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Reg. Tribunale di Palermo n° 22/2007 - Anno X numero 5-6 Maggio-Giugno 2014
C APACI - C ARINI - C INISI - I SOLA DELLE F EMMINE - T ERRASINI - T ORRETTA
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
Montagna Longa
5 maggio 1972
Pino Ciampolillo
assolto
Cinciallegra
pag. 16
pag. 32
pag. 6

www.ilvespro.it
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I luoghi di
Montalbano
pag. 36
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 3
SOMMARIO
06
36
Direttore Responsabile
Ambrogio Conigliaro
[email protected]
cell. 3389763840
Redazione
via Marconi, 35 - Carini
46
16
Cinisi-Terrasini
Fabio Zerillo
[email protected]
Rubriche
Flavia Fontana, Giovanni
Armetta, Pino Maranzano,
Pino Randazzo, Giampiero
Finocchiaro, Marcella Ruffino,
Antonio Oliveri.
05 Editoriale
CARINI
06 Montagna Longa 5 maggio 1972...
12 La Carini di un tempo
14 Fiera sotto le stelle
15 Le bugie del Sindaco di Carini
18 La scuola che vogliamo...
19 3rd Millenium Family Generation
20 Il Consiglio Comunale dei Ragazzi...
23 Dove si va?
26 Triangolare di calcio al Pasqualino
27 A proposito di rifiuti
31 Museo del rifiuto - Lo sviluppo...
39 Santa Rita
46 Campionati Reg. Ginnastica Artistica
Giorgia Russo Campionessa Italiana
33 Dio perdona... ed i Vigili Urbani pure
ISOLA DELLE FEMMINE
16 Pino Ciampolillo assolto
CINISI
22 Intitolata una via al garibaldino
Incrocio strampalato
VARIE
21 L’Isola che non c’è
28 Chi è e cosa fa un ufologo
30 Skillie Charles Orchestra
33 Su-Veni(r) ‘nta ‘sta gnuni
38 Il limone Interdonato
41 Le arti marziali - Free Dance...
43 A tu per tu con...
Pubblicità
[email protected]
cell. 3389763840
fax 0918660056
Editore
Icaro s.c.a.r.l.
RUBRICHE
Natura intorno a noi
32 Cinciallegra
Ars et Ratio
34 Maria Magdalena
L’Erbolario
35 Alloro
Il Paese del mese
36 Sulle tracce di Montalbano
Le ricette di Marcella
42 Involtini di pesce sciabola...
Lo abbiamo letto per voi
44 L’amore rubato
La fiaba del mese
45 Giuha ed il capretto costoso
Stampa
Tipografia Priulla
Palermo
Chiuso in Redazione il
24/06/2014
REDAZIONE
LA COPERTINA
La coda del
DC 8 Az112
schiantatosi
il 5/05/1972
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 5
EDITORIALE
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Magari qualcuno già festeggiava… ma noi ci siamo ancora. Che la crisi stia facendo strage
di posti di lavoro, di aziende grandi e piccole, di famiglie… ormai è assodato. Nello scorso
numero lamentavamo il comportamento poco corretto di alcuni sponsor, ma la crisi
porta a comportamenti scorretti anche ad altri. Le regole del mercato spesso,
purtroppo, somigliano a quelle della giungla, solo che là stanno in equilibrio affinché il
sistema non collassi, nel caso dell'uomo è proprio quest'ultimo l'elemento che crea
scompiglio e che spesso esagera.
Nel prossimo mese di settembre Il Vespro compirà 10 anni e questa sarà l'occasione per
un profondo restyling del giornale, che rimarrà sempre un free magazine, ovvero un
giornale gratuito, con l'obiettivo consolidato negli anni di fare informazione libera, di
raccontarvi quello che gli altri non vi dicono. Un giornale sempre più al passo con i tempi
e sempre più integrato con la rete e la connettività in movimento, con approfondimenti
multimediali e notizie in esclusiva. Vedrete e leggerete tante sorprese, perché noi siamo
testardi e vogliamo continuare ad esserci per informarvi. Anche questo numero, come il
prossimo, è bimensile: comprende i mesi di Maggio e Giugno, mentre il prossimo sarà
Luglio-Agosto. Da Settembre torneremo alle uscite mensili con il nuovo formato.
In questo numero troverete un lungo articolo sul disastro aereo di Montagna Longa del
1972, una riflessione approfondita su quanto accaduto in quel lontano 5 maggio alla
luce di tante piccole e grandi curiosità e coincidenze che caratterizzarono una sciagura
che vide la morte di 115 persone.
A proposito di informazione ai cittadini: non è certo la caratteristica del Sindaco di Carini,
che disinforma sulla situazione rifiuti (vedi la falsa notizia della vittoria contro il ricorso
presentato da Mondoconsumatori Carini e numerosi cittadini) e sui vantaggi del
progetto ARO che il Comune si appresta ad appaltare. Nel prossimo numero ce ne
occuperemo con uno speciale, mentre in questo ci limitiamo a sbugiardare il Sindaco.
Una buona notizia arriva da Isola delle Femmine, dove il nostro collaboratore Pino
Ciampolillo è stato assolto dall'accusa di diffamazione mossagli a suo tempo dall'ex
Sindaco Portobello. Il Giudice per l'Udienza Preliminare (GUP) lo ha assolto definendolo
“… premonitore di future verità”. Pino nel suo articolo incriminato, scritto per il numero
di aprile 2010 de Il Vespro, accusava l'amministrazione comunale di Isola delle Femmine
di non aver preso una netta posizione antimafia nella gestione della cosa pubblica. Circa
2 anni dopo Consiglio Comunale e Giunta venivano sciolti per infiltrazioni mafiose dal
Ministero degli Interni.
Tanto spazio allo sport e, come sempre, principalmente agli sport minori, quelli di cui
nessuno parla, presi come siamo dal dio calcio. La nostra Giorgia Russo è diventata
Campionessa Italiana di Kick Boxing, mentre al palazzetto “Ciro Genova” si sono tenute
per la prima volta gare regionali di Ginnastica Artistica che hanno visto la partecipazione
di atlete carinesi. Free Dance sempre al palazzetto, gare internazionali di Judo in Francia
con atleti carinesi, il maestro Battista Lo Monaco che ci parla delle arti marziali.
Come vedete, e come potrete leggere, non si vive di solo calcio… (a.c.)
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MAG-GIU 2014
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Due minuti di silenzio, 42 anni di misteri
di Ambrogio Conigliaro
Alcuni minuti dopo un boato e un grande bagliore
Era la sera del 5 maggio 1972 quando un aereo
raccontavano che l'aereo si era schiantato sulla montagna
dell'Alitalia, il volo AZ 112 proveniente da Roma, si
sovrastante Carini. Cosa accadde tra le 22:23 e le 22:24
schiantò sulla cima pietrosa di Montagna Longa, con i suoi
non lo sapremo mai. L'aereo finisce sul pianoro di
108 passeggeri ed i 7 membri dell'equipaggio.
Montagna Longa, si
In questi 42 anni tanto si è
spezza in più parti e
scritto, ipotizzato,
s'incendia; la prua ed i
raccontato. C'è pure stato
motori, insieme a
un processo, celebrato a
d i v e rs i p a s s e g g e r i ,
Catania, andato ormai in
rotolano sul versante di
giudicato con 3 gradi di
Carini, il resto rimane in
giudizio. Ci sono state pure
cima.
varie istanze di riapertura
La torre di controllo
delle indagini, tutte
percepisce quasi subito
sempre archiviate, l'ultima
cos'è accaduto ed in una
circa 1 anno fa.
comunicazione con il
Decine i giornalisti che si
centro di controllo di
sono occupati del caso,
Roma raccontano di un
come decine sono gli
aereo in balia di se
articoli scritti. Non ultimo
stesso
che è andato
Francesco Terracina, che
dritto
sulla
montagna,
nel suo lavoro “L’ultimo
salvo poi rettificare
volo per Punta Raisi”, Foto aerea del luogo dell’impatto dell’AZ112
quanto detto in sede di commissione di inchiesta,
compie un ottimo excursus sulle vicende del volo AZ112,
dichiarando di non aver visto e sentito nulla, ma solo di
che consiglio vivamente di leggere, testo dal quale
aver desunto…
provengono molte delle informazioni che troverete in
Il primo a dare l'allarme è il dott. Gino Governanti,
questo articolo.
farmacista di Carini, che racconta di aver visto passare un
Ma andiamo con ordine, cercando di evidenziare le strane
aereo in una rotta inusuale e subito dopo un bagliore su
coincidenze e/o anomalie che si sono riscontrate in
Montagna
Longa, ma dalla torre di controllo lanciano
questo evento doloroso.
l'allarme
ai
Vigili
del Fuoco dando indicazioni verso Monte
Il volo AZ112 parte da Roma alle 21:46 del 5 maggio 1972,
Pecoraro (la naturale prosecuzione di Montagna Longa
con circa 25 minuti di ritardo. In cabina di pilotaggio
verso nord, ovvero verso il mare), come se avessero visto
siedono il Comandante Roberto Bartoli (41 anni, 8.565
passare l'aereo sopra le proprie teste e sorvolare quindi la
ore di volo, 57 atterraggi a Punta Raisi) che nell'occasione
montagna in direzione Montagna Longa. Altri testimoni
svolge il ruolo di copilota; ai comandi c'è Bruno Dini (37
diranno di aver visto l'aereo seguire una strana rotta,
anni, 3.117 ore di volo, 8 voli su Punta Raisi come
parallela
a Monte Pecoraro, altri ancora racconteranno di
copilota); terzo membro in cabina di pilotaggio è il
averlo
visto
in fiamme prima che si schiantasse. Di parere
motorista Gino Di Fiore (28 anni, 1.124 ore di volo come
totalmente
differente i periti della Commissione di
motorista ma anche lui con il brevetto di pilota). Quindi
inchiesta
guidata
dal Generale Lino, che in meno di 2
tutti piloti esperti e che conoscevano bene l'aeroporto.
Nell'ultima comunicazione radio con la torre di controllo
di Punta Raisi è Bartoli che dice di essere “sulla verticale di
Punta Raisi e lascia i 5.000 piedi di quota per riportarsi
sottovento per la 25 sinistra”, ovvero procedono con la
discesa da 5.000 piedi (1.524 metri circa) in dirittura della
pista principale dell'aeroporto, quella parallela alla linea
di costa, ovvero entrando da Isola delle Femmine verso
Cinisi. Non c'è vento, il cielo è sereno, non c'è traffico
aereo e la visibilità è buona. L'ultima comunicazione
registrata dalla torre di controllo di Punta Raisi è una
conversazione tra il Dc8 ed un aereo russo che operava
sulla stessa frequenza radio (mai reso noto) e poi il
tentativo della torre di controllo di comunicare con
Bartoli, senza però ottenere risposta.
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settimane (9 giorni in tutto) tracceranno una rotta
completamente diversa, non suffragata da alcuna
testimonianza oculare, dando tutta la colpa ai piloti per
l'incidente.
I primi soccorritori arrivano in montagna ben oltre
mezzanotte, dopo essersi districati nel traffico dei carinesi
che cercavano di arrivare in cima per prestare aiuto e gli
impervi sentieri sterrati (la strada che oggi conduce alla
cima ancora non esisteva). Si presenta loro uno scenario
terribile, tra le fiamme alimentate dal cherosene
cominciano a contare i morti. Alcuni sono integri con i soli
abiti a brandelli, altri sono
carbonizzati, altri ancora
spiaccicati dall'impatto.
Sono distribuiti su un'area
di circa mezzo chilometro.
Comincia la veglia in
attesa dell'alba per poter
procedere al recupero dei
cadaveri.
Ma andiamo alle
stranezze ed alle curiose
coincidenze.
Il comandante nell'ultima
comunicazione con la
torre di controllo di Punta
Raisi indica la sua
posizione ed indica come
sarebbe atterrato,
procedura questa che
a v v e n i v a i n m a n i e ra
visuale e non strumentale.
Come possano aver
sbagliato di circa 7
chilometri la pista
andando a finire in
un'area totalmente priva
di luci a quasi 1000 metri
di altezza di differenza è
un mistero. E' plausibile
che 3 piloti esperti
(considerando pure il
motorista che aveva il
brevetto di pilota), che
hanno una visione
dell'area da 3 angolazioni
diverse abbiamo potuto
compiere un errore simile?
Perché la commissione di inchiesta (durata soltanto 9
giorni) guidata dal generale Lino ha stabilito una rotta che
ha portato all'impatto, smentita sia dai testimoni, dalla
sentenza del tribunale a dalle valutazioni tecniche dei
piloti?
Qualche mese prima dell'incidente (il 26 gennaio) il
radiofaro PAL che operava nella frequenza 355.5 Kc/s
venne spostato dall'aeroporto di Punta Raisi sul Monte
Gradara (a 16 km circa in direzione sud rispetto alla pista).
Chi avesse utilizzato i dati del radiofaro considerandolo
ancora nella vecchia collocazione, ovvero in prossimità
dell'aeroporto, si sarebbe diretto sul monte. Questa è
l'ipotesi che ha accreditato il tribunale di Catania,
sostenendo che l'aereo sarebbe arrivato su Monte
Gradara per poi virare a destra quasi per tornare indietro e
li avrebbe impattato con Montagna Longa. E' strano però
che non abbiano comunicato nulla alla torre di controllo
ed anzi, nell'ultima comunicazione, dicevano
esattamente il contrario. Il comandante Bartoli, atterrato
a Punta Raisi qualche giorno prima, può avere commesso
un errore così macroscopico? E poi, le ultime fasi
dell'atterraggio erano prevalentemente visive,
considerate le scarse apparecchiature di assistenza
all'atterraggio
dell'aeroporto, con
tutta la distrazione
possibile e tutti gli
e r ro r i s t r u m e n t a l i
possibili, come fai a
sbagliare un aeroporto
con la pista illuminata a
giorno con una
montagna buia ad oltre
7 chilometri di
distanza? E ricordiamo
sempre che in cabina di
piloti esperti ce
n'erano ben 3. E' come
se negli ultimi minuti, 2
minuti, l'aereo fosse
rimasto in balia di se
stesso, senza nessuno
ai comandi.
Ma continuiamo con le
stranezze tecniche,
prima di passare alle
coincidenze curiose.
L'aereo era dotato di
due ricevitori di segnali
radio per i radiofari.
Uno era sintonizzato
sul radiofaro di Monte
Gradara, l'altro su una
frequenza dove non
trasmetteva nessuno.
La scatola nera
dell'aereo presentava
il nastro di
L’Ora del 6 maggio 1972 r e g i s t r a z i o n e
strappato in corrispondenza di alcuni giorni prima
dell'incidente, poche ore dopo la sua istallazione.
Stranamente nessuno se ne era accorto e lo strumento
pare non segnalasse questa eventuale anomalia. Così
come non si è mai trovato il registro su cui i piloti
segnalano le anomalie riscontrate durante il volo e che va
consegnato ogni volta nell'ultimo aeroporto dove si è
atterrati (in questo caso quello di Fiumicino prima della
ripartenza per Palermo). Non furono recuperati
importanti dati dagli strumenti di bordo: ne la quota
segnata dagli altimetri ne tantomeno l'orario preciso
dell'impatto, nemmeno dagli orologi delle vittime… A
Punta Raisi non c'era copertura radar, cosa che invece
avveniva dal radar militare di Marsala, dove venivano
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“sacco edilizio di Palermo” insieme agli amici Salvo Lima e
annotate tutte le tracce che lo strumento “vedeva” nel
Giovanni Gioia. Fu anche beneficiario di complici
raggio di 500 miglia, e Punta Raisi ne dista poco più di 50.
concessione edilizie a Carini, con la cementificazione
La registrazione era manuale su appositi registri. Nessuno
selvaggia di quell'area dove pochi anni prima si prevedeva
ha mai chiesto di verificare cosa fosse riportato su tale
di realizzare lo stabilimento della FIAT (Baglio – Marina
registro, considerato che manca qualunque tipo di notizia
Longa – Piraineto) e poi, a seguito del rifiuto
(comunicazione radio, tracce radar, dati strumentali di
dell'amministrazione comunale della disponibilità di
bordo e dalla torre di controllo) sugli ultimi 2 minuti di volo
acqua, trasformata in una enorme colata di cemento con
dell'AZ112. Oggi quei registri non esistono più perché una
ville e villette. A nulla servirono le denunce dello studioso
norma degli anni '80 prevede che dopo 15 anni i
Vittorio Giustolisi sull'importanza archeologica del sito, di
documenti d'archivio di tutti i centri di difesa aerea vanno
cui si occupò la stampa nazionale compreso il telegiornale
distrutti. Anche i resti dell'aereo vennero eliminati in
dell'allora Canale Nazionale (oggi Rai 1). Ninetta Bagarella
tempi velocissimi e mandati a rottamare, senza che mai
nel maggio del 1973 sposerà il compagno latitante Totò
nessuno abbia pensato di far analizzare l'eventuale
Riina, boss in ascesa e futuro capo dei capi della mafia. A
presenza di esplosivo a bordo (nonostante le continue e
celebrare il matrimonio clandestino don Agostino
reiterate richiesta da parte dei familiari delle vittime).
Coppola, amico personale di Luciano Liggio, sacerdote in
Andiamo ora alle curiosità, che fanno del disastro aereo di
servizio a Carini in quegli anni, arrestato per mafia nel
Montagna Longa un vero contenitore di spunti per un libro
1974 dopo che gli inquirenti, indagando su numerosi
giallo.
Il coordinamento delle operazioni
di recupero delle salme e dei resti
dell'A Z112 fu affidato allora
colonnello Carlo Alberto Dalla
Chiesa (ucciso 10 anni dopo dalla
mafia), che per scongiurare atti di
sciacallaggio diede ordine di
sparare a vista su chiunque si fosse
avvicinato all'area della sciagura.
Le salme furono trasportare
all'aeroporto militare di
Boccadifalco e su di esse non
venne fatta alcuna autopsia, ne
rilevato eventuali tracce di
esplosivo. Si insinuò la notizia che i
piloti fossero ubriachi al momento
dell'incidente e, su pressione dei
loro parenti, venne allora
effettuata l'autopsia soltanto su di
loro. Esame che escluse
completamente la diceria.
Nemmeno in questo caso venne L’allora Colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa sul luogo del disastro
effettuato il test sugli esplosivi. Ad
sequestri di persona in Sicilia e in Italia, gli trovarono oltre
effettuare l'autopsia fu il dott. Paolo Giaccone, che verrà
100 milioni di lire provenienti dal riscatto di uno di questi.
ucciso qualche anno dopo dalla mafia. Tra i magistrati
Tenete a mente questi ultimi dati relativi ai sequestri…
impegnati a recepire le testimonianze di chi aveva visto
Sempre tra i passeggeri c'era Letterio Maggiore, nome
arrivare l'aereo verso Montagna Longa, poi da alcuni
sconosciuto ai più. Era stato il medico personale di
ritrattate, c'è il Sostituto Procuratore di Palermo
Salvatore Giuliano quando faceva il medico condotto a
Domenico Signorino, che si suicidò dopo essere stato
Montelepre ed aveva contribuito all'arresto di Gaspare
accusato da vari pentiti di essere colluso con la mafia.
Pisciotta, con il quale risultano documentate diverse
La scatola nera, subito dopo il ritrovamento, fu affidata al
lettere relative alla vicenda di Portella della Ginestra ed
colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo per essere
alla volontà del Pisciotta di rivelare la verità su quanto
portata nei laboratori romani dell'Alitalia ed essere
accaduto. Pisciotta venne avvelenato in carcere poco
decodificata. Il colonnello Russo sarà ucciso dalla mafia
prima che rivelasse le novità che aveva annunciato.
nel 1977… Rimaniamo in ambito giudiziario: tra i
A muovere dubbi sulla corretta conduzione dell'inchiesta
passeggeri del volo AZ112 erano presenti il Comandante
ministeriale e sulla sua rapidità fu, con alcune
della Guardia di Finanza di Palermo ed il magistrato
interrogazioni presentate in Parlamento, Pio La Torre
Ignazio Alcamo (la cui presenza tra le vittime ha
(curiosamente anche lui ucciso dalla mafia…) su
decretato lo spostamento del processo a Catania).
sollecitazione di Maria Eleonora Fais, sorella della
Quest'ultimo faceva parte della sezione per le misure di
giornalista de “L'Ora” e di “Paese Sera” Angela anch'essa
prevenzione del Tribunale di Palermo ed aveva proposto il
morta nell'incidente aereo. Angela in quei mesi stava
soggiorno obbligato per il costruttore Francesco Vassallo
collaborando con il collega di Ragusa Giovanni
e per Ninetta Bagarella. Il primo fu uno dei costruttori del
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Spampinato, che indagava su alcuni esponenti neofascisti
ed il terrorismo nero. Giovanni fu ucciso qualche mese
dopo inspiegabilmente senza motivo…
Nel 1977 il vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, invia a
diverse procure, 8 per la precisione, un dossier frutto di
alcuni anni di indagini. Secondo lui il 5 maggio 1972 quello
di Montagna Longa non è stato un incidente ma un
attentato organizzato da esponenti del terrorismo nero in
combutta con la mafia e con settori deviati dei servizi,
Le bare allineate lungo il sentiero
collaborazione provata nel tempo da una serie di
sequestri di persona e di atti eversivi finalizzati a creare
quella che, anni dopo verrà, chiamata “strategia della
tensione”. Una collaborazione continua che emergerà
maggiormente negli anni quando Giuseppe Peri non ci
sarà più, morirà nel 1982 la notte del 1 gennaio per un
infarto, dopo aver brindato in servizio con i colleghi. Nel
suo rapporto, mai preso in considerazione da nessuno,
anzi stranamente “smarrito” in molte procure, Peri mette
in relazione alcuni sequestri di persona che erano
avvenuti in Sicilia ma anche nel resto d'Italia, gestiti dalla
mafia insieme ad “altri”. Il rapporto, lungo ed articolato,
prende spunto dall'omicidio del Procuratore Pietro
Scaglione, avvenuto il 5 maggio del 1971, esattamente 1
anno prima dell'incidente dell'AZ112 e prosegue
ricostruendo trame e collegamenti tra boss di primo piano
della mafia, eversori di estrema destra ed ambienti
massonici. Il risultato fu il trasferimento del vicequestore
ed il suo isolamento… Del “rapporto Peri” si erano perse le
tracce e se ne sarebbe persa la memoria se non avesse
provato a recuperarlo la tenace Maria
Eleonora Fais, che ne ebbe una copia nel
1997. Anche qui una strana coincidenza: a
recuperare dagli archivi polverosi della
Procura della Repubblica di Marsala il dossier
era stato Paolo Borsellino alla fine del 1991,
pochi mesi prima di venire fatto saltare in aria
in via D'Amelio.
I pezzi del relitto dell'AZ112 non furono mai
messi a disposizione dei piloti dell'ANPAC per
essere analizzati. A vietarlo fu il direttore
dell'aeroporto militare di Boccadifalco, il Generale Alfio
Mangano, in seguito espulso dall'aeronautica militare
quando si scoprì essere iscritto alla Loggia Massonica P2 e
coinvolto nel fallito golpe “Borghese”. I nastri della torre di
controllo di Palermo evidenziarono cancellature e
manomissioni.
Il processo sull'incidente dell'AZ112 prende il via nel
dicembre del 1981 con il rinvio a giudizio degli imputati (il
direttore dell'aeroporto ed alcuni funzionari). Il
dibattimento inizia il 15 aprile 1982 e si conclude dopo 12
giorni, il 27 aprile, con l'assoluzione degli imputati e la
colpa data ai piloti, deceduti nell'incidente. L'appello
prende il via il 2 giugno 1983 per concludersi dopo 11
giorni, il 13, con la conferma della sentenza di assoluzione.
Il 4 aprile del 1984 la Cassazione respinge il ricorso verso il
giudizio di appello. I 3 gradi di giudizio sono stati
rapidissimi, al pari della commissione di inchiesta. I
colpevoli erano già stati decisi, mentre nessuna parola
sulle deficienze tecnologiche dell'aeroporto e sulle
responsabilità di chi lo gestiva.
Alcuni anni fa la trasmissione della RAI “Chi l’ha visto”
riaprì la ferita dei parenti con uno speciale in trasmissione
che sollevava non pochi dubbi su tutta la vicenda e sui
numerosi punti oscuri (vedi il QRC per il link al servizio).
Ci sono pure state numerose richieste di riapertura delle
indagini, tutte puntualmente rigettate dalla Procura di
Catania. L'ultima, in ordine di tempo, quella del Generale
dei Carabinieri (in pensione) Antonino Borzì, che
nell'incidente perse il fratello Rosario, nel marzo del 2012;
respinta dalla Procura di Catania nel giugno 2013.
Nell'istanza si contestano vari punti dei due processi:
dall'impossibilità dei familiari delle vittime di poter
visionare gli atti processuali o poter confutare gli esiti
della commissione di indagine; la ritrattazione di
numerosi testimoni delle dichiarazioni rese nelle prime
deposizioni, con l'aereo che cambia misteriosamente
ro tta o t ra i etto r i a ; a l c u n i , n e l l ' i m m e d i atez za
dell'incidente raccontano di un aereo già in fiamme che va
a schiantarsi sulla montagna, salvo poi ritrattare tutto
mesi o anni dopo. Un altro evento curiosamente sfuggito
alla commissione di inchiesta ed ai magistrati dei 2
processi, è l'esercitazione NATO “Dawn Patrol” che si è
svolta proprio quel giorno lungo la rotta del volo AZ112,
con l'uso di aerei militari, che portarono a diverse
lamentele di piloti civili in servizio quel giorno, tenuti
all'oscuro della cosa fino a pochi minuti prima del decollo
o dell'atterraggio. Le foto dei resti dell'aereo, fatte dalla
Polizia Scientifica nell'immediatezza della sciagura,
evidenziano degli strani fori circolari in prossimità delle
parti posteriori della coda dell'aereo. E' un'ipotesi da
verificare, ma sembrerebbero dei fori di proiettile di arma
da guerra. Il Generale Borzì formula la
richiesta a seguito della caparbietà nella
rilettura di tutte le carte processuali da parte
della figlia Erminia, un vero segugio, che,
ricontattando giornalisti e storici (tra questi il
prof. Casarubea) ha raccolto diverse
discrepanze ed anomalie procedurali negli
atti del processo.
Dopo 42 anni, quei 2 minuti di silenzio
sembrano un secolo.
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
Nei plastici di Vito La Fata nel
decennale della scomparsa
Vito La Fata era un abilissimo ebanista carinese che, dopo
aver concluso la sua attività lavorativa a settant'anni,
leggendo il volume realizzato dall'architetto Basile sul
Castello di Carini, rimase profondamente colpito dalla
storia del proprio paese. Decise allora di mettere in
pratica la sua manualità nel lavorare il legno e, dopo aver
approfondito con letture su architettura e stile, con un
lavoro paziente, tenace e minuzioso, riprodusse i
principali monumenti carinesi: il Castello La Grua
Talamanca, il Duomo, la chiesa di San Vito, la Fontana di
Piazza Duomo, la “cascata” del “Passo d'Acqua”.
Tutte le riproduzioni in miniatura dei monumenti
sono stati realizzati su compensato disegnato e poi
rivestito di legno e sughero, in scala e su disegni
originali. Quasi tutti riproducono architetture non
più esistenti, perché andate perdute nel tempo, ma
ricostruite grazie agli studi approfonditi fatti dal sig.
Vito.
Il primo lavoro realizzato è stato il Castello, risalente
al 1996, che per le particolarità e la complessità è
stato quello che ha dato l'input alla realizzazione
degli altri lavori. Ed ecco allora la Chiesa di San Vito
con il portico non più esistente, la Torre Di Vita
riprodotta partendo da una foto del 1924, l'antica
fontana dei “10 cannoli” non più esistente, la
Chiesa Madre e la “Cascata”.
Tutte le opere di Vito La Fata
sono esposte al Castello La Grua
Talamanca per volontà della
famiglia, per far visionare alla
c i t t a d i n a n za m a a n c h e a i
numerosi turisti questi
capolavori di miniatura
architettonica e per rendere
grazie ad un uomo che tanto
amore ha dimostrato per la sua
città.
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14 | ILVESPRO
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Kristian Andrew Thomas Cipolla
Carini da una mano a chi è meno fortunato. È
proprio Carini che si sta muovendo. La Carini
migliore, la Carini delle professionalità,
dell'Associazionismo, della cultura, degli
imprenditori che non si rassegnano all'idea di un
paese sempre più sprofondato in un degrado
inaccettabile.
Due serate all'insegna del sorriso, della buona
musica e della solidarietà fortemente volute dalla
Tipografia Pistone, che ha intercettato
nell'Accademia Musicale Mediterranea il partner
ideale per la direzione artistica dell'evento, avendo
quest'ultima intrapreso una intensa attività di
promozione culturale del territorio attraverso la
realizzazione, in totale autonomia economica, più
di 60 concerti negli ultimi tre anni circa.
Sabato 26 Luglio e Domenica 27 si accenderanno i
riflettori su un evento che vedrà partecipare artisti
del calibro di Ivan Fiore, i fantastici TreTerzi, Marika
Riggio danzatrice aerea, Evergreen che
accompagneranno i migliori talenti dell'Accademia
Musicale Mediterranea, animazione per ragazzi e dj
set (nella giornata di Sabato).
Come detto tutto finalizzato alla beneficenza...
Sono già stati emessi dei biglietti dal costo
simbolico di 1 euro per una lotteria il cui ricavato
verrà devoluto in beneficenza ad “Amunì
Associazione Mani Unite ONLUS” che con questi
proventi acquisterà un mezzo per il trasporto dei
bambini della scuola "Stella Maris" di Massawa in
Eritrea.
Troveranno spazio anche stand espositivi di tutte le
aziende che hanno dato un contributo a vario titolo
offrendo servizi o con un concreto sforzo
economico, quanto mai prezioso in un periodo così
difficile come quello che viviamo. Uno spettacolo
totalmente gratuito che coinvolge tutti dai più
piccoli ai più grandi, musica, colori e tanto altro per
riportare luce ad un luogo che per anni è stato un
punto di aggregazione giovanile e che ormai da anni
invece vive un degrado e un abbandono che non ne
onorano la funzione sociale fondamentale...
Stiamo parlando della Villa Comunale di via Ascoli
accanto al campo sportivo Agliastrelli caduto in un
degrado inaccettabile, così come del resto tante
altre zone di Carini. Un doveroso ringraziamento ai
numerosi sponsors come Expert Pistone, Conad
l'Arcipelago, Circolo Vernagallo, Aiello Ceramiche,
Adragna Trasporti, LP Service, Frank’s Pizza,
Francesco Zingale Group, Dolceforno, Sicil Security,
Comune di Carini e a tante altre aziende.
Non mancate ad un evento che da quest’anno, ogni
anno, vedrà crescere la propria importanza e
contribuirà a ridare a Carini un ruolo di attrattiva
culturale e turistica che le spetterebbe di diritto.
Ad maiora semper.
Contatti utili:
Pistone Tel.3735315297
Accademia Musicale Mediterranea Tel.3920428880
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 15
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
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un caso di “comunicazione disperata” da parte del Sindaco
di Carini, probabilmente preoccupato che i cittadini di Carini si rifiutino di pagare gli imminenti
bollettini TARI relativi alla nuova tassa sulla raccolta dei rifiuti.
Una serie di comunicati stampa inviati alle emittenti
locali e giornali da parte del Sindaco annunciava la
vittoria da parte del Comune di Carini nei confronti
del ricorso presentato da Mondoconsumatori ed
alcuni cittadini di Carini, contro l'aumento della
TARSU da parte dell'Amministrazione Comunale
carinese.
In conseguenza di ciò, lo scrivente veniva contattato
dal referente di zona del Giornale di Sicilia per
rilasciare una eventuale dichiarazione vista la vittoria
da parte del Comune. Con grande sorpresa, anche del
collega giornalista, si scopriva che il Comune non
aveva vinto nulla. C'era stato soltanto un
pronunciamento da parte del TAR di Palermo sulla
richiesta di sospensiva del provvedimento di
aumento della TARSU, senza il Tribunale fosse entrato
nel merito delle ragioni dei ricorrenti. L'indomani il
titolo del Giornale di Sicilia traeva in inganno più di un
cittadino: “Tassa sui rifiuti a Carini, nessuno sconto. Il
TA R ha respinto un ricorso di cittadini e
Mondoconsumatori che chiedeva la sospensiva
sull'aumento della TARES del 32,6%”. Tanti errori in
poche parole. Poi nell'articolo il testo ha un altro tono:
“…in questa fase il TAR non ha espresso quindi alcuna
valutazione sulla legittimità degli atti comunali. Per la
decisione definitiva si deve ancora aspettare.”
Questo il pronunciamento, come da sentenza:
“Rilevato che, in disparte le questioni attinenti al
fumus boni juris, il ricorso difetta palesemente di
periculum in mora, atteso che, in esito all'eventuale
accoglimento del ricorso, i ricorrenti ben potrebbero
proficuamente agire in ripetizione avverso l'Ente
locale, come noto non soggetto a fallimento;
Ritenuto, comunque, opportuno compensare le spese
del presente giudizio cautelare;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia,
Sezione Prima, respinge la domanda cautelare svolta
dai ricorrenti.
Compensa integralmente fra le parti le spese del
giudizio cautelare.”
Come riporta Wikipedia, l'enciclopedia mondiale
online: “… Nel caso di danno esclusivamente
patrimoniale è attualmente sostenuto
dall'orientamento prevalente che la possibilità di
ottenere il risarcimento del danno sia di per sé
sufficiente ad escludere l'irreparabilità del danno...”.
Proprio l'interpretazione del TAR che ritiene il
Comune di Carini “non soggetto a fallimento” come
un'impresa privata e quindi i cittadini, se pagano,
potrebbero a seguito dell'eventuale accoglimento del
ricorso, richiedere il rimborso.
Immaginatevi cosa sarebbe accaduto se il TAR avesse
disposto invece la sospensione del provvedimento:
Bilancio preventivo 2013 del Comune di Carini da
rifare a causa dell'impossibilità di iscrivere nello
stesso oltre 2.000.000 di euro di entrate presunte
della TARSU, ovvero Comune di Carini in dissesto e
tutti a casa.
La stessa memoria difensiva, presentata dall'avvocato
del comune, lascia spazio alle ragioni dei cittadini,
accusati di aver presentato il ricorso soltanto per
ottenere lo sgravio dell'80% della tariffa, quale effetto
dei disservizi nella raccolta dei rifiuti. Sempre
secondo l'avvocato lo sgravio è previsto pure dalla
TARSU, nella misura del 40%, e per il quale i cittadini
potranno rivolgersi al giudice tributario (atto che
Mondoconsumatori farà con i cittadini che vi si
rivolgeranno non appena il Comune di Carini
notificherà i primi accertamenti senza alcuna mora o
sanzione, così come previsto dalle norme vigenti). E
siamo sempre in attesa di una risposta alle note
inviate agli amministratori di Carini in questi mesi,
note che non hanno avuto mai alcun riscontro da
parte loro.
I fatti, comunque andrà a finire, evidenziano
comunque una cosa: l'amministrazione comunale ha
iscritto in bilancio delle somme che non riscuoterà
mai, sapendo benissimo che in ogni caso i cittadini
persevereranno nei ricorsi avendo la ragione dei fatti
dalla loro. Ed il Comune non incasserà mai diverse
centinaia di migliaia di euro iscritte in bilancio come
entrate presunte ma pagate in solido come spese
certe. Il passaggio successivo sarà la richiesta di
intervento della Corte dei Conti sull'operato
dell'amministrazione comunale, per chiedere la
verifica sulla responsabilità dei nostri amministratori
nei debiti procurati al comune di Carini.
16 | ILVESPRO
MAG-GIU 2014
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Il Giudice: “E' stato premonitore di future verità…”
Tutto prendeva spunto da un articolo su Il Vespro dell'aprile 2010 dal titolo “La kupola
della politica a Isola delle Femmine”.
A seguito dell'articolo l'allora Sindaco di Isola delle Femmine, Gaspare Portobello, aveva
querelato il redattore dello stesso, Pino Ciampolillo, per diffamazione, in quanto secondo
il querelante aveva associato il nome dell'amministrazione comunale ad ambienti
riconducibili alla mafia siciliana.
Il 6 novembre 2012 il Pubblico Ministero del Tribunale di Palermo formulava la richiesta di
rinvio a giudizio nei confronti di Ciampolillo per rispondere del reato di diffamazione
aggravata (comma 3 dell'art. 595 del Codice Penale) chiedendo la condanna a 6 mesi di
reclusione ed al pagamento di 500 euro di multa.
Pino Ciampolillo, difeso dall'avvocato Fabio Falcone, decideva di ricorrere al rito
abbreviato e, dopo alcune udienze interlocutorie, si addiveniva all'udienza decisoria,
tenutasi lo scorso 30 aprile davanti al Giudice dell'Udienza Preliminare, dott. Lorenzo
Matassa, il quale assolveva Pino Ciampolillo “perché il fatto non costituisce reato”.
Interessante la motivazione con la quale il giudice assolve Ciampolillo: “… da questo
punto di vista, quindi, tutto ciò che il Ciampolillo aveva rassegnato (in termini di
descrizione generale del contesto politico-amministrativo del Comune) – nell'articolo oggi additato ad evidenza
diffamatoria – poteva dirsi vero e, addirittura, premonitore di future verità. …Nel nostro caso – ribadiamo – la critica
politica posta dal Ciampolillo aveva natura di verità, dimostrata dai successivi provvedimenti del Prefetto e del
Ministro degli Interni e addirittura culminata con l'incandidabilità dell'odierna Persona Offesa sancita da una
sentenza del Tribunale di Palermo del 17/06/2013”.

