Ricerca sul FRIULI VENEZIA GIULIA

SCUOLA PRIMARIA DI OSOPPO
Istituto Comprensivo di TRASAGHIS
CLASSE QUINTA
Anno scol. 2013-‘14
Ricerca sul
FRIULI VENEZIA GIULIA
1
INDICE
INTRODUZIONE ............................................................................................................................... 3
IL TERRITORIO.................................................................................................................................. 4
POPOLAZIONE ................................................................................................................................. 7
COMUNICAZIONI ............................................................................................................................. 8
ECONOMIA ...................................................................................................................................... 8
Settore primario: ......................................................................................................................... 8
Settore secondario ...................................................................................................................... 9
Settore terziario .......................................................................................................................... 9
TRIESTE .......................................................................................................................................... 11
I CIBI TIPICI..................................................................................................................................... 12
STORIA ........................................................................................................................................... 14
Epoca romana............................................................................................................................ 14
Epoca medievale ....................................................................................................................... 15
Epoca contemporanea .............................................................................................................. 15
IL TERREMOTO DEL 1976 .............................................................................................................. 17
LEGGENDE ..................................................................................................................................... 17
DRAGO DI OSOPPO.................................................................................................................... 18
GLOSSARIO .................................................................................................................................... 19
CONCLUSIONI DEL LAVORO DI RICERCA ....................................................................................... 19
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INTRODUZIONE
Il Friuli Venezia Giulia è un caso del tutto singolare tra le regioni italiane. La
geografia lo ha posto al confine delle tre principali realtà etnico-linguistiche
del continente europeo: latina, slava e germanica, che qui hanno dialogo e
si sono armonizzate, ma che si sono pure scontrate, creando nei secoli
molteplici diversità.
Origine del nome. Il nome Friuli deriva dal termine latino “Forum Julii” che
voleva dire il mercato (centro commerciale) di Giulio (Giulio Cesare), o della
famiglia Giulia, e indicava la città che ora si chiama Cividale del Friuli.
“Venezia” indica invece gli antichi abitanti della regione: i veneti; “Giulia”
ancora il nome di Giulio Cesare.
Stemma del FVG
Posizione e confini. La regione Friuli-Venezia Giulia si trova a nord-est dell’Italia settentrionale.
Confina a NORD con l’Austria, a EST con la Slovenia, a SUD con il mare Adriatico e a OVEST con
la regione Veneto.
Superficie. 7855 kmq
Popolazione. 1.212.602 abitanti (dato 2006)
Densità di popolazione. 154.37 ab/kmq
Bandiera
La bandiera del Friuli Venezia Giulia è un'aquila dorata su
campo blu. Il simbolo è stato ripreso da un addobbo sacro
conservato nel Museo del Duomo di Udine, appartenuto
al patriarca Bertrando di Aquileia, considerato uno dei
padri civili del Friuli.
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IL TERRITORIO
Il territorio del Friuli-Venezia Giulia è suddiviso così : 43% montagna, 19% collina, 38% pianura.
Tutta la parte settentrionale della regione è occupata da montagne, la parte centrale è
costituita da colline moreniche, il resto del territorio, fino alla fascia costiera, è pianeggiante.
(immagine tratta da http://italia-mappa-regionale.blogspot.it/2013/07/mappa-del-friuli-venezia-giulia.html )
Catene montuose e vette più alte. Le montagne più alte della Regione si trovano nelle regioni
che vanno dal Passo di Monte Croce di Comelico fino alla Sella di Camporosso. Dalla Sella di
Camporosso iniziano le Alpi Giulie.
Nella Venezia Giulia si trova l’altopiano del Carso, brullo
e roccioso, composto da rocce molto friabili e
permeabili, dove a volte si infiltrano i corsi d’acqua
creando doline. Le vette più elevate sono il Monte
Coglians (2780 m) nelle Alpi Carniche e il Montasio
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(2754 m) nelle Alpi Giulie.
