COLLOQUI SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO con ANTONIO SANCHEZ FRAGA Una nuova frontiera di investimento LE oPPoRTuNITà dELLA foRESTRy INvESTMENT INduSTRy Fondi immobiliari: la via della chiarezza IL Nuovo BENCHMARK dI IPd Mattoni sacri Il patrimonio immobiliare degli enti religiosi 64 24 maggio 2014 IL SETTIMANALE de il Quotidiano Immobiliare il Quotidiano Immobiliare ® CICLO DI CONVEGNI Convegno I SERVIZI PER IL REAL ESTATE LA GESTIONE & LA VALORIZZAZIONE Mercoledì 28 MAGGIO Milano SCOPRI DI PIù MODERATORE: GUGLIELMO PELLICCIOLI il Quotidiano Immobiliare LUCIANO MANFREDI PIERCARLO ROLANDO ASSOIMMOBILIARE PRELIOS PAOLO ORLANDO BARBARA ALOISI INNOVATION RE NCTM STUDIO LEGALE NICOLA MARTINELLI MASSIMO CHIEREGATO EFM COGITO SYSTEMS Conclusioni a cura di: EMANUELE CANIGGIA IDEA FIMIT SGR CON IL PATROCINIO DI Verrà presentato in anteprima il primo numero dei Quaderni de ilQI, dal titolo: "La filiera dei servizi immobiliari: intergrazione e innovazione" PARTNER SCIENTIFICO 0 03 editoriale Immobili ecclesiastici da valorizzare Un settore finora poco considerato dagli operatori Uno dei più grandi patrimoni immobiliari è senza dubbio quello degli enti ecclesiastici. Ci sembrava giusto occuparcene con Il Settimanale. Lo abbiamo fatto sentendo tra gli altri Antonio Sanchez Fraga, da sempre operatore immobiliare vicino a questo mercato, e la SGR Castello di Giampiero Schiavo che ha lanciato un primo fondo con l’apporto di alcuni immobili della curia di Bergamo. È un bacino vastissimo ma molto particolare, vuoi per la tipologia degli immobili spesso di grande pregio artistico e storico, vuoi per le implicazioni sociali e religiose che essi rivestono e che non permettono di considerarli con gli stessi criteri commerciali degli altri. Ma è anche un ambito, soprattutto a livello di diocesi locali, che spesso è stato gestito in modo approssimativo e con parecchie discriminazioni. Parlare quindi di valorizzazioni presuppone una visione specifica del patrimonio considerandolo sotto molteplici aspetti. Compito di una società di gestione è, comunque, operare per estrarre valore dall’oggetto immobiliare: starà poi all’ente proprietario deciderne il contesto economico ottimale. Al di là di questi aspetti vi è da considerare nell’affrontare la gestione del patrimonio degli enti religiosi anche il tema delle ristrutturazione dove non poche sono le implicazioni di natura tecnica, architettonica e artistica. Con questo numero intendiamo aprire uno spiraglio su un tema che presenta molte opportunità interessanti e che gli operatori dovrebbero forse sondare di più: in particolare riteniamo che la materia sia di competenza soprattutto per le SGR, per gli studi di ingegneria, per gli architetti e per le società di consulenza. I valori dal punto di vista economico sono molto rilevanti e quindi ci aspettiamo che nasca un nuovo filone specializzato del real estate sugli immobili ecclesiastici. Guglielmo Pelliccioli fondatore ed editorialista de il Quotidiano Immobiliare 0 05 deals della settimana deals Vai alla TABELLA DEALS 2014 Scarica la TABELLA DEALS COMPLETA in excel TORINO 14,4 MLN ITALIA 170 MLN Una società interamente controllata dal gruppo Foncière Lfpi Italia, patrocinato da Banque Lazard e guidato da Stefano Keller, ha finalizzato l’acquisto da Nova-Coop della galleria commerciale composta da 26 negozi e sita all’interno del parco commerciale Dora a Torino, al valore di 14,4 milioni di euro integralmente finanziati ad equity. L'asset è completamente locato a primari operatori commerciali. Continua lo shopping di Blackstone sul real estate italiano. L’ultima transazione chiusa riguarderebbe tre asset acquistati da Aberdeen per un valore complessivo di 170 milioni di euro. Si tratta di due centri commerciali - “Il Borgogioioso” di Carpi (Modena) e quello di Brindisi - e dell’outlet di Val di Chiana in Toscana. Gli immobili garantiscono un rendimento attorno al 9%. il settimanale de il quotidiano immobiliare Testata Giornalistica Registrata presso il Tribunale di Arezzo. Registrazione nr.1/13 del 03/01/2013 Direttore responsabile Marco Luraschi Editore DAILY REAL ESTATE S.R.L. Via Pascoli 7, 24121 Bergamo P IVA 03276200163 - Iscrizione ROC N.22163 Foto e immagini di Shutterstock ad eccezione di quelle fornite dagli autori. Contatti Tel.: +39 035/211356 Fax: +39 035/4131217 [email protected] - www.ilqi.it il Quotidiano Immobiliare ® presenta il nuovo numero della rivista FOCUSQI SPECIALE EIRE 2014 PRENOTA UNO SPAZIO PUBBLICITARIO Contattaci: [email protected] 035-211356 Diffusione Tiratura Deadline Verrà distribuita Sarà stampata in Prenota uno spazio dall'organizzazione di 5.000 copie pubblicitario entro il EIRE a tutti i visitatori 06 Giugno 2014 e gli espositori Il tema FocusQI Speciale EIRE 2014 è dedicato all’innovazione immobiliare. Innovazione tecnica, progettuale, architettonica, impiantistica, di servizio. Il real estate che in questi anni si è concentrato sulla parte finanziaria deve recuperare un gap strutturale. Il magazine coinvolgerà le voci più importanti del real estate e della filiera delle imprese manifatturiere che operano nell'industria immobiliare. Programma Forum ilQI a EIRE 0 07 agenda della settimana AGENDA nel radar degli investitori internazionali. 27 L'Italia Expo Real Monaco MILANO marteDì VAI Organizza: Expo Real Monaco Milano: presso la Sala Parlamentino a Palazzo Giureconsulti - Piazza Mercanti 2, con inizio alle ore 10.00 27 Rapporto immobiliare non residenziale 2014 ROMA marteDì Organizza: Assilea in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate VAI Roma: presso l'Hotel Boscolo Exedra - Piazza della Repubblica 47, con inizio alle ore 10.15 08 agenda della settimana per il real estate: 28 Ilaservizi gestione e la valutazione milano mercoleDì VAI Organizza: il Quotidiano Immobiliare Milano: presso lo Studio Legale NCTM - Via Agnello 12, con inizio alle ore 8.45 28 Il Buon Governo e il bene comune MILANO mercoleDì VAI Organizza: Tirelli & Partners in collaborazione con il Comune di Milano Milano: presso il Teatro del Verme - Via San Giovanni sul Muro 2, con inizio alle ore 18.30 Nazionale Patrimoni Immobiliari Urbani 29 8°Forum Territoriali Pubblici ROMA GIOVeDì VAI Organizza: Patrimoni PA net, Forum Pa, Terotec Roma: presso Palazzo dei Congressi - Piazza J. F. Kennedy 1, con inizio alle ore 11.30 NOMISMA OUTLOOK FLASH Il ritorno a un canale creditizio attivo è una condizione irrinunciabile per la ripresa economica Italia – Imprese che hanno domandato e non ottenuto credito (in % delle imprese che ne hanno fatto richiesta) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia Le persistenti difficoltà di accesso al credito sono confermate dalle inchieste congiunturali presso le imprese. Nella manifattura, il 15,5% degli imprenditori che hanno domandato credito dichiaravano a febbraio di non averlo ottenuto. È una percentuale non dissimile a quella rilevata a metà 2013: l’intensità del razionamento non sarebbe dunque mutata, nonostante la congiuntura industriale sia divenuta da metà dello scorso anno, più favorevole. L’accesso al canale creditizio risulta poi più problematico per gli operatori che da esso maggiormente dipendono: il 18% circa delle imprese manifatturiere con meno di 50 addetti dichiara, in febbraio, di non avere ottenuto il credito richiesto; anche in questo caso si