Scarica - il caffè

771660 968900
9
GAA 6600 LOCARNO –– N. 46
46
Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.– / € 1,35)
In edicola Fr. 2.– / € 1,35
Le partite
Le gare
Il Lugano
vince ancora
e torna primo
in classifica
Il dominio
di Jansrud
è stoppato
da Reichelt
A PAGINA 28
A PAGINA 27
Ti-Press
Anno XVII • Numero 46
SportMagazine
Un vero
e proprio
giornale
su computer,
smartphone
e tablet
Reuters
Vacanze
invernali 1958
Domenica
7 dicembre 2014
Un racconto
di Laura Pariani
TORREFAZIONE
DI CAFFÈ
www.caffe.ch
[email protected]
A pagina 60
LILLO ALAIMO
Il pizzino
M
I Verdi
felici perDenti
a non è che a questa politica, a questi politici, a questi partiti si stia dando eccessiva importanza?! A questa politica attratta dal fascino del “breve
periodo”. Quello meno rischioso,
che non impone scelte di fondo,
che non pregiudica il futuro. Ma
che costringe però il Paese a vivere
un eterno presente.
In queste ore ci si sta riempiendo
la testa di analisi per capire cosa ci
sia dietro la rinuncia di Mauro Antonini a correre fra i cinque plrt per
il rinnovo, in aprile, del governo
cantonale. Oppure si sfornano teorie per comprendere quale percentuale di elettori la nuova destra roderà alla nuova Lega... E intanto, la
politica e i suoi rappresentanti usano i partiti - sì, come diceva quel
tale - alla stregua di un tram su cui
salire e farsi portare da qui a là. Per
poi scendere e magari prenderne
un altro a seconda della convenienza del momento.
Antonini dopo qualche mese da
candidato ha gettato la spugna,
non fa per me ha detto. Costringendo ora il Plrt a rivedere ogni strategia. Magari a ribussare alla porta
del ministro uscente, Laura Sadis.
Uscente perché schifata dalla politica urlata e dal trattamento riservatole dal partito.
Franco Denti, dopo anni tra le
file del Ppd, è stato attratto dal fascino dell’ambientalismo verde. È
stato prima tentato dalla Lega, ha
spiegato, ma poi ha risposto alla sirena... “ecologista”.
Partiti come porte girevoli.
Tram da prendere e da cui scendere alla bisogna. È questa la politica
attratta dal fascino del breve termine. Scelte piccole. Progetti da poco.
Quanto basta per tirare alle elezioni o alla fine della legislatura. Perché, come è accaduto in settimana,
se si tratta di prendere concretamente posizione su una realtà dolente, pensiamo al mercato del lavoro, allora si preferisce rimandare
a... poi, a dopo. A quando? Si vedrà,
prima dobbiamo approfondire. Già,
e così l’iniziativa dei Verdi per studiare salari minimi differenziati per
categoria, è stata rinviata. Fra due
settimane non se ne discuterà in
parlamento.
Ma come?, il lavoro non era per
tutti i partiti il principale tema, non
era e non è il problema numero
uno?! Diamo lavoro ai ticinesi, basta con il dumping salariale... E allora, il problema lo si affronti seriamente, perché riversare scioccamente la colpa sui frontalieri non fa
fare un passo verso la soluzione. La
proposta dei Verdi, chissà, avrebbe
potuto in parte essere risolutiva.
Invece no! La politica nostrana preferisce rimandare. Attratta dal fascino del breve termine. Permeato
da un populismo che vorremmo
definire di difesa dell’esclusività,
per lavoro e identità. Un populismo
portato avanti abusando della credulità popolare. Illudendo cioè i cittadini di poter vivere in una regione a disoccupazione e a criminalità
zero. Come? Basta chiudersi dentro
i confini dopo aver cacciato quanto
basta di frontalieri e stranieri.
Bandiere
e banderuole
Da un partito all’altro.
Le ideologie diventano liquide
e i politici dei “voltamarsina”.
L’ultimo caso quello dell’ex ppd Denti
MAZZETTA A PAGINA 19
I consumi Si torna a spendere e con le tredicesime si saldano i conti sospesi
L’allarme
In
esclusiva
Lo stregone
delle palestre:
“Di anabolizzanti
si muore così”
SCOPRI
TUTTE LEONI
PROMOZI
RO
SUL NOST
LINO!
GIORNA
Aspettative al rialzo per i negozi
tira il commercio sotto Natale
ALLE PAGINE 2, 3 e 4
www.bricofaidate.ch
Reuters
La politica attratta
dal breve termine
Settimanale di attualità, politica, sport e cultura
Reuters
L’editoriale
TEL 091 791 22 26
FAX 091 791 01 90
www.caffe-carlito.com
[email protected]
A PAGINA 7
MANNO
BARBENGO
B
ARBENGO
BIASCA
CADENAZZO
LUGANO-PREGASSONA
LOSONE
MENDRISIO
MENDRISIO-EX FERRAZZINI
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
2 PRIMO PIANO
3
Che Natale sarà
Alimentari e bevande analcoliche 10.5%
Indumenti e calzature
3.8%
Abitazione ed energia
24.9%
Mobili, articoli e servizi per la casa 4.5%
Sanità
grandi centri commerciali d‘oltre frontiera, per arrivare al caro prezzo che contraddistingue
la Svizzera dagli altri Paesi di
confine.
Secondo l’ultima analisi
dell’Alleanza delle associazioni
dei consumatori, per l’abbigliamento, ad esempio, si spende
molto di più, in media il 29-
30% rispetto a Germania, Austria, Italia e Francia, e uno
scarto non indifferente resta
anche per il paniere di generi
alimentari di più largo consumo, per quanto negli ultimi tre
anni i prezzi svizzeri siano stati
ribassati. Solo per l’elettronica
la Svizzera è sempre più conveniente con prezzi più bassi di
circa il 7%. La differenza dei
prezzi per abbigliamento e alimentari, ossia i beni di più ampio consumo per le famiglie,
non è stata compensata dagli
aumenti dei salari che sostanzialmente sono rimasti fermi.
“Non c’è certo da scialare - afferma Enrico Borelli, segretario
cantonale del sindacato Unia -.
Da anni i salari stagnano. Preoccupante è la rottura delle
trattative per i 150 franchi in
più al mese per i lavoratori
dell’edilizia, un settore che solitamente dà il la anche agli aumenti negli altri comparti”. Indubbiamente, assieme agli orari dei negozi, i prezzi restano il
nervo scoperto dei commerci
che devono tenere testa alla
concorrenza della grande distribuzione d’oltre confine. Indicativo il fatto che nel 2013 gli
svizzeri abbiano speso all’estero, vacanze comprese, circa
dieci miliardi di franchi, di cui
una buona parte per acquisti
correnti. [email protected]
Q@LiberoDAgostino
1.8%
15%
Trasporti
11.6%
Comunicazioni
2.7%
Tempo libero e cultura
OMAR RAVANI
N
10.2%
Insegnamento
0.9%
Ristoranti e alberghi
8.5%
Altri beni e servizi
5.6%
on si può ancora dire se
sarà un Natale ricco o
meno in Svizzera. Quel
che è certo è che non sarà sicuramente all’altezza degli anni
migliori. E c’è chi prevede già
degli scenari poco rosei. “La situazione per il commercio a Gi-
nevra è spaventosa - dice al Caffè Isabelle Fatton, della segretaria della Federazione ginevrina
dei commercianti -. Finora dobbiamo purtroppo registrare una
perdita nelle vendite oscillante
tra il 10 e il 40%. E le previsioni
non possono essere buone”.
A ciò va ad aggiungersi
un’ondata di scioperi che colpi-
scono la rete di trasporti E non
solo. “Senza farlo apposta queste astensioni dal lavoro cadono
sempre di giovedì, quando ci sono le aperture prolungate fino
alle 21 - nota Fatton -. La somma
di tutto questo è una perdita
secca. A questi aspetti, ormai
quasi strutturali vanno ad aggiungersi situazioni contingenti,
come la forza del
sindacato qui a
Ginevra”. Nella
città sul Lemano
infatti non è prevista alcuna apertura domenicale.
Insomma, un
vero e proprio
crollo, frutto della
congiunzione di
fattori sfavorevoli.
“La debolezza dell’Euro e la vicinanza della frontiera francese favoriscono il turismo della spesa spiega Fatton -.
Ma questo è un
problema controcui possiamo fare
davvero poco”.
A Zurigo sembra andare meglio, essendo buona parte della
clientela legata al
mercato del lusso.
“Non sarà un’annata straordinaria, ma credo che
potremmo anche
accontentarci - dice Markus Hünig,
segretario dell’Associazione dei
negozianti della
Bahnhofstrasse-.
Le prospettive per
le prossime settimane sono tutto
sommato soddisfacenti”.
C’è invece chi
può
sorridere.
Qualcuno
che
malgrado negli altri anni abbia sofferto della vicinanza della frontiera, torna a
guardare al futuro
con più fiducia.
Dopo alcuni anni di difficoltà, finalmente a San Gallo i commerci tornano a respirare: “Ci sono
state alcune rimostranze dei
sindacati- afferma Ralph Bleuer,
presidente della Società dei
commercianti della città -, per
gli orari d’apertura dei negozi.
Ma noi non abbiamo cambiato
nulla rispetto agli scorsi anni”.
Fino a qualche tempo fa molti
clienti andavano in Austria o in
Germania, ma negli ultimi duetre anni si assiste ad un ritorno.
“Anche se a Costanza per esempio i negozi sono aperti tute le
sere fino alle 20 - dice Bleuer mentre da noi dobbiamo chiudere molto prima”
La ragione del rinnovato
amore dei sangallesi per i commerci della città è legato anche
ad una buona operazione di
marketing per i negozi del polo
svizzero-orientale. E visto che le
differenze dei prezzi, soprattutto con la Germania, non sono
più così marcate, molti preferiscono spendere i loro soldi sotto
casa, a vantaggio di tutta l’economia locale.
[email protected]
Q@OmarRavani
Reuters
V
endite incoraggianti
e aspettative al rialzo per i negozianti.
Che sia finalmente il
Natale della svolta,
della ripresa dopo anni di magra per i commmerci ticinesi. I
primi giorni di dicembre sembrano promettere bene e nei
negozi di avverte un’atmosfera
di ottimistica attesa per un mese
che nelle buone
annate rappresenta per volume
di vendite un
buon 20 - 25%
sul giro complessivo degli affari.
Dall’abbigliamento all’elettronica, dal settore del lusso agli
alimentari,
si
spera che i segnali positivi siano confermati dal
rush finale per lo
shopping delle
festività.
Del resto in
tutta la Svizzera
oggi si respira un
clima favorevole
per gli acquisti
natalizi. Secondo
l’ultimo sondaggio della società
Ernst&Young, i
consumatori dovrebbero spendere di più, in
media 289 franchi a testa, con
un 7% in più rispetto alle festività del 2012, anno dell’ultimo rilevamento. In ripresa, nel mese
di dicembre ci
sono anche le
vendite di alimentari, un genere che maggiormente ha risentito sia della
crisi
che
di
un’evoluzione dei
consumi sempre
più orientati sulla
spesa per il tempo libero. “Le
prospettive per
queste feste sono buone - conferma Augusto Chicherio, presidente di Federcommercio -.
Mentre altri settori risentono di
più del ciclo economico, agli alimentari, tra pranzi e cenone,
non si rinuncia, quindi si spende di più rispetto agli altri mesi”.
Incoraggiante, come segnalano alcuni commerci, in particolare nel settore del lusso e
dell’ elettronica, è un discreto
ritorno della clientela italiana
risospinta in Ticino per lo shopping dalle nuove norme sulla
tracciabilità fiscale degli acquisti, di cui qui, pagando in contanti, non restano indizi rilevanti per le agenzie delle Entrate.
Insomma, con le Feste soffia
sul commercio un’aria nuova,
con la speranza che duri per un
settore che negli ultimi anni ha
incontrato non poche difficoltà.
Dalla super valutazione del
franco rispetto al dollaro - per
fortuna compensata in parte
dal cambio fisso introdotto dalla Banca Nazionale svizzera agli orari dei negozi non certo
invitanti quanto quelli dei
STRUTTURA GLOBALE
DEL PANIERE TIPO 2014
Bevande alcoliche e tabacchi
Sul Lemano scioperi e orari poco elastici frenano il business
Ginevra è in crisi,
Zurigo s’accontenta,
San Gallo si rallegra
Keystone
LIBERO D’AGOSTINO
In Svizzera
Fonte: Ust
Lo shopping natalizio
ridà finalmente fiato
ai commerci ticinesi
Vendite promettenti
nella prima
settimana
di dicembre.
Per i negozianti
aspettative
in crescita
L’ABBI
GLIAM
ENTO
In boutique regna la fiducia
“Solo acquisti mirati
e per i clienti locali”
I
Natali non sono più quelli di una volta, quando
coincidevano con l’acquisto del capo d’abbigliamento prezioso. Ma nonostante il settore sia uno
di quelli che ha sofferto di più Paolo Poretti, direttore
dell’omonomima e storica boutique non nasconde il
suo ottimismo: “Prevediamo che il giro d’affari di dicembre corrisponda a due incassi medi mensili spiega -. E il target ideale per noi non è quello dei
clienti milionari, né dei clienti da grandi empori. Il
livello dell’abbigliamento è nel range della qualità a
prezzo accessibile; paradossalmente le scelte verso il
basso se le possono permettere solo i colossi del settore”. Un altro vantaggio offerto dall’acquirente medio ticinese è dato dall’assenza, o quasi, del miraggio
di fare affari nel periodo dei saldi.
“Anche perché offerte e azioni sono ormai splamati
in ogni periodo dell’anno - aggiunge Poretti -. E non
saranno certo i clienti stranieri a spostare l’ago della
bilancia. Il mio ottimismo, anche se gli anni ‘grassi’
sono finiti da tempo, è proprio affidato alla clientela
locale, che soprattutto in questo periodo procede con
acquisti mirati, sa cosa comprare e lo compra senza
problemi”.
L’EL
ETTRO
NICA
Tablet e cellulari sono bestseller
“La concorrenza
si è spostata online”
A
nche quest’anno il mercato dell’elettronica di
consumo farà d’alfiere agli acquisti natalizi.
Lo prevedono tutti gli indicatori del commercio e lo conferma Enzo Lucibello, direttore di MediaMarkt a Grancia: “Bisogna essere ottimisti, anche se
la concorrenza non solo è sempre più aggressiva,
ma è da affrontare in tutti i settori della vendita spiega Lucibello -. Mi riferisco alle vendite online
che, nell’elettronica di consumo, per quanto ci riguarda hanno già raggiunto il 20% del totale”. Se il
giro d’affari natalizio, esattamente come lo scorso
anno, è previsto condensare in un solo mese il fatturato di due, saranno soprattutto i clienti del cantone ad assicurare il core business. “Sì, anche se la
clientela italiana, dopo un periodo di calo, sta ritornando a buoni livelli, soprattutto per la disponibilità
che abbiamo su articoli ricercati, come l’iPhone 6
per esempio, non raggiunge il 10% del nostro volume d’affari - conferma Lucibello -. Il successo di
vendite dell’elettronica di consumo sta anche nel
fatto che gli articoli sono sempre più performanti e
meno costosi; cosa che invoglia ad essere sempre
tecnologicamente aggiornati”.
IL
LUS
SO
Gioielli e orologi resistono
“I clienti italiani
stanno ritornando”
M
eglio dell’anno scorso. In via Nassa, simbolo
dello shopping del lusso ticinese, sono ottimisti. “Nonostante l’esondazione del lago
che ci ha creato qualche problema, guardiamo positivamente alle prossime settimane”, spiega Giovanni
Frey, direttore di Les Ambassadeurs, storico marchio
internazionale dell’alta orologeria e della migliore
gioielleria. “Stanno ritornando lentamente i clienti
italiani, che apprezzano particolarmente i nostri prodotti, come gli orologi di manifattura delle grandi
maison. Per queste feste - riprende Frey - ci attendiamo anche una buona risposta della clientela locale”. Il lusso viaggia costante un po’ durante tutto
l’anno, con vendite alimentate anche dal turismo di
qualità. “In questo periodo però - spiega Giovanni
Frey - non ci attendiamo i cinesi che comprano bene
ma che preferiscono altri periodi dell’anno e non sono molto interessati alle feste che invece da noi sono
particolarmente sentite”. Sono invece spariti, o quasi, i russi, che in Ticino ormai sono oltre duemila. E
questo da quando il rublo ha cominciato a perdere
quota e da quando sono cominciate le tensioni internazionali.
LA
RISTO
RA
ZIONE
L’ottimismo di GastroTicino
“Gli affari ripartono
con pranzi e cenoni”
L
e prospettive sono positive, e d’altronde Natale
e Capodanno sono periodi che tradizionalmente
rappresentano una sicurezza per le nostre
aziende”. Massimo Suter, presidente di GastroTicino,
1.600 soci, guarda avanti e si lascia alle spalle un
periodo difficile per la ristorazione. “Quest’estate spiega Suter - il tempo non è stato un nostro alleato
e le piogge hanno appesantito più d’un bilancio. Difficilmente queste feste potranno portare a un equilibrio perché quando si stila il business plan all’inizio
dell’anno si mette già in conto che dicembre è un
mese buono, proprio perché non è legato a variabili
come il meteo. D’estate invece il business cresce
grazie all’aumento dei coperti negli spazi esterni”.
Cenoni e pranzi porteranno quasi tutti i locali a
riempirsi. “E per noi - spiega Suter - sarà un’occasione per rafforzare l’offerta di qualità che speriamo
venga apprezzata dai ticinesi. Perché in un periodo
di difficoltà come questo è importante investire nella
nostra economia”. Un appello, che GastroTicino sta
lanciando da diversi mesi. “I nostri locali quest’anno
si sono impegnati per superare il gap estivo, dovuto
al cattivo tempo”.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
4 PRIMO PIANO
Che Natale sarà
Gran parte della busta paga extra di dicembre
serve per risanare i bilanci familiari.Nel circuito
economico arrivano oltre 600 milioni di franchi
Reuters
D
a una parte entra,
dall’altra esce. La
tredicesima, va via
soprattutto per sistemare pendenze
contabili e conguagli di fine anno. Grazie agli accordi contrattuali, ormai la prendono quasi
tutti i lavoratori, ad eccezione,
formalmente, di due categorie:
una del settore terziario (impiegati di fiduciarie, commercialisti e studi legali), e l’altra nel secondario (alcune attività artigianali). Che, pero, in molti casi incassano altre forme di incentivi
di fine anno.
La busta paga in più, mette
nel circuito economico parecchi
soldi. Perché, se si calcola che la
tredicesima è in media di 4.600
franchi e la riceve almeno il 70
per cento dei quasi 227 mila lavoratori impiegati in Ticino (sottratti dunque frontalieri che la
portano via e chi ha contratti
che non la prevedono), si arriva
a oltre 600 milioni di franchi
extra, cioè oltre il monte salari
complessivo mensile.
“Il problema è che gran parte dei soldi che le economie domestiche incassano in più a dicembre, indicativamente oltre
la metà, va via per rimettere in
ordine i bilanci familiari”, spiega il presidente dell’Associazione consumatori (Acsi), Antoine
La tredicesima resta un sogno
per quasi il 30% dei lavoratori
Casabianca. “Avere una busta
paga extra è sicuramente una
bella valvola di sfogo, quasi una
sicurezza. Ma pian piano, con la
crisi e l’aumento delle spese generali e delle esigenze delle famiglie, si è lentamente assotti-
gliata quella fetta di tredicesima
destinata ai consumi, ai regali di
Natale, i cenoni, oppure ai viaggi, che davano anche una scossa, un certo dinamismo all’economia locale”. Ma se imposte da
onorare, assicurazioni, terzo pi-
lastro (per chi lo ha sottoscritto), conguaglio di spese d’affitto
e condominio, riscaldamento,
assicurazione auto, si portano
via buona parte delle entrate
delle famiglie a dicembre, un
po’ di soldi tuttavia restano. “Sì,
Pubblicità
COMME
RCIO
DI
FRONTI
ERA
Meno il 40% di vendite a Verbania, mancano i clienti svizzeri
Ticinesi bloccati
dalla frana,
crollano gli affari
NOSTRO SERVIZIO
A
SHOPPING AL RIBASSO
I negozi e i bar di
Verbania lamentano un
calo del 30 per cento
degli affari a causa della
frana, ormai da tre
settimane, tra Cannobio
e Cannero. I ticinesi,
dicono, rappresentano
un fetta importante della
nostra clientela
Verbania i frontalieri piacciono. I frontalieri degli acquisti, i ticinesi che attraversano il confine, fanno una capatina a Cannobio e si spingono sino a Intra per fare shopping. Ma la frana
caduta tre settimane fa sulla statale 34 a Cannero li ha bloccati, creando il vuoto nei negozi. Dalla piccola boutique al grande magazzino, dalla gastronomia alla profumeria, tutti i commercianti sono
sconsolati. Gli incassi sono diminuiti in media dal 30 al 50 per cento.
Mentre la speranza di una riapertura per il ponte dell’Immacolata è
fallita clamorosamente.
I clienti svizzeri sono una presenza abituale a Verbania, soprattutto il sabato, giorno di mercato. Aprono più volentieri il borsellino
e grazie a loro l’economia viaggia meglio. Tre settimane senza il loro
contributo si fanno sentire, sottolineano i commercianti, e Verbania
è morta, non gira anima viva, nessuno entra nei negozi e esce con
un sacchetto. Una situazione allarmante. In più è anche il periodo
che precede le Feste, quando ci si concede qualche spesa o sfizio in
più, e poi ci sono i regali da fare. E piangono pure i ristoratori. Difatti, chi va regolarmente oltrefrontiera per fare la spesa in un centro commerciale, poi quasi
sempre si ferma anche per mangiare. E bar e ristoranti risento della mancanza dei ticinesi. “La
situazione è drammatica - dice Andrea Mezzanoglio, proprietario del ristorante Tacabutun a
Pallanza -. Non tanto per me che per fortuna ho
molta clientela locale, ma per alcuni miei colleghi gli incassi sono calati addirittura del 90 per
cento. Ovviamente i battelli non riescono a sopperire al disagio, visto che la gente desidera essere indipendente”.
E allora, ecco che già si guarda a tutto il periodo di Natale con delusione, se la chiusura dovesse protrarsi per l’intero periodo di fine-inizio anno. “Verbania
tanto è vuota rimbomba - nota Luca Brunetti, titolare della boutique Reptile’s House, e l’abbigliamento è proprio il settore che soffre
di più -. C’è una strana atmosfera e non è certo quella tipica che precede le Feste. Con un gruppo di commercianti siamo andati anche
dal sindaco, ma cosa può fare?”. Già, nessuno può far niente. C’è la
frana, anzi in realtà ne sono cadute ben due, e la zona è altamente
a rischio, anche per gli stessi operai che stanno lavorando. Intanto,
tutti a Verbania si attaccano alle mezze frasi, alle promesse di questo o quel funzionario. Forse il prossimo fine settimana, no l’altro, sicuramente. Ma il tempo stringe. “E il Natale di mezzo proprio non ci
voleva - aggiunge il titolare di una profumeria -. Fosse stato un altro
periodo il danno sarebbe stato molto più contenuto”. Già, a gennaio,
febbraio, ad esempio, tutti stringono i cordoni della borsa. Si è speso
tanto a dicembre e sino a primavera non se ne parla certo di fare
shopping. Sempre sperando che per allora la strada a Cannero siastata messa completamente in sicurezza, o che non frani da qualche
altra parte sulla statale 34.
p.g.
ma notiamo sempre di più - riprende Casabianca - che vengono spesi con una maggiore attenzione e consapevolezza rispetto al passato”.
Chi ha la tredicesima, dunque, sistema i bilanci familiari.
E gli altri? “Gli altri spesso hanno altre forme di riconoscimento seppure non ancorate ai contratti collettivi. Si va dalla gratifica sino ai premi di fine anno”,
spiega Meinrado Robbiani, segretario cantonale dell’Ocst.
“C’è da dire però che ormai
quasi tutti i datori di lavoro riconoscono la tredicesima. Poi - aggiunge Robbiani - c’è chi la versa una volta sola, interamente a
dicembre, e chi invece la “spalma” nei salari mensili. Fuori dai
calcoli restano in particolare alcune categorie, in particolare
del settore terziario ancora senza contratti collettivi, penso agli
impiegati di fiduciarie, studi legali e commercialisti. Molti, tuttavia, prendono premi di fine
anno. Non per tutti, ma in molti
casi, quando va bene, gli affari
crescono con una certa intensità
e fanno gonfiare i bilanci, il versamento per loro è anche più alto della tredicesima media”.
Il problema è di chi non solo
non ha un contratto collettivo,
dunque ha meno garanzie, ma
ha anche salari da fame. E sono
i lavoratori di categorie precarie, come quelli a chiamata, a
prestazione o gli interinali. “Qui
- riprende Robbiani - c’è davvero una nebulosa, un groviglio
difficile da decifrare”.
m.sp.
Regaplroenatalizio
LUNEDÌ 8 DICEMBRE
DALLE 10 ALLE 18
10.–
Lunedì 8 dicembre 2014, più acquisti e più ricevi in regalo:
per ogni 100 franchi di spesa, ricevi
una carta regalo del valore di 10 franchi.
In tutte le iliali Migros del Ticino.
Sono esclusi: OBI S. Antonino, Ristoranti Migros, De Gustibus, Outlet Migros,
prestazioni di servizio, depositi, e-loading, carte i-Tunes, schede SIM, cash
card, carte regalo, Smartbox e altri articoli sotto forma di buono. Per contratti
stipulati l’8.12.2014, questa promozione vale unicamente sull’ammontare
pagato l’8.12.2014. La carta regalo omaggio non può essere corrisposta
in contanti e potrà essere utilizzata dall’acquisto successivo.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
Attualità
rosa
&
cactus
OFFERTI DA
Piazza Muraccio, Locarno
Tel. 091 751 72 31
Fax 091 751 15 73
una rosa a...
un cactus a...
Fra Martino
Dotta
Serge
Pelletier
È ripartita la campagna prenatalizia del Tavolino Magico
per la raccolta di generi
alimentari da destinare ai
più bisognosi. Un appello
alla solidarietà che, ogni
anno, si rinnova grazie
all’energia di Fra Martino.
Non è certo un gran
momento per l’allenatore e
direttore sportivo dell’Ambrì.
Da tecnico, viene multato
per aver insultato gli arbitri,
da dirigente, si ritrova senza
portieri… per aver prestato
Flückiger al Ginevra!
7
Non vuol sgonfiarsi
il mercato nero
degli anabolizzanti
Parla uno“stregone”delle palestre
“Ne ho visti tanti morire di doping”
D
ai 600 ai 1000 euro per un ciclo di
anabolizzanti, le
bombe; dai 50 ai
100 euro al giorno
per un ciclo di ormoni della
crescita, il GH (Growth Hormone). Sono le cifre, in euro
perché il traffico avviene spesso nel bazar virtuale di Internet, sborsate dai forzati del
muscolo gonfio. Ma l’approvvigionamento di sostanze illegali
non disdegna neppure la via
dei valichi doganali: “Succede
abbastanza spesso, diciamo in
media una volta al mese, di intercettare persone che cercano
di entrare in Svizzera con sostanze anabolizzanti” conferma Davide Bassi, portavoce del
Corpo guardie di confine.
L’elenco dei prodotti sequestrati va dal testosterone, agli
ormoni maschili, ma accade
anche di scovare dosi di ormoni femminili, che vengono utilizzati soprattutto dai transessuali. Le confezioni confiscate
sono sovente nascoste, “con
una certa abilità”, sottolinea
Bassi, “nei veicoli di cittadini
provenienti dai Paesi dell’est.
Se si tratta di anabolizzanti,
l’origine dei prodotti rimanda
per lo più al mercato cinese.
Gli ormoni femminili arrivano
invece dal Sud America”. Si
tratta di traffici naturalmente
vietati. “I trasgressori, oltre alla multa per divieto d’importazione, devono pagare anche le
spese per la distruzione della
merce confiscata” ricorda il
portavoce.
E ciò che aggira i controlli?
Alimenta il “Ciclo”. Il termine
- quasi un mantra - designa il
periodo di alcune settimane in
cui l’atleta assume i farmaci,
seguito da una fase di riposo…
prima di ricominciare un nuovo ciclo. Ci sono schiavi del
manubrio che vanno avanti così per anni; le sostanze per fare
l’effetto desiderato devono essere assunte ripetutamente
nel tempo. Ma ci sono dei rischi: alopecia, problemi cardiaci, ginecomastia e impotenza, sono solo alcuni dei guai fisici in cui rischia di incappare
chi ricorre a sostanze dopanti
per aumentare la propria massa muscolare. Superfluo sottolineare che l’esercizio può rivelarsi molto pericoloso.
Di cicli ne ha fatti tanti Giovanni, che incontriamo nei
pressi di una palestra a Bellinzona. Ne ha fatti tanti e si vede. Non perché è pelato, ma
poiché ha una massa muscolare impressionante. “Ho cominciato da giovane. Andavo bene,
ma sapevo che avrei potuto andar meglio”. Ricorda: “Leggevo le riviste e capivo che c’era
altro oltre agli integratori naturali e alle proteine. Anche
negli spogliatoi tutti mormoravano. Ma è stato quando sono
entrato a far parte del team di
una palestra frequentata da
molti agonisti che è partito tutto. La prima volta ho fatto un
ciclo di sei settimane, tre iniezioni a settimana, di deca-du-
COMMERCIO ILLEGALE DI MEDICAMENTI SU INTERNET
Dati ricavati dall’operazione internazionale Pangea,
a cui ha preso parte la Svizzera nel maggio 2014
1.500
111
I pacchi di medicamenti provenienti
dall’estero che le autorità
hanno controllato in Svizzera
I pacchi, fra i 1.500 controllati, che
contenevano medicamenti
particolarmente pericolosi per la salute
14
Contenevano
prodotti dopanti
vietati
34
34 delle 111 spedizioni
sequestrate
contenevano stupefacenti
Ti-Press
STEFANO PIANCA
MICHEL VENTURELLI
Ai valichi ticinesi
le Guardie di
confine effettuano
in media
un sequestro
al mese di
sostanze
dopanti
che milligrammo di testosterone per settimana, se lo inietto,
al minimo è 50 volte tanto. Se
non lo fai però non competi”.
Le sostenze arrivano dai più
svariati canali: “All’inizio con
colleghi ci fornivamo sul mercato nero in Germania, Spagna
e diversi Paesi dell’est Europa.
In quelle nazioni da sempre le
farmacie sono poco rispettose
delle leggi. Basta pagare, e ci
sono grossisti in ogni regione a
dipendenza del mercato con
cui si tratta. Molti atleti si forniscono via internet ma è pericoloso senza una guida e degli
indirizzi fidati”. Perché il gioco
può finire male. “Con l’insulina
puoi rimanerci secco, ma anche con il resto non si dovrebbe scherzare. A forza di bombe
ne ho visti parecchi morire prima dei 50 anni”.
[email protected]
Q@StefanoPianca
rabolin, un nandrolone decanoato. In sei mesi ho smesso di
fare la pausa e semplicemente
passavo da un prodotto dopan-
te all’altro in continuazione”.
Dopo un periodo in palestra
Giovanni ha cominciato a preparare altri culturisti. Alcuni
hanno cominciato a chiedergli
suggerimenti... e così anche lui
è diventato uno “stregone”.
“Le domande erano le stesse
che facevo io agli inizi. Cominciai a rifornirli; questo mi permise di pagare i miei cicli”.
Diete, palestre, integratori…
anche nel bodybuilding la disponibilità economica conta. E
non poco. Per Giovanni non
esiste l’uso: “Abuso è appena lo
utilizzi; il corpo produce qual-
In pillole
Il fenomeno
Il farmacista cantonale spiega come Internet ha cambiato l’approvvigionamento
In tutto il mondo Pangea ha controllato
540mila spedizioni postali sospette,
20mila pacchi sono stati sequestrati
ed è stata ordinata la chiusura
di 10mila siti internet illegali
Fonte: Operazione internazionale Pangea
1
CHI RISCHIA DI PIÙ?
In Svizzera la Legge punisce con
una multa fino a centomila franchi
o con la detenzione chi fabbrica,
importa o vende prodotti a scopo
dopante. Chi consuma rischia
“solo” la pelle e può bastare.
2
3
4
LA BATTAGLIA SI GIOCA IN RETE
Nel 2013 Swissmedic ha ordinato
la chiusura di quattro siti svizzeri
che smerciavano illegalmente
medicamenti e la soppressione di
oltre 130 offerte su aste online.
IL MERCATO NERO E I SUOI PERICOLI
Gli anabolizzanti usati dagli sportivi
dilettanti provengono solo in
minima parte dal mercato
farmaceutico ufficiale. È questo è
un ulteriore salto nel buio.
L’ULTIMO SEQUESTRO RECORD
Risale all’agosto 2009, quando a
Chiasso fu fermato alla dogana un
automobilista che cercava di
entrare in Svizzera con 1050 dosi
di anabolizzanti e testosterone.
“Non rincorriamo Armstrong,
ma il dopato della domenica”
I
l muscolo pompato non è un diamante,
non lo scolpisci per sempre. Anzi, quando col tempo e con l’età il corpo avvizzisce, l’effetto “prugna secca” risulta ancora
più evidente in chi ha esagerato da giovane
con le “bombe” anabolizzanti. Eppure la
tentazione di seguire la via breve per darsi
un tono continua a far proseliti. Con gravi
pericoli per la salute, come mette in guardia
il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini:
“Chi usa l’anabolizzante a scopo di doping
non impiega i dosaggi studiati e previsti per
i malati. Utilizza infatti quantitativi molto
superiori a quelli del foglietto illustrativo.
Ciò, da un lato comporta una spesa molto
elevata per chi acquista questi prodotti, dall’altro vi è un’assunzione di rischi molto
maggiore. Perché gli effetti collaterali aumentano più che in proporzione”. Le dosi
utilizzate da chi si dopa sono fino a 10-50
volte superiori a quelle usate in medicina.
Quindi nonostante l’elenco degli effetti secondari dei medicamenti anabolizzanti non
sia particolarmente lungo, “chi ne abusa deve - avverte Zanini - mettere in preventivo
la possibilita di subire alcuni danni gravi e
talvolta definitivi”.
Temibile, e non particolarmente gradevole, risulta la lista delle magagne indotte
da queste sostanze dopanti. Nel maschio si
va dalla riduzione della produzione di sperma, e passi, all’atrofia dei testicoli, all’impotenza, alla difficoltà o al dolore nell’urinare,
allo sviluppo irreversibile delle ghiandole
mammarie, a un rischio aumentato di cancro alla prostata. Nelle donne, invece, il “ci-
clo” dopante può scacciare quello vero e naturale, anzi il corpo può acquistare caratteristiche maschili come la crescita di barba e
peluria sul corpo, l’abbassamento del tono
della voce, la riduzione del seno. Ma rischiano anche gli adolescenti: gli anabolizzanti
possono provocare un’accelerazione della
puberta?e l’arresto della crescita. Il cancro
invece è molto democratico e si becca tutti:
gli organi sfiancati dal doping sono in particolare i reni e il fegato.
Nonostante l’elenco, incompleto, dei rischi faccia una certa impressione, ancora in
troppi ci cascano: “Ritengo che il fenomeno,
I rischi
Chi ne abusa deve mettere
in preventivo la possibilità
di subire danni definitivi
I sequestri
I grossi sequestri non ci
sono più perché in Rete
si acquistano piccole dosi
dati alla mano, sia abbastanza costante nel
tempo” afferma Zanini. I procedimenti
aperti in Ticino, dal 2009 al 2013, per questioni di doping sono stati, risalendo gli anni, 18, 8, 10, 9 e 3. In picchiata nel 2013, ma
nel frattempo è cambiata la legislazione,
che ora vede in prima linea la Fondazione
Antidoping Svizzera e le Dogane. Dunque
anche la statistica andrà ricalibrata. Non sono cambiate le fonti di approvvigionamento,
“da un lato Internet, dall’altro il rientro attraverso le dogane di persone che vanno a
rifornirsi in luoghi come l’Ucraina, la Grecia
oppure la ex Jugoslavia. Negli anni abbiamo
trovato un po’ di tutto: dal consumatore che
si porta un quantitativo per uso personale,
fino all’istruttore di palestra che poi rivende
la ‘roba’ a utenti selezionati”.
Negli ultimi dieci anni il fenomeno è
dunque stabile, anche se la Rete ha influito
sui quantitativi. “Internet oggi muove ordinativi e pacchetti di piccole dimensioni, difficili da intercettare. Proprio perché il tipo di
approvvigionamento del mercato è cambiato, i grossi sequestri non ci sono più”. Ciò
che, conclude Zanini, “deve preoccupare,
come autorità sanitaria, non è il doping di
Armstrong e compagnia, visto che loro sono
comunque seguiti da professionisti. La nostra attenzione deve essere rivolta a chi, in
modo amatoriale, va in palestra per mettere
su un po’ di muscoli per far bella figura in
società. Sono quelli che alle pedalate popolari sono disposti a tutto pur di arrivare davanti. Lì, il fenomeno del doping è fuori controllo e si trovano gli apprendisti stregoni”.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
8 ATTUALITÀ
GLI ASILANTI IN SVIZZERA per cantone al 31.10.2014
2.627
1.560 1.557
1.050 1.039 940 890
853 715
18.103
2014
21.465
2013
22.551
15.567
16.005
28.631
2012
2011
2010
UR
OW
NW
GL
AR
JU
SH
ZG
BS
SZ
TG
GR
NE
TI
FR
SO
BL
VS
SG
LU
GE
453 437 353 286
223 221 165
AG
È così che nella terra di mezzo
il malaffare infiltra l’economia
94
Storia di una piccola media impresa portata al fallimento
da alcuni oscuri pescecani legati alla vicenda Riva-Enderlin
AI
2.009
VD
Gli affari malavitosi
Nell’ottobre 2014 sono state
presentate in Svizzera 2.437
domande d’asilo. 2.399 il mese
precedente
2.319
1.756 1.750
2009
10.844
2007
16.606
11.173
2006
2008
10.795
2004
3.221 3.163
2003
2002
5.040
2005
15.061
21.759
26.987
7.136
BE
“Non dovete aver paura
di noi asilanti africani,
siamo fuggiti dalla guerra”
L’EVOLUZIONE richieste d’asilo dal 2002
7.830
ZH
I profughi e i timori
9
Fonte: Ufficio federale di statistica
Dopo le polemiche e l’allarme a Losone
i profughi tranquillizzano e si raccontano
1
2
IL CENTRO
All’inizio di ottobre i primi asilanti
arrivano nella ex caserma di
Losone. Sono una ventina.
Comincia così l’attività del nuovo
centro di accoglienza in Ticino,
una “dépendance” di Chiasso.
LA STRUTTURA
La ex caserma verrà utilizzata per
tre anni e poi andrà al Comune. Il
sindaco Corrado Bianda ha spiegato che la struttura è stata
acquistata a un prezzo politico di
4,6 milioni di franchi.
3
4
5
LE FIRME
Contro la trasformazione della ex
caserma in centro asilanti, l’anno
scorso sono state raccolte oltre
6.000 firme, poi depositate nella
cancelleria federale. Il no è giunto
anche da 10 comuni del locarnese.
I PIANI
Berna ha affidato l’incarico di predisporre piani di occupazione per
gli stranieri a una società di servizi.
In collaborazione con Municipio e
Patriziato alcuni lavori sono già
cominciati.
LE INIZIATIVE
In un’interrogazione si denunciano
episodi allarmanti davanti alle
scuole. E si chiede al Municipio di
intervenire. Nel frattempo nasce in
parrocchia un “Gruppo
d’accoglienza” per i profughi.
MAURO SPIGNESI
J
an e Marie sono tra i primi a uscire dall’ex caserma di Losone nel pomeriggio. Camminano mano nella mano. Lui ha un
berrettino da baseball lucido,
giubbotto di pelle e jeans; lei indossa una giacca scura, pantaloni leggeri e ha trecce sottili.
“Siamo qui - raccontano - da tre
giorni, non sappiamo cosa ci succederà nelle prossime ore. Abbiamo fatto richiesta d’asilo e
ora aspettiamo”. Il futuro di Jan
e Marie, 25 anni lui, 22 lei, dipende da Berna. “Siamo fuggiti
in fretta dalle nostre case a Bengasi, fuori c’è la guerra. Arrivano
gruppi di banditi in jeep e sparano su tutto ciò che si muove. Ora
non abbiamo soldi, non abbiamo
lavoro, non abbiamo più nulla.
Solo la voglia di ricominciare.
Qui ci piace. Non dovete avere
paura di noi. E poi, perché?”. Jan
e Marie sono solo due dei protagonisti di quell’arcipelago di etnie, religioni, nazionalità, vite,
che è diventata la caserma di Losone da qualche mese. Da quando cioè Berna ha deciso di sistemare qui un alloggio esterno al
Centro di procedura di Chiasso.
Iniziativa seguita da un frullare
di polemiche. Con interrogazioni
e accuse alimentate sui social
network anche dal clima preelettorale.
Polemiche che non entrano
dalle finestre del centro, dove si
vedono abiti appesi ad asciugare, o nel giardino dove due donne eritree di Keren e un giovane
nigeriano rastrellano le foglie
buttate giù dal vento e raccontano, in un italiano stentato, che
qui stanno bene e sorridono.
La presenza degli asilanti a
Losone in realtà al mattino quasi
non si nota. C’è soltanto una
squadra di giardinieri impegnata
a pulire alcuni sentieri. Una decina di uomini che rientrano
nell’ex caserma attorno a mezzogiorno insieme al loro coordinatore ticinese. “Ragazzi in
gamba”, dice mentre dal cancello entra un’auto della polizia.
Agenti, ma soprattutto guardie
della Securitas, tengono sotto
controllo ogni movimento. E non
soltanto nel centro, ma anche
davanti alle scuole, nella lieve
collinetta che guarda gli edifici
che ospitano asilo, elementari e
medie. Qui al mattino non c’è
nessuno. Nel pomeriggio attorno
alle quattro arrivano Alì e i suoi
due amici. Si siedono sulla panchina, una di quelle finite in una
interrogazione al Municipio da
parte del consigliere plrt Tiziano
Cavalli, che denunciava una serie di episodi preoccupanti. Sono
osservati a vista da due agenti
della polizia e da due guardie
della Securitas che nel frattempo
hanno controllato tutti gli spazi
della scuola. “Nessun problema
con la polizia”, dice Alì, che racconta d’aver pagato oltre mille
dollari per imbarcarsi dalla Libia
e arrivare in Sicilia. Ha terrore
di Boko Haram, racconta a segni
di uomini e donne sgozzate e dice che lui lavorava con una buona paga come commesso in un
negozio. “Poi è arrivata la guerra
Il luogo e i controlli
Il centro
La ex caserma è controllata
da pattuglie di polizia
che vigilano sull’intero
perimetro del giardino
Ti-Press
I FAT
TI E LE
POLEMI
CHE
I DUE
PERSONAGGI
Qui sotto,
Francesco
Riva e il socio
in affari
Davide
Enderlin
La sorveglianza
Attraverso telecamere,
e con personale impegnato
in ronde, gli spazi interni
del centro sono sorvegliati
Il giardino
Molti asilanti lavorano nel
giardino e sono controllati
dai coordinatori dei lavori
e, a distanza, dai “securitas”
Le panchine
I profughi la sera si siedono
sulle panchine della scuola
comunale, oppure si
riuniscono accanto al fiume
Ti-Press
e la morte. E io sono fuggito”, dice, mentre spiega che uno dei
suoi amici era meccanico di motori marini mentre l’altro lavorava come muratore. “Da Milano
sono finito a Chiasso e poi a Losone. Ma è difficile star qui, al
centro la convivenza è complicata: troppe etnie, troppe lingue
diverse, troppe religioni, troppi
stili di vita”. Racconta ancora,
mentre le mamme arrivano a
prendere i bambini. Dice che da
un anno non sente i familiari,
“Ho paura, spero stiano bene”,
L’iniziativa
aggiunge con gli occhi lucidi.
Le altre panchine restano
vuote, come all’ora di pranzo
quando i genitori arrivano a
prendere i bimbi. “Dicono che gli
asilanti lasciano i barattoli di birra e fanno pipì sulle piante - racconta Angelo, nonno in attesa
dei nipotini - io francamente non
li ho visti. Vanno a prendere le
birre alla Coop, ma non mi pare
gente cattiva. Certo, poi magari
tra loro c’è la testa calda”. Non
distante una mamma ascolta. “I
controlli - racconta mentre dice
di chiamarsi Laura - ci sono, ma
la loro presenza, sarà anche un
fatto irrazionale, non lo nego,
non ci lascia tranquilli”.
Samy, che viene da Khartum,
in Sudan, e si avvia verso la ex
caserma racconta: “Sono arrivato in Italia e Dio sa solo come ho
fatto. Dalla Sicilia mi hanno portato a Milano, poi sono giunto a
Chiasso e da qui sono finito a Losone. Quando arrivi in un Paese
straniero - racconta - ti senti
spaesato, smarrito, depresso. Ti
chiudono in una stanza con per-
sone che non conosci, che parlano un’altra lingua, hanno un’altra religione. Ti manca la famiglia. Ti manca tutto. Lì dentro
non ho telefono, né internet, né
musica. Una birra magari ti aiuta
a star su, a illuderti che sei ancora al mondo”. Ma non tutti possono permettersi di bere qualcosa. Oltre chi ha in tasca ancora
soldi, quelli che lavorano come
giardinieri sono poche decine.
Gli altri arrivano, restano qualche giorno, e poi vengono trasferiti in altri centri.
“Quando questi ragazzi vengono qui sono gentili, però capisco la preoccupazione”, dice la
signora bionda del chiosco vicino
all’ex caserma: “Ci vuole tempo
per dar fiducia a chi non conosci.
D’altronde io ricordo quando ero
piccola, a Zurigo, i genitori avevano paura che le figlie portassero a casa un italiano. Compresi i
miei. Mia sorella prese sul serio
la raccomandazione. E portò un
germanico”.
[email protected]
Q@maurospignesi
Mentre la scuola comunale lancia un programma di accoglienza...
“Nessun genitore ha mai protestato”
S
ono venuti due genitori, e mi hanno espresso, in maniera assolutamente tranquilla e pacata le loro preoccupazioni, senza citare episodi precisi o fare allarmismo. Li ho rassicurati e
tutto è finito lì”. Alberto Fornera direttore dell’istituto scolastico comunale (scuola dell’infanzia ed
elementare) è rimasto sorpreso dalla polemica sugli asilanti che siedono nelle panchine di fronte alla scuola di Losone. “Sino a oggi - riprende - non è
arrivata alcuna protesta formale. Non mi è stato
segnalato alcun fatto concreto, non ci sono elementi, oggi, per preoccuparsi. Noi d’altronde garantiamo la sorveglianza dell’edificio e l’uscita dei
ragazzi, non soltanto con la nostra presenza, ma
anche con l’intervento di due guardie di una società di sicurezza privata che sistematicamente, e a
intervalli regolari, controllano tutto il perimetro
della scuola, compreso l’edificio delle medie”.
Alberto Fornera parla nel suo ufficio che guarda il cortile interno, dove arriva una donna eritrea
con il passeggino e il suo piccolo nato qualche
mese fa. È giunta in Ticino qualche anno fa e alla
fine è riuscita a uscire dallo status di asilante. Entra nello stanzone dove i genitori attendono i figli
e viene salutata da decine di sorrisi. “Quando ho
saputo che sarebbero arrivati gli asilanti - spiega
ancora Fornera - ho riunito il corpo docente e abbiamo deciso che era necessario spiegare ai bambini, con un linguaggio a loro comprensibile e con
le dovute attenzioni, cosa stava succedendo a Losone. Poi abbiamo allestito un servizio per raccogliere libri e dvd qui a scuola da regalare agli asilanti. Inoltre, ma questo con un punto d’appoggio
esterno perché a scuola è difficile svolgere questa
attività, abbiamo un altro servizio per raccogliere
abiti da girare poi agli immigrati”. Nella scuola
d’infanzia (150 allievi) ed elementare (30 docenti
e 300 studenti) il servizio sta funzionando. E anche alle medie (circa 500 allievi) si stanno sviluppando iniziative per sensibilizzare i ragazzi e spiegare perché, all’improvviso, una persona deve lasciare il proprio Paese e arriva in Svizzera.
LA PANCA
È VUOTA
Una delle tre panchine
(vuote al mattino) davanti
alla scuola e, a sinistra, il
direttore Alberto Fornera
Q
uesta è una brutta storia, una brutta storia davvero. Se fosse un romanzo o un film sarebbe una
contorta faccenda di malaffare. Una storia che si
consuma in quella grigia terra di mezzo fatta di
una malafinanza così subdola da infiltrare anche
la buona economia. Cioè a dire quel tessuto che costituisce la
trama portante della sana produttività locale di questa regione. È una storia piccola e apparentemente insignificante. Una
di quelle che anche le cronache regionali ridurrebbero a poche righe. Forse nemmeno, perché si tratta delle banali difficoltà finanziarie di una piccola ditta. Eppure a ben guardare
è una storia che potrebbe riassumere una costante di questa
nostra realtà economico-finanziaria, infiltrata da personaggi
senza scrupoli. Ed è forse il capitolo più piccolo di un complicato romanzo.
La storia è ancora troppo fresca perché
dei protagonisti si possano fare i nomi. Non è
chiusa. Fatto è che anello dopo anello, forse
casualmente o forse no, da quella piccola impresa in un piccolo comune nel cuore del Ticino si arriva ad uno dei personaggi più
chiacchierati del momento. Il socio in affari,
Francesco Riva, di quel Davide Enderlin, legale luganese, le cui peripezie finanziarie lo
hanno portato in carcere. Quest’estate in Italia, per la vicenda della banca ligure Carige.
Storie di truffe e riciclaggio. E quanto prima
varcherà anche anche le patrie galere. In Ticino tra qualche giorno dovrebbe raggiungere il suo ex socio, Francesco Riva appunto, e la sua ex compagna - forse solo in affari - un’artista, una cantante lituana da
sempre in Svizzera, Ginta Biku.
LA MINACCIA DEI POTENTI RUSSI
Forse la storia che vi stiamo raccontando si innesta casualmente con le faccende di Riva, direttore tra l’altro della
Pallavolo Lugano, di cui Enderlin era presidente. Forse. Ma è
comunque significativa di quella terra di mezzo che produce
personaggi capaci di infiltrarsi, insinuarsi nella buona economia (soprattutto quella che per una ragione o per l’’altra zoppica a causa della crisi) ed è capace di risucchiarla per farla
propria e inserirla in circuiti nebbiosi. D’altra parte, seppur in
piccolo, questa brutta storia che stiamo per narrarvi sembra
la copia di quanto accaduto un paio d’anni fa alla Pramac di
Riazzino. Un’importante azienda di pannelli solari dalle rosee
aspettative. Un business però improvvisamente crollato. Sarà
una concidenza, fatto è che ad un certo punto anche in quella
vicenda comparve Enderlin. E tutto finì con milioni di rosso e
di debiti.
Ma torniamo alla nostra piccola e brutta storia. Marco, lo
chiameremo così, tre anni fa inizia a sentire i contraccolpi
della crisi. La sua piccola impresa opera nel settore della pubblicità, una decina di dipendenti compresi moglie e due figli,
fa fatica a stare al passo con le necessità di bilancio. A colpi
ogni volta di qualche migliaio di franchi, ha accumulato debiti
per 200mila franchi, poco di più o poco di meno. La situazione
lo spinge in una sorta di depressione. Ha bisogno di respirare
per ritrovare le forze. Cerca un direttore commerciale che
possa dargli una mano a risollevarsi e sostituirlo nel caso dovesse assentarsi per un breve periodo di cura.
Forse casualmente - in fondo ha pubblicato un’inserzione
sui giornali -, ma forse no, chissà!, entra in contatto con un
italiano (che chiameremo Stefano), guarda caso conoscente o
amico di Enderlin. Stefano da tempo risiede nel luganese dove vive con una compagna russa figlia, così va raccontando,
di un ricco e influente uomo d’affari dell’Est. E qui la storia si
tinge anche di giallo perché successivamente, quando le cose
per Marco si faranno più difficili e delicate, Stefano non esiterà a minacciarlo sventolandogli davanti la pericolosità dei
potenti finanzieri russi. Ma chissà, forse millantava rapporti
che non aveva. O forse sì. In fondo di faccendieri provenienti
dall’Est la Piazza ticinese si sta da tempo riempiendo.
