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www.gazzetta.it domenica 15 giugno 2014 1,30 €
REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 - TEL. 06688281
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO
anno LXX
X - Numero
numero 24
Anno
www.forst.it
ITALIA
2-1
CHE INIZIO
A MANAUS
L’ESORDIO
DEGLI
AZZURRI
La perla di Marchisio che porta
in vantaggio gli azzurri, il pari
inglese di Sturridge e il decisivo
colpo di testa di Balotelli
BALO, E VAI!!!
E’ SUBITO GRAND’ITALIA: BYE BYE INGHILTERRA
Super Mario firma il gol
decisivo e lo dedica alla
futura moglie Fanny.
Gara durissima: apre
Marchisio, replica
Sturridge. Alla fine
vince il nostro possesso
e colpiamo due pali.
Brillano anche Darmian
Candreva, Sirigu e Pirlo
L’INFORTUNIO
La gioia di Mario Balotelli, 23 anni,
che abbraccia Verratti dopo il gol IPP
L’allarme Buffon
Quanto resta fuori?
Lui: «Torno presto»
Distorsione alla caviglia durante l’ultimo
allenamento: dolore, ma nulla di rotto
di LUIGI GARLANDO
Finalmente Mario! Non è un hashtag, è un urlo da
sala parto. E’ nato il Balotelli che aspettavamo da
sempre: quello che nella notte più importante,
segna, trascina, sgobba, non dice una parola all’arbitro. Un’incornata di Mario stende l’Inghilterra (2-1) e ci lancia in testa al girone, al fianco
della sorprendete Costa Rica. Primo vantaggio di
Marchisio, cucinato da una magia di Pirlo, che
due anni fa aveva servito un cucchiaio di fiele
all’Inghilterra. Ora si è inventato un tunnel sotto
la Manica e ha scheggiato la traversa nel finale.
3 Gigi Buffon, 36 anni, ANSA
CECCHINI, VERNAZZA A PAGINA 8
IL NOSTRO GIRONE L’ALTRA PARTITA
Sorpresa Costa Rica
Uruguay, che botta
L’ARTICOLO ALLE PAGINE 2-3
BOLDRINI, CENITI, ELEFANTE, SCHIANCHI DA PAG. 3 A PAG. 6
Campbell (gol e assist)
fa impazzire la Celeste
Cavani segna su rigore
COLOMBIA SHOW CON LA GRECIA
IERI
COLOMBIA-GRECIA
3-0
URUGUAY-COSTA RICA
1-3
ITALIA—INGHILTERRA
2-1
COSTA D’AV.-GIAPPONE (nella notte)
OGGI
SVIZZERA-ECUADOR (ore 18)
FRANCIA-HONDURAS (ore 21)
ARGENTINA-BOSNIA (ore 24)
3 Campbell festeggia dopo il gol
BIANCHI, CECERE, D’ANGELO,
LONGHI, VAIRA DA PAG. 10 A PAG. 13
IL PROTAGONISTA ARGENTINA-BOSNIA: GLI OCCHI DI TUTTI SULLA PULCE
Messi prova il terzo assalto
intesapourhomme.it
9 771120 506000
40 6 1 5>
Rieccolo dopo le delusioni in Germania e Sudafrica
CONDO’ A PAGINA 26
Avrà come partner d’attacco il Kun Aguero
BASKET AL FORUM GARA 1
IL CASO RICOVERATO A GRENOBLE
Milano-Siena
Primo atto
per lo scudetto
Dramma Schumi: Dream team d’oro
è in riabilitazione Trionfano anche
Recupero incerto gli sciabolatori
CHIABOTTI, DI SCHIAVI, NIGRO
PERNA
POLI
3 Michael Schumacher, 45 LAPRESSE
3 Fiorettiste e sciabolatori in festa BIZZI
IL ROMPI
PALLONE
DI GENE GNOCCHI
Casillas strafelice:
«Avevo Robben
e Van Persie al
Fantamondiale».
SCHERMA AGLI EUROPEI
w
2
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
#
GIRONE D IL DEBUTTO AZZURRO
IERI
COSTA RICA,
CHE SORPRESA!
URUGUAY
COSTA RICA
Ieri sera in campo le avversarie azzurre, con una grande
sorpresa: in Uruguay-Costa Rica segna Cavani su rigore poi
la clamorosa rimonta avversaria con Duarte, Campbell e Ureña.
Nel gruppo C (nella notte Costa D’Avorio-Giappone) la Colombia
si presenta con una prestazione super: 3-0 alla Grecia, con gol
di Armero, Gutierrez e James Rodriguez.
ITALIA
INGHILTERRA
OGGI
ESORDIO PER
MESSI E POGBA
BALO RE DEL
1
2
1 L’Italia va in vantaggio con un gran tiro da fuori di Marchisio, che sfrutta lo splendido velo di Pirlo e batte il portiere
inglese Hart in diagonale GETTY IMAGES 2 La risposta inglese è immediata: due minuti dopo il vantaggio azzurro, cross
di Rooney e Sturridge appoggia in rete REUTERS 3 L’abbraccio azzurro a Balotelli dopo il gol del 2-1 AP
Cuore e sofferenza:
buona la prima!
L’Italia con Mario
piega l’Inghilterra
Ritmi bassi a Manaus: gli azzurri si sbloccano
con Marchisio, ma incassano l’1-1 subito dopo
Decide Balo, Sirigu rimpiazza benissimo Buffon
DAL NOSTRO INVIATO
LUIGI GARLANDO
MANAUS (Brasile)
Finalmente Mario! Non è un hashtag, è
un urlo da sala parto. E’ nato il Balotelli che
aspettavamo da sempre: quello che nella notte
più importante, segna, trascina, sgobba, non
dice una parola all’arbitro. Un’incornata di Mario stende l’Inghilterra (2-1) e ci lancia in testa
al girone, al fianco della sorprendete Costa Rica. Primo vantaggio di Marchisio, cucinato da
una magia di Pirlo, che due anni fa aveva servito un cucchiaio di fiele all’Inghilterra. Ora si è
inventato un tunnel sotto la Manica e ha scheg-
giato la traversa nel finale. Faticheranno a dimenticarlo per altri due o tre anni.
E’ stata una grande vittoria, perché non va
dimenticato il contesto: perso il giorno prima
Buffon, molto più di un capitano, un totem. Dopo la mazzata Montolivo, poteva essere il colpo
della depressione, invece l’Italia ha reagito con
cuore di razza. Sirigu è stato tra i migliori, come il sorprendente Darmian. Dopo il primo gol
tutti hanno sommerso Buffon in panchina, mostrando uno spirito che può portare lontano.
Come l’autorevolezza con cui abbiamo condotto il gioco in un contesto di grande sofferenza
fisica. Cesare Prandelli cercava atleti, ha trovato uomini, grandissimi uomini.
Mario vola
Il colpo di testa
vincente di Mario
Balotelli, 23 anni: è il
gol del 2-1 IPP
Ansia spagnola Dopo pochi minuti ci viene
già l’ansia che finisca come la Spagna, perché
noi teniamo palla e l’Inghilterra tra il 4’ e il 6’
tira due volte, verticalizzando rapida: Sterling sfiora l’incrocio, Henderson fa volare Sirigu. Gli attaccanti di Hodgson hanno le gambe
svelte degli olandesi e ragionano con la porta
in testa. Sterling, soprattutto, nato nella città
di Bolt. Non è un caso che entrambi i pericoli
siamo nati sulla fascia di Giorgio Chiellini,
che è un terzino arrangiato. L’Inghilterra lo sa
e batte su quel lato. A parte queste accelerazioni, però, ci temono e ci lasciano la palla
rannicchiati dietro. Senza pressing alto, il varo del doppio play è morbido e comunque fun-
ziona. Il triangolo con De Rossi vertice basso
imposta con scioltezza. Uno tra Pirlo e Verratti è sempre libero. Il “parigino” parte ingolfato
dall’emozione, si nasconde un filo, poi si scioglie e va a cercarla con personalità.
Bravo Darmian Il gioco scivola bene sulle fasce, soprattutto a destra dove Darmian dà una
piacevolissima conferma: il migliore della prima metà. Spinge come se fosse al terzo Mondiale. Suo il cross che Balotelli quasi incorna
in rete. Ma, tolto questo invito, a Mario, perso
tra le maglie bianche, arriva pochino perché il
ritmo è troppo lento, anche per la necessità di
non cuocere nella caldaia di Manaus. Senza
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
3
#
Al via il girone E: si parte con Svizzera-Ecuador alle 18, ma la
gara più interessante del gruppo è quella che vedrà l’esordio
della Francia, impegnata alle 21 contro l’Honduras. Nella notte
anche un altro attesissimo debutto. Quello dell’Argentina di
Leo Messi, che dalle 24 italiane sfiderà la Bosnia, squadra alla
sua prima partecipazione alla fase finale di un Mondiale.
DOMANI
LA GERMANIA
A Salvador alle 18 il gruppo G parte con il botto: GermaniaPortogallo, la squadra di Löw contro Cristiano Ronaldo, già star
del Mondiale: nelle ultime ore ha rincuorato i connazionali sul
proprio stato di forma. In serata si chiude la prima giornata del
gruppo F con Iran-Nigeria, e poi di nuovo il gruppo G, che metterà di fronte il Ghana e gli Stati Uniti guidati da Klinsmann.
CONTRO CR7
LLA GIUNGLA
INGHILTERRA
ITALIA
1
3
2
(4-2-3-1)
(4-1-4-1)
Hart; Johnson, Cahill, Jagielka, Baines;
Henderson (dal 28’ s.t. Wilshere), Gerrard;
Welbeck (dal 16’ s.t. Barkley), Rooney,
Sterling; Sturridge (dal 34’ s.t. Lallana).
PANCHINA Foster, Forster, Smalling, Shaw,
Jones, Lampard, Milner, Lambert.
ALLENATORE Hodgson.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO ALTO 55,6 metri
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Sterling per gioco scorretto.
Sirigu; Darmian, Barzagli, Paletta, Chiellini;
De Rossi; Candreva (dal 34’ s.t. Parolo),
Verratti (dal 12’ s.t. Thiago Motta), Pirlo,
Marchisio; Balotelli (dal 28’ s.t. Immobile).
PANCHINA Perin, Abate, Bonucci, Aquilani,
Cassano, Cerci, Insigne.
ALLENATORE Prandelli.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO MOLTO BASSO 46,2 metri
ESPULSI nessuno.
AMMONITI nessuno.
MARCATORI Marchisio (It) al 35’, Sturridge (In) al 37’ p.t.; Balotelli (It) al 5’ s.t.
ARBITRO Kuipers (Ola).
NOTE spettatori 42mila circa. In fuorigioco 0-7. Angoli 9-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.
la Moviola
POSSESSO PALLA
DI FRANCESCO CENITI
INGHILTERRA 44,5%
PASSAGGI RIUSCITI
ITALIA 55,5%
TIRI IN PORTA
IIIIII
INGHILTERRA 6
Decide Mario Un delitto farsi raggiungere
due minuti dopo. In contropiede, poi... Ma
questa Nazionale, smarcata dalla tradizione,
non è nata per chiudersi e gestire. Deve stu-
diare però molto meglio le chiusure preventive, perché il modulo del doppio play espone a
un rischio: se Verratti e Pirlo, che incontristi
non sono, si sbilanciano in costruzione la ripartenze trovano spazi aperti. Troppo comodo il verticale per Rooney che manda in gol
Sturridge, con la complicità di Paletta, in difficoltà fin dal primo pallone. Le occasioni
d’oro di Balotelli e Candreva (palo) a fine
tempo sono un bel ruggito d’orgoglio che annunciano il raddoppio al 5’ della ripresa. Deliziosa assistenza di Candreva, cresciuto tantissimo, e incornata di Balotelli da bomber vero.
A casa Hodgson, che ha rivoltato il tridente
ITALIA 93,2%
TIRI FUORI
IIIIII IIIIIIIII
ITALIA 6
MOMENTI CHIAVE
PRIMO TEMPO 1-1
4’ Gran destro da fuori di Sterling: esterno
della rete e brividi.
5’ Altro destro potente dalla distanza, stavolta di Henderson: Sirigu respinge.
24’ Cross basso di Welbeck dal fondo,
Barzagli rischia l’autogol ma salva anticipando Sturridge.
GOL! 35’ Azione da angolo, finta di Pirlo,
Marchisio controlla di suola e infila il destro in diagonale all’angolo basso.
GOL! 37’ Sterling innesca la corsa di Rooney a sinistra, cross sul secondo palo dove Sturridge insacca al volo.
47’ Balotelli scavalca Hart con un pallonetto da posizione angolata, Baines salva sulla linea.
47’ Altra azione da angolo, Marchisio trova
Candreva in area, sinistro sul palo esterno.
velocità di palla e di gambe è difficile spiazzare il solido fortino di Hodgson e quando Candreva crea un varco con un cambio di passo
poi sbaglia sempre l’assistenza. Il gol arriva
comunque ed è meritato dopo tanto controllo. E’ un corner calibrato in laboratorio: il tocco di Verratti che Pirlo lascia sfilare tra le gambe, spiazza tutta l’Inghilterra, compresa la Regina, e libera il tiro vincente di Marchisio
(35’).
INGHILTERRA 90,8%
INGHILTERRA 9
III
ITALIA 3
SECONDO TEMPO
4’ Sturridge ci prova da fuori, Sirigu respinge a mani aperte.
GOL! 5’ Candreva scappa a destra, rientra
e di sinistro crossa verso il secondo palo,
dove Balotelli di testa sovrasta Cahill
schiaccia in rete.
9’ Percussione di Rooney conclusa con un
diagonale: largo.
17’ Baines trova Rooney tutto solo in area,
controllo e destro a colpo sicuro ma largo
di pochissimo.
19’ Barkley da sinistra si accentra e libera
il destro a giro, Sirigu in tuffo respinge.
32’ Baines ci prova su punizione dal limite:
Sirigu vola vicino al palo e mette in angolo.
49’ Punizione di Pirlo, il pallone gira e scende all’improvviso: traversa piena.
(Rooney a destra, Sterling in mezzo), rincorre
con la spinta di Barkley (fuori Henderson).
Prandelli per evitare altre crisi di panico da
vantaggio, toglie Verratti e inserisce l’esperto
Thiago Motta, laureato in «Gestioni Critiche».
Soffriamo quando i ragazzini di Hodgson
frullano le gambe, perché Paletta pare in preda al mal di mare e abbiamo quel ventre molle
alle ripartenze, ma il pubblico fa anche spesso
echi da corrida perché palleggiamo bene e
l’Inghilterra rincorre a corna basse. Non vincevamo una partita in un Mondiale da 8 anni.
E’ stato come ritornare a casa dal Sudafrica. Il
Brasile è dolce e può farci sognare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Kuipers attento in area:
Johnson non col braccio,
su Welbeck niente falli
Johnson col braccio aderente al corpo: ok non punirlo
L’olandese Kuipers (prima di partire per il
Brasile ha diretto la finale di Champions) era una
sorta di garanzia sulla gestione della sfida. La
fiducia di Busacca non è stata tradita. Nel primo
tempo due proteste: gli azzurri chiedono un rigore
dopo 7’, ma ha ragione l’arbitro perché Johnson
ha il braccio attaccato al corpo sul tentativo di
dribbling a opera di Pirlo. Al 22’ lamentele inglesi
quando Welbeck crolla in area azzurra dopo un
tamponamento con Paletta: il difensore occupa lo
spazio senza fare fallo. Nella ripresa Welbeck
ancora a terra, chiede un rigore per un presunto
tocco di Chiellini: se c’è non giustifica il volo
dell’inglese. Nulla anche sull’incursione di Gerrard
finito su Paletta. La gara si mantiene corretta,
pochi gli interventi rudi. Forse anche per questo
Kuipers non ammonisce Cahill dopo una entrata
decisa su Balotelli a centrocampo: solo richiamo
verbale, ci stava il giallo. Arriva nel recupero:
Sterling affossa Parolo lanciato in contropiede.
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
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GIRONE D IL DEBUTTO AZZURRO
URUGUAY
le Pagelle
INGHILTERRA
5
CAHILL ERRORE
FATALE
GERRARD
A PEZZI
COSTA RICA
INGHILTERRA
le Pagelle
DI STEFANO BOLDRINI
ITALIA
6,5
h
Sterling il migliore
E’ la mossa a sorpresa e dà
ragione a Hodgson che ha
puntato su di lui. La sua velocità
crea diversi problemi alla difesa
italiana. E’ pericoloso per un’ora,
poi avverte il caldo e cala,
ma l’esterno del Liverpool
ribadisce di essere un talento
interessante.
La squadra, Sterling a parte,
che ci aspettavamo. Forte in
attacco, fragile a
centrocampo, modesta in
difesa. Bella reazione dopo
l’1-0 dell’Italia, ma poi dopo
un’ora il motore è in riserva.
Male, troppo ottimismo.
ITALIA
5
5
Hart
Johnson
La prima parata
è un tuffo da
ippopotamo, sul
secondo tiro
becca il primo
gol, sul terzo
viene salvato dal
palo, poi arriva
Balotelli, ex
compagno di
squadra al City e
Hart finisce in
porta con tutto il
Pallone. La
traversa gli evita
il 3-1.
Praticamente, a
parte un
intervento su
Balotelli,
inoperoso.
E’ l’anello debole
della difesa
dell’Inghilterra e
rispettando un
vecchio trucco
del calcio
Prandelli gli
lascia la
gestione del
pallone. Due
cross da
comica, in
difficoltà nell’uno
contro uno.
Giocatore
modesto, ma in
giro Oltremanica
non c’è di
meglio.
DI SEBASTIANO VERNAZZA
7,5
h
Balotelli il migliore
7,5
SIRIGU SICURO
PIRLO RICAMA
CANDREVA
E’ PREZIOSO
Finally Mario, finalmente. Quando
Jagielka gli leva dalla porta il
pallonetto, scatta il retropensiero
della maledizione ad personam:
l’hanno «macumbato». Per
fortuna ci pensa Candreva a
telecomandargli sulla fronte la
palla del 2-1. Gol di testa, come
contro la Germania all’Europeo.
Che sia di buon auspicio. Balo è
tornato, speriamo che duri.
Si chiama Italia quella
squadra che è tale soltanto
nelle partite che contano, le
amichevoli non fanno per noi.
Lo sapevamo, ne abbiamo
avuta conferma. Ennesima
lezione agli inglesi inventori
del gioco, ma con insolite
modalità rispetto al passato:
palleggio, fraseggio, solfeggio.
7,5
7
Sirigu
Darmian
Gioca o non
gioca? Il
tormentone del
pomeriggio. Alla
fine Sirigu gioca,
nonostante la
botta al torace
si faccia ancora
sentire. Gli
inglesi lo
sollecitano
subito con una
botta di
Henderson e il
vice-Buffon
supera il test
alla grande.
Seguono altri
interventi. Gran
volo sulla
punizione di
Baines. Buffon
può guarire con
calma.
Lasciate stare il
gol di Sturridge,
figlio di una
topica dietro
l’altra. L’azione si
srotola sul lato
di Darmian, è
vero, ma
sbagliano tanti
azzurri, forse
troppi. Al netto
dell’episodio la
prestazione di
Darmian è
importante.
Quasi una
consacrazione.
Alla fine di tanto
girovagare,
abbiamo trovato
un terzino vero,
uno che sulla
fascia spinge e i
cross dipinge.
5
6
5
5
5
5
4,5
6,5
5,5
6,5
7
6
Cahill
Jagielka
Baines
Henderson
Gerrard
Welbeck
Paletta
Barzagli
Chiellini
De Rossi
Candreva
Verratti
Errore fatale
quando Balotelli
piazza la
zuccata del 2-1.
Perde Mario nel
momento
decisivo. E’
l’unico sbaglio di
una prova
decente, ma
purtroppo è
quello che in
qualche modo
indirizza la
partita. Un paio
di recuperi
importanti,
quando la stalla
è ormai aperta.
Un salvataggio
sulla linea alla
fine del primo
tempo sul colpo
di Balotelli.
Dovrebbe
essere uno dei
punti deboli,
invece tutto
sommato riesce
a fare il suo
dovere. E’
attento e non
cera mai
avventure
pericolose. Può
uscire dal
campo a testa
alta. Magra
consolazione.
Dalle sue parti
scorre il Rio
delle Amazzoni.
Nel primo tempo
c’è la piena,
nella ripresa
nasce dalla sua
zona l’azione del
2-1 italiano. Il
mancino di
Liverpool con la
chitarra stona
nell’esordio
mondiale su
tutta la linea.
Pericoloso solo
una volta su
punizione, uno
dei suoi colpi
migliori.
E’ la sentinella di
Pirlo, ma il
centrocampista
del Liverpool
non lo vede mai.
Nei piani di zio
Roy doveva
imporre la sua
stazza e
pressare il
regista italiano,
ma nonostante
gli undici anni in
meno perde la
sfida soprattutto
sul piano della
mobilità.
Il confronto con
Pirlo è
impietoso. Due
capitani, due
registi, due
veterani, due
navigatori di
questi mari, ma
Gerrard, barba
lunga come
raramente gli
capita, esce a
pezzi dal duello
a distanza. Nel
primo tempo è
un fantasma,
nella ripresa fa
qualcosa di più,
ma è troppo
poco. Rischia
pure l’infortunio.
Non sta bene e
si vede. Il
recupero lampo
dopo l’infortunio
di martedì non
basta per
presentarsi in
condizioni
decenti. E’
l’uomo in meno
dell’Inghilterra
ed è un
problema
perché è uno di
quelli
fondamentali
nello scacchiere
di zio Roy e
viene
giustamente
sostituito.
Paletta verde,
nel senso che gli
attaccanti
inglesi vanno
come treni e lui li
fa passare tutti.
Sbaglia appoggi
facili, viene
saltato,
dribblato,
rosolato. C’è da
augurarsi che
De Sciglio
guarisca in
fretta e che in
mezzo si
ricomponga la
coppia BarzagliChiellini.
Possibile che
non ci siano
centrali migliori?
Paletta è più
forte di
Ranocchia?
Il salvataggio sul
cross di
Welbeck, alla
metà del primo
tempo, ha il
valore di una
rete segnata.
Barzaglione è
pure fortunato
perché sulla sua
scivolata il
pallone transita
nei pressi del
palo: una mera
questione di
centimetri.
Gioca per due,
perché deve
fare da badante
allo sciagurato
Paletta. L’anello
forte della
difesa, ma lo
sapevamo. Bella
(ri)scoperta
A sinistra, come
nelle stagioni
della beata
gioventù, ma
ritrovare tempi,
modi e
movimenti non è
automatico. In
più c’è il
discorso del
tempo che
passa: a
vent’anni i terzini
vanno come
spie, a trenta
hanno un passo
più felpato,
specie se si
gioca in un forno
a microonde.
Morale: Chiellini
riadattato e
stressato dalle
insicurezze di
Paletta.
Il ruolo lo
penalizza un po’:
non gli offre
grande visibilità,
ma gli aumenta
le responsabilità.
Non bene, ad
esempio, sulla
rete degli inglesi:
un errore di
tocco in
partenza prende
mezza Italia in
contropiede e il
paracadute De
Rossi non si
apre. Certi
meccanismi
vanno affinati.
Sulle giocate
personali nulla
da ridire, il
valore di de
Rossi è
indiscutibile
Ci mette un po’ a
calibrare il
piede, i primi
cross sono
sbalestrati, ma
dal punto di
vista tattico
l’asse DarmianCandreva è la
password che ci
permette di
entrare nel
computer degli
inglesi e
rovinargli un po’
di lavori. Il palo a
fine primo
tempo è il
segnale di fumo
della ritrovata
padronanza
tecnica e a inizio
ripresa arriva
l’arrosto, l’assist
per Balotelli
Tanta
Champions nei
suoi tacchetti, il
Psg gli ha
permesso di
forgiarsi sui
palcoscenici
internazionali,
ma il Mondiale è
un’altra cosa.
Paga l’emozione
del debutto.
Verratti un po’
timido, lui che di
solito è la
sfrontatezza
fatta
centrocampista.
Però si rende
utile: entra nella
filiera del gol di
Marchisio,
recupera e
porta su palloni
Gli manca l’acuto
5
7,5
l'allenatore
Hodgson
l'allenatore
Prandelli
5
6
6
5,5
5
7,5
7
6
s.v.
s.v.
Rooney
Sturridge
Barkley
Wilshere
Lallana
Pirlo
Marchisio
Thiago Motta
Immobile
Parolo
Il primo gol al
Mondiale sta
diventando la
sua maledizione.
Firma l’assist
per il pareggio
di Sturridge,
ma poi ciabatta
un paio di tiri e
sbaglia persino
un corner.
In Inghilterra lo
massacreranno
dopo questa
prestazione...
SIl gol e non
solo. E’
nettamente
l’attaccante più
pericoloso
dell’Inghilterra. E’
un bomber nel
vero senso del
termine, non ci
pensa mai due
volte prima di
tirare e si
capisce perché
Hodgson gli
abbia dato le
chiavi
dell’attacco.
Dopo un’ora di
gioco sfiorisce,
sfiancato dal
caldo. Esce
zoppicando.
Il ragazzino
dell’Everton si è
forse
conquistato la
maglia da
titolare. Entra e
si inserisce
subito nel gioco.
Ha il passo
importante e la
personalità del
giocatore vero.
Con lui dall’inizio
forse avremmo
visto un’altra
Inghilterra. Il
futuro è con lui.
In corsa per una
maglia da
titolare con
l’Uruguay
Spaesato, alla
ricerca di una
posizione che
non trova.
Dovrebbe dare
velocità e
rapidità, ma ha il
passo pesante.
L’inesperienza gli
gioca un brutto
scherzo.
Debuttare al
mondiale in
questo contesto
però non è
facile. L’età
giovane è una
parziale
scusante per il
ragazzo
dell’Arsenal.
Entra come
mossa della
disperazione,
ma non riesce
ad entrare in
partita. La
squadra è ormai
cotta e lui non
capisce dove
debba
sistemarsi. Gira
al largo e non
tocca un pallone
decente.
L’esclusione
dell’ultima ora gli
ha giocato un
brutto scherzo.
Comincia con
imprecisione,
qualche lancio è
fuori misura. Alla
mezz’ora esce
dalla sauna e
con una finta
permette a
Marchisio di
caricare il tiro
del primo gol.
All’Europeo gli
aveva fatto lo
scavetto, qui li
buggera con il
velo: quando
vede gli inglesi,
Pirlo si diverte
con trucchi e
trucchetti.
Magician. Verso
la fine l’ultimo
numero, la
traversa su
punizione
Un destro
inappellabile
dalla distanza,
lontano parente
del tiro dell’urlo
di Tardelli al
Bernabeu. Gira e
rigira lì si
ritorna,
Marchisio è un
Tardellino, un
universale che
viene buono per
un sacco di
ruoli. In questa
nuova Italia sta
in alto, in mezzo
e in basso.
Dappertutto,
insomma. Se la
gamba regge, è
un tipo da
Mondiale, uno
con lo spirito
«combat»
Dentro per
Verratti: l’Italia è
in vantaggio e
c’è bisogno di
esperienza.
Servono
presenza
scenica e senso
della posizione,
doti che in TM
abbondano. E
c’è bisogno di
centimetri e di
muscoli sui
palloni alti.
Thiagone esegue
la missione:
sgomita,
smussa, dilata
azioni e
situazioni. C’è
chi lo critica, ma
uno così al
Mondiale serve
come il pane
La palla giusta
gli arriva a pochi
attimi dallo
scadere. Un
contropiede
vecchio stile. Gli
inglesi riversati
nella nostra
metà campo e la
palla che plana
sui piedi di
Immobile.
Comincia una
lunga
entusiasmante
cavalcata, ma
un centrale
inglese,
mannaggia a lui,
interrompe il
volo di Ciro con
un tackle
all’ultimo metro
Al posto di
Candreva,
perché sul 2-1
per noi non c’è
più bisogno di
volteggiare sulle
fasce. Bisogna
fare massa a
centrocampo,
intasare le
condutture degli
inglesi, tutte
cose che a
Parolo riescono
bene. Dal Parma
all’esordio in un
Mondiale, e non
è finita qui
Sceglie
Sterling e ha
ragione, ma è
tradito dai
giocatori più
importanti. Il
suo ottimismo
della vigilia si
è rivelato
forse
eccessivo. Più
umiltà, zio
Roy, il
Mondiale è
impietoso.
Ha puntato su
un calcio
spagnoleggiante,
adesso che la
Spagna sembra
alla fine della
corsa, e ha vinto
la prima
scommessa.
La padronanza
del pallone
ha ammaliato
gli inglesi,
ha tolto loro
aggressività.
Piccolo
capolavoro
tecnico-tattico
ARBITRO KUIPERS 6,5 Non si lascia prendere dalla frenesia dei rigorini: lascia giustamente correre le proteste inglesi (e anche quella di Pirlo). Poteva starci un giallo a Cahill: peccato veniale Van Roekel 6-Zeinstra 6
6
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
#
GIRONE D IL DEBUTTO AZZURRO
URUGUAY
COSTA RICA
4
il personaggio
IL CENTRAVANTI AZZURRO
Mario si rivolge agli inglesi e mima «2-1 e silenzio». «Tutto
bellissimo, ma adesso non dobbiamo montarci la testa»
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO CECCHINI
MANAUS (Brasile)
Brasile con noi Al netto della
gaffe di Hodgson anti-Manaus
alla vigilia del sorteggio mon-
A MANAUS
«Allarme bomba»
La segnalazione
subito smentita
I NUMERI
Balotelli al bacio
«Dedicato a Fanny
E devono temerci...»
C’era la nostra infanzia
aggrappata alle tribune di Manaus. Tutti i singoli elementi che
compongono l’immaginario dei
bambini che siamo stati: la palla
che rotola innanzitutto ma poi alle nostre spalle - l’ombra del
gigantesco Rio Negro, l’incastro
magico col Rio delle Amazzoni,
la foresta feroce, il caldo che
non dà tregua. Celebrando la
rinnovata epifania vittoriosa del
calcio azzurro in un Mondiale,
abbiamo ritrovato quella promessa d’avventura che il grigio
quotidiano - quel che siamo diventati - ci ha fatto perdere chissà quando e chissà dove. In questo contesto emozionale, un
punto azzurro si è ingrandito sul
verde ed è diventato l’eroe che
mancava alla nostra narrazione.
Era il più atteso, il più scontato.
Come se vi dicessimo che Tex
Willer può risolvere ogni situazione nel suo West o Mina sa farci emozionare ad ogni declinazione del pentagramma. Ma occorre saper entrare in scena al
momento giusto, e Mario Balotelli l’ha fatto, prendendosi l’Italia sulle spalle quando serviva. E
a fine gara ecco il suo racconto:
«Il gol lo dedico alla mia futura
moglie che è qui e ai miei amici
che sono a casa. A Manaus ci sono condizioni climatiche estreme perché fa troppo caldo, a Recife non è così. Era una gara difficile perché l’Inghilterra è forte, l’Italia soffre sempre, questo
è tipico della nostra squadra, ma
l’importante è vincere. Non ci
sono squadre scarse, ma devono
temere anche l’Italia. Non montiamoci la testa, altrimenti non
andiamo da nessuna parte».
ITALIA
INGHILTERRA
7
MANAUS Allarme bomba
a Manaus (tracce d’esplosivo in
una macchina), ma smentito in
poco tempo. Si era sparso
intorno alle 10 di ieri mattina (le
16 in Italia) e in un primo
momento sembrava fosse
stato lanciato da un fotografo.
In realtà tutto è nato da una
segnalazione anonima, che da
subito non è stata ritenuta
attendibile ed è stata poi
smentita anche dalle attività
tecniche, svolte dagli specialisti
della polizia all’Arena Amazonia.
gare senza
successi da
cui era reduce
l’Italia: l’ultima
vittoria era il 2-1
sulla Repubblica
Ceca lo scorso
10 settembre
nelle
qualificazioni
per il Mondiale
60
giocatori
dell’Italia che
nella fase finale
dei Mondiali
hanno segnato
almeno una
rete: ieri sui
sono aggiunti
Marchisio e
Balotelli
Il ct dell’Italia Cesare Prandelli, 56 anni EPA
La legge di Prandelli
«Visto che lavoro?
13 Loro peggio di noi»
reti segnate
in Nazionale da
Balotelli, di cui
solo due in
amichevole
Il c.t., che non inizia mai un torneo perdendo, spiega:
«Volevamo la supremazia in mezzo, e ci siamo riusciti»
DAL NOSTRO INVIATO
S
Mario Balotelli, 23 anni, per lui 31 partite e 13 gol in azzurro LAPRESSE
diale, tutti i brasiliani che abbiamo incontrato coniugavano «azzurro» con «Balotelli». Anche
per questo fin dall’inizio il tifo
brasiliano si è schierato compattamente con noi, avviando addirittura gli «olè» di scherno agli
inglesi quando, con l’ingresso di
Thiago Motta, la nostra gestione
della palla è diventata in certo
momenti tocchettante. L’ovazione, poi, che ha accompagnata
l’uscita di Mario sembrava il tributo alla promessa mantenuta,
quasi a dire: ti aspettavamo e
non ci hai deluso.
La promessa e il gesto Incornando la palla del vantaggio azzurro, infatti, Balotelli è parso
liberarsi da un incantesimo. In
un istante ha ritrovato il sorriso
tenero e furbo di chi vede in
questo Mondiale il suo enorme
addio al celibato da santificare
in mondovisione. Fanny, in tribuna, ce l’hanno raccontata come una promessa sposa ultrà.
Meglio così. Il miglior Mario è
l’incarnazione del guascone,
quello che sorride in faccia ad
Hart quando - dopo che Jagielka
gli nega sulla linea un gol alla
l’Analisi
brasiliana - avvicina il vecchio
compagno degli anni del Manchester City e gli dice: «Stavo
per fartelo, vedrai che alla prossima ci riesco». Gli sono bastati
5 minuti del secondo tempo per
mantenere la promessa. E a fine
partita ha fatto segno alla telecamera: «2-1 e silenzio». I detrattori sono serviti.
Fra le braccia di Gigi Miss Fanny ci perdonerà però se il premio per l’abbraccio più bello
della serata lo diamo a quello
che capitan Buffon ha dato a
Mario a fine partita. A noi divoratori di storie ci è parso che
significasse: ora sei diventato anche tu un nostro leader, non deluderci. E nella notte di
Manaus, per un momento Mario ci è
sembrato diventare
davvero uno degli
eroi della nostra
infanzia. Uno di
quelli che sapeva
proteggerci sempre
dalle insidie dell’Amazzonia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fanny
Neguesha,
23 anni,
promessa
sposa di
Balotelli, esulta
in tribuna con la
maglia azzurra
GETTY IMAGES
ANDREA ELEFANTE
@andrelefante
MANAUS (Bra)
Non è tipo da «primo: non perdere» e
ieri è rimasto fedele alla sua storia di commissario tecnico. Da quando è allenatore
della Nazionale, Cesare Prandelli non ha
mai iniziato qualcosa di ufficiale perdendo
(neanche andandosi poi a rivedere la partita senza dover meditare su almeno un gol
subìto, ma questo è un altro discorso). Mai: cinque volte su cinque.
Tallinn, settembre 2010, debutto nelle qualificazioni all’Europeo: Estonia-Italia 1-2; Danzica,
giugno 2012, prima partita dell’Europeo: Spagna-Italia 1-1; Sofia, settembre 2012, via alle qualificazioni mondiali: Bulgaria-Italia
2-2; Rio de Janeiro, un anno fa, partenza della Confederations Cup:
Messico-Italia 1-2. E poi ieri, appunto: e non era così scontato.
Uno dopo l’altro Il fatto è che i suoi,
i nostri, primi passi per ballare sul mondo non sono stati semplicemente in salita: un po’ come avventurarsi su un tapis
roulant calibrato al massimo delle pendenza e anche a una discreta velocità. Sì,
Prandelli confidava in un atterraggio un
po’ più morbido sul suo primo Mondiale.
Lo aveva sognato, se l’era sudato confessando emozioni diverse dal solito: non si
aspettava di goderselo, ma neanche di rischiare di farselo andare subito di traverso.
E invece, una dopo l’altra, gli sono scivolate
giù delle certezze: a Londra, Montolivo; a
Mangaratiba, De Sciglio; a Manaus, Buffon. E più lui si era fatto coraggio, più aveva
parlato di finale come obiettivo di partenza, di lavoro a buon punto, di squadra
pronta, e più il destino lo aveva messo di
fronte alla solita prospettiva, quella che
tocca di norma ai c.t. italiani: contro tutto e
contro tutti. Stavolta soprattutto contro la
sfortuna.
Telecomando Prandelli ieri l’ha affrontata prendendo di petto la partita, con la
giacca rigorosamente addosso alla faccia
della camicia bianca appiccicata sulla pelle
(impossibile il contrario, o dev’esserci il
trucco): lui in piedi quasi senza sedersi un
attimo, Hodgson accartocciato o al massimo sulla punta della sua poltroncina in
panchina; lui a sbracciare, indicare, suggerire in versione telecomando della squadra
e Roy che evidentemente alla squadra sentiva di aver già detto tutto. E pazienza se
quando poi alla fine si sono stretti la mano
uno era più sudato dell’altro: debuttare bene costa fatica, si sa. E figuriamoci vincendo.
Dominio A fine gara Prandelli è contento
e ce l’ha col clima: «Assurdo non fare i timeout, a un certo punto abbiamo dovuto abbassare il ritmo, assurdo mantenere quell’intensità. Volevamo avere supremazia a
centrocampo e ci siamo riusciti. Abbiamo
lavorato bene a Coverciano e si è visto: loro
nel secondo tempo avevano i crampi, stavano peggio di noi. Il k.o. dell’Uruguay? Ci
saranno molte sorprese, chi non conosce le
squadre fa pronostici tanto per farli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Quanto corre questo Darmian: 9,7 km
E su 37 passaggi ne sbaglia soltanto 5
ANDREA SCHIANCHI
il naturale sbocco della manovra degli azzurri,
più ragionata di quella inglese.
La meglio gioventù sgomma che è un piacere, scatta, va via in velocità, quasi a volersi
scrollare di dosso il passato per andare a prendersi un futuro che è lì a portata di mano. Inghilterra e Italia si studiano in mezzo al campo,
ragionano, disegnano trame e poi vanno a cercarsi la gloria nei corridoi laterali, dove i ragazzini si buttano con l’incoscienza e la freschezza
dell’età. Raheem Sterling, 19 anni, da una parte e Matteo Darmian, 24 anni, dall’altra. Sono
schegge scagliate verso le retroguardie nemiche, quasi impossibile fermarli perché sembra
che abbiano un motorino nelle gambe. Nelle
idee di Hodgson la rapidità e la fantasia di Sterling servono a creare la superiorità numerica
nella zona calda. Per Prandelli le scorribande
di Darmian, sulla fascia destra, rappresentano
Rischio calcolato Nel primo tempo Sterling
s’incarica di mettere lo scompiglio tra i difensori italiani. Tenta 3 volte il dribbling, gliene riesce uno e nelle altre due occasioni subisce fallo.
E dà il via all’azione del provvisorio pareggio di
Sturridge: è sua l’apertura per Rooney che va al
cross decisivo. Anche nella ripresa, quando arretra leggermente il raggio d’azione e si dedica
a frequenti duetti con il terzino Johnson, le sue
accelerazioni sono micidiali: Sterling macina
chilometri su chilometri, alla fine sono 9,4. E
mica a passo lento: la velocità massima sprigionata dalle sue gambe è di 27 chilometri orari.
Nell’Inghilterra c’è tanto Sterling: 4 tiri (3 fuori
e 1 in porta), 1 occasione creata, 5 cross, 7 dribbling tentati e ben 4 riusciti. Inoltre, a testimoniare che il giovane partecipa alla manovra, dà
Raheem Sterling, 19 anni, e
Matteo Darmian, 24 AFP/LAPRESSE
4
IL NUMERO
7
i dribbling
tentati da
Raheen Sterling:
gliene riescono
ben 4. Per lui
anche 4 tiri
verso la porta
azzurra
una mano, cuce e ricuce, ci sono pure i 32 pasaggi (soltanto 3 errori).
Allargare la difesa All’esuberanza di Sterling
gli azzurri rispondono con la sorpresa Darmian. Terzino destro di mestiere, ma in realtà
ala aggiunta quando l’Italia si distende. Sono
9,7 i chilometri percorsi da Darmian. Non gli
possono chiedere i ricami di Sterling, non è la
sua qualità migliore, però quando spinge sull’acceleratore è uno spettacolo. La sua presenza su tutta la fascia consente di allargare le maglie della difesa inglese e lui è sempre pronto a
ricevere gli appoggi dei centrocampisti: sono
37 i suoi passaggi (soltanto 5 sbagliati). Da segnalare anche una discesa dalla quale nasce
un’azione pericolosa degli azzurri e 2 tiri (1
fuori e 1 in porta): la sua vivacità, assieme alla
zucca di Balotelli, è il segreto della gioia.
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
7
LA GAZZETTA SPORTIVA
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014
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GIRONE D LO SPAVENTO AZZURRO
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO CECCHINI
MANAUS (Brasile)
«E adesso?», ha pensato,
con la faccia schiacciata sull’erba e il dolore che cominciava
ad arrampicarglisi dentro. Aveva volato per 4 anni e tredicimila chilometri solo per incagliarsi nel rinvio più inutile tra le
migliaia che aveva fatto dal
2010 in poi? E proprio a poche
ore dall’inizio del Mondiale?
Venerdì notte Gigi Buffon - dopo la distorsione alla caviglia
sinistra, con infiammazione
del tendine tibiale - aveva la
forza solo di farsi domande, ma
non la capacità di darsi delle risposte.
DSQUARED2.COM
Tradito dal terreno Quella punizione calciata, e zappata, durante l’allenamento di rifinitura
a Manaus sembrava essere la
cartina di tornasole degli spettri che volteggiano sull’Italia di
Prandelli dal giorno dell’infortunio di Rossi, seguito da quello
di Montolivo, per continuare
con quello di De Sciglio. Per la
pura cronaca: 4 presumibili titolari dell’Italia contro l’Inghilterra. E possiamo essere sicuri
che con l’infortunio del capitano il pegno alla sfortuna sia stato pagato? Nessuno ormai è più
certo di nulla, tant’è che qualche compagno di squadra dava
parte della colpa persino al terreno di gioco che - dopo il grande allarme della vigilia - tutto
sommato dai più (c.t. compreso) veniva definito «buono»,
anche se non proprio all’inglese. In ogni caso è stato lo stesso
c.t. azzurro, nella conferenza
stampa della vigilia (che in Italia è cominciata alle 2.40 di notte) a cui doveva partecipare lo
stesso Buffon, ad annunciare «il
problema» del capitano e l’inizio immediato della fisioterapia. Dopo i controlli ecografici
URUGUAY
COSTA RICA
l’infortunio
INGHILTERRA
ITALIA
Il problema numero uno
Ahi, Buffon
Caviglia k.o.
E’ a rischio
il suo Mondiale
ma è ottimista
Tibia
Tendine tibiale
Il capitano «zappa» una punizione:
distorsione con infiammazione del
tendine. Gigi promette di tornare
subito, oggi per lui nuovi esami
Il messaggio su Twitter
Appena saputo che non avrebbe giocato contro l’Inghilterra, Buffon
ha mandato via Twitter un messaggio ai suoi fans, in cui fa gli
auguri ai compagni e soprattutto a Sirigu, in porta al suo posto
svolti in ritiro e le voci che si sono diffuse su un interessamento
del ginocchio - che comunque
oggi sarà sottoposto a risonanza magnetica presso l’ospedale
di Angra do Reis, si valuterà il
legamento collaterale esterno la buona notizia è che la capsula della caviglia non si era rotta,
quindi il gonfiore pareva limitato. Il guaio vero era il dolore,
ma fino all’ultimo Buffon ha voluto sottoporsi a dei test per farcela, tant’è che nello spogliatoio e in ambienti federali si diceva: dipenderà da lui. Ma se alla
fine uno come Gigi si è arreso, è
segno che il male era troppo.
Non solo. Dopo la paura - per
qualche ora si era paventato un
ritorno in Italia - l’obiettivo è
cercare di recuperarlo per il match con la Costa Rica. «Ieri sera
avevo una brutta sensazione e
temevo di dover tornare a casa ha rivelato agli amici - ma ora
sono sicuro di giocare la seconda partita e sono felicissimo».
Ottimismo forse un po’ spinto,
ma indicativo di un umore che
volge al bello, anche se l’ultima
parola la diranno i controlli
quotidiani a cui sarà sottoposto
nel ritiro di Mangaratiba dal
professor Castellacci e dal suo
staff, in continuo contatto con i
medici della Juve.
La sorella A raccontare le altimetrie dell’umore del portiere, che con l’Inghilterra comunque era in panchina, ci ha pensato anche sua sorella Guendalina. «All’inizio ci siamo
preoccupati ma poi è stato lo
stesso Gigi a tirarci su di morale
- ha detto a Rai Radio 2 -. Dice
che sorride ugualmente perché
appena si è fatto male ha passato un momento in cui credeva
di essersi rotto tutto. Ci ha tranquillizzati dicendo che c’è stata
solo questa botta alla caviglia e
se la caverò con qualche giorno
di terapia. Dovremo aspettare
per il suo esordio in Coppa. Insomma, è su di morale, carico
come al solito. Presto sarà in
formissima». Ma che Buffon
non è un azzurro come tutti gli
altri, lo si capisce anche da
quanto ha scritto sui social
network a poche ore dal match
con l’Inghilterra. « Ci sono molti
modi per essere importante, anche se non si è protagonista in
campo. Quindi forza grande
Salvatore (Sirigu, ndr), forza
magici ragazzi. Forza Italia,
mio grande amore. La vita è
bellissima e sono ancora in debito con lei. Non sarà una partita saltata o un altro Mondiale
saltato a farmi cambiare idea!».
Che la vita sia meravigliosa non
abbiamo nessun dubbio, ma
che Buffon accetti di saltare la
sua quinta Coppa del Mondo a
cuor leggero meglio non crederci. In fondo al cuore il traguardo resta invariato: giocare
fino a 40 anni per giocare il
Mondiale 2018, stabilendo il record di partecipazioni. Una follia, se covata da un 36enne con
la caviglia dolorante; un’ovvietà per chi conosce il capitano.
Noi, potendo, scommetteremmo sulla seconda ipotesi.
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i precedenti
Mondiali ed Europei...
La maledizione di Gigi
(s.v.) E sono tre le grandi
manifestazioni segnate dagli
infortuni di Buffon. Europeo
del 2000 in Belgio e Olanda: il
portiere va a casa per frattura al
dito di una mano (il k.o. a Oslo,
il 3 giugno 2000 durante Norvegia-Italia, test per l’imminente Europeo. Gigi si infortuna sul
gol di Carew: sbatte con un
guantone sul palo). Mondiale
del 2010 in Sudafrica: Gigi sostituito all’intervallo della prima gara con il Paraguay per
problemi alla schiena e mai più
utilizzato nella manifestazione
(si dovrà operare per curare
l’ernia del disco). Mondiale
2014: siamo alla cronaca e si
spera che non la situazione non
evolva come nelle due puntate
precedenti, ma il rischio che la
Coppa di Buffon sia finita prima
di cominciare è concreto.
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Sopra l’infortunio di Buffon in
Norvegia-Italia, sotto dolorante
nel pre gara col Paraguay AP/SKY
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
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GIRONE D L’ALTRA SFIDA
URUGUAY
COSTA RICA
INGHILTERRA
ITALIA
le Pagelle
DI NI. CE
PEREIRA PERDE LA TESTA, STUANI INGENUO
URUGUAY 4
MUSLERA 6 Una parata seria e
prende tre reti senza colpe
M. PEREIRA 3 Gli saltano i nervi
alla fine e sferra un calcione a
Campbell indegno di un
professionista. Fuori posizione
sulla rete dell’1-1
LUGANO 5 In costante proiezione
offensiva su ogni palla ferma si
procura il calcio di rigore con
abilità e astuzia. Manca però il
cross che poi finisce a Campbell
(per il gol del pari).
GODIN 5 Va a bersaglio in mischia
con senso dell’acrobazia ma era
partito in fuorigioco sulla
deviazione di testa di Cavani. Poi
viene clamorosamente meno nella
ripresa
CACERES 6 Buon primo tempo.
Fascia mancina presidiata con
autorità nonostante Ruiz sappia
trattare la palla. Ma nella ripresa
perde iniziative e slanci. E affonda
con gli altri.
STUANI 4,5 Ha guadagnato il
posto da titolare nelle ultime due
amichevoli. Assicura dinamismo e
anche, all’occorrenza, iniziative
d’attacco. Però si fa fregare da
Duarte sul 2-1.
GARGANO 5 Mediamo di destra,
più tonico rispetto alla fase in
calando accusata nel nostro
torneo, ma comunque modesto.
Sbaglia meno palloni del solito,
picchia e poi esce.
RIOS 6 Compensa con il
dinamismo qualche tocco infelice
nel palleggio.
RODRIGUEZ 5 Continuo e anche
incisivo nella prima parte,
sparisce quasi dal campo nella
seconda. Inevitabile il cambio
tattico con Hernandez.
h
IL MIGLIORE
6 CAVANI
Fallisce subito una ghiotta
opportunità e trasforma il rigore,
oltre a sfiorare il 2-2 di testa.
FORLAN 5,5 Si fa apprezzare
soprattutto sui calci da fermo. In
movimento va a insidiare
seriamente la porta
centroamericana, ma infine paga
l’età.
HERNANDEZ 5,5 Poveretto, entra
in una situazione disperata e
cerca di mettersi al servizio di
compagni che però non hanno più
la lucidità per attaccare nel modo
pericoloso.
LODEIRO 5,5 È una delle mosse di
Tabarez per cercare di invertire la
rotta dopo l’incredibile 1-2 che ha
ribaltato il punteggio. Ma non
riesce a imporsi.