tratta di una quota non significativamente diversa da quella rilevata a metà 2013. Il ritorno a un canale creditizio attivo e selettivo rimane una condizione irrinunciabile per la ripresa economica. presenta in ANTEPRIMA LA FILIERA DEI SERVIZI IMMOBILIARI integrazione e innovazione A cura di LUCIANO MANFREDI SCOPRI DI PIù La centralità della gestione per la valorizzazione, la necessità di tornare a credere nell'opportunità di investire sugli immobili, a partire da quelli già in portafoglio, la rigenerazione di pezzi di città, la sollecitazione a tutta la filiera dei servizi sono i temi trattati in questo primo numero dei Quaderni de ilQI. L'evoluzione nel Real Estate ha raggiunto standard internazionali, cambiando scenari che, dopo la crisi economica, richiederanno un ulteriore salto di qualità. Luciano Manfredi ci guida attraverso questa realtà con alcune riflessioni sui modelli operativi, sempre in ritardo sulla realtà. DISTRIBUITO IN ESCLUSIVA DURANTE IL CONVEGNO: I SERVIZI PER IL REAL ESTATE LA GESTIONE E LA VALORIZZAZIONE MERCOLEDì 28 MAGGIO | MILANO 1 11 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO Intuizioni e chiarimenti sul patrimonio della Chiesa di Antonio Sanchez Fraga Prenderei spunto dall’intervista precedente svolta lo scorso anno, precisamente il 9 marzo 2013. Era Il Settimanale de il Quotidiano Immobiliare numero 13. Circa un anno e due mesi fa – son passati cinquantacinque numeri dello stesso Settimanale, che hanno tracciato un periodo importante sia per il Real Estate italiano e, parallelamente la Chiesa Cattolica spinta dal carisma di Papa Francesco e dei suoi più stretti collaboratori – si rinnovava in Italia e nel mondo, anche negli aspetti di carattere amministrativo e patrimoniali, immobiliari e finanziari. Le nostre intuizioni di un anno fa Vorrei sottolineare che durante il Convegno de ilQI al MIPIM 2013 abbiamo avuto una bella intuizione relativa al cambiamento in corso della Chiesa Cattolica con le dimissioni di Benedetto XVI e la successiva nomina di Papa Francesco. Mi ricordo che tu Guglielmo mi hai chiesto cosa ne pensassi della nomina appena fatta dal Conclave, il giorno prima al nostro Convegno. Era tutto molto immediato però intuivamo che il cambiamento sarebbe avvenuto in tempi brevi ma non così tanto. In un anno di Pontificato Papa Francesco ha cambiato la Chiesa avvicinandola alle persone e ponendo al centro la Missione e … la missione ha bisogno di risorse per sviluppar- PERSONA antonio sanchez fraga SOCIETà rinascimento re 12 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO si… ha bisogno anche dei beni ecclesiastici e tra questi anche di immobili. Per questo noi ci occupiamo in questo Il Settimanale, dedicato al real estate, anche di questo tema. Il Cambiamento avvenuto con Papa Francesco, anche sulle componenti economiche e patrimoniali della Chiesa. Il Papa, infatti, nel suo discorso iniziale appena nominato Vescovo di Roma e Primus inter Paris, parlò di collegialità, un segno di come avrebbe impostato il suo Pontificato. A questo discorso seguì l’istituzione di una Commissione, la cosiddetta C8, vale a dire la Commissione formata da 8 cardinali nominati dal Papa e provenienti da diversi Paesi del mondo per sottolineare il carattere universale della chiesa Cattolica, cardinali che dovevano aiutare il Papa per la modifica della Curia Romana. Pochi mesi dopo istituì altre 2 Commissioni specifiche e importantissime, relative ad aspetti patrimoniali e finanziari che sono state chiamate: la “Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della struttura economico-amministrativa della santa sede” e la “Pontificia Commissione referente sull’Istituto per le Opere di Religione”. Un primo risultato di questo processo è stato proprio quello di costituire una sorta di cabina di regia denominata Segreteria Economica Vaticana a capo della quale Papa Francesco ha nominato il Cardinal George Pell proveniente dall’Arcidiocesi di Sidney. Durante questo anno, da Il Settimanale 13 al 63, ho seguito (come semplice fedele e pure come cultore in materia) ogni intervento riformatore sulla Curia compiuto da Papa Francesco, in particolare sui problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, al fine di preparare riforme nelle istituzioni, finalizzate ad una semplificazione e razionalizzazione degli Organismi esistenti e ad una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le Amministrazioni Vaticane e sul desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dello IOR per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, più generale delle Il patrimonio ecclesiastico è composto da chiese, sedi parrocchiali, oratori, ospizi, istituti religiosi, conventi, scuole, asili, università, orfanotrofi, seminari, missioni, alberghi, strutture di ospitalità per turisti e pellegrini, e naturalmente molte abitazioni civili in affitto. 1 13 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica”. Per dare un mio contributo lo scorso mese di settembre ho dato un mio contributo scritto alle due Commissioni, anzi ritenni opportuno predisporre una relazione unica per entrambe perché da anni ho una visione unitaria ed un disegno coerente che armonizza le funzioni e la competenza sia dello IOR sia dell’APSA e di altri Enti e Istituzioni Ecclesiastiche con patrimonio proprio all’interno dei diversi dicasteri della Curia Romana come Propaganda Fide, e non solo. Una proposta che incoraggiava a cambiare veramente il modus operandi caratterizzato da molti casi di non corretta ed efficiente amministrazione. In questo ambito affermavo che l’unico modo per attuare una “inversione di tendenza”, che eviti sprechi, svendite, scandali, truffe ai danni di Enti, commissariamenti, pignoramenti o, più in generale, un depauperamento patrimoniale per mancata di criterio nella gestione dei beni temporali, sia far leva sulla funzione di tutela e vigilanza che aspetta al Romano Pontefice, in quanto “supremo amministratore ed economo di tutti i beni ecclesiastici”. Come recita il can. 1273 del Codice di Diritto Canonico del 1982, unitamente al can. 1256 sulla proprietà dei beni: “sotto la suprema autorità del Romano Pontefice, appartiene alle persone giuridiche che li ha legittimamente acquistati”, ciò consentirebbe alla Sede Apostolica, nel rispetto dell’autonomia patrimoniale degli Enti proprietari, ma nell’esercizio delle funzioni autorizzative previste dai canoni 1291 e 638 § 3, di costituire un Ente di Vigilanza dotato dei poteri necessari per dare un servizio propositivo in materia di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni temporali della Chiesa, così come vengono chiamati dal Libro V del Codice di Diritto canonico vigente dal 1982. In quel mio parere parlavo già di “una cabina di regia”, strutturata con le dovute competenze professionali e dedicata Molti patrimoni immobiliari della Chiesa in Europa non sono più funzionali alla missione perché sono sovradimensionati e quindi vengono dismessi per finanziare sviluppi in territori emergenti e di missione per la Chiesa come Asia, Africa e America Latina. COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO alla valorizzazione del patrimonio ecclesiastico. Questo proponendo Dicastero, lo immaginavo presieduto da un’Autorità forte che potesse esercitare la funzione di tutela e vigilanza come un vero servizio all’intera Chiesa