www.liberoreporter.it Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. anno 10 - n. 05 del 09 Febbraio 2015 Sanità L’E.m.a. dà il via libera a sette nuove classi di farmaci, uno contro i batteri farmaco-resistenti pag.3 Sanità Obesità e Ortopedia pag.4 Salute e Benessere La prima colazione, 100 anni di storia pag.5 Sanità È conveniente curare oggi i pazienti piagati con i moderni ausili? pag.6 Pillola dell’Anio Dieta Mediterranea Ma quanti Italiani la seguono? pag.6 I nvalidità civile, novità e semplificazioni, belle norme ma restano sempre un campo minato, dove in cittadino non sa mai dove mettere il piede, una stampella o la ruota della carrozzina. Quando si tocca l’argomento invalidità, i numeri sono veramente alti, di truffatori ve ne sono molti, ma le istituzioni non hanno ancora trovato la quadra per semplificare concretamente la vita già complicata da una disabilità all’utente. Seppur in molte cose non si può dare torto al cittadino, vi è una verità, il cittadino è poco informato sui suoi diritti. La legge n.114 del 2014 ha introdotto importanti modifiche in materia di visite sanitarie di revisione nell’intento di semplificare le procedure. Tuttavia, si assiste alla delega totale della valutazione della disabilità dal Sistema socio-sanitario nazionale all’Inps Nella Foto il Segretario Nazionale dell’ANIO Onlus Girolamo Calsabianca pag. 2 SOCIALE www.nellattesa.it 2 Invalidità civile, siamo alla svolta? L’ Inps non ha ancora pensato alla corretta informazione dei diritti e dei doveri, e se l’ha fatto, è stato un gesto cosi timido che anche noi che siamo vigilanti dei diritti sociali possiamo dire che è stato fatto veramente poco. Poi, c’è chi è ben informato per cercare tutti i possibili arcani delle leggi e delle circolari per imbrogliare lo Stato e l’intera società. Il falso invalido o chi non ha il vero bisogno di un riconoscimento, è colpevole dell’assenza di tolleranza e sensibilità di chi, nel momento delle accettazioni, deve spersonalizzare la comprensione al punto tale di non cercare di comprendere un grave problema. Così, non dà anche la giusta strada nel documentare una disabilità, ma si limita solamente ad acquisire le carte e freddamente a licenziarti affermando “riceverà il verbale tra qualche mese”. Però, ci sono i diritti sono tutelati da leggi, ddl e circolari ma la cosa buffa è che la poca chiarezza e la scarsa conoscenza dei diritti e doveri portano al cittadino a far riconoscere la sua disabilità con una trafila di ricorsi, appelli e sentenze. È chiaro che chi paga in tutto questo è sempre e comunque il cittadino. Poi, si sommano le assurdità incomprensibili tra i vari enti, prima la visita all’Asp poi ti richiama l’Inps, anche se le visite dovrebbero essere congiunte, poi l’Inps ti richiama a visita straordinaria. Nel frattempo, magari, ti arriva la lettera intimidatoria di sospensione dei benefici e il cittadino non ci ha capito nulla. Non sa che pesci prendere e quando li prende, sono anche avariati, e come direbbe il nostro famoso comico partenopeo “e io pago”. Tuttavia, l’Istituto di Previdenza, per tutti la nostra “Inps”, vede e provvede, anche se prima che certe nor- mative siano digerite e messe in atto, ci vuole tempo e sangue freddo. Non ci si deve scordare il tempo intercorso per l’applicazione della legge 80/2007 che esenta da revisione ordinaria chi è affetto da una patologia cronica tabellata. Recentemente, la legge n.114 del 2014 ha introdotto importanti modifiche in materia di visite sanitarie di revisione nell’intento di semplificare le procedure. Prima di tale normativa, si decadeva dallo status d’invalido civile o portatore di handicap (l. 104/92) alla scadenza dei relativi verbali di accertamento anche se l’interessato era in attesa di visita di revisione. Perciò, accadeva che, a causa dei ritardi “tecnici” di verifica della permanenza dei requisiti sanitari, all’indomani della scadenza indicata nel verbale, erano sospese le provvidenze economiche (pensioni, assegni, indennità). Si perdeva, di conseguenza, il diritto alle agevolazioni lavorative (permessi e congedi). Inoltre, non si poteva accedere ad altre agevolazioni, quali quelle fiscali, finché non fosse stato definito un nuovo verbale di accertamento. Ora, la legge succitata ha