Abitare sostenibile Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili. In questo numero ■ l Ministro delle Infrastrutture e trasporti ha presentato il disegno di legge su “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”.Da una prima lettura del testo emerge immediatamente uno spazio mai concesso prima ai privati, riconoscendo loro il ruolo di soggetti attivi nella formazione, oltre che nell'attuazione, dei processi di pianificazione. Ai proprietari di aree è riconosciuto non solo “diritto di iniziativa”, ma anche di interlocuzione in tutte le fasi decisionali e rispetto a questi l'amministrazione pubblica ha l'obbligo di “leale collaborazione”. In questo modo il Comune perde una prerogativa da sempre riconosciuta e di primaria importanza: quella di essere regista unico delle decisioni riguardanti l'assetto del territorio, in quanto portatore degli interessi di tutta la comunità. ■Sulla Gazzetta ufficiale 165 del 18 luglio scorso è stato pubblicato il D.lgs 102/2014 recante “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE”, che introduce nell’ordinamento nazionale misure innovative finalizzate a promuovere l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle famiglie secondo gli obiettivi posti dall’Unione Europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020. Nel decreto di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica l'obbligo della diagnosi energetica per le grandi imprese. Sta per vedere la luce il Piano d’azione italiano per l’efficienza energetica 2014, redatto dall’Enea, che effettua una ricognizione di tutta la normativa vigente, degli strumenti a disposizione e delle risorse già in campo per la riduzione dei consumi energetici. Stimati investimenti per 24,1 miliardi di euro l’anno nel settore residenziale e 17,5 miliardi l’anno nel non residenziale ■ Politiche abitative: Politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana, presentazione disegno di legge oggetto di consultazione pubblica on-line sino al 15 settembre 2014; Tasse sulla casa, aumenti 2010-2014; Decreto sfratti morosità incolpevole, interrogazione alla Commissione Ambiente de4lla Camera - Notizie dai territori: Lombardia, housing sociale, protocollo d'intesa per il diritto alla casa; Marche, presentato il Piano di edilizia residenziale 2014-2016; Piemonte, programma per la riduzione del disagio abitativo ■ Abitare sostenibile: Efficienza energetica, pubblicazione in G. U. del D.lgs 102/2014 recante attuazione della direttiva 2012/27/UE; Diagnosi energetica, obbligo per grandi imprese; Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE); Semplificazioni fiscali; Dossier Ance - Notizie dai Territori: Campania: , APE, errori ricorrenti; Friuli Venezia Giulia, carta famiglia, benefici per energia elettrica; Lazio, progetto italiano RhOME for denCity; Marche, da area industriale a “Ecocittà” ■ Studi e ricerche: Leed: tutti i numeri della certificazione in Italia (Studio Us Green Building Council); Edifici a emissioni quasi-zero, best-practices dall'Europa (confronto nell'ambito dell'EUSEW 2014); Qualità dell'ambiente urbano (ISTAT); Censimento della popolazione 2011 (approfondimenti ISTAT). ■ Buone pratiche di innovazione sostenibile: Lombardia: EasyHome 4EQ, progetto vincitore del concorso ‘Un mondo come piace a te’. Politiche abitative newsletter 15 - 2014 La Newsletter si articola nell’approfondimento di quattro sezioni tematiche: le sezioni Politiche Abitative e Abitare Sostenibile dii cui si evidenziano le news a carattere nazionale e regionale, la sezione Studi e Ricerche che seleziona i report relativi ai temi precedenti e la sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile, che mostra esempi di realizzazioni sostenibili. Politiche abitative Politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana Il Ministro delle Infrastrutture e trasporti ha presentato il disegno di legge su “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”. Si assume come centrale il rapporto pubblico/privato; le trasformazioni urbane vengono attivate dal privato che diventa non solo interlocutore, ma soggetto attivo della pianificazione. In un dibattito “stanco” in cui si fatica a mandare avanti il disegno di legge sul consumo di suolo e dopo altre iniziative parlamentari depositate ormai da qualche tempo, anche il Ministro Lupi ha presentato un provvedimento sul governo del territorio che mette al centro “la qualità della vita” ed il “rinnovo urbano”, come ha affermato il ministro. Da una prima lettura del testo emerge immediatamente uno spazio mai concesso prima, nei tanti provvedimenti che nei 70 anni della legge urbanistica non hanno trovato un consenso politico in grado di vederli approvati,ai privati, riconoscendo loro il ruolo di soggetti attivi nella formazione, oltre che nell'attuazione, dei processi di pianificazione. Ai proprietari di aree è riconosciuto non solo “diritto di iniziativa”, ma anche di interlocuzione in tutte le fasi decisionali e rispetto a questi l'amministrazione pubblica ha l'obbligo di “leale collaborazione”. In questo modo il Comune perde una prerogativa da sempre riconosciuta e di primaria importanza: quella di essere regista unico delle decisioni riguardanti l'assetto del territorio, in quanto portatore degli interessi di tutta la comunità. E' da segnalare come la questione del consumo del suolo, in merito al quale sembrava registrarsi un ampio consenso, viene “impoverita” e ridotta ad una previsione di maggiori oneri da corrispondere per gli insediamenti a minore densità abitativa. Non da ultimo l'abolizione degli standard del DM 1444 del 1968, evidentemente per ridurne la quantità minima obbligatoria. Il ddl è oggetto di consultazione pubblica on-line sino al 15 settembre 2014 sul sito www.mit.gov.it. ■ La presentazione del Ministro Lupi al disegno di legge: l'azione del Governo italiano, in questi mesi, è indirizzata a sostenere con decisione un percorso di ritorno alla crescita attraverso il rafforzamento della domanda interna, in particolare degli investimenti. Questo percorso può incidere in