Si è svolto a Marsiglia (Francia) lo scorso 8 maggio il Torneo Internazionale
a squadre maschile e femminile
Quarantotto squadre partecipanti dalla categoria ragazzi a
junior maschili e femminili che dai paesi limitrofi quali la
Spagna, Portogallo, Austria, Belgio ed Italia hanno dato vita
ad una edizione di tutto rispetto di questo criterium che ogni
anno raduna tantissime squadre.
Dall'Italia presenti la Judo Marassi di Genova, nella categoria
cadetti, il Judo Torres e la Judo Club di Carini, nella categoria
esordienti A, e proprio quest'ultima ha raggiunto un
brillantissimo terzo posto, nella categoria ragazzi (20022001) dopo aver perso in semifinale e per un solo incontro,
contro la fortissima formazione di casa del Judo Provencial 1.
Battuti nella fase eliminatoria nell'ordine, il JMG di Lione,
AUX di Marsiglia, il Judo Provencial 2 e la locale formazione
del Judo Istres, lasciando sempre a zero la squadra avversaria come incontri vinti.
Accompagnati dal tecnico Giovanni Cocheo, la squadra era composta da Erasmo Giambona a 34 kg, Santelises Rojel a 38,
Gabriele Pisciotta a 46, Aleandro Zarcone a 42 e Gianluca Leone nella categoria oltre, tutti prodotti del vivaio societario. In
prestito Galloul Cerine nella categoria femminile dei 36 kg.
Palazzetto gremito in ogni ordine di posto, in Francia il judo è seguitissimo ed è solo dietro allo sport nazionale delle bocce e
rugby.
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MAG-GIU 2014
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
Inaugurato salottino eco-sostenibile alla Calderone
In un paese sempre più sepolto dai propri rifiuti, che spesso sono invece nuove
risorse non valorizzate, in un’epoca indirizzata verso il consumismo sfrenato
che basa la propria economia sul nuovo ad ogni costo per mantenere vivo il
mercato, l’iniziativa portata avanti in questi anni dall’associazione “’a
Strùmmula” è una bella nota di intelligenza e di coscienza, verso un mondo
consapevole delle proprie risorse e delle proprie economie. (a.c)
Mercoledì 4 giugno 2014, presso l'Istituto Comprensivo
Carini-Calderone-Torretta, ha avuto luogo l'inaugurazione
del “salottino eco-sostenibile” progettato e realizzato dai
15 studenti di età compresa tra i 13 e i 14 anni, che hanno
preso parte, nel dicembre 2013, al laboratorio “TI
JETTU?…T'AZZIZZU!” promosso dall'associazione 'a
Strùmmula.
Un percorso di partecipazione e cittadinanza attiva che ha
condotto gli studenti, alla personalizzazione e
rifunzionalizzazione degli spazi scolastici tramite l'utilizzo
di linguaggi artistico-espressivi, e nello specifico, alla
progettazione e realizzazione, tramite l'utilizzo di materiali
da riciclo, di oggetti di arredo scolastico destinati
all'abbellimento degli spazi dell'Istituto. Gli stessi oggetti
sono stati poi allestiti presso Piazza Duomo e presso il
Borgo Medievale di Carini, fungendo da arredo urbano in
occasione della manifestazione “Un Natale al centro
commerciale? Sì! Ma… in quello naturale!”.
Un percorso ludico-didattico incentrato sul concetto di
“spazio pubblico” inteso come bene comune da tutelare e
valorizzare e finalizzato alla promozione di una scuola più
accogliente e calorosa, all'interno della quale potere
sviluppare le personali capacità espressive e comunicative
in vista di un efficace sviluppo emotivo e sociale.
Durante l'inaugurazione sono intervenuti, l'Assessore ai
servizi sociali del Comune di Carini, Monia Arizzi, il vice
preside dell'Istituto, Salvatore Amato, il presidente di 'a
Strùmmula, Salvatore Massa, il referente territoriale di 'a
Strùmmula, Rosalba Ruffino, che ha presentato l'escursus
didattico-educativo del laboratorio, e Simona Ferranti, una
studentessa che ha raccontato la sua esperienza all'interno
del laboratorio.
Erano presenti altresì, Virginia Monteleone, segretario del
consiglio direttivo del comitato dei genitori e Daniele Gambino,
presidente del Consorzio CCN Carini Centro, promotore insieme
all'associazione 'a Strùmmula e al Comune di Carini, del progetto di
animazione territoriale “Il Natale che vogliamo, nel paese che
sogniamo”, all'interno del quale era inserito il laboratorio “Ti
jettu?...t'azzizzu”.
MAGGIORI INFORMAZIONI su:
www.ilnatalechevogliamonelpaesechesogniamo.wordpress.com
e sulla pagina facebook dedicata al progetto.
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 19
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di Emanuela Leto e Cettina Surdi
Dal 9 al 13 aprile 2014 l'associazione Carinese di volontariato Speranza ,per
l'assistenza ai diversamente abili, ha ospitato il penultimo meeting relativo
al progetto Grundtvig 3rdMilleniumFamily-Generation. All'incontro
hanno partecipato i rappresentanti delle Nazioni europee coinvolte: Spagna, Francia, Turchia, Germania e Italia.
I partners europei sono stati accolti da una performance dei ragazzi dell'I.C.Laura Lanza, sede della rete Grundtvig
Forwad di cui l'associazione Speranza fa parte.
Le attività antimeridiane, si sono svolte presso l'attrezzatissimo laboratorio d'Intercultura dell'istituto, mentre nel
pomeriggio, i lavori sono continuati presso i locali dell'associazione, con un workshop intergenerazionale, sui giochi di
ieri e di oggi, durante il quale i rappresentanti delle tre generazioni
hanno realizzato ,con materiali poveri, alcuni prototipi di semplici
giochi di una volta, nonché cartelloni abilmente decorati, sui giochi
usati dai nonni ai loro tempi, dai genitori e dai ragazzi di oggi, allo
scopo di evidenziarne le differenze. Si è giunti alla conclusione che in
tempi passati ci si divertiva con poco e sicuramente si giocava di più
con il gruppo dei coetanei ,a differenza di oggi in cui i ragazzi tendono a
prediligere giochi elettronici, che poco incentivano la socializzazione.
Durante il secondo giorno di meeting, svoltosi sempre presso i locali
dell'associazione Speranza, si sono definiti gli obiettivi da raggiungere
da qui all'incontro finale che si terrà in Francia a Bordeaux dal 25 al 29
giugno 2014. Il terzo e ultimo giorno di meeting è stato dedicato a una
visita culturale presso le magnifiche rovine di Segesta con pranzo
finale con piatti tipici della nostra tradizione.
Il progetto si concluderà con la realizzazione di un video ,con i
rappresentanti delle tre generazioni, dei cinque paesi coinvolti, che danzeranno nei luoghi più belli della città francese
di Bordeaux ,sulle note di “Happy”
1° Workshop Progetto Grundtvig Thanks
Grundtvig Forward Network
Il 12 maggio 2014 nell'ambito del progetto Grundtvig Thanks,il
Grundtvig forward network ha organizzato il 1°workshop dal titolo:
“The important of European election-day in Italy”. Alle attività hanno
partecipato attivamente alunni e genitori delle classi della sez. Grand
Tour e della 3 Pitagora dell'I.C. Laura Lanza-Baronessa di Carini.
I ragazzi, trasformatisi in
docenti per l'occasione,
hanno abilmente illustrato
ai genitori l'importanza di essere parte dell'Unione Europea, nonché le sue
principali funzioni, al fine di sensibilizzare gli adulti alla partecipazione alle
elezioni europee del 25 maggio.
Non è mancato un questionario di verifica degli apprendimenti, a conclusione
delle attività. I genitori si sono rivelati studenti capaci e attenti superando la
prova a pieni voti.
Obiettivo di questo primo workshop è stato sottolineare come il primo passo
per essere cittadini attivi sia la conoscenza delle funzioni dell'U.E., nonché la
partecipazione alle imminenti elezioni del Parlamento Europeo.
20 | ILVESPRO
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MAG-GIU 2014
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
Come tradizione vuole, al palazzo comunale di Carini il suono della
campanella ha dato inizio alla seduta del Consiglio dello scorso
trenta aprile. Serietà, compostezza e ordine hanno caratterizzato
l'insediamento del Presidente e Vicepresidente dell'assise dei
Consiglieri dei Ragazzi eletti in quella mattinata. A ricoprire le
cariche due alunni della Commissione dell'IC “Calderone” di
Carini. Una votazione sudata quella di Alberto Fabio Ferranti,
alunno della classe I L, ripetuta ben due volte, a seguito del
mancato raggiungimento del quorum della maggioranza assoluta
alla prima manche. Per Alessia Ferranti, alunna della classe III F, è
bastato, come da regolamento, la maggioranza relativa. Due
alunni della scuola “Calderone” quindi si sono accaparrati le
maggiori cariche, sebbene entrambi i ragazzi hanno ribadito che il
sostegno e la collaborazione dell'intero Consiglio Comunale dei
Ragazzi è fondamentale, per cui a loro soltanto il ruolo di farsi
portavoce delle iniziative che i componenti vorranno esporre
all'assemblea sia dei pari che degli adulti.
Nella proposizione della propria candidatura Alberto, già
vicepresidente nella precedente legislatura, ha puntato sul
proprio <<forte entusiasmo di vedere la città di Carini più viva,
cominciando con l'iniziativa dei balconi fioriti e della
valorizzazione dei beni culturali>>. Per Alessia, invece, è
importante dar voce ai ragazzi, in particolare alle ragazze, le tanto
discusse quote rosa, che <<sono certamente più sensibili a certe
problematiche, perché più pratiche; sanno gestire in maniera
efficiente il bilancio familiare, sono instancabili lavoratrici>>.
Sebbene la storia ha fatto della politica una esclusiva competenza
del genere maschile, secondo Alessia, un giusto equilibrio di forze
– uomini e donne – può garantire il raggiungimento del bene
collettivo.
Obiettivi convincenti e vincenti.
Nel caso di Alberto si può aggiungere anche un altro ingrediente: la
caparbietà. Prima di arrivare alla votazione del trenta aprile, i sei
ragazzi consiglieri della scuola “Calderone” si erano riuniti per
discutere sulla proposizione della candidatura e in quella riunione
oltre Alberto si era proposta anche Alice Russo della II I. Si era
allora reso necessario fare le primarie, quella votazione interna
che decreta un unico nome del gruppo da proporre. Tutto secondo
le regole anche allora: discorso di presentazione, obiettivi,
campagna elettorale nonché votazione a scrutinio segreto. Il
risultato fu per ben due volte di parità tra i due candidati, che fermi
e convinti nella loro volontà hanno deciso di affrontare la
votazione ufficiale, consapevoli del rischio della frattura interna al
gruppo.
Le urne, però, hanno dato ad Alberto un esito positivo.
Le attività del Consiglio sono proseguite con la trattazione
dell'altro punto all'ordine del giorno che riguardava la
formulazione di iniziative da mettere in atto per dare lustro alla
nostra città per il patrimonio di beni culturali che in certi casi giace
nascosto e oscurato da incuria e trascuratezza.
Tutti i ragazzi hanno mostrato consapevolezza della ricchezza di
cui gode Carini e formulato proposte interessanti e fattibili, di cui si
darà nota prossimamente.
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 21
    
