REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI BRUINO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE VARIANTE STRUTTURALE N. 2 AL P.R.G.C. VIGENTE AI SENSI DELL’ART. 31 ter L.R. 56/1977 PROGETTO PRELIMINARE RELAZIONE ILLUSTRATIVA PROGETTO ARCH. GIANCARLO BOLOGNESI RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO GEOM. DONATELLA AUDANO GEOM. DONATELLA AUDANO SINDACO ANDREA APPIANO ASSESSORE ALL’URBANISTICA CESARE RICCARDO MARZO 2014 1 INDICE: Cap. 1 Premessa 4 Cap. 1.1 4 Cap. 2 Il procedimento di pianificazione e valutazione sul Documento programmatico La sintesi delle osservazioni presentate sul Documento programmatico e le conseguenti determinazioni comunali Quadro urbanistico 14 Cap. 2.1 La strumentazione urbanistica generale 14 Cap. 2.2 Piani esecutivi e varianti parziali e strutturali 14 Cap. 2.3 La variante strutturale n. 2 in progetto 17 Cap. 1.2 6 Cap. 2.3.1 Finalita’ e contenuti 17 Cap. 2.3.2 Dimensionamento della capacita’ insediativa 23 Cap. 2.3.3 Superfici dei comparti perequativi e relativi abitanti 24 dell’area di ristrutturazione urbanistica Cap. 2.3.4 Superficie abitanti Cap. 2.3.5 Verifica degli standards urbanistici ex art. 21 della l.u.r. e relativi 26 26 Cap. 3 Demografia 33 Cap. 3.1 Generalita’ 33 Cap. 3.2 Il decennio 1981-1991 33 Cap. 3.3 Il decennio 1991-2001 34 Cap. 3.4 Il decennio 2001-2011 34 Cap. 4 Le abitazioni 39 Cap. 4.1 Generalita’ 39 Cap. 4.2 Lo stock residenziale occupato nel 1981 39 Cap. 4.3 Lo stock residenziale occupato: variazioni nel decennio 1981- 1991 40 Cap. 4.4 Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 1991-2001 41 Cap. 4.5 Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 2001-2011 41 Cap. 4.6 42 Cap. 5 La capacita’ insediativa analitica del piano regolatore vigente viene calcolata “a consuntivo” con il tasso di occupazione reale Il lavoro: la popolazione attiva e i posti di lavoro Cap. 5.1 La popolazione attiva 52 Cap. 5.2 I posti di lavoro 53 Cap. 6 L’agricoltura 68 Cap. 6.1 Condizioni generali 68 Cap. 6.2 La consistenza territoriale quantitativa delle superfici agricole 68 Cap. 6.3 Le aziende agricole 68 Cap. 6.4 I tipi di coltura praticati (tabelle 6.2, 6.2.1 e 6.3) 69 Cap. 6.5 L’allevamento (tabella 6.6) 70 Cap. 6.6 Capacita’ d’uso del suolo 70 52 2 Cap. 7 Valutazione Ambientale (Dlgs 4/2008 e DGR 12-8931/2008) 82 Cap. 7.1 Premessa 82 Cap. 7.2 Contributi degli Enti copianificatori 82 Cap. 7.3 Rapporto tra analisi ambientale e formazione della Variante 82 Cap. 7.4 Indirizzi per la progettazione urbanistica 85 Cap. 8 86 Cap. 8.1 Perimetrazione delle aree dense, libere e di transizione (art.16, c.7, delle NdA del PTC2) Il procedimento 86 Cap. 8.2 La proposta comunale 87 Cap. 9 Cap. 9.1 Compatibilità con gli impianti a rischio di incidente (adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC) Il procedimento Cap. 9.2 Identificazione e caratterizzazione delle attività produttive 94 Cap. 9.3 Identificazione e caratterizzazione degli elementi vulnerabili 94 Cap. 9.4 Conclusioni 95 Cap. 10 Rete Ecologica Locale 98 Cap. 10.1 Relazione di inquadramento della rete ecologica locale in ambito sovracomunale e obiettivi strategici Integrazioni alle norme tecniche di attuazione 98 Cap. 10.2 rilevante 92 92 100 3 Cap. 1 – Premessa Cap. 1.1 Il procedimento di pianificazione e valutazione sul Documento programmatico Il Comune di Bruino, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 56 del 14/11/2012, ha approvato il Documento Programmatico della Variante Strutturale n.2 al Piano Regolatore Generale Comunale vigente, ai sensi dell’art. 31 ter della L.R. 56/77, come modificata dalla L.R. 1/07, e il Documento Tecnico preliminare, finalizzato all’espletamento della fase di Verifica preventiva di assoggettabilità del piano al processo di Valutazione ambientale, composti dalla seguente documentazione: - relazione illustrativa; - tavola 1: Intero territorio comunale; - tavola 2: Tavola sinottica dei comparti perequativi; - tavola 3: Perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere; - tavola 4: Elaborato tecnico R.I.R. – elementi territoriali vulnerabili; - tavola 5: Elaborato tecnico R.I.R. – elementi ambientali vulnerabili; - relazione tecnica, ai sensi della D.G.R. 12-8931 del 09/06/2008. I due documenti e la deliberazione summenzionata sono stati pubblicati, ai sensi dell’art.2, comma 4, della L.R. 1/07, all’albo pretorio, sul sito internet comunale e, mediante affissione, nelle bacheche istituzionali per quindici giorni, ossia dal 09.11.2012 al 03.12.2012; nei successivi 15 giorni, e precisamente dal 04.12.2012 al 18.12.2012, sono state presentate le seguenti osservazioni: - prot. n. 11977 del 17.12.2012, da parte di Geracitano Natale e Zangari Maria Rosa, per il cambio di destinazione d’uso da area agricola ad area residenziale dei terreni censiti a Catasto al foglio 2 mappali nn. 1042 e 1046; - prot. n. 11978 del 17.12.2012, da parte di Rosso Adelaide, Vesco Anna e Vesco Elena, per incrementare l’indice perequativo (da 0,25 mc/mq a 1,00 mc/mq) dei terreni censiti a Catasto al foglio 1 mappali nn. 586-587 e al foglio 3 mappale n. 86 e per modificare le modalità di attuazione del piano esecutivo convenzionato sull’area ricevente i diritti edificatori (attuazione per parti con percentuali anche inferiori al 50%); in caso contrario chiedono che in tale area venga riconfermata la destinazione agricola; per quanto concerne il mappale n. 86, ricadente nel parco del castello, chiedono che venga destinato a verde privato pertinenziale ai fabbricati rurali esistenti sui terreni confinanti, da destinarsi a “struttura di tipo residenziale piuttosto che sociale o sanitaria”; - prot. n. 11985 del 17.12.2012, da parte della Soc. DISAL s.n.c., per il cambio di destinazione d’uso da artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4 mappale n. 214, sul quale è presente un fabbricato artigianale, adiacente ad una zona residenziale di completamento (accostamento critico evidenziato dal piano di classificazione acustica). I due documenti sono stati contestualmente inviati, in allegato alla convocazione della Conferenza di pianificazione a Regione, Provincia e agli altri soggetti con competenza ambientale altresì invitati in Conferenza, qui di seguito specificati: 4 - Presidente della Giunta Regionale del Piemonte; - Presidente della Provincia di Torino; - Settore copianificazione urbanistica area metropolitana della Regione Piemonte; - Area Territorio e Trasporti - Servizio Urbanistica della Provincia di Torino; - Settore valutazione di piani e programmi – Organo Tecnico regionale per la VAS; - Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale (Servizio Valutazione Impatto Ambiente e servizio Tutela Ambientale) della Provincia di Torino; - A.R.P.A. Piemonte; - Settore prevenzione territoriale del rischio geologico della Regione Piemonte; - Comune di Rivalta; - Comune di Piossasco; - Comune di Sangano; - Ente gestione delle Aree protette del Po e della Collina Torinese; - ASL TO3; - Coldiretti; - ITALGAS; - ENEL; - TELECOM; - ACQUE POTABILI; - SMAT S.p.a.; - Consorzio Irriguo delle Gerbole di Rivalta. La fase di Verifica preventiva di assoggettabilità, finalizzata a valutare la possibilità di esclusione o la necessità di sottoposizione del piano al processo di Valutazione ambientale, integrata nel processo di pianificazione L.R. 1/07, coincide con la fase di valutazione dei contenuti del Documento Programmatico e avviene in Conferenza di pianificazione. Nel corso della prima seduta della Conferenza di pianificazione/verifica sul Documento Programmatico, tenutasi in data 18.12.2012, convocata con nota del 15.11.2012 protocollo n. 10831, il Comune ha illustrato i documenti predisposti e gli approfondimenti svolti, anche in merito alle analisi contenute nel Documento tecnico di verifica. Il Comune di Rivalta, con lettera prot. n. 25782/64 del 17/12/2012, pervenuta al protocollo comunale n. 38 del 02/01/2013, ha formulato un’osservazione in cui chiede di tener conto, nella redazione della relazione di compatibilità acustica, della classificazione acustica del Comune di Rivalta di Torino, in particolare per l’intervento in zona industriale ZI4. Nel corso della seconda seduta della Conferenza di pianificazione/verifica, tenutasi in data 29.01.2013, convocata con nota del 19.12.2012 protocollo n. 12094, utile per coordinare l’espressione dei pareri dei vari soggetti (competenti in materia ambientale e enti territoriali interessati), sono stati espressi i seguenti pareri: - Regione Piemonte – Settore Progettazione, Assistenza, Copianificazione Area Metropolitana e Settore Valutazione di Piani e Programmi (OTR VAS), formalizzati per iscritto e consegnati in sede di conferenza con nota prot. n. 2177 del 22/01/2013; 5 - Provincia di Torino – Area Territorio, Trasporti e Protezione Civile – Servizio Urbanistica, Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale – Servizio Tutela Ambientale e Servizio Valutazione Impatto Ambientale, formalizzati per iscritto e consegnati in sede di conferenza con nota prot. n. 15490/2013 del 28/01/2013. Con lettera dell’A.R.P.A. Piemonte prot. n. 9341 del 29/01/2013, pervenuta al protocollo comunale n. 1494 in data 08/02/2013, sono state trasmesse le osservazioni formulate dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in merito alla verifica preventiva di assoggettabilità a VAS. Le osservazioni presenti nei pareri della Regione, Provincia, A.R.P.A. e Comune di Rivalta di Torino sono esplicitate nel paragrafo successivo, con le relative deduzioni del Comune di Bruino circa gli approfondimenti effettuati in sede di redazione del progetto preliminare. L’Organo Tecnico Comunale, deputato alla verifica preventiva di assoggettabilità alla procedura di valutazione ambientale strategica della variante strutturale n. 2 al P.R.G.C., con verbale redatto nella seduta del 20/02/2013, ha fatto propri i tre pareri dei suddetti soggetti competenti in materia ambientale, ritenendo di non assoggettare la variante in oggetto alle successive fasi di valutazione ambientale e disponendo che nella redazione del progetto preliminare della variante strutturale n. 2 vengano effettuati adeguati approfondimenti in merito alle osservazioni formulate nei pareri summenzionati, al fine di perseguire un buon livello di compatibilità territoriale ed ambientale delle scelte strutturali operate e degli interventi previsti, nonché il mantenimento di adeguati livelli di qualità ambientale. Con determinazione del responsabile del settore urbanistica, lavori pubblici, ambiente, casa n. 52 del 20/02/2013 è stata esclusa, ai sensi dell'art. 12 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e della D.G.R. 9 giugno 2008, n. 12-8931, la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C dallo svolgimento delle successive fasi di valutazione della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), per i motivi espressi nel verbale dell’Organo Tecnico Comunale sopra richiamato. Il suddetto provvedimento è stato pubblicato all’Albo Pretorio e sul sito web del Comune per trenta giorni e, contestualmente, trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale consultati. Col provvedimento di cui sopra si intende assolto l’adempimento dell’art. 20 della L.R. 40/98; le delibere di adozione preliminare e di approvazione definitiva della variante di piano daranno atto dell’iter, della determinazione di esclusione dalla valutazione ambientale succitata e delle relative motivazioni. Cap. 1.2 La sintesi delle osservazioni presentate sul Documento programmatico e le conseguenti determinazioni comunali a. Osservazioni della Regione Piemonte prot. n. 2177 del 22/01/2013 OSSERVAZIONI DETERMINAZIONI COMUNALI La proposta di perimetrazione della aree di cui all’art. 16 Attraverso un tavolo tecnico, con la prima seduta del PTC2 dovrà essere condivisa con Regione Piemonte e tenutasi in data 13/02/2013, è stata condivisa tale Provincia di Torino prima dell’adozione del progetto proposta con Regione Piemonte e Provincia di Torino. preliminare. 6 Individuare nei singoli comparti di intervento i necessari Negli strumenti urbanistici esecutivi dei singoli spazi a servizio, mediante dismissione nell’ambito degli sottocomparti è stata prevista una dismissione di almeno strumenti urbanistici esecutivi. 2,50 mq per abitante per parcheggi pubblici, in assenza di aree a servizi adiacenti da sistemare. La quantificazione delle nuove aree residenziali dovrà essere calibrata con l’effettiva necessità di nuove residenze, analizzando il trend demografico e valutando attentamente il patrimonio edilizio esistente e la capacità edificatoria residua del P.R.G.C. vigente. L’incremento della capacità insediativa è stata calcolata sulla base della capacità insediativa residenziale teorica (C.I.R.T.) del Piano vigente, tenendo conto del trend demografico e della capacità edificatoria residua, come previsto dall’art. 21 delle NdA del PTC2. Si valuti attentamente se i criteri perequativi previsti possano effettivamente essere applicati con efficacia nell’ambito dimensionale di questa variante, prevedendo in ogni caso di ridurre la frammentazione dei comparti individuati dal meccanismo di perequazione. Lo strumento della perequazione urbanistica è l’unico in grado di perseguire gli obiettivi posti dall’Amministrazione Comunale in materia di pianificazione del territorio. I sette comparti residenziale previsti nel Documento programmatico sono stati ridotti a due macro-comparti. La proposta di attribuire alle aree perifluviali del Sangone e del Sangonetto un indice di edificabilità pari a quello delle aree produttive non sembra condivisibile; si suggerisce di ricondurre tale indice a quelli previsti dalla L.U.R. per le aree agricole e si richiede di esplicitare molto attentamente quali siano le previsioni progettuali per le eventuali aree acquisite. Nel Documento programmatico l’indice perequativo delle aree speciali (Sangone e Sangonetto) è già molto inferiore a quello della aree per servizi e delle aree residenziali dei comparti. Nel progetto preliminare tale indice è stato ulteriormente ribassato e sono state esplicitate le previsioni progettuali per le eventuali aree acquisite, in base ai progetti di Corona Verde 2. Si richiede che, a fronte della trasformazione dell’area produttiva ZI4, se il calcolo delle superfici a standard urbanistico lo consente, le aree a servizi reperite siano mantenute a verde, in modo da realizzare un’area di rispetto tra l’ambito produttivo ed il paesaggio agrario prospiciente, con piantumazione di essenze d’alto fusto a parziale schermatura degli edifici produttivi. Nella tabella delle aree per servizi pubblici della zona industriale (ambito territoriale 5) è stato dimostrato che il fabbisogno di servizi delle aree industriali, comprensive della nuova area ZI4, è soddisfatto dalle otto aree per servizi previste nella zona industriale. Le aree a servizi reperite S2 e S4 sono mantenute a verde con piantumazione di alberature (autoctone) delle tre grandezze, opportunamente composte per l’effetto naturalistico e strutturando l’orizzonte basso con siepi e cespugli a effetto continuo. Si sottolinea la necessità di tenere conto, in sede di formazione del Progetto preliminare della Variante, degli indirizzi generali forniti dalla Giunta Regionale, contenuti nella DGR n. 13-5509 del 19 marzo 2007. Nella formazione del Progetto preliminare della Variante sono stati sostanzialmente rispettati i contenuti della DGR n. 13-5509 del 19/3/2007 “Criteri ed istruzioni procedurali e tecniche a cui devono attenersi i rappresentanti regionali che partecipano alle Conferenze ….). Si ricordano infine le problematiche di cui alla L.R. 52/2000 “Disposizioni per la tutela dell’ambiente in materia di inquinamento acustico” e si raccomanda pertanto particolare attenzione a non creare accostamenti critici a seguito delle modifiche proposte alla zonizzazione urbanistica. Gli interventi edificatori previsti nel Progetto preliminare della Variante non creano accostamenti critici come è dimostrato nella relazione di verifica della compatibilità acustica delle previsioni di Variante, a firma di un tecnico competente in acustica ambientale. Al fine di garantire l’efficacia del sistema compensativo previsto per le nuove edificazioni e la compatibilità ambientale delle scelte urbanistiche è necessario individuare con precisione le modalità di attuazione delle previsioni dei comparti, l’identificazione univoca e precisa dei responsabili delle singole previsioni e un cronoprogramma adeguato di realizzazione degli interventi. Per ogni singolo sottocomparto sono state individuate con dettaglio le modalità di attuazione delle previsioni urbanistiche. Per i due macrocomparti “Nord” e “Sud” è stato previsto un cronoprogramma degli interventi sia per la formazione della città pubblica che per l’attuazione della città privata interessata dalla Variante. Nell’ambito del Settore Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente e Casa verranno individuati, successivamente, i responsabili delle singole previsioni. E’ opportuno individuare un Piano di monitoraggio per Con riferimento alle specifiche sulle modalità attuative ed l’attuazione delle mitigazioni e compensazioni ambientali alla Scheda guida comunale contenute nella deliberazione per i singoli comparti e per l’area vasta. GP Torino n. 10-52441/2012 del 15.01.2013 è stato predisposto un Piano di monitoraggio ambientale disciplinato dall’art. 18 del D.Lgs. 4/2008 e smi. 7 Sviluppare i temi di qualità progettuale, qualificazione dell’ambiente, del paesaggio e della mobilità ciclopedonale secondo le indicazioni riportate nel contributo OTR VAS prot. n. 98/DB08.05 del 28/01/2013. Per promuove la qualità urbanistica ed edilizia dei nuovi insediamenti residenziali previsti è stata introdotta una norma nelle N.T.A. del P.R.G.C. per cui nella progettazione dei nuovi interventi bisognerà fare riferimento alle linee guida della Regione Piemonte: Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti – Buone pratiche per la progettazione edilizia (D.G.R. 22/03/2010, n.30) e Buone pratiche per la pianificazione locale (D.G.R. 22/03/2010, n.30). Le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. dovranno contenere le indicazioni funzionali ad una concreta e corretta attuazione delle misure di compensazione ambientale e di riequilibrio ecologico individuate nel capitolo 8 della Relazione Tecnica Ambientale. Le Norme Tecniche di Attuazione della variante al P.R.G.C. contengono le indicazioni necessarie per dare attuazione alle misure di compensazione ambientale e di riequilibrio ecologico individuate nel capitolo 8 della Relazione Tecnica Ambientale. Per tutte le aree di nuova edificazione (sia per le aree di nuova approvazione che per le aree che hanno già cambiato destinazione d’uso, ma sulle quali non si sono ancora concretizzati interventi edificatori) dovranno essere previsti concreti ed efficaci interventi di mascheramento con opere a verde che prevedano la messa a dimora di piante ad alto fusto, arbusti, siepi e filari riconducibili ai caratteri vegetazionali tipici dell’area d’intervento. In tutti i sottocomparti residenziali sono previsti interventi di mascheramento con opere a verde a fianco dell’infrastruttura lineare (viale), formate da un unico filare di piante ad alto fusto, quale neoecosistema lineare avente specifica funzione di aumentare la connettività e la circuitazione degli ecosistemi a macchia e a corridoio, o attrezzate con parcheggio drenante alberato. Nel comparto industriale è stata prevista una fascia tampone e filtro tra il profilo dell’area industriale e la campagna rivaltese, attraverso la creazione di nuclei vegetazionali con alberature delle tre grandezze. Nel caso in cui le previsioni urbanistiche possano interferire con le infrastrutture e la rete irrigua, si richiede di prendere contatto con il Consorzio Irriguo Val Sangone, in modo tale da concordare le soluzioni per risolvere le interferenze, al fine di assicurare la funzionalità della rete irrigua e permettere la manutenzione. La gestione della smaltimento delle acque dovrà essere chiaramente normata nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. La rete irrigua del territorio comunale è gestita dal Consorzio Irriguo delle Gerbole di Rivalta. Nessuna delle previsioni urbanistiche della variante interferisce con la rete irrigua e le relative infrastrutture. In alcuni dei sottocomparti i canali irrigui corrono perimetralmente agli stessi, sono intubati e ricadono nella viabilità esistente o in progetto. Nonostante non ci siano, di fatto, interferenze abbiamo incontrato il Consorzio per informarli sul contenuto della presente variante. Lo smaltimento delle acque è dettagliatamente normato nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. Per quanto riguarda le superfici scoperte pavimentate, sia private che pubbliche, le Norme Tecniche di Attuazione dovranno contenere indicazioni circa il contenimento della percentuale di superficie impermeabilizzata favorendo l’utilizzo di pavimentazioni concepite con sistemi massimamente drenanti e che permettano il grado di inerbimento parziale più elevato possibile. Le Norme Tecniche di Attuazione contengono indicazioni in merito al contenimento della percentuale di superficie impermeabilizzata delle aree scoperte pavimentate: nei parcheggi è reso obbligatorio l’utilizzo delle marmette autobloccanti forate che permettono il grado di inerbimento parziale più elevato possibile, almeno nelle aree di stazionamento dei veicoli, e di fossi d’infiltrazione, laddove possibile. b. Osservazioni della Provincia di Torino prot. n. 15490/2013 del 28/01/2013 OSSERVAZIONI DETERMINAZIONI COMUNALI a) Il Progetto Preliminare deve verificare la congruenza delle modifiche con il dettato del c. 3 dell’art. 1 della L.R. 26/01/2007, n.1, il quale individua come Varianti Strutturali “…quelle che non riguardano l’intero territorio comunale o che non modificano l’intero impianto strutturale del piano regolatore …”. Le previsioni del Progetto Preliminare della Variante Strutturale n. 2 al P.R.G.C. non riguardano l’intero territorio comunale e non modificano l’intero impianto strutturale del piano regolatore, per cui sono congruenti con quanto stabilito dal c. 3 dell’art. 1 della L.R. 26/01/2007, n.1. b) Si sottolinea le necessità di definire la proposta, Attraverso un tavolo tecnico, con la prima seduta relativa alla perimetrazione delle aree di cui all’art. 16, c. tenutasi in data 13/02/2013, è stata condivisa tale 7, della N.d.A. del PTC2, all’interno della procedura della proposta con Regione Piemonte e Provincia di Torino. L.R. 1/2007 con un apposito “tavolo tecnico”. 