RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 27 giugno 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 174 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, CAP 85100, tel. 0971 1656020, fax 0971 476797; MATERA, Piazza Mulino 15, CAP 75100, tel. 0835 1887000, fax 0835 256466 STORYTELLING La Regina dei Sassi Thriller di Paul Di Filippo About Basilicata LA FESTA DI MATERA Sarà un 2 Luglio della città Polizia discreta LA CULTURA FRUGALE nei punti critici di LUCIA SERINO e SARA LORUSSO a pagina 11 di GRABRIELE RAHO a pagina 11 CORRADO a pagina 26 La professoressa Aurelia Sole è il nuovo rettore dell’Unibas, LA POLITICA ingegnere, calabro lucana, madre di due figli: ha battuto Serio Intervista a Pittella jr: MAGNIFICA «Non è un problema un piccolo ateneo, l’importante è farlo grande nel territorio» LORUSSO a pagine 9 «Perché ho scelto di sostenere Braia» Domenico Pittella, figlio di Gianni e nipote di Marcello: è in campo alla segreteria Pd per Braia Maria Teresa Labanca alle pagine 6 e 7 «T n’aia scì» Così Mollica fa saltare il numero legale il video su www.ilquotidianoweb.it MONTALBANO A proposito del Patto di stabilità e municipi a secco M5S, Petrocelli capogruppo Il sindaco sciopera: letto in Comune al Senato Devincenzis TITO ANNA CARONE a pagina 12 Entrano per un bicchiere d’acqua la picchiano e la legano per rapinarla Vito Petrocelli a pagina 7 POLICORO POTENZA Perseguitava la ex inseguendola Condannato a 2 anni e 8 mesi AMATO a pagina 15 Guarda chi si vede Giovanni Floris con figli al campus ELIA a pagina 30 MATERA Addio commosso a Santino Gli amici in scooter dietro il feretro FLUMERO a pagina 27 Floris in visita a Policoro Vi aspetto il 6 LUGLIO alle ore 19.00 Borgo Venusio - Matera www.giardinivenusio.com 40627 Matera 9 771128 022007 RASSEGNASTAMPA TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Venerdì 27 giugno 2014 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 174 ECONOMIA L’ACCORDO BASE DI PARTENZA PER LA PRODUZIONE DELLE JEEP ELETTA AL TURNO DI BALLOTTAGGIO Melfi, firmato il contratto per l’indotto della Fiat Potenza, una donna alla guida dell’Università Aurelia Sole è Rettore FERRARA IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA IV >> Fiom-Cgil non sottoscrive. Ok dalle altre sigle Amendolito: così salvaguardata l’occupazione COSENTINA Aurelia Sole, 57 anni BOCCIA E DE PEPPO A PAGINA 7 >> POLITICA TENSIONI NEL PD E IN FORZA ITALIA. IN COMMISSIONE PRESENTATI 580 SUB-EMENDAMENTI. RITORNO ALLA CAMERA PER L’ASSEMBLEA ELETTIVA LA CAMPAGNA DELLA GAZZETTA IL PRESIDENTE ABRUZZESE In 34 chiedono l’eleggibilità, 18 sono parlamentari della maggioranza Forza Italia: anche dai senatori pugliesi dubbi sul progetto del premier vertice col Molise più veloci Riforme, lo scoglio Senato Treni D’Alfonso: ora COMMERCIO LEGGE ELETTORALE LA POSTA IN GIOCO SULLA MADRE DI TUTTE LE LEGGI Festivi, per i negozi 12 chiusure l’anno Su 6 decideranno i comuni di TONIO TONDO M atteo Renzi è un protagonista della democrazia post classica e maggioritaria – sono i leader a competere per i voti e il potere, non come semplici rappresentanti del popolo sovrano – ma deve cambiare gioco per evitare di restare vittima del “Paradosso Condorcet”, dal nome di un rivoluzionario girondino amico di Voltaire e sbattuto in prigione da Robespierre. Lo spieghiamo così: i desideri della maggioranza, emersa con forza alle europee, possono essere in conflitto con i desideri dei diversi gruppi che la compongono. Un’insidia fisiologica nella società democratica del benessere, ma ancora più incombente nelle fasi di gravi crisi e di scarsità delle risorse rivendicate da individui e gruppi. SEGUE A PAGINA 21 >> YPRES Renzi ieri in Belgio, dove ha incontrato anche Van Rompuy SERVIZI DA PAGINA 2 A 6 >> LA MORTE DI YARA Bossetti vede la moglie La difesa affila le armi A PAGINA 15 >> l Dietrofront in tema di aperture dei negozi nelle giornate festive, dopo la totale liberalizzazione voluta dal governo Monti nel 2011. La commissione Attività produttive della Camera ha licenziato un testo base, che ora approda in parlamento, che obbliga i negozi a 12 chiusure l’anno nei festivi, individuando anche un calendario che per metà i Comuni potranno cambiare. TRENI PIÙ VELOCI Continua la battaglia, nel riquadro D’Alfonso CALPISTA A PAGINA 17 >> ALBERTINI: PRESTO IL NUOVO CT Azzurri, rientro a testa bassa Suarez stangato per il morso GIULIANO A PAGINA 9 >> UNIVERSITÀ DEL SUD COLPEVOLI DI POVERTÀ di LINO PATRUNO C’ è una foto fulminante per capire in un attimo il problema del Sud. Capisci che sei arrivato al Sud quando all’improvviso l’autostrada passa da tre a due corsie. Ma capisci di essere arrivato al Sud anche quando all’improvviso i bagni delle stazioni di servizio sono sporchi. L’autostrada che si restringe è colpa dello Stato, cioè degli altri. UCCISE IL FIGLIO La Franzoni ai domiciliari ma non andrà a Cogne A PAGINA 15 >> SEGUE A PAGINA 21 >> FIUMICINO I manifesti in aeroporto all’arrivo di alcuni Azzurri SERVIZI NELLE PAGINE SPORTIVE >> DEVE PASSARE LA NOTTATA di STEFANO TATULLO A PAGINA 21 >> RASSEGNASTAMPA Venerdì 27 giugno 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 SANITÀ RIVOLTA A PISTICCI DOPO LA DECISIONE DI ABBATTERE IL TERZO PIANO PISTICCI L’ospedale di Tinchi torna al centro della protesta. Già nel ‘96 l’allora piano sanitario ne disponeva la chiusura. La Regione vuole abbattere il terzo piano per problemi di staticità, ma nel 2007 lo aveva ristrutturato Ospedale di Tinchi «Dietro alle ruspe l’idea di chiuderci» Ronde a presidio dell’edificio I locali sono stati ristrutturati nel 2007 e ora si scopre che hanno problemi di staticità . l L’annunciato abbattimento del terzo piano dell’ospedale di Tinchi di Pisticci scatena la protesta dei cittadini. Il sospetto è che dietro a questa decisione della Regione ci sia la volontà di chiudere il nosocomio. Anche perché all’orizzonte non sembrano esserci investimenti. MIOLLA A PAGINA II >> VIGGIANO È PARTITA DAL CENTRO OLI LA VISITA IN BASILICATA DELLA DECIMA COMMISSIONE DEL SENATO. SOTTO LA LENTE C’È LO SVILUPPO ECONOMICO DELL’AREA Ispezione su petrolio e rifiuti Senatori a Tecnoparco. Allo studio anche la situazione dell’Itrec di Rotondella All’esame pure gli impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dalle estrazioni petrolifere DUE GIORNI La visita della commissione proseguirà oggi l Le estrazioni petrolifere in Val d’Agri e gli impianti di trattamento di Tecnoparco dove, tra l’altro, viene smaltita anche l’acqua di produzione (separata dall’olio e dal gas) del centro oli di Viggiano; la situazione relativa al rischio inquinamento e ai pericoli che potrebbero derivare dall’impianto Itrec di Rotondella. Su questi i temi è in corso un’attenta verifica della situazione da parte della decima Commissione del senato che si occupa di industria, energia, commercio e turismo. Commissione arrivata in Basilicata ieri per una visita che si concluderà oggi. MELFI POTENZA Indotto Fiat firmato l’accordo per l’«Acm» Aurelia Sole è il nuovo rettore dell’Università l Un accordo per i 1.650 lavoratori del consorzio Acm – le 12 aziende dell’indotto dello stabilimento di Melfi della Fiat – è stato firmato nella sede di Confindustria Basilicata, a Potenza, da Uilm, Fim, Fismic e Ugl ma non dalla Fiom-Cgil. I punti principali dell’intesa riguardano l’occupazione, che è salvaguardata, e l’armonizzazione salariale fra i lavoratori dell’indotto e quelli della Fiat. COSENTINA Aurelia Sole, 57 anni SERVIZI A PAGINA III >> BOCCIA IN NAZIONALE A PAGINA 10 >> FERRARA A PAGINA IV >> POTENZA IL RAGAZZO TROVATO MORTO IN CASA IL 22 MARZO 2011 IERI SERA NON SONO CHIARE LE RAGIONI DEL DECESSO, INDAGANO I CARABINIERI Caso Cuccaro, «alterata Bernalda, ottantenne trovata morta la scena del crimine» sull’uscio di casa in via Anacreonte INCHIESTA Mario Cuccaro l La morte di Mario Cuccaro, avvenuta a Potenza il 22 marzo del 2011, resta avvolta da tanti interrogativi. Ieri mattina, durante l’udienza in tribunale, sono emersi altri dettagli che minano la credibilità delle indagini: la maglia che Mario indossava il giorno della morte non è tra i reperti acquisiti dalla polizia, «la scena del crimine è stata alterata» e la vittima sarebbe stata portata in ospedale dal 118. AMENDOLARA A PAGINA V >> BERNALDA Scorcio del centro antico l BERNALDA. Una donna di 80 anni, M.L., è stata trovata morta, ieri pomeriggio, nella sua abitazione di via Anacreonte a Bernalda. Il corpo della donna era riverso in un lago di sangue, nei pressi dell’uscio di casa, un basso della zona. La morte è avvenuta tra le 17 e le 18. Vani sono risultati i tentativi dei sanitari di rianimare l’anziana signora, che viveva col marito e aveva due figli. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Bernalda e gli uomini della Polizia municipale, oltre ai legali, che avranno il compito di ricostruire l’accaduto, le cui cause sono ancora al vaglio degli inquirenti. Il corpo dell’ottantenne di Bernalda è stato trasportato all’obitorio del cimitero cittadino per gli accertamenti [an.mor.] autoptici. NON BASTA LA DEROGA AL PATTO DI STABILITÀ di NINO FALOTICO SEGRETARIO CISL BASILICATA L a deroga al patto di stabilità è uno dei problemi, ma non è l'unica questione sul tappeto. Dalla giunta Pittella ci aspettiamo misure concrete su lavoro, crescita e coesione per ridare fiato alle famiglie e alle imprese. C'è sicuramente un problema di capacità di spesa e bene ha fatto Pittella a sbattere i pugni sul tavolo, ma bisogna anche dire che esiste un problema non affrontato di qualità della spesa e di risultati. La recente indagine della Corte dei Conti sulle royalties petrolifere testimonia che alla disponibilità e capacità di spesa di ingenti risorse finanziarie non sempre ha corrisposto in passato l'efficacia della stessa. Ecco perché come Cisl poniamo da tempo il tema della concentrazione e della finalizzazione della spesa su un pacchetto di provvedimenti che tenga insieme, integrandole, le politiche attive del lavoro, le politiche industriali e delle attività produttive, le politiche infrastrutturali e del welfare. CONTINUA A PAGINA XIII >> TITO Aggredita in casa coppia di anziani Tentativo di rapina SERVIZIO A PAGINA IX >> MATERA Una petizione per salvare il bus diretto a Bari DORIA A PAGINA X >> RASSEGNASTAMPA In Brasile ho vissuto insieme alla tribù degli Zo’é. Non conoscono la rissa: quando c’è una divergenza i contendenti salgono su un albero e discutono fino a che non si trova un accordo. Sebastiao Salgado fotografo 1,30 Anno 91 n. 168 Venerdì 27 Giugno 2014 U: «Sì a Juncker, ma patti chiari» Lucarelli: «Addio Rai crudele» Pag. 21 ● ● Quel Leopardi è un falso Infinito Barzanti pag. 17 Basket: la notte del titolo Pag. 23 Al vertice Ue Renzi e il Pse insistono su regole più flessibili, crescita e lavoro. Polemica con Merkel Nella cena tra i leader discussa la bozza Van Rompuy ● Cameron va allo scontro ● Nomine attese oggi «Sì a Juncker alla guida della commissione Ue, ma con un programma chiaro». Renzi e il Pse chiedono regole più flessibili, per la crescita e il lavoro. Nella cena tra i leader a Ypres in discussione la bozza Van Rompuy. A PAG. 2-3 GLI AZZURRI Mesto ritorno «Nonnismo» contro Balotelli Perché l’Europa parla al mondo State per leggere un articolo paradossale: un interista che difende Balotelli. Sia chiaro: i tifosi nerazzurri non sono affranti perché SuperMario non gioca più nella loro squadra, e non hanno dimenticato la notte di Inter-Barcellona quando Materazzi lo appiccicò al muro dello spogliatoio. Però, a tutto c’è un limite. I messaggi trasversali arrivati dai «veterani» della Nazionale, nei quali Balotelli non veniva mai nominato ma distintamente evocato, sono stati SEGUE A PAG.13 assai sgradevoli. LUIZ INÁCIO LULA DA SILVA ● LA COSTRUZIONE DELL’UNIONE EUROPEA NON È SOLO UNA EREDITÀ EUROPEA:ÈUNAPARTEDELPATRIMONIOMONDIALE. È un’istituzione politica che ispi- ra le nazioni a lavorare insieme e aumentare la cooperazione e l’integrazione nelle loro regioni. È stata l'ispirazione per il Sud America con il Mercosur e l’Unione delle Nazioni Sudamericane, e per l’Africa con l'Unione Africana e le comunità economiche regionali che sono ora impegnate nello sviluppo SEGUE A PAG. 15 del continente. La politica si fa in tre L’ANALISI MICHELE CILIBERTO La politica, nonostante le apparenze e tante chiacchiere, ha leggi precise, «obiettive», perché fondate su interessi che, prima o dopo, si fanno sentire. È bene che Grillo e Casaleggio se ne siano resi conto, anche se è stato necessario il duro «farmaco» della loro sconfitta elettorale nella quale ha, certamente, inciso il modo duro, violento, con cui si sono mossi, prima del voto. SEGUE A PAG. 16 Il sabato, approfondire sarà più semplice l’Unità left a soli 2,30 € www.left.it Riforme, avanti tra le tensioni ● Senato: 35 firmano l’emendamento Chiti per l’elezione diretta ● Italicum, Forza Italia contro le aperture sulle preferenze Staino Cresce la fronda sulla riforma del Senato: 35 senatori sostengono la proposta Chiti per l’elezione diretta. Non solo dall’opposizione - in particolare da Forza Italia, alle prese con nuove fibrillazioni -, ma anche dalla maggioranza. Intanto dopo le aperture del premier sulle preferenze nell’Italicum, Forza Italia dice no. Tra i 5 Stelle a Bruxelles tensioni sull’alleanza con Farage. A PAG. 4-5 Il Cdr ai lettori FRONTE DEL VIDEO Magari, se ce lo dicevano prima che si parla con gli avversari: non tanto per convincerli, ma per allargare i propri ● Pd-M5S si imbastisse l’ennesimo derby confini politici e dimostrare di essere perTUTTO POTEVAMO IMMAGINARE, TRANNE CHE SULL’INCONTRO italiano. Invece è quello che ha tentato di fare il giornalista del Fatto quotidiano, Scanzi, ospite di Lilli Gruber, sostenendo che il grillino Di Maio avrebbe, diciamo così, dato una lezione a Renzi. Dio mio, i giudizi possono essere diversi; quel che conta è il risultato. Infatti Toninelli ha dichiarato ai tg che, con l’incontro, si è fatta conoscere agli italiani la proposta pentastellata. Vero. Verissimo. È per questo sone ragionevoli e civili. Peresempio, oraBerlusconi èpreoccupato di esseremesso all’angolo e di perdereilruolo centraleche avevanellatrattativa. E questo chiarisce una volta per tutte come un anno di contumelie e diktat da parte di Grillo sia servito solo a rianimare l’ex cav. dopo che gli italiani gli avevano dato una batosta da 6 milioni di voti in meno. Altro che preferenza negativa! Vogliamo riaffermarlo con orgoglio. Se il valore della testata Unità non si è depauperato nel corso di questi mesi è solo grazie al nostro impegno, alla nostra professionalità, al nostro attaccamento a un giornale che per tutti noi, giornalisti e poligrafici, rappresenta molto di più di un posto di lavoro. Ci sentiamo parte di una comunità, un sentimento condiviso con i nostri lettori che non hanno fatto mai mancare il sostegno alla nostra lotta in difesa del giornale fondato novant'anni fa da Antonio Gramsci. Questo stesso orgoglio, questo forte senso di responsabilità, lo chiediamo, lo esigiamo da coloro da cui dipende se l'Unità sarà ancora in vita. Giovedì prossimo le rappresentanze sindacali incontreranno i liquidatori della società editrice. Non sarà, non potrà essere un incontro di facciata. SEGUE A PAG.5 RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Venerdì 27 giugno 2014 PARTITI E GOVERNO C'è poi un gruppo trasversale che propone di tagliare il numero dei deputati nella speranza che la Camera blocchi tutto STRATEGIE E RESA DEI CONTI Riforme, il Senato degli eletti agita Forza Italia, M5S e fronda Pd I grillini: «Se noi siamo in gioco, fuori Berlusconi». Ma Renzi tira dritto l ROMA. Si avvicina il voto che abroga il Senato elettivo e il bicameralismo, e nella maggioranza ripartono le fibrillazioni: 18 senatori dei partiti che sostengono il governo hanno infatti presentato una serie di sub-emendamenti che rimettono in discussione gli emendamenti dei relatori che sintetizzano gli accordi. A questo punto diventano indispensabili i voti della Lega e di Forza Italia che, in una riunione a cui sono intervenuti Giovanni Toti e Denis Verdini, ha blindato l’intesa raggiunta con il ministro Maria Elena Boschi. E Matteo Renzi tira dritto, come spiega il fidatissimo vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: «il percorso procederà secondo la direzione e i tempi previsti». Lunedì inizierà in Commissione affari costituzionali il voto sui 20 emendamenti dei due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, che raccolgono l’intesa tra maggioranza, Lega e Fi sul superamento del bicameralismo e l’elezione indiretta del Senato da parte dei Consigli regionali. Ieri scadeva il termine per presentare i sub-emendamenti ed ecco che è arrivato un pacchetto di 14 proposte firmate da 16 senatori del Pd (Vannino Chiti e Felice Casson in testa), più Mario Mauro e Salvatore Buemi, che assieme a altri 17 senatori delle opposizioni (Sel ed ex M5s) provano a rimettere in discussione tutto: il Senato deve essere eletto dai cittadini e deve avere dei poteri legislativi quasi immutati rispetto ad ora. In una conferenza stampa per illustrare i sub-emendamenti Mario Mauro ha parlato di «deriva autoritaria» del ddl del governo. Cosa che ha fatto arrabbiare molti senatori del Pd che se la sono presa con i loro colleghi Chiti e Casson, presenti alla conferenza. È l'ennesimo strappo all’interno del gruppo Dem dove i rapporti con gli ex «autosospesi» sono tesi. La maggioranza ha in Senato 169 voti su 315, e i dissidenti farebbero saltare le riforme: ma nel governo non si è registrata una particolare preoccupazione, visto che regge l’intesa con Lega e Forza Italia. Anche quest’ultima ha presentato alcuni sub-emendamenti che però si inseriscono nel solco dell’impianto dei relatori: essi chiedono una maggior proporzionalità all’interno dei Consigli regionali al momento di eleggere i senatori. Emendamenti che Finocchiaro ha definito «seri». Paolo Romani ha parlato di «accordo vicino» e comunque ha radunato i suoi 59 senatori alla presenza di Giovanni Toti e IL «FORNO» Un fermo immagine dell’incontro tra i parlamentari del Pd e quelli del M5s che si è svolto mercoledì scorso alla presenza di Matteo Renzi . Denis Verdini, inviati da Berlusconi per blindare l’intesa. Mal di pancia ci sono, ha ammesso Romani, ma solo 4 senatori «azzurri» hanno presentato sub-emendamenti in dissenso. E' chiaro che l’accordo riguarda anche la legge elettorale e le future modifiche LE TENSIONI MOTIVO DEL CONTENDERE I RAPPORTI CON I VERDI E CON IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE all’Italicum, e l’impegno di Renzi a mantenere un dialogo «costituente» anche sui prossimi passaggi istituzionali (elezione Csm, giudici Consulta e, più in là, il successore di Napolitano). Ma tutto ciò fa a sua volta agitare M5s, che vede sfumare gli effetti dell’incontro di mercoledì con Renzi. Ne sono derivati alcuni «aut aut» a Renzi da parte dei grillini ( o noi o Berlusconi, dicono) bollati come «infantili» dal Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Fi. C'è poi un gruppo trasversale di senatori che propone di tagliare il numero dei deputati, nella recondita speranza che poi la Camera faccia saltare tutto. Ma Guerini, appunto, tranquillizza: «Siamo a un passo dalla riforma del Senato, è normale che nel dibattito vi sia la presentazione di diversi emendamenti, ma il percorso procederà secondo la direzione e i tempi previsti». Giovanni Innamorati BOTTA E RISPOSTA A SANZA L’INCARICO DI COMMISSARIARE IL PARTITO IN PUGLIA E all’europarlamento Tabacci caccia Pisicchio dal Cd è caos a Cinque Stelle La replica: io già fuori da tempo l ROMA. Clima teso tra gli eurodeputati M5S a Bruxelles dove, a pochi giorni dalla prima assemblea plenaria dell’europarlamento, emergono voci di espulsioni. Motivo del contendere i rapporti con i Verdi Europei e la gestione amministrativa del gruppo che avrebbe spinto gli eurostellati a richiedere a Milano, addirittura, l’allontanamento del capo comunicazione Claudio Messora. Informazioni rivelate da fonti parlamentari pentastellate, che si nascondono dietro l'anonimato, ma smentite quasi immediatamente da un post sul blog di Beppe Grillo a firma dello stesso leader 5S e di Gianroberto Casaleggio. I due cofondatori difendono il loro uomo a Bruxelles, prima capo al Senato, e chiedono il nome della fonte della notizia. «Nessun portavoce del M5S al Parlamento Europeo – scrivono i due – è a rischio espulsione contrariamente a quanto riportato». Poco dopo, arriva una dichiarazione degli stessi europarlamentari che affermano di non volere l'allontanamento del loro responsabile comunicazione: la firmano i 17 parlamentari. Dei contatti in corso tra una piccola pattuglia eurostellata ed il partito degli ecologisti parla, invece, Joachim Denkinger, vicesegretario generale del gruppo Verdi Europei al Parlamento: «Gli eurodeputati M5S vogliono parlare con noi – dice il politico tedesco – Dobbiamo aspettare. Vedranno che sono nel gruppo sbagliato», aggiunge maliziosamente. Il M5S non raccoglie la provocazione ma precisa: «Nessuno ha escluso l’alleanza con i Verdi – scrivono ancora Grillo e Casaleggio – semplicemente tale ipotesi non è mai esistita a causa del rifiuto degli stessi Verdi». Il partito ecologista replica a sua volta attraverso i portavoce italiani Angelo Bonelli e Luana Zanella: «I fatti - sostengono – sono altri: nonostante le aperture di Josè Bovè e di Rebecca Harms, il M5S ha scelto di non inserire i Verdi europei tra le opzioni di voto del referendum sulla collocazione dell’M5S». Il clima dei 5 stelle al Parlamento europeo è infuocato: il canto delle sirene dei Verdi e le tensioni interne lo infiammano ancora di più. Anche in Italia non mancano focolai. A Firenze, mercoledì sera, si è sfiorata una rissa ad una riunione di attivisti. A scaldare gli animi dei militanti grillini l’ipotesi di espellere o sospendere per un lungo periodo di tempo alcuni iscritti per aver firmato, nelle settimane scorse, una lettera di critiche al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. La discussione si è fatta sempre più accesa, con grida e strepiti anche in strada, che hanno spinto alcuni residenti a chiamare la polizia, segnalando una rissa. Lo scontro è poi continuato sul web. Miriam Amato, candidata a sindaco del Movimento ed ora in consiglio comunale, definisce l’episodio «una tragedia». La capogruppo in consiglio, Silvia Noferi, è più dura denunciando la "mancanza delle più elementari norme di garanzia" nella votazione per le espulsioni. L'episodio di Firenze è uno dei simboli dello scontro tra gruppi in corso all’interno del M5S, nato -secondo qualcuno all’interno del movimento – in concomitanza con la minore presenza di Gianroberto Casaleggio nella gestione dei pentastellati. Teodoro Fulgione l ROMA. Pino Pisicchio è fuori dal Centro Democratico. La «scomunica» viene da un comunicato del partito di Bruno Tabacci che fa seguito a un intervento dell’ufficio stampa di Pisicchio su un quotidiano online in cui si esprimevano forti critiche al progetto politico. «Alla luce della nota dell’ufficio stampa Pino Pisicchio inviata ad un quotidiano di informazione online pugliese - si legge nella nota del Cd – il Centro Democratico registra che se l’on. Pisicchio non ha condiviso le scelte politiche del partito fin dalla primavera del 2013 non si capisce perchè abbia atteso fino ad oggi per affermarlo pubblicamente». «E' vagamente umoristico, inoltre – aggiunge – tentare di far credere che senza la lista nazionale di Cd l’on. Pisicchio avrebbe potuto diventare parlamentare da solo, così come fingere di non sapere che per diventare presidente del gruppo Misto alla Camera doveva far parte della componente un anno fa più rilevante in termini numerici dello stesso Misto. In ogni caso Centro democratico prende atto che l’on. Pisicchio si chiama fuori dalla componente parlamentare alla Camera. Lo scorso 24 giugno, peraltro, l’on. Pisicchio era già stato invitato a lasciare ogni incarico all’interno di Centro Democratico e nella stessa giornata gli organi regionali di partito in Puglia erano stati commissariati, con incarico all’on. Angelo Sanza di rappresentare il partito nella Regione e, nell’immediato, nella fase di costruzione della nuova giunta comunale di Bari». Immediata la replica del parlamentare pugliese che, da tempo del resto, è presidente del gruppo misto alla Camera. «Circolano agenzie con toni GRUPPO MISTO L’on. Pino Pisicchio trancianti sul mio abbandono del Cd. In verità è difficile abbandonare qualcosa che non c'è più. Mi pareva, infatti, che l'esperienza del Centro Democratico nel suo insieme si fosse già smarrita con quell'incauta lista alle europee, da me non condivisa, che ha testimoniato, col suo 0,7% raccolto con altre due sigle, una perdita di orientamento, di ruolo e, soprattutto, di popolo da rappresentare. Per quel che mi riguarda nessuna acrimonia e nessuna polemica: credo che si sia aperta una fase nuova della politica nazionale in cui le microformazioni impastate solo di ceto non trovano luogo. Il mio impegno è e sarà ancora orientato a concorrere, per il poco che potrò, a costruire un campo democratico più vasto, i cui riferimenti sono le identità civiche e i mondi vitali che fanno ancora competitivo e pieno di speranza questo nostro paese. Non rinunciando a portare dentro la sensibilità culturale che ispira da sempre il mio stare in politica». RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Venerdì 27 giugno 2014 LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 21 Silvio chiede calma «Il patto va rispettato» Fitto da Potenza: utile una riflessione sugli accordi presi IL NODO SENATO In alto, il presidente del consiglio Matteo Renzi. A sinistra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e qui a destra, l’ex ministro e ora europarlamentare Raffaele Fitto ieri impegnato in una manifestazione politica a Potenza . IL DIBATTITO GLI INTERVENTI DEI DUE DEPUTATI AZZURRI ELETTI A PALAZZO MADAMA. «IL PATTO DEL NAZARENO? NON C’È ALCUN IMPEGNO» Per i pugliesi è «fumo negli occhi» L’allarme dei senatori D’Ambrosio Lettieri e Liuzzi: attenti alle svolte autoritarie l BARI. I senatori pugliesi di Forza Italia «bollano» di antidemocraticità la riforma del Senato in chiave non elettiva e si schierano per un approfondimento del dibattito tra gli azzurri nel merito degli accordi stretti con il premier Matteo Renzi. Luigi D’Ambrosio Lettieri: «Le riforme vere, quelle che servono davvero alle famiglie e alle imprese italiane per uscire dall’incubo recessione e guardare con fiducia al futuro, non possono essere servite al Paese come uno specchietto per le allodole - spiega il senatore barese, capogruppo azzurro nella 12° Commissione -. Le conseguenze sarebbero nefaste. Qui non si tratta di mantenere rendite di posizione o restare arroccati su posizioni romantiche dell’idea di democrazia parlamentare. Qui si tratta di riscrivere regole che determinano poi il modello della società in cui vogliamo vivere. Quello che a molte persone può sembrare uno stucchevole dibattito sui massimi sistemi in realtà riguarda la loro vita, i loro diritti e i loro doveri, passando dal lavoro al welfare. E siccome sento parlare diffusamente male di questa riforma anche da illustri giuristi e opinionisti, non solo dal mondo politico in modo trasversale, bisogna convenire che uno stress test così al Paese non serve se il risultato è una cura peggiore del male». Per D’Ambrosio Lettieri, «fermo restando che la linea sarà quella comune del partito, un principio deve essere chiaro: una cosa è modernizzare le istituzioni, tenendo presente il necessario e doveroso abbattimento dei costi. Altra cosa è affossare la democrazia ricorrendo un’operazione facciata che non risolve il problema, anzi potrebbe accentuarlo, consegnando il giusto superamento del bicameralismo perfetto a logiche estranee ai processi demo- BARI Luigi D’Ambrosio Lettieri NOCI Piero Liuzzi cratici. D’altronde, le parole pronunciate qualche settimana fa dal presidente Berlusconi sono state: sul Senato non elettivo non c’è alcun impegno da parte nostra. Il riferimento al cosiddetto Patto del Nazareno stipulato con il premier Renzi a proposito di riforme appare chiaro. Dunque, pur non conoscendo direttamente i contenuti di quel Patto e nella convinzione che cambiare l’architettura costituzionale sia una necessità per riportare l’Italia in una dimensione di capacità competitiva e di sviluppo, nel rispetto delle regole democratiche, faccio mie queste parole, assumendole a utile riferimento nel dibattito interno al partito. Perché non vi è dubbio che sul tema delle riforme e anche sulla legge elettorale occorra un confronto approfondito all’interno del partito che dovrà poi definirsi in una sintesi condivisa, anche alla luce dei numerosi emendamenti presentati sia alla Camera che al Senato». Parla di «pastrocchio» un altro senatore pugliese (è di Noci), Piero Liuzzi, capogruppo commissione cultura: «Posso pure comprendere gli sforzi di Renzi tesi ad imprimere una svolta decisionista in una politica perennemente indecisa e in un Paese permanentemente incerto e lento nell'assumere decisioni, ma non è ammissibile che questa riforma del Senato venga fatta da un governo che ogni giorno cambia idea sull'argomento. E poi qualcuno deve spiegarmi, se ci riesce, perché la legge di riforma costituzionale deve farla l'esecutivo e non nascere all'interno del libero dibattito parlamentare, sfidando il populismo, la demagogia e l'atteggiamento gigionesco». «Siamo al punto che un premier piace perché si atteggia, interpreta, simula di cogliere il sentimento popolare dell'antipolitica - aggiunge Liuzzi -. Questo disegno di legge è francamente un pastrocchio; mi chiedo perché i senatori che non vogliono portare il cervello all'ammasso debbano votarlo. Si arriva ora a brandire l'esigenza del premier di portare la riforma del bicameralismo come trofeo a Bruxelles per risultare più credibile presso le cancellerie europee. Nulla si dice invece sul peggioramento dei conti pubblici, sul Pil che non cresce e la disoccupazione che sale; i consumi frenano e alla scuola si negano risorse. Vuoi vedere che questo Senato “dopolavoro” di sindaci e consiglieri regionali finisce per essere un diversivo, fumo negli occhi degli italiani a cui si fa credere che l'economia peggiora perché non si fa la riforma del Senato? È colpa di Palazzo Madama se il bene-casa è continuamente sotto attacco del fisco, i carburanti sono un bancomat per prelevare risorse dai consumatori e la cassa integrazione sta erodendo le casse statali senza apportare benefici al sistema Italia? Renzi e la sua maggioranza non dicono agli italiani che siamo in piena economia di sussistenza. Poi faccio un'ultima considerazione: quei pochi sindaci e consiglieri regionali non finiranno di limitare l'agibilità delle assemblee di cui faranno parte? Per consentire la convocazione dei consigli e dell'aula di Palazzo Madama sarà necessario mettere d'accordo i componenti, generando disfunzioni. E qualcuno si sentirà autorizzato a non attendere che quel tipo di Senato decida. Vedo nell'aria una svolta autoritaria». l ROMA. Gli spazi in cui muoversi non sono larghissimi e le riforme sono pur sempre il frutto di una trattativa nella quale conta, anche, la parola data. Silvio Berlusconi raffredda così gli animi della pattuglia di senatori FI impegnati nell’accidentato rush finale sulle riforme. Una pattuglia, riunitasi ieri a Palazzo Madama, dove serpeggia il malumore per una riforma che, per alcuni, resta indigeribile. Ma alla fine il Cavaliere riesce a far prevalere la sua linea giocando su due sponde: quella interna e quella del premier Matteo Renzi. Al quale rivolge un «warning» neanche così implicito: sulla legge elettorale l’interlocutore resta FI e la base resta l’Italicum. Che tra i senatori azzurri gli animi fossero accesi l’ex premier lo aveva intuito e, forse anche per questo, alla riunione a Palazzo Madama invia Giovanni Toti. Una presenza, si sottolinea negli ambienti azzurri, apprezzata dai più perché prova del raccordo tra partito e gruppi parlamentari. Un raccordo che, tra le righe, in diversi lamentavano come debolissimo. Tanto che poche ore dopo, rispondendo ad una esplicita richiesta del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, l’ex premier, dopo un colloquio telefonico con Romani, convoca i gruppi riuniti per giovedì prossimo, alla sua presenza. E alla riunione parteciperanno anche gli europarlamentari, Raffaele Fitto incluso, tanto da delineare una discussione che potrebbe andare ben aldilà del tema delle riforme. Ma la convocazione è un ulteriore passo avanti da parte del leader FI, e servirà a saldare ulteriormente la linea del partito. Una linea che, riferiscono fonti parlamentari, ha visto nella riunione di ieri 4 interventi a favore del Senato elettivo e contrari, quindi, ad uno dei punti-chiave del Patto del Nazareno. «Sarà l’Aula a decidere», sottolinea Romani al termine dell’incontro, consapevole che qualcuno, Augusto Minzolini in testa, potrebbe anche non votare il ddl. Ma la maggioranza del gruppo, si spiega, sembra ormai disponibile ad adeguarsi alla linea di Berlusconi. Con un punto, tuttavia, sul quale FI pretende una mediazione: il criterio di proporzionalità dei senatori eletti dai Consigli regionali. Sul tema, difficilmente gli sherpa del Cavaliere, Romani e Denis Verdini, chiuderanno un occhio. «Aspettiamo una risposta dal ministro Boschi», spiega Romani, che infatti parla di accordo «vicino» ma non ancora definito. Mentre, una volta chiuso il primo capitolo delle riforme, c'è un altro punto sul quale FI non accetta né arretramenti né intrusioni «pentastellati»: l’Italicum resta la «base da cui si parte e si arriva». Una base che non prevede preferenze. E qui il messaggio è diretto soprattutto a Renzi. Sul nuovo Senato interviene anche Raffaele Fitto, ieri a Potenza: «Faremo delle riunioni per discutere delle riforme e per vedere quale sarà l’evoluzione: c'è un accordo che è stato messo in piedi da tempo e su cui sarà utile fare una riflessione perchè mi sembra che si sia aperto un fronte anche sulla legge elettorale e si tratta di capire come vogliamo procedere. Adesso credo sia utile poter approfondire la legge elettorale nel merito, verificando gli emendamenti presentati in queste ore». Fitto ha quindi rilanciato il cavallo di battaglia delle primarie: «Il centrodestra ha bisogno di un confronto per comprendere le ragioni del risultato delle europee e al tempo stesso discutere dei programmi, che sono l’elemento principale di aggregazione, e poi stabilire anche i metodi di selezione della classe dirigente: mi sembra che ormai il dato delle primarie di coalizione sia già acquisito. La necessità – ha aggiunto – è quella delle primarie di coalizione, anche in vista delle prossime elezioni regionali che abbiamo alle porte, e poi proseguire nel confronto perchè il centrodestra non deve essere una sommatoria di sigle e partiti, ma un’aggregazione coerente e concreta dal punto di vista dei programmi». RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Venerdì 27 giugno 2014 IL PIANO RENZI POLITICA ED ECONOMIA I magistrati contabili: affrontare il tema della sostenibilità futura di un sistema di prestazioni di servizi alla collettività Pubblica amministrazione verso un esame sprint Il 14 luglio sarà in aula. La Corte dei Conti: non solo tagli, va ridisegnata l ROMA. Il governo dovrebbe «ripensare i confini» in cui opera la pubblica amministrazione. Nel giorno in cui la Camera stabilisce tempi stretti per l’esame del decreto Pubblica amministrazione, atteso in Aula per già il 14 luglio, al governo arriva l'invito della Corte dei Conti a pensare a un intervento di vera riorganizzazione e razionalizzazione con una «chiara strategia di governo della spesa e di selezione dei terreni su cui è chiamato ad incidere l’intervento pubblico». Secondo i magistrati contabili insomma non basta fermarsi ai tagli e alla eliminazione degli sprechi per tenere sotto controllo la spesa, ma bisogna, anzi è fondamentale anche «affrontare direttamente il tema della sostenibilità futura di un sistema di prestazioni di servizi alla collettività (dalla salute e l’istruzione alle imprese e all’ambiente) originariamente concepito in un contesto economico, sociale e demografico più favorevole». Di sicuro nell’esecutivo c'è la consapevolezza che «la riforma della Pubblica amministrazione è quella che serve per far funzionare tutte le altre» come ha sottolineato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, chiarendo che a poco serve far passare in Parlamento «bellissime leggi» se poi non c'è una macchina pubblica che sia efficiente e in grado di farle funzionare a tutti gli effetti. E in questa direzione vorrebbe andare il decreto che è approdato sul tavolo della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, che oltre al ricambio gene- razionale e alla mobilità per gli statali (mobilità che sempre secondo la Corte dei Conti andrebbe estesa e accompagnata da «moderni sistemi di incentivazione della produttività») razionalizza le autorità indipendenti e spinge sul processo di digitalizzazione dei processi. Relatore del provvedimento sarà il democratico Emanuele Fiano, che farà la sua relazione martedì prossimo. A seguire dovrebbe es- ECONOMIA Pier Carlo Padoan serci un ciclo di audizioni. Intanto dalla relazione tecnica al provvedimento emergono dettagli sull'impatto di alcune delle misure che hanno fatto maggiormente discutere in questi giorni. In primis lo stop all’istituto del trattenimento in servizio, misura che dovrebbe liberare «15mila posti» per i giovani come hanno ripetuto il ministro Marianna Madia e anche il premier Matteo Renzi. Al 2012, dice la relazione, erano però solo 1200 gli statali rimasti in servizio una volta raggiunta l’età della pensione, e circa la metà (660) nel comparto della magistratura (per cui lo stop non sarà al 31 ottobre 2014 ma dal 31 dicembre 2016). Le disposizioni sul trattenimento in servizio, peraltro, costeranno in 5 anni quasi mezzo miliardo allo Stato (467,3 milioni di euro tra 2014 e 2018) per via dell’anticipo di pensioni e tfr. Per effetto del taglio del 50% dei distacchi, tema caldo sul fronte sindacale, dalla relazione emerge anche che in circa 340, tra insegnanti e personale non docente, torneranno tra i banchi di scuola: nel triennio 2013/2015 infatti sono stati autorizzati 681 distacchi. Il taglio, che consentirà una minore spesa per le supplenze, dovrebbe portare un risparmio di circa dieci milioni di euro l’anno. Buone notizie infine per le imprese che con il dimezzamento dei diritti camerali risparmieranno 400 milioni di euro l’anno, seppure non mancano le polemiche. A loro pensa invece l’altro decreto, il cosiddetto taglia-bollette che prevede anche incentivi fiscali per le società che aumentano il proprio capitale, attraverso il cosidetto Aiuto Crescita Economica (Ace) che già nel 2015 vale 27,3 milioni ma che se si sommano i benefici fino al 2021 (quando varrà oltre i 148 milioni annui) consente di stimare in almeno 715 milioni il risparmio fiscale complessivo. Il bonus per gli investimenti in beni strumentali, invece, avrà i suoi effetti dal 2016 (per circa 204 milioni) per arrivare ai 408 milioni previsti sia per il 2017 che nel 2018. Silvia Gasparetto IL CONFRONTO Nell’immagine in alto il presidente di Confidustria, Giorgio Squinzi che ieri per la prima volta ha mostrato un «cauto ottimismo» sul futuro economico del Paese. Sebbene proprio Confindustria abbia visto al ribasso le stime per la crescita del Pil . MILANO IL PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE CAMERA DI COMMERCIO D’ITALIA Sangalli: «Da rivedere taglio ai diritti camerali» l MILANO. «Rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente e meno costosa è uno degli obiettivi più rilevanti e condivisibili del Governo Renzi. In questo contesto è importante anche la riforma delle Camere di commercio soprattutto se in senso migliorativo». Lo dice Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano. «Proponiamo tuttavia di riconsiderare la decisione, per decreto legge, di tagliare del cinquanta per cento il diritto annuale riconosciuto alle Camere di commercio. Un costo, è bene ricordarlo, che per le imprese si aggira LA POLEMICA MA DAL PARTITO DEMOCRATICO PARTE L’APPELLO ALL’ESECUTIVO PER CHIEDERE DI RIVEDERE LA RIFORMA FORNERO Esodati, Poletti: «Con la proroga 32mila nuovi salvaguardati» Un anno in più per le tutele e non perdere stipendio e pensione LAVORO Il ministro Giuliano Poletti l ROMA. Il Governo allarga le maglie delle salvaguardie per gli esodati, ci sarà un anno di tempo in più per accedere alle tutele e non restare senza stipendio e pensione. Spostando la scadenza dal gennaio del 2015 allo stesso mese del 2016 si amplierà anche la platea dei beneficiari: i conti fatti dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlano di «32 mila e 100» persone in più, di cui circa 24 mila recuperate dai vecchi interventi, tutte posizioni non sfruttate, per cui non è giunta domanda, mentre 8 mila sono quelle completamente nuove. In tutto i salvaguardati salirebbero così a quota 170 mila, a fronte dei 162 mila previsti dai 5 interventi già fatti (42.430 pensioni liquidate, stando all’ultimo rapporto Inps aggiornato a maggio). Ma non finisce qui: la questione si riaprirà in autunno. Infatti Poletti, annunciando il nuovo intervento, il sesto, sottolinea anche come si stiano valutando possibili «interventi strutturali» da inserire nella legge di stabilità per dare risposta «alle tante diverse situazioni, non definibili tecnicamente come esodati» ma che comunque si rivolgono a quanti perdendo il lavoro sono rimasti a secco, privi di stipendio, ammortizzatori e pensione. Intanto la proposta del ministro, presentata in commissione Lavoro alla Camera, dovrebbe approdare nell’Aula di Montecitorio mercoledì 2 luglio, sotto forma di emendamento al testo unitario messo a punto dalla commissione guidata da Cesare Damiano. Il deputato democrat dà un giudizio positivo al progetto dell’esecutivo, evidenziando come la direzione sia quella «giusta», tuttavia, avverte: «Nella legge di stabilità bisognerà trovare la soluzione strutturale». D’altra parte, sempre dal Pd, Patrizia Maestri e Antonella Incerti, chiedono al ministro di «affrontare in modo definitivo la questione, attraverso una modifica strutturale della legge Fornero». Dalla commissione sono in particolare arrivati due suggerimenti: quota 100 e flessibilità in uscita, a partire dai 62 anni. Tutte ipotesi che, spiega Poletti, saranno prese in «analisi» nell’ambito della legge di stabilità». mediamente intorno ai 120 euro all’anno, a fronte di molti servizi resi e investimenti diretti a favore delle imprese e del territorio. Siamo d’accordo, dunque, con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha espresso la sua preoccupazione per questo intervento lineare che rischia di ripercuotersi pesantemente anche sugli accordi di programma tra Regione e sistema camerale lombardo. Accordi del valore di oltre 90 milioni di euro destinati a sostenere il mondo imprenditoriale in attività strategiche come accesso al credito, innovazione e internazionalizzazione». Il rapporto trimestrale La commissione antimafia: «Al Nord impressiona la presenza dei clan» TORINO. Per anni è stata ignorata, sottovalutata, persino negata. Eppure la mafia c'è, al Nord come al Sud. Una presenza «impressionante» per il suo radicamento, che si annida all’ombra dei piccoli comuni e alla violenza preferisce la corruzione e la ricerca del consenso, anche quello politico. È il quadro allarmante che emerge dal Primo Rapporto Trimestrale «Le Mafie al Nord», presentato a Torino dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi. Occasione della visita dell’Antimafia, che proseguirà domani, è il 31/esimo anniversario dell’omicidio Caccia, il procuratore capo di Torino vittima di un agguato il 26 giugno 1983 per il quale viene chiesto di riaprire il processo. Una data simbolica per ricordare, come evidenzia il rapporto commissionato dall’Antimafia all’Osservatorio Criminalità organizzata dell’Università di Milano, che la mafia «è ovunque». Al Nord le aree più colpite sono la Lombardia, in particolare nella zona intorno a Monza-Brianza, e il Piemonte (Torino e provincia); seguono Emilia Romagna, Liguria, in particolare l'imperiese, e poi il Veneto. «Questo Rapporto dimostra come ci sia una zona grigia in cui tutti, se non consapevoli, rischiano di essere complici», ha osservato la Bindi. Infratel Italia SpA ESTRATTO DI AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Amministrazione Aggiudicatrice: Infratel Italia S.p.A. LOTTO N. 1: Piemonte CIG 4978669F9D - LOTTO N. 2: Abruzzo, Lazio, Marche, Puglia, Toscana, Umbria CIG 498142304E - LOTTO N. 3: Emilia Romagna, Lombardia, Veneto CIG 498147398E Oggetto dell’appalto: tre Accordi quadro relativi alla progettazione esecutiva e la realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a banda larga, comprensiva della fornitura e posa in opera del relativo cavo in fibra ottica e della successiva manutenzione dell’infrastruttura, nel territorio dei lotti sopraindicati. Bando pubblicato sulla GUUE 2013/S 050-081436 del 12.03.2013. Importo massimo stimato iniziale dell’appalto: complessive 95.424.256 EUR, IVA esclusa di cui 2.776.846 EUR, per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso e di cui 4.066.036 EUR per spese di progettazione. Valore finale totale degli appalti: euro 78276753,93 IVA esclusa. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Lotto 1 Valore finale totale dell’Accordo quadro per il Lotto n.1: euro 30.196.904,01 IVA esclusa. Data di aggiudicazione: 31.07.2013. Nome dell’operatore economico aggiudicatario: RTI tra Sirti S.p.A. e Valtellina S.p.A. Lotto 2 - Valore finale totale dell’Accordo quadro per il Lotto n.2: euro 22.743.723,69 IVA esclusa. Data di aggiudicazione: 31.07.2013. Nome dell’operatore economico aggiudicatario: RTI tra Ericsson S.p.A., Alpitel S.p.A., Imet S.p.A. Lotto 3 - Valore finale totale dell’Accordo quadro per il Lotto n. 3: euro 25.336.125,23 IVA esclusa. Data di aggiudicazione: 31.07.2013. Nome dell’operatore economico aggiudicatario: RTI tra Sielte S.p.A., Site S.p.A., Ceit S.p.A. Responsabile del procedimento: Ing. Salvatore Lombardo Infratel Italia S.pA. Il Presidente Dott. Domenico Tudini RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Venerdì 27 giugno 2014 Il «cauto ottimismo» di Squinzi che prende atto di numeri ancora «difficili da accettare» ma anche di «prospettive in miglioramento» «Però la malattia della lenta crescita non è stata debellata e il paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure» Confindustria chiede una scossa «Ma non siamo più sul baratro» Botta e risposta sul Pil: «Sarà solo +0,2%». Delrio: «No, fiduciosi sul +0,8» l ROMA. Previsioni tutte riviste al ribasso ma è di «cauto ottimismo» la sintesi degli economisti di Confindustria nel rapporto di metà anno sugli scenari economici. Il leader degli industriali Giorgio Squinzi prende atto di numeri ancora «difficili da accettare» ma anche di "prospettive in miglioramento", guarda oltre la freddezza delle stime: registra "la percezione" degli imprenditori che hanno "empatia con il Paese", l’impatto positivo delle mosse della Bce di Mario Draghi, il clima di fiducia sulle riforme innescato dal Governo; E dice: «L'Italia non è più sull'orlo del baratro». Sul governo gli industriali sembrano ora sciogliere ogni riserva: «La prospettiva delle riforme in campo, il tornare a parlare di cose concrete, da fare, aiuta a ritrovare più in fretta la fiducia, può rimettere in moto gli investimenti, sbloccare i progetti delle imprese, anticipare e dare più forza alla ripresa»; Squinzi avverte che "bisogna "avere e dare al Paese le giuste priorità" ma mostra fiducia in Matteo Renzi: «Scegliere è difficile ma il coraggio e la volontà di decidere non sembrano mancare al nostro presidente del Consiglio». Dopo la «falsa partenza di fine 2013», le previsioni economiche degli economisti di Confindustria scontano «quanto già avvenuto nella prima metà dell’anno» e rivedono «all’ingiù le previsioni per l’economia italiana nel 2014-2015». Il quadro "rimane fragile": «la malattia della lenta crescita non è stata debellata e il paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure". È "ne- cessaria una scossa politico-economica molto forte" ma "il recupero è atteso nella seconda metà dell’anno", e si può oggi contare su un "energico impulso impresso dal Governo per ottenere presto significativi cambiamenti": già i dati di giugno potranno misurare gli effetti di mosse come i bonus in busta paga da 80 euro, è ancora da verificare anche l’effetto degli interventi sul mercato del lavoro, "misure opportune sono state varate ed altre sono in corso di studio" ma è soprattutto sul volano dell’effetto fiducia che gli indu- SANITÀ IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PASSERÀ ADESSO ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI PER LA FIRMA DA PARTE DEI GOVERNATORI Chiuso il patto per la salute La Lorenzin: «È la strada giusta per sostenere il nostro sistema per 15-20 anni» l ROMA. Il «passo decisivo per garantire la sostenibilità del nostro sistema sanitario per i prossimi 15-20 anni». Questo rappresenta, per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il Patto per la Salute 2014-2016 chiuso con le Regioni ed il ministero dell’Economia. Il documento passerà ora alla Conferenza Stato-Regioni per la firma dei governatori. Un accordo che delinea, nei suoi contenuti, la programmazione sanitaria per i prossimi tre anni. Il ministro si è detta «soddisfatta», sebbene il diktat è quello del riserbo. Ad illustrare in linea generale i contenuti è stato lo stesso ministro, partendo da due punti centrali e acclarati: la «certezza delle risorse» e la procedura di «Spending review interna». TICKET - Ci sarà una sorta di legge delega all’in- terno del Patto, con una Commissione che dovrà entro dicembre stabilire i nuovi ticket, che si impronteranno a un tema di esigenza di equità sociale e di contrasto a chi evade. LEA -I livelli essenziali di assistenza sono dentro il Patto per la salute, come anche il reperimento delle risorse. Entro il 30 settembre ci sarà la definizione della lista aggiornata. All’interno del Patto sono individuate ed inserite le risorse: 900 milioni in 3 anni. SALVAGUARDIA - Ci sarà una clausola di salvaguardia, cioè un comitato che vigilerà sull'attuazione del Patto. Il Comitato sarà formato dai ministeri della Salute, dell’Economia e Agenas. Questo patto, ha detto Lorenzin, «non potrà dunque rimanere lettera morta, altrimenti si interviene per via sussidiaria». TASK FORCE - Una «task force» di esperti per prevenire le situazioni di criticità locali ed i piani di rientro nelle Regioni. La novità è prevista nel Patto e la task force sarà costituita all’interno dell’Agenas. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il Patto per la salute, di cui è stata approvata una bozza, rappresenta «un passaggio positivo e coerente con gli impegni che avevamo assunto». È un documento di «grande importanza che ci consentirà di lavorare meglio, di avere una migliore collaborazione tra Stato e regioni», ha commentato presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi. Manuela Correra striali oggi scommettono. L'Italia resta "sul filo del rasoio", al bivio tra ripresa e rischio stagnazione, ma c'è più fiducia anche se sembra stridere con numeri pesanti: il Centro studi di Confindustria guidato da Luca Paolazzi ha limato le stime sul Pil 2014 dal +0,7 al +0,2% e per il 2015 dal +1,2 al +1%. Mentre il governo difende la stima di crescita al +0,8% per quest’anno: "Per adesso siamo fiduciosi della nostra previsione", dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Le stime di Confindustria sui conti pubblici indicano che "non appare necessaria nè opportuna alcuna manovra correttiva", e che il tasso di disoccupazione "inizia a scendere dai massimi" ma "non cala sotto il 12,5% nel 2015". L’economia italiana "va peggio di quelle dei PIGS. Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna sono cresciuti molto più prima della crisi, arretrati meno durante la recessione, attesi in recupero più rapido nel 2014-2015". Il bilancio di una lunga crisi è un macigno: un milione di persone ha perso il posto di lavoro (numero che raddoppia se si guarda al dato statistico delle "Ula", unità di lavoro equivalenti al tempo pieno), -7,8% l’occupazione: sono 3,7 milioni in più le persone cui manca lavoro (+122,3%). Tre milioni in più poveri (+93,9%), -9% il Pil, -23,6% la produzione industriale, -43,15% le costruzioni, -8% i consumi delle famiglie, -27,5% gli investimenti. È il quadro di quanto "siamo caduti in basso", "del (basso) fondo da cui ripartiamo". Paolo Rubino RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO VERTICE UE EUROFALLIMENTO Venerdì 27 giugno 2014 I TENTATIVI Si lavora sulla bozza programmatica presentata dal presidente dell’Unione, Herman Van Rompuy Flessibilità, nessun’intesa scontro Renzi-Merkel Il premier: non faremo come la Germania nel 2003, rispetteremo i patti l BRUXELLES. Il principio della flessibilità è sul tavolo, ma l’accordo tra i 28 leader Ue sulla ricetta per rilanciare crescita, investimenti e occupazione ancora no. La ricerca di un’intesa è rinviata a oggi: nella notte gli sherpa sono tornati al lavoro sulla bozza programmatica presentata dal presidente Ue Herman Van Rompuy per «esplicitare in modo più chiaro» il tema di una maggiore flessibilità rispetto al documento consegnato ai leader. Tra i promotori dell’incontro c'è stato il premier italiano Matteo Renzi. L’Italia è convinta che ci siano spazi per rendere più evidente il legame tra riforme e flessibilità. La discussione di ieri è stata segnata da un momento di tensione tra Renzi e la Merkel: tra i due ci sarebbe stata «una discussione accesa». Il premier italiano, a quanto hanno riferito fonti europee, si sarebbe rivolto alla cancelliera tedesca sottolineando che l’Italia non farà come la Germania nel 2003 (quando Berlino sforò il limite del 3% nel rapporto deficit-Pil) perchè rispetterà i patti. Dopo essersi riuniti in conclave nel municipio di Ypres, dove nel pomeriggio hanno commemorato il centenario della Grande Guerra, i capi di Stato e di governo dell’Unione devono ancora trovare un’intesa complessiva che consenta di sciogliere il nodo che lega la designazione di Jean-Claude Juncker (Ppe) per il posto di presidente della Commissione europea a un programma di lavoro per il prossimo esecutivo comunitario che soddisfi le richieste degli eurosocialisti di Renzi e Hollande. La richiesta è di andare oltre la formula sul «buon uso» dei margini di flessibilità, specificando come questo principio sarà applicato. Ad esempio: concedendo più tempo per la riduzione del debito, oppure eliminando le spese per investimenti produttivi dal calcolo del deficit o concedendo deroghe all’obbligo di cofinanziare con fondi nazionali i progetti che beneficiano degli aiuti Ue. Renzi su questo è stato chiaro. «C'è un ok su Juncker – ha detto al termine del pre-vertice socialista – ma solo con un documento che indichi dove vuole andare l’Europa. Come Pse siamo d’accordo su questo, ora vediamo con gli altri». Poco prima Renzi aveva incitato l’Europa a occuparsi «di più di crescita e occupazione» spostando l’attenzione dalla burocrazia alle famiglie. Nella sua battaglia, Renzi può contare sul pieno appoggio della Francia e di quello del vicecancelliere tedesco, l’Spd Sigmar Gabriel. Ma è con la Merkel che occorre fare i conti. La quale, pur avendo aperto al concetto di flessibilità, appare restia ad andare oltre. Anche per non prestare il fianco alle critiche che già così le sono arrivate da industriali e politici tedeschi. Un clima ben rappresentato dal titolo dell’articolo pubblicato ieri dal settimanale Die Zeit, secondo il quale in Europa è scattata «l'ora dei ricattatori» perchè Francia e Italia stanno mettendo la cancelliera «sotto pressione» con l'obiettivo di poter fare più debiti. Ma anche sul fronte delle nomine la partita non è affatto semplice. Oltre alla candidatura Juncker – che appare comunque «blindata» dal patto stretto tra Ppe e Pse in base al quale Martin Schulz presiederà il Pe – ci sono altre caselle molto importanti da riempire. A cominciare da quella del presidente permanente del Consiglio Europeo. Un fronte sul quale incide negativamente la posizione di «guasta feste» assunta dal premier inglese David Cameron, fermamente deciso a dire no all’ex premier lussemburghese perchè ritiene che «non rappresenti il cambiamento», bensì un errore che l’Europa sta commettendo. L'opposizione di Cameron a Juncker potrà probabilmente essere superata oggi solo con un voto a maggioranza. Ma intanto sembra aver fatto cadere l’ipotesi di candidare al Consiglio la premier danese Helle Thorning-Schmidt, una socialdemocratica liberista gradita al premier inglese, che ha però fatto sapere di non essere interessato a questo genere di «compensazioni». E mentre i leader socialisti insistono per arrivare entro oggi a definire, almeno politicamente, tutto il pacchetto nomine (presidenti di Commissione, Consiglio, Eurogruppo e Mr Pesc), il premier irlandese Enda Kenny ha dato corpo alle voci della vigilia dichiarando di ritenere che «ci sarà un nuovo Consiglio europeo il 17 luglio», dopo che il Parlamento Ue avrà votato il successore di Barroso, per decidere le altre nomine. Enrico Tibuzzi TERAPIA OGGI IL VIA LIBERA DI CAPI DI STATO E DI GOVERNO A UN DOCUMENTO PER TIRARE L’UNIONE FUORI DALLA CRISI Ecco la nuova eurostrategia per crescita e riforme l YPRES (BELGIO). Anche se la strategia da seguire non è ancora messa a punto del tutto, l’Europa si avvia verso una nuova fase: dopo il vertice di ieri e oggi punterà dritta verso crescita e occupazione, due parole molto pronunciate ma finora poco applicate a causa di un contesto ancora dominato dalle politiche di rigore dell’era della crisi. Ma il documento a cui i capi di Stato e di Governo daranno oggi il via libera, cioè l’«Agenda strategica per un’Unione che cambia», potrebbe portare l’Europa definitivamente fuori dalle difficoltà economiche, dando una mano ai Paesi che faticano a riprendersi. Il testo non è ancora quello che su cui puntava l’Italia: «Mi sembra che sia un passo in avanti, soprattutto nel metodo. C'è ancora qualcosa da limare, ma vediamo cosa ci porterà Van Rompuy questa sera», ha detto il premier Mat- teo Renzi a proposito della bozza dell’agenda presentata dal presidente del Consiglio Ue a cui tutti contribuiscono. Il documento circoscriverà i passi dell’Ue dei prossimi cinque anni ed è per questo che il Governo vuole che sia molto chiara l’indicazione sull'utilizzo di quella flessibilità già scritta nelle regole di bilancio. Nessuno vuole cambiare le regole del Patto di stabilità e delle sue revisioni, ma in molti, Italia e Francia in testa, vogliono che si trovi il modo di fare le riforme strutturali che chiede l’Europa senza essere allo stesso tempo «bacchettati» perchè quelle riforme pesano sui conti pubblici. Una contraddizione dovuta ad un’interpretazione rigida delle regole, mentre ora si punta ad avere da Bruxelles indicazioni più «amiche della crescita»: non più richiami sui conti, ma aiuti a fare le riforme. E' per questo che sull'ultima bozza dell’Agenda di Van Rompuy che i leader metteranno a punto si trova un’indicazione molto precisa sulla strada per sostenere le riforme: «Un buon uso della flessibilità già prevista dal Patto di stabilità e di crescita». Cambia una parola rispetto alla vecchia bozza: «buon» uso invece di «pieno», una differenza poco significativa per gli addetti ai lavori considerato che si tratta di un testo piuttosto vago, la cui importanza è più simbolica che pratica. L'Ue spinge sulla crescita anche nelle conclusioni del vertice, altro testo a cui si lavora in queste ore e che è ancora più esplicito sui margini da sfruttare per non ritrovarsi prigionieri dei vincoli sui conti pubblici: «Devono essere usate le possibilità offerte dall’attuale quadro di bilancio». Chiara De Felice Twitter, Obama superstar globale Renzi re dell’Ue l NEW YORK. Giusto in tempo per l’inizio del semestre italiano di presidenza Ue. Se Barack Obama è la superstar della «twiplomacy« (43,7 milioni di followers), anche Matteo Renzi non scherza: il premier italiano è il secondo leader del G-7 e il primo in Europa quanto a seguaci su Twitter (ne ha oltre 1.160.000) del suo account personale. A Obama segue papa Francesco con 14 milioni di seguaci, anche se ogni tweet di @Pontifex in spagnolo viene ritwittato in media 10 mila volte. Renzi è al 26esimo posto del rapporto 2014 di Twiplomacy.com, mentre l’account di Palazzo Chigi, con 191 mila seguaci non entra nella top 50. Vero è che, tra i governi europei, No10.gov, che è poi l’indirizzo di Downing Street, è 13esimo e primo nella Ue con 2.675.000 followers, ma David Cameron, che ha appena 697 mila seguaci personali, si piazza 34esimo nella graduatoria e Francois Hollande con 648 mila è 38esimo. Il rapporto sulla presenza di leader mondiali e governi su Twitter coincide con uno studio Onu sull'avanzata dell’e-government e dei social network nei governi e pubbliche amministrazioni. L’Italia per la prima volta entra nella top 25 (è al 23esimo posto), un balzo in avanti dal 32esimo posto nel 2012 che si deve anche al successo del portale «la bussola della trasparenza», strumento che garantisce la trasparenza dei siti web della pubblica amministrazione. E per la prima volta nel 2014 tutti e 193 Paesi membri delle Nazioni Unite si sono dati una presenza ufficiale sul web. Stando poi a Twiplomacy al 25 giugno di quest’anno la vasta maggioranza (l'83 per cento dei Paesi Onu) hanno stabilito una presenza su twitter, mentre due terzi dei capi di Stato e capi di governo (il 68 per cento) hanno un account personale sul social network. Dal giorno dell’elezione a fine maggio il nuovo premier indiano Narendra Modi è svettato al quarto posto in un testa a testa con @WhiteHouse, l’account della Casa Bianca, e quasi cinque milioni di seguaci ciascuno. Modi ha ancora molta strada da fare per raggiungere Obama, che guida la lista dei leader con 43,7 milioni di seguaci, seguito da Papa Francesco con 14 milioni che lo seguono in nove lingue diverse. Il Papa è anche il leader più influente: ogni Tweet di @Pontifex in spagnolo viene ritwittato in media 10 mila volte mentre i retweet del sito inglese moltiplicano la comunicazione di ogni micro-messaggio di 6.462 volte in media. La twiplomacy avanza anche nel mondo della diplomazia: i principali ministri degli Esteri in Europa e le loro cancellerie si seguono reciprocamente e hanno creato una rete diplomatica virtuale su Twitter. Secondo Twiplomacy oltre 3.100 ambasciate e ambasciatori sono ora attivi su Twitter: a Londra, New York e Washington le rappresentanze diplomatiche non possono più ignorare il flusso di attività che passa attraverso il social network. Alessandra Baldini LA QUESTIONE IL PREMIER RENZI: NELLA BOZZA CONCLUSIVA DEL VERTICE UE C’È ANCORA QUALCOSA DA LIMARE Il nodo della gestione dei flussi migratori l BRUXELLES. Un passo avanti sul rafforzamento di Frontex. Un passo indietro – su pressione di vari Paesi del blocco del nord – sul riconoscimento reciproco, nel medio-lungo periodo, dei provvedimenti di asilo, che consentirebbe ai profughi beneficiari di status di protezione, di muoversi in tutti gli Stati membri, superando così le rigidità attualmente imposte dal regolamento di Dublino 3. Dopo il mi- nuetto di aggiustamenti sul primo documento proposto il 16 giugno dal gabinetto di Herman van Rompuy, questo è il quadro che emerge sul fronte immigrazione, nell’ultima stesura della bozza di conclusioni del vertice Ue. Ma come ha detto il premier Renzi, «c'è ancora qualcosa da limare». Se è vero che nell’ultimo documento dell’Agenda del presidente del Consiglio Ue si afferma che una delle «sfi- de» future per l’Unione sarà «gestire i flussi migratori» con «solidarietà e un’equa condivisione delle responsabilità» e si evoca la necessità di «una gestione rafforzata e moderna delle frontiere esterne dell’Unione», la bozza finale delle conclusioni appare ancora abbastanza cauta. Secondo fonti diplomatiche, il documento si muove nella giusta direzione per l’Italia. Patrizia Antonini RASSEGNASTAMPA PUGLIA E BASILICATA 7 Venerdì 27 giugno 2014 SUD E LAVORO LE RAGIONI DEL DISSENSO «Il testo avrebbe bisogno di modifiche spiega Nicola - ed è necessario che vengano CONCLUSA UNA LUNGA TRATTATIVA De sottoposte con referendum ai lavoratori» Fiat, intesa sul contratto per l’indotto a Melfi L’ipotesi di accordo firmata a Potenza: manca il sì della Fiom-Cgil ALESSANDRO BOCCIA l POTENZA. Firmata l’ipotesi di accordo per il contratto dei circa 1.600 lavoratori delle dodici aziende dell’indotto dello stabilimento Fiat Chrysler Automobile di Melfi. Salvaguardia dell’occupazione e armonizzazione salariale fra i lavoratori dell’indotto Acm e quelli della Fiat sono stati i punti al centro della discussione. A siglare l’ipotesi di intesa nella sede potentina di Confindustria sono stati i rappresentanti di Uilm, Fim, Fismic e Ugl ma non quelli della Fiom-Cgil. Ciò che in definitiva non avrebbe convinto i sindacalisti della Fiom a ratificare l’accordo sarebbe stata la necessità di apportarvi delle modifiche proprio in relazione ai capitoli relativi al salario, all’organizzazione del lavoro e delle relazioni sindacali. «Il testo avrebbe bisogno di modifiche - ha spiegato Emanuele De Nicola, segretario regionale della Fiom, nel corso di una conferenza stampa - ed è necessario che le stesse vengano sottoposte, con apposito referendum, ai lavoratori nei giusti tempi. Una sorta di consultazione si farà entro il dieci di luglio ma, considerando che lo stesso contratto entrerebbe in vigore già dal primo luglio, ben si capisce come più che di una consultazione si tratti di una semplice ratifica. Tutto ciò è impensabile, tuttavia per noi il tavolo non è chiuso, ma è necessario che si riprendano le relazioni sindacali». A preoccupare i sindacalisti della Fiom c'è poi il futuro occupazionale dei lavoratori di Fiat ed indotto. «Se non si troverà al più presto un’alternativa alla produzione della Grande Punto - ha precisato De Nicola - il destino di molti potrebbe essere a rischio». Di tutt'altro avviso Marco Lomio, segretario regionale della Uil. «L'accordo rilancia le basi della discussione con la Fiat sulla produzione a Melfi di un terzo modello, in sostituzione della Grande Punto, in grado di saturare la capacità produttiva degli impianti e della forza lavoro». Un vero e proprio successo, a parere del segretario Lomio, che è arrivato al termine di un confronto durissimo durato tre mesi ed influenzato dalla forte crisi economica. «Adesso la Uilm - ha precisato Lomio - ritiene fondamentale il ruolo del Campus Tecnologico Fiat». Soddisfazione è stata espressa anche dal segretario Fismic Basilicata, Antonio Zenga, poiché l’accordo «oltre ad aver garantito a tutte le aziende del consorzio di poter rispondere alla domanda del cliente in termini di flessibilità, si caratterizza soprattutto per un nuovo e più favorevole incentivo di produttività per i lavoratori». Per il responsabile Fim Cisl per l’indotto Fiat, Giovanni Ottomano, «con la firma dell’ipotesi di accordo anche l’indotto Fiat si dota di uno quadro normativo al passo coi tempi e con le sfide di mercati sempre più esigenti e competitivi dove contano la qualità dei prodotti e la rapidità delle risposte». Positivo anche il commento dell’Ugl metalmeccanici Basilicata. «Questa è la dimostrazione che quando il sindacato è unito si possono raggiungere importanti risultati a difesa dei lavoratori». MADE IN MELFI La nuova Jeep Renegade L’INTERVISTA. PARLA IL GIUSLAVORISTA BARESE, TRA I PROTAGONISTI DELL’INTESA «Salvaguardata l’occupazione» L’avvocato Amendolito: la sfida del futuro è quella del federalismo contrattuale AMERIGO DE PEPPO l BARI. «È stata una vera maratona, ma abbiamo raggiunto un accordo importantissimo, che può rappresentare una valida risposta alla sfida globale dei mercati». È soddisfatto l’avvocato barese Francesco Amendolito, giuslavorista 50enne, dell’intesa raggiunta per i lavoratori dell’indotto dello stabilimento Fiat Chrysler Auto di Melfi. Consulente dal 1993 delle aziende del Gruppo Fiat, in particolare per la gestione delle risorse umane e per le relazioni sindacali, nel 2012 e nel 2013 ha conseguito, unico meridionale, il premio, ai Labour Awards, quale terzo miglior avvocato dell’anno nelle Relazioni sindacali e industriali. «Sono stato chiamato dal Lingotto racconta - per realizzare un accordo collettivo territoriale dell comparto auto per le aziende dell’indotto Fiat di Melfi, che sono ancora legate al contratto nazionale dei metalmeccanici e non potevano gestire la produzione in base ai parametri stabiliti dalla Fiat per fare fronte alla sfida globale attraverso la massima flessibilità. La sfida è stata stipulare un contratto che fosse compatibile con la permanenza di queste aziende all’interno della Confindustria». Quale strada avete seguito per raggiungere questo risultato? «Abbiamo disdettato tutti gli accordi pregressi e abbiamo iniziato una trattativa finalizzata al raggiungimento di un’intesa che, pur rimanendo nell’ambito del contratto collettivo nazionale di lavoro, consentisse la realizzazione di SI CORRE AI RIPARI GLI ENTI SONO STATI COMMISSARIATI PER RIENTRARE DEI DEBITI ACCUMULATI NEGLI ANNI Cartelle pazze, oggi vertice d’emergenza GIUSLAVORISTA BARESE L’avv. Francesco Amendolito, 50 anni norme più flessibili». Parlava di una maratona per arrivare alla tanto sospirata firma... «In effetti, la trattativa è durata cinque mesi , tra Napoli e Potenza, e si è conclusa la sera di mercoledì 25, al termine di una riunione fiume durata quasi 24 ore». Quali sono le caratteristiche principali di questo accordo? «Mi preme sottolineare innanzittutto che ai lavoratori non abbiamo tolto nulla, ma abbiamo anzi aggiunto alcuni premi, tra i quali quello legato alla presenza in fabbrica. Per ogni giornata lavorativa, i dipendenti percepiscono 6,71 euro in più». Perché questo accordo ha per lei una grande importanza? «Perché si pone l’obiettivo primario di salvaguardare i livelli occupazionali. Senza questo contratto, Marchionne avrebbe potuto decidere la delocalizzazione della produzione garantita dalle aziende dell’indotto in Cina o Brasile, con le ricadute in termini sociali che sono facilmente intuibili». È un accordo che può fare scuola? «A mio modo di vedere, ceramente sì perché la sfida che ci attende per il futuro è quella che io amo definire del “federalismo contrattuale”. Mi spiego meglio: sa perché in Fiat è stato inventato il premio di presenza? Perché durante particolari stagioni agricole, come ad esempio quella della raccolta delle castagne, c’era un tasso elevato di assenteismo. Per non parlare del fatto che, in occasione di ogni tornata elettorale, i rappresentanti di lista venivano scelti prevalentemente tra i dipendenti della Fiat. Con il premio presenza, negli stabilimenti dove non è in vigore la cassa integrazione, abbiamo praticamente azzerato l’assenteismo, che è passato dal 35 allo 0,5%. Nel caso specifico dell’accordo siglato il 25, abbiamo ottenuto inoltre un diritto al preavviso di 7 giorni in caso di chiamata ai seggi elettorali. In questo modo, se le elezioni terranno impegnata la maggioranza di lavoratori, le aziende potranno fare ricorso al lavoro interinale. Tutto questo dimostra quindi che ogni territorio ha le sue problematiche e che non si può più ragionare in termini di contratto nazionale, per fabbriche tailoristiche che non esistono più». VERTICE LE PARTI SI RIVEDRANNO IL CASO UNA TELEFONATA ANONIMA PER AVVISARLI Discarica Grottelline Ritrovato il bassotto Sofia nuovo no a Vendola rubato nel Brindisino a una coppia di turisti trevigiani Contributi ai Consorzi di bonifica, Vendola convoca i capigruppo di maggioranza dagli enti locali GIUSEPPE ARMENISE l Non esiste una stagione in cui non si parli dei Consorzi di bonifica e di come fare a consentirne la sopravvivenza. Il nodo torna al pettine in questi giorni in cui sono state recapitate le bollette per la cosiddetta contribuenza da parte delle aziende agricole che fruiscono dei servizi, sostanzialmente consistenti nella fornitura di risorse idriche. Cartelle «esattoriali» che in qualche maniera vorrebbero chiudere una stagione in cui la contribuenza è stata pressocché nulla. Ma i diretti interessati già le hanno definite «cartelle pazze» e annunciano battaglia attraverso le organizzazioni di categoria. Una bella gatta da pelare proprio adesso che è partita, di fatto, la campagna elettorale per il rinnovo dei componenti del Consiglio regionale in programma la prossima primavera. Un vero e proprio rebus per la maggioranza da un lato, un facile argomento di rivendicazione e denuncia da parte delle opposizioni. Ecco, dunque, la convocazione straordinaria. Stamattina il presidente della giunta regionale, Nichi Vendola, vuole mettere intorno a un tavolo i presidenti dei gruppi del centrosinistra che lo sostiene al governo della Puglia per capire come far fronte a quella che si potrebbe prefigurare come un’emergenza. Un’emergenza che si era peraltro già abbondantemente prefigurata quando, ormai tre anni fa, lo stesso governo Vendola si era trovato costretto a commissariare proprio i Consorzi di Bonifica, nominando l’ex procuratore regionale della sezione giurisdizionale di Puglia ed ex presidente della sezione regionale di controllo dello stesso organismo dei giudici contabili, Giuseppantonio Stanco con il preciso compito di tracciare i «nuovi perimetri consortili» e re- digere i «nuovi piani di classifica». I piani di classifica altro non sono che la «codificazione» della contribuenza dovuta ai Consorzi di bonifica da parte degli agricoltori beneficiari dei servizi. E qui casca l’asino. Perché fino al commissariamento, in assenza di piani di classifica, la contribuenza non avrebbe mai potuto essere commisurata al servizio reso. È evidente, stante questo quadro di «tolleranza» durato quasi un ventennio, che il passaggio all’ordinario suoni ora come l’imposizione di un ulteriore balzello a carico degli imprenditori. Solo il Consorzio Terra d'Apulia avrebbe bisogno di 6 milioni di euro per quadrare il bilancio 2014. E negli anni, prima del commissariamento, sono stati numerosi i richiami della Corte dei conti al rientro del debito. Ora la palla, per una soluzione, passa alla politica. Campagna elettorale permettendo. l Discarica di Grottelline, Comune di Spinazzola, i territori continuano ad opporre il «no». Anche ieri i sindaci di Poggiorsini e Spinazzola, il presidente della Provincia Bat, Francesco Ventola, il presidente dell’Oga (Organo governo d’ambito) dei rifiuti, Nicola Giorgino e i rappresentanti di Legambiente l’hanno ripetuto. Le parti in campo non recedono dalla loro posizione. Da un lato le ragioni del piano regionale rifiuti, per il quale la discarica di Grottelline è considerata un cardine senza il quale si rischia di ricadere in una fase emergenziale, dall’altro gli enti locali territoriali e gli ambientalisti oppongono un quadro di criticità idrauliche e un nuovo quadro di riferimento terrioriale: l’aumento della percentuale di raccolta differenziata consente oggi di chiudere il ciclo dei rifiuti anche facendo a meno della discarica di Grottelline. l BRINDISI. È stato ritrovato la cagnolina bassotto, Sofia, che era stata portata via dai ladri a una coppia di turisti di Treviso che soggiornava in Puglia e che aveva offerto una ricompensa a chiunque avesse dato notizie del cane. In un telefonata anonima ricevuta dal proprietario che ne aveva denunciato il furto, presso un trullo al confine tra Fasano (Brindisi) e Monopoli (Bari), sono stati riferiti dettagli su come tornarne in possesso. La cagnolina può ora quindi ritornare a casa. Sofia era stata portata via nel corso di un furto compiuto in un trullo che due persone della provincia di Treviso avevano preso in affitto per vacanza per una decina di giorni. Qualcuno, non ancora identificato, aveva forzato l’ingresso e portato via tre macchine fotografiche, un pc e gioielli. Ma l’amarezza più profonda da parte della coppia di vacanzieri non era determinata dagli oggetti rubati ma dalla sparizione del bassotto, dotato di microchip, per il quale avevano lanciato un appello. RASSEGNASTAMPA Venerdì 27 giugno 2014 17 ECONOMIA&FINANZA Commercio, dietrofront sulle aperture nei festivi Testo in Parlamento per 12 chiusure obbligatorie. L’ok di Confcommercio ROBERTO CALPISTA l ROMA. Dietrofront in tema di aperture dei negozi nelle giornate festive dopo la liberalizzazione totale - e l’esclusione dalla concertazione di Regioni, Comuni e associazioni di categoria - voluta dal governo Monti nel 2011 con il decreto «Salva Italia». La commissione Attività Produttive della Camera ha «licenziato» un testo base unificato che individua 12 giorni di chiusura obbligatoria per tutti gli esercizi commerciali in concomitanza con le maggiori festività civili e religiose. Per ogni Comune però è previsto un «pacchetto» di 6 giorni in deroga. La «disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali» adesso inizia il suo iter in Parlamento e riguarda tutti gli esercizi commerciali (esclusi pubblici esercizi, edicole, fiorai e stazioni di servizio). Le giornate individuate, al momento sono le seguenti: primo gennaio, Epifania, 25 aprile, Pasqua, Pasquetta, primo maggio, 2 giugno, Ferragosto, primo novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano. Restituendo ai Comuni, consultate le associazioni di categoria, la possibilità di sostituirne sei (per esempio l’8 dicembre, giorno importante per le vendite) con altrettante chiusure nel corso dell'anno. Più volte il presidente di Confcom- CONFCOMMERCIO Sandro Ambrosi mercio Puglia e Bari-Bat, Sandro Ambrosi, ha dichiarato come «l’assenza di una regolamentazione» penalizzi «proprio i consumatori, oltre che gli imprenditori». Oggi rafforza la tesi, condividendo «questi segnali che arrivano dalla Camera e che vanno nella direzione giusta della concertazione tra Comuni e associazioni locali di categoria per scegliere, pianificare, creare un “abito su misura” per ogni angolo del territorio». Per il rappresentante di Confcommercio «non si tratta di meri numeri. Ci interessa in parte la quantità, ma guardiamo soprattutto alla qualità di queste aperture che devono tornare ad essere straordinarie, decise da chi conosce il territorio, tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità delle varie zone anche all’interno della stessa città e dei distretti urbani del commercio. Decidendo con le amministrazioni comunali tutte quelle iniziative che possano favorire lo shopping (park & ride; controlli; eventi; presenza di turisti). Non basterà a contrastare una crisi di sistema profonda e che “graffia” sempre più, ma è un segnale importante di attenzione per il commercio». Di parere opposto la grande distribuzione. Così Alessandro Medici, responsabile delle relazioni esterne di Coop Estense (undici impermercati in Puglia), non nasconde una certa preoccupazione: «Le aperture nei festivi per noi costituiscono un’importante voce di bilancio. Le domeniche, per fatturato sono seconde solo ai sabati e i consumatori hanno mostrato di apprezzare tale servizio. Oltretutto come Coop Estense abbiamo già deciso di rispettare la chiusura nelle principali festività civili e religiose. Vediamo quindi cosa accade con questo testo, ma non posso che sottolineare come soprattutto in questo momento, critico anche per la grande distribuzione, per tutelare vendite e occupazione sarebbe il caso di non rinunciare alle opportunità commerciali offerte dalla liberalizzazione». CARTELLE ESATTORIALI ERA STATO AVVIATO CON LA LEGGE DI STABILITÀ Mini condono Equitalia incassati 700 milioni l ROMA. Oltre 700 milioni di euro che i contribuenti avevano in sospeso con il fisco. È l'incasso portato a casa da Equitalia con la mini-sanatoria delle cartelle esattoriali, avviata con la legge di stabilità dello scorso anno con una finestra che è stata prorogata fino al 15 giugno. Un buon risultato per l’erario, ma anche per i cittadini che avevano un conto aperto con il fisco, che hanno potuto saldare i loro debiti (non solo sui tributi erariali, ma anche ad esempio su bollo auto e multe per aver violato il codice della strada) pagando in un’unica soluzione, senza interessi, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati all’ente di riscossione entro il 31 ottobre 2013. Adesso, ricorda l’agenzia, sta ripartendo la riscossione attraverso le normali procedure, che interesserà, secondo Equitalia «una rilevante platea di contribuenti». E gli «sportelli amici», sono pronti, assicura Equitalia, a dare assistenza ai cittadini. Un lavoro che peraltro si potrebbe intensificare se prenderà forma l’idea della «casa del contribuente» che il governo starebbe valutando per la riforma di Equitalia. Riforma che, in attuazione della delega fiscale, dovrebbe essere varata a settembre, sempre che non si scelga di accelerare anche per arginare la proposta di abolirla del Movimento Cinque Stelle, che ha avviato oggi il suo iter in commissione e che è stata calendarizzata in Aula per il 21 luglio. Intanto l’agenzia ha messo a punto anche un vademecum per i aiutare i contribuenti a orientarsi. Air France-Klm «Valuteremo aumento della quota in Alitalia» IL SALASSO ADICONSUM SOTTOLINEA COME I COSTI SIANO «ESORBITANTI» PUR TENENDO CONTO DELLE TRUFFE IN ALCUNE AREE DEL PAESE l ROMA. Tra Alitalia ed Etihad c'è un’intesa sui termini per l’acquisto del 49% della compagnia italiana. Ma per concludere l’operazione mancano ancora alcuni step, che verranno completati nei prossimi mesi. A precisarlo è la compagnia degli Emirati Arabi, che vuole che sia chiaro che l'operazione non è ancora conclusa. E lancia indirettamente un messaggio agli attori coinvolti, banche e sindacati in primis, per sollecitarli a risolvere le tematiche ancora aperte, tra cui le delicate partite del debito e degli esuberi. All’indomani della nota congiunta con cui le due compagnie hanno formalizzato lo stato dei negoziati, parlando di «accordo sui termini e condizioni dell’operazione», da Abu Dhabi è arrivata una nota di precisazione. Al momento l’intesa è sui principali termini e condizioni per l’acquisizione del 49%, spiega Etihad: «L'accordo con Alitalia rappresenta l’ultimo passo di un percorso che può portare alla finalizzazione di una operazione», ma prima ci sono ancora alcuni passaggi che «saranno completati nei prossimi mesi». I prossimi step sono quattro: il completamento della documentazione sull'operazione; la finalizzazione delle condizioni; la richiesta alle autorità regolatorie; l'approvazione finale da parte degli azionisti e del cda. I primi due passaggi sono quelli su cui si sta già lavorando e dovrebbero portare alla firma del contratto entro la fine di luglio. In particolare entro metà mese dovrebbero arrivare a conclusione sia la trattativa sul debito, che è in fase già avanzata, sia quella sugli esuberi. I sindacati sono ancora in attesa di una nuova convocazione formale da parte dell’azienda (mentre la prossima settimana è atteso il tavolo con i ministri Lupi e Poletti), ma si starebbe comunque lavorando dietro le quinte per ridurre al massimo l'impatto dei 2.251 esuberi chiesti da Etihad. E se per piloti e assistenti di volo si profila la possibilità di essere assorbiti dalla compagnia emiratina, più complessa la gestione degli oltre mille dipendenti di terra coinvolti. Ma il vice ministro allo sviluppo Carlo Calenda ribadisce l’impegno del governo: «Si tratta di un processo di ristrutturazione, come tale è doloroso e andrà tenuto al minimo l’impatto sull'occupazione». Per arrivare ad una conclusione dell’intera operazione bisognerà comunque attendere almeno fino all’autunno. I tempi più lunghi sono infatti quelli per il via libera delle Autorità regolatorie, nello specifico quelle europee, i cui tempi sono però legati anche alla nomina della nuova Commissione. Intanto l’ex primo azionista di Alitalia Air France-Klm plaude alla soluzione Etihad e si dice intenzionata a continuare la partnership con Alitalia «a patto che resti bilanciata e nell’interesse comune di entrambe le compagnie». Il gruppo franco-olandese ribadisce anche la possibilità di valutare un aumento della propria quota (ora al 7,08%). l ROMA. L'anomalia dei prezzi alti della Rc Auto in Italia si attenua ma resta ancora non risolta ed è condensata in un dato: il 95% paga un premio al di sopra della media Ue di 250 euro, con una media di 500 euro nel primo trimestre, in calo del 3,8%. Il presidente dell’Ivass Salvatore Rossi nelle sue considera- Polizze Rc auto, nove italiani su dieci pagano più della media comunitaria zioni sull'attività svolta nel 2013 sceglie toni meno forti rispetto allo scorso anno ma non si sottrae a richiamare l’attenzione al fenomeno e ricorda con disappunto il mancato varo della riforma, il cui iter parlamentare è stato lasciata cadere per la crisi di governo. Per Codacons i cali sono «una goccia nell’oceano» mentre Adiconsum sottolinea come i costi siano «esorbitanti» pur tenendo conto delle truffe in alcune aree del Paese. Nel frattempo che questa riparta, l’Autorità mette in campo i suoi strumenti tecnici, in primis l’analisi Iper sui premi effettivamente pagati eseguita su 2 milioni di targhe. Solo analizzando questi dati si capirà se i prezzi «effettivi più alti dipendano da una minore concorrenza o da una maggiore sinistrosità» e dalle frodi, spiega Rossi. Di certo i prezzi in Italia scontano una forte variabilità che non si ferma al maggior costo delle province meridionali. Chi ha avuto 5 incidenti paga tre volte di più di chi è «immacolato» così come sono più costose le polizze nelle grandi città e dei giovani. Altro cantiere che terminerà nel 2015 è quello della banca dati unica antifrode. Un lavoro notevole in Italia dove si moltiplicano gli archivi delle amministrazioni pubbliche e dei privati. Per ora 5 grandi banche dati sono insieme (Pra, Motorizzazione, Ania, Ivass, Consap) cui si aggiungeranno anche i ministeri e la Banca d’Italia. Solo quando i dati saranno disponibili e si eviterà di incoraggiare comportamenti fraudolenti allora si potrà verificare se le compagnie tramuteranno i minori costi subiti in prezzi più bassi. Nel frattempo i sinistri calano (-30% in 4 anni) ma per effetto della crisi che fa circolare meno auto. Quasi debellata l'epidemia dei «colpi di frusta» (-20% nel 2013) grazie al decreto varato due anni fa. L'Ivass poi non è solo Rc Auto. Dalla Banca d’Italia ha preso non solo il presidente, il segretario generale e altre 8 risorse ma anche il modello di ispezioni. Delle 26 effettuate, la metà ha portato a giudizi non favorevoli, quasi tutte per problemi legati alla governance, un tema su cui anche Banca d’Italia sta strigliando le banche, facendo scattare solleciti per evitare concentrazione di potere in capo a singoli soggetti. Rossi sprona poi il comparto a sostenere di più l’economia italiana e le piccole e medie imprese visto che i tassi sui titoli di stato (il settore ne ha ben 270 miliardi in pancia) sono oramai al minimo e le banche stanno riducendo il loro strapotere nei prestiti alle imprese. Le assicurazioni sono ancora caute nell’usare i nuovi strumenti (come i mini bond) varati dal governo. Per il presidente Ania Aldo Minucci, il comparto «è disponibile» ma vanno evitati i rischi e giudica necessario il ruolo di Fondi specializzati nel valutare il merito di credito e che possano compartecipare al rischio. Andrea D’Ortenzio RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 21 Venerdì 27 giugno 2014 PATRUNO Università del Sud colpevoli... >> CONTINUA DALLA PRIMA I bagni sporchi sono colpa dei meridionali, cioè di se stessi. Nel primo caso colpe pubbliche, nel secondo colpe private. Così in tanti altri campi. Esempio, l’università. Arriva la troppo puntuale classifica del più diffuso quotidiano economico italiano, e siamo alle solite. Università del Nord tutte su, università del Sud tutte giù. Ciò che avviene anche quando lo stesso quotidiano pubblica la sua classifica annuale della qualità della vita: paradiso al Nord, inferno al Sud. Magari quel quotidiano non è la bibbia, ed è immaginabile che non lo ritenga neanche da se stesso. Puntualissime le reazioni come il vento forte a Vallata. I supercritici a dire che le università del Sud se lo meritano, le università del Sud a reagire dicendo che quelle classifiche sono poco attendibili. Stessa musica quando sono diffusi i dati sugli esami di maturità o sul rendimento scolastico: tutti più bravi al Nord, tutti più asini al Sud. E se succede che i voti al Sud siano più alti che al Nord (e succede, succede), allora non è possibile, dipende dal fatto che gli insegnanti meridionali sono di manica larga. Magari sono in gran parte meridionali anche quelli che insegnano al Nord. Insomma la sensazione è che ciò che conti sia soprattutto la reputazione, se non il pregiudizio invece del giudizio. Come con Balotelli: tutti a cianciare che ha grandi potenzialità da campione, nessuno ad osare che in attesa che diventi un cam- pione è solo un indisponente brocco. Ma è la reputazione: concetto tanto impalpabile quanto duro a morire. Le università del Nord tutte eccellenza, le università del Sud tutte indecenza. Non è esattamente così, perché le valutazioni sono figlie di parametri ai quali si dà maggior peso o no. Metti la solita storia della qualità della vita: a Trento si vive meglio che a Napoli, ma a Napoli sono più felici che a Trento. E allora? Con le università non è diverso da autostrade e bagni. Ma la verità è che le università del Nord, più che migliori, sono anzitutto altro: sono semplicemente più ricche di quelle del Sud. Si definiscono migliori quelle che hanno più soldi. E hanno più soldi perché possono far pagare tasse più alte ai loro studenti. Punto. Cui segue l’infame regola (statale) secondo cui siccome i tuoi studenti sono più poveri, devi essere penalizzato avendo meno docenti. Come, si dà a chi ha di più e si toglie a chi ha di meno? E per università pubbliche? Singolare modo di definire il cosiddetto merito. E di considerare giusto uno Stato. Se chi dice di avere a cuore il Sud fosse coerente, si dovrebbe fare il contrario. Considerando inoltre le fondazioni bancarie che al Nord (anche con i soldi del Sud) finanziano le loro università, come fanno i privati, più facoltosi che al Sud. E tenendo conto di come le famiglie meridionali si dissanguino a favore del Nord mandandoci i propri figli spesati. Ma è la trappola della diseguaglianza: più ti hanno fatto diventare diseguale, più lo diventi. E più non hai buona reputazione, più te la peggiorano. Realizzando il disegno di avere (e sostenere) poche università di serie A (al Nord) e di condannare alla B le altre (al Sud). Colpevoli di povertà. Detto questo, i signori rettori la smettano di far finta sulle responsabilità meridionali. Quindi spieghino cosa significa che ci sono “tanti” docenti inattivi, come fa (onestamente ed esplicitamente) il rettore di Bari, Uricchio: “tanti”, signor rettore? Inattivi? Vuol dire che c’è gente che usa l’università per vivacchiare con gli stessi programmi per decenni, o per sfruttarla per i propri affari professionali, o per carriere politiche invece di fare ricerca e studiare? Qui non c’entrano i soldi in più o meno, Nord e Sud, c’entra la reputazione rovinata a tutti. E poi: se si ripetono tanti nomi di famiglia in certe facoltà, ci si chiede se sia normale o se sia un’invenzione delle classifiche. E se gli studenti brancolano a caccia di chi gli dia un’informazione, ci si chiede se dipende dai soliti problemi di organico o da sciatteria dei servizi. E se Bari, per dire, è più una città “con” l’università che una città “universitaria” (come è più una città “sul” mare che “di” mare), ci si chiede se sia sufficiente andare a parlarne col nuovo sindaco, il quale dirà che è appena arrivato. E’ vero che le università del Sud sono le più sottofinanziate d’Italia, che fanno molto con poco. Ma di tanto in tanto sarebbe il caso di capire cosa significhi “molto” invece di prendersela con le classifiche. Spesso truffaldine, ma non meno di certi lamenti meridionali. Lino Patruno TONDO La madre di tutte le leggi >> CONTINUA DALLA PRIMA P er questo Renzi ha deciso di giocare in prima persona la partita della legge elettorale, in precedenza affidata al suo ministro Boschi e al Parlamento: da questa accelerazione è emerso un <confronto binario> da una posizione mediana rispetto all’ozione A (Berlusconi) e l’opzione B (i 5stelle). Un’azione diversa dall’antica tattica dei <due forni>, di andreottiana memoria, perché svolta da posizioni più radicali e non banalmente compromissorie. Con questo timbro cominciano i mille giorni delle riforme di Renzi. Il passaggio dallo schema bipolare a quello tripolare amplia le possibilità di scelta, ma paradossalmente potrebbe disorientare il premier risucchiandolo dentro uno spazio trattativista e melmoso. L’apertura al voto di preferenza, chiesto dai 5stelle e da settori del pd, in cambio del doppio turno, non ha né un rapporto coerente né funzionale. Presentare il grande successo di preferenze di alcune candidate democratiche rispetto agli eletti grillini rischia di collocare il conflitto politico in uno spazio incerto e regressivo. La moderna democrazia è alimentata da due protagonisti: oltre che dai leader che competono per il consenso, dagli elettori, singoli o associati, che usano giustamente il loro voto per tutelare o allargare i propri interessi. La qualità e in parte la moralità della democrazia dipende dalla schiettezza e dalla trasparenza dello spazio di gioco. Leader ed elettori tendono fisiologicamente a <manipolare> le regole del gioco cercando di ottenere il massimo dalle loro azioni. La gestione del potere o uno sgravio fiscale, la promessa di un ministero o il compromesso con la burocrazia statale e i suoi privilegi, ben valgono il tentativo di accordi sotto banco. Per questo la preferenza, strumento sicuramente valido per una scelta più compiuta (partito e candidato preferiti), è un’arma a rischio, da contenere in una fase di recessione economica con risorse ridotte pressoché a zero. La preferenza, inoltre, accentuerebbe la forza del Paradosso di Condorcet e sarebbe utilizzata dai gruppi più organizzati per far saltare la corrispondenza dei sottoinsiemi tra la maggioranza renziana e i suoi singoli attori. E questo malgrado il grande seguito alle europee. Il massiccio consenso della piccola e media impresa del Nord e della parte più dinamica del Mezzogiorno ha un significato preciso: la qualità competitiva della politica è l’altra faccia della capacità concorrenziale della produzione manifatturiera di nuova generazione dell’impresa. Riforme politiche, burocratiche e fiscali fanno parte dell’equilibrio ottimale necessario alle aziende per poter difendersi e allargare i propri confini. Tali riforme hanno un valore istituzionale, cioè rappresentano tutto sommato condizioni neutrali indispensabili per rispettare i cittadini e la loro intrapresa. Tutto questo è stato affidato all’ex sindaco di Firenze, da molti visto come l’ultima spiaggia, da altri come un esponente politico in grado di mettere fretta anche ai colleghi europei. Ma nella teoria delle leggi elettorali e della scelta pubblica, oltre ai paradossi agiscono anche i teoremi a tutela delle posizioni precostituite e del loro uso utilitaristico. Liste lunghe o corte, candidati da eleggere o da nominare, piccoli o grandi collegi, potere dei singoli e dei partiti, tutto scorre sui tavoli degli esperti e tutto viene valutato dai capi politici. Ci sono Paesi con leggi elettorali stabili da decenni, altri con norme ballerine, come l’Italia. La Corte costituzionale, dopo anni, ha sancito che il premio di maggioranza deve essere ragionevole e che il cittadino elettore non può vedersi calato dall’alto il deputato sconosciuto. Ben detto. Ma tutto questo deve saldarsi con una base di valori incontestabile: decisioni individuali e formazione della scelta pubblica non possono essere affidati solo a norme tecniche. Anche se la legge elettorale non ha rango costituzionale la sua funzione e il suo mandato determinano un legame vitale con i cittadini: i leader e i partiti che fanno funzionare la democrazia hanno bisogno di una legge credibile e condivisa perché solo così l’ordinamento democratico sarà percepito non solo per il suo carattere procedurale. Le decisioni individuali, con il loro voto e le loro preferenze, non determinano automaticamente la democrazia rappresentativa. Il gioco è più ampio e molto più concreto e racchiude poteri consistenti che si difendono e attaccano. Irrealistico, quindi, appellarsi alla retorica del popolo sovrano. Meglio affidarsi a leader capaci che dicono chiaramente e lealmente quello che vogliono fare e con quali strumenti. Per ora ne abbiamo solo uno. E speriamo che, come avvisa Condorcet, non cada nella trappola tripolare: se A è preferito a B (Berlusconi) e B è preferito a C (Grillo), allora A deve essere preferito a C. Un esito che non vale neanche il blitz al tavolo dei 5stelle. Tonio Tondo ITALIA, DEVE PASSARE LA NOTTATA (MA NON SIA LUNGA) di STEFANO TATULLO C hissà, forse è una malignità, o forse un’impressione, ma mercoledì 25 per le strade e nelle piazze, ai balconi e ai pennoni, Tricolori non ce n’erano più. Giusto qualcuno ogni tanto che flappava stanco e uggioso in un’aria afosa e umida come quella di Natal, in Brasile. L’Italia è uscita dal Mondiale al primo turno,come quattro anni fa. Alla fine della partita persa con l’Uruguay Prandelli si è dimesso. Ha detto che non vuole rubare i soldi dei contribuenti. Si vede che non è l’ad di un’azienda di Stato. Se no si sarebbe fatto dare una buonuscita milionaria (il risultato del suo lavoro è stato o no un disastro?) e poi sarebbe passato ad un’altra azienda con relativi stipendio disastro e buonuscita, sempre a sei zeri. Invece, essendo lui quello che ha deciso chi portare e chi lasciare a casa, con quale modulo – anzi, quali moduli – giocare, e soprattutto non giocare, la cosa seria da fare era dimettersi. E lui l’ha fatta. DIRITTI TV -Dopo Prandelli si è dimesso anche anche il presidente della Federazione Abete. E dopo di lui il vice Albertini. Non si hanno notizie dalla Lega, intesa come Calcio. Forse perché le società sono impegnate a decidere a chi assegnare i diritti televisivi fra Sky e Mediaset. Per la verità ci sarebbero i contratti già firmati, ma è chiaro che poi bisogna vedere, capire bene, perché non si possono assegnare i pacchetti più importanti alla stessa emittente, no?, anche se prima si era detto che si poteva. Che direbbe Adriano Galliani? Ecco, le società. I Mondiali per loro sono una vetrina in cui mettere in mostra i pezzi pregiati per farne lievitare i prezzi. Prendete il Milan, per esempio: sperava che Mario Balotelli facesse sfracelli per tirar fuori qualche milione in più dagli inglesi che sembravano interessati, ma adesso? L’ex Supermario, che d’ora in poi potremmo chiamare affettuosamente Mariolino, interesserà ancora dalle parti di Londra? E visto come ha lasciato lo spogliatoio dell’Arena das Dunas, come sarà accolto in quello di San Siro? Non che l’eliminazione sia colpa (soltanto) sua, ma qualche twit in meno e una presenza un po’ più presente in campo non avrebbe guastato. Naturalmente ci sono altri aspetti che riguardano le società. Se hanno un ragazzo promettente, per dire, cosa fanno? Beh, lo mandano a maturare in serie B o in provincia. Al posto suo prendono uno straniero che costa soldi, ha un ingaggio alto e fa “look”. Dopo qualche partita magari finisce nel dimenticatoio, ma poco male; ne prendono subito un altro, che costa di più e fa più “look”. Così Verratti se n’è andato al PSG e adesso Ciro Immobile va a Dortmund. Da noi non c’era posto. Poi ci sono i tifosi. Che per essere davvero tifosi devono essere ultrà. E in quanto tali si sobbarcano un sacco di incombenze che spetterebbero alle società. Tipo decidere se giocare o no una finale di Coppa Italia sotto gli occhi del Governo, che peraltro guardava altrove; distribuire i biglietti omaggio alle persone giuste, cioè quelle che diciamo noi; organizzare le trasferte per fronteggiare gli ultrà dell’altra squadra, all’occorrenza con spranghe e bombe carta. Se qualche volta ci scappa il morto, che ci vuoi fare, fa parte del gioco. E le società stanno a guardare, come le stelle. O no? TESTA BASSA -Per questi e altri motivi l’Italia è uscita giustamente e a testa bassa dal mondiale; a prescindere dall’arbitro con un nome che doveva già dirci qualcosa, e dal carnivoro Suarez. Quelli che capiscono di calcio faranno delle analisi tecniche dettagliate e approfondite. Intanto però tutti capiamo che nel calcio l’Italia è messa davvero male. Come nell’economia, nel lavoro, nella corruzione e via elencando. Cosa possiamo fare? Cercare di ripartire, è ovvio, cominciando dalle fondamenta, da fare solide. E poi “adda passà ‘a nuttata”, diceva Eduardo. Perché non sia troppo lunga, per vedere prima possibile un chiarore laggiù, all’orizzonte, potremmo, tutti quanti, cominciare correggendo appena appena l’Inno di Mameli: non “perché non siam popoli, perché siam divisi”, ma “perché siamo un popolo, non siamo divisi”. E poi ha detto Gigi Buffon prima di Italia-Uruguay che è nei momenti difficili che noi Italiani diamo il meglio: ecco il momento è adesso. RASSEGNASTAMPA 2 venerdì 27 giugno 2014 LA BATTAGLIA DELL’EUROPA Renzi: sì a Juncker ma con una strategia comune per l’Europa Al vertice Ue alta tensione tra il premier e la cancelliera tedesca ● La bozza di Van Rompuy frena sulla flessibilità ● Il Pse punta a definire margini certi per favorire crescita e lavoro ● #iostoconlunita Un pacchetto completo, obiettivi e nomi, o per usare la stessa metafora utilizzata martedì in Parlamento, sia la mappa del percorso che i piloti. È questo l’obiettivo con cui ieri il premier italiano Matteo Renzi s’è presentato al vertice europeo di Ypres chiamato a decidere il nome del nuovo presidente della Commissione Ue. Un obiettivo su cui Renzi prima di varcare la soglie del Consiglio europeo ha incassato il sostegno di tutti i colleghi dei partiti socialisti e democratici incontrati nel pre-vertice tenuto a pochi chilometri della cittadina belga diventata simbolo della tragedia della prima Guerra mondiale. Il ragionamento di Renzi con gli altri leader del Pse è che in questo passaggio, che lui vede come un nuovo inizio per l’Europa, sbagliare anche un solo passo potrebbe essere esiziale. Il voto del 25 maggio infatti ha detto chiaramente che una fetta sempre più consistente di opinione pubblica si sta allontanando da questa Europa: disertando in numero sempre maggiore le urne, rafforzando i partiti euroscettici e premiando chi, come il Pd, ha scommesso su un cambio di marcia e direzione. Su un’Europa, per usare le parole dello stesso premier, più «attenta alle famiglie che alle burocrazie». È ovvio quindi che se questo è il significato del voto del 25 maggio la riflessione non può che portare a scegliere la strada della crescita e della lotta .. . Lo slogan del premier per il futuro Ue: «L’Europa delle famiglie non della burocrazia» alla disoccupazione. E che questa non è un’esigenza di qualche Paese ma di tutta la Ue. Non c’è cioè una posizione italiana, ma c’è, ci dovrebbe essere, una «comune esigenza» europea. Ecco perché il via libera a Junker alla presidenza della Commissione, che formalmente arriverà oggi da Bruxelles nonostante la contrarietà della Gran Bretagna, è subordinato a due condizioni. Di merito e di metodo. L’intenzione di Renzi, su cui il premier ha incassato l’ok dei socialisti e di cui ha parlato direttamente con Merkel prima dell’inizio ufficiale del vertice, è di collocare il via libera all’ex capo del governo lussemburghese dentro un quadro organico che al di là della faccia nota di Juncker mostri che davvero la Ue vuole darsi una «smossa». «È importante che il Consiglio europeo dia il via libera alla candidatura di Juncker solo in presenza di un documento che indichi con chiarezza dove deve andare l'Europa» spiega Renzi. Quindi un documento programmatico che indichi chiaramente che pure nel rispetto delle regole il patto che lega i Paesi europei non può essere declinato solo guardando al principio della stabilità e quindi del controllo dei conti pubblici, ma anche della crescita. E poi un accordo sulle altre caselle da riempire se non proprio con nomi e cognomi almeno con le caratteristiche da soddisfare. Ad esempio visto che la presidenza della commissione va al Ppe, ci sarà da tenere conto del Pse, e quindi di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento europeo e della ministra degli esteri italiana Federica Mogherini come Mrs Pesc. O forse di Enrico Letta per la presidenza del Consiglio europeo, anche se su questa ipotesi va tenuto presente che Palazzo Chigi ha già fatto sapere che ogni nome italiano non potrà essere fatto senza il proprio consenso. Tutte que- stioni comunque che potranno essere decise stamani e che poi, se tutto filerà liscio, essere formalizzate il prossimo 17 luglio in una nuova riunione del Consiglio europeo. Cioè il giorno dopo che il Parlamento europeo avrà dato il suo consenso alla nomina di Junker. Prima però, avverte Renzi, ci dovrà essere l’ok al programma di governo della Ue per i prossimi 5 anni. E la bozza con cui è iniziata ieri sera a cena la discussione al premier e al Pse piace, ma non completamente. I passi in avanti ci sono stati, nota soddisfatto Renzi. C’è un esplicito riferimento a una politica solidale fra tutti i paesi Ue sull’immigrazione che dovrebbe consentire all’Italia di non rimanere più sola a gestire l’operazione mare Nostrum. E c’è scritto nero su bianco che le regole consentono e prevedono margini di flessibilità è considerato un fatto nuovo e soprattutto positivo rispetto al passato. Ma «c’è ancora qualcosa da limare» annota il premier. Il problema è che il riferimento alla flessibilità è generico. E infatti il premier ha chiesto un lavoro supplementare agli sherpa nella notte. Per Renzi e il Pse è necessario che la flessibilità sia esplicitata attraverso criteri chiari (su che cosa e fino a dove si può estendere l’elastico) per limitare il potere discrezionale delle burocrazie Ue. Ad esempio l’idea del ministro delle finanze tedesco, il socialista Sigmar Gabriel, che l’Italia possa utilizzare direttamente i 15 miliardi di fondi Ue senza obbligo di tirare fuori i propri co-finanziamenti per non incidere sul patto di stabilità è una sua idea o è una strada percorribile? Perché avere certezze di questo tipo per il governo sarebbe fondamentale per poter avviare a partire dal 1° settembre quei «mille giorni» di riforme su cui il premier martedì ha proposto un nuovo patto-sfida al Parlamento. È per questo che Renzi ha insistito (polemizzando anche duramente con Merkel, «non vogliamo sforare il 3% come pure fece la Germania» le avrebbe detto) per tenere fuori dal patto di stabilità i co-finanziamenti italiani ai fondi Ue e i pagamenti dei debiti della Pa alle imprese. Matteo Renzi e Van Rompuy: per l’Italia il suo documento è da limare FOTO LAPRESSE UCRAINA Patto di associazione, Mosca pronta a contromisure La Russia è pronta a prendere misure di protezione se l’associazione di Ucraina, Georgia o Moldova alla Ue avrà un «effetto negativo» sulla zona di libero scambio creata all’interno della Comunità degli stati indipendenti (ex sovietici) a cui appartengono Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Moldova, Russia, Ucraina, Kirghizistan, Uzbekistan. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov parlando da Novo Ogarevo, ossia dalla residenza di Vladimir Putin, fuori Mosca. Dalla Ue «hanno proposto una data, e noi siamo pronti (per le consultazioni) in qualsiasi formato», ha detto Lavrov. La firma del patto di associazione con Kiev dovrebbe avvenire oggi a Bruxelles, secondo quanto riferito dal presidente uscente della Commissione Barroso. «Quando gli accordi entreranno in vigore e i nostri partner della zona di libero scambio della Cis firmeranno con la Ue, se ci rendiamo conto che questo avrà un effetto negativo sul funzionamento della nostra zona di libero scambio, un effetto negativo in base alle condizioni per le quali abbiamo aderito al Wto (World Trade Organization), sarà necessario, ovviamente, adottare misure di salvaguardia in piena conformità con le norme del Wto». In precedenza il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha detto che Ue, Russia e i tre paesi ex sovietici, che intendono firmare accordi di associazione con l’Europa dovrebbero iniziare consultazioni trilaterali l’11 luglio. Troppo export, Berlino non è più la prima della classe E se fosse la Germania l’ultima della classe? Ieri, mentre tra Ypres e Bruxelles i capi di Stato e di governo dell’Unione si preparavano ad affrontare una prima discussione sui cambiamenti della strategia economica che la prossima nuova Commissione a guida Juncker (salvo sorprese) dovrà mettere sul tavolo, dagli uffici della vecchia Commissione è filtrata una notizia che mette Berlino nel ruolo, insolito, del reprobo invitato a redimersi. La Repubblica federale esporta troppo e importa troppo poco e in questo modo induce nell’Eurozona uno squilibrio che rischia di mandare all’aria la solidità della moneta e la stabilità dei conti pubblici. Quelli degli altri, ovviamente. Il problema non è nato ieri. Lo squilibrio tedesco dura in termini così pesanti dal 2007, cioè da quando c’è la crisi del debito alla quale si può dire che abbia contribuito non meno delle conclamate debolezze dei Paesi più indebitati. Nel 2011 e 2012 l’attivo della bilancia dei pagamenti della Repubblica federale è stato in proporzione il più alto del mondo ed è molto al di sopra del 6% che è considerato dalla Commissione la soglia di rischio per la sta- IL CASO #iostoconlunita Nel mirino lo squilibrio commerciale che sbilancia la Ue. Più delle promesse sulla flessibilità, è la crescita del mercato tedesco che potrebbe cambiare le sorti europee bilità del sistema. All’inizio di novembre l’allora commissario agli Affari economici Olli Rehn aveva minacciato di applicare a Berlino le sanzioni previste contro chi produce squilibri tanto dal Patto di Stabilità che dal Fiscal compact: una multa che potrebbe arrivare allo 0,1% del Pil nazionale. Alla cancelleria confidano che alla multa non si arriverà, ma non è certo quello il punto. L’impressione è che stia crescendo la consapevolezza che comunque la politica economica va cambiata profondamente nel senso di un riequilibrio tra la domanda interna, che negli ultimi tre o quattro anni è cresciuta in maniera minima, e le esportazioni. È probabile che su questo terreno nel prossimo futuro si svilupperà in Germania un confronto aspro, al quale gli altri paesi dell’Unione, e l’Italia più ancora degli altri, dovranno guardare con grande attenzione. La Confindustria tedesca e i settori politici più conservatori, dalla Bundesbank ad ampie porzioni della Csu e della stessa Cdu, respingono le critiche di Bruxelles in nome della logica assoluta di mercato («esportiamo molto perché le nostre merci sono migliori») e sostenendo che un forte attivo tedesco è un vantaggio per tutta l’Unione. Ma la grosse Koalition ha una sensibilità diversa e la spinta a una modifica della politica economica in senso più espansivo è stata percepibile, sia pure non senza contraddizioni, già nella fase di negoziato tra i partiti democristiani e i socialdemocratici. L’introduzione del salario minimo garantito è stata motivata esplicitamente con l’intenzione di stimolare la domanda interna e lo stesso segno hanno il favore con cui vengono seguite le trattative sindacali per l’aumento delle retribuzioni e le (contrastate) misure sulle pensioni. Esiste, almeno sulla carta, l’impegno a definire piani di investimenti pubblici e recentemente la stessa cancelliera ha evocato la possibilità che la Repubblica federale aderisca a programmi finanziati con project-bond europei. E la Spd propugna, per ora senza sfondare, l’adozione di riforme fiscali che incentivino la propensione agli investimenti privati nei settori trainanti. È in questa chiave che vanno interpretati i segnali di apertura che stanno arrivando da Berlino. Il governo Merkel pare voler intraprendere una lunga marcia di rientro dall’austerity, ma il cammino pas- sa non tanto per un allentamento della disciplina di bilancio, cui pure qualcosa verrà concesso ma entro limiti ben precisi, quanto per una politica economica meno fissata su se stessa, meno «imperialista» in fatto di commercio estero e tale da far tornare la Germania ad essere «locomotiva» per l’Europa, secondo una non dimenticata tradizione di tempi lontani e più felici. È evidente che non si tratta di una partita che si gioca solo sul piano dei rapporti tra la Repubblica federale e gli altri paesi dell’Unione. I nuovi vertici delle istituzioni di Bruxelles avranno un ruolo fondamentale, che si spera sapranno esercitare molto meglio dei loro predecessori, pur se non si può passar sopra al fatto che a capo della Commissione arriva un uomo che rappresenta una scomoda continuità. Intanto si tratterà di fare chiarezza sulle risorse per gli investimenti. I soldi ci sono, nonostante il senso comune creato dagli ayatollah dell’austerity. Le disponibilità del bilancio comune dell’Unione e della Bei possono essere volani formidabili, specie nella favorevole congiuntura attuale di liquidità sui mercati. È ora che se ne cominci a parlare. RASSEGNASTAMPA 3 venerdì 27 giugno 2014 Battaglia sulle nomine Cameron va allo scontro Il summit a Ypres per la commemorazione della I Guerra mondiale, Londra contesta anche la cerimonia: «Propaganda europeista» ● Merkel pronta al voto, ma su altre poltrone probabile rinvio ● #iostoconlunita Alle tante battaglie combattute a Ypres nella prima e nella seconda guerra mondiale ieri i leader europei hanno aggiunto quella che è già stata ribattezzata la battaglia su Juncker, il futuro presidente della Commissione europea osteggiato dalla Gran Bretagna. «Abbiamo le nostre differenze, ma lottiamo attorno a un tavolo, non su un campo di battaglia», ha riassunto la giornata il presidente della Commissione uscente José Manuel Barroso. Cento anni dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale i capi di Stato e di Governo dei 28 Stati membri della Ue hanno scelto di tenere nella simbolica cittadina fiamminga la prima giornata del vertice, che si concluderà oggi a Bruxelles. In gioco, oltre alla nomina dell’ex premier lussemburghese a capo dell'esecutivo comunitario, c’è anche l’approvazione del documento programmatico della nuova Commissione. Fino all'ultimo le diplomazie hanno combattuto per limare il testo parola per parola, soprattutto nella parte fondamentale in cui la Ue accetta l’idea di utilizzare le regole sulla disciplina fiscale con maggiore flessibilità. L’ultima bozza prima della cena dei leader è stata ritoccata dai sostenitori del rigore per trasformare la frase in cui si raccomandava «il pieno utilizzo degli strumenti di flessibilità» del Patto di Stabilità, in un più moderato «buon uso». Una modifica che non è piaciuta a Matteo Renzi che, all’uscita del prevertice dei leader socialisti e democratici, ha ricordato che il via libera a Juncker sarà dato solo se ci sarà «un documento che indica chiaramente in che direzione vuole andare l’Europa». Tutti gli ammonimenti tattici che precedono ogni summit Ue questa volta sono stati interrotti dalla cerimonia di commemorazione. I leader hanno inaugurato insieme la «panchina della pace» e si sono recati insieme alla Porta di Menin, dove sono scritti i nomi dei 50.000 caduti britannici e del commonwealth della Grande Guerra. Allineati sotto il grande arco i capi di Stato Foto ricordo con Angela FOTO LAPRESSE e di Governo hanno ascoltato insieme i trombettieri intonare le note solenni del «Last Post», il saluto ai caduti. «Questa non è una commemorazione per la fine della guerra, di una battaglia o di una vittoria», ha detto il presidente uscente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, ma si tratta «di come potrebbe iniziare» un conflitto. Anche se la Grande Guerra è finita nel 1918, ha aggiunto, «la follia collettiva del 1914 non fu dissipata veramente che nel ‘45, o meglio nell’89». Nel corso della cerimonia la Cancelliera tedesca Angela Merkel, in un sobrio vestito scuro, è stata sempre vicino al premier David Cameron, quasi a voler segnalare la sua buo- .. . I conservatori spingono per un incontro il 17 luglio per designare i nuovi vertici europei na volontà nel non isolare la Gran Bretagna. Ma quanto alla richiesta della diplomazia inglese di non legare le commemorazioni ad alcuna «propaganda europeista» non c’è stato niente da fare. È stata la stessa Merkel a dire che la cerimonia «ci mostra che viviamo in tempi buoni grazie all’esistenza dell’Unione europea e al fatto che abbiamo imparato la lezione della storia». La Cancelliera si appresta a celebrare la sua ennesima vittoria diplomatica in Europa e ieri si è concessa anche una passerella quando all’arrivo ha stravolto il protocollo: ha lasciato Van Rompuy ad attenderla in piedi davanti al museo fiammingo ed è andata a stringere le mani della folla tra gli applausi. Cameron invece non è sembrato affatto commosso dalla lezione della storia. Fino a ieri mattina ha continuato a ripetere che si batterà contro la nomina del federalista Jean-Claude Juncker «fino alla fine». Dalla sua parte però è restato solo il controverso leader ungherese Victor Orban. Anche il presidente francese Francois Hollande ha detto che se Cameron vuole un voto su Juncker «allora si faccia una votazione. Per l’Europa è arrivato il momento di dire cosa vogliamo in termini di persone e di politiche». La tempistica messa a punto nel vertice dei conservatori prevede che da questo summit esca solo la nomina di Juncker a presidente della Commissione, nonostante le richieste dell’Italia di definire anche le altre cariche importanti. Poi ci saranno due settimane di tempo per cercare di rimarginare la ferita dell’isolamento britannico e i leader si vedranno in una nuovo summit il 17 e 18 luglio, dopo il voto del 16 luglio del Parlamento europeo per la ratifica di Juncker. A quel punto, avendo anche approvato il documento programmatico della nuova Commissione, ci si concentrerà sulla nomina delle altre cariche ai vertici comunitari. In quella fase però sarà più difficile per l’Italia ottenere la poltrona di Alto Rappresentate per la politica estera della Ue, reclamata per il ministro Federica Mogherini. Dopo il via libera a Juncker e qualche frase sulla flessibilità nelle regole di bilancio, l’Italia non ha altre contropartite da dare e Merkel vuole completare il suo capolavoro offrendo la possibilità di una ritirata strategica a Cameron. «Penso - ha detto ieri la cancelliera che possiamo trovare dei buoni compromessi con la Gran Bretagna». «In agenda la crescita ma anche lotta alle povertà» #iostoconlunita L’INTERVISTA Una svolta rispetto al passato, un investimento sul futuro. È la nuova legge sulla Cooperazione approvata nei giorni scorsi dal Senato. L’Unità ne discute con il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli che tra le deleghe affidategli ha anche quella sulla Cooperazione internazionale. Un investimento, quello sulla cooperazione, da declinare in chiave europea. Qualèilvaloredelverticeeuropeoapertosi a Bruxelles? «Il vertice ha un triplice valore. Innanzitutto, tira le conclusioni