ORIGINE DEGLI STUDI SULLA PERSONALITÀ Ha inizio nel periodo classico dell’antichità greca e romana. È legata allo sviluppo degli studi psicologici nell’ambito del pensiero occidentale. Fasi • Prescientifica. • Scientifica. Fase prescientifica (dall’età classica, alla prima metà del 1800) Parte della speculazione filosofica, della medicina e della letteratura. Contributi fondamentali • Grandi pensatori: Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso, Hobbs, Comte, Kant ecc.. • Medici classici: Ippocrate, Galeno. Argomenti esaminati • Origine e vera essenza dell’universo e dell’uomo. • Importanza dei valori e relazione tra verità e morale. • Problema delle differenze individuali. • Rapporto tra fattori innati ed appresi. • Relazione tra mente e corpo. • Rapporto tra sostanza materiale e sostanza spirituale. Orientamenti principali nello studio prescientifico dell’uomo • Materialistico (fondamento materiale, deterministico e passivo legato alla necessità meccanica della natura): -tradizione ionica ed ippocratica; -naturalismo aristotelico. • Idealistico (fondamento spirituale, creativo, finalistico proprio della libertà dell’anima): -tradizione pitagorica e platonica; -tradizione cristiana. Principali contributi alla nascita di correnti di studio della personalità • Indirizzo materialistico -Dottrina dei quattro temperamenti. -Analisi del carattere. -Fisiognomica. • Indirizzo idealistico -Prospettiva del Sé. -Prospettive umanistiche e fenomenologiche. -Correnti cognitiviste. Caratteristiche metodologiche della conoscenza prescientifica • Inquadramento in sistemi concettuali coerenti. • Fondamento su principi considerati immutabili e assoluti. • Prevalenza dello sviluppo deduttivo all’interno di sistemi concettuali “chiusi”. • Diffidenza sulle informazioni sensoriali. • Inadeguatezza delle generalizzazioni. • Argomentazione di problemi e confronto con conclusioni tratte da assunzioni generali. • Preponderanza di punti di riferimento deduttivi anche per le osservazioni e le generalizzazioni empiriche (es.: quelle mediche e naturalistiche). • Scarsa influenza sul controllo della natura. • Stretto legame con la nascita del pensiero scientifico e importanza fondamentale per il suo sviluppo. • Predominanza di una concezione dualistica che contrappone la sostanza spirituale, libera e creatrice dell’uomo a quella materiale, stabile e meccanica della natura. Fase scientifica (dopo la seconda metà del 1800) Emancipazione dalla filosofia. Utilizzo del metodo d’indagine delle scienze della natura. Sviluppo nell’ambiente accademico e nel settore medico. Principali contributi allo sviluppo • scienze fisiche e fisiologia; • evoluzionismo e positivismo; • biologia; • antropologia; • statistica. Prospettiva d’indagine • Approfondimento rigoroso ed oggettivo dello studio psicologico mediante procedimenti di tipo prevalentemente ipotetico-deduttivi. Caratteristiche della prospettiva scientifica • Rinuncia alle ambizioni di “conoscenze assolute” in favore di conoscenze “probabili”. • Possibilità di verifica sul piano intersoggettivo e giustificazione in termini operativi. • Confronto continuo, secondo determinate regole, tra piano concettuale e piano fenomenico nell’ambito di” sistemi aperti”, mediante l’alternanza di processi induttivi e deduttivi. • Sviluppo a spirale delle conoscenze e potenziamento delle capacità di controllo della natura. Orientamenti principali della psicologia scientifica • Accademico -Psicologia generale (Fechner, Wundt, Pavlov). • Clinico -Psicologia della personalità (Kraepelin, Charcot, Janet, Freud, McDougall, Jung). Sviluppo degli orientamenti • Origine comune. • Separazione iniziale. • Avvicinamento successivo. Indirizzo accademico (radice della psicologia generale) Ambiente • Università. Fondamenti • Rigore metodologico delle scienze naturali. • Misurazione. • Sperimentazione. Oggetto di studio • Esseri umani o animali. • Singoli processi o funzioni (es: percezione, memoria, intelligenza e apprendimento). Condizioni di studio • Rigido controllo di laboratorio. • Isolamento, separazione delle parti. Caratteristiche principali • Rigorosità; possibilità di confronto