TORINO Così le Regioni si contendono il business del malato

12 45 67 18
LA STAMPA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .45
Il caso
il caso
“Per curare
mio figlio
vado a Milano”
ALESSANDRO MONDO
usiness is business.
E se si tratta di pazienti, cioè di persone con problemi di
salute, il profitto è
assicurato. Dietro i dati forniti
dall’assessorato regionale alla
Sanità sulla «mobilità passiva»,
cioè sui piemontesi che scelgono
di farsi curare in altre regioni,
c’è questa realtà. Domanda e offerta: la domanda di chi punta al
meglio, per sè e per i propri cari,
e l’offerta sanitaria sempre più
agguerrita delle regioni pronte
ad accaparrarsi i pazienti dei
concorrenti.Unavocedientrata
importante, specialmente alla
luce dei tagli dei trasferimenti
statali, e quindi una lotta senza
quartiere, combattuta prevalentemente ai confini.
B
Pazienti in uscita
Nonacaso,ilprincipale«competitor» del Piemonte - alle prese
con una emorragia di malati che
si ripercuote sui bilanci, oltre
che sull’immagine del nostro sistema sanitario - è la vicina e ricI CONFRONTI
Il principale competitor
del Piemonte
resta la Lombardia
ca Lombardia. In quest’ottica
nemmeno il blocco del turn-over
del personale deciso dalla giunta-Cota nel tentativo di far quadrare i conti, con probabili ricadute sul volume e sulla qualità
delle prestazioni, basta per spiegare il fenomeno.
Le cause dell’esodo
Il direttore dell’assessorato Fulvio Moirano, impegnato con Antonio Saitta anche su questo
fronte, ne individua altri: «Sicuramente la Lombardia si è resa
concorrenziale tramite una rete
di strutture private accreditate.
Allo stesso modo, i primariati
scoperti nei nostri territori di
confine, una quindicina ad Alessandria e pochi di meno a Novara, non aiuta. Anche la qualità
delle strutture ospedaliere, in
termini di tecnologie e di qualità
edilizia, fa la differenza».
Il problema è rendersi «attrattivi», contenendo l’esodo dei
propri pazienti e assorbendone
dall’esterno. In caso contrario,
per ogni piemontese seguito da
una struttura oltreconfine, pubblica o privata accreditata, il Piemonte dovrà rimborsare un
«tot» alla regione di turno. «E
poco importa se la “tariffa unica
convenzionale” è uguale da re-
Conti in rosso
La progressiva riduzione dei trasferimenti statali spinge le Regioni a sopperire assorbendo i pazienti di altre: i rimborsi ottenuti
dai territori di provenienza sono diventati una significativa voce di entrata per i bilanci.
Così le Regioni
si contendono
il business del malato
Strategie e trucchi per guadagnare pazienti
ha
detto
«La concorrenza
tra le Regioni
è fisiologica,
dobbiamo reagire»
gione a regione - aggiunge Moirano -: sono sempre soldi in uscita.
Intendiamoci: nella concorrenza
da parte di altre regioni non c’è
nulla di scandaloso, è fisiologica».
Regioni concorrenti
«La distribuzione
dei nostri primari
nelle zone di confine
non è omogenea»
Una guerra senza quartiere, si
premetteva, giocata dalle regioni
sfruttando i propri punti di forza e
le debolezze degli «avversari»:
comprese quelle geografiche. Da
questo punto di vista il Piemonte,
più isolato, ha certamente meno
chance rispetto alla Lombardia.
Né aiuta il piano di rientro del debito sanitario al quale è sottoposta
la nostra regione, unica tra quelle
del Nord, con i vincoli del caso.
Fulvio Moirano
Malati contesi
Altri elementi pesano sullo scac-
chiere nazionale: dalla reputazione dei primari alla capacità di presidiare i territori di confine con
una batteria di strutture pubbliche e private in grado di drenare
pazienti alle regioni vicine. Magari
dotandole di tecnologie all’avanLE STRANE INTESE
Accordi di non belligeranza
per regolare i flussi
nei territori di confine
guardia per moltiplicarne l’«appeal» verso i «clienti».
Le strategie
Le strategie per contendersi i
pazienti - una partita tra regioni
e regioni ma anche tra ospedali e
ospedali e tra primari e primari -
Sulla Stampa
Il Piemonte sconta la
concorrenza di altre regioni: molti pazienti scelgono
di farsi curare altrove.
1
si diversificano da un capo all’altro della Penisola. Non ultima,
quella di aprire ambulatori in zone oltreconfine, caratterizzate
da una scarsa offerta sanitaria,
per fidelizzare nuovi clienti da
orientare a tempo debito verso i
«propri» ospedali.
Gli accordi
Guai a generalizzare. Ma i protocolli d’intesa stipulati tra regioni
confinanti per regolare i flussi dei
pazienti, senza violare il diritto
della gente a farsi assistere dove
crede,dimostranoilfenomeno:veri «accordi di non belligeranza»,
peraltro previsti dal Patto della
Salute. Come quello stipulato tra
Piemonte e Valle d’Aosta e, prossimamente, tra Piemonte e Lombardia. Qualcosa vorrà pur dire.
Eccesso di offerta
IL PIANO PRESENTATO IN GIUNTA
L’aumento del ricorso alla
pratica della cremazione da
parte dei piemontesi spinge i
privati a chiedere
l’autorizzazione per costruire
nuove strutture nella regione.
“Troppi crematori sottoutilizzati”
La Regione fissa nuove regole
Il Piemonte
conta 12 impianti
Arrivano le regole
per la gestione
Il tema non è dei più allegri.
Ma anche in questo caso il
piano predisposto dall’assessorato regionale alla Sanità
punta ad un obiettivo preciso:
garantire la sostenibilità economica degli impianti, regolare la concorrenza, evitare che
un eccesso di concorrenza falsi il mercato attraverso la rincorsa al ribasso delle tariffe.
«Questione innanzitutto etica», precisano dagli uffici di
corso Regina Margherita. Ma
anche molto pragmatica, dato
che si tratta di dare senso compiuto agli investimenti sui crematori fatti in passato con finanziamenti pubblici sulla base
di un ammortamento calcolato
per un certo numero di anni.
Troppi impianti
Il perimetro è quello dei crematori piemontesi: tanti, troppi,
già realizzati o in fase di realizzazione sulla base di un «business» - l'aumento del ricorso alla cremazione - che ha convinto
anche i privati. In base all’ultimo censimento, giugno 2014, la
«Niente nome, mi basta che il
caso venga segnalato». Francesca, la chiameremo così, è
mamma di un bambino di 10
anni che da tempo soffre di
una forma di congiuntivite
molto seria: dalla primavera,
con un crescendo nei mesi
estivi, i suoi occhi diventano
gonfi, soffre di prurito e fotofobia intensissimi. Il problema riguarda 350 piccoli in tutto il Piemonte.
Il termine medico della patologia - una malattia pediatrica cronica, invalidante nella vita quotidiana - non è rilevante. È rilevante il fatto che
per affrontare il problema
Francesca e il marito debbano
rivolgersi a una struttura sanitaria pubblica di Milano:
«Da quindici anni numerosi
ospedali pediatrici italiani
trattano con successo i giovani pazienti grazie ad un collirio preparato al loro interno a
base di un immunosoppressore. In Italia viene prescritto
da team di allergologi pediatrici e oculisti che seguendo
protocolli consolidati, previa
valutazione generale dello
stato di salute dei bambini e
con l’accompagnamento di
controlli ematochimici prima
e durante la cura, permettono
ai pazienti di condurre una vita quasi normale».
L’assunzione del farmaco
dev’essere periodicamente
monitorata. «In Piemonte alcuni oculisti effettuano una
presa in carico dei malati, limitatamente alla loro disciplina, prescrivendo il collirio
come preparazione galenica
ma senza poter verificare
eventuali reazioni sistemiche
al prodotto - spiega la signora
-. Noi abbiamo scelto di far
curare nostro figlio, come
molti altri genitori piemontesi, fuori regione». Fuori regione perché in Piemonte
manca un ambulatorio di riferimento: «Eppure non servono macchinari particolari.
Bastano un oculista e un allergologo pediatrico, competenti e motivati, disposti a lavorare insieme».
In attesa che anche in Piemonte venga aperto un day
hospital per questa patologia,
Francesca e il marito devono
sottoporsi insieme al loro figlio al «pendolarismo sanitario», con i costi e i disagi immaginabili. Un caso concreto
di mobilità passiva. [ALE.MON]
nostra regione ne conta 12: 9 impianti, con 15 linee in totale, già
in esercizio e altri 3, con una linea ciascuno, di prossima attivazione a Biella, Asti, Valenza.
