Rassegna Stampa di martedì 9 settembre 2014

Rassegna Stampa di
martedì 9 settembre 2014
SNALS / CONFSAL
Italia Oggi
Corriere del Veneto - Ed.
Venezia
Gazzetta del Sud
09/09/2014
09/09/2014
I SINDACATI ALL'ATTACCO: SUGLI STIPENDI TAGLI INACCETTABILI
"BLOCCATE LE GRADUATORIE PRIMA TOCCA AI PRECARI"
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Giornale di Sicilia
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il Gazzettino
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Il Gazzettino - Ed. Udine
Il Piccolo
Testate on line
Italia Oggi
Corriere di Maremma
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E Polis Bari
il Mattino
Il Piccolo
Il Tirreno - Ed. Grosseto
La Nazione - Ed. Grosseto
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FORMAZIONE, LAVORATORI IN PIAZZA CGIL: LA SITUAZIONE STA
PRECIPITANDO
DA 7 MESI SENZA INCARICO NE' STIPENDIO DALLO IAL ALL'ANCOL: NOI
ABBANDONATI
"BRUCIATI' PURE GLI INCARICHI A SETTE ORE OGGI TOCCA AI PROF DI
MEDIE E SUPERIORI
OLTRE 600 "CATTEDRE" RESTANO ANCORA VUOTE
I SINDACATI: "LA RIFORMA SANA SITUAZIONI INCANCRENITE"
ARTICOLI PRESI DAL WEB
LA PRIORITA' VA AL LAVORO
I DIPENDENTI GROSSETANI DELLE POSTE PROCLAMANO LO STATO DI
AGITAZIONE
TAGLIO STIPENDIO DEI LAVORATORI SINDACATI ANNUNCIANO RICORSO
"I BENGALESI SONO TROPPI NON DATE LAVORO E CASE"
DIFFERENZIATA, LA CONFSAL LANCIA UNA PETIZIONE POPOLARE
"DIFFICILE LAVORARE": SCIOPERO ALLE POSTE
IN BREVE - NIENTE STRAORDINARI SCIOPERO ATTE POSTE
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
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IN QUELLE AULE CI GIOCHIAMO IL NOSTRO FUTURO
Int. a S.Giannini: "MATURITA' E LAVORO, SI CAMBIA"
OCCASIONE PERDUTA PER LA RIFORMA DEI CICLI
PRESIDI ALLE PRESE CON 1200 SEDI VACANTI
TUTTE LE NOVITA' DELL'ANNO CHE PARTE
UNA MATERIA IN INGLESE AL QUINTO ANNO DEI TECNICI S
GLI STUDENTI ITALIANI PRIGIONIERI DEI RINVII
COMPLETO BLU, CRAVATTA O FOULARD: IN CLASSE CON LA DIVISA
TEENAGER, A SCUOLA PIU' TARDI
A TREIA LA FORMAZIONE CHE CONTA
NO MOBILITA'? NO ASSUNZIONE
FASE TRANSITORIA, DUBBI SUGLI SCATTI MATURATI
STIPENDI, L'AUMENTO E' A PUNTI
VIA LIBERA ALLE DONAZIONI ON LINE DEBUTTA IL CROWDFUNDING
IL CLIL PARTE, MA CON IL FRENO A MANO
NUOVE MATERIE? I PADRI SONO TANTI
VALUTAZIONE, TROPPA CONFUSIONE
CONTRATTO DI APPRENDISTATO, L'ENEL ASSUME I PRIMI STUDENTITECNICI DI 7 REGIONI
DIETRO IL SUCCESSO DI BOLZANO, UNA RETE INTELLIGENTE SUL
TERRITORIO
PROFESSIONALI, I GRANDI ASSENTI
RINASCE L'OSSERVATORIO PER GLI STRANIERI
IN 800 AGGUANTANO LA PENSIONE CON I REQUISITI PRE RIFORMA
FORNERO
MOBILITA' E ASSUNZIONI, E' INGORGO
IL PROF DI SOSTEGNO NON SI TOCCA ANCHE SE C'E' UN ALTRO ALUNNO
AUTONOMIA E MERITO, DUE SFIDE PER LA SCUOLA
SCUOLA 2.0 LA RIVOLUZIONE DIDATTICA NELL'EDITORIA "FAI-DA-TE"
PRIMO GIORNO DI SCUOLA VIETATO NEL MONDO PER 30 MILIONI DI BIMBI. E
IL VERO SVILUPPO
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Cronache del Garantista
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I DOCENTI: MODELLI CULTURALI DA CAMBIARE GIA' NELLE CLASSI BASTA
CON L'EUROCENTRISMO ANCHE NELLE
SCUOLA, AL VIA IL NUOVO ANNO PER 7,8 MILIONI DI STUDENTI
EDITO IL MANUALE PER LA GESTIONE DELLE PARITARIE NO-PROFIT
FRA IMU, TASI E TARI ECCO LE ISTRUZIONI PER L'USO
LA VERA SCUOLA DI QUALITA'? VALORIZZA BIMBI E FAMIGLIE
NOI, PROFESSIONISTI DELL'EDUCAZIONE
COSI' RENZI STA PERDENDO L'IMPORTANTE SCOMMESSA
Int. a S.Giannini: "IL MIO CORPO, IL TOPLESS E I VOTI AI PROF"
RICOMINCIAMO
LA SUPPLENZA MESSA IN BANCA
RENZI E IL BLUFF DEL MERITO A SCUOLA: TAGLI AGLI STIPENDI DA 45 A 72
EURO
L'ORARIO DI LAVORO DEGLI INSEGNANTI
UN MASTER PER GESTIRE L'ACCIAIO
"E AL TERZO TENTATIVO FINALMENTE MI LAUREO QUANTO TEMPO
SPRECATO"
SCELTA DI FACOLTA': L'ESAME PIU' DIFFICILE PER I NOSTRI STUDENTI
LA BUSSOLA CHE NON C'E' COSI' ABBIAMO PERSO IL SENSO
DELL'ORIENTAMENTO
HARVARD, DONATI 350 MILIONI <<SERVIRANNO CONTRO EBOLA>>
LA SCELTA DELL'UNIVERSITA', CARI STUDENTI PUNTATE SULLA SERIETA'
A RENZI E GIANNINI NEANCHE IL 18
"QUESTA BOHEME PER POMPEI HA UN'ANIMA NAPOLETANA"
IL MADE IN ITALY CHE NON TEME LA CRISI
Economia, Lavoro, Previdenza
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"SBLOCCO STIPENDI, CI SONO LE CONDIZIONI"
DALLE INTENZIONI SI PASSI ORA AI FATTI
CASSE PRIVATE, SEMPRE PIU' WELFARE
SE IL DIPENDENTE E' ASSENTEISTA PAGA ANCHE IL DIRIGENTE
COTTARELLI, MISSIONE FINITI SUI TAGLI A OTTOBRE IL RIENTRO AL FONDO
MONETARIO
LE NOVITA' DELLA RIFORMA: IL GIUDICE NON POTRA' PIU' ORDINARE ALTRE
INDAGINI
TAGLI DEL 3% AI MINISTERI E COTTARELLI PREPARA LE VALIGE VIA DOPO
LA LEGGE DI STABILITA'
LAVORO, VIA ALLA RIFORMA L'ARTICOLO 18 RESTA IN PIEDI
CAOS TASI, UN COMUNE SU TRE IN RITARDO
Int. a A.Puozzo: "PAGHEREMO GLI ERRORI DEI SINDACI"
ALITALIA, 1 MLD IN DOTE PER ETIHAD
DOPPIO LAVORO NEL MIRINO
"GIU' LE TASSE E 80 EURO AI PENSIONATI"
LE RACCOMANDAZIONI "CATTIVE" SURCLASSANO QUELLE "BUONE"
I SINDACATI DI POLIZIA SFIDANO RENZI: CI ASCOLTI
I MEDICI: MENO VISITE FISCALI, PIU' ASSENTEISTI
CASA, TASSATI E MALTRATTATI
MINISTERI, COMINCIA LA CURA DIMAGRANTE
SPUNTA L'IPOTESI SULLA PRESIDENZA AL MANAGER FIAT ANCHE LA GUIDA
FERRARI
TASI, SETTE FAMIGLIE SU DIECI PAGHERANNO PIU' DELL'IMU SE HANNO
FIGLI E REDDITI BASSI
RIFORME A RISCHIO RINVIO IL GOVERNO PUNTA SULLA PA E SULLA LEGGE
DI STABILITA'
MINISTERI-ENTI LOCALI 20 MILIARDI DI TAGLI O SARA'PALAZZO CHIGI A
INTERVENIRE
SALVATAGGIO ILVA, SCHEMA ALITALIA NEL PIANO GNUDI PER LA CESSIONE
OK I TEST PER LE BANCHE ITALIANE RISCHIA SOLO IL MONTEPASCHI
Quotidiano
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Foglio
09-09-2014
33
1
I sindacati all'attacco: sugli stipendi tagli inaccettabili
DI SANDRA CARDI
on ascoltati, non citati. Accusati in~erettamente d'.11
governo, in un passaggio
nelle Linee guida di riforma, di essere stati concausa del depauperamento del Mo±: il fondo di
istituto destinato al miglioramento
dell'offerta formativa, che nel 2010
pesava per quasi un miliardo e mezzo e che si è ridotto a mezzo miliardo
per pagare gli scatti di anzian~tà ai
docenti. I sindacati potranno dire la
loro sulla riforma, almeno in questa
fase, utilizzando la piattaforma di
consultazione che sarà avviata lunedì
prossimo per raccogliere il parere sui
singoli punti di tutti, docenti, dirigen~
ti, genitori, studel;).ti; imprenditori. :(<.:
anche sindacalisti. n 15 novembre la
consultazione sarà chiusa, intanto ci
sarà stata la legge di stabilità e saranno svelati anche i dettagli dei 20
miliardi di tagli alla spesa pubblica a
cui tutti i ministeri, non escluso quello
dell'Istruzione, università e ric:erca,
dovranno contribuire.
N
Una misura è già certa: non
ci sarà il rinnovo del contratto nel
2015. Il governo sostiene, davanti
alle critiche, che non è una nllvità,
essendo stato messo nero su bianco
,nel Def di scorsa primavera. Nel documento di economia e finanza ÌJ! ve·
rità rum si parla di nessun aumento
fino a tutto il 2019.
Insomm:a, entro fine anno i tempi
saranno maturiper mettere a fuoco
i rapporti tra governo e sindacati sulla riforma della scuola. Certamente,
dicono da viale. Trastevere, ci saranno fasi !lelle quali il sìndaeato dovrà
essere istituzionalmente coinvolto;
dalle nuove posizioni stipendiali al.la Per Mimmo Pantaleo, segretario
mobiMà dei neoassunti. Per ora però Flc-Cgil, «siamo al paradosso che non
resta il gelo. «lo ci sto alla distinzione solo non si rinnovano i contratti ma si
dei ruoli, il govemo si assume le sue chiede ai lavoratori la restituzione di
responsabilità», dice Massimo Di soldi a cui hanno diritto per vecchi acMenna, segretario. della Uil scuola, cordi contrattuali.Noi agli scatti non
«ma, rifiutando ogni. confronto con il rinunciamo». Così come il sindacato
sindaroto,rischiadinonavereilpolso della scuola della Cgil non è pronto
della situazione. E di fare errori di cui invece ad accettare <<la competizione
poi pagheranno le cqnseguenze i lavo- individuale» che è alla base dei nuvvi
ratori». Lavoratoti che sono avvertiti: scatti, «perché i settori della conoscen«Il documento di riforma.non prevf:lde za possono migli~are la qu~tà ~si
nessun aumento di stipendio, anzi to- favorisce cooperazione, valonzzaz10ne
glie dalla voce retributiva un miliardo delle professionalità, partecipazione
e 200 milioni di euro, tanto valgono gli democratica e responsabilità colletti.scatti, fino.al 2019. Bisogna valorizza- va», E invoca una mobilitazione unire i docenti, è l'~ettivo con~ihile · tariadel pubblico impiego. Perché sia
del governo, ma non lo si può fare to· credibile l'annuncio del governo sulgliendo i soldi! Questa è una manovra la valorizzazione dei docenti, «serve
di riduzione della spesa», ragiona Di un immediato avvio delle trattative
Menna. Dice Francesco Scrima, nu- per il rinnovo del contratto di lavoro
uno della Cisl scuola e coordina- dove, in presenza dello stanzjamento
tare dei sett.Qri del pubblico impiego di adeguate risorse, si ;;lifrontino condi via Po: «Vediamo come il governo giuntamente gli aspetti normativi
svilupperà il confro~to sull~ .linee ed economici, compresi quelli legati
guida. Una consul~\~ne, se e fatta al riconoscimento della professionaseriaroente, è assai pil) di un semplice lità», ribadisce Mal'co Paolo~
sondaggio...Eludere il, confu:mto con i. seg:retarìo Snals~Confsal,. che ;rave
sindacati significa che probabilmente tener conto sia dell'anzianità sia del
si rischia di assistere al replay della merito•. Il governo è partito «con il
consùltazione farsa condotta sulla ri- piede sbagliato», attacca Rino Di
forma della pa». In merito agli scatti Meglio, coordinatore nazionale Gil·
di anzianità: «Abbiamo difeso I'wùco da degli insegnanti: «Rivendichiamo
fattore che consente di rendere mi- il diritto alle progressioni di carriera
nimamente decenti gli stipendi del legat.eall'a]lZianitàdise:rvizio,mentre
personale della scuola. E lo abbiamo contestiamo la possibilità che si vuofatto utilizzando il Mofclie è costitu- le dare ai presidi di scegliere gli inseito di risorse contrattuali. Tra l'altro, gnanti più adatti alle loro ;SCUole: ~ò
l'anzianità di servizio fa parte delle re- significherebbe aumentare ipot.en già
tribuzioni di tutti i docenti europei». fìn troppo ampi esercitati dai dirigen·
Non intaccare i fondi per le attività di .ti seolastici. E poi è assurdo chiedere
istituto era possibile? «Certo, bastava agli stµdenti quali materie v-0gliono
che il governo di turno mettesse le :ri- studiare: i prograrnmi devono essesorse neceasarie a :finanziare gli, scatti. re elaborati in base ai curricula che
servono per rendere i ragazzi comServo;no fa,tti, non parole».
petitivi».
mero
----© Rìprod11Zin11R meroata--m
-.-. - .
, , . - .- - - l t . . U . . O g g l
~-.;~---~-~;.;i!l~- .;~'''"uuum·pmc(/iwHw
No mobilità? No assunzione
Codice abbonamento:
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Ch; rijiutnY, la """'"' regione non sa•"Ù i11imesso in ruolo
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Quotidiano
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MESTRE - Prime nomine e
prime corse. Ieri all'ufficio
scolastico provinciale, nel
primo giorno delle
nomine dei precari, sono
arrivate le insegnanti della
scuola dell'infanzia. Circa
200 erano state convocate
la mattina, altre 200 il
pomeriggio. E in tutto
c'erano un'ottantina di
posti a disposizione, tra
cattedre piene e spezzoni.
Una giornata meno
«combattuta» di quelle
previste per fine settimana
per i professori delle
superiori e delle medie.
Intanto già ieri fuori
dell'ingresso un gruppetto
di insegnanti protestava:
«Niente dritti, solo
rovesci» diceva il
cartellone appeso
all'entrata. «La riforma
chiamata "La buona
scuola" per troppi aspetti
danneggerà tantissimi
precari - dice Alessandra
Michieletto, precaria da
anni - tanti precari storici
non verranno mai
immessi in ruolo non
potendo accettare di
essere spostati sul
territorio nazionale perché
madri e padri. Non solo.
Con le immissioni dirette
dai concorsi molti posti
verranno persi. Chiediamo
il blocco delle graduatorie
fino a quando non siano
stati assunti tutti i precari
ad esaurimento che hanno
prestato servizio almeno
per 36 mesi nella scuola
pubblica». La corsa è
sempre la stessa. Ma
dentro l'aula le facce
cambiano. Un ricambio c'è
stato, anche se minimo.
Ma è lento. Nei prossimi
giorni, intanto, verranno
assegnati 100 posti per le
elementari con 20
spezzoni, 72 cattedre alle
medie e 76 spezzoni.
Questo per rimanere nei
Ritaglio
SNALS
(a.d'e.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
068391
«Bloccate
le graduatorie
prima
tocca
.
.
ai precan»
primi cicli, poi
arriveranno le nomine per
le superiori che
cominceranno intorno a
metà settimana. «Ogni
anno si ripete il teatrino
tra le cattedre di diritto e
quelle di fatto - dice
Giovanni Giordano dello
~-prima il Ministero
autorizza un numero di
cattedre, poi le aumenta,
visto che il fabbisogno
cresce, sulla base delle
classi e del numero di
studenti. Che senso ha?
Tanto vale valutare da
subito sul fabbisogno
reale il numero dei docenti
necessari con meno spreco
di risorse». Intanto, dopo
la corsa alle nomine dei
presidi, nei prossimi
giorni potrebbero esserci
altri pensionamenti. Ci
sono ancora altri capi di
istituto infatti nell'elenco
dei <<Pensionabili». Ma per
problemi di tempistica
(dell'Inps) non sarebbero
ancora stati avvisati. Nei
prossimi giorni
riceveranno la lettera.
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Scuola
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Sit-in a Palermo e Catania per tutta la settimana
Formazione, lavoratori in piazza
Cgil: la situazione sta precipitando
mila persone», denunciano la professionale. Non si può più
Cgil e la Flc, che chiamano i loro perdere altro tempo, massaTornano a protestare ilavorato- iscritti alla mobilitazione. «Il crando e facendo carneficina
ri della Formazione professio- flop del Piano giovani è uno dei sociale a scapito di operatori
nale da mesi senza stipendio e tanti di un Governo regionale che, a vario titolo, sono ormai
senza alcuna certezza sul futu- cheintemadisviluppo,lavoroe sospesi o licenziati dagli enti di
ro. La Cisl Scuola, che ha indet- riforme continua ad avere un formazione. Gli assessori Scilato una manifestazione regiona- bilancio fallimentare», denun- bra e Bruno trovino subito le ople, è scesa ieri in piazza con un cia il segretario generale della portune soluzioni per dare sosit-in davanti alla sede del Di- Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, stegno al reddito, sblocchino
partimento Lavoro, in via Impe- secondo cui «un'inversione di immediatamente le retribuzioratore Federico, a Palermo; a rotta non è più rinviabile, per- ni dei lavoratori che attendono
Catani:ntlmmosso dai Cobas e ché la situazione sta precipitan- ancora tra le 12 e le 26 mensilità, ma soprattutto, strutturino i
dallo
• tl!itill'I presidio do».
«Il governo - incalza Giovan- servizi per il lavoro, diano avvio
davanti al Palazzo Esa. Iniziative di protesta sono state pro- ni Migliore, responsabile Scuo- ai percorsi di obbligo di istrugrammate per tutta la settima- la con delega alla Formazione zione il cui ritardo ha consena. Domani, sempre a Catania, della Cisl-metta in campo atti e guenze anche di rilevo penale,
manifestazione davanti alla se- misure di sostegno al reddito infine avviino attività della terde della Prefettura; giovedì la per arginare il massacro degli za annualità del Piano Giovani.
protesta si sposterà a Palermo, operatori della Formazione Sono ormai tante e insostenibili
- conclude - le situazioni di stalnella sede dell'Assessorato relochecompromettonoilsettore
gionale alla Formazione profesnon garantendo l'utenza e desionale, in concomitanza con In tema di sviluppo,
vastando i lavoratori con una
l'arrivo degli ispettori europei. lavoro e riforme il
vera e propria macelleria socia«Tra formazione professiogoverno continua
le. Senza atti concreti la lotta si
nale e sportelli multifunzionali,
in assenza di interventi, da ora ad avere un bilancio farà sempre più aspra, i lavoratori di certo non si sottrarranalla fine di dicembre rischiano fallimentare
no».
di perdere il lavoro almeno 4
PALERMO
Sicilia
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Pd nel caos del nuovo riassetto interno
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LE REAZIONI
I sindacati: «La riforma
sana situazioni incancrenite»
Il sistema d'assegnazione del- verno a De Marchi piace
le supplenze annuali a inizio l'obiettivo, con le 150 mila assettembre è figlio di un mecca- sunzione prospettate, di chiunismo di attribuzione dei po- dere definitivamente con le
sti di lavoro che continua a di- immissioni in ruolo le graduastinguere tra organico di dirit- torie permanenti.
to (che viene assegnato ogni
«Ce lo chiedeva da tempo
estate alle scuole in base al nu- l'Europa, che su questa quemero di classi previste) e orga- stione si era già pronunciata,
nico di fatto (quello che si ren- evidenziando che quando un
de necessario durante l'anno insegnante ha già lavorato tre
per l'effettivo funzionamento anni consecutivamente dodelle scuole). Una distinzione vrebbe essere messo in ruoche il governo Renzi, nella lo», dice, ma sottolinea che sabozza di riforma della scuola rebbe necessario riparlare anpresentata pochi giorni fa, che di contratto. E' molto scetpromette di cancellare.
tica sui numeri invece Anna
Busi: «Non
Franco De
Marchi, secredo
alle
Anna Busi (Cgil):
150 mila asgretario proapprezzata l'idea
vinciale dello
sunzioni di
mml torna dell'organico funzionale, precari - dice
su quest'an-, sono tropnosa questio- bisogna in effetti
pe. I posti vane: «Questo assegnare agli istituti un
canti per il
sistema di as- un numero di docenti tale
prossimo anno non saransegnazione
non funzio- da non dover ricorrere poi no più di 70
na, l'abbia- a incarichi temporanei
mila e non si
mo sempre
può contare
contestato,
troppo
sui
perché ha creato un precaria- pensionamenti, che con larito cronico». Sulla stessa linea formaFornero sono bloccati».
Anna Busi, della Cgil Scuola, E svela una notizia che fa ben
che della riforma apprezza comprendere il clima che si rel'idea dell'organico funziona- spira tra le fila degli insegnanti
le: assegnare alle scuole un nu- più anziani, prossimi alla penmero di docenti per coprire sione: «Quest'anno il 30% del
tutte le evenienze, in particola- personale che è andato in penre le supplenze, e le attività sione, pur di farlo ha scelto
"extra" (ad esempio potenzia- l'opzione contributiva. Il che
mento dell'offerta, corsi di re- significa che pur di andarsene
cupero), così da non dover ri- ha accettato l'opzione peggiocorrere a incarichi tempora- re, che comporta una decurtanei. Così da un lato si garanti- zione del 30% sulla pensione».
rebbe maggior continuità di- Infine sottolinea: «In questa
dattica, dall'altro si evitereb- bozza di riforma non si parla
bero anche per le insegnanti assolutamente di personale
quelle situazioni limite in cui Ata, come se la scuola fosse
l'insegnamento diventa un la- fatta soltanto dagli insegnanti:
voro a chiamata. Della bozza sappiamo bene però che non
di riforma presentata dal go- è COSÌ».
m
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068391
U
Ritaglio
SNALS
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riproducibile.
Pag. 10
08 Settembre 2014 - 11:25
Sicilia, tornano in piazza i lavoratori del settore Formazione
Migliaia di lavoratori senza stipendio da mesi (ASCA) - Palermo, 8 set 2014 - A Palermo
sono scesi nuovamente in piazza migliaia di dipendenti del settore della Formazione
professionale. I lavoratori, che lamentano il mancato riconoscimento degli stipendi da
mesi, hanno organizzato manifestazioni e presidi difronte alla sede del governo Regionale,
in piazza Indipendenza; e in via Imperatore Federico, difronte alla sede del dipartimento
Lavoro. La prima e' promossa dai Cobas, la seconda invece dalla Cisl. Manifestazioni si
registrano anche a Catania, dove i Cobas e lo Snals Confsal, ha allestito un presidio
davanti al Palazzo Esa. I lavoratori, che chiedono di intavolare una discussione sugli
ammortizzatori sociali, attendono che il governo decida sulla dichiarazione dello stato di
crisi del settore. "Il governo metta in campo atti e misure di sostegno al reddito per
arginare il massacro degli operatori della formazione professionale", ha detto Giovanni
Migliore della Cisl. "Non si puo' piu' perdere altro tempo, massacrando e facendo
carneficina sociale a scapito di operatori che, a vario titolo, sono ormai sospesi o licenziati
dagli enti di formazione". Secondo i dati della Cisl, sono circa 2.500 gli operatori con i
requisiti per accedere agli ammortizzatori sociali in deroga. Mercoledi' e giovedi' intanto,
altre manifestazioni sono in programma a Catania e Palermo. Xpa
8 settembre 2014
TORNANO IN PIAZZA LAVORATORI FORMAZIONE, SIT-IN DI
PROTESTA A PALERMO E CATANIA
PALERMO (ITALPRESS) – Tornano a protestare i lavoratori della Formazione
professionale da mesi senza stipendio e senza alcuna certezza sul futuro. La Cisl Scuola,
che ha indetto una manifestazione regionale, e’ scesa oggi in piazza con un sit-in davanti
alla sede del Dipartimento Lavoro, in via Imperatore Federico, a Palermo. Mentre a
Catania e’ in corso, fino alle 20, una manifestazione promossa dai Cobas e dallo Snals
Confsal, con presidio davanti al Palazzo Esa. Iniziative di protesta sono state
programmate per tutta la settimana. Mercoledi’, infatti, una manifestazione e’ stata
organizzata, dalle 8 alle 20, davanti alla sede della Prefettura di Catania. E giovedi’ la
protesta si spostera’ a Palermo, presso la sede dell’Assessorato regionale alla
Formazione professionale, in concomitanza con l’arrivo degli ispettori europei. “Tra
formazione professionale e sportelli multifunzionali, in assenza di interventi, da ora alla
fine di dicembre rischiano di perdere il lavoro almeno 4 mila persone”, denunciano la Cgil
e la Flc, che chiamano i loro iscritti alla mobilitazione. “Il flop del Piano giovani e’ uno dei
tanti di un Governo regionale che in tema di sviluppo, lavoro e riforme continua ad avere
un bilancio fallimentare”, denuncia il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele
Pagliaro, secondo cui “un’inversione di rotta non e’ piu’ rinviabile, perche’ la situazione sta
precipitando”. “Il governo – incalza Giovanni Migliore, responsabile Scuola con delega alla
Formazione della Cisl – metta in campo atti e misure di sostegno al reddito per arginare il
massacro degli operatori della Formazione professionale. Non si puo’ piu’ perdere altro
tempo, massacrando e facendo carneficina sociale a scapito di operatori che, a vario
titolo, sono ormai sospesi o licenziati dagli enti di formazione”. “Gli assessori Scilabra e
Bruno – aggiunge – trovino subito le opportune soluzioni per dare sostegno al reddito,
sblocchino immediatamente le retribuzioni dei lavoratori che attendono ancora tra le 12 e
le 26 mensilita’, ma soprattutto, strutturino i servizi per il lavoro, diano avvio ai percorsi di
obbligo di istruzione il cui ritardo ha conseguenze anche di rilevo penale, infine avviino
delle attivita’ della terza annualita’ del Piano Giovani”. “Sono ormai tante ed insostenibili –
conclude – le situazioni di stallo che compromettono il settore non garantendo l’utenza e
devastando i lavoratori con una vera e propria macelleria sociale. Senza atti concreti la
lotta si fara’ sempre piu’ aspra, i lavoratori di certo non si sottrarranno”.
