RELAZIONE ILLUSTRATIVA - aggiornamento

REGIONE PIEMONTE
PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI BRUINO
PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE
VARIANTE STRUTTURALE N. 2
AL P.R.G.C. VIGENTE AI SENSI
DELL’ART. 31 ter L.R. 56/1977
PROGETTO PRELIMINARE
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
PROGETTO
ARCH. GIANCARLO BOLOGNESI
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
GEOM. DONATELLA AUDANO
GEOM. DONATELLA AUDANO
SINDACO
ANDREA APPIANO
ASSESSORE ALL’URBANISTICA
CESARE RICCARDO
MARZO 2014
1
INDICE:
Cap. 1
Premessa
4
Cap. 1.1
4
Cap. 2
Il procedimento di pianificazione e valutazione sul Documento
programmatico
La sintesi delle osservazioni presentate sul Documento
programmatico e le conseguenti determinazioni comunali
Quadro urbanistico
14
Cap. 2.1
La strumentazione urbanistica generale
14
Cap. 2.2
Piani esecutivi e varianti parziali e strutturali
14
Cap. 2.3
La variante strutturale n. 2 in progetto
17
Cap. 1.2
6
Cap. 2.3.1 Finalita’ e contenuti
17
Cap. 2.3.2 Dimensionamento della capacita’ insediativa
23
Cap. 2.3.3 Superfici dei comparti perequativi e relativi abitanti
24
dell’area
di
ristrutturazione
urbanistica
Cap. 2.3.4 Superficie
abitanti
Cap. 2.3.5 Verifica degli standards urbanistici ex art. 21 della l.u.r.
e
relativi
26
26
Cap. 3
Demografia
33
Cap. 3.1
Generalita’
33
Cap. 3.2
Il decennio 1981-1991
33
Cap. 3.3
Il decennio 1991-2001
34
Cap. 3.4
Il decennio 2001-2011
34
Cap. 4
Le abitazioni
39
Cap. 4.1
Generalita’
39
Cap. 4.2
Lo stock residenziale occupato nel 1981
39
Cap. 4.3
Lo stock residenziale occupato: variazioni nel decennio 1981- 1991
40
Cap. 4.4
Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 1991-2001
41
Cap. 4.5
Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 2001-2011
41
Cap. 4.6
42
Cap. 5
La capacita’ insediativa analitica del piano regolatore vigente viene
calcolata “a consuntivo” con il tasso di occupazione reale
Il lavoro: la popolazione attiva e i posti di lavoro
Cap. 5.1
La popolazione attiva
52
Cap. 5.2
I posti di lavoro
53
Cap. 6
L’agricoltura
68
Cap. 6.1
Condizioni generali
68
Cap. 6.2
La consistenza territoriale quantitativa delle superfici agricole
68
Cap. 6.3
Le aziende agricole
68
Cap. 6.4
I tipi di coltura praticati (tabelle 6.2, 6.2.1 e 6.3)
69
Cap. 6.5
L’allevamento (tabella 6.6)
70
Cap. 6.6
Capacita’ d’uso del suolo
70
52
2
Cap. 7
Valutazione Ambientale (Dlgs 4/2008 e DGR 12-8931/2008)
82
Cap. 7.1
Premessa
82
Cap. 7.2
Contributi degli Enti copianificatori
82
Cap. 7.3
Rapporto tra analisi ambientale e formazione della Variante
82
Cap. 7.4
Indirizzi per la progettazione urbanistica
85
Cap. 8
86
Cap. 8.1
Perimetrazione delle aree dense, libere e di transizione (art.16, c.7,
delle NdA del PTC2)
Il procedimento
86
Cap. 8.2
La proposta comunale
87
Cap. 9
Cap. 9.1
Compatibilità con gli impianti a rischio di incidente
(adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC)
Il procedimento
Cap. 9.2
Identificazione e caratterizzazione delle attività produttive
94
Cap. 9.3
Identificazione e caratterizzazione degli elementi vulnerabili
94
Cap. 9.4
Conclusioni
95
Cap. 10
Rete Ecologica Locale
98
Cap. 10.1
Relazione di inquadramento della rete ecologica locale in ambito
sovracomunale e obiettivi strategici
Integrazioni alle norme tecniche di attuazione
98
Cap. 10.2
rilevante
92
92
100
3
Cap. 1 – Premessa
Cap. 1.1 Il procedimento di pianificazione e valutazione sul Documento
programmatico
Il Comune di Bruino, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 56 del
14/11/2012, ha approvato il Documento Programmatico della Variante
Strutturale n.2 al Piano Regolatore Generale Comunale vigente, ai sensi
dell’art. 31 ter della L.R. 56/77, come modificata dalla L.R. 1/07, e il
Documento Tecnico preliminare, finalizzato all’espletamento della fase di
Verifica preventiva di assoggettabilità del piano al processo di Valutazione
ambientale, composti dalla seguente documentazione:
- relazione illustrativa;
- tavola 1: Intero territorio comunale;
- tavola 2: Tavola sinottica dei comparti perequativi;
- tavola 3: Perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere;
- tavola 4: Elaborato tecnico R.I.R. – elementi territoriali vulnerabili;
- tavola 5: Elaborato tecnico R.I.R. – elementi ambientali vulnerabili;
- relazione tecnica, ai sensi della D.G.R. 12-8931 del 09/06/2008.
I due documenti e la deliberazione summenzionata sono stati pubblicati, ai
sensi dell’art.2, comma 4, della L.R. 1/07, all’albo pretorio, sul sito internet
comunale e, mediante affissione, nelle bacheche istituzionali per quindici
giorni, ossia dal 09.11.2012 al 03.12.2012; nei successivi 15 giorni, e
precisamente dal 04.12.2012 al 18.12.2012, sono state presentate le seguenti
osservazioni:
- prot. n. 11977 del 17.12.2012, da parte di Geracitano Natale e Zangari Maria
Rosa, per il cambio di destinazione d’uso da area agricola ad area
residenziale dei terreni censiti a Catasto al foglio 2 mappali nn. 1042 e 1046;
- prot. n. 11978 del 17.12.2012, da parte di Rosso Adelaide, Vesco Anna e
Vesco Elena, per incrementare l’indice perequativo (da 0,25 mc/mq a 1,00
mc/mq) dei terreni censiti a Catasto al foglio 1 mappali nn. 586-587 e al
foglio 3 mappale n. 86 e per modificare le modalità di attuazione del piano
esecutivo convenzionato sull’area ricevente i diritti edificatori (attuazione per
parti con percentuali anche inferiori al 50%); in caso contrario chiedono che
in tale area venga riconfermata la destinazione agricola; per quanto concerne
il mappale n. 86, ricadente nel parco del castello, chiedono che venga
destinato a verde privato pertinenziale ai fabbricati rurali esistenti sui terreni
confinanti, da destinarsi a “struttura di tipo residenziale piuttosto che
sociale o sanitaria”;
- prot. n. 11985 del 17.12.2012, da parte della Soc. DISAL s.n.c., per il
cambio di destinazione d’uso da artigianale a residenziale del terreno censito
a Catasto al foglio 4 mappale n. 214, sul quale è presente un fabbricato
artigianale, adiacente ad una zona residenziale di completamento
(accostamento critico evidenziato dal piano di classificazione acustica).
I due documenti sono stati contestualmente inviati, in allegato alla
convocazione della Conferenza di pianificazione a Regione, Provincia e agli altri
soggetti con competenza ambientale altresì invitati in Conferenza, qui di
seguito specificati:
4
- Presidente della Giunta Regionale del Piemonte;
- Presidente della Provincia di Torino;
- Settore copianificazione urbanistica area metropolitana della Regione
Piemonte;
- Area Territorio e Trasporti - Servizio Urbanistica della Provincia di Torino;
- Settore valutazione di piani e programmi – Organo Tecnico regionale per la
VAS;
- Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale (Servizio Valutazione
Impatto Ambiente e servizio Tutela Ambientale) della Provincia di Torino;
- A.R.P.A. Piemonte;
- Settore prevenzione territoriale del rischio geologico della Regione Piemonte;
- Comune di Rivalta;
- Comune di Piossasco;
- Comune di Sangano;
- Ente gestione delle Aree protette del Po e della Collina Torinese;
- ASL TO3;
- Coldiretti;
- ITALGAS;
- ENEL;
- TELECOM;
- ACQUE POTABILI;
- SMAT S.p.a.;
- Consorzio Irriguo delle Gerbole di Rivalta.
La fase di Verifica preventiva di assoggettabilità, finalizzata a valutare la
possibilità di esclusione o la necessità di sottoposizione del piano al processo di
Valutazione ambientale, integrata nel processo di pianificazione L.R. 1/07,
coincide con la fase di valutazione dei contenuti del Documento Programmatico
e avviene in Conferenza di pianificazione.
Nel corso della prima seduta della Conferenza di pianificazione/verifica sul
Documento Programmatico, tenutasi in data 18.12.2012, convocata con nota
del 15.11.2012 protocollo n. 10831, il Comune ha illustrato i documenti
predisposti e gli approfondimenti svolti, anche in merito alle analisi contenute
nel Documento tecnico di verifica.
Il Comune di Rivalta, con lettera prot. n. 25782/64 del 17/12/2012, pervenuta
al protocollo comunale n. 38 del 02/01/2013, ha formulato un’osservazione in
cui chiede di tener conto, nella redazione della relazione di compatibilità
acustica, della classificazione acustica del Comune di Rivalta di Torino, in
particolare per l’intervento in zona industriale ZI4.
Nel corso della seconda seduta della Conferenza di pianificazione/verifica,
tenutasi in data 29.01.2013, convocata con nota del 19.12.2012 protocollo n.
12094, utile per coordinare l’espressione dei pareri dei vari soggetti (competenti
in materia ambientale e enti territoriali interessati), sono stati espressi i
seguenti pareri:
- Regione Piemonte – Settore Progettazione, Assistenza, Copianificazione Area
Metropolitana e Settore Valutazione di Piani e Programmi (OTR VAS),
formalizzati per iscritto e consegnati in sede di conferenza con nota prot. n.
2177 del 22/01/2013;
5
- Provincia di Torino – Area Territorio, Trasporti e Protezione Civile – Servizio
Urbanistica, Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale – Servizio
Tutela Ambientale e Servizio Valutazione Impatto Ambientale,
formalizzati per iscritto e consegnati in sede di conferenza con nota prot. n.
15490/2013 del 28/01/2013.
Con lettera dell’A.R.P.A. Piemonte prot. n. 9341 del 29/01/2013, pervenuta al
protocollo comunale n. 1494 in data 08/02/2013, sono state trasmesse le
osservazioni formulate dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in
merito alla verifica preventiva di assoggettabilità a VAS.
Le osservazioni presenti nei pareri della Regione, Provincia, A.R.P.A. e Comune
di Rivalta di Torino sono esplicitate nel paragrafo successivo, con le relative
deduzioni del Comune di Bruino circa gli approfondimenti effettuati in sede di
redazione del progetto preliminare.
L’Organo Tecnico Comunale, deputato alla verifica preventiva di
assoggettabilità alla procedura di valutazione ambientale strategica della
variante strutturale n. 2 al P.R.G.C., con verbale redatto nella seduta del
20/02/2013, ha fatto propri i tre pareri dei suddetti soggetti competenti in
materia ambientale, ritenendo di non assoggettare la variante in oggetto alle
successive fasi di valutazione ambientale e disponendo che nella redazione del
progetto preliminare della variante strutturale n. 2 vengano effettuati adeguati
approfondimenti in merito alle osservazioni formulate nei pareri
summenzionati, al fine di perseguire un buon livello di compatibilità territoriale
ed ambientale delle scelte strutturali operate e degli interventi previsti, nonché
il mantenimento di adeguati livelli di qualità ambientale.
Con determinazione del responsabile del settore urbanistica, lavori pubblici,
ambiente, casa n. 52 del 20/02/2013 è stata esclusa, ai sensi dell'art. 12 del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e della D.G.R. 9 giugno 2008, n. 12-8931, la variante
strutturale n. 2 al P.R.G.C
dallo svolgimento delle successive fasi di
valutazione della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), per i
motivi espressi nel verbale dell’Organo Tecnico Comunale sopra richiamato.
Il suddetto provvedimento è stato pubblicato all’Albo Pretorio e sul sito web del
Comune per trenta giorni e, contestualmente, trasmesso ai soggetti competenti
in materia ambientale consultati.
Col provvedimento di cui sopra si intende assolto l’adempimento dell’art. 20
della L.R. 40/98; le delibere di adozione preliminare e di approvazione
definitiva della variante di piano daranno atto dell’iter, della determinazione di
esclusione dalla valutazione ambientale succitata e delle relative motivazioni.
Cap. 1.2
La sintesi delle osservazioni presentate sul Documento
programmatico e le conseguenti determinazioni comunali
a. Osservazioni della Regione Piemonte prot. n. 2177 del 22/01/2013
OSSERVAZIONI
DETERMINAZIONI COMUNALI
La proposta di perimetrazione della aree di cui all’art. 16 Attraverso un tavolo tecnico, con la prima seduta
del PTC2 dovrà essere condivisa con Regione Piemonte e tenutasi in data 13/02/2013, è stata condivisa tale
Provincia di Torino prima dell’adozione del progetto proposta con Regione Piemonte e Provincia di Torino.
preliminare.
6
Individuare nei singoli comparti di intervento i necessari Negli strumenti urbanistici esecutivi dei singoli
spazi a servizio, mediante dismissione nell’ambito degli sottocomparti è stata prevista una dismissione di almeno
strumenti urbanistici esecutivi.
2,50 mq per abitante per parcheggi pubblici, in assenza
di aree a servizi adiacenti da sistemare.
La quantificazione delle nuove aree residenziali dovrà
essere calibrata con l’effettiva necessità di nuove
residenze, analizzando il trend demografico e valutando
attentamente il patrimonio edilizio esistente e la capacità
edificatoria residua del P.R.G.C. vigente.
L’incremento della capacità insediativa è stata calcolata
sulla base della capacità insediativa residenziale teorica
(C.I.R.T.) del Piano vigente, tenendo conto del trend
demografico e della capacità edificatoria residua, come
previsto dall’art. 21 delle NdA del PTC2.
Si valuti attentamente se i criteri perequativi previsti
possano effettivamente essere applicati con efficacia
nell’ambito dimensionale di questa variante, prevedendo
in ogni caso di ridurre la frammentazione dei comparti
individuati dal meccanismo di perequazione.
Lo strumento della perequazione urbanistica è l’unico in
grado di perseguire gli obiettivi posti dall’Amministrazione Comunale in materia di pianificazione del
territorio. I sette comparti residenziale previsti
nel
Documento programmatico sono stati ridotti a due
macro-comparti.
La proposta di attribuire alle aree perifluviali del Sangone
e del Sangonetto un indice di edificabilità pari a quello
delle aree produttive non sembra condivisibile; si
suggerisce di ricondurre tale indice a quelli previsti dalla
L.U.R. per le aree agricole e si richiede di esplicitare
molto attentamente quali siano le previsioni progettuali
per le eventuali aree acquisite.
Nel Documento programmatico l’indice perequativo delle
aree speciali (Sangone e Sangonetto) è già molto inferiore
a quello della aree per servizi e delle aree residenziali dei
comparti. Nel progetto preliminare tale indice è stato
ulteriormente ribassato e sono state esplicitate le
previsioni progettuali per le eventuali aree acquisite, in
base ai progetti di Corona Verde 2.
Si richiede che, a fronte della trasformazione dell’area
produttiva ZI4, se il calcolo delle superfici a standard
urbanistico lo consente, le aree a servizi reperite siano
mantenute a verde, in modo da realizzare un’area di
rispetto tra l’ambito produttivo ed il paesaggio agrario
prospiciente, con piantumazione di essenze d’alto fusto a
parziale schermatura degli edifici produttivi.
Nella tabella delle aree per servizi pubblici della zona
industriale (ambito territoriale 5) è stato dimostrato che il
fabbisogno di servizi delle aree industriali, comprensive
della nuova area ZI4, è soddisfatto dalle otto aree per
servizi previste nella zona industriale. Le aree a servizi
reperite S2 e S4 sono mantenute a verde con
piantumazione di alberature (autoctone) delle tre
grandezze, opportunamente composte per l’effetto
naturalistico e strutturando l’orizzonte basso con siepi e
cespugli a effetto continuo.
Si sottolinea la necessità di tenere conto, in sede di
formazione del Progetto preliminare della Variante, degli
indirizzi generali forniti dalla Giunta Regionale, contenuti
nella DGR n. 13-5509 del 19 marzo 2007.
Nella formazione del Progetto preliminare della Variante
sono stati sostanzialmente rispettati i contenuti della
DGR n. 13-5509 del 19/3/2007 “Criteri ed istruzioni procedurali e tecniche a cui devono attenersi i rappresentanti regionali che partecipano alle Conferenze ….).
Si ricordano infine le problematiche di cui alla L.R.
52/2000 “Disposizioni per la tutela dell’ambiente in
materia di inquinamento acustico” e si raccomanda
pertanto particolare attenzione a non creare accostamenti
critici a seguito delle modifiche proposte alla zonizzazione
urbanistica.
Gli interventi edificatori previsti nel Progetto preliminare
della Variante non creano accostamenti critici come è
dimostrato nella relazione di verifica della compatibilità
acustica delle previsioni di Variante, a firma di un tecnico
competente in acustica ambientale.
Al fine di garantire l’efficacia del sistema compensativo
previsto per le nuove edificazioni e la compatibilità
ambientale delle scelte urbanistiche è necessario
individuare con precisione le modalità di attuazione delle
previsioni dei comparti, l’identificazione univoca e precisa
dei responsabili delle singole previsioni e un
cronoprogramma
adeguato
di
realizzazione
degli
interventi.
Per ogni singolo sottocomparto sono state individuate con
dettaglio le modalità di attuazione delle previsioni
urbanistiche. Per i due macrocomparti “Nord” e “Sud” è
stato previsto un cronoprogramma degli interventi sia per
la formazione della città pubblica che per l’attuazione
della città privata interessata dalla Variante. Nell’ambito
del Settore Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente e Casa
verranno individuati, successivamente, i responsabili
delle singole previsioni.
E’ opportuno individuare un Piano di monitoraggio per Con riferimento alle specifiche sulle modalità attuative ed
l’attuazione delle mitigazioni e compensazioni ambientali alla Scheda guida comunale contenute nella deliberazione
per i singoli comparti e per l’area vasta.
GP Torino n. 10-52441/2012 del 15.01.2013 è stato
predisposto un Piano di monitoraggio ambientale
disciplinato dall’art. 18 del D.Lgs. 4/2008 e smi.
7
Sviluppare i temi di qualità progettuale, qualificazione
dell’ambiente, del paesaggio e della mobilità ciclopedonale
secondo le indicazioni riportate nel contributo OTR VAS
prot. n. 98/DB08.05 del 28/01/2013.
Per promuove la qualità urbanistica ed edilizia dei nuovi
insediamenti residenziali previsti è stata introdotta una
norma nelle N.T.A. del P.R.G.C. per cui nella
progettazione dei nuovi interventi bisognerà fare
riferimento alle linee guida della Regione Piemonte:
Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti –
Buone pratiche per la progettazione edilizia (D.G.R.
22/03/2010, n.30) e Buone pratiche per la pianificazione
locale (D.G.R. 22/03/2010, n.30).
Le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. dovranno
contenere le indicazioni funzionali ad una concreta e
corretta attuazione delle misure di compensazione
ambientale e di riequilibrio ecologico individuate nel
capitolo 8 della Relazione Tecnica Ambientale.
Le Norme Tecniche di Attuazione della variante al
P.R.G.C. contengono le indicazioni necessarie per dare
attuazione alle misure di compensazione ambientale e di
riequilibrio ecologico individuate nel capitolo 8 della
Relazione Tecnica Ambientale.
Per tutte le aree di nuova edificazione (sia per le aree di
nuova approvazione che per le aree che hanno già
cambiato destinazione d’uso, ma sulle quali non si sono
ancora concretizzati interventi edificatori) dovranno
essere previsti concreti ed efficaci interventi di
mascheramento con opere a verde che prevedano la
messa a dimora di piante ad alto fusto, arbusti, siepi e
filari riconducibili ai caratteri vegetazionali tipici dell’area
d’intervento.
In tutti i sottocomparti residenziali sono previsti
interventi di mascheramento con opere a verde a fianco
dell’infrastruttura lineare (viale), formate da un unico
filare di piante ad alto fusto, quale neoecosistema lineare
avente specifica funzione di aumentare la connettività e
la circuitazione degli ecosistemi a macchia e a corridoio, o
attrezzate con parcheggio drenante alberato. Nel
comparto industriale è stata prevista una fascia tampone
e filtro tra il profilo dell’area industriale e la campagna
rivaltese, attraverso la creazione di nuclei vegetazionali
con alberature delle tre grandezze.
Nel caso in cui le previsioni urbanistiche possano
interferire con le infrastrutture e la rete irrigua, si
richiede di prendere contatto con il Consorzio Irriguo Val
Sangone, in modo tale da concordare le soluzioni per
risolvere le interferenze, al fine di assicurare la
funzionalità della rete irrigua e permettere la
manutenzione. La gestione della smaltimento delle acque
dovrà essere chiaramente normata nelle Norme Tecniche
di Attuazione del P.R.G.C.
La rete irrigua del territorio comunale è gestita dal
Consorzio Irriguo delle Gerbole di Rivalta. Nessuna delle
previsioni urbanistiche della variante interferisce con la
rete irrigua e le relative infrastrutture. In alcuni dei
sottocomparti i canali irrigui corrono perimetralmente
agli stessi, sono intubati e ricadono nella viabilità
esistente o in progetto. Nonostante non ci siano, di fatto,
interferenze abbiamo incontrato il Consorzio per
informarli sul contenuto della presente variante. Lo
smaltimento delle acque è dettagliatamente normato nelle
Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C.
Per quanto riguarda le superfici scoperte pavimentate, sia
private che pubbliche, le Norme Tecniche di Attuazione
dovranno contenere indicazioni circa il contenimento
della percentuale di superficie impermeabilizzata
favorendo l’utilizzo di pavimentazioni concepite con
sistemi massimamente drenanti e che permettano il
grado di inerbimento parziale più elevato possibile.
Le Norme Tecniche di Attuazione contengono indicazioni
in merito al contenimento della percentuale di superficie
impermeabilizzata delle aree scoperte pavimentate: nei
parcheggi è reso obbligatorio l’utilizzo delle marmette
autobloccanti forate che permettono il grado di
inerbimento parziale più elevato possibile, almeno nelle
aree di stazionamento dei veicoli, e di fossi d’infiltrazione,
laddove possibile.
b. Osservazioni della Provincia di Torino prot. n. 15490/2013 del 28/01/2013
OSSERVAZIONI
DETERMINAZIONI COMUNALI
a) Il Progetto Preliminare deve verificare la congruenza
delle modifiche con il dettato del c. 3 dell’art. 1 della L.R.
26/01/2007, n.1, il quale individua come Varianti
Strutturali “…quelle che non riguardano l’intero territorio
comunale o che non modificano l’intero impianto
strutturale del piano regolatore …”.
Le previsioni del Progetto Preliminare della Variante
Strutturale n. 2 al P.R.G.C. non riguardano l’intero
territorio comunale e non modificano l’intero impianto
strutturale del piano regolatore, per cui sono congruenti
con quanto stabilito dal c. 3 dell’art. 1 della L.R.
26/01/2007, n.1.
b) Si sottolinea le necessità di definire la proposta, Attraverso un tavolo tecnico, con la prima seduta
relativa alla perimetrazione delle aree di cui all’art. 16, c. tenutasi in data 13/02/2013, è stata condivisa tale
7, della N.d.A. del PTC2, all’interno della procedura della proposta con Regione Piemonte e Provincia di Torino.
L.R. 1/2007 con un apposito “tavolo tecnico”.
8
c) Nell’ottica di contenere il consumo di suolo, principio
cardine perseguito dal PTC2, occorre approfondire la
proposta relativa al comparto 3, posta in parte in area
libera ai sensi dell’art. 15 delle Nda del PTC2, in quanto
si verrebbe a determinare un nuovo ambito residenziale
allineato all’asse stradale e confinante al campo da calcio
(verifica compatibilità acustica, flussi di traffico e spazi
per parcheggio). Si invita l’Amministrazione Comunale a
motivare maggiormente ed eventualmente riconsiderare
la scelta di localizzazione del comparto in questione.
Nell’estrema propaggine a sud-ovest del comparto 3, ora
sottocomparto 1S, che ricade in area libera ai sensi
dell’art. 15 delle Nda del PTC2, è presente un’attività
produttiva in zona impropria, all’interno di un capannone
condonato; l’intervento è quindi un presupposto per
favorire la rilocalizzazione dell’attività in zone artigianali o
industriali, migliorando l’aspetto ambientale dell’intorno
anche dal punto di vista acustico. L’azione prevista nel
sottocomparto è quella di cucitura della trama
residenziale a villette di via Cascina Nuova tra il villaggio
Marinella e il nucleo centrale urbano entro un
appezzamento intercluso tra il campo sportivo e la via
stessa. La via Cascina nuova è una strada locale a bassa
intensità di traffico che non serve il campo sportivo,
lungo la quale sono previsti pista ciclabile e parcheggio in
linea con alberatura a filare.
d) Si richiama, in funzione del fatto che il territorio
bruinese ricade quasi interamente in Classe Terza di
Capacità d’Uso del Suolo, il dettato dell’art. 17, comma 8
bis, delle NdA del PTC2 il quale evidenzia la necessità di
porre attenzione all’uso di tali suoli nei territori comunali
in cui non sia rappresentata in maniera significativa
(10%) la 1^ Classe di Capacità d’Uso.