profondità a due condizioni: la prima è che l’Europa attui finalmente politiche di supporto alla crescita, e sarà questo l’obiettivo del semestre di Presidenza italiana; la seconda è che le misure urgenti di stimolo che il nostro Paese sta adottando si accompagnino al superamento di condizioni di incertezza che ancora caratterizzano il “sistema Italia”, cioè a quei processi di riforma radicale del Paese che non possono essere oggetto di provvedimenti legislativi d’urgenza. L’idea che ha sostenuto il lavoro che qui si presenta si riconnette a questa finalità più generale che il Governo si è dato. Tracciare, dopo oltre 70 anni, un disegno nuovo di governance delle trasformazioni e degli usi del territorio deve dunque contribuire a dare lineamenti concreti a questo programma riformista a 360 gradi. In questo caso lo scopo è ricentrare la legislazione nazionale sull’obiettivo della sinergia fra politiche pubbliche nazionali e strategie europee di sviluppo urbano e territoriale. Alcuni elementi di contenuto possono aiutare a cogliere meglio questo indirizzo. Innanzi tutto, il disegno che abbiamo in mente non si limita alle “procedure urbanistiche”, ma coniuga procedure e contenuti territoriali e urbanistici, che si chiamano oggi rinnovo/rigenerazione della città esistente, politiche abitative ispirate alla logica del «social housing», riduzione dell’occupazione del suolo. Un secondo carattere distintivo della proposta sta nella riconquista dello spazio dello Stato nella politica territoriale. Nessun riflesso centralistico, ma, al contrario, l’assunzione della responsabilità di misurarsi con l’integrazione delle politiche pubbliche di settore, «solidarizzandole» in una azione pubblica territoriale unitaria. Senza strutturare questo livello superiore di responsabilità non sarà possibile ridurre quella entropia, percepita come incertezza dagli stakeholders, che è oggi uno dei punti di maggiore debolezza subito da tutti i sistemi territoriali locali. Il disegno di legge riconfigura lo statuto della proprietà (pubblica/collettiva e privata) mettendolo al riparo dai rischi di eccessi che a volte caratterizzano l’azione pubblica sulla proprietà privata e, all’opposto, sottraendo spazi di deresponsabilizzazione di quest’ultima. Infine, viene riproposta l’esigenza e l’urgenza di una rivisitazione della fiscalità immobiliare e territoriale, per farne un alleato e non un (altro) nemico dell’urbanistica. L’ambizione è comporre un primo tassello del nuovo ordinamento legislativo italiano che dovrà emergere dall’attraversamento della crisi e che dovrà essere un ordinamento più lineare, più innovativo negli strumenti del welfare, più in sintonia con le dinamiche dell’economia contemporanea e, insieme, più rispettoso dei diritti del cittadino. Gli articoli: 1 Oggetto e finalità della legge; 2 Linee strategiche, finalità e principi per l’esercizio delle competenze; 3 Compiti e funzioni dello Stato; 4 Potere sostitutivo; 5 Principi e strumenti di coordinamento delle politiche in materia di “governo del territorio” e della pianificazione; 6 Dotazioni territoriali essenziali e ambiti territoriali unitari; 7 Pianificazione territoriale di area vasta e comunale; 8 Tutela della proprietà ed indifferenza delle posizioni proprietarie; 9 Fiscalità immobiliare; 10 Perequazione; 11 Compensazione; 12 Trasferibilità e commercializzazione dei diritti edificatori; 13 Premialità; 14 Accordi urbanistici; 15 Giurisdizione e strumenti di tutela; 16 Rinnovo urbano; 17 Attuazione delle politiche di rinnovo urbano; 18 Edilizia residenziale sociale. Qualificazione del servizio; 19 Edilizia residenziale sociale. Principi e forme di incentivazione; 20 Semplificazioni in materia edilizia. Tasse sulla casa Il carico fiscale sulla casa ha diminuito il valore di mercato delle case, ma a fronte della bolla speculativa avvenuta dal 2001 al 2008 la contrazione dei prezzi delle abitazioni risulta ancora insufficiente. Il carico fiscale sulla casa ha diminuito il valore di mercato delle case del 15% (per un’abitazione di tipo civile di categoria catastale A2, da circa 200.000 a 170.000 euro) tra il 2010 e il 2014 Le tasse sulla casa sono cresciute nello stesso periodo del 104% (da 300 a 611 euro). Lo ha rilevato un'indagine della CGIA di Mestre che ha commentato: “tra il 2010 e il 2014 abbiamo assistito ad un incremento spaventoso del prelievo fiscale sulle abitazioni e, parallelamente, a una drastica riduzione del valore di mercato delle stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani”. Le tasse sulla casa sono quindi arrivate ad un livello insostenibile tanto che l’incidenza delle imposte sul valore della casa è passata dall’1,5 per mille al 3,6 per mille. Ciò significa che l’incremento è stato del 140%. Per un’abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), invece, la contrazione media del valore di mercato è stata anche in questo caso del 15% (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88% (da 264 a 495 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3 per mille (+121%). Sempre nello stesso periodo l’inflazione è aumentata del 7,3%. Ferconsumatori considera che a fronte della bolla speculativa avvenuta dal 2001 al 2008 (con una crescita dei prezzi del +49%) la contrazione dei prezzi delle abitazioni del -10,4% negli ultimi 4 anni risulta ancora insufficiente. A maggior ragione se si confronta tale parametro con l'andamento del reddito delle famiglie. Basti pensare che, nel 2001, per acquistare un'abitazione di un ap- partamento-tipo, di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana "bastavano" 15,3 annualità di stipendio. Oggi ne occorrono 19,1. Il picco si è toccato nel 2007, quando per acquistare tale appartamento-tipo erano necessarie ben 20,1 annualità di stipendio. A fronte della grave contrazione della domanda di abitazioni, dettata dalla profonda crisi del potere di acquisto delle famiglie, il loro prezzo dovrebbe scendere in maniera decisamente più marcata, di almeno il -18% rispetto ad oggi. Per far ripartire il mercato immobiliare e per mettere le famiglie