interpersonale. • Settorialismo; artificialità. • Carenza di globalità e di distinzione individuale. Indirizzo clinico (radice della psicologia della personalità) Ambiente • Ospedale; sanità. Fondamenti • Indagine clinica. • Colloquio. • Applicazione pratica. Oggetto di studio • Patologia; problemi mentali delle persone. • Soggetti umani con caratteristiche di unicità e di globalità inseriti in ambienti naturali. • Fattori che favoriscono la salute mentale e l’adattamento normale. Condizioni di studio • Esigenza medica di alleviare le sofferenze dei pazienti. • Necessità quotidiane; urgenze immediate. • Importanza secondaria delle questioni metodologiche. Caratteristiche principali • Studio individuale; attenuazione del rigore d’indagine. Studio iniziale della personalità Aspetti fondamentali • Stretto legame tra teoria e applicazione. • Orientamento funzionale: salute, benessere, adattamento e soluzione di problemi esistenziali. • Indipendenza degli studi, originalità, anticonformismo. • Considerazione del comportamento in termini di globalità. • Inclusione indissolubile della persona all’interno del suo ambiente naturale. • Ricostruzione, studio integrativo dei diversi aspetti del comportamento. • Differenziazione dallo studio settoriale, riduttivo ed analitico delle diverse funzioni individuali. • Elaborazione di concezioni teoriche pluridimensionali, ampie e complesse. • Formulazioni più duttili e meno precise di quelle della psicologia generale. Metodi ed approcci associati ai due indirizzi scientifici principali Metodi • Sperimentale (quantitativo). • Clinico (qualitativo). Approcci • Nomotetico (quantitativo: somiglianze individuali, aspetti normativi). • Idiografico (qualitativo: differenze individuali, aspetti peculiari). Funzioni • Descrittiva. • Esplicativa. Metodo sperimentale Fondamento • Sperimentazione: riproduzione artificiale di un fenomeno naturale in condizioni di controllo. • Controllo: condizione volta ad impedire la possibilità di variare a tutte le variabili, fatta eccezione per la variabile indipendente X (manipolata dallo sperimentatore) e per quella dipendente Y. • Misurazione: procedura di assegnazione di numeri alle variabili, secondo determinate regole al fine di garantire un confronto standardizzato. Caratteristiche del metodo • Consente di stabilire una relazione di causa ed effetto (esplicativa) tra le variabili in maniera rigorosa (misurazione e controllo), ma riduttiva ed artificiale. • Fa parte di un indirizzo più ampio di ricerca che comprende studi quantitativi come classificazioni, tipologie e correlazioni. Controllo sperimentale • Neutralizzazione dei disturbi provenienti: − Dai soggetti: consapevolezza di essere sottoposi ad osservazione; effetti dell’apprendimento, della motivazione, delle aspettative e dell’interferenza con lo sperimentatore. − Dallo sperimentatore: aspettative sui risultati della ricerca; processi di interferenza sui soggetti, sulla rilevazione, l’analisi e l’interpretazione dei dati. − Dalla selezione e da gruppi specifici: conduzione delle ricerche su una parte dei soggetti che presentano le caratteristiche in esame; errori di generalizzazione di caratteristiche peculiari − Fonti sconosciute: variabili che possono interferire negli effetti della manipolazione. − Dall’ordine e dalla sequenza: interferenza delle prime prove su quelle successive, quando i soggetti sono sottoposti ad una serie di prove in sequenza. Strategie di controllo • Generali: tengono conto della predisposizione dell’ambiente, della preparazione della situazione, della scelta degli apparati e degli strumenti di rilevazione. • Soggetti e sperimentatore: singolo e doppio cieco, automazione, molteplicità degli osservatori e inganno. • Selezione: utilizzo di campioni “rappresentativi” delle popolazioni di appartenenza (estrazione casuale dei soggetti; condizione di uguaglianza nella probabilità di ingresso nel campione). • Fonti sconosciute: assegnazione dei soggetti a gruppi equivalenti di trattamento (assegnazione casuale libera; pareggiamento casuale; blocchi; misure ripetute sugli stessi soggetti). • Ordine e sequenza: forme parallele dello stesso strumento; gruppi