05 settembre 2014
Sicilia: lavoratori formazione di nuovo in piazza, da lunedi' al
via proteste
Palermo, 5 set. - (Adnkronos) - Tornano in piazza i lavoratori della Formazione
professionale che aderiscono allo Snals Confsal. Iniziative di protesta scatteranno a partire
dalla prossima settimana sia a Catania che a Palermo. Nel capoluogo etneo un sit-in si
terrà lunedì prossimo, dalle 8 alle 20, davanti al Palazzo Esa, mercoledì 10 settembre la
protesta si sposterà davanti la prefettura di Catania, mentre per giovedì 11 settembre, in
concomitanza con l'arrivo degli ispettori europei, la mobilitazione si terrà a Palermo,
sempre dalle 8 alle 20, davanti la sede dell'assessorato alla Formazione professionale.
"L'amministrazione regionale - spiega Giuseppe Milazzo, coordinatore regionale del
settore formazione professionale del sindacato - ha disatteso tutti gli accordi raggiunti e
buona parte delle leggi che regolano il settore, ed in particolare quelle a tutela del
personale di tutte le tre filiere della Formazione". (segue)
04 Settembre 2014 10:10
Scuola, denuncia dei sindacati: "a Ragusa senza dirigente
regna il malessere"
Redazione - I sindacati della scuola, CGIL, CISL, GILDA e SNALS di Ragusa, denunciano
il malessere del personale scolastico dovuto all'assenza, ormai da anni, del dirigente
dell'ufficio scolastico provinciale. Nonostante l'impegno di dipendenti e funzionari dello
stesso ufficio, si legge nella nota sindacale, molte questioni restano senza risposta. Da qui
la richiesta di un incontro urgente con il dirigente d'ambito. E in prossimità dell'apertura
dell'anno scolastico, l'ex Provincia regionale garantisce l'assistenza agli alunni disabili.
"Tale disagio" si legge nella nota firmata dai rappresentanti sindacali di categoria
"scaturisce dall'assenza del Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, che dirige gli Uffici
di altre due province, da ciò la difficoltà di dialogo e confronto amplificata anche
dall'assenza di un vicario".
Uffici senza personale per tutto agosto, quindi senza risposte per problematiche che già
avrebbero dovuto avere definizione. "Il personale della scuola ed i sindacati sono inoltre
impossibilitati a interloquire con i Funzionari responsabili dei reparti stante la sospensione
del ricevimento del pubblico disposta per il mese di agosto, quando invece maggiore è il
bisogno di avere informazioni inerenti le numerose problematiche riguardanti le
graduatorie ad esaurimento, le operazioni di mobilità territoriale, professionale ed annuale,
le ottimizzazioni di cattedra e le immissioni in ruolo". Altro nodo di fondamentale
importanza, quello legato all'assistenza agli alunni disabili.
"Si rileva, infine, il bisogno di un organico di sostegno sufficiente a garantire il necessario
supporto educativo/didattico agli alunni diversamente abili.
Per quanto sopra si chiede un incontro URGENTE con la S.V. allo scopo di risolvere i
problemi rappresentati". Così i segretari provinciali: Adriano Rizza, per la FLC CGIL,
Antonio Palermo, per CISL SCUOLA, Vincenzo Drago per GILDA UNAMS, e Rosario
Dipasquale per SNALS CONFSAL, rivolti al dirigente dell' Ufficio XVI Ambito territoriale per
la provincia di Ragusa.
E nel merito dell'assistenza agli alunni disabili a scuola, la ex Provincia regionale di
Ragusa comunica che "I servizi socio-assistenziali per gli studenti diversamente abili degli
istituti medi superiori della provincia di Ragusa verranno attivati con l'inizio del nuovo anno
scolastico secondo lo schema collaudato dell'ultimo anno".
A comunicarlo è il commissario straordinario dell'ex Provincia Regionale di Ragusa, oggi
Libero Consorzio Comunale, Carmela Floreno che ha incontrato oggi i rappresentanti dei
genitori e delle associazioni di volontariato dei disabili per fare il punto della situazione alla
vigilia dell'apertura delle scuole. "Facendo fede ad una serie di rassicurazioni fornite ai
rappresentanti dei genitori e delle associazioni di volontariato circa il mantenimento del
servizio con le modalità dell'ultimo anno scolastico e valutata l'opportunità di non creare
alcun disagio agli studenti e ai genitori nell'avvio dell'anno scolastico è stato deciso di
assicurare tutti i servizi socio-assistenziali, fatte salve le opportune verifiche di carattere
finanziario per i mesi di novembre e dicembre. E' stato deciso di tenere un nuovo incontro
tra le parti, prima del 15 ottobre, per verificare la fattibilità della prosecuzione del servizio
negli ultimi due mesi del 2014, atteso che alla data odierna l'Ente non ha ancora
predisposto il bilancio di previsione per la mancata conoscenza dell'importo complessivo di
tutti i trasferimenti regionali".
Quotidiano
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Foglio
I~a
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ricetta del segretario generale della Fismic per uscire dall'impasse
La priorità va al lavoro
T
erminata la pausa
estiva, tutte le piccole e grandi fabbriche
hanno riaperto da almeno una decina di giorni:
alcune, e non sono poche,
restano chiuse con i lavoratori in mobilità o in cassa
integrazione, altre hanno riaperto a singhiozzo con cassa integrazione a rotazione o
con fermate produttive programmate.
Ritorna l'autunno e ritornano dunque i problemi
della disoccupazione e della
ripresa economica che tarda ad arrivare, dopo questi
lunghi sette anni di profonda crisi internazionale che
sembra avere messo radici
purtroppo salde nel nostro
Paese. Recenti dati statistici testimoniano, infatti, che
la disoccupazione continua
a essere elevata, che l'inflazione è a un tasso vicinissimo
allo zero, che i consumi continuano a calare con rischio
di deflazione e che il prodotto interno lordo continua a
fare piccoli passi, ma all'indietro.
Si prospetta dunque
un'altra stagione difficile. Il
governo Renzi si è dato un
lasso di tempo di mille giorni (all'incirca tre anni) per
affrontare e tentare di risolvere gli annosi problemi che
l'Italia si trascina dietro da
lunghissimo tempo e che la
crisi di questi ultimi anni
non ha fatto altro che elevare
all'ennesima potenza.
Il settore manifatturiero continua a essere quello
maggiormente colpito ed è
quello che dovrà affrontare
alla ripresa dell'attività produttiva i maggiori problemi.
In calendario, poi, proprio in
questo mese c'è l'avvio della trattativa per il contratto
collettivo Fiat, un passaggio
importante per l'intero comparto manifatturiero italiano.
«Il Paese è fermo ed è in
recessione da mesi», afferma
in proposito il segretario.;nerale della IW@u!Gpliti'!_:_I!
Ritaglio
Conf.s.a.l.
Roberto Di Maulo, «l'inflazione è ai minimi e il pil
continua ad andare indietro
nonostante i tentativi fatti
dal governo Renzi a favore
di una ripresa dell'economia. Ma qui siamo di fronte
a un'economia che langue da
troppo tempo».
Domanda. Segretario, che
cosa occorre fare allora?
Risposta. Io credo che nei
prossimi mesi il governo debba rompere tutti gli indugi e
riprendere un'azione precisa
con forza e coraggio, come
aveva fatto agli inizi del suo
mandato. Credo dunque che
si debba procedere subito ad
attuare le riforme e quella
del lavoro rappresenta uno
dei primi, essenziali passaggi. Dobbiamo comprendere, e
debbono comprenderlo tutti,
che non esiste più un sindacato che difende solo i diritti, ma che deve esistere un
sindacato che parli anche di doveri. Senza
doveri questo è un
Paese destinato a
perire. Occorre
riformare profondamente la
legislazione sul
lavoro perché
quella attuale
impone troppa rigidità sugli strumenti
per fare occupazione. Credo
che dovremo
finalmente dare
]a possibilità ai
giovani di avere un
posto di lavoro, ma
questo è possibile se si
rompono alcune rigidità
che bloccano tutto. La Spagna, la Germania, gli Stati
Uniti sono usciti dalla crisi
occupazionale dando maggiore flessibilità al mercato del
lavoro e anche l'Italia dovrà
per forza di cose andare in
questa direzione.
D. A proposito di sindacati,
il governo ha dimezzato i permessi sindacali nel pubblico
impiego. Come sindacalista
lo ritiene un provvedimento
giusto?
R. Lo ritengo un provvedimento di buon senso, un ri-
stampa
ad
uso esclusivo
sparmio legittimo se si pensa
che torneranno al lavoro circa 1.400 dipendenti pubblici. Bisogna considerare che
nessuna fabbrica italiana, a
parte le più grandi tipo Fiat
e Finmeccanica, occupa 1.400
dipendenti. Penso dunque
che ridimensionare i permessi sindacali nel pubblico impiego sia un segnale positivo
per il Paese, un Paese dove
troppo spesso si è guadagnato a prescindere dal merito e
a prescindere da quello che
si fa e da come si fa. La vera
distanza tra l'Italia e gli altri
Paesi risiede esattamente in
questo: da noi si può andare
avanti anche senza lavorare, per lo meno così è stato
in passato. Ora però questo
non potrà più avvenire e credo che l'iniziativa del governo nei confronti dei permessi
sindacali, che sono stati dimezzati nel pubblico impiego, sia una buona iniziativa.
Il che significa tuttavia, non
dobbiamo dimenticarlo, che ci
sono ancora altre 1.500 persone pagate dai contribuenti
che lavorano esclusivamente
per il sindacato e questa non
è assolutamente una cosa
normale. Ogni sindacato dovrebbe avere persone pagate
dai propri iscritti. Così come
è sempre stato per i sindacati dell'industria, così deve
essere per i sindacalisti
del Jiubblico impiego.
D. Entro questo
mese verrà affrontato il nodo del
contratto collettivo Fiat. Come
vi preparate a
questa trattativa e su che cosa
punterete per ottenere vantaggi
per i lavoratori
del gruppo?
R. Faccio una
premessa: il sindacato dovrà essere
trasparente al massimo e leale con i lavoratori. Detto questo, faccio
anche una considerazione:
se l'inflazione è ferma allo
0,1-0,2% da alcuni mesi credo che non dovremo ripetere
l'errore che abbiamo comdel
destinatario,
non
messo nelle ultime trattative del 2014 quando abbiamo
promesso degli aumenti in
paga base che erano irrealizzabili e irrealistici. Dobbiamo
pensare invece a percorrere
e a far crescere alcuni canali
importanti.
D. Quali?
R. Il primo è rappresentato dal miglioramento del welfare aziendale sia dal punto
di vista dell'assistenza che
della previdenza sanitaria.
Perché questo? Perché si dà
una maggiore copertura ai lavoratori che ricevono sempre
di meno da uno Stato sociale
che non può permettersi spese eccessive e perché i soldi
dati dall'azienda sotto questa forma costano di meno in
quanto sono largamente detassati. Il secondo canale su
cui bisogna muoversi è quello
di battersi sugli aumenti legati alla crescita produttiva.
La Fiat sta finalmente uscendo dalle secche della crisi.
L'avvio della produzione della Jeep Renegade e della 500
X a Melfi, l'avvio della Giulia
a Cassino e del Levante a Mirafiori toglieranno le paure e
le preoccupazioni che ci sono
state negli ultimi mesi. Diminuirà la cassa integrazione, aumenterà il lavoro così
come è aumentato alla Maserati di Grugliasco, alla Sevel
della Val di Sangro, alla VM
e in tutte le fabbriche di motori. C'è dunque la possibilità dì pensare a una ripresa.
Questa ripresa noi dobbiamo
assolutamente agganciarla
con un contratto leggero e
adeguato ad accompagnare
l'avvio di investimenti, con
la consapevolezza che questi
investimenti dovranno fare i
conti con il mercato globale e
che quindi servirà altissima
qualità e servirà un basso
impatto del costo del lavoro che purtroppo in Italia è
gravato da tasse inique e da
troppa burocrazia.
D. Come si può ovviare a
quest'ultimo aspetto?
R. Ci dovrà pensare il
governo Renzi diminuendo
la tassazione sulle imprese
e la tassazione sul lavoro,
snellendo le pratiche buro-
riproducibile.
Pag. 11
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DI VINCENZO BACARANI
068391
Il governo deve metter mano alle riforme
Quotidiano
gli antichi rituali del 1900. Il
futuro è fatto di competizione
globale, di economia ricettiva
di novità, di rapidità, di flessibilità e in queste direzioni
credo debba muoversi la contrattazione Fiat, ma non solo:
direi tutta la contrattazione
in generale. Se questo verrà
compreso da tutti coloro che
hanno possibilità di decidere,
a partire dalle rappresentanze sindacali aziendali, credo
che potremo avere un buon
contratto Fiat e che avremo anche una ripresa della
nostra economia perché potremo dare al governo Ren zi, che oggi soffre di troppe
resistenze e di alcuni nemici,
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32
Foglio
2/2
Data
quella spinta necessaria per
far finalmente risollevare
questo Paese.
Fismic
vin delle Case RoSBe 23
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cratiche per le imprese e per
i lavoratori e diminuendo
di conseguenza il peso della
Pubblica amministrazione
sul fattore lavoro. In questo
quadro il contratto Fiat potrà
essere di nuovo la guida che
trainerà la contrattazione
negli anni a venire. Occorre
liberarsi dai pregiudizi e da-
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Conf.s.a.l.
Pag. 12
Quotidiano
iJ :f;i; I
I~ :z,] I
UNIVERSITÀ
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1
INTERESSATI OLTRE 1000 DIPENDENTI. LA MISURA PARTE DOMANI
Taglio stipendio dei lavoratori
sindacati annunciano ricorso
1111 MiCHElE COTIJGNO DEPAlMA
giremo
subito
sul
piano sindacale e legaie per difendere un
sacrosanto diritto dei lavoratori".
È guerra aperta tra le organizzazioni sindacali - Flc Cgil, Uil Rua,
Confsal Cisapuni, Cisal, Usb, Cib
Unicobas _ e il direttore generale
dell'Università, Gaetano Prudente, che ha deciso di recedere
la retribuzione accessoria (indennità mensile e disagio) per quasi
1.300.
La decisione, che verrà ratificata
oggi pomeriggio dallo stesso direttore generale dell'Università e
sarà efficace da domani, priverà
1.280 lavoratori interessati all'indennità mensile di 60 euro lordi,
e 80 interessati anche a quella di
disagio di una quota che va da 90
ai 250 euro.
La vicenda, scoppiata già a fine
giugno, è tornata a galla nei giorni
scorsi. Venerdì - denunciano i sindacati un una nota - nel corso dell'ennesima seduta di contrattazione collettiva integrativa, Prudente non ha accettato di discutere nel merito la questione della
retribuzione accessoria, limitandosi a proporre ai sindacati un accordo di "sospensione" a tempo
indeterminato dell'efficacia dei
contratti integrativi. Ma, all'ennesimo rifiuto dei rappresentanti
sindacati, il dg ha deciso il taglio
dei contratti in vigore a partire da
domani.
"E nella sua decisione - commenta Giuseppe Muré della Flc
Cgil - Prudente non ha tenuto
neanche conto del lavoro, ancora
in corso, di una Commissione tecnica ad hoc, che da oltre un mese
sta analizzando la composizione
del Fondo di produttività che dal
2001 eroga la retribuzione accessoria ai dipendenti. Ma per l'anno
in corso, questo fondo, che ammonta a circa 950mila euro, non
ha avuto la certificazione specifica dei Revisori dei conti perché
l'Università ha subito una ispezione del Mef nel 2012, il cui
esito definitivo, però, deve ancora
essere trasmesso all'Ateneo".
Murè, poi, non lesina critiche
anche al rettore Antonio Uricchio,
"che - spiega - nei vari incontri
svolti non ha mai preso posizione
in merito e ha sempre delegato la
vicenda a Prudente, responsabile
del Personale dell'Ateneo.
"E' una decisione - conclude
Murè - assolutamente unica in
Italia e senza precedenti, contro
la quale abbiamo già pensato assieme al nostro legale di presentare ricorso e di intraprendere
tutte le azioni possibili a livello
sindacale e legale".
~41
'"'""'3"/ATol000,,026'1
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1111 Alta tensione fra sindacati e direzione generale dell'Ateneo per i tagli dei salari accessori
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
Data
Pagina
Foglio
ISTRUZIONE E LAVORO
In quelle aule
ci giochiamo
il nostro futuro
di Fabrizio Forquet
,._, e vi aspettate che da
quest'anno i vostri figli non
avranno più supplenti, dimenticatelo. Se avete sentito par-
lare di premi al inerito degli insegnanti, anche. E se poi siete convinti che quest'anno troverete docenti madrelingua per l'inglese e
nuovi laboratori di informatica,
lasciate perdere. Tutto quello
che avete sentito e risentito in
conferenze stampa, interviste, dichiarazioni politiche in queste ultime settimane sono obiettivi
non atti. I vostri ragazzi che da oggi tornano sui banchi troveranno
la scuola di sempre: buone possibilità di cambiare gli insegnanti
nel corso dell'anno, piani di studio vecchi, lontananza rispetto al
mondo del lavoro, tanta burocra-
zia in grado di frustrare le migliori intenzioni degli insegnanti e
dei presidi più motivati.
Quello che vi hanno raccontato arriverà, forse, più avanti. Dopo un pubblico confronto. Dopo
un disegno di legge da approvare
in Consiglio dei ministri, dopo i
dovuti interventi del Parlamento, dopo i relativi provvedimenti
attuativi. Insomma, si vedrà.
Eppure tutto il sistema
dell'istruzione è un asset fondamentale oggi per rilanciare l'economia e il lavoro in Italia. Un dato su tutti: quasi un terzo della disoccupazione giovanile può esse-
So mila necessarie per
coprire gli attuali organici)
- saranno un beneficio certo
per chi verrà assunto o
Fabrizio
stabilizzato (e per chi ne
Forquet
prenderà il voto). Ma per
- - -·-- --- - - tutte le famiglie italiane
saranno anche 3 miliardi in
più da dover tirar fuori
' dalle proprie tasche nel
prossimo triennio. La via
maestra sarebbe stata
quella di ridiscutere
l'orario di cattedra degli
insegnanti, innalzandolo,
per magari spendere quei
soldi in modo migliore. Ma
il tema è spinoso, anche per
• Ccmtimlil da pagina
chi ha dimostrato di non
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1s.titu~1 tecmc1. V~nellagmsta Sole 24 Ore. A loro e a tutti
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coloro, a cominciare dalle
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,.
famiglie, che credono in
dell lllSegnamento dell mglese una scuola e in una
(seppure ancora
università come fabbrica di
ins~~ficiente~,
talenti e di competenze, in
dell informatica,
grado di assicurare ai
dell'economia.
nostri giovani un percorso
Molto meno bene, anzi di lavoro e di vita
decisamente male, il
all'altezza delle loro
mantenimento di una
aspettative. Esattamente
impostazione
quello che oggi non
statalistico-burocratica
avviene.
che caratterizza da sempre
'ti @fabrizioforquet
la scuola italiana.
1:JR!PR'JDUZ10NE flJ<,ERVATA
L'autonomia resta una
cenerentola, con la
gestione di milioni di
dipendenti dal centro, i
concorsi centralizzati, le
maxi-graduatorie. Le
i48mila assunzioni
annunciate (contro le
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1
1
re attribuita alla divergenza tra
profùi richiesti e competenze dei
candidati.
Perciò Il Sole 24 Ore da oggi
offre - con il nuovo quotidiano
digitale dedicato alla scuola,
all'università, alla formazione
professionale e alla ricerca uno strumento specializzato
per conoscere, per capire, per
orientarsi. E magari anche un
po' per controllare che gli annunci diventino poi realtà.
Nelle linee guida annunciate
dal presidente del Consiglio ci sono novità importanti, a cominciare dal merito e da uno più stretto
collegamento tra scuola e lavoro.
ScuolaeIavaro.
in quelle aule
·ci giochiamo
il nostro futuro
Ritaglio
Scuola: testate nazionali
stampa
ad
uso esclusivo
fii
.
ECCELLENZE NELL'EXPORTi
STRATEGIE, PIANI E TUTELE
del
destinatario,
non
riproducibile.
Pag. 20
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'B'
Il Sole?]{!
Quotidiano
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Data
Pagina
Foglio
09-09-2014
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Il ministro spiega il sistema di valutazione e come si valorizzerà l'alternanza in azienda
«Maturità e lavoro, si cambia»
Giannini: subito il nuovo esame di Stato, poi la riforma del merito
di Eugenio Bruno
'ra i molti compiti a casa che il governo si è dato con le linee guida sulla
"buona scuola", ce n'è uno che non era ancora stato messo nero su bianco. E che il
ministro Stefania Giannini annuncia al
Sole 24 Ore: il restyling della maturità già
da quest'anno per dare piena attuazione
agli indirizzi della riforma Gelmini e per
avvicinare l'esame di Stato al mondo che
ci circonda, produttivo e non solo.
Stefania
Giannini.
Ministro
per
Istruzione,
Università
e Ricerca
<<Esame di maturità
più legato al lavoro>>
ROMA
~
tonti mia da pagina :1
che verrà approfondito nelle prossime
settimane mentre cominceranno ad arrivare le prime risposte alla consultazione pubblica sulla riforma complessiva
annunciata dal governo con le
linee guida pubblicate mercoledì scorso. Che punterà - sottolinea la responsabile del Miur su valutazione, merito e autonomia. Concetti che il nostro sistema scolastico conosce da almeno i5 anni ma che finora sono
sempre rimasti sulla carta. «Ma
stavolta non sarà così», garantisce l'ex rettore dell'università
per stranieri di Perugia.
Ieri è ricominciato l'anno
scolastico. Quali novità dovranno attendersi gli studenti
al rientro tra i banchi?
Le novità le vedo su due fondamentali livelli. Il primo è coRitaglio
Scuola: testate nazionali
sa deve fare la scuola italiana
perché i nostri bambini diventino persone e perché le loro conoscenze si trasformino in competenza. Il secondo è come adeguare la complessa macchina
dell'istruzione in due aspetti
fondamentali: la funzione degli
insegnanti e il processo organizzativo. Per farlo però bisogna distinguere la politica dal lavoro
dei think tank.
In che senso?
Bisogna calare il modello che
si ha in mente nella scuola
dell'Italia di oggi. Che ha un corpo docente anziano e diviso in
due macro-settori: uno di ruolo
e stabile, un altro che vive
nell'incertezza ed è quella che
scatena in aula. Se non si parte
da questa condizione che non
hanno i tedeschi, gli inglesi o i
francesi si rischia di non rendere applicabile il modello che si
ha in mente.
Quale?
stampa
ad
uso esclusivo
Una scuola che abbia gli insegnanti stabilmente sufficienti a
fare tutte le attività che immaginiamo. Insegnanti che siano
strutturalmente e continuativamente formati e aggiornati e
che trovino nella valutazione
non la punizione o il premio ma
la conferma o la rivisitazione
del loro lavoro. E trovino però
anche un'attribuzione meritocratica di un avanzamento in
carriera o di un maggiore stipendio. Quindi formazione continua e strutturale, valutazione
degli insegnanti e dei dirigenti
scolastici, e attribuzione di una
maggiorazione stipendiale che
sostituisce lo scatto di anzianità sono il cardine perché quel
bambino di cui parlavo all'inizio diventa una persona modernamente migliore.
A proposito di valutazione.
Da Berlinguer in avanti tutti i
ministri hanno dichiarato di
puntarci ma non si è mai andadel
destinatario,
non
ti oltre la sperimentazione.
Perché voi dovreste riuscirci?
Quali parametri utilizzerete?
Si punterà sul nucleo di valutazione. Le università già ce
l'hanno, ora lo metteremo nelle scuole. Ci riusciremo perché partiremo da un progetto
educativo e non da un intervento normativo, che verrà solo
dopo. Perché c'è una determinazione politica di un governo
e di un ministro nel voler sottoporre il progetto educativo al
coinvolgimento totale di tutto
il Paese. E forse questo è più rivoluzionario dei contenuti.
Terzo perché il meccanismo
di valutazione sarà intimamente collegato a cambiamento
strutturale della carriera dei
docenti. Anche la valutazione,
così come l'elaborazione di un
modello educativo, se non ha
conseguenza concreta specifica che si realizza nella situazione specifica di questo paese ri-
riproducibile.
Pag. 21
Codice abbonamento:
Eugenio Bruno
068391
Giannini: da quest'anno cambiamo le prove, poi
spazio alla valutazione e alla riforma del merito
Il Sole?]{!
Quotidiano
mmrn
Data
Pagina
Foglio
mane un mero esercizio stilistico. La valutazione sarà basata
su parametri professionali,
per misurare quanto un insegnante coopera a processo organizzativo, sarà più propriamente didattica, perché conterà anche il fattore reputazionale, e sarà poi fondata sui crediti
formativi perché valutazione e
formazione devono andare di
pari passo.
Veniamo alle novità per gli
studenti. È vero che cambierà
l'esame di maturità a partire
da quest'anno?
È una cosa su cui stiamo lavorando in questi giorni. La direzione di marcia è di renderlo
compatibile con la scuola che i
ragazzi già fanno e non con la
scuola che stiamo costruendo
con le linee guida. Le novità sicure sono quelle che si collegano ai nuovi indirizzi previsti dalla riforma Gclmini.
E interverrete anche sulla
prima prova?
È un work in progress ma
non ho alcuna reticenza a dirle
che nella prima prova trovo
molto utile e quindi lascerò il
saggio breve. Cioè la prova di interpretazione di una serie di materiali su uno spunto tematico e
la capacità di sintetizzarli in
quello che un tempo avremmo
chiamato un riassunto con più
fonti. È un esercizio molto utile
per capire l'abilità di comprensione dei testi, capacità di collegamento e capacità di sintesi. Il
cosiddetto terna di storia o di letteratura è sempre meno adeguato alle scelte dello studente.
Per valorizzare l'esperienza in azienda ci sarà collegamento tra ciò che ti viene
chiesto all'esame e ciò che
hai fatto durante l'anno in alternanza?
I studenti già oggi possono
farlo nella cosiddetta "tesina"
ma poiché il nostro modello di
scuola punta a incrementare
l'alternanza scuola lavoro e
guarda molto al rapporto con il
mondo produttivo e delle istituzioni culturali darei a quella
prova un ruolo maggiore. Del
resto la riflessione che abbiamo avviato sulle competenze
degli studenti vuole rivisitare
sia la didattica nelle classi, che
non significa solo digitalizzazione e coding ma anche didattica interattiva, sia il rapporto
tra ciò che succede in aula e ciò
che accade fuori. Le faccio un
esempio che mi sta a cuore: se
una città ha un conservatorio o
un istituto musicale è uno spreco che non ci sia un collegamento, se non occasionale, tra didattica del conservatorio e delle
scuole.·
Non c'è il rischio che questo
proposito venga vanificato
dalla maxi-assunzione di un
esercito di professori senza
cattedra?
Abbiamo fatto un'analisi molto accurata prima di elaborare
la nostra proposta e abbiamo
scoperto che l'età media degli
insegnanti precari delle graduatorie è di 40-41 anni mentre per
quelli di molo è di 51-52 anni e
che c'è un addensamento di precari in storia dell'arte, lingua,
musica, educazione fisica. Questo significa avere un patrimonio di competenze specialistiche che finoranonhanno trovato uno sbocco nelle posizioni
stabili di supplenza. Questi cosiddetti precari non è che erano
in un congelatore e noi li mettiamo sul mercato. Q}.larantottomila all'anno vanno comunque
in classe. È vero che non hanno
formazionemaesattamentecome i 6oomila di molo. Per cui
non ho motivo di pensare che la
loroqualitàmediasiasuperiore
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2/3
o inferiore. Se io cambio il meccanismo per tutti allora sì che
faccio fare il salto di qualità al
sistema.
