INTERAZIONE CINEMATICA PALO-TERRENO: ANALISI NUMERICHE DI PROVE SPERIMENTALI M. G. Durante, L. Di Sarno, S. Sica, A. L. Simonelli Università degli Studi del Sannio [email protected] Sommario Negli ultimi decenni la comunità scientifica nazionale ed internazionale ha rivolto grande attenzione allo studio dell’interazione cinematica tra fondazione e terreno. Di recente agli studi teorici si associano, sempre più frequentemente, sperimentazioni avanzate su modelli fisici, a varia scala, che consentono di cogliere aspetti peculiari del comportamento di un sistema terreno-fondazione, e permettono la validazione o meno di modelli numerici appositamente elaborati. Lo scopo della presente nota è proprio quello di validare un modello numerico alle differenze finite realizzato con il codice di calcolo FLAC 2D, mediante il confronto con i risultati di una sperimentazione su modelli di pali immersi in un sottosuolo stratificato, e soggetti ad azioni dinamiche mediante tavola vibrante. L’ampia campagna sperimentale è stata svolta presso il laboratorio BLADE (Bristol Laboratory for Advanced Dynamics Engineering) dell’Università di Bristol (UK) nell’ambito di un progetto europeo SERIES (Seismic Engineering Research Infrastructures for European Synergies), che ha visto la collaborazione di cinque unità di ricerca europee. La validazione del modello numerico è stata effettuata considerando tre diversi profili della velocità delle onde di taglio nel terreno, valutandone gli effetti sia in termini di accelerazione massima lungo la verticale in condizioni di campo libero, sia di momenti flettenti lungo i pali. 1. Introduzione La complessa interazione dinamica terreno-palo-struttura è il risultato della combinazione di due distinti fenomeni: l’interazione cinematica, cioè la risposta del terreno nell’intorno della fondazione, differente da quella che si ha in condizioni di campo libero, e l’interazione inerziale, legata alle sollecitazioni aggiuntive trasmesse dalla struttura alla fondazione e quindi al terreno, per effetto della sollecitazione dinamica (Fig. 1). Come ben noto il fenomeno della interazione cinematica genera nel palo sollecitazioni tanto più marcate quanto maggiori sono le differenze, in termini di rigidezza e resistenza, tra i diversi strati di terreno attraversati dal palo, ed il momento massimo si attinge proprio nell’intorno dell’interfaccia tra i diversi terreni (Fig. 1a). a) b) Fig. 1. Interazione cinematica (a) ed inerziale (b) Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Uno dei metodi più affidabili per la valutazione del complesso fenomeno dell’interazione è sicuramente quello di studiare la risposta di modelli fisici. Data la difficoltà di sperimentare modelli in vera grandezza, frequentemente si fa ricorso a sperimentazione su modelli in scala (su tavola vibrante o in centrifuga). Oltre che all’ovvio utilizzo dei dati sperimentali per una migliore comprensione del complesso fenomeno, tali dati possono essere utilizzati in modo molto efficace per la validazione di modelli numerici. La presente nota si pone, infatti, come obiettivo quello di validare un modello numerico alle differenze finite per la valutazione dell’interazione cinematica, utilizzando i risultati di un’ampia campagna sperimentale condotta sulla tavola vibrante del laboratorio BLADE (Bristol Laboratory for Advanced Dynamics Engineering) dell’Università di Bristol (UK) nell’ambito di un progetto europeo SERIES (Seismic Engineering Research Infrastructures for European Synergies); tale progetto ha visto la collaborazione di cinque unità di ricerca europee, afferenti all’Università della Calabria (I), all’ Ecole Centrale Paris (F), al Norwegian Geotechnical Institute (N), all’Università di Patrasso (G) ed ovviamente all’Università di Bristol (UK) ed a quella del Sannio (I). 2. Il modello fisico Il modello fisico è composto da un gruppo di 5 pali in alluminio che attraversano due strati di sabbia asciutta con caratteristiche meccaniche differenti (Fig. 2); lo strato superiore è formato da sabbia Leighton Buzzard (LB) frazione E, mentre quello inferiore, più rigido, da una miscela di frazioni B (85%) ed E (15%) di Leighton Buzzard Sand. 1 2 4 5 3 Fig. 2. Modello fisico sottoposto a prove La campagna sperimentale è stata ampiamente descritta in precedenti lavori (vedi Simonelli et al., 2014); brevi note sono state già presentate agli incontri IARG degli scorsi anni (Durante et al., 2012 e 2013). Le principali caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni sono riassunte in Tabella 1. Tabella 1. Principali caratteristiche del terreno Spessore Sottosuolo Strato superiore LB(E) Strato inferiore LB(E+B) Densità relativa Peso del secco Dr γd (mm) Indice dei vuoti e (%) (kN/m3) Velocità media delle onde di taglio Vs (m/s) 340 0.9 28 13.63 53 H Vs2/Vs1 1.7 460 0.48 41 17.46 89 3. Modellazione numerica Le analisi numeriche sono state svolte, alla scala del modello, con il codice di calcolo alle differenze Durante et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio finite FLAC 2D (Itasca, 2005). Per il terreno