NINO ROTA - OraStream

NINO ROTA
Opere per flauto e pianoforte
roberto FabbriCiani, flauto · MassiMiliano DaMerini, pianoforte
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Tactus
Termine latino con cui, in epoca rinascimentale, si indicava quella che oggi è detta battuta.
The Renaissance Latin term for what is now called a measure.
℗ 2010
Tactus s.a.s. di Serafino Rossi & C.
Via Tosarelli, 352 - 40055 Villanova di Castenaso - Bologna - Italy
tel. +39 051 0950314 - Fax +39 051 0950315
e-mail: [email protected] - web page: www.tactus.it
In copertina: Walter Veratti (1912-1965),
[Paesaggio di campagna], particolare.
1a Edizione 2010
24 bit digital recording
Tecnico del suono, editing, mastering: Maurizio Natoli.
English translation: Victoria Constable.
Computer Design: Tactus s.a.s.
L’editore è a disposizione degli aventi diritto.
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Nino Rota (Milano 1911-Roma 1979) rappresenta un caso emblematico nella
storia della musica del novecento, un musicista troppo spesso facilmente
etichettato come ‘inattuale’ (aggettivo che lo stesso compositore non
disdegnava e che anzi gli ricordava le Considerazioni inattuali di Nietzsche)
o come autore di musiche al servizio del cinema grazie soprattutto al felice
sodalizio con Federico Fellini.
Il tempo, il superamento delle avanguardie storiche ed una più attenta
analisi della sua opera hanno rivelato invece una personalità complessa che
non amava distinguere la musica secondo gradi nobilitanti ma li assumeva
in un unico contesto. Si trattava del rifiuto della ‘tassonomia’ dei generi e
l’abbattimento di barriere ed etichette che avrebbero consentito secondo il
compositore un rapporto più diretto con il pubblico, quel pubblico che negli
stessi anni difficilmente riusciva a comunicare con le esperienze più radicali
del dopoguerra.
L’estetica rotiana possiamo scorgerla anche attraverso il suo iter formativo
e creativo e in tal senso non possiamo non considerare che fu un fanciullo
prodigio e che già nel 1930, in piena era di neoclassicismo italiano, si diplomò
in composizione presso il conservatorio di Santa Cecilia in Roma dopo aver
affrontato studi privati con Alfredo Casella, uno dei principali esponenti di
quella corrente.
Questo era il mondo al quale apparteneva Rota, quasi come l’ultimo
esponente della generazione dell’80, dei Malipiero, dei Casella, Pizzetti,
Respighi, l’ultimo rappresentate di uno stile e di una musica non ancora
giustamente valutata che aveva i suoi riferimenti nella tradizione strumentale
del settecento italiano.
Più che un autore che guardava al passato fu probabilmente un autore che
visse oltre i margini temporali del suo stile di riferimento. Rota mantenne
fede al suo ideale estetico anche se ciò non era più conveniente e qui sta il
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suo pregio che è quello degli uomini forti che non cedono a lusinghe o a
compromessi.
Al di là delle premesse estetiche Nino Rota dimostra nella sua lunga attività
creatrice una scrittura dotata di grande saggezza tecnica, conoscenza profonda
dell’armonia e del contrappunto unite ad un brillante talento melodico che è
alla base di ogni invenzione e intuizione musicale.
Nella presente pubblicazione vengono presentati da Roberto Fabbriciani,
mirabilmente accompagnato al pianoforte da Massimiliano Damerini, alcuni
lavori per flauto, fra questi degli inediti di significativo valore.
I 5 pezzi facili per flauto e pianoforte risalgono al 1971/72. Sono dei piccoli
quadretti brillanti ispirati a situazioni o personaggi in perfetto stile di suite
francese. La Passeggiata di Puccettino apre il lavoro in tonalità maggiore, a
questa risponde, ironica e brillante la Serenata. Segue il tempo centrale lento
e minore, Pavana, dolce e sognante come nella tradizione di questa danza.
Il quarto brano è La Chioccia che sembra alludere, col flauto, al suono della
mamma gallina nel tessuto fluttuante e mosso del pianoforte; segue, come
finale, Il Soldatino, una marcia brillante in tonalità maggiore e di ritmo allegro,
perfetta e gaia chiusura del lavoro.
