Abitare sostenibile

Abitare sostenibile
Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili.
In questo numero
■ l Ministro delle Infrastrutture e trasporti ha presentato il disegno di legge su “Principi in materia di politiche
pubbliche territoriali e trasformazione urbana”.Da una prima lettura del testo emerge immediatamente uno spazio
mai concesso prima ai privati, riconoscendo loro il ruolo di soggetti attivi nella formazione, oltre che nell'attuazione,
dei processi di pianificazione. Ai proprietari di aree è riconosciuto non solo “diritto di iniziativa”, ma anche di
interlocuzione in tutte le fasi decisionali e rispetto a questi l'amministrazione pubblica ha l'obbligo di “leale
collaborazione”. In questo modo il Comune perde una prerogativa da sempre riconosciuta e di primaria importanza:
quella di essere regista unico delle decisioni riguardanti l'assetto del territorio, in quanto portatore degli interessi di
tutta la comunità.
■Sulla Gazzetta ufficiale 165 del 18 luglio scorso è stato pubblicato il D.lgs 102/2014 recante “Attuazione della
direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le
direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE”, che introduce nell’ordinamento nazionale misure innovative finalizzate a
promuovere l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle famiglie secondo gli
obiettivi posti dall’Unione Europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020.
Nel decreto di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica l'obbligo della diagnosi energetica per
le grandi imprese.
Sta per vedere la luce il Piano d’azione italiano per l’efficienza energetica 2014, redatto dall’Enea, che effettua una
ricognizione di tutta la normativa vigente, degli strumenti a disposizione e delle risorse già in campo per la riduzione
dei consumi energetici. Stimati investimenti per 24,1 miliardi di euro l’anno nel settore residenziale e 17,5 miliardi
l’anno nel non residenziale
■ Politiche abitative: Politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana, presentazione disegno di legge oggetto di consultazione pubblica on-line sino al 15 settembre 2014;
Tasse sulla casa, aumenti 2010-2014; Decreto sfratti morosità incolpevole, interrogazione
alla Commissione Ambiente de4lla Camera - Notizie dai territori: Lombardia, housing sociale, protocollo d'intesa per il diritto alla casa; Marche, presentato il Piano di edilizia residenziale
2014-2016; Piemonte, programma per la riduzione del disagio abitativo
■ Abitare sostenibile: Efficienza energetica, pubblicazione in G. U. del D.lgs 102/2014 recante attuazione della direttiva 2012/27/UE; Diagnosi energetica, obbligo per grandi imprese;
Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE); Semplificazioni fiscali; Dossier
Ance - Notizie dai Territori: Campania: , APE, errori ricorrenti; Friuli Venezia Giulia, carta famiglia, benefici per energia elettrica; Lazio, progetto italiano RhOME for denCity; Marche, da
area industriale a “Ecocittà”
■ Studi e ricerche: Leed: tutti i numeri della certificazione in Italia (Studio Us Green
Building Council); Edifici a emissioni quasi-zero, best-practices dall'Europa (confronto
nell'ambito dell'EUSEW 2014); Qualità dell'ambiente urbano (ISTAT); Censimento della
popolazione 2011 (approfondimenti ISTAT).
■ Buone pratiche di innovazione sostenibile: Lombardia: EasyHome 4EQ, progetto vincitore del concorso ‘Un mondo come piace a te’.
Politiche abitative
newsletter 15 - 2014
La Newsletter si articola nell’approfondimento di quattro sezioni tematiche: le sezioni Politiche Abitative e Abitare Sostenibile dii cui si
evidenziano le news a carattere nazionale e
regionale, la sezione Studi e Ricerche che
seleziona i report relativi ai temi precedenti e
la sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile, che mostra esempi di realizzazioni
sostenibili.
Politiche abitative
Politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana
Il Ministro delle Infrastrutture e
trasporti ha presentato il disegno
di legge su “Principi in materia di
politiche pubbliche territoriali
e trasformazione urbana”. Si
assume come centrale il rapporto
pubblico/privato; le trasformazioni
urbane vengono attivate dal
privato che diventa non solo
interlocutore, ma soggetto attivo
della pianificazione.
In un dibattito “stanco” in cui si fatica
a mandare avanti il disegno di legge
sul consumo di suolo e dopo altre
iniziative parlamentari depositate ormai da qualche tempo, anche il Ministro Lupi ha presentato un provvedimento sul governo del territorio
che mette al centro “la qualità della
vita” ed il “rinnovo urbano”, come ha
affermato il ministro.
Da una prima lettura del testo emerge immediatamente uno spazio mai
concesso prima, nei tanti provvedimenti che nei 70 anni della legge urbanistica non hanno trovato un consenso politico in grado di vederli approvati,ai privati, riconoscendo loro il
ruolo di soggetti attivi nella formazione, oltre che nell'attuazione, dei processi di pianificazione.
Ai proprietari di aree è riconosciuto
non solo “diritto di iniziativa”, ma anche di interlocuzione in tutte le fasi
decisionali e rispetto a questi l'amministrazione pubblica ha l'obbligo di
“leale collaborazione”.
In questo modo il Comune perde
una prerogativa da sempre riconosciuta e di primaria importanza: quella di essere regista unico delle decisioni riguardanti l'assetto del territorio, in quanto portatore degli interessi di tutta la comunità.
E' da segnalare come la questione
del consumo del suolo, in merito al
quale sembrava registrarsi un ampio
consenso, viene “impoverita” e ridotta ad una previsione di maggiori
oneri da corrispondere per gli insediamenti a minore densità abitativa.
Non da ultimo l'abolizione degli
standard del DM 1444 del 1968,
evidentemente
per
ridurne
la
quantità minima obbligatoria.
Il ddl è oggetto di consultazione
pubblica on-line sino al 15 settembre
2014 sul sito www.mit.gov.it.
