Megadisastri Il rischio tsunami in Italia e nel Mediterraneo Stefano Tinti Dipartimento di Fisica e Astronomia, Settore Geofisica, Università di Bologna [email protected] Imparare dai Megadisastri Fondazione Eni Enrico Mattei, Corso Magenta 63 9 luglio 2014, Milano Stefano Tinti è Professore Ordinario di Geofisica all’Università di Bologna Ex-Presidente dell’ICG/NEAMTWS dell’IOC/UNESCO Presidente della Divisione Natural Hazards dell’European Geosciences Union Membro dell’ International Tsunami Commission Chief Editor di Natural Hazards and Earth System Sciences (NHESS) Presidente of the IAPG (International Association for Promotind Geoethics) E’ impegnato nella ricerca sui maremoti dagli anni 70 Autore di più di 250 pubblicazioni, di cui oltre 160 in riviste scientifiche e in testi a diffusione internazionale Linee di Ricerca: Generazione di maremoti. Modellazione numerica. Analisi di Rischio. Reti di monitoraggio. Sistemi di allarme precoce (Early Warning Systems) I Maremoti nel Mediterraneo I Maremoti in Italia Stretto di Messina Sicilia Orientale Stefano Tinti I Maremoti nel Mediterraneo I Maremoti in Italia Stretto di Messina Sicilia Orientale Stefano Tinti Distribuzione geografica dei maremoti Stefano Tinti Distribuzione geografica 9% 4% 10% Oceano Pacifico Mare Mediterraneo (compreso il Mar Nero) Oceano Atlantico Oceano Indiano Stefano Tinti 77% Le cause 11% 2% 5% Tettonica Frana 10% Attività Vulcanica Meteorologica Non nota Stefano Tinti 72% Catalogo dei maremoti (TRANSFER) 324 eventi dal 6150 AC al 2012 Stefano Tinti Sismicità nel Mediterraneo Tinti et al., 2005 Stefano Tinti GITEC-TWO Tsunami Catalogue (6000 BC - 2003 AD) Possibili Scenari di Grandi Maremoti 70 (m) 65 4500 60 3500 2500 55 1500 500 50 -500 45 -1500 -2500 40 -3500 -4500 35 -5500 30 -30 -6500 -25 -20 -15 -10 -5 228 events Stefano Tinti 0 5 10 15 20 25 0 1 2 3 4 5 6 30 35 40 45 50 Tsunami Intensity (Sieberg-Ambraseys) 1303 365 551 1759 1068 749 1546 with update by Fokaefs and Papadopoulos (2005) Stefano Tinti 365 July 21 Great destructive earthquake, the most frequently mentioned and debated shock of the late antique times, with many description in coeval sources. For long times this event was considered as a "universal" earthquake, involving the whole Mediterranean region. A devastating tsunami after the shock is mentioned by many authors, involving a wide area of Mediterranean sea as far as Egypt and Sicily coasts. In Alexandria (Egypt), after a large withdrawal, the sea carried the ships over the great walls, while in other places it stranded them on the dry shore. Similar effects at Methone (Peloponnesus) (Ammianus Marcellinus, r445; Cedrenus, r168; Theophanes, r167). Cities were damaged in Lybia (Solovev r414). At Epidaurus (present day Cavtat in Dalmatia) anomalous sea behaviour (Hieronymos, r446). Following studies have reappraised the event. Jacques and Bousquet (r574) suggest the epicenter location in the sea south of Crete, and they mention tsunami effects only in four localities: Alexandria, Methone, Crete and Sicily, excluding the locality of Epidaurus. Guidoboni (r379, r572) instead strongly support an epicenter in the Aegean sea, north of the island of Crete. Guidoboni consider the 365 a very large and destructive seismic event and suggest that the earthquake was undoubtedly destructive in Crete but it could scarcely have been destructive in other Mediterranean areas. Pirazzoli (r449) discovered an 8 m uplift in the western area of Crete at Phalasarna identified as due to the 365 earthquake that probably generated the tsunami. Tsunami deposits and signature studied at Phalasarna harbour (Pirazzoli, r447 and r449; Dawson 450). Further references: Heck (r78), Galanopoulos (r433), Ambraseys (r391), Papadopoulos (r80), Papazachos (r437), Jacques (r448), Antonopoulos (r417), Soloviev (r414), Altinok (r577), Dominey-Howes (r588). Stefano Tinti 1303 December 8 The violent shock caused