12 45 67 18 LA STAMPA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 . Cronaca di Torino .45 Il caso il caso “Per curare mio figlio vado a Milano” ALESSANDRO MONDO usiness is business. E se si tratta di pazienti, cioè di persone con problemi di salute, il profitto è assicurato. Dietro i dati forniti dall’assessorato regionale alla Sanità sulla «mobilità passiva», cioè sui piemontesi che scelgono di farsi curare in altre regioni, c’è questa realtà. Domanda e offerta: la domanda di chi punta al meglio, per sè e per i propri cari, e l’offerta sanitaria sempre più agguerrita delle regioni pronte ad accaparrarsi i pazienti dei concorrenti.Unavocedientrata importante, specialmente alla luce dei tagli dei trasferimenti statali, e quindi una lotta senza quartiere, combattuta prevalentemente ai confini. B Pazienti in uscita Nonacaso,ilprincipale«competitor» del Piemonte - alle prese con una emorragia di malati che si ripercuote sui bilanci, oltre che sull’immagine del nostro sistema sanitario - è la vicina e ricI CONFRONTI Il principale competitor del Piemonte resta la Lombardia ca Lombardia. In quest’ottica nemmeno il blocco del turn-over del personale deciso dalla giunta-Cota nel tentativo di far quadrare i conti, con probabili ricadute sul volume e sulla qualità delle prestazioni, basta per spiegare il fenomeno. Le cause dell’esodo Il direttore dell’assessorato Fulvio Moirano, impegnato con Antonio Saitta anche su questo fronte, ne individua altri: «Sicuramente la Lombardia si è resa concorrenziale tramite una rete di strutture private accreditate. Allo stesso modo, i primariati scoperti nei nostri territori di confine, una quindicina ad Alessandria e pochi di meno a Novara, non aiuta. Anche la qualità delle strutture ospedaliere, in termini di tecnologie e di qualità edilizia, fa la differenza». Il problema è rendersi «attrattivi», contenendo l’esodo dei propri pazienti e assorbendone dall’esterno. In caso contrario, per ogni piemontese seguito da una struttura oltreconfine, pubblica o privata accreditata, il Piemonte dovrà rimborsare un «tot» alla regione di turno. «E poco importa se la “tariffa unica convenzionale” è uguale da re- Conti in rosso La progressiva riduzione dei trasferimenti statali spinge le Regioni a sopperire assorbendo i pazienti di altre: i rimborsi ottenuti dai territori di provenienza sono diventati una significativa voce di entrata per i bilanci. Così le Regioni si contendono il business del malato Strategie e trucchi per guadagnare pazienti ha detto «La concorrenza tra le Regioni è fisiologica, dobbiamo reagire» gione a regione - aggiunge Moirano -: sono sempre soldi in uscita. Intendiamoci: nella concorrenza da parte di altre regioni non c’è nulla di scandaloso, è fisiologica». Regioni concorrenti «La distribuzione dei nostri primari nelle zone di confine non è omogenea» Una guerra senza quartiere, si premetteva, giocata dalle regioni sfruttando i propri punti di forza e le debolezze degli «avversari»: comprese quelle geografiche. Da questo punto di vista il Piemonte, più isolato, ha certamente meno chance rispetto alla Lombardia. Né aiuta il piano di rientro del debito sanitario al quale è sottoposta la nostra regione, unica tra quelle del Nord, con i vincoli del caso. Fulvio Moirano Malati contesi Altri elementi pesano sullo scac- chiere nazionale: dalla reputazione dei primari alla capacità di presidiare i territori di confine con una batteria di strutture pubbliche e private in grado di drenare pazienti alle regioni vicine. Magari dotandole di tecnologie all’avanLE STRANE INTESE Accordi di non belligeranza per regolare i flussi nei territori di confine guardia per moltiplicarne l’«appeal» verso i «clienti». Le strategie Le strategie per contendersi i pazienti - una partita tra regioni e regioni ma anche tra ospedali e ospedali e tra primari e primari - Sulla Stampa Il Piemonte sconta la concorrenza di altre regioni: molti pazienti scelgono di farsi curare altrove. 1 si diversificano da un capo all’altro della Penisola. Non ultima, quella di aprire ambulatori in zone oltreconfine, caratterizzate da una scarsa offerta sanitaria, per fidelizzare nuovi clienti da orientare a tempo debito verso i «propri» ospedali. Gli accordi Guai a generalizzare. Ma i protocolli d’intesa stipulati tra regioni confinanti per regolare i flussi dei pazienti, senza violare il diritto della gente a farsi assistere dove crede,dimostranoilfenomeno:veri «accordi di non belligeranza», peraltro previsti dal Patto della Salute. Come quello stipulato tra Piemonte e Valle d’Aosta e, prossimamente, tra Piemonte e Lombardia. Qualcosa vorrà pur dire. Eccesso di offerta IL PIANO PRESENTATO IN GIUNTA L’aumento del ricorso alla pratica della cremazione da parte dei piemontesi spinge i privati a chiedere l’autorizzazione per costruire nuove strutture nella regione. “Troppi crematori sottoutilizzati” La Regione fissa nuove regole Il Piemonte conta 12 impianti Arrivano le regole per la gestione Il tema non è dei più allegri. Ma anche in questo caso il piano predisposto dall’assessorato regionale alla Sanità punta ad un obiettivo preciso: garantire la sostenibilità economica degli impianti, regolare la concorrenza, evitare che un eccesso di concorrenza falsi il mercato attraverso la rincorsa al ribasso delle tariffe. «Questione innanzitutto etica», precisano dagli uffici di corso Regina Margherita. Ma anche molto pragmatica, dato che si tratta di dare senso compiuto agli investimenti sui crematori fatti in passato con finanziamenti pubblici sulla base di un ammortamento calcolato per un certo numero di anni. Troppi impianti Il perimetro è quello dei crematori piemontesi: tanti, troppi, già realizzati o in fase di realizzazione sulla base di un «business» - l'aumento del ricorso alla cremazione - che ha convinto anche i privati. In base all’ultimo censimento, giugno 2014, la «Niente nome, mi basta che il caso venga segnalato». Francesca, la chiameremo così, è mamma di un bambino di 10 anni che da tempo soffre di una forma di congiuntivite molto seria: dalla primavera, con un crescendo nei mesi estivi, i suoi occhi diventano gonfi, soffre di prurito e fotofobia intensissimi. Il problema riguarda 350 piccoli in tutto il Piemonte. Il termine medico della patologia - una malattia pediatrica cronica, invalidante nella vita quotidiana - non è rilevante. È rilevante il fatto che per affrontare il problema Francesca e il marito debbano rivolgersi a una struttura sanitaria pubblica di Milano: «Da quindici anni numerosi ospedali pediatrici italiani trattano con successo i giovani pazienti grazie ad un collirio preparato al loro interno a base di un immunosoppressore. In Italia viene prescritto da team di allergologi pediatrici e oculisti che seguendo protocolli consolidati, previa valutazione generale dello stato di salute dei bambini e con l’accompagnamento di controlli ematochimici prima e durante la cura, permettono ai pazienti di condurre una vita quasi normale». L’assunzione del farmaco dev’essere periodicamente monitorata. «In Piemonte alcuni oculisti effettuano una presa in carico dei malati, limitatamente alla loro disciplina, prescrivendo il collirio come preparazione galenica ma senza poter verificare eventuali reazioni sistemiche al prodotto - spiega la signora -. Noi abbiamo scelto di far curare nostro figlio, come molti altri genitori piemontesi, fuori regione». Fuori regione perché in Piemonte manca un ambulatorio di riferimento: «Eppure non servono macchinari particolari. Bastano un oculista e un allergologo pediatrico, competenti e motivati, disposti a lavorare insieme». In attesa che anche in Piemonte venga aperto un day hospital per questa patologia, Francesca e il marito devono