Telegrafi e telegrafisti del Risorgimento

A
Cosmo Colavito
Telegrafi e telegrafisti
del Risorgimento
Storia delle prime comunicazioni elettriche in Italia
Prefazione di
Gabriele Falciasecca
Presentazione di
Stefano Ciccotti
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, /A–B
 Roma
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: maggio 
A Paula, Maria Helena, Francesco
Indice

Ringraziamenti

Prefazione
di Gabriele Falciasecca

Presentazione
di Stefano Ciccotti

Introduzione
Parte I
Gli Stati preunitari

Capitolo I
L’avvento del telegrafo
.. Le origini della telegrafia elettrica,  – .. Le tecniche telegrafiche,  – .. Elementi per un confronto,  – .. I cavi sottomarini, .

Capitolo II
Il primato della Toscana
.. Carlo Matteucci: Scienziato, Ingegnere e Manager,  – .. Vogliamo essere tutti soldati,  – .. La prima rete telegrafica in Italia,  – .. Apertura del servizio ai privati,  – .. Verso la fine del
Granducato, .

Capitolo III
Il servizio pubblico nel Regno Lombardo Veneto e nei Ducati
.. I telegrafi austriaci e l’Italia,  – .. Luigi Negrelli,  – .. Il sistema
Morse in Europa,  – .. I limiti dello sviluppo,  – .. I Ducati, .

Telegrafi e telegrafisti del Risorgimento


Capitolo IV
L’inserimento internazionale del Regno di Sardegna
.. Un inizio contrastato,  – .. Realizzazioni e controversie,  –
.. Il Cavo Mediterraneo,  – .. Il ruolo internazionale del Piemonte,  – .. La preparazione dell’Unità, .

Capitolo V
La grande rete delle due Sicilie
.. Uno strumento del potere sovrano,  – .. La rinuncia alla reale esclusiva,  – .. L’espansione della rete,  – .. La proiezione
internazionale,  – .. Un Regno al tramonto, .

Capitolo VI
I telegrafi pontifici tra scienza, business e benedizioni
.. Proposte e rinvii,  – .. I collegamenti con l’estero,  – .. La
linea longitudinale,  – .. Storie di vincoli e ostacoli,  – .. I
telegrafi nel “Patrimonio di San Pietro”, .
Parte II
L’unificazione

Capitolo VII
Le lotte per l’Unità
.. La preparazione,  – .. : il grande passo verso l’unità, 
– .. I Mille,  – .. Garibaldi trionfante,  – .. La campagna
d’Ancona e della bassa Italia,  – .. La transizione verso l’Unità, .

Capitolo VIII
I telegrafi italiani
.. L’unificazione telegrafica,  – .. I presupposti dello sviluppo, 
– .. Il balzo in avanti,  – .. I collegamenti sottomarini,  – .. La
sfida della qualità,  – .. Il mercato della telegrafia,  – .. Gli
eventi di fine quinquennio, .

Capitolo IX
La campagna del  e l’“obbedisco” di Garibaldi
.. La terza guerra d’Indipendenza,  – .. I telegrafi dei volontari, 
– .. L’“obbedisco” di Garibaldi,  – .. Una pace poco onorevole, .
Indice


Capitolo X
La conclusione del Risorgimento
.. Telegrammi e conflitti,  – .. La presa di Roma,  – .. L’annessione dei telegrafi pontifici, .

Capitolo XI
Il rilancio della telegrafia
.. Una svolta nella politica telegrafica,  – .. L’evoluzione della rete
e delle tecniche,  – .. Un “boom” di breve durata,  – .. L’Italia,
piattaforma mediterranea, .

