Copia di e4f0602b95b31f4ffc2acd8234ed665b 28 Abano ❖ Montegrotto ❖ Colli IL MATTINO MARTEDÌ 30 SETTEMBRE 2014 L’ACCOGLIENZA NEGATA C’è un’altra Rovolon che vuole i profughi Circa cento residenti prendono le distanze dalla manifestazione di sabato e firmano per ospitare donne e bambini di Alberta Pierobon la coop percorso vita ◗ BASTIADIROVOLON La sindaca dice «no», Rovolon non vuole quelle quattro-cinque mamme profughe con figli bambini? Va bene, anzi no che non va bene, ma tant’è: siamo pronti ad ospitarle noi, nelle nostre case. Anche subito. «L’antico senso di accoglienza delle nostre genti, l’umana solidarietà, l’espressione non ipocrita di un sentimento cristiano si concretizzano in questa piccola disponibilità»: l’altra faccia di Rovolon emerge con decisione e grande passione attraverso un appello, semplice, diretto, che in due giorni ha raccolto quasi un centinaio di firme di residenti: commercianti, medici, insegnanti, cattolici e laici. Un appello che, senza viaggiare sui social network, corre veloce via “facebook” di paese, tam tam di società civile. E ogni pie’ sospinto si aggiungono firme, si allarga la mobilitazione: una delle promotrici dell’appello, Giovanna Cappelletto, 57 anni, insegnante, di Rovolon, racconta che, giusto ieri, le è capitato di affacciarsi alla porta di casa nel primo pomeriggio e vedere un foglio, sotto la pianta posata sul tavolo in giardino. «Ci siamo anche noi», c’era scritto, e sotto dieci nuove firme di persone che vogliono aderire all’appello. Le piovono addosso così tanti fogli e foglietti con firme da aggiungere alla presa di posizione, che Giovanna non riesce più a tenere il conto. «Siamo un gruppo di cittadini di Rovolon» comincia la lettera; «Innanzitutto una premessa: molte delle persone che manifestavano sabato mattina contro l’accoglienza non c’entrano nulla con la comunità di Rovolon». La discesa in piazza contro l’accoglienza e pro sindaca (Maria Elena Sinigaglia, di Forza Italia: Rovolon è governata da una bizzarra alleanza Fi più Pd, con la Lega all’opposizione che in questo frangente guarda e probabilmente si sfrega allegramente le mani) è stata messa in piedi sabato, davanti alla casa del parroco don Angelo che appoggia l’iniziativa. E a pochi metri dalla sede che l’associazione “Per un sorriso” mette a disposizione delle donne profughe e dei bimbi. Trattasi dell’ex scuola che l’associazione ha ristrut- Don Luca: «Che tristezza questa paura» turato e finora utilizzato per ospitare bambini di Chernobyl e bambini non vedenti. Certo, in piazza c’erano anche abitanti di Rovolon: «Desidereremmo allora offrire qualche considerazione utile a riflettere. Ci siamo chiesti: perché questo rifiuto all’accoglienza? Qual è la differenza tra queste mamme e questi bambini e quelli che scappa- vano dalle radiazioni? La differenza sta nella paura: la paura dell’invasione». La lettera, firmata da Elena Soranzo, commerciante; Pietro Pettenella, medico; Patrizio Beltrame, agente commercio; Enzo Merler, medico, la Cappelletto e altre decine e decine di persone, continua: «In questo caso tale paura è infondata: nella Casa di Rovolon non possiamo accogliere centinaia di donne e bambini, si tratta di dieci: all’interno del nostro paese l’accoglienza di dieci donne e bambini non può destabilizzare nulla, né provocare problemi a cittadini o ristoratori. Quale fastidio può dare qualche bambino che gioca nel bel giardino della Casa, accanto alla chiesa? Soffiare sull’intolleranza per ottenere consenso non va bene. In questo caso basta riportare tutto alla sua reale dimensione e così aiutare le persone a ragionare: qui non si tratta di “politiche migratorie”: bisogna solo ospitare per qualche mese dieci donne e bambini piccoli, che stanno fuggendo dalla guerra». Semplice, parrebbe. Pure don Claudio, parroco di Bastia, domenica a messa le ha “cantate” in forma solenne contro chi ha alzato il muro