COMUNE DI BRESCIA Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it Brescia, 15 maggio 2014 Al Presidente del Consiglio Comunale Prof. Giuseppe Ungari e p.c. Al Sindaco On. Dott. Emilio del Bono MOZIONE OGGETTO: adozione di politiche a sostegno di un efficace contrasto all’omofobia/transfobia. La sottoscritta avv. Laura Gamba, capogruppo del Gruppo Consigliare MoVimento 5 Stelle propone al consiglio comunale la seguente mozione: IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE La Costituzione della Repubblica Italiana, agli articoli 2 e 3, recita: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”; La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del Dicembre del 1948 del 10 i all’articolo 2, comma 1 recita: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.”; Il principio generale di non discriminazione ha un valore universale, riguarda ogni persona e, come tale, è affermato nelle norme di diritto internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948; Il Trattato di Amsterdam, già ratificato dall'Italia, all'art. 13 afferma e sostiene il principio di non discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, prevedendo, nello stesso articolo, strumenti atti al superamento delle suddette forme di discriminazione. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) agli articoli 1 e 21 stabilisce che: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere sempre rispettata e tutelata”. “E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le condizioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”; La “Carta europea dei diritti umani nelle città”riconosce il “principio di uguaglianza dei diritti e di non discriminazione”, diritti “garantiti dalle autorità comunali, senza alcuna discriminazione legata all’origine, al colore, all’età, al sesso o alle scelte sessuali, alla lingua, alla religione, all’opinione politica, all’origine etnica o sociale o al reddito”. Il Parlamento Europeo nella risoluzione dell'8 febbraio 1994, il cui indirizzo è stato successivamente confermato nelle risoluzioni sui diritti umani - invita gli Stati membri a rimuovere ogni forma di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, anche nell'ambito del diritto di famiglia, e ad intraprendere campagne ed iniziative contro le forme di discriminazione menzionate; Il Parlamento europeo, a partire dalla Risoluzione del 18 Gennaio 2006, ha approvato diversi documenti nei quali si invitano gli Stati membri ad agire per contrastare i diversi fenomeni in cui l’omofobia si manifesta. Definendo l’omofobia “una paura e un avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di persone gay, lesbiche e transessuali, basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”; L'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa nella raccomandazione n. 1470 del 30 giugno 2000, esprime la necessità che sia costituito un sistema europeo di raccolta dati che documenti gli abusi nei confronti delle persone omosessuali; La Raccomandazione n. 1117/89 del Parlamento Europeo invita il Consiglio Europeo e gli Stati membri a tutelare i diritti delle persone transessuali e a superare ogni forma di discriminazione; Lo Statuto d’ autonomia della Lombardia, del 30 agosto 2008 al Titolo I - art. 2 comma 1 afferma che:“la Regione riconosce la persona umana come fondamento della comunità regionale e ispira ogni azione al riconoscimento ed al rispetto della sua dignità mediante la tutela e la promozione dei diritti fondamentali e inalienabili dell'uomo” E al comma 2 ribadisce che:“la Regione promuove la libertà dei singoli e delle comunità, il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni materiali e spirituali, individuali e collettivi e opera per il superamento delle discriminazioni e delle diseguaglianze civili, economiche e sociali.”; CONSIDERATO CHE: Il 17 Maggio del 1991 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha dichiarato l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”, depennandola dall’elenco delle malattie. Ciò nonostante la mentalità diffusa ancora oggi in Italia spinge a considerare le persone omosessuali, transessuali e transgender come perverse e malate, rendendole spesso oggetto di scherno e discriminazione e obbligandole a nascondersi, a vivere la propria identità sessuale come un fattore discriminante, suscettibile di diventare oggetto di emarginazione e disprezzo e che spesso le induce a rinunciare, per paura di "essere scoperte", al diritto di denunciare atti di bullismo, mobbing, maltrattamenti, aggressioni anche violente sia verbali che fisiche, ed altre diverse azioni fortemente lesive della dignità e del diritto al rispetto; In Italia non esistono dati statistici attendibili utili a valutare entità, gravità e conseguenze dell'omotransfobia. È impensabile che in una società all’avanguardia, si debba ancora assistere a forme di violenza e discriminazione sessuale che sono lesive dei principi costituzionali di libertà e di dignità umana sui quali si fonda la nostra Costituzione. I ripetuti episodi di discriminazione e violenza omofobica a livello nazionale ed anche locale dimostrano senza dubbio e con drammatica evidenza il clima di intolleranza e di insicurezza in cui molto spesso queste persone sono costrette a vivere, circostanza che rende necessario un intervento non solo a livello locale, ma anche da parte del legislatore nazionale attraverso l’adozione di una seria legge contro l'omofobia/transfobia. Tanto premesso e considerato: DELIBERA DI 1. ADOTTARE iniziative volte di sensibilizzare l'opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica e transfobica. 2. PROMUOVERE, in collaborazione con enti, associazioni, volontariato e scuole iniziative educative, culturali, formative che ogni anno, il 17 maggio, celebrino la Giornata Internazionale contro l’Omofobia valorizzandone il significato ed il valore sociale e culturale; 3. PROMUOVERE, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, interventi nella scuola, affinché l’istituzione deputata all’educazione dei futuri cittadini, sviluppi e rafforzi ancor più la cultura del rispetto e della valorizzazione delle diversità. 4. ADERIRE alla rete RE.A.DY. (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) sottoscrivendo la “Carta di intenti” (qui allegata). 5. SOLLECITARE il Sindaco e la Giunta affinchè costituiscano un osservatorio, che non comporti aggravio di costi a carico del comune, per l'analisi, il monitoraggio e registrazione a fini statistici dei casi di omofobia e transfobia denunciati alle autorità ed alle associazioni, utile ad identificare tali violenze come reati specifici, coordinato dalla commissione pari opportunità di Brescia, in collaborazione con almeno una rappresentanza delle associazioni Lgbtiq. 6. PROMUOVERE, presso gli enti istituzionali attualmente impegnati al tavolo di lavoro dello “Sportello contro la violenza di genere e assistita da minori”, con sede presso l'URP del Palazzo di Giustizia di Brescia, l'estensione del medesimo servizio, tramite la collaborazione con volontari provenienti anche dalle associazioni Lgbtiq e debitamente formati, anche all'ascolto ed all'aiuto di casi di oppressione, discriminazione e di negazione di libertà di espressione direttamente riconducibili all'omofobia e alla transfobia. 7. SOLLECITARE Regione Lombardia affinché crei presso le ASL locali dei punti di ascolto e di consulenza che possano dare supporto nei casi di violenza domestica a sfondo omo/transfobica, alle persone che vivono la loro identità di genere con difficoltà sia psicologiche che relazionali ed affettive, ivi comprese le persone che necessitano di supporto medico e psicologico nel caso di avvio del lungo percorso volto al mutamento del sesso. Avv. Laura Gamba
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