GNOVIS_9_2014 - Identità e Innovazione

www.identitaeinnovazione.it
Anno 5, n. 9
Sabato 1 marzo 2014
Anno 4, n. 6
Sabato 9 febbraio 2013
Editoriale
Il nuoI
La minoranza friulana
Notizie per il Friuli
La natalità in Friuli
La Provincia di Udine va alla guerra
La difesa della specialità
Far pagare l’autostrada ai triestini
Identità linguistiche
Il sondaggi sull’uso del friulano
Ladins dal Friûl
I finanziamenti alla minoranza
slovena
Opinioni
Attività
La minoranza
friulana
La impreparazione e i limiti culturali della nostra
classe dirigente - politica e non - conduce ad una
sistematica sottovalutazione del valore che riveste
l’appartenenza della popolazione friulana ad una
minoranza linguistica tutelata da norme europee,
costituzionali e regionali. La persistenza di una diffusa
cultura politica liberalnazionale agganciata anche
inconsapevolmente ad ispirazioni nazionaliste
confermate ed impresse da una scuola che è ancora
ancorata a stereotipi di origine ottocentesca, la diffusa
ignoranza dei fatti linguistici e degli elementi di storia
della nostra comunità impediscono ai politici friulani ma anche agli imprenditori e agli intellettuali friulani di percepire tutto il valore dell’appartenenza ad una
comunità linguistica originale, che ne fa un unicum in
Europa. E che se non percepita come un valore, il che
può avvenire solo per chi non è sorretto da una
adeguata base di cultura e da una sufficiente
consapevolezza storica, deve almeno essere apprezzata
per essere l’unica convincente giustificazione per il
regime di autonomia speciale, che tanti vantaggi porta
al Friuli sia in termini di autonoma determinazione di
scelte in tanti campi dell’amministrazione sia in
termini di risorse aggiuntive di origine tributaria di cui
gode il nostro sistema regionale, assai superiori di
quelli che affluiscono ai bilanci delle regioni ordinarie.
Appartenere ad una minoranza linguistica significa
essere portatori di un profilo di specificità che ci
distingue dalle altre regioni italiane, che ci rende più
adatti a rapportarci con gli altri paesi europei e
soprattutto con le altre grandi comunità minoritarie e
peraltro assai affini della Catalogna, dell’Occitania e della
Ladinia, significa con il gioco del bilinguismo di inserirci
più facilmente in un contesto europeo che è fondato sul
plurilinguismo in quanto è dimostrato che gli appartenenti
alle comunità minoritarie hanno acquisito nei secoli
maggiori capacità di apprendimento linguistico. E in
particolare appartenere alla comunità linguistica friulana
significa acquisire un migliore rapporto di collaborazione
con le comunità linguistiche confinanti con le quali ci
legano comuni esperienze storiche, un comune sostrato
etnico, comuni valori e comportamenti, numerosi elementi
di interconnessione e di scambi culturali e linguistici,
quella austriaca e quella slovena. Siamo allo stesso tempo
latini ed alpini, con mille elementi di comunanza con
popolazioni alpine che alla nascita di Aquileia
condividevano gli stessi elementi culturali e linguistici.
Questa minoranza deve essere mantenuta e posta nelle
condizioni di svilupparsi.
Ma questo significa investire nella conservazione e nella
promozione della lingua. E le fonti di finanziamento
devono derivare da due direzioni. Da un lato si deve
esigere un adeguato rafforzamento delle risorse destinare
alla applicazione delle leggi nazionali e regionali per la
tutela delle minoranze linguistiche. A favore della
minoranza slovena Stato e Regione stanziano annualmente
circa 7,283 milioni di euro. Se pensiamo che la minoranza
(maggioranza) friulana pesa più di 10 volte rispetto a
quella slovena, dovrebbero essere riservate ai giornali, alle
scuole, al teatro, alle associazioni risorse pari ad almeno
70 milioni di euro. Se poi si considera che l’unica
giustificazione alla specialità regionale è costituita dalla
presenza di una lingua minoritaria, e che la specialità dà
diritto alla nostra regione di godere di livelli di risorse
aggiuntivi rispetto alle regioni ordinarie, le risorse da
destinare alla comunità friulana in quanto tale
diventerebbero assai più considerevoli.