del “no”. «Rovolon che vogliamo» è lo slogan della sindaca Sinigaglia; «Rovolon che accoglie» è quello del “comitato” spontaneo, e numeroso, e deciso ad andare avanti. Il paese in piazza per discutere Oggi un’assemblea chiesta dal gruppo dei contrari. Il sindaco ribadisce il suo no ◗ ROVOLON L'appuntamento è per stasera in piazza a Rovolon Alto. I residenti del borgo sono chiamati a raccolta da un gruppo di sessanta persone, che non vogliono che nella Casa d'accoglienza San Domenico Savio, gestita dall'associazione “Per un sorriso”, siano ospitati i profughi sbarcati in meridione. A questo incontro per discutere di una vicenda che sta facendo molto discutere in paese non parteciperà il parroco don Angelo Lessio, che sabato mattina aveva parlato e offerto la sua disponibilità a dialogare al gruppo di cittadini che con fiero cipiglio si era presentato da- vanti alla canonica di via San Giorgio, contestando la decisione favorevole del consiglio pastorale, presa senza però chiedere un parere agli altri. L'iniziale disponibilità di don Lessio verso il gruppo è poi venuta meno, e il sacerdote ne ha dato notizia tramite un messaggio pubblicato sul bollettino parrocchiale distribuito domenica. Ieri sera però ha discusso del problema con i colleghi di bastia don Claudio Zuin e di Carbonara don Roberto Cavazzana, i vicepresidenti dei consigli pastorali, rappresentanti della Caritas e dell’associazione “Per un sorriso”: è stato deciso di intraprendere un percorso di approfon- dimento e informazione sul progetto, per farlo condividere. L'amministrazione comunale nella persona del sindaco Maria Elena Sinigaglia che si occupa direttamente del problema, ribadisce la propria totale contrarietà alla scelta di Rovolon Alto di ospitare i profughi e puntualizza: «Secondo noi non c'è un progetto valido perché è limitato al valore del sussidio e non risolve il problema», afferma la prima cittadina. «Sperano solo che qualcuno li prenda perché vengono erogati circa 33 euro al giorno, ma non c'è un percorso d'inserimento per il futuro e questo avviene per tutta Italia». Piergiorgio Di Giovanni Rimborsi per le cure termali, la Regione salva gli hotel Esultano gli albergatori termali: la giunta regionale ha accolto ieri la loro proposta sulla ripartizione dei rimborsi per le cure termali. La precedente delibera aveva introdotto una logica di spending review molto rigorosa per gli stabilimenti termali con un meccanismo che prevedeva non solo un tetto di spesa regionale, ma anche un pericolosissimo tetto di spesa per singolo stabilimento termale, che rischiava, così, o di non veder rimborsati eventuali cure in numero superiore a quelle dell’anno precedente o, per contro, di ridurre nel tempo il riferimento ai bambini, e nei confronti della prefettura. «Spiace vedere come la parola accoglienza susciti divisione e inasprisca gli animi invece di creare unità e solidarietà. Spiace vedere l’immagine del paese così come viene trasmessa in questi giorni ma mi rifiuto di credere che sia l’espressione di tutta la popolazione. Noi siamo ostinatamente convinti che vale di più creare ponti che alzare muri. Il futuro? Queste persone non resteranno a Rovolon, e se per caso in qualcuna si dovesse fermare, sarà nostra cura trovare una collocazione diversa». (a.pi.) Bambini di Chernobyl sono stati ospitati più volte nella casa di accoglienza di Rovolon nuovo meccanismo di calcolo ◗ ABANOTERME «Abbiamo la possibilità di accogliere queste persone, abbiamo risorse, qualità e capacità di farlo e farlo bene. Perché dire di no? Per paura. Lo trovo, dal punto di vista umano, infinitamente triste», dice don Luca Favarin, 42 anni, ex parroco di Busa, ora al servizio degli “ultimi” in svariati modi. Assieme alla coop Percorso Vita e a una squadra di 50 volontari, si è assunto l’impegno della gestione della Casa di Rovolon con donne e bimbi profughi. Impegno preso con