comunicazione dei Codici identificativi degli uffici

PROGETTO:
BE@WORK - INCLUSIONE LAVORATIVA PER SOGGETTI CON ASD
PREMESSA
Il progetto BE@work intende implementare una rete di attori (che già oggi in parte collaborano) che sappia
coniugare competenze e profili diversi per creare un contesto idoneo a valorizzare le peculiarità e
potenzialità di soggetti adolescenti o giovani adulti, autistici o asperger (condizione che a livello scientifico è
stata recentemente assimilata all’interno dello “Spettro Autistico ad Alto Funzionamento”).
Il progetto intende sperimentare una nuova forma di connessione fra attori di diversi settori: una cooperativa
sociale (Cooperativa Sociale il Ponte), una scuola professionale (Istituto Pavoniano Artigianelli per le arti
grafiche di Trento), laboratorio universitario (Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione
dell’Università degli Studi di Trento) specializzato nel campo dell’autismo condotto dalla prof.ssa Venuti, una
start up nel settore delle tecnologia a favore della disabilità, fornendo ai ragazzi coinvolti una possibilità
concreta di partecipazione alla vita sociale e di realizzazione personale e lavorativa, possibilità fortemente
inficiata dalle difficoltà legate al quadro sintomatologico.
ANALISI del PROBLEMA
L’origine di questo progetto è la convinzione che le persone autistiche o asperger che saranno coinvolte, per
via delle loro caratteristiche, in particolare nell'area delle abilità relazionali e sociali, non possono contare su
una prospettiva di lavoro realistica.
Per una ragione molto semplice: l’attuale struttura del mercato del lavoro è (soprattutto oggi, con la crisi
occupazionale in corso) caratterizzata da una sempre minor capacità di accogliere persone con difficoltà
relazionali e che mal si conciliano con la richiesta di performance e di autonomia attuali.
Un progetto che trova nell'esperienza maturata in 15 anni di lavoro con l'autismo il convincimento che
un approccio sostenibile e credibile verso queste persone (in questo caso adolescenti) possa mirare alla
maturazione del singolo in una visione olistica della persona anche attraverso un accrescimento delle
competenze sociali, professionali e relazionali alla base dell’occupabilità.
Un approccio che sia capace di generare un vero processo inclusivo basato sull’interazione con l’operatore
che funge da facilitatore sociale, valorizzatore di individualità, adulto che trasmette competenze legate al
“saper fare”, ma che vanno ad incidere fortemente anche sul “saper essere”: essere in relazione, essere
parte di un gruppo di lavoro, essere parte attiva nel raggiungimento di obiettivi concreti, essere capaci di
interagire con l’adulto e con i pari in ottica di collaborazione e cooperazione.
Come si evince anche dal dibattito pubblico in atto, le persone di giovane età che concludono il percorso di
studi trovano sempre più difficoltà non solo a trovare lavoro, ma anche ad intraprendere un proprio progetto
di vita.
Nel mondo della disabilità quest’emergenza è attenuata, almeno il Provincia di Trento, dalla presenza di una
rete di servizi in grado di rispondere almeno in parte alla richiesta di accoglienza diurna e residenziale.
La crisi si sta però concentrando sulla capacità dell’ente pubblico di sostenere l’ampliamento della spesa a
causa, da un lato, dell’allungamento della vita, dall’altro, dall’emergenza di nuovi bisogni sociali. Oggi il
sistema scricchiola, le persone cominciano a non poter frequentare i centri per mancanza di risorse da parte
dell’ente pubblico. Quest’ultimo, dal canto suo, ha già da tempo iniziato a concentrare tali risorse su
patologie considerate più gravi, disabilità psicofisiche gravi, trascurando però la consistente presenza di
persone con bisogni complessi, con difficoltà sicuramente meno visibili ma comunque drammaticamente
debilitanti.
