Reg. Tribunale di Palermo n° 22/2007 - Anno X numero 5-6 Maggio-Giugno 2014 C APACI - C ARINI - C INISI - I SOLA DELLE F EMMINE - T ERRASINI - T ORRETTA Montagna Longa 5 maggio 1972 Pino Ciampolillo assolto Cinciallegra pag. 16 pag. 32 pag. 6 www.ilvespro.it I luoghi di Montalbano pag. 36 MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 3 SOMMARIO 06 36 Direttore Responsabile Ambrogio Conigliaro [email protected] cell. 3389763840 Redazione via Marconi, 35 - Carini 46 16 Cinisi-Terrasini Fabio Zerillo [email protected] Rubriche Flavia Fontana, Giovanni Armetta, Pino Maranzano, Pino Randazzo, Giampiero Finocchiaro, Marcella Ruffino, Antonio Oliveri. 05 Editoriale CARINI 06 Montagna Longa 5 maggio 1972... 12 La Carini di un tempo 14 Fiera sotto le stelle 15 Le bugie del Sindaco di Carini 18 La scuola che vogliamo... 19 3rd Millenium Family Generation 20 Il Consiglio Comunale dei Ragazzi... 23 Dove si va? 26 Triangolare di calcio al Pasqualino 27 A proposito di rifiuti 31 Museo del rifiuto - Lo sviluppo... 39 Santa Rita 46 Campionati Reg. Ginnastica Artistica Giorgia Russo Campionessa Italiana 33 Dio perdona... ed i Vigili Urbani pure ISOLA DELLE FEMMINE 16 Pino Ciampolillo assolto CINISI 22 Intitolata una via al garibaldino Incrocio strampalato VARIE 21 L’Isola che non c’è 28 Chi è e cosa fa un ufologo 30 Skillie Charles Orchestra 33 Su-Veni(r) ‘nta ‘sta gnuni 38 Il limone Interdonato 41 Le arti marziali - Free Dance... 43 A tu per tu con... Pubblicità [email protected] cell. 3389763840 fax 0918660056 Editore Icaro s.c.a.r.l. RUBRICHE Natura intorno a noi 32 Cinciallegra Ars et Ratio 34 Maria Magdalena L’Erbolario 35 Alloro Il Paese del mese 36 Sulle tracce di Montalbano Le ricette di Marcella 42 Involtini di pesce sciabola... Lo abbiamo letto per voi 44 L’amore rubato La fiaba del mese 45 Giuha ed il capretto costoso Stampa Tipografia Priulla Palermo Chiuso in Redazione il 24/06/2014 REDAZIONE LA COPERTINA La coda del DC 8 Az112 schiantatosi il 5/05/1972 MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 5 EDITORIALE Magari qualcuno già festeggiava… ma noi ci siamo ancora. Che la crisi stia facendo strage di posti di lavoro, di aziende grandi e piccole, di famiglie… ormai è assodato. Nello scorso numero lamentavamo il comportamento poco corretto di alcuni sponsor, ma la crisi porta a comportamenti scorretti anche ad altri. Le regole del mercato spesso, purtroppo, somigliano a quelle della giungla, solo che là stanno in equilibrio affinché il sistema non collassi, nel caso dell'uomo è proprio quest'ultimo l'elemento che crea scompiglio e che spesso esagera. Nel prossimo mese di settembre Il Vespro compirà 10 anni e questa sarà l'occasione per un profondo restyling del giornale, che rimarrà sempre un free magazine, ovvero un giornale gratuito, con l'obiettivo consolidato negli anni di fare informazione libera, di raccontarvi quello che gli altri non vi dicono. Un giornale sempre più al passo con i tempi e sempre più integrato con la rete e la connettività in movimento, con approfondimenti multimediali e notizie in esclusiva. Vedrete e leggerete tante sorprese, perché noi siamo testardi e vogliamo continuare ad esserci per informarvi. Anche questo numero, come il prossimo, è bimensile: comprende i mesi di Maggio e Giugno, mentre il prossimo sarà Luglio-Agosto. Da Settembre torneremo alle uscite mensili con il nuovo formato. In questo numero troverete un lungo articolo sul disastro aereo di Montagna Longa del 1972, una riflessione approfondita su quanto accaduto in quel lontano 5 maggio alla luce di tante piccole e grandi curiosità e coincidenze che caratterizzarono una sciagura che vide la morte di 115 persone. A proposito di informazione ai cittadini: non è certo la caratteristica del Sindaco di Carini, che disinforma sulla situazione rifiuti (vedi la falsa notizia della vittoria contro il ricorso presentato da Mondoconsumatori Carini e numerosi cittadini) e sui vantaggi del progetto ARO che il Comune si appresta ad appaltare. Nel prossimo numero ce ne occuperemo con uno speciale, mentre in questo ci limitiamo a sbugiardare il Sindaco. Una buona notizia arriva da Isola delle Femmine, dove il nostro collaboratore Pino Ciampolillo è stato assolto dall'accusa di diffamazione mossagli a suo tempo dall'ex Sindaco Portobello. Il Giudice per l'Udienza Preliminare (GUP) lo ha assolto definendolo “… premonitore di future verità”. Pino nel suo articolo incriminato, scritto per il numero di aprile 2010 de Il Vespro, accusava l'amministrazione comunale di Isola delle Femmine di non aver preso una netta posizione antimafia nella gestione della cosa pubblica. Circa 2 anni dopo Consiglio Comunale e Giunta venivano sciolti per infiltrazioni mafiose dal Ministero degli Interni. Tanto spazio allo sport e, come sempre, principalmente agli sport minori, quelli di cui nessuno parla, presi come siamo dal dio calcio. La nostra Giorgia Russo è diventata Campionessa Italiana di Kick Boxing, mentre al palazzetto “Ciro Genova” si sono tenute per la prima volta gare regionali di Ginnastica Artistica che hanno visto la partecipazione di atlete carinesi. Free Dance sempre al palazzetto, gare internazionali di Judo in Francia con atleti carinesi, il maestro Battista Lo Monaco che ci parla delle arti marziali. Come vedete, e come potrete leggere, non si vive di solo calcio… (a.c.) 6 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Due minuti di silenzio, 42 anni di misteri di Ambrogio Conigliaro Alcuni minuti dopo un boato e un grande bagliore Era la sera del 5 maggio 1972 quando un aereo raccontavano che l'aereo si era schiantato sulla montagna dell'Alitalia, il volo AZ 112 proveniente da Roma, si sovrastante Carini. Cosa accadde tra le 22:23 e le 22:24 schiantò sulla cima pietrosa di Montagna Longa, con i suoi non lo sapremo mai. L'aereo finisce sul pianoro di 108 passeggeri ed i 7 membri dell'equipaggio. Montagna Longa, si In questi 42 anni tanto si è spezza in più parti e scritto, ipotizzato, s'incendia; la prua ed i raccontato. C'è pure stato motori, insieme a un processo, celebrato a d i v e rs i p a s s e g g e r i , Catania, andato ormai in rotolano sul versante di giudicato con 3 gradi di Carini, il resto rimane in giudizio. Ci sono state pure cima. varie istanze di riapertura La torre di controllo delle indagini, tutte percepisce quasi subito sempre archiviate, l'ultima cos'è accaduto ed in una circa 1 anno fa. comunicazione con il Decine i giornalisti che si centro di controllo di sono occupati del caso, Roma raccontano di un come decine sono gli aereo in balia di se articoli scritti. Non ultimo stesso che è andato Francesco Terracina, che dritto sulla montagna, nel suo lavoro “L’ultimo salvo poi rettificare volo per Punta Raisi”, Foto aerea del luogo dell’impatto dell’AZ112 quanto detto in sede di commissione di inchiesta, compie un ottimo excursus sulle vicende del volo AZ112, dichiarando di non aver visto e sentito nulla, ma solo di che consiglio vivamente di leggere, testo dal quale aver desunto… provengono molte delle informazioni che troverete in Il primo a dare l'allarme è il dott. Gino Governanti, questo articolo. farmacista di Carini, che racconta di aver visto passare un Ma andiamo con ordine, cercando di evidenziare le strane aereo in una rotta inusuale e subito dopo un bagliore su coincidenze e/o anomalie che si sono riscontrate in Montagna Longa, ma dalla torre di controllo lanciano questo evento doloroso. l'allarme ai Vigili del Fuoco dando indicazioni verso Monte Il volo AZ112 parte da Roma alle 21:46 del 5 maggio 1972, Pecoraro (la naturale prosecuzione di Montagna Longa con circa 25 minuti di ritardo. In cabina di pilotaggio verso nord, ovvero verso il mare), come se avessero visto siedono il Comandante Roberto Bartoli (41 anni, 8.565 passare l'aereo sopra le proprie teste e sorvolare quindi la ore di volo, 57 atterraggi a Punta Raisi) che nell'occasione montagna in direzione Montagna Longa. Altri testimoni svolge il ruolo di copilota; ai comandi c'è Bruno Dini (37 diranno di aver visto l'aereo seguire una strana rotta, anni, 3.117 ore di volo, 8 voli su Punta Raisi come parallela a Monte Pecoraro, altri ancora racconteranno di copilota); terzo membro in cabina di pilotaggio è il averlo visto in fiamme prima che si schiantasse. Di parere motorista Gino Di Fiore (28 anni, 1.124 ore di volo come totalmente differente i periti della Commissione di motorista ma anche lui con il brevetto di pilota). Quindi inchiesta guidata dal Generale Lino, che in meno di 2 tutti piloti esperti e che conoscevano bene l'aeroporto. Nell'ultima comunicazione radio con la torre di controllo di Punta Raisi è Bartoli che dice di essere “sulla verticale di Punta Raisi e lascia i 5.000 piedi di quota per riportarsi sottovento per la 25 sinistra”, ovvero procedono con la discesa da 5.000 piedi (1.524 metri circa) in dirittura della pista principale dell'aeroporto, quella parallela alla linea di costa, ovvero entrando da Isola delle Femmine verso Cinisi. Non c'è vento, il cielo è sereno, non c'è traffico aereo e la visibilità è buona. L'ultima comunicazione registrata dalla torre di controllo di Punta Raisi è una conversazione tra il Dc8 ed un aereo russo che operava sulla stessa frequenza radio (mai reso noto) e poi il tentativo della torre di controllo di comunicare con Bartoli, senza però ottenere risposta. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 7 settimane (9 giorni in tutto) tracceranno una rotta completamente diversa, non suffragata da alcuna testimonianza oculare, dando tutta la colpa ai piloti per l'incidente. I primi soccorritori arrivano in montagna ben oltre mezzanotte, dopo essersi districati nel traffico dei carinesi che cercavano di arrivare in cima per prestare aiuto e gli impervi sentieri sterrati (la strada che oggi conduce alla cima ancora non esisteva). Si presenta loro uno scenario terribile, tra le fiamme alimentate dal cherosene cominciano a contare i morti. Alcuni sono integri con i soli abiti a brandelli, altri sono carbonizzati, altri ancora spiaccicati dall'impatto. Sono distribuiti su un'area di circa mezzo chilometro. Comincia la veglia in attesa dell'alba per poter procedere al recupero dei cadaveri. Ma andiamo alle stranezze ed alle curiose coincidenze. Il comandante nell'ultima comunicazione con la torre di controllo di Punta Raisi indica la sua posizione ed indica come sarebbe atterrato, procedura questa che a v v e n i v a i n m a n i e ra visuale e non strumentale. Come possano aver sbagliato di circa 7 chilometri la pista andando a finire in un'area totalmente priva di luci a quasi 1000 metri di altezza di differenza è un mistero. E' plausibile che 3 piloti esperti (considerando pure il motorista che aveva il brevetto di pilota), che hanno una visione dell'area da 3 angolazioni diverse abbiamo potuto compiere un errore simile? Perché la commissione di inchiesta (durata soltanto 9 giorni) guidata dal generale Lino ha stabilito una rotta che ha portato all'impatto, smentita sia dai testimoni, dalla sentenza del tribunale a dalle valutazioni tecniche dei piloti? Qualche mese prima dell'incidente (il 26 gennaio) il radiofaro PAL che operava nella frequenza 355.5 Kc/s venne spostato dall'aeroporto di Punta Raisi sul Monte Gradara (a 16 km circa in direzione sud rispetto alla pista). Chi avesse utilizzato i dati del radiofaro considerandolo ancora nella vecchia collocazione, ovvero in prossimità dell'aeroporto, si sarebbe diretto sul monte. Questa è l'ipotesi che ha accreditato il tribunale di Catania, sostenendo che l'aereo sarebbe arrivato su Monte Gradara per poi virare a destra quasi per tornare indietro e li avrebbe impattato con Montagna Longa. E' strano però che non abbiano comunicato nulla alla torre di controllo ed anzi, nell'ultima comunicazione, dicevano esattamente il contrario. Il comandante Bartoli, atterrato a Punta Raisi qualche giorno prima, può avere commesso un errore così macroscopico? E poi, le ultime fasi dell'atterraggio erano prevalentemente visive, considerate le scarse apparecchiature di assistenza all'atterraggio dell'aeroporto, con tutta la distrazione possibile e tutti gli e r ro r i s t r u m e n t a l i possibili, come fai a sbagliare un aeroporto con la pista illuminata a giorno con una montagna buia ad oltre 7 chilometri di distanza? E ricordiamo sempre che in cabina di piloti esperti ce n'erano ben 3. E' come se negli ultimi minuti, 2 minuti, l'aereo fosse rimasto in balia di se stesso, senza nessuno ai comandi. Ma continuiamo con le stranezze tecniche, prima di passare alle coincidenze curiose. L'aereo era dotato di due ricevitori di segnali radio per i radiofari. Uno era sintonizzato sul radiofaro di Monte Gradara, l'altro su una frequenza dove non trasmetteva nessuno. La scatola nera dell'aereo presentava il nastro di L’Ora del 6 maggio 1972 r e g i s t r a z i o n e strappato in corrispondenza di alcuni giorni prima dell'incidente, poche ore dopo la sua istallazione. Stranamente nessuno se ne era accorto e lo strumento pare non segnalasse questa eventuale anomalia. Così come non si è mai trovato il registro su cui i piloti segnalano le anomalie riscontrate durante il volo e che va consegnato ogni volta nell'ultimo aeroporto dove si è atterrati (in questo caso quello di Fiumicino prima della ripartenza per Palermo). Non furono recuperati importanti dati dagli strumenti di bordo: ne la quota segnata dagli altimetri ne tantomeno l'orario preciso dell'impatto, nemmeno dagli orologi delle vittime… A Punta Raisi non c'era copertura radar, cosa che invece avveniva dal radar militare di Marsala, dove venivano 8 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 “sacco edilizio di Palermo” insieme agli amici Salvo Lima e annotate tutte le tracce che lo strumento “vedeva” nel Giovanni Gioia. Fu anche beneficiario di complici raggio di 500 miglia, e Punta Raisi ne dista poco più di 50. concessione edilizie a Carini, con la cementificazione La registrazione era manuale su appositi registri. Nessuno selvaggia di quell'area dove pochi anni prima si prevedeva ha mai chiesto di verificare cosa fosse riportato su tale di realizzare lo stabilimento della FIAT (Baglio – Marina registro, considerato che manca qualunque tipo di notizia Longa – Piraineto) e poi, a seguito del rifiuto (comunicazione radio, tracce radar, dati strumentali di dell'amministrazione comunale della disponibilità di bordo e dalla torre di controllo) sugli ultimi 2 minuti di volo acqua, trasformata in una enorme colata di cemento con dell'AZ112. Oggi quei registri non esistono più perché una ville e villette. A nulla servirono le denunce dello studioso norma degli anni '80 prevede che dopo 15 anni i Vittorio Giustolisi sull'importanza archeologica del sito, di documenti d'archivio di tutti i centri di difesa aerea vanno cui si occupò la stampa nazionale compreso il telegiornale distrutti. Anche i resti dell'aereo vennero eliminati in dell'allora Canale Nazionale (oggi Rai 1). Ninetta Bagarella tempi velocissimi e mandati a rottamare, senza che mai nel maggio del 1973 sposerà il compagno latitante Totò nessuno abbia pensato di far analizzare l'eventuale Riina, boss in ascesa e futuro capo dei capi della mafia. A presenza di esplosivo a bordo (nonostante le continue e celebrare il matrimonio clandestino don Agostino reiterate richiesta da parte dei familiari delle vittime). Coppola, amico personale di Luciano Liggio, sacerdote in Andiamo ora alle curiosità, che fanno del disastro aereo di servizio a Carini in quegli anni, arrestato per mafia nel Montagna Longa un vero contenitore di spunti per un libro 1974 dopo che gli inquirenti, indagando su numerosi giallo. Il coordinamento delle operazioni di recupero delle salme e dei resti dell'A Z112 fu affidato allora colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa (ucciso 10 anni dopo dalla mafia), che per scongiurare atti di sciacallaggio diede ordine di sparare