equivalenti. Tipi di esperimento Si differenziano in base alle strategie di controllo. • Veri esperimenti: rispettano esaurientemente i criteri essenziali e la assegnazione casuale dei soggetti alle condizioni sperimentali. • Quasi esperimenti: rispettano parzialmente i criteri essenziali e non includono la assegnazione casuale dei soggetti alle condizioni sperimentali. Indirizzo comune di ricerca a carattere quantitativo • Classificazioni e studi tipologici quantitativi. - Si fondano sulla classificazione quantitativa. - Raggruppano in categorie le caratteristiche individuali in base ad elementi comuni esprimibili in termini numerici. - Hanno valore descrittivo. • Studi correlazionari. - Si fondano sul concetto di correlazione: tendenza a variare assieme tra due o più variabili. - Presentano maggiore duttilità e ampiezza degli studi sperimentali. -Possono essere utilizzati per ottenere classificazioni o tipi basati su indici di associazione tra le variabili. - Hanno valore descrittivo e non consentono di stabilire dei nessi causali tra le variabili. Metodo clinico Si fonda sul colloquio. Colloquio • Situazione di comunicazione interpersonale a carattere interattivo. • Viene utilizzato in diversi ambiti (es.: psicologico, medico, educativo, giornalistico, sociologico, giudiziario). • Tecnica di osservazione dal vivo (es.: descrizione; diagnosi) e di intervento sul comportamento (es.: orientamento; terapia). • Si basa su valutazioni qualitative. Caratteristiche • Consente di raccogliere informazioni in maniera duttile e naturale. • Fornisce dati rilevanti dal punto di vista qualitativo, ma con limiti di rigorosità. • È condizionato da elementi di distorsione legati all’osservato, all’osservatore e alla loro influenza reciproca. Fonti di informazione del colloquio • Contenuto: comprende le manifestazioni verbali e comportamentali del soggetto. • Contesto: insieme dinamico, dotato di significato finalistico, costituito da situazione, osservatore e osservato. • Espressioni non verbali: comunicazione di messaggi senza l’uso del mezzo linguistico (ambiente fisico e utilizzazione spaziale; aspetto esteriore; manifestazioni cinesiche; manifestazioni paralinguistiche). Sorgenti di disturbo • Interazione tra osservatore ed osservato: influenza continua e reciproca tra chi osserva e chi è osservato, insita nella situazione del colloquio. • Soggetto: assunzione di ruoli specifici condizionati dalla desiderabilità sociale o da atteggiamenti e meccanismi di difesa. • Osservatore: distorsioni derivanti da superficialità, conformismo, pregiudizi oppure da difese di tipo proiettivo (attribuzione all’osservato di caratteristiche proprie dell’osservatore). Modalità di utilizzo delle fonti del colloquio • Intuitiva: interpreta l’individuazione delle caratteristiche di personalità altrui come derivanti da elementi percettivi innati, caratterizzati da globalità e immediatezza (teorie: gestaltismo; empatia). • Sperimentale: tende all’eliminazione degli aspetti soggettivi mediante la misurazione rigorosa del comportamento interattivo (durata delle espressioni verbali e delle le interruzioni e, successione degli interventi) in una condizione di controllo o intervista standardizzata (comportamento: intervistatore = variabile indipendente; soggetto = variabile dipendente). • Induttivo-deduttiva: fa ricorso a dati empirici e costrutti concettuali mediante l’alternanza di momenti induttivi e deduttivi. Forme principali: − Inferenziale: si basa su dati comportamentali e su proposizioni generali o regole astratte di inferenza (regole di identificazione e di associazione). − Ipotetico-deduttiva: sottopone la generalizzazione delle informazioni al passaggio attraverso il dubbio dell’ipotesi; l’accettazione implica il superamento della verifica empirica sulla base della ripetizione più accurata delle osservazioni. Approccio idiografico (dal greco idios, “di sé stesso”) • Riguarda ciò che è oggetto di studio particolare. • Assume l’impossibilità di trovare due individui tra loro uguali. • Considera la personalità come una caratteristica unica, distintiva dell’individuo in maniera simile all’impronta digitale. • Portato agli estremi, non