Saranno cruciali gli organici dell'autonomia. Perché non
sono mai partiti? Stavolta partiranno?
Perché non c'era la possibilità materiale di far lo. Se non sai
all'inizio dell'anno scolastico
su quale dimensione puoi contare e non hai strumenti per
farti la tua squadra è chiaro
che non hai successo. Si è sempre puntato alla richiesta di risorse cash per migliorare l'offerta formativa o per il sostegno ma non è cosi che risolvi il
problema. Lo fai se metti la
scuola nelle condizioni di fare
il suo dovere. Una volta terminato il piano di assunzioni, me
lo lasci dire, nella scuola si potrà entrare solo per concorso.
Se non è stato fatto prima è solo perché non si è riusciti a tirare una riga con il passato.
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con le ricette per università e ricerca
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«La scuola deve avere i docenti stabili necessari
a svolgere tutte le attività che immaginiamo»
I1 siste1na
del
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«Trasformare i bambini di oggi in persone
e le loro conoscenze in competenze»
./
Stefania Giannini è ministro deU'lstruzione, dell'Università e della Ricerca dallo scorso 22 febbraio
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Il Sole?]{!
Quotidiano
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Il sistema scuola
U SAGGIO BREVE
«Resterà perché è un esercizio
molto utile per capire
la capacità di comprensione
di un testo e la dote di sintesi»
ADDIO VECCHIA «TESll\IA;»
«Bisognerà dare un ruolo
maggiore alle esperienze
nel mondo produttivo
o nelle istituzioni culturali»
ALUNNI ECLASSI
La ripartizione regionale (anno scolastico 2014/2015) nelle scuole statali
Totale
~··
RegWne
Piemonte
«Saranno stilate
sulla base di
parametri professionali,
didattici e formativi»
MAXI·ASSl.INZIOl\IE DI PRECARI
«Avremo un patrimonio
dì competenze che non
hanno trovato finora spazio
stabile nelle supplenze»
DOPO l.E STABIU:ZZAZIONI
I
Classi
con
Regione
Alunni disabilità
Classi
1
537.274
13.939'
Lombardia ) 1.181.659
25.046
Lazio
739.377
33.089
53.135
Abruzzo
24.240
179.308
--··---~-----
J_
I CARDINI DmA «IUIONA SCUOLAn
LE PAGELLE PER PROF EPRESIDI
con
Alunni disabilità
I
607.490
15.620
28.462
Molise
Campania
Friuli V. G. I 146.095
3.056'
7.282
Liguria
5.13i
8.055
------r
Emilia R.
-··
,
I
-- - -
539.281
-----
--
--·--·--·----~--
14.416 '
23.914
---~~--
I
Tosca ma
I 478.595
11.433
21.571
3.134
Marche
----
217.080
--~
5.767
t
8.684
-~·-·--·-··
41.800
1.138
933.149
22.893
2.138
45.097
---------
Puglia
174.503
5.704
-
33.834
----
.
Veneto
«Formazione continua,
valutazione di docenti
e presidi, carriera legata
al merito e non all'anzianità»
Totale
626.808
15.637
28.359
~~~licata \
Cala~~;a -i-
83.554
1.679
4.233
294.457
6.496
15.142
Sicilia
769.346
21.809
36.849
Sardegna
212.016
5.48l~~~06
6.001 r--;;67
---
~----
I PERCORSI DI STUDIO
Scuola secondaria: distribuzione studenti
(a.s. 2014/2015). Dati in percentuale
ISTITUZIONI SCOLASTICHE
Tipologia di aggregazione delle sedi (anno scolastico
2014/2015)
Licei
47,l
Circoli Didattici
582
«Alle cattedre si accederà
solo per concorso perché
abbiamo finalmente tirato
una riga sul passato»
Istituti Comprensivi
-4.876
Istituti Principali di I grado
251
Tecnici
31,9
Professionali
21,0
II ciclo e Istituzioni Educative
2.810
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I Fonte: ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
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1
~:,ii;~-oo~~~~i.tit'~~~~ le imprese. E necessario che la rapporto tra scuola ed azien-
L'ANALISI
Alberto
F. De Toni
Occasione
perduta
per la rifonna
dei cicli
.
ru
piamo che le esperienze mida. La prospettiva è quella di g!iori nello scenario europeo
riguardano i sistemi basati su
ripensare l'alternanza scuola- d~e cicli, piuttosto che su tre.
lavoro definendo obiettivifor- Si articolano ad esempio in un
~ativi comuni tra scuola ed
segmento inferiore di sette animpresa, ragionando su un ni, che racchiude la primaria e
percorso di 600 ore nel trien- secondaria di primo grado, ed
nio e su percorsi di formazio- uno superiore di cinque anni
ne comune tra tutor scolastici che si estende sino all'esame di
ed aziendali.
stato. I .due cicli, dati alla mano,
Le linee strategiche promosgarantiscono una minore dise dal Governo mancano invespersione scolastica. In tal sence di una parte fondamentale
so. la riforma disegnata dall'ex
che riguarda l'architettura dei
~~n~stro Berlinguer appare la
ci~li. Il nostro Paese è tra i popm idonea a rappresentare un
chi a prevedere un' articolaziopunto di riferimento per una
ne tra scuola primaria e secon- modernizzazione e rimodellizdaria della du~ata di tredici an- zazione dei cicli scolastici. Al
ni. Nei sistemi adottati da tutte momento sono in essere alcule economie europee più evo- ne speriment~zicmi che riducolute, i ragazzi concludono la no a quattro anni il segmento
scuola superiore un anno pri- della scuola superiore di seconma, a conclusione del dodicesi- do grado. Esse presentano due
mo anno. La riduzione di un an- d.ifetti d.i fondo. In primo luogo
no è ~uindi più che auspicabi- si mantiene comunque la logile. Ilntardo çon cui attualmen- ca dei tre cicli. Inoltre non risolte facciamo accedere gli stu- ve il problema per cui i ragazzi
denti nel mondo del lavoro 0 che concludono l'istruzione
verso l'istruzione terziaria ha obbligatoria a i6 anni non conun doppio effetto penalizzan- se~ono la qualificazione prote. Da un lato sui ragazzi facen- fessionale, prevista al termine
doli giungere più tardi aÌ conse- dei i7 an.ni. Il fenomeno riguar~imento della laurea rispetto
da oltre ili5% degli studenti itaai colleghi stranieri, dall'altro l~ani, i quali escono disobbligasulle famiglie. Tuttavia diversi ti, ma senza una qualifica prosono gli approcci tra cui sce- fessionale.
gliere per rimodulare l'impianRettore de/l'Università di Udine
to architettonico dei cicli. Sapr_ç~
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petto alle Linee guida
roposte dal Governo
i concentro su due
aspetti, uno positivo che riguarda le pròposte in materia di alternanza scuola-lavoro e un aspetto assente che attiene alla revisione dei cicli
scolastici.
Le linee strategiche recepiscono un tema fondamentale
quello dell'Alternanza scuola~
lavoro. Chi ha seguito l'evoluzione della via italiana al sistema duale sa quanto sia cruciale
per ridurre il mismatching tra
le competenze fornite dalla
s~uola .ed .il livello di preparaz10ne nch1e~to dal sistema del-
scuola si attrezzi per fornire
una formazione in grado di alternare acquisizioni teoriche
ed esperienze condotte in reale ambiente di lavoro. In questa prospettiva, l'elemento nodale è.che ~a formazione di tipo
esperienziale, così importante
per l'acquisizione di competenze tecnico-professionali
c~pa~it~ relazionali ed impren~
ditonali, deve poter essere inserita a pieno titolo nei curricoli scolastici. In passato il limite
dell'alternanza scuola-lavoro
è consistito proprio nel fatto
che non di rado è rimasta un
segmento formativo a sé stante, senza che generasse una reale trasfo:mazione della programmaz10ne didattica. Bene
quindi quando si sostiene che
questa metodologia, per dare i
suoi frutti, deve essere utilizzata sistematicamente nell'ultimo triennio degli istituti tecnici e che le ore ad essa destinate devono crescere di consistenza sino a 200 l'anno. Proprio in queste settimane ha
mosso i primi passi un progetto di ampia portata, promosso
da Federmeccanica in collaborazione con il Miur, che intende realizzare una sperimentazione nazionale in cento istituti tecnici e professionali, allo
scopo di stabilire un nuovo
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Sì all'indennità «di.reggenza»
Presidi alle prese
con 1.200 sedi vacanti
Gianni Trovati
mero di iscritti necessario ad avere un dirigente dedicato sono
Lo stop alla possibilità, cadu- 8.038, significa che una scuola su
ta con il decreto sulla Pubblica am- sei non ha il dirigente scolastico
ministrazione, di rimanere in servi- che le spetterebbe.
Dove l'organico non arriva, si
zio per due anni dopo aver raggiunto i requisiti previdenziali ha dato supplisce con le «reggenze», affisolo l'ultimo colpo a un organico dando cioè la scuola al dirigente
di dirigenti scolastici perennemen- di un altro istituto, come avviene
te in affanno. Per tamponare la si- anche nelle 475 scuole «sottodituazione, il ministero dell'Econo- mensionate», cioè troppo piccole
mia ha autorizzato nelle scorse set- per avere un dirigente ad hoc. Oltimane l'assunzione di 620 nuovi tre ai problemi ovvi che nascono
"presidi" (161 in Lombardia, 101 in quando non si ha un dirigente a
tempo pieno, il meccanismo della
reggenza è un grande produttore
di quei contenziosi che accompagnano tanti aspetti del mondo della scuola. Il Mef, prima di tutto, è
dovuto intervenire anche venerI nuovi ingressi
dì scorso per chiarire che l'indennità di reggenza, cioè la voce agSono le assunzioni di presidi
giuntiva che spetta ai presidi con
autorizzate dall'Economia
più scuole, è basata sul contratto
nazionale, anche se è finanziata
Campania dove però gli inciampi con i fondi regionali per la retribunei concorsi ostacolano l'assegna~ zione accessoria, e quindi non
zione, 86 nel Lazio e numeri infe- può essere trattenuta dalle Regioriori nelle altre Regioni), ma nem- ni per la mancata registrazione
meno questa mossa basta a copri- dei contratti integrativi. Il DI
re i buchi. Tra turn over ordinario, 58/2014, scritto in fretta e furia ad
uscite aggiuntive in nome del «ri- aprile per prorogare i dirigenti
cambio generazionale» promosso scolastici della Lombardia, prodal decreto Madia, prudenza (fi- mette un nuovo concorso entro
nanziaria) sulle nuove assunzioni l'anno: ma dal bando ai vincitori,
e limiti di alcune graduatorie regio- come mostra la storia recente, la
nali, saranno circa i.200 le scuole strada è lunga e piena di buche.
gianni. travati@i/sa/ e24are.cam
senza preside titolare: dal momento che gli istituti che superano ilnu©RJPROOUZlONER.ISERVATA
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Quotidiano
'""00 (J)lliJ]
I ~::""
.
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Tutte le novità dell'anno che parte
Su «Scuola 24», da oggi online, i cambiamenti sull'esame di Stato e sull'alternanza in azienda
Claudio Tucci
ROMA
Al quinto anno di licei e istituti tecnici si potrà insegnare,
per una quota delle ore curriculari, una materia in lingua straniera. Dopo i ripetuti annunci
del governo di voler introdurre
in Italia il sistema di formazione
duale tedesco parte la possibilità per gli studenti degli ultimi
due anni di scuola di poter svolgere un periodo di formazione
in azienda, con un contratto di
apprendistato. Cambia la didattica coni' arrivo dei primi libri digitali, e per giugno dovranno essere pronte pure le modifiche
all'esame di maturità, annunciate dal ministro Giannini (si veda
intervista a pagina 3) visto che
da quest'anno entra a regime la
riforma Gelmini degli ordinamenti scolastici (con i nuovi indirizzi di studio).
In attesa che l'esecutivo realizzi le proposte sull'istruzione per
ora solo ab bozza te in linee guida
(il 15 inizierà la consultazione
pubblica) non mancano le novi-
tà per studenti, famiglie e professori alle prese con l'inizio del
nuovo anno scolastico (ieri la
prima campanella è suonata a
Bolzano). Alcune misure puntano a rafforzare le competenze
linguistiche, altre ad avvicinare
di più la scuola con il mondo del
lavoro. Ma non mancano le criticità: nonostante le assunzioni di
presidi autorizzate dal Tesoro
ancora i.200 i.stituti saranno retti da "reggenti". E tante sono ancora le domande su come sarà il
nuovo sistema di valutazione,
l'autonomia delle scuole, il maxi
piano di assunzioni di precari
(ben 48.100 posti), o le modifiche agli aumenti stipendiali annunciate da palazzo Chigi.
Da oggi su tutto questo mondo, compresa l'università e la formazione, si apre una nuova finestra: «Scuola 24», un quotidiano
digitale che il Gruppo 24 ore ha
deciso di far nascere e che sarà
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Dalle elementari, alle medie,
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professionale alla ricerca pubblica e privata, ogni momento formativo degli italiani troverà al
suo interno lo spazio che merita.
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Ore garantisce da sempre.
Agli alunni e alle famiglie
«Scuola 24» offrirà tutte le notizie sull'istruzione. E sul lavoro.
Perché un vero sistema formativo deve aiutare i giovani a decidere cosa fare da "grandi" e a
compiere le scelte cruciali nella
maniera più informata possibile: dalla scuola più adatta alla migliore università, alle esperienze di studio all'estero, ai tirocini
in azienda. Per far lo verrà ab battuto quel "muro" che in Italia separa scuole e imprese: nori possiamo più permetterci di avere
un tasso di disoccupazione giovanile sopra il 40% e aziende
che fanno fatica ad assumere
6omila profili tecnici. Ma il nuovo quotidiano digitale del Sole
24 Ore parlerà anche a chi lavora
nell'istruzione.A ogni livello dagli insegnanti al personale Ata,
ai docenti, ai ricercatori univer-
sitari, ai presidi e ai responsabili
degli enti di formazione. Per loro ci saranno tutti gli approfondimenti tecnici sulle novità, non
solo normative, che si profilano
all'orizzonte. Con una serie di rubriche ad hoc.
Del resto, gli argomenti sul
tappeto certo non mancano. A
partire dall'annunciato decollo
dell'organico dell'autonomia
che dovrà ridurre le supplenze.
Introdotto da precedenti ministri. Ora dovrebbe decollare. Ma
con quali compiti? Quali obiettivi? Altrettanto urgente è la necessità di rivedere l'esame di maturità. Con l'arrivo dei nuovi ordinamenti il Miur dovrà individuare le materie caratterizzanti
i nuovi indirizzi di studio per la
seconda prova scritta (le materie le sceglie il ministro, di solito,
a gennaio). Bisognerà poi adeguare la terza prova e anche il
colloquio orale, viste le nuove
possibilità di svolgere progetti,
stage in azienda, e seguire materie in lingua straniera. Tutte novità che partono in questi giorni,
e che ora vanno coordinate con
gli esami finali.
e
DEBUTTO
Al quinto anno delle superiori
si potrà insegnare una
materia in lingua straniera,
negli ultimi 2 anni possibile
contratto di apprendistato
068391
Arrivano i primi libri digitali e a giugno
debutterà il nuovo esame di maturità
Criticità
Nonostante le assunzioni di presidi autorizzate
dal Tesoro, 1.200 istituti avranno dei reggenti
R'.PROLUlJCNf fU'JfRVATA
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2/2
Arriva «Scuola 24»: www.scuola24.ilsole24ore.com
LE RUBRICHE
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m1lwn1 di 8tl.tdenn. In.sintesi mm 1~ n1;1v1tà in arrivo, e qu('lfe elio smdio del governo
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Istituti tecnici
Si ut1Uzzerò.li.111~tOOok>gta «Clii~ SI potrà msegnare m linguasm.uuern. Ùna mMcrla
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Lo.:t.top 'ùlla poo:llbmtò., codutn tou u dea eto 9Ulla Pu.bblta1 11mro1nism1ttoM. dJ
l'il'Ool}Cre in!U!rvlm.o pei· due unni dopo Llver rnggit\Q.to i re.qulSitt-pr~vtdenziull hil daw
i-Olò l'\001'1U! (t)Jpo à Ul"I .~
Come studiare aU'estero
Le informazioni per seguire un
corso di studi in altri Paesi Ueo
per partecipare a programmi
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agli studenti e gli
approfondimenti per docenti e
ricercatori. In più analisi,
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privati, al nuovo piano nazionale
della ricerca. Focus e notizie a
tutto campo. Eracconti di
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Servizi per il lavoro
Si parlerà di formazione
azie'ndale. Ma anche di
formazione professionale
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dei servizi per il lavoro
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utili per famiglie e studenti. Ma
si parlerà anche di chi nella
scuola ci lavora. Espazio pure
gli ltseai legami con le imprese
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LE NEWS DIVISE PER SETTORI
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Coinvolti anche i licei
Una materia in inglese
al quinto anno dei tecnici
Claudio lucci
ROMA
Da quest'anno una materia
come geografia, matematica, filosofia, scienze, storia dell'arte
potrà essere insegnata in lingua
straniera.
La novità interessa le ultime
classi dei licei e degli istituti tecnici; e troverà spazio anche
all'esame di maturità: all'orale,
infatti, il colloquio potrà accertare pure - in lingua straniera le competenze disciplinari ac-
Le ore in lingua straniera
L'obiettivo è insegnare in lingua
straniera il 50% di ore di tutti gli indirizzi
Codice abbonamento:
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quisite dai ragazzi (se il relativo
docente farà parte, come membro interno, della commissione
d'esame).
L'insegnamento di una materia in lingua straniera ha già preso il via a partire dall'anno scolastico 2012-2013 nelle classi terze
dei licei linguistici. Ora approda nelle quinte superiori di tutti
i licei e degli istituti tecnici (qui
si utilizzerà la lingua inglese).
L'insegnamento avverrà secondo la metodologia «Clil» (Con-
tent and language integrated lcaming), una modalità di didattica praticata in molti paesi europei già dal 1994 (ma in Italia utilizzata in questi anni dalle scuole solo in via sperimentale).
L'obiettivo è rendere più vivo l'apprendimento. Soprattutto per «sviluppare competenze
linguistiche alla fine del ciclo di
studio che il ragazzo poi possa
saper spendere negli step formativi successivi e/ o direttamente nel mondo del lavoro»,
ha spiegato il dg per gli Ordinamenti scolastici e la valutaziorie del Miur, Carmela Palumbo.
La novità entrerà nelle scuole in via graduale. La scelta della
disciplina da insegnare con medotologia «Clil» (o delle discipline nel caso dei licei linguistici, dove dal quarto anno saranno coinvolte due materie insegnate in due diverse lingue straniere) è lasciata agli stessi istituti. Si punta a coprire il 50% delle
ore di tutti gli indirizzi. Ma in fase di prima applicazione «si terrà conto della situazione e delle
necessità delle singole scuole»,
hanno reso noto dal Miur.
Nell'utilizzo della metodologia
«Clil» le scuole potranno avvalersi di conversatori e assistenti
linguistici e potranno prevedere, anche, una organizzazione
flessibile della didattica.
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1
NOMINE IN EXTREMIS Ell\ICERTWE SIJI PIH>GRAMMI
GLI STUDENTI
I ITALIANI
PRIGIONIERI
I DEIRlNvrI
di GIANNA FREGONARA
p
orse sarebbe eccessivo
adottare nelle scuole
italiane il sistema
proposto dalla psicologa
americana Elisabeth
, Ligon Bjork che interroga
(per iscritto) i suoi allievi
prima di spiegare la
lezione: serve per farli
. concentrare di più su
I quello che stanno per
imparare, li renderebbe
più consapevoli.
Sicuramente
stravolgerebbe i riti
scolastici che tanto
annoiano i ragazzi italiani.
CONTINUA A PAGINA 34
APAGINA20
Cavadini, Dal Monte, Tebano
di GIANNA FREGONARA
,_
SEGUE DALLA PRIMA
Quello che comincia in questi giorni è invece un anno scolastico di transizione: vecchi problemi - molti dei quali troveranno
un accomodamento anche non definitivo
nelle prossime settimane qualche novità
ereditata dall'ultima riforma, quella Gelmini, che entra in vigore anche negli ultimi
adempimenti, e qualche finanziamento e
progetto - dalla geografia negli istituti tecnici al rafforzamento degli insegnanti di sostegno all'avvio dell'alternanza scuola-lavoro, con studenti "assunti" per una settimana
al mese ad imparare un lavoro - firmato
dai ministri Profumo e Carrozza.
I dirigenti scolastici del ministero e degli
uffici regionali sono stati nominati in extremis tra ieri e stamattina, giusto in tempo per
firmare i provvedimenti e le nomine ad anno scolastico appena iniziato. I presidi, quei
1.200 mancanti, dopo il pensionamento coatto a 65 anni e in attesa del nuovo concorso
non ancora indetto, saranno sostituiti da
reggenti. La materia in inglese alla maturità
che debutta nel prossimo giugno, ci sarà
forse per i volenterosi. Le prove d'esame ha annunciato ieri il ministro Stefania Giannini - potrebbero cambiare, la tesina forse
sarà abolita. Alle elementari si parte con le
lezioni di «cocling» cli programmazione infonnatica: chi è pronto e se la sente parte, gli
altri seguiranno nei prossimi anni e nei
prossimi progetti.
Per il resto, è tutto o quasi rinviato al set-
Chissà se potrà essere l'anno in cui si discute anche di come la scuola possa «conquistare» quei giovani che non studiano né
lavorano - i Neet - quella generazione
perduta soprattutto nelle scuole professionali che è già diventatala piaga educativa di
questi anni. Chissà se si riuscirà a parlare
anche degli studenti, oltre che di stabilizzazione dei precari, di stipendi e di voti agli insegnanti. Negli anni scorsi si era aperto un
dibattito sul numero degli anni di scuola: e
se fosse meglio ridurre a 12 gli anni di istruzione, rendendo la preparazione più efficace? Le sperimentazioni stanno morendo.
Davvero basterà l'inglese a rendere competitivi i ragazzi italiani? Che cosa servirà davvero tra dieci anni per poter essere dei buoni
cittadini, richiesti dalle aziende non solo
italiane?
Negli Stati Uniti è in corso un dibattito approfondito su che cosa deve essere l'educazione, se non si sia ceduto in questi anni
troppo alle richieste del mercato nello scegliere il tipo di formazione degli studenti
americani, mettendo in secondo piano il valore del sapere e della cultura, insomma dell'educazione. In Italia - basta sfogliare una
qualsiasi classifica internazionale - purtroppo è vero il contrario: la scuola rischia di
essere così ripiegata su se stessa e lontana
dal futuro dei ragazzi da rendere incredibilmente attuale la domanda: ma che cosa studio a fare?
Gianna Fregonara
.S~
RIPROOUZIONl RISHlVATA
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tembre del 2015: le novità dovranno essere
scritte nella «Buona Scuola», il piano del
governo. Persino i finanziamenti per il wi-fi
nelle scuole per quest'anno scolastico ancora non sono stati stanziati. Il digitale, sul
quale si era molto puntato per modernizzare le scuole, è meno di moda nel dibattito: le
Lim (le lavagne multimediali introdotte negli scorsi anni) rischiano di andare in pensione, sostituite dalla filosofia dell'ognuno
si porti il suo ipad o portatile.
Oggi esce il rapporto Education at Glance
2014, fotografia spietata dei sistemi educativi dei Paesi Ocse. La scuola italiana ha fatto
sicuramente passi avanti negli ultimi dieci
anni: nonostante i tagli imposti dal 2008 abbiano frenato le conquiste, i giovani italiani
sono più preparati dei loro compagni di
scuola più vecchi. Eppure di strada ce ne sarebbe ancora tanta da fare: sappiamo dall'ultimo rapporto Piaac (sempre dell'Ocse)
che siamo ancora tra i più impreparati d'Europa persino in italiano e matematica.
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Scuola, un inizio con troppi rinvii
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tenomieoo Non sono obbligatorie, ma spesso i genitori le promuovono. li preside dell'alberghiero Porta di Milano: ormai è irrinunciabile
Completo blu, cravatta o foulard: in classe con la divisa
Dalle uniformi con i loghi fino ai gadget
Così si promuove l'Istituto e si guadagna
Completo blu con camicia bianca,
cravatta per lui, foulard per lei e per
tutti spilla con il logo dell'istituto. Iragazzi dell'Istituto alberghiero Carlo
Porta di Milano preparano l'uniforme.
Venerdì le lezioni riprendono e per
tutti gli studenti dell'alberghiero d'ora
in avanti la divisa è d'obbligo. Futuri
cuochi e pasticceri, sommelier, camerieri, barman: saranno, anche, millecinquecento testimonial della scuola
(statale, liste d'attesa per entrare), si
presenteranno così non solo in classeaula-laboratorio ma in ristoranti e alberghi dove vanno in stage, con i colleghi di altre scuole e Paesi e fra qualche mese all'appuntamento di Expo.
<<L'uniforme? Ormai è irrinunciabile. Ragioni professionali-. sintetizza
il preside Antonio Malaspina-. Spiace soltanto dover chiedere alle famiglie di affrontare la spesa, intorno ai
cento euro. Ma in consiglio d'istituto
la delibera è passata: tutti d'accordo,
la divisa è un'opportunità». Occasione
per gli studenti e non soltanto, sostiene il preside: «Con l'uniforme di rappresentanza si lancia il brand dell'istituto. Lo fanno anche altri alberghieri,
da Stresa a Bardolino».
Così le scuole si promuovono. Non
soltanto le private, anche le statali,
dalle materne ai licei. Se al Porta passa
l'intera divisa in tante medie e superiori, da Milano a Caserta, il nome dell'istituto compare sul diario, sulla fel-
pa, sulla tuta da ginnastica. Nulla di
obbligatorio, spesso sono le associazioni di genitori a promuovere i gadget d'istituto, anche per raccogliere
fondi. Eil gradimento c'è.
Mentre per il grembiule alle elementari ciclicamente ci si riallinea su
pro e contro - la divisa è democrati ca, azzera le differenze, rafforza il senso di appartenenza, oppure, è anacronistica, soltanto una moda, una spesa
in più- la scelta dell'uniforme scolastica, in una scuola superiore, arriva
per ragioni diverse. «Non vogliamo
imitare né gli istituti privati né quelli
internazionali che hanno la divisa da
sempre - dice Malaspina -, ma abbiamo settecento ragazzi in stage in
tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Brasile, giusto che si presentino in tenuta
di rappresentanza>>.
Questione (anche) di marchio allora. Estrategia per fare squadra. In sen so letterale: all'istituto tecnico Feltrinelli di Milano «gli studenti indossa no t-shirt con il nostro simbolo in occasione delle gare sportive», racconta
la preside Annamaria Indinimeo. Dall'altra parte della pianura Padana, a
Pordenone, lo storico liceo Pujati
adotterà dall'anno prossimo la «felpa
d'istituto». Biancorossa, alle famiglie
costerà venti euro. <<Da indossare tutti
i giorni in classe. E presto arriveranno
anche magliette e tute. Lo fanno in
tutto il mondo, per creare un senso di
comunità», dicono genitori e professori.
Divise e loghi, più facile comunque
vederli indossati da studenti di elementari e medie. Sempre a Pordenone, alla scuola Centro storico, l'uniforme - polo bianca e felpa blu - si
porta dal 2009: <<Per eliminare le differenze di ceto tra i ragazzi, tra chi veste
griffato e chi no». Proprio questa tesi è
stata contestata a Massa Carrara, all'istituto Giorgini, da,un comitato di
genitori anti-divisa: <<E solo ipocrisia.