Passano i mesi, ma nella piccola impresa le cose stanno
tutt’altro che migliorando e così pure la depressione di Marco, ormai sotto la totale influenza di Stefano che nella ditta
nel frattempo ha coinvolto altra gente, personaggi poco affidabili e una società ticinese del settore (“ma di fatto dietro
c’era ancora lui, Stefano”). E fra tutti un personaggio (lo chiameremo Angelo), “che... te lo raccomando! Ma io ero ormai
nelle mani di Stefano - ricorda Marco -. E oltretutto, per potermi curare mi ero dovuto assentare dalla ditta un mese. E
tanto è bastato perché Stefano, privo ormai d’ogni scrupolo,
avesse messo i miei familiari e qualche altro dipendente con
le spalle al muro”. Insomma, tutto o quasi tutto cambia in pochi mesi. Stefano e i suoi nuovi partner, quelli dell’altra società, spingono Marco a lasciare loro il 60% dell’azienda, (prima
della crisi aveva più o meno un milione e mezzo di fatturato).
“Ma non incassai un centesimo, mi obbligarono a lasciare tutto. Anzi, dovetti metterci della liquidità, 120mila franchi”, dimezzando così il debito iniziale.
QUEI BILANCI TRUCCATI
Dal punto di vista societario le cose s’attorcigliano. Ma ad
arte. Tutto sembra parte di un gioco ben orchestrato sin dall’inizio, ricorda e riflette ora Marco che, seppure col suo 40%,
venne messo alla porta, così come di fatto furono costretti ad
andarsene anche i suoi familiari. Nel frattempo i debiti stavano misteriosamente sfiorando i 600mila franchi. “Per non rischiare avevo depositato in pretura i bilanci. Ma Stefano e i
suoi soci, truccando le cose per poter proseguire - lavori in
esecuzione gonfiati, valore del magazzino... -, riuscirono a
convincere il pretore…”.
A questo punto Stefano cerca un nuovo amministratore al
posto di Marco. Lo trova in quel losco personaggio coinvolto
precedentemente, Angelo, ma una banca - una delle due che
hanno contatti con l’impresa di Marco - si oppone. Angelo
non dà sufficienti garanzie. Ecco allora spuntare come dal
nulla Francesco Riva, indicato da Enderlin attraverso Stefano.
Un uomo apparentemente a modo il Riva, che non suscita
particolari sospetti in Marco, nonostante sulla piazza luganese il suo profilo professionale non brillasse da tempo. Diventa
lui, Riva, amministratore dell’impresa. E con ogni probabilità
- dice oggi Marco -, da lui i creditori non caveranno mai un
centesimo. Stefano me lo ripeteva spesso: dobbiamo scegliere una persona che non possiede nulla, uno a cui nessuno sia
in grado di chiedere alcunché in caso di fallimento. La faccia,
mi diceva, non dobbiamo metterla fuori noi.
UNA NUOVA SOCIETÀ
Con l’uscita di scena di Marco, affranto e depresso, Stefano e Riva creano (ma non a loro nome) una nuova società che
oggi si trova negli spazi e nei capannoni di quella vecchia.
Quest’ultima svuotata d’ogni cosa e riempita solo di debiti. I
macchinari della nuova impresa sono quelli di Marco, mezzo
milione di valore.
“Ho incontrato una sola volta Riva. Gli avevo scritto, ma
quella è gente che non risponde nemmeno alle raccomandate. Dovevo andare a ritirare le mie cose in ditta. Apparentemente era tutto ok. Ma una volta entrato mi hanno provocato,
spinto all’esasperazione. È intervenuta la polizia. Pensate
che umiliazione per me! Sono stato addirittura denunciato da
loro. Ero andato lì, nel mio ufficio a riprendere le mie poche
cose”.
Ecco la storia di Marco e della sua piccola impresa che ancora esiste, ma piena di debiti non suoi. Ora, rimessosi psicologicamente, spera si arrivi a capire che la brutta vicenda della sua ditta, finita tre anni fa in difficoltà comuni a molte altre
imprese, è il lampante esempio dell’esistenza di una terra di
mezzo capace di infiltrare, anche con la minaccia della violenza, ogni germe sano del tessuto economico del Paese. Marco
spera che fascicolo dopo fascicolo, ricostruendo le vicende di
Riva, gli inquirenti giungano anche alla storia della sua impresa familiare. Una storia piccola, che a guardarla dall’esterno forse non merita una colonna in cronaca. Ma che forse,
chissà, è il breve capitolo di un romanzo che parla di criminalità finanziaria in Ticino.
Due parole
La colpevole
tolleranza
delle autorità
LIBERO D’AGOSTINO
D
iciamola tutta. Se i
magistrati italiani
non avessero pazientato per arrestarlo
appena varcato il confine,
oggi probabilmente Davide Enderlin, in Ticino sarebbe ancora un “professionista” a piede libero.
Avrebbe continuato nel
silenzio generale a svolgere la sua proficua attività, ufficialmente di consulente, ma in realtà di sedicente avvocato e sedicente fiduciario, nell’indifferenza, o meglio con la
connivenza, di chi su queste attività era chiamato a
vigilare per dovere istituzionale.
Per anni Enderlin si è
mosso sul filo della legge,
sino a quando quel filo si
è rotto facendolo precipitare in carcere. Le ultime
indiscrezioni sul suo caso
segnalano che la Procura
ticinese ha bloccato i conti delle società di cui Enderlin era amministratore
e di quelle ancora da lui
amministrate. Stando a
fonti qualificate, sarebbero emersi dei bonifici non
autorizzati, soldi versati
dai bilanci di molte società, all’insaputa degli
azionisti, alla Pallavolo
Lugano, di cui Enderlin è
presidente e di cui il suo
socio in affari Francesco
Riva era direttore. Quel
Riva finito arrestato assieme alla bella Ginta Baku, entrambi coinvolti
negli affari di Enderlin
chiamato rispondere per
la truffa Carige, per il
crac Pramac e di un’ altra
truffa a danno di alcuni
suoi clienti. Ma lo scandalo non è Enderlin.
Il vero scandalo è la
colpevole tolleranza di
chi doveva vigilare, segnalare e intervenire,
quanto meno, per vederci
meglio nella sua attività
di amministratore di ben
142 società.
10 ATTUALITÀ
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
IL “MODELLINO”
Il modello del massiccio
del San Gottardo in preparazione
a Cresciano nel laboratorio della
Ongaro Graniti.
Sarà composto da 5 pezzi
e peserà circa 23 tonnellate
L’evento
Il padiglione svizzero
un esempio a Expo
di tempistica e fantasia
Investimento totale del settore pubblico e privato svizzeri 40 milioni chf
20 milioni
Numero atteso di visitatori a Expo 2015
Numero visitatori attesi al Padiglione Svizzero
2 milioni
Numero di visitatori attesi al Padiglione Svizzero al giorno
11.000
1.000
Numero visitatori al Padiglione Svizzero all’ora
4.432 m²
Superficie Padiglione Svizzero
4
Numero torri
15 m
Altezza torri
Fonte: Dipartimento federale degli affari esteri
7,5
milioni
i biglietti
venduti
ro, secondo le previsioni di Berna, dovrebbe calamitare la curiosità di almeno due milioni di visitatori. “Stiamo andando avanti senza intoppi - sottolinea ancora Arcidiacono - e questo ci rende orgogliosi. Bisogna però dire che non siamo soli, anche Germania e Repubblica Ceca, solo per fare
due esempi, stanno procedendo spediti”. I lavori
avranno un primo stop alla fine dell’anno, quando
si faranno le opportune verifiche. “Quando saran-
8 milioni chf
Obiettivo sponsoring della Confederazione Svizzera
Keystone
R
uspe e camion vanno e vengono, sollevano polvere e restituiscono certezze.
Come quella della puntualità. Perché il
padiglione svizzero a Rho, all’ombra
della Malpensa dove sta sorgendo la
grande città-vetrina internazionale dell’Expo, va
avanti spedito rispettando i programmi prestabiliti. Una tempistica ferrea, nonostante gli ostacoli
incontrati durante il cammino. Come il no del Ticino al finanziamento pubblico di 3,5 milioni di
franchi. Un no arrivato dalle urne, che sottrarrà
giornate e spezzoni di eventi extra, pensati originariamente per la promozione del territorio.
Intanto, lo spazio rossocrociato di 4.432 metri
quadrati comincia a prendere forma. La Svizzera,
primo Paese ad aderire all’Expo di Milano, che ha
già venduto in tutto il mondo 7,5 milioni di biglietti in prevendita, sta bruciando tutte le tappe.
È straordinariamente puntuale. Un valore com-
preso da molti giornali italiani, che si sono affrettati a metterlo in evidenza dopo l’inizio del conto
alla rovescia verso l’inaugurazione di Expo 2015 a
maggio. “Stiamo rispettando le tabelle di marcia
e questo ha creato sicuramente curiosità e rispetto”, spiega Andrea Arcidiacono, responsabile del
programma di Expo 2015.
Quello della Confederazione è un cantiere che
viaggia spedito insieme a un’altra quarantina
aperti in questi mesi. A metà settembre è stata
posata la prima pietra, una scheggia di granito del
San Gottardo. Entro la fine dell’anno svetteranno
tutti i piani delle quattro torri da 15 metri d’altezza progettate dagli architetti dello studio argoviese Netwerch. Sembreranno giganteschi contenitori con sale, acqua, caffè e rondelle di mele, prodotti che rappresentano la sostenibilità, la responsabilità, l’innovazione e la tradizione svizzere. I simboli di un’operazione culturale innanzitutto in sintonia con il tema dell’Expo, “Nutrire il
pianeta. Energia per la vita”. Il padiglione svizze-
23,1 milioni chf
Credito di partecipazione della Confederazione
“Stiamo rispettando le tabelle di marcia
e questo ha creato curiosità e rispetto”
MAURO SPIGNESI
I NUM
ERI
LE CIFRE
no - spiega Arcidiacono - pronte le torri, la struttura generale e la casa. Poi cominceranno i lavori
all’interno con le rifiniture, sino ad arrivare a
marzo, quando cominceranno i test in vista dell’inaugurazione di maggio. Io sono molto fiducioso e penso che la tempistica sarà rispettata”. Se
così sarà, la Svizzera offrirà ancora una volta un
esempio di grande affidabilità in una situazione
difficile ma stimolante. Attualmente l’équipe di
Pubblicità
lavoro elvetica dell’Expo sta mettendo a punto i
programmi degli eventi. E qui la presenza del Ticino, dopo che il popolo ha affossato il credito
pubblico, registrerà una contrazione. “Formalmente il voto non ha cambiato molto. Perché il Ticino - dice Arcidiacono - con gli altri cantoni del
Gottardo ha un contratto per 40 giornate complessive nell’agenda milanese. Quello che invece
cambierà saranno le giornate extra che probabil-
mente il Ticino perderà e che potranno essere occupate dagli altri cantoni, oppure da altri partner”. Partner privati come Nestlé, le Saline del
Reno, Geberit, o Vacheron. O una delle città rappresentate a Milano: Zurigo, Basilea e Ginevra.
Per l’Expo, governo e parlamento hanno concesso
un credito di 23,1 milioni di franchi destinato alla
“Confoederatio Helvetica”, 8 milioni dovranno
poi arrivare da sponsor, cantoni, città e aziende. Il
collage degli investimenti si sta componendo. Nel
frattempo, appunto, il cantiere va avanti. A capo
dei lavori c’è la Nüssli Schweiz, impresa internazionale con sede a Hüttwilen, che sta realizzando
anche altri padiglioni. “Mi fa invece molto piacere
- aggiunge ancora Arcidiacono - la presenza di
un’azienda ticinese che è riuscita a strappare un
bell’appalto”. Il riferimento è alla Ongaro Graniti
di Cresciano, incaricata di riprodurre in scala il
San Gottardo alto 5 metri e largo più di 3. Un lavoro da 400 mila franchi.
[email protected]
Q@maurospignesi
Claudio Lardi, responsabile per i Grigioni alla rassegna
“Un’alleanza fra cantoni
adesso è indispensabile”
“L
a nostra presenza l’abbiamo pensata attorno a una
casa comune. E casa comune sarà. Anche dopo il
no al finanziamento pubblico da parte del Ticino”.
milioni
Claudio Lardi, delegato Expo del Canton Grigioni, vuole ri...è l’ammontare del
badire il senso di continuità del progetto che lega le realtà
finanziamento pubblico per
cantonali delle Alpi: “Con Vaud, Ticino e Uri, noi grigionesi
il quale gli elettori ticinesi
abbiano affittato 150 metri all’interno del padiglione della
hanno detto no.
Confederazione, e speriamo di poter sfruttare al massimo
questa opportunità”. I quattro cantoni del Gottardo, dunque, marceranno insieme. Hanno prenotato 40 giornate durante la rassegna di Milano.
Ma il rischio ora è che con la contrazione dell’investimento
ticinese, altre iniziative, altri gruppi organizzati pos...sono i metri quadrati
sano inserirsi per sfruttare, dal punto di vista dell’immagine
che il padiglione svizzero
soprattutto, tutte le potenzialità della rassegna. A muoversi,
ha a disposizione
ad esempio, c’è il “Progetto Valtellina Valposchiavo Expo”,
all’interno di Expo.
che ha già fatto tappa al Castello Sforzesco di Milano con il
Giro del Gusto promosso dal Padiglione Svizzera. Valposchiavo e Valtellina, in perfetta sintonia, si sono presentate
a bordo di una carrozza ristorante di lusso e con chef e menù
milioni CLAUDIO
strettamente leati alla terra e hanno messo in piedi una veLARDI
...è la cifra che la
Avvocato, trina delle eccellenze agroalimentari dentro Casa Svizzera.
Confederazione ha messo 59 anni,
Ma da aprile a maggio il progetto ha fatto tappa anche a Roa disposizione per
delegato
ma e Torino, a rimorchio del tour itinerante promosso e voil padiglione svizzero.
luto da Presenza Svizzera.
ad Expo
2015 per i
“L’Expo avrà una grande visibilità - spiega Lardi - e dunGrigioni
que è normale che anche realtà territoriali come Valposchiavo si facciano avanti e mettano in piazza le loro iniziative,
milioni
anche se noi, che abbiamo una rappresentanza più istituzionale, non c’entriamo niente”. Ma sicuramente questo gene...è quanto dovrebbe
re di eventi, come quelli messi a punto nell’alleanza storica
giungere in termini
tra Valtellina e Grigioni, frutto dell’ottimo dialogo tra propartecipazione da sponsor,
vincia di Sondrio e Regione Valposchiavo, o quello delle vie
aziende, città, cantoni.
dell’acqua che faranno poi da corollario a quelle istituzionali, caratterizzeranno la presenza svizzera ad Expo. E proveranno a far cambiare rotta ai flussi turistici. In questo senso
chi sarà più presente potrà trainare le presenze nel proprio
mila
territorio. “Noi ci saremo. Poi - aggiunge Lardi - bisognerà
tenere conto che nell’intera area durante il periodo dell’Ex...sono i franchi che costerà
po si terranno tremila eventi, tutti già programmati. Per
la riproduzione in scala
questo sono importanti le alleanze fra cantoni”.
del San Gottardo in granito.
3,5
4.432
23,1
8
400
Pubblicità
(
3
+
3
=
.
=
)
0
;
4
7
:
$4
"
#
!
&
)
*
5
.
9
5
&
2
&
&
5
1
’(
1+*+ GWWI<
,.#55+
’
5
5
#
,
26B@9F 96B WLIGQ 6B Q=IGQIQWG>
PQEI<
>QEI<
!FD 7RFDF
%6B6UV /= C@D@ %;WW$ GM %
B68A 9?8 46E++A
0 *I.2/.=2F"!$"F%+)BF&,"F-:9#:F$)+ 0 #>H>1.<3D. 4AK ’) 1>= 5;.E8 &"!
0 +183D<> H.HH:;3 7A6C %! +I@3D ’(&"! 0 )D>13EE>D3 ?A7 $%J *I.2 >D3
/)/1*% /8?:96 C:CFJ@6 C@8JF /"&! M> % #2+ 9?8 4E;<6@ <484E +,-,*
4-’/’0 $B@H8FS:J B68A 9?8 46AEEA 0,-,*
4-’/’0 36BB:O!6K: 8FD S6DF 86JO: 7B68A 9?8 46AEE@ /,-,*
$&"#! ’(&)! )"&%
./&1461" "22*$61"4*7" *4644. *+ ,.-%. /&1 *+ 7.241.
$&++6+"1& (*# " /"14*1& %"
! ’058 "+ ,&2&0
"&43" ’ &",,)
"* &)1.*"6
",,) &-543)
"**0"%/4"
!1- ),&’$)3 ",,) &-543)
"**04+)&)3#
%<.66
*/*,9
2251,99&9*/* 6;’.91
!. D<<> @KU3> ; 6 . YDMRL. 3>MFDM>\>DB4 >B UB 4@4<.BR4 AD34@@D MF40>.@4 RRL.0R>DB1 0DB @U0> FDMR4L>DL> . ’"!2 -4BDB F@UM2
0@>A.R>\\.RDL4 .URDA.R>0D 0DA9DLR2 M4BMDL4 @U04PF>D<<>. 4 AD@RD .@RLD .B0DL.I +URRD >@ L4MRD @D M0DFL>L4R4 3. BD>I
U3> ; RRL.0R>DB TI] +!&2 E:] ,2 %# SNKC]]I8 .B\>0=5 %# ;OKNO]I8I (D34@@D L.X<UL.RD %# ;TKCE]I8 >B0@I 4JU>F.<<>.A4BR> .<<>UBR>Y> GF.00=4RRD /L>@@.BR4\\.2 04L0=> >B
.@@UA>B>D U3> 4[0@UM>Y4 0DB 34M><B . : L.\\42 A.B0DLL4BR> MU@ R4RRD >B .@@UA>B>D .BD3>\\.RDHI DBMUAD BDLA.@>\\.RD 0DA/>B.RD1 ;2O @PE]] ?A2 4JU>Y.@4BR4 /4B\>B.1 :IT @PE]] ?A2
EEC < )WP?A GA43>. 3> RURR4 @4 Y4RRUL4 BUDY4 0DAA4L0>.@>\\.R41 E;7 <P?AH2 0.R4<DL>. 3K4X0>4B\. 4B4L<4R>0.1 I
$%10)5 3*11% C5:?9% ,010%1* !3?*9)0:(5B3? )%1 E;86A8AE6. %1 A-86A8AE6.8
"53 (B2B1%’01* (53 %1?90 ’B530=%??0C0?& )0 :(53?58 #515 6 7*DD5 7*9 (10*3?*8 035 %) *:%B902*3?5 :(59?*8
TTTI@DO:J9@K8FRDOI8? " ’) $&)! ’&%$&! ! )$+$))! $& +,++! %! #%$%$(
,>. *.B $DRR.L3D2 O:CO $DL3D@.
+4@I ]CE NS: EO C]2 ZZZIRD<B4RR>.URDI0=
11
L’impossibile, realizzato.
LA NUOVA FORD FOCUS
Assistente di parcheggio attivo
Come si parcheggia in un parcheggio che si vede a malapena? Fidatevi della
nuova Ford Focus. Grazie all’assistente di parcheggio attivo, trova anche
gli spazi impossibili e vi aiuta a parcheggiare con una manovra perfetta.
Scoprite subito questa e altre tecnologie Ford a bordo della
nuova Focus con una prova su strada dal vostro concessionario Ford.
Da Fr. 18’950.-*
* Esempio di calcolo: Focus Trend, 1.0 l EcoBoost, 100 CV/74 kW, 5 porte, prezzo del veicolo Fr. 18’950.- (prezzo di listino Fr. 23’450.-, dedotto premio
«Ancora di più» di Fr. 3000.- e premio «Chi decide subito» di Fr. 1500.-. Modello riprodotto: Focus Titanium, 1.0 l EcoBoost, 125 CV/92 kW, prezzo
del veicolo Fr. 26’000.- (prezzo di listino Fr. 27’650.- incl. opzioni supplementari del valore di Fr. 2850.-, dedotto premio «Ancora di più» di Fr. 3000.- e
premio «Chi decide subito» di Fr. 1500.-. Oferte valevoli ino al 31.12.2014. Con riserva di modiiche.
Focus 1.0 l EcoBoost 100 CV/74 kW: consumo ciclo misto 4.6 l/100 km, emissioni di CO2 105 g/km. Categoria d’eicienza energetica B.
Focus 1.0 l EcoBoost 125 CV/92 kW: consumo ciclo misto 4.7 l/100 km, emissioni di CO2 108 g/km. Categoria d’eicienza energetica B.
Media di tutte le auto nuove vendute: 148 g/km.
ford.ch
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ATTUALITÀ
13
La sicurezza sulle strade
Carreggiate e passaggi al buio. Strisce
pedonali pericolose. La percezione è
che l’illuminazione non sia sufficiente
Strade del cantone
in“chiaroscuro”
più ombra che luce
EVOLUZIONE
RISPETTO AGLI ANNI
PRECEDENTI Fonte: Tcs
Locarno
Bellinzona
Peggioramento
Sizuazione invariata
Miglioramento
Lugano
Nessun test possibile
I dati
1
2
3
4
5
LA RICERCA
L’annuale ricerca del Tcs sui
passaggi pedonali pericolosi
segnala che 57 delle 96 “strisce”
monitorate ormai da anni risultano
ancora “insufficienti” e pericolose.
Nelle altre la sicurezza è migliorata
LA SICUREZZA
Dallo studio del Tcs emerge che a
Lugano in uno dei passaggi sui
quattro segnalati come pericolosi
la sicurezza è aumentata. Idem a
Locarno per uno sui 5 esaminati
(in tre il giudizio è negativo)
LE VITTIME
Nel rapporto annuale dell’Ufficio
prevenzione infortuni (Upi) si mette
in evidenza che 69 pedoni hanno
perso la vita sulle strade svizzere
lo scorso anno, mentre 723 sono
rimasti feriti
LA PREVENZIONE
A livello nazionale lo scorso anno
si sono verificati mediamente due
incidenti gravi al giorno con vittima
un pedone. Una media riscontrata
soltanto nel 2003. E questo dopo
diverse campagne di prevenzione
I PASSAGGI
Circa i tre quarti degli incidenti
registrati con conseguenze gravi
(ferite serie o decesso) che si sono
verificati l’anno scorso a livello
nazionale sono avvenuti su
passaggi pedonali
F
orse è solo un’impres- bini e anziani. Poi c’è la questiosione, ma la sensazio- ne ancora aperta sui passaggi
ne è che sulle strade governati dai semafori, che vandel cantone sia calato il no tarati seriamente; sono così
buio. O forse è l’ultimo ‘veloci’ che spesso lasciano il perapporto dell’Ufficio prevenzione infortuni (Upi) che, ricordanPaolo Colombi
doci la media giornaliera di due
Margini di
incidenti gravi che coinvolgono
miglioramento ce
un pedone, segnala come la sicurezza stradale sia sempre un
ne sono sempre,
cantiere aperto. E la sicurezza,
soprattutto nei
non solo viaria, è qualcosa che
percorsi fuori
viene percepita con maggior
dagli agglomerati
tranquillità sul territorio se accompagnata da una migliore visibilità. Da una luce adeguata,
che non affidi solo ai fari delle
automobili il compito di segna- Pubblicità
larci eventuali “ostacoli”, dal ciclista al pedone appunto. E a
maggior ragione quando il pedone, anche dopo che il sole è
tramontato da un pezzo, attraversa regolarmente la strada
sulle strisce pedonali. Strisce,
però, che nell’ultimo test del
Touring club svizzero non superano certo l’esame sicurezza col
massimo dei voti, anzi, il 60%
dei passaggi pedonali ritenuti
“pericolosi” nel 2013 si sono
confermati tali anche quest’anno, a Lugano uno su quattro e a
Locarno uno su cinque.
Risultati difficili da accettare
per delle strade, come quelle
svizzere, ritenute dalle statistiche tra le più sicure al mondo.
“Margini di miglioramento ce ne
sono sempre, ma per quanto riguarda l’illuminazione stradale
distinguerei tra gli agglomerati
urbani e i percorsi fuori dell’abitato - commenta Paolo Colombi
dell’Istituto Rass, dedito alla ricerca e l’aggiornamento della sicurezza stradale del cantone -. A
mio parere l’illuminazione cittadina, soprattutto dei grandi centri urbani, è ottima; altrettanto
non si può dire fuori, dove non
sono previsti i 50 km orari, ma
neanche i pedoni. In quei casi,
però, dove c’è un passaggio pedonale o un incrocio pericoloso
l’illuminazione deve essere ottimale. Magari con le luci ai led,
ma qui c’è un problema di prezzi
visto che alcuni Comuni hanno
quasi dimezzato l’illuminazione
pubblica per ridurre i costi, e altri hanno allo studio sistemi con
rivelatori di movimento”.
Fatto sta che, al di là degli
episodi di cronaca e di incidenti
registrati, la percezione tra chi
non si schiera con gli automobilisti non è certo di sicurezza. “Da
una parte c’è lo studio del Tcs,
dall’altra un rapporto fatto realizzare dal Cantone ad un’azienda specializzata, e in entrambi i
casi si riscontrano problemi nei
passaggi pedonali - contesta
l’urbanista Jordi Riegg, presidente dell’associazione Mobilità
attiva che si batte per una moderazione del traffico, per dare
spazio appunto ai pedoni-. Ma
quello che vorrei capire sono i
criteri usati nelle ricerche. Soprattutto nelle città, per noi, ci
sono limiti evidenti di illuminazione, visibilità e ostacoli in particolare per handicappati, bam-
done in mezzo alla strada”.
Di tutt’altro avviso, per
quanto riguarda l’illuminazione,
Carlo Panzera a capo dell’Ufficio
segnaletica stradale del Canto-
ne: “C’è una direttiva nazionale
dell’Slg, l’Associazione svizzera
per le luci, che recependo 4 o 5
normative europee stabilisce
posizionamento, luminosità e
Jordi Riegg
È specialmente nelle
città che ci sono
limiti di visibilità. A
rischio in particolare
bambini, anziani
e handicappati
Carlo Panzera
I led utili nei passaggi
pedonali. Le loro luci
sono bianche e non
giallastre come ora
che non aiutano col
giallo delle strisce
La curiosità
)&) ! ,.-"%& $ )&"* -"’/&)*)& -*)*
& .*+-"*,$, #$’’
(*!&’&,$ #$’ 4521
"
caratteristiche delle luci stradali
- spiega Panzera -, e a quanto mi
risulta tutte le aziende del cantone incaricate all’installazione
le rispettano. Anche la manutenzione viene fatta assiduamente e con puntualità. Certo, è
auspicabile che le luci ai led
prendano sempre più piede, almeno nei passaggi pedonali. Oltre ad assicurare un forte risparmio energetico la loro luce è
bianca, e non giallastra come
ora, ciò che certo non giova alle
strisce, le quali sono appunto
gialle”.
m.sp.
,#()(".% /( $,+’."12)" $,+ ( /2,( !,-/$,.%.
ÃʾÑ!è.èÄ9-"145šè1.1-Å1À©ò¬½Ãñʾ
ÃʾÑ!&8+Ýì-
$3ÍÝ-ûú$:38 $14 Ñûì¬Ì/*+¼;èììÓÅ6¬ªöš,(è33,7)³¼úÈÝÝ9Óé.5:¼Á+(ª)74°5ª.û°!" æ ¹5¦°,ö!(ìšæª)5úû¹°9ªÞ©¦ª°½½Ãñʾ
"’’(,.( (+&,.*"3(,+( /2 "# $$’(%$’)(&!
Nuove tecniche per la visibilità
Perle di vetro
e più incolumità
per i pedoni
S
ino a qualche anno fa
era un esperimento,
iniziato a Berna e ripreso in Ticino. “Poi, con
una direttiva, è diventato un
obbligo, e ora il tappeto di
perle luminose sulle strisce
pedodali lo pretendono sia i
Comuni che il Cantone”,
spiega Elisabeth Herzog
Mordasini, imprenditrice e
titolare di una azienda ticinese che da quasi trent’anni
lavora sul fronte della sicurezza stradale. “Con le perline, che in realtà sono frammenti di cristalli, minuscole
sfere di lavorazione di Swarovski, la differenza d’intensità della luce, la brillantezza è notevole. In particolare
quando cala il buio. Noi - dice sempre Elisabeth Herzog
- l’abbiamo misurata con dispositivi precisi”. Le perline
luminose della Swarco, che
conferiscono un effetto luminescente molto simile alla
sabbia quarzosa, per la prima volta in Ticino sono state
utilizzate nel 2011 a Giubiasco e poi a Locarno. “La nostra azienda - dice l’imprenditrice - realizza passaggi
pedonali in molte città, da
Locarno sino a Lugano, con
incarichi sia comunali che
cantonali. Costruiamo le
“zebre”, oppure curiamo la
loro manutenzione, e sistemiamo i paletti ai lati della
carreggiata come prevedono
le nuove direttive”.
I controlli delle strisce
pedonali in prima battuta
dovrebbero essere eseguiti
dai tecnici comunali e poi il
via libera confermato da
quelli cantonali. Diversi i
criteri per “omologare” un
passaggio, visto che si va
dalla visibilità sino appunto
alla segnalazione del passaggio. “Elemento - spiega
Herzog - molto importante.
Fondamentale direi”.
50/2014
Solo DOMENICA
7. 12. 2014
1/2
prezzo
3.40
invece di 6.80
Treccia al burro,
500 g, con succo
d’arancia Michel
Premium, 50 cl
.
Solo da Coop Pronto
Solo LUNEDÌ
8. 12. 2014
*Solo MARTEDÌ
9. 12.2014
1/2
prezzo
60%
di sconto
79.–
79
invece di 199.–
Tablet Lenovo
Anson 3300,
Android, schermo
da 7", memoria 8 GB
espandibile con
micro SD fino a
32 GB
2 anni di garanzia,
incl. TRA
su tutto l’assortimento di alimenti
per gatti Felix
ad es. «Aussi Bon
que Beau» Senior,
gusti assortiti
en gelée, 4 × 100 g
1.80 invece di 3.60
(100 g = –.45)
Il Natale non finisce mai: ogni
giorno una nuova offerta!
Scoprite ogni sera le imperdibili offerte
su RSI LA1, dopo il telegiornale e prima
della meteo, oppure su www.coop.ch.
Vendita solo in quantitativi limitati al consumo famigliare, fino a esaurimento scorte.
* In vendita anche da Coop City, Coop Edile + Hobby e Interdiscount.
Non disponibile nei piccoli punti di vendita.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
15 ATTUALITÀ
La storia
Jean-Marc Richard.
Il simpatico animatore della radio
svizzera romanda,54 anni,per venti
ha girato tra le piazze e nelle scuole
per dar voce alla gente,a bordo di
un camper a strisce rosse e bianche.
Sullo stesso furgone è salito ora un amico che insegnerà
agli scolari del Burkina Faso le più elementari regole
igieniche. E i ragazzi faranno lo stesso con le famiglie
“Con la mia‘zebra’
da Ouchy all’Africa
per salvare i bimbi”
D
DAL TAMPONAMENTO
AL MIRACOLO
Una cordata di sostenitori,
tra cui l’imprenditore vodese
Pierre Friderici (a destra,
seduto all’interno della “zebra”)
partito lo scorso 1 dicembre
alla volta dell’Africa, hanno
sostenuto economicamente
la riparazione del furgone
dopo il tamponamento che
l’aveva quasi distrutto
PATRIZIA GUENZI
La storia
a Ouchy a Ouahigouya a bordo
di una “zebra”, per insegnare
agli scolari del Burkina Faso le
più elementari regole igieniche, attraverso una sorta di
tam tam radiofonico che salverà molti bambini. Una scommessa vinta quella di JeanMarc Richard, 54 anni, quattro
figli, empatico animatore della
radio svizzera romanda, appassionato di libri, musica e col
pallino del volontariato. S’è
messo in testa di portare una
sua vecchia trasmissione in
Africa, per dar voce agli abitanti e, soprattutto, fare sensibilizzazione. Malgrado le difficoltà,
economiche e pratiche, c’è riuscito. Grazie anche a molti sostenitori che gli hanno dato fiducia e a Pierre Friderici, imprenditore vodese. Proprio lui,
infatti, è partito lo scorso 1 dicembre da Ouchy per portare la
“zebra” a Ouahigouya, nel nord
del Burkina Faso. Alla testa di
un convoglio composto da tre
veicoli e cinque persone, percorrerà 6 mila chilometri attraverso la Francia, il Mediterraneo, il Marocco, il
Sahara Occidentale,
la Mauritania, il Senegal e il Mali. Ma
facciamo un passo
indietro.
E presentiamo la
“zebra”. “L’avrete
capito, non è un animale - sorride Richard -. È un grosso
camper, dotato di
studio radio mobile,
un’idea nata nel
1994 per andare in
mezzo alla gente.
Sin da subito è stato
soprannominato così
perché sulla carrozzeria ha delle enormi righe (in realtà
sono onde) rosse e
bianche che lo fanno sembrare
tanto ad una zebra”. Negli anni
di “zebre” se ne sono succedute
tre. L’ultima, che ha ormai migliaia di chilometri sul gobbo,
qualche mese fa sembrava ormai pronta per lo sfasciacarrozze. “Abbiamo tamponato, era
semidistrutta, sembrava che
non ce l’avrebbe più fatta a rimettersi sulle quattro ruote ricorda Richard -. Invece, un
L’IDEA
Vent’anni fa Richard
ha pensato a un
modo per andare
in mezzo alla gente.
Con un suo
collega, oggi
deceduto, ha ideato
la “zebra”
Jean-Guy Python
VENT’ANNI TRA LE GENTE
Jean-Marc Richard, 54 anni,
davanti alla sua “zebra”, con la
quale per vent’anni ha condotto
una trasmissione radiofonica
girando tra piazze e scuole per
dar voce ad adulti e bambini
TRA PIAZZE E SCUOLE
Il furgone, dal 1994
per 7 anni ha girato
le piazze della
Svizzera romanda
per incontrare
i cittadini, per altri
13 anni è stato
nelle scuole locali
appello lanciato via radio ci ha
permesso di raccogliere i soldi
necessari per la riparazione. E
ci ha motivati a cercare di darle
una seconda vita”. Il generoso
intervento della Radio televisione romanda è stato risolutivo: l’avrebbe regalata a “Tombouctou, 53 jours”, associazione creata negli anni 90 sempre
da Richard, dopo la morte di un
suo collega con cui aveva avuto
l’idea di mettere in pista la prima “zebra”. “Il concetto è semplice ma efficace - riprende entusiasta l’animatore, che a causa degli impegni di lavoro ha
dovuto passare il testimone a
L’AFRICA
Portare la “zebra”
in Africa è stato
possibile grazie
alla generosità della
tele romanda
che l’ha regalata
ad un’associazione
locale
LA PARTENZA
Lo scorso
1 dicembre il
caravan è partito
da Ouchy alla volta
del Burkina Faso.
Alla guida,
l’imprenditore
Pierre Friderici
Friderici -. Fare delle trasmissioni con gli scolari, con ragazzi
in grado di spiegare ai loro coetanei e ai genitori analfabeti
l’abc delle più semplici regole
sanitarie. Solo così si potranno
evitare tante morti dovute anche a banali infezioni”.
Insomma, il format è più
che collaudato. Ha funzionato
in Svizzera romanda, perché
non dovrebbe funzionare anche
in Africa?! “Per vent’anni abbiamo dato voce alla gente. I
primi sette, ogni giorno eravamo in diretta da una città sempre diversa per raccogliere opinioni e pensieri della popola-
IL FUTURO
La “zebra” resterà
per sempre in
Africa. Spostandosi
di villaggio in
villaggio cercherà
di spiegare le più
elementari norme
igienico-sanitarie
zione, percorrevamo 60-70 mila chilometri l’anno. Poi, per altri tredici anni, sempre con la
‘zebra’ siamo andati nelle scuole, per fare la trasmissione con
i ragazzi. Ed è stato fantastico.
Molti adulti pensano che i bimbi non abbiano nulla da dire,
ma invece sanno esprimersi
benissimo; hanno voglia di parlare e di partecipare ai dibattiti
sociali”. E Richard ricorda alcuni episodi che l’hanno colpito.
“Un messaggio di speranza lanciato da un bambino figlio di alcolisti, oppure un altro ragazzo
che, pur vivendo in una famiglia felice, improvvisamente
…E LA LETTURA CONTINUA
CON GLI EBOOK DEL CAFFÉ
ONLINE. ADESSO. GRATIS.
SU APP STORE E AMAZON
LA FINESTRA
SUL CORTILE
Anonymous
IL RACCONTO
DELLA
REALTÀ
Anonymous
COME FU CHE UN
TUNISINO SPOSÒ
UNA TICINESE
Andrea Vitali
LE PAROLE
DEL 2013
Autori
vari
SAPORI
E MITI
Cenni
Moro
viene assalito da dubbi e interrogativi su se stesso e sugli altri e te lo dice nel bel mezzo
della trasmissione. E poi mi ricordo ancora come fosse ieri
della rabbia e della tristezza di
un bambino cresciuto nelle
strade del Congo”. Umori, sentimenti e sensazioni che rivivranno pure in Burkina Faso.
“Siccome di auto ce n’è ben poche e le strade sono praticamente inesistenti, spostarsi da
un villaggio all’altro significa
impiegarci un giorno; toccherà
alla ‘zebra’ andare verso di loro, incontrarli, parlargli, capirli,
aiutarli...”.
E parlare, ascoltare, creare
l’atmosfera giusta, fare gruppo
insomma è una qualità di Richard. Da sempre attivo nel sociale, impegnato in svariate iniziative benefiche e di volontariato. Alla fine degli anni 70 ha
messo in piedi una troupe di
teatro amatoriale; è cofondatore della televisione della regione losannese. Da molti anni è
volontario in alcune iniziative
di Terre des hommes - aiuto
all’infanzia. Si mette a disposizione, in Svizzera ma anche come corrispondente all’estero,
per sostenere la promozione
dei Diritti dell’infanzia, fondazione che nel 2006 l’ha proposto come ambasciatore.
Richard il Burkina Faso lo
conosce bene. Regolarmente ci
torna. “In passato ho fatto dei
filmati e una serie di trasmissioni radio, ad esempio sui
bambini che lavorano nelle miniere. Anche senza il camper
vado comunque ancora nelle
scuole a spiegare com’è la vita
in Africa, quali sono i problemi,
cos’hanno, o meglio non hanno, i bambini, e le condizioni di
vita in generale. Un altro mondo rispetto al nostro, ma vedo
che i ragazzini sono molto interessati. Interesse e curiosità
che vedo pure negli occhi dei
miei figli, i due più piccoli,
quando racconto loro dell’Africa e so bene che prima o poi
vorranno accompagnarmi”. Alla partenza, dello scorso 1 dicembre, Richard era presente.
Aveva il magone. Intanto, si sta
organizzando per staccare
qualche giorno e andar lì per
registrare una trasmissione
speciale.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
16
ilDossier
17
Vendesi villaconvista sullastoria per poter salvare il passato
La“Favorita”è ultimo esempio di compravendite
in Svizzera che hanno permesso di conservare
un patrimonio immobiliare di grande pregio
L
OMAR RAVANI e STEFANO PIANCA
o Stato ha finito i soldi e allora tocca ai privati cittadini farsi carico del peso della Storia. Da Zurigo a Lugano, passando per Como e Verbania oppure dalle rive del lago
Lemano, s’allunga l’elenco degli edifici sto-
Dimore
da tenere
in vita
IL PRESIDENTE
L’architetto Pisoni
vigila affinché casi
come la demolizione
della Romantica, a
destra, non si ripetano
VILLA HELENEUM A LUGANO
L’edificio, risalente agli anni 30, ospita
oggi il Museo delle culture. “Villa dai
destini incerti” si legge sul sito della Città
che difatti vorrebbe metterla all’asta
Serve maggiore
attenzione nel
definire i luoghi
in cui è possibile
costruire
La tutela
Ci sono zone
in cui il piano
regolatore
impone, di fatto,
di demolire
carne della speculazione, ci ha pensato una
famiglia italiana rinomata per i suoi prodotti caseari. Gli Invernizzi, bontà loro, promettono di far rivivere una nuova primavera alla Favorita.
L’inversione è netta, rispetto a un passato, non lontanissimo, in cui il compito di
mantenere intatto il patrimonio, assorbendo i beni delle famiglie decadute o scomparse, veniva svolto dalla comunità. Numerose case comunali nascono infatti dalla
trasformazione di dimore patrizie o nobili
(basti citare Palazzo Marcacci a Locarno).
Diversi altri edifici storici sono stati convertiti in musei o luoghi pubblici. È avvenuto per Villa dei Cedri a Bellinzona, come
pure per le Ville Ciani, Malpensata o Saroli
a Lugano, senza dimenticare Villa Argentina a Mendrisio. L’uso pubblico ha prevalso
su quello privato.
Oggi ciò non è più possibile. Lo dimostra, ancora una volta, il Comune di Lugano
che, per far cassa, si vede costretto a vendere i suoi “gioielli di famiglia”: prima fra
tutti Villa Heleneum sempre a Castagnola,
dove si trova attualmente il Museo delle
culture. Una manovra anche politica, visto
che la Lega in questo modo riuscirebbe a
regalare un po’ d’ossigeno ai suoi tre municipali, ma anche (ed è cosa fatta) a sfrattare
dal suo regno il detestato direttore delle
“carabattole”. Separarsi da una villa è co-
munque un passo avanti rispetto alla gestione recente del patrimonio architettonico da parte della Città: per anni le ruspe
hanno imperversato selvagge dove c’era
Una volta erano gli enti
pubblici a rilevare residenze
signorili, ora mancano i soldi
qualcosa di vecchio da abbattere. Appena
nel 2011, non un secolo fa, la Società ticinese per l’arte e la natura attaccava a muso
duro l’allora sindaco Giorgio Giudici per le
troppe demolizioni.
VILLA DIODATI A COLOGNY
Un passato gotico alle spalle, era la
dimora preferita dalla scrittrice Mary
Shelley, Villa Diodati è ora abitata dal
magnate americano Alan Parker
Se al Sud delle Alpi si piange per lo
scempio di costruzioni di valore perpetrato
negli ultimi decenni, al Nord le cose vanno
decisamente meglio. Fra i numerosi possibili esempi da citare, uno dei più significativi è quello della Villa Diodati a Cologny,
nella periferia di Ginevra. Originalmente
chiamata Villa Belle Rive, l’abitazione nella
quale risiedette anche Lord Byron fu eretta
nel 1710. Nel XIX secolo la costruzione
prese il nome dal traduttore italiano Giovanni Diodati. Oggi la villa è nelle mani del
magnate americano Alan Moore Parker.
Più a ovest, vicino a Montreux, si trova
il Grand Chalet di Rossinière, una delle più
vecchie costruzioni in legno della Confede-
VILLA SONNENBERG A ZURIGO
Il destino dell’ex orfanotrofio sulle colline
tigurine è appeso a un filo. La volontà del
Comune è di trovare un acquirente per
rilevare una tenuta di quasi 12 ettari
razione. Edificata tra il 1752 e il 1756, la
casa rimane poi albergo per più di un secolo. Nel 1977 chiude i battenti, ma il pittore
francese Balthus ne entra in possesso, salvandola di fatto dall’incuria. Oggi se ne occupa la vedova, la Contessa di Rola.
Un caso curioso è quello della Sonnenberg, a Zurigo. Una pregiata villa di fine Ottocento, riciclata in orfanotrofio, attende un
nuovo padrone. La sua manutenzione è
troppo onerosa per le autorità comunali. Un
altro grido di aiuto dalle autorità impotenti
davanti ai costi troppo grandi dei loro pezzi
immobiliari più pregiati.
[email protected]
[email protected]
Mauro Bissattini, l’architetto di vip e imprenditori specializzato nel restauro
“Una pianificazione
che sta cancellando
la nostra memoria”
“Così ilVerbano e Como
hanno salvaguardato
i fasti della Belle Époque”
ubblico e privato sembrano un po’
scontrarsi quando si tratta l’argomento delle case e delle ville d’interesse storico. Almeno stando al parere
della Stan, la società ticinese per l’arte e
la natura, che da anni lotta affinché gli
edifici degni di tutela vengano effettivamente protetti. Cosa
che, oggi, non sempre
succede. “Per fortuna
alcuni privati prestano
attenzione agli edifici in
loro possesso - osserva
l’architetto Antonio Pisoni, che della Stan è
presidente -. Tenendo
ad esempio in vita case
o ville che potrebbero
facilmente essere abbattute, se si seguissero
solo i dettami dei piani
regolatori. È la pianificazione che spesso porta a cancellare edifici che fanno parte della memoria storica del territorio”.
Ad essere chiamati in causa, insomma, secondo la Stan sono gli enti che sono preposti all’organizzazione degli insediamenti urbani. “Vi sono esempi che
sfociano nel clamoroso, come interi quartieri in cui ville storiche dovrebbero essere demolite perché troppo alte rispetto a
quanto previsto dai pianificatori - aggiunge Pisoni -. In questo modo si obbligano i proprietari a rispettare parametri
che, di fatto, impongono la sostituzione
del manufatto antico
con uno nuovo”.
Sulla possibilità di
invertire una tendenza
in atto ormai da diversi anni, Pisoni mantiene comunque vive le
speranze. “Raddrizzare del tutto la barca sarà comunque difficile precisa -, ma crediamo
sia arrivato il momento di rivedere le norme
pianificatorie alla luce
delle nuove conoscenze (anche storiche) e
delle mutate sensibilità. Sarebbe opportuno. Il Cantone sta ora considerando la
possibilità di perfezionare la legge in
questo senso e sarebbe un vero peccato
perdere altro tempo, perché significherebbe perdere altre esempi di arte co-
struttiva dei secoli scorsi, mentre sono
valori che andrebbero riscoperti e ulteriormente valorizzati”.
Nel resto della Svizzera, d’altra parte,
già da una decina d’anni oggetti singoli e
interi comparti degni di tutela sono inseriti nel cosiddetto elenco “Isos” dei beni
da proteggere. “È uno strumento importante soprattutto nel rendere attenti i
pianificatori quando si occupano di determinati edifici o gruppi di edifici - nota ancora l’architetto Pisoni -. Un mezzo per
dare una chance in più di sopravvivere
alle case storiche e tradizionali. Anche
perché, oggi, molte costruzioni interessanti sono considerate alla stregua di non
esistenti o senza valore storico alcuno,
quando in realtà sono documenti dell’arte edile del passato”.
Il problema pianificatorio ha poi un
altro aspetto che non va certo tenuto in
secondo piano, quello del valore del terreno. “La tendenza in atto vede aumentare le zone in cui sono inseriti edifici degni
di essere tutelati che diventano pregiate
dal punto di vista del piano regolatore osserva il presidente della Stan -. Il che
significa anche veder esplodere i prezzi e
quindi è molto più facile veder sparire
una villa storica per dare spazio a moderni insediamenti. Diventa più facile abbattere che non riattare e anche se qualcuno
sarebbe disposto ad abitare in questo tipo
di case, soprattutto se gli affitti sono un
po’ più bassi, si fatica a convincere il proprietario a scegliere altre strade. E il risultato è che si vedono spuntare palazzine da sei o sette appartamenti a 2’500
franchi d’affitto al mese al posto di case
della tradizione”.
m.s.
È
VILLA ERBA SUL LAGO DI COMO
La dimora, dove ha trascorso l’infanzia il
regista Luchino Visconti, dal 1986 è in
mano a un consorzio pubblico che la mette
a disposizione per eventi e congressi
il fascino dell’italianità, delle belle
cose della borghesia lombarda, che
ha saputo costruire sui nostri laghi,
vicino al cuore dell’Europa, con intelligenza e buon gusto. Palazzi che si son
conservati, ahimè non tutti, grazie all’intervento del privato”. Così Mauro Bissattini, di Cannobio, l’architetto di vip e imprenditori, spiega il
successo delle antiche
dimore sulle rive. Da
villa Serbelloni sul lago
di Como, di proprietà
della fondazione Rockfeller a villa Oleandra,
residenza di George
Clooney. Da villa Correnti, con Silvio Berlusconi, a Lesa sul lago
Maggiore, a villa Pallavicino di Stresa, e poi
villa Branca a Baveno,
villa Giulia, villa Taranto a Verbania...
“Tutte costruite all’interno di un paesaggio unico, scoperto al tempo del Grand
Tour dall’aristocrazia europea, e restaurate con intelligenza”, nota Bissattini.
Dimore inserite in modo mirabile
nell’ambiente circostante. Edificate principalmente fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, in stile barocco, liberty o
neoclassico.
“C’è stata nel tempo una ovvia sostituzione di proprietari. Si è passati dagli
industriali, dai borghesi lombardi, ai tedeschi, agli olandesi, ai
nord-europei che cercano nel lago Maggiore un
po’ del clima mediterraneo, e ora ai russi, agli
ucraini – continua Bissattini –. Un fenomeno
che negli anni ha portato anche a frazionare
queste ville in residence. Un esempio tipico di
una devastazione conseguente ad una modificata economia, è stata
la splendida villa del Pascià a Ghiffa, suddivisa
in pluriproprietà. Con quel che ne è conseguito per il giardino che era splendido.
Un vero e proprio smembramento dell’anima originaria di quel posto”.
Le dimore, che pur passando di mano
in mano, sono resistite, oggi riportano ai
LA VILLA A LUGANO
Qui sotto, Villa
Favorita a Lugano,
ultimo esempio di
compravendita in
Svizzera. È stata
venduta per circa di
100 milioni, si parla
di poco più di 80
alla famiglia italiana
Invernizzi
GRAND CHALET DE ROSSINIÈRE
Nel canton Vaud si trova una delle più vecchie case
in legno della Svizzera. Per anni è stata la dimora del
pittore francese Balthus e oggi ospita una fondazione
gestita dalla vedova, la Contessa de Rola
Antonio Pisoni, presidente della “Società ticinese per l’arte e la natura”
P
Le leggi
rici che negli anni recenti sono tornati a
nuova vita, se non al primitivo splendore.
Merito dei passaggi di mano di queste proprietà che vengono spesso rilevate da facoltosi acquirenti. Sovente si tratta di personaggi famosi – vip come l’attore George
Clooney - che cercano in queste dimore cir-
condate da vasti giardini un loro rifugio.
Villa Favorita a Castagnola è solo l’ultimo, più significativo, esempio di questa
tendenza. Da anni, in pratica da quando,
nel 1993, i Thyssen trasferirono la pinacoteca a Madrid, la seicentesca dimora viveva
in uno stato di curato abbandono. Non aveva scosso questo torpore neppure l’intenzione della Città di comprarsi parte della
proprietà, per realizzarvi una passaggiata
pubblica. Più forte delle intenzioni, accolte
nel 2004 dal Consiglio comunale, è stata
l’attuale disastrosa situazione delle casse
pubbliche. Se Lugano appare impotente, ad
evitare che la magione della baronessa coi
suoi trenta ettari di verde finisse nel trita-
fasti d’un tempo, conservando intatto lo
charme passato, la dolcezza, la ricercatezza della Belle Èpoque. Dei primi del 900.
“Quando il privato è illuminato, e faccio il
nome di Bialetti, di Medini, per le splendide ville che hanno a Verbania, ma potrei
fare anche quello di molti tedeschi vicini
alla nostra sensibilità, quando il privato
comprende il valore culturale della sua
proprietà, non solo quello economico,
contribuisce a mantenere integro il valore
delle antiche dimore del lago. Anche uno
come me, che è di ideali socialisti, non osa
pensare queste ville in mano allo Stato:
andrebbero in decadenza. Se non ci fossero i privati, sarebbe una rovina”.
Un giudizio severo che si riflette anche
su una delle ville più belle del lago Maggiore, quella san Remigio a Verbania, di
proprietà della Regione Piemonte. “Si
trova in una posizione unica, dispone di
uno dei più bei giardini all’italiana, ma
lentamente si sta perdendo perché l’ente
pubblico non è stato in grado di valorizzala come doveva e come era necessario”.
Ma anche i privati non sempre l’azzeccano. Lasciando andare in rovina il loro patrimonio, come villa Pos di Verbania, o ristrutturando con parametri discutibili. “È
vero - osserva Bissattini, attento nei suoi
interventi al rispetto della storia del posto, del “genius loci”, oltre che dell’ambiente - villa Aminta a Baveno, ora hotel
di lusso, è stata sconquassata da una discutibile architettura. Se n’è fatto un albergo kitsch modificando una antica dimora in una specie di Disneyland, cosa
che penso si dovrebbe evitare sul lago
Maggiore”.
c.m.