consente generalizzazioni dello studio individuali. Piano operativo • Prende in considerazione singoli individui o un numero limitato di soggetti. • Implica uno studio individuale di tipo intensivo, approfondito e prolungato nel tempo. • Utilizza, generalmente, un’analisi qualitativa di tipo clinico. Approccio nomotetico (dal greco nomotheticos, “che emana norme”) • Riguarda ciò che ha valore di regole generali. • Tende ad individuare gli aspetti che accomunano gli individui. • Interpretato radicalmente, trascura le caratteristiche individuali. Piano operativo • Prende in considerazione ampi gruppi di soggetti anziché singoli individui. • Privilegia lo studio estensivo, di tipo quantitativo rispetto a quello intensivo, individuale, qualitativo e approfondito. • Utilizza frequentemente procedure e parametri di natura matematico statistica. Ciò consente di mettere in evidenza gli aspetti comuni, ma anche di tenere conto delle differenze individuali. Considerazioni sugli indirizzi e sugli approcci principali • Contrapposizione storica. • Superamento contemporaneo in termini complementari sulla base di un fondamento metodologico comune. − Indirizzo sperimentale ed approccio nomotetico: guadagnano in rigore e precisione; perdono nella qualità e nella ricchezza delle informazioni. − Indirizzo clinico ed approccio idiografico: guadagnano in qualità e quantità di informazioni; perdono in rigore e precisione. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO DELLE LEZIONI Collocazione storica e distinzione tra fase prescientifica e scientifica. • Fase prescientifica: Argomenti d’indagine; fondamenti metodologici; orientamenti principali di studio; contributo allo nascita di correnti della personalità. • Fase scientifica: indirizzi (accademico e clinico); metodi fondamentali d’indagine (accademico: sperimentazione, procedimenti quantitativi correlazionali e classificatori) (clinico: colloquio); principali approcci (nomotetico e idiografico; relazione tra metodi ed approcci. CONOSCENZA SCIENTIFICA Elaborazione concettuale dell’esperienza fenomenica secondo determinate regole. • I principi fondamentali sono gli stessi in tutte le scienze della natura. • Le modalità e i criteri di applicazione variano nelle diverse discipline in quanto si adattano all’oggetto di studio ed al momento dell’indagine. • In rapporto all’oggetto, agli obiettivi e alle condizioni di studio, essa presenta tre forme principali che si differenziano per complessità e funzione. Forme • Classificatoria (elementare). • Ipotetico-deduttiva (intermedia). • Sperimentale (più complessa). Fondamento metodologico comune • Procedimento secondo regole, caratterizzato da alternanza tra due processi logici fondamentali: - induzione (passaggio dal particolare al generale, dai fatti ai concetti) - deduzione (passaggio dal generale al particolare; dai concetti ai fatti). Differenze • Gradi di complessità. • Funzioni. • Modalità di attuazione. Caratteristiche • Qualitative o quantitative. • Sviluppo per fasi. Forme e fasi Classificatoria Forme Ipotetico-deduttiva Sperimentale Fasi Fasi Fasi Osservazione fenomenica. > Astrazione: differenze e somiglianze tra fenomeni > raggruppamento > generalizzazione provvisoria. >> Osservazione fenomenica. > Osservazione fenomenica.> Astrazione: relazione tra Astrazione: relazione tra fenomeni > dubbio > ipotesi fenomeni > dubbio > ipotesi > deduzione conseguenze, > deduzione conseguenze, previsione. >> previsione. >> Verifica empirica: Verifica empirica: Verifica empirica: nuove osservazioni fenome- osservazione delle sperimentazione degli niche. >> conseguenze. >> effetti previsti. >> Astrazione: valutazione Astrazione: valutazione esi- Astrazione: valutazione adeguatezza > a) conferma: to > a) Conferma: acceteffetti > a) Conferma > accettazione e più stabile. >> tazione ipotesi. >> accettazione ipotesi.>> b) discordanze: 1- rifiuto o 2- b) discordanza: 1-rifiuto o b) discordanza: 1-rifiuto o revisione del processo. >> 2-riformulazione ipotesi. >> 2-revisione ipotesi. >> Replica conferme (a; b2). Replica conferme (a; b2): Replica conferme (a; b2): Generalizzazione >> Generalizzazione.>> Generalizzazione/legge.