Sognata dai filosofi ma da sempre sotto i nostri piedi
Dopo una settimana di lavoro senza sosta e senza pace,
mi lancio sul divano per sprofondarci. Il divano è la mia
piccola isola felice di serenità.
Accendo la tv, ma dopo pochi minuti ne sono turbato e
direi sconvolto, il divano sembra un vulcano in eruzione
che mi avvolge e le immagini in tv mi cadono addosso
come lapilli incandescenti e mi avvolgono come stelle
filanti.
Spengo la tv e fuggo lontano da quell'isola ormai infelice.
La tv mi aveva catapultato in un mondo pieno di tragedie
e disgrazie.
Adesso seduto sopra il cesso
provo a placare la mia ansia ed
a capire il perché del mio
sconvolgimento. Da persona
adulta e matura capisco che
questo è l'andazzo e quindi la
normalità della vita. Per
contrappeso mi sforzo di
pensare che nel mondo vi sono
anche tante cose belle ma mi
blocco sempre su una
domanda: ma è proprio
inevitabile che vada sempre
cosi'? E poi, perché la vita non
può essere felice e
disintossicata da queste brutte disgrazie? Qual'è
l'elemento che accomuna tutte queste bruttezze del
mondo?
La mia unica risposta è sempre: l'uomo.
L'uomo influisce su ogni evento della propria vita e quindi
su quella dell'umanità. Infatti se ci pensate bene quasi
ogni disgrazia è colpa dell'uomo.
Esempi: gli incidenti stradali perché accadono?
Qualcuno non ha rispettato i limiti di velocità o il codice
della strada, le auto non sono davvero sicure, qualcuno
non ha fatto bene il suo lavoro e la strada non è sicura...
Un altro esempio: tutte le malattie che ci colpiscono e ci
fanno morire? Non è colpa semplicemente della natura
ma quasi sempre dell'uomo. Se le persone seguissero i
consigli degli specialisti, se la gente facesse dei check-up
periodici e seguisse le giuste cure, se i medici e le case
farmaceutiche fossero davvero competenti,
disinteressati, liberi e non seguissero interessi
economici, se le industrie e i grandi marchi non
inquinassero e non utilizzassero prodotti nocivi, se il cibo
fosse prodotto e trattato in maniera naturale e
controllata... allora si morirebbe solo per malattie per le
quali la colpa sarebbe solamente della natura e del
destino.
di Luca Russo
Questi sono solo due esempi, ma ne potremmo fare a
centinaia e se volete provateci anche voi. Ne troverete
tantissimi e tutti riconducono ad un solo colpevole:
l'uomo... noi... tu... io.
Se ognuno di noi, nel mondo, rispettasse le regole e
facesse solamente il suo dovere, si morirebbe solo per
cause naturali e l'uomo non sarebbe vittima di se stesso
ma del corso naturale della vita. Sarebbe un mondo
migliore ma purtroppo utopico. Appunto utopico. Non è
l'isola utopica sognata e decantata da tanti saggi filosofi
ma quella semplice e
concreta degli uomini
che affrontano la vita
quotidiana.
Ma come fai a mettere
d'accordo l'umanità e
sistemare questo
mondo sballato? Non
si può.
Guardo intorno dentro
casa cercando
l'appiglio giusto per
una risposta che mi
consoli. Allora osservo
il mio adorato divano
e d
u n
i d e a
irrealizzabile ma ipoteticamente reale appare nella mia
mente. Come il Dio della nostra Bibbia, immagino di
creare un isola dove sviluppare il mio mondo utopico.
Immaginate quest'isola, immaginate di sedervi
distrattamente, con aria rilassata, sul vostro ignorato
divano e cosi' per caso di accendere la tv. Il telegiornale
parla di ricerche mediche e fonti rinnovabili per
migliorare la nostra vita quotidiana..., della signora che
incredibilmente si è spenta ad 80 anni, ecc..., ecc... Di
cos'altro dovrebbe parlare se tutto va bene e non ci si
deve meravigliare che tutto sia così? Forse ci potremmo
lamentare soltanto del destino e della natura che ci
giocano brutti scherzi. Ma alla fine perché
lamentarsene? E' quella la normalità. Nel nostro mondo
invece la normalità che conosciamo è quella che
vediamo in tv, diciamo di non poterci fare niente, ma
incredibilmente siamo noi stessi a causare tutto questo.
Allora, almeno provate a pensare ad occhi chiusi ad
un'altra normalità ed immaginatevi su quel divano, nella
vostra casa, su quella bella ed utopica isola...
Vivremmo a lungo e molto probabilmente moriremmo
di vecchiaia. Che bell'isola!
Sveglia, questa è l'isola che non c'è...
22 | ILVESPRO
 
MAG-GIU 2014
 
  

In un tempo che cerca continuamente esempi di slancio eroico
possiamo e dobbiamo guardare anche al nostro passato. A
Gaspare Cusumano, classe 1842, razza Cinisi. Nei giorni dello
sbarco garibaldino a Marsala ( 1860 ) lasciò la sua casa per
aggregarsi ai picciotti; financo sul campo di battaglia nel
combattimento avvenuto a Calatafimi. Qui il tributo di sangue
da entrambe le parti in contesa sarà oggetto di memoria ma
sopratutto per le conseguenze dello scontro che arrise alla
truppa in camicia rossa. A riprova della presenza del garibaldino
Cusumano sul campo di battaglia è validante un telegramma di
condoglianze, datato 17 Dicembre 1916 a firma del ministro
degli Interni in carica, Vittorio Emanuele Orlando, auspicante la
vittoria nella prima guerra mondiale del Regio Esercito. Un
momento per guardare la nostra storia e continuare il prosieguo
del nostro cammino come comunità in Sicilia. In memoria è
stata modificata la denominazione della già Via Finaita, al
confine tra il comune di Cinisi e quello di Carini, con un'apposita targa.
 
Al confine tra i comuni di Cinisi e Carini si possono trovare
tante situazioni limite per il codice della strada. L'abitudine è
sempre un male per gli automobilisti del nostro
comprensorio. Le righe bianche sembrano diventate
invisibili che il teorema dell'impunibilità sembra possa
essere sempre verificato.
L'incrocio in questione si trova tra la Via G. Cusumano (già Via
Finaita) e la S.S. 113 almeno per ciò che attiene il comune di
Cinisi. La situazione sarebbe la seguente: chi proviene dalla
bretella dell'autostrada A29 accederà alla suddetta Via G.
Cusumano fino al suddetto incrocio; nel caso decidesse di
svoltare suo malgrado verso Carini, in direzione est, si
troverà uno stop. Purtroppo solo dopo aver iniziato
l'attraversamento l'automobilista si accorgerà che qualcosa non va. Infatti a ben guardare un isola spartitraffico (oramai
rovinata dai continui attraversamenti) impedirebbe la
svolta verso Carini; la sanzione e la sottrazione di due
punti dalla dotazione della patente di guida
potrebbero essere davvero troppo per chiunque
giacché non è impedita la svolta stessa anzi
permangono le indicazioni.
Ma non soltanto: gli automobilisti che viaggiano in
direzione di Cinisi (verso occidente) spesso effettuano
sosta presso gli esercizi commerciali nelle adiacenze
del suddetto incrocio; per poterlo raggiungere
commettono esattamente la stessa infrazione creando
loro malgrado situazioni di potenziale pericolo.
Nonostante il limite di velocità sia adeguatamente
basso, praticamente nessuno tiene in considerazione
l'impedimento posto dalle righe bianche. Forse perché
illogico ma probabilmente perché l'abitudine fa più
danni di tante altre cose.

MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 23

 
Girando per Carini ogni tanto si hanno delle sorprese che
riguardano la segnaletica stradale. Da qualche tempo alcune
impostazioni sui cartelli stradali sono state modificate. In
alcuni casi sono stati provvidenziali gli interventi di
posizionamento; di altri si rimane perplessi. Accade che in una
delle strade del centro, via G.. Verdi (rigorosamente a senso
unico così come altrettanto rigorosamente si può trovare un
veicolo sul marciapiede a qualsiasi ora), si presenti un incrocio
che lascia troppe opportunità. La svolta a destra in questo
caso sarebbe dovuta essere esplicitamente vietata. Al
momento non lo è, creando i presupposti di una situazione
pericolosa. L'incrocio con Corso Garibaldi non tiene in
considerazione che lo stesso è a senso unico peraltro
nemmeno questo segnalato. Va ripristinato l'obbligo di svolta, casomai qualche turista sprovveduto che volesse visitare
Carini non abbia voglia di svoltare dal lato sbagliato.
 
TARSU-TASSA
RACCOLTA RIFIUTI SOLIDI E URBANI
Domande frequenti sulla Tarsu:
Chi deve pagare la Tarsu?
Tutti coloro che occupano o detengono un immobile o un'aria scoperta ad uso esclusivo.
La tarsu è disciplinata dal decreto leg. N 507/1993 e successive modifiche ed integrazioni. L'articolo 59 prevede
una serie di riduzioni dell'importo della tassa tra le quali rientrano le seguenti fattispecie. La sentenza della
Cassazione del 7/10/2005 n 21508 stabilisce che la mancata effettuazione del servizio impone l'abbattimento
della Tarsu da pagare nella misura del 40% (ad esempio su 300 euro di tassa si paga euro 120) dalla tariffa da
determinare in relazione alla distanza del più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrale.
Se il servizio, benché istituito è attivato, non venga effettivamente svolto nella zona dove risiede il soggetto o
comunque effettuato in grave violazione delle disposizioni regolamentari con particolare riguardo alla distanza
dei contenitori alla frequenza della raccolta, la tassa si applica nella misura del 40%.
Quanto sopra promesso sperando di avere chiarito chi deve pagare la Tarsu, ci chiediamo: è normale che
l'inefficienza di un sindaco debba ricadere sui cittadini?
Carini da diversi anni convive in un letamaio continuo. Non si riesce a capire come le amministrazioni che si
sono succedute negli ultimi 15 anni, nonostante le promesse elettorali, non siano riuscite a risolvere o ad
attenuare il problema. Onestamente una cosa l'hanno fatta: hanno triplicato la tassa. Nessuno ha mai parlato
di inceneritori, di raccolta differenziata che risolverebbe il problema del 70%, la cosa starna che il problema dei
rifiuti sia diventato un problema esclusivamente carinese, perché basta fare un giro negli altri paesi ed il
problema non esiste, nonostante facciano parte dello stesso servizio. Concludendo caro sindaco. Ritengo che
18.000 utenze siano in grado di mantenere un efficiente servizio di raccolta. Datti una mossa e cerca di
organizzare con criterio del buon padre di famiglia una piano programmatico di raccolta partendo dalla
differenziata e ti accorgerai che non c' è bisogno di 6.500000 euro (sei milioni e mezzo), circa 13 miliardi delle
vecchie lire, di appalto.
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 

   
L'Associazione dei Marinai di Carini, per la terza volta, si è cimentata
nell'organizzazione di un triangolare di calcio al campo sportivo
“Pasqualino” ed è riuscita nell'intento grazie al valido aiuto di tre
giovani esperti del settore: Rita Messineo, Alessandro Frisella e
Mimmo Cusumano.
Le squadre protagoniste del torneo sono state prescelte tra le Forze
Armate, con l'intento di dedicare la competizione sportiva agli “Eroi
per la Pace”. Con questa finalità, nelle ore antimeridiane dello scorso
9 maggio 2014, il Presidente dell'ANMI, Cav. Francesco Nania, ha
dato disposizione di scendere in campo a tre squadre, in
rappresentanza dell'Esercito, della Polizia e della Marina, mentre non
hanno potuto avere la presenza di quelle del Genio Guastatori e dei
Carabinieri non per mancanza di volontà ma per una fortuita
casualità.
Erano presenti come spettatori gli alunni della Scuola Media, mons.
Vincenzo Ambrogio Arciprete di Carini, l'Ammiraglio Giuseppe
Zaccaria con il Tenente di Vascello Boellis, il Colonnello dell'Esercito
Luigi Cardella, i soci dell'ANMI coordinati da Benedetto Purpura, il
luogotenente Pino Buzzetta ed i soci dell'Associazione Nazionale
Carabinieri, l'agente di Polizia Minacori con alcuni colleghi, il
Consigliere Comunale Giuseppe Bondì, i rappresentanti della Croce
Rossa guidati da Maria Grazia Di Marco, diversi cittadini carinesi.
Il torneo di calcio ha avuto inizio alle ore 10:00 con una breve
introduzione da parte di mons. Ambrogio, il quale ha ringraziato la
presidenza per l'invito fattogli, ha augurato una buona competizione
ai giocatori ed ha sottolineato l'importanza dello sport per il
benessere fisico e intellettuale della persona umana: “mens sana in
corpore sano”.
A seguire le squadre hanno iniziato a cimentarsi in tre incontri
calcistici ed i risultati non si sono fatti attendere:
primo incontro ANMI-Polizia 1 a 0
secondo incontro Esercito-Polizia 0 a 3
terzo incontro ANMI-Polizia 2 a 0
A conclusione del triangolare il Cav. Nania ha precisato che il torneo è
stato organizzato in onore dei giovani morti per la Pace e si è
complimentato con Rosario Amato per il suo lavoro di allenatore della
squadra dei Marinai; infine ha dato il via alla consegna delle medaglie
ai soldati, delle coppe all'Ammiraglio Zaccaria, all'agente della Polizia
Minacori ed al Colonnello dell'Esercito Cardella ed infine alcuni
gagliardetti e targhe ricordo. Nell'occasione sono stati ricordati i due
Marò ancora ingiustamente detenuti in India.
Il Colonnello dell'Esercito Luigi Cardella, ha dichiarato: “Ho assistito ad
una bella manifestazione, perché essa onora degnamente i nostri
caduti ed i nostri soldati impiegati nel servizio fuori dall'Italia”. Il
Tenente Boellis ha ricordato che “certe iniziative sono essenziali
perché servono a cementare le Forze Armate e dell'Ordine, che
garantiscono la difesa e la sicurezza della Nazione, queste sono
funzioni primarie a cui uno stato democratico di diritto non deve mai
abdicare. E' una buona occasione per ricordare tutti coloro che sono
impegnati all'estero con l'incarico di dedicarsi a missioni di Pace ed a
garantire il rispetto della legge in Patria. Lo Sport, inoltre, ha
l'imprescindibile ruolo di insegnare ai giovani il rispetto delle regole e
della lealtà in una competizione”.
A seguire anche l'Ammiraglio Zaccaria ha esternato la sua opinione
sul torneo: “io sono contento di questo triangolare che ha visto la
partecipazione dell'ANMI, dell'Esercito e della Polizia, perché esso è
un segnale importante per la Pace. Si vis pacem paramus bellum: Se
vuoi la pace prepariamo la guerra. Ciò sta a significare che le Forze
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
 
di Pietro Conigliaro
Negli anni ottanta l'allora Amministrazione
Comunale guidata dal Sindaco Matteo Sciarrino è
riuscita in pochi anni ad abolire le due discariche
nel territorio dove venivano conferiti i rifiuti. Per la
precisione una discarica a Villagrazia di Carini, sita
all'angolo con via Morello, trasformando il sito in
un impianto sportivo polivalente oggi
abbandonato e in mano ai vandali; e l'altra in
contrada Sofia, che era la discarica di tutto il paese
oggi trasformata in discarica di materiali vari.
Dopo 25 anni ci si chiede: come mai non si è riusciti
a programmare e trovare un sito di raccolta rifiuti o
un qualsivoglia sistema per evitare l'immagine del
nostro territorio trasformato oggi in una discarica
a cielo aperto?
È normale conferire i rifiuti alle discariche di
Siculiana o Catania, che comportano una spesa non
indifferente?
È possibile che non si riesce a creare delle isole
ecologiche?
È possibile che non si riesce ad organizzare una
raccolta differenziata?
C'è una motivazione particolare che non si riesce a
programmare quanto sopra esposto?
Sarà forse colpa delle trattative private?
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