L’ARCHITETTO
L’architetto Bissattini
da anni è impegnato
nel restauro di edifici.
Nella foto a sinistra,
l’Hotel Cannobio,
sulla sponda
piemontese del Lago
Maggiore, ristrutturato
da Bissattini
Il merito
Grazie ai privati
si è mantenuto
inalterato
il fascino delle
antiche dimore
Il demerito
Certi interventi
discutibili, kitsch
hanno devastato
l’architettura
di questi edifici
Concorso
con
I
.
.
C
.
t
r
VnIaNVW Polo Sta
u ore Fr. 15’990.–*)
(val
,
dizionata,
*Aria con
eggio
st
o
p
ri
so
Sen
th,
Bluethooop,
Start / st
Dab+, d’emergenza...
Frenata
o
n
r
e
t
n
i
’
l
l
a
a
l
o
d
e
l
n
a
a
c
n
r
r
...ce foto nel gio
di una
uesta)
(non in q
!
e
l
i
c
a
f
è
e
r
e
Vinc
L’estrazione dei tagliandi inviati avverrà
la sera del 31 dicembre 2014 a Locarno
sulla pista di ghiaccio in Piazza Grande
Vinci una VW Polo con
e
In una fotografia all’interno del Caffè è nascosta
una VW Polo. Indica il numero della pagina in cui si trova
e la data di pubblicazione del Caffè.
Nome: ................................... Cognome: ...........................................
Via: ......................................................................................................
Cap ...................... Località ................................................................
La VW Polo è nascosta a pagina ...........................
de “il Caffè” del ...........................
Da imbucare
nelle urne all’interno
di “Locarno on Ice”
oppure inviare a:
Concorso VW Polo
il Caffè
via Luini 19
6600 Locarno
ale, tutte
n
r
o
i
g
o
l
e
Sfogliand
ter no d
.
n
a
’i
t
l
s
l
e
a
u
a
q
c
a
Cer
par tire d
W Polo.
a
V
e
a
n
n
a
u
i
m
i
d
t
to
le set
af fè, la fo
C
l
e
d
e la data
e
a
n
v
i
o
g
r
a
t
p
i
s
i
le
e
gina in cu fè. Basta compilar
a
p
a
l
a
c
i
af
Ind
one del C
troverai
i
z
e
a
h
c
c
i
l
i
l
b
l
b
e
u
di pu
a lato o q
. Potrai
i
e
u
d
q
n
a
o
r
d
G
n
za
il taglia
e” in Piaz
nto
c
I
n
o
o
n
rova acca
t
i
s
e
h
a “Locar
c
On Ice”,
l’ur na
o
l
n
e
r
n
a
c
o
l
o
r
L
a
“
i
imbuc
gli igloo d
a
r
f
o
t
u
iarlo a:
v
all’a
n
i
e
r
u
p
op
Concorso
VW Polo
il Caffè
19
via Luini
arno
6600 Loc
ere
Puoi vinc ento
l mom
SOLO se a azione
dell’estr i
ti trovera e a
Grand
in Piazza on Ice”
“Locarno
LA SOLUZIONE
della scorsa settimana
La VW Polo era nascosta
alla pagina 6
della scorsa edizione
del Caffè.
Condizioni generali: i collaboratori de ‘Il Caffè’, delle società partner e le loro famiglie non possono partecipare. I vincitori saranno avvertiti personalmente.
I premi non sono convertibili in denaro. Ogni ricorso alle vie legali è escluso. Partecipando ai concorsi ci autorizzate ad utilizzare i vostri dati a fini pubblicitari.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
Politica
19
IL
PUNTO
CHANTAL
TAUXE
Il peggio non è mai certo,
ed ecco, allora Ecopop trasformarsi in Ecoflop. Anche i ticinesi hanno votato contro un testo
che avrebbe dopato il flusso di
frontalieri e avuto conseguenze
assurde e molto spiacevoli.
Com’erano belle le cartine
di domenica sera, con le frontiere cantonali cancellate per
dar spazio ad una Svizzera tre
volte unanime, tolta una minuscola stravaganza sciaffusana
sui forfait fiscali. Tutto va per il
meglio nel migliore dei mondi?
La Svizzera ha ritrovato la via
della saggezza e della serenità.
Non veramente. La splendida
unanimità di domenica deve
molto alla demonizzazione dei
malcontenti della libera circolazione (meno 7 punti nella partecipazione rispetto a febbraio)
e all’ambiguità nelle parole
d’ordine dell’Udc: prima favorebole, poi contraria, poi ancora
fragorosamente silente in campagna elettorale, contrariamente al baccano abituale. I problemi sollevati il 9 febbraio, inoltre, restano intatti: come mantenere gli accordi con l’Ue facendo al contempo diminuire il
flusso di manodopera straniera
con i contingenti? Il rompicapo
ci occuperà nel 2015.
Ma, siccome il
peggio
non è mai
certo,
meglio
prevenire
che curare. Questo secondo
proverbio è alla base dell’azione
di un comitato formato da professori e imprenditori che vogliono lanciare un’iniziativa per
“uscire dall’impasse”. Lo scopo? Abrogare l’articolo costituzionale approvato a febbraio.
Senza se e senza ma. Non è poi
così scandaloso. Il testo dell’Udc si impose di poco e la storia conta molti esempi di votazioni ripetute sui temi più caldi.
L’Udc ci inonda di proposte sugli stranieri, si è votato più volte sull’introduzione dell’Iva, come pure sul diritto di voto alle
donen. Se, nel frattempo, il
Consiglio federale troverà l’uovo di Colombo, il comitato è
pronto a ritirare l’iniziativa, ma
se il governo dovesse fallire, se
rinegoziare la libera circolazione si rivelasse impossibile, varrà la pena rivolgersi al popolo
per chiedere se è veramente disposto a rinunciare ai bilaterali
con l’Ue.
Il think tank di politica estera “foraus” propone che in futuro un’iniziativa contraria ad
un trattato internazionale non
possa raccogliere firme se ciò
non è espressamente previsto.
Senza questa indicazione, il governo avrebbe diritto ad applicare le decisioni nel rispetto degli impegni presi a livello internazionale. Una proposta astuta,
che impedirebbe a partiti o
gruppi di approfittare in modo
irresponsabile dei punti poco
chiari delle loro proposte. C’è
da augurarsi che il parlamento
si interessi alla questione. Quale partito la porterà avanti? La
Svizzera dopo il 30 novembre
va meglio di quella del dopo 9
febbraio. Ma il fuoco cova ancora e l’ardore nel combattere
Ecopop non deve svanire. Il dibattito sulla democrazia diretta
deve proseguire, lontano dalle
derive populiste che non portano altro che all’impotenza.
Franco
Denti
Pierre
Rusconi
Sergio
Savoia
Sergio
Morisoli
DAL PPD AI VERDI
DALLA LEGA ALL’UDC
DAL PS AI VERDI
DAL PLR A LEGA-UDC, POI AREA LIBERALE
Donatello
Poggi
Fausto
Beretta Piccoli
Angelo
Paparelli
Giancarlo
Seitz
EX PDL, LEGA, ORA “INDIGNATI”
DAI COMUNISTI AI VERDI
DAL PPD ALLA LEGA
DAI LIBERALI AI SOCIALISTI E POI ALLA LEGA
Il caso La vicenda di Franco Denti,
il deputato saltato dal Ppd ai Verdi,
ripropone la figura dei “voltamarsina”
Bande,bandiere e banderuole
La politica fra ambizioni,personalismi e crisi di coscienza
Franco Denti, saltando dal Ppd ai Verdi in un colpo solo ha ricordato che il collante ideologico dei partiti è merce del secolo scorso, rinverdendo la storia dei
“voltamarsina”, di quelli che cambiano
bandiera. Ma se il povero Tommaso, il
“voltamarsina” dell’800 del romanzo di
don Francesco Alberti era passato dai liberali ai conservatori per amore della bella Rosina, l’ex candidato al Consiglio di
Stato nel 2011 del Ppd Denti è passato
dai “conservatori” - così si chiamavano
una volta i pipidini - agli ambientalisti più
per una “rivincita” contro l’establishment
del suo partito che per la conservazione
del “posto”. Cosa che, del resto, l’introduzione dei tre circondari elettorali per il
Ppd nel Luganese, ha reso quasi impossibile. Il tramonto delle bandiere ideologiche ha ormai trasformato i partiti in vere
e proprie bande che si alleano e si combattono a secondo della convenienza anche al loro interno. Come ha dimostrato il
conflitto fra radicali e liberali nel Plrt in
questi ultimi anni. E quando non sventolano più le bandiere ideologiche, è come
se suonasse la libera uscita per le ambizioni individuali. Ed è il tempo delle banderuole. Più vicino alla Lega che al Ppd,
Denti se ne va ora con Sergio Savoia, anche lui transfuga ma dal Ps, che abbandonò nel 2006 per accasarsi con gli ambientalisti di cui ora è il leader.
In un Ticino politicamente ingessato,
negli anni ’70 fu il Partito socialista autonomo (Psa) di Pietro Martinelli e Werner
Carobbio - espulsi dal Pst - che ruppe gli
steccati e liberò dallo stigma morale chi
cambiava bandiera e veniva considerato
una banderuola. Fra gli estremisti della
sinistra dell’epoca entrarono liberali e
conservatori. Tita Carloni, Martino Rossi,
Plinio Martini, arrivavano dai cattolici come Alessandro Soldini, figlio di consigliere di Stato Mario Soldini. Anche allora come nell’800, quando i voltamarsina dovevano emigrare, gli esponenti della sinistra subirono un vero e proprio “Berufsverbot”, l’impossibilità di esercitare la
professione. Martinelli se ne dovette andare in Africa, Carloni fu escluso dalle
commesse pubbliche. Ma aprirono la
strada ad una mescolanza che vent’anni
dopo, con il crollo definitivo degli steccati
ideologici contribuì alla crescita della Lega. Che fu uno spazio politico aperto che
accolse e riciclò i transfughi di destra e
sinistra sotto la bandiera della “ticinesità”. Il primo, e unico, consigliere agli Stati della Lega Giorgio Morniroli proveniva
dal Plrt. Nella Lega sono finiti anche Donatello Poggi, del Partito del lavoro, ora
fuoriuscito per dar vita al movimento degli “Indignati”, Cleto Ferrari, deputato Ps
per tre mandati, Giancarlo Seitz, prima liberale e poi socialista, Angelo Paparelli,
esponente del Ppd luganese. Cammino
inverso per Pierre Rusconi, ora consigliere nazionale dell’Udc. Amico di Giuliano
Bignasca nel 1999 entrò in parlamento
con la Lega, dalla quale si dissociò. Restò
in Gran Consiglio come indipendente, poi
fu rieletto per l’Udc di cui divenne presidente. A sinistra c’è il caso di Iris Canonica, da deputata Ps a firma del Mattino. E
GRAN CONSIGLIO
Parlamento terra di
mobilità politica.
Sotto, Pascal
Sciarini, 51 anni
L’intervista
Ti-Press
La Svizzera
unanime
fa sperare
nel futuro
c’è poi Gerri Beretta Piccoli, prima nel
Pdl, poi nel Ps, quindi nei Verdi, ora indipendente. “Voltagabbana? Ma chi non
cambia partito quando non ne condivide
più la politica è solo un poveretto”, è solito dire Gianfranco Soldati, che uscì dal
Ppd per costituire il Polo della libertà e poi
confluire nell’Udc.
Prima di Denti, il caso più eclatante è
stato quello di Sergio Morisoli. Esponente
di Comunione e Liberazione in lista per il
Plrt nel 2011 per il governo. La sua candidatura spaccò il partito, già diviso tra
“Idea Liberale” e radicali. “Meglio due leghisti in governo che Morisoli”, s’augurò
l’ex consigliere agli Stati, Sergio Salvioni.
Che fu accontentato. Morisoli, isolato in
parlamento, si staccò dal Plrt. Come indipendente nel 2012 si è candidato per gli
Stati sostenuto da Lega e Udc. Ha poi dato vita ad un suo partito Area Liberale che
ora si presenta alle elezioni nel cartello
“La destra” con Udc e Pdf.
c.m.
Il politologo Sciarini ricorda l’ex ministro Adolf Ogi come esempio di faticosa fedeltà
“In molti casi chi cambia partito
lo fa per scelta opportunistica”
“Il più delle volte chi salta da un partito all’altro lo fa per opportunismo”. Non
è un giudizio moralistico quello del politologo Pascal Sciarini, ma meramente fattuale.
Un leader politico che cambia partito
è ancora visto con riprovazione?
“Oggi è più facile cambiare partito rispetto al passato. Esistono, ma sono rari i casi di
leader passati dall’estrema sinistra all’estrema
destra, o di altri che da
una destra moderata sono andati verso una destra più radicale”.
In politica vige la fedeltà?
“In un certo senso sì. Di solito si è fedeli ad un partito anche se la permanenza
non è facile. Ad esempio Adolf Ogi, ex
consigliere federale Udc, è stato attaccato
più volte dal suo partito, ma nonostanti i
contrasti non l’ha mai abbandonato”.
Che dire di Widmer Schlumpf, eletta
in governo che poi ha costituito un
suo partito uscendo dall’Udc?
“È una situazione che non rientra in
questo contesto. È stata costretta a fare
altre scelte dopo che l’Udc ha espulso le
sezioni cantonali grigionesi e bernesi”.
Ma che giudizio dare di chi abbandona un partito per un altro?
“Mi pare che il più delle volte si tratti
di una strategia opportunista per accrescere le proprie possibilità di influenza,
migliorare la propria posizione o aumentare le possibilità di essere eletto. Ci sono
persone che sono andate da un partito di
destra moderata Plr o Pdc verso l’Udc. A
Ginevra, ad esempio, Mauro Poggia dal
partito democristiano è passato al Mouvement citoyens genevois per aumentare
le proprie chances in un partito in crescita che era alla ricerca di leader”.
Prevale però la motivazione ideale se
si lascia un posto di potere per andare
all’opposizione in un altro partito...
“Certo, come è chiaro che altrimenti
è più facile pensare che prevalga la componente opportunistica”.
Visto dalla parte dell’elettore, quanto conta la fedeltà, il voto d’appartenenza?
“Il voto d’appartenenza ha perso
d’importanza rispetto al passato. Ma non
possiamo dire che sia meno importante
di quello d’opinione. Dipende dal contesto e dal cantone. Posso pensare che in
Ticino dove la religione ha ancora un
ruolo, per il Ppd il voto d’appartenenza
abbia un peso più importante rispetto a
Ginevra, dove la religione non gioca alcun ruolo...”.
Quindi?
“In generale il voto d’appartenenza
ha perso importanza a favore del voto a
corto termine basato sulla campagna
elettorale, la simpatia del leader, le opinioni del partito sui casi del momento”.
Come dire che l’elettore può essere
infedele, il leader invece no.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
20 POLITICA
21
Strategie politiche
I VOTI DELLA LEGA NELLA VOTAZIONE DEL 2011
Il retroscena Nel Plrt si riapre la partita per una candidatura al governo, ma si esclude un rientro in gioco del ministro Laura Sadis
LORENZO QUADRI
52.928
Il weekend nero dei liberali radicali
spiazzati dalla rinuncia di Antonini
GIULIANO BIGNASCA
52.495
LIBERO D’AGOSTINO
MICHELE BARRA
40.207
ELETTI AL CONSIGLIO DI STATO
Voti personali
MARCO BORRADORI
81.754
NORMAN GOBBI
61.712
SUBENTRANTI
VOTI AL GRAN CONSIGLIO
LEGA DEI TICINESI
schede
Totale seggi attribuiti
24.207
21
S
abato, 6 dicembre. Festa di
San Nicola. Per Rocco Cattaneo non è stata una gran
giornata per festeggiare anche i
suoi 56 anni. Ieri, sabato, alla
riunione dei candidati plrt, il
presidente non aveva ancora
metabolizzato la dismissione di
Mauro Antonini, comandante
delle Guardie di confine, dalla lista per il governo. Lui quel brutto colpo lo aveva incassato già
giovedì mattina, con la telefonata di Antonini che gli annunciava
la sua rinuncia. A sentire perso- Pubblicità
naggi di prima, seconda e terza
fila del Plrt, è stato un fulmine a
ciel sereno. Nessuno se lo aspettava. Appena domenica scorsa
Antonini aveva partecipato ad
un’assemblea di partito a Quinto
e niente lasciava presagire la sua
decisione di mollare tutto. Ora
nel Plrt si rimette in moto la giostra dei nomi per una candidatura che si vorrebbe forte per
strappare alla Lega il secondo
seggio in Consiglio di Stato. C’è
chi insiste per convincere il ministro Laura Sadis a candidarsi,
ma ai vertici del partito la cosa
appare una missione impossibile. “Conoscendola, non è certo il
tipo che ritorna sui suoi passi e,
poi, non sarebbe bello per lei
tornare come riserva per completare la lista”, dice un esponente del Plrt. E qualcun altro
I nodi
1 2 3 4
PARTITO DI MAGGIORANZA
Exploit della Lega nel 2011 che
piazza Marco Borradori e Norman
Gobbi in Consiglio di Stato. Nel
2012 Borradori annuncia che
parteciperà alle elezioni di Lugano
e che si dimetterà dal governo
L’ANNO NERO DI VIA MONTE BOGLIA
Nel 2013 prima muore Giuliano
Bignasca poi Michele Barra, da
pochi mesi subentrato a
Borradori. Al suo posto la Lega
designa Claudio Zali, presidente
del Tribunale penale cantonale
I CONFLITTI LUGANO-CANTONE
La Lega vince a Lugano, Borradori
è eletto sindaco. Nel 2014 è
costretto ad alzare il moltiplicatore
all’80%. Iniziano le frizioni interne
con Lorenzo Quadri e con il
governo a maggioranza leghista
UNA LISTA PER DUE
La Lega sarà l’ultima a presentare
la lista per il Consiglio di Stato, a
gennaio 2015. Oltre ai due uscenti,
si parla di Daniele Caverzasio,
Fabio Badasci e di Elisabetta
Gianella o Amanda Rückert
Zali scalza Gobbi,
è ormai diventato
il primo candidato
Da tempo il Mattino
dedica sempre più
spazio al ministro
del Territorio in carica
da solo un anno
Il conflitto
L’aiuto chiesto
da Borradori al Cantone
(anche per una deroga
sul burqa) è stato un
duro test per la Lega
nesi. Una reazione della società
civile che non si vedeva dagli
anni 70.
E, così, mentre Gobbi è anche contestato per l’uso dei radar come bancomat per fare
cassa, Zali dopo un solo anno in
Consiglio di Stato sembra essere
entrato nel cuore dei leghisti. A
cui sta facendo digerire tutto: la
la tassa sui rifiuti, quella sui
parcheggi, gli incentivi per le
auto ecologiche. Una svolta di
180 gradi rispetto alla Lega trasgressiva, barricadera di Giuliano Bignasca. Un richiamo alla
Ti-Press
legalità, al rigore, alla coerenza,
anche all’ecologia, che ha spiazzato pure Borradori. Il quale, in
veste di sindaco di Lugano deve
fronteggiare le conseguenze
della crisi finanziaria della città
ed è obbligato a chiedere aiuto
al Cantone. Di fronte alla richiesta di uno sconto sui contributi
di solidarietà (la città contribuisce con 27 milioni), Zali ha risposto che si può entrare nel
merito “ma Lugano non può
pretendere sforzi senza fare sacrifici”. Un invito al risparmio,
alla gestione oculata, anche ad
un riallineamento del moltiplicatore attualmente sotto di circa
13 punti rispetto a quello matematico, nonostante che sia stato
portato dal 70 all’80% in un colpo solo già quest’anno.
Per la Lega che s’appresta ad
andare al prossimo confronto
elettorale senza la stampella
dell’Udc (nel 2011 il partito di
Gabriele Pinoja s’era presentato
solo per il parlamento) il rischio
di perdere un seggio è possibile.
Nel 2011 Gobbi entrò in governo superando di 4mila preferenze il leader Giuliano Bignasca e
L’intervista L’analisi del politologo Oscar Mazzoleni sul ruolo e le prospettive del movimento
“Ma già in passato con Marco Borradori
hanno espresso sensibilità istituzionale”
R
iuscirà la Lega a conservare il proprio popolo? Essere ancora movimento d’opposizione,
dopo essere diventata partito di governo, e
mantenere il suo elettorato di protesta? “È quello
che ci dirà la prossima elezione - risponde il politologo Oscar Mazzoleni -. Penso che uno dei rischi
maggiori che corre la Lega sia quello dell’astensionismo”.
Per evitarlo cosa dovrà fare?
“Dovrà essere capace di mobilitare quell’elettorato d’opinione che l’ha votata in passato proprio
per la sua capacità di interpretare la protesta”.
Ma alla prova del governo è rimasta fedele a
se stessa, partito di governo e d’opposizione?
“Ha certamente mantenuto la sua ambivalenza, assumendo più responsabilità di governo nonostante le difficoltà di portare a termine alcuni
grandi progetti all’interno dell’esecutivo e del parlamento”.
Ha però trascinato anche gli altri partiti sul
proprio terreno.
“Certo, il successo della Lega è dovuto anche
al fatto che ha saputo dettare l’agenda politica del
Ticino su temi ad essa più congeniali, dai frontalieri, all’occupazione, alla difesa del territorio...”.
Con Claudio Zali sta arrivando al potere la Lega delle seconde file, quella più istituzionale?
“Ma non è una novità: già prima con Marco
Borradori la Lega ha saputo esprimere questa sensibilità più istituzionale”.
Le ragioni sociali che hanno fatto crescere la
Lega esistono ancora in Ticino?
“Se partiamo dal fatto che molto dell’elettorato
della Lega è emerso dalla crisi socio-economica
che ha caratterizzato il Ticino degli anni 19902000 e se prendiamo atto che questa crisi è tutt’altro che alle spalle, dobbiamo constatare che quelle
potenzialità rimangono ancora tutte sul terreno”.
Lorenzo Quadri. Anche se la lista sarà fatta a misura dei due
uscenti (Quadri non sarà riproposto, avendo già rinunciato al
seggio in governo nel 2013,
mentre per gli altri candidati si
fa il nome di Elisabetta Gianella,
Daniele Caverzasio, Fabio Badasci) difficile per Gobbi ripetere il
risultato. Non solo perché non
può vantare grossi successi politici, ma anche perché la Lega
sembra aver cambiato pelle.
Tanto da contraddirsi su più
punti. Dopo l’introduzione di
nuove tasse, l’ultima è stata
l’eccezione chiesta da Lugano
da Borradori e dal municipale
Quadri al divieto del burqa “solo per i mesi estivi” per evitare
problemi al ricco turismo arabo
di Lugano. Un’eccezione contro
cui s’è espresso Gobbi ligio al
dettato costituzionale del divieto di dissimulazione del volto
approvato dal 65% del popolo ticinese.
[email protected]
Q@clem_mazzetta
Ti-Press
La scelta
S
uperNorman sta perdendo i superpoteri.
Non gliene va bene
una: contestato sui radar, bloccato sulle
grandi aggregazioni dei Comuni, boicottato sulla legge contro
la prostituzione e in mezzo al
guado con la riforma della polizia. La parabola Norman Gobbi,
di quello che era l’astro nascente della Lega, l’enfant prodige
della Leventina, che a 34 anni
era entrato in governo, sembra
in fase discendente. Colpito nella sua traettoria dalla kryptonite di nome Zali, “il ministro che
agisce”, come titola il Mattino
che gli regala pagine su pagine,
con modalità agiografiche che i
partiti storici hanno archiviato
da tempo.
Indubbiamente è lui, Claudio Zali, l’ex magistrato nominato dalla Lega al posto dello
scomparso Michele Barra, l’uomo che, dopo avere scalzato
Gobbi dalle pagine del settimanale leghista, s’avvia a prendere
l’eredità di Marco Borradori, la
macchina elettorale che era in
grado di fare da solo 82mila voti
preferenziali. Capace di pescare
ovunque: ben 3.800 preferenze
dal Ppd, il doppio di Gobbi. Oltre 6.500 dal Plrt, tre volte quelle di Gobbi. Più di 2.200 dal Ps,
quattro volte Gobbi. Senza Borradori, senza Giuliano Bignasca,
senza Barra, difficile pensare
che la Lega replichi l’exploit del
2011, quando superò di quasi 5
mila schede complessive il Plrt
(30.733 contro 25.972).
Zali, sostenuto dai Bignasca,
amico di Borradori, è apprezzato
all’esterno del suo partito, seb-
bene sulla tassa per i parcheggi
stia incontrando parecchie resistenze. Gobbi, cercando di mostrare il volto duro delle istituzioni - “Dura lex, sed lex” - se
l’è presa con una famiglia di poveri equadoregni. Con la conseguenza che due bambini in età
scolare, accolti nelle scuole del
Gambarogno, hanno dovuto abbandonare il Ticino. Un’azione
controproducente: in un colpo
solo Gobbi è riuscito a coagulare
riprovazione nei suoi confronti e
solidarietà verso gli ecuadoregni da parte di centinaia di tici-
IL COMANDANTE
CANDIDATO
Mauro Antonini,
50 anni, con la
sua rinuncia ha
mandato in
fibrillazione il Plrt
Ti-Press
rio, a gennaio, per fare posto in
lista ad un esponente del mondo
economico, per calamitare voti
che altrimenti andrebbero al
Ppd. Ma chi? In lista per il Plrt
c’è già Nicola Pini, che lavora
all’Aiti, l’Associazione delle industrie ticinesi di cui il vicepresidente, il consigliere nazionale
ppd Fabio Regazzi, è già in corsa
per il governo. Resterebbe da
pescare tra i dirigenti della Camera di Commercio, sebbene il
direttore Luca Albertoni, tra i
più accreditati, abbia a suo tempo reclinato cortesemente l’invito. Salvo ripensamenti al Plrt, se
vuole davvero puntare sul mondo dell’economia, non resta che
pensare a qualche imprenditore
di nome, di quelli con una tale
caratura da calamitare consensi
trasversali.A meno che il partito
non chieda allo stesso Rocco
Cattaneo di mettere la sua faccia
sui prossimi manifesti elettorali.
[email protected]
Q@LiberoDAgostino
C’è chi legge nel ritiro
del comandante delle
Guardie di confine il
timore per un magro
risultato elettorale
Nella Lega delle grandi contraddizioni
emerge il carattere dell’ex magistrato
CLEMENTE MAZZETTA
sostenere l’impatto di una lunga
campagna elettorale in cui non
si risparmieranno colpi bassi. In
verità già qualche mese fa era
corsa la voce che Antonini si sarebbe ritirato, sentito dal Caffè il
comandante delle Guardie di
confine aveva categoricamente
smentito, ribadendo anzi la sua
determinazione a correre per
vincere. E di indiscrezioni anche
da fonti qualificate ne erano corse pure altre, come quella che
dava Alex Farinelli rinunciata-
MAGGIORANZA RELATIVA
Con due ministri eletti nel 2011,
la Lega è diventata il partito di
maggioranza relativa in governo
soppiantando il Plrt
aggiunge: “Ma sarebbe imbarazzante anche per Cattaneo”.
Opinioni off record, ovviamente, in queste ore le dichiarazioni ufficiali sono le solite frasi
di circostanza sull’impegno del
partito a proporre un nome “che
tiri” voti. Più facile a dirsi che a
farsi. Ritornano i nomi che erano
sul tavolo della commissione
“cerca” prima che venisse presentata la lista ufficiale, a cui se
n’è aggiunto ora qualcun altro,
ma almeno due, si sono già affrettati a non rendersi “disponibili”, come il sindaco di Giubiasco Andrea Bersani e Giovanna
Masoni Brenni, vicesindaco di
Lugano. Si riparlerà quindi del
municipale luganese Michele
Bertini, del consigliere comunale, sempre di Lugano, Roberto
Badaracco e di Giovanna Viscardi, presidente della sezione locale del partito. A meno che il Plrt
non riesca a tirare fuori dal cilindro qualche altro nome inaspettato come è stato con Antonini.
Chiunque sarà si prenderà un
po’ di tempo per decidere, non è
una scelta facile entrare in lista
per sostituire qualcuno.
“Importante è che per gennaio in occasione del comitato
cantonale completiamo la lista.
La decisione di Antonini ci ha
davvero colti tutti di sorpresa.
Non ce l’aspettavamo”, dice
Christian Vitta, capogruppo in
parlamento e candidato di punta
del Plrt. Le illazioni sui motivi
della rinuncia di Antonini non
mancano. C’è chi dice che queste settimane di campagna elettorale lo abbiano provato, che
sia arrivato all’amara conclusione che non avrebbe fatto un
buon risultato, per cui ha preferito ritirarsi in tempo piuttosto
che esporsi politicamente ad
una magra figura. Ma c’è anche
chi avanza pure forti dubbi sulla
capacità di selezione del partito
che, in questo caso, avrebbe
puntato su un candidato non
sufficientemente corazzato per
ÍÍçð`õõ_õfi Ífiç õõõð ¬àŒþfiçþð fi Œþ õõõ_ ¬_ NŒfiç_ ¥fi¬ úÓ
¥Œ èyðþõð è þÞfiçðèfi ð¿¿fiçõfi Ífiç Íç_õŒy_çfi Œ ÍŒ è_çŒ_õŒ èÍðçõ
Œþfiçþ_¬Œ¡ èyŒ¢ 謌õõŒþð¢ èyŒ ¥Œ ¿ðþ¥ð¢ ç_yyªfiõõfi fi Þð¬õð _¬õçð _þyðç_Ô
=àðÍèyð¬ð ‡ _õõ_¬Þfiþõfi ¥ŒèÍðþŒoŒ¬fi Œþ õõõfi ¬fi `¬Œ_¬Œ R’NÔ
WŒ _èÍfiõõŒ_Þð…
½
à
¬
½
~˛ Ût
N
_ 33
Œ¬
_
M
_
õfi
R’N
Œfiç
oŒþ_
yðÞ Œ y¬ŒfiþõŒ õõ_ ¬_ N
fi
õ
ç
Ífiç
ð¿¿fi
þ õ
x ú6´þ fièy¬èŒõ__˙Œðþfi x 6
x Põõ_ ¬_ è
ãÿÀ
x
#! ’ $,/*&, %(
!1(22&,$ "0,(-)+
ÔoèÔyªóèyðÍçŒçfi
£ R’N ÿÀ¯Ô PõõŒ Œ ¥ŒçŒõõŒ çŒèfiç_õŒÔ
Minusio-Verbanella Ascona-nuovo ponte Maggia
Agno-Vallone Losone-vecchio ponte Maggia
A13-Galleria Mappo-Morettina Stabio-Gaggiolo Castione-Claro
2012-
2011-
Il Touring club:
“La giudichiamo
una scelta
inaccettabile”
2010-
2009-
2008-
2007-
2006-
2005-
2004-
0-
2003-
10.000-
0-
2002-
5.000-
2001-
20.000-
2000-
30.000-
10.000-
2012-
15.000-
2011-
40.000-
2010-
50.000-
20.000-
2009-
25.000-
2008-
60.000-
2007-
30.000-
2006-
70.000-
2005-
35.000-
2004-
Traffico giornaliero medio annuale nelle autostrade
A2-Grancia A2-Monte Ceneri A2-Circonvallazione di Lugano
A2-Circonvallazione di Bellinzona A2-Biasca sud
A2-Galleria San Gottardo A13-Galleria S.Bernardino
Fonte: Ustra
Auto inchinate al fisco,
in macchina al lavoro
potrebbe costare salato
Dal 2016 saranno ridotte a 3 mila franchi
le deduzioni per il trasporto con mezzi privati
GIORGIO CARRION
Tra due anni, andare a lavoro in auto potrebbe costare
salato, se verrà applicato il
tetto di 3’000 franchi stabilito
dalla nuova Legge federale
sull’imposta federale diretta
(Lifd) a favore del trasporto
ferroviario. Ancora una volta
l’auto diventa strumento o capro espiatorio delle politiche
fiscali. Il nuovo articolo 26,
capoverso 1, lettera a, della
Lifd, che con ogni probabilità
entrerà in vigore nel 2016,
stabilisce la deducibilità delle
“spese di trasporto necessarie
dal domicilio al luogo di lavoro fino a un importo massimo
di tremila franchi”. Oggi, ai fini dell’imposta federale diretta è infatti possibile portare in
deduzione dal reddito, quale
spesa per il suo conseguimento, il costo del trasporto del
proprio veicolo privato se, eccezionalmente, nessun mezzo
pubblico è a disposizione o se
il contribuente non può servirsene (per esempio in caso
di infermità, distanza notevo-
le dalla più vicina fermata,
orario sfavorevole, eccetera).
“Il legislatore - spiega Samuele Vorpe, responsabile del
Centro competenze tributarie
della Supsi - seguendo le indicazioni dell’esecutivo, ha
quindi fissato nella legge un
limite massimo con lo scopo
di finanziare l’infrastruttura
ferroviaria, da un lato, e favorire l’utilizzo del mezzo pubblico, dall’altro”.
Il Tcs ha immediatamente
protestato (vedi intervista) dichiarandosi contrario alla deduzione forfettaria delle spese di trasporto dei pendolari e
alla sua destinazione al Fondo
ferroviario. Dei 5,75 miliardi
di franchi assegnati da Berna
tra il 2008 e il 2012 alle infrastrutture del trasporto, solo il
12% è stato assegnato al trasporto motorizzato privato,
“…mentre le esigenze della
strada nelle aree urbane sono
enormi ed i problemi di sovraccarico sono gravi. In confronto, le misure a favore della ferrovia rappresentano circa il 40% dei prestiti”, scrive
Il caso
Ti-Press
In un futuro non troppo
lontano il medico virtuale
potrebbe diventare un fenomeno comune. Ci stiamo
avvicinando alla fantascienza? No, stiamo utilizzando
la moderna tecnologia per
migliorare la nostra vita. È
quello che da alcuni anni fa
un gruppo di startup tedesche concentrate sui servizi
sanitari in rete, un sistema
nato principalmente come
prevenzione di malattie che
però si sta allargando al
settore delle diagnosi e delle cure.
Patientus, ad esempio, è
un’impresa che attraverso
Skype offre al paziente visite mediche virtuali. Chi ne
ha bisogno entra in rete ed
aspetta il suo turno in una
sala d’attesa virtuale. Patientus offre anche una
piattaforma per i check-up,
con tanto di analisi e test
che vengono postati in rete.
In questo modo il paziente
non solo non deve andare
dal medico ma può consultarlo anche fuori orario, basta accendere il computer.
A sua volta il medico è in
grado di lavorare da qualsiasi postazione e a
qualsiasi ora.
Da diversi anni la lettura delle
radiografie viene
spesso fatta in rete da specialisti lontani
mille miglia
dal laboratorio dove
queste sono effettuate, ma
questo è un lavoro tecnico,
diversa è l’interazione con il
medico, che tradizionalmente avviene faccia a faccia.
La sanità virtuale si serve di app, degli smartphone, di Instagram, Facebook,
YouTube, tutti gli strumenti
dei social media, per riprodurre questo tipo di rapporto nello spazio cibernetico.
E questa nuova dimensione
della moderna tecnologia
non solo facilita l’interazione tra paziente e medico
senza che questi materialmente si incontrino ma dà
la possibilità al primo di accedere a specialisti ubicati
anche in altri Paesi. Tra le
app più popolari in Germania altre a Patientus, c’è
Klara che permette a chi ha
problemi di pelle di consultare un dermatologo inviando una serie di foto per
soli 29 euro; Onelife che offre alle donne incinte la
possibilità di compilare una
sorta di diario di bordo che
include tutti i test necessari, questi dati vengono salvati nel cloud e quindi sono
accessibili dal medico in
tempo reale.
Il settore della sanità
virtuale è in crescita anche
negli Stati Uniti, ad esempio Google ha annunciato
un piano di investimento
massiccio per il 2015. Nel
2014 si stima che circa 4
miliardi e mezzo di dollari
saranno investiti in startup
dedicate alla sanità soltanto
negli Stati Uniti. Ed il mercato non è più limitato ai
braccialetti per misurare
quante calorie si sono bruciate, ma a cure mediche
importanti, tra cui anche
quelle contro il cancro.
L’intervista
Traffico giornaliero medio annuale nelle strade cantonali
2003-
Cresce
il business
della sanità
virtuale
23
IL TRAFFICO IN TICINO
2002-
I
NUMERI
LORETTA
NAPOLEONI
Economia
2001-
22
2000-
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
il Tcs.
La modifica federale non
prevede, tuttavia, che i Cantoni debbano modificare le loro legislazioni cantonali in
materia di deduzione fiscale
dei costi di trasporto: ad essi,
infatti, viene offerta “soltanto” la possibilità, ma non l’obbligo, di fissare un limite superiore per la deduzione delle
spese di trasporto. Fino ad og-
gi solo i Cantoni di San Gallo e
Berna hanno scelto la via del
tetto massimo per la deduzione delle spese di trasporto dei
pendolari. Il Canton Ticino
potrà decidere di seguire la
La situazione
1 2
4 5
3
6
LA NUOVA LEGGE
LE DEDUZIONI FISCALI
IL NUOVO TETTO
La nuova Legge federale
sull’imposta federale diretta (Lifd)
è a favore del trasporto ferroviario
e punta a incentivare l’utilizzo del
mezzo pubblico
Il Consiglio federale ha proposto di
limitare la deduzione fiscale per le
spese di trasporto del proprio
veicolo privato per i lavoratori
dipendenti
Il tetto massimo di deduzione delle
spese, riferite soprattutto ai
pendolari che utilizzano l’auto in
mancanza di trasporti pubblici, è
fissato a 3’000 franchi
IL VECCHIO TETTO
CONTRARIO IL TCS
LA PAROLA AI CANTONI
La deduzione oggi oscilla tra i 6570 centesimi per chilometro
percorso per lo spostamento dal
proprio domicilio al luogo di lavoro
e viceversa
Il Tcs è contrario alla deduzione
forfettaria delle spese di trasporto
dei pendolari e alla sua
destinazione al Fondo ferroviario
Solo i Cantoni di San Gallo e
Berna sembrano aver seguito la
via del tetto massimo per la
deduzione delle spese di trasporto
dei pendolari
Interrogativi sull’offerta, apparentemente pubblicitaria, di una “cassa” che causa un aumento di quasi 44 franchi sulla polizza mensile
L’assicurazione malattia
che si stipula...da sola
è legale (ma solo per ora)
La protesta
Un’iniziativa rivolta agli
“over 65” già contestata
dalle associazioni
dei consumatori
nuova impostazione della
Lifd, oppure proseguire con il
sistema di detrazione in vigore. “Quel che è certo è che ai
fini dell’imposta federale diretta, per i pendolari che utilizzano quotidianamente l’auto, la bolletta diverrà sicuramente più salata”, osserva
Samuele Vorpe.
Attualmente la deduzione
dell’auto oscilla tra i 65-70
centesimi per chilometro
giornaliero percorso, per lo
spostamento dal proprio domicilio al luogo di lavoro e viceversa. La legge non ha previsto alcun tetto massimo.
“Per alcuni lavoratori pendolari che utilizzano quotidianamente l’auto la deduzione, a
dipendenza della distanza
percorsa, può raggiungere
migliaia e migliaia di franchi,
con evidenti risparmi fiscali
per il contribuente che utilizza la propria automobile privata e, al contrario, con ricadute negative in termini di
gettito fiscale per l’erario”,
osserva infine l’esperto.
[email protected]
“Il Tcs è contrario alla deduzione forfettaria delle spese di
trasporto auto dei pendolari.
Questo nuovo modo di finanziamento rappresenta una prima e
crea un precedente pericoloso”,
dichiara 46-, presidente cantonale del Touring club svizzero.
Ancora una volta l’auto diventa ‘strumento di fiscalità’…
“La limitazione della deduzione fiscale delle spese di trasporto è arbitraria dal punto di
vista della sistematica fiscale e
andrebbe a finanziare i bisogni
ferroviari, con importi degli
utenti della strada che non dispongono di un accesso adeguato alla rete dei trasporti
pubblici. I principali perdenti
sono i pendolari che percorrono
le distanze più lunghe e in auto:
sono gli abitanti delle campagne e delle regioni di montagna”.
Perché tanta contrarietà?
“È inaccettabile far finanziare l’incremento dell’offerta dei
mezzi pubblici per lo più limitata ai centri urbani, da chi abita
le regioni periferiche. È una
scelta destinata ad accrescere le
disparità fra i centri urbani e le
zone discoste. La popolazione
attiva sarà quindi sollecitata a
lasciare queste regioni, che già
soffrono per lo spopolamento”.
Il Canton Ticino può applicare o meno questa misura.
Cosa si sente di dire al governo cantonale come Tcs?
“Se decidesse d’introdurre
tale misura, inciterebbe lo
svuotamento delle valli e accelererebbe nuovi insediamenti
nei centri polarizzanti del cantone e le loro periferie, acuendo
i problemi viari”.
L’auto è utilizzata ancora
come leva fiscale.
“La politica dei trasporti favorisce sempre più il traffico
pubblico e soprattutto c’è la
sensazione che la libera scelta
del mezzo di trasporto sia messa sempre più in discussione. La
missione del Tcs è quella di difendere gli interessi dei propri
soci, quali consumatori. Sta ai
professionisti dell’auto di vegliare sui rischi concreti di recessione delle loro attività che
rappresenta una grossa fetta
del mercato interno”.
Stipulare un’assicurazione malattia complementare senza nemmeno rendersene conto, ritrovandosi così un aggravio sulla polizza mensile di
quasi 44 franchi. È quanto ha rischiato di succedere ad un lettore del Caffè, che si è visto recapitare
dalla sua cassa malati una lettera che, inizialmente, ha scambiato per pubblicità. Ma prima di cestinarla, ecco che, leggendo, arriva la sorpresa: “Se
desidera beneficiare dell’offerta dal 1° gennaio
2015 non deve fare nulla”, avverte la lettera. “Se,
invece, vuole rinunciare a questa offerta, la invitiamo a firmare il tagliando allegato e rinviarcelo
entro il 31 gennaio 2015”. Come dire, o rinunci
espressamente o paghi. “È una prassi che conosciamo già da qualche anno - spiega al Caffè Valérie Muster, specialista di assicurazioni malattia
della Federazione romanda dei consumatori (Frc) . Un sistema che abbiamo tentato di contestare pure in tribunale, perdendo. E anche i nostri sforzi
con gli assicuratori malattia, finora, sono stati vani. Non si vuole sentire ragioni”.
Legalmente, quindi, il fatto di vedere inserite
queste clausole nelle condizioni generali dell’assicurazione complementare, tutela praticamente la
cassa malati. Nel caso specifico, si tratta di un’aggiunta alla polizza standard che scatta dopo il compimento del 65esimo anno d’età e contribuisce finanziariamente alla copertura dei costi di vitto e
alloggio in una casa di cura o a quelli per l’aiuto
domiciliare. Costi che non sono compresi nell’assicurazione di base. “Abbiamo chiesto un cambiamento di questo sistema - aggiunge Valérie Muster -, suggerendo di dare la possibilità all’assicurato di dire chiaramente sì o no alla proposta. Non
costringendolo, dunque, solo a subire un automatismo, e a dover scrivere per rinunciare nel caso in
cui l’offerta non gli interessi. Un automatismo che
ha dato e dà parecchio fastidio a molti assicurati in
tutta la Svizzera”.
Un aggiornamento della legge sulla concorrenza sleale potrebbe però ora riaprire le porte del
contenzioso. Quando la Frc si rivolse per la prima
LA LETTERA
Ecco la lettera
ricevuta da un
lettore del Caffè,
quest’anno, una
volta compiuti i 65
anni
volta alla giustizia per questo caso, mancava una
base legale chiara. Che, ora, potrebbe venire invece in aiuto dei consumatori e di chi ne tutela gli interessi. “È chiaro che per un cittadino intentare
una causa legale contro una cassa malati non è
semplice - osserva l’esperta romanda -, ma l’introduzione dell’articolo 8 nella legge è interessante.
Anche perché all’inizio responsabile del problema
era la Confederazione, che aveva accettato il principio, mentre adesso è la Finma”. Un articolo che
recita: “Agisce segnatamente in modo sleale
chiunque utilizza condizioni commerciali generali
che, violando il principio della buona fede, comportano a detrimento dei consumatori un notevole
e ingiustificato squilibrio tra i diritti e gli obblighi
contrattuali”.
“Il concetto di clausola abusiva o insolita potrebbe essere utile in questa situazione”, precisa
Muster. Che aggiunge come una querelle simile stia toccando anche un altro prodotto assicurativo complementare,
stavolta legato alle cure dentarie.
“Anche in questo caso c’è la
questione del rinnovo di una
polizza in modo automatico precisa -, ma è francamente
molto meno fastidiosa rispetto
a quella della copertura per gli
anziani”. Vero è, come sottolinea
anche l’esperta, che le condizioni generali d’assicurazione andrebbero sempre lette
con molta attenzione, anche se, spesso, non sono
di facile comprensione. Per evitare sorprese sgradevoli, comunque, è sempre meglio chiedere consiglio ad una delle associazioni che lavorano a difesa dei consumatori.
m.s.
La situazione
LA POLIZZA
La polizza complementare
viene offerta come
“automatica” e il cliente è
costretto a rinunciare per
iscritto se non è interessato
alla proposta.
I CONTRATTI
A tutela degli assicuratori, le
condizioni generali di
contratto descrivono i
prodotti, ma sono spesso
difficili da interpretare.
LA LEGGE
Il nuovo Articolo 8 della
legge sulla concorrenza
sleale potrebbe riportare la
querelle davanti ad un
giudice e ribaltare una prima
sentenza.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
24 ECONOMIA
L’immobiliare
Il rapporto annuale della società di ricerca ginevrina“Wüest & Partner”
segnala un’inversione di marcia e un rallentamento nella vendita delle case
La crisi tiene a galla solo il lusso
Segni di saturazione del mercato immobiliare,si torna all’affitto
MAURO SPIGNESI
S
In Ticino diventa
interessante Bellinzona,
mentre Lugano
resta troppo legata alla
domanda degli stranieri
Bellinzonese, si aprono soluzioni interessanti per le famiglie che vogliono acquistare case unifamiliari, con giardino,
nella periferia ma non distanti dai grandi
centri”, si fa notare nella ricerca di
Wüest & Partner.
Guerra spiega poi come “negli ultimi
tempi, a livello nazionale, si è assistito a
un ritorno alla locazione. Con la crescita
dei prezzi e il restringimento delle condizioni imposte dalle banche sulle ipoteche c’è stata una selezione che ha tagliato fuori molte famiglie medie. Rispetto
all’euforia di qualche anno fa evidentemente si è raggiunto un limite oltre il
quale è difficile spingersi”.
[email protected]
Q@maurospignesi
egni di saturazione, rallentamento e un progressivo passaggio dall’acquisto all’affitto.
Ma anche una tenuta complessiva grazie all’immigrazione.
L’istantanea annuale sul mercato immobiliare della società di ricerca specializzata Wüest & Partner di Ginevra traccia
un futuro senza più l’euforia degli ultimi
dieci anni. Con lievi crescite e dove il
segmento del lusso continua ad essere
piuttosto attrattivo. “Focalizzandoci sul
Ticino – spiega Fabio Guerra, analista di
Wüest & Partner – diciamo che Lugano e
Locarno rimangono realtà piuttosto dinamiche, mentre Bellinzona e Mendrisiotto presentano diversi
LE PREVISIONI PER IL 2015
segnali di interesse anche
in prospettiva futura”. In
Variazione per regione - Appartamenti
Variazione per regione - Case
Previsione regionale
Ticino, nel secondo trimestre di quest’anno, sulla
1
Zurigo
+0.5%
1
Zurigo
+1.6%
4 1 2
base di rilevamenti ripor1a Città di Zurigo
+0.7%
2 Svizzera orientale
+1.7%
3
tati nella ricerca, la forbi5
8
2 Svizzera orientale
+1.5%
3 Svizzera centrale
+2.4%
ce va dal milione e 172
7
6
mila franchi di Lugano
3 Svizzera centrale
+1.7%
4 Svizzera nord-occidentale
+1.2%
agli 884 mila per un ap4 Svizzera nord-occidentale
+1.2%
5 Berna
+0.9%
partamento di 110 metri
GLI AUMENTI DEI PREZZI
5 Berna
+0.5%
quadri costruito di recente
2% e più
6 Svizzera meridionale
+0.6%
e ben tenuto. E si allarga
6 Svizzera meridionale
-0.3%
1-2%
6a Grigioni
+0.5%
nella fascia alta con le ville
fino all’1%
6a Grigioni
0.0%
dotate di giardino, dove si
6b
Ticino
+0.7%
prezzi più bassi
6b Ticino
+0.2%
parte da un milione e 577
6c Vallese
+0.6%
4 1 2
di Lugano a un milione e
6c Vallese
-0.8%
265 di Bellinzona.
7
Lemano
-2.7%
3
7 Lemano
-2.6%
5
8
“Diciamo che negli
7a Canton Ginevra
-3.0%
7a Canton Ginevra
-2.8%
7
anni - spiega ancora
6
Guerra - il Bellinzonese si
8 Svizzera occidentale
-0.5%
8 Svizzera occidentale
-0.4%
è ritagliato uno spazio inFonte: Immo monitoring 2015
teressante, in particolare
per le famiglie. I prezzi sono contenuti
L’analisi del presidente della Catef Gianluigi Piazzini
rispetto alla media, soprattutto nel seg- L’esperto
mento di mezzo. Inoltre si può prevedere una crescita a medio e lungo termine,
nell’orizzonte di 10, 15 anni, grazie ai
nuovi collegamenti veloci previsti con
Lugano. Non voglio dire che ci sarà
l problema è capire se siamo davanti a un rallentamento
un’esplosione della domanda ma una
o di fronte a un aggiustamento delle tendenze di merbuona richiesta sì”. Cambia invece lo
cato. Ma certo l’euforia di una volta sta sfumando”.
scenario se si analizza Locarno, che riGianluigi Piazzini, presidente della Camera ticinese delsente ancora l’effetto delle case seconl’economia fondiaria (Catef) dice che prudentemente bisodarie molto gradite a tedeschi e svizzero
gnerà attendere la fine dell’anno per capire cosa sta succetedeschi. Qui l’offerta la fanno molto le
dendo. “Il settore abitativo - aggiunge Piazzini - è il più dif“location”, e questa è una caratteristica
ficile da interpretare mentre possiamo vedere come ci sia
specifica anche di Ascona, oltre ai centri
un vistoso rallentamento nell’amministrativo, anche pervicini con vista lago.
ché la piazza finanziaria è in crisi”. E proprio legato alla
GIANLUIGI
“Quella di Lugano, invece, è una si- PIAZZINI
piazza finanziaria c’è un altro effetto che il mercato sta
tuazione molto particolare - aggiunge 62 anni, presidente
scontando: un aumento degli affitti, come dice la ricerca di
Fabio Guerra - anche nel contesto sviz- Camera ticinese
Wuest & Partner.
zero. Non esiste città, neppure Zurigo o dell’economia
“Ma - aggiunge Piazzini - siamo soltanto al primo gradino.
Ginevra, così legata al mercato estero, in fondiaria
Da una parte l’aumento della domanda d’affitto è legato alquesto caso italiano. E con il peggiorare
le richieste delle banche che vogliono sempre più garanzie
delle condizioni economiche quadro
per le ipoteche. E molte famiglie rinunciano a diventare
dell’Italia tanti scelgono Lugano anche
proprietarie. E dall’altra c’è anche il fatto che molti costrutper una questione d’imposizione, infratori che realizzano operazioni immobiliari con condomini
strutture, qualità della vita. Questo ha
non riuscendo a venderli rapidamente come una volta alla
consentito la crescita degli ultimi anni.
fine decidono di tenere alcuni appartamenti e li mettono a
Certo, poi resta da capire quanto andrà
pigione”. Di sicuro, e questo lo ha notato anche la Catef,
avanti questa tendenza”. A Lugano nel
siamo all’apice di un periodo straordinario che ha portato
periodo recente gli immobili di prestigio
quasi la metà dei ticinesi ad acquistare casa. “Sì, non siamo
sono andati via velocissimi. Ma, avvertocomunque davanti a una stagnazione. Una certa vivacità
no da Wüest & Partner, sono casi partinelle compravendite resiste. Semmai - conclude Piazzini colari, intrecciati strettamente con l’anin Ticino abbiamo raggiunto una certa saturazione”.
22 #."/ &’
)+1’3’ ,".