in condizione di non dover rinunciare ad un bene essenziale come la casa, secondo Federconsumatori, oltre ad un ridimensionamento dei prezzi, è necessario operare una riduzione della tassazione (con la definizione di vere ed adeguate detrazioni per la TASI, che in assenza di queste ultime è una vera e propria stangata per i cittadini) ed avviare piani per l’edilizia popolare. Decreto sfratti morosità incolpevoli La commissione Ambiente alla Camera ha risposto ad un''interrogazione presentata relativamente agli sfratti per morosità incolpevole L''interrogazione chiedeva di chiarire "i motivi del ritardo nella emanazione del decreto attuativo" e cosa avrebbe fatto il governo per l''eventuale insufficienza dei fondi stanziati per "fronteggiare una problematica che ha dei margini decisamente più ampi" e se non si volesse "tamponare la situazione mediante una proroga della sospensione degli sfratti per morosità incolpevole". Nella risposta è stato ribadito che “lo scorso 14 maggio il ministero delle Infrastrutture e quello dell''Economia hanno adottato un decreto sui criteri e le priorità da rispettare nei provvedimenti comunali che definiscono le condizioni di morosità incolpevole per l''accesso ai contributi del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Tale decreto "ha ripartito tra le Regioni la dotazione relativa al 2014" considerando la "priorità alle Regioni che sono già intervenute sul problema, riservando ad esse il 30% dei fondi disponibili e ripartendo il restante 70% tra tutte le altre Regioni in proporzione al numero dei provvedimenti di sfratto per morosità". Ora, però, compete alle Regioni individuare i comuni ad alta tensione abitativa cui destinare le risorse del fondo unitamente ad eventuali stanziamenti regionali". Inoltre è stato precisato che "il decreto è stato registrato dalla Corte dei conti lo scorso 24 giugno e sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale" e il governo "si è adoperato per l''incremento della dotazione" ma "il riparto delle risorse aggiuntive verrà effettuato con successivo provvedimento di integrazione" secondo "i medesimi criteri previsti dal decreto interministeriale già adottato". Il fondo è stato dotato di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015 ed è finalizzato "a garantire il rischio di morosità da parte di quei locatari, generalmente affidabili, che a causa della sfavorevole situazione economica che attraversa il Paese, si trovano momentaneamente in difficoltà". Lombardia: housing sociale, protocollo d'intesa per il diritto alla casa Il Presidente Maroni ha affermato che “obiettivo del protocollo approvato lo scorso 20 giugno dalla Giunta è quello di sviluppare programmi di housing sociale, non solo a Milano ma in tutta la Lombardia, vogliamo indirizzare le risorse al recupero di immobili esistenti e di aree urbane che meritano questo intervento, da destinare a questa finalità importante, ovvero al sostegno di chi è più debole, facendo in modo che la Regione abbia la regia di que sto intervento, che deve avere una forte rilevanza sociale". Un'altra iniziativa intrapresa nella Regione Lombardia è relativa ad alloggi in cambio di attività di volontariato. La sottoscrizione ha coinvolto Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Cdp Investment Sgr, Fondazione Housing sociale, Aler Milano e Polaris Real Estate Sgr, con l'obiettivo di presidiare le fasi di sviluppo dei programmi di hou sing sociale. Politiche abitative: dai territori Marche: Presentato il Piano di edilizia residenziale 2014-2016 Ridurre il consumo del suolo migliorando l'utilizzo del patrimonio immobiliare esistente, recuperare energeticamente gli edifici, investire nelle aree ad alta tensione abitativa, velocizzare interventi e cantierabilità delle opere, facilitare il mercato finanziario, sono gli obiettivi presenti nella proposta del Piano di edilizia residenziale 2014-2016 che la giunta regionale delle Marche ha inviato all'Assemblea legislativa per l'adozione. Le risorse disponibili ammontano a 50 mln di euro, che proverranno dalle economie degli anni pregressi e dal reinvestimento delle vendite di una quota del patrimonio immobiliare Erp, composto da 15 mila abitazioni distribuite su tutto il territorio regionale, di cui 4 mila sono di proprietà delle amministrazioni comunali. Il Piano di edilizia residenziale 2014-2016 disegnato dalla giunta della regione Marche prevede interventi sulla parte inutilizzata, per carenza manutentive, del patrimonio Erp. Si tratta di immobili realizzati, per lo più, nei primi decenni del dopoguerra, con tecnologie costruttive tradizionali, senza particolare attenzione al contenimento dei consumi, dato l'allora basso costo dei combustibili fossili. La programmazione propone interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica che potranno beneficiare dei finanziamenti europei, con un impatto significativo sul piano occupazionale e senza gravare sul bilancio regionale. Altri interventi andranno a sostegno del settore edilizio attraverso un incremento dell'offerta di abitazioni a canone moderato e soluzioni innovative, come l'affitto con patto di futura vendita (rent to buy): in questo modo si punta a ridurre l'elevato numero di alloggi ultimati e invenduti che appesantiscono il mercato edilizio e il sistema delle imprese edili. Un capitolo della programmazione viene dedicato all'alienazione e al reinvestimento dei proventi delle vendite di alloggi pubblici. Un altro capitolo riguarda l'edilizia sperimentale, con lo sviluppo di iniziative come la co-residenza (servizi condivisi) e la domotica. La proposta, infine, prevede che eventuali risorse aggiuntive o economie vengano destinate a incrementare i fondi per l'accesso alla prima casa tramite la formula dell'affitto con riscatto. Piemonte: programma per la riduzione del disagio abitativo L'assessore alle Politiche sociali, alla famiglia e alla casa, Augusto Ferrari, ha illustrato ai componenti della II Commissione del Consiglio regionale le linee programmatiche della sua politica per la casa. "Il primo