Coomologia a coefficienti in fasci e dualit`a di Verdier Alessandro Achille Scuola Normale Superiore di Pisa 16 maggio 2014 Funtore derivato Sia T : C → D un funtore additivo esatto a sinistra tra categorie abeliane con abbastanza iniettivi. Dato F in C fissiamo una sua risoluzione iniettiva F → I • : 0 → F → I0 → I1 → I2 → . . . Applichiamo il funtore T al complesso I • : 0 → T (I 0 ) → T (I 1 ) → T (I 2 ) → . . . , e definiamo il funtore derivato n-esimo destro di T come: R n T (F ) = H n T (I • ) Coomologia di fasci Nel nostro caso siamo interessati alla categoria Sh(X ) dei fasci sullo spazio topologico X e al funtore sezione globale: Γ(X , −) : Sh(X ) → Ab Il gruppo di coomologia n-esimo di X a coefficienti nel fascio F `e: H n (X , F ) := R n Γ(X , −)(F ) = H n Γ(X , I • ) Intuizione: Sia k un gruppo abeliano. Indicato con kX il fascio delle funzioni localmente costanti su X a valori in k, la coomologia a coefficienti nel fascio kX coincide con la classica coomologia a coefficienti in k. D’ora in avanti supporremo di lavorare con k-fasci, k un campo. Coomologia a supporto compatto Possiamo usare altri funtori e ottenere risultati interessati. Sia: Γc (X , F ) = {sezioni globali a supporto compatto di F } La coomologia a supporto compatto di X a coefficienti in F `e: Hcn (X , F ) := R n Γc (X , −)(F ) Accenno ai metodi di calcolo Trovare una risoluzione iniettiva non `e semplice, ma grazie al teorema di aciclicit`a possiamo calcolare la coomologia usando una qualunque altra risoluzione Γ-aciclica. I seguenti teoremi ci permettono di trovare facilmente fasci aciclici: Teorema Se un fascio su uno spazio localmente compatto `e un modulo sul fascio delle funzioni continue, allora `e aciclico. Teorema Se un fascio su una variet`a differenziale X `e un modulo sul fascio delle funzioni C ∞ , allora `e aciclico. Teorema di de Rham Consideriamo la successione: 0 → RX → Ω0 → Ω1 → Ω2 → . . . con Ω • il complesso di de Rham dei fascio di n-forme differenziali. La successione `e esatta in quanto lo `e localmente (Lemma di Poincar´e), inoltre ciascun Ωn `e aciclico in quanto modulo sulle funzioni C ∞ . Dunque RX → Ω • `e una risoluzione iniettiva di RX e: n H n (X , RX ) = H n Ω • (X ) = HRM (X ) Il nostro scopo La dimostrazione del Teorema di de Rham suggerisce che propriet`a differenziali siano reinterpretabili algebricamente usando la coomologia in fasci. In particolare ci possiamo chiedere se l’avere un integrale su una variet`a differenziale orientata ha un equivalente puramente algebrico che dipende solo dalle propriet`a topologiche. La risposta a questa (ed altre) domande `e contenuta nella dualit`a di Verdier, che ci permetter`a di trovare un corrispondente all’integrale che inoltre soddisfi la dualit`a di Poincar´e. Qualche lemma algebrico Lemma Dato un fascio F e un complesso di fasci J • vale: H q Hom(F , J • ) = [ F , J • [ q ] ] ... Hom(F , J q−1 ) Hom(F , J q ) Hom(F , J q+1 ) ... ... 0 F 0 ... J q+1 ... α ... J q−1 Jq Qualche lemma algebrico Lemma Dato un fascio F e un complesso di fasci J • vale: H q Hom(F , J • ) = [ F , J • [ q ] ] ... Hom(F , J q−1 ) Hom(F , J q ) Hom(F , J q+1 ) ... ... 