a vista su chiunque si fosse avvicinato all'area della sciagura. Le salme furono trasportare all'aeroporto militare di Boccadifalco e su di esse non venne fatta alcuna autopsia, ne rilevato eventuali tracce di esplosivo. Si insinuò la notizia che i piloti fossero ubriachi al momento dell'incidente e, su pressione dei loro parenti, venne allora effettuata l'autopsia soltanto su di loro. Esame che escluse completamente la diceria. Nemmeno in questo caso venne L’allora Colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa sul luogo del disastro effettuato il test sugli esplosivi. Ad sequestri di persona in Sicilia e in Italia, gli trovarono oltre effettuare l'autopsia fu il dott. Paolo Giaccone, che verrà 100 milioni di lire provenienti dal riscatto di uno di questi. ucciso qualche anno dopo dalla mafia. Tra i magistrati Tenete a mente questi ultimi dati relativi ai sequestri… impegnati a recepire le testimonianze di chi aveva visto Sempre tra i passeggeri c'era Letterio Maggiore, nome arrivare l'aereo verso Montagna Longa, poi da alcuni sconosciuto ai più. Era stato il medico personale di ritrattate, c'è il Sostituto Procuratore di Palermo Salvatore Giuliano quando faceva il medico condotto a Domenico Signorino, che si suicidò dopo essere stato Montelepre ed aveva contribuito all'arresto di Gaspare accusato da vari pentiti di essere colluso con la mafia. Pisciotta, con il quale risultano documentate diverse La scatola nera, subito dopo il ritrovamento, fu affidata al lettere relative alla vicenda di Portella della Ginestra ed colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo per essere alla volontà del Pisciotta di rivelare la verità su quanto portata nei laboratori romani dell'Alitalia ed essere accaduto. Pisciotta venne avvelenato in carcere poco decodificata. Il colonnello Russo sarà ucciso dalla mafia prima che rivelasse le novità che aveva annunciato. nel 1977… Rimaniamo in ambito giudiziario: tra i A muovere dubbi sulla corretta conduzione dell'inchiesta passeggeri del volo AZ112 erano presenti il Comandante ministeriale e sulla sua rapidità fu, con alcune della Guardia di Finanza di Palermo ed il magistrato interrogazioni presentate in Parlamento, Pio La Torre Ignazio Alcamo (la cui presenza tra le vittime ha (curiosamente anche lui ucciso dalla mafia…) su decretato lo spostamento del processo a Catania). sollecitazione di Maria Eleonora Fais, sorella della Quest'ultimo faceva parte della sezione per le misure di giornalista de “L'Ora” e di “Paese Sera” Angela anch'essa prevenzione del Tribunale di Palermo ed aveva proposto il morta nell'incidente aereo. Angela in quei mesi stava soggiorno obbligato per il costruttore Francesco Vassallo collaborando con il collega di Ragusa Giovanni e per Ninetta Bagarella. Il primo fu uno dei costruttori del MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 9 10 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Spampinato, che indagava su alcuni esponenti neofascisti ed il terrorismo nero. Giovanni fu ucciso qualche mese dopo inspiegabilmente senza motivo… Nel 1977 il vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, invia a diverse procure, 8 per la precisione, un dossier frutto di alcuni anni di indagini. Secondo lui il 5 maggio 1972 quello di Montagna Longa non è stato un incidente ma un attentato organizzato da esponenti del terrorismo nero in combutta con la mafia e con settori deviati dei servizi, Le bare allineate lungo il sentiero collaborazione provata nel tempo da una serie di sequestri di persona e di atti eversivi finalizzati a creare quella che, anni dopo verrà, chiamata “strategia della tensione”. Una collaborazione continua che emergerà maggiormente negli anni quando Giuseppe Peri non ci sarà più, morirà nel 1982 la notte del 1 gennaio per un infarto, dopo aver brindato in servizio con i colleghi. Nel suo rapporto, mai preso in considerazione da nessuno, anzi stranamente “smarrito” in molte procure, Peri mette in relazione alcuni sequestri di persona che erano avvenuti in Sicilia ma anche nel resto d'Italia, gestiti dalla mafia insieme ad “altri”. Il rapporto, lungo ed articolato, prende spunto dall'omicidio del Procuratore Pietro Scaglione, avvenuto il 5 maggio del 1971, esattamente 1 anno prima dell'incidente dell'AZ112 e prosegue ricostruendo trame e collegamenti tra boss di primo piano della mafia, eversori di estrema destra ed ambienti massonici. Il risultato fu il trasferimento del vicequestore ed il suo isolamento… Del “rapporto Peri” si erano perse le tracce e se ne sarebbe persa la memoria se non avesse provato a recuperarlo la tenace Maria Eleonora Fais, che ne ebbe una copia nel 1997. Anche qui una strana coincidenza: a recuperare dagli archivi polverosi della Procura della Repubblica di Marsala il dossier era stato Paolo Borsellino alla fine del 1991, pochi mesi prima di venire fatto saltare in aria in via D'Amelio. I pezzi del relitto dell'AZ112 non furono mai messi a disposizione dei piloti dell'ANPAC per essere analizzati. A vietarlo fu il direttore dell'aeroporto militare di Boccadifalco, il Generale Alfio Mangano, in seguito espulso dall'aeronautica militare quando si scoprì essere iscritto alla Loggia Massonica P2 e coinvolto nel fallito golpe “Borghese”. I nastri della torre di controllo di Palermo evidenziarono cancellature e manomissioni. Il processo sull'incidente dell'AZ112 prende il via nel dicembre del 1981 con il rinvio a giudizio degli imputati (il direttore dell'aeroporto ed alcuni funzionari). Il dibattimento inizia il 15 aprile 1982 e si conclude dopo 12 giorni, il 27 aprile, con l'assoluzione degli imputati e la colpa data ai piloti, deceduti nell'incidente. L'appello prende il via il 2 giugno 1983 per concludersi dopo 11 giorni, il 13, con la conferma della sentenza di assoluzione. Il 4 aprile del 1984 la Cassazione respinge il ricorso verso il giudizio di appello. I 3 gradi di giudizio sono stati rapidissimi, al pari della commissione di inchiesta. I colpevoli erano già stati decisi, mentre nessuna parola sulle deficienze tecnologiche dell'aeroporto e sulle responsabilità di chi lo gestiva. Alcuni anni fa la trasmissione della RAI “Chi l’ha visto” riaprì la ferita dei parenti con uno speciale in trasmissione che sollevava non pochi dubbi su tutta la vicenda e sui numerosi punti oscuri (vedi il QRC per il link al servizio). Ci sono pure state numerose richieste di riapertura delle indagini, tutte puntualmente rigettate dalla Procura di Catania. L'ultima, in ordine di tempo, quella del Generale dei Carabinieri (in pensione) Antonino Borzì, che nell'incidente perse il fratello Rosario, nel marzo del 2012; respinta dalla Procura di Catania nel giugno 2013. Nell'istanza si contestano vari punti dei due processi: dall'impossibilità dei familiari delle vittime di poter visionare gli atti processuali o poter confutare gli esiti della commissione di indagine; la ritrattazione di numerosi testimoni delle dichiarazioni rese nelle prime deposizioni, con l'aereo che cambia misteriosamente ro tta o t ra i etto r i a ; a l c u n i , n e l l ' i m m e d i atez za dell'incidente raccontano di un aereo già in fiamme che va a schiantarsi sulla montagna, salvo poi ritrattare tutto mesi o anni dopo. Un altro evento curiosamente sfuggito alla commissione di inchiesta ed ai magistrati dei 2 processi, è l'esercitazione NATO “Dawn Patrol” che si è svolta proprio quel giorno lungo la rotta del volo AZ112, con l'uso di aerei militari, che portarono a diverse lamentele di piloti civili in servizio quel giorno, tenuti all'oscuro della cosa fino a pochi minuti prima del decollo o dell'atterraggio. Le foto dei resti dell'aereo, fatte dalla Polizia Scientifica nell'immediatezza della sciagura, evidenziano degli strani fori circolari in prossimità delle parti posteriori della coda dell'aereo. E' un'ipotesi da verificare, ma sembrerebbero dei fori di proiettile di arma da guerra. Il Generale Borzì formula la richiesta a seguito della caparbietà nella rilettura di tutte le carte processuali da parte della figlia Erminia, un vero segugio, che, ricontattando giornalisti e storici (tra questi il prof. Casarubea) ha raccolto diverse discrepanze ed anomalie procedurali negli atti del processo. Dopo 42 anni, quei 2 minuti di silenzio sembrano un secolo. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 11 12 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Nei plastici di Vito La Fata nel decennale della scomparsa Vito La Fata era un abilissimo ebanista carinese che, dopo aver concluso la sua attività lavorativa a settant'anni, leggendo il volume realizzato dall'architetto Basile sul Castello di Carini, rimase profondamente colpito dalla storia del proprio paese. Decise allora di mettere in pratica la sua manualità nel lavorare il legno e, dopo aver approfondito con letture su architettura e stile, con un lavoro paziente, tenace e minuzioso, riprodusse i principali monumenti carinesi: il Castello La Grua Talamanca, il Duomo, la chiesa di San Vito, la Fontana di Piazza Duomo, la “cascata” del “Passo d'Acqua”. Tutte le riproduzioni in miniatura dei monumenti sono stati realizzati su compensato disegnato e poi rivestito di legno e sughero, in scala e su disegni originali. Quasi tutti riproducono architetture non più esistenti, perché andate perdute nel tempo, ma ricostruite grazie agli studi approfonditi fatti dal sig. Vito. Il primo lavoro realizzato è stato il Castello, risalente al 1996, che per le particolarità e la complessità è stato quello che ha dato l'input alla realizzazione degli altri lavori. Ed ecco allora la Chiesa di San Vito con il portico non più esistente, la Torre Di Vita riprodotta partendo da una foto del 1924, l'antica fontana dei “10 cannoli” non più esistente, la Chiesa Madre e la “Cascata”. Tutte le opere di Vito La Fata sono esposte al Castello La Grua Talamanca per volontà della famiglia, per far visionare alla c i t t a d i n a n za m a a n c h e a i numerosi turisti questi capolavori di miniatura architettonica e per rendere grazie ad un uomo che tanto amore ha dimostrato per la sua città. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 13 14 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Kristian Andrew Thomas Cipolla Carini da una mano a chi è meno fortunato. È proprio Carini che si sta muovendo. La Carini migliore, la Carini delle professionalità, dell'Associazionismo, della cultura, degli imprenditori che non si rassegnano all'idea di un paese sempre più sprofondato in un degrado inaccettabile. Due serate all'insegna del sorriso, della buona musica e della solidarietà fortemente volute dalla Tipografia Pistone, che ha intercettato nell'Accademia Musicale Mediterranea il partner ideale per la direzione artistica dell'evento, avendo quest'ultima intrapreso una intensa attività di promozione culturale del territorio attraverso la realizzazione, in totale autonomia economica, più di 60 concerti negli ultimi tre anni circa. Sabato 26 Luglio e Domenica 27 si accenderanno i riflettori su un evento che vedrà partecipare artisti del calibro di Ivan Fiore, i fantastici TreTerzi, Marika Riggio danzatrice aerea, Evergreen che accompagneranno i migliori talenti dell'Accademia Musicale Mediterranea, animazione per ragazzi e dj set (nella giornata di Sabato). Come detto tutto finalizzato alla beneficenza... Sono già stati emessi dei biglietti dal costo simbolico di 1 euro per una lotteria il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza ad “Amunì Associazione Mani Unite ONLUS” che con questi proventi acquisterà un mezzo per il trasporto dei bambini della scuola "Stella Maris" di Massawa in Eritrea. Troveranno spazio anche stand espositivi di tutte le aziende che hanno dato un contributo a vario titolo offrendo servizi o con un concreto sforzo economico, quanto mai prezioso in un periodo così difficile come quello che viviamo. Uno spettacolo totalmente gratuito che coinvolge tutti dai più piccoli ai più grandi, musica, colori e tanto altro per riportare luce ad un luogo che per anni è stato un punto di aggregazione giovanile e che ormai da anni invece vive un degrado e un abbandono che non ne onorano la funzione sociale fondamentale... Stiamo parlando della Villa Comunale di via Ascoli accanto al campo sportivo Agliastrelli caduto in un degrado inaccettabile, così come del resto tante altre zone di Carini. Un doveroso ringraziamento ai numerosi sponsors come Expert Pistone, Conad l'Arcipelago, Circolo Vernagallo, Aiello Ceramiche, Adragna Trasporti, LP Service, Frank’s Pizza, Francesco Zingale Group, Dolceforno, Sicil Security, Comune di Carini e a tante altre aziende. Non mancate ad un evento che da quest’anno, ogni anno, vedrà crescere la propria importanza e contribuirà a ridare a Carini un ruolo di attrattiva culturale e turistica che le spetterebbe di diritto. Ad maiora semper. Contatti utili: Pistone Tel.3735315297 Accademia Musicale Mediterranea Tel.3920428880 MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 15 Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un caso di “comunicazione disperata” da parte del Sindaco di Carini, probabilmente preoccupato che i cittadini di Carini si rifiutino di pagare gli imminenti bollettini TARI relativi alla nuova tassa sulla raccolta dei rifiuti. Una serie di comunicati stampa inviati alle emittenti locali e giornali da parte del Sindaco annunciava la vittoria da parte del Comune di Carini nei confronti del ricorso presentato da Mondoconsumatori ed alcuni cittadini di Carini, contro l'aumento della TARSU da parte dell'Amministrazione Comunale carinese. In conseguenza di ciò, lo scrivente veniva contattato dal referente di zona del Giornale di Sicilia per rilasciare una eventuale dichiarazione vista la vittoria da parte del Comune. Con grande sorpresa, anche del collega giornalista, si scopriva che il Comune non aveva vinto nulla. C'era stato soltanto un pronunciamento da parte del TAR di Palermo sulla richiesta di sospensiva del provvedimento di aumento della TARSU, senza il Tribunale fosse entrato nel merito delle ragioni dei ricorrenti. L'indomani il titolo del Giornale di Sicilia traeva in inganno più di un cittadino: “Tassa sui rifiuti a Carini, nessuno sconto. Il TA R ha respinto un ricorso di cittadini e Mondoconsumatori che chiedeva la sospensiva sull'aumento della TARES del 32,6%”. Tanti errori in poche parole. Poi nell'articolo il testo ha un altro tono: “…in questa fase il TAR non ha espresso quindi alcuna valutazione sulla legittimità degli atti comunali. Per la decisione definitiva si deve ancora aspettare.” Questo il pronunciamento, come da sentenza: “Rilevato che, in disparte le questioni attinenti al fumus boni juris, il ricorso difetta palesemente di periculum in mora, atteso che, in esito all'eventuale accoglimento del ricorso, i ricorrenti ben potrebbero proficuamente agire in ripetizione avverso l'Ente locale, come noto non soggetto a fallimento; Ritenuto, comunque, opportuno compensare le spese del presente giudizio cautelare; P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione Prima, respinge la domanda cautelare svolta dai ricorrenti. Compensa integralmente fra le parti le spese del giudizio cautelare.” Come riporta Wikipedia, l'enciclopedia mondiale online: “… Nel caso di danno esclusivamente patrimoniale è attualmente sostenuto dall'orientamento prevalente che la possibilità di ottenere il risarcimento del danno sia di per sé sufficiente ad escludere l'irreparabilità del danno...”