STEELMASTER Special Edition 2013 La nascita della "Terni" ed il suo azionariato nell’Ottocento Autore: Francesco G. De Grandis Relatore: Prof. Ruggero Ranieri LO STABILIMENTO TERNANO A nord, via Vincenzo Stefano Breda; a sud, viale Benedetto Brin Primo tentativo di industrializzazione del territorio ternano MORPURGO & PARENTE casa di commercio e banca d’affari ebraica intende sfruttare i 12.000 cavalli vapore nominali che offriva il canale Nerino. Il Governo chiede in cambio 15.000 lire annue ma la richiesta viene ritenuta eccessiva. IL CANALE NERINO Usciti da viale Brin, dopo Pentima, poco prima del Km. 2 della S.S. 209 Valnerina, a destra lungo il Fiume Nera, si scorge quello che resta del Canale Nerino: la diga del bacino e l'imbocco. Realizzato in relazione all'insediamento della Fabbrica d'Armi a Terni tra il 1873 e il 1878, su progetto d'Adriano Sconocchia, il Canale fu costruito per iniziativa del Comune di Terni. Si voleva così favorire la scelta della città, come luogo dove impiantare produzioni industriali da parte degli imprenditori dell'epoca. Il Canale, lungo più di 2 Km., prelevava l'acqua sulla destra del Nera a quota m. 135 e la restituiva a quota m. 118, e aveva una portata media di 27 mc al secondo. Dopo la seconda guerra mondiale venne coperto, come molti altri realizzati a Terni nel corso di secoli. dal sito istituzionale della Provincia di Terni VINCENZO STEFANO BREDA (1825 – 1903) Ingegnere, imprenditore e politico italiano, laureato in scienze matematiche nel 1847. Deputato dal 1866 al 1879, senatore nel 1890. CURRICULUM PROFESSIONALE: appena laureato dipendente della ditta padovana di costruzioni ferroviarie Talachini nel 1854 avvia la Società per le strade ferrate dell’Italia centrale nel 1859 avvia la società per l'impianto di un'officina di gas portatile a Genova Vincenzo Stefano Breda – curriculum professionale nel 1872 fonda la Società veneta per imprese e costruzioni pubbliche, «specializzata nell’organizzare e gestire imprese che fruivano di finanziamenti pubblici o che assumevano l’incarico di costruire opere edilizie per conto dello Stato». La Società operò in diversi settori: - costruzione degli acquedotti di Venezia e di Napoli; - costruzione del ministero delle Finanze di Roma; - costruzione e gestione di vari tronconi della rete ferroviaria veneta e lombarda; - appalto dei porti di Genova e di Palermo; - azionista di indubbio rilievo all’interno della SAFFAT. BENEDETTO BRIN (1833 – 1898) Ingegnere, generale del genio navale e politico italiano. Ministro della Marina per 4 volte nell’arco di 10 anni. Creatore delle prime grandi corazzate moderne ("Duilio", 1973) e progettista dei primi incrociatori da battaglia ("Lepanto", 1885) *** Animatore dei lavori della Commissione delle industrie meccaniche e navali istituita nel 1883, era convinto che solo la Società Veneta meritasse l’affidamento di commesse da parte del Governo negli ultimi mesi del 1883 intavola le trattative con Breda nel marzo 1884 PRENDE CORPO L’AFFARE "TERNI" Perché Terni? 1) Esistenza di una fonderia di tubi di ghisa, rilevata nel 1879 dall’ingegnere belga Cassian Bon; 2) Disponibilità di risorse idriche; 3) Posizione geograficamente ottimale perché lontana dal mare. nasce la SOCIETA’ ALTI FORNI E FONDERIE DI TERNI CASSIAN BON & C, poi trasformata in SOCIETÀ DEGLI ALTI FORNI, FONDERIE ED ACCIAIERIE DI TERNI (SAFFAT) ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SOCIETA’ DEGLI ALTIFORNI E FONDERIA DI TERNI CASSIAN BON & C. del 10 marzo 1884 capitale sociale: lire 3.000.000 AZIONISTI PRESENTI NUMERO DI AZIONI ing. Vincenzo Stefano BREDA 240 ing. Cassian BON 276 Società Veneta per i. e c. p. 963 Alcuni bancheri veneti, come il cav. Eugenio Forti, il dr. Mattia De Benedetti, il cav. Samuele Scandiani ed il bar. Alberto Treves de’ Bonfili complessivamente in possesso di 123 azioni, pari al solo 2,05% dell’intero pacchetto azionario della "Terni" nonché altri azionisti, la maggior parte dei quali scompariranno dagli appelli delle assemblee successive. I modi in cui lo Stato favorisce la SAFFAT - Anticipa 12 milioni di lire sul conto delle future forniture dell’impresa e assicura l’acquisto di 8.500 tonnellate di piastre per la corazzatura delle navi; - Il 27 aprile 1885 promulga la legge che concede a 3 società private (Società per le strade ferrate meridionali, Società per le strade ferrate di Sicilia e Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo) la gestione dell’intera rete ferroviaria, a patto che si riforniscano da società italiane; - Il 6 dicembre 1885 promulga la legge che stabilisce cospicui premi di produzione per l’industria cantieristica e di navigazione per la marina mercantile. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SOCIETA’ DEGLI ALTI FORNI, FONDERIE E ACCIAIERIE DI TERNI del 26 giugno 1887 capitale sociale: lire 16.000.000 AZIONISTI PRESENTI NUMERO DI AZIONI nel 1884 ora ing. Vincenzo Stefano BREDA 240 1.600 Società Veneta per i. e c. p. 963 4.000 cav. Andrea SACCHETTO 7 200 bar. Luigi BERTOLINI 7 200 bar. Alberto Treves DE’ BONFILI 9 1.115 276 360 ing. Cassian BON Si assiste alla comparsa di molti nuovi azionisti, tra i quali diversi istituti di credito come la Banca Veneta di depositi e conti correnti (150 azioni), la Banca Montagnanese (100 azioni) e la Società Generale di Credito mobiliare italiano (1.300 azioni). IL DECLINO DELLA GESTIONE BREDA le spese per la costruzione dei nuovi impianti si rivelano superiori rispetto a quanto preventivato la mutata situazione monetaria induce le banche a contenere gli impegni di finanziamento intrapresi VENGONO A MANCARE I FONDI PER LE SPESE CORRENTI DELL’ATTIVITA’ PRODUTTIVA E PER IL PAGAMENTO DELLE ORDINAZIONI GIA’ EFFETTUATE Si fa avanti la figura dell’ing. Alessandro Casalini, inizialmente in qualità di vicepresidente e poi - dal 1891 - come presidente, al posto di Breda. Il Governo viene in soccorso con nuove anticipazioni per 5,8 milioni di lire per una grossa fornitura di 2.500 tonnellate di piastre per corazzate. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SOCIETA’ DEGLI ALTI FORNI, FONDERIE E ACCIAIERIE DI TERNI del 7 maggio 1893 capitale sociale: lire 16.000.000 maggiore attenzione allo STABILIMENTO DI SAVONA Acquistato per 4,5 milioni di lire, comprensivi di officine, macchinari, attrezzature e ricambi, per un valore di 14 milioni di lire. Impiegato per la produzione di lamiere, profilati e rotaie. Viene aggiunta anche la "fonderia dei tubi", precedentemente ubicata a Terni. La gestione Casalini ed il ritorno di Breda il binomio produzione bellica/produzione commerciale non aiuta a ridurre il cospicuo indebitamento bancario La crisi bancaria provoca la chiusura degli sportelli del Credito mobiliare Nel 1894 la Banca d’Italia subentra alla Banca Nazionale ed agli altri istituti, impostando un piano decennale di ammortamento dei debiti in cambio della sua partecipazione nella SAFFAT medesima. Breda torna alla presidenza della SAFFAT. Casalini ritenta la carriera politica interrotta nel 1876. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SOCIETA’ DEGLI ALTI FORNI, FONDERIE E ACCIAIERIE DI TERNI del 30 marzo 1896 capitale sociale: lire 16.000.000 NUOVI AZIONISTI PRESENTI NUMERO DI AZIONI Ditta Manzi 1.950 cav. Riccardo ROCCA 1.454 Viene festeggiato un aumento di produzione, nonché un nuovo contratto di fornitura di proiettili con il Ministero della Marina che ne assicura la produzione sino al giugno 1899. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SAFFAT del 30 marzo 1897 capitale sociale: lire 16.000.000 Ampliamento dello stabilimento di Savona, volto a risolvere i problemi di movimentazione e stoccaggio dei prodotti. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEGLI AZIONISTI DELLA SOCIETA’ DEGLI ALTI FORNI, FONDERIE E ACCIAIERIE DI TERNI del 30 marzo 1898 capitale sociale: lire 16.000.000 AZIONISTI PRESENTI casa bancaria Alberto Treves & C. NUMERO DI AZIONI 2.554 Warschauer Robert & C. 300 Eugenio AMBRON 100 Accanto a questi, altri azionisti saldamente inseriti nel mondo della finanza ebraica internazionale, come la banca milanese Weill-Schott. 1898-1899 La Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche decide di liquidare la sua partecipazione azionaria all’interno della SAFFAT grossa ondata di industriali, capitalisti e speculatori di borsa genovesi, assistiti dal Credito italiano e dalla Banca commerciale ASCESA DEGLI ODERO Attilio Odero, presente all’Assemblea del 1899 con 100 azioni Michele Odero, presente con 150 azioni Nicolò Odero, presente con ben 2.920 azioni inizi del 1900 Breda tenta di opporsi al distacco dello stabilimento di Savona, da vendersi ad una società appositamente costruita, sostenendo la necessità di concentrare i cantieri navali degli Odero e degli Orlando in un’unica società per azioni, partecipata dalla SAFFAT. Gli Odero e gli Orlando si oppongono e, alla morte di Breda, avviano un programma che porta all’acquisto, da parte della SAFFAT, delle loro rispettive imprese cantieristiche. … e la storia continua. FINE grazie per l’attenzione
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