Le differenze ci sono e la scuola non
deve cancellarle, ma insegnare ari. spettarle».
Confronto ancora aperto. Chi sperimenta e chi fa dietrofront. Ad Altopascio, in Toscana, l'istituto comprensivo ha deciso di abolire la divisa alle
medie, mantenendola all'asilo e alle
elementari. Resta in vigore, invece,
per tutti gli studenti del comprensivo
Leonardo da Vinci di Guidonia Mon tecelio, alle porte di Roma: maglietta
bianca, pantaloni e felpa blu, tutto con
il logo della scuola. Alla scuola pubblica come nei college inglesi. In blu e
giallo gli alunni della materna e delle
elementari alla Solari di Loreto, Ancona. E in divisa i bambini dell'istituto
Portico di Caserta. Tute e felpe rigorosamente con logo d'istituto.
Federica Cavadini
Alessandra Dal Monte
Rli'PO.J
fi,\IPV/1rn
· Gli altri casi
Da Milano a Caserta, molte
scuole si autofinanziano con
la vendita di «gadget)) con il
logo dell'istituto: magliette,
diari, felpe, tute da ginnastica
A Pordenone, lo storico liceo
Pujati adotterà la «felpa di
istituto». Al Feltrinelli di
Milano, nelle gare gli studenti
indossano t-shirt con logo
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Oltre al Carlo Porta
di Milano, anche
all'alberghiero di Stresa
e a quello di Bardolino
è obbligatoria la «divisa»
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la Repubblica
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ldatl
Sono2.611.999
gli studenti delle
superiori in Italia
in quest'anno
scolastico.
Gli adolescenti (studio
Sip) vanno a dormire
trale22ele23
nel 78% e oltre le 24
nel13,8%.
Circa il 20% lamenta
insonnia; 1'80% dorme
con tablet o lpad,
il 90%con cellulare
accanto.
Scarso rendimento,
problemi umorali,
ipertensione, obesità,
diabete, uso/abuso di
caffè, alcol, sigarette.
SoD110. Peri pediatri americani, ma anche italiani, è questione di salute
Spostare l'inizio delle lezioni migliora l'apprendimento. Non solo. Pubertà e melatonina
ASCIATELI dormire solo mezz'ora
in più e saranno più felici, più in
salute e con risultati scolastici
migliori. Insomma, se i teenager
non hanno voglia di alzarsi al
mattino, meglio assecondarli. È quanto sostiene l' American Academy of Pediatrics
(AAP) che di recente' ha emanato delle linee guida nelle quali invita le scuole a modificare l'orario di inizio delle lezioni. L'esortazione nasce da numerosi studi dai
quali è emerso che durante la pubertà si verifica un fisiologico cambiamento dei ritmi
circadiani che porta i ragazzi ad andare a
dormire in media due ore dopo rispetto ai
bambini.
.
«Durante la pubertà», spiega Luigi Ferini Strambi, presidente della World Association ofSleep Medicineeresponsabiledel
Centro del sonno dell'ospedale San Raffaele di Milano, «la melatonina, cioè l'ormone
che ci aiuta ascivolarenelsonno, viene prodotta in ritardo per cui gli adolescenti tendono ad andare a letto più tardi perché non
gli viene sonno».
Giocano ovviamente un ruolo importanteancheglistili di vitascorrettieilforteimpatto della tecnologia. «Gli adolescenti di
oggi dormono un'ora e mezza in meno rispetto a quelli di 20 anni fa. La loro serata si
prolunga fino alle due di notte restando
connessi a qualche dispositivo per navigare online», dice Ferini Strambi.
le lezioni i ricercatori hanno messo a confronto dati come la frequenza, il rendimento scolastico, la salute mentale e il tasso di
incidenti automobilistici prima e dopo il
cambiamento dell'orario. Ne è emerso che
più si ritarda l'inizio delle lezioni maggiori
sono i benefici.
Il risveglio difficile e tardivo degli adolescenti al mattino causa anche un altro problema che si ripercuote sulla salute: «Dalla
nostra indagine, risulta che solo la metà degli adolescenti fa colazione a causa proprio
della difficoltà a svegliarsi», spiega Giovanni Corsello, PresidentedellaSocietàitaliana di Pediatria. «Per questo supportiamo
in pieno la proposta dell'American Academy of Pediatrics che anche noi abbiamo
fatto nel corso degli stati generali della pediatria», prosegue Corsello.
A preoccupare i pediatri è anche l'abuso
di sostanze eccitanti. «Abbiamo riscontrato che l'uso di bevande a base di caffeina, alcol o altre sostanze con un'azione anfetaminosimile si verifica in oltre il 30 per cento dei ragazzi e tende ad essere sempre più
precoce a partire già dai dieci anni», avverte il presidente della Società italiana di Pediatria (Sip ).Dormiredipiùaiuterebbeiragazzi anche ad usare meno queste sostanze. Lo dimostra un studio del Bradley Hasbro Children' s Research Center dal quale
è emerso che dormendo appena 25 minuti
in più i ragazzi erano più spesso di buonumore e consumavano meno caffeina.
ORIPAODUZJOt-J.ERISERVATA
In video
Sonno dei teenager su Rnews
(ore 13,45 e 19,45) sia su
Repubblica.it, che su canale 50
del digitale terrestre e 139 di Sky
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I
In effetti, dai dati dell'ultima indagine
sugli adolescenti svolta dalla Società Italiana di Pediatria(Sip), risulta che il 45 per
cento degli adolescenti italiani ha nella sua
camera sia la Tvcheilcomputerechecirca
il 22 per cento si collega a internet prima di
addormentarsi. Un abuso tecnologico che
fa diminuire la quantità ma soprattutto la
qualità del sonno. Inutile dormire di più nel
fine settimana o fare dei sonnellini pomeridiani: «Questi recuperi non possono sostituire l'effetto di un buon sonno ristoratore:
un adolescente dovrebbe dormire almeno
otto ore per notte dopo i quattordici anni,
anche nove o dieci per i ragazzini più giovani», avverte Strambi.
E anche se i teenager reggono bene la carenza di sonno, leconseguenzenonsonopoche: l'Adolescent Sleep WorkingGroup del1' associazione dei pediatri americana
(AAP) ha condotto uno studio da cui risulta che la mancanza di sonno contribuisce a
problemi come l'obesità, il diabete e anche
a problemi umorali e comportamentali.
Dunque, non si tratta solo di un problema
di rendimento scolastico, ma di salute. La
soluzione più facile sarebbe quella di mandare a letto i figli più presto, ma gli adolescenti non si lasciano gestire così facilmente. Di qui la proposta dell'AAP, basata su
evidenze scientifiche, di ritardare l'orario
di inizio delle lezioni. In uno studio condotto presso l'università del Minnesota su più
di 9mila studenti di scuole superiori che
avevano ritardato di 25 minuti l'inizio del-
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LINEE GUIDA DI RIFORMA/Intanto al Miur cambia la squadra. Giannini: più efficienza
No mobilità? No assunzione
Chi rifiuterà la nuova regione non sarà immesso in ruolo
DI ALESSANDRA RICCIARDI
e come una vera con1cio sine qua non. In
ssenza della disponiilità ad essere assunti
in altra regione, con un vincolo
di permanenza che potrebbe
essere inasprito rispetto all'attuale, il docente precario delle
graduatorie ad esaurimento in
lizza per l'assunzione dei 150
mila sarà depennato. Negli
intenti del governo, la stabilizzazione indicata con le Linee
guida di riforma della scuola
per il 2015 deve essere l'ultima
occasione nella quale si utilizzano ancora le graduatorie ad
esaurimento. Poi dal 2016 solo
concorsi e niente più precariato
storico. Per farlo però è necessario un alto tasso di mobilità, più
alto di quello ad oggi utilizzato.
I 150 mila precari da immettere
in ruolo non solo infatti sono in
eccesso rispetto ai posti disponibili in organico, lampante è il
caso della scuola primària dove
ci sono 80 mila precari e 20 mila
posti disponibili, ma sono abilitati per classi di concorso alle
secondarie che non sempre corrispondono a quelle per cui c'è
vacanza di posti. Ecco perché,
per far funzionare al meglio
l'operazione, oltre a utilizzare i
docenti in più per fare sostituzioni anche su materie affini
a quella di abilitazione, per
ampliare il tempo scuola
e fare l'organico funzionale, seive assumere il
prof dove necessario.
E dunque, alto tasso
di mobilità, in particolare dal Sud verso il
Nord per compilare la
nuova graduatoria nazionale. La modifica, su
cui si sta lavorando
al Miur, richiederà un inteivento di legge che
dovrà appunto
disciplinare ia
materia della
mobilità in
sede di prima chiamata. Le soluzioni tecniche dovranno essere pronte per gennaio quando,
superata la legge di Stabilità,
ci sarà il decreto di stabilizzazione annunciato dal premier
Matteo Renzi.. Gli uffici di viale Trastevere, i cui vertici sono
stati rinnovati
in queste ore,
'-
sono stati
chiamati dal
ministro
Stefania
Giannini
a un'attenta analisi
dellacompos!zione
non solo
delle Gae,
le graduatorie a esaurimento,
ma anche delle graduatorie di
istituto: sopravviverà la seconda fascia, da cui i docenti saranno chiamati per le supplenze
che non potranno essere soddisfatte con il nuovo organico
funzionale che nascerà proprio
grazie agli esuberi che si avranno con i 150 mila. Per questi insegnanti si aprirà la strada del
concorso che sarà bandito nella primavera del 2015. Per loro
sià calcolano buone possibilità
di assunzione: tutto sommato i
concorrenti, ragionano al Miur,
potrebbero non superare le 200
mila unità per 40 mila posti,
all'ultimo concorso erano in
300 mila. I ragionamenti a viale Trastevere si fanno concitati
in questi giorni in cui si danno
le prime indicazioni per impo-
stare il lavoro. Ieri la Giannini
ha incontrato i nuovi direttori
generali nominati con la riorganizzazione del ministero. A tutti
ha chiesto maggiore efficienza,
la macchina deve funzionare
garantendo l'iter dei provvedimenti e dell'attività, evitando
sprechi di tempo e di risorse.
Alla Direzione generale per
lo Studente, confermata Giovanna Boda, al Personale c'è
Maria Maddalena Novelli.
Alla ricerca arriva Vmcenzo
De Felice, Marco Ugo Filisetti prende il posto di Maria
Letizia Melina, nuovo dg delle
Marche, alla direzione acquisti
e sistemi informatici; Jacopo
Greco è promosso alla direzione risorse umane; il dg della
direzione regionale campana,
Diego Bouchè, arriva in Calabria lasciando la Campania
a Luisa Franzese. Nel Lazio
arriva, dall'amministrazione
centrale,' Gildo De Angelis.
Ancora in ballo la Lombardia,
dove è da poco andato in pensione Francesco De Sanctis.
Nuovo dg della Thscana, Rosa
De Pasquale, ex deputato del
Pd, dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Firenze.
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Fase transitoria, dubbi
sugli scatti maturati
DI ANTIMO DI GERONIMO
alle decurtazioni di stipendio previs~ dalla riforma
Renzi si salveranno solo i docenti che, al 1° settembre 2015, risulteranno a meno di 3 anni dal pensionamento e che avranno maturato almeno 33 anni
di servizio. A tutti gli altri si applicherà il nuovo sistema,
sebbene con alcune distinzioni. Lo prevedono le linee-guida
emanate dal governo. Ai docenti già in servizio, con anzianità
fino al 33esimo anno, ma senza avere maturato il diritto al
pensionamento si applicherà «fino al 1° settembre 2015 il
sistema previgente basato sugli automatismi stipendiali e dal
1° settembre 2015 il nuovo meccanismo degli scatti (conservando lo stipendio sino a quel punto maturato)». Il documento
non spiega se l'applicazione avverrà secondo il sistema del
pro rata oppure secondo un criterio di mero mantenimento
di quanto effettivamente maturato fino al termine del 1°
settembre 2015. In altri termine, non è chiaro se i docenti
interessati otterranno il riconoscimento della frazione di anzianità utile al gradone, tramite il riconoscimento della parte
di gradone maturato, oppure se tale frazione non avrà alcun
valore. E poi ci sono i docenti che saranno immessi in ruolo
dopo l'entrata della riforma Renzi. Che con la ricostruzione
di carriera otterranno gli scatti eventualmente maturati con
i servizi pre-ruolo maturati prima dell'immissione in ruolo
e dal 1° settembre 2015 saranno sottoposti al nuovo regime.
Anche per quest'ultima situazione rimangono delle incognite. La ricostruzione di carriera, infatti, in prima battuta
non riconosce interamente i servizi pre-ruolo. I primi 4 anni
vengono riconosciuti interamente, mentre i successivi solo
nella misura dei 2/3. Salvo poi riconoscere anche il pregresso
al compimento del sedicesimo anno di servizio (articolo 4,
comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 399/88).
Anche in questo caso non è chiaro come il governo intenda
regolarsi.
D
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LINEE GUIDA DI RIFORMA/Addio all'anzianità, dal 2018 cambia la busta paga
Stipendi, l'au~~nto ~a .P~nt.i.
Sarà caccia a crediti formativi, professionali e didattici
DI CARLO FORTE
docenti dell'era Renzi
lavoreranno di più e guit
<lagneranno di meno. E
quanto si evince dalle Linee guida sulla scuola emanate dal governo tramite il sito
web http: I I labuonascuola.
gou. it I e disponibile sul sito
www.italiaoggi.it I documenti.
Ai normali oneri connessi allo
svolgimento della prestazione
si aggiungeranno, infatti, anche quelli di una formazione
obbligatoria e di un impegno
professionale crescente, che
serva ad agguantare il nuovo
scatto (ogni tre anni) di stipendio. Gli scatti di anzianità, infatti, vanno in soffitta e,
intrecciando gli attuali blocchi dei vecchi con la partenza
dei nuovi, prima delfine del
2018 non ci saranno aumenti
di stipendio. A ciò va aggiunta l'ulteriore proroga fino al
2015 del blocco dei contratti,
non più rinnovati dal 2009.
Blocco che stando a quanto
precisa il Def potrebbe arrivare fino al 2019. Insomma,
oltre a non percepire gli adeguamenti retributivi dovuti
all'inflazione (che' finora ha
eroso circa il 15% del potere di
acquisito dei salari), i docenti
dovranno dire addio anche ai
gradoni. Il tutto
a fronte dell'invarianza dell'attuale prestazione
i costi saranno posti a carico
delle scuole oppure dei singoli
partecipanti. Infine, per quanto riguarda i crediti professionali, ìl documento spiega che
saranno «assunti all'interno
della scuola per promuovere
e sostenerne l'organizzazione
e il miglioramento, sia nella
sua attività ordinaria (coordinatori di classe)
sia nella sua attività progettuale».
È prevista ia
costituzione di
nuclei di valutazione, che esamineranno i titoli e
certificheranno i
crediti. Dopo di
che sarà stilata
una graduatoria
e ai docenti che
si collocheranno
in posizione utile
per figurare nel
66% degli aventi
diritto, sarà attribuito l'aumento.
Al rimanente 33%
no. Questi ultimi potranno
scegliere se rassegnarsi a non
percepire alcun aumento oppure trasferirsi in una scuola
che abbia docenti meno titolati. Così da rientrare comunque nel 66% approfittando dei
punteggi inferiori dei colleghi
presenti nell'altra scuola. Le
Linee guida spiegano, inoltre,
che la busta paga dei docenti
non sarà più come prima.
Attualmente, le voci re-
tributive sono essenzialmente 3. La prima è lo stipendio
tabellare (nel quale è conglobata l'indennità integrativa
speciale e,cioè, quello che resta dell'antica scala mobile).
La seconda è la retribuzione
professionale docente che,
pur essendo un emolumento
fisso e continuativo, rientra
nel compenso accessorio. E
infine, il compenso accessorio
vero e proprio. Cioè lo straordinario. Lo stipendio tabellare subisce incrementi al maturare dei cosiddetti gradoni.
La retribuzione professionale
docente, invece, nel corso della vita lavorativa subisce solo
un paio di incrementi, sempre
legati all'anzianità. Infine, il
compenso accessorio è legato
al previo svolgimento di lavoro straordinario.
La busta paga dell'era
Renzi, invece, manterrà lo
stipendio tabellare, che però
non subirà incrementi per
effetto dell'anzianità. E poi,
nell'accessorio, ingloberà gli
aumenti che saranno legati al
raggiungimento di un nu~e­
ro di crediti tale da consentire
all'interessato di figurare nella pole position del 66%. Li;
linee guida, secondo quanto s1
legge nel documento governativo, costituiranno una base
per una sorta di consultazione popolare via internet. E
poi saranno tradotti in provvedimenti legislativi.
---© RiproduzitJnR riseroata-----
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ordinaria: 25 ore
di insegnamento settimanali
nell'infanzia, 24
nella primaria e
18 nelle secondarie + 40 ore per le
riunioni dei consigli di classe e 40
ore per i collegi e
gli incontri scuola-famiglia.
Dal 2018 in
poi scatterà un
nuovo sistema di
incrementi retributivi, che saranno attribuiti solo a due docenti su tre.
L'attribuzione degli aumenti
(circa 60 euro ogni 3 anni) avverrà ad esito di una sorta di
concorso per titoli. Titoli che
consisteranno in non meglio
specificati crediti didattici,
crediti formativi e crediti legati allo svolgimento di incarichi di collaborazione con il
dirigente scolastico. I crediti
didattici saranno attribuiti ai
docenti che saranno in grado
di dimostrare la loro «capacità di migliorare il livello di
apprendimento degli studenti». Quanto ai crediti formativi, essi saranno attributi a
seguito della frequenza a corsi di formazione che saranno
organizzati dalle associazioni
professionali degli insegnanti. Il documento non spiega
se la frequenza a questi corsi
sarà a pagamento e, se sì, se
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Il Clii parte, ma
con il freno a mano
rn EMANUELA Mlcucc1
In Lombardia il 50%, in Piemonte il
30%. Tanti sono i docenti che hanno
aderito al Clil. E sono due tra le regioni più ligie alla legge che, dopo due
anni di sperimen1:a.zione nei linguistici,
da settembre impone il Clil come metodologia didattica obbligatoria nell'ultimo anno di licei e istituti tecnici e nel
triennio dei lingnistici. Esclusi solo i
i professionali. Il problema è che mancano i prof che sono pronti a insegnare
la propria materia curricolare in lingua
straniera. Eppure, la riforma Gelmini,
che ha istituto il Clil, stabilisce un do, cente ogni due classi quinte.
; Sul banco degli imputati i ritardi nella
formazione degli insegnanti da parte degli Usr, che chiamano in causa il
Miur per il ritardo nell'inviare istruzioni e finanziamenti. Così, le scuole
che riusciranno a far partire il Cli
sono quelle in cni i docenti hanno già
in ottimo livello di inglese per meriti
propri. In molti istituti il Clil non sarà
garantito.
.
Il Miur è stato costretto a qualche
concessione nelle disposizioni transitorie sul Clil. Sceso al 50% del monte
ore della materia prescelta. Introduzione graduale dell'insegnamento con
la possibilità di lezioni in videoconferenza con altre classi. Potranno
insegnare il Clil anche docenti con
competenza linguistica di livello B2,
nonostante la norma imponga almeno
il livello Cl.
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Data
Nuove materie? I padri sono tanti
m
EMANUE~
Mtcucc1
utunno all'insegna del coding. Il primo
passo del governo Renzi per promuovere
'informatica in ogni indirizzo scolastico
arà il «piano nazionale che consenta di
introdurre il coding nella scuola italiana», cioè la
programmazione, quélla materia che l'ex ministro
dell'istruzione Mariachiara Cwrrozza sognava di
far insegnare fin dalla primaria. La circolare è in
arrivo dal Miur. La Buona Scuola riprende anche
la passione di un altro ex reggente del Miur, Luigi
Berlinguer: la musica. Con la p1"9posta di due ore
di educazione musicale in IV e V primaria. Mentre
risale alla riforma di Mariastella Gelmhii l'introduzione del Clil, l'insegnamento in lingua di una
materia non linguistica, poi attuato dal ministro
Francesco PJ."ofumo, che ora il premier Renzi
vuole rafforzare attivandolo nella primaria e nelle medie, accanto all'apprendimento delle lingue
straniere fin dalla scuola dell'infanzia, Per gli lts
si risale a Beppe Fioroni. In arrivo poi più storia
dell'arte e disegno nel biennio dei licei e dei tecnici
turistici. Poi, un'ora a settimana educazione fisica
nella primaria dalla II classe. E l'economia in tutti
gli indirizzi delle superiori, introducendola nei licei
classici e scientifici.
È la formazione dei docenti lo snodo per l'allargamento del Clil: il piano scuola prevede di rafforzarla senza illustrare modalità, tempistica, fondi.
Precisa però si aiutare le competenze linguistiche
dei docenti, anche nei tecnici e professionali, «con
l'aiuto di assistenti madrelingua o con una specializzazione vera attraverso la formazione»e che si
dovranno portare tutti gli studenti «ad almeno un
apprendimento di livello B2 per la lingua straniera
principale». È invece stimato in 25 milioni estendere storia dell'arte e disegno per due ore a settimana
nel biennio dei licei e dei tecnici turistici, contando
sulle nuove assunzioni dalle GAE interessate «per
un fabbisogno complessivo di 3.400 classi».A coprire l'ora settimanale di sport alla primaria saranno
i 5.300 docenti iscritti nelle GAE per le classi di
concorso «educazione fìsica»nelle medie e nelle superiori. In aiuto arriveranno aiich.e i fondi europei.
Più fumose le proposte sull'educazione musicale e
l'economia.Ad insegnare la prima potrebbero essere nuovi assunti e docenti già in ruolo. Conti alla
mano, gli iscritti alle GAE sono 5.402, sufficienti per
coprire un faqbisogno di circa 4.800 docenti per circa 53mila plessi. Gli istituti comprensivi potrebbero
allora creare sinergie con i colleghi in ~ervizio alle
medie, che ~c}lerebbero i docenti della primaria. Per colmare il vuoto di insegnati per l'economia
alle superiori il governo intende attingere alle GAE:
.ai docenti di classi di concorso affini all'economia e
al diritto presenti negli organici funzionali.
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L'alfabetizzazione digitale, dunque, punta
sul coding: «A partire dlillla primaria v<>gli.amo che
nei prossimi tre anni iii ogni classe gli alunni imparino a risolvere problemi complessi applicando la
logica del paradigma informatico anche attraverso
modalità ludiche». Cos~, dopo Us;:i, e Irtghilterra;
dall'autunno, si lancerà anche in Italia l'iniziativa Code.org, aggregando assòciazioni, università e
imprese in una grande.mobilitazione nel nw.ggior
numero di scuole possibili. Un progetto favorito pro·
babilmente dalla Code Week, la II Settimana eùro-
pea della programmazione che quest'anno, dall'll
al 17 ottobre, si svolgerà anche in Italia e punterà
proprio sulle scuole. Dal prossiµio anno scolastico
il Miur sosterrà un programma per Ditigal Makers
che rafforzerà le ore di tecnologia e di Cittadinanza e Costituzione alle medie e di informatica allo
scientifico, ai tecnici e ai professionali.
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LINEE GUIDA DI RIFORMA/Documento poco chiaro sul nodo della capacità didattica
Valutazione, troppa confusione
I docenti e le scuole vanno valutati con indicatori diversi
DI
ANDREA GAVOSTO*
1 piano del governo Renzi
sulla scuola contiene una
nutrita serie di novità,
dallo svuotamento delle graduatorie dei supplenti
«Storici», all'avvio di un nuovo
sistema di reclutamento degli
insegnanti, a una maggiore integrazione fra scuola e lavoro,
alla massima trasparenza sui
risultati didattici degli istituti,
all'aumento delle ore di musica
e storia dell'arte. Per la maggior parte, si tratta di propositi condivisibili, anche se certo
non a buon mercato:per fare
tutto quello che è previsto nelle 150 pagine del documento,
possiamo aspettarci un esborso complessivo per le casse
dello Stato non inferiore ai 6
miliardi di euro all'anno: una
cifra ragguardevole, soprattutto con questi chiari di luna
nelle finanze pubbliche. Giusto dire che sono investimenti
e non spese, ma ciò non basta
per trovare i quattrini.
Vi è però un punto su cui
il piano appare poco coerente
sia al proprio interno sia nei
confronti della rotta indicata
dai precedenti esecutivi: la
valutazione. Il governo sembra
infatti spostare l'asse della valutazione dalla scuola nel suo
insieme ai singoli insegnanti,
legandovi anche incentivi monetari - gli scatti triennali di
competenza, pari a 60 euro
netti, da assegnare solamente
tà e sostituirli con quelli legati
al merito del singolo docente.
Il merito viene stabilito sulla base di tre dimensioni: la
formazione svolta; le attività
professionali (ad esempio, responsabilità di un dipartimento) compiute; e le capacità didattiche. Per selezionare quei
docenti che saranno premiati
sulla base di questi parametri
occorre effettuare una qualche
forma di valutazione: su questo aspetto, il documento è
ambiguo. Chi valuta i docenti?
Si ipotizza un nucleo interno
alla scuola, composto da due
membri interni e uno esterno,
ma senza fornire dettagli sulle caratteristiche dell'esterno
né - omissione più grave - sul
ruolo del dirigente scolastico.
Mentre, a nostro
giudizio, proprio lui
dovrebbe essere, sia
pure con gli opportuni contrappesi alla
sua discrezionalità,
il più titolato a giudicare la qualità del
lavoro di un docente della sua scuola
in vista di avanzamenti retributivi e
di carriera.
Inoltre, come si
valuta la capacità
didattica? Il documento non
ci aiuta a capire: osservazione
diretta del lavoro in classe, giudizio degli studenti, misura del
contributo del singolo docente
agli apprendimenti, attraverso
le prove Invalsi? In quest'ultimo caso si rischierebbe di
suscitare le stesse violente reazioni che si sono avute negli
Stati Uniti ogniqualvolta si
è cercato (scorrettamente) di
attribuire una porzione dei risultati di apprendimento degli
studenti al lavoro di un singolo
docente. Infine e soprattutto:
come si legano la valutazione
della scuola e quella del singolo docente? È evidente che si
tratta di due aspetti correlati,
che nel documento vengono
però trattati come totalmente
slegati. In attesa di vederci più
chiaro, al Governo si può dare
un solo suggerimento, lo stesso
che la Fondazione Agnelli dava
nel suo rapporto La valut,azione della scuola: quello di non
utilizzare gli stessi indicatori
per valutare sia la scuola sia
il docente. Nel primo caso, infatti, la valutazione serve soprattutto a innescare processi
di miglioramento e a fornire informazioni alle famiglie (oltre
a giudicare dell'operato del dirigente scolastico); nel secondo,
a remunerare gli insegnanti.
Una confusione di ruoli potrebbe avere effetti molto negativi
sugli strumenti di valutazione,
annullandone ogni capacità di
diagnosi.
*direttore della Fondazione Giovanni Agnelli
Supplemento a cllra
di ALESSANDRA RICCIARDI
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ai due terzi dei docenti.
Per la verità, il documento
richiama esplicitamente lo
schema di regolamento approvato dal governo Monti, che si
concentra sulla valutazione degli istituti
scolastici, basandosi
su tre strumenti:
l'autovalutazione
da parte delle scuole
stesse; gli esiti delle
prove Invalsi; le visite ispettive. Tuttavia,
non aggiunge nulla a
quanto già deciso nel
2013; anzi, nel testo
manca un richiamo
esplicito alle prove
Invalsi.