. Proprio l'interpretazione del TAR che ritiene il Comune di Carini “non soggetto a fallimento” come un'impresa privata e quindi i cittadini, se pagano, potrebbero a seguito dell'eventuale accoglimento del ricorso, richiedere il rimborso. Immaginatevi cosa sarebbe accaduto se il TAR avesse disposto invece la sospensione del provvedimento: Bilancio preventivo 2013 del Comune di Carini da rifare a causa dell'impossibilità di iscrivere nello stesso oltre 2.000.000 di euro di entrate presunte della TARSU, ovvero Comune di Carini in dissesto e tutti a casa. La stessa memoria difensiva, presentata dall'avvocato del comune, lascia spazio alle ragioni dei cittadini, accusati di aver presentato il ricorso soltanto per ottenere lo sgravio dell'80% della tariffa, quale effetto dei disservizi nella raccolta dei rifiuti. Sempre secondo l'avvocato lo sgravio è previsto pure dalla TARSU, nella misura del 40%, e per il quale i cittadini potranno rivolgersi al giudice tributario (atto che Mondoconsumatori farà con i cittadini che vi si rivolgeranno non appena il Comune di Carini notificherà i primi accertamenti senza alcuna mora o sanzione, così come previsto dalle norme vigenti). E siamo sempre in attesa di una risposta alle note inviate agli amministratori di Carini in questi mesi, note che non hanno avuto mai alcun riscontro da parte loro. I fatti, comunque andrà a finire, evidenziano comunque una cosa: l'amministrazione comunale ha iscritto in bilancio delle somme che non riscuoterà mai, sapendo benissimo che in ogni caso i cittadini persevereranno nei ricorsi avendo la ragione dei fatti dalla loro. Ed il Comune non incasserà mai diverse centinaia di migliaia di euro iscritte in bilancio come entrate presunte ma pagate in solido come spese certe. Il passaggio successivo sarà la richiesta di intervento della Corte dei Conti sull'operato dell'amministrazione comunale, per chiedere la verifica sulla responsabilità dei nostri amministratori nei debiti procurati al comune di Carini. 16 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Il Giudice: “E' stato premonitore di future verità…” Tutto prendeva spunto da un articolo su Il Vespro dell'aprile 2010 dal titolo “La kupola della politica a Isola delle Femmine”. A seguito dell'articolo l'allora Sindaco di Isola delle Femmine, Gaspare Portobello, aveva querelato il redattore dello stesso, Pino Ciampolillo, per diffamazione, in quanto secondo il querelante aveva associato il nome dell'amministrazione comunale ad ambienti riconducibili alla mafia siciliana. Il 6 novembre 2012 il Pubblico Ministero del Tribunale di Palermo formulava la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Ciampolillo per rispondere del reato di diffamazione aggravata (comma 3 dell'art. 595 del Codice Penale) chiedendo la condanna a 6 mesi di reclusione ed al pagamento di 500 euro di multa. Pino Ciampolillo, difeso dall'avvocato Fabio Falcone, decideva di ricorrere al rito abbreviato e, dopo alcune udienze interlocutorie, si addiveniva all'udienza decisoria, tenutasi lo scorso 30 aprile davanti al Giudice dell'Udienza Preliminare, dott. Lorenzo Matassa, il quale assolveva Pino Ciampolillo “perché il fatto non costituisce reato”. Interessante la motivazione con la quale il giudice assolve Ciampolillo: “… da questo punto di vista, quindi, tutto ciò che il Ciampolillo aveva rassegnato (in termini di descrizione generale del contesto politico-amministrativo del Comune) – nell'articolo oggi additato ad evidenza diffamatoria – poteva dirsi vero e, addirittura, premonitore di future verità. …Nel nostro caso – ribadiamo – la critica politica posta dal Ciampolillo aveva natura di verità, dimostrata dai successivi provvedimenti del Prefetto e del Ministro degli Interni e addirittura culminata con l'incandidabilità dell'odierna Persona Offesa sancita da una sentenza del Tribunale di Palermo del 17/06/2013”. Si è svolto a Marsiglia (Francia) lo scorso 8 maggio il Torneo Internazionale a squadre maschile e femminile Quarantotto squadre partecipanti dalla categoria ragazzi a junior maschili e femminili che dai paesi limitrofi quali la Spagna, Portogallo, Austria, Belgio ed Italia hanno dato vita ad una edizione di tutto rispetto di questo criterium che ogni anno raduna tantissime squadre. Dall'Italia presenti la Judo Marassi di Genova, nella categoria cadetti, il Judo Torres e la Judo Club di Carini, nella categoria esordienti A, e proprio quest'ultima ha raggiunto un brillantissimo terzo posto, nella categoria ragazzi (20022001) dopo aver perso in semifinale e per un solo incontro, contro la fortissima formazione di casa del Judo Provencial 1. Battuti nella fase eliminatoria nell'ordine, il JMG di Lione, AUX di Marsiglia, il Judo Provencial 2 e la locale formazione del Judo Istres, lasciando sempre a zero la squadra avversaria come incontri vinti. Accompagnati dal tecnico Giovanni Cocheo, la squadra era composta da Erasmo Giambona a 34 kg, Santelises Rojel a 38, Gabriele Pisciotta a 46, Aleandro Zarcone a 42 e Gianluca Leone nella categoria oltre, tutti prodotti del vivaio societario. In prestito Galloul Cerine nella categoria femminile dei 36 kg. Palazzetto gremito in ogni ordine di posto, in Francia il judo è seguitissimo ed è solo dietro allo sport nazionale delle bocce e rugby. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 17 18 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Inaugurato salottino eco-sostenibile alla Calderone In un paese sempre più sepolto dai propri rifiuti, che spesso sono invece nuove risorse non valorizzate, in un’epoca indirizzata verso il consumismo sfrenato che basa la propria economia sul nuovo ad ogni costo per mantenere vivo il mercato, l’iniziativa portata avanti in questi anni dall’associazione “’a Strùmmula” è una bella nota di intelligenza e di coscienza, verso un mondo consapevole delle proprie risorse e delle proprie economie. (a.c) Mercoledì 4 giugno 2014, presso l'Istituto Comprensivo Carini-Calderone-Torretta, ha avuto luogo l'inaugurazione del “salottino eco-sostenibile” progettato e realizzato dai 15 studenti di età compresa tra i 13 e i 14 anni, che hanno preso parte, nel dicembre 2013, al laboratorio “TI JETTU?…T'AZZIZZU!” promosso dall'associazione 'a Strùmmula. Un percorso di partecipazione e cittadinanza attiva che ha condotto gli studenti, alla personalizzazione e rifunzionalizzazione degli spazi scolastici tramite l'utilizzo di linguaggi artistico-espressivi, e nello specifico, alla progettazione e realizzazione, tramite l'utilizzo di materiali da riciclo, di oggetti di arredo scolastico destinati all'abbellimento degli spazi dell'Istituto. Gli stessi oggetti sono stati poi allestiti presso Piazza Duomo e presso il Borgo Medievale di Carini, fungendo da arredo urbano in occasione della manifestazione “Un Natale al centro commerciale? Sì! Ma… in quello naturale!”. Un percorso ludico-didattico incentrato sul concetto di “spazio pubblico” inteso come bene comune da tutelare e valorizzare e finalizzato alla promozione di una scuola più accogliente e calorosa, all'interno della quale potere sviluppare le personali capacità espressive e comunicative in vista di un efficace sviluppo emotivo e sociale. Durante l'inaugurazione sono intervenuti, l'Assessore ai servizi sociali del Comune di Carini, Monia Arizzi, il vice preside dell'Istituto, Salvatore Amato, il presidente di 'a Strùmmula, Salvatore Massa, il referente territoriale di 'a Strùmmula, Rosalba Ruffino, che ha presentato l'escursus didattico-educativo del laboratorio, e Simona Ferranti, una studentessa che ha raccontato la sua esperienza all'interno del laboratorio. Erano presenti altresì, Virginia Monteleone, segretario del consiglio direttivo del comitato dei genitori e Daniele Gambino, presidente del Consorzio CCN Carini Centro, promotore insieme all'associazione 'a Strùmmula e al Comune di Carini, del progetto di animazione territoriale “Il Natale che vogliamo, nel paese che sogniamo”, all'interno del quale era inserito il laboratorio “Ti jettu?...t'azzizzu”. MAGGIORI INFORMAZIONI su: www.ilnatalechevogliamonelpaesechesogniamo.wordpress.com e sulla pagina facebook dedicata al progetto. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 19 di Emanuela Leto e Cettina Surdi Dal 9 al 13 aprile 2014 l'associazione Carinese di volontariato Speranza ,per l'assistenza ai diversamente abili, ha ospitato il penultimo meeting relativo al progetto Grundtvig 3rdMilleniumFamily-Generation. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle Nazioni europee coinvolte: Spagna, Francia, Turchia, Germania e Italia. I partners europei sono stati accolti da una performance dei ragazzi dell'I.C.Laura Lanza, sede della rete Grundtvig Forwad di cui l'associazione Speranza fa parte. Le attività antimeridiane, si sono svolte presso l'attrezzatissimo laboratorio d'Intercultura dell'istituto, mentre nel pomeriggio, i lavori sono continuati presso i locali dell'associazione, con un workshop intergenerazionale, sui giochi di ieri e di oggi, durante il quale i rappresentanti delle tre generazioni hanno realizzato ,con materiali poveri, alcuni prototipi di semplici giochi di una volta, nonché cartelloni abilmente decorati, sui giochi usati dai nonni ai loro tempi, dai genitori e dai ragazzi di oggi, allo scopo di evidenziarne le differenze. Si è giunti alla conclusione che in tempi passati ci si divertiva con poco e sicuramente si giocava di più con il gruppo dei coetanei ,a differenza di oggi in cui i ragazzi tendono a prediligere giochi elettronici, che poco incentivano la socializzazione. Durante il secondo giorno di meeting, svoltosi sempre presso i locali dell'associazione Speranza, si sono definiti gli obiettivi da raggiungere da qui all'incontro finale che si terrà in Francia a Bordeaux dal 25 al 29 giugno 2014. Il terzo e ultimo giorno di meeting è stato dedicato a una visita culturale presso le magnifiche rovine di Segesta con pranzo finale con piatti tipici della nostra tradizione. Il progetto si concluderà con la realizzazione di un video ,con i rappresentanti delle tre generazioni, dei cinque paesi coinvolti, che danzeranno nei luoghi più belli della città francese di Bordeaux ,sulle note di “Happy” 1° Workshop Progetto Grundtvig Thanks Grundtvig Forward Network Il 12 maggio 2014 nell'ambito del progetto Grundtvig Thanks,il Grundtvig forward network ha organizzato il 1°workshop dal titolo: “The important of European election-day in Italy”. Alle attività hanno partecipato attivamente alunni e genitori delle classi della sez. Grand Tour e della 3 Pitagora dell'I.C. Laura Lanza-Baronessa di Carini. I ragazzi, trasformatisi in docenti per l'occasione, hanno abilmente illustrato ai genitori l'importanza di essere parte dell'Unione Europea, nonché le sue principali funzioni, al fine di sensibilizzare gli adulti alla partecipazione alle elezioni europee del 25 maggio. Non è mancato un questionario di verifica degli apprendimenti, a conclusione delle attività. I genitori si sono rivelati studenti capaci e attenti superando la prova a pieni voti. Obiettivo di questo primo workshop è stato sottolineare come il primo passo per essere cittadini attivi sia la conoscenza delle funzioni dell'U.E., nonché la partecipazione alle imminenti elezioni del Parlamento Europeo. 20 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Come tradizione vuole, al palazzo comunale di Carini il suono della campanella ha dato inizio alla seduta del Consiglio dello scorso trenta aprile. Serietà, compostezza e ordine hanno caratterizzato l'insediamento del Presidente e Vicepresidente dell'assise dei Consiglieri dei Ragazzi eletti in quella mattinata. A ricoprire le cariche due alunni della Commissione dell'IC “Calderone” di Carini. Una votazione sudata quella di Alberto Fabio Ferranti, alunno della classe I L, ripetuta ben due volte, a seguito del mancato raggiungimento del quorum della maggioranza assoluta alla prima manche. Per Alessia Ferranti, alunna della classe III F, è bastato, come da regolamento, la maggioranza relativa. Due alunni della scuola “Calderone” quindi si sono accaparrati le maggiori cariche, sebbene entrambi i ragazzi hanno ribadito che il sostegno e la collaborazione dell'intero Consiglio Comunale dei Ragazzi è fondamentale, per cui a loro soltanto il ruolo di farsi portavoce delle iniziative che i componenti vorranno esporre all'assemblea sia dei pari che degli adulti. Nella proposizione della propria candidatura Alberto, già vicepresidente nella precedente legislatura, ha puntato sul proprio <<forte entusiasmo di vedere la città di Carini più viva, cominciando con l'iniziativa dei balconi fioriti e della valorizzazione dei beni culturali>>. Per Alessia, invece, è importante dar voce ai ragazzi, in particolare alle ragazze, le tanto discusse quote rosa, che <<sono certamente più sensibili a certe problematiche, perché più pratiche; sanno gestire in maniera efficiente il bilancio familiare, sono instancabili lavoratrici>>. Sebbene la storia ha fatto della politica una esclusiva competenza del genere maschile, secondo Alessia, un giusto equilibrio di forze – uomini e donne – può garantire il raggiungimento del bene collettivo. Obiettivi convincenti e vincenti. Nel caso di Alberto si può aggiungere anche un altro ingrediente: la caparbietà. Prima di arrivare alla votazione del trenta aprile, i sei ragazzi consiglieri della scuola “Calderone” si erano riuniti per discutere sulla proposizione della candidatura e in quella riunione oltre Alberto si era proposta anche Alice Russo della II I. Si era allora reso necessario fare le primarie, quella votazione interna che decreta un unico nome del gruppo da proporre. Tutto secondo le regole anche allora: discorso di presentazione, obiettivi, campagna elettorale nonché votazione a scrutinio segreto. Il risultato fu per ben due volte di parità tra i due candidati, che fermi e convinti nella loro volontà hanno deciso di affrontare la votazione ufficiale, consapevoli del rischio della frattura interna al gruppo. Le urne, però, hanno dato ad Alberto un esito positivo. Le attività del Consiglio sono proseguite con la trattazione dell'altro punto all'ordine del giorno che riguardava la formulazione di iniziative da mettere in atto per dare lustro alla nostra città per il patrimonio di beni culturali che in certi casi giace nascosto e oscurato da incuria e trascuratezza. Tutti i ragazzi hanno mostrato consapevolezza della ricchezza di cui gode Carini e formulato proposte interessanti e fattibili, di cui si darà nota prossimamente. