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www.gazzetta.it martedì 17 giugno 2014 1,30 €
REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 - TEL. 06688281
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO
anno 118 - Numero
numero 141
Anno
www.forst.it
ITALIA
BELINELLI
SCHUMACHER
Marco nella storia con San Antonio
Gioia e lacrime. Ecco il suo diario
Dopo quasi sei mesi trasferito a Losanna
Nella riabilitazione sarà aiutato pure da robot
ORIANI, TOSI ALLE PAGINE 34-35
3 Marco Belinelli, 28 anni, guardia AFP
CREMONESI, PERNA ALLE PAGINE 30—31
3 Michael Schumacher, 45 anni. Era in coma dal 29 dicembre dello scorso anno AFP
Primo italiano
campione Nba
E’ uscito dal coma
e può comunicare
GERMANIA
PORTOGALLO
MAMMA
I TEDESCHI!
AZZURRI
4-0
La tripletta di
Müller manda
al tappeto
Ronaldo.
La Germania,
alla centesima
partita mondiale
impressiona.
Merkel in tribuna
3 Paolo Maldini, 45 anni LIVERANI
Maldini: «Italia
intelligente
e di qualità»
L’ex capitano: «Possiamo puntare
in alto. Prandelli ha trovato l’equilibrio
giusto. Tutto passa da Pirlo.
Balo può essere consacrato tra i big»
ARCHETTI, FROSIO, SCHIANCHI PAG. 2-3
ELEFANTE PAG. 6, COMMENTO DI SACCHI PAG. 25
L’ATTESA FANTANTONIO E’ LA QUARTA SCELTA
Zero minuti, zero problemi
ecco il nuovo Cassano
VERNAZZA A PAGINA 10
LA RIVELAZIONE COME PIACE IL GRANATA
Darmian accende il mercato
I nazionali Juve in pressing
IERI
GERMANIA-PORTOGALLO
IRAN-NIGERIA
GHANA-USA
OGGI
BELGIO-ALGERIA (ore 18)
BRASILE-MESSICO (ore 21)
RUSSIA-SUD COREA (ore 24)
4-0
0-0
1-2
3 Thomas Müller, 24 anni. Gioca
con il Bayern Monaco IPP
CECCHINI A PAGINA 9
GLI AVVERSARI LUIS PINTO E’ LA SORPRESA
Scopriamo la Costa Rica
col c.t. che ama Lippi e Trap
commenti
Da Messi a Balo Le magnifiche 4
Le stelle e i gol del primo round
BOCCI A PAGINA 12
di PAOLO CONDÒ A PAG. 5
LA NOVITA’ ARBITRALE
RUSSIA E BELGIO AL DEBUTTO
GIRONE A SFIDA A FORTALEZA
Tocca a Capello Il Brasile ci riprova
Grande attesa
Ma il Messico
per Courtois & C è una bestia nera
9 771120 506000
40 6 1 7>
Lo spray funziona
Presto arriverà
anche in Europa?
di ALESSANDRO DE CALÒ A PAG. 25
LICARI A PAGINA 19
IL ROMPIPALLONE
DI GENE GNOCCHI
w
Si aggrava la posizione del sindaco
veneziano Orsoni. Pare sia stato lui a
consigliare a Prandelli di schierare Paletta.
BIANCHI, CALAMAI PAG. 18 E 23
CALAMAI, CECERE A PAGINA 17
IL FATTO DEL GIORNO INTERROGATO DAI PM NON RISPONDE E DICE «SONO SERENO»
Omicidio Yara: fermato il presunto assassino
Si tratta di un muratore bergamasco di 44 anni: è stato incastrato dal dna
DELL’ARTI, ESPOSITO ALLE PAGINE 40-41
2
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE G
GERMANIA
IERI
IRAN-NIGERIA
PORTOGALLO
In Brasile è arrivato Messi: domenica notte, per il gruppo F, l’Argentina ha battuto 2-1 la Bosnia con un gran gol del fuoriclasse
del Barcellona. Ieri si è giocata anche l’altra gara del girone e
dopo dodici partite di gol ed emozioni è arrivato il primo pareggio di questo Mondiale: l’iran e la Nigeria di Enyeama si sono
fermate infatti sullo 0-0.
PRIMO PARI
GHANA
STATI UNITI
OGGI
BELGIO E RUSSIA
PIÙ IL BRASILE
ESAGERATO
MÜ
Il capocannoniere del 2010
fa il tris con la Germania:
travolti il Portogallo e CR7
La squadra di Löw festeggia con un poker la 100a gara al Mondiale
Anche Hummels a segno, Ronaldo a secco ma applaudito dai tifosi
32’ PRIMO TEMPO
Svetta Hummels, la Germania raddoppia
Su angolo di Kroos, Hummels sovrasta Pepe: dopo il rigore di Müller, è il 2-0 LAPRESSE
DAL NOSTRO INVIATO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
SALVADOR (Brasile)
Alcuni calciatori potrebbero giocare senza numero,
senza maglia, anche con la faccia coperta: li riconosci ugualmente. Basta guardare le gambe, i movimenti, le espressioni
del corpo. Thomas Müller è
uno di questi, viene sparato
nelle intrusioni in area da
braccia che sembrano eliche e
dai bastoncini che si allungano
sotto le anche. Subito identificabile. Lui è l’uomo senza muscoli, alimentato dai nervi e
dall’intelligenza calcistica. Un
l’Analisi
ANDREA SCHIANCHI
Lo cercano come si fa con
le pepite, e spesso lo trovano.
Lì in mezzo, nella terra di nessuno, tra il centrocampo e l’attacco: la classica zona dei trequartisti, dei fantasisti, dei numeri 10. E lui, Mario Götze,
quel posto lo occupa con la naturalezza del predestinato.
Non doveva giocare, tutti lo
davano per riserva designata,
ma come si fa a tenere fuori
uno così? Dev’esserselo chiesto anche il c.t. Löw e, dopo essersi dato una logica risposta,
lo ha spedito in campo. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: Götze tocca 70 palloni, riceve la bellezza di 52 passaggi
dai compagni che lo chiamano
mese fa gli vennero i crampi e
si stupì. «Impossibile, non ho
fibre muscolari, forse era
un’infiammazione alla pelle
che mi unisce gli arti». Müller,
sempre più degno del suo cognome e del suo numero, il 13
del grande Gerd, è identificabile però anche guardando soltanto il pallone. Quando lo tocca lui va dentro spesso, ieri tre
volte. E’ già capocannoniere,
quasi non volesse staccarsi dal
titolo che prese quattro anni
fa: «Bello, e dire che dopo venti minuti ero già stanco, guardavo l’orologio e pensavo, ma
quando finisce?». Dimenticavamo: Müller è anche simpati-
37’ PRIMO TEMPO
Testata di Pepe, Portogallo in dieci
Pepe dà una lieve testata a Müller fermo a terra: l’arbitro lo vede e lo espelle REUTERS
co, ha sempre una battuta anche nelle sconfitte. Figuratevi
ieri.
Espulso Pepe,
i portoghesi
perdono anche
Almeida e
Coentrao: k.o.
Stella da sorpasso I grandi
sono sbarcati a questo Mondiale e hanno cominciato a lottare: per la coppa e per il proprio
prestigio, che significa popolarità, sponsor, soldi. Nel primo
giro hanno segnato Neymar e
Balotelli, Robben e Van Persie,
Messi e Benzema, mettiamoci
anche Sanchez e Gervinho. Eccoci. Cristiano Ronaldo è arrivato quasi per l’ultimo, ha visto, non è riuscito ad accodarsi. Partita morta presto (3-0 e
Portogallo in 10 a fine primo
Per i tedeschi
è la settima
vittoria
consecutiva nei
debutti mondiali
tempo), ginocchio non ancora
oliato, compagni non proprio
all’altezza. Una scheggia di punizione quasi alla fine, tante
arrabbiature nel vedere i bianchi che viaggiano. Parlando di
stelle, la Germania non ne ha
una infinitamente superiore,
ma tante di eccelse doti: quindi
i ragazzi di Löw cercano di superarsi a vicenda. Müller ha
sorpassato tutti, amici e non,
quelli della lista di sopra. Tante
doppiette, Thomas allora infila
tre reti: rigore, girata dopo
aver intercettato un avversario, unghiata su un cross lasciato dal portiere. In sei tedeschi avevano già festeggiato
una tripletta alla coppa del
mondo. Müller ha fra gli altri
la compagnia dell’omonimo
Gerd, di Rummenigge e di Klose.
Normalità Può essere straordinario il risveglio dal coma di
Michael Schumacher (cui è
stato dedicato questo 4-0), può
diventare entusiasmante il primo successo tedesco all’Us
Open di golf, ottenuto da Martin Kaymer, amico e motivatore della nazionale di calcio. Ma
è piuttosto normale ciò che avviene a Salvador. La Germania
aveva perso soltanto uno dei
17 debutti alla Coppa del mon-
Götze vale oro: corre 10,8 km e crea 3 occasioni
sempre in causa e chiedono il
suo aiuto per risolvere i problemi (non tantissimi, a dir la verità). Dei 48 passaggi effettuati Götze ne sbaglia soltanto 5 e,
siccome lui non è tipo da cose
banali, quando è in possesso di
palla qualcosa d’importante
può sempre nascere. Quattro
tiri in tutto (1 fuori), 1 passaggio filtrante, 1 cross, 2 sponde,
1 occasione creata. E, soprattutto, la finta e il movimento
con i quali disorienta il povero
Joao Pereira e lo costringe al
fallo da rigore. Tutto comincia
in quel momento, l’irresistibile
e prevedibile ascesa della Germania e l’altrettanto prevedibile discesa del Portogallo firmato Cristiano Ronaldo. Götze
spazia su tutto il fronte offensivo, punta l’avversario diretto,
LA MOSSA
Passaggio
J. PEREIRA
GÖTZE
Movimento
B. ALVES
PEPE F. COENTRAO
MÜLLER
ÖZIL
KHEDIRA
KROOS
GDS
lo salta come fanno le ali vere,
«taglia» dall’esterno verso il
centro dell’attacco e si fa sempre trovare pronto all’appuntamento. A fine partita avrà macinato 10,8 chilometri, su e giù
per la fascia, e mica a velocità
Mario Götze, 22 anni
Thomas Müller, 24 anni
di crociera: 28 chilometri orari
è il punto massimo toccato
i 3 falli subiti (compreso quello
che vale il calcio di rigore) dicono che per i difensori portoghesi è proprio un brutto cliente. D’accordo che la partita,
dopo l’espulsione di Pepe, diventa una passeggiata, tutta-
Spirito di sacrificio I 6 dribbling tentati (3 riusciti) raccontano la spregiudicatezza e
il coraggio di questo talento. E
via Götze dimostra che c’è modo e modo di passeggiare: si
può essere concentrati e determinati anche nei momenti di
relax. I 5 palloni recuperati sono il segno di uno spirito di sacrificio non comune tra i fantasisti. Gli si possono imputare
troppe imprecisioni in zonagol, e infatti questo è un limite:
Müller gl’insegna come e
quanto si deve essere spietati
quando si è attaccanti. Quattro
tiri, tre gol: pazzesca la media
del centravanti. Però, appena
si arretra un po’ il raggio
d’azione, Götze è più geometrico: 90 per cento di precisione per Mario contro il 71 per
cento del compagno. Assieme
si completano, tandem perfettamente assortito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
Si chiude oggi il primo giro e inizia già il secondo. In campo il
gruppo H, con il debutto dell’attesissimo Belgio (alle 18 contro
l’Algeria, a Belo Horizonte) e della Russia di Fabio Capello (alle
24 contro la Corea del Sud, a Cuiaba). Nel mezzo, alle 21, torna
in campo il Brasile per la seconda giornata del gruppo A: a Fortaleza, i padroni di casa sfidano il Messico.
ÜLLER
DOMANI
SPAGNA-CILE
GERMANIA
4
0
(4-3-3)
(4-3-3)
1 Neuer; 20 J. Boateng, 17 Mertesacker, 5
Hummels (dal 28’ s.t. 21 Mustafi), 4 Höwedes; 6 Khedira, 16 Lahm, 18 Kroos; 8 Özil
(dal 17’ s.t. 9 Schürrle), 13 Müller (dal 37’ s.t.
10 Podolski), 19 Götze.
PANCHINA Zieler, Weidenfeller, Grosskreutz, Ginter, Durm, Schweinsteiger, Draxler,
Kramer, Klose.
ALLENATORE Löw.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno.
12 Rui Patricio; 21 J. Pereira, 3 Pepe, 2 B.
Alves, 5 Coentrao (dal 20’ s.t. 19 A. Almeida); 8 Moutinho, 4 Veloso (dal 1’ s.t. 13 R.
Costa), 16 Meireles; 17 Nani, 9 H. Almeida
(dal 28’ p.t. 11 Eder), 7 Ronaldo.
PANCHINA Eduardo, Beto, Neto, Carvalho,
Vieirinha, Rafa, Amorim, Postiga, Varela.
ALLENATORE Bento.
CAMBI DI SISTEMA dal 37’ p.t. 4-3-2.
ESPULSI Pepe al 37’ p.t. per c.n.r.
AMMONITI J. Pereira gioco scorretto.
MARCATORI Müller su rigore al 12’, Hummels al 32’, Müller al 46’ p.t.; Müller al 33’ s.t.
ARBITRO Mazic (Serbia).
NOTE spettatori 51.081. In fuorigioco 2-1. Angoli 4-6. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 2’.
PASSAGGI RIUSCITI
POSSESSO PALLA
PORTOGALLO 43,4%
TIRI IN PORTA
GERMANIA 88,5%
PORTOGALLO 87,5%
TIRI FUORI
IIII IIII
GERMANIA 6
PORTOGALLO 4
MOMENTI CHIAVE
PRIMO TEMPO 3-0
12’ GOL! Fallo di Pereira in area su Götze.
Rigore giusto che Müller trasforma: 1-0.
32’ GOL! Angolo di Kroos, testa di Hummels:
2-0.
37’ Müller e Pepe a contatto, il tedesco cade, l’arbitro non fischia. Ma il difensore portoghese torna dal rivale e lo tocca con la testa. Espulso.
46’ GOL! Kroos mette in area, Müller intercetta il rinvio di Alves e incassa: 3-0.
IIII
GERMANIA 4
PORTOGALLO 4
SECONDO TEMPO
24’ Contropiede Schürrle-Götze, Meireles
devia il tiro.
33’ GOL! Cross di Schürrle da destra, Rui
Patricio para e poi lascia il pallone. Müller
insacca: 4-0.
43’ Punizione potente di Cristiano Ronaldo,
Neuer devia in tuffo.
21
4
1
17
33’ SECONDO TEMPO
Müller firma il poker e la tripletta personale
Rui Patricio non trattiene il cross di Schürrle, Müller mette dentro il 4-0 GETTY IMAGES
do, gli ultimi sei consecutivi
erano stati dei pieni e i tedeschi sono tra i favoriti. Ma dall’altra parte c’era il miglior giocatore sul pianeta e qualche timore passava. Niente, polverizzato. La Cancelliera Angela
Merkel, in divisa rosso pastello, si è alzata quattro volte ad
applaudire le reti, anche quella
di Hummels, per il 2-0 di testa.
Tattiche e disastri Löw ha
usato un disegno simil Bayern,
anche se due esterni d’attacco
come Özil e Götze non sono
confrontabili a Robben e Ribery, hanno altre virtù. Müller
più frequente centravanti, ma
tutti girano, Lahm centrale davanti ai quattro marcatori.
Qualche problema per lui e per
Höwedes a sinistra. A dare
energia alla Germania anche i
due interni Khedira e Kroos
(due assist): corsa e proposte.
Il Portogallo si è sgonfiato dopo il rigore, giusto; ha perso
per infortunio Coentrao e Hugo Almeida, ma la stupidata
più grande è stata quella di Pepe, che ha toccato Müller con
la testa e ha visto rosso. I brasiliani hanno applaudito a lungo
Ronaldo, tanto amore potrà
servire ai portoghesi. La Germania ha altre armi.
18 19
16
5
le Pagelle
PORTOGALLO
IIIIII
20
6
3
I campioni in carica alla seconda occasione: la Spagna di Iniesta
(nella foto), dopo il pesante k.o. dell’esordio con l’Olanda, si gioca domani gran parte del suo futuro al Mondiale contro il pericolosissimo Cile. Fischio d’inizio alle 21 a Rio. Prima, alle 18,
l’Olanda sfida l’Australia a Porto Alegre. Il programma della
giornata si chiuderà con Camerun-Croazia.
DA BRIVIDI
GERMANIA 56,6%
LA GAZZETTA DELLO SPORT
13
8
BARICENTRO BASSO 48,4 metri
8
17 4 16
7 9
3
12
2
5
BARICENTRO MOLTO BASSO 47,2 metri
KHEDIRA TONICO, KROOS INVENTA
PEPE E’ DANNOSO. E NANI DOV’E’?
GERMANIA 8
NEUER 6,5 Non giocava dal 17
maggio, la spalla sembra tenere,
respinge due volte su Ronaldo.
J. BOATENG 6,5 Non è nella
posizione che preferisce, ma pur di
essere titolare si adatta a destra.
Paga in avvio di partita quando i
portoghesi passano dalla sua
parte, ma dopo tiene.
MERTESACKER 6 Presenza
numero 99, esperienza da vendere,
la solita lentezza però talvolta si
vede.
HUMMELS 7 Attenzione a Mats,
quando va in area: terzo centro in
nazionale, salta in testa a Pepe. Poi
esce k.o.
MUSTAFI 6 Non doveva nemmeno
venire, debutta nella coppa nel
finale. E incrocia anche Ronaldo,
senza paura.
HÖWEDES 5,5 L’altro centrale
adattato a esterno. Duella con Nani
e patisce parecchio. Commette
anche un fallo da rigore su Eder.
KHEDIRA 7 Sei mesi di
rieducazione per arrivare pronto al
Mondiale. Vigore inatteso, quasi
segna da trenta metri.
LAHM 5,5 Come nel Bayern, è il
responsabile centrale, oltre la
difesa. Sbaglia troppo nel primo
tempo, poi risale ma non ci sono
più gli avversari.
KROOS 7,5 Dei tre centrocampisti è
il più raffinato, quindi spesso
avanza a trequartista. Due inviti da
gol, presenza costante.
ÖZIL 7 Il partito degli anti-Özil si è
ingrossato in questo mese, lui
smentisce, per questa gara, alcuni
pareri dubbiosi. Un tacco delizioso
nella scena del rigore, il solito gol
sbagliato davanti alla porta.
SCHÜRRLE 6,5 Dentro dopo un’ora
per Özil, viaggia negli spazi del
contropiede. Disegna il 4-0 da
destra.
h
DI ALEX FROSIO
Pereira affonda Götze: il rigore c’è
Rosso a Pepe, la testata è da punire
Il serbo Mazic dimostra
subito personalità assegnando il
rigore dell’1-0 già al 10’: Götze si
gira in area, Joao Pereira gli si
aggrappa. Rigore giusto e giallo
per il portoghese, che rischia
anche il rosso perché poteva
essere considerata chiara
occasione da gol. Giusta anche
IL MIGLIORE
9 MÜLLER
Venti gol in 50 presenze. Era l’unico
senza ansia di conoscere la
formazione, titolare sempre e
protagonista ieri (Podolski s.v.).
la Moviola
l’espulsione di Pepe: prima
smanaccia Müller, ma il rosso
arriva per una lieve testata al
tedesco. L’ordine della Fifa è non
tollerare atteggiamenti del
genere. Manca però un rigore al
Portogallo: al 30’ s.t. Eder
anticipa Höwedes che gli dà un
calcio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DI P.F.A.
GÖTZE 7 E’ l’uomo nuovo, preferito
a Podolski: si procura il rigore e
mostra altre delizie. Manca una
rete.
ALL. LÖW 7 Nella centesima gara
della Germania al Mondiale tiene
fuori Schweinsteiger, Klose,
Podolski. Sistema tattico elastico,
4-3-3 o 4-1-4-1. Arriveranno
difficoltà superiori a quelle di ieri.
PORTOGALLO 4
RUI PATRICIO 4,5 Alla fine vince
la corsa alla porta ma i compagni
hanno speranze. Regala il quarto
gol, prova a far segnare la
Germania subito rinviando male di
piede, guarda sul resto.
J.PEREIRA 4,5 Il laterale del
Valencia guarda poco Götze e lo
tiene per le braccia nella prima
scena fondamentale.
PEPE 4 Quando perde la testa è
dannoso, un allenatore dovrebbe
capirlo e sostituirlo. Superato nel
2-0, va a cercare dopo vendetta
su Müller e viene espulso.
B.ALVES 4,5 L’effetto Pepe gli fa
scendere il morale. E’ colpevole sul
3-0 e dopo, quando il Portogallo
esce mentalmente dal campo.
COENTRAO 4,5 Fascia aperta, la
sinistra. Si infortuna alla coscia nel
secondo tempo e il torneo, se non
sarà lungo, sembra già finito.
A.ALMEIDA 5 Anche se gioca
poco, sbaglia in fascia l’uscita
nell’azione del quarto gol.
MOUTINHO 5 Löw aveva messo in
guardia i suoi, occhio a questo
Mou. Ma si scioglie presto.
VELOSO 5 Un tempo solo, da
centrale, troppo tenero quando i
tedeschi prendono velocità e
incrociano nel suo terreno. Esce
per motivi tattici.
R.COSTA 5 Ci sono meno pericoli
che prima, però quando vogliono i
rivali fanno i padroni in area.
IL MIGLIORE
5,5 MEIRELES
h
Più che altro per come si danna
nel secondo tempo, quando tutto è
perduto ma serve uno che non
faccia dilagare i tedeschi.
NANI 5 Un paio di puntate decise,
ma quando deve essere decisivo,
sbaglia. Ronaldo lo cercherà per
un passaggio sbagliato su
contropiede favorevole.
H.ALMEIDA 5,5 Dura meno di
mezzora, tra corse a vuoto e lo
scontro con Hummels. Esce
ammaccato.
EDER 5 Porta più movimento
davanti, due volte può colpire
facile di testa e manda fuori.
RONALDO 5 Non è al 110 per
cento, come ha ammesso, ma
nemmeno al cento come pensava.
Butta sul portiere la prima chance
della gara e non si riprende.
ALL. BENTO 5 Deve per forza
aggrapparsi a Ronaldo, invece
finisce per contare i finiti e se la
prende con l’arbitro.
GLI ARBITRI
MAZIC 6 Rigore giusto, cartellino rosso a Pepe da regolamento,
gli sfugge un fallo tedesco in area.
Ristic 6-Djurdjevic 6
IL POST PARTITA
La Merkel fa festa nello spogliatoio
Bento: «L’arbitro li ha favoriti»
Löw: «Ottimo debutto». Il c.t. portoghese
attacca: «Rosso e rigore discutibili»
Angela Merkel nello spogliatoio tedesco, foto postata sui social
DAL NOSTRO INVIATO
SALVADOR
Le promesse vanno mantenute e Lukas Podolski ha
scattato il suo selfie con la Cancelliera. «Vinciamo e poi facciamo festa con lei nello spogliatoio» aveva detto l’attaccante della Germania. Angela
Merkel non si è sottratta all’invito, buon colpo pubblicitario
dopo un successo del genere. E’
andata dalla squadra, si è messa in mezzo al gruppo per la foto celebrativa e le immagini sono state spedite via social in
tutto il mondo. L’allenatore ha
poi spiegato: «La Cancelliera
ha tenuto un discorso, ci ha fatto i complimenti e si è rallegrata per la vittoria dopo un lungo
viaggio».
Grazie Thomas Joachim Löw
è quasi più felice della signora.
«E’ un ottimo debutto per noi,
avevo sempre detto che non
avevamo alternative alla vittoria se volevamo restare tranquilli in questo inizio di torneo.
Abbiamo avuto otto occasioni e
segnato quattro volte, ottima
media. Müller? E’ un giocatore
strano, che fa movimenti che
nemmeno io capisco. E’ sempre
presente e difficile da marcare,
è un pericolo costante per gli
avversari e di una cosa sono sicuro: ha sempre in testa il gol».
Contro l’arbitro Tedeschi sul
doppio vantaggio e possibile
reazione portoghese stoppata
sul rosso. Intorno all’espulsione di Pepe, trentasette minuti
dopo il primo tempo, ruota
(parte) del dopo gara. Versioni
opposte, ovvio: la prima spetta
a Müller: «Il rosso a Pepe era
giusto, mi ha colpito e io non
ho assolutamente simulato.
Vero però che quell’episodio ha
cambiato la partita». Replica di
Bento, c.t. portoghese: «L’arbitro non mi è piaciuto per tutta
la partita, soprattutto sull’espulsione e il rigore. Certo,
ci sono stati dei nostri errori, in
difesa e in attacco, ma uniti
agli infortuni di Almeida e Coentrao e ad alcune decisioni arbitrali che alla fine ci hanno
condizionato. L’espulsione di
Pepe sembra forzata e anche
sul rigore si può discutere. Nel
dubbio l’arbitro ha sempre optato per la Germania». Per gli
sconfitti ecco anche la faccia di
Hugo Almeida: «Con l’espulsione di Pepe è diventato tutto
più difficile. Giocare contro la
Germania non è mai facile ma
è in questi momenti che si vedono le grandi squadre. Siamo
un popolo abituato a soffrire,
rialzeremo la testa. L’infortunio? Penso sia uno stiramento». Il compagno di reparto
Eder si lamenta: «Ho dei dubbi
sul rigore della Germania e ce
n’era un altro, non fischiato, su
di me».
p.f.a.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
5
MONDIALE I PROTAGONISTI
LIONEL MESSI
Argentina
NEYMAR
Brasile
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
O RD EM E P
ROGRE
ROBIN VAN PERSIE
Olanda
SSO
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
661
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
88
GOL FATTI
2
GOL FATTI
2
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
331’
Messi e il 2-0 contro la Bosnia
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
1.008
GOL FATTI
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
ARJEN ROBBEN
Olanda
4
Neymar (rigore): è il 2-1 sulla Croazia
THOMAS MÜLLER
Germania
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
90
GOL FATTI
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
44’
747
KARIM BENZEMA
Francia
549
GOL FATTI
GOL FATTI
5
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
2
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
252’
149’
Il tuffo capolavoro: 1-1 sulla Spagna
Super Robben firma il 5-1 alla Spagna
8
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
45’
Benzema e il 3-0 all’Honduras
69’
Il rigore dell’1-0 di Müller al Portogallo
Sette stelle, gol deluxe
Da Neymar a Balo
i super campioni
sono già in fuga
Doppiette per il brasiliano, Van Persie, Robben
e Benzema. Messi decisivo, Drogba a secco ma...
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CONDÒ
@PaoloCond
RIO DE JANEIRO
Müller implacabile. Messi affilatissimo. Van Persie panoramico. Benzema multitasking. Balotelli aeronautico.
Neymar chirurgico. Robben
fast and furious. Decisamente
le stelle di questo bel Mondiale non stanno a guardare, a
meno che non ne siamo costrette: l’altra sera Drogba ha
pazientemente atteso in panchina che scoccasse la sua ora,
e quando Lamouchi si è deciso
a chiedergli aiuto (61’) sono
bastati cinque minuti perché il
risultato si ribaltasse. Certo, i
gol appartengono a Bony e
Gervinho, sul primo palo a deviare i cross provenienti da destra; ma se nessuno stava loro
davanti è perché l’intera fanteria giapponese s’era spostata
al centro, abbarbicata al monumentale Didier, stella dotata di un tale carisma che lo
marcheranno in tre anche a 80
anni. A quel punto uno sceneggiatore di classe avrebbe
completato l’episodio facendo
uscire Drogba di sua iniziativa: cinque minuti per compiere la missione e via in doccia,
offeso per aver passato un’ora
in panchina (stiamo parlando
di un uomo che nella storia
della Costa d’Avorio conta come Churchill in quella inglese). Non è successo, niente
sceneggiatori, il Mondiale non
è una serie tv: anche se la puntualità con la quale le stelle sono entrate in scena, ciascuna a
suo modo, lo lascerebbe pensare. Quando il cast è così ricco, i tempi sono tutto.
I salvatori Il bello delle star è
che non possono accontentarsi di un ingresso come viene.
Dev’essere risolutivo e salvifico, una cosa tipo Jack Bauer.
Prendete Neymar. Nel momento in cui centra da venti
metri i venti centimetri di spazio fra il palo e la mano protesa di Pletikosa - pare il titolo di
un film di Anghelopoulos - il
Brasile è legato e imbavagliato
dalla Croazia, già andata in
vantaggio e tatticamente padrona della situazione. Neymar è il salvatore, come si conviene ai grandi protagonisti.
Allo stesso modo il minuto che
decide Spagna-Olanda - decisione che non porta a un risultato, ma a una catastrofe biblica - è recitato con diverse fortune da due primedonne: Silva non ricorda la parte (e sì
che il suggeritore nella buca è
Iniesta), Van Persie ce l’ha
dentro da sempre, gli sgorga
naturale, quasi a sua insaputa.
Non c’è un modo diverso dal
capolavoro per mandare in
porta il primo arcobaleno di
Blind, troppo alta la palla per
l’aggancio volante. Così Robin
asseconda la visione dettatagli
dal talento e sale di testa per il
secondo arcobaleno, quello alla cui fine gli gnomi spagnoli
hanno seppellito il tesoro. Vedere quel gol in diretta è stato
uno sballo. In tribuna stampa
ci si prendeva a schiaffi ancora
dopo un’ora, «sveglia, guarda
che è finita 5-1, devi scrivere».
Diversi destini È una battuta,
non pensiate che ci siamo persi i gol di Robben, fast and furious perché non c’è mai mediazione nella sua corsa, non
c’è pensiero, non c’è strategia.
Fila veloce come un vento (del
resto si chiama Arjen...), sterza sempre dalla stessa parte e
la fa franca - a James Bond in
carriera avranno sparato mille
volte, e nessuno che mai lo
prenda - segna e ghigna come
chi ha una missione da compiere, e il sorriso aperto lo vedremo solo all’ultima scena.
Non ci siamo persi nemmeno
la rete lunga otto anni di Leo
Messi, e la sua esultanza meno
robotica di sempre. Dei mille
gol che segna in Europa parecchi sono tocchi semplici, sentenze finali di istruttorie lungamente rifinite dal tiqui-taka
catalano; il contrappasso che
deve scontare ai Mondiali è un
destino beffardo, tutto gli appare difficilissimo, tanto che il
liberatorio 2-0 ai bosniaci non
poteva che essere una magia.
L’abbiamo definito un taglio di
Fontana, non rinneghiamo la
metafora.
MARIO BALOTELLI
Italia
MINUTI GIOCATI AL MONDIALE
73
GOL FATTI
1
MEDIA GOL/MINUTI
Un gol ogni
73’
Mario
Balotelli,
in gol contro
l’Inghilterra
La stella nera Come in un
film di Altman, altri protagonisti intanto spuntano da ogni
parte. Karim Benzema è stato
trasformato da Ancelotti in
modo così profondo da ricordarci quel che disse di lui il suo
allenatore nelle giovanili del
Lione: «Ha quattro ruote motrici come soltanto Ronaldo
prima di lui». Ronaldo Fenomeno, non il triste Cristiano di
ieri, spento ancor prima di accendersi dal dominio dei tedeschi: andando a orecchio, il
cognome Müller (Thomas dopo Gerd, Dieter e Hansi) dev’essere quello più utilizzato
nella storia dei Mondiali alla
voce gol. Ecco, l’implacabile
Thomas è l’opposto esatto di
Leo: otto gol mondiali in sette
partite, è bravo lui e gli avversari sbagliano sempre nei suoi
paraggi. Un destino più piacevole. E poi c’è Mario, lì in alto,
oltre la testa di Cahill e lo scetticismo che a giorni alterni
prevale sulla fiducia in tutti
noi, o almeno in tanti di noi.
Balotelli è una cambiale di
classe e potenza scritta fino a
ieri con l’inchiostro simpatico:
quando pensavi fosse il momento di passare alla cassa,
non si leggeva più niente. Rivedendo questa frase, ci piace
notare come i verbi siano coniugati al passato, o meglio all’imperfetto, che di Mario
sembrava la condanna. Siamo
sul carro, senza se e senza ma:
una stella nera e cometa per
assaltare il Mondiale in nome
dell’Italia. Il mondo nuovo è
anche questo.
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6
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D L’INTERVISTA
URUGUAY
COSTA RICA
INGHILTERRA
ITALIA
Da Italia 90
alla Corea
ilPersonaggio
PAOLO MALDINI
«Italia intelligente
Qualità e difesa
per puntare in alto»
L’ex capitano azzurro: «Prandelli ha trovato il giusto equilibrio.
La chiave di tutto è Pirlo: far girare la palla è fondamentale
con il caldo. Balotelli? Il Mondiale può consacrarlo tra i big»
Italia ‘90 É il primo
Mondiale di Paolo Maldini e la
Nazionale di Vicini arriva terza.
Nella foto lotta con Hasek
(Italia-Cecoslovacchia 2-0)
Paolo Maldini, 45 anni. Esordio in Nazionale nel marzo 1988 con la Jugoslavia (1-1)
DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA ELEFANTE
MANGARATIBA (Brasile)
Poteva essere qui, a «giocarsi» il suo quinto
Mondiale. Non gli sarebbe dispiaciuto: c’è stato un
tempo in cui Paolo Maldini team manager della
Nazionale fu argomento di un contatto, qualche
conversazione e relativa indiscrezione. Invece?
«Invece evidentemente non era il momento giusto.
Nella mia vita mi è capitata la fortuna di avere una
grande passione, il calcio, e di poterlo giocare solo
con due squadre, il Milan e la Nazionale. In Italia
non potrei lavorare altrove: non so se non è stato
destino o se non lo sarà mai, ma so che per ora non
è successo». Il Mondiale di Maldini per ora resta
un record imbattuto (quello dei minuti in campo:
2218 spalmati su quattro edizioni, 23 partite su 23
senza mai uscire prima del fischio finale) e nottate
o pomeriggi davanti alla tv, con famiglia e amici.
Come sabato scorso.
Maldini, un voto a quell’Italia?
«Niente voto, ma è stata una bellissima partita.
E dopo una vigilia piena di dubbi: gli ultimi risultati così così, gare un po’ sofferte, le solite perplessità intorno alla squadra. Evidentemente le certezze
le avevano Prandelli e i giocatori».
Anche tre infortuni
uno dietro l’altro non
avevano aiutato granché.
«Ma un gruppo forte
si forma prima e giocare
con quella maglia ti fa
dare il massimo a prescindere. E poi Buffon è
lì, uno come lui si sente
anche se non gioca».
E’ esagerato parlare
di nuova Italia del calcio?
«
Grazie per l’assist: al di là del caldo da affrontare vede qualcosa in comune fra questa Nazionale
e quella, che era allenata da un profeta di un calcio
rivoluzionario per quei tempi?
«Caldo? Veramente leggo le temperature e per
ora penso che loro siano fortunati: noi avevamo
giocato anche a mezzogiorno, con 40 gradi. Per il
resto, è presto per sbilanciarsi dopo una partita sola: posso solo dire che anche questo gruppo mi
sembra già capace di essere squadra. Niente di
nuovo: è nel nostro dna».
«Io credo che ogni allenatore ci provi, poi cosa
fa la differenza? Riuscire a tirare fuori il meglio da
ogni tuo uomo, dal punto di vista fisico e tecnico.
Andando oltre un equivoco: i nostri giocatori spesso sono valutati in modo sbagliato, diciamo “al ribasso”. Faccio un esempio per tutti: secondo voi
un centrocampista come Candreva che fa le due
fasi in quel modo non è un po’ sottovalutato?».
Uno come
Candreva che sa
fare bene le due
fasi all’estero
è sottovalutato
Verratti
ha dimostrato
sul campo certe
cose, era giusto
provarlo con Pirlo
Dunque non ha mai
pensato che Prandelli
fosse un «eretico»?
«No, ho pensato che
Prandelli ha fatto un ragionamento molto
semplice: il calcio di
qualità lo fanno i giocatori di qualità, io la qualità ce l’ho soprattutto a
centrocampo, dunque
punto su di loro».
E se si ha Pirlo anche meno?
«Il fatto è che in Italia ormai si gioca ad un ritmo
infinitamente più basso rispetto a quelli degli altri
grandi campionati europei. E che ci sono top club
che possono fare investimenti infinitamente superiori, anche a quelli delle nostre società più forti.
Però una cosa sono i club e una cosa le nazionali: è
più forte il Real Madrid oppure la Spagna? Non c’è
gara: il Real Madrid è molto più completo».
«Tutto passa da lui, tutto. Sa giocare corto e lungo, sa dare la palla laterale - poche volte - e in profondità: se vai sai che ti arriverà e se non sai a chi
darla, la dai a lui. Andrea è fondamentale sempre
e tanto più se fa tanto caldo: quello è il momento di
far girare la palla, perché la palla va più veloce dell’uomo. E se hai tu la palla, ti stanchi di meno: infatti sabato alla fine erano più stanchi gli inglesi».
Lei dice «sappiamo anche difendere»: l’abbiamo chiamata Tikitalia perché si è imposta di fare
anzitutto altro.
Al netto del temporaneo infortunio di De Sciglio,
lui e Darmian sono i titolari di questa squadra sulle
fasce: troppo giovani per un Mondiale?
«Contro l’Inghilterra ho visto un modo di giocare intelligente e forse anche adattato al clima, che
«Parla sempre il campo, non la carta d’identità:
De Sciglio quest’anno ha avuto problemi, ma per
girone l’Italia più che l’Uruguay
« Nel
deve temere la Costa Rica: andava a
velocità doppia rispetto agli avversari
PAOLO MALDINI
SUI NOSTRI PROSSIMI RIVALI
di Maldini: l’Italia arriva
seconda, sconfitta ai rigori dal
Brasile. Nella foto insegue
Romario durante la finale.
Dunque il Milan sbagliò a farselo sfuggire?
«Matteo aveva bisogno di mettere su qualche
chilo e di fare esperienza altrove. E poi quelli erano altri anni: non era così facile trovare un posto
da titolare nel Milan».
Per Balotelli dovrebbe essere passato il tempo
della sana incoscienza: sarà il suo Mondiale?
«A livello mediatico al cento per cento: ha giocato molto su questo fattore, e adesso non può più
tirarsi indietro. Spero abbia trovato anche la tranquillità interiore che gli serve e che possa essere
protagonista pure sul campo: intanto è partito alla
grande, e anche questo conta. Ormai ha un’età in
cui si dovrebbe essere fatti e maturi, è il momento
giusto per dare più di quello che ha dato finora:
non c’è niente di meglio di un Mondiale per diventare un uomo e un giocatore vero. E per consacrarsi».
Francia ‘98 Al terzo
Mondiale ancora rigori maledetti
che premiano la Francia nei
quarti. Nella foto Paolo è con il
papà Cesare, c.t. degli azzurri
In un clima di grande entusiasmo, facciamo gli
avvocati del diavolo: un pericolo per questa Italia?
«Per quello che ho visto, più la Costa Rica che
l’Uruguay. Magari con Suarez troveranno più pericolosità e sicurezza, ma nella prima partita li ho
visti in difficoltà, tattica oltre che atletica: gli altri
andavano il doppio».
Dunque la partita chiave è venerdì?
«Non è detto, ma di sicuro la Costa Rica mi è
sembrata una gran bella squadra: organizzazione,
talento, concentrazione».
E pericoli extra girone?
Anche a costo, o a rischio, di mettere Pirlo e
Verratti insieme.
«Per me è esagerato
«Verratti ha dimoparlare ogni volta del
calcio italiano come se
strato sul campo certe
PAOLO MALDINI
non fosse abbastanza
cose, era giusto provarSU VERRATTI
moderno. Solo perché
ci anche se in teoria sosappiamo anche difenno due giocatori simili.
dere? E meno male: anche al Mondiale vedo squa- Non bisogna mai aver paura di cambiare qualcosa:
dre che magari attaccano benino, ma difendono quando poi si va in campo, tanto più se tutti si
malissimo».
muovono molto e giocano “facile”, le cose diventano meno complicate di quanto si pensi».
Forse è anche perché i nostri club da un po’ fanno una fatica bestiale, in Europa.
Usa ‘94 Il secondo Mondiale
E’ presto anche per dire che ormai è nel nostro
dna cercare un calcio di qualità?
PAOLO MALDINI
SU CANDREVA
«
lui garantivano le stagioni passate. Darmian lo conosco bene, è un ragazzo serio e per lui invece ha
parlato il campionato appena finito: velocità, personalità, freschezza. E potrà dare quel po’ di sana
incoscienza che i giovani hanno e che non fa mai
male».
non è una cosa di cui vergognarsi: nel ‘94 anche un
integralista come Sacchi, dopo dieci giorni a 38°
con il cento per cento di umidità, stravolse non la
sua idea di calcio, ma il programma degli allenamenti».
Giappone e Corea’02
Italia fuori agli ottavi nei
supplementari: l’arbitro Moreno
(nella foto con Maldini)
contestato dirige pro Corea
Paolo
Maldini
con Buffon
e Albertini
(a destra)
«Mi sembra un ambiente che sa come gestire
questi momenti: sanno di essere ancora degli outsider e che il difficile viene adesso perché il risultato della prima partita conta, ma fino ad un certo
punto. Io ne so qualcosa: Europeo ‘96, vinciamo
con la Russia e poi fuori al primo turno; Mondiale
‘94, perdiamo con l’Irlanda e poi arriviamo in finale».
Già, la finale: Prandelli ha detto che la sua Italia
parte per arrivare lì, e poi si vedrà. Esagerato?
«E perché esagerato? Ci sono occasioni che ti
capitano una volta nella vita: se non parti per arrivare in fondo, come pensi di riuscire a prenderle?».
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4
I NUMERI
126
le gare in
nazionale (7 le
reti segnate) per
Paolo Maldini: è
il terzo azzurro
di sempre dietro
Buffon con 140
e Cannavaro
con 136. L’ultima
presenza risale
nel Mondiale
nippo-coreano, il
18 giugno 2002:
Corea del SudItalia 2-1
70
le vittorie
di Maldini in
Nazionale,
35 i pareggi
21 le sconfitte
74
le volte che
Maldini è stato
capitano
della Nazionale.
Meglio solo
Cannavaro con
79 fasce
2218
i minuti in
campo nelle
gare Mondiali
per Maldini: è il
calciatore che
ha giocato di più
nella fase finale
dei mondiali
23
le partite
di Maldini
nella fase finale
dei mondiali
(4 disputati:
1990 con 7 gare,
1994 con 7 gare,
1998 con 5 gare
e 2002 con 4
gare): è 2° nella
graduatoria
di sempre,
preceduto dal
tedesco
Matthaeus a
quota 25 match
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
7
8
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D LE NOVITA’
SIRIGU
Il ritorno dopo l’Estonia 2010
Il portiere aveva giocato una gara di un torneo ufficiale:
Estonia-Italia 1-2 del 2010, qualificazioni all’Europeo 2012
URUGUAY
PALETTA
Ha già vinto un Mondiale
Il difensore del Parma ha vinto il Mondiale U-20 del 2005
con l’Argentina. In azzurro, 90’ con Spagna e Irlanda
COSTA RICA
INGHILTERRA
DARMIAN
Prima di sabato, solo l’Irlanda
L’esterno contro l’Inghilterra era alla seconda presenza
in Nazionale. Ha giocato 88’ in Italia-Irlanda del 31 maggio
ITALIA
VERRATTI
Amichevoli e un Europeo Under 21
Il nostro secondo play è stato azzurro in varie amichevoli,
la prima nel 2012. Con l’U21 è arrivato secondo a Euro 2013
Non è un’Italia per raccomandati
Sirigu, Paletta, Darmian e Verratti titolari senza aver giocato le qualificazioni. Succede solo a noi
DAL NOSTRO INVIATO
LUIGI GARLANDO
MANGARATIBA (Brasile)
Questa non è una Italia
per raccomandati. «Sei giovane? Meno giovane? Sei bravo?
Hai un curriculum magro come un grissino? Nessun quarto di nobiltà? Tranquillo. Non
importa. Meriti una possibilità: gioca!». Non c’è squadra in
questo Mondiale che abbia
schierato titolari nella partita
d’esordio quattro giocatori
senza neppure un minuto nelle partite di qualificazione.
Tra le grandi, al massimo, ci
sono i due della Spagna (Diego Costa, Azpilicueta) e dell’Inghilterra (Sterling, Henderson). Zero il Brasile, la
Germania, l’Argentina, l’Olanda... Squadre bloccate. Noi ne
abbiamo lanciati quattro di
botto: Sirigu, Darmian, Paletta, Verratti. Precettati dell’ultima ora. Una sola partita ufficiale con la maglia azzurra in
quattro (Sirigu). Molto più di
una curiosità, una precisa
scelta programmatica: la Nazionale non è un castello di
eletti, ma una piazza aperta
alle ultime indicazioni del
campionato; meritocrazia sovrana; l’entusiasmo non conta
meno dell’esperienza; spietata logica di campo (test, prestazioni) per tagliare o premiare. La TikItalia che ha incantato all’esordio mondiale è
nata anche così.
Come Bearzot Una scelta a
sua modo rivoluzionaria rispetto alla nostra storia, come
quella di attaccare palleggian-
do invece di difendersi per ripartire. Per ritrovare un titolare azzurro nella prima partita
del Mondiale senza partite di
qualificazione in tasca, bisogna rinculare a Doni (2002) e
poi fino a Cabrini e Rossi
(‘78). Tre in 36 anni, Prandelli
ne ha schierati quattro in un
colpo solo, anche per emergenza. La tentazione di rileggere in Darmian e Immobile il
destino di Cabrini e Rossi viene d’istinto e anche quello di
accostare l’allegro debutto di
Manaus con l’Italia argentina
di Bearzot.
Non come Lippi Per sua stessa ammissione, Lippi si suicidò con un harakiri di riconoscenza. Volle tenersi stretti gli
eroi di Berlino e pagò con la
disfatta. Prandelli ha impara-
clic
CABRINI ADDIRITTURA
ESORDÌ IN AZZURRO
AL MONDIALE ‘78
Titolare al Mondiale
senza aver giocato prima con
l’Italia. Cabrini nel 1978 fece
meglio dell’erede Darmian:
prima presenza in ItaliaFrancia 2-1. Paolo Rossi in
quella partita segnò, ed era
solo alla terza in azzurro.