Di questi impianti, 7 su 12 sono
idonei alla cremazione di casse
di zinco e 5 su 12 alla cremazione
di resti mortali in presenza di
apparecchi elettromedicali.
Tutti risultano provvisti della
struttura per il commiato e tutti
funzionano a gas metano. Particolare non trascurabile: stando
ai dati forniti dalla Regione nessuno lavora a pieno regime,
compreso quello di Torino. Il
quadro è completato dall’aumento delle cremazioni: più
100% l’incremento di quelle ef-
REPORTERS
fettuate in Piemonte negli ultimi quattro anni; più 15% l’aumento del 2013 sul 2012.
zione su quelli esistenti, si inserisce in queste coordinate.
Nuovi criteri
Il piano
Il «Piano regionale di coordinamento per la realizzazione
di nuovi cimiteri e crematori»
seguito dall’assessore Saitta,
valido per i nuovi impianti e
per gli interventi di manuten-
I criteri fissati sono sostanzialmente quattro: una «produzione» di almeno 1.200-1.300 cremazioni l’anno per impianto o per linea; il bacino di riferimento, che
deve prevedere per il nuovo crematorio almeno 5 mila decessi
l’anno (equivalente ad una popolazione di circa 500 mila abitanti); una distanza minima di almeno 50-70 chilometri da un altro
impianto (tranne che per le Città
Metropolitane); l’installazione in
cimiteri situati in zone metanizzate per contenere l’inquinamento atmosferico. Insomma: nuove
regole per ottimizzare l’utilizzo
delle strutture esistenti e regolare l’arrivo di quelle nuove.
Prevedibili le resistenze: nella Conferenza tra la Regione e
le autonomie locali, incaricata
di esaminare il piano già comunicato in giunta da Saitta, e poi
in Consiglio regionale per il via
libera della delibera. Una stra[ALE.MON]
da tutta in salita.
12
40 .Alessandria e provincia
STAMPA
.LA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
gg Dossier/Sanità
g
Primi in Piemonte per malati “in fuga”
Le cure “extraregione” costano all’Asl quasi 60 milioni, pazienti diretti soprattutto in Lombardia
MAURO FACCIOLO
ALESSANDRIA
Quasi 8500 persone abitanti
in provincia di Alessandria,
lo scorso anno, hanno scelto
di farsi curare fuori dal Piemonte e sono state ricoverate
in ospedali di altre regioni.
Con un costo per l’Asl di quasi
37,9 milioni di euro. Somma
che sale a 59.798.158 euro se
si considerano anche i ricoveri in day hospital (3063), le
prestazioni di medicina generale (41.787), quelle di specialistica ambulatoriale (oltre
374 mila), l’acquisto di farmaci, i trasporti in ambulanza e
le cure termali (quasi 68 mila
prestazioni). Una cifra elevata. Tanto da far balzare la
provincia al primo posto in
Piemonte in quella che tecnicamente viene definita mobilità passiva, cioè la «migrazione» di pazienti fuori dai
confini regionali. E che contribuisce a far crescere il deficit della sanità. In base alle
cifre diffuse dalla Regione,
scite di Tortona al San Giacomo di Novi. Come infatti sottolineano i difensori dell’ospedale tortonese, questo non ha fatto altro che incrementare ulteriormente il ricorso a strutture
lombarde per i parti.
A Novi, invece, oltre che alla
Lombardia (1052 casi) si guarda alla Liguria (878). Alla Lombardia si rivolgono pure molti
pazienti di Alessandria: 1160 su
1945 casi di mobilità passiva.
Ma c’è un modo per mantenere in provincia pazienti che
invece preferiscono farsi curare altrove? «Certo - risponde
un primario -: occorre puntare
sull’eccellenza, su servizi e prestazioni che davvero fanno la
differenza rispetto ad altri
ospedali». Proprio a Tortona
c’è chi cita come esempio in
questo contesto l’Unità di Senologia. Resta da capire, nell’ambito della riorganizzazione
della rete ospedaliera, come
potrà essere attuata una politica di eccellenza dei reparti e di
loro valorizzazione: con i tagli
attuati e previsti, commentano
gli scettici, forse la rimonta sarà problematica.
La sanità
piemontese
paga cara
la scelta
di tanti
cittadini
che scelgono
di curarsi
in strutture
fuori
regione
Vaccino antinfluenzale
«Inprovincianoncisonorischi»
gg Dossier/I nodi dell’assistenza
Pazienti in fuga
in Piemonte) non sono stati
distribuiti attraverso l’Asl
confezioni di vaccino antinfluenzale Flaud di cui è stato
temporaneamente sospeso
l’utilizzo dopo il decesso di alcuni pazienti. Le dosi messe a
disposizione dall’Asl attraverso i Distretti sanitari e i
medici di famiglia sono oltre
60 mila, ma riguardano un altro vaccino, denominato
Agrippal. Lo segnala la direzione regionale Sanità, settore Prevenzione. «L’attività di
vaccinazione antinfluenzale
prosegue regolarmente» si
sottolinea in Regione. Ad
Alessandria, al Servizio sovrazonale di epidemiologia, fanno capo i dati sull’influenza:
attualmente vengono registrati 1,9 casi per mille abitanti, ritenuti sotto la soglia
di attenzione.
CASI
SPESA IN EURO
1.268.977
248.804.784
Asl
Vercelli
Asl
Novara
739.320
43.133.846
Asl To1
Asl
VCO
331.087
22.331.590
Asl To3, Collegno, Rivoli,
Orbassano, Giaveno e Susa
Asl To4, Canavese
e valli di Lanzo
655.448
17.004.431
Asl
Biella
Asl
Alessandria
1 In provincia (e neppure
I chirurghi austriaci in sala operatoria
Fra le eccellenze della sanità
alessandrina c’è la chirurgia
robotica. Pioniere in questo
capo (a partire dal 2005) è
stato il dottor Giuseppe Spinoglio. Ora il suo lavoro viene
continuato da quelli che furono i suoi collaboratori della
Chirurgia generale. E Alessandria dal 2010 è diventata
un punto di riferimento anche per chirurghi di vari Paesi europei, che proprio in città si accostano per la prima
volta (oppure perfezionano)
alle tecniche di questo tipo di
interventi. Così, dopo che a
metà settimana erano arrivati tre chirurghi dell’ospedale di Wels, in Austria, ieri è
stata la volta di due chirurghi
inglesi, i dottori Deep J. Mad-
Torino centro
235.580
15.111.399
Asl
Cuneo
276.369
14.015.338
Asl To2
431.690
13.619.775
Asl
Asti
168.855
13.328.961
Asl TO5, Chieri, Carmagnola,
Moncalieri, Nichelino
Torino città
199.288
12.330.804
192.905
11.060.017
112.971
9.196.125
129.351
7.227.891
Asl
Alba
e Bra
76.922
5.347.120
Sanità, malati in fuga verso altre regioni
Aumenta il numero dei piemontesi che scelgono di farsi assistere altrove: il record è detenuto dalla Lombardia
Il fenomeno prosciuga le risorse della Regione: dai 2,9 milioni persi nel 2011 ai meno 50 previsti quest’anno
de e Giuseppe Garcea, dell’ospedale di Leicester, specialisti in chirurgia epato-bilio-pancreatica. I dottori austriaci sono venuti ad Alessandria invece per affinare la
loro conoscenza dell’utilizzo
del robot chirurgico negli interventi sui tumori al colon e
al retto. «Una tecnica - spiega
il dottor Fabio Priora, responsabile della Chirurgia che è stata messa a punto
proprio nel nostro ospedale».
Lo stesso Priora e il dottor
Luca Lenti, anch’egli specializzato in chirurgia robotica,
vanno anche loro in trasferta
in altri ospedali europei: lo
fanno però nella veste di «tutor», per seguire i colleghi
nella preparazione.
[M. FA.]
RICERCA
Ieri su La Stampa
“Protesi” per il cranio
in materiale plastico
ALESSANDRO MONDO
LOMBARDIA
Ci sono dinamiche che si comprendono partendo dai numeri.
Nel 2015 l’obiettivo tassativo
della Sanità piemontese, vigilata dal ministero e soggetta al
piano di rientro del debito, sarà
contare esclusivamente sui trasferimenti statali: 8 miliardi.
Non un euro dalla Regione. Di
più: un centinaio di milioni dovrà essere risparmiato e reinvestito in nuove tecnologie, oltre
che nell’edilizia sanitaria, per
rendere il comparto più moderno, efficiente, concorrenziale. In
una parola: al passo con i tempi.
Conti fuori controllo
È la stessa Sanità che nel 2013,
dal confronto tra gli incassi della mobilità attiva e le spese della
mobilità passiva, ha registrato
un saldo negativo di 30 milioni.