Valichi e trafori. Il Passo della Mauria (1296 m) mette in comunicazione il Friuli con il Veneto. Il
Passo di Monte Croce Carnico (1360 m) permette di raggiungere l’Austria. La Sella di
Camporosso (813 m) si trova tra Pontebba e Tarvisio. Il Passo del Predil(1156 m) mette in
comunicazione l’Italia con la Slovenia.
Zone collinari e principali pianure. Le colline del Friuli-Venezia Giulia sono di origine morenica,
perché si sono formate durante l’ultima glaciazione avvenuta nel periodo che va da 80.000 a
10.000 anni fa. La pianura friulana si divide in una parte alta, con terreni ciottolosi e permeabili
e quindi poco fertile, e in una parte bassa, impermeabile, irrigata dall’acqua delle risorgive e
molto coltivata.
Fiumi e laghi. Il fiume più lungo della
regione è il Tagliamento che nasce al
Passo della Mauria e sfocia nel mar
Adriatico vicino a Lignano Sabbiadoro.
Uno dei suoi affluenti è il fiume Fella.
Altri fiumi sono: Isonzo (136 km), Livenza
(112 km), e il fiume carsico Timavo che
nasce in Slovenia e dopo un percorso
sotterraneo di 38 km riaffiora vicino a
Monfalcone.
(
immagine tratta da http://www.magicoveneto.it/natura/acqua.htm )
Il Tagliamento è il più importante fiume del Friuli-Venezia Giulia con una lunghezza di 170 km
ed un bacino ampio quasi 3.000 km².
Il fiume viene considerato l'unico dell’intero arco alpino ed uno dei pochi in Europa a
preservare una morfologia a canali intrecciati. Per questa caratteristica, nonché per l'unicità
dell'ecosistema fluviale nel suo complesso, viene anche chiamato il Re dei fiumi alpini.
Isole. il Friuli-Venezia Giulia non ha isole, ma nella Laguna di Marano e Grado ci sono diversi
cordoni litoranei dove sorgono delle città turistiche come Grado e Lignano.
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Coste, golfi e promontori. Le coste sono basse e sabbios, e orlate da lagune, dalla foce del
Tagliamento a Monfalcone; sono alte e rocciose da Monfalcone a Muggia. Il golfo più
importante è il Golfo di Trieste.
Clima. Il clima della regione, inserito nella regione climatica padano-veneta, è generalmente
mite dalla vicinanza del mare, a parte sui rilievi, dove diventa alpino: gli inverni freddi si
alternano ad estati fresche. Insieme al Trentino Alto Adige ha il primato della regione più
piovosa d’Italia. Tipica del golfo di Trieste è la Bora, vento freddo proveniente da nord-est.
Flora e Fauna. La vegetazione spontanea è quasi del tutto scomparsa, a parte in montagna,
perché molte zone sono state disboscate per l’agricoltura, l’allevamento e per la costruzione di
paesi e città. L’alta pianura è caratterizzata dalla brughiera. Nelle aree naturali e protette si
possono vedere cinghiali e cervi e altri animali che vivevano in libertà prima che le zone di
pianura venissero disboscate.
(dalla ricerca della Scuola primaria di Pagnacco
https://docs.google.com/document/d/1J4Q55nD3U8ndtZ8lh6d3vFDurCuvLHQQf_ppDOFxEXo/edit?pli=1 )
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POPOLAZIONE
E’ una regione a statuto speciale dell'Italia nord-orientale di
1.221.860 abitanti, con capoluogo Trieste.
Il Friuli-Venezia Giulia è un caso del tutto singolare tra le
regioni italiane. La geografia lo ha posto al confine delle tre
principali realtà etnico-linguistiche del continente europeo:
latina, slava e germanica, che qui hanno dialogo e si sono
armonizzate, ma che si sono pure scontrate, creando nei secoli
molteplici diversità.
Il Friuli Venezia Giulia è una terra di confine e di incontro di
popoli.