Persone che, tuttavia (e questo è una delle potenzialità del progetto), potrebbero essere incanalate verso
una strada che, attraverso un investimento iniziale di energie e risorse, le veda uscire dignitosamente da una
prospettiva futura legata alla totale assenza di realizzazione personale, di frustrazione familiare, di
successivo aggravamento del ritiro sociale e possibilità di fenomeni depressivi o psicotici (tra l’altro, con
ulteriore ricaduta economica sull’ente pubblico). Solitamente, i progetti rivolti a soggetti con bisogni speciali
(non solo a soggetti con autismo) prevedono un grosso investimento da parte di istituzioni scolastiche
(accompagnamento educativo) e sanitarie (riabilitazioni, terapie).
Questo avviene, però, fino a quando la persona raggiunge la maggiore età. Poi, improvvisamente, la
macchina del “prendersi cura” si ferma, come se, al di là dei diciott’anni, non ci fossero più molti bisogni,
come se tutto potesse limitarsi alla ricerca di un posto in un centro occupazionale. Per questo, l’approccio
vincente diventa quello lungimirante, quello che si rivolge al ciclo di vita, quello che continua ad aggiungere
stratificazioni di senso, basate sulle reali possibilità e caratteristiche della persona.
Quello, in definitiva, in grado di dar vita ad un vero e proprio progetto di vita. In particolare coloro che non
hanno una situazione di totale inabilità al lavoro, ma una parziale invalidità di solito nell’intervallo tra il 60 e
85% non trovano una collocazione adatta.
Il paradosso è questo: loro non sono abbastanza “gravi” da poter usufruire di “corsie preferenziali”,
ma neanche del tutto “abili al lavoro” per potere anche solo sperare di entrare nella realtà del mondo
lavorativo senza incorrere in cospicue frustrazioni legate ad un mondo che non è certo adatto (per ritmi,
complessità, scarsa prevedibilità) alle loro caratteristiche.
Di solito le prospettive sono, drammaticamente, due: quella che porta alla collocazione dentro a percorsi
impropri e adatti solo alla disabilità tradizionale; o quella che, per via delle difficoltà finanziarie dell’ente
pubblico, porta solo allo stare a casa senza neanche la possibilità di avere almeno uno sbocco sociale
compensatorio (a causa delle difficoltà specifiche della sindrome).
E’ evidente, perciò, che le caratteristiche di queste persone rendono necessaria la sperimentazione di una
nuova formula di servizio che tenga conto delle loro potenzialità e particolarità, una sperimentazione che miri
a superare le incoerenze del sistema attuale di norme sociali e di norme che regolano il mercato del lavoro
e, in definitiva, a stimolare un cambiamento di queste stesse norme. Il carattere sperimentale del progetto,
infatti, pone, oltre agli obiettivi specifici del progetto stesso, due questioni generali rilevanti.
La prima riguarda la volontà di aprire una nuova categoria nel catalogo dei servizi alla persona disabile
vigente in Provincia di Trento e porre un problema di ordine legislativo sul tema della cooperazione sociale
come oggi normata in Regione Trentino Alto Adige.
La seconda riguarda una nuova forma di finanziamento del servizio che sarà descritto nei successivi
paragrafi. In questo spazio ci si limita a sottolineare come tale servizio si ponga al confine tra i servizi
occupazionali tradizionali e quelli di formazione al lavoro per molte ragioni, tra cui le più evidenti sono le
seguenti: diversa e peculiare tipologia di utenza e una nuova forma di finanziamento (coerente con le
difficoltà finanziarie derivate dall’attuale contesto socio-economico in cui non ci si può limitare a chiedere
risorse senza produrre idee veramente innovative).
Questo progetto si proietta verso una frontiera che vede nel cofinanziamento la prospettiva futura che
comprenda una quota a carico dell’ente pubblico un’altra a carico della famiglia ed una quota di
autofinanziamento che si generi da percorsi virtuosi da ricercare sul territorio.
Sotto questo profilo creare una nuova catena del valore sociale ed economico che sappia individuare una
nuova alchimia degli elementi, una nuova dinamica che sappia generare valore proprio costruendo legami
fra mondi e attori con attitudini ed esperienze apparentemente lontane e inconciliabili.