stabilito che nel caso in cui sia prevista nel verbale una data di rivedibilità, si conservino tutti i diritti acquisiti in materia di benefici, prestazioni e agevolazioni di qualsiasi natura, anche dopo la data di scadenza del verbale. Inoltre, è definita la competenza esclusiva dell’Inps nella convocazione a visita nei casi di verbali per i quali sia prevista la rivedibilità. Spetta, ora, all’Inps convocare il cittadino a nuova visita e spetta sempre all’Inps effettuare la visita. Le sue commissioni saranno chiamate a pronunciarsi non solo sulla permanenza o meno del grado d’invalidità prima accertato, FARMACIA FATTA DOTT.SSA CLEMENTINA APERTA ANCHE IL SABATO AFFILIATO SANIT CARD Autoanalisi - Fitoterapia - Omeopatia - Veterinaria Ossigeno - Dermocosmesi - Preparazioni Magistrali Integratori sportivi - Puericultura SERVIZIO NOTTURNO CONTINUATO Via dell’Orsa Minore 102, Palermo tel. 091447268 - [email protected] ma anche sul suo eventuale sopravvenuto aggravamento. A pochi mesi di distanza dalla legge 114, l’Inps ha fissato i criteri operativi mediante la circolare n. 10 del 23 gennaio 2015. Si legge nella circolare: “la novella legislativa, infatti, rende finalmente possibile una gestione unitaria delle visite di revisione e del relativo iter di verifica, permettendo all’istituto, già preposto all’accertamento definitivo della sussistenza dei requisiti sanitari per il diritto ai benefici a titolo di invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità (art. 20, comma 1, legge 3 agosto 2009, n. 102), di effettuare anche l’accertamento sanitario per le eventuali visite di revisione previste all’atto del giudizio sanitario definitivo emesso dall’istituto stesso”. In tal modo le Asp sono totalmente estromesse dalle visite di revisione che fino ad ora erano loro affidate. Da tale novità derivano al cittadino alcuni vantaggi, ma anche svantaggi. Il vantaggio consisterebbe, secondo l’Inps in uno snellimento dei tempi non essendoci più il “passaggio” di verbali da Asp a Inps. Lo svantaggio consisterebbe nel fatto che il cittadino non ha più come referente la propria Asp e la sua sede fisica per cui potrebbe accadere che recarsi a visita comporti maggiori distanze e disagi. Tale soluzione è vista positivamente da molte regioni che vedranno abbattersi i costi di accertamento presso le proprie Asp. Nello stesso tempo, però, ciò rappresenta un ulteriore passo verso la delega totale della valutazione della disabilità dal Sistema socio-sanitario nazionale all’Inps. Girolamo Calsabianca SANITA’ Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 3 L’E.m.a. dà il via libera a sette nuove classi di farmaci, uno contro i batteri farmaco-resistenti P er affrontare i ‘batteri difficili’ potrebbe arrivare un nuovo antibiotico. Si tratta di tedizolid fosfato, della classe degli oxazolidinoni, per il trattamento delle infezioni gravi causate da alcuni batteri gram-positivi. Quest’antibiotico avrebbe appena ricevuto il parere favorevole del Comitato per i Farmaci ad uso Umano (Chmp), dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema), che ne appoggerebbe l’approvazione. L’ultima parola spettarà alla Commissione Europea che, alla fine dell’iter approvativo, dovrà autorizzare l’immissione in commercio del farmaco nei 28 Paesi dell’Unione. A questi vanno aggiunti gli Stati Membri dell’area economica europea quali l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. Ora, è in fase di studio per il trattamento delle infezioni batteriche acute di cute e tessuti molli negli adulti, ma è il tedizolid fosfato è già stato accettato negli Stati Uniti con percorso accelerato. In- fatti, la Fda, ente regolatorio statunitense, l’ha designato come prodotto qualificato per il trattamento delle malattie infettive. La sicurezza e l’efficacia del farmaco sono state valutate in due studi clinici su 1.315 adulti affetti da infezioni batteriche acute della cute e dei tessuti molli. In particolare, il farmaco sarebbe indicato per il trattamento delle infezioni batteriche acute di cute e tessuti molli negli adulti, provocate dai ceppi sensibili di alcuni batteri gram-positivi. Questi batteri sarebbero lo Staphylococcus aureus (compresi i ceppi resistenti alla meticillina - Mrsa - e i ceppi suscettibili alla