Nel Friuli Venezia Giulia l'italiano, lingua ufficiale dello Stato, lingua di cultura e principale lingua
d'uso, è parlato dalla quasi totalità degli abitanti. La Regione autonoma ha anche riconosciuto
ufficialmente come lingue regionali il friulano, lo sloveno ed il tedesco. Sono molto utilizzati
come lingua dialettale altri idiomi sia neolatini che di altre famiglie linguistiche.
Accanto all'Italiano sono lingue ufficiali regionali:
•
Il friulano. Dal 1999 con la legge statale 482/99 lo Stato italiano ha riconosciuto ai
friulanofoni lo status di "minoranza linguistica storica" ai sensi dell'art. 6 della
Costituzione italiana. La L.482/99 prevede la tutela della lingua friulana, e in particolare
il suo insegnamento a scuola anche come lingua veicolare.
•
Lo sloveno, è diffuso nella parte orientale della regione a ridosso del confine con la
Slovenia.
•
Il tedesco, insediato in Val Canale (dove convive con il gruppo linguistico friulano e con
quello sloveno) e in due piccole "isole" linguistiche in provincia di Udine, cioè il comune
di Sauris e la frazione di Timau appartenente quest'ultima al comune di Paluzza.
Il panorama gastronomico riflette le diverse componenti del Friuli
Venezia Giulia, riuscendo anche a operare sintesi originalissime come
nel Goriziano o a Trieste, dove la cucina fonde in un unicum tre
culture Italiane, Slava e Germanica ed in certi casi anche greche ed
ebraiche. Il fatto importante, in ogni caso è che si dà spazio sempre
più grande e con sempre maggior convinzione ai sapori della regione, ai prodotti del territorio:
dalla farina di granoturco di alcune varietà locali della pianura friulana, agli ortaggi quali
l'asparagi di Sant'Andrea, radicchi (goriziani ecc. e alle erbe aromatiche, dai formaggi delle
malghe carniche al pesce delle lagune di Grado e Marano.
(da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Friuli-Venezia_Giulia )
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COMUNICAZIONI
Il sistema delle comunicazioni del Friuli Venezia Giulia è fatto di ferrovie, aeroporti, autostrade,
strade e porti (da crociera e da trasporto). La rete ferroviaria si compone di 466 km di linee.
La regione è percorsa da due importanti direttrici internazionali: la direttrice Adriatica (Austria–
Italia meridionale) e la direttrice est-ovest (Barcellona–Pianura Padana–Trieste–Lubiana–
Budapest–Kiev). La principale stazione ferroviaria è la Stazione di Udine, da cui si diramano 5
linee ferroviarie, per Venezia, Trieste, Tarvisio, Cervignano del Friuli e Cividale del Friuli.
Il servizio aeroportuale conta due aeroporti civili e due militari. L’aeroporto civile più usato è
quello di Ronchi dei Legionari – Trieste.
Il porto principale è quello di Trieste.
ECONOMIA
Settore primario:
In passato il Friuli era una terra povera, segnata dall’emigrazione.
L’industria stentava a prendere piede, fatta qualche notevole eccezione: ricordiamo le officine
tessili di Jacopo Linussio del 1700;
l’allevamento del baco e la produzione della seta, terminati dopo la II guerra mondiale a causa
della concorrenza delle fibre sintetiche.
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In questi ultimi decenni l’economia è migliorata: la nostra regione è tra le più ricche della
penisola e si ha registrato un aumento del fenomeno dell’immigrazione.
In questi ultimi anni, il Friuli Venezia Giulia risente della crisi economica come le altre regioni
d’Italia.
L’agricoltura si è sviluppata, con forme diverse, in ogni punto del Friuli Venezia Giulia,
nonostante l’aridità dell’alta pianura, dovuta al suolo ghiaioso e l' asprezza della zona montana.
In Carnia: allevamento, salumifici, produzione di latticini, sfruttamento delle risorse boschive.