Quest’anno la cifra salirà a -50.
Nel 2011 era di -2,9 milioni. Dove
per «mobilità attiva» si intendono i pazienti di altre regioni che
vengono a farsi curare in Piemonte, il quale si vede rimborsare i costi delle prestazioni dal
sistema sanitario della Lombardia, piuttosto che del Veneto,
dell’Emilia o della Toscana. La
«mobilità passiva», invece, rimanda ai piemontesi che scel-
64.158.102
157.875.552
-93.717.450
PROV. BOLZANO
PROV. TRENTO
256.265
589.617
-332.352
227.075
362.188
-135.113
FRIULI V. G.
1.019.010
946.063
72.947
Incasso pazienti
in entrata
Spesa pazienti
in uscita
Saldo
13.220.453
5.774.006
7.446.447
VENETO
3.228.203
5.932.636
-2.704.433
EMILIA
ROMAGNA
Le verità
scomode
in corsia
5.575.603
14.957.129
-9.381.525
SEGUE DA PAGINA 47
Incassi
e spese
MARCHE
1.318.267
852.151
466.116
(anno 2013)
UMBRIA
844.112
577.774
266.338
LIGURIA
ABRUZZO
52.851.243
33.966.237
18.891.759
TOSCANA
5.326.979
7.264.554
-1.397.575
2.209.930
784.079
1.425.852
LAZIO
Centimetri
LA STAMPA
5.190.114
3.501.257
1.688.857
IL FENOMENO
Riguarda anche Torino,
non soltanto
le province di confine
Cara
Torino
LUIGI LA SPINA
VALLE D'AOSTA
SARDEGNA
MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
n Piemonte, dal 2012 ad
oggi, si è constatato un
andamento paradossale: i tagli del personale avvenuti nella sanità pubblica piemontese non hanno
fatto scendere i costi complessivi del settore, perché
hanno finito per ridurre la
produzione, per usare un
termine aziendalistico non
certo gradevole visto che
si parla di cure e non di un
qualsiasi mercato, ma utile
per capire la realtà. Così,
negli ultimi anni, la spesa
della sanità in Piemonte è
salita a 95 milioni di euro,
ma è aumentata anche la
mobilità dei pazienti che
risiedono nella nostra regione, i quali non hanno
giudicato sufficiente la
quantità e la qualità del
servizio offerto e si sono ri-
I
La classifica piemontese delle Asl in base ai dati
sulla mobilità passiva dei
pazienti.
1
Serena Autieri e Gigi D’Alessio in visita al Borsalino
Anche altre protesi sono realizzate con il Poli
“Casa Amica, una struttura incredibile”
«Una struttura incredibile».
Parola di Serena Autieri.
L’attrice e show girl ieri sera,
prima dello «Spettacolo di
Natale» per la Fondazione
Uspidalet, ha visitato con il
pianista e compositore Alberto Pizzo la Casa Amica realizzata all’interno del centro
di riabilitazione Borsalino.
Accanto a lei Gigi D’Alessio:
anch’egli poi protagonista del
concerto all’Alessandrino
(con gli Zerodata, i Perturbazione, Nathalie e anche Riccardo Schiara) per raccogliere fondi proprio per il progetto Casa Amica. La Autieri e
Gigi D’Alessio hanno firmato
autografi e si sono intrattenuti cordialmente con i degenti, facendosi fotografare
con loro.
[M. FA.]
Da Austria e Inghilterra
per la chirurgia robotica
In corsia
Nel 2013 i ricoveri in
altri ospedali sono stati
8482 e 3063 i casi
di Day hospital
nel 2014 il saldo fra mobilità
passiva e mobilità attiva (cioè
coloro che invece vengono in
Piemonte per farsi curare)
sarà infatti negativo per circa
50 milioni di euro.
Alessandria è in testa alla
classifica della mobilità passiva, seguita da Novara (oltre
43 milioni la spesa): non a caso, sono due province di confine, dove storicamente c’è
un utilizzo di strutture sanitarie magari lontane solo pochi chilometri ma già fuori
regione.
La direzione dell’Asl su
questi nuovi dati economici
regionali non rilascia commenti.
Secondo dati che erano
stati diffusi la scorsa estate, è
il Tortonese a fare la parte
del leone con la Lombardia:
2528 casi su 2918 scelgono
ospedali o cliniche di Milano
o di Pavia per farsi curare o
operare. Un fenomeno destinato a crescere alla luce del
trasferimento del Punto na-
ECCELLENZE
FEDERICA CASTELLANA
Serena Autieri e Gigi D’Alessio hanno visitato la Casa Amica e si sono intrattenuti con i degenti
Industria, Università e ospedale alessandrini insieme nella ricerca scientifica e per la
realizzazione di tecnologie destinate al settore medicale. In
questo caso, il lavoro comune
ha avuto come obiettivo la
creazione di «fissatori cranici» - denominati «NtCranial»
-, innovativi dispositivi in plastica destinati a pazienti che
hanno subito interventi neurochirurgici che implicano
l’apertura della scatola cranica. L’ambizioso progetto che
ha dato vita agli «NtCranial» oggi divenuto brevetto internazionale -, è uno dei frutti del
lavoro svolto in sinergia fra
Consorzio Proplast - realtà
fondata dal Gruppo Guala e finanziata con il contributo della Fondazione CrAl -, Politecnico di Torino sede di Alessandria e Azienda ospedaliera alessandrina. Dopo una fa-
se di sperimentazione durata
alcuni anni, i risultati ottenuti
dagli «NtCranial» sono stati
presentati in occasione della
Terza Giornata della Ricerca
tecnico-scientifica. L’idea di
creare nuovi «fissatori cranici» nacque 5 anni fa con l’intento di intrecciare le competenze territoriali alessandrine nel settore delle materie
plastiche e i bisogni di nuovi
dispositivi da mettere a disposizione dei medici. Si tratta di
una sorta di «tassello cranico» che viene applicato in più
punti a conclusione di un intervento neurochirurgico e
che consente all’opercolo cranico di aderire perfettamente
e così recuperare la posizione
originale. Il dispositivo, applicabile con estrema facilità,
consente di abbreviare notevolmente i tempi di chiusura
della scatola cranica.
[G. LO.]
12
LA STAMPA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
112.971
il caso
Casi «emigrati»
Sono i casi di pazienti
astigiani trattati da
Asl di altre regioni
ENRICA CERRATO
ASTI
C
olpisce vedere come i piemontesi per vari motivi
sempre più spesso si facciano curare in altre Regioni. Eppure c’è un aumento esponenziale negli ultimi anni:
lo si capisce esaminando i dati della
spesa di quella che i tecnici chiamano
«mobilità passiva» vale a dire le somme pagate dal Piemonte alle altre regioni. Il saldo negativo del 2011 era di
2,9 milioni, salito a 13 milioni nel 2012,
a 30 nel 2013, con previsioni ancora
più nere per quest’anno, che si aggirano sui 50 milioni.
Ma Asti «tiene»
Tanti sono i fattori che hanno determinato questa situazione, non ultimo il
blocco delle assunzioni, che ha sguarnito reparti e allungato le liste di attesa. Ma Asti come si piazza in questa
classifica di «emigrazioni»? Tutto
sommato si salva: la spesa che l’Asl affronta per i residenti che vanno a curarsi altrove è stata di 9 milioni 196 mila euro nel 2013, pagati per 112.971 casi
(per casi si intende la prestazione, non
la persona singola). Sarebbe interessante però, vedere quanto invece i servizi dell’ospedale Massaja hanno incassato con la mobilità attiva. La direzione sanitaria sta completando i conteggi, confermando un trend positivo
per alcune specialità.
Reparti come Cardiologia, Maxillo
facciale, Infettivi e le varie Chirurgie,
sono capaci di attrarre pazienti di altre Regioni, mentre sulla mobilità passiva intervengono altri fattori.
9,196
IERI
Caso Ceste
Gli inquirenti
ritornano
nella casa
Milioni
L’interno dell’ospedale Massaja di Asti, uno dei più moderni del Piemonte
La Sanità degli “emigranti”
ma Asti attira pazienti
Cardiologia, Maxillofacciale e Infettivi tra i reparti di”eccellenza”
Da dove si «emigra»
L’analisi parte dalla collocazione geografica: per esempio non è una novità
che il Sud Astigiano spesso si rivolga ad
Acqui Terme o ad Alessandria o ancora
ad Alba o Cuneo. Sia in strutture pubbliche sia in private convenzionate come Villa Igea della città termale, o la clinica Città di Alessandria. C’è poi una
emigrazione dovuta alla necessità di
particolari specializzazioni che ad Asti
non ci sono come la Neurochirurgia.