Soprattutto, non vengono
dissipati i dubbi che ancora
circondano la effettiva realizzabilità del Sistema nazionale
di valutazione, a cominciare
dalla sua data di inizio: non
si capisce se la si prevede in
quest'anno scolastico - come
affermato prima dell'estate o il prossimo Mancano peraltro
ancora gli ispettori in grado di
condurre le visite nelle scuole -- che, come in Inghilterra,
dovrebbero essere il cuore del
sistema - né sono ancora a regime gli strumenti per misurare i progressi cognitivi dei
singoli allievi.
Anziché concentrarsi sugli aspetti realizzativi, il piano sulla «buona scuola» lancia l'idea - di per sé corretta
- di abbandonare del tutto gli
scatti retributivi per anziani-
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LINEE G[JfDA DI RlFORMA/lsfol: a tre anni dalla qualifica, il 50% trova lavoro
Professionali, i grandi assenti
Poche le risorse disponibili per una filiera decisiva
DI.ÀNGELAIULIANO
M
assimizzare il
grande impatto
((
nella lotta alla
disoccupazione giovanile» della formazione
professionale, «mettendolo definitamente a sistema con l'istruzione». Obiettivo chiaro, scritto
nero su bianco dal governo nella
Buona Scuola. Meno chiari gli
strumenti proposti e le risorse
da mettere in campo. Negli ultimi anni, infatti, diversi passi
avanti si sono fatti nella costruzione di una via italiana al sistema duale nella formazione.
Dall'alternanza-scuola lavoro
agli Its, dal raccordo tra filiere
formative e filiere produttive
ai poli tecnico-professionali,
dall'apprendistato agli stage
in azienda.
Ma scarsità di risorse e
squilibri territoriali, a svantaggio del Sud d'Italia, restano due nodi critici insoluti. In
particolare, per l'istruzione e
la formazione professionale
(IeFP), una filiera che secondo
l'ultimo rapporto di monitoraggio dell1sfol raggiunge 300mila
iscritti andando a configurarsi
come il canale formativo attraverso il quale oltre 1'11% dei
giovani partecipa all'istruzione
superiore e assolve gli obblighi
di legge. «A 3 anni di distanza
~all'.1 qualifica, il 50% degli allievi ha trovato occupazione spiega Emmanuele Crispolti
dell'Isfol -, valore assai significativo se si considera l'attuale
congìunturaoccupazionale». Un
dato che però si differenzia se
si l!Ilalizzano i dati dei ragazzi
usciti dai centri di formazione
professionale accreditati, occupati al 55%, da quelli qualificati nelle scuole, al lavoro solo al
38%. Del resto, il 68% dei ragazzi iscritti alle agenzie formative
ha raggiunto la qualifica contro
il 45% dei compagni iscritti ai
percorsi di IeFP svolti a scuola, anche se una parte di questi
prosegue nel percorso verso il
IV e V anno degli istituti tecnici. «I percorsi IeFP - prosegue
Crispolti - mirano anche a combattere la dispersione scolastica»: circa la metà degli iscritti
proviene da precedenti insuccessi scolastici. «Un significativo grado di attrazione degli
allievi - sottolinea Lauretta
Valente, presidente del CiofsFp - è dovuto alla metodologia
laboratoriale, alla realizzazione
di prodotti o servizi concreti e
ad una tipologia di valutazione
riferita alle competenze, che richiedono oltre ai saperi anche il
sapere fare e la possibilità di effettuare stage in azienda>>. Tutti
aspetti su cui ora punta il piano
scuola targato Renzi, ma riferendolo soprattutto al sistema
dell'istruzione più che quella
della formazione professionale. Eppure, questa potrebbe
contribuire al patto educativo
del governo con un'esperienza
decennale sul campo.
governo. E il caso dell'impresa
didattica, rivolta agli istituti di
i~t:uzione superiore e, appunto,
di istruzione e formazione professionale. Ma iniziativa, al pari
di altre, su cui il documento del
governo ammette che «le risorse
non sono per sé sufficienti. Serve coinvolgere più attivamente
le aziende». Perché «chi assume
chiede un'esperienza diretta
del mondo del lavoro acquisita
già durante gli anni di scuola»,
spiega Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere.
Gli ultimi dati Excelsior
confermano che il 57,2% del-
le assunzioni programmate
dalle imprese nel 2014 prevedono esperienza, + 1% rispetto
al 2013. E che il 60% dei posti
disponibili sono destinati a diplomati con un curriculm che
non si ferma al solo titolo di
studio. Anche perché le aziende ritengono necessaria una
formazione aggiuntiva subito
Tuttavia, qualcosa si dopo l'assunzione per il 64,3%
muove 1_lelle proposte del dei diplomati e il 45,3% delle
persone con qualifica.
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i
1Rinasce l'Osservatorio
, per gli stranieri
m EMANULE Micuccr
'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli
alunni stranieri e per l'intercultura passa l'esame
del ministro dell'istruzione Stefania Giannini
che lo promuove firmando il decreto che ne fissa
la ricostituzione e il rinnovo per il prossimo triennio. Quasi un esame di riparazione a settembre per l'Osservatorio
che nei piani del Miur sarebbe dovuto partire nello scorso
anno scolastico, dopo che il precedente organismo era stato attivato dal 2006 al 2008.
Composto come in passato da
esperti del mondo accademico, sociale e culturale, dai
principali istituti di ricerca,
associazioni ed enti che operano nel campo nazionale
dell'integrazfone degli alunni stranieri, il rinnovato Osservatorio vede l'ingresso dei
dirigenti scolastici tra cui Concetta Mascali dell'ic Parco
di Torino, Maria Grazia Ciambellotti della Don Milani di
Prato e Paolo Pedullà dell'ipsia Cattaneo di Roma. Siedono nell'Osservatorio, tra gli altri, l'Anci, l'Unar, i ministeri
del lavoro e dell'intenro, l'Unicef, Save the children, Caritas
Italiana, Comunità di Sant'Egidio, Fondazione Ismu, la Rete
G2, il Fonags. Tutti gratuitamente.
L'Òsservatorio svolge compiti di analisi e di proposte sulle politiche scolastiche relative all'integrazione
degli alunni stranieri e sulla loro attuazione, esprimendo
pareri e formulando proposte su iniziative di competenza
del Miur. A presiederlo il ministro dell'istruzione o il sottosegretario all'istruzione con delega all'integrazione degli
studenti stranieri. Ad assicurare le funzioni di segreteria
tecnica e organizzativa la direzione generale per lo studente
del Miur.
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In 800 agguantano la pensione
con i requisiti pre riforma Fornero
e
m N1coLA MoNDELLI
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iò che è stato tenacemente negato ai
docenti e al personale Ata aderenti
al movimento "Quota 96" - il diritto
di andare in pensione il 1° settembre
2014 con i requisiti richiesti dalla normativa
previgente l'entrata in vigore della riforma
Fornero (anche se maturati sur,cessivamente
al 31 dicembre 2011 ma entro il 31 agosto
2012)- è stato invece riconosciuto ad alcuni
docenti e unità di personale amministrativo,
tecnico ed ausiliario con requisiti maturati
entro il 2014, a condizione che nell'anno 2011
avesero fruito di un congedo (art. 42, comma
5, del decreto 151/2001) o di permessi (art. 33,
comma 3 della legge 104/1992) per assistere
un parente disabile in stato di gravità.
Le disposizioni che hanno consentito a circa ottocento dipendenti scolastici di andare
in pensione con effetto dal 1° settembre 2014,
in deroga alle norme contenute nell'art. 24
del decreto legge 210/2011, sono contenute
dell'art. 11-bis della legge 28 ottobre 2013,
n. 124. di conversione in legge del decreto
legge 31agosto2013 n.102.
La notizia dell'avvenuto pensionamento si ricava dalla lettura della nota del
ministero dell'istruzione, prot. n. 8696 dello
scorso 3 settembre. Nella nota si sollecitano
infatti gli uffici scolastici territoriali e le segreterie scolastiche a invitare quanti hanno
ricevuto dall'lnps la comunicazione che possono accedere al trattamento pensionistico,
a presentare urgentemente all'amministrazione scolastica competente, e comunque
non oltre il 7 ottobre 2014, la domanda di
cessazione dal servizio, domanda propedeutica alla concessione della pensione da parte
dell'istituto di previdenza.
Gli ottocento neo pensionati sono inclusi
nel contingente dei 2.500 lavoratori che,
potendo fare valere i requisiti anagrafici e
contributivi e le condizioni previsti dal citato art. 11-bis, avevano chiesto entro il 26
febbraio 2014 di poter beneficiare delle disposizioni.
L'art. 11-bis aveva esteso la facoltà
di andare in pensione con i requisiti di accesso vigenti prima della data di entrata in
vigore del decreto legge 201/2011 anche ai
lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultavano essere in congedo straordinario per
assistere un parente disabile in situazione
di gravità, o aver fruito di permessi ai sensi
dell'art. 33 della legge 104/1992 sempre per
assistere parenti disabili e che perfezionavano i requisiti anagrafici e contributivi utili
a comportare la decorrenza del trattamento
pensionistico, secondo la disciplina vigente
alla data di entrata in vigore dell'art. 24 del
decreto legge 201, entro il trentaseiesimo
mese successivo alla data di entrata in vigore del medesimo decreto. Il trattamento
pensionistico, disponeva inoltre l'art. 11- bis,
non poteva avere comunque decorrenza anteriore al 1° gennaio 2014. Per il personale
della scuola, per effetto delle speciali norme
che regolano il personale scolastico, la decorrenza non poteva essere inferiore a quella del
1° settembre 2014.
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1
Uffici in affanno a causa dei tagli al personale: le operazioni di avvio anno sono in ritardo
Mobilità e assunzioni, è ingorgo
e'è il rischio di dover spostare i docenti a lezioni iniziate
DI ANTIMO DI GERONIMO
t~liz~azioni'. ass~gna­
U
z10m provv1sone, assunzioni, eventuali
rettifiche. È un vero e
proprio ingorgo amministrativo quello che si sta verificando in tutte le province in
vista dell'inizio delle lezioni.
Decine di migliaia di operazioni che vengono gestite
ogni anno, freneticamente,
dagli uffici periferici. Che
peraltro, devono fare i conti
con la progressiva riduzione
degli organici. Dunque, potendo contare su un numero
di funzionari e di impiegati
che diminuisce di anno in
anno, sempre di più. Salvo
rare eccezioni, infatti, i dipendenti che vanno in pensione non vengono rimpiazzati con nuove assunzioni. E
quindi, non sono rari i casi
di uffici che sono costretti
ad operare concentrando più
unità operative in un unico
funzionario.
Quanto alle operazioni in
concreto, esse hanno inizio
con la cosiddetta mobilità annuale. In questa fase gli uffici
scolastici valutano le domande di mobilità dei docenti che
intendono partecipare alla
lotteria delle utilizzazioni e
delle assegnazioni provvisorie. E dopo avere assegnato i
punteggi e graduato gli aventi titolo, procedono ai movimenti veri e propri. Che sono
di due tipi.
In via prioritaria vengono disposte le utilizzazioni.
Alle quali accedono
prevalentemente i
docenti in esubero e
quelli che sono stati
trasferiti d'ufficio,
che chiedano di rientrare nella scuola di
precedente titolarità
indicandola come prima preferenza. Nella
fase delle utilizzazioni gli aventi diritto
fanno valere una
scala di punteggi in
tutto analoga a quella dei trasferimenti a
domanda. Terminate
le utilizzazioni, gli
uffici procedono con
le assegnazioni provvisorie, per le quali assumono
rilievo solo le situazioni familiari (ricongiungimento al
coniuge, figli ecc.).
Ad esito della mobilità
annuale, che comprende
anche i movimenti interprovinciali, gli uffici fanno una
ricognizione delle cattedre
e degli spezzoni rimasti.
L'elenco di questi residui costituisce la disponibilità che
viene messa a disposizione
per le supplenze della fase
provinciale. Dopo di che, i
singoli uffici scolastici indicono le convocazioni degli
aspiranti supplenti utilmente collocati nelle graduatorie
a esaurimento e procedono
all'assegnazione delle supplenze. Che avviene in due
fasi. La prima fase viene
gestita direttamente dall'ufficio scolastico oppure dalle
cosiddette scuole-polo. E consiste nella individuazione degli aventi diritto a ricevere
le proposte di assunzione,
tramite lo scorrimento delle
graduatorie a esaurimento,
e nello scambio tra proposta e accettazione. Scambio
che viene formalizzato in un
contratto preliminare che, in
gergo tecnico, viene definito
«individuazione». La seconda fase, invece, avviene direttamente presso la scuola
di destinazione, tramite la
sottoscrizione del contratto
individuale di lavoro e nel
relativo svolgimento della
prestazione.
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Quest'anno in quasi tutte le province si segnalano
ritardi neUo svolgimento delle operazioni. E molti docenti,
che hanno chiesto di essere
spostati in altra sede, non
potendo ancora conoscere
ancora i risultati delle utilizzazioni e delle assegnazioni
provvisorie, hanno dovuto
prendere servizio nella scuola di titolarità o di precedente
servizio. Ciò sta determinando a sua volta.ritardi nelle
convocazioni dei docenti precari ai fini
dell'assegnazione
delle supplenze annuali. Le operazioni,
infatti, sono strettamente collegate
tra loro in rigida
sequenzialità. Dunque, se le operazioni
di mobilità annuale
non vengono portate a termine, non è
possibile disporre le
supplenze. Perché le
disponibilità da assegnare ai supplenti
non sono altro che le
cattedre e gli spezzoni che rimangono
liberi ad esito della
mobilità annuale.
Il rischio che si corre è
quello di mandare in cattedra dei docenti che, dopo
qualche giorno, potrebbero
essere spostati altrove. Più
che della cosiddetta girandola dei supplenti, quest'anno, dunque, potrebbe verificarsi un avvicendamento di
professori di ruolo. Ad ogni
buon conto, la legge consente all'amministrazione di disporre i movimenti entro il
ventesimo giorno dall'inizio
delle lezioni.
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1
L'ESPERTO RISPONDE/Il caso di un docente davanti alla decisione del dirigente
Il prof di sostegno non si tocca
anche se c'è un altro alunno
Non si possono togliere ore perché ci sono più ragazzi
' p.rimaria. Da qualclte anno ho ~2 ore
in una classe e 12 in: un'altra, al.rien-
tro a scuola durante. l'assegnàzrohe dei
docenti alle classi .mi. è stata as~gD.ato
un terzo alunno trasferitosi itella mia
scuola da qualche gtomo. n quesito è
questo: può il mio dirigente S()ttrarre
delle ore di sostegno a un bambino ipoacustico e dopo J'.ar sì (lhe mi oooupi anche dEI nuovo arrivato? E i genitori del
bambino a cui il dirigente ha sottratto
delle ore (che sono arrabbiatissimi) a
chi, si devonèl riyolgere per rivendicare
i loro diritti?
wttera firmata
Tl dirigente scolastico non può distrarre
· l. ore di sostegno, assegna,te in organico per
Alunno di 23 anni
senza licenza media
Nell'istituto penit.enziario in
cui lavoro come docent.e operano un Ctp e un istituto professionale. Da anni assistiamo ad
una prassi a mio parere infondata e contro le nonne.
:uistituto superiore professionale continua ad iscrivere nelle sue classi studenti che non
hanno mai sost.enuto l'esame
di t.erza media e quindi privi
del titolo di studio conclusivo
del primo ciclo di istruzione, in
virtù di una non ben definita
legge che consent.e di accedere
all'istruzione superiore anche
senza la licenza media, purché
si abbia un'età pari o superiore
a23anni.
lettera firmata
E accesso alla scuola secondaria di II grado è vincolato
al previo superamento di un
apposito esame di idoneità.
In quella sede la commissione d'esame valuta il livello di
competenza in possesso del
candidato e dispone l'ammissione all'anno corrispondente a tale livello oppure, in
assenza di competenze, decide
la non ammissione. Ai sensi
dell'articolo 193 del decreto
legislativo 297 I 94, inoltre,
effetto <J,ell(l pres,e~lt .di .wi, ltlunno disabi· ·
le, per aet!tì1farle IPJ,. altri> alùnno portatore:
di handicap'. Né, t<Jnt,o meno, è ipotizza:bile
unùtili#tf,zi(fne tardiva dell'eventuale docen.te di sostegM in fòrza nell'istituzione
scolastica di provenienza dell'alunno disabile eh.e si sia trasferito nella nuova scuola
per effetto di nulla osta. Cartìcolo 5, comma
109 del contra#o sulle utilizzazioni, infatti,
11embrerebbe escludère t.ale possibilità. Non
di meno, considerato che il diritto all'integrazione scolastica è espre&samente previsto
dall.a legéfe, i genitori possono promuovere
l'azione ;pudiziale davanti al Tar al fine di
i,mp.orre alt'uffi..
. cio scolastico di provvedere in
tal senso, .Sébbene la materia risulti ascrivìbile alla categoria dei diritti soggettivi, la
giurisprudenza prevalente è incline a ritenet'è e~ essa rientri nella giurisdizione del
giudictt a;tJinùnistratìvo.
·
Mitimo Di Qeronimo
l'ammissione agli esami di
idoneità è subordinata all'avvenuto conseguimento, da
parte dei candidati privatisti,
della licenza della scuola media tanti anni prima quanti
ne occorrono per il corso normale degli studi. Tale obbligo
non è previsto per coloro che,
Marica De Lello
Avezzano
/}assegnazione dei docenti
alle classi segue una procedura vincolata regolata dai seguenti articoli di legge: 7, 10,
e 396 del decreto legislativo
297 I 94, 25 del decroto legislativo 165I2001 e 6 del contratto
collettivo nazionale di lavoro.
In pratica, il consiglio di istituto indica i criteri generali
per l'assegnazione dei docenti
alle classi, il collegio dei docenti formula proposte in tal
senso e, infine, il dirigente dispone il provvedimento finale,
previa contrattazione con le
Rsu. Secondo una parte della
giurisprudenza la materia in
questione è stata sottratta alla
contrattazione integrativa di
istituto. Non di meno, il provvedimento di assegnazione alle
classi deve essero comunq11€ assistito dall'esplicitazione della
motivazione (cfr. Corte di cassazione, sez. lavoro, sentenza 15
luglw 2011, n.15618).
Il dirigent.e mi ha risposto che
il provvedimento è a sua che
decide in via discrezionale perché adesso il contratto non si
applica più.
1.ettera firmata
La decontrattualizzazione della mobilità all'interno
delle istituzioni scolastiche
nell'anno in corso, abbiano
non ha determinato l'assorcompiuto o compiano il venbimento della materia nella
titreesimo anno di età che,
cosiddetta discrezionalità. A
per contro, sono dispensati
questo proposito il ministero
dalla presentazione di qualdelristruzione, con la nota
siasi titolo di studio inferiore.
Prot. n. AOODGPER 6900 del
Inoltre, ai sensi dell'articolo
1° settembre 2001, ha chiarito:
192, sempre del decreto 297,
«Ogni docente in{atti ha diritil consiglio di classe può conto di essere collocato nel plesso
sentire l'iscrizione di giovani
richiesto, compatibilmente con
provenienti dall'estero, i quail numero dei posti non occupali provino, anche mediante
ti ... e fatto salvo la necessità
l'eventuale esperimento nelle
di assi curare l'insegnamento
materie e prove indicate daldella lingua inglese>>. Alla
lo stesso consiglio di classe,
mobilità interna si applicano,
sulla base dei titoli di studio
inoltre, le norme di legge che
conseguiti in scuole estere
tutelano situazioni•particolaaventi riconoscimento legale,
ri espressamente previste daldi possedere adeguata prepala legge. Per esempio, la legge
razione sull'intero programCarlo Forte 104 I 92 che prevede la precema prescritto per l'idoneità
denza per i disabili e chi li asalla classe cui aspirano.
siste. In ogni caso, l'assegnazioAntimo Di Geronimo Cambio di plesso,
ne va effettuata «in relazione
niente discrezione
ai criteri generali stabiliti dal
Vassegnazione
dei docenti alle classi
Ho chiesto al dirigente sco- Consiglio di circolo I istituto e
Quah sono le regole per lastico di essere assegnata ad conformemente al piano annuale delle attività deliberato
l'assegnazione dei docenti alle altro plesso della mia scuola. dal Collegio dei docenti».
classi?
Antimo Di Geronimo
- ----© Riproduzwrw riseroata--1!
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Oblem:a. Sono insegnante di. S<>stegilo
a tempo indetermlnatò. in u'na seuòla
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Qcrivo per esporre il seguénte pr~~
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12
1
Autonomia e merito, due sfide per la scuola
Giampiero Finocchiaro
gni nuovo, anno scolastico riporta in
luce il problema profondo della nostra scuola: è pensata per gli adulti
che ci lavorano e non per i ragazzi
che ci studiano. La normativa di settore è
un mare magnum con poche certezze e
molte contraddizioni che rendono il lavoro dei dirigenti un'impresa difficile ed ingrata se cercano di organizzare quella
"centralità" dell'alunno che sì esorta ad
ogni cambio di dicastero. Si comincia
d'estate, con la roulette dei movimenti del
personale, un milione circa di dipendenti
pubblici, tutti interessati a spostarsi verso sedi più sicure, più vicine, più comode
esclusivamente dal punto di vista individuale. In questo modo la formazione dei
team di ogni scuola obbedisce a criteri
soggettivi che hanno a che fare con le scelte personali di ogni bidello, ogni docente,
ogni dirigente. Così è chiaro che quando
si parla di autonomia scolastica, di
centralità del Pof, il Piano della Offerta
formativa che dovrebbe dare identità ad
ogni scuola, si chiacchiera di intenzioni
non supportate da altro che dal caso e dall'interesse individuale degli adulti che un
lavoro ce l'hanno perché ci sono studenti.
L'autonomia anzitutto formativa delle
scuole dovrebbe invece partire da un progetto di scuola rispetto al quale il dirigente dovrebbe potere selezionare il personale, docente e non, scegliendo i più adatti
e/o titolati ad un certo tipo dì didattica, di
strategia formativa, dì finalità educativa.
E questo perché il dirigente ha il compito
dì individuare le specificità del territorio
su cui insiste la scuola, dì cogliere le carat~
teristiche socio-culturali dell'utenza della
singola scuola e di commisurarle in modo
concreto (né velleitario né rinunciatario),
rispetto al progetto formativo.
La scuola, ogni anno, comincia dunque
O
con questa ipoteca, un po' come se ad inizio campionato le squadre si trovassero
guidate da allenatori e giocatori che hanno casa vicino al campo di allenamento.
Che tipo di campionato verrebbe fuori? lE
restando dentro la stessa metafora, che
squadre avremmo se invece del merito e
della valentia calcistica si adoperassero i
criteri della preferenza soggettiva, della
graduatoria anagrafica, dell'aiutino sotterraneo, della fortuna?
Qui si alza il velo sul paradosso della
valutazione, altro settore colpevolmente
lacunoso della scuola. Settecentottantamila docenti a vario titolo impiegati nella
scuqla e impegnati a valutare sette milioni e ottocentomila ragazzi ma restii ad
ogni valutazione del proprio operato. Come un esercito di generali che rifiuta ogni
ipotesi di valutazione delle competenze e
dei risultati, dimenticando che si tratta di
un esercito raccogliticcio, affollato di finti-docenti-con-doppio-lavoro e scarso interesse per la scuola, di fannulloni che il
garantismo contrattuale e l'insoddisfazione generale tutelano, di inadatti che si aggrappano allo stipendio alle ferie e ai permessi per assenze retribuite per tirare
avanti. Insomma, ce n'è di tutti i colori oltre, grazìeadìo, alle meravigliose forze
buone che reggono realmente la scuola
italiana, con fatica competenza e dedizione, avvolte nelle nebbie del pregiudizio
sociale, dell'indifferenza della politica,
della iniquità istituzionale. L'intenzione
appena annundata da Renzi di dare spazio al merito non può che fare piacere,
aiuterà a spezzare il circolo vizioso che
porta tutti, prima o poi, ad avvertirsi demotivati e a ritirarsi in una mediocrità
ininfluente o nociva per il cambiamento
del paese che deve partire proprio dalla
scuola.
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La rivoluzione didattica
nell'editoria «fai-da-te»
Tra aule hi-tech, polemiche, risparmi e zainetti poco carichi
l'anno scolastico parte con i testi scritti direttamente dai prof
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realtà complicano l'insegnamento e spaesano i ragazzi costringendo il docente a fare la fine
dell'asino di Buridano non sapendo da dove cominciare. In
Italia ormai da alcuni anni funzionaBooklnProgress, l'esperimento nato nel 201 Oche è arrivato per l'appunto a raccogliere
200 istituti, coinvolgendo circa
800 insegnanti. Esso mette a disposizione decine di titoli di ogni
materia, dalla storia alla geografia, all'economia aziendale all'Italiano, dalla la fisica alle scienze
naturali... prodotti editoriali che
nessuno oserebbe definire libri
di testo :pubblicazioni dove le pa role contano quanto l'infografica
e la visualizzazione in forma interattiva di dati e informazioni.
Che fare, dunque? Adottare
un manuale tradizionale opreparame uno in proprio frutto di un
lavoro di rete con gli altri colleghi
della stessa disciplina sparsi lungo lo Stivale? Secondo l'editore
Guido Palumbo, responsabile
tra l'altro del gruppo educativo
dell'Associazione Italiana Editori, «dal punto di vista economico si tratta di concorrenza sleale
che aggira i costi del mercato».
«Se si affronta» sottolinea «tutto
in termini di costi non c'è partita:
la proposta dei libri autoprodotti
è frutto della demagogia irnperante e della crisi economica.
Nessuno obbliga l'insegnante ad
adottare libri di testo purché la
didattica sia conforme alla normativa sul diritto allo studio.
Non parlo pertanto della qualità
dei testi in linea perché non voglio polemizzare ma se si va a vedere il materiale che si trova sulle
del
destinatario,
non
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111111111111111 Libri di testo: sì, libri di testo: no! Sembra l'eterno gioco
dellamargherita.Eppureèundilemma che rischia di infiammare il dibattito sulla didattica della
scuola che le nuove tecnologie e
le nuove attitudini degli insegnanti rendono possibile. Troppo facile ridurre tutto in termini
manichei. La questione è più
complessa e coinvolge famiglie,
scuole, editori, autori.
1 manuali e i libri di testo sono
il pane quotidiano dei ragazzi.
Esercizi, studio, letture avvengono su questi supporti da sempre.
E rappresentano spesso un aiuto
per il docente, una mappa del sapere che gli permette di destreggiarsi in campi disciplinari estesissirni senza perdere la bussola
e fornendogli il materiale didattico necessario. Almeno fino a ora
perché qualcosa sta cambiando
e anche velocemente.
llla lo ha dato una circolare ministeriale della passata primavera che recepiva un decreto del
precedente titolare del ministero, Maria Chiara Carrozza.
L'adozione dei libri di testo nelle
scuole diventerebbe facoltativa.
Sono ormai più di duecento le
scuole italiane che già da qualche anno si avvalgono solo di libri autoprodotti la cui qualità però non è certificata se non dall'insegnante o dagli insegnanti che
li hanno scritti. I singoli collegi
dei docenti possono certo scegliere di adottare strumenti alternativi rispetto ai soliti libri di testo purché essi siano coerenti
con i limiti di spesa stabiliti per
legge e con i programmi in vigore.