In pianura si coltivano: mais, cereali, barbabietola, soia, alberi da frutto e si allevano bovini e
suini. Si sono introdotte nuove culture come il kiwi (di cui il Friuli è oggi un importante
produttore) e la soia.
La collina è dedita soprattutto alla coltivazione della vite: i vini bianchi friulani sono
particolarmente rinomati (zona del Collio).
Da non dimenticare la pesca che ha come sue basi Marano e Grado.
Settore secondario
L’artigianato è sviluppato in ogni area.
Lo sviluppo industriale è ben avviato: sono presenti fabbriche di elettrodomestici, mobilifici,
industrie siderurgiche, meccaniche, industrie tessili e alimentari. Nelle province di Udine e
Pordenone, soprattutto, sono presenti moltissime piccole e medie industrie. Nei pressi del
porto di Trieste, invece, si trovano delle raffinerie. A Monfalcone si trovano importanti cantieri
navali.
Settore terziario
In provincia di Udine e Trieste, ha grande peso il settore terziario che rappresenta circa due
terzi dell'occupazione totale.
Presenti numerosi centri commerciali e centri di distribuzione, concentrati soprattutto a nord di
Udine e Palmanova.
Il settore turistico è molto importante.
La presenza dei grandi parchi naturali (Parco delle Dolomiti Friulane, Parco delle prealpi Giulie
Riserva Naturale di Cornino, Isola della Cona, ecc), di località attrezzate per gli sport invernali
(Tarvisio, Ravascletto, Zoncolan, Piancavallo) e di splendide città d’arte come Trieste, Udine,
Cividale del Friuli, Gemona, Palmanova porta anche in questa regione molti turisti in ogni
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stagione. Centri turistici molto frequentati sono Lignano Sabbiadoro e Grado, soprattutto
d’estate, e città di interesse storico come Aquileia.
http://ospitiweb.indire.it/~udee0001/1_2_3_friulut/8_economia.htm
http://friuliveneziagiulia.italiadascoprire.net/economia-friuli_venezia_giulia.html
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TRIESTE
Trieste è il capoluogo del Friuli Venezia
Giulia.
Le altre province sono: Udine, Gorizia e
Pordenone.
Trieste è un territorio di confine, con un
occhio al mare Adriatico e l'altro all'aspro
promontorio carsico.
I triestini hanno una vera e propria passione
per il caffè, e ci sono tanti riti diversi per assaporarlo. La aroma del caffè questa è una passione
antica: entrate negli eleganti caffè storici, dove echeggiano ancora fermenti letterari d'altri
tempi.
L'incrocio di religioni è palpabile da chiunque arrivi in città,
dove da secoli trovano ospitalità, tra le altre, la chiesa
greco-ortodossa e quella serbo-ortodossa, la sinagoga, la
chiesa evangelica luterana e quella elvetica, la più antica
della città.
La gente, qui, coglie ogni occasione per vivere il mare, e
popola la riviera e gli stabilimenti balneari - in slang "bagni"
- tutto l'anno, per prendere il sole, fare un tuffo o una semplice passeggiata.
I dintorni
Trieste ha una bella costiera bianca, con piccole baie e sentieri intrisi dei profumi della
macchia mediterranea.
Sono bellissimi i castelli
di Miramare e Duino, che si affacciano direttamente sul
mare.
Il promontorio carsico ha colori, tradizioni e sapori inconfondibili, e aspetti naturalistici
particolarissimi, tra cui la Grotta Gigante, la cavità turistica più grande al mondo.
Poi ricordiamo la pittoresca cittadina istro-veneta di Muggia, dai tanti tesori storici e culinari.
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http://www.turismofvg.it/Localita/Trieste
I CIBI TIPICI
Questa è una regione dove l' occidente e l' oriente, con le rispettive culture, si incontrano
dando vita ad una cucina multietnica.