Conclusioni
Annessi

Il telegrafo ad aghi di Magrini. Annesso 

I telegrafi toscani a quadrante. Annesso 

Un apparato portatile. Annesso 

Le pile. Annesso 

Le prime industrie di Telecomunicazioni a Milano. Annesso 

Gli apparati ad aghi in Piemonte. Annesso 

Il telegrafo Foy Breguet. Annesso 

I telegrafi Henley nel Napoletano. Annesso 

Una stazione Morse dello Stato Pontificio. Annesso 

Le macchine stampanti di Hughes. Annesso 

Il Pantelegrafo di Caselli. Annesso 

Il multiplatore Meyer. Annesso 

Indice

Bibliografia

Allegati (scaricabili on–line)
Ringraziamenti
L’Autore desidera ringraziare il Quadrato della Radio e il suo Consiglio Direttivo che, insieme alla Fondazione Guglielmo Marconi, hanno
sponsorizzato l’edizione cartacea del presente volume. Ringrazia in
particolare Stefano Ciccotti, Umberto de Julio, Gabriele Falciasecca,
Salvatore Improta e Carlo Giacomo Someda per l’incoraggiamento e
gli utili suggerimenti.
Un grazie speciale va al Direttore del Museo Storico della Comunicazione Renzo Romoli e a tutto il solerte personale del Museo,
per aver concesso di esaminare e fotografare gli apparati lì conservati
e a Carmelo Basso del Ministero dello Sviluppo Economico per la
collaborazione nello studio dei reperti.
Si desidera inoltre ringraziare P. Sabino Maffeo per le notizie fornite
sull’attività telegrafica di P. Angelo Secchi; Amedeo Ciaffone per le
ricerche su Luigi Negrelli effettuate presso il Technisches Museum di
Vienna; Salvatore Ganci per le informazioni sul telegrafo del Professor
Botto; Mr Bill Burns per aver concesso la pubblicazione delle figure
riguardanti il Cavo Mediterraneo; il personale dell’Istituto Storico e di
Cultura dell’Arma del Genio.
L’Autore è infine molto grato a Franco Grimaldi e Massimo Tomassani per l’aiuto fotografico.

Prefazione
Nello statuto della Fondazione Marconi è indicato in esplicito che tra i
compiti che essa deve svolgere vi è quello di incoraggiare le ricerche
storiche e scientifiche nel campo delle telecomunicazioni e curare che
le più interessanti di esse abbiano adeguata diffusione.
Appare dunque naturale che la Fondazione abbia offerto il suo
appoggio a questo bel libro di Cosmo Colavito, che è frutto di ricerche
accurate e meticolose su un argomento, come il telegrafo, che ha
avuto grandissima importanza nello sviluppo delle telecomunicazioni
moderne.
È infatti col telegrafo che la trasmissione di segnali, e dunque
di informazione, trova per la prima volta il suo vettore privilegiato,
l’elettricità. Si tratta di un salto di qualità straordinario rispetto alle
possibilità offerte dai sistemi prima disponibili, che ha anche posto
le premesse perché si potessero sviluppare in tempi successivi, ma in
rapida sequenza, il telefono e infine il telegrafo senza fili dove il vettore
diventa finalmente l’onda elettromagnetica che è oggi protagonista, in
forma libera o guidata, di tutti i sistemi di telecomunicazione.
Così, alla fine dell’Ottocento, la prima parte della rivoluzione tecnologica, iniziata col telegrafo, che ci ha donato le comunicazioni
elettriche, poté completarsi. Il secolo successivo vedrà dispiegarsi le
conseguenze pratiche di tutte queste intuizioni nelle modalità che
ancor oggi influenzano così pesantemente la nostra vita. A tutto ciò
partecipò Guglielmo Marconi, ricordato universalmente come inventore della TSF, ovvero della telegrafia senza fili, ma che poi diffuse
tante sue creature nella più vasta area delle applicazioni wireless. Una
ragione di più per avere interesse spiccato per l’argomento oggetto
del libro da parte della Fondazione.
Ma si sa, la storia delle telecomunicazioni di un paese si intreccia
sempre con la sua storia in generale, la sua economia, la sua cultura.
Ecco dunque che il lettore verrà a conoscenza di molti aspetti sviluppatisi in parallelo all’evoluzione ed all’uso del telegrafo. Aneddoti