11"*!"." +*
%’+’ ’( 2$-
“Presto per capire se c’è una frenata”
I
Ti-Press
Fabio Guerra
damento del mercato del lusso, dove la
location e l’appartamento migliori trovano sempre l’acquirente migliore. Il problema semmai sorge per gli immobili
che si trovano accanto a questi perché i
venditori tenderanno a omogeneizzare i
prezzi e non sempre riusciranno a trovare degli acquirenti. “Già oggi - avverte
Guerra - le indicazioni, ci dicono che anche a Lugano la grande euforia si sta
spegnendo, e c’è un inizio di rallentamento delle dinamicità”.
Il Mendrisiotto, scendendo più a sud,
resta l’anima popolare del Ticino, quella
con un mercato immobiliare ancora accessibile, senza temere di mettere in
gioco la propria pensione con un’ipoteca
che ti dissangua. “Anche qui, come nel
Pubblicità
!$-.0*3& * 44 %*6&01* 3*.*
%* $*-$$-+"3- 0*1$)!$)-((*
& .0&(513"3& +& ’&13& ,&++&
,-130& $*-$$-+"3&0*& #%&0"$)/
777/+"&%&0"$)/$)
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
Mondo
25
LE
MAPPE
LUIGI
BONANATE
I sequestri.
Il prigioniero
svizzero si trovava
da oltre due anni
nelle mani
di un gruppo
islamico, è riuscito
a liberarsi
uccidendo
con un machete
un rapitore
Pressione
diplomatica
per stanare
Netanyahu
Chi mai pensasse che
l’origine profonda del conflitto israelo-palestinese
vada ricercata nel diritto
storico alle terre contestate, facendo risalire la discussione fino ai tempi di
re Salomone, cioè a circa
3000 anni fa, dovrebbe
ammettere ora che le ragioni sono invece molto
meno nobili e ideali. E devono essere sostituite da
mere questioni di tipo territoriale, di possibilità di disporre di terre che hanno,
oggi, una funzione vitale
per entrambi i popoli. In
questi termini, la risoluzione pacifica del conflitto, in
atto da 66 anni, è impossibile, o meglio non può discendere da una trattativa
diretta tra le parti.
Ma se la questione
israelo-palestinese rimane
sempre al centro delle tensioni internazionali, dovrà
pur esserci una ragione che
supera il radicamento tellurico. Questa ragione è rappresentata da quella specie
di fucina di ogni altro tipo
di violenza che quella terra
è diventata. È stato così per
il terrorismo internazionale, negli anni Settanta. È
stato ed è così per la provocatoria costruzione del muro di separazione, non un
antidoto al terrorismo, ma
una sfida volta
a separare ciò
che dovremmo imparare
a unire.
Ma
oggi
una
svolta
sembra potersi delineare: è
rappresentata dalla decisione presa da alcune nazioni
(governi o parlamenti) di
bypassare il livello delle
trattative dirette procedendo a un puro e semplice riconoscimento giuridico di
ciò che di fatto già esiste.
Stop alla finzione che un
popolo senza Stato si scontri con uno Stato di pieno
diritto, e accettazione del
diritto a esistere dell’una
come dell’altra parte. Così
ha fatto la Svezia per prima; sono seguite la Spagna, il Regno Unito, l’Irlanda e l’altro giorno la Francia. Tolta la Svezia, si tratta
di manifestazioni di volontà, non ancora di fatti compiuti. Ma essi hanno la
straordinaria virtù di indicare una via che prescinde
da accordi preventivi. Tanti
ne sono stati tentati e nessuno è stato mai risolutivo.
In questo modo, invece, il
messaggio al mondo è la
formazione di una opinione
pubblica internazionale che
proponga la “fine” della
questione palestinese a favore dell’accettazione dello
statu quo. Situazione che
non è quella del conflitto
permanente ma della rinuncia al conflitto.
Non stupisce che Netanyahu stia immaginando
uno stato “etnico” e puro:
già la guerra di Gaza dell’estate scorsa lo ha visto
politicamente sconfitto.
Ora il successo di un’operazione diplomatica di grande
respiro lo costringerebbe
ad accettarne il messaggio.
Che è in fondo ciò che tutti
desideriamo: la pace.
Il business terroristico degli ostaggi
Dalla rocambolesca fuga dell’imbalsamatore di San Gallo al tragico blitz nelloYemen
Ostaggi che lanciano disperati appelli, altri
liberati e altri, ancora, uccisi. La settimana si è
chiusa all’insegna dei sequestri, ormai un
grande business per le bande di terroristi (come si racconta nell’analisi
LA sotto) legati ad Al Qaeda
SETTIM che dal 2008 a oggi avrebincassato 125 milioni
ANA bero
di dollari in riscatti. Nelle
Filippine durante un raid
dell’esercito, Lorenzo Vinciguerra, 49 anni, residente a
Grub (San Gallo), figlio di
emigrati di Villa di Chiavenna, è riuscito a fuggire dopo aver ucciso un terrorista che sorvegliava la prigione: ha tentato di portargli via il
machete e lo ha colpito alla gola. Poi ha cercato
di aiutare l’altro ostaggio, un fotografo olande-
se, che tuttavia non è riuscito a muoversi perché aveva la schiena bloccata. L’ambasciatore
rossocrociato a Manila Ivo Sieber, ha confermato la liberazione di Vinciguerra, che ora si trova
in ospedale nelle Filippine ma sta bene. L’uomo, sposato e padre di due bimbi, ha lavorato a
lungo come ornitologo al museo di scienze naturali di San Gallo, ma la sua grande passione è
L’opinione
“Ma Al Qaeda
è diventata
un marchio”
Due ostaggi, uno americano e l’altro
sudafricano, uccisi nello Yemen durante
un raid delle forze Usa ordinato direttamente dal presidente Barack Obama. E
un prigioniero svizzero che invece è riuscito a liberarsi nell’isola di Jolo, nelle Filippine, durante un attacco delle forze governative. Due fatti, accaduti nelle ultime
48 ore, un minimo comune denominatore: la firma dei rapimenti è quella di bande di terroristi internazionali con radici
religiose e legate ad Al Qaeda.
“Però, per inquadrare le due vicende,
sia per il caso dell’ostaggio svizzero, sia
per quello dell’americano, bisogna fare
una premessa: ormai Al Qaeda è diventato un brand, un marchio, un ombrello sotto il quale trova rifugio una galassia dove
c’è di tutto”, spiega il professor Aldo Pigoli, docente di geopolitica all’Università
Cattolica di Milano, ed esperto di terrorismo internazionale. “Quando si pensa ad
Al Qaeda - aggiunge Pigoli - non dobbiamo pensare a una organizzazione sul modello classico, quello che tutto il mondo
ha scoperto con l’attentato dell’11 set-
tembre. Oggi non c’è più un vertice che
governa i gruppi satelliti sparsi in giro per
il mondo. Ma ci sono bande con sfumature differenti che fanno del terrorismo di
matrice religiosa uno strumento per rivendicare istanze a vocazione sia locale
che nazionale”.
Prendiamo il caso di Abu Sayyaf, fondata nel 1990 nell’isola di Basilian, vicino
a Jolo, dove è stato tenuto prigioniero Lorenzo Vinciguerra. Questo gruppo è nato
attorno a predicatori islamici che promettevano di lanciare la guerra santa contro
il governo centrale delle Filippine. Nel
tempo c’è stata un’infiltrazione di criminalità organizzata. Oggi, dopo diversi raid
delle truppe governative che hanno ucciso molti leader, può contare su circa 400
“soldati”, tanti di loro sono ex contadini,
suddivisi in sei fazioni. “Abu Sayyaf - riprende Aldo Pigoli - sin dalla prima ora si
è legata ad Al Qaeda e ha sempre usato i
rapimenti e i riscatti come forma di finanziamento delle proprie attività. Ma c’è un
aspetto che va precisato, altrimenti si generalizza e basta: quando parliamo di ter-
imbalsamare animali. L’altro hobby è la fotografia, che lo ha portato nelle Filippine dove è
stato rapito nel 2012.
È finito male, invece, il raid nello Yemen,
dove sono morti Luke Somers, reporter americano rapito nel settembre del 2013 e un insegnante sudafricano, Pierre Korkie. Entrambi
sono stati uccisi dai terroristi di Al Qaeda. All’inizio della settimana e dopo una breve trattativa, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) avevano invece liberato il generale Ruben Alzate, insieme al caporale Jorge Rodriguez e all’avvocato Gloria Urrego, sequestrati lo scorso 16 novembre. Chiuso positivamente un altro blitz, quello dell’esercito camerunese che ha liberato 16 ostaggi, tra i quali un
missionario, nelle mani del gruppo ribelle centrafricano del Fronte democratico.
LA LIBERTÀ
Lorenzo
Vinciguerra,
49 anni,
dopo la
liberazione
a Manila e,
sopra,
soldati del
gruppo
terroristico
Abu Sayyaf
che lo hanno
rapito
nel 2012
rorismo di estrazione islamica, soprattutto in paesi non arabi come le Filippine,
dobbiamo dire che in prima battuta esso
nasce da istanze socio economiche, e recluta i suoi affiliati in realtà povere, in popolazioni che devono fare i conti con l’instabilità, che vivono in luoghi dove i governi non riescono a portare modernità e
benessere. E non ha diretta origine da
convincimenti politici e fedi religiose, elementi che semmai entrano in ballo in un
secondo tempo”. Tanto è vero che Abu
Sayyaf ha tra i suoi “fedeli” molti contadini. Ma il discorso è uguale se viene
esteso, ad esempio, alla Somalia, dove sono nate le famose bande di pirati che hanno depredato le navi mercantili di passaggio. “Pure nel caso della Somalia - spiega
ancora Pigoli - le persone vengono reclutate in realtà povere, in villaggi accanto al
mare dove c’è poco e nulla se non un clima di guerriglia. Questa gente ha un unico sbocco per sopravvivere”.
Bande, dunque, gruppi che compongono quell’arcipelago frastagliato che poi
finisce appunto sotto l’insegna di Al Qae-
da, quasi una operazione di “franchising”, di affiliazione, per avere una etichetta importante, che incute timore, terrore a livello internazionale.
“Gli obiettivi di queste organizzazioni
- fa notare ancora Pigoli - sono gli stranieri (come è accaduto con l’imbalsamatore
svizzero e il suo amico olandese), e i governi occidentali. Ma il sequestro nelle Filippine non è stato certamente fatto per
colpire la Svizzera come istituzione, per
colpire un simbolo occidentale. Ma unicamente per autofinanziarsi”. Spesso, in
queste situazioni, entrano in ballo anche
semplici bande criminali, che approfittano delle guerre, come è accaduto nel caso
di diversi ostaggi europei in Siria.
“In questo senso - spiega ancora
l’esperto dell’Università Cattolica - parlavo di parcellizzazione dei gruppi che dicono di far riferimento al terrorismo ideologico religioso. Non essendoci una organizzazione mantello che coordina e gestisce, impone regole e detta tempi e obiettivi, succede di tutto. Soprattutto saltano
e si ricompongono in fretta le alleanze.
Prendiamo, ad esempio, il Califfato islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, che è slegato dai movimenti che hanno fatto scattare la rivolta contro Bashar Assad. Ma lo
stesso discorso potrebbe essere fatto con
Boko Haram in Nigeria. C’è, insomma,
una frammentazione che alla fine si rivela
anche una debolezza, perché ognuno va
per la sua strada”. E ognuno usa i propri
metodi e le proprie strategie, ognuno ha
tanti capi e nessun capo. “Per questo - aggiunge Pigoli - le trattative per liberare
gli ostaggi sono lunghe e complesse, come è accaduto con il rapimento del sangallese che durava da oltre due anni. Un
po’ come succedeva molti anni fa in Colombia o in Messico”.
m.sp.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
26
Il periscopio
VIZI
E VIRTÙ
GERHARD LOB
dalleAmeriche
La presidentessa
e il suo riottoso
“first gentleman”
Un delitto di 15 anni fa. Nel
1999 a Baltimora la liceale Hae
Min Lee viene trovata morta in
un parco e il suo ragazzo, Adnan Syed, viene arrestato e
condannato per l’omicidio. Syed
sta scontando 30 anni in un
carcere di massima sicurezza.
Veramente colpevole? O innocente? Se lo stanno chiedendo
in questi giorni gli oltre cinque
milioni di americani che hanno
scaricato Serial, podcast a puntate della giornalista investigativa Sarah Koenig che esamina
settimana dopo settimana un
aspetto diverso del caso.
Il successo di Serial - un record su iTunes - sta nella crescita online assicurata dal pas-
ALESSANDRA BALDINI
New York
Questa settimana la consigliera federale Simonetta Sommaruga (54 anni) è stata
brillantemente eletta presidente della Confederazione. Succede al liberale Didier
Burkhalter, che in quest’anno di lavoro - si
deve pur dire - ha lavorato bene. L’impressione è che i consiglieri federali romandi si
muovano con più facilità a livello internazionale rispetto agli svizzero tedeschi. Eccezion fatta, forse, per la sempre sorridente pipidina Doris Leuthard. Nel confronto,
la differenza con Ueli Maurer (Udc), presidente della Confederazione nel 2013, uomo molto rustico, aspro, resta comunque
abissale. Evidentemente la visibilità di
Burkhalter è stata facilitata anche dalla
presidenza della Svizzera all’Osce. Ma un
fatto assolutamente nuovo sotto Burkhalter è venuto dalla presenza costante della moglie Friedrun in
occasioni ufficiali. A lei piaceva il ruolo di “first lady”. E a
lui piaceva presentare la moglie. Lei seguiva suo marito in
Polonia, Irlanda, alle
Olimpiadi, oppure
all’Onu a New York.
In una foto si vede la
coppia Burkhalter
fra Barack Obama e la moglie Michelle.
Una presenza sul parquet internazionale
che ha creato qualche fastidio all’interno
del Consiglio federale, che non era abituato a una coppia glamour presidenziale. C’è
chi parlava di Friedrun come una “ottava
consigliera federale”.
Con la socialista Simonetta Sommaruga si dovrebbe tornare alla normalità, visto
che il partner è un uomo. Il marito di
Sommaruga - lo scrittore Lukas Hartmann
(70 anni) - ha già fatto capire che non intende indossare l’abito di “first gentlemen”. Quest’approccio riottoso non è solo
dovuto a un ritorno alla tradizione svizzera
più riservata, ma anche al fatto che un
partner (uomo) di un politico-donna fa
molta più fatica a restare in un angolo, a
fare l’accompagnatore. Lo si nota anche in
Germania, dove Joachim Sauter, marito
della cancelleria Angela Merkel, è quasi invisibile. Si rifiuta di fare il “first husband”.
A Sommaruga, su questo fronte della
parità, resta un po’ di lavoro da fare visto
che in fondo si tratta di una problematica
di genere, che è culturalmente molto radicata. Appena la settimana scorsa è riuscita
a convincere il governo a sostenere un
progetto di legge che prevede l’introduzione di una quota minima del 30 per cento
di donne nei consigli di amministrazione
delle imprese svizzere quotate in borsa. Si
potrebbe, viceversa, pensare ad una quota
di presenza per obbligare il marito di una
consigliera federale ad accompagnare la
moglie in pubblico. Forse così diventerà un
po’ più normale avere non solo una “first
lady”, ma pure un “first gentleman”.
La Podcast
a puntate
che“aiuta”
la giustizia
saparola sui social media, ma
anche nella crescente consapevolezza degli americani che il
loro sistema giudiziario, lodato
tra i migliori del mondo, è anche uno dei più imperfetti. Lo
dimostrano le sconcertanti decisioni dei gran giurì a Ferguson e a New York (il ragazzo nero Eric Garner soffocato dal poliziotto bianco) così come gli ultimi casi di detenuti scagionati
dall’Europa
LORENZO ROBUSTELLI
Bruxelles
Stampavano anche banconote da 300
euro, e riuscivano a spacciarle. I falsari del
“Napoli Group” erano noti in tutto il Continente, ed erano stati segnalati anche dalla
Banca centrale europea, da molti governi,
dall’Europol e dalle polizie nazionali. Un
gruppo di oltre cinquanta persone, che negli anni è arrivato a stampare banconote
false (in varie valute) per un valore di molti
milioni. Secondo le indagini si tratta degli
stampatori del 90 per cento delle banconote di euro false diffuse nel Mondo intero.
Sono stati fermati questa settimana al termine di indagini cominciate nel 2012 sotto
il coordinamento dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dai magistrati di
Santa Maria Capua Vetere. In questi due
anni erano già state arrestate una trentina
di persone, ma non si erano trovati capi e
luoghi di produzione.
Il capolavoro era, ovviamente, la banco-
dall’Asia
ANTONIO FATIGUSO
Tokyo
Il tonno è tra i pesci più popolari e apprezzati in Giappone
che, non a caso, è di gran lunga
il primo consumatore al mondo. Servito come sushi o sashimi, la richiesta resta alta e fa
crescere i dubbi sulla sopravvivenza della specie. L’International Union for the Conservation of Nature (Iucn), organizzazione non governativa internazionale con sede a Gland in
Svizzera, stima che il tonno
rosso del Pacifico sia in condizioni critiche e ad alto rischio
di estinzione per la crescente
domanda in Asia e nel resto del
mondo. Con i tonni adulti in calo, la pesca colpisce gli esemplari più giovani, abbattendo le
possibilità di riproduzione.
I seminari europei
dei“maestri falsari”
per spacciare euro
Troppo sushi
sta mettendo
in serio rischio
il tonno rosso
I rappresentanti di circa 20
Paesi e regioni, Giappone incluso, si sono incontrati di recente
in California per discutere “un
pacchetto di misure a favore
della sostenibilità” decidendo
di tagliare la quota del pescato
annuale di tonno rosso nel Pacifico orientale del 40 per cento, a 3.300 tonnellate, già a
partire dal 2015. In aggiunta, è
emerso l’impegno a mantenere
la cattura del novellame a me-
Standard Minergie, Sauna, Fitness e Piscina esterna
IA
TO
IZ
IN
E
ER
Comedy Show 3
SERGIO SGRILLI
E GIORGIO VERDUCI
TI
N
CA
no della metà dei livelli finora
concordati.
Un’alternativa è l’itticoltura
con risultati non sempre convincenti. La trading house Toyota Tsusho ha unito le forze
con la Kinki University che ha
sviluppato una nuova tecnologia: il primo tonno rosso di allevamento sarà a breve sui mercati. E forse anche battuto all’asta allo Tsukiji, il mercato del
pesce di Tokyo e il più grande
al mondo, dove poche settimane fa è comparso un rarissimo
esemplare bianco di 118 chili.
L’obiettivo dell’iniziativa Toyota-Kinki è triplicare la produzione entro il 2020, a 240 tonnellate. Un altro tentativo ha
unito Giappone e Panama, con
gli sforzi sul tonno pinna gialla,
ampiamente usato per conserve e sashimi. Gli allevamenti
delle due specie del “re dei mari” resta il traguardo finale.
ARGENTINA
2½ da chf 589’000 3½ da chf 929’000 4½ da chf 1’160’000 5½ da chf 1’420’000
Tel +41 (0)91 210 25 25
lugano@ gsellundpartner.ch
nota da trecento, che non esiste (tra quelle
legali) e che gli abili napoletani sono riusciti
a spacciare, si racconta, nell’avida ma poco
attenta Germania. Per lavorare oltre frontiera la base napoletana era collegata ad
una rete di criminali organizzati in quasi
tutti i Paesi europei, ai quali venivano fornite banconote e anche le monete (ovviamente false).
Un gruppo stimato dai “colleghi” stranieri, tanto che i “maestri falsari” napoletani venivano invitati in giro per l’Europa a
tenere dei seminari su come meglio stampare e spacciare. I luoghi preferiti di diffusione erano le feste di paese e tutte quelle
occasioni dove la confusione e l’eccitazione
indebolisce i controlli, li rende più blandi,
meno attenti. La produzione era nel Centro
Italia: sono state scoperte una stamperia ad
Arzano, in Campania, e una zecca a Gallicano, alle porte di Roma.
LA NOCHE
Nuovo progetto · Residenza Alvina
Vendesi appartamenti eleganti a Cureglia
G&P Immobiliare GmbH
Via Besso 59, CH-6900 Lugano
e liberati dopo decenni di prigione. È di novembre la notizia
dei due fratelli rilasciati a Cleveland dopo 39 anni di cella per
un omicidio che non avevano
commesso. Poi c’è il caso di
Ricky Jackson e Wiley Bridgeman, prosciolti dopo che l’unico
testimone, all’epoca tredicenne,
ha confessato di aver mentito.
Sono i superstiti dei tanti Innocence Project, i “progetti innocenza” che hanno strappato,
grazie al test del Dna, 20 condannati dal braccio della morte.
Nessuno, neanche la Koenig, sa come Serial andrà a finire, ma nel mondo reale il vero
Adnan, dopo anni di appelli,
avrà in gennaio la prima vera
opportunità di uscire di prigione: i magistrati del Maryland
hanno accettato il ricorso degli
avvocati di riesaminare la versione del suo alibi.
SABATO 13 dicembre - ORE 21.30
INGRESSO LIBERO
SCOPRI IL CALENDARIO EVENTI COMPLETO
SU CASINOLUGANO.CH
contatti
Via Stauffacher 1
6901 Lugano
casinolugano.ch
Da Buenos Aires a Locarno
Gustate la famosa e squisita
carne argentina della Pampa
abbinata a vini della Mendoza
e della Salta. La cena
sarà allietata da musica in
sottofondo di Tango argentino.
Costo
Menu a 3 portate a CHF 54
Menu a 5 portate a CHF 68
Gradita la Riservazione
091 751 03 63
[email protected]
Date e Orari
28 posti disponibili.
Le serate si terranno nei
seguenti mercoledì con inizio
alle ore 19.00:
10.12.2014, 17.12.2014,
21.01.2015, 28.01.2015
CSport
affè
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
27
Il calcio va in letargo nel segno di Basilea e Lugano
Dario Cologna e Toni Livers chiudono nella Top-10
Simon Ammann tradito dal vento a Lillehammer
SUGLI SPALTI
Tutto e niente
tra rinascite
e nuovi nomi
E
ntra nel vivo la nuova stagione dello sci alpino che
porterà il “circo bianco” ai
Mondiali di Vail Beaver Creek.
E, come in ogni anno mondiale,
le prime gare dicono tutto e
niente. Tutto nel senso che nomi come quelli di Tina Maze,
Anna Fenninger e Mikaela Shiffrin sono già ai vertici in campo
femminile. Niente, nel senso
che non è certo una novità inattesa ritrovare da subito queste
atlete ai primi posti. Stesso discorso per le atlete rossocrociate, impegnate su piste non forzatamente favorevoli (leggi Lake Louise per quanto concerne
la discesa) e quindi ancora alla
ricerca delle sensazioni giuste.
Non c’è da addormentarsi in ottica mondiale, ma il tempo non
manca per le varie Gut, Gisin,
Suter e Abderhalden nelle discipline veloci. Anche perché la
“Raptor” di Beaver Creek è una
pista vera e l’oro mondiale andrà quindi ad una vera campionessa. Attenti quindi ad una
Lindsey Vonn che ha ritrovato,
oltre alla sciata, anche il sorriso.
E gli uomini? Nessuno si
aspettava uno Kjetil Jansrud in
questo formato in discesa e Super G, ma in questo senso gli
uomini stanno maggiormente
temporeggiando rispetto alle
donne nell’avvicinamento ai
mondiali e al mese di gennaio,
quello del Lauberhorn e della
Streif, per intenderci. La prestazione sulla “Birds of prey” di
Beat Feuz, però, mostra un atleta ritrovato, un po’ come successo in Canada per Vonn. Bene
per la Svizzera, che ritrova un
secondo atleta di valore nelle
prove veloci da affiancare a
Küng. Perché il resto della pattuglia di “jet” elvetici, ancora,
non è pervenuta. Ma sono in
molti nella stessa situazione,
austriaci per primi. Tutto e
niente, insomma. Pazienza.
Keystone
Reichelt soffia il poker a Jansrud
Défago e Janka
tra i primi 10
Il SuperG di Beaver Creek
ha inserito Didier Défago e
Carlo Jankat ra i primi dieci
. II vallesano ha concluso
in settima posizione,
mentre il grigionese ha
terminato al nono posto.
Reuters
Ultimi impegni
in Usa e Canada
La tournéé americana si
conclude con gli uomini
impegnati in uno slalom
gigante, mentre le donne
concludono con un atteso
SuperG.
MASSIMO MORO
Hannes Reichelt non ha permesso a Kjetil
Jansrud di firmare il poker di vittorie in questo
inizio di stagione di Coppa del Mondo. Il norvegese nel SuperG di Beaver Creek ha commesso un
errore nella parte bassa del tracciato, permettendo così all’austriaco di conquistare il successo sul
tracciato statunitense. Con il secondo posto ottenuto Jansrud, comunque, consolida la prima posizione nella classifica generale.“Non so spiegarmi neppure io di tutti questi risultati eccezionali
- ha detto il norvegese -. Non mi pare di fare le
cose in modo diverso rispetto a prima. Magari le
faccio in modo più veloce. Non è che mi prendo
più rischi, sono probabilmente più preciso”. Una
gara senza sbavature, invece, quella fatta segnare dal’austriaco che, dopo un inizio di stagione al
di sotto delle aspettative, ha dimostrato di poter
far parte del gruppo dei grandi primattori.
Con i risultati ottenuti, Jansrud si candida
come uno dei protagonisti dei Mondiali che si disputeranno proprio sulla Birds of Prey dal 3 al 15
febbraio. Con l’assenza per infortunio giocando a
calcio (sarà fuori tutta la stagione) del leader degli ultimi anni Aksel Lund Svindal, la Norvegia ha
trovato il degno sostituto che è uscito proprio
dall’ombra ingombrante del campione.
Alle spalle dell’imprendibile austriaco che ha
dato più di mezzo secondo al norvegese, si è inserito a sorpresa uno che conta di impensierire
Marcel Hirscher per la conquista della Coppa del
SportMagazine
SUI TABLET
Sui sistemi Apple e su
Android il meglio dello
sport da sfogliare
Il SuperG premondiale di
Beaver Creek è spettacolare
con l’austriaco perfetto.Tra
le donne in discesa vince
una ritrovata Lindsey Vonn
Mondo della generle, il francese Alexis Pinturault.
Una giornata certamente non esaltante, ma
ricca di emozioni per la compagine rossocrociata.
Peccato soprattutto per Beat Feuz che, dopo il
brillante secondo posto ottenuto venerdì in discesa, ha commesso un grave errore nella parte
bassa del tracciato che gli ha precluso la possibilità di ripetersi. A dare qualche segnale di ripresa, anche se da loro ci si aspetta molto di più, sono stati Carlo Janka e Didier Défago, entrambi in
grado di inserirsi tra i primi dieci della classifica.
A deludere nuovamente è stato Patrick Küng. Il
bernese, dopo l’uscita di scena in discesa, ha
commesso il medesimo errore anche nella seconda gara sulla pista statunitense. Uno sbaglio che
denota sicuramente un momento difficile a livello mentale per il bernese che dovrà essere risolto,
grazie al sostegno e aiuto dei tecnici svizzeri.
La tre giorni sulle nevi statunitensi si conclu-
SUGLI SMARTPHONE
Pagine di eventi
sportivi sia su Apple
che su Android
CAFFE.CH
SportMagazine, un
pdf da sfogliare dalla
home page del Caffé
de oggi, domenica, con il gigante, Da settimana
prossima si torna in Europa, non come previsto a
Val D’Isère (causa della mancanza di neve), ma
ad Are, Sul tracciato svedese si disputeranno un
gigante in notturna e un slalom speciale.
Finalmente è tornata Lindsey Vonn. Nella seconda discesa che si è disputata a Lake Louise, la
statunitense è stata praticamente perfetta,infliggendo mezzo secondo a tutte le avversarie e dimostrando che nella prima libera di venerdì aveva cercato di riprendere il ritmo di gara. Un dominio assoluto quello messo a segno dalla squadra americana, che ha occupato i tre gradini del
podio, visto che dietro a Vonn si sono piazzate
Stacey Cook e Julia Mancuso. Ad aiutare la grande prestazione della compagine statunitense sono state le condizioni meteo, soprattutto per
quanto riguarda la visibilità, che è andata peggiorando di minuto in minuto. A pagarne le conseguenze sono anche state le punte di diamante
della squadra rossocrociata con Lara Gut e Dominique Gisin che sono finite fuori dalle prime dieci. La ticinese, che non ha mai amato il tracciato
canadese, è comunque risultata la migliore delle
elvetiche, mentre l’obwaldese è finita lontanissima. Da considerare incoraggiante la prestazione
offerta da Fabienne Suter, finita poco dietro Lara.
Il programma delle donne a Lake Louise si
chiude con il SuperG e, come nel settore maschile, si trasferirà non a Courchevel, ma in Svezia,
dove svolgeranno un gigante e uno slalom speciale.
[email protected]
I RISULTATI DELLE ULTIME PARTITE DI IERI,
SABATO, SONO ON LINE SU SPORTMAGAZINE
VISIBILI SU TABLET, SMARTPHONE E COMPUTER
CS
affè
I milioni di franchi
della cifra d’affari
diretta ed indiretta
generata dalla Swiss
Football League
LA SWISS
FOOTBALL
LEAGUE
IN NUMERI
794
553
port
71
71
Messi
Raul
70
56
Ronaldo
IN
TELE
VISIONE
50
van Nistelrooy
Henry
optasport.com
I milioni di franchi
della cifra d’affari
diretta ed indiretta
generata dalla Swiss
Football League nei
cantoni che schierano
una squadra
I milioni di franchi
del valore
aggiunto lordo
generato dai club
della Super
League in tutta la
Svizzera
453
3.300
I posti di lavoro
(equivalenti a tempo
pieno) creati in
Svizzera quale
impatto economico
della presenza dei
club Sfl
2,2
I milioni di spettatori
nelle competizioni
della Super League,
30% dei quali
abitano fuori dal
cantone in cui gioca
il club
La media spettatori
del Basilea in questa
stagione (2014-2015,
9 gare giocate in
casa)
28.708
262.018
Gli spettatori totali
nelle 180 gare di
Challenge League
giocate nel 20132014
3.089
La media spettatori
del Lugano in questa
stagione (2014-2015,
dopo 8 gare in casa),
secondo solo al
Servette (3.311)
domenica 7 dicembre
18.55 LA2
Sci: Super G femminile
giovedì 11 dicembre
21.00 LA2
Calcio:Young Boys-Sparta Praga
martedì 9 dicembre
20.20 LA2
Calcio: Liverpool-Basilea
sabato 13 dicembre
9.25 / 12.25 LA2
Sci: slalom gigante maschile
mercoledì 10 dicembre
20.20 LA2
Calcio: Roma-Manchester City
sabato 13 dicembre
10.25 / 13.25 LA2
Sci: slalom gigante femminile
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
29
L’hockey
È un derby dalle molte assenze,
ma l’Ambrì Piotta le sente meno
Fonte: Statistiche Sfl
28
CHI HA
SEGNATO
DI PIÙ
NELLA
CHAMPIONS
LEAGUE
Keystone
AllaValascia la sfida stracantonale numero 201 va ai biancoblù 3 - 1
40
18
I gol segnati dal
Basilea in 18 partite,
miglior attacco del
campionato di Super
League
11
I gol incassati dal
Basilea in 17 partite,
miglior difesa del
campionato di Super
League
7
Le reti con cui
Skelzen Gashi
(Basilea) guida la
classifica marcatori di
Super League
2
Gli assist con cui
Jakob Jantscher
(Lucerna) guida le
statistiche sul numero
di passaggi decisivi in
Super League
7
I cartellini rossi finora
ricevuti da Stéphane
Grichting (Gc) e Simone
Grippo (Vaduz), i
giocatori più “cattivi” di
Super League
I cartellini gialli finora
ricevuti da Steven
Lang (Vaduz) e
Stephan Andrist
(Aarau), i più
ammoniti in Super
League
Il calcio svizzero va in letargo
nel segno di Basilea e Lugano
I fatti
In Europa
Tutte e tre le squadre
svizzere impegnate nelle
coppe europee hanno
ancora in mano il loro
destino verso il turno
successivo.
I problemi
Il Thun gira a mille dal
punto di vista sportivo,
ma nell’Oberland tira
una brutta aria. Lo
stadio è nuovo, ma ci
sono grossi problemi.
Reuters
Le nomine
Heinrich Schifferle è
stato confermato alla
testa della Swiss
Football League, per il
Ticino entra nel “board”
anche Claudio Sulser.
Le dimissioni
Proprio ieri è arrivata la
notizia delle dimissioni di
Alex Frei dal ruolo di
direttore sportivo del
Lucerna dopo un lungo
periodo di polemiche.
MASSIMO SCHIRA
Come sta il calcio svizzero
che si appresta ad andare in letargo osservato attraverso la
lente dei club? Piuttosto bene,
sia a livello societario - con
qualche eccezione - sia a livello
sportivo, dove il termometro
della situazione trova buone
conferme anche in ambito europeo. Con il Basilea in piena
corsa per accedere agli ottavi di
Champion’s League in un girone piuttosto complicato e con la
coppia Zurigo-Young Boys che
ha avuto quanto meno il merito
di tenere aperto il discorso qualifica al turno successivo di Europa League fino all’ultima
giornata. Il passaggio del turno
per entrambe è difficile, ma
non impossibile. La Super League, insomma, si sta ritagliando uno spazio, confermato anche dalle cifre economiche, con
2 milioni circa di spettatori allo
stadio e quasi 800 milioni di indotto annuo generato dal calcio
in Svizzera.
Il modello da imitare per i
club che hanno ambizioni è
senza dubbio quello del Basilea, che da diverse stagioni è
punto di riferimento assoluto
per il calcio elvetico. Sotto il
profilo tecnico e societario. La
squadra renana, oltre a dominare sul piano interno, ha ormai un ruolo costante anche sul
piano internazionale e nessuna
avversaria, anche se si chiama
Real Madrid, si permette più di
sbarcare al St. Jakobspark (dove peraltro la media spettatori
anche in campionato con oltre
28mila presenti è di livello continentale) senza il dovuto rispetto. La società, poi, ha costruito un settore giovanile che
pesca talenti un po’ in tutta la
Svizzera e non esita ad inserirli
in prima squadra. Il recente
esempio del giovanissimo Breel
Embolo non è che l’ultimo di
una lunga serie di giocatori che
hanno trovato a Basilea la rampa di lancio ideale. Con il club a
beneficiare poi anche di ingenti
somme di trasferimento. Il caso
di Shaqiri e Xhaka, che hanno
fruttato una trentina di milioni
alle casse del club è, da questo
punto di vista, emblematico.
E quello basilese è un mo-
dello che anche club con risorse
inferiori provano a seguire, anche se - per ora - non con lo
stesso successo. Tra le 20 squadre che compongono il calcio di
vertice in Svizzera - 10 in Super League e 10 in Challenge
League - si sta comunque instaurando una maggiore organizzazione, sia negli staff tecnici, sia dietro la scrivania. Un
aspetto importante, perché le
LE Gli uomini di Bordoli tornano in testa alla Challenge in attesa del Wohlen
PART
ITE
Bianconeri e renani vittoriosi
In Challenge League il Lugano ieri,
sabato, ha fatto temere a lungo il peggio contro il Le Mont. Abulico e pasticcione per almeno un’ora, l’undici di
Bordoli è stato infilato all’ora di gioco
da Kololli, che ha sfruttato una delle
poche occasioni capitate ai vodesi. Decimati dalle assenze di De Gregorio e
Tosetti, i bianconeri hanno fatto la differenza attorno all’80’ grazie a Cortelezzi e Malvino che hanno regalato ai
quasi 2’000 di Cornaredo una vittoria
che suggella un ottimo girone d’andata. A mettere il fiocco sull’ideale pacchetto regalo per le feste è poi venuto
il 3-1 ancora di Cortelezzi su rigore.
Oggi, domenica, tocca al Chiasso
chiudere in bellezza un 2014 altalenante. Andassero a punti sul campo
del Servette, i momò farebbero anche
un grosso favore al Lugano. Il Wohlen
dal canto suo ospita il Winterthur e do-
vrà imporsi per mantenere il primo
posto dall’assalto dei bianconeri.
Il Basilea, per passare alla Super
League, non ha fatto sconti nemmeno
nell’anticipo dell’ultima giornata di
Super League. I renani sono andati a
vincere sul campo del fanalino di coda
Lucerna per 3-0 e hanno confermato
di essere i veri dominatori di questa
prima parte di torneo. Dopo un primo
tempo all’insegna dell’equilibrio, gli
uomini di Sousa hanno accelerato e
nello spazio di sei minuti hanno chiuso
la pendenza con una doppietta di Delgado. Al 93’ ha poi segnato anche Embolo.
Lo Zurigo dal canto suo sarà impegnato oggi, domenica, sul campo dell’insidioso Thun. Non dovessero riuscire ad imporsi, Sadiku e soci potrebbero vedere il loro divario con la vetta
diventare troppo grande.
o.r.
Lo sci nordico
Tenuto in partita dal suo estremo difensore.
Se c’è un rimprovero da muovere
al Lugano è sempre una certa Pettersson-dipendenza.
Tanto che lo svedese esce di pista davvero di rado nei primi venti minuti del
derby e accumula
un gran numero di
tiri (con tanto di
due bastoni frantumati). Di buono, invece, la prestazione
di elementi come
Kalle Andersson,
davvero positivo
nel prendersi responsabilità importanti. Nell’Ambrì il
ritorno di Pestoni
garantisce certamente maggiore
qualità, velocità e
imprevedibilità
all’attacco.
E il “peso” di
Pestoni emerge ad inizio terzo centrale, quando il folletto leventinese centra la traversa, ridando all’Ambrì tutto
lo slancio offensivo di cui ha tanto bisogno. Anche se, poi, dopo aver sprecato un paio di occasioni davvero colossali - con Giroux ad impappinarsi al
Ti-Press
Il derby numero 201 della storia è
caratterizzato dalle molte assenze. Il
portiere Sandro Zurkirchen per i leventinesi e l’attaccante Linus Klasen
tra i bianconeri, tanto per fare due nomi. A sentire meno il peso dei giocatori
costretti a dichiarare forfait è comunque l’Ambrì, che imponendosi per 3-1
trova il primo successo pieno tra le
mura amiche dell’intera stagione. Un
successo importante anche per la classifica, perché permette ai leventinesi
di rimanere agganciati al gruppetto a
cavallo della fatidica riga.
A mettere pepe sul primo tempo
della Valascia sono soprattutto le penalità. Davvero parecchie. Quattro
contro l’Ambrì e una contro il Lugano,
che beneficia però anche di una ventina di secondi con il doppio vantaggio
numerico sul ghiaccio. Ma l’assenza di
Klasen continua a pesare sul gioco di
potenza bianconero e i padroni di casa,
con disciplina, concentrazione e con
un Tobler davvero in palla reggono
l’urto. E se i leventinesi non colpiscono
nella loro unica chance con l’uomo in
più, il vantaggio lo trovano comunque.
A cinque contro cinque, quando Aucoin s’invola tutto solo a battere Merzlikins dopo un bel passaggio di Adam
Hall. Un vantaggio che regala energia
da vendere ai biancoblù, capaci negli
ultimi cinque minuti di un bel primo
terzo di mettere alle corde il Lugano.
UN DERBY
MOLTO ACCESO
Alla Valascia il derby è da subito
molto acceso e la lotta sul
ghiaccio è intensa su entrambi i
fronti. E anche sugli spalti il tifo
è molto presente
momento meno opportuno - a dare il
doppio vantaggio ai padroni di casa è
l’uomo che davvero meno ti aspetti:
Marc Grieder, sul cui tiro forse c’è anche una deviazione
di Stucki. Il derby
continua ad essere
spettacolare, con il
Lugano a commettere anche qualche
fallo di troppo. Di
cui l’Ambrì approfitta con Giroux per
il 3-0 in power play.
A chiudere il terzo
centrale, comunque
dominato dai padroni di casa è un
rigore sbagliato da
Pettersson.
Le penalità tornano protagoniste
nel terzo tempo,
con l’Ambrì che
sciupa l’occasione
in 5 contro 3 per
chiudere i conti.
Tocca poi al Lugano
giostrare con il doppio vantaggio numerico, ma la difesa di casa è impeccabile fino a cinque minuti dal termine,
quando Pettersson a 6 contro 4 prova
a riaprire la contesa. Ma l’assalto bianconero si ferma ai brividi per l’Ambrì,
ma non porta altri gol.
m.s.
A Lillehammer risultati altalenanti per i rossocrociati con Ammann molto penalizzato dal vento nel salto
Cologna e Livers entrano tra i primi dieci
Segnali positivi dal grigionese e dalla squadra elvetica nel fondo
società di maggiore successo si
basano su una dirigenza solida.
Da questo punto di vista,
qualche scricchiolio qua e là
continua a sentirsi, ma la situazione è migliorata sensibilmente nelle ultime stagioni. Da capire rimane ad esempio il caso
del Thun, che ha del paradossale, visto che il principale problema della società bernese è
legato allo sfruttamento del
nuovo stadio. Che, per vari motivi, non sta dando i frutti sperati e sta causando qualche
grattacapo ai vertici di un club
che però ottiene sul campo risultati eccellenti. Per altre realtà, come Young Boys e Lucerna,
si tratta invece di trovare stabilità tecnica per sfruttare al meglio il grande potenziale economico. Cosa che, con mezzi minori, sta facendo bene lo Zurigo
con una squadra dinamica e
una società seria. Superati i
guai societari, invece, il San
Gallo naviga ora in acque tranquille, mentre l’Aarau attende
di capire se riuscirà o meno a
dotarsi del tanto atteso nuovo
stadio per rilanciare le proprie
ambizioni. E se il Sion fa capitolo a sé, sempre aggrappato alle
intuizioni del presidente Constantin, i fari a medio termine
sono puntati sul Grasshopper,
che cerca di ritrovare i fasti del
passato.
[email protected]
Q@MassimoSchira
IL BOMBER
E IL “CATTIVO”
Sergio
Cortelezzi,
bomber del
Lugano; al
centro
Grichting,
Gc, il più
espulso
Nello sci di fondo, ecco il
segnale di vitalità che tutti si
attendevano da Dario Cologna. Dopo un inizio stagione
decisamente in sordina ieri,
sabato, nella 10 km a stile libero corsa ieri, sabato, sulle
nevi di Lillehammer, il pluri
campione olimpico ha proposto una prestazione in netta
crescita rispetto alle prime
uscite. Non ha vinto, ma ha
chiuso con un buon nono posto
nella prova vinta dal norvegese Martin Johnsrud Sundby.
Un
risultato
all’apparenza
non esaltante,
ma da considerare molto positivo, perché il
grigionese si è
messo
alle
spalle diversi
grandi nomi.
Davvero ottima per i colori rossocrociati
anche l’inattesa decima posizione conquistata da Toni Li-
vers, proprio alle spalle di Cologna. Bene anche Curdin Perl,
che ha concluso nella Top20.
Tra le donne, il “mini tour”
di Lillehammer ha registrato
l’ennesima sfida a due in casa
norvegese tra Marit Bjørgen
e Therese Johaug. Nella
5km a stile libero, seconda
delle tre prove in programma dopo lo sprint di venerdì,
ha visto Johaug confermare la sua grande
forma di questo inizio stagione
nelle prove di resistenza, con
una prestazione che le è però
valsa un vantaggio di appena 3
decimi sulla connazionale.
Che, da parte sua, resta in testa al “mini tour” grazie al
successo nello sprint, con la
decisione sulla classifica finale
rinviata alla 10 km ad inseguimento di quest’oggi. Per quanto riguarda le svizzere, la migliore è stata Seraina Boner,
DARIO COLOGNA
Il pluri campione olimpico sta ritrovando pian
piano la forma migliore in Coppa del Mondo
ventinovesima.
Cattive notizie, sempre da
Lillehammer, invece, per
quanto concerne Simon Ammann, che ha affrontato la prima prova in Norvegia da leader della classifica mondiale.
Ebbene, il saltatore del Toggenburgo è stato vittima di
una prima manche decisamente falsata. Ha saltato per ultimo ed ha concluso al 34° rango
a causa di un vento ballerino
che ha reso praticamente impossibile l’interpretazione
del trampolino
Hs 138. Per il
riscatto,
comunque, Simi
- molto contrariato dopo la
prima prova deve aspettare
poche ore, visto
e considerato
che oggi, domenica, è in programma la seconda gara.
m.s.
Pubblicità
g
e
g
t
i
s
a
e
r
f
e
.
r
e
p
o
v
i
t
o
Ogni giorno un buon m
I JOLLY DEL GIORNO DI QUESTA SETTIMANA:
LUNEDÌ
8.12.2014
40%
17.85 invece di 29.80
Tutti l’assortimento di biancheria
da notte da donna e da uomo
esclusi gli articoli M-Budget,
per es. pigiama da donna, rosso
GIOVEDÌ
11.12.2014
30%
2.65 invece di 3.80
Tutte le capsule Café Royal
per es. Café Royal Espresso, 10 capsule
MARTEDÌ
9.12.2014
40%
MERCOLEDÌ
10.12.2014
25%
5.80 invece di 9.70
Carne secca dei Grigioni, TerraSuisse
100 g
VENERDÌ
12.12.2014
<wm>10CAsNsjY0MDQx0TUšszSxMAQAFTZw9A8AAAA=</wm>
<wm>10CFXKoQ7DMBCD4Se6yHYuyWWBU1lVUJWXVMV9f7RsbMD6Db51HSXht_eyHcs©CLpbrtšDI6QEb4PyluSzkCZ4kV681Mo_b0ArHTi_xiiDTsJclvM8URU90nPdH5xwI5N3AAAA</wm>
Salmone affumicato in set di Natale da 2
Scozia / Alaska, 2 x 150 g
VENERDÌ & SABATO
12 – 13.12.
2014
nte questi 2 giorni alla tua Migros.
14
2 sorprese dell’Avvento: solo dura
Offerta valida solo il 12 – 13.12.20
sito www.migros.ch/offerte-jolly.
sul
e
TV
in
tà
blici
pub
nella
ato
Come indic
LE OFFERTE SONO VALIDE NELLE DATE INDICATE. SOLO IN QUANTITÀ USUALI PER
UNA NORMALE ECONOMIA DOMESTICA E FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK.
SABATO
13.12.2014
50%
50%
11.– invece di 22.–
444.– invece di 599.–
Smart TV LG 42LB580V
Triplo sintonizzatore, registrazione USB HDD,
MCI da 100 Hz, WLAN integrato
34.50 invece di 69.–
Tutto l’assortimento di pentole
e padelle TITAN
per es. padella con bordo alto, Ø 28 cm,
indicata anche per i fornelli a induzione
Durante l’Avvento, oltre ai jolly
del giorno ti attendono gli
allettanti jolly del ine settimana.
Il fenomeno
L’incontro
Sesso e amore
La protesta
travolge
la casta politica
europea
Barenboim:
“A un direttore
oggi non basta
il solo talento”
“Lei mi piace,
ma non riesco
a concludere
l’amplesso”
ALLE PAGINE 32 e 33
VITALI ALLE PAGINE 58 e 59
ROSSI A PAGINA 54
7 dicembre 2014
Link
SOCIETÀ | STILI | CULTURA
La Svizzera
tedesca abolirà
il corsivo
a scuola,
la Finlandia
la calligrafia,
mentre in
Ticino...
Scrivo
P
e
digito
B
PATRIZIA GUENZI
enna e matita sempre più bistrattate. Inutili, sorpassate, obsolete.
In futuro, c’è già chi sentenzia,
saper scrivere a mano non sarà
più necessario. Al loro posto, tastiere e touch. Di conseguenza,
inutile insegnare a scrivere a mano ai bimbi. A questa conclusione
è giunta la Finlandia che dal 2016
metterà al bando dalle classi la
penna.
segue a pagina 44
PER COMINCIARE
PATRIZIA GUENZI
FOXX ABBAIA SVIZZERO
A
nche i cani dell’esercito sono finiti nel mirino di chi pensa,
mangia, vive, ama solo ed esclusivamente col marchio
made in Switzerland ben stampato in fronte. I nuovi Fido,
dunque, dovranno possedere il marchio di origine controllata.
Basta comprare cani stranieri per sniffare dinamite e droga, intervenire in caso di catastrofi, proteggere gli aeroporti militari,
le ambasciate o salvare persone sepolte sotto una valanga. E che
diamine! Da adesso in poi, aveva ordinato a inizio anno un colonnello divisionario, l’armata elvetica abbaierà in svizzero.
Così, i 50 nuovi cani acquistati ogni anno per assicurare il
rinnovo della truppa a quattrozampe, 300 pastori tedeschi, belgi
e olandesi che alloggiano nella piazza d’armi di Sand, alle porte
di Berna, dovranno provenire solo da allevamenti rossocrociati.
Il primo acquisto sarà Foxx, nato nell’allevamento Firecatcher di
Freidorf, canton Turgovia. Lo scorso settembre il cagnolino ha ricevuto la visita nientedimenoche di una delegazione di cinque
gallonati che hanno voluto verificare i suoi progressi. Cento per
cento svizzero, Foxx costa 10mila franchi. Un prezzo alto, perché
per assicurarsi bestiole senza tare, l’armata li sceglie tardi, a 18
mesi, mentre un cucciolo a tre mesi può già lasciare l’allevamento. Insomma, il protezionismo viaggia anche su quattrozampe.
NOSTRO SERVIZIO
Vacanze
invernali
1958
Racconto di
LAURA PARIANI
Illustrazioni di
Marco Scuto
Racconti di lago
e di montagna
Una nuova serie inedita
di storie brevi d’autore
A pagina 60
è, è un peccato. Se il corsivo
scomparirà si perderà tradizione
e sapere. E poi che nostalgia per
quei segni eleganti”. È la reazione di Ombretta Di Cosmo, titolare di uno studio di analisi grafologica a Torricella e insegnante di
grafologia, alla decisione dei direttori cantonali dell’educazione
della Svizzera tedesca di eliminare a scuola l’insegnamento del
corsivo.
segue a pagina 45
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ilcaffèLink 33
32
Sulla casta politica europea soffia il vento della protesta
n
Francia
Marine Le Pen stravince sempre e si prepara a scalare l’Eliseo
Aumentano sfiducia e rabbia verso i partiti tradizionali e avanzano i nuovi movimenti alternativi
Il fenomeno.
Disagio e scontento
vanno al di là
delle percentuali
di voto nelle ultime
elezioni europee
I
l neo presidente della
Commissione europea
Jean-Claude Juncker
respinge, indignato, la
definizione che lo vuole
a capo di una massa di “burocrati”. Forse non si è accorto,
come hanno dimostrato le ultime elezioni europee, che in
tutto il Vecchio Continente il
vento della sfiducia e della
rabbia nei confronti delle istituzioni Ue soffia sempre più
forte. Alla crisi economica, alla crescita della disoccupazione, al problema dell’immigrazione extra Ue, le istituzioni, i
governi nazionali, i partiti politici tradizionali hanno palesato - agli occhi di molti - una
colpevole impotenza. Eppure
chi comanda, chi dirige, chi
IL PIL DELLA SPAGNA
23mila euro il Pil pro capite
DISOCCUPAZIONE
Ha raggiunto il 24,4% in agosto
IL GOVERNO
Dal 2011 il Partito popolare di Rajoy
guida tutte queste istituzioni
contestate, pur non ottenendo
risultati efficaci, non ha perso
un briciolo del suo potere e
delle sue prerogative. Che agli
occhi dei popoli europei, alle
prese con le rigorose politiche
di austerità, appaiono come i
privilegi di una casta. Una casta continentale composta da
“euroburocrati”, mai chiamati
a rifondere le cose mal fatte o
mai fatte, ma individuata come tale pure tra gli scranni di
Bruxelles e nei parlamenti di
svariate capitali, da Londra a
Roma, da Parigi a Madrid, fino
a Berlino. Il reportage del Caffè ha tastato il polso della situazione in alcuni Paesi, dove
il fenomeno dei nuovi movimenti in rotta con l’Ue va ben
IL PIL DELLA GERMANIA
Il Pil pro capite è di 36’270 euro
DISOCCUPAZIONE
Nel 2014 è rimasta sotto il 5%
IL GOVERNO
Grande coalizione Cdu, Csu e Spd
al di là dei voti conquistati alle
elezioni europee e nelle più
recenti votazioni locali. Al numero sempre più vasto di chi
ha deciso di fare a meno della
politica, e che non ha più nessuna intenzione di ripresentarsi alle urne, si è aggiunto
un numero imponderabile di
delusi e combattivi antagonisti della casta, sia essa nazio-
nale che dell’Ue. Gruppi eterogenei dai contorni ideologici
a volte indefiniti, ma che sanno giostrare tutti gli argomenti populisti - dal no-euro al noimmigrazione - che appaiono
come allettanti sirene sia per
gli scontenti e arrabbiati di
destra, che per quelli di sinistra. Ma nessuna di queste
neo formazioni vincenti, dai
Podemos spagnoli all’ Alternative tedesca fino ai nazionalisti francesi di Marine Le Pen,
ha mai presentato un programma politico realistico,
per ribaltare lo stato di insicurezza che regna oggi nei loro
Paesi e nell’Ue. L’obiettivo è:
prima abbattere la casta, da
chiunque sia formata, poi si
vedrà.
e.r.b.