I tipi di pane sono:
•
“ biga servolana” è un pane tipico di Trieste,
•
“cornetto Istriano “ è un pane croccante e compatto leggermente colorato,
•
“Grispolenta” è un pane fatto con la farina di polenta dove ci mettono dentro il lievito,
•
“Pane di mais” è il pane normale con dentro il mais,
•
“Rosetta” è un panino rotondo con 5 tagli
•
“ Pan de Frizz” è un pane della tradizione contadina Friulana, è ottenuto da un impasto
di farina di grano, farina di segale, lardo, ciccioli di carne di maiale, uova e lievito
naturale; si dice che abbia questo nome perchè in Friuli “frizze” sono chiamati i ciccioli
di carne di maiale.
I cibi tipici sono:
•
Il “frico” è un piatto a base di formaggio, ma anche di
patate e burro, considerato la preparazione culinaria
più tipica del Friuli e della cucina friulana. Si tratta di
formaggio cotto in padella con burro o lardo. Si
presenta in due versioni: friabile o morbido. Entrambi si
possono servire sia come antipasto che come secondo. Sebbene oggi il frico sia visto
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come un piatto festivo, in origine la sua preparazione era finalizzata al recupero di scarti
di formaggio (strissulis).
•
“Cjarsòns” tipici della Carnia, sono specie
di ravioli nel cui ripieno (a base di uova,
carne, e formaggio) abbondano le erbe
aromatiche (basilico, menta, maggiorana,
mentuccia, salvia).
•
Gnocchi di prugne - È un piatto di tradizione
asburgica e sopravvive in qualche pranzo tradizionale
triestino. Ogni gnocco contiene una prugna secca e
vengono prima bolliti, poi passati in padella a
insaporire con burro fuso, zucchero ed altro.
•
Lasagne al papavero - Piatto tipico di Trieste,
appartiene alla tradizione dei primi piatti dolci: si tratta di lasagne servite asciutte e
condite con burro fuso, zucchero e semi di papavero.
•
"Pistum" - Anche questo è un primo piatto agrodolce; trattasi di gnocchi composti da:
pane grattugiato, zucchero, uova, erbe aromatiche e uva passa che poi sono messi a
bollire e serviti caldi con brodo di carne di maiale.
•
Arrosto di manzo - Piatto comune in molte parti d'Italia, si differenzia per i particolari
ingredienti che servono a dare un sapore particolare. La carne viene prima rosolata con
lardo, cipolla, e aromi; viene poi aromatizzata con semi di cumino, radice di rafano e
chiodi di garofano pestati. Quindi si mette in forno per portare a termine la cottura con
varie aggiunte di brodo.
•
"Cevapcici" - Piatto di origine slava, come il suo nome, è presente nella cucina triestina
e goriziana. Sono salsicce fresche, piuttosto piccanti, tagliate a pezzi di lunghezza di trequattro centimetri, il cui impasto è carne mista di maiale, manzo e agnello. Cotte alla
griglia o saltate in padella.
•
"Gulash" o "Gulyas" - Classico piatto ungherese a base di carne di manzo a pezzetti,
stufata in tegame insaporita da forti aromi tra cui la
paprica. Può essere servito come minestra o zuppa,
oppure come pietanza, nel qual caso il sugo è più ristretto
e come contorno vengono servite patate bollite.
•
"Muset" - È un profumatissimo cotechino composto da
parti della testa del maiale, cotenna e carne degli stinchi,
insaporite da cannella, coriandolo ed altri aromi. Viene
bollito e servito con la "Brovada", e in questo caso si
completa la cottura in tegame con le rape acide, oppure
con la polenta.
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Invece nel settore dei dolci ci sono:
• “ gubana “ è fatta con pasta ripiena con
frutta cotta al forno, nella gubana ci sono
componenti più preziosi e in una forma più
elaborata.
• “castagnole di Sacile” questa ricetta è
tipica della gastronomia friulana nel periodo di
carnevale. Anche se con il rum o altro liquore per dolci rimane sempre valida anche per i
bambini.
http://www.panenostro.com/friuli-venezia-giulia/
http://www.lebellezzeditalia.it/friuli/friuli_it/piatti%20tipici.htm
STORIA
Epoca romana
Roma intervenne nell’Istria con tre spedizioni militari (221, 178-177 e 129 a.C.), interessata al
controllo delle regioni sotto alle alpi orientali.