A. GONZALEZ 5,5 Pure lui viene
immesso per cercare di
alimentare la rimonta, ma la
squadra non avverte la scossa
nonostante con Hernandez passi
al 4-3-3.
ALL. TABAREZ 5 Sul piano tattico
se la gioca bene e fa le mosse che
deve fare. Probabilmente
nell’intervallo avrebbe dovuto
arringare in modo diverso i suoi,
rientrati male.
NAVAS È UN MURO, G. GONZALEZ IMPECCABILE
COSTA RICA 9
NAVAS 8 Due interventi
determinanti. Nel primo tempo
sulla parabola di Forlan resa più
maligna da una deviazione di un
difensore. Salva poi il 2-1 contro
Cavani.
GAMBOA 7 Spinta e rinculi
costanti, è uno di quelli che
mostrano fiato e stazza atletica.
Alla fina ha la meglio contro
Cristian Rodriguez ed
Hernandez.
DUARTE 8 Uno degli eroi della
serata. il suo gol in tuffo è
meraviglioso e fa niente se era
in fuorigioco di qualche
centimetro... Pure prima aveva
impegnato Muslera di testa.
G. GONZALEZ 7,5 Impeccabile
regista difensivo, elegante, forte
nei recuperi. ha concesso
davvero il minimo sindacale a
Cavani. Non uno qualsiasi.
UMANA 7 Comincia con un
mezzo pasticcio su cross di
Forlan. Si riprende con calma e
costrutto diventando
praticamente insuperabile col
passar del tempo.
DIAZ 6,5 E’ quello, ingenuotto,
del fallo da rigore che poteva
lanciare in orbita gli avversari.
Non accusa l’errore, diventa un
argine puntuale.
RUIZ 7 Ala destra o come si
dice adesso laterale offensivo.
Rientra e poi va a dare una
mano al centravanti. Sa trattare
il pallone e lo si vede nei cross.
BORGES 6,5 Giocatore di
quantità, anzitutto. ordinato e
intelligente tatticamente. Si
scambia spesso di posizione col
suo compagno di reparto.
TEJEDA 7 Ecco l’altro mediano,
comincia a destra, va a sinistra,
torna alle origini... Sempre con
padronanza della palla e delle
idee di gioco.
BOLANOS 7 Ha un calcio da
fermo alla Balotelli, le sue
punizioni sono pericolosissime.
E innescano le iniziative di
Duarte.
IL MIGLIORE
CAMPBELL
Centravanti inglese classico.
Difende palla, ha coraggio e tiro.
Forte pure in progressione. Del
resto è dell’Arsenal
h8
CUBERO 6,5 Partecipa alla fase
finale, dove c’è più che altro da
controllare un Uruguay che
viene avanti senza grandi idee
ma con orgoglio.
URENA 7 Cambio perditempo?
Già. Sembrava proprio così ma
cinquanta secondi dopo il suo
ingresso fila in rete per il
trionfo...
BARRANTES S.V. Entra a
partita finita.
ALL. PINTO 8 Prepara la partita
con furbizia e intelligenza.
LA TERNA ARBITRALE Brych 6 Il rigore ci sta, però manca il conseguente cartellino. Gestisce bene le situazioni chiave (gol annullato a Godin), anche se il 2-1 è segnato in fuorigioco. Borsch 6 - Lupp 5
La Costa Rica... e felice
Incredibile rimonta, l’Uruguay è k.o.
La squadra di Tabarez avanti con Cavani, poi crolla: che colpo per i prossimi rivali degli azzurri
viene subito circondato dai costaricani imbestialiti. Non recede ma nemmeno estrae cartellini. Il che lascia assai perplessi: se Diaz ha steso Lugano
almeno il giallo glielo vuoi dare?
DAL NOSTRO INVIATO
NICOLA CECERE
FORTALEZA (Brasile)
Sorpresissima: anche
l’Uruguay ha la sua Corea…
Chissà quanto hanno pagato
le scommesse sulla Costa Rica
vincente, con due gol di scarto
per giunta, ma il campo ha
detto che il successo è tanto
clamoroso e inaspettato quanto legittimo e meritato. Colto
addirittura in rimonta, dopo
aver incassato un rigore. Ed
anche dopo aver beneficiato
di una rete in fuorigioco quella del sorpasso, realizzata con
splendido tuffo dall’incursore
Duarte sulla solita punizione
di Bolanos, uno specialista. Insomma, pur dando all’Uruguay gli ampi demeriti del caso (due gol nati da palle inattive dicono di troppa sicurezzasuperficialità) questi centroamericani non sono degli
sprovveduti e adesso rappresentano una minaccia non solo per i nostri azzurri ma anche per gli inglesi, all’ultima
giornata. Mentre l’Uruguay è
già alla canna del gas. Se era
un girone di ferro, ora è diventato di cemento armato.
Mosse e contromosse Costa
Rica intraprendente fin dal fischio di avvio e sempre pronta
nello sviluppo del match a trasformare il suo assetto tattico
dal cauto 5-4-1 ad un 5-2-3
grazie alla capacità delle ali
Ruiz e Bolanos (entrambi tecnici e dinamici) di portarsi sulla linea del centravanti Campbell, uno che la porta la vede,
il quale altrimenti non beccherebbe palla stretto fra i due
marcantoni Godin e Lugano. E
allora, intelligentemente, cercherà e troverà spazi e gloria
svariando molto. Del resto è di
proprietà Arsenal, ha giocato
in Grecia solo in prestito
(Olympiacos). Mastro Tabarez replica alle mosse del tecnico colombiano Jorge Pinto,
ordinando una pressione costante ai suoi esterni di centrocampo, Stuani (divenuto un
po’ il portafortuna della squadra) e Rodriguez. Di modo
che il classico 4-4-2 si trasfor-
Il controllo La reazione di
Oscar Duarte, 25 anni, ringrazia il cielo circondato dai compagni: ha appena portato in vantaggio i suoi AFP
URUGUAY
COSTA RICA
1
3
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Cavani (U) su rigore al 24’ p.t.;
Campbell (C) al 9’, Duarte (C) al 12’, Urena (C)
al 39’ s.t.
URUGUAY (4-4-2)
Muslera; Maxi Pereira, Lugano, Godin, Caceres; Stuani, Gargano (Gonzalez dal 16’ s.t.),
Arevalo Rios, C.Rodriguez (Hernandez dal 32’
s.t.); Cavani, Forlan (Lodeiro dal 16’ s.t.) PANCHINA Munoz, Silva, Gimenez, Coates, Alvaro
Pereira, Suarez, Perez, Fucile, Ramirez. ALLENATORE Oscar Tabarez
BARICENTRO medio 52 metri
ESPULSI Maxi Pereira al 50’ s.t. g. scorretto
AMMONITI Lugano, Cacere, Gargano per gioco scorretto
COSTA RICA (5-4-1)
Navas; Gamboa, Duarte, Gonzalez, Umana,
Diaz; Ruiz (dal 38’ s.t. Urena), Borges, Tejeda
(dal 30’ s.t. Cubero), Bolanos (dal 44’ s.t. Barrantes); Campbell. PANCHINA Pemberton,
Cambronero, Acosta, Myrie, Francis, Miller,
Granados, Calvo, Brenes ALL. Jorge Luis Pinto
BARICENTRO basso 48 metri
AMMONITI nessuno
ARBITRO Brych (Germania)
NOTE spett. 58.679. Tiri in porta 3-4. Fuori
4-8. In fuorigioco 6-2. Angoli 5-6. Rec. p.t. 1’.
s.t. 5’
ma in un ardito ma più congeniale 4-2-4. Da questo inizio
all’insegna del «mettiamoli all’angolo» l’Uruguay ricava un
gol di Godin, giustamente annullato per fuorigioco, e soprattutto una occasionissima
sprecata, pensate un po’, da
Edinson Cavani, che praticamente cicca una svirgolata di
Umana. Era a due passi dalla
porta, in beata solitudine, ma
ha voluto calciare al volo.
Il rigore El Matador si riscat-
ta pochi minuti dopo (24’) trasformando in modo impeccabile un calcio di rigore. Il tedesco Brych punisce un inizio di
abbraccio a Lugano del tenerello Diaz, difensore esterno
chiamato in mezzo all’area da
una punizione dalla trequarti
mancina. Il pallone calciato da
Forlan passa distante dai due
contendenti ma quel volpone
di Lugano cade a terra appena
avverte sui fianchi le mani dell’avversario. L’arbitro fischia e
la Sfida
EDINSON CAVANI JOEL CAMPBELL
27 ANNI
21 ANNI
URUGUAY
COSTA RICA
Gol
1
1
Tiri in porta
2
1
Tiri fuori
2
3
Assist
0
1
Falli subiti
0
7
pancia dei centroamericani
porta ad un paio di tiri insidiosi. Ma l’Uruguay riesce a controllare la sfida sino all’intervallo. Caceres a sinistra trova
buone combinazioni con Rodriguez e nel mezzo la coppia
di mastini Gargano-Rios recupera con puntualità. Nel frattempo Tabarez ha ordinato a
Forlan di agire anche alle spalle di Cavani, così da offrire un
punto di appoggio centrale.
Ed è proprio l’ex interista ad
andare vicinissimo al raddoppio un minuto dopo la palla
del pareggio costruita dalla
Costa Rica e mancata di un
soffio da Giancarlo (proprio
così, all’italiana) Gonzalez.
Forlan riceve sul centro sinistra e scarica il mancino che
trova una deviazione e sta per
scavalcare il portiere del Levante, Keylor Navas. Prodigioso nel recuperare la sfera sotto
la traversa e alzarla.
Il prodigio Ma ancora più
prodigioso è quello che accade nella ripresa, una rimonta
che entrerà nella storia calcistica dei due Paesi: da 0-1 a
3-1. Travolgente, impietosa
per gli uruguagi (presuntuosetti) ed esaltante per i nostri
prossimi rivali. Che vanno a
segno in 3’ con Campbell (cannonata da angolo) e Duarte
(tuffo alla Cagnotto e palla sul
secondo palo) per arrotondare nel finale con il neo entrato
Urena in azione da contropiede. Nel frattempo la timida e
improduttiva reazione uruguagia produce soltanto una
girata di testa in torsione di
Cavani, il meno peggio dei
suoi. E questo nonostante i
cambi di Tabarez avessero creato una linea di attacco a tre.
Finisce con un calcione di Maxi Pereira che poteva spezzare
la gamba a Campbell.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
zoom
Una grande
reazione
E la Celeste
finisce al tappeto
24’ PRIMO TEMPO
Illusione Cavani
Edinson Cavani batte Keylor Navas
dagli undici metri: è l’1-0 che illude
la Celeste EPA
9’ SECONDO TEMPO
Campbell alla riscossa
Joel Campbell raccoglie un cross dalla
destra e col sinistro fulmina Muslera
sul secondo palo GETTY IMAGES
39’ SECONDO TEMPO
Il tris di Urena
Marco Urena, appena entrato,
firma il 3-1 su perfetto assist di
Campbell: l’Uruguay è k.o. AP
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
11
italia: 51575158585149
sa. Ha messo la testa a posto,
ora è fidanzato e ha capito l’importanza della maglia che indossa. «Non è solo il mondiale
dei giocatori, ma è soprattutto il
mondiale della nostra gente»,
ha raccontato alla stampa di
San José.
La storia
LA SORPRESA CENTROAMERICANA
Non c’è solo Campbell
Uno su 4 è calciatore:
l’impresa comincia così
Un gruppo tenuto in pugno dal c.t. Pinto, con talenti come
lo stravagante attaccante. E così la Costa Rica si scatena
DANIELE VAIRA
Il calcio in Costa Rica è
quasi una fede, una persona su
4 lo pratica e vorrebbe diventare una stella. Buona parte dei
giocatori della Nazionale si sono fatti da soli, solcando strade
sterrate, campetti spelacchiati,
angoli di cortile. Anche i fuoriclasse. Ieri ne abbiamo visto
uno contro l’Uruguay: Joel
Campbell. Sull’aereo per Fortaleza è stato quello che ha fatto
più casino. Musica a palla, auricolari fluorescenti, voglia di
scherzare. Ha continuato a
prendersi gioco dei compagni e
a twittare a raffica. «Ragazzi ho
incrociato il miglior portiere
della Liga, Keylor Navas», una
delle sue battute. Non è stato
fermo un attimo, diventando la
disperazione delle hostess. In
campo contro l’Uruguay ha
mantenuto la stessa frenesia, la
stessa spensieratezza. Ha mostrato numeri da fuoriclasse,
freddezza e una facilità di tiro
fuori dal comune. Il suo è il terzo mondiale, dopo quello Under 17 e Under 20, con cui aveva
folgorato gli osservatori dell’Arsenal, che già tre anni fa lo hanno bloccato per poi farlo maturare al Lorient, al Betis e quest’anno all’Olympiakos in Grecia.
«Non ho nessun modello, ho il
mio modo di giocare e guardo
soltanto a me. La pressione è
normale, i migliori giocatori di
una squadra sono quelli dai
quali ci si attende di più». La faccia tosta l’ha dimostrata anche
poco prima dell’inizio del Mondiale: «Non capisco perché nes-
suno ci considera, ma è meglio
per noi. Affrontiamo tre squadre fortissime, ma non abbiamo
nulla da perdere». E ora sono
tutti ad ammirare il suo talento.
Il c.t. Pinto lo ha reso più disciplinato, gli ha insegnato a fare il
falso 9 e a spostarsi sulla corsia
esterna per sfruttare la sua cor-
Nessun soprannome Per
questo ogni momento del ritiro era pensato per i tifosi e condiviso come se portasse con sé
il sogno di molti, non solo il
suo. «Siamo qui in Brasile e
saremo degni di voi», uno dei
suoi tweet più recenti. Campbell è uno dei pochi giocatori che non ha un soprannome. E in Costa Rica è una rarità. Semplicemente è Joel,
schietto e un po’ fuori, a volte.
L’Italia l’ha sfiorata quando la
Fiorentina ha cercato di strapparlo a Wenger, ma ogni tipo di
lusinga è stata vana. Sembra
che a consigliarlo sia sempre il
padre, ma che più spesso faccia
le cose a modo suo. Un po’ anarchico, ma è quello che fa più ridere i compagni e che ieri si è
preso il peso della squadra. Di
sicuro dopo la partita avrà ripreso ad ascoltare la musica a
tutto volume, muovendosi come un ossesso. Pensando alle
prossime mosse e a fare qualche
scherzo . Nel ritiro di Santos era
sempre in prima fila al buffet.
Come tutti è ghiotto di riso e fagioli, il gallo pinto, piatto tipico.
la Moviola
DI G.LO.
Il rigore è giusto
Da annullare
il gol di Duarte
cartier.it - 02 30 26 748
10
le reti realizzate in nazionale
Joel Campbell segna la decima rete in nazionale dando inizio alla rimonta
sull’Uruguay. Il giocatore costaricano di proprietà dell’Arsenal, quest’anno
ha giocato nelle file dell’Olympiacos segnando 11 reti in 43 partite ufficiali
L’esordio Lo sguardo sornione, il fisico esile, il dribbling facile, a 5 anni iniziò a giocare nei
potreros (campi abbandonati
del Centro e Sud America) e più
tardi fu notato dal ct della selezione maggiore della Costa Rica, Ricardo La Volpe, mentre
giocava con le lattine. Si dice
che la sua vicina di casa si lamentasse perché con i suoi amici gli bombardava il cancello di
tiri. I suoi familiari raccontano
che, spesso, la merenda che si
metteva nello zaino, rimaneva
lì, intatta. Era troppa la foga di
giocare nel barrio. Lo dipingono come presuntuoso, forse è
solo consapevole. Rifiuta i paragoni e non bada alla pressione:
Giusto annullare il gol di
Godin al 15’ p.t.: su colpo di
testa di Cavani, il difensore è in
netto fuorigioco. Subito
dopo,brutto intervento a gambe
unite di Tejeda su Rodriguez: è
da giallo, l’arbitro lascia
correre. Indiscutibile il rigore
per l’Uruguay: Lugano è tirato
giù da Diaz. Al 31’ p.t. dubbi su
un intervento in area
dell’Uruguay di Caceres ai danni
di Ruiz. Da annullare il gol del 21 di Duarte: il difensore è in
fuorigioco al momento del tuffo.
Giusto il rosso a Maxi Pereira,
che stende Campbell.
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LA GAZZETTA SPORTIVA
GIRONE C
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
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COLOMBIA
GRECIA
COSTA D'AVORIO
GIAPPONE
Vola Colombia
Facile tris con la Grecia
Cuadrado è devastante
L’esterno della Fiorentina entra in ogni azione offensiva dei suoi
L’altro «italiano» Armero sigla l’1-0. Per i greci traversa di Gekas
COLOMBIA
GRECIA
3
0
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Armero al 5’ p.t.; Gutierrez al
13’, Rodriguez al 48’ s.t.
COLOMBIA (4-2-3-1)
Ospina; Zuniga, Zapata, Yepes, Armero (dal
29’ s.t. Arias); Sanchez, Aguilar (dal 24’ s.t.
s.t. Mejia); Cuadrado, Rodriguez, Ibarbo;
Gutierrez (dal 31’ s.t. J. Martinez). PANCHINA Carbonero, Vargas, Balanta, Bacca,
Ramos, Quintero, Mondragon, Valdes.
ALLENATORE J. Pekerman.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Sanchez per gioco scorretto.
GRECIA (4-5-1)
Karnezis; Torosidis, Manolas, Papastathopoulos, Holebas; Salpingidis (dal 12’ s.t.
Fetfatzidis), Kone (dal 33’ s.t. Karagounis),
Maniatis, Katsouranis, Samaras; Gekas
(dal 19’ s.t. Mitroglou). PANCHINA Tzavelas,
Moras, Tziolis, Vyntra, Glykos, Kapino,
Christodopoulos, Samaris, Tachtsidis.
ALLENATORE F. Santos.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Papastathopoulos, Salpingidis
per gioco scorretto.
ARBITRO Geiger (Usa).
NOTE Spettatori 57.174. Tiri in porta 5-3. Tiri
fuori 3-4. In fuorigioco 1-2. Angoli 3-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO BIANCHI
@fabiowhites
BELO HORIZONTE
Sedici anni sono lunghi
da passare. Allora tanto vale
trasformare la partita in un rave. La Colombia danza sul
Mondiale ritrovato dopo tanto
tempo. Lo fa insieme con il poderoso esercito dei suoi tifosi.
Il colpo d’occhio dello stadio
Mineirao di Belo Horizonte è
impressionante: tutto giallo,
con qualche briciola di blu
greco. L’invasione colombiana
parla di più di 40 mila tifosi
sbarcati in Brasile per l’«equipo cafetero». La «torcida» più
numerosa insieme con quella
cilena. E sono quasi tutti qui. E
allora via con la festa a cielo
aperto, con questo rave a base
di gol. Sono tre le sberle alla
Grecia, e senza Guarin squalificato, e il serial bomber del
Porto Jackson Marinez in
campo solo nel finale, per tacere di Falcao k.o. in tribuna a
tifare. E alla prima sberla, la
vecchia conoscenza Armero si
catapulta verso la panchina
inseguito dai compagni e inizia una danza quasi tribale,
stupenda, alla quale si uniscono tutti. Tutt’attorno, lo stadio
esplode. Non contenti, Armero e Cuadrado agiteranno gli
spalti chiedendo cori e entusiasmo a ogni calcio d’angolo.
Una sfida italiana La festa è
iniziata subito. Armero, appunto, imbeccato da un ottimo Cuadrado ha bucato Karnezis di destro, non esattamente il suo piede. La Colombia che fa festa con «gli
italiani» (o ex). Ce ne sono parecchi, da entrambe le parti.
Questo denota, con tutto il rispetto per Colombia e Grecia,
una volta di più la stato del nostro calcio. Una volta erano
Brasile e Argentina infarciti di
giocatori della Serie A. Comunque, anche Zuniga e Ibarbo hanno fatto la loro bella figura. Mentre dall’altra parte il
romanista Torosidis è stato il
migliore in campo. Peccato
non sia stato seguito dai vari
Kone e Fetfatzidis.
la Moviola
DI V.D’A.
Geiger generoso
salva Samaras
dalla simulazione
Partita intensa ma
sostanzialmente senza episodi
rilevanti. Giuste le tre
ammonizioni decise dall’arbitro
statunitense Geiger, che si
mostra eccessivamente
generoso con il greco Samaras
in avvio di ripresa: l’attaccante
entra in area, cerca un
contatto con Zuniga che non
arriva e si lascia cadere; era da
ammonire per simulazione, ma
forse le immediate scuse di
Samaras ai colombiani e
l’arbitro stesso spingono Geiger
a non estrarre il sacrosanto
giallo. Qualche brivido anche
per il colombiano Sanchez,
autore, da ammonito, di un paio
di entrare in ritardo nel finale
La partita Detto questo, la
Grecia non meritava una
sconfitta così pesante. Dallo
svantaggio, ha tenuto il pallino del gioco senza però riuscire quasi mai a rendersi pericolosa. Torosidis avrà infilato
nell’area gialla una decina di
cross. Ma né l’attaccante «unico» Gekas né gli altri sono riusciti a intercettarli. Anzi, uno
sì: Gekas ci si è avventato di testa in tuffo, ma a porta vuota
sul 2-0 ha colpito la traversa.
Grazie all’immediato vantaggio, la Colombia ha potuto
sfruttare la rapidità dei suoi
esterni e giocare di ripartenza. Nel primo tempo però ha
lasciato troppo il pallino in
mano agli avversari. Un’altra
squadra, più incisiva sotto
porta, avrebbe potuto farle
male. Nella ripresa è arrivato
presto il raddoppio di Gutierrez, che ha sfruttato un doppio buco dei centrali greci. Il
tecnico portoghese Santos ha
cercato di cambiare volto al
match con i cambi, ma al di là
di una stangata di Mitroglou
(che ha sostituito il povero
Gekas) respinta da Ospina,
non c’è stato altro. Solo supremazia di possesso palla. Il gol
del baby-gioiellino del Monaco Rodriguez (considerato in
Colombia l’erede di Valderrama) al tramonto della sfida ha
completato la festa.
Colombia bella ma...Vittoria
preziosa questa della Colombia. Perché il suo gruppo è tra
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
il film
Monologo colombiano
nel segno della Serie A...
5’ PRIMO TEMPO
Armero sblocca la gara
Il destro vincente di Pablo Armero dopo una travolgente azione
sulla destra di Cuadrado: un po’ di Italia di Colombia LAPRESSE
La danza
di festa dei
giocatori della
Colombia
dopo l’1-0 di
Armero: ballo
di squadra
con tutti
i panchinari
LAPRESSE
i più equilibrati. Facile che le
squadre si rubino punti a vicenda. Di certo la squadra dell’argentino Pekerman (bastonato c.t. della Seleccion al
Mondiale 2006) è la più dotata. Ma ha confermato i tipici
pregi e i tipici difetti: grande
individualità e fantasia negli
scambi in velocità, ma una
certa propensione a rilassarsi,
a disunirsi. Insomma, anche
questa non è una nazionale
che dà totale affidamento.
Troppi vuoti che possono costare cari e una tendenza a
non mantenere l’assetto tattico in troppi giocatori. Con impegni più duri ci vorrà qualcosa di più per continuare a festeggiare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13’ SECONDO TEMPO
Il graffio di Gutierrez
Il raddoppio colombiano lo realizza Gutierrez, lesto a
spingere in rete una sponda di Aguilar su azione d’angolo AP
48’ SECONDO TEMPO
Rodriguez chiude i conti
Il punto esclamativo lo mette James Rodriguez: il talento del
Monaco chiude la gara con un sinistro millimetrico ACTION IMAGES
IL DOPO GARA
Pekerman:
«Possiamo
fare bene»
D’accordo, non c’è un
fuoriclasse come Radamel
Falcao, eppure la Colombia ha
dimostrato di fare sul serio e il
tecnico argentina Josè
Pekerman non nasconde la sua
gioia per la prova della sua
squadra: «È stato un ottimo
debutto, diversi giocatori non
avevano mai disputato un
mondiale e hanno fatto
benissimo, questa è una grande
soddisfazione. Ottimo inizio,
avevamo preparato così la
partita. Alcune cose le abbiamo
fatte bene, altre meno, ma
siamo stati molto concentrati e
abbiamo dimostrato di essere
qui pronti a giocare un gran
Mondiale».
Armero commosso Fernando
Santos, tecnico della Grecia, è
lapidario: «Loro sono stati
migliori e hanno meritato, ma il
3-0 è un risultato che ci
penalizza troppo». Pablo
Armero ci ha messo la firma:
l’esterno ex Udinese e ancora di
proprietà del Napoli malgrado
gli ultimi sei mesi al West Ham,
è quasi commosso: «Il mio gol?
Una benedizione: ringrazio Dio,
la mia famiglia e tutti i miei
compagni». Felicissimo anche
Teofilo Gutierrez, attaccante
chiamato a non far rimpiangere
l’assenza di Falcao: «Abbiamo
fatto capire a tutti che siamo
molto competitivi: possiamo
dire la nostra in questo
Mondiale». Chiude Cuadrado:
«La Juve? Ora non penso al
mercato, c’è solo il Mondiale».
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LA GAZZETTA SPORTIVA
le Pagelle
13
DI FA.BI.
GIOIELLO RODRIGUEZ, ZAPATA TIENE
TOROSIDIS: FABBRICA DI CROSS
COLOMBIA 7
OSPINA 6,5 Bravo a respingere la
sassata di Mitroglou.
ZUNIGA 6 Lo stantuffo ritrovato.
Spinge parecchio ma fa anche
parecchia confusione in difesa.
ZAPATA 6 Il milanista soffre qualche
incursione centrale ma tutto
sommato tiene botta.
YEPES 6,5 Trentotto anni e non
sentirli. Grandi recuperi in scivolata
e persino una galoppata coast to
coast non sfruttata dai compagni.
ARMERO 7 Non solo il gol. Una spina
nel fianco dolorante dei greci.
ARIAS 6 Diligente, fa il suo.
SANCHEZ 6,5 Mazzolatore ma
anche distributori di palloni.
AGUILAR 6,5 Degno compare
centrale, buon frangiflutti.
MEJIA 6 In mezzora fa in tempo ad
avere un’occasione. Ma forse era
meglio passare a Cuadrado piuttosto
che tirare.
MIGLIORE
h 7,5 ILCUADRADO
Spacca la sfida con un’azione delle
sue. Galoppate e dribbling in
abbondanza. Nel finale paga la
stanchezza in un paio di occasioni.
RODRIGUEZ 7 Piedi buoni e cervello
fino. Il fantasista del Monaco è un
piccolo gioiello. Il gol è un premio alla
sua partita.
IBARBO 6,5 Da Cagliari con furore.
Corre per due, crea occasioni, a
volte è egoista (J. Martinez s.v.).
GUTIERREZ 6,5 L‘attaccante del
River mette al sicuro il risultato.
Bravo nelle sponde, a differenza di
alcuni compagni.
ALL. PEKERMAN 6,5 Lascia fuori
Martinez ma alla fine ha ragione lui.
Deve dare però più solidità alla
squadra se vuole andare lontano.
GRECIA 5
KARNEZIS 5,5 Forse ha qualche
responsabilità sul 3o gol, ma la gara
era già finita. Incerto nelle uscite.
IL MIGLIORE
7 TOROSIDIS
Gran recupero su Gutierrez. E una
produzione industriale di cross
pericolosi che i compagni non
sfruttano. Ci prova pure di testa.
h
MANOLAS 5 Ha sulla coscienza
con «Papa», il secondo gol. In
generale, mai sicuro.
PAPASTHATOPOULOS 5,5 Idem
come sopra, ma un po’ più tosto.
HOLEBAS 5 Ubriacato da
Cuadrado. Creca di fermarlo con le
cattive, ma neanche così ci riesce.
SALPINGIDIS 5 Armero lo fa nero.
Si becca pure un giallo.
FETFATZIDIS 6 Il Maradona del
Pireo entra a giochi quasi fatti.
Qualche spunto, non decisivo.
MANIATIS 5 Balbetta qualche
impostazione, prova a dare una
mano in copertura. Poca roba.
KONE 5,5 Da lui ci si aspettava di
più. Non parte male ma pian piano
si spegne (Karagounis s.v.).
KATSOURANIS 5,5 Deludente. Un
paio di spunti e poco più.
SAMARAS 6,5 Il gigante del Pireo è
l’unico a mettere in difficoltà la
difesa con le sue percussioni. Ma
non arriva quasi mai al tiro.
GEKAS 5 Spreca sulla traversa, di
testa a porta vuota, l’unica
occasione che ha.
MITROGLOU 6 Più incisivo del
college di reparto. Suo l’unico tiro
vero su cui Ospina fa la prodezza.
ALL. F. SANTOS 5 La Grecia non
gioca nemmeno male. Manca però
della caratteristica principale: la
grinta.
LA TERNA ARBITRALE
GEIGER 6,5 Non abbocca al tuffo di Samaras (che peraltro si
scusa) e conduce bene una gara non difficile.
Hurd 6 - Fletcher 6.
14
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
GIRONE B IL MONDIALE CAPOVOLTO
SPAGNA
OLANDA
CILE
AUSTRALIA
la crisi
Iker in ginocchio
I giornali spagnoli
con prime pagine
molto critiche
MARCA
«Aggiustatelo»
Questo significa «Arreglad esto».
Intanto, la Spagna prende 3 in pagella
MUNDO DEPORTIVO
«Venerdì 13»
Da noi è venerdì 17, ma fa lo stesso.
Mundo Deportivo tra i più originali
SPORT
«Inizio ridicolo»
L’1-5 anche sulla prima di Sport.
Con un aggettivo decisamente pesante
EL MUNDO
«Umiliazione»
El Mundo è un giornale generalista,
ma lo sport ha ampio spazio in prima
LA RAZON
«Spagna fuori di testa»
Il titolo è «España, fuera de sus
casillas», con un gioco di parole
Il saggio Vicente e
DAL NOSTRO INVIATO
FILIPPO MARIA RICCI
@filippomricci
CURITIBA (Brasile)
Ieri abbiamo elogiato il
maestro Van Gaal, oggi i complimenti vanno al curatore Del
Bosque. Che ha organizzato
una conferenza stampa improvvisata e lunga per sollevare l’affossato morale delle
truppe giornalistiche e cercare di far arrivare alla Spagna
depressa un messaggio di fiducia.
Pessimismo cosmico Il day
after della «manita oranje»
per la Roja è fatto di lividi,
analisi, autocritica, calcoli.
Non è facile rialzarsi (Vicente
usa due volte il termine «resacon», letteralmente i postumi
di una super sbronza), ancor
meno se sei circondato da un
pessimismo cosmico. I titoli
dei giornali rispecchiano fedelmente l’umore del Paese: al
miracolo non crede (quasi)
nessuno. Il pensiero comune
vuole che questa Spagna vincitrice di tutto sia arrivata a fine corsa, un po’ come il Barça,
e che possa ripetere il tracollo
della Francia 2002 e dell’Italia
2010, campioni usciti dopo 3
partite. Del Bosque ha cercato
di trasmettere tranquillità, fiducia, positività: «A me piacerebbe venire qui con la stessa
faccia dopo una vittoria e dopo una sconfitta. Oggi guardandomi si vede che abbiamo
perso 5-1?». No, Vicente. Non
si vede. «C’era un allenatore
che quando vincevamo entrava nello spogliatoio arrabbiato e quando perdevamo 4-0
era tutto sorrisi». Il pensiero
corre a Vujadin Boskov, e anche se la risposta non è sicura
lo spirito del compianto tecnico slavo aleggia sopra il baffo
di Del Bosque. Sdrammatizzare, confinare su un piano stret-
Del Bosque fa scudo
«E’ solo una sbronza»
la scheda
VICENTE DEL BOSQUE
63 ANNI
ALLENATORE
La Spagna vede la fine del ciclo, il c.t. lavora sulla psicologia
«Un tempo giocato male, nient’altro. E Casillas ha già reagito»
re, perché anche il secondo
gol è arrivato così». Onesto Vicente, trasparente.
La partita sta finendo, Vicente Del Bosque si alza per rincuorare uno per uno tutti i suoi giocatori ACTION
tamente sportivo e non universale la sconfitta, arginare:
«Siamo sportivi, e nello sport
capita di perdere. Non abbiamo commesso nulla di grave,
abbiamo solo giocato male per
un tempo: e allora bisogna tirarsi su e camminare a testa
alta».
Abituati male Ha sorpreso
soprattutto il crollo psicologico, non ipotizzabile in una
squadra tanto esperta: «Può
essere che siamo abituati male: nella mia gestione abbiamo
giocato 90 partite e le abbiamo vinte quasi tutte. Di solito
segniamo prima noi e forse
non siamo preparati alle avversità». Interruzione statistica. La Spagna ha preso 5 gol in
36 minuti: nelle 19 partite dei
trionfi nei due Europei (2008
e 2012) e nel Mondiale (2010)
ne aveva incassati 6 in tutto.
L’analisi «Mi vengono in
mente le brutte sconfitte in
amichevole con Portogallo e
Argentina: come con l’Olanda,
la fretta di voler recuperare ci
ha fatto perdere equilibrio.
Volevo dire ai giocatori nell’intervallo di fare attenzione ai
lanci alle spalle della difesa,
Blind e Van Persie mi hanno
bruciato sul tempo. Glielo ho
detto comunque ma non siamo riusciti a correggere l’erro-
I cambi Ora si chiedono tante teste: Casillas, Piqué, Xavi,
uno dei due centrali in mezzo
al campo, Diego Costa... Del
Bosque parla chiaro: «Cambierò qualcosa ma chi uscirà
non dovrà sentirsi segnalato
negativamente: è un torneo
corto e bisogna reagire. Sul
gruppo dico che questo per me
era il meglio che c’era. Posso
sbagliare, ma sono convinto.
Così come sono convinto che i
trentenni convocati sono i più
indicati per risalire. E su Iker
vi racconto una cosa che non
avete visto: quando ho finito
la conferenza e sono tornato
in spogliatoio stava parlando
ai compagni. C’era un silenzio
solenne e le parole erano da
vero capitano: si è preso parte
delle colpe, ha sottolineato gli
errori della squadra e ha posto
le basi per il futuro. Un discorso utile, bello, positivo». E da
parte di Del Bosque una difesa
delle proprie scelte e dei propri uomini appassionata, convinta, sincera. Il gruppo ha risposto: radio spogliatoio dice
che i giocatori sono feriti ma
uniti. La Spagna vede nero, la
Roja ha (ancora) una gran voglia di stupire tutti.
Vicente del Bosque
è nato a Salamanca
il 23 dicembre 1950. E’ stato
tecnico del Real Madrid
delle giovanili e della prima
squadra, allenata fino al
quadriennio 1999-2003. Con
i blancos ha conquistato
2 Champions League,
2 campionati spagnoli,
1 Supercoppa di Spagna,
1 Coppa Intercontinentale
e 1 Supercoppa europea.
Ha guidato anche il Besiktas
nell’annata 2004-2005.
CON LA SPAGNA Del
Bosque è c.t. della Spagna dal
16 luglio 2008. Nel giugno 2009
ha ottenuto il 3° posto nella
Confederations Cup, mentre
l’11 luglio 2010 ha conquistato
il Mondiale grazie alla vittoria ai
supplementari per 1-0 proprio
contro l’Olanda. Il primo luglio
2012 ha vinto anche l’Europeo
battendo in finale l’Italia di
Prandelli per 4-0.
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LO STUDIO TUTTI I CALCIATORI DELLA ROJA SONO REDUCI DA 9 MESI A RITMI ALTISSIMI
Il problema? Forse i 79 mila minuti in campo...
Pesa la stagione al
top: tutti e 23 hanno
fatto la Champions
Ma Blind non accusa
un anno da 3944’
GIULIO DI FEO
@fantedipicche
I filosofi dicevano che il
tempo va pesato e non contato,
e vale anche nel pallone. Dove
il problema sorge quando, appunto, il tempo è tanto e pesa
pure. E chissà che nella bella ripassata che l’Olanda ha dato
venerdì alla Spagna non abbia
influito anche il fatto che i ragazzi di Del Bosque sono quelli
che al Mondiale arrivano più
logori: sommando i minuti
passati in campo dai singoli nel
2013-14, sono quelli che hanno
giocato di più. E viste le stagioni al limite di Real, Atletico e
Barça, quelle degli spagnoli sono partite che pesano anche
dal punto di vista psicologico:
tutti e 23 hanno fatto la Champions. Infatti non sono da meno quelli all’estero: Albiol
(3724’) è stato un punto fermo
in 4 competizioni al Napoli,
stessa situazione per gli inglesi
tranne Mata (nella prima parte
di stagione al Chelsea) e Torres
(2234’, Mou ha mescolato molto il mazzo davanti). L’Olanda?
Quasi 13.000 di meno. Quello
più carico è Blind (3944’), ma
proprio non s’è notato. Poi c’è
l’effetto colchonero: la squadra
di Simeone ha fatto la grande,
ma con rotazioni abbastanza
risicate. Quindi Diego Costa è
stato spremuto per 4177’, Koke
per 4623’, Juanfran per 4934’.
Le altre Lo stesso effetto per
Courtois: vero, i portieri non li
cambi per motivi tattici e quindi giocano di più, però la pertica belga è l’unico a sfondare i
5.000 minuti. Ma il computo
totale resta clemente per i Diavoli di Wilmots, visto che molti
dei suoi hanno anche fatto tanto turnover in stagione. C’è pure il caso di chi ha completa-
I MINUTI DELLE BIG
Il monte minuti dei giocatori delle nazionali al
Mondiale: la somma di quanto hanno giocato
coi club tra campionati e coppe
SPAGNA
74188’
ITALIA
73335’
GERMANIA
72934’
BRASILE
70847’
INGHILTERRA
67323’
OLANDA
66770’
ARGENTINA
iker Casillas consolato da Robben
79651’
FRANCIA
66117’
BELGIO
64022’
COLOMBIA
60627’
PORTOGALLO
57529’
RUSSIA
56148’
URUGUAY
49971’
mente recuperato da un infortunio e ora affronta il Mondiale bello fresco: come Khedira e
Podolski, importantissimi per
una Germania comunque provata (Mertesacker 4725’, Lahm
3991’). Dopo gli spagnoli, comunque, c’è la Francia dove
spiccano Sagna (4290’) e Pogba (4193’, ma ha il cyberfisico
per sopportarli). E l’Italia? Pure qui il dazio dei minuti lo pagano gli juventini, soprattutto
dietro (3859’ Chiellini, 3797’
Bonucci), ma anche i giocatori
che ci restituisce il Psg non
scherzano. Passi per Verratti,
sottomedia, ma Thiago Motta è
stato un pilastro (titolare in 45
partite su 47) e Sirigu anche di
più. È uno dei due azzurri che
superano il muro dei 4.000,
l’altro è Buffon...
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
15
l’estasi
Ad Amsterdam
via ai titoloni
Robben e RVP
diventano eroi
L’EQUIPE
«Inverosimile»
Il primo giornale sportivo francese
dedica all’Olanda tutta la prima pagina
AD
«Che eroi»
I giornali olandesi ovviamente
esaltano una nazionale... epica
TROUW
«Sorprende amici e nemici»
Il titolo nella foto richiama l’1-5,
risultato inatteso anche in Olanda
DE GELDERLANDER
«Spagna calpestata»
L’uomo in prima questa volta è Van
Persie, ma il concetto non cambia
DE TELEGRAAF
«L’Olanda tritura la Spagna»
Stesso concetto per il sito del
Telegraaf, con il cinque di Van Gaal
e l’ex eretico Louis
la scheda
LOUIS VAN GAAL
62 ANNI
ALLENATORE
Louis Van Gaal è nato
ad Amsterdam l’8 agosto
1951. Nella sua carriera
di allenatore di squadre
di club ha guidato l’ Ajax,
il Barcellona, l’AZ Alkmaar,
il Bayern Monaco e ha
firmato lo scorso 19 maggio
un contratto triennale con
il Manchester United. Tra
i trofei più prestigiosi
ha vinto con l’Ajax 1 Coppa
Uefa, 1 Champions League,
1 Coppa Intercontinentale
e 1 Supercoppa europea
(conquistata anche con il
Barcellona).
CON L’OLANDA Il c.t. ha
allenato la nazionale olandese
per la prima volta nel 2000
in vista del Mondiale del 2002
in Giappone e Corea
(qualificazione fallita, al suo
posto è stato ingaggiato Dick
Advocaat). Van Gaal è tornato
alla guida dell’Olanda
nell’estate 2012.
Olanda pazza di Van Gaal
«Aveva previsto tutto»
Van Persie incorona il maestro, perfino Cruijff non lo critica...
«Siamo diversi, quel che è successo alla squadra è merito suo»
DAL NOSTRO INVIATO
ALESSANDRA BOCCI
SAN PAOLO
Adesso lo paragonano di
nuovo ai maestri olandesi:
non del calcio, ma della pittura. Louis van Gaal non è più
un eretico catenacciaro che
ha screditato l’Olanda affidandosi al 5-3-2, ma un sapiente dosatore di forze, luci e
colori. Ha rifatto la Ronda di
Notte e ha cacciato gli spagnoli. Un duello lungo secoli,
non soltanto nel calcio, ha
tratto nuovo slancio dal successo di Salvador de Bahia, e
adesso il compito di Van Gaal
sarà non far degenerare
l’energia in arroganza. Ma
l’uomo è troppo esperto per
non riconoscere se mai a prima vista i sintomi del male
classico del calcio olandese.
Robin Van Persie, 30 anni, festeggia con la panchina olandese il gol dell’1-1 contro la Spagna REUTERS
Piedi per terra Non paghi
dei cinque gol rifilati agli spagnoli, i commentatori più
scettici rilevano che nulla è
fatto, e che la vittoria eclatante potrebbe rivelarsi un boomerang. Eppure non sembra
che la truppa di Van Gaal possa ripetere certi errori del passato: quando sono sfilati per i
corridoi dello stadio, venerdì
sera, Sneijder, De Jong e gli
altri avevano un’aria contenta
e distesa, ma non euforica.
Robben negli spogliatoi ha ricordato ai compagni più giovani che nulla era stato conquistato, e lo stesso Van Gaal
si è premurato di precisare
che senza una vittoria contro
l’Australia il successo di ieri
resterebbe fine a se stesso. «E
quello che è successo è tutto
merito suo», lo incorona il capitano Van Persie. «Ci ha preparati benissimo, ci ha raccontato per filo e per segno
come sarebbe andata la partita. Ed è andata proprio come
ci aveva detto lui». Maestro, e
pure veggente.
Solidità C’è ormai un legame fortissimo fra il c.t. e Van
Persie. I due si ritroveranno a
Manchester poco dopo il
Mondiale, e paradossalmente
si può dire che la scelta di Van
Gaal di annunciare il suo contratto con lo United non abbia
indebolito, ma anzi rafforzato
la squadra. Perché fra allenatore e capitano c’è un’intesa
perfetta, maturata nel periodo passato a riposo dall’infortunato Robin: in quel periodo, i due sono stati visti spesso insieme negli stadi olandesi a seguire le partite.
Sneijder, che era stato il simbolo della grande impresa di
quattro anni fa, aveva cominciato anche il ciclo di Van Gaal
la storia
LA DINASTIA BLIND
SAN PAOLO
L’hanno chiamato come
un decatleta, Daley Thompson, e una sorella ha preso il
nome dalla mezzofondista
Zola Budd. Ma c’è sempre stato il calcio nella famiglia di
Daley Blind. Anche troppo, e
qualche problema da ragazzino Daley l’ha avuto. E’ la storia dei figli d’arte, che spesso
vengono scambiati per figli di
papà. A Daley, figlio di Danny,
è successo anche di essere
aspramente contestato dai tifosi dell’Ajax. A vent’anni può
essere che tu non la prendi bene e la tua crescita tecnica ne
soffra.
Lotte interne Daley Blind, figlio di Danny, è diventato ormai un leader dell’Ajax e l’uomo del futuro per la nazionale
oranje. Ha 24 anni e quando
Intuizioni Aver sfiorato il tetto del mondo quattro anni fa
ha lasciato segni sulla pelle di
quei giocatori, ma anche le
motivazioni giuste per riprovarci ora, all’ultima chiamata:
il clima che si respira nel
gruppo è ottimo e i giovani
che Van Gaal ha voluto a tutti
i costi seguono le regole e i
tempi dei leader. C’è molto di
psicologico nella rivoluzione
di Van Gaal, ma la chiave è
nell’intuizione tattica. Scegliere il 5-3-2 per mettere a
proprio agio i giovani esterni
Janmaat e Blind. Tenere sulla
corda Sneijder e aspettare che
tornasse in forma. Non vergognarsi di abiurare il 4-3-3 che
ha portato l’Olanda a un girone di qualificazione liscio come l’olio. Fronteggiare le critiche con la calma di chi ha già
vinto e può permettersi di sfidare l’opinione dominante.
C’è tutto questa nella rivoluzione di Van Gaal.
Cruijff Comunque vada il
Mondiale, la partita di Salvador resterà negli annali. E in
fondo, se neppure il gran sacerdote Cruijff ha osato criticare apertamente la decisione
di affidarsi a un sistema tanto
inusuale, un motivo ci sarà.
Forse Cruijff aveva fiutato
l’aria. Di sicuro l’ha fiutata
Van Gaal. Il protagonista, come ha chiarito Van Persie.
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piede mancino, anche il terzino destro. Con la collocazione
definitiva a centrocampo Daley è fiorito e Van Gaal ne ha
fatto un uomo chiave.
Il mondo ha scoperto Daley
È la rivincita di un figlio d’arte
DAL NOSTRO INVIATO
con la fascia di capitano, ma
poi il destino ha seguito altre
strade e ora la fascia è sul
braccio di Van Persie, che non
è mai stato intimo amico di
Sneijder. A Van Gaal va il merito di aver ricompattato le
sue stelle, a Robben e soprattutto al detronizzato Sneijder
quello di avere accettato le
decisioni di Van Gaal con
grande spirito di collaborazione.
suo padre diventerà c.t., presumibilmente fra due anni,
non avrà altri problemi di crescita. Ma in passato gli è capitato di andare in confusione
diverse volte. E’ stato ceduto
in prestito al Groningen nel
2009, è tornato ma è sempre
rimasto impantanato nella
lotta politica che squassava
l’Ajax. Da una parte Cruijff,
dall’altra van Gaal e tanti altri, compreso suo padre, che
era stato vice di Martin Jol
Daley e Danny Blind, 24 e 52 anni, sotto il Cristo sul Corcovado a Rio EPA
prima di diventare vice di De
Boer e alla fine lasciare l’Ajax
per seguire Van Gaal in nazionale. In quel periodo, molti
non si fidavano del talento di
Blind. «E’ bravino», si diceva.
Traduzione: magari gioca
perché è figlio di suo padre.
Ma Frank de Boer, dopo aver
anche considerato la possibilità di cederlo, lo ha aiutato,
protetto, e lo ha riportato all’infanzia calcistica: Daley nasce centrocampista, anche se
poi ha fatto il terzino sinistro
e al Groningen, lui che è di
Fiducia Ora lo scetticismo
non c’è più. Van Gaal dopo il
5-1 alla Spagna ha messo in
risalto la bellezza del cross di
Daley oltre a quella del gol di
Van Persie, e una platea mondiale ha scoperto che Daley
non è solo il figlio di Danny.
D’altra parte, prima di lui ci
sono passati in tanti: Mazzola
e Maldini ad esempio. E siccome il Blind giovane, dicono,
pensa sempre calcio in verticale, non può che guardare
avanti rilassato. Suo padre è
seduto sulla panchina oranje,
ma nessuno ha più da ridire
quando vede Daley in campo.
al.bo.
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GIRONE B
SPAGNA
OLANDA
CILE
LA GAZZETTA SPORTIVA
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AUSTRALIA
Cile a due facce
Vidal si rabbuia
Sanchez illumina
Lo juventino s’infuria dopo la sostituzione con
l’Australia: «Ma ce l’avevo con me stesso»
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO BIANCHI
Twitter@fabiowhites
BELO HORIZONTE
Il cammino da Santiago,
ora sì, si può cominciare a dire
che stia valendo la pena.
L’hanno chiamata la «carovana mundial»: è sembrata più
una crociata verso la fede del
Dio Pallone. Sono arrivati da
tutte le parti del Cile. La maggior parte s’è radunata nella
piazza centrale di Santiago del
Cile, Plaza del Parque. Altri si
sono uniti lungo la strada. Auto, moto, pullman, camper, camion: 800 mezzi con sopra
quasi 5 mila persone. In fila indiana lungo la Cordigliera delle Ande, con le catene da neve,
perché lì è inverno duro. E poi
giù per il confine brasiliano e
poi dentro fino a Cuaiabà per
unirsi all’esercito di 40 mila tifosi. Tre giorni e passa di viaggio: 6.352 chilometri, solo andata. Incluso Rio e San Paolo,
sede delle altre due sfide. E
poi chissà. «Ti seguiremo
ovunque», c’è scritto sulla maglietta dei carovanieri-tifosi,
che ha la coppa in mezzo. Se si
vince e si assiste a un super
Sanchez, la stanchezza svanisce. Se si vince passa anche la
tristezza di vedere un Vidal così abbattuto. Vidal che scalcia
la bottiglietta per la rabbia
quando viene sostituito.
trasferta di 6 mila km
E i tifosi cileni sfidano la neve per esserci
Tre giorni e passa di viaggio, 6.352 chilometri percorsi,
sfidando la neve lungo la Cordigliera delle Ande (lì è pieno
inverno). Per stare vicino alla loro squadra, i tifosi cileni non si
sono risparmiati. Se non altro, vista la vittoria, ne è valsa la pena
IL CT AUSTRALIANO
Zupping
Postecoglou
«Siamo partiti
troppo timidi»
DI VINCENZO CITO
Voce
del verbo
«maliziare»
Maurizio Compagnoni (Sky)
otto anni dopo la Gazzetta.