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 21 Sognata dai filosofi ma da sempre sotto i nostri piedi Dopo una settimana di lavoro senza sosta e senza pace, mi lancio sul divano per sprofondarci. Il divano è la mia piccola isola felice di serenità. Accendo la tv, ma dopo pochi minuti ne sono turbato e direi sconvolto, il divano sembra un vulcano in eruzione che mi avvolge e le immagini in tv mi cadono addosso come lapilli incandescenti e mi avvolgono come stelle filanti. Spengo la tv e fuggo lontano da quell'isola ormai infelice. La tv mi aveva catapultato in un mondo pieno di tragedie e disgrazie. Adesso seduto sopra il cesso provo a placare la mia ansia ed a capire il perché del mio sconvolgimento. Da persona adulta e matura capisco che questo è l'andazzo e quindi la normalità della vita. Per contrappeso mi sforzo di pensare che nel mondo vi sono anche tante cose belle ma mi blocco sempre su una domanda: ma è proprio inevitabile che vada sempre cosi'? E poi, perché la vita non può essere felice e disintossicata da queste brutte disgrazie? Qual'è l'elemento che accomuna tutte queste bruttezze del mondo? La mia unica risposta è sempre: l'uomo. L'uomo influisce su ogni evento della propria vita e quindi su quella dell'umanità. Infatti se ci pensate bene quasi ogni disgrazia è colpa dell'uomo. Esempi: gli incidenti stradali perché accadono? Qualcuno non ha rispettato i limiti di velocità o il codice della strada, le auto non sono davvero sicure, qualcuno non ha fatto bene il suo lavoro e la strada non è sicura... Un altro esempio: tutte le malattie che ci colpiscono e ci fanno morire? Non è colpa semplicemente della natura ma quasi sempre dell'uomo. Se le persone seguissero i consigli degli specialisti, se la gente facesse dei check-up periodici e seguisse le giuste cure, se i medici e le case farmaceutiche fossero davvero competenti, disinteressati, liberi e non seguissero interessi economici, se le industrie e i grandi marchi non inquinassero e non utilizzassero prodotti nocivi, se il cibo fosse prodotto e trattato in maniera naturale e controllata... allora si morirebbe solo per malattie per le quali la colpa sarebbe solamente della natura e del destino. di Luca Russo Questi sono solo due esempi, ma ne potremmo fare a centinaia e se volete provateci anche voi. Ne troverete tantissimi e tutti riconducono ad un solo colpevole: l'uomo... noi... tu... io. Se ognuno di noi, nel mondo, rispettasse le regole e facesse solamente il suo dovere, si morirebbe solo per cause naturali e l'uomo non sarebbe vittima di se stesso ma del corso naturale della vita. Sarebbe un mondo migliore ma purtroppo utopico. Appunto utopico. Non è l'isola utopica sognata e decantata da tanti saggi filosofi ma quella semplice e concreta degli uomini che affrontano la vita quotidiana. Ma come fai a mettere d'accordo l'umanità e sistemare questo mondo sballato? Non si può. Guardo intorno dentro casa cercando l'appiglio giusto per una risposta che mi consoli. Allora osservo il mio adorato divano e d u n i d e a irrealizzabile ma ipoteticamente reale appare nella mia mente. Come il Dio della nostra Bibbia, immagino di creare un isola dove sviluppare il mio mondo utopico. Immaginate quest'isola, immaginate di sedervi distrattamente, con aria rilassata, sul vostro ignorato divano e cosi' per caso di accendere la tv. Il telegiornale parla di ricerche mediche e fonti rinnovabili per migliorare la nostra vita quotidiana..., della signora che incredibilmente si è spenta ad 80 anni, ecc..., ecc... Di cos'altro dovrebbe parlare se tutto va bene e non ci si deve meravigliare che tutto sia così? Forse ci potremmo lamentare soltanto del destino e della natura che ci giocano brutti scherzi. Ma alla fine perché lamentarsene? E' quella la normalità. Nel nostro mondo invece la normalità che conosciamo è quella che vediamo in tv, diciamo di non poterci fare niente, ma incredibilmente siamo noi stessi a causare tutto questo. Allora, almeno provate a pensare ad occhi chiusi ad un'altra normalità ed immaginatevi su quel divano, nella vostra casa, su quella bella ed utopica isola... Vivremmo a lungo e molto probabilmente moriremmo di vecchiaia. Che bell'isola! Sveglia, questa è l'isola che non c'è... 22 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 In un tempo che cerca continuamente esempi di slancio eroico possiamo e dobbiamo guardare anche al nostro passato. A Gaspare Cusumano, classe 1842, razza Cinisi. Nei giorni dello sbarco garibaldino a Marsala ( 1860 ) lasciò la sua casa per aggregarsi ai picciotti; financo sul campo di battaglia nel combattimento avvenuto a Calatafimi. Qui il tributo di sangue da entrambe le parti in contesa sarà oggetto di memoria ma sopratutto per le conseguenze dello scontro che arrise alla truppa in camicia rossa. A riprova della presenza del garibaldino Cusumano sul campo di battaglia è validante un telegramma di condoglianze, datato 17 Dicembre 1916 a firma del ministro degli Interni in carica, Vittorio Emanuele Orlando, auspicante la vittoria nella prima guerra mondiale del Regio Esercito. Un momento per guardare la nostra storia e continuare il prosieguo del nostro cammino come comunità in Sicilia. In memoria è stata modificata la denominazione della già Via Finaita, al confine tra il comune di Cinisi e quello di Carini, con un'apposita targa. Al confine tra i comuni di Cinisi e Carini si possono trovare tante situazioni limite per il codice della strada. L'abitudine è sempre un male per gli automobilisti del nostro comprensorio. Le righe bianche sembrano diventate invisibili che il teorema dell'impunibilità sembra possa essere sempre verificato. L'incrocio in questione si trova tra la Via G. Cusumano (già Via Finaita) e la S.S. 113 almeno per ciò che attiene il comune di Cinisi. La situazione sarebbe la seguente: chi proviene dalla bretella dell'autostrada A29 accederà alla suddetta Via G. Cusumano fino al suddetto incrocio; nel caso decidesse di svoltare suo malgrado verso Carini, in direzione est, si troverà uno stop. Purtroppo solo dopo aver iniziato l'attraversamento l'automobilista si accorgerà che qualcosa non va. Infatti a ben guardare un isola spartitraffico (oramai rovinata dai continui attraversamenti) impedirebbe la svolta verso Carini; la sanzione e la sottrazione di due punti dalla dotazione della patente di guida potrebbero essere davvero troppo per chiunque giacché non è impedita la svolta stessa anzi permangono le indicazioni. Ma non soltanto: gli automobilisti che viaggiano in direzione di Cinisi (verso occidente) spesso effettuano sosta presso gli esercizi commerciali nelle adiacenze del suddetto incrocio; per poterlo raggiungere commettono esattamente la stessa infrazione creando loro malgrado situazioni di potenziale pericolo. Nonostante il limite di velocità sia adeguatamente basso, praticamente nessuno tiene in considerazione l'impedimento posto dalle righe bianche. Forse perché illogico ma probabilmente perché l'abitudine fa più danni di tante altre cose. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 23 Girando per Carini ogni tanto si hanno delle sorprese che riguardano la segnaletica stradale. Da qualche tempo alcune impostazioni sui cartelli stradali sono state modificate. In alcuni casi sono stati provvidenziali gli interventi di posizionamento; di altri si rimane perplessi. Accade che in una delle strade del centro, via G.. Verdi (rigorosamente a senso unico così come altrettanto rigorosamente si può trovare un veicolo sul marciapiede a qualsiasi ora), si presenti un incrocio che lascia troppe opportunità. La svolta a destra in questo caso sarebbe dovuta essere esplicitamente vietata. Al momento non lo è, creando i presupposti di una situazione pericolosa. L'incrocio con Corso Garibaldi non tiene in considerazione che lo stesso è a senso unico peraltro nemmeno questo segnalato. Va ripristinato l'obbligo di svolta, casomai qualche turista sprovveduto che volesse visitare Carini non abbia voglia di svoltare dal lato sbagliato. TARSU-TASSA RACCOLTA RIFIUTI SOLIDI E URBANI Domande frequenti sulla Tarsu: Chi deve pagare la Tarsu? Tutti coloro che occupano o detengono un immobile o un'aria scoperta ad uso esclusivo. La tarsu è disciplinata dal decreto leg. N 507/1993 e successive modifiche ed integrazioni. L'articolo 59 prevede una serie di riduzioni dell'importo della tassa tra le quali rientrano le seguenti fattispecie. La sentenza della Cassazione del 7/10/2005 n 21508 stabilisce che la mancata effettuazione del servizio impone l'abbattimento della Tarsu da pagare nella misura del 40% (ad esempio su 300 euro di tassa si paga euro 120) dalla tariffa da determinare in relazione alla distanza del più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrale. Se il servizio, benché istituito è attivato, non venga effettivamente svolto nella zona dove risiede il soggetto o comunque effettuato in grave violazione delle disposizioni regolamentari con particolare riguardo alla distanza dei contenitori alla frequenza della raccolta, la tassa si applica nella misura del 40%. Quanto sopra promesso sperando di avere chiarito chi deve pagare la Tarsu, ci chiediamo: è normale che l'inefficienza di un sindaco debba ricadere sui cittadini? Carini da diversi anni convive in un letamaio continuo. Non si riesce a capire come le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 15 anni, nonostante le promesse elettorali, non siano riuscite a risolvere o ad attenuare il problema. Onestamente una cosa l'hanno fatta: hanno triplicato la tassa. Nessuno ha mai parlato di inceneritori, di raccolta differenziata che risolverebbe il problema del 70%, la cosa starna che il problema dei rifiuti sia diventato un problema esclusivamente carinese, perché basta fare un giro negli altri paesi ed il problema non esiste, nonostante facciano parte dello stesso servizio. Concludendo caro sindaco. Ritengo che 18.000 utenze siano in grado di mantenere un efficiente servizio di raccolta. Datti una mossa e cerca di organizzare con criterio del buon padre di famiglia una piano programmatico di raccolta partendo dalla differenziata e ti accorgerai che non c' è bisogno di 6.500000 euro (sei milioni e mezzo), circa 13 miliardi delle vecchie lire, di appalto. 24 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 25 26 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 L'Associazione dei Marinai di Carini, per la terza volta, si è cimentata nell'organizzazione di un triangolare di calcio al campo sportivo “Pasqualino” ed è riuscita nell'intento grazie al valido aiuto di tre giovani esperti del settore: Rita Messineo, Alessandro Frisella e Mimmo Cusumano. Le squadre protagoniste del torneo sono state prescelte tra le Forze Armate, con l'intento di dedicare la competizione sportiva agli “Eroi per la Pace”. Con questa finalità, nelle ore antimeridiane dello scorso 9 maggio 2014, il Presidente dell'ANMI, Cav. Francesco Nania, ha dato disposizione di scendere in campo a tre squadre, in rappresentanza dell'Esercito, della Polizia e della Marina, mentre non hanno potuto avere la presenza di quelle del Genio Guastatori e dei Carabinieri non per mancanza di volontà ma per una fortuita casualità. Erano presenti come spettatori gli alunni della Scuola Media, mons. Vincenzo Ambrogio Arciprete di Carini, l'Ammiraglio Giuseppe Zaccaria con il Tenente di Vascello Boellis, il Colonnello dell'Esercito Luigi Cardella, i soci dell'ANMI coordinati da Benedetto Purpura, il luogotenente Pino Buzzetta ed i soci dell'Associazione Nazionale Carabinieri, l'agente di Polizia Minacori con alcuni colleghi, il Consigliere Comunale Giuseppe Bondì, i rappresentanti della Croce Rossa guidati da Maria Grazia Di Marco, diversi cittadini carinesi. Il torneo di calcio ha avuto inizio alle ore 10:00 con una breve introduzione da parte di mons. Ambrogio, il quale ha ringraziato la presidenza per l'invito fattogli, ha augurato una buona competizione ai giocatori ed ha sottolineato l'importanza dello sport per il benessere fisico e intellettuale della persona umana: “mens sana in corpore sano”. A seguire le squadre hanno iniziato a cimentarsi in tre incontri calcistici ed i risultati non si sono fatti attendere: primo incontro ANMI-Polizia 1 a 0 secondo incontro Esercito-Polizia 0 a 3 terzo incontro ANMI-Polizia 2 a 0 A conclusione del triangolare il Cav. Nania ha precisato che il torneo è stato organizzato in onore dei giovani morti per la Pace e si è complimentato con Rosario Amato per il suo lavoro di allenatore della squadra dei Marinai; infine ha dato il via alla consegna delle medaglie ai soldati, delle coppe all'Ammiraglio Zaccaria, all'agente della Polizia Minacori ed al Colonnello dell'Esercito Cardella ed infine alcuni gagliardetti e targhe ricordo. Nell'occasione sono stati ricordati i due Marò ancora ingiustamente detenuti in India. Il Colonnello dell'Esercito Luigi Cardella, ha dichiarato: “Ho assistito ad una bella manifestazione, perché essa onora degnamente i nostri caduti ed i nostri soldati impiegati nel servizio fuori dall'Italia”. Il Tenente Boellis ha ricordato che “certe iniziative sono essenziali perché servono a cementare le Forze Armate e dell'Ordine, che garantiscono la difesa e la sicurezza della Nazione, queste sono funzioni primarie a cui uno stato democratico di diritto non deve mai abdicare. E' una buona occasione per ricordare tutti coloro che sono impegnati all'estero con l'incarico di dedicarsi a missioni di Pace ed a garantire il rispetto della legge in Patria. Lo Sport, inoltre, ha l'imprescindibile ruolo di insegnare ai giovani il rispetto delle regole e della lealtà in una competizione”. A seguire anche l'Ammiraglio Zaccaria ha esternato la sua opinione sul torneo: “io sono contento di questo triangolare che ha visto la partecipazione dell'ANMI, dell'Esercito e della Polizia, perché esso è un segnale importante per la Pace. Si vis pacem paramus bellum: Se vuoi la pace prepariamo la guerra. Ciò sta a significare che le Forze MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 27 di Pietro Conigliaro Negli anni ottanta l'allora Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Matteo Sciarrino è riuscita in pochi anni ad abolire le due discariche nel territorio dove venivano conferiti i rifiuti. Per la precisione una discarica a Villagrazia di Carini, sita all'angolo con via Morello, trasformando il sito in un impianto sportivo polivalente oggi abbandonato e in mano ai vandali; e l'altra in contrada Sofia, che era la discarica di tutto il paese oggi trasformata in discarica di materiali vari. Dopo 25 anni ci si chiede: come mai non si è riusciti a programmare e trovare un sito di raccolta rifiuti o un qualsivoglia sistema per evitare l'immagine del nostro territorio trasformato oggi in una discarica a cielo aperto? È normale conferire i rifiuti alle discariche di Siculiana o Catania, che comportano una spesa non indifferente? È possibile che non si riesce a creare delle isole ecologiche? È possibile che non si riesce ad organizzare una raccolta differenziata? C'è una motivazione particolare che non si riesce a programmare quanto sopra esposto? Sarà forse colpa delle trattative private? 28 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Purtroppo, in seguito ad una moltitudine di impegni e di imprevisti, non è stato possibile continuare la rubrica mensile del mistero in questa sede. Oggi dopo alcuni mesi di pausa riprendiamo con gli articoli che però non potranno essere presenti mensilmente in questa rivista. Tra il 2012 e il 2013 ho scritto diversi articoli, in cui ho parlato di UFO siciliani, dell'ufologia in generale, delle abduction (rapimenti alieni), delle scie chimiche, del progetto HAARP, del centro ufologico siciliano -di cui feci parte per un anno- e di tanto altro ancora. Anche due mie collaboratrici ed amiche hanno contribuito a tale rubrica. Questo mese, voglio proporre, una cosa totalmente diversa. Voglio spiegare che caratteristiche ci vogliono per essere ufologi, accennando talvolta alla mia esperienza personale negli anni, che mi ha portato a diventare un ufologo ed un appassionato di scienza e di tutti i misteri. Tanto tempo fa quando avevo soltanto 14 anni in seguito ad una serie di eventi paranormali a cui assistetti, ebbi la possibilità di acquistare per oltre un anno una rivista mensile che ormai non è più esistente; quell'anno non ricevetti reali risposte alle mie domande, ma queste letture mi indirizzarono più specificatamente nelle ricerche da fare e negli interessi da seguire. Dopo alcuni anni in cui ho rivolto la mia attenzione soprattutto verso il paranormale da un punto di vista di fenomeni medianici, ed in particolar modo alla presenza di fantasmi e spiriti in luoghi cosiddetti infestati, si riaccese il mio precedente interesse nei confronti del mondo extraterrestre e scientifico e più in generale verso i misteri. In contemporanea, coltivai per anni altri due importanti interessi: quello della poesia (che mi portò ad a m p l i a re l e m i e ve d u te f i l o s o f i c h e ) e q u e l l o dell'archeologia del mistero -quest'ultima tra l'altro nata nel tentativo di spiegare alcuni misteri senza risposte dell'archeologia accademica-. Con l'affievolirsi graduale dell'interesse verso il mondo medianico, soprattutto in seguito ad alcune esperienze poco gradevoli, ebbi la possibilità grazie a questo fantastico mezzo di comunicazione quale è Internet, di poter scambiare opinioni e approfondire meglio alcuni argomenti insieme ad altre persone, con interessi simili. Acquisite alcune basi, fondamentali per l'apertura mentale e per poter guardare lontano oltre l'orizzonte, mi resi conto che non era possibile ricercare e studiare tematiche del mistero ma anche scienze di confine, senza modificare il proprio modo di pensare. Questa modificazione