passo ha riguardato la predisposizione e l'approvazione da parte della Giunta di un ddl che riduce le ATC da 7 a 3 prevedendo anche una diminuzione dei membri del CdA da 5 a 3 e di quelli del Collegio dei Revisori dei conti da 3 ad 1 più 1 supplente. Nel provvedimento si introduce, inoltre, una norma per la creazione di un piano di razionalizzazione delle società partecipate per ridurre la spesa ed utilizzarle in base a criteri di economicità ed efficienza. Il ddl, attualmente in esame presso la Commissione competente, che dovrà esaminarlo e licenziarlo, sarà sottoposto al parere del Consiglio delle Autonomie Locali. Saranno previsti momenti di confronto con tutte le organizzazioni sindacali e di categoria. Successivamente, il disegno di legge sarà discusso e votato in Consiglio regionale. Il mio auspicio è che l'iter sia breve per poter procedere all'applicazione della riforma". L'intenzione dell'assessore "La mia intenzione è quella di giungere ad una completa revisione della legge n. 3/2010 sull'Edilizia sociale e di portare in Giunta, entro la prima metà del mese di dicembre un testo che sarà il risultato dell'attività di un gruppo di lavoro interno all'Assessorato. Parallelamente a queste riforme verranno portate avanti politiche per ridurre il disagio abitativo, rideterminando i criteri per il bando 2014 per l'accesso al Fondo di Sostegno alla Locazione. L'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di ottimizzare le risorse e di rispondere, nel miglior modo possibile, ai bisogni delle fasce più svantaggiate della popolazione". Circa le Agenzie Territoriali per la Casa, queste in Piemonte passano da 7 a 3, i membri di ciascun Consiglio di amministrazione delle ATC sono ridotti a 3 dai 5 attuali e il Collegio dei revisori dei conti non sarà più composto da 3 membri, ma da un revisore unico più un supplente, mentre inizia un percorso di razionalizzazione delle società partecipate. Il percorso del Disegno di legge sul riordino delle ATC, approvato della Giunta regionale del Piemonte, proseguirà in Consiglio regionale, prima nella Commissione consiliare competente e, poi, in aula. Parallelamente verranno previsti momenti di confronto con tutte le organizzazioni sindacali, di categoria e con gli enti locali. La riorganizzazione e l’accorpamento prevedono la nascita di 3 nuove ATC: l’ATC del Piemonte Nord che comprende Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Vercelli, con sede legale a Novara, l’ATC del Piemonte centrale, che comprende Torino e Provincia, con sede legale a Torino, l’ATC del Piemonte sud che comprende Alessandria, Asti e Cuneo, con sede legale ad Alessandria. Nel disegno di legge è presente anche una norma che prevede che i Cda delle ATC presentino alla Giunta un piano di razionalizzazione e riduzione delle società partecipate. Abitare sostenibile Gazzetta ufficiale: recepimento direttiva 2012/27/UE Sulla G. U. 165 del 18 luglio è stato pubblicato il D.lgs 4 luglio 2014, n. 102 recante “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE”. Il provvedimento introduce nell’ordinamento nazionale misure innovative finalizzate a promuovere l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle famiglie secondo gli obiettivi posti dall’Unione Europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020. Obiettivo del decreto è la riduzione della dipendenza dell'Unione dalle importazioni di energia, sfruttando lo strumento dell'efficientamento energetico e mettendo in atto azioni volte a dare stimolo all'economia nell'attuale fase di crisi ed a contrastare i cambiamenti climatici in atto. La transizione verso un'economia più efficiente sotto il profilo energetico consentirà di accelerare la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative, accrescendo la competitività dell'industria e contribuendo al rilan- cio della crescita economica ed alla creazione di posti di lavoro di qualità elevata nei settori connessi. Si prevedono, in particolare: una riduzione del 20% del consumo di energia primaria dell'Unione entro il 2020, nonché ulteriori miglioramenti in materia di efficienza energetica dopo il 2020, attraverso i seguenti strumenti: ■ elaborazione di programmi di interventi di medio-lungo termine per la riqualificazione energetica degli edifici sia pubblici che privati ■ nterventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della Pubblica Amministrazione, a partire dal 2014 fino al 2020 ■ obbligo per le grandi imprese e per le imprese "energivore" di eseguire una diagnosi di efficienza energetica nei siti ubicati sul territorio nazionale, da ripetersi ogni quattro anni ■ obbligo per gli esercenti l'attività di misura di fornire agli utenti contatori individuali che misurino con precisione il loro consumo effettivo e forniscano informazioni sul tempo effettivo d'uso ("contatori intelligenti") ■ elaborazione di un rapporto che miri ad individuare le soluzioni più efficienti per soddisfare le esigenze di riscaldamento e raffreddamento ■ superamento della struttura della tariffa elettrica pro- gressiva rispetto ai consumi ed adeguamento delle componenti ai costi dell'effettivo servizio ■ programma triennale di formazione ed informazione volto a promuovere l'uso efficiente dell'energia (contenente misure di sensibilizzazione delle Pmi all'esecuzione di diagnosi energetiche e all'utilizzo di strumenti incentivanti finalizzati all'installazione di tecnologie efficienti, misure di stimolo di comportamenti che contribuiscano a ridurre i consumi energetici dei dipendenti della pubblica amministrazione, misure di sensibilizzazione dell'uso efficiente dell'energia domestica) ■ promozione dei contratti di prestazione energetica e introduzione di misure di semplificazione volte a promuovere l'efficienza energetica ■ istituzione di un Fondo nazionale per l'efficienza energetica per la concessione di garanzie o l'erogazione di finanziamenti, a favore di interventi coerenti con il raggiungimento degli obiettivi nazionali. Diagnosi energetica per le grandi imprese Obbligo per grandi imprese e imprese a forte consumo di