BISOGNO
Il bisogno che vogliamo affrontare si definisce per difetto. Il nostro osservatorio che comprende la
cooperativa, la scuola, il laboratorio universitario, evidenzia la mancanza oggi di un servizio specializzato,
realmente inclusivo, appagante sul piano professionale ma anche più semplicemente umano.
Un bisogno di inclusione che va dunque raccolto in termini di costruzione di una nuova realtà generativa di
interazioni capaci di rispondere all’esigenza di queste persone di relazionarsi, di acquisire nuove
competenze, di sperimentare un contesto professionale dove essere protagonisti e responsabili di quanto
accade. Un bisogno concreto di coinvolgimento diretto delle persone nel servizio e nei suoi risultati, del
tessuto imprenditoriale locale, degli utenti e delle loro famiglie.
Vi sono ragazzi con età compresa tra i 18 ed i 24 anni che non sono inseriti in percorsi di nessun
genere o affiancati per alcuni momenti della settimana con attività di compensazione rispetto alla mancanza
di un servizio o opportunità adeguate (il numero dei ragazzi che nei prossimi tre anni o che già oggi sono
inseriti in percorsi non adeguati alle loro caratteristiche, non è stimabile per ragioni riferibili all’assenza di
diagnosi o alla comune consuetudine nella gestione dal passaggio dalla scuola ai percorsi post-scolastici).
Il bisogno di inclusione va quindi declinato secondo una cornice di senso che sappia connettere: identità
personale, competenze professionali, relazioni sociali, progetto di vita.
Nella sostanza il bisogno rilevato potrebbe essere così evidenziato:
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Evoluzione della persona e non abilitazione del disabile.
Riconoscimento delle peculiarità delle problematiche della sindrome asperger e autismo.
Personale formato e supervisionato in modo mirato alla problematica.
Educatori specializzati con competenze complesse ed eterogenee: educative, pedagogiche e
psicologiche che compongono il bagaglio usuale e alle quali si debbono aggiungere competenze
imprenditoriali e professionali in altre aree nel nostro caso ausili tecnologici e grafica avanzata.
Contesto ricco di sollecitazioni sociali, complesso e dinamico, ma prevedibile e quindi non ansiogeno
o motivo di evitamento e ritiro.
Sviluppo di nuove competenze strettamente collegate al mondo del lavoro: multimedialità, creatività,
competenze informatiche.
E’ importante sottolineare come il bisogno sia anche delle famiglie di queste persone, alle quali non si può
lasciare il peso di non poter intravedere prospettive che non siano l’inoccupabilità o l’occupazione di posti
assolutamente non idonei. Il progetto intende rivolgersi infatti anche alle famiglie in termini più diretti,
attraverso interventi che le vedano coinvolte nel monitoraggio delle situazioni ma anche supportate
psicologicamente e aiutate a costruire una valida rete sociale.
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale del progetto è quello di creare, attraverso la collaborazione di specifici attori, una “rete
attiva”, un contesto generativo, una trama complessa capace di rispondere in modo efficace al bisogno di
evolvere e realizzarsi di persone che per le loro difficoltà particolari non avrebbero questa possibilità, né in
campo lavorativo, né in quello socio-relazionale.
Un progetto territoriale che sappia connettere energie ed idee che possano trovare e sviluppare collegamenti
con altre realtà con le quali si è già in rete: Cascina Rossago e il Centro diurno Il Tiglio di Pavia e la Fattoria
Sociale Conca d'Oro di Bassano del Grappa.
Il contesto si comporrà attorno alle persone in modo dinamico dato che coinvolgerà educatori che
affiancheranno le persone, un laboratorio universitario per l’osservazione, il monitoraggio, la valutazione e la
supervisione, una scuola professionale nel campo della grafica e stampa di base ed avanzata e nel settore
delle nuove tecnologie digitali e multimediali, una start-up locale che opera nel settore degli ausili ad alto
tasso di tecnologia, le famiglie degli utenti.