Massaro nel ‘94 e Di Biagio nel
‘98 (subentrati) più Cristiano
Doni nel 2002 (titolare) come i
quattro di Inghilterra-Italia: in
campo alla prima senza aver
giocato le qualificazioni.
to la lezione. C’era un giocatore più «suo» di Emanuele Giaccherini? Lo convocava sempre, anche se trovava poco
spazio nella Juventus. Ma al
Sunderland, in Premier League, ha giocato poco e non ai
livelli allenanti (partite scudetto, Champions) che frequentava in bianconero. Non
poteva bastare la gratitudine a
portarlo in Brasile. E così Maggio, che ha corso per anni al
servizio di Prandelli, ma è stato frenato da un infortunio e
superato dalla corsa e dalla
qualità di Darmian. Il c.t. ne
ha preso atto, senza contare
presenze o meriti acquisiti.
Anche Gilardino e Pepito Rossi vantavano crediti di riconoscenza, annullati da spietate
ragioni tattiche e fisiche, per il
bene della causa.
Eterno presente Il passato
può diventare un canto di sirene che manda fuori rotta.
Prandelli ha deciso di giocarsi
il Mondiale con la cera nelle
orecchie, scegliendo con gli
occhi. Aveva visto bene Cassano e lo ha portato in Brasile;
ora, allenamenti e test alla
mano, vede meglio Insigne e
FantAntonio è scivolato ai
margini delle opzioni. Immobile e Parolo (zero partite ufficiali) hanno già giocato. Tocca
a chi merita. È una giostra che
vive un eterno presente, su cui
tutti possono salire e divertirsi
come Matteo Darmian, anche
da debuttanti, grazie a una solida e rassicurante idea di gioco. Se non l’avete ancora capito, è questa la vera forza dell’Italia.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
Tutti pazzi per Darmian
La Juve è in vantaggio
con l’aiuto degli azzurri
Non solo la Roma sull’esterno: costa oltre 10 milioni
I nazionali bianconeri lo invitano a «tradire» il Toro
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO CECCHINI
MANGARATIBA (Brasile)
Niente come il Mondiale
ha un effetto moltiplicatore di
desideri e ambizioni. Prendete
il caso di Matteo Darmian, l’azzurro più in ascesa tra quelli che
hanno battuto l’Inghilterra. Radio mercato per lui si è messa a
comunicare all’impazzata, segnalando l’interesse di diversi
club e quello più forte della Juventus.
Matteo Darmian, 24, ceduto dal Milan nel 2012 LAPRESSE
La polemica È ancora fresca,
tra l’altro, la polemica tra Giorgio Chiellini e il presidente del
Torino, Urbano Cairo. Nel dopo
partita Rai il difensore aveva
detto: «Non me ne vogliano i tifosi del Toro, ma spero che Damian possa giocare in una squadra più importante. Deve poter
giocare in Europa». E quando
Beppe Dossena gli ha ricordato
come la squadra di Ventura disputerà l’Europa League, ha replicato: «Sì, ma la Champions è
molto meglio». Non c’è dubbio,
tant’è che - tra il serio e il faceto
- gli juventini in questi giorni
L’ALTRA SORPRESA
Nonna Candreva
«Vai all’estero»
Ma Lotito dice no
MANGARATIBA Nonna
Rosina ha deciso: via dall’Italia.
L’argomento è suo nipote
Candreva, su cui dice a Radio
Rai: «Preferirei andasse a
giocare all’estero. Io gli ho dato
un portafortuna, un sacchetto
con del sale dentro».
Andando sul concreto, per
il centrocampista della Lazio
resta viva la corte del Psg,
anche se ieri la stampa inglese
(e non solo) ha raccontato
di una offerta del Liverpool
di 25 milioni. Candreva dopo
Inghilterra-Italia ha detto
di voler andare a giocare
la Champions, ma Lotito
ha replicato: «Non lo venderei
nemmeno per 30 milioni, i tifosi
non vogliono e per rispetto non
lo faccio, ma offerte non ce ne
sono. Me lo tengo e vinco
lo scudetto».
hanno invitato più volte il
24enne torinista a saltare la
barricata cittadina. Non è un caso che Cairo abbia replicato duramente: «Chiellini è la prova
provata che non basta essere
laureati per essere intelligenti.
Impari a rispettare il popolo
granata!».
Assalto Juve Una premessa è
d’obbligo: il Torino non ha intenzione di vendere (e tanto
meno di svendere) i suoi talenti.
Immobile, saputo dell’interessamento del Borussia, ha chiesto di andarsene ma questa è
una storia a sé, come l’onesto
pressing di Cerci per tornare alla Roma. Tutto dovrà contemperarsi con le strategie granata,
anche se non a caso Ventura ha
già detto di essere pronto per un
nuovo ciclo. Una cosa è certa: la
Juve da tempo si è interessata a
Darmian, visto che dei due
esterni di destra al Mondiale Lichtsteiner e Isla - il cileno
sembra in uscita. Ma se prima
del Brasile la richiesta per l’azzurro era di 10 milioni che potevano forse scendere a 8, ora la
cifra è destinata a salire. Detto
questo, il Torino non è intenzionato a cedere il difensore, ma
potrebbe considerare l’idea a
due condizioni: un’offerta molto importante e una ferma volontà del giocatore.
Alla finestra Se la Juve è in
netto vantaggio, Darmian è monitorato anche da altri club, primo fra tutti la Roma, che pensa
al dopo Maicon. Non a caso ieri
Carlo Sabatini, allenatore e fratello del d.s. giallorosso Walter,
ha detto a Radio Manà Manà:
«Può essere un giocatore funzionale alla Roma. Il fatto che
mio fratello in passato l’abbia
voluto al Palermo vuol dire che
ha visto in lui delle qualità».
Proprio vero, ma la Juve preme.
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4
I NUMERI
10
chilometri
e 878 metri
percorsi
durante
la partita contro
l’Inghilterra
da Darmian,
è secondo solo
a Marchisio
che ha superato
gli 11 km: per
il granata 5,653
metri nel primo
tempo e 5,225
nella ripresa
19
i passaggi
con Candreva
nel corso della
partita con gli
inglesi: il laziale
è stato
il giocatore con
il quale Darmian
ha dialogato
di più
(12 passaggi
fatti e 7 ricevuti)
2
le presenze
in azzurro,
ha debuttato
il 31 maggio
scorso contro
l’Irlanda
LA GAZZETTA DELLO SPORT
9
IL NOSTRO SITO
Record Mondiale
per Gazzetta.it:
oltre 6 milioni
di utenti unici
Il gol più bello del
Mondiale? Non ce ne vogliano
Messi, Marchisio, Robben... Per
noi è quello di Gazzetta.it; nei
primi quattro giorni di Brasile
2014 il sito ha fatto registrare
6,173 milioni di utenti unici (UU) e
51,2 milioni di pagine viste (PV).
Con dati record domenica di
quasi 2 milioni di UU, 16 mln di
PV e 1,5 mln di streaming video.
Nello specifico: il 12 giugno,
giorno dell’inaugurazione 1,325
milioni di UU e 10,2 milioni di PV.
Il 13 giugno 1,508 mln di UU e
13,8 mln di PV. Il 14 giugno con la
partita dell’Italia a mezzanotte
1,450 mln di UU e 11 mln di PV e
infine domenica ben 1,890 mln di
UU (secondo dato di sempre) e
16,2 mln diPV.
Straordinari anche i dati degli
streaming video delle rubriche
quotidiane a cura dei nostri
inviati in Brasile e delle
produzioni di GazzettaTV. Da
giovedì complessivamente
hanno toccato quota 3 milioni e
355mila, 1,5 milioni solo
domenica da pc, smartphone e
tablet. La prima puntata della
trasmissione «Il Mondiale in
Panchina», ospite Zdenek
Zeman, ha raccolto 522mila
streaming, mentre il Tg satirico
quotidiano di Gene Gnocchi
«Rompimundial», viaggia a una
media di 220mila clic al giorno. I
video su mercato e tattica e le
finestre dal Brasile «Bom dia,
Italia» e «Buongiorno Brasile»
volano a 300mila streaming. Il
Mondiale in Brasile? Non c’è
bisogno di andare a Rio, basta
cliccare su www.gazzetta.it
LA GAZZETTA DELLO SPORT
10
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D IL PERSONAGGIO
URUGUAY
COSTA RICA
INGHILTERRA
ITALIA
1
2
la mina vagante
CASSANO
Lo strano caso
di FantAntonio
Senza cassanate
zero minuti giocati
3
Intristito, nelle gerarchie dell’attacco in questo
momento è solo la quarta scelta. Sostenuto dalla
famiglia aspetta con ansia l’esordio mondiale
DAL NOSTRO INVIATO
SEBASTIANO VERNAZZA
@GazzaVernazza
MANGARATIBA (Brasile)
Cassano come sta? E che
cosa fa? Ogni tanto, lungo il
campo dove si allenano gli azzurri, ci si interroga sulla presenza/assenza di FantAntonio.
Cassano c’è, ma non si vede.
Contro l’Inghilterra non ha giocato un minuto e dal ritiro per
ora non è filtrata l’eco di una
cassanata. Quest’ultimo è indizio di difficile interpretazione.
All’Europeo del 2012 ogni giorno piovevano voci sulle bizzarrie, chiamiamole così, dell’attaccante. In Brasile niente. Anzi, chi lo osserva da dentro ne
parla come di un uomo maturo,
approdato nel mare calmo dell’esperienza. Sarà davvero così?
Sorpassato Nelle gerarchie
dell’attacco è stato sorpassato.
Cesare Prandelli, contro l’Inghilterra, verso la mezz’ora della ripresa ha sostituito Mario
Balotelli. Eravamo in vantaggio, c’era bisogno di tenere palla
e far salire la squadra, compiti
in cui Antonio è venerato maestro, e invece niente: dentro Ciro Immobile, altro genere di
giocatore. Cassano è rimasto a
languire in panchina, con
espressione perplessa (eufemismo). Bonucci e Buffon gli sono
vicini, lo «marcano» stretto.
Dalle partitelle, quando si provano schieramenti alternativi,
si intuisce come sia Insigne la
possibile soluzione a sorpresa
per l’attacco. Netta è l’impressione che Cassano sia diventato
la quarta punta del mazzo. Dietro di lui soltanto Alessio Cerci,
un altro fin qui rimasto nell’ombra. Domani FantAntonio «festeggerà» i due anni dall’ultimo
gol in azzurro, contro l’Irlanda
all’Europeo. Bei tempi, in Polonia e Ucraina era titolare fisso,
riforniva Balotelli. In Brasile il
nuovo sistema di gioco lo penalizza, Prandelli preferisce la
gamba di Candreva. Che cosa
accadrà se il c.t. non lo impiegherà neppure contro la Costa
Rica? A quasi 32 anni Cassano
tiene da matti a debuttare in un
Mondiale.
Sostenuto A Mangaratiba può
4
Sopra, Antonio Cassano,
31 anni, attaccante GETTY IMAGES
A lato, alcune immagini tratte
dai profili Twitter e Instagram
della moglie, Carolina Marcialis:
1 Durante una gita con amici
2 In bici con Christopher
3 Escursione in Amazzonia
4 Allo stadio per il debutto deli
azzurri con l’Inghilterra
contare sull’appoggio della famiglia. La moglie Carolina e i figli Christopher e Lionel sono in
vacanza al Portobello Resort.
Carolina Marcialis si è trasformata nella reporter di se stessa.
Posta di continuo foto «brasiliane» su Instagram e sul suo blog.
Ha documentato attimo per attimo il viaggio a Manaus, affrontato assieme a Fanny, futura signora Balotelli. Per presentare una gallery sul suo stile ha
citato l’incipit della più nota poesia di Catullo: «Odio e amo.
Per quale motivo io lo faccia,
forse ti chiederai». Raffinato latinismo, che però, visto il contesto, suona spiazzante. Che cosa
vorrà dire Carolina?
balzata un’intervista a Rocco
Siffredi. A «La Zanzara», su Radio 24, il noto attore porno ha
così parlato di Cassano: «Lo
prenderei all’istante per uno dei
miei film, è il numero uno.
Quando hai l’animale dentro di
te, è difficile scacciarlo. Adesso
pare essersi dato una calmata,
ma prima o poi l’animale uscirà
nuovamente». Siffredi si riferisce a tutt’altro genere di cose,
chiaro, ma un fondo di verità
c’è. Cassano pare placato, rassegnato, però, per dirla con Rino
Gattuso, se uno nasce quadrato
non può morire tondo. Una mina vagante, ecco che cosa sembra oggi FantAntonio. Per il bene dell’Italia si spera che esploda in campo.
Apprezzato Dall’Italia è rim-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DSQUARED2.COM
IL BORSINO AZZURRO DE SCIGLIO: SI TENTA IL RECUPERO
Buffon verso il sì
contro l’Uruguay
Paletta bocciato
Prandelli pensa
a riportare
Chiellini al centro
della difesa contro
la Costa Rica
DAL NOSTRO INVIATO
MANGARATIBA
Bocciato Paletta, nuova
difesa allo studio. Contro l’Inghilterra la prestazione del difensore italo-argentino è stata
disastrosa, venerdì a Recife affronteremo la Costa Rica con
una linea a quattro rimescolata.
Ieri pomeriggio Buffon e De Sciglio, gli azzurri infortunati, hanno lavorato sul campo. Si spera
di recuperarli, ma al momento è
difficile elaborare previsioni
esatte.
Soluzioni Questa la soluzione
più probabile per la difesa, se De
Sciglio non ce la fa a rientrare:
Abate e Darmian terzini, Barzagli e Chiellini centrali. Riportare
il «Chiello» in mezzo è una priorità, visto che il difensore della
Juve ha faticato a riprendere
confidenza con la fascia, dove
scorrazzava in gioventù. L’altra
possibilità prevede Bonucci al
centro, vicino a Barzagli, però ci
sono delle controindicazioni.
Bonucci non è a suo agio in una
difesa a quattro — il suo habitat
è la linea a tre o a cinque — e
bisognerebbe confermare Chiel-
lini a sinistra.
E il portiere? Buffon dovrebbe
rientrare contro l’Uruguay. Per la
Costa Rica si va verso la riconferma di Sirigu, bravissimo contro
gli inglesi. Il numero uno del Psg
però vola basso, non fa pensieri
proibiti. «Gigi è il capitano della
squadra e il titolare del ruolo —
ha detto ieri Sirigu —, e non sarà
certo una partita a cambiare le
gerarchie. Lungi da me l’idea di
pensare qualcosa di diverso.
Questa non è una gara tra me o
lui. Non ho mai pensato di soffiargli il posto. Ho puntato solo a
dare il mio contributo. I discorsi
sulla successione non esistono,
bisogna essere realisti».
La carta Insigne Insigne esterno sinistro nell’economia del
nuovo 4-1-4-1 prandelliano: può
essere la carta da calare sul tavolo a partita in corso, il c.t. in allenamento ci ha lavorato sopra.
Nel caso, chi dovrebbe uscire per
far posto a Lorenzinho? Probabilmente Verratti, con dirottamento di Marchisio sul centrodestra, ma molto dipenderà dall’evolversi degli eventi. Thiago
Motta e Parolo premono alle
porte del centrocampo, diciamo
che al momento i due possono
essere considerati dei «diversamente titolari». De Rossi ieri
mattina non si è allenato per fastidi alla cervicale. Barzagli ha
curato i soliti acciacchi ai suoi
tendini.
s.v.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D IL BELLO DEL MONDIALE
URUGUAY
COSTA RICA
INGHILTERRA
ITALIA
Carolina
Cassano
Consorte
di Antonio, dal
quale ha avuto
due figli
Michela
Aquilani
Moglie di Alberto,
interno della
Fiorentina, ex di
Roma, Juve e Milan
Roberta
Marchisio
Moglie di
Claudio, in gol
sabato contro
gli inglesi
Paula
Paletta
Compagna del
difensore del
Parma. Hanno un
figlio, Sebastian
LA GAZZETTA DELLO SPORT
11
sfilata
Presenti già in 9
Sta arrivando
anche Jessica,
moglie di Immobile
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO CECCHINI
MANGARATIBA (Brasile)
Belle (innegabile), ricche (effetti collaterali), persino simpatiche (voci dal ritiro).
Le ragazze azzurre, a loro modo, hanno già vinto. E non basta: a differenza di Cesare
Prandelli che ha un numero di
convocazioni limitate, l’universo familiare che ruota attorno alla Nazionale ha possibilità d’inserimento «last minute» praticamente infinite,
grazie anche al lavoro di Andrea Mereghetti, tour operatore della Dreams Team di Novara, che da sempre si occupa dei
viaggi delle «wags» tricolori.
Spese azzurre La formazione al momento - tra mogli e
compagne - è così composta:
Novella (Prandelli), Carolina
(Cassano), Fanny (Belotelli),
Michela (Aquilani), Roberta
(Marchisio), Paula (Paletta),
Angela (Motta), Federica
(Cerci), Francesca (Darmian).
Occhio però perché nuovi arrivi sono alle viste, prima fra
tutti la neo sposa Jessica Immobile. Ma non sarà la sola,
nonostante il viaggio per il
Brasile sia lungo e abbastanza
faticoso. Il Portobello Resort
comunque, pur non essendo
una struttura extra lusso, ha
costi che si aggirano intorno ai
4.500 euro a settimana per
persona, comprensivi anche
dei pasti. A questi poi bisogna
aggiungere le spese del volo
charter dall’Italia - per chi c’è
stato fin dal primo giorno - pari a circa 1.300 euro e i voli interni brasiliani. Insomma, tenendo conto che alcuni calciatori hanno portato anche figli
e tate (Cassano, Marchisio ed
altre), gli esborsi non sono indifferenti, soprattutto se l’avventura proseguirà oltre il 24
giugno. A quel punto, tra l’altro, il gruppo si sarà di certo
ampliato e non solo al femminile, visto che Balotelli (la cui
promessa sposa si è appena tatuata sul braccio un «Makes
me love Mario Balotelli») ha
prenotato un soggiorno per
quattro amici a Natal - dove la
Nazionale si fermerà per 4
giorni dopo il match di Recife spendendo la non indifferente
cifra (per i comuni mortali) di
18.000 euro.
Marchisio, che smash La vita
in ritiro, comunque, è assai
tranquilla, soprattutto per
quelle che hanno i figli da seguire. Visto la che la presenza
dei compagni (tranne che nel
post-Inghilterra) è solo virtuale (la separazione è molto rigida), la quotidianità ha standard molto da villaggio. Bagni
LA CURIOSITA’
Con Waggsapp
più di 100 mogli
di calciatori
Si chiama Waggsapp
e ci sono più di 100 mogli di
calciatori. L’ha ideata Silvia
Berti. E al momento c’è pure
una versione web. Tra le
azzurre la Quattrociocche
(Aquilani), la De Pin (Montolivo)
e la Nullo (Barzagli).
Novella
Benini
Compagna del
commissario
tecnico azzurro
Cesare Prandelli
Fanny
Neguesha
Fidanzata di Mario
Balotelli. Annuncio
di matrimonio sui
social network
Wags azzurre
Vacanze dorate
tra libri e tuffi
Vivono in un hotel da 4500 euro a settimana
L’«intellettuale» è la compagna di Prandelli
in piscina, passeggiate in bicicletta, palestra, social
network, partite a tennis. Su
questo fronte sembra spiccare
Roberta Marchisio, che ha impressionato anche lo staff del
resort. Per il resto ad esempio,
mentre Novella si divide tra
passeggiate e libri (in questi
giorni è passata da Isaac Singer a Emanuel Carrere), Michela pensa anche alla figlia
che nascerà a novembre e verrà chiamata Diamante.
Cassano in rete Molto originale anche Carolina, che pro-
Angela
Motta
Moglie di
Thiago,
centrocampista
del Psg, ex Inter
Francesca
Cormanni
Fidanzata di
Matteo Darmian,
tra i migliori nella
prima dell’Italia
prio in questi giorni ha inaugurato un suo sito in cui - oltre
a postare foto dell’avventura
in Brasile - fa bella mostra l’incipit di «Odi et amo», la celebre poesia di Catullo. Insomma, quello delle «wags» azzurre è un caleidoscopio in cui sarebbe sbagliato generalizzare,
e ce lo fa capire bene una intervista postata da Francesca:
«Ognuna ha una sua storia,
una sua esperienza e una sua
etica; capita quindi che ognuna abbia delle priorità diverse
da quelle di altre. Catalogare
una donna secondo schemi
Federica
Riccardi
Fidanzata di
Alessio Cerci,
esterno del
Torino di Ventura
Jessica
Immobile
Sposa di Ciro,
appena passato
dal Torino al
Borussia Dortmund
fissi lo ritengo sbagliato, a prescindere dal mestiere del compagno di vita». Proprio vero.
Al netto di invidie e antipatie
che molte di loro sono ormai
rassegnate ad accettare solo
per il fatto di vivere di luce riflessa, qui in Brasile l’anti-divismo sembra essere la regola.
Figuratevi che una delle «azzurre», ignara dei divieti dello
staff tecnico, ha anche invitato
al resort un paio di cronisti per
un bagno in piscina col gruppo. Grazie del pensiero, ma ci
teniamo alla pelle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D I NOSTRI AVVERSARI
URUGUAY
COSTA RICA
targhe del Santos.
sorpresa Mundial
MORALE ALLE STELLE
Costa Rica ok
con Luis Pinto
il c.t. che ama
Trap e Lippi
Aspettando gli azzurri, la squadra che
ha battuto l’Uruguay trova ispirazione
nello spogliatoio che fu del mitico Pelè
DAL NOSTRO INVIATO
ALESSANDRA BOCCI
SANTOS (Brasile)
Una strada come un’altra, ma in fondo alla strada c’è
un negozio con un barbiere
che parla soltanto se adeguatamente retribuito (non si è
mai visto un parrucchiere muto) e di fronte a lui Vila Belmiro, lo stadio di Pelé. E’ questo
che rende più appetibili le
chiacchiere del barbiere che
sta lì dai tempi del re del calcio, dice lui, e che dà fascino
agli allenamenti della Costa
Rica. Perché Luis Pinto non ha
pietà, e i suoi giocatori sgobbano per più di due ore a porte
chiuse: se i cronisti si annoiano possono sempre andare a
fare un giro a fotografare le
sede ufficiale
ritiro estivo
f.c. internazionale
«
Adesso il mondo
ha visto che cosa
possiamo fare.
E non abbiamo
finito di stupire
PAULO WANCHOPE
VICE C.T. COSTA RICA
«
Dopo la vittoria
di sabato, a San
Josè hanno dato
fondo alle riserve
di birra...
LA STAMPA
IN COSTA RICA
Totem La sala stampa è pic-
cola, stracolma di gente e telecamere. Il vice di Luis Pinto,
Paulo Wanchope se la ride.
«Adesso il mondo ha visto che
cosa possiamo fare. E non
pensiate di trovare una squadra rilassata: vogliamo e possiamo continuare a stupire».
Paulo ha giocato a lungo in Inghilterra e adesso è
un esempio per il
giovane Joel Campbell che sogna
l’Arsenal, ma è
prima di tutto un
collante per il
gruppo dei ticos. I
giocatori però hanno voluto accanto a
loro un’altra icona,
Alvaro Saborio, che
ha qualche anno meno di Paulo ed è ancora in attività, Paulo è
ancora in attività, ma
è infortunato e ha
trascinato fin qui il
suo piede fasciato
in un tutore soltanto per tifare.
La psicologia imponeva la sua presenza, il resto lo fa
Luis Pinto, cultore appassionato del calcio
italiano e di Trapattoni.
Viva Trap Pinto ha 53
anni ed è debuttante al
Mondiale. Ha lavorato a
lungo in Colombia, Perù e altrove in America
prima di prendere in cura una nazionale che voleva rifarsi dalla delusione del 2010 (fu eliminata
a un passo dal Mondiale)
e dimostrare che il calcio costaricano non è
privo di qualità. Nel
1990 la Costa Rica è ar-
ITALIA
INGHILTERRA
S
Jorge Luis
Pinto, 61 anni,
ct della Costa
Rica dal 2011
GETTY
rivata agli ottavi di finale, per
questo gli appassionati di calcio costaricani sono affezionati all’Italia. In più, ora hanno
un allenatore che ha studiato
fra Italia e Brasile e oltre ad essere un ammiratore di Trapattoni cita spesso Zaccheroni,
Lippi e tutta la vecchia scuola
italiana. Ha grande stima di
Antonio Conte, e chissà se ha
studiato anche il 5-3-2 del tecnico juventino: fatto sta che il
signor Luis Pinto non si vergogna di applicare un sistema di
gioco che, prima dell’impressionante goleada degli olandesi sulla Spagna, a livello internazionale veniva considerato una bizzarria inconcepibile.
Ispirazioni Il
5-2-3
di Luis
Pinto è
elastico
c o m e
quello di
Van Gaal. Pinto
è fissato con la tattica e i
cronisti che lo conoscono bene escludono che manderà la
squadra allo sbaraglio contro
l’Italia, o che ai suoi giocatori
sarà permesso di distrarsi.
«L’obiettivo non era battere
l’Uruguay, è andare agli ottavi», raccontano. «Dopo il successo in Costa Rica hanno dato fondo alle riserve di birra
per festeggiare, ma i tifosi
hanno i piedi per terra e la
squadra pure». Per niente spaventato dall’approssimarsi di
Pirlo e Balotelli, il signor Pinto
porta avanti il suo 5-2-3, e intanto i suoi si ispirano nello
spogliatoio che fu di Pelé. Pare che il signor Pinto abbia
predetto il passaggio del turno per Italia e Costa Rica ben
prima di battere l’Uruguay.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
v
identiKit
DEL PAESE
12
COSTA
RICA
Forma
di Governo
Repubblica
presidenziale
Indipendenza
1821
Superficie
51.100 kmq
(Italia 301.000)
Popolazione
4,7 milioni
di abitanti
Capitale
San Josè
(884.000 abitanti)
Pil pro capite
9.700 dollari
l’anno (69° posto)
(Italia 33.100)
Ranking Fifa
28° posto
L’ULTIMO FENOMENO
Navas, portiere
dei miracoli
all’esame Balo
DAL NOSTRO INVIATO
SANTOS (Brasile)
Duemila dollari. Tanto
intascò il Pedregoso dal
Saprissa per i diritti di
formazione di Keylor Navas
quando il più importante club
costaricano vendette il suo
cartellino in Spagna. Ora che è
diventato uno dei migliori
portieri della Liga con il Levante
e che ha trascinato la Costa
Rica con una parata impossibile
su Forlan, quei soldi sembrano
terribilmente pochi, ma
siccome i costaricani sono
molto sportivi nessuno al
Pedregoso ci avrà fatto caso.
Nel mirino del Barça Navas è
molto religioso: è sposato e ha
fatto figli con una modella,
conosciuta in chiesa. Visto il
suo temperamento è possibile
che non gradisca l’appellativo di
San Keylor, perché i santi sono
una cosa seria, ma stoppando il
pallonetto di Forlan è diventato
un eroe nazionale. I giornalisti
ticos raccontano orgogliosi che
Keylor piace ad Atletico Madrid
e Liverpool, e che persino Luis
Enrique lo ha chiesto ai dirigenti
del Barcellona. Il Mondiale, più
profano che santo, potrebbe
far salire il jackpot, e il Levante
se lo augura. «Io non penso a
nulla, solo a stare concentrato
a ogni allenamento», dice. Dopo
quella su Forlan, Navas cerca
parate paranormali contro
l’Italia di Balotelli.
al.bo.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE D
URUGUAY
DAL NOSTRO INVIATO
STEFANO BOLDRINI
RIO DE JANEIRO (Brasile)
Sei parole per rassicurare una nazione. «Sono pronto,
giocherò contro l’Inghilterra»,
dice Luis Suarez dopo l’allenamento allo stadio Arena do Jacaré, a Sete Lagoas. E’ la prima
volta che il fuoriclasse uruguaiano parla in Brasile, dal giorno dello sbarco della squadra
di Tabarez: «Sono al cento per
cento. Contro la Costa Rica
avrei voluto aiutare i miei
compagni, ma è stato
meglio non rischiare. Non ho mai pensato di perdere il
Mondiale. Contro l’Inghilterra è una sfida decisiva,
ma io ho il vantaggio che conosco uno per uno i nostri avversari. La difesa inglese ha qualche limite e dovremmo approfittarne. Voglio rivolgere un
messaggio a tutti i nostri tifosi:
abbiate fiducia in noi». Suarez
non raccoglie la provocazione
di Hodgson («l’uruguaiano è
un grande giocatore, ma deve
dimostrarlo anche al Mondiale»). Sorride. Replicherà in
campo.
Gol Si era già capito in allenamento che Suarez era abile
e arruolato. Tabarez lo ha provato in quella che dovrebbe essere la formazione titolare
INGHILTERRA
Sei punte e una gara decisiva
E Suarez: «Io sono pronto»
Giovedì Uruguay-Inghilterra: l’attaccante sfida Sturridge, compagno nel Liverpool
Premier. L’Inghilterra, dove è
stato spesso criticato per i suoi
atteggiamenti censurabili (gli
insulti razzisti ad Evra, il morso ad Ivanovic), si è inchinata
ai suoi piedi, premiandolo miglior giocatore dell’anno. Riconoscimento sacrosanto: è stato
l’anima di un Liverpool che ha
sfiorato la conquista del titolo.
115
i gol totali
dei sei attaccanti di Uruguay e
Inghilterra, in campo giovedì
contro l’Inghilterra:
Muslera; Fucile, Lugano,
Godin, Càceres; Ramirez,
Arevalo Rios, Gargano, Rodriguez; Suarez e Cavani. Una sfida nel nome del gol: i sei attaccanti principali delle due nazionali hanno segnato complessivamente, nell’ultima
stagione, 115 reti. Si va dai 31
centri di Suarez ai 5 di Forlan,
approdato a gennaio al Cerezo
Osaka, in Giappone. Suarez è
stato il capocannoniere della
Uomini in Reds L’altra faccia
dell’attacco dei Reds è Daniel
Sturridge, 25 gol nella sua stagione e a segno contro l’Italia.
Il Liverpool metterà in campo
giovedì, a San Paolo, una coppia da 56 reti. Sturridge mostra fair play nei confronti di
Suarez: «Non si siamo scambiati messaggi perché non lo
facciamo neppure a Liverpool
e non ci sono ragioni per le
31 19
Daniel Sturridge
Liverpool. Contratto fino al 2018
Valore di mercato: 35 milioni
Luis Suarez
Gioca nel Liverpool.
Valore: 70 milioni
Wayne Rooney
Manchester United. Contratto fino al
2019. Valore: 30 milioni
5
Diego Forlan
Cerezo Osaka. Contratto fino al 2014
Valore di mercato: 2 milioni
quali debba accadere qui, ma
gli auguro di giocare. Spero
che stia bene. L’Uruguay non è
però solo Suarez. Cavani è un
fuoriclasse. Forlan è una leggenda».
Spettacolo E’ un mondiale,
questo, che sta esaltando i gol
e gli attaccanti. Sturridge è entusiasta: «Grande spettacolo e
belle gare. L’Olanda mi ha incantato. Robben è un fenomeno. Gli accostamenti con gente
come Neymar, Robben, Van
Persie, Benzema mi fanno solo
piacere. Partecipare al mondiale era il mio sogno di bambino. Volevo segnare un gol in
un torneo come questo e sono
stato fortunato. Contro l’Italia
ho trovato subito la prima rete». Sturridge giocherà al centro, ma stavolta dietro di lui
dovrebbe giostrare Rooney:
Welbeck scalerà a sinistra contro l’Uruguay: «Preferisco giocare in mezzo, ma sono un calciatore flessibile e quindi
pronto a stare a destra, a sinistra o dove voglia l’allenatore»,
racconta il calciatore del Manchester United. Tra Suarez,
Sturridge, Welbeck e la voglia
di riscatto di Rooney, potrebbe
però imporsi Cavani. I 25 gol
con il Psg e la sua valutazione
di 60 milioni sono buoni motivi per scommettere sull’ex
bomber del Napoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10
Danny Welbeck
Manchester United. Contratto fino al
2016. Valore 20 milioni
. FORTE PER NATURA.
NUOVO
13
ITALIA
Lo spareggio del gol
25 GOL 25
Edinson Cavani
Gioca nel Psg. Contratto fino al 2018
Valore di mercato: 60 milioni
COSTA RICA
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14
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
#
GIRONI F-G
Iran e Nigeria
non si pungono
E dopo 12 gare
c’è un pareggio
Poche emozioni e zero reti. Assalto
iniziale degli africani, poi gli asiatici
di Carlos Queiroz controllano
DAL NOSTRO INVIATO
FILIPPO MARIA RICCI
CURITIBA (Brasile)
Non è un caso che il primo pareggio di Brasile 2014 arrivi dopo 12 partite tra due
squadre che non vincono una
partita al Mondiale da Francia
‘98. E anche lo 0-0 ha una sua
giustificazione statistica: l’Iran
tra quelle arrivate qui è la formazione che nelle qualificazioni più volte non ha incassato gol, la Nigeria quella che
meno ha segnato.
Cuore iraniano Data un’idea
dei protagonisti, questa la partita: la più brutta vista in questo Mondiale brillante, con
l’Iran a difendersi con scarsi
mezzi e tantissimo cuore, la Nigeria ad attaccare con foga pasticciona, confusione e poche
idee. Stephen Keshi ha scelto la
continuità mandano in campo
8 degli 11 che iniziarono la vittoriosa finale di Coppa d’Africa
del 2013 contro il Burkina Faso, ma in mezzo al campo il trio
Onazi-Obi Mikel-Azeez è vera-
mente povero di fosforo, fantasia, idee, e i due esterni, Moses
e Musa, frullano e sbattono come ali inceppate. Il centravanti
Emenike è isolato e impreciso.
Differenza di valori Per dare
un’idea del miracolo iraniano,
Carlos Queiroz parte con 6 giocatori che militano nel campionato iraniano più due che giocano in Kuwait e Qatar. Poi c’è
un portiere della B portoghese
e due riserve di Charlton e
Fulham. I nigeriani sono tutti
nelle prime divisioni europee,
alcuni in grandi squadre. E allora per gli asiatici la scelta è
quella della prudenza, dell’ordine. Tutte cose che non mancano alla coraggiosa squadra
di Queiroz, che supera con
qualche patema l’emozione
propria e l’arrembaggio iniziale degli africani, poi si sistema
e non rischia più fino alla fine,
appoggiandosi al dinamismo
di Timotian, Heydari e Dejagah, alla difesa di Montazeri e
soprattutto Hosseini, alla verve offensiva di Ghoochannejad, detto ‘Gucci’, canterano
A NATAL IERI NOTTE
Tifosi iraniani e statunitensi fraternizzano a Copacabana AP
dell’Olanda utilissimo all’Iran.
Nigeria spaccata L’Iran resi-
ste e crea due grandi occasioni:
a metà del primo tempo Enyeama deve fare un miracolo per
fermare il colpo di testa ravvicinato di Timotian, nella ripresa Dejagah non arriva a connettere con la testa un cross
che lo aveva pescato solissimo
in area. A quel punto Keshi si
era reso conto della pochezza
delle sue mica tanto Super
Aquile e aveva inserito Ameobi
e Odemwingie. Potenza ed
elettricità. La squadra però si è
spaccata sul 4-2-4 e solo alla fine Ameobi ha avuto due occasioni. In entrambi i casi provvidenziale il difensore Pooladi:
prima anticipa il centravanti e
poi a gli ferma sulla linea un
colpo di testa. La Nigeria allunga a 9 la striscia di partite senza successi ai Mondiali, primato delle 32 partecipanti. Ora
l’Iran se la vedrà con l’Argentina di Messi, mentre per le Super Aquile è già tempo di finale, lunedì contro la Bosnia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IRAN
NIGERIA
Clint Dempsey segna dopo 32” e porta in vantaggio gli Usa AP
0
0
IRAN (4-1-4-1)
A. Haghighi 6,5; Montazeri 7, Hosseini 7,
Sadeghi 6,5, Pooladi 7; Nekounam 6; Haji
Safi 6,5, Timotian 7, Heydari 7 (dal 44’ s.t.
Shojaei s.v.), Dejagah 6,5 (dal 28’ s.t.
Jahan Bakhsh 5,5); Ghoochannejhad 7.
PANCHINA Davari, Ahmadi, Beitashour, R.
Haghighi, Hadadifar, Mahini, Alnameh,
Beikzadeh, Rahmani, Ansari Fard.
ALLENATORE Queiroz 8
CAMBI DI SISTEMA 4-4-2 dal 1’ s.t.
BARICENTRO MOLTO BASSO 42,3 metri
AMMONITI Timotian per gioco scorretto
NIGERIA (4-3-3)
Enyeama 6,5; Ambrose 6, Omeruo 6, Oboabona 6 (dal 29’ p.t. Yobo 5,5), Oshaniwa
6; Onazi 5,5, Obi Mikel 6, Azeez 5 (dal 24’
s.t. Odemwingie 6); Musa 5, Emenike 5,
Moses 4,5 (dal 7’ s.t. Ameobi 6,5).
PANCHINA Ejide, Agbim, Uchebo,
Egwuekwe, Odunlami, Uzoenyi, Gabriel,
Babatunde, Nwofor.
ALLENATORE Keshi 5
CAMBI DI SISTEMA 4-2-4 dal 25’ s.t.
BARICENTRO ALTO 54,3 metri
AMMONITI nessuno
ARBITRO Vera (Ecuador) 6,5
NOTE spettatori 39.081 Tiri in porta 1-4, tiri
fuori 4-4, angoli 2-4, fuorigioco 0-1. Recuperi
2’ p.t. e 2’ s.t.
Stati Uniti a razzo:
Dempsey dopo 32”
Poi Brooks sigla il 2-1
Gol lampo dell’attaccante. Nella ripresa
la squadra di Klinsmann subisce. Il Ghana
pareggia con Ayew, ma risolve il gigante
ALESSANDRA BOCCI
NATAL (Brasile)
Il pesce era troppo grosso
per lasciarselo sfuggire e Clint
Dempsey l’ha cacciato subito
nella rete. Era il secondo numero 32 quando Dempsey ha
portato in vantaggio gli Stati
Uniti. Pescatore appassionato,
il capitano della nazionale
americana ha colto l’occasione
così velocemente che quelli del
Ghana si stava ancora legando
le stringhe: Muntari ha dato
l’avvio a un pasticcio collettivo,
Dempsey ne ha approfittato
per infilarsi fra tre avversari e
sgusciare come uno di quei pesci con i quali riempie il tempo
libero dal calcio, una moglie e
tre figli. E’ da poco tornato in
America per far crescere lì i
suoi bambini dopo un buon periodo in Premier League. Dopo
il gol di ieri diventerà un eroe,
anche se una parte da protagonista se l’è ritagliata l’eterno
Howard, sempre pronto sulle
confuse serpentine sui ghanesi
e sui micidiali tiri di fuori di
Muntari e Asamoah Gyan, e
Brooks, arrivato nel finale a fissare una vittoria spezza-tabù.
Battaglia Quello segnato da
Dempsey con angolatura pregevole è il sesto gol più veloce
della storia delle fasi finali di
GHANA
STATI UNITI
1
2
PRIMO TEMPO 0-1
MARCATORI Dempsey (SU) al 1’ p.t. A. Ayew
(G) al 37’ Brooks (SU) al 41’ s.t.
GHANA (4-3-3)
Kwarasey;5 Opare 5 , Mensah 4,5, Boye 5,
K.Asamoah 5; Rabiu (5,5 dal 26’ s.t. Essien 5
), A. Ayew 6,5, Muntari 6; J.Ayew 5 ( dal 14’
Boateng 5 ), A.Gyan 6,5 , Atsu 6 (dal 33’ s.t.
Adomah s.v.).
PANCHINA Adams, Dauda, Inkoom, Acquah,
Badu, Sumaila, Waris, Wakaso, Harrison.
ALLENATORE J.Appiah 5,5.
ESPULSI nessuno
AMMONITI Rabiu e Muntari per gioco scorretto
STATI UNITI (4-3-1-2)
Howard 7,5; Johnson 6,5, Cameron 7 , Beasler 6 (dal 1’ s.t. Brooks 7,.5 ), Beasley 6,5 ;
Bedoya 6,5 (dal 32’ s.t. Zusi 6) , Beckerman
6,5 , Jones 6,5 ; Bradley 6,5 ; Altidore 6 (dal
23’ pt Joahnsson 6 ), Dempsey 7.
PANCHINA Guzan, Rimando, Yedlin, Gonzalez, Diskerud, Davis, Green, Wondolowski,
Chandler.
ALLENATORE Klinsmann 7.
ESPULSI nessuno
AMMONITI nessuno
17 - 20 Giugno 2014
Urban Panorama / Fureria - Stand 12
ARBITRO Eriksson 5,5 (Svezia)
NOTE Spettatori 39.760. Tiri in porta 4-6. Tiri
fuori 3-0. In fuorigioco. 5-1 Angoli 7-3. rec. p.t. 5’
s.t. 5’
un Mondiale. Il re degli Speedy
Gonzales del pallone è ancora
il turco Hakan Sukur, undici
secondi per superare il portiere
della Corea del Sud nella finale
per il terzo e quarto posto del
Mondiale 2002. Sembrava che
Dempsey col suo guizzo avesse
steso un tappeto rosso sotto i
piedi dei compagni, ma non è
andata proprio così. Colpito in
velocità, il Ghana è andato in
confusione, ma il destino gli ha
dato una mano, visto che dopo
venti minuti Altidore si è infortunato. Probabile strappo, il
suo Mondiale potrebbe essere
finito, e la cosa certa è che la
sua uscita di scena ha provocato subito grossi guai a Klinsmann. Senza Altidore, il gioco
veloce con gli inserimenti dei
centrocampisti non ha funzionato più e la questione si è
complicata. Ghana-Stati Uniti
è tornata ad essere la battaglia
che tutti si aspettavano dopo i
precedenti del 2006 e 2010. In
entrambe le occasioni il Ghana
aveva battuto gli Stati Uniti
2-1, ma la sconfitta più bruciante era stata proprio quella
di quattro anni fa, che aveva
estromesso gli americani dal
Mondiale.
Accelerate e rischi Gyan
l’aveva detto alla vigilia, esagerando un po’: «Sarà una guerra». Guerra magari no, ma non
sono mancati i feriti: poco dopo l’infortunio di Altidore,
Dempsey ha ricevuto un colpo
sul setto nasale e ha rischiato a
sua volta di uscire. Jones invece si è salvato da un durissimo
e sciocco intervento di Muntari, graziato da un distratto
Eriksson. Nel secondo tempo è
salito di tono il Ghana, ma le
buone geometrie degli americani e la prontezza del portiere
hanno creato uno sbarramento
mobile e intelligente. La squadra di Klinsmann non ha avuto,
a parte un altro guizzo di Dempsey, occasioni per chiudere la
gara, però è sempre stata capace di ripartire con ordine. E per
Asamoah Gyan, Atsu e Muntari
non c’è stato niente da fare.
Prince Boateng, lasciato a sorpresa in panchina, ha provato a
colpire da fuori, ma i suoi tiri
erano sghembi e disperati. Il
pesce è rimasto nella rete fino a
quando Ayew ha pareggiato a
pochi minuti dalla fine. Sembrava che il tabù restasse in
piedi, quando è arrivato Brooks con un super colpo di testa.
E Klinsmann ha potuto gridare
il suo educato “come on!”.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
#
GIRONE F
ARGENTINA
BOSNIA
L’urlo di Messi
«Voglio il Mondiale
anche per Diego»
La stella dell’Argentina: «Con le 3 punte mi trovo
meglio. Mi hanno colpito la Germania e l’Olanda»
LA PARTITA
Prima i fischi
poi la magia di Leo
Bosnia battuta
ARGENTINA-BOSNIA
2-1
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI autorete di Kolasinac (B) al 3’
p.t.; Messi (A) al 20’, Ibisevic (B) al 39’ s.t.
ARGENTINA (3-5-2)
Romero 6; Campagnaro 5,5 (dall’1’ s.t. Gago 6), F.Fernandez 5, Garay 6; Zabaleta 6,
Maxi Rodriguez 5 (dall’1’ s.t. Higuain 6),
Mascherano 6, Di Maria 5, Rojo 5,5; Messi
6,5, Aguero 5 (dal 42’ s.t. Biglia s.v.). ALL.
Sabella 5. PANCHINA Orion, Andujar, Demichelis, Basanta, Perez, A.Fernandez,
Alvarez, Lavezzi, Palacio.
AMMONITI Rojo per gioco scorretto.
ARBITRO Aguilar 6,5 (El Salvador).
NOTE spettatori 74.738.
NIGERIA
Leo Messi, 26 anni, dopo lo splendido gol segnato alla Bosnia.
Per il fuoriclasse argentino è solamente la seconda rete in un
Mondiale, dopo quella firmata a Germania 2006 alla Serbia LAPRESSE
«Sì, avevo molto voglia di
segnare. Per me ma soprattutto per l’Argentina, per come
stava andando la partita che
era in bilico. Ci voleva un secondo gol per sentirci più tranquilli. Era fondamentale partire col piede giusto e ci siamo
riusciti. Sappiamo quante
aspettative ci sono da parte dei
nostri tifosi e faremo di tutto
per accontentarli. Io l’avevo
già detto: vorrei vincere il
Mondiale per la nostra gente e
per Maradona, che in Sudafrica non ha avuto alcuna colpa».
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO BIANCHI
@fabiowhites
BELO HORIZONTE
Una piccola rivoluzione
per brillare. E luce fu. Un gol dei
suoi, meraviglioso. Un grido liberatorio. Un’esultanza fanciullesca, la maglietta tirata avanti
e indietro più volte. E quella gioia negli occhi. Dopo due Mondiali intrisi di delusione, finalmente è scattata l’ora di Lionel
Messi. Ma c’è voluta la piccola
rivoluzione. Non è dato sapere
se ci siano state urla nello spogliatoio dopo quello scialbo primo round con la Bosnia, chiuso
in vantaggio per un’autorete ma
senza un briciolo di gioco e parecchio sofferto. Quel che è certo è il dietrofront di Sabella.
Fuori il quinto difensore, Campagnaro, fuori Maxi Rodriguez,
il muscolare. Dentro Gago e la
terza punta, Higuain. L’Argentina che desidera Messi. Lui è subito sbocciato. E poi ha diffuso
la sua gioia: «Ho esultato a lungo dopo la rete, è vero. Ma era
soltanto per aver quasi assicurato i 3 punti. La Bosnia è stato un
rivale assai difficile, gioca bene.
Segnare dopo il modo in cui stavamo giocando è stato bello».