A spingere in questa direzione
ècertolacrisiinatto.Idatirilevati dall'O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) lo
scorso agosto mostrano come il
costo dei materiali necessari agli
alunni sia in aumento. La voce
chepesamaggiormentesulbudget familiare destinato alla scuola è quella relativa ai libri di testo.
E quest'anno mediamente per i
libri e due dizionari si spenderanno in media 529,50 euro per ogni
ragazzo, con un aumento rispetto allo scorso anno del 1,6%. Il
calcolo prende in esame i diversi
gradi di scuola, dalle medie inferiori ai licei fino agli istituti tecnici. Se i genitori in genere spendono cifre che si aggirano intorno
ai 250-300 euro per i testi, utilizzando i nuovi strumenti potrebbero arrivare a risparmiare anche 200 euro. Ma ne vale veramente la pena?
Alle spalle di questa rivoluzione in atto potrebbero ravvisarsi
delle ragioni economiche, certo.
Ma non sono solo quelle a pesare. Spesso i manuali sono troppo
corposi e non sempre all'altezza.
Penso, per esempio, da insegnante, ai manuali storici, zeppi
di foto e immagini a colori per
renderli più digeribili ma privi, o
quasi, di cartine geografiche e
dunque inadeguati per una di<lattica efficace. Quando addirittura non fortemente faziosi e di
parte ma ormai la pluralità dell'
offerta sul mercato è notevole.
Oppure si trovano tomi di migliaia di pagine che vorrebbero fornire più materiale possibile ma in
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piattaforme si può notare che di
certo non c'è equivalenza della
proposta in termini quantitativi
dal momento che questi non assicurano la copertura di tutto il
programma previsto per le singole discipline». Ma «se si volesse
ridurre il peso economico per le
famiglie» propone Palumbo «si
potrebbero rendere detraibili le
spese per l'istruzione con un aggravio per lo stato di appena 80
milioni di euro". Dove sta la qualità tra tutto questo bailamme?
Tra i libri fai da te o tra quelli pubblicati dai diversi editori? Tutti gli
insegnanti sono all'altezza delloro compito? E i libri di testo sono
sempre adeguati alle sfide richieste? Sono domande a cui è difficile rispondere e che non è possibile sciogliere con risposte ideologiche e manichee ma forse cercando un confronto tra le autentiche
parti in causa: insegnanti, famiglie ed editori. Sarà mai possibile?
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Tecce ~ pag. 5
IL MINISTRO PARLA DI PUBBLICO EPRIVATO MENTRE RIAPRE
LA SCUOLA: "IL PAPARAZZO HA RUBATO UN PEZZO DI ME. PENSAI
AL RITOCCO ESTETICO: SE AIUTA A STAR BENE, CHE MALE C'È?"
Se il silicone o l'operazione al
viso diventa una forma di
schiavitù, mi fa tristezza. Se
aiuta ad accettarsi meglio,
per me non è un tabù. A una
certa età, rifletti sui segni che
ti lascia la vita, immagini cosa si potrebbe arginare: per
volte rigettano l'innovazione.
Molto, il primo giorno. Era il
primo ottobre 1974, avevo il
cuore buio, il palazzo era austero, pioveva.
E io non smentisco. Non solo
perché gli insegnanti non han-
Ha mai scioperato, ha mai fatto
occupazione?
Quelle cose le facevano allo
Scientifico, erano più schierati.
Noi facevamo molte assemun po' di tempo l'ho immagi- blee, ero rappresentante di
nato anch'io, adesso mi è pas- classe, litigavo con il preside,
sato questo lieve desiderio. Io questo sì.
resto una ragazza di campa- Mai bocciata?
gna.
No. Diciamo che all'università
Ha un conto in sospeso con la
campagna.
No, no, ci mancherebbe, adoro
la mia terra, le piccole cose. Io
sono nata a Montepoiano, vicino Lucca, ne conservo l'accento.
E com'era la studentessa Stefa·
nia a Montepoiano?
Non particolarmente, magari posso piacere, posso affascinare. Credo di essere gradevole. Le donne non devono mascherare la propria
femminilità.
Secchiona, non noiosa, almeno
spero che questa sia la percezione di chi discute con me, vero? Io sono figlia unica, i miei
genitori erano già anziani. Come tanti figli unici avevo due
possibilità: o mi rinchiudevo in
cameretta a piangere sul letto o
Era una fotografia al naturale, questo va detto. Io sono
sempre me stessa, anche se
mi stendo a prendere il sole.
Il paparazzo ha rubato un
pezzo di me, s'è intrufolato in
casa mia, perché il mio corpo
è la mia casa: ne tengo cura, la
miglioro, la capisco. Il prossimo anno andrò in montagna, così sarà più faticoso fotografarmi.
stato traumatico?
E non lo sarà mai?
Giannini, si sente una bella
donna?
Ha rubato le copertine pati·
nate a Maria Elena Boschi.
Sarà ricordata come il primo
ministro senza reggiseno al
mare.
facevo la conduttrice televisiva.
Ha fatto televisione?
No, volevo dire che vivevo il
paese, ero allegra, con tanti
amici, d'estate lavoravo nel bar
di mio padre. Era un'eredità di
mio nonno, papà l'ha preso per
vivere, ma era appassionato di
arte.
non presi un buon voto in Armeno.
E cantava, ascoltava musica?
Le potrei intonare Jesus Christ
Superstar, il testo è impresso
nella mia memoria. Poi nuotavo durante i tre anni di media,
adesso faccio la tifosa: Lucchese basket femminile e Inter, anche se i nerazzurri non sono più
quelli dei tre titoli in un anno.
Ha amici al governo?
L'amicizia è impegnativa e serve un percorso comune. Ho un
eccellente rapporto con Dario
Franceschini e la Boschi. Vediamo quanti amici mi farò
fuori dal governo con il progetto la 'buona scuola.
Cos'è irrinunciabile in questa ri·
forma per il ministro?
La formazione e la valutazione
dei docenti.
Chi mette i voti adesso dovrà
subire dei voti.
E cosa c'è di male? Guardi che
uno studente intuisce subito se
Cosa ha imparato al bar?
Il mestiere che fa contenta la
gente: facevo dei caffè e dei cappuccini buonissimi. E poi non
posso dimenticare il profumo
Ha mai pensato a un ritocco
dei cornetti la domenica e la
estetico?
gioia
di poterli mangiare senza
Questo mi fa piacere.
pagare. Era un privilegio. Poi la
Cosa?
Vi siete accorti che la ragazza mia adolescenza è proseguita a
di campagna Stefania non è Lucca, al liceo classico.
Perché cambia espressione, è
una donna rifatta.
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l'insegnante è poco preparato,
svogliato, non aggiornato.
Cosa dirà ai sindacati?
Io mi aspetto un confronto
pubblico, aperto. Non ho ottimi trascorsi con i sindacati, mi
riferisco ai miei anni di rettore
all'Università per stranieri di
Perugia: spesso sono stati un
elemento di conservazione, a
del
destinatario,
non
La scuola è un luogo depredato.
no una grande busta paga,
ma soprattutto perché non
esiste una possibilità di crescita, cioè di miglioramento
anche sul piano economico.
Credo di aver scelto una carriera universitaria perché
prevedeva un maggiore dinamismo professionale, culturale, economico. Non mi
vergogno del reddito, i soldi
sono importanti.
Matteo Renzi è d'accordo con
la Giannini?
In passato, e non svelo nulla,
qualche volta è capitato di essere in disaccordo. In questa
fase, io sono al suo fianco.
Ha mai meditato le dimissio·
ni?
No. Ma non sono una sprovveduta: lo spazio per Scelta
Civica s'è ridotto, però Scelta
Civica sostiene il governo, ne
è parte essenziale. Quando
ho preso 3000 voti alle Europee, non ho negato la sconfitta, il fallimento, però non
mi sono arresa. E non ci ho
perso il sonno.
Perché s'è candidata?
Provengo da Italia Futura di
Montezemolo, era il 17 novembre 2012, ero a una manifestazione a Roma, c'era
tanta gente, venuta anche da
lontano, e dissi: Stefania, ammira quanto è emozionante e
travolgente parlare davanti a
una platea così vasta.
E che rispose, Stefania?
Che il momento era quello
giusto.
Va in chiesa?
Non pratico, seppur la mia
formazione sia cattolica. Ho
trascorso anni a studiare il
pensiero cristiano e le connessioni con il pensiero clasriproducibile.
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V
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illa d'Este di Cernobbio, Forum
Ambrosetti, saletta con tavolini
bassi, poltrone per schiene
gobbe, poche lampade, molta atmosfera.
Stefania Giannini, ministro
dell'Istruzione, sta seduta
con le nocche sotto il mento,
riceve frequenti visite di uomini d'affari, di finanza, di
potere. Quando ne incontra
uno, o due assieme, fa un leggero movimento verso l'alto,
porge il braccio destro e ottiene un baciamano. Tira giù
la gonna, torna composta,
sembra lusingata.
09-09-2014
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Data
''Il mio corpo,
il topless
e i voti ai prof''
Parla la Giannini:
"La mia estate
fra il topless
e i voti ai prof"
di Carlo Tecce
inviato a Cernobbio
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Data
sico. E sono coerente: ho fatto una tesi su Isidoro di Siviglia e Giuliano di Toledo.
Le coppie gay possono avere
un bambino?
Sono
naturale,
sono una ragazz.a
di campagna
Posso affascinare
e piacere. Credo
di essere gradevole:
la donna deve
essere femminile
Il mio modello di famiglia è
quello che proviene dalla natura. Ma sui diritti dobbiamo
fare molti progressi in questo
paese.
Com'è il Dio del ministro?
Assomiglia al Dio che ha incarnato Gesù, ma non ho il
dono della fede.
I.A
RENZI
"Non rinuncio alla formazione e al merito
tra i docenti. V anno valutati: lo studente, se
l'insegnante è svogliato, se ne accorge subito"
DI LUCCA
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Stefania Giannini, 53anni, ministro dell'Istruzione. È nata in
provincia di
Lucca Ansa
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Quotidiano
IL FOGLIO
Foglio
icomincia la scuola, e mia figlia ha
ricevuto in regalo un astuccio rosa,
R
di un personaggio dei telefilm che non le
piace più. Ho pensato, già carica di imDI ANNALENA
barazzo: adesso si mette a piangere perché odia il rosa. L'astuccio però era bellissimo, con tre cerniere, pieno di pennarelli, matite e penne cancellabili (c'era anche il goniometro). Lei l'ha esaminato, diffidente, poi ha deciso che era
proprio l'astuccio che desiderava e che
il rosa non è un colore così umiliante: se
quel suo compagno la prenderà in giro
(femminuccia, femminuccia) gli farà vedere la sua famosa mossa di judo. Un ottimo modo, in quarta elementare, per risolvere il problema delle distinzioni di
genere, degli stereotipi sessuali e dell'uguaglianza dentro cui vogliamo incasellare i nostri bambini, pensando di liberarli dai pregiudizi e a volte di annullare le differenze: in Francia, come ha
scritto ieri il Corriere della Sera,
"l'ABCD" dell'uguaglianza promosso dal
ministro dell'Istruzione Najat-Vallaud
Belkacem (una donna, ex ministro della
Parità) doveva combattere le discriminazioni sessuali fin dalle scuole elementari ma ha provocato proteste, ritiri da
scuola, orgoglio rosa e orgoglio blu, infine è stato abbandonato (mentre al famoso liceo francese Chateaubriand di Roma vanno in scena storie di bullismo e
razzismo), e adesso nel sobborgo parigino di Puteaux è arrivato il regalo del sindaco, che ha scelto con cura il cliché:
quattromila zaini per la scuola, rosa per
le femmine e blu per i maschi, e dentro
uno il gioco delle collanine, dentro l'altro quello del robot. Mia figlia e i suoi
amici, senza aspettare i giudizi politici
e le polemiche di una società che vuole
stabilire regole di uguaglianza o di diversità, sentirsi moderna oppure proclamarsi tradizionale, avrebbero fatto larivoluzione. Ci sono un paio di compagni
maschi che preferiscono il rosa, ci sono
almeno cinque ragazzine che detestano
le principesse e venerano i vampiri, altre hanno fratelli minori a cui regalare il
gioco del robot, ci sono, soprattutto, piccole persone in grado di scegliere quello che vogliono, senza bisogno di linee
guida. Basta organizzare una festa di
compleanno con i premi per la caccia al
tesoro per capire che è impossibile crea-
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re un mondo e aspettarsi che i bambini
lo seguano: l'unica certezza è che nessuno più vuole, come premio, le gomme
per cancellare. Ma se un maschio ha una
sorella più grande, si metterà gli adesivi sulle unghie e canterà con slancio le
canzoni di "Frozen'', prima di scegliere,
per la prima elementare, l'unico bruttissimo zaino che offre in regalo una spada da combattimento. Si devono educare i bambini all'uguaglianza Ce insegnare ai maschi a sparecchiare la tavola
senza lanciare i piatti nella pattumiera),
ma non ci si potrà mai aspettare l'uniformità: non accetteranno uno zaino rosa,
oppure blu, e un kit per creare la principessa di carta dei sogni, ma nemmeno
l'idea che sono tutti identici, che non ci
sono differenze. Mia figlia si mette rose
nei capelli, e le mette anche a suo fratello, che la lascia fare fino a che decidono entrambi che è il momento della lotta: vince chi piange per ultimo. E adesso che ricomincia la scuola, e lei ha uno
zaino nero e un astuccio rosa, e lui un
po' di paura perché è la prima volta, nessuna linea guida sull'uguaglianza potrà
farle cambiare la decisione che ha preso: te ti proteggo io, sta' tranquillo, se
qualcuno ti dà fastidio gli faccio quella
mossa di judo. Però adesso facciamo i
braccialetti insieme.
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La scuola fra zaini rosa o blu
e l'impossibile tentativo di rendere
i nostri bambini tutti uguali
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il manifesto
SCUOLA
La supplenza
messa·
in banca
Giuseppe Caliceti
pulci il famoso libro online delle Buona Scuola e scopri l'inganno. Per esempio su come risolvere la supplentite, malattia di
cui soffrirebbero i docenti italiani
precari e non. Senza spendere un
soldo. Non è neppure una grande
novità, visto che già si applica da anni nella scuola primaria italiana.
Dunque, un docente è malato e non
viene a scuola. Come sostituirlo se
non c'è? Semplice, utilizzando un altro docente che non è in servizio perché non è il suo turno di lavoro. Questo perché i docenti, all'interno di reti di scuole, metteranno a disposizione una apposita Banca delle ore. Le
linee guida sono poco chiare su questo punto: ma pare che ogni docente sarà "dotato" di una banca delle
ore che potranno essere usate per attività didattiche di ogni genere.
Il docente "guadagna delle ore"
supplendo il docente malato; queste
ore eccedenti verranno inserite all'interno della sua "banca". Verranno pagate? No. Ma il docente potrà
recuperarle non venendo a scuola.
Quando? Qui sta la fregatura: quando le scuole sono chiuse, quando
cioè non ci saranno studenti a scuola. Nei giorni di vacanza? Praticamente. La cosa tremenda è questa:
le ore da fare in più capitano al docente sui denti, per usare un eufemismo, cioè senza preavviso, quando
occorre sostituire un collega assente
per malattia. Ma queste ore che fa in
più, non pagate, naturalmente no~
possono essere scalate dalle ore setti-
S
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rispondere a questa precisa domanda: è possibile che io, d~cente, alle
del mattino non sappia ancora il
mio effettivo orario di lavoro che
svolgerà oggi, a partire dalle ore 8, a
scuola? Perché è questo che accadrà. Posso rifiutarmi di cambiare il
mio orario di servizio del giorno perché magari avevo preso altri impegni dopo lorario ~i Jayoro c~e era
previsto fino a 1Omm_u~ fa? E~ ~on­
te a un ordine di sefVlZ!o del dingente scolastico che mi obbliga a cambiare nel corso della giornata il mio
orario di lavoro, lo potrò fare senza
avere ritorsioni disciplinari?
Mio fratello è elettricista in una
fabbrica. Per la "reperibilità" è pagato. Anche in caso che poi la sua presenza non sia necessaria. Nei confronti dei docenti italiani questa "reperibilità" invece non è pagata neppure nel caso che il d?cente ~ebba
cambiare durante la g10rnata il suo
nonnale orario di servizio per effettuare più ore. E' normale? Ed è normale che queste ore non vengano
considerate eccedenti rispetto ad
un contratto nazionale, ma regalate? Ringrazio anticipatan;iente gli
esperti in materia per forn!Ie a ~tti
i docenti italiani risposte esaustive
su q uestì punti.
?
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manali. In sintesi, tutti i docenti hanno un orario di lavoro settimanale
nel quale sono pagati. Poi devono
mettere a disposizione delle ore per
le supplenze: gratuitamente. La c~
più spiacevole è che non sanno di
preciso quando dovranno fare queste loro ore "strordinarie". Perché
chi è ammalato, non lo sa con anticipo. Risultato finale'. per.tutti! docenti: non c'è un orano di settimanale
preciso, ma occorre sempre essere a
disposizione. Lavori sulla classe senza tener conto del tempo che occorre per preparare le lezioni e correggere i compiti - per 4 o 6 ore al
giorno? Ricordati però che nelle altre 2 potresti essere chiamato a fare
una supplenza. Ciò che sottintende
a questa idea: il docente, ~opo le ore
di lavoro pagate, non ha mente da fare e può fare del volontariato: ~pr~t:
tutto i sindacati ma anche 1 grudio
del tribunale del lavoro dovrebbero
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Il caso/ «ORIZZONTE SCUOLA»: COLPITI I 150 MILA NEOASSUNTI
Renzi e il bluff del merito a scuola:
tagli agli stipendi da 45 a 72 euro
Roberto Clccarelli
'Ocse chiede all'Italia di
aumentare la busta paga
degli insegnanti da una
media di 24 mila 316 euro
(31.460 dollari) a 26 mila 866
euro (34.760 dollari). Il «patto
educativo» proposto da Renzi
taglierà invece gli stipendi. I
conti non tornano nell'abolizione degli scatti di anzianità
trasformati in «Scatti di competenza». Nelle 136 pagine del
libretto sulla «buona scuola» il
governo sostiene che gli scatti
interesseranno il 66% dei docenti. Il 34%, un docente su
tre, verrà giudicato «immeritevole» e non potrà riceverli. Per
l'Anief quella di Renzi è unariforma più dura di quella approvata dal centro-destra con
Brunetta. Quest'ultima prevedeva il «merito• per il 75% dei
dipendenti pubblici. Il centrosinistra solo per il 66% del personale scolastico, quasi il 10%
in meno.
Su queste basi allora immaginiamo il futuro, dopo l'assunzione dei 150 mila docenti precari prevista a settembre 2Ql5
per i quali saranno necessari
4,1 miliardi di euro a regime,
casse dello Stato sarà superiore rispetto a quanto già realizzato oggi. Si dà infatti il caso
ctre il portfolio di crediti e titoli
di un docente «meritevole»
possa essere penalizzato dal
nucleo interno di valutazione
di un istituto. Dopo sei anni, e
due scatti, questo docente può
avere una brutta sorpresa. Al
nono anno potrà essere scavalcato in classifica da uno più
«meritevole» di lui. Sempre
che que~to non accada già al
terw o al sesto anno.
ma Flc-Cgil). Nei prossimi dieIl sito specializzato Orizzon- ci ne lasceranno molti altri. Si
te Scuola ha pubblicato due si- chiama merito e fa rima con i
mulazioni curate dai docenti tagli. Il bluff è il risultato di un
Antonello Venditti e Eliana Vìa- preciso dispositivo di governo:
nello. Il primo sostiene che in alla scuola viene applicato il sinove anni verranno percepiti
~ediamente du~ s~atti i?~ec~ sterna ..valutare e punire». Per i
di tre. In 42 8;11Ill d1 seIVIZ10: il docenti questo significa sacrifidocente men~~v?le perceptrà carsi in nome delle politiche dì
26 euro, mensili m meno, 31~ austerità. Resta da capire cosa
euro ali anno. Per lo Stato s1 accadrà a coloro che non saranipotizza un risparmio di 200 no «meritevoli» per legge. Le lim~lioni di e~ annui pe~ 650 nee guida Renzi-Giannini sugm~a doc.entl. La ~cond~ SlffiU- geriscono di spostarsi nelle
)azione nguarda 1150 mila futu- scuole meno competitive dove
ribili neo-assunti. Se perderan- il rendimento è medio-basso.
n? ~I primo ~catto.dopo 4-5. an- Questa mobilità riguarderà i
m, 11 loro stipend10 perdera 72 docenti «meritevoli» che inveeuro, 900 euro in meno all'an- ce verranno indirizzati verso
no. La perdita do~eb~e resta- gli istituti «eccellenti». L'obiettire anche nel caso m cui recupe- vo sembra essere quello di rafrii:io ~sizìoni i1:1 ~lassìfica ne- forzare le disparità teri:itoriali,
gli anm successIVI. Nella scuo- di censo e di classe tra le scuola di Renzi essere. meri~evoli ha le e i docenti in tutto il paese.
un ~osto pe! tutti. Per 11 gover- Sono inquietanti le prospettive
no, mvece, e. un altr? modo per che aspettano i docenti e i prefare «spendmg review», dop~ cari meno pagati nei paesi Ocavere n.egato lo sblocco . dei se, e sempre più poveri, all'inicontratti fino al 2017. A d1ffe- zio del nuovo anno scolastico.
renza di altre categorie del pub- L'Unicobas ha confermato Io
blico impi~o, il contratto del- sciopero generale il 17 settem-,
la scuola e bloccato dal 2009. bre. I Cobas di Piero Bernocchi
I~ q~asi dieci anni i docenti ita- sciopererarmo contro la «scuolian1 avranno regalato allo Sta- la miseria» il 10 ottobre scento una media di 4800 euro (sti- dendo in piazza con gli studenti medi.
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L
ancora tutti da trovare. Secondo la ripartizione media indicata nelle linee guida, il 66% di
tutti i docenti sarà meritevole
di uno «scatto» di stipendio da
60 euro ogni tre anni. I neo-assunti dovranno attende 4-5 anni (in~ec~ dì nove) per r~giungere il pnmo «sca~o». S1 pari.a
~ì 130 ?uro contro 1140 garantiti dal s1ste':1a precedente. Il ~ovemo sostiene che a fine carnera guadagneranno 9 mila euro
net? di s~pe~dio in più, duernila m pm nspett? a qu.aut~
avrebbero percepito con 1 soli
«scatti di anzianità».
,Questa cifra sarà tuttavi~ destmata solo ad un terzo dei docenti e non sempre alle stesse
persone. E il risparmio per le
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IL~MA.TTINO
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46
1
di Pietro Gargano
L'orario di lavoro
degli insegnanti
Lucio Garofalo
NAPOLI
!flessioni sull'ipotesi di incremento
dell'orario di servizio (a parità di
R
retribuzione) dei docenti. Sorvolo sulfatto che un
a
di un paese si misura soprattutto
dalla scuola. E dal rispetto portato agli
L
insegnanti. Da chi sale su una cattedra dipende
civiltà
larga parte del futuro, dipendo ciò che i ragazzi
diventeranno. Tagliare i fondi alla scuola è in sé
una follia, pure in tempo di crisi.
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notevole carico di lnvoro e di studio avviene, per
forza di cose e per necessità, a livello
extra-scolnstico e gratuito. Altrimenti chi corregge
i compiti, prepara le lezioni, compila i registri e
altri documenti? Sottolineo un aspetto cruciale
dell,a "professionalità docente", umiliata da anni
di campagne infamanti (a destra, vedi Brunetta e
soci, a manca, si pensi a Reggi e compagni). Mi
spiego. Nel mondo dell,a scuol,a italiana prevale
una visione di tipo religioso, idealistico, che
concepisce l'insegnamento come una sorta di
missione, per cui i docenti dovrebbero !,avo rare
per !,a gloria, per la croce o per !,a santa
inquisizione. Insomma, prestando una gran
mole di lavoro eccedente e gratuito. Come mai
per i bidelli non ècosì? Per i medici e gli
injèrmieri? Per gli avvocati e altri professionisti?
Per tutte le categorie di lavoratori dipendenti le
ore di lavoro in eccedenza sono ben retribuite. Gli
unicifessi siamo noi: i presunti missionari della
scuoln. E poi ci chiamano purefannulloni o
!,avativi. Mettetevi d'accordo: siamo missionari o
nullafacenti? Siamo, più !,aicamente dei
professionisti. Da rispettare e retribuire in quanto
tali.
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I LA STAMPA
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Scelta di facoltà:
l'esame più difficile
per i nostri studenti
È la causa del numero più alto di cambi e abbandoni
FLAVIA AMABILE
ROMA
Si fa presto a dire fuoricorso e
pensare che si tratti dei soliti
bamboccioni che il mondo della politica ritrae come quelli
che riempiono le aule delle università perdendo tempo e denaro. I fuoricorso che emergono da una ricef'ca condotta da
Cepu e Skuola.net sono molto
diversi, sono ragazzi che hanno sbagliato la prima scelta, alla fine delle superiori, hanno
pensato ad un corso di laurea
che poi si è rivelato un errore.
E così per il 22% di chi è in
ritardo, il gruppo più numeroso, quattro volte più nutrito di
quelli che ammettono di non
amare lo studio. Più numeroso anche di auelli che lavorano
e non hanno tanto tempo per
studiare, il 20% secondo la ricerca Cepu-Skuola.net «Giovani e metodo di studio». Le
storie sono tante: c'è chi cambia una, ma anche due o tre
volte corso di studio senza
trovare qualcuno che gli dia il
consiglio giusto. Nel frattempo, gli anni passa~o e le opportunità anche.
Che cosa porta tanti ragazzi a sbagliare una scelta così
importante? Maria Chiara
Carrozza, da ex rettore e da
doèente universitaria, difende
gli atenei. «Credo che il problema sia da imputare alle
scuole non alle università, ne
ho esperienza diretta. Molti
studenti mi dicono che nelle
loro scuole di provenienza
non sono mai stati preparati>>.
Ma è ben consapevole della
gravità del problema, quando
era alla guida del ministero
dell'Istruzione aveva predisposto un piano che prevedeva 6,6
milioni di stanziamento e una
campagna sp~cifica.
.
Ora che il governo è cambiato, e una nuova riforma è alle
porte, Maria Chiara Carrozza si
chiede dove sia finito l'orientamento. «Nella riforma manca il
capitolo sull'orientamento che
dovrebbe essere al primo posto.
Credo, invece, che sarebbe giusto che una parte dei professori
che entrano in ruolo svolgano
attività di aiuto ai ragazzi, sia
negli ultimi tre anni delle superiori, sia in terza media per contrastare il picco della dispersione che si ha proprio nel passaggio alle superiori».
Dal ministero fanno sapere
che il piano sull'orientamento
del governo precedente sta co-
munque andando in vigore
proprio da quest'anno scolastico e che, se dalla consultazione
lanciata dal governo Renzi dovesse emergere che si considera necessario un ulteriore aiuto ai ragazzi nelle scelte, il
Miur sarebbe pronto a venire
incontro alla richiesta.