■ La presentazione del Ministro Lupi al disegno di legge: l'azione del Governo italiano, in questi mesi, è indirizzata a sostenere con decisione un percorso di ritorno alla crescita attraverso il rafforzamento della domanda interna, in particolare degli investimenti. Questo percorso può incidere in profondità a due condizioni: la prima è che l’Europa attui finalmente politiche di supporto alla crescita, e sarà questo l’obiettivo del semestre di Presidenza italiana; la seconda è che le misure urgenti di stimolo che il nostro
Paese sta adottando si accompagnino al superamento di condizioni di incertezza che ancora caratterizzano il “sistema Italia”, cioè a quei processi di riforma radicale del Paese che non possono essere oggetto di provvedimenti
legislativi d’urgenza. L’idea che ha sostenuto il lavoro che qui si presenta si
riconnette a questa finalità più generale che il Governo si è dato. Tracciare,
dopo oltre 70 anni, un disegno nuovo di governance delle trasformazioni e
degli usi del territorio deve dunque contribuire a dare lineamenti concreti a
questo programma riformista a 360 gradi. In questo caso lo scopo è ricentrare la legislazione nazionale sull’obiettivo della sinergia fra politiche pubbliche nazionali e strategie europee di sviluppo urbano e territoriale. Alcuni
elementi di contenuto possono aiutare a cogliere meglio questo indirizzo. Innanzi tutto, il disegno che abbiamo in mente non si limita alle “procedure urbanistiche”, ma coniuga procedure e contenuti territoriali e urbanistici, che si
chiamano oggi rinnovo/rigenerazione della città esistente, politiche abitative
ispirate alla logica del «social housing», riduzione dell’occupazione del suolo. Un secondo carattere distintivo della proposta sta nella riconquista dello
spazio dello Stato nella politica territoriale. Nessun riflesso centralistico, ma,
al contrario, l’assunzione della responsabilità di misurarsi con l’integrazione
delle politiche pubbliche di settore, «solidarizzandole» in una azione pubblica territoriale unitaria. Senza strutturare questo livello superiore di responsabilità non sarà possibile ridurre quella entropia, percepita come incertezza
dagli stakeholders, che è oggi uno dei punti di maggiore debolezza subito
da tutti i sistemi territoriali locali. Il disegno di legge riconfigura lo statuto della proprietà (pubblica/collettiva e privata) mettendolo al riparo dai rischi di
eccessi che a volte caratterizzano l’azione pubblica sulla proprietà privata e,
all’opposto, sottraendo spazi di deresponsabilizzazione di quest’ultima. Infine, viene riproposta l’esigenza e l’urgenza di una rivisitazione della fiscalità
immobiliare e territoriale, per farne un alleato e non un (altro) nemico
dell’urbanistica. L’ambizione è comporre un primo tassello del nuovo ordinamento legislativo italiano che dovrà emergere dall’attraversamento della crisi e che dovrà essere un ordinamento più lineare, più innovativo negli strumenti del welfare, più in sintonia con le dinamiche dell’economia contemporanea e, insieme, più rispettoso dei diritti del cittadino.
Gli articoli:
1 Oggetto e finalità della legge; 2 Linee strategiche, finalità e principi per
l’esercizio delle competenze; 3 Compiti e funzioni dello Stato; 4 Potere sostitutivo; 5 Principi e
strumenti di coordinamento delle politiche in materia di “governo del territorio” e della
pianificazione; 6 Dotazioni territoriali essenziali e ambiti territoriali unitari; 7 Pianificazione
territoriale di area vasta e comunale; 8 Tutela della proprietà ed indifferenza delle posizioni
proprietarie; 9 Fiscalità immobiliare; 10 Perequazione; 11 Compensazione; 12 Trasferibilità e
commercializzazione dei diritti edificatori; 13 Premialità; 14 Accordi urbanistici; 15 Giurisdizione
e strumenti di tutela; 16 Rinnovo urbano; 17 Attuazione delle politiche di rinnovo urbano; 18
Edilizia residenziale sociale. Qualificazione del servizio; 19 Edilizia residenziale sociale.
Principi e forme di incentivazione; 20 Semplificazioni in materia edilizia.
Tasse sulla casa
Il carico fiscale sulla casa ha
diminuito il valore di mercato
delle case, ma a fronte della bolla
speculativa avvenuta dal 2001 al
2008 la contrazione dei prezzi
delle abitazioni risulta ancora
insufficiente.
Il carico fiscale sulla casa ha diminuito il valore di mercato delle case
del 15% (per un’abitazione di tipo
civile di categoria catastale A2, da
circa 200.000 a 170.000 euro) tra il
2010 e il 2014 Le tasse sulla casa
sono cresciute nello stesso periodo
del 104% (da 300 a 611 euro). Lo
ha rilevato un'indagine della CGIA
di Mestre che ha commentato: “tra
il 2010 e il 2014 abbiamo assistito
ad un incremento spaventoso del
prelievo fiscale sulle abitazioni e,
parallelamente, a una drastica riduzione del valore di mercato delle
stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a
ridurre la ricchezza degli italiani”.
Le tasse sulla casa sono quindi arrivate ad un livello insostenibile tanto che l’incidenza delle imposte sul
valore della casa è passata dall’1,5
per mille al 3,6 per mille. Ciò significa che l’incremento è stato del
140%. Per un’abitazione di tipo
economico (categoria catastale A3),
invece, la contrazione media del valore di mercato è stata anche in
questo caso del 15% (da quasi
174.500 a poco più di 148.300
euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88% (da 264 a 495
euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3
per mille (+121%). Sempre nello
stesso periodo l’inflazione è aumentata del 7,3%.
Ferconsumatori considera che a
fronte della bolla speculativa avvenuta dal 2001 al 2008 (con una crescita dei prezzi del +49%) la contrazione dei prezzi delle abitazioni del
-10,4% negli ultimi 4 anni risulta ancora insufficiente.
A maggior ragione se si confronta
tale parametro con l'andamento del
reddito delle famiglie.
Basti pensare che, nel 2001, per
acquistare un'abitazione di un ap-
partamento-tipo, di 90 mq in una
zona semicentrale di una grande
area metropolitana "bastavano"
15,3 annualità di stipendio. Oggi ne
occorrono 19,1. Il picco si è toccato
nel 2007, quando per acquistare
tale appartamento-tipo erano necessarie ben 20,1 annualità di stipendio.
A fronte della grave contrazione della domanda di abitazioni, dettata
dalla profonda crisi del potere di acquisto delle famiglie, il loro prezzo
dovrebbe scendere in maniera decisamente più marcata, di almeno il
-18% rispetto ad oggi.