severe damage in Crete, Egypt, Rhodes, Syria, Palestine and minor damage in Cyprus and Turkey. As regards the date there is ambiguity both on the year and on the month of occurrence. Most of authors date the earthquake in 1303 while some others date it in 1302 or 1304. Some catalogues (Ambraseys r391, Antonopoulos r417, r573) report two different tsunamis in 1303, the first occurred in August and the second in December. According to Guidoboni (r598), there is a duplication due to problems related with the chronological conversion of the Byzantine sources, concluding that the most reliable date is August 8, 1303. Uncertain is also the earthquake location. Ambraseys (r600) and Guidoboni (r598) suggest a big shock in the Hellenic arc. Maamoun (r601) locate a single big shock south of Peloponnesus, while Sieberg, Ben-Menahem (r602) and Antonopoulos(r417) suggest a sequence of shocks involving Egypt, Syria and Crete. According to Guidoboni (r598) at Heracleon, Crete the sea flooded the town destroying buildings and killing inhabitants, then receded rapidly from the port leaving the beach visible. At Acre (Israel) the sea flooded the shore as far as the tower of Dayan drowning some people. The sea off Acre receded about 13 km (??) uncovering objects on the sea bed. At Alexandria the sea first receded and then flooded the shore, reaching as far as the city walls, submerging and destroying shops near the shore. At the port, ship moorings broke and many boats were thrown onto the rocks. Anomalous sea movement was observed in the Adriatic sea with no damage. At Minya (Egypt) the waters of the Nile parted to reveal the river bed, and then came together again. Further references: Soloviev (r414, r582), Papazachos (r437), Papadopoulos (r80), Shebalin (r170). Stefano Tinti Slip map projected onto the surface Seismic Moment: 2.3 1019 Nm Magnitude (Mw): 6.9 Delouis and Vallée (2003) Tsunami records in Nice and Genoa harbours Hébert and Alasset (2003) Initial tsunami water elevation Hébert and Alasset (2003) Tsunami propagation in the western Mediterranean Hébert and Alasset (2003) Stefano Tinti Stefano Tinti Stefano Tinti Stefano Tinti I Maremoti nel Mediterraneo I Maremoti in Italia Stretto di Messina Sicilia Orientale Stefano Tinti Il tasso medio di eventi negli ultimi 4 secoli è di circa 15 maremoti ogni 100 anni Il catalogo è un database digitale sviluppato in ambiente FoxPro in collaborazione fra Università di Bologna e INGV, Roma, disponibile in rete (Tinti, Maramai e Graziani, Natural Hazards, 2004). Stefano Tinti I maremoti colpiscono soprattutto la Calabria e la Sicilia nord-orientale. La maggior parte dei maremoti è prodotta da terremoti. Alcuni sono associati all’attività vulcanica del Vesuvio, dell’Etna e dei vulcani delle Eolie (Stromboli, Vulcano). Stefano Tinti Grado di Certezza 1 Causa2 Intensità Calabria Tirrenica 2 T 2 Stretto di Messina 1 T 3 Sicilia Orientale 2 T 2 11 Sicilia Orientale 4 T 5 2 5 Calabria Tirrenica 4 T 44 1783 2 6 Stretto di Messina 4 F 6 1783 2 7 Calabria Tirrenica 1 T 34 1783 3 1 Calabria Tirrenica 3 T 34 1783 3 28 Calabria Tirrenica 3 T 34 1784 1 7 Calabria Ionica 4 T 3 1784 1 19 Stretto di Messina 4 T 3 1818 2 20 Sicilia Orientale 4 T 2 1832 3 8 Calabria Ionica 4 T 3 1836 4 25 Calabria Ionica 4 T 4 1894 11 16 Calabria Tirrenica 4 T 3 1905 9 8 Calabria Tirrenica 4 T 44 1907 10 23 Calabria Ionica 4 T 3 1908 12 28 Stretto di Messina 4 T 6 Anno Mese/Gior 1638 3 27 1649 1 1693 1 9 1693 1 1783 1990 Area 12 13 Sicilia Orientale T 1 Il grado di certezza è un parametro relativo alla probabilità che l’evento sia stato un maremoto: 0-molto poco probabile, 1- non probabile, 2discutibile, 3-probabile, 4-certo 2 T-terremoto, F-frana 3 Scala Ambraseys-Sieberg 3 I maremoti in Calabria e Sicilia Orientale negli ultimi 400 anni da Tinti et al.