meticillina-Mssa), diverse specie di Streptococcus e l’Enterococcus faecalis. In realtà, il problema dell’antibiotico-resistenza non è da sottovalutare, poiché, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), rappresenta sempre di più una minaccia per la salute globale. Secondo l’Oms, i superbug – i batteri multiresistenti – saranno la principale causa di mortalità nel 2050, ma gli attuali antibiotici non sarebbero più efficaci entro pochi anni. Proprio per questo, continuare ad investire in ricerca in questo settore rivestirà primaria importanza. Inoltre, la Fda americana ha concesso l’iter di approvazione accelerato a Mk-3415A, che è una molecola innovativa che vanifica le tossine-chiave che sono collegate all’infezione da Clostridium difficile. PRESTITI CHE NON TEMONO CONFRONTI rata € 18.026 € 207 Francesco Sanfilippo MUTUI IMMOBILIARI ACQUISTO • RISTRUTTURAZIONE LIQUIDITÀ • SOSTITUZIONE CONSOLIDAMENTO DI TUTTI I PRESTITI IN CORSO Approfitta dell’opportunità prima di ritardare il pagamento delle rate in corso. NESSUNA SPESA DA ANTICIPARE - NEANCHE PERIZIA TAEG 6,96 ricevi Si sta, poi, sviluppando un inibitore della beta lattamasi, MK-7655, in combinazione fissa con l’imipeneme. Contemporaneamente, sono stati ottenuti risultati molto promettenti per MK-8228 mirato alla prevenzione delle infezioni da Citomegalovirus. Tuttavia, a gennaio, sarebbero in corso di approvazione altri principi innovativi, riguardanti altre patologie come come l’obesità e l’HIV. 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L’obesità oggi è comunque stata riconosciuta come una patologia multifattoriale. Sempre più frequentemente nella nostra casistica ortopedica, sulla scia degli Stati Uniti, abbiamo avuto un incremento di pazienti obesi. Il trend di ricovero di questa tipologia di pazienti risulta in costante crescita”. In USA gli studi epidemiologici riportano che un paziente su tre è obeso comportando un costo di 100 miliardi di dollari di spesa sanitaria a causa anche di un prolungamento della degenza. L’incidenza di questa tipologia di pazienti dal 1970 è triplicata. Con l’obesità parallelamente si è riscontrato un aumento di artrosi, e quindi un numero sempre maggiore di pazienti è costretto a ricorrere ad una sostituzione protesica precoce. Studi clinici hanno dimostrato che in pazienti con BMI maggiore di 30 kg/m2 hanno un’incidenza di 9,3 volte elevata di sviluppare una gonartrosi, nei pazienti in semplice sovrappeso comunque già di tre volte. “La chirurgia protesica del paziente obeso”, dice il prof. Giorgio Maria Calori, “risulta una importante sfida per il chirurgo ortopedico a causa di innumerevoli problematiche e complicanze cui possono andare incontro questi pazienti che presentano nel 30% dei casi serie comorbidità, cioè coesistenze patologiche. Queste sono il deficit quadricipitale, il rischio infettivo aumentato fino a 15 volte nel grande obeso, iperalgesia, un rischio maggiore di mobilizzazione degli impianti con conseguente necessità di successivi interventi chirurgici di revisione. Tutto questo si traduce in una minor soddisfazione del paziente che spesso esita un dolore anteriore. La problematica più delicata è l’aumentato rischio settico. Infatti, in questi pazienti ritroviamo fattori di rischio come una diminuzione delle difese immunitarie, uno stato di resistenza insulinica e in alcuni casi un coesistente diabete mellito di tipo 2. Una particolare complicanza che si riscontra spesso nella chirurgia protesica del ginocchio è l’osteolisi tibiale, fenomeno che si accentua oltre 5 volte in pazienti con un BMI maggiore di 40 kg/m2. Il chirurgo deve, inoltre, porre attenzione al rischio di malallineamento, di rotazione interna e particolarmente nel trattamento dei tessuti molli sovrastanti”. Il paziente obeso deve essere accompagnato 4 passo dopo passo nel percorso di cura da personale qualificato in grado di far fronte a tutte le necessità e accortezze di questa delicata chirurgia sia in fase pre, peri e post-operatoria. Si evince quindi che questo tipo di chirurgia debba essere eseguita in centri super specialistici, come il C.O.R, hub di eccellenza europeo. In quest’ultimo, il paziente viene gestito con un appropriato approccio multidisciplinare, dove è presente personale