Non ci sono invece palesi carenze nei reparti esistenti, che facciano “fuggire” gli
astigiani altrove. Questo il quadro generale, alla luce del quale appare ancora
più devastante e senza logica, il Piano di
rientro varato dalla Regione in questi
giorni, che tanto sta facendo discutere.
Tra i reparti citati come «attrattivi»,secondo gli impietosi tagli, Asti perderebbe ad esempio gli Infettivi o il Maxillo
Facciale. Come dire che si chiudono fabbriche in attivo, con commesse e ordinativi tali da far aspettare i clienti.
Dove saltano i letti
A fronte di queste considerazioni,in
queste ore alla Direzione sanitaria dell’Asl e dell’ospedale Massaja si stanno
facendo conteggi sulla perdita di posti
letto: stante la paventata chiusura di 11
reparti ci sono in ballo da un minimo di
80 ad un massimo di 110 letti in meno. In
ogni modo la penalizzazione dell’Astigiano sarebbe drammatica, perché si
starebbe al di sotto della soglia dei 3,7
posti letto per 100 mila abitanti. A questo punto si spera che qualcuno dia risposte ad una semplice domanda: perché proprio l’Astigiano deve pagare colpe non sue con un ospedale nuovo?
“Qui non resterà più niente”
Tempi molto lontani quelli in
cui l’intera Valle Belbo era
scesa in piazza per difendere
il suo ospedale: era l’inizio degli Anni Duemila e migliaia di
persone manifestarono contro la chiusura del Santo Spirito, ipotizzata dall’allora
giunta Ghigo. Si chiedeva il
mantenimento dei servizi,
Pronto soccorso compreso, e
un corteo di protesta guidato
dal presidente della Provincia
Asti .41
È la spesa nel 2013
dalla Regione
per i pazienti curati
altrove
Il Sud della provincia contro i tagli
Dalla Val Bormida
«Per il Pronto soccorso
ora dovremo andare
ad Asti o a Novi»
.
Roberto Marmo e dai sindaci
con fascia tricolore aveva percorso le vie della città per confluire nella palestra dell’Istituto Nostra Signora delle Grazie
e dar vita ad un’animata e bellicosa assemblea. Altri tempi.
Lo hanno voluto ricordare
durante una conferenza stampa, i soci del circolo Politeia di
Nizza, tra cui Maurizio Carcione e Sergio Perazzo, che poi negli anni successivi, come sindaco e vice, si trovarono a firmare
l’accordo di programma con la
Regione, per costruire addirittura un ospedale nuovo. Altri
tempi anche questi, visto che
oggi, 2014, dell’ospedale Valle
Belbo non c’è più traccia neppure nel Piano di rientro regionale. I soci di Politeia, attivissi-
Una protesta di qualche anno fa a Nizza contro i tagli in Sanità
mi nel promuovere iniziative
culturali, tornano sui temi dell’ospedale. «Non abbiamo mai
abbandonato quella partita –
dice il presidente del circolo
Franchino Roggero Fossati –
adesso, dopo le notizie dei tagli
anche su Asti, lo sconforto e la
La Grappa
dal 1977
www.marolo.com
confusione sono totali». E mentre Carcione e Perazzo continuano a tornare sul mancato rispetto da parte della Regione
dell’accordo di programma,
Pietro Masoero fa notare che
ormai nell’attuale presidio
manca anche la manutenzione.
In sostanza Politeia, che nel
2012 aveva raccolto oltre 2300
firme per il nuovo ospedale,
lancia un appello a cittadini e
politici locali: «Se non ci muoviamo non avremo più nulla,
crediamo che da Nizza, come
città capofila debba partire almeno l’iniziativa di un Consiglio aperto sulla questione». E
si chiedono «Come farebbe il
Massaja, depauperato, ad accogliere anche noi?».
Riflessione analoga a quella
fatta in questi giorni dai sindaci
della Val Bormida. Da quei paesi infatti, per raggiungere un
Pronto soccorso, con la chiusura di quello di Acqui, resta la
scelta tra Asti, Alessandria e
Novi Ligure. Un paradosso.
[E. CE.]
La casa di Elena Ceste
Ieri nuovo sopralluogo degli
inquirenti nella casa di Elena
Ceste a Motta di Costigliole,
in località San Pancrazio.
Gli investigatori hanno fatto dei rilievi tecnici telematici probabilmente mirati a verificare le ultime ore di vita
della donna scomparsa a
gennaio e i cui resti sono stati
ritrovati poco distanti dall’abitazione in cui viveva con
il marito Michele Buoninconti e i loro quattro figli.
Secondo alcune fonti vicine al pool di inquirenti, quella di ieri è stata un’ispezione
puramente a scopo tecnico,
per ricostruire e verificare
tutti i passaggi di una dinamica ancora tutta da chiarire. Dell’accesso degli inquirenti nella casa abitata dal
marito di Elena, Michele
Buoninconti (unico indagato
per omicidio e occultamento
di cadavere) e dei quattro figli della coppia, sono stati informati anche i legali dell’uomo che hanno presenziato a
tutte le operazioni di rilievo.
Dall’analisi dei resti l’unico dato certo è che Elena Ceste, la mattina del 24 gennaio,
quando scomparve da casa,
non aveva assunto nè psicofarmaci, nè alcol, nè stupefacenti, nè sostanze tossiche.
E’ un dato che esclude anche l’ipotesi di un tentato suicidio finito in tragedia, attraverso un overdose di psicofarmaci. Si aspetta l’analisi
delle ossa, esame in mano al
medico legale Franco Romanazzi di Alba. E’ confermato
invece che non ci sono tracce
di violenza sui resti; le ossa
sono integre, nell’addome saponificato - non risultano
ferita da arma da fuoco o da
taglio. Mentre è impossibile
accertare se la donna sia stata strangolata o soffocata.
12
LA STAMPA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
Biella e provincia .41
.
In breve
SANITA’. AUMENTA LA SPESA PER I BIELLESI CHE SI FANNO CURARE FUORI REGIONE
Asl, una scommessa da 11 milioni
In mobilità passiva 53 mila prestazioni. Zulian: “Con il nuovo ospedale diminuiranno”
FRANCESCA FOSSATI
BIELLA
Se il numero dei piemontesi
che scelgono di farsi curare in
altre regioni è in aumento,
quello dei biellesi è stabile: la
mobilità passiva extra-regionale nel 2012 ha riguardato
2373 ricoveri, nel 2013 solo sei
in più, 2379. Questi ultimi sono costati 9,6 milioni di euro
alla Regione, nel senso che
l’Asl li ha dovuti rimborsare
alle altre Regioni, in primis alla Lombardia (6,7 milioni), all’Emilia Romagna (circa 600
mila euro) e alla Toscana (circa 400 mila euro). A questi si
aggiungono 1,6 milioni di euro
per coprire le spese delle
53439 prestazioni (che non è
detto coincidano con il numero dei pazienti perché ciascuno può aver fatto più di un esame o visita). In tutto i pazienti
in fuga verso altre regioni nel
2013 valgono una spese di 11,2
milioni di euro, a fronte di una
mobilità attiva extra-regionale, cioè di persone che da fuori
Piemonte, soprattutto dalla
Lombardia e dalla Valle d’Ao-
Fino ad oggi assenti
specialità importanti
che non soddisfano
il 40% delle richieste
sta, vengono a farsi curare a
Biella, pari a un milione di euro. «I nostri numeri non corrispondono con quelli resi pubblici ieri -esordisce il direttore
generale Gianfranco Zulian-: i
casi sono inferiori (56 mila
contro 168 mila) e pure la spesa (11,2 contro 13,3 milioni),
nonostante i nostri dati siano
gli stessi che il nostro responsabile del controllo di gestione, Maurizio Provera, ha fornito alla Regione. In ogni caso,
la mobilità passiva del Biellese, che forse quest’anno è lievemente aumentata, è dovuta
all’assenza di alcune specialità nel nostro ospedale: le principali sono Neurochirurgia,
Cardiochirurgia, Chirurgia
maxillofacciale e pediatrica».
Anche i trapianti di organi e le
protesi ortopediche non si
fanno a Biella il cui ospedale
soddisfa il 63 % del fabbisogno
di ricoveri dei biellesi. Infatti,
alla mobilità extra-regionale
va aggiunta quella intra-regionale, che nel 2013 è costata
Biella
Molestò minorenne
Condannato a 18 mesi
1 Fece
violenza sulla sorella minorenne, oltreché disabile, della sua compagna.
Un uomo di 28 anni, residente in un paese alle porte di
Biella, è stato condannato a
18 mesi di reclusione, oltre al
risarcimento della parte civile ed all’interdizione perpetua dalla tutela, curatela o
attività di sostegno ai minori. I fatti risalgono al 2009.