La svolta è stato tornare al
tridente, con lei un po’ più dietro a Aguero e Higuain. Un errore partire col 5-3-2?
BOSNIA (4-2-3-1)
Begovic 6; Mujdza 6 (dal 24’ s.t. Ibisevic
6,5), Spahic 6, Bicakcic 6, Kolasinac 5,5;
Pjanic 6, Besic 5; Hajrovic 5 (dal 26’ s.t.
Visca 6), Misimovic 6,5 (dal 29’ s.t. Medunjanin s.v.), Lulic 6; Dzeko 4,5. ALL.
S.Susic 5.5. PANCHINA Fejzic, Avdukic, Vrsajevic, Vranjes, T.Susic, Ibricic, Hadzic.
AMMONITI Spahic per gioco scorretto.
IRAN
«Il tecnico ha scelto la difesa
a cinque, che è una delle opzioni del nostro gioco. Bisogna
dire che all’inizio abbiamo sofferto un po’ l’incertezza, il nervosismo dell’esordio. Abbiamo lasciato giocare la Bosnia e
ci risultava difficile colpire in
contropiede, anche perché io e
Aguero eravamo lontani dal
gioco. Anche Sabella si è reso
conto che così non andava.
Nella ripresa le cose sono cambiate. Col sistema che abbia-
A proposito di tifosi, il Maracanà si è trasformato nella
Bombonera di Buenos Aires...
«
All’inizio abbiamo
sofferto, poi con
il cambio di
modulo siamo
migliorati
LEO MESSI
ATTACCANTE ARGENTINA
mo sempre usato, siamo migliorati molto e abbiamo creato pericoli. Anche se abbiamo
sofferto un po’ di più in difesa,
è chiaro che noi attaccanti siamo favoriti».
Lei ha sempre dichiarato
che le piace giocare così, con
quattro uomini davanti, incluso Di Maria. O no?
«Sì. Perché quando entriamo in possesso di palla abbiamo più possibilità di passaggio, saliamo in quattro e possiamo mettere più in apprensione le difese avversarie. Eh
sì, quando attacchiamo tutti
insieme ai difensori vengono
forti dubbi».
E Messi può liberare il suo
genio. Finalmente felice in un
Mondiale?
Sorride. «E’ vero, è stato incredibile giocare come se fossimo in casa in questo stadio
meraviglioso. Lo speravamo. E
sappiamo che succederà lo
stesso a Belo Horizonte contro
l’Iran. Per non parlare di Porto
Alegre, che è così vicino all’Argentina. I tifosi saranno un uomo in più in campo».
Cosa ci dice dei rivali? Chi
l’ha impressionata di più?
«Abbiamo aspettato parecchi giorni per il debutto, guardando le partite degli altri. Mi
hanno impressionato Germania e Olanda più di tutte. Anche Brasile e Italia sono candidate al titolo, ma noi siamo alla loro altezza. Con la Bosnia
forse non abbiamo giocato la
miglior partita. Ma, ripeto, cominciare vincendo era fondamentale».
Soprattutto, era fondamentale cominciare facendo brillare la stella di Messi. C’è voluta
una piccola rivoluzione, forse
annunciata. Sabella ha dato la
fascia di capitano alla pulce reale. Ora gli ha anche dato le
chiavi dell’Argentina. Per portarla lontano.
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IL ROMANISTA DELUSO DOPO L’ESORDIO AL MARACANA’
Pjanic: «La mia Bosnia
poteva fare di più
Dzeko si riscatterà»
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CONDO’
RIO DE JANEIRO
Interno notte, zona mista del Maracanà. Miralem
Pjanic percorre il corridoio col
suo passo da principino. Si ferma volentieri a parlare di una
notte di emozioni ruggenti.
Non è un uomo che sorrida facilmente, e anche ora pare indeciso tra soddisfazione e rimpianto: c’è un braccio di ferro
in corso, dentro di lui.
Conta di più la prima partita
mondiale della Bosnia o la sensazione che avreste potuto fare di più?
«Contano entrambe. Al risveglio del mattino ho acceso
il telefonino e mi sono venuti i
brividi, perché la quantità di
messaggi ricevuti dagli amici
in Bosnia, tutti orgogliosi della
pagina storica che stavamo
per scrivere, era impressionante. Pero è vero, ora qualcosa mi manca, c’era lo spazio
per ottenere di più. Per un’ora
siamo stati ampiamente in
partita: a livello di pericolosità, però, c’è stato solo il colpo
di testa di Lulic. Troppo poco».
Dzeko è stata la grande delusione della serata.
«Dzeko è la nostra punta, se
la squadra non arriva da lui col
gioco non può fare nulla. Vedrete che nelle prossime partite si farà notare...».
Sarebbe stato meglio de-
Miralem Pjanic, 24 anni ANSA
buttare contro un’avversaria
più malleabile?
«Mi è piaciuto giocare al
Maracanà contro l’Argentina.
E’ chiaro che ora dobbiamo fare tesoro degli errori commessi e non sbagliare più contro
Nigeria e Iran, alla qualificazione agli ottavi ci teniamo. E’
nelle nostre possibilità».
Lei nella Roma gioca più vicino alla porta...
«Sì, in nazionale sono più
arretrato. Devo pensare alla
squadra, Susic ritiene che l’assetto migliore sia questo».
Messi visto da vicino?
«Impressionante. L’abbiamo
controllato molto bene, direi,
ma avete visto tutti quanto poco gli sia bastato per segnarci
un gol splendido».
Ha sentito Gervinho? Lui ha
debuttato con una vittoria...
«Gli ho mandato un messaggio di complimenti, ha segnato
il gol decisivo. Grandissimo,
sono proprio contento per lui».
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE A
OR
D EM E P RO
G
RE
BRASILE
CROAZIA
MESSICO
CAMERUN
QUI SELEÇAO
1
2
Il paradosso di Fred
Contestato in patria
ma è titolare fisso
Stampa e tifo critici,
lui guarda oltre:
«Scolari è contento»
Hulk in dubbio oggi:
scalpita Ramires
L’11 agosto 2012, a Wembley, è andata in scena la finale del torneo di calcio dell’Olimpiade di Londra. Vittoria a sorpresa del Messico
sul Brasile per 2-1 con una doppietta di Peralta. Ecco le formazioni di allora: i giocatori cerchiati nelle foto scenderanno in campo
pure stasera per la sfida mondiale. 1 Del Brasile titolare di due anni fa oggi saranno in campo dal primo minuto Marcelo, Neymar,
Oscar e Thiago Silva (Hulk subentrò dalla panchina ed è destinato alla panchina pure oggi) 2 Del Messico che partì dal primo minuto
nella finale olimpica torneranno oggi in campo titolari Herrera e Peralta. Ma tra titolari e panchina ci saranno altri reduci di Londra
2012: Aquino, Corona, Dos Santos, Fabian, Raul Jimenez, Ponce, Reyes e Salcido. GETTYIMAGES
Dici Messico e il Brasile
perde la calma olimpica
Nella sfida con i «tricolor» affiora un tabù e l’ultimo brutto
ricordo della Seleçao: il k.o. in finale ai Giochi di Londra 2012
NICOLA CECERE
@nicecere
FORTALEZA (Brasile)
Tre volte il Messico ha
sfidato il Brasile nei Mondiali
e più che sconfitte, sono state
legnate: 11 gol subiti, nessuno
segnato. Il bilancio generale,
del resto, parla chiaro: sono
soltanto sei le vittorie colte in
38 partite (10 pareggi) ma
l’ultima di queste vittorie è indimenticabile: 2-1 nella finale
olimpica di Londra, ventidue
mesi fa. Beh, quel successo
tanto clamoroso quanto sorprendente fu firmato da una
doppietta di Oribe Peralta,
cioè l’attaccante che ha mandato al tappeto Eto’o dando alla sua nazionale tre punti di
serenità.
Di nuovo Oggi Thiago Silva
(che era in campo a Londra insieme con Neymar, Oscar,
Hulk e Marcelo) se lo ritrova
davanti e sarà uno dei motivi
più interessanti del match. Sì
perché l’anno scorso, quando
proprio qui a Fortaleza il Brasile si prese la rivincita (2-0) in
Confederations Cup (era il 19
giugno e giocarono gli undici
che potrebbero giocare stasera), il tandem d’attacco era
formato da Chicharito Her-
17
SSO
I REDUCI DELL’OLIMPIADE
DAL NOSTRO INVIATO
LA GAZZETTA DELLO SPORT
nandez (assente all’Olimpiade) e Giovani Dos Santos. Al
quale tutti i brasiliani vogliono un gran bene essendo figlio
di Zizinho, centrocampista di
medio valore cresciuto nel San
Paolo e presto emigrato in
Messico. Dove appunto (Monterey) ha visto la luce l’attaccante del Villarreal (ha pure
passaporto spagnolo). Che
forma con Peralta una coppia
affiatata, al punto che il più famoso e ricco giocatore messi-
Il c.t. Herrera
è ambizioso
«Io gioco per
il titolo, entreremo
nella storia»
cano del momento, Chicharito, in forza al Manchester United, deve accomodarsi in panchina. Peralta, che ha appena
firmato col Club America, ha
però realizzato 11 reti nelle ultime 9 patite del Messico diventando per il neo allenatore
Miguel Herrera una sorta di
jolly portafortuna. Questo tecnico ha avuto la brillante idea
di riportare in nazionale, fra
campo e panchina, dieci dei titolari (o panchinari) della finale di Londra. E cioè, oltre a
Peralta, il portiere Corona, i
difensori Reyes, Ponce, Salcido, i centrocampisti Fabian,
Hector Herrera (del Porto) e
Aquino nonché gli attaccanti
Raul Jimenez e Dos Santos.
Punta in alto Ai giornali brasiliani Peralta ha confidato le
sue ambizioni.«Siamo qui per
portare il Messico laddove
non è mai arrivato in un Mondiale». E siccome il miglior
piazzamento sono i quarti,
raggiunti nel ‘70 e nell’86, lui
si vede perlomeno quarto,
quest’anno. «Io gioco per il titolo, non mi pongo limiti.
Contro il Camerun avremmo
meritato di vincere largo,
adesso vediamo come va col
Brasile. Di sicuro la pressione
è tutta sulle loro teste, noi andiamo al confronto con tre
punti già in tasca e ci aiutano
ad affrontare questa seconda
partita senza particolari assilli. So che tutti pronosticano il
Brasile, ma so pure che possiamo batterli di nuovo: sarebbe
una soddisfazione enorme per
le migliaia di messicani che sono riusciti a procurarsi il biglietto per venire a sostenerci». Il Messico negli ultimi cinque Mondiali ha sempre superato la fase a gironi ma poi si è
sempre fermato negli ottavi.
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IL PRECEDENTE
Brasiliani k.o.
con una doppietta
di Peralta
BRASILE-MESSICO
1-2
MARCATORI Peralta (M) al 1’ p.t.; Peralta
(M) al 30’, Hulk (B) al 46’ s.t.
BRASILE (4-3-1-2) Gabriel; Rafael (dal 40’
s.t. Lucas), Thiago Silva, Juan Jesus,
Marcelo; Romulo, Sandro (dal 26’ s.t. Pato), Alex Sandro (dal 32’ p.t. Hulk); Oscar;
Leandro Damiao, Neymar (Neto, Bruno
Uvini, Danilo, Ganso). All. Mano Menezes.
MESSICO (4-2-3-1) Corona; I. Jimenez,
Mier, Reyes, Chavez; Enriquez, Salcido
(dal 36’ s.t. Vidrio); Herrera, Fabian,
Aquino (dal 12’ s.t. Ponce); Peralta (dal
40’ s.t. R. Jimenez). (Rodriguez, Araujo,
Cortes, Giovani Dos Santos). All. Tena.
ARBITRO Clattenburg (Gb).
Oribe Peralta,
30 anni
GETTYIMAGES
LUCA CALAMAI
La fama di «cascatore» è
riuscito a cancellarla grazie anche a un inatteso assist di Blatter. E pazienza se in Croazia sono ancora infuriati. Ma per
Fred la strada di questo mondiale è sempre in salita. Il centravanti del Fluminense continua a essere giudicato con
grande freddezza da stampa e
tifoseria brasiliana. I più cattivi
lo paragonano all’inguardabile
Serginho di Spagna ’82. Il vaso
di coccio di una Seleçao firmata Zico, Falcao, Socrates. Chi
cerca di dargli una mano, invece, lo promuove come la spalla
ideale di Neymar. «Senza il lavoro sporco di Fred il Fenomeno spesso andrebbe a sbattere
contro il muro avversario». Lui
prova a far finta di niente. Trovando forza nei continui elogi
di Scolari dello spogliatoio. Ma
dentro ribolle. Uno stato d’animo emerso in maniera chiara
dopo l’ultima amichevole prima dell’inizio della Coppa. «Se
non avessi segnato sarei stato
un uomo morto».
Parabola Fred si è trovato
quasi per caso nel ruolo di titolare inamovibile. Al suo posto ci
dovevano essere Pato o Diego
Costa. Ma il Papero si è perso
per strada e la stella dell’Atletico Madrid ha scelto la Spagna.
A proposito, chissà se ora rimpiange questo piccolo tradimento... Alla voce bomber, per
il momento, in Brasile non c’è
altro. Fred, tutto sommato, è un
centravanti che garantisce gol
ed esperienza. L’anno scorso è
stato in lizza per sostituire Cavani nel Napoli. Rimanendo a
lungo in ballottaggio con Higuain. E dopo il Mondiale valuterà con attenzione offerte dall’Europa. Dopo la disastrosa
esperienza nel Lione, vorrebbe prendersi anche su
questo fronte una bella
rivincita. Ma ora c’è la
Coppa. «Sarebbe bello segnare un gol importante contro
il Messico. Dobbiamo centrare
velocemente il passaggio del
turno». Ha bisogno di una sana
iniezione di autostima. Purtroppo gli schemi di Felipao,
certo, non lo aiutano. La manovra brasiliana non prevede
cross in grado di esaltare le sue
doti di colpitore di testa ma continui inserimenti centrali di
Neymar, Oscar o dei centrocampisti. «Sono felice di lavorare
per i compagni. Per vincere il
Mondiale sono disposto a qualsiasi sacrificio. Scolari è soddisfatto del mio rendimento».
Dubbio Felipao deciderà solo
stamani se rischiare Hulk o
promuovere Ramires. L’attaccante dello Zenit ieri si è sottoposto a una serie di esami che
hanno escluso complicazioni
muscolari dopo il piccolo infortunio rimediato a Teresopolis
ma non ha disputato la rifinitura. Il c.t. vuole gente sana e Ramires gli garantirebbe più copertura dalla parte di Marcelo.
La punta Fred, 30 anni GETTYIMAGES
Insomma, il centrocampista
del Chelsea forse è leggermente favorito. «Ricordiamoci che
il Messico ha battuto il Brasile
nella finale olimpica di Londra.
Dopo la sconfitta in Confederations, hanno cambiato allenatore e stile di gioco. Con loro
troviamo sempre difficoltà, sono una squadra di guerrieri. Le
proteste della gente?La Seleçao è del popolo, speriamo di
dare gioia», ha detto Scolari. Il
tema della vigilia è il cartellino
giallo rimediato da Neymar
con la Croazia. Il Fenomeno ha
garantito che eviterà falli inutili o gesti di reazione. Ma il dibattito non si arresta. Il Brasile
non è ancora qualificato ma sono tutti proiettati su un possibile ottavo con la Spagna. E Neymar non può, anzi, non deve rischiare una squalifica.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GIRONE H IL NUOVO CHE AVANZA
BELGIO
ALGERIA
RUSSIA
SUD COREA
A
E qui viene
il Belgio
GLI ALTRI
UNDER 25
S
Toby
Alderweireld
Difensore
25enne, vanta
34 presenze
e 1 gol
con la maglia
del Belgio
Thibaut Courtois, 22 anni, portiere del Belgio, con cui ha già disputato 17 gare REUTERS
Courtois para,
Lukaku & c.
attaccano: guai
a chi li snobba
Il centravanti piace alla Juve: «Ma penso
solo alla nazionale ora». Il c.t. Wilmots
ci crede davvero: «Qui per fare la storia»
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO BIANCHI
@fabiowhites
BELO HORIZONTE (Brasile)
Hanno fatto un buon lavoro. Ed è ora di raccoglierne i
frutti. Un outsider silenzioso
s’aggira per i Mondiali: è il Belgio, con la sua generazione di
fenomeni. Curioso Paese, il
Belgio. Fiamminghi e valloni
combattono tra di loro da una
vita, tra voglia d’indipendenza
e sete di potere. Si sopportano
a malapena, ma sono pronti ad
accogliere l’immigrazione. Oltre il 10 per cento della popolazione è formato da altre etnie.
Un vero melting pot. E il settore che se ne avvantaggia di più
è il pallone, vero collante del
Paese. Soprattutto ora in tempo di Mundial. Il Belgio del
calcio vive un’età dell’oro: la
nazionale torna al Mondiale
dopo 12 anni (Giappone-Corea 2002). Ci è arrivata con
una gara d’anticipo nelle qualificazioni battendo la Croazia,
mica una squadretta. Ed è
sbarcata con una batteria di
baby campioni, la maggior
parte obiettivi di mercato.
Quanti gioielli Come il
21enne Romelu Lukaku, centravanti che piace anche alla
Juve e dice: «Sono orgoglioso
e felice di tanta attenzione. La
Juve? (sorride, ndr). Grande
squadra ma ora penso soltanto al Mondiale». Ci pensano
davvero. Questa sera fanno
l’esordio contro l’Algeria e il
c.t. Marc Wilmots dice: «Oggi
non siamo nessuno, ma siamo
qui per fare la storia». Lui faceva parte dell’ultimo squadrone, quello che a Italia ’90 uscì
malamente agli ottavi con l’Inghilterra (1-0 gol di Platt).
«Questa nazionale è altrettanto forte, se non di più. Ma deve
ancora dimostrare tutto». La
guida è Eden Hazard, gioiello
del Chelsea. E dietro di lui,
brillano oltre a Lukaku il portiere Courtois (Chelsea, 22 anni), Dembele e Chadli (Tottenham), Witsel (Zenit), Fellaini e il diciannovenne Januzaj (United). Per tacere del
19enne Origi del Lilla e di
Mertens. A casa altri baby talenti, a partire dai fratelli di
Lukaku e Hazard.
GIOVANI FENOMENI
Scuola La vecchia conoscen-
za Johan Walem, ex Udinese,
ora c.t. dell’Under 21 belga, ci
raccontò tempo fa come è stata creata la generazione di fenomeni. «C’è stato un gran lavoro negli ultimi anni, e ne
stanno beneficiando tutti: dalla nazionale maggiore all’Under 17. Intanto c’è una ricerca
globale di potenziali talenti.
Che poi facciamo crescere nel
migliore dei modi. C’è una forte intesa tra club e federazione. E il salto di qualità è stato
fatto con le scuole della federazione. Ne sono state istituite
otto, per ragazzi dai 13 ai 18
anni: 5 nella Fiandre e 3 in
Vallonia. Con il permesso delle scuole pubbliche e delle società, vengono da noi 3 mattine la settimana. Li facciamo
crescere, come giocatori ma
anche come persone. C’è un
codice etico inflessibile: chi
sbaglia paga. L’integrazione?
Certo, è un vantaggio. Ma anche lì c’è un grande lavoro dietro: non è stato facile amalgamare culture e caratteri diversi».
Aspettative Ci sono riusciti.
Ora Witsel, uno dei senatori
del gruppo anche se ha soltanto 25 anni, dice: «Siamo consapevoli che da noi ci sia una
grande aspettativa. Questa è
una delle nazionali più forti
che ha avuto il nostro Paese.
Cercheremo di dimostrarlo al
Mondiale. Siamo giovani: da
una parte sarà la nostra forza,
anche se ci manca l’esperienza. L’importante sarà cominciare bene contro l’Algeria, per
trovare morale». «The Belgium job» ha tanta voglia di
passare alla cassa.
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LA PARTITA CAPOVOLTA
S
Axel
Witsel
Centrocampista
25enne,
ha collezionato
45 presenze
e 6 gol
con la nazionale
ROMELU LUKAKU
21 anni
Attaccante, 29 presenze e 6 gol nel Belgio
S
Nacer
Chadli
Ala sinistra
24enne,
con il Belgio
ha sommato
20 presenze
e 2 reti
EDEN HAZARD
23 anni
Trequartista, 45 presenze e 6 gol nel Belgio
S
ADNAN JANUZAJ
19 anni
Ala sinistra, 1 presenza e 0 gol nel Belgio
Divock
Origi
Attaccante
19enne, ha
debuttato nel
Belgio lo scorso
primo giugno
contro la Svezia
KEVIN DE BRUYNE
22 anni
Trequartista, 22 presenze e 4 gol nel Belgio
Saphir Taider contrasta l’armeno Haroyan in amichevole EPA
Diavoli d’Africa?
L’Algeria replica
con il gruppone
dei «francesi»
GIULIO DI FEO
Una sfida capovolta, o un segno del calcio
che cambia: Belgio-Algeria è anche storia di bandiere oltre confine. I Fennec, al secondo Mondiale di fila, sono una piccola Francia: in 16 su 23 ci
sono nati, 8 vantano presenze nelle giovanili
Bleus. Così anche 4 anni fa, a testimonianza di un
fenomeno. «In Francia mi hanno formato, ma il
cuore batte per l’Algeria», diceva Saphir Taider,
nato sui Pirenei da mamma algerina e papà tunisino (il fratello Nabil è con le Aquile di Cartagine). Tanti i motivi dietro scelte così: famiglia, religione, magari convenienza sportiva (nei Blues
l’asticella d’ingresso è alta), ma anche quel gran
senso d’appartenenza all’origine dei Fennec. Nel
1958 Zitouni e Mekloufi, cardini della Francia,
poco prima del Mondiale scapparono e dettero
vita al team del Fronte di Liberazione Nazionale,
che giocò una cinquantina di amichevoli fino al
1962, quando l’Algeria divenne indipendente da
Parigi e quella squadra mai riconosciuta ne diventò la nazionale. L’attuale presa di coscienza,
poi, è anche figlia delle norme: ai tempi di Zidane, per esempio, la Fifa non permetteva il cambio, appena entrò in vigore la regola (2004) il
primo a usufruirne fu l’ex Primavera dell’Inter
Yahia, galletto U18 che giocò le qualificazioni alle Olimpiadi con l’Algeria. E Benzema, stella di
Deschamps, un anno fa fece: «Amo la Francia,
ma il mio paese è l’Algeria. Nessuno mi obbligherà mai a cantare la Marsigliese».
Integrazione I Diavoli rossi, invece, hanno integrato quasi più della politica il paese. La squadra di Wilmots mette in soffitta valloni e fiamminghi, è fieramente bilingue, unisce una generazione figlia dell’immigrazione, soprattutto
africana. Roger Lukaku e Abdellatif Fellaini hanno giocato in Belgio da stranieri e i figli ne difendono lo stemma, papà Dembelé emigrò dal Mali,
mamma Vanden Borre dal Congo. Come lei Pierre Kompany, che da promessa del Mazembe si
dette agli studi, scappò dal regime di Mobutu e
ora è attivista politico nel Belgio di cui suo figlio
è capitano. Origini africane anche per gli assenti
Batshuayi, Benteke e Bakkali, mentre Chadli ha
pure giocato una gara col Marocco nel 2010: non
era ufficiale, un anno dopo chiamarono i Diavoli. Origi, nato a Ostenda, sarà il primo kenyano ai
Mondiali. Lo volevano anche a Nairobi ma motivò: «Le origini non le scordo, però non voglio essere un eroe locale ma internazionale».
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SFIDA ALLA SPAGNA IL CILENO: «STO MEGLIO, MA LORO SONO PIÙ FORTI CHE QUATTRO ANNI FA IN SUDAFRICA: NON SARÀ FACILE»
Vidal: «La Juve mi ha spremuto? Scelta mia»
Il centrocampista
sull’infortunio al
ginocchio: «Sono
stato io a voler
giocare sempre»
DAL NOSTRO INVIATO
BELO HORIZONTE (Brasile)
Assolve la Juventus, casomai ce ne fosse il bisogno. Promuove l’Italia. Carica il Cile. E
finalmente sorride per la sua
condizione, a poco più di un mese dall’intervento al menisco
esterno del ginocchio destro.
Parla Rey Arturo Vidal per la pri-
ma volta da quel maggio di dolore. «Non è stato facile dopo
l’operazione. In fondo sono passati pochi giorni da allora. Aver
giocato 15 minuti contro l’Irlanda mi ha aiutato a carburare un
po’ per la prima partita del Mondiale. Con l’Australia non ero al
100%, credo di aver pagato molto sotto l’aspetto fisico perché
non potevo fare tutto quello che
di solito faccio nella Juventus,
dove percorro 12 chilometri a
partita. Mi manca giocare 90
minuti, sentire quello che succede in una partita. L’ho rivissuto,
anche se solo per un tempo. Ora
credo di arrivare in condizione
migliore contro la Spagna e ancora migliore contro l’Olanda.
Se non giocherò contro la Spa-
gna, sarà solo una decisione del
tecnico». Sampaoli sta modificando per lui la Roja: l’ha provato trequartista, per fargli risparmiare fiato e incidere comunque.
Juve ok, Italia tra le prime C’è
stata molta polemica intorno alla vicenda Vidal. Dal Cile l’accusa alla Juve era: doveva fermarlo prima. Rey Arturo mette la
parola fine alla querelle. «I tempi, la decisione di fermarmi dopo l’Europa League, voler giocare...Son state tutte mie decisioni. Dopo l’operazione ho sempre
pensato di arrivare al Mondiale.
Ho fatto rieducazione 12 ore al
giorno, ho fatto di tutto per essere qui anche se non si sapeva
se avrei perso la prima gara o
tutto il torneo. Ma ora sto bene e
non penso più al ginocchio. Sono in contatto con i medici della
Juve, c’è una buona comunicazione. Ho parlato molto, va tutto bene». A proposito di Juve, ha
ricevuto messaggi dai compagni
o ha mandato un sms a Marchisio dopo il gol? «Non lo so, perché ho perso il cellulare italiano.
Ma c’è Isla che parla con tutti e
me li saluta. Comunque l’Italia
mi è piaciuta molto. E’ una candidata al titolo».
Il Cile ci crede Si torna al Cile.
Vidal il guerriero non si sarebbe
mai arreso, soprattutto in questa occasione. «E’ da quando sono bambino che sognavo di ve-
stire la maglia del Cile, di rappresentarla in tutto il mondo e
ancora di più in un Mondiale,
sarei venuto qui anche con una
gamba in meno. Siamo partiti
bene, ma adesso viene il difficile. Con la Spagna ferita sarà durissima. Io credo sia più forte di
quella che ha vinto in Sudafrica,
la brutta sconfitta con l’Olanda
è stato solo un incidente. Un pari ci andrebbe bene? Sì. Ma noi
dal primo minuto andiamo a
pressare gli avversari. Come dicono tutti, siamo una squadra
un po’ suicida: ci piace pressare
alto, tenere il pallone, giocare
sempre all’attacco e contro la
Spagna sarà una bella partita.
Loro devono vincere per non
uscire. Ma noi siamo venuti con
un obiettivo: cercare di vincere
il Mondiale». Così parlò Rey Arturo.
fa.bi.
Arturo Vidal, 27, in allenamento AFP
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
19
LE NOVITA’
A
FISCHIANO
DOMANI
S
L’arbitro
portoghese
Pedro
Proença, 43
anni, scelto per
CamerunCroazia di
domani.
Nel 2012 ha
diretto la finale
dell’Europeo
L’arbitro ivoriano Douè usa lo spray in Cile-Australia. La partita ha visto in azione anche la moviola per il salvataggio sulla linea dell’australiano Wilkinson AFP
Un po’ di spray e tecnologia
Così è più facile per gli arbitri
L’esperimento sulle punizioni funziona: le barriere non si spostano più
Che show il gol dato alla Francia, ma allo stadio non tutti hanno capito
S
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO LICARI
PORTO ALEGRE (Brasile)
Comincia sempre tutto
tra gli studenti. Il vanishing
spray, lo spray miracoloso che
blocca barriere una volta «mobili», più miracoloso di quello
che fa passare all’istante le botte, è stato inventato dopo una
partita tra ex compagni di scuola. In Argentina. E guarda un
po’: le barriere non si spostano
più. «Giocavo con miei ex compagni di scuola. Perdevamo 1-0
all’88’ quando l’arbitro fischiò
una punizione per noi al limite
dell’area. Tirai con la barriera
già tre metri avanti: nessuna
ammonizione né altro. Perdemmo. Arrabbiati. E pensai
che dovevamo inventarci qualcosa»: così Pablo Silva, giornalista (e ormai imprenditore) argentino, alla Cnn. È lui l’inventore del vanishing spray che, assieme alla tecnologia del «gol
fantasma», ha divertito e cambiato la storia del Mondiale.
Dall’Argentina La cosa diver-
tente è che, nel nostro mondo
globalizzato, nessuno s’è accorto che lo spray è usato qui in
Brasile, con successo, da una
decina d’anni. L’Europa lo rifiutò, benché una prima versione
fosse stata sviluppata negli anni 80 in Inghilterra da una compagnia nella quale era anche
l’ex campione sir Bobby Charl-
L’immagine della
Goal line technology
in Francia-Honduras
LA CURIOSITA’
Paura dei fischi: la tv Fifa
non trasmette immagini
di Blatter e della Roussef
PORTO ALEGRE (f.li) I produttori tv Fifa
evitano deliberatamente di trasmettere immagini
di Blatter e di Dilma Roussef durante le partite: lo
ha ammesso Niclas Ericson, responsabile di Fifa
Tv, dopo quanto successo nella gara d’apertura
quando l’apparizione dei presidenti di Fifa e
Brasile ha scatenato cori e fischi. «Abbiamo
deciso di puntare sul campo. Ci sono immagini
che vanno anche sui megaschermi e altre solo in
tv: decideremo di volta in volta». La Fifa conta di
superare la cifra record di 3,2 miliardi di contatti
registrati per Sudafrica 2010. La partita che ha
dato i migliori risultati è Italia-Inghilterra: «Siamo
soddisfatti: 14,2 milioni sulla BBC e 12,8 sulla Rai».
ton. Niente novità, siamo inglesi. Nel 2001 però in Brasile avevano già usato un schiuma simile, inventata da tale Heine
Allemagne che contende a Silva l’idea. Ma Silva è stato più
sveglio, l’ha sviluppata nel
2008: lo spray si chiama «9.15
Fai Play Limit» e adesso è uno
strumento Fifa.
Presto dovunque Prima sperimentazione ufficiale alla
Coppa America 2011, poi il
Mondiale U.20 e il Mondiale
per club 2013: l’International
Board lo ha autorizzato nel
2012, non reso obbligatorio.
Dopo il Brasile non è escluso
che l’uso si allarghi a campionati e Champions: anche Collina, capo degli arbitri Uefa, s’è
convinto dell’utilità di questa
schiuma bianca, biodegradabile. Pirlo, Cristiano, Suarez e gli
altri specialisti ringraziano. E il
grande Gary Lineker, ex campione pensante, lancia su twitter la battuta più bella: «Mi piace questo spray che scompare:
può funzionare anche su Blatter?».
Guardalinee o.k. Possibile
che anche la tecnologia possa
arrivare all’Uefa. Platini e Collina non hanno escluso che, all’Euro 2016 in Francia, oltre
agli arbitri di porta possa essere introdotta la Goal line technology: il motivo è che gli stadi
sono 12, non centinaia, e quin-
di la spesa limitata. È questa la
principale opposizione del
francese – economica – a uno
strumento che, l’altro ieri, ha
dato una bella mano alla Francia. Anche se, rivedendo le immagini, si capisce che anche il
guardalinee Van Gasse, di sicuro chiamato occhio di falco dagli amici, ha subito indicato il
gol. Non era facile. Bene ha gestito la situazione il brasiliano
Ricci. Sono serviti parecchi replay e nessuna immagine tv a
occhio nudo dà la certezza che
la palla sia passata. Meglio ricordare che il sistema goalcontrol-4D confessa di poter sbagliare sotto o sopra 1,5 cm.
Speriamo bene.
S
Lo statunitense
Mark Geiger,
40 anni,
insegnante è
stato designato
per dirigere
Spagna-Cile di
domani.
E’ diventato
internazionale
nel 2009
S
L’algerino
Djamel
Haimoudi, 43
anni, designato
per AustraliaOlanda di
domani. Nel
2012 e 2013 è
stato votato
miglior arbitro
africano
Tecnologia ed equivoci Nessuno più felice di Blatter naturalmente. Durante FranciaHonduras era in volo per Rio,
ma all’atterraggio ha avuto notizia del primo gol assegnato
dallo strumento per il quale
s’era convinto giusto quattro
anni fa, dopo il gol fantasma di
Lampard in Germania-Inghilterra. Unico problema: la spettacolarizzazione allo stadio.
Cosa che ha creato equivoci
perché la prima immagine, con
scritto «non gol», ha illuso i tifosi dell’Honduras. Si riferiva
invece al tiro finito sul palo e
poi dentro il campo. Servirà
qualcosa di più immediato, già
allo studio.
DESIGNAZIONI
C’è Proença
per la Croazia
La Fifa ora
punta sui big
DAL NOSTRO INVIATO
PORTO ALEGRE
Nella designazione di
Proença per Camerun-Croazia di domani – un arbitro europeo per una sfida EuropaAfrica – c’è l’implicita ammissione che con Nishimura, al
debutto, non tutto è filato liscio. Al di là delle comprensibili difese d’ufficio del designatore Busacca. Serviva
quindi un fischietto di garanzia, di qualunque continente
fosse, per assicurare alla Croazia che non c’è nessun complotto e che contro il Brasile
s’è trattato, proprio così, di un
grave errore. Il portoghese
Pedro Proença ha diretto la finale del campionato Europeo
2012 e, nel nuovo gioco di
equilibri di questo Mondiale,
potrebbe aspirare ad arrivare
a un traguardo ancor più importante.
Nuovi equilibri In teoria la finalissima del Maracana non
spetterebbe a un europeo, visto che già nel 2010 l’incarico
è andato all’inglese Webb. Ma
non si può più sbagliare: le
valutazioni geopolitiche potrebbero passare in secondo
piano (anche se è un Mondiale e non possono essere «convocati» solo arbitri europei).
Il 13 luglio arbitrerà il più bravo e, Webb ormai escluso,
Proença è tra i top.
Geiger: Spagna Bene, finora, Kuipers (Italia-Inghilterra), Douè (Cile-Australia),
Ricci (Francia-Honduras) e
Geiger: l’americano ha superato senza problemi Colombia-Grecia ed è stato designato per la sua seconda partita
personale che si annuncia da
brividi, Spagna-Cile. Un segnale della considerazione di
cui gode. Infine, scelto Haimoudi (Algeria) per OlandaAustralia.
Errori A proposito di errori:
sono quasi più quelli dei guardalinee che quelli arbitrali. Il
colombiano Roldan, in Messico-Camerun, è stato tradito
due volte da Clavijo; il tedesco Brych da Lupp (Costa Rica-Uruguay); l’uzbeko Irmatov (Svizzera-Ecuador) da
Kochkarov. Tutti errori, per
fortuna, non influenti.
f.li.
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IL CASO DOPO I PRECEDENTI DEL 2006 E 2010 CON I TIFOSI OLANDESI, LA FIFA HA DECISO DI TUTELARSI CONTRO LE ATTIVITA’ DI MARKETING PROIBITE
Anche in Brasile il pericolo delle pubblicità nascoste
I risvolti giuridici in un libro
dell’avvocato Gaspari: «In
Italia serve una legge»
CARLO LAUDISA
@carlolaudisa
MILANO
Come in una spy story, degna di James
Bond. Durante il Mondiale 2006 in Germania
l’organizzazione lascia letteralmente in mutande più di 1.000 tifosi olandesi, rei di aver accettato in regalo una salopette tirolese di colore
arancione da un marchio produttore di birra
concorrente dello sponsor ufficiale della manifestazione. Sorte peggiore tocca 4 anni più tardi a 36 ragazze che indossano magliette della
stessa casa. Stavolta, in Sudafrica, la circostanza ha un rilievo penale e le fanciulle vengono
tutte arrestate tra la sorpresa generale. Il fenomeno è diffuso con ricadute economiche rilavanti. Tanto che per Brasile 2014 la Fifa s’è tutelata contestando il reato di ambush marketing,
letteralmente «pubblicità d’imboscata», incognita degli eventi-top. Così in parallelo la Fifa
ha protetto con copyright e registrazioni loghi e
marchi come «2014 Fifa World Cup Brasil».
Precedenti La definizione di ambush marketing è stata coniata negli anni Ottanta, quando
ebbe origine questa pratica durante le Olimpiadi del 1984 con l’eclatante caso del main sponsor fotografico che subì l’attacco di una casa
concorrente. Questa con un’operazione aggressiva, acquistò un’enorme quantità di spazi
pubblicitari in televisione, tanto da apparire lo
Le magliette indossate dalle olandesi in Sudafrica
sponsor ufficiale. Sono tante le spigolature e
gli aneddoti scoperti dall’avvocato Désirée Gaspari nell’interessante libro «Quello strano caso di ambush marketing» (editore L.u.de.S)
che spiega queste subdole dinamiche commerciali, partendo dall’analisi giuridica. In Italia
attualmente vi è un vuoto legislativo in materia
che era stato temporaneamente colmato da
una legge specifica del 17 agosto 2005 creata
ad hoc per l’Olimpiade invernale di Torino
2006, valida sino al 31 dicembre 2006 e mai
più riproposta. Desirèe Gaspari, membro della
divisione legale di quei Giochi, spiega come «il
fenomeno di ambush marketing fu, allora, ampiamente arginato anche grazie alle sanzioni
previste che andavano da 1.000 a 100.000 euro. Serve una nuova legge». La legalità o meno
di una campagna pubblicitaria va analizzata
caso per caso. Se il consumatore è tratto in inganno dall’associazione di un brand all’evento
anche quando non ne è partner ufficiale, vorrà
dire che quella campagna è illegale. Brasile
2014 è appena iniziato: quali casi di ambush
saremo dunque in grado di individuare?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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21
IL BLOG MONDIALE
SPAGNA
CAMERUN
INCIDENTI
LA BANDIERA DEL BARCELLONA
DOPO IL K.O. AL GINOCCHIO
IN UN VIDEO DELL’AP
Xavi verso il Qatar
L’Al Sadd gli darà
10 milioni all’anno
Eto’o si arrende?
«Avrei bisogno
di un vero miracolo»
Proiettili veri
sui manifestanti
a Rio de Janeiro
CURITIBA (f.m.r.) Non è
ancora ufficiale, ma la decisione è
stata presa. Dopo Puyol, anche
Xavi lascerà il Barcellona e
accetterà l’incredibile offerta del
Qatar. Si parla di 10 milioni a
stagione per 4 anni all’Al Sadd,
squadra nella quale ha giocato l’ex
madridista Raul. La notizia è data
per certa da BeIn, la tv locale e a
Barcellona non mancano le
conferme. Xavi e Luis Enrique non
hanno trovato un punto d’incontro
Anche sui suoi profili
Facebook e Twitter, Samuel Eto’o
conferma tutti i dubbi sulla sua
presenza alle prossime partite del
Mondiale brasiliano. L’infortunio al
ginocchio lo costringerà a 10 giorni
di riposo. Il Camerun affronterà
domani la Croazia e il Brasile il 23
giugno. «Ho bisogno di un miracolo
- dice l’ex interista al sito della Fifa , spero che gli Dei mi aiutino e che
io sia in grado di aiutare la mia cara
e bella nazione». E in Camerun alle
Un poliziotto brasiliano a bordo
di una moto ha sparato proiettili veri a
manifestanti che protestavano contro
i Mondiali di calcio vicino allo stadio
Maracana a Rio de Janeiro. Lo si vede
in un video girato da un giornalista
dell’Associated Press durante le
proteste di domenica, alla quale
hanno preso parte circa 200
persone. Nel corso della stessa
manifestazione, tenutasi a circa 1,5
chilometri dallo stadio, un altro uomo,
che si è identificato come un
e la leggenda del Barça a 34 anni
chiude la sua trionfale esperienza
in blaugrana: ne ha passati 23 al
club che lo accolse quando ne
aveva 11. Con la prima squadra ha
vinto 22 trofei, comprese 7 Liga e
3 Champions League.
Beccati nudi in tre:
i croati tra i veleni
per la paparazzata
Si tratta di Srna, Lovren e Corluka. Il c.t. Kovac
li difende e la squadra si chiude in silenzio stampa
Gli scatti rubati dal fotografo finiti sui siti di gossip che mostrano (almeno) tre
giocatori della Croazia mentre fanno il bagno nudi nella piscina dell’hotel che li ospita
LA CURIOSITÀ
A SAN PAOLO, DRINK E LED ZEPPELIN
Samuel Eto’o, 33 anni REUTERS
polemiche per il k.o. con il Messico,
si aggiungono quelle della stampa
per una gestione della
comunicazione «personale» e non
attraverso i canali della
Federazione, da parte di Eto’o,
distante dal resto della squadra.
DAL NOSTRO INVIATO
STEFANO BOLDRINI
RIO DE JANEIRO
Nudi alla meta. Tre giocatori croati fanno il bagno in
piscina versione natural e
scoppia il caos. I tre sono altrettanti difensori: Darijo Srna
(Shakhtar Donetsk), Dejan Lovren (Southampton) e Vedran
Corluka (Lokomotiv Mosca).
Beccati dai fotografi, mentre si
tuffavano come mamma li ha
fatti nella piscina dell’hotel
che li ospita a Praia do Forte, i
tre si sono ritrovati sulle prime
pagine dei siti web croati. La
reazione del gruppo è stata
compatta: silenzio stampa - a
parte le interviste obbligatorie
comandate dalla Fifa -, limiti
negli accessi ai media, accrediti strappati ai fotografi che
hanno immortalato e mostrato
al mondo i tre senza veli. L’allenatore Niko Kovac si è schierato dalla parte della squadra:
«Come vi sentireste se qualcuno vi fotografasse mentre state
nudi? Questi giocatori hanno
famiglie, con mogli e figli. Immaginate quale possa essere
ora il loro disagio dopo che sono circolate queste immagini. I
calciatori non parleranno più e
sapete perché. Io rispetterò le
loro decisioni». Secondo quanto avrebbero fatto sapere funzionari dell’albergo, i giocatori
nudi sarebbero stati otto e, in
generale, la squadra di Kovac
starebbe eccedendo nel consumo di bevande alcoliche.
Modric La Croazia sta viven-
do giorni agitati. La sconfitta
con il Brasile ha lasciato una
coda di polemiche per le decisioni dell’arbitro giapponese
Nishimura, ma il vero problema riguarda la condizione fisica di Modric. Il colpo ricevuto
alla caviglia sinistra durante la
gara con il Brasile non ha provocato danni pesanti e il giocatore del Real Madrid potrebbe
essere recuperato per la gara
contro il Camerun, in programma domani a Manaus.
Giocherà sicuramente Mandzukic, che ha scontato il turno di squalifica. Kovac mette
in campo tutto l’orgoglio croato: «Ci siamo qualificati in extremis al mondiale e per una
nazione piccola come la nostra
è sempre un onore partecipare
ad un torneo come questo».
Esibizionismo Il nudismo potrebbe diventare una moda di
questo mondiale. Il caldo incoraggia. A Manaus, durante la
gara con l’Italia, un tifoso inglese si è spogliato completamente. Le immagini lo hanno
colto mentre alcune signore
fotografavano il suo fondoschiena con i telefoni cellulari.
Chi vincerà la Coppa del Mondo dell’esibizionismo?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mundialdovunque
C’è un bar di Bin Laden proprio vicino al ritiro degli Usa
ANDREA LUCHETTA
«Bevi! Bevi! Bevi!». Fa un certo effetto vedere un Bin Laden in divisa d’ordinanza, con
mimetica e turbante, mentre incita una donna a scolarsi una bottiglia. Francisco Helder Braga
Fernandes (nella foto sotto) ha la barba lunga, due occhi neri come la pece e faccia tosta da
vendere. Il suo «Bar di Bin Laden» è uno dei ritrovi più popolari di San Paolo, a un tiro di schioppo
dalla fan zone e soprattutto a una manciata di chilometri dal ritiro degli Stati Uniti. Nei mesi di
paranoia seguiti all’11 settembre 2001 un uomo avrebbe chiamato la polizia, sostenendo che Bin
Laden si nascondeva a San Paolo sotto le spoglie di un barista. I poliziotti sono venuti, hanno riso e
si sono fatti una foto con Francisco.
Obama Da allora gli si è
spalancato un mondo: il suo locale
non si chiama più «Bar Barba»,
ma «Bar di Bin Laden». Francisco
– per tutti Osama - si presenta al
lavoro in costume, mette a palla i
Led Zeppelin e comincia a servire
drink o a giocare a biliardo:
«Nessun problema con gli
americani, anzi, qui ne vengono
moltissimi». L’apice del trash il
giorno in cui ha invitato un sosia di
Obama: incontro concluso col
finto Barack a pettinare la barba
di Francisco.
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ELETTRICITÀ
PER POTER VEDERE LA GARA CON GLI STATI UNITI
Il Ghana raziona la corrente
Stanotte il Ghana (nella foto il c.t. Appiah) ha
giocato con gli Stati Uniti per la seconda partita del
Girone G. E il governo ghanese ha dovuto razionare
l’energia elettrica per permettere a tutta la popolazione
di poter vedere la partita, vista la carenza dei livelli
d’acqua nelle dighe idroelettriche sul fiume Volta. Per
garantire che la visione non sarebbe stata interrotta, il
governo ha acquistato 50 megawatt dalla vicina Costa
d’Avorio. Le centrali hanno lavorato al massimo e le
industrie hanno rallentato la produzione durante la gara.
Il Brasile è davvero la casa del calcio
Nelle favelas si gioca tra i palazzi
Non solo proteste, incidenti e manifestazioni contro
la Coppa del Mondo in Brasile. È vero, il Mondiale lascerà tanti
problemi nel paese sudamericano, ma in mezzo alla gente,
soprattutto nelle favelas di Rio de Janeiro, i ragazzini giocano
praticamente dovunque. I campi da calcio sono in ogni angolo
delle strade, sopra ai palazzi, dove spuntano murales
con gli eroi di questi giorni: dall’idolo brasiliano Neymar,
all’arcirivale ma comunque un fuoriclasse Messi,
da Cristiano Ronaldo a Balotelli AFP
d
lafrase
DEL GIORNO
Xavi Hernandez, 34 anni AFP
Un’immagine degli incidenti
poliziotto in borghese, ha tirato fuori
una pistola e ha sparato due colpi in
aria. Pedro Dantas, portavoce delle
forze di sicurezza di Rio, ha fatto
sapere che se le autorità
confermeranno «apriremo
un’indagine sull’incidente».