8 c) Nell’ottica di contenere il consumo di suolo, principio cardine perseguito dal PTC2, occorre approfondire la proposta relativa al comparto 3, posta in parte in area libera ai sensi dell’art. 15 delle Nda del PTC2, in quanto si verrebbe a determinare un nuovo ambito residenziale allineato all’asse stradale e confinante al campo da calcio (verifica compatibilità acustica, flussi di traffico e spazi per parcheggio). Si invita l’Amministrazione Comunale a motivare maggiormente ed eventualmente riconsiderare la scelta di localizzazione del comparto in questione. Nell’estrema propaggine a sud-ovest del comparto 3, ora sottocomparto 1S, che ricade in area libera ai sensi dell’art. 15 delle Nda del PTC2, è presente un’attività produttiva in zona impropria, all’interno di un capannone condonato; l’intervento è quindi un presupposto per favorire la rilocalizzazione dell’attività in zone artigianali o industriali, migliorando l’aspetto ambientale dell’intorno anche dal punto di vista acustico. L’azione prevista nel sottocomparto è quella di cucitura della trama residenziale a villette di via Cascina Nuova tra il villaggio Marinella e il nucleo centrale urbano entro un appezzamento intercluso tra il campo sportivo e la via stessa. La via Cascina nuova è una strada locale a bassa intensità di traffico che non serve il campo sportivo, lungo la quale sono previsti pista ciclabile e parcheggio in linea con alberatura a filare. d) Si richiama, in funzione del fatto che il territorio bruinese ricade quasi interamente in Classe Terza di Capacità d’Uso del Suolo, il dettato dell’art. 17, comma 8 bis, delle NdA del PTC2 il quale evidenzia la necessità di porre attenzione all’uso di tali suoli nei territori comunali in cui non sia rappresentata in maniera significativa (10%) la 1^ Classe di Capacità d’Uso. La Variante risponde ai criteri quali quantitativi previsti dal PTC2 in quanto le aree di trasformazione perequata in programma: ricadono in aree urbanizzate; hanno le caratteristiche di interventi di completamento atti a compattare e riqualificare l’assetto urbanistico esistente; evitano la progressione insediativi di aree già edificate a sviluppo lineare o sfrangiate; rispettano gli standard e con l’adozione, in tutti i casi, del criterio della perequazione urbanistica li incrementano considerevolmente, specie rispetto alla componente del verde naturalistico e attrezzato. e) La Variante prevede un incremento di capacità insediativa calcolata con riferimento alla popolazione residente al 31/12/2011, anziché sulla C.I.R.T. di Piano vigente, come previsto dalle N.d.A. del PTC2 all’articolo 21 “Fabbisogno residenziale” il quale individua delle prescrizioni che esigono attuazione ai commi 6, 7 e 7 bis. L’incremento della capacità insediativa è stata ricalcolata sulla base della capacità insediativa residenziale teorica (C.I.R.T.) del Piano vigente, tenendo conto del trend demografico e della capacità edificatoria residua, come previsto dall’art. 21 delle N.d.A. del PTC2 ai commi 6, 7 e 7 bis. f) Il comma 9 (Prescrizioni che esigono attuazione) del citato articolo 21, promuove la qualità urbanistica ed edilizia. In relazione alla qualità urbanistica, i nuovi insediamenti residenziali e gli interventi di ristrutturazione urbanistica dovranno prevedere aree a verde, aree a servizi, la presenza di impianti tecnologici che perseguano l’obiettivo di alta qualità urbana e di efficienza energetica e di contenuto consumo delle risorse. Per promuove la qualità urbanistica ed edilizia dei nuovi insediamenti residenziali previsti è stata introdotta una norma nelle N.T.A. del P.R.G.C. per cui nella progettazione dei nuovi interventi bisognerà fare riferimento alle linee guida della Regione Piemonte: Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti – Buone pratiche per la progettazione edilizia (D.G.R. 22/03/2010, n.30) e Buone pratiche per la pianificazione locale (D.G.R. 22/03/2010, n.30). Sono state previste nuove aree a servizi adiacenti alle aree di fabbricazione (sottocomparti). Per l’efficienza energetica è stata prevista nelle NTA l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007. Si evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio. g) Per l’attuazione degli interventi, ai sensi del comma 9bis del suddetto articolo, si dovrà, altresì, considerato l’incremento udometrico che le nuove impermeabilizzazioni comporterebbero sulle aree trasformate, verificare la possibilità di porre in atto misure compensative volte a mantenere costante il coefficiente suddetto secondo il principio dell’invarianza idraulica. In attuazione del principio della invarianza idraulica, agli edifici di nuova costruzione viene fatto obbligo di realizzare vasche di raccolta acque con successivo percolamento naturale nel terreno delle acque così raccolte e non convogliate, attraverso il troppo pieno, ai pozzi disperdenti. h) Occorre verificare, in considerazione anche della particolare conformazione territoriale del Comune, sviluppatosi negli anni per zone slegate tra loro, la presenza di servizi pubblici, quali ad esempio parcheggi e viabilità (anche ciclopedonali) di connessione con le principali aree a servizi (Comune, scuole ecc..), in particolare nelle aree caratterizzate da edilizia unibifamigliare. La Variante è esclusivamente incentrata nel fornire elevati standard di verde e aree destinate a residenza, senza una proposta di ricucitura dei tessuti edificati. In tutte le nuove aree residenziali sono previsti servizi pubblici, soprattutto per parcheggi lungo le strade con alberature a filare in buca, e una viabilità di connessione con le principali aree per servizi, con un’attenzione particolare per quella ciclopedonale (nei sottocomparti 1S e 2S c’è un collegamento diretto con la rete di piste ciclabili comunali esistenti o in previsione, mentre negli altri sottocomparti la suddetta rete è molto prossima alle zone d’intervento). Si precisa che la rete di cui sopra, collegante i neoecosistemi arborei e arbustivi (parco del castello, completamento parco Sangone, corridoio ecologico) garantisce una ricucitura dei tessuti edificati. 9 i) Con riferimento alle aree di tutela proposte si suggerisce, pur non estendendo l’ambito perequativo, di individuare aree più ampie, quali, ad esempio la fascia riparia lungo il Sangonetto che corre lungo il confine comunale ed il ripristino dei tratti in cui tale fascia è interrotta. La fascia riparia lungo il torrente Sangonetto, posta tra il confine col Comune di Piossasco, il corridoio ecologico a nord e il limite dell’area ricadente in classe IIIa di idoneità all’utilizzazione urbanistica a sud, è stata normata al fine di garantire almeno il mantenimento degli attuali elementi di naturalità presenti, come la fascia di vegetazione lungo il Sangonetto. j) Si invita l’Amministrazione Comunale, alla luce delle proposte di Variante, le quali vedono per la loro attuazione un complesso sistema di applicazione della perequazione urbanistica a vaste aree territoriali, attualmente in carenza di specifica normativa statale o regionale in materia, a verificare l’effettivo funzionamento del meccanismo individuato al fine di rendere realizzabili gli interventi. Occorrerà, da parte del Comune, porre particolare attenzione nel recepire le modalità attuative nei piani esecutivi degli interventi. I sette comparti residenziale (ora sottocomparti) previsti nel Documento programmatico sono stati ridotti a due macro-comparti, al fine di eliminare delle rigidità presenti in una eccessiva frammentazione dei comparti perequativi, senza snaturare l’obiettivo di acquisire le aree a servizi e le aree funzionali alla rete ecologica e al green-network. Lo strumento di attuazione individuato è quello del piano esecutivo convenzionato con le modalità di cui all’art. 43, c.1, della L.R. 56/77, modificata dalla L.R. n. 3/2013, che ha introdotto la perequazione urbanistica. Nel P.E.C. sono comprese le aree per servizi destinate a parcheggio pubblico alberato e sono state definite con dettaglio le modalità attuative. k) per quanto attiene la proposta di nuova area produttiva “ZI4”, considerato che il Comune di Bruino non risulta inserito ai sensi dell’art. 24 delle NdA del PTC2 in un ambito produttivo di I^ o di II^ livello, si invita a fornire, in fase di redazione del Progetto Preliminare, adeguate motivazioni a supporto di tale scelta. Con la nuova area produttiva “ZI4” si ha una ridelimitazione marginale dell’area industriale con la duplice funzione di completare la viabilità prevista dal piano e di acquisire spazi a servizi (S2 e S4) lungo la sua cornice dedicati anche alla compensazione ambientale dell’insediamento, in quanto saranno mantenuti a verde con piantumazione di essenze d’alto fusto. l) Si ricorda che il Comune ricade in “Zona sismica 3”; in tal caso, i Progetti Preliminari delle Varianti Generali e Strutturali, ai sensi dell’art. 89 del D.P.R. 380/2001, sono soggetti al parere della Direzione Regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste - Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico – area di Torino. Gli studi geologici allegati al Progetto Preliminare della Variante, per la richiesta del parere regionale, sono stati predisposti sulla base degli standard fissati dai criteri tecnici regionali in materia, strutturando le informazioni rilevanti sotto il profilo sismico secondo le indicazioni contenute negli “Indirizzi e criteri per la Microzonazione Sismica”, individuati come elaborato tecnico di riferimento per il Piemonte con D.G.R. 17-2172 del 13/06/2011. m) Si suggerisce, per quanto attiene l’edilizia residenziale, di privilegiare le costruzioni che prevedono tecniche costruttive biocompatibili, volte a ridurre il consumo energetico degli edifici e ad utilizzare fonti energetiche rinnovabili; particolare cura dovrà essere posta nel porre in atto metodologie costruttive che consentano la minore impermeabilizzazione del suolo, il recupero delle acque di prima pioggia ecc. Per l’efficienza energetica è stata prevista nelle NTA l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007. Si evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio. Nelle aree destinate a parcheggio è prescritto l’utilizzo di pavimentazioni drenanti arborate, almeno nelle aree di stazionamento dei veicoli. Agli edifici di nuova costruzione viene fatto obbligo di realizzare vasche di raccolta acque con successivo percolamento naturale nel terreno delle acque così raccolte e non convogliate, attraverso il troppo pieno, ai pozzi disperdenti. In merito al lavoro di analisi del rischio industriale finalizzato all’adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC: si ritiene necessario che la relazione illustrativa comprenda un sunto del percorso logico seguito, delle motivazioni alla base delle norme proposte e che illustri le cartografie di piano; è necessario individuare la corrispondenza di alcuni fattori ambientali vulnerabili con le categorie esplicitamente individuate dall’art. 13.2 – punti 1-14 della Variante “Seveso” e riportarla in tavola 6B; sono opportune modifiche alle norme da recepire nel progetto preliminare e da richiamare nelle varie zone normative del piano regolatore. Nella relazione illustrativa è presente un capitolo apposito che illustra l’iter procedimentale seguito nella redazione delle cartografie riguardanti gli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili sul territorio comunale e le relative norme. Nella legenda della tavola degli elementi ambientali vulnerabili è stata riportata la corrispondenza di alcuni fattori ambientali vulnerabili con le categorie esplicitamente individuate dall’art. 13.2 – punti 1-14 della Variante “Seveso”. Sono state interamente recepite le modifiche proposte alle norme, le quali sono state richiamate nelle varie zone normative del piano regolatore. 10 Per il comparto 4 si chiede di valutare con appositi studi La macchia arborea che si vede dal satellite non è altro naturalistici l’opportunità di conservare, in tutto o in che un gerbido, ossia un terreno agricolo che da almeno parte, la macchia arborea esistente sul lato ovest. un decennio non è coltivato e sul quale sono presenti molti arbusti e alcune robinie pseudo-acacie; per cui tale macchia non ha un valore significativo dal punto di vista naturalistico. I nuovi insediamenti dovranno essere subordinati ad una verifica rigorosa e circostanziata delle capacità in essere delle infrastrutture tecnologiche (in particolare dei collettori fognari e della rete dell’acquedotto). Tutte le aree previste dalla Variante sono servite o adiacenti o comunque prossime alla rete fognaria locale ed alla rete dell’acquedotto locale e quindi ad esse facilmente allacciabili. Lo schema gerarchico delle reti di raccolta e dei collettori di deflusso, la loro diffusione capillare e il dimensionamento delle condotte, appaiono proporzionate alle esigenze di servizio degli insediamenti esistenti e di quelli di nuova previsione. In ogni caso in sede di pianificazione esecutiva verrà effettuata la verifica di adeguatezza del ramo di servizio utilizzato, attesa l’adeguatezza dei collettori consortili di recente realizzazione. Si suggerisce un’area di tutela più ampia per il corridoio ecologico lungo il torrente Sangonetto. Al fine di elaborare una rete ecologica comunale significativa che possa essere valorizzata anche dal punto di vista fruitivo, si suggerisce un disegno che valorizzi e metta maggiormente in connessione gli elementi naturali effettivamente ancora presenti: ad esempio l’ampia area centrale dell’abitato ancora libera andrebbe valorizzata in tal senso. Affinché la rete ecologica possa concretizzarsi sul territorio e non rimanga solo un disegno riportato sulla carta è necessario individuare norme di tutela per le aree individuate come appartenenti alla rete ecologica a partire da quanto previsto nel PTC2. Il corridoio ecologico lungo il Sangonetto è stato ampliato tra il confine comunale verso Piossasco, l’area speciale F3 a nord e il limite dell’area ricadente in classe IIIa di idoneità all’utilizzazione urbanistica a sud. Questa area è stata normata al fine di garantire almeno il mantenimento degli attuali elementi di naturalità presenti, come la fascia di vegetazione lungo il Sangonetto. Anche l’ampia area agricola centrale dell’abitato bruinese è stata individuata come area appartenente alla rete ecologica comunale, collegata al corridoio ecologico corrente lungo il torrente Sangonetto in direzione est-ovest, che per un breve tratto interessa la via Don Bosco (in tale via dovranno essere piantumati alberi d’alto fusto). In relazione alle aree agricole che saranno acquisite all’interno dell’ambito F1 si chiede di prevedere una rinaturalizzazione anche mediante interventi di rimboschimento al fine di aumentare la funzionalità ecologica del torrente Sangone. Dal momento che le due aree (F1 e F3) sono corridoi fluviali si richiede di mettere a dimora solo specie autoctone con maggior possibilità di sopravvivenza. Per le aree agricole acquisite all’interno del parco del torrente Sangone sono previsti interventi per il consolidamento vegetativo della copertura arborea esistente e per la rinaturazione dell’area parco sviluppabili nel tempo attraverso processi di accrescimento di diverse specie botaniche (autoctone compatibili con il clima della zona) in grado di determinarne composizione e tessitura. Si richiede una tavola a scala comunale di identificazione del reticolo idrico minore e la definizione delle NdA per il controllo delle attività inerenti il reticolo stesso, al fine di una riqualificazione dal punto di vista idrauliconaturalistico delle aree fluviali e dei canali irrigui per ridurre il rischio idrogeologico. Il reticolo idrico minore viene indicato sia sulla carta di sintesi della pericolosità geomorfologia e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica, in scala 1:10000, che sulle tavole 3 OVEST e 3 EST in scala 1:2000. In tali fasce di rispetto sono ammesse le utilizzazioni di cui al 3° comma dello stesso art. 29 e quelle di cui all’art. 31 della L.R. 56/77. L’approvazione della variante con la previsione di nuove aree urbanizzate, comporta la revisione e l’aggiornamento della classificazione acustica ai sensi della D.G.R. 6/8/2001, n. 85-3802. La verifica di compatibilità con la zonizzazione acustica vigente deve essere redatta da un tecnico competente in acustica ambientale e contenere adeguate specifiche tecniche atte a dimostrare la congruità dell’intervento rispetto alla zonizzazione acustica. In relazione agli interventi previsti dalla Variante è in fase di aggiornamento il Piano di classificazione acustica del territorio comunale, ai sensi della D.G.R. 6/8/2001, n. 85-3802, che verrà discusso in sede di conferenza di pianificazione sul progetto preliminare. La verifica di compatibilità acustica delle previsioni di Variante è stata redatta da un tecnico competente in acustica ambientale e dimostra la congruità delle aree di intervento rispetto alla zonizzazione acustica esistente. Si evidenzia che, il nuovo tracciato (indicato nel PTC2 e collegante Avigliana-Torino-Pinerolo in variante alla SP 589, nell’ambito del corridoio della Pedemontana) previsto nella variante alla Tavola 1 del Documento Programmatico, non è indicato tra gli interventi previsti nelle relazioni sia illustrativa che tecnica ambientale. La suddetta tavola propone un’alternativa alla viabilità indicata nel PTC2 che necessita di essere confrontata con altre soluzioni. Si precisa che il nuovo tracciato in variante alla SP 589, nell’ambito del corridoio della Pedemontana, previsto nella tavola 4.3 “Progetti di viabilità” del PTC2, era già stato inserito nella variante strutturale del P.R.G.C., approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, così come il tracciato alternativo alla viabilità indicata nel PTC2, verificato e coordinato con il tracciato alternativo proposto dal Comune di Piossasco. 11 c. Osservazioni dell’A.R.P.A. Piemonte prot. n. 9341 del 29/01/2013 OSSERVAZIONI DETERMINAZIONI COMUNALI Si reputano necessari ulteriori approfondimenti in merito al comparto n.3 dal momento che l’area in questione risulta confinante con un impianto sportivo e potrebbero insorgere criticità sotto il profilo della Classificazione Acustica dando luogo ad un possibile accostamento critico non consentito dalla normativa vigente. Dal punto di vista formale non esiste un accostamento critico tra la nuova zona residenziale in classe 2 e il campo sportivo in classe 3. Per evitare, comunque, delle criticità dal punto di vista acustico, è prevista una barriera verde a protezione della zona residenziale con piantumazioni di alberi di alto fusto per una profondità minima di 10 m e l’obbligo di presentare la valutazione di clima acustico con accorgimenti specifici per il rumore proveniente dall’impianto sportivo. Stante la previsione di aree a parcheggio, sono richiesti approfondimenti in merito al contenimento della superficie impermeabilizzata, per meglio dettagliare le alternative più ecocompatibili da adottarsi. Le Norme Tecniche di Attuazione contengono indicazioni circa il contenimento della percentuale di superficie impermeabilizzata delle aree scoperte pavimentate, sia private che pubbliche: nei parcheggi è reso obbligatorio l’utilizzo delle marmette autobloccanti forate che permettono il grado di inerbimento parziale più elevato possibile, almeno nelle aree di stazionamento dei veicoli, e di fossi d’infiltrazione, laddove possibile. Impiego delle migliori tecniche disponibili relativamente alle prestazioni energetiche degli edifici, in particolare per l’ottimizzazione dell’isolamento termico degli interni e la minimizzazione del fabbisogno energetico per la climatizzazione estiva e invernale. Per l’efficienza energetica è stata prevista nelle NTA l’applicazione della L.R. n. 13 del 28/05/2007. Si evidenzia che con D.C.C. n.6/2011 è stato approvato l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio. E’ in fase di completamento la redazione dell’Allegato Ambientale al Regolamento Edilizio. Particolare attenzione dovrà essere posta al contenimento dell’inquinamento luminoso generato dal nuovo insediamento, dall’illuminazione delle aree verdi e dai parcheggi in progetto, adottando misure e soluzioni idonee come quelle riportate nell’All.1 della D.G.R. 294373 del 20.11.2006. Per il contenimento dell’inquinamento luminoso degli impianti di illuminazione pubblica, nelle N.T.A. viene previsto l’utilizzo delle lampade led e del sistema di telegestione (già applicato al 70% degli impianti di illuminazione pubblica esistenti) che consente anche la riduzione dell’intensità luminosa nelle ore notturne. Viste le nuove previsioni di espansione insediativa, si ritengono giustificate specifiche richieste di interventi di mitigazione e compensazione ecologicamente sostenibili e significativi. Dovranno essere prese prioritariamente in considerazione opere di riqualificazione, ripristino e valorizzazione ambientale di aree degradate ovvero di interesse ambientale presenti sul territorio interessato dagli impatti previsti nella variante. Sono previste specifiche azioni di mitigazione e compensazione ambientale sia per la valorizzazione del paesaggio agrario e forestale (ad esempio la valorizzazione del corridorio ripario del rio Sangonetto nel settore basale del Monte San Giorgio con siepi, filari alberati e piccoli boschi) che per la qualificazione ambientale della città pubblica (ad esempio l’acquisizione dell’area di sedime del parco del castello con suo recupero ad uso pubblico). Si ribadisce la necessità che le Norme di Attuazione rispecchino pienamente e nel dettaglio i criteri progettuali, le eventuali compensazioni e le condizioni di sostenibilità della azioni progettuali contenute nel Rapporto Ambientale preliminare. Le Norme sono indispensabili anche per identificare i criteri di base del monitoraggio, che deve permettere di valutare la rispondenza delle azioni agli obiettivi. Le Norme di Attuazione della Variante disciplinano con precisioni i criteri progettuali degli interventi edificatori previsti e le relative azioni di mitigazione e compensazione ambientale contenute nel Rapporto Ambientale preliminare. Inoltre è stato predisposto un Piano di monitoraggio ambientale disciplinato dall’art. 18 del D.Lgs. 4/2008 e smi. d. Osservazione del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico della Regione Piemonte prot. n. 7366 del 02/08/2013 OSSERVAZIONE DETERMINAZIONE COMUNALE Lo studio geologico deve essere integrato con degli approfondimenti idrologico-idraulici in merito agli eventuali punti critici del reticolo idrografico secondario, nonché del campo di inondazione del rio Sangonetto, argomentando meglio la modifica alle fasce di rispetto dei canali. Lo studio idrologico-idraulico, recepito negli elaborati geologici, ha individuato delle aree inondabili a pericolosità elevata e molto elevata, che hanno interessato l’area edificabile del comparto perequativo n.7. Per perseguire gli obiettivi del Documento Programmatico tale area edificabile (ora sottocomparto perequativo 3S) è stata spostata in via degli Alpini, laddove il P.R.G.C. vigente prevede l’area per servizi n. 35. La nuova localizzazione è migliorativa dal punto di vista ambientale e paesaggistico, con particolare riferimento alla compatibilità idrogeologica e acustica. 12 e. Osservazione del Comune di Rivalta di Torino prot. n. 38 del 02/01/2013 OSSERVAZIONE DETERMINAZIONE COMUNALE Nella redazione della relazione di compatibilità acustica si chiede di tenere conto della classificazione acustica del Comune di Rivalta di Torino e della relazione di verifica di compatibilità acustica delle nuove previsioni insediative della II V.G. al P.R.G.C., in particolare per l’intervento in zona industriale ZI4, che risulta localizzato in prossimità del confine comunale. La relazione di verifica di compatibilità acustica, ai sensi della Legge n. 447/95 e della L.R. n. 52/2000, ha dimostrato che nella zona interessata dalla variante strutturale al P.R.G.C. non sono presenti accostamenti critici tra i due territori comunali e non sono necessari vincoli o prescrizioni di tipo acustico. f. Osservazioni dei privati cittadini OSSERVAZIONI DETERMINAZIONI COMUNALI Prot. n. 11977 del 17.12.2012, da parte di Geracitano Non è stata accolta perché priva di finalità pubbliche. Natale e Zangari Maria Rosa, per il cambio di destinazione d’uso da area agricola ad area residenziale dei terreni censiti a Catasto al foglio 2 mappali nn. 1042 e 1046. Prot. n. 11978 del 17.12.2012, da parte di Rosso Non è stata accolta perché priva di finalità pubbliche. Adelaide, Vesco Anna e Vesco Elena, per incrementare l’indice perequativo (da 0,25 mc/mq a 1,00 mc/mq) dei terreni censiti a Catasto al foglio 1 mappali nn. 586-587 e al foglio 3 mappale n. 86 e per modificare le modalità di attuazione del piano esecutivo convenzionato sull’area ricevente i diritti edificatori (attuazione per parti con percentuali anche inferiori al 50%); in caso contrario chiedono che in tale area venga riconfermata la destinazione agricola; per quanto concerne il mappale n. 86, ricadente nel parco del castello, chiedono che venga destinato a verde privato pertinenziale ai fabbricati rurali esistenti sui terreni confinanti, da destinarsi a “struttura di tipo residenziale piuttosto che sociale o sanitaria”. Prot. n. 11985 del 17.12.2012, da parte della Soc. DISAL s.n.c., per il cambio di destinazione d’uso da artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4 mappale n. 214, sul quale è presente un fabbricato artigianale, adiacente ad una zona residenziale di completamento (accostamento critico non evidenziato dal Piano di classificazione acustica). E’ stato previsto il cambio di destinazione d’uso da artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4 mappale n. 214, con obbligo di P.E.C. che prevede la dismissione di un’area per servizi da destinare a verde attrezzato per parco giochi, sulla base di una specifica richiesta dei residenti della zona. Con ciò viene risolto l’accostamento critico non evidenziato dal Piano di classificazione acustica. g. Osservazione del Settore Urbanistica del Comune di Bruino OSSERVAZIONE DETERMINAZIONE COMUNALE Bisogna recepire nello strumento urbanistico generale la modifica dell’area di salvaguardia del pozzo acquedottistico denominato “Lora”, come risulta dalla determinazione dirigenziale regionale n. 517/2013, pervenuta al protocollo comunale n. 11807 del 06/12/2013. L’area di salvaguardia del pozzo acquedottistico denominato “Lora” è stata modificata sulla base di quanto riportato nella determinazione dirigenziale regionale n. 517/2013 ed in particolare al punto e) del determinato. 