Purtroppo, in seguito ad una moltitudine di impegni e di
imprevisti, non è stato possibile continuare la rubrica
mensile del mistero in questa sede. Oggi dopo alcuni mesi
di pausa riprendiamo con gli articoli che però non
potranno essere presenti mensilmente in questa rivista.
Tra il 2012 e il 2013 ho scritto diversi articoli, in cui ho
parlato di UFO siciliani, dell'ufologia in generale, delle
abduction (rapimenti alieni), delle scie chimiche, del
progetto HAARP, del centro ufologico siciliano -di cui feci
parte per un anno- e di tanto altro ancora. Anche due mie
collaboratrici ed amiche hanno contribuito a tale rubrica.
Questo mese, voglio proporre, una cosa totalmente
diversa. Voglio spiegare che caratteristiche ci vogliono per
essere ufologi, accennando talvolta alla mia esperienza
personale negli anni, che mi ha portato a diventare un
ufologo ed un appassionato di scienza e di tutti i misteri.
Tanto tempo fa quando avevo soltanto 14 anni in seguito
ad una serie di eventi paranormali a cui assistetti, ebbi la
possibilità di acquistare per oltre un anno una rivista
mensile che ormai non è più esistente; quell'anno non
ricevetti reali risposte alle mie domande, ma queste
letture mi indirizzarono più specificatamente nelle
ricerche da fare e negli interessi da seguire.
Dopo alcuni anni in cui ho rivolto la mia attenzione
soprattutto verso il paranormale da un punto di vista di
fenomeni medianici, ed in particolar modo alla presenza
di fantasmi e spiriti in luoghi cosiddetti infestati, si
riaccese il mio precedente interesse nei confronti del
mondo extraterrestre e scientifico e più in generale verso i
misteri. In contemporanea, coltivai per anni altri due
importanti interessi: quello della poesia (che mi portò ad
a m p l i a re l e m i e ve d u te f i l o s o f i c h e ) e q u e l l o
dell'archeologia del mistero -quest'ultima tra l'altro nata
nel tentativo di spiegare alcuni misteri senza risposte
dell'archeologia accademica-. Con l'affievolirsi graduale
dell'interesse verso il mondo medianico, soprattutto in
seguito ad alcune esperienze poco gradevoli, ebbi la
possibilità grazie a questo fantastico mezzo di
comunicazione quale è Internet, di poter scambiare
opinioni e approfondire meglio alcuni argomenti insieme
ad altre persone, con interessi simili. Acquisite alcune
basi, fondamentali per l'apertura mentale e per poter
guardare lontano oltre l'orizzonte, mi resi conto che non
era possibile ricercare e studiare tematiche del mistero
ma anche scienze di confine, senza modificare il proprio
modo di pensare.
Questa modificazione avviene nel tempo ed in buona
parte grazie alla propria volontà. Essa si acquisisce
partendo da alcuni presupposti: il confronto pacifico con
altre idee e pareri, nessuna imposizione di questi ultimi
da una parte e dall'altra dei colloquianti, totale apertura
mentale a qualsiasi possibilità anche ignota, costruttività
del pensiero e dell'espressione di pareri e opinioni,
ragionamento filosofico sempre legato a quello
scientifico e metodologico, cambio costante del punto di
vista (talvolta schierandosi anche all'opposizione) e
soprattutto costruzione delle dinamiche degli eventi
senza pensare solo al risultato finale. Quest'ultima cosa
dovrebbe ovviamente avvenire senza farsi condizionare
dalle proprie idee e ricordando sempre che l'unico modo
per avere delle risposte è non ragionare in una sola
direzione (come spesso fanno gli scienziati di un'unica
disciplina). Nell'ultima affermazione è insita la cosa più
importante per concludere una ricerca o avere delle
risposte da essa, bisogna pensare in termini
interdisciplinari, ovvero unendo tutte le discipline
scientifiche e tutti tipi di ragionamento differente, senza
concentrarsi soltanto su un unico fronte, che ci consente
al massimo di avere soltanto una risposta nella materia
dei nostri studi accademici.
Le esperienze personali, per quanto possano essere la
benzina per la nostra passione, non devono condizionare
il nostro giudizio e devono sempre essere tenute fuori
dalle nostre ricerche e i nostri studi. Se siamo capaci di
fare questo ed abbiamo i mezzi per portare avanti un
progetto, forse un giorno riusciremo ad avere qualche
risposta anche alle nostre esperienze personali. Ovvio che
non tutti gli studiosi e i ricercatori hanno esperienza
diretta nei loro campi di interesse o di studio. Ma in linea
generale le persone più appassionate, quelle che più si
concentrano e spesso ottengono risultati, sono proprio
quelle spinte dall'esperienza diretta.
Grazie anche ai mezzi necessari, minimi, per poter
portare avanti i nostri interessi, abbiamo la possibilità di
fare ciò che ci appassiona. Diventare un ufologo, al
contrario di quello che molti sostengono o immaginano,
non è una cosa semplice, anche se chiunque lo può essere
con le giuste caratteristiche e i giusti presupposti; ciò che
però è necessario è l'elasticità mentale, capacità questa: o
innata o acquisita proprio dalle esperienze, molto più
raramente da semplici studi.
Quando un ufologo riceve una foto di un presunto
avvistamento è suo dovere mettere insieme i tasselli
dell'evento. Per fare ciò, bisogna effettuare un'analisi
fotografica con l'utilizzo di software e soprattutto, cosa
più importante, una ricostruzione della dinamica
dell'avvistamento; quest'ultima va fatta basandosi sui
dati acquisiti, sull'interpretazione dell'immagine,
sull'interpretazione della segnalazione e sui dati
contenuti in essa (per esempio: altezza, distanza,
condizioni meteo, fonti di luce). Fatto questo ed
assicurata l'affidabilità almeno parziale di chi ha fatto la
segnalazione ed esclusa la possibilità che la foto sia stata
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manomessa, filtrata o addirittura creata, si procede con la
stesura della tesi che ci fa escludere alcune possibili
spiegazioni di ciò che stiamo analizzando, solo molto
raramente è possibile infine esprimere un giudizio o
addirittura dare una certezza sull'origine di oggetti
inesplicabili. In effetti un ufologo in linea generale,
raramente si sbilancia sostenendo che l'oggetto sia di
origine aliena, ma è molto più facile che si riferisca ad esso
usando l'acronimo UFO, che ricordo significare “oggetto
volante non identificato” e di conseguenza non è detto
che sia di origine extraterrestre, ma è insito nell'acronimo
stesso che non sappiamo di cosa si tratta. Da ciò che
abbiamo appena detto si evince un dato importante: UFO
in linea generale non è una sigla di riconoscimento ma
indica la mancanza di riconoscimento dell'oggetto stesso.
Cerchiamo di essere più specifici.
Se un ufologo sostiene che il risultato di un'indagine,
inclusa la valutazione di una foto o di un video, hanno
portato a dichiarare che l'oggetto presente in essi è un
UFO, allora l'ufologo sta dicendo che dalle valutazioni del
materiale inviatogli -e quindi visionato- si evincono tali
dati: non si è trattato di un aereo, non si è trattato di un
elicottero, non si è trattato di fenomeno astronomico
conosciuto, non si è trattato di fenomeno atmosferico
conosciuto, non si è trattato di volatile o insetto, non si è
trattato quindi di nulla che è riconoscibile, pertanto
l'oggetto è un UFO. Detto questo è ovvio che non si può
escludere che l'oggetto stesso sia di provenienza
extraterrestre, terrestre (velivoli sperimentali), oppure
che si tratti di aberrazioni, riflessi fotografici, effetti
naturali come la fata Morgana, distorsioni della luce,
effetti astronomici sconosciuti, effetti atmosferici
sconosciuti, ed altro ancora. Quindi la principale sapienza
di un ufologo è la consapevolezza che ciò di cui stiamo
parlando non rispecchia nessun canone conosciuto
giustificabile altrimenti dalla scienza convenzionale.
Pertanto l'ufologo si va a collocare in una categoria di
ricercatori che dovrebbe essere inserita come
collegamento tra diverse discipline scientifiche e tecniche
quali le scienze astronomiche, atmosferiche, la fisica, la
chimica, la biologia e soprattutto l'ingegneria.
Oggi, l'ufologo è una figura che gradualmente si sta
trasformando in quello che in gergo viene chiamato
“esopolitologo”, ovvero colui che cerca di dare una
spiegazione delle risposte al perché esiste il fenomeno
UFO e soprattutto ai suoi retroscena. Quest'ultima parola
"retroscena" potrebbe essere considerata dai più una
parola ostica, perché potrebbe aprire scenari tanto
utopici quanto inquietanti. In realtà, proprio i retroscena
sono la cosa più importante e che più ci deve interessare,
il motivo è semplice, il fenomeno ufologico è ormai
assodato, e fatta eccezione degli Stati uniti, tutte le
nazioni più importanti del Pianeta hanno ormai aperto i
propri archivi e dichiarato l'esistenza degli OVNI (Oggetto
Volante Non Identificato) un fenomeno reale ed esistente
sostanzialmente da sempre.
A tal riguardo è quindi importante più di ogni altra cosa,
capire cosa eventuali occupanti non terrestri di tali
oggetti possano volere dal nostro Pianeta o dall'uomo,
altrettanto importanti sono i motivi dell'esistenza di
fenomeni a noi sconosciuti ma naturali, così come
opportuno appare considerare le ragioni della eventuale
presenza di velivoli sperimentali militari umani.
Se il primo scenario fosse reale (almeno in parte) a questo
punto, proprio l'esopolitica dovrebbe essere la disciplina
che tenta di comprendere tali motivi e si propone
eventualmente di rappresentare quella porzione di
umanità che si interessa di queste cose e che può dare
quindi persino risposte riuscendo forse addirittura a
rappresentarci.
Oggi, l'ufologia, si interessa anche di archeologia del
mistero ed in un certo senso anche di arte per il semplice
fatto che esistono documenti storici e soprattutto
elementi archeologici, che possono essere spiegati (o che
addirittura ce lo dicono chiaramente) solo tramite la
presenza di extraterrestri e le loro astronavi, presenti nel
passato delle più importanti civiltà o di tribù e clan sparsi
per l'intero Pianeta. Ciò ha avvicinato una branca
dell'ufologia all'arte appunto, infatti è solo tramite la
“pista” ufologica che alcune opere artistiche (molte delle
quali famose) che ritraggono al loro interno oggetti
volanti non identificati, fasci di luce spiegabili con
rapimenti alieni e elementi totalmente estranei e
futuristici per l'epoca dell'opera o che addirittura
mostrano oggetti impossibili che trovano una
spiegazione. Tali strani oggetti sono addirittura presenti
anche nell'archeologia stessa e quindi realmente
visionati, come gli oggetti reali e dichiarati dai ricercatori
internazionali con il termine OOPART's, che significa in
parole povere oggetti impossibili, ovvero fuori dal tempo
e senza logica spiegazione della loro presenza in tale
posto o in tale civiltà ma soprattutto in tale epoca. Alcuni
di questi reperti apparentemente datati scientificamente
a milioni o addirittura centinaia di milioni di anni,
risultano essere strumenti tipici di fattura umana ed in
alcuni casi alieni, soprattutto storicamente non spiegabili,
considerando che l'uomo ha cominciato a creare utensili
solo da qualche centinaio di migliaia di anni. Vorrei anche
ricordare che l'uomo moderno esiste appunto da
centinaia di migliaia di anni e non da milioni e che l'uomo
di milioni di anni fa era più una scimmia che un uomo
come noi immaginiamo. Ci sarebbe tanto da dire sul cosa
fa un ufologo, sul come lo si diventa, su quali sono le
letture adatte, su quali esperienze bisognerebbe vivere,
ecc., ma una cosa certa c'è: fare l'ufologo dà tante
soddisfazioni ma spesso mette contro tanta gente.
Nei giorni scorsi io ed altri amici abbiamo fondato un
Associazione Culturale ufologica chiamata “Nuovo
Millennio (UFO Hunter Italia)” questa (di cui sono aperti i
tesseramenti), si prefigge alcuni scopi importanti,
vediamone qualcuno giusto per correttezza. Studiare i
casi siciliani ed italiani di eventi UFO e di altro genere, fare
convegni sul territorio (dove richiesti), acquistare
attrezzature per studi, indagini, ricerche ed escursioni,
creare una struttura di volontari che contribuiscono
organizzando una rete di ricerca ed indagine nazionale,
creare eventi specifici, ecc. Qui a seguire alcuni dati
fondamentali per contattarci. Nei prossimi articoli darò
maggiori dettagli.
Sito web: http://assnuovomillennio.altervista.org/
E-mail per contattarci: [email protected]
E-mail per segnalare avvistamenti ufo ed eventi
paranormali: [email protected]
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MAG-GIU 2014
Significativa e riuscitissima serata quella
svoltasi all'Auditorium “Totuccio Aiello” lo
scorso 12 aprile.
Una serata organizzata dal team della Skillie
Charles Orchestra e curata da Franca La Fata
e Bibi Patti, che ancora una volta si sono spese
in una operazione di solidarietà stavolta
dedicata a famiglie meno abbienti di Carini.
Sostenuta e incoraggiata dal Primo
Cittadino, dall'assessore ai Servizi Sociali
Monia Arizzi e dagli addetti ai lavori, ha
consentito, devolvendo parte degli incassi
dallo sbigliettamento, la raccolta di fondi che
hanno permesso che 18 famiglie abbiano
potuto passare decentemente la Santa Pasqua con un
pasto dignitoso.
La serata professionalmente è stata inappuntabile, la
bravura della Skillie Charles Orchestra è stata apprezzata
dal pubblico che, dopo due ore di esibizione, richiedeva
diversi bis. Meravigliose voci, non si sono risparmiate ed
hanno fatto vivere momenti di magia, in una sonorità
vocale che si è proprio distinta.
Franca La Fata è proiettata sempre di più a portarsi avanti
in queste iniziative benefiche che non risolvono, ma
quantomeno riescono ad aiutare i meno fortunati ed a tal
proposito invita ufficialmente le tante associazioni
esistenti a Carini a fare altrettanto per la collettività.
Il motto: “donare è meglio che ricevere” è destinato ad
andare avanti. Grazie a Barbara (Bibi) Patti, preziosa
partner di Franca e per l'occasione co-presentatrice; allo
staff di Ultrasuoni service ineguagliabile ed a Peppe Di
Grande e Alfredo Patti. A tutti i
componenti della Skillie Charles
Orchestra, nata da un'idea di Carlo
Schilleci e Antonino Macaluso.
Grazie ai nostri amici di cuore
(Gianluca Staropoli) che hanno
contribuito comprando il biglietto.
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
Tutti i docenti della nostra scuola, convinti della valenza
educativa del progetto riciclo, guideranno gli allievi a sviluppare tale tematica in ore curriculari. A conclusione
dell'anno scolastico sarà allestito il “Museo dei Rifiuti”,
dove in modo pratico e concreto potranno essere apprezzati i lavori realizzati dagli allievi. Nell'occasione si svolgerà
un'importante manifestazione alla quale saranno invitate
le famiglie, le associazioni ambietaliste e non solo.
Le tematiche sviluppate saranno così articolate:
· Origine – storia dei rifiuti
· Raccolta differenziata
· Riciclaggio
L'idea è quella di creare un percorso che, partendo dalle
esperienze quotidiane dei ragazzi, faccia loro acquisire una
“coscienza ambientale”. L'ambiente è infatti un bene prezioso e come tale va salvaguardato. Diventa perciò sempre
più importante educare i ragazzi a rispettare e proteggere
l'ambiente, adottando comportamenti coscienti e concreti. Tali atteggiamenti sono indispensabili alla tutela del piante terra che ogni giorno è messo a rischio dalle conseguenze degli stessi eccessivi consumi imposti dalla vita frenetica
che spinge a fare acquisti di prodotti “usa e getta”.
Il progetto si propone di fare acquisire ai ragazzi la consa-


pevolezza che un
corretto comportamento può trasformare il problema dei rifiuti in
una risorsa da
sfruttare in
maniera costruttiva.
Il rifiuto
Apprendimento
unitario da promuovere:
· Prendere coscienza dei problemi relativi
all'ambiente
Obiettivi:
· Prendere consapevolezza che l'ambiente in cui
viviamo è un bene da tutelare e valorizzare
· Conoscere e classificare i materiali
· Distinguere l'organico dall'inorganico
Contenuti:
· Riflessioni sulla produzione dei rifiuti in casa ed a
scuola
· Ipotesi di raccolta differenziata

Durante quest'anno scolastico 2013/14 noi alunni di 3°E dell'I.C. Carini –
Calderone, dopo avere
studiato nelle ore di
scienze con la prof.
Gisella Cristiano e di tecnologia con la prof. Antonina Altavilla gli argomenti riguardanti
l'energia, gli schemi di
funzionamento delle
centrali elettriche, il riciclaggio dei rifiuti …,
siamo stati protagonisti
di un filmato in cui ogni
alunno spiega cosa vuol dire sviluppo sostenibile, quali sono i comportamenti corretti in materia di smaltimento dei rifiuti, quali sono le fonti rinnovabili, le città più green d'Europa …. ed infine qualche riflessione personale.
Tutto questo è stato possibile grazie al valido apporto della prof. Marilena Zichichi che si è occupata delle riprese video,
montaggio filmati, foto, disegni, realizzazione DVD.
Alla fine di Maggio abbiamo socializzato il lavoro svolto al nostro Dirigente Scolastico e ai nostri genitori preparando una
merenda a base di cibi genuini fatti in casa come la torta di mele, la torta sacher, i muffin ecc … seguendo le linee guida
della nuova piramide alimentare che alla base ha, oltre l'attività fisica, i prodotti locali e di stagione, la convivialità e come
bevanda … l'acqua.
Ci auguriamo un futuro migliore più “green” in cui, per esempio, si possa sfruttare il sole per produrre energia pulita.
32 | ILVESPRO
MAG-GIU 2014