La Variante risponde ai criteri quali quantitativi previsti
dal PTC2 in quanto le aree di trasformazione perequata in
programma: ricadono in aree urbanizzate; hanno le
caratteristiche di interventi di completamento atti a
compattare e riqualificare l’assetto urbanistico esistente;
evitano la progressione insediativi di aree già edificate a
sviluppo lineare o sfrangiate; rispettano gli standard e
con l’adozione, in tutti i casi, del criterio della
perequazione urbanistica li incrementano considerevolmente, specie rispetto alla componente del verde
naturalistico e attrezzato.
e) La Variante prevede un incremento di capacità
insediativa calcolata con riferimento alla popolazione
residente al 31/12/2011, anziché sulla C.I.R.T. di Piano
vigente, come previsto dalle N.d.A. del PTC2 all’articolo
21 “Fabbisogno residenziale” il quale individua delle
prescrizioni che esigono attuazione ai commi 6, 7 e 7 bis.
L’incremento della capacità insediativa è stata ricalcolata
sulla base della capacità insediativa residenziale teorica
(C.I.R.T.) del Piano vigente, tenendo conto del trend
demografico e della capacità edificatoria residua, come
previsto dall’art. 21 delle N.d.A. del PTC2 ai commi 6, 7 e
7 bis.
f) Il comma 9 (Prescrizioni che esigono attuazione) del
citato articolo 21, promuove la qualità urbanistica ed
edilizia. In relazione alla qualità urbanistica, i nuovi
insediamenti
residenziali
e
gli
interventi
di
ristrutturazione urbanistica dovranno prevedere aree a
verde, aree a servizi, la presenza di impianti tecnologici
che perseguano l’obiettivo di alta qualità urbana e di
efficienza energetica e di contenuto consumo delle
risorse.
Per promuove la qualità urbanistica ed edilizia dei nuovi
insediamenti residenziali previsti è stata introdotta una
norma nelle N.T.A. del P.R.G.C. per cui nella
progettazione dei nuovi interventi bisognerà fare
riferimento alle linee guida della Regione Piemonte:
Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti –
Buone pratiche per la progettazione edilizia (D.G.R.
22/03/2010, n.30) e Buone pratiche per la pianificazione
locale (D.G.R. 22/03/2010, n.30). Sono state previste
nuove aree a servizi adiacenti alle aree di fabbricazione
(sottocomparti). Per l’efficienza energetica è stata prevista
nelle NTA l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007.
Si evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato
l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio.
g) Per l’attuazione degli interventi, ai sensi del comma
9bis del suddetto articolo, si dovrà, altresì, considerato
l’incremento udometrico che le nuove impermeabilizzazioni comporterebbero sulle aree trasformate,
verificare la possibilità di porre in atto misure
compensative volte a mantenere costante il coefficiente
suddetto secondo il principio dell’invarianza idraulica.
In attuazione del principio della invarianza idraulica, agli
edifici di nuova costruzione viene fatto obbligo di
realizzare vasche di raccolta acque con successivo
percolamento naturale nel terreno delle acque così
raccolte e non convogliate, attraverso il troppo pieno, ai
pozzi disperdenti.
h) Occorre verificare, in considerazione anche della
particolare conformazione territoriale del Comune,
sviluppatosi negli anni per zone slegate tra loro, la
presenza di servizi pubblici, quali ad esempio parcheggi e
viabilità (anche ciclopedonali) di connessione con le
principali aree a servizi (Comune, scuole ecc..), in
particolare nelle aree caratterizzate da edilizia unibifamigliare. La Variante è esclusivamente incentrata nel
fornire elevati standard di verde e aree destinate a
residenza, senza una proposta di ricucitura dei tessuti
edificati.
In tutte le nuove aree residenziali sono previsti servizi
pubblici, soprattutto per parcheggi lungo le strade con
alberature a filare in buca, e una viabilità di connessione
con le principali aree per servizi, con un’attenzione
particolare per quella ciclopedonale (nei sottocomparti 1S
e 2S c’è un collegamento diretto con la rete di piste
ciclabili comunali esistenti o in previsione, mentre negli
altri sottocomparti la suddetta rete è molto prossima alle
zone d’intervento). Si precisa che la rete di cui sopra,
collegante i neoecosistemi arborei e arbustivi (parco del
castello, completamento parco Sangone, corridoio
ecologico) garantisce una ricucitura dei tessuti edificati.
9
i) Con riferimento alle aree di tutela proposte si
suggerisce, pur non estendendo l’ambito perequativo, di
individuare aree più ampie, quali, ad esempio la fascia
riparia lungo il Sangonetto che corre lungo il confine
comunale ed il ripristino dei tratti in cui tale fascia è
interrotta.
La fascia riparia lungo il torrente Sangonetto, posta tra il
confine col Comune di Piossasco, il corridoio ecologico a
nord e il limite dell’area ricadente in classe IIIa di idoneità
all’utilizzazione urbanistica a sud, è stata normata al fine
di garantire almeno il mantenimento degli attuali
elementi di naturalità presenti, come la fascia di
vegetazione lungo il Sangonetto.
j) Si invita l’Amministrazione Comunale, alla luce delle
proposte di Variante, le quali vedono per la loro
attuazione un complesso sistema di applicazione della
perequazione urbanistica a vaste aree territoriali,
attualmente in carenza di specifica normativa statale o
regionale in materia, a verificare l’effettivo funzionamento
del meccanismo individuato al fine di rendere realizzabili
gli interventi. Occorrerà, da parte del Comune, porre
particolare attenzione nel recepire le modalità attuative
nei piani esecutivi degli interventi.
I sette comparti residenziale (ora sottocomparti) previsti
nel Documento programmatico sono stati ridotti a due
macro-comparti, al fine di eliminare delle rigidità presenti
in una eccessiva frammentazione dei comparti
perequativi, senza snaturare l’obiettivo di acquisire le
aree a servizi e le aree funzionali alla rete ecologica e al
green-network. Lo strumento di attuazione individuato è
quello del piano esecutivo convenzionato con le modalità
di cui all’art. 43, c.1, della L.R. 56/77, modificata dalla
L.R. n. 3/2013, che ha introdotto la perequazione
urbanistica. Nel P.E.C. sono comprese le aree per servizi
destinate a parcheggio pubblico alberato e sono state
definite con dettaglio le modalità attuative.
k) per quanto attiene la proposta di nuova area
produttiva “ZI4”, considerato che il Comune di Bruino
non risulta inserito ai sensi dell’art. 24 delle NdA del
PTC2 in un ambito produttivo di I^ o di II^ livello, si
invita a fornire, in fase di redazione del Progetto
Preliminare, adeguate motivazioni a supporto di tale
scelta.
Con la nuova area produttiva “ZI4” si ha una
ridelimitazione marginale dell’area industriale con la
duplice funzione di completare la viabilità prevista dal
piano e di acquisire spazi a servizi (S2 e S4) lungo la sua
cornice dedicati anche alla compensazione ambientale
dell’insediamento, in quanto saranno mantenuti a verde
con piantumazione di essenze d’alto fusto.
l) Si ricorda che il Comune ricade in “Zona sismica 3”; in
tal caso, i Progetti Preliminari delle Varianti Generali e
Strutturali, ai sensi dell’art. 89 del D.P.R. 380/2001,
sono soggetti al parere della Direzione Regionale Opere
Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste
- Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico –
area di Torino.
Gli studi geologici allegati al Progetto Preliminare della
Variante, per la richiesta del parere regionale, sono stati
predisposti sulla base degli standard fissati dai criteri
tecnici regionali in materia, strutturando le informazioni
rilevanti sotto il profilo sismico secondo le indicazioni
contenute negli “Indirizzi e criteri per la Microzonazione
Sismica”, individuati come elaborato tecnico di
riferimento per il Piemonte con D.G.R. 17-2172 del
13/06/2011.
m) Si suggerisce, per quanto attiene l’edilizia residenziale,
di privilegiare le costruzioni che prevedono tecniche
costruttive biocompatibili, volte a ridurre il consumo
energetico degli edifici e ad utilizzare fonti energetiche
rinnovabili; particolare cura dovrà essere posta nel porre
in atto metodologie costruttive che consentano la minore
impermeabilizzazione del suolo, il recupero delle acque di
prima pioggia ecc.
Per l’efficienza energetica è stata prevista nelle NTA
l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007. Si
evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato
l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio.
Nelle aree destinate a parcheggio è prescritto l’utilizzo di
pavimentazioni drenanti arborate, almeno nelle aree di
stazionamento dei veicoli.
Agli edifici di nuova costruzione viene fatto obbligo di
realizzare vasche di raccolta acque con successivo
percolamento naturale nel terreno delle acque così
raccolte e non convogliate, attraverso il troppo pieno, ai
pozzi disperdenti.
In merito al lavoro di analisi del rischio industriale
finalizzato all’adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC:
si ritiene necessario che la relazione illustrativa
comprenda un sunto del percorso logico seguito, delle
motivazioni alla base delle norme proposte e che illustri le
cartografie di piano; è necessario individuare la
corrispondenza di alcuni fattori ambientali vulnerabili
con le categorie esplicitamente individuate dall’art. 13.2 –
punti 1-14 della Variante “Seveso” e riportarla in tavola
6B; sono opportune modifiche alle norme da recepire nel
progetto preliminare e da richiamare nelle varie zone
normative del piano regolatore.
Nella relazione illustrativa è presente un capitolo apposito
che illustra l’iter procedimentale seguito nella redazione
delle cartografie riguardanti gli elementi territoriali ed
ambientali vulnerabili sul territorio comunale e le relative
norme. Nella legenda della tavola degli elementi
ambientali vulnerabili è stata riportata la corrispondenza
di alcuni fattori ambientali vulnerabili con le categorie
esplicitamente individuate dall’art. 13.2 – punti 1-14
della Variante “Seveso”. Sono state interamente recepite
le modifiche proposte alle norme, le quali sono state
richiamate nelle varie zone normative del piano
regolatore.
10
Per il comparto 4 si chiede di valutare con appositi studi La macchia arborea che si vede dal satellite non è altro
naturalistici l’opportunità di conservare, in tutto o in che un gerbido, ossia un terreno agricolo che da almeno
parte, la macchia arborea esistente sul lato ovest.
un decennio non è coltivato e sul quale sono presenti
molti arbusti e alcune robinie pseudo-acacie; per cui tale
macchia non ha un valore significativo dal punto di vista
naturalistico.
I nuovi insediamenti dovranno essere subordinati ad una
verifica rigorosa e circostanziata delle capacità in essere
delle infrastrutture tecnologiche (in particolare dei
collettori fognari e della rete dell’acquedotto).
Tutte le aree previste dalla Variante sono servite o
adiacenti o comunque prossime alla rete fognaria locale
ed alla rete dell’acquedotto locale e quindi ad esse
facilmente allacciabili. Lo schema gerarchico delle reti di
raccolta e dei collettori di deflusso, la loro diffusione
capillare e il dimensionamento delle condotte, appaiono
proporzionate alle esigenze di servizio degli insediamenti
esistenti e di quelli di nuova previsione. In ogni caso in
sede di pianificazione esecutiva verrà effettuata la verifica
di adeguatezza del ramo di servizio utilizzato, attesa
l’adeguatezza dei collettori consortili di recente
realizzazione.
Si suggerisce un’area di tutela più ampia per il corridoio
ecologico lungo il torrente Sangonetto. Al fine di elaborare
una rete ecologica comunale significativa che possa
essere valorizzata anche dal punto di vista fruitivo, si
suggerisce un disegno che valorizzi e metta maggiormente
in connessione gli elementi naturali effettivamente ancora
presenti: ad esempio l’ampia area centrale dell’abitato
ancora libera andrebbe valorizzata in tal senso. Affinché
la rete ecologica possa concretizzarsi sul territorio e non
rimanga solo un disegno riportato sulla carta è
necessario individuare norme di tutela per le aree
individuate come appartenenti alla rete ecologica a
partire da quanto previsto nel PTC2.
Il corridoio ecologico lungo il Sangonetto è stato ampliato
tra il confine comunale verso Piossasco, l’area speciale F3
a nord e il limite dell’area ricadente in classe IIIa di
idoneità all’utilizzazione urbanistica a sud. Questa area è
stata normata al fine di garantire almeno il
mantenimento degli attuali elementi di naturalità
presenti, come la fascia di vegetazione lungo il
Sangonetto. Anche l’ampia
area agricola centrale
dell’abitato bruinese è stata individuata come area
appartenente alla rete ecologica comunale, collegata al
corridoio ecologico corrente lungo il torrente Sangonetto
in direzione est-ovest, che per un breve tratto interessa la
via Don Bosco (in tale via dovranno essere piantumati
alberi d’alto fusto).
In relazione alle aree agricole che saranno acquisite
all’interno dell’ambito F1 si chiede di prevedere una
rinaturalizzazione
anche
mediante
interventi
di
rimboschimento al fine di aumentare la funzionalità
ecologica del torrente Sangone. Dal momento che le due
aree (F1 e F3) sono corridoi fluviali si richiede di mettere
a dimora solo specie autoctone con maggior possibilità di
sopravvivenza.
Per le aree agricole acquisite all’interno del parco del
torrente Sangone sono previsti interventi per il
consolidamento vegetativo della copertura arborea
esistente e per la rinaturazione dell’area parco
sviluppabili
nel
tempo
attraverso
processi
di
accrescimento di diverse specie botaniche (autoctone
compatibili con il clima della zona) in grado di
determinarne composizione e tessitura.
Si richiede una tavola a scala comunale di identificazione
del reticolo idrico minore e la definizione delle NdA per il
controllo delle attività inerenti il reticolo stesso, al fine di
una riqualificazione dal punto di vista idrauliconaturalistico delle aree fluviali e dei canali irrigui per
ridurre il rischio idrogeologico.
Il reticolo idrico minore viene indicato sia sulla carta di
sintesi della pericolosità geomorfologia e dell’idoneità
all’utilizzazione urbanistica, in scala 1:10000, che sulle
tavole 3 OVEST e 3 EST in scala 1:2000. In tali fasce di
rispetto sono ammesse le utilizzazioni di cui al 3° comma
dello stesso art. 29 e quelle di cui all’art. 31 della L.R.
56/77.
L’approvazione della variante con la previsione di nuove
aree urbanizzate, comporta la revisione e l’aggiornamento
della classificazione acustica ai sensi della D.G.R.
6/8/2001, n. 85-3802. La verifica di compatibilità con la
zonizzazione acustica vigente deve essere redatta da un
tecnico competente in acustica ambientale e contenere
adeguate specifiche tecniche atte a dimostrare la
congruità dell’intervento rispetto alla zonizzazione
acustica.
In relazione agli interventi previsti dalla Variante è in fase
di aggiornamento il Piano di classificazione acustica del
territorio comunale, ai sensi della D.G.R. 6/8/2001, n.
85-3802, che verrà discusso in sede di conferenza di
pianificazione sul progetto preliminare. La verifica di
compatibilità acustica delle previsioni di Variante è stata
redatta da un tecnico competente in acustica ambientale
e dimostra la congruità delle aree di intervento rispetto
alla zonizzazione acustica esistente.
Si evidenzia che, il nuovo tracciato (indicato nel PTC2 e
collegante Avigliana-Torino-Pinerolo in variante alla SP
589, nell’ambito del corridoio della Pedemontana) previsto
nella
variante
alla
Tavola
1
del
Documento
Programmatico, non è indicato tra gli interventi previsti
nelle relazioni sia illustrativa che tecnica ambientale. La
suddetta tavola propone un’alternativa alla viabilità
indicata nel PTC2 che necessita di essere confrontata con
altre soluzioni.
Si precisa che il nuovo tracciato in variante alla SP 589,
nell’ambito del corridoio della Pedemontana, previsto
nella tavola 4.3 “Progetti di viabilità” del PTC2, era già
stato inserito nella variante strutturale del P.R.G.C.,
approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006,
così come il tracciato alternativo alla viabilità indicata nel
PTC2, verificato e coordinato con il tracciato alternativo
proposto dal Comune di Piossasco.
11
c. Osservazioni dell’A.R.P.A. Piemonte prot. n. 9341 del 29/01/2013
OSSERVAZIONI
DETERMINAZIONI COMUNALI
Si reputano necessari ulteriori approfondimenti in merito
al comparto n.3 dal momento che l’area in questione
risulta confinante con un impianto sportivo e potrebbero
insorgere criticità sotto il profilo della Classificazione
Acustica dando luogo ad un possibile accostamento
critico non consentito dalla normativa vigente.
Dal punto di vista formale non esiste un accostamento
critico tra la nuova zona residenziale in classe 2 e il
campo sportivo in classe 3. Per evitare, comunque, delle
criticità dal punto di vista acustico, è prevista una
barriera verde a protezione della zona residenziale con
piantumazioni di alberi di alto fusto per una profondità
minima di 10 m e l’obbligo di presentare la valutazione di
clima acustico con accorgimenti specifici per il rumore
proveniente dall’impianto sportivo.
Stante la previsione di aree a parcheggio, sono richiesti
approfondimenti in merito al contenimento della
superficie impermeabilizzata, per meglio dettagliare le
alternative più ecocompatibili da adottarsi.
Le Norme Tecniche di Attuazione contengono indicazioni
circa il contenimento della percentuale di superficie
impermeabilizzata delle aree scoperte pavimentate, sia
private che pubbliche: nei parcheggi è reso obbligatorio
l’utilizzo delle marmette autobloccanti forate che
permettono il grado di inerbimento parziale più elevato
possibile, almeno nelle aree di stazionamento dei veicoli,
e di fossi d’infiltrazione, laddove possibile.
Impiego delle migliori tecniche disponibili relativamente
alle prestazioni energetiche degli edifici, in particolare per
l’ottimizzazione dell’isolamento termico degli interni e la
minimizzazione del fabbisogno energetico per la
climatizzazione estiva e invernale.
Per l’efficienza energetica è stata prevista nelle NTA
l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007. Si
evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato
l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio.
E’ in fase di completamento la redazione dell’Allegato
Ambientale al Regolamento Edilizio.
Particolare attenzione dovrà essere posta al contenimento
dell’inquinamento
luminoso
generato
dal
nuovo
insediamento, dall’illuminazione delle aree verdi e dai
parcheggi in progetto, adottando misure e soluzioni
idonee come quelle riportate nell’All.1 della D.G.R. 294373 del 20.11.2006.
Per il contenimento dell’inquinamento luminoso degli
impianti di illuminazione pubblica, nelle N.T.A. viene
previsto l’utilizzo delle lampade led e del sistema di
telegestione (già applicato al 70% degli impianti di
illuminazione pubblica esistenti) che consente anche la
riduzione dell’intensità luminosa nelle ore notturne.
Viste le nuove previsioni di espansione insediativa, si
ritengono giustificate specifiche richieste di interventi di
mitigazione e compensazione ecologicamente sostenibili e
significativi. Dovranno essere prese prioritariamente in
considerazione opere di riqualificazione, ripristino e
valorizzazione ambientale di aree degradate ovvero di
interesse ambientale presenti sul territorio interessato
dagli impatti previsti nella variante.
Sono previste specifiche azioni di mitigazione e
compensazione ambientale sia per la valorizzazione del
paesaggio agrario e forestale (ad esempio la valorizzazione
del corridorio ripario del rio Sangonetto nel settore basale
del Monte San Giorgio con siepi, filari alberati e piccoli
boschi) che per la qualificazione ambientale della città
pubblica (ad esempio l’acquisizione dell’area di sedime del
parco del castello con suo recupero ad uso pubblico).
Si ribadisce la necessità che le Norme di Attuazione
rispecchino pienamente e nel dettaglio i criteri
progettuali, le eventuali compensazioni e le condizioni di
sostenibilità della azioni progettuali contenute nel
Rapporto Ambientale preliminare. Le Norme sono
indispensabili anche per identificare i criteri di base del
monitoraggio, che deve permettere di valutare la
rispondenza delle azioni agli obiettivi.
Le Norme di Attuazione della Variante disciplinano con
precisioni i criteri progettuali degli interventi edificatori
previsti e le relative azioni di mitigazione e
compensazione ambientale contenute nel Rapporto
Ambientale preliminare. Inoltre è stato predisposto un
Piano di monitoraggio ambientale disciplinato dall’art. 18
del D.Lgs. 4/2008 e smi.
d. Osservazione del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico della
Regione Piemonte prot. n. 7366 del 02/08/2013
OSSERVAZIONE
DETERMINAZIONE COMUNALE
Lo studio geologico deve essere integrato con degli
approfondimenti idrologico-idraulici in merito agli
eventuali punti critici del reticolo idrografico secondario,
nonché del campo di inondazione del rio Sangonetto,
argomentando meglio la modifica alle fasce di rispetto dei
canali.
Lo studio idrologico-idraulico, recepito negli elaborati
geologici, ha individuato delle aree inondabili a
pericolosità elevata e molto elevata, che hanno
interessato l’area edificabile del comparto perequativo
n.7. Per perseguire gli obiettivi del Documento
Programmatico tale area edificabile (ora sottocomparto
perequativo 3S) è stata spostata in via degli Alpini,
laddove il P.R.G.C. vigente prevede l’area per servizi n.
35. La nuova localizzazione è migliorativa dal punto di
vista ambientale e paesaggistico, con particolare
riferimento alla compatibilità idrogeologica e acustica.
12
e. Osservazione del Comune di Rivalta di Torino prot. n. 38 del 02/01/2013
OSSERVAZIONE
DETERMINAZIONE COMUNALE
Nella redazione della relazione di compatibilità acustica si
chiede di tenere conto della classificazione acustica del
Comune di Rivalta di Torino e della relazione di verifica di
compatibilità acustica delle nuove previsioni insediative
della II V.G. al P.R.G.C., in particolare per l’intervento in
zona industriale ZI4, che risulta localizzato in prossimità
del confine comunale.
La relazione di verifica di compatibilità acustica, ai sensi
della Legge n. 447/95 e della L.R. n. 52/2000, ha
dimostrato che nella zona interessata dalla variante
strutturale al P.R.G.C. non sono presenti accostamenti
critici tra i due territori comunali e non sono necessari
vincoli o prescrizioni di tipo acustico.
f. Osservazioni dei privati cittadini
OSSERVAZIONI
DETERMINAZIONI COMUNALI
Prot. n. 11977 del 17.12.2012, da parte di Geracitano Non è stata accolta perché priva di finalità pubbliche.
Natale e Zangari Maria Rosa, per il cambio di
destinazione d’uso da area agricola ad area residenziale
dei terreni censiti a Catasto al foglio 2 mappali nn. 1042
e 1046.
Prot. n. 11978 del 17.12.2012, da parte di Rosso Non è stata accolta perché priva di finalità pubbliche.
Adelaide, Vesco Anna e Vesco Elena, per incrementare
l’indice perequativo (da 0,25 mc/mq a 1,00 mc/mq) dei
terreni censiti a Catasto al foglio 1 mappali nn. 586-587 e
al foglio 3 mappale n. 86 e per modificare le modalità di
attuazione del piano esecutivo convenzionato sull’area
ricevente i diritti edificatori (attuazione per parti con
percentuali anche inferiori al 50%); in caso contrario
chiedono che in tale area venga riconfermata la
destinazione agricola; per quanto concerne il mappale n.
86, ricadente nel parco del castello, chiedono che venga
destinato a verde privato pertinenziale ai fabbricati rurali
esistenti sui terreni confinanti, da destinarsi a “struttura
di tipo residenziale piuttosto che sociale o sanitaria”.
Prot. n. 11985 del 17.12.2012, da parte della Soc. DISAL
s.n.c., per il cambio di destinazione d’uso da artigianale a
residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4
mappale n. 214, sul quale è presente un fabbricato
artigianale, adiacente ad una zona residenziale di
completamento (accostamento critico non evidenziato dal
Piano di classificazione acustica).
E’ stato previsto il cambio di destinazione d’uso da
artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al
foglio 4 mappale n. 214, con obbligo di P.E.C. che
prevede la dismissione di un’area per servizi da destinare
a verde attrezzato per parco giochi, sulla base di una
specifica richiesta dei residenti della zona. Con ciò viene
risolto l’accostamento critico non evidenziato dal Piano di
classificazione acustica.
g. Osservazione del Settore Urbanistica del Comune di Bruino
OSSERVAZIONE
DETERMINAZIONE COMUNALE
Bisogna recepire nello strumento urbanistico generale la
modifica
dell’area
di
salvaguardia
del
pozzo
acquedottistico denominato “Lora”, come risulta dalla
determinazione dirigenziale regionale n. 517/2013, pervenuta al protocollo comunale n. 11807 del 06/12/2013.
L’area di salvaguardia del pozzo acquedottistico
denominato “Lora” è stata modificata sulla base di
quanto riportato nella determinazione dirigenziale
regionale n. 517/2013 ed in particolare al punto e) del
determinato.
13
Cap. 2 – Quadro urbanistico
Cap. 2.1
La strumentazione urbanistica generale
Il Comune di Bruino è dotato di Piano Regolatore Generale Comunale approvato con
deliberazione della Giunta Regionale n° 69-22738 del 10/02/93 (con modifiche ex
officio).
Tale P.R.G.C. è stato il primo strumento urbanistico adeguato alla L.U.R. poiché in
precedenza il Comune era dotato di Programma di Fabbricazione entrato in vigore nel
1971. Con la Variante al P.d.F. venne redatto un P.E.E.P. approvato con D.G.R. 5030431 del 13/12/83 e successivamente attuato.
Successivamente all’adozione del Progetto definitivo del P.R.G.C. (D.C.C. n° 258 del
22/11/89) sono state approvate, con autorizzazione regionale le riduzioni della fascia
di rispetto del cimitero comunale esistente (R. Piemonte Ass.to Sanità pratica
1601/92) e della fascia di rispetto del pozzo idropotabile (R. Piemonte Ass.to Tutela
Ambientale con D.G.R. n° 136-19458/92).
Cap. 2.2
a.