Per far ripartire il mercato immobiliare e per mettere le famiglie in
condizione di non dover rinunciare
ad un bene essenziale come la
casa, secondo Federconsumatori,
oltre ad un ridimensionamento dei
prezzi, è necessario operare una riduzione della tassazione (con la definizione di vere ed adeguate detrazioni per la TASI, che in assenza di
queste ultime è una vera e propria
stangata per i cittadini) ed avviare
piani per l’edilizia popolare.
Decreto sfratti morosità incolpevoli
La commissione Ambiente alla
Camera ha risposto ad
un''interrogazione presentata
relativamente agli sfratti per
morosità incolpevole
L''interrogazione chiedeva di chiarire
"i motivi del ritardo nella emanazione del decreto attuativo" e cosa
avrebbe fatto il governo per l''eventuale insufficienza dei fondi stanziati
per "fronteggiare una problematica
che ha dei margini decisamente più
ampi" e se non si volesse "tamponare la situazione mediante una
proroga della sospensione degli
sfratti per morosità incolpevole".
Nella risposta è stato ribadito che
“lo scorso 14 maggio il ministero
delle Infrastrutture e quello dell''Economia hanno adottato un decreto
sui criteri e le priorità da rispettare
nei provvedimenti comunali che definiscono le condizioni di morosità
incolpevole per l''accesso ai contributi del fondo destinato agli inquilini
morosi incolpevoli. Tale decreto "ha
ripartito tra le Regioni la dotazione
relativa al 2014" considerando la
"priorità alle Regioni che sono già
intervenute sul problema, riservando ad esse il 30% dei fondi disponibili e ripartendo il restante 70% tra
tutte le altre Regioni in proporzione
al numero dei provvedimenti di
sfratto per morosità". Ora, però,
compete alle Regioni individuare i
comuni ad alta tensione abitativa cui
destinare le risorse del fondo unitamente ad eventuali stanziamenti regionali".
Inoltre è stato precisato che "il decreto è stato registrato dalla Corte
dei conti lo scorso 24 giugno e sarà
pubblicato a breve sulla Gazzetta
Ufficiale" e il governo "si è adoperato per l''incremento della dotazione"
ma "il riparto delle risorse aggiuntive
verrà effettuato con successivo
provvedimento di integrazione" secondo "i medesimi criteri previsti dal
decreto interministeriale già adottato".
Il fondo è stato dotato di 20 milioni
di euro per ciascuno degli anni 2014
e 2015 ed è finalizzato "a garantire
il rischio di morosità da parte di quei
locatari, generalmente affidabili, che
a causa della sfavorevole situazione
economica che attraversa il Paese,
si trovano momentaneamente in
difficoltà".
Lombardia: housing sociale, protocollo d'intesa per il diritto alla casa
Il Presidente Maroni ha affermato che “obiettivo del protocollo approvato lo scorso 20 giugno dalla Giunta è quello di sviluppare programmi di housing sociale, non solo a Milano ma in tutta la Lombardia, vogliamo indirizzare le
risorse al recupero di immobili esistenti e di aree urbane che meritano questo intervento, da destinare a questa finalità importante, ovvero al sostegno di chi è più debole, facendo in modo che la Regione abbia la regia di que sto intervento, che deve avere una forte rilevanza sociale".
Un'altra iniziativa intrapresa nella Regione Lombardia è relativa ad alloggi in cambio di attività di volontariato. La
sottoscrizione ha coinvolto Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Cdp Investment Sgr, Fondazione Housing
sociale, Aler Milano e Polaris Real Estate Sgr, con l'obiettivo di presidiare le fasi di sviluppo dei programmi di hou sing sociale.
Politiche abitative: dai territori
Marche: Presentato il Piano di edilizia residenziale 2014-2016
Ridurre il consumo del suolo migliorando l'utilizzo del patrimonio immobiliare esistente, recuperare
energeticamente gli edifici, investire nelle aree ad alta tensione abitativa, velocizzare interventi e cantierabilità
delle opere, facilitare il mercato finanziario, sono gli obiettivi presenti nella proposta del Piano di edilizia
residenziale 2014-2016 che la giunta regionale delle Marche ha inviato all'Assemblea legislativa per l'adozione.
Le risorse disponibili ammontano a 50 mln di euro, che proverranno dalle economie degli anni pregressi e dal
reinvestimento delle vendite di una quota del patrimonio immobiliare Erp, composto da 15 mila abitazioni
distribuite su tutto il territorio regionale, di cui 4 mila sono di proprietà delle amministrazioni comunali.
Il Piano di edilizia residenziale 2014-2016 disegnato dalla giunta della regione Marche prevede interventi sulla
parte inutilizzata, per carenza manutentive, del patrimonio Erp. Si tratta di immobili realizzati, per lo più, nei primi
decenni del dopoguerra, con tecnologie costruttive tradizionali, senza particolare attenzione al contenimento dei
consumi, dato l'allora basso costo dei combustibili fossili. La programmazione propone interventi di
ristrutturazione e di riqualificazione energetica che potranno beneficiare dei finanziamenti europei, con un impatto
significativo sul piano occupazionale e senza gravare sul bilancio regionale. Altri interventi andranno a sostegno
del settore edilizio attraverso un incremento dell'offerta di abitazioni a canone moderato e soluzioni innovative,
come l'affitto con patto di futura vendita (rent to buy): in questo modo si punta a ridurre l'elevato numero di alloggi
ultimati e invenduti che appesantiscono il mercato edilizio e il sistema delle imprese edili. Un capitolo della
programmazione viene dedicato all'alienazione e al reinvestimento dei proventi delle vendite di alloggi pubblici.
Un altro capitolo riguarda l'edilizia sperimentale, con lo sviluppo di iniziative come la co-residenza (servizi
condivisi) e la domotica. La proposta, infine, prevede che eventuali risorse aggiuntive o economie vengano
destinate a incrementare i fondi per l'accesso alla prima casa tramite la formula dell'affitto con riscatto.