Notizie per il Friuli
La natalità in Friuli
Due sono i problemi fondamentali che indeboliscono le
capacità di crescita della nostra regione. Nell’immediato vi
sono le questioni di un consolidamento e di un
ampliamento della nostra base produttiva che deve essere
messa nelle condizioni di affrontare la concorrenza e
resistere ai colpi della crisi. In un più lungo termine sono
da affrontare questioni che incideranno profondamente
sulle capacità di sviluppo della comunità regionale, è cioè
quelle riguardanti la struttura e la dinamica della nostra
popolazione, soggetta ad un processo di invecchiamento
che nel tempo indebolirà fortemente la nostra comunità.
Da tempo il Friuli e la Venezia Giulia sono colpite da
fenomeni demografici assolutamente negativi, legati
all’invecchiamento di una popolazione che non trova
ricambio in un eccesso della natalità rispetto alla mortalità.
Nella graduatoria delle province solo Pordenone si colloca
al 33° posto con il 9,1 di nati per mille abitanti, a fronte di
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una provincia di Bolzano che si piazza in prima posizione
con il 10,7, mentre Udine crolla al 82° posto con 7,9,
mentre Trieste e Gorizia si collocano in fondo alla
graduatoria raggiungendo il 100 e il 103 posto con 7,5 e
7,4.
Eppure alla caduta della natalità, che trova numerose
spiegazioni di natura sociale e culturale, si può reagire, e
con successo. Non occorre ricorrere agli esempi che
vengono da altri paesi europei, quali gli scandinavi e gli
slavi. Basta guardare al nostro Sudtirolo, dove da anni
quella Provincia autonoma ha messo in atto una organica
politica di promozione delle nascite, quale reazione
all’inevitabile perdita di peso della minoranza tedesca che
sarebbe derivata dalla denatalità e dal conseguente
afflusso di persone provenienti dal resto d’Italia o dal resto
del mondo. Misure di sostegno monetario alla maternità,
di sviluppo dei servizi sociali diretti alle madri e
all’infanzia (microstrutture, asili nido, tagesmutter),
agevolazioni mirate per le giovani coppie: un complesso di
interventi costruiti con intelligenza e centrati sull’obiettivo
che hanno fatto sì la Provincia autonoma di Bolzano si
ponga al primo posto nei tassi di natalità, raggiungendo il
1° posto con un 10,7 di nati su mille abitanti, valore
sufficiente a garantire non solo il ricambio della
popolazione ma anche una sua crescita.
Che cosa si è fatto a livello nazionale e nel Friuli Venezia
Giulia? Soltanto alcune misure “annuncio” petr dimostrare
che qualcosa si vuol fare anche in questo campo. Si è
istituito un premio per la natalità, i bonus-bebè, consistenti
in un contributo per nuovi nati rivolto però solo a certe
categorie di famiglie, e si sono previste agevolazioni
creditizie. Il bonus-bebè è stato congelato a livello
nazionale nell’ultima finanziaria e azzerato in FriuliVenezia Giulia, dopo un tentativo della Giunta regionale
di sopprimere la relativa norma, una volta svuotata di ogni
risorsa. Si preferisce dotare di milioni le celebrazioni per
la Grande Guerra e gli interventi diretti ad evitare il
fallimento dei teatri triestini, ma si rinuncia ad una politica
che è decisiva per il futuro della Regione. Ma a questa
penseranno i futuri abitanti del Friuli Venezia Giulia,
sempre più invecchiati e circondati da africani e balcanici.
Notizie per il Friuli
La Provincia di Udine va alla guerra
La Provincia di Udine si prepara ad opporsi in tutti i modi
all’attuazione della LR 2/1914 che riduce le province ad
enti di secondo grado, con la quale la Regione si prepara a
perpretare un grave attentato ai diritti della comunità
friulana che viene espropriata del suo diritti ad eleggere i
propri rappresentanti in consiglio provinciale e il proprio
Presidente. Con la pratica abolizione della Provincia si
priva la comunità friulana della propria rappresentanza e
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dello strumento per la manutenzione delle infrastrutture di
trasporto e di istruzione e di erogazione di servizi nel
campo del lavoro, dell’ambiente, della cultura e
dell’assistenza sociale.