>> Categorie, classi e tipi. Teorie e/o modelli. Teorie e/o modelli. Tipi di procedimento e costrutti concettuali Procedimento Tipo di costrutto Funzione Tipo Caratteristica Induttivo deduttivo Categorie, classi, tipi Descrizione e Qualitativa o (classificatorio) catalogazione quantitativa Ipotetico deduttivo Ipotesi, generalizzazioni, Spiegazione Qualitativa o teorie e/o modelli e previsione quantitativa Sperimentale Ipotesi, generalizzazioni, Spiegazione Quantitativa leggi, modelli e/o teorie e previsione Obiettivi operativi Lo sviluppo della ricerca è rivolto al conseguimento dei seguenti obiettivi principali concernenti le manifestazioni fenomeniche: • Descrizione. • Spiegazione. • Previsione. • Oggettività. Descrizione • Riguarda il modo in cui si manifestano gli eventi naturali (come avvengono, quali sono i fattori costitutivi e le relazioni). • Si fonda sull’osservazione. • Comporta modalità specifiche di attuazione caratterizzate da sistematicità, rigore e precisione. Spiegazione • Si riferisce alle cause immediate della manifestazione dei fenomeni (perchè avvengono, che cosa li determina). • Implica il ricorso ad elaborazioni concettuali complesse riconducibili al collegamento di ciò che non si conosce a ciò che è già conosciuto. • Utilizza un processo mentale che si sposta, ripetutamente, dai fatti osservabili ai concetti inosservabili e viceversa. • Per facilitare la comprensione, ricorre alla scomposizione elementare dei fenomeni e alla generalizzazione delle analisi. Previsione • Si riferisce alle manifestazioni fenomeniche del futuro (come e perché avverranno), ossia ad eventi non ancora noti. • Costituisce una sorta di spiegazione: riconduzione del futuro (sconosciuto) agli eventi presenti e passati (conosciuti). • Si fonda sui principi di causalità e di regolarità della natura. Oggettività • Riguarda il rapporto esistente tra un fenomeno e la sua conoscenza. • Può essere ricondotta a due interpretazioni: − Concezioni forte: implica la corrispondenza tra fenomeno e conoscenza. − Concezione debole: si riferisce alla possibilità di ottenere gli stessi risultati sul piano operativo, da parte di diversi osservatori, a condizione che vengano rispettate regole metodologiche comuni. Canone di oggettività (concezione debole) Riguarda le condizioni normative dei dati conoscitivi. Richiede che questi presentino requisiti atti a consentire in modo stabile: − Osservazione pubblica (diretta o indiretta). − Ripetizione delle osservazioni. − Misurazione. − Separazione osservatore/osservato. Osservazione pubblica • Il criterio garantisce la pubblicità delle osservazioni e la possibilità di confronto intersoggettivo. Ripetizione delle osservazioni • Consente che i dati siano sempre disponibili in modo da poter rispondere regolarmente alle esigenze di ricerca. Misurazione • Tende ad evitare imprecisioni e divergenze nei risultati delle osservazioni. Riguarda l’accuratezza ed il rigore sia del linguaggio che delle procedure. Separazione osservatore/osservato • Assicura che il risultato dell’indagine non sia alterato dall’interferenza di chi conduce l’osservazione sull’oggetto osservato. Riguarda la naturalezza dei fenomeni Teorie e modelli Costrutti concettuali di livello superiore con funzione esplicativa e di sistematizzazione dell’esperienza. Tendono a comprendere il maggior numero possibile di fenomeni ed a mettere in relazione diverse categorie fenomeniche. Proprietà distintive • Teorie: ampie, complesse, strutturate gerarchicamente e più vicine ai concetti. Al vertice della struttura si collocano i principi; sul piano più basso, in prossimità dei fenomeni, si trovano le deduzioni e le definizioni ultime; a livello intermedio si collocano i costrutti di collegamento tra vertice e base assieme a quelli di connessione tra concetti che si dispongono orizzontalmente sullo stesso piano. • Modelli: semplici, specifici più vicini ai fenomeni. Rispetto alle teorie, includono un numero inferiore di costrutti concettuali e si riferiscono ad un numero limitato di fenomeni. Criteri di validità delle teorie • Attinenza ai fatti. • Coerenza interna. • Verifica