L’uomo, allora 23 anni, approfittando dell’assenza della convivente tentò un approccio sessuale nei confronti della sorella allora dodicenne ospitata in casa.
Biella
Multa e quattro mesi
a coppia di truffatori
1 Quattro
Moderne tecnologie
Con il nuovo ospedale e una tecnologia senza
precedenti l’Asl conta di recuperare maggiori
prestazioni e rideurre la spese per i malati che si
rivolgono in altre strutture
circa 27 milioni di euro (di cui 11
milioni in cliniche private piemontesi): in tutto i ricoveri fuori Biella (intra ed extra-regionali) sono costati 37,5 milioni di
euro, mentre quelli fatti al Degli
infermi hanno generato 52 milioni di euro. L’Asl di Biella ha in
atto e in serbo iniziative per ridurre la mobilità passiva: «Con
Novara abbiamo accordi per la
Chirurgia toracica e per la Neurochirurgia: gli specialisti vengono a visitare a Biella. Stiamo
lavorando, sempre con l’Aso di
Novara, per portare a Biella an-
che gli interventi maxillofacciali, in modo che si muovano gli
specialisti e non i pazienti».
D’altronde ora nel nuovo ospedale ci sono 10 sale operatorie,
in grado di ospitare tutto. «Credo che con il comfort e le attrezzature all’avanguardia presenti
nel nuovo ospedale si possano
recuperare dei punti -dice Zulian-: i biellesi presto si renderanno conto del salto di qualità». E la tecnologia potrebbe
anche ridurre le liste d’attesa
per visite ed esami, altra causa
di mobilità passiva.
Trasloco finito, si nasce a Ponderano
La piccola Zoe
ha inaugurato
il moderno reparto
di Ostetricia
C’è entusiasmo nei reparti
del nuovo ospedale e ieri è nata la prima bambina: Zoe, figlia di Katia Baissarda e di
Cristian Boggiani di Quaregna. Un parto che di fatto ha
inaugurato il nuovo reparto
di Ostetricia. Mamma Katia
che ha scelto di far nascere a
Biella anche la sua seconda figlia, a 6 anni di distanza dalla
prima: «Temevo che il trasferimento dei reparti avrebbe
creato qualche difficoltà, invece è stato tutto perfetto:
dall’accoglienza all’assistenza in sala parto». Zoe è stata
registrata all’anagrafe di Ponderano.Dai neonati ai meno
La piccola Zoe Baissarda ha inaugurato il reparto di Ostetricia
giovani commenti sono sempre
improntati all’entusiasmo. «Il
personale ha partecipato con
gioia al trasloco, a parte il pensiero comune che in ospedale
sia sempre meglio non andare,
sono buone», ha detto ieri Bernardino De Bernardi, primario
di Geriatria, nel corridoio del
suo reparto che conta 21 letti,
330 ricoveri annui solo per post
acuzie (provenienti anche da
altri reparti), 5 mila visite all’anno (1200 domiciliari) e 3 mila controlli. Numeri che fanno
sperare in un cambiamento di
rotta della Regione intenzionata a cancellare la Geriatria biellese. Emozionata per la nuova
avventura è anche Matilde Rolfo, coordinatrice infermieristica di un’area poli-specialistica
che nel vecchio nosocomio non
esisteva: Otorinolaringoiatria,
Oculistica, Dermatologia, Chirurgia vascolare e le degenze
delle libere professioni. «Ho
una squadra di infermieri competenti e carichi di energia spiega -. Hanno scelto di lavorare con me, ma provengono da
altre specialità: ci stiamo organizzando per operare al meglio». Al piano -1 la mensa diretta da Paolo Bena è un altro
mondo rispetto a quella del
vecchio ospedale (che chiude
oggi con la fine del day hospital
oncologico): ha 250 posti a sedere (anziché 100 con persone
sempre in coda) può servire fino a 1000 persone a pranzo e
prepara i vassoi personalizzati
per i degenti.
[F. FO.]
mesi di reclusione, sospesi, e il pagamento
di una multa di 150 euro. È
questa la condanna arrivata
in giornata nei confronti di
Bruno Barbera, 49 anni, e
Katia Martiner, 46. I due sono stati giudicati colpevoli
del reato di truffa. Nel 2007
la coppia aveva avviato le
trattative per vendere un immobile, a Vaglio, nascondendo il fatto che fosse ipotecato
e sotto pignoramento. La loro vittima prima di scoprire
il raggiro, a titolo di caparra,
aveva loro già consegnato 20
mila euro.
Camburzano
Trenta possibili gestori
del negozio del paese
1 Sono
state una trentina
le «manifestazioni d'interesse» giunte al municipio di
Camburzano in merito alla
possibiltà di gestire il negozio d’alimentari del paese.
Parliamo dell’emporio di via
Remmert: i locali in cui si trova il negozio sono di proprietà del Comune e quindi, l’amministrazione guidata da
Elena Pesole, è alla ricerca di
qualcuno che si occupi della
sua gestione. «Abbiamo richiesto a chi fosse interessato di presentare una “manifestazione d'interesse”, un’indagine conoscitiva cioè, per
capire se ci fossero soggetti
interessati a subentrare all’attuale gestore che ora andrà in pensione - spiega il sindaco -. Sono una trentina le
lettere che abbiamo ricevuto». Ora il Comune ha emesso un bando vero e proprio
che scadrà il prossimo 16 dicembre. Tutta la documentazione è in Comune.
12
40 .Cuneo e provincia
STAMPA
.LA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
In breve
SANITÀ. NUMERI IN CALO RISPETTO A DODICI MESI FA
Ricoverati in altre regioni 3918 cuneesi
La Granda è 12a in Italia: solo il 4% dei residenti (media nazionale 9,3) va fuori Piemonte
CAMILLA PALLAVICINO
CUNEO
Sono stati 3918 i cuneesi che
nel 2013 hanno scelto di farsi
ricoverare in ospedali di altre
regioni: 2800 i pazienti dell’Asl Cn1 e 1118 quelli dell’Asl
Cn2. Un dato che distingue la
provincia di Cuneo come quella meno soggetta alla mobilità
passiva in tutto il Piemonte, la
dodicesima a livello italiano.
A fronte di una media nazionale del 9,3%, infatti, i cittadini cuneesi che viaggiano
fuori dal Piemonte per curarsi
sono il 4%. «Nel dettaglio spiega Gianfranco Cassissa,
direttore amministrativo dell’Asl Cn2 - dei nostri 1118 cittadini che sono stati ricoverati
fuori dal Piemonte, 479 sono
andati in Lombardia, 331 in Liguria, 73 in Emilia, 63 in Toscana e i restanti in altre regioni. La percentuale più alta
di questi ( 28%) per malattie
dell’apparato muscolo scheletrico, il 12% per malattie del sistema nervoso e poi altri per
problemi cardiologici, malattie endocrine metaboliche e
altro ancora. L’Asl Cn2 ha anche un tasso di ospedalizzazione molto basso: 151 ricoveri
per mille abitanti l’anno (a
fronte di uno standard nazionale di 160). Di questi 151 ricoveri, 144,5 avvengono in Piemonte, e 6,50 fuori dalla regio-
Ieri su La Stampa
ANTINFLUENZALE
«Quei vaccini
non sono usati
in Piemonte»
gg Dossier/I nodi dell’assistenza
Pazienti in fuga
Asl
Alessandria
CASI
SPESA IN EURO
Asl
Vercelli
235.580
Asl
Cuneo
199.288
12.330.804
Asl To2
192.905
11.060.017
112.971
9.196.125
129.351
7.227.891
1.268.977
248.804.784
Asl
Novara
739.320
43.133.846
Asl
VCO
331.087
22.331.590
Asl To3, Collegno, Rivoli,
Orbassano, Giaveno e Susa
431.690
13.619.775
Asl
Asti
Asl To4, Canavese
e valli di Lanzo
655.448
17.004.431
Asl
Biella
168.855
13.328.961
Asl TO5, Chieri, Carmagnola,
Moncalieri, Nichelino
Asl To1
276.369
Torino centro
15.111.399
14.015.338
Torino città
Asl
Alba
e Bra
76.922
5.347.120
Sanità, malati in fuga verso altre regioni
Aumenta il numero dei piemontesi che scelgono di farsi assistere altrove: il record è detenuto dalla Lombardia
Il fenomeno prosciuga le risorse della Regione: dai 2,9 milioni persi nel 2011 ai meno 50 previsti quest’anno
ALESSANDRO MONDO
Ci sono dinamiche che si comprendono partendo dai numeri.
Nel 2015 l’obiettivo tassativo
della Sanità piemontese, vigilata dal ministero e soggetta al
piano di rientro del debito, sarà
contare esclusivamente sui trasferimenti statali: 8 miliardi.