Prefazione
curiosi, scorci di vita pubblica, interessi industriali, personaggi famosi
e non, popolano le pagine del libro di Colavito rendendone piacevole
la lettura al di là del contenuto tecnico.
Per questo eccellente risultato va anche tributato un caldo ringraziamento all’Associazione Quadrato della Radio, che, assieme alla Fondazione, ha promosso questa iniziativa. L’auspicio è che questo sforzo
non rimanga isolato. La Fondazione, infatti, ha pubblicato nel passato
diversi libri storici legati concettualmente fra loro ma non inquadrati
in un progetto editoriale complessivo come una collana. Questo libro
offre allora anche lo spunto per sviluppare questo progetto di cui
potrebbe costituire il numero zero.
In conclusione, complimenti all’autore e buona lettura
Gabriele F
(Presidente Fondazione Guglielmo Marconi)
Presentazione
Il Quadrato della Radio è una libera associazione di persone nata
nel  con lo scopo fondamentale di contribuire allo sviluppo
e il progresso delle telecomunicazioni in Italia, nella convinzione
che queste rappresentino un efficace strumento per conseguire una
sempre più civile convivenza fra gli uomini, migliorando la qualità
della loro vita.
L’attività principale dell’Associazione si realizza attraverso una serie
di iniziative per favorire lo sviluppo dell’ICT in Italia, rappresentate in
particolare da convegni su temi di importanza strategica e approfondimenti culturali su temi di pressante attualità, coordinate da gruppi di
studio cui partecipano e contribuiscono gli stessi soci e esperti esterni
per capire, informare e proporre soluzioni.
Una parte importante del lavoro dell’Associazione è anche quella di
promuovere studi e ricerche tendenti ad approfondire le conoscenze
sulla storia delle Telecomunicazioni nel nostro Paese, per custodirle e
valorizzarle. Il presente volume trae origine proprio da una giornata
di studio, svoltasi a Torino, con la collaborazione dei Laboratori di
Telecom Italia, nell’ambito delle celebrazioni per il ° anniversario
dell’Unità, con il titolo: L’unità d’Italia: dal filo del Telegrafo all’etere
ottico, tenutasi nel settembre del .
Nel corso di quella giornata, Cosmo Colavito ha presentato una
memoria intitolata Il telegrafo per l’unità d’Italia, in cui si riassumevano i risultati delle ricerche da lui svolte sul tema. Il grande interesse
suscitato in quell’occasione ha spinto l’Associazione a promuoverne
un ulteriore approfondimento, che si è realizzato attraverso la preparazione di questo volume di cui il Quadrato della Radio ha deciso
di sollecitare la pubblicazione e sponsorizzare l’edizione in forma
cartacea, anche con l’aiuto della Fondazione Guglielmo Marconi.
Uno degli obiettivi del volume consiste, infatti, nel porre in luce
l’opera svolta e l’apporto originale allo sviluppo della tecnica telegrafica da parte di scienziati e tecnici italiani, alcuni dei quali erano, fino


Presentazione
ad ora, noti per le loro attività in altri settori o poco conosciuti, se non
addirittura dimenticati.
Più in generale, gli intenti del libro non sono limitati alla semplice
descrizione delle tecniche utilizzate, nel nostro Paese, per la nascita e lo sviluppo della prima forma di Telecomunicazioni costituita
dalla telegrafia elettrica, inquadrandola nell’ambito delle vicende risorgimentali. L’Autore si propone, infatti, di indagare anche intorno
all’impatto esercitato dall’impiego del telegrafo negli affari di Stato,
nei rapporti diplomatici, sul corso degli eventi bellici, sulla diffusione
delle informazioni e, in definitiva, su alcuni rilevanti eventi di quel
periodo storico.
Il libro sviluppa quindi, due temi interconnessi, costituiti il primo
dalla illustrazione della nascita dei telegrafi italiani, della loro progressiva diffusione, delle sfide e delle opportunità poste alla Telegrafia
a seguito dell’unificazione nazionale, e il secondo dalla correlazione tra comunicazioni telegrafiche e storia del Risorgimento, con
l’illustrazione anche di “episodi telegrafici” finora poco noti.
Gli argomenti tecnici sono sviluppati sulla base di analisi delle fonti
archivistiche, di documenti e testi dell’epoca e corredati dalla pubblicazione di particolari e documenti in parte inediti, con costante
riferimento alle situazioni politiche ed economiche nell’Italia dell’epoca. L’Autore ha inoltre individuato una precisa collocazione storica per
molti apparati telegrafici conservati presso il Museo Storico della Comunicazione di Roma, illustrandone il funzionamento e contribuendo
così meritoriamente alla loro riscoperta
Dal legame tra aspetti tecnici e storici emerge un racconto piano e
accessibile, anche per i non tecnici, da cui possono trarsi una varietà di
stimoli culturali e di idee da sviluppare anche in chiave interpretativa
della presente realtà, non soltanto nelle Telecomunicazioni.
Complimenti all’Autore e molte grazie per il lavoro svolto, a nome
del Quadrato della Radio.
Stefano C
(Presidente del Quadrato della Radio)
Introduzione
Non parvi che il telegrafo abbia anch’esso la
sua poesia? Quello stile reciso, a spinte, anelante, è veramente quello che conviene a questa inverosimile spedizione (dei Mille). Colui
che non la (de)scrive coi telegrammi non sa
proprio quel che si fa.
A, Garibaldi e la conquista delle Due
Sicilie raccontata da un testimone oculare∗
L’Internet del Secolo XIX?
La Telegrafia elettrica è la prima forma di comunicazione “quasi istantanea” basata sulla trasmissione di segnali elettrici e, come tale, può ritenersi la progenitrice delle odierne Tecnologie della Comunicazione
e dell’Informazione, note con l’acronimo ICT.
La rete telegrafica è costituita fisicamente da apparati trasmittenti
e riceventi collegati mediante fili conduttori. I segnali trasmessi sono
di tipo numerico detto anche digitale, perché formati dalla presenza o
assenza della corrente elettrica nel collegamento rappresentabile per
esempio mediante le cifre  e . Una delle principali differenze rispetto
alle odierne comunicazioni digitali sta nella velocità di trasmissione
dei segnali che, nel caso della telegrafia, è inizialmente di pochissimi
impulsi al secondo.
Questa velocità, esigua a fronte di quanto si ottiene con le odierne
tecnologie , ha tuttavia consentito la trasmissione delle informazioni
in tempi molto più brevi se paragonati, ad esempio, a quelli richiesti dalle altre forme di comunicazione disponibili all’epoca come la
∗
A, Garibaldi e la conquista delle Due Sicilie raccontata da un testimone oculare,
Ed. Santi Serraglini. Livorno , pp. –.
. La velocità di trasmissione si esprime mediante il numero di impulsi o bit trasmessi
in un secondo. Nelle fibre ottiche odierne si raggiungono velocità di migliaia di miliardi di
bit al secondo.