0 F 0 ... J q+1 ... α ... J q−1 Jq Qualche lemma algebrico Lemma Dato un fascio F e un complesso di fasci J • vale: H q Hom(F , J • ) = [ F , J • [ q ] ] Lemma Definire un omomorfismo tra kX e un fascio F equivale a scegliere una sezione globale di F : Hom(kX , F ) = Γ(X , F ) Una semplice conseguenza `e: H p (X , F ) = H p Γ(X , I • ) = H p Hom(kX , I • ) = [ kX , I • [ p ] ] Qualche lemma algebrico Lemma Dato un fascio F e un complesso di fasci J • vale: H q Hom(F , J • ) = [ F , J • [ q ] ] Lemma Definire un omomorfismo tra kX e un fascio F equivale a scegliere una sezione globale di F : Hom(kX , F ) = Γ(X , F ) Una semplice conseguenza `e: H p (X , F ) = H p Γ(X , I • ) = H p Hom(kX , I • ) = [ kX , I • [ p ] ] Qualche lemma algebrico Lemma Dato un fascio F e un complesso di fasci J • vale: H q Hom(F , J • ) = [ F , J • [ q ] ] Lemma Definire un omomorfismo tra kX e un fascio F equivale a scegliere una sezione globale di F : Hom(kX , F ) = Γ(X , F ) Una semplice conseguenza `e: H p (X , F ) = H p Γ(X , I • ) = H p Hom(kX , I • ) = [ kX , I • [ p ] ] Il prodotto cup Usando questa rappresentazione possiamo definire un prodotto: ^: H p (X , F ) × Hcq (X , kX ) → Hcp+q (X , F ) che equivale a definire, fissata kX → K • risoluzione iniettiva: ^: [K • , I • [p]] × H q Γc (X , K • ) → H p+q Γc (X , I • ) ... Kq K q−1 αq−1 ... I q+p−1 ... K q+1 αq I q+1 αq+1 I q+p+1 ... Il prodotto cup Usando questa rappresentazione possiamo definire un prodotto: ^: H p (X , F ) × Hcq (X , kX ) → Hcp+q (X , F ) che equivale a definire, fissata kX → K • risoluzione iniettiva: ^: [K • , I • [p]] × H q Γc (X , K • ) → H p+q Γc (X , I • ) ... Kq K q−1 αq−1 ... I q+p−1 ... K q+1 αq I q+1 αq+1 I q+p+1 ... Il prodotto cup Usando questa rappresentazione possiamo definire un prodotto: ^: H p (X , F ) × Hcq (X , kX ) → Hcp+q (X , F ) che equivale a definire, fissata kX → K • risoluzione iniettiva: ^: [K • , I • [p]] × H q Γc (X , K • ) → H p+q Γc (X , I • ) ... Γc (X , K q−1 ) Γc (X , K q ) Γc αq−1 ... Γc (X , I q+p−1 ) Γc (X , K q+1 ) Γc αq Γc (X , I q+p ) ... Γc αq+1 Γc (X , I q+p+1 ) ... Il prodotto cup Usando questa rappresentazione possiamo definire un prodotto: ^: H p (X , F ) × Hcq (X , kX ) → Hcp+q (X , F ) che equivale a definire, fissata kX → K • risoluzione iniettiva: ^: [K • , I • [p]] × H q Γc (X , K • ) → H p+q Γc (X , I • ) ... Γc (X , K q−1 ) Γc (X , K q ) Γc αq−1 ... Γc (X , I q+p−1 ) Γc (X , K q+1 ) Γc αq Γc (X , I q+p ) ... Γc αq+1 Γc (X , I q+p+1 ) ... Dimensione Sia X uno spazio localmente compatto. Diciamo dimensione di X il minimo intero n, se esiste, tale che: Hci (X , F ) = 0 per ogni fascio F e i > n La dimensione `e locale: definiamo dimx X = inf dim U x ∈U con U intorno aperto di x . Vale allora dim X = sup dimx X Dimensione Sia X uno spazio localmente compatto. Diciamo dimensione di X il minimo intero n, se esiste, tale che: Hci (X , F ) = 0 per ogni fascio F e i > n La dimensione `e locale: definiamo dimx X = inf dim U x ∈U con U intorno aperto di x . Vale allora dim X = sup dimx X Strutture differenziali? L’integrale su una variet`a differenziale orientata X definisce: Z : Hcn (X ) → R Domanda: L’esistenza di una tale funzione `e una propriet`a differenziale o c’`e un equivalente algebrico per variet`a topologiche? Dato X spazio qualunque possiamo riscrivere Hcp (X , F )∨ come: Hcp (X , F )∨ = H p Hom(Γc (X , I • ), k) = [Γc (X , I • [p]), k] con F → I • risoluzione iniettiva. Per studiare il duale dei gruppi di coomologia possiamo alternativamente studiare il funtore: I • → [Γc (X , I • ), k] Strutture