del semestre di presidenza greca, sul quale esprimiamo un giudizio molto positivo. Nonostante la campagna elettorale europea abbia fatto correre il rischio di un deragliamento dei toni e dei contenuti, Atene ha gestito con ordine un’agenda difficile e ci lascia una buona eredità. In seconda battuta, è l’Italia che entra in scena e racconta ufficialmente le proprie priorità, dopo avere svolto nelle ultime settimane un lavoro capillare di disseminazione dei propri contenuti. Da ultimo, ma non per ultimo, prosegue la delicata discus- Lapo Pistelli Varata al Senato la legge sulla Cooperazione Il Vice ministro degli Esteri: «Nel semestre italiano priorità allo sviluppo» sione sulle scelte dei prossimi vertici istituzionali; scelte che abbiamo voluto far discendere dal programma dei prossimi anni e non viceversa. Quindi priorità alla crescita, allo sviluppo, al protagonismo positivo dell’Europa per girare finalmente e decisamente pagina rispetto a un’Europa troppo austera e incapace di far immedesimare in se stessa le aspirazioni dei cittadini. E in questo cambio di verso, la Cooperazione può essere uno dei campi in cui l’Europa offre al mondo la migliore immagine di sé». In questa chiave, quale segno assume la nuova legge sulla Cooperazione approvata dall’Aula di Palazzo Madama? «Credo che la valutazione vada divisa in due punti: il lato più prettamente politico e i contenuti di merito. Sul piano politico, sono rimasto anche personalmente sorpreso dall’ampiezza e natura della maggioranza registratasi nel voto finale: zero contrari, 15 astenuti - Lega e alcuni senatori di Sel - 201 favorevoli, incluso il Movimento 5 Stelle. È la prima volta in 27 anni che la riforma della cooperazione taglia questo traguardo con una volontà politica così trasversale. È questo il segno di un testo lungamente discusso con forze politiche e società civile, che ha anche innovato il rapporto fra maggioranza e opposizione. Lo testimonia il dialogo costruttivo con i grillini». E nel merito? «Con questa legge, l’Italia colma un ritardo accumulato con gli altri partner europei: nasce un piccolo “Consiglio dei ministri” appositamente dedicato alla cooperazione; ci sarà un vice ministro obbligatorio, cioè un “junior minister”, garante della coerenza delle politiche e titolare della regia complessiva. Inoltre, il Parlamento sarà regolarmente consultato, assieme alla società civile, che si riunirà in un Consiglio nazionale della Cooperazione. Nasce l’Agenzia, braccio operativo degli interventi, e, probabilmente, inseriremo alla Camera anche la Banca per lo sviluppo. Insomma, passiamo da una buona legge, figlia però di un tempo in bianco e nero, con il mondo ancora diviso in due blocchi, alla Cooperazione del XXI secolo». Ma questa nuova idea di Cooperazione come s’inquadra nelle dinamiche internazionali, in particolare in quelle europee? «Il voto al Senato è il miglior viatico per l’avvio del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Il 14 e 15 luglio ci sarà a Firenze un Consiglio informale sviluppo, che discuterà della nuova agenda dello sviluppo, del ruolo dei privati e del nesso fra migrazioni e sviluppo. La società civile sarà coinvolta il pomeriggio del 15 in un dialogo aperto con le istituzioni, assieme a numerosi ospiti internazionali. Mi auguro, e a questo stiamo lavorando, che la Camera riesca a chiudere definitivamente l’esame del provvedimento entro la pausa estiva, anche perchè serviranno sei mesi per implementare concretamente le nuove disposizioni di legge, ad esempio, creare l’Agenzia. Non dimentichiamo, infine, che questa accelerazione ci permetterebbe di iniziare al meglio il 2015, l’anno di Expo e del negoziato finale alle Nazioni Unite. Si tratta di una sfida che rivela un’ambizione inedita: sradicare la povertà su scala universale entro il 2030, scrivendo tutti insieme una grammatica comune dello sviluppo. Per un traguardo del genere, un semestre di successo a guida italiana e una nuova legge sulla Cooperazione sono ovviamente componenti essenziali». RASSEGNASTAMPA 4 venerdì 27 giugno 2014 POLITICA Riforme, cresce la fronda sul Senato Trentacinque senatori firmano l’emendamento Chiti, diciotto sono della maggioranza ● Italicum, Forza Italia sbarra l’ipotesi preferenze dopo le aperture di Renzi ai grillini ● #iostoconlunita Sono 18 i senatori della maggioranza che hanno firmato un emendamento alla riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del nuovo Senato. Tra questi, 16 sono del Pd, guidati dai “ribelli” Vannino Chiti, Corradino Mineo e Felice Casson, ma c’è anche il popolare Mario Mauro che descrive la riforma Renzi-Boschi come una «deriva autoritaria». Nel complesso, sono 35 i senatori che hanno firmato l’emendamento che conserva l’elezione popolare sgradita al governo: tra questi anche gli ex M5s, Sel e il socialista Buemi. Lunedì partono le votazioni in commissione, e i numeri non sono particolarmente favorevoli: di fronte ai 20 emendamenti dei relatori Finocchiaro e Calderoli (che recepiscono l’accordo Pd-Forza Italia-Lega) sono stati presentati ben 580 subemendamenti, che rischiano di allungare il percorso. «Si procederà secondo la direzione e i tempi previsti», assicura il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini. E dunque il voto finale di palazzo Madama dovrebbe arrivare entro luglio. Ma Forza Italia è divisa (circa due terzi del gruppo è per l’elezione diretta), e se dovessero mancare molti voti azzurri, sommati ai 18 dissidenti della maggioranza, i numeri per la riforma potrebbero vacillare. La maggioranza ha in Senato 169 voti su 315, e i dissidenti potrebbero rendere determinante il sì dei berlusconiani. Forza Italia ha presentato alcuni sub-emendamenti che però si inseriscono nel solco dell’impianto dei relatori: chiedono una maggior proporzionalità all'interno dei Consigli regionali al momento di eleggere i senatori. Emendamenti che Finocchiaro ha definito «seri». Paolo Romani ha parlato di «accordo vicino» e comunque ha radunato i suoi 59 senatori alla presenza di Giovanni Toti e Denis Verdini, inviati da Berlusconi per blindare l’intesa con Renzi. Mal di pancia ci sono, ha ammes- so Romani, ma solo 4 senatori «azzurri» hanno presentato sub-emendamenti in dissenso. «I senatori sono 315, 35 di loro sono per un Senato elettivo. Se aggiungiamo 40 parlamentari del M5S, arriviamo a 75. Numeri insufficienti per fermare le riforme del governo Renzi», spiega il senatore Pd Andrea Marcucci, renziano ortodosso. I 35 pro elezione diretta hanno spiegato ieri in una conferenza stampa che la battaglia perché il Senato resti elettivo non verrà fatta solo all’interno del Parlamento ma anche nel paese, tra le associazioni e la società civile. «Qui si discute di Costituzione e noi ci siamo trovati d’accordo su aspetti di merito. Siamo tutti favorevoli a fare una buona riforma e a superare il bicameralismo ... Per la proposta Chiti sul Senato elettivo, tra gli altri Mineo, Casson, Mauro e il socialista Buemi paritario - ha spiegato Vannino Chiti ma alcuni aspetti non ci convincono». «Il principio che vogliamo difendere e che ci unisce - ha proseguito Loredana De Petris di Sel - è che la sovranità è del popolo perciò entrambe le camere devono essere elette direttamente anche se vogliamo ridurre i costi, e infatti proponiamo di ridurre il numero dei deputati oltre a quello dei senatori». «Vogliamo che tutte le forze politiche, le associazioni sappiano qual è la posta in gioco - ha aggiunto Chiti - perciò dalla prossima settimana faremo una serie di incontri». I 35 senatori “ribelli” propongono anche di ridurre il numero dei deputati (a 315 o a 470) e sono contrari al cumulo delle funzioni di senatore e consigliere regionale come vorrebbe il governo. «Questa non è innovazione, non è coraggio contro conservazione - ha detto Chiti - è la ripetizione di esperienze già fallite in altri paesi». Trai 580 subemendamenti presentati, 80 sono del Pd, una ventina di Forza Italia, 16 di Ncd, 14 quelli presentati dal “fronte dei 35”. A creare tensione tra Pd e Forza Italia anche l’incontro di Renzi con i Cinquestelle. E il tema delle preferenze, chieste a gran voce dai grillini. «Per noi si parte e si finisce obbligatoriamente con l’Italicum», ha detto il capogruppo di Fi al Senato paolo Romani. «È la soluzione migliore possibile. Le preferenze non esistono. In realtà non ne parla nemmeno il Pd...». Sulla proposta di Senato elettivo, la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro getta acqua sul fuoco: «Nessun allarme, si tratta di una questione seria, non strumentale. Io penso che ciascun argomento vada approfondito e discusso nel contraddittorio fra opinioni diverse. È la fisiologia del Parlamento». Il M5s, dal canto suo, ha presentato emendamenti per un Senato elettivo, ma anche per fissare sotto i 4mila euro netti al mese lo stipendio dei senatori. Sul tavolo resta poi il tema dell’immunità: tra i subemendamenti presentati, per chiederne l’eliminazione per i nuovi senatori, ci sono non solo quelli di M5S ma anche quelli di esponenti di maggioranza, e in pole tra i firmatari ci sono sempre Chiti e Casson. L’obiettivo è togliere ogni ostacolo all’azione della magistratura, fatta salva l’insindacabilità delle opinioni e dei voti espressi dagli eletti nelle loro funzioni. L’incontro in streaming tra il premier e la delegazione parlamentare 5 Stelle PAROLE POVERE È la stampa, bellezze a 5 Stelle ● L’Ansa nel mirino della coppia di padroni dei Cinque Stelle. L'agenzia, che pure non è nota per le sue leggerezze, si è permessa di riferire una situazione. Ci sarebbe tumulto nelle file dei parlamentari europei del Movimento a proposito della gestione politica e amministrativa del gruppo. Deputati che preferiscono restare nell'ombra per paura di ritorsioni, riferiva una nota dell'Agenzia, avrebbero chiesto la rimozione del capo della comunicazione, Claudio Messora, ritenuto sponsor dell'accordo Grillo-Farage a dispetto delle attese di alcuni parlamentari affinché l'alleanza del M5S si aprisse verso i verdi. Un contrasto che sta tutto dentro la dinamica manifestata dal mondo grillino non solo nel web a proposito della scelta di Farage come alleato continentale. Grillo e Casaleggio hanno risposto piccati: nessuna scomunica in corso, nessuna richiesta a loro pervenuta di tagliare la testa a Messora, annunciato come del tutto ininfluente rispetto alla scelta strategica imposta, secondo loro, dal rifiuto acceso proprio dai verdi, nessuna spaccatura nel gruppo parlamentare europeo. I due vorrebbero le fonti di una notizia per loro del tutto infondata. Non avessero mai espulso nessuno, non avessero mai tenuto i gruppi istituzionali in soggezione costante. Ma hanno espulso, scomunicato, licenziato. Hanno con vigliaccheria insultato donne nemmeno dissidenti. Vorrebbero una informazione asservita, vorrebbero controllare e colpire e invece ecco la stampa, bellezze, e non potete farci nulla. «Con il controllo preventivo mai più leggi porcata» #iostoconlunita «Renzi ha inserito tra i punti qualificanti della proposta Pd il controllo preventivo delle leggi elettorali da parte della Consulta...» Leineavevascrittopropriosul’Unità,onorevole Giorgis... «Una proposta in tal senso era stata presentata alla Camera lo scorso maggio, sottoscritta da tutti i deputati Pd della Commissione Affari costituzionali. L’intento è quello di evitare che si possa ripetere quanto accaduto con la Calderoli. Le leggi elettorali hanno una loro specificità. Da un lato sono importantissime perché strutturano l’ordinamento democratico, e sono sostanzialmente costituzionali, dall’altro però con difficoltà possono essere sottoposte al controllo della Consulta...» La Corte costituzionale pochi mesi fa ha bocciato il Porcellum... «Si. Con la sentenza d’inizio anno, e cambiando orientamento, la Corte ha ritenuto possibile sottoporre al proprio giudizio le leggi elettorali. È accaduto però che dopo aver giudicato incostituziona- L’INTERVISTA Andrea Giorgis Il parlamentare Pd autore della proposta rilanciata da Renzi: «Sottoponendo prima alla Consulta le riforme elettorali si eviterà quello che è accaduto con la Calderoli» le la Calderoli, i giudici abbiano dovuto sottolineare che gli effetti di quelle norme andavano considerati irremovibili, e che la loro sentenza era valida solo per il futuro...» Ricordiamo tutti le polemiche del M5S sul Parlamento illegittimo... «Appunto. Va premesso che giustamente, a elezioni ormai avvenute, una legge elettorale non può essere rimossa perché, come dice la Corte, vale un principio di continuità degli organi dello Stato. Ma se vogliamo escludere radicalmente il rischio di far svolgere elezioni sulla base di norme che poi, magari, verranno dichiarate incostituzionali dobbiamo anticipare il controllo». Un controllo preventivo quindi... «Visto che stiamo riscrivendo la legge elettorale e, contemporaneamente, la parte della Costituzione che riguarda il ruolo di Camera e Senato, ci sembra ragionevole prevedere un controllo preventivo sulle sole leggi elettorali». Per tutte le altre ipotesi di illegittimità? «Resta il principio del controllo successivo. Il meccanismo rafforza il progetto riformatore ed è stato assunto dal presidente del Consiglio come uno degli ele- menti qualificanti nel confronto con il M5S. A questo punto dovrebbe diventare parte integrante della riforma. Sulla base di una interlocuzione esplicita con i deputati che lo avevano proposto, infatti, è stato assunto al Senato in un emendamento dei relatori. Ma il testo dovrà essere probabilmente subemendato». Lei è ordinario di diritto costituzionale, le critiche del M5S sulla costituzionalità dell’Italicum hanno fondamento? «Prevede che possa presentare ricorso preventivo alla Corte solo una minoranza dei due quinti. Troppo consistente secondo me. La ratio dell’istituto è soddisfatta, infatti, se può garantire realmente una minoranza che potrebbe non partecipare a intese sulla legge elettorale. Relatori e governo spero che siano favorevoli a una soluzione che riprenda la proposta originaria di noi deputati, che prevedeva un decimo, o che si attesti sull’opzione intermedia di un quinto». «Prima di inoltrarci su questo terreno bisogna ragionare sugli eventuali elementi di irragionevolezza e di equilibrio tra le esigenze della rappresentatività e della governabilità. Alcuni ve ne sono. Anche senza snaturare l’impianto dell’Italicum, imperniato sul doppio turno, sarebbe bene riconsiderare ad esempio la consistenza di alcune soglie. L’8% per chi non si coalizza è un’asticella molto alta che rischia di tenere fuori dal Parlamento forze politiche che hanno avuto un consenso significativo. Quell’8%, tra l’altro, rischia di incentivare coalizioni insincere capaci di vincere le elezioni ma non di governare. Una soglia del 4% valida sia per chi si coalizza che per chi non si coalizza sarebbe più ragionevole». «No. L’emendamento prevede che, come accade in Francia - modello al quale ci siamo ispirati - la Corte si pronunci entro 30 giorni. Il ricorso sarà possibile dopo l’approvazione della legge, prima che essa venga promulgata». «Renzi ha detto che il tema va approfondito. È necessario superarle se vogliamo chiudere definitivamente con la stagione del Porcellum. Tanto più se, con un Senato non elettivo, si va verso una sola Camera votata direttamente dai cittadini». Perché onorevole? Mail ricorsoallaConsulta nonrallenterebbe l’iter della riforma elettorale? E cosa pensa delle liste bloccate? RASSEGNASTAMPA 5 venerdì 27 giugno 2014 Si spacca anche Forza Italia Berlusconi chiama i gruppi #IOSTOCONLUNITA Acque agitate dentro Forza Italia, spaccata sul tema delle riforme e con molti azzurri a favore del Senato elettivo. Frondisti che hanno animato la riunione convocata ieri mattina al Senato, da cui sarebbe emerso che quasi due terzi degli onorevoli forzisti preferirebbero un Senato elettivo e quindi diverso da quello previsto nel patto del Nazareno. Nonostante siano solo quattro i senatori Fi che hanno messo nero su bianco la propria firma in calce al subemendamento che propone il Senato elettivo, quelli che la pensano così sarebbero molti di più. L’accordo stretto tra Renzi e Berlusconi infatti non piace a molti, fermamente avversi a una linea giudicata troppo accondiscendente nei confronti del premier e a una posizione ritenuta rinunciataria sulle riforme. I mal di pancia sono sfociati ieri mattina in un incontro diventato quasi incandescente e nel quale è stato Augusto Minzolini a capitanare la protesta dei frondisti, non escludendo l’eventualità di non votare in Aula la riforma del Senato così com’è ora. Dalla parte dell’ex direttore del Tg1, anche Giacomo Caliendo, Luigi D'ambrosio Lettieri e Lucio Rosario Tarquinio, firmatari di subemendamenti a favore di un Senato elettivo. Presenti sia Denis Verdini, mediatore di Forza Italia per le riforme con il Pd, sia Giovanni Toti, consiglieri politico di Berlusconi. Per ora però la posizione ufficiale non si mette in discussione: la linea è quella di rimanere saldi al patto del Nazareno, in realtà con la sola vera strategia di cercare di far esplodere le tensioni dentro il Partito democratico e nella speranza di riuscire a domare i contrasti dentro Forza Italia. A convincere la fronda azzurra la notizia dei 18 senatori dem a favore del Senato elettivo. Il capogruppo Paolo Romani ha però dovuto interrompere la riunione per evitare che la discussione si arroventasse ulteriormente. E non è un caso se nel pomeriggio di ieri Renato Brunetta abbia annunciato per la prossima settimana una riunione congiunta di tutti i gruppi Fi con Berlusconi. All’appuntamento, gioved’, sono stati invitati gli europarlamentari, quindi ci sarà anche Fitto, e non è escluso che i malpancisti approfittino dell’occasione per riproporre la questione delle primarie a tutti i livelli. Asse con Farage già in crisi, grillini contro Messora S barcati a Bruxelles da meno di un mese, i Cinquestelle sono già alle prese con le prime divisioni. Nel mirino c’è Claudio Messora, catapultato da Grillo e Casaleggio dal Senato all’Europarlamento come capo della comunicazione, e grande sponsor del patto con il britannico Nigel Farage. Dopo tre settimane, però, tra i 17 neoeletti e il comunicatore, noto alle cronache per i suoi post contro Laura Boldrini («Se anche fossimo potenziali stupratori tu non correresti rischi...») già tira una brutta aria. Fonti M5s confermano quanto scritto ieri dall’Ansa, e cioè che la maggioranza dei parlamentari avrebbe chiesto allo staff milanese guidato da Casaleggio la rimozione di Messora, accusato di un eccesso di iniziativa politica, in particolare per l’alleanza con Farage e il mancato accordo con i Verdi, più vicini al sentiment di molti eletti grillini. La questione dunque è politica. Nei IL CASO #iostoconlunita «Per il momento siamo alleati con l’Ukip ma niente è per sempre, faremo un check tra sei mesi», dice il capo delegazione Corrao Ma Grillo smentisce tutto giorni scorsi a Bruxelles si è addirittura parlato del possibile ingresso nel gruppo verde di una parte di grillini. «Stiamo vagliando l’ingresso nel gruppo di alcuni deputati M5S più vicini alle posizioni ambientaliste», si è lasciata scappare la verde austriaca Ulrike Lunacek con la collega Pd Silvia Costa. Ma l’ipotesi è scemata. «O ci muoviamo tutti e 17 insieme o non ci muoviamo. Per il momento questa è la nostra collocazione, ma niente è per sempre. Con i Verdi i contatti ci sono, ma per cercare convergenze sul lavoro da fare nelle commissioni e nessuno di noi è intenzionato a passare nel loro gruppo», ha spiegato il capodelegazione M5s Ignazio Corrao al sito Eunews, che aveva divulgato la notizia. E .. . La nota sul blog firmata dai due leader: «Nessun europarlamentare M5S è a rischio espulsione» A FIRENZE Rissa al meet-up convocato per «processare» i dissidenti Sotto accusa alcuni militanti, cinque volanti della polizia che piombano al circolo Andrea Del Sarto di Firenze. Parole grosse in strada, tensione e urla fino a notte fonda. Finisce così l’assemblea convocata mercoledì sera per discutere l’espulsione di un gruppo di attivisti, tra cui due ex portavoce dei Cinquestelle fiorentini rei di aver firmato una lettera indirizzata al capogruppo alla Camera Luigi Di Maio nei mesi scorsi. Ai partecipanti all’assemblea era stata distribuita una lista con i nomi dei militanti e accanto tre opzioni: l’espulsione, la sospensione per un anno o per due. ha aggiunto: «Faremo un check tra sei mesi per vedere se le cose vanno bene. Se non fosse così siamo pronti a ripensare la nostra collocazione». I deputati italiani Cristian Iannuzzi e Stefano Vignaroli (fervente ambientalista), hanno incontrato nei giorni scorsi Rebecca Harms, co-presidente dei Verdi europei proprio per discutere di prospettive future. La stessa Harms che si era detta disponibile al dialogo nel caso in cui nel referendum tra i militanti grillini avesse vinto la linea dell’accordo con i Verdi. Ma quell’ipotesi non è mai stata sottoposto al voto in rete. E Grillo ieri ha ribadito: «L’ipotesi di un gruppo comune non è mai esistita a causa del rifiuto degli stessi Verdi». «Alcuni di noi sono già a rischio espulsione», spiegano anonimi europarlamentari M5s all’Ansa. Ma questo particolare non trova conferme. Di purghe, almeno per ora, sul tavolo non ce ne sono. Il clima è così caldo da suscitare la reazione diretta dei due leader, con post congiunto sul blog, in cui spiegano che «nessun portavoce del M5S al Parlamento Europeo è a rischio espulsione» e «nessuna richiesta per la rimozione di Messora dal suo incarico è arrivata a Grillo, Casaleggio né a nessun altro dello staff». I due leader spiegano che «in pubblico» nessun eletto ha confermato la notizia della richiesta di dimissioni di Messora. Ma non è strano: nella truppa grillina è rarissimo sentire dichiarazioni pubbliche contro i comunicatori scelti dallo staff, e in passato chi ha detto cose di questo genere è stato rapidamente espulso. I telefoni tra Milano e Bruxelles sono stati bollenti per tutta la giornata di ieri. Anche perché mercoledì il gruppo non ha approvato l’assunzione di Messora, anche se il regolamento voluto da Grillo prevede che gli staff comunicazione siano indicati da Milano. E così Messora potrebbe essere assunto dal gruppo Efdd. Ieri sera i 17 eletti, con una nota congiunta, hanno smentito di aver chiesto la rimozione del comunicatore, denunciando «l’ennesimo utilizzo distorto dell’informazione, che mira a restituire l’immagine di un M5s in Europa diviso» attraverso «veline frutto di informazio- ... Gli eletti assicurano di non avere mai chiesto la rimozione del responsabile comunicazione ni inventate di sana pianta». A microfoni spenti, invece, le conferme non mancano. E fonti M5s confermano che «in Europa sta succedendo quello che accadeva in Senato sotto la gestione Messora: un clima teso, difficile, con un comunicatore che entra a gamba tesa nelle questioni politiche». Del resto, anche nei mesi in Senato il clima non era stato facile. Più volte i dissidenti avevano contestato le scelte di Messora, e quando lui scrisse quel tweet sessista contro la presidente della Camera era insorta anche la capogruppo Paola Taverna, uno dei falchi: «Dovrà dare delle spiegazioni...». A Roma invece, il giorno dopo l’incontro con Renzi sulla legge elettorale, si respira un clima diverso, di moderata soddisfazione per il dialogo appena iniziato. «L’incontro di mercoledì tra Renzi e il M5S è stato politico e nel prossimo, che ci sarà se il Pd non avrà stretto l’abbraccio amoroso con Berlusconi per le riforme, punteremo sui contenuti», spiega Danilo Toninelli, l’esperto di riforme. «La loro legge elettorale presenta fortissimi profili di incostituzionalità. Doppio turno? Ci ragioneremo. E se il punto di caduta fosse il ritorno al Mattarellum sottoporremo questa ipotesi alla Rete». «Vogliamo ottenere le preferenze, mi pare il punto su cui Renzi è stato più aperto al dialogo», spiega a l’Unità il deputato Daniele Dal Grosso. Quando il Pd avrà formalizzato le sue proposte, deputati e senatori grillini si riuniranno in assemblea per prendere una decisione. «Credo che possa venire fuori qualcosa di buono, ora sta al premier decidere se continuare con Berlusconi o fare la riforma con noi». AI LETTORI SEGUE DALLA PRIMA Da mesi i giornalisti lavorano senza stipendio e chiedono certezze sull'occupazione. La situazione non è più tollerabile, risposte evasive o ennesimi rinvii vedranno l'immediata risposta dei lavoratori. Per questo, e fino all'incontro del 3 luglio, proseguirà lo sciopero delle firme. E se l'incontro sarà deludente, l'astensione dal lavoro diverrà inevitabile. Ne va del nostro presente. E del futuro del nostro e del vostro giornale. IL CDR RASSEGNASTAMPA 8 venerdì 27 giugno 2014 ECONOMIA La ripresa rallenta ancora Padoan: «Crisi non finita» #iostoconlunita La parola chiave è: stagnazione. A pronunciarla è il capoeconomista di Confindustria Gianluca Paolazzi. «L’economia italiana non è ripartita come ci si aspettava», ammette l’economista presentando le nuove stime del Centro studi. Il Pil quest’anno si fermerà allo 0,2%, mezzo punto in meno rispetto alle stime di dicembre scorso e 0,6% in meno rispetto a quanto si aspetta il governo. Tutti i dati (occupazione in primis) mostrano la cronaca di una disfatta: la crisi ha piegato la società italiana ai minimi termini. Tanto che Giorgio Squinzi, leader degli imprenditori, la definisce «sanguinosa». Tre milioni di poveri in più rispetto al 2007, quasi due milioni di posti di lavoro persi, consumi in picchiata (-7,9% in 7 anni). Insomma, «la ripresa è rinviata di altri mesi, verso la fine dell'anno», dichiara il presidente degli industriali. Lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ammette, parlando all’Istat, che «l’Italia non è ancora uscita dalla crisi». Il leader degli industriali chiede una svolta, come più volte in passato. «L'Italia ha tutte le carte in regola per superare questo difficile momento e riprendere il cammino della crescita - dichiara Non tra qualche anno. Subito. Renzi ha coraggio e la volontà di decidere. Bisogna avere e dare al Paese le giuste priorità». Il governo replica per bocca del sottosegretario Graziano Delrio. «Per adesso siamo fiduciosi della nostra previsione sul Pil - ha detto a margine del seminario del Centro Studi di Confindustria - Siamo convinti che le riforme messe in campo provocheranno uno shock positivo, vedremo l'effetto degli 80 euro che ora penso non sia valutato e l'effetto delle altre riforme sul lavoro, la Pa, la giustizia e la spending review». Confindustria abbassa allo 0,2% la crescita per il 2014, ma Squinzi crede nel «coraggio di Renzi» ● Tre milioni di poveri e quasi due milioni di posti persi ● Il nodo dei fondi strutturali da usare ● .. . Il governo mantiene ferme le sue previsioni, le imprese spostano a fine anno la possibile svolta Per il sottosegretario alla presidenza del consiglio «siamo fuori dal baratro abbiamo riacceso una speranza, abbiamo avviato una serie di riforme strutturali, ma siamo solo agli inizi». Anche per Squinzi il baratro si allontana, insieme allo spettro del default con il «raffreddamento» dello spread sui mercati. «I numeri sono ancora difficili da accettare ma le prospettive sono in miglioramento», dichiara. Resta il fatto che l'economia italiana va peggio di quelle dei pigs, ossia dei Paesi dell'area euro più deboli. Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, infatti, sono cresciuti molto più dell'Italia prima della crisi, sono arretrati meno durante la recessione e il loro recupero sarà più rapido nel 2014-15. Un confronto inquietante. A pesare sulla ripresa italiana anche le ripetute manovre correttive, a cui il Paese è stato costretto dai vincoli di bilancio. A sottolinearlo è stata ieri la Corte dei Conti. «Gli aspetti complessivamente positivi del quadro finanziario, dovuti alle rigorose manovre di correzione dei conti pubblici ed ai ripetuti e diffusi interventi di riduzione della spesa, non trovano riscontro in un apprezzabile e stabile miglioramento sul versante dell'economia - ha dichiarato il procuratore generale della Corte Salvatore Nottola - Lo Stato deve favorire il rilancio della produzione con investimenti pubblici nei settori strategici ed operare un riequilibrio della pressione fiscale». Anche per Confindustria la via d’uscita sono gli investimenti, a partire dai fondi Ue. «C'è l'opportunità di un veloce e robusto sostegno degli investimenti - si legge nel rapporto del Centro studi - i residui del precedente ciclo, l'avvio di quello nuovo e i fondi nazionali per la coesione forniscono risorse di poco inferiori a 20 miliardi di euro l'anno per il 2014-2020. Una leva che può rivelarsi decisiva per uscire definitivamente dalla crisi». «Nel prossimo settennato ci aspettano 170 miliardi di fondi europei, considerando anche i residui, sono una grande potenzialità, è il momento di assumersi una responsabilità vera», aggiunge Delrio. Quanto ai fondi strutturali, il sottosegretario spiega che «abbiamo 21 miliardi da spendere da qui al 2015, 16 solo nel Sud, tecnicamente è una “mission impossible”, non possiamo seguire l'iter ordinario ma dobbiamo attivare procedure straordinarie. Abbiamo censito 8400 interventi di cui 400 sono stati scelti come prioritari». La prossima settimana sarà nominato il direttore dell’agenzia per la coesione, voluta dall’ex ministro Fabrizio Barca e istituita dall’esecutivo Letta. Esodati, il provvedimento in aula il 2 luglio #iostoconlunita Mercoledì prossimo arriverà a Montecitorio il provvedimento per la salvaguardia degli esodati. Ed entro giovedì sarà licenziato dall’aula, se necessario anche in seduta notturna. A fissare la data è stata ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini, che su Facebook ha parlato di «un primo passo per fornire garanzie a tanti lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione, a causa di un meccanismo pensionistico che non li ha tutelati». A confermare le scadenze ravvicinate e il voto entro il 3 luglio è stata poi la conferenza dei capigruppo. Si accelera, insomma: «Queste persone chiedono una soluzione per avere ciò che gli spetta: un reddito dopo una vita di lavoro - incalza Boldrini -. Spero che la prossima settimana tutte le forze politiche dimostrino l'impegno necessario per raggiungere l'obiettivo che migliaia di famiglie attendono da troppo tempo». LA SESTA SALVAGUARDIA Questo provvedimento di salvaguardia - sulla cui bozza ha lavorato Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro - è il sesto in ordine di tempo che cerca di mettere una pezza al pasticcio creato dalla riforma Fornero. I lavoratori tutelati, stando a quanto detto ieri da Poletti nella commissione, tutelerà complessivamente 32.100 esodati. Di questi, 24.000 saranno coperti con i risparmi della seconda e quarta salvaguardia. Con questo intervento, che - come anticipato ieri da L’Unità sarà inserito in un emendamento dell' esecutivo alla proposta di legge unitaria della commissione Lavoro di Montecitorio, i salvaguardati totali arrivano a 170.000: 162.000 sono i già tutelati, i restanti 8.000 sono quelli per i quali il governo stanzia nuove risorse. È proprio il nodo delle coperture quello più difficile da sciogliere. «Abbiamo realizzato risparmi per 24.000 posizioni non utilizzate nelle precedenti salvaguardie e abbiamo allungato di un anno la tutela per tutti - ha spiegato Poletti -. I nuovi stanziamenti ammontano a 137 milioni per il 2015 e 119 per il GRUPPO ENI Il sindacato sollecita investimenti industriali L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha firmato Hanoi con il presidente di PetroVietnam, Do Van Hau, un accordo per l'esplorazione del Blocco offshore 122. Questo nuovo accordo conferma l' interesse di Eni a proseguire e consolidare la propria presenza in Vietnam, dove l'Azienda è tornata nel 2012 e opera già in 3 blocchi esplorativi offshore. Il sindacato, invece, è preoccupato per la mancanza di investimenti nel settore industriale in Italia. «Siamo preoccupati. Mai come oggi sono in pericolo non solo gli investimenti promessi dall'Eni e Gela, ma il futuro stesso della raffineria. Se a questo si aggiungono il mancato riavvio di Porto Marghera e la precarietà di Taranto, il quadro è sufficientemente chiaro: l'Eni intende uscire dall'industria per rimanere un grande gruppo che si occupa largamente nel mondo di esplorazione ed estrazione» ha detto Emilio Miceli, segretario Filctem-Cgil, all'Assemblea dei quadri e delegati in corso a Siracusa. «Siamo ancor più preoccupati- ha aggiunto - per il rischio di un colpo di freni di Versalis, la società che gestisce la chimica dell'Eni». 2016, che arrivano dal fondo per l'occupazione del ministero del Lavoro e che il governo ripristinerà nella Legge di stabilità». Sarà proprio all’interno della Legge di stabilità che saranno affrontati i restanti nodi da sciogliere, con dispositivi specifici per le diverse tipologie e dando la priorità alle situazioni «socialmente più esposte», in particolare a chi ha perso il lavoro ma non alle tutele per arrivare alla pensione. I cosiddetti «cessati». Inoltre, da risolvere ci sarebbero anche alcune criticità come la 'quota 96' degli insegnanti e i macchinisti. Poletti assicura che nella legge di stabilità il governo farà una «operazione strutturale». Per Damiano (Pd), la misura rappresenta un «passo avanti importante, frutto anche della spinta data dal Parlamento per affrontare la questione». Un compromesso che però non accontenta l’opposizione. «Il governo con l'emendamento che proroga le precedenti salvaguardie non risolve il problema, che verrà trascinato nella manovra di fine anno», attacca Giorgio Airaudo, il responsabile nazionale Lavoro di Sinistra ecologia libertà (Sel), che ha abbandonato i lavori della Commissione. Contrari anche Forza Italia e Lega Nord, e Titti Di Salvo, del gruppo Misto, secondo cui «serviva subito una soluzione strutturale». Piero Fassina «Stop austerità Sì alla crescita» In estate parte il referendum #iostoconlunita Stop all’austerità, sì alla crescita, sì all’Europa del lavoro e di nuovo sviluppo. Questo lo slogan scelto dal comitato promotore dell’iniziativa referendaria che vuole modificare in quattro punti la legge 243 del 2012, quella con cui durante il governo Monti si recepì il Fiscal compact nella Costituzione italiana, con vincoli addirittura più rigidi di quanto chiesto in Europa. La campagna è ancora in rodaggio, ma il motore marcerà a pieni giri durante l’estate: dal 3 luglio al 30 settembre in tutte le feste delle diverse formazioni politiche - a cominciare da quelle dell’Unità - e in tutte le occasioni pubbliche si raccoglieranno le firme necessarie per avviare la consultazione popolare. Il comitato promotore ha presentato i quattro quesiti in una conferenza stampa a Montecitorio a cui hanno partecipato molti parlamentari di diverse aree politiche (da Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, Pd a Giulio Marcon di Sel fino a Mario Baldassarri, Futuro e libertà). Così come gli economisti che aderiscono all’iniziativa provengono da diverse scuole di pensiero. Iniziativa trasversale, dunque, che «nasce dai numeri di un fallimento ormai sotto gli occhi di tutti, quello dell’austerità ottusa praticata dall’Europa», ha spiegato l’economista Gustavo Piga. Poco convincenti anche le ultime rassicurazioni dei leader europei su una «austerità flessibile». Nei fatti il rigorismo resta, magari con qualche sporadica deroga, che non consentirà una vera ripresa. Spetta al giurista Giulio Salerno spiegare i quattro quesiti sottoposti al volere dei cittadini. «Nella legge si prevedono modalità attuative del Fiscal compact aggravate rispetto al Fiscal compact - spiega Salerno - Si consente infatti a governo e Parlamento di stabilire obiettivi più gravosi di quelli stabiliti dall’Ue. Il secondo punto riguarda la regola che fissa l’esatta corrispondenza tra l’obiettivo di medio termine europeo e quello nazionale. In realtà l’Europa prevede flessibilità nei passaggi intermedi. Il terzo quesito vuole eliminare le disposizioni sull’indebitamento, che è possibile solo in casi straordinari previsti per legge. Il quarto punto è sui meccanismi di attivazione automatica che scattano quando c’è lo scostamento tra gli impegni e gli obiettivi realizzati». La partita è solo all’inizio, ma è importante che si giochi, proprio in nome dei principi costituzionali «che richiedono disposizioni semplici e omogenee», osserva Paolo De Joanna. Bisogna voltare pagina per l’Italia, dove «gli investimenti sono stati tagliati del 12% nel 2013 in nome dell’austerità» osserva Riccardo Realfonzo. E anche per il bene dell’Europa, dove «i dati sono tutti fuori linea e la flessibilità rischia di diventare un suk politico», aggiunge Leonardo Becchetti. RASSEGNASTAMPA 9 venerdì 27 giugno 2014 Cantone: «Appalti poco chiari, via i corrotti» #iostoconlunita Come una malapianta cresce, si estende, trova terreno fertile e «può attecchire ovunque». Nessuna istituzione può ritenersi «scevra da responsabilità per il dilagare» della corruzione. Parola della Corte dei Conti, che ieri è tornata a parlare di uno dei mali più pericolosi per la «cosa» pubblica. L’appello è contenuto nel giudizio sul Rendiconto generale dello Stato per il 2013, e arriva proprio mentre Raffaele Cantone presenta a Milano l’Unità operativa anticorruzione che si occuperà di Expo 2015. Sul tema l’analisi del magistrato napoletano, che già guida l’Autorità nazionale anti corruzione (Anac), è chiara: dopo Tangentopoli tutto il sistema nazionale ha sottovalutato il pericolo, «non solo Expo. Si è ritenuto per troppo tempo che il fatto che non emergessero fatti eclatanti significava che la corruzione era stata debellata. Invece lavorava in modo assolutamente indisturbato». Come del resto stanno dimostrando le inchieste sulla sanità, in Lombardia ma non solo, e quelle eclatanti su Expo e sul Mose, l’infrastruttura che doveva proteggere Venezia dall’acqua alta, ma che per il momento l’ha travolta come uno tsunami. Per quanto riguarda l’Esposizione milanese, il magistrato ha riconosciuto che «il primo punto su cui si è lavorato, quando si è parlato di Expo, è stato quello delle infiltrazioni mafiose. D’altra parte - ha aggiunto - non dimentichiamo che la Lombardia che per lungo tempo è stata considerata mafia free (libera dalla mafia, ndr), mentre poi si è scoperto che tanto free non era, e che vede una forte presenza, anche se in La Corte dei Conti denuncia l’estensione della corruzione, mentre si insedia il commissario per l’Expo ● Commissariamento per singole opere ● Raffaele Cantone, commissario straordinario anticorruzione FOTO DI LUCA MATARAZZO/FOTOGRAMMA modo diverso dal Meridione, della criminalità organizzata. È chiaro quindi che il sistema dei lavori pubblici doveva soprattutto alzare il livello di attenzione sulle possibili infiltrazioni mafiose, in particolare in Lombardia quella della Ndrangheta». E difatti il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha rivelato che con gli ultimi due interventi sulla Brebemi e sulla Tem - le due grandi infrastrutture stradali in costruzione in Lombardia - sono saliti a 39 i provvedimenti interdittivi presi nei confronti delle società coinvolte negli appalti. «Si tratta di provvedimenti in ambito antimafia», ha specificato Tronca. A Milano Cantone avrà degli uffici all’interno della prefettura. L’unità operativa sarà composta da uno staff dedicato agli aspetti giuridici e da un piccolo ufficio controlli di cui faranno parte tre sottufficiali della Guardia di Finanza, coordinati da un ufficiale dello stesso corpo. Il pool si occuperà soprattutto di «controllo e di vigilanza sulla correttezza e trasparenza delle procedure connesse alla realizzazione delle opere del grande evento». FRONTI APERTI E NUOVI POTERI In questo senso, finora qualche rilievo alla società Expo era stato avanzato dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ormai inglobata nell’Anac. Molti degli appalti dell’Expo sono stati «poco chiari - ha detto Cantone - Non si capiscono le procedure di assegnazione e i relativi importi». C’è bisogno di «un salto di qualità sul piano della trasparenza». Cantone chiederà gli atti pubblici relativi alle inchieste giudiziarie, come quella che riguarda l’impresa Maltauro, il cui ex amministratore Enrico Maltauro è stato arrestato nell’ambito dell’indagine sull’Esposizione. Nelle scorse settimane si è parlato molto di togliere i lavori alle imprese coinvolte nelle inchieste. Nel decreto del governo che amplia i poteri di Cantone, «si prevede il meccanismo del commissariamento delle imprese che sono coinvolte in quella specifica vicenda». Non «un commissariamento generale, ma su singoli appalti». Per il futuro, invece, verrà proposto al commissario Expo Giuseppe Sala di «inserire in tutti i contratti la norma della legge Severino che prevede la revoca dell’appalto in condizione di gravi violazioni». La missione affidata dal governo al magistrato non è semplice. Dovrà controllare il passato e il futuro di Expo, che ha ancora appalti da assegnare per almeno 120 milioni di euro. «Non sono l’uomo della provvidenza - avverte lui Ma è giusto che l’Autorità anticorruzione operi e verifichi sul campo la sua capacità di intervenire sul piano della corruzione. È troppo facile avere le mani pulite tenendole in tasca». Carige, blitz della Finanza Rc auto, nel 95% dei casi Nel mirino il «caso Ior» sono le più care d’Europa ● Sequestrate carte relative a un’operazione finanziaria tra la Banca genovese e l’istituto religioso Premi doppi rispetto alla media Ue ● Allarme concorrenza: a cinque gruppi il 70% del mercato GENOVA #iostoconlunita Cento milioni di euro di obbligazioni della Fondazione Carige che lo Ior aveva sottoscritto ma che, in concreto, non comprò mai. Senza pagare, però, le penali previste per il recesso. Una vicenda su cui la Guardia di Finanza vuol vederci chiaro: nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova sulle presunte truffe ai danni dell’istituto di credito ligure, ieri è scattato l’ennesimo blitz nella sede della Fondazione Carige. A disporre il sequestro dei documenti - cartacei e informatici - relativi alla cosiddetta «Operazione Ior» è stata la Procura del capoluogo ligure. L’operazione, risalente al 2010, fu voluta dall'allora presidente di Fondazione Carige, Flavio Repetto. Nel febbraio di quell’anno, Banca Carige emise un prestito convertibile del valore di 400 milioni e la Fondazione aderì per oltre 32 milioni, rendendo disponibili i diritti a favore, tra gli altri, dello Ior (allora gestito dall’ex segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone) che si impegnò per ben 100 milioni. Ma l'istituto di opere religiose rinunciò a convertire le sue obbligazioni in azioni e, nel luglio 2011, la Fondazione le riacquistò «utilizzando liquidità fornita da Banca Carige e un securitylending di 50 milioni con Mediobanca, con pegno sul 7% delle azioni, appesantendo pertanto la propria posizione finanziaria». Un passaggio, quest’ultimo, tratto dal report che gli ispettori della Banca d’Italia stilarono nell’ottobre scorso, puntando il dito sul rapporto «poco prudente» tra Banca Carige e la sua Fondazione, e sulla gestione dell'istituto di credito genovese: fu quel giudizio a portare alla rimozione «Solo il 5% degli assicurati Rc auto paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro», mentre tutti gli altri, in media, pagano un premio di 500 euro, quindi doppio. Il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, nella relazione annuale dell’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni informa sull’evoluzione del problema delle tariffe, che a sua detta si sarebbe attenuato, ma certo non ancora risolto. Anche perché nel settore non esiste concorrenza: i primi cinque gruppi assicurativi detengono il 70% del mercato. Un calo pare ci sia stato, anche se le associazioni di consumatori, come vedremo, lo contestano: nel primo trimestre del 2014 «il prezzo effettivo medio e quello mediano sono scesi rispettivamente del 3,8 e del 3,4% rispetto al quarto trimestre 2013. Il prezzo - si legge nella relazione - sale in media di oltre 100 euro, se l’assicurato vive in una grande città». Il prezzo scende con l’età e chi in passato ha avuto incidenti «può arrivare a pagare il triplo di chi non ne ha avuti». Sale anche con il grado di concentrazione del mercato, che varia da provincia a provincia. Nel 2013 la distribuzione dei premi delle Rc auto effettivamente pagati «è fortemente asimmetrica», dice Rossi: la media semplice è di oltre 500 euro, la mediana di poco più di 450, «con una variabilità molto elevata». La raccolta ha fatto segnare, sempre l’anno scorso, «una contrazione record» (-8%), mentre per gli altri rami danni (in particolare Rc generale, infortuni e malattia) «la dinamica negativa, in atto dal ● del vecchio consiglio di amministrazione presieduto da Berneschi. Anche il ministero delle Finanze aveva chiesto chiarimenti sul caso, alla luce dei finanziamenti fatti nel 2008 e nel 2010 della Fondazione ad ambienti vicini al cardinal Bertone: 300mila euro alla Lux Vide per i dvd della fiction “La Bibbia” e altri 90mila euro per le stole dei vescovi. Dell'affare con lo Ior, infine, si parla anche in un'intercettazione tra lo stesso Berneschi e l'ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova, Ferdinando Menconi, entrambi finiti in manette lo scorso 22 maggio insieme ad altre cinque persone. Intanto, le manovre finanziarie dell’istituto genovese proseguono. Mercoledì scorso, il nuovo amministratore delegato di Banca Carige, Piero Montani, ha sottoscritto l'aumento di capitale dell'istituto, per un controvalore complessivo di 523mila euro. La comunicazione è nel modulo di internal dealing della Borsa italiana e si accompagna all’annuncio della Fondazione Carige dell’ok all’aumento di capitale per la sua quota del 19%. Oggi, del resto, si chiude il periodo di negoziazione in Borsa (dove ieri il titolo è sceso del -2,52%) dei diritti sull'operazione da 800 milioni di euro, che potranno essere poi esercitati fino al 4 luglio prossimo. 2009, si è molto attenuata». La raccolta premi su polizze previdenziali (Pip), invece, «è divenuta significativa solo da un decennio», ma «viaggia da tempo a due cifre» (+33% nel solo 2013), aggiunge Rossi. Per il presidente Ivass le polizze Rc auto sono ancora troppo care, e per questo auspica un intervento legislativo, mentre annuncia che per superare «l’ostacolo» delle frodi «entro il 2015» l’Ivass spera di completare l’Archivio integrato antifrode (Aia). Sul punto interviene per il Pd Salvatore Tomaselli, capogruppo nella commissione Industria del Senato, che ha già presentato un disegno di legge «a tutela dei consumatori». Ma sui dati Ivass è polemica. «Li troviamo decisamente sottostimati», scrivono Federconsumatori e Adusbef, evidenziando invece come l’andamento delle polizze registri nel primo semestre un incremento medio del 4% rispetto allo scorso anno. Addirittura, allargando il confronto agli ultimi 19 anni, dallo studio emerge che dal 1994 al 2013 le tariffe obbligatorie Rc auto hanno registrato aumenti del 248% per le auto e fino al 480% per le moto. In Italia - denunciano le due associazioni dei consumatori - l’Rc auto si mangia il 6% dello stipendio, il doppio rispetto alla media Ocse e il triplo rispetto all’Inghilterra. RASSEGNASTAMPA 15 venerdì 27 giugno 2014 COMUNITÀ Il commento L’intervento L’Unione europea patrimonio dell’umanità Antisemitismo, l’Europa non deve tornare indietro Luiz Inácio Lula da Silva Ex presidente del Brasile ● Pubblichiamol'articoloche Lula,expre- sidente del Brasile ed ex leader del Partito dei Lavoratori, ha scritto per «Queries», la rivista della Fondazione di studio dei progressisti europei, uscita ieri. SEGUE DALLA PRIMA È un risultato straordinario che nazioni che sono state in guerra per secoli abbiano cominciato a lavorare insieme in modo pacifico per risolvere le loro differenze attraverso il dialogo e la politica, e non con la forza delle armi. Probabilmente è difficile da percepire in questo momento, specialmente dall'interno di un'Europa che soffre per la disoccupazione e la perdita dei diritti dei lavoratori dopo anni di crisi economica, che risale al fallimento di Lehman Brothers nel 2008. In special modo per una generazione che ha avuto la grande fortuna di crescere in una società avanzata e non ha dovuto patire le sofferenze della guerra. Eppure, così come è opportuno fare qualche passo indietro per comprendere la magnificenza di un monumento gigantesco, alcune conquiste sono visibili chiaramente solo da una certa distanza e all'interno di una più ampia prospettiva temporale. I diritti sociali e il tenore di vita di cui godono gli europei sono ancora obiettivi lontani per i popoli della maggior parte dei paesi del mondo. Lo stato sociale e assistenziale è stato un grande traguardo, il risultato della lotta di molte generazioni di lavoratori. Noi latino-americani stiamo ancora combattendo per ottenere una parte di quei traguardi per i quali voi, in Europa, dovete lottare per proteggerli da iniziative opportunistiche, derivate dalla crisi economica, che mirano a ridurre i diritti. I lavoratori, la classe media e gli immigrati non possono essere ritenuti responsabili per la crisi causata dall'irresponsabilità del sistema finanziario. Le banche erano indebitate troppo pesantemente, con enormi investimenti speculativi, piuttosto che responsabili e produttivi. Non si può permettere che i segmenti più vulnerabili della nostra società, gli immigrati, i pensionati, i lavoratori e i paesi dell'Europa meridionale paghino il conto per l'avidità di pochi. I brutali aggiustamenti imposti alla maggioranza dei paesi europei, ciò che è stato giustamente chiamato «austericidio», hanno ritardato la risoluzione della crisi senza alcuna ragione. Il continente avrà bisogno di una crescita vigorosa per riprendersi dalle drammatiche perdite degli ultimi sei anni. Sembra che alcune nazioni nella regione stiano emergendo dalla recessione, ma la ripresa sarà molto più lenta e più dolorosa se le attuali politiche contrazioniste continueranno. Più che imporre sacrifici alla popolazione europea, queste politiche sono nocive persino per quelle economie che sono riuscite in modo creativo a resistere al crollo del 2008, come gli Stati Uniti, i Paesi Brics e gran parte dei paesi in via di sviluppo. Per poter superare questa crisi, nel 2008 vi era la necessità, che esiste ancora oggi, di prendere decisioni più politiche e non puramente economiche. È essenziale capire e spiegare ai popoli le origini dell'attuale crisi. La politica, ancora analo- L’analisi Bene Marino, Roma salga sui tram Vittorio Emiliani ● ILSINDACOIGNAZIOMARINOHARILANCIATOIERI IN INTERVISTA IL TRAM DI SUPERFICIE COME IL MEZZO COLLETTIVO di trasporto più adatto a Ro- ma. Rilancio importante se sarà presto supportato da un piano pluriennale ben fondato. Da anni sosteniamo che il trasporto in sotterranea, reso difficile a Roma da uno strato archeologico formidabile anche in periferia, è sempre meno pratica- gica in un mondo digitale, deve essere rinnovata ed impegnarsi in un dialogo con la società per identificare i problemi e creare nuove soluzioni. Le decisioni politiche non possono essere semplicemente delegate, trasferite a commissioni tecniche, a organizzazioni multilaterali o burocrati di terzo o quarto livello. In una democrazia i ruoli dei leader e dei partiti politici non possono essere sostituiti. Se le forze progressiste non sono in grado di presentare nuove idee e rappresentare i lavoratori e i giovani, offrendo proposte e speranze, assisteremo tristemente ad un aumento delle voci che promuovono la paura, l'intolleranza e la xenofobia. In marzo, a Roma ho avuto l'opportunità di parlare con il primo ministro italiano, Matteo Renzi. Il suo coraggio e l'abilità nel provare a risolvere i vecchi problemi della società italiana sono stati premiati dalla popolazione con una massa di voti in favore del Partito Democratico. È una chiara dimostrazione di come sia possibile superare lo scetticismo nei confronti della politica. Abbiamo bisogno di creare un nuovo orizzonte storico. Non una nuova teoria, ma una nuova utopia capace di motivare la popolazione e servire da orizzonte per le forze progressiste in Europa. Negli ultimi trent'anni il mondo è cambiato. Ma invece di abbassare gli standard dei diritti dei lavoratori europei a causa della concorrenza dei lavoratori dei Paesi emergenti, ciò di cui abbiamo bisogno è innalzare il loro tenore di vita ad un livello simile a quello degli europei. È necessaria una visione più ampia e generosa dell'Europa, affrontando il fatto che è possibile arrivare al traguardo di un mondo senza povertà. Trent'anni fa, quando la maggior parte del Sud America viveva tempi oscuri a causa delle dittature diffuse in tutto il continente, la solidarietà e il sostegno dell'Unione Europea e dei partiti progressisti furono di grande aiuto nel rafforzare le forze di sinistra e ottenere il ritorno alla democrazia nella nostra regione. Oggi, dopo enormi sforzi popolari e politici, il nostro continente è una regione pacifica e democratica, grazie ai progressi significativi nello sviluppo economico e nella lotta contra la povertà ottenuti nell'ultimo decennio. Nell'America del Sud è stata l'inclusione degli strati più poveri della società a stimolare il pro- gresso dell'economia, aumentando il reddito e i consumi e creando forti mercati interni, che hanno consentito di stabilire un'agenda progressista con l'estensione dei diritti sociali e dei lavoratori. In Brasile, i numeri che meglio spiegano il successo di questa strategia di investire nei poveri sono i più di 20 milioni di posti di lavoro creati nel settore formale negli ultimi 11 anni, i 36 milioni di persone che sono uscite dalla povertà estrema e i 42 milioni di persone che sono entrate a far parte della classe media. Sono convinto che la soluzione della crisi economica mondiale sia la lotta contro la povertà su scala globale. I fondi sociali non dovrebbero essere considerati semplicemente spese, ma piuttosto come un investimento nelle persone. Dobbiamo smettere di vedere i poveri del mondo come un problema e cominciare a considerarli una soluzione, sia all'interno del proprio Paese, sia su una più ampia scala a livello mondiale. Gli investimenti nei programmi sociali, nella produzione agricola e nel finanziamento di infrastrutture nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, possono creare nuovi posti di lavoro e un nuovo mercato di consumatori. Nonostante la crisi economica mondiale, il Pil africano è cresciuto in modo consistente al tasso del 5 e 6%, creando spazio per la domanda di beni e servizi più sofisticati prodotti nei Paesi ricchi, e contribuendo alla ripresa sostenibile delle economie dell'Europa e del resto del mondo. Quell'Europa che riuscì a rinascere dopo la devastazione delle guerre della prima metà del XX secolo è la prova che è possibile, attraverso la politica e la democrazia, migliorare il tenore di vita della popolazione. In Sud America, una generazione di leader come Dilma Rousseff, Cristina Kirchner, Michelle Bachelet, Pepe Mujica, Rafael Correa e Evo Morales, tra gli altri, è riuscita, contro ogni tipo di opposizione conservatrice e persino reazionaria, a raggiungere il potere con mezzi democratici e promuovere enormi progressi sociali e politici nei propri paesi. Il contributo delle forze politiche progressiste è cruciale per i nostri continenti. Di conseguenza, sono necessari un dialogo politico più diretto e legami più stretti tra le forze di sinistra sudamericane ed europee. Non è importante solo per le nostre regioni, ma per il mondo intero. Maramotti bile. Pur passando sotto di esso, bisogna poi uscire alla luce con stazioni, scale mobili, servizi, e qui si incontrano tutte le pesanti difficoltà (e i pesantissimi costi) che sta incontrando la Linea C giunta a San Giovanni dove è stata trovata una villa imperiale. Secondo molti esperti, lì si deve fermare proseguendo in superficie, se non si vuole massacrare il centro storico, dai Fori al Tevere. Marino indica già alcune linee tranviarie (che, specie nella pianeggianti periferie, potrebbe benissimo venire integrata dai filobus, oggi molto più agili di ieri): da piazza Ungheria al Ponte della Musica, sulla Tiburtina, al Pigneto, «e infine quella dei Fori, da piazza Venezia fino a via Labicana». Non tutto è chiaro e però gli annunci sono importanti. Si tratta in realtà di un «ritorno all’antico». Nel senso che Roma è stata nel primo trentennio del ‘900 una delle città più tranviarie d’Europa, La capitale poteva infatti vantare una rete straordinaria: oltre 400 Km di binari e una cinquantina di linee regolari. Mentre oggi - nonostante il tram veloce da piazza Mancini al Flaminio e il Tram 8 da Largo Argentina (ora Botteghe Oscure) al Casaletto - è ridotta ad appena 40 Km, contro i 190 Km di Milano (assai più piccola di Roma) e ai 60-70 di Torino. Di chi la responsabilità di questa sostanziale eliminazione dei tram mai compensata adeguatamente - quando i costi erano ben più sopportabili - dallo sviluppo di linee metropolitane in sotterranea (neppure 40 Km, una miseria)? Anzitutto di Benito Mussolini che in un tristemente famoso discorso del dicembre 1925 chiese perentoriamente ai responsabili del Governatorato appena insediato: «Voi toglierete la stolta contaminazione tranviaria che ingombra le strade di Roma» e ne offusca «il carattere imperiale». E così la capitale, che – annota Walter Tocci nel prezioso volume «Avanti c’è posto» (Donzelli) scritto con Italo Insolera e Domitilla Morandi - fra Nathan e il dopoguerra era arrivata ad avere «una delle reti più estese d’Europa», regredisce rapidamente. Col piano urbanistico del 1931 si sancisce la frattura, anche in materia di trasporti pubblici, fra centro e periferia. Mai più sanata. Nel dopoguerra, pur avendo Roma dismesse le ambizioni «imperiali», si ridurranno le ancora estese tranvie a pochi moncherini, si cancelleranno i filobus, Silvia Costa Eurodeputata Pd ● MYRIAM ED EMMANUEL RIVA, DOMINIQUE SABRIER, ALEXANDRE STRENS. QUATTRO VITE STRONCATE POCHE SETTIMANE FA DALL’ATTENTATO ANTISEMITA al Museo Ebraico di Bruxelles, un atto di violenza senza precedenti per la città, che ha segnato per sempre la vita delle famiglie delle vittime e della comunità belga e internazionale. Ma soprattutto un gesto che ha inferto una ferita indelebile ai valori di democrazia e di rispetto della dignità della persona che stanno a fondamento del progetto europeo, per la difesa dei quali serve ancora, e servirà sempre, che tutte le forze politicheeuropeiste, S&D intesta, tengano alta la guardia, specie alla vigilia dell’avvio di una configurazione parlamentare che include istanze xenofobe e razziste. Per questo, insieme ai colleghi eurodeputati del Pd, abbiamo voluto rendere solenne omaggio, ad un mese dall’attacco, alla memoria diquelle vite: prima e unica delegazionedel Parlamento Europeo a chiederlo e ricevuta dal Presidente del Museo Philippe Blondin e dal segretario Norbert Cigé in visita ufficiale. Unacommemorazione toccante, che hapreceduto la candle cerimonyorganizzataper la cittadinanza nel pomeriggio. Con rispetto e profonda commozione abbiamochiesto e ci è stato permesso di accendere per primi alcune di quelle candelee deporre simbolicamente un’orchidea in ricordo di quei quattro nomi e ad omaggio del Museo e della sua vocazione di pace, tolleranza e dialogo, dimostrata, tra l’altro, dalla scelta di dotarsi di un board di membri di tutte le religioni. Nella stessagiornata, il Museo ha indettoun minuto di silenzio in memoria delle vittime, invitando gli altri musei ebraici belgi ed europei ad osservarlo contemporaneamente. Ne ho potuto parlare con Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma, che hanno a loro volta testimoniato il loro apprezzamento e la loro