Introduzione
corrispondenza postale, che pur iniziava a utilizzare i nuovi mezzi di
trasporto ferroviario e navale .
La Telegrafia elettrica ha perciò determinato un cambiamento
epocale, con profonde trasformazioni nel modo di condurre le relazioni politiche e diplomatiche, gli affari commerciali e finanziari, le
operazioni belliche, la diffusione delle notizie, ecc. Le innovazioni
introdotte in numerosi settori delle attività umane autorizzano a inserire la tecnica telegrafica tra le tecnologie denominate dirompenti
perché creatrici di nuove esigenze e quindi di nuovi mercati .
Grazie a questa forza innovatrice, la rete telegrafica ha assunto gradualmente, nella seconda metà del secolo XIX, dimensioni mondiali,
così come accaduto per le reti odierne basate sulle tecnologie dell’ICT,
contribuendo a creare unitamente allo sviluppo dei trasporti terrestri
e marittimi, una prima forma di globalizzazione.
Un risultato così clamoroso è stato ottenuto a costo di sforzi tecnici
e di sacrifici economici enormi, tesi a estendere le comunicazioni
su distanze sempre maggiori, attraversando monti, deserti e oceani,
con strumenti tecnologici, alla luce delle conoscenze odierne, molto
limitati. Basta pensare che all’epoca non si aveva, tra l’altro, nozione
della reale natura dell’elettricità. Non si può quindi non provare ammirazione per quelle imprese, alcune delle quali avvenute anche in
Italia, sono ricordate nei capitoli seguenti.
Le caratteristiche innovative della Telegrafia elettrica, valorizzate
fino al punto di sostenere che l’impatto differenziale esercitato sulle
attività umane è stato equivalente, se non addirittura maggiore, dell’odierna Internet, hanno indotto lo scrittore inglese Tom Standage a
coniare per essa la denominazione di “Internet dell’Era Vittoriana” .
. Alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento una lettera da Londra a Bombay
impiegava circa un mese. I tempi della corrispondenza postale tra le città italiane variavano
da alcuni giorni a intere settimane. Negli Stati Uniti, il Pony Express ridurrà nel  a
poco più di  giorni il tempo di trasmissione di una lettera dalla costa atlantica a quella
pacifica.
. Secondo Clayton M. Christensen, una disruptive technology contribuisce a creare un
nuovo mercato, sostituendo una tecnologia già affermata (il primo articolo sul tema è
pubblicato nella Harvard Business Review del gennaio febbraio , coautore Joseph L
Bower, col titolo: Disruptive technologies: catching the wave). Il termine è sostituito nelle pubblicazioni più recenti con disruptive innovation Le tecnologie rivoluzionarie o evoluzionarie
contribuiscono invece a sostenere i mercati esistenti.
. T. S, The Victorian Internet: The Remarkable Story of the Telegraph and the
Introduzione