avviene nel tempo ed in buona parte grazie alla propria volontà. Essa si acquisisce partendo da alcuni presupposti: il confronto pacifico con altre idee e pareri, nessuna imposizione di questi ultimi da una parte e dall'altra dei colloquianti, totale apertura mentale a qualsiasi possibilità anche ignota, costruttività del pensiero e dell'espressione di pareri e opinioni, ragionamento filosofico sempre legato a quello scientifico e metodologico, cambio costante del punto di vista (talvolta schierandosi anche all'opposizione) e soprattutto costruzione delle dinamiche degli eventi senza pensare solo al risultato finale. Quest'ultima cosa dovrebbe ovviamente avvenire senza farsi condizionare dalle proprie idee e ricordando sempre che l'unico modo per avere delle risposte è non ragionare in una sola direzione (come spesso fanno gli scienziati di un'unica disciplina). Nell'ultima affermazione è insita la cosa più importante per concludere una ricerca o avere delle risposte da essa, bisogna pensare in termini interdisciplinari, ovvero unendo tutte le discipline scientifiche e tutti tipi di ragionamento differente, senza concentrarsi soltanto su un unico fronte, che ci consente al massimo di avere soltanto una risposta nella materia dei nostri studi accademici. Le esperienze personali, per quanto possano essere la benzina per la nostra passione, non devono condizionare il nostro giudizio e devono sempre essere tenute fuori dalle nostre ricerche e i nostri studi. Se siamo capaci di fare questo ed abbiamo i mezzi per portare avanti un progetto, forse un giorno riusciremo ad avere qualche risposta anche alle nostre esperienze personali. Ovvio che non tutti gli studiosi e i ricercatori hanno esperienza diretta nei loro campi di interesse o di studio. Ma in linea generale le persone più appassionate, quelle che più si concentrano e spesso ottengono risultati, sono proprio quelle spinte dall'esperienza diretta. Grazie anche ai mezzi necessari, minimi, per poter portare avanti i nostri interessi, abbiamo la possibilità di fare ciò che ci appassiona. Diventare un ufologo, al contrario di quello che molti sostengono o immaginano, non è una cosa semplice, anche se chiunque lo può essere con le giuste caratteristiche e i giusti presupposti; ciò che però è necessario è l'elasticità mentale, capacità questa: o innata o acquisita proprio dalle esperienze, molto più raramente da semplici studi. Quando un ufologo riceve una foto di un presunto avvistamento è suo dovere mettere insieme i tasselli dell'evento. Per fare ciò, bisogna effettuare un'analisi fotografica con l'utilizzo di software e soprattutto, cosa più importante, una ricostruzione della dinamica dell'avvistamento; quest'ultima va fatta basandosi sui dati acquisiti, sull'interpretazione dell'immagine, sull'interpretazione della segnalazione e sui dati contenuti in essa (per esempio: altezza, distanza, condizioni meteo, fonti di luce). Fatto questo ed assicurata l'affidabilità almeno parziale di chi ha fatto la segnalazione ed esclusa la possibilità che la foto sia stata MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 29 manomessa, filtrata o addirittura creata, si procede con la stesura della tesi che ci fa escludere alcune possibili spiegazioni di ciò che stiamo analizzando, solo molto raramente è possibile infine esprimere un giudizio o addirittura dare una certezza sull'origine di oggetti inesplicabili. In effetti un ufologo in linea generale, raramente si sbilancia sostenendo che l'oggetto sia di origine aliena, ma è molto più facile che si riferisca ad esso usando l'acronimo UFO, che ricordo significare “oggetto volante non identificato” e di conseguenza non è detto che sia di origine extraterrestre, ma è insito nell'acronimo stesso che non sappiamo di cosa si tratta. Da ciò che abbiamo appena detto si evince un dato importante: UFO in linea generale non è una sigla di riconoscimento ma indica la mancanza di riconoscimento dell'oggetto stesso. Cerchiamo di essere più specifici. Se un ufologo sostiene che il risultato di un'indagine, inclusa la valutazione di una foto o di un video, hanno portato a dichiarare che l'oggetto presente in essi è un UFO, allora l'ufologo sta dicendo che dalle valutazioni del materiale inviatogli -e quindi visionato- si evincono tali dati: non si è trattato di un aereo, non si è trattato di un elicottero, non si è trattato di fenomeno astronomico conosciuto, non si è trattato di fenomeno atmosferico conosciuto, non si è trattato di volatile o insetto, non si è trattato quindi di nulla che è riconoscibile, pertanto l'oggetto è un UFO. Detto questo è ovvio che non si può escludere che l'oggetto stesso sia di provenienza extraterrestre, terrestre (velivoli sperimentali), oppure che si tratti di aberrazioni, riflessi fotografici, effetti naturali come la fata Morgana, distorsioni della luce, effetti astronomici sconosciuti, effetti atmosferici sconosciuti, ed altro ancora. Quindi la principale sapienza di un ufologo è la consapevolezza che ciò di cui stiamo parlando non rispecchia nessun canone conosciuto giustificabile altrimenti dalla scienza convenzionale. Pertanto l'ufologo si va a collocare in una categoria di ricercatori che dovrebbe essere inserita come collegamento tra diverse discipline scientifiche e tecniche quali le scienze astronomiche, atmosferiche, la fisica, la chimica, la biologia e soprattutto l'ingegneria. Oggi, l'ufologo è una figura che gradualmente si sta trasformando in quello che in gergo viene chiamato “esopolitologo”, ovvero colui che cerca di dare una spiegazione delle risposte al perché esiste il fenomeno UFO e soprattutto ai suoi retroscena. Quest'ultima parola "retroscena" potrebbe essere considerata dai più una parola ostica, perché potrebbe aprire scenari tanto utopici quanto inquietanti. In realtà, proprio i retroscena sono la cosa più importante e che più ci deve interessare, il motivo è semplice, il fenomeno ufologico è ormai assodato, e fatta eccezione degli Stati uniti, tutte le nazioni più importanti del Pianeta hanno ormai aperto i propri archivi e dichiarato l'esistenza degli OVNI (Oggetto Volante Non Identificato) un fenomeno reale ed esistente sostanzialmente da sempre. A tal riguardo è quindi importante più di ogni altra cosa, capire cosa eventuali occupanti non terrestri di tali oggetti possano volere dal nostro Pianeta o dall'uomo, altrettanto importanti sono i motivi dell'esistenza di fenomeni a noi sconosciuti ma naturali, così come opportuno appare considerare le ragioni della eventuale presenza di velivoli sperimentali militari umani. Se il primo scenario fosse reale (almeno in parte) a questo punto, proprio l'esopolitica dovrebbe essere la disciplina che tenta di comprendere tali motivi e si propone eventualmente di rappresentare quella porzione di umanità che si interessa di queste cose e che può dare quindi persino risposte riuscendo forse addirittura a rappresentarci. Oggi, l'ufologia, si interessa anche di archeologia del mistero ed in un certo senso anche di arte per il semplice fatto che esistono documenti storici e soprattutto elementi archeologici, che possono essere spiegati (o che addirittura ce lo dicono chiaramente) solo tramite la presenza di extraterrestri e le loro astronavi, presenti nel passato delle più importanti civiltà o di tribù e clan sparsi per l'intero Pianeta. Ciò ha avvicinato una branca dell'ufologia all'arte appunto, infatti è solo tramite la “pista” ufologica che alcune opere artistiche (molte delle quali famose) che ritraggono al loro interno oggetti volanti non identificati, fasci di luce spiegabili con rapimenti alieni e elementi totalmente estranei e futuristici per l'epoca dell'opera o che addirittura mostrano oggetti impossibili che trovano una spiegazione. Tali strani oggetti sono addirittura presenti anche nell'archeologia stessa e quindi realmente visionati, come gli oggetti reali e dichiarati dai ricercatori internazionali con il termine OOPART's, che significa in parole povere oggetti impossibili, ovvero fuori dal tempo e senza logica spiegazione della loro presenza in tale posto o in tale civiltà ma soprattutto in tale epoca. Alcuni di questi reperti apparentemente datati scientificamente a milioni o addirittura centinaia di milioni di anni, risultano essere strumenti tipici di fattura umana ed in alcuni casi alieni, soprattutto storicamente non spiegabili, considerando che l'uomo ha cominciato a creare utensili solo da qualche centinaio di migliaia di anni. Vorrei anche ricordare che l'uomo moderno esiste appunto da centinaia di migliaia di anni e non da milioni e che l'uomo di milioni di anni fa era più una scimmia che un uomo come noi immaginiamo. Ci sarebbe tanto da dire sul cosa fa un ufologo, sul come lo si diventa, su quali sono le letture adatte, su quali esperienze bisognerebbe vivere, ecc., ma una cosa certa c'è: fare l'ufologo dà tante soddisfazioni ma spesso mette contro tanta gente. Nei giorni scorsi io ed altri amici abbiamo fondato un Associazione Culturale ufologica chiamata “Nuovo Millennio (UFO Hunter Italia)” questa (di cui sono aperti i tesseramenti), si prefigge alcuni scopi importanti, vediamone qualcuno giusto per correttezza. Studiare i casi siciliani ed italiani di eventi UFO e di altro genere, fare convegni sul territorio (dove richiesti), acquistare attrezzature per studi, indagini, ricerche ed escursioni, creare una struttura di volontari che contribuiscono organizzando una rete di ricerca ed indagine nazionale, creare eventi specifici, ecc. Qui a seguire alcuni dati fondamentali per contattarci. Nei prossimi articoli darò maggiori dettagli. Sito web: http://assnuovomillennio.altervista.org/ E-mail per contattarci: [email protected] E-mail per segnalare avvistamenti ufo ed eventi paranormali: [email protected] 30 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Significativa e riuscitissima serata quella svoltasi all'Auditorium “Totuccio Aiello” lo scorso 12 aprile. Una serata organizzata dal team della Skillie Charles Orchestra e curata da Franca La Fata e Bibi Patti, che ancora una volta si sono spese in una operazione di solidarietà stavolta dedicata a famiglie meno abbienti di Carini. Sostenuta e incoraggiata dal Primo Cittadino, dall'assessore ai Servizi Sociali Monia Arizzi e dagli addetti ai lavori, ha consentito, devolvendo parte degli incassi dallo sbigliettamento, la raccolta di fondi che hanno permesso che 18 famiglie abbiano potuto passare decentemente la Santa Pasqua con un pasto dignitoso. La serata professionalmente è stata inappuntabile, la bravura della Skillie Charles Orchestra è stata apprezzata dal pubblico che, dopo due ore di esibizione, richiedeva diversi bis. Meravigliose voci, non si sono risparmiate ed hanno fatto vivere momenti di magia, in una sonorità vocale che si è proprio distinta. Franca La Fata è proiettata sempre di più a portarsi avanti in queste iniziative benefiche che non risolvono, ma quantomeno riescono ad aiutare i meno fortunati ed a tal proposito invita ufficialmente le tante associazioni esistenti a Carini a fare altrettanto per la collettività. Il motto: “donare è meglio che ricevere” è destinato ad andare avanti. Grazie a Barbara (Bibi) Patti, preziosa partner di Franca e per l'occasione co-presentatrice; allo staff di Ultrasuoni service ineguagliabile ed a Peppe Di Grande e Alfredo Patti. A tutti i componenti della Skillie Charles Orchestra, nata da un'idea di Carlo Schilleci e Antonino Macaluso. Grazie ai nostri amici di cuore (Gianluca Staropoli) che hanno contribuito comprando il biglietto. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 31 Tutti i docenti della nostra scuola, convinti della valenza educativa del progetto riciclo, guideranno gli allievi a sviluppare tale tematica in ore curriculari. A conclusione dell'anno scolastico sarà allestito il “Museo dei Rifiuti”, dove in modo pratico e concreto potranno essere apprezzati i lavori realizzati dagli allievi. Nell'occasione si svolgerà un'importante manifestazione alla quale saranno invitate le famiglie, le associazioni ambietaliste e non solo. Le tematiche sviluppate saranno così articolate: · Origine – storia dei rifiuti · Raccolta differenziata · Riciclaggio L'idea è quella di creare un percorso che, partendo dalle esperienze quotidiane dei ragazzi, faccia loro acquisire una “coscienza ambientale”. L'ambiente è infatti un bene prezioso e come tale va salvaguardato. Diventa perciò sempre più importante educare i ragazzi a rispettare e proteggere l'ambiente, adottando comportamenti coscienti e concreti. Tali atteggiamenti sono indispensabili alla tutela del piante terra che ogni giorno è messo a rischio dalle conseguenze degli stessi eccessivi consumi imposti dalla vita frenetica che spinge a fare acquisti di prodotti “usa e getta”. Il progetto si propone di fare acquisire ai ragazzi la consa- pevolezza che un corretto comportamento può trasformare il problema dei rifiuti in una risorsa da sfruttare in maniera costruttiva. Il rifiuto Apprendimento unitario da promuovere: · Prendere coscienza dei problemi relativi all'ambiente Obiettivi: · Prendere consapevolezza che l'ambiente in cui viviamo è un bene da tutelare e valorizzare · Conoscere e classificare i materiali · Distinguere l'organico dall'inorganico Contenuti: · Riflessioni sulla produzione dei rifiuti in casa ed a scuola · Ipotesi di raccolta differenziata Durante quest'anno scolastico 2013/14 noi alunni di 3°E dell'I.C. Carini – Calderone, dopo avere studiato nelle ore di scienze con la prof. Gisella Cristiano e di tecnologia con la prof. Antonina Altavilla gli argomenti riguardanti l'energia, gli schemi di funzionamento delle centrali elettriche, il riciclaggio dei rifiuti …, siamo stati protagonisti di un filmato in cui ogni alunno spiega cosa vuol dire sviluppo sostenibile, quali sono i comportamenti corretti in materia di smaltimento dei rifiuti, quali sono le fonti rinnovabili, le città più green d'Europa …. ed infine qualche riflessione personale. Tutto questo è stato possibile grazie al valido apporto della prof. Marilena Zichichi che si è occupata delle riprese video, montaggio filmati, foto, disegni, realizzazione DVD. Alla fine di Maggio abbiamo socializzato il lavoro svolto al nostro Dirigente Scolastico e ai nostri genitori preparando una merenda a base di cibi genuini fatti in casa come la torta di mele, la torta sacher, i muffin ecc … seguendo le linee guida della nuova piramide alimentare che alla base ha, oltre l'attività fisica, i prodotti locali e di stagione, la convivialità e come bevanda … l'acqua. Ci auguriamo un futuro migliore più “green” in cui, per esempio, si possa sfruttare il sole per produrre energia pulita. 