IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA N. 1• 2014 TRATTAMENTO PERCUTANEO DELLA COARTAZIONE AORTICA Marco Papa, Matteo Ciuffreda Cardiologia Pediatrica, Ospedale Papa Giovanni XXIII - Bergamo Introduzione Per coartazione aortica (CoAo) si intende un restringimento dell’aorta toracica prossimale(1). Fu descritta per la prima volta da Morgagni nel 1760(2). L’anatomia, la fisiopatologia, la clinica e la storia naturale variano in modo sostanziale e hanno determinato numerosi dilemmi e controversie tra cardiologi e cardiochirurghi. Il primo intervento chirurgico è stato eseguito da Crafoord nel 1944(3). Da allora sono state descritte una grande quantità di tecniche chirurgiche per migliorare i risultati immediati e a lungo termine. Nel 1970 è stato evidenziato il ruolo fondamentale del dotto arterioso nella patogenesi della CoAo grazie all’impiego delle prostaglandine E1 nella gestione dei neonati, migliorandone sensibilmente la sopravvivenza(4,5). Nel 1982 è stata riportata la prima angioplastica con catetere a palloncino come alternativa alla chirurgia(6). Dopo 5 decenni di esperienza con le varie modalità di intervento per questa “apparentemente semplice” lesione, emergono continue discussioni su quale possa essere il miglior trattamento per la CoAo. Il problema non può essere riassunto nei risultati a breve-medio termine e al rischio delle procedure, ma si devono anche considerare i risultati a lungo termine, lo sviluppo o la persistenza dell’ipertensione arteriosa, le recidive, la formazione di aneurismi e il bias personale(7-11). Dalla metà degli anni ‘80 l’uso degli stent ha portato un ulteriore cambiamen- to nell’approccio alla CoAo, riducendo l’incidenza delle recidive dovute al recoil e il rischio di trombosi grazie al supporto offerto dallo stent sull’endotelizzazione di parete(12-14). Più recentemente gli stent ricoperti sembrano offrire un’ulteriore riduzione delle complicanze a breve e medio termine(15). Caratteristiche anatomiche Al contrario del periodo neonatale dove il dotto arterioso è quasi sempre pervio, nei bambini e nell’adulto la persistenza del dotto arterioso è estremamente rara. La CoAo si presenta come un restringimento del profilo esterno, di fronte al ligamento arterioso. A questo livello il lume è generalmente ostruito da un diaframma in continuità con il tessuto muscolare della parete del dotto arterioso(1,16). Differenti gradi di ipoplasia dell’istmo (tratto compreso tra succlavia sinistra e dotto arterioso o ligamento duttale) o dell’arco trasverso, devono essere considerati distinti dalla coartazione stessa, ma hanno un impatto significativo sulla storia naturale della lesione. Il tratto di aorta distale alla lesione è spesso, ma non sempre dilatato(1,4,5,16). Nei bambini più grandi e negli adulti, un ispessimento di tessuto intimale non vascolarizzato e composto di fibre collagene, elastiche e occasionalmente cellule muscolari lisce, copre la tunica media(16). Deplezione e disarray delle fibre elastiche della media, che a volte si trovano nella zona coartata, non rappresentano un segno Indirizzo per la corrispondenza: Marco Papa Cardiologia Pediatrica Ospedale Papa Giovanni XXIII, Piazza OMS 1; Bergamo Tel: 0352674346 - Email: [email protected] 3 IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA patognomonico, ma quando sono presenti possono essere considerate un substrato per l’indebolimento della parete e predisposizione verso la formazione di aneurisma o dissezione(17,18). Nel 1982 Lock ha descritto la dilatazione in vitro del tratto stenotico asportato a 7 bambini di 1-6 anni affetti da CoAo e sottoposti ad anastomosi termino-terminale. Usando un palloncino con diametro dell’85% superiore