empirica. • Falsificabilità. • Ampiezza. • Proficuità. • Semplicità. Criteri aggiuntivi • Eleganza. • Validità euristica. Attinenza ai fatti. • Esige il collegamento tra la struttura concettuale ed il piano dei fenomeni osservabili pubblicamente. Coerenza interna • Riguarda la non contraddizione tra gli elementi concettuali costitutivi, in senso orizzontale e verticale. − Orizzontale: coerenza tra assiomi, o tra proposizioni e definizioni che si collocano sullo stesso piano. − Verticale: coerenza tra i principi superiori ed i costrutti dei livelli sottostanti, sino alle deduzioni ultime, vicine ai fatti. Verifica empirica • Si riferisce al rapporto fondamentale tra il piano concettuale e quello fenomenico. Richiede che il costrutto consenta la deduzione di previsioni, suscettibili di conferma empirica, riguardanti eventi osservabili. Ha valore rilevante ma non definitivo. Falsificabilità • Riguarda l’incompatibilità di determinati eventi con la validità della teoria. La manifestazione di uno solo di questi eventi è sufficiente per la confutazione. Permette di arrivare a conclusioni definitive. Ampiezza • Si riferisce al numero dei fenomeni spiegabili da una teoria. È strettamente legata alla verifica. Proficuità • Tiene conto della quantità di ipotesi deducibili dalla teoria. Costituisce un indice di vitalità e potenzialità di sviluppo di un costrutto teorico. Semplicità • Riguarda il numero degli elementi concettuali che costituiscono la teoria. È strettamente legata ad un principio generale di parsimonia, in base al quale, a parità delle condizioni precedenti di validità, il riferimento a costrutti più complessi è giustificabile solo quando quelli più semplici non presentano una capacità esplicativa adeguata. Criteri aggiuntivi Eleganza • Costituisce la valenza estetica della semplicità del costrutto e della sua capacità esplicativa. Validità euristica • Si riferisce alla capacità di stimolare dibattiti, nuovi interessi e ricerche. Si differenzia dalla proficuità, in quanto si fonda su elementi culturali più che sulla verifica empirica. OBIETIVI DI APPRENDIMENTO DELLE LEZIONI • Elementi essenziali della conoscenza scientifica. • Forme (classificatoria, ipotetico-deduttiva, sperimentale). - Aspetti comuni: procedimento induttivo deduttivo. - Elementi differenziali: fasi di sviluppo, tipi di costrutti (categorie, ipotesi, modelli e teorie) funzioni ed obiettivi (descrizione, spiegazione, previsione, oggettività). • Tipi di oggettività e canone di oggettività • Caratteristiche, struttura e funzione delle teorie e dei modelli. • Criteri di validità delle teorie. • Inquadramento generale dello studio della personalità nella prospettiva metodologica. Studio scientifico della personalità Principali influenze teoriche di sviluppo (cfr. Hall e Lindzey, 1978) • Studi clinici (Kraepelin, Charcot, Janet, Freud, Jung, McDougall). • Scuola gestaltica (Stern). • Studi sperimentali (Wundt, Pavlov, Thorndike, Watson). • Tradizione psicometrica (Galton, Vernon). Differenze metodologiche • Metodo: clinico; sperimentale e matematico-statistico. • Approcci: idiografico e nomotetico. Obiettivi generali • Descrizione, spiegazione e previsione del comportamento umano in maniera rigorosa ed oggettiva. Obiettivi specifici • Comprensione delle caratteristiche individuali nella loro globalità. • Ricomposizione in un quadro unitario delle diverse componenti individuali: affettive, cognitive, comportamentali , biologiche ed ambientali. Ambito e contenuti di indagine • Si estendono lungo una dimensione continua che va da un polo individuale ad uno ambientale. • Si differenziano, a seconda delle concezioni teoriche, in relazione alla prevalenza della considerazione di fattori individuali, ambientali o del loro insieme. Unità d’analisi Concezione tradizionale o ristretta • Riguarda differenze individuali e tratti specifici (Allport, 1937; Wiggins, 1979). • Concezione allargata • Comprende differenze e somiglianze (Pervin, 1984). • Considera l’interazione con le condizioni di vita, include le reazioni peculiari e le trasformazioni dell’ambiente socio-personale (Mischel, 1980,1981). • Comprende ricerca, teoria, psicoterapia (Maddi, 1989) ed applicazione in vari