sottoporsi insieme al loro figlio al «pendolarismo sanitario», con i costi e i disagi immaginabili. Un caso concreto di mobilità passiva. [ALE.MON] nostra regione ne conta 12: 9 impianti, con 15 linee in totale, già in esercizio e altri 3, con una linea ciascuno, di prossima attivazione a Biella, Asti, Valenza. Di questi impianti, 7 su 12 sono idonei alla cremazione di casse di zinco e 5 su 12 alla cremazione di resti mortali in presenza di apparecchi elettromedicali. Tutti risultano provvisti della struttura per il commiato e tutti funzionano a gas metano. Particolare non trascurabile: stando ai dati forniti dalla Regione nessuno lavora a pieno regime, compreso quello di Torino. Il quadro è completato dall’aumento delle cremazioni: più 100% l’incremento di quelle ef- REPORTERS fettuate in Piemonte negli ultimi quattro anni; più 15% l’aumento del 2013 sul 2012. zione su quelli esistenti, si inserisce in queste coordinate. Nuovi criteri Il piano Il «Piano regionale di coordinamento per la realizzazione di nuovi cimiteri e crematori» seguito dall’assessore Saitta, valido per i nuovi impianti e per gli interventi di manuten- I criteri fissati sono sostanzialmente quattro: una «produzione» di almeno 1.200-1.300 cremazioni l’anno per impianto o per linea; il bacino di riferimento, che deve prevedere per il nuovo crematorio almeno 5 mila decessi l’anno (equivalente ad una popolazione di circa 500 mila abitanti); una distanza minima di almeno 50-70 chilometri da un altro impianto (tranne che per le Città Metropolitane); l’installazione in cimiteri situati in zone metanizzate per contenere l’inquinamento atmosferico. Insomma: nuove regole per ottimizzare l’utilizzo delle strutture esistenti e regolare l’arrivo di quelle nuove. Prevedibili le resistenze: nella Conferenza tra la Regione e le autonomie locali, incaricata di esaminare il piano già comunicato in giunta da Saitta, e poi in Consiglio regionale per il via libera della delibera. Una stra[ALE.MON] da tutta in salita. 12 40 .Alessandria e provincia STAMPA .LA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 gg Dossier/Sanità g Primi in Piemonte per malati “in fuga” Le cure “extraregione” costano all’Asl quasi 60 milioni, pazienti diretti soprattutto in Lombardia MAURO FACCIOLO ALESSANDRIA Quasi 8500 persone abitanti in provincia di Alessandria, lo scorso anno, hanno scelto di farsi curare fuori dal Piemonte e sono state ricoverate in ospedali di altre regioni. Con un costo per l’Asl di quasi 37,9 milioni di euro. Somma che sale a 59.798.158 euro se si considerano anche i ricoveri in day hospital (3063), le prestazioni di medicina generale (41.787), quelle di specialistica ambulatoriale (oltre 374 mila), l’acquisto di farmaci, i trasporti in ambulanza e le cure termali (quasi 68 mila prestazioni). Una cifra elevata. Tanto da far balzare la provincia al primo posto in Piemonte in quella che tecnicamente viene definita mobilità passiva, cioè la «migrazione» di pazienti fuori dai confini regionali. E che contribuisce a far crescere il deficit della sanità. In base alle cifre diffuse dalla Regione, scite di Tortona al San Giacomo di Novi. Come infatti sottolineano i difensori dell’ospedale tortonese, questo non ha fatto altro che incrementare ulteriormente il ricorso a strutture lombarde per i parti. A Novi, invece, oltre che alla Lombardia (1052 casi) si guarda alla Liguria (878). Alla Lombardia si rivolgono pure molti pazienti di Alessandria: 1160 su 1945 casi di mobilità passiva. Ma c’è un modo per mantenere in provincia pazienti che invece preferiscono farsi curare altrove? «Certo - risponde un primario -: occorre puntare sull’eccellenza, su servizi e prestazioni che davvero fanno la differenza rispetto ad altri ospedali». Proprio a Tortona c’è chi cita come esempio in questo contesto l’Unità di Senologia. Resta da capire, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera, come potrà essere attuata una politica di eccellenza dei reparti e di loro valorizzazione: con i tagli attuati e previsti, commentano gli scettici, forse la rimonta sarà problematica. La sanità piemontese paga cara la scelta di tanti cittadini che scelgono di curarsi in strutture fuori regione Vaccino antinfluenzale «Inprovincianoncisonorischi» gg Dossier/I nodi dell’assistenza Pazienti in fuga in Piemonte) non sono stati distribuiti attraverso l’Asl confezioni di vaccino antinfluenzale Flaud di cui è stato temporaneamente sospeso l’utilizzo dopo il decesso di alcuni pazienti. Le dosi messe a disposizione dall’Asl attraverso i Distretti sanitari e i medici di famiglia sono oltre 60 mila, ma riguardano un altro vaccino, denominato Agrippal. Lo segnala la direzione regionale Sanità, settore Prevenzione. «L’attività di vaccinazione antinfluenzale prosegue regolarmente» si sottolinea in Regione. Ad Alessandria, al Servizio sovrazonale di epidemiologia, fanno capo i dati sull’influenza: attualmente vengono registrati 1,9 casi per mille abitanti, ritenuti sotto la soglia di attenzione. CASI SPESA IN EURO 1.268.977 248.804.784 Asl Vercelli Asl Novara 739.320 43.133.846 Asl To1 Asl VCO 331.087 22.331.590 Asl To3, Collegno, Rivoli, Orbassano, Giaveno e Susa Asl To4, Canavese e valli di Lanzo 655.448 17.004.431 Asl Biella Asl Alessandria 1 In provincia (e neppure I chirurghi austriaci in sala operatoria Fra le eccellenze della sanità alessandrina c’è la chirurgia robotica. Pioniere in questo capo (a partire dal 2005) è stato il dottor Giuseppe Spinoglio. Ora il suo lavoro viene continuato da quelli che furono i suoi collaboratori della Chirurgia generale. E Alessandria dal 2010 è diventata un punto di riferimento anche per chirurghi di vari Paesi europei, che proprio in città si accostano per la prima volta (oppure perfezionano) alle tecniche di questo tipo di interventi. Così, dopo che a metà settimana erano arrivati tre chirurghi dell’ospedale di Wels, in Austria, ieri è stata la volta di due chirurghi inglesi, i dottori Deep J. Mad- Torino centro 235.580 15.111.399 Asl Cuneo 276.369 14.015.338 Asl To2 431.690 13.619.775 Asl Asti 168.855 13.328.961 Asl TO5, Chieri, Carmagnola, Moncalieri, Nichelino Torino città 199.288 12.330.804 192.905 11.060.017 112.971 9.196.125 129.351 7.227.891 Asl Alba e Bra 76.922 5.347.120 Sanità, malati in fuga verso altre regioni Aumenta il numero dei piemontesi che scelgono di farsi assistere altrove: il record è detenuto dalla Lombardia Il fenomeno prosciuga le risorse della Regione: dai 2,9 milioni persi nel 2011 ai meno 50 previsti quest’anno de e Giuseppe Garcea, dell’ospedale di Leicester, specialisti in chirurgia epato-bilio-pancreatica. I dottori austriaci sono venuti ad Alessandria invece per affinare la loro conoscenza dell’utilizzo del robot chirurgico negli interventi sui tumori al colon e al retto. «Una tecnica - spiega il dottor Fabio Priora, responsabile della Chirurgia che è stata messa a punto proprio nel nostro ospedale». Lo stesso Priora e il dottor Luca Lenti, anch’egli specializzato in chirurgia robotica, vanno anche loro in trasferta in altri ospedali europei: lo fanno però nella veste di «tutor», per seguire i colleghi nella preparazione. [M. FA.] RICERCA Ieri su La Stampa “Protesi” per il cranio in materiale plastico ALESSANDRO MONDO LOMBARDIA Ci sono dinamiche che si comprendono partendo dai numeri. Nel 2015 l’obiettivo tassativo della Sanità piemontese, vigilata dal ministero e soggetta al piano di rientro del debito, sarà contare esclusivamente sui trasferimenti statali: 8 miliardi. Non un euro dalla Regione. Di più: un centinaio di milioni dovrà essere risparmiato e reinvestito in nuove tecnologie, oltre che nell’edilizia sanitaria, per rendere il comparto più moderno, efficiente, concorrenziale. In una