Parus major, L. 1758
La Cinciallegra è un
piccolo uccellino
appartenente
all'ordine dei Passeriformi ed alla
famiglia dei
Paridi; vive in
tutta Europa,
nel Mediterraneo e nel
nord'Africa,
presente in
tutta Italia ed
anche in Sicilia; da noi è
stanziale,
comune e nidificante. Vive
un po' in quasi tutti gli
ambienti ma soprattutto in zone alberate ed in presenza di macchie e arbusti, margini dei boschi, nei giardini,
frutteti, nei parchi cittadini; è presente dal livello del
mare fino in alta montagna.
Le sue dimensioni sono di circa 15 cm, becco sottile e
nero, guance bianche, calotta e gola neri, redini e fascia
ventrale neri, dorso grigio-verdastro, ventre e fianchi
gialli, ali, coda e zampe grigio scure. Tra i Paridi è la specie più grande, da qui prende il nome della specie “major”, mentre il nome siciliano “munachedda” deriva dal fatto
che ha la testa e la gola nere e le guance bianche, quindi simile a un'abito da suora.
La famiglia dei Paridi comprende in Italia 10 specie, compresi
il Codibugnolo e il Pendolino, mentre in Sicilia sono presenti
6 specie; una specie molto simile e spesso confusa con la cinciallegra è la Cinciarella ma
è più piccola, anche questa
è presente nel nostro territorio (vedi foto).
La Cinciallegra è un uccello
insettivoro, allegro e molto
vivace, sempre in movimento ed alla ricerca delle
sue prede preferite, costituite da piccoli e grandi
insetti, piccoli invertebrati
ed anche frutti e bacche
selvatiche e non; nelle mangiatoie artificiali si nutre
anche di semi. Le sue prede preferite sono bruchi,
api, ragni, cavallette ed
anche lombrichi e chiocciole.
Il suo canto anche se mono-
tono e non armonioso è allegro ed è costituito da poche e
diverse note ripetute in sequenza, molto simili ad un tintinnio. La Cinciallegra è una specie in genere solitaria, ma agli
inizi di febbraio un po' come la maggioranza degli uccelli, il
maschio inzia ad accompagnarsi con una femmina e verso la
verso la fine di
marzo la femmina, dopo aver
costruito il nido
aiutata dal
maschio (che
viene sempre
costruito
all'interno di
una buca naturale o artificiale,
come nei tubi,
nelle cavità di
alberi o delle
rocce, ed anche
nelle cassette
nido già preparate - vedi foto realizzato da
entrambi con fili
d ' e r b a ,
muschio, con
piume e soprattutto con crini di
cavallo), si accoppiano e la femmina inizia la deposizione delle uova, in media da 8 a 12, e al contrario della maggioranza
delle altre specie di uccelli, inizia a covare dal primo uovo
deposto, occasionalmente aiutata anche dal maschio. Le
uova sono bianche e macchiate di rosso e si schiudono nella
stessa sequenza della deposizione, i primi giorni il maschio
nutre sia la femmina che i piccoli e poi quando i
piccoli sono tutti nati, anche la femmina si alterna con il maschio per nutrire i nidiacei che, dopo
circa 15-18 giorni, iniziano ad abbandonare il
nido ad uno ad uno, venendo nutriti per alcuni
giorni da entrambi i genitori anche fuori dal nido.
Qualche anno fa nei primi giorni del mese di
dicembre, ho montato su un tronco di un albero
una cassetta nido da me costruita e con un lato
apribile su un albero del mio giardinetto, così verso i primi di marzo una coppia di cinciallegre hanno iniziato a costruirvi il nido, ogni 4-5 giorni controllavo se era avvenuta la schiusa delle 9 uova
deposte e, quando tutte le uova si sono schiuse,
ho montato il treppiede dentro un capanno di
fronte alla cassetta nido, alla distanza di circa 5 m,
e così per diversi giorni ho potuto iniziare e realizzare con un teleobiettivo le varie foto di questo
mio contributo.
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 33
SU-VENI(r)
'nta 'sta gnuni
'Ntra Capu e Vucciria,
attornu à Conca d'oru,
c'è Santa Rusalia
cu genti sempri 'n coru:
- “PALERMU” – è 'a capitali
d''u megghiu carnivali. MONDELLO, SAN LARENZU,
TOMMASO cu 'i NATALI,
c'è SFERRA 'nta lu menzu
'ntra l'ISOLA e 'u so mari:
- stigghiola, rrizzi e granci
si veni “ccà”... li manci. -
 