Elegia, in origine per oboe e pianoforte, scritta nel 1956, è un lavoro che si
dipana attraverso una dolce e mesta cantabilità piena di quella introspezione
che ritroveremo anche nel Rota più maturo.
Allegro veloce, del 1971, partitura conservata, come altre sue opere, presso
la Fondazione Cini di Venezia, è un lavoro inedito che Rota diede nel 1979 a
Roberto Fabbriciani dopo una lettura effettuata insieme con il compositore
al pianoforte. Possiede quelle caratteristiche di ironia e cantabilità tipiche del
Rota maggiormente conosciuto, quello del compositore di colonne sonore,
capace di passare da temi grotteschi a cantabilità spiegata nell’arco di poche
battute, con una ritmica incessante e un flauto virtuosistico di ottimo pregio.
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La successiva Sonata risale al 1936/37. Si tratta di un lavoro giovanile che
nella sua versione originaria era per violino e pianoforte. Viene riproposta in
questa registrazione la trascrizione per flauto e pianoforte autorizzata dallo
stesso Rota a Roberto Fabbriciani. La struttura in tre tempi è quella tipica del
concerto italiano del settecento, con i due estremi in tempo veloce (Allegretto
cantabile con moto e Allegro assai moderato) e quello centrale (Largo sostenuto)
di carattere sognante e malinconico pur con degli accenti che ne smorzano
felicemente, grazie alla elaborata tessitura pianistica e all’ampia estensione
del flauto, gli aspetti introspettivi, regalandogli una freschezza e giovialità
che gli conferiscono un aspetto unitario con il primo e l’ultimo tempo. La
serenità di fondo viene espressa dal primo tempo in forma sonata, segue
il largo sostenuto e il lavoro viene concluso dall’allegro preceduto da una
introduzione lenta.
I 3 pezzi (1972-73) per due flauti, altra registrazione inedita (secondo flauto
Luisella Botteon), sono molto vicini nello spirito e nelle intenzioni alla coeva
Elegia ma con un più marcato senso ironico di gioco e di dialogo fra gli
strumenti che rappresenta una assoluta novità nella produzione di Rota. Nel
Vecchio carillon si evoca una di quelle preziose macchine musicali tanto amate
dai nostri avi che suonavano meccanicamente piacevoli e brillanti melodie
col rischio di incepparsi ma con la sicura volontà di donarci piccoli piaceri e
futili gioie. La Vecchia romanza suona come un canto d’altri tempi dolce e triste,
semplice ed evocativo. Il Vecchio mulino ruota le sue pale incessantemente
come un grande carillon che ‘suona’ l’acqua, rallenta, riprende a muoversi.
Seguono, quale felice conclusione dell’iter creativo del maestro milanese,
sette brani scelti tra la più importante e nota produzione cinematografica nella
versione per flauto e pianoforte: Il Padrino, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli,
La Strada, 8 e ½, Amarcord e I clowns.
Cesare Valentini
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Nino Rota (Milan, 1911 - Rome 1979) represents an emblematic case in the
history of 20th century music, a musician labelled too often and too easily
as Untimely (an adjective that the composer himself did not dislike and that
actually reminded him of the Untimely Meditations by Nietzsche) or as the
composer of film music due to the successful partnership with Federico Fellini.
Time, the overcoming of historical avant-garde tendencies and a deeper
understanding of his work have revealed a rather complex personality that
did not like to separate music into ennobling levels but summarised it in a
unicum. By refusing genre categorisations and by tearing down barriers and
labels, the composer sought a more direct understanding with his audience,
the same audience that found it difficult to establish a relationship with the
radical experiences of the post-war years.
Rota’s aesthetic transpires also through his education and creative path.
It cannot be forgotten that he was a child prodigy and that, in full Italian
Neoclassicism in 1930, he graduated in composition at the Conservatory of
Santa Cecilia in Rome after studying privately with Alfredo Casella, one of the
leading exponents of that artistic current.