Piemonte: programma per la riduzione del disagio abitativo
L'assessore alle Politiche sociali, alla famiglia e alla casa, Augusto Ferrari, ha illustrato ai componenti della II
Commissione del Consiglio regionale le linee programmatiche della sua politica per la casa. "Il primo passo ha
riguardato la predisposizione e l'approvazione da parte della Giunta di un ddl che riduce le ATC da 7 a 3
prevedendo anche una diminuzione dei membri del CdA da 5 a 3 e di quelli del Collegio dei Revisori dei conti da
3 ad 1 più 1 supplente. Nel provvedimento si introduce, inoltre, una norma per la creazione di un piano di
razionalizzazione delle società partecipate per ridurre la spesa ed utilizzarle in base a criteri di economicità ed
efficienza. Il ddl, attualmente in esame presso la Commissione competente, che dovrà esaminarlo e licenziarlo,
sarà sottoposto al parere del Consiglio delle Autonomie Locali. Saranno previsti momenti di confronto con tutte le
organizzazioni sindacali e di categoria. Successivamente, il disegno di legge sarà discusso e votato in Consiglio
regionale. Il mio auspicio è che l'iter sia breve per poter procedere all'applicazione della riforma". L'intenzione
dell'assessore "La mia intenzione è quella di giungere ad una completa revisione della legge n. 3/2010
sull'Edilizia sociale e di portare in Giunta, entro la prima metà del mese di dicembre un testo che sarà il risultato
dell'attività di un gruppo di lavoro interno all'Assessorato. Parallelamente a queste riforme verranno portate avanti
politiche per ridurre il disagio abitativo, rideterminando i criteri per il bando 2014 per l'accesso al Fondo di
Sostegno alla Locazione. L'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di ottimizzare le risorse e di rispondere, nel
miglior modo possibile, ai bisogni delle fasce più svantaggiate della popolazione".
Circa le Agenzie Territoriali per la Casa, queste in Piemonte passano da 7 a 3, i membri di ciascun Consiglio di
amministrazione delle ATC sono ridotti a 3 dai 5 attuali e il Collegio dei revisori dei conti non sarà più composto da
3 membri, ma da un revisore unico più un supplente, mentre inizia un percorso di razionalizzazione delle società
partecipate. Il percorso del Disegno di legge sul riordino delle ATC, approvato della Giunta regionale del
Piemonte, proseguirà in Consiglio regionale, prima nella Commissione consiliare competente e, poi, in aula.
Parallelamente verranno previsti momenti di confronto con tutte le organizzazioni sindacali, di categoria e con gli
enti locali. La riorganizzazione e l’accorpamento prevedono la nascita di 3 nuove ATC: l’ATC del Piemonte Nord
che comprende Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Vercelli, con sede legale a Novara, l’ATC del Piemonte
centrale, che comprende Torino e Provincia, con sede legale a Torino, l’ATC del Piemonte sud che comprende
Alessandria, Asti e Cuneo, con sede legale ad Alessandria.
Nel disegno di legge è presente anche una norma che prevede che i Cda delle ATC presentino alla Giunta un
piano di razionalizzazione e riduzione delle società partecipate.
Abitare sostenibile
Gazzetta ufficiale: recepimento direttiva 2012/27/UE
Sulla G. U. 165 del 18 luglio è
stato pubblicato il D.lgs 4 luglio
2014, n. 102 recante “Attuazione
della direttiva 2012/27/UE
sull'efficienza energetica, che
modifica le direttive 2009/125/CE
e 2010/30/UE e abroga le direttive
2004/8/CE e 2006/32/CE”.
Il provvedimento introduce nell’ordinamento nazionale misure innovative finalizzate a promuovere l’efficienza energetica nella pubblica
amministrazione, nelle imprese e
nelle famiglie secondo gli obiettivi
posti dall’Unione Europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020.
Obiettivo del decreto è la riduzione
della dipendenza dell'Unione dalle
importazioni di energia, sfruttando lo
strumento dell'efficientamento energetico e mettendo in atto azioni volte a dare stimolo all'economia
nell'attuale fase di crisi ed a contrastare i cambiamenti climatici in atto.
La transizione verso un'economia
più efficiente sotto il profilo energetico consentirà di accelerare la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative, accrescendo la competitività
dell'industria e contribuendo al rilan-
cio della crescita economica ed alla
creazione di posti di lavoro di qualità
elevata nei settori connessi. Si prevedono, in particolare: una riduzione
del 20% del consumo di energia primaria dell'Unione entro il 2020, nonché ulteriori miglioramenti in materia
di efficienza energetica dopo il 2020,
attraverso i seguenti strumenti: ■
elaborazione di programmi di interventi di medio-lungo termine per la
riqualificazione energetica degli edifici sia pubblici che privati ■ nterventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della Pubblica Amministrazione, a partire dal 2014 fino
al 2020 ■ obbligo per le grandi imprese e per le imprese "energivore"
di eseguire una diagnosi di efficienza energetica nei siti ubicati sul territorio nazionale, da ripetersi ogni
quattro anni ■ obbligo per gli esercenti l'attività di misura di fornire agli
utenti contatori individuali che misurino con precisione il loro consumo
effettivo e forniscano informazioni
sul tempo effettivo d'uso ("contatori
intelligenti") ■ elaborazione di un
rapporto che miri ad individuare le
soluzioni più efficienti per soddisfare
le esigenze di riscaldamento e raffreddamento ■ superamento della
struttura della tariffa elettrica pro-
gressiva rispetto ai consumi ed adeguamento delle componenti ai costi
dell'effettivo servizio ■ programma
triennale di formazione ed informazione volto a promuovere l'uso efficiente dell'energia (contenente misure di sensibilizzazione delle Pmi
all'esecuzione di diagnosi energetiche e all'utilizzo di strumenti incentivanti finalizzati all'installazione di
tecnologie efficienti, misure di stimolo di comportamenti che contribuiscano a ridurre i consumi energetici
dei dipendenti della pubblica amministrazione, misure di sensibilizzazione dell'uso efficiente dell'energia
domestica) ■ promozione dei contratti di prestazione energetica e introduzione di misure di semplificazione volte a promuovere l'efficienza
energetica ■ istituzione di un Fondo
nazionale per l'efficienza energetica
per la concessione di garanzie o
l'erogazione di finanziamenti, a favore di interventi coerenti con il raggiungimento degli obiettivi nazionali.
Diagnosi energetica per le grandi imprese
Obbligo per grandi imprese e
imprese a forte consumo di
energia di sottoporre i propri siti
produttivi a diagnosi energetica
entro il 5 dicembre 2015, da
ripetere ogni 4 anni, affidandosi a
società esperte in gestione
dell’energia o auditor energetici.