In una delibera della Giunta provinciale approvata i questi
giorni si autorizza il Presidente ad esperire tutte le azioni
necessarie all’impugnazione della citata legge in tutte le
sedi, nazionali e anche internazionali.
Di fronte alle decisioni della Giunta provinciale e alle
dichiarazioni del Presidente Fontanini la Presidente della
Giunta regionale Serracchiani ha l’improntitudine di
lamentare la mancanza di correttezza e di collaborazione
interistituzionale. E mena grande scandalo in proposito
dichiarando “Ipotizzando addirittura di adire la via dei
ricorsi nazionali ed europei contro la Regione, la Giunta
Fontanini ha deliberato in modo forse formalmente
corretto, ma nella sostanza ha sovrapposto una visione di
parte al ruolo istituzionale. Dubito poi, che infilare le
nostre istituzioni in una galleria di ricorsi possa servire ai
cittadini della Provincia di Udine e di tutta la regione”.
Come se la proposta abolizione delle procedure
democratiche a livello provinciale non giustificasse una
reazione decisa da parte dell’Amministrazione provinciale,
che in questo modo tutela i diritti dei cittadini a giovarsi di
un ente che provvede agli interessi della comunità a livello
di area vasta.
Notizie per il Friuli
Specialità e riforme
Nel recente dibattito sugli indirizzi da indicare alla
Commissione paritetica si è svolto un ampio dibattito sulle
prospettive della Regione come ente ad autonomia
speciale. C’è chi come il capogruppo dei Forza Italia
Riccardi ha invitato la Presidente ad assumere la
Presidenza della Conferenza delle Regioni per sviluppare
da quella posizione una forte azione a difesa
dell’autonomia speciale. C’è chi come Tondo, capogruppo
del gruppo misto, ha invitato la Presidente a per correre
una strada già iniziata caratterizzata dall’assunzione e di
responsabilità delle scelte e di avere il coraggio di
chiedere nuove competenze anche senza copertura
finanziaria, suggerimento che ci sembra assai pericoloso e
foriero di gravi difficoltà per il bilancio regionale. La
Serracchiani da parte sua ha sviluppato un intervento nel
corso del quale ha rappresentato l’esigenza di percorrere la
via di riforme coraggiose per giustificare e sorreggere la
specialità. E ahimè indica le riforme coraggiose nella
legge sulle autonomie locali che si limita a svuotare e ad
abolire le Province, e la riforma della sanità di cui non si
conoscono ancora i contorni e i contenuti. La vacuità degli
interventi dimostra quanto sia lontana la nostra classe
politica e soprattutto i vertici regionali da una lucida e
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lungimirante visione delle vie da percorre per consolidare
la nostra autonomia speciale.
Notizie per il Friuli
La Consigliera di parità
Quella della parità delle donne nel mondo del lavoro e più
in generale nella società rappresenta uno dei problemi più
impegnativi che deve essere affrontato con una presa di
coscienza innanzitutto culturale, ma che richiede l’utilizzo
accorto e intenso degli strumenti istituiti dalla vigente
legislazione nazionale e regionale. Oltre alle Commissioni
per le pari opportunità previste in tante istituzioni
pubbliche, va ricordato l’istituto delle Consigliere di
Parità. Si tratta di una figura istituzionale prevista dalla
Legge 125/1991, dal Decreto legislativo 196/2000 e dal
DL 198/2006 e per la nostra Regione dalla Legge
regionale 18/2005. In base a tale norme viene istituita la
Consigliera di Parità che opera a livello nazionale, mentre
a livello regionale sono state nominate la Consigliera di
Parità regionale e le Consigliere di Parità regionali.
La Consigliera di parità rappresenta un punto di
riferimento sia per lavoratori e lavoratrici, cui offre
consulenza in casi di discriminazione, sia per le imprese,
promuovendone i progetti di azione positiva.
Attraverso il dialogo con le parti sociali e in sinergia con i
soggetti istituzionali, la Consigliera monitora, inoltre, il
diverso impatto che le misure e gli strumenti di politica
attiva del lavoro possono avere per gli uomini e le donne,
al fine di rimuovere le possibili condizioni di
disequilibrio.