Ci si può domandare se e in quale misura questa definizione e altri
termini giornalisticamente molto efficaci come “la madre di tutte le
reti” si attaglino alla tecnica telegrafica, in quanto corrispondenti alla
reale portata delle innovazioni introdotte.
La risposta alla questione posta pocanzi richiede un approfondimento della natura e della storia della Telegrafia, tra l’altro molto
diversa nell’Europa continentale e in Italia rispetto agli Stati Uniti e
all’Inghilterra.
Ad esempio, un fattore essenziale per l’efficacia innovativa del
Telegrafo è costituito dall’apertura del servizio alla corrispondenza
privata che ha visto la luce in tempi e con modi diversi nei Paesi sopra
citati .
In Inghilterra e negli Stati Uniti, le prime stazioni per le comunicazioni tra privati sono aperte nella prima metà degli anni Quaranta
dell’Ottocento, mentre nell’Europa continentale si deve attendere
l’inizio degli anni Cinquanta perché i privati possano usufruire del
servizio telegrafico. Ciò avviene progressivamente anche negli Stati
preunitari italiani che sono, contestualmente, interconnessi tra loro
e con gli altri Paesi europei, nei modi e nei tempi descritti in questo
libro.
Inoltre nell’Europa continentale, i dispacci privati restano svantaggiati rispetto a quelli di Stato sia perché questi ultimi usufruiscono di
trattamento prioritario anche nelle comunicazioni internazionali, sia
per la dislocazione delle stazioni che spesso coincidono con Palazzi
del Governo, Regge o sedi dei Ministeri, mentre i privati devono raggiungere con i propri mezzi i pochi uffici telegrafici aperti al pubblico,
spesso unici anche nelle grandi città, specie durante la fase iniziale di
diffusione del servizio.
La mancanza, ai due estremi della filiera di comunicazione elettrica,
di quello che oggi chiamiamo l’ultimo miglio viene in parte superata soNineteenth Century’s On–Line Pioneers, Walker & Co., New York .
. Prima dell’impiego per la corrispondenza privata, la telegrafia elettrica era usata
come ausilio alla gestione del traffico ferroviario, soprattutto per evitare incidenti sulle
linee nella maggior parte a binario unico e per la trasmissione dei dispacci di Stato. A
quest’ultimo fine, era dedicata la telegrafia aerea detta anche ottica o visuale sorta in
Francia durante la grande Rivoluzione e rimasta per decenni al solo servizio dei Governi
e dalle Pubbliche Amministrazioni, fatta eccezione per la trasmissione delle quotazioni
borsistiche.

Introduzione
prattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, ove molti grandi utenti come
giornali, banche, opifici, si dotano di circuiti privati che li collegano
tra loro o alla rete pubblica. Soluzioni di tal fatta sono meno frequenti
nei Paesi del Continente europeo, compresa l’Italia preunitaria e post–
unitaria, ove vige uno stretto monopolio di Stato e l’esercizio delle
comunicazioni telegrafiche al di fuori della rete pubblica, è di norma
concesso solo alle Ferrovie.
Un altro condizionamento di cui risente la Telegrafia nella fase
iniziale di espansione è rappresentato dalle limitate lunghezze di tratta che, insieme alla frammentazione politica dell’Italia preunitaria,
rendono necessaria la trascrizione e ritrasmissione dei messaggi, con
conseguenti errori e ritardi alla consegna talvolta di intere giornate.
Queste e altre limitazioni alla libera fruizione del servizio da parte
dell’utenza privata e al flusso del traffico telegrafico nell’Italia preunitaria e post–unitaria giustificano l’interrogativo sull’accostamento della
Telegrafia alla odierna Internet e si evincono dalla lettura dei capitoli
seguenti ove, d’altra parte, vengono evidenziati i numerosi meriti
del servizio telegrafico, che ha indubbiamente favorito il progresso
economico e culturale del nostro Paese.
Telegrafia e Risorgimento
La possibilità offerta dalla Telegrafia di instaurare relazioni dirette
e in tempo quasi reale tra Capi di Stato, Cancellerie, Comandanti
degli Eserciti, ecc. fa sorgere la speranza di una più facile soluzione
delle crisi internazionali. Questa speranza è espressa in numerose
occasioni da regnanti, uomini politici e giornalisti ed è diffusa nella
pubblica opinione. Nel messaggio del Presidente degli Stati Uniti alla
Regina Vittoria, trasmesso attraverso il cavo transatlantico rimasto in
funzione durante pochi giorni dell’agosto del , si legge fra l’altro:
Possa essere il cavo atlantico, un legame di pace perpetua fra le nazioni
e uno strumento della Divina Provvidenza per diffondere la religione, la
civilizzazione, la libertà e la legge.
. Le speranze riposte nel decisivo contributo del telegrafo alla pace mondiale sono
espresse ripetutamente da autorevoli quotidiani, come per esempio il Times di Londra, in
occasione dei primi collegamenti transatlantici.