E' previsto all'art. 8 della direttiva
2012/27/UE sull'efficienza energetica, che l’Italia ha recepito con il decreto legislativo approvato il 30 giugno dal Consiglio dei ministri. Per
discutere gli aspetti sull’attuazione
dell’art.8, si è svolto un confronto
organizzato da ENEA e Federesco
con collaborazione di Avvenia.
Per ENEA “efficienza, innovazione e
sostenibilità rappresentano le tre
chiavi che possono consentire
all’industria italiana di recuperare
competitività sia sul mercato interno
che su quello internazionale, ma il
tessuto industriale italiano è per lo
più composto di PMI, che non potranno sottrarsi ad un consistente
efficientamento energetico se vorranno tornare a competere sui
mercati, dopo essere state colpite
duramente dalla crisi di questi ultimi
anni. L’Italia ha chiari i propri obiettivi e sta lavorando con impegno per
conciliare la propria politica industriale, i costi energetici e la lotta al
cambiamento climatico in modo efficace, anche attraverso il decreto
di recepimento della direttiva, che
nei prossimi anni creerà per l’industria italiana opportunità di rivedere i
propri processi per restare competitiva, favorendo contestualmente la
crescita della green economy.”
Secondo Federesco, “è necessario
porre l’accento sugli effetti concreti
dell’attuazione del decreto di recepimento della direttiva, visto che
avranno valenza economica e, soprattutto, occupazionale. Si deve
evidenziare, da un lato, che l’efficienza energetica deve essere vista
alla stregua di un’attività infrastrutturale che, per l’impatto economico,
sociale e ambientale che produrrà,
è altamente strategica oltre a essere ‘autoliquidante’, in quanto il risparmio energetico ed economico
che genera permette di ripagare
l’investimento iniziale. È fondamentale, dall’altro, creare cultura intorno
al mercato dell’efficienza energetica
in senso stretto e diffondere il concetto che i settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica
sono nettamente distinti e presentano peculiarità differenti che non consentono di poter affrontare i due
mercati in un’ottica comune bensì
l’uno propedeutica all’altro.
Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE)1
Il Ministero dello Sviluppo
Economico ha pubblicato sul
proprio sito il Piano d’Azione per
l’Efficienza Energetica 2014. Il
documento, elaborato dall’ENEA,
riporta gli obiettivi di efficienza
energetica fissati dall’Italia al
2020 e le misure di policy attivate
per il loro raggiungimento
In particolare il Piano specifica i risparmi negli usi finali di energia attesi al2020 per singolo settore economico e per principale strumento di
promozione dell’efficienza energetica. Vengono descritte le nuove misure introdotte con il decreto di recepimento
della
direttiva
2012/27/UE, stimando, ove possibile, l’impatto atteso in termini di risparmio energetico per settore economico e, nello specifico le misure a
carattere trasversale come il regime
obbligatorio di efficienza energetica
dei certificati bianchi (CB), le detrazioni fiscali per la riqualificazione
energetica del parco edilizio e il conto termico. Secondo le stime riportate, tali misure permetteranno di
conseguire il target obbligatorio di risparmio energetico cumulato negli
usi finali al 2020, determinato con la
metodologia di calcolo indicata
all’art. 7 della direttiva 2012/27/UE.
Tali risparmi costituiscono una quota
parte dei target fissati dall’Italia con
la SEN e comunicati alla Commissione ad aprile 2013. Al raggiungimento del target nazionale fissato
dalla SEN contribuirà infatti l’applicazione delle normative previste
dalle direttive comunitarie (EPBD e
Ecodesign) nonché le misure intro-
dotte a seguito del recepimento della direttiva 2012/27/UE.
Un paragrafo è dedicato al settore
dell’efficienza energetica del parco
immobiliare nazionale, sia pubblico
che privato. In particolare è illustrato
un quadro d’insieme, composto sia
dalle misure di promozione dell’efficienza energetica di tipo regolatorio
e quelle di incentivazione. Sono descritte le finalità dell’istituendo Fondo nazionale per l'efficienza energetica, introdotto nel d.lgs 102/2014
di recepimento della direttiva
2012/27/UE volto a sostenere interventi di efficienza energetica realizzati dalla Pubblica Amministrazione.
E’ riportata una rassegna del parco
edilizio nazionale al fine di stimare
le potenzialità della riqualificazione
energetica nel settore civile.
Il contributo agli obiettivi nazionale
del settore dell’edilizia è stimato in
4,9 Mtep/a (di cui 3,67 Mtep/a dal
settore residenziale e 1,23 Mtep/a
dal terziario, tabella ES.1). Le considerazioni che hanno portato alla
quantificazione di tale valore posso-
no essere sintetizzate come segue:
■ applicazione dei nuovi standard
previsti dalla EPBD per gli edifici e
dalla Direttiva Ecodesign per gli impianti di condizionamento invernale
ed estivo: si valuta un contributo alla
cifra totale dell’ordine di 1,6 Mtep/a
per gli edifici residenziali e 0,2
Mtep/a per i non residenziali; ■ meccanismo delle detrazioni fiscali: si
può stimare che esso contribuirà
alla generazione di un risparmio di
1,38 Mtep/a di energia finale nel settore residenziale; ■ conto termico si
può stimare che esso contribuirà
alla generazione, di un risparmio di
1,47 Mtep/a di energia finale, di cui
0,54 Mtep/a nel settore residenziale
e 0,93 Mtep nel settore terziario, sia
pubblico che privato; ■ certificati
bianchi: sebbene più orientati verso
il settore industria, in base ai dati
storici si può stimare che genereranno un risparmio nel settore civile
pari a 0,25 Mtep/a di energia finale,
di cui 0,15 Mtep/a nel settore residenziale e 0,1 Mtep/a nel settore
terziario.
Dossier Ance su decreto legislativo 'Semplificazioni fiscali'.
L'Ance ha realizzato un dossier
che contiene chiarimenti sulle
principali misure contenute nello
schema di decreto legislativo
"Semplificazioni fiscali".