13 Cap. 2 – Quadro urbanistico Cap. 2.1 La strumentazione urbanistica generale Il Comune di Bruino è dotato di Piano Regolatore Generale Comunale approvato con deliberazione della Giunta Regionale n° 69-22738 del 10/02/93 (con modifiche ex officio). Tale P.R.G.C. è stato il primo strumento urbanistico adeguato alla L.U.R. poiché in precedenza il Comune era dotato di Programma di Fabbricazione entrato in vigore nel 1971. Con la Variante al P.d.F. venne redatto un P.E.E.P. approvato con D.G.R. 5030431 del 13/12/83 e successivamente attuato. Successivamente all’adozione del Progetto definitivo del P.R.G.C. (D.C.C. n° 258 del 22/11/89) sono state approvate, con autorizzazione regionale le riduzioni della fascia di rispetto del cimitero comunale esistente (R. Piemonte Ass.to Sanità pratica 1601/92) e della fascia di rispetto del pozzo idropotabile (R. Piemonte Ass.to Tutela Ambientale con D.G.R. n° 136-19458/92). Cap. 2.2 a. Piani esecutivi e varianti parziali e strutturali Il piano di recupero del centro storico In attuazione delle prescrizioni del P.R.G.C. venne redatto un “Piano di Recupero del Centro Storico”, approvato con D.C.C. n° 15 del 16/06/98 (previo parere favorevole della Commissione Regionale per i Beni Culturali ed Ambientali di cui all’art. 91 bis della L.U.R.). Il Piano di Recupero del Centro Storico è scaduto, essendo passati almeno 10 anni dalla sua approvazione con D.C.C. n. 15/1998, ed è stato completamente assorbito dalla variante strutturale al Piano Regolatore Generale Comunale sotto menzionata, anche e soprattutto per la parte non ancora attuata. b. Il piano di riordino dell’area industriale e la variante parziale n° 1 Come previsto dallo stesso P.R.G.C. è stato redatto un “Piano di Riordino dell’Area Industriale” con “Variante parziale n° 1” ai sensi dell’art. 1 punto 7 della L.R. n° 41 del 29/06/97, in quanto era previsto un aumento della superficie territoriale dell’area produttiva inferiore al 6%. La “Variante parziale n° 1” e il contestuale “Piano di Riordino dell’Area Industriale” vennero approvati con D.C.C. n. 51 del 24/09/99. Con successiva D.C.C. n. 51 del 26/10/2005 è stata revocata parzialmente la D.C.C. n. 51 del 24/09/1999 per quanto concerne l’approvazione del Piano di Riordino dell’Area Industriale. c. La variante parziale n° 2 – residenziale Il progressivo completamento della capacità insediativa del P.R.G.C. e l’esaurimento della possibilità di ulteriore edificazione, dovuto alla forte crescita demografica e residenziale del Comune portarono alla redazione della “Variante parziale n° 2”, ai sensi dell’art. 1 punto 7 della L.R. n° 41 del 29/06/97, con la quale la capacità residenziale fu aumentata di una quantità inferiore al 4%. La “Variante parziale n° 2” fu approvata con D.C.C. n° 34 del 27/06/2000. 14 d. La variante parziale n. 3 – reiterazione vincolo La variante parziale n° 3 si è limitata alla reiterazione del vincolo su parte dell’area speciale F1 a ridosso del Torrente Sangone, onde consentire l’attivazione della procedura espropriativa finalizzata alla realizzazione dell’intervento di riqualificazione naturalistica della fascia fluviale in sponda destra del Torrente Sangone, ammesso al contributo pubblico nell’ambito della Misura 3.1b (Corona Verde) a Titolarità Regionale del DOCUP Obiettivo 2 (2000 – 2006). Contestualmente è stato modificato il supporto del P.R.G.C. vigente da cartaceo a informatizzato ed è stato modificato l’argine in sponda destra del Torrente Sangone, in conformità alla variante strutturale che era in fase di approvazione regionale. La “Variante parziale n. 3” è stata approvata con D.C.C. n. 23 del 22/03/2005, ai sensi dell’art. 17 comma 7 della L.R. 5 dicembre 1977 n. 56 e s.m.i. e. La variante strutturale (ex 4° comma art. 17 L.U.R.) A oltre 10 anni di distanza dall’approvazione del P.R.G.C. si era resa necessaria una variante di adeguamento alle indicazioni di pianificazione territoriale sovraordinata e a leggi di settore di seguito elencate: a) il Piano Territoriale Regionale vigente e gli indirizzi del Piano Territoriale di coordinamento della Provincia di Torino; b) l’istituzione del Piano d’Area del Torrente Sangone; c) l’approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del Po (P.A.I.) e l’adeguamento alla circ. P.G.R. 08/05/96 N° 7 Lap.; d) la nuova legislazione sulla disciplina del Commercio (D.Lgs 114/98 e L.R. 28/99); e) la pianificazione urbanistica in materia di industrie a rischio di incidente rilevante (D.Lgs 334/99 e DM 09/05/2001); f) la nuova normativa sulla classificazione e dimensionamento delle strade (D.Lgs 285 del 30/04/92 Nuovo Codice della Strada e D.M. Infr. Trasp. 05/11/2001 decreto Lunardi); g) l’adeguamento del Regolamento Edilizio (art. 12 comma 5 della L.R. N° 19 DEL 18/07/99) La variante strutturale del P.R.G.C. è stata approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del 16/02/2006. f. La variante parziale n. 4 – diverse modifiche La variante parziale n. 4 ha previsto la modifica delle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale Comunale vigente (variante strutturale), la compensazione di due aree edificabili, lo studio geologico – idrogeologico connesso alla realizzazione di interrati previsti nel Piano di Recupero del Centro Storico e per la casa di cura “Ville Augusta”, la riduzione della larghezza dell’ultimo tratto di V. Cascina Nuova, l’adeguamento della fascia di rispetto cimiteriale al Piano Regolatore Cimiteriale e la reiterazione del vincolo su una piccola parte dell’area F1 a ridosso del Torrente Sangone, onde consentire l’attivazione della procedura espropriativa finalizzata alla realizzazione dell’intervento di completamento della riqualificazione naturalistica della fascia fluviale in sponda destra del Torrente Sangone. La variante parziale n. 4 è stata approvata con D.C.C. n.54 del 02/11/2006. 15 g. La variante parziale n. 5 – diverse modifiche La variante parziale n. 5 ha previsto la modifica delle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale Comunale vigente (variante parziale n. 4), l’individuazione di un’area per servizi pubblici finalizzata al deflusso delle acque meteoriche di via Verdi, la modifica dell’area residenziale di espansione Cc destinata a PEEP, la previsione di due nuove rotatorie, la rettifica della pista ciclabile a ridosso del Torrente Sangonetto, la riduzione della fascia di rispetto dei piloni votivi di interesse documentario nella cartografia, lo spostamento della strada interna all’area residenziale di espansione con obbligo di PEC C*a di via Villarbasse, la modifica della destinazione d’uso dell’area mista M con accesso da via Volvera ad area residenziale di completamento B, la rettifica di viale Marconi all’altezza di via C.Colombo, l’indicazione dei terreni gravati da usi civici nella scala 1:2000, l’inserimento del tratto di pista ciclabile già realizzata nel Parco del Sangone a ridosso del Comune di Sangano e l’adeguamento della normativa commerciale all’allegato A della D.C.R. n. 59-10831 del 24/03/2006. La variante parziale n. 5 è stata approvata con D.C.C. n.73 del 20/12/2007. h. La variante parziale n. 6 – centro storico La variante parziale n. 6 ha apportato le seguenti modifiche nel centro storico individuato dal P.R.G.C.: un parcheggio interrato per quattro posti auto nell’area di pertinenza del castello in luogo di una tettoia aperta addossata esternamente al muro di recinzione, l’articolazione degli interventi di restauro e di ristrutturazione edilizia di tipo A della cellula microurbana 615/16/17, la modifica parziale ai singoli tipi di intervento sulle cellule microurbane 421 e 422 e la modifica all’art. 13, comma 3, lett. c), delle Norme Tecniche di Attuazione. La variante parziale n. 6 è stata approvata con D.C.C. n.35 del 28/07/2010. i. La variante parziale n. 7 – parziali modifiche normative La variante parziale n. 7 ha previsto delle modifiche normative parziali del Piano Regolatore Generale Comunale vigente: la più importante si riferisce alla possibilità di realizzare dei magazzini automatizzati con un’altezza massima di 20 m, a condizione che rispettino una serie di caratteristiche. La variante parziale n. 7 è stata approvata con D.C.C. n.64 del 28/11/2012. 16 Cap. 2.3 La variante strutturale n. 2 in progetto Cap. 2.3.1 Finalita’ e contenuti La variante, con la specifica finalità di valorizzare gli aspetti ecologici e il paesaggio urbano di Bruino, prevede di realizzare un sistema di parchi o di porzioni di aree rurali attrezzate a “parco agricolo” che siano dotate di biomasse arboree, con le reti di connettività costituite da percorsi ciclopedonali sicuri, mediante le seguenti previsioni urbanistiche (opere): - completare il Parco fluviale del torrente Sangone posto a nord-est in adiacenza del villaggio Alba Serena (realizzato nell’ambito del progetto strategico Corona Verde I), attraverso l’acquisizione delle aree coltivate che costituiscono circa il 60% dell’area F1- Sangone (area speciale destinata ad insediamenti di interesse pubblico o collettivo) prevista nel P.R.G.C. vigente, ricadente nelle aree contigue del parco del Po; Parco fluviale del torrente Sangone - acquisire e rendere fruibile il parco del castello (obiettivo principale dell’Amministrazione Comunale), la cui posizione baricentrica rispetto al tessuto abitativo esistente che si è sviluppato a ridosso del borgo storico e il cui valore storico-culturale, fanno sì che questo luogo possa ritornare ad essere un punto di riferimento per il territorio bruinese, riacquisendo il suo carattere rappresentativo e la sua identità, che purtroppo oggi è venuta meno a causa dell’elevato livello di abbandono e degrado che caratterizza tutta l’area; Parco del castello 17 - realizzare il progetto di rete ecologica comunale a ridosso della strada antica Piossasco-Sangano e dell’alveo del torrente Sangonetto, interessati dal progetto denominato: “Corona Verde 2 – Ambito Nichelino 5 – Recupero di criticità ambientali e potenziamento dell’accessibilità al Monte San Giorgio”, che, a livello del bacino del Sangone, risponde ad alcune delle azioni condivise con la firma del Contratto di Fiume; il progetto è stato redatto sulla base delle indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dovrebbe costituire, unitamente alle piste ciclabili esistenti o di prossima costruzione, col progetto Corona Verde 2 sopra menzionato, nell’area tra il torrente Sangonetto e la strada provinciale 589, la prima fase per la realizzazione di un progetto di parco agricolo che costituirebbe la porta di accesso verso il parco del monte San Giorgio; corridoio ecologico comunale - prevedere una fascia a verde alberata con pista ciclopedonale lungo la via Volvera, nel tratto ricadente nell’area agricola centrale racchiusa, interamente, dagli insediamenti residenziali e industriali esistenti; questa fascia a verde alberata costituirebbe un elemento di connettività tra il tessuto abitativo residenziale posto a nord e il tessuto residenziale e industriale posto a sud, in grado di migliorare la qualità urbana degli insediamenti esistenti e di gettare le basi per la costruzione di un grande parco agricolo collocato in posizione baricentrica rispetto all’intero contesto urbano bruinese. fascia a verde alberato lungo via Volvera (prima pietra di un grande parco agricolo) 18 Questo sistema di parchi o di porzioni di aree rurali attrezzate a “parco agricolo” viene collegato con una rete di piste ciclabili che per almeno il 50% di estensione sono esistenti o di prossima realizzazione, attraverso i due progetti di Corona Verde 2 – Ambito Nichelino 1 – Sistema di interventi per la sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del Sangone e – Ambito Nichelino 5 – precedentemente citato. Le piste ciclabili contribuiscono a rendere maggiormente fruibile alla popolazione gli spazi a verde dei parchi e delle succitate fasce di aree rurali pensate come parco agricolo e, perciò, migliorano la qualità ambientale dello spazio costruito. Hanno la funzione, altresì, di collegare l’insieme dei parchi bruinesi previsti dalla presente variante con i parchi del territorio provinciale: il parco del monte San Giorgio a sud-ovest nel comune di Piossasco, i parchi del Po e della Collina Torinese ad est e il parco della Collina Morenica a nord, mediante una passerella sul torrente Sangone, già oggetto di uno studio di fattibilità. Per garantire il raggiungimento degli obiettivi indicati sopra, la variante strutturale qui proposta utilizza lo strumento della perequazione urbanistica, come previsto dall’art. 35 – Rete ecologica provinciale, comma 6 (Direttive), lettera b), delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, dal Manuale Regionale delle buone pratiche per la pianificazione locale intitolato: “Indirizzi per la qualità paesaggistica degli interventi”, alla pagina 21 e, soprattutto, dall’art. 21, comma 1, della L.R. 56/1977, come modificato dalla L.R. 25 marzo 2013, n. 3. Il metodo di pianificazione della perequazione urbanistica consente, inoltre, di raggiungere i seguenti scopi: - equo trattamento delle proprietà immobiliari, mediante l’equa distribuzione, tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, dei diritti edificatori previsti nella presente variante e degli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali; - legittimità del vincolo d’inedificabilità (la variante è necessaria al fine di dare una soluzione ad alcune aree destinate a servizi pubblici da più di 20 anni, che hanno il vincolo ampiamente scaduto, con il rischio, non remoto, già paventato da alcuni soggetti, di dover affrontare diverse cause per richiesta danni); - acquisizione delle succitate aree a servizi e delle aree funzionali alla rete ecologica e al green-network. Le aree di nuova edificazione previste dalla variante strutturale (sette aree residenziali e un’area industriale) sono tutte collocate all’interno del tessuto abitativo esistente, con funzione di completamento di alcuni spazi liberi rimasti all’interno degli spazi costruiti sfrangiati e, in taluni casi, poco accessibili, destinati dal piano regolatore vigente ad aree per servizi ed oggi non più necessarie per soddisfare i bisogni della popolazione e per la verifica degli standard di cui all’art.21 della Legge Regionale; in adempimento ad una osservazione regionale, nelle singole aree edificabili sono stati individuati i necessari spazi a servizio per parcheggio e verde alberato. Tutte le aree di nuovo insediamento trovano collocazione all’interno delle aree di transizione o delle aree dense definite dal modello di densità proposto dalla 19 Provincia di Torino (calcolato in automatico ed esteso all’intera Provincia), fatta eccezione per l’estrema propaggine a sud-ovest del sottocomparto perequativo n. 1S in cui è presente un’attività produttiva in zona impropria, all’interno di un capannone condonato: area individuata al fine di favorire la rilocalizzazione dell’attività in zone artigianali o industriali. La tecnica perequativa, introdotta dalla variante strutturale, coinvolge due circoscritti macro-ambiti (Nord e Sud) del territorio a destinazione residenziale, suddivisi in sette sotto-ambiti (quattro nel Nord e tre nel Sud), e un ambito a destinazione industriale. macrocomparto Nord suddiviso in quattro sottocomparti residenziali (1N, 2N, 3N e 4N) indicati con la freccia macrocomparto Sud suddiviso in tre sottocomparti residenziali (1S, 2S e 3S) indicati con la freccia 20 comparto artigianale-industriale ZI4 E’ stata ridotta la frammentazione degli ambiti rispetto al documento programmatico per evitare rigidezze nel meccanismo perequativo, segnalate dagli uffici regionali, che avrebbero potuto vanificare gli obiettivi della variante. Nei sette sotto-ambiti residenziali, identificati come sottocomparti dalla variante, l’unità d’intervento alla cui scala deve avvenire l’attuazione della variante al piano ricomprende tanto una zona edificabile quanto una zona destinata, in funzione ambientale, a rimanere verde (per il macrocomparto Nord: parco del castello, comprese le aree adiacenti, e completamento del parco Sangone, mentre per il macrocomparto Sud: corridoio ecologico, fascia a verde alberata nell’area agricola centrale e ampliamento del campo sportivo con riqualificazione della porta urbana). Nella zona industriale sono state previste delle fasce a servizi (parcheggi con verde alberato) ai bordi delle strade di larghezza pari a 23 metri che, di fatto, sono già utilizzate come parcheggi, anzi sono sempre state usufruite per tale scopo e costituiscono, ancora oggi, l’unica area a servizi effettiva della zona industriale. fasce a servizi (parcheggi con verde alberato) ai bordi delle strade industriali larghe 23 m 21 Con la summenzionata modifica al P.R.G.C. la viabilità si riduce da 23m a 13m, per far posto alle due fasce a servizi di larghezza pari a 5m, poste ai bordi della viabilità. L’alberatura delle aree a parcheggio ai bordi della viabilità ha lo scopo di caratterizzare, dal punto di vista ambientale, l’area industriale bruinese che, attualmente, si presenta anonima; l’identità viene potenziata in quanto il verde alberato mitiga gli effetti di retro e di fuoriscala degli edifici e l’impianto ripetitivo e geometrico delle lottizzazioni e valorizza gli assi visivi e i caratteri dei luoghi. In relazione all’accoglimento dell’osservazione prot. n. 11985 del 17.12.2012 sul Documento Programmatico, è stato previsto il cambio di destinazione d’uso da artigianale a residenziale del terreno censito a Catasto al foglio 4 mappale n. 214, con obbligo di piano esecutivo convenzionato C*Q che comprendente anche, per circa metà dell’estensione, un’area attualmente destinata a residenziale di completamento che costituisce, ad oggi, pertinenza del summenzionato fabbricato artigianale. Lo strumento urbanistico esecutivo prevede la dismissione di un’area per servizi da destinare a verde attrezzato per parco giochi, sulla base di una specifica richiesta dei residenti della zona. Con ciò viene risolto l’accostamento critico non evidenziato dal piano di classificazione acustica vigente. area residenziale C*Q con obbligo di PEC 22 Cap. 2.3.2 Dimensionamento della capacita’ insediativa Il PTC2 detta le seguenti regole per la redazione dei PRGC e loro Varianti: 1. ubicazione di nuovi insediamenti in aree già urbanizzate; 2. nuove edificazioni limitate a interventi di completamento atti a compattare e riqualificare l’assetto urbanistico esistente; 3. evitare la progressione insediativa di aree già edificate a sviluppo lineare o sfrangiate o connotate da frammistione tipologica o funzionale; 4. ammessi nuovi complessi residenziali in lotti interclusi inutilizzati, anche a diversa destinazione, nel rispetto degli standard e con riqualificazione di spazi esistenti. Nei comuni che non fanno parte degli ambiti di diffusione urbana (art. 21 delle NdA del PTC2) vengono fissate per il soddisfacimento dei fabbisogni pregressi e per la domanda aggiuntiva locale, nel rispetto del minor consumo di suolo, le seguenti soglie: - interventi di nuova costruzione in aree dense e di transizione: 5% della capacità insediativa di PRGC, incrementato del 50% nel caso di operazioni di perequazione urbanistica finalizzate a interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica o di modernizzazione del sistema delle infrastrutture; - ristrutturazione urbanistica di aree non ancora contemplate dagli strumenti urbanistici vigenti: 7,5% della capacità insediativa del medesimo PRG. La variante strutturale n. 2 risponde ai criteri quali quantitativi soprascritti in quanto le aree di trasformazione perequata in programma (interventi 1N, 2N, 3N, 4N, 1S, 2S, 3S, ZI4, C*Q): - ricadono in aree urbanizzate (cfr. § 6.9 - Dotazioni infrastrutturali - della Relazione Tecnica Ambientale); - hanno le caratteristiche di interventi di completamento atti a compattare e riqualificare l’assetto urbanistico esistente, ovvero di ristrutturazione urbanistica (area C*Q); - evitano la progressione insediativa di aree già edificate a sviluppo lineare o sfrangiate o connotate da frammistione tipologica o funzionale. In particolare l’intervento 1S prevede la ricomposizione del fronte di via Cascina Nuova e la valorizzazione del polo sportivo cittadino, mentre l’intervento 2S concorre alla ricomposizione del margine urbano prospettante sulla macchia agraria centrale; - rispettano gli standard e con l’adozione, in tutti i casi, del criterio della perequazione urbanistica li incrementano considerevolmente, specie rispetto alla componente del verde naturalistico e attrezzato. Per la verifica della capacità insediativa aggiuntiva della variante in progetto si evidenziano i seguenti parametri. 23 C.I.R.T. Piano vigente Param. Capacità insediativa residenziale teorica (Cirt) Cirt PTC2 8207 5% a) Nuovo impianto edilizio 410 8207 0.05*50% b) Perequazione urbanistica 205 c) Turn over1 8207 7,5% Cirt Var. 2 479 0 131 Sommano a) + b) +c) 615> 610 Ristrutturazione urbanistica 615> 24 CIRT aggiuntiva con la variante 2 634 Dai dati riportati nel prospetto si evince che la variante strutturale n. 2 è contenuta nei limiti dell’art. 21 delle NdA del PTC2 in considerazione della adozione generalizzata del principio della perequazione urbanistica e dell’intervento di ristrutturazione/rigenerazione urbanistica relativo al P.E.C. C*Q necessitato dalla rilocalizzazione di stabilimento artigianale attivo in contrasto con il carattere residenziale dell’ambito di riferimento. EVOLUZIONE STORICA DEI PARAMETRI QUANTITATIVI NEL P.R.G.C. VERIFICA DEI STATO DI PARAMETRI FATTO QUANTITATIVI INIZIALE PROGETTO P.R.G.C. Dimensionamento Dati di impostazione del P.R.G.C. D.G.R. 69–22738/93 con modifiche ex officio 1 31/12/87 2 22/11/89 CONSUNTIVO VARIANTE ATTUAZIONE PARZIALE a esaurimento del N°2 P.R.G.C. P.R.G.C. + VARIANTE VARIANTE STRUTTURALE PARZIALE N°2 D.G.R. 20-2116 del 07/02/2006 D.C.C. 34– 27/06/00 INCREMENTI abitanti volume mc serv. res. mq 3 31/12/99 6.004 8.188 7.400 810.000 134.91mc/ab 91.000 15,16 mq/ab 1.005.779 122,84 mc/ab 315.870 38,58 mq/ab 1.000.000 135,14 mc/ab 315.870 42,69 mq/ab 4 27/06/2000 +294 (inf. 4%) +39.432 (inf. 4%) -1.960 -0,26 mq/ab P.R.G.C. + VARIANTE PARZIALE N°2 + VARIANTE STRUTTURALE INCREMENTI 3+4 5 16/02/2006 CONSUNTIVO ATTUAZIONE alla data del 31/12/2012 TOTALI 3+4+5 6 31/12/2012 7.694 +513 (6,67%) 8.207 8.594 1.039.432 135,10 mc/ab 313.910 40,80 mq/ab +69.239 135 mc/ab +771 +0,10 mq/ab 1.108.671 135,10 mc/ab 314.681 38,34 mq/ab 1.120.000 130,32 mc/ab 314.681 36,62 mq/ab Cap. 2.3.3 Superfici dei comparti perequativi e relativi abitanti I comparti perequativi oggetto dalla presente variante comportano un aumento della superficie edificabile, con conseguente aumento del numero di abitanti teorici previsti dal P.R.G.C. vigente, e una variazione delle superfici destinate a servizi pubblici. Viene riportata qui di seguito la tabella delle superfici edificabili e a servizi pubblici interessate dai due macrocomparti perequativi (Nord e Sud) a destinazione residenziale, suddivisi in sette sottocomparti (quattro nel Nord e tre nel Sud), e da un comparto a destinazione industriale, con i relativi abitanti teorici insediabili. 