Stress dell’Infermiere di Pronto Soccorso Autori (in ordine alfabetico) Rodolfo Cisternino Maria Antonietta Di Felice Gianfranco Verna Possiamo definire lo stress come una risposta generale aspecifica a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente; il soggetto risponde con sintomi fisici: dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione nel palmo delle mani, stanchezza, perdita di appetito, problemi di rendimento, sintomi comportamentali: aumento del consumo di sigarette (per chi fuma), mangiare compulsivamente, attitudine alla prepotenza, incapacità di portare le cose a termine, sintomi emozionali: pianto, rabbia, nervosismo, ansia, sentirsi impotenti a cambiare le cose e sintomi cognitivi: dimenticare le cose o distrarsi facilmente, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività, preoccuparsi costantemente (Selye, 2000). Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocare perfino infortuni (National Institute for Occupational Safety and Health –USA, 1999). Stress da lavoro: gli infermieri sono tra i più a rischio ed interessa le donne con una percentuale doppia rispetto agli uomini (Commissione Salute del Ministero, 2006). Gli infermieri rappresentano una popolazione lavorativa a rischio di stress dovuto al disagio specifico presente nelle professioni d’aiuto, che può determinare il manifestarsi del burnout. Anche il lavoro a turni e notturno può rappresentare un’ulteriore sorgente di stress per la “disincronizzazione” delle funzioni psico-biologiche (ritmo sonno/veglia, alterazioni dei flussi circadiani, ecc.) e delle attività sociali con riflessi negativi sulla performance lavorativa (incremento degli infortuni, ridotta qualità delle prestazioni erogate), sulle condizioni di salute e sulla vita di relazione. Di conseguenza si assiste ad una elevata percentuale di assenteismo, ad una frequente rotazione del personale, ad una maggiore difficoltà nelle relazioni aziendali. OBIETTIVI Lo studio si pone come obiettivo: 1. Valutare lo stress del personale infermieristico di Pronto Soccorso. Controllo con i dati del 2010. La novità è che nel 2012 vi è stata la fusione pronto-soccorso-OBI essendo stata chiusa la medicina d’urgenza. 2. Proporre soluzioni idonee a ridurre lo stress negli infermieri di Pronto Soccorso. IPOTESI Gli infermieri di Pronto Soccorso presentano livelli più elevati di stress rispetto allo studio simile del 2010.. MATERIALI E METODI Studio Osservazionale. Lo studio si è svolto nel Pronto Soccorso ed Osservazione Breve azienda sanitaria locale 02 Lanciano-Vasto-Chieti, P.O. Chieti. Popolazione di studio: Infermieri di Pronto Soccorso ed Osservazione Breve. Criteri di inclusione: tutti gli Infermieri turnisti. Criteri di esclusione: infermieri part-time , infermieri che ruotano solo su due turni, incaricati interinali ed infermieri con orario ridotto (maternità e allattamento). A tutti gli infermieri , oggetto di studio, è stato somministrato un questionario anonimo che, una volta compilato, è stato deposto dagli stessi in un’apposita urna chiusa. Il test somministrato è di facile comprensione, di rapida compilazione e consente un veloce scooring. Il test che abbiamo utilizzato è validato e ne è stato autorizzato l'utilizzo dagli autori. (Biondi & Tarsitani, 1999) e revisionato (Tarsitani et al. 2009). RISULTATI: in corso di elaborazione dati DISCUSSIONE: risultati dello studio del 2010 I.C. 95% 0,0101 – 0.0786 Sono stati somministrati 25 questionari di cui Pronto Soccorso: schede valide 24 nulle 0 bianche 1 Stress P.Socc. SI 5 No stress a 19 Totale b 24 (a + b)
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