotosintetica. Il
microbico ha indotto una netta riduzione della tensione idrica, che
risultato finale è una maggior produzione di biomassa. Anche la
indica un significativo miglioramento dello stato fisico e del man-
qualità fisica del suolo è migliorata dall’inoculo, che induce una ri-
tenimento dell’idratazione del suolo. In pieno campo il fenomeno
duzione della tensione idrica.
è stato osservato nelle parcelle condotte con sistema colturale PSR
L’effetto dell’inoculo risulta più efficace nei sistemi colturali che pre-
sia in caso di irrigazione che di coltivazione in asciutta; in MT le dif-
vedono lavorazioni che disturbano maggiormente l’ecosistema natu-
ferenze riscontrate erano minori, a ulteriore conferma dell’effetto
rale pianta/suolo rispetto ai sistemi con lavorazioni minime. Tuttavia
positivo delle minime lavorazioni sulla struttura del suolo (Fig. 5).
nelle prove in pieno campo tali effetti non si sono tradotti in differenze significative sulla produttività, probabilmente come conseguenza
Conclusioni
del fatto che nelle annate in oggetto non si sono create condizioni
L’uso di inoculi rizosferici selezionati ha dimostrato di influire po-
reali di grave carenza idrica: a conferma di ciò si può infatti osservare
sitivamente sull’ecosistema pianta/suolo proteggendo la pianta
che la tesi sottoposta allo stress idrico più spinto ha mantenuto valori
dagli stress indotti dalla carenza idrica. Dallo studio della fisiologia
di produttività non irrilevanti (9,2 t/ha ss). Occorre anche notare che
della pianta sia sotto stress che in reidratazione è emerso che la
l’aggiunta di inoculo ha indotto, in assenza di irrigazione, un incre-
regolazione dell’apertura della camera stomatica è un importante
mento di produttività di circa 0,9 t/ha nel sistema PSR e di circa 0,5
meccanismo di protezione che viene influenzato dall’inoculo di mi-
t/ha nel sistema MT. E’ pertanto possibile ipotizzare che l’inoculo di
crorganismi rizosferici. Nella fase di stress idrico le piante inoculate,
consorzi microbici rizosferici selezionati possa proteggere la coltura
in particolare con il consorzio specifico M1, mostrano una miglior
anche al verificarsi di condizioni di siccità tali da compromettere la
idratazione ed una conduttanza stomatica maggiore rispetto alle
produzione o addirittura la sopravvivenza della pianta.
Figura 4. Prove in pieno campo: conduttanza stomatica in fase
di stress idrico (mol H2O/mq/s).
50
Agricoltura 83
Figura 5. Prove in pieno campo: tensione idrica del suolo
anno 2011 (kPa).
Ringraziamenti
Si ringraziano il
Prof. Claudio Lovisolo e il dr. Walter
Chitarra dell’Università di Torino ed
il dr. Federico Spanna, la dr.ssa Tiziana
La Iacona e la dr.ssa
Irene Vercellino
della Sezione Agrometeorologia del
Settore Fitosanitario della Regione
Piemonte per la
gentile disponibilità
a collaborare per
i rilevamenti degli
scambi gassosi.
Quaderni della Regione Piemonte
AGRICOLTURA 83
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Questo numero è stato chiuso il 9 gennaio 2014
Hanno collaborato a questo numero
Per i testi:
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Stefano Cavaletto, Giuseppe Compagnone, Alberto Franchino, Stefano Gaudino, Mariella Gimondo, Giusto Giovanetti, Irene Goia, Francesco Gremo, Carlo Grignani, Eligio
Malusà, Andrea Marelli, Mario Perosino, Gabriele Peterlin, Antonio Pogliani, Emiliano Remogna, Fulvia Rosso, Dario Sacco, Giacomo Sala, Salvatore Vullo, Laura Zavattaro,
Francesca Zoppellari.
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