1 Per Turn over si intende il contingente di edilizia residenziale (131 vani) previsto dal PRG ma non ancora realizzato 24 SUPERFICI E VOLUMI DEI COMPARTI PEREQUATIVI TABELLA AREE macrosottoambiti comparti comparti 1 NORD 1N 1 2N 1 3N 1 4N 1 n. mq F1 2I 7 9 parte 10 10I 15 7I parte C* 7I parte 7II C* 5 C* 5I C* 80.736 1.410 54.829 3.821 16.068 866 7.809 1.060 5.360 1.049 943 13.909 2.107 10.550 1.146 9.713 TOTALI 2 3 4 1S 2 2S 3 3S 3 F3 35.569 25 31.480 35II 3.085 41 2.340 I 41 2.090 42 5.137 43I 280 44 6.781 44I 1.144 33I 1.239 II 33 1.545 13.690 C* 35I 848 3.519 C* 35 parte 783 4.904 C* TOTALI ZI4 TOTALI volumi da cedersi o in dotazione (mc) indici fondiari (Ip ricevente+Ip cedente volumi previsti su area C*) (mc) (mc/mq) indice perequativo ( mc/mq) 0,10 0,25 0,25 0,25 0,30 0,30 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 8.074 353 13.707 955 4.820 260 1.952 265 1.340 262 236 3.477 527 2.638 287 2.428 0,10 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 3.557 7.870 771 585 523 1.284 70 1.695 286 310 386 3.423 212 880 196 1.226 42 1,05 14.604 108 1,05 11.078 82 1,05 10.199 75 41.509 307 1,05 14.375 107 1,05 3.695 27 1,05 5.149 38 23.219 172 TRASFERIMENTO DEI DIRITTI EDIFICATORI EDIFICAZIONE A DESTINAZIONE INDUSTRIALE indici fondiari (Ip ricevente+Ip cedente superfici su area C*) previste (mq) (mq/mq) n. mq mq/mq superfici da cedersi o in dotazione (mq) 5 S2 S4 ZI4 7.880 14.941 9.849 0,15 0,15 0,15 1182 2241 1477 32.670 5.628 23.274 ambiti abitanti previsti (135 mc/ab) 1,05 41.581 114.434 AREE comparti EDIFICAZIONE A DESTINAZIONE RESIDENZIALE 211.376 4 SUD TRASFERIMENTO DEI DIRITTI EDIFICATORI // 0,50 4.924 4.924 25 Cap. 2.3.4 Superficie dell’area di ristrutturazione urbanistica e relativi abitanti La variante prevede, oltre ai comparti perequativi di cui al paragrafo precedente, un’area di ristrutturazione urbanistica indicata nella tabella sottostante, nella quale esiste un fabbricato artigianale in zona propria, posta tra la zona residenziale prossima al centro storico e la zona agricola al confine col Comune di Sangano. Tale nuova previsione risolve l’accostamento critico non evidenziato dal piano di classificazione acustica comunale e mira a salvaguardare e valorizzare il paesaggio circostante. AREA DI RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA (DA ARTIGIANALE A RESIDENZIALE) NON RICADENTE IN UN COMPARTO PEREQUATIVO AMBITO INDIRIZZO 2 Strada della Rul SUP. SIGLA FONDIARIA (mq) Q 4.021 I.F. (mc/mq) H max (m) N. PIANI VOLUME mc ab. 135mc/ab. CAT. 0,80 7,50 2 3.217 24 C*/P.E.C. Cap. 2.3.5 Verifica degli standards urbanistici ex art. 21 della l.u.r. Gli interventi oggetto della variante urbanistica comportano modifiche del numero di abitanti teorici insediabili e delle aree per servizi esistenti, per cui risulta necessario procedere alla verifica degli standards urbanistici di cui all’art. 21 della L.R. n. 56/1977 e smi. Le aree a servizi di nuovo impianto o modificate sono evidenziate nelle tabelle allegate alle NTA – Testo integrato. La presente variante strutturale prevede la costruzione di 67.945 metri cubi di edilizia residenziale che corrispondono ad una previsione di 503 abitanti, così suddivisi in relazione all’ambito territoriale: - ambito 1: 307 abitanti; - ambito 2: 131 abitanti; - ambito 3: 65 abitanti; - ambito 4: 0 abitanti; - ambito 5: 0 abitanti. Alla capacità insediativa residenziale teorica aggiuntiva (CIRT.a) come sopra definita vanno addizionati, in base alle indicazioni contenute nel PTC2, 131 abitanti (equivalenti a stanze) riferiti allo stock di abitazioni ancora da costruire in vista della saturazione totale delle previsioni cartografiche e normative del PRGC vigente. Gli standard urbanistici relativi alle aree residenziali dovranno pertanto essere rapportati ad una CIRT complessiva desunta dai seguenti contingenti: - CONSUNTIVO ATTUAZIONE alla data del 31/12/2012 ab. 8.594 - CIRT aggiuntiva prevista dalla Variante 2 ab. 503 - Vani = abitanti a saturazione del PRG ab. 131 Capacità insediativa residenziale per la verifica degli standard ab. 9.228 Variazione della CIRT rispetto al consuntivo del 31/12/2012 (+) 7,38 % 26 Lo standard di 25 mq/ab per le aree residenziali è stato verificato positivamente sia per tutto il territorio comunale (35,68 mq/ab) che ambito per ambito, se si eccettua l’ambito 3 in cui la verifica non viene soddisfatta (18,75 mq/ab): tale ambito risulta adiacente al blocco di aree per servizi nn. 13, 14 e 15 (attrezzature di interesse comune, verde pubblico e parcheggi) dell’ambito 1, la cui superficie complessiva, essendo superiore a quella totale delle aree d’ambito, è tale da soddisfare ampiamente lo standard per servizi dell’ambito 3 (40,94 mq/ab), e senza la quale lo standard dell’ambito 1 sarebbe, comunque, verificato (32,95 mq/ab); e l’ambito 4 in cui la verifica non viene soddisfatta per poco più di 2 mq/ab (22,18 mq/ab): va però evidenziato che lo stesso ambito risulta perimetrale alle aree per servizi nn. 25 e 26 (verde sportivo e parcheggi) dell’ambito 2, la cui estensione è tale da soddisfare lo standard per servizi pubblici dei due ambiti 2 e 4 messi insieme. Lo standard per le aree industriali, pari al 10% delle superficie fondiaria delle aree di completamento e al 20% della superficie territoriale delle aree di nuovo impianto, è stato verificato positivamente. Vengono riportate qui di seguito le tabelle delle aree per servizi relative a tutto il territorio comunale e ai singoli cinque ambiti. AREE PER SERVIZI PUBBLICI a servizio della residenza: TOTALE Superficie territoriale ha Popolazione residente al 31/12/2012 ab 8.594 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 131 + Popolazione insediabile con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab 503 = Popolazione insediabile totale ab Ambiti 9.228 Destinazioni istruzione scuole materne E E 0 4.000 AMBITO 2 8.107 AMBITO 3 AMBITO 4 AMBITO 5 verde pubblico scuole elementari P AMBITO 1 Totali parziali (mq) 559 interesse comune scuole medie E P P E verde per i più piccoli E P parcheggi E E E P 0 1.868 0 0 0 8.260 7.962 0 0 0 0 0 0 0 0 0 520 2.325 0 12.722 0 0 0 3.016 0 0 0 0 8.460 3.040 4.531 7.629 12.748 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 8.107 4.000 8.542 14.918 12.322 0 20.117 27.758 10.184 12.322 5.106 8.711 5.249 24.362 30.280 6.014 7.094 0 263 4.200 1.702 0 912 5.637 0 0 0 0 9.925 34.050 83.664 26.064 31.690 12.295 25.642 369 22.461 20.109 0 117.714 0 0 P 1.410 2.700 3.960 52.945 P 0 23.460 6.624 verde sportivo 3.658 14.918 12.322 12.107 11.857 11.336 P verde di quartiere 57.754 47.889 47.875 195.577 37.937 Standard (mq/ab) 5,19 5,19 21,19 4,11 Standard min. (mq/ab) 5,00 5,00 12,50 2,50 329.278 di cui esistenti 131.681 e previsti 197.597 Standard (mq/ab) = 329.278 mq : 9.228 ab = 35,68 mq/ab Standard minimo= 25,00 mq/ab 27 AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 1 Superficie territoriale ambito 1 ha Abitanti residenti al 31/12/2012 ab 3.182 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 27 + Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab 307 = Totale abitanti insediabili ambito 1 (esistenti + previsti) ab Aree Superficie (mq) scuole materne E 1 3.958 2 1.633 I 1.410 3 536 4 495 5 2.107 I 1.146 6 1.955 7 54.856 I 2.109 II 943 2 5 7 7 P scuole elementari E P verde pubblico scuole medie E P interesse comune E P verde per i più piccoli E P verde di quartiere verde sportivo E E P 1.433 E P 200 1.410 336 200 330 165 707 700 346 800 1.320 635 31.856 2.000 809 1.300 343 600 700 4.000 11.000 4.000 2.000 9 8.762 10 16.068 16.068 I 866 166 11 2.289 12 1.127 13 7.551 3.880 14 8.324 1.700 15 7.809 16 1.802 12.322 1.479 4.844 3.918 700 1.089 1.200 400 727 2.471 1.200 6.624 7.000 809 1.000 0 4.000 4.000 3.658 14.918 12.322 18.576 34.898 139.547 parcheggi 300 8 Totali P 3.658 13.801 10 3.516 Destinazioni istruzione n° 141 di cui esistenti 43.527 0 11.857 11.336 12.322 6.624 2.700 9.324 23.193 e previsti 3.960 52.945 56.905 67.639 802 0 1.410 5.106 8.711 1.410 13.817 96.020 Standard (mq/ab) = 139.547 mq : 3.516 ab = 39,69 mq/ab 28 AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 2 Superficie territoriale ambito 2 ha Abitanti residenti al 31/12/2012 ab 2.012 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 87 + Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab 131 = Totale abitanti insediabili ambito 2 (esistenti + previsti) ab Aree 2.230 Destinazioni istruzione Superficie (mq) n° 78 scuole materne E verde pubblico scuole elementari E P interesse comune scuole medie E P E P P verde per i più piccoli E P verde di quartiere verde sportivo E E P P parcheggi E P 17 9.592 18 6.371 4.080 19 4.027 4.027 20 1.868 21 1.831 I 1.769 22 3.962 3.962 23 9.148 4.000 24 3.493 25 31.480 26 22.669 27 5.434 5.434 28 876 876 29 2.320 I 109 30 4.990 31 3.050 32 3.100 33 1.153 I 1.239 II 1.545 545 1000 34 2.000 1.500 500 21 29 33 33 1.950 2.291 1.868 1.261 369 700 700 5.148 1.800 28.480 3.000 22.669 2.320 109 2.990 2.000 2.504 546 3.100 1.153 1.239 0 1.868 8.107 0 1.868 9.975 122.026 570 1.693 8.107 Totali 7.642 di cui esistenti 71.072 0 0 8.260 7.962 0 0 369 22.461 369 16.222 e previsti 5.249 24.362 30.280 27.710 54.642 82.721 6.014 7.094 13.108 50.954 Standard (mq/ab) = 122.026 mq : 2.230 ab = 54,72 mq/ab 29 AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 3 Superficie territoriale ambito 3 ha Abitanti residenti al 31/12/2012 ab 1.003 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 0+ Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab 65 = Totale abitanti ambito 3 (esistenti + previsti) ab Aree Superficie (mq) scuole materne E verde pubblico scuole elementari E P interesse comune scuole medie E P E P verde per i più piccoli E P P verde di quartiere verde sportivo parcheggi E E E P 35 1.245 I 848 148 II 3.085 3.085 36 10.489 I 263 37 4.100 35 35 36 520 P 500 700 7.489 2.000 263 0 0 0 0 0 0 0 0 di cui esistenti 783 0 0 520 1.100 2.000 2.325 0 12.722 2.845 0 20.030 P 225 1.000 0 Totali 1.068 Destinazioni istruzione n° 53 0 e previsti 12.722 15.567 1.000 0 0 263 4.200 0 4.463 19.247 Standard (mq/ab) = 20.030 mq : 1.068 ab = 18,75 mq/ab 30 AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AMBITO TERRITORIALE 4 Superficie territoriale ambito 4 ha Abitanti residenti al 31/12/2012 ab 2.132 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 17 + Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab 0= Totale abitanti ambito 4 (esistenti + previsti) ab Aree Superficie (mq) scuole materne E verde pubblico scuole elementari E P interesse comune scuole medie E P E P P verde per i più piccoli E P verde di quartiere verde sportivo E E P 38 2.292 39 1.080 40 3.016 41 2.340 2.340 I 2.090 2.090 42 5.137 43 1.702 I 280 44 6.781 I 1.144 45 4.460 I 1.390 46 303 47 12.243 48 3.417 41 43 44 45 E P P 457 720 360 3.016 1.500 2.337 1.300 1.702 280 5.000 1.481 300 844 300 3.460 1.000 1.040 350 101 2.000 1.550 6.808 202 1.885 1.417 0 0 3.016 0 3.016 di cui esistenti 0 0 0 8.460 0 16.299 3.040 4.531 7.571 8.460 3.016 47.675 parcheggi 1.835 0 Totali 2.149 Destinazioni istruzione n° 190 e previsti 7.629 12.748 20.377 29.650 2.000 1.702 0 912 5.637 1.702 6.549 31.376 Standard (mq/ab) = 47.675 mq : 2.149 ab = 22,18 mq/ab 31 AREE PER SERVIZI PUBBLICI - AREA INDUSTRIALE - AMBITO TERRITORIALE 5 Superficie territoriale ambito 5 ha Abitanti residenti al 31/12/2012 ab 265 + StocK di abitazioni di PRGC ancora disponibile ab 0+ Abitanti insediabili con la variante strutturale n. 2 al P.R.G.C. ab Totale abitanti ambito 5 (esistenti + previsti) ab Aree n° S1 0= 265 Destinazioni Superficie (mq) 4.859 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva S2 7.880 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva S3 18.177 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva S4 14.941 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva S5 8.514 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva S6 9.945 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva e area ecologica SS1 3.961 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva, servizi sociali, mense e attrezzature varie SS2 97 7.700 parcheggi, verde e attrezzatura sportiva, servizi sociali, mense e attrezzature varie 75.977 STANDARD SERVIZI aree industriali superficie di completamento fondiaria di nuovo impianto territoriale di nuovo impianto con la variante territoriale FABBISOGNO mq fabbisogno servizi % mq 640.744 10 64.074,40 41.784 20 8.356,80 9.849 20 1.969,80 74.401 32 Cap. 3 - Demografia Cap. 3.1 Generalita’ La crescita demografica nel Comune di Bruino nell’ultimo trentennio, tra il 1981 e il 2011, è stata sostenuta anche in confronto con i comuni contermini. La popolazione residente è aumentata in trent’anni del 46,9%. Sono 2.708 i nuovi residenti a Bruino nei trent’anni (mediamente circa 90 nuovi abitanti per anno). La popolazione è quindi passata da 5.771 del 1981 ai 8.479 del 2011. Osservando il grafico dell’evoluzione demografica (Tabella 3.1) si nota che l’andamento è stato molto differente in ciascuno dei tre decenni censuali. Cap. 3.2 Il decennio 1981-1991 La crescita è contenuta nel 6,3% realizzato con un incremento di 364 abitanti (mediamente circa 36 persone all’anno) che sommati ai 5.771 residenti del 1981 raggiungono il valore di 6.135 nel 1991 Una limitazione all’aumento della residenzialità era dovuto al progressivo saturarsi delle aree fabbricabili nello strumento urbanistico allora vigente: un Programma di Fabbricazione. La variazione delle classi di età (Tabella 3.2) intervenuta nella popolazione è significativa per descrivere la trasformazione degli insediati nel comune. La forte attrazione della scelta residenziale suburbana ha fatto localizzare a Bruino un elevato numero di famiglie nel precedente decennio ’71:’81: ben 2.368 nuovi abitanti si sono insediati nel comune. I nuclei famigliari più rappresentati nella motivazione alla residenzialità suburbana erano giovani coppie con figli piccoli o senza, ma comunque con una propensione a confermare con un’elevata fertilità la loro scelta di vita in un piccolo centro e in una casa tendenzialmente di proprietà. Alla fine di questo “prolifico” decennio (1971-1981) la fascia d’età più giovane (bambini al di sotto dei 14 anni d’età) rappresenta quasi il 24% della popolazione, mentre gli anziani (oltre i 65 anni) erano solo il 7,7%. Durante il decennio 1981- 1991 il modesto incremento demografico porta ad un assestamento della piramide delle età, con il fisiologico slittamento del precedente “baby boom” verso le successive fasce d’età. Nel 1991 i bambini inferiori a 14 anni sono ridotti al 14 % della popolazione (rispetto al 24% del 1981) e gli anziani altre i 65 anni aumentano al 9,2%. Particolarmente in crescita sono le fasce d’età intermedie rappresentative della popolazione attiva che raggiungono il 77% (contro il 68% del 1981). Le famiglie (Tabelle 3.3-3.4) si trasformano riducendo progressivamente la dimensione media del nucleo, fenomeno costante in tutte le situazioni territoriali. Infatti la dimensione media della famiglia nel 1981 era di 3,02 persone per nucleo e si riduce nel 1991 a 2,92 persone per nucleo. Ne consegue che il numero di famiglie aumenta anche a popolazione costante e comunque l’incremento percentuale di famiglie è superiore a quello dei residenti. A fronte del +6,3% degli abitanti si hanno 189 nuove famiglie con un incremento di + 9,9%. Si anticipa che l’incremento delle abitazioni deve soddisfare la formazione dei nuovi nuclei famigliari e quindi la sua dinamica è maggiore del solo dato demografico grezzo. La progressiva scomparsa delle grandi famiglie tipiche dell’economia rurale e l’aumento dell’occupazione femminile in un’economia industriale–terziaria, sono componenti della variazione dei nuclei familiari: le famiglie di 4-5 componenti erano il 33% nel 1981 (e riguardavano il 47% degli abitanti), si riducono al 31% nel 1991 (dove vivono il 44% degli abitanti) nel 1981 oltre metà della popolazione (il 53%) viveva in famiglie di 4 o più componenti; nel 1991 oltre la metà della popolazione (il 51%) vive in nuclei di 1, 2, o 3 componenti 33 - le coppie senza figli che erano il 19% nel 1981 diventano il 23% nel 1991 le coppie con figli passano dal 57% al 55% nel decennio ’81-’91 Cap. 3.3 Il decennio 1991-2001 L’ultimo decennio è connotato da una più accentuata dinamica demografica con una crescita del 19% della popolazione, dai 6.135 abitanti del 1981 ai 7.308 nel 2001 con un delta di 1.173 nuovi residenti. Le famiglie sono aumentate con un tasso assai più elevato pari al + 30% e 633 nuovi nuclei (dalle 2.098 del 1991 alle 2.731 famiglie nel 2001). Questa grande crescita dei nuclei familiari è dovuta a due trend convergenti: la crescita demografica e la diminuzione della dimensione media del nucleo famigliare (da 2,92 componenti medi per famiglia nel 1991 a 2,67 nel 2001). Un fattore determinante che ha permesso l’insediabilità di tanti nuovi abitanti è stato l’entrata in vigore di un nuovo Piano Regolatore Comunale con l’offerta di nuove aree residenziali. Sulla base dei dati esposti si anticipa anche che la crescita del parco residenziale deve rispondere alla formazione dei 633 nuovi nuclei familiari. Al momento non si dispone ancora di ulteriori elaborazioni di dati del censimento 2001 (classi d’età, famiglie per componenti). Tuttavia una così rapida diminuzione del numero medio di persone per nucleo famigliare che si riduce dell’8,6% nel decennio tra il 1991 (2,92 persone per nucleo) e il 2001 (2,67 persone per nucleo) ha come conseguenza una più alta percentuale delle famiglie formate di 1 e 2 componenti (singoli e anziani vedovi) e una piramide delle classi d’età dove diminuisce il tasso di bambini (sotto i 14 anni) e aumenta la quota degli anziani (sopra i 65 anni). Cap. 3.4 Il decennio 2001-2011 L’ultimo decennio è connotato da una forte dinamica demografica, come quella del decennio precedente, con una crescita del 16% della popolazione, dai 7.308 abitanti del 2001 ai 8.479 nel 2011 con un delta di 1.171 nuovi residenti. Le famiglie sono aumentate con un tasso significativo pari al + 22% e 601 nuovi nuclei (dalle 2.730 del 2001 alle 3.331 famiglie nel 2011). Questa grande crescita dei nuclei familiari è dovuta a due trend convergenti: la crescita demografica e la diminuzione della dimensione media del nucleo famigliare (da 2,67 componenti medi per famiglia nel 2001 a 2,54 nel 2011). Un fattore determinante che ha permesso l’insediabilità di tanti nuovi abitanti è stata l’approvazione della variante parziale n. 2 al P.R.G.C. con D.C.C. n° 34 del 27/06/2000, con la quale la capacità residenziale fu aumentata di una quantità di poco inferiore al 4%, e con l’entrata in vigore della variante strutturale al P.R.G.C., approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del 16/02/2006. Sulla base dei dati esposti si anticipa anche che la crescita del parco residenziale deve rispondere alla formazione dei 601 nuovi nuclei familiari. Al momento non si dispone ancora di ulteriori elaborazioni di dati del censimento 2011 (famiglie per classi di ampiezza e per tipologia della famiglia). Tuttavia una ulteriore diminuzione del numero medio di persone per nucleo famigliare che si riduce del 5% nel decennio tra il 2001 (2,67 persone per nucleo) e il 2011 (2,54 persone per nucleo) ha come conseguenza un incremento della percentuale delle famiglie formate di 1 e 2 componenti (singoli e anziani vedovi) e una piramide delle classi d’età dove aumenta il tasso di bambini (sotto i 14 anni) in conseguenza dell’insediamento di famiglie giovani con bimbi piccoli nelle nuove unità abitative, aumenta la quota degli anziani (sopra i 65 anni) e delle persone tra i 35 e i 64 anni, mentre diminuisce fortemente il tasso dei giovani tra i 15 e i 34 anni, spiegabile con la bassa natalità registrata in quegli anni. 34 9 000 T AB E L L A 3 .1 E V O L U Z IO N E D E M O G R AF IC A 84 79 8 500 8389 84 37 8458 8229 8102 8 000 7928 7 693 7 500 74 41 7308 731 8 7217 7 000 6878 66 55 6 674 657 9 6 500 6502 6363 6349 6 273 6 000 59 73 5 993 6004 5771 5760 6067 6077 611 6 61 35 5828 582 9 5 500 1 9 8 0 20 1 20 1 20 0 20 0 7 20 0 5 4 3 2 1 6 20 0 20 0 20 0 20 0 20 0 20 0 0 20 0 8 7 6 5 4 9 19 9 19 9 19 9 19 9 19 9 19 9 3 19 9 1 0 9 8 7 2 19 9 19 9 19 9 19 8 19 8 19 8 6 19 8 4 3 2 5 19 8 19 8 19 8 19 8 19 8 1 5 000 35 TABELLA 3.2 POPOLAZIONE RESIDENTE PER CLASSI DI ETA' 1981 1380 1728 2218 445 5771 < 14 anni 15 - 34 anni 35 - 64 anni > 65 anni totale 1991 858 2036 2674 567 6135 2001 1057 1944 3237 1070 7308 1991 1981 >65 anni 8% 2011 1393 1555 3875 1656 8479 >65 anni 9% <14 anni 24% 35-64 anni 38% <14 anni 14% 15-34 anni 33% 35-64 anni 44% 15-34 anni 30% 2011 2001 >65 anni 15% >65 anni 20% <14 anni 14% <14 anni 16% 15-34 anni 18% 15-34 anni 27% 35-64 anni 44% 35-64 anni 46% 36 percentuali 1981 TABELLA 3.3 FAMIGLIE RESIDENTI PER TIPOLOGIA DELLA FAMIGLIA 2500 coppie senza figli con altre persone 1% 5% 17% altro coppie con figli con altre persone 18% genitore con figli coppie senza figli 4% 3% 218 coppie con figli genitore con figli con altre persone coppie con figli 2000 344 genitore con figli con altre persone genitore con figli coppie senza figli 324 115 26 74 1500 57 1257 altro 52% coppie con figli con altre persone coppie senza figli con altre persone percentuali 1991 coppie senza figli con altre persone 3% 5% 16% coppie con figli con altre persone 20% 5% 1033 1% 1000 coppie senza figli coppie con figli 988 genitore con figli con altre persone genitore con figli altro 50% 500 430 827 percentuali 2001 351 0 25 90 1981 3% 96 54 7% 36% 1991 coppie senza figli 2001 coppie con figli padre con figli madre con figli 54% 37 T AB ELLE 3.4 FAM IG LIE PER C LASSI D I AM PIEZZA 3500 3331 3000 2730 2500 2098 2000 1909 1981 1991 2001 2011 1500 1000 873 737 500 440 535 443 603 527 523529 465 253270 170 126122 35 33 29 16 8 0 1 2 3 4 5 6 7e + totali 38 Cap. 4 – Le abitazioni Cap. 4.1 Generalita’ Le abitazioni occupate dagli abitanti di Bruino sono in buona parte situate in edifici mono/bifamiliari con l’eccezione del quartiere PEEP, di alcuni edifici nel centro storico, di episodici “condomini” realizzati negli anni ’70 e di diversi piccoli condomini con quattro o otto unità abitative realizzati negli ultimi dieci anni. La tipologia predominante (anche per i bassi indici fondiari degli strumenti urbanistici) è stata quella delle villette mono/bifamiliari tipica nelle motivazioni della scelta di residenzialità suburbana (rappresentativo è il Villaggio Alba Serena). Le villette, in modesti lotti con piccoli giardini, sono quasi sempre di proprietà delle famiglie che le abitano. Già nel 1981 il 66% delle abitazioni e ben il 71% delle stanze era occupato in proprietà. L’espansione edilizia avvenuta tra il 1981 e il 1991, essendo sempre connotata dalla tipologia villetta-giardino, incrementa il godimento in proprietà che nel 1991 interessa il 71% delle abitazioni e il 75% delle stanze. L’espansione edilizia avvenuta tra il 1991 e il 2001, essendo sempre connotata dalla tipologia villetta-giardino, incrementa il godimento in proprietà che nel 2001 interessa il 76% delle abitazioni e l’80% delle stanze. Cap. 4.2 Lo stock residenziale occupato nel 1981 Le abitazioni che nel 1981 erano occupate dai residenti ammontavano a 1.801, le stanze di questi alloggi erano 7.439 e gli abitanti occupanti 5.725 (1.909 famiglie) (Tabella 4.1). Come si vede il numero di famiglie (1.909) supera il numero delle abitazioni (1.801) ma il totale degli occupanti (5.725) ha a disposizione 7.439 stanze(Tabella 4.2) . Si deve osservare che l’eccedenza di famiglie “anagrafiche” (rispetto alle abitazioni) non denota solo fenomeni di coabitazione, in quanto spesso nei nuclei parentali che sono famiglie “di fatto” c’è una suddivisione “anagrafica” per comprensibili motivi (fiscali, patrimoniali, abitudinari, ecc.). La dimensione media degli alloggi era di 4,13 stanze per abitazione rispetto alla famiglia media di 3,02 persone. Il rapporto tra il numero di stanze esistenti e gli abitanti che le occupano attribuisce a ciascuna persona 1,29 stanze. Il parco residenziale di Bruino è costituito prevalentemente da abitazioni di grandi dimensioni, con un elevato numero