Non un euro dalla Regione. Di
più: un centinaio di milioni dovrà essere risparmiato e reinvestito in nuove tecnologie, oltre
che nell’edilizia sanitaria, per
rendere il comparto più moderno, efficiente, concorrenziale. In
una parola: al passo con i tempi.
Conti fuori controllo
È la stessa Sanità che nel 2013,
dal confronto tra gli incassi della mobilità attiva e le spese della
mobilità passiva, ha registrato
un saldo negativo di 30 milioni.
Quest’anno la cifra salirà a -50.
Nel 2011 era di -2,9 milioni. Dove
per «mobilità attiva» si intendono i pazienti di altre regioni che
vengono a farsi curare in Piemonte, il quale si vede rimborsare i costi delle prestazioni dal
sistema sanitario della Lombardia, piuttosto che del Veneto,
dell’Emilia o della Toscana. La
«mobilità passiva», invece, rimanda ai piemontesi che scel-
LOMBARDIA
64.158.102
157.875.552
-93.717.450
PROV. BOLZANO
PROV. TRENTO
256.265
589.617
-332.352
227.075
362.188
-135.113
Incasso pazienti
in entrata
Spesa pazienti
in uscita
Saldo
Cara
Torino
LUIGI LA SPINA
3.228.203
5.932.636
-2.704.433
EMILIA
ROMAGNA
Le verità
scomode
in corsia
5.575.603
14.957.129
-9.381.525
MARCHE
1.318.267
852.151
466.116
(anno 2013)
UMBRIA
844.112
577.774
266.338
LIGURIA
ABRUZZO
52.851.243
33.966.237
18.891.759
TOSCANA
5.326.979
7.264.554
-1.397.575
2.209.930
784.079
1.425.852
LAZIO
Centimetri
LA STAMPA
5.190.114
3.501.257
1.688.857
SARDEGNA
MOLISE
CAMPANIA
n Piemonte, dal 2012 ad
oggi, si è constatato un
andamento paradossale: i tagli del personale avvenuti nella sanità pubblica piemontese non hanno
fatto scendere i costi complessivi del settore, perché
hanno finito per ridurre la
produzione, per usare un
termine aziendalistico non
certo gradevole visto che
si parla di cure e non di un
qualsiasi mercato, ma utile
per capire la realtà. Così,
negli ultimi anni, la spesa
della sanità in Piemonte è
salita a 95 milioni di euro,
ma è aumentata anche la
mobilità dei pazienti che
risiedono nella nostra regione, i quali non hanno
giudicato sufficiente la
quantità e la qualità del
I
Aumenta il numero di
piemontesi che scelgono di
farsi assistere altrove: il record è della Lombardia
1
Il «Santa Croce» di Cuneo
Nel 2012-2014 ha incrementato
gli interventi chirurgici del 15%
I ricoveri aumentati del 4%
ne. Numeri che sono conseguenza anche del lavoro svolto a
livello territoriale con i medici
di base che sanno come indirizzare i pazienti in base alle diverse esigenze».
Anche i numeri dell’Asl Cn1
dicono che la mobilità passiva è
in calo: nel 2012 i ricoveri fuori
dal Piemonte erano stati 2900,
l’anno scorso 2800, così come è
calato, in maniera molto sensibile il numero totale delle prestazioni effettuate fuori regio-
ne: fra esami diagnostici, visite
ambulatoriali, acquisti di farmaci, cure termali e altro, l’Asl
Cn1 contava 294 mila prestazioni extra regione, ridotte nel 2013
a 199 mila. «Per quanto riguarda l’Asl Cn1 - spiega Gianni Bonelli, direttore generale dell’Asl
Cn1 – il nostro dato di mobilità
passiva è in calo e dovuto per lo
più alla mobilità di pazienti oncologici e dell’area ortopedica e
fisiatrica verso centri altamente specializzati di Milano, Pavia
e Genova. Per il resto stiamo assistendo ad un incremento della
capacità attrattiva, soprattutto
dell’area ostetrico-ginecologica
dell’ospedale di Mondovì, nei
confronti della Liguria».
Ad attrarre pazienti da altre
regioni è sicuramente riuscito
l’ospedale «S. Croce e Carle»,
che nel periodo 2012-2014 ha incrementato il volume degli interventi chirurgi del 15%, aumentando anche i ricoveri del
4% (del 2% quelli chirurgici).
PROCESSO. OPERAIO MORÌ DI MESOTELIOMA
Ex capi reparto Michelin
“Niente amianto a Fossano”
TAGLIO DEL NASTRO A CUNEO, CONVEGNO A BORGO
Inaugurata la nuova sede di Confagricoltura
1 Agricoltura, economia ed alimentazione sana: sono le tre parole
che hanno accompagnato l’inaugurazione della nuova sede di
Confagricoltura Cuneo, in via Bruno Caccia. Quindi a Borgo il convegno «Agricoltura: protagonista dell’economia e dell’alimentazione di
domani», alla presenza del presidente nazionale, Mario Guidi e del vice ministro all’Agricoltura Andrea Olivero.
[R. S.]
«I due lotti di vaccino
antinfluenzale Fluad della Novartis, temporaneamente ritirati dall’uso,
non sono distribuiti in
Piemonte dove è utilizzato il vaccino Agrippal, anch’esso prodotto dalla
Novartis, ma differente
per formulazione e composizione». La precisazione, con l’invito ad effettuare la vaccinazione
per proteggersi dal picco
epidemico stagionale atteso in tempi lunghi, viene dal settore Prevenzione della direzione regionale della Sanità. Concetto ribadito dalle Asl cuneesi, che da inizio novembre stanno procedendo
alla distribuzione tramite
i medici di famiglia delle
93500 dosi di vaccino antinfluenzale (66 mila nell’Asl Cn1, 27.500 nell’Asl
Cn2) a disposizione quest’anno.
[C. P.]
1
SEGUE DA PAGINA 47
Incassi
e spese
IL FENOMENO
Riguarda anche Torino,
non soltanto
1.019.010
946.063
72.947
VENETO
Convegno sui disturbi
dell’apprendimento
1 Il
Centro di riabilitazione Ferrero di Alba, in collaborazione con l’Associazione
italiana dislessia, organizza
oggi un convegno dal titolo
«Nei suoi panni»: con autorevoli relatori nazionali, si parlerà di emotività e psicopatologie nei disturbi dell’apprendimento. Il corso è rivolto a operatori della sanità,
scuole e privati.
[R. F.]
Cuneo
FRIULI V. G.
VALLE D'AOSTA
13.220.453
5.774.006
7.446.447
Alba
Ieri la difesa della Michelin di
Fossano ha portato in tribunale, come testimoni, i capi
reparto che lavorarono insieme a Giuseppe Salomone,
operaio, morto nel 2002 per
mesotelioma pleurico, il cancro dell’amianto.
L’imputazione del pm Attilio Offman parla di omicidio
colposo per due ex dirigenti
dello stabilimento, Ferdinando Tempesti e Mario Marzano. Dovevano evitare che venisse in contatto con le fibre
di asbesto e informarlo dei rischi che correva lavorando
alla macchine «M90» che avevano il coperchio rivestito del
materiale pericoloso. Servivano all’avvolgimento del filo metallico che fa da «scheletro»
agli pneumatici. L’accusa ipotizza che, quando si spezzava,
il filo metallico andava a battere contro la capote della macchina facendo saltare schegge
d’amianto.
I testimoni della difesa rappresentata dall’avvocato
Giovannandrea Anfora, di Torino - hanno escluso questa
possibilità. «Salomone - ha
raccontato uno di questi, a ca-
po del reparto dal 1980 al 1987 lavorava principalmente su altre macchine, la M110 e M114,
che servivano alla lavorazione
successiva alla M90. Quelle
non avevano guarnizioni in
amianto, mentre poteva capitare sulle M90 che il filo si
rompesse, ma la macchina si
fermava automaticamente.
Non sapevo di che materiale
fosse fatto il pannello fonoassorbente né ho mai visto infiltrazioni di polvere». Un altro
ex capo reparto: «Capitava
che i fili si rompessero, la macchina non si fermava e interveniva il manutentore. Ma questa rottura non causava né polveri né fumi. Al limite c’erano
residui di grasso». Nessuno ricorda che ci fossero scheggiature sulla capote delle «M90».
Queste apparecchiature sono
state tutte e 230 sostituite dalla Michelin nel 2011.
[B. M.]
Congresso di Pediatria
con tanti esperti
1 Per
la prima volta a Cuneo, oggi, alle 9, la sala conferenze della Fondazione Crc
ospita il congresso della Federazione dei medici pediatri
piemontesi. Al centro del dibattito «Il pediatra: una risorsa per la comunità tra
passato e futuro», con interventi di autorità, esperti e
operatori del settore. [MT. B.]