l’associazione “Per un sorriso” nel cui statuto si parla di «incrementare la cultura dell’accoglienza» con particolare proprio budget di spesa. «Grazie ad una dettagliata azione di relazioni con la Regione e in particolare con Luca Coletto, assessore alla Sanità, Leonardo Padrin e Arianna Lazzarini, rispettivamente presidente e segretaria della commissione Sanità, e Urbano Brazzale, direttore generale della Usl 16», spiega Emanuele Boaretto, presidente di Assoalbergatori, «si è riusciti nell’intento, senza doversi appellare a pericolosi e costosi ricorsi legali, di ottenere un meccanismo che, pur salvaguardando la Regione in termini di costi sanitari termali complessivi, consente alle aziende di gestire in modo flessibile il proprio tetto di spesa potendo, attraverso una compensazione interaziendale, equilibrare tra stabilimenti termali del bacino euganeo eventuali diminuzioni o superi del budget assegnato. È stata anche scongiurata la possibile regressione sull’offerta di cure termali efficaci». «È una boccata d’ossigeno per le aziende del primo distretto termale d’Europa», commenta Arianna Lazzarini, vicecapogruppo della Lega Nord in consiglio regionale, «per cui finalmente sono stati chiariti i budget aziendali per il triennio 2013-2015, risolvendo una situazione potenzialmente dannosa in un momento di crisi». «La delibera sul tetto massimo di spesa per le prestazioni termali ridistribuisce in via definitiva le impegnative tra le Usl per un ammontare complessivo di 23.114.886 euro. La giunta ha inoltre affidato all’Usl 16 (nel cui territorio sono erogate circa il 75% delle prestazioni termali della Regione) il coordinamento e il monitoraggio del consumo del budget». «Questa nuova delibera dà respiro all'intero comparto», osserva Piergiorgio Cortelazzo, vice capogruppo di Forza Italia per il Veneto, che in Consiglio Regionale aveva presentato una mozione sul tema. Federico Franchin ©RIPRODUZIONERISERVATA Ladri al bar Twins di Montegrotto Bottino di 700 euro Chili di monete - settecento euro in tutto - sono stati portati via nella notte dal bar “The Twins” di via Vallona, a Montegrotto. I ladri hanno agito nella notte, passando da una finestra. Prima hanno forzato la serratura, poi sono entrati nel locale. E una volta dentro hanno scassinato con tutta calma il cambiamonete. Che, a giudicare dalla denuncia del titolare Romolo Narenti, doveva essere piena. Il conto, danni a parte, è di settecento euro. Il titolare ha scoperto il furto ieri mattina e si è presentato dai carabinieri per fare denuncia. Per sua fortuna era assicurato. La casa di accoglienza di Rovolon Due Carrare, oggi il consiglio corregge l’addizionale Irpef ◗ DUE CARRARE «Il bilancio comunale è regolarmente approvato e riconosciuto dallo Stato. Dobbiamo solo regolamentare l’aumento dell’addizionale Irpef, approvata in consiglio». Il sindaco Sergio Vason si oppone alla bocciatura del bilancio da parte del ministero dell’Interno, che esamina tutti gli atti dei comuni evidenziando eventuali incongruenze di carattere amministrativo e richiedendo una serie di misure che rendono necessaria l’adozione di un nuovo bilancio. «Il ministero ha avuto da eccepire sull’aumento addizionale Irpef dallo 0,5 al 0,6% spiega Vason. Si trat- ta di riconoscere l’inserimento del comma 3/bis art. 1 della legge 360 del 1998, che solo recentemente ha l’obbligo di entrare all’interno del “regolamento comunale per la compartecipazione all’addizionale Irpef”, dove i Comuni possono disporre variazioni di aliquote ed eventuali soglie di esenzione». La correzione si farà stasera in consiglio. «E così confermeremo l’aliquota dello 0,6%», prosegue il sindaco. «Infine nell’ordine del giorno chiederemo l’acquisizione per procedere all’abbattimento del fabbricato a fianco del municipio per rendere più decorosa la piazza». Giancarlo Noviello
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