Per svolgere queste funzioni le Consigliere di parità,
regionale e provinciali, si avvalgono di un proprio Ufficio
e di esperte in materia di diritto del lavoro, ricerca, analisi
e valutazione dei fenomeni connessi con la parità, anche
in collaborazione tra loro attraverso a Rete Regionale
delle Consigliere di parità del Friuli Venezia Giulia.
La Consigliera ha il compito di controllo del rispetto della
normativa antidiscriminatoria e di promozione della parità
e
pari
opportunità:
- Rileva le discriminazioni di genere, anche mediante
l'intervento del Servizio Ispettivo del Lavoro;
- Promuove le Azioni Positive e ne verifica i risultati;
- Promuove il coordinamento tra politiche del lavoro e
formazione locale con gli indirizzi comunitari e nazionali
in materia di pari opportunità anche mediante il
collegamento con gli assessorati al lavoro e con gli
organismi
di
parità
degli
Enti
Locali;
- Promuove l'attuazione delle politiche di Pari Opportunità
da parte dei soggetti pubblici e privati che operano nel
mercato
del
lavoro;
- Diffonde le conoscenze e lo scambio di buone prassi e
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attività di informazione e formazione culturale su
problemi delle pari opportunità e sulle varie forme di
discriminazione.
Tutte le Consigliere di parità, nell'esercizio delle proprie
funzioni, sono pubblico ufficiale e hanno l'obbligo di
segnalazione all'autorità giudiziaria per i reati di cui
vengono
a
conoscenza.
Le Consigliere di parità sono legittimate a proporre ricorso
giudiziale anche in via d'urgenza per tutti i casi di
discriminazione, diretta ed indiretta, davanti al Tribunale
in funzione di giudice del lavoro o al TAR territorialmente
competente.
Le Consigliere possono promuovere conciliazioni presso
le Direzioni Provinciali del Lavoro e la Consigliera
regionale, in caso di discriminazione collettiva, presso il
proprio Ufficio; il verbale redatto diviene titolo esecutivo
con decreto del Tribunale in funzione di giudice del
lavoro.
Come si vede si tratta di una funzione di sicuro interesse,
cui il mondo autonomista dovrebbe guardare con
attenzione
Notizie per il Friuli
Far pagare l’autostrada ai triestini
La Regione incontra grandi difficoltà nel finanziamento
della costruzione della terza corsia dell’Autostrada. A
causa della contrazione del traffico autostradale e della
renitenza dello Stato a finanziare un’opera che è di scarso
interesse per la domanda di trasporto regionale ma che è
funzionale agli scambi tra l’est europeo e la Padania, la
Regione trova notevoli difficoltà a trovare le risorse
finanziarie necessarie. Va sottolineato come una parte
delle risorse potrebbe essere reperita dall’eliminazione
della gratuità dell’autostrada dal confine con la Slovenia al
casello di Duino. Come i residenti e le imprese del Friuli
per poter utilizzare le infrastrutture autostradali per
percorrono la Bassa Friulana e tutto il Friuli centrale e
settentrionale, così sarebbe giusto che venissero chiamati a
pagare i costi di tali infrastrutture anche gli utenti triestini.
Identità linguistiche
Il sondaggio sul friulano
Il “Messaggero Veneto” ha svolto un sondaggio per
interrogare i propri lettori sull’uso della lingua friulana.
Per quanto vada osservato che la modalità seguita non dà
garanzie che il campione, che si è autoselezionato, sia
rappresentativo della popolazione friulana, perché hanno
risposto soltanto i lettori del giornale raggiunti per via
internet, va comunque sottolineato che una netta
maggioranza si è dichiarata a favore dell’uso della lingua
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friulana in famiglia. Il 56% ha risposto positivamente alla
domanda “Sì, la cultura e la lingua delle proprie radici
devono essere coltivate e insegnate alle nuove
generazioni”.
Si tratta di un risultato importante, anche considerando che
il giornale non è letto soltanto nel Friuli udinese che è
compattamente friulano, ma anche nel Friuli occidentale e
in quello orientale dove i processi di venetizzazione sono
abbastanza spinti.