Si intende realizzare una nuova strada, realisticamente percorribile, legata all’inclusione, e che esca
dall’ottica della risposta inadeguata o della non-risposta. Per realisticamente percorribile si intende una
prospettiva che tenga conto della contrazione delle risorse e quindi dei servizi, e che preveda quindi una
revisione delle forme di finanziamento. Riteniamo, infatti, che se l’ente pubblico può utilizzare la leva della
compartecipazione a carico delle famiglie piuttosto che il finanziamento della domanda di servizi attraverso
forme di trasferimento monetario alle stesse (assegno di cura o voucher) la priorità diventi trasformare servizi
poggiati esclusivamente sul pilastro del finanziamento pubblico in servizi a finanziamento misto: pubblico,
privato e da impresa. E’ su questo punto che acquista senso la relazione con l’impresa NEEDIUS S.r.l.
(attore coinvolto nel progetto). Perché crediamo che tale relazione possa tradursi non in una “lavorazione
conto terzi”, bensì in uno sviluppo comune dei prodotti e quindi una collaborazione e scambio di servizi e più
complessa.
OBIETTIVI SPECIFICI
La sperimentazione intende perseguire i seguenti obiettivi specifici:
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Creare una metodologia di lavoro innovativa per Soggetti con Sindrome di Asperger o Disturbo dello
Spettro Autistico ad alto funzionamento e diffonderne la pratica
Mettere in atto una nuova e diversa modalità di collaborazione tra attori coinvolti, con la costituzione di
una rete di soggetti pubblici, privati ed un’impresa
Realizzare progetti individualizzati costruiti con osservazione scientifica e monitoraggio focalizzato sui
bisogni della persona, delle sue risorse e possibilità di cambiamento
Valorizzazione della creatività delle persone
Sostenere le famiglie
Creazione di una catena del valore che possa contribuire a finanziare il servizio
7.
Contribuire alla progettazione, perfezionamento, commercializzazione di nuovi ausili per la disabilità e
l’autismo (materia specifica di cui si occupa NEEDIUS)
BENEFICIARI
Le persone di cui abbiamo oggi incrociato il bisogno sono 3 ragazzi tra i 19 ed i 23 anni che hanno
concluso il percorso scolastico o lo porteranno a termine nei prossimi mesi (giugno 2014). Sono
ragazzi con diagnosi di sindrome di asperger o autismo.
Questi ragazzi, secondo l’approccio delineato sopra e che sta alla base del progetto, sono persone per cui
vale la pena sperimentare una strada che non sia quella del riempitivo della “terapia del fare”, e per le quali è
necessario evitare la via dello stage o altre forme di addestramento, illusoriamente legate al reale mondo del
lavoro e ad una vera realizzazione.
Secondo la nostra concezione, sono invece giovani a cui possiamo provare a dare la possibilità di
intraprendere un percorso che miri allo sviluppo e ampliamento dei ruoli e delle relazioni sociali, cioè avere
la possibilità di misurarsi con una realtà che quotidianamente consenta loro di sperimentarsi in diversi ruoli,
maturando così quella che riteniamo possa divenire un’identità compiuta, costruita in una dinamica di
continua evoluzione e che non può essere consegnata alla definizione di un periodo prescritto o come
obiettivo di un progetto individualizzato che miri esclusivamente all’abilitazione della disabilità.
RISULATI ATTESI
Il progetto si pone di ottenere i seguenti risultati:
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Costituire una rete competente e dinamica di attori sul territorio
Costruzione di un metodo di lavoro
Creare un luogo di formazione e lavoro dinamico e stimolante
Gestire e ampliare l’offerta del sito portale-autismo.it
Fornire nuove competenze alle persone che consentano lo sviluppo di una relazione commerciale
complessa con NEEDIUS
Costruire con la scuola un protocollo per il sostegno formativo e professionale
Generare un report finale sui risultati della sperimentazione
Un convegno nel 2015 sul tema del trattamento e dei progetti di vita degli adolescenti e dei giovani
adulti Disturbo dello Spettro Autistico ad alto funzionamento
ATTIVITA’ e REALIZZAZIONI
1.