di stanze (Tabella 4.3). Infatti il 42% delle stanze totali si trova in alloggi con 5 e più stanze, e un ulteriore 37% delle stanze è situato in abitazioni di 4 stanze, quindi ben il 79% delle stanze si trova in alloggi medio-grandi con 4 e più stanze. Il parco residenziale è occupato in proprietà dal 67% dei residenti che abitano nel 66% delle abitazioni (2/3) e nel 71% delle stanze (Tabella 4.4). Le 1.180 abitazioni godute in proprietà hanno complessivamente 5.294 stanze e quindi la dimensione media è di 4,49 stanze per abitazione, ben maggiore di quelle occupate in affitto mediamente di 3,41 stanze per alloggio. E’ interessante notare che le abitazioni godute in proprietà hanno mediamente oltre una stanza in più di quelle occupate in affitto. I due terzi dei residenti di Bruino che vivono in case di proprietà hanno 1,39 stanze media per persona, mentre il terzo di abitanti che affitta l’alloggio in cui vive ha a disposizione solo 1,07 stanze per ogni persona. Dall’analisi dello stock di abitazioni e dalla “attribuzione” alla varie fasce d’età delle abitazioni occupate (compilando il modulo di censimento), si può correlare l’aumento demografico e la produzione di abitazioni (Tabella 4.6). Un dato di notevole rilievo è che oltre l’85 % di tutti gli alloggi viene attribuito ai due decenni ’61:’81 per un totale di 1.535 abitazioni (circa 77 nuove case costruite 39 annualmente), mentre le vecchie costruzioni rappresentano quote marginali: solo l’8,4% costruito prima del 1919, il 3,4% costruito tra le due guerre dal 1919 al 1945 e appena il 2,9% nei quindici anni tra il ’46 e il ’60. La collocazione di gran parte delle case di Bruino al periodo ’61:’81 deve essere messa in relazione con l’evoluzione demografica. Nel 1961 i residenti del comune erano solo 934, che costituiscono il 16% di quelli censiti nel 1981 (cioè 5.771) e quindi la quota del patrimonio edilizio “ante ’61” del 15% è perfettamente correlata con gli abitanti allora insediati. Nel decennio ’61:’71 l’impetuosa crescita demografica di quasi 2.500 nuovi residenti (il 43% di quelli esistenti al 1981) è esattamente correlata con il 44,6% delle abitazioni datate tra il ’61 e il ’71 (la piccola differenza è dovuta alla diminuzione della dimensione media delle famiglie che aumenta il fabbisogno). Il decennio ’71:’81 segna un’altra rapida crescita di nuovi residenti pari al 41% del totale all’ ’81. Con perfetta corrispondenza le abitazioni del periodo ’72:’81 rappresentano il 40,6% del totale. Cap. 4.3 Lo stock residenziale occupato: variazioni nel decennio 19811991 La dinamica demografica verificatasi nel decennio è alla base della crescita del parco residenziale. Si riassume quanto già sopra analizzato (Tabelle 2.1, 2.4): - + 364 abitanti (+ 6,3%) - +189 nuovi nuclei famigliari (+ 9,9%). Lo stock di abitazioni aumenta di 236 unità, pari al 13,1%, dalle iniziali 1.801 (del 1981) alle 2.098. Ancora più elevato l’incremento delle stanze che dalle 7.439 del 1981 con il + 19,6% raggiunge il valore di 8.896 nel 1991 (Tabelle 4.1, 4.2). Conseguentemente cresce la dimensione media dell’abitazione dalle iniziali 4,13 stanze per alloggio raggiunge nel 1991 il rapporto di 4,24. Simultaneamente essendo diminuita la dimensione media del nucleo famigliare da 3,02 componenti (nel 1981) al valore di 2,92 persone per famiglia, diminuisce il tasso di occupazione del parco residenziale. Mentre nel 1981 ciascun abitante aveva a disposizione 1,29 stanze, nel 1991 ogni residente vive in 1,45 stanze (Tabella 4.2). Come si vede le consolidate abitudini abitative, in tipologie edilizie monofamigliari, connotano stabilmente il parco residenziale e con quasi 1,5 stanze per persona ne deriva una capacità insediativa assai minore di quella desumibile dai normali parametri sintetici. Tornando a considerare la variazione del parco residenziale assai maggiore della crescita demografica, con particolare evidenza per il numero delle stanze, l’interpretazione più verosimile è che una parte di tali stanze si sia distribuita anche sul complesso delle abitazioni esistenti (ampliamenti, recupero di locali, una tantum, emersione da condono edilizio, etc.). La segmentazione delle abitazioni per numero di stanze conferma che gli alloggi di Bruino sono prevalentemente di grandi dimensioni con un elevato numero di stanze (Tabella 4.3): - il 44% delle stanze totali si trova nelle abitazioni di 5 e più stanze - gli alloggi con 4 stanze hanno il 38% delle stanze totali. Il modello delle villette in proprietà riguarda ormai i ¾ del parco residenziale con queste percentuali: - il 75% delle stanze - il 71% delle abitazioni - il 73% degli abitanti. Depurata la quota di godimento da quella definita “ad altro titolo” (usofrutto, convivenza, comodato) lo stock abitato in affitto è ridotto a meno di 1/5 con queste percentuali: 40 - 17% delle stanze - 20% delle abitazioni - 20% dei residenti. Le 1.485 abitazioni occupate in proprietà hanno 6.649 stanze con una dimensione media di 4,48 stanze per alloggio; quelle in affitto sono solo di 3,48 stanze mediamente. L’incremento consistente delle abitazioni e in misura assai maggiore delle stanze può attribuirsi in parte a motivi formali per l’emersione dovuta al condono edilizio (L. 47/1985) di molti vani occultati nel parco residenziale esistente (sottotetti e seminterrati, trasformazioni d’uso, casi di abusivismo totale) come si può riscontrare dal numero di pratiche amministrative di sanatorie presentate. La conferma di questa interpretazione è dimostrata dalle abitazioni per epoca di costruzione (Tabella 4.6). Risultano costruite nel decennio ’82:’91 solo 169 abitazioni, valore del tutto omologo all’incremento demografico, mentre si nota una modesta maggiorazione delle abitazioni delle altre fasce d’età (in particolare nel periodo ’61:’71 con il recupero in sanatoria delle pertinenze di tipologie mono/bifamigliari). Cap. 4.4 Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 1991-2001 La dinamica dell’ultimo decennio è assai più accentuata rispetto al precedente periodo ’81-’91. Si ricordano i dati demografici essenziali (Tabelle 3.1, 3.4): - + 1.173 nuovi residenti (+19,1%) - + 633 nuove famiglie (+30,2%) di cui 439 dovute all’incremento demografico e 194 formatesi per la diminuzione del nucleo famigliare nella popolazione già insediata (2,67 componenti per famiglia). La produzione edilizia rispecchia con assoluta identità la domanda espressa dalle nuove famiglie realizzando tra il 1991 e il 2001 ben 633 nuove abitazioni con una crescita del 30,2% del parco alloggi esistente al 91 pari a 2.098 che nel 2001 diventano 2.731 abitazioni (numero esattamente identico a quello delle famiglie) (Tabelle 4.1, 4.2). Il totale delle stanze e la loro variazione è conseguente al numero dei nuovi alloggi costruiti (si ricorda che si tratta quasi solo di villette uni/bifamigliari e possedute in proprietà). Dal valore di 8.896 stanze esistenti nel ’91 si raggiungono nel 2001 11.340 stanze totali, con un tasso di utilizzo medio di 1,55 stanze per abitante. Tale “comfort” abitativo è la risultante di una serie convergente di situazioni: a) Tipologia edilizia a “villini” monofamigliari dimensionati in modo “analitico” con un taglio medio-grande. b) Riduzione media del nucleo famigliare (sino a 2,67 persone per famiglia) e aumento del consumo unitario di spazio nel parco residenziale goduto in proprietà (quasi l’80%) per la rigidità alla mobilità residenziale da parte delle famiglie proprietarie. Cap. 4.5 Le variazioni dello stock residenziale nel decennio 2001-2011 La dinamica dell’ultimo decennio è praticamente uguale rispetto al precedente periodo 1991-2001. Si ricordano i dati demografici essenziali (Tabelle 3.1, 3.4): - + 1.171 nuovi residenti (+16%) - + 601 nuove famiglie (+22%) di cui 461 dovute all’incremento demografico e 140 formatesi per la diminuzione del nucleo famigliare nella popolazione già insediata (2,54 componenti per famiglia). La produzione edilizia rispecchia, in linea di massima, la domanda espressa dalle nuove famiglie realizzando tra il 2001 e il 2011 ben 501 nuove abitazioni totali con una crescita del 17,5% del parco alloggi esistente al 2001 pari a 2.869 che nel 2011 41 diventano 3.370 abitazioni totali (numero superiore di 39 unità a quello delle famiglie, che probabilmente corrispondono al numero di alloggi non occupati) (Tabelle 3.1, 3.2). Il censimento del 2011 è ancora sprovvisto del numero di stanze e, ovviamente, del rapporto stanze per abitante, così come non sono reperibili i dati sul numero di abitazione occupate per numero di stanze, sulle abitazioni occupate da residenti per titolo di godimento e sulle abitazioni occupate per epoca di costruzione. Cap. 4.6 La capacita’ insediativa analitica del piano regolatore vigente viene calcolata “a consuntivo” con il tasso di occupazione reale Il Piano Regolatore Comunale vigente è stato adottato dal Comune il 22/11/89 e approvato dalla Regione il 10/2/93, quindi esplica i suoi effetti nel decennio 19912001. Il dimensionamento del P.R.G.C. consentiva la realizzazione di 195.000 nuovi metri cubi, che sommandosi agli 810.000 mc che venivano calcolati come esistenti, portano ad un totale finale di 1.005.000 metri cubi. Si osserva che agli 810.000 mc conteggiati come esistenti (nel 1987, anno a cui si riferiscono le stime di P.R.G.C.) corrispondevano 6.004 abitanti, con un tasso di occupazione di circa 135 mc per abitante. A conferma del tasso di occupazione espresso nei conteggi del P.R.G.C., si ricorda che il rapporto tra stanze e occupanti calcolato con i censimenti ’81 e ’91 varia tra 1,29 e 1,45 stanze per abitante, quindi nel 1987 (più prossimo al ’91) il tasso può essere stimato in 1,40 stanze per abitante; attribuendo un valore di 90/100 mc per stanza si ottiene con un procedimento indipendente una conferma delle analisi del P.R.G.C. e cioè della media di 135 mc per abitante. In modo del tutto incongruo il P.R.G.C. deduceva dai 195.000 mc che il piano consentiva una capacità residenziale teorica parametrata sul rapporto 90 mc per abitante ipotizzando una insediabilità di 2.184 nuovi abitanti finali. La previsione era incongra per due motivi convergenti: - Il tasso di occupazione medio, analiticamente calcolato in 135 mc per abitante al momento di redazione del P.R.G.C. non poteva essere così smentito dall’incremento residenziale previsto. - La tipologia abitativa definita con la densità edilizia del P.R.G.C. era quella delle villette mono/bifamigliari, quindi con un elevato consumo medio di cubatura. Il “consuntivo” del P.R.G.C. a dieci anni dalla sua approvazione e ad esaurimento quasi completo delle aree edificabili conferma analiticamente la capacità insediativa: gli abitanti residenti a fine 2001 (censimento) ammontano a 7.308 con un incremento di 1.304 nuovi abitanti rispetto ai 6.004 presi a base del P.R.G.C.. La cubatura prevista in nuovi 195.000 mc dal P.R.G.C. consente, al suo totale completamento, l’insediabilità di 1.396 residenti con un tasso di utilizzo di 140 mc per abitante, del tutto in linea con il rapporto di 1,50 stanze per persona (con il completamento degli edifici in costruzione). Rispetto agli 8.188 abitanti insediabili secondo il P.R.G.C. quelli effettivamente insediati a consuntivo del Piano sono quindi 7.400 con una riduzione di 788 dal valore teorico, che era stato alla base anche del calcolo delle aree a servizi pubblici (si tratta tuttavia di una diminuzione di solo circa il 10% del valore previsto). Visto l’avvenuto esaurimento del P.R.G.C. l’Amministrazione Comunale con D.C.C. 34 del 27/06/2000 approvava la Variante parziale n° 2 al P.R.G.C. (la Variante n° 1 aveva interessato l’area industriale) ai sensi della L.R. 41/97 (art.1, punto 7) che prevedeva un incremento di cubatura residenziale di 34.432 mc (inferiore al 4% della cubatura esistente e prevista dal P.R.G.C.) con una nuova capacità insediativa di circa 294 abitanti (calcolati con il parametro prudenziale di 135 mc/ab), portando la capacità insediativi residenziale teorica dello strumento urbanistico a circa 7.694 abitanti (7.400 + 294). A oltre 10 anni di distanza dall’approvazione del P.R.G.C. si era resa necessaria una variante strutturale di adeguamento alle indicazioni di pianificazione territoriale 42 sovraordinata e alle leggi di settore indicate nel precedente cap. 2.2, lett. e), approvata con D.G.R. n. 20-2116 del 7 febbraio 2006, pubblicata sul B.U.R. n. 7 del 16/02/2006. La variante strutturale prevedeva un incremento della volumetria residenziale di 69.239 mc con una nuova capacità insediativa di 513 abitanti (calcolati con il parametro di 135 mc/ab), per cui la capacità insediativa residenziale teorica del P.R.G.C. risultava di 8.207 abitanti (7.694 + 513), in base alla quale è stata fatta la verifica della capacità insediativa aggiuntiva della variante in progetto, ai sensi dell’art. 21 delle NdA del PTC2 (vedasi cap. 2.3.2). Il “consuntivo” del P.R.G.C. effettuato in data 31/12/2012, a circa 7 anni dalla data di approvazione della variante strutturale, ha evidenziato che il numero di abitanti insediati a quella data è di 8.594 unità, superiore di 387 abitanti rispetto alla CIRT di Piano, mentre la verifica della volumetria residenziale edificata è risultata di circa 1.120.000 mc, pari a circa 131 mc/ab (un valore di poco inferiore a quello preso come base per la verifica della CIRT aggiuntiva della variante in essere). Tale scostamento è da attribuirsi a diversi fattori, quali: - il recupero ad uso abitativo di diversi sottotetti, in particolare delle case unifamiliare e bifamiliari, in base alla L.R. 6 agosto 1998, n. 21; - il recupero ad uso abitativo di alcuni rustici ai sensi della L.R. 29 aprile 2003, n. 9; - la costruzione, nell’ultimo decennio, di una tipologia abitativa più intensiva rispetto al passato, ossia fatta di piccoli condomini con quattro o otto unità abitative, con una percentuale meno significativa di case uni-bifamigliari, in relazione alle mutate esigenze delle famiglie. Al 31/12/2012 una buona parte dell’incremento consentito dalla variante strutturale è già stato realizzato con un residuo di capacità insediativa di soli 131 nuovi abitanti. EVOLUZIONE STORICA DEI PARAMETRI QUANTITATIVI NEL S.U.G. VERIFICA DEI STATO DI PARAMETRI FATTO QUANTITATIVI INIZIALE Dati di impostazione del P.R.G.C. PROGETTO P.R.G.C. Dimensionamento CONSUNTIVO VARIANTE ATTUAZIONE PARZIALE a esaurimento del N°2 P.R.G.C. D.G.R. 69–22738/93 con modifiche ex officio P.R.G.C. + VARIANTE VARIANTE STRUTTURALE PARZIALE N°2 D.G.R. 20-2116 del 07/02/2006 D.C.C. 34– 27/06/00 INCREMENTI abitanti volume mc serv. res. mq 1 31/12/87 2 22/11/89 3 31/12/99 6.004 8.188 7.400 810.000 134.91mc/ab 91.000 15,16 mq/ab 1.005.779 122,84 mc/ab 315.870 38,58 mq/ab 1.000.000 135,14 mc/ab 315.870 42,69 mq/ab 4 27/06/2000 +294 (inf. 4%) +39.432 (inf. 4%) -1.960 -0,26 mq/ab P.R.G.C. + VARIANTE PARZIALE N°2 + VARIANTE STRUTTURALE INCREMENTI CONSUNTIVO ATTUAZIONE alla data del 31/12/2012 TOTALI 3+4 5 16/02/2006 3+4+5 6 31/12/2012 7.694 +513 (6,67%) 8.207 8.594 1.039.432 135,10 mc/ab 313.910 40,80 mq/ab +69.239 135 mc/ab +771 +0,10 mq/ab 1.108.671 135,10 mc/ab 314.681 38,34 mq/ab 1.120.000 130,32 mc/ab 314.681 36,62 mq/ab 43 T A B E L L A 4 .1 A B IT A Z IO N I O C C U P A T E D A R E S ID E N T I E N O N O C C U P A T E 4000 3500 3000 139 2500 122 2000 183 to ta le 2 0 1 1 3370 1500 n o n o c c u p a te o c c u p a te 2730 1000 2098 1801 500 0 to ta le a b ita z io n i 1 9 8 4 to ta le a b ita z io n i 2 2 2 0 to ta le a b ita z io n i 2 8 6 9 to ta le a b ita z io n i 3 3 7 0 1981 1991 2001 2011 44 TABELLA 4.2 RAPPORTO TRA STANZE OCCUPATE E ABITANTI RESIDENTI 12000 11340 10000 8896 8479 8000 7439 7308 stanze 6135 5771 6000 abitanti 4000 2000 0 1,29 stanze per abitante 1981 1,45 stanze per abitante 1991 1,55 stanze per abitante 2001 stanze per abitante (non reperibile) 2011 45 T AB E L L A 4 .3 A B IT A Z IO N I O C C U P A T E P E R N ° D I S T A N Z E 700 0 61 27 600 0 5 752 500 0 n °a b ita zio n i (1 9 8 1 ) 400 0 n °o cc u p a n ti (1 9 8 1 ) n °a b ita zio n i (1 9 9 1 ) n °o cc u p a n ti (1 9 9 1 ) n °a b ita zio n i (2 0 0 1 ) 300 0 273 0 248 1 22 48 20 98 200 0 180 1 11 83 115 5 1 029 100 0 119 6 10 72 8 76 83 5 595 1 0 14 12 27 2 0 35 9 297 2 29 15 6 13 4 4 04 97 1 6 96 44 4 3 07 38 8 508 2 28 28 5 349 0 1 2 3 4 5 6 e + to ta li n ° d i s tan z e 46 T AB E L L A 4 .4 AB IT AZ IO N I O C C U P AT E D A R E S ID E N T I P E R T IT O L O D I G O D IM E N T O 19 8 1 10000 p e rce n tu ali d i s ta n ze p e r tito lo d i g o d im e n to 9000 5% 2 4% 8000 pro prietà affitto altro titolo 7 1% 351 7000 p ercen tu a li d i o ccu p an ti p er tito lo d i g o d im en to d ell'a b itazio n e 4% 29 % 67% 1794 6000 256 p erc en tu a li d i a b itaz io n i p e r tito lo d i g o d im en to 5000 a ltro tito lo a ffitto 1684 5% 4000 prop rietà affitto altro tito lo 29% p ro p rie tà prop rietà affitto altro tito lo 66% 3000 5294 2000 3812 95 526 1000 1180 0 a b ita zio n i 1 8 0 1 sta n ze 7 4 3 9 o c cu p a n ti 5 7 5 2 47 T AB E L L A 4 .5 AB IT A Z IO N I O C C U P AT E D A R E S ID E N T I P E R T IT O L O D I G O D IM E N T O 1991 10000 p e rc e n tu a li d i s ta n z e p e r tito lo d i g o d im e n to 9000 8% 17% 8000 p ro p rie tà a ffitto a ltro tito lo 75% 7000 p e rc e n tu a le d i o c c u p a n ti p e r tito lo d i g o d im e n to d e ll'a b ita z io n e 750 7% 20% 6000 5000 p ro p rie tà a ffitto a ltro tito lo 73% 1497 448 1244 p e rc e n tu a li d i a b ita z io n i p e r tito lo d i g o d im e n to 9% 4000 a ltro tito lo a ffitto p ro p rie tà p ro p rie tà 20% a ffitto a ltro tito lo 3000 6649 71% 2000 4435 183 430 1000 1485 0 a b ita zio n i 2 0 9 8 s ta n ze 8 8 9 6 o c c u p a n ti 6 1 2 7 48 TABELLA 4.5.1 ABITAZIONI OCCUPATE DA RESIDENTI PER TITOLO DI GODIMENTO 2001 12000 1039 10000 1288 percentuali di stanze per titolo di godimento 9% 8000 proprietà affitto altro titolo 11% 6000 percentuali di abitazioni per titolo di godimento 10% 4000 proprietà 14% 80% altro titolo affitto proprietà 9013 affitto altro titolo 2000 276 388 76% 2066 0 abitazioni 2730 stanze 11340 occupanti (dato non disponibile) 49 TABELLA 3.6 ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONE 1981 1991 prima 1919 8,4% 1982 - 91 8,1% 1919 - 45 3,4% 1946 - 60 2,9% prima 1919 1919 - 45 7,7% 1,9% 1946 - 60 3,6% 1972 - 81 40,6% 1972 - 81 36,8% 1961 - 71 44,6% 1961 - 71 41,9% 1981 1991 abitazioni stanze abitazioni stanze prima 1919 152 616 162 1919 - 45 61 262 40 1946 - 60 53 188 76 1961 - 71 803 3244 879 1972 - 81 732 3129 772 1982 - 91 169 totali 1801 7439 2098 50 TABELLA 4.6 ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONE 1919 ante 1919 1991 - 2001 3% 01 20% 1982 91 9% 45 3% 1946 60 2% 1961 71 26% 1972 81 ante 1919 1919 - 45 1946 - 60 1961 - 71 1972 - 81 1982 - 91 1991 - 01 totali 2001 abitazioni Stanze Totali Totali 96 458 87 323 68 265 763 3111 1031 4163 261 1158 582 2472 2888 11950 51 Cap. 5 – Il lavoro: la popolazione attiva e i posti di lavoro Cap. 5.1 La popolazione attiva Il tasso di attività della popolazione di Bruino è elevato, in quanto gli attivi sono nel 1981 il 44% del complesso dei residenti; salgono a ben il 47 % nel 1991 e rimangono stabili al 47% nel 2001 (non è ancora disponibile il dato del 2011) (Tabelle 5.1, 5.1.1 e 5.2). L’elevato tasso di attività è dovuto alla piramide delle classi di età della popolazione. Infatti durante la rapida crescita della popolazione avvenuta nei due decenni precedenti il 1981 (dai 934 abitanti del 1961 ai 5.771 abitanti del 1981) la tipologia tipica dei nuclei familiari che sceglievano la residenzialità suburbana con il modello delle case uni-bifamigliari dotate di giardino e a prezzi ancora contenuti, è stata quella di giovani coppie in età fertile e motivate a confermare con figli la loro scelta abitativa. A dimostrazione della caratteristica distribuzione per classi d’età della popolazione si osserva che ancora nel 1981 i bambini sotto i 14 anni rappresentano ben il 22,5% di tutti i residenti. Diminuito il tasso di crescita demografica (solo + 6,3% tra il 1981 e il 1991) e stabilizzata la fertilità della popolazione (nel 1991 i bambini sotto i 14 anni sono scesi al 14%) il “baby-boom” precedente si è trasferito sulle fasce più centrali e quindi più attive. Tra il 1981 e il 1991 le fasce di età centrali che tipicamente connotano il tasso di attività, quelle tra i 15 e i 64 anni, hanno incrementato il proprio peso del 19,4% sul tasso della popolazione (da 3.946 unità a 4.710). Questo giustifica il forte balzo del tasso di attività da 44% del 1981 al 47% nel 1991. Tale tasso è stato confermato al 47% nel 2001. Gli attivi esercitano la loro attività prevalentemente nel settore industriale rispetto all’insieme degli altri settori (sotto la dizione “altro” sono compresi: commercio, credito, servizi alle imprese e alle persone, sanità, pubblica amministrazione e istituzioni). Tuttavia la modifica “macro” della base economica si riflette anche sulle situazioni locali. Gli attivi del settore industriale tendono a diminuire percentualmente sul totale attivi dal 61% del 1981 (1.460 attivi) al 53% del 1991 (1.437 attivi) fino al 44% del 2001 (1.415 attivi). Al contrario il totale degli altri settori aumenta il peso nella popolazione attiva dal 39% del 1981 (921 attivi) al 47% del 1991 (1.288 attivi) fino al 56% del 2001 (1.781 attivi), di cui il 2% relativo al settore agricoltura (38 attivi) (Tabelle 5.3, 5.4 e 5.4.1). La posizione nella professione di coloro che lavorano nell’industria e negli altri settori rappresenta un elemento di rilievo nel trend evolutivo. a) Settore industriale I lavoratori dipendenti (operai) rappresentano naturalmente la percentuale maggiore anche se in progressiva riduzione dal 63% del 1981 al 53% del 1991, mentre nel 2001 il dato è aggregato con i dirigenti e impiegati (76%). Dirigenti e impiegati aumentano il loro peso dal 23% del 1981 al 27% del 1991 (si deve ricordare che i contratti di lavoro tendono a inquadrare come impiegati alcune categorie più alte di operai), mentre nel 2001 il dato è aggregato con gli operai (76%), in base al quale si evidenzia come il totale degli operai, dei dirigenti e degli impiegati sia in costante diminuzione nel trentennio. E’ ferma su piccoli valori (2%) la figura dei coadiuvanti nel decennio 1981-1991, mentre scende all’1% nel 2001. I lavoratori in proprio rappresentano sostanzialmente gli artigiani. Sono in crescita come valore assoluto e come percentuale dal 10% del 1981 al 13% del 1991 fino al 15% del 2001. La crescita sconta anche il fatto che alcune lavorazioni industriali vengono esternalizzate a ditte artigiane. Imprenditori e liberi professionisti crescono dal 2% del 1981 al 5% del 1991 fino all’8% del 2001; concorrono a questo aumento anche fenomeni disomogenei (rapporti di consulenza). 