We could even think of Rota as the last composer of the 80’s generation, the
world of Malipiero, Casella, Pizzetti, Respighi, as the last representative of a
style of music that, although not yet fully appreciated , took inspiration from
the Italian instrumental tradition of the 18th century.
We can consider Rota as a composer who was not confined within the time
boundaries of his style of reference more than as a writer taking inspiration
from a style of the past. Rota remained true to his aesthetic ideals even if it was
no longer practical and therein he proves to be a true upright man who did not
yield to blandishments or compromises.
Beyond the aesthetics, in his long career, Rota showed a creative composing
technique characterised by great skill, deep knowledge of harmony and
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counterpoint combined with a brilliant melodic talent that is the basis for all
musical invention and intuition.
In this publication Roberto Fabbriciani, admirably accompanied by
Massimiliano Damerini at the piano, presents music for flute composed by
Nino Rota, some never published before and of significant value.
The 5 easy pieces for flute and piano date back to 1971/72. They are small
brilliant scenes inspired by characters or situations in perfect French suite
style. La Passeggiata di Puccettino opens the work in a major key answered by La
serenata, an ironic and brilliant piece. The Pavana is the central movement, slow
and in a minor key, composed in the tradition of this soft and dreamy dance.
The fourth track is La Chioccia where the flute seems to refer to the sound of
the broody mother hen within the floating and mosso texture of the piano. The
closing piece, il Soldatino, is a brilliant march composed in a major key with a
cheerful and gay rhythm.
The Elegia, originally composed for oboe and piano in 1956, is a work
that unravels through a sweet and sad cantabile already filled with the same
introspection that is also to be found in Rota’s mature work.
The Allegro veloce, of 1971 is an unpublished work consigned by Rota
himself in 1979 to Roberto Fabbriciani after reading it together at the piano.
The score is kept in the library of the Fondazione Cini of Venice. The piece has
the ironic and cantabile characteristics of Rota’s better known works, like a film
soundtrack, capable of switching from grotesque to cantabile within a few bars,
with a constant rhythm and a virtuoso flute of great quality.
The Sonata dates back to 1936/37. The piece is an early work originally
drafted for violin and piano. The recording offers the transcription, authorized
by Rota himself, for flute and piano for Roberto Fabbriciani. The three
movement structure is typical of the 18th century Italian concerto. The first
and the last are composed as fast tempo (Allegretto cantabile con moto and
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Allegro assai moderato). The middle one (Largo sostenuto) is permeated by an
atmosphere of dream and melancholy, with accents capable of softening the
tendency to introspection, thanks to the complex piano texture and to the wide
range of the flute. This aura of freshness and gaiety makes the middle tempo
combine well with the other two. The background serenity is expressed in the
first tempo in sonata form, followed by a largo sostenuto before concluding the
composition with an allegro preceded by a slow introduction.
The 3 pieces (1972-73) for two flutes is another unpublished recording
(second flute Luisella Botteon) and very close in spirit and in intentions to the
Elegia that Rota composed in the same years. The 3 pieces master a stronger
sense of irony in the play and the dialogue between the instruments that
represents an absolute innovation in Rota’s production.
The Vecchio carillon (Old musical box) evokes the precious musical machines
of the past, constantly at risk of jamming but so popular with our ancestors,
that were capable of playing lovely, bright melodies to give the listener a little
pleasure and frivolous joy.
The Vecchia Romanza (Old Romance) sad and sweet, simple and evocative,
sounds like a song of the past.
The Vecchio mulino (Old Mill) rotates the vanes as a big musical box that
‘plays’ the water, slowing down, and restarting in an endless movement.
The journey through the creativeness of the Milanese composer is
successfully concluded with seven selected pieces, in the version for flute
and piano, chosen among the most important and famous film sound tracks
by Rota: Il Padrino, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli, La Strada, 8 e ½,
Amarcord and I clowns.
Cesare Valentini
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Interprete originale ed artista versatile Roberto Fabbriciani ha innovato la tecnica
flautistica moltiplicando con la ricerca personale le possibilità sonore dello strumento.
Ha collaborato con i maggiori compositori del nostro tempo: L. Berio, J. Cage, A.