Il principale imputato è il governo anche secondo Andrea
Cammelli, docente di Statistica
e direttore di AlmaLaurea, un
consorzio di università nato nel
2000 proprio per facilitare le
scelte dei ragazzi. «E' vero che
nel 2000 non riusciva a laurearsi in tempo nemmeno il 10% degli studenti universitari e oggi
siamo al 40%. In questi 14 anni
molto lavoro è stato fatto, ma c'
è ancora molto da fare. Ho scritto una lettera al presidente
Renzi per fargli capire la portata del problema ma non mi sembra che nella sua riforma della
scuola ci sia una sola parola dedicata all'orientamento. Noi comunque andiamo avanti per
conto nostro, abbiamo ì dati sul
sito e abbiamo anche costruito
dieci anni fa un sito AlmaOrientati per supplire a queste mancanze delle istituzioni. Non dimentichiamo però che il 33% di
chi si iscrive ha genitori che non
sono laureati e, quindi, fanno fatica ad indirizzare i figli negli
studi. Come possono scegliere
bene se nemmeno a scuola si dà
loro una mano?»
E come possono scegliere
bene se anche le università, a
volte, ne approfittano, come
denuncia Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale
dell'Udu, l'Unione degli universitari. «Troppo spesso
l'orientamento viene concepito come lotta al reclutamento
sfrenata da parte delle università. Ormai è più marketing
che un aiuto ai ragazzi. Alcuni
atenei, pur di accaparrarsi
nuovi studenti, arrivano a organizzare delle truffe»
In realtà anche quando si
fanno incontri di orientamento
non è detto che funzionino, denuncia Cristina Palazzolo di Palertno, un'iscrizione a Biotecnologie alle spalle, un test di ammissione a Medicina vinto ma
ora in procinto di iscriversi a
Scienze Politiche. «Per essere
utile, ed evitare a noi ragazzi di
capirlo sulla nostra pelle,
l'orientamento non deve diventare una discussione su che cosa studiare all'università ma su
che cosa si vuole fare nella vita
altrimenti continueremo sempre a fare errori su errori».
La ricerca: il motivo
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principale del boom
-di «ritardatari» è l'aver
cambiato corso di studi
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Foglio
2/2
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LA STAMPA
Agraria ?lMll1118'5'.lllllll&\lll!~WREl'fi!~l111lii\l;[~p~~''$'1\I 25,0
sociologia
22,7
i!!!iiiiiijii~~=i:::::::~i:;: 19,
·1~.~1
Scienze Politiche
Scienze della formazione ~
Scienze Motorie
è fuori corso
18,2
Lettere e Filosofia
17,5
llllllllllllllllBlBlBll 15,7
Economia
Scienze Mat. Fis. Nat.
15,4
Lingua letteratura straniera
Giurisprudenza
~~=::::::::: 15.4
I
È la percentuale
degli universitari italiani·
in ritardo con gli esami
rispetto al
corso di studi
Fonte: elaborazione
-lì!MlìffUME
La Stampa su dati ANVUR
Centitnetrf..LA S!Arv\PA
Medicina veterinaria
11·~~·~.Ì·~~l
ScienzeIngegneria
statistiche
Psicologia
Medicina e farmacia
chirurgia
Architettura
:::aa::::~~
1,,2~4
iii5i55
12~0
I numeri
dell'abbandono
2'2o/o
Tra I° e Il° anno
corsi dì 1° livello e ciclo unico
(anno accademico 2011/2012)
8,8
8,6
8,6
valori .percentuali
Quale futuro
Per molti di loro,
perché
l'orientamento
sia utile e si eviti
di capirlo sulla
propria pelle,
non deve
diventare
una discussione
su che cosa
studiare
all'università
ma su che cosa
si vuole fare
nella vita
Dei fuori corso, quasi
uno su quattro
dice di aver scelto
la facoltà universitaria
sbagliata
non ha te1npo
Un fuori corso su cinque
dice di essere
studente lavoratore e di
.non trovare più il tempo
di studiare
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È la percentuale
dei fuori corso che
non riesceatenere
il ritmo degli esami
previsto dal corso
Alcuni dei seimila candidati ai corsi di laurea in ostetricia, logopedia, dietista e tecnici di radiologia a Napoli
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LA STAMPA
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1
La bussola che non c'è
Così abbiamo perso
il senso dell'orientamento
Ora si deve creare un esercito di professionisti dell'indirizzo
A
nome. Ai quali basta dire che svolto? E si potrebbe scendetre su quattro laureati hanno re sino alla media inferiore,
portato per la prima volta una dove volenterosi insegnanti
laurea in una famiglia, per pa- senza attrezzi diventano gli
cificare le aspirazioni del- equilibristi della scelta, ipotecando vite sulla base di
l'ascensore sociale.
Oggi sembra che l'investi- compiti in classe andati male,
mento non ripaghi più le fati- stereotipi e frasi fatte («bracche e i progetti. Un sistema di cia rubate all'agricoltura», «il
orientamento che dal basso ragazzo non è portato per la
arriva all'università è l'obiet- matematica»).
Non è tutto così, lo sappiativo da costruire e non possiamo fingere di avere la co- mo: non mancano delle buone
pratiche, peccascienza pulita,
ricordando le
ilPAMDOSSO to che stentano
a emergere e a
migliaia di ore
Molti confessano diventare
sisteimpiegate in
convegni, confe- di aver avuro consigli ma. Apriamo un
da runici o fidanzate cantiere per direnze, chiacscutere su che
chiere, porte
aperte, assemlA CONTROMISURA cosa è l'orientamento e su come
blee, uffici «plaUn sistema che parta lo
dobbiamo reacement», chiamandole «orien- dal basso, per arrivare lizzare per renfino agii atenei derlo una leva
tamento».
del cambiamenSe molti laureati si sentono delusi della to. È il momento giusto, che lascelta, si trovano in buona scia intravvedere, pur nella
compagnia, quando si pensa confusione dei segni, una posche quasi un diplomato su sibilità, nuove opportunità.
Sogni, desideri, interessi,
due dichiara di aver sbagliato
scuola, mentre un quarto attitudini sono il sale delcambierebbe scuola e indiriz- l'orientamento, insieme con lo
zo degli studi superiori, il 10% studio e il lavoro. Ma è necescambierebbe scuola e la stes- saria una condizione: non esisa quota cambierebbe indi- sterà orientamento fino a che
rizzo. A che cosa è servito il non formeremo un esercito di
cosiddetto «orientamento» orientatori di professione.
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rappresentare
le condizioni in
cui versa la nostra università
possono bastare
due dati: solo quattro giovani
su 10 si laureano regolarmente in corso nei tempi stabiliti e tra le matricole al primo anno ne arrivano alla laurea solo una su due.
Una perdita di risorse,
economiche e personali, che
non ci possiamo più permettere. La lotta agli sprechi, alla
dispersione, a un sistema di
istruzione e universitario che
crea, anziché cittadini formati, nuovi «drop out» e
troppi «neet» (ragazzi che
non studiano e non lavorano)
deve entrare nelle priorità
dell'agenda della politica, di
quelle tre o quattro «cose»
assolutamente da fare che
oggi sono annegate in un lungo elenco di buone intenzioni.
C'è un campanello d'allarme: dall'ultima riforma uni-
versitaria a oggi stiamo perdendo matricole (70 mila tra il
record del 2003 e il 2013) e non
soltanto per ragioni demografiche. E perdiamo tempo a ripetere luoghi comuni, del tipo:
«In Italia ci sono troppi laureati». È vero il contrario, se trai
giovani da 25 a 34 anni ne abbiamo solo il 21%, contro il 39%
dell'Ocse, e chissà quando raggiungeremo il 40%.
A perdere tempo sembra
siano anche i ragazzi, se è vero, come ci dicono gli studi di ·
AlmaLaurea, che oggi ci si
laurea a 25,5 anni per una ·
triennale, a 26,8 per la magistrale a ciclo unico e a 27,8 per
il biennio specialistico. «Tristi, solitari y final», si potrebbe dire, evocando Chandler e
Soriano, i giovani universitari
italiani sembrano spaesati e
senza bussole, lasciati soli di
fronte alle scelte.
Due su tre dopo la maturità
cercano un posto nel futuro,
iscrivendosi all'università dopo aver chiesto pareri a un
amico o a una ex fidanzata, finendo spesso con il lanciare
una freccetta contro un tirassegno pieno di buchi. Non possiamo addebitare loro le colpe
dei padri, che non sono ancora
riusciti a creare un sistema di
orientamento degno di questo
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IL~MA.TTINO
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1
La scelta dell'Università, cari studenti puntate sulla serietà
Lucio d 'Alesssandro
i dice che quando a François Mauriac, accademico
di Francia e fresco vincitore del premio No bel per
S
la letteratura, fu chiesto cosa avrebbe voluto essere
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nella vita, ebbe a rispondere «me stesso, ma riuscito».
La domanda su che cosa si vorrebbe essere nella vita è
q~ella che in questi g:iorni, e non senza qualche angoscia, vanno facendosi molti giovani freschi di maturità
(preferiamo la vecchia espressione al posto del corretto "licenziati", anche per un minimo di scaramanzia)
alle prese con la scelta per l'iscrizione all'Università.
Farlo? Non farlo? Dove farlo? Quale via intraprendere per essere in futuro, per dirla con Mauriac
«1'.loi-mè~e, mais réussi»? Domande per le quali no~
esistono nsposte «prefabbricate» e «buone per tutti»
proprio perché ciascuno è individualmente se stess~
e, dunque, la risposta non può che essere individuale.
Eppure, il socratico «conoscere se stessi» è essenziale
s_opr~ttutto nelle scelte di studio e, quindi, professionah e 1c10p~~ ~lme~o ?_ue ragio~i. ~a :p~ima è che svolgere
un attiv.ita m ~m s~ e se stessi s1gmflca un ben più alto
grado d1 sodd1sfaz10ne nella propria quotidianità.
Gli stessi giovani maturati avranno facilmente osservato nei propri docenti la differenza tra quelli che si
sono mal~mente ad_attati a fare gli insegnanti (quelli
che non s1 sentono msegnanti) e gli altri. La seconda
ragione è che partire da una scelta in cui si crede (si è
se stessi) significa avere infinite possibilità in più di
crescere e fare «carriera». Cosa garantisce, infatti di
ben riuscire nella futura vita professionale? La dom~n­
da è difficile ma si può dare qualche consiglio di metodo. Occorre soprattutto ricordare che in un mondo
sempre più aperto e competitivo scalare le vette del
s~ccesso professionale e, comunque, conquistare una
s1c:irezza per l'avvenire richiede competenza e prepar~z10ne. U_~a metafora può essere utile: la vita profess10nale, pm o meno per tutti, si presenta come una
discreta montagna da scalare, impresa non impossibile, per fortuna, ma per la quale occorre prepararsi a
tempo.
Se qualcuno, nella fase della preparazione alla salita, dovesse pensare di allenarsi facendosi portare su
da un comodo ascensore o, addirittura, si volesse tenere «a distanza» dalla fatica, magari facendosi mandare
fino a casa un bel brevetto da scalatore, sbaglierebbe
di grosso.L'accesso al lavoro è una cosa seria: i concorsi per l'inserimento nelle pubbliche amministrazioni
ital~a~~ ed eu!o:pee si fanno sempre più specifici e sel~ttiVI, i_ d~ton d1 lavoro privati, poi, scartano a priori i
d1p_lo~1 d1 lau~ea no~ rilasciati da istituzioni più che
s~ne s1~ perche (e a gmsta ragione) dubitano dei sapen che VI sono certificati, sia perché hanno ragione di
supporre che i portatori di quei diplomi preferiscano i
lav?ri «facili facili» e antepongano l'essere della preparaz10ne all'apparire della certificazione: esattamente
il contrario di quanto ogni datore di lavoro richiede ad
un collaboratore da assumere. Se poi, questi giovani
pensassero di lavorare in proprio, significherebbe bar~re c?n.se ste_ssi, cioè contro se stessi. Vorrei, dunque,
~lf~ ~1 g10vam ma anche alle loro famiglie, che hanno
il dmtto-dovere di consigliarli e supportarli (mai di
prevaricarli) nelle scelte, di guardarsi attorno attentamente: l'Italia, anche quella meridionale e Napoli in
particolare, offrono la presenza di antiche e serie Università di prestigio, ben collegate al tessuto accademico e_ scientifico internazionale, spesso capaci di creare, sm da s_u~ito, valide e~perienze di stage nel rapporto con sohd1 network aziendali (in alcuni casi, come
per_la comunicazione e la giurisprudenza, sono oggi
md1spensabili) capaci, infine, di creare attorno ai giovani una vera comunità di docenti, studenti e tutor.
Si tratta di un servizio straordinario che costa alle
famiglie _qualche migliaio di euro, non di rado, difficili
a pa~ars1, ~a che_ è res~ possibile non solo da ben più
consistenti mvest1menti pubblici ma soprattutto da accun;i~la~ioni_ di saperi realizzati nei secoli della gloriosa CIVIlta occidentale cui apparteniamo, come di laboratori, biblioteche e affascinanti luoghi di studio.
In conclusione, agli angoli di molte strade ci attendono cartelli che propongono soluzioni «facili facili»,
con promozioni assicurate. Capitò anche a Ulisse e
compagni qualche secolo fa, e proprio nel golfo di Napoli, di sentirsi chiamare da sirene che gli promettevano, cantando, una vita facile e piacevole. Alcuni marinai cedettero e non se ne ebbe più notizia, Ulisse seppe resistere facendosi incatenare dai compagni all' albero della nave (è anche la comunità che ci salva),
scelse la via che gli garantiva di non vivere «come bruti» e divenne il millenario emblema dell'uomo che realizza se stesso attraverso «virtù e conoscenza».
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09-09-2014
12
1
Politico, è ovvio. La misera votazione viene dal ministro Carrozza, pd, del governo Letta
A Renzi e Giannini neanche il 18
Per l'ex ministro bersaniano la riforma è tutta da rifare
DI BONIFACIO BoRRuso
uanto è pesante fare
l'ex. Specialmente di
un governo che doveva durare almeno un
anno e mezzo e che, a un certo
punto, sperava di arrivare in
carrozza alla fine della legislatura, finendo invece sfrattato dopo nemmeno un anno.
I ministri dell'esecutivo che
fu di Enrico Letta denotano spesso questo tratto, un po'
malinconico e a volte un po'
arrabbiato, che si concretizza
spesso in critiche, più o meno,
dure a chi è venuto dopo, cioè
Matteo Renzi, che oltretutto
è l'autore dello sfratto.
Maria Chiara Carrozza,
già titolare dell'Istruzione,
ne è un esempio. Arrivata
in parlamento con la «nonvittoria bersaniana», grazie
alla testa di lista del Pd in
Toscana, conquistata per aver
fatto la responsabile università del partito, Carrozza s'era
ritrovata a Viale Trastevere,
sulla poltrona che fu di Luigi Berlinguer. Giovane, essendo del 1965, precocemente
ordinario, seppure andando
in cattedra in un'università
telematica come la Marconi,
giovani italiani». Peccato che
della riforma Renzi-Giannini
fossero circolate solo alcune
indiscrezioni.
In realtà le primissime
righe della Carrozza erano
già una bocciatura sottotraccia della riforma attuale, laddove si sottolineava, con enfasi, che «senza il ministero
dell'Economia non si possono
condividere dati, approcci di
valutazione e programmazione delle risorse per ottenere
l'analisi e il monitoraggio
della spesa; senza una collaborazione con il ministero
del Lavoro non ci sarà mai
un lancio definitivo dell'alternanza scuola-lavoro e della formazione professionale, e
così senza una collaborazione
con il Sistema sanitario nazionale non ci sarà mai una
vera riforma della formazione
dei medici».
A seguire grandi elogi
all'esecutivo Letta, quello
sfrattato, per aver varato una
legge, «'l'Istruzione riparte',
che conteneva molti dei punti che poi potranno essere
ulteriormente sviluppati dal
governo Renzi». Bacchettate
preventive anche al nome della riforma, «più che di scuola
io parlerei di istruzione». Nei
giorni successivi, poi, era seguita un'intervista volante a
un semisconosciuto giornale
che si occupa di università,
per dire, della riforma, che
va bene il piano di assunzioni
per 150mila, ma che manca
«il welfare studentesco e il
diritto allo studio».
Quindi, su Twitter, una
serie di re-tweet, ovvero
rilanci di altrui interventi,
molto critici: dalla protesta dei precari esclusi dalla
mega-infornata di docenti,
alla «dimenticanza degli studenti» postulata in un articolo de Linkiesta, a un duro
intervento di un docente sul
sito di una casa editrice, alla
copertina di Left che parla di
abbandoni e chiosa, nel lancio, «altro che la Buona scuola». E interventi diretti? La
professoressa-deputato, che
tra l'altro ha ripreso a insegnare al S.Anna, in questo
senso è un po' più cauta ma,
rispondendo a un follower del
socialnetwork, un po' il pensiero l'ha chiarito parlando di
«Scienza e ricerca, parole e
azioni dimenticate nell'agenda politica». Insomma a Renzi e alla Giannini, nemmeno
un 18 politico, da parlamentare di maggioranza.
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Q
presto rettore, sebbene in un
piccolo ateneo come il S.Anna
di Pisa, Carrozza non si trovava male a governare l'italica
istruzione. E deve esser stata
dura passare il testimone, oltretutto a una collega rettrice, Stefania Giannini, pochi
mesi dopo.
Ma certo la freddezza
esibita verso la riforma
della scuola che porta la firma di Renzi e Giannini è forse un po' troppa e comincia a
farsi notare. Alla vigilia della
presentazione della riforma,
il 2 settembre, la Carrozza
consegnava a Ilcampodelleidee.it, giornale online della
minoranza bersaniana del
Pd, un corposo documento
di oltre 15mila caratteri,
dal titolo «Dobbiamo puntare a un piano educativo
nazionale con una visione a
tutto campo che comprenda
tutti i livelli di istruzione».
Nell'incipit regolava così l'altrui riforma: «Alla luce della
lettura delle proposte della
#scuolabuona che approfondiremo e poi commenteremo
nel dettaglio, rimane una mia
proposta di impostazione del
piano educativo nazionale
come finalizzato alla mobilità sociale e culturale dei
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dell'ordine. Il ministro Alfano: convincerò il governo, ma i sindacati devono abbassare i toni - Il blocco scadrebbe nel 2015
«Sblocco stipendi, ci sono le condizioni»
La decisione in mano a Renzi che in settimana potrebbe vedere le rappresentanze
Marco Ludovico
ROMA
Il tetto salariale per poliziotti e militari nel 2015 non c'è. Tutto il polverone sollevato nei giorni scorsi con la minaccia di sciopero di poliziotti e militari non
avrebbe, in teoria, motivazioni.
Il paradosso, però, viene meno alla luce del contrasto violento sorto la settimana scorsa tra governo, da una parte, sindacati di polizia e Cocer, dall'altra. Ma certo è
che proprio il ministero dell'Economia ha detto per iscritto a tutte le amministrazioni interessate: attenzione, dall'anno prossimo dovrete rifare i conti, il tetto
salariale non c'è più. L'indicazione arriva da una circolare della
Ragioneria generale dello Stato
(n. 46 del 12 maggio), «Assestamento del bilancio di previsione
e Budget rivisto per l'anno finanziario 2014». Testo inviato in applicazione del Def 2014 deH'8
aprile, approvato proprio dal governo Renzi. Scrive la Ragioneria nella nota tecnica n.1, allegata
alla circolare: «Le amministrazioni dovranno prestare particolare attenzione al venir meno, a
decorrere dal i gennaio 2015, di
0
alcune misure di contenimento
della spesa per redditi del pubblico impiego di cui all'articolo 9
del D.L. 78/2010 e in particolare:
- conuna i, tetto retributivo individuale riferito al2010 (conriferimento ad esempio al personale
omogenizzato del comparto sicurezza - difesa); - comma 21,
blocco degli effetti economici
delle progressioni di carriera comunque denominate>>. La nota
non risolve, è evidente, lo scontro scatenatosi la settimana scorsa che ora i ministri della Difesa,
Roberta Pinotti, e dell'Interno,
Angelino Alfano, stanno cercando di ricucire con il presidente
del Consiglio. Senza contare
che, al di là della circolare della
Ragioneria, una dialettica tra le
aniministrazioni interessate, la
Funzione Pubblica e l'Economia
c'è e ci sarà, non senza discussioni e contrasti. Roberta Pinotti ieri ha incontrato i vertici delle Forze Armate e fonti della Difesa
hanno sottolineato come si sta lavorando per trovare possibili soluzioni «che riconoscano la specificità e il valore di chi quotidianamente assicura la difesa e la sicurezza degli italiani». Ottimista
il ministro dell'Interno: «Ci sono
le condizioni per lo sblocco degli
stipendi delle forze di polizia ed
io sono convinto di trovare il favore del governo e del premier,
purché i sindacati abbassino i toni che hanno il sapore della minaccia» dice Alfano a Quinta Colonna su Rete4. In serata è circolata con insistenza l'indiscrezione che il premier incontrerà già
questa settimana Coccr e sindacati di polizia. I ministeri, intanto, stanno lavorando alle cifre in
ballo per il 2015: ile osto delle promozioni di grado, finora soltanto
giuridiche, ammonta a 340 milioni, quello degli «assegni di funzione» - una sorta di premi per
anzianità maturata - è di 250 milioni, con le altre voci si arriva a
750-800 milioni. Ma l'accordo,
non lo dice ancora nessuno, potrebbe chiudersi anche a una cifra un po' più bassa. Del resto la
cifra degli 800 milioni per il viceministro all'Interno Filippo Bubbico «è impossibile» da raggiungere. Se però Interni e Difesa riescono a evitare il doppio scoglio
- la dura posizione di Renzi; le resistenze dell'Economia - è fatta,
ma certo non sarà una passeggia-
ta e si discuterà anche di meccanismi graduali e/o in parte parziali di ripristino delle condizioni del 2010, prima cioè del blocco
del tetto salariale. Per Filippo
Bertolami (Anip Lazio-Uil Polizia) «qualunque sia la somma
stanziata dal Governo, bisognerebbe ripartirla metà per compensare parte degli scatti di anzianità e delle promozioni bianche, l'altra metà per aumentare
le indennità di "specificità" (ordine pubblico, servizi esterni, mobilità d'ufficio ultraregionalc,
ecc.) riallocando gli straordinari
a favore degli uffici operativi per
incentivare il personale su strada con criteri meritocratici». Da
notare anche le decine di messaggi di solidarietà dei cittadini alle
forze dell'ordine: su «Agente Lisa», profilo Facebook della Polizia di Stato per dialogare con la
gente comune, si legge: «Non ritengo giusto il trattamento che
vi hanno riservato con il blocco
dello stipendio» eun «agente virtuale» - con tono istituzionale risponde: «Grazie per la solidarietà che mi sento di estendere a
tutte le altre categorie di lavoratori in crisi e a chi un lavoro ancora non ce l'ha per niente>>.
la vicenda
€
E.4.CCI#\\ Al.l.E 1\HS(i)RSE
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Incontri con le forze armate
Nei giorni scorsi il ministro
dell'Interno Alfano ha
incontrato i capi delle forze
dell'ordine: «Ci sono le
condizioni per lo sblocco degli
stipendi», ha detto ieri.
Sempre ieri il ministero della
Difesa Pi notti ha incontrato i
vertici della Difesa per trovare
possibili soluzioni. Anche
Renzi in settimana potrebbe
vedere le rappresentanze
del
destinatario,
non
068391
Servono 800 milioni
Per sedare la ribellione di
militari e forze dell'ordine
servono 800 milioni di euro,
una somma non facile da
trovare perii ministero
dell'Economia. La cifra
rappresenta l'abolizione del
tetto salariale del2015 perii
comparto, con il ripristino
degli incrementi di stipendi
legati agli avanzamenti di
grado e degli scatti di carriera
Codice abbonamento:
Le parole del ministro Madia
Giovedì scorso, il ministro
della pubblica
amministrazione Marianna
Madia ha annunciato: «In
questo momento di crisi le
risorse per sbloccare i contratti
non ci sono». Niente aumenti
per gli statali anche per il
2015. Per tutta risposta, i
sindacati delle forze di polizia
sono arrivati a minacciare lo
sciopero
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Dalle intenzioni
si passi ora ai fatti
PRIVATE
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n welfare "fai da te" per i professionisti incentivato
dalla crisi. Le Casse di previdenza, negli ultimi anni,
hanno messo in campo interventi diversificati per
aiutare i propri iscritti a far fronte a eventi che ne condizionano l'attività (calamità naturali, figli, malattie) e hanno aperto
possibilità dove il mercato le ha chiuse, pensiamo alla stretta
sul credito. Il tutto con risorse limitate - in primis vanno pagate le pensioni-, una pressione fiscale "senza sconti" come
invece accade negli altri paesi Ue e una natura "privata" che
spesso viene messa in discussione: per esempio con i risparmi da spending review "imposti" e finiti allo Stato.
N elzo12, così, sono stati spesi 60 milioni per il welfare delle professioni ordinistiche contro i 37 milioni del 2007. Il ministro Paletti lancia ora l'idea di un fondo comune di garanzia per le Casse. Non proprio una novità visto che ne hanno
già parlato due suoi predecessori come Cesare Damiano e
Maurizio Sacconi. Chissà se questa volta ci sarà il tempo, la
voglia e la forza di passare dalle intenzioni ai fatti.
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Secondo uno studio dell'Adepp, dal 2007 al 2012 l'indennità per la Cassa integrazione è passata da 0,3 a 11,6 milioni
Casse private, sempre più _w~~~~spesa per gli ammortizzatori a 60,17 milioni -Aumentati anche 1 prest1t1agli1scntt1
Matteo Prioschi
Cisonoilcontributoper l'avvio dell'attività professionale, il
sussidio per le spese dell'asilo nido o la baby sitter, l'aiuto economico per conseguire la specializzazione e gli assegni familiari, oltre a un incremento notevole degli ammortizzatori sociali.
L'attività delle Casse di previdenza privatizzate nell'ambito
del welfare negli ultimi anni è diventata sempre più ampia in termini di tipologie di intervento e
importante quanto a valore delle
prestazioni. Un'evoluzione che
è al contempo una necessità dettata dall'esigenza di far fronte a
una crisi che sta incidendo pesantemente sui professionisti. In base ai dati elaborati dall'Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) la spesa per ammo~­
tizzatori sociali in termini nonnnali è passata da 36,4 a 60,2 milioni ali' anno nel periodo che va dal
2007 al 2012, con in particolare un
incremento del 4429% per l'indennità di cassa integrazione.
«Gli ammortizzatori sociali - afferma Andrea Camporesc, presidente dell'Adepp - dal 2007 al
2012 sono cresciuti del 65°10 e nel
2013 la percentuale sfiora la soglia di allarme. Sono aumentati
anche i prestiti per l'avvio di uno
studio professionale o per l'acquisto di nuove tecnologie, dato
che evidenzia anche un problema di credit crunch. Inoltre, continuano ad aumentare le richieste da parte dei nostri professionisti di bloccare temporaneamente o dilazionare i versamenti
contributivi».
Da un lato, quindi, le casse sono intervenute per "tamponare"
situazioni di crisi, che comportano la riduzione o la q~ssazione
dell'attività lavorativa. Dall'altra,
però, hanno messo in campo soluzioni poco o per nulla diffuse in
passato perché anche quando l'attività prosegue sempre più professionisti gradiscono o hanno
necessità di contare su forme di
aiuto diversificate. Rientrano in
questo ambito, per esempio, i sussidi offerti dall'Ente nazionale di
previdenza e assistenza veterinari (300 euro al mese per massimo
6 mesi) per pagare l'asilo nido o
la babysitter e favorire così il rientro ali' attività professionale delle
neo-mamme.