Nel 181 a.C. nasce la colonia di Aquileia e da qui si diffuse la potenza romana, inutilmente
contrastata dalle popolazioni locali.
Una raggiera di strade collegò Aquileia ai passi alpini e, a guardia di questi furono fondati altri
centri, Iulium Carnicum (Zuglio) sulla strada di Monte Croce, Forum Iulii (Cividale) su quella di
Piedicolle, ed ancora Tergeste (Trieste) e Pietas Iulia (Pola).
Nel 42 a.C. tutta la regione fino al Formione (Risano) entrò a far parte dell’Italia il cui confine fu
portato all’Arsa in età augustea, probabilmente tra il 18 e il 12 a.C. Le alpi orientali ebbero
allora il nome di Giulie.
Questi territori fecero parte della Venetia et Histria, decima regione d’Italia.
La regione subì un processo di romanizzazione uguale a quelle della altre parti dell’Impero, e
le popolazioni sottomesse si limitarono a conservare memoria delle loro origini preistoriche nei
toponimi (la desinenza "acco" dei nomi di molte località friulane si deve ai contadini galloromani) o in miti alludenti alle antichissime migrazioni illiriche (gli argonauti e Diomede erano
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onorati alle foci del Timavo, i Colchi quali fondatori a Pola e nelle isole del Quarnaro). A lungo
rimase vivo il culto divinità locali, illiriche nell’Istria orientale, galliche (Beleno) in Friuli.
Furono secoli di prosperità, affluiva in Aquileia gente da tutto il mondo romano tanto da
divenire una delle più popolose città del mondo, ospitava i comandi dell’esercito danubiano,
della flotta dell’Alto Adriatico ed era centro di un ricco agro alimentario, di attività portuali,
commerciali, industriali.
Le vicende che portarono alla dissoluzione dell’Impero Romano furono tumultuose e
drammatiche nella regione, esposta ai barbari e punto d’incrocio fra oriente e occidente.
Nel 452 Aquileia fu assediata e predata da Attila e non risorse più all’antica potenza, con
questo episodio si può far terminare il periodo romano della storia della parte nord-orientale
d’Italia.
Epoca medievale
La regione sorge in parte delle terre occupate in epoche passate dal Patriarcato di Aquileia
che fu nell'età medievale uno degli stati più estesi ed importanti dell'Italia settentrionale.
Il patriarcato di Aquileia si dotò, molto precocemente, di una propria Costituzione e di un
Parlamento, ritenuto, da alcuni studiosi, il più antico d'Europa.
Il 3 aprile del 1077 è una data particolarmente significativa per la storia del Friuli: in questa
giornata infatti l'imperatore Enrico IV concesse al Patriarca Sigeardo di Beilstein, per la sua
fedeltà al potere imperiale, la contea del Friuli con prerogative ducali. Tale linea filo-imperiale,
seguita anche dai successori di Sigeardo, che per lungo tempo saranno tutti di origine
germanica, permise loro di consolidare lo Stato, la Patrie dal Friûl, che oltre a tale regione
incluse per alcuni periodi - in epoche diverse - anche Trieste, l'Istria, la Carinzia, la Stiria e il
Cadore. Lo Stato patriarcale del Friuli si impose ben presto come una delle più ampie e potenti
formazioni politiche dell'Italia del tempo, dotandosi, fin dal XII secolo, anche di un Parlamento,
espressione massima della civiltà friulana sotto il profilo istituzionale.
Epoca contemporanea
La costituzione del Regno d'Italia rafforzò, a sua volta, l'irridentismo (cioè l'aspirazione di un
popolo a completare la propria unità territoriale nazionale), non solo nell'Istria ma pure a
Trieste e a Gorizia.