Consolidamento della Rete: Costituzione formale della rete per definire i rapporti di coordinamento e
raccordo tra i soggetti responsabili per l’avvio dell’attività, con la stesura di un protocollo. Attivazione di un
percorso di sostegno psicologico qualificato alle famiglie, con l’obiettivo di stimolare anche la costituzione di
una rete sociale informale di supporto.
2.
Osservazione in ingresso: Questa fase mirerà all’osservazione funzionale delle caratteristiche dei
soggetti da parte di ODFlab, per costituire una baseline che sia utile per la specificità della progettazione
individualizzata, per il monitoraggio e per la verifica finale nella sua globalità. Nello specifico, gli strumenti
utilizzati saranno i seguenti:
•
Una griglia di osservazione specifica ricavata da un adattamento ad hoc della Griglia della Valutazione
delle Funzioni (Venuti, Iandolo), finalizzata a valutare e monitorare abilità legate alla socializzazione, al
linguaggio, ma anche legate alla sfera cognitiva e alle autonomie.
•
SRS (Social Responsiveness Scale), un questionario che valuta il comportamento sociale reciproco, la
comunicazione e i comportamenti ripetitivi e stereotipati.
•
ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule), uno strumento osservativo diretto e standardizzato,
adattabile alle caratteristiche principali del soggetto.
•
Vineland Adaptive Behavior Scale, intervista strutturata finalizzata alla misurazione del comportamento
adattivo (punti di forza e debolezza) nelle aree della comunicazione, della socializzazione, della vita
quotidiana e della motricità
•
Test delle Campanelle, strumento utile per valutare abilità inerenti i diversi tipi di attenzione.
3.
Formazione operatori e utenti e allestimento del luogo di lavoro: Formazione specifica agli operatori
e utenti nell’ambito della progettazione grafica e utilizzo di software dedicati. Con il sostegno della scuola
professionale per le arti grafiche Artigianelli strutturazione di un percorso formativo che introduca l’uso di
software e tecniche di progettazione per gli educatori e gli utenti. Il ruolo dell’Istituto è conseguenza di
un’esperienza maturata negli scorsi anni nella creazione di percorsi scolastici ed extrascolastici per ragazzi
autistici con la cooperativa sociale Il Ponte. Allestimento di un ufficio/laboratorio/bottega dove il
comunicatore BLUE sia personalizzato per i clienti che lo potranno visionare e testare ed eventualmente
acquistare.
4.
Inizio dell’attività sperimentale: L’attività prevede la definizione di un sistema di relazione con
NEEDIUS S.r.l. basato sul contributo alla realizzazione del comunicatore attualmente in produzione ed in
fase di commercializzazione. Gli educatori e gli utenti dovranno implementare il database delle icone e la
parte audio ed in seguito la personalizzazione per il cliente finale che potrà interagire presso l’ufficio allestito.
Una metodologia operativa che metta al centro l’interazione tra operatore-persona e persona-persona dando
rilevanza alla relazione nei processi e la valorizzazione dell’individualità nel contributo creativo e manuale
alla realizzazione del prodotto per favorire una maturazione della persona ed un accrescimento delle sue
competenze sociali, professionali e relazionali alla base dell’occupabilità. Il gruppo si incaricherà anche della
parte commerciale attraverso la partecipazione a fiere ed eventi, organizzati della rete della cooperazione
sociale nazionale, ad eventi di settore dedicati alla disabilità e ausili. Altra attività prevista sarà la gestione
del portale www.portale-autismo.it con la possibilità di implementare una sezione del sito dedicata alla,
promozione del prodotto ed una dedicata alla formazione on line per l’uso del comunicatore. Questa fase
vedrà, in parallelo, il lavoro con le famiglie, costituito da periodici incontri di gruppo condotti da uno
psicologo.
5.
Valutazione: Fase che vedrà la partecipazione in primis di ODFlab, che condurrà, in collaborazione
con famiglie e operatori, una valutazione finale degli esiti, anche attraverso l’uso di una riproposizione degli
strumenti elencati nella parte relativa all’ osservazione preliminare.
6.