(2004) 2 Stefano Tinti I Maremoti nel Mediterraneo I Maremoti in Italia Stretto di Messina Sicilia Orientale Stefano Tinti Il terremoto di Messina del 1908 Me=7.07 M a r T ir re no C A L A B RI A I so le Eo lie St rett o d i M essin a X IX V III SICILIA XI I=XI (CFTI08) Area epicentrale: Calabria meridionale-Stretto di Messina Circa 85000 vittime (2000 causate dal maremoto) X V III IX M a r J o n io Il terremoto ha interessato un’area di 6000 km2 La Calabria e la Sicilia sono state colpite con effetti catastrofici. Reggio Calabria e Messina furono rase al suolo Mappa di Intensità Macrosismica (MCS) Stefano Tinti Il maremoto Il maremoto seguì di poco il terremoto e causò effetti disastrosi in Sicilia ed in Calabria. Non conosciamo il numero esatto delle vittime provocate dal maremoto, anche se possiamo stimare che siano state parecchie migliaia. In quasi tutte le località il maremoto cominciò con un ritiro del mare, seguito da alcune (spesso tre) grandi ondate. La massima altezza di risalita (run-up) in Sicilia fu di 11 m ed in Calabria di 13 m. Il maremoto colpì anche le coste di Malta e di Gozo. A La Valletta fu registrato da una stazione mareografica da Tinti et al, 2004: New Catalogue of Italian Tsunamis Stefano Tinti 5m 10 m 1m Altezze di Run-up Misurate Malta - Gozo Stefano Tinti Messina Dall’Ora di Palermo, 29 Dic 1908: Il mare avrebbe inondato gran parte delle strade coprendole di Resto del Carlino unoDal strato di melma tale da di Bologna, 30 Dicogni 1908: rendere impossibile tentativo di soccorso per più di un migliaio di … lache villa era una delle più feriti si Fulci trovavano agonizzanti della città e sorgeva a tra cospicue le macerie. pochi metri dal mare lungo la bellissima via Palazzato. Mentre infuriava il maremoto l’on.Fulci e la moglie si trovavano in camera. Un domestico della casa che si trovava in giardino vide il pericolo avvicinarsi e fuggì spaventato verso la parte alta della città … ancora pazzo di terrore ha narrato di avere assistito al travolgimento dell’intera via Palazzato. Le ondate del mare erano alte 50 m (?) e le colonne d’acqua erano così pesanti che come schiaffi enormi abbattevano quanto trovavano nel loro cammino. Stefano Tinti Reggio Calabria Gli effetti del maremoto furono disastrosi. I vagoni ferroviari che si trovavano sui binari furono sbalzati dalle rotaie e si accavallarono gli uni sopra gli altri. I fabbricati lungo la spiaggia furoni rasi al suolo…(Baratta) Secondo Omori nella parte più interna del porto l’onda s’innalzò fino alla linea ferroviaria che in quel punto è a m 9,70 sul mare. …a sud del porto l’altezza dell’onda fu molto minore … l’altezza massima sarà stata di m 3,5. L’altezza dell’onda a sud di Reggio deve essere stata maggiore … il ponte ferroviario del torrente Sant’Agata fu danneggiato e la quota del binario in questo punto è di m 5,80 (Platania) Stefano Tinti Messina Straits Test Site Calcolo dell’inondazione nel porto di Messina m 4228500 2.0 1.6 1.2 4228000 0.8 0.4 4227500 -0.0 -0.4 -0.8 4227000 -1.2 -1.6 4226500 -2.0 548500 549000 549500 550000 550500 Stefano Tinti I Maremoti nel Mediterraneo I Maremoti in Italia Stretto di Messina Sicilia Orientale Stefano Tinti Scenario di maremoto (1693) L (m) 140000 W (m) 40000 Strike (°) 345 Dip (°) 30 Rake (°) 270 Moment magnitude Mw 7.8 Seismic Moment M0 (N m) 5.62 1020 Condizioni iniziali Stefano Tinti Travel time Stefano Tinti Tsunami propagation Stefano Tinti Maximum and minimum water elevation Stefano Tinti maxima minima Stefano Tinti Tsunami propagation Stefano Tinti Virtual Tide Gauges: near field Stefano Tinti Virtual Tide Gauges: intermediate field Stefano Tinti Virtual Tide Gauges: far field Stefano Tinti Virtual Tide Gauges: Deep sea Stefano Tinti Virtual Tide Gauges: Deep sea Stefano Tinti Grazie per l’attenzione Stefano Tinti Dipartimento di Fisica e Astronomia, Settore Geofisica, Università di Bologna [email protected] Imparare dai Megadisastri Fondazione Eni Enrico Mattei, Corso Magenta 63 9 luglio 2014, Milano
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