La guerra italo-austriaca del 1915 (parte della prima guerra mondiale) ebbe tra i suoi
obbiettivi fondamentali l'annessione della Venezia Giulia all'Italia. Essa fu combattuta per la
maggior parte nel territorio della regione che risentì duramente delle operazioni belliche. A
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oriente e occidente del fiume Isonzo la regione fu retrovia del conflitto per tre anni e patì
gravissimi danni nei porti e nelle valli dell'Isonzo dove Gorizia fu quasi totalmente rasa al suolo.
Il Friuli con i vicini Veneto e Trentino, furono teatro della prima guerra mondiale e la Venezia
Giulia, passò al Regno d'Italia dopo la “grande guerra”.
Il Friuli-Venezia Giulia raggiunge l'attuale conformazione dopo la seconda guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale vide molti friulani impegnati sui vari fronti bellici: in Grecia ed
Albania, in Russia e in Africa. L’arrivo dei tedeschi dopo l’8 settembre del 1943 suscitò
un’intensa attività partigiana in Carnia e nella Bassa Friulana.
Durante la guerra si è avuto a Trieste l'unico campo di concentramento nazista in Italia: la
Risiera di San Sabba, dove sono morte circa 5OOO persone, soprattutto ebrei.
Nel 1945 gli americani liberarono il Friuli con l’aiuto delle forze partigiane, mentre la Venezia
Giulia fu occupata dalle truppe Jugoslave.
Dopo la II guerra mondiale, la maggior parte della Venezia Giulia passò alla Iugoslavia per cui si
dovette accorpare in un’unica regione il Friuli e quanto rimasto della zona giuliana.
Fu anche istituito il territorio libero di Trieste che più avanti venne diviso tra zona “A” e zona
“B”. Con il “Memorandum di Londra” del 1954 Trieste e la zona “A” tornarono all’Italia.
Nel 1963 il Friuli Venezia Giulia fu proclamato Regione a Statuto speciale.
Del secondo dopoguerra possiamo ricordare anche la tragedia del Vaiont del 1964 e il violento
terremoto del 1976 che devastò una parte del Friuli Centrale.
(La storia del Friuli è stata molto semplificata per renderla comprensibile ad alunni di scuola primaria.)
http://it.wikipedia.org/wiki/Friuli-Venezia_Giulia
http://ospitiweb.indire.it/~udee0001/1_2_3_friulut/4_storia.htm
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IL TERREMOTO DEL 1976
Il terremoto del Friuli del 1976 fu un sisma
che colpì il Friuli, e i territori circostanti,
alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con
ulteriori scosse l'11 e 15 settembre.
La zona più colpita fu quella a nord di
Udine, con epicentro situato tra i comuni
di Gemona e Artegna nelle vicinanze della
località Lessi e forza pari a 6,4 della
magnitudo momento, e intensità pari al
decimo grado della scala Mercalli.
I danni furono amplificati dalle particolari
condizioni del suolo, dalla posizione dei
paesi colpiti, quasi tutti posti in cima ad
alture, e dall'età avanzata delle costruzioni.
La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia, investì principalmente 77 comuni italiani con danni,
anche se molto più limitati, per una popolazione totale di circa 80.000 abitanti, provocando,
solo in Italia, 989 morti e oltre 45.000 senza tetto. Anche le zone dell'alta e media valle del
fiume Isonzo, in territorio jugoslavo (in Slovenia) venne colpita, interessando in particolare i
comuni di Tolmino, Caporetto, Canale d'Isonzo e Plezzo.
I danni del terremoto del maggio 1976 furono amplificati da altre due scosse, a fine dell'estate.
L'11 settembre 1976 la terra tremò di nuovo: si verificarono infatti due scosse alle 18:31 e alle
18:40, la prima delle quali del 5,8 della scala Richter.
LEGGENDE
Molte sono le leggende del Friuli Venezia Giulia.
Riportiamo qui quella relativa al territorio di Osoppo.