Mondialisti
Anonimi
DI LUCA BIANCHIN
Salcido l’evaso
e quel lunedì
che cambiò tutto
Niko
Kovac,
c.t. della
Croazia
«Come vi
sentireste se
qualcuno vi
fotografasse
mentre state
nudi? Questi
giocatori
hanno
famiglie, con
mogli e figli.
Immaginate
quale possa
essere ora il
loro disagio
dopo che
sono
circolate
queste
immagini. I
calciatori
non
parleranno
più e sapete
perché. Io
rispetterò le
loro
decisioni»
Carlos Salcido, 34 anni REUTERS
«Ho sempre avuto istinto
di sopravvivenza, bisogno
di imparare». Carlos Salcido
lo ha dichiarato al Guardian
ed è un riassunto dei suoi 34
anni. Non tutti i calciatori del
Mondiale hanno una lezione
da lasciare, ma questa volta è
chiara: credi sempre nelle
potenzialità della tua vita.
La sua è cambiata un lunedì.
Due giorni prima si era
licenziato perché la polizia
era entrata nel negozio dove
lavorava e aveva arrestato
alcuni colleghi. Salcido aveva
19 anni, a 9 aveva perso la
mamma per un cancro e a 14
aveva provato a entrare
illegalmente negli Stati Uniti.
Lo respinsero le guardie, a cui
non era il caso di dire che
Erika Maria, Sergio, Francisco
e Yahel, i fratelli più grandi,
avevano messo i piedi al di là
della frontiera senza passare
dal via. Senza soldi né
speranza, chiamò papà: «Non
ce l’ho fatta». E lui: «Torna a
casa. In Messico nessuno
muore di fame». Carlos finì a
Guadalajara, dove
sperimentò diversi lavori.
Meccanico alla stazione del
bus. Vetraio. Addetto al
lavaggio auto, quando la
reazione tra schiuma e stivali
gli toglieva la pelle dai piedi.
Prese la penicillina, poi la zia
lo obbligò a farla finita.
Il famoso lunedì Salcido andò
a vedere una partita.
Mancava un giocatore, entrò
con i jeans arrotolati, le
scarpe da lavoro e conquistò
un osservatore. Nei successivi
15 anni, ha vinto due
Eredivisie col Psv, giocato
due Mondiali e segnato
all’Argentina. Ha lasciato il
Fulham perché un ladro era
entrato nella sua casa - con le
scuse si può far meglio - e si è
fatto beccare assieme a un
transessuale, ma questo conta
meno. Sul braccio sinistro,
sempre lo stesso tatuaggio:
«In memory of my mother.
Rest in peace».
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22
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
#
MONDIALE LA GUIDA
TUTTO IL TORNEO GIORNO PER GIORNO
CHE COSA E' SUCCESSO
GIOCATE
DATA
12 GIUGNO
LOCALITA’
SAN PAOLO
13 GIUGNO
NATAL
GRUPPO PARTITA
BRASILE-CROAZIA
A
MESSICO-CAMERUN
A
13 GIUGNO
SALVADOR
B
13 GIUGNO
CUIABA
B
BELO HORIZONTE C
FORTALEZA
D
14 GIUGNO
14 GIUGNO
SPAGNA-OLANDA
RIS.
3-1
1-5
CILE-AUSTRALIA
3-1
COLOMBIA-GRECIA
3-0
URUGUAY-COSTA RICA
1-3
D
INGHILTERRA-ITALIA
1-2
14 GIUGNO
RECIFE
C
COSTA D’AVORIO-GIAPPONE
2-1
15 GIUGNO
BRASILIA
E
SVIZZERA-ECUADOR
2-1
15 GIUGNO
PORTO ALEGRE
E
FRANCIA-HONDURAS
3-0
15 GIUGNO
RIO DE JANEIRO
F
ARGENTINA-BOSNIA
2-1
IERI
SALVADOR
G
GERMANIA-PORTOGALLO
4-0
IERI
CURITIBA
F
IRAN-NIGERIA
0-0
IERI
NATAL
G
GHANA-STATI UNITI
1-2
IL PROGRAMMA
GRUPPO
H
A
H
B
B
A
C
D
C
D
E
E
F
G
F
H
H
G
B
B
A
A
D
D
C
C
F
F
E
E
G
G
H
H
PARTITA
BELGIO-ALGERIA
BRASILE-MESSICO
RUSSIA-SUD COREA
AUSTRALIA-OLANDA
SPAGNA-CILE
CAMERUN-CROAZIA
COLOMBIA-COSTA D’AVORIO
URUGUAY-INGHILTERRA
GIAPPONE-GRECIA
ITALIA-COSTA RICA
SVIZZERA-FRANCIA
HONDURAS-ECUADOR
ARGENTINA-IRAN
GERMANIA-GHANA
NIGERIA-BOSNIA
BELGIO-RUSSIA
SUD COREA-ALGERIA
STATI UNITI-PORTOGALLO
AUSTRALIA-SPAGNA
OLANDA-CILE
CAMERUN-BRASILE
CROAZIA-MESSICO
ITALIA-URUGUAY
COSTA RICA-INGHILTERRA
GIAPPONE-COLOMBIA
GRECIA-COSTA D’AVORIO
NIGERIA-ARGENTINA
BOSNIA-IRAN
HONDURAS-SVIZZERA
ECUADOR-FRANCIA
PORTOGALLO-GHANA
STATI UNITI-GERMANIA
ALGERIA-RUSSIA
SUD COREA-BELGIO
PARTITA
1a girone A - 2a girone B
1a girone C - 2a girone D
1a girone B - 2a girone A
1a girone D - 2a girone C
1a girone E - 2a girone F
1a girone G - 2a girone H
1a girone F - 2a girone E
1a girone H - 2a girone G
CLASSIFICA
MARCATORI
1-0
14 GIUGNO MANAUS
PRIMA FASE
DATA
ORE LOCALITA'
OGGI
18
BELO HORIZONTE
OGGI
21
FORTALEZA
OGGI
24
CUIABA
DOMANI
18
PORTO ALEGRE
DOMANI
21
RIO DE JANEIRO
DOMANI
24
MANAUS
19 GIUGNO 18
BRASILIA
19 GIUGNO 21
SAN PAOLO
19 GIUGNO 24
NATAL
20 GIUGNO 18
RECIFE
20 GIUGNO 21
SALVADOR
20 GIUGNO 24
CURITIBA
21 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
21 GIUGNO 21
FORTALEZA
21 GIUGNO 24
CUIABA
22 GIUGNO 18
RIO DE JANEIRO
22 GIUGNO 21
PORTO ALEGRE
22 GIUGNO 24
MANAUS
23 GIUGNO 18
CURITIBA
23 GIUGNO 18
SAN PAOLO
23 GIUGNO 22
BRASILIA
23 GIUGNO 22
RECIFE
24 GIUGNO 18
NATAL
24 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
24 GIUGNO 22
CUIABA
24 GIUGNO 22
FORTALEZA
25 GIUGNO 18
PORTO ALEGRE
25 GIUGNO 18
SALVADOR
25 GIUGNO 22
MANAUS
25 GIUGNO 22
RIO DE JANEIRO
26 GIUGNO 18
BRASILIA
26 GIUGNO 18
RECIFE
26 GIUGNO 22
CURITIBA
26 GIUGNO 22
SAN PAOLO
OTTAVI DI FINALE
DATA
ORE LOCALITA
28 GIUGNO 18
BELO HORIZONTE
28 GIUGNO 22
RIO DE JANEIRO
29 GIUGNO 18
FORTALEZA
29 GIUGNO 22
RECIFE
30 GIUGNO 18
BRASILIA
30 GIUGNO 22
PORTO ALEGRE
1 LUGLIO
18
SAN PAOLO
1 LUGLIO
22
SALVADOR
QUARTI DI FINALE
4 LUGLIO 18
RIO DE JANEIRO
4 LUGLIO 22
FORTALEZA
5 LUGLIO 18
BRASILIA
5 LUGLIO 22
SALVADOR
SEMIFINALI
8 LUGLIO 22
BELO HORIZONTE
9 LUGLIO 22
SAN PAOLO
FINALE 3° POSTO
12 LUGLIO 22
BRASILIA
FINALE 1° POSTO
13 LUGLIO 21
RIO DE JANEIRO
4
S
3 RETI
Müller
(Germania,
1 su rigore)
S
2 RETI
Neymar
(Brasile, 1
su rigore);
Benzema
(Francia,
1 su rigore);
Van Persie e
Robben (Olanda)
S
1 RETE
Messi
(Argentina);
Cahill
(Australia);
Ibisevic
(Bosnia);
Oscar (Brasile);
Beausejour,
A. Sánchez e
Valdívia (Cile);
Armero,
Gutierrez e
James
Rodriguez
(Colombia);
Bony e
Gervinho (Costa
D’Avorio);
Campbell,
Duarte e Urena
(Costa Rica);
Valencia
(Ecuador);
Hummels
(Germania),
Honda
(Giappone);
Sturridge
(Inghilterra);
Balotelli
e Marchisio
(Italia); De Vrij
(Olanda);
Peralta
(Messico); Xabi
Alonso (Spagna,
su rigore);
Mehmedi
e Seferovic
(Svizzera);
Cavani
(Uruguay, su
rigore).
S
AUTORETI
Kolasinac
(Bosnia,
pro Argentina);
Marcelo
(Brasile, pro
Croazia);
Valladares
(Honduras,
pro Francia)
IL TABELLONE
OTTAVI DI FINALE
OTTAVI DI FINALE
FINALE
BELO HORIZONTE
28 GIUGNO
ORE: 18
1ª
girone A
2ª
girone B
Sky Mondiale 1 Hd
RIO DE JANEIRO
13 LUGLIO
ORE: 21
Sky Mondiale 1 Hd, Rai1 e Rai Hd
QUARTI DI FINALE
QUARTI DI FINALE
FORTALEZA
4 LUGLIO
ORE: 22
RIO DE JANEIRO
28 GIUGNO
ORE: 22
1ª
girone C
2ª
girone D
Sky Mondiale 1 Hd
SALVADOR
5 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
BRASILIA
30 GIUGNO
ORE: 18
1ª
girone E
2ª
girone F
Sky Mondiale 1 Hd
SEMIFINALE
SEMIFINALE
BELO
HORIZONTE
8 LUGLIO
ORE: 22
SAN
PAOLO
9 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
Rai1 e Rai Hd
RIO
DE JANEIRO
4 LUGLIO
ORE: 18
PORTO ALEGRE
30 GIUGNO
ORE: 22
1ª
girone G
2ª
girone H
Sky Mondiale 1 Hd
RECIFE
29 GIUGNO
ORE: 22.
girone D
1ª
girone C
2ª
Sky Mondiale 1 Hd
SAN PAOLO
1 LUGLIO
ORE: 18
1ª
girone F
2ª
girone E
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
Rai1 e Rai Hd
BRASILIA
5 LUGLIO
ORE: 18
FINALE 3°-4° POSTO
BRASILIA
12 LUGLIO
ORE: 22
Sky Mondiale 1 Hd
FORTALEZA
29 GIUGNO
ORE: 18
girone B
1ª
girone A
2ª
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd
Sky Mondiale 1 Hd, Rai1 e Rai Hd
SALVADOR
1 LUGLIO
ORE: 22
girone H
1ª
2ª
girone G
Sky Mondiale 1 Hd
GDS
IL REGOLAMENTO I CRITERI FIFA PER PASSARE IL PRIMO TURNO
A parità di punti, decide la differenza reti
Questi i criteri per il passaggio del turno nella fase a gironi: a)
maggior numero di punti; b) differenza reti; c) maggior numero di
reti segnate.
In caso di parità dei precedenti criteri tra due o più squadre
si procede alla compilazione della classifica avulsa tra queste
squadre con i seguenti criteri: a) maggior numero di punti nella
classifica avulsa; b) differenza reti nella classifica avulsa; c) maggior numero di reti segnate nella classifica avulsa;d) sorteggio.
GIRONE A
GIRONE B
GIRONE C
RISULTATI
BRASILE-CROAZIA
MESSICO-CAMERUN
RISULTATI
SPAGNA-OLANDA
CILE-AUSTRALIA
RISULTATI
COLOMBIA-GRECIA
COSTA D’AVORIO-GIAPPONE
3-1
1-0
PT G
BRASILE
MESSICO
CAMERUN
CROAZIA
3
3
0
0
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
DA DISPUTARE
BRASILE-MESSICO
CAMERUN-CROAZIA
CAMERUN-BRASILE
CROAZIA-MESSICO
0
0
1
1
RETI
F S
3
1
0
1
1
0
1
3
OGGI
DOMANI
23/6
23/6
1-5
3-1
PT G
OLANDA
CILE
AUSTRALIA
SPAGNA
3
3
0
0
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
DA DISPUTARE
AUSTRALIA-OLANDA
SPAGNA-CILE
AUSTRALIA-SPAGNA
OLANDA-CILE
0
0
1
1
RETI
F S
5
3
1
1
1
1
3
5
DOMANI
DOMANI
23/6
23/6
COLOMBIA
COSTA D’AVORIO
GIAPPONE
GRECIA
GIRONE D
PT
G
3
3
0
0
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
1
0
0
GIRONE F
GIRONE G
RISULTATI
SVIZZERA-ECUADOR
FRANCIA-HONDURAS
RISULTATI
ARGENTINA-BOSNIA
IRAN-NIGERIA
RISULTATI
GERMANIA-PORTOGALLO
GHANA-STATI UNITI
PT G
FRANCIA
SVIZZERA
ECUADOR
HONDURAS
3
3
0
0
1
1
1
1
DA DISPUTARE
HONDURAS-ECUADOR
SVIZZERA-FRANCIA
HONDURAS-SVIZZERA
ECUADOR-FRANCIA
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
RETI
F S
3
2
1
0
0
1
2
3
20/6
20/6
25/6
25/6
2-1
0-0
PT G
ARGENTINA
IRAN
NIGERIA
BOSNIA
3
1
1
0
DA DISPUTARE
ARGENTINA-IRAN
NIGERIA-BOSNIA
NIGERIA-ARGENTINA
BOSNIA-IRAN
1
1
1
1
PARTITE
V N P
1
0
0
0
0
1
1
0
0
0
0
1
RETI
F S
2
0
0
1
1
0
0
2
21/6
21/6
25/6
25/6
0
0
0
0
0
0
1
1
DA DISPUTARE
COLOMBIA-COSTA D’AVORIO
GIAPPONE-GRECIA
GIAPPONE-COLOMBIA
GRECIA-COSTA D’AVORIO
GIRONE E
2-1
3-0
3-0
2-1
RETI
F S
3
2
1
0
0
1
2
3
19/6
19/6
24/6
24/6
PT
G
3
3
0
0
1
1
1
1
COSTA RICA
ITALIA
INGHILTERRA
URUGUAY
1-3
1-2
PARTITE
V N P
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
DA DISPUTARE
URUGUAY-INGHILTERRA
ITALIA-COSTA RICA
COSTA RICA-INGHILTERRA
ITALIA-URUGUAY
RETI
F S
3
2
1
1
1
1
2
3
19/6
20/6
24/6
24/6
GIRONE H
PT G
GERMANIA
STATI UNITI
GHANA
PORTOGALLO
RISULTATI
URUGUAY-COSTA RICA
INGHILTERRA-ITALIA
3
3
0
0
1
1
1
1
RISULTATI
4-0
1-2
PARTITE
V N P
1
1
0
0
DA DISPUTARE
GERMANIA-GHANA
STATI UNITI-PORTOGALLO
PORTOGALLO-GHANA
STATI UNITI-GERMANIA
0
0
0
0
0
0
1
1
RETI
F S
4
2
1
0
0
1
2
4
21/6
22/6
26/6
26/6
PT G
BELGIO
ALGERIA
RUSSIA
SUD COREA
0
0
0
0
0
0
0
0
DA DISPUTARE
BELGIO-ALGERIA
RUSSIA-SUD COREA
SUD COREA-ALGERIA
BELGIO-RUSSIA
ALGERIA-RUSSIA
SUD COREA-BELGIO
PARTITE
V N P
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
RETI
F S
0
0
0
0
0
0
0
0
OGGI
OGGI
22/6
22/6
26/6
26/6
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
«Abbiamo ottimi giocatori e
una buona organizzazione.
Saremo una rivale temibile
per chiunque».
Capello gioca d’attacco:
«Facciamo paura a tutti»
Come affronterete la Corea
del Sud?
I NUMERI
10
i risultati
utili
consecutivi per
la Russia di
Capello che nel
2013-14 ha
perso una sola
gara, il 14
agosto scorso a
Belfast (0-1
contro l’Irlanda
del Nord). Da
allora
è imbattuta
con 7 vittorie
e 3 pareggi
5
le reti
realizzate
da Salenko il 28
giugno 1994 in
RussiaCamerun 6-1:
è il record di
segnature in
una singola
partita nella
fase finale dei
mondiali
1
gli scontri
diretti
tra Russia e
Corea del Sud:
si tratta di un
incontro
amichevole
giocato il 19
novembre
scorso a Dubai
e finito 2-1 per
i russi
LUCA CALAMAI
CUIABA (Brasile)
Ha il volto più rigido del
solito. Il Mondiale è una storia
speciale anche per un uomo di
ferro come Fabio Capello. La
sua Russia è un oggetto misterioso. Ha un talento in erba
come il centravanti Kokorin e
qualche vecchio guerriero come Ignasevich e Kerzhakov.
Una mescola strana. Il proble-
La Russia che ruolo può ricoprire in questo Mondiale?
BELGIO-ALGERIA ORE 18
ALDERWEIRELD
15
4
«Intanto noi giochiamo un
Mondiale dopo dodici anni.
Questo è importante. Poi penseremo al futuro».
Fabio Capello, 67 anni, c.t. della Russia dal 2012 EPA
VAN BUYTEN
RUSSIA-SUD COREA ORE 24
THIAGO SILVA
2
VERMAELEN
3
1 AKINFEEV
MARCELO
KOZLOV
6
2
4
DANI ALVES
DAVID LUIZ
8
17
PAULINHO
LUIZ GUSTAVO
19
DE BRUYNE
WITSEL
DEMBELE
16
11
10
RAMIRES
OSCAR
NEYMAR
11
9
10
LUKAKU
HAZARD
9
FRED
20
7
8
FAYZULIN
DENISOV
GLUSHAKOV
19
11
9
SAMEDOV
KERZHAKOV
KOKORIN
21
10
19
10
G. DOS SANTOS
PERALTA
C.Y. PARK
14
FEGHOULI
19
18
23
6
9
BENTALEB
MEDJANI
TAIDER
GUARDADO
VAZQUEZ
HERRERA
H. M. SON
MORENO
12
3
GHOULAM
5
2
22
HALLICHE BOUGHERRA MOSTEFA
7
RODRIGUEZ
15
LAYUN
4
2
MARQUEZ
23
13
M'BHOLI
OCHOA
ALGERIA 4-4-2
X
4.50
2
8.00
GIRONE H a Belo Horizonte (Estadio Mineirao)
ARBITRO Rodriguez (Messico)
GUARDALINEE Torrentera-Quintero (Messico)
IV UOMO Faghani (Iran) TV Sky Mondiale 1 HD
13
17
C. KOO
6
K. Y. HAN
22
AGUILAR
16
C. Y. LEE
S. Y. KI
3
5
20
12
J. S. YOUNG
Y. G. KIM
H. HONG
Y. LEE
I giocatori non hanno usato
i social network: è importante
controllare la privacy dei giocatori?
«I tweet possono essere fastidiosi se non sono fatti con
intelligenza. Quindi facciamo
fare un mese di astinenza a
tutti i giocatori così dopo il
Mondiale saranno scatenati».
In conferenza stampa interviene anche il capitano Berezutski. «La vera stella della
Russia è Capello. Lui ha vinto
la Liga, in Italia, ha vinto la
Champions. Ci aiuterà ad andare avanti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
COREA DEL SUD 4-2-3-1
1
1.27
«A Mosca facevano 32 gradi
quando ci allenavamo. Comunque non mi sembra ci sia
questo grande caldo in Brasile».
S. R. JUNG 1
MESSICO 5-3-2
1
1.40
23
KOMBAROV
MAHREZ
15
10
14
IGNASCHEVICH
6
MIRALLAS
BEREZUTSKI
4
«È la Fifa che finalmente ha
cambiato qualcosa. La moviola sul gol è stata decisiva nella
gara della Francia. Con la mia
Inghilterra 4 anni fa ho pagato
a caro prezzo la mancanza di
tecnologia perché ci è stato
tolta una rete che poteva cambiare il nostro Mondiale».
L’Italia lavorando a Coverciano si è abituata all’umidità…
RUSSIA 4-3-3
7
SOUDANI
È cambiato qualcosa ri-
12 JULIO CESAR
3
VASSILI BEREZUTSKI
CAPITANO RUSSIA
spetto al Sudafrica?
Il prossimo Mondiale si disputerà in Russia.
BRASILE 4-2-3-1
COURTOIS
KOMPANY
1
2
«Cercavo una sfida: nazionale nuova, lingua nuova. Tutto molto stimolante. Poi tornerò nella splendida campagna
italiana».
BRASILE-MESSICO ORE 21
BELGIO 4-3-3
«Capello è la
nostra stella: ha
vinto tanto, ci
aiuterà ad andare
avanti nel torneo»
Allenerà la Russia fino al
2018. Perché questa scelta?
ma è dove alzare l’asticella. Un
altro c.t. sposterebbe il mirino
al 2018 quando saranno loro a
ospitare il Mondiale. Ma questo non è un modo di ragionare «da Capello». Lui vuole vincere. «Sarebbe importante iniziare la Coppa battendo la Corea del Sud. Ma non sarà
semplice. Loro fanno della velocità l’arma vincente».
DAL NOSTRO INVIATO
23
«Con intelligenza e personalità. Noi siamo pronti. Abbiamo studiato la preparazione con i nostri medici. Siamo
arrivati un giorno prima per
non cambiare abitudini».
Il c.t. della Russia oggi debutta contro la Corea del Sud e sfida
gli scettici: «Abbiamo ottimi giocatori e grande organizzazione»
4
LA GAZZETTA DELLO SPORT
X
5.50
2
11.00
GIRONE A a Fortaleza (Estadio Castelao)
ARBITRO Cakir (Turchia)
GUARDALINEE Duran-Ongun (Turchia)
IV UOMO Moen (Nor) TV Rai1 e Sky Mondiale 1 HD
1
2.00
LA MAPPA I 12 STADI
X
3.30
2
3.80
GIRONE H a Cuiaba (Arena Pantanal)
ARBITRO Pitana (Argentina)
GUARDALINEE Maidana-Belatti (Argentina)
IV UOMO Moreno (Panama) TV Sky Mondiale 1 HD
BELGIO
ALGERIA
BRASILE
MESSICO
RUSSIA
SUD COREA
PANCHINA 12 Mignolet,
13 Bossut, 5 Vertonghen,
18 Lombaerts, 21 Vanden
Borre, 23 Ciman, 8 Fellaini,
14 Mertens, 16 Defour, 20
Januzai, 22 Chadli, 17 Origi.
ALLENATORE Wilmots.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 1 Si Mohammed,
16 Zemmamouche,
4 Belkalem, 6 Mesbah,
17 Cadamuro, 20 Mandi,
7 Yebda, 8 Lacen, 11
Brahimi, 9 Ghilas, 13 Slimani,
18 Djabou,
ALLENATORE Halilhodzic.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 1 Jefferson,
5 Fernandinho, 13 Dante,
14 Maxwell, 15 Henrique,
20 Bernard, 18 Hernanes,
19 Willian, 21 Jo, 22 Victor,
23 Maicon, 7 Hulk.
ALLENATORE Scolari.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Neymar, Luiz
Gustavo.
INDISPONIBILI Hulk.
PANCHINA 1 Corona,
3 Salcido, 5 Reyes, 8 Fabian,
9 Jimenez, 11 Pulido,
12 Talavera, 14 Hernandez,
16 Ponce, 17 Brizuela,
20 Aquino, 21 Pena.
ALLENATORE Herrera.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Moreno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 12 Lodygin,
16 Ryzhikov, 13 Granat,
5 Semyonov, 3 Shennikov,
22 Yeschchenko,
10 Dzagoev, 23 Shatov,
15 Glushakov, 18 Zhirkov,
21 Ionov, 6 Kanunnikov.
ALLENATORE Capello.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
PANCHINA 21 K.S. Gyu,
23 L.B. Young, 6 H.S. Ho,
4 K.T. Hwi, 22 P.J. Ho,
8 H.D. Sung, 14 H.K. Young,
19 J.D. Won, 7 K.B. Kyoung,
15 J. Woo, 18 K.S. Wook,
11 P.C. Young.
ALLENATORE H. Myungbo.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI nessuno.
INDISPONIBILI nessuno.
Oceano
Atlantico
Manaus
Natal
Fortaleza
BRASILE
Recife
Salvador
Cuiaba
Brasilia
Curitiba
Belo
Horizonte
Rio de
Janeiro
San Paolo
Porto
Alegre
24
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
AMBROSIANO
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
l’Avventuroso
di REINHOLD MESSNER
a democrazia non è un
gioco. Vive di regole preL
cise. Per questo mi pare curioso che anche in Italia si stia a
discutere tanto a proposito
dei movimenti anti-Europa
che hanno preso molti voti in
alcuni Paesi. Curioso perché è
proprio dall’Italia che è arrivato il più importante risultato di segno opposto. Un vero successo politico per il nostro Paese. Che, per la
maggioranza degli italiani, deve restare attaccato con forza all’ultimo ramo che ancora
regge. Che è appunto il ramo dell’Europa. So-
TempiSupplementari
LA GAZZETTA DELLO SPORT
25
MAI MESSO BANDIERE SULLE MIE VETTE
IL MONDO NON E’ FATTO PER DIVIDERE
no molto contento di questo. Non sono un politico. La mia visione del mondo è una visione
verde. Ecologista, ma non per questo di opposizione a tutto. Perché mi interessa il futuro
dell’Italia, che però non vedo disgiunto da
quello dell’Europa e del Mondo intero.
L’Unione Europea è un processo storico
che non deve arrestarsi. E questo non lo affermo in quanto sono stato per un mandato parlamentare europeo, ma perché ne sono profondamente convinto.
Anche quando andavo a «conquistare
l’inutile», cioè a scalare le montagne, mi sono
sempre rifiutato di piantare bandiere in ci-
laPuntura
ma, perché già pensavo che perfino esse, le
montagne, non dividono, ma al contrario
uniscono. Nonostante che nella storia recente siano state usate per tracciare le frontiere.
In un passato più lontano non è stato così,
anche se allora valicarle non era facile come
oggi.
Il futuro non deve essere nel ritorno a vecchie divisioni fra Stati. Abbiamo visto a cosa
portarono, 100 anni fa, le frontiere: allora
stava per cominciare una sanguinosa guerra
che sarebbe divenuta mondiale e sarebbe durata per cinque lunghi anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
sopralapanca
di ROBERTO PELUCCHI
A CURA DI ALBERTO CERRUTI
Fax: 0262827917. Email: [email protected]
BEHRAMI, CUADRADO E TANTI ALTRI
LA SERIE A FA BENE AGLI STRANIERI
L’Italia è diventato un Paese scuola. Con
l’esperienza del vostro campionato la Colombia ha una vera difesa, mentre la Svizzera ha vinto grazie alla grinta di Behrami,
che all’ultimo minuto ha subito un fallo, si è
rialzato e dopo aver ha corso per tutto il
campo ha avviato l’azione del gol decisivo al
94’!
Ben Pinieri, Montreux (Svizzera)
Raccolgo volentieri questo assist servito dalla
Svizzera, per allargare il discorso sul campionato
italiano e di riflesso sui «nostri» stranieri presenti
al Mondiale. E’ vero che il livello tecnico della Serie A è scaduto, ma per quanto riguarda l’aspetto
tattico il campionato e i tecnici italiani insegnano
ancora molto, come aveva capito persino Mourinho, senza trascurare l’importanza della grinta,
qualità preziosa anche per la Juventus di Conte. Il
caso limite è rappresentato dalla Colombia, una
delle migliori nazionali viste fin qui che tra l’altro
potremmo incrociare negli ottavi, se Pirlo e compagni non faranno brutti scherzi dopo il confortante esordio con l’Inghilterra. Il migliore in campo Cuadrado, gioiello della Fiorentina, non è più
una sorpresa ma contro la Grecia mi è piaciuta anche la disciplina tattica di Ibarbo che evidentemente ha imparato molto a Cagliari con Lopez e
Pulga. In assoluto, però, ha impressionato la compattezza della linea difensiva, in pratica tutta «italiana», con il quartetto Zuniga (Napoli)- Zapata
(Milan)- Yepes (Atalanta)-Armero (ex Napoli),
quest’ultimo ceduto in prestito a gennaio al West
Ham autore del primo dei tre gol. Il capitano Yepes,
che non dimostra 38 anni, maturato felicemente in
provincia tra Chievo e Atalanta con una positiva parentesi nel Milan, è un leader invidiato da molti c.t.,
trascinatore della ZZ Zuniga-Zapata che ora dovrà
misurarsi con la Costa d’Avorio del romanista Gervinho, un altro che ha imparato in Italia l’importanza della tattica dopo aver girovagato tra Belgio,
Francia e Inghilterra.
Un capitolo a parte meritano i nostri vicini di
casa della Svizzera, ultima squadra tra l’altro capace di battere il Brasile, nell’amichevole dell’agosto scorso. Il cuore del centrocampo è tutto «napoletano» con il capitano Inler al fianco di Behrami,
più Dzemaili di scorta. E proprio Behrami, non a
caso richiesto da Mazzarri che lo aveva valorizzato a Napoli, è stato un vincente esempio di italianissima grinta. A fine partita, prima ha strappato
in scivolata dai piedi di Arroyo la palla del possibile 2-1 dell’Ecuador, poi è ripartito a tutta velocità
volando verso Seferovic, bravo a firmare la rete
decisiva al 94’ dopo lo scambio con Rodriguez.
Un capolavoro di tempismo e volontà senza cedere alla facile tentazione di rimanere per terra,
dopo aver subito un fallo che il bravissimo arbitro
uzbeko Irmatov non ha fischiato, concedendo il
vantaggio con una rara finezza. E ha fatto benissimo, quindi, De Laurentiis a inviare a Behrami un
twit di complimenti. In attesa di mandarne uno a
Insigne…
f
Si lavora duramente in vista
della prossima partita degli
azzurri. Prandelli
sta pensando a come
migliorare la difesa,
Gasparri sta cercando
l’insulto più appropriato per
quelli della Costa Rica.
laVignetta
DI VALERIO MARINI
TwitTwit
IL CINGUETTIO DEL GIORNO
GIUSEPPE ROSSI
Calciatore della Fiorentina
di
ALESSANDRO DE CALÒ
BUONA GERMANIA, ENTRA TRA LE 4 TOP
ASSIEME A ITALIA, OLANDA E BRASILE
è qualcosa di esagerato nel successo delC’
la Germania contro Cristiano Ronaldo,
match numero cento della Mannschaft sul palcoscenico mondiale. Chi non ha visto la partita
può spingersi a interpretare il 4-0 finale come
un dominio totale e incontrastato dei ragazzi di
Jogi Löw sui malconci portoghesi e invece sappiamo che non è esattamente così. L’equilibrio
si è spaccato presto, girando attorno a un paio
di episodi sui quali si potrebbe anche discutere.
Certo è che questi episodi hanno permesso ai
tedeschi prendere il volo, staccando le ali da
terra dove è rimasto ancorato CR7 con tutta la
zavorra dei problemi, suoi e del Portogallo.
Come sempre, o quasi, la Germania non tradisce sul piano della forza mentale, aspetto abbastanza decisivo in una gara di esordio della
Coppa del mondo. Sappiamo bene che questo è
uno squadrone tosto, affidabile, con buone potenzialità, capace di mettere paura. Accanto a
Jürgen Klinsmann, e poi da solo, Löw ha radicalmente cambiato lo stile di gioco della nazionale tedesca, vivendo in felice simbiosi con i
progressi e le conquiste fatte nel frattempo da
Bayern e Borussia Dortmund, mosche cocchiere della Bundesliga. Quello che
manca ancora, alla Germania, è un ultimo salto di qualità, un guizzo laterale capace di garantire uno sbocco compiuto (Löw non ha ancora vinto un trofeo), in fondo al formidabile lavoro fatto in questi anni. Le contaminazioni
continuano, soprattutto con le scelte tattiche di casa Bayern. L’ombra lunga di
Pep Guardiola può provocare effetti po-
sitivi diretti (vedi Lahm schierato davanti alla
difesa) o di rimbalzo: Thomas Müller, messo
un po’ in disparte dal Pep nel finale di stagione,
coltiva una forte vena revanchista. E’ super motivato. I tre gol al Portogallo, aggiunti alla provocata espulsione di Pepe, ci dicono quanto
possa essere determinante, anche in Brasile.
Ormai le top ten del Mondiale sono scese tutte in campo, resta da vedere solo il Belgio che
ha giovani di talento e promette buone cose.
Abbiamo seguito le dieci più forti con attenzione: non ce n’è una che si stacca in modo netto,
il gruppo è ancora abbastanza compatto. L’Italia di Cesare Prandelli ha mostrato il calcio migliore: ottimo possesso palla, iniziative efficaci
e buon controllo degli spazi. Questa Germania
somiglia agli azzurri. Non ha Pirlo e Balotelli,
ma può contare su altre risorse, campioni anche giovani. Lo stile di gioco è quello, stesso
filone. Sulla sponda opposta, invece, navigano
per ora l’Olanda di Van Persie e il Brasile di
Neymar che prediligono il contropiede rispetto
al possesso. Al momento, queste nazionali occupano i primi quattro posti. Un gradino più sotto metterei l’Argentina (un
po’ triste, ma ha Messi), l’Inghilterra e
la Francia che è frizzante, però ha bisogno di test più seri. Da rivedere, infine,
Spagna, Uruguay e Portogallo. Sono
uscite dal primo round con le ossa
rotte, si trovano su un piano inclinato e
scivoloso, non è detto che sappiano riprendersi. Ma siamo ancora all’inizio, gli
equilibri possono cambiare.
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Azzurri bravissimi
E adesso vi dico
che cosa migliorare
L’Italia sta seguendo sentieri nuovi ma
deve lavorare su pressing e ripartenze
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FilorossoMondiale
di
ARRIGO SACCHI
Espn: Nessuna squadra
incarna la parola «squadra»
come i San Antonio Spurs
campioni 2014
GiuseppeRossi22
FEDERICA PELLEGRINI
Olimpionica di nuoto
ControlloAntidoping
incrociato a sorpresa questa
mattina h7.15!!! #sangue
#urine #wlosportpulito
adesso nanna!
@mafaldina88
GIANCARLO FISICHELLA
Pilota di auto
Grazie amore mio di essere
stata accanto a me in
questo momento Unico!
@OfficialFisico
Cesare Prandelli con Marco Verratti, titolare contro l’Inghilterra REUTERS
iniziata bene l’avventura
È
mondiale. Gli azzurri
hanno sconfitto meritatamente i temuti inglesi, era un match che presentava molte incognite. La risposta è stata
convincente e promette nuove
soddisfazioni per il futuro. Gli
uomini di Prandelli hanno
confermato ancora una volta
una certa superiorità sul calcio inglese e di avere una
squadra affidabile e pronta
per prove ancora più impegnative. Fra il c.t. e i suoi ragazzi si è instaurato un clima
di stima che coinvolge tutti,
anche quelli di più difficile gestione. È un gruppo unito, coeso, che cerca di realizzare le
direttive e gli insegnamenti
del proprio allenatore, mettendoci tutta la volontà e capacità possibili. Tutto ciò ne fa
una vera squadra nello spirito
e nel gioco.
Gli azzurri praticano un
calcio diverso dalla nostra storia: non solo difesa numerosa
e ripartenze, sono pure padroni del campo e del pallone. Vogliono essere dei protagonisti
e non lasciano l’iniziativa agli
altri per poi sorprenderli al
primo errore o contropiede.
Per ottenere questo Prandelli
ha scelto uomini affidabili,
con personalità ed una buona
tecnica, gli ha insegnato come
migliorare il possesso (uno
dei nostri difetti) e li ha fatti
partecipare a costruzione e
smarcamenti. Il centrocampo
è composto tutto da architetti
dai piedi buoni e idee chiare e
per renderlo ancora più efficace ha aggiunto un centrocampista giocando solo con una
punta. Inoltre ha preteso due
esterni bassi che abbiano
gambe e tempi di sganciamento continui sulle fasce.
Quindi la nostra Nazionale
sta seguendo sentieri nuovi
abbandonando la specializzazione dei ruoli, in un’idea di
calcio totale più internazionale e moderna. L’ideatore e maestro di tutto ciò è Cesare
Prandelli, che sta compiendo
un grandissimo lavoro. Tuttavia la cultura dell’eccellenza
non permette di sedersi e Cesare e i suoi ragazzi dovranno
stare attenti agli adulatori dell’ultima ora e non abbassare la
guardia, cercando un ulteriore perfezionamento. In quest’ottica credo che si dovrà
raggiungere un equilibrio fra
possesso e verticalizzazione,
fra passato e futuro. Le ripartenze dovranno coinvolgere
quattro-cinque giocatori così
come sui cross è auspicabile
avere due o tre giocatori che
«braccano» la porta. L’essere
corti consente inserimenti dei
centrocampisti ed aiuti a Balotelli (vedi i gol su cross). In fase di difesa sarebbe auspicabile risparmiare corse a ritroso
ed energie effettuando un
pressing più convinto (la Spagna ha compiuto il salto di
qualità nel momento in cui
per avere un buon possesso ha
imparato a portare via la palla
immediatamente con il pressing).
So che è difficile ciò in un
Paese che da sempre corre indietro ma Cesare è bravo, i ragazzi lo seguono, quindi si
può fare. Per non correre rischi e per proteggere la linea
difensiva bisognerà essere ancora più compatti con una
squadra che si muova come
un blocco e che conosca ancora di più collocamento e chiusure preventive. Se il c.t. riuscirà a perfezionare tutto ciò
nessun traguardo sarà impossibile.
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26
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
MERCATO
G.B. OLIVERO
MILANO
Qualche settimana fa
l’aveva scritto in un messaggio, in questi giorni l’ha ripetuto nel ritiro del Cile in Brasile: «Mauricio, non te ne vorrai
mica andare adesso che alla
Juve arrivo io?». Pensieri e parole di Alexis Sanchez, talmente convinto del suo trasferimento dal Barcellona alla
Juve da sbilanciarsi con Isla,
suo amico e compagno di Nazionale. In realtà la situazione
non è così semplice. O meglio:
dal punto di vista dell’attaccante cileno è semplicissima.
Lui vuole la Juve e l’ha detto
chiaramente a Beppe Marotta.
Il problema è che bisogna convincere il Barcellona: non tanto a vendere il giocatore (concetto già metabolizzato dai catalani), quanto ad abbassare
le pretese economiche. Il
Barça finora ha chiesto 30 milioni e non è arretrato nemmeno di un euro, anche perché ha
la fondata speranza che un
buon Mondiale faccia ulteriormente crescere la quotazione
di Alexis. In effetti nel debutto
contro l’Australia Sanchez ha
segnato facendo sorridere il
club catalano. Marotta (che
vorrebbe spendere non più di
20 milioni) non si è scomposto
e non intende farlo nemmeno
nelle prossime settimane.
L’amministratore delegato
della Juve ha deciso di lasciar
decantare la questione, forte
del gradimento del giocatore
che può indirizzare in modo
netto l’esito della trattativa.
Come un anno fa La strategia
della Juve, quindi, è chiara:
nessuna fretta, grande attenzione, come accaduto un anno
fa con Carlitos Tevez. Marotta
e Paratici avevano trovato l’accordo con l’Apache, l’inserimento disperato del Milan
non preoccupò minimamente
i dirigenti bianconeri che non
alimentarono un’asta e convinsero il Manchester City ad
accettare la loro offerta economica. Il Barcellona sa che
Sanchez vuole la Juve, ovviamente cercherà di ottenere da
questa cessione una somma
importante, ma è consapevole
che i bianconeri non si faranno trascinare in giochi pericolosi. Tra l’altro al Barcellona
piacciono Arturo Vidal e Fernando Llorente e la trattativa
potrebbe quindi essere allargata ad altri giocatori. Resta il
fatto che Sanchez sia molto
più vicino alla Juve degli altri
A
GIOVANI PER L’ATTACCO
1
2
FUTURO
INCERTO
S
1 Alexis Sanchez, 25 anni AFP 2 Domenico
Berardi, 19 LAPRESSE 3 Manolo Gabbiadini, 25 ANSA
Fernando Llorente festeggia un gol con i tifosi ANSA
Sanchez in mano
La Juve adesso
può evitare l’asta
S
Frederik
Sorensen, 22
anni, ha esordito
in A nel 2010-11
con la Juve di
Delneri. Dal
gennaio 2012
fino alla fine della
scorsa stagione
ha giocato nel
Bologna
Il cileno vota bianconero e dà forza a Marotta,
ora al lavoro per sciogliere il nodo Berardi
Gabbiadini verso
la Sampdoria.
Marrone resta
al Sassuolo,
in bilico Zaza
attaccanti che interessano ai
bianconeri, soprattutto Morata.
Le comproprietà Intanto ieri
Marotta e Paratici hanno incontrato a Milano i dirigenti
della Sampdoria e il procuratore di Gabbiadini per discutere la situazione dell’attaccante. Si va verso il rinnovo anche
se il giocatore preferirebbe restare a Genova a titolo definitivo. Oggi proseguiranno gli
incontri per ragionare sulle altre comproprietà, che comunque saranno prolungate per
un’altra stagione, l’ultima in
cui saranno possibili in base al
regolamento. Resta la volontà
chiara della Juve di mettere
Domenico Berardi alle dipendenze di Conte, ma gli emilia-
Se l’abbonato
perde una partita
il club riaccredita
i singoli importi
Luca
Marrone, 24
anni, ha giocato
nella Juventus,
nel Siena e nel
Sassuolo. E’ un
centrocampista
che Conte ha
schierato anche
da difensore
centrale
3
I catalani
chiedono 30
milioni e sperano
che il Mondiale
alzi la quotazione
NUOVA INIZIATIVA ALLO STADIUM
ni spingono per trattenerlo. Di
sicuro Marrone resta un altro
anno a Sassuolo, in bilico Zaza. Anche Sorensen, di rientro
dall’esperienza a Bologna, andrà in ritiro con la Juve: nella
prima fase della preparazione,
quella che verrà svolta a Vinovo, il tecnico sarà privo dei nazionali Barzagli, Caceres, Bonucci e Chiellini oltre che degli esterni Lichtsteiner e Asamoah. In pratica Conte sarà
senza difesa, con la sola eccezione di Ogbonna e Peluso. Ecco perché il rientro di Sorensen almeno in quella fase è importante. Il discorso potrebbe
riguardare anche Marrone, vista la contemporanea assenza
di Vidal, Pirlo, Pogba e Marchisio.
A quasi tre anni dall’inaugurazione dello
Juventus Stadium ci sono ancora tantissimi tifosi bianconeri che non sono riusciti a entrarci.
Il motivo è semplice: la capienza è ridotta
(41.000), gli abbonati tanti (27.573 nell’ultima
stagione), la corsa ai pochi biglietti regolata
dall’iscrizione alla community bianconera e soprattutto dalla velocità di collegamento a Internet nel momento in cui, settimana dopo settimana, si apre la vendita libera. Giovedì 19
giugno si apre la fase dei rinnovi. Fino al 3 luglio si potrà bloccare il posto dello scorso campionato, il 4 e il 5 sarà possibile cambiare posto. Se dopo i rinnovi ci sarà ancora disponibilità di tessere, martedì 8 luglio ci proveranno gli
affiliati al progetto J1897, dal 9 al 12 luglio spazio anche ai Premium Member, mentre la vendita liberà sarà dal 15 al 19 luglio. Sul sito della
Juve ci sono tutte le indicazioni, compresi i
prezzi che fanno registrare un aumento del
5,5% per i rinnovi e del 6,9% per i nuovi abbonamenti.
Le novità Le grandi novità sono due. Innanzitutto la possibilità di gestire personalmente la
propria tessera stagionale, grazie alla nuova
sezione di juventus.com, «Il mio abbonamento». Registrandosi sul sito ufficiale e inserendo
il proprio numero di tessera del tifoso, si potrà
usufruire dei servizi dedicati, come l’accesso al
Secondary Ticketing ufficiale. Dal 30 settembre sarà possibile rimettere in vendita il proprio posto per le singole partite tramite i canali
ufficiali Juventus, ricevendo in cambio ogni
volta un credito pari alla quota stabilita per la
gara. Il valore della quota potrà essere utilizzato per acquistare online i biglietti per le sfide di
Champions e Tim Cup, i tagliandi per il J-Museum e lo Stadium Tour oppure per rinnovare il
proprio abbonamento nella stagione 2015-16.
Per quanto riguarda il cambio nominativo, la
procedura diventa più semplice: a inizio stagione il titolare dell’abbonamento indicherà
tre riserve a cui potrà cedere di volta in volta la
sua tessera.
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LE TRATTATIVE VERSO L’APPUNTAMENTO DELLE COMPROPRIETA’ DI GIOVEDI’ E VENERDI’
Lazio, Astori tentenna: è derby con la Roma
Saponara verso Parma, Nico Lopez a Udine
Milan e Chievo a
rischio buste per
Paloschi. Intrigo per
Biabiany all’Inter.