parola: al passo con i tempi. Conti fuori controllo È la stessa Sanità che nel 2013, dal confronto tra gli incassi della mobilità attiva e le spese della mobilità passiva, ha registrato un saldo negativo di 30 milioni. Quest’anno la cifra salirà a -50. Nel 2011 era di -2,9 milioni. Dove per «mobilità attiva» si intendono i pazienti di altre regioni che vengono a farsi curare in Piemonte, il quale si vede rimborsare i costi delle prestazioni dal sistema sanitario della Lombardia, piuttosto che del Veneto, dell’Emilia o della Toscana. La «mobilità passiva», invece, rimanda ai piemontesi che scel- 64.158.102 157.875.552 -93.717.450 PROV. BOLZANO PROV. TRENTO 256.265 589.617 -332.352 227.075 362.188 -135.113 FRIULI V. G. 1.019.010 946.063 72.947 Incasso pazienti in entrata Spesa pazienti in uscita Saldo 13.220.453 5.774.006 7.446.447 VENETO 3.228.203 5.932.636 -2.704.433 EMILIA ROMAGNA Le verità scomode in corsia 5.575.603 14.957.129 -9.381.525 SEGUE DA PAGINA 47 Incassi e spese MARCHE 1.318.267 852.151 466.116 (anno 2013) UMBRIA 844.112 577.774 266.338 LIGURIA ABRUZZO 52.851.243 33.966.237 18.891.759 TOSCANA 5.326.979 7.264.554 -1.397.575 2.209.930 784.079 1.425.852 LAZIO Centimetri LA STAMPA 5.190.114 3.501.257 1.688.857 IL FENOMENO Riguarda anche Torino, non soltanto le province di confine Cara Torino LUIGI LA SPINA VALLE D'AOSTA SARDEGNA MOLISE CAMPANIA PUGLIA n Piemonte, dal 2012 ad oggi, si è constatato un andamento paradossale: i tagli del personale avvenuti nella sanità pubblica piemontese non hanno fatto scendere i costi complessivi del settore, perché hanno finito per ridurre la produzione, per usare un termine aziendalistico non certo gradevole visto che si parla di cure e non di un qualsiasi mercato, ma utile per capire la realtà. Così, negli ultimi anni, la spesa della sanità in Piemonte è salita a 95 milioni di euro, ma è aumentata anche la mobilità dei pazienti che risiedono nella nostra regione, i quali non hanno giudicato sufficiente la quantità e la qualità del servizio offerto e si sono ri- I La classifica piemontese delle Asl in base ai dati sulla mobilità passiva dei pazienti. 1 Serena Autieri e Gigi D’Alessio in visita al Borsalino Anche altre protesi sono realizzate con il Poli “Casa Amica, una struttura incredibile” «Una struttura incredibile». Parola di Serena Autieri. L’attrice e show girl ieri sera, prima dello «Spettacolo di Natale» per la Fondazione Uspidalet, ha visitato con il pianista e compositore Alberto Pizzo la Casa Amica realizzata all’interno del centro di riabilitazione Borsalino. Accanto a lei Gigi D’Alessio: anch’egli poi protagonista del concerto all’Alessandrino (con gli Zerodata, i Perturbazione, Nathalie e anche Riccardo Schiara) per raccogliere fondi proprio per il progetto Casa Amica. La Autieri e Gigi D’Alessio hanno firmato autografi e si sono intrattenuti cordialmente con i degenti, facendosi fotografare con loro. [M. FA.] Da Austria e Inghilterra per la chirurgia robotica In corsia Nel 2013 i ricoveri in altri ospedali sono stati 8482 e 3063 i casi di Day hospital nel 2014 il saldo fra mobilità passiva e mobilità attiva (cioè coloro che invece vengono in Piemonte per farsi curare) sarà infatti negativo per circa 50 milioni di euro. Alessandria è in testa alla classifica della mobilità passiva, seguita da Novara (oltre 43 milioni la spesa): non a caso, sono due province di confine, dove storicamente c’è un utilizzo di strutture sanitarie magari lontane solo pochi chilometri ma già fuori regione. La direzione dell’Asl su questi nuovi dati economici regionali non rilascia commenti. Secondo dati che erano stati diffusi la scorsa estate, è il Tortonese a fare la parte del leone con la Lombardia: 2528 casi su 2918 scelgono ospedali o cliniche di Milano o di Pavia per farsi curare o operare. Un fenomeno destinato a crescere alla luce del trasferimento del Punto na- ECCELLENZE FEDERICA CASTELLANA Serena Autieri e Gigi D’Alessio hanno visitato la Casa Amica e si sono intrattenuti con i degenti Industria, Università e ospedale alessandrini insieme nella ricerca scientifica e per la realizzazione di tecnologie destinate al settore medicale. In questo caso, il lavoro comune ha avuto come obiettivo la creazione di «fissatori cranici» - denominati «NtCranial» -, innovativi dispositivi in plastica destinati a pazienti che hanno subito interventi neurochirurgici che implicano l’apertura della scatola cranica. L’ambizioso progetto che ha dato vita agli «NtCranial» oggi divenuto brevetto internazionale -, è uno dei frutti del lavoro svolto in sinergia fra Consorzio Proplast - realtà fondata dal Gruppo Guala e finanziata con il contributo della Fondazione CrAl -, Politecnico di Torino sede di Alessandria e Azienda ospedaliera alessandrina. Dopo una fa- se di sperimentazione durata alcuni anni, i risultati ottenuti dagli «NtCranial» sono stati presentati in occasione della Terza Giornata della Ricerca tecnico-scientifica. L’idea di creare nuovi «fissatori cranici» nacque 5 anni fa con l’intento di intrecciare le competenze territoriali alessandrine nel settore delle materie plastiche e i bisogni di nuovi dispositivi da mettere a disposizione dei medici. Si tratta di una sorta di «tassello cranico» che viene applicato in più punti a conclusione di un intervento neurochirurgico e che consente all’opercolo cranico di aderire perfettamente e così recuperare la posizione originale. Il dispositivo, applicabile con estrema facilità, consente di abbreviare notevolmente i tempi di chiusura della scatola cranica. [G. LO.] 12 LA STAMPA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 112.971 il caso Casi «emigrati» Sono i casi di pazienti astigiani trattati da Asl di altre regioni ENRICA CERRATO ASTI C olpisce vedere come i piemontesi per vari motivi sempre più spesso si facciano curare in altre Regioni. Eppure c’è un aumento esponenziale negli ultimi anni: lo si capisce esaminando i dati della spesa di quella che i tecnici chiamano «mobilità passiva» vale a dire le somme pagate dal Piemonte alle altre regioni. Il saldo negativo del 2011 era di 2,9 milioni, salito a 13 milioni nel 2012, a 30 nel 2013, con previsioni ancora più nere per quest’anno, che si aggirano sui 50 milioni. Ma Asti «tiene» Tanti sono i fattori che hanno determinato questa situazione, non ultimo il blocco delle assunzioni, che ha sguarnito reparti e allungato le liste di attesa. Ma Asti come si piazza in questa classifica di «emigrazioni»? Tutto sommato si salva: la spesa che l’Asl affronta per i residenti che vanno a curarsi altrove è stata di 9 milioni 196 mila euro nel 2013, pagati per 112.971 casi (per casi si intende la prestazione, non la persona singola). Sarebbe interessante però, vedere quanto invece i servizi dell’ospedale Massaja hanno incassato con la mobilità attiva. La direzione sanitaria sta completando i conteggi, confermando un trend positivo per alcune specialità. Reparti come Cardiologia, Maxillo facciale, Infettivi e le varie Chirurgie, sono capaci di attrarre pazienti di altre Regioni, mentre sulla mobilità passiva intervengono altri fattori. 