«E’ tutto vero! Uruguay 1
Costarica 3».
Ange Postecoglou, 49 anni
Una sconfitta che non ha
lasciato strascichi. L’Australia
si è alzata il giorno dopo il k.o.
con il Cile consapevole di aver
fatto una buona gara e di poter
competere a questi livelli,
nonostante l’inesperienza.
«All’inizio probabilmente
eravamo intimiditi da tutto il
contesto. Aver regalato i due
gol all’inizio ci ha ucciso.
Abbiamo avuto troppo rispetto
per il Cile e non so il perché. I
giocatori hanno lavorato
duramente e solo per questo
sono deluso, per il resto
abbiamo disputato una buona
gara. Comunque sono convinto
che già dalla prossima partita
contro l’Olanda miglioreremo».
E’ questa l’analisi di Ange
Postecoglou, commissario
tecnico di «canguri», dopo la
sconfitta subita nella loro gara
d’esordio. Da salvare c’è anche
l’ottima prova dell’attaccante
Tim Cahill, autore del gol del
momentaneo 2-1 e costante
minaccia per la difesa cilena.
«Non c’è nessuno nel torneo
che vorrebbe trovarsi uno
contro uno contro di lui - ha
spiegato ancora Postecoglou -.
L’unico modo in cui l’hanno
fermato è stato trattenendogli
la maglia».
Cile bianconera Jorge Sampaoli ha voluto spendere subito il guerriero juventino che
non è ancora pronto, lo si è visto. Di buono c’è che il ginocchio destro appena operato ha
tenuto, ma altri giorni di riposo in attesa delle sfide più delicate con Spagna e Olanda sa-
Un indignato Massimo
Mauro (Sky) dopo il fallo di
Maxi Pereira che ne provoca
l’espulsione. «Non lo ha
preso». Insiste «Non lo ha
preso». Dopo il replay «Ah
sì, lo ha preso». Si giustifica
«Lo ha preso ma non gli ha
fatto male». Ultima versione
«Non gli ha mica messo i
tacchetti sulla tibia». Ah beh,
allora...
La denuncia di Giovanna
Carollo «Alcuni giornali
hanno anche un po’
maliziato che in qualche
modo gli arbitri si sentono
condizionati ad agevolare il
Brasile» («Mattina
mondiale», Raisport).
«Sai che mi piace
l’andamento generale degli
arbitri in questo Mondiale, a
parte gli errori che hanno
fatto» (Claudio Onofri, Sky,
Colombia-Grecia).
Bruno Gentili (Rai) «Un
Peralta così alla Lazio non si
era mai visto». Anche perchè
ha giocato nel Morelia, nel
Leon, nel Monterrey, nel
Santos Laguna, con i
Jaguares, con l’America ma
nella Lazio mai.
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Arturo Vidal, 27 anni, centrocampista della Juve REUTERS
rebbero stati utili. Ma forse è
solo il ritmo partita che manca. Intanto ci ha pensato el nino maravilla a far felice il Cile
e la Juve, che si sa pensa a lui
come primo rinforzo. Alexis
Sanchez è stato premiato come man of the match: ha segnato e spinto i compagni alla
vittoria contro l’Australia. «Il
Mondiale è meraviglioso: mi è
stata data l’opportunità di giocarlo e cerco di sfruttare l’occasione». Nessun accenno al
mercato ma l’analisi della sfida: «Dopo il 2-0 abbiamo sofferto la pressione dell’Australia, è vero. Ci siamo rilassati e
questo non deve succedere.
Ma abbiamo meritato di vincere, siamo una grande squadra. E siamo uniti. Andiamo
avanti passo per passo. Con la
Spagna sarà dura ma non firmo per il pari: noi giochiamo
per vincere».
La rabbia di Vidal Rey Arturo
la pensa allo stesso modo.
Vuole sempre vincere, soprattutto esserci. E’ come nella Juve: lui vuole giocare sempre.
Figuriamoci al Mondiale. E’
Alexis Sanchez, 25 anni, attaccante del Barcellona AFP
partito timido, poi ha preso
confidenza. Al minuto 24 ha
persino tirato, scacciando la
paura. Ma non ha inciso. «Ho
giocato perché lascerei il cuore in campo per il Cile. Ho atteso 4 anni questa occasione, poi
è arrivato l’infortunio. E ho lavorato 12 ore al giorno per essere qui. Sono uscito inferocito? Sì, aveva mille motivi per
essere arrabbiato. Ma soprattutto ce l’avevo con me stesso,
volevo aiutare di più i compagni e non ci sono riuscito. E’
difficile cominciare una gara
da titolare dopo due mesi.
Spero che con questo spezzone posso arrivare con la forma
migliore contro Spagna e
Olanda. Spero di arrivarci al
100 per cento. Per il momento
manca ritmo, continuità, ma è
importante che posso giocare
e regalare una gioia a tutti
questi tifosi». La carovana ringrazia. Sulla maggior parte
delle auto, c’è il suo volto che
sventola. Rey Arturo il guerriero non si tocca. C’è bisogno
anche di lui per sognare lontano.
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LA PARTITA
Cahill si sbatte,
ma l’Australia
va al tappeto
CILE-AUSTRALIA
3-1
MARCATORI A. Sanchez (C) al 12’, Valdivia
(C) al 14’, Cahill (A) al 35’ p.t.; Beausejour (C) al
47’ s.t.
CILE (4-3-1-2)
Bravo 6,5; Isla 6, Medel 5, Jara 5,5, Mena 6;
Aranguiz 6,5, Diaz 6, Vidal 5 (dal 15’ s.t. Gutierrez 6); Valdivia 6,5 (dal 23’ s.t. Beausejour
6,5); A. Sanchez 7 , E. Vargas 5 (dal 42’ s.t.
Pinilla s.v.). PANCHINA Toselli, Herrera, Albornoz, Rojas, Silva, Carmona, Fuenzalida, Orellanas, Paredes. ALLENATORE Sampaoli 6.
AMMONITI Aranguiz per gioco scorretto.
AUSTRALIA (4-5-1)
Ryan 5,5; Franjic 6 (dal 5’ s.t. McGowan 6),
Wilkinson 5, Spiranovic 5, Davidson 5,5; Leckie 6, Jedinak 5, Milligan 5, Bresciano 6,5
(Troisi dal 33’ s.t. s.v.), Oar 6 (dal 23’ s.t. Halloran 6); Cahill 7.
PANCHINA Langerak, Galekovic, Wright, Holland, Taggart, Luongo, Vidosic, McKay, Bozanic. ALL. Postecoglou 6.
AMMONITI Cahill, Jedinak, Milligan per gioco
scorretto.
ARBITRO Doue (Costa d’Avorio).
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014
GIRONE E OGGI IN CAMPO
SVIZZERA
ECUADOR
FRANCIA
4
Talismano
21
Pogba
3
debutti
senza successi
ai Mondiali per
la squadra
francese:
sconfitta per 10 con il Senegal
nel 2002 e
pareggi per 1-1
con la Corea del
Sud (2006) e
per 0-0 con
l’Uruguay
quattro anni fa
ilBorsino
2
l’Honduras
è la seconda
nazionale
centroamericana con cui si
confronta la
Francia. Ci sono
due precedenti
con la Costa
Rica terminati
entrambi con il
successo di
misura dei
francesi: 3-2 nel
2005 e 2-1 nel
2010
La Francia punta
sullo juventino
dopo il flop 2010
Deschamps sotto pressione: «Se non vinciamo è
già bufera». Avversari soft, ma incognita freddo
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO LICARI
PORTO ALEGRE (Brasile)
Quel 13 luglio lui la sua
coppa del mondo l’ha già sollevata. E se anche sul calendario
segnava Istanbul 2013, non
Rio 2014, per la Francia è stata
come la dolce promessa di un
ritorno alla grandeur di Zidane, Henry e Trezeguet. Lui,
Paul Pogba, è il capitano dei
campioni del mondo Under 20,
ai rigori con l’Uruguay l’anno
scorso: ma tra i baby era soltanto in prestito perché Didier
Deschamps, altro capitano
«mondiale», l’aveva già portato con sé tra i grandi e sapeva
bene che non ne avrebbe potuto più fare a meno. Cominciando dal Brasile.
Meglio la Juve In questa Francia che deve scrollarsi di dosso
le ultime tremende delusioni, i
veleni, le vergogne pubbliche e
le ribellioni sudafricane, gli
Anelka e i Domenech, obbligata a giocarsi un Mondiale senza la stella Ribery, rimasto a casa tra le polemiche, non c’è un
leader vero ma un potenziale
attesissimo fenomeno: Pogba.
Che però l’altro giorno ha precisato un paio di punti sul suo
impiego: «Nella Juve sono più
libero. Con la Francia invece
devo stare più attento alla fase
difensiva perché Blaise (Matuidi, ndr) e Yohan (Cabaye,
ndr) giocano spesso alto e
quindi non posso sbilanciarmi
troppo».
Maledizione gruppi Il debutto
9
partite
nella prima fase: 4 pari, 4
sconfitte e 1 vittoria dopo il
1998 per i transalpini
DIDIER DESCHAMPS
C.T. FRANCIA
non s’annuncia impresa impossibile. Mentre la Spagna si fa
distruggere dall’Olanda, mentre Italia e Inghilterra combattono, mentre Germania-Portogallo sta per accendersi, alla
Francia sotto copertura di questa vigilia, per di più qualificata solo agli spareggi, va a capitare – con la benedizione Fifa –
il gruppo teoricamente più facile. Subito l’Honduras, poi
Svizzera ed Ecuador. «Vincere
– ammette il c.t. Deschamps –
ci metterebbe in una situazione ideale. Con una sconfitta
scoppierebbero le prime turbolenze. Dobbiamo rispondere
presente». Sebbene sulla Francia incomba ormai la maledizione dei gruppi. Dopo l’apoteosi del ’98, infatti, la striscia
delle 9 partite giocate dai Bleus
nella prima fase è deprimente:
4 pari, 4 sconfitte e appena un
successo, nel 2006, con il Togo.
Hondurissimo L’Honduras va
comunque maneggiato con cura. Potrebbe anche sfaldarsi
dopo un gol, ma la storia al
Mondiale e le prestazioni più
recenti spiegano che la difesa
non fa sconti, che il pressing è
al limite del regolamento, e
che in più un documentario
francese ha fatto incavolare
tutto un Paese definito di «miserabili». Deschamps: «Quel
programma non rappresenta
la Francia e la nazionale». Gli
mancava solo questo, mentre
sta ancora cercando l’equilibrio tra i reparti dopo l’addio a
Ribery. Inoltre la formula con
due punte vere, benché una
larga a sinistra, obbliga il centrocampo a non superare spesso una teorica linea avanzata
per non scoprire troppo la difesa che offre ancora punti interrogativi.
Giroud-Griezmann Il gioco
della formazione, «la so ma
non la dico», piace anche in
Francia. Deschamps non rivela
niente ma il dubbio sembra
uno, Giroud o Griezmann accanto a Benzema, con il primo
favorito e che sposterebbe il
madridista a sinistra del 4-3-3.
Oltre al c.t., chi gioca lo sa soltanto il drone misterioso che
ha spiato gli ultimi allenamenti. Ma ieri anche l’Ufo avrà preferito restare nel suo hangar invece di volare nel freddo e nella pioggia di Porto (poco) Alegre, 13 gradi in meno di
Ribeirao Preto dove la Francia
ha il ritiro. «Meglio così», ammette Deschamps.
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21
HONDURAS
I NUMERI
reti
realizzate
in nazionale da
Karim Benzema.
Il giocatore
francese è al
decimo posto
nella classifica
dei bomber
comandata da
Thierry Henry
con 51 centri
LA GAZZETTA SPORTIVA
Pogba Un Mondiale l’ha vinto l’anno scorso:
nell’Under 20 s’è dimostrato di categoria
superiore. E’ il più in palla e si diverte LIVERANI
ACCUSATO DAL MEDICO
Ribery si difende
«Non temo gli aghi
ma il cortisone...»
Franck Ribery non c’è,
«tagliato» all’ultimo per una
lombalgia, ma il suo spettro
aleggia ancora in Brasile. L’altro
ieri il medico francese Franck Le
Gall aveva detto che l’esterno
del Bayern «ha paura di farsi le
iniezioni» e quindi non ha potuto
curarsi. Ieri la replica di Ribery a
un’agenzia tedesca: «Mai avuto
paura delle punture. Ma non mi
andava di farmi iniettare del
cortisone dai medici francesi,
non è una cosa buona». Quindi
la difesa del medico del Bayern,
Muller-Wohlfart, criticato dallo
staff sanitario francese: «Non
posso accettarlo, “Mull” mi aiuta
sempre e fa le cose
correttamente. Senza di lui non
giocherei così. Aveva trasmesso
tutti i documenti medici alla
nazionale: i miei problemi,
quando mi ha curato a Monaco,
si erano risolti».
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GLI AVVERSARI
C’è Bengtson
Non fidatevi
dell’Honduras
DAL NOSTRO INVIATO
PORTO ALEGRE
Benzema Gli ha fatto bene la «cura»
Ancelotti. Qui potrebbe giocare a sinistra se al
centro sarà schierato Giroud LIVERANI
Varane Ancor più giovane di Pogba, ogni
Sarà anche 33° nel ranking
Fifa, vittima designata del gruppo
e nazionale che non ha mai vinto
al Mondiale (6 partite tra l’82 e il
2010, 3 pari e 3 k.o.). Ma se
l’Honduras nelle fasi finali non è
mai stato calpestato (lo 0-2 con la
Spagna nel 2010 è il risultato
peggiore), se per il pallone ha
combattuto la «guerra del calcio»
contro El Salvador, vuol dire che
Deschamps farà meglio a non
fidarsi. Guidato dal colombiano
Suarez, ha conquistato una bella
qualificazione in Nordamerica,
obbligando il Messico allo
spareggio. Schierati con il 4-4-2,
che può diventare 4-5-1 togliendo
Costly, i «catrachos» sono solidi in
difesa. In attacco occhio a
Bengtson (9 gol nelle
qualificazioni) e agli esterni
Espinoza e Najar (Anderlecht).
Parecchi arrivano dai campionati
britannici e nell’ultimo test hanno
bloccato (0-0) l’Inghilterra. Rabbia
per un documentario di Canal+ sul
calcio honduregno intitolato «I
miserabili». Bengtson: «Gli faremo
vedere se siamo miserabili…». Il
rischio? Che la grande pressione
sfoci in gioco duro: con l’Honduras
gli arbitri hanno molto da fare.
tanto si compiace della sua classe e si distrae.
Ma i margini di progresso sono alti AFP
f.li.
OGGI L’ESORDIO SECONDO UN GRUPPO DI SCIENZIATI DI NEUCHATEL, BIANCOROSSI ELIMINATI AL PRIMO TURNO. MA HITZFELD CI CREDE: «SIAMO PIÙ SQUADRA DEL 2010»
Svizzera spuntata: gli attaccanti si allenano in piscina
Shaqiri e Drmic
affinano l’intesa
contro il mal di gol:
cross e rovesciate
con tuffi nell’acqua
il rendimento dei giocatori. La
banda di Ottmar Hitzfeld, sesta
nel ranking mondiale e testa di
serie al sorteggio, non sarebbe
all’altezza, secondo l’agenzia
scientifica svizzera. Ma forse è
scaramanzia, visto quanto successo quattro anni fa.
DAL NOSTRO INVIATO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
PORTO SEGURO (Brasile)
Secondo i calcoli matematici dell’osservatorio del
calcio di Neuchatel, la Svizzera
non passerà la prima fase e
l’Ecuador sì, insieme alla Francia. I professori hanno proposto uno studio incrociando i risultati degli ultimi dieci anni e
Xherdan Shaqiri, 22 anni EPA
Dimenticare il passato Il debutto sudafricano è stato lungamente rievocato, esorcizzato, analizzato per evitare gli
stessi errori successivi. La Svizzera partì con una vittoria sulla
Spagna campione d’Europa e
futura regina mondiale, ma
non arrivò alla seconda fase.
«Ora abbiamo più creatività e
più spirito di squadra», ha spiegato il c.t. che sfrutterà l’espe-
rienza dei big, da Inler a Lichtsteiner, da Shaqiri (Bayern) a
Benaglio (Wolfsburg). Il Generale Hitzfeld allena un gruppo
omogeneo, con una formazione base usata a lungo nelle
qualificazioni e un gruppo di
riserve che preme per inserirsi.
E siccome la rosa non ha un alto potenziale di segnature (59
in totale), Shaqiri e Drmic si sono allenati giovedì in piscina:
QUI ECUADOR
Erazo: «Una vittoria per ricordare Benitez»
Vincere e onorare la
memoria di «Chucho» Benitez.
La partita di domani a Brasilia
contro la Svizzera avrà un
sapore speciale per la
formazione sudamericana,
orfana del suo attaccante morto
un anno fa a 27 anni dopo un
malore accusato al termine di
una partita in Qatar. «Senza
quella disgrazia, - ha detto il
difensore Frinckson Erazo Benitez sarebbe stato
certamente in campo contro la
Svizzera, e vogliamo ricordarlo
con una bella vittoria».
cross del primo, rovesciata del
secondo e splash.
Ecuador valenciano L’Ecuador, 26° per la Fifa, è al terzo
Mondiale dopo quelli del 2002
e 2006, quando superò la prima fase. La stella Antonio Valencia, Manchester United, ha
rischiato di saltare il debutto
odierno dopo essere stato
espulso in un test con l’Inghilterra, ma la squalifica deve essere scontata in amichevole;
gli svizzeri hanno chiesto chiarimenti: respinti. Secondo l’osservatorio di Neuchatel, i campioni del mondo saranno di
nuovo gli spagnoli: l’Ecuador
ha cominciato a preoccuparsi.
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22
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
GIRONE A I PADRONI DI CASA
OR
D EM E P RO
G
RE
LA GAZZETTA SPORTIVA
BRASILE
CROAZIA
MESSICO
CAMERUN
v
DAL NOSTRO INVIATO
LUCA CALAMAI
TERESOPOLIS (Brasile)
Bei ricordi Naturalmente ha
alzato trofei ben più prestigiosi. È, a esempio, l’ultimo allenatore che ha conquistato un
mondiale con la Seleçao. In
Giappone-Corea, nel 2002. Arrivò in Asia sotto un fuoco amico a causa della sorprendente
eliminazione in Coppa America contro l’Honduras e della
scelta di puntare su Ronaldo,
che non giocava in nazionale
da tre anni, anziché su Romario, idolo della stampa e dei tifosi brasiliani. Ma fu proprio
del Fenomeno la doppietta decisiva nella finale contro la
Germania. Ora il suo pupillo è
Neymar. E nessuno protesta.
«Neymar può essere decisivo
come lo fu Ronaldo, ma lui è
grande perché è dentro una
grande squadra. Questa Seleçao ricorda quella del 2002
per la compattezza in ogni reparto. Più tanto talento. Qualcuno è rimasto sorpreso dalla
grande partita di Oscar contro
la Croazia, ma io lo sapevo che
lui ha qualcosa in più».
Semplicità Da calciatore è
stato un grigio terzino. Passato, senza lasciare traccia, in
squadre di seconda fascia: Caxias, Juventude, Novo Hamburgo, Maceiò. Da commissario tecnico ha l’obiettivo di raggiungere il mitico Pozzo in testa alla classifica degli
identiKit
& CARRIERA
Ha il volto di Gene Hackman e la fame di pallone del
Trap. È impossibile non restare
stregati da Felipao. Lui è simpatico, curioso, preparato. Parla un numero industriale di lingue e conosce calciatori di ogni
angolo del mondo.
Pressioni In una Seleçao che
vive dentro un tritacarne Felipe Scolari è, insieme a Neymar,
l’uomo della speranza. I tifosi
verdeoro di qualsiasi angolo
del Paese gli riconoscono saggezza e capacità: «È il nostro
12o giocatore». Il tecnico brasiliano sorride. Ogni conferenza
stampa è un inno all’allegria.
Un tentativo, studiato a tavolino, per cercare di allentare la
pressione. Ma la verità sta tutta
in una battuta che il tecnico ha
concesso il giorno della partenza per il ritiro di Teresopolis:
«Tutti mi dicono bravo, ma se
non vincerò la Coppa dovrò
scappare in Kuwait e chiedere
asilo politico». Troverebbe
ospitalità perché nella sua vita
da zingaro del pallone ha guidato anche la nazionale araba
vincendo nel 1990 la Coppa
delle nazioni del Golfo.
23
SSO
FELIPE
SCOLARI
Nato il
09/11/1948
a
Passo Fundo
(Brasile)
Le sue
squadre
Il serafico Felipe
CSA
1982
«Neymar come Ronaldo:
è un Brasile formato 2002»
Scolari cerca di allentare le pressioni sulla Seleçao: «Se non vinco dovrò
fuggire in Kuwait. La compattezza e il talento le armi di questa squadra»
ilPrecedente
L’ultima volta è stata 12 anni fa:
Fu lui l’artefice del quinto titolo
della Seleçao di Ronaldo e Cafu
Era il 2 luglio 2002: la nazionale brasiliana
ha appena conquistato il quinto titolo mondiale
della sua storia e, di ritorno dalla spedizione
asiatica, festeggia il successo insieme all’allora
presidente Cardoso in una cerimonia a Brasilia.
Il commissario tecnico di quella squadra era
Felipe Scolari (in basso a destra) REUTERS
allenatori capaci di vincere due
mondiali. «Noi siamo forti ma
anche Argentina, Germania e
Olanda sono forti. E il torneo
della Spagna non è finito». Le
sue metodologie di lavoro sono
un inno alla semplicità, altro
elemento che lo avvicina al
Trap.
L’opzione zero Molto pallone,
molte partitelle in famiglia e il
tentativo di sviluppare quella
che, dentro lo spogliatoio della
Seleçao è chiamata «opzione
zero». Di cosa si tratta? Di una
grande attenzione alla fase difensiva. Per Felipao il motto è:
«primo non prenderle». Ecco
l’opzione zero. Poi, con gente
come Neymar, Hulk, Oscar, lo
stesso contestato Fred almeno
un gol la nazionale brasiliana
lo realizzerà sempre. Ecco perché, dopo la gara contro la Croazia, ha preso quota l’opzione
Maicon per il ruolo di terzino
destro. Il romanista è meno aggressivo di Dani Alves nella fase offensiva, ma offre più garanzie davanti a Julio Cesar.
Sogni nel cassetto Dopo aver
vinto il mondiale del 2002
Grande attenzione
alla fase difensiva
Nello spogliatoio
lo chiamano
“opzione zero”
IL LIBRO
Da Pelé a Schillaci
i Mondiali «visti»
dai francobolli
C’è chi rivive i Mondiali
attraverso i gol, le figurine e
chi attraverso... i francobolli.
«Francobolli dei Mondiali di
calcio» (ed. Laserinvest, 96
pagine, 20 euro) è un volume
scritto da Stefano Lucchini,
Tommaso Tagliente, Alberto
Costa, Cristiana Lodi e
ripercorre la storia dei
Mondiali di calcio vissuta
attraverso la pubblicazione e la
stampa dei francobolli
commemorativi, testimoni e
simboli di eventi sportivi
eccezionali.
il Personaggio
LA STELLA DEL CHELSEA
La rivincita di Oscar:
«Ecco il nuovo Bebeto»
Alla vigilia la stampa brasiliana gli preferiva Willian, adesso
è un coro di elogi: «Il mio segreto? Isolarmi da tutto e ascoltare
solo il ct. Io capocannoniere? No, ma voglio segnare ancora»
DAL NOSTRO INVIATO
TERESOPOLIS
Il giorno della scelta dei numeri per il
mondiale Felipao gli ha assegnato l’11 dicendogli: «Con questa maglia mi devi almeno un
gol». Oscar non ha tradito la fiducia del c.t. La
rete l’ha messa a segno addirittura nella gara
di esordio. La stella del Chelsea ha vinto la sua
battaglia. Alla vigilia della Coppa l’opinione
pubblica brasiliana lo aveva messo nel mirino.
Al suo posto c’era chi sponsorizzava Willian e
chi ipotizzava Hernanes sulla linea dei trequartisti. «Il segreto è stato di isolarmi da tutto e da
tutti e di ascoltare solo Scolari Willian, Hernanes e Ramires sono grandi giocatori e qui nessuno ha il posto assicurato». Contro la Croazia ha
dato spettacolo: dieci palloni recuperati e un
gol. In più è entrato da protagonista nelle azioni
Oscar, 22 anni, centrocampista del Brasile ACTION
che hanno portato alla doppietta di Neymar. E
così lo scenario è cambiato di colpo. Oscar è diventato «Oscarcraque» o «il naturale erede di
Kakà». Paragone non casuale. Ricky è sempre
stato uno degli idoli del gioiello del Chelsea.
Qualcuno lo ha avvicinato anche a Bebeto, uno
dei protagonisti nella vittoria della Seleçao ai
Mondiali del ’94. Forse perché Oscar ha dedicato la sua rete a Julia, la figlia appena nata. Proprio come fece Bebeto al mondiale americano.
staccò la spina. E lanciò uno
dei tanti appelli al calcio italiano: «Da voi vengo di corsa e costo poco». È il suo sogno. L’ultimo che deve ancora realizzare,
allenare in Serie A. Del resto,
Felipao parla qualche parola in
veneto grazie a nonno Luigi
che nel 1900 faceva il contadino nella zona del veronese.
«Coltivava vigne» ricorda il tecnico della Seleçao. Poi, emigrò
nel 1904 a Rio. La voglia d’Italia è nella testa di Scolari. Un
assist da raccogliere al volo. Felipao non ha niente del profeta,
è un allenatore che conosce
l’arte del buon vivere, capace
di ottenere comunque risultati
come testimoniano i numeri
della sua carriera. Ma prima c’è
questo mondiale da vincere.
L’unico modo anche per far digerire a milioni di brasiliani i
tanti soldi spariti nella costruzione di stadi e sale di accoglienza. A proposito, anche
Scolari ha avuto problemi di
soldi, visto che in Portogallo lo
hanno accusato di evasione fiscale. Niente che abbia fatto arricciare il baffo al Gene Hackman in divisa verdeoro.
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Juventude
1982-83
Brasil
1983
Al-Shabab
1984-85
Brasil
1986
Juventude
1986-87
Gremio
1987
Goias
1988
Al-Qadisiyha
1988-90
Kuwait
1990
Criciùma
1991
Al-Ahli
1991
Al-Qadisiyha
1992
Gremio
1993-96
Jubilo Iwata
1996-97
Palmeiras
1997-2000
Cruzeiro
2000-01
Brasile
2001-02
Portogallo
2002-08
Chelsea
2008-09
Bunyodkor
2009-10
Palmeiras
2010-12
Brasile
2012-
Bomber Segnare gol in nazionale sta diventando un’abitudine per Oscar. Nella Seleçao è
già arrivato a sei centri in venti partite. Una
media da attaccante vero per uno che, invece,
era e resta un trequartista. «Non vincerò la
classifica dei cannonieri però spero di continuare a buon ritmo». Dopo il Mondiale potrebbe diventare un uomo mercato: Mourinho lo
considera uno dei suoi. E lo ha protetto nella
sua stagione tutta luci e ombre nel Chelsea.
Ma per lui si è mosso il Psg che potrebbe mettere sul piatto un’offerta da paura. Ci sarà tempo
per pensare al futuro. Ora conta la sfida contro
il Messico. «L’abbiamo già battuto in Confederations, proprio a Forteleza. Dobbiamo ripeterci per conquistare subito la qualificazione
agli ottavi. Ma contro il Messico abbiamo sempre faticato». Anche Scolari vuole centrare in
fretta il passaggio del turno per concedere un
turno di riposo a Neymar. Il motivo? Il nuovo
Fenomeno è stato ammonito contro la Croazia
e Felipao non vuole rischiare di non averlo in
un ottavo che potrebbe mettere la Seleçao contro la Spagna. Intanto c’è da segnalare che
Thiago Silva lamenta un leggero fastidio muscolare: non dovrebbe trattarsi di niente di
grave. A riposo anche Bernard. Ieri partitella
in famiglia contro l’Under 20 del Fluminense.
A segno Willian, Hernanes, Jo e Ramires.
l.cal.
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24
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
GIRONE G
4
I BOMBER
DA PRIMATO
15
Ronaldo
L’attaccante
brasiliano
è il bomber
numero 1 dei
tornei iridati: ha
segnato 15 gol
in 19 partite,
giocate in tre
edizioni dei
Mondiali,
nel 1998, 2002
e 2006
14
Müller
L’attaccante
della Germania
Ovest ha
segnato 14 gol
mondiali in
appena 13
partite,
suddivise in due
edizioni del
torneo iridato,
nel 1970
e nel 1974
DAL NOSTRO INVIATO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
SANTO ANDRE’ (Brasile)
L’avanzare dell’età attenua le differenze generazionali, Miro e Olli si chiamano
con le abbreviazioni, ma
quando Klose iniziò con la nazionale tedesca si rivolse al
collega d’attacco così: «La ringrazio per i complimenti, signor Bierhoff». Miro aveva appena segnato il primo gol per
la Germania, marzo 2001, e lo
aveva celebrato con la capriola che gli diede l’appellativo di
Salto Klose. «Adesso è tutto diverso, ma non solo nel calcio,
basta pensare che telefonino
avevamo», dice il laziale. I più
giovani in rosa, Ginter e Draxler, avevano sei-sette anni
quando l’attaccante esultò per
la prima volta, ma adesso non
si sognano di dargli del lei. Però non è l’età che lo fa appartenere a un’era geologica diversa, piuttosto il ruolo: Miro,
trentaseienne, è ormai un dinosauro disincantato in un
parco di animali d’attacco teoricamente più evoluti. E per
farlo capire, la federazione ha
messo soltanto il suo cognome
alla voce attaccanti. Tutti gli
altri sono centrocampisti.
Müller, Podolski, Schürrle,
Götze, Özil centrocampisti?
Mah.
Simbolo Miroslav Klose è il
secondo giocatore con più
presenze nella storia della nazionale: 132 dietro alle 150 di
Lothar Matthäus; è il primo
come gol: 69 contro i 68 di
Gerd Müller. Sabato scorso,
quando lo ha superato, ha ripetuto: «Per favore, non paragonatemi a Gerd, non sono come lui». Realismo, umiltà: non
soltanto perché al collega degli anni 70 bastarono 62 gare
per arrivare a 68. Al Mondiale
GERMANIA
PORTOGALLO
GHANA
STATI UNITI
Klose tenta
il record
È a -1 dal Fenomeno
«Né alcol né nottate
Orgoglioso di me»
A 36 anni il tedesco può raggiungere a quota 15
Ronaldo in testa tra i goleador dei Mondiali
L’attaccante:
«Ho smesso di fare
le capriole per non
essere imitato da
mio figlio Noah»
Domani dovrebbe
partire dalla
panchina: ha
sempre segnato
all’esordio
2002, il primo dei suoi sette
tornei, Klose segnò cinque volte, tre nella gara inaugurale
(contro l’Arabia Saudita). Ma
Pelé disse: «Non è un giocatore intelligente». Se è arrivato
fino al 2014, invece lo è: «Ho
saputo sempre gestirmi, niente alcool, niente nottate. Sono
orgoglioso del mio stato fisico». Ancora una rete ed eguaglia il primato di Ronaldo «O
Fenomeno», 15 centri alla
Coppa del mondo. «Dormo bene, non sono ossessionato dai
numeri. Tutti i miei pensieri
non gravitano attorno ai gol,
così poi vengono quasi da soli». Un mese fa Ronaldo ha visto un servizio sul tedesco in
tv, ed è sobbalzato: «Ma co-
me? Gioca ancora?». Sì.
Basta poco Domani però
non è dato fra i titolari, gli verrebbero preferiti i finti centrocampisti, quelli cresciuti nella
Germania del benessere calcistico, passati dai centri di formazione invidiati in tutto il
mondo. Miro qui è l’ultimo
dei bambini che giocavano a
pallone con i vestiti della
scuola elementare, non la divisa della scuola calcio. «È più
facile far uscire il talento oggi.
Noi avevamo altre condizioni». Come ha detto Joachim
Löw, a Miro basta un minuto
per indirizzare una partita,
anche un’azione sola. E al
Mondiale ha sempre segnato
14
Klose
L’attaccante
tedesco,
36 anni, è a
quota 14 gol
iridati: li ha
segnati in 19
partite e questo
è il suo quarto
Mondiale
dopo quelli
del 2002,
2006 e 2010
all’esordio: magari la rete gli
può servire per vincere qualche scommessa, anche se giura che nello «spogliatoio della
Lazio non abbiamo lanciato
sfide. Ci siamo fatti soltanto
gli auguri». Salto Klose non
esiste più e la giustificazione è
l’imitazione dei suoi figli che
poteva diventare rischiosa:
«Quando ho visto Noah tentare una capriola davanti alla tv
per replicare il mio gesto e farsi male, ho capito che dovevo
smettere di esultare così». La
protezione degli eredi come
giustificazione per la protezione dei propri arti usurati. Un
dinosauro disincantato, ma
ancora a suo agio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INIZIATIVA DI ACTIONAID
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«Un gol alla povertà»
E Italia-Brasile
la giocano i bambini
L’Aquila e Torino, che vanno in
Brasile a giocare a calcio con dei
loro coetanei del posto accompagnati da Enrico Bertolino: andrà
in onda dal 16 giugno su Unomattina, e si inserisce in un programma più ampio di ActionAid che attraversa le grandi manifestazioni
di questi anni (i Mondiali, l’Expo
2015 e le Olimpiadi 2016 a Rio)
per far unire il mondo dello sport
alla lotta alla povertà.
Il ministro Mogherini, 40 anni REUTERS
Un gol alla povertà è più difficile di quello dell’altra sera di
Van Persie, ma si può fare. Il concetto ActionAid l’ha espresso ieri a
Milano: la parola “povertà” in una
porta da calcio e una trentina di
ragazzi che tirano, abbattendola a
pallate. L’intento è quello, «Fai gol
contro la povertà», campagna di
sensibilizzazione di ActionAid volta ad aiutare mille bambini brasiliani attraverso l’adozione a distanza, e soprattutto a farlo entro
il 12 luglio, giorno della finale dei
Mondiali. Quello che ospita la
Coppa, infatti, è un paese pieno di
diseguaglianze sociali, alto tasso
di povertà e disoccupazione, e
scarso accesso alla sanità. ActionAid ci va anche con «Italia-Brasile, l’azione è partita», un mini-documentario in 10 puntate in cui
sono protagonisti 6 bambini provenienti da Reggio Calabria,
Interesse nazionale Se n’è
parlato all’annuale convegno ActionAid a Milano. Presente il ministro per gli affari esteri Mogherini:
«Durante i Mondiali non guardiamo solo lo spettacolo, ma la complessità delle cose. Ci sono tante
contraddizioni anche in Italia,
non solo in Brasile. E se usciamo
dallo schema della cooperazione
come aiuto facciamo un favore a
noi e alle Istituzioni. Vincere la
partita contro la povertà non è
l’orticello di qualcuno, ma una
missione enorme. Non è questione
di buoni sentimenti, ma di interesse nazionale». Il presidente del
Coni Malagò dà il suo appoggio:
«Lo sport si può declinare in tanti
modi, raggiungere risultati nelle
competizioni ma anche nel sociale. Dobbiamo aiutare chi non ha
fortuna nella vita». Campolina,
CEO di ActionAid e brasiliano, sorride: «Non sono sicuro che finirà
come nell’82 con Rossi e nemmeno come nel ’94 con quel rigore di
Baggio. Ma sono sicuro che ce la
possiamo fare».
g.d.f.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
4 Fasce e ghiaccio
I NUMERI
49
i gol
segnati da
Cristiano
Ronaldo con il
Portogallo in 111
presenze. È il
goleador di tutti
i tempi della
nazionale
lusitana: a
quota 47
Pauleta, a 41
Eusebio.
2003
LE ULTIME
Özil si candida a falso nove
Bega interna in federazione
SANTO ANDRE’ (p.f.a.) Crescono le azioni
di Mesut Özil: potrebbe essere il falso nove nella
formazione anti-Portogallo di domani, con a fianco
Müller e Podolski. Trio sorretto da un centrocampo
a tre Khedira, Lahm e Kroos. Il tedesco di origine
turca, la cui immagine è curata da un agente
specializzato, ha fatto sapere di aver sfondato il
muro dei 20 milioni di amici su Facebook. Bega
federale: il consiglio ha chiesto all’ex presidente
Theo Zwanziger, con cui è in corso un conflitto
aspro, di dimettersi dall’esecutivo Fifa perché «non
rappresenta più gli interessi della Germania».
L’altro ha risposto che non ci pensa nemmeno.
l’anno
dell’esordio di
Ronaldo in
nazionale.
Esattamente il
20 agosto,
nell’amichevole
vinta 1-0 sul
Kazakistan.
Il primo gol di
Ronaldo arrivò il
12 giugno 2004,
all’Europeo
giocato in casa,
nella sconfitta
con la Grecia.
Gli Usa ritrovano
la bestia nera Ghana
Howard: «Si vince»
Bestia nera Il Ghana, però, è
la nazione che ha tarpato le ali
agli americani nelle ultime due
edizioni della Coppa del mondo: quattro anni fa li eliminò
agli ottavi per 2-1, nel 2006
con lo stesso punteggio si battè
nel girone. Solo quattro statunitensi presenti nel 2010 dovrebbero giocare titolari domani: lo stesso Bradley, il portiere Howard e gli attaccanti
Dempsey e Altidore. «Il Ghana
è una squadra ricca di talento,
certi giocatori possono farti
male in un attimo se non stai
attento», avvisa il c.t. Klinsmann. Dopo essersi allenati
per quattro giorni nel clima au-
Massima cautela per il ginocchio infortunato
Eduardo: «È il più forte al mondo e non è sazio»
DAL NOSTRO INVIATO
ALESSANDRA BOCCI
SAN PAOLO (Brasile)
Il suo piede sinistro, o per
meglio dire il suo ginocchio sinistro, è diventato un’ossessione per i fotografi e i giornalisti
di mezzo mondo, almeno
quanto gli scatti a tifose in lacrime che ormai pur di attirare
la sua attenzione sono pronte
anche a fare lo strip tease. Gli
alberi e la privacy del Royal
Palm lasciano sempre trapelare qualcosa e le sortite al campo di allenamento fanno il resto. Tutti a scrutare Cristiano
Ronaldo e il ginocchio più caldo del momento.
Niente riserve Caldo sì, e per
questo si applicano cubetti di
ghiaccio a fine seduta alla preziosa articolazione, e ancora
per questo il ginocchio è fasciato e Ronaldo evita esercizi come certi balzi che i compagni
possono e devono fare, ma dal
quale lui viene esentato. Troppo rischioso sottoporre a sforzi
inutili in questo momento una
parte del suo corpo che da un
L’ALTRA PARTITA DUE K.O. NELLE ULTIME DUE EDIZIONI
Ci sono i precedenti a indicare la giusta via agli Stati
Uniti, al debutto domani contro il Ghana. Tutte le volte che
si sono qualificati per la seconda fase di un Mondiale, hanno
almeno pareggiato nella gara
d’esordio: vittorie nel 1930 e
2002, pari nel 1994 e 2010. Insomma, se gli Usa vogliono cullare sogni di gloria, in un girone peraltro difficilissimo, non
possono commettere passi falsi
domani a Natal. «Lo sappiamo
- riconosce il centrocampista
Michael Bradley, ex Roma - e
per questo concentreremo tutti
gli sforzi su questa prima partita, sapendo che un buon risultato ci darà il miglior viatico».
In realtà, guardando agli altri
due avversari (Germania e
Portogallo), la vittoria è d’obbligo.
Il Portogallo
coccola Cristiano
Il portiere Tim Howard, 35 anni AFP
tunnale di San Paolo, gli americani hanno viaggiato venerdì
verso Natal, città tropicale a
400 miglia dall’equatore.
Clima La prima partita ospitata dall’Estadio Das Dunas,
vinta dal Messico sul Camerun,
si è giocata sotto un acquazzone: le previsioni dicono che
pioverà ancora oggi e che domani ci saranno delle schiarite.
«Qualsiasi condizione meteo
troveremo, pioggia, caldo,
umidità, noi ci faremo trovare
pronti», taglia corto Klinsmann, il quale ha preparato
meticolosamente il Mondiale,
con due settimane di ritiro in
Brasile a gennaio. «Vinciamo
noi - chiosa Howard - poi potremo focalizzarci sul Portogallo.
Non ha senso guardare oltre».
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Cristiano Ronaldo, 29 anni, durante un allenamento pre-Germania REUTERS
paio di mesi lo fa tribolare. Ma
non per questo Ronaldo si arrende: contro la Germania ci
sarà, come annuncia trionfalmente il compagno di squadra
Eduardo. «Stiamo parlando del
più forte del mondo, è logico
che sia un bene per noi se gioca, anche se fisicamente non è
Ronaldo ci sarà
con la Germania
ma si sta
allenando
senza forzare
LA GAZZETTA SPORTIVA
25
al top. Ronaldo non è sazio ed è
deciso a dare il meglio anche
per noi».
Ghiaccio e certezze Valgono
più le parole delle palme, evidentemente, per proteggere la
privacy del divino attaccante.
Perché tutti durante le sedute
aperte al pubblico nello stadio
di Campinas possono notare
quanta delicatezza ci sia nel
proporre a Ronaldo e al suo regale ginocchio esercizi fisici a
scartamento ridotto e partitelle di bassa intensità: le fasciature sono evidenti, il ghiaccio
scorre a fiumi, eppure tutto
questo sembra non intaccare le
convinzioni di Paulo Bento e
del suo staff. Ronaldo deve esserci e ci sarà, perché difficilmente il Portogallo potrebbe
sopravvivere nel cosiddetto girone di ferro, l’ennesimo della
sua storia calcistica recente,
senza il suo leader. Ieri la squadra è partita da Campinas per
acclimatarsi una sera prima al
caldo umido di Bahia, che preoccupa tutti. Ronaldo non zoppicava.
Rivincite Gli ultimi ricordi
portoghesi della Germania sono negativi fino a un certo punto. Le due squadre si sono incontrate a Euro 2012: prima
giornata del gruppaccio con
Olanda e Danimarca, e subito
problemi per il Portogallo, che
chiuse con una sconfitta e con
Ronaldo assillato dalla marcatura di Boateng. Il Portogallo
se la cavò lo stesso nel girone,
ma per il risveglio di Ronaldo si
dovette attendere più di una
partita. Se l’attesa finisse allo
stesso modo, magari con Cristiano dominatore ai quarti e il
Portogallo in palla fino alla semifinali, forse nessuno piangerebbe e anche i cubetti di
ghiaccio si scioglierebbero per
l’emozione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
GIRONE F OGGI IN CAMPO
ARGENTINA
BOSNIA
IRAN
NIGERIA
Entra in scena Messi
Terzo assalto Mondiale: Pulce o gigante?
L’Argentina aspetta il vero Leo dopo gli infortuni: idea 3-5-2 con Aguero partner d’attacco
A
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CONDO’
twitter@PaoloCond
RIO DE JANEIRO
L’altro giorno un sosia davvero notevole di
Ronaldinho, agghindato come lui per accentuare la somiglianza, è riuscito a intrufolarsi all’allenamento dell’Argentina arrivando addirittura
al cospetto di Messi. La rete è piena di immagini
dell’episodio, e in tutte Leo se la ride con un gusto che da tempo non gli accendeva il viso. Esagerato, quasi: la scena contiene certamente un
quid di comicità, ma a far decollare il buonumore della Pulga dev’essere stato il ricordo del suo
vecchio compagno, per molti versi fratello maggiore. L’uomo cui Leo non cessava di chiedere
cosa fosse un Mondiale e come si vincesse, e che
prima di fulminarsi come una lampadina al torneo del 2006 - sostanzialmente la sua fine: il dopo è stato anni luce più modesto del prima - aveva ispirato il Brasile campione del 2002. Nelle
serate di Castelldefels, la spiaggia a sud di Barcellona in cui vivevano entrambi, Ronaldinho
passava le ore a raccontare, trascurando a volte
il numero delle birre svuotate, davanti agli occhi
sognanti del ragazzino. Quando Guardiola ne
ordinò la cessione per liberare spazio a Messi in
campo e togliergli quello che era diventato un
lucignolo fuori, Leo capì, apprezzò ma umanamente un filo si dispiacque, perché al Dentone
voleva bene, e ne era ricambiato. Era diventato il
nuovo boss, ma fino al 2010 non avrebbe più
avuto nessuno a cui chiedere come si vince un
Mondiale; cosa che dopo il Sudafrica peraltro
non fece, l’amor proprio di una stella è diverso
da quello di un under, per quanto talentuoso.
Terza chance Il terzo tentativo di Messi, che
inizia stasera al Maracanà contro la pericolosa
Bosnia (la resistenza opposta dalla Croazia al
Brasile ha attivato tutti gli allarmi), comunque
finisca è quello che la storia ricorderà come il
più favorevole: si gioca in Sudamerica, i compagni sono forti e in alcuni casi fortissimi, il tecnico
è votato al suo servizio e nell’ultima stagione molto amara a livello di risultati, alla Pulga non
dovrebbe mancare l’appetito - la successione di
infortuni e convalescenze gli ha tolto dalle gambe molti minuti di battaglia. Per gli altri è giugno, per Messi gennaio. Nel 2006 Leo era ancora
una riserva, e comunque arrivò in Germania dopo un lungo infortunio muscolare: segnò una rete a chiusura della goleada alla Serbia, non par-
I SUOI
MONDIALI
S
Germania
2006
Gioca tre
partite, solo una
da titolare.
Segna un gol
all’esordio
contro la Serbia
(6-0). Nella
stessa gara
anche un assist
Leo Messi, 26 anni, a destra, scherza con i compagni di allenamento Angel Di Maria , 26 anni e (a sinistra) Gonzalo Higuain, 26 anni
S
Sudafrica
2010
Cinque partite,
tutte da titolare,
nessun gol.
Due assist a
Demichelis e
Tevez, due pali
contro la Corea
del Sud e la
Grecia
tecipò nemmeno per un minuto al quarto mortale contro i tedeschi. Nel 2010 giocò invece tutte
e cinque le partite, e il fatto di averle concluse
senza nemmeno un gol - lui che all’epoca procedeva già a un ritmo superiore ai 40 bersagli annui - appartiene alla sfera romanzesca della realtà. Varrà la pena precisare che anche l’ultima
volta all’Argentina fu fatale il quarto contro i tedeschi.
L’importanza del Kun Visto che stavolta il primo
posto nel girone verosimilmente li terrebbe lontani, dall’altra parte del tabellone, il successo
contro la Bosnia diventa tassativo. Il c.t. Sabella
ha armato nell’allenamento finale un 3-5-2 molto più prudente del 4-3-3 che gli è abituale: la
sensazione è che in un clima che invita al risparmio delle energie la scelta di Van Gaal stia contagiando le nazionali che hanno i fuoriclasse davanti, e possono quindi demandare a loro la soluzione del problema gol senza scoprirsi troppo
2
i precedenti
L’Argentina ha affrontato due
volta la Bosnia vincendo
senza subire gol (5-0 e 2-0)
70
partite al Mondiale
I sudamericani sono la quarta
squadra con più gare giocate
nelle fasi finali dei Mondiali
alla ricerca del gioco. Messi - si sa - preferisce
l’abito tattico più scollacciato, ma un precedente
recente con la Bosnia (2-0 in amichevole a Saint
Louis col 3-5-2) potrebbe far optare il c.t. per un
replay. A favore del difensore in più (Basanta)
uscirebbe Lavezzi, considerato che l’acciaccato
Higuain in ogni caso doveva partire dalla panchina. In ogni caso, accanto a sé Leo troverà
quello che probabilmente è il suo amico migliore nella Seleccion, Sergio Aguero, col quale ha
percorso l’intera trafila delle nazionali giovanili.
Il Kun è cresciuto a Los Eucaliptos, un barrio fra
i più poveri e pericolosi di Buenos Aires, e l’ha
fatto per la strada, sviluppando una personalità
furba e decisa che al timido Leo è sempre piaciuta: si spiega così non soltanto un’amicizia rimasta salda malgrado entrambi siano primedonne,
ma anche il fatto che ogni estate - compresa questa - Messi chiede al Barcellona di affiancargli
Aguero. Lui, non un sosia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la scheda
LA DEBUTTANTE L’INDIPENDENZA E’ COSTATA MIGLIAIA DI MORTI, I CALCIATORI GIOCHERANNO ANCHE PER LORO
Bosnia missione da compiere
con gli auguri di Maradona
Misimovic ha
perso 10 chili pur di
esserci. E Begovic
ha cambiato
nazionalità
DAL NOSTRO INVIATO
RIO DE JANEIRO
Paura del debutto? Non
scherziamo. Secondo voi un
ragazzo cresciuto a Sarajevo
sotto le bombe come Edin
Dzeko, che per tre anni - e all’inizio ne aveva cinque - ha
condiviso con i suoi 14 familiari i 35 metri quadri della casa
dei nonni (un paio di granate
avevano tirato giù la sua), può
aver paura di una partita di calcio? Bisogna prestare molta attenzione alle parole, quando si
parla di Bosnia...