Universale, controllando e governando i processi autorizzativi e consultivi richiesti dagli Enti ai diversi Dicasteri della Curia Romana. Questo Ente, sarebbe una vera e propria Autorità di Vigilanza sul Patrimonio Ecclesiastico. Io lo chiamavo AVPE alla fine è stato scelto di chiamarlo Segretaria Economica Vaticana e va benissimo. I compiti e contenuti sono totalmente diversi dell’AIF (Autorità di Informazione Finanziaria), focalizzata sui flussi finanziari e l’antiriciclaggio. Secondo la mia proposta dovrebbe avere tra le altre funzioni: 1. coordinare e istruire tutte le pratiche di richieste di licenza canonica su tutte le operazioni di carattere straordinario che riguardano il patrimonio delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa; 2. intraprendere un servizio preventivo che dia regole, criteri e stabilisca le modalità con cui gli Enti devono amministrare i propri beni; 3. stabilire e controllare come e con quali cadenze gli Enti vigilati devono presentare i propri bilanci e stati patrimoniali alla Santa Sede, introducendo innovazioni sulla prasi attuale che non consente di poter disporre di una visione globale ed affidabile del patrimonio ecclesiastico dei singoli Enti vigilati; 4. promuovere un’attività di formazione periodica in favore dei Vescovi ed Economi diocesani e parallelamente dei Superiori Generali ed Economi-Amministratori Generali di Enti Religiosi in modo tale da aiutarli ad amministrare i propri beni a servizio della Missione della Chiesa, delle finalità pastorali di ogni singola diocesi e del carisma di ogni singola Congregazione o Istituzione Religiosa ed Ecclesiale; 1 15 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO 5. suggerire strumenti moderni di detenzione e gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare a tutela della conservazione e valorizzazione dei patrimoni in funzioni dei fini a cui sono destinati; 6. contribuire a trasmettere un’immagine di trasparenza e oculatezza gestionale della Chiesa, dove la virtù della povertà sia vissuta senza contrasti con la necessità di disporre delle risorse necessarie per sviluppare la propria Missione in espansione. Personalmente penso che valga veramente la pena dedicarsi a questa sfida di professionalizzare e dare efficienza e trasparenza al modo di amministrare e valorizzare i patrimoni ecclesiastici, e di questo servizio potranno trarne solo vantaggi per la anime, quindi per la Missione della Chiesa. SPUNTI SU CARATTERISTICHE E DIMENSIONE DEL PATRIMONIO ECCLESIASTICO Questi nostri colloqui sul patrimonio ecclesiastico e sui patrimoni e missioni aiutano ad avere una visione corretta di quello che, a volte, si sente a proposito del grande Patrimonio immobiliare Vaticano e della Chiesa, senza tener conto che quei patrimoni sono costituiti da una Storia di oltre 2000 anni e di proprietà di tante persone giuridiche diverse. Perché quel patrimonio è al servizio della missione della Chiesa? Perché come recita il primo canone del Libro V del Codice di Diritto Canonico relativo ai beni ecclesiastici, la Chiesa ha il diritto di possedere dei beni, per svolgere i propri fini. Qui cito: “La Chiesa cattolica ha il diritto nativo, indipendentemente dal potere civile, di acquistare, possedere, amministrare ed alienare beni temporali per conseguire fini che le sono propri”. A chi appartengono questi beni? Nel parlare di patrimonio ecclesiastico la prima cosa importante è mettere in risalto che proprio questi bene appartengono alle persone che le hanno legittimamente acquistate. Uno dei casi tipici di operazioni immobiliari è quello di transazioni tra enti religiosi, con immobili che vengono ceduti, riqualificati e ristrutturati per ospitare enti che si trasferiscono in un nuovo paese e vanno ad occupare un edificio precedentemente di altro ente religioso. 16 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO Non si può parlare di immobile del Vaticano, perché sono solo alcuni immobili che appartengono ad determinati enti della Santa Sede. Invece altri immobili appartengono ad Enti ecclesiastici o Enti religiosi che li hanno acquisiti nel tempo Pertanto si può anche riflettere sul fatto che il Romano Pontefice sui beni ecclesiastici – cioè sui beni appartenenti alle persone giuridiche e pubbliche della Chiesa – esercita una funzione di tutela e di vigilanza, ciò ne è il supremo amministratore, quindi, da l’indirizzo proprio perché i beni devono stare al Servizio della Missione, della salvezza delle anime. Qual’è la missione? La missione è la salus animarum, la Missione è la Chiesa. Portare Gesù alle persone. E per fare questo servono tante iniziative, e queste iniziative hanno bisogno di immobili. Qui cercheremo di spiegarlo al meglio specificando di quali tipologie di immobili si tratta. C’è un censimento di questo patrimonio immobiliare in Italia? E quali sono i soggetti proprietari? Non c’è un vero censimento completo e disponibile. Personalmente, poiché mi dedico ad amministrare una parte di questo patrimonio ho un mio buon data base. Seguo molti Enti religiosi e anche alcune Diocesi ed altri enti ecclesiastici sempre dal punto di vista patrimoniale. Conosco poi abbastanza bene la realtà anche sul territorio, alcuni numeri possono aiutare a capire la dimensione. In Italia adesso ci sono circa 220 Diocesi, manifestazione più chiara dell’ente ecclesiastico, cioè dell’ente legato al territorio per la cura pastorale delle persone. In molti casi le Diocesi hanno anche propri Seminari diocesiani, in ogni Chiesa particolare c’è un Istituto per il Sostentamento del Clero che ha un patrimonio proprio proveniente dai cosiddetti benefici parrocchiali che quindi hanno anche molte proprietà terriere. Con questi immobili devono poi pro- 1 17 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO durre un reddito e quel reddito deve provvedere a garantire anche le pensioni dei sacerdoti, oltre che tante altre iniziative. All’interno di ogni diocesi ci sono le parrocchie, che sono l’espressione della ramificazione su tutto il territorio. In Italia ci sono oltre 36.000 parrocchie che, oltre al luogo di culto, hanno anche dei locali dove si effettua la pastorale, dove si svolgono iniziative in favore delle persone. È quindi tutto questo un insieme di beni ecclesiastici in tutto il territorio del Bel Paese. Oltre ai beni ecclesiastici ramificati sul territorio, ci sono i beni delle Congregazioni Religiose, sia maschili sia femminili. Anche in questo caso, per dare alcuni dati nel territorio romano, evidenziamo che esistono oltre 800 Case Generalizie. Le Istituzioni religiose, seguendo il proprio carisma trasmettono la fede tramite l’educazione. È da qui che provengono le migliaia di iniziative di carattere, appunto scolastico, dal livello più elementare (da un asilo nido a una scuola materna o da una scuola elementare) ai licei e infine ad università. Solo a Roma vi sono anche circa una decina di Università ed Atenei Pontifici, oltre ad altre università di ispirazione cattolica, università civili-laiche. Dal punto di vista sanitario e socio-sanitario, vi sono in Italia decine di ospedali di proprietà di Enti Religiosi, alcune Congregazioni sono centenarie, pensiamo ai Fate Bene Fratelli, ai carminiani, ci sono Congregazioni che svolgono attività nell’ambito della pastorale sanitaria da secoli. Ci sono Congregazioni religiose, maschili e femminili, che