Il Presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini ha
commentato in modo favorevole tali risultati, auspicando
che l’Arlef accentui le sue azioni rivolte a coinvolgere i
genitori in un uso intensivo della lingua friulana con i loro
figli.
Identità linguistiche
Ladins dal Friûl di marzo
E’ uscito il numero di marzo del periodico mensile in
lingua friulana diretto da Renzo Balzan. Come al solito è
ricco di interventi sulle questioni più attuali che
coinvolgono la realtà friulana. In particolare in un articolo
di Balzan ci si chiede su quanto sia libera l’Università del
Friuli, di fronte ai gravi tagli dei finanziamenti da una
parte e le pressioni regionali per l’avvio di forme di
coordinamento con l’Università di Trieste dall’altra;
richiama in particolare le gravi dichiarazioni della
Presidente della Giunta regionale Serracchiani che
naturalmente inneggia al modello federativo previsto dalla
legge Gelmini ed si esprime per il rafforzamento delle
relazioni tra le due università non comprendendo che le
università vivono di competizione per acquisire i migliori
studenti e le maggiori risorse per la ricerca. Assai
interessanti anche gli articoli sulle pesanti condizioni
dell’economia friulana, sulle difficoltà finanziarie
incontrate dall’”Union dai Scritôrs Furlans”. Di particolare
interesse la intervista che la “Usc dai Ladins” ha ottenuto
dal nuovo Presidente della Provincia autonoma di Bolzano
Arno Kompatscher.
Identità linguistiche
I finanziamenti alla minoranza slovena
Il noto esponente della minoranza slovena triestina avv.
Joze Skerk già consigliere regionale e fondatore della
Unione Slovena, in polemica con chi decide sul riparto
delle cospicue risorse che lo Stato italiano e quello
sloveno garantiscono alle organizzazioni slovene, ha
ricostruito l’insieme di finanziamenti che annualmente
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vengono versati alle istituzioni e organizzazioni slovene di
Trieste, di Gorizia e della Slavia friulana. Il documento è
stato pubblicato su “Il Piccolo” del 28 febbraio scorso. Si
tratta di risorse cospicue, che sono ripartite nel 2013 sono
state ripartite nel seguente modo:
Istituzioni
Stato e Regione Slovenia
Primorski Dnevnik (Trieste)
573.640
260.000
Novi Glas (Gorizia)
274.500
218.150
Novi Matajur (Cividale)
233.400
244.000
92.600
89.000
Most Editrice (Cividale)
144.060
167.000
Ztt/est Editrice (Trieste)
82.340
30.000
Slori-Istituto ricerche (Trieste)
301.810
54.000
Mladika (Trieste)
Ssg - Teatro stabile (Trieste)
624.000
0
Nsk - Biblioteca (Trieste)
402.090
95.000
Glasbena Matica (Ts e Go)
996.470
33.500
Scgv - Educaz music (Go)
289.450
32.000
Sskd - Circoli culturali
249.490
172.500
Sp - Centro culturale (Trieste)
83.540
85.000
Zskp - Unione cult. Cattolica
83.540
12.850
Zssdi - Assoc.sportive
253.110
182.000
Kulturni Dom (Gorizia)
125.370
128.000
Kulturni Center (Gorizia)
125.370
23.900
Sdd - Casa Studente (Trieste)
208.660
125.000
Sdd - Casa Studente (Gorizia) 124.370
125.000
Kinoatelje (Gorizia)
69.930
8.500
Istituto per la cult. Slovena (Ud) 62.440
13.000
Skgz - Unione .cult. ec
-
191.500
Sso - Confed. Org.slovene
-
191.500
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8
Skgz e Sso
300.000
-
Associazioni minori (Regione) 650.000
Associazioni minori
Eventi speciali (Regione)
Totale
850.000
7.283.000
471.200
2.824.000
In sintesi i finanziamenti alla minoranza slovena possono
essere così presentati:
Stato
5.783.000
Regione
1.500.000
Slovenia
2.824.000
Totale
10.107.000
Il confronto con quanto viene impegnato dallo Stato e
dalla Regione a favore della lingua friulana è frustrante e
dimostra l’incapacità della nostra classe dirigente
regionale di percepire i reali interessi della Regione, la cui
specialità è sorretta unicamente dalla presenza di una
minoranza linguistica che in Regione è maggioranza e la
cui tutela risponde alle normative europee, nazionali e
regionali. Non è la presenza di circa 50 mila sloveni o di 2
mila tedeschi a giustificare la specialità regionale. In tal
caso anche gli Abbruzzi, la Puglia, la Calabria, il Veneto
dovrebbero essere regioni speciali. E’ solo la presenza di
700 mila friulanofoni e cioè della maggioranza della
popolazione regionale a sorreggere il regime di autonomia
speciale che tanti benefici ha portato alla nostra Regione.