vicinanza alla comunità belga. Da cattolica, nelle parole scambiate con il presidente Blondin,al qualeho presentato la mia solidarietà, ho raccolto un grande (e quasi stupito) apprezzamento per la nostra iniziativa, come pure per la visita del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi all’indomani dell’attentato. Ma ho ancheascoltato lasua preoccupazioneper lacondizionedi vulnerabilità incui l’attaccoha postoil Museo e la comunità ebraica e sulle quali tutti noi abbiamo il dovere di riflettere e agire. Come democratica, parlamentare e cittadina europea, ho avvertito il senso di responsabilità e la spinta ad un nuovo impegno contro ogni tentativo di riportare indietro l’Europa agli anni più bui dellasuastoria. Un sentimentoe un impegnoche hanno trovato immediato riscontro nei miei colleghi eurodeputati del Pd e che abbiamo voluto trascrivere in una lettera consegnata al Museo e firmata datutti noi:nonpermetteremo nessun passo indietro sulla missione di pace, libertà e democrazia dell’Unione Europea. Ripudiamo e combatteremo, anche in questa legislatura, ogni forma di discriminazione e intolleranza, convinti come siamo che la libertà e la tolleranza religiosa siano misure della libertà e della democrazia del Continente stesso. soprattutto per ragioni estetiche (soltanto in centro comprensibili). Sempre senza sviluppare le linee in sotterranea. Siamo alla esaltazione febbrile dell’auto privata e, in parallelo, ad un trasporto pubblico sempre più depresso pur di fronte ad una estensione delle periferie gigantesca e a macchia d’olio. Si minaccia persino il taglio come «ramo secco» delle ferrovie dei Castelli. Soltanto verso la fine del secolo scorso il tram riceve di nuovo qualche limitata attenzione col tram veloce per il Mondiale 90 e poi con la Linea 8. Che dovrebbe da Largo Argentina proseguire fino a StazioneTermini ripristinando la tranvia (una delle prime dopo il 1907) in via Nazionale. La giunta Rutelli-Tocci cavalca la «cura del ferro». Dopo, la si pratica molto meno. Ora si rilancia dunque la saggia, non stolta, «contaminazione tranviaria»? Speriamo. A quando il completamento dell’anello ferroviario e l’innesto in esso di un vero sistema di ferrovie suburbane? A Roma esse misurano 195 Km, a Madrid 340, nella assai meno popolosa Monaco di Baviera 442 e tutto funziona meglio. RASSEGNASTAMPA 16 venerdì 27 giugno 2014 COMUNITÀ L’analisi Il commento La politica si fa in tre Dalla verità su Ustica nasca una nuova politica estera Michele Ciliberto SEGUE DALLA PRIMA Di fronte a un linguaggio minaccioso (si pensi all’evocazione di tribunali popolari sulla Rete) molti hanno preferito altre strade ritenute altrettanto innovative, ma più certe, più sicure e comunque lontane dalla violenza - per fortuna solo verbale dei due capi del Movimento. Un indizio che ci fosse una resipiscenza rispetto ad atteggiamenti e a giudizi del passato, era stata la dichiarazione con cui Grillo aveva riconosciuto che il presidente del Consiglio aveva ottenuto, con il 40.8%, una legittimazione di carattere popolare sanando con il voto la ferita che aveva inferto alla democrazia facendo cadere il governo presieduto da Enrico Letta. Posizione, questa, che in effetti non sorprende se si tiene conto che nella ideologia del M5S il rapporto diretto con il «popolo» è il fondamento ultimo e inalienabile del potere, tipico delle ideologie imperniate sul primato della democrazia «diretta». L’incontro di mercoledì tra il segretario del Pd e una delegazione del Movimento non è stato né accidentale né improvvisato, ma scaturisce da una scelta politica meditata. Il che ne accentua l’interesse, perché, se così è, da esso possono effettivamente scaturire effetti positivi per il Paese e la democrazia. Tenere bloccata una forza ampia e di matrice, certo, anche popolare come il M5S, non giova infatti a nessuno - né al Movimento e agli obiettivi che si propone, né al nostro Paese che ha bisogno, per il processo di modernizzazione che si sta avviando, anche del contributo delle forze che questo Movimento rappresenta nella società e nel Parlamento. Ed è positivo che il segretario del Pd abbia compreso l’entità della posta in gioco - e lo sforzo fatto da Grillo e Casaleggio per imboccare una strada diversa - intervenendo in prima persona. Non è stato, come qualcuno ha detto, un tatticismo di tipo andreottiano. Quella su cui si sta iniziando ad avviare un confronto è la riforma della legge elettorale, cioè la ristrutturazione del nostro sistema politico: un problema aperto da quasi mezzo secolo e che non può essere risolto d’improvviso, con una bacchetta magica. Coinvolgere tutti in questo processo è un gesto di responsabilità politica, specie se e quando si Dialoghi Renzi-Cinque Stelle un incontro importante Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 ha la guida del Paese. Proprio per questo, attendersi in tempi brevi una convergenza su posizioni comuni sarebbe insensato: importante era cominciare a discutere estendendo, e questo è un fatto decisamente positivo, il campo degli interlocutori da coinvolgere in una questione di ordine generale che deve essere affrontata, per la sua stessa natura, da tutte le forze disponibili senza alcuna pregiudiziale conventio ad excludendum. Qui siamo sul terreno dei «vincoli» che tengono insieme una comunità, una nazione. È stato perciò utile che il segretario del Pd e gli esponenti del Pd abbiano messo sul tappeto le differenti opzioni su punti centrali, senza nascondere i punti di dissenso sui problemi dirimenti. Fare diversamente sarebbe stata, non politica, ma propaganda, tanto più dannosa perché fatta di fronte a milioni di persone. Ha fatto bene, ad esempio, il segretario del Pd ad insistere sulla «governabilità» come punto dirimente e qualificante della riforma elettorale: qualunque sia il sistema che si sceglie, occorre passare attraverso questa cruna, sapendo, quando si aprono le urne, chi è il vincitore al quale è affidato il governo del Paese. A meno di non voler cedere alle sirene dei governi delle «larghe intese» che vanno invece consegnati al passato: se si vuole un compiuto sviluppo della nostra democrazia occorre muoversi secondo prospettive alternative, in un sistema tendenzialmente bipolare. L’ECCEZIONE E NON LA NORMA Insisto su questo perché si tratta di un punto decisivo sul piano sia politico che culturale, ed anche su quello dell’etica pubblica. I governi, e le politiche, fondati su forze antitetiche possono essere necessari in momenti eccezionali, di particolare debolezza e fragilità del Paese, come quello che stiamo attraversando; ma devono essere l’eccezione, non la norma. Quando vengono assunte come regola, queste politiche generano processi di carattere trasformistico che screditano la democrazia e non giovano al Paese. Per questo è importante che il segretario del Pd abbia ribadito l’ipotesi del doppio turno, ed è da considerare con particolare attenzione la disponibilità - o per lo meno la non-chiusura - dei rappresentanti del Movimento rispetto ad una opzione di questo genere: se si vuole imboccare la via del cambiamento, questa è la strada maestra. Su tutto si può discutere, a cominciare dalle preferenze, ma sulla questione della governabilità, no. È il Pd, come Lutero, deve dire: qui sto, non mi muo- Non c'è dubbio che la presenza di Renzi all'incontro con il M5S abbia giovato all'andamento e all'esito del confronto. Così come l'assenza di Grillo. Senza correre troppo lo streaming di mercoledì potrebbe essere l'aperura di un nuovo corso. MASSIMO DELLA FORNACE I 5 Stelle dialogano con Renzi e con il Pd sulla riforma elettorale. Senza irridere il loro interlocutore. Misurandosi con lui. È il risultato più importante, mi pare, del voto europeo perché quello che hanno finalmente capito, Grillo e Casaleggio, è che gli insulti non sono sufficienti ad integrare una posizione politica. Che il confronto si sia svolto in streaming, nella strasparenza più assoluta, d’altra parte, a me pare sia una conquista del nuovo che avanza ed un superamento, legato alle richieste dei 5 stelle, di quelle che erano un tempo trattative, più o meno riservate, di vertice. Tutto vo. Sulla «governabilità» non ci sono margini di trattativa; si può discutere sulle forme, non sulla sostanza. Sono molti i punti sul tappeto su cui occorre discutere, come è auspicabile che avvenga. Intanto è positivo che il Pd abbia trovato, su questo terreno delicato, altri interlocutori, oltre Forza Italia e Berlusconi: così si comporta una forza che ha a cuore il destino del Paese e della nostra democrazia. La domanda ovviamente è cosa faranno nei prossimi giorni Grillo e Casaleggio: resteranno sul terreno della politica, che hanno rifiutato in modo pervicace per tanti mesi, o sceglieranno nuovamente la strada della propaganda, della invettiva, dell’insulto personale? È difficile prevederlo, ma ci sono alcuni elementi, e interessi, che lasciano immaginare uno scenario nel quale l’opzione politica possa continuare a giocare un ruolo nelle discussioni e nelle decisioni del Movimento: la sconfitta elettorale e le ragioni che l’hanno provocata; l’importanza della legge elettorale e di ciò che essa rappresenta per la ristrutturazione del nostro sistema politico; il fatto che il Movimento 5S è, nel suo campo e con i suoi modi, espressione di una effettiva volontà di cambiamento, che non può essere compressa oltre una determinata soglia. Ma c’è un punto di ordine generale che occorre tener presente e che è confermato dal travaglio di altre forze politiche: il sistema politico italiano sta entrando in una nuova fase di scomposizione di vecchi assetti e di riaggregrazione intorno a nuove forze e a nuovi leader, che interpretano l’esigenza e l’ansia di cambiamento che sale dal profondo del nostro Paese. Viene da lontano, dagli ultimi decenni del secolo scorso - dagli anni Settanta - e non è mai stata soddisfatta. Ha attraversato come un fiume carsico tutta la nostra storia recente, compresa quella della cosiddetta Seconda Repubblica. Ora è risalita in superficie in modo violento, risentito, per certi aspetti incontrollabile. Fenomeni come il «nuovo» Pd e lo stesso Movimento di Grillo e Casaleggio sono espressione, in modi alternativi, di questi sommovimenti profondi, che chiedono di essere riconosciuti, valorizzati ed anche governati. È interesse di tutti, anche del Movimento, cercare di farlo, senza aspettare che si aprano cateratte che possono travolgere ogni cosa. C’è un tempo per nascere e un tempo per invecchiare, dice l’Ecclesiaste: parafrasando si può dire che c’è un tempo per la propaganda e un tempo per la politica. L’auspicio è che anche i dirigenti del M5S leggano, ogni tanto, le sacre Scritture. bene dunque? Troppo presto per dirlo perché il cammino della democrazia non è semplice e perché quella che resta, al di là di questi albori di dialogo, è una diffidenza profonda del grande pubblico nei confronti della politica nel suo insieme. E certo mi pare, tuttavia, il fatto di una discussione seria, civile, che si è sviluppata fra persone che hanno idee diverse su un problema che ha bisogno, per essere affrontato nel modo migliore, di serenità perché il dilemma da sciogliere, fra governabilità e rappresentatività, non è per niente semplice e perché la soluzione adombrata al tavolo da Renzi (preferenze sì ma anche, e soprattutto, ballottaggio) potrebbe aprire la strada ad un buon provvedimento di legge. Mentre sicuramemente positivo è il risultato strategico di un incontro che libera l’esecutivo ed il Pd della necessità di trattare solo con Berlusconi. La tiratura del 26 giugno 2014 è stata di 66.244 copie Daria Bonfietti Presidente Ass. parenti vittime strage di Ustica ● alle 81 vittime innocenti e nello stesso tempo affermaNEL XXXIV ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI USTICA IL NOSTRO PENSIERO DEVE ANDARE INNANZITUTTO re con determinazione che c’è ancora bisogno di verità. C’è bisogno di scrivere l’ultima pagina, la definitiva. Per questo sento di rivolgermi direttamente al presidente del Consiglio perché l’impegno per la verità su Ustica diventi un tema dominante della politica estera e perché proprio nel semestre di presidenza Italiana, che sta per cominciare, l’Europa, nel suo complesso e nelle sue istituzioni, comprenda che il confine italiano è il confine dell’intera comunità e che quindi, quella notte, sono stati lesi i diritti di tutti i cittadini europei. Ustica è la storia di una verità immediatamente comprensibile già dai tracciati radar di Ciampino e dalle telefonate nei siti militari di quella stessa notte, ma fatta scomparire, inabissata come il relitto, sottratta, prima con la grande menzogna di un cedimento strutturale in un cielo che si afferma completamento sgombro, poi con una vergognosa catena di falsità, soppressione di prove, depistaggi, false informazioni, occultamenti e distruzioni di documenti. Dopo tanti anni di impegno civile dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, dopo una straordinaria mobilitazione che ha visto coinvolti la società civile, il mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, esponenti prestigiosi della politica, possiamo ben dire di aver conquistato la verità. La magistratura, pur con un percorso lungo e pieno di ostacoli, con le sentenze definitive della Cassazione, ha definitivamente affermato: il DC9 Itavia è stato abbattuto e i ministeri dei Trasporti e della Difesa sono responsabili, l’uno per non aver saputo difendere la vita di innocenti cittadini, l’altro, perché i comportamenti di tanti militari hanno ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità. Ma da oggi l’impegno deve essere quello di creare le condizioni per poterla scrivere tutta la verità, ci vogliono anche i responsabili materiali e lo scenario nel quale ha potuto verificarsi l’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace. In concreto questo significa fare in modo che abbiano successo le indagini che sta svolgendo la Procura della Repubblica di Roma per delineare il quadro preciso degli aerei in volo sul Tirreno e la dislocazione di altri «mezzi» militari (ad esempio portaerei) che possono aver avuto un ruolo determinante nell’accaduto. Ma la momento–al di là di una qualche disponibilità francese - si deve denunciare che non hanno avuto la minima risposta le rogatorie rivolte ad altri Stati. Si tratta, tra gli altri, degli Stati Uniti, che avevano ad esempio in volo nella zona della tragedia un aereo speciale proprio per i rilevamenti radar, del Belgio che aveva aerei in esercitazione in quei giorni nella zona e della Libia, da sempre collegata alla tragedia. È chiaro che per le sue indagini la Magistratura italiana può avvalersi soltanto di rogatorie internazionali la cui «forza» deve essere affidata alla determinazione della politica estera del governo. E bisogna prendere atto che fino ad ora non sono stati adeguati né l’impegno degli esecutivi italiani nel chiedere né la disponibilità alla collaborazione degli altri Stati. È questo cambiamento che chiedo al presidente Renzi e alla politica tutta. Prendo atto che su interessamento della presidente Boldrini in questi giorni alla Camera fa passi importanti il provvedimento presentato dagli onorevoli Verini -Amendola e Migliore per la ratifica della Convenzione europea per la collaborazione in materia giudiziaria del 2000. Ma ci vuole davvero un diverso impegno e al Presidente Renzi, che ha messo in atto una apprezzabile iniziativa per la trasparenza sui documenti riguardanti le stragi nel nostro Paese, voglio chiedere un impegno particolare perché sulla strage di Ustica, sulla quale ripeto è in atto un’inchiesta giudiziaria, sia fatto da subito ogni sforzo, per la disponibilità di ogni genere di documentazione in giacenza presso Ministeri e altre Istituzioni dello Stato. Oggi, mi sento di dire, la verità sulle cause della tragedia è conquistata, ma l’ultima pagina può scriverla la magistratura soltanto con l’aiuto forte e determinato del governo. Ed è quello che chiediamo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA E RIFORME Momento di tensione tra Renzi e la Merkel Tra i due ci sarebbe stata un’accesa discussione Sulla flessibilità nessun accordo I 28 leader dell’Ue stentano a trovare la ricetta per rilanciare crescita, investimenti e occupazione di ENRICO TIBUZZI BRUXELLES, - Il principio della flessibilità è sul tavolo, ma l’accordo tra i 28 leader Ue sulla ricetta per rilanciare crescita, investimenti e occupazione ancora no. La ricerca di un’intesa è rinviata a oggi: nella notte gli sherpa torneranno al lavoro sulla bozza programmatica presentata dal presidente Ue Herman Van Rompuy per «esplicitare in modo più chiaro» il tema di una maggiore flessibilità rispetto al documento consegnato ai leader. Tra i promotori dell’incontro c’è stato il premier italiano Matteo Renzi. L’Italia è convinta che ci siano spazi per rendere più evidente il legame tra riforme e flessibilità. La discussione odierna è stata segnata da un momento di tensione tra Renzi e la Merkel: tra i due ci sarebbe stata «una discussione accesa». Il premier italiano, a quanto hanno riferito fonti europee, si sarebbe rivolto alla cancelliera tedesca sottolineando che l’Italia non farà come la Germania nel 2003 (quando Berlino sforò il limite del 3% nel rapporto deficit-Pil) perchè rispetterà i patti. Dopo essersi riuniti in conclave nel municipio di Ypres, dove nel pomeriggio hanno commemorato il centenario della Grande Guerra, i capi di Stato e di governo dell’Unione devono ancora trovare un’intesa complessiva che consenta di sciogliere il nodo che lega la designazione di Jean-Claude Juncker (Ppe) per il posto di presidente della Commissione europea a un programma di lavoro per il prossimo esecutivo comunitario che soddisfi le richieste degli eurosocialisti di Renzi e Hollande. La richiesta è di andare oltre la formula sul «buon uso» dei margini di flessibilità, specificando come questo principio sarà applicato. Ad esempio: concedendo più tempo per la riduzione del debito, oppure eliminando le spese per investimenti produttivi dal calcolo del deficit o concedendo deroghe all’obbligo di cofinanziare con fondi nazionali i progetti che beneficiano degli aiuti Ue. Renzi su questo è stato chiaro. «C’è un ok su Juncker - ha detto al termine del pre-vertice socialista - ma solo con un documento che indichi dove vuole andare l’Europa. Come Pse siamo d’accordo su questo, ora vediamo con gli altri». Poco prima Renzi aveva incitato l’Europa a occuparsi «di più di crescita e occupazione» spostando l’attenzione dalla burocrazia alle famiglie. Nella sua battaglia, Renzi può contare sul pieno appoggio della Francia e di quello del vicecancelliere tedesco, l’Spd Sigmar Gabriel. Ma è con la Merkel che occorre fare i conti. La quale, pur avendo aperto al concetto di flessibilità, appare restia ad andare oltre. Anche per non prestare il fianco alle critiche che già così le sono arrivate da industriali e politici tedeschi. Un clima ben rappresentato dal titolo dell’articolo pubblicato oggi dal settimanale “Die Zeit”, secondo il quale in Europa è scattata «l’ora dei ricattatori» perchè Francia e Italia stanno mettendo la cancelliera «sotto pressione» con l’obiettivo di poter fare più debiti. Ma anche sul fronte delle nomine la partita non è affatto semplice. Oltre alla candidatura Juncker - che appare comunque blindata dal patto stretto tra Ppe e Pse in base al quale Martin Schulz presiederà il Pe - ci sono altre caselle molto importanti da riempire. A cominciare da quella del presidente permanente del Consiglio Europeo. Un fronte sul quale incide negativamente la posizione di guastafeste assunta dal premier inglese David Cameron, fermamente deciso a dire no all’ex premier lussemburghese perchè ritiene che «non rappresenti il cambiamento», bensì un errore che l’Europa sta commettendo. Matteo Renzi a confronto con Angela Merkel | I PENTASTELLATI | Ansia tra gli eurodeputati Grillo: «No espulsioni» di TEODORO FULGIONE ROMA - Clima teso tra gli eurodeputati M5S a Bruxelles dove, a pochi giorni dalla prima assemblea plenaria dell’europarlamento, emergono voci di espulsioni. Motivo del contendere i rapporti con i Verdi Europei e la gestione amministrati- Beppe Grillo con Roberto Casaleggio va del gruppo che avrebbe spinto gli eurostellati a richiedere a Milano, addirittura, l’allontanamento del capo comunicazione Claudio Messora. Informazioni rivelate da fonti parlamentari pentastellate, che si nascondono dietro l’anonimato, ma smentite quasi immediatamente da un post sul blog di Beppe Grillo a firma dello stesso leader 5S e di Gianroberto Casaleggio. I due cofondatori difendono il loro uomo a Bruxelles, prima capo al Senato, e chiedono il nome della fonte della notizia. «Nessun portavoce del M5S al Parlamento Europeo - scrivono i due - è a rischio espulsione contrariamente a quanto riportato». Poco dopo, arriva una dichiarazione degli stessi europarlamentari che affermano di non volere l’allontanamento del loro responsabile comunicazione: la firmano i 17 parlamentari, tra loro anche quelli che avevano rivelato la notizia chiedendo però di rimanere anonimi per timore di ri- torsioni. Dei contatti in corso tra una piccola pattuglia euro-stellata ed il partito degli ecologisti parla, invece, Joachim Denkinger, vicesegretario generale del gruppo Verdi Europei al Parlamento: “Gli eurodeputati M5S vogliono parlare con noi - dice il politico tedesco - Dobbiamo aspettare ma il tempo lavora per noi. Vedranno che sono nel gruppo sbagliato. E non solo due o tre...», aggiunge maliziosamente. Il M5S precisa: «Nessuno ha escluso l’alleanza con i Verdi - scrivono ancora Grillo e Casaleggio - semplicemente tale ipotesi non é mai esistita a causa del rifiuto degli stessi Verdi». Il partito ecologista replica: «I fatti - sostengono - sono altri: nonostante le aperture di José Bové e di Rebecca Harms, il M5S ha scelto di non inserire i Verdi europei tra le opzioni di voto del referendum sulla collocazione dell’M5S». Il clima dei 5 stelle al Parlamento europeo è infuocato. L’ANNIVERSARIO Cerimonia commemorativa a 25 anni dalla sua morte Napolitano: «Almirante ebbe senso dello Stato» La Camera ha ricordato lo storico leader dell’Msi Forti polemiche per l’assenza della Boldrini ROMA- La Camera dei deputati fu il terreno principale dell’azione politica di Giorgio Almirante, storico leader del Msi e della destra post-fascista. E la Camera ieri lo ha ricordato, a 25 anni dalla sua morte. La cerimonia, alla quale non ha partecipato la presidente Boldrini, ha il suggello di Giorgio Napolitano, che in un suo messaggio al convegno organizzato dalla Fondazione Almirante, tesse le lodi del vecchio avversario politico. «Giorgio Almirante - scrive Napolitano - è stato espressione di una generazione di leader di partito che, pur da posi- zioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio». Un immediato apprezzamento delle parole di Napolitano arriva dall’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che all’epoca della leadership di Almirante guidava l’organizzazione giovanile del movimento sociale, il Fronte della Gioventù. Gli ex An attaccano invece la presidente della Camera per la decisione di non prendere parte al con- vegno. «Un’assenza gravissima», secondo la presidente di FdI-An, Giorgia Meloni. Stessa posizione di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che ha definito la Boldrini come «non degna di portare il saluto al convegno». Il tema del «primo evento a livello nazionale in ricordo di Almirante», così come definito da Giuliana dè Medici, figlia di Donna Assunta Almirante, doveva essere quello delle riforme istituzionali. Ma di riforme si è parlato ben poco, se non per qualche accenno all’idea del presidenzialismo, «uno dei suoi cavalli di battaglia». L’evento è stato centrato principalmente sul ricordo del leader del MSI da parte di suoi amici, seguaci e collaboratori storici. Giorgio Napolitano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 LA STRATEGIA In 18 prendono le distanze Senato, fibrillazioni nella maggioranza per i sub-emendamenti di GIOVANNI INNAMORATI Giovanni Toti | GLI AZZURRI | Berlusconi raffredda i malumori dei suoi di MICHELE ESPOSITO ROMA - Gli spazi in cui muoversi non sono larghissimi e le riforme sono pur sempre il frutto di una trattativa nella quale conta, anche, la parola data. Silvio Berlusconi raffredda così gli animi della pattuglia di senatori FI impegnati nell’accidentato rush finale sulle riforme. Una pattuglia, riunitasi ieri a Palazzo Madama, dove serpeggia il malumore per una riforma che, per alcuni, resta indigeribile. Ma alla fine il Cavaliere riesce a far prevalere la sua linea giocando su due sponde: quella interna e quella del premier Matteo Renzi. Al quale rivolge un “warning” neanche così implicito: sulla legge elettorale l’interlocutore resta FI e la base resta l’Italicum. Che tra i senatori azzurri gli animi fossero accesi l’ex premier lo aveva intuito e, forse anche per questo, alla riunione a Palazzo Madama invia un emissario di prim’ordine, Giovanni di SILVIA GASPARETTO Silvio Berlusconi Toti. Una presenza, si sottolinea negli ambienti azzurri, apprezzata dai più perché prova del raccordo tra partito e gruppi parlamentari. Un raccordo che, tra le righe, in diversi lamentavano come debolissimo. Tanto che poche ore dopo, rispondendo ad una esplicita richiesta del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, l’ex premier, dopo un colloquio telefonico con Romani, convoca i gruppi riuniti per giovedì prossimo, alla sua presenza. E alla riunione parteciperanno anche gli europarla- mentari, Raffaele Fitto incluso, tanto da delineare una discussione che potrebbe andare ben aldilà del tema delle riforme. «Così tardi?», chiede sorpreso un parlamentare, ma la convocazione è un ulteriore passo avanti da parte del leader FI, e servirà a saldare ulteriormente la linea del partito. Una linea che, riferiscono fonti parlamentari, ha visto nella riunione di ieri 4 interventi a favore del Senato elettivo e contrari, quindi, ad uno dei punti-chiave del Patto del Nazareno. «Sarà l’Aula a decidere», sottolinea Romani al termine dell’incontro, consapevole che qualcuno, Augusto Minzolini in testa, potrebbe anche non votare il ddl. Ma la maggioranza del gruppo, si spiega, sembra ormai disponibile ad adeguarsi alla linea di Berlusconi. Messaggio a Renzi «La base resta l’Italicum» ROMA - Si avvicina il voto che abroga il Senato elettivo e il bicameralismo, e nella maggioranza ripartono le fibrillazioni: 18 senatori dei partiti che sostengono il governo hanno infatti presentato una serie di sub-emendamenti che rimettono in discussione gli emendamenti dei relatori che sintetizzano gli accordi. A questo punto diventano indispensabili i voti della Lega e di Forza Italia che, in una riunione a cui sono intervenuti Giovanni Toti e Denis Verdini, ha blindato l’intesa raggiunta con il ministro Maria Elena Boschi. E Matteo Renzi tira dritto, come spiega il fidatissimo vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: «Il percorso procederà secondo la direzione e i tempi previsti». Lunedì inizierà in Commis- Maria Elena Boschi sione affari costituzionali il voto sui 20 emendamenti dei due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, che raccolgono l’intesa tra maggioranza, Lega e Fi sul superamento del bicameralismo e l’elezione indiretta del Senato da parte dei Consigli regionali. Ieri scadeva il termine per presentare i sub-emendamenti ed ecco che è arrivato un pacchetto di 14 proposte firmate da 16 senatori del Pd (Vannino Chiti e Felice Casson in testa), più Mario Mauro e Salvatore Buemi, che assieme a altri 17 senatori delle opposizioni (Sel ed ex M5s) provano a rimettere in discussione tutto: il Senato deve essere eletto dai cittadini e deve avere dei poteri legislativi quasi immutati rispetto ad oggi. In una conferenza stampa per illustrare i sub-emendamenti Mario Mauro ha parlato di «deriva autoritaria» del ddl del governo. Cosa che ha fatto arrabbiare molti senatori del Pd che se la sono presa con i loro colleghi Chiti e Casson, presenti alla conferenza. E’ l’ennesimo strappo all’interno del gruppo Democratico dove i rapporti con gli ex «auto- sospesi» sono tesi. La maggioranza ha in Senato 169 voti su 315, e i dissidenti farebbero saltare le riforme: ma nel governo non si è registrata una particolare preoccupazione, visto che regge l’intesa con Lega e Forza Italia. Anche quest’ultima ha presentato alcuni sub-emendamenti che però si inseriscono nel solco dell’impianto dei relatori: essi chiedono una maggior proporzionalità all’interno dei Consigli regionali al momento di eleggere i senatori. Emendamenti che Finocchiaro ha definito «seri». Paolo Romani ha parlato di «accordo vicino» e comunque ha radunato i suoi 59 senatori alla presenza di Giovanni Toti e Denis Verdini, inviati da Berlusconi per blindare l’intesa. Mal di pancia ci sono, ha ammesso Romani, ma solo 4 senatori azzurri hanno presentato sub-emendamenti in dissenso. E’ chiaro che l’accordo riguarda anche la legge elettorale e le future modifiche all’Italicum, e l’impegno di Renzi a mantenere un dialogo «costituente» anche sui prossimi passaggi istituzionali (elezione Csm, giudici Consulta e, più in là, il successore di Napolitano). Ma tutto ciò fa a sua volta agitare M5s, che vede sfumare gli effetti dell’incontro di mercoledì con Renzi. Ne sono derivati alcuni «aut aut» a Renzi da parte dei grillini ( o noi o Berlusconi, dicono) bollati come “infantili“ dal Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Fi. C’è poi un gruppo trasversale di senatori che propone di tagliare il numero dei deputati, nella recondita speranza che poi la Camera faccia saltare tutto. Ma Guerini, appunto, tranquillizza: «Siamo a un passo dalla riforma del Senato, è normale che nel dibattito vi sia la presentazione di diversi emendamenti, ma il percorso procederà secondo la direzione e i tempi previsti». LE MISURE La Corte dei Conti invita ad affrontare anche il tema della sostenibilità dacale, dalla relazione emerge anche che in circa 340, tra insegnanti e personale non docente, torneranno tra i banchi di scuola: nel triennio 2013/2015 infatti sono stati autorizzati 681 distacchi. Il taglio, che consentirà una minore spesa per le supplenze, dovrebbe portare un risparmio di circa 10 milioni di euro l’anno. Buone notizie infine per le imprese che con il dimezzamento dei diritti camerali risparmieranno 400 milioni di euro l’anno. A loro pensa invece l’altro decreto, il cosiddetto taglia-bollette che prevede anche incentivi fiscali per le società che aumentano il proprio capitale, attraverso il cosidetto Aiuto Cescita Economica (Ace) che nel 2015 vale 27,3 milioni ma che se si sommano i benefici fino al 2021 (quando varrà oltre i 148 milioni annui) consente di stimare in 715 milioni il risparmio fiscale complessivo. Pubblica amministrazione: esame sprint ROMA - Il governo dovrebbe «ripensare i confini» in cui opera la pubblica amministrazione. Nel giorno in cui la Camera stabilisce tempi stretti per l’esame del decreto Pa, atteso in Aula per già il 14 luglio, al governo arriva l’invito della Corte dei Conti a pensare a un intervento di vera riorganizzazione e razionalizzazione con una «chiara strategia di governo della spesa e di selezione dei terreni su cui è chiamato ad incidere l’intervento pubblico». Non basta insomma fermarsi ai tagli e alla eliminazione degli sprechi per tenere sotto controllo la spesa, dicono i magistrati contabili, ma bisogna anche «affrontare direttamente il tema della sostenibilità futura di un sistema di prestazioni di servizi alla collettività (dalla salute e l’istruzione alle imprese e all’ambiente) originariamente concepito in un contesto economico, sociale e demografico più favorevole». Di sicuro nell’esecutivo c’è la consapevolezza che «la riforma della Pubblica amministrazione è quella che serve per far funzionare tutte le altre» come ha sottolineato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, chiarendo che a poco serve far passare in Parlamento «bellissime leggi» se poi non c’è una macchina pubblica efficiente in grado di farle funzionare. E in questa direzione vorrebbe andare il decreto che è approdato sul tavolo della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, che oltre al ricambio generazionale e alla mobilità per gli statali (mobilità che sempre secondo la Corte dei Conti andrebbe estesa e accompagnata da «moderni sistemi di incentivazione della produttività») razionalizza le autorità indipendenti e spinge sul processo di digitalizzazione dei processi. Relatore del provvedimento sarà il democratico Emanuele Fiano, che farà la sua relazione martedì prossimo. A seguire dovrebbe esserci un ciclo di audizioni. Intanto dalla relazione tecnica al provvedimento emergono dettagli sull’impatto di alcune delle misure maggiormente discusse in questi giorni. In primis lo stop all’istituto del trattenimento in servizio, misu- ra che dovrebbe liberare «15mila posti» per i giovani come hanno ripetuto il ministro Marianna Madia e anche il premier Matteo Renzi. Al 2012, dice la relazione, erano però solo 1200 gli statali rimasti in servizio una volta raggiunta l’età della pensione, e circa la metà (660) nel comparto della magistratura (per cui lo stop non sarà al 31 ottobre 2014 ma dal 31 dicembre 2016). Le disposizioni sul trattenimento in servizio, peraltro, costeranno in 5 anni quasi mezzo miliardo allo Stato (467,3 milioni di euro tra 2014 e 2018) per via dell’anticipo di pensioni e tfr. Per effetto del taglio del 50% dei distacchi, tema caldo sul fronte sin- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA L’“ultimo” dei Pittella (Domenico) racconta motivi e retroscena della sua candidatura per Braia «Quale debutto? Sono un militante» «Per gli elettori non conta la famiglia, ma l’impegno Il mio è spirito di servizio. Luca ottimo segretario» di MARIATERESA LABANCA HA scelto la sua bacheca facebook per lanciare la notizia che in pochi minuti ha avuto 133 “mi piace”, ma che in altrettante ore ha già fatto esplodere anche qualche polemica. “Ho dato la mia disponibilità a candidarmi a sostegno di Luca Braia, segretario regionale”. Domenico, il giovane rampollo dei Pittella, 27 anni, una laurea da avvocato in tasca, dottorando di diritto privato europeo e assistente di cattedra, dà così notizia del suo debutto politico. «Voglio contribuire - spiega lui - a un congresso che possa essere un confronto schietto e vero. Per un Partito Democratico aperto, inclusivo, coraggioso». Figlio dell’eurodeputato Gianni, che attualmente sta ricoprendo il ruolo di Presidente del Parlamento europeo, nipote di Marcello, il governatore della Regione Basilicata, Domenico (che porta il nome del nonno, l’ex senatore amatissimo nella sua Lauria), rappresenta la terza generazione in campo della famiglia lucana all’apice del successo politico. Sarà nella lista per Braia segretario. Da dove e come nasce questo impegno? Chi le ha fatto la proposta? «Ne ho parlato con Luca Braia e con tantissime compagne e compagni. Sono un militante di base del Pd e mi sembrava giusto dare il mio contributo al Partito della nostra regione. Abbiamo bisogno di un partito aperto al territorio e ognuno, in una logica di collaborazione, deve mettersi a disposizione». A un suo coinvolgimento diretto ci pensava da tempo? A parte la ricca esperienza familiare, ha anche una militanza di partito? «Sono da sempre appassionato di politica sin da quando ero bambino. Ho aderito dopo le scuole superiori alla sinistra giovanile per la quale sono stato coordinatore zonale nell’area sud della Basilicata con Roberto Speranza segretario regionale. Ho fatto parte dei Democratici di Sinistra e poi del Partito Democratico e mi sono sempre impegnato in campagna elettorale per fare vincere il partito. Credo di potere dire con molta modestia di avere fatto politica in maniera sempre generosa. Questa candidatura non é una novità, quanto un passo naturale per un militante che come me si vuole mettere al servizio del partito». Un altro Pittella al suo debutto politico. Un impegno "occasionale" o nutre particolari ambizioni? Insomma, da grande, intende fare l'avvocato o il politico? «Ma quale debutto politico! Sono un militante di base e lo resterò. Cerchiamo di avere il senso delle proporzioni: mi sto candidando al- l'assemblea regionale del PD, mica al Parlamento nazionale. Il resto è dietrologia. Questo ovviamente non è incompatibile con la mia vita professionale, anzi. Sono appassionato del diritto quanto della politica. Credo che siamo in un momento storico particolare: un eccesso di liberismo dagli anni 80 in poi ha fatto passare in secondo piano la funzione “sociale” che ognuno di noi dovrebbe svolgere e che dovrebbe anche essere l’obbiettivo principale di ogni Istituzione. Dobbiamo avere un maggiore spirito di servizio e capire man mano come possiamo essere più utili alla collettività. Sicuramente continuerò a seguire la politica, anche senza incarichi elettivi. La filosofa Hannah Arendt ha scritto che "la politica siamo noi in quanto esistiamo al plurale". Faccio politica in una logica collettiva e la mia candidatura vuole essere una candidatura di servizio per la comunità». Suo padre al Parlamento europeo, suo zio governatore della Regione e ora anche lei. Un partito nelle mani della "dinastia" Pittella? «Assolutamente no. Io sarò semplicemente uno dei tantissimi candidati alla Assemblea regionale del Partito Democratico che continua un impegno politico iniziato da tempo. E poi mi lasci dire una cosa a proposito di questo fantomatico familismo: in un partito e in un Paese democratici, l’ultima parola spetta sempre all’elettore dinanzi al quale non contano i legami familiari ma l’impegno, l’onestà e la competenza. E i Pittella non si sono mai tirati indietro dinanzi al giudizio degli elettori». Sceglie di stare nella lista del candidato sostenuto dalla sua famiglia. Oltre a questo, c'è anche una condivisione di progetto politico? «Guardi, la politica in cui io credo è fatta di idee e valori che si traducono in contenuti e proposte concrete. Se non c'é la condivisione di un progetto politico non si può fare nulla a meno che non si voglia svilire la politica a un gioco di sterili posizionamenti. Ma la politica dei tatticismi non ha anima ed è destinata ad appassire. Ho scelto Luca Braia perché, oltre che un amico, è stato un bravissimo amministratore e la politica oggi deve ripartire proprio dagli amministratori che si confrontano ogni giorno con i problemi della gente; per il coraggio che ha mostrato di avere in politica, prendendo più volte posizioni scomode; per il suo carattere schietto pragmatico che mi sembra meglio rispondere alle esigenze di concretezza della politica. Per me Luca Braia ha il profilo per essere un grande segretario regionale ma stimo sinceramente anche gli altri candidati, Antonio Luongo e Dino Paradiso per i quali nutro sentimenti di amicizia. Il PD prima di essere un partito deve tornare ad essere una comunità di persone, a volte divise sulle strategie, ma sempre unite sui valori di fondo». Parliamo di partito, appunto. Il Pd lucano è segnato da profonde spaccature interne che ne hanno determinato un forte indebolimento. Anche le vicende pre congressuali non fanno eccezione. Qual è la sua visione in merito? A suo avviso, come se ne esce? «Innanzitutto io ritengo che il pluralismo sia un valore e non credo al pensiero unico. Ognuno deve avere l’umiltà di riconoscere che nessuno di noi ha la verità e che non esistono “roccaforti” politiche che possano fare a meno del giudizio degli elettori. La politica deve fare un bagno di umiltà e aprirsi al giudizio della gente. Per questo è necessario che si celebri un congresso aperto alle istanze di riforma provenienti dalla società. Da semplice militante, voglio portare il grido di allarme che viene dai tantissimi giovani che non vedono un futuro in questo Paese, anche se questo Paese, continuando di questo passo, non avrà futuro per sé». Giovane, ma con un cognome "pesante". Sente di poter incarnare il rinnovamento voluto da Renzi? «Ripeto, mi sto candidando da semplice militante all'Assemblea regionale del PD. Non c'è nessuna "discesa in campo" anche perchè io in campo ci sono già da tanto, visto che sono sul territorio da tantissimi anni. Per quanto riguarda la politica nazionale, la sfida posta da Renzi è la sfida della vita per l’Italia e per tutto il Mezzogiorno. E non riguarda solo la politica ma la classe dirigente tutta. Occorre sprovincializzare il Paese in un momento storico in cui l’Italia e il Mezzogiorno possono giocare un ruolo fondamentale tra il Nord e il Sud del Mondo; resettare l’amministrazione pubblica, penso a quella della giustizia ad esempio, per garantire un servizio efficace ed efficiente ai cittadini; avere il coraggio di puntare realmente sulla formazione, che è la chiave di volta del futuro del Paese; porre al centro la questione morale in politica e non solo in politica buttando a mare l’individualismo degli ultimi decenni che ha tentato di cancellare il rapporto cittadino comunità. Per fare questo è necessaria una politica fortissima perché l’Italia è un Paese eccessivamente corporativo e ogni riforma tocca interessi pronti a rispondere con durezza. La bussola deve essere il cambiamento, contro ogni incrostazione di potere che intenda ostacolarlo». Non le crea qualche "ansia da prestazione" il fatto di essere figlio di un campione di preferenze, com'è stato suo padre alle ultime europee? «Francamente non credo che elezioni come quelle per il Parlamento Europeo possano essere pa- | ragonate al congresso regionale del PD. Poi mio padre mi ha insegnato che l’impegno quotidiano, l’onestà e la visione premiano sempre in politica come nella vita e mi ha insegnato che bisogna sempre mettersi in gioco in quanto cittadino a qualsiasi livello. IN CONSIGLIO | La mozione su Tecnoparco «T n’aia ‘sci». E Mollica fa saltare il numero legale DALLE immagini della ripresa ufficiale dei lavori del Consiglio regionale dello scorso mercoledì, la scena che rende poco onore ai nostri rappresentanti in aula. Qualche minuto prima che venisse dichiarata la mancanza del numero legale e la sospensione con rinvio della seduta, si vede il consigliere Franco Mollica - che in quel momento stava presiedendo la seduta - che in pratica fa saltare l’approvazione della mozione presentata qualche minuto prima su Tecnoparco. Prima del voto, preceduto da una breve sospensione, Mollica, mentre i suoi colleghi stanno per rientrare in aula , inizia a fare i conti. Dall’audio del video consultabile al link del sito ufficiale del Consiglio, si sente chiaramente che mente ufficialmen- te chiede ai consiglieri di tornare in aula, si rivolge alla persona che gli siede a destra: il direttore generale del Consiglio, Luigi Gianfranceschi. Prima la conta: tre, due, cinque, poi le parole: “Se non entra più nessuno siamo a posto. E 11, ci siamo”. “E no - risponde chi gli siede a fianco - deve mancà un altro” “Sì - risponde a Mollica - l’aggia ric’ a qualcuno”. Poi ancora la conta, ma i conti non tornano: “C’è ancora uno in più”, dice Mollica che si rivolge al consigliere che siede all’altro fianco e che sembra essere Mario Polese, dicendogli: «T n’aia ‘sci». E il suo vicino effettivamente si alza e va via. I presenti votano, ma il risultato è scontato: con soli sei votanti, il numero legale di fatto non c’è. La seduta è rinviata. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it Le nomine del Consiglio M5S, in carica dal 15 luglio Dai dirigenti ai candidati Tutti in fila per un posto negli enti Vito Petrocelli eletto capogruppo al Senato PROPRIO nel giorno in cui era in Basilicata, in visita, come componente della X Commissione del Senato in Val d’Agri, il senatore lucano Vito Petrocelli è stato scelto (con votazione) come nuovo capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato. Sarà in carica dal 15 luglio, al termine del mandato di Maurizio Buccarella. L’annuncio arriva su Twitter dal profilo ufficiale del gruppo M5S al Senato. La Basilicata ben rappresentata in Parlamento, con ben due capogruppi: al potentino Roberto Speranza, presidente del gruppo Pd, alla Camera, ora si aggiunge anche il senatore materano pentastellato. Domenico Pittella, nelle due foto in alto, con il nonno, il padre, il presidente, Gianni e la madre, Agata Non c'è quindi nessuna ansia perchè la mia è una candidatura di servizio per il partito». Politicamente, a chi le piacerebbe somigliare di più? A suo padre, a suo zio o a suo nonno? A chi si sente più vicino caratterialmente? «Sono tutti e tre dei lavoratori | instancabili, che hanno messo al centro della loro vita l’impegno sociale e politico. A nonno e a zio riconosco un carattere più impetuoso che in politica porta a fare delle scelte anche brusche ma sicuramente coraggiose. L’esempio è la decisione di zio di candidarsi alle ultime pri- FORZA ITALIA | marie regionali, dinanzi a offerte di mediazione più che gratificanti e con una vera e propria corazzata contro. Papà è meno impetuoso ma ha spesso dimostrato visione e lungimiranza politica. L’ideale sarebbe unire le doti migliori di ciascuno». | CONGRESSO PD | Latronico con Fitto rilancia il partito sul territorio Lacorazza continua a insistere e lancia suggestioni condivisi e di classi dirigenti pronte a coinvolgersi per attuarli nella concretezza delle differenti realtà regionali. Quest'ultimo dunque non è un tema divisivo, ma un sfida democratica che la realtà ci chiede per far crescere sia un protagonismo nazionale che una partecipazione di base. Anche in Basilicata alle ultime elezioni europee analizzando il risultato, pure così condizionato delle dinamiche nazionali, le percentuali si differenziano da centro a centro a seconda della presenza strutturata di gruppi dirigenti. A conferma che c'è un valore aggiunto tutto legato alla capacità di interpretare il valore di un progetto nazionale. Ci accingiamo a costruire una rete di persone ovunque in regione che siano portatrici di un’istanza di libertà e di cambiamento». PIERO Lacorazza non si arrende. E anche ieri è tornato a chiedere dai social network, la riapertura delle candidature per il congresso regionale: “C'è una domanda ricorrente: ma si riuscirà a riaprire i termini per la candidatura a segretario regionale? Si riuscirà, quindi, ad aprire il congresso? Ci sono ancora giorni per provarci, per mettere in sintonia il territorio con alcuni vertici. Non si vuole che si pronuncino segretari di circolo e amministratori locali. Si chieda cosa pensano. Non si vuole un referendum tra gli iscritti. Si chieda cosa pensano. Si vuole imporre una casacca e la si chiama regola. Si vuole imporre una scelta e la si chiama partecipazione. Apriamo il congresso, apriamo il confronto libero da posizionamenti. Facciamo un congresso per costruire una Basilicata migliore”. E, infine, la provocazione: “Come mai Matteo Renzi porta in delegazione per l’incontro con il M5S, Roberto Speranza, Alessandra Moretti e Debora Serrachiani ? L'idea di un PD nuovo?». L’assemblea regionale al Park hotel «UN grande progetto riformatore come quello che Forza Italia si incarica di realizzare per rinnovare il Paese e riportarlo sulla strada della crescita e dello sviluppo, non può non avere, oltre che una grande leadership, un corpo radicato sul territorio che interpreti a tutti i livelli questa aspettativa. Abbiamo la necessità di incrociare le persone, coinvolgerle, motivarle perché non siano semplici spettatori, ma protagonisti di una grande costruzione». Lo ha dichiarato il deputato lucano di Forza Italia, Cosimo Latronico, all’assemblea regionale del partito a Potenza, che si è svolta ieri sera al Park hotel, con la partecipazione di Raffaele Fitto. «Un grande partito - ha continuato Latronico - si alimenta di una leadership riconosciuta, e noi ce l’abbiamo, ma anche di programmi 7 Gli uffici del Consiglio regionale POTENZA - La carica degli aspiranti per le nuove nomine negli enti di competenza del Consiglio regionale conta profili di ogni genere, tra cui molti nomi già abbastanza noti in città. Dirigenti, avvocati, membri di associazioni, ex sindaci e anche molti candidati delle ultime amministrative: in ballo ci sono proprio tutti. Tra quelle di prossima scadenza, è soprattutto la carica di direttore generale dell’Agenzia regionale per l’ambiente a destare i maggiori appetiti. Non solo per il prestigio dell’incarico ma soprattutto per la delicatezza della materia di cui si occupa l’Arpab e le note vicende che l’hanno riguardata. Per il dopo Vita ci hanno provato in 46. Tra cui, tra i nomi più noti, il dirigente della Regione Rocco Libutti, il sindaco di Lagonegro, Domenico Mitidieri, l’ex segretario regionale di Idv, Aldo Michele Radice, il dirigente della Regione, Rocco Libutti, l’ex assessore comunale di Potenza, Massimo Maria Molinari. Ci ha provato anche l’ex patron del Potenza, Giuseppe Postiglione. Tra le domande presentate, anche quella dell’ex consigliere regionale del pd, Adeltina Salierno. Dai democratici arriva anche Giuseppe Laguardia, coordinatore della commissione regionale per il congresso. Tra gli aspiranti, anche il commissario dell’Alsia ed ex direttore di Arbea, Andrea Freschi e l’avvocat,o Antonio Murano. Ma le candidature che mercoledì scorso sono state vagliate dalla prima commissione - presieduta dal consigliere Vito Santarsiero - hanno subito una corposa scrematura. In lizza rimangono in sei. Si tratta di: Donato Santagata, ingegnere, ex docente di matematica, promotore e Co-fondatore del Centro Studi Tekneo; Marcello Tricarico, l’ex direttore generale dell’Acta, Marcello Tricarico; dirigente del servizio amministrativo della Corte dei Conti, Tommaso Panza. Arriva dalla Sicilia, invece, l’ex commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, Maurizio Croce. In corsa, anche, l’architetto Vincenzo leonardo Fogliano, dirigente dell’ente Parco, Appennino lucano lagonegrese e l’ingegnere, Basileo Volini. Ben 67 le domande approvate tra le 136 pervenute per il Corecom di basilicata. Tra i nomi che spiccano, quello dell’ex capo ufficio stampa della Giunta regionale, Giovanni Rivelli, l’ex sindaco di Spinoso, Pasquale De Luise, l’ex direttore della Nuova Basilicata, Mario isoldi, anche in questo caso, l’ex assessore comunale Massimo Maria Molinari, l’addetto stampa Arturo Giglio, l’ex presidnte di Comunità montana, Tonio Michele Bufano, l’avvocato del Foro di Potenza, Ivana Pipponzi, l’addetto stampa dell’azienda ospedaliera San Carlo, Ugo Maria Tassinari, l’artista e presidente delle donne Pd, Elisa Laraia, e anche molti candidati delle ultime amministrative di Potenza. Tra cui, il più votato in assoluto, il consigliere del Pd, Giampiero Iudicello; i due candidati della lista “Socialisti e Democratici”, Gianluca Caporaso e Morena Rapolla. Il candidato di Forza Italia, Gianluigi Laguardia. Tra coloro che si contendono l’Ater di Potenza, ancora una volta compaiono i nomi di Iudicello, Libutti, il sindaco Mitidieri, Giuseppe Laguardia, Giuseppe Postiglione, Radice, Salierno, Santagata, Tricarico e Volini. E, ancora, l’attuale direttore generale dell’Asi, Rocco Liccione, l’ex dell’Ardus e dirigente pd, Arduino Lospinoso, l’ex sindaco di Tito, Pasquale Scavone, il dirigente della Provincia, Giuseppe Spera. Ci prova, invece, all’ Ater di Matera, l’ex primo cittadino di Sant’Arcangelo, Domenico Esposito. Si candida a un posto da esperto per il Comitato consultivo per la programmazione culturale, il segretario dei giovani socialisti, Raffaele Tantone. Mentre, mirano all’Ardsu, la segretaria di Idv Basilicata, Maria Luisa Cantisani, la giornalista Loredana Albano, l’ex dell’Ater Matera, Innocenzo Loguercio, l’ex sindaco di satraino, Michele Miglionico e il dirigente dell’Asi di Potenza, Giancarlo Ronchi, Tra tutte, la più prestigiosa è la nomina all’Arpab: sfida a sei RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano FENICE Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it Via Verrastro diserta il processo, interrogazione di Rosa (FdI) «La giunta Pittella ci spieghi quali sono le sue intenzioni» «Dov’era l’avvocato della Regione?» Il consigliere: «Che provvedimenti si adotteranno se dovessero emergere responsabilità?» «PERCHE’ la Regione Basilicata era assente alla prima udienza del processo “Fenice”? La Giunta Pittella è intenzionata a costituirsi parte civile?» Sono le domande che il consigliere regionale dei Fratelli d’Italia Gianni Rosa ha rivolto ieri mattina al al governatore Marcello Pittella, depositando un’interrogazione a risposta orale per chiedere «spiegazioni e soprattutto chiediamo quale strada la Giunta voglia realmente intraprendere a questo proposito». Il consigliere regionale stigmatizza il fatto che via Verrastro abbia disertato la prima udienza davanti al collegio del Tribunale nel processo per l’inquinamento del termovalorizzatore di San Nicola e le raccomandazioni all’Arpab. «Un’assenza molto grave - secondo Rosa - in contrasto con il dispositivo della delibera di Giunta numero 1258 del settembre 2012 con la quale si autorizzava la costituzione come parte civile». «Per una mera questione tecnica e per “fortuna” dei cittadini lucani la prima udienza è stata posticipata al 3 novembre». Insiste il consigliere regionale sul rinvio “provvidenziale” del termine per effettuare le costituzioni di parte civile dovuto ad alcuni problemi con le notifiche ai manager di Fenice. «In quella data verificheremo se la volontà di “non fare sconti a nessuno”, annunciata ad altissima voce dal Presidente rivoluzionario, resterà esclusivamente una mera promessa oppure se alle parole seguiranno i fatti». «Chiaramente quanto accaduto il 23 giugno è grave conclude Rosa - non è possibile far finta di nulla e Pittella deve dirci chiaramente cosa è accaduto e chi è il responsabile di tutto ciò». Tra le accuse per cui il gip Rosa Larocca ha deciso il rinvio a giudizio di 16 imputati c’è l’abuso dei contratti di lavoro interinali all’Arpab, «improntato a criteri clientelari». Ma l’ex direttore generale dell’Agenzia, Vincenzo Sigillito, deve rispondere assieme all’ex coordinatore provinciale Bruno Bove anche di falso ideologico per aver attestato nelle denunce presentate alle procure di Potenza e Melfi che prima del 2008 non erano mai emersi superamenti delle soglie di contaminazione nella falda sotto Fenice, mentre una perizia fa risalire l’allarme al 2002. I responsabili della Direzione ambiente della Provincia di Potenza e dell’Ufficio compatibilità ambientale della Regione, Domenico Santoro e Salvatore Lambia- Gianni Rosa a destra Fenice se, sono accusati di omissione d’atti d’ufficio per non aver imposto lo stop alle attività dell’inceneritore una volta venuti a conoscenza dell’inquinamento fino a quando non fossero stati verificati i dati rilevati e ripristinata la «condizione di normalità» nella gestione dell’impianto. Quanto invece ai vertici di Fenice spa il capo d’imputazione per cui è stato disposto il rinvio a giudizio parla di truffa per aver smalito per anni i rifiuti di Melfi e di diversi comuni del potentino a costo pieno, mentre il trattamento avveniva tutt’altro che a regola d’arte danneggiando in particolare all’ambiente circostante. Con il concorso dei vertici dell’Arpab che avrebbero mascherato i risultati delle analisi chimiche. Più «disastro ambientale» per non aver attivato le procedure di emergenza previste una volta scoperta la presenza di «metalli pesanti e soventi organici clorurati anche cancerogeni» nella falda. Rispetto al terzo filone dell’inchiesta condotta dai militari del Noe e del Reparto operativo dei carabinieri, che riguarda la gestione della discarica comunale di Potenza, il gup ha accolto le richieste dell’accusa solo per l’ex direttore e l’ex presidente dell’Acta Rocco Robilotta e Domenico Iacobuzio, tuttora consigliere provinciale del Pd. Più il dirigente dell’ufficio ambiente del Comune di Potenza Giancarlo Grano. Tutti accusati di aver smaltito in maniera non autorizzata il percolato presente sul fondo della discarica di Pallareta senza denunciarne la presenza. Nella giunta che il 25 settembre del 2012 ha approvato la costituzione di parte civile della Regione c’era anche l’attuale governatore Marcello Pittella. [email protected] «Non si può far finta di nulla» | LA BICAMERALE ANTIMAFIA | Audizione a Roma per il pm Gravina I 5 Stelle: «C’è stata sottovalutazione» L’appuntamento dopo l’incontro saltato per impegni a Matera SI è svolta nei giorni scorsi l’audizione del procuratore capo di Matera Celestina Gravina, a Roma, davanti alla Commissione bicamerale antimafia sugli attentati nel metapontino e gli ultimi episodi a Matera e Montescaglioso. Lo ha reso noto il gruppo parlamentare 5 Stelle di Montecitorio dopo l’incontro “saltato” il 16 aprile, duranla visita dei #SBLOCCAFUTURO te parlamentari nella città dei Sassi, a causa di impegni del magistrato. Secondo i deputati grilSONO 101 le opere incluse lini la Basilinel dossier di Legambiente cata è una «re#sbloccafuturo indirizzato al gione che non premier Matteo Renzi. Si trat- è certo al centa di 101 piccole e medie tro delle croopere incompiute per re- nache giornasponsabilità diverse. La voce listiche per di più consistente riguarda il si- criminalità stema dei trasporti, insieme organizzata. alla messa in sicurezza del Eppure bisoterritorio dal rischio idrogeo- gna sempre logico. Poi, a seguire, bonifi- diffidare del che, depurazione, riqualifica- silenzio della zione urbana, sicurezza si- criminalità e smica, abbattimento di ma- non considenufatti abusivi, impianti per rare nessuna chiudere il ciclo dei rifiuti. In Regione libequesti casi secondo Legam- ra dalle inbiente «ci si scontra spesso fluenze macon l’incapacità progettuale fiose. Bisodegli enti locali e con la con- gna, anzi, fusione istituzionale. Lo stes- preoccuparsi so avviene in Basilicata do- di più quando ve, sempre per responsabili- c’è troppo sità della Regione, è bloccata lenzio. Nel sila bonifica della Val Basen- lenzio prospeto». rano gli intrecci politica mafia, e gli affari criminali». I parlamentari spiegano che la commissione bicamerale presieduta da Rosy Bindi ha dedicato un giorno alle audizioni del procura- Legambiente: «Renzi riparta dalla Val Basento» dalla realtà, che hanno impedito proficue indagini e che avevano sollevato malumori da parte di molti cittadini, i quali hanno sollecitato l’intervento della commissione Antimafia a recarsi a Matera». «Solamente negli ultimi mesi - concludono i 5 Stelle - la sensibilità della direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, ha permesso un cambio di passo nella condotte delle indagini, anche Il procuratore capo di Matera Celestina Gravina a fronte di una recrutore di Matera e del nuovo procu- descenza di eventi sentinella, quaratore della Repubblica di Potenza li incendi , l’usura ed il traffico deLuigi Gay, che si era insediato pro- gli stupefacenti. Va ricordato che prio il giorno della visita dei com- se l’evento è ritenuto un semplice missari in Basilicata, per questo danneggiamento, non possono non era potuto essere presente. essere utilizzate e disposte proceCon Gay a Roma c’era anche il dure di controllo, quali le intercetsostituto Laura Triassi che ha ret- tazioni, pedinamenti, analisi pato la Procura nel periodo trascorso trimoniali. Contrariamente se l’edalla partenza di Colangelo all’ar- vento si inserisce in un contesto rivo del nuovo capo: un “interre- mafioso, si possono svolgere ingno” di quasi due anni. dagini più approfondite, che a «A seguito di quel primo contat- detta degli inquirenti, produrto, sono emerse diverse criticità, ranno tra qualche mese, imporche hanno indotto la commissione tanti risultati. La commissione ha a convocare a Roma i magistrati potuto constatare che permangoper farsi un’idea di quanto sta suc- no situazioni ancora poco chiare, cedendo in quei luoghi». Spiegano sulla quale procederanno le indai deputati 5 Stelle. gini (...) I membri della commis«Anche se non emergono fatti sione Antimafia del M5S vogliono degni della cronaca nazionale - accendere dunque un faro sulla spiega la nota - la Basilicata è una Basilicata, su quanto sta accadenterra ricca di beni, petrolio, turi- do, convinti che il troppo silenzio smo, agricoltura: beni che fanno non è segno di serenità sociale, gola alla criminalità anche di ma di una strisciante penetraziostampo mafioso. Con la dottoressa ne delle organizzazioni criminali. Gravina, sono stati ripercorsi i nu- Il contributo dei cittadini, le loro merosi eventi succedutesi in que- segnalazioni, possono aiutare ad sti anni, che sono sempre stati sot- impedire l’installarsi di fenomeni tovalutati, considerati ad appan- che possono diventare cancro che naggio della criminalità locale. divora la parte sana della socieComportamenti ritenuti distanti tà». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it UNIVERSITÀ 9 Alla quarta votazione il vincitore della sfida universitaria Gli impegni: studenti, ricerca e rapporto con la regione «Cerco un’Unibas del territorio» Aurelia Sole è stata eletta rettore dell’ateneo lucano. Succede a Mauro Fiorentino | di SARA LORUSSO POTENZA - «C’è il nuovo rettore dell’Unibas, prima donna nel ruolo in Basilicata. Auguri!», le scrivono un po’ ovunque sulle bacheche Facebook di Potenza e dintorni. Aurelia Sole è la nuova guida dell’ateneo lucano, uscita vittoriosa dal balottaggio con Carmine Serio, delegato alla ricerca che si è fermato a 127 voti. Sole, con delega alla didattica, ne ha raccolti 178. «Io spero di metterci doti di relazione, pazienza, capacità di ascolto. La mia responsabilità è grande a prescindere, non solo per il fatto di essere una donna». Ma il risultato è «storico», dice nella nota di auguri il presidente della Regione Marcello Pittella: «Un atto di innovativa portata, in linea con i grandi processi di cambiamento in atto, a tutti i livelli di responsabilità, nel nostro Paese». Sole sa di avere davanti «parecchie sfide», tutte legate al territorio. Università da far crescere nel rapporto con le città sede, università da rendere attrattiva all’esterno, università da raccontare meglio. «Perché qui di cose belle ne facciamo, anche parecchie». Così mette in fila alcuni dei recenti successi dei «ragazzi di ateneo», studenti, ricercatori, docenti. Premi di ricerca, presenze lucane a meeting internazionali, progetti di alto profilo. «Dobbiamo imparare a raccontarci meglio». Non se lo aspettava, il risultato. Non all’inizio, almeno. Ci sono volute quattro votazioni per decidere il nome del successore di Mauro Fiorentino, rettore uscente che resterà in carica fino al 30 settembre, quando si insedierà ufficialmente la professoressa cosentina. Nelle prime tre votazioni nessuno dei candidati aveva ottenuto la maggioranza richiesta (in corsa c’era anche Carlo Di Renzo, ritiratosi alcuni giorni fa). Per questo è scattato il ballottaggio. Università da curare nel rapporto con le città | Figlia di ferroviere e di una casalinga Formazione femminista e passione in cucina Il rettore Aurelia Sole con la commissione elettorale «Mi ha dato forza l’insistenza di chi mi sosteneva, la grande spinta del personale tecnico-amministrativo, i colleghi ricercatori e docenti». Ma poi, a dover spiegare che cosa resta di questa corsa elettorale, non ha dubbi: «Il bagaglio accumulato negli incontri, nelle riunioni, nelle occasioni di ascolto che ho avuto». Ingegnere, mamma di due figli, sposata, calabrese, potentina d’adozione. Una passione per la cucina, una formazione da femminista, la voglia di comprendere una regione che da subito ha messo al centro degli impegni. «Abbiamo bisogno di ricucire i legami con il territorio, dobbiamo farlo parlando con la comunità e ascoltandola. È evidente che in questo dialogo conti la relazione con le istituzioni. Ma dobbiamo partire da una consapevolezza: l’università fa parte del territorio ed è capace di (deve) fornire un contributo importante per la crescita, può fornire idee». Al centro dell’Ateneo ci sono poi LO SCRUTINIO Come si vota in Unibas AURELIA Sole è stata eletta rettore nella quarta votazione, quella in cui basta un voto in più dell’avversario (ballottaggio), dopo tre votazioni (avvenute il 28 maggio, il 10 giugno e il 24 giugno) in cui nessuno dei candidati ha ottenuto la maggioranza richiesta. I votanti sono stati complessivamente 484. Ad Aurelia Sole sono andati 178 voti complessivi, 127 invece per Carmine Serio. Nell’elezione del rettore hanno diritto al voto i professori di ruolo, i ricercatori a tempo indeterminato e determinato, il personale tecnico-amministrativo e i componenti del Consiglio degli studenti. I voti dei ricercatori a tempo determinato e del personale tecnico-amministrativo sono computati nella misura del 15% di quelli validamente espressi per la categoria. Il mandato del Rettore è unico e non rinnovabile. IL PROFILO gli studenti. «Loro devono studiare, a noi spetta il compito di lavorare per migliorare i servizi, la fase di orientamento, l’accoglienza». Buona ricerca e buona didattica si mescolano nella piccola università. «La dimensione non può e non deve essere un limite. La Basilicata ha un’università con un ruolo sociale, motore di sviluppo e protagonista nella ricerca. Deve sviluppare questa presenza sul territorio». Anche l’ateneo lucano affronta anni di riforme, tagli, cambiamenti. La sopravvivenza è legata al sostegno economico della Regione Basilicata. «Ma il finanziamento non è solo destinato a garantire stipendi, sostiene la ricerca. Ecco perché il rapporto con l’Ente deve poter diventare un valore aggiunto. Ma non dobbiamo mai dimenticare il punto di partenza: questa università è dotata di un capitale importante, che è il capitale umano. È questa la cosa meravigliosa, questo è ciò che dovremmo imparare a tenere saldo e far crescere». ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Basilicata Compartimento della viabilità per la Basilicata ESTRATTO DI BANDO PER GARA CON PROCEDURA APERTA Ente Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.it Lo scrutinio ieri in Ateneo a Potenza AURELIA Sole è nata a Cosenza nel 1957. Figlia di un ferroviere e di una casalinga, sposata e con due figli, si è laureata nel 1984, nell’Università degli Studi della Calabria, in Ingegneria Civile per la Difesa del Suolo e la Pianificazione Territoriale. Dal 1986 lavora nell’Università della Basilicata. Dal 2006 è professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Idrologia. L’attività di ricerca nel corso del tempo si è specializzata nel campo della valutazione del rischio idrologico-idraulico e dell’uso di strumenti di analisi spaziale del territorio. Dal 2007 al 2012 è stata direttore del Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente; dal 2009 al 2012 presidente del Collegio dei Direttori dell’Università della Basilicata. Dal 2003 al 2006 è componente della Giunta – con funzioni di direttore vicario – del Centro di Ricerca Interuniversitario in Monitoraggio Ambientale (CIMA). Dal 2012 coordina il Dottorato di ricerca in Metodi e Tecnologie per il Monitoraggio Ambientale. Dal 2013 è stata Prorettore alla didattica e progetti di internazionalizzazione dei corsi di studio. «L’acqua, il territorio, il paesaggio – scrive nel suo sito (www.aureliasole.it) - e la natura, sono parte della mia vita, da sempre, come studioso e come ingegnere. Ma anche come persona che ama capire e prendersi cura dell’ambiente in cui vive. Amo leggere, l’arte e il cinema. Mi piace cucinare. Amo ascoltare le persone, più che parlare. Nella mia formazione ha svolto un ruolo importante l’impegno nel movimento femminista». ESTRATTO DI BANDO PER GARA CON PROCEDURA APERTA GARA N. PZLAV034-14 Ente Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.it STRADA STATALE N. 658 “POTENZA-MELFI” - LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER IL RIPRISTINO CORTICALE E RISANAMENTO DEI PULVINI DI APPOGGIO DELLA SOLETTA D’IMPALCATO E DELLE PILE DEL VIADOTTO “QUERCE” AL KM. 38+420 - 1° STRALCIO. Importo complessivo posto a base di gara € 1.076.400,00=, suddiviso in € 1.035.000,00= per lavori ed € 41.400,00= per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifica SOA IIIa (terza) con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 984.247,23= Classifica SOA IIIa (terza) ulteriori categorie OS11 € 90.665,96= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010, OS10 € 1.486,81= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010. Cauzione provvisoria 2% € 21.528,00. Progetto n. 4260 del 31/01/2014 - Determina a Contrarre n. CPZ-0013589-I del 18/06/2014 - CIG: 5815615D4E - contributo Autorità € 140,00= (pena esclusione dalla gara, produrre con la documentazione l’attestazione del versamento). Lavori a misura. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 21/07/2014, data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 22/07/2014. Modalità dell’aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82, comma 2, lettera a) del D. L.gs 163/2006 e s.m.i. mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. La stazione appaltante, inoltre, intende avvalersi del combinato disposto di cui agli articolo 122, comma 9 e 253, comma 20 bis del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. In presenza di un numero di offerte valide inferiore a 10 non si procederà all’ esclusione automatica e in tal caso, si applicherà l’articolo 86, comma 3, del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. n. 71 del 25/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto ufficiale è depositato presso gli Uffici ANAS S.P.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità, in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non ufficiali con versioni modificate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Alessandro MEDICI. IL CAPO COMPARTIMENTO: Ing. Francesco CAPORASO STRADA STATALE N. 658 “POTENZA-MELFI” - LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER L’ADEGUAMENTO DELLE OPERE MARGINALI DI PROTEZIONE ALLA NORMATIVA VIGENTE TRA IL KM 14+500 ED IL KM. 48+130. Importo complessivo posto a base di gara € 1.896.180,00= IVA esclusa, suddiviso in € 1.859.000,00= per lavori ed € 37.180,00= per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OS12-A Classifica SOA IVa (quarta) con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OS12-A € 1.896.180,00= Classifica SOA Classifica SOA IVa (quarta). Cauzione provvisoria 2% € 37.923,60. Progetto n. 4257 del 31/01/2014 - Determina a Contrarre n. CPZ-0013588-I del 18/06/2014 - CIG: 58155442BA - contributo Autorità € 140,00= (pena esclusione dalla gara, produrre con la documentazione l’attestazione del versamento).Lavori a misura. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 21/07/2014, data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 22/07/2014. Modalità dell’aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82, comma 2, lettera a) del D. L.gs 163/2006 e s.m.i. mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. La stazione appaltante, inoltre, intende avvalersi del combinato disposto di cui agli articolo 122, comma 9 e 253, comma 20 bis del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. In presenza di un numero di offerte valide inferiore a 10 non si procederà all’ esclusione automatica e in tal caso, si applicherà l’articolo 86, comma 3, del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. n. 71 del 25/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto ufficiale è depositato presso gli Uffici ANAS S.P.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità, in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non ufficiali con versioni modificate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Alessandro MEDICI. IL CAPO COMPARTIMENTO VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZA Tel. 0971/608111 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it GARA N. PZLAV033-14 Ing. Francesco CAPORASO VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZA Tel. 0971/608111 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Venerdì 27 giugno 2014 Primo www.ilquopiano tidianoweb.it A proposito di Patto di stabilità: il sindaco di Montalbano sciopera perché il suo paese è tutto un cantiere. rete idrica incompiuta, l’impresa non è stata pagata da Acquedotto che a sua volta non è stata pagata dalla Regione Con il letto dentro al municipio per protesta di ANNA CARONE CHI lo conosce, sa che non sta scherzando, Enzo Devincenzis, Sindaco di Montalbano Jonico, quando dice che vuole avviare per il 1 Luglio a uno sciopero della fame al fine di far ripartire i lavori per il rifacimento della rete idrica e fognaria interrotti dall’impresa perché non pagata, ha certezza che lo farà. L’impresa ha fermato il cantiere, in quanto AQL non paga perché la Regione, non liquida, causa sforamento patto di stabilità. E’ un gatto che si morde la coda e la cui danza, il Sindaco di Montalbano intende far cessare, avviando così una forma estrema di protesta. Del resto lui è il Sindaco delle proteste, tanto avvenne in passato, tanto avviene ancora oggi quando si mette a capo, con i suoi mezzi, di tante manifestazioni degli imprenditori agricoli. Chi entra nella sua stanza in Municipio, in questi giorni, accanto al gonfalone, trova un letto e su di esso, adagiata la fascia tricolore. Adagiato il simbolo, ma non la persona che, a tutti i costi vuole la ripresa dei lavori nella sua città, forzatamente interrotti e che tanto disagio creano anche ai cittadini in questo periodo di caldo più che mai. Il patto di stabilità non può esistere, bisogna andare in deroga per Devincenzis perché diversamente alla morte delle imprese, si affianca anche l’aumento delle incompiute che tanti danni possono produrre alla sicurezza e salute pubblica. Di tutto ha fatto il primo cittadino di Montalbano in questi mesi per sollecitare gli organismi competenti alla risoluzione della questione, senza ottenere soddisfazione delle richieste. Sindaco, pensa che questa protesta L’improvvisata camera da letto del sindaco in municipio, e un particolare dell’asfalto in paese porterà ad un risultato? “Io spero proprio di si, del resto è un cammino avviato già da troppo tempo e in modo incalzante, attraverso incontri in Regione, lettere e richieste scritte agli organismi preposti, con proposte e suggerimenti di intervento, acchè si provvedesse subito, alla risoluzione del problema che riguarda tutto il centro abitato se si pensa che ci sono ancora aree con fogne a cielo aperto, come nei borghi periferici. La condotta idrica che va rifatta, il sistema fognario, le buche aperte nelle strade, sono solo disagi che restano ai cittadini e dinanzi ad un problema di sanità e salute pubblica non c’è patto di stabilità che tenga”. Lei si può identificare come il Sindaco delle proteste, le fa piacere questa definizione? “In realtà in questo caso più che mai sento che la mia è una manifestazione di civiltà e per tale vorrei che passasse. Di proteste ne ho fatte tante da libero cittadino ma anche da amministratore, già nel lontano ’89, poi negli anni ’90, soprattutto nel periodo della crisi idrica, anche in quei casi feci uno sciopero della fame, e così per il sollevamento della vasca di San Nicola per la quale furono spesi miliardi senza sortire utilità. E poi a Roma con i trattori e ancora l’ultima manifestazione dei forconi lucani. Non temo forme di proteste coraggiose, voglio solo che si Pittella replica a Benedetto e Rosa: «Nessuna demagogia, solo necessità» SFORARE il patto di stabilità interno senza portare il Ddl approvato in Giunta alla discussione dell’aula consiliare, bypassare il confronto col governo centrale e tutte le fasi interlocutorie che hanno già portato di fatto la questione sui tavoli nazionali e visto tutte le Regioni coinvolte e unite in questa battaglia. E’ questo l’invito che mi fa il consigliere Benedetto, al quale vorrei ricordare e puntualizzare alcuni aspetti. Non c’è nulla di demagogico né populista nelle ultime iniziative intraprese in accordo con la mia Giunta, c’è al contrario la netta convinzione di aver posto delle condizioni a fronte di una peculiarità tutta lucana sulla necessità di revisione dei vincoli del patto, e dimostrato che la Basilicata sta facendo e farà sul serio richiamando – questo è il punto – proprio il Governo ad una assunzione di responsabili- tà sul futuro della nostra Regione. Ci dicano Renzi e i suoi ministri come potremo riuscire a pagare 550 milioni di debiti potendone spendere solo 220, pur avendo in cassa le risorse necessarie che oggi ci consentirebbero di saldare tutti gli impegni assunti dando così una forte boccata di ossigeno all’economia lucana. Benedetto conosce, immagino, le sanzioni previste in caso di sforamento del patto. E quindi, come noi, è sicuramente consapevole che nell’anno successivo a quello in cui si è verificato lo sforamento dovremmo restituire alla Tesoreria dello Stato quanto speso in più, con una serie di aggravanti normative: blocco delle assunzioni, stop ai contratti di collaborazione, divieto di procedere alle stabilizzazioni, a partire da quelle in corso. Come dire: mentre con il Ddl da noi proposto lasciamo il cerino nelle mani del Governo, con lo sforamento del Patto ci bruceremmo le dita da soli senza avviare (come sicuramente avverrà con la prima soluzione) alcuna interlocuzione a livello governativo. Al consigliere Rosa, poi, che ritiene il Ddl un pasticciaccio chiedo, anche per le considerazioni appena fatte, quale sarebbe, dal suo punto di vista, la via da percorrere. Egli sa bene che quando le sue idee mi convincono, sono il primo a sostenerle a spada tratta, senza che mi faccia velo il suo diverso orientamento politico. E’ evidente che una maggiore flessibilità sui vincoli del patto non rappresenterebbe la panacea ad ogni male, ma di sicuro è la medicina più immediata e almeno temporalmente risolutiva per non morire di inedia. dal profilo facebook del presidente della Regione Marcello Pittella raggiunga il risultato”. E’ una manifestazione forte solo del Sindaco Devincenzis o di tutta l’Amministrazione? “Sicuramente tutti i consiglieri di maggioranza sono con me, mi sosterranno, faranno anche loro delle iniziative e, mi auguro si costituisca un comitato di cittadini. Spero e credo che tutti i consiglieri comunali anche di opposizione, sposeranno la causa”. Intanto tutto è pronto per il 1 Luglio, l’avvio della protesta sarà preceduto da un incontro con i servizi di informazione, anche perché lo scopo è quello che il messaggio arrivi nelle sedi deputate. Cd: «Cerchiamo posizioni convergenti come in Calabria» «PIU’ che al “gioco del cerino” siamo interessati a registrare posizioni convergenti a quelle del nostro capogruppo in Consiglio Regionale Nicola Benedetto per dimostrare che sforare il Patto di stabilità non è più un tabù». E’ quanto sostiene il coordinamento regionale di Centro democratico riferendo che la presidente facente funzioni della Regione Calabria Antonella Stasi – secondo quanto informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta calabrese – partecipando a Roma alla riunione di apertura del tavolo ufficiale per discutere dei vincoli imposti dal patto di stabilità si è detta pronta a sforare il Patto e ha annunciato che su questa posizione complessivamente c’è la disponibilità acquisita in totale di cinque Regioni. Inoltre – aggiunge l’organismo dirigente di CD – se ci fosse ancora bisogno di motivazioni sono leanalisisuidatidimonitoraggiodelPattosiadelleRegionichedeglientilocali(comu- ni e province), fatte dalla Corte dei Conti a ribadire la legittima rivendicazione. Le analisi sono precedute da specifici riferimenti alla disciplina del Patto ed alla sua evoluzione negli ultimi anni, con raffronto tra i diversi parametri utilizzati per definire gli obiettivi e le finalità perseguiti.Lo studio congiunto dei fattori che concorrono a determinare le risultanze del Patto ha consentito alla Corte di focalizzare le modalità con cui i diversi enti sono riusciti a raggiungere gli obiettivi, pur in un quadro di reiterate manovre di finanza pubblica, le quali, nel quinquennio 2009-2013, si sono tradotte in unabbattimentocomplessivodispesaparirispettivamentea17,2miliardidieuroperilsettore regionale(di cui 10,5 miliardi per le Regioni a statuto ordinario e 6,7 miliardi per le Regioni a statuto speciale) ed a16,3miliardiperilcompartoentilocali(di cui 3,9 miliardi per le province e 12,4 miliardi per i comuni). RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 15 Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it Tito: brutta disavventura ieri mattina per una 60enne residente in contrada Martir\i Picchiata e legata da due rapinatori Aveva offerto un bicchiere d’acqua ai due aggressori pensando che si fossero persi POTENZA - Li avrebbe visti arrivare con l’aria spaesata di chi non sa bene dov’è capitato. D’altronde da quelle parti della periferia di Tito, in contrada Martiri verso la torre di Satriano, non passa davvero quasi mai nessuno. Ma quando ha aperto la porta per offrire un bicchiere d’acqua l’avrebbero afferrata, colpita e legata con uno spago da imballaggio. E poteva finire anche molto peggio. E’ stata ricoverata in via precauzionale all’ospedale San Carlo di Potenza la signora di Tito aggredita ieri mattina in un maldestro tentativo di rapina. I carabinieri sono sulle tracce dei responsabili ma al momento la donna non è stata in grado di riconoscerli e considerato lo shock subìto i militari hanno deciso di aspettare qualche ora prima di chiederle altri sforzi. Tutto sarebbe avvenuto verso le 9 e mezzo quando due uomini sono comparsi vicino all’abitazione della donna, una contadina, che li ha visti arrivare da lontano. Le loro vere intenzioni si sono manifestate poco dopo, ma nella casa, un’abitazione di campagna con alcuni locali annessi adibiti a ferramenta, non avrebbero trovato granché di valore. Per questo se ne sarebbero andati senza portare via nulla. La donna si sarebbe riuscita a STALKING Potenza: perseguitava la ex Condannato a 2 anni e mesi Sul posto sono intervenuti i carabinieri liberare i polsi poco dopo ed è stato il proprietario del fondo vicino a notarla mentre camminava davanti casa in stato confusionale. Così si è avvicinato e appena si è reso conto dell’accaduto ha chiamato soccorsi. Mentre la signora veniva portata in ospedale i carabinieri hanno setacciato la casa in cerca di tracce ematiche e impronte digitali, prelevando alcuni reperti che potrebbero rivelarsi utili per un confronto con eventuali sospettati. Il pensiero, infatti, è andato subito a un caso tuttora irrisolto come l’omicidio di Rocco Massaro, il 72enne stroncato da un infarto mentre un rapinatore gli teneva un fazzoletto premuto sulla bocca e l’altro rovistava nella sua modesta abitazione di Oppido. Motivo per cui i militari non sembrano intenzionati a lasciare nulla di intentato per scoprire i responsabili ed evitare che prendano di mira altri anziani con tutti i rischi che questo comporta. [email protected] POTENZA - “L’incubo” sarebbe durato per anni: prima le violenze a casa, poi la persecuzione e le minacce quando lei se n’è andata via. Ma adesso il suo aguzzino è stato condannato e per il Tribunale di Potenza Antonio D’Aversa dovrà scontare 2 anni e 8 mesi di reclusione. E’ finito così ieri in serata il processo di primo grado per il 46enne pluripregiudicato accusato di stalking e maltrattamenti, assistito dall’avvocato Massimo Maria Molinari. La vittima è l’ex compagna, che a marzo del 2011 dopo un periodo di separazione lo ha denunciato racconLa vittima tando agli agenti della Squadra mobile di Potenza le miera l’ex nacce, gli insulti continui e l’ossessione per i suoi spocompagna stamenti. In diverse occasioni D’Aversa avrebbe seguita dell’uomo con l’auto cercando di farla accostare con manovre speche per ricolate, e in un caso avrebbe anche tentato di speronarsfuggirgli la così la donna, assistita dall’avvocato Cristiana Covielera lo, si e’ dovuta rifugiare in una casa famiglia, e poi da aldovuta cuni parenti. scappare A maggio del 2012 per D’Aversa erano scattati anche gli arresti domiciliari. Ieri invece il pm Gerardo Salvia aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione. Nei prossimi giorni verranno depositate le motivazioni. [email protected] Migliorare le leggi regionali «Il corpo è stato spostato» Il Consiglio ci prova sul serio Primi testimoni in aula In arrivo due avvisi pubblici per progetti di ricerca e tirocini Il processo per la morte di Mario Cuccaro IL corpo di Mario Cuccaro è stato spostato dai sanitari del 118 che hanno effettuato un tentativo di rianimazione prima dell'arrivo della polizia. Lo ha raccontato ieri pomeriggio uno degli agenti della scientifica intervenuti nell’appartamento al primo piano di una palazzina di rione Lucania, a Potenza, dove il 22 marzo del 2011 è stato ritrovato il 19enne. Ieri in Tribunale è iniziata la sfilata dei testimoni del processo a carico di Aldo Di Virgilio e Sonia Galasso, due amici che erano con lui la sera prima. Per loro l’accusa è di morte come conseguenza di altro delitto, che sarebbe la cessione di una dose di eroina rivelatasi letale. Secondo il perito nominato all'epoca dalla Procura a causare il decesso del giovane sarebbe stato un edema polmonare da overdose. Ma il padre di Cuccaro non si è mai rassegnato a questa versione e ieri era in udienza assieme alla madre a uno dei due compagni del figlio alla sbarra. Di fronte al Tribunale il poliziotto ha spiegato di essere entrato nell’appartamento per effettuare i rilievi del caso soltanto dopo i sanitari e i familiari di Cuccaro, che a quel punto era già supino, mentre era stato ritrovato in ginocchio. L’udienza è stata rinviata per sentire gli ultimi testimoni prima del perito che ha analizzato le sostanze accusate di aver provocato la morte del giovane. Mario Cuccaro Piero Lacorazza Bernalda, morta con un coltello nel petto E’ STATA trovata in una pozza di sangue con un coltello conficcato nel petto. Per questo il pm ha disposto l’autopsia, anche se tra gli investigatori la tesi più accreditata resta il suicidio. Sono al lavoro da ieri i carabinieri di Bernalda per chiarire le circostanze del decesso di una signora 82enne. A far propendere per la tesi del gesto autolesionista ci sarebbero i trascorsi clinici della stessa che aveva manifestato problemi psichici e sarebbe stata ancora in terapia. Ma per le modalità del gesto è ancora presto per escludere altre ipotesi, e una conferma importante potrebbe arrivare proprio dall’esame autoptico del corpo. QUATTRO azioni «per migliorare l’attività legislativa» del consiglio regionale della Basilicata sono state annunciate dal presidente dell’assemblea, Piero Lacorazza. Le quattro azioni consistono nel rafforzamento dell’ufficio legislativo, studi e documentazione (con un funzionario direttivo e due dottorandi e alcuni tirocinanti, tutti specializzati o specializzandi); nella «redazione di testi unici e nell’aggiornamento normativo per settori organici», anche attraverso il «contributo scientifico dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie «Massimo Severo Giannini» del Cnr; infine nella pubblicazione, il 30 giugno, di due avvisi pubblici. Il primo avviso - ha spiegato l’ufficio stampa del consiglio regionale - «ha lo scopo finanziare due progetti di ricerca presentati dalle Università italiane pubbliche e private che hanno attivato dottorati di ricerca in materia di diritto costituzionale e diritto pub- blico generale, diritto regionale e degli enti locali, metodi e tecniche della formazione e della valutazione delle leggi; il secondo, rivolto agli stessi soggetti, riguarda l’attivazione di alcuni tirocini formativi, fino a un massimo di dieci». Lacorazza ha sottolineato che «fare leggi chiare e comprensibili, ma anche e soprattutto verificare se e come vengono applicate, è l’obiettivo delle azioni messe in campo dall’ufficio di presidenza, dopo l’ampio confronto avuto con i capigruppo. Migliorare la qualità dell’attività legislativa è il principale obiettivo che ci poniamo per questa fase della legislatura. Per farlo occorre migliorare ogni fase del procedimento legislativo: dall’attività di approfondimento svolta nelle Commissioni, al supporto tecnico degli Uffici, fino alle forme di partecipazione dei cittadini e del mondo associativo, che devono poter seguire e commentare ogni momento della formazione di una legge». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it INDOTTO FIAT Il sindacato non sottoscrive l’ipotesi accettata invece dalle altre sigle La Fiom dice no all’accordo L’intesa firmata in Confindustria riguarda 12 aziende per 1.539 lavoratori MELFI - Dopo una intensa “due giorni in Confindustria”, per discutere con le aziende dell’indotto Fiat Sata di Melfi consorziate in Acm, la Fiom Cgil, in una conferenza stampa convocata ieri mattina nella sede di via Bertazzoni per illustrare l’evolversi della trattativa, ha confermato «la mancata sottoscrizione di quella che impropriamente - ha spiegato il segretario generale di Cgil Basilicata Emanuele De Nicola - viene definita ipotesi di accordo». Le restanti sigle sindacali, invece, hanno deciso di sottoscrivere quello che per Fiom «rappresenta un deciso passo indietro rispetto a quanto ottenuto dal 2004 ad oggi». L’intesa sottoscritta ieri in Confindustria riguarda dodici aziende per un totale di 1539 lavoratori. «La Fiom -ha sottolineato De Nicola - si auspica però una ripresa della trattativa ed una revisione del testo dell’accordo», che prevede, allo stato dell’arte, «una riorganizzazione dell’attività sui 18 turni e lo straordinario obbligatorio fino a 120 ore». Questo, è emerso durante la conferenza stampa indetta da Fiom, «si traduce in flessibilità totale dei dipendenti, che si vedranno costretti a lavorare dal lunedì alla domenica a partire dalle sei del mattino». C’è poi ancora un altro punto dell’accordo che Fiom vorrebbe ridiscutere, ritenendolo del tutto ingiustificato: nelle quasi trenta pagine firmate da Fiat e aziende consorziate in La flessibilità totale la pagheranno solo i lavoratori di San Nicola Emanuele De Nicola con Valeria Matone (Foto Mattiacci) LA SODDISFAZIONE DI CHI HA FIRMATO «Un accordo strategico per il comparto auto» IL consorzio Acm Melfi (rappresentato dal presidente Giuseppe Codovini e Gianni Mulè), le organizzazioni territoriali Uilm, Fim Cisl, Fismic e Ugl, la Confindustria Basilicata (rappresentata dal direttore generale Carriero e da Leopardi Barra), «hanno raggiunto un importante intesa, di rilievo strategico per l’intero comparto auto Acm Melfi». All’intesa hanno altresì aderito le rsu delle singole aziende del comparto auto consorzio Acm di Melfi e i responsabili delle stesse, presenti nell’occasione. L’intesa consente «di creare a livello normativo ed economico, le condizioni che possano garantire la continuità produttiva delle aziende del comparto auto Acm di Melfi, sin dalla assegnazione delle commesse di fornitura, da cui deriva, altresì, l’obiettivo della salvaguardia dei livelli occupazionali. L’applicazione della predetta disciplina collettiva persegue l’obiettivo di Acm si parla di un “atipico” premio di produttività. «Quest’ultimo - sottolineano da Fiom -, da sempre legato ai numeri, ora viene calcolato sulla garantire incrementi di competitività ed efficienza, nonché di rendere omogenei i sistemi contrattuali all’interno del comprensorio di Melfi, nell’ottica di sostegno agli investimenti e all’avvio di nuove attività, nonché per favorire lo sviluppo economico e la salvaguardia occupazionale nell’ambito del comparto auto Melfi. Il risultato raggiunto costituisce al contempo il punto di approdo di un laborioso percorso condiviso tra le parti sociali e il punto di partenza di un progetto ambizioso che si auspica possa consentire alle aziende e a tutti i lavoratori delle stesse di raccogliere la sfida del mercato automobilistico globale assicurando loro garanzie sempre maggiori». Per la segreteria Fismic Basilicata si tratta di un accordo importante e positivo che si caratterizza per la capacità di rispondere alla domanda di flessibilità per tutte le aziende del Consorzio. base della presenza in fabbrica andando completamente a stravolgere i principi per i quali era stato creato». Un operaio, in sostanza, stando a quanto sottoscritto, prenderà una maggiorazione in busta paga sulla base delle ore di lavoro, qualunque sia la sua reale produzione. «Un mo- do - denunciano in Fiom - per controllare le assenze, finanche quelle previste da contratto come i permessi per assistenza figli o disabili». Se la ‘crescita produttiva’, ha detto De Nicola, «rappresenta un obiettivo comune di tutte le parti in causa», Fiom Cgil sostiene che non ci sia «necessità di misure simili per ottenerla». «Gli obiettivi raggiunti in passato - ha detto in proposito De Nicola - dimostrano quanto la produttività sia piuttosto proporzionale ad una buona condizione di lavoro». In Sata, è emerso ancora, seguendo l’andamento generale del mercato dell’auto si rischia di essere ben presto in esubero. Fiat ha infatti deciso che una linea produttiva sarà interamente dedicata ai modelli Jeep e Cinquecento, l’altra alla Grande Punto. Nella realtà, però, non è dato sapere fin quando continuerà la produzione di quest’ultima che lascerà, a produzione terminata, numerosi lavoratori in cassa integrazione. «Gli incontri tenutisi negli ultimi tre mesi - ha sottolineato ancora il segretario generale di Cgil Basilicata - non hanno tenuto in nessun conto i numeri raggiunti grazie alla sottoscrizione dei precedenti accordi con Sindacati e lavoratori tutti. Vorremmo, a questo proposito, che la casa madre si rendesse conto che dal 2004 ad oggi sono state prodotte ben 370mila autovetture lavorando sui 17 turni. Cifre andate ben oltre le più rosee aspettative». Al momento, però, pare resti ben poco da fare. Quella definita ipotesi di accordo è in realtà un intesa vera e propria che Acm e Fiat non sono disposte a modificare e che andrà in vigore a partire dal primo luglio, «senza cioè che ci sia stata una vera e propria discussione con i lavoratori, prevista entro il 10 luglio, ben oltre cioè la data di entrata in vigore del nuovo accordo». Michele Russomanno ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Basilicata Compartimento della viabilità per la Basilicata Compartimento della viabilità per la Basilicata ESTRATTO DI BANDO PER GARA CON PROCEDURA APERTA Ente Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.it GARA N. PZLAV029-14 STRADA STATALE N. 95 VAR - LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER IL RISANAMENTO STRUTTURALE DEL VIADOTTO “FRAGNETO” E LA VERNICIATURA DEI RELATIVI IMPALCATI METALLICI. Importo complessivo posto a base di gara € 2.440.000,00=, suddiviso in € 2.370.000,00= per lavori ed € 70.000,00= per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifica SOA IV (quarta) con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 1.508.868,84= Classifica SOA IIIa-Bis (terza-bis) ulteriori categorie OS8 € 512.437,00= Classifica SOA IIa (seconda), OS23 € 266.227,47= Classifica SOA Ia (prima), OS11 € 146.297,19= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010, OS10 € 6.169,49= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010. Cauzione provvisoria 2% € 48.800,00. Progetto n. 4219 del 29/08/2013 - Determina a Contrarre n. CPZ-0013596-I del 18/06/2014 - CIG: 532696703C - contributo Autorità € 140,00= (pena esclusione dalla gara, produrre con la documentazione l’attestazione del versamento).Lavori a misura. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 21/07/2014, data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 22/07/2014. Modalità dell’aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82, comma 2, lettera a) del D. L.gs 163/2006 e s.m.i. mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. La stazione appaltante, inoltre, intende avvalersi del combinato disposto di cui agli articolo 122, comma 9 e 253, comma 20 bis del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. In presenza di un numero di offerte valide inferiore a 10 non si procederà all’ esclusione automatica e in tal caso, si applicherà l’articolo 86, comma 3, del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. n. 71 del 25/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto ufficiale è depositato presso gli Uffici ANAS S.P.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità, in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non ufficiali con versioni modificate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Alessandro MEDICI. IL CAPO COMPARTIMENTO: Ing. Francesco CAPORASO VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZA Tel. 0971/608111 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it ESTRATTO DI BANDO PER GARA CON PROCEDURA APERTA Ente Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.it GARA N. PZLAV032-14 STRADE STATALI N. R.A.005 “SICIGNANO-POTENZA -7 VAR B “APPIA”- 407 “BASENTANA” - LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER LA RIQUALIFICA DELLA PAVIMENTAZIONE IN TRATTI SALTUARI DAL KM. 32+334 AL KM. 51+500 DELLA S.S. R.A. 005 “SICIGNANO-POTENZA; DAL KM. 466+800 AL KM. 468+300 DELLA S.S. N. 7 VAR B “APPIA”; DAL KM. 0+000 AL KM. 6+200 E DAL KM. 68+500 AL KM. 97+600 DELLA S.S. N. 407 “BASENTANA”. Importo complessivo posto a base di gara € 3.208.288,14= IVA esclusa, suddiviso in € 3.168.288,14= per lavori ed € 40.000,00= per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifica SOA IVa-BIS (quarta-bis) con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 3.097.741,84= Classifica SOA IVa-Bis (quarta-bis) ulteriori categorie OS10 € 110.546,30= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010. Cauzione provvisoria 2% € 64.165,76. Progetto n. 4254 del 29/01/2014 - Determina a Contrarre n. CPZ-0013587-I del 18/06/2014 - CIG: 5815528585 - contributo Autorità € 140,00= (pena esclusione dalla gara, produrre con la documentazione l’attestazione del versamento).Lavori a misura. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 21/07/2014, data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 22/07/2014. Modalità dell’aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82, comma 2, lettera a) del D. L.gs 163/2006 e s.m.i. mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. La stazione appaltante, inoltre, intende avvalersi del combinato disposto di cui agli articolo 122, comma 9 e 253, comma 20 bis del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. In presenza di un numero di offerte valide inferiore a 10 non si procederà all’ esclusione automatica e in tal caso, si applicherà l’articolo 86, comma 3, del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. n. 71 del 25/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto ufficiale è depositato presso gli Uffici ANAS S.P.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità, in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non ufficiali con versioni modificate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Alessandro MEDICI. IL CAPO COMPARTIMENTO: Ing. Francesco CAPORASO VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZA Tel. 0971/608111 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it ESTRATTO DI BANDO PER GARA CON PROCEDURA APERTA Ente Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.it GARA N. PZLAV030-14 STRADA STATALE N. 95 VAR - LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER IL RISANAMENTO STRUTTURALE DELLA GALLERIA ARTIFICIALE “SANTA LUCIA”. Importo complessivo posto a base di gara € 970.000,00=, suddiviso in € 940.000,00= per lavori ed € 30.000,00 = per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OS23 Classifica SOA IIIa (terza) con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OS23 € 480.323,36= Classifica SOA IIa (seconda) ulteriori categorie OS8 € 341.637,75= Classifica SOA IIa (seconda), OG3 € 148.038,89= Classifica SOA Ia (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. 207/2010. Cauzione provvisoria 2% € 19.400,00. Progetto n. 4214 del 29/08/2013 - Determina a Contrarre n. CPZ-0013593-I del 18/06/2014 - CIG: 5327171892 - contributo Autorità € 80,00= (pena esclusione dalla gara, produrre con la documentazione l’attestazione del versamento).Lavori a misura. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 21/07/2014, data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 22/07/2014. Modalità dell’aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82, comma 2, lettera a) del D. L.gs 163/2006 e s.m.i. mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. La stazione appaltante, inoltre, intende avvalersi del combinato disposto di cui agli articolo 122, comma 9 e 253, comma 20 bis del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. In presenza di un numero di offerte valide inferiore a 10 non si procederà all’ esclusione automatica e in tal caso, si applicherà l’articolo 86, comma 3, del D. Lgv. 163/2006 e s.m.i. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. n. 71 del 25/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto ufficiale è depositato presso gli Uffici ANAS S.P.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità, in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non ufficiali con versioni modificate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Alessandro MEDICI. IL CAPO COMPARTIMENTO: Ing. Francesco CAPORASO VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZA Tel. 0971/608111 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 17 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Il neo consigliere Galella ha incontrato privati e associazioni in vista dell’estate «Gli eventi partono dal basso» E per quanto riguarda gli “ostacoli” si pensa già a come snellire la burocrazia DOVEVA essere un incontro per costruire il cartellone degli eventi estivi in città. Alla fine è risultato un elenco di richieste e di ostacoli che privati e associazioni incontrano ogni qual volta vogliono provare a organizzare qualche iniziativa. Costi eccessive della Siae, occupazione del suolo pubblico, orari troppo rigidi per quanto riguarda la musica e per la chiusura delle scale mobili, l’esigenza di navette. Perché è troppo facile limitarsi a dire: programmiamo il cartellone estivo. Più complicato è snellire la burocrazia e agevolare, anche nei costi, l’intraprendenza di chi ha voglia di proporre. L’attuale amministrazione comunale cerca di partire proprio da qui. Per tutte le associazioni, esercenti o singoli in- Rappresentanti di associazioni e privati durante l’incontro con il consigliere Galella dividui, artisti e musicisti i cui even- consigliere comunale Alessandro nel cartellone. «Lo scopo – ha detto ti entreranno a far parte del cartello- Galella alle associazioni, agli eser- Galella – è sì di evitare l’accavallarsi ne patrocinato dal Comune di Poten- centi e ai comitati di quartiere pre- di date e iniziative e metterle a sisteza, dunque, pubblicità gratuita se- senti ieri all’incontro. Chi non ne è ma, ma è soprattutto cambiare la condo i canali consoni all’ammini- stato al corrente ha l’occasione di percezione che si ha della città, tropstrazione (affissioni, comunicati presentarsi martedì prossimo, alle po spesso considerata una città dove stampa, spazi per eventuali confe- 17.30, al Comune. L’idea è infatti di non si organizza mai nulla. Non è renze stampa) ma anche palchi, ser- predisporre una serie di incontri al così e il più delle volte tale perceziovice a basso costo, suolo pubblico fine di programmare insieme le date ne è dovuta proprio a una mancanza gratuito. Per ridurre l’impatto della degli eventi proposti. Ciascuno ha a di organizzazione e di sinergia tra Siae, l’intenzione è quella di giunge- disposizione un modulo in cui inse- gli eventi e i soggetti che li proponre a un accordo in modo da ammor- rire i recapiti e descrivere l’iniziati- gono». Metterli insieme attorno a un tizzare i costi sull’intero “pacchetto va. Non ci sarà alcuna selezione. tavolo è quindi già uno degli obiettiestate”. E’ quanto ha illustrato il Qualsiasi evento può essere inserito vi degli incontri. «Il Comune – ha continuato il neo consigliere - vuole essere ricettore delle vostre esigenze e stimolatore per quelle zone dalle quali magari non arrivano proposte». Ma sia ben chiaro: «Non siamo qui ad organizzare feste». E infatti anche la pulizia di un’area, come proposto dal Fai di Potenza, che proprio oggi sarà al Parco Elisa Claps di Macchia Romana per ripulire un antico rudere, può entrare a far parte del cartellone. Simile è la proposta di un’altra associazione che vorrebbe riqualificare il ponte romano di San Vito, con una pulizia e poi con degli eventi. E poi, ancora, tornei di sport itineranti nei diversi quartieri della città, tornei di burraco, spettacoli musicali e un’originale concorso di Murales con giuria esperta a Bucaletto, proposto dal comitato “La cittadella”. La maratona notturna nel centro storico, già prevista per il prossimo 5 luglio con partenza da piazza Mario Pagano alle 20.30 e il miniciclismo a Poggio Tre Galli. I tempi che l’amministrazione comunale si è data e ha dato agli «organizzatori dal basso» sono strettissimi: entro metà luglio si parte, fino a metà settembre. Insomma, bisogna rimboccarsi le maniche. Anna Martino IN CITTÀ L’APPELLO Non demolire i treni Fal CI associamo all’appello del TigiUro al neo sindaco De Luca: salviamo questi vecchi treni Fal dalla demolizione, possono diventare pezzi da museo. LA PETIZIONE Firme per Largo San Michele © RIPRODUZIONE RISERVATA Presentato allo Stabile il libro “Viaggio in Basilicata” Quell’unico filo rosso che unisce i “Poteri invisibili” “A QUANTI, con umiltà , costruiscono giustizia; a quanti, in silenzio, piangono in attesa di giustizia” è la dedica presente sull’ultimo libro di Don Marcello Cozzi dal titolo “Poteri invisibili. Viaggio in Basilicata tra affari, mafie, omicidi e verità sepolte”. Il volume presentato nel teatro Stabile vuole essere un’occasione per riflettere e per cercare di comprendere il legame sotteso a numerosi fatti di cronaca verificatisi in questi anni in Basilicata. C’è un unico filo nero che si dipana da vicende apparentemente isolate, ma che son Marcello Cozzi prova a legare sulla base di una ricostruzione dei fatti che parte dall’analisi di atti di inchieste giudiziarie, sentenze, verbali e articoli e inchieste di quotidiani locali. La Basilicata allora non è la terra felice in cui tutti sperano di vivere?. Su questo si interroga l’autore. L’intento non è sicuramente quello della denuncia ma è una presa di coscienza di un problema che esiste e che necessita allora di una maggiore consapevolezza e senso civico da parte di tutti. «Noi abbiamo il compito di non dimenticare mai - spiega don Marcello Cozzi - dobbiamo continuare a combattere anche quando i rifletto- ri delle telecamere sono spenti. Io non voglio fare un processo pubblico ma ho l’esigenza e il dovere morale di ricostruire un quadro. Il libro è un semplice strumento utile a percepire davvero cosa è successo, non è l’obiettivo. Tutte le storie raccontate avrebbero meritato un volume a parte. A tutti questi volti voglio dedicare il mio lavoro. È fondamentale entrare nelle storie, nei dettagli perché in essi si cela un grido di dolore». Ed è lo stesso dolore che si legge negli occhi della famiglia Claps, della famiglia Orioli, degli Orlandi e dei Bisogno: persone che non si conoscono ma che siedono nelle fila principali non solo di un teatro , ma della giusti- zia nel suo bisogno più estremo di trovare compimento. «Non è un libro ma è uno strumento globale, complessivo, che ha gettato luce sul fatto che la criminalità organizzata ha invaso il territorio - afferma il giornalista dell’Espresso Lirio Abbate - gli accadimenti vanno letti in maniera unitaria e una società in grado di prendere atto del problema è di sicuro una società evoluta». «Guardare e studiare la realtà criminale della Basilicata mi aiuta ad avere in questa regione un osservatorio sulla realtà sociale spiega il sostituto procuratore della Dna Elisabetta Pugliese - il testo mi ha ispirato LE condizioni della pavimentazione in Largo San Michele sono così gravi da richiedere l’intervento dei cittadini: avviata una petizione popolare. L’INCONTRO Pittella saluta De Angelis Lirio Abbata, primo da sinistra, accanto a don Cozzi (f.Mattiacci) numerose suggestioni ri- nella ricerca della verità. Biguardo a una mafia dalla sognerebbe iniziare a pengeometria variabile , una sare a una legalità organizmafia liquida in grado di pe- zata che appartiene a tutti i netrare nel tessuto sociale. cittadini». In Basilicata, tuttavia, bisoCarlo Lucarelli nella pregna rilevare un dato positi- fazione al libro scrive: “Io, vo: esiste una forte azione di che sono del mestiere, l’ho contrasto alla criminalità letto con un brivido. Anzi, organizzata da parte di au- due. Il brivido appassionato torità giudiziarie e forze del- del lettore di gialli. E quello l’ordine che lavorano in per- spaventato del cittadino con fetta sinergia. E perciò au- la sua coscienza civile”. Angela Salvatore spicabile una collaborazio© RIPRODUZIONE RISERVATA ne anche della società civile COSÌ LAVORA L’ACTA Si raccoglie solo la spazzatura nei cassonetti ABBIAMO seguito un camion per la raccolta dei rifiuti da viale Dante a via Vaccaro: come si vede la spazzatura ritirata è solo quella nei cassonetti, restano a terra le buste che erano fuori. In tempo di crisi l’Acta lavora a metà: una parte si raccoglie, un’altra resta per i randagi di passaggio. UN incontro in Regione per celebrare il successo di Carlo De Angelis, vicecampione mondiale di body building. E Pittella ha parlato della legge per lo sport. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 20 Potenza Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it Oltre seicento ragazzi hanno ballato e cantato con il vescovo, don Carmine e don Cesare La festa degli oratori è in piazza Superbo: «Questi giovani costituiscono la speranza per un futuro migliore» OLTRE seicento giovani in rappresentanza di tutti gli oratori cittadini hanno preso parte ieri in città nelle sedi di piazza Mario Pagano, Villa di Santa Maria e Piazza Don Bosco alla festa degli oratori. I componenti guidati da don Carmine Lamonea, don Cesare Covino e dal vescovo di Potenza-Marsico Nuovo e Muro Lucano, Agostino Superbo hanno trascorso una giornata di festa, all’insegna del ritrovato senso dell’amicizia e della fede. Una festa della pace in piena regola quella vissuta ieri dai giovani che hanno scandito slogan di speranza, trasporto cristiano e relazionale. Ieri mattina in piazza Mario Pagano hanno fatto festa con canti di gioia grazie al contributo offerto loro da don Cesare Covino e don Carmine Lamonea. Il folto gruppo di adolescenti si è poi trasferito per il pranzo a sacco nella villa di Santa Maria trasformata in un vero e proprio ristorante all’aria aperta. Nel pomeriggio inoltrato la comitiva si è spostata La festa dei ragazzi degli oratori in piazza Mario Pagano (Foto Mattiacci) presso piazza Don Bosco per un momento di preghiera gioiosa e serena. «Diciamo grazie al Signore - ha detto festante il vescovo di Potenza - questi giovani costituiscono la speranza per un futuro migliore, sono contento per questa iniziativa». E anche don Cesare Covino si è detto felice per l’evento: «Questa manifestazione torna in città dopo la brillante esperienza dello scorso an- no. Abbiamo creato le premesse per un connubio di passioni, relazioni sociali ed economiche, legato alla fede e alla cristianità. Sono contento per come sono andate le cose». E loro i giovani presenti hanno seguito passo dopo passo i consigli di don Carmine e don Cesare eseguendo canti e balli di gruppo, insieme ai componenti delle tante associazioni cattoliche presenti nelle parrocchie cittadine. Per tutti una giornata di festa, il sole ha riscaldato i cuori e le passioni pulsanti dei ragazzi. Francesco Menonna [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 L’assessore regionale Berlinguer: «Guai a chi promette ma non adempie» Bonifiche e Val Basento, riunita cabina di regia POTENZA - Si è riunita ieri in Regione la Crisin (Cabina di regia per la bonifica dei siti di interesse nazionale) di Tito e della Val Basento. Presenti l’assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer e il direttore generale del Dipartimento Carmen Santoro. «Le valutazioni sullo stato di avanzamento delle procedure per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Accordo di programma quadro - ha dichiarato l’assessore Berlinguer - impongono uno sforzo di responsabilità che non ammette deroghe». L’esponente del Governo regionale ha invitato e sollecitato gli altri enti coinvolti «a evidenziare immediatamente i limiti della propria azione per evitare ulteriori problematicità. Il territorio segue con attenzione l’azione della Regione Basilicata che intende, con questi interventi, risollevare quelle aree da una condizione di marginalità e riconsegnarle ad una opportunità di sviluppo». Il direttore Carmen Santoro, illustrando l’avanzamento delle attività, ha coordinato il tavolo dei responsabili di progetto ed ha messo in chiaro sia il percorso da attuare che il tempi stringenti da rispettare. L’approvazione da parte della Giunta regionale di Basilicata della nuova intesa di collaborazione con Arpab e la razionalizzazione della gestione del programma degli interventi – è emerso dalla riunione della Cabina di regia - rappresentano un ulteriore passo in avanti nel percorso finalizzato a ridurre la complessità delle problematiche da affrontare. Un momento del vertice con l’assessore Berlinguer L’associazione potentina “Together onlus” ha restaurato la chiesa di S. Maria ausiliatrice Un tocco lucano in Libano Domani la struttura sarà consegnata alla comunità di Houssoun POTENZA - Domani con la presenza d’eccezione del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, Cardinale Bechara Rai, si svolgerà la cerimonia di consegna della nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice che si trova a Houssoun, 30 chilometri a Nord di Beirut. La chiesa è stata dall’associazione potentina “Together onlus”. Costruita nel 1962 su iniziativa di don Carlo Moroni e il contributo di benefattori italiani, la chiesa dei Salesiani è stata spettatrice della storia recente del Paese dei Cedri. Dopo cinquantadue anni, grazie all’attività di “Together onlus” con la collaborazione del Panathlon International, la struttura è stata totalmente restaurata, con un nuovo design firmato da L’interno della chiesa restaurata grazie a “Together onlus” Raffaele Gerardi. In quasi Colori, tonalità di luci, siquattro mesi di lavori la curezza. Nella nuova Chiesa Chiesa è stata completa- spicca il “fascino” dei marmente ridisegnata: imper- mi di Carrara che impreziomeabilizzazione anti-piog- siscono le stazioni della Via gia, impianti elettrici, tin- Crucis, l’acquasantiera, la teggiatura, lavori struttu- scritta “Gloria Libani data rali, infissi, arredamenti. est ei” e il tabernacolo. Così come il murales realizzato da Raffaele Gerardi, che accompagna i fedeli con gli occhi di Don Bosco e lo sguardo dei suoi ragazzi. Nel dipinto “Le luci di Don Bosco”, il cedro simbolo del Libano e “le luci” del Santo dei giovani si posano sulla chiesa di Maria Ausiliatrice di Houssoun, portando gioia, speranza e sorrisi! Il tutto scandito dai rintocchi della nuova campana in bronzo realizzata dalla Fonderia di Beit Chabab, in Libano. L’attività di Together Onlus, presso la struttura salesiana, continuerà nei prossimi mesi, per concludersi il prossimo anno (in coincidenza con il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco), con l’allargamento e il restauro del- MURO LUCANO Obiettivo di alimentare lo sviluppo del territorio Piano per l’energia sostenibile Finalmente l’iter è giunto al termine MURO LUCANO – Il Paes, piano d’azione per l’energia sostenibile, è realtà. Dopo aver aderito al “Patto dei sindaci Convenant of mayors” e la successiva redazione del Seap (Sustainable energy action plan) si è concluso l’iter di approvazione e accolto il parere favorevole in giunta, il piano diventa realtà con l’obiettivo di alimentare lo sviluppo del territorio con particolare attenzione all’agricoltura e alle attività produttive. Il ricorso alle energie rinnovabili diventa strumento indispensabile con l’obiettivo si semplificare in termini economici la vita dei cittadini. A questo punto il Comune di Muro Lucano inizia a dialogare direttamente con la Commissione europea per l’adozione degli strumenti utili alla mission. Il patto viene presentato come strumento operativo per il raggiungimento del famoso proclama 20-20-20 (20 per cento in meno di emissioni di anidride carbonica, incremento del 20 di fonti rinnovabi- li e del 20 dell’efficienza energetica). Nello specifico, gli ambiti d’intervento toccati dal Paes comprendono: il settore civile termine ed elettrico; il settore pubblico; la mobilità privata; la diffusione di fonti rinnovabili e l’adeguamento della propria struttura tecnica. La buona notizia per i cittadini muresi è che nel giro di un paio d’anni al massimo dopo l’attuazione di interventi sotto il profilo energetico-ambientale attraverso il ricorso al fotovoltaico, all’eolico e idroelettrico (senza dimenticare la possibilità di incrementare l’energia attraverso l’acqua fluente), si potrà sperare in una riduzione della bolletta energetica del Comune consentendo di liberare risorse finanziarie per la qualificazione degli stabili comunali. Non solo. La riduzione della bolletta riguarderà anche i singoli cittadini che potranno così riguadagnare ossigeno in tempi non proprio rosei. Mariani sottolinea l’importanza dell’intervento: «L’adozione del Paes è solo l’inizio di un percorso di razionalizzazione delle risorse che saranno utili a migliorare la qualità della vita di questa città. Lavoreremo sodo affinchè i cittadini possano ottenere una riduzione dei costi energetici». “Campioni senza trucco” Il “Nitti” andrà a Coverciano POTENZA - Grazia al video “La paura” gli studenti del liceo “Nitti” di Potenza sono stati scelti tra i vincitori del concorso “Campioni senza trucco” il progetto di Figc e Unicef con lo scopo di educare i ragazzi alla lotta al doping, al rispetto dell’etica sportiva ed a una corretta alimentazione. Ad imporsi in questa campagna di sensibilizzazione sono stati il liceo “Nitti” di Potenza , il “Saffi” di Firenze , il “Munari” di Crema e il “Leonardo da Vinci” di Pescara Alla ripresa dell’attività scolastica, i ragazzi delle quattro classi vincitrici parteciperanno a un evento finale che si svolgerà a Firenze presso il “Centro tecnico federale” di Coverciano. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della “Commissione antidoping” della Figc Pino Capua e dal vice presidente Fausto Taverniti. «I risultati ottenuti hanno dichiarato - al termine della prima edizione di questo nostro progetto ci danno la forza e l’entusiasmo per ampliare su tutto il territorio nazionale iniziative del genere. Sul doping, oltre al lavoro operativo che svolgiamo sui campi di gioco, è molto importante promuovere attività che favoriscano la prevenzione ed una corretta informazione». l’Oratorio. Un luogo di incontro e di “gioco” per centinaia di bambini, all’ombra di Don Bosco e dei suoi insegnamenti. «Siamo molto orgogliosi del lavoro svolto. Abbiamo realizzato un sogno in soli 5 mesi. Lo abbiamo fatto grazie al contributo di centinaia di benefattori. Ma abbiamo anche realizzato il tutto con l’ausilio di manodopera libanese. Perché, anche in operazioni umanitarie come questa, non bisogna mai dimenticare che “oltre al pesce bisogna insegnare a pescare”». Così il presidente di “Together onlus, Nello Rega, che a pochi giorni dalla consegna della chiesa restaurata, promette: “Siamo già pronti ad analizzare e portare a termi- ne un altro progetto, sempre in Libano, a favore dei bambini. A breve partirà l’operazione per il restauro dell’Oratorio salesiano. Lo restaureremo, doneremo attrezzature per giocare e perché tutti i bambini possano crescere nello spirito del gioco e del divertimento. A qualunque latitudine i bambini devono avere sempre gli stessi diritti. Per fare questo avremo bisogno ancora dell’aiuto di tanti ‘italiani’ sensibili. Ci piacerebbe organizzare in autunno un evento di sensibilizzazione a Potenza, “capitale” della nostra associazione. Un sogno? A volte, e lo dimostrano i 10 anni di nostra attività instancabile in Libano, si avverano. E noi ci crediamo». ANZI La richiesta di Petruzzi, capogruppo Pd Istituto comprensivo a rischio soppressione «Serve un Consiglio congiunto» ANZI - Il Comprensivo di Laurenzana-Anzi- Calvello «non deve chiudere i battenti». E così Michele Petruzzi, il capogruppo consiliare del Pd al Comune di Anzi, ha chiesto la convocazione congiunta dei consiglio comunali dei tre comuni interessati al fine di scongiurare lo “smantellamento” dell’Istituto scolastico. «Corre voce in Val Camastra - si legge in una nota di Petruzzi - che, inopinatamente, l’Ufficio scolastico regionale della Basilicata, in maniera del tutto arbitraria ed al di fuori di quanto previsto dal vigente piano di dimensionamento scolastico predisposto dalla Provincia di Potenza, si accinga a sopprimere l’Istituto comprensivo di LaurenzanaAnzi-Calvello, accorpandolo a quello di Corleto Perticara, a decorrere dal prossimo anno scolastico». Se ciò dovesse accadere si determinerebbe «una dequalificazione del sistema formativo e scolastico, che nei nostri piccoli comuni montani rappresenta la principale se non l’unica agenzia culturale ed educativa presente sul territorio». Pertanto, il capogruppo Pd al Comune di Anzi, ha chiesto ai tre sindaci di «convocare una seduta congiunta dei Consiglicomunali di Anzi, Calvello e Laurenzana con all’ordine del giorno il seguente argomento: “Mantenimento dell’Istituto scolastico Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello». Già alcuni anni fa - con un’ampia mobilitazione delle istituzioni locali, delle popolazioni e degli operatori scolastici e una seduta congiunta dei Consigli comunali «si riuscì a modificare l’anacronistica aggregazione dell’Istituto di Calvello con quello di Corleto Perticara favorendo la costituzione dell’attuale Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello». Petruzzi è convinto del fatto che «la soppressione dell’Istituto vanificherebbe il percorso avviato per la costituzione dell’Unione dei Comuni della Val Camastra». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] BARILE Presentato il nuovo lavoro del giornalista lucano I racconti del vino di Emilio D’Andrea BARILE - Serata di straordinario spessore culturale alla Pro Loco di Barile: il 21 giugno scorso ha visto in contemporanea l’esordio dell’estate e la presentazione del libro “Il mondo in un bicchiere-Versi e racconti dal sapor di vino nella terra dell’Aglianico e delle Cantine di Pasolini”, ultima fatica di Emilio D’Andrea. Personalità di spicco nell’ambiente culturale di Barile, scrittore, giornalista e poeta, l’autore ha raccolto per l’occasione un panel di rilievo nazionale. Degna la cornice di pubblico che ha affollato la sede di Palazzo Frusci dove, al fianco del neo-eletto sindaco Antonio Murano, si sono succeduti fra gli altri il Presidente della Pro Loco Daniele Bracuto, il professore universitario Ettore Bova, il direttore generale APT Basilicata Giampiero Perri ed il caporedattore TG3 Basilicata Oreste Lopomo. «Ne è scaturito - riferisce il dott. Pasquale Soda, giunto per questa occasione da Napoli - un quadro articolato e realistico di un territorio, il Vulture melfese, il quale fra tante difficoltà ed un inarrestabile impoverimento demografico, tenta faticosamente di trovare un momento di ri- scatto e di prospettiva futura. In tal senso un ruolo decisivo può essere svolto dalla proposta di itinerari enogastronomici che accompagnino e sottolineino le bellezze storiche e paesaggistiche della Regione, facendo perno sull’Aglianico del Vulture, unico ed inimitabile prodotto di questa terra. L’accorata recitazione dell’autore ha poi tratteggiato un mondo contadino che da secoli ha saputo trarre il meglio dalla terra, trasmettendo saperi e sapori di generazione in generazione. In chiusura gli interventi di Angela D’Andrea, presidente del Comitato Sa- cra Rappresentazione e di Donato Mazzeo, giornalista e profondo conoscitore della cultura Arbereshe. La prima ha sottolineato il potere evocativo dei versi ascoltati ed il secondo ha auspicato positive ricadute sull’intera Regione in occasione degli itinerari pasoliniani per i 50 anni de “Il Vangelo secondo Matteo”, che ha visto girare a Barile numerose scene, e dell’imminente evento “Matera capitale europea della cultura 2019». E dopo tanto parlare si è passato alle libagioni, grazie alla sapiente organizzazione dello staff della Pro Una immagine della serata Loco ed alla generosa partecipazione delle numerose Aziende Vinicole che hanno sponsorizzato l’evento.Ringraziamo quindi l’amico Emilio, per averci of- ferto questa preziosa opportunità di arricchimento umano e culturale”.Lorenzo ZolfoLe fto riprendono un momento dell’incontro. Lorenzo Zolfo SAN NICOLA DI MELFI I proiettili esplosi potrebbero essere un segnale ai titolari Spari alla Sg: al vaglio le telecamere Indagini a tappeto dei carabinieri. I dipendenti tra tensione e paura MELFI - Continuano senza sosta le indagini dei carabinieri di Melfi per cercare di individuare due uomini che a bordo di una moto di grossa cilindrata, martedì 24 giugno scorso, hanno esploso diversi colpi di mitraglietta sulla facciata della S.G. Trading nella zona industriale di San Nicola. L'indagine è coordinata dalla procura distrettuale anti mafia del tribunale di Potenza. Gli inquirenti starebbero vagliando le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso dell'azienda che già lo scorso maggio aveva subito identica intimidazione con dei colpi di pistola a segno su due autovetture dei dipendenti. Proprio chi lavo- I carabinieri di Melfi ra nella S.G. in questi giorni sta vivendo ore di tensione e di paura. Non un caso se i carabinieri di Melfi guidati dal capitano Diglio hanno raccolto poche informazioni dai dipendenti S.G.Trading e l'indagine procede grazie all'intuito dei militari dell'Arma coordinati dal luogotenente Salvatore Santoro. I proiettili esplosi martedì scorso, tutti di calibro nove, potrebbero rap- presentare un chiaro segnale intimidatorio nei confronti dei titolari dell'azienda di contrada, Parasacchiello che ha nella vendita di telefoni cellulari, in Italia ed all'estero, la principale attività economica. I due uomini a bordo della potente motocicletta, subito dopo la loro pericolosa azione intimidatoria, si sono dati alla fuga un direzione San Nicola di Melfi. Quella è una zona crocevia di importanti snodi viari. Dalla zona industriale, infatti, in pochi chilometri si può raggiungere il casello autostradale di Candela sulla Napoli Bari o l'Ofantina per entrare in Campania. Al momento non trapelano notizie importanti dalla compagnia dei carabinieri di via Foggia che tuttavia pare avrebbero un chiaro quadro indiziario sull'intera vicenda. Le indagini, ovviamente, si muovono nell'ambito delle estorsioni che tuttavia da diversi anni in questa zona erano drasticamente diminuite. Nei prossimi giorni si pietra avere un quadro più completo dell'intera vicenda Vittorio Laviano RIONERO Stasera le avventure di due giovani eroi Di scena “Popol Wuj” RIONERO - Debutterà questa sera nel Teatro La Piccola di Rionero lo spettacolo “Popol Wuj – le avventure di due giovani eroi”. Quest’ultimo andrà in scena a chiusura dell’interessante laboratorio creativo, sperimentale e spontaneo per bambini curato dalle Associazioni Le Monadi e Arcadia di Rionero. Scritto dal piccolo Giuseppe Pio Grieco, la rappresentazione s’ispira al “Popol uuh”, il primo libro di fiabe della storia da un anonimo per provare a salvare la cultura “quiché” del Guatemala, che in quel periodo stava andando perduta. «Non sappiamo quanto antica possa essere questa storia – racconta Giuseppe Pio - ma è incredibilmente simile a quelli dei supereroi dei fumetti moderni». Lo spettacolo narra la storia di Xhunahpú e Ixbalanqué, due bambini convocati dai Signori di Xibalbá, le persone più perfide dell’epoca, perché venissero giustiziati come il loro padre Hun–Hunahpú. Da qui partirà l’avventura dei due I protagonisti dello spettacolo bambini per sfuggire alle ingiustizie dei Signori di Xibalbá. Riusciranno almeno Xhunahpú e Ixbalanqué a sopravvivere e a tornare a casa vivi? Per scoprirlo basterà recarsi a teatro questa sera. MELFI Iniziativa promossa dal gruppo “dottrinasociale.it” Le “ribelli” di Dio viste da Adriana Valerio MELFI - “Le ribelli di DioDonne e Bibbia tra mito e storia” è il titolo dell’incontro organizzato dal gruppo dottrinasociale.itche si terrà stasera a partire dalle 18 nella sala convegni dell’Albergo Il Tetto di MelfiA relazionare, Adriana Valerio ( storica e teologa, è docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso l’Università Federico II di Napoli. E’ stata presidente dell’Associazione Femminile europea per la ricerca teologica e della Fondazione Valerio per la storia delle Donne. Tra le fondatrici del Coordinamento Teologhe Italiane è attualmente direttrice della collana internazionale la Bibbia e le donne. Da più di vent’anni si occupa della ricostruzione della presenza delle donne nella storia cristiana, tramite una lettura di genere di alcune figure femminili della Bibbia, dimostra infatti che la si può leggere liberandola dalle categorie patriarcali e riconsegnando alle donne la dignità e il messaggio salvifico rivolto anche a loro dalla fede cristiana. Eva, Sara, Rebecca, Rachele, Lia, Rut, Noemi, Ester, Giuditta, Marta, Maria, la Maddalena, la Samaritana.Nell’Antico e nel Nuovo Testamento non compaiono solo figure maschili ma anche tante donne. Fondatrici di stirpi, profetesse, sono donne qualunque che si trovano a svolgere un ruolo cruciale, memorabile nella storia delle loro comunità e della religione. Sono donne che hanno la forza di essere protagoniste del loro destino. Osano sfidare Dio, come Eva, che trasgredisce l’ordine divino e si assume le responsa- bilità di una vita autonoma; osano opporsi all’autorità maschile, come Miriam che rivendica il proprio ruolo di profetessa con Mosè, o come Giuditta che uccide il nemico Oloferne; antepongono principi superiori alle leggi umane, come le levatrici che salvano Mosè andando contro i voleri del Faraone, o come Ester aiuta il suo popolo sfidando l’impero persiano; osano piegare le leggi maschili a favore delle donne, come fanno Tamar e Rut. Compiono scelte ardite ma sono ugualmente difese e accol- Adriana Valerio te da Dio. E poi ci sono le donne che hanno interpretato i racconti biblici, teologhe che hanno letto e rielaborato i testi sacri. La presunta inferiorità femminile ricavata dall’interpreta- zione di certi passi della Bibbia è servita soprattutto a legittimare discriminazione e subalternità della donna, ma non è scontato che questo sia l’autentico e unico senso. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. VULTURE Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 [email protected] VENOSA «Ripartire insieme abbandonando ogni personale contrapposizione» Russo alla guida dei democratici Il nuovo segretario di sezione ha battuto l’altro candidato Alessandro Lettini VENOSA - Luigi Russo è il nuovo segretario della sezione Pd di Venosa. L’ elezione è avvenuta nel corso della recente assemblea del partito: 200 voti per Russo e 132 per l’altro candidato, Alessandro Lettini. Russo arriva alle segreteria del Pd dopo un lungo cammino che parte nel 1995 con funzioni di consigliere comunale, poi assessore per 5 anni, quindi consigliere comunità montana e recentemente dirigente provinciale del Pd. Arriva alle segreteria in un momento molto delicato per il partito, attraversato da tensioni e frizioni causate da divisioni più o meno palesi. Alcuni sintomi di “mal di pancia” sono emersi nel corso della seduta di insediamento del consiglio comunale. Il mancato ingresso in Giunta della più votata della coalizione di centro sinistra e i due voti di maggioranza mancanti nella elezione del Presidente del Consiglio evidenziano sicuramente un disagio che il Pd sta vivendo. Altri sintomi sono emersi durante l’ assemblea di sezione, caratterizzata da accese contrapposizioni e rivalità. Incontriamo il neo eletto segretario per fare il punto della situazione e capire le scelte che intende adottare per far decollare il partito e la comunità locale. Il suo primo compito da segretario ,sarà, quindi, quello di sanare le ferite e ricucire gli strappi. Come intende procedere? «Bisogna ripartire tutti insieme, abbandonando ogni personale contrapposizione e riscoprire il gusto di trovarsi a discutere insieme a persone accomunate da uguali diritti, doveri e speranze, impegnati a migliorare la nostra comunità locale. La politica e’ servire i cittadini e non servirsi dei cittadini. Ispira i gesti quotidiani della nostra vita e si costruisce con una rete di relazioni con le associazioni di volontariato, sportive , religiose; Luigi Russo attraverso un confronto costante per superare le difficoltà. Insomma, penso a un Partito in grado di essere “laboratorio di idee” e di progettare con il dialogo, il confronto civile e il sostegno di tutti l’organizzazione civile e sociale della nostra comunità. Con quali strumenti e in che modo intende realizzare concretamente questo progetto? Un primo momento per riportare unità al nostro interno sarà la costituzione della struttura organizzativa della sezione e la sua operatività quotidiana. Il direttivo sarà ampio per consentire la più ampia partecipazione , con una struttura organizzativa più ristretta in grado di fare sintesi. Prevediamo anche di organizzare assemblee mensili per coinvolgere i cittadini nelle varie scelte. L’espressione massima di partecipa- zione e apertura del direttivo saranno i gruppi di lavoro, che affronteranno tematiche specifiche, composti sia da iscritti che da cittadini interessati all’argomento. I risultati saranno pubblicati sul sito internet e sul giornalino di cui vogliamo dotarci». Quindi, confronto, partecipazione e trasparenza per superare divisioni e conflitti più o meno latenti. Quali i primi atti concreti per andare in questa direzione? «Insedieremo una Commissione di garanzia, composta da persone di grande esperienza politica e di vita, e costituiremo gruppi di lavoro su :associazionismo e politiche giovanili; Politiche scolastiche, famiglia, diversamente abili; Cultura e turismo; Valorizzazione del patrimonio comunale e pianificazione del territorio; Agricoltura e sviluppo rurale; Politiche del lavoro; Formazione e progettazione europea; Sanità. Istituiremo uno sportello informativo: la nostra sarà una sede aperta per incontrare i cittadini. Pensiamo anche alla istituzione della scuola di formazione politica». Quali i rapporti con la Giunta Gammone? «Collaboreremo condividendo obiettivi e strategie. I gruppi di lavoro saranno i luoghi per analizzare i progetti della Giunta e per elaborare proposte da mandare a Palazzo Calvini». Qual è l’idea che ispira la sua attività? «Il cambiamento! Cambiare verso significa riconoscersi bisognosi di imparare. Un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica, finto inutile. Cambiare, coniugando innovazione e tradizione. Per questo intendiamo riproporre la “Festa del Pd”e la istituzione del gruppo donne Pd». Giuseppe Orlando L’INIZIATIVA A VENOSA Quelli che “merendano” nella villa comunale VENOSA-Fare merenda insieme nella villa comunale per sensibilizzare bambini e famiglie ad adottare corretti stili di vita nel campo della alimentazione. A rivolgere ancora una volta l’invito a mamme, papà, nonni, zii a portare i bambini in villa per “merendare insieme” l'Avis comunale di Venosa e l'associazione Vip Clown Venosa. Con questa manifestazione l’ Avis ha avviato il programma estivo, riproponendo un’iniziativa già realizzata con grande successo nel 2013. Alla base del progetto la scelta di promuovere la diffusone di corretti stili di vita fin da bambini, offrendo gratuitamente una merenda sana come la frutta e al tempo stesso ghiotta come il pane e la crema alle nocciole. “Un corretto stile di vita- ci dice Sara De Feudis , Presidente Avis Venosa- è alla base di un ottimo stato di salute, fondamentale per la donazione, anzi presupposto della stessa” . E per coinvolgere attivamente la popolazione, gli organizzatori hanno realizzato situazioni in grado di catturare l’attenzione di bambini e adulti. L’ aria frizzante di festa creata dai clown ha attratto tantissimi bambini, che hanno preso d’assalto la villa comunale e hanno occupato tutti gli spazi disponibili. Il risultato finale è stato una villa a colori vivaci, animata da giochi di gruppo condotti dai Vip Clown, che hanno regalato sorrisi e gioia a tutti. Nelle tre tappe dello scorso anno abbiamo servito circa 800 merende. In quella dell’altro giorno ne abbiamo offerte circa 250evidenzia con soddisfazione la presidente Sara De Feudis- Attraverso il gioco volgiamo affermare,radicare e consolidare alcuni valori fondanti della comunità, come la collaborazione, la riscoperta di un divertimento semplice attraverso giochi in libertà e senza l’utilizzo di giochi elettronici». giu. orl. L’INTERVENTO E sul Pd: «E’ incapace di conquistare una centralità nella coalizione» «Scoperta una città fantasma» Murano punta sull’ironia per criticare aspramente l’amministrazione Riceviamo e pubblichiamo. ORMAI manca solo l’ufficialità. Pare che studi metafisici dimostrino che Rionero avrebbe una città gemella che risponderebbe ai requisiti della città fantasma. Nel senso che essa non è visibile a tutti. Per accedere a suddetto “intermundia” pare debba bersi un vecchio antidoto dal nome “slurp”: roba per pochi. Lo studio che ha portato alla sensazionale scoperta muove i suoi passi da alcuni interventi recentemente pubblicati sulla stampa locale. In tali uscite, di rara architettura fantascientifica, si leggerebbe di una Rionero in cui tutto va bene, la gente è tranquilla, il sindaco non è a Roma per sei giorni a settimana, non si spreca neppure un centesimo per i servizi pubblici. Si lodano, quindi, le mirabili gesta di un’amministrazione che sarebbe in grado di fare cose memorabili. Per di più, in questo fantastico borghetto, vi sarebbe un mirabolante luogo “democraticus”, in cui tutti sono felici, non v’è alcuna spaccatura ed in cui si discute amabilmente. Gli studiosi del caso si sono, quindi, recati a Rionero per constatare una città spoglia di qualsiasi bellezza primaria in cui l’amministrazione è assolutamente assente al pari del sindaco che ha impegni evidentemente più importanti (malgrado qualche finto moralista abbia ancora il coraggio di affermare che è possibile amministrare con il doppio incarico). Sempre a Rionero, gli studiosi avrebbero constatato che il luogo “democraticus” di cui sopra, nonostante sia il partito con più voti non riuscirebbe ad affermarsi minimamente in seno all’amministrazione. Si pensi, ad esempio, che per l’ingresso (avallato da tutte le forze politiche) di un consigliere del Pd nella commissione assetto del territorio, sarebbe lo stesso partito a porre futili questioni ostative (ovviamente per impedire la partecipazione dei suoi consiglieri alla vita istituzionale della comunità). Molto simili a quelle che si scandalosamente si pongono dinanzi ai project financing per la cui attuazione, molti imprenditori stanno, da tempo, “brancolando nel buio”. Nel buio di risposte che non arrivano, proprio in periodi in cui al comune servirebbe far cassa ed alle imprese servirebbe ripartire. Allora perché il PD, vicino a questi “valori”, non si “impone” per l’approvazione di tali proposte ? Perché il PD, dove tutto va bene, non si attiva per permettere ai suoi rappresentanti di accedere alle commissioni ? La verità è che si tratta di un partito debole, incapace di conquistare una centralità nella coalizione, a causa dei suoi vertici che soffrono eccessivamente l’ombra lunga e sinistrorsa di un sindaco troppo in grado di condizionarne le pessime scelte. Intanto, sempre in nome del classico slogan “tutto a posto a ferragosto”, in seno al partito, da più di cinque mesi si attende una discussione sulla “verifica” ed ancora non risultano nominati gli organi obbligatori da statuto. Tant’è che quella che viene boriosamente accreditata come minoranza ha già chiesto la convocazione di un direttivo in cui si di- scuta, finalmente, dei problemi dell’amministrazione e dell’azione programmatica, del tutto assente. Discussione troppo spesso rimandata “alla Carlona”, sotto le mentite spoglie di una necessità presunta di conoscere prima l’operato svolto dalla giunta, in base al programma (non si dovrebbe discutere volta per volta ?). Purtroppo la cosa si è risolta con la sterile lettura di una “lista della spesa”, di eventi di ordinaria amministrazione (incontri con scrittori, taglio dell’erba) che nulla hanno a che vedere con il programma vero e proprio (ad esempio, dei project financing e delle commissioni non si è parlato se non su impulso della “minoranza”). La verità è che quella che viene additata come “parte sconfitta” sta ponendo delle riflessioni serie avendo già guadagnato l’appoggio di una buona fetta di partito, che al congresso ha appoggiato i “vincitori”, ma ora molto critica verso di essi e l’amministrazione, che questi ultimi sembrano acriticamente appoggiare. Considerato ciò, gli studiosi pa- Uno scorcio di Rionero re abbiano accertato che Rionero ed il Partito Democratico, in cui qualcuno immagina una realtà fiabesca, vivrebbero in una dimensione parallela. Nel frattempo tutti hanno visto cosa è successo a Potenza, ove il candidato a sindaco proposto dal PD è stato bocciato dal popolo, che è sempre sovrano. E’ proprio per tal motivo che occorre attivarsi per evitare, alle prossime elezioni, una “debacle annunciata”. A Rionero non si fa la disinfestazione e la derattizzazione da circa tre anni, dire che va tutto bene, sembra un po’ una presa per il…. “slurp”. Donato Murano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAURIA Diverse le situazioni al vaglio della Gdf Rotonda e Viggianello escono dal “Digital divide” Stretta sui fotografi abusivi Nel segno della banda larga LAURIA – Intensificati i controlli fiscali nel Lagonegrese che hanno l’obiettivo di scoprire “evasori” sconosciuti al fisco da diversi anni. La notizia è precisamente localizzata sul territorio di Lauria e coinvolti, in questo caso, sarebbero addirittura alcuni Istituti scolastici, pubblici e parificati, della cittadina del beato Lentini. Dalle notizie apprese numerose sono state le persone tra genitori, insegnanti e dirigenti scolastici ascoltati dai militari in questa settimana. La vicenda trova facile divulgazione alla notizia in alcuni questionari e verbali che stanno facendo il giro di numerose famiglie lauriote: alcuni Istituti avrebbero adoperato fotografi e cineoperatori abusivi per immortalare le cerimonie come recite, messe di Natale, di Pasqua, cerimonie di fine anno scolastico, organizzate da scuole dell’Infanzia e scuole primarie sia ubicate nel centro cittadino e sia nei plessi di alcune contrade periferiche. A cineoperatori e fotografi, privi di partita Iva e senza le dovute referenze, è stato consentito di riprendere i bambini durante le manifestazioni e poi vendere il prodotto alle famiglie stesse. L’indagine dei militari ha interessato anche cineoperatori e fotografi professionisti che sono stati ascoltati al fine di chiarire le proprie posizioni ed individuare i soggetti abusivi in questione. Da tale attività investigativa sarebbe emerso che non si tratta di dilettanti alle prime armi che sbarcano il lunario. Si tratterebbe invece di dipendenti e pensionati. Emilia Manco ROTONDA e Viggianello escono dal Digital Divide grazie alla Regione Basilicata e a Fastweb. Entro la fine di quest’anno altri quarantuno comuni della Basilicata, che attualmente sono senza alcun accesso a servizi a banda larga, saranno progressivamente collegati alla rete Internet, con enormi vantaggi per lo sviluppo economico e turistico del territorio. Lo rende noto l’Ufficio Società dell’Informazione del Dipartimento Presidenza della Giunta della Regione. Oltre che nei due Comuni del Parco Nazionale del Pollino, dove i lavori di posa sono già stati completati e in questi giorni è partita la vendita delle connessioni a Internet Fastweb, le operazioni per la dotazione della larga banda stanno procedendo in tutta la regione. Entro i primi di agosto saran- TRECCHINA Operazione eseguita dai militari dell’Arma Sorpreso con la marijuana Nei guai venticinquenne LAGONEGRO – Nella tarda mattinata di ieri presso il Tribunale di Lagonegro è stato celebrato, con rito per direttissima, il processo ai danni di A. R., venticinquenne incensurato e residente a Trecchina, resosi responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio. Il giovane era stato tratto in arresto nella serata di mercoledì dai carabinieri della Compagnia di Lagonegro, coordinati dal capitano Luigi Salvati Tanagro, nel corso di un servizio straordinario finalizzato alla prevenzione ed alla repressione dei reati in materia di droga. Ad eseguire materialmente le operazioni, dopo un periodo di intensa attività investigativa che ha permesso di portare alla luce comportamenti di natura criminosa compiuti da persone apparentemente insospettabili, sono stati i militari delle stazioni di Trecchina e Maratea, co- Il tribunale di Lagonegro mandate rispettivamente dai marescialli Raffaello Sica e Rocco De Pietro, coadiuvati dagli uomini del nucleo operativo. Nel corso delle perquisizioni effettuate sulla persona e sull’abitazione del sospettato sono stati rinvenuti circa 40 grammi di marijuana, oltre ad alcuni bilancini di precisione e a sacchetti di cellophane pronti per impacchettare le dosi, tutto materiale che è stato prima immediatamente sequestrato e successivamente sottoposto a regime di confisca ed inviato alla distruzione da MARSICO NUOVO Delocalizzazione traliccio Telecom Macchia chiede lumi all’azienda MARSICO NUOVO - Ieri mattina l’assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, ha scritto a Telecom Italia per «chiedere lumi in ordine alla mancata delocalizzazione di un traliccio per le telecomunicazioni che, da anni, è installato nell’abitato di Marsiconuovo». «Sul manufatto, installato nel pieno centro del comune di Marsico Nuovo (via Roma), - spiega la nota sono state collocate per anni alcune parabole e da sempre la sua presenza è stata mal tollerata, tanto sia per motivi di inquinamento elettromagnetico e sia per la contiguità a diverse abitazioni. Più volte i cittadini, anche con petizione scritta, hanno chiesto la delocalizzazione dell’im- pianto. Del resto, evidenzia Macchia, lo stesso mal si concilia con il paesaggio e con il decoro architettonico dell’abitato poiché collocato in pieno centro storico e nelle immediate vicinanze di Palazzo Pignatelli (vale a dire la Casa Comunale)». Nelle scorse settimane, evidenzia l’assessore, «sono state disinstallate le parabole per la telecomunicazione ma, a quanto consta, a tanto non seguirà anche la delocalizzazione del traliccio che, ad oggi, appare del tutto inutile». Per tali motivi l’assessore, ha chiesto ufficialmente «di conoscere le motivazioni della mancata delocalizzazione e le intenzioni dell’azienda in ordine all’uso futuro del manufatto». parte dell’autorità giudiziaria. L’uomo era stato obbligato alla misura cautelare degli arresti domiciliari, su disposizione del sostituto Procuratore della Repubblica dott. Francesco Greco, che ha coordinato tutte le fasi delle indagini; i suoi legali di fiducia, gli avvocati Pascale e Aldinio, ne hanno chiesto ed ottenuto l’immediata liberazione in base al disposto dell’ex articolo 444 del codice di procedura penale, ordinata dal giudice monocratico dott.sa Enrichetta Cioffi, la quale ha però condannato l’imputato ritenendolo responsabile del reato a lui ascritto: la pena comminata di euro 3000 e 18 mesi di condanna è stata mutata in euro 2000 e mesi 12 per la concessione delle attenuanti generiche e ulteriormente ridotta ad euro 1400 e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, grazie alla richiesta del rito abbreviato. Fabio Falabella BREVI LAURIA Dibattito su Berlinguer LAURIA - “Berlinguer: rottura, continuità e innovazione” è il tirol odi un incontro che si terrà stasera presso la sala Cardinale Brancati di Lauria. Moderatore dell’incontro sarà il segretario Cittadino del Pd Antonino Amato. CORLETO Calcio con la Oil cup CORLETO - Si svolgerà domenica 29 giugno presso il campo sportivo di Corleto Perticara la “Oil Cup Total”, quadrangolare di calcio amatoriale. Alla manifestazion prenderanno parte la squadra di Total E&P Italia e le rappresentative dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione. no connessi a Internet Garaguso, Salandra, Sasso di Castalda, Albano di Lucania, Montagnola, Peschiera di Craco, Accettura e Aliano. «La Regione Basilicata – rileva il dott. Nicola A. Coluzzi, dirigente dell’Ufficio Società dell’Informazione – di recente ha indetto una gara per lo sviluppo della banda larga nelle aree “a fallimento di mercato” finalizzato al superamento del digital divide. Si tratta di zone che per dimensioni, collocazione, tipo di mercato sono state fino a oggi escluse dai piani di investimento degli operatori di telecomunicazione». I lavori sono finanziati per 18 milioni con fondi stanziati dalla Regione Basilicata con i fondi Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e Psr (Piano di sviluppo rurale). Dal 30 giugno chiude il punto nascite Ospedale di Villa d’Agri verso il rilancio Ma i dubbi restano L’ospedale di Villa D’Agri VILLA D’AGRI – Dal 30 giugno non si partorirà più nell’Ospedale di Villa d’Agri. Nessun fiocco rosa o azzurro e nessun’altra proroga per il Punto nascita. Ieri mattina si attendeva anche l’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi per chiedere ulteriori chiarimenti, ma in tarda serata, dopo il lancio del comunicato stampa di una conferenza stampa prevista presso il municipio del centro valligiano, per illustrare alcune importanti novità riguardanti il presidio ospedaliero, il rinvio in poche ore, ad altra data. Oramai l’interrogativo della chiusura del sito neonatale si trascina già da qualche anno. Nodo centrale era la fatidica soglia dei 500 parti/anno, stabilita dai maggiori organi sanitari nazionali e mondiali. Soglia che il presidio Ospedaliero non ha mai raggiunto. Infatti nel 2010 nell'ospedale sono nati 277 bambini, mentre nel 2011 il numero è sceso a 242. Di fatto dopo la levata di scudi da parte di istituzioni locali, si era riusciti ad ottenere una proroga ministeriale, per tutelarne la chiusura. Ma, a quanto pare non è stato sufficiente. In Basilicata, attualmente “sono presenti sei Punti nascita ( San Carlo di Potenza, Madonna delle Grazie di Matera, Ospedale di Melfi, Ospedale di Lagonegro, Ospedale di Villa d’Agri e di Policoro) – come si legge nel documento sulla riorganizzazione sanitaria - di cui solo due presentano un numero di parti annui superiore a mille, l’Ospedale San Carlo di Potenza e l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Mentre i presidi di Lagonegro e Melfi che si collocano al di sopra dei 500 parti/anno, in considerazione della specificità dei bisogni reali delle aree geografiche interessate e della attuali difficoltà di attivazione dello Stam (Servizio di Trasporto Assistito Materno), vengono mantenuti ancora come punti nascita di I livello. Per i presidi di Policoro e Villa d’Agri, in considerazione di analoghe motivazione espresse per i P.O. di Melfi e Lagonegro, benché al di sotto dei 500 parti/anno, dovranno – si legge sempre nel documento di riorganizzazione - entro il 2011, attraverso un piano di riorganizzazione, raggiungere l’obiettivo di almeno 500 parti anno”. Una soglia mai raggiunta. Intanto da fonti interne all’Ospedale, la notizia diffusa di una inevitabile soppressione anche dell’Unità Operativa di Ginecologia, non trova conferma. Di fatto le donne incinte saranno seguite dai ginecologi del presidio ospedaliero fino all’ultimo periodo per poi partorire a Potenza. Angela Pepe RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 26 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] LA FESTA DELLA BRUNA Già decisa l’intensificazione dei controlli periferici con pattuglie a piedi per le vie del centro storico -5 «La polizia sarà presente nei punti critici, ma senza ingerenze non necessarie» Sarà il Due Luglio dei materani Il questore Schimera garantisce il massimo rispetto per i riti del popolo COME un buon allenatore studia alla moviola le tattiche dell’avversario, così il questore di Matera, Stanislao Schimera, ha analizzato i filmati delle passate edizioni del Due Luglio materano, per capire consistenza e caratteristiche della festa. Vivrà la Bruna per la prima volta, in piazza con i suoi uomini, pronto ad affrontare il giorno più lungo. Lo abbiamo incontrato in ufficio e con la sua proverbiale professionalità, forte anche di una squadra affiatata e competente, ha chiarito subito che la Polizia non turberà l’armonia della festa, curando la sicurezza senza invasioni o ingerenze. Il Due Luglio sarà ancora dei materani, come del resto è avvenuto nella passata edizione. «Io guardo sempre in maniera positiva le manifestazioni popolari -esordisce Schimera- perchè la festa, per definizione, deve essere sinonimo di gioia; per il fatto stesso che ha una tradizione ultracentenaria, tra le più belle del mondo, mi inorgoglisce parteciparvi, creando meno problemi possibili. Noi non vogliamo incidere sull’andamento della festa, fatte salve richieste bizzarre o irrealizzabili che dovessero arrivarmi. Faremo la nostra attività con discrezione, saranno predisposti maggiori servizi di controllo nella cintura urbana e appiedati nel centro, per prevenire ogni tipo di problema; questa mi sembra una novità rispetto al passato». L’appello di Schimera ai materani è, quindi, vivere la gioia della festa con compostezza e civiltà. «Mi auguro che il carro arrivi in piazza per lo straccio, perchè questo significa un anno di fortuna per la città, quindi anche per noi». Il questore non si sbilancia molto sui particolari tecnici, transenne e fuochi, ma annuncia che non ci saranno grosse novità sul recente passato, visto che ha funzionato tutto bene. «Noi saremo nei punti critici -conclude- i miei uomini sono qualificati e selezionati, avvalendosi anche della collaborazione delle altre forze di polizia». Antonio Corrado RICORDI Domani nei locali di “Sassi in miniatura” I racconti delle associazioni Il questore Schimera nel suo ufficio, mentre visita il Carro e altre immagini (Martemucci) «Sono orgoglioso di partecipare a un culto antichissimo, speriamo che il carro possa arrivare in piazza» DOMANI, alle ore 19 presso i locali di “Sassi in miniatura” (via Fiorentini, 66), i componenti delle associazioni culturali “Piccolo Teatro” e “Inscenando”, daranno vita a una manifestazione che si inserisce nella nutrita e stimolante programmazione di incontri, che le due dinamiche presidenti, Rosalba Lascaro e Teresa Trani, hanno avviato, al fine di preservare e diffondere lo sterminato e prezioso patrimonio di tradizioni, consuetudini e conoscenze legate alla vita e agli eventi della città dei Sassi. Il tema della serata si riallaccia agli ormai imminenti festeggiamenti patronali, che coinvolgeranno cittadini e turisti nei primi giorni di luglio. “La Madonna della Bruna: tra sacro e profano” è, infatti, l’argomento dell’appuntamento della serata in questione; associati e curiosi potranno confrontare le proprie esperienze e i ricordi personali in merito alla festa, che da più di sei secoli caratterizza in maniera esclusiva la città dei Sassi con la sua suggestiva combinazione di elementi religiosi e non. Animeranno la serata Nino Vinciguerra, che proporrà una consistente esposizione della sua ricca e preziosa raccolta di documentazioni visuali; Tony Montemurro, con i suoi quadri, testimonianza di una trasognata, ma puntuale, rievocazione di luoghi, momenti e personaggi della Festa; Tommaso Niglio, artigiano cartapestaio, in anni passati impegnato anche nella costruzione del Carro trionfale, con i ricordi della sua esperienza e con la presentazione di riproduzioni del manufatto ed infine l’artista del tufo Eustachio Rizzi, padrone di casa che presenterà una sua produzione originale di un carro in tufo con i luoghi più suggestivi della città. Una serata all’insegna dell’identità materana, suggellata dalla solidarietà e dal sentimento collettivo, che si trasfondevano nell’auspicio che coronava la fine della Festa: a mmogghj’ a mmogghi’ all’ònn’ c’ vèn’! [email protected] IN VICO CASE NUOVE I REPERTI IN MOSTRA L’Edicola votiva restaurata Nei rioni Sassi fino al prossimo 6 luglio STAMANE alle ore 10 a Palazzo Lanfranchi, il soprintendente Marta Ragozzino, il sindaco, Salvatore Adduce, e il presidente del Comitato esecutivo associazione Maria Santissima della Bruna Vito D. Andrisani, presenteranno le iniziative promosse in occasione della Festa della Buna 2014 e il restauro dell'edicola votiva di vico Case Nuove,sostenuto da Corazza Assicurazioni. Saranno presenti Eustachio Montemurro e Michele Morelli, autori rispettivamente dei mosaici e delle foto I Cavalieri della Bruna, Alessandra Barbaro, direttore dei Cantori materani e Michele Corazza, agente assicurativo. NEI luoghi rupestri della civiltà contadina, i rioni Sassi di Matera, i turisti troveranno da oggi un motivo in più per conoscere la storia e le tradizioni di una città antica: si tratta della “Mostra di immagini e reperti del Due Luglio - Festa Patronale di Maria Santissima della Bruna”, promossa dalle associazioni Gruppo Teatro Matera e Casa Grotta di vico Solitario, che annovera segni distintivi di un evento contrassegnato da sacro e profano. Il percorso della mostra, destinato a diventare una delle attrazioni del progetto di “Museo della vita dei Sassi”, annovera in modello in scala del carro trionfale di cartapesta realizzato nel 1996 sul tema del Buon Pastore, da Michelangelo Pentasuglia, e messo a disposizione dall’amministrazione comunale, statue di angeli, santi, realizzati dalle dinastie dei maestri cartapestai Pentasuglia, Nicoletti, Epifania, per giungere ai recenti D’Addiego e all’ultimo in ordine di tempo, Andrea Sansone. Parte dei reperti è stata messa a disposizione da Marco Rubino o recuperata dai promotori dell’iniziativa. La mostra sarà visibile fino al 6 luglio. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 Il gruppo Fb “Sei di Matera se...” ha fermato le attività in segno di rispetto Un corteo di scooter per Santino Folla commossa a Sant’Agnese per l’addio al 16enne vittima di un incidente UN LUNGO corteo di scooter, quelli che lui amava più di tutto, fino alla morte, hanno seguito il suo feretro lungo via Lucana dalla chiesa di Sant’Agnese, nel rione Agna, dove familiari e amici gli hanno dato l’addio. Così Santino Perrone, vittima a soli 16enne di un tragico incidente stradale, è volato in cielo in una notte afosa di giugno; il suo scooter e nessun rientro dalla famiglia. Ieri mattina uno strano silenzio aleggiava nei pressi delle attività commerciali della famiglia. Tapparelle abbassate, bianche. Solo cinque lettere nere su ogni vetrata: Lutto. Pochissimi motorini in giro per le strade della città dei Sassi. Tanti amici con i loro scooter hanno accompagnato l’amico. Adolescenti uniti nel dolore. Questi giovani, che tanto critichiamo, forse respirano con dignità e concretezza; forse più composta di alcuni adulti, strazi a volte più grandi di ogni logica umana. Cielo cupo. Neanche il vento caldo ha potuto intiepidire i cuori affranti dei genitori, della famiglia e dei tanti amici. Sin da ieri sera, il web ha fatto cerchia, il gruppo di Facebook Un panificio della famiglia Perrone chiuso per lutto e Santino “Sei di Matera se…” ha optato per il silenzio. Infatti, martedì l’amministratore Antonio Serravezza ha pubblicato un post: “Tutte le attività di questo gruppo sono sospese fino a domani 26 giugno 2014 alle ore 14, partecipando così al dolore che ha colpito la famiglia perrone e tutta la comunità di Matera per la scomparsa del nostro giovane iscritto santino perrone, grazie!”. Prima il post che annunciava al scomparsa del ragazzo, che ha vi- sualizzato oltre 370 “mi piace” e tanti commenti. Matera piange un suo figlio. Tanti i commenti nella home del gruppo, quando si dice che le nuove tecnologie diventano sentimenti, realtà . Toccante quello di Vita: “Quando succedono queste cose, anche se non conosci lo sfortunato......ti piange il cuore”. Un dolore così è uno strazio per una intera comunità. Porsi delle domande. Quanto è straziante per un genitore non rivedere più un figlio così giovane? Infatti, Chiara scrive: “Un genitore non dovrebbe mai piangere il proprio figlio.... Santino è stato raccontato nel gruppo da una persona che lo conosceva: Carlo. Nel suo post, cliccato da diversi “mi piace” dice: “Ha sempre avuto il sorriso, anche oggi che l'ho visto per l'ultima volta… il sorriso che ha sempre dato a noi amici e a tutti quelli che lui conosceva, ricordo tutti i momenti che si scherzava, perché lui amava farci sorridere e quindi abbiamo passato momenti felici, indimenticabili e che ora purtroppo non ci saranno più... Guardaci da lassù Santino.. Riposa in pace, amicone mio..”. Scrivere in queste occasioni comporta, oltre l’etica, l’appello a forti vissuti emozionali. Quando ognuno di noi decide di girare quella chiave. Quando affidiamo le singole vite al cemento. La vita è un soffio. La vita di un giovane sicuramente pieno di sogni e passioni non doveva terminare qui. Adesso quel profilo Fb che destino avrà? Come quello di tanti altri nostri cari: mantenuto attivo dai post e tag di amici e parenti, o lentamente si spegnerà. Oggi, questo non rappresenta un problema, ma col passare dei giorni in tanti digiteranno per per rivederlo, perché chi vive questo dolore e Ama… non riuscirà ad accettare, a crederci. Ovunque sia Santino ieri è stato salutato da Padre Basilio Gavazzeni in punta di piedi, con una cerimonia partecipata e composta, nel rispetto del profondo dolore dei suoi cari. Maria Anna Flumero © RIPRODUZIONE RISERVATA Lino Banfi protagonista di cinque spot per sensibilizzare tutti i nonni I chiarimenti di Montemurro (Cna) Mai più truffe agli anziani Oggi parte la campagna nazionale di prevenzione della Polstato DIFFIDATE degli sconosciuti e chiamate il 113, se la situazione è sospetta. Questo il messaggio di fondo, contenuto in 5 spot realizzati dalla Polstato per prevenire le truffe agli anziani, con la partecipazione esclusiva di Lino Banfi, nelle vesti del famoso nonno Libero. Da oggi parte Uno Mattina su Rai 1, poi andranno in onda su tutti i circuiti televisivi nazionali, per la Campagna denominata “Sicuri a ogni età”. Ieri uno degli spot è stato mostrato in anteprima alla stampa materana, perchè proprio dalla città dei Sassi, partì tre anni fa l’idea di utilizzare la tv per sensibilizzare gli anziani, tramite riproduzioni sceniche delle truffe più frequenti. «La scelta della Polizia di Stato di avviare a livello nazionale una campagna su questo tema indica -come ha spiegato la responsabile dell’Ufficio stampa della Questura, il vice questore aggiunto Luisa Fasano- che il fenomeno è diffuso e purtroppo in aumento. Anche a Matera si sono verificati in passato diversi episodi di truffa, di cui sono state vittime persone anziane e per questo già tre anni fa la Questura di Matera, in collaborazione con Rai 3 Basilicata, realizzò e mandò in onda alcuni spot televisivi a cui prese parte l’attore Lello Chiacchio. L’obiettivo degli spot è richiamare l’attenzione degli anziani sul pericolo che corrono e di diffidare delle persone sconosciute, ricordando che i truffatori sono mol- Luisa Fasano alla presentazione della campagna e due frame dello spot (foto C. Martemucci) to abili e si presentano sempre in maniera distinta e credibile. Inoltre, il messaggio è quello di non esitare, in caso di sospetto o di dubbio, a chiamare il 113 e richiedere l’intervento della Polizia. Spesso gli anziani vittime di truffa si credono ingenui e sentono in colpa per quanto gli è accaduto, evitando di parlarne persino con i propri familiari. Invece si tratta di situazioni in cui chiunque può incappare e a tutti può succedere di rimanere vittima di abili e scaltri truffatori. Meglio, dunque, non restare in silenzio e denunciare i raggiri subiti perché può servire a rintracciare ed acciuffare i responsabili e comunque a mettere in guardia altre potenziali vittime». A Matera dall’inizio dell’anno si registrano solo due denunce per truffa, ma le segnalazioni pervenute sono senz’altro di più. Antonio Corrado © RIPRODUZIONE RISERVATA Imprese e canone Rai «Non si deve pagare» SONO ormai sempre più ricorrenti gli invii alle imprese, da parte della Rai, di inviti al pagamento del canone speciale alla televisione; un problema sorto nel 2012 e chiarito da un intervento del Ministero dello Sviluppo Economico, con nota del 22 febbraio 2012, a seguito di una dura presa di posizione di Rete Imprese Italia, che escludeva dall’obbligo del pagamento tutti gli strumenti (Pc, apparecchi di videosorveglianza, monitor, smartphone, tablet, eccetera), privi di sintonizzatore per la ricezione di trasmissioni radiotelevisive. È di questi giorni, un nuovo invio massivo di queste lettere. La Confederaziona nazionale dell’artigianato, sede di matera, vuole rassicurare in una nota, tutti gli imprenditori, chiarendo che nulla è cambiato rispetto a due anni fa e che, pertanto, «l’obbligo rimane in vigore solo per quegli strumenti che possono ricevere le trasmissioni radiotelevisive in quanto dotati di relativo sintonizzatore». Peraltro non esiste alcun obbligo di risposta alla lettera in questione: l’e- ventuale replica alla sede Rai di Potenza sarà una scelta personale dell’impresa. «Rimane però l’amarezza –evidenzia Leo Montemurro (nella foto), presidente di Cna Matera– per una richiesta che, al di là della sua legittimità, appare paradossale e anacronistica. Un commento che non cambia, rispetto a quello del 2012: il tono sprezzante, quasi offensivo, con cui vengono trattate le imprese, alla stregua di evasori che non pagano il canone Rai. Imprese, magari questo vale la pena sottolinearlo, dove i computer vengono usati per lavorare, non per guardare programmi televisivi, nemmeno in periodi come questo di svolgimento dei mondiali di calcio. A differenza di quanto pensano, evidentemente in modo strumentale, i dirigenti Rai conclude Montemurro senza mezzi termini- affamati di nuove risorse necessarie per colmare le tante diseconomie e i tanti sprechi e lussi aziendali». Quindi, le imprese materane possono stare tranquille. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 Presentata alla Residenza Brancaccio l’iniziativa “Museo x un giorno” Le opere di Levi tornano fra la gente «NON dobbiamo dimenticare nessuno, mai». Lo ha dichiarato ieri la soprintendente Marta Ragozzino alla Residenza assistenziale “Monsignor Brancaccio”, presentando l’iniziativa “Il museo esce dal museo” e va verso la comunità. In quest’ottica è nata la manifestazione “Museo x un giorno”, la cui prima puntata si è tenuta nel novembre scorso nel rione Spine Bianche. Il secondo appuntamento che ha coinvolto gli abitanti di Serra Rifusa. Anche in questa occasione opere d’arte e fotografie d’autore sono uscite dagli spazi deputati. Un progetto costruito insieme alle tre famiglie, Tota, Montemurro e Co- langelo, che hanno aperto le porte delle loro abitazioni a questa iniziativa, il Cip (Centro Integrato Polivalente), diretto da Edoardo De Ruggieri insieme ai suoi utenti e alle famiglie, la Parrocchia Maria Madre della Chiesa, guidata da don Filippo Lombardi, con la comunità parrocchiale e il Brancaccio, diretto da Antonio Lionetti con i suoi ospiti. Al centro dell'iniziativa di quest'anno c'è la mostra: “Il futuro ha un cuore antico”, che si articola in tre distinte sezioni tra di loro tenute assieme da un unico filo narrativo leviano: i dipinti del confino nella Parrocchia del quartiere e i dipinti nelle abitazioni private che sono opere che fanno tra trade union con la terza sezione della mostra allestita nei locali del Cip. Emozionata la Soprintendente ha proseguito: «Possiamo costruire un progetto insieme. Dobbiamo davvero trovare un modo, ci penseremo insieme, per dare centralità a ciascuno di voi. Abbiamo trovato l’ abbraccio e la disponbilità di questi luoghi importantissimi. Qui ci sono venti ospiti in condizioni difficili che noi tendiamo a dimenticare. Il museo in sinergia col Comitato Matera 2019? L’evento è già il processo che ci porterà alla Capitale europea. Cultura ovunque per tutti. Maria Anna Flumero © RIPRODUZIONE RISERVATA Marta Ragozzino durante la conferenza stampa Tra gli obiettivi la gestione sostenibile di rioni di tufo e chiese rupestri C’è il Piano di gestione dei Sassi Via libera del Comitato di pilotaggio per il rilancio dei siti Unesco CON il voto favorevole e unanime del Comitato di pilotaggio, si è concluso il lungo percorso di partecipazione per la redazione del Piano di gestione del sito Unesco “I Sassi ed il Parco delle Chiese rupestri di Matera”. Lo rendono noto il sindaco, Salvatore Adduce, e l’assessore comunale alla Tutela del patrimonio Unesco, Pasquale Lionetti. Alla riunione del Comitato di pilotaggio hanno partecipato il sindaco, Salvatore Adduce, l’assessore Lionetti, Eustachio Nicoletti, delegato della Soprintendente per il Patrimonio storico artistico di Basilicata; Francesco Canestrini, soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Basilicata; Annamaria Patrone, direttore responsabile della Soprintendenza per i Beni archeologici di Basilicata; Pierfrancesco Pellecchia, presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana; Antonio Conte, delegato dall’Università degli studi della Basilicata e Franco Di Benedetto, delegato della Camera di Commercio, e Francesco Paolo Tataranni, dirigente comunale del settore Gestione del territorio. «La riunione –afferma Adduce- ha concluso un lungo percorso di partecipazione mediante i simposi/laboratorio; un metodo innovativo di condivisione del cammino che ha visto l’interesse di numerosi cittadini, non solo residenti nei Sassi. Abbiamo sperimentato un modello che ha costituito un indirizzo importante, anche per gli altri strumenti di pianificazione e che si inserisce perfettamente lungo il cammino di candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019». «Il piano di gestione –afferma Lionetti– non è solo un obbligo normativo, ma è soprattutto l’occasione per meglio comprendere il sito e le azioni da mettere in campo per la sua salvaguardia e valorizzazione. Ritengo, pertanto, che il la- | IL VERTICE | Dal Comitato Matera 2019 Eventi estivi in una guida La riunione del Comitato di pilotaggio per il via libera al Piano di gestione dei siti Unesco voro, al di là della redazione di questo importante strumento, debba continuare attraverso la istituzione di un Osservatorio permanente, finalizzato ad aggiornare continuamente lo strumento di gestione, ma anche come luogo di verifica e monitoraggio della congruità delle azioni che si andranno a realizzare o degli effetti prodotti». Nel corso dell’incontro i redattori, Angela Colonna e Domenico Fiore hanno illustrato il percorso che ha condotto alla stesura definitiva del Piano di gestione. «Il Piano di gestione –è stato detto– è stato elaborato essenzialmente per essere un manifesto, che illustri l’eccezionale valore univer- sale del sito su cui intraprendere un lavoro di ricucitura del senso di identità e orgoglio, di responsabilità e di progettualità della comunità e delle istituzioni all’interno di un sistema di regole che orientano le azioni ed i comportamenti in relazione al patrimonio». I principali obiettivi del piano sono: la conservazione del sito attraverso la promozione di una gestione sostenibile come parte attiva della vita e del lavoro della città, la facilitazione del coordinamento di tutte le azioni dei soggetti coinvolti nella tutela, valorizzazione e promozione del sito, il miglioramento della consapevolezza, dell’interesse e del coinvolgimento della comunità per il patrimonio di Matera mediante un ampio processo di partecipazione nel Piano di gestione e nella struttura operativa progettata per la gestione del sito. Sulla base degli obiettivi del Piano di gestione si sviluppa il Piano di azione che si articola in quattro linee: Comprensione del patrimonio mondiale, Salvaguardia dell’eccezionale valore universale, uso e valorizzazione per la qualità della vita, gestione efficace. Ora si avvia la fase di adozione del Piano che vedrà in una prima fase l'interessamento della Giunta per poi procedere ai lavori di consultazione della Commissione consiliare competente ed infine all'approvazione in consiglio comunale. [email protected] SARÀ in diffusione da martedì primo luglio in tutta la città e nelle strutture ricettive, il programma “Matera eventi”, realizzato dal Comitato Matera 2019 con l’obiettivo di promuovere, mese per mese, le iniziative culturali, turistiche e di animazione territoriale che ci accompagneranno fino al 2019. Si parte con il programma di luglio che avrà, come momento centrale, la festa della Bruna con tutti i suoi appuntamenti. Seguiranno i programmi di agosto, settembre, ottobre e così via. «In questo modo –spiega il direttore del Comitato Ma- Paolo Verri tera 2019, Paolo Verrisarà possibile promuovere, sia fra i turisti che fra i cittadini, le tante iniziative che animano il territorio. In questo numero zero raccontiamo, con la segnalazione degli eventi, cosa accade a Matera, ma l’obiettivo per i prossimi mesi è quello di raccontare anche quello che accade nella provincia e nell’intera regione». Accanto al programma cartaceo, il Comitato Matera 2019 sta allestendo una piattaforma on-line dove sarà possibile consultare e aggiornare giorno per giorno tutti gli eventi. «Un apposito Comita- to di redazione –afferma Verri– sceglierà le iniziative da pubblicare sul supporto cartaceo, che più si avvicinano al dossier di candidatura e che hanno una rilevanza che supera i confini regionali. Sulla piattaforma online, invece, sarà possibile inserire tutte le manifestazioni che animano il territorio». Allo scopo di partire con Matera eventi con un calendario quanto più possibile aggiornato, il Comitato Matera 2019 invita tutte le associazioni culturali, sportive, sociali, ecc. della Basilicata a indicare le loro iniziative, inviando quanto prima una mail a questo indirizzo: eventi@matera-basilicata 2019.it. Nel messaggio dovrà essere indicato il titolo della manifestazione, il luogo, la data, l’ora, l’organizzazione, e un recapito telefonico dell’organizzatore. Una bella iniziativa che certamente servirà a vivacizzare l’estate per una città che ambisce a rimanere al centro del divertimento, nonostante lo spostamento fisiologico delle attenzioni sulle spiagge joniche. In quetsa chiave, Matera resta e vuole essere una meta privilegiata per trascorrere una serata tra cultura e buona cucina. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 30 Matera e provincia Venerdì 27 giugno 2014 www.ilquotidianoweb.it PISTICCI Domenica la manifestazione a Tinchi: «Promesse non mantenute e sprechi» Pronti a occupare la sede dell’Asm Il Comitato per la difesa dell’ospedale è sul piede di guerra dopo i recenti annunci TINCHI DI PISTICCI - «Hanno aspettato che ci fossero le Europee per evitare problemi, discussioni e contestazioni. Poi, invece di convocare i cittadini e spiegare la situazione e, magari, i loro progetti come sarebbe stato giusto e corretto,hanno preferito vedersi tra di loro e, come ladri nella notte, hanno deciso». E’ un giudizio tranciante, quello del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi, sulla classe politica che ha annunciato di recente delle inattese novità per il nosocomio pisticcese, novità che non piacciono ai cittadini. Non convince e preoccupa, infatti, la scelta di «chiudere tutte le attività dell'ospedale distrettuale mai realizzato, chiudere tutta la struttura per abbattere il terzo piano dopo anni di inganni e bugie. Dopo aver sperperato denaro pubblico per ammodernare e ristrutturare il terzo piano –è l’accusa del Comitatosapendo, come dicono nelle loro delibere, che c'erano problemi strutturali e che mettevano a rischio la salute e la sicurezza dell'utenza e del personale. Problemi certificati da una relazione tecnica affidata a una società esterna nel 2005. Ma, nonostante quella relazione, confermata adesso dalla relazione dell'Università di Basilicata, hanno messo a rischio la salute e la sicurezza di medici, infermieri, personale e pazienti che hanno affollato il terzo pia- no nel reparto di Medicina rimasto attivo fino al 2010, ma anche gli ambulatori rimasti al terzo piano fino a tutto il 2012». L’accusa è quella di aver “sempre mentito”. Sulla scorta di queste consapevolezze si sta valutando l’ipotesi di organizzare una manifestazione per domenica prossima e, successivamente, di occupare l’Asm. Nel merito della vicenda, invece, il Comitato ricostruisce storie che sembrerebbero richiamare l’attenzione della Corte dei Conti: «Se c'è una situazione di pericolo, certificata nel 2006 è il ragionamento dell’orga- Contestato l’abbattimento del terzo piano nizzazione civica a difesa del martoriato ospedale di Tinchi- perché ammodernare e ristrutturare il terzo piano spendendo milioni di euro? Hanno realizzato anche un nuovo impianto di distribuzione dei gas medicali in tutto il terzo piano, il cui collaudo è stato effettuato dopo la chiusura del reparto di Medicina. Se non fossimo in Basilicata, sarebbe partita un’inchiesta, un atto dovuto». E poi ci sono le promesse non mantenute: «Entro il 30 giugno ci avrebbero dovuto consegnare il nuovo reparto di Dialisi come più volte annunciato dal Direttore generale. Ogni mese diceva che a fine mese sarebbe stata pubblicata la gara per la riabilitazione cardiopolmonare. A ogni incontro i direttori, che sono tanti, dicevano che avrebbero fatto partire le attività dell'ambulatorio chirurgico per il trattamento del piede diabetico, che erano state ordinate le attrezzature necessarie anche per endocrinologia. Non hanno fatto nulla. Mentivano tutti sapendo di mentire perché avevano bene in mente il loro percorso». Il Comitato non risparmia l’operato del sindaco di Pisticci, Vito Di Trani: «Non sono più credibili, ogni residua credibilità l'hanno persa perché hanno sempre mentito e ingannato». Roberto D’Alessandro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Comitato per la difesa dell’ospedale di Tinchi POLICORO «Da tempo sostengo che a Tinchi non c’era la Riabilitazione» «Dialisi troppo lontana a Matera» Il sindaco Leone chiede un incontro urgente con Pittella POLICORO - Il sindaco di Policoro, Rocco Leone, ha chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Pittella e all’assessore Franconi, in seguito alle ultime vicende che vedono coinvolto il Centro dialisi di Tinchi. «La gran parte dei cittadini dializzati (oltre il 70%) presso l’indicata struttura risiedono nella fascia metapontina -scrive Leone- con la logica conseguenza che un eventuale spostamento del reparto presso il nosocomio di Matera, comporterebbe certamente ulteriore e grave disa- gio agli utenti già tristemente segnati dagli effetti della patologia. Sono anni che mi occupo personalmente, anche e soprattutto nella mia qualità di medico, della problematica esistente e mi sono sempre battuto in difesa delle centinaia di pazienti costretti a fare diversi km per curarsi, ma dalla Regione non è mai arrivato un segnale di apertura al problema. Quando, anni fa, lamentavo le carenze strutturali del presidio di Tinchi, non lo facevo a titolo campanilista o populista, ma argomentavo motivazioni scientifiche e mediche: un paziente ha il diritto di essere tutelato e un presidio ospedaliero il dovere di mettere in campo tutti gli strumenti per mettere in sicurezza la salute dei cittadini. Una Dialisi senza Rianimazione non può essere considerata sicura. Oggi sento odore di cambiamento e, infatti, ho verificato sul campo la sensibilità e la pragmaticità del presidente, per cui ritengo possibile addivenire a una immediata presa di posizione, che dia risposta alle centinaia di pazienti che attendono». [email protected] POLICORO Conosceva già la Riserva jonica per sentito dire così ha voluto toccare con mano Giovanni Floris in visita al Pantano Il noto conduttore di “Ballarò” è venuto a prendere il figlio ospite del Centro Wwf POLICORO - Giovanni Floris, noto conduttore televisivo di Rai 3 del programma di attualità e approfondimento politico "Ballarò", mercoledì 25 giugno è arrivato nel centro jonico, presso il Centro visite del Wwf di viale Mascagni. La sua visita a Policoro non è stata professionale, ma familiare. Infatti Floris ha voluto vedere personalmente lo straordinario pianeta ambientalenaturalistico del bosco Pantano e della sua Riserva, venendo a prendere di persona il figlio, che è stato ospite della struttura gestita da Antonio Colucci, nei campus organizzati alla scoperta della flora e fauna presente nello spicchio di costa jonica in località "Idrovora". Anche per uno dei volti noti della tv di Stato, dopo la puntata andata in onda martedì 24 è partito per una capatina pre-estiva a Policoro prima delle vacanze e programmazione della prossima stagione televisiva che vede proprio Floris al centro di trattative, che potrebbero portarlo a presentarsi Finito il lavoro a Roma ecco il relax Giovanni Floris con la famiglia e Antonio Colucci al pubblico degli affezionati su al- tra i più alti di trasmissioni simili tri canali del piccolo schermo, e che ormai imperversano non solo con un altro titolo per il suo pro- nelle tv nazionali ma anche in gramma di attualità. quelle più regionali o extraregioFloris, in questo momento, è nali. Colucci ci ha raccontato che uno dei conduttori televisivi più Floris, anche se per sentito dire, appetibili che il settore possa van- conosceva già la realtà del Wwf, tare, di consegunza come accade in quanto negli anni scorsi era per i calciatori il mercato dell' in- stato ospite un ragazzo figlio di formazione se lo contende senza un suo parente e per questo ha badare troppo a spese. Il suo for- voluto che l'esperienza si ripetesmat da anni fa registrare share se mandando in vacanza il figlio: «E' arrivato -osserva Colucci- in mattinata presso il Centro policorese, insieme alla famiglia ricongiungendosi così al primogenito al termine di una stimolante gita all’insegna del marchio Wwf, fatta di scoperta, conoscenza e un sano ed entusiastico divertimento. Condiviso con altri coetanei provenienti dall’intero territorio nazionale, i ragazzi hanno goduto dell’ospitalità della nostra terra, della nostra storia e dell’unicità ambientale del nostro Bosco. Dopo aver condiviso con i responsabili e gli operatori del Centro, notizie, attività e progetti, è seguita una breve visita alla struttura e al Centro Recupero Animali Selvatici Provinciale. Giovanni Floris e consorte, colpiti dalle numerose azioni che il Centro Wwf di Policoro promuove giornalmente, hanno salutato tutti come vecchi amici sanno fare e dopo una piccola pausa hanno promesso di ripetere l’esperienza il prossimo anno; dopodichè hanno lasciato Policoro nel primo pomeriggio alla volta di Roma». Gabriele Elia © RIPRODUZIONE RISERVATA In Breve SCANZANO JONICO Furto sventato DUE cittadini rumeni sono stati denunciati per furto aggravato ai danni di un supermarket di Scanzano Jonico. Un commesso alla cassa ha notato due giovani mentre stavano uscendo dal locale con una voluminosa borsa a tracolla, senza fermarsi per pagare. Insospettito, ha fermato i due giovani chiedendo loro di controllare il contenuto della borsa. Senza obiettare, i due lo hanno seguito in ufficio ed hanno svuotato la borsa sul tavolo: 4 confezioni di caffè, 4 tubetti di paté di tonno e 4 confezioni di shampoo. I due si sono giustificati dicendo di non avere da mangiare e di non avere soldi. Il commesso ha chiamato il 113 e sul posto è giunta una Volante e i due giovani sono stati denunciati a piede libero. PISTICCI Il drink di P-stories DOPO il primo socialdrink di P-stories - Pisticci città narrante, oggi è in programma un altro appuntamento di presentazione del progetto curato da Allelammie e i suoi partner. Si affronterà il tema del "futuro", vuole essere un evento esplorativo per indagare e raccontare il carattere e il potenziale del centro storico di Pisticci. Sarà un'iniziativa per raccogliere visioni, pratiche, possibilità di trasformazione futura. Una prima versione del manifesto di "Pisticci 2020”. RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO SANITÀ LUCANA Venerdì 27 giugno 2014 La Regione vuole abbattere il terzo piano per il quale ha speso milioni di euro nei lavori di ristrutturazione LA NUOVA RETE OSPEDALIERA Assemblea di cittadini davanti all’ospedale. «Pretendiamo un progetto finanziato di ricostruzione dei locali» L’ospedale di Tinchi e il giallo del terzo piano Sarà abbattuto per problemi di staticità. Nel 2007 fu ristrutturato PIERO MIOLLA l «Siamo pronti ad impedire e fermare i lavori per l’abbattimento del terzo piano dell’ospedale. Siamo pronti anche a morire». A Tinchi torna nuovamente alta la tensione ed il livello dello scontro tra i manifestanti del comitato di «Difesa dell’ospedale» e le istituzioni, rappresentate nell’occasione dalla Regione Basilicata e dall’Azienda Sanitaria di Matera. Il motivo di questa recrudescenza della protesta è l’annunciato abbattimento del terzo piano del nosocomio pisticcese: lo stesso, denuncia il comitato, per il quale la Regione ha speso milioni di euro per la rara eccezione, non ha mai preso parte alle manifestazioni del comitato, dimostrando così di non condividerne i motivi della protesta. Nel 2010 i manifestanti tornarono a far sentire la loro voce e si arrivò addirittura anche all’occupazione del tetto della struttura. I risultati, come è noto, sono stati di scarso rilievo. Oggi, però, l’annunciato abbattimento del terzo piano suona come una vera e propria beffa per i motivi su esposti. «Pretendiamo – hanno spiegato nel corso di un’affollata assemblea tenuta nel piazzale antistante il nosocomio - che venga annullato il verbale sottoscritto anche dal sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, e che ci dimostrino con i fatti che c’è un progetto finanziato di ricostruzione del terzo piano e di rilancio dell’ospedale distrettuale». Per questo, il comitato ha annunciato l’ennesima mobilitazione per domenica 29 giugno alle 9.30. «Siccome hanno sempre mentito domenica mattina valuteremo anche l’eventuale successiva occupazione dell’Asm a Matera». Da queste parti, dunque, si preannuncia l’ennesima estate calda, non solo climaticamente. Un clima indubbiamente favorito anche dall’atteggiamento ondivago delle istituzioni a tutti i livelli. ‘‘ RETROSCENA La Regione sapeva dei problemi di staticità ma non ha mai fatto nulla ristrutturazione pur sapendo già che presentava problemi di staticità, salvo decidere ora che va abbattuto. I locali ristrutturati furono come al solito inaugurati in pompa magna a dicembre del 2007, alla presenza dell’allora governatore lucano Vito De Filippo (ora divenuto sottosegretario alla Sanità), del sindaco di Pisticci dell’epoca Michele Leone, e del direttore generale dell’Asl 5 di Montalbano Jonico, Pietro Quinto il quale, dopo una breve permanenza potentina con incarichi dirigenziali in Regione, è tornato all’azienda di origine (ora Asm), per ricoprire il ruolo di direttore amministrativo. I cittadini si chiedono come mai pur essendo state dilapidate risorse pubbliche per reparti mai utilizzati ed ora da abbattere, non sia stata mai acclarata al- ‘‘ LA STORIA Vogliono chiudere l’ospedale fin dal piano sanitario del 1996 cuna responsabilità, neanche morale, nei confronti di chi ha deciso di far realizzare quei lavori. La storia di Tinchi parla di una morte annunciata sin dal piano sanitario regionale del ‘96, contro la quale insorse anche un sindaco (Vittorio Vitelli, che s’incatenò dinanzi all’ingresso del nosocomio) ed un’intera popolazione per impedire che la struttura fosse chiusa. La reazione delle istituzioni locali e della cittadinanza sembrò fermare il progetto di morte che, però, venne solo derubricato a morte lenta: con il trasferimento a Policoro della neonatologia e della chirurgia prese corpo lo svuotamento del nosocomio, anche grazie alla totale assenza della politica pisticcese che, tranne qualche La proposta Trasloco nell’ex carcere SIT-IN Pietro Giannace alla manifestazione che si è svolta davanti all’ospedale di Tinchi di Pisticci. Il sospetto è che dietro alle ruspe si nasconda il progetto di chiudere il sito «Spostiamo i servizi attualmente esistenti nel nosocomio di Tinchi nella vicina struttura dell’ex carcere: solo quando avremo garantita la persistenza di tutti i servizi nella nuova struttura si potrà iniziare ad abbattere il terzo piano dell’ospedale, non prima». La proposta è di Andrea Badursi, capogruppo del Pd in consiglio comunale e sfidante al ballottaggio dell’attuale primo cittadino pisticcese alle ultime amministrative. Badursi, che a Pisticci è all’opposizione, riconosce che la sua è una proposta molto dispendiosa dal punto di vista economico, ma verrà comunque presentata a Marcello Pittella. Il capogruppo del Pd, inoltre, nel corso della manifestazione di mercoledì sera ha attaccato Di Trani: «Prima di firmare quel verbale di accordo con l’Asm avrebbe dovuto chiamare il comitato per chiederne il parere. Non doveva certo chiamare me – precisa Badursi – ma di sicuro il comitato sì, invece di sottoscrivere l’accordo. Ora Di Trani si assumerà la responsabilità di quell’accordo che lui ha sottoscritto». In alternativa, Badursi propone a sindaco e maggioranza di rinnegarlo, ritrattando la firma. «Di Trani – ha concluso Badursi - dica di aver sbagliato a sotto[p.miol.] scriverlo e ritratti il suo sì». Il sindaco Di Trani Il comitato di difesa «Tinchi non smantella» «La verità sulle ruspe» l «Io complice? Se essere complice significa mantenere tutto quello che abbiamo a Tinchi, allora lo sono». Il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, risponde a muso duro alle accuse del comitato e ricorda: «Abbiamo deciso di trasferire momentaneamente il distretto sanitario a Pisticci, in attesa che terminino il lavori: dovevo farlo andare a Policoro? La dialisi? Grazie a me si è garantita la presenza a Tinchi». La sua firma, però, non piace al comitato. «Mi hanno eletto per decidere ed io decido: alla fine vedremo chi avrà avuto ragione e chi torto. Non dimentichiamo che sono stato io a parlare per la prima volta di riabilitazione a Pisticci: in quell’occasione mi fischiarono. Ora, invece, sono tutti d’accordo». Si teme per il laboratorio di analisi. «Per quanto riguarda il trasferimento del Pronto soccorso e del laboratorio di analisi stiamo valutando alcune cose. In ogni caso nel momento in cui siamo riusciti a calendarizzare qualcosa, viene fuori una levata di scudi che non capisco e non condivido». C’è poi il discorso del ‘‘ terzo piano che, francamente, per tutto ciò che è accaduto dal 2005 ad ora, con tanti soldi spesi e l’improvvisa necessità d’abbattimento, qualche riflessione la impone. «Anche io – rivela Di Trani – ho chiesto spiegazioni sui lavori del terzo piano pur sapendo che era pericolante. Però, non dobbiamo perdere tempo a guardare al passato: bisogna pensare al futuro, ad un territorio nel quale il lavoro langue. Il mantenimento dell’esistente a Tinchi vuole dire anche posti di lavoro che riusciamo a mantenere. Speculare su Pisticci piuttosto che su Marconia o Tinchi non ha senso: è importante mantenere le cose nel nostro territorio. Tornando al terzo piano, voglio ricordare che i metri quadri che perdiamo con il suo abbattimento li recuperiamo con la dialisi al primo piano. Ripeto, la nostra missione è controllare che a Tinchi vada tutto per il verso giusto e lo stiamo facendo. Di sicuro, come sindaco, non potevo rischiare di andare in galera visti i problemi di staticità ampiamente certificati del terzo piano». [p.miol.] PASSATO Quando parlai di riabilitazione a Pisticci tutti mi fischiarono l Il sospetto è che la carenza di staticità del terzo piano celi la volontà di chiudere definitivamente Tinchi. Questa è la denuncia del comitato di difesa. «O Masi certifica lo stato di pericolo immediato per il terzo piano, oppure la necessità di abbattimento non sussiste». Pietro Giannace, uno delle anime della protesta, non le manda a dire. «Se c’è pericolo immediato, però, qualcuno deve andare in galera in quanto fino al 2012 il terzo piano ha ospitato centinaia di ricoveri. Se c’era questo pericolo perché hanno fatto i lavori spendendo milioni di euro? Se, invece, non c’è pericolo immediato – ragiona ancora Giannace - perché diventa necessario l’abbattimento? La struttura non si tocca: devono restare i servizi attualmente esistenti e l’Asm deve mantenere gli impegni assunti per implementare l’ambulatorio del piede diabetico, il day hospital di endocrinologia e chirurgia, la nuova dialisi, la riabilitazione cardio-polmonare». Il sospetto è però un altro. Giannace lo esplicita: «La realtà, a nostro avviso, è che si ‘‘ vuole utilizzare la motivazione dei problemi di staticità per trasferire tutte le attività in predicato di essere implementate a Tinchi in altri nosocomi, cioè Policoro e Matera. Inoltre, il piano verrebbe completato con il trasferimento di tutto il distretto sanitario a Pisticci. In tal modo a Tinchi non rimarrebbe niente. I programmi di qualcuno, dunque, sono di far rimanere qui solo la dialisi e la riabilitazione cardio polmonare. Funzionale a questo piano è il comportamento del sindaco che vive, insieme al vice sindaco, un fortissimo conflitto d’interessi: entrambi sono medici e, dunque, dipendenti Asm». Cosa fare? «Dopo la manifestazione di domenica, occuperemo l’Asm: possono anche chiudersi nel loro fortino ma non avranno tregua». Si pensa anche ad una sorveglianza fisica dell’ospedale: «Stiamo predisponendo una vigilanza h24 per impedire qualsiasi tentativo di iniziare il programma di smantellamento. Nei prossimi giorni ci sarà la reazione anche violenta dei [p.miol.] cittadini in lotta». CHIUSURA Dietro all’abbattimento c’è la volontà di chiudere l’ospedale RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Venerdì 27 giugno 2014 LA VISITA COMMISSIONE DEL SENATO ANALISI SULLO SVILUPPO DELL’AREA Sotto la lente c’è il contributo che l’attività estrattiva può dare a sostegno dello sviluppo economico e occupazionale dell’area Petrolio, Itrec e rifiuti L’ispezione dei senatori VISITA L’arrivo della Commissione del Senato al centro oli di Viggiano . Viaggio della Decima Commissione del Senato in Basilicata PINO PERCIANTE l VIGGIANO. Le estrazioni petrolifere in Val d’Agri e gli impianti di trattamento di Tecnoparco dove, tra l’altro, viene smaltita anche l’acqua di produzione (separata dall’olio e dal gas) del centro oli di Viggiano; la situazione relativa al rischio inquinamento e ai pericoli che potrebbero derivare dall’impianto Itrec di Rotondella. Su questi i temi è in corso un’attenta verifica della situazione da parte della decima Commissione del senato che si occupa di industria, energia, commercio e turismo. Commissione arrivata in Basilicata ieri per una visita che si concluderà oggi. La delegazione è composta dal presidente Massimo Mucchetti (Pd ),dal segretario Vito Petrocelli, lucano, portavoce a Palazzo Madama del Movimento cinque stelle e dal reggente dell’ufficio di segreteria Edoardo Battisti. La visita è partita da Viggiano. Obiettivo primario, stando alle affermazioni del presidente Mucchetti, è quello di prendere atto, dopo un’analisi sul campo, della portata del contributo che la Basilicata può dare nell’ambito della politica energetica nazionale e al tempo stesso stabilire qual è il contributo che si può dare alla Basilicata. In sintesi è quello che si è sempre detto in Basilicata, vale a dire dare il giusto in termini di risorse alle co- munità locali che attraverso le loro classi dirigenti devono utilizzare le risorse per costruire il proprio futuro. La commissione è arrivata a Viggiano intorno alle 11. 45 di ieri. Prima tappa della visita la sede del distretto meridionale dell’Eni per una presentazione delle attività che si svolgono nella zona e del sistema di monitoraggio ambientale. Ma non solo. Si è parlato anche del contributo che l’attività estrattiva può dare a sostegno dello sviluppo economico ed occupazionale dell’area (presenti per Eni il responsabile del Dime Ruggero Gheller e il responsabile dell’area europea meridionale ed orientale Giuseppe Tannoia). Intorno all’una la commissione si è spostata per una visita al pozzo petrolifero “Monte Alpi 5”, quindi visita alla sala controlli e agli impianti di trattamento del centro oli. È stato visionato anche il cantiere della quinta linea. Poi partenza per il sopralluogo a Tecnoparco. PISTICCI DURANTE LA VISITA DAVANTI AI CANCELLI C’È STATO ANCHE UN PRESIDIO PACIFICO E DIMOSTRATIVO DEL FORUM AMBIENTALE PERMANENTE «Blitz» del sindaco Di Trani all’interno di Tecnoparco Il primo cittadino non era stato invitato alla visita della Commissione del Senato agli impianti PIERO MIOLLA l PISTICCI. . Un blitz in piena regola. L’ha messo in atto il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, ieri pomeriggio a Tecnoparco, dove era in corso la visita di alcuni componenti della decima commissione del Senato, quella che si occupa di industria, commercio e turismo. Il primo cittadino di Pisticci non era tra gli invitati e, per questo, quando ha appreso che il presidente della commissione Massimo Mucchetti (Pd), il senatore di Matera, Vito Petrocelli (M5S) ed il reggente dell’ufficio di segreteria della commissione, Edoardo Battisti, erano già all’interno del perimetro dell’azienda consortile che in Valbasento smaltisce reflui industriali, ha cercato di entrarvi. Al rifiuto opposto dai vigilanti all’ingresso dell’area, per tutta risposta Di Trani, a bordo di un’autovettura della Polizia Locale ed in compagnia dell’assessore comunale all’Ambiente, Lino Grieco, è penetrato dirigendosi negli uffici all’interno dei quali era in corso la visita dei tre componenti la commissione. Una visita già fissata da tempo e, a quanto si legge sul blog di Beppe Grillo, organizzata dal Movimento 5 Stelle. Una visita dai contorni quasi misteriosi, visto che, a parte i tre esponenti della commissione ed i rappresentati di Tecnoparco, nessun altro soggetto è stato invitato a parteciparvi. Neanche il sindaco di Pisticci, appunto, che dopo aver atteso per oltre un’ora al di fuori dei cancelli di Tecnoparco, quando ha ricevuto la notizia ufficiale che la commissione era già all’interno dell’azienda, ha forzato il blocco presentandosi a sorpresa. La commissione, si apprende sempre dal blog di Grillo, ha fatto visita alla nostra regione per il «ruolo che la Basilicata ha da anni in campo industriale ed energetico ed è stata fortemente voluta dal portavoce lucano al Senato, Vito Petrocelli, che ha trovato corrispondenza con la volontà del presidente Mucchetti». La visita a Pisticci scalo è consistita in un sopralluogo agli impianti di Tecnoparco che, per la prima volta, hanno ricevuto una delegazione parlamentare. Resta il fatto che chi ha organizzato la visita ha preferito farlo senza coinvolgere le istituzioni locali e senza dare la possibilità alla stampa di potervi assistere. Dinanzi ai cancelli di Tecnoparco, infine, c’è stato anche un presidio pacifico e dimostrativo del Forum Ambientale Permanente di Pisticci, organo consultivo del Comune di Pisticci, i cui esponenti hanno ribadito che la Valbasento è a sostenibilità esaurita. RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO ATENEO LUCANO Venerdì 27 giugno 2014 I DATI DEL VOTO Al ballottaggio ha ottenuto 178 voti complessivi. 127 invece sono state le preferenze per Carmine Serio CAMBIO AL VERTICE INCARICHI Da due anni coordina il Dottorato di ricerca in Metodi e Tecnologie per il Monitoraggio Ambientale Il primo rettore donna dell’Unibas Aurelia Sole succede a Mauro Fiorentino. Cosentina, 57 anni, ama cinema e cucina EMANUELA FERRARA l A Potenza è l’anno dei ballottaggi. Dopo quello a livello politico per scegliere il primo cittadino del capoluogo regionale, è stata la volta di quello interno all’Università degli studi della Basilicata. Dopo le varie elezioni andate a vuoto da ieri sera l’Unibas ha il nuovo rettore. Tra Carmine Serio ed Aurelia Sole, gli ultimi due candidati rimasti in lizza per il posto di magnifico, l’ha spuntata la professoressa ordinaria di Idraulica computazionale alla facoltà di Ingegneria. Quella di ieri è stata la quarta votazione. Nel corso delle prime tre, e nello specifico in quella del 24 giugno scorso, l’orientamento era piuttosto chiaro. Il prossimo sessennio di rettorato va di diritto alla Sole che tra 484 voti ne ha presi ben 178 contro i 127 del suo concorrente. Buona parte dei voti la cosentina li aveva recuperati, in precedenza, dal personale tecnico amministrativo. Ora, però, il tempo dei conteggi è finito ed inizia quello dei lavori. Non importa dunque chi l’ha voluta alla direzione di Unibas, conta piuttosto quello che per l’Ateneo riuscirà a fare. Gli anni passati sono stati, a detta del suo predecessore Fiorentino, duri e difficili a causa del blocco del turn-over e della crisi generale che sta investendo i piccoli atenei. Sole avrà dunque un bel po’ da fare a partire dal 30 settembre prossimo, giorno in cui scadrà ufficialmente il mandato di Fiorentino, ordinario di Costruzioni Idrauliche e Idrologia nell’Unibas. Aurelia Sole, nata a Cosenza nel 1957, è figlia di un ferroviere e di una casalinga. Madre di due figli, si è laureata nel 1984, nell’Università degli Studi della Calabria, in Ingegneria Civile per la Difesa del Suolo e la Pianificazione Territoriale. Il suo è un curriculum di tutto rispetto. Dal 1986 lavora nell’Università della Basilicata dove è diventata professore ordinario a partire dal 2006. L’attività di ELEZIONI Nelle foto lo scrutinio e Aurelia Sole ricerca nel corso del tempo si è specializzata nel campo della valutazione del rischio idrologico-idraulico e dell’uso di strumenti di analisi spaziale del territorio. Dal 2007 al 2012 è stata direttore del Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente; dal 2009 al 2012 presidente del Collegio dei Direttori dell’Università della Basilicata. Dal 2003 al 2006 è componente della Giunta – con funzioni di direttore vicario – del Centro di Ricerca Interu- L’INTERVISTA IL RETTORE USCENTE MAURO FIORENTINO HA RINUNCIATO ALLA PROROGA «Lascio un’Università sana nonostante i tagli» l Il nuovo rettore è stato ufficialmente eletto così si chiude «l’avventura» di Mauro Fiorentino che lascia ufficialmente l’Università degli Studi della Basilicata dopo aver trascorso anni duri e, a sua detta, difficili. Si è in qualche modo parlato di «dimissioni». Perché va via? «Non ho rassegnato le dimissioni ma semplicemente rinunciato alla proroga che la legge 240/2010 mi consentiva. L’ho fatto perchè non era mia intenzione usu- ANALISI Mauro Fiorentino spiega lo stato di salute dell’ateneo lucano . fruirne dal momento che credo nell’avvicendamento, strumento più che utile agli atenei. Sono in linea, in questo, con il rettore della Federico II che ha rifiutato la proroga per consentire il naturale avvicendamento democratico». Quale lo stato di salute attuale dell’Unibas? Come la lascia? «Sono stati anni difficili, durante i quali siamo stati impegnati nell’attuazione di una riforma complessa e complicata. Ab- biamo dovuto riformare completamente il sistema interno dell’università, trasformare le facoltà in dipartimenti, riallocare i docenti e trovare raggruppamenti disciplinari, accademici, che avessero un senso in base a una legge che richiedeva un forte accorpamento delle strutture. Abbiamo infine dovuto riformare gli statuti e gli organi di governo. Sono stati anni, insomma, dedicati alla trasformazione in un periodo lungo di tagli ai finanziamenti per le università, in un momento di turn-over bloccato che ci ha fatto perdere docenti senza poterli sostituire per mancanza di concorsi e finanziamenti per il reclutamento. Ciononostante lascio una università dai bilanci sani, che ha ampliato la sua offerta formativa ed ha una qualità della ricerca in linea con i parametri di riferimento nazionali, anche se soffre, un po' meno degli altri atenei del Mezzogiorno, di una crisi economico sociale che porta molti giovani ad abbandonare il Mezzogiorno. Restano punti di grande eccellenza che si confermano negli anni ai quali abbiamo aggiunto Matera con un Dipartimento della Cultura sponsor della città dei Sassi a capitale della Cultura. Se il prossimo rettore avrà più fortuna di me in termini di tagli potrà lavorare in maniera tranquilla. Una legge regionale che c'invidiano molti atenei fa di Unibas un ateneo in salute». Si parla spesso di accorpamento tra piccoli atenei. Cosa ne pensa? «L’ipotesi di accorpamento non è scritta da nessuna parte. Abbiamo lavorato ad una ipotesi federativa con atenei del sud est, Puglia e Molise nello specifico, fatto che il Ministero ha comunque valutato in [em.fer.] maniera molto tiepida». niversitario in Monitoraggio Ambientale (CIMA). Dal 2012 coordina il Dottorato di ricerca in Metodi e Tecnologie per il Monitoraggio Ambientale. Dal 2013 è stata Prorettore alla didattica e progetti di internazionalizzazione dei corsi di studio. La sua è stata una candidatura sentita e voluta vivamente proprio per sviluppare in primis un dibattito acceso sul prossimo futuro dell’ateneo lucano e per concretizzare poi proprio questi pro- getti. «L’acqua, il territorio, il paesaggio – scrive nel suo sito – e la natura, sono parte della mia vita, da sempre, come studioso e come ingegnere. Ma anche come persona che ama capire e prendersi cura dell’ambiente in cui vive. Amo leggere, l’arte e il cinema. Mi piace cucinare. Amo ascoltare le persone, più che parlare. Nella mia formazione ha svolto un ruolo importante l’impegno nel movimento femminista». Tutti elementi fondamentali su cui si basa, o potrebbe basarsi, la vita della regione Basilicata in cui probabilmente servono più donne al comando. Il suo sarà sicuramente un lavoro difficile ma non impossibile. Rilanciare l’Unibas è l’obiettivo primario e in sei anni si possono fare tante cose. La mia esperienza per la crescita dell’ateneo della Basilicata» Parla il nuovo rettore. Ecco il suo programma di rilancio ALESSANDRO BOCCIA l «C’è una differenza sostanziale tra essere uomo ed essere donna, ed io spero di contribuire alla crescita dell’ateneo lucano portando la mia esperienza di persona, ma soprattutto di donna». Sono passati pochi minuti dall’esito del ballottaggio e così, un po’ emozionata, la professoressa Aurelia Sole commenta la sua elezione a magnifico rettore dell’università degli studi della Basilicata. Dalla nascita dell’ateneo, agli inizi degli anni Ottanta, è lei la prima donna a prenderne le redini. Rettore è stata questa un’elezione storica per l’università di Basilicata? «Sì, ne sono consapevole e spero che questo possa essere solo un bene per la nostra università». Quali sono stati i punti di forza del suo programma? «Ho sempre posto l’accento sui temi della condivisione, della trasparenza e dell’ascolto di tutte le forze presenti nell’università che sono convinta debbano lavorare in sinergia per migliorare il nostro ateneo che ha davvero tante potenzialità». Tuttavia le statistiche dipingono l'università lucana in chiaroscuro. «Le statistiche analizzano diversi parametri ed è per questo che bisogna guardarli tutti attentamente. Ancor più ritengo sia necessario collocare l’università sul territorio altrimenti non si potrà mai avere contezza del suo ruolo nella regione. Siamo un piccolo ateneo diviso in due poli che hanno delle specificità precise. La distanza tra il polo di Potenza e quello di Matera è solo fisica. La vicinanza si può ulteriormente consolidare con una comune progettazione e collaborazione». Quali saranno i primi atti del suo rettorato? «Il precedente rettorato si è impegnato tanto nell’applicazione della legge Gelmini che ha gettato l’università in uno scompiglio tremendo costringendoci a rivedere l’organizzazione dell’ateneo e delle sue strutture. Un impegno duro che comunque il professor Mauro Fiorentino, che mi ha preceduto alla guida dell’ateneo, è riuscito a superare. E da tutto questo che dobbiamo partire per progettare l’ateneo del futuro». Quale messaggio si sente di lanciare agli studenti? «I ragazzi devono avere fiducia e devono impegnarsi nello studio. Al contempo noi dobbiamo supportarli con servizi e tecnologie adeguate. Il nostro è un ruolo importante e la nostra didattica vive della ricerca. Didattica e ricerca sono strettamente collegate. Attualmente facciamo buona ricerca e buona didattica, ma tutto è sempre migliorabile». ELETTA Il nuovo rettore dell’Università degli studi della Basilicata Aurelia Sole . RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Venerdì 27 giugno 2014 MISTERIOSA MORTE IL CASO CUCCARO ALTRO MISTERO Spunta un documento della Procura che indica un trasporto della vittima in ospedale di cui finora non c’era traccia La polizia: «Scena del crimine alterata prima del nostro arrivo» Non acquisita la maglia che Mario indossava il giorno del decesso FABIO AMENDOLARA l La maglia e un giubbotto che indossava il giorno della morte non sono tra i reperti acquisiti dalla polizia, «la scena del crimine è stata alterata» e ora spunta fuori un documento della Procura secondo cui la vittima è stata portata in ospedale dal 118. «Apprendiamo solo ora di questo particolare che non era contenuto in nessun atto del fascicolo», precisa Nicola Gaetano Cuccaro, il papà di Mario - il giovane trovato senza vita il 22 marzo del 2011 a Potenza e la cui morte non è stata ancora del tutto chiarita - in un momento di pausa dell’udienza di ieri mattina. Antonio Coviello è un poliziotto della Scientifica e quel giorno è intervenuto sulla scena del crimine. Ieri in udienza ha riferito: «Quando sono arrivato io la scena del crimine era già stata modificata». Sulle ginocchia di Mario c’erano dei lividi evidenti. «Lo abbiamo trovato in ginocchio - riferisce un infermiere del 118 alla polizia (il particolare è documentato dalla ripresa video della Scientifica) - ed era in un altro contesto, con le gambe incrociate e la testa per terra, rivolta sul lato sinistro». Il testimone ieri lo ha confermato. A distanza di tre anni è ancora difficile stabilire con esattezza le cause della morte di Mario Cuccaro. Le prime indagini, chiuse troppo in fretta, hanno stabilito che si trattava di «overdose». Il papà di Mario - che tramite l’avvocato Franco Morlino si è costituito parte civile nel processo che dovranno affrontare i due ragazzi che erano con Mario quella tragica sera (l’accusa è «morte come causa di un altro delitto». L’altro delitto è la cessione di sostanza stupefacente) - non si è mai ras- segnato (è costituita parte civile anche la mamma di Mario, rappresentata dall’avvocato Giuliana Scarpetta). Il corpo «manomesso» dopo la morte e la quantità di stupefacenti assunti che stando all’analisi tossicologica non è sufficiente a provocare un decesso nonostante la diagnosi del medico legale affermi il contrario, non ha mai convinto. Ora salta fuori un atto della Procura che documenta un trasporto di Mario in ospedale effettuato dal 118. Il pm che si oc- cupò delle indagini indicava al medico legale di «acquisire atti nella struttura ospedaliera - si legge nel documento inedito - ove venne trasportato dal 118 Cuccaro». Ma il 118, stando alle relazioni contenute nel fascicolo, effettuò il soccorso nell’abitazione in cui Mario è morto, senza trasportarlo in ospedale. «Mario in ospedale? Perché nessuno ce lo ha mai detto?», si chiede il padre della vittima. È un altro dei misteri che dovrà chiarire il processo. VITTIMA Mario Cuccaro, morto nel 2011 per una sospetta overdose Don Marcello racconta i «Poteri invisibili» lucani ANTIMAFIA Da sinistra Abbate, Cozzi, Amendolara, Pugliese e Orlandi l «Poteri invisibili». «La mafia», per Lirio Abbate, giornalista dell’Espresso. «L’intreccio con la massoneria», secondo il magistrato della Procura nazionale antimafia Elisabetta Pugliese. «Il muro di gomma che impedisce di cercare la verità», secondo Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. Ogni relatore ha scritto un finale diverso al libro di don Marcello Cozzi presentato ieri al teatro Stabile di Potenza. «Scrivete voi il finale», ha esortato il vicepresidente nazionale di Libera. In sala tanti familiari di vittime. Di quel «sangue di nes- suno» di cui parla il sacerdote nel suo nuovo lavoro editoriale. È un viaggio nella Basilicata di affari, mafie, omicidi e verità sepolte (Editore Melampo), già disponibile nelle librerie. Oltre all’autore, sono intervenuti il giornalista Lirio Abbate, il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Elisabetta Pugliese e Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, la ragazza scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno 1983. L’incontro è stato moderato dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Fabio Amendolara. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Venerdì 27 giugno 2014 POLITICA INCONTRO A POTENZA Il capoluogo lucano tra le prime tappe del dell’eurodeputato pugliese. L’on. I PARTITI DOPO IL VOTO DI MAGGIO tour Latronico: «Il partito coinvolga le persone» Fitto e il centrodestra «Primarie di coalizione» Assemblea regionale di Forza Italia che si riorganizza sul territorio CONVENTION L’assemblea regionale di Forza Italia che si è svolta ieri sera al Motel Park di Potenza alla presenza di Raffaele Fitto ALESSANDRO BOCCIA l «Dare protagonismo ai nostri territori per capire le difficoltà e rigenerare il nostro programma». È l’impegno ribadito ieri sera da Potenza dall’europarlamentare Raffaele Fitto, partecipando all’assemblea regionale di Forza Italia, organizzata per ringraziare gli oltre 11 mila lucani che hanno espresso una preferenza per il capolista lista del partito nella circoscrizione meridionale alle recenti europee e per ribadire l’interesse a costruire uno spazio politico in cui i lucani si possano sempre più riconoscere. «Dobbiamo recuperare lo sbandamento all’interno del partito, dando la parola ai nostri elettori, ascoltandoli, confrontandoci e recuperando la loro fiducia» ha continuato Fitto che ha voluto inserire il capoluogo di regione lucano tra le prime tappe del suo tour per l’Italia incontrando amministratori locali, dirigenti e militanti del partito. Nel corso del suo intervento l’ex ministro berlusconiano ha trattato anche temi nazionali. «Faremo delle riunioni per discutere delle riforme e per vedere quale sarà l’evoluzione: c'è un accordo che è stato messo in piedi da tempo e su cui sarà utile fare una riflessione perchè nelle ultime ore mi sembra che si sia aperto un fronte anche sulla legge elettorale e si tratta di capire come vogliamo procedere, verificando gli emendamenti presentati in queste ore». Quanto al futuro del dentro destra, per l’ex governatore pugliese «è necessario un confronto per comprendere le ragioni del risultato delle europee e al tempo stesso discutere dei programmi, che sono l’elemento principale di aggregazione, e poi stabilire anche i me- . todi di selezione della classe dirigente: mi sembra che ormai il dato delle primarie di coalizione sia già acquisito. La necessità - ha aggiunto ancora Fitto - IN BASILICATA «Vogliamo creare una rete di cittadini portatori di un’istanza di libertà e cambiamento» è quella delle primarie di coalizione, anche in vista delle prossime elezioni regionali che abbiamo alle porte». Oltre a Fitto sono intervenuti anche alcuni iscritti, i coordinatori provinciali del partito, i consiglieri regionali, comunali e il coordinatore regionale, Co- simo Latronico. «Un grande progetto riformatore come quello che Forza Italia si incarica di realizzare per rinnovare il Paese e riportarlo sulla strada della crescita e dello sviluppo - ha precisato nel suo intervento Latronico - non può non avere, oltre che una grande leadership, un corpo radicato sul territorio che interpreti a tutti i livelli questa aspettativa. Abbiamo la necessità di incrociare le persone, coinvolgerle, motivarle perché non siano semplici spettatori, ma protagonisti di una grande costruzione». Infine un impegno. «Ci accingiamo a costruire una rete di persone presenti ovunque in regione che siano portatrici di un’istanza di libertà e di cambiamento che abbiamo l’obiettivo di interpretare». CONSIGLIO REGIONALE UN FUNZIONARIO, DUE DOTTORANDI E TIROCINANTI ENTRANO NELLA STRUTTURA In arrivo «rinforzi» per l’Ufficio legislativo l In arrivo «rinforzi» per l’Ufficio legislativo, studi e documentazione del Consiglio regionale. Nell’organico ci saranno un nuovo funzionario direttivo, due dottorandi in materie giuridiche e alcuni tirocinanti scelti tra i laureandi in materie giuridiche ed economiche. Con il contributo scientifico dell’Issirfa – Cnr, l’istituto di studi giuridici che ha redatto la bozza del nuovo Statuto della Regione, si procederà inoltre alla redazione di testi unici e all’aggiornamento normativo per settori organici, finalizzati alla rivisitazione della normativa regionale di settore e di un suo adeguamento legislativo. In esecuzione di quanto deciso dall’Ufficio di Presidenza (alla presenza del presidente Lacorazza, dei vicepresidenti Galante e Mollica e dei consiglieri segretari Castelluccio e Polese) lunedì prossimo sul sito del Consiglio regionale saranno pubblicati due avvisi pubblici: il primo ha lo scopo finanziare due progetti di ricerca presentati dalle Università italiane pubbliche e private che hanno attivato dottorati di ricerca in materia di diritto costituzionale e diritto pubblico generale, diritto regionale e degli enti locali, metodi e tecniche della formazione e della valutazione delle leggi; il secondo, rivolto agli stessi soggetti, riguarda l’attivazione di alcuni tirocini formativi, fino a un massimo di dieci. I dottorandi e gli studenti laureandi, che saranno selezionati dalle Università di appartenenza, opereranno a supporto dell’Ufficio Legislativo, Studi e Documentazione del Consiglio regionale, che sarà rafforzato anche con l’assegnazione di una nuova unità di personale di categoria D. Approvato, inoltre, l’aggiornamento dell’accordo di collaborazione che lega il Consiglio regionale all’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie “Massimo Severo Giannini” (Issirfa) del Cnr, l’organismo che ha redatto la bozza del nuovo Statuto attualmente all’esame della prima Commissione permanente dell’Assemblea. «Fare leggi chiare e comprensibili, ma anche e soprattutto verificare se e come vengono applicate: è questo l’obiettivo delle azioni messe in campo dall’Ufficio di Presidenza SCELTA Dottorandi e laureandi saranno selezionati dagli atenei di appartenenza REGIONE Il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza . – spiega Lacorazza – dopo l’ampio confronto avuto con i capigruppo. Migliorare la qualità dell’attività legislativa è il principale obiettivo che ci poniamo per questa fase della legislatura. Per farlo occorre migliorare ogni fase del procedimento legislativo: dall’attività di approfondimento svolta nelle Commissioni, al supporto tecnico degli Uffici, fino alle forme di partecipazione dei cittadini e del mondo associativo. Per questo, dopo aver rafforzato l’Ufficio Legislativo e dopo aver aggiornato l’accordo di collaborazione con l’Issirfa - Cnr per la redazione dei testi unici, completeremo anche il lavoro per offrire ai cittadini la possibilità di seguire sul nostro sito web ogni fase del percorso legislativo». COMUNE DI POTENZA CENTRO DEMOCRATICO «De Luca parli con i partiti prima di costituire la giunta Serve un esecutivo a sei» l Il sindaco Dario De Luca non è riuscito ancora a far quadrare i conti sulla composizione della giunta comunale. Tra rinunce e indecisioni, il primo cittadino ha preso altro tempo per comunicare la squadra che lo affiancherà nel governo del capoluogo. L’obiettivo di De Luca è quello di trovare il giusto equilibrio per raggiungere il più ampio consenso possibile e sottoporre, all’attenzione di tutti i partiti, le sue linee programmatiche. Non sarà facile, anche perché c’è già chi lancia segnali di insofferenza. È il caso del Centro Democratico che tuona: «Le consultazioni ufficiali con i partiti da parte del sindaco vanno fatte prima della costituzione della giunta e non dopo». Posizione ribadita in un incontro tra dirigenti ed i consiglieri comunali Picerno e Campagna. Una strategia – spiega il Cd - suggerita a tutto il Centrosinistra di guardare alla proposta programmatica che De Luca vorrà sottoporre ai partiti ed ai gruppi consiliari. Di qui l’esigenza di pensare ad un esecutivo municipale fatto tutto da personalità esterne e senza la presenza di consiglieri o candidati di partiti dello schieramento che ha sostenuto De Luca che caratterizzerebbero politicamente la nuova giunta. Per Cd è importante che il sindaco dia seguito al suo impegno di riorganizzazione della struttura amministrativa e politica come da lui promesso con una giunta a sei. È inoltre urgente – sottolinea ancora il partito – l’attenzione da prestare all’erogazione dei servizi nei comparti di gestione e manutenzione che rischia di tagliare fuori tutte le ditte locali con gravi ripercussioni sull’occupazione locale e di conseguenza sulla già fragile economia cittadina. Per il Cd non è in discussione il rispetto delle regole sugli appalti anche attraverso il disciplinare della Consip ma ipotizzando una gara che abbia come base d’asta l’importo previsto da Consip proprio allo scopo di salvaguardare le ditte locali. POTENZA IL PATRIMONIO DEGLI «SPIN OFF» ACCADEMICI Camera di Commercio imprese lucane e ricerca Incontro con la Turchia l Si chiamano Spin Off accademici. Si tratta di imprese nate per valorizzare i risultati della ricerca svolta presso Università ed enti di ricerca pubblici, con il contributo prioritario di docenti e ricercatori. La Camera di Commercio di Potenza, nell’ambito della Convenzione Mise – Unioncamere (Programma plurisettoriale in partenariato con il Sistema Camerale nell’ambito della campagna promozionale straordinaria a favore del Made in Italy 2011, Progetto Mediterraneo - Nord Africa) organizza, per i giorni 30 giugno e 1 luglio, un incontro tra gli spin off dell’Università degli Studi della Basilicata e imprenditori e accademici provenienti dalla Turchia. La presentazione del progetto e l’avvio dei lavori avverranno lunedì prossimo, alle 9, al Campus di Macchia Romana (Biblioteca Safe e Aula 20). Interverranno Pasquale Lamorte (presidente dell’Ente camerale del potentino), Mauro Fiorentino (Rettore Unibas), Fabio Pizzino (relazioni internazionali Unioncamere), Sennur Yilmas (Camera di Commercio Italiana in Turchia), Enrica Marchese (Dirigente Ufficio Internazionalizzazione Ricerca Scientifica e Innovazione tecnologica, Dip. Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata). «La forte dipendenza dal mercato locale sta penalizzando fortemente l’economia della nostra provincia – dice Lamorte -. Avvertiamo dunque come esigenza impellente quella di aprirci ai mercati esteri, e ciò richiede una politica di sviluppo che supporti adeguatamente la vocazione all’internazionalizzazione delle eccellenze imprenditoriali del nostro territorio, come gli spin off accademici, che potranno essere volano di trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca in Turchia, grazie a uno dei tanti snodi della rete del sistema camerale nel mondo». RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I VII Venerdì 27 giugno 2014 SERVIZI PUBBLICI APPALTO E POLEMICHE RIUNIONE DESERTA La Team Service non si presenta all’incontro convocato dalla Regione. «Disagi e disorganizzazione» Pulizie nelle scuole è stato di agitazione Il nuovo gestore del servizio snobba i sindacati lucani PROTESTA I lavoratori del settore durante un sit-in davanti alla Regione l La Team Service ha dato buca. All’incontro convocato in Regione la capofila dell’associazione temporanea di imprese che dall’1 aprile gestisce il servizio di pulizia nelle scuole lucane e calabresi non si è presentata. Al pari dei rappresentanti della direzione scolastica regionale. Sconosciute le motivazioni di questa assenza e durissima la presa di posizione dei sindacati di categoria Fisascat Filcams Uiltucs che hanno proclamato lo stato di agitazione e diffidato la Team Service «nel porre in essere azioni unilaterali per tutto quanto attiene stabilito dall'accordo ministeriale del 5 maggio scorso – mentre, per quanto riguarda la gestione dei lavoratori degli appalti storici, «la prospettata sospensione per il periodo luglio-agosto è difforme da quanto concordato tra le parti in sede regionale con l'accordo del 31 marzo». I sindacati denunciano infine «il gravissimo comportamento dei responsabili di cantiere di Potenza e Matera che con atteggiamenti minacciosi e continue provocazioni, lesive della dignità umana, hanno creato un clima di terrore e confusione tra i lavoratori». l'organizzazione del lavoro, con particolare riferimento alle disposizioni di servizio e agli spostamenti di orario e di sede senza alcuna comunicazione preventiva e formale al lavoratori e alle organizzazioni sindacali». La Regione ha riconvocato le parti per il 30 giugno prossimo, alle 9.30, ma il clima resta incandescente. Nel condannare la scelta della Team Service di «sottrarsi al confronto con le istituzioni e le organizzazioni sindacali», Fisascat Filcams Uiltucs hanno fatto mettere a verbale «la gravissima situazione di disorganizzazione in tutti i plessi . scolastici e i disagi che stanno vivendo i lavoratori dalla data del passaggio del servizio al nuovo gestore». Lunga la lista delle inadempienze lamentate dai sindacati. «L'azienda non ha ancora provveduto a far sottoscrivere ai lavoratori il contratto individuale di lavoro e finora non ha predisposto il pagamento delle spettanze salariali tramite bonifico bancario». Fisascat Filcams Uiltucs lamentano inoltre criticità rispetto alla gestione della formazione dei lavoratori – effettuata in maniera discrezionale, al di fuori di quanto L’EVENTO MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DAL CIRCOLO CULTURALE «POTENZA PARTECIPA». NUMEROSI ARTISTI SUL PALCO A SFIDARE LE INSIDIE DI «PIAZZA POLMONITE» Maratona musicale di solidarietà Raccolta fondi per i poveri della città. Sarà il Comune a decidere chi avrà i soldi EVENTO La maratona musicale organizzata a Potenza per raccogliere fondi da destinare alle famiglie indigenti della città LORENZA COLICIGNO l Il 16 giugno il maltempo fece rinviare al 25 giugno la gara di solidarietà denominata «Una Piazza per Tutti», promossa dal circolo culturale Potenza Partecipa e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Potenza, il 25 giugno con puntualità l’iniziativa è stata riproposta, ma anche il maltempo è stato puntuale nel minacciare pioggia. «La serata non è stata invitante dal punto di vista climatico, Piazza Mario Pagano non ha smentito la sua fama di «piazza Polmonite» nemmeno a fine giugno, per la costante presenza di un vento freddo. Questo ha condizionato la partecipazione che è stata al di sotto delle nostre aspettative» ha detto Quaratino, presidente di Potenza Partecipa. «Non siamo in grado di dare oggi dati sulla somma raccolta, visto che ancora sono presenti nei bar del centro storico le urne in cui depositare il contributo volontario, né del resto le urne sigillate saranno aperte prima di firmare un protocollo d’intesa con il Comune di Potenza. Con il prece- le altre notizie MANIFESTAZIONE Festa del Sacro Cuore oggi a Potenza n Oggi festa del Sacro Cuore e Giornata della santificazione sacerdotale. Appuntamento alle 20.30 nella chiesa di Santa Maria del Sepolcro. L’Azione Cattolica e i Movimenti ecclesiali della Diocesi di Potenza, anche nella ricorrenza dell’anniversario di ordinazione episcopale di mons. Agostino Superbo, invitano a una veglia di preghiera e di ringraziamento. AGRICOLTURA Il lucano Verrascina alla guida della Copagri . dente assessore ai servizi sociali si era concordato, appunto, che in base ad un protocollo d’intesa il circolo culturale Potenza Partecipa avrebbe versato i fondi raccolti, sarebbe poi stato compito dell’assessorato individuare le famiglie cui distribuire i contributi, in base ai dati in suo possesso. È stato, inoltre, predisposta una scheda con l’indicazione dell’Iban bancario dedica- to, per quanti volessero versare con questa modalità il proprio contributo. Non sarà possibile, dunque, prima di una settimana fare i «conti» sulla generosità dei Potentini verso i loro concittadini meno fortunati, essendo numerosi e diversi i luoghi e i modi di esprimere la loro solidarietà». In piazza Mario Pagano, comunque, danza, musica e teatro hanno avuto la funzione di attrattori per raggiungere le finalità solidaristiche, d’aiuto e di sostegno alle persone bisognose e più disagiate della città, da cui ha avuto origine la manifestazione. Molti gli artisti si sono esibiti: Agostino Gerardi, Idrusa, Mamma Cannibale, Iole Cerminara, Pina Stanco, Enzo Cianci, La Faina, Concert Band, Mattia Valentino, Cinzia D’Angiolillo, Be-Love, Dangerous, ProBe, Ale- gria Ritmo Do Brasil, D. J. Disco Stories. Ma al di là della quantità dei fondi raccolti, che certo sarà un dato importante da verificare, resta il merito di una serata in cui si è tornati a riflettere sulla difficile situazione di tanti potentini, che, secondo i dati sia della Caritas sia dell’Istat, versano in condizioni di indigenza e fanno al fila per ricevere beni di prima necessità. n C’è un lucano alla guida nazionale della Copagri, la Confederazione Produttori Agricoli. È Franco Verrascina, 57 anni, originario di Grottole, che nell’ultimo congresso della associazione italiana degli agricoltori è stato ancora una volta designato alla carica di presidente. Verrascina per i prossimi cinque anni sarà ancora al timone della Copagri che nel corso della sua amministrazione ha consolidato la propria attiva presenza in tutto il Paese. Festa diocesana degli oratori in piazza tra canti, giochi e preghiera l Festa diocesana degli oratori ieri a Potenza. In piazza Mario Pagano si sono ritrovati i ragazzi provenienti da diversi centri della provincia e, in particolare, dal territorio di competenza dell’Arcidiocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsiconuovo. Giochi, divertimento, musica, aggregazione, ma anche preghiera per una giornata di festa e di riflessione. Le parrocchie che hanno partecipato alla manifestazione hanno portato in «dote» i rispettivi inni, canzoni orecchiabili piene di messaggi positivi, dalla solidarietà all’amore, dall’amicizia alla compassione. Particolarmente apprezzato il brano presentato dalla parrocchia di Santa Cecilia dal titolo «Everybody», ben costruito melodicamente e con un testo molto efficace. In mattinata i ragazzi sono stati accolti in piazza da mons. Agostino Superbo. A conclusione dell’evento lo stesso vescovo ha presieduto all’incontro nell’oratorio salesiano Don Bosco con i giovani e le rispettive famiglie. EVENTO La festa di ieri si è conclusa nell’oratorio salesiano Don Bosco di Potenza RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA CITTÀ Venerdì 27 giugno 2014 SOS CENTRO STORICO STRADE ABBANDONATE IL PROBLEMA La vegetazione, priva di ogni manutenzione, dalla scarpata sottostante sta invadendo gli spazi MANUTENZIONE Dal lato del vescovado sanpietrini divelti e buche sempre più grandi rendono pericoloso utilizzare il marciapiede Marciapiedi inghiottiti dal verde In via Vescovado pedoni a rischio tra arbusti, erbacce e sanpietrini saltati GIOVANNA LAGUARDIA MARCIAPIEDI DIMENTICATI l Pedoni figli di un dio minore in pieno centro storico a Potenza. Nel corso degli ultimi anni la Gazzetta ha raccolto più volte il grido di dolore dei cittadini per le pessime condizioni di via Vescovado, sia per quanto riguarda la parte carrabile, costellata da enormi avvallamenti e biche solo in alcuni casi malamente tappate con asfalto, sia per quanto riguarda i marciapiedi. E proprio la situazione di questi ultimi sembra peggiorare di stagione in stagione. Il marciapede dal lato del Vescovado è sempre più dissestato. Come si può vedere dalle foto, infatti, sono sempre più numerosi i sanpietrini divelti dalla loro sede. Lo stretto passaggio per i pedoni è diventato enormemente disagevole, sia per il pericolo costituito dalle buche, sia perché il marciapiede, nascosto alla vista dalle macchine, continua ad essere meta delle passeggiatine di salute dei vari Fido, i cui paroni spesso non si curano di ripulire i bisognini dei loro amici a quattro zampe. Un andazzo, questo, più volte denunciato dalla Gazzetta, che va avanti ormai da diversi anni. Ma ormai è diventato difficile anche utilizzare il marciapiede dal lato della discesa di San Gerardo. Benchè da questo lato i sanpietrini si siano conservati molto meglio, infatti, a creare problemi ai pedoni ultimamente è la vegetazione. Le piante rampicanti che si arrampicano lungo il muraglione di contenimento della discesa di san Gerardo, forse rese particolarmente rigogliose quest’anno dalle abbondanti piogge primaverili, stanno invadendo larghi tratti dello spazio disponibile per chi procede a piedi, mescolandosi alle erbacce che crescono spontanee sul ciglio del marciapiede e formando un tappeto verde fitto ed impenetrabile che si alza sempre di più. Per di più ci si mettono anche gli alberi che si ergono dalla sottostante scarpata le cui chiome stanno crescendo a dismisura tanto che in alcuni casi ostacolano con i rami che ricadono sulla strada, non solo il passaggio dei pedoni ma anche il parcheggio delle macchine. Insomma, la natura, in mancanza di manutenzione del verde urbano, sta prendendo il sopravvento sulle opere dell’uomo. E a pagare sono i cittadini. ALBERI Le chiome si allungano e rendono difficile il passaggio MARCIAPIEDI Via Vescovado sentiero di guerra per i pedoni, fra erbacce e sanpietrini saltati . ADOLESCENTI CON SINDROME DI DOWN POTENZA LA PAVIMENTAZIONE DEL LARGO VA RISISTEMATA Club Ragazzi in Gamba aperitivo solidale per finanziare i progetti dell’associazione Aipd Una petizione per San Michele l Un aperitivo solidale per celebrare il decimo anniversario della presenza sul territorio provinciale del «Club dei Ragazzi in Gamba» il percorso di educazione all'autonomia per adolescenti con sindrome di Down nato nel 1989 presso l'Aipd di Roma e divenuto negli anni un'attività istituzionale delle sezioni Aipd in Italia e all'estero. Stasera, alle 19, presso 5 locali della città sarà possibile devolvere parte della tua consumazione a sostegno dei progetti di educazione all’autonomia dell’Associazione Italiana Persone Down Onlus sezione di Potenza.Le attività che hanno aderito all'iniziativa sono Assurd Pucceria artigianale e birreria Cibò, Sunset Glamour Café, Bar del Parco Baden Powell e Peke & Snack. Le famiglie e gli operatori dell’Aidp da sempre promuovono l'autonomia delle persone con sindrome di Down. Per l'occasione l'Aipd di Potenza ha deciso di realizzare una t-shirt per la celebrazione del decennio di attività che sarà possibile acquistare durante l'iniziativa o richiedendola presso le sedi Aipd della provincia. Il ricavato sarà destinato al finanziamento dei progetti. l Le antiche pavimentazioni del centro storico si sgretolano. Un nuovo sos arriva dai cittadini del borgo antico. Questa volta si tratta di Largo san Michele, con le sue belle basole bianche. Con il passare degli anni, l’espoosizione alle intemperia e l’assestarsi del terreno stottostante, però, quell’elegante pavimento è diventato più che altro un percorso a ostacoli. Fossi e avvallamenti rendono difficile camminare ed in alcuni punti le basole uscite fuori sede e traballanti richiedono addirittura doti di equilibrismo per poter attraversare la piazzetta. Per questo alcuni cittadini residenti nella zona hanno deciso di sottoporre la questione all'attenzione del nuovo sindaco di Potenza, Dario De Luca, con una petizione in cui viene evidenziata STRADE Le basole rotte in largo San Michele . «la necessità ed urgenza di provvedere alla sistemazione delle basole della antica pavimentazione del Largo di S.Michele. Attualmente la pavimentazione è in uno stato di grave dissesto con le basole che sono completamente sconnesse e rialzate nè è stato fino ad ora effettuato alcun intervento manutentivo. Tale situazione, oltre a essere motivo di degrado di un degli ambiti più interessanti del Centro Storico, crea grave pericolo per la pubblica incolumità e disagi per i passanti e dei tanti fedeli che si recano in Chiesa compresi i turisti che visitano il Sacro edificio, uno dei più importanti monumenti medioevali della città di Potenza. La petizione è accompagnata da una raccolta di firme, avvenuta in questi giorni nella sede di Copystep, in via del Popolo. le altre notizie TRECCHINA DROGA Arrestato dai CC con 40 grammi di marijuana n Arrestato e processato in meno di 24 ore un venticinquenne di Trecchina che aveva nascosto 40 grammi di marijuana in un calderone. Lo stratagemma è stato scoperto dai carabinieri della Compagnia di Lagonegro, al comando del capitano Luigi Salvati Tanagro. Il ragazzo ra finito ai domiciliari mercoledì pomeriggio, su disposizione del sostituto procuratore di Lagonegro Francesco Greco. Processato per direttissima ha patteg[p.per.] giato 8 mesi di reclusione. ROTONDA DIGITAL DIVIDE La banda larga arriva sul Pollino n Rotonda e Viggianello escono dal Digital Divide grazie alla Regione Basilicata e a Fastweb. Entro la fine di quest’anno altri quarantuno comuni saranno progressivamente collegati alla rete Internet. RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I IX Venerdì 27 giugno 2014 TITO INDAGINI DEI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI POTENZA. IN CORSO ACCERTAMENTI SCIENTIFICI Anziana picchiata e legata da due sconosciuti Casa a soqquadro ma non è stato prelevato nulla PERIFERIA La casa dell’anziana è in una zona isolata. Sul posto militari e scientifica . l Suo marito esce di casa e appena resta sola viene picchiata, imbavagliata e legata da due persone che dopo aver messo l’abitazione a soqquadro non hanno portato via nulla. Verso le 10.30 di ieri mattina una donna è stata rapinata in casa in centro a Tito. La donna, di 63 anni, è stata sorpresa nella sua abitazione da due persone. Le hanno chiesto denaro, poi l’hanno legata e imbavagliata. Colpita al volto e alla testa. L’hanno anche tentata di strangolare. Non è ancora chiaro come la donna sia riuscita a mettersi in salvo. A dare l’allarme è stato un vicino di casa che l’ha vista barcollare. La donna è stata soccorsa dal 118 ed è ricoverata all’ospedale san carlo, dove le sono stati riscontrati segni evidenti di percosse. Sul caso indagano i carabinieri. Non è ancora stato accertato cosa sia stato portato via dall’abitazione dell’anziana. Ora sono in corso indagini scientifiche. I carabinieri sono alla ricerca di impronte o di qualsiasi traccia lasciata dai due uomini che si sono introdotti nell’abitazione della donna. Ma che, a quanto sembra, non hanno portato via nulla. Eppure l’abitazione, stando alla prima ricostruzione dei carabinieri, è stata messa a soqquadro. La donna, poi, ha aperto tranquillamente la porta. E questo lascia Soccorsa dal 118 La zona è isolata. Si sospetta SAVOIA GAL L’anziana ha riportato segni che chi ha agito la Nel Melandro evidenti di percosse conoscesse bene si accende la fiaccola A dare l’allarme un vicino Erano stati fatti sopralluoghi? delle olimpiadi sospettare che i visitatori siano per- se nei giorni scorsi ci sono stati della ruralità sone di sua conoscenza. Ma al momento è solo un’ipotesi. L’abitazione è in una zona isolata, nelle vicinanze delle terme. La violenza sarebbe scattata quando la donna ha detto di non avere denaro. A quel punto è stata picchiata, legata con dello spago, e imbavagliata. Il racconto della vittima è lucido fino a questo punto. La storia fila. Fino al movente. Perché non portare via nulla e mettere comunque l’abitazione sottosopra? I cittadini che abitano nella zona sono stati convocati dai carabinieri che stanno cercando di accertare se qualcuno ha visto qualcosa. Oppure POTENZA ANTONIO D’AVERSA GIUDICATO COLPEVOLE IN PRIMO GRADO Stalking, un uomo di 45 anni perseguitava l’ex moglie Condannato a 2 anni e 8 mesi l «Sei ancora mia». Dopo una relazione di 17 anni troncata ormai da tempo voleva impedire che la ex moglie avesse contatti con chiunque: un uomo di 45 anni, Antonio D’Aversa, ha continuato a perseguitare la donna e ieri è stato condannato dal Tribunale di Potenza a due anni e otto mesi di carcere. La richiesta della Procura era di quattro anni. Era finito agli arresti domiciliari dopo averla inseguita in auto per le vie di Potenza e averle rotto uno degli specchietti retrovisori, forse per «punirla» subito della sua decisione di chiedere l’intervento della polizia. La vicenda andava avanti da tempo: dopo una prima serie di atti persecutori, l’uomo era già finito ai domiciliari: successivamente, aveva ottenuto l’at- tenuazione della misura cautelare e l’obbligo di firma in questura. Poi, però, il suo atteggiamento nei confronti dell’ex moglie era tornato a farsi aggressivo. Non solo la donna ma chiunque avesse contatti con lei – personali o di lavoro – sarebbe stato minacciato con l’intento di lasciarla del tutto sola e isolata. La donna - costituita parte civile tramite l’avvocato Cristiana Coviello - è tornata a vivere in un «insopportabile stato di disagio morale». Alla fine, quando si è vista inseguita dall’auto guidata dall’ex marito (alcune fasi dell’inseguimento sono state riprese da telecamere in vari punti della città) la donna ha chiesto l’intervento della polizia. Un rapporto sulla vicenda da parte della squadra mobile della Que- stura portò la Procura a chiedere il ritorno dell’uomo agli arresti domiciliari. L’indagine è stata condotta dagli investigatori della Sezione «reati contro la persona ed in danno di minori» della Squadra mobile, in collaborazione con gli agenti dell’ufficio prevenzione generale della Questura. L’attività investigativa «ha consentito di accertare a carico dell’uomo la consumazione e la prosecuzione di atti persecutori ai danni dell’ex convivente, con un evidente aggravamento del profilo delle esigenze cautelari». Il movente? «L’uomo - spiegarono in Questura - dopo una convivenza con la vittima durata oltre 17 anni non ha accettato di buon grado la fine della relazione». Ora è arrivata la condanna. LAVELLO I GIORNI VISSUTI DA UN MIGRANTE A BOREANO DOCUMENTATI DAL GIORNALISTA Premio «L’anello debole» Moussa diary di Albensi in finale a Capodarco l In finale al premio «L’anello debole», assegnato ai migliori cortometraggi della realtà e di fiction sui temi sociali e ambientali (manifestazione in corso a Capodarco di Fermo), «Moussa diary», diario digitale del giornalista Emiliano Albensi. Racconti, pensieri, umori e sensazioni di un ragazzo di trentasette anni, venuto dal Burkina Faso in cerca di fortuna. «Moussa diary» è una testimonianza delle condizioni di lavoro e soprattutto di vita di uno dei tanti migranti impegnati nella raccolta della frutta e verdura nel Mezzogiorno d’Italia. Sono circa 3mila quelli che ogni anno fanno tappa in Basilicata: piegati in due sui campi, lavorano dodici ore al giorno per 25 euro. Vivono, o meglio sopravvivono, in case abbandonate, senza acqua ed FINALE Il giornalista Emiliano Albensi elettricità, in condizioni di estrema povertà. Non hanno alcun diritto, né alcuna forma di assistenza: sono in balia dei «capi neri», deputati a controllare non solo il loro lavoro, ma tutta la loro vita. «Moussa diary» è un testamento per le giovani generazioni. Domani la premiazione. avvistamenti sospetti. Perché chi ha deciso di colpire in quella zona isolata con molta probabilità ha avuto bisogno di fare dei sopralluoghi. A meno che non conoscesse bene già i luoghi. Al momento i carabinieri - al comando del tenente Giuseppe Abbrescia - non escludono nessuna ipotesi. Qualche risposta potrebbe arrivare già nelle prossime ore dalle analisi scientifiche e dai reperti raccolti nell’abitazione della donna, sulla porta d’ingresso e sugli oggetti che sono stati spostati nella casa. Anche sullo spago usato per legarla e sul fazzoletto con cui è stata imbavagliata potrebbero esserci delle tracce utili per risolvere il caso. TRIBUNALE Il palazzo di giustizia di Potenza [foto Tony Vece] . l SAVOIA DI LUCANIA. Valorizzare il territorio rileggendo le tradizioni in chiave moderna. È stato presentato ieri nella sede del Gal Melandro, a Savoia di Lucania, il programma innovativo e singolare delle «Ruraliadi», nell’ambito del PSL «Basilicata Nord Occidentale». Il progetto intende realizzare un percorso itinerante di manifestazioni aventi a tema la «competizione» tra territori rurali dell’area Leader. Gli obiettivi indiretti e diretti sono: sostenere lo sviluppo sostenibile dei territori rurali attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, architettoniche, storico e artistico – culturali, favorire la commercializzazione delle risorse turistiche delle aree rurali attraverso attività di promozione del territorio in un’ottica unitaria e integrata. La struttura del Gal ha voluto condividere con i protagonisti del l’area, gli amministratori e le comunità da essi rappresentate, le fasi definitive del progetto esecutivo per ottenere la massima riuscita e raggiungere il pieno degli obiettivi prefissi. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Venerdì 27 giugno 2014 TRASPORTI RITARDI INACCETTABILI DOPO LE PRIME SEGNALAZIONI Scatta una petizione popolare che parte da lontano, è promossa dall'associazione «Amici della Basilicata in Lombardia» ISOLAMENTO, MALE ANTICO Il problema è avvertito e, non a caso dopo l’appello, in tre giorni sono state già raccolte circa seicento firme COMUNE ORA SI DECIDERÀ E il diritto alla salute? Il bus per Palese ma anche per il Crob Ora si cerca una soluzione per continuare a garantire alcuni collegamenti bus, tra cui quelli per l’aeroporto di Palese e per il Crob di Rionero, dopo che la Regione ha fatto presente alla Provincia di Matera di finanziare le corse solo sino a fine giugno. L’ente Provincia non ha i soldi per sostenere i servizi bus: servono circa 62 mila euro al mese. Il presidente Stella ha detto che taglierà alcune corse, tra quelle già considerate a bassa frequentazione, per risparmiare qualcosa e finanziare quelle per Bari e Rionero. Sul fronte della reazione dei cittadini, invece, si registra la raccolta di firme (avviata dai lucani in Lombardia) a sostegno della prosecuzione del bus navetta per l’aeroporto (e viceversa), ma nessuna iniziativa «civica» per chiedere che sia confermato anche il bus per l’ospedale oncologico di Rionero. C’è in ballo il diritto alla salute, e alle cure, mica roba di poco conto. Qualche firmetta dei materani, magari, non guasterebbe. [e.s.] Pronto il Piano di gestione Unesco AEROPORTO DI BARI-PALESE Sembra vicino, ma potrebbe diventare sempre più lontano dalla città dei Sassi «Non sopprimete la navetta» protestano anche a Milano Dal 1º luglio si ferma il servizio di collegamento tra la città e l’aeroporto di Bari PASQUALE DORIA l Strano Paese l’Italia. Diventa sempre più difficile orientarsi, capire. Lì dove terminano i deliri sull’alta velocità inizia il silenzio assordante del nulla. Mobilità anno zero, o quasi, da queste parti. Siamo nel cuore del deserto dei Tartari, dove tutto è sempre apposto, dove tutto si nega in nome di velleità, fughe in avanti, incapacità totale di fare i conti con la realtà. Non solo, è qui che si autoalimenta la cattiva coscienza di chi, paradossalmente, sui trasporti del futuro ha fatto fortune elettorali e forse di altro tipo - si pensi alla stazione ferroviaria fantasma - ma con i risultati tipici dei verbi difettivi, declinati sempre al passato remoto. Insomma, isolamento non è lamento. Ma anche stavolta c’è chi, a livello locale, ha dato l’allarme: pochi cittadini attenti uniti ai i soliti addetti ai lavori dell’informazione. Per il resto della comunità, scon- tate prese di posizione istituzionali a parte, è un silenzio di tomba. Fatta eccezione per un deciso acuto, che per certi versi sorprende. Sì, perchè la voce più alta è partita non da Matera, tanto per fare il nome di una città dalle ambizioni europee. No, la tensione è di colpo montata molto più lontano, a Milano. E tutto questo è avvenuto per merito dell'associazione Amici della Basilicata in Lombardia. Due fatti positivi in un solo colpo: esistono ancora gli amici e si incazzano pure. In verità, chi rappresenta l’associazione, tradisce decisamente l’origine Lucana nel suo cognome, diffuso tra la città dei Sassi e dintorni. Si tratta del presidente e socio fondatore Tommaso Ruggieri. Si è reso promotore di una petizione popolare via web per la non soppressione dei bus che collegano Matera all’aeroporto di Bari e viceversa. Circa 600 firme in tre giorni costituiscono una risposta eloquente, che non ha bisogno di chissà quali altri giri di parole. Ne parliamo volentieri, perchè con questo ritmo, a breve, il tutto (commenti compresi) sarà inviato all’attenzione del Consiglio Regionale Basilicata. Ma non sarebbe sbagliato inoltrare per conoscenza la cosa alla Provincia e al Comune di Matera. Ecco l’indirizzio al quale chiunque può ri- volgersi per aderire all’iniziativa: http://www.change.org/it/petizioni/gruppo-prosecuzione-e-implementazione-del-servizio-di-collegamento-tra-l-aeroporto-di-bari-matera-entroterra-lucano. Cosa si chiede di preciso con la petizione? Di non interrompere dal prossimo 1 luglio un servizio di navetta-bus che, pur nell’esiguità del numero di corse, è insostituibile. «La navetta che collega Matera con l'aeroporto di Bari - si può leggere, tra l’altro rappresenta un servizio pubblico essenziale costituendo l'unico vero canale (diretto) tra Matera e il resto del mondo. È proprio così, l'aeroporto di Bari rappresenta il ponte di congiunzione tra il nord Italia e la Basilicata, tra figli emigrati e genitori». Di più, sarebbe meglio organizzarsi e andare oltre con «l'implementazione delle corse anche a favore dell'entroterra lucano, coordinando le corse con gli orari di partenza/arrivo dei voli». È chiedere propio troppo? COUNE PROMUOVERÀ LE INIZIATIVE CULTURALI, TURISTICHE E DI ANIMAZIONE TERRITORIALE DA QUI AL 2019 Arriva «Matera eventi» strumento per orientarsi Sarà in diffusione da martedì, primo luglio in tutta la città e nelle strutture ricettive l Sarà in diffusione da martedì, primo luglio, in tutta la città e nelle strutture ricettive il programma “Matera eventi”. È stato realizzato dal comitato Matera 2019 con l’obiettivo di promuovere, mese per mese, le iniziative culturali, turistiche e di anima- zione territoriale da qui al 2019. Si parte con il programma di luglio che avrà, come momento centrale, la festa della Bruna con tutti i suoi appuntamenti. Seguiranno i programmi di agosto, settembre, ottobre e così via. «In questo modo – spiega il direttore del Comitato Matera 2019, Paolo Verri – sarà possibile promuovere sia fra i turisti che fra i cittadini le tante iniziative che animano il territorio. In questo numero zero raccontiamo, con la segnalazione degli eventi ,cosa accade a Matera, ma l’obiettivo per i prossimi mesi è quello di raccontare anche quello che accade nella provincia e nell’intera regione». Accanto al programma cartaceo il comitato Matera 2019 sta allestendo una piattaforma on-line dove sarà possibile consultare e aggiornare giorno per giorno tutti gli eventi. «Un apposito comitato di redazione – afferma Verri – sceglierà le iniziative da pubblicare sul supporto cartaceo che più si avvicinano al dossier di candidatura e che hanno una rilevanza che supera i confini regionali. Sulla piattaforma online, invece, PAOLO VERRI Direttore del Comitato Matera 2019 [foto Genovese] sarà possibile inserire tutte le manifestazioni che animano il territorio». Allo scopo di partire con “Matera eventi” con un calendario quanto più possibile aggiornato il comitato Matera 2019 invita tutte le associazioni culturali, sportive, social, e altro della Ba- silicata a indicare le loro iniziative inviando quanto prima una mail a questo indirizzo: eventi@matera-basilicata 2019.it. Nel messaggio dovrà essere indicato il titolo della manifestazione, il luogo, la data, l’ora, l’organizzazione, e un recapito telefonico dell’organizzatore. l Con il voto favorevole e unanime del Comitato di pilotaggio si è concluso il percorso di partecipazione per la redazione del Piano di gestione del sito Unesco “I Sassi ed il Parco delle Chiese rupestri di Matera”. Per il sindaco, Salvatore Adduce, l’ultima riunione « ha concluso un lungo percorso di partecipazione mediante i simposi/laboratorio, un metodo innovativo di condivisione del cammino che ha visto l’interesse di numerosi cittadini, non solo residenti nei Sassi. Abbiamo sperimentato un modello che ha costituito un indirizzo importante anche per gli altri strumenti di pianificazione e che si inserisce perfettamente lungo il cammino di candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019». «Il piano di gestione - afferma l’assessore comunale alla Tutela del patrimonio Unesco, Pasquale Lionetti - non è solo un obbligo normativo, ma è soprattutto l’occasione per meglio comprendere il sito e le azioni da mettere in campo per la sua salvaguardia e valorizzazione. Ritengo che il lavoro debba continuare con l’istituzione di un Osservatorio permanente finalizzato ad aggiornare lo strumento di gestione, ma anche come luogo di verifica e monitoraggio della congruità delle azioni che si andranno a realizzare o degli effetti prodotti». Nel corso dell’incontro i redattori, Angela Colonna e Domenico Fiore hanno illustrato il percorso che ha condotto alla stesura definitiva del Piano di gestione. «Il piano di gestione - è stato detto - è stato elaborato essenzialmente per essere un manifesto che illustra il valore universale del sito su cui intraprendere un lavoro di ricucitura del senso d’identità, orgoglio, responsabilità e progettualità della comunità e delle istituzioni all’interno di un sistema di regole che orientano le azioni ed i comportamenti in relazione al patrimonio». I principali obiettivi del piano sono: la conservazione del sito attraverso la promozione di una gestione sostenibile come parte attiva della vita e del lavoro della città, la facilitazione del coordinamento di tutte le azioni dei soggetti coinvolti nella tutela, valorizzazione e promozione del sito, il miglioramento della consapevolezza, dell’interesse e del coinvolgimento della comunità per il patrimonio di Matera mediante un ampio processo di partecipazione nel Piano di gestione e nella struttura operativa progettata per la gestione del sito. Sulla base degli obiettivi del Piano di gestione si sviluppa il Piano di azione che si articola in quattro linee: Comprensione del patrimonio mondiale, Salvaguardia dell’eccezionale valore universale, uso e valorizzazione per la qualità della vita, gestione efficace. Ora si avvia la fase di adozione del Piano che vedrà in una prima fase l'interessamento della Giunta per poi procedere ai lavori di consultazione della Commissione consiliare competente ed infine all'approvazione in Consiglio Comunale. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Venerdì 27 giugno 2014 SPOT NAZIONALE MA L’IDEA È NATA A MATERA OGGI A «UNOMATTINA» In onda il filmato con protagonista Lino Banfi - Nonno Libero. Ma la sede Rai lucana ne realizzò sei tre anni fa Truffe agli anziani dalla tv come evitarle Iniziativa della Polizia per dare consigli utili contro i raggiri ENZO FONTANAROSA l Ha un precedente tutto materano, la nuova campagna nazionale di spot televisivi contro le truffe agli anziani. L’idea, in verità, nacque tre anni nella Questura di Matera che, in collaborazione con la sede Rai lucana, realizzò sei brevi filmati andati in onda in ambito regionale. «Se a Roma si è sentita la necessità di fare uno spot nazionale, tre anni dopo quella che è stata la nostra iniziativa, evidentemente c’è un allarme sempre più crescente», ha spiegato il vice questore aggiunto Luisa Fasano nella conferenza stampa di presentazione in anteprima del filmato. Si intitola Sicuri a ogni età lo spot televisivo che andrà in onda stamattina per la prima volta nella trasmissione Rai “Uno Mattina”. Un video che si avvale del popolare attore Lino Banfi, nel personaggio di nonno Libero, perché il messaggio arrivi al pubblico più vasto. «In televisione, con attori avanti negli anni, si ripete quanto può accadere o è accaduto ad altri anziani che però non hanno ha avuto la forza di denunciare – ha detto il dirigente di polizia –. Si crea così una immedesimazione. Il problema reale di queste truffe è che la vittima entra nell’ottica di pensare di essere stato ingenuo, di sentirsi stupido e per questo di vergognarsene al punto di non avere il coraggio di dirlo neppure ai figli». In realtà si trovano di fronte pro- CONFERENZA STAMPA La presentazione in anteprima dello spot [foto Genovese] fessionisti del raggiro che ingannerebbero anche i più giovani. I quali, però, essendo presi dalla frenesia degli impegni quotidiani, sono meno propensi a lasciarsi avvicinare o coinvolgere in un dialogo. «Gli anziani non ci cascano solo per la loro età – ha detto Fasano – ma perché spesso vivono la solitudine e se una persona si avvicina è anche una occasione per per scambiare due chiacchiere. I truffatori giocano sulla buona fede e sulla disponibilità che hanno di non negare l’attenzione a chi si presenta vestite per bene, si pone con modi garbati e tranquillizzanti. Sono spesso donne, verso le quali c’è una grande presunzione di buona fede. I truffatori non sono violenti, ci provano a in- tascare soldi e in caso di difficoltà o se scoperti si allontanano senza insistere». Per quanto riguarda Matera «dall’inizio dell’anno sono state denunciate solo due truffe, per di più erano solo due tentativi. C’è chi ha avuto la buona idea di venirlo a segnalare, ma spesso a noi basta anche solo questo perché si operi sulla prevenzione». In ogni modo, «ci siamo resi conto che non basta distribuire i vademecum o che i consigli utili vengano pubblicati sui quotidiani. Spesso gli anziani non li leggono, sono anche soli e c’è chi non ha modo di confrontarsi con altri. Da qui la scelta del mezzo televisivo che, per tanti, è l'unica vera compagnia e l'unico mezzo di da cui può arrivare loro il messaggio. Matera, comunque, è una città ancora piccola dove gli anziani non sono isolati e abbandonati e c’è la presenza dei familiari e il dialogo e il passaparola con i vicini. È importante, però, che non si lascino abbindolare da chi è bravo a carpire la buona fede. Sia chiaro che sono bravi i truffatori e non ingenui e stupidi gli anziani i quali sappiano di non essere mai soli perché c'è la polizia di Stato». Ricordiamo, infine, che gli spot realizzati tre anni fa con la sede regionale Rai «quando c’era ancora il questore Gianfranco Bernabei – ha concluso Fasano –, realizzati con attori locali tra i quali Lello Chiacchio, andranno in onda nuovamente su Rai 3 Basilicata da lunedì 30 giugno alle 19.30». INIZIATIVE IN PROGRAMMA MERCATO CONTADINO, SHOW COOKING, DEGUSTAZIONI DI PIATTI TIPICI MA ANCHE LA PREMIAZIONE DEL MIGLIORE OLIO LUCANO E TAVOLE ROTONDE L’olio lucano sotto i riflettori Nel fine settimana si svolgerà la tappa nazionale della manifestazione «Girolio d’Italia» RISORSA PREZIOSA L’olio d’oliva e il suo mondo saranno protagonisti sabato e domenica della iniziativa che si svolgerà sulla terrazza dell’Hotel San Domenico e nel Palazzo dell’Annunziata CARMELA COSENTINO l Mercato contadino, show cooking e degustazioni di piatti tipici della tradizione, ma anche la premiazione del migliore olio lucano e tavole rotonde per discutere di linee strategiche e programmi operativi per rilanciare il comparto agricolo. Tutto questo riserva la seconda tappa nazionale del “Girolio d’Italia” organizzato dal Dipartimento politiche agricole e forestali della Regione Basilicata in collaborazione con l’Associazione nazionale città dell’olio, Camera di Commercio e Comune di Matera in programma sabato e domenica a Matera in via Roma, sulla terrazza dell’Hotel San Domenico e nel Palazzo dell’Annunziata di piazza Vittorio Veneto. Per la seconda volta in due anni, la città dei Sassi ospita una manifestazione di carattere nazionale, e il motivo, secondo quanto affermato in conferenza stampa da Filippo Radogna del dipartimento regionale, sarebbe da ricercarsi non solo nel fatto che Matera presenta un paesaggio agrario di grande livello ma soprattutto nel fatto che si tratta di una delle città dell’olio . più importanti della Basilicata con i suoi 1300 ettari coltivati nell’agro di Matera. Produzioni olearie di qualità apprezzate anche fuori regione e all’estero, che per due giorni saranno esposte negli stand del mercato contadino e acquistabili insieme a salumi, formaggi e miele. Ma non è tutto. Nella Cittadella dell’olio si potranno chiedere agli chef dell’Unione regionale cuochi lucani consigli su come fare la spesa e assistere alla preparazione di piatti cucinati e conditi con olio extravergine di oliva. In queste due giornate ampio spazio si darà alla discussione di temi e progetti che mirano alla valorizzazione della filiera oliviticola lucana e al rilancio di uno dei comparti di punta di questa regione, insieme ad esperti del settore, tra cui Giovanni Oliva dirigente generale del Di- partimento politiche agricole e forestali della Regione. “In questi tavoli di discussione- ha detto- cercheremo di capire se il nostro è un olio di qualità, si discuterà dei prezzi, sulla questione del taglio degli alberi di ulivo, e di linee strategiche da attivare nel periodo 2014-2020. Presenteremo inoltre le produzioni locali e le premieremo nell’ambito della XIII edizione del Premio Olivarium”. Un Premio che ha subito una battuta d’arresto ma che in questi 15 anni ha comunque prodotto i suoi effetti, implementando il numero degli imbottigliatori da 5 nel ’99 a 70. Oggi l’iniziativa viene rilanciata per dare un riconoscimento alle produzioni lucane valutate da un panel regionale che ha effettuato analisi chimiche e sensoriali nei laboratori della società di ricerca Metapontum Agrobios. In gara 43 aziende ( 14 della provincia di Potenza e 29 della provincia di Matera), di queste 10 producono olio biologico e 5 hanno la certificazione Dop del Vulture. La manifestazione presentata ieri mattina ha visto la partecipazione di Angelo Tortorelli presidente dell’ente camerale, già promotore del progetto Borghi vivi che ha invitato i ristoratori ad esporre etichette lucane per promuoverle e farle conoscere alla gente, e il sindaco Salvatore Adduce che ha parlato della necessità di fare rete, trovando insieme soluzioni per salvaguardare le nostre produzioni e il paesaggio lucano. Nella due giorni di Girolio, sarà presentato il gelato all’olio d’oliva, preparato dalla chef Antonio Farella. LA RETTIFICA AD APRILE SCORSO L’IMPATTO TRA DUE VEICOLI SULLA STRADA PER SANTERAMO CHE CAUSÒ TRE FERITI, TRA CUI IL 31ENNE DIFESO DALL’AVVOCATO BONELLI «Vicende personali non hanno a che fare con l’incidente» Scontro tra auto, i processi per droga di Antonio Antezza nulla c’entrano con la cronaca di quel sinistro l L’avvocato Michelangelo Bonelli, difensore di Antonio Antezza, ci chiede la rettifica di un articolo pubblicato il 28 aprile scorso riguardante un incidente stradale. Nel titolo si leggeva: “Scontro frontale tra due auto sulla strada per Santeramo tre feriti, due sono materani”. Nell’occhiello era indicato il particolare che uno dei feriti, un 31 enne arrestato due volte per droga, era stato già dimesso. Nell’articolo invece veniva fatto rilevare «che il sig. Antezza era stato “coinvolto in due operazioni antidroga della Squadra Mobile. La prima, “Scacco alle regine”, è del gennaio 2010 e la seconda, “Apple”, del maggio 2011, prende il nome proprio dal nomignolo di Antezza (il termine dialettale M’ledd si traduce piccola mela). Le due inchieste sono sfociate in processi tuttora in corso”. Trattasi di notizie, quelle riportate, che risulteranno aver postulato e tratteggiato la figura dell’Antezza Antonio – osserva l’avvocato Bonelli – riportando fatti afferenti l’arresto per droga dello stesso totalmente avulsi ed estranei rispetto al fatto inerente l’incidente stradale. Nell’ordinamento giuridico italiano vige il principio, costituzionalmente garantito, della presunzione di innocenza quale indefettibile diritto degno di ogni paese democratico. L’aver utilizzato la dicitura “Arrestato due volte per droga” nell’ambito di un articolo avente ad oggetto un sinistro stradale rappresenta una mancanza di rispetto per la dignità umana assolutamente estranea e non pertinente ad un incidente stradale». Non abbiamo difficoltà a pubblicare la richiesta di rettifica e a riconoscere che la notizia dei due arresti, pur rispondente a verità, era eccedente rispetto alla cronaca dell’incidente stradale. Di questo chiediamo scusa agli interessati e ai lettori, precisando di non aver comunque inteso esprimere alcun giudizio di condanna nei confronti del signor Antezza, come si può facilmente desumere dalla lettura dello stesso articolo. le altre notizie LA PRESENTAZIONE I progetti per edifici a energia quasi zero n Oggi alle 15, nell’Hotel Palace, in occasione della Settimana Europea sull’energia sostenibile (Eusew 2014) sarà presentato il progetto “Nearly-Zero Energy Buildings (nZeb) ‘s Design in South Europe - Mediterranean Climate” (Progettazione degli Edifici a Energia quasi Zero nel Sud Europa – Clima Mediterraneo). L’evento è stato organizzato dal Network Edifici a Consumo Zero in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri, l’Ordine degli architetti ed il Collegio dei geometri e geometri laureati. «LASCIA CHE IL MARE ENTRI» Il libro di Balzerani alle Fucine dell’Eco n Nel centro sociale Fucine dell'Eco, nel Sasso Barisano, serata di dialogo e spettacolo. Alle 19, la scrittrice Barbara Balzerani parlerà del suo nuovo libro, “Lascia che il mare entri”. L'autrice ha provato ad attraversare il secolo breve dalla prospettiva del tutto soggettiva delle donne, compresa sé stessa, della sua famiglia di classe proletaria e migrante. Ha delineato la dignità dei gesti di esseri immersi nella Storia accelerata del secolo scorso, di non glorificati protagonisti del flusso di eventi, ogni volta unici, ogni volta fondanti, che troppe altre volte si trovano destoricizzati, astratti e messi nel carnaio della produzione intellettuale del padrone, al servizio del progresso senza intoppi. Alle 21 toccherà alla giovane attrice barese Anna Piscopo tessere il filo delle sue circonvoluzioni di monologhi teatrali. RICONOSCIMENTI Per l’Amaro Lucano affermazioni in Belgio n Il gruppo «Lucano» ha conquistato la medaglia d’oro con il Caffè Lucano e la medaglia d’argento con Amaro Lucano al Concours Mondial 2014 di Brussels. RASSEGNASTAMPA XII I MATERA PROVINCIA Venerdì 27 giugno 2014 STIGLIANO SALVATORE CAPALBI A NEW YORK PER LANCIARE IL SUO ORIGINALE PRODOTTO CHE SI CHIAMA «MARIA LUISA» Cioccolato con il latte di asina una prelibatezza tutta lucana FILIPPO MELE l STIGLIANO. È a New York a lanciare il suo prodotto “Maria Luisa”, un cioccolato fatto col latte d’asina, una prelibatezza lucana. Salvatore Capalbi é il giovane titolare, 33 anni, dell’azienda agricola stiglianese “Donna Tina”, salito alla ribalta delle cronache culinarie d’Italia col suo cioccolato “Maria Luisa”. Sul sito web “Mondo del gusto”, Gilberto Mora, presidente della “Compagnia del cioccolato”, ha descritto le caratteristiche prima del latte d’asina e poi di “Maria Luisa”. «Il latte d’asina – ha sostenuto Mora - ha un alto valore energetico e ha solo il 40% di grassi. E’ ad alta digeribilità e ha un alto valore nutritivo. Capalbi è molto orgoglioso del suo latte che è un prodotto molto raro e, di conseguenza, molto costoso. Ancora più difficile è trovare prodotti realizzati con il latte d’asina. Una vera chicca è il cioccolato al latte d’asina che si presenta sul mercato col marchio “Maria Luisa” che prende il nome dalla nonna materna e dalla zia con cui Capalbi è cresciuto». Così, forte di questo “viatico”, l’imprenditore lucano è volato a New York a presentare, sino al 30 giugno 2014, nel famoso negozio di gastronomia Di Palo a Little Italy e al ristorante Marco Polo tutti i suoi prodotti, cioccolato al latte d’asina in primis. E Mora: «Ben vengano queste eccellenze italiane in giro per il mondo». Ma ecco Capalbi: «Noi produciamo da un anno e mezzo il nostro cioccolato non a livello industriale ma artigianale curando tutte le fasi produttive. I risultati sul mercato sono incoraggianti. Certo è che quando una persona sente cioccolato al latte d’asina si spaventa o diventa titubante. Poi, però, una volta assaggiato “Maria Luisa” ogni nostro cliente diventa un nostro promoter. In questo modo, inoltre, noi commercializziamo la materia prima prodotta nella nostra azienda da asine fattrici. Certo, così facciamo anche un’opera di recupero di un animale, l’asino, che una volta era al centro della nostra agricoltura e che ora, addirittura, è a rischio estinzione. Come vendiamo in Italia e all’estero il nostro prodotto? Il canale, sinora, è stato quello delle Camere di commercio. La prima volta partecipiamo ai vari incontri di scambi istituzionali poi, conosciuti i gestori dei negozi più qualificati, strigiamo rapporti commerciali diretti con loro. Ora, però, punteremo anche su internet». L’azienda Donna Tina Anche una linea di prodotti di bellezza Non solo cioccolato con il latte d’asina dell’azienda agricola “Donna Tina”. Salvatore Capalbi e la sorella Raffaella, infatti, hanno sviluppato anche una linea di cosmetici. Già, proprio di prodotti di bellezza. Con il marchio “Sara”. “Dove “Sara” – ha spiegato il trentatreenne imprenditore agricolo stiglianese – racchiude le due lettere iniziali del mio nome e di quello di Raffaella. Anche questo prodotto, che stiamo commercializzando dallo scorso mese di aprile, si sta diffondendo a macchia di leopardo sia in Italia sia all’estero. Siamo, tuttavia, già in farmacie, erboristerie e parafarmacie”: E qui ecco un’altra notizia: “Abbiamo già cominciato mandare a Dubai il nostro cioccolato “Maria Luisa”. Ora manderemo anche la linea di [fi.me.] cosmesi”. LA NOVITÀ Capalbi e la sua creatura Maria Luisa POMARICO SOPRALLUOGO DELL’ASSESSORE BERLINGUER NELLA ZONA INTERESSATA DALLA FRANA Dissesto, per Piana Pacilio le garanzie della Regione TERRA IN MOVIMENTO Il versante della frana l POMARICO. È stata la prima uscita ufficiale istituzionale. Francesco Mancini, il neo sindaco eletto nelle consultazioni dello scorso 25 maggio, non ha perso tempo e nei giorni scorsi ha avuto un incontro alla Regione di Basilicata (evento messo a punto dal presidente del Consiglio regionale Pietro Lacorazza) per affrontare l’annoso problema delle frane che “assediano” il territorio comunale e in particolare quello relativo a Piana Pacilio alla periferia sud dell’abitato, nelle vicinanze di una scuola pubblica e della chiesa madre di S. Michele Arcangelo. Il primo cittadino, accompagnato dal vice sindaco Giuseppe Mallano e dall’assessore ai Lavori pubblici Tiziana Angelotti, ha incontrato l’assessore regionale Aldo Berlinguer che già un paio di mesi fa, invitato dall’allora sindaco Giuseppe Casolaro, accompagnato da uno staff di tecnici, aveva eseguito una ricognizione nella zona maggiormente interessata ai dissesti idrogeologici, e che quindi era già a conoscenza della problematica che preoccupa l’amministrazione comunale e i cittadini pomaricani. «Siamo rimasti molto soddisfatti dell’esito di questo primo incontro in cui abbiamo insistito molto sulla necessità della immediatezza degli interventi da parte della Re- gione Basilicata – ci ha spiegato il sindaco Mancini –. Da parte dell’assessore Berlinguer, la piena disponibilità a venire incontro a tutte le nostre richieste e, quel che è più importante, la messa a disposizione una somma pari a 2 milioni di euro per i primi indispensabili interventi nella zona di Piana Pacilio». Naturalmente, questa somma, si aggiunge ai 35 mila euro già stanziati dopo la visita a Pomarico di Barlinguer, quando la stessa regione decise di includere tutta la zona interessata dai movimenti franosi nel Piano regionale di mitigazione del dissesto idrogeologico presentato al ministero dell’Ambiente. Secondo quanto ci ha assicurato lo stesso primo cittadino Mancini, i lavori in cantiere, predisposti e progettati dalla Regione, potrebbero iniziare entro i prossimi due mesi. E’ chiaro che vanno rispettati i tempi tecnici per un iter che richiede vari passaggi, dai bandi di gara all’aggiudicazione dei lavori e quindi all’ini[m.s.] zio delle opere. BERNALDA LA DECISIONE DI GENNARO COLLOCOLA TRICARICO LE RICHIESTE DEGLI AGRICOLTORI ALLL’ASSESSORE REGIONALE OTTANI Il segretario del Pd si dimette Serve l’abbattimento selettivo dopo la presa d’atto della sconfitta alle comunali per il flagello dovuto ai cinghiali l BERNALDA. Prime ripercussioni politiche nel dopo elezioni. Il segretario cittadino del Partito democratico Gennaro Collocola si è dimesso dall’incarico, prendendo atto della sconfitta elettorale, che ha scalzato il centrosinistra dalla guida amministrativa dopo 23 anni. Il Pd, in un comunicato stampa, parla di “sconfitta netta del centrosinistra”. E’ partita, dunque, l’analisi delle cause della disfatta. Tuttavia i democratici affermano “che non disattenderanno le proprie responsabilità, preparandosi al ruolo di minoranza in seno al Consiglio comunale”. Quanto alle dimissioni di Collocola, il direttivo sezionale bernaldese le definisce “una grande espressione di maturità, coerente a un’assunzione di responsabilità dirette o indirette che siano”. Tra le motivazioni addotte “la perdita della serenità a ricoprire un ruolo che rappresentasse tutti, visto che alcuni tesserati e dirigenti del Pd hanno tradito il loro partito. Il gesto di Collocola inoltre, vuole ridare forza propulsiva al rilancio dell’azione politica del centrosinistra”. Il direttivo, però, pur prendendo atto delle dimissioni, ha ritenuto di congelarle, asserendo che il passaggio di consegne ci sarà, ma avverrà in una fase diversa. L’attuale momento, infatti, non concede spazio né a un nuovo congresso cittadino, visto anche l’imminente congresso regionale, né a un commissariamento o a una fase di traghettamento. Il rilancio del Partito Democratico - conclude il comunicato stampa - passerà da un’iniziativa di autodeterminazione locale, in grado di recuperare quell’entusiasmo che si era creato nel periodo della campagna elettorale, e sfocerà nella composizione di una nuova segreteria. Nel frattempo, il Pd si ripropone come forza di confronto e dibattito per la comunità, scongiurando il rischio di scadere al ruolo di un semplice taxi da prendere per convenienza personale”. [a.mor.] VINCENZO DE LILLO l TRICARICO. La presenza molto invasiva dei cinghiali nell’agro tricaricese e dintorni costituisce da tempo un grosso problema per gli agricoltori. Se ne discute da anni, ma una soluzione tarda ad arrivare. L’assessore tricaricese all’Agricoltura, Pancrazio Tedesco, ha ottenuto un incontro nella sala consiliare del municipio con l’assessore regionale al ramo, Michele Ottati, per affrontare ancora una volta il problema. Alla presenza di numerosi agricoltori, hanno partecipato all’incontro anche il sindaco di Grottole Francesco De Giacomo e l’assessore all’Agricoltura di Montalbano Jonico, Rocco Tauro, oltre ai rappresentanti della Cia Antonio Caravelli e di Copagri Nicola Minichino. Si è cominciato a parlare dei possibili rimborsi per le recinzioni dei campi soggetti a razzie da parte dei cinghiali, ma si è aggiunto subito che questa non è da considerarsi la soluzione del problema. E’ necessaria, invece, l’attuazione del piano di abbattimento selettivo. Pur previsto da anni da Regione e Provincia, non è stato mai attuato. Ottati ha riferito di un apposito tavolo tecnico svoltosi nei mesi scorsi, al quale hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti dei parchi regionali (sollecitati a predisporre i piani di controllo) e delle province di Matera e Potenza. Ne è seguita una serie di atti, a cominciare da un emendamento che prevede l’ampliamento dei rimborsi agli agricoltori per danni subiti. Si è pure anticipato di un mese il periodo di caccia e si sono date disposizioni per fare in modo che i capi restino all’inter no dei boschi e non entrino nei centri abitati, come è successo recentemente a Castelmezzano. Per evitare problemi di incolumità pubblica, si dovrà provvedere a foraggiare i cinghiali all’interno dei boschi stessi. Dopo la presentazione della nuova Politica agricola comunitaria (Pac), che ha attirato notevole attenzione da parte degli agricoltori presenti, gli amministratori tricaricesi hanno accompagnato l’assessore Ottati a far visita agli “orti saraceni”, interessati da anni a progetti di riqualificazione mai realizzati e candidati a un bando regionale. Ottati si è impegnato a seguire con attenzione la vicenda per ridare splendore ad uno scorcio interessante di Tricarico. SOLUZIONI Il solo risarcimento dei danni non risolve il problema le altre notizie GRASSANO, PROBLEMA CANI Attenzione ai randagi e anche alle deiezioni n “Cave canem” (Guardati dal cane) ammonisce un detto latino. E a Grassano è d’obbligo perchè numerosi cani randagi girovagano nelle strade del centro abitato, in periferia e laddove sono posizionati i contenitori dei rifiuti, alla ricerca di cibo per potersi sfamare. Tanto deriva dalla visione diretta e da testimonianze di cittadini, ma soprattutto dall’aggressione ad opera di un cane randagio, sopportata da una bambina di 3 anni, mentre è intenta a giocare con altri coetanei (7 giugno). Trasportata nel reparto di chirurgia plastica del Policninico di Bari, viene sottoposta ad intervento di sutura all’orecchio. “E' stata dimessa dopo dieci giorni di degenza ed ha ripreso in pieno la vita attiva di bambina”, assicura il nonno materno. E questo è molto importante. Quanto al randagismo e al “canismo” al guinzaglio, dominanti in paese, con il conseguente degrado dovuto alle deiezioni canine sulle strade, altre misure di attuazione di controllo spettano all’ente, di cui è vice sindaco un medico veterinario. Invece, ai cittadini bisogna ricordare sol[g.p.] tanto: “Cave canem!”. SCANZANO JONICO Due rumeni denunciati per furto aggravato n Due rumeni denunciati per furto aggravato ai danni di un supermarket di Scanzano Jonico. Un commesso ha notato due giovani uscire dal locale con una voluminosa borsa a tracolla, senza fermarsi per pagare. Li ha fermati e dentro la borsa ha trovato 4 confezioni di caffè, 4 tubetti di paté di tonno e 4 confezioni di shampoo. I due si sono giustificati dicendo di non avere da mangiare e di non avere soldi. Sul posto è giunta una Volante e i due giovani sono stati denunciati a piede libero. RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI I XIII Venerdì 27 giugno 2014 MICHELE PETRUZZI * LUIGI RUSSO * Salviamo la scuola tutti insieme Il progetto del Pd Ecco il testo della lettera inviata ai sindaci di Anzi, Calvello e Laurenzana per chiedere la convocazione di una seduta congiunta dei Consigli comunali con l’obiettivo di scongiurare la chiusura dell’Istituto Scolastico Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello Pertanto, richiedo formalmente di convocare una seduta congiunta dei Consigli Comunali di Anzi, Calvello e Laurenzana con all’ordine del giorno il seguente argomento: «Mantenimento dell’Istituto Scolastico Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello. Provvedi- C orre voce in Val Camastra che, inopinatamente, l’Ufficio Scolastico Regionale della Basilicata, in maniera del tutto arbitraria ed al di fuori di quanto previsto dal vigente piano di dimensionamento scolastico predisposto dalla Provincia di Potenza, si accinga a sopprimere l’Istituto Scolastico Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello, accorpandolo a quello di Corleto Perticara, a decorrere dal prossimo anno scolastico 2014/2015. Se questa scriteriata ipotesi venisse attuata si determinerebbe una dequalificazione del sistema formativo e scolastico, che nei nostri piccoli comuni montani rappresenta la principale se non l’unica agenzia culturale ed educativa presente sul territorio. menti». Già alcuni anni fa - con un’ampia mobilitazione delle istituzioni locali, delle popolazioni e degli operatori scolastici ed una seduta congiunta dei Consigli Comunali di Anzi, Calvello e Laurenzana, che si riunirono in quest’ultimo centro nel gennaio 2009 - si riuscì a modificare l’anacronistica ag- gregazione dell’Istituto di Calvello con quello di Corleto Perticara, comuni, tra l’altro, non confinanti territorialmente, come d’altronde Anzi con Corleto Perticara, favorendo - anche attraverso l’adozione di un’apposita deliberazione unanime dei Consigli Comunali di Anzi, Calvello e Laurenzana, riunitisi in seduta congiunta- la costituzione dell’attuale Istituto Scolastico Comprensivo di Laurenzana-Anzi-Calvello. Sono convinto che la soppressione di suddetto Istituto Scolastico Comprensivo vanificherebbe o quanto meno renderebbe meno credibile il virtuoso percorso avviato per la costituzione dell’Unione dei Comuni della Val Camastra. Certo della vostra sensibilità istituzionale rispetto all’esigenza di salvaguardare la qualità dell’istruzione pubblica in Val Camastra e di garantire diritti e dignità a chi vi lavora e a chi vi studia, attendo fiducioso la convocazione della suddetta seduta congiunta dei Consigli Comunali di Anzi, Calvello e Laurenzana. [* capogruppo Pd Comune di Anzi] NINO FALOTICO * Non abbiamo l’anello al naso >> CONTINUA DA BASILICATA PAGINA I L a deroga al patto di stabilità è uno dei problemi, ma non è l'unica questione sul tappeto. Dalla giunta Pittella ci aspettiamo misure concrete su lavoro, crescita e coesione per ridare fiato alle famiglie e alle imprese. C'è sicuramente un problema di capacità di spesa e bene ha fatto Pittella a sbattere i pugni sul tavolo, ma bisogna anche dire che esiste un problema non affrontato di qualità della spesa e di risultati. La recente indagine della Corte dei Conti sulle royalties petrolifere testimonia che alla disponibilità e capacità di spesa di ingenti risorse finanziarie non sempre ha corrisposto in passato l'efficacia della stessa. Ecco perché come Cisl poniamo da tempo il tema della concentrazione e della finalizzazione della spesa su un pacchetto di provvedimenti che tenga insieme, integrandole, le politiche attive del lavoro, le politiche industriali e delle attività produttive, le politiche infrastrutturali e del welfare. Con la giunta regionale è in corso un'approfondita interlocuzione sulle proposte contenute nel piano del lavoro di Cgil Cisl Uil, a partire dai contratti di inserimento e reinserimento, ma ora serve uno scatto di reni e una piena assunzione di responsabilità della classe politica. Purtroppo il dibattito interno ai partiti, pare concentrato più sui loro assetti che sull'urgenza delle grandi questioni economiche e sociali e rischia di inaridire l'azione stessa del governo regionale. Sul rapporto con il governo Renzi, basta giochetti sulla testa dei lucani. Se qualcuno pensa che abbiamo l'anello al naso e che ci accontentiamo della paghetta, ha fatto male i conti. Su carta carburante e memorandum il governo deve rispettare i patti altrimenti sarà ribellione democratica del popolo lucano e la Cisl sarà in prima linea. Intanto la Cisl, insieme a Cgil e Uil, è impegnata in una campagna di assemblee su fisco, previdenza e lavoro. Sarà un'estate di impegno a tutti i livelli a sostegno del documento unitario varato a livello nazionale da Cgil Cisl Uil. Nei prossimi giorni partirà un'offensiva con le nostre proposte su lavoro, tasse e revisione della legge Fornero sulle pensioni. Terremo assemblee nei territori e nelle aziende perché la nostra proposta non è concepita in laboratorio ma vuole essere un'occasione di partecipazione e condivisione con i lavoratori e pensionati. In questo momento di grande confusione siamo gli unici che parlano con la gente e nonostante gli attacchi quotidiani portati al sindacalismo democratico vogliamo dare il nostro contributo per ridare una speranza a questo paese. [* segretario generale Cisl Basilicata] BIAGIO SALERNO * Maratea oltre il... Redentore I l primo incontro-convegno promosso dal Comitato del Redentore per il 2015, anno in cui si celebrerà il Cinquantenario dalla realizzazione della statua del Cristo sul Monte San Biagio da parte di Bruno Innocenti (1965), è solo un primo trampolino di lancio. Il simbolo di Maratea, pubblicizzato in questi giorni da uno spot «virale» su Facebook legato ai mondiali di calcio, è infatti importante quale catalizzatore di attenzione nazionale ed internazionale, a livello turistico in senso generale, e nello specifico del turismo religioso. Credo che in questo andrebbero coinvolte Opere Romane (Vaticano) e le numerose associazioni cattoliche che se ne occupano. Si parla sempre di destagionalizzazione e sicuramente il turismo religioso, con il supporto del turismo naturalistico e sportivo, potrebbe essere sviluppo per la bassa stagione. Sono sicurissimo che questi target di offerta turistica sono per il nostro territorio l’individuazione giusta al fine di raggiungere risultati veri, aumentando le presenze. La nostra esperienza di albergatori dell’Hotel Ristorante Borgo La Tana, di pionieri del turismo russo in Italia, subito dopo l’Emilia Romagna, ci porta a ritenere che bisogna accrescere l’internazionalizzazione delle presenze e degli arrivi sulla nostra costa tirrenica e in Basilicata. È il caso di ricordare che è stata la famiglia Salerno, e precisamente io e mio padre, tra i primi ad ospitare gruppi e individuali russi. Per 5 anni abbiamo concretizzato flussi di turisti russi da maggio a ottobre con gruppi organizzati in volo charter pur non avendo aeroporti e dovendo far base a quelli di Lamezia Terme e Napoli. Poi abbandonati dalle istituzioni pubbliche, abbiamo perso questo filone, che va comunque ripreso. I mondiali di calcio in Brasile, a parte l’esito sportivo della nostra nazionale, sono un’occasione unica per ricordare – soprattutto agli italiani – che noi abbiamo monumenti che andiamo a vedere all’estero nonostante li abbiamo “in casa”, con panorami che non hanno niente da invidiare a nessuno. Di qui l’incoraggiamento al Comitato a continuare l’iniziativa pregevole assunta anche nel settore del turismo per gli appassionati di pratiche sportive cosiddette di nicchia o minori, come gli appassionati di parapendio. Vorrei ricordare due filmati da youtube che valgono più di ogni altra parola perché trasmettono grandi emozioni. Cinzia e Reny con il loro biposto Sol Kangaroo 3, assieme ai piloti di Fly Maratea, sorvolano il Redentore (il secondo cristo al mondo dopo quello di Rio Brasile) e un altro filmato mozzafiato Trailer Maratea Cristo Redentore. L’invito è di arrivare sulla bellissima costa di Maratea, con lo scopo di non ammirare soltanto il mare, i panorami, le bellezze naturali, la storia, la cultura, le 44 chiese, il borgo vecchio, il borgo nuovo, palazzo De Lieto con i ritrovamenti ... ma con le porte aperte. Allora cosa immagino? Un'organizzazione con delle navette che possano portare i turisti sul monte San Biagio pagando, come in ogni posto che si rispetti, ma con un'organizzazione che lasci a bocca aperta. Combattiamo da una vita per dire che il territorio è il propulsore principale per fare turismo, e cosa riceviamo? solo porte chiuse di: monasteri, musei, chiese, con reperti archeologici chiusi in casse e dimenticate chissà dove, con ritrovamenti importanti scoperti esepolti per mancanza di fondi ma soprattutto di volontà nel portarli alla luce. Confidiamo in proposito nel neo sindaco Domenico Cipolla e nei nuovi amministratori oltre che nella nuova generazioni di operatori turistici marateoti e comunque nella grande volontà, creatività ed impegno di cui tutti quelli del Consorzio albergatori sono espressione. [* vice presidente consorzio albergatori Maratea] per la città di Venosa D opo un lungo cammino (appuntamenti elettorali , Nazionali , Regionali , e comunali) siamo finalmente giunti alla celebrazione del 2° congresso del Pd di Venosa. Un ringraziamento particolare a tutto coloro che hanno da sempre , con il loro impegno , contribuito ad organizzare il partito con il loro servizio impagabile Oggi voteremo la principale carica politica Locale ed insedieremo il nuovo direttivo, senza partire da nessuna logica predeterminata ma solo sulla base di una ferma volontà di far decollare il progetto Pd a Venosa. Due importanti novità sono state introdotte nel principio della partecipazione e della trasparenza: la prima è la parità di genere presente nel nostro direttivo , ed oggi in tutte le rappresentanze istituzionali ed amministrative, la seconda è che a chiunque è stata data la possibilità di autocandidarsi in modo da poter consentire a tutti il confronto su programmi ed idee. Già, le idee , proprio , quelle che costituiscono il cuore e l’anima di un qualsiasi programma politico ma anche di una qualsiasi azione della nostra vita. Ed è proprio su queste ultime che dovremmo confrontarci, con chiarezza e trasparenza, con partecipazione e passione, per un vero rinnovamento della politica inteso in senso lato e non come deformazione di quella parola che ai più ora suona peggio di un’offesa. Per questo è assolutamente necessario dire, nella consapevolezza che nessun improvvisato movimento antipolitico, pur avendo dalla sua parte la giustezza delle denunce delle molte cose che non funzionano nella nostra democrazia , potrà mai sostituire una forma organizzata come i partiti, intesi però come il superamento del concetto odierno che li vede come inutili e anzi dannosi , soprattutto quando si chiudono in loro stessi e perdono di vista la loro funzione originaria che è quella di essere uno strumento a disposizione dei cittadini per fare politica. La politica è servizio, servire i cittadini e non servirsi dei cittadini. La politica, quella vera è quella che risiede nei gesti quotidiani della nostra vita, quella che si costituisce con fatica nelle associazioni di volontariato, in quelle sportive, in quelle religiose, nel confronto su come riuscire a superare le difficoltà di tutti i giorni come garantire il livello di istruzione ai nostri figli , pagare un mutuo a fine mese , garantire assistenza a chi ha speso una vita a lavorare e combattere per la libertà di cui adesso possiamo godere, garantire vere pari opportunità a tutti o far coincidere il progresso con il rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Questi sono alcuni dei principi che hanno ispirato la preparazione di questo documento e che di seguito esporrò nelle sue linee guida. Su questo programma sono a chiedervi il mandato. Per cercare di realizzare quanto più possibile e per integrarlo ed arricchirlo con l’esperienza e la sensibilità di tutti. Per una «nuova stagione» che , probabilmente in ritardo, vogliamo davvero tutti possa partire oggi. Un programma veramente innovativo deve a mio parere partire da atti concreti e attuabili, in tempi brevi e certi , pena rientrare nelle solite logiche del passato. struttura organizzativa del direttivo e operatività. Il direttivo sarà ampio e consentirà ampia partecipazione. Saranno organizzate almeno una assemblea al mese. Tutti gli incontri saranno verbalizzati in sintesi significative ed i documenti presentati e resi pubblici tramite sito internet che andremo a far nascere, sarò prevista una struttura organizzativa più ristretta, ma l’espressione massima di partecipazione e apertura del direttivo saranno i gruppi di lavoro forum tematici che affronteranno tematiche specifiche e che potranno essere composti sia dagli iscritti al nostro partito ma anche da cittadini interessati all’argomento , da rappresentati di categorie. Il lavoro di questi gruppi sarà ampiamente documentato sul nostro sito internet, e produrrà delle relazioni che saranno discusse in riunioni pubbliche aperte a tutta la cittadinanza. Questi i gruppi che si formeranno: Commissione di garanzia , composto da amici di grande esperienza politica e di vita, L’associazionismo e le politiche giovanili, Politiche scolastiche, famiglia,diversamente abili, Cultura e turismo, Valorizzazione del patrimonio comunale e pianificazione del territorio, Agricoltura e sviluppo rurale, Politiche del lavoro, Formazione e progettazione europea, Sanità. Creazione di un giornalino Informa Pd, un partito che sappia comunicare bene. chi non comunica è perduto, senza comunicazione non c’è vita. Sportello Informativo presso la nostra sede, dove sarà possibile trovare bandi regionali, Bur, copie di delibere importanti per il nostro territorio. Sede aperta per incontrare i cittadini , il nostro Pd come centro della politica A Venosa istituzione della scuola di formazione politica per i nostri giovani e non solo , mi soffermo su questo punto un attimo, cambiare verso significa riconoscersi bisognosi di imparare. un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica , finto inutile. Formare alla politica è una cosa bella, perché la politica è dignità con buona pace di chi ci insulta per questo. Istituzione del gruppo donne del Pd della nostra città, organizzare la festa del Pd. Il Pd deve diventare il partito del confronto pubblico, aperto alle diversità. Un partito che sia la cerniera tra la società e le istituzioni. [* segretario circolo Berlinguer di Venosa] RASSEGNASTAMPA Corriere.it Renzi con alcuni degli altri leader europei prima delle foto ufficiali (Ansa) Renzi con alcuni degli altri leader europei prima delle foto ufficiali (Ansa) shadow Il primo vertice europeo per Matto Renzi non sarà una passerella. I temi importanti ci sono e il presidente del consiglio italiano li ha evidenziati alla riunione del Pse, sollecitando un indirizzo europeo ben più efficace per occupazione e famiglie. Ma poi, in un pre vertice con Angela Merkel, ha cominciato a capire quanto possa essere difficile modificare alcuni parametri importanti. E le indiscrezioni parlano di una discussione accesa tra i due. Tema: la flessibilità sui bilanci, in particolare la possibilità di non contabilizzare nel Patto di Stabilità quanto viene versato per il cofinanziamento dei fondi Ue e , cosa che all’Italia interessa molto, il pagamento della Pubblica amministrazione. Si capisce così che poi renzi abbia voluto ribadire, con un riferimento non casuale, che «contrariamente da quanto fatto in passato da Germania e Francia, non abbiamo intenzione di sforare il 3%». In questo clima la discussione sui nomi, in particolare sul nome di Juncker alla guida della Commissione europea, diventa meno facile. Renzi aveva detto in mattinata che «prima di decidere chi guida, bisogna decidere dove andare», ripetendo che il Pse, dopo un voto europeo così segnato dai movimenti contrari all’euro e all’Unione, si aspetta decisi cambiamenti nella politica dell’Ue. Scommessa Il principio della flessibilità è sul tavolo, ma l’accordo tra i 28 leader Ue sulla ricetta per rilanciare crescita, investimenti e occupazione ancora no. La ricerca di un’intesa è rinviata a domani: nella notte gli sherpa torneranno al lavoro sulla bozza programmatica presentata dal presidente Ue Herman Van Rompuy per «esplicitare in modo più chiaro» il tema di una maggiore flessibilità rispetto al documento consegnato ai leader. Tra i promotori dell’incontro c’è stato il premier italiano Matteo Renzi. L’Italia è convinta che ci siano spazi per rendere più evidente il legame tra riforme e flessibilità. «Non c’è una posizione dell’Italia contro gli altri» ha detto Renzi alla riunione del Pse. Un pre-summit della casa social-democratica in vista del vertice Ue, dal quale è arrivato un “via libera” a Juncker alla presidenza della Commissione europea. «Purché ci sia un documento chiaro, che indichi dove vuole andare l’Europa», ha chiarito il premier. «La posizione del Pse e del Pd - partito che ha preso più voti di tutti - è chiedere, tutti insieme, di scommettere sulla crescita», ha aggiunto Renzi, «preoccupandoci un po’ di più dell’Ue e delle famiglie e non solo della burocrazia». Le uniche certezze nella partita europea delle nomine, alla vigilia del vertice che le discuterà, sembrano essere Jean Claude Juncker alla Commissione europea e Martin Schulz all’Europarlamento. Ma con tutta probabilità servirà un nuovo vertice straordinario a luglio per completare il pacchetto delle cinque posizioni “top” dell’Europa, indicando anche presidente del Consiglio europeo, Alto Rappresentate per gli esteri e presidente dell’Eurogruppo. Ormai il britannico David Cameron è rimasto solo nella sua guerra (anche mediatica) contro l’ex premier lussemburghese. I premier di Olanda e Svezia, Mark Rutte e Frederik Reinfeldt, l’hanno pubblicamente scaricato oggi davanti ai loro parlamenti. L’inquilino di Downing Street però pare non abbia intenzione di darsi per vinto ed è pronto ad andare alla irrituale conta dei voti. Una sconfitta sicura, visto che per formare una minoranza di blocco in grado di ostacolare Juncker avrebbe bisogno di tanti alleati da rappresentare almeno il 30 per cento della popolazione Ue. La partita di Cameron si giocherà venerdì, perché è alla fine dei due giorni di confronto che potrà chiedere il voto. La sua strategia non è chiara visto che, spiegano fonti, «non sta negoziando» contropartite. E spunta il nome di Enrico Letta Per ora si sa solo che la Gran Bretagna vorrebbe conquistare la poltrona di commissario per il Commercio, che tratterà l’accordo con gli Usa, o quella del Mercato unico. Ma quella di presidente RASSEGNASTAMPA della Commissione è solo una delle caselle da riempire e, contrariamente all’auspicio dell’Italia, le altre si riempiranno dopo il 16 luglio, cioè quando la plenaria del parlamento a Strasburgo avrà dato il via libera al presidente designato Juncker. Per le posizioni di vertice al momento c’è una girandola di nomi possibili. Federica Mogherini, sempre più quotata per gli Esteri; lo spagnolo De Guindos praticamente certo all’Eurogruppo (c’è un accordo con Madrid da quando la Spagna rinunciò al membro del board Bce) anche se in campo c’è anche il francese Moscovici; la danese Thorning-Schmidt, Enrico Letta o la bulgara Georgieva al Consiglio europeo. La candidatura di Enrico Letta sarebbe “sponsorizzata” da alcune cancellerie, Londra in particolare. A Bruxelles il nome di Letta circola specie dopo che la premier danese Helle Thorning-Schmidt ha smentito qualsiasi ambizione verso quel posto. Se arrivasse Letta, l’Italia dovrebbe ridurre le aspettative sul ruolo in Commissione, e invece delle politiche estere per la Mogherini, ci spetterebbe un ruolo di secondo piano. 26 giugno 2014 | 16:02
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