Clementi, L. Dallapiccola, L. de Pablo, F. Donatoni, B. Ferneyhough, J. Françaix, E. Krenek,
G. Kurtág, G. Ligeti, O. Messiaen, E. Morricone, L. Nono, G. Petrassi, H. Pousseur, W.
Rihm, N. Rota, G. Scelsi, D. Schnebel, S. Sciarrino, K. Stockhausen, T. Takemitsu, I. Yun, i
quali gli hanno dedicato numerose ed importanti opere, oltre seicento, da lui eseguite in
prima assoluta.
Con Luigi Nono ha lavorato a lungo, presso lo studio sperimentale della SWF a Freiburg,
aprendo e percorrendo vie nuove ed inusitate per la musica.
Ha suonato come solista con i direttori C. Abbado, L. Berio, E. Bour, R. Chailly, S.
Comissiona, P. Eötvös, V. Fedoseyev, G. Gavazzeni, M. Gielen, C. Halffter, D. Kachidse,
B. Klee, V. Jurowsky, P. Maag, B. Maderna, D. Masson, R. Muti, Z. Peskó, J. Pons, G.
Sinopoli, L. Zagrosek e con orchestre quali l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, le Orchestre della Rai, London Sinfonietta,
LSO, RTL Luxembourg, BRTN Brussel, Orchestre Symphonique de la Monnaie, WDR
di Colonia, SWF Baden-Baden, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Bayerischer
Rundfunks, Münchener Philharmoniker.
Ha effettuato concerti presso prestigiosi teatri ed istituzioni musicali: Scala di Milano,
Filarmonica di Berlino, Royal Festival Hall di Londra, Suntory Hall di Tokyo, Sala
Cajkowskij di Mosca, Carnegie Hall di New York e Teatro Colón di Buenos Aires ed ha
più volte partecipato a festivals quali Biennale di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino,
Ravenna, Londra, Edimburgo, Parigi, Bruxelles, Granada, Luzern, Warsaw, Salisburgo,
Wien, Lockenhaus, Donaueschingen, Köln, München, Berlin, St. Petersburg, Tokyo.
Massimiliano Damerini, genovese, ha compiuto gli studi musicali nella sua città, sotto la
guida di Alfredo They e di Martha Del Vecchio, diplomandosi in pianoforte e composizione.
Considerato uno degli interpreti più rappresentativi della sua generazione, ha suonato
in alcuni dei più importanti teatri e sale da concerto del mondo: Konzerthaus di Vienna,
Barbican Hall di Londra, Teatro Alla Scala di Milano, Teatro Colòn di Buenos Aires,
Herkules Saal di Monaco, Salle Gaveau di Parigi, Victoria Hall di Ginevra, Tonhalle di
Zurigo, Auditorio Nacional di Madrid, collaborando in qualità di solista con prestigiose
orchestre, quali: London Philharmonic, BBC Symphony, Bayerischer Rundfunk, Sinfonica
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di Budapest, Radio Olandese, WDR di Colonia, NDR di Amburgo, SWF di Baden-Baden,
Orchestre Philarmonique Suisse, Accademia di S. Cecilia in Roma, RAI, Orquesta Nacional
Española, Orquesta Sinfonica Portoguesa, e partecipando a festival internazionali, quali:
Maggio Musicale Fiorentino, Biennale di Venezia, Berliner Festwochen, Holland Festival,
Wien Modern, Donaueschingen, Biennale di Zagabria, Festival d’Automne di Parigi,
Festival Paìz di Antigua (Guatemala), Takefu Music Festival (Giappone).
Oltre ad innumerevoli registrazioni per varie reti radiotelevisive europee ed americane,
ha inciso per molte etichette discografiche. Moltissime le opere pianistiche a lui dedicate
da autori quali: Ambrosini, Di Bari, Donatoni, Fellegara, Ferneyhough, Gaslini, Gentilucci,
Landini, Oppo, Porena, Sciarrino, Skrzypczak, Sotelo, Tanaka, Vacchi.