Attività
Udine, lunedì 3 marzo:
Riunione del Consiglio Direttivo nel corso del quale si è
trattato il seguente ordine del giorno:
1. Comunicazioni
2. Aggiornamenti sulla situazione politica
3. Comitati territoriale di coordinamento di Portogruaro
4. Comitato territoriale di coordinamento di Pordenone
5. Cooptazioni
6. Lavori Assemblea annuale del 29 marzo
7. Iniziative per la festa del Friuli
8. Presenza autonomista per le elezioni amministrative
2014
9. Varie ed eventuali
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9
Nel corso della riunione son state assunte decisioni
importanti per il futuro del movimento autonomista
friulano
Udine, lunedì 3 marzo:
E’ stata decisa la riorganizzazione del Comitato di
Coordinamento per il Portogruarese: al Coordinatore è
stato nominato Gianmarco Rizzetto di Teglio Veneto.
Componenti: Gianluca Falcomer di Cinto Caomaggiore,
Manuel De Munari di Cinto Caomaggiore, Aldo Curtarelli
di San Stino,
Luciano Pivetta di Fossalta, Paolo
Venaruzzo di Portogruaro.
Udine, lunedì 3 marzo:
E stata decisa la riorganizzazione del Comitato di
Coordinamento per la Provincia di Pordenone che risulta
così composto: Emiliana Gennari di San Quirino,
Coordinatore. Componenti: Lauro Nicodemo di
Cordovado, Francesco Longo di Pordenone, Guglielmo
Cevolin di Pordenone, Andrea Vescovo di San Quirino,
Antonio Luigi Piccolo di Pasiano di Pordenone, Mario
Filippetto di Montereale, Gianluca Frizzi di Aviano,
Alessandra Montico di Valvasone.
Udine, lunedì 3 marzo:
A Presidente di Identità e Innovazione per il Friuli
Occidentale il Consiglio Direttivo ha nominato Lauro
Nicodemo, di Cordovado, già Presidente del Fogolâr
Furlan del Veneto Orientale, che succede a Antonio Luigi
Piccolo. Al nuovo Presidente i più cordiali auguri di buon
lavoro.
Lestizza, mercoledì 5 marzo:
Riunione dell’esecutivo per affrontare alcuni problemi
organizzativi.
Udine, giovedì 6 marzo:
Riunione dell’esecutivo per dare esecuzione ad alcune
decisioni del Consiglio Direttivo
Udine, venerdì 7 marzo:
Pubblicato su “Il Quotidiano” un editoriale del Presidente
Strassoldo.
.
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Opinioni
Pubblichiamo un intervento di Marzio Strassoldo apparso su “Il Quotidiano del Fvg” del 7
marzo e una lettera di Celestino Vezzi di Arta Terme sui problemi dell’autonomia culturale e
economica della Carnia apparso sul “Messaggero Veneto” del 17 febbraio 2014.
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Una Associazione di iniziativa e cultura politica per
l’autonomia friulana: Identità Innovazione
Identità Innovazione – Associazione per l’Autonomia del Friuli è un’associazione di cultura e
iniziativa autonomista fondata nel 2005 con lo scopo di diffondere una coscienza autonomista
a tutti i livelli della società e del territorio friulani, al fine di rivalutare tutti gli aspetti della
identità friulana, e di trovare e applicare tutti gli strumenti necessari per bloccare e invertire le
tendenze alla snaturalizzazione della comunità del Friuli, poste in essere dalla Regione Friuli
Venezia Giulia, dagli uffici dello Stato e dalle strutture scolastiche, e dalle spinte verso la
globalizzazione. Il tutto inserendosi in un filone di pensiero politico moderato e popolare, che
rifiuta ogni posizione estremista, ma che si schiera con forza a favore della rivendicazione
degli interessi della comunità friulana.