52 a) Gli altri settori (commercio, credito, servizi alla persona, sanità, pubblica amministrazione, istituzioni) Nel complesso delle attività extra industriali aumenta progressivamente il numero di persone che lavorano in tali settori. Da 921 attivi del 1981 (il 39% di tutti gli attivi) a 1.288 del 1991 (il 47% di tutti gli attivi) fino a 1.781 del 2001 (il 56% di tutti gli attivi, di cui il 2% per il settore agricolo). Questi settori hanno offerto nuovi sbocchi di attività a fronte dell’arresto dell’attività nell’industria. La posizione nella professione degli attivi in settori che potremmo racchiudere nella dicitura “servizi”, non è mutata sensibilmente tra il 1981 e il 1991, mentre qualche mutamento c’è stato tra il 1991 e il 2001 (sono diminuiti i lavoratori in proprio a fronte di un aumento dei lavoratori dipendenti, compresi dirigenti e impiegati). Le figure professionali tipiche e significative sono: - lavoratori in proprio (dal 26% del 1981 al 27% del 1991 fino al 22% del 2001); - dirigenti e impiegati (dal 31% del 1981 al 35% del 1991, mentre nel 2001 il dato è aggregato con i lavoratori dipendenti); - lavoratori dipendenti (dal 26% del 1981 al 24% del 1991, mentre nel 2001 il dato è aggregato con i dirigenti e impiegati); - imprenditori e liberi professionisti (dal 7% del 1981 all’8% del 1991 e del 2001). Cap. 5.2 I posti di lavoro I posti di lavoro esistenti in tutte le imprese localizzate sul territorio comunale sono rappresentati dagli “addetti” che vi lavorano (mentre gli “attivi” sono i residenti che esercitano la loro attività sia dentro sia fuori dal comune). Naturalmente gli “addetti” che lavorano nelle imprese di Bruino possono essere residenti sia a Bruino sia in altri comuni. Non vi è quindi una meccanica sovrapposizione tra “attivi” e “addetti”, tuttavia il loro confronto è rappresentativo delle opportunità di lavoro che in ambito comunale sono offerte ai residenti attivi (confronto tra domanda e offerta di lavoro). Dall’esame dei dati dei censimenti si evidenzia un buon equilibrio tra addetti residenti e attività produttive. Dati e trend a confronto riferiti alla popolazione totale (Tabelle 5.2, 5.6 e 5.10): 1981 - residenti attivi 44% (n° 2.583) - addetti nelle imprese 42% (n° 2.423) 1991 - residenti attivi - addetti nelle imprese 47% (n° 2.871) 58% (n° 3.582) 2001 - residenti attivi 47% (n° 3.414) - addetti nelle imprese 49% (n° 3.561) Teoricamente, ipotizzando l’assenza di flussi incrociati, l’offerta di lavoro potrebbe essere assorbita dalla domanda delle imprese entro il territorio comunale (la domanda nell’ultimo periodo supera l’offerta e attrae manodopera esterna). Analizzando la distribuzione dei posti di lavoro richiesti dalle imprese si vede che il teorico equilibrio con l’offerta non si realizza per la diversa composizione esistente tra offerta e domanda. Il confronto tra l’offerta di posti di lavoro (“addetti”) e domanda dei residenti “attivi” disaggregata per settore di attività economica è così rappresentato, in valori percentuali (Tabelle 5.6 e 5.7): 1981 addetti Industria 76 Commercio 10 Altri servizi 9 istituzioni 5 % 1991 attivi addetti 61 81 17 7 8 22 4 2001 attivi addetti attivi 53 69 44 15 9 56 17 32 5 53 Il numero (e quindi la percentuale) degli addetti nell’industria nel 1991 segna un picco anomalo (a confronto dei valori del 1981 e 2001); il dato è dovuto alla realizzazione nel decennio ’81-’91 della zona industriale nel comune. I posti di lavoro sono prevalentemente nell’industria e in minor percentuale nel commercio, negli altri servizi, nelle istituzioni; il loro trend si è modificato con l’aumento degli “altri servizi”. L’attività degli abitanti di Bruino ha il settore industriale come campo prevalente ma in rapida diminuzione di peso percentuale (dal 61% dell’’81 al 53% nel ’91 fino al 44% nel 2001). Nel commercio sono stabilmente attivi il 15-17 % dei lavoratori. Nel settore di “altri servizi e istituzioni” si nota una vivace crescita di attività (dal 22% dell’’81 al 32% del 1991; nel 2001 il dato è aggregato con il commercio). Quello che pareva un rapporto equilibrato tra offerta e domanda nei valori aggregati, rivela uno squilibrio accentuato quando si confronta domanda e offerta per settori di attività economica (Tabelle 5.8, 5.9 e 5.10). Industria: l’elevata domanda di lavoro delle imprese di Bruino non trova offerta nel comune e quindi viene importata manodopera dall’esterno (nel 2001 contro 2.483 posti di lavoro gli abitanti di Bruino potenzialmente attivi erano poco più della metà e cioè 1.415). Commercio: a fronte del 9-10% dei posti di lavoro (in valore 241 nell’’81, 266 nel ’91, 310 nel 2001) gli attivi nello stesso settore sono il 15-17% (cioè 391 nell’’81, 412 nel ’91, mentre nel 2001 il dato è aggregato con “altri servizi”). Una quota di popolazione attiva nel settore commerciale “emigra” dal territorio comunale. Altri servizi e istituzioni: sono in crescita come settore nel contesto degli addetti (dal 14% dell’’81 al 22% del 2001) ma ben maggiore è la quota degli abitanti attivi in questo settore (dal 22% dell’’81 al 32% nel ’91, mentre nel 2001 il dato è aggregato con il commercio). Una buona parte della popolazione attiva in questo settore deve trovare lavoro fuori dall’ambito comunale (polo torinese). In conclusione l’occupazione complessiva del comune di Bruino è la somma dei flussi in entrata nel settore industriale e di flussi in uscita nel settore commercio e altri servizi. Lo scostamento tra il ventaglio della domanda e quello dell’offerta è interpretabile assumendo che l’evoluzione socio-economica della comunità di Bruino si è progressivamente indirizzata verso un modello più complesso e culturalmente “alto” spostandosi dal settore industriale verso una gamma di attività più “moderne” e qualificanti, di norma legate ad un lavoro più professionale ed autonomo. 1) LA ZONA INDUSTRIALE La quasi totalità delle aziende industriali e artigianali di Bruino si localizza in una grande area che il P.R.G. definisce come zona industriale-artigianale. Tale zona si trova a sud-est dell’edificato in prossimità del confine con il comune di Piossasco a ponente e il comune di Rivalta a levante. La consistenza territoriale è di circa 90 ha. Le aziende industriali presenti sono circa 150 di cui oltre un terzo a carattere artigianale. Le aziende che hanno più di 15 addetti sono 26 e i loro dipendenti sono più della metà di tutti gli addetti della zona industriale (Tabella 5.11). Le dimensioni fisiche degli stabilimenti sono leggibili nella tessitura dei lotti industriali. Si tratta di modesti e medi fabbricati industriali. Lo sviluppo della zona industriale (già quasi completamente edificata) è dovuto alla prossimità degli stabilimenti Fiat localizzati sul vicino comune di Rivalta che distano circa 700 metri dal confine dell’area industriale. Alcune industrie manifatturiere fanno parte dell’indotto Fiat. 54 T A B E L L A 5 .1 P E R C E N T U A L E D I A T T IV I E N O N A T T IV I S U L L A P O P O L A Z IO N E (n ° a ttivi 2 8 7 1 ) (n ° a ttiv i 2 5 3 8 ) 1981 1991 a ttivi 44% 56% 47% non a ttivi 53% 55 TABELLA 5.1.1 PERCENTUALE DI ATTIVI E NON ATTIVI SULLA POPOLAZIONE (n° attivi 3414) 2001 attivi 47% 53% non attivi 56 T A B E L L A 5 .2 P O P O L A Z IO N E R E S ID E N T E A T T IV A E N O N A T T IV A 4500 n o n a ttiv a in c e r c a d i p r im a o c c u p a z io n e 4000 d is o c c u p a ti o c c u p a ti 3500 219 3000 146 111 2500 157 48 2000 3893 3264 3195 n o n a ttiv a a ttiv a ( to ta le 3 4 1 4 ) 3233 1500 2614 2333 1000 500 0 a ttiv a ( to ta le 2 5 3 8 ) 1981 n o n a ttiv a a ttiv a ( to ta le 2 8 7 1 ) 1991 n o n a ttiv a 2001 57 TABELLA 5.3 1981 imprenditori e liberi professionisti lavoratori in proprio coadiuvanti dirigenti e impiegati lavoratori dipendenti totali industria 27 146 30 341 916 1460 (61% sul totale) altro 61 244 95 284 237 921 (39% sul totale) Totale attivi 2381 58 TABELLA 5.4 1991 imprenditori e liberi professionisti lavoratori in proprio coadiuvanti dirigenti e impiegati lavoratori dipendenti totali industria altro 71 98 191 347 28 77 393 458 754 308 1437 (53% sul totale) 1288 (47% sul totale) Totale attivi 2725 59 TABELLA 5.4.1 2001 imprenditori e liberi professionisti lavoratori in proprio coadiuvanti dirigenti e impiegati lavoratori dipendenti totali agricoltura industria altro 2 18 4 14 38 (2% sul totale) 110 206 14 1076 1415 (44% sul totale) 135 384 44 -1157 1743 (54% sul totale) INDUSTRIA AGRICOLTURA ALTRO imprenditori e liberi professionisti 8% imprenditori e liberi professionisti 5% lavoratori dipendenti 37% Totale attivi 3196 imprenditori e liberi professionist i 8% lavoratori in proprio 15% lavoratori in proprio 22% coadiuvanti 1% dirigenti e impiegati 0% coadiuvanti 11% lavoratori in proprio 47% coadiuvanti 3% lavoratori dipendenti 76% dirigenti e impiegati 0% lavoratori dipendenti 67% dirigenti e impiegati 0% 60 TABELLA 5.5 PERCENTUALE DI ADDETTI SULLA POPOLAZIONE 1981 1991 (n° abitanti residenti 5771) (n° abitanti residenti 6135) 42% 42% % addetti 58% 58% 2001 (n° abitanti residenti 7308) 51% 49% 61 TABELLA 5.6 PERCENTUALI DI ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA 1981 1991 5% 8% 9% industria commercio altri servizi istituzioni 10% 4% 7% 76% 81% 2001 5% 17% 9% 69% TABELLA 5.7 PERCENTUALI DI ATTIVI PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA 62 1981 1991 in d u s tria 22% 32% c o m m e r c io 53% 17% 61% a ltri s e rv iz i e is titu z io n i 15% 2001 \ 44% industria agricoltura 54% altro 2% 63 TABELLA 5.8 ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA 3500 3000 2899 2483 2500 2000 1855 1981 1991 2001 1500 1000 593 500 241 266 310 280 207 120 137 175 0 industria commercio altri servizi istituzioni 64 TABELLA 5.9 POPOLAZIONE RESIDENTE ATTIVA IN CONDIZIONE PROFESSIONALE PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA 3500 3196 3000 2725 2500 2381 2000 1981 1991 2001 1781 1500 1460 1437 1415 1000 876 530 500 391 412 0 1 Industria 2 commercio 3 altri servizi e istituzioni 4 totali 65 TABELLA 5.10 TOTALE ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA 4000 137 3500 175 280 593 266 3000 310 2500 120 207 2000 istituzioni altri servizi 241 commercio industria 2899 1500 2483 1855 1000 500 0 (totale addetti 2423) 1981 (totale addetti 3582) 1991 (totale addetti 3561) 2001 66 TABELLA 5.11 ADDETTI DELLE IMPRESE (INDUSTRIA, COMMERCIO, ALTRI SERVIZI) DI CUI ARTIGIANI 4500 26 % 4000 27% 74 % 3500 73% 29% 3000 71% 2500 addetti di cui artigiani 2000 1500 1000 901 500 963 632 0 totale addetti 2208 1981 totale addetti 3444 1991 totale addetti 3596 2001 67 Cap. 6 – L’agricoltura Cap. 6.1 Condizioni generali Alcune considerazioni sulle caratteristiche territoriali produttive del settore agricolo del Comune di Bruino e della sua evoluzione scaturiscono dall’analisi dei dati dei Censimenti Generali dell’agricoltura del 1982, del 1990, del 2000 e del 2010. Dall’esame di questi dati si descrivono i principali elementi del territorio economico agricolo. (Tabella 6.1) Cap. 6.2 La consistenza territoriale quantitativa delle superfici agricole La percentuale della superficie agricola rispetto all’intera superficie territoriale comunale varia dal 52% dell’’82 al 43% stabile del decennio 1990-2000, fino a contrarsi al 24% nel 2010. In valore assoluto dai 293 ha dell’’82, nel ’90 sono 242 ha (riduzione del 17%), nel 2000 sono rimasti stabili a 240 ha e nel 2010 si sono fortemente ridotti a 136 ha (riduzione del 43%) di superficie agricola totale. I terreni destinati a colture agrarie (SAU=superficie agricola utilizzata) sono nei quattro censimenti: 269 ha nell’’82, 223 ha nel ’90, 222 ha nel 2000 e 130,5 ha nel 2010. (Tabelle 6.2 e 6.2.1) Cap. 6.3 Le aziende agricole In tutto il periodo ’82-’90 erano stabilmente localizzate 46 aziende agricole; nel decennio successivo (’90-2000) si ha una riduzione a 38 aziende (-17%), mentre nell’ultimo decennio 2000-2010 si ha una significativa riduzione a 18 aziende (-53%). (Tabelle 6.2 e 6.2.1) La forte diminuzione di aziende dal 2000 al 2010 è avvenuta parimenti ad una altrettanto significativa riduzione della superficie agricola complessiva, con un aumento evidente della dimensione media delle aziende nell’ultimo decennio. Infatti la dimensione media è passata da 5,85 ha nell’’82 a 4,85 ha nel 1990 (-17%), è risalita nel 2000 a 5,84 ha e, in modo più sostenuto, nel 2010 a 7,25 ha di SAU per azienda2. (Tabella 6.3) Per meglio comprendere l’evoluzione delle strutture agricole di Bruino è assai significativa la forma di conduzione aziendale. Mentre nell’’82 le aziende con manodopera solo familiare erano 43 e coltivavano il 96% dei terreni, vi erano altre tre aziende che, pur condotte con manodopera prevalentemente familiare si avvalevano anche di manodopera extra familiare pur coltivando solo il 4% del territorio complessivo. (Tabella 6.4) Nel ’90 (e probabilmente anche nel 2000 e nel 2010, pur in assenza del dato relativo) tutte le aziende agricole sono con manodopera solo familiare (quand’anche vi siano collaboratori extracomunitari certamente non emergerebbero nelle dichiarazioni censuali). Il tipo di conduzione a carattere solo familiare costituisce un elemento di precarietà per il mantenimento e il futuro dell’attività agricola a Bruino, per la progressiva fuoriuscita dei coltivatori anziani e lo scarso rimpiazzo di giovani anche nelle famiglie contadine, che ha determinato una forte riduzione del numero di aziende agricole e della superficie agricola complessiva nell’ultimo decennio. La distribuzione delle aziende per dimensione della superficie coltivata presenta una significativa variazione tra l’’82 e il 2010. (Tabelle 6.5, 6.5.1. e 6.5.2) 2 I valori delle SAU aziendali sono quelli interni ai confini comunali di Bruino. Ciò non esclude che aziende insediatesi nel Comune possano coltivare anche terreni finitimi di comuni confinanti e viceversa che aziende insediatesi in comuni confinanti possano coltivare terreni nel comune di Bruino. 68 Si ha un incremento robusto delle grandi aziende e della relativa percentuale di superficie coltivata: 1982 - Le piccole aziende fino a 5 ha erano 27 (su 46) e coltivavano il 19% dei terreni (ma quelle piccolissime inferiori a 2 ha erano 14 con il 4% di terreno aziendale); - Le medie-piccole imprese tra 5 e 10 ha erano 7 e coltivavano il 19% dei terreni; - Le medie-grandi aziende, tra 10 e 20 ha erano 11 con ben il 53% dei terreni; - La grande azienda, tra i 20 e i 50 ha, era 1 sola con il 9% dei terreni (circa 26 ha) 2010 - Le piccole aziende fino a 5 ha si sono drasticamente ridotte a 13 (sul totale di 18) e la superficie di terreni coltivati si è ridotta al 12% già nel 1990 (decremento del 35%) per rimanere costante fino al 2010; - Le medie-piccole imprese tra 5 e 10 ha non sono più presenti; - Le medie-grandi aziende tra 10 e 20 ha si sono drasticamente ridotte a una con una percentuale del 12% dei terreni (dal 53% dell’’82); - Le grandi aziende sono diventate 4 e coltivano ben il 76% dei terreni (dal 9% dell’’82) pari a circa 103 ha (circa 26 ha ciascuna). Per quanto riguarda il titolo di godimento dei terreni agricoli secondo il dato del 1982 solo il 37,16% dei terreni erano coltivati in proprietà; il restante 62,84% veniva affittato. Pur non essendo stata rilevata tale informazione nei tre censimenti successivi (1990, 2000 e 2010) si può ragionevolmente ritenere che sia aumentata la percentuale dei terreni di proprietà delle aziende agricole sia per la riduzione della superficie agricola complessiva (-53%) con l’abbandono di terreni prevalentemente in affitto, sia per la progressiva acquisizione di nuove proprietà da parte delle aziende. Cap. 6.4 I tipi di coltura praticati (tabelle 6.2, 6.2.1 e 6.3) Le colture praticate nel comune, anche per le caratteristiche del suolo, sono con grande prevalenza a seminativi e a prati permanenti e caratterizzano il paesaggio agrario di Bruino. a) Seminativi E’ il tipo di coltura più praticata anche se con una diminuzione di superficie più accentuata nel decennio precedente. Nel 1982 e nel 1990 più del 60% della SAU era condotta a seminativi; nel 2000 si scende al 53% e nel 2010 si attesta attorno al 51%. Le aziende agricole che hanno terreni a seminativi sono diminuite sensibilmente tra il 1982 e il 2000, e gli appezzamenti si sono ridotti del 30%. - Nel 1982 quasi tutte le aziende avevano superficie a seminativi, precisamente 42 aziende (il 91%) con una superficie a seminativi di 164 ha (il 61% della SAU). - Nel 1990 le aziende si sono ridotte a 33 (il 72%) con 140 ha a seminativi (il 62% della SAU). Tra i seminativi i tipi di coltivazioni praticate sono state così divise percentualmente: Cereali vari 54% (26 aziende) Frumento 23% (16 aziende) Foraggere avvicenda 23% (12 aziende) Orti familiari 0,2% ( 3 aziende) > Nel 2000 le aziende si sono ancora ridotte a 18 (il 47%) con una superficie di 117 ha (il 53% della SAU). b) Prati permanenti Le superfici a prati permanenti hanno mantenuto tra il 1982 e il 2000 un peso percentuale costante: tra il 33% e il 36% della SAU, anche se la diminuzione della 69 superficie agricola complessiva ha comportato una riduzione quantitativa dai 94 ha del 1982 agli 81 ha del 2000 (-14%). Le aziende agricole con terreni a prato erano 32 sia nel 1982 che nel 1990 (il 70%), mentre si sono ridotte a 23 nel 2000 (il 60%). c) Altre colture - Pascoli: 2 aziende hanno terreno a pascolo nel 2000 con 17 ha (8% della SAU). - Vite: circa 20 aziende (costanti ’82-’90-’00) coltivano poco terreno a vite (il Tokai di Bruino) solo per consumo familiare. La superficie a vite si è ridotta dai 7 ha del 1982 ai 4 ha del 2000. - Coltivazioni legnose: poca la superficie interessata e sempre stabile a 2,5 ha, ripartita tra 21: 23 aziende (poco più di 1.000 mq mediamente per azienda). - Orti familiari: si è sempre più diffuso l’uso dell’orto familiare nelle aziende agricole; 2 aziende nell’’82, 31 aziende nel 2000 (l’82%) con 0,81 ha pari a 270 mq per azienda. Cap. 6.5 L’allevamento (tabella 6.6) La variazione nei modi e nelle dimensioni dell’allevamento di bestiame nelle aziende agricole è significativa delle trasformazioni avvenute nel mondo agricolo, con la diminuzione e specializzazione dei capi allevati e del numero di allevatori. - Nel 1982 tutte le aziende agricole allevavano bestiame. La maggior parte allevava bovini (30 aziende) e i capi allevati erano 539 (una media di 18 per azienda). Era anche diffuso l’allevamento di altri capi (ovini, suini, equini, pollame) ma in quantità limitata per uso familiare. - Nel 1990 le aziende che non allevano animali sono 9, delle restanti 37 solo 20 allevano bovini ma in modo più intensivo con 595 capi (una media di 30 capi per azienda). Diminuito ma ancora diffuso l’allevamento di altri capi, ma in quantità limitate per uso familiare. - Nel 2000 le aziende agricole che allevano capi sono solo 11 (il 30% del totale) ma aumenta l’allevamento intensivo con 366 capi (una media di 33 per allevamento); un’azienda alleva anche ovini; è pressochè cessato l’allevamento di altri capi a sostegno dell’economia familiare. - Nel 2010 le aziende agricole che allevano capi sono solamente 4 (il 22% del totale) ma aumenta ulteriormente l’allevamento intensivo con 290 capi (una media di 72,5 capi per allevamento); nessuna azienda alleva altri capi di bestiame a sostegno dell’economia familiare. Cap. 6.6 Capacita’ d’uso del suolo I terreni destinati a coltura agraria, tutti pianeggianti, sono valutabili come potenzialità produttiva in base agli studi effettuati su base regionale e provinciale dall’IPLA, aggiornati e approvati dalla Regione Piemonte con D.G.R. 30.11.2010 n. 751148 (B.U. n. 51 del dicembre 2010). Ad essa è allegato il “Manuale Operativo per la valutazione della capacità d’uso dei suoli a scala aziendale” che permette di suddividere il territorio comunale in classi e sottoclassi di capacità. La Carta, in particolare, evidenzia per Bruino un’estesa e prevalente Classe 3° che riguarda terreni con “evidenti limitazioni che riducono le scelte colturali, la produttività e/o richiedono speciali pratiche conservative”. Il tipo di limitazione competente alla classe 3°, anch’esso largamente diffuso, è descritto dalla sottoclasse “s” che attiene a “tipologie podologiche che hanno limitazioni nella zona di approfondimento degli apparati radicali, come la scarsa profondità utile, pietrosità eccessiva o bassa fertilità difficile da correggere”. In particolare, la limitazione di suolo specifica della classe 3s del territorio bruinese riguarda in primo luogo la sottoclasse “s1” competente alla scarsa “Profondità per le radici” a causa di ghiaie, falda affiorante, o presenza di orizzonti fortemente induriti; ma anche, per un settore delle alluvioni antiche parallelo al torrente Sangone, la 70 sottoclasse “s4” che addiziona ai condizionamenti della classe s anche ridotta “Fertilità”. Oltre alla classe 3 fin qui descritta, si rileva la presenza di una lingua di territorio di classe 4° soprastante alle alluvioni antiche, ai depositi fluvioglaciali terrazzati e ai depositi glaciali (si riferisce alla parte di territorio che contiene metà del quartiere Alba Serena, gli insediamenti a nastro della S.P. 183 e la striscia di margine soprastante al Sangone) che riguarda “Suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture agrarie e richiedono specifiche pratiche agronomiche”. La causa (limitazioni nella zona di approfondimento degli apparati radicali) è spiegata dalla sottoclasse “s” e dal tipo “s1”. Alla classe 7: “Suoli con limitazioni severe, il loro uso è ristretto al pascolo poco produttivo e al bosco di protezione” appartengono le fasce spondali del torrente Sngone con segnalata presenza di ghiaeti. Per le limitazioni che interessano questi suoli, nell’ultimo decennio si è verificato un significativo abbandono dell’agricoltura. Le utilizzazioni prevalenti e le attitudini agricole fanno prevalere le seguenti colture: - cerealicola estiva (mais) e vernina (grano, orzo); - colture foraggere di prato stabile o avvicendate. 