Ceva
Vizio, Alliani, Ruffino
e Rossi nell’Unione
1 Il Consiglio comunale ha
scelto il rappresentante del
Comune nel Consiglio della
nuova Unione montana del
Cebano: è il sindaco Alfredo
Vizio. Entro domenica dovranno procedere alla nomina dei loro rappresentanti
tutti i 18 Comuni che aderiscono. Le minoranze hanno
scelto Alliani, da Ceva, Ruffino da Battifollo e Rossi da Viola. Lunedì sarà convocato il
primo Consiglio dell’Unione,
che dovrebbe tenersi venerdì
prossimo a Ceva.
[MU. B.]
Bra
Cortile di via Marconi
aperto per posteggiare
1 Aperto,
oggi dalle 8 alle
20, il cortile di via Marconi a
Bra, che può essere utilizzato
come parcheggio gratuito.
L’iniziativa dell’Amministrazione intende favorire lo
shopping natalizio.
[V. M.]
Casa Galimberti
«Donne e Resistenza»
Incontro a Cuneo
1 Oggi,
alle 17 al museo
Casa Galimberti, l’Anpi organizza un incontro su «Donne
e Resistenza» con interventi
di Ughetta Biancotto, Margherita Mo e Natale Maccario. Sarà trasmesso un video
con la testimonianza di Anita
Barbero.
[MT. B.]
12 45
42 .Novara e provincia
STAMPA
.LA
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
In breve
SANITA’. CRESCE LA SPESA PER PAGARE PRESTAZIONI FUORI DAL TERRITORIO
Fuga di malati, Novara in trincea
È seconda in Piemonte: ospedale e Asl rispondono con tecnologie e professionisti
MARIA PAOLA ARBEIA
NOVARA
Fuga dagli ospedali piemontesi e casse prosciugate per
pagare prestazioni fuori regione? A Novara - seconda
dopo Alessandria tra le «maglie nere» - il tema è da sempre tra i primi nell’agenda dei
direttori di Maggiore e Asl.
Mario Minola guida l’ospedale del capoluogo: «Anzitutto la Città della salute ci permetterà davvero di arginare
e rilanciare, anche con la presenza della facoltà di Medicina. In Lombardia hanno fatto
massicci piani d’investimento e il riordino di strutture
pubbliche e private, per noi
sono a un tiro di schioppo.
Dalla nostra strategia, negli
ultimi 5 anni, segnalo le nuove attrezzature acquistate
con fondazioni e associazioni, il potenziamento di alte
specializzazioni, il sistema
robotico in chirurgia, unico
in Italia. In Radioterapia c’è il
nuovo acceleratore. Poi il
centro trapianti renali: tra i
migliori in Europa e, per volumi, fra i primi in Italia. E il
centro regionale sulla Sclerosi laterale amiotrofica».
I distretti più a rischio
sono Galliate e Arona
Borgomanero punta
su Oculistica e Urologia
Fondazioni e associazioni
hanno donato più di 2 milioni e mezzo negli ultimi tre
anni in attrezzature e servizi: «Il rinnovo del parco tecnologico - rimarca Minola - è
fondamentale. Abbiamo investito sulla Terapia intensiva neonatale, preziosa per
tutto il Nord Ovest. La Chirurgia toracica è quella che
fa più interventi sui tumori
polmonari in Piemonte. Oncologia: non sappiamo più
dove mettere i pazienti. Vuol
dire che si risponde a modo
ma pure che ci sono costi
crescenti e spazi da trovare.
Tra due mesi apriamo il
blocco operatorio d’Ostetricia e ginecologia. Nel 2015 ci
impegneremo molto sull’Oncologia pediatrica».
Arabella Fontana è direttrice sanitaria dell’Asl. Sul
territorio, recenti problemi
si evidenziano per esempio
Antinfluenzale
«Vaccinazioni
sottocontrollo»
Novara
Furto di sigarette
Ladri in azione di notte
1 Manomettono
il distributore esterno di sigarette e
scappano con le monetine.
Ladri in azione, giovedì notte, alla tabaccheria di via Beltrami vicino al mercato della
zona Vela. Dopo la denuncia
dei titolari, è uscita la polizia
anche con il personale dei rilievi scientifici.
[M. BEN.]
Novara
1 Il dottor Federico
Mario
Minola
Al Maggiore
si è investito
molto sulla
Terapia
intensiva
neonatale
Sopra
il direttore
generale
nelle cure domiciliari oncologiche palliative e per malati
psichici. La trincea regge o cede? «Mobilità passiva in incremento per noi significa non solo verso la Lombardia ma in
strutture private di vario ordine. Stavamo recuperando invece ora i dati sono sovrapponibile al 2008 per alcune voci,
a partire dai ricoveri. Tra il
2012 e il 2013 meno persone so-
no andate fuori ma ci sono costate di più: in particolare per
Ostetricia e ginecologia, Trauma e Chirurgia. In altre specialità siano rientrati. Perdiamo sulle cose più semplici, in
sintesi. I distretti dove il richiamo esterno è forte: Galliate e Arona». Si punta su nuovi
servizi integrati e day service
cioè «pacchetti» di prestazioni
in giornata: «E i medici di me-
dicina generale sono strategici
per indirizzare bene i pazienti.
La mobilità attiva: a Borgomanero arrivano in molti da fuori.
In Oculistica c’è un più 20%:
vantaggio e svantaggio. Le attese si allungano. Poi sono in
crescita Urologia, Ostetricia e
Punto nascite. I professionisti,
in alcune specialità, fanno la
differenza per la fiducia che i
pazienti ripongono in loro».
Il Vco al terzo posto per mobilità passiva
“Inevitabile per una zona di confine
Le contromisure? Una rete efficiente”
Dopo Alessandria e Novara è
l’Asl del Vco a subire un’elevata mobilità passiva. I dati del
2013 parlano di 331.087 pazienti in fuga fuori regione,
pari a una spesa di oltre 22 milioni. Un esodo favorito anche
dalla vicinanza con la Lombardia, regione dotata di
strutture sanitarie d’avanguardia in alcune specialità.
Più facilmente raggiungibile:
un’ora di treno da Domodossola, 40 minuti da Verbania.
Distanti dalle città del Piemonte, soprattutto Torino.
«E’ una passività che però
non è in aumento, resta costante da alcuni anni» spiega
Francesco Garufi, direttore
sanitario dell’Asl Vco. «E’ una
mobilità di confine - spiega dettata da molte motivazioni
Francesco
Garufi
Direttore
sanitario
dell’Asl Vco
ma è fisiologica, perché nasce
da un’area che gravita sulla
Lombardia, come in fondo confermano anche i dati della provincia di Novara. La mobilità di
confine è qualcosa descritto in
letteratura, causato anche dalle condizioni viarie: si arriva
più facilmente a Milano che
non a Torino. Attratta da una
gamma maggiore di strutture e
professionisti, anche se nel
D’Andrea è appena stato
rieletto presidente dell’Ordine dei medici. Fa il punto
sul vaccino antinfluenzale:
«Siamo coperti per forniture, gestione e monitoraggio. I medici di famiglia
provvedono secondo le disposizioni. Sui decessi di
cui si parla in questi giorni,
occorre conoscere dettagli. Non generalizzare. Diverso il discorso sulla diffidenza che si sta diffondendo sulle vaccinazioni in generale e per lo più fra i pediatri. Con il professor
Gianni Bona abbiamo pensato, ma non è imminente,
a un incontro pubblico per
approfondire gli aspetti
più importanti». Anche nel
Vco l’Asl rassicura sui vaccini antinfluenzali. «Nessun
problema, la campagna
procede regolarmente».
Vco, in alcune discipline, ne abbiamo di preparati». Contromisure? «Non è facile porre rimedio - prosegue Garufi - Ad
esempio non potremmo mai fare qui la cardiochirurgia. Da
qui il ragionamento degli ospedali hub e spoke. Credo che la
Regione metterà in piedi una
rete ospedaliera finalizzata
proprio a cercare di risolvere
pure questo problema, creando un sistema di rete come avvenuto in altre regioni. Ad
esempio, negli infartuati, oggi
abbiamo emodinamica a Domodossola ma poi facciamo capo a una struttura attrezzata
come quella di Novara». Tornando sul nodo del materno infantile, che fa discutere e divide
il territorio, è la discreta mobilità verso strutture lombarde.
Ci sono medici a spingere le
donne a partorire fuori provincia? «Non si tratta di medici dell’Asl, sicuramente no. Ma anche
qui è una mobilità che oscilla.
Anche se va detto che il servizio
noi lo abbiamo garantito: se
vanno via a partitore via è una
loro libera scelta».