Chievo: Maxi Lopez
NICOLA BERARDINO
ALESSANDRO RUSSO
Entra nel vivo la settimana che conduce alla chiusura
delle comproprietà. Tempo fino a venerdì alle ore 20, senza
accordo si andrà alle buste che
saranno aperte subito. In bilico
diverse posizioni. Udinese e
Roma sono vicine al rinnovo
per l’attaccante Nico Lopez
che resterà a Udine. Stramaccioni aspetta un altro attaccante: in lista Zaza, Babacar e
Bergessio. Sondaggio friulano
per El Kaddouri (per il quale
manca l’accordo tra Napoli e
Toro). Dalla Francia intanto
danno il difensore Molla Vagué (Caen) ad un passo dall’Udinese. Fronte caldo quello
di Paloschi, per il quale il Chievo ha presentato un’offerta al
Milan di 3,5 milioni per la metà
e pagamento in 5 anni. Le posizioni sembravano convergere,
poi l’ultimo contatto definitivo
tra Galliani e Campedelli si è
concluso con un nulla di fatto. I
veneti hanno proposto un rinnovo per poi acquistare l’attaccante dopo il primo luglio. Ci
sarà un incontro last minute
per evitare le buste.
Crocevia Parma Diverse i casi
ancora aperti per il Parma, la
società di serie A col maggior
numero di comproprietà (ne
aveva 71 molte delle quali già
risolte). In prima battuta si lavora col Sassuolo per prelevare Sansone e Cibsah, con Mendez girato ai neroverdi. Tra offerta e richiesta ballano 1,5 milioni: il Sassuolo infatti offre
4,5 milioni di euro, Leonardi ne
chiede 6. E non si vedono al
momento grandi spiragli neanche per la questione di Belfodil
a metà con l’Inter (rischio concreto di buste) che i nerazzurri
volevamo usare con Schelotto
come contropartita tecnica per
regalare Biabiany a Mazzarri.
Trattativa resa ancora più difficile proprio dall’attaccante
francese, a metà con la Samp
(che valuta la sua metà 3 milioni) con la quale non intende
prolungare il contratto (2015).
Più semplice il caso Saponara,
a metà col Milan, rinnovo e
nuovo rinforzo per Donadoni.
1
2
3
1 Davide Astori, 27 anni, Cagliari 2 Alberto Paloschi, 24 anni: rischio buste
tra Chievo e Milan 3 Nico Lopez, 20 anni, tra Roma e Udinese LAPRESSE/ANSA
Punto Lazio Sta crescendo
l’interesse per il difensore
Astori, individuato come l’erede di Biava. Cellino ha passato
le «consegne» al nuovo patron
del Cagliari, Giulini, per la trattativa già avviata con Lotito.
Ma Astori tentenna e si profila
un derby con la Roma pronta a
inserirsi. Nel mirino c’è sempre
De Vrji del Feyenoord per l’altro posto da centrale difensivo:
il viaggio a Rotterdam dei dirigenti laziali potrebbe sbloccare
la situazione. Sfuma la pista De
Maio. In giornata, potrebbe arrivare la firma per Parolo. Si
discute per un quadriennale.
Ciani interessa a Bordeaux e
Lorient.
Altri affari L’Atalanta chiuderà per Thereau (contratto
triennale). Da definire la posizione di Kurtic: rischio buste
tra Sassuolo e Palermo. Stessa
situazione tra Chievo e Toro
per Bellomo. Rinnovo tra Samp
e Pescara per Bjarnason, incerto il destino di Cacciatore a
metà tra doriani e Verona.
Chievo su Maxi Lopez.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
27
MERCATO
Nodo a centrocampo
Inter, amarcord
Fra M’Vila e MBia
rispunta Casemiro
Ancelotti lo presta
Al d.t. Ausilio il brasiliano piaceva già in Brasile:
ora c’è l’apertura Real. Per il francese, incontro a
breve col Rubin. Sondaggio Criscito, voce-Schar
MATTEO DALLA VITE
@Emmedivu
MILANO
Il Listone è lungo. Lunghissimo. E nel Listone dei centrocampisti centrali Carlos
Hernique Casimiro, detto Casemiro, c’è da un anno e mezzo: 676’ giocati fra Liga, Copa
del Re e Champions fanno sì
che Carlo Ancelotti possa aver
convinto Florentino Perez a
mandare il baby play in prestito per giocare, crescere. E l’Inter, come quando lo faceva seguire in maglia-San Paolo, c’è.
Fra un viaggio e l’altro La storia non è nuova ma vive di due
cancelli ormai superati: uno, il
Milan ci aveva pensato ma ha
mollato la presa; due, Carletto
avrebbe acconsentito alla volontà del ragazzo di non perdere un altro anno a guardare gli
altri. Acquistato un’estate fa
per 6 milioni, Casemiro è stato
a lungo (al S.Paolo) nel mirino
del d.t. Piero Ausilio: che fra un
viaggio e l’altro a Madrid - parlando di Morata e non - ha voluto mettere sul piatto delle richieste il brasiliano in prestito.
Stipendio Si viene a
sapere, fra l’altro, che
Casemiro non guadagna
cifre folli: nel suo primo anno
in Blanco appena concluso, il
brasilianino ha percepito
800mila euro, una cifra che
pare fuori dal comune ma
attendibile. Anche da questo
punto di vista, detto che
l’Inter sarebbe pronta a
corrispondergli ben di
più, l’affare diverrebbe
fattibile. Domanda: la tene-
Sotto,
Casemiro, 22
anni: l’estate
scorsa il Real
Madrid lo
acquistò dal
San Paolo per
6 milioni di
euro. Ora lo
darebbe in
prestito.
ra età (22 anni) sarebbe un
ostacolo? Non è detto: il carattere di cui è farcito fa sì che Casemiro non venga scartato perché sbarbato. Un suo arrivo,
poi, non precluderebbe l’altro,
quello di Behrami, per il quale
i tempi sono lunghi viste le divergenze fra Inter e Napoli circa la valutazione.
Gli altri colossi E M’Vila? E
Mbia? Tutte opzioni sempre vive. Dunque: per il francese
molte cose sono già «impiattate», c’è Taider che gradirebbe
l’opzione-Russia (nel giro del
prestito) e l’ex Bad Boy che ha
Milano come meta preferita.
L’Inter incontrerà a ore il Rubin
Kazan ma deve convincersi pienamente del fatto che il giocatore sia (dal punto di vista tecnico-tattico) funzionale. Per il
camerunese c’è l’amicizia di
Thohir col padrone del QPR ma
anche una sfilza di squadre in
Premier che lo vorrebbero. Naturalmente entrambi (uno o l’altro, sia
chiaro) verrebbero agganciati con la formula
del prestito. Va ricordata una cosa: il preferito
è Mario Suarez, ma l’Atletico Madrid fa muro.
A Nodo in attacco
ALTRI
OBIETTIVI
S
Yann M’Vila,
23 anni,
francese del
Rubin Kazan: il
giocatore
vorrebbe
l’Inter, l’Inter
sta valutando
se è l’uomo
giusto per
Mazzarri
Countdown Kakà
Dice no al Gremio,
il San Paolo spera
e il Milan aspetta...
Stephane
M’Bia, 28
anni, interno
centrale del
Camerun e di
proprietà del
Queen’s Park
Rangers il cui
padrone è
amico di Erick
Thohir
Criscito e Schar Sondaggio per Domenico Criscito:
l’idea c’è, per ora a livello
verbale. Voce su Fabian
Schar, centrale del Basilea,
scadenza di contratto nel 2015:
il tutto perché per Rolando, Inter e Porto
restano distanti
1,5 milioni. Zero
conferme sull’ipotesi-Jovetic.
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S
Il trequartista non ha ancora deciso, l’ingaggio
è il grande ostacolo. Contatto senza esito col club
di Porto Alegre, in pista resta solo quello paulista
MARCO PASOTTO
MILANO
S
A
FUTURO
IN BILICO
Il countdown non è ancora entrato nella fase critica,
quando ogni ora della giornata può nascondere il colpo di
scena, ma intanto le lancette
continuano a camminare e il
destino di Kakà resta appeso
all’incertezza. Con il San Paolo
sempre delineato all’orizzonte. Le sue ultime parole, riportate dai media brasiliani, risalgono alla penultima settimana
di maggio e sono una dichiarazione d’amore nei confronti
del club che l’ha visto crescere
(«Ho intenzione di tornare.
Spero che un giorno possa giocare di nuovo con questa maglia»). Affetto ricambiato,
ma per ora solo a parole. Il
San Paolo è sempre interessato a riportarlo a casa, però
la volontà si scontra con
l’aspetto economico.
Perché se è vero che Ricky si potrebbe liberare
dal Milan gratis, è anche
vero che i quattro milioni
di stipendio per il club
paulista sono una sorta di
mostro mitologico. In Brasile si è parlato dell’intervento di
alcuni sponsor per mitigare
l’esborso del San Paolo, ma al
momento non c’è ancora nulla
di concreto. Inoltre Kakà si è
già ridotto lo stipendio accettando il Milan ed è molto improbabile che ripeta il bel gesto.
Kakà, 32 anni, è
tornato al Milan
la scorsa estate
dopo quattro
stagioni poco
entusiasmanti
al Real Madrid.
In precedenza
aveva vestito
il rossonero
6 anni FORTE
Ingaggio La sensazione,
sempre più netta, è che il San
Paolo resterà comunque l’unica opzione praticabile se Ricky
si lascerà col Milan. Negli ulti-
mi giorni un altro club brasiliano, il Gremio, ha mostrato
interesse, ma si è limitato a un
timido contatto. Anche in questo caso l’ingaggio spaventa e
infatti il portavoce di Kakà,
Kotscho, ha chiarito come il
Gremio sia un vicolo cieco,
mentre il San Paolo resta una
possibilità aperta. Quando finirà il conto alla rovescia? Difficile stabilire il giorno esatto:
a meno di decisioni improvvise di Ricky, probabilmente si
andrà oltre il 30 giugno, data
entro la quale il brasiliano ha
la possibilità di far valere la
clausola contrattuale che lo libera dal Milan. Più verosimile
concentrare le attenzioni sui
primi giorni di luglio. Meglio
non aver fretta: ballano molti
soldi, per lui e per il Milan.
Robinho
Legato al Milan
sino al 2016,
non rientra più
nel progetto
rossonero.
Guadagna 2,5
milioni l’anno.
Nell’ultima
stagione: 32
gare e 5 gol
S
Niang
Arrivato al Milan
nel 2012, lo
scorso gennaio
è stato ceduto
in prestito al
Montpellier,
dove ha chiuso
con 22
presenze
e 5 reti
Da valutare Intanto ieri
l’agente di Niang, Stephane
Courbis, ha spiegato che il
futuro del francese
(rientrato dal prestito
al Montpellier) è da
decifrare: «Al momento non sappiamo se resta
al Milan – ha detto a MilanNews.it –. Abbiamo incontrato la società un mese fa.
L’interesse del West Ham?
Confermo che piace».
Molto dipenderà dalla
volontà o meno di Inzaghi di investire su di lui.
Di certo al momento la
rosa è piuttosto nutrita alla voce attaccanti
esterni. «È complicato
dire se Niang vuole restare senza avere avuto
un buon colloquio con
il neo tecnico», ha concluso l’agente.
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QUI TRIGORIA IERI LA FIRMA TRIENNALE DI ANOCIC. VIVIANI PUÒ ANDARE AL CAGLIARI NELL’OPERAZIONE NAINGGOLAN
AFFARI ALL’ESTERO
Roma, serve un blitz per Uçan
Il Fenerbahçe chiude la porta
Koeman al Southampton:
vuole portare anche Pellè
Rakitic-Barcellona: ufficiale
Sabatini a Milano
per le comproprietà
poi andrà in Turchia:
la richiesta è di
10 milioni in 6 mesi
ANDREA PUGLIESE
ROMA
Che Walter Sabatini sia
pazzo per Salih Uçan si sa ed è
cosa talmente nota che è arrivata anche ad Aziz Yldirim,
presidente del Fenerbahçe,
uno considerato un tipo vulcanico in Turchia, alla De Laurentiis. Ecco perché Yldirim si
è irrigidito: per Uçan servono
10 milioni da pagare in 6 mesi,
altrimenti l’affare può saltare.
Per questo dopo aver passato
tutta la settimana a Milano,
Sabatini (o chi per lui) volerà a
Istanbul nel weekend o subito
dopo, per provare finalmente a
sbloccare la situazione.
Missione turca La Roma considera Uçan un affare praticamente già fatto, convinta che
alla fine la trattativa finirà con
il chiudersi. I nodi restano due,
quelli di una settimana fa: il
prezzo e le modalità di pagamento. Tra l’offerta della Roma (8,5) e la richiesta (10) ballano ancora un milione e mezzo, anche se il problema maggiore da risolvere sono proprio
i pagamenti in quei sei mesi
che la Roma proprio non si può
(e non vuole) permettere. Yldirim però sta cercando di
massimizzare il profitto, anche
perché il Fenerbahçe non se la
passa benissimo (estromesso
Il tecnico olandese
Ronald Koeman ha
firmato un contratto di
tre anni col Southampton
in Premier. L’ex tecnico
del Feyenoord prende il
posto dell’argentino
Pochettino, che nella
prossima stagione
guiderà il Tottenham.
Koeman ha già
Ronald Koeman, 51 AP
presentato una lista di
possibili rinforzi. Fra
questi anche il bomber italiano Graziano Pellè.
dall’Uefa lo scorso anno ed il
prossimo dalla Champions) e
cerca cash flow. Dall’altra parte, invece, Uçan ha fatto tutti i
passi che doveva fare: il colloquio (a vuoto) con l’allenatore,
Ersun Yanal, e la successiva richiesta di andare via. Adesso
tocca alla Roma volare in Turchia per risolvere la questione.
Difesa e dintorni Intanto a
Trigoria si lavora su tante altre
cose, a cominciare dalla difesa.
In attesa di ufficializzare Basa,
si seguono ancora le piste per
Astori e Darmian («Lo consigliai a Walter già ai tempi del
Palermo», ha detto Carlo Sabatini, fratello del d.s.) e ieri ha
firmato il contratto triennale
con Silvio Anocic. Il giovane
terzino sinistro croato (classe
‘97), ha fatto le visite mediche
in mattinata, firmando nel po-
Salih Uçan, 20
anni, gioca nel
Fenerbahçe
dal 2012. Ha
fatto tutta la
trafila delle
nazionali
giovanili
turche, fino
all’esordio con
la nazionale
maggiore
meriggio con il suo agente, Miroslav Bicanic. Entro venerdì
chiusura delle comproprietà,
dove la Roma dovrebbe evitare
le buste. D’Alessandro potrebbe tornare per poi essere girato
a Torino o Verona, Viviani potrebbe andare a Cagliari per il
riscatto della seconda metà di
Nainggolan, Piscitella e Sini
dovrebbero andare a Perugia.
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Altri affari Ieri il Barcellona ha ufficializzato
l’acquisto del centrocampista Ivan Rakitic dal
Siviglia che firmerà un contratto per le prossime
cinque stagioni. In prestito in Andalusia per due
anni andrà invece Denis Suarez. Costel Pantilimon
infine è il nuovo portiere del Sunderland. Il gigante
romeno ha firmato un contratto quadriennale.
Arriva dal Manchester City. Rubin in pressing su
Britos (Napoli), l’Atletico Madrid punta Negredo
(City) e Larrivey passa al Celta Vigo.
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28
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
MERCATO
La punta dopo Argentina-Bosnia: «Mi piacerebbe giocare
al fianco di Leo. Il futuro? Ora c’è il Mondiale, poi vedremo»
MIMMO MALFITANO
NAPOLI
GONZALO
HIGUAIN
Nato il
10/12/1987
a Brest
Francia
In ansia In effetti, il Barcello-
na dovrebbe avere la possibilità di investire almeno 60 milioni di euro, perché è questa la
Altro che notti magiche!
L’ultima, è stata da incubo per i
tifosi del Napoli. La questione
riguarda Gonzalo Higuain ed il
suo futuro. Secondo il quotidiano sportivo spagnolo
Marça, il Barcellona è pronto a
trattarne l’acquisto. Manca
l’ufficialità della trattativa, ma
l’interesse per il Pipita sembra
del tutto reale. Il neo allenatore, Luis Enrique, lo vorrebbe
come punto di riferimento offensivo, dinanzi a Leo Messi.
Lo stesso fuoriclasse argentino
ha chiesto di avere in squadra
uno tra Aguero e Higuain.
L’orienta,ento sull’attaccante
del Napoli sarebbe avvenuto
dopo l’ipotesi di richiesta fattadal Manchester City per Aguero: una cifra vicina ai 100 milioni di euro.
Insomma, ci sarebbe tutta l’intenzione di ricostruire in Spagna la coppia d’attacco che ha
confezionato il secondo gol
che ha permesso all’Argentina
di battere la Bosnia, nella gara
d’esordio al Mondiale.
Imbarazzo Dall’interessato
non arrivano conferme, ma ci
sono alcune dichiarazioni rilasciate nella notte italiana di
domenica che aprono ad alcune considerazioni. Sollecitato
a dare un parere sulla notizia
pubblicata da Marça, l’attaccante del Napoli non ha esitato
a rispondere: «Mi farebbe piacere, certo, giocare al fianco di
Messi, proprio come accade in
Nazionale. Ma ora penso solo
al Mondiale. L’interesse del
Barcellona? Fa piacere, come
v Appunti
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& CARRIERA
Il Barça tenta Higuain
Il Napoli alza il muro
ma c’è l’effetto Messi
Pipita ed il club catalano al
quale lo stesso giocatore avrebbe dato la propria disponibilità
al trasferimento. Al completamento dell’operazione, però,
manca il passaggio più importante: la trattativa col Napoli.
Nella scorsa estate, Aurelio De
Laurentiis non esitò a investire
38 milioni più bonus per ingaggiare Higuain dal Real Madrid.
Un’operazione importante: col
suo arrivo, Rafa Benitez avrebbe avuto il sostituto di Edinson
Cavani ceduto al Psg. Dopo appena un anno, dunque, il presidente del Napoli potrebbe ritrovarsi a gestire una situazione alquanto delicata: nella stagione appena conclusa, il
Pipita ha sommato 46 presenze e 24 reti (32 gare e 17 gol in
campionato).
La prima scelta
dei blaugrana era
Aguero ma il City
ha chiesto
100 milioni
Il Pipita
è legato agli
azzurri ancora
da quattro anni
di contratto
L’attaccante
argentino
Gonzalo Higuain,
26 anni, ha
realizzato 24 reti
in 46 gare alla
prima stagione
col Napoli tra
campionato,
Champions,
Europa League
e Coppa Italia
ANSA
piacerebbe a qualsiasi calciatore», ha detto Higuain senza fare alcun riferimento al Napoli
ed ai quattro anni di contratto
che lo legano a questa società.
Smentita L’eventualità, in
ogni modo, ha creato apprensione nell’ambiente napoletano anche se il club ha escluso
che ci sia stato un contatto col
Barcellona. In effetti, un contatto ci sarebbe stato, ma tra il
5
milioni di euro
li percepirà all’anno per le
prossime 4 stagioni, oltre al
50% dei diritti d’immagine.
valutazione data all’attaccante
dai dirigenti napoletani. Meno
di quell’importo, la discussione
non inizierebbe nemmeno. Ma
molto dipenderà anche dalle
intenzioni del giocatore, che
ha accettato Napoli consapevole di poter essere protagonista in un progetto importante.
Il terzo posto in campionato, la
possibilità di disputare i preliminari di Champions League e
la conquista della coppa Italia
dovrebbero essere risultati sufficienti per convincere l’attaccante a proseguire la sua esperienza napoletana. Diversamente, allora si potrebbe prospettare un’estate molto calda
per lui e per il Napoli. Domenica sera, Higuain ha evitato i
giornalisti italiani presenti al
Maracanà, consapevole che
qualche domanda sul suo futuro gliel’avrebbero fatta.
Ruolo
Attaccante
Altezza
184 cm
Peso
82 kg
Le sue
squadre
River Plate
2005-2007
Presenze 35
Gol 13
Real Madrid
2007-2013
Presenze 190
Gol 107
Napoli
2013
Presenze 32
Gol 17
FIORENTINA
Abbonamenti:
Pepito Rossi
è il testimonial
FIRENZE Un milione di euro:
a tanto ammontano gli
investimenti che la Fiorentina
destinerà questa estate per
continuare i lavori di
riammodernamento del Franchi.
Ci sarà anche un intervento nel
settore ospiti che sarà spostato
più vicino alla curva Ferrovia e
vedrà aumentata la capienza di
400 posti arrivando
complessivamente a 2800. Altri
interventi coinvolgeranno la
tribuna e la sala stampa, i servizi
igienici e l’aumento delle aree
hospitality. Intanto la fiorentina
Nel frattempo la Fiorentina, che
presenterà le nuove maglie il 4-5
luglio in coincidenza con il raduno
della squadra, sta chiudendo
accordi con nuovi sponsor per
internazionalizzare sempre più il
proprio brand e sta definendo
l’amichevole di lusso con il Real
Madrid il 16 agosto a Varsavia.
Quanto agli abbonamenti, è
Giuseppe Rossi il testimonial della
nuova campagna della Fiorentina
che partirà oggi con lo slogan «Il
sogno continua». Scelta non
casuale, fa sapere il club viola,
perché l’attaccante nonostante i
suoi gravi infortuni ha sempre
saputo risollevarsi e confermarsi
campione. I prezzi, avranno un
aumento di circa
il 6%, l’obiettivo è superare i
23.832 abbonati della scorsa
stagione.
TORINO
Orgoglio Molinaro
«Destino granata»
TORINO «Darò tutto me
stesso per essere all’altezza di una
squadra che ha tifosi ovunque e di
un club che è un importante pezzo
di storia del nostro calcio». Il neo
acquisto del Torino, Cristian
Molinaro si presenta così sul sito
del club granata. «Sono felice —
dice ancora —: ringrazio il
presidente Cairo e per avermi dato
questa opportunità. Il granata per
me non è un colore banale. Sono
cresciuto nella Salernitana: si vede
che era nel mio destino».
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DIRITTI TV LA CLAMOROSA ASSEGNAZIONE, COL PACCHETTO DELLE ESCLUSIVE AL BISCIONE, PORTEREBBE INTROITI RECORD PER 1078 MILIONI ANNUI. MA MURDOCH MINACCIA RICORSI
Satellite a Mediaset, digitale a Sky. E poi scambio
I broadcaster hanno presentato le offerte migliori sulle piattaforme altrui. Le authority potrebbero consentire la sublicenza
MARCO IARIA
@marcoiaria1
Nel pasticciaccio brutto
dell’asta per i diritti tv della Serie
A 2015-2018 c’è una partita che si
gioca su più tavoli e ci sono mosse
che riverberano i loro effetti sul
futuro stesso delle pay tv in Italia.
Dopo aver perso clamorosamente
la Champions, conquistata da
Mediaset per 690 milioni a stagione, Sky aveva deciso di puntare tutto sul campionato. Peccato
però che pur avendo offerto più
della concorrenza per i pacchetti
principali, ora rischi di rimanere
con un pugno di mosche in mano,
visti i dettami in tema di posizione dominante. Lega e Infront non
parlano, Antitrust e Agcom vigilano con discrezione, tuttavia le
voci si rincorrono e nelle ultime
ore è filtrata un’ipotesi inattesa.
Premessa Paradossalmente i
due broadcaster in guerra hanno
presentato le buste migliori sulla
piattaforma del rivale: nel pac-
chetto A (base d’asta 274 milioni
medi annui), destinato al satellite, Mediaset si è spinta sino a 350
milioni, appena sotto Sky, a quota
357; nel pacchetto B (stessa base
di 274 milioni), destinato al digitale terrestre, Sky ha sbancato
con 422 milioni, con Mediaset
(280) che si è fatta superare pure
da Fox (400). In entrambi i casi
Sky ha offerto di più ma Lega e
Infront avevano concepito il bando nell’intenzione di assegnare a
due soggetti diversi i due pacchetti-principe, quelli con 4 delle
5 big (Juve, Milan, Inter, Napoli)
e 8 squadre in tutto per un totale
di 248 partite, in modo da tenere
vivo il mercato ed evitare di dover
trattare in futuro con un monopolista. In fase di stesura, Antitrust e
Agcom avevano suggerito una
vendita per piattaforma e non per
prodotto richiamandosi all’articolo 9 comma 4 del Decreto Melandri: «È fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i
pacchetti relativi alle dirette».
Ipotesi Lunedì l’assemblea di
4
LE OFFERTE
Sopra, una
telecamera tv
nello stadio di
San Siro a
Milano. Sopra a
destra,
Maurizio
Beretta, 59
anni, presidente
della Lega
di Serie A ANSA
Lega si pronuncia (servono 15 voti): sembra escluso l’annullamento del bando, pure possibile per
l’assenza di offerte per Internet. I
quattrini sul piatto sono tantissimi e diversi club non intendono
rinunciarvi. E allora si starebbe
facendo largo l’idea di assegnare
un pacchetto a Sky e l’altro a Mediaset, ma con un colpo a sorpresa. Per massimizzare i ricavi, alla
prima andrebbe il pacchetto del
digitale e alla seconda quello del
satellite. Siccome non si può stravolgere la vita di milioni di abbonati, costretti a quel punto a migrare da una piattaforma all’altra, le authority avrebbero
espresso informalmente la disponibilità a consentire a chi acquisisce i diritti la cessione a terzi, cioè
la sublicenza, vietata per la Serie
Pacchetto A
Satellite
Sky 357 milioni
Mediaset 350
Fox 275
Pacchetto B
Digitale
Sky 422
Fox 400
Mediaset 280
Pacchetto C
Interviste
Sky 15
Fox 10
Pacchetto D
Esclusiva 12
squadre
Mediaset 306
Fox 180
Sky 150
Eurosport 140
Pacchetto E
Internet
nessuna offerta
A ma possibile, per esempio, per
la Champions. Insomma, Sky e
Mediaset si aggiudicherebbero i
diritti sulle piattaforme altrui e
poi se li scambierebbero. A patto
che ci sia un accordo tra i broadcaster: al tavolo delle trattative
potrebbe entrare la stessa Champions.
Record La Lega porterebbe a
casa 772 milioni e, assegnando il
pacchetto D (scontri diretti in
esclusiva tra le altre 12 squadre)
a Mediaset che ha offerto 306 milioni, arriverebbe a 1078 milioni,
più di quanto percepisce attualmente contando pure estero,
Coppa Italia, chiaro. Secondo alcuni, però, quella busta è irricevibile: Mediaset l’avrebbe condizionata all’ottenimento del pacchetto A o B. Di sicuro, se il Biscione
prendesse tutto il campionato e a
Sky restasse meno di ciò che trasmette ora, Murdoch porterebbe
tutti in tribunale contestando la
cosiddetta «no single buyer rule».
Insomma, un bel casino.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
29
SERIE B DOPO L’ANDATA DELLA FINALE PLAYOFF
Il ritorno di Marilungol
«Copio Tevez e Suarez
e porto il Cesena in A»
L’attaccante è protagonista con tre reti nelle tre gare giocate
«Ho avuto due brutti infortuni, qui sono rinato grazie a Bisoli»
DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA TOSI
CESENA
Il playoff di Serie B è diventato il regno di Guido Marilungo da Montegranaro, attaccante in fase di rilancio dopo alcune stagioni buie e sfortunate. I suoi tre gol in tre
partite sono numeri importanti per l’appendice del campionato che stanno avvicinando il Cesena alla Serie A. Prima Marilungo ha messo k.o. il
Modena, poi nella partita
d’andata col Latina ha firmato
il raddoppio bianconero. Ci
voleva un passaggio in Romagna, durante l’ultimo mercato
invernale, per rivedere questa
prima punta cresciuta nella
Sampdoria e poi passata all’Atalanta di nuovo protagonista. «A Bergamo non avevo
spazio, il rischio è che sprecassi un altro anno dopo averne
perduti due per il doppio infortunio al legamento crociato
e all’età di 25 anni avevo bisogno di giocare - dice - perciò
devo molto al Cesena che mi
ha concesso fiducia. Quando
sono arrivato non ero in forma, Bisoli mi ha aiutato a trovare la condizione. Adesso sto
meglio e infatti escono i gol».
Guido Marilungo, 24 anni, ha già vinto la B con Lecce e Atalanta GETTY
Fame Marilungo ci ha messo
del suo, dimostrando di avere
ancora fame. «Sono un giocatore istintivo, talvolta mi capita di andare in trance agonistica. Per questo motivo sono
stato espulso dopo avere segnato contro l’Empoli. Ero appena entrato, volevo spaccare
il mondo e quando ho visto la
palla entrare in porta non ho
capito più nulla». E’ ancora
fresco il ricordo della sua volata sotto la curva Mare, quella
«
Chiedo solo spazi
Non mi interessa
salire per fare
tanta panchina
come a Bergamo
GUIDO MARILUNGO
ATTACCANTE DEL CESENA
Varese, avanti con Bettinelli
Braglia ha scelto: torna a Pisa
al Frosinone.
Novità societarie
per Cremonese,
Foggia e Viareggio
NICOLA BINDA
Panchine e manager:
l’attività dei club è ancora concentrata in questa direzione.
Vediamo cosa succede.
Varese Dopo la salvezza al
playout, a Varese sono arrivate le dimissioni dell’a.d. e d.g.
Enzo Montemurro, che ha detto: «Ho salvato la squadra e
vado via con onore». Arrivato
nel 2008 e tra i protagonisti
della scalata dalla C2, nell’ultima stagione era stato contestato. Il presidente Nicola Laurenza affiderà la carica di direttore generale a Giuseppe
D’Aniello, già segretario; il
nuovo a.d. dovrebbe essere
Michele Lo Nero, che si è appena dimesso da presidente
del Consorzio della Pallacanestro Varese. Nei prossimi giorni sono attese anche le conferme del d.s. Ambrosetti e del
tecnico Bettinelli, che però
non ha il patentino e aspetta di
sapere se sarà ammesso al Master di Coverciano.
timana. Dopo quella di Scazzola (e del d.s. Varini) alla Pro
Vercelli, è stato raggiunto
l’accordo anche tra il Frosinone e Stellone per la conferma,
sua e dello staff (Gorgone,
Gennari e Capogna), ci sono le
prime mosse di mercato: riscattato Bertoncini dal Genoa,
piace Farkas del Chievo (era
alla Ternana). Sempre riguardo i giocatori, va detto che il
Crotone ha chiesto Suciu (ex
Juve Stabia) al Torino e il portiere Bacci (era al Tuttocuoio
con Salzano, già ingaggiato
con un triennale) alla Fiorentina. Il Perugia ha definito
con il Verona l’ingaggio del difensore Zampano (ex Juve
Stabia). Il Lanciano invece ha
in pugno Branca (Alto Adige).
Altre di B Il Bologna confida
Lega Pro Ufficializzato il ri-
nell’impegno preso con Zeman, ma prima deve sistemare l’iscrizione: quindi se ne saprà di più solo la prossima set-
torno di Piero Braglia sulla
panchina del Pisa: 7 anni fa
portò la squadra in Serie B e
ieri ha detto di no alla propo-
Piero Braglia, 59 anni LAPRESSE
Destino Il presente chiama
lo spareggio per andare in A.
«Vorrei tornare tra i grandi però non a tutti costi, salire per
fare la panchina non mi interessa, preferisco la continuità
a prescindere dalla categoria chiosa Marilungo, che nel
tempo libero segue il basket
Nba e la MotoGp - al Cesena
sto benissimo, ma sono in prestito. Il mio destino è in mano
all’Atalanta dove ho avuto alti
e bassi vincendo un campionato di B e poi faticando a trovare posto con Colantuono.
Adesso voglio solo pensare alla prossima partita. Questo
Cesena è molto cresciuto e sa
cosa vuole. Peccato avere sciupato il doppio vantaggio nella
gara di andata, ma il Latina è
una squadra molto solida e ci
stava che facesse gol. Per chiudere il conto dovremo segnare
anche noi in trasferta, andare
a Latina solo per difenderci
potrebbe essere rischioso».
4 Appunti
I NUMERI
4
il massimo
dei gol
segnati da un
attaccante nei
playoff di B: l’ha
raggiunto Pozzi
della Samp nel
2012. A quota 3
sono arrivati
Abbruscato
(Lecce 2008),
Diamanti e
Tavano (Livorno
2009) e
Paulinho
(Livorno 2013)
5
i gol in
questa
stagione
di Marilungo:
nessuno
all’Atalanta fino
a gennaio (6
presenze), 2 al
Cesena in
campionato (20)
e poi 3 nei
playoff (3)
25
I suoi gol in
carriera
in campionato:
3 alla Samp, 13
al Lecce, 6
all’Atalanta e 3
al Cesena
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCATO GIOCATORI: IL MONZA PRENDE VIRDIS E CEDE FINOTTO ALLA SPAL
Stellone resta
degli ultras cesenati, spogliato
della maglia da gioco mentre
scalcia la bandierina del calcio
d’angolo: due gialli di seguito
che diventano un rosso. «Sono
sempre lo stesso ragazzo che
sognava di diventare giocatore nelle giovanili della Sampdoria. Arrivai a Genova quattordicenne, ci sono rimasto 8
anni e avevo come idolo Claudio Bellucci. Adesso sono un
po’ cambiati i miei parametri,
guardo i colleghi di oggi e mi
piacciono Tevez e Suarez.
Rimpianti? Nessuno. Due infortuni non sono uno scherzo
ma ho la fortuna di fare un
mestiere bellissimo, nella vita
sono un privilegiato e perciò
sono felice di quello che ho. La
mia famiglia mi dà tanto: mercoledì mia figlia compie 4 mesi, sarebbe bellissimo festeggiarla con la promozione».
sta del Carpi; i primi rinforzi
dovrebbero essere due suoi fedelissimi come Mezavilla (Juve Stabia) e Baldanzeddu
(Spezia). Anche a Cremona è
stato definito il rimpasto: il cavalier Arvedi non cede la società, promuove Gigi Simoni a
presidente e annuncia l’arrivo
del d.s. Giammarioli da Gubbio; l’allenatore sarà un tecnico abituato a lanciare i giovani
visto che la società punterà
sulla linea verde. I nuovi proprietari del Viareggio stanno
prdisponendo lo staff: Domenico Filippelli, imprenditore
di Montecatini, sarà il nuovo
presidente; Daniele Carpina il
d.g., Salvatore Basile il d.s. e
team manager, mentre in panchina potrebbe tornare Agenore Maurizi. Si rafforza con
l’ingresso di imprenditori e
professionisti locali anche il
Foggia, che stamani presenta
il nuovo presidente Fabio Verile, avvocato di 44 anni.
Giocatori Alcune squadre
sono già in pieno calciomercato. Il Monza ha piazzato il colpo Virdis: l’attaccante del Savona ha firmato un triennale;
lascia Monza invece Finotto,
che ha firmato per la Spal (in
arrivo anche Germinale dal
Catanzaro). L’Ascoli ha preso
Berrettoni e Pelagatti dal Bassano, Lanni dal Grosseto,
Mengoni dal Benevento e tratta Barreca del Torino. Al Teramo piacciono Martella e Sampietro (Pisa), Ferretti (Benevento), Soncin (Avellino) e Nicastro (Rimini).
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l’altra finalista
Latina, la difesa è da rifare
Ci sarà l’ex ministro Meloni
LATINA (v.a.) Rientrato da Forlì dove ha
trascorso la notte, il Latina è tornato subito ad
allenarsi. Torna Bruno, candidato a riprendersi un
posto da titolare in mediana. La squalifica di
Esposito e l’indisponibilità di Figliomeni costringono
Breda a rifare la difesa, giocando la carta Bruscagin
oppure spostando Brosco o Milani a sinistra «Non
so ancora cosa fare - dice il tecnico - ma siamo
obbligati a cambiare per contrastare un avversario
che si esprime al meglio proprio in partite come
questa». Con i biglietti esauriti da tempo, c’è grande
attesa in città. Dai dirigenti del Latina è arrivato
l’invito a vestire di nerazzurro balconi e vetrine. Sarà
allo stadio l’ex ministro Giorgia Meloni, già presente
lo scorso anno nella finale playoff vinta con il Pisa.
il giudice sportivo
Esposito è stato squalificato
Novara: un turno a Lazzari
MILANO Il giudice sportivo ha squalificato
per una giornata Esposito del Latina, che quindi
salta il ritorno della finale. Riguardo il playout invece
una giornata a Lazzari (Novara); la Procura federale
ha segnalato una scorrettezza di Beye (Novara) su
Grillo (Varese), ma il giudice sportivo dopo aver
analizzato le immagini tv ha deciso di non prendere
provvedimenti avendo gli arbitri valutato il tutto.
il regolamento
Al Cesena basta il pareggio
Non ci sono i supplementari
Domani alle 20.30 si gioca il ritorno della finale
dei playoff tra Latina e Cesena. All’andata hanno
vinto i romagnoli 2-1: al Latina per andare in A serve
la vittoria (con qualsiasi risultato), mentre al Cesena
va bene anche il pareggio; se la somma dei punti e
dei gol segnati nelle due gare fosse pari, sarà
promosso il Latina perché si era piazzato meglio in
campionato. Non sono previsti tempi supplementari.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
FORMULA 1
LA SVOLTA
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
sei mesi d’ansia
La caduta sugli sci che ha scosso il mondo
Il 29 dicembre 2013 è una
splendida domenica di sole.
Michael Schumacher, il figlio Mick
e alcuni amici ne approfittano per
una sciata a Meribel (Francia).
Alle 11.07 la serenità si trasforma
in dramma: Schumi cade mentre
si trova in un tratto di fuoripista.
Viene trasportato dapprima
all’ospedale di Moutiers, poi viene
trasferito in quello di Grenoble,
dove arriva in coma. Ha
I primi soccorsi dopo l’incidente
un’emorragia cerebrale: viene
operato due volte. Il 6 gennaio, tre
giorni dopo il 45° compleanno che
richiama a Grenoble migliaia di
tifosi, viene dichiarato fuori
pericolo. Il 29 gennaio inizia la fase
di risveglio. Da questo momento
s’inseguono le notizie più
disparate: il 6 febbraio su Twitter
gira la voce che Schumi sia morto,
il 12 spunta una polmonite, il 7
marzo che dovrebbe respirare da
solo, il 29 marzo sembra che sia
imminente un trasferimento nella
sua villa di Gland (Svizzera), dove la
moglie avrebbe predisposto
un’unità di terapia intensiva da 12
milioni di euro. Il 4 aprile la
manager annuncia che «Michael
mostra momenti di coscienza e
risveglio». Tre giorni fa un’altra
buona notizia: trasferito dalla
rianimazione alla riabilitazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Schumi, è ora di usc
Ha lasciato Grenoble
Sotto il Centro ospedaliero universitario del
Vaud, a Losanna, dove è ora ricoverato Schumi.
A sinistra l’ospedale di Grenoble, dove è stato
curato fino a ieri. Sopra la villa di Gland EPA-IPP
Non più in coma
è stato portato
a Losanna
Proseguirà
la riabilitazione
pure coi robot
L’ospedale è tra i migliori al mondo
e si trova a soli 30 km da casa sua.
Per la Bild comunica con la famiglia
ma in realtà Michael non parlerebbe
Gland
DAL NOSTRO INVIATO
LUIGI PERNA
LOSANNA (Svizzera)
La nuova casa di Michael
Schumacher è un luogo ordinato e silenzioso. Nei vialetti
alberati passeggiano medici e
qualche parente in visita. Sulle
pareti dell’atrio campeggiano
gigantesche sculture moderne
di Pierre Oulevay e un’esposizione di dipinti di Daniel
Frank. La stanza privata, allestita per lui, è al 13° piano, dove si trova il reparto di neurologia dell’Ospedale universitario
Vaudois di Losanna, il migliore
della Svizzera e uno dei più rinomati al mondo per il recupero dopo traumi come quello
del campione tedesco, vittima
il 29 dicembre scorso di un incidente sugli sci a Meribel nel
quale riportò gravi e diffuse lesioni cerebrali urtando contro
una roccia.
Risveglio Schumi ci è arrivato ieri mattina, dopo aver lasciato il reparto di rianimazione della clinica ospedaliera di
Grenoble, dove è rimasto per
circa 6 mesi. E, assieme al trasferimento, si è riaccesa anche
la fiamma della speranza sulle
sorti del sette volte iridato di
F.1. La portavoce Sabine Kehm
ha infatti annunciato la notizia
che tutti aspettavano da tempo: «Michael ha lasciato Grenoble per continuare la sua
lunga fase di riabilitazione.
Non è più in coma. La famiglia
ringrazia dottori, infermieri e
terapisti che si sono occupati di
lui, oltre a coloro che gli prestarono i primi soccorsi. E tutte
le persone che in queste mesi
gli hanno inviato i loro auguri,
che di sicuro lo hanno aiutato».
Stimoli Dunque si può finalmente dire con certezza che
Schumi si è risvegliato ed è cosciente, non in stato vegetativo. Seppure ancora immobile a
letto. Una svolta importante,
non maturata da un giorno all’altro, ma risultato di progressi degli ultimi due mesi e mezzo, in cui non erano trapelate
informazioni. Tanto da alimentare, in assenza di novità,
distanza S V I Z Z E R A
30 km
Losanna
Dove è
D
rricoverato ora
Dove abita
lota Olivier Panis ieri ad
un clima di pessimismo
alcuni media francesi
riguardo al destino delGinevra
distanza
ha però detto di aver
l’ex ferrarista. C’è sta- F R A N C I A
122 km
appreso dalla Kehm
to perfino qualche
distanza
che Schumi non è pamedico che si è spinto
205 km
Aosta
ralizzato e che le sue
ad azzardare: «Non si
Lione
I
T
A
L
I
A
funzioni
motorie non
sveglierà mai più». InMeribel
Grenoble
sono compromesse.
vece non è così. SchuDove è
Dove
era
Ma anche questo va
mi, stando alle testimosuccesso
ricoverato
preso con cautela. Il
nianze di chi gli ha fatto
l’incidente
cammino infatti resta anvisita, avrebbe riaperto le fino a ieri
Torino
cora molto lungo e incerto.
palpebre già ad aprile. E
oggi sarebbe in grado di reaCon la famiglia Nel frattemgire agli impulsi (come le stipo, aver lasciato la terapia inmolazioni tattili e sonore) e cotensiva ed essere pronto per la
municare in qualche modo con
fase di rieducazione («Che avi familiari. Per esempio attraverrà lontano dagli occhi pubverso il movimento degli occhi.
Il campione è
blici», spiega il comunicato difricoverato
Funzioni La Bild ieri ha fatto
ieri) è un passo fondaal 13o piano in una fuso
quasi intendere che parli con la
mentale sulla via del recupero
stanza privata
moglie Corinna e con i figli. Ma
totale o parziale. L’ospedale di
e blindata
sembra difficile, considerando
Losanna, lo stesso dove fu ricoche secondo le ricostruzioni
verato il ciclista Mauro Gianetsarebbe stata la parte sinistra
ti dopo la perdita di conoscendel cervello a riportare i danni
È cosciente, non in za al Giro di Romandia 1998, è
maggiori nell’incidente. Cioè
stato vegetativo e una struttura all’avanguardia.
proprio quella che comanda la
Oltre che molto vicina alla resisecondo l’ex F.1
parola. Per cui, in teoria, la cadenza svizzera degli SchumaPanis
non
resterà
pacità di linguaggio dovrebbe
cher a Gland, distante una
paralizzato
essere recuperata solo nel temtrentina di chilometri. Il che
po e con più difficoltà. L’ex piagevolerà le visite quotidiane
della moglie e dei figli.
Robot e terapie Pur essendoci
ieri appena una dozzina di
giornalisti, poche troupe televisive e neppure l’ombra di un
tifoso, il servizio di sicurezza
era blindato. Con un uomo a
vigilare in borghese al piano
d’ingresso, che controllava le
persone e le seguiva, per poi
sbarrare loro la strada al piano
della neurologia (come è successo a chi scrive) con l’aiuto di
una guardia del corpo armata
di pistola. Scene già viste a
Grenoble. Probabilmente servirà altro tempo, prima che
Schumacher possa cominciare
un programma di rieducazione veramente intenso. Pur essendoci miglioramenti significativi. L’ospedale di Losanna in
ogni caso è dotato di strumenti
quasi fantascientifici: robot
che aiutano il paziente nella locomozione e nella ripresa dei
movimenti e percorsi terapeutici per ritrovare sensi come il
tatto e l’olfatto. Non resta che
sperare. Tieni duro, Schumi.
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
Compleanno rosso
3 gennaio 2014: i tifosi a Grenoble
per i 45 anni di Schumi REUTERS
LA GAZZETTA DELLO SPORT
31
l’esperto
«Tempi di recupero? Mesi, non settimane»
(a.cr.) «Non settimane, ma
mesi»: bisognerà avere molta
pazienza per capire se e quando
Michael Schumacher tornerà ad
essere quello di prima. Lo
sottolinea il professor Maurizio
Fornari, responsabile del reparto
di neurochirurgia dell’Humanitas.
Già perché malgrado il quotidiano
tedesco Bild sostenga che l’ex
pilota della rossa interagisca con
la famiglia, il comunicato della
portavoce non è esauriente sulla
domanda che tutti si fanno: come
sta davvero Schumacher? «L’uscita
dal coma vuol dire molte cose —
sottolinea Fornari –. Di certo
respira da solo ed è vigile nel senso
che tiene gli occhi aperti, ma ci
sono diversi livelli di coscienza. Per
esempio bisogna vedere in che
modo risponde agli stimoli, se ha
una attività muscolare spontanea».
La struttura nella quale è stato
Il professor Maurizio Fornari
cire dai box
l’intervista
ROSS BRAWN
«Non andavo
più a trovarlo:
rischiava
infezioni»
S
Fernando
Alonso
«Buon inizio di
settimana con le
notizie
su Michael!
Sono davvero
felice che le
cose stiano
prendendo una
giusta direzione»
S
Ross Brawn, 59 anni, e Stefano Domenicali, 49 LIVERANI
S
domenica a Monza
Il regista che lo guidava dal muretto
box nelle vittoriose cavalcate al volante di
Benetton e Ferrari e che ha coltivato il sogno
di rivederlo vincente con la Mercedes, si trova dall’altra parte dell’Atlantico. In questo
primo anno da pensionato (ma sarà davvero
così?) Ross Brawn gira il mondo: un mese fa
aveva fatto un raid in Italia, con puntata a
Maranello che aveva ovviamente scatenato
ridda di voci su un supo possibile ritorno in
F.1, ora si trova negli Stati Uniti. «Sono sulla
costa non lontano da Boston. A pescare».
Nico
Hulkenberg
«Meraviglioso
ascoltare
notizie
positive
su Michael»
Piero Ferrari:
«La sua tempra
in questa fase
lo può aiutare»
Briatore: «Notizia
sino a qualche
giorno fa insperata».
