•• X ATTUALITA’ SABATO 6 SETTEMBRE 2014 di STEFANO CASSINELLI — MILANO – LA VICENDA METTERE un medico in ambulanza potrebbe essere vietato se passerà la linea introdotta da Areu in Lombardia. Chiunque dovesse scegliere se andare in barca a vela con Giovanni Soldini o con un dottore, sceglierebbe il velista professionista e secondo logica quando qualcuno fosse chiamato a formare un equipaggio di un’ambulanza preferirebbe il medico allo sportivo. Ma questa logica è annullata da “Ordine 100” con cui l’Agenzia regionale per le emergenze e urgenze chiede con decisione a medici e infermieri di non fare i volontari sulle ambulanze, dove sono evidentemente preferiti ingegneri, muratori, sarti o macellai. UNA SCELTA che sta mettendo in subbuglio gli operatori sanitari di tutta Italia e che il giurista toscano Luca Benzi, specializzato in professioni sanitarie e biodiritto, non esita a definire «assurda e inspiegabile». L’esperto infatti spiega: «Appare assurdo e misterioso il motivo per cui l’Azienda regionale per le emergenze e urgenze della Lombardia vada contro i propri interessi facendo di tutto per impedire a medici e infermieri qualificati di operare sulle ambulanze come volontari. Appare inspiegabile». “Ordine 100” è un documento con cui Areu di fatto chiede a medici e infermieri di non fare i volontari sulle ambulanze, ma nel caso lo facciano dovranno fare un corso e se attueranno pratiche mediche o infermieristiche lo faranno sotto la loro responsabilità. Il soccorso Areu Lombardia ha emanato lo scorso agosto l’Ordine 100 decidendo che anche medici e infermieri sulle ambulanze devono seguire un corso come gli altri volontari Sanità, equipaggi del 118: medico a bordo, meglio di no Camici bianchi in subbuglio Circolare Areu: fate solo quel che fanno i volontari “ IL DOVERE PROFESSIONALE Così si può ipotizzare l’omissione di soccorso se non si mettono in atto tutte le conoscenze per salvare una vita “ORDINE 100” è già stato pesantemente criticato dal Sindacato dei medici italiani che ne ha chiesto l’immediato ritiro perché lesivo della professionalità, chiedendo l’intervento dell’Ordine e affermando che «è un’assurdità perché un medico abilitato è tenuto sempre a esercitare la professione, se non lo fa incorre nel reato di omissione di soccorso, quindi non si capisce quale è la ratio di questa, a dir poco, anomala disposizione dell’Areu». Benci entra da giurista nel dettaglio del provvedimento: «Siamo al di fuori della ragionevolezza se pensiamo che un me- ESPERTO Luca Benzi è un legale specializzato in questioni sanitarie FAVOREVOLI IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE RIANIMATORI AREA CRITICA Gli anestesisti stanno con la Regione «Tanto rumore per nulla, sono regole» — MILANO — GLI ANESTESISTI si schierano a fianco dell’Areu, l’agenzia regionale che coordina il 118, nella polemica sui soccorritori con qualifica di medico o infermiere che lavorano come volontari nelle ambulanze. In estrema sintesi, Areu aveva emesso il «Documento 100», secondo il quale questi professionisti non potranno operare se non saranno in possesso del corso di addestramento per soccorritori. Documento assai contestato dal Sindacato medici Italiani, che ne chiedeva il ritiro. Sul presupposto che «un medico abilitato è tenuto sempre a esercitare la professione», anche se agisce in quel momento come volontario. Alessandro Vergallo, Presidente Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica, condivide invece le direttive contenute nel Documento 100. «Tanto rumore per nulla – dichiara Vergallo - Il documento si limita a richiamare regole di sistema che, a nostro parere, rappresentando la gran parte dei medici che operano nel sistema dell’emergenza-urgenza lombardo, appaiono adeguate. Anzi, opportune». PER VERGALLO, il documento non pone alcun divieto ai «soccorritori qualificati» di intervenire di volta in volta, in caso di ne- cessità, secondo scienza e coscienza, oltre che sulla base delle proprie competenze professionali: semplicemente, precisa che «nel caso in cui tali figure vogliano effettuare una attività specifica che si discosti da quanto previsto per il soccorritore-esecutore, la responsabilità diretta nei confronti del paziente rimane in capo ai singoli soggetti». Insomma, per gli anestesisti il documento contestato non autorizza i medici che agiscano come soccorritori volontari a far valere la propria qualifica professionale nei confronti delle strutture operative di Areu. «Del resto - è la precisazione - sa- dico che viene da un percorso formativo deve fare un corso, che in alcuni casi è fatto da volontari che fanno altro di lavoro, per poter fare il soccorritore in ambulanza. Inoltre “Ordine 100” è anche vagamente minaccioso perché afferma che le procedure mediche saranno eseguite sotto la loro responsabilità e si creeranno difficoltà organizzative. Il motivo di questo ordine è sconosciuto e non è comprensibile la logica». SECONDO il legale una chiamata al 118 da cui poi parte l’intervento di Areu può comportare una sottovalutazione della situazione reale e «quindi trovarsi un volontario medico o infermiere sull’ambulanza dovrebbe essere La protesta Il sindacato nazionale dei medici ha chiesto il ritiro del provvedimento che di fatto impedirebbe ai medici e infermieri dell’emergenza di praticare manovre che si discostano dalle istruzioni dettate dalla centrale perfetto per Areu perché metterebbe anche al riparo da eventuali errori. Questo documento deve essere ritirato». Tra i medici si sono ipotizzati anche rilievi penali rispetto: «Questo documento contiene illegittimità, ma non penali. Areu non può chiedere a un medico di non fare il suo dovere. Quando un medico non si attiva secondo le sue conoscenze può esporsi al rischio di omissione di soccorso, Areu inoltre dice che il medico non deve usare medicinali o strumenti medici, ma se un dottore ha medicine, strumenti e conoscenze non può non utilizzarli perché il quel momento è un volontario. Inoltre Areu non ha dato alcuna spiegazione delle motivazioni di questo ordine». “ LA QUALIFICA NON HA VALORE Non c’è alcun divieto a operare ma la responsabilità rimane in capo ai singoli soggetti rebbe strano il contrario. Nessun ospedale autorizzerebbe un volontario resosi disponibile come barelliere a operare nelle proprie strutture come medico o infermiere, anche se ne avesse la qualifica, e nessuno se ne stupirebbe. In secondo luogo, a proposito di competenze, i medici e gli infermieri che lavorano per Areu devono essere in possesso non solo del titolo professionale di medico o di infermiere, ma anche, necessariamente, di uno specifico percorso formativo che li qualifica ad operare in suo nome e per suo conto». E.F.
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