sanitario specificatamente formato ed organizzato nel rispetto delle peculiari necessità terapeutiche, in rete con gli altri centri di eccellenza in Italia ed all’estero. Tutto ciò con l’unico intento di raggiungere il miglior risultato clinico, affidando a questo tipo di “paziente a rischio” la migliore qualità di cure nella preminente considerazione della sicurezza. Prof. Giorgio Maria Calori Primario del COR presso Istituto Ortopedico G. Pini Presidente Estrot Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SALUTE E BENESSERE 5 La prima colazione, 100 anni di storia L a prima colazione è fondamentale nella nostra dieta per recuperare le forze che impiegheremo durante la giornata. Senza la prima colazione, si crea un vuoto alimentare che ci rende più difficile affrontare gli impegni giornalieri e ci causa più fame, provocando eccessi. L’indagine dell’Osservatorio Aidepi/Doxa ‘Io Comincio bene’, rivela in un dossier aneddoti e curiosità di quest’abitudine. Quest’indagine mette in luce i cambiamenti di ogni decennio, dove ciascuno è segnato ‘piccole rivoluzioni’ in campo alimentare, che, in alcuni casi, hanno migliorato le nostre abitudini. La fretta, che contraddistingue la nostra vita contemporanea, persiste nell’essere la vera nemica della prima colazione degli anni Duemila, poiché, secondo lo studio, ben 7 milioni di italiani saltano il primo pasto della giornata. Tuttavia, altri 35 milioni di italiani fanno colazione quotidianamente a casa propria, concedendo il giusto tempo a questo momento (più di un quarto d’ora). In preferenza, la prima colazione è fatta possibilmente in compagnia di amici o familiari, facendo attenzione ai prodotti salutistici che sono consumati dal 44% degli italiani. Questi ultimi accompagnano sempre il caffè con altri prodotti e si concedono il più spesso possibile anche un po’ di frutta fresca. Inoltre, secondo lo studio Doxa, questo primo pasto è un vero e proprio rito che riunisce ogni giorno una famiglia su 3 al completo, nonostante i ritmi frenetici cui ci sottoponiamo. In più, questo speciale rito, consente ai figli e ai loro genitori di mangiare gli stes- si prodotti 8 volte su 10. “La nostra cultura, in fatto di gastronomia, è molto sensibile ai sapori della memoria. Ancora oggi - afferma il prof. Marino Niola, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - ci aiuta e ci tranquillizza il fatto di ritrovare sulla tavola della prima colazione i sapori della tradizione. Una volta il pane era un elemento fondamentale della colazione, lo è stato storicamente per secoli. Oggi è affiancato da prodotti da forno - fette biscottate, biscotti, cornetti, pancarré - che, come emerge anche dagli ultimi studi sociologici fatti in materia, mantengono un’importanza decisiva nel primo pasto della giornata”. Oggi, gli italiani consumano al primo posto i biscotti, scelti da 6 italiani su 10, seguiti da pane e/o fette biscottate, con o senza marmellata, miele e creme spalmabili alla nocciola o al cacao. A seguire, i tre gruppi di alimenti ottengono tra il 7% e l’9% dei consensi, cereali/muesli, le merendine/ brioches/ cornetti confezionati e yogurt. Tra le bevande, fiorisce l’uso del tè nel 14%, accanto al latte per il 35%, al caffè per il 33% e al caffelatte/cappuccino per il 28%. Questo contesto alimentare, però, non esiste da sempre, ma è il frutto idi una rivoluzione alimentare che si è sviluppata negli ultimi 80 anni e che si è accresciuta dagli anni 50 in poi. Prima di quel decennio, la prima colazione era molto squilibrata verso i carboidrati e i grassi poiché il menu di allora era composto da pane raffermo, un residuo di polenta e quel che restava della zuppa o della pastasciutta. A questi, si potevano aggiungere un tocchetto di aringa, una fettina di salame, un pezzetto di formaggio, mentre solo i più fortunati gustavano i biscotti artigianali. “Nella pseudo colazione degli anni ‘50 l’apporto di nutrienti era in genere piuttosto sbilanciato verso un eccesso di grassi oltre che di carboidrati, ma l’elevato dispendio energetico dell’epoca non dava ricadute sulla salute”, afferma la biologa nutrizionista Valeria del Balzo dell’Università La Sapienza di Roma. La prima rivoluzione della colazione è stata favorita dalle guerre mondiali, durante le quali