Università degli studi “Roma Tre” Corso di Laurea in Fisica a.a. 2014/2015 Prof. Giuseppe SCHIRRIPA SPAGNOLO ADC & DAC Esperimentazioni di Fisica III Il presente materiale riprende in parte informazioni, idee, trasparenze tratte da varie fonti e rielaborate ai fini del corso. Iniziamo esaminando lo schema di principio dei dispositivi DAC (che spesso fanno parte degli schemi dei dispositivi ADC). Un convertitore D/A (DAC) è un dispositivo che converte un dato digitale in una grandezza analogica corrispondente. Solitamente il dato digitale codifica un numero secondo un dato codice e il convertitore lo traduce in un livello proporzionale della grandezza analogica di uscita (tensione, corrente, frequenza, ecc.). Il segnale digitale (Z) consiste di n bit bn-1, bn-2, …, b0 (con l’indice di b che rappresenta l’esponente della potenza di 2 corrispondente), si ha, esprimendo n in decimale: Z bn 1 2 n 1 bn 2 2 n2 n 1 ...... b0 b j 2 j j 0 • Tensione di uscita n 1 n 1 V Q Z Q bi 2 Q 2 j n j 0 bj 2 j j 0 2 n n 1 Q2 n bj n j 2 j 0 Q è prende il nome di quanto (ha la dimensione di una tensione) e rappresenta la variazione minima in uscita corrispondente alla variazione del bit meno significativo: V min questo valore rappresenta il grado di “finezza” con cui il DAC può ricostruire una grandezza analogica • Tensione di fondo scala VFS= Q·2n • Risoluzione È il rapporto tra la minima variazione della tensione di uscita (Q) e la tensione di fondo scala. A volte si definisce risoluzione del DAC il numero n dei bit d’ingresso. • Massima tensione di uscita Corrisponde alla tensione di uscita quando tutti i bit sono uguali ad 1 n 1 Vmax VFS 1 n j 2 j 0 VFS n1 j VFS n n 2 n 2 1 VFS Vmin 2 j 0 2 I blocchi S1, S2, S3, …, Sn sono interruttori elettronici controllati dall’ingresso digitale. Se ad esempio, sulla linea MSB è presente un “1”, l’interruttore S1 pone in connessione la resistenza R con la linea d’ingresso all’amplificatore operazionale. Possibile realizzazione di interruttore controllato digitalmente La presenza del flip‐flop sincronizzato consente di far commutare tutti gli interruttori controllati, presenti nel DAC, contemporaneamente. La corrente che compare all’ingresso dell’amplificatore operazionale dipenderà dallo stato degli interruttore Si. Indichiamo con D la parola digitale in ingresso al DAC. bn 1 bn 2 bn 3 b0 Z 0 1 2 ...... n 1 2 2 2 2 dove bn-1 , bn-2 , bn-3 , …, b0 possono assumere valore “0” od “1” a seconda che i rispettivi interruttori S1, S2, S3 , … , Sn sono rispettivamente collegati alla massa o collegati alla massa virtuale dell’operazionale. La tensione v0 di uscita può indicarsi come: Rf vo Vref Z R Il convertitore D/A a resistenze pesate ha il non trascurabile vantaggio della semplicità, ma presenta alcuni inconvenienti. Gli interruttori hanno resistenza non nulla. Questo “rovina” la proporzionalità tra le resistenze e quindi fra le correnti (soprattutto sui bit più significativi dove le resistenze sono più piccole ). Le resistenze pesate devono essere di valore non troppo elevato, per ridurre gli effetti delle correnti di polarizzazione dell’operazionale, ma non possono essere troppo basse per evitare che le resistenze dei deviatori abbiano troppo peso. Il campo di valori di resistenze richiesto è molto ampio: il circuito (praticamente) non è realizzabile in forma integrata. Inoltre, è improbabile che resistenze di valori così diverse abbiano le stesse caratteristiche al variare della temperatura. Convertitori digitale-analogico (DAC) Convertitore con rete a scala R-2R (R-2R Ladder) L’analisi del funzionamento è semplice se si nota che la resistenza “vista” alla destra di ogni nodo (come il nodo generico X) della scala è sempre pari 2R. Così le correnti che fluiscono verso destra e verso la massa, partendo da ogni nodo sono uguali tra loro e pari alla metà di quelle entranti da sinistra in ciascun nodo. … continua - Convertitore con rete a scala R-2R I deviatori connettono la relativa resistenza 2R alla massa fisica del circuito o alla massa virtuale dell’amplificatore operazionale. In ogni caso la resistenza “vista” alla destra di ogni nodo (come il nodo generico X) della scala è sempre pari 2R. Così le correnti che fluiscono verso destra e verso la massa, partendo da ogni nodo sono uguali tra loro e pari alla metà di quelle entranti da sinistra in ciascun nodo. Le correnti così scalate secondo le potenze del due, fluenti lungo i rami verticali, vengono passate o meno all’operazionale a seconda delle posizioni degli interruttori (cioè della parola digitale in ingresso ). L’uscita in tensione dell’operazionale sarà proporzionale alla corrente che gli arriva e quindi proporzionale all’ingresso digitale. … continua - Convertitore con rete a scala R-2R I vantaggi della rete a scala R-2R rispetto alla rete a resistori pesati sono: • viene evitato il problema della dispersione dei valori dei resistori; • le resistenze R-2R (cioè con rapporto 1:2) possono essere ottenute con grande precisione (caratteristica particolarmente vantaggiosa nei circuiti integrati); • si possono realizzare convertitori con un numero molto elevato di bit. Per contro, rispetto alla rete con resistori pesati, il convertitore a scala R-2R richiede un numero doppio di resistori. Convertitori analogico-digitale (ADC) La trasformazione di un segnale analogico in uno digitale coinvolge nello