71 TABELLA 6.1 RAPPORTO TRA SUPERFICIE TERRITORIALE COMUNALE (559 ha) E SUPERFICIE AGRICOLA 1 9 8 2 2 0 0 0 1 9 9 0 4 3 % 4 3 % 5 2 % s u p e r fic ie a g r ic o la 2010 24% superficie agricola totale superficia territoriale comunale 76% 72 TABELLA 6.2 SUPERFICIE AGRICOLA PER TIPO DI COLTURA 1982-1990-2000 320 300 280 superficie a pascoli 12,55 1,9 7,87 240 6,84 1,76 9,27 94,17 5,16 5,88 16,74 74,17 200 180 superficie agricola non utilizzata superficie a boschi 10,75 260 220 altra superficie superficie a prati permanenti superficie a coltivazioni legnose superficie a vite superficie a seminativi 2,55 80,96 7,05 160 2,73 140 6,28 2,61 120 4,21 100 139,53 163,55 80 116,61 60 40 20 0 superficie totale 292,73 ha (SAU 269,24 ha - n° aziende 46) 1982 superficie totale 242,29 ha (SAU 223,3 ha - n° aziende 46) 1990 superficie totale 239,82 ha (SAU 221,94 ha - n° aziende 38) 2000 73 TABELLA 6.2.1 SUPERFICIE AGRICOLA PER TIPO DI COLTURA 2010 160 140 5,55 0,02 120 superficie agricola non utilizzata boschi annessi a aziende agricole prati permanenti/pascoli orti familiari coltivazioni legnose 61,63 100 vite 80 seminativi 0,2 2,33 0,1 r 60 40 66,24 20 0 2010 Sup. Tot. 136, 07 ah - SAU 130,5 ha - n°aziende 18 74 TABELLA 6.3 percentuali di superficie agricola utilizzata percentuali di superficie agricola utilizzata per tipo di per tipo di coltivazioni e n° di aziende 1982 (SAU totale 269,24 ha - sup. media per azienda 5,85 ha) coltivazione e n° di aziende 1990 (SAU totale 223,3 ha - sup. media per azienda 4,85 ha) 0,71% superficie a seminativi superficie a seminativi 42 superficie a vite 24 33 superficie a vite 33,22% 26 34,98% 0,01% 0,95% 60,75% superficie a coltivazioni legnose 21 superficie a coltivazioni legnose 23 superficie a orti familiari 2 superficie a orti familiari superficie a prati permanenti 32 superficie a pascoli 1 62,49% 0,26% 1,22% 2,81% 10 superficie a prati permanenti 32 superficie a pascoli 0 2,62% percentuali di superficie agricola utilizzata per tipo di coltivazione e n° di aziende (SAU totale 221,94 ha - sup. media per azienda 5,84 ha) 2000 7,54% superficie a seminativi superficie a vite 36,48% 52,54% 0,36% 18 27 superficie a coltivazioni legnose 22 superficie a orti familiari 31 superficie a prati permanenti 23 superficie a pascoli 2 1,18% 1,90% 75 TABELLA 6.4 AZIENDE E RELATIVE SUPERFICI TOTALI (IN ha) PER FORMA DI CONDUZIONE 1982 1990 350 350 300 300 10,46 con manodopera prevalentemente familiare 250 0 250 200 200 con manodopera solo familiare 150 150 282,31 241,98 100 100 50 50 3 0 46 43 0 n° aziende (totale 46) 0 n° aziende (totale 46) superficie (totale 292,77 ha - di cui in proprietà 108.8 ha = 37,16%) superficie (totale 241,98 ha) 76 TABELLA 6.4.1 AZIENDE E RELATIVE SUPERFICI TOTALI (IN ha) 300 2 3 9 ,4 8 250 200 n ° a z ie n d e su p e rfic ie to ta le 1 3 6 ,3 1 150 100 r 50 38 18 0 2000 2010 77 TABELLA 6.5 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI SUPERFICIE < 1 ha (n° 10 aziende) 1982 tra 1 e 2 ha (n° 4 aziende) 2% 9% tra 2 e 5 ha (n° 13 aziende) 2% 15% tra 5 e 10 ha (n° 7 aziende) tra 10 e 20 ha (n° 11 aziende) tra 20 e 50 ha (n° 1 azienda) 1990 3% 19% 5% 4% < 1 ha (n° 15 aziende) 27% tra 1 e 2 ha (n° 9 aziende) 53% tra 2 e 5 ha (n° 3 aziende) 29% tra 5 e 10 ha (n°10 aziende) tra 10 e 20 ha (n° 6 aziende) tra 20 e 50 ha (n° 3 azienda) 32% 78 TABELLA 6.5.1 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI SUPERFICIE 2000 3% 1% 7% 23% < 1 ha (n° 19 aziende) 11% tra 1 e 2 ha (n° 1 aziende) tra 2 e 5 ha (n° 6 aziende) tra 5 e 10 ha (n°4 aziende) tra 10 e 20 ha (n° 3 aziende) 18% tra 20 e 50 ha (n° 4 aziende) > 50 ha (n° 1 azienda) 37% 79 TABELLA 6.5.2 PERCENTUALI DI SUPERFICIE UTILIZZATA PER CLASSI DI SUPERFICIE 2010 1% 7% 4% 0% 12% < 1 ha (n° 5 aziende) tra 1 e 2 ha (n° 6 aziende) tra 2 e 5 ha (n° 2 aziende) tra 5 e 10 ha (n° 0 aziende) tra 10 e 20 ha (n° 1 azienda) tra 20 e 50 ha (n° 4 aziende) 76% 80 TABELLA 6.6 n° capi di bovini e ovini n° aziende con allevamento (di cui con bovini) e senza allevamento 700 50 1 3 45 600 ovini 12 9 40 15 azienda senza allevamento 35 500 bovini 400 30 17 25 40 azienda con allevamento 27 300 26 595 539 20 di cui con bovini 200 15 366 30 290 10 14 20 100 11 5 0 4 0 (n° aziende 46) 1982 (n° aziende 46) 1990 (n° aziende 38) 2000 (n° aziende 18) 2010 0 (n° medio di bovini per allevamento 18) 1982 (n° medio di bovini per allevamento 30) (n° medio di bovini per allevamento 33) 1990 2000 (n° medio di bovini per allevamento 72,5) 2010 81 Cap. 7 – Valutazione Ambientale (Dlgs 4/2008 e DGR 12-8931/2008) Cap. 7.1 Premessa La prima Conferenza di pianificazione (2° seduta del 29.01.2013) si è conclusa con due importanti determinazioni degli Enti copianificatori: - la conferma della procedibilità della Variante strutturale n° 2 ai sensi della l.r. 1/2007 dichiarata in sede di 1° seduta; - l’esclusione della procedura di VAS dall’iter di formazione del progetto di Variante (fasi preliminare e definitiva) per la dichiarata sufficienza della Relazione tecnica ambientale rispetto al processo valutativo. A seguito del pronunciamento delle Autorità ambientali il Comune, quale ente procedente e competente in materia ambientale, sentito il parere confermativo dell’Organo tecnico comunale (OTC), ha deciso di escludere il progetto di Variante dalla procedura di VAS con determinazione del responsabile del settore urbanistica, lavori pubblici, ambiente e casa n. 52 del 20.02.2013. Delle determinazioni degli Enti, dell’OTC e del Comune si da atto nella deliberazione di adozione del progetto preliminare. Cap. 7.2 Contributi degli Enti copianificatori Durante la seduta sono stati depositati i pareri delle Autorità e degli Enti interpellati3 in merito al Documento programmatico e alla Relazione tecnica ambientale. In sintesi durante la Conferenza e in modo articolato nei documenti sono stati evidenziati gli aspetti ambientali rimarchevoli e condivisi del Documento programmatico riguardanti in primo luogo l’assetto ecologico ambientale della città e del territorio da realizzare attraverso il criterio operativo della perequazione urbanistica: - completamento del parco fluviale del Torrente Sangone; - acquisizione e pubblica fruizione del Parco del Castello; - estensione della rete ecologica comunale lungo il corso del Sangonetto; - fascia alberata con pista ciclopedonale lungo via Volvera; - estensione della rete delle piste ciclabili per la interconnessione dei parchi del territorio provinciale (Monte San Giorgio, Po – Sangone – Collina torinese, Collina morenica). Contemporaneamente sono stati segnalati in Conferenza gli aspetti ritenuti critici da affrontare nella fase progettuale e da approfondire in base ai pareri espressi: - qualità urbanistica dei comparti perequativi in rapporto alle dotazioni di base: viabilità, parcheggi e servizi locali; efficienza energetica delle costruzioni; ricucitura dell’assetto frammentato della città tra vecchio nucleo e villaggi; - condivisione del modello del consumo del suolo (Grid) con Provincia e Regione4; - limitazione della impermeabilizzazione del suolo secondo il principio dell’invarianza idraulica; 3 Regione Piemonte – Direzione programmazione strategica e Settore di valutazione di Piani e programmi; Provincia di Torino – Servizio Urbanistica e Servizio Tutela ambientale; ARPA Piemonte. 4 Il Grid provinciale adattato in riferimento all’analisi dello stato di fatto proposto dal Comune è stato condiviso da apposito Tavolo tecnico 82 ______________________________________________________________________________________________________ - - approfondimento degli aspetti tecnico giuridici sulla applicazione della perequazione urbanistica in carenza di sostegno legislativo5. Trattare in modo differenziato le aree perifluviali (agricole) rispetto a quelle funzionali agli spazi pubblici urbani; Integrazione negli obiettivi di Variante 2 della normativa discendente dalla legge Seveso; aggiornamento della modulistica dei titoli abilitativi delle costruzioni con l’informativa richiesta dall’art. 19 delle NdA del PTC2. Gli argomenti di contenuto ambientale che sono stati espunti dalla lettura dei pareri per essere approfonditi e disciplinati negli elaborati cartografici, documentari e normativi del progetto preliminare della Variante 2 possono essere riferiti alle seguente Lista: 1. Monitoraggio - Consumo di suolo - Frammentazione ambientale - Dispersione dell’urbanizzato - Percezione del paesaggio 2. Qualificazione dell’ambiente e del paesaggio naturale e costruito - Criteri e indirizzi per la tutela del paesaggio (DGR 21-9251/2003) - Indirizzi per la qualità paesaggistica degli insediamenti (DGR 3013616/2010): ° Buone pratiche per la progettazione edilizia ° Buone pratiche per la pianificazione locale 3. Disciplina di area - Impianto urbanistico - Caratteri tipologico compositivi degli edifici - Tecniche costruttive biocompatibili e di risparmio energetico - Disegno del verde - Permeabilità del suolo, separazione e riciclo delle acque piovane 4. Progettazione ambientale - Richiamo a criteri progettuali di programmi e progetti di area vasta6 per la realizzazione dei corridoi naturalistici7 del T. Sangone e del Sangonetto - Definizione delle modalità di conservazione del Castello e del giardino storico - Riambientazione, funzionale e ornamentale, del parcheggio circostante alle mura del castello - Progetto delle piste ciclopedonali secondo le direttive8 della DGR 8519500/1997 5 Al momento della redazione del presente documento la criticità in parola risulta superata dalla codificazione della “Perequazione urbanistica e accordi tra soggetti pubblici e privati” nella l.r. 3/2013 (art. 26 integrato come art. 12bis nella l.r. 56/77). 6 Piano d’area del T. Sangone, Contratto di fiume, Corona verde. 7 Impiego di specie vegetali (alberi e arbusti) domestiche indicate nella Relazione tecnica ambientale ed esclusione di quelle esotiche climaticamente incompatibili. 8 “Norme tecniche per la progettazione, realizzazione e segnalazione di piste e percorsi in sede urbana ed extraurbana”. ____________________________________________________________________________________________ 83 ______________________________________________________________________________________________________ - Progettazione dei neoecosistemi di mitigazione e compensazione ambientale individuati dalla Relazione tecnica ambientale Progettazione paesaggistica attenta agli aspetti percettivi e di tutela dei valori scenici 5. Tutela ambientale Redazione dello studio di compatibilità acustica9 - Perfezionamento dello studio di compatibilità idraulica e idrogeologica - Definizione della microzonazione sismica e condivisione con il competente ufficio regionale della normativa afferente alla classe 3. - Integrazione normativa dello studio sulla compatibilità territoriale degli stabilimenti sottosoglia Seveso. Cap. 7.3 Rapporto tra analisi ambientale e formazione della Variante L’analisi ambientale e paesaggistica condotta secondo diverse metodologie: di lettura dei processi di evoluzione urbanistica e d’uso del territorio; di trasformazione secondo l’ecologia del paesaggio; di compatibilità tra previsioni della Variante e caratteri / impatti di tipo: morfologico, idrogeologico, acustico, infrastrutturale, di rischio incidentale e sismico; sulle matrici ambientali: aria, acqua, suolo e sul rischo antropogenico (elettromagnetismo, rifiuti ecc); è stata intrecciata alla progettazione urbanistica sui seguenti principali profili: - a) Definizione dell’asse mediano dei servizi finalizzato alla riconnessione delle parti di città frammentate dal particolare (recente e intenso) processo di crescita urbanistica indotto dal polo industriale storicamente centrato sulla FIAT di Rivalta. b) Recupero prioritario alla fruizione pubblica del Parco del castello quale elemento di cerniera (oltre che di identità della comunità locale) tra vecchio nucleo e villaggio Alba Serena. c) Riconoscimento della rete ecologica comunale nel contesto locale e di area vasta finalizzato a: - qualificazione ambientale degli interventi sui servizi polari dell’asse mediano; - salvaguardia e tutela della macchia agraria di risorsa ambientale di via Volvera; - diffusione della rete di piste ciclabili (con attenzione alla loro ambientazione nei diversi ed eterogenei paesaggi attraversati) sia all’interno del tessuto urbano sia nei settori terminali suscettibili di collegamento con la rete intercomunale e provinciale. d) Specializzazione dei fuochi di servizio nelle frange (villaggi) esterne aventi capacità attrattiva per tutti i residenti: ampliamento del polo sportivo; corridoi naturalistici del Sangone e Sangonetto; mantenimento della polarità potenziale della L2 prossima al villaggio Marinella. e) Valutazione delle alternative di localizzazione degli interventi in programma con privilegio alla densificazione nelle porosità interne10 al 9 Viene segnalata la potenziale criticità del comparto 3 adiacente al campo sportivo. ____________________________________________________________________________________________ 84 ______________________________________________________________________________________________________ tessuto e attenzione al miglioramento potenziale della qualità della trama delle connessioni (corridoi vegetati e attrezzati per il parcheggio). f) Affermazione di principi di progettazione ambientale riguardante l’invarianza idraulica (riciclo e recapito diffuso delle acque piovane con separazione di quelle inquinanti), il contenimento della impermeabilizzazione dei suoli (aree verdi pertinenziali, pavimentazioni percolanti), la diffusione delle tecniche volte al risparmio energetico e all’impiego / produzione di energie di fonte alternativa. g) Indicazioni di regole progettuali (urbanistiche ed edilizie) con richiamo ai manuali regionali e al restauro dei beni storici con particolare attenzione al parco del castello. h) Individuazione dei vincoli ambientali: pozzi, antenne, infrastrutture viarie esistenti e in progetto, elettrodotto ad altissima tensione, aree sensibili agli impatti degli inquinanti, ambiti di competenza della dinamica fluviale. Cap. 7.4 Indirizzi per la progettazione urbanistica Tenendo conto dei contributi forniti in materia ambientale da Autorità ed Enti il progetto preliminare si intende integrato dai seguenti argomenti / documenti: 4.1 Piano di monitoraggio contenente un set di indicatori coerente con i suggerimenti dell’organo tecnico regionale (OTR). 4.2 Parametri di controllo della Btc e indicazioni per la realizzazione dei neoecosistemi di mitigazione e compensazione ambientale contenuti al § 8. della Relazione tecnica ambientale (RTA). 4.3 Studi specialistici di contenuto normativo: idrogeologico e sismico; acustico; di rischio Seveso e relative norme e prescrizioni riportate nelle NdA della Variante. Le verifiche compiute in sede di redazione della RTA hanno mero valore documentario. 4.4 Mitigazione della pressione inquinante della componente motoveicolare (§ 7.1.4 – RTA). 4.5 Interferenze potenziali della rete idrografica sulle aree in programma (§ 7.2.1 – RTA). 4.6 Individuazione dei Beni ambientali e architettonici (§ 6.7 – RTA). 4.7 Dotazioni infrastrutturali (§ 6.6 – RTA). L’analisi in questo caso è volta a verificare la sussistenza delle urbanizzazioni negli areali interessati dalla nuova edificazione. L’accertamento dell’adeguatezza funzionale dei singoli rami e/o componenti ad accogliere l’addizione di nuove utenze è demandata alla verifica puntuale da espletare in sede di rilascio dei titoli abilitativi. 10 Fa (apparente) eccezione il comparto 3 a cui è stato attribuito il duplice compito della rigenerazione locale di un’area interessata in parte da stabilimento artigiano in contrasto ambientale con la compagine residenziale circostante e per consolidare il collegamento tra il vecchio nucleo (e polo sportivo) ed il villaggio marinella. ____________________________________________________________________________________________ 85 ______________________________________________________________________________________________________ Cap.8 – Perimetrazione delle aree dense, libere e di transizione (art.16, c.7, delle NdA del PTC2) Cap. 8.1 Il procedimento Il Documento Programmatico della Variante in progetto, approvato con la deliberazione di Consiglio Comunale indicata in premessa, conteneva la tavola 3 denominata: “Perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere”. Nella tavola sopra menzionata era stata predisposta una prima proposta comunale di perimetrazione delle aree di cui all’art. 16, comma 7, delle NdA del PTC2, in base alle motivazioni riportate nel paragrafo 6.5.1 “Proposta correttiva della griglia di valutazione del PTC2” della Relazione Tecnica Ambientale. In sede di seconda seduta della conferenza di pianificazione sul Documento Programmatico, tenutasi in data 29.01.2013, i rappresentanti della Regione Piemonte e della Provincia di Torino hanno rimandato la discussione sulla proposta comunale di perimetrazione ad un apposito tavolo tecnico. Il tavolo tecnico formato dai rappresentanti della Regione, della Provincia e del Comune si è tenuto nella sede provinciale di corso Inghilterra in data 13/02/2013. Durante la discussione i dirigenti e funzionari della Regione e della Provincia hanno chiesto di integrare la documentazione grafica a supporto della proposta di perimetrazione con i seguenti elaborati: - tavola in scala 1:5000 riportante la sovrapposizione della zonizzazione di P.R.G.C. con la perimetrazione proposta; - tavola in scala 1:5000 riportante la sovrapposizione dei vincoli di P.R.G.C. con la perimetrazione proposta; - gli shape-file con il disegno delle aree dense, di transizione e libere con il relativo calcolo della superficie onde verificare, in particolare, che la superficie delle aree libere della proposta comunale non fosse inferiore a quella della griglia valutativa (Grid) proposta dalla Provincia, basata su un modello matematico di densità del costruito. Sulle questioni di merito i tecnici regionali e provinciali hanno sollevato delle forti perplessità sull’area di transizione prevista ad ovest del quartiere Marinella, tra l’area a servizi per verde sportivo e l’edificato a ridosso della via Cascina Nuova, che il modello provinciale destina ad area libera. La documentazione sopra elencata, accompagnata da una relazione tecnica esplicativa che documenta il recepimento delle osservazioni formulate durante il tavolo tecnico, è stata predisposta e trasmessa via e-mail in data 22.03.2013 e, successivamente, ritrasmessa in data 09.04.2013, per problemi di ricezione della prima trasmissione, ai dirigenti e funzionari del Settore Urbanistica della Regione e della Provincia. I tecnici regionali e provinciali, contattati telefonicamente, non avrebbero sollevato delle obiezioni sull’ultima proposta, ma rimanevano in attesa di ricevere un verbale che riporti le osservazioni formulate da tutte le parti, intervenute nella seduta del tavolo tecnico, e le determinazioni assunte dal Comune con la nuova proposta, per poterlo esaminare e condividere, sottoscrivendolo, al fine di chiudere il procedimento. Il tavolo tecnico si è concluso con la firma del summenzionato verbale da parte dei dirigenti e funzionari della Provincia e della Regione. ____________________________________________________________________________________________ 86 ______________________________________________________________________________________________________ Cap. 8.2 La proposta comunale Il PTC2 chiede ai nuovi piani regolatori e alle loro varianti di assumere, nella definizione di nuove aree insediative, il criterio valutativo del rispetto del suolo agricolo non urbanizzato (art. 15 NdA) specie se di elevata fertilità (classi I e II) e con caratteristiche di continuità con l’agroecosistema. Per tale motivo indirizza i nuovi interventi verso la densificazione dei tessuti edificati e la saturazione prioritaria di aree da essi intercluse, specie se di dimensioni contenute ed ove la conduzione agraria risulta pure diseconomica. Per il riconoscimento delle aree di potenziale trasformazione la Provincia ha proposto una griglia valutativa (Grid) basata su un modello matematico di densità del costruito; griglia che distingue le zone dense11 da quelle libere12 con l’interposizione di fasce o ambiti semiedificati definiti di transizione13. Si è rilevato che il modello provinciale generato a scala vasta non interpreta appieno lo stato del consumo del suolo del territorio di Bruino il quale, come detto, è caratterizzato – per le ragioni evolutive rammentate nella relazione tecnica ambientale – da un tessuto edilizio maggiormente diffuso e addensato rispetto a quello rappresentato dal “grid”. Per tale motivo, nelle Tavv. A e B riportate sotto viene proposta una ricognizione di maggior dettaglio del grado di saturazione del costruito che tiene conto: - delle costruzioni esistenti e di quelle in corso di realizzazione; - degli interventi edilizi preordinati da SUE convenzionati; - dello stato di diritto a edificare di limitate zone normative libere e non ancora interessate da procedure esecutive; - degli spazi pubblici esistenti e in progetto. In particolare sono state riconosciuti in aree dense gli interventi di limitate dimensioni previsti dalla Variante Strutturale n. 2 che risultano totalmente interclusi nel tessuto edificato o sono pertinenziali di fabbricati esistenti (es. parco del castello). 11 Art. 15 NdA PTC2 - Le aree dense sono costituite dalle porzioni di territorio urbanizzato, anche poste in prossimità del Centro Storico (o dei Nuclei Storici), aventi un impianto urbanistico significativo, caratterizzate dalla presenza di un tessuto edilizio consolidato e dalle funzione di servizio qualificato per la collettività. Art. 17 NdA PTC2 - Nelle aree dense, sono congruenti i processi di trasformazione, riuso e aumento della capacità insediativa, nel rispetto degli standard per servizi pubblici previsti dalla legislazione vigente. L’incremento insediativo si concretizza attraverso interventi di densificazione del tessuto esistente, sostituzione edilizia, completamento su reliquati, ristrutturazione urbanistica. 12 Le aree libere sono costituite da porzioni di territorio esterne al tessuto urbano consolidato o ai nuclei edificati, caratterizzate dalla prevalente funzione agricola e forestale anche in presenza di insediamenti minori o sparsi, quali elementi identitari e distintivi del paesaggio che si intende preservare. Art. 17 NdA PTC2 – ( … ) nelle aree libere non sono consentiti nuovi insediamenti né la nuova edificazione nelle aree non urbanizzate; è per altro ammessa la realizzazione di opere e di interventi pubblici e di interesse pubblico purchè adeguatamente motivate e in assenza di possibili localizzazioni alternative. 13 Art. 15 NdA PTC2 - Le aree di transizione sono costituite da porzioni di territorio poste ai margini degli ambiti urbanizzati, caratterizzate dalla limitata estensione e dalla possibile presenza delle infrastrutture primarie. Art. 17 NdA PTC2 - Nelle aree di transizione, sono congruenti nuovi processi insediativi, nel rispetto della pianificazione territoriale sovraordinata, nei limiti qualitativi e quantitativi definiti dal Capo II e III delle NdA. Il limitato incremento insediativo è possibile con la progettazione e la ristrutturazione urbanistica da sviluppare per settori, scongiurando il processo di sprawl edilizio mediante interventi di densificazione, sostituzione edilizia, completamento su aree intercluse. ( … ) ____________________________________________________________________________________________ 87 ______________________________________________________________________________________________________ Sono state definite aree di transizione le porzioni di suolo che presentano – senza ulteriori limitazioni ambientali – fronti opposti, al tempo adiacenti ad aree urbanizzate e infrastrutturate e ad aree libere, mutuando nella ricognizione i caratteri del tracciamento degli aloni che risultano sul grid provinciale. Come si può osservare dal confronto delle due griglie, quella provinciale riportata sotto e nelle allegate Tavv. A e B e quella proposta sempre nelle Tavv. A e B riportate in calce al capitolo, l’inviluppo di aree dense e di transizione presenta notevoli analogie salvo che per la macchia agraria centrale e la fascia laterale al villaggio Marinella e al profilo di via Cascina nuova. In questi casi si è optato per uno scambio di attribuzioni motivato dalla opportunità di conservare il più possibile integra la macchia agraria situata nel baricentro della compagine urbana e di preservare per il futuro un fronte di consolidamento del tessuto edificato attorno al polo sportivo del comune: ciò anche per dare maggiore consistenza (densificare) l’insediamento lineare di via Cascina nuova e utilizzare appieno le infrastrutture di sopra e di sottosuolo di cui la via è dotata. Infine sono stati delimitati tra le aree di transizione due annucleamenti produttivi e misti ubicati nel settore sud-ovest del territorio comunale in vicinanza con Piossasco: il primo perché coerente con il tessuto edificato di quel comune, il secondo perché rassegnato tra le localizzazioni commerciali di tipo L2 dallo strumento comunale sulla disciplina del commercio. Sono state rassegnati tra le aree libere gli appezzamenti continui dell’agroecosistema aperto e/o presidiato da cascine e la fascia fluviale dell’area parco del T. Sangone. Grid PTC2: Aree dense, libere e di transizione ____________________________________________________________________________________________ 88 ______________________________________________________________________________________________________ I criteri suesposti rispondono al principio operativo, riconosciuto dall’Ente provinciale, di assegnare una certa flessibilità al grid per tener conto delle specificità dei luoghi (salubrità dei suoli, presenza di urbanizzazioni, riconoscimento dello stato di diritto, opzioni per lo sviluppo urbanistico dei piani regolatori) pur nei limiti finalistici evidenziati dal PTC2: limiti che possono essere ragionevolmente rispettati rimodellando le aree di transizione e dense alla condizione che la somma delle stesse di cui al modello comunale sia minore o uguale alla somma delle aree di transizione e dense dedotte dal modello provinciale, ossia che la superficie delle aree libere di cui al modello comunale sia maggiore o uguale a quella delle aree libere dedotte dal modello provinciale. A tal fine sono stati elaborati delle shape-file da cui risultano i seguenti dati relativi alle superfici delle aree dense, libere e di transizione dei modelli comunale e provinciale. MODELLO COMUNALE aree dense = 2.693.188 m2 aree di transizione = aree libere 735.927 m2 = 2.160.885 m2 MODELLO PROVINCIALE aree dense = 1.243.599 m2 aree di transizione = 2.202.320 m2 aree libere = 2.144.081 m2 Da quanto sopra si deduce che la superficie delle aree libere relative al modello proposto dal Comune è maggiore di quella delle aree libere di cui al modello provinciale. Nelle due pagine seguenti vengono riportate le tavole A e B. ____________________________________________________________________________________________ 89 ______________________________________________________________________________________________________ Tav. A: Sovrapposizione della zonizzazione di P.R.G.C. con la perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere ____________________________________________________________________________________________ 90 ______________________________________________________________________________________________________ Tav. B: Sovrapposizione dei vincoli di P.R.G.C. con la perimetrazione delle aree dense, di transizione e