32 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Parus major, L. 1758 La Cinciallegra è un piccolo uccellino appartenente all'ordine dei Passeriformi ed alla famiglia dei Paridi; vive in tutta Europa, nel Mediterraneo e nel nord'Africa, presente in tutta Italia ed anche in Sicilia; da noi è stanziale, comune e nidificante. Vive un po' in quasi tutti gli ambienti ma soprattutto in zone alberate ed in presenza di macchie e arbusti, margini dei boschi, nei giardini, frutteti, nei parchi cittadini; è presente dal livello del mare fino in alta montagna. Le sue dimensioni sono di circa 15 cm, becco sottile e nero, guance bianche, calotta e gola neri, redini e fascia ventrale neri, dorso grigio-verdastro, ventre e fianchi gialli, ali, coda e zampe grigio scure. Tra i Paridi è la specie più grande, da qui prende il nome della specie “major”, mentre il nome siciliano “munachedda” deriva dal fatto che ha la testa e la gola nere e le guance bianche, quindi simile a un'abito da suora. La famiglia dei Paridi comprende in Italia 10 specie, compresi il Codibugnolo e il Pendolino, mentre in Sicilia sono presenti 6 specie; una specie molto simile e spesso confusa con la cinciallegra è la Cinciarella ma è più piccola, anche questa è presente nel nostro territorio (vedi foto). La Cinciallegra è un uccello insettivoro, allegro e molto vivace, sempre in movimento ed alla ricerca delle sue prede preferite, costituite da piccoli e grandi insetti, piccoli invertebrati ed anche frutti e bacche selvatiche e non; nelle mangiatoie artificiali si nutre anche di semi. Le sue prede preferite sono bruchi, api, ragni, cavallette ed anche lombrichi e chiocciole. Il suo canto anche se mono- tono e non armonioso è allegro ed è costituito da poche e diverse note ripetute in sequenza, molto simili ad un tintinnio. La Cinciallegra è una specie in genere solitaria, ma agli inizi di febbraio un po' come la maggioranza degli uccelli, il maschio inzia ad accompagnarsi con una femmina e verso la verso la fine di marzo la femmina, dopo aver costruito il nido aiutata dal maschio (che viene sempre costruito all'interno di una buca naturale o artificiale, come nei tubi, nelle cavità di alberi o delle rocce, ed anche nelle cassette nido già preparate - vedi foto realizzato da entrambi con fili d ' e r b a , muschio, con piume e soprattutto con crini di cavallo), si accoppiano e la femmina inizia la deposizione delle uova, in media da 8 a 12, e al contrario della maggioranza delle altre specie di uccelli, inizia a covare dal primo uovo deposto, occasionalmente aiutata anche dal maschio. Le uova sono bianche e macchiate di rosso e si schiudono nella stessa sequenza della deposizione, i primi giorni il maschio nutre sia la femmina che i piccoli e poi quando i piccoli sono tutti nati, anche la femmina si alterna con il maschio per nutrire i nidiacei che, dopo circa 15-18 giorni, iniziano ad abbandonare il nido ad uno ad uno, venendo nutriti per alcuni giorni da entrambi i genitori anche fuori dal nido. Qualche anno fa nei primi giorni del mese di dicembre, ho montato su un tronco di un albero una cassetta nido da me costruita e con un lato apribile su un albero del mio giardinetto, così verso i primi di marzo una coppia di cinciallegre hanno iniziato a costruirvi il nido, ogni 4-5 giorni controllavo se era avvenuta la schiusa delle 9 uova deposte e, quando tutte le uova si sono schiuse, ho montato il treppiede dentro un capanno di fronte alla cassetta nido, alla distanza di circa 5 m, e così per diversi giorni ho potuto iniziare e realizzare con un teleobiettivo le varie foto di questo mio contributo. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 33 SU-VENI(r) 'nta 'sta gnuni 'Ntra Capu e Vucciria, attornu à Conca d'oru, c'è Santa Rusalia cu genti sempri 'n coru: - “PALERMU” – è 'a capitali d''u megghiu carnivali. MONDELLO, SAN LARENZU, TOMMASO cu 'i NATALI, c'è SFERRA 'nta lu menzu 'ntra l'ISOLA e 'u so mari: - stigghiola, rrizzi e granci si veni “ccà”... li manci. - Pi “MUNCILEPRI” fu un “figghiu” svinturatu, “Turiddu” si! 'un c'è cchiù ma veni ricurdatu... - 'na storia d'un paisi ca nun avia pritisi. - E 'ntra lu diri e fari di “Nardu” e don “Bonannu” c'è 'stu “CASTEDDU A MARI” ca crisci senza ddannu - Scupeddu e Fraginisi cuntornanu 'u paisi. - TRAPPITU, BALISTRATI, BURGETTU e JARDINEDDU su picca ammuntuati ma ànnu ciriveddu: - 'ntra mari, vinu e Santi fannu fijura e vanti- - Mi fermu e nun vaju 'nfunnu (parrannu cu rispettu) 'sta gnuni di lu munnu cci àvi quarchi difettu.... - d'àviri un “CORI 'RANNI” 'ntra GIOI, BIDDIZZI E DANNI. “CAPACI”, mischinazza, nun è ca s'aspittava ca quarchi menti pazza 'nta ll'aria la jittava! - ed ora è ricurdata p''a “stragi”... 'n ogni strata. - In vendita nelle librerie di Carini e presso l’autore né mari, né casteddi, ('na cullinedda schetta) si senti p''i “vasteddi”... chista è la gran “TURRETTA”. - Ma 'a nomina si fici pi curpa d''i bilici. “CARINI” è ammuntuata 'nto munnu e 'n ogni gnuni p''a fini digraziata d''a figghia d''u Baruni - un patri svinturatu curnutu e vastuniatu. “CINISI” è a' bedda vista di 'ncapu l'airuplanu ma 'nveci di turista si parra d''u zù “Tanu”. - Su tutti mafiusi ddoppu... li novi misi. Sintennu 'a “FAVAROTTA” c'è un mari avvillutatu straneri sempri 'n frotta e quarchi sfacinnatu; - ca di la vucca 'i meli ci nesci spissu feli. - Ddu “spusaliziu” anticu, dunni mancò lu vinu onura “PARTINICU” 'nzemmula a' Bertulinu; - e viri casu 'u ritu rivivi 'nta 'stu situ. D''u mari a Muntifatu c'un vinu senza pari nn'arresti 'nnamuratu “ARCAMU” fa 'ncantari - cu l'acqua surfurusa rilassi 'a menti e 'i pusa. - A zà Sulina Rosalia Troia lo scorso 13 marzo ha compiuto 90 anni. Esperta di ricamo, in particolare tombolo, uncinetto e intaglio, frequenta costantemente il circolo della Terza Età di Villagrazia di Carini, dove partecipa a tutte le attività. Tanti auguri dai nipoti Alessandro e Valeria, Antonio e Rosy, Fabio e Luciana, Pino e Lina. 34 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Antesignana di riconoscimento divino Secondo la scheda n. 52.390 della Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici di Palermo, il quadro ad olio su tela, raffigurante la Maddalena viene considerato pertinente alla chiesa; ma per le dimensioni, 260x183 cm, e la ricchezza iconografica, presumo che provenga da un'eponima chiesa e cappella. La Maddalena, figura paradigmatica della peccatrice convertita, ha assunto diverse iconografie nella storia dell'arte in base al periodo storico. Nel Medioevo era spesso raffigurata come un'asceta penitente, causa della sua magrezza ed i capelli che gli coprivano il corpo. Nel Rinascimento è una giovane bella, al fine di mettere in evidenza la vita cui aveva rinunciato, quasi sempre bionda, essendo tale colore sinonimo di bellezza estetica; era vestita di rosso, come allegoria della sposa di Cristo e per sottolinearne la regalità. La nostra opera ritrae la santa durante il suo periodo di meditazione e di penitenza: era un soggetto particolarmente diffuso nel Seicento in quanto tra i preferiti della Controriforma, per il fatto che la Maddalena era uno dei più chiari esempi di peccatori convertitisi. La nostra Maddalena, in contemplazione, ha le mani giunte in atto di preghiera e di meraviglia, distogliendo l'attenzione dalla sua lettura, davanti l'enorme libro appoggiato alla Croce. Ha accanto il vasetto d'unguenti usato per profumare i piedi di Cristo e per ungerne il corpo. Infatti, viene detta anche mirofora, cioè portatrice di vasetto. Questo ha forma di coppa coperta o grolla, che allude sia all'unguento profumato, il nardo, versato sui piedi di Gesù, sia alla mirra per ungere il suo corpo al sepolcro, ma anche al sangue divino che raccolse ai piedi della croce e lo custodì. Il teschio sorretto dall'angelo simbolo di mortalità, ci riporta al memento mori. Sul lato opposto una connotazione naturalistica di un fiore di garofano è emblema della promessa di matrimonio mistico. Il nome latino del fiore è dianto, cioè fiore di Dio, e in tale senso compare in mano alla Madonna o a Gesù, o ancora nel giardino del Paradiso. Secondo una leggenda medievale, le lacrime della Vergine Maria alla vista del figlio crocifisso cadendo a terra si mutarono in garofani. Tale fiore inoltre veniva comunemente chiamato “chiodino” per la forma dei suoi frutti, e di conseguenza la sua immagine viene associata a quella della Passione di Gesù. Intenso è il gioco di luce che mira a creare un'atmosfera mistica all'evento rappresentato. L'attenzione per i dettagli rivela un'attenta preparazione da parte dell'artista all'iconografia della donna, ma anche all'esegesi della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, dove l'etimologia del nome proposta evidenzia tanto il mare amaro di lacrime e il fatto che rimanga colpevole (dal latino: manens rea); quanto alla luce della grazia che la illumina al punto da renderla a sua volta strumento d'illuminazione per gli altri. Ve ro s i m i l m e n t e l'impostazione devozionale e il linguaggio visivo, mi fanno pensare ad un lavoro eseguito nella seconda metà del secolo XVII e in particolar modo all'ultimo decennio del '600. Rigida nella sua postura, soprattutto delle gambe, la Maddalena ha una certa eleganza nel gesto delle mani e dello sguardo rivolto verso la “Luce divina”. La santa è infatti eterea, ogni accenno carnale viene attenuato. Lei è allegoria di una Chiesa penitente che onora il proprio Salvatore e riceve da Lui il sostegno necessario per il pellegrinaggio terreno. Dalla metà del XVII secolo insieme a San Girolamo diviene invece un modello esortativo di virtù, di preghiera e di contemplazione. Io assocerei due concetti alla sua figura: una di “memento mori” e l'altra di “malinconia”. Il quadro non è menzionato in nessun catalogo di mostre o pubblicazioni da parte della Soprintendenza. Intravedo affinità stilistiche con un quadro che si trova in chiesa Madre raffigurante l'Immacolata con san Giovanni Evangelista e un santo Vescovo. L'artista nell'opera ha voluto mettere in evidenza sia il valore essenziale del tema che la sua risonanza sentimentale, creando un brillante esempio d'accostamento d'ambientazione paesaggistica notturna e di luce divina. Vi è un richiamo ad opere caravaggesche, che certo il pittore ha studiato, influenzandolo per l'esecuzione della tela. Un accurato restauro conferirebbe al dipinto la sua corretta tonalità pittorica che ha perso negli anni a causa del fumo delle candele, alla polvere, ed alle abrasioni che ha subito la superficie pittorica, permettendo di leggerne il paesaggio. La luce è appena percepibile, quando invece è la vera protagonista del quadro. Il ruolo della Maddalena è importante nella storia di Cristo. Nel suo ungere i piedi del Salvatore con l'olio di nardo, va visto un gesto antesignano di riconoscimento del figlio del Dio. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 35 Laurus nobilis (fam. Lauraceae) La pianta di questo mese presa in esame è l'alloro o lauro, originaria dell'Asia minore. Nell'antichità la pianta era dedicata al dio Apollo e con le sue foglie venivano preparate le corone dedicate ai poeti e ai condottieri trionfatori. Dal termine latino bacca laureus, bacca d'alloro, deriva l'usanza di coronare i neolaureati. La pianta cresce spontaneamente in natura. Si utilizzano le foglie, che si raccolgono tutto l'anno; o i frutti (bacche) che raggiungono la completa maturazione da ottobre a novembre. Oggi viene piantata per decorare giardini poiché è un arbusto sempreverde e le sue foglie hanno un particolare profumo, tanto che vengono usate come deodorante ed insetticida naturale. Le sue proprietà vanno dall'utilizzo in cucina per aromatizzare carni, pesce e verdure; all'uso estetico per bagni rilassanti e pediluvio. Ma la sua caratteristica principale è quella di essere un ottimo digestivo, antispastico, leggermente antisettico ed anche espettorante. Tali proprietà vanno estratte dalle foglie per infusione, mettendo 2-3 foglie in una tazza di acqua bollente per circa 10 minuti. Filtrare e bere. È ottimo per la flatulenza. L'olio essenziale trova applicazione contro le abrasioni e le distorsioni; in questo caso vengono utilizzate le bacche che contengono l'olio essenziale. Si sminuzzano le bacche in olio d'oliva; si fanno macerare per circa 10-15 giorni. Filtrare spremendo bene le bacche e conservare il preparato in un vasetto di vetro. Si utilizza frizionando sulla parte dolente. Esiste una varietà detta aurea con foglie tendenti al giallo, la quale non ha le stesse proprietà della varietà angustifolia che ha le foglie, portate da un corto picciolo, lanceolate, coriacee, di un bel verde scuro con i bordi ondulati e con la pagina superiore lucida mentre quella inferiore è di un verde-giallo tenue ed opaco. Per informazioni e suggerimenti contattatemi: cell.3339416984 o via email: [email protected] 36 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Chi non è rimasto affascinato dai luoghi del Commissario Montalbano? "Montalbano sono..." E' questa probabilmente una delle frasi più celebri pronunciate dal commissario Montalbano, simpatico poliziotto creato dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri e reso ancor più noto dalla trasposizione sul grande schermo delle sue avventure. Montalbano rappresenta in qualche modo il “Siciliano doc”, con i suoi vizi, le sue manie ma anche il suo immenso buon cuore. Il suo autore, nei numerosi romanzi e racconti scritti, ha creato un intero mondo immaginario fatto di paesini siciliani, luoghi e personaggi: Vigata, Marinella, Montelusa, la Mannara... sono solo alcuni dei luoghi di fantasia creati da Camilleri e che sono stati poi immaginati e ricreati dagli autori della fiction. Scicli: Palazzo Comunale Come sanno gli estimatori del Montalbano letterario, i luoghi in cui si svolgono le vicende del commissario, hanno spesso nomi di fantasia, ma solo i nomi però, perché questi posti esistono eccome. I luoghi del commissario Montalbano sono quelli della Sicilia orientale con i suoi paesini bianchi, i quartieri arabi, le chiese barocche, i palazzi storici, i templi antichi, le meravigliose ville. E' la Sicilia degli spazi aperti, della natura selvaggia, del vento e delle spiagge lunghe e sabbiose. In realtà i racconti di Camilleri sarebbero dovuti essere ambientati in un contesto simile a quello dell'agrigentino e più precisamente nella zona di Porto Empedocle, la città costiera che meglio poteva trasmettere le sensazioni che il lettore prova nel leggere le descrizioni di Vigàta e Montelusa, le città immaginate dall'autore, in cui si muove il Commissario Montalbano. La televisione ha invece trasportato le ambientazioni tra il barocco del ragusano, tra vie e paesaggi che possono offrire uno spaccato di Sicilia forse più tradizionale e vera, sicuramente più affascinante nel contesto architettonico. Dove vedere i luoghi della fiction di Montalbano? Un itinerario attraverso i luoghi del celebre commissario è un'occasione imperdibile per ricreare l'atmosfera del film, scoprire angoli nascosti, ma non per questo meno belli, dell'estremo sud e per assaporare i gusti, i modi di vivere e le tradizioni siciliane: Scicli, bellissima cittadina barocca del ragusano, si può vedere il municipio che corrisponde al Commissariato di Vigàta. Sempre a Scicli si può vedere il Palazzo Iacono, che nella fiction corrisponde alla Questura di Montelusa; Ragusa ha fatto anch'essa da sfondo a parecchi episodi della serie, ha fornito lo sfondo per la piazza centrale di Vigàta, qui si trova il ristorante dove Montalbano gustava la cucina di mare, nella fiction San Calogero e che nella realtà si chiama La Rusticana. Volendo subito dopo ci sono due scalinate: la prima, la più monumentale, porta alla Cattedrale di San Giorgio, mentre l'altra, quella lunghissima di Santa Maria delle Scale, ci farà guadagnare MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 37 la vista sul panorama magnifico del quartiere medievale di Ibla. La passeggiata per Ibla può impiegare piacevolmente un paio d'ore dandoci il tempo per individuare altri scorci minori ma altrettanto familiari: il Circolo di Conversazione, Palazzo La Rocca e la Chiesa di Santa Maria delle Scale, inquadrati, ad esempio, negli episodi "Gli arancini di Montalbano" e "L'odore della notte". I più volenterosi, una volta "scalata" la salita che porta alla città nuova, potranno avventurarsi alla ricerca di altri scorci: il ponte dei cappuccini (ripreso ne "Il ladro di merendine"), piazza del Popolo e piazza Poste (riprese ne "La voce del violino"). Punta Secca, frazione di Santa Croce di Camarina, alias la frazione di Marinella nella fiction, ad ovest della Marina di Ragusa, nei pressi della torre Saracena dove facilmente si riconoscerà la casa del commissario Montalbano e dove molti episodi del telefilm ci hanno mostrato le lunghe nuotate di Zingaretti tra le onde di una mare pulito. Sempre sulla costa, ma ad est di Marina di Ragusa, troviamo la frazione di Donnalucata, con la sua splendida costa, che ha rappresentato il lungomare di Vigàta nell'episodio "Le forme dell'acqua". Nelle vicinanze anche Punta Pisciotto dove si trova la Fornace Penna. Nell'interno, a sud di Vittoria e Comiso, il Castello di Donnafugata, l'edificio in stile eclettico costruito ad inizio Ottocento, che vi accoglierà con la sua elegante facciata neogotica: qui venivano filmati gli incontri tra il Commissario ed il boss mafioso Balduccio Sinagra; visitando il castello potrete anche percorrere l'ampio terrazzo ove il commissario ed il boss trovarono un compromesso. Sempre in zona è possibile visitare la suggestiva Grotta delle Trabacche, sul monte Crasto, recentemente resa fruibile. Si tratta del luogo dove Montalbano ritrova i corpi dei due innamorati nell'episodio "Il cane di terracotta"; in realtà è un'antica catacomba paleocristiana. Nei pressi di Sampieri, sulla scogliera del Pisciotto, poco ad est dal paese, sorge la fornace Penna, ovvero la Mànnara, in un luogo isolato e affatto mal frequentato. Nella versione letteraria Vigàta è s t a t a i d e n t i f i c a t a i n Po r t o Empedocle, la città natale dello scrittore, ma ha in sé anche altri Grotta delle Trabacche luoghi. E' lo stesso Camilleri a raccontarlo, parlando dei paesini che attraversava in corriera, insieme agli altri studenti, durante il tragitto per raggiungere il Ginnasio di Agrigento: “Ecco, Vigàta viene da lì: è una località a geometria variabile composta da tutte quelle da cui proveniva quella studenteria...”