effettuano, appunto, attività socio-sanitarie aiutando le persone anche nelle fasi più difficili della vita, gli anziani nelle diverse case di riposo a loro dedicate, o diverse case di cura con attività dedicate alle persone disabili; cito per non escluderle alcune di queste istituzioni con le quali ho anche avuto anche la fortuna di lavorare: l’Opera Don Guanella, l’Opera Don Orione, la’Asso- PDF In allegato alcune iniziative che nel corso di questi anni e con diversi ruoli, e insieme a diversi team di lavoro, ho avuto la fortuna di sviluppare e portare a termine con soddisfazione di tutti. SCARICA PDF 18 COLLOQUIo SUL PATRIMONIO ECCLESIASTICO ciazione La Nostra Famiglia e, come queste, tante altre che fanno un lavoro straordinario in favore di persone che hanno bisogno a tutti il livelli. Ciò comporta tanti immobili dedicati a queste attività, immobili che vanno adeguati alla normativa vigente, che vanno gestiti. Si parla quindi di nostre attività, fatte anche con Rinascimento RE, di valorizzazione dei tanti luoghi di Property Managment, di Asset Managment, di Facility Managment, in favore di tutti quei complessi immobiliari spesso di grandi dimensioni che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Gli Enti per dedicarsi alla propria missione hanno bisogno che queste strutture siano il più possibile efficienti. Anche in quest’ambito ultimamente abbiamo dedicato molte energie. A breve ci sarà anche da parte mia la partecipazione, come socio di riferimento con Rinascimento RE, l’inserimento nella società Green Energy Plus che si occupa, con grande specializzazione di efficientamento energetico e anche qui con un’attenzione molto particolare all’innovazione, perché si affianca alla ricerca universitaria. Abbiamo anche una collaborazione con alcuni dei massimi esperti in questo settore, il Professor Stefano Ubertini, e, questa società, Green Energy Plus, ha persone di grande valore professionale come Daniele Torregrossa (del mio team storico), persona di grandi qualità che come me lavora da moltissimi anni in favore di enti religiosi. Sull’efficientamento energetico Daniele insieme a Fabrizio Martini, hanno recentemente sviluppato un’iniziativa sull’energy saving con le Francescane Missionarie di Maria che hanno un grande complesso immobiliare in Roma. Abbiamo dato quindi la dimensione sul numero di immobili, sull’ampiezza di questo patrimonio, sia per chiarire che non si può fare di tutta l’erba un fascio (non sono immobili del vaticano ma sono immobili di questi enti), sia per far capire che gli immobili servono per la missione. Il mercato immobiliare ecclesiastico e religioso Il mercato immobiliare ecclesiastico e religioso Analisi delle attività di evaluation, consulting, asset management, construction e agency di Davide Morganti Quando gli amici de ilQI mi hanno chiesto di scrivere un articolo che descrivesse un’operazione immobiliare “tipo”, fatta con un Ente religioso o ecclesiastico ho, come sempre, accolto con entusiasmo la richiesta. Poco dopo però ho iniziato a sentirmi disorientato: esiste una operazione "tipo" in quell’ambito? Il mercato RE di natura religiosa ed ecclesiastica in realtà presenta molteplici casi specifici i cui diversi bisogni possono essere soddisfatti attraverso le attività di una moderna azienda del settore: evaluation, consulting, asset management, construction e agency. Il patrimonio che stiamo prendendo in esame è vasto e disomogeneo, di natura ecclesiastica (ad esempio gli Istituti Diocesiani) o religiosa, quindi di Ordini di varia natura, (ad esempio i Salesiani o le Orsoline), ciascuno gestito autonomamente, con il solo cappello dell’Autorizzazione Vaticana a tutela del rispetto del Diritto Canonico e dell’opportunità della transazione. Ciascun Ente od Ordine è quindi autonomo nelle decisioni riguardanti i propri immobili e, così come è vasta la platea, altrettanto complessa è la mole di attività che richiede. Proviamo quindi ad analizzare sinteticamente quali attività sono necessarie e quali peculiarità attengono a questo particolare segmento. PERSONA DAVIDE MORGANTI SOCIETà IMMOBILIARE PERCASSI 20 Il mercato immobiliare ecclesiastico e religioso Deal origination. Nella quasi totalità dei casi il canale è il B2B, la fiducia nel cliente religioso è infatti fondamentale; i rapporti nascono lentamente e si consolidano negli anni. La virtù che è necessario possedere è la capacità di lavorare a lungo termine: può accadere che si presenti ad un ordine monastico un progetto di valorizzazione, che lo stesso venga accettato e che, al momento della firma del contratto la Madre Economa parta per una missione e rientri da lì a due anni. Ovviamente al suo rientro procederà, come concordato, a dare seguito al deal. Evaluation e consulting. La valutazione e il progetto di valorizzazione di un asset religioso è fondamentalmente simile a quella di qualsiasi altro immobile; le differenze riguardano alcune fattispecie di immobili, in prevalenza collegi o seminari, a destinazione catastale B1 e l’estrema differenziazione delle tipologie quando si valutano interi patrimoni. Può capitare, all'interno della valutazione del patrimonio di una Diocesi, di valutare anche un'area cimiteriale. Aspetto profondamente differente è quello della presentazione delle risultanze del lavoro al cliente religioso e la sua accettazione del piano di valorizzazione, che seguono dinamiche totalmente differenti rispetto agli standard di mercato, in considerazione anche delle finalità che l'Ente si pone nell'affrontare il problema. Asset management. Anche in questo caso l'attività è molto simile a quella svolta nel mercato laico, con differenze formali nella reportistica. L'asset manager dovrà essere particolarmente preparato ad affrontare problematiche legate ai vincoli posti sulle strutture e alle necessarie attività di svincolo e/o di gestione del progetto per ottimizzare i risultati e i tempi di attuazione. Quando analizziamo il patrimonio utilizzando il consueto trittico: "tenere, valorizzare e cedere", dobbiamo tener presenti le finalità del nostro Cliente che non sono mai speculative, ma che tendono a fini etici, generalmente allocazione delle risorse su progetti missionari o di assistenza in italia, oltre al sostentamento del Clero. Il mercato immobiliare ecclesiastico e religioso Construction. Qui è necessario analizzare due distinte fattispecie: i lavori di manutenzione ordinaria che vengono generalmente svolti da soggetti locali che hanno un rapporto consolidato con il cliente e i lavori straordinari, siano essi di ristrutturazione o di nuova edificazione, che vengono appaltati tramite un normale bando di gara al quale vengono invitate solo le aziende accreditate e che hanno già operato in questo campo; difficilmente verranno invitate aziende non conosciute o con qualche problema reputazionale. Agency. L'attività si differenzia sia per il rapporto con il mandante, che verso l’acquirente/conduttore. È necessario informare quest’ultimo sui tempi dell’operazione; infatti, posto che ci sia accordo sul prezzo, l’accettazione di una proposta passa da molteplici atti autorizzativi e diritti di prelazione, che quasi mai non inficiano la positiva conclusione dell'affare, ma ne possono allungare i tempi sino a 8/12 mesi e necessitano da parte del broker una estrema conoscenza del diritto canonico e delle procedure