IL PIL DELLA FRANCIA
Il Pil pro capite è di 33'323 euro
DISOCCUPAZIONE
A fine agosto ha raggiunto il 10%
IL GOVERNO
Nominato dal socialista Hollande
LA DESTRA DEL FRONTE
Il politologo Goulven
Oiry, 34 anni; a fianco
una manifestazione
contro le moschee
del Front National
a Marsiglia
“I nazionalisti
sottraggono
nuovi spazi
ai socialisti”
M
LUCA ENDRIZZI da Parigi
IL PIL DELL’ITALIA
Il Pil pro capite è 27’851 euro
DISOCCUPAZIONE
In agosto ha raggiunto il 12,3%
IL GOVERNO
Partito di maggioranza il Pd di Renzi
Spagna
GIUSEPPE GROSSO da Madrid
IL MOVIMENTO
Secondo un sondaggio
Podemos sarebbe
attualmente il primo
partito spagnolo nelle
intenzione di voto con un
consenso del 27,7%
I
l vento del cambiamento soffia impetuoso sullo scenario politico spagnolo, in fibrillazione
per la clamorosa irruzione nei consolidati
equilibri bipartitici di Podemos. Così si chiama il
partito movimentista nato nel solco degli indignados meno di un anno fa, ma già capace di raccogliere 1,2 milioni di voti alle europee dello
scorso maggio (tradotti in ben 5 eurodeputati) e di far vacillare il duopolio Socialisti/Popolari, dato addirittura per estinto
da un sondaggio commissionato dal País all’istituto Metorscopia.
Secondo l’inchiesta,
Podemos sarebbe attualmente il primo
partito spagnolo nell’intenzione di voto
con un consenso del
27,7%: alle spalle i
socialisti (Psoe), staccati di 1,5 punti, e il
Partido popular (Pp),
attuale forza di governo, sepolto da un distacco di addirittura
7 punti scavato dai continui scandali di corruzione.
“Proprio l’attuale deriva politica - spiega Ángel
Rivero, professore di Scienze politiche all’Universidad Autónoma di Madrid - è una delle chiavi del
IL PIL DEL REGNO UNITO
Il Pil pro capite è di 31’646 euro
DISOCCUPAZIONE
È scesa al6%, ai minimi dal 2009
IL GOVERNO
Coalizione tra conservatore e liberali
IL PIL DELLA GRECIA
Il Pil pro capite è di 17'626 euro
DISOCCUPAZIONE
In calo, ma ancora oltre il 26%
IL GOVERNO
Esecutivo del premier conservatore Samaras
Germania
Nati un anno fa,sono in grado di attrarre un milione di preferenze
Si chiamano Podemos
gli indignados spagnoli
che minacciano il governo
successo della formazione guidata da Pablo Iglesias (carismatico leader di soli 36 anni, ndr). Podemos si propone come un partito anticapitalista
e anticasta, attirando così il voto di reazione di
una cittadinanza esasperata dalle malversazioni
del governo, tanto più intollerabili in un periodo
di austerità”. D’altra parte alle elezioni politiche
manca un anno e, nel ribollente clima politico
Gli studenti: “È il seme della
rigenerazione democratica di cui
il Paese oggi ha più bisogno”
iberico, i sondaggi devono essere considerati con
estrema cautela.
“Non credo – continua Rivero – che i pronostici
saranno confermati dalle urne: Podemos, potrebbe attestarsi come secondo o terzo partito, il che
sarebbe comunque un risultato notevole. Tuttavia, in questo momento, più che sul peso elettorale, sarebbe interessante ragionare sul ruolo politico e sociale conquistato da Podemos: quello di
catalizzatore delle istanze di cambiamento di una
Spagna che vuole lasciarsi alle spalle la crisi e il
sistema che l’ha generata”. È il caso di Anastasio
Sima, studente di diritto a Madrid, convinto che
“Podemos è il seme della rigenerazione democratica di cui il Paese ha bisogno”. Rigenerazione declinata in una serie di proposte interessanti ma
molto controverse. Tra le più rilevanti: rinegoziazione del debito pubblico, un salario sociale universale, aumento dello stipendio minimo, pensionamento ai 60 anni e innalzamento della pressione fiscale per i grandi capitali.
Populismo? Sì, secondo l’opposizione, compresa
quella di sinistra, dissanguata dalla trasfusione di
voti dai partiti storici della izquierda verso Podemos. Però la base è d’un altro avviso: “È semplicemente un partito che sa rivolgersi alla società
reale: ai disoccupati, ai giovani, agli anziani che
vivono con la pensione minima, mentre le forze
maggioritarie – ragiona Teresa Rodríguez, neolaureata in cerca di lavoro – hanno dialogato solo
con i grandi capitali e con la Troika”. “In effetti –
conclude il professor Rivero – Podemos ha saputo
confezionare un discorso politico inedito, cucito
sulle nuove esigenze e sulle nuove categorie sociali. La partita ora si gioca sull’attuabilità - molto
dubbia - di questo discorso così allettante”. L’ultima parola alle urne: il prossimo autunno si saprà se la Spagna volterà pagina.
UN’ALTERNATIVA
Qui sotto, una manifesto
che propoganda
l’Alternativa per la
Germania; a destra, Tim
Spier, politologo
dell’Università
di Siegen
STUDENTI E PROFESSORI
Teresa Rodríguez,
neolaureata in cerca di
lavoro; sopra, Ángel Rivero,
professore di Scienze
politiche all’Universidad
di Madrid
STEFANO VASTANO da Berlino
L
a Francia non fa riforme, non rispetta i Patti,
meglio che esca dall’euro“. È con slogan taglienti di questo tipo che Bernd Lucke conquista le prime pagine dei giornali. Ed assicura al
suo partito - ‘Alternative für Deutschland’, (AfD) nuovi iscritti e trionfi alle elezioni regionali. “ È un
fatto - spiega Tim Spier, politologo all’ateneo di
Siegen- che la AfD ha trasformato il populismo in un
cavallo vincente“. Fondato
nel febbraio 2013, con la
sua radicale propaganda
‘anti-euro’ la Afd ha sfiorato il 5 per cento alle ultime
elezioni nazionali. Il 52enne Lucke è docente di economia ad Amburgo. Il suo
vice, il 73enne Alexander
Gauland, è un ex-segretario di stato della Cdu in Assia.
“Il loro successo - ricorda
Spier - si deve a un elettorato di accademici conservatori, oltre che ai delusi
dei classici partiti “. L’asso
nella manica resta il loro
‘Nein!’ all’euro: “Per i patti di stabilità non rispettati e la politica troppo espansiva della Bce“, è il
mantra del professor Lucke. Che vuole spaccare
l’Europa in due: in una zona del cosiddetto ‘euroNord’, retta dalla Germania; e un’euro sud’ per i
Paesi più deboli e spendaccioni. “Sarà demagogiacommenta Spier- ma alle europee ha fruttato il 7
arine Le Pen punta dritta all’Eliseo. Secondo un sondaggio Ifop se arrivasse al
secondo turno delle presidenziali nel
2017, contro François Hollande, lo batterebbe.
La leader del Front National (Fn) si infuria
quando si avvicina l’aggettivo “estremo” al nome
proprio partito. “Noi siamo la destra, non l’estrema destra!”, seguita a ripetere. In questa affermazione è riassunta la sua abile strategia, messa in
atto a partire dal 2011, con la parola d’ordine “dediabolizzazione”, che vuol dire normalizzazione:
prendere a cuore i temi sociali vicini alla gente comune, messa in ginocchio dalla crisi e non più battere su temi, cari al padre e fondatore del Fn JeanMarie, come la lotta all’immigrazione e il negazionismo storico. “È strano, ma i discorsi della Le Pen
sembrano quelli di un partito di sinistra - dice al
Caffè il politologo Goulven Oiry, docente all’università Parigi VII -. La strategia è semplice: il Fronte non è più quello del padre, razzista, violento, ma
una forza politica vicina alla gente e che si occupa
degli ultimi. Non a caso sta erodendo anche l’elettorato di sinistra del Front de Gauche di Jean Luc
Melanchon”.
Come non è un caso che Le Pen abbia guadagnato consensi su consensi nelle ultime tornate
elettorali, incluse le europee dove ha stravinto figurando come primo partito con il 25,4 %. Certo,
le europee hanno avuto un astensionismo del 56,5
%. Certo, le europee sono da sempre in Francia le
elezioni di protesta contro il “sistema”. Ma i partiti
tradizionali come l’Ump e il Ps si sono fermati rispettivamente al 21,0 e al 14,5. Le Pen tuona contro i poteri della finanza, l’Europa, la disoccupazione in costante aumento e contro l’impoverimento
della classe media francese, e coglie i frutti di una
semina costante e minuziosa nelle banlieu e nelle
zone del Paese più dimenticate dal potere centralista di Parigi. Il Front National ha vinto alle recenti
elezioni comunali in undici città, e fra queste ve ne
sono diverse nel nord e nell’est della Francia, territori di tradizione operaia. Feudi della sinistra che
si sono sentiti abbandonati. Il sindaco di HeninBeaumont, comune poverissimo dell’ex bacino
minerario della regione Nord Pas de Calais è uno di
questi nuovi amministratori. Colto, giovane e dichiaratamente gay. Un altro segnale di Marine Le
Pen rispetto al padre, che non avrebbe mai accettato degli omosessuali nel suo partito. E così intravedere un possibile secondo turno delle presidenziali del 2017, da cogliere erodendo goccia dopo
goccia il bacino dei voti dell’Ump, fino a costringerlo a stringere un’alleanza. “Sarebbe un vero disastro, ma in fondo si tratta di riempire gli spazi lasciati vuoti da altri partiti - spiega Oiry -. Riapri-
“La strategia è semplice, lei non è
più come il padre, ora rappresenta
una forza più vicina alla gente”
rebbe il nodo gordiano del 2002, con Jean-Marie
Le Pen al secondo turno, e si votò in massa Chirac.
Il quadro politico è molto fluido; Sarkozy si ripresenterà anche se non tutti all’Ump sono d’accordo,
e Hollande al 95% non sarà candidato. E questa situazione vede entrambi i partiti tradizionali in una
crisi particolarmente acuta”. Colpiti dagli scandali,
Ump e Ps hanno orientato la bussola a destra.
Strategia che, agli occhi degli osservatori esterni,
sembra del tutto suicida.
Addirittura in questi giorni il primo ministro
Manuel Valls, dell’ala destra ps, parla di un necessario cambio di nome del suo partito, dichiarazione che ha sollevato un prevedibile polverone in seno al Partito socialista.
Fondato nel 2013,il raggruppamento fa tremare la Cancelleria
‘Alternative für Deutschland’
mette radici nell’elettorato
con le campagne antieuro
per cento alla Afd. E la propaganda antieuro è uno
dei loro temi“. L’altro è lo ‘stop all’emigrazione’,
più controlli alle frontiere, espulsioni di stranieri
con cui la AfD s’è aperta un varco ai recenti test
regionali. “Con il profilo più duro di ‘Legge ed Ordine’- continua Spier - la AfD ha risucchiato voti
alla Cdu della Merkel e svuotato la Fdp“.
L’ex-partito dei liberali è praticamente sparito in
“Il populista di oggi è un vero
camaleonte, incanta sia
l’estrema destra che la sinistra”
Germania-est, al suo posto in Sassonia e Turingia
la AfD ha riscosso il 9,7 e il 10,6 dei voti. Persino
il 12,2 nel Brandenburgo, un tradizionale fortino
della Spd e Die Linke, partito della sinistra radicale. È il risvolto più sorprendente della nuova onda
populista: “Il populista di oggi è un vero camaleonte - dice Spier -, incanta sia l’estrema destra che
la sinistra“.
Certo, i giornali sono pieni d’allarmanti notizie su
estremisti di destra che simpatizzano per la Afd.
Persino Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze di Berlino, è sceso in campo paragonando il
partito di Lucke ai ‘Republikaner’, partitello
d’estrema destra bavarese.
“La AfD - ha tuonato Schäuble- è una vergogna
per la Germania“. Ma anche tra ricchi manager la
‘vergogna’ miete proseliti, e l’imprenditore Heinrich Weiss di Düsseldorf ha definito l’AfD “l’unico
partito di opposizione in Germania“. Una esagerazione, certo. Ma sinora né alla Cdu né alla Spd è
riuscito di arginare l’onda dell’AfD. Tanto che
mentre Cdu e Spd subiscono una emoraggia
d’iscritti, la Afd - partita con 5mila iscritti - oggi
ne ha 20mila. Bernd Lucke può mai diventare un
rivale pericoloso per la potente Angela Merkel?
“Non esageriamo- risponde Spier-, Der Professor
non ha carisma. E i populisti, finite le elezioni regionali e i titoli sui giornali, si arenano spesso nelle
sabbie della realtà“. Così almeno sono finiti i “Piraten“, famosi per un anno, oggi sommersi da querele e baruffe interne. Anche nella AfD, insieme
ai successi, sono scoppiati i primi scandali e bisticci. “È una banda di dilettanti“, ha detto snervato
Hans-Olaf Henkel, ex-presidente della Confindustria ed una delle (rare) Star della Afd. Nelle cui liste regionali sono spuntati assessori dal passato
ambiguo o oscuro. “I primi evidenti segni di crisiconclude Tom Spier- di ogni partito di protesta“.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
34
leamichedelladomenica
I
l mondo calcistico manda in pensione il
“gallo gallico”! Troppo démodé, anzi,
troppo da “sfigati” per fare da mascotte
agli europei 2016 ospitati in Francia.
Chissà cosa pensa il povero “Footix”, il
galletto che portò fortuna alla Francia ai Mondiali del 1998, nel vedersi sostituito da un pupazzetto simile ad un ragazzino dei cartoni
animati giapponesi. E che di francese restano solo i colori del mantello, magico come le scarpe. Una mascotte dai superpoteri
che nessuno si fila.
Ridicolo il pennuto?
Ma se le sue ali erano
un tale simbolo di forza
che i Galli ne decorarono gli elmi? Il gallo simbolo pagano ed emblema della Francia. Emblema patriottico stampato sulle monete. Lo stesso dei sindaci di Francia, adottato fin dalla Rivoluzione francese in
sostituzione del monarchico giglio. Solo Napoleone, sostituendolo con l’aquila imperiale, osò
trattarlo da debole pennuto. Persino la Fifa, nel
1908, scelse il Gallo come simbolo. Altri tempi.
Il mondo del calcio non è più quello di una
volta e, a metà novembre, il foot francese è
stato scosso dagli scandali. Corruzione e partite truccate che non simboleggiano nulla se
non una decadenza generale.
Dopo il pensionamento del gallo, i vertici
calcistici hanno chiesto ai tifosi di votare online il nome della neo mascotte offrendo tre opzioni: “Driblou”, “Gaolix”, “Super Victor”.
Super Victor ha vinto con il 50% dei voti.
Curiosamente, mentre 107.790 tifosi votavano il nome della mascotte, 150.000
militanti dell’Ump di Sarkozy votavano
per eleggere il presidente di partito.
Un quasi pareggio ed una grande
astensione nazionale. Politica e calcio sullo stesso podio: non se li fila
più nessuno. Vincitori: Super Victor e Nicolas Sarkozy, alias, Super
Sarko! Ma forse solo Superman
potrà salvare la Francia dal peggior deficit europeo nella zona
euro nel 2016.
Per l’Euro di calcio si vedrà.
A
Il galletto è uno sfigato
rispetto a Super Victor
La“perfetta”Angelina
cade nell’imperfezione
LUISA PACE
ELVIRA DONES
daParigi
daSan Francisco
S
olange Lusiku Nsimire, è una giornalista
congolese di 40 anni a
capo del mensile indipendente “Le Souverain”, il cui nome fa riferimento ad
un popolo sovrano che rivendica la
propria libertà di espressione ed informazione. Il giornale è stato fondato nel 1992 a Bukavu, Sud Kivu, nell’est del Congo, una delle regioni più
pericolose del Paese. “Un posto in cui abbiamo un’aspettativa di vita di 24 ore, rinnovabili” dice Solange.
Da quando nel 2007 ha preso la direzione
del giornale, i rischi sono aumentati. Ogni volta
che riceve minacce di morte, sa di creare problemi alla sua famiglia ma, madre di sei figli, continua comunque a credere nell’importanza
di un’informazione corretta di cui possa
beneficiare la sua comunità, e non si ferma.
Dopo trent’anni di dittatura Mobutu,
per Solange la nuova classe dirigente
congolese non è preparata all’esercizio
della democrazia, e uno dei sintomi
sono i giornalisti che si fanno pagare
per parlare bene di qualche funzionario benestante. In pochi
“accarezzano la bestia contropelo”. Corruzione, crimini contro l’umanità e violenze sessuali
invece sono le tematiche di cui Solange parla apertamente, con un occhio particolare sullo sfruttamento delle risorse minerarie nel Paese - Coltan
soprattutto- da parte
delle multinazionali.
Il mensile non sempre esce con scadenza
puntuale. Le mille copie vengono oggi stampate a
Kampala in Uganda e trasportate clandestinamente per quasi 800 km di strada su un camioncino che deve attraversare per intero il Rwanda.
“Rischiamo la vita in ogni Paese di passaggio”.
Solange ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali per il suo lavoro. Tra gli ultimi, il
Premio Unicredit - Ilaria Alpi e il Journalism
Award dell’International Women Media Foundation.
ngelina Jolie e Brad Pitt litigano
di brutto sul balcone di un albergo di Sidney, spogli dell’abituale
autocontrollo. Gesticolano, le voci si alzano e le vene del collo si
gonfiano; un oggetto cilindrico spunta tra le
dita di Angelina. È una banale sigaretta, un
joint, o qualcos’altro? s’interroga preoccupato il mondo. Mentre Brad se ne va, Angie resta sul terrazzo in lacrime. Di lì a poco sorriderà sul tappeto rosso, insieme al neomarito, per la prima australiana di “Unbroken”, il secondo film
da regista della Jolie.
Il suo primo lungometraggio, girato in
Bosnia, è meglio dimenticarselo, ma chi osa dirlo da queste parti? Certi personaggi pure i rutti li fanno meglio, figuriamoci il resto. E Angelina fa tutto
meglio, soprattutto meglio delle altre donne.
È una bravissima attrice. Fa dei bei figli;
che siano di pancia sua o adottati, lei li fa
meglio e ne fa di più e soprattutto trova tutto il tempo necessario per un dialogo profondo con ognuno di loro. Poi va a rendere il
mondo un posto migliore, fa l’Ambasciatrice
di Buona Volontà per l’Alto commissariato
Onu per i rifugiati, si batte per i diritti delle
donne stuprate in guerra; compra castelli,
ville, isole ovunque per dare “un senso di
casa” ai figlioli trascinati sui set di mezzo
mondo. Poche settimane fa è stata persino insignita del titolo di Dama onoraria dalla regina Elisabetta d’Inghilterra.
Ora però ci sono queste lacrime poco brangelinesche, con
tanto di gossip sui perché: lei
è troppo intima con l’attore
Miyavi e Brad è geloso; Brad
è troppo sornione con l’attrice Melanie Laurent e
Angie non gradisce. Problemi di gente perfetta.
Nel frattempo la Jolie si
prepara a entrare in politica, dove muore ogni
perfezione.
U
Solange rischia la vita
per fare il suo giornale
n anno fa,
durante una
festa di paese, ho capito
che qualcosa
non andava. Una donna
della mia età, bionda, vestita per partire in trekking, mi spiegava di non
avere più il diritto di dire “nero”. Che in ufficio, e quindi
anche altrove, non poteva
più utilizzare il termine. Aveva paura. Temeva di essere presa per razzista. Di passare per una persona con
pensieri sconvenienti. Non osava, quindi,
pormi domande franche sul colore di mio figlio e sulle origini di suo padre. Incredibile, cose mai viste. Ero sbalordita.
La devastazione del politicamente
corretto, della paura dell’insulto definitivo - “razzista!” -, di questa autentica decapitazione sociale, l’ho vista riemergere
la scorsa settimana nell’attualità romanda. In “prima” su un tabloid a grande tiratura, Migros è stata accusata di razzismo a proposito della pubblicità di un
detersivo. La storia è quella di un orso
bruno, e due altri peluches, che diventano bianchi dopo essere stati lavati con
“Total”. Un’associazione contro il razzismo “anti-neri”, forte di una lettera firmata da ben 90 indignati, è sbarcata alla
sede zurighese Migros
chiedendo il ritiro della
pubblicità. Rifiutato.
Vent’anni fa, ho visto
apparire il termine
“black” sulla stampa e
per strada. Non c’erano
più i neri, gli africani o i
“negri”. C’erano ormai i
blacks, super cool e fun. Giovanotti muscolosi, rapper o giocatori di basket, ragazze bellissime, modelle e venditrici alla moda. L’immagine simpatica,
rassicurante e il termine permettevano ai bianchi,
non puri, non puliti, di offrirsi una buona coscienza.
Vent’anni dopo, approfittando del modello francese
(Dieudonné), americano (i potentissimi Obama e
Jay-Z) e dei media avidi di scandali, i blacks gridano la loro rabbia. Ci vorrà più di un lavaggio a 60
gradi per dissolvere i nostri problemi di colore.
Per i problemi di colore
un detersivo non basta
COSTANZA SPOCCI
FLORENCE DUARTE
daIl Cairo
daLosanna
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ilcaffèLink 35
La scienza. Un terzo degli svizzeri
riposa poco e male. Uno studio zurighese
rivela che la media di 6,5 ore a notte
non basta a garantire una vita sana
NAPOLEONE
L’imperatore francese diceva: “Agli
uomini bastano 4 ore di sonno,
alle donne 5, agli imbecilli 6”
Chi non dorme
ha più tempo...
ma vivrà meno
SOCRATE
Forse perché insonne, il grande
pensatore greco è stato uno dei
padri della filosofia occidentale
LEONARDO DA VINCI
Solo 4 ore per notte il sonno di
quello che è considerato uno
dei più grandi geni dell’umanità
GIULIO ANDREOTTI
È stato uno dei principali
esponenti della vita politica
italiana; insonne per tutta la vita
Corbis
FRANCO ZANTONELLI
“D
ormo pochissimo.
Mi corico
alle 23, per
risparmiare le candele, e mi alzo alle 3”.
Napoleone Bonaparte, portabandiera degli insonni, insieme
a Socrate, Alcibiade, Plutarco,
Leonardo da Vinci e altri grandi
della letteratura, della scienza e
della politica, così scriveva alla
madre, quando ancora era un
giovane ufficiale di belle speranze, spiegandole in sostanza
che il tempo passato a riposare
lo riteneva sprecato.
“Dormo al massimo 5 ore su
24”, diceva Winston Churchill,
abituato ad andare a letto alle 3
di mattina, per svegliarsi alle 8.
Il primo ministro britannico,
che sconfisse i nazisti, era però
un convinto praticante della
pennichella. O meglio, di un vero e proprio sonno pomeridiano,
sia pur breve: “Niente mezze
misure; dopo pranzo mi tolgo i
vestiti e, per una mezz’ora, mi
infilo a letto”. Riposava, insomma, a spizzichi e bocconi. A ulteriore conferma, verrebbe da
dire che il potere non logora solo chi non ce l’ha, come affermava Giulio Andreotti, un altro
grande insonne, ma anche chi
poltrisce troppo.
Eppure,
stando a uno
studio, realizzato dall’istituto
Gottlieb Duttweiler di Rueschlikon,
nel
canton Zurigo,
non dormire a
sufficienza, come pare capiti
al 35% degli
svizzeri, fa male
alla salute. E
poco importa se Ti-Press
i top manager, che sono poi i
veri potenti di oggi, si vantano,
proprio come faceva Bonaparte,
di non avere tempo da buttare
in sonno. Come non dimenticare, ad esempio, le telefonate
all’alba con cui Gianni Agnelli
svegliava di soprassalto i gioca-
tori della Juventus o i dirigenti
della Fiat. Sarà un segno di potere, ma, ci spiegano ora gli
studiosi dell’istituto Duttweiler, è un pessimo stile di vita.
“Guardateli questi grandi
dirigenti d’azienda che si vantano di dormire poco. Hanno
40 anni e ne dimostrano 70”,
mette in guardia la ricercatrice
Daniela Tenger, che ha partecipato alla realizzazione dello
studio. E poi, volendo, c’è Albert Einstein a smentire il mito
della veglia quasi perenne, a
mettere in crisi chi sostiene
che “il mattino ha l’oro in bocca”: “Io - confessava candidamente - dormo almeno dieci
ore filate, mentre dormo sogno
e quei sogni favoriscono le mie
invenzioni”. Alla faccia di quelli che rimangono pervicacemente convinti che chi dorme
non piglia pesci.
Tornando alle tesi dell’istituto zurighese, Tenger è talmente persuasa del fatto che il
sonno sia prezioso, da equipararlo ad un bene di lusso. Ovvero qualcosa per chi può permettersi di superare l’assioma
secondo cui il
tempo è denaro. “Non a caso spiega - si sta sviluppando tutto un mercato di aggeggi costosi, concepiti per favorirlo”.
Si va dalle applicazioni informatiche, alle poltrone a guscio, finanche agli alberghi costruiti apposta per un sonno ristoratore. Senza il quale si corre il rischio, prima o poi, di disturbi del cuore, ipertensione e
diabete. Il problema riguarda
una fetta crescente della popolazione se si considera che, in
Svizzera, si dormono in media
6,5 ore a testa. Che, sempre secondo l’istituto Duttweiler di
Rueschlikon, non sono sufficienti per condurre una vita sana. Ce ne vorrebbero 9 o 10, “al
buio e nel silenzio”, come ha
confidato al quotidiano Le Matin, lo psichiatra e trasvolatore
Bertrand Piccard.
Fatto sta che chi non riesce
a dormire, una volta esauriti i
classici rimedi della nonna, se
vuole evitare il ricorso alla chimica, deve probabilmente rassegnarsi al proprio stato. Il ca-
so, ad esempio, di Oreste Del
Buono, scrittore e giornalista
ritenuto, nella sua qualità di direttore di Linus, uno dei padri
del fumetto italiano. Afflitto da
un’incurabile insonnia trascorreva sovente la notte al telefono con Federico Fellini, altro intellettuale incapace di chiudere
occhio per più di due o tre filate. “A me bastano due ore, di
solito dalle 9 alle 11, per questo ho molto più tempo di voi”,
sdrammatizzava la sua condizione Del Buono.
[email protected]
L’intervista
Il geriatra
“Mi alzo alle cinque
e non sono insonne”
“Quello degli anziani
è tutto un altro sonno”
V
uol sapere il nome di una persona che non dorme mai?”. Sentiamo. “La cantante Loredana Berté. Che, in effetti, stando a
quanto lei stessa ha dichiarato, ingurgita una notevole quantità di sonniferi”. A farci il nome dell’interprete de “Il mare d’inverno”, è Jacky Marti, creatore insieme ad Andreas Wyden di Estival
Jazz, oltre che uno dei personaggi che hanno fatto la storia della Rsi
e che ha conosciuto Loredana Berté con le sue frequentazioni artistiche internazionali.
E lei, invece, visto che passa per un vero mattiniero che ha rapporto ha con il sonno?
“Non mi considero un insonne. Alle 11-11.30 di
sera mi corico, nel giro di un minuto e mezzo mi addormento e alle 4.30-5.00 del mattino sono in piedi”.
E non le costa fatica?
“Per nulla. Mi considero fortunato perché poter
avere quelle due ore tutte per me, dalle cinque alle
sette, è un privilegio impagabile. È una scelta di vita,
è il piacere di godersela, se mi passa il termine”.
Insomma, se le gusta proprio le ore di veglia?
“Certo! Innanzitutto facendo la prima colazione
della giornata, poi sfogliando i quotidiani sul web, ma
anche ascoltando musica e giocando a scacchi online
con gente che vive, ad esempio, a New York, e che,
contrariamente a me, sta per coricarsi”.
Con il passare del tempo non le comincia a pesare
l’essere così mattiniero?
“Da un po’, in realtà, ho cominciato a compensare con un pisolino pomeridiano”.
Ha mai fatto il conto di quanto tempo ha guadagnato, per fare
le cose che le piacciono, limitando le ore di sonno?
“No, ma glielo faccio subito. Trascorrendo 50 anni a questi ritmi
se ne guadagnano quattro di vita attiva”.
f.z.
M
I MATTINIERI
A sinistra, Jacky Marti, 65 anni,
ideatore
di Estival Jazz,
è in piedi già all’alba
a chi l’ha detto che invecchiando si dorme meno? Il riposo
degli anziani non è più breve, semmai è costellato da continui e ripetuti risvegli che, ovviamente, ne guastano la qualità. Ma al mattino, di questi risvegli, non si ha memoria. A rivelarlo,
uno studio pubblicato sul Journal of Gerontology, compiuto su un
campione di settecento over 65, monitorati durante il loro riposo per
72 ore con un particolare sensore, l’actigrafo. Il 30 per cento degli
intervistati diceva di svegliarsi spesso durante la notte, il 13% di addormentarsi finalmente solo al mattino, il 12% di faticare molto a
prendere sonno la sera.
Tuttavia, proprio guardando le effettive ore di
sonno registrate dall’actigrafo, i ricercatori hanno
constatato che l’effettiva durata del riposo notturno
non era tanto minore del normale, dato che in media
queste persone nell’arco della giornata dormivano altre 7 ore. “Quello degli anziani è tutto un altro sonno,
più superficiale, meno ristoratore - spiega il dottor
Graziano Ruggieri, primario della clinica Hildebrand
di Brissago -. Ma è una realtà, e bisogna accettarla. È
inutile arrabbiarsi, con l’invecchiamento anche le
funzioni fisiologiche cambiano, come cambiano le
abitudini, lo stile di vita. Ecco perché dobbiamo trovare dei modi per riuscire comunque a riposare bene.
Ad esempio, coricarsi sempre alla stessa ora, evitare
caffè e vino la sera. Ma, anche, non fare il classico
sonnellino pomeridiano e se proprio non riusciamo a farne a meno
non facciamolo durare più di mezz’ora”. Un altro fattore che pregiudica la qualità del sonno di una persona anziana sono le malattie correlate all’età, come i dolori articolari, le patologie ai bronchi o gli
scompensi cadiaci. “Ma anche i farmaci - ricorda Ruggieri -. Ad
esempio, i sonniferi cambiano la fisiologia del sonno. Senza dimenticare che ad una certa età si comincia ad alzarsi più volte per notte
per andare in bagno o bere un po’ d’acqua”.
p.g.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
36
ilcaffèLink 37
Lo studio.
Quei profili da “bankster”
per gli gnomi della finanza
N
on appaiono mai nei titoli di coda, e neanche nei “credits” e ringraziamenti che di solito vengono tributati a
chi ha fornito un aiuto alla stesura di un romanzo. E
non hanno mai - nonostante la loro partecipazione non
sia relegata a ruoli “cameo” - preteso diritti d’autore.
Eppure la banche elvetiche da decenni sono protagoniste, sul
grande schermo o sulle pagine dei bestseller, e con una caratterizzazione subito riconoscibile: la parte del cattivo. Registi e scrittori
non hanno aspettato la pubblicazione di studi sistematici sul fenomeno, di indagini sociologiche e test di neuropsicologia; che ai
vertici degli istituti di credito albergassero comportamenti disonesti lo davano per scontato. Una business culture, riassunta dal
La scienza
neologismo bankster (banchiere-gangster), improntata all’ingordigia e alla disonestà, come ricorda il docente di neurologia Arnaldo Benini, commentando nell’articolo in basso uno studio del dipartimento Economia dell’università di Zurigo i cui risultati tracciano una sorta di “profilo criminale” nella psicologia dei grandi
dirigenti degli istituti di credito. Che a volte letteratura e cinema
abbiano anticipato la realtà l’hanno dimostrato le indagini degli
inquirenti Usa che hanno messo sotto torchio una dozzina di banche svizzere. Ora si attende, magari, un analogo studio sugli spregiudicati avvocati d’affari per scoprire che la fiction sapeva già
tutto. Già nel 1963, il papà di 007 Ian Fleming segnalava che il
bernese Gebrüder Gumbold faceva parte della Spectre...
e.r.b.
Il lato oscuro dei manager delle banche svizzere in una ricerca dell’Università di Zurigo
ARNALDO BENINI
Neurologo
E
ntrare in una banca svizzera, anche in
una piccola filiale, ricorda l’atmosfera
di un monastero: ordine e silenzio,
personale affabile, competente, efficiente.
Per incombenze delicate, si viene accompagnati da una hostess in uniforme moderna
e impeccabile in una saletta linda e ben
ammobiliata, dove si offre caffè, acqua mi-
nerale e cioccolatini. Il consulente finanziario arriva puntuale con l’incartamento, che
conosce a menadito perché è arte del mestiere prepararsi agli incontri con scrupolo
e disciplina. Le sue raccomandazioni sono
sempre plausibili. Se poi dovessero rivelarsi sbagliate, il consulente, compunto, ha
spiegazioni ragionevoli della deplorevole
evenienza.
Nel mondo della finanza, si sa, ne succedono di tutti i colori e in nessuna attività, come
nel commercio del denaro, vale l’ammonimento che l’imprevedibile battito d’ali di
una farfalla in Nuova Zelanda può scatenare
un uragano anche in Svizzera. Nessuno ha
motivo di dubitare della correttezza e onestà del personale della banca, i cui consigli
vanno, di regola, a buon fine. La fiducia è la
componente fondamentale della fortuna e
della solidità di ogni istituto finanziario.
Dunque la banca svizzera è un’istituzione
solida, seria, d’onestà impeccabile? Per chi
Corbis
La nuova business culture dell’ingordigia
ha contatto col livello medio del personale,
questa è opinione diffusa e fondata. Altra
musica per i piani alti, dove si arrangiano
grandi, misteriosi e talora indebiti affari.
L’umanista di Neuchâtel Denis de Rougemont, negli anni ‘30, sgomento per il rifugio, garantito dallo Stato, che il segreto bancario metteva a disposizione di evasori fiscali, malviventi, affamapopoli e criminali
di tutto il mondo, scriveva che le banche
svizzere erano covi di ladri e di ricettatori. Il
Pubblicità
pentito di mafia Tommaso Buscetta diceva
che senza il segreto bancario svizzero, la
mafia sarebbe stata solo un gruppetto di ladruncoli e ricattatori siciliani. Lo sfogo
dell’umanista romando è tornato in mente,
negli ultimi anni, apprendendo le malefatte
di alcune banche elvetiche nel mondo, e
non solo delle solite due megaistituzioni. In
realtà, pur essendo più di altre nel mirino
della giustizia di diversi Paesi, anche molti
altri istituti di credito, e non solo in paradisi
fiscali, ne hanno fatte di cotte e di crude.
Nelle banche svizzere lavora dunque un solerte ed alacre esercito di brava gente di
specchiate correttezza ed onestà, mentre
dirigenti ad alto livello sembrano inclini o
capaci di ogni frode, a danno soprattutto del
fisco di Stati esteri, ma anche dei clienti, pur
di intascare lauti stipendi e gratificazioni.
Ciascuna delle quali, in un anno, può essere
superiore a quel che guadagna un impiegato di livello medio in tutta la vita. La convi-
venza d’onestà e ingordigia è così stridente
da aver indotto il Dipartimento di Economia
dell’università di Zurigo ad uno studio sistematico del fenomeno, con un’indagine sociologica in molti Paesi e un esperimento di
neuro-psicologia. Il lavoro, pubblicato su
“Nature”, una delle riviste scientifiche più
prestigiose, e la ricca bibliografia, rivelano
un mondo inatteso e non tranquillizzante.
Ai vertici delle banche, più che in altri ambienti, prevarrebbe una “business cultu-
re”, cioè un complesso di norme e regole,
che tollera, o favorisce con lauti premi,
comportamenti disonesti, purché aumentino l’utile.
La domanda che gli scienziati zurighesi si
sono posta è se alla carriera in banca sono
attirati e predisposti individui per i quali
l’onestà ha scarso valore, oppure se la “businnes culture” delle gratificazioni, a volte
iperboliche, li istiga all’illegalità. La ricerca
avvalora quest’ultima ipotesi. Gli scienziati
zurighesi hanno reclutato impiegati di banca di molti Paesi
con anzianità media di lavoro di
undici anni e cinque mesi, la
metà con ruolo dirigente, l’altra
metà con funzioni non collegate
al profitto (ufficio studi, del personale e altre mansioni). I
membri di entrambi i gruppi
dovevano tirare dieci volte una
moneta e, senza sapere d’esser
osservati, scrivere se era venuta testa o croce, sapendo quale delle due evenienze sarebbe stata premiata con 20 dollari. Il 26%
dei dirigenti hanno scritto un risultato falso
per ottenere i 20 dollari, dell’altro gruppo il
16%. In nessuna delle altre professioni sottoposte alla prova la differenza era così alta.
Fu poi fatta un’indagine fra la popolazione
per valutare la reputazione di cui godono i
banchieri: informata dell’esperimento con
la moneta, doveva dire chi pensava che
avesse imbrogliato di più fra medici, banchieri e carcerati. I banchieri erano al primo
posto, davanti ai carcerati. Gli autori sottolineano che l’attuale “business culture” delle banche, premiando la disonestà, ne compromette il futuro. Si suggerisce di far giurare agli impiegati di banca fedeltà ai principi professionali, come i medici (un giuramento che, in realtà, non serve a molto). C’è
da attendersi un miglior risultato dall’abolizione delle gratificazioni per risultati raggiunti con metodi disonesti. L’Associazione
degli impiegati di banca ha reagito all’indagine sottolineando che le pecore nere sono
poche: è vero, ma quel che hanno il coraggio e la libertà di fare trascina un’intera professione nella palude.
Film e romanzi
1
THE WOLF OF WALL STREET
Lo speculatore Leonardo Di
Caprio fa sparire 22 milioni di
dollari con la complicità di un
banchiere ginevrino che, arrestato,
dimentica il segreto.
2
3
4
UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
La hacker Liz Salander depreda i
conti cifrati di un ricco e corrotto
imprenditore e li fa riapparire, a
suo nome, in diversi conti bancari
in Svizzera.
BOURNE IDENTITY
Nel caveau blindato di una banca
zurighese Matt Damon ritira un
capitale in diverse valute e
documenti d’indentità contraffatti
di vari Paesi .
SINGLE & SINGLE
Nel romanzo di Le Carré tutti i
fondi neri e le transazioni illegali di
un ricco avvocato d’affari vengono
gestiti da un potente manager
bancario di Zurigo.
Pubblicità
=491A8?:37
)/SPH3BGBH
&85B/ )/PSG8P
)P8Q8GSBG> QJHGQHP
&/BG +JHGQHP
)/PSG8P TSH
)/PSG8P )/QSB338PB/
&/BG ,83@GB3/E +JHGQHP
+JHGQHP
,83@GB3/E +JHGQHP
%$!# %%" &%$
+TJJHPS8PQ
)/PSG8P &H2BEBS0
+SHPB8 5B >@B/33BH
)/P3@8>>BH
8GSPH /QS8EEH
"HSH>P/<H
’ 0*-., /.* # !"’’<"+* &) /& ’<" *’*%& ",
/) *) "..* - *)*- &/.*;
Ã ʾ Ñ! è.èÄ 9-"1 45š è òö /5 ¼°¬ ½ Ãñ Ê ¾
Ã ʾ Ñ!&8 ++ ï"1 $20 .Ýé öÈ ÍÊ-0 Ä è°-³¬Á 27ª© ì-¦:°&&3Ê ûÞ è˙ª0˙˙ Èè˙š39) 2¼’ ¼Ä ³Ñ11 0:ú¬. !Å *³3ì $³¼ÝÁ Í
Ä ú1+¬, -( û$3&0 -æöÑ ÀÊ -;òÌ Èû0Í ¹ öÓûÌÓ Ñ Ãñ  ʾ
%& *+)$+’’ !"&& .),-+ ,"--%’( &) +() )( % "
$) 2-+*0
! *2+*0
,# */+*0
6?7??2697?? : %/ <HSH >P/STBS/ 3HG +/G ’B3HE/H 3HG BG 5HGH
BE QTH SP/5BYBHG/E8 3/JJ8EEH 2B/G3H 8 PHQQH 8 TG 5HE38 / 3TP/
5B "HSH #/P2/GBK
667?? : *BQHSSH JP8J/P/SH 5/B 3TH3@B 58EE/ #BE5/ +VBYY8P/ /
</VHP8 58EE/ +H3B8S0 +VBYY8P/ +3E8PHQB &TESBJE/ BG ,B3BGH;
6=7??2617=? : #BH3@B J8P B JBU JB33HEB 8 BGS8P8QQ/GSB =EF/SB QT
+3E8PHQB &TESBJEB/4 G8EEOB>EHH
607=? : +SHPB8 5B #@B/33BH NN"HEE8SSB 5OBGV8PGHOO4 QJ8SS/3HEH
5B G/PP/YBHG8 3HG -CT !8QQ
>67=? : HG38PSH &/GTJB/ !"
607=? : S8EB8P A #B/P5BGH 58EE/ +3B8GY/ JP8Q8GS/
NN%8HG/P5H BGV8GSHP8OO
#BHPG/S/ +%##"%,"( )( % " >BH3/ / -BG3B (G $38 3HG
E/PBQQ/ ,/FB
)8P BE 583BFH 3HFJE8/GGH 5B %H3/PGH (G $38 EH QJHGQHP
JPBG3BJ/E8 P8>/E/ /EE/ F/>B3/ JB/SS/<HPF/ 5B )B/YY/
#P/G58 E/ >BHPG/S/ M*/B<<8BQ8G HG B38M 3@8 V858
LT8QSO/GGH JPHS/>HGBQS/ E/ <PBYY/GS8 E/PBQQ/ ,/FBK
’HE8>>BH >P/STBSH 58B J/SSBGB
607=? : -BG3B (G $38
*/B<<8BQ8G 8 E/PBQQ/ H<<PBP/GGH TG STP2BG8 5B LTBY 3HG
/EE8SS/GSB JP8FB BG J/EBH J8P STSSB 3HEHPH 3@8 VHPP/GGH
F8SS8PQB BG >BH3H:LT/QB 3HF8 BG ,-;
697=? : )/G8SSHG/S/ 8 S9 3/E5H J8P STSSB
>67=? : HG38PSH @/PEB8 *H8 1 ,@8 ./Q@BG> &/3@BG8Q !"
" 2&+*0
$3584/</ & *)+-) )( % "
E )HPSH BG JBQS/ J8P <8QS8>>B/P8 BE IZ6 3HFJE8/GGH 5B
%H3/PGH (G $384 H<<P8 / STSSB TG >TQSHQH J/G8SSHG3BGH;
607?? : )8P<HPF/G38 58EE8 +@/DSB P8W4 2/EEB 8 3HP8H>P/=8
@BJ @HJ
’() **+*0
>?7?? : HG38PSH 558P %BJQ !"
>67=? : HG38PSH ,PH>EHQ !"
1% *0+*0
>67=? : HG38PSH "K ./X !"
’’*, *%%& ,")/’. 0" ’ +% *(" (&)&(* $,: @ 6BB:52:
*16>CA6U6 )6E.XCU I6O [A.>>A.O6 IXCAUG2 PGPUAUXAU6 C. [GPUO. .XUG 4A .CD6EG 8 .EEA 1GE XE [6A1GCG EXG[G 46C 1.DIAGE6
6XOGI6G 4A ( WL 06E6;A1A.OE6 EGE P.O6U6 PGCG [GA3 D. .E1?6 CN.D0A6EU6L &.>>AGOA AE;G PX \\\LO6E.XCUL1?
/ %C IO6DAG I6ODXU. ( W 4A ;OL W <‘‘L9 JAE .>>AXEU. .C [.CGO6 4A OAIO6P.K 7 [.CA4G I6O C. OAIO6P. 4A G>EA [6A1GCG I.OUA1GC.O6 4A IAY 4A 8 .EEA .CCN.1MXAPUG 4A XE EXG[G DG46CCG )6E.XCUL 1MXAPUG XEA1.D6EU6 UO.DAU6 C. I6OPGE. .CC. MX.C6 7 AEU6PU.U. C. CA16E_. 4A 1AO1GC._AGE6 46C [6A1GCG 4. I6ODXU.O6 JADD.UOA1GC.UG 4. .CD6EG R D6PA 64 AE >O.4G 4A 1AO1GC.O6KL "P6DIAG
4A 1.C1GCG2 .IUXO !^E.DAMX6 "’")$- + 6 F‘3 =3F CSH‘‘ BD3 HHV > ( W SBD3 1.U6>GOA. 4A 6;;A1A6E_. 6E6O>6UA1. 3 IO6__G 1.U.CG>G ;OL WW <‘‘L93 D6EG IO6DAG 61G 1.DIAGE6 ;OL W ‘‘‘L93 D6EG IO6DAG I6ODXU. ( W ;OL W <‘‘L9 : ;OL H8 ‘‘‘L9L ,.CGO6 D64AG 46CC6 6DAPPAGEA 4A ( W 4A UXUUA A [6A1GCA EXG[A [6E4XUA AE *[A__6O. H=8 >SBDL (;;6OU. [.CA4. PX [6A1GCA
I.OUA1GC.OA J6116UUG +\A_^K I6O A 1CA6EUA IOA[.UA IO6PPG A O.IIO6P6EU.EUA )6E.XCU 1?6 .46OAP1GEG .CCNAEA_A.UA[. AE 1.PG 4A PUAIXC. 46C 1GEUO.UUG ;AEG .C VHLHWLW‘H=L %C >OXIIG )6E.XCU 7 1.DIAGE6 6XOGI6G 4A (W 1GE 6DAPPAGEA D64A6 I.OA . HH=3Q > S BD// PXCC. 0.P6 46CC6 .XUG[6UUXO6 ADD.UOA1GC.U6 E6C H5 P6D6PUO6 W‘HVL // % 4.UA 1GOOAPIGE4GEG .C [.CGO6 1GDIC6PPA[G
P61GE4G AC )6>GC.D6EUG J "K EL QH<SW‘‘QL #GEU62 @!+ JPPG1A.UAGE X]ACA.AO6 46 CNXUGDG0AC6KL
Il mastro
macellaio
consiglia:
Alberto Lucca
Filiale Serfontana
Morbio Inferiore
«arrosto legato
di vitello»
<wm>10CAsNsjY0MDQx0TUšszQwMQEASiWmLw8AAAA=</wm>
<wm>10CFXKoQ7EIBRE0S96ZN4wFFjkBtdUNPWYprr_r0rXrbi55qxrSwG_vn07©t4cLllcKqRWyADl5lQO1DzICT7TRLpK_fMG5FSB8RpzGjg8mtxSGo6yqCiG©7wedO15h3cAAAA=</wm>
Ottimi consigli per l’arrosto festivo.
Al bancone della carne, il mastro macellaio della Migros ti consiglia sulle diverse specialità di
arrosto, suggerendoti i trucchi per una preparazione soprafina. Ma non è tutto, il
nostro specialista ti aiuta anche nella scelta delle quantità e del numero di pezzi ideali per te e
la tua famiglia. La nostra maestria è al servizio del piacere gastronomico.
4 miliardi
stretti stretti
per l’Esercito
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ERMENEGILDO
ZEGNA
Zegna e famiglia
potrebbero coprire da
soli i 4 miliardi che la
Confederazione ha
speso nel 2014 per
l’esercito. Con loro
avremmo sicuramente
i soldati più eleganti
del mondo.
ilcaffèLink 39
Tutti i suoi soldi
per 250 super droni
MICHELLE
HUNZIKER
Vendendo fino all’ultimo guanto,
gli Hunziker-Trussardi si possono
concedere i nuovi droni
israeliani dell’esercito svizzero.
La ricchezza. Da sempre in testa nella
classifica dei patrimoni ticinesi,i due fratelli Mantegazza
hanno ora ceduto lo scettro alla famiglia Perfetti
400 milioni come
i premi in eccesso
SILVIO
TARCHINI
Tarchini ha sostanza per
assorbire la totalità dei premi in
eccesso versati dagli assicurati
ticinesi alle casse malati. Dopo
di che lasciamogli sempre
aprire la domenica e il giorno
di Natale.
Coi 27 miliardi
dei Paperoni
di casa nostra
si potrebbe...
STEFANO PIANCA
M
ontagne russe in
cima alla graduatoria dei più
ricchi del Ticino:
i fratelli Sergio e
Geo Mantegazza sono entrati in
un vuoto d’aria e in un anno sono planati dal primo al quarto
rango tra i Paperoni nostrani.
Se la tendenza dei grossi patrimoni ad ingrossarsi di anno in
anno è una costante, poiché di
regola soldi fanno soldi, la decrescita del patrimonio dei due
magnati, tra aviazione e immobiliare, spicca perciò nell’annuale classifica appena pubblicata dalla rivista Bilanz.
Sgombriamo il campo dagli
equivoci, i due fratelli non passeranno un Natale al risparmio.
Ma la loro ricchezza, in dodici
mesi, è smagrita come neanche
accade in un centro Méssegué:
dagli oltre 4 miliardi di franchi,
che la rivista economica svizzera indicava a fine 2013, sono
scesi a “soli” 2,5-3 miliardi.
L’improvviso impoverimento
3 miliardi bastano
per 22 aerei Gripen
GEO
MANTEGAZZA
I fratelli Mantegazza avrebbero
soldi per pagare i 22 aerei da
combattimento Gripen che il
popolo svizzero non ha voluto.
Cosi potrebbero restare nel
mondo dell’aviazione.
Le novità
coincide con l’anno di turbolenze che la famiglia ha vissuto
in uno dei settori faro della loro
attività: l’aviazione. Finora,
perché proprio a inizio novembre Sergio Mantegazza, 87 anni, ha ceduto la sua compagnia
aerea, la britannica Monarch,
che aveva fondato nel lontano
1967. Negli ultimi anni Monarch si è rivelato un giocattolino costoso, con le ali sempre
più zavorrate di fronte alle più
snelle compagnie low cost.
Tanto che, per appianare i buchi, l’anziano imprenditore era
stato costretto immettervi capitali importanti. Decisamente
più floridi appaiono i loro investimenti nell’immobiliare: la
famiglia possiede alcune proprietà gioiello, dal Palazzo
Mantegazza a Paradiso alla Residenza Grand Palace a Lugano.
Altre retromarce così significative nel 2014 non ce ne
sono state: tanto che se le
quindici persone (o famiglie)
più facoltose del Ticino mettessero i loro capitali in un unico,
enorme, salvadanaio si otter-
Coi suoi 150 milioni
un ristorante al Lac
STEFAN
BREUER
Il patron del gruppo Seven ha
soldi per tentare di strappare
alla Città di Lugano il Lac, che
ne vale oltre 200, a un prezzo
stracciato… E poi aprirci
finalmente un ristorante.
800 milioni per un
Gottardo all’altezza
rebbe l’astronomica cifra di
27,5 miliardi di franchi. Poca
cosa comunque rispetto agli
averi posseduti dai 300 più ricchi della Svizzera: quasi 589
miliardi (sempre secondo i calcoli di Bilanz). A sud hanno decisamente pigiato sull’acceleratore i magnati dei dolciumi:
la famiglia Perfetti - coi fratelli
Giorgio, 67 anni, e Augusto, 63
(da decenni accasato a Bioggio), proprietari del gruppo italiano che produce Chupa
Chups, Mentos e Golia - da
tempo stagnava sui 2,5 miliardi. Finché l’azienda, fondata a
Lainate nel 1946, ha trovato il
suo nuovo Eldorado nel mercato asiatico. Adesso ha 19mila
dipendenti e il patrimonio s’è
gonfiato, come neanche capita
alle sue Brooklyn: i due fratelli
con 4-4,5 miliardi sono adesso
i più ricchi del Ticino.