energia di sottoporre i propri siti produttivi a diagnosi energetica entro il 5 dicembre 2015, da ripetere ogni 4 anni, affidandosi a società esperte in gestione dell’energia o auditor energetici. E' previsto all'art. 8 della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che l’Italia ha recepito con il decreto legislativo approvato il 30 giugno dal Consiglio dei ministri. Per discutere gli aspetti sull’attuazione dell’art.8, si è svolto un confronto organizzato da ENEA e Federesco con collaborazione di Avvenia. Per ENEA “efficienza, innovazione e sostenibilità rappresentano le tre chiavi che possono consentire all’industria italiana di recuperare competitività sia sul mercato interno che su quello internazionale, ma il tessuto industriale italiano è per lo più composto di PMI, che non potranno sottrarsi ad un consistente efficientamento energetico se vorranno tornare a competere sui mercati, dopo essere state colpite duramente dalla crisi di questi ultimi anni. L’Italia ha chiari i propri obiettivi e sta lavorando con impegno per conciliare la propria politica industriale, i costi energetici e la lotta al cambiamento climatico in modo efficace, anche attraverso il decreto di recepimento della direttiva, che nei prossimi anni creerà per l’industria italiana opportunità di rivedere i propri processi per restare competitiva, favorendo contestualmente la crescita della green economy.” Secondo Federesco, “è necessario porre l’accento sugli effetti concreti dell’attuazione del decreto di recepimento della direttiva, visto che avranno valenza economica e, soprattutto, occupazionale. Si deve evidenziare, da un lato, che l’efficienza energetica deve essere vista alla stregua di un’attività infrastrutturale che, per l’impatto economico, sociale e ambientale che produrrà, è altamente strategica oltre a essere ‘autoliquidante’, in quanto il risparmio energetico ed economico che genera permette di ripagare l’investimento iniziale. È fondamentale, dall’altro, creare cultura intorno al mercato dell’efficienza energetica in senso stretto e diffondere il concetto che i settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica sono nettamente distinti e presentano peculiarità differenti che non consentono di poter affrontare i due mercati in un’ottica comune bensì l’uno propedeutica all’altro. Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE)1 Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato sul proprio sito il Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica 2014. Il documento, elaborato dall’ENEA, riporta gli obiettivi di efficienza energetica fissati dall’Italia al 2020 e le misure di policy attivate per il loro raggiungimento In particolare il Piano specifica i risparmi negli usi finali di energia attesi al2020 per singolo settore economico e per principale strumento di promozione dell’efficienza energetica. Vengono descritte le nuove misure introdotte con il decreto di recepimento della direttiva 2012/27/UE, stimando, ove possibile, l’impatto atteso in termini di risparmio energetico per settore economico e, nello specifico le misure a carattere trasversale come il regime obbligatorio di efficienza energetica dei certificati bianchi (CB), le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del parco edilizio e il conto termico. Secondo le stime riportate, tali misure permetteranno di conseguire il target obbligatorio di risparmio energetico cumulato negli usi finali al 2020, determinato con la metodologia di calcolo indicata all’art. 7 della direttiva 2012/27/UE. Tali risparmi costituiscono una quota parte dei target fissati dall’Italia con la SEN e comunicati alla Commissione ad aprile 2013. Al raggiungimento del target nazionale fissato dalla SEN contribuirà infatti l’applicazione delle normative previste dalle direttive comunitarie (EPBD e Ecodesign) nonché le misure intro- dotte a seguito del recepimento della direttiva 2012/27/UE. Un paragrafo è dedicato al settore dell’efficienza energetica del parco immobiliare nazionale, sia pubblico che privato. In particolare è illustrato un quadro d’insieme, composto sia dalle misure di promozione dell’efficienza energetica di tipo regolatorio e quelle di incentivazione. Sono descritte le finalità dell’istituendo Fondo nazionale per l'efficienza energetica, introdotto nel d.lgs 102/2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE volto a sostenere interventi di efficienza energetica realizzati dalla Pubblica Amministrazione. E’ riportata una rassegna del parco edilizio nazionale al fine di stimare le potenzialità della riqualificazione energetica nel settore civile. Il contributo agli obiettivi nazionale del settore dell’edilizia è stimato in 4,9 Mtep/a (di cui 3,67 Mtep/a dal settore residenziale e 1,23 Mtep/a dal terziario, tabella ES.1). Le considerazioni che hanno portato alla quantificazione di tale valore posso- no essere sintetizzate come segue: ■ applicazione dei nuovi standard previsti dalla EPBD per gli edifici e dalla Direttiva Ecodesign per gli impianti di condizionamento invernale ed estivo: si valuta un contributo alla cifra totale dell’ordine di 1,6 Mtep/a per gli edifici residenziali e 0,2 Mtep/a per i non residenziali; ■ meccanismo delle detrazioni fiscali: si può stimare che esso contribuirà alla generazione di un risparmio di 1,38 Mtep/a di energia finale nel settore residenziale; ■ conto termico si può stimare che esso contribuirà alla generazione, di un risparmio di 1,47 Mtep/a di energia finale, di cui 0,54 Mtep/a nel settore residenziale e 0,93 Mtep nel settore terziario, sia pubblico che privato; ■ certificati bianchi: sebbene più orientati verso il settore industria, in base ai dati storici si può stimare che genereranno un risparmio nel settore civile pari a 0,25 Mtep/a di energia finale, di cui 0,15 Mtep/a nel settore residenziale e 0,1 Mtep/a nel settore terziario. Dossier Ance su decreto legislativo 'Semplificazioni fiscali'. L'Ance ha realizzato un dossier che contiene chiarimenti sulle principali misure contenute nello schema di decreto legislativo "Semplificazioni fiscali". Circa la detrazione del 65% per il risparmio energetico, viene eliminato l’obbligo di inviare all’Agenzia delle Entrate la Comunicazione in caso di interventi che si protraggono oltre il periodo d’imposta. Il venir meno dell’obbligo, si legge nel Dossier, rappresenta un alleggerimento degli adempimenti a carico dei contribuenti che intendano beneficiare delle agevolazioni, una scelta condivisibile, anche se, per garantire la massima semplificazione, occorrerebbe intervenire anche sulla ritenuta operata dalle Banche in fase di accredito dei bonifici di pagamento delle spese agevolate, a titolo di acconto delle imposte sul reddito dovute dalle imprese esecutrici. Pur condividendone l’obiettivo di contrasto all’evasione, la ritenuta del 4% appare all'ANCE troppo onerosa, ritenendo opportuno eliminare tale adempimento, o ridurre al minimo la percentuale di ritenuta, anche alla luce del fatto che il contrasto all’evasione è assicurato, sia dalla necessaria tracciabilità dei pagamenti dei corrispettivi, sia dalla natura stessa delle detrazioni, che ne rende un efficace strumento di emersione di base imponibile fondato sul contrasto di interessi. Campania: errori ricorrenti attestazione prestazioni energetiche (APE) Dal 4 febbraio 2014, nella Regione Campania, il deposito degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) può es sere fatto esclusivamente con modalità di trasmissione telematica. La nuova procedura di trasmissione telematica consente di ridurre la quantità degli errori in quanto guida l’utente in fase di trasmissione dei dati. Pur tuttavia, rimane il problema delle trasmissioni eseguite in forma diverse prima del termine in cui è divenuto obbligatorio procedere esclusivamente per via telematica. Al fine di non andare incontro a sanzioni, sono stati invitati i tecnici che possono essere incorsi in omissioni per mero errore materiale a procedere ad integrare le pratiche esclusi vamente mediante procedura telematica. A tal fine, chiunque dovesse rendersi conto di essere incorso in errori di tipo omissivo deve dotarsi di firma digitale e, In fase di trasmissione telematica, bisognerà indicare nelle note del modulo di inserimento dati, il motivo del rinvio APE, la data della raccomandata o consegna a mano. Stessa prassi per i certificati inviati erroneamente per posta o consegnati in data successiva al 03/02/2014 Abitare sostenibile: dai territori Friuli Venezia Giulia: carta famiglia, benefici per energia elettrica La Giunta del Friuli Venezia Giulia ha definito l'ammontare del beneficio regionale di riduzione dei costi per i ser vizi di fornitura di energia elettrica nell'anno 2013, attribuito ai titolari di "Carta Famiglia". I benefici sono rapporta ti alle fasce di intensità ed agli scaglioni di consumo di energia elettrica e vanno da un minimo di 118 euro per fa miglie con un solo figlio e costi sostenuti non superiori ai 600 euro, fino ad un massimo di 496 euro nel caso di famiglie con tre o più figli, che per la fornitura di energia elettrica sostengono spese oltre i 1.500 euro annui. Il beneficio si applica a famiglie il cui Isee non superi i 30 mila euro. Per questo tipo di contributo, la Regione ha messo a disposizione - relativamente alle spese sostenute nel 2013 - risorse pari a 8,91 milioni di euro, ripartite e trasferite ai Comuni, che provvederanno ad erogare i benefici. Lazio: progetto italiano RhOME for denCity Progettata e costruita dal Dipartimento di Architettura di Roma Tre si è aggiudicato l'edizione 2014 di Solar Deca thlon Europe. Le prove della competizione hanno costituito un severo test per RhOME, l'abitazione studiata per la riqualificazione delle aree abusive di Tor Fiscale a Roma, sottoponendola a verifiche di costruzione e qualità architettonica, ingegneria, efficienza energetica, sostenibilità, design, trasportabilità, comunicazione, sensibilizzazione del pubblico. Bilancio energetico, condizioni di comfort, funzionamento della casa sono stati monitorati dai giudici durante tutta la durata della competizione. Dieci prove che hanno evidenziato come questa casa pensata per produrre più energia di quanto ne consuma, per utilizzare strumenti di difesa passiva dalle temperature sia calde che fredde, per tenere sotto controllo la qualità dell'aria e permettere sia funzioni di abitazione che di lavoro è una proposta vincente in una prospettiva di società a basse emissioni di carbonio. Gioco di squadra, innovazione e un'attenzione particolare all'integrazione e inclusione sociale rappresentano i punti di forza del prototipo RhOME, che ha convinto la giuria anche per la reversibilità degli spazi, gli arredi recuperati, un sistema ben equilibrato di raffrescamento e riscaldamento e la capacità del team di gestire la casa con facilità, adattandola giorno per giorno alle condizioni climatiche. La presenza di sponsor italiani, rappresentativi della green economy più competitiva, ha completato il quadro del progetto di Roma Tre. Il risultato è una casa trasportabile in treno, conveniente e minimale. Costruita in legno certificato a basso impatto ambientale; 65 mq di comfort e tecnologie applicate, dotate di illuminazione naturale e artificiale di avanguardia, con una forte attenzione alla qualità dell'aria interna per garantire il massimo comfort e la massima salubrità. Marche: da area industriale a “Ecocittà” Dopo poco più di un anno dall’avvio dei lavori, diventa realtà il progetto che trasforma un’ex area industriale in degrado in quartiere modello di sostenibilità ambientale e qualità della vita. È stata infatti completata a Porto Po tenza Picena, in provincia di Macerata, la prima parte di Ecocittà , frutto di un investimento del Fondo Immobiliare Ecocittà, costituito da investitori italiani e stranieri e gestito da Namira S.G.R.p.A. Sono state realizzate un edi ficio residenziale e commerciale ad alto risparmio energetico e un’area verde da 7 mila metri quadrati con siste ma di recupero dell’acqua piovana dove prima sorgevano vecchi capannoni industriali, l’illuminazione a basso consumo. Ecocittà