Report e convegno: Successivamente alla stesura di un report finale, sarà organizzato convegno per
la divulgazione dei risultati e confronti con altre prassi del territorio nazionale. Questa realizzazione intende
promuovere un’azione di divulgazione ad alta valenza scientifica e pedagogica, in un epoca in cui esiste la
facile tendenza a millantare competenze sulla base di esperienze non documentate e poco innovative.
PARTNERSCHIP E RUOLI:
Gli attori coinvolti saranno i seguenti:
>> Il Ponte – Società Cooperativa Sociale (che si occupa autismo specificatamente dal 2000 in
collaborazione con l’ Università di Trento)
•
Soggetto ideatore del progetto, di cui si occuperà nella sua globalità e metterà a
disposizione spazi, persone, risorse utili alla riuscita degli scopi.
>> Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFlab) – Dipartimento di Psicologia e Scienze
Cognitive dell’ Università degli Studi di Trento.
•
Si occuperà della osservazione preliminare e della verifica finale attraverso specifici
strumenti testistici; curerà la supervisione scientifica del progetto e la supervisione degli educatori
coinvolti; attiverà il coinvolgimento e il supporto delle famiglie.
>> NEEDIUS S.r.l. – impresa operante nel settore dei servizi e degli ausili per disabili e bisogni speciali.
La relazione con Needius sarà basata sul contributo alla realizzazione del comunicatore
(http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2014/20140402_video_15063231/00019779-comunicatore-blue-untablet-per-dare-voce-ai-bambini-autistici.php) attualmente in commercio e basato sulla tecnica della
Comunicazione Aumentativa Alternativa.
Gli educatori e gli utenti dovranno implementare il database delle icone e la parte audio ed in seguito la
personalizzazione per il cliente finale.
Altra attività prevista sarà la gestione del portale www.portale-autismo.it
>> Istituto Pavoniano per le Arti Grafiche “Artigianelli” (Trento).
Si occuperà principalmente della formazione specifica nell’ambito della progettazione grafica e utilizzo di
software dedicati per gli operatori e utenti. Il sostegno permetterà la strutturazione di un percorso formativo
che introduca l’uso di software e tecniche di progettazione per gli educatori e gli utenti.
CRONOPROGRAMMA E AZIONI
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Settembre 2014
Maggio 2015
Ottobre 2015
Incontro
di
coordinamento
dei
responsabili
degli
attori coinvolti
Costituzione
rete
della
Presentazione
e
coinvolgimento
ai
genitori con utenti
Osservazione
e
costruzione griglia di
monitoraggio
Coinvolgimento delle
famiglie ed utenti
Avvio del gruppo
di genitori
Formazione degli operatori ed utenti
Allestimento
ufficio/laboratorio
Incontro
di
coordinamento
e
monitoraggio
dei
responsabili
degli
attori coinvolti
Avvio dell’attività per
servizi a favore di
NEEDIUS
Incontro
coordinamento
valutazione
responsabili
attori coinvolti
di
e
dei
degli
Valutazione
del
progetto e stesura del
report
Convegno
divulgativo
MONITORAGGIO:
Durante tutta la realizzazione del progetto sarà attiva una supervisione degli educatori condotta da psicologo
esperto del Laboratorio con il fine di monitorare l’andamento dei singoli progetti individualizzati e il progetto
nel suo complesso. Inoltre sono previsti tre incontri, uno ad inizio attività, uno intermedio e uno finale, del
gruppo di lavoro composto dai responsabili per i vari attori coinvolti. La valutazione finale sarà compito del
Laboratorio che stenderà anche il report conclusivo per garantire terzietà e scientificità al prodotto.
CONCLUSIONI
Riteniamo che questo progetto possa portare due sostanziali vantaggi al sistema di welfare provinciale, che
ne costituiscono al contempo anche l’aspetto innovativo:
- Il primo, la sperimentazione di un’attività mirata a bisogni che non trovano risposta, attraverso
l’implementazione di un modello di servizio mirato ed esperto in riferimento alla problematica legata ai
Disturbi dello Spettro Autistico ad alto funzionamento;
- il secondo, lo sforzo di sperimentare una relazione con il mondo profit e di gestione diretta di servizi
all’impresa per poter finanziare il servizio.