9,196 IERI Caso Ceste Gli inquirenti ritornano nella casa Milioni L’interno dell’ospedale Massaja di Asti, uno dei più moderni del Piemonte La Sanità degli “emigranti” ma Asti attira pazienti Cardiologia, Maxillofacciale e Infettivi tra i reparti di”eccellenza” Da dove si «emigra» L’analisi parte dalla collocazione geografica: per esempio non è una novità che il Sud Astigiano spesso si rivolga ad Acqui Terme o ad Alessandria o ancora ad Alba o Cuneo. Sia in strutture pubbliche sia in private convenzionate come Villa Igea della città termale, o la clinica Città di Alessandria. C’è poi una emigrazione dovuta alla necessità di particolari specializzazioni che ad Asti non ci sono come la Neurochirurgia. Non ci sono invece palesi carenze nei reparti esistenti, che facciano “fuggire” gli astigiani altrove. Questo il quadro generale, alla luce del quale appare ancora più devastante e senza logica, il Piano di rientro varato dalla Regione in questi giorni, che tanto sta facendo discutere. Tra i reparti citati come «attrattivi»,secondo gli impietosi tagli, Asti perderebbe ad esempio gli Infettivi o il Maxillo Facciale. Come dire che si chiudono fabbriche in attivo, con commesse e ordinativi tali da far aspettare i clienti. Dove saltano i letti A fronte di queste considerazioni,in queste ore alla Direzione sanitaria dell’Asl e dell’ospedale Massaja si stanno facendo conteggi sulla perdita di posti letto: stante la paventata chiusura di 11 reparti ci sono in ballo da un minimo di 80 ad un massimo di 110 letti in meno. In ogni modo la penalizzazione dell’Astigiano sarebbe drammatica, perché si starebbe al di sotto della soglia dei 3,7 posti letto per 100 mila abitanti. A questo punto si spera che qualcuno dia risposte ad una semplice domanda: perché proprio l’Astigiano deve pagare colpe non sue con un ospedale nuovo? “Qui non resterà più niente” Tempi molto lontani quelli in cui l’intera Valle Belbo era scesa in piazza per difendere il suo ospedale: era l’inizio degli Anni Duemila e migliaia di persone manifestarono contro la chiusura del Santo Spirito, ipotizzata dall’allora giunta Ghigo. Si chiedeva il mantenimento dei servizi, Pronto soccorso compreso, e un corteo di protesta guidato dal presidente della Provincia Asti .41 È la spesa nel 2013 dalla Regione per i pazienti curati altrove Il Sud della provincia contro i tagli Dalla Val Bormida «Per il Pronto soccorso ora dovremo andare ad Asti o a Novi» . Roberto Marmo e dai sindaci con fascia tricolore aveva percorso le vie della città per confluire nella palestra dell’Istituto Nostra Signora delle Grazie e dar vita ad un’animata e bellicosa assemblea. Altri tempi. Lo hanno voluto ricordare durante una conferenza stampa, i soci del circolo Politeia di Nizza, tra cui Maurizio Carcione e Sergio Perazzo, che poi negli anni successivi, come sindaco e vice, si trovarono a firmare l’accordo di programma con la Regione, per costruire addirittura un ospedale nuovo. Altri tempi anche questi, visto che oggi, 2014, dell’ospedale Valle Belbo non c’è più traccia neppure nel Piano di rientro regionale. I soci di Politeia, attivissi- Una protesta di qualche anno fa a Nizza contro i tagli in Sanità mi nel promuovere iniziative culturali, tornano sui temi dell’ospedale. «Non abbiamo mai abbandonato quella partita – dice il presidente del circolo Franchino Roggero Fossati – adesso, dopo le notizie dei tagli anche su Asti, lo sconforto e la La Grappa dal 1977 www.marolo.com confusione sono totali». E mentre Carcione e Perazzo continuano a tornare sul mancato rispetto da parte della Regione dell’accordo di programma, Pietro Masoero fa notare che ormai nell’attuale presidio manca anche la manutenzione. In sostanza Politeia, che nel 2012 aveva raccolto oltre 2300 firme per il nuovo ospedale, lancia un appello a cittadini e politici locali: «Se non ci muoviamo non avremo più nulla, crediamo che da Nizza, come città capofila debba partire almeno l’iniziativa di un Consiglio aperto sulla questione». E si chiedono «Come farebbe il Massaja, depauperato, ad accogliere anche noi?». Riflessione analoga a quella fatta in questi giorni dai sindaci della Val Bormida. Da quei paesi infatti, per raggiungere un Pronto soccorso, con la chiusura di quello di Acqui, resta la scelta tra Asti, Alessandria e Novi Ligure. Un paradosso. [E. CE.] La casa di Elena Ceste Ieri nuovo sopralluogo degli inquirenti nella casa di Elena Ceste a Motta di Costigliole, in località San Pancrazio. Gli investigatori hanno fatto dei rilievi tecnici telematici probabilmente mirati a verificare le ultime ore di vita della donna scomparsa a gennaio e i cui resti sono stati ritrovati poco distanti dall’abitazione in cui viveva con il marito Michele Buoninconti e i loro quattro figli. Secondo alcune fonti vicine al pool di inquirenti, quella di ieri è stata un’ispezione puramente a scopo tecnico, per ricostruire e verificare tutti i passaggi di una dinamica ancora tutta da chiarire. Dell’accesso degli inquirenti nella casa abitata dal marito di Elena, Michele Buoninconti (unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere) e dei quattro figli della coppia, sono stati informati anche i legali dell’uomo che hanno presenziato a tutte le operazioni di rilievo. Dall’analisi dei resti l’unico dato certo è che Elena Ceste, la mattina del 24 gennaio, quando scomparve da casa, non aveva assunto nè psicofarmaci, nè alcol, nè stupefacenti, nè sostanze tossiche. E’ un dato che esclude anche l’ipotesi di un tentato suicidio finito in tragedia, attraverso un overdose di psicofarmaci. Si aspetta l’analisi delle ossa, esame in mano al medico legale Franco Romanazzi di Alba. E’ confermato invece che non ci sono tracce di violenza sui resti; le ossa sono integre, nell’addome saponificato - non risultano ferita da arma da fuoco o da taglio. Mentre è impossibile accertare se la donna sia stata strangolata o soffocata. 12 LA STAMPA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 Biella e provincia .41 . In breve SANITA’. AUMENTA LA SPESA PER I BIELLESI CHE SI FANNO CURARE FUORI REGIONE Asl, una scommessa da 11 milioni In mobilità passiva 53 mila prestazioni. Zulian: “Con il nuovo ospedale diminuiranno” FRANCESCA FOSSATI BIELLA Se il numero dei piemontesi che scelgono di farsi curare in altre regioni è in aumento, quello dei biellesi è stabile: la mobilità passiva extra-regionale nel 2012 ha riguardato 2373 ricoveri, nel 2013 solo sei in più, 2379. Questi ultimi sono costati 9,6 milioni di euro alla Regione, nel senso che l’Asl li ha dovuti rimborsare alle altre Regioni, in primis alla Lombardia (6,7 milioni), all’Emilia Romagna (circa 600 mila euro) e alla Toscana (circa 400 mila euro). A questi si aggiungono 1,6 milioni di euro per coprire le spese delle 53439 prestazioni (che non è detto coincidano con il numero dei pazienti perché ciascuno può aver fatto più di un esame o visita). In tutto i pazienti in fuga verso altre regioni nel 2013 valgono una spese di 11,2 milioni di euro, a fronte di una mobilità attiva extra-regionale, cioè di persone che da fuori Piemonte, soprattutto dalla Lombardia e dalla Valle d’Ao- Fino ad oggi assenti specialità importanti che non soddisfano il 40% delle richieste sta, vengono a farsi curare a Biella, pari a un milione di euro. «I nostri numeri non corrispondono con quelli resi pubblici ieri -esordisce il direttore generale Gianfranco Zulian-: i casi sono inferiori (56 mila contro 168 mila) e pure la spesa (11,2 contro 13,3 milioni), nonostante i nostri dati siano gli stessi che il nostro responsabile del controllo di gestione, Maurizio Provera, ha fornito alla Regione. In ogni caso, la mobilità passiva del Biellese, che forse quest’anno è lievemente aumentata, è dovuta all’assenza di alcune specialità nel nostro ospedale: le principali sono Neurochirurgia, Cardiochirurgia, Chirurgia maxillofacciale e pediatrica». Anche i trapianti di organi e le protesi ortopediche non si fanno a Biella il cui ospedale soddisfa il 63 % del fabbisogno di ricoveri dei biellesi. Infatti, alla mobilità extra-regionale va aggiunta quella intra-regionale, che nel 2013 è costata Biella Molestò minorenne Condannato a 18 mesi 1 Fece violenza sulla sorella minorenne, oltreché disabile, della sua compagna. Un uomo di 28 anni, residente in un paese alle porte di Biella, è stato condannato a 18 mesi di reclusione, oltre