TRIDUO PASQUALE GIOVEDI’ SANTO SE DOVESSI SCEGLIERE Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione Prenderei proprio quel catino colmo d'acqua sporca. Girare il mondo con quel recipiente E ad ogni piede cingermi dell'asciugatoio E curvarmi giù in basso, Non alzando mai la testa oltre il polpaccio Per non distinguere i nemici dagli amici E lavare i piedi del vagabondo, dell'ateo, del drogato, Del carcerato, dell'omicida, di chi non mi saluta più, Di quel compagno per cui non prego mai, In silenzio, Finché tutti abbiano capito nel mio il tuo Amore. (Madeleine Delbrel) VENERDI’ SANTO IL SILENZIO DI DIO E LA MORTE DI GESÙ “E pure il tuo figlio / il divino tuo figlio, il figlio / che ti incarna, l’amato / unico figlio uguale / a nessuno, anche lui / ha gridato / alto sul mondo: / ‘Perché ... ?’ / Era l’urlo degli oceani / l’urlo dell’animale ferito / l’urlo del ventre squarciato / della partoriente / urlo della stessa morte: / ‘perché?’ / E tu non puoi rispondere / non puoi.... / Condizionata onnipotenza sei! / pretendere altro è vano. // T’invocava con tenerissimo nome: / la faccia a terra / e sassi e terra bagnati / da gocce di sangue: / le mani stringevano zolle / di erba e fango: / ripeteva la preghiera del mondo: / ‘Padre, Abbà, se possibile’ ... / Solo un ramo d’olivo / dondolava sopra il suo capo / a un silenzioso vento ... // Ma non una spina Tu / gli levasti dalla corona. / Trafitto anche il pensiero: / non può , non può lassù / il pensiero non sanguinare! / Oh, le ferite della mente! // E non una mano / gli schiodasti dal legno: / che si tergesse / dagli occhi il sangue / e gli fosse dato / di vedere / almeno la Madre / là / sola ... // Perfino potenti / e maestri di ferocia / e gente, al vederlo / si coprivan la faccia… / E lui a fluttuare / dentro una nuvola: / dentro / la nuvola del divino / Nulla! / E dopo / solo dopo / Tu e noi / a ridargli la vita.// No, credere a Pasqua non è / giusta fede: / troppo bello sei a Pasqua! / Fede vera / è al venerdì santo / quando Tu non c’eri / lassù! / Quando non una eco / risponde / al tuo alto grido / e a stento il Nulla / dà forma / alla tua assenza”. (Padre Davide Maria Turoldo: I “Canti ultimi” – Garzanti, Milano 1991) PREGHIERA Non ti cercheremo nelle altezze, o Signore, Ma in questa crocefissa storia dell'uomo, Dove Tu sei entrato Conficcandovi l'albero della Croce, Per lievitarla verso la terra promessa Con la forza contagiosa Della tua Resurrezione. Donaci di vivere in solidarietà profonda Col nostro popolo per crescere, E patire e lottare con esso, E rendere presente, Dove Tu ci hai posto, La tua Parola di giudizio e di salvezza. Liberaci da ogni forma di amore Universale e astratto, Per credere all'umile E crocifisso amore, A questa terra, A questa gente. (Bruno Forte) SABATO SANTO SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare. Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto. Nel silenzio maturano le grandi cose della vita: La conversione, l'amore, il sacrificio. Quando il sole si eclissa pure per noi, E il Cielo non risponde al nostro grido, E la terra rimbomba cava sotto i passi, E la paura dell'abbandono rischia di farci disperare, Restaci accanto. In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci parole d'amore. E sentiremo i brividi della Pasqua! (Don Tonino Bello) Pensieri di Pasqua “L'unica cosa importante è dire al mondo: "Il Signore è risorto, Egli è con noi!". La testimonianza nostra non può essere che questa. Non importa dirlo con queste parole; si deve dire con la vita in modo che il mondo sappia non solo che Gesù è risorto, ma che vive in noi, che in noi ora Egli è vivente. La resurrezione continua, continua nella fede che nasce nei cristiani. La resurrezione del Cristo ha fatto nascere la fede della Chiesa, la resurrezione del Cristo deve continuare a dare questa fede al mondo, deve rendere testimonianza