al tratto stenotico, ad una pressione di 4-8 atmosfere, veniva provocata una lesione della media nel tratto sano, distale alla CoAo in 3 dei 7 pezzi anatomici. Questo riscontro crea i presupposti per la formazione di un aneurisma(19). In quali pazienti si debba eseguire l’angioplastica della CoAo nativa, rimane ancora una questione aperta, mentre il trattamento delle recidive risulta essere accettata dalla maggioranza degli Autori(20-25). Indicazioni al trattamento Ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, pressione picco-picco >20 mmHg sono le condizioni per porre indicazione all’intervento. Mentre i neonati sintomatici necessitano di un trattamento non appena stabilizzati, i bambini asintomatici, gli adolescenti e gli adulti devono essere trattati elettivamente(26). L’età raccomandata è tra 1 e 5 anni per evitare la persistenza dell’ipertensione arteriosa(27). Tecnica dell’angioplastica percutanea Il cateterismo cardiaco e la cineangiografia vengono eseguiti, in anestesia generale, per confermare la diagnosi, valutare eventuali difetti associati e l’indicazione all’angioplastica percutanea. Prima di introdurre il catetere arterioso si somministrano 100 UI/kg di eparina, mantenendo l’ACT (Activated Clotting Time) tra 200 e 250 sec(28). Stabilita l’indicazione, attraverso l’ introduttore arterioso si attraversa la CoAo con un catetere multipurpose (MP) o pig-tail 4-5 F. Si posiziona una guida 0,0180,035 inch con punta “J” in aorta ascendente o nella succlavia destra. Il palloncino da angioplastica viene gonfiato con contrasto diluito a 3-5 atmosfere o più a seconda della scelta del catetere. Il gonfiaggio viene eseguito 2-4 volte per 5 secondi ognuna, a distanza di 5 minuti l’una dall’altra. Si ripete la misurazione del gradiente pressorio picco-picco e si esegue una cineangio4 N. 1• 2014 grafia di controllo. Si raccomanda sempre di registrare la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa (PA) e l’indice cardiaco prima e 15 minuti dopo l’angioplastica per assicurarsi che le variazioni della PA siano dovute alla riduzione del gradiente pressorio e non allo stato del paziente(29). Il calibro del palloncino da usare può essere 2 o più volte il calibro del segmento coartato, ma non deve superare il calibro dell’aorta discendente a livello del diaframma(29,30). È molto importante non eseguire manovre con la punta del catetere o con la guida sulla sede della zona appena sottoposta a dilatazione per prevenire perforazioni o dissezioni accidentali(31). È utile lasciare sempre una guida nel tratto coartato per scambiare i cateteri ed eseguire le angiografie. Indicazioni all’impianto di stent • Coartazione estesa. • Associata ipoplasia dell’istmo o dell’arco aortico. • Coartazione tortuosa con malallineamento del tratto prossimale e distale. • Coartazione aortica ricorrente o formazione di aneurisma post-intervento/angioplastica. Tecnica per l’impianto di stent La parte diagnostica è simile alla procedura di angioplastica con palloncino. Dopo aver eseguito l’angiografia in proiezione obliqua anteriore sinistra e laterale, si misurano il diametro del tratto coartato, dell’aorta prossimale e distale all’ostruzione e il tratto che dovrà essere “stentato”. Tutte le misure devono essere eseguite nelle due proiezioni e poi farne la media. Dopo aver attraversato la coartazione per via retrograda, con un catetere MP, si posiziona una guida Amplatzer extra-stiff con punta “J” nella succlavia destra. Dopo aver rimosso il MP, si porta un long sheath Cook o simili oltre il tratto stenotico. Nei bambini e negli adulti si possono usare gli stent premontati su palloncino(32) (Fig.1), ma la maggior parte dei Centri usa il BIB (balloon in