al risarcimento della parte civile ed all’interdizione perpetua dalla tutela, curatela o attività di sostegno ai minori. I fatti risalgono al 2009. L’uomo, allora 23 anni, approfittando dell’assenza della convivente tentò un approccio sessuale nei confronti della sorella allora dodicenne ospitata in casa. Biella Multa e quattro mesi a coppia di truffatori 1 Quattro Moderne tecnologie Con il nuovo ospedale e una tecnologia senza precedenti l’Asl conta di recuperare maggiori prestazioni e rideurre la spese per i malati che si rivolgono in altre strutture circa 27 milioni di euro (di cui 11 milioni in cliniche private piemontesi): in tutto i ricoveri fuori Biella (intra ed extra-regionali) sono costati 37,5 milioni di euro, mentre quelli fatti al Degli infermi hanno generato 52 milioni di euro. L’Asl di Biella ha in atto e in serbo iniziative per ridurre la mobilità passiva: «Con Novara abbiamo accordi per la Chirurgia toracica e per la Neurochirurgia: gli specialisti vengono a visitare a Biella. Stiamo lavorando, sempre con l’Aso di Novara, per portare a Biella an- che gli interventi maxillofacciali, in modo che si muovano gli specialisti e non i pazienti». D’altronde ora nel nuovo ospedale ci sono 10 sale operatorie, in grado di ospitare tutto. «Credo che con il comfort e le attrezzature all’avanguardia presenti nel nuovo ospedale si possano recuperare dei punti -dice Zulian-: i biellesi presto si renderanno conto del salto di qualità». E la tecnologia potrebbe anche ridurre le liste d’attesa per visite ed esami, altra causa di mobilità passiva. Trasloco finito, si nasce a Ponderano La piccola Zoe ha inaugurato il moderno reparto di Ostetricia C’è entusiasmo nei reparti del nuovo ospedale e ieri è nata la prima bambina: Zoe, figlia di Katia Baissarda e di Cristian Boggiani di Quaregna. Un parto che di fatto ha inaugurato il nuovo reparto di Ostetricia. Mamma Katia che ha scelto di far nascere a Biella anche la sua seconda figlia, a 6 anni di distanza dalla prima: «Temevo che il trasferimento dei reparti avrebbe creato qualche difficoltà, invece è stato tutto perfetto: dall’accoglienza all’assistenza in sala parto». Zoe è stata registrata all’anagrafe di Ponderano.Dai neonati ai meno La piccola Zoe Baissarda ha inaugurato il reparto di Ostetricia giovani commenti sono sempre improntati all’entusiasmo. «Il personale ha partecipato con gioia al trasloco, a parte il pensiero comune che in ospedale sia sempre meglio non andare, sono buone», ha detto ieri Bernardino De Bernardi, primario di Geriatria, nel corridoio del suo reparto che conta 21 letti, 330 ricoveri annui solo per post acuzie (provenienti anche da altri reparti), 5 mila visite all’anno (1200 domiciliari) e 3 mila controlli. Numeri che fanno sperare in un cambiamento di rotta della Regione intenzionata a cancellare la Geriatria biellese. Emozionata per la nuova avventura è anche Matilde Rolfo, coordinatrice infermieristica di un’area poli-specialistica che nel vecchio nosocomio non esisteva: Otorinolaringoiatria, Oculistica, Dermatologia, Chirurgia vascolare e le degenze delle libere professioni. «Ho una squadra di infermieri competenti e carichi di energia spiega -. Hanno scelto di lavorare con me, ma provengono da altre specialità: ci stiamo organizzando per operare al meglio». Al piano -1 la mensa diretta da Paolo Bena è un altro mondo rispetto a quella del vecchio ospedale (che chiude oggi con la fine del day hospital oncologico): ha 250 posti a sedere (anziché 100 con persone sempre in coda) può servire fino a 1000 persone a pranzo e prepara i vassoi personalizzati per i degenti. [F. FO.] mesi di reclusione, sospesi, e il pagamento di una multa di 150 euro. È questa la condanna arrivata in giornata nei confronti di Bruno Barbera, 49 anni, e Katia Martiner, 46. I due sono stati giudicati colpevoli del reato di truffa. Nel 2007 la coppia aveva avviato le trattative per vendere un immobile, a Vaglio, nascondendo il fatto che fosse ipotecato e sotto pignoramento. La loro vittima prima di scoprire il raggiro, a titolo di caparra, aveva loro già consegnato 20 mila euro. Camburzano Trenta possibili gestori del negozio del paese 1 Sono state una trentina le «manifestazioni d'interesse» giunte al municipio di Camburzano in merito alla possibiltà di gestire il negozio d’alimentari del paese. Parliamo dell’emporio di via Remmert: i locali in cui si trova il negozio sono di proprietà del Comune e quindi, l’amministrazione guidata da Elena Pesole, è alla ricerca di qualcuno che si occupi della sua gestione. «Abbiamo richiesto a chi fosse interessato di presentare una “manifestazione d'interesse”, un’indagine conoscitiva cioè, per capire se ci fossero soggetti interessati a subentrare all’attuale gestore che ora andrà in pensione - spiega il sindaco -. Sono una trentina le lettere che abbiamo ricevuto». Ora il Comune ha emesso un bando vero e proprio che scadrà il prossimo 16 dicembre. Tutta la documentazione è in Comune. 12 40 .Cuneo e provincia STAMPA .LA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 In breve SANITÀ. NUMERI IN CALO RISPETTO A DODICI MESI FA Ricoverati in altre regioni 3918 cuneesi La Granda è 12a in Italia: solo il 4% dei residenti (media nazionale 9,3) va fuori Piemonte CAMILLA PALLAVICINO CUNEO Sono stati 3918 i cuneesi che nel 2013 hanno scelto di farsi ricoverare in ospedali di altre regioni: 2800 i pazienti dell’Asl Cn1 e 1118 quelli dell’Asl Cn2. Un dato che distingue la provincia di Cuneo come quella meno soggetta alla mobilità passiva in tutto il Piemonte, la dodicesima a livello italiano. A fronte di una media nazionale del 9,3%, infatti, i cittadini cuneesi che viaggiano fuori dal Piemonte per curarsi sono il 4%. «Nel dettaglio spiega Gianfranco Cassissa, direttore amministrativo dell’Asl Cn2 - dei nostri 1118 cittadini che sono stati ricoverati fuori dal Piemonte, 479 sono andati in Lombardia, 331 in Liguria, 73 in Emilia, 63 in Toscana e i restanti in altre regioni. La percentuale più alta di questi ( 28%) per malattie dell’apparato muscolo scheletrico, il 12% per malattie del sistema nervoso e poi altri per problemi cardiologici, malattie endocrine metaboliche e altro ancora. L’Asl Cn2 ha anche un tasso di ospedalizzazione molto basso: 151 ricoveri per mille abitanti l’anno (a fronte di uno standard nazionale di 160). Di questi 151 ricoveri, 144,5 avvengono in Piemonte, e 6,50 fuori dalla regio- Ieri su La Stampa ANTINFLUENZALE «Quei vaccini non sono usati in Piemonte» gg Dossier/I nodi dell’assistenza Pazienti in fuga Asl Alessandria CASI SPESA IN EURO Asl Vercelli 235.580 Asl Cuneo 199.288 12.330.804 Asl To2 192.905 11.060.017 112.971 9.196.125 129.351 7.227.891 1.268.977 248.804.784 Asl Novara 739.320 43.133.846 Asl VCO 331.087 22.331.590 Asl To3, Collegno, Rivoli, Orbassano, Giaveno e Susa 431.690 13.619.775 Asl Asti Asl To4, Canavese e valli di Lanzo 655.448 17.004.431 Asl Biella 168.855 13.328.961 Asl TO5, Chieri, Carmagnola, Moncalieri, Nichelino Asl To1 276.369 Torino centro 15.111.399 14.015.338 Torino città Asl Alba e Bra 76.922 5.347.120 Sanità, malati in fuga verso altre regioni Aumenta il numero dei piemontesi che scelgono di farsi assistere altrove: il record è detenuto dalla Lombardia Il fenomeno prosciuga le risorse della Regione: dai 2,9 milioni persi nel 2011 ai meno 50 previsti quest’anno ALESSANDRO MONDO Ci sono dinamiche che si comprendono partendo dai numeri. Nel 2015 l’obiettivo tassativo della Sanità piemontese, vigilata dal ministero e soggetta al piano di rientro del debito, sarà contare esclusivamente sui trasferimenti statali: 8 miliardi. Non un euro dalla Regione. Di più: un centinaio di milioni dovrà essere risparmiato e reinvestito in nuove tecnologie, oltre