Al secondo posto troviamo i
coniugi tedeschi Erich e Helga
Kellerhals, fondatori del primo
Media Markt: a Melide hanno
una villa e da parte una sostanza di 3,5-4 miliardi. Medaglia
di bronzo tra i Re Mida nostrani
gli imprenditori del tessile e
della moda, Ermenegildo (Gildo), Anna e Paolo Zegna. I loro
averi (stimati a 2,5-3 miliardi)
quest’anno non si sono smagliati, anzi la famiglia ha potuto permettersi il lusso di acquistare in Australia una tenuta
con 12.500 pecore merinos. Al
quarto posto, appunto, sono
scesi i Mantegazza, che comunque distanziano di una fortuna
gli altri nomi illustri della pecunia cantonale: come Silvio
Tarchini e famiglia, la cui forza,
concentrata nel Foxtown e
nell’immobiliare, raggiunge i
350-400 milioni (sono al 13.
posto).
Chiude al 15. rango Stefan
Breuer, asconese d’adozione,
che guida dei locali del gruppo
Seven. Spesso gira a piedi scalzi, eppure possiede 100-150
milioni franchi. Manca invece
all’appello il finanziere Tito
Tettamanti sparito dal Club dei
300. Chi l’ha visto?
[email protected]
Q@StefanoPianca
La nota showgirl, sposando il co-erede della Trussardi, è entrata nei club dei 300 svizzeri d’oro
Tra i nuovi ricchi spicca
Michelle in abito bianco
“S
triscia” è la trasmissione che conduce da
molte stagioni con piglio autoironico sulla
tv italiana, ma lei, Michelle Hunziker, 37
anni, è entrata a testa alta e vestita di bianco nella
classifica dei 300 Paperoni svizzeri. È bastato dire
“sì”, anzi ripeterlo due volte come riferiscono le
cronache rosa, a Tomaso Trussardi, 31 anni, co-erede della famosa casa di moda. Il matrimonio, celebrato lo scorso ottobre dal neo-sindaco Giorgio Gori
(marito, lui pure, di un personaggio televisivo, la
giornalista Cristina Parodi), ha avuto luogo davanti
a 250 ospiti a Bergamo.
E di ragioni, solo a soppesare la sostanza del
marito, Michelle ne avrebbe avute parecchie per
convolare, addirittura 200-250 milioni. A tanto
ammonterebbe il patrimonio della coppia, spartito
tra l’Italia e il Canton Berna. Malelingue, perché in
Le nozze con Tomaso
hanno moltiplicato gli
zeri sul conto della
conduttrice di Striscia
che era già milionaria
realtà il vil denaro non avrebbe giocato alcun ruolo
nella scelta di Michelle Yvonne Hunziker nata a
Sorengo, il 24 gennaio 1977, da mamma di origini
olandesi e papà artista svizzero-tedesco. La Hunziker, come familiarmente viene chiamata da tutti,
ne ha fatta di strada da quando nel 1995 s’è imposta all’attenzione col suo fondoschiena prestato a
un’azienda di biancheria intima. Un’inizio dal basso che l’ha spinta in alto, dal momento che in carriera di soldi ne ha guadagnati parecchi. Dopo anni
di lavoro in tv, ma anche a teatro e come testimonial, la showgirl ha accumulato una fortuna, stimata in una dozzina di milioni. Non sufficienti per
entrare nel club dei 300, ma abbastanza comunque per affermare che le sue sono state nozze
d’amore e non d’interesse. O che comunque, per
restare in stagione, ha piovuto sul bagnato.
Ma la Hunziker non è da sola. Tra i parvenu alla ricchezza esagerata nel 2014 spiccano pure i
nomi di Patrick Drahi (8-9 miliardi di franchi) e
Dieter Meier (150-200 milioni). Drahi, 51 anni,
francese ma vive in Vallese, ha fondato Altice, una
holding delle telecomuncazioni; Meier, 69 anni, oltre che cantante degli Yello, ha fiuto per gli affari:
solo cedendo una sua quota nell’azienda orologiera Nardin avrebbe incassato 90 milioni di franchi.
PAOLO
CORNARO
Attingendo al caveau i Cornaro
coprirebbero la gran parte dei
990 milioni che Berna
spenderà per adattare l’asse
ferroviario del San Gottardo al
trasporto dei semirimorchi.
Con 2,5 miliardi
lastricano il Paese
EREDI DEL BARONE
THYSSEN-BORNEMISZA
Gli eredi Thyssen-Bornemisza,
nella foto Lorne, potrebbero
“asfaltare” da soli l’intera
Svizzera. Il pacchetto della
mobilità, votato da Berna,
ammonta infatti a 2,7 miliardi.
4,5 miliardi franchi
fanno 13mila a testa
AUGUSTO
PERFETTI
La famiglia Perfetti potrebbe
staccare un assegno di 13mila
franchi per ciascuno dei
346'539 abitanti del Cantone
(dati 2013). Sarebbe un Natale
dal sapore assai dolce.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
41
L’indice. Il Global Gender
Index dell’Onu conferma il gap
tra i due sessi. Anche in Svizzera
La parità è lontana
e le donne globali
ancora penalizzate
EZIO ROCCHI BALBI
diale delle pari opportunità. Un ranking
che, da anni, è capeggiato da Islanda,
Finlandia, Norvegia, Svezia e Danimarca.
“È inaccettabile che i salari femminili
siano in media, secondo le statistiche ufficiali della stessa Confederazione, del
25% più bassi dei colleghi maschi; e addirittura del 39% nelle posizioni di quadro - dice Carlucci -. È un dato positivo,
L
invece, che il livello d’istruzione superiore delle donne in Svizzera in pochi
anni abbia raggiunto e sorpassato, ad
esempio nelle materie scientifiche,
quello degli uomini. Ma non serve a
nulla se poi, professionalmente, vengono discriminate e quel livello di studi
non viene riconosciuto”.
Infatti, per quanto riguarda la parte-
cipazione delle donne nel campo economico, nella graduatoria del Global Gender Gap Index la posizione della Svizzera resta immutata al 23esimo posto, ma
alla voce “parità salariale” in un anno,
dal 2013 ad oggi, il Paese è sceso dal
56esimo al 59esimo posto. Lo stesso Index calcola che in Svizzera, nel 2014,
una donna guadagna il 68% del salario
medio di un uomo.
Sempre nella fascia alta dei Paesi la
stessa Adispo considera essere a buon
punto la rappresentanza delle donne in
politica, settore in cui la Svizzera resta
immutata nella sedicesima posizione.
Scende però al 33esimo posto (dal
31esimo del 2013) per le presenze femminili in Parlamento e al decimo per
quante ricoprono ruoli ministeriali. È
forse utile ricordare, però, che è solo dal
1981 che la Svizzera ha stabilito, per
legge, l’uguaglianza tra uomini e donne.
E se ci si ricorda che le donne elvetiche
hanno ottenuto il diritto di voto solo nel
[email protected]
1971...
Q@EzioRocchiBalbi
Paesi con più
divario di genere
e donne che vivranno la parità
sul posto di lavoro non sono ancora nate. E, visto che negli ultimi dieci anni le pari opportunità professionali per loro sono
migliorate solo del 4%, di questo passo se tutto va bene - la parità sul posto di lavoro si raggiungerà
più o meno nel
2095. “È la dimo- LE DIFFERENZE
strazione che la
Posizione dei Paesi nel Global
Percentuale di differenza
La dimensione dei
Il gender gap
Asia
America del Sud
strada è ancora lunGender Gap Index 2014
dimensione
tra i valori relativi
simboli è rispettivamente
ga e che, oltre ad un
L’indice coinvolge oltre 150 Paesi
massima
Africa
Europa
agli uomini e quelli relativi
proporzionale al numero
cambio di mentaliin tutto il mondo, pari al 93%
alle donne
di donne e uomini
tà, servono leggi ad
Oceania
Nord e Centro America
della popolazione. I parametri
hoc – osserva Angepresi in considerazione sono 14,
la Maria Carlucci,
ma i più importanti riguardano
EDUCAZIONE
LAVORO
POLITICA
REDDITO
= 10.00
la partecipazione economica
presidente dell’AdiPopolazione sopra i 25 anni
Forza lavoro attiva
Numero
Reddito
e le opportunità di lavoro fra
con un’educazione
sopra i 15 anni
di posti
netto annuo stimato
spo, l’Associazione
uomo e donna, l’accesso allo
secondaria (su 100 persone)
(su 100 persone)
in Parlamento
(in dollari)
delle pari opportustudio, la salute e la
nità -. Nel mondo
Togo
Qatar
Giordania
Afghanistan
rappresentanza politica.
del lavoro, ad esem



pio, non basta san30%
64%
100%
85%
1°
Islanda
cire per legge
Afghanistan
Siria
Micronesia
Afghanistan
l’uguaglianza tra
11°
Svizzera
uomo e donna; oc- 59%
28%
100%
85%
corre
prevedere
20°
delle sanzioni”.
Stati Uniti
Pakistan
Pakistan
Vanuatu
Algeria
Quello del lavo- 



ro non è il solo para27%
59%
100%
83%
metro che conferma
36°
Austria
Rep. Dem. Congo
Arabia Saudita
Yemen
Iraq
quanto l'altra metà




del cielo sia penaliz26%
57%
99%
82%
zata. Istruzione, acBosnia ed Erzegovina
Algeria
Isole Salomone
Iran
cesso alla politica,
reddito, sanità; l’ul- 



69°
Italia
25%
57%
96%
82%
timo rapporto delle
India
Iran
Papua Nuova Guinea
Palestina
Nazioni Unite sull’indice delle dise- 



guaglianze di gene24%
57%
95%
81%
re lancia un allarme
Liberia
Iraq
Egitto
Siria
a livello internazio


nale: nonostante i 
24%
55%
94%
80%
grandi passi in
Nepal
Oman
Comore
Arabia Saudita
avanti, il divario tra
113°
Kuwait



uomini e donne re- 
22%
53%
94%
79%
sta grande. Troppo
Turchia
India
Iran
Pakistan
grande. E gli interventi “correttivi” 



137°
Iran
modificano lo status
21%
52%
94%
77%
quo con una lentezIraq
Palestina
Libano
Egitto
za esasperante. Il
142°




Yemen
termometro globale
21%
51%
94%
74%
Fonte: Undp, Agenzia delle Nazioni Unite
della parità, non a
caso, dimostra infatti che i Paesi con
elevata disuguaglianza di genere subiL’opinione L’analisi del legale Rosemarie Weibel, da sempre sensibile alle questioni dell’uguaglianza
scono anche la distribuzione più diseguale dello sviluppo umano.
Anche prendendo in considerazione
le fasce più alte del “Global Gender Gap
Index”, tra l’altro, si scopre che attualmente non c’è nessun Paese sulla Terra
in cui una donna - pur rivestendo lo stesso ruolo professionale - guadagni quanto
un uomo. Stati Uniti inclusi, come ha amuella per i diritti delle donne e per la pa- ci sono ancora professioni nettamente separate
messo l’economista Saadia Zahidi del
rità di trattamento tra i sessi è una bat- tra maschili e femminili. Dall’altro è innegabile
World economic forum: “In base alla pertaglia che si sviluppa in diversi campi. che il numero di donne ai piani alti delle aziencezione dei dirigenti d’azienda, negli Usa
Dalla politica alla società, passando evidente- de è ancora molto basso”. E questo soprattutto
le donne guadagnano circa due terzi del
mente per il mondo del lavoro. Senza però di- per un deficit culturale nel riconoscere la concisalario degli uomini per un lavoro simimenticare gli aspetti legali e culturali, settori in liabilità tra lavoro e famiglia. “Manca molto
le”. Certo, la parità non si misura solo a
cui l’avvocato luganese Rosemarie Weibel vede spesso il riconoscimento del lavoro di cura in
colpi di busta paga, ma restano innumeancora ampi margini di miglioramento, anche generale - precisa Weibel -, che sia dei figli, derevoli gli svantaggi e le discriminazioni
in Svizzera. “Prendiamo ad esempio l’ambito gli anziani o dei parenti. Il mondo del lavoro
che affrontano le donne e le ragazze, con
lavorativo, dove la disparità salariale è ancora non lascia spazio alla vita privata e alla famiripercussioni negative per lo sviluppo
chiara - osserva Weibel -. In questo campo per- glia. Pretende un totale impegno professionadelle loro capacità e la loro libertà di scelmangono difficoltà legali palesi, soprattutto le”.
ta. Il Gender inequality index, infatti - ed
nella ricerca delle prove. Perché la trasparenza
Una questione di cultura, secondo il legale
è solo uno degli indici appena aggiornati
salariale manca. È una questione di cultura luganese, ma anche di presenza di servizi sul
-, misura le disuguaglianze di genere in
aziendale: in Svizzera i salari fanno parte, per territorio. “Politicamente mi sembra però che la
tre aspetti importanti: la salute, l’“empocosì dire, dei segreti di Stato”. Secondo l’avvo- problematica non sia molto percepita - sottoliwerment”, che è un mix tra la percencatao luganese, poi, nella procedura vi è da mi- nea -. Ad esempio permangono grossi problemi
tuale di seggi parlamentari occupati da
gliorare l’apporto delle perizie, soprattutto per per quanto riguarda i servizi extrascolastici e i
donne in proporzione alle femmine adulla mancanza di gente qualificata quando si trat- congedi parentali, che sarebbero un sostegno
te con almeno un’istruzione secondaria,
La legge
di questioni legate alla parità dei sessi. importante. E anche una maggiore coscienza
e lo status economico espresso dalla parSecondo l’avvocato ta
Aspetto su cui si sta interessando anche il Con- della ripartizione dei ruoli non guasterebbe”.
tecipazione femminile al mercato del laluganese vi sono
siglio Federale.
Insomma, il lavoro legale, politico, culturale
voro. Scandagliando oltre 150 Paesi lo
D’altra parte, però, restano molte cose da e sociale non manca per avvicinare ulteriorscenario offre un’istantanea della parità
ampi margini di
fare nella rincorsa della parità tra i sessi. “Due mente uomini e donne e tentare di sovvertire
poco rassicurante. Anche per la Svizzera
manovra anche
aspetti prevalgono, ossia quello della segrega- l’idea statistica che parla sì di parità, ma non
che, nel Gender gap index 2014, è slittanella tutela legale
zione professionale e della segregazione verti- prima dell’anno 2095. Un orizzonte temporale
ta di due posizioni passando dal nono
delle donne
cale - aggiunge Rosemarie Weibel -. Da un lato che si vorrebbe meno lontano, ma…
m.s.
all’undicesimo posto del ranking mon-
I problemi
1
LA SITUAZIONE ATTUALE
La parità tra i sessi è un concetto
ancora lontano. Oggi il Paese più
virtuoso al mondo tra i 142
considerati è l’Islanda, il peggiore
è lo Yemen. La Svizzera è piazzata
in undicesima posizione assoluta
2
3
4
5
LA PROSPETTIVA FUTURA
Le proiezioni teoriche prevedono
che la parità sul posto di lavoro
sarà raggiunta nel 2095, perché
l’evoluzione degli ultimi 10 anni
è stata solo del 4 per cento
LE DIFFERENZE INTERNE
Secondo le cifre ufficiali,
comunque, anche in Svizzera
rimangono forti differenze salariali,
in media del 25%, ma fino al 39%
per i quadri superiori
LE QUOTE IN POLITICA
Quello della rappresentanza
femminile in politica è un tema che
viene affrontato da anni anche in
Svizzera, dove la quota odierna
è buona in generale (16° posto)
I MIGLIORI DELLA “CLASSE”
I Paesi nordici, oltre all’Islanda, si
confermano i più attenti e sensibili
alla parità tra i sessi. In classifica
anche Finlandia, Norvegia, Svezia
e Danimarca sono infatti ai vertici
“Serve un cambiamento culturale
a livello professionale e politico”
Q
Pagina a cura di
GastroSuisse
e GastroTicino
LARISTORAZIONE
L’ALBERGHERIA
Cavigliano, Dario Pancaldi e Andreas Schwab premiati dalla Guida Michelin
Settimana dopo settimana l’analisi
di tutti i temi, gli studi, gli argomenti,
i problemi e le norme dell’offerta
di ristoranti e alberghi. Una pagina
indispensabile per gli operatori del settore
&
GastroNews
Qr-Code
Sul “Tentazioni” brilla la stella dell’eccellenza
Grande soddisfazione per Dario Pancaldi e Andreas Schwab
premiati con la “stella” dalla Guida Michelin Svizzera 2015
(vedi a lato GastroNews): un meritato riconoscimento per
l’impegno, la passione e la qualità della loro offerta gastronomica. Il loro “Boutique Hotel Tentazioni” a Cavigliano, ospitato
in una tipica costruzione ticinese del 1905 completamente
rinnovata, è un piccolo gioiello immerso nella natura, perfetto
per il relax e come punto di partenza per escursioni nella vicina Valle Onsernone, nella regione Centovalli e Valle Maggia,
a pochi chilometri dal Lago Maggiore e dalle località conosciute di Ascona e Locarno.
Nel Ristorante Tentazioni sono i prodotti regionali a farla da
padrone, protagonisti indiscussi della loro “Haute cuisine nostrana”, all’insegna della creatività e dell’innovazione. Il risto-
rante è una sorta di “atelier” gastronomico dove tradizione e
contemporaneità si fondono armonicamente per il piacere del
palato. La provenienza dei prodotti è principalmente ticinese
e svizzera (il ristorante aderisce al progetto Ticino a Tavola), e
le creazioni culinarie dello chef Andreas Schwab sono servite
su splendidi piatti realizzati a mano con materiali locali come
la sabbia del fiume Melezza, il granito della Valle Onsernone
e della Valle Maggia, e altri ancora. Il ristorante - primo nella
categoria gourmet del “Best of Swiss Gastro 2013” - dispone
anche di 4 camere elegantemente arredate e di un appartamento, ideale anche per famiglie. Non ci resta che accogliere
l’invito di Dario e Andreas: “Lasciatevi guidare in un viaggio
culinario unico, e scoprite come le delizie della nostra regione
accendono un esplosione di sapori al vostro palato”. a.p.
L’assemblea di GastroTicino approva i nuovi statuti quale base per un futuro ricco di attività e progetti
Assieme
ai soci
CONDIVISIONE
DI OBIETTIVI
Un CdA
compatto che
lavora a
favore di tutti
gli associati
con dinamismo
Bilancio dell’annata, nuovi statuti, partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. Sono alcuni temi al centro della recente assemblea autunnale di GastroTicino, riunita all’Otaf di
Sorengo. Il direttore della Federazione esercenti-albergatori,
Gabriele Beltrami, ha sottolineato che non è un caso che sia
stato deciso di convocare l’assemblea fuori dalla sede abituale, scegliendo l’Otaf. La volontà, infatti, è di andare sul territorio per farsi conoscere sempre di più; e la scelta è caduta
su un ente che fa del bene e che svolge un ruolo apprezzato
tra la popolazione. “Certo, il nostro è un settore differente, ma
anche noi intendiamo intensificare il nostro ruolo di colonna
portante della realtà economico-sociale ticinese”.
In questo senso il direttore e il presidente Massimo Suter,
hanno ricordato i molti servizi in favore dei soci, l’attività nel
Vorstand di GastroSuisse, la presenza nei CdA della futura
Agenzia Turistica Ticinese, delle Otr, della Carta Turistica e in
molti altri consessi. Importante è anche l’impegno in occasione di molte iniziative popolari come quelle vinte sui salari minimi ed Ecopop, ma anche di quelle sulla partecipazione a Expo Milano 2015 o sull’Iva discriminatoria: “Il risultato delle urne non è stato quello auspicato, ma è stato importante poter
dimostrare a livello federale di essere una forza referendaria
e di aver potuto parlare dei problemi e delle aspettative della
nostra categoria al grande pubblico”. I due relatori hanno poi
citato i segnali di stima e considerazione da parte del mondo
politico, come l’apprezzamento per il Centro di Competenza
Agroalimentare e di Ticino a Tavola, o la mozione sui clienti indesiderati presentata dal granconsigliere Marco Passalia. E
proprio nell’ottica di partecipare maggiormente alla vita del
Cantone, si inserisce la candidatura al Gran Consiglio del
presidente Massimo Suter. Altro tema. Il bilancio di un’annata
che, a livello generale, si chiude con una flessione della cifra
d’affari per molti esercizi pubblici (specie nelle valli e zone discoste), a causa delle condizioni meteo e della recessione.
Suter e Beltrami hanno poi evidenziato il clima di positiva e
costruttiva collaborazione all’interno del CdA, che consente e
consentirà di lavorare con entusiasmo e dedizione a favore
dei 1.600 soci. Una condivisione di obiettivi che, al di là di pochi personalismi, fa sì che la Federazione si muova in sintonia
con le Sezioni. Prova ne sia l’approvazione sia dei nuovi statuti proposti dal CdA - documento fondamentale per la futura
vita associativa - sia i preventivi, che testimoniano di una gestione oculata delle risorse e dell’impegno del personale. A
questo proposito è stata festeggiata per i 20 anni di attività
per GastroTicino, la segretaria di direzione Rachele Kuster.
Vino e vite Enterà in funzione a inizio gennaio prendendo il testimone da Francesco Tettamanti
Andrea Conconi nuovo direttore di Ticinowine
Andrea Conconi è il nuovo direttore dell’Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese
(IVVT) e delle sue Commissioni Ticinowine e
di Tutela della Doc. Conconi subentrerà il 1°
gennaio a Francesco Tettamanti, che dopo 7
anni di collaborazione ha deciso di affrontare
una nuova sfida professionale.
Andrea Conconi, classe 1959, è stato selezionato fra una vasta rosa di candidati con
l’intento di assicurare una transizione all’insegna della continuità nella gestione dell’Ente. Il suo invidiabile percorso professionale gli
DECISIONE DELL’IVVT
Da sinistra U. Valsangiacomo, F.
Tettamanti, A. Conconi e A. Petralli
permette infatti di avere vaste conoscenze
nei settori chiave che la carica di direttore
della filiera vitivinicola impone: esperienza
tecnica ed enologica, conoscenza del mercato e dimestichezza nella comunicazione.
Dopo una formazione come cuoco Conconi
ha cambiato il proprio indirizzo professionale
rivolgendosi al settore vitivinicolo, seguendo
la Scuola superiore di enologia di Changins.
Si è in seguito occupato della produzione e
della commercializzazione in Svizzera di un
notissimo marchio italiano del comparto
spumantistico, è stato quadro dirigente in diverse aziende vinicole ticinesi ed è stato per
lungo tempo acquisitore vini per Coop Svizzera. Conconi collabora pure da diversi anni
con la rivista Cooperazione, occupandosi
della recensione di vini.
Il Comitato dell’ Ivvt guarda pertanto al futuro
con grande fiducia ed è certo che Conconi
saprà mettere a frutto la propria esperienza,
assicurando nel contempo continuità a
quanto svolto fin qui da Tettamanti. Auguri a
entrambi per la loro nuova attività.
a.p.
GT18122014
Vendesi occasione
FORNO RATIONAL PROFESSIONAL a gas
20 teglie, carrelli, coperte. CHF 15'000.--.
Interessati scrivere a cifra.
GT25112014
Affittiamo
LOCANDA DAZIO GRANDE – 6772 RODI-FIESSO
Locanda con alloggio, situata in uno stabile urano
cinquecentesco abilmente restaurato.
Requisiti richiesti: Certificato di capacità valido tipo I. Qualifica di cuoco,
comprovata da referenze, che sappia soddisfare le esigenze di una clientela
amante della cucina di qualità. Predisposizione ad assumere funzioni
direttive e organizzative nella struttura.
Verrà data la preferenza, a parità di qualifiche, a candidati
con buona conoscenza del tedesco.
Interessati inviare curriculum vitae scritto
comprendente recapiti e fotografia a:
Fondazione Dazio Grande – 6772 Rodi-Fiesso.
In mancanza dei requisiti richiesti, astenersi.
Ristorazione, produzione e distribuzione assieme per
valorizzare i prodotti tipici. Scoprite gli oltre 150 ristoranti,
le ricette, i prodotti e tante curiosità su www.ticinoatavola.ch.
Iscrizioni per tutti i partner interessati sempre aperte.
Eventuali interessati potranno contattarci al seguente indirizzo:
GASTROTICINO - Via Gemmo 11 - 6900 Lugano
Tel. 091 961 83 11 - Fax 091 961 83 25 - www.gastroticino.ch
OFFERTE SCRITTE CON INDICAZIONE DELLA CIFRA.
NON SONO DATE INFORMAZIONI TELEFONICHE
Per dare risalto alle notizie dei soci e a quelle che possono incuriosire clienti e lettori, ecco un nuovo sistema di comunicazione. Scaricando con un qualsiasi
smartphone un’applicazione per la
lettura dei Qr-code e facendo la
scansione del Qr-code che vedete
in questo articolo, sarete indirizzati
sul sito di GastroTicino. Troverete il
simbolo del Qr-code e potrete cliccare sulla notizia per leggere questa settimana:
> “A tutto mondo”, rassegna cinematografica con GastroTicino
> Tutte le “stelle” Michelin del Ticino
“Settimana della cazzoeula”:
iscrizioni aperte per ristoranti
Dopo lo straordinario successo della prima edizione, il “Cazzoeula Club”, in collaborazione con Ticino a Tavola, organizza
la seconda “Settimana ticinese della Cazzoeula nei giorni della merla”, vale a dire da venerdì 23 gennaio al 1° febbraio
2015, con possibilità di proporre il tipico piatto invernale
(eventualmente accanto a trippa e busecca). Iscrizioni entro
il 30 dicembre 2014.
Il Cazzoeula Club Ticino, presieduto da
Giampiero Storelli, è
un’associazione
a
scopo ricreativo, dedita al benessere e alla
cultura eno-gastronomica dei suoi aderenti.
Ticino a Tavola, invece, è l’iniziativa del Centro di Competenza
Agroalimentare (Cca), un progetto di politica economica regionale che intende valorizzare e promuovere i prodotti locali,
attraverso al ristorazione; a Ticino a Tavola, aderiscono oggi
oltre 170 ristoranti (ticinoatavola.ch).
Costi di iscrizione: 100 chf per stampa guida, adesivo per la
porta, pubblicità radiofonica della manifestazione e presenza
sui siti. I ristoranti interessati possono inviare - entro il 30
dicembre 2014 - un mail a [email protected] con la
conferma di adesione.
presenta:
SCEF 045
SENSIBILIZZAZIONE AL FENOMENO DELL’ILLETTERATISMO
MODULO FORMATIVO SULL’ANALFABETISMO DI RITORNO
Obiettivi
sensibilizzazione al fenomeno dell’analfabetismo di ritorno
fornendo conoscenze teoriche e pratiche sull’illetteratismo,
che possano permettere la gestione, nel ruolo di mediatore,
di persone con gravi lacune nelle competenze di base (lettura, scrittura e calcolo), consigliando nello specifico i percorsi
formativi di recupero di tali competenze.
Insegnante
Silvana Spinetti, responsabile di progetto per la Svizzera italiana
Data e orario
9 dicembre 2014, 09.00-12.00 o 14.00-17.00
Costo
gratis
GUTEN TAG - HERZLICH WILLKOMMEN
- GÄSTE DIALOG IM HOTEL AUF DEUTSCH
Obiettivi
sviluppare, approfondire e perfezionare le conoscenze di base della lingua tedesca per utilizzarle nel contesto professionale alberghiero e dell’accoglienza, costruendo un lessico
tecnico idoneo appropriato con l’obiettivo di relazionarsi al
meglio nel proprio ambito professionale ed aumentare la
qualità dell’accoglienza e il servizio verso il cliente.
Programma
l’accoglienza del cliente al ricevimento, il front office, informazioni generali, nozioni base di grammatica. Ulteriori informazioni su www.gastroticino.ch.
Insegnante
Antonella De Santis, formatrice per adulti, Professional Coach
Date e orario
dal 5 gennaio 2015 al 16 novembre 2015 (calendario
www.gastroticino.ch), 16.15-18.45
Costo
CHF 950.00 soci / CHF 1’250.00 (possibilità di sovvenzioni
per i soci GastroTicino)
GUTEN TAG - HERZLICH WILLKOMMEN
- GÄSTE DIALOG IM RESTAURANT AUF DEUTSCH
Obiettivi
sviluppare, approfondire e perfezionare le conoscenze di base della lingua tedesca per utilizzarle nel contesto della ristorazione, costruendo un lessico tecnico idoneo alle proprie
esigenze professionali con l’obiettivo di aumentare la qualità
dell’accoglienza e del servizio verso il cliente.
Programma
l’accoglienza del cliente al ristorante, il servizio al tavolo, informazioni generali, nozioni base di grammatica. Ulteriori informazioni su www.gastroticino.ch.
Insegnante
Antonella De Santis, formatrice per adulti, Professional Coach
Date e orario
dal 13 gennaio 2015 al 27 ottobre 2015 (calendario
www.gastroticino.ch), dalle 17.00-19.30
Costo
CHF 950.00 soci / CHF 1’250.00 (possibilità di sovvenzioni
per i soci GastroTicino)
Pagina a cura di
AutoPostale Svizzera SA
LEGUIDE
Il viaggio non comincia nel momento in cui si caricano le valigie e si parte verso sempre più invitanti mete, ma già nel momento in cui si sfoglia
il catalogo alla ricerca del paradiso che ci farà innamorare al primo sguardo. Finalmente hai la
possibilità, grazie al nuovissimo catalogo “Viaggiogiallo 2015” di AutoPostale di metterti comodo in poltrona e di esaminare tutte, ma proprio
tutte, le proposte. Basterà girare pagina e i tuoi
sogni si realizzeranno. Se ami il mare ti attendono mete incantevoli e luoghi incontaminati nel
Mediterraneo, ma non solo. Se invece ti piace
l’avventura, ecco le emozioni forti che si provano
visitando Paesi lontani, il tutto nella massima sicurezza. E non è finita. Cultura, sport, manifestazioni, città d’arte: per ogni desiderio c’è una risposta, per qualsiasi richiesta, l’itinerario giusto.
Per un viaggio all’insegna della scoperta, oppure
per chi preferisce stare tranquillo e lasciarsi trasportare dal dolce flusso della natura, ecco che è
pronta la destinazione per stare non bene, benissimo.
Viaggiogiallo non trascura nessuna meta, oltre
alla vacanza da sogno, ci sono anche gite e viaggi per famiglie, giornate dedicate alla visita di
mostre e rassegne culturali, escursioni di un
GLIITINERARI
Informazioni e prenotazioni:
AutoPostale Svizzera SA
Regione Ticino - Viaggi e Vacanze - 6501 Bellinzona
Tel. +41 (0)58 448 53 53 - fax +41 (0)58 667 69 24
[email protected] - www.autopostale.ch
Scenario diverso ma sensazioni simili in Cornovaglia per una magica esperienza di nove giorni
sulle orme del mitico Re Artù. Dopo lo sbarco a
Portsmouth, si parte per la visita di Winchester
nel Wessex, poi Salisbury con la Trinity Chapel e
il sito preistorico di Stonehenge che risale al
Neolitico. Di grande fascino l’itinerario attraverso
il Dartmoor National Park nel Devon, per raggiungere Polperro, antico villaggio di pescatori. E poi
ancora mille emozioni con St. Ives, Land’s, il castello di Tintagel, luogo di nascita di Re Artù e
Bath, nella contea del Somerset. Sembra di immergersi in un’atmosfera al di là del tempo e dello spazio in Cornovaglia, piccolo spicchio dell’isola britannica in cui i colori si fondono in una
tavolozza indimenticabile e la vita sociale scorre
su ritmi lenti, all’insegna delle tradizioni.
Altre proposte di viaggio sono: Praga a Pasqua
tra le numerose bellezze della città d’oro e l’allegra atmosfera dei bistrot, le Fiandre, terra di pittori e abilissimi artigiani, con Anversa, Bruges,
Gand e Bruxelles. Imperdibile poi il viaggio di nove giorni alla scoperta di Maiorca. Ma le mete sono tante altre ancora. Tutte da sfogliare sul nuovo
catalogo “Viaggiogiallo” di AutoPostale e da scegliere, per una nuova e indimenticabile vacanza.
Novità Tutte le mete dei tuoi desideri sul nuovissimo catalogo viaggi di AutoPostale
Sfoglia la vacanza migliore
ora c’è “Viaggiogiallo 2015”
giorno legate a sagre, fiere, mercatini natalizi.
Tutto si può trovare sul catalogo, una miniera di
proposte con identico denominatore: la voglia di
uscire dal monotono procedere della vita di tutti i
giorni, la necessità di staccare la spina e di stare
bene con i propri amici o con i propri familiari per
un’esperienza indimenticabile.
Ecco, allora, il viaggio alla scoperta delle capitali
scandinave. Dodici giorni per entrare in contatto
con Copenhagen, Oslo, Örebro (città nella storica
provincia svedese di Narke), Stoccolma, Turku ed
Helsinki. Il viaggiatore che visita per la prima volta il Nord Europa, non può fare a meno di rimanerne sedotto e affascinato: la Scandinavia è una
terra a misura d'uomo, dove natura incontaminata e progresso convivono nel rispetto recipro-
co, e dove la bellezza è in ogni angolo, in attesa
di essere scoperta da un occhio in grado di apprezzarne il valore. Lasciatevi stupire, allora, dalle meraviglie che questi luoghi offrono ai loro visitatori. Vi accorgerete che il viaggio è qualcosa
di più di una semplice vacanza: è un'esperienza
di rara intensità, destinata a lasciare un lungo ricordo nel cuore.
t
Qspwbufmb
vcjup"
Mb ovpwb Qbttbu/ Tjhopsjmf dpnf wpj/
’\Ûà\ Û\Œ˛Õ' \ j½Õ~½ ©'Õ t\©˛Õ' t½Û\ Û˛`¬˛‚˛t\ ö˛\``˛\Õ' t½¬ Û˛`¬½Õ˛Œ˛àbÅ @ŒàÕ' \ ~˛Ûà˛¬`î'ÕÛ˛ ©'Õ ˛Œ Ûî½ \Û©'àའ۩½Õà˛ö½ ' ˛Œ Ûî½ `'¬'Õ½Û½ \j˛à\t½Œ½{ Œ\ ¬î½ö\ H\ÛÛ\à ½‚‚Õ' jÕ˛ŒŒ\¬à˛
˛¬¬½ö\ù˛½¬˛ t½ł' ŒÔtà˛ö' 4¬‚½ *˛Û©Œ\š † Œ\ ©Õ˛ł\ ÛàÕîł'¬à\ù˛½¬' t½ł©Œ'à\ł'¬à' ~˛`˛à\Œ' ˛¬ î¬\ T½ŒØÛò\`'¬Å K'¬ù\ ~˛ł'¬à˛t\Õ' \ŒàÕ˛ ˚˛`˚Œ˛`˚àz \~ 'Û'ł©˛½ ˛ Ûî½˛ Û˛Ûà'ł˛ ~Ô\ÛÛ˛˝
Ûà'¬ù\ ˛¬à'ŒŒ˛`'¬à˛{ àÕ\ tî˛ ŒÔ\ÛÛ˛Ûà'¬à' \ŒŒ\ `î˛~\ ¬'`Œ˛ ˛¬`½Õ`˚˛ ' Œ\ ö˛Û˛½¬' ©'Õ˛ł'àÕ\Œ' \ ãŽÿ£ Õ'\ T˛'ò{ ½©©îÕ' ˛ Û'Õö˛ù˛ ½¬Œ˛¬' ł½j˛Œ˛ (\Õ˝>'àÅ 2˛b ~\
‚ÕÅ ãþÔãÿÿņgÅ ©©Õ½‚˛àà\à' ~˛ î¬ `˛Õ½ ~˛ ©Õ½ö\ ©'Õ Ût½©Õ˛Õ' àîàà\ Œ\ Û˛`¬½Õ˛Œ˛àb ~'ŒŒ\ ¬î½ö\ H\ÛÛ\àÅ
g
H\ÛÛ\à ’'ÕŒ˛¬\ þʼn MK4 ’=M{ þè” (T{ t\łj˛½ ł\¬î\Œ' \ Ž ł\Õt'{ t½¬Ûîł½ '¬'Õ`'à˛t½z ”ʼn Œáþÿÿ Øł{ 'ł˛ÛÛ˛½¬˛ ~˛ (@èz þè” `áØł Âł'~˛\ ~˛ àîàà' Œ' ö'ààîÕ' ¬î½ö' ö'¬~îà'z þ‰fi `áØłÄ{
t\à'`½Õ˛\ ~˛ '‚‚˛t˛'¬ù\ '¬'Õ`'à˛t\z ¬Å¬Å{ ½ł½Œ½`\ù˛½¬' \¬t½Õ\ ˛¬ t½ÕÛ½ ˛¬ Kö˛ùù'Õ\Å =½~'ŒŒ˛ Õ\‚‚˛`îÕ\à˛z H\ÛÛ\à ’'ÕŒ˛¬\ 3˛`˚Œ˛¬' èÅÿ M*4 ’=M{ þ”ÿ (T{ t\łj˛½ ł\¬î\Œ' \ Ž ł\Õt'{
˛¬tŒÅ 'Ë\``˛\ł'¬à½ Ûî©©Œ'ł'¬à\Õ' Â'Ûà'Õ¬˛ J˝;˛¬'{ ö'Õ¬˛t' ł'à\ŒŒ˛ùù\à\{ ‚\Õ˛ \ ;+*{ t'Õt˚˛ ˛¬ Œ'`\ Œ'``'Õ\ ~\ þµÔÔ{ à'àའ©\¬½Õ\ł˛t½Äz ‚ÕÅ ‰µÔ‰èÿÅ†Ý H\ÛÛ\à T\Õ˛\¬à 3˛`˚Œ˛¬'
èÅÿ M*4 ’=M{ þ”ÿ (T{ t\łj˛½ ł\¬î\Œ' \ Ž ł\Õt'{ ˛¬tŒÅ 'Ë\``˛\ł'¬à½ Ûî©©Œ'ł'¬à\Õ' Â'Ûà'Õ¬˛ J˝;˛¬'{ ö'Õ¬˛t' ł'à\ŒŒ˛ùù\à\{ ‚\Õ˛ \ ;+*{ t'Õt˚˛ ˛¬ Œ'`\ Œ'``'Õ\ ~\ þµÔÔ{ à'àའ©\¬½˝
Õ\ł˛t½Äz ‚ÕÅ ”þÔãèÿņŠ(½¬ Õ˛Û'Õö\ ~˛ ł½~˛‚˛t˚' ~'˛ ©Õ'ùù˛Å
BNBH Cfmmjo{pob- Wjb T/ Hpuubsep 82- 7611 Cfmmjo{pob- Ufm/ 1:2 931 71 51- xxx/cfmmjo{pob/bnbh/di
BNBH Mvhbop- Wjb Npouf Cphmjb 35- 7:11 Mvhbop- Ufm/ 1:2 :84 44 44- xxx/mvhbop/bnbh/di
BNBH Nfoesjtjp- Wjb Sjobmej 4- 7961 Nfoesjtjp- Ufm/ 1:2 751 51 91- xxx/nfoesjtjp/bnbh/di
Qbsuofs ej wfoejub;
Hbsbhf Q/ Ofttj- Wjb Dboupobmf- 76:4 Dbefob{{p- Ufm/ 1:2 969 26 21
BNBH Tpsfohp- Wjb Qpouf Usftb 46- 7:35 Tpsfohp- Ufm/ 1:2 :96 21 61
HBSBHF XFCFS.NPOBDP TB- Wjb Lptdjvt{lp 5B- 7:54 Wf{jb- Ufm/ 1:2 :77 1: 48
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
44
ilcaffèLink 45
La scrittura manuale tenta di resistere ai nativi digitali
La Svizzera tedesca abolirà il corsivo a scuola, la Finlandia la calligrafia, mentre in Ticino...
PATRIZIA GUENZI
P
Tra i banchi. C’è chi ne
ha già decretato la fine
Eppure, stando ad alcuni
esperimenti, l’uso della penna
migliora ricchezza lessicale
e capacità di sintesi
enna e matita sempre più
bistrattate. Inutili, sorpassate, obsolete. In futuro, c’è già chi sentenzia,
saper scrivere a mano non
sarà più necessario. Al loro posto,
tastiere e touch. Di conseguenza,
non serve insegnare a scrivere a
mano ai bimbi. A questa conclusione è giunta la Finlandia che dal
2016 metterà al bando dalle classi
la penna. Addio a qualsiasi forma di
compilazione manuale, tanto poi in
tasca ci sarà sempre un tablet, un
bloc-notes elettronico, uno smartphone e chissà cos’altro ci riserverà il futuro, su cui prendere nota,
dalla lista della spesa alle visite mediche agli impegni di lavoro. Non
così drastica, ma comunque in linea
con una digitalizzazione sempre più
spinta, anche la recente decisione
dei direttori cantonali dell’educazione della Svizzera tedesca di non
più insegnare agli allievi il corsivo,
ma solo lo stampatello, sull’onda di
una fase sperimentale fatta nel canton Lucerna che un gruppo di
“È importante per la
successione delle parole
che si riflette nel pensiero”
esperti ha giudicato una soluzione
efficace. Il provvedimento era atteso e non ha suscitato polemiche. Ma
in Ticino e in Romandia, per ora,
non se ne parla. “E spero proprio
non se ne parli mai - reagisce Daniele Bianchetti, direttore della
scuola media 1 a Locarno -. Fior di
esperti hanno spiegato quanto sia
importante la scrittura per la crescita, per il rapporto occhio-mano, per
la successione delle parole che si riflette nel pensiero”.
Insomma, mai come in questo
caso la forma è pure sostanza. Una
sostanza che abitua alla flessibilità
perché, sostengono gli esperti, il
fatto di non staccare la penna dal
foglio aiuta ad acquisire le più elementari competenze cognitive e
psicomotorie, oltre che di abilità
manuali e di pensiero. Non solo. La
morte del corsivo significherebbe
anche, inevitabilmente, l’addio definitivo di alcuni contenuti. Ecco
perché uno zoccolo duro resiste alle
pressioni del digitale e rilancia l’uso
della scrittura corsiva. Succede in
Italia, ad esempio, dove alcune
scuole hanno coinvolto quattrocento nativi digitali, bambini di otto,
nove e dieci anni e chiesto loro di
dimenticare tastiere e touch per
quindici minuti al giorno per quattro mesi. Con sorpresa, ricchezza
lessicale, capacità di sintesi e ortografia sono sensibilmente migliorate. “Non solo. Il corsivo aiuta il
bambino nei primi anni a sviluppare
la motricità fine e la coordinazione
occhi- mano – osserva Sonia Lurati,
pedagogista -. Fondamentale, visto
che i giochi al giorno d’oggi sono
per lo più tecnologici e non contribuiscono certo a migliorare la manualità. Tuttavia,
devo
però ammettere che la tastiera è
onnipresente e sempre più ciò che
leggiamo è scritto in stampatello,
dai giornali al web agli orari dei
mezzi pubblici. Quindi mi chiedo se
davvero serva questo tipo di insegnamento. E me lo chiedo vedendo
la fatica che molti bambini fanno
per imparare il corsivo. Ecco, pensando a loro, ma anche ai tanti allievi dislessici, non me la sento di difenderlo a spada tratta”.
Corsivo e stampatello dividono
anche gli stessi insegnanti. Athos
Ottini, direttore delle elementari di
Arbedo Castione, replica a Lurati: “I
bambini con difficoltà ci sono sempre stati anche in passato, ma in
terza elementare al più tardi tutti
avevano imparato. Più in là, poi,
permette di essere più veloci e di
personalizzare la scrittura. L’unico
difetto, per così dire, è che con il
corsivo spesso l’allievo tende ad appiccicare le parole, cosa che invece
non avviene con lo stampatello”.
Intanto, il tema appassiona gli
esperti di molti Paesi. Negli Stati
Uniti, ad esempio, da qualche anno
educatori, famiglie e docenti dibattono, tra ragioni pragmatiche e considerazioni pedagogiche. La maggior parte degli americani utilizza lo
stampatello, più pratico e più facile
da imparare. Ma la Carolina del
Nord, ad esempio, ha varato una
legge dal titolo inequivocabile ,
“back to basics” che invita a un ritorno alle fondamenta (e dunque
anche al corsivo) nei programmi di
scuola primaria, mentre Hawaii, Indiana e Illinois hanno già sostituito
le lezioni di scrittura a mano in corsivo con lezioni di battitura mecca-
nica dei testi e altri 44 Stati decideranno altrettanto.
Ma i più pessimisti insistono: il
rischio è quello di non saper più non
solo scrivere, ma anche leggere.
Senza dire di quella sottile abilità
delle mani che solo l’uso della penna regala. Infine, se a qualcuno di
noi la calligrafia sembra una cosa
molto old style, una delle icone
dell’epoca digitale ha iniziato proprio da lì. Steve Jobs, infatti, quando decise di frequentare il corso di
calligrafia al Reed College, penna e
matita erano già fuori moda. Eppure, è lì che il fondatore di Apple ha
imparato a dare importanza al dettaglio, a mirare alla bellezza della
perfezione. Dal tratto di penna, sino
alle sue sofisticatissime creazioni
digitali.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
IL DIRETTORE
Daniele
Bianchetti,
direttore
scuole medie1
a Locarno
Un po’ di storia
1
ETÀ DEL BRONZO
Il primo sistema di scrittura della
prima età del bronzo non fu
un'invenzione improvvisa. Piuttosto,
uno sviluppo basato su tradizioni
precedenti di sistemi simbolici
2
3
GEROGLIFICI EGIZIANI
Sono i segni scolpiti o pittorici che
compongono il sistema di scrittura
monumentale utilizzato dagli antichi
Egizi, che combina elementi
ideografici, sillabici e alfabetici
PROTO-ELAMITA
Corbis
Lo scrittore Andrea Vitali,autore di romanzi di successo tradotti in una dozzina di Paesi,spiega il suo rapporto con la matita
“Il mio è un bisogno intimo,
un po’come il pittore
quando usa i suoi pennelli”
Ti-Press
Una fatica utile
Anche se è faticoso
imparare a scrivere in
corsivo è necessario.
Non tutto è sempre
a portata di clic
M
i gratifica, la scrittura manuale mi dà quel
senso artigianale che amo tantissimo. È
come se un pittore non usasse più il pennello per fare i suoi quadri”. Sconcerto nelle parole
di Andrea Vitali, uno degli autori più letti della
narrativa italiana contemporanea, tradotto in una
dozzina di Paesi, tre milioni di copie vendute. A lui,
che giura di aver scritto i suoi cinquanta e passa libri, tra romanzi e racconti, tutti a mano, un po’ a
casa, in treno, in battello, il Caffè ha chiesto una
reazione alla decisione di alcune scuole di abolire
l’insegnamento della scrittura o, almeno, del corsivo. “Non potrei immaginare di scrivere in altro
modo - spiega -. Il tempo del romanzo e del racconto parte proprio dalle dita della mano. Quindi,
per la prima stesura utilizzo sempre e solo la matita o la stilografica. Poi ovviamente i testi li ribatto
al computer, altrimenti il mio editore mi manda a
quel paese. Ma anche quelle rare volte in cui mi
capita di scrivere al computer, quando magari un
giornale mi chiede un testo, ragiono come se lo
stessi facendo su carta, cancellando tutta una frase se qualcosa non torna invece di correggere dove serve. La riscrivo di nuovo, perché credo che sia
il modo ottimale per migliorare quello che voglio
dire”.
Così, sin da quelle lontane lettere che quando
aveva 15 anni mandava alla sua morosa, Vitali non
ha più perso l’abitudine alla matita e alla stilografica. E si compiace nel ripetere che proprio come
Indro Montanelli anche lui ha il “vizio” di scrivere
sempre a mano. Un lavoro certosino il suo. “Un bisogno intimo direi - sottolinea -, come quello di
andare nell’orto a seminare, usando le mani ovviamente. Ecco, mi rattrista enormemente una decisione come quella finlandese. Insegnare a scrivere
ai bambini non è certo una perdita di tempo. E anche se fanno fatica che importa? Chi di noi non ha
penato per imparare a scrivere! Ricordo ancora
con orrore quelle lettere maiuscole che non mi entravano mai in testa, l’acca o la kappa. Ma anche le
effe e la gi, la pancia sotto, la pancia sopra… c’era
da impazzire. Ma è anche così, faticando, che i ragazzini capiscono che per
ottenere qualcosa bisogna
impegnarsi. Non è tutto
facile, a portata di mano,
anzi di clic dovrei dire”.
Insomma, Vitali non ci
sta a buttare al macero
penna e matita. “È diseducativo non più insegnare la scrittura - avverte -.
È una perdita netta di una
fetta di cultura del mondo
che va a farsi benedire. È
come se a un certo punto qualcuno decidesse che leggere l’Odissea è inutile. Ripeto, non
ha senso e poi non è vero che scrivere a mano è
una perdita di tempo, semmai a perderci è il nostro cervello”. E, a proposito di capacità mentali,
Vitali ipotizza pure un danno a livello cerebrale.
“Mi piacerebbe chiedere a un neuroscienziato
quali sono le aree del cervello penalizzate e che si
addormenteranno definitivamente con una decisione di questo genere - osserva -. Sono sicuro che
alcune parti del cervello andranno in pensione
proprio per l’assenza di una stimolazione neuroormonale data dall’atto dello scrivere a mano”.
L’opinione
Secondo la grafologa Ombretta Di Cosmo sull’altare della fretta abbiamo perso tradizione e sapere
La non ancora decifrata scrittura
proto-elamita emerse intorno al
3200 a.C. e si crede sia poi
evoluta nell'Elamita lineare dalla
fine del III millennio a.C.
“Che nostalgia per quei segni eleganti”
B
è, è un peccato. Se il corsivo scomparirà si
perderà tradizione e sapere. E poi che nostalgia per quei segni eleganti”. È la reazione di Ombretta Di Cosmo, titolare di uno studio di
analisi grafologica a Torricella e insegnante di grafologia, alla decisione dei direttori cantonali dell’educazione della Svizzera tedesca di eliminare
l’insegnamento del corsivo. E aggiunge: “Mi rendo conto che i tempi cambiano, che tutto evolve,
che oggi siamo sempre più confrontati con i nuovi
supporti digitali e frenare la tecnologia non si può.
Ma la mia non è solo nostalgia per un certo tipo di
scrittura, è che nel corsivo si esprime meglio il carattere di una persona”.
Insomma, qualche difficoltà in più nel decifrare i meandri della mente c’è, per chi fa la professione di Di Cosmo, vista la predominanza dello
stampatello. Figuriamoci ipotizzare la fine della
scrittura. “Il nostro modo di scrivere è unico, personale, ci rispecchia - spiega l’esperta -. Così come ognuno di noi ha il suo modo di gesticolare,
camminare, guardare, così scrittura e disegno ci
rispecchiano. Significativo è come occupiamo lo
spazio del foglio, quanto margine lasciamo ai lati,
la pressione della penna sulla carta e l’inclinazione delle lettere. Se ci mancano questi riferimenti
diventa difficile fare un’analisi grafologica. No,
Ombretta
Di Cosmo
Ognuno di
noi ha il suo
modo di
gesticolare,
camminare,
guardare,
disegnare...
ci rispecchia
non posso pensare che un domani gli allievi non
impareranno più a scrivere con una penna”. Certo, uno strumento prezioso di analisi sono pure i
disegni. “Soprattutto in un bambino, per comprenderne il carattere, lo stato emotivo o eventuali difficoltà - nota Di Cosmo -. Ma con la scolarizzazione apprende nuovi modelli calligrafici e
raffigurativi, altrettanto importanti per tracciare
la personalità”.
D’altro canto, in qualche modo dobbiamo pagar pegno per l’invasione della tecnologia nelle
nostre vite. Uno di questi è il crescente disamore
per matita e penna, che si traduce in una sorta di
“disgrafia”, una difficoltà di scrivere a mano caratterizzata dall’incapacità di riprodurre i segni
dell’alfabeto. “Ma purtroppo noto anche la disaffezione per la bella scrittura - riprende la grafologa -. Lasciamo perdere la manualità che indubbiamente ne risente, ma è andato perso pure il senso
estetico, l’ordine all’interno del foglio, la capacità
di strutturare parole e frasi in modo adeguato. La
conseguenza è, anche, un linguaggio impoverito,
perché vieppiù veloce e stringato. L’ideale sarebbe
saper sì usare bene la scrittura digitale, perché
oggi non se ne può più fare a meno, ma pure conservare l’abilità, la spontaneità che solo lo scrivere a mano regala”.
4
5
LAMINE DI PYRGI
Lamine d'oro che riportano
sia in etrusco che in fenicio il
testo di un trattato. Presso il
Museo nazionale etrusco di Villa
Giulia, IX secolo a.C.
MEDIOEVO
L’abilità dei calligrafi medievali che
copiavano i testi classici di teologia
e filosofia hanno permesso la
diffusione della conoscenza e della
cultura in tutta Europa
Do n a e
aiut a or
a.