ai soldati erano distribuiti latte, caffè e gallette e cioccolato. Questi ingredienti, divenuti compagni inseparabili di colazione, saranno portate dai reduci a casa, favorendo la diffusione di questi prodotti nelle famiglie e nella società. Un’altra rivoluzione avviene durante gli anni ’60, quando il boom economico porta la diffusione di prodotti prima di nicchia o solo regionali, quali i croissant, i biscotti, il burro, le fette biscottate, i cereali, le creme spalmabili, la marmellata, il miele, la frutta, lo yogurt, i fiocchi, le merendine. Il caffè assurge a simbolo di questo fenomeno poiché diviene la bevanda più presente nella tavola degli italiani a colazione rispetto agli anni ‘50 quand’era era considerato un bene di lusso da offrire agli ospiti. I biscotti, la cui preparazione artigianale li rendeva prodotti di lusso e locali, diventano standardizzati e superano le differenze regionali, trasformandosi in prodotti universali. Negli anni ‘60 nascono i primi prodotti da forno confezionati e nel 1964 nasce la più celebre crema spalmabile alla nocciola. È significativa, in questo sen- so, la storia della marmellata che, prima era prodotta solamente in casa, ora si diffonde confezionata insieme a vari prodotti solubili da mettere nel latte o nell’acqua, come l’orzo, il caffè e, soprattutto per i per i bambini, il cacao. Negli anni 70’, compaiono le fette biscottate che diventano di uso sempre più comune in affiancamento al pane, mentre, in questo decennio, i biscotti si affermano come protagonista della prima colazione, insieme alle merendine e ai croissant confezionati. Anche lo yogurt compare negli anni ‘70, all’inizio come prodotto di nicchia. Negli anni 80’, invece, i cornflakes trovano posto nella nostra colazione, poi arrivano prodotti salutistici realizzati con fibre, crusca, avena, e muesli. In questi anni, i consumi di prodotti dolci aumentano del 36% e la pubblicità inizia a svolgere un ruolo chiave, divenendo un potente strumento di diffusione dei prodotti stessi. Quelli da colazione della nostra industria alimentare, in più, sono esportati con successo, insieme al modello di colazione all’italiana. Negli anni 90’, avviene un’ulteriore rivoluzione, poiché si diffonde una maggiore attenzione alla salute del corpo e le industrie si adeguano, immettendo sul mercato prodotti più dietetici. Si diffondono prodotti integrali, dai biscotti con basso contenuto di grasso, alle fette biscottate integrali e al pane nero. Aumenta il consumo del miele e diminuisce quello del burro, mentre si preferisce l’uso di latte scremato. Così, le basi dell’attuale colazione sono poste e il suo successo continua nonostante la crisi. Francesco Sanfilippo SANITA’ www.nellattesa.it 6 È conveniente curare oggi i pazienti piagati con i moderni ausili? I eri si usava per curare piagati, ulcerosi e ferite difficili acqua, sapone e tanta rassegnata pazienza, ma oggi tali rimedi sono a dir poco inaccettabili, per non dire dannosi, sia per le complicanze cui si può andare incontro sia per la lunghezza dei tempi di guarigione in pazienti doloranti, bloccati ed inabili al lavoro. Esistono, infatti, metodiche avanzate che accorciano visibilmente i tempi di guarigione con notevole riduzione dei costi. Facendo un po’ i conti, le statistiche, derivanti dai risultati dei centri di costo, indicano che il costo medio del trattamento per un paziente con ferita difficile è di circa 1000 euro. Il trattamento standard per un’ulcera al piede in un diabetico può avere un costo a paziente guarito di circa 18.000 euro ed oltre. Infine, i costi di materiali ed apparecchiature, se usati, abbatteranno la spesa di circa il 50% in circa cinque anni. Tenendo dunque presente il sacrosanto principio che una vita senza piaghe può solo essere il risultato di una cosciente interazione fra chi ne è a rischio o affetto e chi deve sapientemente curare, i dati sono estremamente allarmanti. Oltre due milioni di italiani ( escludendo coloro che non ricorrendo alle cure dei centri pubblici o privati sono non classificabili) annualmente necessitano di assistenza medica per presenza di ulcere cutanee. Il 50% va incontro a complicanze invalidanti; il costo medio delle terapie e di circa 300/euro al mese, crescente con le dimensione e con