Spinta speciale In questa edizione del Mondiale è l’unica
nazionale debuttante. Logico,
Un selfie della Bosnia: in primo piano, Edin Dzeko, punta del Man City
considerato che gli accordi di
Dayton riconobbero l’indipendenza della Bosnia nel 1995,
appena 19 anni fa, pochi mesi
dopo il più grande massacro
nella storia d’Europa dopo la
Seconda Guerra Mondiale: il
genocidio di più di 8000 musulmani a Srebrenica. Siccome
questa è una storia che gronda
sangue e dolore da qualsiasi
parte la si volti, i giocatori della
21
il posto nel ranking
occupato dalla Bosnia, tra
Messico (20) e Algeria (22):
la nazionale è nata nel 2005
Bosnia sono un po’ diversi dai
loro colleghi degli altri Paesi:
Dzeko, per esempio, oltre che
ambasciatore dell’Unicef si è
fatto di recente collettore degli
aiuti per le vittime dell’alluvione, e Pjanic ha subito risposto
all’appello del compagno acquistando un’intera farmacia
del suo paese natale. Il portiere
Asmir Begovic, dello Stoke City, emigrò a 4 anni prima in
Germania e poi in Canada; tornato a Sarajevo dopo molti anni per il funerale di un nonno
che nemmeno ricordava, ne ricavò un impatto così forte da
riprendere subito la nazionalità bosniaca, perché evidentemente patria per lui è dove
hanno sepolto le ossa del nonno. Che siano riusciti a fuggire
durante gli anni dell’assedio
(Pjanic) o siano stati costretti a
sopravvivergli lì (Dzeko), i nazionali bosniaci sono arrivati
qui con una missione da compiere, quella di riscattare le decine di migliaia di morti e di
inorgoglire il milione di profughi. Sono diversi, oltre che cal-
cisticamente bravi. Hanno un
fine speciale.
Con Maradona Il c.t. Safet Susic, famoso in Italia per la doppia firma (Inter e Torino) dell’82 che ne vietò il tesseramento in A, ma in realtà grande attaccante del Paris St.Germain
ai tempi in cui nessuno sapeva
cosa fosse uno sceicco, mantiene il riserbo sulla formazione in dubbio Salihovic, se non ce
la fa gioca Kolasinac - consapevole che dopo tanti giusti discorsi sullo spirito anche la tattica conti qualcosa. Giocherà in
ogni caso Misimovic, geniaccio
lento e a volte indisponente ma
dotato di un passaggio celestiale, emigrato da due anni in Cina e del quale Lippi ha raccontato «Nel giro di una stagione
l’ho trovato dimagrito di almeno 10 chili. Mi è bastato guardarne la silohuette per capire
quale motivazione spinga i giocatori bosniaci». Ieri mattina
tre di loro, il capitano Spahic,
Medunjanin e Begovic, sono
andati a fare una passeggiata a
Copacabana e hanno incrociato Maradona: fotografie, selfie,
abbracci e alla fine Diego si è
sciolto in un augurio. A memoria, a un’avversaria dell’Argentina non li aveva mai fatti.
p.c.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BOSNIA ERZEGOVINA
UNICA DEBUTTANTE
NEL MONDIALE BRASILIANO
La Bosnia Erzegovina
è indipendente dal 1995,
prima faceva parte della
Jugoslavia. Confina con la
Serbia ad est, il Montenegro
a sud est, e la Croazia a
nord e ad ovest. Il terreno è
montuoso e collinare.
Ha 4 milioni di abitanti e la
capitale è Sarajevo.
NEL CALCIO La nazionale
della Bosnia è nata nel 1995.
Già tre anni dopo ha tentato di
qualificarsi, senza successo,
al Mondiale 1998. I risultati
sono cresciuti negli anni: già
nel 2010 e nel 2012 la squadra
si era guadagnata la possibilità
di qualificarsi alla fase finale
del Mondiale e poi
dell’Europeo, perdendo però
gli spareggi, sempre nel playoff
contro il Portogallo. Si è
qualificata al Mondiale 2014
vincendo il girone eliminatorio
che comprendeva Grecia,
Slovacchia, Lituania, Lettonia
e Liechtenstein. La Bosnia è
l’unica nazionale del Mondiale
2014 al debutto assoluto
nella manifestazione e al
momento occupa la 21esima
posizione nel ranking Fifa
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
27
IL BLOG MONDIALE
GLI ASCOLTI
IL GIOCO
A SALVADOR
LE PARTITE DI VENERDI IN TV
NUOVA APP
NOVE I MINORENNI
Spagna-Olanda
8,3 milioni sulla Rai
e anche 1,4 su Sky
Quante ne sapete?
Sfidatevi su
dooblo mondial
Incidenti durante
Spagna-Olanda
In 23 agli arresti
Continuano gli ottimi ascolti
del Mondiale brasiliano. Venerdì
sera Spagna-Olanda su Rai 1 è
stata vista da 8 milioni e 354 mila
spettatori (36,09% di share). La
stessa partita su Sky ha
catturato 1.389.135 spettatori,
con il 6% di share.
Questi gli ascolti degli altri due
match di venerdì, trasmessi solo
da Sky. Messico-Camerun, alle
18, ha ottenuto 491.580 spettatori
(3,94%), mentre Cile-Australia a
Statistici, calciofili o
«volgari» millantatori, siete sicuri
di saperle tutte sul Mondiale? C’è
una nuova app pensata apposta
per voi: dooblo mondial. Oltre
15.000 domande, 12 edizioni iridate
coperte, da Messico ‘70 a Brasile
‘14. Un Trivial calcistico,
organizzato come una partita, con
due tempi di gioco da 11 domande
e tanti moduli da scegliere (se vi
sentite bravi, azzardate col 2-3-5).
È gratuita, disponibile su Ios e
SALVADOR È di 23 persone
arrestate, nove delle quali
minorenni, alcune auto distrutte e
una vetrina di una concessionaria
Honda andata completamente in
frantumi il bilancio degli incidenti
verificatisi a margine di una
manifestazione di protesta antiMondiali a Salvador, in
contemporanea a Spagna-Olanda.
Il corteo di protesta ha tentato di
invadere la zona della Fan Fest
voluta dalla Fifa. Ma i manifestanti
partire da mezzanotte è stata
seguita da 264.100 spettatori
(4,14%).
Bene su Rai 1 anche «Notti
mondiali» (2.445.000 spettatori) e
«Processo al mondiale» che
incassa 1.056.000 spettatori.
Sbarcano i politici
La Merkel apre
la sfilata dei leader
La Cancelliera domani in tribuna, gli altri non si
sono ancora visti. Renzi arriverebbe per la finale
1
2
3
4
1 Angela Merkel, 59 anni, cancelliera tedesca AP 2 Il principe Felipe di Spagna, 46 anni
LAPRESSE 3 Matteo Renzi, 39 anni, premier italiano AP 4 Il principe William,31 anni AFP
IL PRONOSTICO
La app scaricabile su Ios e Android
Android, scaricabile dal link
http://dooblo.it/mondialdooblo.php
Un gioco per malati di calcio. Ad
esempio, chi detiene il record di
più espulsioni tra Montero, Zidane,
Chiellini o Maradona? Attenti alle
risposte scontate.
MATTEO PIERELLI
Angela Merkel ha indubbiamente un debole per il calcio. E’ sempre in tribuna negli
appuntamenti importanti della
Germania e all’Europeo 2012
fece addirittura spostare un
vertice a Roma con i colleghi
Mario Monti, François Hollande e Mariano Rajoy per assistere
a Germania-Grecia. Ma la Cancelliera è anche un’abile politica e sa sfruttare al meglio la cassa di risonanza del pallone. Un
anno fa, in piena campagna
elettorale per le federali, aveva
diffuso un comunicato per ringraziare la nazionale femminile
capace di vincere per l’ottava
volta l’Europeo. E poco dopo,
per l’inizio della Bundesliga,
aveva mandato un messaggio di
augurio ricordando quanto fosse stata importante per il Paese
la finale tutta tedesca della
Champions 2013 tra Bayern e
Borussia Dortmund.
Prima leader Poteva mancare
alla prima della Germania? Ovviamente no. Domani, a Salvador, la Merkel vedrà dal vivo la
sfida con il Portogallo. E’ il primo grande leader mondiale atteso in Brasile, gli altri arriveranno più avanti: prima vedono
come butta, poi sono pronti a
entrare in scena. Forse è questione di scaramanzia, anche se
la Merkel non si è sbilanciata
più di tanto, rifiutandosi di fare
pronostici nel suo video-discorso settimanale. In compenso
Lukas Podolski ha speso parole
al miele per lei: «Ci darà la carica: speriamo che venga nello
spogliatoio a festeggiare una
vittoria: io farò un selfie con
lei». Poi l’ha invitata all’eventuale party post Portogallo. «Ho
promesso a mio figlio che porterò a casa una coppa più grande
di quelle che vince lui».
Gli altri Il nostro premier Renzi, in un recente incontro con
Prandelli, ha detto al c.t. di aver
avuto l’invito dalla Rousseff per
assistere alla finale, dove naturalmente spera di essere presente. Fortemente a rischio la
presenza del principe Felipe di
Spagna, dopo il pessimo inizio
dei campioni in carica. Felipe,
in procinto di diventare re dopo
la decisione di Juan Carlos di
abdicare, ha seguito dalla tribuna i trionfi della «Roja» al Mondiale 2010 e all’Europeo 2012.
Grande appassionato è anche il
principe William, presidente
onorario della federcalcio inglese, che ha inviato un messaggio d’auguri a Rooney e compagni prima della partenza. Non ci
sarà invece il presidente del
Kenya Uhuru Kenyatta che però
ha deciso di fare un regalo alla
squadra, inviandola in Brasile
una settimana per farle respirare l’atmosfera del Mondiale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
immagini dai campi
LA SHOW GIRL
Belen: «Messi porterà in alto l’Argentina»
CROAZIA
DOPO L’INFORTUNIO CON IL BRASILE
Modric in dubbio col Camerun
Luka Modric è stato portato in ospedale a
Salvador dopo l’infortunio nella gara col Brasile. Per il
giocatore del Real niente di rotto, anche se la mattina
seguente la gara zoppicava e sentiva dolore con il piede
gonfio che gli impediva di mettere le scarpe. «La cosa
più importante è che ora ha due giorni per riposare e
fare le terapie», ha detto Boris Nemec, il capo dello staff
medico dei croati, che ha confermato che Modric è in
dubbio per la partita contro il Camerun. «Con questo
tipo di infortuni non si può mai essere precisi».
L’INCHIESTA QATARGATE
Beckenbauer: «Resterò a casa»
PORTO ALEGRE (f.li.) «Se non sono più il
benvenuto per la Fifa, resterò a casa. Non andrò in
Brasile». Squalificato 90 giorni dal comitato etico
indipendente, per essere stato poco collaborativo
durante le indagini sul Qatargate, Franz Beckenbauer
reagisce così dalle colonne della Bild. Beckenbauer
era nell’Esecutivo Fifa che votò Qatar per il Mondiale
2022: ma l’ex fuoriclasse ha sempre dichiarato di
avere votato Stati Uniti (tranne l’Australia al primo
ballottaggio).
INCROCIO LE
DITA PER LA
GERMANIA
«Incrocio le
dita per la
squadra
tedesca,
sperando
che arrivi il
più lontano
possibile.
Dovremo
vedere un
po’ come
andranno le
sfide della
fase a gironi.
Non voglio
fare
pronostico,
so solo che
sarà una
dura lotta».
ANGELA
MERKEL
Cancelliera
tedesca
ANACAPRI (fr.vell) La benedizione per l’Argentina arriva dalla
star più nota in Italia: Belen Rodriguez. Regina del «Vip Champion» di
Giuliano Annigliato ad Anacapri, racchette (Belen col marito Stefano
De Martino ha vinto la gara ai fornelli), forchette e calcetto, la
showgirl saluta l’amico Lavezzi. «Tiferò Argentina seguendo da dove
mi troverò. Non capisco molto, ma Messi è un campione che può
portarci in alto. Il Mondiale è un’emozione incredibile, mi dispiace non
viverlo nel mio paese con i miei familiari, è tutta un’altra storia». Belen
poi rivela la passione in A. «Tifo un po’ Napoli perché mio marito è di
Torre Annunziata. L’Inter? Mi piace perché piena di argentini».
DOPO LA SQUALIFICA DI 90 GIORNI
d
lafrase
DEL GIORNO
Louis Van Gaal e Robin Van Persie AP
Van Persie, simbolo della tranquillità
Colombia: spunta il sosia di Valderrama
Due immagini dal Brasile, simbolo di due squadre vincenti.
Il segreto dell’Olanda? Forse è la serenità. Basta guardare Robin
Van Persie che si allena assieme ai bambini a Rio de Janeiro, il
giorno dopo la doppietta che ha steso la Spagna campione di
tutto. E poi c’è la Colombia. Un tifoso ieri allo stadio si è
travestito da Valderrama, uno dei giocatori simbolo degli anni
90. Ma questa Colombia forse è più forte di quelle nelle quale
militava Valderrama, che ha partecipato a ben tre Mondiali: nel
1990 arrivò agli ottavi, nel 1994 e 1998 uscì ai gironi
In Brasile continuano gli scontri EPA
sono stati intercettati dalla polizia
e sono cominciati gli scontri, con
le forze dell’ordine che hanno fatto
uso di proiettili di gomma e spray
al peperoncino. Dal corteo, invece,
era partito un fitto lancio di pietre
verso gli agenti.
Mondialisti
Anonimi
DI LUCA BIANCHIN
Oscar Garcia,
il Boniek
honduregno
Oscar Boniek Garcia, 29 anni AFP
La sua maglia agli Houston Dynamo
Il signor Oscar, quando
nacque l’erede, dimostrò
spirito liberale. Lasciò un
biglietto alla moglie che più o
meno suonava così: «Ana
Maria, per il nome del piccolo
ti lascio campo libero. Puoi
scegliere senza problemi tra
Boniek e Jairzinho». Ana
Maria, sapiente, scelse il male
minore: Boniek. Trent’anni
dopo, Oscar Boniek Garcia è
nazionale dell’Honduras.
Oggi contro la Francia
comincerà il Mondiale e sarà
interessante vedere che avrà
scritto sopra il numero 14. A
Houston, il suo club, vicino al
27 si è fatto appiccicare il
secondo nome, scelto da papà
per la passione per Zibì.
Oscar junior in effetti sembra
non sentire il peso del
paragone. Gioca a destra meglio da ala, se capita da
terzino - e al New York Times
ha dichiarato che, alla faccia
della Juve, il suo desiderio è
firmare per l’Inter. Per
arrivare a questo livello non
ha avuto paura di rischiare.
Quando giocava al
Patepluma ha fatto lo
sciopero della fame perché
non lo pagavano, ma ha
ottenuto ben poco: club
fallito. Allora è finito
all’Olimpia Tegucigalpa, che
ha rifiutato a lungo di cederlo
nonostante le richieste del
giocatore. Ha ceduto solo nel
2012, dopo che mamma Ana
Maria si è presentata allo
stadio con un cartello con cui
invitava il presidente a
lasciar partire il suo bambino.
Sapiente, come sempre.
@lucabianchin7
28
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
#
MONDIALE LA GUIDA
TUTTO IL TORNEO GIORNO PER GIORNO
CHE COSA E' SUCCESSO
GIOCATE
DATA
LOCALITA’
12 GIUGNO SAN PAOLO
IERI
NATAL
IERI
SALVADOR
IERI
CUIABA
IERI
BELO HORIZONTE
IERI
FORTALEZA
IERI
MANAUS
IERI
RECIFE
GRUPPO
A
A
B
B
C
D
D
C
PARTITA
RIS.
BRASILE-CROAZIA
3-1
MESSICO-CAMERUN
1-0
SPAGNA-OLANDA
1-5
CILE-AUSTRALIA
3-1
COLOMBIA-GRECIA
3-0
URUGUAY-COSTA RICA
1-3
INGHILTERRA-ITALIA
1-2
COSTA D’AVORIO-GIAPPONE nella notte
IL PROGRAMMA
PRIMA FASE
DATA
ORE LOCALITA'
OGGI
18
BRASILIA
OGGI
21
PORTO ALEGRE
OGGI
24
RIO DE JANEIRO
DOMANI
18
SALVADOR
DOMANI
21
CURITIBA
DOMANI
24
NATAL
17 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
17 GIUGNO 21
FORTALEZA
17 GIUGNO 24
CUIABA
18 GIUGNO 18
PORTO ALEGRE
18 GIUGNO 21
RIO DE JANEIRO
18 GIUGNO 24
MANAUS
19 GIUGNO 18
BRASILIA
19 GIUGNO 21
SAN PAOLO
19 GIUGNO 24
NATAL
20 GIUGNO 18
RECIFE
20 GIUGNO 21
SALVADOR
20 GIUGNO 24
CURITIBA
21 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
21 GIUGNO 21
FORTALEZA
21 GIUGNO 24
CUIABA
22 GIUGNO 18
RIO DE JANEIRO
22 GIUGNO 21
PORTO ALEGRE
22 GIUGNO 24
MANAUS
23 GIUGNO 18
CURITIBA
23 GIUGNO 18
SAN PAOLO
23 GIUGNO 22
BRASILIA
23 GIUGNO 22
RECIFE
24 GIUGNO 18
NATAL
24 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
24 GIUGNO 22
CUIABA
24 GIUGNO 22
FORTALEZA
25 GIUGNO 18
PORTO ALEGRE
25 GIUGNO 18
SALVADOR
25 GIUGNO 22
MANAUS
25 GIUGNO 22
RIO DE JANEIRO
26 GIUGNO 18
BRASILIA
26 GIUGNO 18
RECIFE
26 GIUGNO 22
CURITIBA
26 GIUGNO 22
SAN PAOLO
OTTAVI DI FINALE
DATA
ORE LOCALITA
28 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
28 GIUGNO 22
RIO DE JANEIRO
29 GIUGNO 18
FORTALEZA
29 GIUGNO 22
RECIFE
30 GIUGNO 18
BRASILIA
30 GIUGNO 22
PORTO ALEGRE
1 LUGLIO
18
SAN PAOLO
1 LUGLIO
22
SALVADOR
QUARTI DI FINALE
4 LUGLIO 18
RIO DE JANEIRO
4 LUGLIO 22
FORTALEZA
5 LUGLIO 18
BRASILIA
5 LUGLIO 22
SALVADOR
SEMIFINALI
8 LUGLIO 22
BELO HORIZONTE
9 LUGLIO 22
SAN PAOLO
FINALE 3° POSTO
12 LUGLIO 22
BRASILIA
FINALE 1° POSTO
13 LUGLIO 21
RIO DE JANEIRO
GRUPPO
E
E
F
G
F
G
H
A
H
B
B
A
C
D
C
D
E
E
F
G
F
H
H
G
B
B
A
A
D
D
C
C
F
F
E
E
G
G
H
H
PARTITA
SVIZZERA-ECUADOR
FRANCIA-HONDURAS
ARGENTINA-BOSNIA
GERMANIA-PORTOGALLO
IRAN-NIGERIA
GHANA-STATI UNITI
BELGIO-ALGERIA
BRASILE-MESSICO
RUSSIA-SUD COREA
AUSTRALIA-OLANDA
SPAGNA-CILE
CAMERUN-CROAZIA
COLOMBIA-COSTA D’AVORIO
URUGUAY-INGHILTERRA
GIAPPONE-GRECIA
ITALIA-COSTA RICA
SVIZZERA-FRANCIA
HONDURAS-ECUADOR
ARGENTINA-IRAN
GERMANIA-GHANA
NIGERIA-BOSNIA
BELGIO-RUSSIA
SUD COREA-ALGERIA
STATI UNITI-PORTOGALLO
AUSTRALIA-SPAGNA
OLANDA-CILE
CAMERUN-BRASILE
CROAZIA-MESSICO
ITALIA-URUGUAY
COSTA RICA-INGHILTERRA
GIAPPONE-COLOMBIA
GRECIA-COSTA D’AVORIO
NIGERIA-ARGENTINA
BOSNIA-IRAN
HONDURAS-SVIZZERA
ECUADOR-FRANCIA
PORTOGALLO-GHANA
STATI UNITI-GERMANIA
ALGERIA-RUSSIA
SUD COREA-BELGIO
PARTITA
1a girone A - 2a girone B
1a girone C - 2a girone D
1a girone B - 2a girone A
1a girone D - 2a girone C
1a girone E - 2a girone F
1a girone G - 2a girone H
1a girone F - 2a girone E
1a girone H - 2a girone G
4
IL TABELLONE
I NUMERI
OTTAVI DI FINALE
FINALE
518
BELO HORIZONTE
28 GIUGNO
ORE: 18
1ª
girone A
2ª
girone B
Sky Mondiale 1 Hd
RIO DE JANEIRO
13 LUGLIO
ORE: 21
i minuti di
imbattibilità
per Walter
Zenga a Italia
90, dall’inizio del
torneo alla rete
di Caniggia nelle
semifinali. È il
record per le
fasi finali del
Mondiale.
Lo spagnolo
Casillas avrebbe
potuto batterlo
nel confronto
con l’Olanda, se
fosse rimasto
imbattuto per
altri 86 minuti,
ma la prima rete
di Van Persie è
arrivata al 44’
40
anni, 4 mesi
e 13 giorni,
l’età di Dino Zoff
quando ha vinto
il titolo nel 1982:
è il giocatore
più anziano ad
essere riuscito
nell’impresa
5
le
partecipazioni
alla fase finale
del Mondiale per
Gianluigi Buffon:
eguagliato il
record detenuto
dal tedesco
Matthäus e dal
messicano
Carbajal
OTTAVI DI FINALE
Sky Mondiale 1 Hd, Rai1 e Rai Hd
QUARTI DI FINALE
QUARTI DI FINALE
FORTALEZA
4 LUGLIO
ORE: 22
RIO DE JANEIRO
28 GIUGNO
ORE: 22
1ª
girone C
2ª
girone D
Sky Mondiale 1 Hd
SALVADOR
5 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
BRASILIA
30 GIUGNO
ORE: 18
1ª
girone E
2ª
girone F
Sky Mondiale 1 Hd
SEMIFINALE
SEMIFINALE
BELO
HORIZONTE
8 LUGLIO
ORE: 22
SAN
PAOLO
9 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
Rai1 e Rai Hd
RIO
DE JANEIRO
4 LUGLIO
ORE: 18
PORTO ALEGRE
30 GIUGNO
ORE: 22
1ª
girone G
2ª
girone H
Sky Mondiale 1 Hd
RECIFE
29 GIUGNO
ORE: 22.
girone D
1ª
girone C
2ª
Sky Mondiale 1 Hd
SAN PAOLO
1 LUGLIO
ORE: 18
1ª
girone F
2ª
girone E
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
Rai1 e Rai Hd
BRASILIA
5 LUGLIO
ORE: 18
FINALE 3°-4° POSTO
BRASILIA
12 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
FORTALEZA
29 GIUGNO
ORE: 18
girone B
1ª
girone A
2ª
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd, Rai1 e Rai Hd
SALVADOR
1 LUGLIO
ORE: 22
girone H
1ª
2ª
girone G
Sky Mondiale 1 Hd
GDS
MARCATORI
2 GOL Neymar (Brasile, 1 su rigore), Van Persie e Robben (Olanda)
Cahill (Australia); Armero, Gutierrez e James Rodriguez (Colombia); Cavani (Uruguay, su rigore); Campbell, Duarte e Urena (Costa Rica). Balotelli e Marchisio (Italia); Sturridge (Inghilterra).
1 GOL Oscar (Brasile); Peralta (Messico); Xabi Alonso (Spagna, su
rigore); De Vrij (Olanda); Beausejour, Valdívia e A. Sánchez (Cile);
AUTORETI Marcelo (Brasile, pro Croazia)
GIRONE A
GIRONE B
GIRONE C
GIRONE D
RISULTATI
BRASILE-CROAZIA
MESSICO-CAMERUN
RISULTATI
SPAGNA-OLANDA
CILE-AUSTRALIA
RISULTATI
COLOMBIA-GRECIA
3-0
COSTA D’AVORIO-GIAPPONE nella notte
RISULTATI
URUGUAY-COSTA RICA
INGHILTERRA-ITALIA
3-1
1-0
PT G
BRASILE
MESSICO
CAMERUN
CROAZIA
3
3
0
0
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
DA DISPUTARE
BRASILE-MESSICO
CAMERUN-CROAZIA
CAMERUN-BRASILE
CROAZIA-MESSICO
RETI
F S
3
1
0
1
1
0
1
3
17/6
18/6
23/6
23/6
1-5
3-1
PT G
OLANDA
CILE
AUSTRALIA
SPAGNA
3
3
0
0
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
DA DISPUTARE
AUSTRALIA-OLANDA
SPAGNA-CILE
AUSTRALIA-SPAGNA
OLANDA-CILE
RETI
F S
5
3
1
1
1
1
3
5
18/6
18/6
23/6
23/6
COLOMBIA
GIAPPONE
COSTA D’AVORIO
GRECIA
GIRONE F
GIRONE G
RISULTATI
RISULTATI
RISULTATI
SVIZZERA
ECUADOR
FRANCIA
HONDURAS
0
0
0
0
0
0
0
0
DA DISPUTARE
SVIZZERA-ECUADOR
FRANCIA-HONDURAS
HONDURAS-ECUADOR
SVIZZERA-FRANCIA
HONDURAS-SVIZZERA
ECUADOR-FRANCIA
PARTITE
V N P
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
RETI
F S
0
0
0
0
0
0
0
0
OGGI
OGGI
20/6
20/6
25/6
25/6
PT G
ARGENTINA
BOSNIA
IRAN
NIGERIA
0
0
0
0
DA DISPUTARE
ARGENTINA-BOSNIA
IRAN-NIGERIA
ARGENTINA-IRAN
NIGERIA-BOSNIA
NIGERIA-ARGENTINA
BOSNIA-IRAN
0
0
0
0
PARTITE
V N P
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
RETI
F S
0
0
0
0
0
0
0
0
OGGI
DOMANI
21/6
21/6
25/6
25/6
G
3
0
0
0
1
0
0
1
PARTITE
V N P
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
DA DISPUTARE
COLOMBIA-COSTA D’AVORIO
GIAPPONE-GRECIA
GIAPPONE-COLOMBIA
GRECIA-COSTA D’AVORIO
GIRONE E
PT G
PT
0
0
0
3
19/6
19/6
24/6
24/6
PT
G
3
3
0
0
1
1
1
1
COSTA RICA
ITALIA
INGHILTERRA
URUGUAY
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
DA DISPUTARE
URUGUAY-INGHILTERRA
ITALIA-COSTA RICA
COSTA RICA-INGHILTERRA
ITALIA-URUGUAY
RETI
F S
3
2
1
1
1
1
2
3
19/6
20/6
24/6
24/6
GIRONE H
RISULTATI
PT G
GERMANIA
GHANA
PORTOGALLO
STATI UNITI
RETI
F S
3
0
0
0
1-3
1-2
0
0
0
0
0
0
0
0
PARTITE
V N P
0
0
0
0
DA DISPUTARE
GHANA-STATI UNITI
GERMANIA-PORTOGALLO
GERMANIA-GHANA
STATI UNITI-PORTOGALLO
PORTOGALLO-GHANA
STATI UNITI-GERMANIA
0
0
0
0
0
0
0
0
RETI
F S
0
0
0
0
0
0
0
0
DOMANI
DOMANI
21/6
22/6
26/6
26/6
PT G
BELGIO
ALGERIA
RUSSIA
SUD COREA
0
0
0
0
0
0
0
0
DA DISPUTARE
BELGIO-ALGERIA
RUSSIA-SUD COREA
SUD COREA-ALGERIA
BELGIO-RUSSIA
ALGERIA-RUSSIA
SUD COREA-BELGIO
PARTITE
V N P
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
RETI
F S
0
0
0
0
0
0
0
0
17/6
17/6
22/6
22/6
26/6
26/6
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
era da un po’ che ce l’avevo in
testa e mi faceva ridere fare il
suo fratello gemello. Anzi, mi
stuzzica l’idea di fare qualcosa
insieme ad Ivan, del tipo “i fratelli Zazza”». Curioso, poi, il nome scelto per il fratello: «Conan? Sì, perché ho notato che in
famiglia tutti i nomi degli Zazzaroni finiscono per “n”: Ivan,
Uran e allora ho pensato a Conan, con tanto di parrucca appositamente studiata». I personaggi saranno tanti: «Da Totti a
Ibra, gli esclusi del Mondiale,
da Zoff a Prandelli e Cassano.
Presto andrà in video il massimo esperto di calcio svizzero e
avremo un contributo anche
dal terzo fratello Taviani che si
improvviserà commentatore».
Gene rompe il Mundial
«Conan vi farà divertire»
Su Gazzetta.it va in onda il Rompimundial, tg satirico condotto dal
gemello di Zazzaroni: «Svelerò scoop su Buffon-D’Amico e Balotelli»
4
I NUMERI
5
le volte
nelle quali la
squadra
campione del
Mondo è stata
sconfitta nella
prima partita
dell’edizione
successiva. Ma
quella della
Spagna contro
l’Olanda è la
sconfitta
peggiore. Nei 4
precedenti,
infatti, il k.o. era
maturato con
una sola rete di
scarto: SveziaItalia 3-2 nel
1950, BelgioArgentina 1-0
nel 1982,
CamerunArgentina 1-0
nel 1990 e
Senegal-Francia
1-0 nel 2002.
10
le
partecipazioni
alla fase finale
dei Mondiali per
la Svizzera. In
equilibrio il
bilancio degli
esordi: 3
vittorie, 3
pareggi e 3
sconfitte.
Gli elvetici sono
imbattuti alla
prima da tre
edizioni: 1-1 con
gli Stati Uniti nel
1994, 0-0 con la
Francia nel
2006 e 1-0 alla
Spagna nel
2006
promette di farci ridere con le
sue trovate. Il tg va in onda tutti
i giorni alle 12 ed è sempre visibile in tutte le sue puntate sulla
pagina del sito dedicata.
ELISABETTA RUSSO
Dal Rompipallone quotidiano sulla prima pagina della
Gazzetta, al Rompimundial, il
tg satirico condotto da Conan
Zazzaroni, fantasmagorico fratello gemello di Ivan, che propone duetti, personaggi, interviste e temi dal profondo dell’Amazzonia. Gene Gnocchi c’è
sempre quando si parla di pallone e dalle pagine di Gazzetta.it
OGGI DUE DEBUTTI IN TV
Messi su Sky, in chiaro la Francia
Oggi debuttano Argentina e Francia, che
partono con grandi ambizioni. La Seleccion, in
particolare, non si nasconde e punta al titolo.
L’esordio di Messi e compagni contro la Bosnia
sarà visibile solo su Sky, che trasmetterà in
esclusiva la sfida, così come Svizzera-Ecuador.
Sarà visibile invece anche in chiaro, su Rai1, la
partita tra Francia e Honduras.
Personaggi Finora abbiamo
ammirato un Del Neri che parla
la sua incomprensibile lingua,
un Capello preoccupatissimo
per il caldo brasiliano e altri ne
arriveranno in casa Zazzaroni.
«Prima di tutto ho pensato a lui
— racconta Gnocchi — perché
SVIZZERA-ECUADOR ORE 18
FRANCIA-HONDURAS ORE 21
SVIZZERA 4-2-3-1
22
ARGENTINA 3-5-2
LICHTSTEINER SCHÄR
13
INLER
10
SHAQIRI
2
VON R. RODRIGUEZ
BERGEN 8
11
BEHRAMI
23
1
5
HXAKA
14
19
5
3
23
17
2
SAKHO
EVRA
BASANTA
F.FERNANDEZ
GARAY
19
6
14
POGBA
CABAYE
MATUIDI
STOCKER
DRMIC
VARANE
1 ROMERO
LLORIS
4
DEBUCHY
8
9
10
VALBUENA
GIROUD
BENZEMA
13
11
13
11
E.VALENCIA
CAICEDO
COSTLY
BENGTSON
7
MONTERO
10
W.AYOVI
6
23
NOBOA
16
GRUEZO A.VALENCIA
2
GUAGLIA
3
4
ERAZO
PAREDES
15
19
8
3
5
BANGUERA
14
2
3.20
GIRONE E a Brasilia (Estadio Nacional)
ARBITRO Irmatov (Uzbekistan)
GUARDALINEE Rasulov (Uzb)-Kochkarov (Kgz)
IV UOMO Moen (Nor) TV Sky Mondiale 1 HD
1
1.30
16
DI MARIA
20
10
AGUERO
MESSI
16
10
20
LULIC
MISIMOVIC
HARJOVIC
21
23
7
8
BESIC
PJANIC
3
SALIHOVIC BICAKCIC
4
13
SPAHIC
MUJDZA
«
29
Ho provato a
ricomporre la
frattura RossiPrandelli, ma il
nonno non vuole
GENE GNOCCHI
ALIAS CONAN ZAZZARONI
tanto a dire a Prandelli, definito
incompetente)». All’inizio e alla
fine del tg bucano il video delle
facce note: «Sono istantanee,
foto, sono come dei flash che
aprono e chiudono il telegiornale. Ieri c’erano Mourinho e
Vieri che parlavano dei pirla…».
Pronostici e gossip «Mi piace
questo Mondiale, finora è molto divertente, ho visto che si
gioca a viso aperto. Credo che
l’Italia farà un grande torneo,
perché non c’è una squadra capace di ammazzarlo, anche vedendo Brasile e Spagna all’esordio. Non perdete le prossime
puntate — annuncia Gnocchi
—: alla luce dell’infortunio di
Buffon, ci saranno degli scoop
sulla sua storia con Ilaria
D’Amico, con un intervento dell’ex fidanzato di lei. Imperdibile, poi, Balotelli promesso sposo. Insomma, anche tanto tantissimo gossip, che nel Mondiale brasiliano non può proprio
mancare. Infine vorrei dire grazie ai miei amici Simone Bedetti, produttore insieme a me e
coautore del programma, Massimo Bozza, anche lui autore, e
Gianfranco Budinar, voce dei
personaggi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
BEGOVIC
VALLADARES
X
3.00
7
RODRIGUEZ
NAJAR
HONDURAS 4-4-2
1
2.40
11
18
ECUADOR 4-4-2
ROJO
MASCHERANO
4
11
IZAGUIRRE FIGUEROA BERNARDEZ BECKELES
1
ZABALETA
DZEKO
17
ESPINOZA GARRIDO W.PALACIOS
7
che il nonno di Pepito Rossi. «In
verità, poiché giocava l’Italia —
confessa Gene —, io volevo ricomporre la frattura tra la famiglia Rossi e il c.t. Prandelli, ma
ho constatato che è impossibile
(il nonno di Rossi non le manda
ARGENTINA-BOSNIA ORE 24
FRANCIA 4-3-3
1 BENAGLIO
2
Rossi e Mou Ieri si è visto an-
LA GAZZETTA SPORTIVA
LA MAPPA I 12 STADI
BOSNIA 4-2-3-1
X
4.75
2
12.00
GIRONE E a Porto Alegre (Estadio Beira-Rio)
ARBITRO Ricci (Brasile)
GUARDALINEE De Carvalho e Van Gasse (Brasile)
IV UOMO O’Leary (Nzl) TV Rai 1 e Sky Mondiale 1 HD
1
1.38
X
4.75
Oceano
Atlantico
2
8.00
GIRONE F a Rio De Janeiro (Estadio Maracanà)
ARBITRO Aguilar (El Salvador)
GUARDALINEE Torres e Zumba (El Salvador)
IV UOMO Haimoudi (Algeria) TV Sky Mondiale 1 HD
Manaus
ECUADOR
FRANCIA
HONDURAS
ARGENTINA
BOSNIA
PANCHINA 12 Sommer, 21
Burki, 3 Ziegler, 4 Senderos,
6 Lang, 20 Djorou, 7
Barnetta, 15 Dzemaili, 16
Fernandes, 9 Seferovic, 17
Gavranovic, 18 Mehmedi.
ALLENATORE Hitzfeld.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 12 Bone, 22
A.Dominguez, 18 Bangui, 21
Achilier, 5 Ibarra, 8 Mendez,
14 Castillo, 15 Arroyo, 19
Saritama, 20 F.Martinez, 9
Rojas, 17 J.Ayovi.
ALLENATORE Rueda.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 16 Ruffier, 23
Landreau; 13 Mangala, 15
Sagna, 17 Digne, 21
Koscielny; 7 Cabella, 12
Mavuba, 18 Sissoko, 22
Schneiderlin; 11 Griezmann,
20 Remy.
ALLENATORE Deschamps.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 1 Lopez, 22
Escober; 2 Chavez, 4
Montes, 6 Garcia; 10
M.Martinez, 12 Delgado, 14
Garcia, 20 Claros, 23
Chavez; 9 J.Palacios, 16 R.
Martinez.
ALLENATORE Suarez.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 12 Orion,
21 Andujar, 3 Campagnaro,
15 Demichelis, 5 Gago,
6 Biglia, 8 Perez,
13 A.Fernandez, 19 Alvarez,
22 Lavezzi, 9 Higuain.
ALLENATORE Sabella.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI Palacio.
PANCHINA 12 Fejzic,
22 Avdukic, 6 Vranjes,
15 Sunjic, 2 Vrsajevic,
14 T.Susic, 17 Ibricic,
18 Medunjanin, 21 Hadzic,
5 Kolasinac, 9 Ibisevic,
19 Visca.
ALLENATORE S. Susic.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
Recife
Salvador
Cuiaba
SVIZZERA
Natal
Fortaleza
BRASILE
Brasilia
Curitiba
Belo
Horizonte
Rio de
Janeiro
San Paolo
Porto
Alegre
D’ARCO
30
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
MERCATO
ALTRE TRATTATIVE ROSSONERE
4
Iturbe,
495
l’intrigo
Juan Iturbe, 21 anni,
attaccante del Verona ANSA
I NUMERI
i passaggi
riusciti di
Iturbe in
campionato: la
media è di 15 a
partita.
Menez ha firmato
Rami è a un passo
Nodo Paloschi
Settimana calda per Galliani:
nuovo incontro con il Chievo,
si tratta per evitare le buste
FABIANA DELLA VALLE
MILANO
Adesso è arrivata anche l’ufficialità:
Jeremy Menez (foto BUZZI) è un nuovo giocatore del Milan. Il club l’ha comunicato attraverso il sito ufficiale: il francese ha firmato un contratto di tre anni. L’ultimo atto della trattativalampo (iniziata un paio di settimane fa con un
blitz di Galliani e Inzaghi ad Ibiza) è arrivato
dopo le visite mediche e i test atletici di Milanello. Adesso Menez, arrivato dal Psg, si ripresenterà a Milano il 9 luglio, giorno del raduno, insieme al brasiliano Alex, il difensore centrale
anche lui in scadenza con il club francese. Così,
piano piano, inizia a prendere corpo il nuovo
Milan di Filippo Inzaghi (che intanto è volato a
Formentera per le vacanze). I primi tre nuovi
giocatori (Agazzi, Menez e Alex) sono stati presi a parametro zero, adesso bisognerà lavorare
su altri acquisti.
Rami e Paloschi La lista è già pronta, Galliani
però dovrà occuparsi prima sugli esuberi: sono
tanti i giocatori da tagliare, considerando anche i rientri dai prestiti. Poi si potrà pensare a
comprare, anche se il Milan si sta già muovendo
in questo senso. Intanto c’è da sciogliere il nodo
Kakà, che per contratto può liberarsi fino al 30
giugno e per motivi familiari potrebbe decidere
di tornare in Brasile, al San Paolo, in più il Milan vorrebbe cedere alcuni giocatori con l’ingaggio alto, come Robinho. Per la difesa Galliani da domani ricomincerà a lavorare al riscatto
di Rami: il difensore centrale vorrebbe restare
al Milan e il club rossonero è vicino all’accordo
con il Valencia. Rami si è trovato molto bene a
Milano e vuole continuare la sua esperienza
rossonera. In questi giorni ha chiarito le sue intenzioni agli spagnoli. A inizio settimana l’a.d.
milanista incontrerà nuovamente anche il
Chievo per Paloschi: il giocatore è in comproprietà, i gialloblù vorrebbero riscattarlo ma non
è stato ancora trovato l’accordo. Le parti si rivedranno per evitare fino all’ultimo di andare alle
buste. Per quanto riguarda le altre comproprietà, quella di Albertazzi con il Verona è stata rinnovata (resterà ai veneti), per Comi, Verdi (Torino) e Saponara (Parma) si va verso il rinnovo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Blitz con il Verona
Ora la Juventus
118
è alla pari col Milan
100
i dribbling
riusciti, con una
media di 3.03 a
partita.
le palle
recuperate,
con una media
di 3.58 a
partita.
4
le
ammonizioni
totali, nessuna
espulsione.
77
i falli subiti,
mentre quelli
commessi sono
stati 30.
73
i tiri: 4 di
destro, 66 di
sinistro, 3 di
testa.
8
i gol, tutti di
sinistro.
E’ testa a testa tra le due big per l’argentino
che costa 30 milioni. La Roma si allontana
CARLO LAUDISA
@carlolaudisa
MILANO
La partita italiana per
Juan Iturbe si gioca ormai tra
Juventus e Milan. La Roma appare sorpassata, nonostante
abbia messo sul piatto 23 milioni di euro per il Verona. I
giallorossi sono stati i primi a
muoversi per il talento di origine paraguaiana, poi naturalizzato argentino. Il diesse
giallorosso Walter Sabatini lo
aveva adocchiato già ai tempi
in cui lavorava a Palermo, anche se poi il ragazzo prese la
strada del Porto. Ed è tornato
alla carica già al mercato di
gennaio. Il suo dialogo con i
gialloblù prosegue peraltro
anche per il jolly Romulo, l’altro gioiello di Mandorlini in
uscita dal Verona.
Le mosse Questa settimana
per il futuro di Iturbe ha proposto due accelerazioni ancor
più importanti, per la determinazione degli acquirenti e
per l’importanza dei club che
rappresentano. Il Milan s’è
detto disposto a spendere 25
milioni per quest’affare, ma
prima vuole vedere gli sviluppi riguardanti le situazioni di
Kakà e Robinho, i due brasiliani con le valigie in mano. In
ogni caso l’a.d. rossonero
Adriano Galliani ha il mandato di Silvio Berlusconi per agire anche in fretta. Ecco perché
il dialogo con il Verona del
presidente Setti è stato avviato a metà settimana con una
importante telefonata di ricognizione. Saranno necessari
dei faccia a faccia per approfondire il tema, anche per tenere a distanza la concorrenza. E non a caso l’a.d. bianconero Beppe Marotta e il d.s.
Fabio Paratici giovedì scorso
hanno avuto un meeting con
Sean Sogliano, il d.s. gialloblù, in un noto albergo milanese non lontano dalla vecchia sede milanista. Il club
campione d’Italia, si sa, è sulle
Marotta
ha già incontrato
il d.s,. gialloblù
Sogliano
a Milano
Berlusconi pronto
a investire
25 milioni,
ma tutto è legato
a Kakà e Robinho
tracce di Alexis Sanchez, ma il
Barcellona sta tenendo alto il
prezzo. Così la società juventina sta preparando una pista
alternativa. Il dialogo con il
Verona è stato subito positivo.
Presto ci saranno degli aggiornamenti.
Le richieste La società veneta ha appena riscattato Iturbe
dal Porto per 15 milioni di euro. È stato un successo se si
considera che il club porto-
ghese vantava una clausola
addirittura di 50 milioni. In
questa operazione c’era un
fondo d’investimento vicino
proprio al club del presidente
Pinto da Costa. La mossa è
servita a chiudere quella parentesi. Ora però Setti deve
rientrare dell’investimento ed
è il motivo per cui adesso
chiede 30 milioni di euro per
il suo talento. Al massimo può
concedere un aiuto, inserendo nell’operazione delle contropartite tecniche. Resta, però, invalicabile il limite dei 25
milioni cash. Logico dedurre
che adesso sarà importante
individuare i giocatori giusti
per avere il sì del Verona. Galliani e Marotta stanno riflettendo, vedremo quali proposte partoriranno.
Il bivio È un bivio importantissimo per il 21enne talento
argentino, posto di fronte alla
scelta tra società così blasonate. Agli occhi del giocatore è
rilevante che la squadra di
Conte affronti la prossima stagione con concrete ambizioni
in Champions League, mentre
per i rossoneri è all’orizzonte
un anno di transizione senza
impegni nelle coppe. Prima
però va aggiudicato il match
per il cartellino: di sicuro Iturbe non fa differenze. Piuttosto
Juve e Milan devono fare in
fretta perché in Spagna Real e
Barcellona sono sempre molto
attente. E se scendono in campo loro il prezzo rischia di salire a dismisura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la scheda
JUAN MANUEL ITURBE
21 ANNI
ATTACCANTE
Nato a Buenos Aires il
4 giugno 1993, Iturbe (foto
LAPRESSE) è paraguaiano
naturalizzato argentino.
Attaccante esterno che può
giocare su entrambe le
fasce, è alto 172 cm e pesa
68 kg.
LA CARRIERA Cresciuto
nelle giovanili del Cerro
Porteño (Paraguay), ha
debuttato in Primera Division a
16 anni. Dopo una parentesi al
Quilmes (Argentina) senza
presenze, torna al Cerro
Porteño. Nel 2011 lo acquistano
i portoghesi del Porto, nel 2012
passa in prestito al River Plate
(Argentina). Nel 2013 sbarca in
Italia, al Verona, in prestito con
diritto di riscatto. In Serie A
colleziona 33 presenze e 8 gol.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
31
A Altre trattative bianconere
NEL
MIRINO
S
Samuel
Eto’o, 33 anni,
ha giocato nel
Chelsea di
Mourinho
nell’ultima
stagione. In
precedenza due
anni all’Anzhi e
ancor prima due
anni all’Inter
Il piano di Conte:
Sanchez + Morata
Drogba last minute
L’ivoriano ed Eto’o potrebbero completare
la rosa, non sono priorità. Lo United su Vidal
G.B. OLIVERO
MILANO
S
L’ex tecnico rossonero
Allegri e quel no alla Lazio
da 1,8 milioni per 3 anni...
Ora va in Kazakistan
ma farà solo il maestro
Un weekend milanese
=
per Max Allegri prima di
un’intrigante tournée in
Kazakistan. L’ormai ex
allenatore del Milan ha
appena fatto una
comparsata tv per
commentare il Mondiale,
ma non lo rivedremo a
breve su Sky. La sua
agenda ha altre priorità,
visto che proprio ieri ha
definito i dettagli della
trasferta di questa
settimana in terra
kazaka. L’invito gli è
arrivato direttamente
dal sottosegretario allo
sport, in accordo con la
locale federazione
calcistica. Nel tour potrà
vedere tutte le strutture più
importanti e avviare un
rapporto di
collaborazione. Non è in
discussione un impegno
a tempo pieno, ma non
è escluso che possano
nascere le opportunità
per dei corsi di
perfezionamento per i
tecnici del Paese ex
sovietico. Non è un
mistero che per il tecnico
livornese sia ancora in piedi
il dialogo con la Dinamo
Mosca dopo che lo Spartak
ha preferito battere altre
strade. Ma anche l’opzione
russa scalda Allegri solo
fino ad un certo punto. La
sua idea è quella di
aspettare il momento giusto
per trovare una soluzione
che gli permetta di ripartire
con un progetto importante.
Evidentemente la proposta
della Lazio dei giorni scorsi
soddisfaceva solo in parte
questi requisiti.
E dire che Claudio Lotito
è arrivato a offrire un
triennale da 1,8 milioni
netti a stagione
all’allenatore che un anno
fa aveva preferito rimanere
in rossonero piuttosto che
accettare la corte della
Roma. Stavolta, per evitare
equivoci, Allegri aveva
posto un paletto economico
importante: un triennale da
2,5 milioni netti a stagione.
La barriera finanziaria
serviva a pesare le
ambizioni del club
biancoceleste, in modo da
far partire l’eventuale
legame con i presupposti
giusti. Così non è stato e il
tecnico toscano aspetta le
prossime opportunità senza
fretta.
Carlo Laudisa
Alexis
Sanchez, 25
anni, ha giocato
nel Colo Colo
(2006-07), nel
River Plate (200708), nell’Udinese
(2008-11) e nel
Barcellona. Da
tempo piace alla
Juve
S
Alvaro
Morata, 21
anni, ha giocato
per due anni
nelle giovanili
dell’Atletico
Madrid e uno in
quelle del
Getafe prima di
passare al Real
Madrid
S
Domenico
Berardi, 19
anni, ha
disputato il suo
primo
campionato di
Serie A con il
Sassuolo
realizzando 16 gol
in 29 partite. E’ in
comproprietà tra
Juve e Sassuolo
Un anno fa la Juve aveva
già annunciato Fernando Llorente e stava per chiudere la
trattativa per Carlos Tevez.
Adesso, invece, ci vuole pazienza. I dirigenti bianconeri
stanno valutando molte operazioni, parlano con tanti procuratori e giocatori in attesa di
prendere le decisioni più importanti. Queste dipendono in
gran parte anche dalle cessioni
perché la Juve ha bisogno di
autofinanziarsi il mercato. I
giocatori che possono garantire entrate importanti sono Arturo Vidal, Fernando Llorente
e Leonardo Bonucci. E se per il
centravanti si attendono offerte dalla Spagna e per il difensore c’è un interessamento del
Monaco, negli ultimi giorni c’è
un nuovo club che si è fatto
avanti per il centrocampista cileno. Si tratta del Manchester
United che affidandosi a Van
Gaal ha deciso di investire una
grossa somma sul mercato per
garantire al nuovo tecnico una
rosa competitiva. Vidal piace a
Van Gaal e ha le qualità che servono in un momento di ricostruzione. Dalla possibile cessione del Guerriero la Juve vorrebbe ricavare una trentina di
milioni: se poi ne arrivassero
circa venti per Llorente e una
dozzina per Bonucci i dirigenti
bianconeri potrebbero davvero
fare acquisti importanti.
I vecchietti Ieri si era sparsa
la voce di un accordo già concluso con Drogba. In Turchia
(Didier ha giocato nel Galatasaray l’ultima stagione) parlano di un contratto biennale. In
realtà Drogba ed Eto’o sono costantemente monitorati da Marotta, Paratici e Conte, che durante il Mondiale avranno anche un quadro più chiaro sulle
loro condizioni atletiche. Ma
Drogba ed Eto’o dovrebbero
TRA COMPROPRIETA’ E ALTRI AFFARI
DI CHIARA-A.RUSSO
Fine settimana di contatti
telefonici tra i vari club prima
del rush finale per la risoluzione delle comproprietà fissato
per venerdì prossimo alle ore
19. Senza accordo si andrà alle
buste, aperte la sera stessa.