libere ____________________________________________________________________________________________ 91 ______________________________________________________________________________________________________ Cap.9 - Compatibilità con gli impianti a rischio di incidente rilevante (adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC) Cap. 9.1 Il procedimento In seguito all’approvazione definitiva della Variante al PTC di adeguamento al d.m. 9 maggio 2001 e denominata “Requisiti minimi in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”, adottata con D.C.P. n. 198-332467 del 22 maggio 2007 e approvata dalla Regione con D.C.R. n. 23-4501 del 12 ottobre 2010, di seguito denominata Variante “Seveso” al PTC, è stato attivato un tavolo tecnico interistituzionale con la Provincia di Torino e la Regione Piemonte, finalizzato alla corretta redazione dell’Elaborato RIR e preliminare allo svolgimento della procedura urbanistica. Il Comune di Bruino ha richiesto nel giugno del 2011 l’attivazione del tavolo in quanto sul proprio territorio era presente un’azienda (I.C.A.I.) soggetta, fino al 2005, agli obblighi dell’art. 5, comma 3, del D.Lgs. n. 334/1999, che pertanto deteneva con ogni probabilità sostanze ricadenti nelle definizioni di cui all’art. 19 della Variante “Seveso” al PTCP (c.d. “sottosoglia”); inoltre il Comune di Bruino è confinante con Rivalta, sede di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante. Il tavolo tecnico è stato organizzato dai Servizi Tutela Ambiente e Urbanistica della Provincia di Torino e si è riunito quattro volte nelle date 21 giugno 2011 (resoconto provinciale prot. 621627 del 18/07/2011), 15 novembre 2011 (resoconto prov. prot. 980046 del 22/11/2011), 25 giugno 2012 (resoconto prov. prot. 569476 del 16/07/2012) e 22 novembre 2012 (resoconto prov. prot. 924402 del 27/11/2012). In relazione all’esito della prima riunione del tavolo tecnico (21/06/2011) il settore tecnico comunale ha svolto le indagini necessarie a reperire le informazioni finalizzate a redigere l’elaborato tecnico sui Rischi di Incidente Rilevante (Elaborato R.I.R.) qui di seguito evidenziate: - è stata fatta una ricognizione delle ditte che detengono sostanze pericolose oltre i limiti indicati dall’art 19 delle NdA della Variante “Seveso” al PTC, mediante una lettera prot. n. 6094 del 05/07/2011 inviata a tutte le ditte bruinesi; - in merito alla ditta ICAI sopra richiamata è stata fatta una richiesta prot. n. 6098 del 05/07/2011 per avere dettagli sulle lavorazioni e sulle sostanze presenti presso lo stabilimento, nonché previste in un ampliamento di prossima realizzazione; inoltre si è svolta una riunione in data 22/09/2011 presso lo stabilimento con i tecnici della Provincia e i responsabili dell’azienda, nella quale sono state acquisite delle informazioni ed è stato effettuato un sopralluogo nelle aree dello stabilimento a maggior rischio ambientale; - è stato acquisito l’elaborato RIR del Comune di Rivalta per verificare che le aree di rischio dello stabilimento AVIO non coinvolgano il territorio comunale. Nel corso dei successivi contatti con i tecnici della Provincia, è stato precisato che Bruino non ha l’obbligo di redigere il documento RIR (fatta salva la ____________________________________________________________________________________________ 92 ______________________________________________________________________________________________________ possibilità di predisporlo comunque): è tuttavia opportuno, anche in conformità agli indirizzi delle Linee Guida regionali, la ricognizione delle attività industriali nel territorio comunale, al fine di identificare le aziende sotto-soglia, nonché la mappatura degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili, per inserire questi dati all’interno dello strumento urbanistico in fase di predisposizione. In base alla ricognizione delle attività effettuata sono state individuate due aziende (I.C.A.I. e ZINCOTRE) che hanno dichiarato di appartenere alle categorie che identificano i “sottosoglia”, per cui nella seconda riunione del tavolo tecnico (15/11/2011) i funzionari provinciali hanno segnalato la necessità di acquisire alcune informazioni mancanti e di individuare per ciascuna azienda un’area di esclusione di estensione pari ad almeno 200 m dal perimetro dello stabilimento. Nella stessa riunione è stato esaminato il RIR del Comune di Rivalta, verificando che l’area di osservazione dello stabilimento AVIO non coinvolge il territorio comunale; inoltre è stato evidenziato dai tecnici comunali che la valutazione del rischio industriale sarebbe stata inserita nella presente variante strutturale al P.R.G.C. A seguito della seconda riunione del tavolo tecnico è stato richiesto alla ditta ICAI, con lettera prot. n. 11322 del 29/11/2011, di provvedere ad integrare l’analisi dei rischi di incidenti rilevanti, ai sensi dell’art. 5, comma 2, del D.Lgs. 17 agosto 1999, n. 334, con l’elenco completo delle sostanze pericolose detenute, con le relative quantità e la classificazione della pericolosità. Inoltre è stato richiesto alla ditta ZINCOTRE, con lettera prot. n. 11320 del 29/11/2011, di provvedere all’individuazione dei rischi di incidenti rilevanti, sempre ai sensi dell’art. 5 sopra menzionato, in cui siano evidenziate le sostanze pericolose che superano i limiti indicati nell’art. 19 delle norme di attuazione della Variante “Seveso” al PTCP. Nella terza riunione del tavolo tecnico (25/06/2012), il Comune ha presentato le risultanze dell’indagine sugli elementi territoriali e ambientali vulnerabili estesa all’intero territorio comunale, corredata delle opportune cartografie. Sono stati condivisi gli elementi territoriali individuati. Dal tavolo è emersa l’opportunità di non fare riferimento al concetto di area di osservazione, in quanto non previsto per stabilimenti “sottosoglia”; corretto è invece il riferimento all’area di esclusione ex art. 19 della Variante “Seveso” al PTC, pur non obbligatoria per gli stabilimenti esistenti. Quanto agli elementi ambientali vulnerabili, la carte necessitavano di alcuni miglioramenti: l’aggiunta di alcuni fattori ambientali vulnerabili, come i corridoi ecologici provinciali o individuati dal Comune, nonché le classi di capacità d’uso del suolo e l’individuazione della parte di territorio ad altissima vulnerabilità ambientale. E’ stata inoltre presentata una prima bozza di norme di attuazione, nelle quali è emersa l’opportunità di distinguere con chiarezza i riferimenti ad eventuali nuovi stabilimenti “Seveso” e agli stabilimenti “sottosoglia”, nuovi o esistenti. Nella quarta riunione del tavolo tecnico (22/11/2012) è stato esaminata la bozza dell’Elaborato RIR di adeguamento alla Variante “Seveso” al PTC da parte del Comune di Bruino; il Comune aveva da poco approvato il documento ____________________________________________________________________________________________ 93 ______________________________________________________________________________________________________ programmatico della variante in progetto che ricomprendeva il summenzionato adeguamento. Sono state richieste delle specifiche modifiche alle norme individuate per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, così come riportato nella lettera della Provincia prot. n. 924402 del 27/11/2012 e nel parere provinciale sul documento programmatico prot. n. 15490/2013 del 28/01/2013. In merito alle due tavole dell’elaborato RIR, i funzionari provinciali hanno affermato che sono state recepite le osservazioni emerse nei precedenti tavoli con alcuni elementi di dettaglio da perfezionare. In particolare, è necessario individuare la corrispondenza di alcuni fattori ambientali vulnerabili con le categorie esplicitamente indicate dall’articolo 13.2, punti 1-14, e riportarla in cartografia. Nella quinta e conclusiva riunione del tavolo tecnico (08/07/2013) è stato esaminato lo stato dell’arte dei lavori di redazione degli elaborati di adeguamento al PTC, trasmessi con nota prot. prov. 113003 del 26/06/2013, modificati in base alle richieste che i funzionari provinciali hanno esplicitate nella quarta riunione del tavolo tecnico di cui sopra. I funzionari provinciali hanno richiesto che le due tavole cartografiche (elementi ambientali ed elementi territoriali) debbano far parte integrante del P.R.G. come tavole di piano (e non semplici allegati tecnici) per agevolare la lettura dei vincoli previsti. Sentito, a tal proposito, il Servizio Urbanistica della Provincia, si è ritenuto di inserire le due tavole degli elementi ambientali ed elementi territoriali negli allegati tecnici, in quanto la legge urbanistica regionale li colloca in quell’ambito; si è, però, agevolata la lettura dei vincoli ivi previsti richiamando espressamente le due tavole nell’art. 20 ter “Zone interessate da stabilimenti a rischi di incidente rilevante” delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante in oggetto. Con nota trasmessa dalla Provincia di Torino, prot. prov. 124272 del 15/07/2013, pervenuta al protocollo comunale n. 6797 del 18/07/2013, è stato verbalizzato quanto discusso nella quinta riunione sopra menzionata, ritenendo positivamente concluso il tavolo tecnico sull’argomento, propedeutico all’avanzamento delle procedure urbanistiche. Cap. 9.2 Identificazione e caratterizzazione delle attività produttive Interrogando il sistema SIAR, si riscontra la presenza dell’azienda ICAI, azienda potenziale sottosoglia in quanto in precedenza soggetta alla legge “Seveso”. In base alle risultanze dell’attività ricognitiva evidenziata nel paragrafo precedente sono state individuate n. 2 aziende che, dai questionari sottoposti, risultano come “sottosoglia esistenti”: si tratta appunto della ICAI e della ZINCOTRE. Entrando in maggior dettaglio: - la ICAI non ha fornito un quadro completo ed esaustivo che risponda alle richieste della Variante “Seveso” al PTC. Dai dati forniti si può desumere che lo stabilimento sia un “sottosoglia esistente” ex art. 19 a pericolo tossico, in quanto supera la relativa soglia di 10 t anche considerando il solo stoccaggio di fenolo. Inoltre lo stabilimento ha in progetto un ampliamento in un’area circostante: il Comune ha perciò richiesto alla ditta ____________________________________________________________________________________________ 94 ______________________________________________________________________________________________________ informazioni in merito. Dalla lettera prot. n. 10263 del 2011 (prot. Provincia n. 968907 del 16/11/2011) risulta che nell’area oggetto dell’ampliamento non saranno manipolate o stoccate sostanze o miscele soggette all’art. 19. A tali condizioni si ritiene che l’ampliamento non configuri la realizzazione di nuovo stabilimento; - la ZINCOTRE, viceversa, ha fornito il quadro completo della situazione, con lettera prot. n. 8271 del 2011 (prot. Provincia n. 968886 del 16/11/2011), dalla quale si evince che lo stabilimento è un “sottosoglia esistente” ex art. 19 a pericolo tossico e a pericolo ambientale. Cap. 9.3 Identificazione e caratterizzazione degli elementi vulnerabili La tavola denominata: “Elaborato tecnico R.I.R. - elementi territoriali vulnerabili”, sotto riportata, identifica e caratterizza, sulla base del d.m. 09/05/2001, gli elementi territoriali vulnerabili presenti sul territorio di Bruino, ivi compresi gli elementi areali. La tavola denominata: “Elaborato tecnico R.I.R. - elementi ambientali vulnerabili”, sotto riportata, identifica e caratterizza, sulla base dell’articolo 13.2, punti 1-14, delle NdA della Variante “Seveso” al PTC, gli elementi ambientali vulnerabili presenti nel territorio bruinese, in cui sono presenti le due fasce: “ad altissima vulnerabilità ambientale” e a “rilevante vulnerabilità ambientale”. In entrambe le tavole suddette è stata tracciata, per ciascuno stabilimento “sottosoglia” esistente, un’area di esclusione pari a 200 m dal perimetro nella quale non ammettere nuovi elementi territoriali vulnerabili di categoria A o B, in applicazione della Variante “Seveso” al PTC, trattandosi di stabilimenti di cui al primo comma, lettera a), dell’art. 19. Nell’art. 20 ter delle NTA della variante in progetto denominato: “Zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”, sono state recepite tutte le richieste di modifiche alle norme avanzate dai funzionari provinciali nell’ambito della quarta riunione del tavolo tecnico e formalizzate con lettera prot. n. 924402 del 27/11/2012 e nel parere provinciale sul documento programmatico prot. n. 15490 del 28/01/2013, compresa quella di richiamare le norme di cui trattasi nell’art. 15 “Specificazioni per gli interventi edilizi”, al punto 15.4 “Compatibilità idrogeologica e con gli impianti a rischio di incidente rilevante”. Cap. 9.4 Conclusioni Rispetto agli stabilimenti “sottosoglia” esistenti, non sono state rilevate criticità in merito alla compatibilità territoriale e ambientale. ____________________________________________________________________________________________ 95 ______________________________________________________________________________________________________ Elaborato tecnico R.I.R. - elementi territoriali vulnerabili ____________________________________________________________________________________________ 96 ______________________________________________________________________________________________________ Elaborato tecnico R.I.R. - elementi ambientali vulnerabili ____________________________________________________________________________________________ 97 ______________________________________________________________________________________________________ Cap.10 - Rete Ecologica Locale Cap. 10.1 Relazione di inquadramento della Rete Ecologica Locale in ambito sovracomunale e obiettivi strategici La costruzione del sistema di connettività ecologica e paesaggistica nel Comune di Bruino trova riferimento nelle indicazioni del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP2), che definisce il sistema sovralocale della Rete Ecologica Provinciale (REP), integrata con il progetto regionale (PPR, 2009) per l’interconnessione di spazi naturali e verdi di diversa caratterizzazione. In proposito il PTCP2 individua come principali strutture ecologicopaesaggistiche (nodi/core areas) le aree protette istituite a livello nazionale, regionale e provinciale, i siti Rete Natura 2000 (SIC, ZSC e ZPS) e i SIR, interconnessi attraverso i corridoi fluviali (corridors) e le reti diffuse nel paesaggio rurale (fasce tampone/buffer); individua inoltre come elemento strutturante la rete, i beni e le aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico, le zone umide e boscate. Il sistema provinciale definisce inoltre una strategia di valorizzazione ecosistemica, di tutela della biodiversità e del paesaggio basata sul collegamento di aree di rilevante interesse ambientalepaesaggistico in una rete continua all’interno di una matrice territoriale antropizzata. Nella direzione di interrelare le politiche per la biodiversità con quelle per gli insediamenti, i trasporti, l’agricoltura, gli usi del suolo, il patrimonio paesaggistico e lo sviluppo locale si propongono strategie programmatiche e strumenti operativi per l’attuazione della REP alla scala locale. Nel progetto di sistema il piano assegna soprattutto al paesaggio ordinario un ruolo strategico per promuovere diffuse azioni e interventi finalizzati alla valorizzazione complessiva del territorio, con particolare riferimento a quello rurale e con caratteri di naturalità, importante per la biodiversità, la fruizione e la percezione. La variante di piano del Comune di Bruino per promuovere un paesaggio di qualità definisce norme, indici urbanistici-ecologici, vincoli e linee guida per il progetto per realizzare la rete ecologica locale, ripristinare la naturalità degli alvei fluviali, valorizzare le aree di maggior pregio ambientale e paesaggistico, contenere il consumo di suolo, definire usi del suolo compatibili, integrare la gestione del territorio, delle acque e delle pratiche agricole, promuovere progetti per la valorizzazione del paesaggio peri-fluviale, rurale e urbano. A partire dallo schema della REP e dalla classificazione del suolo comunale secondo diversi gradienti di densità urbana (aree dense, di transizione e libere), il piano definisce il sistema delle connessioni ecologiche e paesaggistiche locali, integrando lo schema provinciale con reti ecologiche per la valorizzazione dell’integrità e della naturalità di specifiche aree (aree di rinaturalizzazione ecologica) e multifunzionali (piste ciclabili alberate e verde urbano pubblico e privato), oltre che interventi per valorizzare la qualità paesaggistica. ____________________________________________________________________________________________ 98 ______________________________________________________________________________________________________ Il piano dovrà porre priorità al potenziamento del corridoio ecologico provinciale lungo il Torrente Sangone e alla salvaguardia del canale Sangonetto, anche in funzione della sua vicinanza rispetto all’area protetta del Monte San Giorgio. Questo sistema assume un valore multifunzionale, incrementando il valore ecologico, paesaggistico e fruitivo dell’ambito urbano e delle aree rurali comprese tra i due corsi d’acqua. La posizione dei principali ambiti di connessione ecologica e paesaggistica ai margini dell’urbanizzato e al limite dei confini amministrativi comunali impone la necessità di sinergie con i comuni limitrofi per garantire la connettività sovralocale e il completamento dei valori ambientali attraverso le zone rurali e la rete dei percorsi ciclo-pedonali. La realizzazione della rete ecologica di Bruino necessita di strategie di valorizzazione eco-sistemica extralocali a partire dalle aree di valore naturale e rurale dei Comuni di Sangano, Rivalta di Torino e Piossasco. Un contributo in questa direzione può essere offerto dall’art.9 delle NTA del PTCP2, secondo cui “al fine di evitare che le politiche urbanistiche dei singoli Comuni generino incoerenze a causa della loro separatezza, si afferma la necessità di coordinare le pianificazioni urbanistiche comunali all’interno di Ambiti di Approfondimento Sovracomunale, che costituiscono una prima articolazione del territorio provinciale per il coordinamento delle politiche territoriali a scala sovracomunale”. Inoltre con riferimento all’art.19bis della L.R.56/77, come modificata dalla L.R.3/2013, si potrebbe ricorrere anche allo strumento della perequazione territoriale in quanto “modalità attuativa delle previsioni di livello sovracomunale degli strumenti di pianificazione territoriale ai sensi dell’articolo 8 bis, comma 9, nonché di eventuali politiche o progetti di livello sovracomunale promossi dai comuni” e promuovere “la formazione di accordi territoriali per l’attuazione di politiche territoriali e paesaggistiche di livello sovracomunale, la modifica e l’integrazione della pianificazione di livello territoriale o per la definizione di assetti strutturali di livello sovracomunale, in attuazione delle politiche territoriali regionali, provinciali e metropolitane”. L’individuazione dell’ambito sovracomunale del Comune di Bruino intende suggerire possibili interazioni sovralocali per la realizzazione della REL. In particolare le relazioni intercomunali di Bruino (Allegato Progetto REL), come luogo di confronto e concertazione utile alle scelte urbanistiche comunali, con i Comuni di Rivalta di Torino, Piossasco e Sangano possono contribuire al: - completamento del corridoio ecologico del Torrente Sangone; - al mantenimento/incremento della connessione tra il canale Sangonetto, il Parco del Monte San Giorgio e le aree agricole limitrofe; - al mantenimento dei pochi varchi di territorio agricolo intercluso tra le zone industriale di Bruino e Rivalta verso Piossasco al fine di evitare la formazione di un unico fronte edificato lungo il Sangone. Alla scala locale comunale, si dovrà invece intervenire indirizzando i progetti e gli interventi di iniziativa pubblica e privata con regole e specifiche modalità di gestione dei territori fluviali, agricoli e rurali per tutelare, valorizzare e dove necessario riqualificare le aree libere (anche di quelle intercluse tra l’edificato) per realizzare una rete di paesaggi verdi urbani, periurbani e perifluviali. Gli interventi nel territorio rurale devono poter contribuire a difendere e tutelare l’agricoltura, conservare e potenziare gli elementi di naturalità residuali e recuperare il patrimonio edilizio sparso. ____________________________________________________________________________________________ 99 ______________________________________________________________________________________________________ Anche i progetti per le aree a servizi pubblici e per le aree pertinenziali di proprietà privata possono assumere, se indirizzati opportunamente con regole e criteri, un ruolo prioritario nel diffondere nel tessuto urbano spazi verdi ad elevata potenzialità fruitiva che possono contribuire a un incremento della biodiversità urbana; i percorsi ciclopedonali completano il sistema della rete fruitiva intessendo relazioni fisiche e funzionali e incrementando la sostenibilità dei luoghi. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno essere oggetto di norme che garantiscano la qualità e la sostenibilità delle aree verdi pertinenziali. Gli interventi nelle aree di trasformazione urbana dovranno ricercare un progetto di “disegno urbano” che guidi in modo coerente gli interventi previsti. In questo quadro, il piano dei servizi pubblici può mettere a sistema una situazione spezzettata di aree verdi e costruite, valorizzando il patrimonio naturale esistente, l’ambiente circostante, l’accessibilità, la connettività. Pertanto sono necessari strumenti operativi, di cui al Titolo “Norme per la Rete Ecologica Locale” ad integrazione delle NTA, che regolino le modalità d’intervento sul territorio sia di iniziativa pubblica sia privata. In sintesi, la variante al P.R.G.C. dovrà promuovere, integrando obiettivi di ridisegno e riqualificazione urbana e di tutela delle componenti ambientali, un approccio eco-sistemico e di efficienza ecologica dell’ambiente naturale e antropizzato. La proposta per il sistema ambientale concepito come risorsa per la rete ecologica locale potrà dunque articolarsi in cinque strategie di piano: - salvaguardia degli elementi naturalistici di pregio del territorio; - valorizzazione del sistema idrico principale e minore che attraversa il territorio; - incremento e organizzazione di un sistema di verde urbano (verde pubblico – verde privato); - de-impermeabilizzazione generalizzata del suolo urbano; - sistemi di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture e degli insediamenti industriali. Gli strumenti da adottare a supporto dell’attuazione delle strategie sono norme e criteri che assumono l’obiettivo di consolidamento e sviluppo della Rete Ecologica Locale (REL), definiscono disposizioni generali per il territorio a secondo del contesto, introducono vincoli, indici urbanistici-ecologici e standard di qualità per il miglioramento e la valorizzazione della qualità ecologica e ambientale nelle aree consolidate e di nuova trasformazione, individuando anche per il verde privato un ruolo attivo per la biodiversità. Cap. 10.2 Integrazioni alle norme tecniche di attuazione Nella direzione di integrare il documento “Norme Tecniche di Attuazione” per inserire nel Piano il progetto della Rete Ecologica Locale si prevedono articoli aggiuntivi sotto il TITOLO “NORME PER LA RETE ECOLOGICA LOCALE”, recanti disposizioni generali e operative per i territori e gli elementi del paesaggio che opportunamente progettati, gestiti e mantenuti contribuiscono alla biodiversità e, più in generale, alla qualità dell’ambiente e di vita. ____________________________________________________________________________________________ 100 ______________________________________________________________________________________________________ Progetto Rete Ecologica Locale ____________________________________________________________________________________________ 101
© Copyright 2024 Paperzz