Il tweet di Alonso
Da quel maledetto 29 dicembre la Ferrari si è idealmente seduta a fianco del letto
dove giaceva Michael Schumacher , il pilota che l’aveva riportata sul tetto del mondo dopo
21 anni di astinenza: #forzamichael, l’hastag che campeggia sulle pagine del sito della
rossa è servito, tramite i ricordi
di esponenti o ex della scuderia, rivali e tifosi ad alimentare
la speranza. Così quando ieri,
interrompendo un silenzio che
durava da settimane, Sabine
Kehm ha comunicato il risveglio dal coma e il trasferimento
di Michael a Losanna, la Casa
di Maranello non ha esitato a
commentare positivamente
questa duplice, importante novità: «Giungono notizie incoraggianti che ci danno speranza», è stato scritto ritwittando
il pensiero di Fernando Alonso: «Ottimo inizio di settimana
con la notizia su Michael! Sono
felice che le cose vadano nella
giusta direzione!».
Stato d’animo Prudente ottimismo è il sentimento che sta
provando Piero Ferrari, che
con Schumi ha sempre avuto
un rapporto eccellente: «Confido per il pieno recupero nella
dal Brasile
Ross, ha sentito di Michael? È uscito dal
coma.
«Sono davvero felice di sentire questa notizia, ho pregato ogni giorno per un suo miglioramento».
È vero che in diverse occasioni era andato a trovarlo a Grenoble?
«All’inizio le mie visite erano frequenti poi
negli ultimi tre mesi si erano diradate per rispettare la richiesta di riservatezza della famiglia e limitare il rischio di infezioni».
E non ci può dire come lo aveva trovato?
«Preferisco rispettare la privacy ed evitare
ogni commento. Gli auguro di rimettersi in
piena forma».
Centoventi rosse scrivono «Go Michael»
L’omaggio dei Club ha portato fortuna
Centoventi Ferrari disposte sul rettilineo principale di
Monza in modo da formare un gigantesco «Go Michael»: ha
portato fortuna l’iniziativa andata in scena domenica
all’Autodromo, in occasione del Festival dello Sport, a cura dei
Ferrari Club di Caprino Bergamasco, Vedano al Lambro, Varese,
Travedona, Erba e Cernusco sul Naviglio. «Dopo lunghi mesi
d’attesa, questa prima buona notizia ci conforta e ci dà fiducia»,
ha detto il presidente del Ferrari Club Italia Vincenzo Gibiino.
Domenicali Come Ross, anche l’ex respon-
sabile della Gestione Sportiva ferrarista incrocia le dita e spera che questo sia soltanto
l’inizio di una serie di buone notizie sul futuro di Schumi: «Sono strafelice per lui e per la
sua famiglia straordinaria che ha espresso
una qualità rara in questi tempi: quello della
riservatezza. Resto prudente perché il cammino sarà ancora lungo».
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d le reazioni
HANNO
DETTO
Nico
Rosberg
«Davvero una
bella notizia che
Michael abbia
di nuovo fatto
un grande
passo verso il
recupero.
Combatti
Michael!»
ANDREA CREMONESI
trasferito è comunque una garanzia
per Fornari: «È un centro di
riabilitazione tra i più rinomati alla
pari di Innsbruck e Costa Masnaga.
Sono strutture che hanno grande
esperienza in pazienti che hanno
trascorso molto tempo in coma. È
attrezzato per fare riabilitazione
attiva e passiva. All’avanguardia
nell’alimentazione che necessita
questo tipo di paziente».
S
Gary
Hartstein
(ex medico Fia)
«Questo
trasferimento
non dice
ancora se
Michael
stia o meno
respirando
da solo»
Podolski: «Vinciamo
il Mondiale per lui»
Dal Brasile con amore.
L’attaccante della Germania
Lukas Podolski ha ricordato
Schumi nella conferenza
stampa prima della sfida con il
Portogallo: «Un grande amico
che purtroppo non può essere
qui con noi. Vogliamo vincere il
titolo anche per lui» REUTERS
sua tempra. Michael ha muscoli d’acciaio, ho ben impresso
nella mente la sua forza quando ti stringeva la mano. Le sue
reali condizioni? Io ho sempre
rispettato la riservatezza della
sua famiglia, mi sarei comportato allo stesso modo».
Team Come la Ferrari, anche
dalla Mercedes, di cui Schumi
dopo il secondo ritiro era rimasto comunque ambasciatore,
ha voluto postare un tweet di
speranza: «Non poteva esserci
miglior inizio di settimana».
Anche Lotus e McLaren si sono unite agli auguri nei confronti del sette volte campione
del mondo.
Piloti E tanti commenti attraverso i social network sono arrivati anche da parte degli ex
colleghi a cominciare da Nico
Rosberg, fresco vincitore del
GP del Canada e leader del
Mondiale («Bello sapere che
sta migliorando»), Jenson
Button («grande cosa») e Nico
Hülkenberg: «Meraviglioso
ascoltare notizie positive su
Michael».
Briatore L’uomo che ha
scommesso su Schumi quando
era soltanto una promessa,
Flavio Briatore, ha ripreso il
gusto della battuta: «Meglio
una good news che una bad soprattutto perché sino a qualche
giorno fa sembrava insperata.
Ora ci auguriamo tutti che sia
l’inizio di una recupero che
non sarà breve».
Controcorrente La notizia del
risveglio di Schumi non ha
spinto Gary Hartstein, medico
della Fia dal 2005 al 2012, a fare marcia indietro dopo che nel
suo blog pochi giorni fa aveva
gelato tutti, sostenendo che
«non avremo mai più buone
notizie sul suo stato di salute».
«Questo trasferimento non dice ancora se Michael stia o meno respirando spontaneamente. La Kehm ci aveva detto già
ad aprile che Michael aveva
momenti di risveglio e di coscienza. In pratica che non era
più in coma. Ora ci viene ribadito con un’aria un po’ trionfale. Non posso fare a meno di
pensare che, se Michael fosse
uscito del tutto dallo stato di
minima coscienza, ci avrebbero detto che sta iniziando la
riabilitazione, che ha dei problemi ad esprimersi. Oppure
che dovrà di nuovo imparare a
camminare, leggere, scrivere.
Invece no, ci viene detto quello
che già sappiamo».
a.cr.
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32
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
MOTORI
CORRADO CANALI
LE MANS (Francia)
Mai prima d’ora una vettura da competizione aveva
sfoggiato una tecnologia tanto
raffinata quanto la nuova Audi
R18 e-tron che domenica ha
vinto l’82a edizione della 24
Ore di Le Mans. Ma soprattutto
mai sono state così numerose
le soluzioni destinate ad entrare nella dotazione di serie delle
vetture stradali della Casa dei
quattro anelli.
Motore Esaminiamo le parti
che saranno usate presto. Partiamo dal motore Tdi, un punto
di riferimento sia per l’efficienza sia per l’affidabilità, visto
che si è confermato un fondamentale elemento del progetto
globale della vettura che ha
vinto. Il rinnovato propulsore
Tdi V6 della Audi R18 e-tron
quattro contribuisce al rispetto
del regolamento in tema di
prestazioni energetiche. La
R18 consuma fino al 30% di
carburante in meno rispetto al
modello precedente. Perché
oltre al motore a combustione
interna, il propulsore prevede,
per la prima volta, l’integrazione di due sistemi ibridi. Si tratta di un’unità motore-generatore (Mgu) che recupera
l’energia cinetica in fase di frenata sull’asse anteriore, trasmettendola al sistema di accumulo dell’energia a volano.
Inoltre il turbocompressore del
motore a combustione interna
è collegato a un dispositivo
elettrico che permette di convertire l’energia termica dei
gas di scarico in elettricità, per
esempio quando il limite di
pressione viene raggiunto.
L’energia passa anche al sistema di accumulo a volano. In
Futuro in...24 Ore
Motore ibrido e fari laser
da Le Mans alla strada
La Audi R18, prima domenica, ha
tante soluzioni che saranno trasferite
alla serie: a luglio debutta la A3 e-tron
farà 100 chilometri con soli 1,5 litri
L’arrivo in parata delle Audi domenica a Le Mans AP
Fari E veniamo anche all’altra stradale che ha debuttato in
una variante super tecnologica
proprio alla 24 Ore di Le Mans.
Si tratta dell’intrigante R8
La A3 avrà una
autonomia super:
940 km. Da 0 a 100
in 7”6. Prezzo
sotto 40 mila euro
Lmx, la dimostrazione della
sportività raggiunta dalla Casa
dei quattro anelli. L’ Audi ha
presentato questa R8 in anteprima mondiale alla vigilia
della 24 Ore di Le Mans 2014:
ha particolari derivati dalla
R18 in corsa. A cominciare dai
fari abbaglianti laser, prima assoluta su un’auto di serie. Lo
stesso impianto montato sulle
due R18 e-tron prima e seconda in gara. Una soluzione che
deriva dall’esperienza sportiva
delle gare endurance, perché
la luce laser assicura una visuale più profonda, fino a 800 metri. Tanta sicurezza in più oltre
al minore affaticamento di chi
guida.
Questa Audi R8 Lmx è prodotta in una serie limitata di
soli 99 unità. Il motore è un
V10 di 5.200 cmc da 570 Cv
che garantisce 320 km/h di velocità e un’accelerazione da 0
ai 100 km/h in 3”4.
L’anno scorso, sempre in occasione della 24 Ore di Le
Mans, la Audi presentò i proiettori con tecnologia Matrix led
montati sull’ammiraglia A8.
Questa volta ha fatto debuttare
i laser per gli abbaglianti, la cui
profondità d’illuminazione è
doppia rispetto ai full led.
Il prototipo
tedesco consuma
il 30% in meno
rispetto alla
vecchia versione
fase di accelerazione, l’energia
immagazzinata può ritornare
alla Mgu sull’asse anteriore o
all’innovativo turbocompressore elettrico, a seconda della
strategia adottata. La struttura
generale dei due sistemi e il loro impatto sulla gestione di
motore e trasmissione richiede
una coordinazione complessa.
Da luglio La prima Audi a
usare la soluzione ibrida adattata per l’utilizzo sulle auto di
serie sarà la nuova A3 e-tron,
pronta da luglio. La versione
ibrida plug-in cioè ricaricabile
della Sportback della Casa di
Ingolstadt ha qualità sportive
di tutto rispetto visto che è accreditata di una velocità massima di oltre 220 all’ora e di
un’accelerazione da 0 ai 100
km/h in 7”6. Ma nello stesso
tempo è accreditata di consumi
eccezionali: 1,5 litri ogni 100
km che significa 66,6 km con
un solo litro. Dato che l’auto
può viaggiare in modalità elettrica per 50 km, l’autonomia si
aggirerà su 940 km. Il prezzo?
Sotto i 40 mila euro.
Da sinistra i tre piloti vincitori della 24 Ore: il francese Benoit Treluyer, 37 anni, il tedesco André Lotterer, 32, e lo svizzero Marcel Fassler, 38 AP
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L’INTERVISTA PARLA IL RESPONSABILE TECNICO DELLA CASA DI INGOLSTADT
«Un sistema ci avvertirà
se si consuma troppo»
Hackenberg:
«La A3 partirà
in modalità elettrica
e percorrerà 50 km
senza inquinare»
Tra le novità 2014 della
24 Ore di Le Mans rientrava
anche il controllo dei consumi.
Per far rispettare i parametri è
necessario cambiare il modo di
guidare dei piloti? Lo abbiamo
chiesto a Ulrich Hackenberg,
responsabile tecnico di Audi.
«Abbiamo sfruttato i test per lo
sviluppo di soluzioni tecniche
innovative, ma anche per adeguare lo stile di guida dei piloti
e familiarizzare con un sistema-volante computerizzato
molto più complesso rispetto
all’anno precedente, perché
oggi ci sono molti più parametri da tenere sotto controllo e
bisogna essere molto lucidi».
L’Audi ha sviluppato il sistema FCP che sta per fuel consumption prediction e che è in
grado di calcolare in tempo reale il consumo al quale i piloti
devono attenersi.
«Non a caso possono contare su aiuti digitali che mostrano se stanno rispettando i limiti per quanto riguarda i consumi, una soluzione che sarà
adattata alle logiche di una
vettura stradale e che gradualmente trasferiremo sui futuri
modelli. Tornando ai piloti se
si accorgono di essere andati
oltre il limite in un giro, dovranno viaggiare cercando di
risparmiare carburante in
quello successivo, per evitare
di prendere una penalità».
Ma quali sono le modalità
per avere un guida efficiente
con il recupero di energia?
«Cambia la filosofia con cui
vanno guidati i prototipi della
24 Ore di Le Mans, ma anche le
future e-tron, il che significa
premere sull’acceleratore con
maggiore attenzione. Se si riesce a migliorare questa procedura si può fare una grande
differenza nelle prestazioni e
nei consumi, se si è nel traffico
della 24 Ore, ma anche di Roma o Milano».
Molte di queste soluzioni
sono installate sulla nuova A3
e-tron di serie. Che vantaggi
garantisce il nuovo sistema?
«Intanto la vettura si avvia
in modalità elettrica. E con
questa funzione si può andare
a spasso per una cinquantina
di chilometri circa e fino a una
velocità di 130 km/h con spunti molto interessanti grazie alla
coppia istantanea dell’elettrico e il comfort di una spinta
impercettibile e silenziosa. At-
LA CURIOSITÀ
La Sportback
si può ricaricare
alla presa di casa
Ulrich Hackenberg (a sinistra), 64 anni, responsabile tecnico Audi
con Rupert Stadler (destra) Ceo della stessa Audi al box di Le Mans
tivando invece la modalità
ibrida, in cui entrambi i motori
lavorano assieme, si può chiedere alla vettura il massimo
delle prestazioni che sono
quelle di una buona sportiva».
Allora abbiamo percorso
una trentina di chilometri in
città, sfruttando per lo più la
modalità elettrica ma effettuando anche 5 o 6 accelerate
a fondo impiegando dunque la
massima potenza del sistema.
Alla fine, dal computer di bordo, è risultato un consumo medio di 2,2 km/l, pari a 45,5 km
con un litro di carburante.
Dunque: con una A3 e-tron, se
il tragitto casa-lavoro è al di
sotto dei 50 km, che è l’autonomia massima in modalità totalmente elettrica, è possibile
muoversi in città o fuori a costo zero, a parte ovviamente
quelli della rete elettrica per la
ricarica. Una volta arrivati basta ricaricarla per 3 ore e 45
minuti e tornare a casa tranquilli e senza emettere un solo
grammo di CO2.
co.ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La A3 è la prima Audi ibrida
(co.ca.) Sotto il cofano
della nuova Audi A3 e-tron, la
versione ibrida plug-in della
Sportback, ci sono un motore
1.400 cmc Tfsi turbo a
benzina da 150 Cv e un
motore elettrico da 102 Cv.
Sotto i sedili posteriori è
alloggiata la potente batteria
al litio che può essere
ricaricata alla presa di casa
attraverso un connettore di
corrente inserito sulla
calandra accanto ai quattro
anelli, che sono il simbolo
delle Audi.
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
33
CICLISMO IL FENOMENO DELLA CANNONDALE
4
FORMOLO
ORA È 6°
Protagonista
ieri Valerio
Agnoli, in fuga
nel finale con
Schurter e Van
der Sande:
il laziale
dell’Astana è
però uscito di
strada finendo
in un prato a 12
km dall’arrivo.
il Retroscena
Santambrogio confessa
alla Commissione Uci
Stop fino al 2 novembre
S
Peter Sagan, slovacco di 24 anni, batte Albasini, Henao ed Evans: è la sesta vittoria stagionale BETTINI
E la gimkana
in Svizzera
esalta Sagan
l’acrobata
Tour de Suisse Come un equilibrista
rimonta Albasini in un finale tortuoso:
è la 64a vittoria. Boonen giù: no al Tour
PAOLO MARABINI
Volevate uno squillo da
Tour? Eccolo servito. Beffato il
giorno prima — quando l’inseguimento ai fuggitivi di giornata non era andato a buon fine e il successo nella volata di
consolazione gli era valso solo
il quarto posto — Peter Sagan
non poteva lasciarsi sfuggire
un’altra così ghiotta occasione
per aggiornare il proprio bottino di caccia. Fuori gioco i velocisti più forti — da Cavendish
a Degenkolb, da Goss a Ciolek,
piegati da un percorso decisamente severo per i gladiatori
delle volate — lo slovacco della Cannondale poteva essere
messo k.o. solo da quell’assurdo finale della Sarnen-Heiden.
Gimkana Tre curve in 150
metri, strada in leggerissima salita: più che un arrivo, quello
della terza tappa del Giro di
Svizzera sembra una gimkana.
Il redivivo Cadel Evans ai -350
metri si mette davanti ai 44 del
gruppo di testa, poi ai -100 si af-
faccia il beniamino di casa Michael Albasini, che esce per primo dall’ultima curva a gomito.
Sagan però è in agguato e, forte
della sua potenza e della sua
abilità di guida, s’infila all’esterno, tra lo svizzero e le
transenne, e va a firmare il sesto centro 2014, a 30 giorni dall’ultimo, nella volata di Pasade-
LA POLEMICA
Caso Froome:
«Uci corretta»
secondo la Wada
Interviene la Wada
(agenzia mondiale antidoping)
sull’autorizzazione a Chris
Froome per un corticoide, il
Prednisolone (farmaco
vietato), durante il Romandia.
La Wada si dice «soddisfatta
che la decisione dell'Uci di
concedere un'esenzione a fini
terapeutici per Froome sia
stata condotta secondo le
regole, e non si occuperà
ulteriormente di questo caso».
na al California. Per le statistiche, da quando «Peter Pan» è
atterrato sul pianeta pro’ — era
il 2010 — siamo già a 64 vittorie. E 9 sono al Tour de Suisse: il
primato di Cancellara (12 tappe nella corsa di casa) non è poi
così lontano. Certo, volendo
guardare il bicchiere mezzo
vuoto, si può sottolineare che,
un anno fa, Sagan aveva già
centrato 12 bersagli. Ma i conti
si fanno sempre alla fine. E, archiviata una primavera meno
ricca di quanto era lecito attendersi, va pure detto che il Tour
de France (caccia a tappe e maglia verde) e il Mondiale di Ponferrada (così alla sua portata)
potrebbero far pendere la bilancia a favore del numero 1 di casa Cannondale.
Gas «È stata una tappa dura,
con finale difficile da interpretare» ha detto Sagan. «Sapevo
che le ultime curve potevano
essere la chiave per la vittoria.
Nell’ultima, l’unica possibilità
che avevo era prendere la via
esterna e aprire il gas sul rettilineo per passare Albasini. Così
ho fatto. Le sensazioni sono ottime, ci riproverò già domani
(oggi, ndr)». Nel frattempo Sagan è salito al 3° posto in classifica, sempre guidata da Tony
Martin. E mentre in ambito italiano si confermano tra i migliori i giovani Davide Formolo (6°
a 27” da Martin) e Mattia Cattaneo (10° a 29”), tra gli stranieri,
in chiave classifica, crescono le
quotazioni di Mollema, Kreuziger, Rui Costa e dello stesso
Evans. Mesta invece la condotta
di Bradley Wiggins, sempre più
demotivato dopo l’esclusione
dal Tour. E ancor più quella di
Tom Boonen (ieri a 15’25”), che
dalla Grande Boucle s’è chiamato fuori: «Non sarei di nessuna utilità alla squadra» ha detto
il belga, quest’anno decisamente a corto di soddisfazioni.
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Arrivo:
1. Peter SAGAN
(Slk, Cannondale) 202 km
in 5h22’; 2.
Albasini (Svi); 3.
Henao (Col); 4.
Mollema (Ola);
5. Evans (Aus);
6. Rojas (Spa);
7. Rui Costa
(Por); 8. Pinot
(Fra); 9. Frank
(Svi); 10.
Kreuziger (Cec);
11. Formolo; 14.
T. Martin (Ger) a
5”; 17. Rebellin;
21. Capecchi;
30. Cattaneo;
74. Wiggins (Gb)
a 2’25”.
Positivo all’Epo nel 2013
Mauro Santambrogio, comasco, ha
29 anni: positivo all’Epo nella tappa
di Napoli (4 maggio) al Giro 2013 BETTINI
S
Classifica:
1. Tony MARTIN
(Ger, OmegaQuick Step); 2.
Dumoulin (Ola) a
6”; 3. Sagan
(Slk) a 14”; 4.
Mollema (Ola) a
17”; 5. Slagter
(Ola) a 23”; 6.
Formolo a 27”;
7. Izagirre (Spa);
8. Kreuziger
(Cec) a 28”; 9.
Frank (Svi) a
29”; 10.
Cattaneo;
16. Rui Costa
(Por) a 37”; 18.
Rebellin a 38”;
26. Evans (Aus)
a 51”.
S
Oggi:
4a tappa
HeidenOssingen, 160
km (Tv: Bike
Channel, 15.25)
LUCA GIALANELLA
Due novembre. E’ la fine della
squalifica sportiva di Mauro Santambrogio. Non è uscita alcuna comunicazione ufficiale, né dell’Uci (la federciclo mondiale), né della Federciclismo.
Perché il caso del comasco, positivo all’Epo dopo la prima tappa di Napoli (4
maggio) del Giro 2013, è unico. E coinvolge la nuova Commissione indipendente di riforma del ciclismo (Circ),
voluta dal presidente Brian Cookson
dopo lo scandalo Armstrong, che ha
poteri eccezionali: «Come avvenne in
Italia con la legge sui pentiti», ci disse
l’11 febbraio a Ginevra il politico ticinese Dick Marty, scelto da Cookson al
vertice di questo nuovo organismo.
Con la Wada — Obiettivo: non soltanto far luce sul passato torbido della federciclo mondiale, ma ascoltare chi ha
qualcosa da dire su fatti di doping, dal
1998 a oggi, o vuole confessare le proprie colpe. La Commissione si insedia a
inizio anno, dopo che è stato definito il
quadro normativo in accordo con la
Wada, l’agenzia mondiale antidoping.
E Mauro Santambrogio è il primo italiano a presentarsi a Losanna (Svizzera), sede della Commissione. Per confessare il suo doping. Adesso la Gazzetta, che il 7 gennaio aveva annunciato la
collaborazione del corridore comasco
con l’Uci, è in grado di ricostruire
quanto accaduto in questi mesi.
Brutti pensieri — Santambrogio, 29
anni, stupisce tutti al Giro 2013. Vince
a Bardonecchia, chiude al 9° posto in
classifica, poi il 3 giugno arriva la positività all’Epo. Nell’ottobre scorso, pensa anche al suicidio con quell’inquietante tweet «Addio mondo». Poi i messaggi di affetto, e riparte verso la nuova
vita. Anche sportiva. Un nuovo tweet a
fine anno «Al passato un addio». Ma le
porte del ciclismo si chiudono, e Mauro
ha una sola via d’uscita: incontrare la
Commissione, parlare, dire tutto quello che sa davanti ai tre membri. Oltre a
Marty, ci sono il tedesco Ulrich Haas
(uno dei padri del codice mondiale antidoping) e un militare australiano,
l’ufficiale Peter Nicholson.
I cardini della Commissione, che resterà in carica sino a fine anno, sono:
totale indipendenza, struttura giuridica autonoma, possibilità di diminuire e
cancellare sanzioni, in base alla qualità
della testimonianza; chiedere carte e
documenti; avviare inchieste con le autorità di polizia; ridurre le sanzioni fino a 6 mesi, o anche a zero in caso di
informazioni eccezionali.
Verità — Mauro non ha paura. Trova
il coraggio per raccontare la sua esperienza, senza reticenze. Sicuramente
spiega come si è procurato l’eritropoietina. Chi gliel’ha venduta, e dove l’ha
comprata. Si sussurra che avrebbe fatto riferimento anche a qualche centro
in Lombardia, al quale si rivolgerebbero professionisti e cicloamatori. Parole
in ogni caso pesanti, che convincono la
Commissione Uci, e la conferma arriva
dalla sanzione. Positivo il 4 maggio
2013, Santambrogio viene squalificato
sino al 2 novembre 2014. Vuol dire 18
mesi, per la sua collaborazione. Mauro
avrebbe rischiato quattro anni di stop,
perché oltre alla positività c’era anche
il peso dell’inchiesta penale di Mantova per il caso Lampre-Nigrelli: Santambrogio è stato rinviato a giudizio, il processo penale riprenderà a fine ottobre.
Dal punto di vista giuridico-sportivo, la
decisione della Commissione è valida,
non serve un nuovo procedimento in
Italia. Regole straordinarie per un’iniziativa straordinaria. Le sue sentenze
sono inappellabili, la Wada ha approvato le normative giuridiche in armonia con il codice mondiale antidoping.
Intanto Mauro è tornato a pedalare.
In questi mesi ha fatto anche il panettiere, di notte, mentre i pensieri lo tormentavano e non lo facevano dormire.
Adesso la salita più dura: convincere
una squadra a dargli una seconda opportunità. Ma sembra che Mauro abbia
trovato in sé la forza di voltare pagina.
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MOTOMONDIALE I TEST DI MONTMELÒ
Marquez primo anche al lunedì
Vale: «Il nuovo scarico è ok»
DAL NOSTRO INVIATO
FILIPPO FALSAPERLA
MONTMELÒ (Spagna)
La festa per Marc Marquez è stata riguardarsi la cavalcata di domenica, «la sera e
poi anche la mattina, prima di
entrare in pista per i test. Dani
aveva forse qualcosa in più di
me e per questo non ho voluto
lasciarlo davanti, per evitare
che creasse il gap». Dani, invece, ha rischiato di tamponarlo
nella curva che adesso vogliono cancellare. Ieri per mezz’ora è stato provato il disegno
tipo F.1, che a Marc piace molto. Lo asseconda il suo conna-
zionale Jorge Lorenzo, 3° a 3
decimi, «perché almeno così
cambiamo un po’». Valentino
Rossi (10°) la vede in maniera
completamente diversa, tanto
da non aver girato. «Mi fa schifo — dice “diplomaticamente”
—, perché l’ho provata con la
F.1. Non c’è paragone, anche
se capisco i problemi di sicurezza. Vedremo chi deciderà. E
quando».
Divergenze Ma Valentino ie-
ri era in disaccordo anche sulle
prove rispetto al suo compagno. «La nuova marmitta non
ci convince», ha detto Jorge.
Per Rossi, invece, «qualcosa dà
per migliorare l’erogazione.
Non il grosso salto in avanti,
però, che pensavano di fare i
giapponesi. Cambia anche un
po’ il rumore, più profondo.
Potrei usarla in Olanda. Pure il
motore 2015 (completamente
bocciato dallo spagnolo;
n.d.r.) ha qualcosa di buono,
perché è più veloce, anche se
più aggressivo». Tutti concordi
sulla nuova gomma anteriore
dura, che però si vedrà solo in
Malesia. La Yamaha domani
resta in Spagna, ad Aragon,
per un ulteriore giorno di test.
Assieme alla Suzuki, qui al
Montmelò oggi e domani gira
invece ancora il collaudatore
Taccuino
DAKAR 2015
Peterhansel: Peugeot
Jorge Lorenzo, 27 anni, prova la Yamaha M1 con il nuovo scarico MILAGRO
della Ducati Michele Pirro, che
continua lo sviluppo sulla nuova gestione elettronica, provata anche dagli ufficiali: attualmente però è identica alla precedente.
I tempi: 1. Marquez (Honda)
1’41”184; 2. Smith (Yamaha)
1’41”224; 3. Lorenzo (Yamaha)
1’41”515; 4. P.Espargaro
(Yamaha) 1’41”640; 5. Bradl
(Honda) 1’41”655; 6. Iannone
(Ducati) 1’41”874; 7. Pedrosa
(Honda) 1’41”969; 8. Hernandez (Ducati) 1’42”138; 9.
A.Espargaro (Ftr Yamaha)
1’42”153; 10. Rossi (Yamaha)
1’42”174; 11. Dovizioso (Ducati)
1’42”379; 15. Pirro (Ducati)
1’43”305.
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Stephane Peterhansel, 48
anni, lascia la Mini: correrà la Dakar
2015 con la Peugeot. «Avevo bisogno di una nuova sfida», ha detto l’11
volte vincitore del rally più famoso.
Peterhansel sarà alla guida della
terza 2008 DKR; le altre 2 sono affidate a Carlos Sainz e Cyril Despres.
IL LIBRO DI LO VETERE
«Uomini in moto»
Oggi alle 18, al Circolo dei Lettori di Torino, sarà presentato il libro di Marcello Lo Vetere «Uomini in
moto, racconti e cronache durante
la crisi economica». Si parlerà pure
del progetto Fmi «Talenti azzurri».
34
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
BASKET LE FINALI NBA
# BeliFinals
DI MARCO BELINELLI
Pop mi ha detto
«Ti ho voluto
per vincere»
Ce l’ho fatta. Non è uno
scherzo, non è un sogno. Ce
l’ho fatta. Ho vinto il titolo
Nba. L’ho vinto con la
squadra migliore. Con
l’allenatore migliore. Con
l’organizzazione migliore.
L’ho vinto e ho festeggiato
nello spogliatoio con i miei
amici, fumando il sigaro e
buttando birra ovunque.
L’ho vinto e non ho
trattenuto le lacrime, perché
arrivati a questo punto non
c’è nulla da trattenere. Ho
pensato ai tanti anni duri, ai
sacrifici, allo scetticismo che
mi ha sempre circondato. A
tutti quelli che: «Non è da
Nba, tornerà in Europa» a
quelli che «Ha meno talento
di tutti». Vi dico una cosa. Il
talento senza il lavoro, la
fatica, la tenacia e il
carattere non vale nulla. Io
sono la dimostrazione che se
hai un sogno, se diventa il
tuo obiettivo, se ci credi, se
intorno hai le persone giuste,
allora hai tutte le carte per
farcela. E più la gente cerca
di buttarti a terra, di
demotivarti, più tu trovi la
forza dentro di te per andare
avanti. Per te stesso, ma
anche per smentirle. Per
guardarli dritto negli occhi e
dire: «E adesso? Parla».
Abbiamo dominato queste
finali, abbiamo giocato da
Spurs. Abbiamo superato
squadre molto forti, a partire
dalla prima serie con Dallas,
quella che ci è servita di più
per crescere. Vecchi a chi?
Tim fa ancora il... a tutti lì
sotto, Manu è una potenza,
Tony un play di
un’intelligenza superiore.
Ma a parte loro tre, ci sono
tutti gli altri. C’è Kawhi
Leonard che si è meritato
l’Mvp senza dubbio, c’è Boris
Diaw che per me è stato
l’uomo della svolta, ci sono
Patty Mills e Danny “Big
Dog” Green che hanno una
difesa incredibile, Splitter e
tutta la second unit.
E poi ci sono io, l’unico in
campo al primo anni negli
Spurs. Anche ieri Pop mi ha
chiamato in due momenti
importanti e mi sono fatto
trovare pronto.
Sul podio ognuno di noi
aveva la bandiera del
proprio Paese: Italia,
Australia, Argentina,
Brasile…siamo una squadra
speciale. Quando alla fine io
e Pop ci siamo abbracciati
gli ho detto: «Coach ti ricordi
cosa ti dissi quando mi
chiamasti l’estate scorsa?
Venivo qui per vincere» e lui
mi ha risposto: «Ti ho voluto
per questo».
Più di così non posso
chiedere. O meglio, sì. Una
cosa da chiedere ce l’ho: il
prossimo anello, perché
vincere è davvero troppo
bello.
A
I NOSTRI
PRIMATI
S
Un anello
per Cata
Non solo
Belinelli può
fregiarsi di un
anello di
campione:
anche Catarina
Pollini, nel 1997,
ne ha vinto uno
della neonata
Wnba con le
Houston
Comets.
L’azzurra si
infortunò
durante la
stagione e nei
playoff era in
injured list ma
restò con la
squadra in
panchina fino
alla fine e
partecipò anche
alla parata
delle
campionesse
S
Da Dino
a Beli
Se Marco è
stato il primo
italiano a
vincere il titolo
Nba, tutto iniziò
nel 1970 quando
Dino Meneghin
fu il primo
italiano scelto
(Cleveland, 11o
giro). Il primo
minuto in campo
l’ha giocato
Stefano Rusconi
(Phoenix), il
primo punto l’ha
segnato Enzo
Esposito
(Toronto) tutti e
due nel 1995.
Bargnani è stato
il primo azzurro
ad essere
scelto al n.1 e a
fare i playoff.
Un trionfo
italiano
Belinelli lacrime
e gioia: «Sono
campione Nba»
«Dedico il titolo ai miei genitori e a chi mi ha
criticato e diceva: “Torna, non sei bravo”»
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO ORIANI
SAN ANTONIO (TEXAS)
Marco salta, urla, sbandiera il tricolore, ride. E piange. A dirotto, quando cita papà
e mamma, «che hanno sempre
creduto in me e mi hanno dato
i mezzi per diventare quello
che sono. Gli voglio un bene
incredibile». «Sono campione
Nba», lo ripete quasi per esserne sicuro. Non c’è nessuno che
possa dirgli che non è tutto vero, negargli la gioia di essere
diventato il primo italiano a
conquistare l’anello dei pro’,
dopo essere stato il primo a
vincere la gara del tiro da tre
punti all’All Star Game.
Sgomitate Entrare nello spogliatoio degli Spurs è impresa
non da poco. Sgomiti, ti giri di
scatto quando ti spingono alle
spalle, salvo accorgerti che il
«colpevole» è Tim Duncan, appena prima di mandarlo a quel
paese... Poi scorgi Belinelli. Lo
vedi subito, anche nel caos,
perché ha la bandiera italiana
sulle spalle, orgoglioso di se
stesso e di rappresentare una
nazione che con lui ha gioito e
sofferto. Scorrono champagne e birra a fiumi. In un angolo, solo col telefonino in mano, c’è Austin Daye, figlio di
Darren, ex Pesaro e Siena. Povero, non se lo fila nessuno.
Non Marco, circondato da microfoni. Aveva parlato di una
sorpresa in caso di vittoria,
ora la può svelare: «Un tatuaggio col Larry O’Brien Trophy,
probabilmente» sorride l’azzurro. Che poi si scatena: «E’
una cosa incredibile, sono partito da zero, ho vinto lo scudetto con la Fortitudo, poi sono andato a Golden State, dove non mi hanno dato fiducia.
Ho faticato negli anni, soprattutto a Toronto. Ho fatto passi
avanti, arrivando a Chicago, e
ora qui, a vincere il titolo aiutando la squadra. Sono il primo italiano a riuscirci, ci sono
tanti sentimenti che si mischiano. La dedico ai miei genitori, alla mia famiglia che mi
è stata sempre vicina, anche
nei momenti difficili. E a chi
mi ha criticato e mi diceva
“Torna, non sei bravo, non sei
grosso, non difendi”. Ma conta vincere e io l’ho fatto».
Robinson Alle sue spalle c’è
David Robinson, la faccia della franchigia texana. «Siamo
una squadra incredibile —
prosegue Marco quasi lo vedesse e ricordasse cosa significa essere uno Spur —. Ha vinto il gruppo, dal primo all’ultimo giocatore. Abbiamo passato momenti fantastici anche
fuori dal campo. E poi abbiamo il miglior allenatore del
mondo. Popovich è super. Ha
sempre creduto in me, mi ha
spinto, mi è sempre stato vicino, facendomi sentire parte
integrante della squadra. Ha
«
Vorrei raccontare
di un ragazzo che
ha vinto una cosa
che sembrava
incredibile...
MATTEO RENZI
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
«
Belinelli ci ha
dato una mano
enorme tutto
l’anno, ci ha dato
davvero tanto
MANU GINOBILI
4 VOLTE CAMPIONE NBA
dialogo con tutti, è una grande persona prima ancora di un
grande allenatore. L’ho visto
che nemmeno festeggiava
tanto, ne aveva già vinti quattro di titoli. Ma per me è il primo...». Lo ripete quasi ossessivamente, forse per rendersi
davvero conto di cosa sia accaduto pochi minuti prima sul
parquet. Dove ha lungamente
abbracciato Ginobili.
Manu Cosa si sono detti? «Ci
siamo parlati in italiano, abbiamo detto: «Ce l’abbiamo
fatta, assieme». Se penso da
dove siamo partiti... Mi allenavo con lui alla Virtus Bologna,
avevo 15 anni, ero un ragazzino e ora abbiamo vinto il titolo
da compagni. Cercate d’im-
maginare le emozioni che provo. E’ stato un abbraccio fantastico che non dimenticherò
mai».Il sentimento dominante, oltre alla scontata gioia, in
Marco è «liberazione. Nonostante tutto ci ho sempre creduto, ho cercato di migliorarmi, non volevo passare per
quel giocatore che non vince,
che viene criticato. Che altro
dire? Che inizi la festa». E’ iniziata da un pezzo. Kawhi Leonard gira abbracciato al trofeo
di mvp, con un sigaro in bocca.
Poco più in là, la clac di Tony
Parker salta e canta cori in
francese.
Obiettivo Marco riesce a trovare la lucidità per dire che
«ora il mio obiettivo è migliorare. Ho imparato molto qui,
per me era tutto nuovo quest’anno. La scorsa stagione
giocavo 35-40’ a partita coi
Bulls e siamo arrivati in semifinale di conference, ma a
Ovest il livello è più alto. Devo
crescere in difesa, nelle letture
dei giochi d’attacco, non mi
sento arrivato. Sono contento
ma tra 3-4 mesi si riparte e
l’obiettivo è vincere, voglio riprovare queste sensazioni tutti gli anni!». E poi via, a far festa con amici e parenti, prima
di recarsi alla Trattoria Tre a
far l’alba con la squadra. Da
campione Nba. Un italiano.
Chi l’avrebbe detto? Forse solo
Marco Belinelli.
4
I NUMERI
43
% da tre
di Belinelli
quest’anno, 5
assoluto nella
Nba, che gli è
valsa la
convocazione e
la vittoria nella
gara del tiro da
tre all’All Star
Game. Per
alcune
settimane aveva
sfiorato il 50%
risultando il
tiratore più
preciso di tutta
la Nba
11.4
Media punti
della stagione
regolare, poi
calata nei
playoff a 5.4: è
la seconda nella
sua carriera
Nba dopo gli
11.8 del 2012 a
New Orleans
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LA FESTA A SAN GIOVANNI PERSICETO DOVE E’ NATO
La notte in bocciofila: «Beli è il nostro eroe»
DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA TOSI
SAN GIOVANNI PERSICETO (BO)
Nella terra dei tiratori,
dove è nato Marco Belinelli, è
sempre bello festeggiare un
nuovo eroe. Il ritrovo per tutti
è alle 2 ma già un’ora prima il
parcheggio della bocciofila
dove è stato montato il maxischermo per assistere alle finali di Beli, su idea di Michele
Serra, suo coetaneo e amico
del cuore, e sponsorizzato
dal panificio di San Giovanni dove Marco si rifornisce di pizze e salate, è
pieno mentre fuori sono già
in fila un centinaio di ragazzi, molti con la canotta Spurs. Alla 1.45 arriva il custode Antonio
Paganini: «A dispetto
del mio cognome, devo ripetermi — sorride —. Questa è la
quinta partita, speriamo che
tutto vada bene per Marco». In
sala sciamano 400 persone di
tutte le età, arrivano il Sindaco
Renato Mazzuca e l’Assessore
allo Sport. Poi a sorpresa sfilano i giovani della Virtus di
Marco Sanguettoli, il primo allenatore importante di Beli,
reduci dallo scudetto Under 17
conquistato nel pomeriggio, e
Michele Vitali, tiratore di Caserta. Mancano solo i genitori
di Marco, papà Daniele e
mamma Iole sono rimasti a casa per stare più tranquilli.
Elettricità C’è un clima elettrico, i decibel si alzano all’ingresso in campo di Beli che subito infila un canestro facendo
esplodere la sala. E’ il segnale
della rimonta e poi del sorpasso. All’intervallo portano pizza
e crescenta, le bevande invece
sono già finite da un pezzo.
Ovazioni per Leonard, Ginobi-
li (ovviamente) e Duncan. Nel
finale Beli mette il fiocchetto
con un arcobaleno, ormai è
una bolgia di urla e applausi.
Michele Serra piange sommessamente mentre tutti lo abbracciano: «Beli è il mio eroe,
lui ha voluto questo e c’è riuscito — dice emozionato e tirato —. Il sogno di Marco non
era solo quello di giocare in
Nba, voleva anche il titolo. E’
incredibile, ma è tutto vero.
Ora dobbiamo festeggiare, è
impossibile dormire. Andrò a
lavorare carico di adrenalina».
Gli amici in corteo salutano il
giorno che nasce e il nuovo
campione coi clacson spianati.
Il ritrovo è alla panetteria delle
sorelle Bongiovanni. Altro giro
di pizza, c’è Michele Vitali che
fa selfie coi tifosi: «Da amico,
collega e giocatore italiano,
questo titolo di Marco mi fa un
grande piacere — dice —. Se
lo è meritato, per anni è stato
Amici e paesani: erano 400 alla bocciofila di San Giovanni per gara-5 SCHICCHI
snobbato come il terzo degli
italiani in Nba, tutti parlavano
solo di Gallinari e Bargnani.
Invece Marco con lavoro, umiltà e talento li ha superati».
Festa Il sindaco Mazzuca
annuncia una festa tutta per
Beli: «A settembre lo celebreremo come si conviene per una
persona che ha dato lustro alla
nostra comunità». Mentre il
sindaco di Bologna, Virginio
Merola, gli dedica il Nettuno
d’Oro. Al telefono mamma Iole
ha un filo di voce: «Marco sentiva che avrebbe raggiunto
questo traguardo fin da quando era bambino. La sua tenacia
è stata premiata. Stanotte ho
pianto, è stata una bellissima
emozione. Quando è andato in
America avevo il magone ma
questo titolo ci ripaga di tutto».
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
1
2
3
LA GAZZETTA DELLO SPORT
4
35
4
I PIU’
VINCENTI
S
1 Marco Belinelli festeggia con la bandiera italiana 2 San Antonio
col Larry O’Brien Championship Trophy 3 Uno dei protagonisti
Spurs: Tony Parker 4 Sfida tra big: Dwyane Wade contro Tim
Duncan 5 Marco Belinelli e Tony Parker si abbracciano alla fine
della sfida decisiva 6 Saluto tra giganti: Tim Duncan con LeBron
James 7 La grande sorpresa: Kawhi Leonard col trofeo di mvp delle
Finals 8 Patty Mills abbraccia Gregg Popovich USA TODAY/LAPRESSE
6
7
5
Spurs, Duncan e Popovich
Semplicemente i più bravi
Quindici anni fa il primo titolo, oggi il quinto sempre puntando sul lavoro
d’equipe. Parker: «E’ il più dolce, volevamo riscattarci dal k.o. del 2013»
DAL NOSTRO INVIATO
M.O.
SAN ANTONIO (TEXAS)
E’ difficile crederci.
Quindici anni dopo il primo
trionfo, quello del ‘99, Tim
Duncan e Gregg Popovich sono
nuovamente sul tetto del
basket mondiale. Non dovrebbe succedere, non nell’era della libera circolazione, del tetto
salariale, della lotteria al draft.
Non nel 37° mercato televisivo
degli Usa, non contro i Big
Three. Dicevamo che erano
vecchi dopo il 2007, appena
vinto il 4° anello. Sette anni dopo guardano ancora tutti dall’alto. Miracolo? Forse, ma fino
a un certo punto. Perché dietro
i 5 titoli c’è un lavoro di équipe
unico, che non lascia nulla al
caso. C’è un proprietario, Peter
Holt, che dà carta bianca al suo
gm, Rc Buford e al suo allenatore, Pop. C’è lungimiranza
cifre&
primati
GARA-5: RIMONTA
DA -16 E RECORD
DI SCARTI TOTALE
San Antonio ha chiuso la serie
con Miami 4-1 vincendo gara-5
104-87, dopo essere stata
sotto 6-22 in avvio. Il margine
medio di vittoria di 14 punti è
un record per le finali.
MVP
Kawhi Leonard, difesa
straordinaria su LeBron,
incisivo solo nel 1° quarto (17
punti) e 23. 7 punti, 9.3 rimbalzi
col 69% dal campo nelle ultime
3 gare . Bravo anche Patty
Mills con 17 punti. Nella serie la
panchina Spurs ha segnato
una media di 15.8 punti a gara
in più rispetto a quella di
Miami.
LA STATISTICA
Il dominio degli Spurs nei
playoff è testimoniato dalle 12
partite vinte con uno scarto di
15 o più punti, record Nba.
nella scelta dei giocatori. E
quel pizzico di fortuna che non
guasta mai. Due lotterie vinte,
la scelta coraggiosa di Kawhi
Leonard nel 2011, cedendo ad
Indiana George Hill, «il prediletto di Popovich» come ricorda Buford, che aggiunge: «Temevo pesanti contestazioni all’epoca per quella decisione».
Il 22enne da San Diego State
domenica è stato votato miglior giocatore delle finali e incoronato dal tecnico dei texani
come astro nascente attorno a
cui costruirà gli Spurs del futuro. Altro che contestazione...
Dominio Il dominio di San
Antonio in queste finali è stato
totale. Miami è stata demolita
con un gioco corale che non si
era mai visto, l’essenza stessa
della pallacanestro. Tutti insieme, appassionatamente. Chi
entra dalla porta del centro di
allenamento di 1 Spurs Lane
lascia l’ego alla porta. E’ anche
questione di soldi. I Big Three
texani quest’anno sono costati
a Holt 30 milioni di dollari,
quelli degli Heat a Micky Arison 56.5. Quindi il margine di
manovra per completare il roster è decisamente più ampio
in casa Spurs. E’ stato belle leggere i complimenti inviati ai
campioni da tanti altri giocatori Nba, è segno di stima e di rispetto. Miami è stata la prima a
togliersi il cappello. «Hanno
giocato un basket squisito —
dice Erik Spoelstra — Soprattutto nelle ultime tre partite,
ha vinto la squadra migliore».
Festa Nel giorno della festa
del papà, Tim Duncan si è presentato in sala conferenze con
in braccio i suoi bimbi, Sydney
, 8 anni, e Draven, 6, diventati
protagonisti assoluti dell’intervista. «Come è andato papà
stasera?». «Direi bene, ce l’ha
4
I NUMERI
22
anni di
Leonard
il più giovane
Mvp delle Finali
da Magic
Johnson nell’80
17.4
Punti di
Parker
top scorer
Spurs nei
playoff. Poi
Duncan, 16.3,
Ginobili e
Leonard 14.3
messa tutta» la risposta della
primogenita. Draven si vergogna. Tim lo incalza: «Dì qualcosa di carino su papà». E lui:
«Mi piace il tuo cappellino».