si è scelto di utilizzare il modello costitutivo di Ramberg-Osgood; in tale modello la curva di carico nel piano tau-gamma e le curve che descrivono i rami di isteresi sono governate da equazioni dipendenti tra di loro. La taratura del modello costitutivo consta nella calibrazione di due parametri che forniscano la miglior corrispondenza della curva di decadimento G(γ) numerica con quella sperimentale di riferimento; in questo lavoro si è scelto di utilizzare la curva di Vucetic & Dobry, 1990 per indice di plasticità pari a zero. Per modellare lo smorzamento anche a bassi livelli deformativi è stato inserito un adeguato smorzamento di tipo viscoso con formulazione alla Rayleigh. Per la determinazione dell’angolo di attrito interno non sono disponibili prove di laboratorio a stati tensionali e di addensamento propri della sabbia depositata all’interno del contenitore del modello fisico. Pertanto, note le densità relative dei singoli strati e facendo riferimento ai numerosi dati di letteratura disponibili per la Leighton Buzzard Sand, l’angolo di attrito è stato stimato mediante le ben note relazioni di Bolton (Bolton, 1986) e Cavallaro (Cavallaro et al., 2001). Per valutare l’effetto dell’andamento della velocità delle onde di taglio con la profondità, sulla risposta del modello, si è scelto di confrontare tre possibili diverse configurazioni: - profilo delle vs costante per ognuno dei due strati (omogeneo/omogeneo (Hom/Hom)); - profilo delle vs variabile con la profondità per lo strato superiore e costante per quello inferiore (disomogeneo/omogeneo (Inhom/Hom)); - profilo delle vs variabile per entrambi gli strati (disomogeneo/disomogeneo (Inhom/Inhom)). Nel caso di velocità variabile con la profondità, si è assunto un andamento in accordo alla relazione: Il valore della vs,H è stato determinato a partire dai dati sperimentali a disposizione, utilizzando una espressione analitica in forma chiusa sviluppata dagli Autori e in corso di pubblicazione. I diversi profili utilizzati nella modellazione sono riportati in Fig. 3. Fig. 3- Profili delle velocità delle onde di taglio considerati I pali sono stati modellati utilizzando gli elementi strutturali “pile” presenti nel codice di calcolo, connessi al terreno mediante molle a taglio e a sforzo normale. Nella presente analisi si è scelto di utilizzare solo molle normali, con un comportamento elasto-plastico le cui caratteristiche, note le proprietà del terreno, sono state ottenute dalla simulazione di una prova di carico laterale del palo a Durante et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio diverse quote. Nella fase statica il modello è vincolato alla base in entrambe le direzioni orizzontale e verticale, mentre lungo i bordi è vincolato solo in direzione orizzontale. Nella fase dinamica sono stati rimossi i vincoli ai bordi e si sono imposte, in maniera semplificata, le condizioni trasmesse dal contenitore durante la sperimentazione su tavola vibrante, imponendo che lo spostamento del bordo sinistro sia lo stesso di quello destro. Il modello numerico realizzato, con la relativa mesh, è mostrato in Fig. 4. Fig. 4. Modello numerico realizzato 4. Analisi dei risultati Tra la messa di risultati sperimentali a disposizione si è scelto di utilizzare quello con input armonico (sinedwell) con una frequenza pari a 20 Hz e una accelerazione alla tavola vibrante pari a 0.08g. La validazione del modello è stata effettuata anzitutto nei riguardi della risposta del solo terreno (condizioni free-field): in Fig. 5 si riporta il confronto tra i risultati sperimentali relativi a questa prova e la simulazione numerica per i tre profili di vs considerati, riportando la massima accelerazione ottenuta per ogni profondità. Fig. 5. Risposta free-field: analisi numerica vs. dati sperimentale Durante et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Come è possibile notare dalla Fig. 5, il profilo delle accelerazioni ottenuto considerando due strati con velocità costante (Hom/Hom), si discosta dai risultati sperimentali soprattutto nell’intorno dell’interfaccia tra i due strati (posta a quota 460mm), zona di particolare interesse. Al contrario i risultati ottenuti con gli altri due profili di velocità (Inhom/Hom ed Inhom/Inhom) sono in ottimo accordo con i punti sperimentali (ad eccezione di un punto singolare nello strato superiore). Dall’analisi della risposta free-field si dedurrebbe che l’assunzione di un profilo delle vs variabile con la profondità anche solo nello strato superiore sia sufficiente per simulare bene la risposta del terreno. Per cogliere invece la risposta del sistema in termini di momento flettente lungo i pali, si è rivelato necessario adottare un profilo di vs variabile per entrambi gli strati di terreno, come esemplificato in Fig.6, in cui sono riportati gli inviluppi dei momenti flettenti lungo i pali 4 e 5 (strumentati nella sperimentazione) per le tre differenti ipotesi sulla distribuzione delle vs. a b Fig. 6. Inviluppo dei momenti flettenti lungo il palo 4 (a) e il palo 5 (b) Come atteso la risposta più conforme al dato