L’Associazione è nata nella consapevolezza che i problemi fondamentali che indeboliscono la
comunità friulana sono i seguenti:

l’insufficiente livello di coscienza del valore della comunità friulana, come entità
distinta dalle comunità contermini, cui si legano i complessi di inferiorità e di sudditanza
ancora troppo diffusi;

la dipendenza da un capoluogo regionale, Trieste, assolutamente estraneo ai valori,
comportamenti, cultura e lingua del Friuli;

la presenza di un sistema scolastico che diffonde una concezione riduttivistica,
quando non apertamente ostile, riguardo alla lingua e identità friulana, considerata ancora un
dialetto o una parlata di rango inferiore, non meritevole di attenzione, malgrado quanto
sancito dalla Costituzione e dalla legge sulle minoranze linguistiche, la Legge 482/1999.
L’Associazione intende chiamare a raccolta i friulani che sono orgogliosi di essere tali per
realizzare una grande opera di risveglio della coscienza friulana, attraverso:

il lancio di iniziative concrete di animazione sul territorio;

la costruzione di una rete autonomista su tutto il territorio del Friuli: una rete di
aderenti e di strutture locali in grado di sviluppare una continua azione diretta a contrastare il
centralismo e la snaturalizzazione.
Per rimanere sempre informati: www.identitaeinnovazione.it
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Aderire e sostenere Identità e Innovazione
Vi invitiamo ad aderire all’Associazione compilando il seguente modulo:
SCHEDA DI ADESIONE
Il/La sottoscritto/a
_____________________________________________________________
Cognome e nome
______________________________________________
Nato a
_________________________________
Via/Piazza
_____
Numero
__________________
il
___________________
Comune
______
CAP
___________________________________________
Professione
__________________________________________
Ente o Azienda di appartenenza
_________________________________________
Amministratore di Ente o Associazione
______________________ ___________________
Cellulare
Telefono
__________________________________
Posta elettronica
CHIEDE
di aderire alla Associazione “Identità e Innovazione”, sottoscrivendo la
quota annuale di adesione di Euro 10 nonché un eventuale contributo di
sostegno di Euro__________.
Note:
1)
per perfezionare l’iscrizione si prega di restituire per posta
elettronica la presente scheda di adesione;
2)
la quota di iscrizione si fa pervenire attraverso un versamento sul
conto corrente bancario
CREDIFRIULI,n.18210017275, Udine, Via Crispi45
IBAN IT 20 E 07085 12302 018210017275
Per rimanere sempre informati: www.identitaeinnovazione.it
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Presentazione di Gnovis pai Autonomiscj
L’Associazione intende informare periodicamente i propri quadri, iscritti e
simpatizzanti sui più grandi problemi che riguardano la crescita del Friuli
come autonoma entità, la cui conservazione e valorizzazione richiede un
impegno costante da parte di coloro che credono indispensabile rafforzare
la nostra comunità e impedire che essa anneghi in una indistinta realtà
friul-giuliana o, peggio, friul-veneta.
Chiediamo ai destinatari di questo notiziario di collaborare in tre modi:

fornire indirizzi mail di persone che potrebbero essere interessate a
riceverlo,
per ampliare la sua diffusione;

formulare critiche e suggerimenti per un suo miglioramento;

inviare o segnalare notizie per un suo arricchimento.
Viene utilizzata la lingua italiana come mero strumento di comunicazione e
non certo come scelta culturale: useremmo volentieri la lingua friulana se
la scuola italiana ci avesse insegnato a leggerla e soprattutto a
scriverla.
Scrivere a:
corrispondenza elettronica: [email protected]
sito web ufficiale: www.identitaeinnovazione.it
pagina Facebook: identitaeinnovazione
Redazione
Comitato di Redazione: Gianluca Falcomer, Valeria Grillo, Giorgio Lodolo,
Franco Rosa, Raimondo Strassoldo
Segretario di Redazione: Marzio Strassoldo, [email protected],
cell. 334 6210176
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