che nell’edilizia sanitaria, per rendere il comparto più moderno, efficiente, concorrenziale. In una parola: al passo con i tempi. Conti fuori controllo È la stessa Sanità che nel 2013, dal confronto tra gli incassi della mobilità attiva e le spese della mobilità passiva, ha registrato un saldo negativo di 30 milioni. Quest’anno la cifra salirà a -50. Nel 2011 era di -2,9 milioni. Dove per «mobilità attiva» si intendono i pazienti di altre regioni che vengono a farsi curare in Piemonte, il quale si vede rimborsare i costi delle prestazioni dal sistema sanitario della Lombardia, piuttosto che del Veneto, dell’Emilia o della Toscana. La «mobilità passiva», invece, rimanda ai piemontesi che scel- LOMBARDIA 64.158.102 157.875.552 -93.717.450 PROV. BOLZANO PROV. TRENTO 256.265 589.617 -332.352 227.075 362.188 -135.113 Incasso pazienti in entrata Spesa pazienti in uscita Saldo Cara Torino LUIGI LA SPINA 3.228.203 5.932.636 -2.704.433 EMILIA ROMAGNA Le verità scomode in corsia 5.575.603 14.957.129 -9.381.525 MARCHE 1.318.267 852.151 466.116 (anno 2013) UMBRIA 844.112 577.774 266.338 LIGURIA ABRUZZO 52.851.243 33.966.237 18.891.759 TOSCANA 5.326.979 7.264.554 -1.397.575 2.209.930 784.079 1.425.852 LAZIO Centimetri LA STAMPA 5.190.114 3.501.257 1.688.857 SARDEGNA MOLISE CAMPANIA n Piemonte, dal 2012 ad oggi, si è constatato un andamento paradossale: i tagli del personale avvenuti nella sanità pubblica piemontese non hanno fatto scendere i costi complessivi del settore, perché hanno finito per ridurre la produzione, per usare un termine aziendalistico non certo gradevole visto che si parla di cure e non di un qualsiasi mercato, ma utile per capire la realtà. Così, negli ultimi anni, la spesa della sanità in Piemonte è salita a 95 milioni di euro, ma è aumentata anche la mobilità dei pazienti che risiedono nella nostra regione, i quali non hanno giudicato sufficiente la quantità e la qualità del I Aumenta il numero di piemontesi che scelgono di farsi assistere altrove: il record è della Lombardia 1 Il «Santa Croce» di Cuneo Nel 2012-2014 ha incrementato gli interventi chirurgici del 15% I ricoveri aumentati del 4% ne. Numeri che sono conseguenza anche del lavoro svolto a livello territoriale con i medici di base che sanno come indirizzare i pazienti in base alle diverse esigenze». Anche i numeri dell’Asl Cn1 dicono che la mobilità passiva è in calo: nel 2012 i ricoveri fuori dal Piemonte erano stati 2900, l’anno scorso 2800, così come è calato, in maniera molto sensibile il numero totale delle prestazioni effettuate fuori regio- ne: fra esami diagnostici, visite ambulatoriali, acquisti di farmaci, cure termali e altro, l’Asl Cn1 contava 294 mila prestazioni extra regione, ridotte nel 2013 a 199 mila. «Per quanto riguarda l’Asl Cn1 - spiega Gianni Bonelli, direttore generale dell’Asl Cn1 – il nostro dato di mobilità passiva è in calo e dovuto per lo più alla mobilità di pazienti oncologici e dell’area ortopedica e fisiatrica verso centri altamente specializzati di Milano, Pavia e Genova. Per il resto stiamo assistendo ad un incremento della capacità attrattiva, soprattutto dell’area ostetrico-ginecologica dell’ospedale di Mondovì, nei confronti della Liguria». Ad attrarre pazienti da altre regioni è sicuramente riuscito l’ospedale «S. Croce e Carle», che nel periodo 2012-2014 ha incrementato il volume degli interventi chirurgi del 15%, aumentando anche i ricoveri del 4% (del 2% quelli chirurgici). PROCESSO. OPERAIO MORÌ DI MESOTELIOMA Ex capi reparto Michelin “Niente amianto a Fossano” TAGLIO DEL NASTRO A CUNEO, CONVEGNO A BORGO Inaugurata la nuova sede di Confagricoltura 1 Agricoltura, economia ed alimentazione sana: sono le tre parole che hanno accompagnato l’inaugurazione della nuova sede di Confagricoltura Cuneo, in via Bruno Caccia. Quindi a Borgo il convegno «Agricoltura: protagonista dell’economia e dell’alimentazione di domani», alla presenza del presidente nazionale, Mario Guidi e del vice ministro all’Agricoltura Andrea Olivero. [R. S.] «I due lotti di vaccino antinfluenzale Fluad della Novartis, temporaneamente ritirati dall’uso, non sono distribuiti in Piemonte dove è utilizzato il vaccino Agrippal, anch’esso prodotto dalla Novartis, ma differente per formulazione e composizione». La precisazione, con l’invito ad effettuare la vaccinazione per proteggersi dal picco epidemico stagionale atteso in tempi lunghi, viene dal settore Prevenzione della direzione regionale della Sanità. Concetto ribadito dalle Asl cuneesi, che da inizio novembre stanno procedendo alla distribuzione tramite i medici di famiglia delle 93500 dosi di vaccino antinfluenzale (66 mila nell’Asl Cn1, 27.500 nell’Asl Cn2) a disposizione quest’anno. [C. P.] 1 SEGUE DA PAGINA 47 Incassi e spese IL FENOMENO Riguarda anche Torino, non soltanto 1.019.010 946.063 72.947 VENETO Convegno sui disturbi dell’apprendimento 1 Il Centro di riabilitazione Ferrero di Alba, in collaborazione con l’Associazione italiana dislessia, organizza oggi un convegno dal titolo «Nei suoi panni»: con autorevoli relatori nazionali, si parlerà di emotività e psicopatologie nei disturbi dell’apprendimento. Il corso è rivolto a operatori della sanità, scuole e privati. [R. F.] Cuneo FRIULI V. G. VALLE D'AOSTA 13.220.453 5.774.006 7.446.447 Alba Ieri la difesa della Michelin di Fossano ha portato in tribunale, come testimoni, i capi reparto che lavorarono insieme a Giuseppe Salomone, operaio, morto nel 2002 per mesotelioma pleurico, il cancro dell’amianto. L’imputazione del pm Attilio Offman parla di omicidio colposo per due ex dirigenti dello stabilimento, Ferdinando Tempesti e Mario Marzano. Dovevano evitare che venisse in contatto con le fibre di asbesto e informarlo dei rischi che correva lavorando alla macchine «M90» che avevano il coperchio rivestito del materiale pericoloso. Servivano all’avvolgimento del filo metallico che fa da «scheletro» agli pneumatici. L’accusa ipotizza che, quando si spezzava, il filo metallico andava a battere contro la capote della macchina facendo saltare schegge d’amianto. I testimoni della difesa rappresentata dall’avvocato Giovannandrea Anfora, di Torino - hanno escluso questa possibilità. «Salomone - ha raccontato uno di questi, a ca- po del reparto dal 1980 al 1987 lavorava principalmente su altre macchine, la M110 e M114, che servivano alla lavorazione successiva alla M90. Quelle non avevano guarnizioni in amianto, mentre poteva capitare sulle M90 che il filo si rompesse, ma la macchina si fermava automaticamente. Non sapevo di che materiale fosse fatto il pannello fonoassorbente né ho mai visto infiltrazioni di polvere». Un altro ex capo reparto: «Capitava che i fili si rompessero, la macchina non si fermava e interveniva il manutentore. Ma questa rottura non causava né polveri né fumi. Al limite c’erano residui di grasso». Nessuno ricorda che ci fossero scheggiature sulla capote delle «M90». Queste apparecchiature sono state tutte e 230 sostituite dalla Michelin nel 2011. [B. M.] Congresso di Pediatria con tanti esperti 1 Per la prima volta a Cuneo, oggi, alle 9, la sala conferenze della Fondazione Crc ospita il congresso della Federazione dei medici pediatri piemontesi. Al centro del dibattito «Il pediatra: una risorsa per la comunità tra passato e futuro», con interventi di autorità, esperti e operatori del settore. [MT. B.] Ceva Vizio, Alliani, Ruffino e Rossi nell’Unione 1 Il Consiglio comunale ha scelto il rappresentante del Comune nel Consiglio della nuova Unione montana del Cebano: è il sindaco Alfredo Vizio. Entro domenica dovranno procedere alla nomina dei loro rappresentanti tutti i 18 Comuni che aderiscono. Le minoranze hanno scelto Alliani, da Ceva, Ruffino da Battifollo e Rossi da Viola. Lunedì