di Sé nella nostra medesima fede. Nell'Oriente, il saluto che si fa per Pasqua è questo: "Il Cristo è risorto! Egli è veramente risorto". Questa è la ragione del vivere quaggiù sulla terra. Se il contenuto di tutta la vita della Chiesa è l'annuncio pasquale, è evidente che non c'è altra ragione del tempo, dopo la resurrezione del Cristo, che questo prolungarsi dell'annuncio nel tempo, questo dilatarsi nello spazio. E noi con gioiosa speranza dobbiamo portare questo annuncio, essere segnati nella carne dal germe della resurrezione. Se così non lo siamo, testimoni della resurrezione, non siamo nulla”. (da una meditazione pasquale) “La Risurrezione! Il tema più arduo, più bello e sorprendente di tutta la Bibbia. Senza la Risurrezione non esisterebbe la Chiesa. Il ricordo, per quanto vivo, non basta a rendere viva una persona. Il ricordo di Gesù sarebbe stato sufficiente al massimo per creare una Scuola dove coltivare l’insegnamento, il pensiero, l’esempio. La Chiesa invece è nata da una presenza e da un in contro con il ‘Vivente’. Il cristianesimo è l’unica religione fondata sulla Risurrezione. Se Cristo non è risuscitato, l’annuncio cristiano è una scatola vuota, la fede è una cisterna senz’acqua, una conchiglia senza perla, un violino senza corde. La Risurrezione non è un’invenzione dei discepoli. Sarebbe stato mille volte più facile, più convincente, fondare il cristianesimo sulla vita di Gesù, tutta dedita al prossimo, alla guarigione, all’incoraggiamento, al perdono dei peccati, a togliere barriere e pregiudizi. Una vita buona, bella e felice, da proporre. Sarebbe stato molto più facile fondare il cristianesimo sull’insegnamento di Gesù, sul discorso della Montagna, sui discorsi d’addio, vette del pensiero umano e religioso che bastano a nutrire una vita. E persino fondarlo sulla Passione, su quel suo modo di raccontare Dio, di porsi davanti al potere religioso di Caifa, al potere politico di Pilato, e di metterli a nudo. Sul suo modo di morire perdonando. La Risurrezione come fondamento della religione cristiana non è stata una invenzione e una scelta degli apostoli, è un evento che si è imposto di per se stesso. La sera di Pasqua un grido sale a Gerusalemme: «Il Signore è veramente risuscitato!» (Luca 24,34)… Cristo non è semplicemente il Risorto: egli è la Risurrezione stessa. L’ha detto a Marta: «Io sono la risurrezione e la vita» (Giovanni 11,25). In quest’ordine preciso: prima la risurrezione e poi la vita. Ci saremmo aspettati il contrario, invece prima viene la risurrezione, da tutte le nostre tombe, dal nostro respiro insufficiente, dalla vita chiusa e bloccata, dal cuore spento, dal gelo delle relazioni. Prima la risurrezione di noi, né caldi né freddi, né buoni né cattivi – «di noi, i morti vivi», scriveva Charles Peguy –, poi la vita piena nel sole, la vita che merita finalmente il nome di vita. La Risurrezione non riposerà finché non sia spezzata la tomba dell’ultima creatura umana, e le sue forze, come cantava Mario Luzi, non arrivino all’ultimo ramo della creazione: «Tu tutto in tutti,/ il mondo intero/ carne risorta/ per la Tua carne,/ crocefisso amore» ” (Ermes Ronchi) “Pasqua, festa che ci riscatta dal nostro passato! Allora, Coraggio! Non temete! Non c’è scetticismo che possa attenuare l’esplosione dell’annuncio: “le cose vecchie sono passate: ecco ne sono nate di nuove”. Cambiare è possibile. Per tutti. Non c’è tristezza antica che tenga. Non ci sono squame di vecchi fermenti che possano resistere all’urto della grazia…! “Vorrei dirti che l’amore vince la morte. Sia così per te, nella tua vita”. Buona Pasqua!” (Tonino Bello) “ Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso! Non è qui. E’ risorto… Ecco, io ve l’ho detto” (Mt 28,5-6) Un vivo e sentito augurio di Sante Feste Pasquali nella gioia del Signore risorto, padre Daniele
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