Potete leggerne altre sul sito
http://ospitiweb.indire.it/~udee0001/1_2_3_friulut/13_leggende_fiabe.htm
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DRAGO DI OSOPPO
In quella che oggi chiamiamo la piana di Osoppo c’era una volta un vastissimo lago.
Osoppo era un paesino insulare, dove si era installato un enorme drago dalle sette teste. Con il
suo fiato velenoso uccideva chiunque osasse avventurarsi in quei paraggi e poi lo divorava.
Gli abitanti delle rive erano terrorizzati, così pensarono di contattare un eremita che aveva la
fama di essere un santo.
Questi promise di liberarli dal drago, a patto che lo trasportassero in barca fino ad Osoppo. Ma
la gente aveva paura e nessuno osava accontentarlo.
Pertanto l’eremita comandò che tutti facessero tre giorni di digiuno e infine alcuni coraggiosi si
offrirono di accompagnarlo fino ad un’altra isoletta prossima a quella del drago.
Sceso dalla barca, benedì le rive, dedicando l’isola a San Rocco, affinché il drago non osasse
avvicinarvisi.
La bestiaccia rispose con un soffio velenoso e con un colpo di coda in acqua, ma la croce
dell’eremita respinse il fiato mortale, né le onde lo spaventarono.
Ogni giorno il sant’uomo celebrava la messa e pregava continuamente.
Il drago vomitava bile verde e urlava: “Io ti schiaccerò”.
La gente lo udiva tuonare da lontano e tutti provavano brividi di paura.
Infine il drago inizio ad ammalarsi, a barcollare e con un ultimo grido cadde dentro il lago.
Arrivò uno spaventoso terremoto. Si aprirono innumerevoli fessure nel terreno che ingoiarono
rapidamente tutta l’acqua.
La gente ringraziò Dio di averli liberati da questo orrore e raccolse per giunta una grande
quantità di pesce.
La terra del lago diventò un enorme campo fertile. L’eremita domandò al popolo di costruire,
sopra la vecchia isola di San Rocco, una bella chiesa che ancora oggi possiamo visitare.
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GLOSSARIO
1. Brullo = non fertile
2. Ciccioli = ciò che resta delle parti grasse del maiale dopo che si sono fuse al fuoco per
ricavarne lo strutto
3. Cordoni litoranei = costa
4. Cumino = pianta erbacea annua della famiglia
5. Doline = depressione a forma di imbuto
6. Friabili = che si riducono facilmente a frammenti piccoli
7. Lardo = adipe sottocutaneo del maiale conservato mediante salagione o affumicatura
per uso di cucina
8. Multietnica = molte culture, molti popoli
9. Maggiorana = erba aromatica e medicinale
10. Rafano = pianta erbacea
11. Ravioli = involucro di pasta ripiena di carne, di ricotta o di verdura bollita
12. Segale = pianta erbacea simile al grano
13. Tegame = recipiente di cucina rotondo, non molto profondo
CONCLUSIONI DEL LAVORO DI RICERCA
Questo libretto è il risultato di un intenso lavoro di due squadre, i COBRA GALATTICI e le
BOMBAGIRLS, della classe QUINTA della Scuola primaria di Osoppo, anno scol. 2013-’14.
E’ stato per noi molto difficile trovare le informazioni, sceglierle, semplificarle, trovare immagini
e costruire schemi.
Siamo consapevoli che qualche errore sarà scappato e tanto ancora c’è da scrivere sulla nostra
regione.
Se qualcuno vuole riprendere, continuare e approfondire il nostro lavoro, può contatta la
nostra maestra Laura Pozzar ([email protected] ), che sarà felice di avviare una
collaborazione per arricchire con altri contributi questo testo.
Gli autori
Fabio – Chiara – Giovanna – Sara C. – Elisa – Sara F. – Eliana – Emin – Giovanni – Luca Giacomo - Ludovico – Sheila – Maurizio – Alessio
3 giugno ‘14
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