sperimentale, sia in termini di andamento che di entità dei momenti, è quella ottenuta ipotizzando che il terreno abbia delle caratteristiche di rigidezza variabili con la profondità. Dall’analisi dei dati sperimentali si nota una risposta differente tra il palo 4 e il palo 5 in termini di momento massimo: questa differenza non viene colta da nessuno dei modelli considerati all’interno dell’analisi numerica, ed è un aspetto che merita ulteriori approfondimenti. L’analisi della forma dell’inviluppo dei momenti flettenti sia lungo il palo 4 che il palo 5, permette di osservare che il massimo momento è concentrato in un solo punto (in corrispondenza o immediatamente al di sotto dell’interfaccia) per i modelli in cui è presente un salto netto tra le v s dei due strati (Hom/Hom e Hom/Inhom), mentre è distribuito in una fascia nell’intorno dell’interfaccia nel modello con il profilo variabile per entrambi gli strati (Inhom/Inhom), riproducendo più fedelmente la risposta sperimentale. 5. Conclusioni e sviluppi futuri Si sono riportati alcuni risultati relativi ad un ampio studio di modellazione numerica. In particolare si è proposto un confronto tra differenti modelli di variazione delle caratteristiche meccaniche del deposito, al fine di analizzarne gli effetti. Il confronto con i risultati sperimentali sia in termini di risposta free-field che di momento flettente fornisce indicazioni interessanti; in particolare: - la risposta numerica free-field del deposito è in perfetto accordo con i dati sperimentali se si Durante et al. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio considera una variazione delle velocità vs con la profondità per entrambi gli strati del deposito (Inhom/Inhom), o quanto meno per lo strato superiore (Inhom/Hom); al contrario la risposta ottenuta ipotizzando due strati a rigidezza costante (Hom/Hom) non riesce a cogliere a pieno il comportamento del sottosuolo in corrispondenza dell’interfaccia, a causa del brusco cambio di rigidezza che evidentemente non è presente nella realtà; - per quanto concerne l’andamento dei momenti flettenti massimi lungo il palo, tutte e tre le differenti distribuzioni di vs adottate producono profili di momenti congruenti con l’andamento dei punti sperimentali; ancora una volta, però, il profilo che meglio rispecchia i momenti massimi misurati è quello ottenuto per velocità vs variabili in entrambi gli strati (Inhom-Inhom); - per quanto concerne l’entità dei momenti flettenti massimi, le analisi numeriche forniscono valori molto prossimi a quelli sperimentali per il palo 5, mentre sottostimano leggermente i momenti misurati per il palo 4. In conclusione si può affermare che per riprodurre più fedelmente la reale risposta dell’intero sistema (sia free-field, sia in termini di momenti massimi), è senza dubbio preferibile adottare, nelle analisi numeriche, profili di vs variabili con la profondità, per entrambi gli strati costituenti il sottosuolo del modello fisico. Tra gli obiettivi futuri c’è sicuramente quello di perfezionare ulteriormente il modello numerico, al fine di poter cogliere in maniera più accurata anche la differente risposta dei due pali del modello fisico, in termini di momenti massimi. Si prevede inoltre di aggiungere al modello numerico un oscillatore semplice in superficie, in modo da poterne valutare le azioni inerziali in fondazione; in tal modo si potrà simulare l’interazione completa terreno-palo-struttura in campo dinamico, e procedere alla validazione del modello mediante il confronto con i corrispondenti risultati sperimentali, ottenuti sempre dalla stessa sperimentazione condotta in ambito SERIES. L’obiettivo ultimo di questo studio è infine quello di modellare un sistema in vera grandezza, adottando le stesse ipotesi assunte alla base del modello validato. Ringraziamenti L’attività di ricerca che ha prodotto questi risultati è stata finanziata dall’Unione Europea nell’ambito nel Settimo programma (FP7/2007-2013), convenzione n. 227887, SERIES. Si ringrazia anche il consorzio ReLUIS per aver co-finanziato il progetto nell’ambito del Task MT2, Linea di ricerca coordinata dal prof. Lancellotta. Bibliografia Simonelli AL, Di Sarno L, Durante MG, Sica S, Bhattacharya S, Dietz M, Dihoru L, Taylor CA, Cairo R, Chidichimo A, Dente G, Modaressi A, TodoBom LA, Kaynia AM, Anoyatis G, Mylonakis G (2014) Chapter 27: Experimental Assessment of Seismic Pile-Soil Interaction. Seismic Evaluation and Rehabilitation of Structures, Geotechnical, Geological and Earthquake Engineering, Volume 26:455-475 Durante M.G., Di Sarno L., Sica S., Simonelli A.L., Chidichimo A., Cairo R., Dente G. “Sperimentazione su pali mediante tavola vibrante”. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica – IARG 2012, Padova 2012 Durante M.G., Di Sarno L., Sica S., Simonelli A.L. “Interazione terreno-palo-struttura in condizioni dinamiche: evidenze sperimentali”. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica – IARG 2013, Perugia 2013 Bolton M. (1986). “The strength and dilatancy of sands”. 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