Circa la detrazione del 65% per il risparmio energetico, viene eliminato
l’obbligo di inviare all’Agenzia delle
Entrate la Comunicazione in caso di
interventi che si protraggono oltre il
periodo d’imposta. Il venir meno
dell’obbligo, si legge nel Dossier,
rappresenta un alleggerimento degli
adempimenti a carico dei contribuenti che intendano beneficiare
delle agevolazioni, una scelta condivisibile, anche se, per garantire la
massima semplificazione, occorrerebbe intervenire anche sulla ritenuta operata dalle Banche in fase di
accredito dei bonifici di pagamento
delle spese agevolate, a titolo di acconto delle imposte sul reddito
dovute dalle imprese esecutrici.
Pur condividendone l’obiettivo di
contrasto all’evasione, la ritenuta del
4% appare all'ANCE troppo onerosa, ritenendo opportuno eliminare
tale adempimento, o ridurre al minimo la percentuale di ritenuta, anche
alla luce del fatto che il contrasto
all’evasione è assicurato, sia dalla
necessaria tracciabilità dei pagamenti dei corrispettivi, sia dalla natura stessa delle detrazioni, che ne
rende un efficace strumento di
emersione di base imponibile fondato sul contrasto di interessi.
Campania: errori ricorrenti attestazione prestazioni energetiche (APE)
Dal 4 febbraio 2014, nella Regione Campania, il deposito degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) può es sere fatto esclusivamente con modalità di trasmissione telematica. La nuova procedura di trasmissione telematica consente di ridurre la quantità degli errori in quanto guida l’utente in fase di trasmissione dei dati. Pur tuttavia,
rimane il problema delle trasmissioni eseguite in forma diverse prima del termine in cui è divenuto obbligatorio
procedere esclusivamente per via telematica. Al fine di non andare incontro a sanzioni, sono stati invitati i tecnici
che possono essere incorsi in omissioni per mero errore materiale a procedere ad integrare le pratiche esclusi vamente mediante procedura telematica. A tal fine, chiunque dovesse rendersi conto di essere incorso in errori di
tipo omissivo deve dotarsi di firma digitale e, In fase di trasmissione telematica, bisognerà indicare nelle note del
modulo di inserimento dati, il motivo del rinvio APE, la data della raccomandata o consegna a mano. Stessa
prassi per i certificati inviati erroneamente per posta o consegnati in data successiva al 03/02/2014
Abitare sostenibile: dai territori
Friuli Venezia Giulia: carta famiglia, benefici per energia elettrica
La Giunta del Friuli Venezia Giulia ha definito l'ammontare del beneficio regionale di riduzione dei costi per i ser vizi di fornitura di energia elettrica nell'anno 2013, attribuito ai titolari di "Carta Famiglia". I benefici sono rapporta ti alle fasce di intensità ed agli scaglioni di consumo di energia elettrica e vanno da un minimo di 118 euro per fa miglie con un solo figlio e costi sostenuti non superiori ai 600 euro, fino ad un massimo di 496 euro nel caso di
famiglie con tre o più figli, che per la fornitura di energia elettrica sostengono spese oltre i 1.500 euro annui. Il
beneficio si applica a famiglie il cui Isee non superi i 30 mila euro. Per questo tipo di contributo, la Regione ha
messo a disposizione - relativamente alle spese sostenute nel 2013 - risorse pari a 8,91 milioni di euro, ripartite e
trasferite ai Comuni, che provvederanno ad erogare i benefici.
Lazio: progetto italiano RhOME for denCity
Progettata e costruita dal Dipartimento di Architettura di Roma Tre si è aggiudicato l'edizione 2014 di Solar Deca thlon Europe. Le prove della competizione hanno costituito un severo test per RhOME, l'abitazione studiata per
la riqualificazione delle aree abusive di Tor Fiscale a Roma, sottoponendola a verifiche di costruzione e qualità
architettonica, ingegneria, efficienza energetica, sostenibilità, design, trasportabilità, comunicazione, sensibilizzazione del pubblico. Bilancio energetico, condizioni di comfort, funzionamento della casa sono stati monitorati dai
giudici durante tutta la durata della competizione. Dieci prove che hanno evidenziato come questa casa pensata
per produrre più energia di quanto ne consuma, per utilizzare strumenti di difesa passiva dalle temperature sia
calde che fredde, per tenere sotto controllo la qualità dell'aria e permettere sia funzioni di abitazione che di lavoro
è una proposta vincente in una prospettiva di società a basse emissioni di carbonio. Gioco di squadra, innovazione e un'attenzione particolare all'integrazione e inclusione sociale rappresentano i punti di forza del prototipo
RhOME, che ha convinto la giuria anche per la reversibilità degli spazi, gli arredi recuperati, un sistema ben equilibrato di raffrescamento e riscaldamento e la capacità del team di gestire la casa con facilità, adattandola giorno
per giorno alle condizioni climatiche. La presenza di sponsor italiani, rappresentativi della green economy più
competitiva, ha completato il quadro del progetto di Roma Tre. Il risultato è una casa trasportabile in treno, conveniente e minimale. Costruita in legno certificato a basso impatto ambientale; 65 mq di comfort e tecnologie
applicate, dotate di illuminazione naturale e artificiale di avanguardia, con una forte attenzione alla qualità
dell'aria interna per garantire il massimo comfort e la massima salubrità.
Marche: da area industriale a “Ecocittà”
Dopo poco più di un anno dall’avvio dei lavori, diventa realtà il progetto che trasforma un’ex area industriale in
degrado in quartiere modello di sostenibilità ambientale e qualità della vita. È stata infatti completata a Porto Po tenza Picena, in provincia di Macerata, la prima parte di Ecocittà , frutto di un investimento del Fondo Immobiliare Ecocittà, costituito da investitori italiani e stranieri e gestito da Namira S.G.R.p.A. Sono state realizzate un edi ficio residenziale e commerciale ad alto risparmio energetico e un’area verde da 7 mila metri quadrati con siste ma di recupero dell’acqua piovana dove prima sorgevano vecchi capannoni industriali, l’illuminazione a basso
consumo. Ecocittà rappresenta un unicum perché i concetti della sostenibilità vengono per la prima volta estesi
ad un intero quartiere. L’area completata è pari a 15 mila metri quadri. Il primo edificio ospita due piani commer ciali e tre residenziali con 26 appartamenti ed è caratterizzato da chiostri, ballatoi, giardini pensili e ampie super fici scoperte. Dal punto di vista tecnico – impiantistico l’edificio è dotato, per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, di un impianto centralizzato con alimentazione a metano e caldaia a condensazione, integrato al solare
termico; il sistema centralizzato presenta notevoli vantaggi in termini di ottimizzazione dell’energia e anche di si curezza: niente gas in casa, anche grazie alla cucina ad induzione. L’energia elettrica necessaria ai servizi condominiali sarà fornita da un impianto fotovoltaico installato su tetti e lastrici. Una particolarità da sottolineare: ad
Ecocittà i condomini sono proprietari di questi impianti, una modalità ancora poco diffusa che comporta ulteriori
vantaggi grazie all’assenza di intermediari e relativi ricarichi. Questo consente di abbattere le spese di gestione
in modo significativo: ad esempio, i costi per il riscaldamento delle abitazioni saranno ridotti di circa il 20 per cen to rispetto ad una nuova costruzione realizzata secondo i parametri più restrittivi delle normative vigenti. Il percorso eco-sostenibile continua anche all’esterno, con un sistema per il recupero dell’acqua piovana riutilizzata
per l’irrigazione e un impianto di illuminazione delle aree pubbliche a basso consumo.