Pi “MUNCILEPRI” fu
un “figghiu” svinturatu,
“Turiddu” si! 'un c'è cchiù
ma veni ricurdatu...
- 'na storia d'un paisi
ca nun avia pritisi. -
E 'ntra lu diri e fari
di “Nardu” e don “Bonannu”
c'è 'stu “CASTEDDU A MARI”
ca crisci senza ddannu
- Scupeddu e Fraginisi
cuntornanu 'u paisi. -
TRAPPITU, BALISTRATI,
BURGETTU e JARDINEDDU
su picca ammuntuati
ma ànnu ciriveddu:
- 'ntra mari, vinu e Santi
fannu fijura e vanti- -
Mi fermu e nun vaju 'nfunnu
(parrannu cu rispettu)
'sta gnuni di lu munnu
cci àvi quarchi difettu....
- d'àviri un “CORI 'RANNI”
'ntra GIOI, BIDDIZZI E
DANNI.
“CAPACI”, mischinazza,
nun è ca s'aspittava
ca quarchi menti pazza
'nta ll'aria la jittava!
- ed ora è ricurdata
p''a “stragi”... 'n ogni
strata. -
In vendita
nelle librerie
di Carini e
presso l’autore
né mari, né casteddi,
('na cullinedda schetta)
si senti p''i “vasteddi”...
chista è la gran “TURRETTA”.
- Ma 'a nomina si fici
pi curpa d''i bilici. “CARINI” è ammuntuata
'nto munnu e 'n ogni gnuni
p''a fini digraziata
d''a figghia d''u Baruni
- un patri svinturatu
curnutu e vastuniatu. “CINISI” è a' bedda vista
di 'ncapu l'airuplanu
ma 'nveci di turista
si parra d''u zù “Tanu”.
- Su tutti mafiusi
ddoppu... li novi misi. Sintennu 'a “FAVAROTTA”
c'è un mari avvillutatu
straneri sempri 'n frotta
e quarchi sfacinnatu;
- ca di la vucca 'i meli
ci nesci spissu feli. -
Ddu “spusaliziu” anticu,
dunni mancò lu vinu
onura “PARTINICU”
'nzemmula a' Bertulinu;
- e viri casu 'u ritu
rivivi 'nta 'stu situ. D''u mari a Muntifatu
c'un vinu senza pari
nn'arresti 'nnamuratu
“ARCAMU” fa 'ncantari
- cu l'acqua surfurusa
rilassi 'a menti e 'i
pusa. -
A zà Sulina
Rosalia Troia lo scorso 13
marzo ha compiuto 90
anni.
Esperta di ricamo, in
particolare tombolo,
uncinetto e intaglio,
frequenta costantemente
il circolo della Terza Età di
Villagrazia di Carini,
dove partecipa a tutte le
attività.
Tanti auguri dai nipoti
Alessandro e Valeria,
Antonio e Rosy, Fabio e
Luciana, Pino e Lina.
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Antesignana di riconoscimento divino
Secondo la scheda n. 52.390 della
Soprintendenza dei Beni Artistici e
Storici di Palermo, il quadro ad
olio su tela, raffigurante la Maddalena viene considerato pertinente alla chiesa; ma per le
dimensioni, 260x183 cm, e la ricchezza iconografica, presumo che
provenga da un'eponima chiesa e
cappella.
La Maddalena, figura paradigmatica della peccatrice convertita, ha
assunto diverse iconografie nella
storia dell'arte in base al periodo
storico. Nel Medioevo era spesso
raffigurata come un'asceta penitente, causa della sua magrezza
ed i capelli che gli coprivano il corpo. Nel Rinascimento è una giovane bella, al fine di mettere in evidenza la vita cui aveva rinunciato,
quasi sempre bionda, essendo
tale colore sinonimo di bellezza
estetica; era vestita di rosso, come
allegoria della sposa di Cristo e per
sottolinearne la regalità.
La nostra opera ritrae la santa durante il suo periodo di meditazione e di penitenza: era un soggetto particolarmente diffuso nel Seicento in quanto tra i preferiti della Controriforma, per il fatto che la Maddalena era uno dei più chiari esempi di peccatori convertitisi. La nostra Maddalena, in contemplazione, ha le mani giunte in atto di preghiera e di meraviglia, distogliendo l'attenzione dalla sua lettura, davanti
l'enorme libro appoggiato alla Croce. Ha accanto il vasetto
d'unguenti usato per profumare i piedi di Cristo e per ungerne il corpo. Infatti, viene detta anche mirofora, cioè portatrice di vasetto. Questo ha forma di coppa coperta o grolla,
che allude sia all'unguento profumato, il nardo, versato sui
piedi di Gesù, sia alla mirra per ungere il suo corpo al sepolcro, ma anche al sangue divino che raccolse ai piedi della
croce e lo custodì. Il teschio sorretto dall'angelo simbolo di
mortalità, ci riporta al memento mori. Sul lato opposto una
connotazione naturalistica di un fiore di garofano è emblema della promessa di matrimonio mistico. Il nome latino del
fiore è dianto, cioè fiore di Dio, e in tale senso compare in
mano alla Madonna o a Gesù, o ancora nel giardino del Paradiso. Secondo una leggenda medievale, le lacrime della Vergine Maria alla vista del figlio crocifisso cadendo a terra si
mutarono in garofani. Tale fiore inoltre veniva comunemente chiamato “chiodino” per la forma dei suoi frutti, e di conseguenza la sua immagine viene associata a quella della Passione di Gesù.
Intenso è il gioco di luce che mira a creare un'atmosfera
mistica all'evento rappresentato. L'attenzione per i dettagli
rivela un'attenta preparazione da parte dell'artista
all'iconografia della donna, ma anche all'esegesi della
Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, dove l'etimologia del
nome proposta evidenzia
tanto il mare amaro di lacrime
e il fatto che rimanga colpevole
(dal latino: manens rea); quanto alla luce della grazia che la
illumina al punto da renderla a
sua volta strumento
d'illuminazione per gli altri.
Ve ro s i m i l m e n t e
l'impostazione devozionale e il
linguaggio visivo, mi fanno pensare ad un lavoro eseguito
nella seconda metà del secolo
XVII e in particolar modo
all'ultimo decennio del '600.
Rigida nella sua postura,
soprattutto delle gambe, la
Maddalena ha una certa eleganza nel gesto delle mani e
dello sguardo rivolto verso la
“Luce divina”. La santa è infatti
eterea, ogni accenno carnale
viene attenuato.
Lei è allegoria di una Chiesa
penitente che onora il proprio
Salvatore e riceve da Lui il
sostegno necessario per il pellegrinaggio terreno.
Dalla metà del XVII secolo insieme a San Girolamo diviene
invece un modello esortativo di virtù, di preghiera e di contemplazione.
Io assocerei due concetti alla sua figura: una di “memento
mori” e l'altra di “malinconia”. Il quadro non è menzionato in
nessun catalogo di mostre o pubblicazioni da parte della
Soprintendenza.
Intravedo affinità stilistiche con un quadro che si trova in
chiesa Madre raffigurante l'Immacolata con san Giovanni
Evangelista e un santo Vescovo.
L'artista nell'opera ha voluto mettere in evidenza sia il valore
essenziale del tema che la sua risonanza sentimentale, creando un brillante esempio d'accostamento
d'ambientazione paesaggistica notturna e di luce divina. Vi è
un richiamo ad opere caravaggesche, che certo il pittore ha
studiato, influenzandolo per l'esecuzione della tela.
Un accurato restauro conferirebbe al dipinto la sua corretta
tonalità pittorica che ha perso negli anni a causa del fumo
delle candele, alla polvere, ed alle abrasioni che ha subito la
superficie pittorica, permettendo di leggerne il paesaggio.
La luce è appena percepibile, quando invece è la vera protagonista del quadro.
Il ruolo della Maddalena è importante nella storia di Cristo.
Nel suo ungere i piedi del Salvatore con l'olio di nardo, va
visto un gesto antesignano di riconoscimento del figlio del
Dio.
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Laurus nobilis (fam. Lauraceae)
La pianta di questo mese presa in esame è l'alloro o lauro, originaria
dell'Asia minore. Nell'antichità la pianta era dedicata al dio Apollo e
con le sue foglie venivano preparate le corone dedicate ai poeti e ai
condottieri trionfatori. Dal termine latino bacca laureus, bacca
d'alloro, deriva l'usanza di coronare i neolaureati.
La pianta cresce spontaneamente in natura. Si utilizzano le foglie,
che si raccolgono tutto l'anno; o i frutti (bacche) che raggiungono la
completa maturazione da ottobre a novembre. Oggi viene piantata
per decorare giardini poiché è un arbusto sempreverde e le sue foglie
hanno un particolare profumo, tanto che vengono usate come
deodorante ed insetticida naturale. Le sue proprietà vanno
dall'utilizzo in cucina per aromatizzare carni, pesce e verdure; all'uso
estetico per bagni rilassanti e pediluvio. Ma la sua caratteristica
principale è quella di essere un ottimo digestivo, antispastico,
leggermente antisettico ed anche espettorante. Tali proprietà vanno
estratte dalle foglie per infusione, mettendo 2-3 foglie in una tazza di
acqua bollente per circa 10 minuti. Filtrare e bere. È ottimo per la
flatulenza. L'olio essenziale trova applicazione contro le abrasioni e
le distorsioni; in questo caso vengono utilizzate le bacche che
contengono l'olio essenziale. Si sminuzzano le bacche in olio d'oliva;
si fanno macerare per circa 10-15 giorni. Filtrare spremendo bene le
bacche e conservare il preparato in un vasetto di vetro. Si utilizza
frizionando sulla parte dolente. Esiste una varietà detta aurea con
foglie tendenti al giallo, la quale non ha le stesse proprietà della
varietà angustifolia che ha le foglie, portate da un corto picciolo,
lanceolate, coriacee, di un bel verde scuro con i bordi ondulati e con la pagina superiore lucida mentre quella inferiore è
di un verde-giallo tenue ed opaco.
Per informazioni e suggerimenti contattatemi:
cell.3339416984 o via email: [email protected]
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Chi non è rimasto affascinato dai luoghi del Commissario
Montalbano?
"Montalbano sono..." E' questa probabilmente una delle
frasi più celebri pronunciate dal commissario Montalbano,
simpatico poliziotto creato dalla fantasia dello scrittore
Andrea Camilleri e reso ancor più noto dalla trasposizione
sul grande schermo delle sue avventure. Montalbano
rappresenta in qualche modo il “Siciliano doc”, con i suoi
vizi, le sue manie ma anche il suo immenso buon cuore. Il
suo autore, nei numerosi romanzi e racconti scritti, ha
creato un intero mondo immaginario fatto di paesini
siciliani, luoghi e personaggi: Vigata, Marinella,
Montelusa, la Mannara... sono solo alcuni dei luoghi di
fantasia creati da Camilleri e che sono stati poi immaginati
e ricreati dagli autori della fiction.
Scicli: Palazzo Comunale
Come sanno gli estimatori del Montalbano letterario, i
luoghi in cui si svolgono le vicende del commissario, hanno
spesso nomi di fantasia, ma solo i nomi però, perché questi
posti esistono eccome. I luoghi del commissario
Montalbano sono quelli della Sicilia orientale con i suoi
paesini bianchi, i quartieri arabi, le chiese barocche, i
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palazzi storici, i templi antichi, le
meravigliose ville. E' la Sicilia degli spazi
aperti, della natura selvaggia, del vento e
delle spiagge lunghe e sabbiose. In realtà i
racconti di Camilleri sarebbero dovuti
essere ambientati in un contesto simile a
quello dell'agrigentino e più precisamente
nella zona di Porto Empedocle, la città
costiera che meglio poteva trasmettere le
sensazioni che il lettore prova nel leggere le
descrizioni di Vigàta e Montelusa, le città
immaginate dall'autore, in cui si muove il
Commissario Montalbano. La televisione
ha invece trasportato le ambientazioni tra
il barocco del ragusano, tra vie e paesaggi
che possono offrire uno spaccato di Sicilia forse più
tradizionale e vera, sicuramente più affascinante nel
contesto architettonico.
Dove vedere i luoghi della fiction di Montalbano?
Un itinerario attraverso i luoghi del celebre commissario
è un'occasione imperdibile per ricreare l'atmosfera del
film, scoprire angoli nascosti, ma non per questo
meno belli, dell'estremo sud e per assaporare i gusti, i
modi di vivere e le tradizioni siciliane:
Scicli, bellissima cittadina barocca del ragusano, si può
vedere il municipio che corrisponde al Commissariato
di Vigàta. Sempre a Scicli si può vedere il Palazzo
Iacono, che nella fiction corrisponde alla Questura di
Montelusa;
Ragusa ha fatto anch'essa da sfondo a parecchi episodi
della serie, ha fornito lo sfondo per la piazza centrale di
Vigàta, qui si trova il ristorante dove Montalbano gustava
la cucina di mare, nella fiction San Calogero e che nella
realtà si chiama La Rusticana. Volendo subito dopo ci
sono due scalinate: la prima, la più monumentale, porta
alla Cattedrale di San Giorgio, mentre l'altra, quella
lunghissima di Santa Maria delle Scale, ci farà guadagnare
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la vista sul panorama magnifico del quartiere medievale
di Ibla. La passeggiata per Ibla può impiegare
piacevolmente un paio d'ore dandoci il tempo per
individuare altri scorci minori ma altrettanto familiari:
il Circolo di Conversazione, Palazzo La Rocca e la Chiesa di
Santa Maria delle Scale, inquadrati, ad esempio, negli
episodi "Gli arancini di Montalbano" e "L'odore della
notte". I più volenterosi, una volta "scalata" la salita che
porta alla città nuova, potranno avventurarsi alla
ricerca di altri scorci: il ponte dei cappuccini (ripreso ne
"Il ladro di merendine"), piazza del Popolo e piazza Poste
(riprese ne "La voce del violino").
Punta Secca, frazione di Santa Croce di Camarina, alias
la frazione di Marinella nella fiction, ad ovest della Marina
di Ragusa, nei pressi della torre Saracena dove facilmente
si riconoscerà la casa del commissario Montalbano e dove
molti episodi del telefilm ci hanno mostrato le lunghe
nuotate di Zingaretti tra le onde di una mare pulito.
Sempre sulla costa, ma ad est di Marina di Ragusa,
troviamo la frazione di Donnalucata, con la sua splendida
costa, che ha rappresentato il lungomare di Vigàta
nell'episodio "Le forme dell'acqua".
Nelle vicinanze anche Punta Pisciotto dove si trova la
Fornace Penna.
Nell'interno, a sud di Vittoria e Comiso, il Castello di
Donnafugata, l'edificio in stile eclettico costruito ad
inizio Ottocento, che vi accoglierà con la sua elegante
facciata neogotica: qui venivano filmati gli incontri tra il
Commissario ed il boss mafioso Balduccio Sinagra;
visitando il castello potrete anche percorrere l'ampio
terrazzo ove il commissario ed il boss trovarono un
compromesso. Sempre in zona è possibile visitare la
suggestiva Grotta delle Trabacche, sul monte Crasto,
recentemente resa fruibile. Si tratta del luogo dove
Montalbano ritrova i corpi dei due
innamorati nell'episodio "Il cane di
terracotta"; in realtà è un'antica
catacomba paleocristiana.
Nei pressi di Sampieri, sulla
scogliera del Pisciotto, poco ad est
dal paese, sorge la fornace Penna,
ovvero la Mànnara, in un luogo
isolato e affatto mal frequentato.
Nella versione letteraria Vigàta è
s t a t a i d e n t i f i c a t a i n Po r t o
Empedocle, la città natale dello
scrittore, ma ha in sé anche altri Grotta delle Trabacche
luoghi. E' lo stesso Camilleri a raccontarlo, parlando dei
paesini che attraversava in corriera, insieme agli altri
studenti, durante il tragitto per raggiungere il Ginnasio
di Agrigento: “Ecco, Vigàta viene da lì: è una località a
geometria variabile composta da tutte quelle da cui
proveniva quella studenteria...”.
Il passaggio dalla finzione letteraria a quella televisiva, poi,
ha allungato ulteriormente la lista dei luoghi appartenenti
alla “Sicilia di Montalbano”: Sciacca si cela dietro Fiacca,
mentre Gela è Fela. Poi ci sono Menfi, chiamata Merfi,
Raffadali è rinominata Raccadali, Ragusa diventa
Montelusa, Donnalucata diventa Marina di Vigàta.
Insomma, seguire le tracce di Montalbano vi permetterà
di immergervi nella Sicilia più autentica, conoscerne le
cittadine ed il mare ma anche gli odori ed i sapori che la
caratterizzano.
Ragusa Ibla
In siciliano Iusu, ovvero "che giace sotto", oggi quartiere
della città di Ragusa, è il fulcro da cui la città di Ragusa si è
sviluppata. È situata nella parte orientale della città, sopra
una collina che va dai 385 ai 440 m s.l.m. Dopo il
terremoto del 1693, il quartiere fu ricostruito attuando
cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di
gusto tardo barocco. All'inizio di una lunga scalinata, si
trova la chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio.
Invece il Duomo di San Giorgio è stato costruito tra il 1744
e il 1745, secondo i progetti del famoso architetto Rosario
Gagliardi. Il quartiere contiene oltre cinquanta chiese e
numerosi palazzi in stile barocco.
Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono
inoltre presenti gli scavi della città antica, chiamata Hybla.
Ragusa Ibla costituì un comune
autonomo fino al 1927, quando
venne aggregata al comune di
Ragusa. Oltre alle molte scene della
serie televisiva "Il commissario
Montalbano", sono state girate tra le
strade di questa cittadina barocca
diverse scene de "L'uomo delle
stelle" di Giuseppe Tornatore.
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a cura di Salvatore Armetta
L'ANMI di Carini ha fatto un omaggio
al garibaldino messinese Interdonato
L'Associazione Marinai d'Italia sede di Carini, ha
recentemente messo in atto un'accurata ricerca storica
sulla vita del messinese Giovanni Interdonato, famoso
per essere stato un eroico patriota garibaldino ed un
provetto sperimentatore del cosiddetto “limone fino”.
Le sue ataviche origini risalgono ai guelfi Donati di
Firenze che vennero in Sicilia nel quattordicesimo
secolo. Al loro arrivo nell'isola divennero proprietari
terrieri, ebbero titoli nobiliari ed il loro cognome mutò in
Interdonato. Da un ramo di questa famiglia insediatosi a
Roccalumera Fiumedinisi nacque Giovanni il quale,
divenuto adulto, non vedendo di buon grado il potere
assoluto del Borbone nel Regno delle Due Sicilie,
cominciò a nutrire sentimenti liberali ed a mostrare di
essere propenso alla ribellione da vero uomo d'azione.
Fu mandato in esilio a Malta da dove fuggì con il fratello
nel 1854 Stefano, e si mise a capo di un folto gruppo di
giovani ardimentosi per far nascere una rivolta
antiborbonica ma, essendo i Borboni numerosi e ben
armati, li arrestarono per rinchiuderli nel carcere della
Vicaria a Palermo per 3 mesi, dopo i quali furono trasferiti
ad Ustica.
Al momento in cui si ebbe la Spedizione dei Mille,
Giovanni Interdonato con grado di colonnello, combatté
assieme ai “picciotti” di Garibaldi nelle seguenti località:
Calatafini, Milazzo e Spatafora. “Ob torto collo” ebbe
l'incarico di reprimere ad Alcara Li Fusi una sanguinosa
rivolta di contadini (detti “coppole”) per evitare il
sovvertimento sociale e un esisto sfavorevole per
l'impresa garibaldina. A conclusione della Spedizione dei
Mille, provò grande piacere
nel sapere di essere stato
incaricato, da colonnello, di
arruolare i garibaldini in un
regolare reggimento di
truppe. Ben presto, però,
ebbe l'amara sorpresa di
sapere che il governo aveva
dato parere negativo
all'arruolamento volontario.
A tale iniziativa Garibaldi
protestò in Parlamento
contro Cavour, che aveva
tradito le aspettative dei
combattenti. Il colonnello
Interdonato, deluso,
rinunciò alla vita militare ed
andò ad abitare in una villa
situata nei suoi possedimenti terrieri, dove si dedicò
all'attività di Sindaco del suo paese e, durante il mandato
ottenuto, riuscì a far togliere il nome “San Ferdinando” al
suo paese, in quanto ricordava l'odiato Borbone, e lo fece
sostituire con Nizza di Sicilia in ricordo di Garibaldi.
Lasciato l'incarico di sindaco, si dedicò alla coltivazione
di agrumi, vivendo un'esperienza eccezionale. Mise in
atto, infatti, un esperimento che gli procurò tanta
notorietà e soddisfazione: inventò un limone con
caratteristiche nuove tanto da essere apprezzato anche
all'estero. Fu chiamato “limone fino” per le sue qualità e
Interdonato in ricordo del suo inventore. Egli predispose
un incrocio di metà gemma di cedro e metà gemma di
limone, detto “ariddaru” e lo inserì in un portainnesto di
arancio amaro. Il frutto prodotto è molto simile al cedro,
di sapore delicato, con una buccia a grana finissima e la
scorza dolce. Da quel momento la produzione del
“limone Interdonato” si è diffusa nella costiera
messinese ed all'estero. Ha avuto successo non solo per
le sue qualità speciali ma anche perché è precoce nella
maturazione: è pronto per la vendita alla fine di
settembre, per cui si vende ad un buon prezzo, al
contrario di quanto avviene per gli altri tipi di limone che
maturano da ottobre a dicembre.
Tenuto conto dei meriti emersi dalla ricerca fatta sulla
vita del colonnello Interdonato, alcuni soci e
simpatizzanti A N M I di Carini: Francesco Nania
(Presidente), Franco Cardinale (iscritto), Franco
Cardinale (simpatizzante), Salvatore Minì (iscritto),
Benedetto Purpura (coordinatore del personale), Orazio
Vassallo (iscritto), Vito Randazzo (simpatizzante),
Giuseppe Vitale (iscritto), Salvatore Armetta (addetto
stampa), lo hanno apprezzato tantissimo e lo hanno
voluto ricordare per il suo patriottismo ed il suo
encomiabile
esperimento.
In suo onore hanno
perciò rifatto l'iter
procedurale
dell'esperimento
su alcuni aranci
amari da loro
posseduti a Carini;
gli innesti fatti
sono stati una
ventina e di essi la
maggior parte
sono riusciti ad
attecchire, per cui
possiamo dire che
il
nostro
esperimento è
riuscito. Ora attendiamo con ansia che gli innesti
germoglino al più presto, per ammirare i loro fiori e
gustare i loro frutti, per la prima volta coltivati nella
nostra città.
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La tradizione di fede del 22 maggio, che lega questa data alla
festa di santa Rita da Cascia monaca agostiniana, ha portato
numerosissimi carinesi alla celebrazione eucaristica nella
chiesa della Madonna del Carmelo. La messa si è svolta in
silenzio, ordine e devozione. Padre Salvino Pulizzotto e padre
Luigi, del Centro Massimiliano Kolbe di Villa Belvedere,
concelebravano, mentre mons. Vincenzo Ambrogio
confessava i fedeli. La celebrazione è stata allietata dal suono
dello stupendo organo seicentesco che si trova all'interno
della chiesa. L'omelia è stata magistralmente ascoltata e
seguita da tutti, grazie alla chiara e concisa comunicabilità di
padre Salvino, frate minore conventuale, il quale dopo una
breve agiografia della Santa dei casi impossibili e disperati, si
è soffermato su cinque elementi salienti della vita di santa
Rita, cioè quello di essere donna, sposa, madre, monaca e
santa. Tutte caratteristiche cui si può aspirare, perché lei era,
come tutti noi, un essere comune che Dio ha scelto per la
sua grande dote di fede ardente che serbava dentro di sé,
anche a scapito della propria famiglia.
Al termine della cerimonia sono state benedette le rose,
portate dai fedeli, per poi conservare e donare i petali ad
amici e parenti ammalati. Una tradizione non legata al
nostro territorio, ma che la fede ardente dei devoti nei
confronti della Santa, ha permesso di realizzare grazie alla
disponibilità della parrocchia della chiesa Maria SS. Assunta,
nella persona di Padre Ambrogio, e soprattutto alla
comunicabilità di P. Salvino che ci ha fatto meditare in questi
quindici giovedì dedicati alla devozione della santa. La festa è
molto sentita a Palermo. Dopo santa Rosalia è la
celebrazione più importante per i palermitani. Un simulacro
si trova nella trecentesca Chiesa di S. Agostino a Palermo
dove si svolge il rito delle rose dedicato alla Santa. La rosa è il