Piani esecutivi e varianti parziali e strutturali
Il piano di recupero del centro storico
In attuazione delle prescrizioni del P.R.G.C. venne redatto un “Piano di Recupero del
Centro Storico”, approvato con D.C.C. n° 15 del 16/06/98 (previo parere favorevole
della Commissione Regionale per i Beni Culturali ed Ambientali di cui all’art. 91 bis
della L.U.R.).
Il Piano di Recupero del Centro Storico è scaduto, essendo passati almeno 10 anni
dalla sua approvazione con D.C.C. n. 15/1998, ed è stato completamente assorbito
dalla variante strutturale al Piano Regolatore Generale Comunale sotto menzionata,
anche e soprattutto per la parte non ancora attuata.
b. Il piano di riordino dell’area industriale e la variante parziale n° 1
Come previsto dallo stesso P.R.G.C. è stato redatto un “Piano di Riordino dell’Area
Industriale” con “Variante parziale n° 1” ai sensi dell’art. 1 punto 7 della L.R. n° 41 del
29/06/97, in quanto era previsto un aumento della superficie territoriale dell’area
produttiva inferiore al 6%. La “Variante parziale n° 1” e il contestuale “Piano di
Riordino dell’Area Industriale” vennero approvati con D.C.C. n. 51 del 24/09/99.
Con successiva D.C.C. n. 51 del 26/10/2005 è stata revocata parzialmente la D.C.C.
n. 51 del 24/09/1999 per quanto concerne l’approvazione del Piano di Riordino
dell’Area Industriale.
c. La variante parziale n° 2 – residenziale
Il progressivo completamento della capacità insediativa del P.R.G.C. e l’esaurimento
della possibilità di ulteriore edificazione, dovuto alla forte crescita demografica e
residenziale del Comune portarono alla redazione della “Variante parziale n° 2”, ai
sensi dell’art. 1 punto 7 della L.R. n° 41 del 29/06/97, con la quale la capacità
residenziale fu aumentata di una quantità inferiore al 4%.
La “Variante parziale n° 2” fu approvata con D.C.C. n° 34 del 27/06/2000.
14
d. La variante parziale n. 3 – reiterazione vincolo
La variante parziale n° 3 si è limitata alla reiterazione del vincolo su parte dell’area
speciale F1 a ridosso del Torrente Sangone, onde consentire l’attivazione della
procedura espropriativa finalizzata alla realizzazione dell’intervento di riqualificazione
naturalistica della fascia fluviale in sponda destra del Torrente Sangone, ammesso al
contributo pubblico nell’ambito della Misura 3.1b (Corona Verde) a Titolarità Regionale
del DOCUP Obiettivo 2 (2000 – 2006).
Contestualmente è stato modificato il supporto del P.R.G.C. vigente da cartaceo a
informatizzato ed è stato modificato l’argine in sponda destra del Torrente Sangone, in
conformità alla variante strutturale che era in fase di approvazione regionale.
La “Variante parziale n. 3” è stata approvata con D.C.C. n. 23 del 22/03/2005, ai
sensi dell’art. 17 comma 7 della L.R. 5 dicembre 1977 n. 56 e s.m.i.
e. La variante strutturale (ex 4° comma art. 17 L.U.R.)
A oltre 10 anni di distanza dall’approvazione del P.R.G.C. si era resa necessaria una
variante di adeguamento alle indicazioni di pianificazione territoriale sovraordinata e a
leggi di settore di seguito elencate:
a) il Piano Territoriale Regionale vigente e gli indirizzi del Piano Territoriale di
coordinamento della Provincia di Torino;
b) l’istituzione del Piano d’Area del Torrente Sangone;
c) l’approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del Po (P.A.I.) e
l’adeguamento alla circ. P.G.R. 08/05/96 N° 7 Lap.;
d) la nuova legislazione sulla disciplina del Commercio (D.Lgs 114/98 e L.R. 28/99);
e) la pianificazione urbanistica in materia di industrie a rischio di incidente rilevante
(D.Lgs 334/99 e DM 09/05/2001);
f) la nuova normativa sulla classificazione e dimensionamento delle strade (D.Lgs
285 del 30/04/92 Nuovo Codice della Strada e D.M. Infr. Trasp. 05/11/2001
decreto Lunardi);
g) l’adeguamento del Regolamento Edilizio (art. 12 comma 5 della L.R. N° 19 DEL
18/07/99)
La variante strutturale del P.R.G.C. è stata approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7
febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del 16/02/2006.
f. La variante parziale n. 4 – diverse modifiche
La variante parziale n. 4 ha previsto la modifica delle norme tecniche di attuazione del
Piano Regolatore Generale Comunale vigente (variante strutturale), la compensazione
di due aree edificabili, lo studio geologico – idrogeologico connesso alla realizzazione di
interrati previsti nel Piano di Recupero del Centro Storico e per la casa di cura “Ville
Augusta”, la riduzione della larghezza dell’ultimo tratto di V. Cascina Nuova,
l’adeguamento della fascia di rispetto cimiteriale al Piano Regolatore Cimiteriale e la
reiterazione del vincolo su una piccola parte dell’area F1 a ridosso del Torrente
Sangone, onde consentire l’attivazione della procedura espropriativa finalizzata alla
realizzazione dell’intervento di completamento della riqualificazione naturalistica della
fascia fluviale in sponda destra del Torrente Sangone. La variante parziale n. 4 è stata
approvata con D.C.C. n.54 del 02/11/2006.
15
g. La variante parziale n. 5 – diverse modifiche
La variante parziale n. 5 ha previsto la modifica delle norme tecniche di attuazione del
Piano Regolatore Generale Comunale vigente (variante parziale n. 4), l’individuazione
di un’area per servizi pubblici finalizzata al deflusso delle acque meteoriche di via
Verdi, la modifica dell’area residenziale di espansione Cc destinata a PEEP, la
previsione di due nuove rotatorie, la rettifica della pista ciclabile a ridosso del Torrente
Sangonetto, la riduzione della fascia di rispetto dei piloni votivi di interesse
documentario nella cartografia, lo spostamento della strada interna all’area
residenziale di espansione con obbligo di PEC C*a di via Villarbasse, la modifica della
destinazione d’uso dell’area mista M con accesso da via Volvera ad area residenziale di
completamento B, la rettifica di viale Marconi all’altezza di via C.Colombo, l’indicazione
dei terreni gravati da usi civici nella scala 1:2000, l’inserimento del tratto di pista
ciclabile già realizzata nel Parco del Sangone a ridosso del Comune di Sangano e
l’adeguamento della normativa commerciale all’allegato A della D.C.R. n. 59-10831 del
24/03/2006. La variante parziale n. 5 è stata approvata con D.C.C. n.73 del
20/12/2007.
h. La variante parziale n. 6 – centro storico
La variante parziale n. 6 ha apportato le seguenti modifiche nel centro storico
individuato dal P.R.G.C.: un parcheggio interrato per quattro posti auto nell’area di
pertinenza del castello in luogo di una tettoia aperta addossata esternamente al muro
di recinzione, l’articolazione degli interventi di restauro e di ristrutturazione edilizia di
tipo A della cellula microurbana 615/16/17, la modifica parziale ai singoli tipi di
intervento sulle cellule microurbane 421 e 422 e la modifica all’art. 13, comma 3, lett.
c), delle Norme Tecniche di Attuazione. La variante parziale n. 6 è stata approvata con
D.C.C. n.35 del 28/07/2010.
i. La variante parziale n. 7 – parziali modifiche normative
La variante parziale n. 7 ha previsto delle modifiche normative parziali del Piano
Regolatore Generale Comunale vigente: la più importante si riferisce alla possibilità di
realizzare dei magazzini automatizzati con un’altezza massima di 20 m, a condizione
che rispettino una serie di caratteristiche. La variante parziale n. 7 è stata approvata
con D.C.C. n.64 del 28/11/2012.
16
Cap. 2.3
La variante strutturale n. 2 in progetto
Cap. 2.3.1 Finalita’ e contenuti
La variante, con la specifica finalità di valorizzare gli aspetti ecologici e il
paesaggio urbano di Bruino, prevede di realizzare un sistema di parchi o di
porzioni di aree rurali attrezzate a “parco agricolo” che siano dotate di biomasse
arboree, con le reti di connettività costituite da percorsi ciclopedonali sicuri,
mediante le seguenti previsioni urbanistiche (opere):
- completare il Parco fluviale del torrente Sangone posto a nord-est in
adiacenza del villaggio Alba Serena (realizzato nell’ambito del progetto
strategico Corona Verde I), attraverso l’acquisizione delle aree coltivate che
costituiscono circa il 60% dell’area F1- Sangone (area speciale destinata ad
insediamenti di interesse pubblico o collettivo) prevista nel P.R.G.C. vigente,
ricadente nelle aree contigue del parco del Po;
Parco fluviale del torrente Sangone
-
acquisire e rendere fruibile il parco del castello (obiettivo principale
dell’Amministrazione Comunale), la cui posizione baricentrica rispetto al
tessuto abitativo esistente che si è sviluppato a ridosso del borgo storico e il
cui valore storico-culturale, fanno sì che questo luogo possa ritornare ad
essere un punto di riferimento per il territorio bruinese, riacquisendo il suo
carattere rappresentativo e la sua identità, che purtroppo oggi è venuta
meno a causa dell’elevato livello di abbandono e degrado che caratterizza
tutta l’area;
Parco del castello
17
-
realizzare il progetto di rete ecologica comunale a ridosso della strada
antica Piossasco-Sangano e dell’alveo del torrente Sangonetto, interessati
dal progetto denominato: “Corona Verde 2 – Ambito Nichelino 5 – Recupero
di criticità ambientali e potenziamento dell’accessibilità al Monte San
Giorgio”, che, a livello del bacino del Sangone, risponde ad alcune delle
azioni condivise con la firma del Contratto di Fiume; il progetto è
stato redatto sulla base delle indicazioni del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale e dovrebbe costituire, unitamente alle piste
ciclabili esistenti o di prossima costruzione, col progetto Corona Verde 2
sopra menzionato, nell’area tra il torrente Sangonetto e la strada
provinciale 589, la prima fase per la realizzazione di un progetto di parco
agricolo che costituirebbe la porta di accesso verso il parco del monte San
Giorgio;
corridoio ecologico comunale
-
prevedere una fascia a verde alberata con pista ciclopedonale lungo la via
Volvera, nel tratto ricadente nell’area agricola centrale racchiusa,
interamente, dagli insediamenti residenziali e industriali esistenti; questa
fascia a verde alberata costituirebbe un elemento di connettività tra il
tessuto abitativo residenziale posto a nord e il tessuto residenziale e
industriale posto a sud, in grado di migliorare la qualità urbana degli
insediamenti esistenti e di gettare le basi per la costruzione di un grande
parco agricolo collocato in posizione baricentrica rispetto all’intero contesto
urbano bruinese.
fascia a verde alberato lungo via Volvera (prima pietra di un grande parco agricolo)
18
Questo sistema di parchi o di porzioni di aree rurali attrezzate a “parco
agricolo” viene collegato con una rete di piste ciclabili che per almeno il 50% di
estensione sono esistenti o di prossima realizzazione, attraverso i due progetti
di Corona Verde 2 – Ambito Nichelino 1 – Sistema di interventi per la
sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del Sangone e
– Ambito Nichelino 5 – precedentemente citato.
Le piste ciclabili contribuiscono a rendere maggiormente fruibile alla
popolazione gli spazi a verde dei parchi e delle succitate fasce di aree rurali
pensate come parco agricolo e, perciò, migliorano la qualità ambientale dello
spazio costruito.
Hanno la funzione, altresì, di collegare l’insieme dei parchi bruinesi previsti
dalla presente variante con i parchi del territorio provinciale: il parco del monte
San Giorgio a sud-ovest nel comune di Piossasco, i parchi del Po e della Collina
Torinese ad est e il parco della Collina Morenica a nord, mediante una
passerella sul torrente Sangone, già oggetto di uno studio di fattibilità.
Per garantire il raggiungimento degli obiettivi indicati sopra, la variante
strutturale qui proposta utilizza lo strumento della perequazione urbanistica,
come previsto dall’art. 35 – Rete ecologica provinciale, comma 6 (Direttive),
lettera b), delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale, dal Manuale Regionale delle buone pratiche per la pianificazione
locale intitolato: “Indirizzi per la qualità paesaggistica degli interventi”, alla
pagina 21 e, soprattutto, dall’art. 21, comma 1, della L.R. 56/1977, come
modificato dalla L.R. 25 marzo 2013, n. 3.
Il metodo di pianificazione della perequazione urbanistica consente, inoltre, di
raggiungere i seguenti scopi:
- equo trattamento delle proprietà immobiliari, mediante l’equa distribuzione,
tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, dei diritti
edificatori previsti nella presente variante e degli oneri derivanti dalla
realizzazione delle dotazioni territoriali;
- legittimità del vincolo d’inedificabilità (la variante è necessaria al fine di
dare una soluzione ad alcune aree destinate a servizi pubblici da più di 20
anni, che hanno il vincolo ampiamente scaduto, con il rischio, non remoto,
già paventato da alcuni soggetti, di dover affrontare diverse cause per
richiesta danni);
- acquisizione delle succitate aree a servizi e delle aree funzionali alla rete
ecologica e al green-network.
Le aree di nuova edificazione previste dalla variante strutturale (sette aree
residenziali e un’area industriale) sono tutte collocate all’interno del tessuto
abitativo esistente, con funzione di completamento di alcuni spazi liberi rimasti
all’interno degli spazi costruiti sfrangiati e, in taluni casi, poco accessibili,
destinati dal piano regolatore vigente ad aree per servizi ed oggi non più
necessarie per soddisfare i bisogni della popolazione e per la verifica degli
standard di cui all’art.21 della Legge Regionale; in adempimento ad una
osservazione regionale, nelle singole aree edificabili sono stati individuati i
necessari spazi a servizio per parcheggio e verde alberato.
Tutte le aree di nuovo insediamento trovano collocazione all’interno delle aree
di transizione o delle aree dense definite dal modello di densità proposto dalla
19
Provincia di Torino (calcolato in automatico ed esteso all’intera Provincia), fatta
eccezione per l’estrema propaggine a sud-ovest del sottocomparto
perequativo n. 1S in cui è presente un’attività produttiva in zona impropria,
all’interno di un capannone condonato: area individuata al fine di favorire la
rilocalizzazione dell’attività in zone artigianali o industriali.
La tecnica perequativa, introdotta dalla variante strutturale, coinvolge due
circoscritti macro-ambiti (Nord e Sud) del territorio a destinazione residenziale,
suddivisi in sette sotto-ambiti (quattro nel Nord e tre nel Sud), e un ambito a
destinazione industriale.
macrocomparto Nord suddiviso in quattro sottocomparti residenziali (1N, 2N, 3N e 4N) indicati con la freccia
macrocomparto Sud suddiviso in tre sottocomparti residenziali (1S, 2S e 3S) indicati con la freccia
20
comparto artigianale-industriale ZI4
E’ stata ridotta la frammentazione degli ambiti rispetto al documento
programmatico per evitare rigidezze nel meccanismo perequativo, segnalate
dagli uffici regionali, che avrebbero potuto vanificare gli obiettivi della variante.
Nei sette sotto-ambiti residenziali, identificati come sottocomparti dalla
variante, l’unità d’intervento alla cui scala deve avvenire l’attuazione della
variante al piano ricomprende tanto una zona edificabile quanto una zona
destinata, in funzione ambientale, a rimanere verde (per il macrocomparto
Nord: parco del castello, comprese le aree adiacenti, e completamento del parco
Sangone, mentre per il macrocomparto Sud: corridoio ecologico, fascia a verde
alberata nell’area agricola centrale e ampliamento del campo sportivo con
riqualificazione della porta urbana).
Nella zona industriale sono state previste delle fasce a servizi (parcheggi con
verde alberato) ai bordi delle strade di larghezza pari a 23 metri che, di fatto,
sono già utilizzate come parcheggi, anzi sono sempre state usufruite per tale
scopo e costituiscono, ancora oggi, l’unica area a servizi effettiva della zona
industriale.
fasce a servizi (parcheggi con verde alberato) ai bordi delle strade industriali larghe 23 m
21
Con la summenzionata modifica al P.R.G.C. la viabilità si riduce da 23m a
13m, per far posto alle due fasce a servizi di larghezza pari a 5m, poste ai bordi
della viabilità.
L’alberatura delle aree a parcheggio ai bordi della viabilità ha lo scopo di
caratterizzare, dal punto di vista ambientale, l’area industriale bruinese che,
attualmente, si presenta anonima; l’identità viene potenziata in quanto il verde
alberato mitiga gli effetti di retro e di fuoriscala degli edifici e l’impianto
ripetitivo e geometrico delle lottizzazioni e valorizza gli assi visivi e i caratteri dei
luoghi.
In relazione all’accoglimento dell’osservazione prot. n. 11985 del 17.12.2012
sul Documento Programmatico, è stato previsto il cambio di destinazione d’uso
da artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4 mappale n.
214, con obbligo di piano esecutivo convenzionato C*Q che comprendente
anche, per circa metà dell’estensione, un’area attualmente destinata a
residenziale di completamento che costituisce, ad oggi, pertinenza del
summenzionato fabbricato artigianale.
Lo strumento urbanistico esecutivo prevede la dismissione di un’area per
servizi da destinare a verde attrezzato per parco giochi, sulla base di una
specifica richiesta dei residenti della zona. Con ciò viene risolto l’accostamento
critico non evidenziato dal piano di classificazione acustica vigente.
area residenziale C*Q con obbligo di PEC
22
Cap. 2.3.2 Dimensionamento della capacita’ insediativa
Il PTC2 detta le seguenti regole per la redazione dei PRGC e loro Varianti:
1. ubicazione di nuovi insediamenti in aree già urbanizzate;
2. nuove edificazioni limitate a interventi di completamento atti a compattare e
riqualificare l’assetto urbanistico esistente;
3. evitare la progressione insediativa di aree già edificate a sviluppo lineare o
sfrangiate o connotate da frammistione tipologica o funzionale;
4. ammessi nuovi complessi residenziali in lotti interclusi inutilizzati, anche a
diversa destinazione, nel rispetto degli standard e con riqualificazione di
spazi esistenti.
Nei comuni che non fanno parte degli ambiti di diffusione urbana (art. 21 delle
NdA del PTC2) vengono fissate per il soddisfacimento dei fabbisogni pregressi e
per la domanda aggiuntiva locale, nel rispetto del minor consumo di suolo, le
seguenti soglie:
-
interventi di nuova costruzione in aree dense e di transizione: 5% della
capacità insediativa di PRGC, incrementato del 50% nel caso di operazioni
di perequazione urbanistica finalizzate a interventi di riqualificazione
ambientale e paesaggistica o di modernizzazione del sistema delle
infrastrutture;
-
ristrutturazione urbanistica di aree non ancora contemplate dagli strumenti
urbanistici vigenti: 7,5% della capacità insediativa del medesimo PRG.
La variante strutturale n. 2 risponde ai criteri quali quantitativi soprascritti in
quanto le aree di trasformazione perequata in programma (interventi 1N, 2N,
3N, 4N, 1S, 2S, 3S, ZI4, C*Q):
- ricadono in aree urbanizzate (cfr. § 6.9 - Dotazioni infrastrutturali - della
Relazione Tecnica Ambientale);
- hanno le caratteristiche di interventi di completamento atti a compattare e
riqualificare l’assetto urbanistico esistente, ovvero di ristrutturazione
urbanistica (area C*Q);
- evitano la progressione insediativa di aree già edificate a sviluppo lineare o
sfrangiate o connotate da frammistione tipologica o funzionale. In particolare
l’intervento 1S prevede la ricomposizione del fronte di via Cascina Nuova e la
valorizzazione del polo sportivo cittadino, mentre l’intervento 2S concorre alla
ricomposizione del margine urbano prospettante sulla macchia agraria
centrale;
- rispettano gli standard e con l’adozione, in tutti i casi, del criterio della
perequazione urbanistica li incrementano considerevolmente, specie rispetto
alla componente del verde naturalistico e attrezzato.
Per la verifica della capacità insediativa aggiuntiva della variante in progetto si
evidenziano i seguenti parametri.
23
C.I.R.T. Piano
vigente
Param.
Capacità insediativa residenziale teorica (Cirt)
Cirt PTC2
8207
5%
a) Nuovo impianto edilizio
410
8207
0.05*50%
b) Perequazione urbanistica
205
c) Turn over1
8207
7,5%
Cirt Var. 2
479
0
131
Sommano a) + b) +c)
615>
610
Ristrutturazione urbanistica
615>
24
CIRT aggiuntiva con la variante 2
634
Dai dati riportati nel prospetto si evince che la variante strutturale n. 2 è
contenuta nei limiti dell’art. 21 delle NdA del PTC2 in considerazione della
adozione generalizzata del principio della perequazione urbanistica e
dell’intervento di ristrutturazione/rigenerazione urbanistica relativo al P.E.C.
C*Q necessitato dalla rilocalizzazione di stabilimento artigianale attivo in
contrasto con il carattere residenziale dell’ambito di riferimento.
EVOLUZIONE STORICA DEI PARAMETRI QUANTITATIVI NEL P.R.G.C.
VERIFICA DEI STATO DI
PARAMETRI
FATTO
QUANTITATIVI INIZIALE
PROGETTO
P.R.G.C.
Dimensionamento
Dati di
impostazione del
P.R.G.C.
D.G.R. 69–22738/93
con modifiche ex
officio
1
31/12/87
2
22/11/89
CONSUNTIVO VARIANTE
ATTUAZIONE
PARZIALE
a esaurimento del
N°2
P.R.G.C.
P.R.G.C.
+ VARIANTE
VARIANTE
STRUTTURALE
PARZIALE N°2
D.G.R. 20-2116 del
07/02/2006
D.C.C. 34–
27/06/00
INCREMENTI
abitanti
volume
mc
serv. res. mq
3
31/12/99
6.004
8.188
7.400
810.000
134.91mc/ab
91.000
15,16 mq/ab
1.005.779
122,84 mc/ab
315.870
38,58 mq/ab
1.000.000
135,14 mc/ab
315.870
42,69 mq/ab
4
27/06/2000
+294
(inf. 4%)
+39.432
(inf. 4%)
-1.960
-0,26 mq/ab
P.R.G.C.
+
VARIANTE
PARZIALE N°2
+ VARIANTE
STRUTTURALE
INCREMENTI
3+4
5
16/02/2006
CONSUNTIVO
ATTUAZIONE
alla data del
31/12/2012
TOTALI
3+4+5
6
31/12/2012
7.694
+513 (6,67%)
8.207
8.594
1.039.432
135,10 mc/ab
313.910
40,80 mq/ab
+69.239
135 mc/ab
+771
+0,10 mq/ab
1.108.671
135,10 mc/ab
314.681
38,34 mq/ab
1.120.000
130,32 mc/ab
314.681
36,62 mq/ab
Cap. 2.3.3 Superfici dei comparti perequativi e relativi abitanti
I comparti perequativi oggetto dalla presente variante comportano un aumento
della superficie edificabile, con conseguente aumento del numero di abitanti
teorici previsti dal P.R.G.C. vigente, e una variazione delle superfici destinate a
servizi pubblici.
Viene riportata qui di seguito la tabella delle superfici edificabili e a servizi
pubblici interessate dai due macrocomparti perequativi (Nord e Sud) a
destinazione residenziale, suddivisi in sette sottocomparti (quattro nel Nord e
tre nel Sud), e da un comparto a destinazione industriale, con i relativi abitanti
teorici insediabili.
1
Per Turn over si intende il contingente di edilizia residenziale (131 vani) previsto dal PRG ma non ancora
realizzato
24
SUPERFICI E VOLUMI DEI COMPARTI PEREQUATIVI
TABELLA
AREE
macrosottoambiti
comparti comparti
1
NORD
1N
1
2N
1
3N
1
4N
1
n.
mq
F1
2I
7
9 parte
10
10I
15
7I parte
C*
7I parte
7II
C*
5
C*
5I
C*
80.736
1.410
54.829
3.821
16.068
866
7.809
1.060
5.360
1.049
943
13.909
2.107
10.550
1.146
9.713
TOTALI
2
3
4
1S
2
2S
3
3S
3
F3
35.569
25
31.480
35II
3.085
41
2.340
I
41
2.090
42
5.137
43I
280
44
6.781
44I
1.144
33I
1.239
II
33
1.545
13.690
C*
35I
848
3.519
C*
35 parte
783
4.904
C*
TOTALI
ZI4
TOTALI
volumi da
cedersi o in
dotazione
(mc)
indici fondiari (Ip
ricevente+Ip cedente volumi previsti
su area C*)
(mc)
(mc/mq)
indice perequativo
( mc/mq)
0,10
0,25
0,25
0,25
0,30
0,30
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
8.074
353
13.707
955
4.820
260
1.952
265
1.340
262
236
3.477
527
2.638
287
2.428
0,10
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
0,25
3.557
7.870
771
585
523
1.284
70
1.695
286
310
386
3.423
212
880
196
1.226
42
1,05
14.604
108
1,05
11.078
82
1,05
10.199
75
41.509
307
1,05
14.375
107
1,05
3.695
27
1,05
5.149
38
23.219
172
TRASFERIMENTO DEI DIRITTI
EDIFICATORI
EDIFICAZIONE A DESTINAZIONE
INDUSTRIALE
indici fondiari (Ip
ricevente+Ip cedente
superfici
su area C*)
previste (mq)
(mq/mq)
n.
mq
mq/mq
superfici da
cedersi o in
dotazione
(mq)
5
S2
S4
ZI4
7.880
14.941
9.849
0,15
0,15
0,15
1182
2241
1477
32.670
5.628
23.274
ambiti
abitanti
previsti
(135
mc/ab)
1,05
41.581
114.434
AREE
comparti
EDIFICAZIONE A DESTINAZIONE
RESIDENZIALE
211.376
4
SUD
TRASFERIMENTO DEI DIRITTI
EDIFICATORI
//
0,50
4.924
4.924
25
Cap. 2.3.4
Superficie dell’area di ristrutturazione urbanistica e relativi
abitanti
La variante prevede, oltre ai comparti perequativi di cui al paragrafo
precedente, un’area di ristrutturazione urbanistica indicata nella tabella
sottostante, nella quale esiste un fabbricato artigianale in zona propria, posta
tra la zona residenziale prossima al centro storico e la zona agricola al confine
col Comune di Sangano.