sarà convocato il primo Consiglio dell’Unione, che dovrebbe tenersi venerdì prossimo a Ceva. [MU. B.] Bra Cortile di via Marconi aperto per posteggiare 1 Aperto, oggi dalle 8 alle 20, il cortile di via Marconi a Bra, che può essere utilizzato come parcheggio gratuito. L’iniziativa dell’Amministrazione intende favorire lo shopping natalizio. [V. M.] Casa Galimberti «Donne e Resistenza» Incontro a Cuneo 1 Oggi, alle 17 al museo Casa Galimberti, l’Anpi organizza un incontro su «Donne e Resistenza» con interventi di Ughetta Biancotto, Margherita Mo e Natale Maccario. Sarà trasmesso un video con la testimonianza di Anita Barbero. [MT. B.] 12 45 42 .Novara e provincia STAMPA .LA SABATO 29 NOVEMBRE 2014 In breve SANITA’. CRESCE LA SPESA PER PAGARE PRESTAZIONI FUORI DAL TERRITORIO Fuga di malati, Novara in trincea È seconda in Piemonte: ospedale e Asl rispondono con tecnologie e professionisti MARIA PAOLA ARBEIA NOVARA Fuga dagli ospedali piemontesi e casse prosciugate per pagare prestazioni fuori regione? A Novara - seconda dopo Alessandria tra le «maglie nere» - il tema è da sempre tra i primi nell’agenda dei direttori di Maggiore e Asl. Mario Minola guida l’ospedale del capoluogo: «Anzitutto la Città della salute ci permetterà davvero di arginare e rilanciare, anche con la presenza della facoltà di Medicina. In Lombardia hanno fatto massicci piani d’investimento e il riordino di strutture pubbliche e private, per noi sono a un tiro di schioppo. Dalla nostra strategia, negli ultimi 5 anni, segnalo le nuove attrezzature acquistate con fondazioni e associazioni, il potenziamento di alte specializzazioni, il sistema robotico in chirurgia, unico in Italia. In Radioterapia c’è il nuovo acceleratore. Poi il centro trapianti renali: tra i migliori in Europa e, per volumi, fra i primi in Italia. E il centro regionale sulla Sclerosi laterale amiotrofica». I distretti più a rischio sono Galliate e Arona Borgomanero punta su Oculistica e Urologia Fondazioni e associazioni hanno donato più di 2 milioni e mezzo negli ultimi tre anni in attrezzature e servizi: «Il rinnovo del parco tecnologico - rimarca Minola - è fondamentale. Abbiamo investito sulla Terapia intensiva neonatale, preziosa per tutto il Nord Ovest. La Chirurgia toracica è quella che fa più interventi sui tumori polmonari in Piemonte. Oncologia: non sappiamo più dove mettere i pazienti. Vuol dire che si risponde a modo ma pure che ci sono costi crescenti e spazi da trovare. Tra due mesi apriamo il blocco operatorio d’Ostetricia e ginecologia. Nel 2015 ci impegneremo molto sull’Oncologia pediatrica». Arabella Fontana è direttrice sanitaria dell’Asl. Sul territorio, recenti problemi si evidenziano per esempio Antinfluenzale «Vaccinazioni sottocontrollo» Novara Furto di sigarette Ladri in azione di notte 1 Manomettono il distributore esterno di sigarette e scappano con le monetine. Ladri in azione, giovedì notte, alla tabaccheria di via Beltrami vicino al mercato della zona Vela. Dopo la denuncia dei titolari, è uscita la polizia anche con il personale dei rilievi scientifici. [M. BEN.] Novara 1 Il dottor Federico Mario Minola Al Maggiore si è investito molto sulla Terapia intensiva neonatale Sopra il direttore generale nelle cure domiciliari oncologiche palliative e per malati psichici. La trincea regge o cede? «Mobilità passiva in incremento per noi significa non solo verso la Lombardia ma in strutture private di vario ordine. Stavamo recuperando invece ora i dati sono sovrapponibile al 2008 per alcune voci, a partire dai ricoveri. Tra il 2012 e il 2013 meno persone so- no andate fuori ma ci sono costate di più: in particolare per Ostetricia e ginecologia, Trauma e Chirurgia. In altre specialità siano rientrati. Perdiamo sulle cose più semplici, in sintesi. I distretti dove il richiamo esterno è forte: Galliate e Arona». Si punta su nuovi servizi integrati e day service cioè «pacchetti» di prestazioni in giornata: «E i medici di me- dicina generale sono strategici per indirizzare bene i pazienti. La mobilità attiva: a Borgomanero arrivano in molti da fuori. In Oculistica c’è un più 20%: vantaggio e svantaggio. Le attese si allungano. Poi sono in crescita Urologia, Ostetricia e Punto nascite. I professionisti, in alcune specialità, fanno la differenza per la fiducia che i pazienti ripongono in loro». Il Vco al terzo posto per mobilità passiva “Inevitabile per una zona di confine Le contromisure? Una rete efficiente” Dopo Alessandria e Novara è l’Asl del Vco a subire un’elevata mobilità passiva. I dati del 2013 parlano di 331.087 pazienti in fuga fuori regione, pari a una spesa di oltre 22 milioni. Un esodo favorito anche dalla vicinanza con la Lombardia, regione dotata di strutture sanitarie d’avanguardia in alcune specialità. Più facilmente raggiungibile: un’ora di treno da Domodossola, 40 minuti da Verbania. Distanti dalle città del Piemonte, soprattutto Torino. «E’ una passività che però non è in aumento, resta costante da alcuni anni» spiega Francesco Garufi, direttore sanitario dell’Asl Vco. «E’ una mobilità di confine - spiega dettata da molte motivazioni Francesco Garufi Direttore sanitario dell’Asl Vco ma è fisiologica, perché nasce da un’area che gravita sulla Lombardia, come in fondo confermano anche i dati della provincia di Novara. La mobilità di confine è qualcosa descritto in letteratura, causato anche dalle condizioni viarie: si arriva più facilmente a Milano che non a Torino. Attratta da una gamma maggiore di strutture e professionisti, anche se nel D’Andrea è appena stato rieletto presidente dell’Ordine dei medici. Fa il punto sul vaccino antinfluenzale: «Siamo coperti per forniture, gestione e monitoraggio. I medici di famiglia provvedono secondo le disposizioni. Sui decessi di cui si parla in questi giorni, occorre conoscere dettagli. Non generalizzare. Diverso il discorso sulla diffidenza che si sta diffondendo sulle vaccinazioni in generale e per lo più fra i pediatri. Con il professor Gianni Bona abbiamo pensato, ma non è imminente, a un incontro pubblico per approfondire gli aspetti più importanti». Anche nel Vco l’Asl rassicura sui vaccini antinfluenzali. «Nessun problema, la campagna procede regolarmente». Vco, in alcune discipline, ne abbiamo di preparati». Contromisure? «Non è facile porre rimedio - prosegue Garufi - Ad esempio non potremmo mai fare qui la cardiochirurgia. Da qui il ragionamento degli ospedali hub e spoke. Credo che la Regione metterà in piedi una rete ospedaliera finalizzata proprio a cercare di risolvere pure questo problema, creando un sistema di rete come avvenuto in altre regioni. Ad esempio, negli infartuati, oggi abbiamo emodinamica a Domodossola ma poi facciamo capo a una struttura attrezzata come quella di Novara». Tornando sul nodo del materno infantile, che fa discutere e divide il territorio, è la discreta mobilità verso strutture lombarde. Ci sono medici a spingere le donne a partorire fuori provincia? «Non si tratta di medici dell’Asl, sicuramente no. Ma anche qui è una mobilità che oscilla. Anche se va detto che il servizio noi lo abbiamo garantito: se vanno via a partitore via è una loro libera scelta». [RE.BA.] Rubano dall’auto le scatole di tabacchi 1 Vedono le scatole di tabacchi passando di fianco all’auto in sosta, le spaccano un finestrino e rubano le «bionde». Il furto è stato denunciato alla polizia da un residente di via Porta. [M. BEN.] Novara Incontro con la Regione sulla gestione dei rifiuti 1 Un incontro su «Rifiuti: quale governante?» stamattina alle 9 all’albergo Italia di Novara. Interverranno l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia, il capogruppo regionale Pd Davide Gariglio e il consigliere regionale Domenico Rossi. Si approfondirà la