Kone e Lazaros contesi C’è
«traffico» intorno al greco Panagiotis Kone del Bologna,
prezzo pregiato emiliano. Su di
lui diverse squadre. In prima
battuta si è mosso il Torino,
ma nelle ultime ore si è inserito
con forza anche il Verona. Bisognerà vedere se i bolognesi
saranno disposti a privarsi sia
di Kone (se il tecnico dovesse
essere Zeman potrebbe mettere il veto alla sua cessione) che
di Lazaros, l’altro pezzo da novanta della squadra. Quest’ultimo è di sicuro in rampa verso
Palermo, club con il quale è
stato trovato un accordo di
massima che prevede un con-
eventualmente essere solo i
colpi dell’ultima ora per completare la rosa e, vista l’età di
entrambi, il contratto sarebbe
comunque annuale.
L’attacco dalla Spagna In realtà i primi due obiettivi reali
della Juve sono sempre Sanchez e Morata e in corso Galileo Ferraris sono abbastanza
sereni anche perché con il cileno hanno un accordo di massima e sanno che lo spagnolo ha
già espresso il suo gradimento
al trasferimento a Torino. Non
sono operazioni semplici per
una serie di motivi (le richieste
di Barcellona e Real Madrid, la
concorrenza di altri club), ma
la Juve è convinta di poter ac-
quistare entrambi gli attaccanti. Nei piani di Conte, poi, in
maglia bianconera giocherebbe anche Domenico Berardi: il
giovane esterno del Sassuolo
ha qualche perplessità legata
al rischio di non essere impiegato con continuità, ma la Juve
cercherà di fargli capire che
con Conte scende in campo chi
mostra di meritarlo in allenamento. E quindi tutto dipenderebbe da lui. In ogni caso la
comproprietà di Berardi sarà
rinnovata esattamente come
quelle di Marrone, Zaza e Gabbiadini: nelle prossime settimane, poi, la Juve e le altre società coinvolte si accorderanno
sul destino dei giocatori.
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SAMPDORIA
L’Hellas prova lo sprint per Kone
Toro: rischio buste con Bellomo
Il Chievo riscatta
Lazarevic.
Improta è tutto
del Genoa. Parma:
idea Mazzotta
Didier Drogba, 36 anni, nella scorsa stagione al Galatasaray REUTERS
guaglio economico e il trasferimento di Terzi e Troianiello in
rossoblù. A proposito del Verona, i gialloblù stanno valutando anche Faraoni (Udinese) e
Battocchio (Watford) mentre
si discute col Catania per evitare le buste con Martinho.
Comproprietà e altri affari Il
Chievo potrebbe finire alle buste col Torino per Bellomo. I
veneti hanno riscattato Lazarevic dal Genoa, mentre Improta (Padova) finisce in rossoblù. Sempre il Genoa incontrerà la Juve per decidere il futuro di Boakye. Udinese e
Torino verso il rinnovo per la
punta Barreto che giocherà in
granata. L’Empoli attende il
rinnovo del prestito di Verdi
(Milan e Torino dovrebbero
rinnovare la comproprietà per
l’esterno e poi girarlo in Toscana). Intanto il Parma ha messo
nel mirino Mazzotta del Crotone. Atalanta sempre in pole
per Thereau (Chievo), che piace anche al Torino, ma Colantuono spinge per averlo a Bergamo. Il Genoa sta muovendo
passi concreti per portare il Liguria l’attaccante Pavoletti di
proprietà del Sassuolo. Il Chievo invece aspetta il «sì» del centrocampista francese Mangani
(Nancy) a parametro zero.
Chance di volare da Cagliari al
Leeds (Nicola Salerno sarà il d.
s.) per Ikonomou, Tabanelli e
Del Fabro che piace anche in
serie B al Bologna.
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Ferrero-Mihajlovic, incontro ok
Sinisa: «Resto con soddisfazione»
GENOVA Fumata bianca.
Mihajlovic rimane alla guida della
Sampdoria nella prossima
stagione, anche dopo il cambio
al vertice della società. La cena
fra il tecnico e il presidente
Ferrero, avvenuta ieri sera a
Roma, presso il ristorante
Gallura, è servita a convincere
Sinisa del progetto della nuova
Samp, illustratogli dal neopresidente: «Sarò ancora
l’allenatore della Samp e con
grande soddisfazione. Non vedo
l’ora di ricominciare a lavorare».
«Siamo due cuori Samp», ha
spiegato il presidente, che in
poco tempo ha fugato i dubbi
dell’allenatore. Il presidente
intanto pensa a un’accademia
del calcio da realizzare a
Da sinistra: Ferrero e Mihajlovic
Bogliasco, oltre che al
potenziamento del canale
tematico blucerchiato. A livello
societario, si attende anche di
conoscere la decisione di Braida
(d.g. dal 1° luglio), mentre c’è
ottimismo sul ritorno di Pecini a
Genova dal Monaco.
Filippo Grimaldi
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
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MERCATO
Inter: spunta Lukaku
Mou vuole Icardi,
con conguaglio si può
Il Chelsea ha rotto con il belga e punta l’argentino,
che Thohir non vorrebbe cedere. Ma con 8-10 milioni...
LUCA TAIDELLI
@LucaTaidelli
MILANO
Suggestione Lukaku. Potrebbe essere il colossale attaccante belga di origine congolese l’attaccante dell’Inter del futuro. L’arrivo del «nuovo Drogba» sarebbe però legato a una
cessione eccellente del coetaneo Mauro Icardi. L’argentino
ex Samp piace a Josè Mourinho, che al Chelsea ha dato il
benvenuto a Diego Costa, ma
vuole due attaccanti con una
ventina di gol nelle gambe.
Con Eto’o in uscita, Torres che
non vede più la porta come ai
bei tempi, ci sarebbe giusto Romelu Lukaku, di rientro dopo
un anno in prestito all’Everton.
Feeling mai nato Peccato che
il feeling tra il tecnico del triplete e il centravanti del Belgio
che martedì esordirà al Mondiale contro l’Algeria di Taider
e Belfodil non sia mai nato.
Mourinho insomma non vuole
Lukaku, malgrado il figlio d’arte (il padre Roger ha giocato
nella nazionale dello Zaire, il
fratello Jordan è il terzino sinistro dell’Ostenda) sia reduce
da un’ottima stagione in cui ha
trascinato l’Everton a un passo
dalla qualificazione in Champions. Segnando 16 reti pesanti (due anche a Manchester City, Liverpool e Arsenal) e distribuendo 8 assist. I due hanno litigato pesantemente la scorsa
estate. Di rientro dal prestito al
West Bromwich Albion (17 gol
e 7 assist per lui), Lukaku voleva garanzie di avere spazio con
i Blues. Mou per tutta risposta
lo ha allontanato e nel novembre scorso, quando il ragazzo si
stupiva di non aver più sentito
il portoghese, gli lanciò un siluro: «Romelu ama parlare, ma
l’unica cosa che non dice è perché è andato in prestito all’Everton...».
Ingaggi e cassa Da questo
muro contro muro prende corpo l’idea Inter. Perché Lukaku
piace a tante squadre, ma Mou
lo vedrebbe bene nella «sua»
Inter, soprattutto se in cambio
arrivasse Icardi. Una trattativa
vera e propria non è mai scattata, siamo solo ai sondaggi. Anche perché l’Inter non prenderebbe Lukaku in prestito - il
belga è incompatibile con lo
stesso Icardi e i due si farebbero ombra a vicenda - e non accetterebbe lo scambio alla pari.
Non solo perché Romelu prende 2,5 milioni di ingaggio all’anno, contro gli 800 mila euro
di Maurito. Ma anche perché
Thohir ritiene Icardi una colonna per il futuro. Vista però
l’esigenza di fare cassa, se il
Chelsea mettesse sul piatto anche 8-10 milioni l’affare potrebbe decollare.
Potenza e carattere Potente e
veloce Alto 191 centimetri per
95 chili di muscoli, Lukaku è
stato spesso paragonato a Drogba per la potenza, la velocità e
la capacità di fare reparto da
solo. Mancino, calcia bene anche di destro e con la sua stazza
sa spaccare le difese pure con il
gioco aereo. Con Drogba,
Lukaku ha giocato nella stagione 2011-12. Arrivato 18enne a
Londra dall’Anderlecht per 22
milioni, il ragazzo però disputò
appena 12 gare. Tanto da rifiutarsi di alzare la Champions vinta contro il Bayern proprio
grazie alle prodezze del suo
maestro - perché non sentiva di
aver contribuito alla vittoria
del trofeo. Insomma, anche il
carattere non gli manca.
4
I NUMERI
16
i gol
segnati da
Romelu Lukaku
nell’ultima
stagione,
giocata in
prestito
all’Everton.
L’attaccante
belga è andato
a segno 15 volte
in campionato,
con vittime
eccellenti come
Manchester City
(2 reti),
Liverpool (2) e
Arsenal. Ai
Gunners ha
segnato anche
in FA Cup
22
i milioni
pagati nel 2011
dal Chelsea
all’Anderlecht
per il cartellino
dell’allora
18enne Lukaku
Romelu Lukaku
Il 21enne attaccante belga del Chelsea è reduce
dal prestito all’Everton, ma Mou non lo vuole AP
9
le reti
messe a segno,
tutte in
campionato, da
Mauro Icardi
nella sua prima
stagione in
nerazzurro in
cui ha
collezionato 22
presenze in
campionato e
una in Coppa
Italia
Mauro Icardi
Il 21enne centravanti argentino è arrivato
all’Inter la scorsa estate dalla Sampdoria AP
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MANOVRE AZZURRE
Benitez a caccia:
Gonalons e Sandro,
ma c’è anche M’Vila
Il Napoli cerca
rinforzi in mezzo
al campo:
per il francese
è duello con l’Inter
GIANLUCA MONTI
NAPOLI
Riccardo Bigon ha il pregio di arrivare spesso per primo su giocatori che poi finiscono al centro di veri e propri
intrighi di mercato. Così é stato, ad esempio, per Iturbe e Lamela, prima che andassero rispettivamente al Porto e alla
Roma. Ora la storia si ripete.
Da anni Bigon è sulle tracce di
Yann M’Vila. Voleva prenderlo
quando giocava nel Rennes e
ora duella con l’Inter, destinazione preferita dal giocatore
per il quale con il Rubin si é
parlato di uno scambio con
Britos con conguaglio a favore
dei russi o di un prestito con
diritto di riscatto. L’ipotesi
M’Vila non é alternativa all’arrivo di uno tra Gonalons del Lione e Sandro del Tottenham
perché in uscita ci sono sia
Behrami che Dzemaili. Gonalons comunque resta in cima
alla lista di Benitez, Sandro é
forse più facile da raggiungere
nonostante la differenza tra
domanda (20 milioni) e offerta (13).
Olandese volante In uscita,
oltre ai due mediani svizzeri,
ci sono Pandev (piace al Paok
in Grecia) e Maggio. Da tempo
per la corsia destra Bigon ha
bloccato Janmaat, la cui prestazione in Olanda-Spagna ha
impressionato positivamente i
tifosi azzurri. É lui l’obiettivo
numero uno (e piace anche alla Juve), ma se Van Gaal dovesse portarselo allo United bisognerà pensare ad una alternativa. Nacho del Real Madrid
é una delle piste seguite dallo
scouting azzurro. Le questioni
più urgenti, però, riguardano
Dall’alto, Maxime Gonalons, 25
anni, centrocampista francese del
Lione; Sandro, 25, centrocampista
del Tottenham REUTERS
Cigarini ed El Kaddouri. Se per
il primo, a metà con l’Atalanta,
si va verso un accordo con i
bergamaschi (che poi potrebbero rivendere Cigarini: Sassuolo e Palermo in prima fila),
per il secondo manca l’accordo
economico con il Torino. Da
definire anche il futuro di Izzo,
difensore centrale che ha fatto
molto bene ad Avellino e ha diverse richieste in A (ma potrebbe anche restare con Benitez).
Questione portieri Comunque, il Napoli due acquisti li ha
già perfezionati: si tratta del
difensore Koulibaly e del portiere Andujar. Quest’ultimo
dovrebbe fare da vice a Rafael
visto che la conferma di Reina
(di proprietà del Liverpool) è
sempre più lontana ed il club
azzurro ha smentito l’interesse
per Marchetti. Da valutare il
rinnovo di contratto per il terzo portiere Colombo come il
futuro dell’ottimo Sepe, di
rientro dal prestito a Lanciano.
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Quante trattative nella Capitale
Roma su Aubameyang
con Ljajic nell’affare
Sturaro: stretta finale
ANDREA PUGLIESE
ROMA
Pierre-Emerick Aubameyang, 24
Ljajic e soldi per Aubameyang? Forse è prematuro o forse
qualcuno ci sta pensando su, nei
tanti intrecci di mercato. Di certo
c’è che alla Roma la punta esterna del Borussia Dortmund piace
e molto, che i tedeschi sarebbero
anche pronti a mettersi a tavolino e che Jürgen Klopp in più di
un’occasione ha manifestato ai
suoi dirigenti l’interesse per
Ljajic, tanto da mandare dei suoi
emissari di fiducia a vederlo dal
vivo il 12 aprile (Roma-Atalanta
3-1, sembrava che ad interessare
i tedeschi fosse Mattia Destro, in
realtà era Adem). E allora? Per
ora non c’è ancora niente, ma
presto qualcosa tra Roma e Dortmund potrebbe cambiare.
Scenario Il Borussia per Aubameyang un anno fa sborsò 13
milioni (più 2 di bonus già pagati) e dopo che il francese ha segnato 13 reti, lo valuta 20-25 milioni. Sabatini (ieri ha perso il telefonino a Linate, gli è stato poi
recapitato a Roma) lo segue da
tempo, a Garcia piace perché ha
l’identikit che cerca: ambidestro,
capace di partire largo per rientrare, forte nell’uno contro uno.
L’Equipe ha svelato una presunta
clausola rescissoria di 8 milioni,
che però non ha trovato riscontri. Come non ci sono riscontri
circa la volontà della Roma (che
continua a seguire Lens e sta per
stringere per Sturaro, lasciando
Bertolacci al Genoa) di cedere
Ljajic: a Trigoria infatti lo considerano un talento puro sotto il
profilo tecnico, ancora in attesa
di esprimere tutto il suo potenziale. Per arrivare ad Aubameyang, però, le cose potrebbero
cambiare. Anche se con Ljajic,
bisognerà metterci eventualmente un conguaglio di 7-8 milioni. Di certo, da oggi Sabatini
guarda ad Aubameyang con un
occhio ancora più interessato di
prima...
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Lazio, svolta Parolo
la firma si avvicina
Difesa: idea Manga
NICOLA BERARDINO
ROMA
Marco Parolo, 29 anni FORTE
Una trattativa ormai in
dirittura d’arrivo. Per Marco
Parolo dal Parma alla Lazio è
solo questione di firme. Da
tempo, c’è l’intesa tra i due
presidenti, Ghirardi e Lotito,
sulla base di 5 milioni di euro.
Più articolato il percorso per
giungere all’accordo con
l’agente del centrocampista
azzurro, Filippo Cavadini. Il
punto d’approdo sarà un quadriennale da un milione e cento a stagione. Il tutto verrà siglato all’inizio della settimana. Domani verrà annunciato
l’arrivo, già definito, di Basta,
esterno dall’Udinese: col club
friulano Lotito ha appena concluso il riscatto di Candreva.
Così, con l’ingaggio dell’attaccante Djordjevic dal Nantes,
già concluso da tempo, comincia a delinearsi la Lazio di Stefano Pioli. Si segue con attenzione Kone, ieri impegnato
con la Grecia nella gara contro
la Colombia e inseguito anche
da Torino e soprattutto Verona. Dal 2010, in Italia: prima a
Brescia, poi a Bologna dove è
stato alle dipendenze del nuovo tecnico biancoceleste, Kone
può essere la soluzione come
esterno offensivo.
Nuove idee Pioli guarda i
centrali difensivi come basi
delle sue formazioni. Un settore che la Lazio, senza Biava e
Dias, deve, comunque, rifondare. In cima alla lista , ecco
Astori del Cagliari e De Vrji del
Feyenoord, le cui quotazioni
sono salite dopo il buon esordio (pure un gol segnato) con
l’Olanda contro La Spagna.
Sono emerse due nuove idee:
quella per De Maio, francese
del Genoa (dal 2006 in Italia)
e quella per Manga del Lorient, classe 1988, gabonese
con passaporto francese.
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
ilFatto
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LA FERRARI TRA LE MANS E F.1 NOIOSA
MA BASTEREBBE TORNARE COMPETITIVI
di PINO ALLIEVI
ernando Alonso che dà il via alla 24 Ore di Le
Mans non poteva non essere associato a un
F
interessamento della Ferrari per la più grande
delle gare di durata. Tanto più che Montezemolo,
due giorni prima, dalle colonne del quotidiano di
Wall Street, aveva parlato proprio di Le Mans,
scatenando una ridda di ipotesi tra cui quella –
assurda – che la Ferrari avrebbe lasciato la Formula 1 per dedicarsi alle corse su lunga distanza.
Ciò significa che in un futuro vicino la Ferrari potrebbe disputare due mondiali paralleli, F.1 e maratone? No, ha ribadito lo stesso Montezemolo.
Quando c’è di mezzo la Ferrari, con la sua aurea di notorietà e prestigio, è facile scivolare in
indiscrezioni slegate dalla realtà. Le Mans sareb-
FilorossoMondiale
be un bel sogno per Maranello – nessuno lo discute – ma affrontare colossi come Audi, Toyota e
Porsche richiederebbe investimenti economici e
di uomini che il Cavallino non può permettersi.
Per giunta, andrebbe a scontrarsi proprio sul piano della complessa tecnologia dell’ibrido sulla
quale si sono arenate le speranze di conquistare il
titolo della F.1, oggi più importante che mai per i
riflessi sulla produzione di serie.
Ma proprio Montezemolo, sempre al quotidiano di Wall Street, ha ribadito che questa F.1 «in
declino» non gli piace e piace ancor meno ai tifosi, perseverando in una critica che Todt e tanti
costruttori rigettano in toto. Essendo però impossibile cambiare le regole, viene da chiedersi
laPuntura
cosa si nasconda dietro un tema che sta diventando slogan. Che la F.1 sia noiosa è vero: alcune
volte, non sempre. Così come sono state noiose
tante vittorie degli anni d’oro della McLaren, di
Schumacher, di Vettel. La verità è che, a breve, ci
sarebbe un solo modo, infallibile, per rilanciare
l’interesse dei GP ai massimi livelli: quello di vedere le due Ferrari battersi alla pari con le Mercedes. Assisteremmo a confronti epici tra fuoriclasse, con audience da primato. Spetta solamente
alla Ferrari trovare quella competitività che rilancerebbe tutta la F.1: Alonso e Raikkonen non
vedono l’ora, Montezemolo pure. E di noia, o di
Le Mans, non si parlerebbe più…
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Non solo calcio
di ROBERTO PELUCCHI
di
ALESSANDRO DE CALÒ
MESSI LANCIA L’ATTACCO A MARADONA
E LA FRANCIA PREPARA IL SUO EUROPEO
li hanno preparato un grande palcoscenico.
G
Già il nome, Maracanà, è un languore che ti
trascina nella pancia della storia del calcio. Qua,
64 anni fa, si è consumata la più tremenda sconfitta del Brasile. Varela, Ghiggia, Schiaffino: il maracanazo è una nuvola nera che continua a incombere, ovunque. Poi c’è Pelé. Tempo dopo, sempre qua
ha lasciato la scia del suo gol numero mille, trasformando un rigore in un amen. Adesso tocca a
lui: nel vecchio Maracanà ristrutturato – alla mezzanotte italiana — si alza il sipario sul Mondiale di
Leo Messi. Il clima è da «rien ne va plus».
La Pulce e la Coppa del Mondo, finora, non sono
andati d’accordo. Strano, per il fuoriclasse argentino: non si è mai sentito a casa. Nel frattempo gli è
capitato di giocare bene e di vincere tre Champions
e sei campionati spagnoli col Barça, oltre a quattro
Palloni d’oro consecutivi, roba mai vista. Si è tolto
anche la soddisfazione di scavalcare Diego Maradona nel numero dei gol segnati con la maglia della Albiceleste: 38 in 86 match, contro i 34 nelle 91
Leo Messi, 26 anni, con il Kun Aguero, 26 EPA
presenze dell’ ex Pibe. Ma la Coppa del Mondo è
un’altra cosa, c’è una differenza enorme. Messi ha
firmato solo un gol nei due Mondiali giocati finora: nel giugno 2006, in Germania, su assist di Carlitos Tevez in un 6-0 rifilato ai serbi. Basta, tutto qui.
Da oggi Messi ha la possibilità di cambiare questa
tendenza e svoltare definitivamente. L’asso del
Barça si gioca un Mondiale in campo, contro gli
avversari di adesso, e l’altro nella storia dove resta
aperto il braccio di ferro con Maradona per la classifica tra i grandi di sempre. Diego aveva più o meno la sua età, quando con una squadra senza stelle
– tolto Valdano – era riuscito a trascinare l’Argentina sul tetto del mondo, in Messico ‘86.
Il domandone, naturalmente, è se Messi sarà capace di fare altrettanto. Tra quattro anni potrebbe
essere troppo tardi.Nel 1986, Bilardo aveva costruito la squadra attorno all’asso del Napoli, stavolta
Sabella ha fatto altrettanto con Leo, che continua a
vomitare, forse per lo stress e non è un buon segno.
Quasi tutto il talento di questa Argentina è davanti
(Aguero, Higuain, Lavezzi), resta critica la capacità creativa e la cerniera del centrocampo. Il debutto con la Bosnia di Dzeko e Pjanic ci dirà che aria
tira, ma il vero D-day di Messi, al Maracanà, resta
il 13 luglio, giorno della finale.
Conviene seguire anche il percorso della Francia di Benzema, Pogba e Varane che oggi debutta
con l’Honduras. Quattro anni dopo l’ammutinamento in Sudafrica, i Bleus si stanno ricostruendo
una buona immagine sotto la guida di Deschamps.
Manca Ribery, Benzema può prendere la squadra
per mano. Il ruolo di outsider è perfetto, per la
Francia questo Mondiale è un semplice master per
presentarsi al top all’Europeo 2016 che giocherà in
casa.
RARAMENTE VINCE IL PIU’ FORTE
E QUESTO BRASILE AD ESEMPIO...
U
na delle leggi immutabili dei mondiali di calcio è che raramente vengono vinti dalla squadra ritenuta più forte. Come esempio, viene spontaneo pensare al Brasile.
Quelli della mia generazione si ricordano benissimo il Brasile del 1982. Quella squadra sembrava
veramente imbattibile, imbottita com’era di campioni: Falcao, Zico, Socrates, Junior, Toninho Cerezo, Eder, tutti destinati a passare in seguito per
l’Italia, anche se con alterne fortune. Socrates, per
esempio, venne acquistato dalla Fiorentina, e
d’improvviso Firenze diventò la città più pulita
d’Europa, avendo acquistato un bidone da due miliardi. Ma, nel Brasile, Socrates giocava eccome, e
con lui tutti gli altri.
Quel Brasile aveva due sole magagne, sfortunatamente in punti abbastanza nevralgici del campo:
la punta centrale Serginho, unico centravanti al
mondo in grado di tirare verso la propria porta da
dentro l’area piccola avversaria, e l’imbarazzante
portiere Waldir Peres, che riuscì nella non facile
impresa di inanellare almeno una papera a partita, dall’esordio contro l’Unione Sovietica (un inoffensivo tiro da fuori di Bal che probabilmente non
sarebbe entrato nemmeno a porta vuota) fino alla
partita contro l’Italia, dove senza compiere segate
solenni ne prese ugualmente tre, e la partita finì
come sappiamo.
Nelle due edizioni successive, pur schierando
sempre squadre fortissime, i verdeoro non riusciranno ugualmente a vincere il torneo mondiale.
Secondo Sepp Blatter
il fallo da rigore sul suo
coscritto Fred Flintstone
era netto.
laVignetta
Non nel 1986, ancora con Zico e Socrates, le nitropunizioni di Branco e la grazia di Alemao; e nemmeno nel 1990, quando Careca e soci vennero
doppiamente beffati da Maradona, che oltre agli
assist per la rete decisiva di Caniggia, fornì anche
acqua da bere ai brasiliani. Branco, infatti, dopo
aver bevuto da una bottiglietta passatagli dalla
panchina argentina, accusò uno strano malessere,
e notò che subito dopo che aveva bevuto la stessa
boccetta era passata in mano all’argentino Olarticoechea, a cui però Diego aveva impedito di bere
con imperiosità. E con cognizione di causa: dentro
la bottiglia, infatti, c’era del Roipnol.
Ci riuscirono, invece, nel 1994, con una delle
squadre più lente che la loro storia ricordi: con
Zinho&Mazinho, e con a centrocampo Raì, il fratello scarso di Socrates. Forse, a parte Romario e
Bebeto, l’uomo di maggior talento era Leonardo,
che allora veniva schierato come terzino sinistro,
e che saltò metà torneo per squalifica, dopo aver
atterrato lo statunitense Tab Ramos con una gomitata in faccia. Da notare che all’epoca un brasiliano che rifilava una gomitata nel grugno a un
avversario veniva espulso: altri tempi.
Singoli non eccelsi, insomma, ma con un senso del
collettivo notevole, riuscirono là dove singoli mostruosi e innamorati del pallone tra i propri piedi
avevano fallito. Ecco, se vedo il Brasile di adesso,
vedo campioni in tutti i reparti (Neymar, Thiago
Silva, Paulinho), ma anche parecchi possibili danni; troppo facile adesso ironizzare su Marcelo, mi
aspetto molto da Fred. Insomma, i brasiliani sono
forti: forse, troppo forti per vincere davvero.
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Il basket rosa
emoziona Pagnini
Che festa ragazze
DI STEFANO FROSINI
Settimio Pagnini con la bandiera italiana e le sue ragazze del ‘74
TwitTwit
IL CINGUETTIO DEL GIORNO
LOS ANGELES LAKERS
Franchigia Nba
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Sambarabà
di MARCO MALVALDI
f
A CURA DI FAUSTO NARDUCCI
Fax: 0262827917.Email: [email protected]
Workshop per le Laker Girl in
vista di una bellissima
giornata di
balli e spettacolo
@Lakers
FILIPPO MAGNINI
Ieri 32 azzurre arrivate da
tutta Italia hanno festeggiato a Savona l’ultranovantenne Settimio Pagnini, l’allenatore del bronzo europeo
di Cagliari ’74, rimasto a lungo il miglior risultato del nostro basket femminile. Mabel Bocchi, che con Rosy
Bozzolo e tante altre ha fatto
parte di quella squadra indimenticabile, ci ha inviato
questo ricordo.
Amatissimo e rispettato dagli innumerevoli giocatori e
giocatrici che hanno avuto il
piacere di conoscerlo come
uomo e allenatore, Settimio
Pagnini è la dimostrazione vivente di quanto lo sport possa
realmente fare bene a corpo e
mente. Nell’ambiente del
basket è definito da tutti insostituibile e indistruttibile.
Azzurro di Nuoto
Presenti qui ai 7 colli di
Roma @IAMDOPINGFREE
con le nuove maglie e
cappelli!!!Vediamo quanti
nuotatori aderiranno!
@FiloMagnini
AS ROMA
Club di Serie A
14 giugno 1942:
72 anni dopo ancora grazie
agli eroi del nostro primo
scudetto!
@OfficialASRoma
Da quando ha compiuto 90
anni, le sue allieve e allievi savonesi l’hanno sempre festeggiato. Ma quest’anno volevano regalargli un «quasi compleanno» (i suoi prossimi 94
anni li compie l’11 gennaio)
davvero speciale, convocando
nella bellissima città ligure le
giocatrici nazionali che con
lui si sono allenate, hanno vissuto l’emozione della maglia
azzurra e hanno raggiunto risultati prestigiosi come il
bronzo agli Europei juniores a
Sanremo del ‘73, il bronzo con
la nazionale maggiore a Cagliari nel ’74 (erano 36 anni
che non si riusciva a salire sul
podio), il quarto posto ai Mondiali di Cali nel ’75 e un altro
prestigioso bronzo a Forssa, in
Finlandia, con la nazionale cadetta.
Un’intera vita passata sui
campi di gioco e a girare l’Italia in lungo e largo in cerca di
nuovi talenti. Una partita in
cui Settimio ha messo in campo sempre tutto se stesso, la
sua umanità, le sue conoscenze tecniche, la sua enorme di-
sponibilità. Caratteristiche
che anche il Coni ha voluto riconoscergli donandogli la
«Stella d’oro al merito sportivo». Lui, il basket l’ha davvero
conosciuto da tutte le angolazioni: da giocatore, coach, formatore nazionale e decano
degli allenatori italiani. Ma è
lo sport in genere che ha avuto
fin da giovanissimo nel sangue. Oltre alla pallacanestro,
ha praticato atletica, canoa,
nuoto, pallanuoto, calcio, pallavolo e rugby. E tuttora, non
passa giorno in cui non vada al
mare a farsi la sua nuotata
mattutina.
Ma veniamo alla splendida
festa di ieri. Settimio, già seduto a tavola con i suoi amici
«baskettari» savonesi, non
aveva la minima idea di cosa
potesse accadere a breve e la
sua emozione era palpabile,
quando al ritmo di «We Are
The Champions» dei Queen,
siamo entrate tutte 32 in ordine rigorosamente alfabetico,
annunciate con tanto di numero di maglia, ruolo, nome e
cognome. Sorridente, un po’
imbarazzato e con gli occhi lucidi dalla commozione.
A Lella Battistella, la prima
a fare la sua apparizione, il
compito di appoggiargli sulle
spalle la bandiera tricolore; a
tutte noi, entrate successivamente una alla volta, il dono
di un fiore; a Charlie Caglieris,
che ha voluto essere dei nostri
e penultimo nell’ingresso, l’incarico di poggiargli sul capo
una corona d’alloro. Infine, a
chiudere la sfilata di medagliate, Claudio Silvestri, il dirigente della Federazione più
vicino a Settimio e a noi giocatrici, che gli ha consegnato
una targa voluta da Gianni Petrucci per ringraziarlo dello
splendido lavoro compiuto
per fare crescere il nostro meraviglioso mondo cestistico
femminile.
Mabel Bocchi
36
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
37
SERIE B ANDATA FINALE PLAYOFF
Cesena-Latina: la A vi attende
Perché i bianconeri
Marilungo rinato
e la difesa bunker
COSÌ IN CAMPO ALLE 20.30
Perché i nerazzurri
CESENA 3-5-2
LATINA 3-5-2
LE ULTIME
Due risultati su tre
e reazioni da grande
33
13
15
23
RISTOVSKI
RENZETTI
BROSCO
KRAJNC
10
8
33
COPPOLA 39
CRIMI
IACOBUCCI
AGLIARDI
MARILUNGO JONATHAS
34
7
37
4
30
1
VIVIANI COTTAFAVA
CAPELLI CASCIONE
17
9
8
DEFREL JEFFERSON 18
DE FEUDIS
MARRONE
14
15
7
19
VOLTA
ESPOSITO
D’ALESSANDRO
ME.ALHASSAN
Ecco le ultime dalle sedi.
ALLENATORE: Breda
PANCHINA: 12 Tozzo,
3 Bruscagin, 10 Gerbo,
15 Cisotti, 11 Paolucci, 16 Milani,
21 Laribi, 28 Ricciardi, 31 Ghezzal.
SQUALIFICATI: Bruno.
DIFFIDATI: Brosco,
Cottafava, Esposito, Crimi,
Viviani, Jonathas.
ALLENATORE: Bisoli
PANCHINA: 36 Coser,
6 Camporese, 27 Consolini,
5 Mo. Alhassan, 13 Galli,
24 Gagliardini, 40 Belingheri,
9 Rodriguez, 16 Garritano.
SQUALIFICATI: nessuno
DIFFIDATI: Agliardi, Capelli,
Coppola e D’Alessandro.
ARBITRO Cervellera di Taranto GUARDALINEE Fiorito-Di Iorio
ARBITRO DI PORTA Candussio-Pairetto TV Sky Calcio 5 HD, Premium Calcio
INTERNET www.gazzetta.it
Guido Marilungo, 24 anni, finora ha segnato 4 gol IPP
ROBERTO PELUCCHI
GDS
regolamento e curiosità
Quattro anni dopo, il Cesena ci riprova.
Con lo stesso allenatore (Pierpaolo Bisoli), ma
una squadra completamente diversa. Quel Cesena andò in Serie A da seconda classificata,
alle spalle del Lecce, e con la miglior difesa del
campionato (appena 29 gol incassati). Questo
Cesena deve giocarsi tutto nella finale playoff,
con l’obbligo di vincere almeno una delle due
partite, ma la difesa resta senza dubbio il punto
di forza.
Bunker I romagnoli hanno chiuso 18 partite
su 44 senza incassare gol e delle ultime 8 ne
hanno vinte 5, perdendo soltanto una volta, in
casa, proprio contro il Latina che stasera ospiteranno di nuovo al Manuzzi. Un 3-1 netto, condizionato però dai tanti infortuni con cui Bisoli
convive da tutto l’anno e una condotta tattica
non impeccabile, che ha finito per favorire la
squadra di Breda (dopo aver segnato in chiusura di tempo con Crimi, ha potuto colpire due
volte nella ripresa con Laribi in contropiede).
Bentornato Adesso il Cesena ha più carte da
mettere sul tavolo, praticamente tutti gli infortunati sono stati recuperati e, soprattutto, è rinato Guido Marilungo, autore dei due gol che
hanno deciso le semifinali contro il Modena.
Dalla sua il Cesena ha anche la forza dell’esperienza e un Cascione che ha dimostrato per tutto l’anno di essere un elemento imprescindibile.
La finale di andata si gioca sul campo della squadra peggio classificata alla fine
della stagione regolare (il Cesena è arrivato quarto, il Latina terzo). In caso di
parità di punti al termine delle due partite, si tiene conto della differenza reti. In
caso di ulteriore parità va in A la squadra meglio piazzata, ossia il Latina. Niente
supplementari e calci di rigore.
COSI’ IN CAMPIONATO Ecco come sono andate le due sfide di campionato. Latina-Cesena 0-0; Cesena-Latina 1-3 (Crimi, 2 Laribi, Cascione).
TERZA FAVORITA Da quando in B sono stati introdotti i playoff, nel 2004-05,
soltanto una volta non sono stati vinti dalla terza classificata. E’ accaduto nel
2011-12 quando salì la Sampdoria (sesta) dopo aver eliminato Sassuolo e Varese.
NIENTE PLAYOFF L’unica volta che i playoff non si sono disputati è stato nella
stagione 2006-07, quando vennero promossi direttamente Juventus, Napoli e Genoa (la terza chiuse con 10 punti di vantaggio sul Piacenza, quarto).
IL PROGRAMMA MERCOLEDÌ ALLE 20.30 IL RITORNO
CROTONE
BARI
0
3
1
0
MODENA
SPEZIA
A R
A R
BARI
2 2
0 1
MODENA
LATINA
2 2
1 1
CESENA
Oggi e 18/6
20.30
Jonathas, 25 anni, 14 gol nella stagione LAPRESSE
Il Latina l’impresa l’ha già fatta, passando
in cinque stagioni dall’Eccellenza ai playoff per
salire in Serie A. E dire che già un anno fa, dopo
la storica promozione in B, si pensava che la
squadra avesse raggiunto il paradiso sportivo.
Invece no, è stata alzata l’asticella, ma la fame è
rimasta sempre la stessa. Nessuna debuttante in
B era arrivata tanto in alto, ma non c’è casualità.
Tattica L’arrivo di Roberto Breda, dopo un inizio difficoltoso (un punto in tre partite prima
dell’esonero di Auteri), è stato determinante. Il
nuovo allenatore ha portato organizzazione e
quella duttilità tattica che finisce per esaltare le
caratteristiche dei giocatori in rosa, diventando
una risorsa importante soprattutto a partita in
corso. Il Latina ha un grande vantaggio rispetto
al Cesena: ha due risultati su tre a disposizione,
e non è un particolare trascurabile, soprattutto
per una squadra che ha perso soltanto una delle
ultime sette partite (3-0 in casa con il Siena).
Che reazione Una cosa che ha impressionato
del Latina che ha eliminato il Bari con due pareggi (entrambi per 2-2) è stata la grande forza
di reazione quando si è trovato in svantaggio.
Una forza che ha finito per travolgere gli avversari. Breda chiede i gol della promozione a Jonathas, andato in doppia cifra durante la stagione regolare (14 gol) e tornato a segnare mercoledì dopo un digiuno che durava dal 3 maggio
(1-1 con la Juve Stabia). Ma al Latina le alternative non mancano. E l’entusiasmo, forse più dell’esperienza, giocherà un ruolo fondamentale.
CESENA
LATINA
IN SERIE A
ro.pe.
GDS
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MERCATO DI B E LEGA PRO SARÀ UNA SETTIMANA CALDA SUL FRONTE ALLENATORI
Bologna, ecco i soldi per Zeman
Mantova: Juric. Auteri a Matera
Cittadella-Foscarini
è fumata grigia
Longo o Glerean
per il Pordenone
Monza: preso Foglio
Lega Pro Settimana calda
per le panchine in Lega Pro: ieri un bel colpo lo ha piazzato il
Matera, trovando l’accordo
con Gaetano Auteri. Il Pordenone è al bivio, per Moreno
Longo (Primavera Torino) dovrà attendere domani l’incontro con Cairo; Longo – corteggiato da diversi club – resta la
prima scelta, l’alternativa è
Ezio Glerean. Il Mantova è
pronto a diventare un club satellite del Genoa: definito l’arrivo in panchina di Ivan Juric,
vice di Gasperini; primo passo
verso una collaborazione, che
porterebbe anche ai prestiti di
alcuni giovani rossoblù in
Lombardia. Per quanti riguarda il mercato giocatori, oltre a
Virdis, a Monza è in arrivo Valerio Foglio (Reggina), mentre
il portiere Fiory (Arzanese)
piace alla Juve Stabia.
D’ANGELO-TOSI
Sul futuro a rischio del
Bologna, che deve trovare 7
milioni per iscriversi alla Serie
B, si registra uno spiraglio positivo dopo tante situazioni negative. Il presidente Guaraldi
avrebbe ottenuto una linea di
credito da un istituto bancario
e nei prossimi giorni, si parla di
martedì o mercoledì, il patron
rossoblù dovrebbe disporre
della liquidità per coprire tutti
gli adempimenti economici
(ovvero tre mesi di Irpef non
Zdenek Zeman, 67 anni LAPRESSE
Ivan Juric, 38 anni PEGASO
Qui Cesena Il dubbio di Bisoli,
negli ultimi giorni, non era
legato agli uomini bensì al
modulo: 4-1-4-1 o 3-5-2? La
scelta dovrebbe ricadere sul
secondo sistema di gioco,
provato nella rifinitura di ieri a
Cesenatico, con lo
spostamento di Defrel al fianco
di Marilungo e Capelli al centro
della difesa. Il Cesena giocherà
a specchio e confermerà la
stessa formazione scesa in
campo mercoledì contro il
Modena, anche se in quella
occasione Bisoli aveva
cominciato con il 4-1-4-1 prima
di passare alla difesa a tre e di
tornare a quattro nella ripresa.
Ottima la prevendita: venduti
10.780 biglietti. Vigilia agitata,
invece, per il presidente Giorgio
Lugaresi: «Ho trovato di cattivo
gusto la decisione del Latina di
mettere, a due giorni dalla finale
per la A, un onorevole nel ruolo
di presidente. Poteva aspettare
la conclusione dei playoff. In A
dovrà salire chi lo avrà meritato
sul campo: mi auguro che la
politica e le lobby non abbiano
un peso determinante».
Qui Latina Tanti dubbi e poche
certezze. Non c’è Bruno
squalificato e per il ruolo di
mezzala sinistra si candida
Morrone a cui fa concorrenza
Laribi. Con Morrone in mediana,
ci sarenne la conferma di
Ristovski come quinto di destra
altrimenti l’equilibrio ed il
contenimento della mediana
verrebbe rafforzata con
l’impiego di Milani. Ultimo nodo
da sciogliere, la seconda punta
da affiancare a Jonathas: facile
che si vada a ricomporre la
coppia tutta brasiliana con
Jefferson. «Dimentichiamoci il
vantaggio che ci ha dato la
posizione in classifica – è l’invito
di Breda – al momento le due
squadre hanno le stesse
possibilità». A Cesena ci
saranno 1.200 tifosi nerazzurri.
Abbruzzino-Montanari
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panchine: la situazione
cui Paolo Nicolato, campione
d’Italia Primavera col Chievo.
Domani Roberto Stellone, in
scadenza, incontrerà il Frosinone: il club punta al rinnovo,
ma il tecnico non è convinto.
pagata che costerà un -1 in
classifica, più gli stipendi e i
contributi di aprile) entro il 25
giugno, per arrivare alla scadenza del 30 giugno con tutti i
parametri in regola per l’iscrizione al campionato cadetto.
In questa operazione di credito
c’è l’assist della Lega Calcio,
che ha inviato segnali di ottimismo sull’operato del club rossoblù. Guaraldi potrà poi utilizzare il paracadute dei diritti
Sky, si tratta di 12,5 milioni,
per avviare il mercato e con esso la nuova stagione; una novità che potrebbe avere come effetto domino un’accelerata per
l’arrivo in panchina di Zdenek
Zeman. Intanto venerdì sera
Foscarini si è incontrato con il
Cittadella: fumata grigia, col
tecnico che entro martedì dovrà dire sì o no; in caso di rottura il club veneto starebbe valutando un paio di soluzioni, tra
Bisoli, dubbi
sul modulo
C’è Morrone
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SERIE B
AVELLINO Rastelli
BARI ?
BOLOGNA ?
BRESCIA Iaconi
CARPI ?
CATANIA Pellegrino? MARINO?
CITTADELLA Foscarini?
CROTONE Drago
ENTELLA Prina
FROSINONE Stellone?
LANCIANO CADREGARI-D’AVERSA?
LIVORNO ?
MODENA ?
PERUGIA Camplone
PESCARA NICOLA?
PRO VERCELLI Scazzola
SIENA ?
SPEZIA Mangia?
TERNANA Tesser
TRAPANI Boscaglia
VARESE ?
Manca la perdente dei playoff.
LEGA PRO
ALBINOLEFFE PALA?
ALESSANDRIA D’Angelo
ALTO ADIGE ?
ANCONA Cornacchini
ASCOLI PETRONE
BARLETTA SESIA
BASSANO ASTA?
BENEVENTO Brini
CARRARESE Remondina
CASERTANA BUCCHI?
CATANZARO MORIERO
COMO Colella?
COSENZA Cappellacci
CREMONESE ?
FERALPI SALO’ Scienza
FOGGIA ?
FORLI’ Rossi?
GIANA Albè
GROSSETO ?
GUBBIO ? ISCHIA ?
JUVE STABIA PANCARO
L’AQUILA Pagliari
LECCE Lerda?
LUCCHESE Pagliuca?
LUMEZZANE ?
LUPA ROMA Ferazzoli?
MANTOVA JURIC
MATERA AUTERI
MELFI Bitetto?
MESSINA Grassadonia
MONZA PEA
NOVARA ? PADOVA ?
PAGANESE CUOGHI
PAVIA ? PISA ?
PISTOIESE LUCARELLI
PONTEDERA Indiani
PORDENONE LONGO? GLEREAN?
PRATO ? PRO PATRIA ?
PRO PIACENZA Franzini
REAL VICENZA MARCOLINI
REGGIANA ? REGGINA ?
RENATE Boldini
SALERNITANA SOMMA
SANTARCANGELO Fraschetti
SAN MARINO COVELO?
SAVOIA BUCARO?
SAVONA Corda
SPAL BREVI
TERAMO Vivarini?
TUTTOCUOIO Alvini?
VENEZIA ? VIAREGGIO ? VICENZA ?
VIGOR LAMEZIA ERRA
Manca chi sostituirà la Nocerina.
LA GAZZETTA SPORTIVA
38
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
MOTOMONDIALE GP CATALOGNA
COSÌ AL VIA ALLE 14
1ª fila
2ª fila
3ª fila
4ª fila
5ª fila
6ª fila
7ª fila
8ª fila
Media:
118.175
km/h
1’40”985
26
Dani PEDROSA
(Spa - Honda)
1’41”220
6
Stefan BRADL
(Ger - Honda)
1’41”290
1’41”100
99
Jorge LORENZO
(Spa - Yamaha)
46
Valentino ROSSI
(Ita - Yamaha)
1’41”135
93
Marc MARQUEZ
(Spa - Honda)
44
Pol ESPARGARO
(Spa - Yamaha)
1’41”491
38
Bradley SMITH
(GB - Yamaha)
1’41”308
41
1’41”677
1’41”337
Andrea DOVIZIOSO
(Ita - Ducati)
4
Aleix ESPARGARO
(Spa - Yamaha)
Andrea IANNONE
(Ita - Ducati)
1’41”671
68
Cal CRUTCHLOW
(GB - Ducati)
Yonny HERNANDEZ
(Col - Ducati)
45
Scott REDDING
(GB - Honda)
1’42”024
19
69
Nicky HAYDEN
(Usa - Honda)
1’42”730
1’41”751
29
1’43”043
1’42”578
35
51
Michele PIRRO
(Ita - Ducati)
7
1’45”012
Hiroshi AOYAMA
(Gia - Honda)
1’43”360
17
Hector BARBERA
(Spa - Ftr-Kawasaki)
8
1’43”564
Colin EDWARDS
(Usa - Yamaha)
1’42”955
Alvaro BAUTISTA
(Spa - Honda)
Broc PARKES
(Aus - Pbm)
1’43”226
5
1’44”115
1’43”530
23
63
Mike DI MEGLIO
(Fra - Ftr-Kawasaki)
1’43”737
Karel ABRAHAM
(R.Cec - Honda)
70
Michael LAVERTY
(GB - Pbm)
1’46”214
84
Michel FABRIZIO
(Ita - Art)
METEO PREVISTO: VARIABILE RISCHIO DI TEMPORALI , TEMPERATURA 24o:
Striscia interrotta
Marquez esagera e cade
Pedrosa e Lorenzo ci provano
Il leader iridato frena 10 metri troppo tardi: niente settima pole di fila, solo 3o.
Dani ne approfitta e precede Jorge malgrado gli acciacchi. Valentino 5o, Dovi 7o
DAL NOSTRO INVIATO
FILIPPO FALSAPERLA
MONTMELO’ (Spagna)
L’Evento dell’anno è arrivato alle 14.49. Quando le prove stavano per finire, Dani Pedrosa aveva scordato il suo
braccio destro modello insaccato ricordando invece di saper ancora guidare, soprattutto qui. Il «Mignon» di Sabadell
(località a 21 km dal circuito)
era primo, contenendo a fatica
(un decimo) l’arrembante Jorge Lorenzo, che è nato a Palma
de Majorca, ma a Barcellona si
è trasferito quando era ragazzino per inseguire il suo sogno
di diventare pilota. Marc Marquez, che invece arriva da lontano («ben» 106 km), stava
tentando di prendersi la settima pole dell’anno, l’ottava
consecutiva considerando Valencia 2013, ma alla prima curva ha frenato 10 metri dopo il
massimo consentito per passare dai 344 di inizio staccata ai
122 della prima curva a destra.
Abisso Una frazione spazio/
temporale infinitesimale, che
però fa la differenza tra stare
in piedi o provare una pazzia,
cioè tentare di fare la curva e
cadere. Marc ha tentato la seconda strada e la curva l’ha fatta… ma di schiena. Prima caduta dell’anno, anzi dal warm
up di Motegi, l’ultimo dei suoi
grandi voli del 2013, fine della
striscia vincente (in prova) e
una domanda che sorge spontanea? Questo minerà la granitica condizione mentale del
campione spianando la strada
agli altri pretendenti? Risponde con un sorriso Valentino
Rossi: «L’anno scorso cadeva
anche due volte a fine settimana e poi… vinceva».
Tris Allora, chi vorrà mette-
re le ruote davanti al dominatore, dovrà sudarsela. In una
prima fila tutta spagnola (ma
anche le pole delle classi minori sono dei piloti locali), si candida Pedrosa, mai così sorridente dopo una bella prestazione (di solito lo fa quando
deve farsi perdonare un errore...) e soprattutto Lorenzo.
Che dopo il Mugello continua
a martellare. Anche qui ha mostrato un ritmo da rullo compressore: nelle ultime libere ha
messo in fila 17 giri (la gara è
su 25) senza soste e con un ritmo che può fare pensare al colpaccio.
Incertezze Ma poi la gara è
sempre un’altra cosa. E Jorge
lo sa bene. Anche perché qui
c’è un punto interrogativo nero come il cielo comparso ieri
in serata a confermare le previsioni negative. La peggiore è
che si arrivi a cavallo di condi-
zioni incerte, che comportino
quindi il cambio moto, sempre
a rischio. Ma anche la pioggia
non sarebbe troppo amica, visto che non si gira sul bagnato
dal Giappone dello scorso anno e qui nessuno ricorda di
averlo fatto negli ultimi 5-6 anni. Al tutto va aggiunto che
l’asfalto del Montmelò è particolarmente scivoloso e poco
abrasivo. Sarebbe una roulette.
Valentino Una situazione che
non piace a nessuno. Compreso chi deve inseguire come Valentino, buono in seconda fila
(5o), ma sempre all’inseguimento nei vari turni. Più in forma sembra, per esempio, Stefan Bradl (4°). Il pesarese è sicuro, o almeno spera, di poter
recuperare i decimi che gli
mancano per riprendere i tre
tenori locali, ma ieri nel suo tono di voce sembrava di perce-
pire un velato pessimismo.