lo stato di gravità della lesione. Nel 75 % dei casi il paziente non può affrontare i costi delle attuali necessarie terapie generali e locali bioattive. Ad un’incidenza di spesa annua,solo ospedaliera, di circa un miliardo dobbiamo aggiungere i costi indiretti di circa 460 mila giornate lavorative perse dai pazienti e dai loro familiari. Non è chiaramente calcolato il costo globale di tali patologie, comprendente anche l’attività ambulatoriale territoriale. Scarsamente sostenibile dalla maggior parte degli utenti (spesso dimessi precocemente con difficoltà deambulatorie e logistiche), il costo domiciliare privato delle cure ad integrazione del sovraccarico e spesso burocraticamente farraginoso servizio di assistenza domiciliare per la maggior parte infermieristica più che medica. A tutt’oggi, è deficitaria ed insufficiente la continuità assistenziale fra strutture ospedaliere e territorio con chiari ed automatici percorsi assistenziali integrati. Più adeguati livelli organizzativi, infatti, comporterebbero maggiore equità nelle cure, maggiore accessibilità ai trattamenti, minore ritardo nelle diagnosi e nelle cure, ed una minore incidenza dei costi diretti per complicanze e indiretti per perdita di capacità produttiva da parte del paziente e del familiare che l’assiste. Ultima nota di riflessione statistica è che il costo medio per paziente trattato con presidi d’avanguardia è di circa 1.500 euro per quadrimestre contro i 1.900 euro circa dei trattamenti tradizionali. I trattamenti moderni, in conclusione, hanno sì un maggior costo unitario rispetto ai tradizionali, ma richiedono minor quantità di materiale impiegato, minor tempo dedicato alla cura per diminuzione delle complicanze locali e per riduzione dei tempi di guarigione di circa un terzo. Con questi dati di settore relativamente recenti, si lascia a tutti i lettori ma soprattutto a politici ed amministratori le conseguenti deduzioni circa il chiaro van- taggio economico e sociosanitario che percorsi sanitari per patologia sempre più analizzati e valutati da esperti possono apportare. Dott. Gaetano Giardina Medico Chirurgo ISEE,Occhio al conto corrente e a cosa si dichiara... I n base a quanto inserito in un articolo dell’ultima legge di Stabilità ormai in vigore a partire da gennaio 2015 cambierà la modalità di calcolo per la determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Il vecchio sistema di calcolo datato 1998 è stato aggiornato. Le dichiarazioni acquisite con autocertificazione sono state limitate, sia dei saldi che degli eventuali conti depositi, conti correnti bancari o postali. Ma cosa cambia? prima si dichiarava il saldo su conto corrente al 31/12, adesso la giacenza media annua. Questo spiazza tutti i coloro che azzeravano il conto a dicembre e dichiaravano 0, per accedere alle agevolazioni sociali concesse a chi dimostra una situazione economica minima o disagiata, ma che nel reale, ha un tenore di vita medio. Il nuovo modello permetterà di identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendo di contrastare le tante pratiche elusive ed evasive. Tra le novità: la possibilità di presentare una dichiarazione semplificata - il “modello MINI”; aggiornare la propria situazione economica, quando si perde il lavoro, senza aspettare che il peggioramento delle condizioni venga prima registrato dalle dichiarazioni fiscali. I dati fiscali più importanti e i dati relativi alle prestazioni ricevute dall’INPS saranno compilati direttamente dall’Amministrazione. Il patrimonio mobiliare verrà controllato ex ante con riferimento alla esistenza di conti non dichiarati ed ex post con controlli della Guardia di Finanza. Le pratiche elusive praticate, spostando sotto il mattone il deposito dei conti correnti al 31 dicembre, per poi ricostruirli al primo gennaio sono vane in quanto fa fede la giacenza media annua dei conti correnti bancari e postali . Girolamo Calsabianca Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SALUTE E BENESSERE 7 Dieta mediterranea Ma quanti italiani la seguono? ALLERGOLOGIA DOTT. CLAUDIO RAGNO Specialista in Allergologia e immunologia clinica. diagnosi delle malattie respiratorie, delle allergie alimentari, per allergie a farmaci. Ticket visita Euro 34,50. Riceve a Palermo in via XII