modifica della legge regionale 7 e si aprirà un confronto con i presenti. Sono stati invitati consorzi, sindaci e amministratori di Novara, Vercelli, Biella e Verbania [C.BOV.] Lesa L’aiuto agli studenti dal burraco e mercatini 1 L’annuale torneo di burraco, organizzato dalle Pro loco Lesa e Belgirate, quest’anno ha anche finalità benefica a favore di studenti in difficoltà economiche. La quota di 15 euro, che viene versata da ogni giocatore, andrà a sostenere il progetto «Obiettivo studenti Lesa e Belgirate» con cui la Caritas locale vuole sostenere dieci famiglie che, per difficoltà economiche, non riescono a mandare i figli a scuola. Darà un contributo anche il gruppo femminile del Lions Club Arona-Stresa: devolverà l’incasso del mercatino natalizio del 7 dicembre. Il torneo, a coppie libere, si disputerà domani, domenica, all’Hotel Villa Carlotta di Belgirate, con inizio alle 15. Sono in palio anche sorprese e ricchi premi. Per dettagli e iscrizioni: 0322.76461. [C. FA.] 34 IL METEO SVIZZERA Poco Nuvoloso nuvoloso CITTÀ VB AO Coperto Variabile Temporale Nebbia Pioggia intensa BI VC TO Neve Mare mosso Mare calmo Poco mosso Mare agitato GE CN FRANCIA PV AL SV IM SP MIN MAX 7 8 7 7 8 7 8 7 6 9 12 12 13 8 10 9 9 9 9 9 9 7 14 14 15 15 AO BI AT PV AL GE CN FRANCIA MI NO VC TO LA STAMPA SV IM SP AOSTA VERBANIA BIELLA NOVARA VERCELLI TORINO ASTI ALESSANDRIA CUNEO MILANO GENOVA SAVONA IMPERIA MIN MAX 7 6 7 7 8 8 8 7 7 9 12 13 13 11 11 10 11 10 10 10 9 9 12 14 15 14 VERCELLI SABATO 29 NOVEMBRE 2014 REDAZIONE VIA DUCHESSA JOLANDA 20 TELEFONO 0161 269711 FAX 0161 257009 E-MAIL [email protected] WEB WWW.LASTAMPA.IT/VERCELLI PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A. BIELLA, VIA COLOMBO 4 TELEFONO 015 2522926 - 015 8353508 FAX 015 2522940 All’interno CITTÀ VB Una depressione tra la Spagna e il Marocco tenderà nei prossimi giorni a restare attiva sul Mediterraneo occidentale convogliando aria umida e perturbata verso il NordOvest. Una prima ondata di piogge si esaurirà sabato mattina, ma con lo spostamento della depressione sul Tirreno da sabato sera le piogge torneranno a estendersi e intensificarsi fino a lunedì mattina. In seguito resterà una situazione depressionaria con aria fresca e umida, ma le piogge si sposteranno sul Tirreno. A cura di www.nimbus.it AT Vento MI NO AOSTA VERBANIA BIELLA NOVARA VERCELLI TORINO ASTI ALESSANDRIA CUNEO MILANO GENOVA SAVONA IMPERIA DOMANI Temperature ˚C SVIZZERA Centimetri-LA STAMPA * Oggi in edicola con La Stampa * Sole Il tempo: piogge fino a lunedì, neve in alta montagna Temperature ˚C E VALSESIA Assolta SANITÀ. LA REGIONE LANCIA L’ALLARME REPORTAGE Rifiuti ai Cappuccini Come cambia la differenziata Stefano Fonsato PAGINA 40 FONDAZIONE AGNELLI Università al top per i diplomati al Liceo classico Servizio PAGINA 41 VALSESIA Maltempo, servono diciotto milioni per danni alle strade Giuseppe Orrù PAGINA 47 CALCIO Beretta al posto di bomber Marchi nella Pro a Latina Servizi PAGINA 55 12 Elena Romani è stata assolta in tre gradi di giudizio Era accusata dell’omicidio della figlioletta Pazienti in fuga Chi si cura fuori costa 59 milioni Sempre più vercellesi in ospedali non piemontesi Nel 2013 dai forestieri incassati appena 34 milioni SAMUEL MORETTI VERCELLI Quella sanitaria è un’algebra dove i conti non tornano mai. E il segno meno davanti alle voci di bilancio è la sola costante. Parla chiaro il saldo negativo di 30 milioni di euro registrato in Piemonte nel 2013 al capitolo mobilità passiva, cioè i costi che il sistema sabaudo deve rimborsare alle altre regioni per i pazienti migranti che scelgono di farsi curare in Lombardia, in Veneto o in Emilia. Destinato a salire, nel 2014, a -50 milioni di euro. Un fenomeno osservabile anche a livello locale: nei bilanci delle Asl provinciali quella voce ha un peso specifico pesante. I 235.580 casi vercellesi di mobilità passiva fuori dal Piemonte incidono per 15,1 milioni di euro sui conti di piazza Castello. E questo nonostante l’impegno dell’azienda sanitaria bicciolana a limitare la migrazione dei «suoi» pazienti verso altre strutture. A questi numeri vanno aggiunti quelli relativi alla mobilità intra-regionale. Secondo i dati forniti dall’Asl di Vercelli in provincia la L’ospedale di Vercelli «fuga» dei pazienti cala dal 2010. Mentre è rimasto costante il fenomeno inverso, la cosiddetta mobilità attiva, ossia la capacità di attrarre pazienti da altri territori. Le cifre sono impressionanti: 59 milioni di euro di «rosso» sul bilancio 2013 per la mobilità passiva in direzione di altre Asl piemontesi ed extra-confine. Compensate da un incasso di 34,3 milioni legati alla mobilità attiva. Con un saldo negativo di 24,7 milioni di euro. Dato in linea con quello registrato nel 2012 (la differenza è di appena 4 mila euro in più). Se gli spostamenti dei vercellesi fuori dal Piemonte sono costati 15,1 milioni dunque, quelli verso Biella, Verbania o Torino valgono 43,9 milioni l’anno. Una voce che stride con i recenti dibattiti di campanile scatenati dalla riorganizzazione della rete ospedaliera decisa dall’amministrazione Chiamparino: l’abitudine alla mobilità passiva dimostra che i vercellesi (e i piemontesi) scelgono di farsi curare nelle strutture d’eccellenza senza troppo badare ai chilometri da percorrere. Mentre i «rossi» dei bilanci testimoniano che il sistema, così, non può reggere. E che sembra trionfare una nuova logica: dotare i territori di presidi sanitari attrezzati alle emergenze, investendo nei pochi ma buoni ospedali già attivi. Quello sanitario è il rovello più intricato cui sta lavorando la Regione. Con obiettivi stringenti e paletti rigidissimi: il piano di rientro del debito imposto a Torino da Roma fissa il tetto dei trasferimenti a 8 miliardi per la spesa del 2015. Tassativo. Con l’obbligo di risparmiarne una parte per investire in tecnologie moderne ed edilizia. Altroservizio INCRONACADITORINO OMICIDIO MATILDA. LA CORTE DI CASSAZIONE “Nessun risarcimento per Elena Romani” La corte d’appello aveva stabilito l’indennizzo per ingiusta detenzione Elena Romani non riceverà il risarcimento per ingiusta detenzione. Ieri la Corte di Cassazione ha annullato l’indennizzo di 80mila euro che la corte d’appello di Torino aveva riconosciuto poco più di un anno fa alla mamma della piccola Matilda. Era entrata in carcere il 14 luglio 2005 e vi era restata per i 118 giorni a cui erano seguiti sei mesi agli arresti domiciliari. Secondo la Cassazione ci sarebbe stato «un mancato esercizio di facoltà difensiva da parte dell’interessata», perché invece di rispondere agli inquirenti per chiarire alcune intercettazioni Elena Romani si era avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. Per la Cassazione questa scelta avrebbe portato ad avvalorare i sospetti alla base della sua detenzione. La decisione è arrivata a seguito del ricorso del procuratore generale di Torino, Vittorio Corsi, che si era opposto al risarcimento motivando la sua posizione con il «comportamento ondivago, ai limiti dell’ambiguità» tenuto dalla Romani durante le indagini. Ora la questione tornerà alla corte d’appello per essere riesaminata. «Ci batteremo per il giusto indennizzo che spetta a Elena Romani», ha detto il suo legale, Roberto Scheda. È l’ultimo capitolo di una storia cominciata il 2 luglio 2005, quando Matilda, di 22 mesi, fu uccisa nella villetta di Roasio dove si trovavano solamente la madre e l’allora compagno, e proprietario dell’abitazione, Antonio Cangialosi. Elena Romani è stata assolta in tre gradi di giudizio. L’omicidio è rimasto senza colpevole dopo la decisione del gup di Vercelli per il non luogo a proceder nei confronti di Cangialosi. [A. ZA.]
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