suo attributo iconografico. Si racconta che, costretta a letto
da quasi quattro anni, Rita fu visitata da una sua cugina la
quale, nel congedarsi, le domandò se desiderasse qualcosa
da casa sua. Rita rispose che desiderava una rosa dal suo
orto di Roccaporena, anche se era il rigido mese di gennaio.
La parente trovò invece, con sua sorpresa, nell'orto di Rita,
una bella rosa fiorita. Si premurò allora di portarla alla Santa
che, dopo averla odorata, ne fece dono alle sue consorelle.
Dal 1922 si festeggia il suo culto per volere dell'allora
provinciale agostiniano padre Campione; eletta patrona del
terz'ordine agostiniano palermitano.
Capiamo chi era questa donna, il cui vero nome era
Margherita Lotti, da cui il diminutivo Rita. Era nata nel 1381
presso la cittadina di Roccaporena, una frazione che fa parte
di Cascia nella provincia di Perugia. Poco sappiamo della sua
adolescenza. Era figlia di Antonio e Amata Ferri. I genitori la
educarono secondo gli insegnamenti della religione cattolica
essendo loro stessi cristiani. Senza il suo volere, come era
usuale fare secondo le usanze dell'epoca, a quindici anni Rita
sposa un certo Paolo Mancini, ufficiale della guarnigione.
Uomo brutale e violento. Dal loro matrimonio, durato 18
anni, nacquero due figli, Giangiacomo Antonio e Paolo
Maria. Il marito venne assassinato da persone che avevano
conti con lui, essendo questi un uomo piuttosto autoritario,
severo ed estremamente violento. Rita trovò la forza di
perdonarli e la sua grande fede la portò a pregare affinché i
suoi figli potessero morire prima piuttosto che vederli uccisi
da un desiderio di vendetta. Infatti le sue preghiere furono
esaudite, ritirandosi come suora tra le monache agostiniane
di Cascia, accettandola dopo un primo rifiuto. Un episodio
miracoloso riguarda l'infanzia di Rita, nel quale le api
depositarono del miele sulle sue labbra mentre lei era nella
culla.
Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne
i dolori e questo costituì il tema principale delle sue
meditazioni e preghiere.
Un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al
Crocefisso, sentì una spina conficcarsi nella fronte,
producendole una profonda piaga, ecco perché viene
rappresentata con una ferita sulla fronte. Visse nella
sofferenza gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche,
dalle sofferenze, ma anche dai digiuni e dall'uso dei flagelli.
È una delle sante più onorate e venerate della chiesa
cattolica, e Carini ha voluto far dono alla “Santa dei casi
impossibili” sia con i quindici giovedì, in ricordo dei suoi anni
di sofferenza, sia con il triduo che si è concluso dopo la
messa con un applauso di gioia da parte dei fedeli, che
numerosi hanno seguito con devozione tutto il periodo di
preparazione, un riconoscimento della sua grandezza;
cercando di emulare anche con piccoli gesti quotidiani ciò
che Dio ci ha insegnato: fede, speranza e carità.
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MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 41
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di Battista Lo Monaco
La parola “Arte Marziale” evoca alla mente di coloro che non
hanno conoscenza della materia, soltanto un metodo per
difendere la propria incolumità.
In realtà la vera definizione di Arte Marziale intende un insieme
di pratiche fisiche, mentali e spirituali, legate all'aspetto non
solo pratico ma anche artistico del combattimento. Sfogliando
riviste specializzate, noto la nascita di nuovi metodi che
mettono solo in evidenza il lato fisico e combattivo, per
offendere, reprimere ed annientare l'avversario, con tecniche
pericolose che nei tempi passati erano solo conoscenza di
Maestri e per maestro si intende colui che ha una lunga
esperienza tecnica, fisica, mentale e sprirituale.
Mente – Corpo – Spirito, sono le tre essenze delle arti marziali.
La vita moderna, sopraffatta dalla tecnologia, dai media e dal
“tutto e subito” prerogativa dei giovani d'oggi, e dal quasi nullo
contatto del SE interiore, porta molta gente comune a non
sapere o capire cos'è che ha valore nella vita. Molti mi
chiedono: “Maestro, voglio imparare le arti marziali,
principalmente quelle di ultima generazione, quelle più
aggressive!” Dopo tanti anni, allenandomi e confrontandomi
con altri maestri, praticando ed indagando su arti marziali
diverse (nessuna possiede tecniche invincibili), sto
cominciando a capire la vera essenza della pratica costante, che
non serve soltanto a saper lottare ed a difendersi da un
aggressore ma a prevenire – star bene con se stessi, conoscere
il proprio corpo ed il proprio io, ad avere principalmente una
buona educazione fisica e morale.
Secondo la mia lunga esperienza, è molto importante sforzarsi
di considerare la nostra aggressività tramutandola nella pace e
nell'armonia con se stesso, principalmente e con il prossimo.
L'idea di promuovere le arti marziali anche come forma
educativa è nata dalla mia esperienza agonistica maturata nel
Karate, nella Kick Boxing, nello Yoseikan Budo, nel Pencak Silat,
nel Kali e nello Street Fighting.
La mia filosofia maturata da molti anni di insegnamento sta nel
fatto che la sola pratica sportiva rende il praticante altezzoso e
arrogante, ma debole; mentre nella pratica dell'aspetto morale
si coltiva l'umiltà, la semplicità, la gentilezza, la cortesia ed il
rispetto per il prossimo. Tutto ciò dà più sicurezza a se stesso e
nel livello sociale.
Quello che vorrei proporre ai miei allievi è un insegnamento
profondo nel corpo, nella mente e nello spirito. Antichi saggi
come Talete, Solone, Socrate, ponevano l'uomo di fronte al
“conosci te stesso”, sapienza delfica che è alla base di ogni
contatto umano, sociale e divino. Anche nelle arti marziali il
conosci te stesso è di vitale importanza. L'introspezione
analizzando le insicurezze e le paure, porta il praticante delle
antiche e nuove discipline a migliorarsi e ad avere una visione
chiara delle proprie capacità e di quelle degli altri, ciò ne deriva
una saggia canalizzazione di energia personale e
dell'avversario. Con un buon autocontrollo l'energia di
quest'ultimo si può canalizzare a proprio favore col minimo
sforzo.
Ecco in sintesi il mio concetto di Arte Marziale:
Abilità di combattimento, Autodifesa, Sport, Salute fisica e
forma di ginnastica, Autocontrollo, Meditazione,
Responsabilizzazione della forza, Acquisire confidenza con il
proprio corpo, Sicurezza nelle proprie capacità e
consapevolezza dei propri limiti.
FREE DANCE ALLA PALESTRA “CIRO GENOVA”
Si è svolta domenica 27 aprile la 5a rassegna “Free Dance” organizzata dalla
Brodway Dance di Palermo in collaborazione con il Fitness Club Carini. Sotto la
direzione artistica del coreografo e maestro di danza Renato Tumminia si sono
esibite le migliori scuole di Danza moderna, Contemporanea, Classica ed
Orientale. Un pubblico oceanico, più di mille presenze, ha seguito con
entusiasmo le performance di vari gruppi. Una giuria capitanata dal famoso
coreografo Manolo Casalino della trasmissione “La Corrida”, con grande
professionalità ha valutato le varie esibizioni. Grande entusiasmo ha suscitato
l'esibizione di danze orientali del gruppo del Fitness Club Carini di Lilly Di
Francesco.
Il successo della manifestazione, per la prima volta a Carini, ha creato un
rapporto di collaborazione tra le due associazioni. La Fitness Club Carini ha
affidato da settembre la direzione artistica per la Danza Moderna e
Contemporanea al coreografo e maestro di Danza Renato Tumminia. Con il
ringraziamento al Comune di Carini per la gentile concessione della palestra “Ciro Genova” si è conclusa una manifestazione che ha
portato a Carini professionalità ed un movimento turistico non indifferente.
La Fitness Club Carini comunica che il 22 Giugno 2014 alle ore 20 presso il Teatro Totuccio Aiello si terrà il XV Trofeo Ravanusa
abbinato al saggio di Hip Hop creato da Stephanie Genova e di Danze Orientali creato da Lilly Di Francesco ospiti d'onore della
manifestazione il gruppo “Fiesta Flamenca” di Guadalmedina.
42 | ILVESPRO
MAG-GIU 2014
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Carissimi lettori questo mese parleremo del pesce
sciabola, o comunemente chiamato spatola.
E' un pesce dalla forma allungata, schiacciata
lateralmente, e spesso supera il metro di lunghezza.
Completamente privo di squame, ha la carne bianca e
consistente. Per riconoscerne la freschezza guardate
sempre l’occhio che deve essere convesso, con la pelle
bella argentata che addirittura passandoci le dita deve
lasciare tracce argentee.
E' considerato un pesce magro, molto digeribile e con
un buon contenuto di acidi grassi Omega 3.
Ecco la mia ricetta:
Ingredienti:
1 pesce sciabola da circa 1kg
200 g di spinaci
70 g di uvetta
40 g di pinoli
4 cucchiai di pangrattato
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe q.b
Procedimento:
Mettete a cucinare in poca acqua salata gli spinaci, scolate, freddate e strizzateli bene.
Per facilitarvi il lavoro, fatevi sfilettare direttamente in pescheria il pesce, tagliate delle strisciette di circa 15 cm,
e lasciatele marinare con del limone.
Prendete una terrina, mettete gli spinaci, l’uvetta, i pinoli, il pangrattato, olio, sale e pepe, e impastate il tutto.
Adesso prendete una striscietta di pesce, mettete un po' del composto, girate delicatamente e infine fermate
con uno stuzzicadenti (come vedete nella foto),
continuate così per tutto il resto. Man mano
che fate gli involtini, metteteli in una
teglia uno accanto all'altro.
Finite il tutto con un filo d’ olio ed
infornate a 180° per circa 25 minuti.
Appena cotti, togliete gli
stuzzicadenti, impiattate e servite...
come ho fatto io!
Ottimo risultato, provatelo anche voi.
Alla prossima.
MAG-GIU 2014 ILVESPRO | 43
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Il nuovo programma tv
di Flavia Fontana
Ad aprile è partito il nuovo programma televisivo
ideato e condotto da Flavia Fontana, A tu per tu
con... un viaggio affascinante tra amici del mondo
dello spettacolo, dello sport, della cultura, della
politica e dell'imprenditoria con volti noti di
carattere per lo più nazionali.
Un format, spiega l'ideatrice e la conduttrice del programma Flavia Fontana, che si cimenta nella terra della
nostra Sicilia per riscoprire e MAI dimenticare
quelle strutture ricettive, teatrali e piene di verde
insieme a personaggi molto conosciuti che creano
parecchio appeal agli utenti.
Inoltre, prosegue la Fontana, l'obiettivo della
trasmissione non è solo quello di far conoscere il
personaggio in questione, dal punto di vista
professionale ma anche dal punto di vista umano,
scavando più a fondo nel suo privato, nella sua vita
intima ma soprattutto quello di dare dei
MESSAGGI, forti, vivi e importanti attraverso la
voce di volti noti che stanno sicuramente a cuore di
molte persone sperando che possano far
riflettere!!!
Due messaggi forti e concisi sono stati già lanciati dai primi
due personaggi.
In questo modo, si cerca sempre più di sapere qualcosa di
nuovo di quel volto nazionale che magari fino a quel giorno
non si sapeva!!!
Certo è un'impresa ardua, conclude Flavia Fontana, in
quanto sappiamo benissimo che i personaggi tanto più sono
conosciuti e tanto più preferiscono far meno sapere di loro,
chiudendosi dentro un guscio di ferro e ben celato.
Un programma comunque brioso, spontaneo, brillante,
voluto fortemente dalla regia che ha curato tutto nei
dettagli.
Già tra gli intervistati nel format di Flavia Fontana l'attore
Mario Pupella, che ha lanciato come messaggio quello di
non bere soprattutto quando si guida e Sasà Salvaggio che
invece ha dichiarato apertamente che il fumo fa male.
Un programma con diffusione regionale in onda tutti i giorni
su Cts (canale 90 del digitale terrestre) e su Azzurra Channel
(canale 74 del digitale terrestre) ma che è possibile vedere
anche sul web in ogni parte del mondo (www.ctsnotizie.it) e
infine su Italica tv (canali 7 e 21) per chi vive in America e in
Canada.
44 | ILVESPRO
MAG-GIU 2014
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Dacia Maraini - Rizzoli, 2012
È bello questo libro di Dacia Maraini. Il titolo, a prima lettura, lascerebbe
evocare atmosfere romantiche, storie delicate di passione e intrecci
vivaci che sanno di rapimenti d’amore. Non è così, il tema è quello amaro
e triste della sopraffazione maschile sull’universo femminile. Ma mi piace
questo equivoco, perché da solo contiene la cifra del libro: il paradosso
dell’amore. Questo sentimento universale che dovrebbe spingere verso la
sensibilità, l’armonia, il rispetto che invece viene umiliato da una
continua, serrata violenza, aperta o sotterranea, che gli uomini, con la “u”
molto minuscola, esercitano vigliaccamente contro persone più indifese:
le donne.
Il libro si compone di otto brevi racconti, molto scorrevoli, agili alla
lettura e non solo per lo stile asciutto e rapido, ma anche per il desiderio
di giustizia che ci spinge a cercare nelle ultime pagine un riscatto, se non
una giusta vendetta. Ma l’occhio della narratrice qui è spietato,
gelidamente spietato, ovvero: realistico. Così, i drammi e le tragedie che
ci vengono offerti, cadono nella polvere dell’indifferenza, urtano contro il
muro di gomma della superficialità, annegano nelle paludi
dell’indifferenza. Come avviene quotidianamente in questo paese, così
distratto, così miope, così ferocemente ignorante. Il risultato, però, è
sempre lo stesso: muore una donna.
Questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante, non ha strumenti, non ha doti, non ha tempo,
non ha voglia di salvarle, le nostre donne. Basterà ricordare qualche dato: il famoso Codice Rocco, tanto permissivo
nei confronti del delitto d’onore come delle forme di stupro dichiarate, finalizzate a forzare il matrimonio, è stato
riformato e abolito nelle sue parti chiaramente incostituzionali soltanto nel 1981. Questo paese, così distratto, così
miope, così ferocemente ignorante, ha ritenuto più urgenti temi come il divorzio (1974), la famiglia (1975), la
chiusura di Carosello (1976), la RAI a colori (1977), i manicomi e l’aborto (1978), eccetera… prima di procedere alla
riforma di quella indecenza che ci meritava una vergogna internazionale e che era il codice Rocco. Ma non è tutto,
perché dopo di allora le violenze sulle donne, quelle sessuali a cui si ispirano le storie di Dacia Maraini, erano ancora
ritenuti “delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”. Come se le donne non fossero persone ma oggetti
decorativi degli ambienti pubblici. Occorrerà aspettare il 1996 per affermare il principio di civiltà giuridica per cui lo
stupro è un crimine contro la persona. Questo paese, così distratto, così miope, così ferocemente ignorante, che si
parla addosso e si vanta di essere la culla della cristianità, per affermare e tutelare un principio cristiano di semplice
rispetto della persona, a partire dalle brume dell’era primitiva, per staccarsi definitivamente dalla condizione di
trogloditi, ha temporeggiato fino al 1996.
Leggere il libro di Dacia Maraini, aiuterà a vergognarsi, ma forse aiuterà anche a diventare, ciascuno di noi, presidio
di difesa dell’altra metà del cielo.
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Giuha ed il capretto costoso
Giuha aveva una vicina di casa anziana che possedeva un
capretto denutrito, deperito e deturpato.
Un giorno lo voleva vendere a Giuha, ma lui aveva
rifiutato di comprarlo. La vecchia tornò a proporre il
capretto a Giuha e ripeté questa proposta numerose
volte, poiché aveva un enorme bisogno di denaro. Giuha
aveva pietà di lei, se ne andò meditando un modo per
vendere il capretto ad un prezzo tale da soddisfare la
sua necessità.
Il giorno seguente, Giuha tornò dalla vecchia e disse:
"Domani vai al mercato e porta con te il capretto per
venderlo". La vecchia gli disse: "Hai un compratore per
lui?" Giuha disse: "Io sarò presente al mercato,
contratterò con te il suo acquisto, ma non accettare un
prezzo inferiore a cento dinari, e... attenta a non
esitare finché sarà terminata la sua vendita". La
vecchia si meravigliò delle sue parole, e prese
l'iniziativa dicendo: "Oh Giuha, cento dinari? Che
somma enorme! Le mie mani non hanno ricevuto niente
per anni e anni, ma dimmi, perché lo vuoi comprare per
cento dinari al mercato quando posso vendertelo qui per
molto meno di quel prezzo?" Giuha disse: "Fai ciò che ti
ho chiesto, e non esitare finché ti sarà possibile
vendere il capretto". La vecchia disse gioiosa ed
allegra: "Il nostro appuntamento è domani al mercato,
Giuha".
Il giorno seguente la vecchia andò al mercato, portò il
capretto con sé ed eseguì ciò che aveva concordato con
Giuha, propose il capretto in vendita, ma nessuno si
avvicinò a comprarlo. Dopo un po' si presentò Giuha, la
vecchia lo vide arrivare da lontano ed aveva con sé un
bastone per misurare. Giuha girava tra i venditori con il
bastone per misurare, poi si avvicinò alla vecchia come
se non la conoscesse e le chiese: "E' in vendita questo
capretto?" "Sì signore" disse la vecchia.
Giuha prese a misurare la lunghezza del capretto, la sua
larghezza e l'altezza numerose volte fino ad attirare
gli sguardi della gente. La gente si meravigliò e si
raggruppò intorno a Giuha ed al capretto. Poi Giuha
cominciò a contrattare con la vecchia il prezzo del
capretto, cominciando da un dinaro, mentre la vecchia
gli chiedeva di aumentare il prezzo. Allora lui cominciò
ad aumentare il prezzo. A questo punto la gente
partecipava con Giuha ad alzare il prezzo del capretto
finché il suo prezzo arrivò a trenta dinari.
La vecchia disse: "Non lo venderò poiché vale molto più
di quello". Giuha prese ad alzare il prezzo, la gente pure,
fino a che Giuha giunse a novanta dinari, ma la vecchia
disse: "Non lo venderò per meno di cento dinari".
Qui Giuha manifestò il suo dispiacere e disse: "Magari
avessi questa somma, se l'avessi lo comprerei
immediatamente e senza esitazione". Poi la lasciò
mostrandosi dispiaciuto e camminò per il mercato. Uno
dei mercanti vide ed ascoltò ciò che era successo, e
pensò che nel capretto ci fosse un gran segreto e lo
comprò per cento dinari.
Il commerciante si precipitò dietro a Giuha, lo fermò e
gli disse: "Ti prego di farmi sapere il segreto del tuo
interesse a comprare questo capretto e l'utilità che
speravi avere dal suo acquisto".
Giuha afferrò il capretto e cominciò a misurare la
lunghezza e la larghezza, poi disse: "Se fosse stato più
lungo di due pollici e più largo di uno, la sua pelle sarebbe
servita per un tamburo per la festa di matrimonio di mia
figlia".
Poi salutò l'uomo sorridendo e si allontanò.
...nchia gnuranza!!!
Carini: Corso Umberto I ore 17:30
Cittadino: “Scusi ma le sembra modo di lasciare la
macchina in sosta?”
Automobilista: “Quando ho preso la patente io tu
ancora dovevi nascere!!!”
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MAG-GIU 2014
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Lo scorso 18 maggio, nel Palazzetto “Ciro Genova” di Carini, si sono tenute le gare Regionali MSP di Ginnastica Artistica, alle quali
hanno partecipato con energia ed entusiasmo i piccoli e numerosi atleti dell'Associazione Aura Club di Carini.
Il gruppo, formato da quaranta bambini guidato dagli insegnanti: Ottavio Bubbeo, AnnaLisa Mazzola e Rossella Ferrara, ha sbalordito
genitori e presenti con “Percorsi a tempo”, “Corpo Libero” e “Trave” ottenendo diverse vittorie.
Emozionante è stata la vittoria di Pericò Roberta, 1° posto della categoria Corpo Libero 10 anni, su 25 bambine provenienti da tutta la
Sicilia; seguita dalle vittorie di: Gabriele Cusimano 1° posto categoria Corpo Libero maschile, Ferranti Dario 1° posto Percorsi motori
categoria Pantere, podio completo Percorsi motori per la
categoria Aquile con Genova Antonio 1° posto, Bubbeo
Riccardo 2° posto, Iandolo Andrea 3° posto; ed infine 2° e 3°
posto rispettivamente per Aiello Vito e Ferranti Diego nella
categoria Micro-pulcini e 2° posto per Candela Ludovica
categoria Pulcini.
Ringraziamo i genitori ed i bimbi che con passione e costanza
si sono allenati e naturalmente la scuola che ci ospita l'Ist.
Comprensivo “Laura Lanza” di Carini.
Felici dei risultati raggiunti vi auguriamo una buona estate e
ci rivediamo a settembre!
Associazione Aura Club - Via Donatello, 4 Carini (Pa)
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Sono di nuovo qui a raccontarvi come prosegue la mia vita sportiva.
Come vi anticipavo nei mesi scorsi, il 15 e 16 marzo si è svolta la Coppa Italia ad
Aversa. Nella categoria -37 avevo 5 avversarie: il primo incontro l'ho vinto a tavolino
perché l'avversaria non si è presentata; nel secondo l'avversaria era la detentrice del
titolo italiano della categoria (Campionessa Italiana 2013) che si chiama Emanuela
Viglietti, ho subito una sconfitta per 8 a 7 e così mi sono classificata al 3° posto.
Il 12 e 13 aprile a Gorle (Bergamo) si è svolta la Coppa del Presidente. Nella categoria
-37 questa volta le avversarie erano 8: primo incontro vinto per ko (10 punti prima
della fine del tempo) 10 a 0 contro Camilla Marenghi; nel secondo incontro ho lottato
contro Smaali Sabrin ed ho vinto 3 a 2; nel terzo incontro ho combattuto con la
veneta Giada Boscolo Meneguolo, contro la quale ho vinto per 12 a 2. Mi sono così
classificata al 1° posto.
Il 17 e 18 maggio si sono svolti a Catania i Campionati Italiani. Sempre la stessa
categoria, 7 le avversarie di turno: primo incontro vinto per ko nuovamente contro Camilla Marenghi (poverina sempre lei…);
secondo incontro combattimento contro la siciliana Carlotta La Rosa, vinto per 8 a 0; nel terzo ed ultimo incontro me la sono vista
con Jessica Filippi contro la quale ho vinto per 7 a 0. Per il 2014 la Campionessa Italiana sono io!!!
Adesso mi è arrivata la convocazione per partecipare ai Collegiali 2014. E' una convocazione importante per poter entrare a far parte
della Nazionale Italiana “Azzurri 2014”. Siamo state convocate soltanto in 2, io e Giada Boscolo Meneguolo. Faremo dei
combattimenti tra noi due e chi vincerà entrerà a far parte della prima squadra, chi perde va nella seconda. Lo scorso anno Giada era
in prima squadra nella -32 per diritto di punteggio ed io sono entrata nella Nazionale come componente della seconda squadra.
Quest'anno mi auguro di arrivare in prima squadra, visto che partiamo da un punteggio pari. Mi impegnerò col cuore, in ogni caso,
anche se non dovessi riuscire ad essere prima, parteciperò in ogni caso ai Mondiali con la seconda squadra, che si terranno a Rimini
dal 6 al 14 settembre.
Un ringraziamento particolare va al mio allenatore Andrea Lucchese, che mi da tanti buoni consigli, ed ai miei genitori che mi aiutano
ad andare avanti in questo sport. Ah, dimenticavo: Forza Italia!!!