Non si può aspettare più di una
onorevole difesa dalla Ducati,
ma solo con Andrea Dovizioso
(7o) Sempre in difficoltà Cal
Crutchlow, ma anche Andrea
Iannone, che nella Q2, raggiunta dalle «eliminatorie», ha
preceduto solo Alvaro Bautista
protagonista di un gran volo
con botte a petto e caviglia destra.
Sberleffo Non va bene agli
italiani anche in Moto2. Il migliore è Mattia Pasini, che ha
dovuto subire la (giustificata?
Mah…) ironia del dominatore
Tito Rabat: sul codone della
sua Kalex è comparso un adesivo «ciao 54», «perché lui si attacca sempre per prendere la
scia: se esco dal box dietro c’è
lui e, se rientro, si ferma con
me», dice lo spagnolo. La ricchezza non fa la classe…
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI ITALIANI DUCATI A DUE FACCE CON DOVIZIOSO («BEL GIRO») E IANNONE («UN DISASTRO»)
«Quei tre volano, ma venderò cara la pelle»
Rossi in difficoltà:
«Passo in gara
da migliorare»
La Suzuki anticipa
il rientro a Valencia
DAL NOSTRO INVIATO
MONTMELO’
Il momento più esilarante della giornata è a metà conferenza stampa. Un giornalista
spagnolo prova a fare una domanda a Valentino Rossi. Il
Dottore lo interrompe subito e
rilancia: «Ti è piaciuta la Spagna contro l’Olanda, vero?».
Boato. Lo sfottò però si limita
al calcio. Nella MotoGP è tutta
un’altra storia, ahinoi. Ci sono i
tre tenori là davanti e gli italiani arrancano all’inseguimento.
Lotta Rossi ammette che Pe-
drosa, Lorenzo e Marquez qui
sono irraggiungibili: «Per la
prima volta quest’anno il mio
passo non è all’altezza. Lavoreremo per migliorare la moto e
speriamo di poter essere più vicini. Una cosa è certa: venderò
cara la pelle». La prestazione
sul giro secco però ha soddisfatto il Dottore, tranne il calo
nell’ultimo settore: «L’obiettivo
era stare nei primi cinque e così è stato. Sicuramente sarebbe
stato meglio partire in prima
fila, ma con quei tre là davanti… Per quanto riguarda le
gomme penso che tutti useranno le medie al posteriore, mentre all’anteriore molto dipenderà dalle temperature in gara.
Da quel punto di vista è ancora
tutto aperto». Anche Andrea
Dovizioso, 7° e migliore dei ducatisti, è contento della qualifica: «Ho fatto davvero un gran
bel giro, sapevo di poter far bene. Ci siamo migliorati nel corso del weekend. In gara spero
di stare con il secondo gruppo,
a livello di Bradl per intenderci. La pioggia? Sarà che sto diventando vecchio, ma non ricordo di aver mai corso qui sul
bagnato. Sarebbe una situazione davvero anomala, ma lo è
per tutti». Sabato da dimenticare invece per Andrea Iannone (11°): «Più cercavamo di sistemare la moto e più facevamo passi indietro. Un vero disastro». Michele Pirro (15°), da
buon tester, si è infine concentrato sugli esperimenti.
Rientro Infine Davide Brivio,
ex manager di Valentino Rossi
e ora alla guida della Suzuki,
ha annunciato a Radio 1 che il
rientro della Casa giapponese
in MotoGP, previsto per il
2015, potrebbe avvenire già
nell’ultima gara di questa stagione, il 9 novembre a Valencia. E i piloti? «Abbiamo contattato Dovizioso, Crutchlow e
Iannone», ha ammesso Brivio.
Domani, intanto, nei test collettivi al Montmelò girerà il
collaudatore Randy De Puniet.
mau.ca.
Valentino Rossi, 35 anni, 4 podi in 6 gare con la Yamaha nel 2014 EPA
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014
MOTO2
MOTO3
POS. PILOTA (NAZ./MOTO)
TEMPI
1. RABAT (SPA/Kalex)
1’46”569
media 159,6 km/h
2. KALLIO (FIN/Kalex)
1’47”140
3. M. VIÑALES (SPA/Kalex)
1’47”192
4. CORTESE (GER/Kalex)
1’47”267
5. FOLGER (GER/Kalex)
1’47”444
6. PASINI (ITA/Kalex)
1’47”526
7. LUTHI (Svi/Suter)
1’47”594
8. ZARCO (FRA/Caterham Suter)
1’47”595
9. LOWES (GB/Speed Up)
1’47”600
10. AEGERTER (SVI/Suter)
1’47”604
11. SALOM (SPA/Kalex)
1’47”665
12. MORBIDELLI (ITA/Kalex)
1’47”788
13. DE ANGELIS (RSM/Suter)
1’47”834
14. SYAHRIN (MAL/Kalex)
1’47”855
15. CORSI (ITA/Kalex)
1’47”907
16. TORRES (SPA/Suter)
1’47”926
17. SCHROTTER (GER/Tech 3)
1’47”932
18. SIMON (SPA/Kalex)
1’47”932
19. KRUMMENACHER (SVI/Suter)
1’47”936
20. CARDUS (SPA/Tech3)
1’48”026
21. SIMEON (BEL/Suter)
1’48”068
22. PONS (SPA/Kalex)
1’48”112
23. TEROL (SPA/Suter)
1’48”225
24. BALDASSARRI (ITA/Suter)
1’48”230
25. NAKAGAMI (GIA/Kalex)
1’48”296
26. L. ROSSI (FRA/Kalex)
1’48”392
27. WEST (AUS/Speed Up)
1’48”587
28. REA (GB/Suter)
1’48”639
POS. PILOTA (NAZ./MOTO)
TEMPI
1. A. MARQUEZ (SPA/Honda)
1’50”232
media 154,3 km/h
2. BASTIANINI (ITA/Ktm)
1’50”850
3. RINS (SPA/Honda)
1’50”912
4. BINDER (SA/Mahindra)
1’51”024
5. AJO (FIN/Husqvarna)
1’51”308
6. I. VIÑALES (SPA/Ktm)
1’51”360
7. OLIVEIRA (POR/Mahindra)
1’51”456
8. VAZQUEZ (SPA/Honda)
1’51”471
9. MILLER (AUS/Ktm)
1’51”481
10. MCPHEE (GB/Honda)
1’51”499
11. KORNFEIL (R.Cec/Ktm)
1’51”667
12. ANTONELLI (ITA/Ktm)
1’51”693
13. GUEVARA (SPA/Ktm)
1’51”693
14. TONUCCI (ITA/Mahindra)
1’51”704
15. HANIKA (R.Cec/Ktm)
1’51”812
16. FENATI (ITA/Ktm)
1’51”848
17. MASBOU (FRA/Honda)
1’52”131
18. KHAIRUDDIN (MAL/Honda)
1’52”227
19. KENT (GB/Husqvarna)
1’52”251
20. BAGNAIA (ITA/Ktm)
1’52”363
21. AZMI (MAL/Ktm)
1’52”439
22. FERRARI (ITA/Mahindra)
1’52”463
23. LOI (BEL/Ktm)
1’52”614
24. HERRERA (SPA/Honda)
1’52”712
25. GRÜNWALD (GER/Ktm)
1’52”909
26. GRANADO (BRA/Ktm)
1’52”911
27. SISSIS (AUS/Mahindra)
1’52”934
31. LOCATELLI (ITA/Mahindra)
1’53”504
4
le cadute
DIRETTA
SU SKY
Scivolate, botti, rischi
Tutti giù per terra
nel sabato di Montmelò
S
Oggi si corre il
GP Catalogna
7a tappa iridata
sul circuito
di Montmelò
(4727 m).
Diretta su Sky
e differita su
Cielo a partire
dalle 15.10
S
Gare
alle 11 Moto3
(22 giri
per 104 km)
alle 12.20
Moto2 (23 giri
per 108,2 km)
alle 14 MotoGP
(25 giri
per 118,2 km)
NELLA POLVERE
Pol Espargaro cade nelle libere
Prima di Marc Marquez, era capitato a Pol Espargaro
saggiare la sabbia delle via di fuga LAPRESSE
LA GAZZETTA SPORTIVA
39
campione di umiltà
MARC MARQUEZ
«Chiedo scusa
ho sbagliato.
Troppo veloce
per curvare»
«Stavolta sono io che devo imparare
da mio fratello». Vale non si illude:
«Quello vince anche quando vola giù...»
S
Sul sito
Cronache,
commenti,
interviste
sul nostro sito
S
QUALIFICHE AMARE
Il leader addio al settebello
La camera montata in moto mostra Marc Marquez appeso
al manubrio della propria Honda senza guida IPP DA TV
Classifiche
Moto3
1. Miller p. 104
2. Fenati 99
3. Rins 87
4. Vazquez 76
5. I.Vinales 64
Moto2
1. Rabat 124
2. Kallio 102
3. M.Vinales
69
4. Aegerter 69
5. Corsi 66
MotoGP
1. Marquez 150
2. Rossi 97
3. Pedrosa 96
4. Lorenzo 65
5. Dovizioso
63
Jorge Lorenzo, 27 anni, e Marc Marquez, 21 dopo le prove AFP
«
L’occasione per
battere Marc?
Tutte le gare
sono giuste per
superarlo
DANI PEDROSA
3 VOLTE IRIDATO
DAL NOSTRO INVIATO
SULL’ASFALTO
Pure Baustista finisce giù
Violenta caduta qualifica pure per Alvaro Bautista che ha
picchiato petto e caviglia destra MILAGRO
Cambio della guardia in casa Hrc
Daniel Pedrosa impenna durante le prove a Montmelò;
nel riquadro la scivolata del compagno Marc Marquez EPA
27
le pole di Pedrosa in MotoGP
Quella di ieri è la pole numero 27 in MotoGP per
Daniel Pedrosa: la 45a nel Motomondiale
LA TECNICA ESPERIMENTI PER MIGLIORARE IL BILANCIAMENTO ED ELIMINARE LE VIBRAZIONI
Pirro guida la Ducati
con i pesi nel codone
Spiega Witteveen:
«I mass damper
servono da studio
per realizzare
un telaio nuovo»
DAL NOSTRO INVIATO
MONTMELO’
Anche a Montmelò il collaudatore Michele Pirro continua la sperimentazione sulla
Ducati dei «mass damper», i
contrappesi comparsi nei test
in Malesia, ora inglobati nel
nuovo codone più grande.
L’ingegnere Jan Witteveen, ex
d.t. Aprilia, spiega cosa sono:
«Si tratta di un peso posizionato sulla moto per modificare il bilanciamento dei pesi o il
baricentro. Se hai un problema di ciclistica, piuttosto che
rifare il telaio, li utilizzi per
studiare il comportamento e
capire la direzione di sviluppo. All’Aprilia lo utilizzavo già
negli Anni 90 su 250 e 125».
Prove Adesso la Ducati lo ripropone adattato. «Hanno introdotto un sistema di ammortizzamento, con molla o altro
tipo di smorzamento, e l’effetto collaterale può essere stata
l’eliminazione o il controllo di
Il nuovo
codone
posteriore
Ducati è più
grande e
ingloba i
contrappesi
MILAGRO
qualche vibrazione molesta».
In pratica? «Visto lo spazio a
disposizione, credo siano 3-5
kg, ma non terranno questo sistema in via definitiva, non ha
senso portarsi peso in più. Sarà utilizzato per capire come
migliorare la ciclistica. Capita
la giusta distribuzione dei pesi
o lo smorzamento delle vibrazioni, verrà fatto un telaio con
le stesse caratteristiche».
f.f.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MAURO CASADIO
MONTMELO’
Povero Dani Pedrosa. Anche quando fa la pole, i riflettori li prende tutti il compagnofenomeno. In effetti, la caduta
di Marc Marquez fa più notizia
del miglior tempo del Calimero della Honda. Termina la
striscia di 7 pole consecutive
(6 nel 2014, più Valencia 2013)
del campione del mondo. E
tutti si domandano se si sia rotto il filo che lega il Piccolo Diavolo ai trionfi a ripetizione. La
riprova si avrà oggi in gara. Intanto Valentino Rossi scuote la
testa: «Mi sa proprio che non
cambierà niente. L’anno scorso
cadeva 2-3 volte a weekend e
poi alla domenica vinceva, non
verrà scalfito neanche da questa scivolata». In effetti, almeno esteriormente, Marc sembra più che sereno. Soprattutto
perché non ha ricevuto danni
fisici dalla caduta. «Mi scuso
con tutto il team, è stato un
mio errore — si affretta a dire
Marquez, sempre con il sorriso
sulle labbra —. Ho voluto fare
lo stesso la curva, anche frenando troppo tardi. A quella
velocità era impossibile».
Limite Marc ci teneva da
matti a questa pole, perciò è
andato oltre il limite. Ci teneva
a fare bella figura sul circuito
di casa, davanti ai propri tifosi.
Ci teneva a pareggiare la pole
(la prima nel Mondiale) che
aveva fatto solo un’ora e mezza
prima il fratello minore Alex in
«
Volevo vedere se
confermavo i
progressi del
Mugello.
Direi di sì
JORGE LORENZO
4 VOLTE IRIDATO
Moto3. «A questi livelli è molto
facile superare il limite. Ci
sta», dice il team principal Hrc
Livio Suppo, che nega che
Marc sia stato sopraffatto dalla
pressione di dover superare a
tutti i costi i rivali Pedrosa e Lorenzo, davanti a lui nella lista
dei tempi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il manager Emilio Alzamora. E non si
può neppure dare la colpa alla
strategia delle due moto e delle tre gomme, già sperimentata con successo a Jerez. «Comunque ho un buon passo, sono pronto a combattere per la
vittoria. Ovviamente, come
tutti, spero in una gara asciutta. È da Motegi 2013 che non
corriamo con il bagnato. Sono
contentissimo per la pole di
mio fratello, stavolta sono io
che devo imparare da lui».
Rivali Prima o poi, la discesa
di Marc dal trono doveva succedere. Come ha ribadito lui
stesso. Ora la palla passa a Pedrosa e Lorenzo, che dovranno
essere bravissimi a sfruttare
questo momento particolare
dell’iridato. «Quest’anno soffrivo sempre in qualifica, per
questo sono soddisfatto di essere tornato in pole — dice Dani —. L’occasione giusta per
battere Marc? Tutte le gare sono giuste per superarlo». Ma
probabilmente a livello di passo gara quello messo meglio è
Lorenzo: «Ero curioso di vedere se riuscivo a confermare i
progressi del Mugello. E direi
che sono soddisfatto».
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40
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
MOTOMONDIALE GP CATALOGNA
CROSS GP ITALIA
Enea, eroe... non per caso
«Dai Rookies al Paradiso»
Bastianini, 16 anni, 2° su una pista mai vista: «Sono qui solo perché
Vinales ha rotto con Gresini». Prima pole per Marquez jr, Fenati 16°
con le MiniGP e nel 2013 si è
imposto in due gare della Rookies Cup, il Trofeo Ktm che si
corre in concomitanza con alcune prove europee del Mondiale, finendo 4° in classifica.
Anche quest’anno, il ragazzo
di Rimini avrebbe dovuto disputare il monomarca austriaco, invece… «Invece il destino
ha voluto che Isaac Vinales
rompesse l’accordo raggiunto
con il team Gresini: c’era un
posto libero e Fausto ha voluto
me». Una possibilità che Enea
sta sfruttando al meglio. «Con
la squadra mi trovo benissimo,
siamo inseparabili», dice riferendosi al responsabile tecnico Fabrizio Cecchini e a tutti i
ragazzi del team, che se lo coccolano.
GIOVANNI ZAMAGNI
MONTMELO’ (Spagna)
La brutta notizia: Romano Fenati, splendido vincitore
al Mugello e secondo in campionato a soli 5 punti dal capoclassifica Jack Miller, è 16° e
sarà costretto a una difficile rimonta dalla sesta fila, con il rivale che scatta 9°. La bellissima notizia: Fenati non è l’unico pilota italiano che può puntare a risultati di prestigio,
perché Enea Bastianini, 16 anni, al debutto quest’anno nel
Motomondiale, è in grande
crescita e dopo essere stato in
testa e aver lottato per la vittoria al Mugello fino a poche
curve dal traguardo, prima di
essere travolto da una dissennata azione di Miller, al Montmelò ha ottenuto uno strepitoso secondo tempo, battuto solamente da Alex Marquez.
Conferma Un risultato per
certi versi insperato — era la
prima volta che guidava sul
circuito spagnolo e finora il
suo miglior piazzamento in
qualifica era stato 13° — ma
non così sorprendente, perché
fin dalla prima gara in Qatar,
Enea ha fatto vedere di avere
talento e carattere per mettersi in mostra in una categoria
Riminese, 16
anni, Enea
Bastianini ha
vinto titoli
minimoto, la
MiniGP e due
gare della
Rookies Cup,
prima di
arrivare al
Mondiale con
il team Gresini
EPA
difficile ed equilibrata come la
Moto3. Gara dopo gara, Bastianini è andato sempre più
forte e dopo la sbalorditiva
prestazione del GP d’Italia, ecco questa prima fila da applausi. «È un sogno che si avvera, un’emozione unica. Già
in Francia e in Italia avevo dimostrato di poter stare con i
primi, pur avendo ancora tanto da imparare: i più forti hanno esperienza, sanno gestire
bene qualifiche e gara. Ma comincio a imparare anch’io…».
Tappe bruciate Va di fretta, il
pilota del team Gresini, e per
arrivare al Mondiale ha bruciato i tempi. «Sono salito per
la prima volta su una minimoto a 3 anni e 3 mesi: per questo
ho scelto il numero 33», svela
Enea, che nel 2007 ha vinto il
Tricolore e nel 2008 l’Europeo
minimoto, poi ha trionfato
Prima volta È una prima fila
inedita, quella del GP della
Catalogna, con il piccolo Marquez per la prima volta in pole. «Sono molto orgoglioso di
mio fratello Alex» si congratula Marc. Terzo posto per Alex
Rins, autore di una terrificante caduta a pochi minuti dal
termine: ha una microfrattura
a un dito di un piede e oggi
non sarà al meglio. Altri italiani: 12° Antonelli, 14° Tonucci,
20° Bagnaia, 22° Ferrari, 31°
Locatelli.
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4
LE GARE
DALLE 10.10
Si corre
a Maggiora (No),
la 10a prova del
Mondiale cross
S
Programma
Libere
Ore 8.40
Emx 300
8.55
Emx 250
9.15
Mx2
9.40
MxGP
Corse
Ore 10.10 gara-2
Emx 300;
11: gara-2
Emx 250;
13.15: gara-1
Mx2;
14.15: gara 1;
MxGP
16.10: gara-2;
Mx2
1710: gara 2
MxGP
Le gare di MxGP
e Mx2 sono
trasmesse in
diretta su Italia2
S
Prezzi
Ingresso
60 euro
(ridotto
30 euro)
PROVE A MAGGIORA
Roelants
sotto la moto
Ora rischia
la paralisi
MASSIMO ZANZANI
MAGGIORA (Novara)
Dramma al GP d’Italia: il
belga Joel Roelants, 11° in
classifica nella MxGP, è volato
in avanti sul doppio salto nella
curva a sinistra dopo il rettilineo di partenza ed è stato colpito dalla propria Honda sulla
schiena, riportando la frattura
della settima vertebra dorsale.
Il pilota, 25 anni, è stato trasportato in elicottero chirurgico al Cto di Torino, dove è stato sottoposto a un intervento
chirurgico: rischia di restare
paralizzato.
La gara di qualificazione è
stata caratterizzata dalla sfida
tra il belga Jeremy Van Horebeek (Yamaha), Antonio Cairoli (Ktm) e il francese Steven
Frossard (Kawasaki). A spuntarla è stato Horebeek che ha
preceduto il siciliano: «Non sono troppo soddisfatto perché
mi sono trovato in difficoltà su
questa pista così ho deciso di
accontentarmi, in fondo il secondo posto è buono in vista
della partenza».
In Mx2 ancora un assolo del
leader Jeffrey Herlings (Ktm).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Classifiche: MxGP: 1. Cairoli (ItaKtm) p. 393; 2. Desalle (Bel-Suzuki)
373; 3. Van Horebeek (Bel-Yamaha)
358. Mx2: 1.Herlings (Ola-Ktm) 394; 2.
Tonus (Svi-Kawasaki) 349; 3. Febvre
(Fra-Husqvarna) 297.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
41
FORMULA 1
OSPITE SPECIALE LO SPAGNOLO HA DATO IL VIA ALLA GARA E SI E’ ESIBITO AL VOLANTE DI UNA 512 DEL 1970
Alonso a Le Mans: «Un giorno correrò la 24 Ore»
Il tifo di Fernando:
«Spero che vinca
Webber». Todt:
«Ferrari via dalla
F.1? Non mi pare»
CORRADO CANALI
LE MANS (Francia)
Il suo arrivo era programmato da tempo ma dopo l’uscita del presidente
Montezemolo che, accusando l’attuale F.1, ha lasciato
immaginare un maggior impegno della Ferrari nelle gare
endurance, la presenza di
Fernando Alonso ieri a Le
Mans ha assumnto un altro
significato. «E’ la prima volta
che vengo qui —: ha riconosciuto il ferrarista —, ma mi
sembra un bell’ambiente con
tanta passione sugli spalti, sinceramente non me l’aspettavo». E allora perché non venire
a correrci? «Prima o poi succederà. Parlo molto con il presidente Montezemolo e, benché
la priorità resti tornare a vincere in F.1, c’è grande attenzione anche per una piattaforma
attrattiva come Le Mans». Intanto fa il tifo per il suo amico
Mark Webber: «In questi giorni non l’ho sentito, ma un po’
di tempo fa ci siamo scambiati
dei messaggi e mi sembrava
entusiasta della sua nuova avventura. Spero che vinca, visto
che è un mio amico».
Ma a Le Mans ieri c’era an-
Fernando Alonso con la bandiera francese mentre dà il via alla 82a edizione della 24 Ore di Le Mans
che Jean Todt: il presidente
della Fia ha siglato un accordo
con la Aco per prolungare l’organizzazione del Mondiale
Endurance sino al 2017. Inevitabile chiedergli delle dichia-
razioni di Montezemolo: «Mi
sembra che ci sia stata una
smentita, non mi pare che alla
Ferrari pensino di lasciare la
F.1», ha detto prima di salutare Alonso, il quale si è poi reca-
to nel box delle Ferrari dove si
è intrattenuto con Giancarlo
Fisichella e Andrea Bartolini.
Uno dei momenti più esaltanti per lo spagnolo è stato il
giro di pista al volante della
Ferrari 512 S che corse, sotto
le insegne della Scuderia Filipinetti, la 24 Ore nel 1970
con il tedesco Herbert Muller
e il britannico Mike Parkes.
Così meticoloso com’è, lo
spagnolo si è fatto spiegare in
maniera approfondita come
andava guidata. La sua esibizione è stata salutata dagli
applausi dei 250 mila spettatori. Quindi il momento clou
alle 15, quando ha dato il via
alla gara. Stregato da fascino
di Le Mans, Alonso due ore
dopo il via era al box dell’Audi per salutare il connazionale Marc Gené.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’OPINIONE
di PINO ALLIEVI
a pagina 35
Schumi va in riabilitazione 4 3
Ma il recupero è incerto
&
domande a...
INCIDENTE
SUGLI SCI
MAURIZIO
FORNARI
NEUROCHIRURGO
S
Il tedesco, uscito dal reparto di rianimazione a Grenoble, forse sarà
trasferito in una clinica specializzata. Però non è segno che migliori
intendere che lo spostamento
di reparto di Schumacher serva a prepararlo a un successivo
trasferimento in una clinica
specializzata, dove potrà ricevere cure personalizzate. L’ex
pilota della Ferrari, in coma
per le gravissime lesioni cerebrali riportare battendo la testa su uno sperone di roccia
nonostante il casco, sarebbe
arrivato a pesare solo 50 chili,
a causa della lunga immobilità. Ma non è dato sapere se ci
siano stati altri progressi o segnali incoraggianti, dopo quelli piccoli dei mesi scorsi, a parte la certezza che non sia più in
pericolo di vita.
LUIGI PERNA
twitter@pernagazzetta
«L’assenza di notizie su
Michael Schumacher non è
una buona notizia», aveva osservato qualche giorno fa il
suo mentore e grande amico
Flavio Briatore, l’uomo che lo
lanciò verso i primi due titoli
mondiali in F.1 con la Benetton. Però non è da interpretare
come una svolta neppure l’ultima novità trapelata sui media
tedeschi, secondo la quale
Schumi sarebbe stato trasferito dal reparto di neurochirurgia a quello di terapia intensiva
e riabilitazione dell’ospedale
di Grenoble, dove è ricoverato
dal 29 dicembre in seguito all’incidente sugli sci a Meribel.
Dubbi Non è chiaro, infatti,
se questo sia il segnale di un
miglioramento delle condizioni del sette volte iridato o al
contrario la presa d’atto che le
possibilità di un recupero completo siano diminuite. E’ proprio quello che sostiene per
esempio la rivista Focus.de.
Mentre il settimanale Bunte fa
Risveglio Il 7 marzo la Gazzetta anticipò che Schumi aveva ripreso a respirare in modo
autonomo e ad aprile la mana-
153
I giorni di ricovero
Schumacher si trova
all’ospedale di Grenoble
dal 29 dicembre 2013
Michael Schumacher, 45 anni, 7 volte iridato F.1 EPA
ger Sabine Kehm annunciò
che era cominciato il processo
di risveglio dal coma farmacologico indotto dopo l’incidente
e le operazioni alla testa. Poi
l’indiscrezione secondo cui
avrebbe mosso le palpebre, in
modo inconscio. Da allora,
non sono arrivati aggiornamenti dalla famiglia di Schumacher, che non ha commentato neppure in questa occasione, chiudendosi nel riserbo
che si sforza di mantenere dall’inizio della vicenda, a dispetto delle intrusioni dei media. Il
fatto che la somministrazione
di sedativi sia stata interrotta
non significa comunque che
Schumi si sia risvegliato o che
accadrà in futuro. E così non
resta che sperare. Mentre la
F.1 continua a ricordarlo: la
Ferrari, sotto la sigla #ForzaMichael, ha raccolto 72 testimonianze di grandi personaggi (quante i suoi trionfi in rosso) e sulle Mercedes di Rosberg e Hamilton dall’inizio
del campionato c’è la scritta
#KeepFightingMichael. Non
sarà tolta, finché Schumi non
migliorerà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
29 dicembre
Schumi
cade mentre
scia fuoripista a
Meribel (Fra).
Viene ricoverato
a Grenoble,
dove arriva
in coma.
Ha un’emorragia
cerebrale
e viene operato
S
30 dicembre
I medici lo
operano di
nuovo
«Vuol dire che
respira da solo
non che sia
cosciente»
Maurizio Fornari è
=
responsabile della
Neurochirurgia
S dell’ospedale di Rozzano
6 gennaio
Dichiarato
fuori pericolo
(Milano). Ha effettuato oltre
10.000 interventi di chirurgia
spinale e cerebrale.
S 1.
29 gennaio
Inizia la
fase di risveglio
S
7 marzo
La Gazzetta
rivela: Schumi
respira da solo
S
4 aprile
La manager:
«Michael mostra
momenti
di coscienza
e risveglio»
Professor Fornari, che
cosa significa che Schumi
sia stato trasferito dal reparto di rianimazione a
quello di riabilitazione?
«Che il paziente non ha più bisogno di macchinari che lo
aiutino a respirare».
2. Vuol dire che è anche
cosciente?
«No, può respirare da solo ma
non essersi risvegliato. Anzi lo
escluderei, altrimenti lo
avrebbero detto».
3. Segnali confortanti?
«Mi atterrei alle fonti ufficiali»
42
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
43
CICLISMO GIRO DEL DELFINATO
È super Contador
Lo spagnolo (4°) negli ultimi 2,2 km infligge
20” al rivale: adesso ne ha 8 di vantaggio
CIRO SCOGNAMIGLIO
@cirogazzetta
FINHAUT-EMOSSON (Svizzera)
Lo aveva ripetuto la sera prima,
al termine di una chiacchierata informale prima di vedere la sua Spagna bastonata dall’Olanda al Mondiale di calcio: «Vorrei essere ricordato come uno
che faceva divertire la gente». È questa
la stella polare di Alberto Contador. E
ieri ne è arrivata l’ennesima dimostrazione. Attacco secco a 2,2 km dalla vetta finale della settima tappa del Giro
del Delfinato (vinta dall’olandese Westra), Chris Froome staccato e primato
in classifica strappato al rivale, quando a questo antipasto extralusso di
Tour de France manca soltanto l’arrivo
di oggi (in salita) a Courchevel.
Tappa a Westra, Nibali si
difende e arriva a 38” da
Alberto. Oggi chiusura
a Courchevel. L’inglese
rilancia: «Non è finita»
Spettacolo Tra i due è arrivata anche
la stretta di mano, al riparo da occhi
indiscreti, nella tenda bianca sotto al
podio dove i corridori si cambiano.
Froome ha riconosciuto la superiorità
di Contador e non ha troppo chiamato
in causa le ferite ricordo della caduta
di venerdì: «Avevo un po’ di dolore,
specie all’anca e ai flessori, però è stato
solo un piccolo fattore. Sky ha fatto un
lavoro fantastico, ma a me sono mancate le energie nel finale. Chapeau, Alberto». «Ma manca ancora una tappa»
ha aggiunto, rilanciando il guanto di
sfida. Alberto era poco lontano. Aveva
12” di ritardo da Froome, ora ne ha 8 di
vantaggio. In questa stagione non aveva mai staccato l’inglese in salita. E del
2013 non parliamo neppure. Il patron
Oleg Tinkov aveva un sorriso larghissimo nel giorno delle sue nozze d’argen-
Classifica:
1. Alberto
CONTADOR
(Spa, TinkoffSaxo); 2.
Froome (Gb) a
8”; 3. Talansky
(Usa) a 39”; 4.
Kelderman (Ola)
a 59”; 5. Van
den Broeck (Bel)
a 1’14”; 6. Nibali
a 1’16”; 7. Bardet
(Fra) a 2’11”; 8.
Reichenbach
(Svi) a 2’14”; 9.
Fuglsang (Dan) a
2’50”; 10. A.
Yates (Gb) a
2’52”.
to: «Che bel regalo mi ha fatto. Questo
in chiave Tour conta soprattutto per la
testa». Già, una sorta di “jackpot psicologico”. «Più che altro – ha detto Contador — è il rendimento a darmi fiducia. Al Tour manca un bel po’ e bisogna
stare tranquilli, ma è confortante vedere che il lavoro sta pagando. Più che
aver battuto Froome, mi rallegra vedere che le gambe girano e che recupero
perfettamente dagli sforzi».
Difesa E Vincenzo Nibali, in tutto
questo? Il “terzo uomo” ha tenuto botta. Non ha risposto a Contador ed è rimasto con Froome fino a 800 metri
dalla fine, quando si è spostato Porte
ed è stato Chris in prima persona a tentare di ricucire. Vincenzo ha pagato un
dazio di 38” a Contador e 18” a Froome. È sempre sesto. Niente per cui fare
salti di gioia, però una prova incoraggiante in prospettiva. Lui e lo staff hanno previsto di colmare nei prossimi 20
giorni di lavoro il gap che manca e giova ricordare che il paragone col Delfinato 2012 è nettamente a favore del siciliano, che due anni fa andò in bambola a Morzine e chiuse 28° nella generale, prima di scalare il podio del Tour.
Festa Ieri l’Astana ha fatto festa con
Westra, già secondo venerdì, che ha ottenuto una vittoria incredibile: era nella fuga del mattino (con Visconti e De
Marchi, quest’ultimo aritmeticamente
maglia a pois), ma sembrava che il successo finale fosse storia tra Trofimov e
Silin, i due russi della Katusha. Il
31enne olandese ha piazzato una rimonta in stile Enrico Battaglin al Giro
verso Oropa, premiando in qualche
modo la scelta del team di non fermarlo per aspettare Nibali. Il traguardo di
Courchevel di oggi, infine, non può
non far venire in mente Marco Pantani, che vi colse l’ultimo successo della
vita il 16 luglio 2000 al Tour, ma il traguardo è più in basso. La tappa è meno
dura di quella di ieri, però tra Contador e Froome ci sono appena otto secondi. E chi se la perde?
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L’arrivo di Alberto Contador, a sinistra, 31 anni, e di Chris Froome,
29, giunto a 20 secondi di distanza. Era dalla Vuelta 2012 che lo
spagnolo non staccava così perentoriamente l’inglese in salita AFP
IL SICILIANO SODDISFATTO DELL’ESAME SALITA
Nibali: «Buone sensazioni
Sono sulla strada giusta»
DAL NOSTRO INVIATO
FINHAUT-EMOSSON
«La testa mi diceva di seguire
Contador, ma le gambe non me
l’hanno permesso». L’analisi di
Vincenzo Nibali, arrivato a 38”
dallo spagnolo, è sincera e tutto
sommato serena. «Qui c’è il
meglio al mondo, le differenze
non sono state eccessive e i
giorni che mancano al Tour sono
venti. Parliamo dell’inizio, mentre
rispetto alle tappe decisive c’è
più di un mese. Devo dire che mi
sono sentito meglio,
sicuramente, rispetto all’arrivo
in salita di lunedì. La tappa è
stata anche più difficile, più
tirata. Sono rimasto con Froome
fino all’accelerazione finale, a
800 metri dalla fine. Non sono
riuscito a guadagnare posizioni
in classifica e forse è questo
l’unico rammarico, ma anche
altri, come Talansky, stanno
andando molto bene. Lui va
valutato su una corsa a tappe di
tre settimane, ma è giovane e in
crescita».
Difficile pensare che oggi, verso
Courchevel, ci sia il terreno per
sconvolgere tutto. Anche perché
Vincenzo Nibali non è qui per
questo. «Sono rimasto sempre
passivo, seguendo le sensazioni
e rispettando il piano di lavoro.
Alberto e Froome sono
fortissimi, a me manca
sicuramente qualcosa, ma sono
fiducioso di poterlo trovare nel
tempo che mi resta».
ci.sco.
a
GIRO DI SVIZZERA 1 TAPPA
TALANSKY
3° A 39”
Arrivo:
1. Lieuwe
WESTRA (Ola,
Astana) 160 km
in 4.32’51”,
media 35,184; 2.
Trofimov (Rus) a
7”; 3. Silin (Rus)
a 16”; 4.
Contador (Spa)
a 1’33”; 5.
Talansky (Usa) a
1’51”; 6. Hesjedal
(Can) a 1’53”; 7.
Froome (Gb); 8.
Nibali a 2’11”; 9.
Bardet (Fra) a
2’16”; 10.
Reichenbach
(Svi) a 2’19”.
Attacco secco
E sfila la maglia
a Froome
DAL NOSTRO INVIATO
4
Oggi:
8a e ultima
tappa, MegeveCourchevel
(arrivo in salita),
131 km. Tv:
RaiSport 2 e
Eurosport 15.30.
S
GRANFONDO
SPORTFUL
Oggi a Feltre
(Belluno) la 20a
Granfondo
Sportful Dolomiti
Race, una delle
più dure
d’Europa. Due
percorsi (204 e
134 km): 4500 al
via alle 7, tra cui
260 donne.
In gara per la
«Sfida Olimpica»
gli olimpionici
Jury Chechi,
Antonio Rossi,
Paolo Bettini e
Pietro Piller
Cottrer.
Domenico Pozzovivo, 31 anni BETTINI
Martin show
nella crono
Pozzovivo
5° a sorpresa
Che Tony Martin potesse
vincere la crono d’apertura del
Giro di Svizzera era abbastanza prevedibile, nonostante un
percorso non proprio lineare
(9,4 km tortuosi, con una bella
dose di curve, una salita di 3
km con punte al 6% e una discesa molto tecnica) e la presenza di avversari come il beniamino di casa Fabian Cancellara o sir Bradley Wiggins. E
così è stato: sulle strade di Bellinzona, il tedesco tri-iridato
della specialità ha regalato alla
sua Omega Pharma-Quick Step
il 36° successo stagionale e, a
sè medesimo, il 48° in carriera
e 34° a cronometro. Un trionfo
frutto di una seconda parte di
gara a razzo, che gli ha permesso di vincere in 13’48”080 con
6” sull’olandese Tom Dumoulin, 13” sull’australiano Rohan
Dennis (primo all’intermedio)
e 16” sullo stesso Cancellara.
Note liete Meno prevedibile,
invece, era che Domenico Pozzovivo potesse chiudere la prova con il 5° tempo, a spalla con
Peter Sagan, a soli 19” da Martin. Primo degli uomini-classifica (Mollema 7° a 22”, Wiggins 14° a 32”, Kreuziger 15° a
33”, l’iridato Rui Costa vincitore delle ultime due edizioni 28°
a 42”, Evans 63° a 56”), il lucano dell’Ag2R, reduce dal 5° posto al Giro d’Italia, a questo
punto non può che strizzare
l’occhio alla maglia di leader,
visto che le montagne non
mancano di certo da queste
parti. Altre note liete in casa
Italia arrivano dai giovani Mattia Cattaneo, 10° a 29” da Martin, e Davide Formolo, 13° a
32”. Oggi nella Bellinzona-Sarnen (182 km, diretta Bike
Channel dalle 15.25) le prime
insidie in montagna, anche se
lontane dal traguardo.
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44
LA GAZZETTA SPORTIVA
BASKET
FINALE
IlPunto
DI LUCA CHIABOTTI
Milano deve
vincere ma la
storia pesa
Se hanno ragione David
Moss e Keith Langford, vince
Siena... David sostiene che la
Montepaschi è come i San
Antonio Spurs, la miglior
franchigia della Nba, Keith
che Milano, per il modo in
cui vengono amplificate
attenzioni e critiche alla
squadra, è come New York,
la peggiore. Fate voi... Oggi
parte la finale scudetto con
l’EA7 favorita per forza:
budget, organico, etc etc.
Una miscela di storie e
intrecci possono però
destabilizzare un pronostico
che pare scontato. La rivalità
di questi anni, i cambi di
maglia e di panchina che
creano ancora più pressione
su Milano (tipo sono riusciti
a vincere solo spogliando
Siena... ), il ribaltamento dei
rapporti di forza in campo e
fuori, la fine già scritta della
Mens Sana, ormai fallita. E
poi quello scudetto che
Milano insegue da 18 anni e
Giorgio Armani da sei,
attraverso grandi speranze,
e molte cadute. Non ci fosse
tutto questo, tecnicamente,
la finale sarebbe più facile
da decifrare. Milano è più
forte e ha più talento, anche
se Siena gioca meglio come
squadra. Ma tutte le volte
che l’EA7 ha perso, spesso
dilapidando vantaggi
enormi, s’è tirata in ballo la
testa, la pressione, gli ego,
che, evidentemente,
rappresenteranno un fattore
non preventivabile anche
stavolta. Contro Sassari, per
davanti a un Forum sempre
esaurito come mai a Milano,
l’Olimpia ha sofferto più in
casa che fuori. La tattica per
batterla è, vox populi, stare
in partita, senza mai sentirsi
sconfitti anche davanti ad
un talento e ad una
profondità inarrivabile in
Italia. Ed essere pronti a
colpire nei 5’ in cui i più forti
si smarriscono e aprono una
porta che, magari, per 30’ gli
avversari non erano riusciti
a scassinare nemmeno con
la dinamite. Banalizzando è
una sfida tra chi può
permettersi di vincere col
talento e le qualità di uno
contro uno, Milano, e chi,
invece, ha nel sistema e
nell’essere una squadra vera
l’unica salvezza, Siena. Il
rovescio tecnico è che
l’Armani può essere più
prevedibile della Mps, specie
quando i suoi big fermano
la palla e finiscono per dare
pochi riferimenti chiari di
cui preoccuparsi agli
avversari. Ma Milano ha un
modo per essere imbattibile:
l’aggressività e la difesa. E
un giocatore, un pivot di 118
chili che sa fare canestro,
che Siena non ha,
costringendola a scelte
rischiose. Che finale sarà? Ci
darà una grande storia. Anzi
due. Comunque vada.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
Gara-1 (oggi): Milano-Siena,
(18.45, arbitri. Cerebuch,
Sabetta, Terreni).
Gara-2 (martedì): MilanoSiena (20.30, Lamonica, Mattioli,
Oggi, con gara-1 parte al
Mazzoni)
Forum di Assago la serie
Gara-3 (giovedì): Siena-Milano
scudetto Milano-Siena, al meglio (Paternicò, Vicino, Baldini).
delle 7 partite. Inizio alle 18.45,
Gara-4 (sabato): Siena-Milano
diretta Rai Sport 2. Hackett
(20.30, Lanzarini, Chiari, Biggi).
(nella foto a destra), è in
Le eventuali gare 5-6-7: si
dubbio ma negli ultimi giorni s’è
disputeranno lunedì 23 a Milano,
allenato. Ecco il programma e le mercoledì 25 a Siena e venerdì
designazioni delle prime 4 gare. 27 a Milano.
PROGRAMMA
Oggi alle 18.45
Diretta RaiSport 2
4
I TRE
ALL’EA7
S
Anche
Banchi ha
lasciato
l’Mps
S
David
Moss
30 anni,
ala di Milano,
alla sua quarta
finale scudetto
consecutiva: le
altre tre le ha
vinte con Siena
S
Daniel
Hackett
26 anni,
playmaker di
Milano, l’anno
scorso con
Siena ha vinto
Supercoppa,
Coppa Italia e
scudetto ed è
stato nominato
mvp in tutte
le finali
S
Kristjan
Kangur
31 anni,
ala-pivot di
Milano, l’anno
scorso ha vinto
scudetto,
Coppa Italia e
Supercoppa
con Siena
Quarti
Quarti
(1) Milano
3
(8) Pistoia
2
PLAYOFF
3
Siena (2)
2Reggio Emilia (7)
Semifinali
Semifinali
(1) Milano
4
(4) Sassari 2
FINALE
(4) Sassari
3
Milano
(5) Brindisi
0
Siena
4
Siena (2)
1
Roma (6)
0
Cantù (3)
3
Roma (6)
MILANO-SIENA
Da Moss
a Ress: la
banda dei 6
si sfida per
lo scudetto
TUTTI I PROTAGONISTI DELLA FINALE STA
EA7 MILANO
GENTILE
Ala
5
200 cm
Punti
playoff: 14.3
Della Siena scudettata
sono rimasti in 6. Tre hanno
ancora il tricolore cucito sul
petto, gli altri hanno fatto un
balzo sull’altra sponda, quella
milanese, per appiccicare sulle maglie griffate EA7 quello
scudetto che sentono tatuato
sul cuore. Esonda di intrecci
storico-emotivi il quarto capitolo della saga Milano-Siena.
E tutto contribuisce a renderlo unico. Moss, Hackett e Kangur che sfidano Ress, Janning
e Ortner dopo la diaspora che
li ha divisi per sempre. Luca
Banchi, architetto dell’ultimo
scudetto senese, che dovrà
guerreggiare con Marco Crespi suo prezioso e fidato assistente nella trionfale cavalcata di un anno fa. Siena che, alla nona finale, prova ad allungare ancora una volta il
L’ala milanese:
«Loro come gli
Spurs». Janning:
«I nostri ex fanno
la differenza»
digiuno di Milano prima di
consegnarsi all’ineludibile patibolo che l’aspetta.
Epitaffio Ed è proprio alla fine conclamata della Mens Sana che vola subito il pensiero
di David Moss e Matt Janning,
fratelli contro, alla vigilia di
gara-1: «Ho il cuore gonfio di
dolore — dice Moss —. Mi
spiace per i tifosi perché so cosa la squadra di basket e quella di calcio rappresentino per
la città e poi penso alle tante
persone che sono nel club e
che perderanno il posto di lavoro». «È una situazione molto triste — spiega Janning —
anche se ora c’è molta allegria
3.1
Milano
9
6.1
Siena
4
20
Punti segnati: i big 3 di Milano e Siena
Milano
per questa finale. La gente però sa che la fine arriverà molto
presto. In spogliatoio ci siamo
detti che l’unica cosa che possiamo fare è giocare duro, per
la maglia, e provare a chiudere la stagione con il titolo».
Incroci Molto dipenderà anche dagli incroci intestini, i
corpo a corpo a cui nessuno
della «banda dei 6» vorrà sottrarsi: «Vivo — rivela Janning
— nell’appartamento lasciato
libero da Moss. Con i ragazzi
dell’anno scorso siamo in contatto con una chat di gruppo
su Whatsapp, ma chissà perchè è molto tranquilla in questi giorni, scrive solo Bobby
Brown... Abbiamo vissuto
tanto assieme, ora è un po’
strano vederli in rosso». «Con
Matt, Bobby, Daniel e Sanikidze e gli altri si è creato un
rapporto unico — ammette
Moss —. Di Siena non temo
qualcuno in particolare ma il
gruppo e la mentalità. I loro
successi si basano su una cultura del lavoro e delle regole
molto precise. Assomigliano
agli Spurs, sono la San Antonio italiana: vince il sistema
non il singolo». Cambiano gli
interpreti ma la filosofia rimane la stessa. Come ribadisce
pure Matt: «Non grandi differenze, piuttosto è diverso il
personale. L’anno scorso potevamo contare sulla realizzazione, su Bobby Brown e il
gran finale di Hackett. Adesso
non abbiamo stopper difensivi come Moss, ma difendiamo
di squadra, ed è così che vinciamo le partite. Grazie anche
alla marcia in più che ci dà
Haynes». Janning ha le idee
molto chiare su Milano:
«Moss è in riferimento difensivo assoluto, ha fatto un passo
in avanti in attacco ed è prezioso per spaziare il campo.
Hackett da noi era il giocatore
più importante, a Milano ce
ne sono anche altri ma lui dà
leadership ed è quello che a
MELLI
Ala-pivot
205 cm
Bilancio vittorie Milano-Siena
nei playoff
Dei reduci del tricolore Mps
in tre sono passati all’EA7
«Amici veri, ma in campo...»
VINCENZO DI SCHIAVI
GIUSEPPE NIGRO
CERELLA
Guardia
7
194 cm
Altri
Siena
Altri
Totali
squadra
Totali
squadra
81.2
81.3
Langford
16.4
punti
Haynes
Samuels 17.3
13.1 punti
Gentile
14.3
Green
12.6
Carter
13.1
MONTEPASCHI SIENA
VIGGIANO
Ala
4
197 cm
Punti
playoff:
5.2
HUNTER
Pivot
203 cm
6
COURNOOH
Playmaker
7
187 cm
7.5
DAVID MOSS
EMPORIO ARMANI MILANO
loro mancava. Kangur ha lo
stesso ruolo che aveva da noi:
triple in angolo per punire gli
aiuti e atletismo in difesa».
Moss ripete: «Sono due squadre vere, con tanti potenziali
protagonisti. Da noi potrei dire Langford e Gentile, ma le
prestazioni migliori le abbiamo tirate fuori puntando sul
collettivo». Milano ha l’obbligo di vincere, Siena no. Un
dettaglio che può essere determinante: «La pressione c’è
— spiega Moss — ma viene
dall’esterno e non è dentro lo
spogliatoio. Noi siamo orgogliosi di essere arrivati a giocarci questa finale dopo un
anno duro in cui siamo cresciuti molto». Stessa musica
anche per Janning: «Essere
qui è la conseguenza di come
abbiamo lavorato, anche sui
dettagli. Fuori la gente è sorpresa, ma noi non lo siamo:
questa finale ce la siamo conquistata col lavoro».
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lafoto
I 5 «milanesi» in trionfo con Siena
Questa è la foto dell’ultimo scudetto vinto
dalla Montepaschi Siena nel 2013: da sinistra si
vede Hackett, con gli occhiali il prepratore
atletico Giustino Danesi di fianco a Moss, poi
nascosto tra Ress e Carraretto si intravede
Kangur e, l’unico elegante in giacca e cravatta,
coach Luca Banchi: sono i 5 protagonisti della
sfida di oggi passati da Siena a Milano. C’è
anche un passaggio inverso ancora più recente:
MarQuez Haynes che ha iniziato la stagione
all’EA7 ed è stato ceduto alla Mps per Hackett.
1.0
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
45
SENESI 7 DI FILA: RECORD
PRECEDENTI STAGIONALI
LE STATISTICHE
Titoli: Olimpia-Mens Sana 25-8
Ma l’ultimo risale al 1996
L’EA7 è 2-0 come nel 2013
Allora nei quarti vinse la Mps
Milano vince rimbalzi e difesa
Siena superiore in assist e da 3
L’Olimpia Milano è la primatista di scudetti vinti,
25, ma l’ultimo risale al 1996. Siena ne ha conquistati
8, con il record di vittorie consecutive (7, serie
aperta), tutti negli ultimi 10 anni. Se Banchi vince il 2o
scudetto di fila, è solo il secondo coach a riuscirci
con due squadre diverse dopo Recalcati. Dell’ultima
sfida Milano-Siena, del 2012, sono rimasti 4 giocatori:
Gentile, Melli, Moss e Ress. E con gli ex senesi, i c’è
un altro reduce della finale 2013: Lawal (ex Roma).
Milano è 2-0 in stagione regolare contro
Siena ma era successo anche nel 2013 e la Mps la
eliminò 4-3 nei quarti... All’andata, poco dopo lo
scambio Hackett-Haynes, nella foto a sinistra,
l’EA7 vinse al Forum 66-56 , (Langford 20, Moss
16; Hunter, Haynes 12). Nel ritorno a Siena,
all’ultima giornata, le due squadre erano già sicure
del 1o e 2o posto: Milano ha vinto 85-74 (Samuels
23, Gentile 19; Cournooh 14, Haynes 13).