È spesso invitato in giuria in importantissimi concorsi pianistici internazionali, e
tiene masterclasses di perfezionamento in tutta Europa: è stato tra l’altro docente agli
Internazionale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt nel 1998, e ai corsi organizzati
dal Centre Acanthes ad Avignone nel 1999.
Luisella Botteon, conseguita la maturità classica, si è diplomata in flauto e perfezionata
all’Accademia «Mozarteum» di Salisburgo sotto la guida di Roberto Fabbriciani. Nel 1985
si è laureata in lettere e filosofia presso l’Ateneo di Padova con una tesi in storia della
musica.
Ha seguito corsi di perfezionamento dedicati alla musica romantica con il prof. Sergio
Martinotti, organizzati dall’Università Cattolica di Milano.
Nel 1986 ha conseguito l’abilitazione nonché la cattedra di ruolo per l’insegnamento di
educazione musicale nella scuola media dell’obbligo.
Dal 1988 insegna storia della musica per la didattica al Conservatorio «L. Cherubini»
di Firenze.
Ha curato per la casa editrice Carisch la collana Urtext e l’edizione italiana del trattato per
flauto di J.J. Tromlitz.
Ha svolto attività di docenza seminariale nell’ambito del biennio superiore di flauto del
Conservatorio Statale di Musica «A. Boito» di Parma.
Ha curato programmi di sala per istituzioni concertistiche e booklet di CD per varie case
discografiche internazionali e ha pubblicato saggi dedicati al repertorio contemporaneo
per la rivista Contemporary Music Review.
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Roberto Fabbriciani is an original performer and versatile artist. He has innovated the
technique of flute-playing, multiplying the sound possibilities of the instrument through his
research.
He has collaborated with many leading composers of our time such as: L. Berio, J. Cage, A.
Clementi, L. Dallapiccola, L. de Pablo, F. Donatoni, B. Ferneyhough, J. Françaix, E. Krenek,
G. Kurtág, G. Ligeti, O. Messiaen, E. Morricone, L. Nono, G. Petrassi, H. Pousseur, W. Rihm,
N. Rota, G. Scelsi, D. Schnebel, S. Sciarrino, K. Stockhausen, T. Takemitsu, I. Yun, who have
dedicated to him many important works, over six hundred, which he has premiered.
He has worked extensively with Luigi Nono at the experimental workshop of the SWF in
Freiburg, opening up and exploring new and unusual ways in the world of music.
He has performed as soloist with conductors such as C. Abbado, L. Berio, E. Bour, R. Chailly,
S. Comissiona, P. Eötvös, V. Fedoseyev, G. Gavazzeni, M. Gielen, C. Halffter, D. Kachidse, B.
Klee, V. Jurowsky, P. Maag, B. Maderna, D. Masson, R. Muti, Z. Peskó, J. Pons, G. Sinopoli,
L. Zagrosek and with orchestras such as the Orchestra della Scala di Milano, the Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, the Orchestre della Rai, London Sinfonietta,
LSO, RTL Luxembourg, BRTN Brussel, Orchestre Symphonique de la Monnaie, WDR di
Colonia, SWF Baden-Baden, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Bayerischer Rundfunks,
Münchener Philharmoniker.
He has performed concerts in prestigious theatres and musical institutions: La Scala in Milan,
Berlin Philharmonic, Royal Festival Hall in London, Suntory Hall in Tokyo, Tchaikovsky Hall
in Moscow, Carnegie Hall in New York and Teatro Colón in Buenos Aires and has taken part
in the Biennale of Venice, the Maggio Musicale Fiorentino and festivals in Ravenna, London,
Edinburgh, Paris, Bruxelles, Granada, Lucerne, Warsaw, Salzburg, Vienna, Lockenhaus,
Donaueschingen, Cologne, Münich, Berlin, St. Petersburg and Tokyo.
Massimiliano Damerini from Genoa, studied music in Genoa under the guidance of Alfredo
They and Martha Del Vecchio and graduated in piano and composition. Considered one of the
most representative interpreters of his generation, he has played in some of the major theatres
and concert halls of the world such as: the Vienna Konzerthaus, the Barbican Hall in London,
the Teatro alla Scala in Milan, the Teatro Colòn in Buenos Aires, the Herkules Saal of Monaco,
the Salle Gaveau in Paris, the Victoria Hall in Geneva, the Zurich Tonhalle, and the Auditorio
Nacional in Madrid.