Raccolta della Migros per i più bisognosi in Svizzera: contribuisci anche tu.
La Migros raddoppia l’importo totale delle donazioni fino a 1 milione di franchi.
Donare è semplicissimo: stacca il buono con l’importo da te scelto e consegnalo
alla cassa della filiale Migros, Micasa, SportXX, Melectronics o Do it + Garden.
In alternativa, invia per SMS l’importo che desideri donare con la parola chiave «Migros»
al numero 455. Esempio: per una donazione di fr. 50.– invia per SMS «Migros 50»
al numero 455. Trovi altre possibilità di donare su migros.ch/natale
Un’iniziativa della Migros a favore di:
5.-
10.-
15.-
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ilcaffèLink 47
Il movimento. Calcio,ginastica artistica,
danza o basket? Per scegliere l’attività più adatta ai
nostri figli meglio affidarsi ai consigli di un esperto
Ecco lo sport a misura di bambino
L’ideale è iniziare in una polisportiva che offre più discipline
Da provare
1
ATLETICA LEGGERA
Si può iniziare a 6-8 anni, ma solo
sotto forma di gioco, perché il
bambino non tollera carichi e
sforzi prolungati. Richiede sia
capacità di coordinazione neuromuscolare sia metaboliche.
2
3
IL CICLISMO
La bici rinforza gli arti inferiori,
quindi non è uno sport completo.
Insegna però a stare in equilibrio,
coordinare i movimenti e rispettare
le regole della strada.
C
PATRIZIA GUENZI
alcio, pallacanestro, pattinaggio,
sci, danza, ginnastica artistica…
Mica semplice scegliere qual è lo
sport più adatto ai nostri figli.
Sempre meglio, prima, verificare
la predisposizione del bambino, dalle capacità di coordinazione all’efficienza cardiocircolatoria. Ma anche la velocità dei movimenti,
destrezza, resistenza, mobilità e forza. Per
maschi e femmine. Altrimenti, si rischia di
fare brutte esperienze e di allontanare per
sempre il ragazzo dall’attività sportiva. E siccome lo sport è fondamentale per il benessere del bambino, meglio farsi consigliare da
un esperto, che aiuti i genitori a scegliere se
iscrivere il figlio ad una società di nuoto, tennis, judo, balletto, pattinaggio artistico o altro ancora.
Un ottimo supporto in questo senso lo dà
il Centro di medicina e chirurgia dello sport
(Cmcs) dell’ospedale La Carità di Locarno,
uno dei pochi Swiss Olympic Medical Center
presenti in Svizzera, l’unico in Ticino. Parti-
colare attenzione vien data proprio allo sport
giovanile, grazie a un team di professionisti
esperti che valutano attitudini fisiche e psicologiche del ragazzo. “L’ideale è iscrivere il
bambino a una società polisportiva, in cui
possa imparare l’abc della coordinazione
motoria e valutare la disciplina più adatta a
lui – spiega Patrick Vetterli, riabilitatore,
trainings coach e collaboratore al Cmcs -. Ma
ancor più importante è che il bambino si diverta, che lo viva come un gioco, che impari
a socializzare. Il tempo per l’impegno vero
verrà più tardi”.
Insomma, meglio valutare con calma ed
essere certi di aver scelto il meglio, sia per la
struttura fisica che per l’indole del bambino.
“Mai forzarli verso una o l’altra disciplina,
ma fargli fare più esperienze sportive contemporaneamente – insiste Paolo Scalzi, fisioterapista al Physio Sport Progress di S.
Antonino -. Gli studi di psicologia dello sport
dicono chiaramente che i ragazzi che si sono
impegnati solo in uno sport, quando raggiungono l’adolescenza spesso abbandona-
no, non hanno più la forza mentale di andare
avanti, sono stanchi e stufi. Fondamentale,
quindi, è sempre valutare anche la loro psiche, non solo la struttura fisica, per ottenere
un buon risultato finale”.
Infine, un accenno all’alimentazione, che
riveste un ruolo importante per la crescita
del bambino. Non solo in vista di un futuro
agonistico, ma anche per mantenere una
modesta, ma salutare, attività sportiva. “Lo
ripetiamo in continuazione – spiega Vetterli
-, mangiare di tutto ma con misura. Molta
frutta e verdura e variare il più possibile.
Ovviamente, per gli sport di resistenza il discorso si fa più complicato e il nostro supporto diventa molto importante. Cerchiamo il
più possibile di coinvolgere le famiglie, invitandole a parlare con il medico sportivo anche per tutta una serie di norme igieniche
cui il ragazzo dovrebbe attenersi: dal sonno
al divertimento, perché l’aspetto psicologico
resta comunque fondamentale per uno sviluppo armonioso”.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
I TEST
Alcuni test utili per valutare le principali capacità motorie dei bambini in età preadolescenziale e l’idoneità allo sport
VISITA MEDICA E TEST
DI LABORATORIO
Utile a conoscere le
condizioni generali di
salute e per riscontrare
eventuali casi di non
idoneità a sport particolari
PROVA DI ENDURANCE
Test di Cooper a 4
minuti: il bambino corre
a velocità sostenuta
cercando di coprire la
massima distanza
possibile
EFFICIENZA
CARDIOCIRCOLATORIA
Il test di Astrand misura il
massimo consumo di
ossigeno durante la corsa
su tapis roulant intervallata
da fasi più faticose
DENSITOMETRIA
OSSEA
Attraverso l’utilizzo di
una bassissima dose
di raggi X, permette
di valutare la densità
minerale delle ossa
LA DANZA
Abitua a una postura corretta,
regala grazia ai movimenti e
insegna il senso del ritmo, come
alternanza di battute e pause. È
considerata un’attività completa.
4
IL CALCIO
È una delle attività che più
favorisce la socializzazione e lo
spirito di gruppo, che insegna a
mettere da parte il proprio
egoismo per il bene della squadra.
L’iniziativa
IL FABBISOGNO ENERGETICO GIORNALIERO
Le calorie variano a seconda del sesso,
età, peso e attività fisica svolta
6 anni
1633 Kcal
10-15%
10 anni
2303 Kcal
50-55%
Carboidrati
di cui 20% semplici,
80% complessi
25-30%
Lipidi
preferibilmente olio extravergine di oliva
L’emozione di incontrare Belinda
come esclusiva maestra di tennis
MAESTRA
BELINDA
Belinda
Bencic, 17
anni, e i suoi
giovanissimi
allievi a
Bienne
Marc Gilgen
13 anni
2783 Kcal
Proteine
Metà di origine animale, metà vegetale
Metti un pomeriggio a giocare a tennis con Belinda Bencic, astro nascente
del tennis internazionale e attuale numero 32 delle classifiche mondiali nonostante non abbia che 17 anni. È quanto
hanno potuto vivere alcuni ragazzi ticinesi grazie alla collaborazione tra il Caffè
e Cornèrcard lo scorso 30 novembre sui
campi di Swiss Tennis a Bienne. Una
giornata certamente indimenticabile,
che ha comunque fatto molto piacere anche alla giovane tennista rossocrociata.
“Beh per me una giornata così significa
ritornare un po’ alla mia infanzia - spiega
Belinda Bencic -, anche io ho iniziato a
giocare da giovanissima, ho dovuto imparare molto ed esercitarmi tantissimo.
E pure io, come questi ragazzi, ero felice
ricevere dei consigli preziosi e quindi mi
sono potuta immedesimarecompletamente nella loro situazione”.
Ovviamente nel pomeriggio di Bienne, Belinda è stata sotto gli occhi attenti
di tutti i suoi “allievi per un giorno” quasi
di più rispetto a quando gioca nel circuito
mondiale. “Sono stati molto carini - ricorda la numero uno del tennis svizzero
al femminile -. A me fa molto piacere lavorare con loro, fare qualcosa insieme.
Mi fa piacere anche quando mi chiedono
un autografo. È una bella sensazione,
perché posso restituire qualcosa a questi
ragazzi e questo per me è importante”.
All’anno prossimo, allora…
m.s.
Il monitore
“Mai forzarlo,
seguirlo sempre
e, soprattutto,
farlo divertire”
N
on è più come una
volta. I bambini
scendevano
in
cortile e giocavano a calcio, a basket o anche solo
a nascondino. Bastava
poco per muoversi un
po’. Oggi, gli spazi sono
cambiati. E allora benvengano palestre, piscine e altri impianti sportivi. Ma come scegliere
l’attività più idonea al
ragazzo? “Innanzitutto,
mai forzarlo - spiega
Giacomo Antognini, responsabile della scuola
calcio presso il Fc Locarno -. Seguire i suoi desideri”. Ecco perché deve
poter frequentare più discipline. “La maggior
parte delle volte i più
piccoli seguono un’attività perché ci sono i loro
amici – continua Antognini -. L’aspetto socializzante è quello che prevale alla loro età ed è
giusto così. Inoltre, il
bimbo ha bisogno di essere rassicurato, quindi
la presenza dei genitori è
fondamentale”. Durante
l’allenamento è molto
concentrato, ma appena
stacca, il suo primo pensiero è quello di cercare
lo sguardo di mamma o
papà”.
E la famiglia è importante anche per supportare il lavoro dei monitori, che devono essere informati su eventuali debolezze, fisiche o psichiche del bambino. “Di
conseguenza possiamo
aggiustare il tiro e modificare gli allenamenti
senza influire sulla serenità del ragazzo”, sottolinea l’esperto che aggiunge: “Lo scopo primario di un’attività fisica
a questa età è il divertimento, non dimentichiamolo”.
Tuttavia, non tutti i
ragazzini sono portati,
ad esempio, per uno
sport di squadra. “Fino a
9-10 anni il consiglio è di
far loro provare anche
sport individuali – consiglia Antognini -. Ginnastica, atletica, corsa
d’orientamento, sono
tutte ottime attività per
sviluppare ed esercitare
le capacità cognitive e di
coordinamento.
A
quell’età i bambini imparano a relazionarsi con
lo spazio che li circonda,
a confrontarsi con le distanze e, soprattutto, a
interagire con il resto del
gruppo. Più avanti, seguendo le proprie predisposizioni, sceglieranno
poi lo sport che più li
soddisfa. Prima, ripeto,
si deve mirare al divertimento”.
o.r.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
125kg
Il sacchetto
di plastica
in Svizzera
24mio
La plastica
pro capite buttata nell’arco
di un anno
48
I sacchetti
distribuiti da Coop e Migros
in un anno
La proposta. Fa discutere l’idea di Berna
di una “tassa” di 5 centesimi su tutti i sacchetti
riutilizzabili. Ma per salvaguardare l’ambiente...
E
Casabianca
È solo uno spreco.
Usiamo il petrolio per
scopi più intelligenti
ma anche più nobili
liminare tutti i sacchetti della spesa in
plastica gratuiti. È la
proposta su cui sta
riflettendo l’Ufficio
federale dell’ambiente (Ufam).
Principale promotore dell’iniziativa è il deputato friborghese del Ppd Dominic De Buman,
la cui idea sembrerebbe voler
spingere l’Ufam a far pagare
anche tutti i tipi di sporte di
plastica riutilizzabili. “Benvenga ogni progetto che intende
salvaguardare la natura”, osserva Antoine Casabianca,
presidente dell’Associazione
consumatrici della Svizzera
italiana (Acsi). Ma c’è chi stor-
ce il naso. L’associazione che
raggruppa i commerci al dettaglio, Swiss Retail Federation,
replica che nessuno ha chiesto
una tale misura. La maggior
parte dei commerci già fa pagare i sacchetti riutilizzabili,
non serve alcuna regolamentazione. E poi perché la Svizzera
dovrebbe avere la legge più severa d’Europa?
Intanto, c’è chi avanza
qualche perplessità sul sacchetto pagamento. Difficile costringere a trasformare qualcosa di gratuito in qualcosa a pagamento. Ma un cambio di
mentalità si impone. La logica
non perdona: se i sacchi usa e
getta sono semplicemente rimpiazzati da quelli riutilizzabili
Le tonnellate
di plastica buttate
ogni anno
n
LA PLASTICA
ei nostri sacchetti
NEL MONDO
1
Se li paghi li riusi
e la spesa a casa
la porti più volte
OMAR RAVANI
1mio
2
2
Il problema
L’impatto
1trilione
100mila Tassa
Il numero di sacchetti di
plastica prodotti in un anno
a livello mondiale
La soluzione
Il numero di animali marini
uccisi in un anno a causa dei
sacchetti di plastica in mare
Una tassa al consumatore che usa
i sacchetti di plastica. Ha ridotto il
consumo in Irlanda del 93.5%
1000anni 46mila
ma gratuiti, finiranno comunque nella
spazzatura. Inoltre,
sensibilizzare i consumatori sulla non
gratuità delle materie prime è un’ottima iniziativa. Intanto, in Svizera
c’è già chi si è mosso in questa direzione. Le filiali Migros
del canton Vaud, ad
esempio, già dal
2013, fanno pagare 5
centesimi il sacchetto in
plastica, quelli che nel resto
del Paese sono considerati monouso. E il risultato s’è visto: in
un anno Migros ha distribuito il
94% in meno di sacchetti usa e
Riuso
Il tempo necessario per la
degradazione del sacchetto
di plastica
I sacchetti trovati in ogni
miglio marino del oceano
Scoraggiare l’abitudine dell’usa e getta.
Riutilizzare i sacchetti diminuisce
drasticamente la richiesta di produzione
mio
3.5
tonnellate
4.3 bilioni Alternative
I galloni di petrolio greggio
utilizzati per produrre i sacchetti
in un anno.
(1 gallone = 3.785 litri)
Il peso dei sacchetti
gettati in un anno
Passare ad un sistema di sacchetti
riutilizzabili decresce drasticamente
il numero di quelli che una persona
in tutta la sua vita utilizza
I benefici
4
1 tonnellata di plastica riciclata aiuta a:
risparmiare
685 galloni
di petrolio
risparmiare
5.774 Kwh
di elettricità
risparmiare
ca. 2.5km cubi
di discarica
ridurre
l’inquinamento
atmosferico
salvare
il mare e i
loro abitanti
Fonte: Epa, Defra, Wrap, Algalita marine research, reusethisbag.com
getta. Anche i cantoni di Berna, Ticino e Giura si sono detti
molto interessati all’idea lanciata da De Buman, i cui atout
sono indiscutibili. L’unico neo,
se così si può definire, è che i
consumatori elvetici vivano come un’ulteriore balzello il pa-
Pubblicità
300t
gamento dei sacchetti. “Non
credo proprio - nota Casabianca -. L’Ufficio federale dell’ambiente ha previsto delle eccezioni, legate ad esempio alla
quantità di sacchetti da distribure, per non pesare troppo sul
bilancio dei piccoli commerci”.
Una situazione “win-win”, per
favorire sia il commerciante,
felice di dare il suo contributo
all’ambiente, sia il cliente, che
può comunque scegliere tra
una grande gamma di alternative, come trolley, sacchi in iuta e molto ancora (vedi a fianco). “Un altro modo di portare a
casa la spesa che da anni è ormai entrato nelle abitudini dei
consumatori - replica il presidente dell’Acsi -, come i sacchi
di carta o le sporte non inquinanti”.
Infine, c’è già chi guarda
più avanti. E chiede che gli
utili della vendita di questi
sacchetti siano in qualche
modo utilizzati per progetti a
sostegno
dell’ambiente.
“Legati magari alla promozione della mobilità lenta
o dei mezzi di trasporto
pubblici - suggerisce
Casabianca -. Promuovere
questi
aspetti farebbe sì
che il consumatore
paghi più volentieri i 5 centesimi”.
Bando alla plastica
insomma, anche se è
quella più amica della
natura. “Usiamo il petrolio per scopi più nobili - conclude il presidente dell’Acsi -. Impegnamoci affinché le persone
capiscano che la plastica è pericolosa”
[email protected]
Q@OmarRavani
250mila
Il peso dei sacchetti
di plastica
utilizzati ogni anno
Le tonnellate di plastica
riciclate e rimesse
in commercio
49
L’alternativa
Si può essere amici della natura senza diventare troppo “vintage”
Sporte in iuta e trolley
oggi più fashion e rock
S
ono parecchie le alternative ai nocivi sacchetti di plastica monouso
dei supermercati. Alcune sono recenti, altre risalgono ai tempi delle nostre nonne.
Restando sui contenitori in materiale sintetico, i sacchetti non biodegradabili, tra l’altro in alcuni Paesi, come
l’Italia, proibiti da un po’, sul mercato
sono arrivate le bioplastiche. Inoltre, da
molti anni vicino alle casse dei supermercati si trovano i sacchi in
carta. Anche se meno resistenti
hanno il pregio di non avere
praticamente alcun impatto
negativo, se si escludono naturalmente i quasi inevitabili costi legati alla produzione. Il loro inconveniente
semmai è il prezzo, che se
rapportato alla durata di
vita e di uso, può apparire
un poco esagerato.
Ci sono poi le sporte,
prodotte in generale con
materiali amici della natura. Al momento del lo-
ro acquisto è importante accertarsi che
si tratti di tessuto resistente, ma soprattutto che contribuisca a dare una mano
all’ecosistema. E allora prima di entrare
al supermercato dotiamoci di borse di
cotone, tela, stoffa, canapa o lino, o in
mancanza d’altro, anche in materiali
sintetici purché biodegradabili.
C’è poi un oggetto che fa un po’ casalinga agé, ma che grazie ai nuovi modelli di stile in voga da un po’ fa tanto
“rock”: il trolley, il comodo e ampio contenitore con le ruote. Pratico, versatile,
lo si vede al traino di signore eleganti e
di classe. Di taglia e dimensioni diverse,
ognuno può scegliere quello più appropriato ai propri bisogni.
Infine, c’è l’asso nella manica. Ovvero, la soluzione più pratica in assoluto.
Grazie alle sue dimensioni ridottissime
trova posto ovunque: è la pallina che al
suo interno cela un sacchetto. Comoda e
leggera si infila ovunque, anche nella
tasca del cappotto, ed è sempre a portata di mano. Insomma, le soluzioni per
salvaguardare l’ambiente ci sono, basta
applicarle.
L’ALTRA SPESA
La spesa si porta pure con molto
glamour. Una volta oggetto
considerato troppo “retrò”, il carrello
oggi è disponibile in molte colorate e
divertenti versioni che lo rendono “cult”
Pubblicità
$! #3.2(
P—› °›⁾
è±_çõ …ðç…ðçÔ
*42:1N3 <A2?F
HCLLCE<1LLC
()-.!& +4L "CG@199<C
"CA3N4
t ⁄Ç% Ç ¼ ÇýÇ
$%] g]_ ™Ð÷൦
+%!’!(+ /’DJ05BD $
&1P1LG<24
t âł9_ ÄµŠŠâ −ùòÇ%µùÇý%Ç
µ*%ùµ%â− ÄÇâ ÄÇ%Çâ5â òâ*âÄâ
t $;‘;{ ¦Þ;¼µ;Þ°−ù
@E<1 H24?L1 3<
EGC9G1@@< <A2?F M
L1HL< @4@CG<1
$%] g]_ ™½°±™™±
?1HH4 3<
4672<4AR1
4A4G94L<21
Q!#Q149
GHL:QGL:=
$#% !&#%!"
5 t>9
+%!’!(+ /,850I5S $
H2<N91LG<24 1 EC@E1 3< 21?CG4
t ⁄ÇòÔł2òǵýâýŠ 2ýÄÇýÇ\ %µ%â
%*−Ÿł−ý%ò
t $;‘;{ ¦±;¼µ;Þ° −ù
()-.!& +4L +1G<A1
"CA3N4
t Ç% Ç ¼ ÇýÇ
+4L E4G 6CA3NL1 3<
21GA4 2CA E1G1HEGNRR<
$%] g]_ ™Ð½°½¼½
?1HH4 3<
4672<4AR1
4A4G94L<21
5 >9
)/55
#%-%0&%’+
$%] g]_ ™±Þ¼±¦Ð
nÔÔÇ%µ 5µòâĵ ĵò µ÷]™Ð]е™± µò ™±]™Ð]е™±  Öý µ Çµ*âùÇý% −%Ç] ‰ÇýÄâ%µ òâùâ%µ%µ Ç−ò*â5µùÇý%Ç µò −ý*ùµ%Ç ÖýµòÇ Ç âý *µý%â%÷ ýÇ−ÇµâÇ
Ç *ý *%âòâAA ÄùÇ%â−] «*%%â â ÇAAâ ý −ùÇýâ5â Äâ Q‰$ Ç %µµ Äâ â−â−òµŠŠâ µý%â−âµ%µ ˇ«~$—] 2ý âÇ5µ Äâ Çâ Ç ùÄâÖ−ŸÇ %Ç−ýâ−ŸÇ]
(’ ,3!.2% *-!44%"
ÇýAµ ÄÇ−µAâýÇ
@43<1@1G>LF2:
%? G<2CACH2<@4ALC @122:<4 1NLC;
@1L<2C 4?<@<A1 ?4 DJ @122:<4 E<O
3<66<2<?< <A @C3C @<G1LC
±ðç› Ø⁄›_è
Í›ç x›°õر›õ›çÔ
Ã ʾ Ñ! è.èÄ 9-"1 45š -¹š .1 ¦Ê ˙ï! ¬ ½Ãñ Ê ¾
Ã ʾ Ñ!&8 +Ý ì"1
’¦3¹;Þ ò76À°-6 "8¦. 1Þ 0© ݳ28 ªª2*Ê é ˙û7öûï© Á À$°Ä æ;!ì 3’0, !ö $7)°6 ° 7³,Ê ìÓÞ ¼9À¦Þ 0.È! 0Þ È³*-Óì:Ä° ì.;³ï4 é/ ,ìÍš! Íò à ñ Ê ¾
¨¨ =_ °ð⁽_ è±_çõ …ðç…ðçÔ
K›ç õ›°›ç› ع Í_èèð xð° ¹_ …ç›°›èØ_ ⁄›¹¹_ xØõõe è›ç⁽ð°ð xð°õØ°_±›°õ› °ð⁽› Ø⁄›› ¯›°Ø_¹ØÔ (ð±› °_ Ü_õõçð ÍðèõØ xð±Í_õõ_¡ ¯›°›çðè_ °›¯¹Ø èÍ_Ø¡
xð° ¹› ÍðçõØ›ç› Íðèõ›çØðçØ ⁄ðõ_õ› ⁄Ø °à_Í›çõç_ _ ‡¿§ x—› ͛籛õõð°ð ⁄Ø è_¹Øç› _ nðç⁄ð Ø° õõõ_ xð±ð⁄Øõe › ⁄›Ø xèxØ°Ø çØÍð°ØnØ¹Ø °›¹ ⁽_°ð ÍØ›⁄Ø
xð±› ðÍõØð°_¹Ô BÍÍç› ⁄›Ø èØèõ›±Ø ⁄Ø _èèØèõ›°_ _¹¹_ ¯Ø⁄_ Ø°°ð⁽_õØ⁽Ø Í›ç °_ ±_¯¯Øðç èØxç›_ ð ⁄›¹¹› èð¹Øð°Ø Ø°õ›¹¹Ø¯›°õØ Í›ç ¹àØ°…ðõ_Ø°±›°õ¡
¹_ °_⁽د_Øð°› › ¹_ xð°°›õõØ⁽ØõeÔ NxðÍçØõ› xðè_ ç›°⁄› ¹_ è±_çõ …ðç…ðç ¹_ ÍØ è±_çõ õç_ ¹› Ü_õõçð ÍðèõØ~ ⁾⁾⁾Ôè±_çõÔx—
6°x¹èØ À _°°Ø ⁄Ø ±_°õ›°Øð°› ¯ç_õØõ_ › ú _°°Ø ⁄Ø ¯_ç_°Ø_¡ ›°õç_±n› …Ø°ð _ ‡  ß±Ô
è±_çõ • ° ±_çx—Øð *_ر¹›ç
Ultimi
menti.
p
p
a arta te
rv
e
Ris a
subito!
Vendesi a Brione s/
Minusio, zona
molto tranquilla e
soleggiata. Pochi
metri dalla fermata
dell’autobus.
Accesso diretto.
L’agenda degli appuntamenti per tutta la famiglia!
lu 8 dicembre
do 7 dicembre
La vostra nuova abitazione direttamente al lago.
Anche quest’anno, nell’attesa del Natale
vorremmo invitarvi al nostro Bazar dell’Avvento.
Ci sarà il nostro bellissimo teatrino, per i bimbi
più piccoli, fratelli, nonni e genitori.Si potranno
creare candele di profumata cera d’api naturale,
un ricco buffet vi aspetta.
A Minusio
Assicuratevi subito uno dei 35 appartamenti in condominio nella
migliore posizione a Locarno. Richiedete un appuntamento per
una visita e ulteriori informazioni:
Tel. +41 91 821 22 00
www.trentacinque.ch
BAZAR
Bazar dell’Avvento
Swiss Life Immopulse
Via Ciseri 13a
CH-6601 Locarno
CINEMA
TEATRO
Scherzo di neve
Ore 17.30
Un imprevisto può sempre entrare dalla porta,
magari dalla finestra, come un ladro. La signora
Verde, tornata dalle vacanze, trova l’inverno in
casa sua … Così ha inizio la disavventura.
Teatro Cittadella a Lugano
Grande concorso sul sito
www.ticinoperbambini.ch
PICCOLO
RUSTICO
CON PERMESSO
DI COSTRUZIONE
Superficie abitabile
attuale ca. 30 m2 +
grande spazio
esterno, cantina per
vino e bosco
privato. Attacchi
elettricità e acqua
presenti.
Prezzo CHF
130'000.Interessati rivolgersi
a: 091 756 24 08
Cuccioli - Il paese del vento
Ore 15.00
La perfida Maga Cornacchia si è messa in testa
di rubare la giraventola che fa funzionare Soffio,
il paese del vento. Riusciranno i nostri eroi a
salvarsi e a riportare il potere energetico del
vento a Soffio?
Cinema Iride a Lugano
Il futuro
in alta
definizione
su tutti gli smartphone e i tablet
ITINERARI
VIAGGI
PERILETTORI
La presente offerta
viene formulata a
nome e per conto
di Mondial Tours
MT SA, Locarno
+#, ’$&((!*’. !*)!#1&*)#
:E<76 8 6947;3@7
& -#%/#).& +/).& "& 0#)"&. !**+ -*)* +#,.&
"’’# >F?FF ’’# >8?FF5
#’’&)1*) !#).,*
# ,&-.*,).#
&-!
&*%%&*
!)* &* &+#,(#,!.* ,#-#%
# ,&-.*,).#
!-’)*
!-.&*)#
%&/ &-!*
’*!,)* +&11 %,)"#
’*!,)* -*’"/)*
’*-*)# &+#,(#,!.* !..*,&
’/%)* )*,"
’/%)* -/"
’/%)* 0&%)#’’*
(%%&
(#’&"#
(#)",&-&*
,*0#,#"* %,
-? ).*)&)*
-#,$*).) # ,&-.*,).#
.0#,)#
.#)#,* # ,&-.*,).#
.#--#,#.#
Capodanno
a
Malta
1’295.-
Inclusa cena di gala
di Capodanno
prezzo per persona
in camera matrimoniale
PROGRAMMA DI VIAGGIO
27/12-03/01
1. Giorno: Viaggio di andata per Malta
2. Giorno: «L’interessante cuore di Malta»
3. Giorno: «Gozo – la pittoresca isola sorella» (facoltativo)
4. Giorno: «Il sorprendente sud dell’isola»(facoltativo) e festone di capodanno (incluso)
5. Giorno: Gita «Tre città e viaggio panoramico» (facoltativa)
6. Giorno: Visita di Valletta e la «Malta Experience Multivisionsshow»
7. Giorno: Viaggio di ritorno
ÃʾÑ!è.èÄ9-"šÑÄ5./.99Ñ&é°¬½Ãñʾ
ÃʾÑ!&8+)1ï"-& -¼©¼9Èú’5ÑÅ65*7(6-/ï0¼Ìš."9šûª;"4û0ï˙Ášè4Ì8æ1ÈèÍæöÓ&214;9Å)ÀÑ ¼)ªò-ûé¦0³*9ò.+6¹)4æ&ªÁÓ°)è,òÑÞ+ú,Áæ°½½Ãñʾ
Maiorca
1’195.prezzo per persona
in camera matrimoniale
Un’isola dalle mille meravigliose sorprese
62::7 =@7 FB?FF 2::7 =@7 DD?FF
PROGRAMMA DI VIAGGIO
Dall’1 all’8 marzo 2015
1. Giorno: Arrivo a Cala Millor
2. Giorno: Escursione «Baia di Alcudia e Pollença e il cap Formentor»
3. Giorno: Gita «Porto Cristo e visita delle Coves del Drac» (facoltativo)
4. Giorno: Escursione «Palma e Valldemossa»
5. Giorno: Gita «Lluc, Sa Calobra e Sóller con trenino d’epoca» (facoltativa)
6. Giorno: Escursione «Andratx e la Granja»
7. Giorno: Gita «Maiorca in iore»
8. Giorno: Viaggio di ritorno
)*$..- !-($,$ "*%%$&*++0
#*$11*,- "*%%$&*++0
62::7 =@7 FA?FF 2::7 =@7 DD?FF
Prenotabili a parte:
’++*,1-,$ "*%%$&*++0
*..-,’ "*%%$&*++0
%!
" %’ #
- «Porto Cristo e visita delle Coves del Drac»: Fr. 80.- «Lluc, Sa Calobra e Sóller con trenino d’epoca» incl. trenino: Fr. 95.Prezzo speciale per tutte le escursioni: Fr. 160.Supplemento per camera singola: Fr. 180.Per informazioni e prenotazioni contattare:
Mondial Tours - Via Vallemaggia 73, 6600 Locarno-Solduno
Tel. 091 752 35 20; Fax 091 752 35 18; e-mail: [email protected]
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
51
La moda.
La vita privata
raccontata sulla
punta delle dita.
Ecco come fare
per decifrarla
L
e bulimiche s’infilano
le dita in gola perciò
hanno i polpastrelli segnati dagli acidi gastrici, le anoressiche hanno le unghie opache e fragili, le
timide le limano esageratamente, e non bene, le casalinghe disperate usano detergenti aggressivi e si ritrovano con gli avvallamenti per i danni alla cheratina. Le fumatrici si riconoscono dal tremito impercettibile
della mano, le ansiose mangiucchiano la cartilagine e le pellicine e mordono con gusto anche
le unghie semipermanenti. Per
loro non c’è altra soluzione che
la protesi “dura” in acrilico. Antonio Sacripante, 42 anni, che
ha abbandonato l’ingegneria
per dedicarsi a qualcosa di apparentemente frivolo come lo studio della polimerizzazione applicata alle unghie per ricostruirle,
è diventato il nail artist più richiesto tra Milano e New York. E
assicura: “Le unghie, non gli occhi, sono lo specchio dell’anima”.
Sacripante può dire tutto di te
partendo dalla manicure, e presto ci scriverà un libro. Dettaglio
Le unghie e non gli occhi
sono lo specchio dell’anima
sempre più fashion, tanto che
esistono ormai intere collezioni
di smalti e tattoo, dal glitter all’effetto specchio, e addirittura
campionati di manicure, le Nailimpics, le unghie sono diventate importanti. Non si tratta di
semplice vanità, ma di autostima. Dice la top model Eva Herzigova: ”Andare a farmi le unghie mi dà una sensazione di pulizia, di purificazione quasi religiosa”. Non è la sola. Anche con
la crisi, nessuna rinuncia al Vita-
gel, smalto curativo che contiene un potente mix di vitamine.
Le mani sono un biglietto da
visita. E nessuno lo sa meglio di
Sacripante, che collabora con gli
stilisti nel clima adrenalinico
delle sfilate: da Dsquared2 a
Stella Jean, da Antonio Marras a
Ermanno Scervino e Costume
National. Modelle strafamose
come Daphne Groenveld e Coco
Rocha lo adorano. A Mosca ha
una rubrica su World Fashion
Channel. Tiene corsi in 55 na-
zioni e nel 2005 ha fondato l’accademia Nails&Beauty che fattura cento milioni di dollari l’anno (con una crescita del 160%
tra il 2010 e il 2014). Pochi mesi
fa ha lanciato Artistic Color
Gloss, uno smalto semipermanente: dura tre settimane,
asciuga in trenta secondi. Perfetto per le donne che non hanno tempo. Ma non si tratta soltanto di sapere in anticipo sull’estate che è finita l’epoca dei
coordinati mani-piedi (l’abbina-
mento vincente è con gli accessori, dagli occhiali da sole alla
pochette) che i nuovi colori sono
il bianco gesso dal finish lucido,
il beige skin lattiginoso, il grigio
metallo supershine, e la french
manicure è meglio inversa. Antonio Sacripante “legge” le unghie come tratto della personalità. Gli dà ragione Alessandra
Marchesi, nail artist laureata in
disegno industriale che dipinge
storie sulla punta delle dita: “Le
mie creazioni sono un fumetto,
un’avventura - dice -. Una navicella spaziale sul pollice e un
alieno sull’anulare raccontano
un allunaggio, mentre nell’altra
mano c’è un’intera galassia. È
un modo per comunicare agli altri qualcosa di sé” (i suoi lavori
sono su Pinterest).
E allora che cosa comunichiamo? Con le unghie luminescenti, la passione per la discoteca, con le sfumature colorate,
il carattere estroverso. Le ecominimaliste preferiscono il “nude” cioè la continuità con il tono
della pelle (si chiama “matching
the skin ton”) le fashion victim
tolgono e mettono protesi come
vestiti passando dal glitterato al
burgundy, un rosso cupo e lucido, molto chic, visto alla sfilata
di Marras. Tanto per chiarire, la
tendenza dell’anno è la forma a
mandorla: quella quadrata è out.
Ma quando devi tirar fuori le unghie, sono di rigore i colori scuri,
grintosi già nel nome: Intoxicating, un bordeaux intenso (l’ha
scelto Michelle Obama); Determined, blu notte (Rihanna); Intriguing, un bel viola scuro (Nicole Ritichie); Empowered, nero
(Kristen Stewart).
r.s.
Pubblicità
AÈ]
] (42
Þ‹‹®flÒاϧ
< UA<UA U„ì K˙*+L53?
ÃʾÑ!è.èÄ9è"1òÄ5-"$š.1ªÄæ&¼ú°¬½Ãñʾ
ÃʾÑ!&7++1¦"-2$827Í©9³Á:71(2ªÓ.6ª0ì0ѳè75!Ó1.7¹0³ û0¬4é’ú/öÝ ú58Ó64Þ"3èÑé+ÝÄè+©°0³³èé7ûÍ75;è/¼(!’&¹.(&+ö$5$˙ªÞ04¬8, è)ò8ª½Ãñʾ
4¬tŒîÛ½ \ŒŒ'àà\¬à' ©\tt˚'àའ۩½Õà˛ö½ J˝*'Û˛`¬{
t'Õt˚˛ ˛¬ Œ'`\ ~\ þfiÑ ' ‚\Õ˛ *î\Œ˝V'¬½¬Å
T@;T@(JKÅ(3á T‰ÿJ˝*+K42>
;'\Û˛¬` T½Œö½ (\Õ 1˛¬\¬t˛\Œ K'Õö˛t'Û Â’>:˝¬½ò KÄz T½Œö½ T‰ÿ J˝*'Û˛`¬ Mè =\¬Å þèÿ (Táfifi ØUÅ HÕ'ùù½ ~˛ Œ˛Ûà˛¬½ (31 ãfi fi‰ÿņ ł'¬½ j½¬îÛ Û©'t˛\Œ' (31 ‰èþþÅ”ÿ ‡ ©Õ'ùù½ ~˛ \tËî˛Ûའ(31 ㉠ŽèfiÅ”ÿÅ J\à\ ł'¬Û˛Œ' (31 þfifiņ{ ł\õ˛t\¬½¬' ˛¬˛ù˛\Œ' ~˛ Œ'\Û˛¬` (31 þè þ”‰Å†{ ~îÕ\à\ ‰fi ł'Û˛{
þÿ ÿÿÿ Øłá\¬¬½Å M\ÛÛ½ ~Ô˛¬à'Õ'ÛÛ' ¬½ł˛¬\Œ' ã{µ À{ à\ÛÛ½ ~Ô˛¬à'Õ'ÛÛ' '‚‚'àà˛ö½ ã{µfi ÀÅ T\Œ½Õ' Õ'Û˛~î½ t½¬‚½Õł'ł'¬à' \ŒŒ' ~˛Õ'àà˛ö' ~˛ T½Œö½ (\Õ 1˛¬\¬t˛\Œ K'Õö˛t'Û Â’>:˝¬½ò KÄÅ ÛÛ˛tîÕ\ù˛½¬' t\Ût½ à½à\Œ' ½jjŒ˛`\à½Õ˛\ ¬½¬ ˛¬tŒîÛ\Å ;\ t½¬t'ÛÛ˛½¬' ~'Œ tÕ'~˛à½ › ö˛'à\à\ Û' t\îÛ\ î¬ 'tt'ÛÛ˛ö½
˛¬~'j˛à\ł'¬à½ ~'Œ t½¬Ûîł\à½Õ' Â\ÕàÅ ã ;(K4ÄÅ @‚‚'Õà\ ö\Œ˛~\ „¬½ \ ¬î½ö\ ~˛Û©½Û˛ù˛½¬'Å (½¬Ûîł½ ˛¬ t˛tŒ½ ł˛ÛའÂÛ't½¬~½ Œ\ ¬½Õł\ þµµµáþÿÿáO+Äz ”{ã Œáþÿÿ ØłÅ +ł˛ÛÛ˛½¬˛ ~˛ (@ èz þè‰ `áØł Âþ‰fi `áØłz Œ\ ł'~˛\ ~'ŒŒ' \îà½ł½j˛Œ' ¬î½ö' ö'¬~îà'ÄÅ (\à'`½Õ˛\ ~Ô'‚„t˛'¬ù\ '¬'Õ`'à˛t\z (Å T½Œö½ Kò˛ÛÛ
HÕ'ł˛îłŠ Û'Õö˛ù˛½ ~˛ ł\¬îà'¬ù˛½¬' `Õ\àî˛à½ „¬½ \ þÿ \¬¬˛áþ”ÿ ÿÿÿ t˚˛Œ½ł'àÕ˛{ `\Õ\¬ù˛\ ~˛ ‚\jjÕ˛t\ „¬½ \ ” \¬¬˛áþ”ÿ ÿÿÿ t˚˛Œ½ł'àÕ˛ ' Õ˛©\Õ\ù˛½¬˛ Œ'`\à' \ŒŒÔîÛîÕ\ „¬½ \ ã \¬¬˛áþ”ÿ ÿÿÿ t˚˛Œ½ł'àÕ˛ Âö\Œ' ˛Œ Œ˛ł˛à' Õ\``˛î¬à½ ©Õ˛ł\ÄÅ T\Œ˛~\ ©Õ'ÛÛ½ ˛ t½¬t'ÛÛ˛½¬\Õ˛ \~'Õ'¬à˛Å 4Œ ł½~'ŒŒ½ Õ\©©Õ'Û'¬à\à½
t½¬à˛'¬' ½©à˛½¬\Œ ~˛'àÕ½ Û½öÕ\©©Õ'ùù½Å
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ilcaffèLink 53
Le auto.
La classe media
di casa Volkswagen
premiata
dagli esperti:
eleganza,comodità
e ottima assistenza
alla guida
LE
MIGLIO
RI
L’auto preferita dagli svizzeri
BMW i8
L’auto più “verde” della Svizzera
VW Golf GTE ibrida
L’auto più elegante della Svizzera
Ferrari California T
2. Volvo XC90
3. Audi TT
2. VW e-Golf
3. Seat Leon ST TGI EcoFuel
2. BMW i8
3. Mercedes Classe S Coupé
L’auto svizzera dell’anno
VW Passat
2. Renault Twingo
3. Mercedes Classe C
Il successo
della Passat
auto svizzera
dell’anno
EUGENIO SAPIA
D
al 1973 ad oggi sono ben 22 milioni gli
esemplari di Passat che Volkswagen è riuscita a vendere nel mondo intero; solo nel
2013 questo modello è stato scelto da oltre 1,1 milioni di persone. Giunta all’ottava generazione, si
ripresenta al pubblico in veste totalmente rinnovata, a livello di design, di tecnologie e di motori.
Rispetto alla versone precedente, la Passat
2014 ha ridotto il suo peso di 85 kg, così come i
consumi, che sono fino al 20% inferiori. La vettura
è stata sviluppata con proporzioni che le conferiscono un carattere maggiormente dinamico: carrozzeria più bassa, passo più lungo e ruote più
grandi, pur mantenendo tutte le caratteristiche
funzionali che le hanno consentito questo grande
successo nel corso degli anni.
Il richiamo - sia della berlina, sia della Variant
- è quello delle vetture di categoria superiore: linee essenziali abbinate a nuovi fari con tecnologia
Led (sia nella parte anteriore, sia in quella posteriore) la rendono più esclusiva, dinamica e inconfondibile anche di notte. Di riflesso anche gli inter-
La scheda
SsangYong New Korando
G20DT
Motore
diesel
Cambio
manuale (6 rapporti)
CV
149
Coppia max. (Nm)
160
0-100 km/h (s)
12.2
Velocità massima (km/h)
163
Consumi (l/100 km)
7.5
Prezzo (base)
da 21’190 .-
N
ell’affollato mercato dei Suv compatti SsangYong ha saputo proporre un’attrativo veicolo. Spazio per
cinque persone, con i tre occupanti posteriori comodamente seduti e un generoso
rapporto prezzo/prestazioni. Il Korando è
indubbiamente migliorato esteticamente
rispetto alla precedente versione e si
completa con una garanzia di 5 anni o fino a 100’000 km. Lungo 4,40 metri e con
un bagagliaio dalla capacità di carico fino
a 1312 litri, è pure equipaggiato con dei
moderni propulsori. Tra questi il nuovo
sobrio Eco-diesel 2,0 litri da 149 cavalli.
Come molti dei suoi concorrenti, dopo qualche chilometro si può senz’altro
considerare un motore silenzioso con una
potenza sufficiente per affrontare qualsiasi percorso, senza scendere a compromessi. Lo abbiamo visto sia in autostrada
sia sulle strade normali rientrando dalla
nostra prova su strada. Un Suv, che nella
versione e3 si propone con contenute
emissioni di Co2 pari a 147 g/km (per la
trazione anteriore) e di 157 g/km (per la
4x4).
Per partecipare a un seminario ci trasferiamo per due giorni nella cittadina di
Olten, sulle rive dell’Aare, tra Soletta e
LA STORIA
Il successo della Passat
si ripete ancora una
volta. I pregi offerti dal
modello si rincorrono
nell’evoluzione della
tecnologia e nel piacere
di guidarla
L
a maggioranza è stata ampia. La Volkswagen Passat ha convinto appieno
i 14 professionisti del mondo dell’automobile chiamati a scegliere “l’auto svizzera dell’anno per il 2015”. Dopo le batterie di test al centro Tcs
di Betholz, nel canton Zurigo, la classe media della casa di Wolfsburg ha
staccato le rivali con una lunghezza di vantaggio. Soprattutto per la versatilità, la comodità e per la varietà di sistemi d’assistenza alla guida. Senza poi
dimenticare l’aumento di potenza dei motori, abbinato però ad una diminuzione
dei consumi dell’ordine del 20%. Insomma, un successo su tutta la linea per
l’ammiraglia tedesca, che - a conferma della varietà dei modelli presi in considerazione - è stata preferita alla piccola city car Twingo della Renault e alla Mercedes Classe C. A vincere il titolo di “vettura preferita dagli svizzeri”, con oltre
55mila voti dalla giuria popolare, è invece stata l’avveniristica sportiva ibrida
Bmw i8. La corona di “più elegante” è andata alla Ferrari California T, mentre la
“più verde” è risultata la nuova Golf Gte ibrida.
ni risultano maggiormente innovativi ed esclusivi
rispetto al passato, ad esempio grazie alla banda
orizzontale continua creata dalle bocchette dell’aria, oppure alla strumentazione digitale interattiva. Pure a livello di sicurezza la nuova Passat ha
compiuto un grande passo avanti rispetto al passato, grazie all’utilizzo di tecnologie quali la regolazione automatica della distanza, la funzione di
frenata di emergenza “city”, il riconoscimento dei
pedoni, l’arresto della vettura in caso di emergen-
za o ancora le manovre assistite in caso di presenza di un rimorchio.
La nuova Passat è disponibile con dieci nuovi
motori turbo a iniezione diretta (benzina, Tsi e diesel, Tdi), con una gamma di potenze compresa fra
120 e 280 cavalli. Tutte le versioni sono dotate del
sistema start/stop e del sistema di recupero dell’energia in frenata (per gran parte delle motorizzazioni è inoltre disponibile - su richiesta - il cambio a doppia frizione Dgg, di serie per le motoriz-
zazioni di alta gamma). Per la prima volta è disponibile anche una propulsione ibrida plug-in Gte
(Tsi da 156 cv e motore elettrico da 115 cv, con
batteria caricabile esternamente), che consente
alla vettura di viaggiare ad emissioni zero, con
un’autonomia fino a 50 km. Le motorizzazioni
benzina partono dalla versione 1,4 litri Tsi da 125
cavalli, fino al 2 litri Tsi da 220 cv; a patire dall’estate 2015 su mercato sarà inoltre disponibile la
versione da 280 cv. A livello di propulsori diesel,
fra la gamma proposta, degno di nota è senz’altro
il nuovo biturbo 2 litri Tdi da 240 cv, con trazione
integrale, che presenta consumi di soli 5,3 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 139 g/km.
Nel 2015 sarà inoltre disponibile la versione
BlueMotion con un motore Tdi da 120 cv ed un
consumo medio di soli 3,7 litri/100 km. La nuova
Passat è commercializzata nelle tre versioni di allestimento Trendline, Comfortline e Highline (come nella versione precedente), ad un prezzo base
di 33’300 franchi per la berlina e di franchi 35’400
per la Variant.
La versione 2014 del “Korando” firmato
dalla SsangYong è spaziosa, più evoluta
esteticamente e generosa nella potenza
Un Suv compatto e silenzioso
lungo le placide rive dell’Aare
Aarau. Una località che proprio per congressi e seminari è attrezzata al meglio,
come nel nostro caso nel comodo albergo
Olten, a un prezzo equilibrato e in camere
molto spaziose. Una vantaggiosa struttura capace di offrirvi un pacchetto completo: lavoro, gastronomia e alloggio. Per
raggiungere Olten dal Ticino sono necessari circa tre ore di auto, la maggior parte
dei chilometri possono essere comodamente percorsi in autostrada. Per la ric-
chezza del suo territorio è pure un’affascinante zona di villeggiatura. Se qualcuno vi accompagna può approfittare per
una diversificata scelta di possibili visite
distanti pochi chilometri l’una dall’altra.
Tra queste un attraente museo didattico
dedicato alla natura e alla storia naturale
della regione. Potete pure approfittare
per recarvi nella affascinante città medievale di Zofingen, dovere troverete anche
una delle piazze per manifestazioni - Hei-
terplatz - più bella della Svizzera. Nei
pressi di Egergingen c’è la Scala di Jacob
chiamata anche “Scala del Paradiso”. Potete effettuare un’escursione di mezz’ora
attraverso una scala centenaria di 180
pioli che conduce all’”Höchi Flue” (966
m). A Schönenwer è anche la città di origine di Bally. Nel 1868, il prestigioso fabbricante di calzature fece allestire un parco paesaggistico in stile inglese lungo le
rive dell’Aare, con costruzioni su palafitte
e con tetti in paglia. Rientrando in Ticino
lasciamo l’autostrada ad Airolo e
proseguiamo sulle strade cantonali per circa un’oretta. La
Korando nonostante le forti piogge rimane perfettamente stabile, grazie
anche alla sua trazione
integrale a controllo
elettronico e differenziale centrale bloccabile per ripartire la
coppia al 50% fra i
due assali. I diversi sistemi elettronici di sicurezza sono degli utili
accessori di serie in questa versione
più lussuosa Sapphire.
s.p.
LA HONDA
Nel 2015 arriverà anche la
berlina con alimentazione a
celle di combustibile Fcev.
Avrà batterie più compatte e
potenti per un ’autonomia
superiore a 450 km.
LA MAZDA
Un altro prodotto per il 2015 è
la Cc-3, l’inedita crossover
compatta e dinamica della
marca nipponica lunga 4,27
metri.
LA CADILLAC
Da primavera 2015 il marchio
Usa lancerà la Ats-V, berlina e
coupé, con un nuovo motore
V6 biturbo di 3,6 litri da 461
cavalli e 605 Nm di coppia
massima.
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
54
Animali.
BenEssere. Molti professionisti sanitari non sarebbero
abbastanza informati su come gestire pruriti e strani gonfiori
Pelo,unghie,
orecchie...
l’importanza
della tosatura
I medici credono ancora
nei falsi miti sulle allergie
CRISTINA GAVIRAGHI
S
e capita di avere prurito, strani gonfiori, congestione nasale o anche
nausea e si sospetta un’allergia,
meglio rivolgersi a uno specialista serio e
non a un medico qualunque per ricevere
una diagnosi precisa e cure appropriate.
Sì, perché anche medici e pediatri, quando si tratta di allergie, possono cadere
nella trappola dei falsi miti. Lo sostiene
l’American College of Allergy, Asthma
and Immunology (Acaai) che ha presentato, durante un meeting, i risultati di
uno studio sull’argomento.
David Stukus, allergologo e membro
dell’Acaai, ha coinvolto oltre 400 medici
internisti e pediatri in un sondaggio per
valutare la preparazione di queste figure
professionali in materia di allergie. I dati
hanno mostrato come molte delle errate
credenze sul tema non siano una prerogativa di pazienti e genitori, ma che sono
ancora profondamente radicate in parte
della classe medica. “Molti dei vecchi miti sulle allergie sono stati sconfessati dalla ricerca scientifica. Nonostante questo,
purtroppo, resistono non solo nell’immaginario collettivo, ma anche in molti dottori e pediatri”, dichiara Stukus.
Accade così che solo la metà dei medici intervistati sapeva che il trattamento
corretto per un paziente che manifesta
vomito e orticaria, dopo aver ingerito un
allergene alimentare, è la somministrazione di adrenalina. Ben l’85%, poi, era
sempre convinto che il vaccino antinfluenzale non possa essere somministrato a chi è allergico alle uova. È vero che
gli embrioni di pollo sono usati per cre-
scere i virus usati in diversi vaccini, ma
molti studi hanno da tempo mostrato che
essi sono sicuri pure in questi pazienti.
Regna poi molta confusione nelle allergie
legate al cibo. Ancora troppo pochi pediatri sanno identificare correttamente in
latte e uova i principali allergeni alimentari nei bambini con meno di quattro anni
e la maggior parte di essi ritiene che certi
cibi, potenzialmente allergenici, non vadano somministrati prima dei 12 mesi.
In realtà gli esperti sostengono che
tali alimenti possono essere dati ai bimbi,
in quantità contenute, a partire dai quattro-sei mesi e che, anzi, farlo stimolerebbe una maggiore tollerabilità verso questi
stessi cibi. E c’è poi chi crede non si possano prescrivere esami che utilizzano
mezzi di contrasto contenenti iodio a chi
è allergico ai molluschi. Questi ultimi
contengono sì iodio, ma non è questo che
causa reazioni allergiche visto che è presente anche nel nostro corpo. I test cutanei per rilevare eventuali allergie sarebbero poi ritenuti da molti pediatri erroneamente inaffidabili se condotti su bambini con meno di tre anni. Secondo gli
esperti, però, potrebbero rivelarsi utili
già a partire dai sei mesi.
Infine, per l’Acaai, una maggior sensibilità per sostanze, come il glutine, o di
farmaci come la penicillina, verrebbe interpretata dai medici, senza sufficienti
prove, come allergia vera e propria, precludendo così ai pazienti l’assunzione di
utili nutrienti e medicinali. “Nel dubbio,
occorre sempre rivolgersi a specialisti
certificati - conclude Stukus -, diagnosi
errate e trattamenti inadeguati possono
essere pericolosi”.
P
“Lei mi piace,
ma non riesco”
Impari a gestire
muscoli e fiato
H
o cinquantun anni e nella mia vita ho avuto pochi rapporti con le donne, soprattutto per timidezza. A
vent’anni sono stato circonciso.
Ho un figlio adolescente con
una donna da cui mi sono separato alcuni anni fa con un certo
dolore. Dopo anni d’astinenza,
ho conosciuto una coetanea
brillante e simpatica che mi
piace molto. Mi copre di attenzioni ed è innamorata di me. Io
però non sono innamorato.