Studi e ricerche
Leed: tutti i numeri della certificazione in Italia
La fotografia della situazione
italiana in materia di
certificazione Leed scattata
dall'Us Green Building Council è
incoraggiante. L'Italia non può
ancora competere con altri paesi,
ma il trend è in crescita.
Dal 2003 gli edifici che hanno intrapreso il percorso certificativo sono
aumentati di anno in anno, con un
boom (proseguito fino ad oggi) nel
2010, anno di uscita di Leed Italia.
Al 2014 sono 73 i progetti certificati
e 167 quelli in fase di certificazione.
Con un trend in ascesa. A distanza
di due anni, sono stati certificati 42
edifici in più e 39 (se si escludono
quelli che probabilmente erano in
fase certificativa e hanno terminato
il processo) nuove edifici hanno
aderito al protocollo.
Pezzatura media degli edifici: il taglio è di circa 12.000 mq, una misura che tenderà a crescere con il
tempo perché guardando ai nuovi
progetti il taglio medio è di 16.000
mq., segno che la certificazione
Leed ha trovato spazio nell'ambito di
grandi progetti del real estate internazionale e negli edifici del terziario.
Tipologie edilizie: nella maggior parte dei casi si tratta di progetti di nuova costruzione (142) e ad uso
commerciale, perlopiù uffici (114),
ma 'tengono testa' il residenziale,
con 23 progetti e gli istituti scolastici.
Proprietario: in gran parte dei casi, è
un'azienda o un investitore (162),
mentre sono 45 i progetti pubblici.
Professionisti accreditati: fra i 328,
la maggiorparte (136) sono in possesso del livello più alto della certificazione (Leed AP Speciality), 95
quelli in possesso del livello medio,
la Leed AP, che permette al professionista di guidare il team di progettazione e costruzione all’ottenimento
della certificazione LEED, 97 possiedono l'ultimo livello, la credenziale LEED Green Associate, che, denotando una conoscenza di base,
consente al professionista di supportare progettazione, costruzione e
gestione/manutenzione dell'edificio.
Edifici a emissioni quasi-zero. Best-practices dall'Europa
Bruxelles ha riunito, nell'ambito
dell'EUSEW 2014, i maggiori
esperti di sostenibilità del
costruito per delineare i passi da
compiere: protrarre il sostegno
Ue, incrementare
l'imprenditorialità e 'educare' gli
utenti e la società intera
E' stato unanime il giudizio
sull'importanza del sostegno UE: i
fondi per lo sviluppo di progetti innovativi hanno consentito lo sviluppo
del Lyon Confluence, uno dei più importanti progetti di riqualificazione
urbana in Europa, iniziato nel 2003
e da poco entrato nella seconda
fase progettuale: i finanziamenti
hanno consentito di elevare gli standard del costruito e sperimentare
tecnologie innovative. Per il futuro,
bisogna lavorare per creare una rete
di conoscenze e di imprenditorialità
di livello sempre maggiore, unito ad
un'azione sempre più incalzante per
promuovere i sistemi certificativi.
Contemporaneamente
bisogna
investire 'nel basso', consci del fatto
che qualsiasi cambiamento deve
essere accettato dalla popolazione,
che deve desiderare di abitare in
case ad alta efficienza e per farlo
deve comprenderne i vantaggi.
Il processo formativo dovrebbe interessare sopratutto i giovani, utilizzatori del futuro. Sarebbe opportuno
organizzare workshop rivolti agli studenti per impartire loro conoscenze,
partendo da concetti base applicati
nell'ambito residenziale e impiantistico. Esperienze in questo senso
sono rintracciabili, ma dovrebbe essere una pratica molto più diffusa,
se non obbligatoria.
E' proprio a un livello sociale che bisognerebbe investire maggiormente, perché da un punto di vista tecnologico sono stati fatti molti passi
in avanti e il settore è maturo, ma
deve
esserci
la
contropartita
dell'utenza. Gli sforzi, finora condotti
quasi da ingegneri e architetti, dovranno essere fatti anche da esperti
nelle scienze sociali e comportamentali, perché l'unico cambiamento
possibile è quello che contribuisce a
un mutamento a livello di mentalità.
Lyon Confluence.
Uno dei più importanti
progetti di
riqualificazione urbana
in Europa, renderà
disponibile, in un'area
ex-industriale di 150
ettari, un milione di
metri quadrati netti
edificabili.
L'obiettivo è, entro il
2020, di offrire 20.000
alloggi e 22.000 posti
di lavoro.
Qualità dell'ambiente urbano
Secondo l’ISTAT migliora la
qualità dell’ambiente urbano, per
una maggiore mobilità
sostenibile, una diminuzione del
rumore e l’aumento di verde.
■ Nel 2013, per il secondo anno
consecutivo, si riducono i tassi di
motorizzazione nei capoluoghi di
provincia: 613,2 autovetture e 132,7
motocicli ogni mille abitanti (-0,9 e
-0,6% rispetto al 2012). Più marcato
il calo della domanda di trasporto
pubblico locale, che scende da
201,1 a 188,6 passeggeri annui per
abitante. Continuano a crescere le
quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli
meno inquinanti) che rappresentano
rispettivamente il 53 e il 37,8% del
parco circolante nei capoluoghi. Nel
Mezzogiorno solo il 42% delle auto
è in classe euro 4 o superiore. Si
diffondono le iniziative a favore
della mobilità sostenibile: cresce
l’offerta di car sharing, presente in
23 città (soprattutto al Nord) e quella
di bike sharing, attivato in 66 città.