settori , in una prospettiva centrata sulla: -integrazione del complesso di componenti ambientali e individuali; -considerazione delle modalità di interazione dei fattori che concorrono alla formazione delle caratteristiche proprie dell’individuo. Studio scientifico della personalità PERSONALITÀ Definizioni. Campo d’indagine. Unità d’analisi. Applicazione. ____________________________________________________________________ ↓ TEORIE ______________________________________________________________________________________ METODO (induttivo - deduttivo) CONTENUTI ______________________________________________ ___________________________ ↓ -Elementi costitutivi -Correnti INDIRIZZO APPROCCIO ↓ ↓ ____________________ ___________________ Quantitativo – Statistico -Sperimentale -Correlazionale -Tassonomico Quantitativo -Nomotetico Qualitativo -Clinico Qualitativo -Idiografico Raggruppamenti teorici fondamentali I. Tradizionali Si fondano sui paradigmi della scienza classica. Presentano implicazioni deterministiche e riduzionistiche; si estendono da concezioni settoriali e riduttive a prospettive plurifattoriali di tipo monodirezionale o interattivo statico. II. Avanzati Implicano il superamento della scienza classica. Hanno caratteristiche: plurifattoriali con orientamento sistemico; interattive dinamiche; ricorsive con sviluppi non deterministici; stratificate e ipercomplesse. Raggruppamenti tradizionali • Psicologia costituzionale. • Teoria psicoanalitica; sviluppi teorici associati. • Prospettiva gestaltica e fenomenologica. • Psicologia umanistica. • Prospettiva del sé. • Studio dei tratti, dei tipi e delle disposizioni; modelli S-P-R statici. • Teoria generale dell’apprendimento e teoria dell’apprendimento sociale. Raggruppamenti avanzati • Modelli S-P-R dinamici. Complessità Personalità come insieme complesso ed organizzato di elementi che conferisce organicità all’individuo. • Aspetto comune alle varie interpretazioni teoriche (Pervin, 1990b). Differenze principali • Gamma di ampiezza e paradigmi causali: da una concezione elementare, di tipo plurifattoriale sommatorio ed individuale (cfr. Cattell, 1950; Prince, 1924), ad una più evoluta e coerente, a carattere plurifattoriale interattivo, che tiene conto dell’influenza reciproca tra vari fattori o sistemi (cfr. Endler 1983; Eysenck, Arnold e Meili, 1975). Paradigmi causali Monofattoriale (deterministico). Causa Fattore Effetto Risultato diretto A B Plurifattoriale sequenziale semplice (deterministico). Causa Fattore A Effetto Effetto mediato Mediazione Risultato B C Plurifattoriale sommatorio (deterministico). Causa Fattori Effetto Somma dei fattori A B C D Plurifattoriale, sommatorio, sequenziale (deterministico). Causa Fattori Effetto intermedio Effetto finale Somma dei fattori Risultato mediato A B C D E Plurifattoriale, sequenziale, interattivo semplice (deterministico). Causa Fattore A Effetto Effetto mediato Mediazione Risultato B C Plurifattoriale, , interattivo, non sequenziale (deterministico). Causa Fattori Effetto Influenza reciproca tra i fattori A B D C Plurifattoriale, interattivo, sequenziale (deterministico). Causa Fattori Effetto intermedio Influenza reciproca Effetto finale Risultato mediato A B C D E Plurifattoriale ricorsivo elementare (deterministico; non deterministico). Causa Fattori A Effetto Influenza circolare tra i fattori B C Plurifattoriale ricorsivo interattivo (deterministico; non deterministico). Causa Fattori A Effetto Influenza circolare tra i fattori B C Esempi di paradigmi causali Comportamento Monofattoriale deterministico. Causa Effetto Fattori Risultato diretto Stimolo Risposta Situazione Risposta Ereditari Risposta Psichici Risposta Personalità e comportamento Plurifattoriale deterministico, sommatorio, sequenziale. Causa Fattori Ereditari Psichici Effetto finale Somma dei fattori Risultato mediato Personalità Ambientali Effetto intermedio Risposta Plurifattoriale deterministico interattivo, sequenziale. Causa Fattori Ereditari Psichici Effetto finale Influenza reciproca dei fattori Risultato mediato Personalità Ambientali Effetto intermedio Risposta
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