Gennaio 16 091.584114 cell. 337 895499 D ieta mediterranea è la più gettonata dai nutrizionisti, ma come dice il proverbio, il ciabattino va sempre con le scarpe bucate. Frutta e verdura dovrebbero sempre regnare nella tavola dell’italiano, ma i dati non dicono questo, predichiamo bene e razzoliamo male. I risultati emersi da un sondaggio condotto nell’ambito dell’iniziativa ‘Curare la salute’ (campagna di sensibilizzazione sulle corrette abitudini alimentari, realizzata con il patrocinio della Simg, Società italiana di medicina generale e delle cure primarie), ci dicono che in Italia i consumi di frutta e verdura sono veramente bassi. Un italiano su cinque mangia la quantità di frutta e verdura raccomandata dall’Oms, mentre il 44% si limita a una o due porzioni giornaliere a fronte delle cinque consigliate, il 45% ammette di essere sedentario e il 21% è molto al di sotto o al di sopra del proprio peso forma. In base al test, la maggior parte degli italiani, pur avendo una buona conoscen- ANDROLOGIA - UROLOGIA za delle regole della sana alimentazione, fatica a metterle in pratica. L’80% infatti risulta essere consapevole delle norme base per una sana alimentazione e la cura di sé, ma uno su cinque ammette di essere molto sopra o al di sotto del proprio peso e solo uno su tre è in perfetto peso forma. Solo il 20% dichiara di mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Riflettendo su quanto emerso dal sondaggio è difficile non dimenticare il caro vita. Il reddito dell’italiano medio è pari a 1200 euro al mese, se questo è anche un mono reddito, paga anche la rata di un mutuo ed ha pure un figlio, la dieta la deve fare è quella del portafoglio. Poi abbiamo l’italiano delle 3 “P” (Pane, Pasta e Patate), ovvero il pensionato da 450 euro al mese, una soluzione è difficile da suggerire quando la coperta è quella, ... se copri il capo scopri i piedi e viceversa. Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO DOTT. EMILIO ITALIANO Specialista in Urologia e Andrologia. Consulente Sessuologo. Riceve a Palermo in via F.Paolo di Blasi 35. Sito Web: www.emilioitaliano.it [email protected]. Per prenotazioni, telefonare ai numeri 091 346563 cell. 338 8546604 CASE DI RIPOSO COMUNITA’ ALLOGGIO PER ANZIANI “GRETA” Assistenza 24 ore. Servizio lavanderia. Pasti. Attività ricreative e religiose a richiesta. TV in camera. Via S. Cuccia 1 (angolo via Libertà). Tel. 0916268045 - Cell. 3481511882 GASTROENTEROLOGIA DOTT. SERGIO PERALTA Dirigente Medico U.O. di Gastro-enterologia ed Epatologia. Responsabile U.O.S. di Endoscopia Digestiva Policlinico, Piazza delle Cliniche, 2 Palermo. Mob. 338 6963040 e-mail: [email protected] www.gastroenterologiaperalta.it NEUROLOGIA DOTT. MARCELLO ROMANO Neurofisiopatologo. Az. Osp.Riuniti Villa Sofia Cervello, Studio di neurologia ed elettromiografico. Riceve per appuntamento in via E. Notarbartolo, 38 Palermo Tel. 0916259811 - Cell. 3491467337 Email: [email protected] PSICOLOGIA DOTT.SSA CATERINA D’ANNA Psicologa - Psicoterapeuta. Psicologia - Psicoterapia del bambino, dell’adolescente e della famiglia. Via Tripoli 18 Palermo. Recapiti telefonici: 329 4321204 FISIATRIA DOTT.SSA BARBARA SCHEMBRI Medico Fisiatra, Osteopata, Omeotossicologia. Riceve per appuntamento Cell. 3405269019 Email: [email protected] Studio medico zona Via Libertà settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006 Comitato Scientifico: Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected] Dr. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di Asti Prof. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi) Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa) Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia Cervello Dr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa) Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O. Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa) Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di Partinico Dr. Gabriele Viani, Medico Specialista in Radiologia Dr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabete A.N.I.O. Numero Verde: 800 688 400 (chiamata gratuita) Siti web: www.anio.it Pagina Ufficiale ANIO Facebook: www.facebook.com/anioinforma nell’attesa... 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