differenziali? L’integrale su una variet`a differenziale orientata X definisce: Z : Hcn (X ) → R Domanda: L’esistenza di una tale funzione `e una propriet`a differenziale o c’`e un equivalente algebrico per variet`a topologiche? Dato X spazio qualunque possiamo riscrivere Hcp (X , F )∨ come: Hcp (X , F )∨ = H p Hom(Γc (X , I • ), k) = [Γc (X , I • [p]), k] con F → I • risoluzione iniettiva. Per studiare il duale dei gruppi di coomologia possiamo alternativamente studiare il funtore: I • → [Γc (X , I • ), k] Dualit`a di Verdier Teorema (Verdier) Sia X uno spazio localmente compatto di dimensione n. Il funtore controvariante definito da: I • 7→ [Γc (X , I • ), k] `e rappresentabile: esiste un complesso di iniettivi D • tale che: • [I • , D • ] ∼ = [Γc (X , I ), k] D • `e detto complesso dualizzante ed `e unico a meno di omotopia (dunque la sua coomologia `e ben definita). D • contiene tutte le informazioni su come dualizzare ogni altro fascio, dobbiamo solo capire come estrarle. Coomologia di D • Dato che gli H i D • sono ben definiti, cerchiamone una caratterizzazione: Teorema Il fascio H −p D • `e il fascio associato al prefascio: U 7→ Hcp (U, kX )∨ In particolare, se X `e una variet`a, localizzando si vede che: H −p D • = 0 se p 6= n Fascio dell’orientazione Tra gli H −p D • il pi` u interessante `e il fascio dell’orientazione: Or := H −n D • . Questa volta il seguente definisce un fascio e dunque descrive Or : U 7→ Hcn (U, kx )∨ Nel caso di X variet`a, Or `e dunque localmente isomorfo a kX . Se Or `e anche globalmente isomorfo a kX diremo che X `e orientabile. Intuitivamente stiamo dicendo che dare un’orientazione vuol dire fissare un modo globale di “integrare”. Dualit`a di Poincar´e Teorema Sia X una variet`a topologica di dimensione n. Esiste Z : Hcn (X , Or ) → k lineare tale che per ogni p ∈ Z la forma bilineare: Z α^β con α ∈ H p (X , Or ) e β ∈ Hcn−p (X , kX ), induce un isomorfismo: H p (X , Or ) → Hcn−p (X , kX )∨ Esistenza dell’isomorfismo Abbiamo visto che per una variet`a: H −p D • = 0 per p 6= n dunque una risoluzione iniettiva di Or `e semplicemente: Or ≡ H −n D • → D • [−n] Dunque: H p (X , Or ) = [kX , D • [p − n]] = [K • [n − p], D • ] Applicando la dualit`a di Verdier: [K • [n − p], D] = [Γc (X , K [n − p]), k] = Hcn−p (X , kX )∨ Descrizione dell’isomorfismo Usando il lemma di Yoneda possiamo descrivere meglio l’isomorfismo usato. Definiamo: [D • , D • ] −→ [Γc (X , D • ), k] 1 7−→ Z Allora l’isomorfismo `e dato da: [I • , D • ] −→ [Γc (X , I • ), k] α 7−→ Z ◦ Γc (X , α) Che l’isomorfismo sia dato dall’integrale del prodotto cup `e ora una semplice verifica usando le definizioni. Conclusioni La coomologia a coefficienti in fasci `e una reimpostazione algebrico comodo della coomologia che si adatta facilmente a situazioni pi` u generali. Maggior generalit`a non vuol dire minor concretezza: la coomologia di de Rham `e facilmente reinterpretabile al suo interno e molti risultati generali si traducono facilmente al caso differenziale. La dualit`a di Verdier poi `e un risultato della coomologia a coefficienti in fasci che migliora la dualit`a di Poincer´e e si applica anche allo studio delle variet`a con singolarit`a. Bibliografia B. Iversen. Cohomology of Sheaves. Aarhus Universitet, Matematisk Institut: Lecture notes series. Inst., Univ., 1984.
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