Facciamo sesso tutti i giorni,
ma mi eccito solo nell’approccio
iniziale, poi lei si bagna molto,
nonostante sia in menopausa, e
non riesco a venire per mancanza di frizione. Anche il sesso
orale e la masturbazione non
mi eccitano al punto da provocarmi l’orgasmo e la situazione
peggiora ogni volta. Forse ci
vorrebbe un po’ d’astinenza,
perché la prima volta con lei
sono venuto bene e in tempi
normali. Potrei eventualmente
provare a masturbarmi da solo
per vedere se funziona… Lei
potrebbe darmi un consiglio
anche senza un consulto più
approfondito? La ringrazio molto.
La risposta
di Linda Rossi
S
e ho ben capito il suo problema consiste in una difficoltà, per non dire impossibilità, nell’arrivare alla scarica
orgastica e quindi all’orgasmo.
Ho l’impressione che lei si chieda
se questo inconveniente sia dovuto al fatto che non è innamorato della sua simpatica compagna,
oppure se tale disfunzione sia
dovuta ad una questione meccanica.
Nel primo caso direi che con
questa donna lei si eccita perché
ne è sessualmente attratto. Ma,
non raggiungendo il fatidico finale, si chiede se questa impossibilità, che sicuramente le crea un
La moda.
LINDA D’ADDIO
L
E
gregio dottore, questa
volta non le pongo un
problema strettamente
medico, ma molto più pratico e
quotidiano. Essendo amante dei
cani molto pelosi, spesso mi
trovo a combattere con il loro
pelo che oltre ad essere sparso
ovunque, rappresenta un problema per l’igiene e la prevenzione di malattie. Sarebbe così
gentile da esporre alcuni accorgimenti circa la gestione della
toelettatura, soprattutto con un
occhio verso quella che può essere una visione veterinaria e
non da cane da mostra. La ringrazio sentitamente.
La risposta
di Stefano Boltri
Sesso e amore.
La lettera
La lettera
evidente disagio, sia dovuta al
fatto di non provare un sentimento d’amore nei suoi confronti
e ai dubbi successivi che intervengono. A questa domanda po-
trà rispondere solo lei, magari
chiedendosi se nel frattempo è
riuscito a superare la separazione dalla donna di prima.
Se prendiamo in considera-
Super griffata o falsa
ma sempre caldissima
pelliccia, meglio se falsa, sfila sulle passerelle. Lussuosa ma soprattutto caldissima, riveste non solo i capospalla ma
anche altri capi del guardaroba, accessori
compresi. Griffata o low cost, naturale ma soprattutto “sauvage” o iper colorata, in nuance
fantasiose e frizzanti, come dettano le nuove tendenze, conquista anche l’uomo che
ne scoprono il piacere in versione discreta.
Classica ma ancor meglio ironica e dissacrante accontenta, nelle tantissime proposte sintetiche, persino le animaliste
più convinte.
Ampio spazio alle pellicce sintetiche, dunque, nei nostri guardaroba invernali. Rosa cipria e
turchese le proposte di Asos come quelle di Twin Set di Simona
Barbieri e di Kenneth Cole. Giallo limone per i modelli di Zara,
tricolor le versioni più sbarazzine di Shrimps con righe a contrasto. Versioni animalier per le
pellicce ecologiche di Michael
by Michael Kors, Jessica Simpson e Nina Ricci. Effetto visone
e volpe, e declinate nelle sfumature chiare e scure del marrone,
i modelli H&M Studio, Milly e
Dries Van Noten.
Vera protagonista della collezione di Simonetta Ravizza, punta su
una pelliccia patcwork abbinando nello
stesso capo stampe e nuance diverse.
Givenchy porta sulle passerelle un trend
must di stagione l’animalier, in versione
corta o lunga. In pieno stile anni Settanta le
versioni a pelo lungo di Maison Martin Margiela, Giambattista Valli e Schiaparelli. Lunghe e avvolgenti oppure ridotte a stole e coprispalle sfilano sul catwalk di Marni, colorate
e multicolor.
Pelliccia usata pure come dettaglio che in
versione wild impreziosisce scolli e abiti.
Borda tasche e maniche nelle collezioni
di Prada e Fendi. Rifinisce gli spolverini,
le giacche e i lunghi maglioni Ermanno
Scervino. Impazza sugli accessori, borse
in primis. Avvolge quella a mano di
Simone Rocha. È in pelliccia uno
dei must di stagione, la “wide
strap clutch”, ovvero la borsa a
mano con cinghia, nei colori neutri e di forma rettangolare per Valentino, nocciola per John Galliano. Decora le ballerine a punta di
Bruno Magli e René Caovilla.
La pelliccia, calda e pregiata,
trionfa anche sulle passerelle
maschili in versione hippie, bohémien e rock. Marsine in pelle
effetto cavallino, doppiopetto in
astrakan o visone, overcoat e
giacche di shearling conquistano il
“suo” guardaroba invernale. A cappotto il modello in visone di Canali. Ispirazione flower power il coat di pelliccia di
Daniele Alessandrini.
Taglio over per il modello di Dolce e
Gabbana. Astrakan doppio petto per Armani. Maglia in pelliccia con maniche a
contrasto di Emporio. Ispirazione siberiana per la versione di Prada. Rock la pelliccia multicolor di Cavalli.
zione l’altra ipotesi, che tra l’altro lei suggerisce quando parla di
“mancanza di frizione” per il fatto che la sua compagna è molto
eccitata, mi viene da chiederle se
per incrementare la sua tensione
sessuale lei necessiti di una forte
pressione o di un gioco con le dita sul glande o alla sua base. In
entrambi i casi sappia che così
facendo lei rischia di andare verso l’impotenza, poiché cerca di
favorire l’erezione e l’aumento
della stessa basandosi sul solo
canale sensoriale. Le suggerisco
quindi di modificare la sua programmazione corporea ricorrendo al gioco delle
tensioni muscolari dato
che, forse l’avrà notato,
più lei si eccita e più
aumenta la tonicità
dei suoi addominali e
dei glutei. Grazie al
movimento di oscillamento del bacino,
della velocità con la
quale lo muove e
della regolazione
dei suddetti muscoli potrà incrementare l’intensità della sua tensione sessuale. Alfine
di evitare l’intervento
dell’ansia che in questi casi peggiora ancor di più la situazione, impari a respirare a livello
addominale. E non escluda l’intervento dell’immaginario costellato da fonti eccitatorie che
nutrono, a suo piacimento, l’eccitazione. Solo se queste indicazioni non le basteranno allora
prenda in considerazione un consulto sessuologico.
remesso che per rispondere a certe specifiche domande servirebbe la consulenza di un toelettatore professionista, cerchiamo di capire
cosa si intende per toelettatura.
Si tratta in definitiva di un insieme di atti che servono a tenere
in “ordine “ il nostro cane. A
volte si tratta di gesti quotidiani,
altre periodici. Alcune razze richiedono cure più assidue, ma la
toelettatura base è indentica per
tutti e va eseguita tutto l’anno.
Ad esempio, la gestione della
lunghezza del pelo deve considerare più fattori e può essere
eseguita in particolari periodi
dell’anno tenendo conto anche
dell’ambiente il cui vive il cane.
E allora, la tosatura del sotto
coda e della regione perineale,
la tosatura della punta del pene,
della regione perivulvare rappresentano tosature utili dal
punto di vista dell’igiene. La tosatura e la rimozione dei peli
dell’orecchio rappresenta anche
una profilassi contro le patologie dell’orecchio stesso che sono
favorite da sporco e umidità.
Altre regioni da tenere sotto
controllo sono le zampe in quanto la presenza di peli a livello di
cuscinetti plantari può essere
fonte di spiacevoli inconvenienti, non ultimo il trattenere le micidiali “spighette” dei mesi estivi. Tutte queste, a volte non
semplici, operazione permettono al proprietario di pulire regolarmente e con facilità
questa zone delicate.
L’operazione di tosatura completa, deve
invece essere pianificata accuratamente,
tenendo conto delle
temperature stagionali e della casa; infatti il pelo
del cane è un efficace termoregolatore e quindi
uno sbalzo termico improvviso
può essere causa di svariati
problemi.
Ricordo che
un cane tosato a
zero è anche un
cane che va protetto
dalla azione dei raggi solari, è
sempre quindi consigliabile lasciare qualche millimetro di pelo in più con funzione di protettore. Inoltre, in caso di sbalzi
termici improvvisi ricordiamoci
di proteggere dal freddo il nostro amico.
Scrivi a LINDA ROSSI
psicoterapeuta e sessuologa
Scrivi a STEFANO BOLTRI
veterinario del Caffè
Posta: Linda Rossi – Il Caffè
Via Luini 19 - 6600 Locarno
Anche su www.caffe.ch
clicca “Qua la zampa”
E-mail: [email protected]
E-mail: [email protected]
55
Oltre il cibo.
Dall’invenzione
della ceramica...
pentole e provette,
padelle
e alambicchi,
fornelli e
laboratori sono
sempre stati
dei vasi
comunicanti
Le curiosità
IL BLOG
Il fisico Davide Cassi, autore del
Manifesto della cucina molecolare
Italiana, cura un blog con ricette e
utili suggerimenti sul web al sito
sito blog.moebiusonline.eu/
ELISABETTA MORO
caffè, riso, pasta e cacao per osservare, anche al microscopio, le loro
evoluzioni. E per capire come i nostri sensi interagiscono per darci
quella complessa sensazione che chiamiamo gusto. Che non è né
naturale né oggettivo. Ma è figlio di una storia fatta di resistenze e
paure, osservazioni e integrazioni. Nonché controversie accesissime. Come quella sugli effetti del caffè che a metà del Seicento contrappone le massaie londinesi al grande scienziato William Harvey.
Le furiose comari di Windsor firmano una petizione per la messa al
bando dell’arabica perché sono convinte che tolga vigore ai loro maschi. Mentre lo scopritore della circolazione del sangue esalta le
proprietà afrodisiache della tazzina.
Non è meno aspra la querelle sul brodo di pollo che a fine Settecento
vede scendere in campo addirittura i due padri dell’illuminismo. Diderot e D’Alembert che scrivono pagine su pagine dell’Encyclopédie per ridicolizzare le credenze popolari in materia di alimentazione. Grazie a loro adesso sappiamo per certo che una gallina vecchia
fa buon brodo. Perché i nutrienti non stanno, come si credeva un
tempo, nell’energia giovanile del pennuto, ma nelle sostanze solubili presenti nella carne attempata. E a fine Ottocento con Pellegrino Artusi la scienza in cucina ci entra di nome e di fatto. Il suo best
seller, pubblicato nel 1890, si intitola non a caso La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. E con le sue 790 ricette costituisce la
pietra di fondazione della cucina italiana. Da pochi giorni è in libreria anche in versione audiolibro (edizioni Emons) con un lettore
d’eccezione come l’attore Paolo Poli e con la sapientissima cura di
Luisanna Messeri, scrittrice e cuoca televisiva. Con l’irresistibile
duo la scienza in cucina diventa arte sopraffina.
L
a cucina è una specie di scienza o è la scienza ad essere una
sorta di cucina? La domanda è antica quanto l’uomo. Perché
sin dall’invenzione della ceramica, pentole e provette, padelle
e alambicchi, fornelli e laboratori sono sempre stati come vasi comunicanti. Con scambi continui di competenze, conoscenze, esperienze, pertinenze.
Come bene racconta la mostra “Food. La scienza dai semi al piatto”
visitabile nelle sale del museo di scienze naturali di Milano fino al
28 giugno. Un viaggio nella biodiversità di alimenti simbolo come
La scienza
in cucina
Tutta l’alimentazione dai sapori ai saperi
GLI SPAGHETTI
La formula per cuocere gli
spaghetti è t= ar²+b, dove t è il
tempo di cottura, a il tipo di pasta,
r il raggio dello spaghetto e
b il coefficiente del livello di cottura
desiderato (ben cotto o al dente)
IL LIBRO
Col sottotitolo “La chimica dei
bigné” l’autore di best seller e
docente di chimica Dario
Bressanini svela i segreti della
pasticceria in cinque capitoli
Pubblicità
o
¸ÆY
.P
Dʬ
6
Q
™
․
…
M
©
…
ë
F
3
ÁDÁ
ë
`
ÁÆ ›
)`·
ÁoùD
§ýo
Æ )~
ÊÊ {
6Æ
<*
*<27
A
*
<
=
97 >0
%A7 %A7
A2EE 2=’%4) <27<* * )% 8
%
<
<%
*
4 25
& 4%6A* 7A %6A 4*..*
7
4
2
& $ <31# 4*.%
6
%
& # <’/2 2
*
&
ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š-5ò.é2öû4¬½Ãñʾ
ÃʾÑ!&8++ì1& .Ѭûé:˙;’3¦Á!¦.ª1.0æ8Þ Áò!,ÑÌ,0.+ûï!7"5³˙æ5¹’3)&¼.ö(32*)&+À¬9$4ÓÌ-ì©û4¦"8¹Ä)2;!æ°2ÓÀ+’(ªéÊ/¬:ÍÊÊª°½½Ãñʾ
&!$ "% $%#"’" n}7‘
Q‘ ¯n'fl⁄n ⁄7G‘n ¯Q '}7flfl™
Fq•ˆ Ł¥ ઠ8q+FflÄF ëªa5 ŁøøĈ[qÝÝŁÝF q•ˆ¥ÝÄF 8q qÄÄFÈqÈÝqq¥q
ˆ[[FÄÝF ÈøF+qŁ¥q øÄFÈȈ q¥ ÿˆÈÝĈ øŁÄÝ•FÄ nøF¥™
79*4:’/
7ÈFfløqˆ øÄF⁽⁽ˆ4 ˛Ł[qÄŁ flˆíÄFÄ 3ÄqÿF ª™a flíĈ 7.nfl7.É +ˆ• 'ÝŁÄÝÚ'݈ø5 ªàŠa +flà5 MM ¢˘ ߪë .¯¹5 ^ øˆÄÝF5 øÄF⁽⁽ˆ 8q ŁÈF q•+¥™ 'žqÈÈ }Ł+¢ .PF à^©Ša™Q5 ÿŁ•ÝŁbbqˆ +¥qF•ÝF q•+¥™ øÄFflqˆ F¥F F øÄFflqˆ øFÄflíÝŁ .PF ^©Ô^™Q5 •íˆÿˆ øÄF⁽⁽ˆ ÿF•8qÝŁ .PF ë…©M…™Q™ !é 8-- .@35( ’76=D57 " ?(8 4@8FF 35( ’%A:
);*++2’2*6E% *6*<.*A2’% : Q¥¥™4 ÈÝÄŁ ‘qflˆíÈq•F .ˆÈflˆ ª™a flíĈ +ˆ• 'ÝŁÄÝÚ'݈ø5 ªàŠa +flà5 MM ¢˘ ߪë .¯¹5 +Łflqˆ flŁ•íŁ¥F Š flŁÄ+F5 ^ øˆÄÝF5 øÄF⁽⁽ˆ 8q ŁÈF q•+¥™ ˆø⁽qˆ•q .PF ઩…^™Q5 ÿŁ•ÝŁbbqˆ +¥qF•ÝF q•+¥™ øÄFflqˆ F¥F F øÄFflqˆ øFÄflíÝŁ .PF a©^™Q5 •íˆÿˆ øÄF⁽⁽ˆ ÿF•8qÝŁ .PF ëÔ©a^™Q™ !é 8B, .@35(
’76=D57 " ,(> 4@8FF 35( ’%A: );*++2’2*6E% *6*<.*A2’% : Q¥¥™4 ˛Ł[qÄŁ flˆíÄFÄ 3ÄqÿF ª™a flíĈ 7.nfl7.É +ˆ• 'ÝŁÄÝÚ'݈ø5 ªàŠa +flà5 MM ¢˘ ߪë .¯¹5 ^ øˆÄÝF5 øÄF⁽⁽ˆ 8q ŁÈF q•+¥™ ˆø⁽qˆ•q .PF à^©ë™Q5 ÿŁ•ÝŁbbqˆ +¥qF•ÝF q•+¥™ øÄFflqˆ F¥F F øÄFflqˆ øFÄflíÝŁ .PF a©™Q5 •íˆÿˆ øÄF⁽⁽ˆ ÿF•8qÝŁ .PF ઩ë™Q™
!é 8-- .@35( ’76=D57 " ?(8 4@8FF 35( ’%A: );*++2’2*6E% *6*<.*A2’% : Q¥¥™4 Q•Èqb•qŁ ‘qflˆíÈq•F 78qÝqˆ• ª™Š flíĈ +ˆ• 'ÝŁÄÝÚ'݈ø5 ª^…M +flà5 ªë^ ¢˘ ߪÔ .¯¹5 +Łflqˆ flŁ•íŁ¥F Š flŁÄ+F5 a øˆÄÝF5 øÄF⁽⁽ˆ 8q ŁÈF q•+¥™ 'žqÈÈ }Ł+¢ 78qÝqˆ• aë©^^™Q5 ÿŁ•ÝŁbbqˆ +¥qF•ÝF q•+¥™ øÄFflqˆ F¥F F øÄFflqˆ øFÄflíÝŁ .PF Š©Ôª™Q5
•íˆÿˆ øÄF⁽⁽ˆ ÿF•8qÝŁ .PF à^©Ma™Q™ !é 8-? .@35( ’76=D57 " ?(C 4@8FF 35( ’%A: );*++2’2*6E% *6*<.*A2’% : { 8q .në 8q ÝíÝÝF ¥F Łí݈ •íˆÿF ÿF•8íÝF q• .P U ªaM bÚ¢fl™
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
ilcaffèLink 57
Che cosa pensa la comunità musulmana residente in Ticino del fanatismo
religioso che porta ad orribili crimini
nel nome di Allah? Chi può fermare la
mano di questi assassini? Non sono le
comunità islamiche nel mondo le prime a dover reagire per isolare estremismi che sconfinano nel terrorismo? La
cultura occidentale sembra impotente
di fronte alle frange islamiche estreme
e se le affronta utilizzando i loro stessi
metodi, e cioè con il fanatismo, finisce
per fare proprio il loro gioco.
Sono persuaso che la risposta democratica a questa delicata situazione
passi da un’alleanza e un sostegno alle
forze islamiche moderate, che rappresentano la stragrande maggioranza dei
musulmani. Per affrontare questi temi
tragicamente di attualità abbiamo incontrato a Lugano Jelassi Radouan Sa-
FUORI
DAL
CORO
Il no degli islamici ticinesi
contro i fanatismi religiosi
mir, imam della comunità musulmana
ticinese. “Non ci riconosciamo certamente nei modi di agire dell’estremismo, che non rappresenta la nostra religione, in quanto propone un’interpretazione assolutamente impropria del
Corano – afferma senza esitazioni –. Le
prime vittime siamo proprio noi, la
maggioranza assoluta dei musulmani,
che a partire dall’11 settembre 2001
siamo guardati con sospetto in tutto
l’Occidente. Una paura che viene fomentata a scopo elettorale da scaltri
IL
DIARIO
politici”.
Ma le vostre comunità cosa stanno
facendo per isolare gli estremisti?
“Molto più di quanto appare. Nella
mia comunità, per esempio, lavoro tenacemente per prevenire i fanatismi
promuovendo l’informazione ed educando i nostri fedeli ai valori del vero
Islam. Ci sentiamo cittadini di questo
Paese, che apprezziamo, e crediamo in
un Islam equilibrato. Per far conoscere
la nostra posizione lavoriamo sia all’interno della nostra comunità che al-
l’esterno, ma non sempre troviamo
terreno fertile nel mondo politico ticinese né in quello civile. D’altra parte i
media veicolano continuamente un’immagine negativa dell’Islam”.
Non è certo colpa dei giornalisti se
in certi Paesi islamici la donna viene
fortemente penalizzata, o se si pratica
ancora la lapidazione.
“Questo non ha nulla a che vedere
con l’Islam, bensì con i costumi tribali
di certi individui. Costumi che non
condivido, semplicemente perché non
FOGLI
IN
LIBERTÀ
COLPI
DI
TESTA
GIUSEPPE
ZOIS
GIÒ
REZZONICO
LIDO CONTEMORI
Il tribunale decisivo
è la nostra coscienza
RENATO
MARTINONI
Il vecchio presepe
e l’albero di Natale
ABETE VERO. Non senti il profumo della resina? Che eccitazione! Tutti sono buoni. Le mamme incartano i balocchi e intanto i pargoli non stanno più nella pelle. Fuori cade la neve.
Dentro scende la pioggia dei miei aghi. Vuoi mettere un albero
di Natale in carne e ossa?
ABETE FINTO. Sono sintetico dalla testa ai piedi, è vero. Mi
hanno tirato fuori da uno scatolone che sa di naftalina. Ma basta una boccata d’aria ed eccomi ancora pronto a fare un figurone. Non odoro di resina. Ma ogni anno sono qua. Invece gli
alberi veri occorre tagliarli e poi crepano. Non ti fa male sapere
che vivi una festa che dura lo straccio di pochi giorni?
ABETE VERO. È generosa, la natura. Muore ogni anno. Ma
solo per rinascere. Fra dodici mesi toccherà a qualcun altro. Intanto però questo Natale è tutto mio. Tu finirai di nuovo in cantina. Io continuerò a essere utile. Mi getteranno nelle acque del
lago: così i pesci deporranno le uova fra i miei rami. E dalla mia
morte nascerà la vita. Del resto di abeti verdi ce n’è sempre.
Basta andare nei boschi.
ABETE FINTO. Piano con questa boria! La maggior parte degli alberi veri finisce nella spazzatura. E poi non siamo mica
messi bene, sai? Persino i Verdi si dimenticano di voialtri. Battagliano contro gli immigrati e adocchiano il cadreghino. Invece di
occuparsi della natura. Immagina quanto gliene frega degli alberi di Natale! Io sono e sarò sempre un alberello di plastica, ma…
ABETE VERO. …ora sì che parli ammodo, spaventapasseri
vestito da Tannenbaum! Con quei tuoi aghi che sembrano i peli
di un topo rachitico…
ABETE FINTO. Meglio rachitici che secchi. Suvvia, non vorresti passare il Natale in un bosco? A riparare dal freddo un bel
cerbiatto?
ABETE VERO. Quando ti rottameranno, finirai anche tu
nella spazzatura. O magari in un fosso.
ABETE FINTO. Non posso darti torto, ahimè. E se tornassimo al vecchio Presepe? Io me ne starei volentieri nella mia
scatola. E tu vivresti sano come un corno nel bosco, a farti accarezzare dai fiocchi della neve.
ABETE VERO. Sei matto? Tre miserabili figurine sotto un
ceppo nodoso, due sciocchi quadrupedi, tre beduini venuti
d’Oriente, una stella cometa di cartapesta e quattro pecore
puzzolenti? Che razza di Natale sarebbe mai? E dove metterebbero tutte le luminarie? Siamo nell’era di facebook, mica nel
Medioevo.
ABETE FINTO. Buon Natale, testone!
ABETE VERO. Buon Natale, coglione!
Caro Diario,
preparando il presepe, quest’anno vedremo i Dieci Comandamenti in Tv secondo Benigni, due serate come le due
tavole della legge, il 15-16 dicembre, si parla di 4 milioni di
euro, con puntuale smentita dell’interessato. Molti sono già
insorti, spedendo dritto il comico da un confessore per colpa
grave contro il settimo punto del Decalogo. Dopo la consegna a Mosè sul Sinai, di vitelli d’oro ne sono stati costruiti
parecchi in ogni tempo e luogo. In un’epoca in cui più che i
Comandamenti è diffusa la trasgressione, bisogna spiegare
di che si parla. Si sono perse generazioni di genitori e la cruda diagnosi è del cardinal Martini, che riconobbe un ritardo
di due secoli della Chiesa nell’intercettare la modernità.
IL NODO CRUCIALE è stato affrontato nel recente Sinodo sulla famiglia, dove alla fine si è avuta l’impressione, al
momento del voto, di uno scontro tra aperturisti e conservatori. Ipotesi, questa, fermamente rigettata dal successore di
Martini a Milano, Scola, che in un’ampia e densa intervista
ha bocciato la parola divisione: “Sono emerse posizioni diverse. C’è stato un confronto talora serrato, sempre teso alla
comunione“. Comunione qui intesa tra vescovi e cardinali,
visto che l’altra, quella eucaristica, continua ad essere negata ai divorziati e, secondo Scola, lo resterà. Il Papa, prevede
il porporato, dovrà ribadire il no per fedeltà alla dottrina.
STA CAMBIANDO il mondo, ma si continua a battere il
chiodo dei valori non negoziabili. Può una madre non tener
conto delle difficoltà in cui si dibattono i figli (Chiesa, Mater
et Magistra, Giovanni XXIII, 1961), quando la realtà dice
che un matrimonio su due frana? Si può continuare con l’intransigenza dei “principi per noi irrinunciabili come l’ossigeno per la vita“ (sempre Scola)? Qui non si parla di biotecnologie, materia complessa, né di uteri in affitto, che per il cardinale distruggono la filiazione. La cruna dell’ago è se dare o
no la comunione ai divorziati.
PER RESTARE fedeli alla dottrina, pur con la crisi enorme che lambisce ormai il 50% degli sposi, Scola propone di
“rendere più rapide le verifiche di nullità del matrimonio“,
coinvolgendo più direttamente nelle procedure i vescovi.
Che dovrebbero quindi, tra i loro già non pochi compiti, diventare giudici di un rapporto che traballa. Forse, più umanamente, come esortano molti vescovi, Grampa tra questi,
occorrerebbe riconoscere che questa è una sfera che appartiene alla coscienza dei coniugi interessati. Coscienza insomma come ultimo tribunale.
DOMENICA
IN
MOSTRA
Il nomadismo di un artista
tra cose, tradizioni e Paesi
CLAUDIO
GUARDA
Nato a Sent, nei Grigioni, nel
1948, Not Vidal è tra gli artisti svizzeri
viventi più noti al mondo. Grande
viaggiatore nei più disparati luoghi del
globo dove soggiorna per mesi e anni,
con studi che sposta da un continente
all’altro - attualmente ne ha uno anche a Pechino - il suo è il nomadismo
di chi ama muoversi, vedere, scoprire
popolazioni e culture diverse, usi e costumi ma anche materiali e tecniche
lontani dai suoi. Un nomadismo, però,
che non è sinonimo di sradicamento.
Le radici della sua terra, le sue montagne, i ricordi dell’infanzia, i suoi materiali (tra cui palle di neve, rocce, capanne fatte con rami, perfino le torte
ilcaffè
Settimanale di attualità, politica, sport e cultura
Direttore responsabile
Vicedirettore
Caporedattore
Caposervizio grafico
di mucca...) non costituiscono solo uno
sfondo remoto da cui muove la sua
creatività, ma sono talvolta anche elementi portati direttamente in scena e
caricati di sovrasensi. Da qui il titolo
di una rassegna che di grigionese ha
ben poco, ma che ciò nonostante vuol
ancorare il tutto ad un’immagine primordiale e privata, a un ricordo lontano, a uno spazio e a un tempo precisi.
La mostra si snoda lungo un percorso rarefatto, fatto di poche opere
cadenzate nel silenzio degli spazi conventuali: a volte ermetiche e chiuse in
se stesse, altre volte allargate in istallazioni da attraversare e vivere. Come
la prima grande sala, con quella pareLillo Alaimo
Libero D’Agostino
Stefano Pianca
Ricky Petrozzi
fanno parte dell’Islam. Non si dimentichi che il Corano ha attribuito il diritto
di voto alle donne già 14 secoli fa”.
D’altra parte, però, alcuni suoi colleghi imam, che operano in grandi metropoli come Parigi e Londra, aiutano
addirittura l’estremismo islamico a reclutare miliziani.
“In Svizzera abbiamo creato un
gruppo, di cui faccio parte, che si occupa della formazione degli imam. Non ci
limitiamo a insegnare la cultura religiosa, ma chiediamo ai candidati di conoscere anche il contesto storico, sociale e culturale in cui saranno chiamati ad operare”.
E a livello europeo?
“Ci stiamo lavorando, ma la strada
è ancora lunga e abbiamo bisogno di
sostegno politico all’interno dei singoli
Paesi europei”.
te di fondo che - da lontano - sembra
un delicato fregio di segni più o meno
marcati. Man mano ti avvicini, però,
scopri che sono minacciose lame di
coltello puntate contro di te e che ti
respingono. Nel suo complesso la mostra permette di cogliere alcuni tratti
distintivi di Not Vidal, quali la pluralità dei suoi interessi e la singolarità
della sua posizione, la varietà delle
sue opere che non si curano di una
coerenza prettamente formale, la raffinata eleganza dei suoi materiali, l’interdisciplinarità (dagli intenti anche
sociali o simbolici).
Not Vidal è infatti nato come scultore e lo si capisce subito, una volta
Società editrice
2R Media
Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser
Direttore editoriale
Giò Rezzonico
DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE
Centro Editoriale Rezzonico Editore
Via B. Luini 19 - 6600 Locarno
Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39
[email protected] - [email protected]
PUBBLICITÀ
Via Luini 19 - 6600 Locarno
Tel. 091 756 24 12
Fax 091 756 24 19
[email protected]
entrati nel chiostro, davanti alla sorprendente “Lingua” (di mucca, ingrandita trenta volte) che accoglie il
visitatore e sembra leccare il cielo. L’ha fatta realizzare in Cina, in lamina
di acciaio riflettente, assemblata e lavorata a mano da rinomati artigiani
per avere il massimo grado di luminosità.
A partire dall’inizio del terzo millennio ha anche cominciato a costruire
sculture-abitabili nelle varie parti del
mondo. Ad Agadez in Niger, per
esempio, dove con i tradizionali mattoni di fango ha fatto costruire edifici
sociali come “La casa per vedere la luna”, ma anche quella per vedere il
RESPONSABILE MARKETING
Maurizio Jolli
Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97
DISTRIBUZIONE
Maribel Arranz
[email protected]
Tel. 091 756 24 08
Fax 091 756 24 97
NOT VIDAL. IL PAVIMENTO
DELLA CUCINA DI MIA NONNA
Museo d’arte, Mendrisio
Fino all’11 gennaio 2015
tramonto o per insegnare il Corano.
Recentemente ha acquistato una
piccola isola, tutta di marmo, in Patagonia dove poi ha scavato, come una
marmotta, un tunnel sotterraneo la
cui apertura di notte si accende come
un punto misterioso nelle tenebre.
Creare una casa per l’uomo dentro un
unico pezzo di marmo che fuori è anche un’isola trasformata in scultura
davanti all’infinità dell’oceano... Sono
schegge di una poetica che si fa pensiero, rivelazione di un concetto di vita e di arte (praticamente invendibile)
in cui forma, funzione e concetto diventano tutt’uno.
E questo è Not Vidal.
STAMPA
Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil
6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55
Tiratura (dati Remp ‘12)
56’545
Lettori (dati Mach ‘13-’14)
87’000
Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale)
IL CAFFÈ
7 dicembre 2014
58
ilcaffèLink 59
L’incontro. Mentre si prepara a lasciare l’incarico
alla Scala, il grande Maestro argentino col Fidelio apre
la nuova stagione del famoso Teatro milanese. E medita
di tornare al suo amato progetto“West-Eastern Divan”
per riunire giovani del Medio Oriente e dell’Europa
Schermi. Poco credibile
l’operaia Marion Cotillard che abbina
la tuta alla lingerie della maison Dior
Il maestro Daniel
Barenboim visto da
Riccardo Mannelli
per il Caffè
Daniel
Barenboim
Se a fare la proletaria
è chiamata una diva
“Oggi ai direttori d’orchestra
il talento da solo non basta”
MARIAROSA MANCUSO
C
he fastidio la spallina del reggiseno, l’abbiamo davanti agli occhi per
tutto il film e impedisce la sospensione dell’incredulità. Senza farla difficile, e senza scomodare il poeta Samuel Taylor Coleridge che inventò la
formula un paio di secoli fa - parlava
di teatro - impedisce di credere che
Marion Cotillard faccia davvero
l’operaia.
Nell’ultimo film dei fratelli Dardenne “Due giorni, una notte”, dalla
prossima settimana nelle sale ticinesi, dovrebbe essere a libro paga in una
fabbrica di pannelli solari. Il giorno
prima, i poveri come lei hanno appena
votato: o la riprendono nel capannone
dopo un lungo periodo di assenza per malattia, o riceveranno mille euro di bonus a
testa se verrà licenziata, e loro si sobbarcheranno il lavoro in più (scelgono i soldi
e gli straordinari). Ma, appunto, c’è la
spallina del reggiseno che spunta dalla
canottierina rosa. Marca Dior come minimo, di seta e in una sfumatura assai chic.
Capita quasi sempre, quando le dive
vengono scritturate in ruoli proletari. In
“La buca” di Daniele Ciprì, Valeria Bruni
Tedeschi aveva la parte di una barista.
Scelta azzardata: l’allure altoborghese da
ragazza “schifosamente ricca”non sparisce se sta dietro il banco a preparare cap-
Chi è
Nato a Buenos
Aires nel 1942, di
origini israeliane,
Daniel Barenboim
è oggi uno dei più
celebrati direttori
d’orchestra al
mondo. Dal 1992
dirige l’Opera di
Stato di Berlino
e dal 2011 il Teatro
La Scala di Milano.
È, inoltre, un
famoso pianista
Reuters
puccini. Come del resto confessava al
prete nel suo primo film da brava regista,
“È più facile che un cammello...”. Con addosso un twin set di finissimo cachemire,
in sfumature di mattone e rosa cipria accostabili solo da chi mangia moda e brioche (nel senso di Maria Antonietta).
Capita, e se uno lo fa notare passa per
cinico. Ma come, la poveretta soffre per il
licenziamento, passa il fine settimana andando di casa in casa per convincere i
compagni di fabbrica a ripensarci, e stiamo a sindacare su una spallina? Cinici,
piuttosto, sembrano i fratelli Dardenne.
Due che da un passato duro e puro – il loro primo film presentato a Cannes, “Rosetta”, era di un neorealismo da star male, e a stare male erano i presunti cinici
come noi, restii allo sfruttamento delle
sofferenze umane - sono passati alle star
internazionali.
Premiata con l’Oscar per “La vie en
rose” di Olivier Dahan (ovvero le sciagure
di Edith Piaf), Marion Cotillard è attualmente il volto della Maison Dior. Per
espiare, si fa massacrare dai registi. Senza gambe in “Un sapore di ruggine e ossa” di Jacques Audiard, madonna emigrante e addolorata in “C’era una volta a
New York” di James Gray. I Dardenne sono la sua ultima medaglia al valore di diva impegnata che già aveva messo in
dubbio la matrice terroristica dell’attacco
alle Torri gemelle.
GIORGIO VITALI
I
musicisti di solito suonano e basta. La maggior parte parla
poco. Daniel Barenboim suona ed ama parlare: in pubblico,
in tv, alla stampa. La sua esposizione mediatica ne ha fatto
un personaggio. E le sue battute circolano e diventano a volte proverbiali. Tipo “non è pensabile la storia della musica
senza Bach. Ma senza Mendelssohn non sarebbe cambiato nulla”.
O ancora: “Donne, orchestra, teatri e vino non si confrontano!”.
Nato a Buenos Aires da genitori russi di origini ebraiche nel 1942,
Daniel Barenboim ha esordito a soli 7 anni nella sua città natale
come pianista. Da allora ha alternato pianoforte e direzione. Ha
suonato alla Porta di Brandeburgo quando cadde il Muro di Berlino, e il Teatro alla Scala lo ha nominato Maestro scaligero nel 2005
e poi direttore musicale. La sua avventura milanese sta finendo
col Fidelio di Beethoven che oggi, domenica, inaugura la nuova
stagione nel tempio della lirica italiana.
E così Barenboim ha convocato i giornalisti: sommergendoli di
parole, per poi rispondere alle domande: “Questi nove anni - dice
nel suo italiano perfetto ma un po’ buffo - sono stati meravigliosi.
E mi sono davvero divertito a morte (sic): del resto io sono nato in
Argentina, e l’Argentina è una parte dell’Italia dove si parla spagnolo”. E poi evoca i suoi inizi, con considerazioni che vanno ben
oltre la cronaca: “A chiamarmi la prima volta per suonare in teatro
fu Claudio Abbado, mio collega e grande amico. Con lui avevo studiato a Siena: ci chiamavano I tre moschettieri, perché oltre a noi
due c’era Zubin Metha. Allora, negli anni ’70, Abbado voleva
estendere il repertorio sinfonico: fu un suo grande merito, oltre ad
essere stato il primo ad aver fondato le orchestre giovanili. Mi offrì
di dirigere la Settima di Bruckner. Avevo un sacco di prove, era fine giugno e a Milano c’era un caldo orrendo. Notai subito lo sguardo degli orchestrali, che accaldati e stanchi, guardavano questo
giovanotto che diceva di essere un direttore d’orchestra. Cominciai col primo movimento, e subito capii che non avevano mai
nemmeno sentito Bruckner. In un’ora e mezza avrò provato si è no
4 minuti di musica. Dopo la pausa passai all’Adagio. E tutto filò liscio, oltretutto nel silenzio che fino a quel momento non avevo saputo ottenere. Pensai stupidamente: è entrato nel loro cuore. Ma
la prima viola si rivolse a me e disse “scusi Maestro, ma quanto
dura ‘sta sinfonia?”.
Ride Barenboim, ma poi commenta: “Oggi le cose sono cambiate. Le orchestre sono cresciute, in tutto il mondo: tecnicamente
e per il repertorio. Io ricordo di aver visto le prove di una grande
Orchestra come la Philarmonia di Londra diretta da Otto Kemple-
Il soprannome
Io, Claudio Abbado
e Zubin Metha siamo
molto amici. Siamo stati
I tre Moschettieri
La formazione
Nelle scuole manca
educazione musicale,
ma bisogna anche
educare al pensare
rer che all’epoca eseguiva la Settima di Mahler: un vero disastro.
Oggi anche un’orchestra media esegue la Settima di Mahler. È cresciuta la curiosità ed anche la cultura. Purtroppo la stessa cosa non
è successa con i direttori d’orchestra. Devo dirlo con tutta onestà
e forse con non tanta gentilezza. Non hanno la preparazione di un
tempo e la cultura: possono avere tanto talento, ma non basta per
diventare un grande direttore. Oggi i giovani hanno molta più possibilità di accedere all’informazione, grazie ad internet per esempio. Ma l’informazione non è la cultura, è solo il primo passo”.
A questo punto mostra un “libro”, come lo chiama: “In questo
piccolo libro c’è la ragione principale per la quale dovevo lasciare
la Scala”. Il dépliant riguarda un progetto a Berlino, che sviluppa
l’esperienza che per Barenboim è sempre stata la più importante:
quella della West-Eastern Divan Orchestra, l’orchestra da lui fondata nel 1999 insieme all’intellettuale palestinese Edward Said
(morto nel 2003), per riunire giovani da Israele, dalla Palestina,
dal Medio Oriente (o “Oriente Medio”, come lui lo chiama) e da altri Paesi europei. In un altro incontro spiegò: “I ragazzi provano
per ore ed ore. Avendo a volte a fianco il proprio “nemico”. Provare significa cercare di suonare la stessa nota con la stessa intensità. Bene, se lei fa così per sei ore al giorno, e poi alla fine ha una
discussione di qualsiasi carattere con chi le è a fianco, è tutta
un’altra armonia”.
L’Orchestra si riunisce più volte all’anno, suona per il mondo,
ed è stata protagonista di un concerto storico a Ramallah in Palestina nel 2004. Prosegue Barenboim per illustrare il nuovo progetto: “Suonavamo a Lucerna e un musicista mi disse che gli sembrava che gli elementi dell’orchestra fossero sempre gli stessi, mentre i giovani dovevano rinnovarsi. È vero, è un’orchestra giovanile,
gli risposi, ma ci ho impiegato 8 anni a formarla. Ora i risultati ci
sono. Ne faccia un’altra mi disse lui. Così ho creato un’orchestra
più piccola. Ma non ha funzionato molto. Poi ho capito perché. Occorreva che i giovani si formassero anche culturalmente, non solo
musicalmente.Così ho fondato la Barenboim-Said Accademy, la
cui sede a Berlino sarà inaugurata nel 2016. Lì verranno giovani
dal Medio Oriente e da tutta Europa, studieranno non solo musica
e poi lavoreremo insieme. Said ed io eravamo d’accordo su due cose: che non c’è abbastanza educazione musicale nelle scuole di
tutto il mondo e che i giovani dei conservatori studiano solo musica, per fare carriera con la musica. Ma dove siamo? Invece bisogna anche educare al pensare, e poi trasferire questo pensiero sulla musica”. La West-Eastern Divan Orchestra lo porta su un tema
Il colloquio
Con Papa Francesco
abbiamo parlato
del Medio Oriente.
Il dialogo è importante
Gli esordi
Da bambino alcuni
critici dicevano che ero
il nuovo Mozart, altri che
non avevo alcun talento
che gli è da sempre caro: “La situazione del Medio Oriente va di
male in peggio. Ho incontrato l’altro giorno il mio amico David
Grossmann e mi ha confermato che ormai non ci sono più speranze. E perfino Israele che in altre occasioni io ho criticato non può
più avere colpe. Perché i politici seguono la volontà del popolo:
non c’è censura in Israele. Ma lì ci sono due popoli, quello ebreo e
quello palestinese, che vogliono la stessa terra. Non possono esserci compromessi. Dunque la soluzione non può essere politica.
Ma solo umana. Di rapporti umani. Ormai quello che possiamo fare è creare contatti fra gli esseri umani. Per questo faccio l’Accademia e seguo l’Orchestra”. Ha anche incontrato Papa Francesco
di recente: “Abbiamo parlato del problema del Medio Oriente. È significativo quello che ha fatto. Ha detto ai palestinesi ed agli israeliani cose che non erano loro gradite. Poi ha incontrato il leader
dell’Autorità palestinese e il capo dello Stato israeliano e li ha invitati a San Pietro. Ora è chiaro che mai queste tre persone potranno pregare insieme. Ma dialogare”.
Torniamo su argomenti più…frivoli come il suo rapporto con la
critica: “Ero un bambino prodigio. Feci il mio primo concerto.
C’erano i critici di due grandi quotidiani in Argentina. Uno disse
che ero il nuovo Mozart. L’altro che non avrei mai ottenuto nessun
risultato perché non avevo talento. Mia madre mi ritagliò i giornali
e mi disse: ricordati di fare affidamento solo sul tuo spirito critico,
non su quello degli altri”. Pianista o direttore Maestro Barenboim?
“Non ho davvero preferenze fra pianoforte e direzione. Il pianoforte per me è sempre stato uno strumento-orchestra. Che diventa
interessante quando si impara a creare tanti colori diversi con i tasti. Con l’orchestra si è molto più dipendenti dagli orchestrali. Se
dico ad un oboe di fare un effetto e lui non vuole o non lo sa fare,
io non posso farci nulla. Se si parla del potere del direttore d’orchestra si commette un errore. Il potere l’ha chi decide il programma. Io cerco di dirigere quando suono e di suonare quando dirigo”.
Nella sua lunga carriera c’è un progetto che l’ha colpito profondamente: “In Congo, dove un gruppo di musicisti si è costruito gli
strumenti ed ha formato un’orchestra. Alla tv tedesca un giornalista ha chiesto ad uno di di loro perché non suonassero la loro musica tradizionale al posto del “nostro” Beethoven. E lui ha risposto:
ma chi le dà il diritto di dire il “nostro” Beethoven: la musica di
Beethoven è nata a Vienna, ma da allora appartiene a tutti”. Già,
la musica: “Non saremo mai d’accordo su cosa sia la musica. Ma
tutti siamo d’accordo sul fatto che nella musica c’è qualche cosa
che ha a che fare con l’anima dell’essere umano”.
Libri.
La paura delle epidemie
come metafora del male
MARCO BAZZI
I
LA PESTE
Albert Camus
(Bompiani)
l luogo: Orano, Algeria. “È una città
delle solite, null’altro che una prefettura francese della costa algerina”.
Il cronista: “Il suo compito sta soltanto nel dire: ‘è accaduto questo’,
quando sa che il fatto ha interessato la
vita di tutto un popolo”.
L’antefatto: “La mattina del 16 aprile
il dottor Bernard Rieux, uscendo dal suo
studio, inciampò in un sorcio morto, in
mezzo al pianerottolo”.
La malattia: “La temperatura era a
trentanove e mezzo, i gangli del
collo e le membra erano gonfi,
due macchie nerastre gli si allargavano sul fianco”.
L’epidemia: “In pochi giorni
appena i casi mortali si moltiplicarono, e fu palese a quelli che si
preoccupavano dello strano morbo che si trattava d’una vera epidemia”.
Chiamiamola peste: “È appena credibile, ma pare proprio che
sia la peste”.
“La peste” è, insieme a “Lo
straniero”, uno dei capolavori di
Albert Camus, e come l’altro romanzo fa parte del suo cosiddetto “ciclo dell’assurdo”. Protagonista è il medico fran-
cese Bernard Rieux, e il romanzo è una
cronaca scritta da lui stesso in terza persona. La peste è la metafora del male generato dal nazismo, ma il romanzo rimane di straordinaria attualità ed evoca il
panico che le epidemie seminano anche
oggi nelle civiltà evolute, quando si affacciano minacciosamente ai confini del
mondo.
La storia inizia con Rieux che accompagna la moglie, gravemente malata, alla stazione di Orano, dove prenderà un
treno per andare a curarsi. Poco dopo
scoppia la moria di topi, che vengono
trovati morti a migliaia in città, proprio
come quando scoppia la peste.
Nonostante la preoccupazione per la
moglie malata, il medico rimane a Orano
per curare le vittime. Lo aiuta Jean Tarrou. Terzo protagonista del romanzo è il
giovane giornalista francese Raymond
Rambert, che chiede a Rieux un aiuto
per tornare in Francia, dove lo attende la
sua amata. Ha un’occasione per lasciare
l’Algeria, ma Tarrou gli fa notare che andarsene sarebbe un atto di vigliaccheria,
perché il dottor Rieux, che pure ha la
moglie lontana e malata, è rimasto a curare gli appestati. Rambert decide così di
unirsi ai volontari che aiutano le vittime
della peste. Che alla fine, dopo aver mietuto le sue vittime, cesserà.
7 dicembre 2014
ilcaffè
Il Paese tra cronaca e fantasia
Vacanze
invernali 1958
La finestra sul cortile
Gli eBook del Caffè
Racconto di LAURA PARIANI
illustrazioni di Marco Scuto
L’unico svago è Rin Tin Tin
PRIMA PUNTATA
Racconti di lago
e di montagna
Una nuova serie inedita
di storie brevi d’autore
L’autrice
La 63enne scrittrice
italiana Laura Pariani,
tradotta in varie lingue, ha
iniziato a pubblicare
narrativa nel 1993 con “Di
corno o d’oro” (premio
letterario Grinzane Cavour
e Piero Chiara). Il suo
ultimo romanzo, edito da
Sellerio nel 2014, è “Nostra
Signora degli scorpioni”.
Scrive e vive a Orta.
caffe.ch/comedy
Tutte le puntate oline
La storia
Lago e montagne. Ma in
inverno tutto sembra freddo,
buio, nebbioso. E noioso.
Soprattutto per una
bambina come Lilia che,
non potendo uscire di casa
per giocare con i coetanei,
si rifugia in un suo piccolo
mondo di fantasia. Una
fantasia in bianco e nero.
L’e-book
Tutte le puntate di “Vacanze
invernali 1958”, corredate
dalle illustazioni di Marco
Scuto, possono essere lette
online sul
sito caffè.ch nelle pagine
web dedicate alla serie.
Come tutti i racconti
pubblicati dal Caffè, anche
“Vacanze invernali 1958” alla
fine della serie diventerà un
e-book gratuito per tutti i
formati di lettura digitale.
M
anca ancora un quarto d’ora alla tv dei ra- che la mandino, urgente urgente, a fare una ticina del fanale sulla scala che scende al lagazzi. Lilia si siede sulla poltroncina verde commissione al negozio di alimentari in go, si intravedono appena la peschiera svuodel salotto e fissa lo schermo del televisore piazza, perché nonna Martina si è accorta tata e il portico. Così spoglio com’è, guardaancora spento, grigio. Color pomeriggio di che manca qualcosa per la cena; o che arrivi re il giardino fa tristezza. E pensare che fino
vacanze invernali. Ancora quattordici minu- quella befana della sarta a fare la prova del a tre mesi fa la toppia di uva americana era
ti. Non ha il permesso di accendere la tv pri- vestito che dovrà mettere a Capodanno; op- un nido di mosconi e di insettacci verdi e luma del tempo, perché non bisogna sprecare pure, nella peggiore delle ipotesi, per essere cidi: bestie schifose che si infognano nei
la corrente.
finita in castigo... A Lilia negli scorsi mesi è grappoli, si gonfiano di succhi zuccherini epIn cucina nonna Martina sta preparando già capitato di perdersi vari episodi, interi o poi finiscono per terra panza all’aria. Ogni
la merenda: una fetta di pane spalmata di in parte... Di sicuro gli altri sembrano non pomeriggio di fine estate Lilia, con la sorella
burro, metà per Lilia, metà per sua sorella rendersi conto di quanto lei ci tenga. Come inventata, ne ha fatte secche parecchie. Più
Gemma. Ché poi se le mangerà tutte e due se la privazione di Rin Tin Tin, dopo una set- lei che la Gemma: la sua gemella invisibile si
Lilia, neh, perché la Gemma è una sorella di timana d’attesa, fosse faccenda da nulla. limita infatti a schiacciarne una ogni tanto
pura fantasia: invisibile, compiacente, di- Nessuno capisce che, quando lei salta una col tacco del sandaletto, ma non prende besponibile a cedere la propria merenda senza puntata, ci soffre, tagliata fuori dall’euforia ne la mira. Invece Lilia sì che lavora con medire né bi né bo né aspettodo. Una per una le fa
I protagonisti
ta-un-po’.
fuori. Con la paletta di
Ci sono momenti in
metallo che sta in garacui le lancette dell’orologe, appesa sopra il vecgio vanno a rilento. Lilia
chio baule dei giocattoli
sospira, fa scrocchiare le
rotti. Splash splash, una
dita, canticchia, si dimestrage. Certo anche
na sulla poltroncina.
l’ammazzare insettacci
Sente sulla schiena lo
non è che alla lunga sia
sguardo della nonna che
un gioco appassionante:
domanda: “Ma ‘sa te
a Lilia piacerebbe molto
Martina
Aldo
fé?... Mancano ancora Lilia
di più cacciare bisonti
dieci minuti buoni!”.
Ha sette anni, una sorella
La nonna ospita Lilia nelle
Il cugino di Lilia, poco più infuriati come fa Buffalo
vacanze invernali. Non
grande di lei, le ha fatto
Eccerto, Lilia lo sa immaginaria di nome
Bill, oppure tagliare in
bene quanto manca, ma Gemma e il suo unico
due un cobra, tal quale
gioca con lei, però le
conoscere i fumetti
vuole essere pronta per svago è la tv dei ragazzi
succede a Sandokan:
prepara sempre la merenda dell’Uomo mascherato
non perdersi l’inizio delquella sì che sarebbe
le trasmissioni. Ché le
una vera lotta. Splash
vacanze invernali qui al lago sono una gran di poter raccontare e rivivere con i suoi ami- splash, le bestie schifose della toppia si limibarba: fa troppo freddo per star fuori a gio- chetti i momenti salienti dell’episodio. Ché tano a emettere uno strano rumorino liquido
care a lungo, anche se ci si infagotta di sciar- nel gruppo dei bambini che frequentano e a sciogliersi in una puzzolente salsina verpa e berretta. Eppoi vien buio in un attimo: l’oratorio non vale inventarsi varianti mai de che quasi subito le mattonelle porose del
appena il sole, alle quattro del pomeriggio, si avvenute; e gli altri ci godono a contare con portico assorbono.
nasconde dietro la Colma, la casa precipita dettagliata esagerazione la storia che quella
La voce della nonna dalla cucina: “Te sé
nel crepuscolo. Epperciò l’unico svago è la tv settimana lei si è persa. Ché, chissà come lì ancamò?”. Eccerto. Da qui Lilia non si spodei ragazzi. Tanto più che è una settimana mai, l’episodio che uno non ha visto è sem- sta. Lei non è come quella paciugòna di
che Lilia aspetta la nuova puntata di Rin Tin pre il migliore.
Gemma, a cui il Far West non interessa e alle
Tin, con il pericolo che all’ultimo momento
Mancano otto minuti. Dietro i vetri il cor- sparatorie preferisce le bambole.
(1 - continua)
possa capitare un malarbètto imprevisto: tile il buio è sempre più fitto. Alla luce mor-