rappresenta un unicum perché i concetti della sostenibilità vengono per la prima volta estesi ad un intero quartiere. L’area completata è pari a 15 mila metri quadri. Il primo edificio ospita due piani commer ciali e tre residenziali con 26 appartamenti ed è caratterizzato da chiostri, ballatoi, giardini pensili e ampie super fici scoperte. Dal punto di vista tecnico – impiantistico l’edificio è dotato, per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, di un impianto centralizzato con alimentazione a metano e caldaia a condensazione, integrato al solare termico; il sistema centralizzato presenta notevoli vantaggi in termini di ottimizzazione dell’energia e anche di si curezza: niente gas in casa, anche grazie alla cucina ad induzione. L’energia elettrica necessaria ai servizi condominiali sarà fornita da un impianto fotovoltaico installato su tetti e lastrici. Una particolarità da sottolineare: ad Ecocittà i condomini sono proprietari di questi impianti, una modalità ancora poco diffusa che comporta ulteriori vantaggi grazie all’assenza di intermediari e relativi ricarichi. Questo consente di abbattere le spese di gestione in modo significativo: ad esempio, i costi per il riscaldamento delle abitazioni saranno ridotti di circa il 20 per cen to rispetto ad una nuova costruzione realizzata secondo i parametri più restrittivi delle normative vigenti. Il percorso eco-sostenibile continua anche all’esterno, con un sistema per il recupero dell’acqua piovana riutilizzata per l’irrigazione e un impianto di illuminazione delle aree pubbliche a basso consumo. Studi e ricerche Leed: tutti i numeri della certificazione in Italia La fotografia della situazione italiana in materia di certificazione Leed scattata dall'Us Green Building Council è incoraggiante. L'Italia non può ancora competere con altri paesi, ma il trend è in crescita. Dal 2003 gli edifici che hanno intrapreso il percorso certificativo sono aumentati di anno in anno, con un boom (proseguito fino ad oggi) nel 2010, anno di uscita di Leed Italia. Al 2014 sono 73 i progetti certificati e 167 quelli in fase di certificazione. Con un trend in ascesa. A distanza di due anni, sono stati certificati 42 edifici in più e 39 (se si escludono quelli che probabilmente erano in fase certificativa e hanno terminato il processo) nuove edifici hanno aderito al protocollo. Pezzatura media degli edifici: il taglio è di circa 12.000 mq, una misura che tenderà a crescere con il tempo perché guardando ai nuovi progetti il taglio medio è di 16.000 mq., segno che la certificazione Leed ha trovato spazio nell'ambito di grandi progetti del real estate internazionale e negli edifici del terziario. Tipologie edilizie: nella maggior parte dei casi si tratta di progetti di nuova costruzione (142) e ad uso commerciale, perlopiù uffici (114), ma 'tengono testa' il residenziale, con 23 progetti e gli istituti scolastici. Proprietario: in gran parte dei casi, è un'azienda o un investitore (162), mentre sono 45 i progetti pubblici. Professionisti accreditati: fra i 328, la maggiorparte (136) sono in possesso del livello più alto della certificazione (Leed AP Speciality), 95 quelli in possesso del livello medio, la Leed AP, che permette al professionista di guidare il team di progettazione e costruzione all’ottenimento della certificazione LEED, 97 possiedono l'ultimo livello, la credenziale LEED Green Associate, che, denotando una conoscenza di base, consente al professionista di supportare progettazione, costruzione e gestione/manutenzione dell'edificio. Edifici a emissioni quasi-zero. Best-practices dall'Europa Bruxelles ha riunito, nell'ambito dell'EUSEW 2014, i maggiori esperti di sostenibilità del costruito per delineare i passi da compiere: protrarre il sostegno Ue, incrementare l'imprenditorialità e 'educare' gli utenti e la società intera E' stato unanime il giudizio sull'importanza del sostegno UE: i fondi per lo sviluppo di progetti innovativi hanno consentito lo sviluppo del Lyon Confluence, uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana in Europa, iniziato nel 2003 e da poco entrato nella seconda fase progettuale: i finanziamenti hanno consentito di elevare gli standard del costruito e sperimentare tecnologie innovative. Per il futuro, bisogna lavorare per creare una rete di conoscenze e di imprenditorialità di livello sempre maggiore, unito ad un'azione sempre più incalzante per promuovere i sistemi certificativi. Contemporaneamente bisogna investire 'nel basso', consci del fatto che qualsiasi cambiamento deve essere accettato dalla popolazione, che deve desiderare di abitare in case ad alta efficienza e per farlo deve comprenderne i vantaggi. Il processo formativo dovrebbe interessare sopratutto i giovani, utilizzatori del futuro. Sarebbe opportuno organizzare workshop rivolti agli studenti per impartire loro conoscenze, partendo da concetti base applicati nell'ambito residenziale e impiantistico. Esperienze in questo senso sono rintracciabili, ma dovrebbe essere una pratica molto più diffusa, se non obbligatoria. E' proprio a un livello sociale che bisognerebbe investire maggiormente, perché da un punto di vista tecnologico sono stati fatti molti passi in avanti e il settore è maturo, ma deve esserci la contropartita dell'utenza. Gli sforzi, finora condotti quasi da ingegneri e architetti, dovranno essere fatti anche da esperti nelle scienze sociali e comportamentali, perché l'unico cambiamento possibile è quello che contribuisce a un mutamento a livello di mentalità. Lyon Confluence. Uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana in Europa, renderà disponibile, in un'area ex-industriale di 150 ettari, un milione di metri quadrati netti edificabili. L'obiettivo è, entro il 2020, di offrire 20.000 alloggi e 22.000 posti di lavoro. Qualità dell'ambiente urbano Secondo l’ISTAT migliora la qualità dell’ambiente urbano, per una maggiore mobilità sostenibile, una diminuzione del rumore e l’aumento di verde. ■ Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, si riducono