Calcolando solo le cifre dei playoff, a fronte
di identici punti realizzati, Milano batte Siena nei
rimbalzi (36.2 contro 30.8), nei recuperi (6.5 a 6),
e nella % tiro da due punti (56.8 a 54.5). Siena è
superiore negli assist (15.1-13.7), meno palle perse
(10.6-13.6), % tiro da 3 (39.6-37.7), % tiri liberi
(78.6-70.4). Difensivamente, Milano ha concesso
agli avversari peggiori % da 2 punti (47.3-52.2) e
da 3 (32.9-36.1) e subito meno punti (75.3-76.6).
A, ATTO QUARTO
TISTICHE E CURIOSITÀ DELLA SERIE CHE ASSEGNERÀ IL TITOLO
4
...E I TRE
ALL’MPS
S
Crespi
tricolore
da vice
S
HACKETT
Playmaker
12
199 cm
KANGUR
Ala-pivot
14
201 cm
LANGFORD
Guardia
23
192 cm
SAMUELS
Pivot
24
206 cm
WALLACE
Ala-pivot
30
206 cm
7.6
4.6
16.4
13.1
2.4
LAWAL
Pivot
205 cm
31
MOSS
Ala
196 cm
3.5
Tomas
Ress
33 anni,
ala-pivot della
Mens Sana con
cui giocherà
la sua
settima
finale
JERRELLS
All. Banchi
Playmaker
55 48 anni
185 cm
34
Bilancio in stagione
8.0
5.6 48 vinte 22 perse
Le squadre che hanno disputato più finali
nell’era playoff (dal 1976-’77)
MILANO
16
23
9
VIRTUS BOLOGNA
11
LANGFORD
12
CARTER
MELLI
8
16
ORTNER
HAYNES
FORTITUDO BOLOGNA
10
TREVISO
9
S
SIENA
9
12
PESARO
HACKETT
24
5
VARESE
SAMUELS
34
32
14
MOSS
GREEN
RESS
4
CASERTA
3
CANTÙ
3
finali disputate
3
scudetti vinti
ROMA
HAYNES
Playmaker
8
191 cm
17.3
CARTER
Ala
200 cm
11
JANNING
Guardia
12
197 cm
13.1
RESS
Ala-Pivot
14
208 cm
8.6
4.9
ORTNER
Pivot
206 cm
16
5.0
NELSON
Ala-pivot
203 cm
17
7.8
GREEN
Guardia
190 cm
32
12.6
UDOM
Guardia
195 cm
All. Crespi
22
52 anni
Bilancio in stagione
- 35 vinte 25 perse
GDS
I tricolori dell’ala milanese
David Moss inizia quest’oggi la sua quarta
finale scudetto consecutiva. Con i tre
successi conquistati con la maglia di Siena,
Moss è il più titolato tra i giocatori di Milano
3
6
Gli scudetti del capitano Mps
Tomas Ress oggi giocherà la sua settima finale
scudetto consecutiva e con 6 tricolori già
conquistati è il giocatore più titolato tra quelli che
oggi scenderanno in campo al Forum
S
Matt
Janning
23 anni,
guardia
dell’Mps:
con Siena
ha vinto
scudetto e
Coppa Italia
la passata
stagione
TOMAS RESS
MONTEPASCHI SIENA
Benjamin
Ortner
30 anni,
pivot della
Mens Sana con
cui ha vinto
Scudetto,
Coppa Italia e
Supercoppa la
scorsa stagione
46
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
47
BASKET GIORNO PARTICOLARE PER DUE GRANDI PERSONAGGI
4 San Antonio sente
Gianmarco Pozzecco,
41 anni, indica se stesso
15 anni fa con
la Varese tricolore CIAM
LA FINALE
E’ 3-1
S
La finale Nba è
3-1 per i San
Antonio Spurs,
che stanotte
contro Miami
hanno il primo
match ball per
vincere il loro
quinto titolo
Nba.
S
Gara-1
San AntonioMiami 110-95
(Duncan 21;
James 25).
Il ritorno
S
«Sono a Varese
per rivivere anni
meravigliosi»
Pozzecco emozionato ieri alla presentazione
«Niente Formentera. Da oggi mi chiudo in ufficio»
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO BARTEZZAGHI
VARESE
«Spero di non mettermi a
piangere», dice Gianmarco
Pozzecco, tornato a Varese da
allenatore. Ma dopo poche parole, si copre con occhiali da
sole e s’interrompe per bere.
«Scusate, sono diventato un
po’ patetico, sarà l’età. Vorrei
partire dalla fine. Ho enorme
rispetto della (sorso d’acqua)
mia società per due anni e mezzo. Capo d’Orlando è un angolo di paradiso, ho vissuto (acqua) meravigliosamente. Non
sarei mai venuto via da lì se
non per Varese. Provo gratitudine eterna per Enzo Sindoni,
nessun altro al mondo mi
avrebbe dato la possibilità di
allenare. Saluto il figlio Peppe,
un fratello per me. Il bello dello
sport è il legame che si crea con
le persone. Grazie a Basile, Soragna, Nicevic, gli altri. Se sono qui lo devo a loro (acqua).
Oggi ho una sete pazzesca».
Il ritorno «Sono tornato qui
per ritrovare chi avevo lasciato
(acqua), purtroppo non ci sono
tutti (acqua), è difficile citare
tutti quelli con cui sono stato
bene (acqua). Sono qui con
l’obiettivo di rivivere quel periodo meraviglioso. E allargare il
contesto, il bacino di utenza,
far vivere ai più giovani l’entusiasmo strabordante dell’epico
scudetto del 1999. Ho letto tan-
«
Orgoglioso di
essere accostato
a Sacchetti e
Recalcati: sono
brave persone
IL POZ
I RIFERIMENTI TECNICI
«
Non temo di partire
svantaggiato:
non avrei giocato
e avrei fatto
il nano al circo
IL POZ
VARESE E IL BUDGET
te cose che hanno detto su di
me, ringrazio tutti. L’intervista
che mi ha toccato di più è stata
quella a quel figlio di buona
donna di Andrea Meneghin. Il
Menego non sarà solo responsabile del settore giovanile. So
di poter contare su un amico,
competente e tenace. Qui a Capo d’Orlando, volevo dire Varese, lapsus freudiano, avrò bisogno dell’appoggio di Toto Bulgheroni che ho già sentito. E
poi c’è Cecco Vescovi. Dire che
siamo diversi è banale. Sono
ancora più orgoglioso di essere
stato scelto da un ex come me.
Mi sento più collega degli ex
giocatori che degli allenatori».
La squadra Sotto contratto
c’è solo Polonara, De Nicolao
MERCATO
Goss ritrova Recalcati a Venezia
(m.c.) Venezia mette il primo tassella alla squadra che sarà
guidata da Carlo Recalcati con Phil Goss. Ieri mattina lo aveva
anticipato lo stesso giocatore su Facebook, salutando Roma e i tifosi.
Alla Reyer, Goss ritrova Recalcati, già suo allenatore a Varese.
AZZURRE Dopo la vittoria con l’Estonia e la sconfitta in Portogallo, la
Nazionale femminile oggi alle 19.30 è in campo a Riga, con la Lettonia
ancora imbattuta nelle qualificazioni all’Europeo. Classifica: Lettonia 20, Portogallo, Italia 1-1; Estonia 0-2.
SPAGNA (pe.m.) Oggi Valencia ha uno storico match ball in casa per
conquistare la finale dopo la rimonta da 0-2 a 2-2 col Barcellona
(gara-4: 81-63 fuori casa). Il Real è già in finale dopo il 3-1 con Malaga.
ha esercitato l’uscita prevista.
«Faremo scelte oculate e riflessive, non avendo un budget
spropositato. Siamo al punto
zero, vorrei costruire con Vescovi e Giofrè in totale libertà,
come a Capo d’Orlando. La filosofia è: giocatori che conoscano la pallacanestro e che stiano bene insieme. Con una forte identità. Dovremmo vivere
la responsabilità di aver scelto
ogni persona. Questo ti porta
ad amarli. Niente Formentera.
Da oggi mi chiudo in ufficio a
lavorare. Voglio dieci giocatori
che siano come figli. Sarete
stupiti di quanto lavorerò. Non
è eroismo, ho il vantaggio che
mi piace».
I giocatori «Gli italiani danno
valore aggiunto. Mi piacerebbe
costruire giovani che possano
vivere quello che ho provato io.
Il mio obiettivo da allenatore è
vedere l’emozione dei giocatori. Sono fatto così. O alleno così
o smetto. Lo scorso anno ho
giocato a ping pong nell’intervallo di una partita. Non voglio
smorzare i toni, dobbiamo godercela. Mi metto un po’ di
pressione. Per vincere lo scudetto 1999, dissi di aver venduto l’anima al diavolo. L’ho ricercato e mi ha detto che dopo
l’anima posso vendere solo il
bip (sì, proprio quello, ndr).
Accordo fatto: scudetto a Varese, prima o poi, e Capo d’Orlando ripescata».
Il gioco «Farò il 4-3-3. Come
tecnico vado dietro ai giocatori
per esaltarne le caratteristiche.
In difesa sono esigente. Lì non
basta il talento, ci vuole spirito
e organizzazione. Presuntuosamente so di aver cambiato il
basket da giocatore, lo farò da
allenatore. Sono sempre io.
Dovrò fare il Pozzecco, lo so.
Non farò passaggi dietro la
schiena, anche se mi piacerebbe. Sono lo stesso pirla che arrivò qui nel 1994 con la felpa
arancione. Questa giacca è in
prestito. Grazie, solo aver vissuto una giornata così è sufficiente (ultimo sorso d’acqua)».
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Gara-2
San AntonioMiami 96-98
(Parker 21;
James 35).
S
Gara-3
Miami-San
Antonio 92-111
(Wade, James
22; Leonard
29).
S
Gara-4
Miami-San
Antonio 86-107
(James 28;
Leonard 20).
S
Gara-5
Stanotte alle 2
(Diretta
SkySport 2)
San AntonioMiami.
S
Ev. Gara-6
Martedì
Miami-San
Antonio.
S
Ev. Gara-7
Venerdì 20
San AntonioMiami.
la grande attesa
Beli: «Sono carico»
Oggi in gara-5 gli Spurs possono vincere il 5o titolo
Nba. L’azzurro: «Difficile spiegare cosa provo»
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO ORIANI
SAN ANTONIO
Milleottocentocinquanta km in linea d’aria ma è come se fossero 1850 milioni.
Due pianeti diversi. Passeggiando per Ocean Drive o Lincoln Road, nel cuore di South
Beach a Miami, trovi locale
dopo locale gremiti di tifosi incollati ai maxischermi, non a
seguire gli Heat ma il Mondiale di calcio. Una Babele di lingue, bandiere, cori, inni. Delle
finali Nba nemmeno una traccia. Nel profondo Sud del
Texas l’esatto opposto. Un’auto su cinque è decorata coi colori o i simboli degli Spurs, sul
Riverwalk non puoi non renderti conto dell’atmosfera di
grande attesa che sta vivendo
San Antonio, coi suoi Speroni
a una vittoria dal quinto titolo
Nba. L’orgoglio di una città famosa solo per l’Alamo, che
non ha un’università con
squadre di livello, o altri team
professionistici. Niente football, niente baseball, niente
hockey, nemmeno calcio.
Belinelli Marco Belinelli freme, non sta nella pelle. Lo
noti subito, anche se le parole sono quelle giuste.
Calma e sangue freddo. Ma come fai?
Come puoi non
pensarci, non andare là col pensiero, al sogno di
un bambino magrolino da San Giovanni in Persiceto,
non New York, col poster di Michael Jordan
appeso nella cameretta,
che però con quella palla a
spicchi ci sapeva fare eccome e può alzare il trofeo proprio come il suo
idolo dell’infanzia? «E’
difficile esprimere con le
parole quello che sto provando dentro — spiega
Marco dopo la seduta
matutina d’allenamento, fatta più che altro di
tanto video — Sono carico, ho tanta voglia di
vincere, ma il segreto
è restare concentrati
sino all’ultimo secondo di gara-5, calmi,
mantenere la stessa
routine di sempre.
Scaramanzie non ne
ho, ma meglio non
sentir parlare di parata sul Riverwalk o di
cosa potrà succedere
domani sera». Chi meglio di Gregg Popovich
per non lasciar che la
S
Marco Belinelli,
28 anni, ha già
scritto la storia
del nostro basket
diventando il
primo italiano in
finale. E’ a una
vittoria dal
diventare il primo
campione Nba
ACTION IMAGES
squadra, soprattutto i più giovani e inesperti, si lasci prendere dalla frenesia? «Vero —
concorda Beli —. E’ la mia prima finale, ma guardo molto
come si comportano gli altri,
imparo da loro. Questa è una
grande organizzazione che sa
come si vince e come ci si comporta in questi frangenti. Dobbiamo restare umili sino alla
fine».
Emozioni Ma come fai? Alle
emozioni non si comanda.
Quando il cuore batte pensando al traguardo che è lì, puoi
solo guardare avanti, restando attento a non inciampare.
«Non dovremo avere fretta —
prosegue l’azzurro —. Tenere
a bada la voglia di vincere, fare le scelte giuste, passarci la
palla, aiutarci in difesa». In
soldoni, giocare da Spurs.
Marco non ha mai mollato,
anche quando c’era chi gli diceva di lasciar stare, di smetterla di fare il comprimario tra
i grandi, di tornare a recitar
da stella in Europa. Mai e
poi mai. «La tenacia ha contato tantissimo per arrivare sin qui — conferma il
diretto interessato —.
Come le critiche che mi
hanno dato un motivo
in più per migliorarmi
e dimostrare che erano sbagliate. Ma anche l’affetto dei cari
che mi ha dato fiducia. Una somma di
cose che ora non
riesco a descrivere
ma che mi hanno
portato ad essere
questo giocatore e
ad avere questo carattere». Poche ore
al sogno, LeBron
permettendo. Vissute
davanti alla tv «a tifare azzurri. Poi una cena tranquilla in casa,
quattro chiacchiere
con pochi amici, per
non aver troppa gente
attorno e restare concentrato. In mattinata
seduta di tiro e poi al
palazzo alla solita ora».
Voti in caso di vittoria?
«No, anche se qualcosa
ho in mente, ma per ora
non lo dico. Prima voglio vincere». Si spengono i microfoni, si allontanano i media.
Marco sorride, saluta e se ne va. Ad inseguire un sogno, il
suo sogno, meravogliosamente vicino
a diventare realtà.
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HOCKEY GHIACCIO BATTUTI I RANGERS IN GARA-5
Kings campioni Nhl per le seconda volta in 3 anni
Williams con la Stanley Cup REU
Los Angeles, per la seconda volta nella storia
e nelle ultime tre stagioni, è campione Nhl. In gara5 della serie per la Stanley Cup contro i New York
Rangers, i Kings si sono imposti in casa 3-2 al
secondo supplementare, chiudendo così il conto
sul 4-1. Di Alec Martinez, di rimbalzo, il gol decisivo.
Justin Williams è l’mvp.
Los Angeles-NY Rangers 3-2 2 t.s. (1-0, 0-2, 10; 0-0; 1-0). Marcatori: p.t. 6’04” J. Williams (L); s.t.
15’37” Kreider s.n. (N), 19’30” Boyle i.n. (N); t.t. 7’56”
Gaborik s.n. (L); 2 t.s. 14’43” Martinez (L).
48
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
NUOTO SETTECOLLI A ROMA
Capolavoro
Zofkova
Una prova
di Fede
Carlotta vince i 100 dorso in
1’00”44 e scavalca Pellegrini
Bravi Toniato e la Pirozzi
La Sjoestroem
vola e la Ferrajoli
stupisce
Carlotta Zofkova, 21 anni, da due stagioni a Verona per seguire il coach Tamas Gyertyanffy DEEPBLUEMEDIA
po aver cambiato aria lasciando Imola due stagioni fa per Verona e seguire il coach ungherese Tamas Gyertyanffy. Una
dorsista spilungona, che di
spalle pare un’americana e a 21
anni può cominciare a pensare
di potersela giocare con Arianna Barbieri per infrangere il
muro del minuto e diventare
competitiva a livello internazionale. «Devo imparare tanto,
soprattutto partenza e subacquea, e spero tanto nel nuovo
blocco di partenza dal 2015 visto che sono lenta» racconta
dopo aver abbracciato a lungo
il suo mentore ed aver raccolto
il bacio in acqua da Federica,
attesa oggi nei 200 dorso e soddisfatta di questo crono di passaggio: «Sono contenta per
Carlotta: c’è tempo per le mie
vere gare, un podio fa sempre
piacere». E sfilarlo a Katinka
Hosszu, ancora di più.
STEFANO ARCOBELLI
ROMA
Tre squilli d’Italia, nel
Settecolli condizionato dalla
pioggia. E due pass europei:
perché il terzo era già da aprile
nelle braccia di Stefania Pirozzi, di mamma slovena. Carlotta
Zofkova ha invece la mamma di
Praga e compie l’impresa di
prestigio nei 100 dorso battendo la ceca Baumartova e Federica Pellegrini, alla quale sfila il
2° crono italiano all time in
1’00”44. Un capolavoro per
questa spilungona di 185 centimetri e di 80 chili che avrebbe
fato la fortuna di una squadra
di basket, ma che è finita in piscina grazie al fratello pallanotista. «Ho una storia complicata» e non solo perché non ha
mai conosciuto il padre (francese): perché è diventata dorsista dal 2009 dopo aver provato
la rana, i misti, il delfino, e do-
la guida
Federica Pellegrini (in alto), 25 anni,
e Stefania Pirozzi, 20 DEEPBLUEMEDIA
Scatenata Non ditelo alla Pi-
ATLETICA DIAMOND LEAGUE A NEW YORK
Il volo di Bondarenko
E’ record europeo
nell’alto: 2.42
E’ davvero l’anno del salto in alto con due grandi come
Barshim e Bondarenko, ogli loro gara è un estratto di talento
con mani, pardon misure, da
giocatori di poker. Per ora crolla il record europeo grazie a
Bondarenko che con 2.42 ha
eguagliato il Sjoeberg del 1987
a 2.42. Ma la sesta prova della
Diamond League nello stadio
Incahn di New York ha pure regalato altre gare di valore, come i 200 dove Warren Weir ha
vinto con un leggero controvento in 19”82. Ha deluso invece Johan Blake sui 100 metri:
inb partenza ha perso due appoggi, ma non sarebbe stato un
problema per il Blake di due
stagioni fa. Ma non ha ancora
quella accelerazione ed ha annaspato alle spalle di Nesta
Carter che ha vinto in 10”09
per chiudere secondo in 10”21.
E’ invece tornato alla vittoria
David Rudisha sugli 800 con
un 1’44” degno di lui.
Novità Ma il meeting statunitense ha regalato anche delle
novità, come nei 400 dominati
come al solito da LaShawn
Merritt (44”19), dove ha stupito il ventunenne sudafricano
Wayde Van Niekerk, secondo
in 44”38 ed i 1500 dove alle
spalle della Aregawi (4’00”13)
si è piazzata la 17enne etiope
Dawit Seyaum in 4’00”66.
Grande gara è stata pure quella
dell’asta femminile che ha vi-
Weir 19”82 nei 200
Carter vince i 100
Battuto Blake
sto prevalere una delle migliori
Fabiana Murer delle ultime
stagioni. La brasiliana ha vinto
con 4.80, misura superata al
primo tentativo davanti alla
statunitense Suhr e alla cubana Silva che si sono fermate a
4.70. Miglior prestazione mondiale stagionale anche per la
tedesca Lida Stahl nel givallotto (67.32) e per il portoricano
Culson nel 400 hs (48”03).
Non male i due azzurri presenti. Margherita Magnani con
una prova coraggiosa nei 3000
vinti da Mercy Cherono
(8’39”84) ha migliorato il personale di 3 secondi chiudendo
in 8’57”42. Nell’alto Marco
Fassinotti si è fermato a 2.25.
pa. m
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vogliamo bene», e adesso il padovano di Cittadella, un torello
biondo e potente sta gettando
la maschera: è ambizioso e a
parte la passione milanista
condivisa, punta a sfilare a
Scozzoli il record italiano di
27”17: «E vorrebbe dire prendere la medaglia a Berlino».
Con il sole al mattino, il veneto
s’era preso il pass grazie al
27”25 (terzo tempo italiano di
sempre e quinto mondiale stagionale).
Che Ruta Nella stessa gara in
rosa, Ruta Meilutyte ha fato
tremare il suo record mondiale
di 29”48: la lituana ha toccato
in 29”90, una delle gemme cronometriche di ieri con il 53”19
della svedese Sarah Sjostroem.
Nei 200 sl, il tedesco Biedermann si lascia dietro Lestingi,
che a sua volta lascia sotto il podio Magnini: ma nella 4x200 i
giochi sono ancora aperti...
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RUGBY SECONDO TEST DEL TOUR ESTIVO
i risultati
Bohdan Bondarenko, 24 anni AFP
rozzi, mai prima nei 400 misti a
livello internazionale e capace
di una prova alla Hosszu, sempre in testa con in delfino da
1’03”24, un dorso da 1’10”14,
una rana da 1’20”94 e il crawl
da 1’03”77 per un 4’38”06 assai
indicativo in proiezione Berlino. Alle selezioni europee di
Riccione, la beneventana aveva
nuotato in 4’36”75, crono che
resiste al quinto posto delle liste continentali e che pare rafforzarsi come la fiducia che
cresce: «La medaglia nei 400
misti? Meglio non pensarci, a
Berlino mi gico due carte con i
200 delfino...i 400 misti mi
hanno rivelato proprio qui nel
2011, ho onorato quel momento e adesso sono cresciuta, sono
più tranquilla e meno frenetica». Fa parte del «settebello»
delle corsie guidato da Stefano
Morini, così come Andrea Toniato fa parte del gruppo veronese di Tamas, insieme alla Zofkova: «Ci alleniamo bene e ci
RISULTATI (2a g., 50 m). Finali. Uomini 200 sl: 1. Biedermann (Ger) 1’47”50; 2.
Kozma (Ung) 1’47”78; 3. Lestingi
1’48”62; 4. Magnini 1’48”86; 8. Di Fabio
(‘96) 1’50”71.
100 dorso: 1. Glanja (Ger) 54”88; 2. Sabbioni 54”96; 3. Ciccarese 55”08.
50 rana: 1. Toniato 27”46 (b. 27”25, 3° t.
ital. alltime); 2. Zorzi (Saf) 27”58; 3. Titenis (Lit); 6. Scozzoli 28”24 (b. 27”82).
200 farf.: 1. Pulai (Ung) 1’58”27; 2. Pelizzari 1’58”32; 3. Pavone 1’59”21; 4. Cosentino 1’59”40.
400 mx: 1. Turrini 4’18”00 (59”74,
2’04”56, 3’18”48); 2. Marin 4’20”27
(1’00”93, 2’06”26, 3’19”77); 3. Velluti
4’23”65.
Donne - 100 sl: 1. Sjoestroem (Sv) 53”19;
2. Heemskerk (Ola) 53”50; 3. Kromowidjojo (Ola) 53”86; 6. Ferraioli
55”06 (3° t. ital. alltime).
100 dorso: 1. Zofkova 1’00”44 (29”78, 2°
t. ital.alltime); 2. Baumartova (R.Cec)
1’00”58; 3. Pellegrini 1’00”94 (29”73); 4.
Hosszu (Ung) 1’01”05; 6. Barbieri
1’01”54;
50 rana: 1. Meilutyte (Lit) 29”90; 2.
Johansson (Sve) 30”56; 3. Nijhuis (Ola)
31”08; 4. Castiglioni e Guzzetti (b. 31”71)
31”84; 6. Carraro 31”97 (b.31”65).
200 far.: 1. Hosszu (Ung) 2’07”53; 2. Szilagyi (Ung) 2’09”23; 3. Van Berkel (Svi)
2’10”44; 5. Polieri 2’13”32.
400 mx: 1. Pirozzi 4’38”06 (1’03”24,
2’13”38, 3’34”28); 2. Hosszu (Ung)
4’43”64; 3. Trombetti 4’43”82 (p. eg.); 7.
Franceschi (‘99) 4’48”31.
Batterie - Uomini, 1500 sl: 1. Detti
15’15”71; 2. Gyurta (Ung) 15’19”24; 3.
Paltrinieri 15’21”13. Donne, 800 sl: 1.
Ponselè 8’39”00; 2. Kapas (Ung)
8’39”49; 3. De Memme 8’47”49; 4. Caramignoli 8’48”36.
OGGI (batt. ore 9, finali 17, dir. Rai Sport
2): 800 sl D, 200 dorso (Pellegrini), 50
farf., 200 rana, 100 sl U (Magnini, Dotto,
Orsi), 200 sl D, 1500 sl U, 200 mx.
PROGETTO GIOVANI Con lo slogan «il
prossimo sarai tu» e tutor come Rosolino, Paltrinieri e Fissneider, Arena e Fin
hanno presentato il progetto «Swim
your best» che permetterà di scoprire
nuovi talenti. In 12 mesi saranno selezionati dai ct Butini e Bolognani 6 giovani delle categorie ragazzi, juniores e
cadetti. I migliori 2 entreranno nell’elite
team seguito nei centri federali.
UOMINI 100 (-1.9): 1. Carter (Giam)
10”09; 2. Blake 10”21
200 (-0.2): 1. Weir (Giam) 19”82; 2.
Ashmeade (Giam) 19”95; 3. Edwards (Pan) 20”06.
400. A: 1. Merritt Usa) 44”19; 2. Van
Niekerk (S.Af) 44”38; 3. Brown
(Bah) 44”61. B: Bingham (Gb) 45”13.
800:
400 hs: 1. Culson (P.Rico) 48”03; 2.
Tisley (Usa) 48”56; 3. Fredericks
(S.Af) 48”53.
Lungo: 1. Henderson (Usa) 8.33
(+1.6); 2. Taylor (Usa) 8.06 (+2.2); 3.
Samaai (S.Af) 8.00 (+3.7).
Disco: 1. Harting (Ger) 68.24; 2. Malachowski (Pol) 65.45; 3. Hadadi
(Iran) 65.23.
DONNE 100:
400: 1. McCorory (Usa) 50”15; 2.
McPherson (Giam) 51”20; 3. Le Roy
(Giam) 51”49.
800: Goule (Giam) 2’00”28.
1500: 1. Aregawi (Sve) 4’00”13; 2.
Seyaum (Eti) 4’00”66; 3. Simpson
(Usa) 4’02”54; 4. Rowbury (Usa)
4’03”36.
3000: 1. M. Cherono 8’39”84; 2. Saina (Ken) 8’40”65; 14. MAGNANI
8’57”42.
3000 sp: 1. Assefa (Eti) 9’18”58; 2. P.
Kirui (Ken) 9’23”43; 3. L. Chepkurui
(Ken) 9’27”42.
100 hs (-2.1): 1. Harrison (Usa) 12”62;
2. Harper (Usa) 12”63; 3. Jones
(Usa) 12”77.
Asta: 1. Murer (Bra) 4.80; 2. Suhr
(Usa) 4.70; 3. Silva (Cuba) 4.70.
Triplo: 1. K. Williams 14.31 (+2.1); 2.
Pyatykh (Rus) 14.19 (+0.6); 3. Urrutia (Col) 14.13 (+2.6).
Peso: 1. Adams (N.Zel) 19.68; 2.
Carter (Usa) 19.51.
Giavellotto: 1. Stahl (Ger) 67.32; 2.
Mitchell (Aus) 66.08; 3. Palameika
(Lit) 64.86;.
L’Italia è sprofondata
Battuta 15-0 da Samoa
Ottava sconfitta di fila
ANDREA BUONGIOVANNI
Il più deluso è probabilmente Marco Bortolami. L’ex
capitano, in campo gli ultimi 9’,
firma il record di presenze in
azzurro (106) scavalcando
Sergio Parisse e Martin Castrogiovanni, ma lo fa in uno dei
giorni più tristi della storia della Nazionale. L’Italia, nell’afa di
Apia, nel secondo dei tre test
del tour, perde contro Samoa
15-0: l’ottava sconfitta consecutiva, dodicesima nelle ultime tredici partite. Era da sei
anni che non concludeva senza
punti (dal 26-0 dal Sudafrica a
Città del Capo il l 21 giugno
2008) e, rispetto al k.o. di otto
giorni fa contro le Figi, smarrisce anche l’unica certezza: la
mischia. Gli avanti di casa dettano legge e a decidere sono 5
piazzati (tre nel primo tempo,
due nel secondo) di Tusi Pisi su
7 tentativi, a fronte di due errori tricolori (uno di Garcia, da
metà campo e uno di Allan, da
facile posizione). A complicare
la situazione un giallo a Mauro
Bergamasco al 36’. Vero è che
attualmente Samoa precede
l’Italia di cinque posti nel
ranking (9° a 14°), ma dagli azzurri c’era da attendersi ben altra reazione. Poco festoso, così,
il primo cap di Chistolini (dal
53’ per Cittadini). Sabato, a Tokyo, ultima sfida del trittico,
col Giappone.
Taccuino
A DUNEDIN
All Blacks a fatica
Altra vittoria sofferta della
Nuova Zelanda sull’Inghilterra (2827): ospiti avanti all’intervallo (10-6),
poi reazione All Blacks con mete di
Nonu, Savea e Ben Smith, il migliore
in campo.
A MELBOURNE
Ancora Australia
Sesto successo consecutivo
dell’Australia (non succedeva dal
2005) e secondo contro la Francia
(6-0): per i Wallabies, dopo i 50 punti della scorsa settimana, solo due
c.p. di Foley e White.
A DURBAN
Sudafrica facile
Biagi e Chistolini in azione FORTI
SAMOA-ITALIA
15-0
MARCATORI: p.t. 10’ , 24’ e 30’ c.p. T. Pisi; s.t. 7’ e 29’ c.p. T. Pisi.
SAMOA: Autagavaia; Otto (31’ s.t. Leota), G. Pisi, Leiua, Lemi (cap.); T. Pisi,
Fotualii (31’ s.t. Afemai); Thompson (15’
s.t. Faasavalu), Lam, Treviranus; Leo,
Lemalu (23’ s.t. Faasalele); J. Johnston
(15’ s.t. C. Johnston), Paulo (15’ s.t.
Avei), L. Mulipola (31’ s.t. Taulafo). All.
Betham.
ITALIA: McLean; Esposito, Masi, Garcia
(37’ s.t. Iannone), Venditti; Allan (28’ s.t.
Orquera); Tebaldi (32’ s.t. Palazzani);
Barbieri (28’ s.t. Vosawai), Ma. Bergamasco, Furno; Biagi (31’ s.t. Bortolami),
Geldenhuys (cap.); Cittadini (13’ s.t.
Chistolini), Ghiraldini (21’ s.t. Manici), Al.
De Marchi (13’ s.t. Aguero). All. Brunel.
ARBITRO: Clancy (Irlanda).
NOTE: p.t. 9-0. Spettatori 7000. Giallo:
36’ p.t. Ma. Bergamasco. Calci: T. Pisi 5
su 7 (15 punti); Garcia 0 su 1, Allan 0 su
1.
Cinque mete (a una) con doppietta di Habana nei primi 20’, 14
punti al piede per Steyn e tutto facile per gli Springboks col Galles (giallo Roberts al 12’): 38-16 (28-9).
ALTRI
Irlanda ok in trasferta
A Tucuman: Argentina-Irlanda 17-23. A Lautoka: Figi-Tonga 4517. Nella notte italiana: CanadaScozia 17-19; Stati Uniti-Giappone
(a Carson).
TBLISI CUP
Emergenti k.o.
Disco rosso per l’Italia Emergenti nell’esordio della Tblisi Cup, in
Georgia: gli azzurro di Andrea Cavinato sono stati sconfitti 45-20 (910) dell’Argentina Jaguars, 6 mete a
2 (di Ragusi e Visentin). Altra: Georgia-Spagna 23-13.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
SCHERMA EUROPEI A STRASBURGO
Stasera
in Polonia
Nazionale
giovane
Elisa Di
Francisca,
31 anni, esulta
dopo il
successo
sulla Russia
BIZZI
Fioretto e
sciabola: l’Italia
è sempre d’oro
Battuta due volte la Russia di una stoccata
Incredibile rimonta della Di Francisca: 7-0
C’è un’Italia con le spalle
al muro che sa rimontare e vincere. Messaggio all’Europa a
cura di Elisa Di Francisca e del
Dream team, con la replica urlata da Luigi Samele e dagli
sciabolatori. Una doppietta
d’oro chiude gli Europei di
Strasburgo con la duecentesima medaglia azzurra nella rassegna continentale e con la
stessa trama: in finale sia per
le fiorettiste che per gli sciabolatori c’è la solita Russia, in tutti e due i casi a risolvere è stata
una rimonta strappacuore.
Di Francisca show La corsa
del Dream team verso la finale
è stata al solito senza limiti di
velocità: la miseria di 16 stoccate lasciate alla Romania nei
quarti, non molte di più (23)
cedute alla Polonia in semifinale. Solo una conferma dopo
il triplete nella gara individuale (Di Francisca oro, Batini
d’argento e Vezzali di bronzo),
solo un cammino mai interrotto in questa stagione coronata
da cinque successi su cinque in
Coppa del Mondo a squadre,
sette su otto in quella individuale. «Da dopo Londra 2012,
quando sono diventato c.t., le
ho viste perdere solo una volta
nella tappa di Coppa a Shanghai l’anno scorso — confida
Andrea Cipressa —, quando la
Russia è arrivata a una stoccata dal successo ho pensato che
prima o poi doveva capitare.
Prima dell’ennesima lezione di
queste ragazze: si perde solo
quando l’avversario arriva a
45». E’ accaduto l’impensabile
sulla pedana di Strasburgo, la
Di Francisca è salita in pedana
sotto 38-40, ha accusato quattro stoccate di fila fino al 3844. «Poi è come se si fosse girata la chiave — è il suo racconto
— ho pensato: non possiamo
perdere». E ha piazzato un
parziale di 7-0 alla Deriglazo-
va, con ultima stoccata a un secondo dalla fine, che vale il sesto oro europeo consecutivo.
«Queste cose ti fanno capire
che l’Italia c’è, che più i problemi si sono, più noi sappiamo
reagire» è la lezione della Di
Francisca. C’è spazio per
l’esordiente Martina Batini, la
migliore in finale con un +3
fra stoccate date e prese, per
un passaggio di Arianna Errigo, lanciata in pedana solo nel
penultimo assalto della finale
per preservare la mano infortunata, per l’infinita Valentina
Vezzali che porta a 51 il conto
delle medaglie internazionali
(compresi 6 titoli olimpici, 14
mondiali e 12 europei). «Questa è una squadra forte — dice
Valentina —, nei momenti difficili ci siamo. Per me non è
stato facile conciliare tutti gli
impegni tra Parlamento, famiglia e scherma. E da noi c’è una
concorrenza incredibile, sono
felice di questo Europeo. Sono
tornata, un passo alla volta».
Elisa da 38-44 a
45-44: «Più ci
sono i problemi,
più noi sappiamo
reagire»
RISULTATI
Montano ok per i Mondiali
Medagliere: azzurri primi
E’ meno grave di quanto
temuto l’infortunio muscolare
patito da Aldo Montano nella
gara individuale. L’olimpionico di
Atene 2004 dovrà osservare
due o tre settimane di riposo e
poi potrà tornare ad allenarsi.
Scongiurato il rischio di dover
rinunciare ai Mondiali di Kazan
(15-23 luglio). In questa stagione
Montano è tornato al successo
in Coppa del Mondo a Varsavia
(dopo oltre tre anni di digiuno) e
ha riconquistato un posto nella
top ten del ranking mondiale.
Dopo l’infortunio ha dovuto
rinunciare alla prova a squadre.
La prossima edizione degli
Europei si terrà a Montreux (Svi).
RISULTATI Fioretto donne a
squadre. Finale: Italia (Di
Francisca, Errigo, Vezzali, Batini)
b. Russia 45-44.
Finale 3° posto: Francia b.
Polonia 45-38.
49
PALLAVOLO
Chiusura
trionfale
MARISA POLI
LA GAZZETTA SPORTIVA
Semifinali: Italia b. Polonia 4523; Russia b. Francia 45-26.
Quarti: Italia b. Romania 45-16.
Sciabola uomini a squadre. Finale:
Italia (Samele, Occhiuzzi, Berrè,
Miracco) b. Russia 45-44.
Finale 3° posto: Germania b.
Bielorussia 45-35.
Semifinali: Russia b. Bielorussia
45-40; Italia b. Germania 45-44.
Quarti: Italia b. Francia 45-43.
MEDAGLIERE
Nazione
Italia
Russia
Francia
Ungheria
Romania
Svizzera
Ucraina
Gran Bretagna
Spagna
Germania
Grecia
O
4
2
1
1
1
1
1
1
0
0
0
A
3
6
2
0
0
0
0
0
1
0
0
B
3
4
4
1
1
1
1
0
0
2
1
Sciabolatori Non è stato
semplice nemmeno per gli
sciabolatori confermare l’oro
di un anno fa. Non c’era Aldo
Montano, tornato a casa per
Tot
10
12
7
2
2
2
2
1
1
2
1
infortunio, e per tre volte Samele, Berrè, Occhiuzzi e Miracco (riserva richiamata)
hanno visto gli avversari prendere il largo. Sia nei quarti con
la Francia (da 39-42 al 45-43
finale) che in semifinale contro la Germania (da 41-44 al
45-44) a ricucire ci ha pensato
Samele, lucido anche nella finale sulla Russia firmata con
un altro 45-44. «Mi sento un
leone — è la gioia di Samele
—, quando sei in quelle situazioni agisci come un automa,
non capisci quello che sta succedendo, pensi solo che l’avversario non ti deve toccare.
Puoi farlo quando sai di avere
alle spalle una squadra». Conferma Occhiuzzi: «Partire senza Aldo non è facile, ma questo
è un gruppo molto unito, sappiamo di essere forti tutti insieme». Per la soddisfazione
del c.t. Giovanni Sirovich: «Un
altro passo avanti, questi ragazzi è da sei anni che sono lì
davanti, c’è una sana competizione. E c’è il tabù da sfatare
che quando facciamo bene agli
Europei poi non brilliamo ai
Mondiali». Chi fermerà l’Italia
in rimonta?
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200
DOPPIA FESTA PER LA VEZZALI MEDAGLIA NUMERO 51
2
3
1 Le due squadre d’oro posano insieme dopo la premiazione. Da sinistra: Martina Batini, Luigi Samele, Elisa
Di Francisca, Enrico Berrè, Arianna Errigo, Diego Occhiuzzi, Valentina Vezzali (alla 51a medaglia
internazionale) e Luigi Miracco 2 La festa del Dream Team dopo il 45-44 sulla Russia piazzato dalla Di
Francisca. Da sinistra: Errigo, Di Francisca, Batini, Vezzali e il c.t. Andrea Cipressa 3 La festa degli
sciabolatori dopo l’altro 45-44 firmato da Luigi Samele. Da sinistra: Miracco, Occhiuzzi, Berrè e Samele BIZZI
Stessa formazione Tante le
cose di cui rallegrarsi, tra quelle
viste a Katowice. La regia di Baranowicz, per esempio, rientrato in gruppo dopo la licenza per
il matrimonio. O Luigi Randazzo, all’esordio da titolare, con
21 punti (3 muri, 2 ace). Luca
Vettori di punti ne ha messi 23.
Le difficoltà, oltre che all’assetto
(Berruto ha parlato di »confusione»), cosa peraltro giustificabile dalla scarsa amalgama di
questo nuovo gruppo, hanno riguardato la ricezione. Cosa che
ha convinto Berruto a sostituire
Lanza con Maruotti. «Se non
fosse stato per questo fondamentale dove ho sofferto la battuta flottante, sono abbastanza
soddisfatto di come mi sono
espresso», ha detto lo stesso Maruotti. Che ha proseguito: «Peccato. Non dobbiamo mai accontentarci perché questa squadra
può fare grandi cose sia in World League che nel Mondiale che
si giocherà proprio qui in Polonia».
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la guida
Medaglie dell’Italia agli Europei
Con l’oro conquistato ieri dagli sciabolatori l’Italia vince il medagliere e sale
a quota 200 medaglie vinte nella rassegna continentale: il bottino è di 74
ori, 51 argenti e 75 bronzi
1
Giovane Italia parte seconda. Dopo la prima sconfitta,
arrivata nel tiebreak di Katowice
che ha chiuso la settima gara di
questa World League, l’Italia ieri
mattina ha viaggiato. Tre ore di
bus da Katowice a Lodz, dove si
rigioca stasera alla Atlas Arena
(12.000 posti) alle 19.30 (differita dalle 20.30 su Rai Sport 2).
Presumibilmente con la stessa
formazione di partenza che venerdì è stata battuta 15-10 al
quinto set. Quindi: BaranowiczVettori, Piano-Buti, RandazzoLanza e con Giovi libero. Squadra totalmente diversa da quella
dei primi tre fine settimana e
dalle 6 vittorie su Brasile, Iran e
Polonia. L’unico titolare superstite è Matteo Piano.
(a.a.) La Russia di Sergio Busato (2°)
supera in tre set la Bulgaria di Camillo
Placì e Dario Simoni (2°).
L’Argentina di Julio Velasco vince in
Giappone e si riporta sotto alla Francia. È degli Stati Uniti il primo round
con la Serbia.
GIRONE A Polonia-Italia 3-2 si replica
oggi (19.30 in differita su Raisport
20.30) a Lodz; a Tehran Iran-Brasile
3-2. Classifica: Italia 19; Iran, Brasile
6; Polonia 5.
GIRONE B A Chicago Stati Uniti-Serbia 3-0 (30-28, 25-20, 25-16), a Surgut Russia-Bulgaria 3-0 (25-18, 2522, 25-15). Classifica: Stati Uniti 13;
Serbia 10; Russia 5; Bulgaria 2.
GIRONE C A Vancouver Canada-Belgio 3-0 (25-15, 25-21, 25-21), a Tampere Finlandia-Australia 1-3 (16-25, 2125, 26-24, 27-29). Classifica: Canada,
Belgio 10; Australia 6; Finlandia 4.
GIRONE D A Rouen e Tolosa FranciaGermania 1-3, a Komaki Giappone-Argentina 0-3 (21-25, 20-25, 15-25).
Classifica: Francia 17; Argentina 14;
Germania 10; Giappone 1.
GIRONE E A Chomutov Rep.CecaOlanda 2-3, 1-3 (21-25, 15-25, 26-24,
13-25); a Ulsan Sud Corea-Portogallo
1-3 (21-25, 18-25, 25-15, 20-25). Classifica: Olanda 11; Portogallo 9;
Rep.Ceca 8; Sud Corea 5.
FORMULA Alla finale a sei di Firenze si
qualificano, oltre l’Italia, le prime due
dei gironi A e B e la vincitrice della finale di Sydney.
PUNTI Il punteggio è come quello del
campionato italiano: 3 punti per la vittoria 3-0 e 3-1, 3 per il 3-2 e 1 per il 2-3.
MONTEPREMI in palio 4.3 milioni di dollari.
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LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
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TUTTENOTIZIE & RISULTATI
EQUITAZIONE
PALLANUOTO LE CAMPIONESSE D’EUROPA A CACCIA DELL’UNICO TITOLO CHE MANCA
World League, ancora Setterosa!
Battuta la Cina, finale con gli Usa
Sotto di due gol
a metà partita
le azzurre
sorpassano
nel terzo tempo
CINA-ITALIA 8-9
(3-3, 3-1, 0-4, 2-1)
Cina: Yang Jun, Li Shu Jin, Liu Ping,
Xion Dunhan, Sun Yating 1, Sun Yu Jun
3, Song Dong Lun 1, Zhang Cong 2,
Zhao Zi Han, Tian Jia Ning 1, Wang Xin
Yan, Niu Guannan, Peng Lin. All. Azevedo. Italia: Gorlero, Radicchi 1, Garibotti 1, Queirolo 2, Motta, Aiello, Di Mario 1, Bianconi 2, Emmolo 2, Palmieri,
Cotti, Frassinetti, Teani. All. Conti. Arbitri: Koganov (Aze) e Toffoli (Bra). Note: sup. num. Cina 7 (3 gol), Italia 5 (2).
Spett. 1.000.
KUNSHAN (Cina)
Tra un mese, a Budapest,
il Setterosa non si presenterà
soltanto da campione d’Europa in carica, ma anche con una
medaglia della World League
in tasca. A Kunshan, nella temuta semifinale con la Cina,
le azzurre centrano la quinta
vittoria su cinque: oggi, nella
sfida per l’oro, se la vedranno
con gli Stati Uniti che hanno
conquistato ben sette delle
dieci edizioni e anche qui hanno i favori del pronostico.
IPPICA
PRIX DE NEW YORK
Altalena Già battuta dall’Italia nel girone preliminare
(12-9) e sospinta da un gran
pubblico, la Cina parte con determinazione (6-4 a metà partita) ma poi subisce un break
di 4-0 confezionato da Queirolo (doppietta), Emmolo e
Bianconi. A 1’35” dalla conclusione arriva pure il rassicurante +3 di Radicchi (6-9) e
negli ultimi istanti le cinesi
riescono soltanto a limitare il
passivo.
La gioia Spiega il c.t. Fabio
Conti: «È stata una partita più
complicata di quella del girone per ovvi motivi ambientali
e perché c’era una medaglia in
palio. Le ragazze sono state
brave a saper gestire sia la fatica fisica sia quella mentale.
Naturalmente ci sono diverse
cose ancora da migliorare, per
spuntarla contro le americane
servirà una gara perfetta». Felice il portiere Giulia Gorlero:
«È certamente un buonissimo
allenamento per gli Europei
Budapest sotto tutti i punti di
vista: tattico, caratteriale e di
gruppo. Siamo cresciute molto partita dopo partita e penso
che molte squadre non si
aspettavano un’Italia così
combattiva. Per quanto mi riguarda, so che posso fare mol-
GOLF
US OPEN
DURANTE UNA PROVA DI CONCORSO COMPLETO: AVEVA 25 ANNI
Winter, campione europeo
La caduta da cavallo è fatale
Giulia Gorlero, 23 anni, portiere della squadra azzurra LAPRESSE
to di piu». Aggiunge Elisa
Queirolo: «Sapevamo che non
era una partita facile perché
loro giocavano in casa e che
per vincere dovevamo fare
qualcosa di più, soprattutto
non subire troppe espulsioni.
Secondo me noi siamo un gradino sopra la Cina e lo abbiamo dimostrato due volte in
pochi giorni. Non abbiamo
mai mollato, neanche quando
ci siamo trovate sotto di due
gol col rischio di andare anche
a -3. Sono contenta per come
ho giocato e per come abbiamo interpretato la gara dal-
TENNIS
AD HALLE E QUEEN’S
Napoleon Bar
Molinari tiene: 14°
domina a Enghien Kaymer rallenta
Varennini a 107 GP Oggi gran finale
Federer in finale
affronta Falla
Wawrinka saluta
Il Varennino Napoleon Bar
(P. Vercruysse) ha vinto ieri a
Enghien, alle porte di Parigi, il Prix
de New York (m 2150) in 1.12. Si
tratta del Gran Premio numero
107 per i figli del campionissimo.
Napoleon, allenato da Catello
Savarese, è stato in testa
dall’inizio alla fine di una corsa
dominata davanti al francese
Unprice. Entusiasta Pierre
Vercruysse: «L’entourage di
Napoleon mi aveva detto di
correre con fiducia e io l’ho fatto.
Non ho mai avuto un problema».
Deludente settimo posto invece
per l’altro Varennino Pascià Lest
(E. Bellei), terzo in corda e in crisi
già a metà retta. Per Napoleon
secondo successo in Francia (tre
anni fa aveva vinto una prova del
meeting invernale parigino) e
conferma di una condizione
entusiasmante: un mese fa era
stato secondo nel Lotteria di
Mack Grace Sm, mentre ad aprile
aveva centrato il Costa Azzurra a
Torino. Nel convegno bel
successo dell’italiano Sir Robert
(Santo Mollo) che ha vinto con un
gran finale il Prix d’Hermonville (m
2875).
ANCORA TIMOKO Il Kymi Gran
Prix (m 2100) di ieri a Kouvola, in
Finlandia, è stato vinto in 1.13 dal
francese Timoko (B. Goop) che
aveva già conquistato 15 giorni fa
l’Elitlopp. Secondo Commander
Crowe. La nostra Prussia (P.
Gubellini) ha rotto
Roger Federer, batte il
giapponese Nishikori e arriva in
finale sull’erba di Halle (Ger,
809.000 euro). Lo svizzero
campione uscente trova il
colombiano Alejandro Falla,
numero 69 al mondo, che in
semifinale ha piegato il
tedesco Philipp Kohlschreiber,
vincitore nel 2011, che
nel primo turno aveva eliminato
Andreas Seppi. Per Federer sarà
la nona finale in questo torneo e
la numero 118 in carriera. Per
l’altro svizzero, numero 3 al
mondo campione dell’Australian
Open Stanislas Wawrinka, la
finale è invece sfumata al
Queen’s (Gb, 809.000 euro, erba).
per mano del bulgaro Grigor
Dimitrov che affronta oggi
Feliciano Lopez Feliciano Lopez,
numero 29 del ranking, vincente
nell’altra semifinale, per
7-6 (7) 6-4, sul Radek Stepanek,
n. 42, che, contro il
pronostico, aveva eliminato nel
terzo turno lo scozzese Andy
Murray, numero 5 al mondo e
campione in carica al Queen’s.
PINEHURST (Usa) (m.l.p.)