Tale nuova previsione risolve l’accostamento critico non evidenziato dal piano
di classificazione acustica comunale e mira a salvaguardare e valorizzare il
paesaggio circostante.
AREA DI RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA (DA ARTIGIANALE A RESIDENZIALE)
NON RICADENTE IN UN COMPARTO PEREQUATIVO
AMBITO
INDIRIZZO
2
Strada della Rul
SUP.
SIGLA FONDIARIA
(mq)
Q
4.021
I.F.
(mc/mq)
H max
(m)
N.
PIANI
VOLUME
mc
ab.
135mc/ab.
CAT.
0,80
7,50
2
3.217
24
C*/P.E.C.
Cap. 2.3.5 Verifica degli standards urbanistici ex art. 21 della l.u.r.
Gli interventi oggetto della variante urbanistica comportano modifiche del
numero di abitanti teorici insediabili e delle aree per servizi esistenti, per cui
risulta necessario procedere alla verifica degli standards urbanistici di cui
all’art. 21 della L.R. n. 56/1977 e smi. Le aree a servizi di nuovo impianto o
modificate sono evidenziate nelle tabelle allegate alle NTA – Testo integrato.
La presente variante strutturale prevede la costruzione di 67.945 metri cubi di
edilizia residenziale che corrispondono ad una previsione di 503 abitanti, così
suddivisi in relazione all’ambito territoriale:
- ambito 1: 307 abitanti;
- ambito 2: 131 abitanti;
- ambito 3: 65 abitanti;
- ambito 4: 0 abitanti;
- ambito 5: 0 abitanti.
Alla capacità insediativa residenziale teorica aggiuntiva (CIRT.a) come sopra
definita vanno addizionati, in base alle indicazioni contenute nel PTC2, 131
abitanti (equivalenti a stanze) riferiti allo stock di abitazioni ancora da costruire
in vista della saturazione totale delle previsioni cartografiche e normative del
PRGC vigente.
Gli standard urbanistici relativi alle aree residenziali dovranno pertanto essere
rapportati ad una CIRT complessiva desunta dai seguenti contingenti:
- CONSUNTIVO ATTUAZIONE alla data del 31/12/2012
ab. 8.594
- CIRT aggiuntiva prevista dalla Variante 2
ab. 503
- Vani = abitanti a saturazione del PRG
ab. 131
Capacità insediativa residenziale per la verifica degli standard ab. 9.228
Variazione della CIRT rispetto al consuntivo del 31/12/2012 (+) 7,38 %
26
Lo standard di 25 mq/ab per le aree residenziali è stato verificato
positivamente sia per tutto il territorio comunale (35,68 mq/ab) che ambito per
ambito, se si eccettua l’ambito 3 in cui la verifica non viene soddisfatta (18,75
mq/ab): tale ambito risulta adiacente al blocco di aree per servizi nn. 13, 14 e
15 (attrezzature di interesse comune, verde pubblico e parcheggi) dell’ambito 1,
la cui superficie complessiva, essendo superiore a quella totale delle aree
d’ambito, è tale da soddisfare ampiamente lo standard per servizi dell’ambito 3
(40,94 mq/ab), e senza la quale lo standard dell’ambito 1 sarebbe, comunque,
verificato (32,95 mq/ab); e l’ambito 4 in cui la verifica non viene soddisfatta
per poco più di 2 mq/ab (22,18 mq/ab): va però evidenziato che lo stesso
ambito risulta perimetrale alle aree per servizi nn. 25 e 26 (verde sportivo e
parcheggi)
dell’ambito 2,
la
cui
estensione è tale da soddisfare lo
standard per servizi pubblici dei due ambiti 2 e 4 messi insieme.
Lo standard per le aree industriali, pari al 10% delle superficie fondiaria delle
aree di completamento e al 20% della superficie territoriale delle aree di nuovo
impianto, è stato verificato positivamente.
Vengono riportate qui di seguito le tabelle delle aree per servizi relative a tutto
il territorio comunale e ai singoli cinque ambiti.
AREE PER SERVIZI PUBBLICI a servizio della residenza: TOTALE
Superficie territoriale
ha
Popolazione residente al 31/12/2012
ab
8.594 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
131 +
Popolazione insediabile con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
503 =
Popolazione insediabile totale
ab
Ambiti
9.228
Destinazioni
istruzione
scuole materne
E
E
0
4.000
AMBITO 2
8.107
AMBITO 3
AMBITO 4
AMBITO 5
verde pubblico
scuole
elementari
P
AMBITO 1
Totali
parziali
(mq)
559
interesse
comune
scuole
medie
E
P
P
E
verde per i
più piccoli
E
P
parcheggi
E
E
E
P
0
1.868
0
0
0
8.260
7.962
0
0
0
0
0
0
0
0
0
520
2.325
0 12.722
0
0
0
3.016
0
0
0
0
8.460
3.040
4.531
7.629 12.748
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
8.107
4.000
8.542 14.918 12.322
0
20.117 27.758 10.184
12.322
5.106
8.711
5.249 24.362 30.280
6.014
7.094
0
263
4.200
1.702
0
912
5.637
0
0
0
0
9.925 34.050 83.664 26.064 31.690 12.295
25.642
369 22.461
20.109
0
117.714
0
0
P
1.410
2.700
3.960 52.945
P
0
23.460
6.624
verde
sportivo
3.658 14.918 12.322
12.107
11.857 11.336
P
verde di
quartiere
57.754
47.889
47.875
195.577
37.937
Standard
(mq/ab)
5,19
5,19
21,19
4,11
Standard
min.
(mq/ab)
5,00
5,00
12,50
2,50
329.278
di cui esistenti
131.681
e previsti 197.597
Standard (mq/ab) = 329.278 mq : 9.228 ab = 35,68 mq/ab
Standard minimo= 25,00 mq/ab
27
AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 1
Superficie territoriale ambito 1
ha
Abitanti residenti al 31/12/2012
ab
3.182 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
27 +
Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
307 =
Totale abitanti insediabili ambito 1 (esistenti + previsti)
ab
Aree
Superficie
(mq)
scuole
materne
E
1
3.958
2
1.633
I
1.410
3
536
4
495
5
2.107
I
1.146
6
1.955
7
54.856
I
2.109
II
943
2
5
7
7
P
scuole
elementari
E
P
verde pubblico
scuole
medie
E
P
interesse
comune
E
P
verde per i
più piccoli
E
P
verde di
quartiere
verde
sportivo
E
E
P
1.433
E
P
200
1.410
336
200
330
165
707
700
346
800
1.320
635
31.856
2.000
809
1.300
343
600
700
4.000
11.000
4.000
2.000
9
8.762
10
16.068
16.068
I
866
166
11
2.289
12
1.127
13
7.551
3.880
14
8.324
1.700
15
7.809
16
1.802
12.322
1.479
4.844
3.918
700
1.089
1.200
400
727
2.471
1.200
6.624
7.000
809
1.000
0
4.000
4.000
3.658
14.918 12.322
18.576
34.898
139.547
parcheggi
300
8
Totali
P
3.658
13.801
10
3.516
Destinazioni
istruzione
n°
141
di cui esistenti
43.527
0 11.857 11.336
12.322
6.624
2.700
9.324
23.193
e previsti
3.960 52.945
56.905
67.639
802
0
1.410
5.106
8.711
1.410
13.817
96.020
Standard (mq/ab) = 139.547 mq : 3.516 ab = 39,69 mq/ab
28
AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 2
Superficie territoriale ambito 2
ha
Abitanti residenti al 31/12/2012
ab
2.012 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
87 +
Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
131 =
Totale abitanti insediabili ambito 2 (esistenti + previsti)
ab
Aree
2.230
Destinazioni
istruzione
Superficie
(mq)
n°
78
scuole
materne
E
verde pubblico
scuole
elementari
E
P
interesse
comune
scuole
medie
E
P
E
P
P
verde per i
più piccoli
E
P
verde di
quartiere
verde
sportivo
E
E
P
P
parcheggi
E
P
17
9.592
18
6.371
4.080
19
4.027
4.027
20
1.868
21
1.831
I
1.769
22
3.962
3.962
23
9.148
4.000
24
3.493
25
31.480
26
22.669
27
5.434
5.434
28
876
876
29
2.320
I
109
30
4.990
31
3.050
32
3.100
33
1.153
I
1.239
II
1.545
545
1000
34
2.000
1.500
500
21
29
33
33
1.950
2.291
1.868
1.261
369
700
700
5.148
1.800
28.480
3.000
22.669
2.320
109
2.990
2.000
2.504
546
3.100
1.153
1.239
0
1.868
8.107
0
1.868
9.975
122.026
570
1.693
8.107
Totali
7.642
di cui esistenti
71.072
0
0
8.260
7.962
0
0
369 22.461
369
16.222
e previsti
5.249
24.362 30.280
27.710
54.642
82.721
6.014
7.094
13.108
50.954
Standard (mq/ab) = 122.026 mq : 2.230 ab = 54,72 mq/ab
29
AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 3
Superficie territoriale ambito 3
ha
Abitanti residenti al 31/12/2012
ab
1.003 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
0+
Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
65 =
Totale abitanti ambito 3 (esistenti + previsti)
ab
Aree
Superficie
(mq)
scuole
materne
E
verde pubblico
scuole
elementari
E
P
interesse
comune
scuole
medie
E
P
E
P
verde per i
più piccoli
E
P
P
verde di
quartiere
verde
sportivo
parcheggi
E
E
E
P
35
1.245
I
848
148
II
3.085
3.085
36
10.489
I
263
37
4.100
35
35
36
520
P
500
700
7.489
2.000
263
0
0
0
0
0
0
0
0
di cui esistenti
783
0
0
520
1.100
2.000
2.325
0 12.722
2.845
0
20.030
P
225
1.000
0
Totali
1.068
Destinazioni
istruzione
n°
53
0
e previsti
12.722
15.567
1.000
0
0
263
4.200
0
4.463
19.247
Standard (mq/ab) = 20.030 mq : 1.068 ab = 18,75 mq/ab
30
AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 4
Superficie territoriale ambito 4
ha
Abitanti residenti al 31/12/2012
ab
2.132 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
17 +
Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
0=
Totale abitanti ambito 4 (esistenti + previsti)
ab
Aree
Superficie
(mq)
scuole
materne
E
verde pubblico
scuole
elementari
E
P
interesse
comune
scuole
medie
E
P
E
P
P
verde per i
più piccoli
E
P
verde di
quartiere
verde
sportivo
E
E
P
38
2.292
39
1.080
40
3.016
41
2.340
2.340
I
2.090
2.090
42
5.137
43
1.702
I
280
44
6.781
I
1.144
45
4.460
I
1.390
46
303
47
12.243
48
3.417
41
43
44
45
E
P
P
457
720
360
3.016
1.500
2.337
1.300
1.702
280
5.000
1.481
300
844
300
3.460
1.000
1.040
350
101
2.000
1.550
6.808
202
1.885
1.417
0
0
3.016
0
3.016
di cui esistenti
0
0
0
8.460
0
16.299
3.040
4.531
7.571
8.460
3.016
47.675
parcheggi
1.835
0
Totali
2.149
Destinazioni
istruzione
n°
190
e previsti
7.629 12.748
20.377
29.650
2.000
1.702
0
912
5.637
1.702
6.549
31.376
Standard (mq/ab) = 47.675 mq : 2.149 ab = 22,18 mq/ab
31
AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AREA INDUSTRIALE - AMBITO TERRITORIALE 5
Superficie territoriale ambito 5
ha
Abitanti residenti al 31/12/2012
ab
265 +
StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile
ab
0+
Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C.
ab
Totale abitanti ambito 5 (esistenti + previsti)
ab
Aree
n°
S1
0=
265
Destinazioni
Superficie
(mq)
4.859 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva
S2
7.880 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva
S3
18.177 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva
S4
14.941 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva
S5
8.514 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva
S6
9.945 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva e area ecologica
SS1
3.961 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva, servizi sociali, mense e attrezzature varie
SS2
97
7.700 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva, servizi sociali, mense e attrezzature varie
75.977
STANDARD SERVIZI
aree industriali
superficie
di completamento fondiaria
di nuovo impianto territoriale
di nuovo impianto
con la variante
territoriale
FABBISOGNO
mq
fabbisogno servizi
%
mq
640.744
10
64.074,40
41.784
20
8.356,80
9.849
20
1.969,80
74.401
32
Cap. 3 - Demografia
Cap. 3.1
Generalita’
La crescita demografica nel Comune di Bruino nell’ultimo trentennio, tra il 1981 e il
2011, è stata sostenuta anche in confronto con i comuni contermini.
La popolazione residente è aumentata in trent’anni del 46,9%. Sono 2.708 i nuovi
residenti a Bruino nei trent’anni (mediamente circa 90 nuovi abitanti per anno).
La popolazione è quindi passata da 5.771 del 1981 ai 8.479 del 2011.
Osservando il grafico dell’evoluzione demografica (Tabella 3.1) si nota che
l’andamento è stato molto differente in ciascuno dei tre decenni censuali.
Cap. 3.2
Il decennio 1981-1991
La crescita è contenuta nel 6,3% realizzato con un incremento di 364 abitanti
(mediamente circa 36 persone all’anno) che sommati ai 5.771 residenti del 1981
raggiungono il valore di 6.135 nel 1991 Una limitazione all’aumento della
residenzialità era dovuto al progressivo saturarsi delle aree fabbricabili nello
strumento urbanistico allora vigente: un Programma di Fabbricazione.
La variazione delle classi di età (Tabella 3.2) intervenuta nella popolazione è
significativa per descrivere la trasformazione degli insediati nel comune.
La forte attrazione della scelta residenziale suburbana ha fatto localizzare a Bruino un
elevato numero di famiglie nel precedente decennio ’71:’81: ben 2.368 nuovi abitanti si
sono insediati nel comune.
I nuclei famigliari più rappresentati nella motivazione alla residenzialità suburbana
erano giovani coppie con figli piccoli o senza, ma comunque con una propensione a
confermare con un’elevata fertilità la loro scelta di vita in un piccolo centro e in una
casa tendenzialmente di proprietà.
Alla fine di questo “prolifico” decennio (1971-1981) la fascia d’età più giovane (bambini
al di sotto dei 14 anni d’età) rappresenta quasi il 24% della popolazione, mentre gli
anziani (oltre i 65 anni) erano solo il 7,7%.
Durante il decennio 1981- 1991 il modesto incremento demografico porta ad un
assestamento della piramide delle età, con il fisiologico slittamento del precedente
“baby boom” verso le successive fasce d’età.
Nel 1991 i bambini inferiori a 14 anni sono ridotti al 14 % della popolazione (rispetto
al 24% del 1981) e gli anziani altre i 65 anni aumentano al 9,2%.
Particolarmente in crescita sono le fasce d’età intermedie rappresentative della
popolazione attiva che raggiungono il 77% (contro il 68% del 1981).
Le famiglie (Tabelle 3.3-3.4) si trasformano riducendo progressivamente la
dimensione media del nucleo, fenomeno costante in tutte le situazioni territoriali.
Infatti la dimensione media della famiglia nel 1981 era di 3,02 persone per nucleo e si
riduce nel 1991 a 2,92 persone per nucleo.
Ne consegue che il numero di famiglie aumenta anche a popolazione costante e
comunque l’incremento percentuale di famiglie è superiore a quello dei residenti.
A fronte del +6,3% degli abitanti si hanno 189 nuove famiglie con un incremento di +
9,9%.
Si anticipa che l’incremento delle abitazioni deve soddisfare la formazione dei nuovi
nuclei famigliari e quindi la sua dinamica è maggiore del solo dato demografico grezzo.
La progressiva scomparsa delle grandi famiglie tipiche dell’economia rurale e
l’aumento dell’occupazione femminile in un’economia industriale–terziaria, sono
componenti della variazione dei nuclei familiari:
le famiglie di 4-5 componenti erano il 33% nel 1981 (e riguardavano il 47% degli
abitanti), si riducono al 31% nel 1991 (dove vivono il 44% degli abitanti)
nel 1981 oltre metà della popolazione (il 53%) viveva in famiglie di 4 o più
componenti; nel 1991 oltre la metà della popolazione (il 51%) vive in nuclei di 1, 2,
o 3 componenti
33
-
le coppie senza figli che erano il 19% nel 1981 diventano il 23% nel 1991
le coppie con figli passano dal 57% al 55% nel decennio ’81-’91
Cap. 3.3
Il decennio 1991-2001
L’ultimo decennio è connotato da una più accentuata dinamica demografica con una
crescita del 19% della popolazione, dai 6.135 abitanti del 1981 ai 7.308 nel 2001 con
un delta di 1.173 nuovi residenti.
Le famiglie sono aumentate con un tasso assai più elevato pari al + 30% e 633 nuovi
nuclei (dalle 2.098 del 1991 alle 2.731 famiglie nel 2001).
Questa grande crescita dei nuclei familiari è dovuta a due trend convergenti: la
crescita demografica e la diminuzione della dimensione media del nucleo famigliare (da
2,92 componenti medi per famiglia nel 1991 a 2,67 nel 2001).
Un fattore determinante che ha permesso l’insediabilità di tanti nuovi abitanti è stato
l’entrata in vigore di un nuovo Piano Regolatore Comunale con l’offerta di nuove aree
residenziali.
Sulla base dei dati esposti si anticipa anche che la crescita del parco residenziale deve
rispondere alla formazione dei 633 nuovi nuclei familiari.
Al momento non si dispone ancora di ulteriori elaborazioni di dati del censimento
2001 (classi d’età, famiglie per componenti).
Tuttavia una così rapida diminuzione del numero medio di persone per nucleo
famigliare che si riduce dell’8,6% nel decennio tra il 1991 (2,92 persone per nucleo) e il
2001 (2,67 persone per nucleo) ha come conseguenza una più alta percentuale delle
famiglie formate di 1 e 2 componenti (singoli e anziani vedovi) e una piramide delle
classi d’età dove diminuisce il tasso di bambini (sotto i 14 anni) e aumenta la quota
degli anziani (sopra i 65 anni).
Cap. 3.4
Il decennio 2001-2011
L’ultimo decennio è connotato da una forte dinamica demografica, come quella del
decennio precedente, con una crescita del 16% della popolazione, dai 7.308 abitanti
del 2001 ai 8.479 nel 2011 con un delta di 1.171 nuovi residenti.
Le famiglie sono aumentate con un tasso significativo pari al + 22% e 601 nuovi nuclei
(dalle 2.730 del 2001 alle 3.331 famiglie nel 2011).
Questa grande crescita dei nuclei familiari è dovuta a due trend convergenti: la
crescita demografica e la diminuzione della dimensione media del nucleo famigliare (da
2,67 componenti medi per famiglia nel 2001 a 2,54 nel 2011).
Un fattore determinante che ha permesso l’insediabilità di tanti nuovi abitanti è stata
l’approvazione della variante parziale n. 2 al P.R.G.C. con D.C.C. n° 34 del
27/06/2000, con la quale la capacità residenziale fu aumentata di una quantità di
poco inferiore al 4%, e con l’entrata in vigore della variante strutturale al P.R.G.C.,
approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del
16/02/2006.
Sulla base dei dati esposti si anticipa anche che la crescita del parco residenziale deve
rispondere alla formazione dei 601 nuovi nuclei familiari.
Al momento non si dispone ancora di ulteriori elaborazioni di dati del censimento
2011 (famiglie per classi di ampiezza e per tipologia della famiglia).
Tuttavia una ulteriore diminuzione del numero medio di persone per nucleo famigliare
che si riduce del 5% nel decennio tra il 2001 (2,67 persone per nucleo) e il 2011 (2,54
persone per nucleo) ha come conseguenza un incremento della percentuale delle
famiglie formate di 1 e 2 componenti (singoli e anziani vedovi) e una piramide delle
classi d’età dove aumenta il tasso di bambini (sotto i 14 anni) in conseguenza
dell’insediamento di famiglie giovani con bimbi piccoli nelle nuove unità abitative,
aumenta la quota degli anziani (sopra i 65 anni) e delle persone tra i 35 e i 64 anni,
mentre diminuisce fortemente il tasso dei giovani tra i 15 e i 34 anni, spiegabile con la
bassa natalità registrata in quegli anni.
34
9 000
T AB E L L A 3 .1
E V O L U Z IO N E
D E M O G R AF IC A
84 79
8 500
8389
84 37
8458
8229
8102
8 000
7928
7 693
7 500
74 41
7308 731 8
7217
7 000
6878
66 55 6 674
657 9
6 500
6502
6363 6349
6 273
6 000
59 73 5 993 6004
5771 5760
6067 6077
611 6 61 35
5828 582 9
5 500
1
9
8
0
20
1
20
1
20
0
20
0
7
20
0
5
4
3
2
1
6
20
0
20
0
20
0
20
0
20
0
20
0
0
20
0
8
7
6
5
4
9
19
9
19
9
19
9
19
9
19
9
19
9
3
19
9
1
0
9
8
7
2
19
9
19
9
19
9
19
8
19
8
19
8
6
19
8
4
3
2
5
19
8
19
8
19
8
19
8
19
8
1
5 000
35
TABELLA 3.2 POPOLAZIONE RESIDENTE PER CLASSI DI ETA'
1981
1380
1728
2218
445
5771
< 14 anni
15 - 34 anni
35 - 64 anni
> 65 anni
totale
1991
858
2036
2674
567
6135
2001
1057
1944
3237
1070
7308
1991
1981
>65 anni
8%
2011
1393
1555
3875
1656
8479
>65 anni
9%
<14 anni
24%
35-64 anni
38%
<14 anni
14%
15-34 anni
33%
35-64 anni
44%
15-34 anni
30%
2011
2001
>65 anni
15%
>65 anni
20%
<14 anni
14%
<14 anni
16%
15-34 anni
18%
15-34 anni
27%
35-64 anni
44%
35-64 anni
46%
36
percentuali 1981
TABELLA 3.3 FAMIGLIE RESIDENTI PER TIPOLOGIA DELLA FAMIGLIA
2500
coppie senza figli con altre
persone
1% 5%
17%
altro
coppie con figli con altre
persone
18%
genitore con figli
coppie senza figli
4%
3%
218
coppie con figli
genitore con figli con altre
persone
coppie con figli
2000
344
genitore con figli con altre
persone
genitore con figli
coppie senza figli
324
115
26
74
1500
57
1257
altro
52%
coppie con figli con altre
persone
coppie senza figli con
altre persone
percentuali 1991
coppie senza figli con altre
persone
3% 5%
16%
coppie con figli con altre
persone
20%
5%
1033
1%
1000
coppie senza figli
coppie con figli
988
genitore con figli con altre
persone
genitore con figli
altro
50%
500
430
827
percentuali 2001
351
0
25
90
1981
3%
96
54
7%
36%
1991
coppie senza figli
2001
coppie con figli
padre con figli
madre con figli
54%
37
T AB ELLE 3.4
FAM IG LIE PER C LASSI D I AM PIEZZA
3500
3331
3000
2730
2500
2098
2000
1909
1981
1991
2001
2011
1500
1000
873
737
500
440
535
443
603
527
523529
465
253270
170
126122
35 33 29
16 8
0
1
2
3
4
5
6
7e +
totali
38
Cap. 4 – Le abitazioni
Cap. 4.1
Generalita’
Le abitazioni occupate dagli abitanti di Bruino sono in buona parte situate in edifici
mono/bifamiliari con l’eccezione del quartiere PEEP, di alcuni edifici nel centro
storico, di episodici “condomini” realizzati negli anni ’70 e di diversi piccoli condomini
con quattro o otto unità abitative realizzati negli ultimi dieci anni.
La tipologia predominante (anche per i bassi indici fondiari degli strumenti urbanistici)
è stata quella delle villette mono/bifamiliari tipica nelle motivazioni della scelta di
residenzialità suburbana (rappresentativo è il Villaggio Alba Serena).
Le villette, in modesti lotti con piccoli giardini, sono quasi sempre di proprietà delle
famiglie che le abitano.
Già nel 1981 il 66% delle abitazioni e ben il 71% delle stanze era occupato in
proprietà.
L’espansione edilizia avvenuta tra il 1981 e il 1991, essendo sempre connotata dalla
tipologia villetta-giardino, incrementa il godimento in proprietà che nel 1991 interessa
il 71% delle abitazioni e il 75% delle stanze.
L’espansione edilizia avvenuta tra il 1991 e il 2001, essendo sempre connotata dalla
tipologia villetta-giardino, incrementa il godimento in proprietà che nel 2001 interessa
il 76% delle abitazioni e l’80% delle stanze.
Cap. 4.2
Lo stock residenziale occupato nel 1981
Le abitazioni che nel 1981 erano occupate dai residenti ammontavano a 1.801, le
stanze di questi alloggi erano 7.439 e gli abitanti occupanti 5.725 (1.909 famiglie)
(Tabella 4.1).
Come si vede il numero di famiglie (1.909) supera il numero delle abitazioni (1.801) ma
il totale degli occupanti (5.725) ha a disposizione 7.439 stanze(Tabella 4.2) .
Si deve osservare che l’eccedenza di famiglie “anagrafiche” (rispetto alle abitazioni) non
denota solo fenomeni di coabitazione, in quanto spesso nei nuclei parentali che sono
famiglie “di fatto” c’è una suddivisione “anagrafica” per comprensibili motivi (fiscali,
patrimoniali, abitudinari, ecc.).