He has performed as a soloist with prestigious orchestras among which the London
Philharmonic, the BBC Symphony, the Bayerischer Rundfunk, the Budapest Symphony, the
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Dutch Radio, the WDR in Cologne, the NDR in Hamburg, the SWF in Baden-Baden, the
Orchestre Philharmonique Suisse, the Accademia di S. Cecilia in Rome, the RAI, the Orquesta
Nacional Española and the Orquesta Sinfonica Portoguesa. He has taken part in international
festivals such as: Maggio Musicale Fiorentino, Venice Biennale, Berliner Festwochen, Holland
Festival, Wien Modern, Donaueschingen, Zagreb Biennale, Festival d’Automne in Paris,
Festival Paiz in Antigua (Guatemala), Takefu Music Festival (Japan).
In addition to countless recordings for various European and American radio and television
networks, he has recorded for many labels. Many are the piano compositions dedicated to
him by composers such as: Ambrosini, Di Bari, Donatoni, Fellegara, Ferneyhough, Gaslini,
Gentilucci, Landini, Oppo, Porena, Sciarrino, Skrzypczak, Sotelo, Tanaka, Vacchi.
Massimiliano Damerini is often on the jury in important international piano competitions,
and he gives master classes throughout Europe; he also taught at the International Ferienkurse
für Neue Musik in Darmstadt in 1998 and at the courses organized by the Acanthes Centre in
Avignon in 1999.
Luisella Botteon, after high school, graduated in flute and continued studying at the
“Mozarteum” Academy in Salzburg under the guidance of Roberto Fabbriciani. In 1985 she
also graduated in literature and philosophy at the University of Padua with a thesis on the
history of music.
She has attended specialization courses on Romantic music with professor Sergio Martinotti,
organized by the Università Cattolica of Milan. In 1986 she qualified to teach music in middle
schools. Since 1988 she has been teaching history of music for teachers at the “L. Cherubini”
Conservatory in Florence.
She has been the editor of the Urtext Collection published by Carisch and the Italian edition of
the Treatise for flute by J. J. Tromlitz.
She has held seminars at the Conservatory of Music “A. Boito”of Parma for flute students
of the upper biennium.
She has edited concert programs for venues and booklets for CDs for various international
record labels and has written essays on the contemporary repertoire published by the journal
Contemporary Music Review.
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Roberto Fabbriciani (Photo Silvia Baglioni).
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Allegro veloce, manoscritto autografo; 26 Novembre 1971.
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Vecchio Carillon, manoscritto autografo; Dicembre 1972.
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TC 911801
℗ 2011
Made in Italy
NINO rota (1911-1979)
Opere per flauto · Flute Works
5 pezzi facili (1971-1972) per flauto e pianoforte
1. La passeggiata di Puccettino
01:44
2. Serenata01:32
3. Pavana02:08
4. La chioccia01:29
5. Il soldatino01:51
6. Elegia (1956) per flauto e pianoforte
02:32
7. Allegro veloce (1971) per flauto e pianoforte
02:56
Sonata (1936-37) per flauto e pianoforte
(trascrizione autorizzata dall’autore della Sonata per violino e pianoforte)
8. Allegretto cantabile con moto
08:19
9. Largo sostenuto03:44
10. Allegro assai moderato05:21
3 pezzi (1972-73) per due flauti*
11. Vecchio carillon01:49
12. Vecchia romanza00:52
01:21
13. Vecchio mulino
Fantasia su temi da films per flauto e pianoforte
14. Il Padrino “Parla più piano”
02:26
15. Il Gattopardo ”Valzer del commiato”
02:06
16. Rocco e i suoi fratelli “L’amore di Rocco”
01:36
17. La strada02:32
18. 8 e 1/202:00
19. Amarcord01:59
20. I clowns02:04
Total Time 50:22
Roberto Fabbriciani, flauto · Massimiliano Damerini, pianoforte · Luisella Botteon, flauto*
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