Nel giorno in cui anche il fenomeno
Martin Kaymer soccombe alla
dura legge di Pinehurst n.2,
chiudendo il 3° a giro a +2, dopo
che aveva firmato un doppio -5, il
72 di Francesco Molinari (+2) vale
oro. L’unico italiano rimasto in gara
ha mantenuto la 14ma posizione
nello Us Open a +2 , tenendo viva
la candidatura a un piazzamento
importante. Nel suo score 3 birdie
a fronte di 5 bogey. In testa
Kaymer ha visto assottigliarsi il
vantaggio accumulato nelle prime
due giornate: ora il distacco è di 5
colpi. La marcia trionfale ha
lasciato spazio a un finale che può
ancora riservare sorprese. Il
tedesco che guida a -7 (65 65 73)
deve vedersela soprattutto con
due americani: Rickie Fowler e il
sorprendente Erik Compton, gli
unici sotto par nella terza
giornata: -3 per il giro e per il
totale. Quella di Compton è una
storia esemplare: ha 34 anni sta
vivendo il sogno più grande della
sua carriera avendo vinto
abbondantemente la sfida con la
vita, lui che gioca ad altissimi livelli
pur avendo subito due trapianti di
cuore per una malformazione
congenita. Dietro il terzetto di
testa due marpioni del calibro di
Henrik Stenson e Dustin Johnson:
Entrambi viaggiano in quarta
posizione a -2. Sei soli giocatori
sono sotto par. Oggi gran finale
dove tutto può succedere.
Halle, semifinali: Federer (Svi) b.
Nishikori (Giap) 6-3 7-6 (4); Falla (Col)
b. Kohlschreiber (Ger) 5-7 7-6 (5) 6-4.
Queen’s semifinali: F. Lopez (Spa) b.
Stepanek (R.Cec) 7-6(7) 6-4; Dimitrov
(Bul) b. Wawrinka (Svi) 6-2 6-4.
DONNE SULL’ERBA Semifinali a
Brimingham (Gb 184.000 euro)
Strycova (R.Cec) b. Dellacqua (Aus)
7-6(5) 6-1; Ivanovic (Ser) b. Zhang
(Cina) 6-2 6-2.
l’inizio alla fine». Nella World
League, il Setterosa non è mai
andato al di là dell’argento
(2006 e 2011).
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Semifinali: Usa-Australia 13-4. Per il
5-8° posto: Spagna-Russia 19-6, Canada-Brasile 8-5.
Oggi: finale 7° posto Russia-Brasile, 5°
posto Spagna-Canada, 3° posto CinaAustralia, 1° posto Italia-Usa (7.30 italiane).
In A-2 Definite le finali per la promozione in A-1 maschile, al via sabato: il Civitavecchia sfiderà la Roma Vis Nova,
la Sport Management che gioca a
Monza se la vedrà con l’Ortigia.
ATLETICA
LO JUNIOR BROMMELL
MONDIALE 100: 9”97
(si.g.) A Eugene (Usa), nei campionati Ncaa,
il 18enne Trayvon Bromell ha vinto venerdì
la finale dei 100 in 9”97, primato mondiale juniores. Questo talento della Baylor University aveva eguagliato il record di 10”01 di
Darrel Brown (Tri) il 29 marzo ad Austin, e
poi era sceso sotto il limite in due occasioni
ma con troppo vento a favore. Sarà la stella
dei prossimi Mondiali u.20 a Eugene a fine
luglio. Uomini. 100 (+1.8): Bromell 9”97; Locke 10”02; Brown (Can) 10”07; Walker 10”13.
400: Lendore (Tri) 45”02; Berry 45”07;
Norwood 45”45. 5000: Lalang (Ken)
13’18”36. 400 hs: Ukaoma 49”23. Alto: McBride 2.28. Donne. 100 (-3.4): Burchell
(Giam) 11”25. 400: Okolo 50”23; Francis
50”59. 800: Roesler 2’01”22. 3000 sp:
O’Connor 9’46”43. 400 hs: Little (’95) 55”07;
Harrison 55”55.
PISTA ITALIA (si.g.) Nel meeting di Ginevra
buone notizie da Fabio Cerutti, 1° nei 100 in
10”46, e Elena Bonfanti, 52”95 nei 400. Uomini. 100 (+0.1): Cerutti 10”46; Ferraro 10”51
(b. 10”44 (+2.4). 200. III (+0.4): 2. Squillace
21”11. 400. IV: 4. Galletti 47”26; 5. Severi
47”56. 400 hs. IV: 3. Vergani 52”40. Triplo:
Schembri 16.36 (+1.9). Giavellotto: Bertolini
73.34. Donne. 100. III (+1.1): 2. Giannotti
11”74. 200. II (+1.6): 3. G. Arcioni 24”03; 6.
D’Angelo 24”27. 400. I: 4. Bonfanti 52”95. II:
3. Spacca 53”18. 100 hs. II (-0.2): 2. Balduchelli 13”48. 400 hs: 7. Doveri 59”09. Alto: 4.
Mannucci 1.78. Asta: 2. Benecchi 4.25. Triplo: Cucchi 13.07 (+1.4). A Goteborg (Sve).
Donne.200 (+4.0): 2. Amidei 23”39. A Rieti.
Uomini. 400: Galvan 46”73.
MARATONETI AZZURRI (m.m.) Buona
parte della squadra azzurra di maratona in
raduno al Sestriere sarà in gara oggi sui
10km a Telesia (Bn). In campo maschile correranno Meucci, Goffi, Curzi e Scaini contro
gli ugandesi Boniface Kiprop e Moses Kibet.
Fra le donne Incerti, Console, Toniolo, Quaglia, Inglese, Maraoui e Soufyane.
BASEBALL
IBL (m.c.) Così nella 2a fase di Ibl, gara 2.
UnipolSai Bologna-Lino’s Coffee Parma 9-2.
Punti, Parma 011.000.000: 2 (8bv-3e); Bologna 003.020.13x: 9 (14-1). Lanc.: v. Panerati, p. Giovanelli. Gara3. A San Marino-Rimini 5-4. Punti, Rimini 001.000.111: 4 (10-2);
San Marino 010.030.10x: 5 (11-2). Lanc.: v.
Simone, p. Del Bianco, s. Martignoni. Class.:
Bologna 1000 (2-0); San Marino 667 (2-1);
Rimini 333 (1-2); Parma 0 (0-2).
BEACH VOLLEY
LUPO E NICOLAI
IN SEMIFINALE A MOSCA
(c.f.) Gli avieri azzurri Paolo Nicolai e Daniele Lupo hanno raggiunto la final four anche
nel Grande Slam di Mosca (Rus), grazie alle
tre vittorie di ieri nella fase ad eliminazione
diretta: 2-0 Sidorenko-Dyachenko (Ka) e
2-1 ai brasiliani Emanuel-Pedro e BrunoAlison. La prima sfida di oggi è con Seme-
Il cavaliere tedesco
Benjamín Winter, campione
d’Europa nel 2006 nel concorso
completo, è morto ieri in
seguito ad una caduta da
cavallo a Luhmühlen. Winter,
nell’incidente, ha battuto la
testa e le conseguenze del
colpo, secondo gli
organizzatori, sarebbero state
la causa del decesso. «E’ con
dolore e profonda tristezza che
abbiamo appreso della morte
di Benjamin Winter. Le nostre
più sentite condoglianze vanno
alla sua famiglia», hanno detto
gli organizzatori.
Il campione tedesco, 25 anni, è
caduto mentre cercava di
saltare un ostacolo con il suo
cavallo Ispo sul percorso di
6.500 metri di cross-country,
dove partecipava nella prova di
tre giorni, una combinazione di
nov-Krasilnikov (Rus), nell’altra semifinale
di fronte Rosenthal-Dalhausser (Usa) e
Fijalek-Prudel (Pol). Non sono andati oltre al
17° posto Tomatis-Ranghieri, sconfitti 2-0
da Böckermann-Urbatzka (Ger). Nel femminile: Talita-Lima (Bra) c. Liliana-Baquerizo (Spa) e Ross-Walsh (Usa) c MeppelinkVan Iersel (Ola). Non senza rammarico per
Menegatti-Orsi Toth, none, superate 2-1
negli ottavi dalle iberiche dopo essersi imposte 2-1 su Braakman-Van der Vlist (Ola).
17esime Gioria-Giombini, k.o. 2-0 con Wang
Fan-Yue (Cina).
BOXE
AZZURRINI (i.m.) Otto azzurri Youth (u18) in
raduno fino al 16 giugno a S. Maria degli Angeli (Pg) per il dual match contro la Moldavia
il 20 e 22 in Sardegna: 49 Zara, 52 Amoroso,
56 Cherchi, 60 Maietta, 64 Arecchia, 75
Sarchioto, Mineo, 81 Calabrò.
DEBUTTO TORRIENTE (r.g.) Debutto vincente nei pro, da superwelter, del cubano
Idel Torriente (1), sul ring di Miami (Usa),
battendo Howard Reece (Usa 2-6) ko al secondo round.
CANOA
DISCESA MONDIALE
BONACCORSI D’ORO
(a.fr.) Bis azzurro al Mondiale di canoa discesa in Valtellina: dopo l’oro di Chiara Carbognin nel C1, ieri ha vinto il titolo iridato Costanza Bonaccorsi nel K1 (Risso 5ª). La
19enne toscana (Canottieri Comunali Firenze), già tricolore di specialità conquista
il primo titolo mondiale del kayak femminile
italiano. Uomini. K1. Squadre. 1. Slovenia in
42”74, 2. R.Ceca a 0”31, 3. Italia a 0”49. Donne. K1. 1. Bonaccorsi in 43”38, 2. Charlene
Le Corvaisier (Fra) a 0”70, 3. Sixtine Malaterre (Fra) a 1”98, 5. Risso. Squadre. 1. Germania in 49”89, 2. Francia a 0,33, 3. Italia a
0,43.
GOLF
CHALLENGE: AZZURRI OK Al Najeti Hotels
et Golfs Open (Challenge Tour), a Lumbres
in Francia, Garcia Pinto ha mantenuto il comando ( -6). Andrea Rota è 3° con 210 (69 69
72, -3), Gagli (72 71 68) e Bergamaschi (73
69 69) al 7° con -2, Delpodio (71 72 69) e Tadini (70 68 74), al 13° con 212 (-1).
IPPICA
IERI 16-15-14-5-6 a Modena (m 1600): 1 Nicholson Treb (R. Vecchione) 1.13.6; 2 Onoria; 3 Next Gill Mmg; 4 Laerte di Cielo; 5 Pisa
Spin; Tot.: 2,71; 1,45, 2,00, 1,68 (16,42).
Quinté: 287,43. Quarté: 67,12. Tris: 22,33.
OGGI SI CORRE A Trotto: Napoli (15.15), Roma (16.40) e Trieste (15.30). Galoppo: Milano (15) e Merano (15.25).
GP A TRIESTE Oggi al Montebello c’è il GP
Presidente della Repubblica (m 2060). Corsa aperta con Rodeo Drive Ok favorita con
Ringostarr Treb e Red Baron e alternative.
PRIX DE DIANE A Chantilly è il giorno della
165ª edizione del Prix de Diane (ore 15.45,
tre discipline equestri:
dressage, cross-country e
salto ostacoli. Mentre il cavallo
si è rialzato senza grandi ferite,
Winter è rimasto a terra ed è
stato immediatamente
trasportato in ospedale, dove
però non c’è stato nulla da fare
per salvarlo.
AZZURRINI Terzo posto per gli
Young Riders azzurri nella
Coppa delle Nazioni dello Csio
giovanile di Hagen, in Germania.
Il team del tecnico Gianluca
Bormioli e composto da Andrea
Campagnaro (Rivage du
Borda), Emanuele Massimiliano
Bianchi (Loro Piana Cupido Z),
Matilde Giorgia Bianchi (Una
Bella S) e Francesca Ciriesi
(Que Sera 11) ha chiuso con un
totale di 20 penalità. Ha vinto
l’Olanda davanti alla Germania.
gr. 1, m 2100). Sfida tre le imbattute
Shamkala (3 su 3) e Avenir Certain (4 su 4).
NUOTO
MARE NOSTRUM BARCELLONA
ADRIAN VELOCE NEI 100 SL
(al.f.) Il campione olimpico Nathan Adrian
vince i 100 sl nella prima giornata del Marenostrum di Barcellona (Spa): l’americano
tocca in 48”08 (22”92 ai 50 m) e sale al 3° posto delle graduatorie stagionali alle spalle
degli australiani Magnussen e McEvoy; Florent Manaudou ha disputato soltanto le
batterie nuotando in 48”81. Il britannico
Adam Peaty stampa 59”25 nei 100 rana, record nazionale e 2° crono mondiale dell’anno. Risultati. Uomini: 100 sl Adrian (Usa)
48”08, Garcia (Cub) 49”05, Grechin (Rus)
49”14; 400 sl Guy (Gb) 3’48”11, Brown (S.Af.)
3’49”83, Duran 3’50”61; 50 do Koga (Giap)
24”66, Irie 25”16, Walker-Hebborn (Gb)
25”33; 200 do Irie (Giap) 1’54”81, Kawecki
(Pol) 1’57”00, Murphy (Irl) 1’57”83; 100 ra Peaty (Gb) 59”25, Koseki (Giap) 1’00”15, Nikolaev (Rus) 1’00”69; 50 fa Proud (Gb) 23”60,
Munoz 23”69, Ikebata (Giap) 23”90; 200 fa
Seto (Giap) 1’55”18, Korzeniowski (Pol)
1’55”30, Kudashev (Rus) 1’56”96; 200 mx
Fujimori (Giap) 1’59”30, Roebuck (Gb)
2’00”84, Pavoni (Gb) 2’01”45. Donne: 50 sl
Halsall (Gb) 24”40, Ottesen (Dan) 24”54,
Blume 24”90; 200 sl Popova (Rus) 1’56”20,
Prinsloo (S.Af.) 1’57”36, O’Connor (Gb)
1’57”86; 1500 sl Carlin (Gb) 16’07”41, Vilas
16’25”68, Costa 16’34”97; 100 do Nielsen
(Dan) 59”69, Davies (Gb) 1’00”16, Simmonds
(Gb) 1’00”54; 50 ra Liver (Ucr) 31”23, Vall
Montero 31”90, Scott (Gb) 32”03; 200 ra
Watanabe (Giap) 2’23”15, Vall Montero
2’25”10, Garcia 2’25”12; 100 fa Ottesen
(Dan) 57”20, Lowe (Gb) 58”61, Chimrova
(Rus) 58”72; 400 mx Miley (Gb) 4’33”25 (3° t.
2014), Willmott (Gb) 4’34”87, Shimizu (Giap)
4’38”99.
PALLAMANO
EURO 2014 (an.gal.) A Ciudad Real (Spa),
Spagna-Italia 27-19 (14-10) per il 6° e ultimo
turno del gruppo 4 di qualificazione agli Europei di Ungheria-Croazia 2014. Oggi: Olanda-Turchia. Classifica: Spagna 10; Olanda
8; Turchia 4; Italia 0. Qualificate Spagna e
Olanda.
VARIE
STELLE (a.fr.) Oggi, a Porto San Rocco (Ts),
3ª Gioca Estate con le Stelle olimpiche per
l’Associazione Bambini Chirurgici dell’IRCCS materno infantile di Trieste con Giovanna Micol, Noemi Batki, Margherita Granbassi e Federica Macrì.
VELA
TP52 (r.ra.) A Porto Cervo gli americani di
Quantum (timoniere Ed Baird, tattico Therry Hutchinson) si laureano campioni del
mondo di Tp52, secondi i brasiliani di Phoenix, terzi gli svedesi di Ran. Chiude 4° Azzurra lo scafo portacolori dello Yacht Club Costa Smeralda.
52
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
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Il fatto del giorno
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il retroscena
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Riforma della Pa, è scontro
Ma davvero per gli statali
è un boccone così amaro?
Dalle pensioni alla
mobilità: le nuove
norme bocciate dai
sindacati. La Cgil
attacca: «Ci voleva
più coraggio».
Il ministro replica:
«Non punitive»
trà più slittare il momento della pensione. Per i magistrati il
momento della pensione non
sarà più rinviabile dal 31 dicembre del 2015. I magistrati
hanno sostenuto che obbligarli
al ritiro a 70 anni avrebbe decapitato la Cassazione!
4
Però ci sono altre cose che
per i sindacati potrebbero risultare un boccone amaro.
Alla Camusso non piace la
cosiddetta rivoluzione di Renzi e
ieri ha rilasciato una dichiarazione durissima contro il disegno di legge delega relativo alla
pubblica amministrazione.
1
Sentiamo.
«Avremmo voluto una maggiore dose di coraggio nell’affrontare il riordino della pubblica amministrazione. Si continua ancora a parlare di una
riforma per i cittadini ma nel
decreto legge non si intravede
alcuna misura che possa favorire realmente il rapporto tra i
cittadini e le pubbliche amministrazioni. Non vi sono norme
che semplifichino l’accesso ai
servizi pubblici e riducano il
carico burocratico per i fruitori
delle Pa. Andrà valutato se invece qualche beneficio sia stato
previsto per le sole imprese. Se
questo è il provvedimento non
vi può che essere delusione e
sconcerto per una riforma annunciata come epocale, ma che
vedrà forse la sua attuazione in
un tempo più lungo, quando si
chiarirà quali siano le linee che
il governo vorrà assumere, visto che il disegno di legge con il
quale si dovrebbe procedere alla riorganizzazione è una sorta
di delega in bianco. La riorganizzazione ancora una volta
viene annunciata, ma viene
rinviata ad un tempo futuro e a
contenuti che si capiranno in
seguito». A questa intemerata,
il ministro Madia ha risposto
così: «Proponiamo un grande
progetto di cambiamento. Al
sindacato dico che non è responsabile fare opposizione
perché rispondiamo a una richiesta sociale».
La protesta di giovedì al ministero della Funzione Pubblica contro la nuova Pa
2
Che ne dice?
La Camusso è una nemica
dichiarata di Renzi, come dimostra lo sciopero discutibilissimo della Rai (11 giugno). Ho
già scritto altre volte che Camusso è la principale sconfitta
del 25 maggio. Quindi si deve
applicare una tara alle sue prese di posizione, dato che contengono una forte valenza politica, vale a dire un preconcetto.
Ha però ragione sulla questione della legge delega: a parte
una miriade di provvedimenti
minori, e dietro ai quali non
riusciamo a scorgere la filosofia della burocrazia dei nuovi
tempi (non essendo una strategia il semplice ringiovanimento), la legge delega significa
che il governo chiederà al parlamento la delega per riformare la Pa, e attuerà poi questa
delega con una serie di decreti
dal 2015. Le precedenti esperienze sulle leggi delega ci dicono che ci vogliono anni per i
decreti, che la procedura è faticosa e farraginosa, che qualche
volta i termini sono stati supe-
rati e le leggi decadute. Dunque su questo punto l’osservazione di Camusso, a fronte dell’enfasi con cui Renzi chiama le
sue mosse «rivoluzione», non è
peregrina. E sulla risposta della Madia: non è possibile che
chi si oppone al premier sia
considerato irresponsabile,
che è il punto debole del segretario anche su Mineo e 13 ribelli. Sul punto, come abbiamo
scritto, noi diamo ragione a
Renzi, ma non se c’è il rischio
di considerare il dissenso una
colpa (o un crimine).
3
Non è strano che Camusso
non abbia detto una parola
nemmeno sui 15 mila nuovi posti di lavoro?
La Cgil potrebbe mugugnare
su questo perché i 15 mila posti
(ma forse questo numero è esagerato) si ricavano vietando a
chi ha raggiunto l’età della
pensione di restare in servizio.
Quindi è un semplice scambio,
con vantaggio finanziario del
datore di lavoro, cioè lo Stato.
Dal prossimo ottobre non si po-
Almeno due: la possibilità di
spostare un dipendente pubblico purché il nuovo posto sia
collocato nel raggio di 50 chilometri; la mobilità e licenziabilità dei dirigenti. Si tratta di due
riforme che potrebbero davvero risultare rivoluzionarie. Sul
primo punto: il dipendente
pubblico potrà essere spostato
anche se non è d’accordo. La
legge prevede che le modalità
di questo provvedimento dovranno essere stabilite attraverso incontri con i sindacati,
però entro due mesi, altrimenti
Palazzo Chigi procederà di testa sua. Quanto ai dirigenti:
una parte del loro stipendio sarà determinato dall’andamento del Pil (quindi tagliabile se il
Pil scende), il loro contratto sarà triennale e il triennio sarà
valutato da una Commissione.
Se i risultati non risulteranno
soddisfacenti, il dirigente sarà
messo in mobilità e poi licenziato. Ieri sul Corriere della Sera Sergio Rizzo ha elencato i
casi in cui statali condannati in
via definitiva anche per colpe
gravissime sono stati poi reintegrati grazie a «leggi vigenti».
Questo per dire della difficoltà
di licenziare un dirigente pubblico. Sarà interessante vedere
l’esito dello scontro.
5
Perché la Camusso ce l’ha
tanto col fatto che Renzi vuol
facilitare la vita alle imprese?
Per la Cgil, se si sta a queste
prese di posizione, le imprese
restano un nemico. Al segretario non va giù che la bolletta
elettrica sia tagliata e i diritti
camerali dimezzati. È convinta
che qualunque vantaggio di
questo tipo si traduca in profitto e mai in investimenti.
Il Dalai Lama premiato ieri dal sindaco di Livorno Filippo Nogarin ANSA
Chi ha paura
del Dalai Lama
DI ANDREA MONTI
Gli occhi mobilissimi da
bimbo curioso si posano sul giornalista che gli chiede quanto sia
partecipe della febbre collettiva
per il Mondiale di Rio. Il Dalai Lama ride di gusto e, in prima battuta, non sale sul carro delle passioni mondane: «Sapete, ho una
certa età e sto perdendo interesse
per lo sport...». Poi, una piccola
perla: «Più che il calcio, mi affascina il groviglio di emozioni che
è capace di suscitare nella mente
di chi vi assiste». Emozioni negative che dannano, emozioni positive che conducono sulla via dell’illuminazione. Il buddismo applicato agli stadi, quelli che abbiamo e quelli che vorremmo:
dentro a un pallone c’è un potenziale enorme di energia, buona o
cattiva dipende da chi sta in campo e da chi tifa. A completare il
ragionamento, un delizioso quadretto di infanzia tibetana: «Per
la verità, da piccolo, giocavo anch’io a palla con gli amici. Ma
non conoscevamo le regole. Pensavamo vincesse chi la tirava più
lontano…».
Nell’era della comunicazione
globale, Tenzin Gyatso, XIV Dalai
Lama, guida spirituale del popolo tibetano e premio Nobel per la
Pace, si ascolta sempre con stupore. La chiarezza, la semplicità, la
freschezza di una narrazione
millenaria come antidoto all’ovvio e al politichese che ci soffocano. Il 6 luglio compirà 79 anni.
Dall’età di due allena il cervello
più che il fisico. E questo spiega
come un uomo che medita e prega
diverse ore al giorno, non frequenta internet e ascolta solo il
notiziario internazionale della
Bbc se la sia cavata pure con le
domande sul Mondiale...
Altri e più notevoli momenti
hanno segnato la sua visita in
Italia che oggi si conclude a Livorno con una grande celebrazione
di Avalokiteshvara, il Buddha
della compassione. Cinque giorni
iniziati con l’arrivo all’aeroporto
di Pisa (a fianco di Renzo Rosso)
e trascorsi all’Istituto Lama
Tzong Khapa di Pomaia, cuore
delle colline che si affacciano sul
mare di Castiglioncello, in un
vortice di incontri, interviste Corriere, Rai e Sky - e insegnamenti. Ha benedetto il terreno di
una vecchia cava dove la tenacia
di un monaco italiano, Massimo
Stordi, sogna di far sorgere un
monastero. Infine, ha intrattenuto al Modigliani Forum migliaia
tra fedeli e curiosi dell’intelligenza. Mischiati tra la folla, personaggi dello spettacolo e della cultura, tra cui un sorridente Franco
Battiato (che, a margine, ha presentato un documentario sul Libro Tibetano dei morti).
Ma a ricordarci quanto scomodo e ingombrante sia questo
uomo di pace, ha provveduto la
presenza di un rumoroso drappello di dissidenti, cammellati
dall’estero tra gli appartenenti a
una setta cara agli occupanti cinesi. E la luminosa assenza di
qualsiasi rappresentante del nostro governo. Forse non li ha cercati lui. Certamente nessuno di
loro s’è dato da fare per trovarlo.
Oltre alle autorità cittadine di Pisa che lo hanno accolto all’aeroporto, l’unico a metterci davvero
la faccia, e a salvare la consunta
dignità della nostra politica, è il
neoeletto sindaco Cinquestelle di
Livorno: Filippo Nogarin evidentemente non teme le ire di Pechino e ha consegnato al Dalai Lama
la cittadinanza onoraria. In un
discorso emozionato ha ricordato le vicende della sua città, la Resistenza, il declino industriale, le
sofferenze della gente, la crisi e il
peso della responsabilità di chi
deve governarla. Tenzin Gyatso lo
ha preso per mano e lo ha rincuorato: «Se ti hanno eletto vuol dire
che si fidano di te. Sono sicuro
che porterai avanti il tuo lavoro
con trasparenza. Mai perdere la
speranza e l’entusiasmo. Noi tibetani ne sappiamo qualcosa…».
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IL VERTICE DEI DEM FRECCIATE DEL PREMIER A MINEO: «HA DETTO CHE SONO COME UN AUTISTICO? OFFENDE TANTE FAMIGLIE CHE SOFFRONO»
A ROMA IN CENTINAIA
Renzi sprona il Pd: «Niente sconti ai corrotti»
Corteo per i marò
«Riportiamoli qui»
Fischi al governo
L’assemblea sceglie
Orfini presidente:
«Stop ricatti interni»
Sprona (i suoi), benedice
(Orfini), spazza via (Mineo).
In una lunga assemblea nazionale, Matteo Renzi si è ripreso
il Pd provando a tirarlo fuori
dalle nuove, incombenti polemiche. Fila serrate per tracciare il cammino su riforme Ue,
immigrazione, economia, giu-
stizia, scuola e Rai. E in mezzo
la proposta di dare a Matteo
Orfini la presidenza del partito: lo storico leader dei Giovani Turchi è stato eletto a larghissima maggioranza, completando del tutto il ricambio
generazionale a casa Dem. Nei
due posti di più alta responsabilità ecco, quindi, due Under
40: un segretario di 39 anni e
un presidente coetaneo. Da
parte sua, Renzi ha dedicato
solo in conclusione un passaggio dai toni appuntiti a Corra-
dino Mineo che lo aveva definito un «bambino autistico»
(prima di scusarsi): «Ha offeso
tante famiglie che soffrono».
Nel confronto spinoso sul nuovo Senato, proprio quello che
ha portato alla sostituzione di
Mineo nella commissione Affari Costituzionali di Palazzo
Madama, altri chiarimenti:
«Non mandiamo via nessuno,
ma non possiamo permettere
a qualcuno di ricattare il Pd.
Se siamo avanti solo di un voto, ci faccia la cortesia di non
mandare sotto la maggioranza
in Commissione. Noi siamo un
partito, non un movimento
anarchico». Il cuore dell’intervento di Renzi , però, su altri
temi, in primis il 40,8% alle
Europee: «È un investimento
di responsabilità». Inevitabile
un confronto sull’emergenza
corruzione: «Sconti a nessuno, neanche a noi: chi sa, parli
e paghi chi ha sbagliato», l’ennesima frustata del premier.
In centinaia, in maggioranza militari ed ex militari, ieri
hanno sfilato a Roma per
chiedere il ritorno in patria di
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i marò «ingiustamente prigionieri» in India.
«Abbiamo fiducia nel governo», ha detto la compagna
di Latorre, Paola Moschetti.
Sentimento non condiviso
da molti, che hanno lanciato
cori un esecutivo «vigliacco».
cont.
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Il premier Matteo Renzi, 39 anni ANSA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
VENTO E NUBIFRAGI
ALTRI MONDI
Maltempo dopo l’afa
Allerta al centronord
Vento e nubifragi si sono
abbattuti ieri sull’Italia mettendo
fine al caldo degli ultimi giorni.
Precipitazioni soprattutto al
Centro Nord con Bologna colpita
da un violento nubifragio. Disagi
anche nel Pesarese e a Bari,
mentre si sono verificati crolli e
smottamenti pure nelle Marche.
Da domani prevista accentuata
instabilità, con forti temporali
attesi su Piemonte, Liguria, EmiliaRomagna, Valle d’Aosta e Toscana.
La strage senza fine
nel Canale di Sicilia:
dieci migranti morti
MERCOLEDÌ STOP TOTALE
Protesta dei benzinai
Self service chiusi
Stop al «fai da te» fino
a martedì sera, chiusura totale
mercoledì e, dal 21 al 28 giugno,
pagamenti solo in contanti. I
CONTRO I JIHADISTI
SANGUE
A KABUL
Volontari anti Al-Qaeda in Iraq AP
Il naufragio al largo della Libia, ma sono decine i dispersi L’Iran agli Usa
«In Iraq pronti
Gli sbarchi non si fermano. Renzi e Alfano: «Ci aiuti l’Ue» a collaborare»
DANIELE VAIRA
«Chiediamo che la missione “Mare Nostrum” sia gestita dall’Europa, chiediamo di
gestirla con l’Europa, che ci sia
una corresponsabiltà non solo
economica, ma politica». L’appello del premier Matteo Renzi avviene dopo l’ennesima
strage di migranti nel Canale
di Sicilia, a 40 miglia della Libia. Un gommone si è ribaltato, venerdì notte ed è affondato. Almeno 10 le vittime: anche se ci sarebbero decine di
Ieri a Catania
il ministro
dell’Interno
ha incontrato
questori e sindaci
Il gommone di immigrati soccorso venerdì notte al Largo della Libia dalla Marina Militare ANSA
dispersi. Secondo i testimoni a
bordo c’erano infatti 90 persone. Sono stati 39, invece, i migranti salvati dalla Nave Dattilo della capitaneria di porto
che è intervenuta sul posto. Un
altro immigrato è stato recuperato da una nave mercantile
che ha partecipato alle operazioni di soccorso. Il gommone
era stato avvistato mentre era
in navigazione da un aereo
portoghese inserito nel dispositivo Frontex.
Allarme continuo L’emergenza sbarchi, però, non conosce
sosta. A Reggio Calabria sono
state tratte in salvo, ieri, 281
persone a bordo di un peschereggio in legno di 20 metri.
Due uomini, gli scafisti, sono
stati arrestati. Novantatrè migranti, tra i quali 16 donne e 5
4
IL NUMERO
630
i profughi
attesi
a Palermo
Sono attesi oggi
a Palermo 630
migranti tra cui
molte donne e
bambini. A
soccorrerli la
Marina Militare.
Dall’inizio
dell’anno in
Sicilia sono stati
oltre 50 mila gli
arrivi
minori sono invece arrivati poco dopo le 16 nel porto di Trapani sul rimorchiatore battente bandiera di Gibilterra che li
ha soccorsi nella notte tra giovedì e venerdì a 40 miglia a
Sud di Malta. Oggi arriverà a
Palermo la nave della Marina
Militare Etna con a bordo 630
migranti, tra cui molte donne
e bambini.
Il vertice Per fronteggiare i
nuovi sbarchi il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orland, ha istituito l’Ugem, l’unità per la gestione delle competenze comunali relative all’emergenze migranti. Si tratta
di una cabina di regia con il
compito di coordinare, supportare e adottare le direttive
necessarie per la gestione degli arrivi di immigrati. E ieri è
arrivato a Catania il ministro
dell’Interno Angelino Alfano
per un vertice con i prefetti, i
questori e i sindaci della Sicilia
interessati dagli sbarchi per fare il punto sulla situazione dei
flussi migratori e del sistema
di accoglienza. «Siamo qui per
trovare soluzioni concrete. La
nostra priorità è dare accoglienza e salvare vite, ma “Mare nostrum” non può continuare all’infinito con le modalità con cui sta avvenendo», ha
spiegato Alfano. La situazione
rimane critica per alcuni comuni. «Abbiamo la necessità
di fare spostare in tutti i porti
italiani gli sbarchi di questi migranti: non possiamo riceverli
soltanto in Sicilia», l’allarme di
Luigi Ammatuna, sindaco di
Pozzallo, nel Ragusano.
A
L’Iran potrebbe rompere
uno storico tabù e agire con
gli Usa per soccorrere gli sciiti
in Iraq minacciati dall’avanzata
delle milizie sunnite filo-Al
Qaeda. Lo ha detto ieri il presidente iraniano Hassan
Rouhani: «Se gli Stati Uniti
interverranno contro i gruppi
terroristi, possiamo pensare a
una collaborazione ma fino ora
da Washington non c’è stata
nessuna azione». L’Iran, intanto,
ha inviato 2.000 soldati per
fronteggiare gli jihadisti e le
forze di sicurezza irachene
hanno riconquistato la città di
Ishaqi, frenando l’avanzata
nemica verso Bagdad. Intanto
è stato elevato il livello della
sicurezza nella capitale, proprio
in vista del possibile arrivo delle
cosiddette milizie dello «Stato
islamico di Iraq e Siria» (Isis):
tra l’altro ieri in città un
commando ha attaccato un
convoglio della polizia,
causando 9 vittime. E mentre il
rappresentante Onu in Iraq,
Nickolay Mladenov, ha definito
«una tragedia umana» ciò che
accade nel Paese, stimando in
quasi un milione il numero di
persone che hanno lasciato
casa, il caos in Iraq imbarazza
Obama. Il presidente ha già
ribadito venerdì che non
manderà truppe, valutando
«altre opzioni» tra cui lo
spostamento nel Golfo Persico
della portaerei George H.W.
Bush, ma in patria monta la
polemica perché gli Usa hanno
speso in aiuti militari a Bagdad
circa 14 miliardi di dollari.
E tantissime di quelle armi,
ora sono nelle mani dei radicali
sunniti dell’Isis, sottratte
proprio all’esercito iracheno
che spesso ha lasciato
il campo senza combattere.
LA GAZZETTA SPORTIVA
53
benzinai hanno dato il via alla
lunga agitazione che avrà il
suo culmine il 18 giugno, con
lo sciopero totale su strade e
autostrade in concomitanza con
l’annuale assemblea dell’Unione
petrolifera. A nulla è servito
l’incontro di lunedì scorso
al ministero dello Sviluppo.
EX BOSS DELLA COMASINA
Ruba mutande
al supermarket
Vallanzasca
torna in cella
S
Afghanistan
Attentati
dei talebani
ai seggi
È di almeno 66
morti e
centinaia di
feriti il bilancio
degli attacchi
sferrati ieri dai
talebani in
Afghanistan,
nel giorno in cui
i cittadini sono
stati chiamati
alle urne per il
ballottaggio
presidenziale.
In tutto il paese
ci sono stati più
di 150 attentati.
«Gli agguati
sono stati
effettuati con
bombe e razzi»,
ha detto il vice
ministro
dell’Interno
Mohammad
Ayoub Salangi
Ai seggi si è
recato il 52%
della
popolazione
(7 milioni di
afghani).
I talebani
afghani hanno
anche amputato
le dita di almeno
undici elettori
nella provincia
occidentale
di Herat
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Renato Vallanzasca, 64 anni ANSA
DAVIDE MAROSTICA
Ci è ricascato. A sessantaquattro anni Renato Vallanzasca torna in carcere dopo
aver rubato un paio di boxer al
supermercato. Lo ha deciso il
tribunale di sorveglianza durante il processo a porte chiuse
per direttissima svoltosi ieri, a
Milano, che ha convalidato
l’arresto e revocato temporaneamente il regime di semilibertà
di cui godeva l’ex boss della Comasina al momento del reato.
Trattasi di fulmine a ciel sereno
per Vallanzasca che, libero per
una breve licenza dopo la condotta integerrima nell’ultimo
anno di semilibertà presso il
carcere di Bollate, venerdì sera
intorno alle 20 è stato bloccato
dagli addetti alla sicurezza dell’Esselunga di viale Umbria, a
Milano, per aver cercato di allontanarsi dopo avere sottratto
merci di scarso valore. Bottino
consistente in un paio di boxer,
una cesoia e un fertilizzante da
giardino, per un valore complessivo di 70 euro.
Minaccia Più che il furto, all’ergastolano sono però costate
care le parole pronunciate all’arrivo sul posto dei carabinieri: «Adesso vedrete che casino
che ne viene fuori». Frase che il
giudice ha ritenuto grave al
punto da rubricare il reato da
furto a quello di rapina impropria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
notizie
Tascabili
La decisione del gip
Domani la prima rata
Expo, Maltauro
ai domiciliari
«Ha collaborato»
Stangata Tasi:
per un italiano su 2
più cara dell’Imu
Latitante a Dubai dal 2013
Il gip di Milano ha concesso i domiciliari a Enrico Maltauro, imprenditore finito in cella
l’8 maggio nell’inchiesta sugli
appalti Expo. Per la difesa,
Maltauro, che già in due verbali
aveva reso ammissioni, avrebbe fornito ulteriori «riscontri
investigativi»: così si sarebbero attenuate le esigenze caute—
lari. Una precedente istanza
di scarcerazione era stata
respinta dal gip 4 giorni fa (era
passato ai domiciliari, invece,
l’ex manager Expo Angelo
Paris), ma ora l’imprenditore
avrebbe ricostruito il presunto
sistema di appalti in cambio
di tangenti della cosiddetta
«cupola», composta dall’ex Dc
Gianstefano Frigerio, dall’ex
funzionario Pci Primo Greganti,
dall’ex senatore Pdl Luigi Grillo
e dall’ex Udc, Sergio Cattozzo.
Matacena si arrende:
«Rientrerò in Italia
per aiutare mia moglie»
«Mi arrendo e cedo al ricatto. Devo rientrare
affinché i miei figli si ricongiungano con la loro
madre». Con queste parole Amedeo Matacena, ex
deputato di Forza Italia condannato in via definitiva a
cinque anni per concorso esterno in associazione
mafiosa e latitante dal 2013 a Dubai, ha annunciato
il suo prossimo ritorno in Italia. Decisione
annunciata in collegamento Skype al Tg1 e maturata
dopo la conferma del carcere per la moglie Chiara
Rizzo. Ancora incerta, però, la data del rientro:
«Questo lo vedranno i miei avvocati, quando tutto
sarà pronto. In ogni caso presto perché mia moglie
deve uscire dal carcere» ha spiegato Matacena, che
non ha nascosto di considerare il suo ritorno in
patria come un viaggio verso il «patibolo»:
«Sono perseguitato dalla giustizia italiana, per
Amedeo Matacena e la moglie Chiara Rizzo IMAGOECONOMICA
condannarmi hanno violato il giudicato e la
prescrizione. Solo per me il reato è dichiarato
continuato, a differenza di Andreotti e Mattarella,
tanto per fare un esempio» ha aggiunto. Anche per
questi motivi l’ex Forza Italia non serba grande
fiducia guardando al futuro: «La prossima settimana
farò presentare un esposto-denuncia nel quale
esporrò tutte le cose strane accadute durante la mia
vicenda giudiziaria, ma ho timore per quanto potrà
accadermi perché ho vissuto un’esperienza
giudiziaria dove sono accadute molte cose strane».
L’areo abbattuto a Lugansk AFP
Kiev valuta reazione
Ucraina, filorussi
abbattono aereo
Almeno 49 vittime
La situazione in Ucraina
continua a essere esplosiva
nonostante gli appelli per il
«cessate il fuoco» di diversi
leader europei tra cui Hollande e
la Merkel. Ieri un aereo militare
ucraino è stato abbattuto a
Lugansk dai separatisti russi:
morti i 49 passeggeri. «Puniremo
i responsabili», ha risposto il
governo di Kiev. Gli scontri nell’est
del Paese non si sono fermati:
i morti in 24 ore sarebbero 250.
Ennesima stangata sulle
famiglie italiane, stavolta
targata Tasi. È prevista per
domani infatti la prima rata
per i comuni «virtuosi» che
non hanno necessitato dello
slittamento al 16 ottobre.
Stando alla Uil, per oltre il 50%
delle famiglie l’imposta
risulterà più cara dell’Imu del
2012, da una media di 136 fino
a un massimo di 231 euro. Tasi
che, come spiegano Adusbef
e Federconsumatori, dovrà
essere pagata anche da 5
milioni di famiglie che prima,
grazie alle detrazioni sulla
prima casa e basse rendite
catastali, non pagavano l’Imu.
«Chiediamo ai Comuni di
prorogare per tutti il termine
di pagamento al 16 ottobre»
l’appello del presidente
Codacons Carlo Rienzi.
54
LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
ALTRI MONDI
Riecco i draghi volanti
La fiaba per ragazzi 2.0
A Taormina l’anteprima del cartoon Dragon Trainer 2
«Il giovane vichingo diventa adulto». In sala il 16 agosto
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCESCO RIZZO
TORMINA (Messina)
Sul belvedere di Taormina appare la statua di un drago. Monta la guardia — pensa
qualcuno — all’hotel accanto,
dove frotte di adolescenti fanno la posta a Raoul Bova, che
lì alloggia. Invece no, pubblicizza il film d’animazione Dragon Trainer 2, storia di formazione in salsa nordica al cinema da DreamWorks il 16 agosto: il genere di cartone che
parla a quegli stessi adolescenti, e ai loro genitori. Cortocircuiti da Film FEST, quello
di Taormina appunto, aperto
ieri dalla prima del seguito di
Dragon Trainer, anno 2010,
che raccolse due nomination
agli Oscar e 217 milioni di dollari al box office. A portare il
sequel in Sicilia è il regista Dean DeBlois, già tra gli autori
di Lilo&Stitch, un canadese
che sembra Babbo Natale a 45
anni ma poi confessa: «Da
bambino guardavo Dumbo e
Pinocchio e ricordavo soprattutto le scene malinconiche.
Nel primo Dragon Trainer ci
sono momenti tristi che temevamo allontanassero il pubblico: invece è accaduto il contrario. In sala si deve ridere e
piangere”».
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9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale
inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza
della Legge sulla privacy (L.196/03).
Il regista
canadese
Dean DeBlois,
45 anni, ha
realizzato
«Dragon
Trainer 2».
È stato tra
gli autori di
«Lilo&Stitch»
i milioni al box office
Il primo capitolo di «Dragon
Trainer» ha incassato 217
milioni di dollari al box office
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Da bambino
guardavo Dumbo
e Pinocchio:
mi colpivano
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S
«Il film
di Natale?
Non lo farò,
girerò con
Verdone»
Per la prima
volta dopo
oltre un quarto
di secolo il
cinepanettone
(il film comico
di Natale di De
Laurentiis) sarà
orfano di
Christian De
Sica (nella
foto). L’attore e
regista romano,
simbolo delle
pellicole che
sbancano il box
office nelle
vacanze
natalizie, si
concede una
pausa e già
pensa alle idee
per il 2015.
«Non voglio
rischiare di
fare le stesse
cose. In ballo
però ci sono
due progetti:
un film con
Carlo Verdone
e un altro con
Alessandro
Siani»,
ha spiegato
De Sica
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I TITOLI DA ELISABETTA II
Dama e Cavaliere
La Regina premia
Day-Lewis e la Jolie
Angelina Jolie e Daniel
Day-Lewis in testa all’elenco
dei personaggi il cui impegno
viene riconosciuto da
Buckingham Palace. Angelina
ha ricevuto il titolo onorario
di «Dama» per il suo contributo
per la lotta contro la violenza
sessuale. L’attrice è stata
tra gli organizzatori del summit
mondiale contro gli stupri di
guerra che si è svolto giovedì
a Londra. A Daniel Day-Lewis
è andato il «cavalierato»:
quindi d’ora in poi potrà essere
chiamato Sir Daniel Michael
Blake Day-Lewis.
il concorso
Arriva dal Salento
il volto dell’Italia
a Miss Mondo 2014
Sarà Silvia Cataldi,
studentessa salentina di 24
anni e aspirante ispettore di
polizia, a rappresentare l’Italia
nella finale internazionale di
Miss Mondo che si terrà il 14
dicembre prossimo a Londra.
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Ritmo Farcitura di un cartone dal ritmo indiavolato che sarebbe delittuoso non vedere
sul grande schermo, tra tuffi
nel vuoto, mostri affettuosi e
reattivi come cani, panorami
ispirati alla Norvegia. «Frutto
di tre anni di lavoro e di una fotografia pensata come fossero
riprese dal vivo», spiega DeBlois, ma anche di un nuovo software che non ha cancellato
tutte le sfide: se una volta era
difficile disegnare i capelli,
questa volta i problemi sono
nati da barbe, nuvole e ghiaccio. E proprio fra i ghiacci
emergerà la sorpresa della trama, nascosta da una maschera
sinistra. «Qualche dettaglio potrebbe inquietare? Un pochino
di rischio è voluto», conclude il
regista. «La verità è che non abbiamo abbastanza fiducia nella
capacità dei bambini di esplorare un campo più ampio di
emozioni». E, intanto, è in forno l’episodio 3, in cui scopriremo perché i draghi non ci sono
più. Tranne che a Taormina.
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Ritmo E così, questo sequel è
un cartone per ragazzini 2.0
avvezzi a corpi meccanici e famiglie spezzate: continuando
le avventure di Hiccup, il vichingo pacifista che cavalca i
draghi volanti, ne immagina il
passaggio all’età adulta e alle
sue responsabilità. Di uomo e
guerriero. Risultato: un film
con figure femminili forti (“le
donne dei cartoni sono sempre
sensibili e assennate, qui covano rimpianti”), il tema della
convivenza (“Drago, il nemico
di Hiccup, è un attualissimo
leader che fonda il suo potere
sulla paura”), una morale universale (“scoprire chi siamo
davanti alle aspettative di famiglia e società”), un paio di
lievi, ironici sexy-ammiccamenti per i grandi.
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Rubrica 4 “Avvisi Legali”:
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Rubriche Compravendite immobiliari
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appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica
espresso in kWh/mqa o kWh/mca a
seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti
dall’indicazione, riportare la dicitura
“Immobile non soggetto all’obbligo di
certificazione energetica”.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA SPORTIVA
55
ALTRI MONDI
Oroscopo
21/3 - 20/4
Ariete 6,5
21/4 - 20/5
21/5 - 21/6
22/6 - 22/7
23/7 - 23/8
24/8 - 22/9
LE PAGELLE
DI ANTONIO CAPITANI
Il morale cala
un cicinìn, magari
per via del tempo.
Moderate gli sforzi,
non fatevi beghe
mentali. Fornicazione
latitante o moscia.
Luna e Giove vi
portano fortune,
privilegi, imprevisti
utili, at all tond. E vi
rendono strafigherrimi.
La vertigine
suina vi risucchia.
Non fatevi paranoie.
E trasformate ciò
che in amore, in casa,
nel lavoro non può
restare com’è.
La fornicazione (pure
fedifraga) vi tenta.
I rapporti sociali si
tendono, le rogne
vessano. Servono
metodo
e autocontrollo.
Oltre che solluccheri
sudombelicali.
Potreste intarsiare
gli zebedei alla gente
con la vostra
pignoleria. Siate
più elastici, nel lavoro
e nell’organizzar
svaghi, pure suini.
Creatività
e charme vi fanno
stravincere.
E la domenica
si fa capolavoro.
Tripudio
fornicatorio
appropinquasi.
23/9 - 22/10
23/10 - 22/11
23/11 - 21/12
22/12 - 20/1
21/1 - 19/2
20/2 - 20/3
Guardatevi dai vili.
E dai fallocefali
bellicosi. In casa
aleggiano rognette,
il lavoro contunde
gli zebedei. Ma c’è
adeguato calor suino.
La vostra brillantezza
cresce, le idee sono
singolari e vincenti.
Svaghi e amor
ritemprano,
il sudombelico
dà segnalini di ripresa.
Potete amalgamare
meglio di sempre
pragmatismo, flemma
e faccia di glutei.
Vincendo.
E una valanga suina
vi travolge. Uau.
Intuito magico, fiuto e
strafighezza vi fanno
raccogliere consensi
plurimi. L’euforia
sudombelicale
non è ancora
al massimo, ma c’è.
La Luna
è sfigopendulina. Come
la vostra domenica:
risolvete senza
ringhiare. Magari
in solitudo ispiratrice.
Alti e bassi suini.
Lavoro, iniziative
con amici, relax
e sport godono
dell’appoggio lunare.
Sudombelico incline
alla qualità,
più che alla quantità.
Bilancia 5,5
Toro 7,5
Scorpione 7,5
Cancro 5,5
Gemelli 6-
Sagittario 7
Acquario 6-
Capricorno 7,5
Vergine 8
Leone 5,5
Pesci 7
THIAGO SILVA
Il difensore centrale
del Paris Saint
Germain e capitano
della nazionale
brasiliano è nato
a Rio de Janeiro
il 22 settembre 1984
Gazzetta.it
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DAL DOLORE
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
VICEDIRETTORE VICARIO
Gianni Valenti
[email protected]
VICEDIRETTORI
Pier Bergonzi
[email protected]
Stefano Cazzetta
[email protected]
Andrea Di Caro
[email protected]
Umberto Zapelloni
[email protected]
Testata di proprietà de “La Gazzetta
dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2014
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PRESIDENTE
Angelo Provasoli
VICE PRESIDENTE
Roland Berger
AMMINISTRATORE DELEGATO
Pietro Scott Jovane
CONSIGLIERI
Fulvio Conti,
Teresa Cremisi,
Luca Garavoglia,
Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni,
Carlo Pesenti
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
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DIRETTORE RESPONSABILE
ANDREA MONTI
[email protected]
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Il campione europeo dei
1500 stile libero Gregorio
Paltrinieri, prepara gli
Europei di Berlino
e intanto sarà uno dei
coach di «Swim Your
Best», talent per scoprire
i campioni del futuro tra
i nuotatori dai 13 ai 19
anni. Intanto si rilassa
col basket e tifa Milano
e San Antonio nell’Nba.
Guarda l’intervista.
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Il campione elvetico
Roger Federer, nella
semifinale del torneo
di Halle, batte il
giapponese Kei Nishikori
in due set ma torna a
fondocampo e ci mette
un po’ per rendersi conto
di aver vinto e regala
tante divertite risate
al pubblico, compresa
sua moglie. Poi si scusa,
ridendo di se stesso.
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A tutto Paltrinieri:
Olimpia, San Antonio
e il talent del nuoto
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Federer vince
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DOMENICA 15 GIUGNO 2014