La dimensione media degli alloggi era di 4,13 stanze per abitazione rispetto alla
famiglia media di 3,02 persone.
Il rapporto tra il numero di stanze esistenti e gli abitanti che le occupano attribuisce a
ciascuna persona 1,29 stanze.
Il parco residenziale di Bruino è costituito prevalentemente da abitazioni di grandi
dimensioni, con un elevato numero di stanze (Tabella 4.3).
Infatti il 42% delle stanze totali si trova in alloggi con 5 e più stanze, e un ulteriore
37% delle stanze è situato in abitazioni di 4 stanze, quindi ben il 79% delle stanze si
trova in alloggi medio-grandi con 4 e più stanze.
Il parco residenziale è occupato in proprietà dal 67% dei residenti che abitano nel
66% delle abitazioni (2/3) e nel 71% delle stanze (Tabella 4.4).
Le 1.180 abitazioni godute in proprietà hanno complessivamente 5.294 stanze e
quindi la dimensione media è di 4,49 stanze per abitazione, ben maggiore di quelle
occupate in affitto mediamente di 3,41 stanze per alloggio.
E’ interessante notare che le abitazioni godute in proprietà hanno mediamente oltre
una stanza in più di quelle occupate in affitto.
I due terzi dei residenti di Bruino che vivono in case di proprietà hanno 1,39 stanze
media per persona, mentre il terzo di abitanti che affitta l’alloggio in cui vive ha a
disposizione solo 1,07 stanze per ogni persona.
Dall’analisi dello stock di abitazioni e dalla “attribuzione” alla varie fasce d’età delle
abitazioni occupate (compilando il modulo di censimento), si può correlare l’aumento
demografico e la produzione di abitazioni (Tabella 4.6).
Un dato di notevole rilievo è che oltre l’85 % di tutti gli alloggi viene attribuito ai due
decenni ’61:’81 per un totale di 1.535 abitazioni (circa 77 nuove case costruite
39
annualmente), mentre le vecchie costruzioni rappresentano quote marginali: solo
l’8,4% costruito prima del 1919, il 3,4% costruito tra le due guerre dal 1919 al 1945 e
appena il 2,9% nei quindici anni tra il ’46 e il ’60.
La collocazione di gran parte delle case di Bruino al periodo ’61:’81 deve essere messa
in relazione con l’evoluzione demografica.
Nel 1961 i residenti del comune erano solo 934, che costituiscono il 16% di quelli
censiti nel 1981 (cioè 5.771) e quindi la quota del patrimonio edilizio “ante ’61” del
15% è perfettamente correlata con gli abitanti allora insediati.
Nel decennio ’61:’71 l’impetuosa crescita demografica di quasi 2.500 nuovi residenti (il
43% di quelli esistenti al 1981) è esattamente correlata con il 44,6% delle abitazioni
datate tra il ’61 e il ’71 (la piccola differenza è dovuta alla diminuzione della
dimensione media delle famiglie che aumenta il fabbisogno).
Il decennio ’71:’81 segna un’altra rapida crescita di nuovi residenti pari al 41% del
totale all’ ’81. Con perfetta corrispondenza le abitazioni del periodo ’72:’81
rappresentano il 40,6% del totale.
Cap. 4.3
Lo stock residenziale occupato: variazioni nel decennio 19811991
La dinamica demografica verificatasi nel decennio è alla base della crescita del parco
residenziale.
Si riassume quanto già sopra analizzato (Tabelle 2.1, 2.4):
- + 364 abitanti (+ 6,3%)
- +189 nuovi nuclei famigliari (+ 9,9%).
Lo stock di abitazioni aumenta di 236 unità, pari al 13,1%, dalle iniziali 1.801 (del
1981) alle 2.098.
Ancora più elevato l’incremento delle stanze che dalle 7.439 del 1981 con il + 19,6%
raggiunge il valore di 8.896 nel 1991 (Tabelle 4.1, 4.2).
Conseguentemente cresce la dimensione media dell’abitazione dalle iniziali 4,13 stanze
per alloggio raggiunge nel 1991 il rapporto di 4,24.
Simultaneamente essendo diminuita la dimensione media del nucleo famigliare da
3,02 componenti (nel 1981) al valore di 2,92 persone per famiglia, diminuisce il tasso
di occupazione del parco residenziale.
Mentre nel 1981 ciascun abitante aveva a disposizione 1,29 stanze, nel 1991 ogni
residente vive in 1,45 stanze (Tabella 4.2).
Come si vede le consolidate abitudini abitative, in tipologie edilizie monofamigliari,
connotano stabilmente il parco residenziale e con quasi 1,5 stanze per persona ne
deriva una capacità insediativa assai minore di quella desumibile dai normali
parametri sintetici.
Tornando a considerare la variazione del parco residenziale assai maggiore della
crescita demografica, con particolare evidenza per il numero delle stanze,
l’interpretazione più verosimile è che una parte di tali stanze si sia distribuita anche
sul complesso delle abitazioni esistenti (ampliamenti, recupero di locali, una tantum,
emersione da condono edilizio, etc.).
La segmentazione delle abitazioni per numero di stanze conferma che gli alloggi di
Bruino sono prevalentemente di grandi dimensioni con un elevato numero di stanze
(Tabella 4.3):
- il 44% delle stanze totali si trova nelle abitazioni di 5 e più stanze
- gli alloggi con 4 stanze hanno il 38% delle stanze totali.
Il modello delle villette in proprietà riguarda ormai i ¾ del parco residenziale con
queste percentuali:
- il 75% delle stanze
- il 71% delle abitazioni
- il 73% degli abitanti.
Depurata la quota di godimento da quella definita “ad altro titolo” (usofrutto,
convivenza, comodato) lo stock abitato in affitto è ridotto a meno di 1/5 con queste
percentuali:
40
- 17% delle stanze
- 20% delle abitazioni
- 20% dei residenti.
Le 1.485 abitazioni occupate in proprietà hanno 6.649 stanze con una dimensione
media di 4,48 stanze per alloggio; quelle in affitto sono solo di 3,48 stanze
mediamente.
L’incremento consistente delle abitazioni e in misura assai maggiore delle stanze può
attribuirsi in parte a motivi formali per l’emersione dovuta al condono edilizio (L.
47/1985) di molti vani occultati nel parco residenziale esistente (sottotetti e
seminterrati, trasformazioni d’uso, casi di abusivismo totale) come si può riscontrare
dal numero di pratiche amministrative di sanatorie presentate.
La conferma di questa interpretazione è dimostrata dalle abitazioni per epoca di
costruzione (Tabella 4.6).
Risultano costruite nel decennio ’82:’91 solo 169 abitazioni, valore del tutto omologo
all’incremento demografico, mentre si nota una modesta maggiorazione delle abitazioni
delle altre fasce d’età (in particolare nel periodo ’61:’71 con il recupero in sanatoria
delle pertinenze di tipologie mono/bifamigliari).
Cap. 4.4
Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 1991-2001
La dinamica dell’ultimo decennio è assai più accentuata rispetto al precedente periodo
’81-’91.
Si ricordano i dati demografici essenziali (Tabelle 3.1, 3.4):
- + 1.173 nuovi residenti (+19,1%)
- + 633 nuove famiglie (+30,2%) di cui 439 dovute all’incremento demografico e
194 formatesi per la diminuzione del nucleo famigliare nella popolazione già
insediata (2,67 componenti per famiglia).
La produzione edilizia rispecchia con assoluta identità la domanda espressa dalle
nuove famiglie realizzando tra il 1991 e il 2001 ben 633 nuove abitazioni con una
crescita del 30,2% del parco alloggi esistente al 91 pari a 2.098 che nel 2001
diventano 2.731 abitazioni (numero esattamente identico a quello delle famiglie)
(Tabelle 4.1, 4.2).
Il totale delle stanze e la loro variazione è conseguente al numero dei nuovi alloggi
costruiti (si ricorda che si tratta quasi solo di villette uni/bifamigliari e possedute in
proprietà).
Dal valore di 8.896 stanze esistenti nel ’91 si raggiungono nel 2001 11.340 stanze
totali, con un tasso di utilizzo medio di 1,55 stanze per abitante.
Tale “comfort” abitativo è la risultante di una serie convergente di situazioni:
a) Tipologia edilizia a “villini” monofamigliari dimensionati in modo “analitico”
con un taglio medio-grande.
b) Riduzione media del nucleo famigliare (sino a 2,67 persone per famiglia) e
aumento del consumo unitario di spazio nel parco residenziale goduto in
proprietà (quasi l’80%) per la rigidità alla mobilità residenziale da parte delle
famiglie proprietarie.
Cap. 4.5
Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 2001-2011
La dinamica dell’ultimo decennio è praticamente uguale rispetto al precedente periodo
1991-2001.
Si ricordano i dati demografici essenziali (Tabelle 3.1, 3.4):
- + 1.171 nuovi residenti (+16%)
- + 601 nuove famiglie (+22%) di cui 461 dovute all’incremento demografico e 140
formatesi per la diminuzione del nucleo famigliare nella popolazione già
insediata (2,54 componenti per famiglia).
La produzione edilizia rispecchia, in linea di massima, la domanda espressa dalle
nuove famiglie realizzando tra il 2001 e il 2011 ben 501 nuove abitazioni totali con
una crescita del 17,5% del parco alloggi esistente al 2001 pari a 2.869 che nel 2011
41
diventano 3.370 abitazioni totali (numero superiore di 39 unità a quello delle famiglie,
che probabilmente corrispondono al numero di alloggi non occupati) (Tabelle 3.1,
3.2).
Il censimento del 2011 è ancora sprovvisto del numero di stanze e, ovviamente, del
rapporto stanze per abitante, così come non sono reperibili i dati sul numero di
abitazione occupate per numero di stanze, sulle abitazioni occupate da residenti per
titolo di godimento e sulle abitazioni occupate per epoca di costruzione.
Cap. 4.6
La capacita’ insediativa analitica del piano regolatore vigente
viene calcolata “a consuntivo” con il tasso di occupazione reale
Il Piano Regolatore Comunale vigente è stato adottato dal Comune il 22/11/89 e
approvato dalla Regione il 10/2/93, quindi esplica i suoi effetti nel decennio 19912001.
Il dimensionamento del P.R.G.C. consentiva la realizzazione di 195.000 nuovi metri
cubi, che sommandosi agli 810.000 mc che venivano calcolati come esistenti, portano
ad un totale finale di 1.005.000 metri cubi.
Si osserva che agli 810.000 mc conteggiati come esistenti (nel 1987, anno a cui si
riferiscono le stime di P.R.G.C.) corrispondevano 6.004 abitanti, con un tasso di
occupazione di circa 135 mc per abitante.
A conferma del tasso di occupazione espresso nei conteggi del P.R.G.C., si ricorda che
il rapporto tra stanze e occupanti calcolato con i censimenti ’81 e ’91 varia tra 1,29 e
1,45 stanze per abitante, quindi nel 1987 (più prossimo al ’91) il tasso può essere
stimato in 1,40 stanze per abitante; attribuendo un valore di 90/100 mc per stanza si
ottiene con un procedimento indipendente una conferma delle analisi del P.R.G.C. e
cioè della media di 135 mc per abitante.
In modo del tutto incongruo il P.R.G.C. deduceva dai 195.000 mc che il piano
consentiva una capacità residenziale teorica parametrata sul rapporto 90 mc per
abitante ipotizzando una insediabilità di 2.184 nuovi abitanti finali.
La previsione era incongra per due motivi convergenti:
- Il tasso di occupazione medio, analiticamente calcolato in 135 mc per abitante
al momento di redazione del P.R.G.C. non poteva essere così smentito
dall’incremento residenziale previsto.
- La tipologia abitativa definita con la densità edilizia del P.R.G.C. era quella delle
villette mono/bifamigliari, quindi con un elevato consumo medio di cubatura.
Il “consuntivo” del P.R.G.C. a dieci anni dalla sua approvazione e ad esaurimento
quasi completo delle aree edificabili conferma analiticamente la capacità insediativa:
gli abitanti residenti a fine 2001 (censimento) ammontano a 7.308 con un incremento
di 1.304 nuovi abitanti rispetto ai 6.004 presi a base del P.R.G.C..
La cubatura prevista in nuovi 195.000 mc dal P.R.G.C. consente, al suo totale
completamento, l’insediabilità di 1.396 residenti con un tasso di utilizzo di 140 mc per
abitante, del tutto in linea con il rapporto di 1,50 stanze per persona (con il
completamento degli edifici in costruzione).
Rispetto agli 8.188 abitanti insediabili secondo il P.R.G.C. quelli effettivamente
insediati a consuntivo del Piano sono quindi 7.400 con una riduzione di 788 dal valore
teorico, che era stato alla base anche del calcolo delle aree a servizi pubblici (si tratta
tuttavia di una diminuzione di solo circa il 10% del valore previsto).
Visto l’avvenuto esaurimento del P.R.G.C. l’Amministrazione Comunale con D.C.C. 34
del 27/06/2000 approvava la Variante parziale n° 2 al P.R.G.C. (la Variante n° 1 aveva
interessato l’area industriale) ai sensi della L.R. 41/97 (art.1, punto 7) che prevedeva
un incremento di cubatura residenziale di 34.432 mc (inferiore al 4% della cubatura
esistente e prevista dal P.R.G.C.) con una nuova capacità insediativa di circa 294
abitanti (calcolati con il parametro prudenziale di 135 mc/ab), portando la capacità
insediativi residenziale teorica dello strumento urbanistico a circa 7.694 abitanti
(7.400 + 294).
A oltre 10 anni di distanza dall’approvazione del P.R.G.C. si era resa necessaria una
variante strutturale di adeguamento alle indicazioni di pianificazione territoriale
42
sovraordinata e alle leggi di settore indicate nel precedente cap. 2.2, lett. e), approvata
con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del
16/02/2006.
La variante strutturale prevedeva un incremento della volumetria residenziale di
69.239 mc con una nuova capacità insediativa di 513 abitanti (calcolati con il
parametro di 135 mc/ab), per cui la capacità insediativa residenziale teorica del
P.R.G.C. risultava di 8.207 abitanti (7.694 + 513), in base alla quale è stata fatta la
verifica della capacità insediativa aggiuntiva della variante in progetto, ai sensi dell’art.
21 delle NdA del PTC2 (vedasi cap. 2.3.2).
Il “consuntivo” del P.R.G.C. effettuato in data 31/12/2012, a circa 7 anni dalla data
di approvazione della variante strutturale, ha evidenziato che il numero di abitanti
insediati a quella data è di 8.594 unità, superiore di 387 abitanti rispetto alla CIRT di
Piano, mentre la verifica della volumetria residenziale edificata è risultata di circa
1.120.000 mc, pari a circa 131 mc/ab (un valore di poco inferiore a quello preso come
base per la verifica della CIRT aggiuntiva della variante in essere).
Tale scostamento è da attribuirsi a diversi fattori, quali:
- il recupero ad uso abitativo di diversi sottotetti, in particolare delle case
unifamiliare e bifamiliari, in base alla L.R. 6 agosto 1998, n. 21;
- il recupero ad uso abitativo di alcuni rustici ai sensi della L.R. 29 aprile 2003, n. 9;
- la costruzione, nell’ultimo decennio, di una tipologia abitativa più intensiva rispetto
al passato, ossia fatta di piccoli condomini con quattro o otto unità abitative, con
una percentuale meno significativa di case uni-bifamigliari, in relazione alle mutate
esigenze delle famiglie.
Al 31/12/2012 una buona parte dell’incremento consentito dalla variante strutturale
è già stato realizzato con un residuo di capacità insediativa di soli 131 nuovi abitanti.
EVOLUZIONE STORICA DEI PARAMETRI QUANTITATIVI NEL S.U.G.
VERIFICA DEI STATO DI
PARAMETRI
FATTO
QUANTITATIVI INIZIALE
Dati di
impostazione del
P.R.G.C.
PROGETTO
P.R.G.C.
Dimensionamento
CONSUNTIVO VARIANTE
ATTUAZIONE
PARZIALE
a esaurimento del
N°2
P.R.G.C.
D.G.R. 69–22738/93
con modifiche ex
officio
P.R.G.C.
+ VARIANTE
VARIANTE
STRUTTURALE
PARZIALE N°2
D.G.R. 20-2116 del
07/02/2006
D.C.C. 34–
27/06/00
INCREMENTI
abitanti
volume
mc
serv. res. mq
1
31/12/87
2
22/11/89
3
31/12/99
6.004
8.188
7.400
810.000
134.91mc/ab
91.000
15,16 mq/ab
1.005.779
122,84 mc/ab
315.870
38,58 mq/ab
1.000.000
135,14 mc/ab
315.870
42,69 mq/ab
4
27/06/2000
+294
(inf. 4%)
+39.432
(inf. 4%)
-1.960
-0,26 mq/ab
P.R.G.C.
+
VARIANTE
PARZIALE N°2
+ VARIANTE
STRUTTURALE
INCREMENTI
CONSUNTIVO
ATTUAZIONE
alla data del
31/12/2012
TOTALI
3+4
5
16/02/2006
3+4+5
6
31/12/2012
7.694
+513 (6,67%)
8.207
8.594
1.039.432
135,10 mc/ab
313.910
40,80 mq/ab
+69.239
135 mc/ab
+771
+0,10 mq/ab
1.108.671
135,10 mc/ab
314.681
38,34 mq/ab
1.120.000
130,32 mc/ab
314.681
36,62 mq/ab
43
T A B E L L A 4 .1
A B IT A Z IO N I O C C U P A T E D A R E S ID E N T I E N O N O C C U P A T E
4000
3500
3000
139
2500
122
2000
183
to ta le 2 0 1 1
3370
1500
n o n o c c u p a te
o c c u p a te
2730
1000
2098
1801
500
0
to ta le a b ita z io n i 1 9 8 4
to ta le a b ita z io n i 2 2 2 0
to ta le a b ita z io n i 2 8 6 9
to ta le a b ita z io n i 3 3 7 0
1981
1991
2001
2011
44
TABELLA 4.2
RAPPORTO TRA STANZE OCCUPATE E ABITANTI RESIDENTI
12000
11340
10000
8896
8479
8000
7439
7308
stanze
6135
5771
6000
abitanti
4000
2000
0
1,29 stanze per abitante
1981
1,45 stanze per abitante
1991
1,55 stanze per abitante
2001
stanze per abitante (non
reperibile)
2011
45
T AB E L L A 4 .3
A B IT A Z IO N I O C C U P A T E P E R N ° D I S T A N Z E
700 0
61 27
600 0
5 752
500 0
n °a b ita zio n i (1 9 8 1 )
400 0
n °o cc u p a n ti (1 9 8 1 )
n °a b ita zio n i (1 9 9 1 )
n °o cc u p a n ti (1 9 9 1 )
n °a b ita zio n i (2 0 0 1 )
300 0
273 0
248 1
22 48
20 98
200 0
180 1
11 83 115 5
1 029
100 0
119 6
10 72
8 76
83 5
595
1 0 14 12 27 2 0
35 9 297
2 29
15 6 13 4
4 04
97 1
6 96
44 4
3 07
38 8
508
2 28
28 5
349
0
1
2
3
4
5
6 e +
to ta li
n ° d i s tan z e
46
T AB E L L A 4 .4
AB IT AZ IO N I O C C U P AT E D A R E S ID E N T I P E R T IT O L O D I G O D IM E N T O
19 8 1
10000
p e rce n tu ali d i s ta n ze p e r tito lo d i
g o d im e n to
9000
5%
2 4%
8000
pro prietà
affitto
altro titolo
7 1%
351
7000
p ercen tu a li d i o ccu p an ti p er
tito lo d i g o d im en to
d ell'a b itazio n e
4%
29 %
67%
1794
6000
256
p erc en tu a li d i a b itaz io n i p e r
tito lo d i g o d im en to
5000
a ltro tito lo
a ffitto
1684
5%
4000
prop rietà
affitto
altro tito lo
29%
p ro p rie tà
prop rietà
affitto
altro tito lo
66%
3000
5294
2000
3812
95
526
1000
1180
0
a b ita zio n i 1 8 0 1
sta n ze 7 4 3 9
o c cu p a n ti 5 7 5 2
47
T AB E L L A 4 .5
AB IT A Z IO N I O C C U P AT E D A R E S ID E N T I P E R T IT O L O D I G O D IM E N T O
1991
10000
p e rc e n tu a li d i s ta n z e p e r tito lo d i
g o d im e n to
9000
8%
17%
8000
p ro p rie tà
a ffitto
a ltro tito lo
75%
7000
p e rc e n tu a le d i o c c u p a n ti p e r tito lo d i
g o d im e n to d e ll'a b ita z io n e
750
7%
20%
6000
5000
p ro p rie tà
a ffitto
a ltro tito lo
73%
1497
448
1244
p e rc e n tu a li d i a b ita z io n i
p e r tito lo d i g o d im e n to
9%
4000
a ltro tito lo
a ffitto
p ro p rie tà
p ro p rie tà
20%
a ffitto
a ltro tito lo
3000
6649
71%
2000
4435
183
430
1000
1485
0
a b ita zio n i 2 0 9 8
s ta n ze 8 8 9 6
o c c u p a n ti 6 1 2 7
48
TABELLA 4.5.1
ABITAZIONI OCCUPATE DA RESIDENTI PER
TITOLO DI GODIMENTO
2001
12000
1039
10000
1288
percentuali di stanze per titolo di
godimento
9%
8000
proprietà
affitto
altro titolo
11%
6000
percentuali di
abitazioni per titolo
di godimento
10%
4000
proprietà
14%
80%
altro titolo
affitto
proprietà
9013
affitto
altro titolo
2000
276
388
76%
2066
0
abitazioni 2730
stanze 11340
occupanti
(dato non disponibile)
49
TABELLA 3.6 ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONE
1981
1991
prima 1919
8,4%
1982 - 91
8,1%
1919 - 45
3,4%
1946 - 60
2,9%
prima
1919
1919 - 45
7,7%
1,9%
1946 - 60
3,6%
1972 - 81
40,6%
1972 - 81
36,8%
1961 - 71
44,6%
1961 - 71
41,9%
1981
1991
abitazioni stanze
abitazioni stanze
prima 1919
152
616
162
1919 - 45
61
262
40
1946 - 60
53
188
76
1961 - 71
803
3244
879
1972 - 81
732
3129
772
1982 - 91
169
totali
1801
7439
2098
50
TABELLA 4.6 ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA
DI COSTRUZIONE
1919 ante
1919
1991 - 2001
3%
01
20%
1982 91
9%
45
3%
1946 60
2%
1961 71
26%
1972 81
ante 1919
1919 - 45
1946 - 60
1961 - 71
1972 - 81
1982 - 91
1991 - 01
totali
2001
abitazioni Stanze
Totali
Totali
96
458
87
323
68
265
763
3111
1031
4163
261
1158
582
2472
2888
11950
51
Cap. 5 – Il lavoro: la popolazione attiva e i posti di lavoro
Cap. 5.1 La popolazione attiva
Il tasso di attività della popolazione di Bruino è elevato, in quanto gli attivi sono nel
1981 il 44% del complesso dei residenti; salgono a ben il 47 % nel 1991 e rimangono
stabili al 47% nel 2001 (non è ancora disponibile il dato del 2011) (Tabelle 5.1, 5.1.1
e 5.2).
L’elevato tasso di attività è dovuto alla piramide delle classi di età della popolazione.
Infatti durante la rapida crescita della popolazione avvenuta nei due decenni
precedenti il 1981 (dai 934 abitanti del 1961 ai 5.771 abitanti del 1981) la tipologia
tipica dei nuclei familiari che sceglievano la residenzialità suburbana con il modello
delle case uni-bifamigliari dotate di giardino e a prezzi ancora contenuti, è stata quella
di giovani coppie in età fertile e motivate a confermare con figli la loro scelta abitativa.
A dimostrazione della caratteristica distribuzione per classi d’età della popolazione si
osserva che ancora nel 1981 i bambini sotto i 14 anni rappresentano ben il 22,5% di
tutti i residenti.
Diminuito il tasso di crescita demografica (solo + 6,3% tra il 1981 e il 1991) e
stabilizzata la fertilità della popolazione (nel 1991 i bambini sotto i 14 anni sono scesi
al 14%) il “baby-boom” precedente si è trasferito sulle fasce più centrali e quindi più
attive.
Tra il 1981 e il 1991 le fasce di età centrali che tipicamente connotano il tasso di
attività, quelle tra i 15 e i 64 anni, hanno incrementato il proprio peso del 19,4% sul
tasso della popolazione (da 3.946 unità a 4.710).
Questo giustifica il forte balzo del tasso di attività da 44% del 1981 al 47% nel 1991.
Tale tasso è stato confermato al 47% nel 2001.
Gli attivi esercitano la loro attività prevalentemente nel settore industriale rispetto
all’insieme degli altri settori (sotto la dizione “altro” sono compresi: commercio, credito,
servizi alle imprese e alle persone, sanità, pubblica amministrazione e istituzioni).
Tuttavia la modifica “macro” della base economica si riflette anche sulle situazioni
locali.
Gli attivi del settore industriale tendono a diminuire percentualmente sul totale attivi
dal 61% del 1981 (1.460 attivi) al 53% del 1991 (1.437 attivi) fino al 44% del 2001
(1.415 attivi).
Al contrario il totale degli altri settori aumenta il peso nella popolazione attiva dal 39%
del 1981 (921 attivi) al 47% del 1991 (1.288 attivi) fino al 56% del 2001 (1.781 attivi),
di cui il 2% relativo al settore agricoltura (38 attivi) (Tabelle 5.3, 5.4 e 5.4.1).
La posizione nella professione di coloro che lavorano nell’industria e negli altri
settori rappresenta un elemento di rilievo nel trend evolutivo.
a)
Settore industriale
I lavoratori dipendenti (operai) rappresentano naturalmente la percentuale maggiore
anche se in progressiva riduzione dal 63% del 1981 al 53% del 1991, mentre nel 2001
il dato è aggregato con i dirigenti e impiegati (76%).