balloon) NuMed Inc, Hopkinton, New York, per prevenire rotture del pallone e dislocazioni dello stent. Il calibro dello sheath dipende dallo stent usato. Il palloncino deve essere poco più lungo dello stent, che viene posizionato a cavallo della stenosi. Si eseguono dei test angiografici per verificarne la posizione. Si gonfia il pallone interno del BIB e, valutata TRATTAMENTO PERCUTANEO la stabilità e la corretta posizione, si gonfia il palloncino esterno. Si sgonfiano l’outer e l’inner balloon e una volta rimosso il BIB, si eseguono l’angiografia conclusiva e un DELLA COARTAZIONE AORTICA ritiro per valutarne la pressione arteriosa. Retraendo il catetere nel long sheath, si spinge la guida in avanti, oltre lo stent per evitarne dislocazioni. A B C D Figura 1. A: aortografia con dimostrazione del tratto coartato e la dilatazione post-stenotica. B: posizionamento dello stent a cavallo della coartazione aortica. C: gonfiaggio del palloncino ed espansione dello stent. D: angiografia conclusiva. 5 IL GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA INVASIVA Stent ricoperti Le indicazioni generali sono simili a quelle dell’angioplastica e degli stent non ricoperti. Le indicazioni specifiche sono gli aneurismi post-angioplastica, arco e istmo tortuosi, la concomitante pervietà del dotto arterioso. Quando il rischio di provocare una dissezione o la formazione di uno pseudo aneurisma è elevato, è sempre indicato l’uso di uno stent ricoperto(33-39). Gli stent più usati sono i CP stent (NuMed Inc, Hopkinton , NY), ma sono stati usati anche AneuRx (Medtronic, Watford, UK), Advanta V12 (Atrium Medical, Hudson, NH) e altri(40). Alcuni stent si possono espandere solo fino a 18 mm. Inoltre si deve considerare un importante accorciamento per i diametri maggiori. Ovviamente se è presente un vaso in prossimità della lesione, questo può essere escluso dal circolo dopo il posizionamento dello stent. La dissezione e la rottura aortica rimane una complicanza rara dello stenting primario della CoAo e gli stent ricoperti sono stati usati in questi casi per ridurne il rischio. Tut- 6 N. 1• 2014 tavia questa complicanza è stata riportata anche con i covered stent(41). Conclusioni Nonostante le controversie ancora presenti sull’argomento, in base a quanto esposto e ai dati della maggior parte della Letteratura, possiamo concludere che le tecniche transcatetere sono da preferire alla chirurgia. La selezione dell’approccio è ampiamente basato sull’età all’esordio dei sintomi, sull’anatomia del tratto coartato e le zone circostanti. Nel caso di CoAo nativa in bambini di basso peso e nel caso di lunghi segmenti ipoplasici si preferisce l’intervento chirurgico. L’angioplastica percutanea è riservata alla CoAo nativa e secondaria a precedenti interventi chirurgici o angioplastiche, nei bambini con peso inferiore a 30 kg. Nei bambini più grandi e negli adulti il posizionamento di stent rappresenta l’approccio più appropriato in ogni tipo di CoAo inclusi i casi con lunghi segmenti ipoplasici(42-44). TRATTAMENTO PERCUTANEO DELLA COARTAZIONE AORTICA Bibliografia 1. Ho SY, Baker EJ, Rigby ML, Anderson RH. Color atlas of congenital heart disease. Morphological and clinical correlations. London: Mosby-Wolfe, 1995. 2. Alexander B. The seats and causes of diseases investigated by anatomy. London: Miller & Cadell, 1769. 3. Crafoord C, Nylin G. Congenital coarctation of the aorta and its surgical treatment. J Thorac Surg 1945;14:347-61. 4. Ho SY, Anderson SH. Coarctation, tubular hipoplasya, and the ductus arteriosus. Histological study of 35 speciments. Br Heart J 1979;41: 268-74. 5. Pellegrino A, Deverall PB, Anderson RH, et al. 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