Polaroid che Timmy conserverà a lungo nel suo cuore. Anche
se pare intenzionato a scattarne altre, invece, come si poteva
sospettare, di decidere di lasciare al top. «Smetterò quando mi renderò conto di essere
un peso per la squadra anziché
d’aiuto. Al momento penso di
poter ancora essere utile». Se
non è l‘ufficialità, poco ci manca, anche se le decisioni solitamente vengono ponderate e le
risposte a caldo lasciano il tempo che trovano. Non li molla
un attimo, Sydney e Draven.
Dopo il divorzio se li tiene ancora più stretti. Il trio si fa fotografare in spogliatoio con la
«manita». Cinque titoli, come
Kobe Bryant (primatisti alla
pari tra quelli ancora in attivi-
San Antonio
con i miti
I San Antonio
Spurs entrano
nella storia della
Nba salendo al
quarto posto tra
le squadre che
hanno vinto più
titoli nella storia.
8
tà), uno in meno di Jordan ma
3 in più di LeBron. «E’ il più bello — dice il caraibico — forse
perché ora ho questi due (indicando i figli, ndr.), forse perché sono a fine carriera, o per
quanto accaduto un anno fa».
Rivincita Il fattore rivincita
non va sottovalutato. La sete,
la voglia di riscatto, l’amaro in
bocca nemmeno immaginabile
da chi non l’ha provato, sono
stati la benzina che ha spinto
gli Spurs sino al traguardo.
«Eravamo così vicini nel 2013
— concorda Tony Parker — Volevamo riscattarci, questo è il
titolo più dolce». Chi più di Manu Ginobili sognava di avere
un’altra chance? Le 8 palle perse di gara-6 2013 lo hanno tormentato sino a domenica. L’argentino è alla soglia dei 37 anni, non ha esattamente risparmiato il suo corpo nelle 12
stagioni Nba. Finito. Era la parole che si sentiva più spesso,
assieme a ritiro. L’avete vista la
schiacciata di gara-5? Il ferro
trema ancora adesso. Mamma
mia. «L’ultima volta che ci avevo provato contro i Thunder,
Butler mi aveva stoppato —
parole dell’ex Virtus Bologna
—.E i compagni mi avevano
preso in giro. Promisi che non
ci avrei più provato. Ma è subentrata l’adrenalina...». Il
punto escalmativo. Di un
trionfo per nulla annunciato.
Ma strameritato.
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GLI SCONFITTI HEAT DA RIFONDARE
LeBron, ora non criticatelo...
Miami ha bisogno di rinforzi
Spoelstra: «Giocare
tre gare così è
frustrante, ma non
vanno dimenticate
le 4 finali di fila»
SAN ANTONIO
Non toccate LeBron. Sarebbe incredibile ascoltare
critiche contro il Prescelto,
abbandonato da tutti, lasciato
solo da un roster vecchio,
stanco, da rifondare. Lui ci ha
provato, scendendo in campo
col sacro fuoco addosso, dicendo ai compagni di «seguire
la sua leadership» prima di salire sul ring. Ha dato tutto,
non poteva bastare. Perché
Dwyane Wade è sembrato in
palese difficoltà a dover giocare partite così ravvicinate. E
Chris Bosh ha fatto... il Bosh.
Gli altri non sono mai esistiti,
da Chalmers a Lewis, da Andersen (reduce da infortunio
e che ieri non ha esercitato
l’opzione per restare agli Heat
nella prossima stagione) ad
Haslem. Ray Allen, probabilmente alla sua ultima partita,
ha avuto sprazzi, ma la serie
non è mai esistita. «C’è frustrazione ad arrivare sin qui e
poi giocare tre partite così —
dice coach Spoelstra —. Ma
non possiamo dimenticarci di
quanto abbiamo fatto, 4 finali
consecutive». Ha ragione.
Futuro Gli Heat vanno celebrati, applauditi. Ma va anche
ponderato il loro futuro. Cosa
farà LeBron ora che si è reso
conto che con questo gruppo
non può vincere? A Est hanno
passeggiato per mancanza
evidente di avversari. Avessero trovato in finale Oklahoma
City con Durant e Westbrook,
o i Clippers di Paul e Griffin, la
musica probabilmente sarebbe stata la stessa. Rifondare
non vuol dire partire da zero,
il Prescelto non lo accetterebbe mai. Ma rinforzarsi. I Big
Three possono uscire dai rispettivi contratti a fine mese.
Lo faranno? «Non ci ho ancora pensato — risponde King
James —. Parlerò con la squadra e prenderemo una decisione. Io e la mia famiglia
amiamo Miami ma al momento non saprei rispondere. Cercate risposte che non vi darò».
Ci ha pensato, eccome. Certo,
queste finali peseranno sulla
scelta. E’ stato tradito dai
compagni, anche se non lo
Tutta la
delusione di
Udonis Haslem
(34 anni) e
LeBron James
(29) subito
dopo il k.o. in
gara-5 IPP
ammetterà mai: «Deluso da
loro? No, ovviamente speravo
che tutti, me compreso, facessimo qualcosa in più». Cleveland chiama, e non sarà la sola. Sta a Micky Arison aprire il
portafogli per ridare al n.1 al
mondo la chance di vincere
ancora ed evitare che porti il
suo talento lontano da South
Beach.
m.o.
PIU’ TITOLI
Squadre
Boston 17
LA Lakers 16
Chicago 6
San Antonio 5
Detroit 4
Golden State 4
Miami 4
Philadelphia 4
Allenatori
P. Jackson 11
R. Auerback 9
G. Popovich 5
J. Kundla 5
P. Riley 5
Giocatori
B. Russell 11
S. Jones 10
quattro con 8
tre con 7
K.Jabbar 6
B.Cousy 6
M.Jordan 6
S.Pippen 6
T.Duncan 5
K.Bryant 5
M.Johnson 5
e altri dieci 5
”Stranieri”
Duncan I.Ve. 5
Ginobili, Arg 4
Parker, Fra 4
Wennington e
Fox, Can 3
Kukoc, Cro 3
Logley, Aus 3
LE ULTIME
FINALI
2014: San
Antonio-Miami
4-1. 2013: San
Antonio-Miami
3-4. 2012:
Oklahoma CityMiami 1-4,
2011: DallasMiami 4-2.
2010: LA
Lakers-Boston
4-3. 2009: LA
Lakers-Orlando
4-1. 2008: LA
Lakers-Boston
2-4. 2007: San
AntonioCleveland 4-0.
2006: DallasMiami 2-4.
2005: San
AntonioDetroit 4-3.
2004: LA
Lakers-Detroit
1-4. 2003: San
Antonio-New
Jersey 4-2.
2002: LA
Lakers-New
Jersey 4-0.
2001: LA
LakersPhiladelphia 4-1.
2000: LA
Lakers-Indiana
4-2. 1999: San
Antonio-New
York 4-1.
36
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
BASKET FINALE SCUDETTO: OGGI GARA-2
Gentile: «Siena cotta?
Sì, come un anno fa...»
L’ala di Milano: «Anche la scorsa stagione partimmo
bene e poi ci eliminarono. Sono duri e vanno temuti»
VINCENZO DI SCHIAVI
MILANO
Fa il capitano-pompiere
Alessandro Gentile. Troppi i
rospi ingoiati in passato per
edificare certezze sulla mattonella costruita in gara-1. Troppe volte le vittorie hanno
pompato certezze quando in
realtà erano solo miraggi. La
memoria impone a Milano un
atteggiamento circospetto e
guardingo in attesa di gara-2,
questa sera, in un Forum al
quarto tutto esaurito consecutivo: «Calma — abbozza Gentile —, Siena ha tanti buoni
giocatori e non possiamo certo giudicarli per una gara andata male. Reagiranno, lo so,
come hanno fatto l’anno scorso. Nei quarti vincemmo la
prima di oltre 20 punti, la seconda solo di due con un canestro allo scadere e poi sappiamo tutti come è andata a finire. Non mi fido, vanno temuti e noi non possiamo
rilassarci nemmeno per un secondo».
Leader E Gentile non si è
mai rilassato in questi playoff.
Punti e assist, soprattutto. Da
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Pistoia, arma tattica micidiale
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nella lunga maratona contro
Sassari. In gara-1 con Siena ha
fatto il giocatore di sistema lasciando tutta la scena allo spiritato Curtis Jerrells: «Sono
contento per lui, ha giocato
benissimo, i suoi tanti tiri da
fuori hanno spaccato il match,
vedeva il canestro grande come una vasca da bagno, ce ne
siamo accorti subito e lo abbiamo assecondato». Sulle tri-
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Futuro La priorità del capitano EA7 è togliere lo scettro a
Siena «ma non deve essere un
ossessione. Non facciamone
una malattia, sappiamo tutti
quello che dobbiamo fare».
Poi si parlerà anche del suo futuro. Il contratto scade l’anno
prossimo, ma il 30 giugno può
liberarsi per andare in Nba.
Molto dipenderà dalle scelte
6.7
13.9
Media voto Gazzetta
Alessandro Gentile è il miglior
giocatore di Milano nei playoff
secondo la nostra media voto
4
LA
SERIE
S
Stasera
c’è gara-2
Ore 20.30
al Forum
Le finali
scudetto si
giocano al
meglio delle
partite con la
formula 2-2-11-1. Da gara-2 in
poi tutte le
partite si
giocheranno alle
20.30 con
diretta su Rai
Sport 2
Gara-2
oggi a Milano
Media punti playoff
Gentile è il 2° marcatore
di Milano nei playoff dietro
a Keith Langford (15.9)
ple di Jerrells e sulla difesa
EA7 si sono sgretolate le certezze di Siena. «Dobbiamo ritrovare il nostro gioco di sistema» ha postulato Marco Crespi, a caldo, stigmatizzando la
brutta serata al tiro figlia anche dell’emozione, la tassa
che spetta ai neofiti, visto che
della Siena dominante dell’ultimo lustro è rimasto solo capitan Ress. Ma l’Mps ha pure
dimostrato di saper fare la faccia feroce: «In gara-1 abbiamo
messo in campo il doppio dell’energia rispetto a loro — diRAGIONIERE pensionato trentennale
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del draft in programma a New
York il 26, vigilia peraltro di
un’eventuale gara-7. Giorni
intensi per il giovane talento
azzurro, che all’inizio dei
playoff aveva spalancato tutte
le porte: «Del futuro parleremo con la società, a bocce ferme, facendo le valutazioni del
caso in un senso o nell’altro».
Livio Proli (che stravede per
lui) vorrebbe farne il perno
della Milano del futuro. Ma c’è
un tempo per tutto. Ora siamo
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MERCATO
Pistoia-Moretti: sì
Pistoia ha ufficializzato Paolo Moretti anche per la prossima
stagione. Reggio Emilia è alle prese
col caso Andrea Cinciarini: il play
ha chiesto un adeguamento più
l’estensione del contratto che scade l’anno prossimo. Se non dovesse esserci la fumata bianca il play
rimarrà comunque a Reggio fino
alla scadenza del contratto.
EUROCHALLENGE
Caserta rinuncia
Caserta non parteciperà all’Eurochallenge «per non vanificare gli immensi sforzi sostenuti per il
risanamento societario».
Eventuale
gara-6
mercoledì 25
a Siena
Eventuale
gara-7
venerdì 27
a Milano
Zandalasini a Schio
(fr.vell.) La giocatrice più
ambita d’Italia cambia casacca:
Cecilia Zandalasini, ala di 1,82 del
1996, approda dove merita: a
Schio. Il Famila campione d’Italia se
l’è assicurata in prestito per un anno perché Cecilia, fino a ieri al Geas
Sesto San Giovanni, si è riservata
l’opportunità di scegliere se, dopo
la maturità scolastica, andare negli
Stati Uniti. E’ stato il tecnico spagnolo del Famila a insistere per
Zandalasini. In un progetto di ringiovanimento che vede anche l’arrivo del play Giulia Gatti da Ragusa,
del pivot croato Sliskovic e la conferma di Honti. Proprio Ragusa, finalista quest’anno, ha preso Nadalin da Schio, Cinili e Gorini e perso
Micovic (Cagliari dove va anche il
play ex Ragusa Soli) e Malashenko.
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stato molto positivo, ma ora ci
aspetta una gara-2 molto dura. Siena ha orgoglio e vorrà
metterci in difficoltà con diverse armi, tipo la zona, che in
gara-1 hanno usato solo a
sprazzi. E poi i playoff giocati
a distanza di 48 ore sono un
po’ una roulette: i cali possono
arrivare improvvisi, quando
meno te l’aspetti».
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MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
37
NUOTO ALL’ANIENE PER IL LIBRO DI MAGNINI
Federica pronta
ai lavori forzati
per i 400 verità
Taccuino
Meynard arrestato
in Brasile: marijuana
(al.f.) Il velocista francese
William Meynard è stato arrestato a
Rio de Janeiro: la polizia militare ha
trovato il 26enne di Marsiglia in possesso di due dosi di marijuana (circa 30 grammi) intorno alla mezzanotte. Al momento dell’arresto, il
campione del mondo della 4x100 sl
a Barcellona ha tentato di corrompere gli agenti.
Da oggi in Francia agli ordini di Lucas: «Mi farà
morire. Bari, Berlino e deciderò se farli o lasciarli»
ARCOBELLI-PASQUALI
La tentazione è St.Tropez, ma c’è poco da divertirsi:
a Port Grimaud, Federica Pellegrini da oggi a venerdì 27
giugno si sottoporrà alle torture di Philippe Lucas, l’allenatore che la dirige a distanza (esegue Matteo Giunta), il massacratore che lei non vede dall’oro europeo in vasca corta di
dicembre a Herning. Due settimane di carico, per poi tornare
a gareggiare il 28 e 29 giugno a
Bari. Sono giorni-chiave per
Fede, soprattutto perché sarà il
momento in cui oltre a nuotare, Fede si confronterà sui piani a lungo termine, ovvero i
Giochi di Rio 2016. «Dopo Berlino tireremo una riga, decideremo se abbandonare o meno i
400 stile libero», specialità in
cui Fede è stata due volte campionessa mondiale, quinta a
Londra e Pechino, ed è tuttora
primatista mondiale (prima
donna sotto i 4 minuti). Già,
trema pure il suo primato: perchè l’americanina Katie Ledecky, sua erede iridata nella
specialità, ha fretta di cancellare quel 3’59”15 che resiste dal
2009. «Per ora non mi sembra
stia volando, ma il record è certo nei suoi piani già quest’anno». Fede li nuoterà a Bari, li
nuoterà quasi certamente a
Berlino: «Anche di questo parlerò con Lucas: l’unica certezza
saranno i 200 sl, e proprio per
non compromettere questa gara c’è da analizzare a fondo il
tema 400». Lucas ritiene che
nei 400 ai Giochi Fede può avere più chance che nei 200, Fede
ha i 200 come chiodo fisso ben
sapendo che due gare olimpiche sono un’opportunità doppia per il podio. La gara secca è
un rischio: come ha insegnato
Pechino 2008. «Vedremo, appunto, dopo Berlino»: dove
l’attendono le Muffat, Belmonte, Friis e via dicendo, per la serie non sarà facile neanche vincere l’Europeo di questi tempi.
Presentazione Pensieri che
anche ieri hanno accompagnato Fede, alla vigilia della partenza per la Francia ed in occasione della presentazione romana del libro di Filippo
Ultimi pass europei
Il risultato degli
Europei decisivo
per il piano 2016:
in questi giorni ne
parlerà a Philippe
Filippo Magnini, 32 anni ex iridato, e Federica Pellegrini, 25, olimpionica
«Beyond my water» all’Aniene,
presente il presidente del Coni,
Giovanni Malago: «I riscontri
importanti li avrò tra due settimane a Bari. Vedrò di regalare
una bella prestazione anche ai
tanti appassionati. Mi è dispiaciuto non aver potuto fare il
test nei 200 dorso, perché avevo buone sensazioni. Comunque ho provato a parare il colpo insieme alla Hosszu: è stato
divertente, un siparietto simpatico. A cena con i miei mi sono tornati in mente i giorni dei
Mondiali di Roma 2009, quando con la mia famiglia stavamo
ogni tanto insieme. Sfidare Filippo in acqua? Sui 100 e 200
non ci sarebbe storia, sui 400
ce la possiamo giocare, ma sugli 800 lo batto di sicuro!». Interviene anche Malagò: «Quello che ha fatto Federica dome-
DORSISTA DEL VIETNAM
CHIEDE DI ALLENARSI
CON L’AZZURRA
nica, scendendo in acqua la sera fa capire come ragiona e
come è fatta. Tutti se ne sarebbero andati a farsi la doccia dopo l’annullamento, lei invece è
rimasta e dopo un’ora e mezza
si è fatta cronometrare a mano
la prestazione».
«Fede,
mi fai allenare
con te a
Verona?». La
richiesta,
inattesa, è
arrivata dalla
miglior dorsista vietnamita, Thi Anh
Vien, che gareggia nei 200 dorso e
sta preparando i Giochi asiatici.
Matteo Giunta ci ha pensato a
lungo, ma i continui spostamenti da
ora agli Europei costringono la
Pellegrini a declinare la richiesta.
Staffetta Più preoccupato è
apparso l’ex bicampione del
mondo dopo la finale del Settecolli in proiezione Berlino:
«La costruzione della staffetta
veloce? Il c.t. Butini troverà la
soluzione. Certo che è un peccato per quei ragazzi che volevano cercare la qualificazione
individuale e non ne hanno
avuto la possibilità. Magari
verrà data loro un’altra occasione o verranno presi in considerazione i tempi di Riccione».
clic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Oltre a Pellegrini-Magnini in
Francia, il gruppo Paltrinieri-Dettitorna in altura a Sierra Nevada. Tra
Budapest, Bari, Milano-Torino, Vichy e gli Assoluti dell’1-2 agosto
verranno definiti gli ultimi pass soprattutto in chiave staffetta (saranno promossi velocisti come Leonardi e Orsi, che firma fino al 2017
per l’Akron, il brand di Domenico
Fioravanti). L’Italia di Butini a Berlino
sarà di circa 40 elementi. I qualificati individuali per gli Europei (1824/8). Uomini: Ciccarese, Bonacchi, Pesce, Detti. Paltrinieri, Dotto,
Turrini, Codia, Mencarini, Pizzetti,
Pavone, Pizzini, D’Arrigo, Magnini,
Toniato. Donne: Barbieri, Pellegrini,
Pirozzi, Polieri, Di Pietro, De Ascentis, Celli, Caramignoli, Mizzau, Bianchi, Fissneider, Castiglioni, Ferraioli, Ponselè, Masini Luccetti (4x200),
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Il cinese Zetao: 48”46
(al.f.) Ai Mondiali militari di Tenero (Svi), il cinese Ning Zetao vince
i 100 sl in 48”46 davanti al russo Lagunov (49”82). Uomini: 200 do Diener (Ger) 1’58”40; 50 ra Gomes (Bra)
27”54, Feldwehr (Ger) 27”96; 50 do
Santos (Bra) 23”59; 100 fa Koptelov
(Rus) 52”37; 400 mx Lebherz (Ger)
4’18”56. Donne: 100-200 sl Bonnet
(Fra) 55”65, 1’57”99; 50 ra Brandt
(Ger) 31”30; 50 fa Henique 26”18;
200 fa Jiao Liuyang (Cin) 2’07”91.
ATLETICA OGGI WORLD CHALLENGE IAAF A OSTRAVA
Fenomeno Eaton: adesso è re anche dei 400 hs
Lo statunitense, da anni dittatore del decathlon, si sta cimentando in un 11a specialità: stasera proverà a scendere sotto i 49”00!
ANDREA BUONGIOVANNI
Lo ha sostenuto anche
Usain Bolt dopo i Giochi di
Londra 2012: «Il più grande di
tutti noi è Ashton Eaton». Oggi, il giudizio, potrebbe persino venir rafforzato. Perché il
26enne statunitense, da allora,
ha ulteriormente dato lustro al
proprio straordinario curriculum. Basta dire che mai, prima di lui, nella storia dell’atletica, c’è stato uno specialista
delle prove multiple contemporaneamente in possesso dell’oro olimpico, di quelli iridati
outdoor e indoor e dei primati
mondiali all’aperto e al coperto? No, non basta. Perché l’uomo dell’Oregon, in queste settimane, sta aggiungendo altre
perle. Siccome dieci specialità
son poche, ne ha aggiunta
un’undicesima. La più dura di
tutte: i 400 ostacoli. E, neanche a dirlo, sta volando.
Motivazioni «Avevo bisogno
di una pausa dal decathlon –
ha ribadito ieri a Ostrava, dove
stasera sarà una delle tante
stelle del 53° Golden Spike,
tappa del World Challenge Iaaf
– è stata una buona scelta e sta
già ripagandomi. Quando tornerò, pensando ai Mondiali di
Pechino 2015 e all’Olimpiade
di Rio 2016, avrò di nuovo
grandi motivazioni. Intanto
questo è il miglior modo per rimanere allenato: i 400 possono essere di lavoro per qualsiasi specialità, aggiungendoci gli
DECATHLETI SUI 400 HS
A. EATON (USA) 9039
S. MAILLARD (FRA) 7562
A. SILVA (URU) 7641
S. RODGER (GB) 7200
V. HOUSTON (BAR) 7777
la guida
49”07
49”10
49”16
49”19
49”21
Torna Bondarenko
Poi Gatlin e la Felix
E c’è Lavillenie
I SUOI DIECI PERSONALI
100
400
1500
110 HS
ALTO
ASTA
LUNGO
PESO
DISCO
GIAVELLOTTO
DECATHLON
10”21 (2012)
45”64 (2013)
4’14”48 (2012)
13”35 (2011)
2.11i (2010)
5.35i (2014)
8.23 (2012)
15.40 (2013)
47.36 (2011)
66.64 (2013)
9039 (2012)
ostacoli diventano ancora più
completi. E le novità, facendoti
uscire dalla routine, aiutano a
rimanere concentrati. Alla fine
della scorsa stagione ero stanco anche mentalmente. Ora ho
già recuperato e mi sento pronto a combattere fino al 2020,
quando avrò 32 anni».
Fenomeno Non che nel mentre non si stia togliendo soddisfazioni... Vinto a inizio marzo
il secondo titolo mondiale consecutivo nell’eptathlon in sala,
negli ultimi due mesi, sui 400
hs, s’è esibito cinque volte. Dopo due 50”01, è sceso a 49”69.
Ashton Eaton, 26 anni, vince i 400
hs nella tappa di Diamond League
di Oslo di mercoledì scorso in
49”16, a 9/100 dal personale AFP
«Ero stanco,
avevo bisogno di
novità. Questa
scelta mi sta già
ripagando»
In cinque gare da
50”01 a 49”07,
primo decathleta
a vincere in
Diamond League
Quindi, nove giorni fa, a Hengelo, è esploso a 49”09 («record» per un decathleta come
da tabella qui sopra, oltre che
l’11 a prestazione mondiale
2014 e inferiore di 1”38” alla
migliore italiana...), mentre
mercoledì scorso, a Oslo, con
49”16, è diventato il primo
specialista delle prove multiple a imporsi in una gara di una
tappa di Diamond League, precedendo anche un big come il
sudafricano LJ Van Zyl, bronzo
mondiale a Daegu 2011.
Polivalenza «L’obiettivo immediato – spiega – è scendere
sotto i 49”00». Nonostante
personali di 45”64 sui 400 e di
13”35 sui 110 hs (crono ribadito e Eugene il 31 maggio, a
conferma che la «cura» sta funzionando), non molti erano
pronti a scommettere su tempi
così eccelsi. Ma il ragazzo –
marito della canadese Brianna
Theisen, vice campionessa
olimpica dell’eptathlon che a a
Gotzis ha recentemente portato il personale a 6641 punti –
ha doti da velocista, enormi
qualità tecniche e pure doti di
resistenza. Forse Bolt aveva ragione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cast del meeting di Ostrava è degno
(se non in certi casi superiore) a tappe
di Diamond League. Bohdan Bondarenko, dopo il fantastico 2.42 di sabato
a New York, torna nell’alto e, come ogni
volta che gareggia, c’è profumo di record del mondo. A stimolarlo l’ucraino
connazionale Andriy Protsenko (2.35 a
New York). Nella velocità Justin Gatlin
sui 100, imbattuto in sette uscite stagionali («Voglio far meglio del 9”87 di
Pechino» promette), LaShawn Merritt
nei 400 e Allyson Felix nei 200, dopo il
ritorno alla vittoria di Oslo. Nei 110 hs
fari sui cubani Yordan O’Farill e Dayron
Robles, che qui nel 2008 fece il record
del mondo con 12”87, sul giamaicano
Hansle Parchment e, soprattutto, sul
francese Pascal Martinot-Lagarde. Nei
400 hs donne c’è Kemi Adekoya, nigeriana del Bahrein. Annunciati tre tentativi di migliori prestazioni mondiali: degli etiopi Mo Aman nei 1000 e Genzebe
Dibaba nei 2000 e della keniana Florence Kiplagat nell’ora e nei 20.000. Nei
3000 il connazionale Caleb Ndiku. Nei
concorsi anche Renaud Lavillenie nell’asta (all’aperto sei successi su sei e
un top di 5.92), lo statunitense Kurt Roberts nel peso e i cechi Vitezslav Vesely e Barbora Spotakova nel giavellotto. Ieri, nel tradizionale aperitivo, doppia miglior misura mondiale 2014 nel
martello: 81.57 dell’ungherese Krisztian
Pars, 78.00 della tedesca Betty Heidler.
Uomini. Martello: 1. Pars (Ing) 81.57
(m.p.m. ‘14); 2. Nazarov (Tag) 80.62; 3.
Fajdek (Pol) 79.65; 4. Lomnicky (Slk)
77.91; 5. Bigot (Fra) 77.76. Donne: Martello: 1. Heidler (Ger) 78.00 (m.p.m. ‘14); 2.
Wlodarczyk (Pol) 76.41; 3. Klaas (Ger)
74.61; 4. Hrasnova (Slk) 74.39.
In tv: diretta Eurosport 2, ore 18.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
GOLF US OPEN
NON ESULTA, NON HA UNA FIDANZATA, FA COLAZIONE DA STARBUCKS
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO LOPES PEGNA
PINEHURST (North Carolina, Usa)
Martin Kaymer non esulta saltando su e giù come molti dei suoi predecessori che
hanno conquistato lo Us
Open. Nessun pugno roteato a
tagliare l’aria bollente del
North Carolina, come Tiger
Woods. Non bacia con passione né moglie né fidanzata
(non ce l’ha), come Webb Simpson due anni fa. No, il tedesco che ha preferito la solitudine del golf al calcio (giovanili del Fortuna Düsseldorf),
le braccia le abbassa improvvisamente come se gli avessero
tolto le pile e si fosse sfilato
dalle spalle uno scimmione
enorme. Per quattro giorni è
stato una specie di robot: primi due giri a passo di record
(doppio 65), mai successo in
un Major. Gli altri due meno
perfetti, ma sempre in testa
«wire-to-wire», dall’inizio alla
fine: ottavo della storia a riuscirci. Un vantaggio finale sui
secondi in classifica, Erik
Compton, l’uomo dei tre cuori
(dopo due trapianti), e Ricky
Fowler, famoso per le mise coloratissime, di otto colpi: superato solo da altri tre giocatori.
Ma quale Bingo Un robot, appunto. Che ha fatto a fettine
uno dei campi più temuti del
golf, vincendo il suo secondo
Major in carriera a 29 anni.
Ma quelle braccia abbassate e
gli occhi umidi sono un «body
language» inconfondibile che
vale più di mille parole. Così
spiega quello che nelle ore
precedenti non ha potuto rivelare: «Dopo aver conquistato il
Pga Championship, non volevo essere ricordato come il ragazzo fortunato che ha centrato il bingo alla lotteria. Questo
trionfo mi toglie un peso enorme perché ho avuto la conferma che posso vincere ovunque
e mette a tacere tutti quelli che
avevano dubitato di me».
Tanti. Soprattutto in Germania. Perché Kaymer era
andato di fretta. La sua era
stata un’ascesa pazzesca:
professionista nel 2005; nel
2006 era già sul Tour europeo;
nel 2008 aveva vinto Abu Dhabi. Nel 2010 si era aggiudicato
il primo Major e nel 2011 era
salito a numero uno del mondo. Poi si era inceppato. Aveva
deciso di ricostruirsi lo swing
del drive e non ne aveva più
azzeccata una. Era andato in
bianco per 29 tornei consecutivi nell’arco di 18 mesi, prima di riemergere due settimane fa in Florida. Nonostante sia ormai sprofondato al 63° posto
nel ranking mondiale,
271
34
Lo score di Kaymer
È il secondo più basso nella
storia dello Us Open. Primato
di McIlroy col 268 nel 2011
Vincitori stranieri
Sono 34 i campioni Us Open
non statunitensi in 114 edizioni
del torneo. Otto nelle ultime 11
Il re solitario
Kaymer zero eccessi
«Vinco con il silenzio»
In testa dal via, il tedesco trionfa con otto colpi di vantaggio
«Scelsi il golf perché non volevo parlare con i compagni»
In alto e sotto,
Martin
Kaymer, 29
anni. É al
secondo Major
vinto: nel 2010
aveva trionfato
al Pga
Championship
AP/EPA
conquista il The Players, considerato il quinto Major.
per migliorare concentrazione e flessibilità e che non tocca neppure un goccio di birra.
Anni di distrazioni Gli occhi
sono umidi mentre abbraccia
il suo fedele caddie sul green
della 18, perché pensa a sua
mamma morta nel 2008 di
cancro, quindici giorni dopo
averle portato in ospedale la
coppa vinta al torneo di Monaco. Per lei ha stampato sulla
sacca un girasole, il suo fiore
preferito. Ora la coppa che accarezza è quella d’argento dello Us Open. La stringe forte a
sé, mentre racconta l’incubo
di questi ultimi anni: «Nel
2010 non avevo compreso
che cosa mi fosse capitato.
Fui colto persino di sorpresa dal mio successo.
Rimasi travolto dalle attenzioni dei media. Tutte
quelle domande sul cambio di swing non le tolleravo
più. Mi annoiavano e non sapevo dare e darmi spiegazioni. E soprattutto non riuscivo
più a vincere: troppe distrazioni per giocare bene». Un
colpo durissimo per lui che è
un perfezionista, maniaco del
fitness al punto da fare yoga
Da Starbucks Quando dovet-
te scegliere fra calcio e golf
disse: «In una squadra devi
parlare ai compagni e all’allenatore e invece io amo il silenzio dei green». Solitario e schivo, dunque: «Come dite? Sono
una leggenda come Bernhard
Langer (primo tedesco a vincere un Major, ndr) e Boris Becker? Sono lusingato, ma mi
pare eccessivo». Lui che gli eccessi non li sopporta e domenica ha fatto colazione da
Starbucks. Ma anche solare e
simpatico. Per dire, il suo idolo era il sudafricano Ernie Els:
«Oltre che per il suo gioco, mi
piaceva perché in campo sorrideva sempre». Così chiude
con una battuta: «Perché se
sono annoiato dalle vostre domande non faccio come altri
colleghi e rispondo a monosillabi? Perché voglio spiegarmi
bene ed evitare che scriviate
delle cavolate». Per uno misurato come lui, una botta di vita.
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L’AZZURRO A +6
Molinari chiude 23o
«Un passo avanti»
Francesco Molinari si è
piazzato 23° (+6), migliorando il
personale allo Us Open, che era
un 27° posto al debutto nel
2009 (29° nel 2012 e tre tagli).
Dice: «Un leggero passo in
avanti, magra consolazione».
Ha un pizzico di rammarico,
perché dopo il 6° posto del
primo round e il 14° dopo gli
altri due, ambiva ad arrivare più
in alto. Spiega: «L’ultimo è stato
il giro peggiore. Un peccato,
perché ero partito bene nelle
primissime buche. E’ stata una
settimana abbastanza positiva.
Un’esperienza da mettere nel
bagaglio. Fra sabato e
domenica, però, potevo fare di
più». Ora ha la certezza di
poter competere sul circuito
americano, di cui ha già la
carta temporanea, dalla
prossima stagione. E l’obiettivo
sarà anche quello di far punti
per la Fedex Cup.
4 Appunti
MICKELSON
SOLO 28o DA GIOVEDÌ
S
Compton e
Fowler a -1
Stenson è
quarto
Così nel 114° Us
Open a
Pinehurst (par
70), in North
Carolina:
1. Kaymer (Ger,
65 65 72 69) -9;
2. Compton (72
68 67 72),
Fowler (70 70 67
72) -1;
4. Day (Aus, 73
68 72 68),
Stenson (Sve,
69 69 70 73), D.
Johnson (69 69
70 73), Koepka
(70 68 72 71),
Bradley (69 69
76 67) +1;
9. Walker (70 72
71 69), Scott
(Aus, 73 67 73
69), Snedeker
(69 68 72 73)
+2;
12. Kuchar (69
70 71 73), Na (68
69 73 73), Siem
(Ger, 70 71 72
70), Rose (Ing,
72 69 70 72),
Furyk (73 70 73
67) +3;
17. Poulter (Gb,
70 70 74 70) +4;
23. F.
MOLINARI (69 71
72 74), McIlroy
(N.Irl, 71 68 74
73) +6;
28. McDowell
(N.Irl, 68 74 75
70),
Mickelson (70 73
72 72) +7;
35. Garcia
(Spa, 73 71 72
72) +8;
40. Z. Johnson
(71 74 72 72) +9
Tocca alle ragazze
Sergas al via
Giulia Sergas 34 anni GETTY
Per la prima volta lo Us
Open femminile si disputerà sullo
stesso campo degli uomini. A
Pinehurst N° 2, però, da giovedì le
donne affronteranno un par 72
invece che 70 e un percorso
leggermente più corto. È un
esperimento, accolto con
entusiasmo dal tour maschile,
che potrebbe proseguire anche in
futuro per dare più visibilità alle
ragazze. Il vincitore, Martin
Kaymer, era entusiasta: «C’è una
bella atmosfera. Ci godiamo la
vista, alcune di loro sono molto
carine». Un’occasione anche per
Francesco Molinari di salutare
l’italiana Giulia Sergas, unica
azzurra al via. Ma la grande
protagonista mediatica dei
prossimi giorni sarà la bambina di
11 anni di origine cinese, Lucy Li,
la più giovane della storia a
qualificarsi per uno Us Open.
CHALLENGE TOUR
Gagli e Rota
terzi in Francia
Lorenzo Gagli (72 71 68 71) e
Andrea Rota (69 69 72 72), con
-2, hanno chiuso al terzo posto il
Najeti Open di Lumbres (Fra, par
71), torneo del Challenge tour
vinto dallo spagnolo Jordi Garcia
Pinto con -7 (71 65 71 70).
Alessandro Tadini 12° con +1,
Filippo Bergamaschi 32° a +4,
Matteo Delpodio 38° a +5; non
aveva superato il taglio Quintarelli.
DOMANI A FUBINE
Il Piemonte
agli stati generali
Domani il golf club Margara
di Fubine (Alessandria) ospita gli
stati generali del golf in Piemonte:
«Fare sistema per vincere la
sfida». Dalle 11 interverranno il
presidente federale Franco
Chimenti, il n.1 del comitato
piemontese Marco Francia, oltre
a rappresentanti di istituzioni,
sponsor e dei circoli del territorio.
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TUTTENOTIZIE & RISULTATI
TENNIS
I TORNEI SULL’ERBA
Eastbourne:
con la Schiavone
ora sono 5 azzurre
Francesca Schiavone
riscatta il ko del Roland Garros
contro la croata Tomljanovic,
eliminandola nell’ultimo turno delle
qualificazioni sull’erba di
Eastbourne. E’ in tabellone con
Pennetta, Errani, Vinci e Giorgi.
Primo turno, donne (524.000):
Pavlyuchenkova (Rus) b. A.
Radwanska (Pol) 6-4 3-6 7-6 (4);
Vesnina (Rus) b. Peng (Cin) 6-3 64; Kerber (Ger) b. Riske (Usa) 7-6
(6) 6-4; uomini (500.000):
Simon (Fra) B. Guccione (Aus) 7-6
(2) 6-4; Klizan (Slk) b. Delbonis
(Arg) 6-4 6-4; Kamke (Ger) b.
Evans (Gbr) 6-2 6-3; Chardy (Fra)
b. Karlovic (Cro) 6-4 6-4.
ENTRA LORENZI Virus intestino:
a Del Bosch (Ola, 426.000),
Ferrer rinuncia, Lorenzi entra in
tabellone come lucky loser.
PER WIMBLEDON Qualificazioni,
1° turno: CIPOLLA b. Granollers
(Spa) 6-1 6-1; Maceiras (Spa) b.
GIUSTINO 6-2 7-5; BOLELLI b.
Texeira (Fra) 6-3 6-2. ARNABOLDI
b. VIOLA 6-3 4-6 6-0; Wang (Tai)
b. FABBIANO 2-6 6-3 6-1.
PALLAVOLO/1
INTANTO L’ITALIA E’ IN RITIRO
Ufficiale: Caterina
Bosetti giocherà
al Galatasary
(a.fr.) Caterina Bosetti
tramite Twitter e Facebook
annuncia ufficialmente che il
prossimo anno (dopo una
stagione in Brasile) giocherà al
Galatasaray Istanbul la squadra di
Massimo Barbolini. Intanto l’Italia
di Marco Bonitta ha iniziato ad
allenarsi a Boario in vista dei
Mondiali. Al lavoro con il ct ci
sono 17 azzurre.
BRASILIANO (s.cam). Secondo
acquisto brasiliano per la Cmc
Ravenna: dopo l’opposto Renan
Buiatti arriva, con contratto
triennale, il nazionale juniores
Enrico Zappoli, classe 1995,
martello-ricevitore.
A PIACENZA (m.mar) C’è ancora
incertezza sul futuro della
panchina di Piacenza (domani si
chiudono le iscrizioni). Monti (che
ha ricevuto offerte dall’estero) ha
dichiarato a più riprese che
rimarrebbe volentieri, ma al
momento le parti sono piuttosto
distanti. Molto probabile il rientro
in Emilia di Jacopo Massari,
schiacciatore di proprietà del
Copra Elior che nelle ultime due
stagioni si è messo in luce a Città
di Castello. Andrebbe a rinforzare
un reparto che al momento conta
sulla coppia Zlatanov-Papi.
DONNE (f.c.) Vicenza s’è
assicurata la schiacciatrice Elisa
Cella, nelle ultime due stagioni
prima in Polonia e poi in Francia.
Soverato e coach Breviglieri,
dopo quasi 4 anni di matrimonio,
si separano. In Calabria potrebbe
giungere Emanuele Sbano, ex
Despar Perugia.
PALLAVOLO/2
A BARI PER LE GARE DI CARTELLO
Molfetta in A-1
con Di Pinto
(f.v.) Sarà Vincenzo Di
Pinto, 55 anni, originario di Turi a
guidare l’Exprivia Molfetta nella
prossima A-1. Sostituirà
l’argentino Cichello (ora in Qatar).
La società pugliese, l’unica del
meridione, che domani
presenterà la domanda di
ammissione, disputerà le gare
interne al palaPoli (capienza 2000
posti). Per le gare di cartello la
squadra potrebbe andare a
giocare al PalaFlorio di Bari, con
una capienza di 5000 posti, in
occasione degli incontri di
cartello.
ARRAMPICATA
VELA LA CLASSICA TARGATA ROLEX
Giraglia, festa del mare
C’è il ritorno di Onorato
Prima giornata di
regate costiere in
attesa della lunga
con Casiraghi
Ecco i Mascalzoni
FEDERICA COCCHI
ST. TROPEZ (Francia)
Ritorno Per Mascalzone Latino si tratta di un ritorno alla
vela d’altura oltre alle mille
avventure tra monotipi e
America’s Cup. Per l’occasione Onorato, che la regata organizzata dallo Yacht Club
Italiano l’ha vinta nel 1997, ha
IPPICA
IN INGHILTERRA FINO A SABATO
La flotta della Giraglia nella regata di St. Tropez
messo in acqua un 50 piedi
(l’ex Calipso IV) costruito in
Nuova Zelanda. «Questa regata ce l’ho nel cuore - ha detto
l’armatore - ed è sempre una
grande emozione tornare qui
e poi, oltre alla tradizione, c’è
anche il valore sportivo dell’evento che ha dato il via alla
carriera di ottimi velisti».
Grandi Oggi l’ultima costiera, ma la chiusura dell’evento
targato Rolex è per domani alle 12 quando, dalla banchina
di St. Tropez, le barche prenderanno il largo per raggiungere Montecarlo. Un arrivo
speciale, dedicato alla yacht
club monegasco che inaugura
la nuova sede. Anche per questo Pierre Casiraghi, figlio di
RUGBY
Carolina di Monaco e già imbarcato su Maserati di Soldini
per la Cape To Rio, sarà in gara su Esimit, attuale detentrice del record con 14 ore, 56’ e
16”. Nell’equipaggio dell’armatore sloveno Igor Simcic,
anche il tedesco Jochen
Schuemann: tre medaglie
olimpiche nella vetrinetta del
salotto, che insieme a due
Coppa America (con Alinghi)
e svariate regate su Alfa Romeo 2 dell’armatore Crichton,
ne fanno un luminare della
materia salmastra. Esimit
quindi è la barca da battere, la
cannibale dell’altura che ha
già collezionato 29 successi e
si appresta ad agganciare il
30esimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BASEBALL
QUI AZZURRI
Oggi scatta il Royal Ascot, il
meeting più affascinante ed
esclusivo. Cinque giorni ad
altissimo livello, dove si ritrova il
meglio del galoppo mondiale (11
Paesi rappresentati, Australia, Sud
Africa e Usa compresi) e dove si
respira un’atmosfera unica, anche
per la presenza della Regina
Elisabetta che come di consueto
aprirà i giochi con la «Royal
Procession», sfilando in carrozza
salutata dai suoi sudditi. In totale
sono attesi più di 300mila
spettatori per soddisfare i quali ci
saranno ben 330 cuochi. Nel 2013
sono state consumate 51.000
bottiglie di champagne, 174mila
pinte di birra, 5 tonnellate di
salmone e tanto altro. Sul piano
tecnico c’è n’è per tutti i gusti, dalle
prove per gli sprinter a quelle per i
fondisti. In questi 5 giorni (diretta tv
e gioco in Italia) ci saranno 17 corse
di gruppo e verranno distribuite 5,3
milioni sterline (6,6 milioni di euro).
Oggi si parte con tre gruppi 1: le
Queen Anne (m 1600), le St.
James’s (m 1000) e le King’s Stand
(m 1600). Lanfranco Dettori oggi
avrà 3 ingaggi, Andrea Atzeni 4.
Stavolta ci saranno anche due
cavalli italiani: Final Score al via
giovedì nelle Ribblesdale e Dylan
Mouth venerdì nelle King Edward.
La Nazionale, dopo una
notte ad Auckland e quasi due
giorni di viaggio, è da ieri a Tokyo
dove sabato, alle 14 (le 7 italiane)
sfiderà il Giappone nell’ultimo test
del tour estivo. Oggi ripresa degli
allenamenti, giovedì l’annuncio del
XV. L’Italia, nonostante il k.o. a
Samoa, complice la sconfitta
interna del Canada con la Scozia,
resta al 14° posto del ranking Irb,
dove la novità è l ’avanzata di una
piazza di Samoa e Figi (ora 9a e 10a)
e discapito dell’Argentina che ne
perde due ed è 11a. Intanto, anche
in chiave azzurra, una notizia
positiva e una (attesa) negativa:
Luca Morisi, al quale fu asportata
la milza dopo la sfida alle Figi di
novembre a Cremona, martedì
prossimo sarà in raduno con
Treviso, mentre Castrogiovanni
venerdì sarà operato di pubalgia:
stop di tre mesi.
DOPING
PESANTI SANZIONI DEL TNA
Nereo Maserati
sospeso 15 anni
La 1a sezione del Tribunale
antidoping Coni ha inibito per 15
anni Filippo Nereo Maserati (ex
rugbysta), Maria Chiara Borella
(body building) e Fouad Hirate per
18 anni a seguito dell’inchiesta della
Procura di Piacenza sul traffico di
sostanze dopanti. Milan Dasic
(fitness) inibito per 10 anni per una
vicenda analoga segnalata dalla
Procura di Trento. Deferito al Tna,
con richiesta di inibizione a vita, il
dott. Vittorio Emanuele Bianchi, al
centro dell’inchiesta della procura
di Rimini. Chiesta l’inibizione di 20
anni per Guido Papini.
(l.e.) Nel weekend, a Sotteville (Fra), primo 3000 siepi stagionale per Mahiedine
Mekhissi col botto: 8’07”45. A Goteborg
conferma negli 800 di Yeimer Lopez, cubano che vive in Norvegia: 1’43”98 correndo da solo. A Sotteville (Fra) - Uomini.
200 (+0.9): Lehata (Les) 20”57; Vicaut
20”58. 110 hs (+1.9): Xie Wenjun 13”29;
Bascou 13”30; Brathwaite (Bar) 13.30;
O’Farril (Cuba) 13”32; Ortega (Cuba)
13”43. 3000 sp: Mekhissi 8’07”45; Ezzine
(Mar) 8’14”33. Triplo: Reve (Cuba) 17.30
(+4.4). Donne. 100 (+0.9): Lawson (Usa)
11”14; Lalova (Bul) 11”23. Triplo: Gay 14.18
(0.0). A Goteborg (Sve) - Uomini. 200
(+2.7): Guliyev (Tur) 20”42. 800: Lopez
1’43”98. 110 hs (+2.8): Robles 13”30. Giavellotto: Amb 82.71. Donne. Lungo: Jarder 6.84 (+2.3).
PISTA ITALIA (si.g.) A Marcon (Ve). Donne. 200 (+0.5): Fiorese (a) 24”72. 800:
Franzolini 2’06”20. 400 hs: Ila. Vitale
59”34. A Modena. Uomini. 200 (+0.4): Valbonesi 21”38. 800: Bizzotto 1’49”02. Alto:
Grasselli 2.17. A Sesto F. (Fi). Uomini. 200
(-0.5): Delfino 21”33. Martello: Vizzoni
72.75. Donne. 200 (+0.1): Niotta (a)
24”39. 800: Ferdani (a) 2’08”00. Disco:
Salvini 50.90. A Bastia U. (Pg). Donne.
Asta: Lazzari 4.00. A Foggia. Uomini. Giavellotto: Romano 69.27. A Roanne (Fra).
Donne. Disco: 3. Strumillo 51.68.