Dirigenti e impiegati aumentano il loro peso dal 23% del 1981 al 27% del 1991 (si deve
ricordare che i contratti di lavoro tendono a inquadrare come impiegati alcune
categorie più alte di operai), mentre nel 2001 il dato è aggregato con gli operai (76%),
in base al quale si evidenzia come il totale degli operai, dei dirigenti e degli impiegati
sia in costante diminuzione nel trentennio.
E’ ferma su piccoli valori (2%) la figura dei coadiuvanti nel decennio 1981-1991,
mentre scende all’1% nel 2001.
I lavoratori in proprio rappresentano sostanzialmente gli artigiani. Sono in crescita
come valore assoluto e come percentuale dal 10% del 1981 al 13% del 1991 fino al
15% del 2001. La crescita sconta anche il fatto che alcune lavorazioni industriali
vengono esternalizzate a ditte artigiane.
Imprenditori e liberi professionisti crescono dal 2% del 1981 al 5% del 1991 fino all’8%
del 2001; concorrono a questo aumento anche fenomeni disomogenei (rapporti di
consulenza).
52
a)
Gli altri settori (commercio, credito, servizi alla persona, sanità, pubblica
amministrazione, istituzioni)
Nel complesso delle attività extra industriali aumenta progressivamente il numero di
persone che lavorano in tali settori. Da 921 attivi del 1981 (il 39% di tutti gli attivi) a
1.288 del 1991 (il 47% di tutti gli attivi) fino a 1.781 del 2001 (il 56% di tutti gli attivi,
di cui il 2% per il settore agricolo).
Questi settori hanno offerto nuovi sbocchi di attività a fronte dell’arresto dell’attività
nell’industria.
La posizione nella professione degli attivi in settori che potremmo racchiudere nella
dicitura “servizi”, non è mutata sensibilmente tra il 1981 e il 1991, mentre qualche
mutamento c’è stato tra il 1991 e il 2001 (sono diminuiti i lavoratori in proprio a fronte
di un aumento dei lavoratori dipendenti, compresi dirigenti e impiegati).
Le figure professionali tipiche e significative sono:
- lavoratori in proprio (dal 26% del 1981 al 27% del 1991 fino al 22% del 2001);
- dirigenti e impiegati (dal 31% del 1981 al 35% del 1991, mentre nel 2001 il dato è
aggregato con i lavoratori dipendenti);
- lavoratori dipendenti (dal 26% del 1981 al 24% del 1991, mentre nel 2001 il dato è
aggregato con i dirigenti e impiegati);
- imprenditori e liberi professionisti (dal 7% del 1981 all’8% del 1991 e del 2001).
Cap. 5.2 I posti di lavoro
I posti di lavoro esistenti in tutte le imprese localizzate sul territorio comunale sono
rappresentati dagli “addetti” che vi lavorano (mentre gli “attivi” sono i residenti che
esercitano la loro attività sia dentro sia fuori dal comune).
Naturalmente gli “addetti” che lavorano nelle imprese di Bruino possono essere
residenti sia a Bruino sia in altri comuni. Non vi è quindi una meccanica
sovrapposizione tra “attivi” e “addetti”, tuttavia il loro confronto è rappresentativo delle
opportunità di lavoro che in ambito comunale sono offerte ai residenti attivi (confronto
tra domanda e offerta di lavoro).
Dall’esame dei dati dei censimenti si evidenzia un buon equilibrio tra addetti residenti
e attività produttive.
Dati e trend a confronto riferiti alla popolazione totale (Tabelle 5.2, 5.6 e 5.10):
1981 - residenti attivi
44% (n° 2.583)
- addetti nelle imprese
42% (n° 2.423)
1991 - residenti attivi
- addetti nelle imprese
47% (n° 2.871)
58% (n° 3.582)
2001 - residenti attivi
47% (n° 3.414)
- addetti nelle imprese
49% (n° 3.561)
Teoricamente, ipotizzando l’assenza di flussi incrociati, l’offerta di lavoro potrebbe
essere assorbita dalla domanda delle imprese entro il territorio comunale (la domanda
nell’ultimo periodo supera l’offerta e attrae manodopera esterna).
Analizzando la distribuzione dei posti di lavoro richiesti dalle imprese si vede che il
teorico equilibrio con l’offerta non si realizza per la diversa composizione esistente tra
offerta e domanda.
Il confronto tra l’offerta di posti di lavoro (“addetti”) e domanda dei residenti “attivi”
disaggregata per settore di attività economica è così rappresentato, in valori
percentuali (Tabelle 5.6 e 5.7):
1981
addetti
Industria
76
Commercio 10
Altri servizi 9
istituzioni 5
%
1991
attivi addetti
61
81
17
7
8
22
4
2001
attivi addetti attivi
53
69
44
15
9
56
17
32
5
53
Il numero (e quindi la percentuale) degli addetti nell’industria nel 1991 segna un picco
anomalo (a confronto dei valori del 1981 e 2001); il dato è dovuto alla realizzazione nel
decennio ’81-’91 della zona industriale nel comune.
I posti di lavoro sono prevalentemente nell’industria e in minor percentuale nel
commercio, negli altri servizi, nelle istituzioni; il loro trend si è modificato con
l’aumento degli “altri servizi”.
L’attività degli abitanti di Bruino ha il settore industriale come campo prevalente ma
in rapida diminuzione di peso percentuale (dal 61% dell’’81 al 53% nel ’91 fino al 44%
nel 2001).
Nel commercio sono stabilmente attivi il 15-17 % dei lavoratori.
Nel settore di “altri servizi e istituzioni” si nota una vivace crescita di attività (dal 22%
dell’’81 al 32% del 1991; nel 2001 il dato è aggregato con il commercio).
Quello che pareva un rapporto equilibrato tra offerta e domanda nei valori aggregati,
rivela uno squilibrio accentuato quando si confronta domanda e offerta per settori di
attività economica (Tabelle 5.8, 5.9 e 5.10).
Industria: l’elevata domanda di lavoro delle imprese di Bruino non trova offerta
nel comune e quindi viene importata manodopera dall’esterno (nel 2001 contro
2.483 posti di lavoro gli abitanti di Bruino potenzialmente attivi erano poco più
della metà e cioè 1.415).
Commercio: a fronte del 9-10% dei posti di lavoro (in valore 241 nell’’81, 266 nel
’91, 310 nel 2001) gli attivi nello stesso settore sono il 15-17% (cioè 391 nell’’81,
412 nel ’91, mentre nel 2001 il dato è aggregato con “altri servizi”). Una quota di
popolazione attiva nel settore commerciale “emigra” dal territorio comunale.
Altri servizi e istituzioni: sono in crescita come settore nel contesto degli addetti
(dal 14% dell’’81 al 22% del 2001) ma ben maggiore è la quota degli abitanti attivi
in questo settore (dal 22% dell’’81 al 32% nel ’91, mentre nel 2001 il dato è
aggregato con il commercio). Una buona parte della popolazione attiva in questo
settore deve trovare lavoro fuori dall’ambito comunale (polo torinese).
In conclusione l’occupazione complessiva del comune di Bruino è la somma dei flussi
in entrata nel settore industriale e di flussi in uscita nel settore commercio e altri
servizi.
Lo scostamento tra il ventaglio della domanda e quello dell’offerta è interpretabile
assumendo che l’evoluzione socio-economica della comunità di Bruino si è
progressivamente indirizzata verso un modello più complesso e culturalmente “alto”
spostandosi dal settore industriale verso una gamma di attività più “moderne” e
qualificanti, di norma legate ad un lavoro più professionale ed autonomo.
1) LA ZONA INDUSTRIALE
La quasi totalità delle aziende industriali e artigianali di Bruino si localizza in una
grande area che il P.R.G. definisce come zona industriale-artigianale.
Tale zona si trova a sud-est dell’edificato in prossimità del confine con il comune di
Piossasco a ponente e il comune di Rivalta a levante.
La consistenza territoriale è di circa 90 ha.
Le aziende industriali presenti sono circa 150 di cui oltre un terzo a carattere
artigianale. Le aziende che hanno più di 15 addetti sono 26 e i loro dipendenti sono
più della metà di tutti gli addetti della zona industriale (Tabella 5.11).
Le dimensioni fisiche degli stabilimenti sono leggibili nella tessitura dei lotti
industriali. Si tratta di modesti e medi fabbricati industriali.
Lo sviluppo della zona industriale (già quasi completamente edificata) è dovuto alla
prossimità degli stabilimenti Fiat localizzati sul vicino comune di Rivalta che distano
circa 700 metri dal confine dell’area industriale.
Alcune industrie manifatturiere fanno parte dell’indotto Fiat.
54
T A B E L L A 5 .1 P E R C E N T U A L E D I A T T IV I E N O N A T T IV I S U L L A
P O P O L A Z IO N E
(n ° a ttivi 2 8 7 1 )
(n ° a ttiv i 2 5 3 8 )
1981
1991
a ttivi
44%
56%
47%
non
a ttivi
53%
55
TABELLA 5.1.1 PERCENTUALE DI ATTIVI E NON ATTIVI SULLA POPOLAZIONE
(n° attivi 3414)
2001
attivi
47%
53%
non
attivi
56
T A B E L L A 5 .2 P O P O L A Z IO N E R E S ID E N T E A T T IV A E N O N A T T IV A
4500
n o n a ttiv a
in c e r c a d i p r im a o c c u p a z io n e
4000
d is o c c u p a ti
o c c u p a ti
3500
219
3000
146
111
2500
157
48
2000
3893
3264
3195
n o n a ttiv a
a ttiv a ( to ta le 3 4 1 4 )
3233
1500
2614
2333
1000
500
0
a ttiv a ( to ta le 2 5 3 8 )
1981
n o n a ttiv a
a ttiv a ( to ta le 2 8 7 1 )
1991
n o n a ttiv a
2001
57
TABELLA 5.3
1981
imprenditori e liberi professionisti
lavoratori in proprio
coadiuvanti
dirigenti e impiegati
lavoratori dipendenti
totali
industria
27
146
30
341
916
1460 (61% sul totale)
altro
61
244
95
284
237
921 (39% sul totale) Totale attivi 2381
58
TABELLA 5.4
1991
imprenditori e liberi professionisti
lavoratori in proprio
coadiuvanti
dirigenti e impiegati
lavoratori dipendenti
totali
industria
altro
71
98
191
347
28
77
393
458
754
308
1437 (53% sul totale) 1288 (47% sul totale) Totale attivi 2725
59
TABELLA 5.4.1
2001
imprenditori e liberi
professionisti
lavoratori in proprio
coadiuvanti
dirigenti e impiegati
lavoratori dipendenti
totali
agricoltura
industria
altro
2
18
4
14
38 (2% sul totale)
110
206
14
1076
1415 (44% sul totale)
135
384
44
-1157
1743 (54% sul totale)
INDUSTRIA
AGRICOLTURA
ALTRO
imprenditori e
liberi
professionisti
8%
imprenditori e
liberi
professionisti
5%
lavoratori
dipendenti
37%
Totale attivi 3196
imprenditori
e liberi
professionist
i
8%
lavoratori in
proprio
15%
lavoratori in
proprio
22%
coadiuvanti
1%
dirigenti e
impiegati
0%
coadiuvanti
11%
lavoratori in
proprio
47%
coadiuvanti
3%
lavoratori
dipendenti
76%
dirigenti e
impiegati
0%
lavoratori
dipendenti
67%
dirigenti e
impiegati
0%
60
TABELLA 5.5 PERCENTUALE DI ADDETTI SULLA POPOLAZIONE
1981
1991
(n° abitanti residenti 5771)
(n° abitanti residenti 6135)
42%
42%
% addetti
58%
58%
2001
(n° abitanti residenti 7308)
51%
49%
61
TABELLA 5.6 PERCENTUALI DI ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA
1981
1991
5%
8%
9%
industria
commercio
altri servizi
istituzioni
10%
4%
7%
76%
81%
2001
5%
17%
9%
69%
TABELLA 5.7 PERCENTUALI DI ATTIVI PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA
62
1981
1991
in d u s tria
22%
32%
c o m m e r c io
53%
17%
61%
a ltri s e rv iz i e
is titu z io n i
15%
2001
\
44%
industria
agricoltura
54%
altro
2%
63
TABELLA 5.8 ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA
3500
3000
2899
2483
2500
2000
1855
1981
1991
2001
1500
1000
593
500
241
266
310
280
207
120
137
175
0
industria
commercio
altri servizi
istituzioni
64
TABELLA 5.9 POPOLAZIONE RESIDENTE ATTIVA IN CONDIZIONE PROFESSIONALE PER SETTORE DI
ATTIVITA’ ECONOMICA
3500
3196
3000
2725
2500
2381
2000
1981
1991
2001
1781
1500
1460 1437 1415
1000
876
530
500
391
412
0
1
Industria
2
commercio
3
altri servizi e istituzioni
4
totali
65
TABELLA 5.10 TOTALE ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA
4000
137
3500
175
280
593
266
3000
310
2500
120
207
2000
istituzioni
altri servizi
241
commercio
industria
2899
1500
2483
1855
1000
500
0
(totale addetti 2423)
1981
(totale addetti 3582)
1991
(totale addetti 3561)
2001
66
TABELLA 5.11 ADDETTI DELLE IMPRESE (INDUSTRIA, COMMERCIO, ALTRI SERVIZI) DI CUI
ARTIGIANI
4500
26
%
4000
27%
74
%
3500
73%
29%
3000
71%
2500
addetti
di cui artigiani
2000
1500
1000
901
500
963
632
0
totale addetti 2208
1981
totale addetti 3444
1991
totale addetti 3596
2001
67
Cap. 6 – L’agricoltura
Cap. 6.1 Condizioni generali
Alcune considerazioni sulle caratteristiche territoriali produttive del settore agricolo
del Comune di Bruino e della sua evoluzione scaturiscono dall’analisi dei dati dei
Censimenti Generali dell’agricoltura del 1982, del 1990, del 2000 e del 2010.
Dall’esame di questi dati si descrivono i principali elementi del territorio economico
agricolo. (Tabella 6.1)
Cap. 6.2 La consistenza territoriale quantitativa delle superfici agricole
La percentuale della superficie agricola rispetto all’intera superficie territoriale
comunale varia dal 52% dell’’82 al 43% stabile del decennio 1990-2000, fino a
contrarsi al 24% nel 2010.
In valore assoluto dai 293 ha dell’’82, nel ’90 sono 242 ha (riduzione del 17%), nel
2000 sono rimasti stabili a 240 ha e nel 2010 si sono fortemente ridotti a 136 ha
(riduzione del 43%) di superficie agricola totale.
I terreni destinati a colture agrarie (SAU=superficie agricola utilizzata) sono nei quattro
censimenti: 269 ha nell’’82, 223 ha nel ’90, 222 ha nel 2000 e 130,5 ha nel 2010.
(Tabelle 6.2 e 6.2.1)
Cap. 6.3 Le aziende agricole
In tutto il periodo ’82-’90 erano stabilmente localizzate 46 aziende agricole; nel
decennio successivo (’90-2000) si ha una riduzione a 38 aziende (-17%), mentre
nell’ultimo decennio 2000-2010 si ha una significativa riduzione a 18 aziende (-53%).
(Tabelle 6.2 e 6.2.1)
La forte diminuzione di aziende dal 2000 al 2010 è avvenuta parimenti ad una
altrettanto significativa riduzione della superficie agricola complessiva, con un
aumento evidente della dimensione media delle aziende nell’ultimo decennio. Infatti la
dimensione media è passata da 5,85 ha nell’’82 a 4,85 ha nel 1990 (-17%), è risalita
nel 2000 a 5,84 ha e, in modo più sostenuto, nel 2010 a 7,25 ha di SAU per azienda2.
(Tabella 6.3)
Per meglio comprendere l’evoluzione delle strutture agricole di Bruino è assai
significativa la forma di conduzione aziendale. Mentre nell’’82 le aziende con
manodopera solo familiare erano 43 e coltivavano il 96% dei terreni, vi erano altre tre
aziende che, pur condotte con manodopera prevalentemente familiare si avvalevano
anche di manodopera extra familiare pur coltivando solo il 4% del territorio
complessivo. (Tabella 6.4)
Nel ’90 (e probabilmente anche nel 2000 e nel 2010, pur in assenza del dato relativo)
tutte le aziende agricole sono con manodopera solo familiare (quand’anche vi siano
collaboratori extracomunitari certamente non emergerebbero nelle dichiarazioni
censuali).
Il tipo di conduzione a carattere solo familiare costituisce un elemento di precarietà
per il mantenimento e il futuro dell’attività agricola a Bruino, per la progressiva
fuoriuscita dei coltivatori anziani e lo scarso rimpiazzo di giovani anche nelle famiglie
contadine, che ha determinato una forte riduzione del numero di aziende agricole e
della superficie agricola complessiva nell’ultimo decennio.
La distribuzione delle aziende per dimensione della superficie coltivata presenta una
significativa variazione tra l’’82 e il 2010. (Tabelle 6.5, 6.5.1. e 6.5.2)
2
I valori delle SAU aziendali sono quelli interni ai confini comunali di Bruino. Ciò non esclude che aziende
insediatesi nel Comune possano coltivare anche terreni finitimi di comuni confinanti e viceversa che aziende
insediatesi in comuni confinanti possano coltivare terreni nel comune di Bruino.
68
Si ha un incremento robusto delle grandi aziende e della relativa percentuale di
superficie coltivata:
1982 - Le piccole aziende fino a 5 ha erano 27 (su 46) e coltivavano il 19% dei terreni
(ma quelle piccolissime inferiori a 2 ha erano 14 con il 4% di terreno
aziendale);
- Le medie-piccole imprese tra 5 e 10 ha erano 7 e coltivavano il 19% dei
terreni;
- Le medie-grandi aziende, tra 10 e 20 ha erano 11 con ben il 53% dei terreni;
- La grande azienda, tra i 20 e i 50 ha, era 1 sola con il 9% dei terreni (circa 26
ha)
2010 - Le piccole aziende fino a 5 ha si sono drasticamente ridotte a 13 (sul totale di
18) e la superficie di terreni coltivati si è ridotta al 12% già nel 1990
(decremento del 35%) per rimanere costante fino al 2010;
- Le medie-piccole imprese tra 5 e 10 ha non sono più presenti;
- Le medie-grandi aziende tra 10 e 20 ha si sono drasticamente ridotte a una
con una percentuale del 12% dei terreni (dal 53% dell’’82);
- Le grandi aziende sono diventate 4 e coltivano ben il 76% dei terreni (dal 9%
dell’’82) pari a circa 103 ha (circa 26 ha ciascuna).
Per quanto riguarda il titolo di godimento dei terreni agricoli secondo il dato del 1982
solo il 37,16% dei terreni erano coltivati in proprietà; il restante 62,84% veniva
affittato.
Pur non essendo stata rilevata tale informazione nei tre censimenti successivi (1990,
2000 e 2010) si può ragionevolmente ritenere che sia aumentata la percentuale dei
terreni di proprietà delle aziende agricole sia per la riduzione della superficie agricola
complessiva (-53%) con l’abbandono di terreni prevalentemente in affitto, sia per la
progressiva acquisizione di nuove proprietà da parte delle aziende.
Cap. 6.4 I tipi di coltura praticati (tabelle 6.2, 6.2.1 e 6.3)
Le colture praticate nel comune, anche per le caratteristiche del suolo, sono con
grande prevalenza a seminativi e a prati permanenti e caratterizzano il paesaggio
agrario di Bruino.
a)
Seminativi
E’ il tipo di coltura più praticata anche se con una diminuzione di superficie più
accentuata nel decennio precedente.
Nel 1982 e nel 1990 più del 60% della SAU era condotta a seminativi; nel 2000 si
scende al 53% e nel 2010 si attesta attorno al 51%.
Le aziende agricole che hanno terreni a seminativi sono diminuite sensibilmente tra il
1982 e il 2000, e gli appezzamenti si sono ridotti del 30%.
- Nel 1982 quasi tutte le aziende avevano superficie a seminativi, precisamente
42 aziende (il 91%) con una superficie a seminativi di 164 ha (il 61% della SAU).
- Nel 1990 le aziende si sono ridotte a 33 (il 72%) con 140 ha a seminativi (il 62%
della SAU).
Tra i seminativi i tipi di coltivazioni praticate sono state così divise percentualmente:
Cereali vari
54% (26 aziende)
Frumento
23% (16 aziende)
Foraggere avvicenda
23% (12 aziende)
Orti familiari
0,2% ( 3 aziende)
> Nel 2000 le aziende si sono ancora ridotte a 18 (il 47%) con una superficie di 117 ha
(il 53% della SAU).
b)
Prati permanenti
Le superfici a prati permanenti hanno mantenuto tra il 1982 e il 2000 un peso
percentuale costante: tra il 33% e il 36% della SAU, anche se la diminuzione della
69
superficie agricola complessiva ha comportato una riduzione quantitativa dai 94 ha
del 1982 agli 81 ha del 2000 (-14%).
Le aziende agricole con terreni a prato erano 32 sia nel 1982 che nel 1990 (il 70%),
mentre si sono ridotte a 23 nel 2000 (il 60%).
c)
Altre colture
- Pascoli: 2 aziende hanno terreno a pascolo nel 2000 con 17 ha (8% della SAU).
- Vite: circa 20 aziende (costanti ’82-’90-’00) coltivano poco terreno a vite (il Tokai
di Bruino) solo per consumo familiare.
La superficie a vite si è ridotta dai 7 ha del 1982 ai 4 ha del 2000.
- Coltivazioni legnose: poca la superficie interessata e sempre stabile a 2,5 ha,
ripartita tra 21: 23 aziende (poco più di 1.000 mq mediamente per azienda).
- Orti familiari: si è sempre più diffuso l’uso dell’orto familiare nelle aziende
agricole; 2 aziende nell’’82, 31 aziende nel 2000 (l’82%) con 0,81 ha pari a 270
mq per azienda.
Cap. 6.5 L’allevamento (tabella 6.6)
La variazione nei modi e nelle dimensioni dell’allevamento di bestiame nelle aziende
agricole è significativa delle trasformazioni avvenute nel mondo agricolo, con la
diminuzione e specializzazione dei capi allevati e del numero di allevatori.
- Nel 1982 tutte le aziende agricole allevavano bestiame.
La maggior parte allevava bovini (30 aziende) e i capi allevati erano 539 (una
media di 18 per azienda). Era anche diffuso l’allevamento di altri capi (ovini,
suini, equini, pollame) ma in quantità limitata per uso familiare.
- Nel 1990 le aziende che non allevano animali sono 9, delle restanti 37 solo 20
allevano bovini ma in modo più intensivo con 595 capi (una media di 30 capi per
azienda). Diminuito ma ancora diffuso l’allevamento di altri capi, ma in quantità
limitate per uso familiare.
- Nel 2000 le aziende agricole che allevano capi sono solo 11 (il 30% del totale) ma
aumenta l’allevamento intensivo con 366 capi (una media di 33 per allevamento);
un’azienda alleva anche ovini; è pressochè cessato l’allevamento di altri capi a
sostegno dell’economia familiare.
- Nel 2010 le aziende agricole che allevano capi sono solamente 4 (il 22% del totale)
ma aumenta ulteriormente l’allevamento intensivo con 290 capi (una media di
72,5 capi per allevamento); nessuna azienda alleva altri capi di bestiame a
sostegno dell’economia familiare.
Cap. 6.6 Capacita’ d’uso del suolo
I terreni destinati a coltura agraria, tutti pianeggianti, sono valutabili come
potenzialità produttiva in base agli studi effettuati su base regionale e provinciale
dall’IPLA, aggiornati e approvati dalla Regione Piemonte con D.G.R. 30.11.2010 n. 751148 (B.U. n. 51 del dicembre 2010). Ad essa è allegato il “Manuale Operativo per la
valutazione della capacità d’uso dei suoli a scala aziendale” che permette di
suddividere il territorio comunale in classi e sottoclassi di capacità.
La Carta, in particolare, evidenzia per Bruino un’estesa e prevalente Classe 3° che
riguarda terreni con “evidenti limitazioni che riducono le scelte colturali, la produttività
e/o richiedono speciali pratiche conservative”.
Il tipo di limitazione competente alla classe 3°, anch’esso largamente diffuso, è
descritto dalla sottoclasse “s” che attiene a “tipologie podologiche che hanno limitazioni
nella zona di approfondimento degli apparati radicali, come la scarsa profondità utile,
pietrosità eccessiva o bassa fertilità difficile da correggere”.
In particolare, la limitazione di suolo specifica della classe 3s del territorio bruinese
riguarda in primo luogo la sottoclasse “s1” competente alla scarsa “Profondità per le
radici” a causa di ghiaie, falda affiorante, o presenza di orizzonti fortemente induriti; ma
anche, per un settore delle alluvioni antiche parallelo al torrente Sangone, la
70
sottoclasse “s4” che addiziona ai condizionamenti della classe s anche ridotta
“Fertilità”.
Oltre alla classe 3 fin qui descritta, si rileva la presenza di una lingua di territorio di
classe 4° soprastante alle alluvioni antiche, ai depositi fluvioglaciali terrazzati e ai
depositi glaciali (si riferisce alla parte di territorio che contiene metà del quartiere Alba
Serena, gli insediamenti a nastro della S.P. 183 e la striscia di margine soprastante al
Sangone) che riguarda “Suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture
agrarie e richiedono specifiche pratiche agronomiche”. La causa (limitazioni nella zona di
approfondimento degli apparati radicali) è spiegata dalla sottoclasse “s” e dal tipo “s1”.
Alla classe 7: “Suoli con limitazioni severe, il loro uso è ristretto al pascolo poco
produttivo e al bosco di protezione” appartengono le fasce spondali del torrente Sngone
con segnalata presenza di ghiaeti.