A fronte di un mercato del lavoro sempre più difficile, invece,
l'Ente di previdenza e assistenza
dei biologi rimborsa il 50% delle
spese sostenute per la frequenza
di un corso di specializzazione
da parte di un iscritto. I dati.elab~­
rati dall'Adepp mettono m eVldenza che, oltre agli interventi
più strettamente legati alle conseguenze della crisi e altri che
rientrano nell'ambito del welfare allargato, le Casse hanno fornito sostegno anche a fronte di
eventi straordinari quali calamità naturali o eventi gravi, quali il
terremoto dell'Aquila, tanto che
nel 2009 le relative voci di spesa
hanno raggiunto quota13,5 milioni a fronte dei4oomila euro degli
anni precedenti. Nel complesso
le prestazioni degli associati
Adepp (escluso quelle di Onaosi
e Casagit, che sono enti esclusivamente di welfare integrativo) sono cresciute del 29% dal 2007 al
2012, arrivando a quota 393,5 milioni all'anno.
Gli enti di previdenza dei professionisti operano sempre più
in un campo di intervento allargato, dovendo mantenere i bilanci
in ordine e la sostenibilità fmanziaria sul lungo periodo.
A questo riguardo il ministro
del Lavoro, Giuliano Poletti, ha
messo sul tavolo l'opportunità di
valutare la costituzione di un fondo di garanzia per assicurare la
stabilità finanziaria e la certezza
dei trattamenti previdenziali, attuando un principio di solidarie-
tà tra gli enti in modo da scongiungere l'intervento di ultima
istanza dello Stato. «Sull'istituzione o meno del fondo - commenta il presidente Camporesegli enti che io rappresento devono poter concordare tempi, modi e fmalità, nel rispetto della propria autonomia. Aprendo un confronto serio e costruttivo affmché questo eventuale provvedimento non sia ancora una volta
un intervento isolato e a totale carico dei professionisti italiani».
La costituzione del fondo va
dunque inserita nel più ampio dibattito sull'autonomia delle Casse, che sono enti di diritto privato
ma sono spesso chiamate a contribuire al bilancio dello Stato come se fossero pubbliche. «Nella
proposta di legge del 2012 a firma
Damiano- aggiunge Camporese
- già si prevedeva la costituzione
di un fondo di garanzia, ribadendo che le risorse accantonate nel
tempo dovranno rimanere nella
disponibilità delle singole casse.
Nello stesso testo si rafforzava
l'autonomia gestionale, organizzativa e contabile degli enti, principio che oggi viene messo in discussione da norme studiate ed
approvate per la Pubblica amministrazione, come quella sulla
spendingreview».
FOtmo DI (;ARANZJA
Codice abbonamento:
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Per il presidente Camporese
«la costituzione proposta
dal ministero è possibile,
ma gli enti devono concordare
tempi, modi e finalità»
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Data
Nel 2012 sul tavolo 541,84 milioni
· LADOTECOMPLESSIVA
Prestazioni di welfare considerate in termini nominali erogate dagli enti previdenziali privati tra
2007 e 2012. In milioni di euro
Adepp
l·
12001
I
1
74,46j --7-9,oo ----:SS.26 -
i
29,08 j
29,97
Prestazion~!_sos~egno professional~--~ 142,42 Ì
137,51
Ammortizzatori sociali
36,85
Presta~onia ~;;gno degli iscritti
I1
i
2009
.
Indennità di maternità
L'Associazione degli enti
previdenziali privati (Adepp) è
stata costituita nel giugno del
1996 con l'obiettivo di creare
un'organizzazione che
rappresentasse gli interessi
comuni e tutelasse l'autonomia
delle Casse associate, ottenendo
anche l'uniformità di trattamento
giuridico ed economico per i
dipendenti degli enti stessi.
Attualmente fanno parte
dell' Adepp 19 Casse e oltre 2
milioni di professionisti. Si tratta
di Cassa Notariato, Cassa
Forense, Inarcassa, Cnpadc,
Enpav, Enpacl, Enpap, Enpapi,
Inpgi, Casagit, Enasarco, Enpaia,
Ente Pluricategoriale Epap,
Onaosi, Enpam, Enpab, Eppi,
Cassa geometri e Cassa ragionieri
<111
- --
2008
1
36,37
------
44,92
-~T
2010
2011
2012
87,81
-- j
94,58:
95,56
35,55:
33,07
--
--··~---+-- ----~------..!
37,75
156,49 166,48• 164,30
207,6_5-l----+
1
38,63
45,11.
52,18
60,17
69,70
91,14
90,31
396,s6r 439,93
443,41
--···-----
Polizze sanitarie (premi pagati)
60,44
Totale
69,34
342,78
67,06 ·
352,67 446,52
-·-
Fonte: Adepp -Associazione degli enti previdenziali privati
PRESTITI AGEVOLATI AQUOTA 164 MILIONI
Prestazioni a sostegno della professione fornite dalle Casse private nel periodo dal 2007 al 2012. In milioni di euro
l
Contributi e/o prestiti agli iscritti
per avvio attività professionale
-
--~
..
200~
- 2008
2,1
1,8
0,7
0,6
10,4
14,4
128,8
120,0
-~-~---
Prestiti agli iscritti per acquisto,
costruzione o ristrutturazione studio o casa
Prestiti d'onore e mutui erogati
direttamente dall'Ente previdenziale
2009
2010
:.1- :::I
10,2
8,1.
~---~----
Prestiti agevolati e mutui istituti
bancari convenzionati
Altro
Totale
1;9,5)
141,l
-·-- 1
-----· ·----
0,4
0,7
1,3
1,3
142,4
137,5
207,7
156,5
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Codice abbonamento:
068391
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Foglio
Decisione della Corte dei conti
CON'ìABRl
Se il dipendente
. paga
e' assenteista
anche il dirigente
Arturo Bianco
Se il dipendente viene
condannato per assenteismo matura una responsabilità contabile per il danno apportato all'ente tanto nei
suoi confronti quanto per il
suo dirigente, a cui deve essere imputato l'omesso controllo. E tale responsabilità deve
essere imputata per due terzi
a carico del dipendente e per
il restante terzo a carico del
dirigente.
Sono queste le principali
indicazioni contenute nella
sentenza della sezione giurisdizionale della Corte dei
conti della Toscana i39/2014
con cui sono stati condannati
tanto il dipendente resosi responsabile di assenteismo,
con sentenza penale di patteggiamento, quanto il dirigente, a cui è stata imputata
la scarsa vigilanza. È quest'ultimo, in particolare, un elemento innovativo che deve
essere sottolineato e che costituisce un pesante monito
di cui i dirigenti - ai quali, si
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39
1
rammenta, il legislatore ha
conferito i poteri e le capacità del privato datore di lavoro - devono tenere adeguatamente conto.
Il caso oggetto della pronuncia della magistratura
contabile fiorentina si basa
sulla sentenza penale con cui
è stato accertato che il dipendente si assentava arbitrariamente dall'ufficio per svolgere l'attività di maestro di tennis. Al riguardo una ulteriore
fonte di responsabilità per il
dipendente è data dallo svolgimento di questa seconda attività senza la autorizzazione
dell'ente.
Con riguardo a questo soggetto la sentenza ha ricordato che costituisce orientamento consolidato della giurisprudenza contabile affermare <<l'efficacia nel processo contabile della sentenza
di patteggiamento resa in sede penale». Quanto al dirigente, che ovviamente non è
stato destinatario di alcuna
condanna penale, alla base
della sua condanna in sede
La sezione giurìsidizionale
della Toscana
ha posto a carico
del superiore
un terzo dei danni
contabile è posta la seguente
motivazione: «non ha impedito, omettendo i dovuti controlli interni, il comportamento delittuoso».
In particolare, ciò risulta
dalla considerazione che il dipendente prestava la sua attività nella stessa sede del dirigente, il quale, quindi, avrebbe dovuto esercitare il controllo della sua attività. È stata inoltre riscontrata la «totale assenza di diligenza e larilevante superficialità e trascuratezza». Ed ancora occorre considerare altri elementi che quanto meno qualificano la sua condotta come
caratterizzata da una colpa
grave e dal non esercizio dei
normali doveri di un dirigente. In particolare, il modo di
vestire con cui spesso il dipendente si presentava in ufficio, cioè la tenuta da tennis.
Da qui la seguente conclusione: «il grado di esigibilità della condotta canonizzata dalla
normativa nella concreta gestione integra, nella specie,
l'elemento soggettivo mini-
mo (colpa grave) previsto
dalla struttura della responsabilità amministrativa».
Sono molto importanti anche le regole adottate dalla
Corte dei conti della Toscana per la quantificazione del
danno. Secondo i giudici contabili occorre considerare in
primo luogo i compensi illegittimamente percepiti per i
periodi in cui il dipendente si
è arbitrariamente assentato.
A tale voce si devono sommare, poi, i compensi illegittimamente percepiti per avere
svolto una seconda attività
senza
l'autorizzazione
dell'ente e i danni apportati
all'immagine dell'ente.
Nella quantificazione dei
danni apportati all'ente per il
mancato svolgimento della
normale attività lavorativa a
causa delle assenze arbitrarie, infine, i due terzi vanno
posti a carico del dipendente
e la restante parte a carico del
dirigente per l'omesso controllo. Fatto, quest'ultimo,
che costituisce un'altra indicazione innovativa.
©RIPRODUZIONE RISrnVATA
Nella sentenza
Ritaglio
Lavoro e previdenza
02 I IL CALCOLO
Nel quantificare il danno
sono stati considerati i
compensi illegittimamente
percepiti per i periodi in cui
il dipendente si è
arbitrariamente assentato,
quelli illegittimamente
percepiti per avere svolto
una seconda attività senza
autorizzazione dell'ente
e i danni all'immagine
dell'ente
--
~
068391
=--
Codice abbonamento:
01 I ILFATIO
La magistratura contabile
fiorentina si è basata sulla
sentenza penale con cui è
stato accertato che un
dipendente pubblico si
assentava dall'ufficio per
svolgere attività di maestro
di tennis. Al dirigente è
stata imputata dalla Corte la
scarsa vigilanza per non
avere impedito,
«omettendo i dovuti
controlli interni, il
comportamento delittuoso»
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COBBIEBE DELLA SEBA
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Foglio
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l'incontro Su indicazione del governo tornerà all'incarico presso l'istituzione di Washington
Cottarelli, missione finita sui tagli
Aottobre il rientro al Fondo Monetario
Vertice ieri con Renzi e Padoan del commissario alla spendingreview
Al ministero dell'Economia, dove
ieri non confermavano ma non smen tivano nemmeno l'addio dell'economista del Fondo monetario, si spiega
che il suo operato sarà la base di partenza per tagli che poi però saranno
frutto di «scelte politiche», come arimarcare che il lavoro del commissario
può considerarsi concluso e che da
ora in poi la <<logica sarà un'altra>>.
Si avvia così al termine, fissando
concordemente con il governo il giorno più adatto per l'ufficializzazione1 il
lavoro del terzo commissario alla spesa, dopo Pietro Giarda e Enrico Bondi.
Il 6oenne cremonese, dal 1988 al Fmi,
dopo una carriera in Bankitalia e all'Eni, con la passione per l'Inter, dopo
una partenza all'insegna della comu nicazione, una raffica d'interviste tra
novembre e dicembre 2013, scelse,
con l'avvento di Renzi premier, a febbraio, una linea più defilata. Dopo
mesi di lavoro febbrile, si avvicinava il
momento di affondare il bisturi nella
«Carne viva» della spesa
pubblica. ll programma
triennale, pubblicato sul
sito personale, prevedeva
per maggio «l'implementazione delle misure a livello legislativo, con effetti distributivi nel 2014 e
nel corso del triennio successivo». Per
centrare I'obiettivo, a marzo Cottarelli
tentò l'allungo, presentando quel lavoro di ricognizione sulla spesa pubblica, suddivisa in 33 voci <<tagliabili»,
che rappresenta oggi una pietra di pa-
ragone non aggirabile per chiunque
voglia continuare la sua avventura.
Tabelle ricche di dati da cui però il
premier Renzi prese subito le distanze, respingendo, ad esempio, l'idea di
tagli alle pensioni che Cottarelli aveva
quantificato in 2,5 miliardi per il 2015,
e relegando il lavoro del commissario
a quello di «UD tecnico che propone»
rispetto al «politico che dispone».
Che l'aria con Renzi fosse cambiata,
a Cottarelli è apparso dunque chiaro
da subito. L'innegabile scontro, agli
inizi di agosto, sullo sblocco dei pen sionamenti degli insegnanti «quota
96», bollati dal commissario come
<<nuove spese» la cui «Copertura sarà
trovata attraverso future operazioni di
revisione della spesa o, in assenza di
queste, attraverso tagli line,ari nelle
spese ministeriali», ne è stato il culmine. Tuttavia Cottarelli ha continuato a lavorare, incontrando i numerosi
gruppi che hanno prodotto un materiale che sarebbe a questo punto interessante conoscere. Di tutto questo
invece il commissario ha scelto di comunicare ben poco. Lo ha fatto, ad
esempio , convocando una conferenza
stampa sui tagli alle partecipate locali
il giorno dopo che l'articolato che
avrebbe cominciato a darne attuazione era stato espunto dal decreto
Sblocca-Italia, perché non omogeneo.
Un modo per rivendicare il lavoro
svolto, in qualsiasi modo venga utilizzato.
Antonella Baccaro
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Codice abbonamento:
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ROMA- Carlo Cottarelli riprenderà servizio al Fondo monetario internazionale a Washington, a ottobre. Su
indicazione del governo italiano. Un
incarico che lo riporterà peraltro molto probabilmente in Italia, sia pure
non in pianta stabile. L'ultimo tassello
che serviva per rendere concreto l'addio del commissario alla spending review (l'incarico assunto il 23 ottobre
scorso dalle mani del premier Enrico
Letta era triennale) è andato a posto.
Chi si aspetta un addio col botto, di
quelli teatrali che lasciano il segno,
può dormire tranquillo. Carlo Cottarelli andrà via senza polemiche che
possano gettare una luce negativa sul
governo italiano, invocando, tra gli altri, motivi di natura familiare.
Così anche le sue ultime mosse come commissario sono, in maniera
evidente, all'insegna di un'attiva collaborazione. Come la sua presenza ieri
a Palazzo Chigi nella riunione preparatoria degli incontri sulla spending
review, che saranno tenuti dal premier e dal ministro dell'Economia,
Pier Carlo Padoan: una delle ultime
presenze ufficiali di Cottarelli.
Del resto, chi volesse leggere tra le
righe di tanta discrezione i segnali di
quello che sta accadendo, potrebbe
farlo, notando, ad esempio che ieri
nella riunione cruciale sui tagli da 20
miliardi compariva per la prima volta
Yoram Gutgeld, il consigliere economico del premier, che dovrebbe prendere il posto di Cottarelli nella nuova
fase di attuazione dei tagli alla spesa
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I conti
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La revisione della spesa
132,6
DEBITO PUBBLICO (in % sul Pii)
ILPIANO
130
2014
2015
EFFICIENTAMENTO
DIRITTO
-1,8
Acquisti e appalti on !lne
mo.a
Stipendi dirigenti
I
RIORGANIZZAZIONI
lo,J
I o,2
COSTI POLITICA
lo.4
RIDUZIONE
TRASFERIMENTI
.1.0
SPESE PER SETTORI
.1.0
Difesa
lo.s
'11 Sanità
lo.5
2016
5,2
2,5
-~~-'-
~=-:-
2,8
Pmnotrimestre
0,7
.0.9
4,4
--
2.0
1.5
·~
il
l!l
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j s
e
"-
_,
...
-- -
~Ji·~
5,0
1,8
7,1
7,9
0,8
Pensioni
-1,0
5,9
-
0,2
Varia1ionp rfel Pi! rii;:petto al trimestre precedente
Il Secondo trimestre
7.4
-
0,5
o.3
Spese enti pubbHcl
LA CRESCITA
l,S
09-09-2014
3
2/2
2.4
,g
-~
! i"'
~
~
o
o ::;
~
t:
~
~
~
~
Carabinieri, Guardia di
Finanza e Forestale.
Dalle sinergie fra i corpi
di polizia si potrebbero
risparmiare 1,7 miliardi.
La spesa per le forze di
polizia in Italia è di circa
20 miliardi
le proposte
Possibili tagli
per 20 miliardi
· 11 commissario alla
Spending review, Carlo
Cottarelli, ha
individuato 20 miliardi
di tagli per la prossima
legge di Stabilità:
«penso sia possibile
farli - ha detto -visto
che si parte da una
base di spesa primaria
di 700 miliardi e
bisogna andare oltre»
TOTALE ---~-
Spese standard
peri Comuni
Almeno 2 miliardi a fine
2016 potrebbero
arrivare dalla riduzione
delle risorse destinate
ai Comuni in base ai
costi di chi è efficiente
(nell'ambito del
superamento del patto
di stabilità interno) e
della capacità fiscale
standard
I ministeri, un taglio
21,5 miliardi
'Il taglio sui ministeri
potrebbe valere 21,5
miliardi, al netto della
spesa per interessi
sostenuta a fine 2013.
Dalla riduzione delle
spese per beni e servizi
il commissario
Cottarelli si aspetta 0,8
miliardi a fine 2014, 2,3
a fine 2015 e 7,2 a fine
2016
068391
Il commissario Carlo Cottarelli
Codice abbonamento:
Sinergie fra I corpi
di polizia
Cottarelli ha fin
dall'inizio parlato della
necessità di coordinare
Polizia di Stato,
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I
Tagli del 3% ai ministeri
ECottarelli prepara le valige
via dopo la legge di Stabilità
Vertice apalazzo Chigi sulla Spending review
Cgil in piazza, Fiom annuncia lo sciopero contro il governo
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diziorù per lo sblocco degli stipendi delle forze di Polizia purROBERTO PETRINI
ché i sindacati abbassino i torù
che hanno il sapore della minacROMA Un sacrificio del 3% del budget, non lineare: al- cia»)
cuni potranno dare di più, altri di meno. Dipenderà
La lista degli impegni resta
dalle capacità di eliminare gli sprechi e di mettere in
atto la fatidica spending review. In vista del vertice, gravosa.Datrovarecisono7-10miliardiperilrinnovo
previstoperdomani, traRenzielaschieradeiministri delbonuslrpefda80europeril2015;4miliardidispedi spesa, ieri il titolare dell'Economia Padoan, il mini- se indifferibili ( Cig in deroga, 5 per mille, missiorù mistro delle Riforme, Maria Elena Elena Boschi, e il con- litari ed altro); 4 miliardi di tagli alle spese postati sul
sigliere economico Yoram Gutgeld hanno messo sul 2015 dal governo Letta, penal' entratainfunzionedeltavolo una serie di proposte tecrùche. Ad illustrare le la clausola di salvaguardia con relativo taglio lineare
cifre Carlo Cottarelli: il commissario alla spendelleagevolaziorù fiscali. Infine 2-3 miliardi dovranno
dingreview, in «frizione» conilgovernodopole
servire per proseguire nella correzione del deficit.
sue dichiaraziorù contro gli sforamenti della
Il quadro della crescita intanto peggiora: dopo le
spesa pubblica del 31 luglio scorso. Dopo le ridocce fredde delle ultime settimane, per quest'anno
petute voci di abbandono e di ritorno all'Fmi
è già assodato unPilleggermente sotto lo zero, cioè in
deltecrùcodelTesoro, •Mr.Forbici",aquanto
recessione, e soprattutto per il prossimo non si
si apprende, resterà al suo posto solo fino alla
dovrebbearrivaresopral' 1, nonostante lestilegge di Stabilità.
me del governo siano ancora ali' 1,3%. SigniIl percorso, messo a punto dalla riUIÙone
fica meno entrate fiscali e dunque la necesdi ieri, dovrà essere compiuto entro
sità di trovare maggiori risorse.
tre settimane: il primo ottobre
Non solo ombre: ci sono almeno un paio di
sarà presentata la nota di aggiorelementi che possono contribuire ad allegnamento alDef con il nuovo quagerire la scure del governo e, finché rimarrà
dro economico e il 15 ottobre la
in carica, di Cottarelli. Il primo e più imlegge di Stabilità. Durante
portante aspetto confortante è la
questo periodo le acque sariduzione dei tassi dopo le mosranno agitate. Susanna Case della Bee: lo spread è ormai
musso (Cgil) annunciauna
ben sotto quota 150 e anche i
manifestazione per il lavotassi a lungo sul Btp decennale
ro entro i primi 1Ogiorrù di
oscillano intorno al 2%. La conottobre. Elo stesso Landirù seguente minor spesa per intespesso interlocutore diRenzi,
ressi sarebbe di circa 3 miliardi.
che ha appena incontrato - mobilir: altra mini-boccata di ossigeno
terà le tute blu della Fiom il 25 otè la rivalutazione del Pil, secondo
tobre a Roma, proponendo anche
lenuovenormeEurostat: nonsarà
8 ore di sciopero.
molto, ma contribuirà ad una picLalineadilavoro,chevuolesecola limatura a deficit e debito.
guire Renzi, è quella di tagli del
Infine la variabile cruciale, ben
3%: poiché la spesa pubblica, al
presente sul tavolo anche ieri: sarà
netto degli interessi, è circa di
l'obiettivo di deficit-Pi! che si
700 miliardi, si tratta dunque di
porràperilprossimoanno.IlDef
trovare 20 miliardi. Il compito
fissaval'1,8%peril2015,magià
graverà sui ministri di spesa: saprima dell'estate Renzi aveva
ranno richiesti risparmi al miniannunciato di voler portare il listro della Sanità, Lorenzin, a
vello al 2,3%: dunque più margiquello del Lavoro, Poletti, a quelIÙ di manovra. Non si andrà colo dello Sviluppo, Guidi a quello
munque oltre il 3%, anche sedegli Interrù, Alfano (il quale,
condo le più recenti stime dei
però, è ottimista: «Ci sono le concentri di ricerca. L'Italia conta
sempre sulla flessibilità in camriproducibile.
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ragione di "circostanze eccezionali" come la crisi Ucraina e le
svalutazioni dei Bric.
biodi riforme. Ma anche sul piano europeo l'Italia fa pressing:
ieri il sottosegretario Gozi ha
proposto di rivedere gli obiettivi
di deficit per tuttaEurolandia in
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I sacrifici maggiori saranno
chiesti a Sanità, ma anche
agli Interni, al Lavoro e
allo Sviluppo
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Alfano: "Ci sono tutte le
condizioni per sbloccare le
retribuzioni della Polizia, ma
i sindacati abbassino i toni"
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H
I medici: meno visite fiscali, più assenteisti
Dopo la stretta, certificati aumentati di un milione nonostante il record-disoccupati
Sergio Governale
La crisi aguzza l'ingegno. Che talvolta, però, finisce per ritorcersi
contro. la coda. Èil caso di diverse
aziende alle prese con un mercato di riferimento sempre più asfittico, soprattutto al Sud ma non solo, che provano a «trasferire» in
parte il proprio costo del personale sull'Inps. Come? «Mettendo in
malattia i propri dipendenti, tanto a pagare per il periodo di assenza c'è l'Istituto nazionale di previdenza sociale». La denuncia è partita ieri dal sit-in di protesta a Roma in piazza Montecitorio, organizzato da alcune decine di medici dell'Inps con tanto di gazebo
per contestare la decisione della
direzione generale dell'Istituto
nazionale di previdenza sociale,
risalente all'anno scorso, di ridurre del 90 per cento le visite mediche di controllo della malattia dei
lavoratori del settore privato. Con
la conseguenza che inizierebbe a
dilagare, secondo quanto riferito
da una dottoressa che lavora in
una provincia del Sud, «il fenomeno delle aziende in crisi che mettono in malattia i dipendenti, così a
pagare lo stipendio è l'Inps».
Proviamo a capire con i numeri
quanto sia verosimile questa ipotesi, premettendo che attualmente c'è un doppio regime: i dipendenti pubblici sono visitati da medici a contratto con le Asl, mentre
il privato è di pertinenza dell'Istituto nazionale di previdenza sociale. L'Inps non fornisce al momento statistiche aggiornate al
2014. Gli ultimi dati risalgono infatti al primo semestre del 2013,
ricavati dal «Quarto Rapporto di
coesione sociale», pubblicato alla
fine dell'anno scorso dall'Istituto
nazionale di previdenza sociale,
assieme a Istat e ministero del Lavoro. Ebbene, il numero dei certificati dimalattia presentati nei primi tre mesi dal 2011 al 2013 risulta
in crescita costante (da circa 3,8
milioni a oltre 4,2 milioni), mentre da aprile a giugno degli stessi
anni registra una sostanziale stasi, malgrado la disoccupazione
stia aumentando vertiginosamente. Dal mese di luglio dello scorso
anno nulla più da fonti ufficiali.
Una cosa è certa, come spiega Alfredo Petrone, segretario nazionale Settore Fimmg (Federazione
italiana medici di medicina generale)-Inps: la spesa per le indennità di malattia dell'Inps oscilla sempre intorno ai 2 miliardi di euro
all'anno ormai da tempo e non accenna a diminuire. Questo dato,
considerando la disoccupazione
in crescita costante, si traduce indirettamente in un maggior utilizzo di risorse pubbliche da parte di
aziende che, paradossalmente,
hanno meno personale. Segno
che qualcosa non va. O, meglio,
che il gatto si morde la coda.
«Il costo per le indennità di malattia per le casse pubbliche - sottolinea il medico partenopeo - è pari
a 2 miliardi all'anno e ogni aumento dell'assenteismo tra lo 0,1
e lo 0,2 per cento costa 100 milioni
di euro in più. La sensazione nei
primi mesi del 2014 è che ci sia stato più assenteismo, fenomeno
ora un po' inferiore rispetto a
qualche mese fa».
Petrone sottolinea poi l'importanza delle recenti conclusioni della
Commissione Affari sociali della
Camera: «Confermano quanto
sempre affermato con forza da
Fimmg e cioè l'utilità di un siste-
ma di controlli a contrasto dell' assenteismo e a tutela del cittadino
costretto ad assentarsi dal lavoro
per comprovate esigenze di salute. La Commissione - aggiunge ha confermato l'importanza di
quanto Fimmg chiede da anni,
cioè un polo unico della medicina di controllo sotto l'egida
dell'Inps, che affidi a un solo soggetto lo svolgimento della funzione di controllo dello stato di salute dei lavoratori in malattia, uniformando la disciplina che regola
i controlli sulle assenze del com parto pubblico e privato». A riguardo il segretario nazionale ricorda che il parere della categoria
è inserito nella proposta di legge
su «Disposizioni di semplificazione e razionalizzazione in materia
di medicina fiscale» che potrebbe
essere uno dei prossimi atti del governo e potrebbe contribuire a dare in tempi brevi certezze in particolare ai 1.400 medici di controllo
Inps che da un anno vivono uno
stato di precarietà professionale.
Antonio Centonze, medico
dell'Inps di Lecce, dal sit-in dice
che la categoria è in ginocchio:
«Praticamente siamo disoccupati, visto che veniamo pagati in base al numero delle visite. Se prima
di questi tagli facevamo circa
90-100 visite al mese, ora ne facciamo una ventina. Un danno notevole, non solo per le nostre tasche, ma anche per le casse dello
Stato, dal momento che l' assenteismo è un costo che pesa. Chiediamo, tra l'altro, una cosa fondamentale l'unificazione dei controlli delle malattie, sia per i dipendenti pubblici che per quelli privati». Petrone, che pur non avendo
organizzando la protesta a Roma
comprende i colleghi, taglia corto: «Ora il governo del fare faccia».
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La denuncia
I sanitari
a Montecitorio:
ci sono
aziende
che chiedono
ai dipendenti
di ammalarsi
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