autorizzative. In rapporto al mandante dovremo attenderci tempi estremamente lunghi per la formalizzazione dei mandati, che dovranno passare al visto dei Consigli e/o del Vescovo, con tempi determinati dal calendario religioso. Viene inoltre generalmente richiesta particolare riservatezza, cosa che può riflettersi sul marketing e sulla comunicazione. In conclusione questo particolare tipo di mercato richiede operatori molto preparati e con best practice consolidate; di contro si può beneficiare del vantaggio di operare su immobili off market e in contesti affascinanti con risultati finali assai apprezzabili. PDF In allegato un piccolo vademecum predisposto dall'Avv. Paolo Colombo, responsabile del Dipartimento OPERE dell'Immobiliare Percassi RE Consulting, che ben riassume la complessità delle transazioni nel mercato Religioso ed Ecclesiastico. SCARICA PDF vai al forum di qitv sugli immobili ecclesiastici con a. sanchez fraga e davide morganti Un Fondo per incrementare il valore Un Fondo per incrementare il valore Il Fondo Priula di Castello SGR da più di un anno gestisce immobili della Diocesi di Bergamo di Giampiero Schiavo La Diocesi di Bergamo, insieme a Sesaab Spa e ad alcuni enti diocesani, fondazioni e parrocchie della Chiesa bergamasca, ha costituito lo scorso anno un fondo immobiliare per la gestione di parte del suo patrimonio immobiliare. Il fondo Priula è gestito da Castello SGR e Giampiero Schiavo, AD della società, illustra a Il Settimanale gli obiettivi e i prossimi step del Fondo. 2 23 Un Fondo per incrementare il valore Il Fondo Priula nasce con l’obiettivo per la Diocesi di Bergamo di affidare un’attività non-core a un operatore specializzato in grado di fornire una gestione professionale sui beni immobili facenti parte del proprio patrimonio. L’operazione ha permesso, inoltre, di rendere maggiormente liquida una porzione dell’attivo della Diocesi scarsamente valorizzata e caratterizzata da un grado di liquidità modesto. La strutturazione di un fondo immobiliare, avente un orizzonte temporale di lungo termine (20 anni), risulta infatti uno strumento finanziario perfetto per valorizzare nel tempo gli immobili oggetto di apporto, sfruttando la crescita, nel lungo termine, del settore, indipendentemente dalle ciclicità del mercato immobiliare. A un anno dall’inizio della sua operatività il Fondo Priula ha analizzato estensivamente il portafoglio immobiliare individuando criticità e potenzialità dello stesso e implementando le iniziative più opportune al fine di incrementare il valore patrimoniale e i flussi di cassa generati dall’immobile. Esempio di questa attività è la conversione di una struttura avente destinazione casa accoglienza/ostello, con una redditività non soddisfacente, in struttura alberghiera 3 stelle che verrà locata a un primario operatore internazionale. È ad avanzata fase di realizzazione l’apporto al Fondo Priula di un ulteriore portafoglio immobiliare di asset a reddito per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. L’attività condotta da Castello SGR sul portafoglio attraverso il miglioramento del profilo qualitativo e reddituale degli immobili permetterà di accedere in sede di dismissione a un mercato più ampio rispetto a quello normalmente accessibile alle istituzione religiose. PERSONA giampiero schiavo SOCIETà castello sgr Il Fondo Priula, Fondo comune di investimento immobiliare ordinario di tipo chiuso riservato a investitori qualificati, ha iniziato la propria operatività in data 31 Dicembre 2012. Il Fondo è investito in un portafoglio immobiliare con differenti destinazioni d’uso e diversi profili di rendimento. Edifici per il culto energicamente sostenibili Edifici per il culto energeticamente sostenibili Friendly Heating: confort per i fedeli e conservazione delle opere d’arte di Giuseppe Dibari Nell’ambito della ricerca di soluzioni energeticamente sostenibili, gli edifici per il culto richiedono un’attenzione particolare in quanto necessitano di coniugare la richiesta di climatizzazione per il comfort termo-igrometrico di poche ore del giorno e quella di proteggere dipinti, affreschi, opere d’arte di diversa tipologia. 2 25 Edifici per il culto energicamente sostenibili Durante le funzioni liturgiche è richiesto il riscaldamento repentino con aria calda che tipicamente disidrata i dipinti a bassa inerzia termica rispetto alle pareti con affreschi e decori ad alta elevata termica che subiscono quindi un fenomeno di condensa dovuto all’umidità emessa dalle persone. Per risolvere questo problema, Deerns Italia ha lavorato in passato al progetto Friendly-Heating. Si tratta di un progetto di ricerca europeo che propone, per proteggere le opere d’arte nelle chiese, un sistema di riscaldamento capace di contenere calore nell’area dove risiedono i fedeli ed eliminare l'eccesso di vapore. È stato infatti sviluppato un sistema di emissione di aria calda a bassa velocità e temperatura con apparecchiature poste alla base dei banchi, integrate da strisce scaldanti a bassa temperatura. Il sistema si completa installando delle apparecchiature che aspirano l’aria in prossimità dei fedeli attenuando non solo il risultato di non disperdere il calore dell’ambiente ma anche quello di aspirare l’aria umida emessa dai fedeli stessi garantendo la conservazione delle opere d’arte. Questa soluzione consente inoltre di risparmiare energia in quanto non si scaldano grandi volumi di aria proteggendo inoltre le opere d’arte. PERSONA giuseppe dibari SOCIETà deerns italia Friendly Heating un sistema di riscaldamento confortevole per le persone e compatibile con la conservazione delle opere d'arte conservate nelle chiese. vai al sito il Quotidiano Immobiliare ® presenta il nuovo modo di fare pubblicità MAIL ALL DAY e sei protagonista per un giorno Banner + Minisito in esclusiva per te! Tu scegli il messaggio, al resto ci pensiamo noi. BANNER In esclusiva un solo banner, il TUO. + MINISITO Una pagina web tutta per te! 2 27 fondi: la via della chiarezza Fondi: la via della chiarezza Il BENCHMARK di IPD rilancia il tema della trasparenza di Marco Luraschi La presentazione del nuovo BENCHMARK dei fondi immobiliari italiani da parte di IPD, a Roma, ha messo al tavolo le due componenti fondamentali del settore: gli investitori, in questo caso gli istituzionali come le Casse di previdenza, e gli operatori delle SGR italiane. Entrambi nella tavola rotonda sono stati impegnati in un'accesa discussione sul tema della trasparenza del mercato e del rapporto tra investitore e gestore. IPD ha fornito al mercato uno strumento che in qualche modo mancava, un modello di riferimento per valutare il rendimento del mercato italiano in termini di performance e valore della quota. Nell'idea di IPD, che ha messo insieme sette primarie SGR per 32 fondi e forse quasi 1.400 immobili censiti e analizzati, il BENCHMARK sarà il primo elemento di trasparenza del settore nei confronti proprio degli istituzionali ma anche del mercato globale e di chiunque volesse valutare la bontà o meno di un investimento. Lo scopo è quello i rimettere l'Italia sulla mappa dell'asset allocation globale. Lo ha detto bene Hans Op ‘t Veld, manager di PGGM (investitore olandese di lungo periodo) che è intervenuto al dibattito: l'Italia per il peso del GDP sul totale europeo vale molto di più di quanto sia rappresentata dai suoi investimenti