Per le limitazioni che interessano questi suoli, nell’ultimo decennio si è verificato un
significativo abbandono dell’agricoltura.
Le utilizzazioni prevalenti e le attitudini agricole fanno prevalere le seguenti colture:
- cerealicola estiva (mais) e vernina (grano, orzo);
- colture foraggere di prato stabile o avvicendate.
71
TABELLA 6.1 RAPPORTO TRA SUPERFICIE TERRITORIALE COMUNALE (559 ha) E SUPERFICIE AGRICOLA
1 9 8 2
2 0 0 0
1 9 9 0
4 3 %
4 3 %
5 2 %
s u p e r fic ie
a g r ic o la
2010
24%
superficie agricola
totale
superficia territoriale
comunale
76%
72
TABELLA 6.2 SUPERFICIE AGRICOLA PER TIPO DI COLTURA
1982-1990-2000
320
300
280
superficie a pascoli
12,55
1,9
7,87
240
6,84
1,76
9,27
94,17
5,16
5,88
16,74
74,17
200
180
superficie agricola non
utilizzata
superficie a boschi
10,75
260
220
altra superficie
superficie a prati
permanenti
superficie a coltivazioni
legnose
superficie a vite
superficie a seminativi
2,55
80,96
7,05
160
2,73
140
6,28
2,61
120
4,21
100
139,53
163,55
80
116,61
60
40
20
0
superficie totale 292,73 ha
(SAU 269,24
ha - n° aziende 46)
1982
superficie totale 242,29 ha
(SAU 223,3
ha - n° aziende 46)
1990
superficie totale 239,82 ha
(SAU 221,94
ha - n° aziende 38)
2000
73
TABELLA 6.2.1 SUPERFICIE AGRICOLA PER TIPO DI COLTURA 2010
160
140
5,55
0,02
120
superficie agricola non
utilizzata
boschi annessi a aziende
agricole
prati permanenti/pascoli
orti familiari
coltivazioni legnose
61,63
100
vite
80
seminativi
0,2
2,33
0,1
r
60
40
66,24
20
0
2010
Sup. Tot. 136, 07 ah - SAU 130,5 ha - n°aziende 18
74
TABELLA 6.3
percentuali di superficie agricola utilizzata
percentuali di superficie agricola utilizzata per tipo di
per tipo di coltivazioni e n° di aziende 1982
(SAU totale 269,24 ha - sup. media per azienda 5,85 ha)
coltivazione e n° di aziende 1990
(SAU totale 223,3 ha - sup. media per azienda 4,85 ha)
0,71%
superficie a seminativi
superficie a seminativi
42
superficie a vite
24
33
superficie a vite
33,22%
26
34,98%
0,01%
0,95%
60,75%
superficie a coltivazioni legnose
21
superficie a coltivazioni legnose 23
superficie a orti familiari
2
superficie a orti familiari
superficie a prati permanenti
32
superficie a pascoli
1
62,49%
0,26%
1,22%
2,81%
10
superficie a prati permanenti
32
superficie a pascoli
0
2,62%
percentuali di superficie agricola utilizzata per tipo di coltivazione e n° di aziende
(SAU totale 221,94 ha - sup. media per azienda 5,84 ha)
2000
7,54%
superficie a seminativi
superficie a vite
36,48%
52,54%
0,36%
18
27
superficie a coltivazioni legnose
22
superficie a orti familiari
31
superficie a prati permanenti
23
superficie a pascoli
2
1,18% 1,90%
75
TABELLA 6.4 AZIENDE E RELATIVE SUPERFICI TOTALI (IN ha) PER FORMA DI
CONDUZIONE
1982
1990
350
350
300
300
10,46
con manodopera
prevalentemente
familiare
250
0
250
200
200
con manodopera solo
familiare
150
150
282,31
241,98
100
100
50
50
3
0
46
43
0
n° aziende (totale 46)
0
n° aziende (totale 46)
superficie (totale 292,77 ha - di cui in
proprietà 108.8 ha = 37,16%)
superficie (totale 241,98 ha)
76
TABELLA 6.4.1 AZIENDE E RELATIVE SUPERFICI TOTALI (IN ha)
300
2 3 9 ,4 8
250
200
n ° a z ie n d e
su p e rfic ie to ta le
1 3 6 ,3 1
150
100
r
50
38
18
0
2000
2010
77
TABELLA 6.5 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI
SUPERFICIE
< 1 ha (n° 10 aziende)
1982
tra 1 e 2 ha (n° 4 aziende)
2%
9%
tra 2 e 5 ha (n° 13 aziende)
2%
15%
tra 5 e 10 ha (n° 7 aziende)
tra 10 e 20 ha (n° 11 aziende)
tra 20 e 50 ha (n° 1 azienda)
1990
3%
19%
5%
4%
< 1 ha (n° 15 aziende)
27%
tra 1 e 2 ha (n° 9 aziende)
53%
tra 2 e 5 ha (n° 3 aziende)
29%
tra 5 e 10 ha (n°10 aziende)
tra 10 e 20 ha (n° 6 aziende)
tra 20 e 50 ha (n° 3 azienda)
32%
78
TABELLA 6.5.1 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI
SUPERFICIE
2000
3%
1%
7%
23%
< 1 ha (n° 19 aziende)
11%
tra 1 e 2 ha (n° 1 aziende)
tra 2 e 5 ha (n° 6 aziende)
tra 5 e 10 ha (n°4 aziende)
tra 10 e 20 ha (n° 3 aziende)
18%
tra 20 e 50 ha (n° 4 aziende)
> 50 ha (n° 1 azienda)
37%
79
TABELLA 6.5.2 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI
SUPERFICIE
2010
1%
7%
4%
0%
12%
< 1 ha (n° 5 aziende)
tra 1 e 2 ha (n° 6 aziende)
tra 2 e 5 ha (n° 2 aziende)
tra 5 e 10 ha (n° 0 aziende)
tra 10 e 20 ha (n° 1 azienda)
tra 20 e 50 ha (n° 4 aziende)
76%
80
TABELLA 6.6
n° capi di bovini e ovini
n° aziende con allevamento (di cui con bovini) e
senza allevamento
700
50
1
3
45
600
ovini
12
9
40
15
azienda senza
allevamento
35
500
bovini
400
30
17
25
40
azienda con
allevamento
27
300
26
595
539
20
di cui con bovini
200
15
366
30
290
10
14
20
100
11
5
0
4
0
(n° aziende
46)
1982
(n° aziende
46)
1990
(n° aziende
38)
2000
(n° aziende
18)
2010
0
(n° medio di
bovini per
allevamento
18)
1982
(n° medio di
bovini per
allevamento
30)
(n° medio di
bovini per
allevamento
33)
1990
2000
(n° medio di
bovini per
allevamento
72,5)
2010
81
Cap. 7 – Valutazione Ambientale (Dlgs 4/2008 e DGR 12-8931/2008)
Cap. 7.1 Premessa
La prima Conferenza di pianificazione (2° seduta del 29.01.2013) si è conclusa
con due importanti determinazioni degli Enti copianificatori:
- la conferma della procedibilità della Variante strutturale n° 2 ai sensi
della l.r. 1/2007 dichiarata in sede di 1° seduta;
- l’esclusione della procedura di VAS dall’iter di formazione del progetto di
Variante (fasi preliminare e definitiva) per la dichiarata sufficienza della
Relazione tecnica ambientale rispetto al processo valutativo.
A seguito del pronunciamento delle Autorità ambientali il Comune, quale ente
procedente e competente in materia ambientale, sentito il parere confermativo
dell’Organo tecnico comunale (OTC), ha deciso di escludere il progetto di
Variante dalla procedura di VAS con determinazione del responsabile del
settore urbanistica, lavori pubblici, ambiente e casa n. 52 del 20.02.2013.
Delle determinazioni degli Enti, dell’OTC e del Comune si da atto nella
deliberazione di adozione del progetto preliminare.
Cap. 7.2 Contributi degli Enti copianificatori
Durante la seduta sono stati depositati i pareri delle Autorità e degli Enti
interpellati3 in merito al Documento programmatico e alla Relazione tecnica
ambientale.
In sintesi durante la Conferenza e in modo articolato nei documenti sono stati
evidenziati gli aspetti ambientali rimarchevoli e condivisi del Documento
programmatico riguardanti in primo luogo l’assetto ecologico ambientale della
città e del territorio da realizzare attraverso il criterio operativo della
perequazione urbanistica:
- completamento del parco fluviale del Torrente Sangone;
- acquisizione e pubblica fruizione del Parco del Castello;
- estensione della rete ecologica comunale lungo il corso del Sangonetto;
- fascia alberata con pista ciclopedonale lungo via Volvera;
- estensione della rete delle piste ciclabili per la interconnessione dei
parchi del territorio provinciale (Monte San Giorgio, Po – Sangone –
Collina torinese, Collina morenica).
Contemporaneamente sono stati segnalati in Conferenza gli aspetti ritenuti
critici da affrontare nella fase progettuale e da approfondire in base ai pareri
espressi:
- qualità urbanistica dei comparti perequativi in rapporto alle dotazioni di
base: viabilità, parcheggi e servizi locali; efficienza energetica delle
costruzioni; ricucitura dell’assetto frammentato della città tra vecchio
nucleo e villaggi;
- condivisione del modello del consumo del suolo (Grid) con Provincia e
Regione4;
- limitazione della impermeabilizzazione del suolo secondo il principio
dell’invarianza idraulica;
3
Regione Piemonte – Direzione programmazione strategica e Settore di valutazione di Piani e programmi;
Provincia di Torino – Servizio Urbanistica e Servizio Tutela ambientale; ARPA Piemonte.
4
Il Grid provinciale adattato in riferimento all’analisi dello stato di fatto proposto dal Comune è stato condiviso
da apposito Tavolo tecnico
82
______________________________________________________________________________________________________
-
-
approfondimento degli aspetti tecnico giuridici sulla applicazione della
perequazione urbanistica in carenza di sostegno legislativo5. Trattare in
modo differenziato le aree perifluviali (agricole) rispetto a quelle
funzionali agli spazi pubblici urbani;
Integrazione negli obiettivi di Variante 2 della normativa discendente
dalla legge Seveso; aggiornamento della modulistica dei titoli abilitativi
delle costruzioni con l’informativa richiesta dall’art. 19 delle NdA del
PTC2.
Gli argomenti di contenuto ambientale che sono stati espunti dalla lettura dei
pareri per essere approfonditi e disciplinati negli elaborati cartografici,
documentari e normativi del progetto preliminare della Variante 2 possono
essere riferiti alle seguente Lista:
1. Monitoraggio
- Consumo di suolo
- Frammentazione ambientale
- Dispersione dell’urbanizzato
- Percezione del paesaggio
2. Qualificazione dell’ambiente e del paesaggio naturale e costruito
- Criteri e indirizzi per la tutela del paesaggio (DGR 21-9251/2003)
- Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti (DGR 3013616/2010):
° Buone pratiche per la progettazione edilizia
° Buone pratiche per la pianificazione locale
3. Disciplina di area
- Impianto urbanistico
- Caratteri tipologico compositivi degli edifici
- Tecniche costruttive biocompatibili e di risparmio energetico
- Disegno del verde
- Permeabilità del suolo, separazione e riciclo delle acque piovane
4. Progettazione ambientale
- Richiamo a criteri progettuali di programmi e progetti di area vasta6 per
la realizzazione dei
corridoi naturalistici7 del T. Sangone e del
Sangonetto
- Definizione delle modalità di conservazione del Castello e del giardino
storico
- Riambientazione, funzionale e ornamentale, del parcheggio circostante
alle mura del castello
- Progetto delle piste ciclopedonali secondo le direttive8 della DGR 8519500/1997
5
Al momento della redazione del presente documento la criticità in parola risulta superata dalla codificazione della
“Perequazione urbanistica e accordi tra soggetti pubblici e privati” nella l.r. 3/2013 (art. 26 integrato come art.
12bis nella l.r. 56/77).
6 Piano d’area del T. Sangone, Contratto di fiume, Corona verde.
7
Impiego di specie vegetali (alberi e arbusti) domestiche indicate nella Relazione tecnica ambientale ed esclusione
di quelle esotiche climaticamente incompatibili.
8 “Norme tecniche per la progettazione, realizzazione e segnalazione di piste e percorsi in sede urbana ed
extraurbana”.
____________________________________________________________________________________________
83
______________________________________________________________________________________________________
-
Progettazione dei neoecosistemi di mitigazione e compensazione
ambientale individuati dalla Relazione tecnica ambientale
Progettazione paesaggistica attenta agli aspetti percettivi e di tutela dei
valori scenici
5. Tutela ambientale
Redazione dello studio di compatibilità acustica9
- Perfezionamento dello studio di compatibilità idraulica e idrogeologica
- Definizione della microzonazione sismica e condivisione con il
competente ufficio regionale della normativa afferente alla classe 3.
- Integrazione normativa dello studio sulla compatibilità territoriale degli
stabilimenti sottosoglia Seveso.
Cap. 7.3 Rapporto tra analisi ambientale e formazione della Variante
L’analisi ambientale e paesaggistica condotta secondo diverse metodologie:
di lettura dei processi di evoluzione urbanistica e d’uso del territorio;
di trasformazione secondo l’ecologia del paesaggio;
di compatibilità tra previsioni della Variante e caratteri / impatti di tipo:
morfologico, idrogeologico, acustico, infrastrutturale, di rischio
incidentale e sismico; sulle matrici ambientali: aria, acqua, suolo e sul
rischo antropogenico (elettromagnetismo, rifiuti ecc);
è stata intrecciata alla progettazione urbanistica sui seguenti principali profili:
-
a)
Definizione dell’asse mediano dei servizi finalizzato alla riconnessione
delle parti di città frammentate dal particolare (recente e intenso)
processo di crescita urbanistica
indotto dal polo industriale
storicamente centrato sulla FIAT di Rivalta.
b)
Recupero prioritario alla fruizione pubblica del Parco del castello quale
elemento di cerniera (oltre che di identità della comunità locale) tra
vecchio nucleo e villaggio Alba Serena.
c)
Riconoscimento della rete ecologica comunale nel contesto locale e di
area vasta finalizzato a:
- qualificazione ambientale degli interventi sui servizi polari dell’asse
mediano;
- salvaguardia e tutela della macchia agraria di risorsa ambientale di via
Volvera;
- diffusione della rete di piste ciclabili (con attenzione alla loro
ambientazione nei diversi ed eterogenei paesaggi attraversati) sia
all’interno del tessuto urbano sia nei settori terminali suscettibili di
collegamento con la rete intercomunale e provinciale.
d)
Specializzazione dei fuochi di servizio nelle frange (villaggi) esterne aventi
capacità attrattiva per tutti i residenti: ampliamento del polo sportivo;
corridoi naturalistici del Sangone e Sangonetto; mantenimento della
polarità potenziale della L2 prossima al villaggio Marinella.
e)
Valutazione delle alternative di localizzazione degli interventi in
programma con privilegio alla densificazione nelle porosità interne10 al
9
Viene segnalata la potenziale criticità del comparto 3 adiacente al campo sportivo.
____________________________________________________________________________________________
84
______________________________________________________________________________________________________
tessuto e attenzione al miglioramento potenziale della qualità della trama
delle connessioni (corridoi vegetati e attrezzati per il parcheggio).
f)
Affermazione di principi di progettazione ambientale riguardante
l’invarianza idraulica (riciclo e recapito diffuso delle acque piovane con
separazione
di
quelle
inquinanti),
il
contenimento
della
impermeabilizzazione dei suoli (aree verdi pertinenziali, pavimentazioni
percolanti), la diffusione delle tecniche volte al risparmio energetico e
all’impiego / produzione di energie di fonte alternativa.
g)
Indicazioni di regole progettuali (urbanistiche ed edilizie) con richiamo ai
manuali regionali e al restauro dei beni storici con particolare attenzione
al parco del castello.
h)
Individuazione dei vincoli ambientali: pozzi, antenne, infrastrutture viarie
esistenti e in progetto, elettrodotto ad altissima tensione, aree sensibili
agli impatti degli inquinanti, ambiti di competenza della dinamica
fluviale.
Cap. 7.4 Indirizzi per la progettazione urbanistica
Tenendo conto dei contributi forniti in materia ambientale da Autorità ed Enti
il progetto preliminare si intende integrato dai seguenti argomenti /
documenti:
4.1 Piano di monitoraggio contenente un set di indicatori coerente con i
suggerimenti dell’organo tecnico regionale (OTR).
4.2 Parametri di controllo della Btc e indicazioni per la realizzazione dei
neoecosistemi di mitigazione e compensazione ambientale contenuti al §
8. della Relazione tecnica ambientale (RTA).
4.3 Studi specialistici di contenuto normativo: idrogeologico e sismico;
acustico; di rischio Seveso e relative norme e prescrizioni riportate nelle
NdA della Variante. Le verifiche compiute in sede di redazione della RTA
hanno mero valore documentario.
4.4 Mitigazione della pressione inquinante della componente motoveicolare (§
7.1.4 – RTA).
4.5 Interferenze potenziali della rete idrografica sulle aree in programma (§
7.2.1 – RTA).
4.6 Individuazione dei Beni ambientali e architettonici (§ 6.7 – RTA).
4.7 Dotazioni infrastrutturali (§ 6.6 – RTA). L’analisi in questo caso è volta a
verificare la sussistenza delle urbanizzazioni negli areali interessati dalla
nuova edificazione. L’accertamento dell’adeguatezza funzionale dei singoli
rami e/o componenti ad accogliere l’addizione di nuove utenze è
demandata alla verifica puntuale da espletare in sede di rilascio dei titoli
abilitativi.
10
Fa (apparente) eccezione il comparto 3 a cui è stato attribuito il duplice compito della rigenerazione locale di
un’area interessata in parte da stabilimento artigiano in contrasto ambientale con la compagine residenziale
circostante e per consolidare il collegamento tra il vecchio nucleo (e polo sportivo) ed il villaggio marinella.
____________________________________________________________________________________________
85
______________________________________________________________________________________________________
Cap.8 – Perimetrazione delle aree dense, libere e di transizione
(art.16, c.7, delle NdA del PTC2)
Cap. 8.1
Il procedimento
Il Documento Programmatico della Variante in progetto, approvato con la
deliberazione di Consiglio Comunale indicata in premessa, conteneva la tavola
3 denominata: “Perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere”.
Nella tavola sopra menzionata era stata predisposta una prima proposta
comunale di perimetrazione delle aree di cui all’art. 16, comma 7, delle NdA
del PTC2, in base alle motivazioni riportate nel paragrafo 6.5.1 “Proposta
correttiva della griglia di valutazione del PTC2” della Relazione Tecnica
Ambientale.
In sede di seconda seduta della conferenza di pianificazione sul Documento
Programmatico, tenutasi in data 29.01.2013, i rappresentanti della Regione
Piemonte e della Provincia di Torino hanno rimandato la discussione sulla
proposta comunale di perimetrazione ad un apposito tavolo tecnico.
Il tavolo tecnico formato dai rappresentanti della Regione, della Provincia e del
Comune si è tenuto nella sede provinciale di corso Inghilterra in data
13/02/2013.
Durante la discussione i dirigenti e funzionari della Regione e della Provincia
hanno chiesto di integrare la documentazione grafica a supporto della
proposta di perimetrazione con i seguenti elaborati:
- tavola in scala 1:5000 riportante la sovrapposizione della zonizzazione di
P.R.G.C. con la perimetrazione proposta;
- tavola in scala 1:5000 riportante la sovrapposizione dei vincoli di P.R.G.C.
con la perimetrazione proposta;
- gli shape-file con il disegno delle aree dense, di transizione e libere con il
relativo calcolo della superficie onde verificare, in particolare, che la
superficie delle aree libere della proposta comunale non fosse inferiore a
quella della griglia valutativa (Grid) proposta dalla Provincia, basata su un
modello matematico di densità del costruito.
Sulle questioni di merito i tecnici regionali e provinciali hanno sollevato delle
forti perplessità sull’area di transizione prevista ad ovest del quartiere
Marinella, tra l’area a servizi per verde sportivo e l’edificato a ridosso della via
Cascina Nuova, che il modello provinciale destina ad area libera.
La documentazione sopra elencata, accompagnata da una relazione tecnica
esplicativa che documenta il recepimento delle osservazioni formulate durante
il tavolo tecnico, è stata predisposta e trasmessa via e-mail in data
22.03.2013 e, successivamente, ritrasmessa in data 09.04.2013, per problemi
di ricezione della prima trasmissione, ai dirigenti e funzionari del Settore
Urbanistica della Regione e della Provincia.
I tecnici regionali e provinciali, contattati telefonicamente, non avrebbero
sollevato delle obiezioni sull’ultima proposta, ma rimanevano in attesa di
ricevere un verbale che riporti le osservazioni formulate da tutte le parti,
intervenute nella seduta del tavolo tecnico, e le determinazioni assunte dal
Comune con la nuova proposta, per poterlo esaminare e condividere,
sottoscrivendolo, al fine di chiudere il procedimento.
Il tavolo tecnico si è concluso con la firma del summenzionato verbale da
parte dei dirigenti e funzionari della Provincia e della Regione.
____________________________________________________________________________________________
86
______________________________________________________________________________________________________
Cap. 8.2
La proposta comunale
Il PTC2 chiede ai nuovi piani regolatori e alle loro varianti di assumere, nella
definizione di nuove aree insediative, il criterio valutativo del rispetto del suolo
agricolo non urbanizzato (art. 15 NdA) specie se di elevata fertilità (classi I e II)
e con caratteristiche di continuità con l’agroecosistema. Per tale motivo
indirizza i nuovi interventi verso la densificazione dei tessuti edificati e la
saturazione prioritaria di aree da essi intercluse, specie se di dimensioni
contenute ed ove la conduzione agraria risulta pure diseconomica.
Per il riconoscimento delle aree di potenziale trasformazione la Provincia ha
proposto una griglia valutativa (Grid) basata su un modello matematico di
densità del costruito; griglia che distingue le zone dense11 da quelle libere12
con l’interposizione di fasce o ambiti semiedificati definiti di transizione13.
Si è rilevato che il modello provinciale generato a scala vasta non interpreta
appieno lo stato del consumo del suolo del territorio di Bruino il quale, come
detto, è caratterizzato – per le ragioni evolutive rammentate nella relazione
tecnica ambientale – da un tessuto edilizio maggiormente diffuso e addensato
rispetto a quello rappresentato dal “grid”.
Per tale motivo, nelle Tavv. A e B riportate sotto viene proposta una
ricognizione di maggior dettaglio del grado di saturazione del costruito che
tiene conto:
- delle costruzioni esistenti e di quelle in corso di realizzazione;
- degli interventi edilizi preordinati da SUE convenzionati;
- dello stato di diritto a edificare di limitate zone normative libere e non
ancora interessate da procedure esecutive;
- degli spazi pubblici esistenti e in progetto.
In particolare sono state riconosciuti in aree dense gli interventi di limitate
dimensioni previsti dalla Variante Strutturale n. 2 che risultano totalmente
interclusi nel tessuto edificato o sono pertinenziali di fabbricati esistenti (es.
parco del castello).
11
Art. 15 NdA PTC2 - Le aree dense sono costituite dalle porzioni di territorio urbanizzato, anche poste in
prossimità del Centro Storico (o dei Nuclei Storici), aventi un impianto urbanistico significativo, caratterizzate
dalla presenza di un tessuto edilizio consolidato e dalle funzione di servizio qualificato per la collettività.
Art. 17 NdA PTC2 - Nelle aree dense, sono congruenti i processi di trasformazione, riuso e aumento della capacità
insediativa, nel rispetto degli standard per servizi pubblici previsti dalla legislazione vigente. L’incremento
insediativo si concretizza attraverso interventi di densificazione del tessuto esistente, sostituzione edilizia,
completamento su reliquati, ristrutturazione urbanistica.
12
Le aree libere sono costituite da porzioni di territorio esterne al tessuto urbano consolidato o ai nuclei edificati,
caratterizzate dalla prevalente funzione agricola e forestale anche in presenza di insediamenti minori o sparsi, quali
elementi identitari e distintivi del paesaggio che si intende preservare.
Art. 17 NdA PTC2 – ( … ) nelle aree libere non sono consentiti nuovi insediamenti né la nuova edificazione nelle
aree non urbanizzate; è per altro ammessa la realizzazione di opere e di interventi pubblici e di interesse pubblico
purchè adeguatamente motivate e in assenza di possibili localizzazioni alternative.
13
Art. 15 NdA PTC2 - Le aree di transizione sono costituite da porzioni di territorio poste ai margini degli ambiti
urbanizzati, caratterizzate dalla limitata estensione e dalla possibile presenza delle infrastrutture primarie.
Art. 17 NdA PTC2 - Nelle aree di transizione, sono congruenti nuovi processi insediativi, nel rispetto della
pianificazione territoriale sovraordinata, nei limiti qualitativi e quantitativi definiti dal Capo II e III delle NdA. Il
limitato incremento insediativo è possibile con la progettazione e la ristrutturazione urbanistica da sviluppare per
settori, scongiurando il processo di sprawl edilizio mediante interventi di densificazione, sostituzione edilizia,
completamento su aree intercluse. ( … )
____________________________________________________________________________________________
87
______________________________________________________________________________________________________
Sono state definite aree di transizione le porzioni di suolo che presentano –
senza ulteriori limitazioni ambientali – fronti opposti, al tempo adiacenti ad
aree urbanizzate e infrastrutturate e ad aree libere, mutuando nella
ricognizione i caratteri del tracciamento degli aloni che risultano sul grid
provinciale.
Come si può osservare dal confronto delle due griglie, quella provinciale
riportata sotto e nelle allegate Tavv. A e B e quella proposta sempre nelle Tavv.