i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia: 613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (-0,9 e -0,6% rispetto al 2012). Più marcato il calo della domanda di trasporto pubblico locale, che scende da 201,1 a 188,6 passeggeri annui per abitante. Continuano a crescere le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8% del parco circolante nei capoluoghi. Nel Mezzogiorno solo il 42% delle auto è in classe euro 4 o superiore. Si diffondono le iniziative a favore della mobilità sostenibile: cresce l’offerta di car sharing, presente in 23 città (soprattutto al Nord) e quella di bike sharing, attivato in 66 città. Dei 116 capoluoghi, 36 dispongono di almeno 34 km di piste ciclabili. Sistemi di infomobilità (tecnologie dell’informazione al servizio della mobilità urbana) sono presenti in 68 comuni capoluogo, fortemente concentrati nel Centro-Nord. ■ Si conferma il trend di miglioramento della qualità dell’aria per le polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione della salute umana previ- sto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni. Miglioramenti si riscontrano al Nord (da 37 a 32) e, in proporzione, soprattutto al Centro (da 9 a 6). Nel Mezzogiorno si evidenzia un peggioramento in Campania (da 2 a 4 dei capoluoghi della regione). Anche il PM2,5 segna un miglioramento: in 10 città (18 nel 2012) sono stati superati i limiti della concentrazione media annua fissati dalla normativa. ■ In 17 capoluoghi sono state attuate politiche di limitazione della circolazione del traffico privato di tipo sia emergenziale (a seguito di superamenti dei valori limite di un inquinante), sia programmato (a scopo preventivo o di riduzione progressiva delle emissioni); 28 capoluoghi hanno limitato la circolazione solo con blocchi programmati. ■ Sono 88 i comuni che nel 2013 hanno effettuato attività di misurazione del rumore finalizzate alla verifica del rispetto dei valori limite imposti dalla normativa (erano 91 nel 2012). Complessivamente sono stati effettuati 1.627 controlli, corrispondenti a 9,1 interventi ogni 100 mila abitanti, un numero inferiore rispetto all’anno precedente (1.661). In entrambi gli anni considerati, il 90% dei controlli è stato sollecitato da segnalazioni dei cittadini. Nel 47,9% dei controlli è stato riscontrato almeno un superamento dei limiti dell’inquinamento acustico (-5,1 punti percentuali rispetto al 2012). ■ Nel 2013, il verde urbano pubblico rappresenta il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo di provincia, oltre 577 milioni di m2 (+0,7% rispetto all’anno precedente) che corrispondono ad una disponibilità media di 32,2 m per abitante. ■ Nelle città il verde “storico” (ville, giardini, parchi) e tutelato per il valore storico-culturale e paesaggistico, copre in media un quarto del verde urbano totale, rappresentandone la componente più consistente. ■ Sono 57 le amministrazioni che hanno attivato orti urbani da dare in gestione ai cittadini. ■ Circa il 60% dei capoluoghi del Centro e del Nord e quasi il 40% di quelli nel Mezzogiorno hanno promosso specifiche iniziative in occasione della prima Giornata nazionale degli alberi (21 novembre 2013): 53 amministrazioni hanno messo a dimora alberi nelle aree del verde pubblico, 36 hanno attivato campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e 13 hanno previsto percorsi formativi per gli addetti alla manutenzione del verde. Censimento della popolazione 2011 L'ISTAT ha fornito approfondimenti sul Censimento 2011. Le famiglie sono 24.611.766, di cui 7.667.305 formate da una persona sola e 3.304.078 da famiglie non unipersonali senza vincolo di coppia. All'interno è possibile individuare i nuclei familiari, costituti dalle persone che vivono in coppia con figli o in coppia senza figli, o da genitore solo con figli. Si tratta di 16.648.813 nuclei familiari, oltre mezzo milione in più rispetto alla tornata censuaria precedente (16.130.368). Rispetto al censimento del 2001 si confermano le tendenze già illustrate nel comunicato diffuso a giugno: diminuiscono le coppie con figli e crescono le coppie senza figli e i nuclei monogenitore. Le coppie con figli (8.766.690) costituiscono ancora il tipo di nucleo pre- valente e rappresentano il 52,7% dei nuclei familiari (57,5% nel 2001). Con il censimento 2011 sono state rilevate 5.230.296 coppie senza figli (31,4% del totale dei nuclei familiari), con un incremento di 474.869 (+10%) rispetto al 2001 (4.755.427). Abitare sostenibile Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili. Lombardia: EasyHome 4EQ, progetto vincitore del concorso ‘Un mondo come piace a te’ Complesso residenziale con 20 abitazioni rispondenti al protocollo CASACLIMA A-GOLD Descrizione L’edificio EASYHOME 4EQ costruito su una ex ferrovia dismessa di Lodi, grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili, produce più energia di quanta ne consumi, con un livello di emissioni di gas a effetto serra pari a zero. Il complesso residenziale è composto da 2 torri che ospitano 20 abitazioni unifamiliari, progettate e costruite per rispondere al protocollo CASACLIMA A-GOLD, e utilizzano solo fonti di energia completamente rinnovabile: pannelli solari, geotermia e pompe di calore. Innovazione di progetto e di processo: Il progetto, vincitore del concorso europeo “Un mondo come piace a te con il clima che vuoi”, che punta a promuovere idee sul cambiamento climatico che siano pratiche, innovative ed efficienti in termini di costi, unisce bassissimi consumi energetici, comfort e prezzi piuttosto bassi. La Cooperativa edilizia no profit Santa Francesca Cabrini Due, che ha firmato il progetto, offre infatti abitazioni a prezzi ridotti a giovani, anziani e famiglie. . Fonti utilizzate per questo numero: Governo italiano, Ministero Infrastrutture e Trasporti,, ANSA, ISTAT, ENEA, ANCE, Us Green Building Council Siti internet: casa e clima, ediltecnico, edilizia e urbanistica, lavori pubblici, edilportale, infobuild energia, regioni.it, Fonte foto: Fonte:sito internet infobuild energia
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