immobiliari. Il real estate italiano ha un'asset allocation potenziale molto più elevata degli investimenti che riesce ad attrarre dall’estero. I motivi fondamentali sono la mancanza di trasparenza e la mancanza di best practices che possano fare da riferimento per gli investitori. La fase del ciclo che stiamo vivendo sarebbe anche interessante per gli investitori, ma per ora a SOCIETà ipd 28 queste condizioni incerte possono intervenire solo gli opportunistici. Questo è un danno immenso in un periodo in cui tutti gli investitori internazionali guardano al di fuori dei loro confini alla ricerca di rendimenti maggiori e diversificazione del rischio. In Italia manca anche il prodotto giusto (troppo poco quello con le caratteristiche richieste) ma questa non è una novità. Capitolo Casse di previdenza: lo ha detto anche Paola Muratorio di Inarcassa, purtroppo in molti casi il vero problema che causa incertezza e fa fuggire gli investimenti è lo stato italiano. Com' è possibile investire in un prodotto se non si è neppure sicuri della fiscalità a cui si è sottoposti? E che dire della tassazione delle rendite salita al 26%? Il vero problema legato all'investimento nei fondi sono i costi, che incidono in misura fondamentale nel business plan dell'investimento. Anche le fees di gestione, pur calate nel corso degli anni di crisi, hanno un peso troppo elevato secondo chi investe. Questi costi, più della bontà dell'investimento stesso, possono rendere non attuabile o non redditizio un investimento. Attenzione perché le Casse guardano all'estero: hanno proprio l'esigenza di diversificare sui mercati stranieri e le nostre SGR non devono lasciarsi scappare questa opportunità, perché sul mercato ci sono anche operatori internazionali che possono intercettare questa domanda con relativa facilità. E non è ancora arrivato sul mercato il secondo pilastro della previdenza. A fatica il settore cresce e si muove in un contesto di mercato difficilissimo, di positivo c'è sicuramente il fatto che gli operatori, le Casse, parlino una stessa lingua e siedano allo stesso tavolo per discutere a fare chiarezza. Non è poco se pensiamo solo a pochi anni fa. Infine il moderatore, Gianfranco Ursino, ha lanciato la proposta di un database degli scambi delle quote dei fondi riservati, per evitare gli episodi di danno per le Casse di previdenza di cui si è letto in questi giorni nella cronaca. fondi: la via della chiarezza Il Benchmark di Ipd terrà in considerazioni non solo il reddito degli immobili facenti parte i portafogli dei fondi immobiliari ed il loro valore capitale ma anche eventuali operazioni di trasformazione e di sviluppo immobiliare. fondi: la via della chiarezza tutti i video dell'evento realizzati da ilQI servizio luigi pischedda paola muratorio marco doglio paolo scordino florencio beccar hans op 't veld IPD Fabrica Immobliare SGR CBRE G.I. Inarcassa Prelios SGR PGGM Progetti value added per le Poste Progetti value added per le Poste EGI valorizza immobili del gruppo in contesti urbani di Marco Luraschi In un momento in cui il mercato immobiliare ha progressivamente ridotto il numero delle transazioni, le società immobiliari hanno concentrato l’attenzione e gli sforzi su attività finalizzate alla valorizzazione dei proprio beni, Europa Gestioni Immobiliari SpA, società del gruppo Poste Italiane, ha avviato una gestione attiva del portafoglio di immobili non più strumentali. Soprattutto negli ultimi anni, rafforzando il management con l’arrivo del direttore operativo Alberto Panfilo, piuttosto che disinvestire tout court i suoi immobili, la società ha deciso di concentrare l’attività in operazioni value added finalizzate alla massimizzazione del valore del patrimonio immobiliare, riqualificando spazi strategici nelle città. EGI ha puntato sull’innovazione e sulla qualità dei progetti, concentrando la sua azione in operazioni di trasformazione urbanistica ed edilizia di alcuni dei suoi immobili che per location, vocazione e potenzialità possono risultare appetibili per gli operatori del mercato. Ovviamente parliamo di edifici che, per la loro provenienza, erano caratterizzati da destinazioni d’uso afferenti ai servizi pubblici, a cui la società ha cercato di trovare una nuova connotazione in sintonia con quella che potrebbe essere la domanda del mercato nei singoli contesti di riferimento. Più che riqualificare a scatola chiusa, la società ha quindi cercato di rispondere alle esigenze della domanda a livello locale. Lavorando in stretta collaborazione con gli uffici tecnici comunali, e nel rispetto della condizione di “Contenimento del consumo di suolo attraverso il recupero PERSONA alberto panfilo SOCIETà europa gestioni immobiliari Progetto: Milano-Piazzale Lugano (45.400 mq circa), cambio di destinazione urbanistica ottenuto nel 2012 (per circa 30.000 mq commerciali, con destinazione direzionale, ricettivo e commerciale in luogo della precedente: servizi tecnologici). 3 31 Progetti value added per le Poste servizio postale dell’esistente”, sono stati proposti alcuni progetti di riqualificazione di cespiti ubicati nei centri urbani ormai in disuso, con l’obiettivo di restituire alle città luoghi un tempo di vitalità e aggregazione e oggi di abbandono e degrado. Un esempio è il caso del progetto della riqualificazione dello Scalo Farini di Milano, dove, a fronte di un percorso urbanistico completato con l’approvazione del nuovo PGT, è in corso di elaborazione il Piano Attuativo per la trasformazione dell’area con la realizzazione di circa 30.000 mq di superficie a uso commerciale ricettivo e direzionale. Prevista anche la realizzazione di una connessione urbana viaria tra via Bovisasca, piazzale Lugano e via Lancetti e la connessione con la nuova viabilità prevista per l’ATU-Farini-Lugano, nonché la realizzazione di un tracciato ciclo-pedonale. In tal senso è stata fondamentale la collaborazione con l’assessore all’urbanistica Ada Lucia De Cesaris, che ha dimostrato forte interesse alla realizzazione di questa opera di riqualificazione di uno spazio urbano di valore. A Perugia sono invece in fase di realizzazione interventi finalizzati a far assumere all’immobile di piazza Partigiani (2.200 mq circa) le caratteristiche di hub commerciale a servizio della stazione degli autobus e dei flussi di utenti che accedono al centro storico con il sistema di scale mobili che conduce a Corso Vannucci. È in corso la realizzazione di spazi commerciali a seguito di variazione urbanistica da uso pubblico a attività commerciali già ottenuta. A Firenze (14.000 mq circa) la società ha presentato un progetto di trasformazione dell’immobile realizzato dall’architetto Giovanni Michelucci in via Pietrapiana, accolto Il patrimonio immobiliare aziendale di Poste Italiane annovera oltre 3.000 immobili in proprietà, per un totale di circa 3,5 mln di mq, ed è composto da: • 14.000 uffici postali • 130 uffici direzionali • immobili complessi e di grandi dimensioni, (sup. media > 6.000 mq), alcuni inclusi nelle categorie “vincolate” dalle Soprintendenze • 21 centri di meccanizzazione postale • 1.000 edifici industriali minori. 