. Il passaggio dalla finzione letteraria a quella televisiva, poi, ha allungato ulteriormente la lista dei luoghi appartenenti alla “Sicilia di Montalbano”: Sciacca si cela dietro Fiacca, mentre Gela è Fela. Poi ci sono Menfi, chiamata Merfi, Raffadali è rinominata Raccadali, Ragusa diventa Montelusa, Donnalucata diventa Marina di Vigàta. Insomma, seguire le tracce di Montalbano vi permetterà di immergervi nella Sicilia più autentica, conoscerne le cittadine ed il mare ma anche gli odori ed i sapori che la caratterizzano. Ragusa Ibla In siciliano Iusu, ovvero "che giace sotto", oggi quartiere della città di Ragusa, è il fulcro da cui la città di Ragusa si è sviluppata. È situata nella parte orientale della città, sopra una collina che va dai 385 ai 440 m s.l.m. Dopo il terremoto del 1693, il quartiere fu ricostruito attuando cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di gusto tardo barocco. All'inizio di una lunga scalinata, si trova la chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio. Invece il Duomo di San Giorgio è stato costruito tra il 1744 e il 1745, secondo i progetti del famoso architetto Rosario Gagliardi. Il quartiere contiene oltre cinquanta chiese e numerosi palazzi in stile barocco. Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono inoltre presenti gli scavi della città antica, chiamata Hybla. Ragusa Ibla costituì un comune autonomo fino al 1927, quando venne aggregata al comune di Ragusa. Oltre alle molte scene della serie televisiva "Il commissario Montalbano", sono state girate tra le strade di questa cittadina barocca diverse scene de "L'uomo delle stelle" di Giuseppe Tornatore. 38 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 a cura di Salvatore Armetta L'ANMI di Carini ha fatto un omaggio al garibaldino messinese Interdonato L'Associazione Marinai d'Italia sede di Carini, ha recentemente messo in atto un'accurata ricerca storica sulla vita del messinese Giovanni Interdonato, famoso per essere stato un eroico patriota garibaldino ed un provetto sperimentatore del cosiddetto “limone fino”. Le sue ataviche origini risalgono ai guelfi Donati di Firenze che vennero in Sicilia nel quattordicesimo secolo. Al loro arrivo nell'isola divennero proprietari terrieri, ebbero titoli nobiliari ed il loro cognome mutò in Interdonato. Da un ramo di questa famiglia insediatosi a Roccalumera Fiumedinisi nacque Giovanni il quale, divenuto adulto, non vedendo di buon grado il potere assoluto del Borbone nel Regno delle Due Sicilie, cominciò a nutrire sentimenti liberali ed a mostrare di essere propenso alla ribellione da vero uomo d'azione. Fu mandato in esilio a Malta da dove fuggì con il fratello nel 1854 Stefano, e si mise a capo di un folto gruppo di giovani ardimentosi per far nascere una rivolta antiborbonica ma, essendo i Borboni numerosi e ben armati, li arrestarono per rinchiuderli nel carcere della Vicaria a Palermo per 3 mesi, dopo i quali furono trasferiti ad Ustica. Al momento in cui si ebbe la Spedizione dei Mille, Giovanni Interdonato con grado di colonnello, combatté assieme ai “picciotti” di Garibaldi nelle seguenti località: Calatafini, Milazzo e Spatafora. “Ob torto collo” ebbe l'incarico di reprimere ad Alcara Li Fusi una sanguinosa rivolta di contadini (detti “coppole”) per evitare il sovvertimento sociale e un esisto sfavorevole per l'impresa garibaldina. A conclusione della Spedizione dei Mille, provò grande piacere nel sapere di essere stato incaricato, da colonnello, di arruolare i garibaldini in un regolare reggimento di truppe. Ben presto, però, ebbe l'amara sorpresa di sapere che il governo aveva dato parere negativo all'arruolamento volontario. A tale iniziativa Garibaldi protestò in Parlamento contro Cavour, che aveva tradito le aspettative dei combattenti. Il colonnello Interdonato, deluso, rinunciò alla vita militare ed andò ad abitare in una villa situata nei suoi possedimenti terrieri, dove si dedicò all'attività di Sindaco del suo paese e, durante il mandato ottenuto, riuscì a far togliere il nome “San Ferdinando” al suo paese, in quanto ricordava l'odiato Borbone, e lo fece sostituire con Nizza di Sicilia in ricordo di Garibaldi. Lasciato l'incarico di sindaco, si dedicò alla coltivazione di agrumi, vivendo un'esperienza eccezionale. Mise in atto, infatti, un esperimento che gli procurò tanta notorietà e soddisfazione: inventò un limone con caratteristiche nuove tanto da essere apprezzato anche all'estero. Fu chiamato “limone fino” per le sue qualità e Interdonato in ricordo del suo inventore. Egli predispose un incrocio di metà gemma di cedro e metà gemma di limone, detto “ariddaru” e lo inserì in un portainnesto di arancio amaro. Il frutto prodotto è molto simile al cedro, di sapore delicato, con una buccia a grana finissima e la scorza dolce. Da quel momento la produzione del “limone Interdonato” si è diffusa nella costiera messinese ed all'estero. Ha avuto successo non solo per le sue qualità speciali ma anche perché è precoce nella maturazione: è pronto per la vendita alla fine di settembre, per cui si vende ad un buon prezzo, al contrario di quanto avviene per gli altri tipi di limone che maturano da ottobre a dicembre. Tenuto conto dei meriti emersi dalla ricerca fatta sulla vita del colonnello Interdonato, alcuni soci e simpatizzanti A N M I di Carini: Francesco Nania (Presidente), Franco Cardinale (iscritto), Franco Cardinale (simpatizzante), Salvatore Minì (iscritto), Benedetto Purpura (coordinatore del personale), Orazio Vassallo (iscritto), Vito Randazzo (simpatizzante), Giuseppe Vitale (iscritto), Salvatore Armetta (addetto stampa), lo hanno apprezzato tantissimo e lo hanno voluto ricordare per il suo patriottismo ed il suo encomiabile esperimento. In suo onore hanno perciò rifatto l'iter procedurale dell'esperimento su alcuni aranci amari da loro posseduti a Carini; gli innesti fatti sono stati una ventina e di essi la maggior parte sono riusciti ad attecchire, per cui possiamo dire che il nostro esperimento è riuscito. Ora attendiamo con ansia che gli innesti germoglino al più presto, per ammirare i loro fiori e gustare i loro frutti, per la prima volta coltivati nella nostra città. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 39 La tradizione di fede del 22 maggio, che lega questa data alla festa di santa Rita da Cascia monaca agostiniana, ha portato numerosissimi carinesi alla celebrazione eucaristica nella chiesa della Madonna del Carmelo. La messa si è svolta in silenzio, ordine e devozione. Padre Salvino Pulizzotto e padre Luigi, del Centro Massimiliano Kolbe di Villa Belvedere, concelebravano, mentre mons. Vincenzo Ambrogio confessava i fedeli. La celebrazione è stata allietata dal suono dello stupendo organo seicentesco che si trova all'interno della chiesa. L'omelia è stata magistralmente ascoltata e seguita da tutti, grazie alla chiara e concisa comunicabilità di padre Salvino, frate minore conventuale, il quale dopo una breve agiografia della Santa dei casi impossibili e disperati, si è soffermato su cinque elementi salienti della vita di santa Rita, cioè quello di essere donna, sposa, madre, monaca e santa. Tutte caratteristiche cui si può aspirare, perché lei era, come tutti noi, un essere comune che Dio ha scelto per la sua grande dote di fede ardente che serbava dentro di sé, anche a scapito della propria famiglia. Al termine della cerimonia sono state benedette le rose, portate dai fedeli, per poi conservare e donare i petali ad amici e parenti ammalati. Una tradizione non legata al nostro territorio, ma che la fede ardente dei devoti nei confronti della Santa, ha permesso di realizzare grazie alla disponibilità della parrocchia della chiesa Maria SS. Assunta, nella persona di Padre Ambrogio, e soprattutto alla comunicabilità di P. Salvino che ci ha fatto meditare in questi quindici giovedì dedicati alla devozione della santa. La festa è molto sentita a Palermo. Dopo santa Rosalia è la celebrazione più importante per i palermitani. Un simulacro si trova nella trecentesca Chiesa di S. Agostino a Palermo dove si svolge il rito delle rose dedicato alla Santa. La rosa è il suo attributo iconografico. Si racconta che, costretta a letto da quasi quattro anni, Rita fu visitata da una sua cugina la quale, nel congedarsi, le domandò se desiderasse qualcosa da casa sua. Rita rispose che desiderava una rosa dal suo orto di Roccaporena, anche se era il rigido mese di gennaio. La parente trovò invece, con sua sorpresa, nell'orto di Rita, una bella rosa fiorita. Si premurò allora di portarla alla Santa che, dopo averla odorata, ne fece dono alle sue consorelle. Dal 1922 si festeggia il suo culto per volere dell'allora provinciale agostiniano padre Campione; eletta patrona del terz'ordine agostiniano palermitano. Capiamo chi era questa donna, il cui vero nome era Margherita Lotti, da cui il diminutivo Rita. Era nata nel 1381 presso la cittadina di Roccaporena, una frazione che fa parte di Cascia nella provincia di Perugia. Poco sappiamo della sua adolescenza. Era figlia di Antonio e Amata Ferri. I genitori la educarono secondo gli insegnamenti della religione cattolica essendo loro stessi cristiani. Senza il suo volere, come era usuale fare secondo le usanze dell'epoca, a quindici anni Rita sposa un certo Paolo Mancini, ufficiale della guarnigione. Uomo brutale e violento. Dal loro matrimonio, durato 18 anni, nacquero due figli, Giangiacomo Antonio e Paolo Maria. Il marito venne assassinato da persone che avevano conti con lui, essendo questi un uomo piuttosto autoritario, severo ed estremamente violento. Rita trovò la forza di perdonarli e la sua grande fede la portò a pregare affinché i suoi figli potessero morire prima piuttosto che vederli uccisi da un desiderio di vendetta. Infatti le sue preghiere furono esaudite, ritirandosi come suora tra le monache agostiniane di Cascia, accettandola dopo un primo rifiuto. Un episodio miracoloso riguarda l'infanzia di Rita, nel quale le api depositarono del miele sulle sue labbra mentre lei era nella culla. Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne i dolori e questo costituì il tema principale delle sue meditazioni e preghiere. Un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al Crocefisso, sentì una spina conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga, ecco perché viene rappresentata con una ferita sulla fronte. Visse nella sofferenza gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche, dalle sofferenze, ma anche dai digiuni e dall'uso dei flagelli. È una delle sante più onorate e venerate della chiesa cattolica, e Carini ha voluto far dono alla “Santa dei casi impossibili” sia con i quindici giovedì, in ricordo dei suoi anni di sofferenza, sia con il triduo che si è concluso dopo la messa con un applauso di gioia da parte dei fedeli, che numerosi hanno seguito con devozione tutto il periodo di preparazione, un riconoscimento della sua grandezza; cercando di emulare anche con piccoli gesti quotidiani ciò che Dio ci ha insegnato: fede, speranza e carità. 40 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 41 di Battista Lo Monaco La parola “Arte Marziale” evoca alla mente di coloro che non hanno conoscenza della materia, soltanto un metodo per difendere la propria incolumità. In realtà la vera definizione di Arte Marziale intende un insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali, legate all'aspetto non solo pratico ma anche artistico del combattimento. Sfogliando riviste specializzate, noto la nascita di nuovi metodi che mettono solo in evidenza il lato fisico e combattivo, per offendere, reprimere ed annientare l'avversario, con tecniche pericolose che nei tempi passati erano solo conoscenza di Maestri e per maestro si intende colui che ha una lunga esperienza tecnica, fisica, mentale e sprirituale. Mente – Corpo – Spirito, sono le tre essenze delle arti marziali. La vita moderna, sopraffatta dalla tecnologia, dai media e dal “tutto e subito” prerogativa dei giovani d'oggi, e dal quasi nullo contatto del SE interiore, porta molta gente comune a non sapere o capire cos'è che ha valore nella vita. Molti mi chiedono: “Maestro, voglio imparare le arti marziali, principalmente quelle di ultima generazione, quelle più aggressive!” Dopo tanti anni, allenandomi e confrontandomi con altri maestri, praticando ed indagando su arti marziali diverse (nessuna possiede tecniche invincibili), sto cominciando a capire la vera essenza della pratica costante, che non serve soltanto a saper lottare ed a difendersi da un aggressore ma a prevenire – star bene con se stessi, conoscere il proprio corpo ed il proprio io, ad avere principalmente una buona educazione fisica e morale. Secondo la mia lunga esperienza, è molto importante sforzarsi di considerare la nostra aggressività tramutandola nella pace e nell'armonia con se stesso, principalmente e con il prossimo. L'idea di promuovere le arti marziali anche come forma educativa è nata dalla mia esperienza agonistica maturata nel Karate, nella Kick Boxing, nello Yoseikan Budo, nel Pencak Silat, nel Kali e nello Street Fighting. La mia filosofia maturata da molti anni di insegnamento sta nel fatto che la sola pratica sportiva rende il praticante altezzoso e arrogante, ma debole; mentre nella pratica dell'aspetto morale si coltiva l'umiltà, la semplicità, la gentilezza, la cortesia ed il rispetto per il prossimo. Tutto ciò dà più sicurezza a se stesso e nel livello sociale. Quello che vorrei proporre ai miei allievi è un insegnamento profondo nel corpo, nella mente e nello spirito. Antichi saggi come Talete, Solone, Socrate, ponevano l'uomo di fronte al “conosci te stesso”, sapienza delfica che è alla base di ogni contatto umano, sociale e divino. Anche nelle arti marziali il conosci te stesso è di vitale importanza. L'introspezione analizzando le insicurezze e le paure, porta il praticante delle antiche e nuove discipline a migliorarsi e ad avere una visione chiara delle proprie capacità e di quelle degli altri, ciò ne deriva una saggia canalizzazione di energia personale e dell'avversario. Con un buon autocontrollo l'energia di quest'ultimo si può canalizzare a proprio favore col minimo sforzo. Ecco in sintesi il mio concetto di Arte Marziale: Abilità di combattimento, Autodifesa, Sport, Salute fisica e forma di ginnastica, Autocontrollo, Meditazione, Responsabilizzazione della forza, Acquisire confidenza con il proprio corpo, Sicurezza nelle proprie capacità e consapevolezza dei propri limiti. FREE DANCE ALLA PALESTRA “CIRO GENOVA” Si è svolta domenica 27 aprile la 5a rassegna “Free Dance” organizzata dalla Brodway Dance di Palermo in collaborazione con il Fitness Club Carini. Sotto la direzione artistica del coreografo e maestro di danza Renato Tumminia si sono esibite le migliori scuole di Danza moderna, Contemporanea, Classica ed Orientale. Un pubblico oceanico, più di mille presenze, ha seguito con entusiasmo le performance di vari gruppi. Una giuria capitanata dal famoso coreografo Manolo Casalino della trasmissione “La Corrida”, con grande professionalità ha valutato le varie esibizioni. Grande entusiasmo ha suscitato l'esibizione di danze orientali del gruppo del Fitness Club Carini di Lilly Di Francesco. Il successo della manifestazione, per la prima volta a Carini, ha creato un rapporto di collaborazione tra le due associazioni. La Fitness Club Carini ha affidato da settembre la direzione artistica per la Danza Moderna e Contemporanea al coreografo e maestro di Danza Renato Tumminia. Con il ringraziamento al Comune di Carini per la gentile concessione della palestra “Ciro Genova” si è conclusa una manifestazione che ha portato a Carini professionalità ed un movimento turistico non indifferente. La Fitness Club Carini comunica che il 22 Giugno 2014 alle ore 20 presso il Teatro Totuccio Aiello si terrà il XV Trofeo Ravanusa abbinato al saggio di Hip Hop creato da Stephanie Genova e di Danze Orientali creato da Lilly Di Francesco ospiti d'onore della manifestazione il gruppo “Fiesta Flamenca” di Guadalmedina. 