A e B riportate in calce al capitolo, l’inviluppo di aree dense e di transizione
presenta notevoli analogie salvo che per la macchia agraria centrale e la fascia
laterale al villaggio Marinella e al profilo di via Cascina nuova.
In questi casi si è optato per uno scambio di attribuzioni motivato dalla
opportunità di conservare il più possibile integra la macchia agraria situata
nel baricentro della compagine urbana e di preservare per il futuro un fronte
di consolidamento del tessuto edificato attorno al polo sportivo del comune:
ciò anche per dare maggiore consistenza (densificare) l’insediamento lineare di
via Cascina nuova e utilizzare appieno le infrastrutture di sopra e di
sottosuolo di cui la via è dotata.
Infine sono stati delimitati tra le aree di transizione due annucleamenti
produttivi e misti ubicati nel settore sud-ovest del territorio comunale in
vicinanza con Piossasco: il primo perché coerente con il tessuto edificato di
quel comune, il secondo perché rassegnato tra le localizzazioni commerciali di
tipo L2 dallo strumento comunale sulla disciplina del commercio.
Sono state rassegnati tra le aree libere gli appezzamenti continui
dell’agroecosistema aperto e/o presidiato da cascine e la fascia fluviale
dell’area parco del T. Sangone.
Grid PTC2: Aree dense, libere e di transizione
____________________________________________________________________________________________
88
______________________________________________________________________________________________________
I criteri suesposti rispondono al principio operativo, riconosciuto dall’Ente
provinciale, di assegnare una certa flessibilità al grid per tener conto delle
specificità dei luoghi (salubrità dei suoli, presenza di urbanizzazioni,
riconoscimento dello stato di diritto, opzioni per lo sviluppo urbanistico dei
piani regolatori) pur nei limiti finalistici evidenziati dal PTC2: limiti che
possono essere ragionevolmente rispettati rimodellando le aree di transizione
e dense alla condizione che la somma delle stesse di cui al modello comunale
sia minore o uguale alla somma delle aree di transizione e dense dedotte dal
modello provinciale, ossia che la superficie delle aree libere di cui al modello
comunale sia maggiore o uguale a quella delle aree libere dedotte dal modello
provinciale.
A tal fine sono stati elaborati delle shape-file da cui risultano i seguenti dati
relativi alle superfici delle aree dense, libere e di transizione dei modelli
comunale e provinciale.
MODELLO COMUNALE
aree dense
= 2.693.188 m2
aree di transizione =
aree libere
735.927 m2
= 2.160.885 m2
MODELLO PROVINCIALE
aree dense
= 1.243.599 m2
aree di transizione = 2.202.320 m2
aree libere
= 2.144.081 m2
Da quanto sopra si deduce che la superficie delle aree libere relative al
modello proposto dal Comune è maggiore di quella delle aree libere di cui al
modello provinciale.
Nelle due pagine seguenti vengono riportate le tavole A e B.
____________________________________________________________________________________________
89
______________________________________________________________________________________________________
Tav. A: Sovrapposizione della zonizzazione di P.R.G.C. con la perimetrazione delle
aree dense, di transizione e libere
____________________________________________________________________________________________
90
______________________________________________________________________________________________________
Tav. B: Sovrapposizione dei vincoli di P.R.G.C. con la perimetrazione delle aree dense,
di transizione e libere
____________________________________________________________________________________________
91
______________________________________________________________________________________________________
Cap.9 - Compatibilità con gli impianti a rischio di incidente
rilevante (adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC)
Cap. 9.1
Il procedimento
In seguito all’approvazione definitiva della Variante al PTC di adeguamento al
d.m. 9 maggio 2001 e denominata “Requisiti minimi in materia di pianificazione
urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di
incidente rilevante”, adottata con D.C.P. n. 198-332467 del 22 maggio 2007 e
approvata dalla Regione con D.C.R. n. 23-4501 del 12 ottobre 2010, di seguito
denominata Variante “Seveso” al PTC, è stato attivato un tavolo tecnico
interistituzionale con la Provincia di Torino e la Regione Piemonte, finalizzato
alla corretta redazione dell’Elaborato RIR e preliminare allo svolgimento della
procedura urbanistica.
Il Comune di Bruino ha richiesto nel giugno del 2011 l’attivazione del tavolo
in quanto sul proprio territorio era presente un’azienda (I.C.A.I.) soggetta, fino
al 2005, agli obblighi dell’art. 5, comma 3, del D.Lgs. n. 334/1999, che
pertanto deteneva con ogni probabilità sostanze ricadenti nelle definizioni di
cui all’art. 19 della Variante “Seveso” al PTCP (c.d. “sottosoglia”); inoltre il
Comune di Bruino è confinante con Rivalta, sede di uno stabilimento a rischio
di incidente rilevante.
Il tavolo tecnico è stato organizzato dai Servizi Tutela Ambiente e Urbanistica
della Provincia di Torino e si è riunito quattro volte nelle date 21 giugno 2011
(resoconto provinciale prot. 621627 del 18/07/2011), 15 novembre 2011
(resoconto prov. prot. 980046 del 22/11/2011), 25 giugno 2012 (resoconto
prov. prot. 569476 del 16/07/2012) e 22 novembre 2012 (resoconto prov.
prot. 924402 del 27/11/2012).
In relazione all’esito della prima riunione del tavolo tecnico (21/06/2011) il
settore tecnico comunale ha svolto le indagini necessarie a reperire le
informazioni finalizzate a redigere l’elaborato tecnico sui Rischi di Incidente
Rilevante (Elaborato R.I.R.) qui di seguito evidenziate:
- è stata fatta una ricognizione delle ditte che detengono sostanze pericolose
oltre i limiti indicati dall’art 19 delle NdA della Variante “Seveso” al PTC,
mediante una lettera prot. n. 6094 del 05/07/2011 inviata a tutte le ditte
bruinesi;
- in merito alla ditta ICAI sopra richiamata è stata fatta una richiesta prot.
n. 6098 del 05/07/2011 per avere dettagli sulle lavorazioni e sulle
sostanze presenti presso lo stabilimento, nonché previste in un
ampliamento di prossima realizzazione; inoltre si è svolta una riunione in
data 22/09/2011 presso lo stabilimento con i tecnici della Provincia e i
responsabili dell’azienda, nella quale sono state acquisite delle
informazioni ed è stato effettuato un sopralluogo nelle aree dello
stabilimento a maggior rischio ambientale;
- è stato acquisito l’elaborato RIR del Comune di Rivalta per verificare che le
aree di rischio dello stabilimento AVIO non coinvolgano il territorio
comunale.
Nel corso dei successivi contatti con i tecnici della Provincia, è stato precisato
che Bruino non ha l’obbligo di redigere il documento RIR (fatta salva la
____________________________________________________________________________________________
92
______________________________________________________________________________________________________
possibilità di predisporlo comunque): è tuttavia opportuno, anche in
conformità agli indirizzi delle Linee Guida regionali, la ricognizione delle
attività industriali nel territorio comunale, al fine di identificare le aziende
sotto-soglia, nonché la mappatura degli elementi territoriali ed ambientali
vulnerabili, per inserire questi dati all’interno dello strumento urbanistico in
fase di predisposizione.
In base alla ricognizione delle attività effettuata sono state individuate due
aziende (I.C.A.I. e ZINCOTRE) che hanno dichiarato di appartenere alle
categorie che identificano i “sottosoglia”, per cui nella seconda riunione del
tavolo tecnico (15/11/2011) i funzionari provinciali hanno segnalato la
necessità di acquisire alcune informazioni mancanti e di individuare per
ciascuna azienda un’area di esclusione di estensione pari ad almeno 200 m
dal perimetro dello stabilimento.
Nella stessa riunione è stato esaminato il RIR del Comune di Rivalta,
verificando che l’area di osservazione dello stabilimento AVIO non coinvolge il
territorio comunale; inoltre è stato evidenziato dai tecnici comunali che la
valutazione del rischio industriale sarebbe stata inserita nella presente
variante strutturale al P.R.G.C.
A seguito della seconda riunione del tavolo tecnico è stato richiesto alla ditta
ICAI, con lettera prot. n. 11322 del 29/11/2011, di provvedere ad integrare
l’analisi dei rischi di incidenti rilevanti, ai sensi dell’art. 5, comma 2, del
D.Lgs. 17 agosto 1999, n. 334, con l’elenco completo delle sostanze pericolose
detenute, con le relative quantità e la classificazione della pericolosità.
Inoltre è stato richiesto alla ditta ZINCOTRE, con lettera prot. n. 11320 del
29/11/2011, di provvedere all’individuazione dei rischi di incidenti rilevanti,
sempre ai sensi dell’art. 5 sopra menzionato, in cui siano evidenziate le
sostanze pericolose che superano i limiti indicati nell’art. 19 delle norme di
attuazione della Variante “Seveso” al PTCP.
Nella terza riunione del tavolo tecnico (25/06/2012), il Comune ha presentato
le risultanze dell’indagine sugli elementi territoriali e ambientali vulnerabili
estesa all’intero territorio comunale, corredata delle opportune cartografie.
Sono stati condivisi gli elementi territoriali individuati. Dal tavolo è emersa
l’opportunità di non fare riferimento al concetto di area di osservazione, in
quanto non previsto per stabilimenti “sottosoglia”; corretto è invece il
riferimento all’area di esclusione ex art. 19 della Variante “Seveso” al PTC, pur
non obbligatoria per gli stabilimenti esistenti.
Quanto agli elementi ambientali vulnerabili, la carte necessitavano di alcuni
miglioramenti: l’aggiunta di alcuni fattori ambientali vulnerabili, come i
corridoi ecologici provinciali o individuati dal Comune, nonché le classi di
capacità d’uso del suolo e l’individuazione della parte di territorio ad altissima
vulnerabilità ambientale.
E’ stata inoltre presentata una prima bozza di norme di attuazione, nelle quali
è emersa l’opportunità di distinguere con chiarezza i riferimenti ad eventuali
nuovi stabilimenti “Seveso” e agli stabilimenti “sottosoglia”, nuovi o esistenti.
Nella quarta riunione del tavolo tecnico (22/11/2012) è stato esaminata la
bozza dell’Elaborato RIR di adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC da
parte del Comune di Bruino; il Comune aveva da poco approvato il documento
____________________________________________________________________________________________
93
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programmatico della variante in progetto che ricomprendeva il
summenzionato adeguamento.
Sono state richieste delle specifiche modifiche alle norme individuate per le
zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, così come
riportato nella lettera della Provincia prot. n. 924402 del 27/11/2012 e nel
parere provinciale sul documento programmatico prot. n. 15490/2013 del
28/01/2013.
In merito alle due tavole dell’elaborato RIR, i funzionari provinciali hanno
affermato che sono state recepite le osservazioni emerse nei precedenti tavoli
con alcuni elementi di dettaglio da perfezionare. In particolare, è necessario
individuare la corrispondenza di alcuni fattori ambientali vulnerabili con le
categorie esplicitamente indicate dall’articolo 13.2, punti 1-14, e riportarla in
cartografia.
Nella quinta e conclusiva riunione del tavolo tecnico (08/07/2013) è stato
esaminato lo stato dell’arte dei lavori di redazione degli elaborati di
adeguamento al PTC, trasmessi con nota prot. prov. 113003 del 26/06/2013,
modificati in base alle richieste che i funzionari provinciali hanno esplicitate
nella quarta riunione del tavolo tecnico di cui sopra.
I funzionari provinciali hanno richiesto che le due tavole cartografiche
(elementi ambientali ed elementi territoriali) debbano far parte integrante del
P.R.G. come tavole di piano (e non semplici allegati tecnici) per agevolare la
lettura dei vincoli previsti.
Sentito, a tal proposito, il Servizio Urbanistica della Provincia, si è ritenuto di
inserire le due tavole degli elementi ambientali ed elementi territoriali negli
allegati tecnici, in quanto la legge urbanistica regionale li colloca in
quell’ambito; si è, però, agevolata la lettura dei vincoli ivi previsti richiamando
espressamente le due tavole nell’art. 20 ter “Zone interessate da stabilimenti a
rischi di incidente rilevante” delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante
in oggetto.
Con nota trasmessa dalla Provincia di Torino, prot. prov. 124272 del
15/07/2013, pervenuta al protocollo comunale n. 6797 del 18/07/2013, è
stato verbalizzato quanto discusso nella quinta riunione sopra menzionata,
ritenendo positivamente concluso il tavolo tecnico sull’argomento,
propedeutico all’avanzamento delle procedure urbanistiche.
Cap. 9.2 Identificazione e caratterizzazione delle attività produttive
Interrogando il sistema SIAR, si riscontra la presenza dell’azienda ICAI,
azienda potenziale sottosoglia in quanto in precedenza soggetta alla legge
“Seveso”. In base alle risultanze dell’attività ricognitiva evidenziata nel
paragrafo precedente sono state individuate n. 2 aziende che, dai questionari
sottoposti, risultano come “sottosoglia esistenti”: si tratta appunto della ICAI e
della ZINCOTRE.
Entrando in maggior dettaglio:
- la ICAI non ha fornito un quadro completo ed esaustivo che risponda alle
richieste della Variante “Seveso” al PTC. Dai dati forniti si può desumere
che lo stabilimento sia un “sottosoglia esistente” ex art. 19 a pericolo
tossico, in quanto supera la relativa soglia di 10 t anche considerando il
solo stoccaggio di fenolo. Inoltre lo stabilimento ha in progetto un
ampliamento in un’area circostante: il Comune ha perciò richiesto alla ditta
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informazioni in merito. Dalla lettera prot. n. 10263 del 2011 (prot. Provincia
n. 968907 del 16/11/2011) risulta che nell’area oggetto dell’ampliamento
non saranno manipolate o stoccate sostanze o miscele soggette all’art. 19. A
tali condizioni si ritiene che l’ampliamento non configuri la realizzazione di
nuovo stabilimento;
- la ZINCOTRE, viceversa, ha fornito il quadro completo della situazione, con
lettera prot. n. 8271 del 2011 (prot. Provincia n. 968886 del 16/11/2011),
dalla quale si evince che lo stabilimento è un “sottosoglia esistente” ex
art. 19 a pericolo tossico e a pericolo ambientale.
Cap. 9.3 Identificazione e caratterizzazione degli elementi vulnerabili
La tavola denominata: “Elaborato tecnico R.I.R. - elementi territoriali
vulnerabili”, sotto riportata, identifica e caratterizza, sulla base del d.m.
09/05/2001, gli elementi territoriali vulnerabili presenti sul territorio di
Bruino, ivi compresi gli elementi areali.
La tavola denominata: “Elaborato tecnico R.I.R. - elementi ambientali
vulnerabili”, sotto riportata, identifica e caratterizza, sulla base dell’articolo
13.2, punti 1-14, delle NdA della Variante “Seveso” al PTC, gli elementi
ambientali vulnerabili presenti nel territorio bruinese, in cui sono presenti
le due fasce: “ad altissima vulnerabilità ambientale” e a “rilevante
vulnerabilità ambientale”.
In entrambe le tavole suddette è stata tracciata, per ciascuno stabilimento
“sottosoglia” esistente, un’area di esclusione pari a 200 m dal perimetro nella
quale non ammettere nuovi elementi territoriali vulnerabili di categoria A o B,
in applicazione della Variante “Seveso” al PTC, trattandosi di stabilimenti di
cui al primo comma, lettera a), dell’art. 19.
Nell’art. 20 ter delle NTA della variante in progetto denominato: “Zone
interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”, sono state recepite
tutte le richieste di modifiche alle norme avanzate dai funzionari provinciali
nell’ambito della quarta riunione del tavolo tecnico e formalizzate con lettera
prot. n. 924402 del 27/11/2012 e nel parere provinciale sul documento
programmatico prot. n. 15490 del 28/01/2013, compresa quella di
richiamare le norme di cui trattasi nell’art. 15 “Specificazioni per gli interventi
edilizi”, al punto 15.4 “Compatibilità idrogeologica e con gli impianti a rischio
di incidente rilevante”.
Cap. 9.4 Conclusioni
Rispetto agli stabilimenti “sottosoglia” esistenti, non sono state rilevate
criticità in merito alla compatibilità territoriale e ambientale.
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Elaborato tecnico R.I.R. - elementi territoriali vulnerabili
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Elaborato tecnico R.I.R. - elementi ambientali vulnerabili
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Cap.10 - Rete Ecologica Locale
Cap. 10.1
Relazione di inquadramento della Rete Ecologica Locale in
ambito sovracomunale e obiettivi strategici
La costruzione del sistema di connettività ecologica e paesaggistica nel
Comune di Bruino trova riferimento nelle indicazioni del nuovo Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP2), che definisce il sistema
sovralocale della Rete Ecologica Provinciale (REP), integrata con il progetto
regionale (PPR, 2009) per l’interconnessione di spazi naturali e verdi di diversa
caratterizzazione.
In proposito il PTCP2 individua come principali strutture ecologicopaesaggistiche (nodi/core areas) le aree protette istituite a livello nazionale,
regionale e provinciale, i siti Rete Natura 2000 (SIC, ZSC e ZPS) e i SIR,
interconnessi attraverso i corridoi fluviali (corridors) e le reti diffuse nel
paesaggio rurale (fasce tampone/buffer); individua inoltre come elemento
strutturante la rete, i beni e le aree di particolare pregio ambientale e
paesaggistico, le zone umide e boscate. Il sistema provinciale definisce inoltre
una strategia di valorizzazione ecosistemica, di tutela della biodiversità e del
paesaggio basata sul collegamento di aree di rilevante interesse ambientalepaesaggistico in una rete continua all’interno di una matrice territoriale
antropizzata. Nella direzione di interrelare le politiche per la biodiversità con
quelle per gli insediamenti, i trasporti, l’agricoltura, gli usi del suolo, il
patrimonio paesaggistico e lo sviluppo locale si propongono strategie
programmatiche e strumenti operativi per l’attuazione della REP alla scala
locale.
Nel progetto di sistema il piano assegna soprattutto al paesaggio ordinario un
ruolo strategico per promuovere diffuse azioni e interventi finalizzati alla
valorizzazione complessiva del territorio, con particolare riferimento a quello
rurale e con caratteri di naturalità, importante per la biodiversità, la fruizione
e la percezione.
La variante di piano del Comune di Bruino per promuovere un paesaggio di
qualità definisce norme, indici urbanistici-ecologici, vincoli e linee guida per il
progetto per realizzare la rete ecologica locale, ripristinare la naturalità degli
alvei fluviali, valorizzare le aree di maggior pregio ambientale e paesaggistico,
contenere il consumo di suolo, definire usi del suolo compatibili, integrare la
gestione del territorio, delle acque e delle pratiche agricole, promuovere
progetti per la valorizzazione del paesaggio peri-fluviale, rurale e urbano.
A partire dallo schema della REP e dalla classificazione del suolo comunale
secondo diversi gradienti di densità urbana (aree dense, di transizione e
libere), il piano definisce il sistema delle connessioni ecologiche e
paesaggistiche locali, integrando lo schema provinciale con reti ecologiche per
la valorizzazione dell’integrità e della naturalità di specifiche aree (aree di
rinaturalizzazione ecologica) e multifunzionali (piste ciclabili alberate e verde
urbano pubblico e privato), oltre che interventi per valorizzare la qualità
paesaggistica.
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Il piano dovrà porre priorità al potenziamento del corridoio ecologico
provinciale lungo il Torrente Sangone e alla salvaguardia del canale
Sangonetto, anche in funzione della sua vicinanza rispetto all’area protetta del
Monte San Giorgio. Questo sistema assume un valore multifunzionale,
incrementando il valore ecologico, paesaggistico e fruitivo dell’ambito urbano e
delle aree rurali comprese tra i due corsi d’acqua.
La posizione dei principali ambiti di connessione ecologica e paesaggistica ai
margini dell’urbanizzato e al limite dei confini amministrativi comunali
impone la necessità di sinergie con i comuni limitrofi per garantire la
connettività sovralocale e il completamento dei valori ambientali attraverso le
zone rurali e la rete dei percorsi ciclo-pedonali. La realizzazione della rete
ecologica di Bruino necessita di strategie di valorizzazione eco-sistemica
extralocali a partire dalle aree di valore naturale e rurale dei Comuni di
Sangano, Rivalta di Torino e Piossasco. Un contributo in questa direzione può
essere offerto dall’art.9 delle NTA del PTCP2, secondo cui “al fine di evitare che
le politiche urbanistiche dei singoli Comuni generino incoerenze a causa della
loro separatezza, si afferma la necessità di coordinare le pianificazioni
urbanistiche comunali all’interno di Ambiti di Approfondimento Sovracomunale,
che costituiscono una prima articolazione del territorio provinciale per il
coordinamento delle politiche territoriali a scala sovracomunale”. Inoltre con
riferimento all’art.19bis della L.R.56/77, come modificata dalla L.R.3/2013, si
potrebbe ricorrere anche allo strumento della perequazione territoriale in
quanto “modalità attuativa delle previsioni di livello sovracomunale degli
strumenti di pianificazione territoriale ai sensi dell’articolo 8 bis, comma 9,
nonché di eventuali politiche o progetti di livello sovracomunale promossi dai
comuni” e promuovere “la formazione di accordi territoriali per l’attuazione di
politiche territoriali e paesaggistiche di livello sovracomunale, la modifica e
l’integrazione della pianificazione di livello territoriale o per la definizione di
assetti strutturali di livello sovracomunale, in attuazione delle politiche
territoriali regionali, provinciali e metropolitane”.
L’individuazione dell’ambito sovracomunale del Comune di Bruino intende
suggerire possibili interazioni sovralocali per la realizzazione della REL. In
particolare le relazioni intercomunali di Bruino (Allegato Progetto REL), come
luogo di confronto e concertazione utile alle scelte urbanistiche comunali, con
i Comuni di Rivalta di Torino, Piossasco e Sangano possono contribuire al:
- completamento del corridoio ecologico del Torrente Sangone;
- al mantenimento/incremento della connessione tra il canale Sangonetto, il
Parco del Monte San Giorgio e le aree agricole limitrofe;
- al mantenimento dei pochi varchi di territorio agricolo intercluso tra le zone
industriale di Bruino e Rivalta verso Piossasco al fine di evitare la
formazione di un unico fronte edificato lungo il Sangone.
Alla scala locale comunale, si dovrà invece intervenire indirizzando i progetti e
gli interventi di iniziativa pubblica e privata con regole e specifiche modalità di
gestione dei territori fluviali, agricoli e rurali per tutelare, valorizzare e dove
necessario riqualificare le aree libere (anche di quelle intercluse tra l’edificato)
per realizzare una rete di paesaggi verdi urbani, periurbani e perifluviali. Gli
interventi nel territorio rurale devono poter contribuire a difendere e tutelare
l’agricoltura, conservare e potenziare gli elementi di naturalità residuali e
recuperare il patrimonio edilizio sparso.
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Anche i progetti per le aree a servizi pubblici e per le aree pertinenziali di
proprietà privata possono assumere, se indirizzati opportunamente con regole
e criteri, un ruolo prioritario nel diffondere nel tessuto urbano spazi verdi ad
elevata potenzialità fruitiva che possono contribuire a un incremento della
biodiversità urbana; i percorsi ciclopedonali completano il sistema della rete
fruitiva intessendo relazioni fisiche e funzionali e incrementando la
sostenibilità dei luoghi. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno essere
oggetto di norme che garantiscano la qualità e la sostenibilità delle aree verdi
pertinenziali. Gli interventi nelle aree di trasformazione urbana dovranno
ricercare un progetto di “disegno urbano” che guidi in modo coerente gli
interventi previsti.
In questo quadro, il piano dei servizi pubblici può mettere a sistema una
situazione spezzettata di aree verdi e costruite, valorizzando il patrimonio
naturale esistente, l’ambiente circostante, l’accessibilità, la connettività.
Pertanto sono necessari strumenti operativi, di cui al Titolo “Norme per la
Rete Ecologica Locale” ad integrazione delle NTA, che regolino le modalità
d’intervento sul territorio sia di iniziativa pubblica sia privata.
In sintesi, la variante al P.R.G.C. dovrà promuovere, integrando obiettivi di
ridisegno e riqualificazione urbana e di tutela delle componenti ambientali, un
approccio eco-sistemico e di efficienza ecologica dell’ambiente naturale e
antropizzato.
La proposta per il sistema ambientale concepito come risorsa per la rete
ecologica locale potrà dunque articolarsi in cinque strategie di piano:
- salvaguardia degli elementi naturalistici di pregio del territorio;
- valorizzazione del sistema idrico principale e minore che attraversa il
territorio;
- incremento e organizzazione di un sistema di verde urbano (verde pubblico –
verde privato);
- de-impermeabilizzazione generalizzata del suolo urbano;
- sistemi di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture e degli insediamenti
industriali.
Gli strumenti da adottare a supporto dell’attuazione delle strategie sono
norme e criteri che assumono l’obiettivo di consolidamento e sviluppo della
Rete Ecologica Locale (REL), definiscono disposizioni generali per il territorio a
secondo del contesto, introducono vincoli, indici urbanistici-ecologici e
standard di qualità per il miglioramento e la valorizzazione della qualità
ecologica e ambientale nelle aree consolidate e di nuova trasformazione,
individuando anche per il verde privato un ruolo attivo per la biodiversità.
Cap. 10.2
Integrazioni alle norme tecniche di attuazione
Nella direzione di integrare il documento “Norme Tecniche di Attuazione” per
inserire nel Piano il progetto della Rete Ecologica Locale si prevedono articoli
aggiuntivi sotto il TITOLO “NORME PER LA RETE ECOLOGICA LOCALE”,
recanti disposizioni generali e operative per i territori e gli elementi del
paesaggio che opportunamente progettati, gestiti e mantenuti contribuiscono
alla biodiversità e, più in generale, alla qualità dell’ambiente e di vita.
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Progetto Rete Ecologica Locale
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