Dei 116 capoluoghi, 36 dispongono
di almeno 34 km di piste ciclabili. Sistemi di infomobilità (tecnologie
dell’informazione al servizio della
mobilità urbana) sono presenti in 68
comuni capoluogo, fortemente concentrati nel Centro-Nord.
■ Si conferma il trend di miglioramento della qualità dell’aria per le
polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la
protezione della salute umana previ-
sto per il PM10 viene superato per
più di 35 giorni. Miglioramenti si riscontrano al Nord (da 37 a 32) e, in
proporzione, soprattutto al Centro
(da 9 a 6). Nel Mezzogiorno si evidenzia un peggioramento in Campania (da 2 a 4 dei capoluoghi della regione). Anche il PM2,5 segna un miglioramento: in 10 città (18 nel
2012) sono stati superati i limiti della
concentrazione media annua fissati
dalla normativa.
■ In 17 capoluoghi sono state attuate politiche di limitazione della
circolazione del traffico privato di
tipo sia emergenziale (a seguito di
superamenti dei valori limite di un
inquinante), sia programmato (a
scopo preventivo o di riduzione progressiva delle emissioni); 28 capoluoghi hanno limitato la circolazione
solo con blocchi programmati.
■ Sono 88 i comuni che nel 2013
hanno effettuato attività di misurazione del rumore finalizzate alla
verifica del rispetto dei valori limite
imposti dalla normativa (erano 91
nel 2012). Complessivamente sono
stati effettuati 1.627 controlli, corrispondenti a 9,1 interventi ogni 100
mila abitanti, un numero inferiore rispetto all’anno precedente (1.661).
In entrambi gli anni considerati, il
90% dei controlli è stato sollecitato
da segnalazioni dei cittadini. Nel
47,9% dei controlli è stato riscontrato almeno un superamento dei limiti
dell’inquinamento acustico (-5,1
punti percentuali rispetto al 2012).
■ Nel 2013, il verde urbano pubblico rappresenta il 2,7% del territorio
dei comuni capoluogo di provincia,
oltre 577 milioni di m2 (+0,7%
rispetto all’anno precedente) che
corrispondono ad una disponibilità
media di 32,2 m per abitante.
■ Nelle città il verde “storico” (ville,
giardini, parchi) e tutelato per il valore storico-culturale e paesaggistico,
copre in media un quarto del verde
urbano totale, rappresentandone la
componente più consistente.
■ Sono 57 le amministrazioni che
hanno attivato orti urbani da dare
in gestione ai cittadini.
■ Circa il 60% dei capoluoghi del
Centro e del Nord e quasi il 40% di
quelli nel Mezzogiorno hanno promosso specifiche iniziative in occasione della prima Giornata nazionale degli alberi (21 novembre 2013):
53 amministrazioni hanno messo a
dimora alberi nelle aree del verde
pubblico, 36 hanno attivato campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e 13 hanno previsto percorsi
formativi per gli addetti alla manutenzione del verde.
Censimento della popolazione 2011
L'ISTAT ha fornito
approfondimenti sul
Censimento 2011.
Le famiglie sono 24.611.766, di cui
7.667.305 formate da una persona
sola e 3.304.078 da famiglie non
unipersonali senza vincolo di coppia. All'interno è possibile individuare i nuclei familiari, costituti dalle
persone che vivono in coppia con figli o in coppia senza figli, o da genitore solo con figli. Si tratta di
16.648.813 nuclei familiari, oltre
mezzo milione in più rispetto alla
tornata
censuaria
precedente
(16.130.368).
Rispetto al censimento del 2001 si
confermano le tendenze già illustrate nel comunicato diffuso a giugno:
diminuiscono le coppie con figli e
crescono le coppie senza figli e i nuclei monogenitore.
Le coppie con figli (8.766.690) costituiscono ancora il tipo di nucleo pre-
valente e rappresentano il 52,7%
dei nuclei familiari (57,5% nel 2001).
Con il censimento 2011 sono state
rilevate 5.230.296 coppie senza figli
(31,4% del totale dei nuclei
familiari), con un incremento di
474.869 (+10%) rispetto al 2001
(4.755.427).
Abitare sostenibile
Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili.
Lombardia: EasyHome 4EQ,
progetto vincitore del
concorso ‘Un mondo come
piace a te’
Complesso residenziale con 20 abitazioni
rispondenti al protocollo CASACLIMA A-GOLD
Descrizione
L’edificio
EASYHOME
4EQ
costruito su una ex ferrovia
dismessa di Lodi, grazie all’utilizzo
di fonti rinnovabili, produce più
energia di quanta ne consumi, con
un livello di emissioni di gas a
effetto serra pari a zero.
Il
complesso
residenziale
è
composto da 2 torri che ospitano 20
abitazioni unifamiliari, progettate e
costruite
per
rispondere
al
protocollo CASACLIMA A-GOLD, e
utilizzano solo fonti di energia
completamente rinnovabile: pannelli
solari, geotermia e pompe di calore.
Innovazione di progetto e di
processo:
Il progetto, vincitore del concorso
europeo “Un mondo come piace a
te con il clima che vuoi”, che punta
a
promuovere
idee
sul
cambiamento climatico che siano
pratiche, innovative ed efficienti in
termini di costi, unisce bassissimi
consumi energetici, comfort e prezzi
piuttosto bassi. La Cooperativa
edilizia no profit Santa Francesca
Cabrini Due, che ha firmato il
progetto, offre infatti abitazioni a
prezzi ridotti a giovani, anziani e
famiglie. .
Fonti utilizzate per questo numero: Governo italiano, Ministero Infrastrutture e Trasporti,, ANSA, ISTAT, ENEA, ANCE, Us Green Building
Council
Siti internet: casa e clima, ediltecnico, edilizia e urbanistica, lavori pubblici, edilportale, infobuild energia, regioni.it,
Fonte foto: Fonte:sito internet infobuild energia