32 Progetti value added per le Poste con favore dall’amministrazione locale, per la realizzazione di spazi commerciali, uffici e residenze. L’immobile è attualmente destinato a ospitare uffici pubblici. Il 25 marzo 2014 il consiglio comunale ha adottato il nuovo Regolamento Urbanistico che recepisce il cambio di destinazione a commerciale, direzionale e residenziale. A Trento il progetto presentato per la riqualificazione del “Palazzo delle Poste” (via SS Trinità, 7.300 mq circa) realizzato nel 1938 dal noto architetto Angiolo Mazzoni alle spalle del Duomo nel pieno centro storico della città, sta trovando l’appoggio dell’amministrazione locale che, attraverso un mix di nuove funzioni da far convivere nell’edificio, conta di far rivivere con questa iniziativa un pezzo del centro storico. È stato presentato un progetto di trasformazione, da attuare mediante accordo pubblico-privato in variante al PRG, che prevede la possibilità di svolgere attività di tipo commerciale, direzionale e residenziale. A seguito di una serie di assensi già ottenuti da parte delle varie funzioni pubbliche deputate alla valutazione dell’iniziativa, si prevede la prossima approvazione in Giunta del progetto presentato. Infine a Trieste il progetto di via S. Anastasio (14.300 mq circa): l’immobile ha attualmente destinazione pubblica ed è quasi totalmente in disuso. Il 16 aprile 2014 è stato adottato in consiglio comunale la variante al nuovo PRG che recepisce il cambio di destinazione a residenziale, direzionale privato e ricettivo. Nei piani del governo Renzi le Poste dovrebbero essere privatizzate (40%) entro il 2014 e in questo senso il ruolo di EGI e la valorizzazione in atto di Asset del portafoglio, che complessivamente possono valere circa 400 mln di euro a valore di mercato, appare strategica. In attesa della definizione complessiva del piano di investimenti nel real estate di Poste Italiane. Poste Italiane conduce invece in locazione passiva altri 12.000 immobili per un totale di circa 1,5 mln di mq, prevalentemente adibiti ad uffici postali ed edifici industriali. 3 33 Forestry Investment Industry Forestry Investment Industry Una nuova frontiera di investimento? di Alessandro Matteini Per quanto il business legato agli investimenti forestali e boschivi sia qualcosa di relativamente nuovo nel panorama finanziario nazionale, esso nasce diversi anni fa – precisamente verso la metà degli anni Settanta – negli Stati Uniti ove la necessità per gli investitori di diversificare le aree di rischio ha spinto taluni pionieri verso una delle prime forme di investimento “sustainable” di lungo periodo, in alternativa agli investimenti tipici rappresentati dalle commodity (metalli preziosi, petrolio) e dagli strumenti finanziari. In Europa, trova terreno fertile tra gli investitori istituzionali tedeschi, austriaci e scandinavi, che per primi hanno intravisto le potenzialità dell’investimento, ma non in Italia, ove tale strumento di investimento rappresenta ancora una sostanziale novità. In generale, la cosiddetta “forestry investment industry” sta vedendo, oggi, un periodo di riscoperta anche da parte di operatori che non vi hanno dedicato particolari risorse negli anni precedenti. Il motivo, in un contesto di crisi economica globale, è abbastanza intuitivo: la necessità di identificare e sviluppare un business che garantisca alti tassi di rendimento ma minore volatilità e instabilità rispetto alle forme di investimento standard. Proprio così: alti tassi di rendimento, anche superiori al 10% annuo. Il rendimento elevato e stabile è favorito da una sostanziale insensibilità ai cicli di mercato, determinata dal fatto PERSONA alessandro matteini SOCIETà agidi 34 che il rate of return origina da componenti tra loro diversi, la più incidente delle quali (61%) è rappresentata dall’aumento del volume del legname prodotto (cioè alla crescita biologica degli alberi), ossia un elemento che prescinde da logiche di mercato e insensibile alle speculazioni finanziarie. Si comprende, allora, come la forestry investment industry sia un’area assai attrattiva per tutti quegli operatori che necessitino di diversificare i propri investimenti, puntando su un’attività meno soggetta a volatilità e instabilità e che rappresenta un valido correttivo a trend inflazionistici. A questo punto vien da chiedersi se i forestry investment sono così convenienti, perché non sono così diffusi almeno nel vecchio continente? Quali sono i rischi legati a questo tipo di investimento? Un primo motivo della minore diffusione rispetto ad altre forme di investimento sta nei trend di mercato sino al 2008. Fino alla crisi che ha scosso i mercati finanziari mondiali, a fronte di un rendimento di circa il 10% annuo del business delle foreste, gli operatori erano in grado di generare il 13-14% di rendimento su strumenti finanziari, commodities e derivati che, pertanto, erano forme di investimento più appetibili nel breve periodo. Un secondo motivo dipende dalla tipologia del business. Si tratta di forme di investimento che implicano logiche di lungo periodo, sovente incompatibili con le politiche di investimento a breve degli operatori qualificati, elevati costi di gestione (si pensi al mantenimento delle foreste e ai costi di produzione, trattamento e trasporto del legname) e l’assunzione del rischio di instabilità politica del Paese in cui si effettua l’investimento. Incide pochissimo, invece, il rischio di incendi, che causa mediamente ogni anno la perdita dello 0,5% delle foreste gestite nel mondo. Forestry Investment Industry Il business legato agli investimenti forestali e boschivi nasce diversi anni fa, verso la metà degli anni Settanta, negli Stati Uniti dove la necessità per gli investitori di diversificare le aree di rischio ha spinto taluni pionieri verso una delle prime forme di investimento “sustainable” di lungo periodo. 3 35 Prendendo spunto, dunque, dalle caratteristiche di questo peculiare business (cioè investimento di lungo periodo, con flussi regolari e alti costi di gestione) una domanda sorge spontanea: quali potrebbero essere per gli operatori che, nel nostro Paese, utilizzano gli strumenti di investimento che potrebbero meglio di ogni altro adeguarsi alla forestry industry? Sicuramente potremmo, ad oggi, ipotizzare di ricorrere all’utilizzo di OICR (tra cui, da tener presenti, anche le nuove SICAF) ovvero quelle forme societarie operanti in qualità di special purpose vehicle, non ultima la SIIQ (anche se quest’ultima non ha riscosso sinora particolare successo sul mercato). La scelta finale ovviamente dipende dall’efficienza fiscale richiesta e dal target di investitore: una publicly-traded entity agevola la liquidità dell’investimento e il reperimento di capitali tra piccoli e medi investitori anche con obiettivi di investimento di breve periodo, mentre l’utilizzo di un private investment fund o di una SPV può offrire un miglior trattamento fiscale ma richiede l’immissione di ingenti capitali da parte di investitori con obiettivi a lungo termine (e, quindi, primariamente investitori qualificati e ultra high wealth particolarmente sofisticati). In tutti i casi, è comunque fondamentale l’allestimento di una struttura gestionale altamente specializzata nel settore e in grado di implementare una significativa cost efficiency, in considerazione del fatto che il rendimento del business dipende, in modo considerevole, dalla capacità di limitare l’incidenza degli alti costi di gestione. L’innegabile appeal riconducibile a questa peculiare tipologia di business porta a domandarci se possano sussistere i presupposti per importarlo anche in Italia, consentendo così agli operatori di settore di investire direttamente all’interno del nostro Paese. Allo stato attuale, la normativa nazionale che trova applicazione con riferimento ai boschi e alle foreste non ne consente utilizzazioni a fini speculativi. Ciò perché, a prescindere dal fatto che i boschi e le foreste siano beni appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato, ovvero beni di proprietà privata, la possibilità di disporne è in ogni Forestry Investment Industry Nel Regno Unito hanno toccato ultimamente picchi del 24% a tre anni e il trend globale a 20 anni per il periodo 1987-2007 ha visto il business degli investimenti forestali registrare performance superiori del 37% rispetto a quelle dei titoli azionari, con una notevole stabilità e regolarità dei flussi di ritorno. 