42 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Carissimi lettori questo mese parleremo del pesce sciabola, o comunemente chiamato spatola. E' un pesce dalla forma allungata, schiacciata lateralmente, e spesso supera il metro di lunghezza. Completamente privo di squame, ha la carne bianca e consistente. Per riconoscerne la freschezza guardate sempre l’occhio che deve essere convesso, con la pelle bella argentata che addirittura passandoci le dita deve lasciare tracce argentee. E' considerato un pesce magro, molto digeribile e con un buon contenuto di acidi grassi Omega 3. Ecco la mia ricetta: Ingredienti: 1 pesce sciabola da circa 1kg 200 g di spinaci 70 g di uvetta 40 g di pinoli 4 cucchiai di pangrattato 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva Sale e pepe q.b Procedimento: Mettete a cucinare in poca acqua salata gli spinaci, scolate, freddate e strizzateli bene. Per facilitarvi il lavoro, fatevi sfilettare direttamente in pescheria il pesce, tagliate delle strisciette di circa 15 cm, e lasciatele marinare con del limone. Prendete una terrina, mettete gli spinaci, l’uvetta, i pinoli, il pangrattato, olio, sale e pepe, e impastate il tutto. Adesso prendete una striscietta di pesce, mettete un po' del composto, girate delicatamente e infine fermate con uno stuzzicadenti (come vedete nella foto), continuate così per tutto il resto. Man mano che fate gli involtini, metteteli in una teglia uno accanto all'altro. Finite il tutto con un filo d’ olio ed infornate a 180° per circa 25 minuti. Appena cotti, togliete gli stuzzicadenti, impiattate e servite... come ho fatto io! Ottimo risultato, provatelo anche voi. Alla prossima. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 43 Il nuovo programma tv di Flavia Fontana Ad aprile è partito il nuovo programma televisivo ideato e condotto da Flavia Fontana, A tu per tu con... un viaggio affascinante tra amici del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura, della politica e dell'imprenditoria con volti noti di carattere per lo più nazionali. Un format, spiega l'ideatrice e la conduttrice del programma Flavia Fontana, che si cimenta nella terra della nostra Sicilia per riscoprire e MAI dimenticare quelle strutture ricettive, teatrali e piene di verde insieme a personaggi molto conosciuti che creano parecchio appeal agli utenti. Inoltre, prosegue la Fontana, l'obiettivo della trasmissione non è solo quello di far conoscere il personaggio in questione, dal punto di vista professionale ma anche dal punto di vista umano, scavando più a fondo nel suo privato, nella sua vita intima ma soprattutto quello di dare dei MESSAGGI, forti, vivi e importanti attraverso la voce di volti noti che stanno sicuramente a cuore di molte persone sperando che possano far riflettere!!! Due messaggi forti e concisi sono stati già lanciati dai primi due personaggi. In questo modo, si cerca sempre più di sapere qualcosa di nuovo di quel volto nazionale che magari fino a quel giorno non si sapeva!!! Certo è un'impresa ardua, conclude Flavia Fontana, in quanto sappiamo benissimo che i personaggi tanto più sono conosciuti e tanto più preferiscono far meno sapere di loro, chiudendosi dentro un guscio di ferro e ben celato. Un programma comunque brioso, spontaneo, brillante, voluto fortemente dalla regia che ha curato tutto nei dettagli. Già tra gli intervistati nel format di Flavia Fontana l'attore Mario Pupella, che ha lanciato come messaggio quello di non bere soprattutto quando si guida e Sasà Salvaggio che invece ha dichiarato apertamente che il fumo fa male. Un programma con diffusione regionale in onda tutti i giorni su Cts (canale 90 del digitale terrestre) e su Azzurra Channel (canale 74 del digitale terrestre) ma che è possibile vedere anche sul web in ogni parte del mondo (www.ctsnotizie.it) e infine su Italica tv (canali 7 e 21) per chi vive in America e in Canada. 44 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Dacia Maraini - Rizzoli, 2012 È bello questo libro di Dacia Maraini. Il titolo, a prima lettura, lascerebbe evocare atmosfere romantiche, storie delicate di passione e intrecci vivaci che sanno di rapimenti d’amore. Non è così, il tema è quello amaro e triste della sopraffazione maschile sull’universo femminile. Ma mi piace questo equivoco, perché da solo contiene la cifra del libro: il paradosso dell’amore. Questo sentimento universale che dovrebbe spingere verso la sensibilità, l’armonia, il rispetto che invece viene umiliato da una continua, serrata violenza, aperta o sotterranea, che gli uomini, con la “u” molto minuscola, esercitano vigliaccamente contro persone più indifese: le donne. Il libro si compone di otto brevi racconti, molto scorrevoli, agili alla lettura e non solo per lo stile asciutto e rapido, ma anche per il desiderio di giustizia che ci spinge a cercare nelle ultime pagine un riscatto, se non una giusta vendetta. Ma l’occhio della narratrice qui è spietato, gelidamente spietato, ovvero: realistico. Così, i drammi e le tragedie che ci vengono offerti, cadono nella polvere dell’indifferenza, urtano contro il muro di gomma della superficialità, annegano nelle paludi dell’indifferenza. Come avviene quotidianamente in questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante. Il risultato, però, è sempre lo stesso: muore una donna. Questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante, non ha strumenti, non ha doti, non ha tempo, non ha voglia di salvarle, le nostre donne. Basterà ricordare qualche dato: il famoso Codice Rocco, tanto permissivo nei confronti del delitto d’onore come delle forme di stupro dichiarate, finalizzate a forzare il matrimonio, è stato riformato e abolito nelle sue parti chiaramente incostituzionali soltanto nel 1981. Questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante, ha ritenuto più urgenti temi come il divorzio (1974), la famiglia (1975), la chiusura di Carosello (1976), la RAI a colori (1977), i manicomi e l’aborto (1978), eccetera… prima di procedere alla riforma di quella indecenza che ci meritava una vergogna internazionale e che era il codice Rocco. Ma non è tutto, perché dopo di allora le violenze sulle donne, quelle sessuali a cui si ispirano le storie di Dacia Maraini, erano ancora ritenuti “delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”. Come se le donne non fossero persone ma oggetti decorativi degli ambienti pubblici. Occorrerà aspettare il 1996 per affermare il principio di civiltà giuridica per cui lo stupro è un crimine contro la persona. Questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante, che si parla addosso e si vanta di essere la culla della cristianità, per affermare e tutelare un principio cristiano di semplice rispetto della persona, a partire dalle brume dell’era primitiva, per staccarsi definitivamente dalla condizione di trogloditi, ha temporeggiato fino al 1996. Leggere il libro di Dacia Maraini, aiuterà a vergognarsi, ma forse aiuterà anche a diventare, ciascuno di noi, presidio di difesa dell’altra metà del cielo. MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 45 Giuha ed il capretto costoso Giuha aveva una vicina di casa anziana che possedeva un capretto denutrito, deperito e deturpato. Un giorno lo voleva vendere a Giuha, ma lui aveva rifiutato di comprarlo. La vecchia tornò a proporre il capretto a Giuha e ripeté questa proposta numerose volte, poiché aveva un enorme bisogno di denaro. Giuha aveva pietà di lei, se ne andò meditando un modo per vendere il capretto ad un prezzo tale da soddisfare la sua necessità. Il giorno seguente, Giuha tornò dalla vecchia e disse: "Domani vai al mercato e porta con te il capretto per venderlo". La vecchia gli disse: "Hai un compratore per lui?" Giuha disse: "Io sarò presente al mercato, contratterò con te il suo acquisto, ma non accettare un prezzo inferiore a cento dinari, e... attenta a non esitare finché sarà terminata la sua vendita". La vecchia si meravigliò delle sue parole, e prese l'iniziativa dicendo: "Oh Giuha, cento dinari? Che somma enorme! Le mie mani non hanno ricevuto niente per anni e anni, ma dimmi, perché lo vuoi comprare per cento dinari al mercato quando posso vendertelo qui per molto meno di quel prezzo?" Giuha disse: "Fai ciò che ti ho chiesto, e non esitare finché ti sarà possibile vendere il capretto". La vecchia disse gioiosa ed allegra: "Il nostro appuntamento è domani al mercato, Giuha". Il giorno seguente la vecchia andò al mercato, portò il capretto con sé ed eseguì ciò che aveva concordato con Giuha, propose il capretto in vendita, ma nessuno si avvicinò a comprarlo. Dopo un po' si presentò Giuha, la vecchia lo vide arrivare da lontano ed aveva con sé un bastone per misurare. Giuha girava tra i venditori con il bastone per misurare, poi si avvicinò alla vecchia come se non la conoscesse e le chiese: "E' in vendita questo capretto?" "Sì signore" disse la vecchia. Giuha prese a misurare la lunghezza del capretto, la sua larghezza e l'altezza numerose volte fino ad attirare gli sguardi della gente. La gente si meravigliò e si raggruppò intorno a Giuha ed al capretto. Poi Giuha cominciò a contrattare con la vecchia il prezzo del capretto, cominciando da un dinaro, mentre la vecchia gli chiedeva di aumentare il prezzo. Allora lui cominciò ad aumentare il prezzo. A questo punto la gente partecipava con Giuha ad alzare il prezzo del capretto finché il suo prezzo arrivò a trenta dinari. La vecchia disse: "Non lo venderò poiché vale molto più di quello". Giuha prese ad alzare il prezzo, la gente pure, fino a che Giuha giunse a novanta dinari, ma la vecchia disse: "Non lo venderò per meno di cento dinari". Qui Giuha manifestò il suo dispiacere e disse: "Magari avessi questa somma, se l'avessi lo comprerei immediatamente e senza esitazione". Poi la lasciò mostrandosi dispiaciuto e camminò per il mercato. Uno dei mercanti vide ed ascoltò ciò che era successo, e pensò che nel capretto ci fosse un gran segreto e lo comprò per cento dinari. Il commerciante si precipitò dietro a Giuha, lo fermò e gli disse: "Ti prego di farmi sapere il segreto del tuo interesse a comprare questo capretto e l'utilità che speravi avere dal suo acquisto". Giuha afferrò il capretto e cominciò a misurare la lunghezza e la larghezza, poi disse: "Se fosse stato più lungo di due pollici e più largo di uno, la sua pelle sarebbe servita per un tamburo per la festa di matrimonio di mia figlia". Poi salutò l'uomo sorridendo e si allontanò. ...nchia gnuranza!!! Carini: Corso Umberto I ore 17:30 Cittadino: “Scusi ma le sembra modo di lasciare la macchina in sosta?” Automobilista: “Quando ho preso la patente io tu ancora dovevi nascere!!!” 46 | ILVESPRO MAG-GIU 2014 Lo scorso 18 maggio, nel Palazzetto “Ciro Genova” di Carini, si sono tenute le gare Regionali MSP di Ginnastica Artistica, alle quali hanno partecipato con energia ed entusiasmo i piccoli e numerosi atleti dell'Associazione Aura Club di Carini. Il gruppo, formato da quaranta bambini guidato dagli insegnanti: Ottavio Bubbeo, AnnaLisa Mazzola e Rossella Ferrara, ha sbalordito genitori e presenti con “Percorsi a tempo”, “Corpo Libero” e “Trave” ottenendo diverse vittorie. Emozionante è stata la vittoria di Pericò Roberta, 1° posto della categoria Corpo Libero 10 anni, su 25 bambine provenienti da tutta la Sicilia; seguita dalle vittorie di: Gabriele Cusimano 1° posto categoria Corpo Libero maschile, Ferranti Dario 1° posto Percorsi motori categoria Pantere, podio completo Percorsi motori per la categoria Aquile con Genova Antonio 1° posto, Bubbeo Riccardo 2° posto, Iandolo Andrea 3° posto; ed infine 2° e 3° posto rispettivamente per Aiello Vito e Ferranti Diego nella categoria Micro-pulcini e 2° posto per Candela Ludovica categoria Pulcini. Ringraziamo i genitori ed i bimbi che con passione e costanza si sono allenati e naturalmente la scuola che ci ospita l'Ist. Comprensivo “Laura Lanza” di Carini. Felici dei risultati raggiunti vi auguriamo una buona estate e ci rivediamo a settembre! Associazione Aura Club - Via Donatello, 4 Carini (Pa) Sono di nuovo qui a raccontarvi come prosegue la mia vita sportiva. Come vi anticipavo nei mesi scorsi, il 15 e 16 marzo si è svolta la Coppa Italia ad Aversa. Nella categoria -37 avevo 5 avversarie: il primo incontro l'ho vinto a tavolino perché l'avversaria non si è presentata; nel secondo l'avversaria era la detentrice del titolo italiano della categoria (Campionessa Italiana 2013) che si chiama Emanuela Viglietti, ho subito una sconfitta per 8 a 7 e così mi sono classificata al 3° posto. Il 12 e 13 aprile a Gorle (Bergamo) si è svolta la Coppa del Presidente. Nella categoria -37 questa volta le avversarie erano 8: primo incontro vinto per ko (10 punti prima della fine del tempo) 10 a 0 contro Camilla Marenghi; nel secondo incontro ho lottato contro Smaali Sabrin ed ho vinto 3 a 2; nel terzo incontro ho combattuto con la veneta Giada Boscolo Meneguolo, contro la quale ho vinto per 12 a 2. Mi sono così classificata al 1° posto. Il 17 e 18 maggio si sono svolti a Catania i Campionati Italiani. Sempre la stessa categoria, 7 le avversarie di turno: primo incontro vinto per ko nuovamente contro Camilla Marenghi (poverina sempre lei…); secondo incontro combattimento contro la siciliana Carlotta La Rosa, vinto per 8 a 0; nel terzo ed ultimo incontro me la sono vista con Jessica Filippi contro la quale ho vinto per 7 a 0. Per il 2014 la Campionessa Italiana sono io!!! Adesso mi è arrivata la convocazione per partecipare ai Collegiali 2014. E' una convocazione importante per poter entrare a far parte della Nazionale Italiana “Azzurri 2014”. Siamo state convocate soltanto in 2, io e Giada Boscolo Meneguolo. Faremo dei combattimenti tra noi due e chi vincerà entrerà a far parte della prima squadra, chi perde va nella seconda. Lo scorso anno Giada era in prima squadra nella -32 per diritto di punteggio ed io sono entrata nella Nazionale come componente della seconda squadra. Quest'anno mi auguro di arrivare in prima squadra, visto che partiamo da un punteggio pari. Mi impegnerò col cuore, in ogni caso, anche se non dovessi riuscire ad essere prima, parteciperò in ogni caso ai Mondiali con la seconda squadra, che si terranno a Rimini dal 6 al 14 settembre. Un ringraziamento particolare va al mio allenatore Andrea Lucchese, che mi da tanti buoni consigli, ed ai miei genitori che mi aiutano ad andare avanti in questo sport. Ah, dimenticavo: Forza Italia!!!
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