RITORNO CALÌ (l.m.) A Enna ritorno alle
gare di Vincenza Calì dopo 5 anni: seconda in un 400 in 61”12. «Riprendo – dice
Vincenza ora allenata da Michele Basile,
tecnico di Simona La Mantia – lasciandomi alle spalle un’infinità di infortuni. Tra
due settimane l’esordio sui “miei” 200».
Uomini. 200 (+1.2): Spezzi 21”46.
ARRUOLAMENTI Le Fiamme Oro arruolono Yemaneberhan Crippa (1500), Vito
Minei (marcia), Marco Bortolato (martello), Erika Furlani (alto) e Francesca Massobrio (martello). L’Aeronautica, Yadisleidy Pedroso (400 hs).
MONTAGNA TRICOLORE (g.v.) Prima di
due prove del campionato italiano di corsa in montagna a Oncino (Cn) nel segno
dei gemelli Dematteis e di Elisa Desco.
Uomini: 1. B. Dematteis 56’07”; 2. M. Dematteis 56’39”; 3. Cagnati 57’26”; 4. Chevrier 58’21”; 5. De Gasperi 58’36”. Jr: 1.
Cavagna. Donne: 1. Desco 45’20”; 2. Gaggi 45’57”; 3. Sortini 47’14”; 4. Cardone
48’20”; 5. Iachemet 48’39”. Jr: 1. Torcoli.
ADDIO GWYNN, MR. PADRE
Grave lutto per lo storico Mr Padre per
20 anni a San Diego: è morto a 54 anni di
cancro Tony Gwynn, dal 2007 nella Hall
of Fame e uno dei più amati campioni,
3141 valide e una media-vita di 338 per 8
titoli di miglior battitore della National League, 15 volte All Stars e 2 World Series
disputate, il primo a battere 400 nel ‘94
dopo Ted Willimas nel 1941. Si era ritirato
nel 2001. Intanto per un giorno a 73 anni è
tornato a fare il manager Pete Rose, in
Indipendent League con i Bridgeport
Bluefish.
BEACH VOLLEY
DA OGGI COPPA CAMPIONI
Rimini, S.Marino
e Nettuno
per l’Europa
(m.c.) A Brno e Hoofddorp
scatta la fase eliminatoria di
Coppa Campioni con Rimini, San
Marino e Nettuno, a caccia del
trofeo vinto nelle ultime due
edizioni dal Bologna, che stavolta
non è riuscito a guadagnarsi il
pass. Debutto contro il Senart
per il Rimini, che ha inserito nel
roster per la R.Ceca i lanciatori
Ekstrom e Marquez e il bomber
Romero; rimangono a casa
Salazar, Gonzalez e gli infortunati
Patrone e Chiarini, Mazzanti da
designato. Duello italo-francesce
in Olanda tra Nettuno e Rouen. I
laziali devono rinunciare a Nunez,
ma presentano i lanciatori
Lorenzo e Rodriguez. Il San
Marino, atteso subito da
Solingen, rinuncia alla mazza di
Duran, ma non a quella di
Vazquez; i lanciatori Guerra
(f.Oldman) e Delgado gli altri due
stranieri.
A Brno: Senart (Fra)-Rimini,
Rotterdam (Ola)-Elizavetgrad
(Ucr), Brno (R.Cec)-Buchbinder
(Ger). A Hoofddorp: San MarinoSolingen (Ger), Nettuno-Rouen
(Fra), Hoofddorp Pioners (Ola)Praga.
2017 a Ostrava (R.Ceca) e Helsinki (Fin):
le designazioni per il prossimo Grand
Prix a fine mese.
IPPICA
IERI 13-8-7-4-11 A Follonica (m 1600): 1
Mitico Milar (E. Bellei) 1.14.5; 2 Odeon Jet;
3 Orsini; 4 Origami; 5 Pandaz di Mazval;
Tot.: 1,90; 1,42, 3,94, 3,37 (26,00). Quinté: 2.137,35. Quarté: 200,94. Tris: 81,66.
OGGI QUINTÉ A SAN GIOVANNI TEATINO A Pescara (inizio convegno alle 15.35)
scegliamo Podargo Jet (10), Onda Killer
Gar (16), Marenne Fans (17), Old Fashion
Club (9), Omero Grif (6) e Obelisco Dif (11).
SI CORRE ANCHE Trotto: Firenze
(15.40) e Albenga (15.55). Galoppo: Napoli (16.15).
PALLANUOTO
WORLD LEAGUE Dopo la World League
donne, col Setterosa d’argento, spazio al
torneo maschile che si svolge a Dubai.
Nel girone A ci sono Ungheria, Canada,
Usa e Australia; nel girone B Serbia,
Montenegro, Brasile e Cina. Sabato le finali.
TENNIS
CORAGGIO HAAS Quarta operazione alla spalla per il 36enne tedesco Tommy
Haas, che spera di rientrare nel 2015.
CLASSIFICHE Invariati i primi 10 uomini
(Nadal, Djokovic, Wawrinka, Federer,
Murray, Berdych, Ferrer, Del Potro, Raonic, Gulbis) e le prime 10 donne (Serena
Williams, Li, Halep, A. Radwanska, Sharapova, Kvitova, Jankovic, Azarenka,
Kerber, Cibulkova); italiani: 15. Fognini;
34. Seppi; 81. Lorenzi; 95. (98) Volandri;
132. Bolelli; 141. (145) Cecchinato; 165.
Arnaboldi; 168. (176) Starace; 171. (166)
Fabbiano; 178. (177) Viola; italiane: 12. (11)
Pennetta; 14. Errani; 21. (22) Vinci; 42.
(44) Giorgi; 48. (47) Knapp; 77. (71) Schiavone; 163. (149) Burnett; 184. (183) Brianti; 192. Barbieri; 220. (224) Camerin.
RUGBY
ECCELLENZA (i.m., ro.pa.) Marco Lazzaroni, seconda linea del Mogliano e dell’Italia u. 20, passa all’accademia del Brive, Top 14 francese, per due stagioni. Al
suo posto, dalle Zebre, Michael Van Vuren, sudafricano di passaporto italiano.
Intanto è ufficiale: Franchino Properzi
sarà l’allenatore. Primo straniero alle
Fiamme Oro: dal Cus Torino, il 26enne
sudafricano Martin Thomsen, utility
back. Roberto Mandelli (9 caps azzurri)
sarà allenatore-giocatore a R. Emilia retrocesso dall’Eccellenza, in coppia con
Tommaso Bricoli. Sostituiscono Alessandro Ghini.
TIRO A SEGNO
BASEBALL
Nazionale a Tokyo
Morisi riprende
Castro operato
Via al Royal Ascot
Sfide tra giganti
a casa della Regina
ATLETICA
MEKHISSI E LOPEZ OK
DAL NOSTRO INVIATO
Tra la festa e lo sport,
grandi campioni e semplici
amanti della vela. La Giraglia
Rolex Cup è tutto questo. E
proprio questo la rende uno
degli eventi più amati e partecipati dell’altura. Dopo l’inizio
ufficiale di venerdì notte con
la Sanremo-St.Tropez, ieri si è
svolta la seconda delle tre regate costiere previste. Molte
nuvole e vento debole al via,
dato pochi minuti prima delle
13, poi le condizioni sono pian
piano cambiate con vento fino
ai 20 nodi. Alegre di Olly Cameron ha vinto in tempo compensato nel Gruppo IRC 0,
Mascalzone Latino di Vincenzo Onorato nel Gruppo IRC A,
Milù III di Przemyslav Tarnacki nel Gruppo ORC A.
EUROPEI GIOVANILI Un oro, tre argenti
e 2 bronzi azzurri agli Europei giovanili
nelle specialità Lead e Speed a Edimburgo (Sco). Titolo, nella Lead, per Giorgio
Bendazzoli, vicentino di Bassano del
Grappa, classe 1999. Sempre nella Lead
argento della torinese Asja Gollo (classe
1999).
WORLD TOUR (c.f.) Con le qualifiche
donne si apre oggi il Grande Slam di Berlino (Ger), tappa del World Tour. In lizza
Gioria-Giombini e Mazzulla-Lo Re, che
puntano a raggiungere Menegatti-Orsi
Toth nel tabellone finale. Da domani i gemelli Ingrosso a caccia di un posto già
certo per Nicolai-Lupo e Tomatis-Ranghieri.
BOXE
DI MARI (r.g.) A Montreal (Can) Michelino
Di Mari (2-4-1) è finito ko dopo 1’06” del 1°
round, contro Ayaz Hussain (Can. 1) in un
match previsto sui 4 round. Al Palazzetto
Cupole di Torino, esordio vincente del
superpiuma Fabio Renna(1) contro Silviu
Lupu (Rom. 0-19) battuto sui 6 tempi.
BUNDU (r.g.) A Wolverhampton (Gb) il 1°
agosto, Leo Bundu (30-0-2) difenderà
l’europeo welter contro l’inglese Frankie
Gavin (19), ex iridato dilettanti 2007, battendo in finale Valentino.
VENEZUELA E WORLD SERIES (r.r.) Ci
sarò una franchigia venezuelana rafforzata con pugili cubani nelle World Series
2015. A L’Avana s’è concluso il trofeo
Cardin, il più importante tra le rassegne
in America Latina. I vincitori: 49 kg Quipo
(Ecu); 52 Yong Chang (Cina); 56 Yera
(Cuba); 60 A.Martinez (Cuba); 64 Oliva
(Cuba); 69 Liu Wei (Cina); 75 Correa (Cuba); 81 Gongora (Ecu); 91 Sanchez (Cuba); +91 Toirac (Cuba).
DI FIORE (r.g.) Il 26 giugno a Berkane
(Mar) si affrontano per il Mediterraneo
Wbc vacante, il locale Ahmed Benjeddou
(8-0-2) e Francesco Di Fiore (16-10-3) ex
tricolore superwelter. E’ una rivincita, il
primo marzo per ferita del marocchino,
si ebbe un pari tecnico al nono round.
GHIACCIO
FIGURA Assegnati Mondiali e Europei
COPPA DEL MONDO Italiani lontani dalle
finali nella pistola libera uomini (vittoria
del seerbo Mikec, 3° successo di Coppa,
6° podio) e nella pistola sportiva donne,
dove ha vinto Monika Karsch, tedesca,
alla prima volta sul podio. Uomini. Pistola
libera (50m): 1.Mikec (ser) 562, 194; 2.
Rai Jitu (India) 568, 193.9; 3. Matsuda
568, 172.9; 23. Amore 551; 43. Bruno
541. Donne. Pistola sportiva (25m): 1.
Karsh (Ger) 588, 21, 7; 2. Otryad (Mong)
584, 21, 5; 3. Boneva (Bul) 583, 18. 7; 43.
Genovesi 567; 53. Comi 561.
TRIATHLON
UCCELLARI SECONDO (al.f.) L’azzurro
Davide Uccellari chiude al secondo posto la World Cup di Huatulco (Mes) su distanza olimpica in 2h02’08”, a soli 10” dal
vincitore Taccone (Arg): si tratta del miglior risultato in coppa del Mondo nella
carriera del 22enne modenese. Bene anche Facchinetti (6°) e Barnaby (12°), Stateff 22°.
VARIE
NELL’ESERCITO Da ieri 11 atleti azzurri di
8 discipline sono nel Gruppo Sportivo
dell’Esercito. Sono Simone Sabbioni e
Nicolangelo Di Fabio (nuoto); Gabriele
Foschini e Roberta Marzani (scherma);
Cristiana Rizzelli e Cristina Gaspa
(taekwondo); Aron Caneva (lotta); Chiara Gandolfi (ginnastica); Maria Schiava
(tiro a segno); Gioele Bertolni (ciclismo);
Francesco Maietta (pugilato). Per tutti
anche il grado di caporale.
VELA
MASERATI IN ATTESA
(r.ra.) Giovanni Soldini e il team di Maserati sono negli Usa pronti a partire per la
traversata del Nord Atlantico da New
York a Lizard Point (Gb) 2.925 miglia la
lunghezza del percorso. Lo scafo italiano
è in attesa della finestra meteo favorevole per cercare di battere il record di 6
giorni, 17h52’39” che appartiene dal
2003 a Mary Cha IV. Nel maggio 2012 Maserati aveva già tentato l’impresa, sfumata a causa delle avverse condizioni
meteo.
COOKING CUP (a.fr.) MisterX 3 di Andrea Cavagni ha vinto la 14a San Pellegrino Cooking Cup (40 al via), la regata di
Venezia tra vela e cucina. Il Trofeo San
Pellegrino di miglior chef professionista
a Giuliano Zarantonello (Gargantua),
l’Acqua Panna di miglior cuoco dilettante
a Roberto Lisot (Fiji II), il Missoni per
l’equipaggio più originale a Non solo Ciurma.
40
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
ALTRI MONDI
Il fatto del giorno
DI GIORGIO DELL'ARTI
[email protected]
Svolta nel caso Yara
Fermato un muratore,
padre di famiglia
Come hanno preso
il presunto killer?
Le tappe
del giallo
La scoperta Il 26/11/2010
la 13enne Yara Gambirasio
scompare a Brembate Sopra
(Bg): era stata in palestra dove
praticava ginnastica ritmica
Dopo una estenuante caccia all’uomo, incastrato dal dna
un bergamasco di 44 anni: è il figlio illegittimo dell’autista
di Gorno. Non ha risposto ai pm e ha detto: «Sono sereno»
Un uomo biondo, dagli occhi chiari, piacente, asciutto, muratore in proprio, sposato e con tre
figli, di 44 anni. È lui, secondo gli inquirenti, l’assassino di Yara Gambirasio, la bambina di Bembrate Sopra (provincia di Bergamo) che non è mai
tornata a casa dalla palestra in cui faceva ginnastica artistica. Questo ipotetico assassino si chiama Massimo Giuseppe Bossetti: portato in caserma a Bergamo ieri pomeriggio, e tenuto sotto torchio per tutta la sera, non ha detto una parola.
Come ha spiegato l’avvocato d’ufficio «s’è avvalso
della facoltà di non rispondere». Negando, per
ora, tutto, e dichiarandosi «sereno». I carabinieri
e i magistrati sono però certi di aver messo le mani
sull’uomo giusto. La mamma di Bossetti è stata
effettivamente l’amante di Giuseppe Guerinoni, a
cui diede due gemelli (il presunto assassino ha una
sorella). A questa mamma è stato fatto due volte il
tampone per l’analisi del dna e tutt’e due volte i
risultati hanno detto che sì, la strada delle indagini era giusta. Il dna di Bossetti (estratto con un
espediente: un normale controllo stradale, domenica sera, durante il quale l’uomo è stato sottoposto al test dell’etilometro) è a sua volta identico per
il 99 per cento a quello ricavato dalle macchioline
di sangue trovate sul cadavere di Yara. C’è qualche
cosa di più. Il cellulare di Bossetti risulta tra quelli
che avevano impegnato la cella della zona dove è
avvenuto l’omicidio. Inoltre, Bossetti è nato a Clusone, ma vive a Mapello, e quella sera i cani molecolari puntarono a un cantiere di Mapello dove si
stava costruendo un grande centro commerciale.
Nei polmoni di Yara, infine, è stata trovata polvere
di calce. Proveniente dal cantiere, dove in un primo momento il suo assassino l’avrebbe portata?
Respirata direttamente dai panni dell’uomo, vestito ancora, magari, con la tuta da lavoro? La
moglie di Bossetti è arrivata in questura verso le
20.30. All’uomo è stata sequestrata la macchina,
anche se – ci si chiede – a tre anni di distanza vi
saranno ancora tracce del delitto?
4
IL NUMERO
1298
I giorni
dell’incubo
Dalla scomparsa di Yara a
Brembate Sopra
(Bergamo) il 26
novembre 2010
all’annuncio di
ieri del ministro
dell’Interno
Angelino Alfano
(passando per
il ritrovamento
del corpo
in un campo a
Chignolo d’Isola
il 26 febbraio
2011) sono
passati quasi
4 anni: per
l’esattezza
1298 giorni
1
Che altro si sa di quest’uomo?
Dovrebbe avere un figlio maschio, grande,
avuto da una precedente relazione. Ha due figlie piccole dalla compagna attuale. Le notizie
su di lui si ricavano da Facebook, dove aveva un
profilo e dove postava messaggi d’amore per gli
animali. Per esempio: «Se porgi la mano a una
animale lui avrà un solo modo per dirti grazie:
semplicemente ti amerà». Poi: «Perdona sempre
chi ti ha fatto del male... Passaci sopra» una frase
che vorrebbe essere sarcastica perché messa a
corredo di una foto in cui si vede una macchina
che ha appena messo sotto qualcuno. In un’altra
foto sta sul divano col chihuahua, in un’altra ancora eccolo al mare con la famiglia. Poi si vedono altre immagini di colui che potrebbe aver
massacrato in quel modo un’innocente di tredici
anni e che diffonde la sua tenerezza su cani, gatti, cucciolate. In paese non ci possono credere.
«Un bravo ragazzo». Altri aggiungono in fretta:
«Non è di qua. È arrivato qui e si è sposato con
una del posto».
Il corpo Il 26 febbraio 2011,
dopo tre mesi, viene ritrovato il
cadavere di Yara: è in un campo
a Chignolo d’Isola (Bg), a 10
chilometri dalla sua abitazione
La traccia Gli investigatori,
analizzando i vestiti di Yara,
isolano tracce di dna: sono sugli
slip della 13enne, appartengono
al killer. È il 15 giugno 2011
2
In altri termini. Una persona normalissima.
Come sempre. Il mostro questi uomini ce
l’hanno dentro e lo tengono nascosto a tutti.
3
Potrebbe esserci un errore? La procedura
seguita è davvero implacabile?
Sembrerebbe di sì. Gli inquirenti avevano in
mano solo quelle macchioline di sangue e decisero un test di massa: 18 mila profili di gente che
viveva da quelle parti, perché l’unica decisione a
rischio presa – ma risultato comunque di un ragionamento – fu che il killer doveva essere del
La pista Il dna riconduce
a Giuseppe Guerinoni, morto a
Gorno (Bg) nel 1999 (nella foto,
la lapide). Si cerca un suo figlio
illegittimo. È il 7 marzo 2013
posto. Da questo test di massa saltò fuori il profilo genetico di un ragazzo che frequentava la discoteca di Chignolo e questo profilo genetico
una qualche somiglianza con quello delle macchioline ce l’aveva. Seguendo la traccia, si arrivò
a due zii del ragazzo, il cui profilo risultava ancora più somigliante. Nessuno dei tre soggetti
analizzati era però l’assassino, e tuttavia qualcosa si intravedeva. L’uomo delle macchioline venne alla fine battezzato «Ignoto 1». E si capì che il
padre di Ignoto 1, defunto nel 1999, doveva essere lo stesso dei due zii del ragazzo. La conferma dalla riesumazione del cadavere, chiesta
dalla famiglia.
4
Di ciò i Guerinoni hanno fatto una malattia.
Poveretti, protestavano la vita integerrima di
un uomo che aveva lavorato tutta la vita a far
l’autista su e giù per la Val Brembana. «Ignoto 1»
sarebbe un suo figlio illegittimo. Ma, nonostante le proteste della famiglia, un collega del defunto Giuseppe disse: «Guerinoni mi confidò di
aver avuto un figlio fuori dal matrimonio, da
una donna della Valle con cui aveva avuto una
relazione». È una donna di queste zone? «Sì.
Guerinoni mi disse del fattaccio. Aveva messo
nei guai una ragazza con cui aveva una relazione». L’anno? «Sarà stato il 1962 o il 1963. Lei
non era sposata. Non so che fine abbia fatto la
donna. Il figlio oggi dovrebbe avere una cinquantina d’anni. A Giuseppe non avevo chiesto
più nulla.Secondo me, lei è ancora viva, era più
giovane di noi».
5
Non era il 1962-1963, ma il 1969-70.
Sì. E, se gli inquirenti hanno ragione, «Ignoto
1» adesso ha un nome.
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
41
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@AltriMondiGazza
_UN MISTERO LUNGO QUATTRO ANNI
Vittima e accusato A sinistra, Yara
Gambirasio, 13 anni, trovata morta il 26 febbraio
2011 a Chignolo d’Isola (Bg). Sopra, in una foto
da Facebook, Massimo Bossetti, 44 anni ANSA
«Profilo da predatore
sessuale narcisista
Capace di dividere
vita e perversioni»
L’analisi psicologica del criminologo De Pasquali:
«Può essere lo sfogo alle pulsioni, senza freni morali»
LE INIZIATIVE
E anche lo sport
si era mobilitato
Era un’atleta, Jara,
e il mondo dello sport è stato
vicino alla sua famiglia.
Il 4 ottobre 2013, Brembate
ha ospitato un convegno per
parlare dello sport come
antidoto alla violenza.
Un tavolo di ospiti — tra cui il
presidente del Coni, Giovanni
Malagò e il direttore della
«Gazzetta», Andrea Monti —
proprio per sostenere lo sport
come strumento educativo.
ELISABETTA ESPOSITO
Sul suo profilo Facebook, il presunto killer Massimo Giuseppe Bossetti mostra
l’amore per i tre figli (fotografati più volte anche con la moglie), quello per gli animali (a
partire dal suo chihuahua) e
quello per se stesso (mai un
capello fuori posto). In mezzo
qualche post dedicato alle belle donne e frasi che rilette oggi
fanno spavento. Come questa:
«Ti giudicheranno sia se ti
comporti bene sia se ti comporti male, quindi fottitene,
vivi come ti pare e non dare
importanza a nessuno».
4
IL NUMERO
18
Le migliaia
di test
del Dna
Dalla scoperta
del corpo
di Yara la
scientifica ha
prelevato
oltre 18 mila
campioni per il
test del Dna
«Dissociato» Ma un padre di
famiglia come lui, apparentemente tranquillo, come può
aver ucciso una ragazzina?
Come può aver continuato a
vivere serenamente da quel 26
novembre 2010 a oggi? Per
cercare delle risposte abbiamo
sentito il criminologo Paolo
De Pasquali. «L’eventuale assassino probabilmente non
conosceva Yara, ma una volta
vista potrebbe averla considerata una preda sul piano sessuale: potrebbe averla scelta
per delle caratteristiche, come
l’età, il colore dei capelli e il
fatto che fosse indifesa. Nel
caso, credo l’abbia seguita per
qualche giorno e poi l’abbia
aggredita. Si potrebbe definire un predatore sessuale e anche se non c’è stata violenza, il
liquido seminale sugli slip dimostra che il tentativo è stato
fatto». Ma già allora aveva tre
figli piccoli: perché un pensiero del genere non lo avrebbe
fermato? «C’è una sorta di dissociazione, un doppio binario: da una parte una vita perfetta con famiglia e amici, che
rende questi personaggi “insospettabili”, dall’altro le pulsioni e le perversioni sessuali,
che occupano zone oscure
della personalità e vengono
coltivate di nascosto, manifestandosi magari sul web».
«Consapevole» Come si arriva a un’aggressione del genere? «Se le pulsioni sono combinate con problemi relazionali, magari in famiglia, spesso si cerca uno sfogo. In quel
momento non ci sono più freni
di tipo morale, si diventa incontrollabili. Non credo però
che l’eventuale colpevole puntasse a provare piacere uccidendo, avrebbe voluto possederla sessualmente. Bossetti
potrebbe avere un disturbo
della personalità, ma avrebbe
agito in modo consapevole.
Nel caso, avrebbe continuato
a vivere scindendo le due cose, proprio come il killer di
Motta Visconti. Del resto, a
guardare le foto, sono entrambi estremamente attenti all’aspetto fisico. Sono grandi
narcisisti. Nel caso di Bossetti
si vede anche nelle foto coi cagnolini, vivono per il loro io e
non sono in grado di comprendere gli altri. Tutto quello che
fanno è in funzione del proprio piacere». Un piacere irrefrenabile che potrebbe essere
costato la vita a una 13enne e
la perdita di un padre a tre ragazzini innocenti.
4
NEL MILANESE IL 31 ENNE È CROLLATO DOMENICA NOTTE
L’ORRORE
DI SABATO
S
Il triplice
omicidio
Sono le 23
di sabato, Giulia
e Gabriele
dormono:
Lissi e la moglie
fanno l’amore,
Quando lei
si adagia sul divano, lui prende
un coltello e la
sgozza. Sale al
piano di sopra:
e, prima uccide
la figlia di 5 anni, poi il fratellino di 20 mesi
Partita e
depistaggio
A quel punto
Lissi scende in
cantina (ancora
in mutande), fa
una doccia,
risale, si veste.
Sale sull’auto e
si ferma alcune
centinaia di
metri dopo per
gettare il coltello in un tom—
bino. Raggiunge
in un pub un
amico per vedere gli azzurri
e festeggia per
la vittoria. Alle 2
torna a casa,
inscenando il
ritrovamento dei
corpi e il furto
Torchiato,
si arrende
Lissi viene
subito interrogato e, dopo
aver creduto di
essere riuscito
a depistare,
torna a casa
per riposare.
È richiamato
di notte
in caserma:
mano a mano
che giungono
riscontri,
la sua versione
dei fatti si
sgretola. Fino
alla confessione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Carlo Lissi, 31, con la moglie Cristina Omes, 38, che ha ucciso assieme ai figli.
Nel tondo il coltello, arma del delitto, ritrovato vicino alla casa della coppia ANSA
Stermina i familiari
poi tifa per l’Italia
Confessa il marito
Alla base del massacro l’ossessione amorosa
per una collega. Ha sgozzato la moglie e i bimbi
simulando un furto. «Volevo essere libero»
FILIPPO CONTICELLO
filippocont
Invaghito di un’altra fino
a perdere il senno, fino a sgozzare una famiglia che sembrava
perfetta. E adesso non chiede
sconti: Carlo Lissi vuole passare il resto dei suoi giorni in galera. Questo 31enne, informatico
in una multinazionale di Milano, ha confessato ogni passo
dell’orrore di sabato notte:
mentre l’Italia aspettava solo la
sfida agli inglesi, ha massacrato
Cristina Omes, la moglie
di 7 anni più grande,
poi Giulia e Gabriele, i suoi piccoli di
5 anni e mezzo e
20 mesi. «Voglio
il massimo della
pena», ha urlato
in lacrime alle
quattro di domenica notte, dopo
ore sotto il torchio
dell’interrogatorio. Con
la testa tra le mani, ha confermato il diabolico tentativo di
depistaggio: è stato lui a mettere a soqquadro la sua villetta di
Motta Visconti per simulare una
rapina. Dopo, doccia rapida e
via al pub dagli amici: ha esultato al gol di Marchisio e Balo, felice come tutti. Come niente fosse.
Passione malata Man mano che
si è ricomposto ogni pezzo del
giallo, lo shock ha sconvolto que-
sto piccolo centro tra Milano e
Pavia. Una follia rapida, trasformata in tragedia intorno alle 23,
mentre i piccoli dormivano beati.
Marito e moglie, davanti alla tv
in salotto, hanno fatto l’amore
poi Lissi ha impugnato un coltello, gettato successivamente in un
tombino. Colpi alla giugulare e
all’addome, mentre lei gridava:
«Carlo, Carlo perché mi fai questo?». Poi la violenza sui bimbi
che non si erano nemmeno svegliati. «Una lucidità folle», tale da
far immaginare ai carabinieri la
premeditazione: Lussi ha mostrato freddezza durante la
partita e anche dopo, a
delitto scoperto. Alcuni errori, però,
l’hanno tradito:
aveva detto di
aver tentato di
soccorrere i familiari, ma nulla
di quello che
avrebbe toccato
lungo il tragitto era
sporco di sangue. È
scoppiato del tutto quando gli
investigatori hanno fatto il nome
della collega per cui aveva perso
la testa. Ha confessato le avance
anche esplicite, la passione malata e mai corrisposta diventata il
movente per ammazzare gli ostacoli al nuovo amore: i due bimbi
e la donna. Quella che poco tempo su Facebook fa scriveva : «Ci
sono pochi uomini che aiutano a
equilibrare il tuo mondo... E uno
di quei pochi è con me».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
notizie
Tascabili
Debito da 1,95 miliardi
Disagi nel Centro Sud
La guerra del gas
Mosca gela Kiev:
«Basta fornitura»
Nubifragio a Roma
Il metrò va in tilt
La Procura indaga
L’apertura M5S sulle riforme
La crisi in Ucraina si è
arricchita, ieri, di un nuovo
capitolo politico-diplomatico.
Mosca ha interrotto le forniture
di gas a Kiev. «I due governi
non sono riusciti a risolvere la
controversia sul prezzo del
metano». Lo ha detto il ministro
dell’Energia ucraino, Iuri
Prodan, promettendo che
comunque il flusso del verso
l’Europa proseguirà. Ma la
tensione rimane alta. E gli
scenari futuri nebulosi. È
scaduto, infatti, l’ultimatum
russo e l’Ucraina non ha pagato
gli 1,95 miliardi di dollari di
debito. Per ora la situazione di
flussi, però, è normale. «Alla
Commissione europea non
risultano ancora riduzioni».
Renzi va da Napolitano
Grillo ripete al premier
«Facciamo sul serio»
Matteo Renzi insieme a Giorgio Napolitano ANSA
Dopo l’apertura di Beppe Grillo, che ha
chiesto a Matteo Renzi un incontro per discutere di
legge elettorale, il premier è salito ieri al Quirinale
per parlare con il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano. Il tema: le riforme. Un confronto
necessario prima del colloquio con i grillini, che
dovrebbe svolgersi già in settimana in diretta
streaming, così come richiesto dal Pd e confermato
dal pentastellato Luigi Di Maio: «Porteremo qualche
risultato sui punti condivisi. Pensavamo di far cadere
il governo in un anno, ma non ci siamo riusciti». La
proposta di riforma elettorale dei Cinque Stelle si
chiama «Democratellum» ed è un proporzionale con
una soglia di sbarramento implicita del 3%. In questo
modo chi raggiunge il 40% può avere la maggioranza
dei seggi e governare. La risposta di Renzi, indiretta,
è arrivata dopo poche ore. Parlando all’assemblea di
Confindustria Veneto il premier ha osservato: «Un
mese fa sembrava che io avessi la peste, ora sono
tutti per fare le riforme. Si tratta di mettersi attorno
a un tavolo e farsi operativi: questa è la settimana in
cui le cose si decidono». I dubbi sulla strumentalità
della nuova linea di Grillo («facciamo sul serio», ha
scritto a Renzi) non li hanno sollevati però gli
esponenti del Pd, ma quelli di FI. Il timore è che il
premier preferisca, ora, interagire con il M5S.
Volontari anti-jihad in Iraq AFP
Avanzano gli jihadisti
Iraq nel terrore
Gli Usa pensano
di usare i droni
Gli Stati Uniti valutano la
possibilità di un attacco con i droni
per fermare l’avanzata dei miliziani
jihadisti nel centro e nel nord
dell’Iraq. Non solo: la Casa Bianca
è disposta a collaborare, non
militarmente, con l’Iran, nemico
storico, per risolvere la crisi. Ieri i
miliziani hanno conquistato la città
di Tellafar: migliaia i civili in fuga
La Procura indaga sui
disagi registrati a Roma dal
nubifragio di domenica, che
ieri si è ripetuto due volte. Il
bilancio parla di allagamenti,
frane, alberi caduti: invasa
d’acqua la rianimazione
all’ospedale San Camillo. Forti
disagi nella metropolitana che,
secondo l’assessore alla
mobilità Guido Improta, ha
bisogno di 200 milioni per la
manutenzione. Il maltempo
causa problemi anche a Napoli
(problemi nei trasporti e
all’aeroporto), decine di milioni
di danni all’agricoltura nel
Barese, turisti bloccati in un
resort in Sardegna. Su larga
parte del Paese la pioggia
durerà fino a giovedì.
42
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
DAL 9 SETTEMBRE
ALTRI MONDI
Restyling Beatles,
riproposti in vinile
I Beatles in mono: così i
«Fab Four» (nella foto) venivano
ascoltati durante gli Anni 60 e
così potranno essere ascoltati di
nuovo. Il 9 settembre verranno
pubblicati in vinile da 180 grammi
i 9 studio album monofonici
inglesi, la versione americana di
«Magical Mystery Tour» e «Mono
Masters», la raccolta di brani non
inclusi negli album. Ogni titolo
sarà disponibile singolarmente
o in un box in edizione limitata.
LA GUIDA ALLE NOTIZIE
Dall’Expo a Renzi:
ecco il Libro dei Fatti
Tutto quello che è successo
nel 2013 (e in una fetta di 2014) è
stato ancora una volta racchiuso
nel «Libro dei Fatti» (12.50 euro,
BOVA IN CONTROPIEDE
«Al cinema faccio il gay A
contro bugie e razzisti»
SPIELBERG
TORNA
SUL SET
Al Festival di Taormina l’attore racconta i suoi nuovi progetti
«Scelgo ruoli che parlano di me: mi diverto dopo tante falsità»
In che modo?
«Torno indietro e cambio la
mia vita racconta di una coppia
in crisi e separata, che, in seguito a un incidente, torna all’infanzia, diciamo per magia.
E si rende conto di come ha
speso gli anni. Qualcosa di simile accadrà in Fratelli unici,
con Carolina Crescentini, nel
quale io e Luca Argentero siamo due fratelli diversi fra loro:
un modo per capire che cosa si
diventa oltre i 40 anni».
Voglia di bilanci?
«Anche di divertirmi. In Scusate se esisto!, commedia che
ho girato con Paola Cortellesi a
Marco Bocci, sarò un gay e ho
accettato il ruolo in un momento in cui molto si sparlava delle
Diversamente
affabile
DIARIO DI UN’INVALIDA
LEGGERMENTE ARRABBIATA
DI FIAMMA SATTA
)
Volo difficile,
i disabili
«ostacolati»
da una norma
FRANCESCO RIZZO
TAORMINA (Messina)
Piove su Taormina e sulle
indiscrezioni di fine stagione.
Si parlava di Raoul Bova tra i
volti di Zelig, nella nuova versione con conduttori a rotazione. Invece, no. «Il cabaret mi
piacerebbe, anche perché lavorerei con Teresa Mannino. Peccato, non ho tempo». E prepara
la valigia. Passato in Sicilia per
presentare il documentario
sulla casa famiglia curata a Roma dal (vero) Capitano Ultimo
— «un rivoluzionario dalla
parte della legalità, da lui i ragazzi difficili trovano più fiducia che regole rigide» —, Bova
è già a Roma sul set di Torno
indietro e cambio la mia vita.
Con lui, nel cast, Ricky Memphis e Giulia Michelini, regia
dei Vanzina. È uno dei suoi
nuovi quattro film. Paparazzi e
fan lo braccano. Asciutto, vagamente brizzolato, in passato
sembrava più timido. «Vengo
da un anno e mezzo o due “intensi”, durante i quali lo sport
più popolare era dire cose superficiali o non corrette sul mio
conto», spiega Bova, separatosi
nel 2013. «Ma gli ultimi film
che ho scelto di fare sembrano
parlare proprio di me, oggi».
adnkronos libri), giunto alla 24a
edizione e disponibile da ieri in
libreria e autogrill. Quest’anno
sono tre gli inserti speciali: uno
per semestre dell’Italia alla guida
della Ue (con intervento di Renzi),
uno sull’Expo e uno sul Made in
Italy. Il volume sarà presto
disponibile in versione digitale.
Il 6 giugno scorso, uno
sgradevolissimo volo
S pomeridiano Meridiana
Raoul Bova, 42 anni, romano: nella prossima stagione lo vedremo recitare in quattro pellicole ANSA
«
La finzione
fa riflettere, ti
confronti con le
azioni che compie
il personaggio
RAOUL BOVA
ATTORE
mie scelte private e come risposta ai diffusi giudizi razzisti
sull’omosessualità. Di bello c’è
la storia d’amore autentica,
non sensuale, tra un omosessuale e una donna».
Recitare è terapeutico?
«Qualcuno lo pensa? Forse
te lo dicono per spingerti a immedesimarti nei ruoli. Però la
finzione fa riflettere, perché ti
confronti con le azioni che
compie il tuo personaggio».
Cosa sarà «Task Force», la
miniserie che prepara per Mediaset?
«L’idea è raccontare un pugno di soldati in fuga dal deserto e fra loro c’è un uomo di Al
Qaeda. Nel cast ci sarà Bocci».
Dopo tanti carabinieri interpretati, torna il fascino per la
divisa?
«No, il fascino è di chi c’è dietro la divisa, gli uomini con le
loro ansie e le loro perplessità».
In oltre vent’anni di carriera
come ha visto cambiare cinema, tv e pubblico?
«Sono cambiati i linguaggi,
non i sentimenti che la gente
vuole ritrovare. Penso che le
storie dovrebbero essere più al
passo con i tempi. Ma è anche
vero che il nostro cinema parla
male di se stesso da anni».
Quest’estate girerà anche
«La scelta», di Michele Placido,
tratto da Pirandello.
«È un’altra storia di coppia,
sui temi della gravidanza e della violenza. Una scommessa in
un Paese in cui incassa solo la
commedia: per promuoverla si
dovrà giocare in contropiede».
Il pubblico vuole solo ridere?
«Non so, ma bisogna dare luce, togliere l’aria polverosa a
ciò che commedia non è».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANTEPRIMA IL 25 LUGLIO
«Si alza il vento»
Il film di Miyazaki
arriva a Giffoni
Sarà ancora un’edizione
di anteprime e protagonisti
quella in programma dal 18 al 27
luglio del Giffoni Experience.
Dopo aver annunciato la
presenza (il 19 luglio) di Marco
D’Amore e Salvatore Esposito,
i due protagonisti di «Gomorra La Serie», appena conclusa con
record di ascolti su Sky, adesso
è la volta del Maestro dell’animazione giapponese Hayao
Miyazaki. Il 25 luglio sarà infatti
proposto il suo ultimo capolavoro, «Si alza il vento», in uscita
in Italia a settembre distribuito
da Lucky Red. L’opera fonde le
storie vere di Jiro Horikoshi,
progettista dell’aereo da
combattimento «Zero», e lo
scrittore Tatsuo Hori, autore di
«The Wind Rises», facendone
un solo individuo, «Jiro», giovane giapponese degli Anni 30.
Il premio
Oscar gira
un thriller
con Hanks
A due anni da
«Lincoln»,
Steven
Spielberg (foto
sopra) prepara
un nuovo film:
sarà un thriller
ambientato negli
anni della
Guerra Fredda,
con Tom Hanks
(sotto) nei
panni di un
procuratore,
realmente
esistito, che
viene incaricato
di trattare la
liberazione di un
pilota Usa. La
pellicola si basa
su una
sceneggiatura
elaborata anche
dai fratelli Coen.
Uscita prevista
nell’ottobre
2015. Spielberg
progetta inoltre
un film basato
sui romanzi per
l’infanzia
dell’inglese
Roald Dahl
Roma-Catania mi ha fatto
scoprire sconcertanti
scenari (i particolari nel
blog). Avevo già il posto
assegnato al «corridoio» e
l’aereo non era completo,
ma un’assistente di volo,
avvalendosi di una norma
Enac (Ente Naz. Aviaz.
Civile) mi faceva notare
che «i disabili devono
sedere “al finestrino” per
non essere d’intralcio (sic!)
in caso di emergenza».
Inutile spiegarle che non
potevo (e non volevo)
scavallare ben due
poltrone per l’evidente
difficoltà e fatica a
spostarmi, così ho dovuto
inevitabilmente
arrabbiarmi per rimanere
al mio posto. Con la mia
Sclerosi Multipla, quanto
mi è costato, in termini di
stress? Chi ha problemi
motori come può
trascinarsi dentro una fila,
fino al «finestrino»? E se
poi deve andare alla
toilette? Cos’è, un viaggio
aereo o una tortura cinese?
L’insistenza dell’hostess
mi ha però incuriosito e ho
contattato l’Enac. Il
gentilissimo ing. Carabba,
responsabile dei Diritti dei
Passeggeri, ha confermato
l’esistenza dell’assurda
norma «finestrino».
Motivazione? «In caso di
emergenza è necessario
salvare più persone
possibile e i disabili, poiché
rallentano le operazioni,
vanno salvati per ultimi».
Wow! Che scoop! Ma che
tristezza. E che vergogna…
*Segui Fiamma sul blog
diversamente affabile.
gazzetta.it
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
43
ALTRI MONDI
Oroscopo
21/3 - 20/4
Ariete 7
21/4 - 20/5
21/5 - 21/6
22/6 - 22/7
23/7 - 23/8
24/8 - 22/9
LE PAGELLE
DI ANTONIO CAPITANI
Le amicizie vere sono
al vostro fianco, il
lavoro vi gratifca gli
affetti mostrano la
loro buona
consistenza. Ci son
fastidi suini, però.
Giornata forse più
stancante di quanto
avreste creduto. Il
lavoro è comunque
favorito, le finanze
idem, la fornicazione
moderatamente.
IL MIGLIORE La
Luna porta sollievi.
Nel lavoro, in
amore e in fatto di
studi e viaggi.
Avete idee geniali e
un sudombelico
anelatissimo.
La Luna procura buoni
affari, introiti,
soluzione di pendenze.
E vi rigenera pure.
Solo che il suino inside
you vuole, ma non
puote
Nonostante gli attriti
(anche nel lavoro),
potete ottenere
fiducia e credito
presso le persone
giuste. Il vigore è
buono, l’ormon vola.
Lavoro e compiti
d’altro genere
richiedono attenzione
puntigliosa al
dettaglio. E niente
reazioni scomposte.
Sudombelico grigiolino
23/10 - 22/11
23/11 - 21/12
22/12 - 20/1
21/1 - 19/2
20/2 - 20/3
Potete produrre con
profitto e chiudere
lavori complessi.
Intuizioni finanziarie
OK, ma rischio litigi.
Pure during the
fornication. Ussignùr.
La Luna nel vostro
segno favorisce start
up d’ogni genere. Oltre
che lavoro e
sentimenti. Good
news economiche,
goleada suina.
Giornata di probabile
stanchezza e
malumore. Don’t scler:
lavoro e privato sono
salvaguardati dalle
stelle. Un po’ meno il
sudombelico.
23/9 - 22/10
Bilancia 7+
Toro 6+
Scorpione 5,5
La Luna vi fa
recuperare serenità e
consensi, sia nel
lavoro sia nei normali
rapporti quotidiani. Ma
serve pragmatismo.
Pure suino.
Gemelli 8
Sagittario 7+
Tensioni? Il dialogo le
scioglierà. Probabili
ritardi, però, in merito
a contratti e disbrigo
di questioni
immobiliari.
Fornicazione mogetta.
Capricorno 7
MIROSLAV KLOSE
Luna OK per colloqui,
studi e viaggi. Lavoro
latore di buone nuove,
vigore in recupero,
sudombelico bomber
come Benzema
(Sagitto).
Leone 6
Cancro 7-
L’attaccante tedesco
della Lazio è nato il 9
giugno 1978. A Roma è
arrivato nel 2011. Tra le
sue squadre in
Bundesliga Werder
Brema e Bayern Monaco
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
VICEDIRETTORE VICARIO
Gianni Valenti
[email protected]
VICEDIRETTORI
Pier Bergonzi
[email protected]
Stefano Cazzetta
[email protected]
Andrea Di Caro
[email protected]
Umberto Zapelloni
[email protected]
Testata di proprietà de “La Gazzetta
dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2014
() )(
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PRESIDENTE
Angelo Provasoli
VICE PRESIDENTE
Roland Berger
AMMINISTRATORE DELEGATO
Pietro Scott Jovane
CONSIGLIERI
Fulvio Conti,
Teresa Cremisi,
Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri,
Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
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DIRETTORE RESPONSABILE
ANDREA MONTI
[email protected]
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Marco Belinelli è il primo
italiano di sempre a
vincere il titolo Nba. In un
video il suo commento a
caldo dopo il successo
dei San Antonio Spurs su
Miami. L'azzurro festeggia
avvolto nel tricolore: «Dedicato a chi ha creduto in
me e anche a chi mi ha
criticato, dandomi una
motivazione incredibile. È
la vittoria del gruppo»
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Giovanni Soldini e il team
di Maserati pronti a ritentare la traversata del
Nord Atlantico da New
York a Lizard Point (Gb),
su una delle rotte tradizionalmente più impegnative. Lo skipper italiano e
le 8 persone di equipaggio del VOR 70 sono in attesa della finestra meteo
ideale per puntare al
record sulle 2925 miglia
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Storico Belinelli
«Dedicato anche a
chi mi ha criticato»
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Soldini e Maserati
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- 10134 Torino Tipografia SEDIT - Servizi Editoriali S.r.l. - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - 70026 MODUGNO (BA) - Tel. 080.5857439 Società Tipografica Siciliana S.p.A. - Zona Industriale Strada
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dell’1 settembre 1948
ISSN 1120-5067
CERTIFICATO ADS N. 7693 DEL 18-12-2013
La tiratura di lunedì 16 giugno
è stata di 345.846 copie
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COLLATERALI
*con Ric Roland N. 1 2,30 - con DVD 100 anni CONI
14,29 - con Skylanders N. 2 11,20 - con SuperMondiale Panini N. 3 6,29 - con Magic Mondiale Card 11,29 - con libro Zanetti C’è solo un Capitano 14,29
- con DVD La Grande Guerra N. 5 12,29 - con libro
Juventus Campione d’Italia N. 3 9,29 - con English
Express N. 6 12,29 - con DVD Ayrton Senna N. 8 12,29 - con DVD Notte da Leoni 11,29 - con Tutto
Pratt N. 10 12,29 - con Libro Pesca Maps 14,29 con DVD Steven Seagal N. 14 11,29 - con Subbuteo
Vintage Edition N. 8 11,29 - con DVD Sampei N. 19 11,29 - con Le Grandi Storie Disney N. 22 9,29 - con
Le ricette di Master Chef N. 23 9,29 - con Robot
Collection N. 2514,29 - con DVD Ken il Guerriero N.
42 11,29 - con Ferrari Build Up N. 22 11,29 - con
Lamborghini Collection N. 50 14,29 - con Passione
Rally N. 61 14,29 - con Michel Vaillant N. 80 4,29
PROMOZIONI
ARRETRATI
Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l
e-mail [email protected] - fax 02.91089309 - c/c p. n.
36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del
prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,00; Argentina $ 12,50; Austria 2,00; Belgio 2,00; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,00; Croazia Hrk 15; Francia 2,00; Germania 2,00; Grecia 2,50; Irlanda 2,00; Lux 2,00; Malta 1,85; Monaco P. 2,00; Olanda 2,00; Portogallo/Isole
2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,00; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria Huf. 650; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014