36 caso molto limitata. Corollario, infatti, della loro riconduzione nell’alveo dei “beni di interesse pubblico generale” in ragione della funzione idrogeologica, disinquinante, igienico-sanitaria, ecologica, bioclimatica e paesaggistica che gli stessi svolgono, è l’operatività di un regime di indisponibilità (relativa, qualora siano di proprietà privata) e di stretta vigilanza da parte della pubblica amministrazione. Come contemperare, dunque, le esigenze pubblicistiche che tali beni perseguono con il core business delle aziende private che investono nel settore delle foreste? In assenza di una normativa ad hoc, quale potrebbe essere un valido contesto di azione verso il quale potrebbe orientarsi il legislatore allo scopo di accogliere la forestry investment industry all’interno del nostro panorama normativo? L’ipotesi forse più praticabile potrebbe essere quella di ricorrere a forme di partenariato pubblico-privato (sia in forma societaria sia mediante partecipazione a un fondo comune di investimento). In particolare, tramite l’implementazione di un sistema di sfruttamento “guidato” delle risorse (ad esempio, con una procedura ad evidenza pubblica per la selezione del soggetto a cui affidare l’incarico e consequenziale costituzione di società a partecipazione mista), tale business potrebbe trovare terreno fertile anche nel nostro Paese, potendo costituire, così, anche una fonte di reddito per la pubblica amministrazione stessa. Forestry Investment Industry In Italia la normativa attuale che trova applicazione con riferimento ai boschi e alle foreste non ne consente utilizzazioni a fini speculativi. In assenza di una normativa ad hoc, l’ipotesi più praticabile potrebbe essere quella di ricorrere a forme di partenariato pubblico-privato. web tv web tv report Bnp Paribas: impatto progetti uffici sul mercato di Milano Simone Roberti, Responsabile dell’Ufficio Studi di BNP Paribas Real Estate, presenta il report focalizzato sui progetti ad uso ufficio in corso di realizzazione, o solo progettati, a Milano dal titolo ‘Impatto dei nuovi progetti uso uffici sul volume di sfitto a Milano’. Il mercato degli investimenti a Milano ha vissuto un’importante crisi nel corso del 2012, una forte ripresa nel 2013 e i dati del primo trimestre del 2014 confermano il trend dello scorso anno. Catella (Hines): Porta Nuova per un Paese positivo Taglio del nastro per Varesine, la seconda fase del progetto Porta Nuova a Milano. Una giornata importante, spiega Manfredi Catella di Hines Italia SGR, non solo per la società e per il progetto in sé, ma per le numerose persone che in questi hanni hanno lavorato alla sua realizzazione. Porta Nuova, spiega Catella, punta a proporsi come esempio di un Paese che cerca di proporsi come attivo e che possa parlare di sé positivamente. Audis: rigenerare italia Si è svolto a Modena il Convegno nazionale Audis intitolato Rigenerare Italia: ruoli, obiettivi, strumenti per ripartire dalle città. Al centro della giornata sono stati i piani di rigenerazione urbana legati alla governance del rapporto tra pubblico e privato, ai fondi immobiliari e alle norme ambientali in relazione a quelle urbanistiche. Ne è emersa un’approfondita e interessante analisi della situazione urbana italiana, con indicazioni sulle risorse utilizzabili e su quelle disponibili ma allocate in modo sbagliato. 38 L’evento di Segreen: Smart Work in the Smart City Si è svolta al Segreen Business Park di Segrate, progetto sviluppato da CBRE Global Investors, la serata Smart Work in the Smart City organizzata da Lombardini22. Nel corso dell’evento si è tenuta un’interessante tavola rotonda sul tema dei moderni spazi uffici e sulle nuove modalità di interazione nei luoghi di lavoro. Di seguito le interviste ad alcuni protagonisti dell’evento: Carlo Ratti, Walter Cavalieri, Giuseppina Panza di Biumo, Franca Ferrari. Alberto Radice Fossati: un evento pensato intorno alla piazza Alberto Radice Fossati, CBRE Global Investors, spiega come l'obiettivo della serata, Smart Work in the Smart City, fosse quello di trasferire il messaggio che la piazza è il centro dell'operazione illustrata durante l'evento al Segreen Business Park di Segrate. Le aziende devono dialogare tra loro per creare un maggiore business. La cornice aiuta ad apprezzare i contenuti della serata in una Milano che si estende oltre all'area metropolitana. Franco Guidi: un evento che è il risultato di un lungo lavoro Il primo evento "fuori casa" per Lombardini22. Franco Guidi spiega come la serata, Smart Work in the Smart City, sia il risultato di un lungo lavoro che valorizza gli spazi che nel futuro saranno sempre più ibridi. Dalle diversità nascono aspetti creativi e interessanti. Anche la crisi da la possibilità di rompere vecchi schemi e portare innovazioni che cambieranno la vita quotidiana. 3 39 Clerici (World Capital): Italia è bacino di opportunità Alla presentazione del rapporto Italy Real-Invest 2014, Marco Clerici di World Capital spiega cosa gli investitori stranieri possono trovare oggi in Italia: il nostro Paese è un grosso bacino di opportunità e ha un patrimonio storico-artistico inestimabile. Questo è ciò che molti operatori esteri hanno già capito e altri dovranno capire per valutare la propria presenza in Italia. Un interesse che si risveglia verso il real estate nostrano e si orienta verso tutti i comparti dell’immobiliare. Intiglietta (Eire): Italia nel mondo, un’opportunità unica Grazie al suo patrimonio culturale e storico, l’Italia ha davanti a sé un’opportunità unica per proporsi sul panorama internazionale. Lo ha spiegato Antonio Intiglietta, presidente di Eire, alla presentazione del rapporto Italy Real-Invest 2014. Tale opportunità richiede però una realtà imprenditoriale che sia in grado di mostrarsi convincente sul panorama internazionale. In ogni caso, ha precisato con una nota di ottimismo, più che ai problemi e agli ostacoli bisogna cercare le soluzioni e guardare ai successi già avvenuti. lamio (ice): real estate è importante attrattiva per l’Italia Ice è l’Agenzia pubblica per la promozione all’estero dell’Italia e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Giancarlo Lamio dell’Ice ha ospitato presso la sala Ice del Palazzo delle Stelline a Milano la presentazione del rapporto Italy Real-Invest 2014 di World Capital e ha sottolineato come il real estate italiano, grazie alle sue qualità storico-culturali eccezionali, rappresenti una forte attrattiva sul piano internazionale.
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