[RE.BA.]
Rubano dall’auto
le scatole di tabacchi
1 Vedono
le scatole di tabacchi passando di fianco all’auto in sosta, le spaccano un
finestrino e rubano le «bionde». Il furto è stato denunciato alla polizia da un residente
di via Porta.
[M. BEN.]
Novara
Incontro con la Regione
sulla gestione dei rifiuti
1 Un
incontro su «Rifiuti:
quale governante?» stamattina alle 9 all’albergo Italia di
Novara. Interverranno l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia, il
capogruppo regionale Pd
Davide Gariglio e il consigliere regionale Domenico Rossi. Si approfondirà la modifica della legge regionale 7 e si
aprirà un confronto con i
presenti. Sono stati invitati
consorzi, sindaci e amministratori di Novara, Vercelli,
Biella e Verbania
[C.BOV.]
Lesa
L’aiuto agli studenti
dal burraco e mercatini
1 L’annuale
torneo di burraco, organizzato dalle Pro
loco Lesa e Belgirate, quest’anno ha anche finalità benefica a favore di studenti in
difficoltà economiche. La
quota di 15 euro, che viene
versata da ogni giocatore,
andrà a sostenere il progetto
«Obiettivo studenti Lesa e
Belgirate» con cui la Caritas
locale vuole sostenere dieci
famiglie che, per difficoltà
economiche, non riescono a
mandare i figli a scuola. Darà
un contributo anche il gruppo femminile del Lions Club
Arona-Stresa: devolverà l’incasso del mercatino natalizio
del 7 dicembre. Il torneo, a
coppie libere, si disputerà
domani, domenica, all’Hotel
Villa Carlotta di Belgirate,
con inizio alle 15. Sono in palio anche sorprese e ricchi
premi. Per dettagli e iscrizioni: 0322.76461.
[C. FA.]
34
IL METEO
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Nuvoloso
nuvoloso
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9
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VERCELLI
SABATO 29 NOVEMBRE 2014
REDAZIONE VIA DUCHESSA JOLANDA 20
TELEFONO 0161 269711 FAX 0161 257009
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All’interno
CITTÀ
VB
Una depressione tra la Spagna e il
Marocco tenderà nei prossimi giorni
a restare attiva sul Mediterraneo
occidentale convogliando aria
umida e perturbata verso il NordOvest. Una prima ondata di piogge
si esaurirà sabato mattina, ma con
lo spostamento della depressione
sul Tirreno da sabato sera le piogge
torneranno a estendersi e
intensificarsi fino a lunedì mattina.
In seguito resterà una situazione
depressionaria con aria fresca e
umida, ma le piogge si sposteranno
sul Tirreno.
A cura di www.nimbus.it
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Sole
Il tempo: piogge fino a lunedì, neve in alta montagna
Temperature ˚C
E VALSESIA
Assolta
SANITÀ. LA REGIONE LANCIA L’ALLARME
REPORTAGE
Rifiuti ai Cappuccini
Come cambia
la differenziata
Stefano Fonsato
PAGINA 40
FONDAZIONE AGNELLI
Università al top
per i diplomati
al Liceo classico
Servizio
PAGINA 41
VALSESIA
Maltempo, servono
diciotto milioni
per danni alle strade
Giuseppe Orrù
PAGINA 47
CALCIO
Beretta al posto
di bomber Marchi
nella Pro a Latina
Servizi
PAGINA 55
12
Elena
Romani
è stata
assolta
in tre
gradi di
giudizio
Era accusata
dell’omicidio
della
figlioletta
Pazienti in fuga
Chi si cura fuori
costa 59 milioni
Sempre più vercellesi in ospedali non piemontesi
Nel 2013 dai forestieri incassati appena 34 milioni
SAMUEL MORETTI
VERCELLI
Quella sanitaria è un’algebra
dove i conti non tornano mai.
E il segno meno davanti alle
voci di bilancio è la sola costante. Parla chiaro il saldo
negativo di 30 milioni di euro
registrato in Piemonte nel
2013 al capitolo mobilità passiva, cioè i costi che il sistema
sabaudo deve rimborsare alle
altre regioni per i pazienti migranti che scelgono di farsi curare in Lombardia, in Veneto o
in Emilia. Destinato a salire,
nel 2014, a -50 milioni di euro.
Un fenomeno osservabile
anche a livello locale: nei bilanci delle Asl provinciali
quella voce ha un peso specifico pesante. I 235.580 casi
vercellesi di mobilità passiva
fuori dal Piemonte incidono
per 15,1 milioni di euro sui
conti di piazza Castello. E
questo nonostante l’impegno
dell’azienda sanitaria bicciolana a limitare la migrazione
dei «suoi» pazienti verso altre strutture. A questi numeri vanno aggiunti quelli relativi alla mobilità intra-regionale. Secondo i dati forniti dall’Asl di Vercelli in provincia la
L’ospedale di Vercelli
«fuga» dei pazienti cala dal
2010. Mentre è rimasto costante il fenomeno inverso, la cosiddetta mobilità attiva, ossia la
capacità di attrarre pazienti da
altri territori. Le cifre sono impressionanti: 59 milioni di euro
di «rosso» sul bilancio 2013 per
la mobilità passiva in direzione
di altre Asl piemontesi ed extra-confine. Compensate da un
incasso di 34,3 milioni legati alla mobilità attiva. Con un saldo
negativo di 24,7 milioni di euro.
Dato in linea con quello registrato nel 2012 (la differenza è
di appena 4 mila euro in più).
Se gli spostamenti dei vercellesi fuori dal Piemonte sono costati 15,1 milioni dunque, quelli
verso Biella, Verbania o Torino
valgono 43,9 milioni l’anno. Una
voce che stride con i recenti dibattiti di campanile scatenati
dalla riorganizzazione della rete ospedaliera decisa dall’amministrazione Chiamparino:
l’abitudine alla mobilità passiva
dimostra che i vercellesi (e i piemontesi) scelgono di farsi curare nelle strutture d’eccellenza
senza troppo badare ai chilometri da percorrere. Mentre i «rossi» dei bilanci testimoniano che
il sistema, così, non può reggere. E che sembra trionfare una
nuova logica: dotare i territori
di presidi sanitari attrezzati alle
emergenze, investendo nei pochi ma buoni ospedali già attivi.
Quello sanitario è il rovello
più intricato cui sta lavorando
la Regione. Con obiettivi stringenti e paletti rigidissimi: il piano di rientro del debito imposto
a Torino da Roma fissa il tetto
dei trasferimenti a 8 miliardi
per la spesa del 2015. Tassativo.
Con l’obbligo di risparmiarne
una parte per investire in tecnologie moderne ed edilizia.
Altroservizio INCRONACADITORINO
OMICIDIO MATILDA. LA CORTE DI CASSAZIONE
“Nessun risarcimento
per Elena Romani”
La corte d’appello
aveva stabilito
l’indennizzo per
ingiusta detenzione
Elena Romani non riceverà il
risarcimento per ingiusta
detenzione. Ieri la Corte di
Cassazione ha annullato l’indennizzo di 80mila euro che
la corte d’appello di Torino
aveva riconosciuto poco più
di un anno fa alla mamma
della piccola Matilda.
Era entrata in carcere il 14
luglio 2005 e vi era restata per
i 118 giorni a cui erano seguiti
sei mesi agli arresti domiciliari. Secondo la Cassazione ci
sarebbe stato «un mancato
esercizio di facoltà difensiva
da parte dell’interessata»,
perché invece di rispondere
agli inquirenti per chiarire alcune intercettazioni Elena
Romani si era avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio.
Per la Cassazione questa
scelta avrebbe portato ad avvalorare i sospetti alla base della
sua detenzione. La decisione è
arrivata a seguito del ricorso
del procuratore generale di Torino, Vittorio Corsi, che si era
opposto al risarcimento motivando la sua posizione con il
«comportamento ondivago, ai
limiti dell’ambiguità» tenuto
dalla Romani durante le indagini. Ora la questione tornerà alla
corte d’appello per essere riesaminata. «Ci batteremo per il
giusto indennizzo che spetta a
Elena Romani», ha detto il suo
legale, Roberto Scheda.
È l’ultimo capitolo di una
storia cominciata il 2 luglio
2005, quando Matilda, di 22
mesi, fu uccisa nella villetta di
Roasio dove si trovavano solamente la madre e l’allora compagno, e proprietario dell’abitazione, Antonio Cangialosi.
Elena Romani è stata assolta in
tre gradi di giudizio. L’omicidio
è rimasto senza colpevole dopo
la decisione del gup di Vercelli
per il non luogo a proceder nei
confronti di Cangialosi. [A. ZA.]