specifico la successione di quattro processi: campionamento (sampling), memorizzazione (holding), quantizzazione e codifica. Solitamente il campionamento e la memorizzazione sono attuati insieme da un circuito detto di sample-and-hold (S/H), mentre al convertitore ADC vero e proprio è demandato il processo di quantizzazione e di codifica. Il processo di conversione A/D comporta un’ineliminabile perdita di informazione rappresentando una grandezza analogica, che può assumere valori continui in un intervallo, attraverso un insieme di valori discreti. Schema di Conversione analogico-digitale (ADC) Conversione analogico/digitale - Campionamento Tc Intervallo di campionamento fc Frequenza di campionamento (fc = 1/Tc ) Il campionamento associa al segnale analogico un segnale che in ogni intervallo Tc assume il valore iniziale del segnale d’origine. Il segnale campionato è caratterizzato dal fatto di variare il proprio valore solo ad istanti multipli di Tc. Campionamento In genere, l’informazione trasportata da un segnale è contenuta nella sua variazione nel tempo: ad esempio, una tensione che varia proporzionalmente alla variazione della pressione di un sistema. Il processo di digitalizzazione di una grandezza analogica è discreto, oltre che nelle ampiezze, anche nel tempo. Infatti, la conversione richiede un tempo comunque finito, per cui l’acquisizione di due dati successivi è separata da un intervallo: all’interno di tale intervallo il sistema è “cieco”. Quindi, nella conversione A/D è intrinseco un processo di campionamento. Il campionamento di un segnale analogico può essere visto come la sua moltiplicazione per un treno di impulsi rettangolari spaziati di un tempo Tc detto periodo di campionamento. … continua - Campionamento Segnale in ingresso Treno di impulsi Risultato … continua - Campionamento Per permettere la ricostruzione del segnale originale dai suoi campioni, Tc non può, ovviamente, essere qualunque: dovrà rispettare un requisito minimo, che può essere determinato tramite il TEOREMA DI SHANNON : Condizione necessaria e sufficiente perché un segnale sia ricostruibile dai suoi campioni, è che esso sia limitato in banda e che la frequenza di campionamento sia almeno il doppio della massima frequenza contenuta nel segnale. La frequenza minima di campionamento è detta frequenza di Nyquist. Esempio: segnale campionato Si voglia considerare un segnale sinusoidale con frequenza di 50 Hz, ad esempio una tensione. … continua - Esempio di segnale campionato Ipotizziamo una frequenza di campionamento di 600 Hz: si ottiene una serie di segmenti verticali la cui ampiezza è proporzionale al valore della funzione in quell’istante. L’inviluppo dei campioni costituisce il segnale originale. … continua - Esempio di segnale campionato Se lo stesso segnale fosse stato campionato ad una frequenza inferiore a due volte quella max del segnale, si manifesterebbe il fenomeno di aliasing: il segnale di partenza è sporcato dagli spettri adiacenti generati dal processo di campionamento, e il segnale ricostruito non rispecchia più quello di partenza. Mantenimento Nei normali convertitori analogico/digitale l’operazione di conversione richiede che il segnale sia presente stabilmente all’ingresso per un certo tempo. In altre parole, per il corretto funzionamento del convertitore analogico/digitale, il campione analogico deve rimanere presente in ingresso, senza cambiare la propria ampiezza, fino a che l’elaborazione non è terminata. A tale scopo si usano dei circuiti, detti di “SAMPLE & HOLD”, che svolgono il compito di memorizzare il segnale di ingresso (in forma analogica) ad un determinato istante e lo mantengono stabile in uscita almeno per il tempo necessario alla conversione (in pratica fino al campione successivo). … continua - Mantenimento Funzionamento di un circuito Sample & Hold Conversione Analogico/Digitale: condizionamento del segnale Il segnale di ingresso deve prima di tutto essere portato ad una ampiezza corretta, per sfruttare pienamente la dinamica di conversione disponibile, e deve essere limitato in banda, in modo tale che la cadenza di campionamento soddisfi sicuramente il criterio di Nyquist. Queste due operazioni sono dette condizionamento del segnale; dopo di esse è possibile eseguire il campionamento e la conversione vera e propria. Relazione Ingresso-Uscita in un convertitore A/D ideale Quantizzazione La quantizzazione è l’operazione mediante la quale ad una grandezza variabile con continuità è associata un’altra grandezza i cui valori differiscono, al minimo, di un intervallo detto “quanto”. … continua - Quantizzazione Il segnale quantizzato è un’approssimazione del segnale analogico originale. L’ampiezza del quanto dipende dall’escursione della grandezza e dal numero di bit utilizzati per rappresentarla. Il grado di approssimazione può essere migliorato riducendo l’ampiezza del quanto e quindi aumentando il numero dei livelli disponibili. Per una tensione variabile tra “0” e una di fondo scala, che venga rappresentata da n bit, l’ampiezza del quanto vale: Q VFS 2n Q rappresenta la risoluzione del convertitore: è la minima variazione dell’ingresso analogico che comporta, per qualsiasi valore dell’ingresso stesso, una variazione dell’uscita digitale. Convertitore A/D parallelo (Convertitore Flash) Un convertitore parallelo a n bit risulta composto da 2n-1 comparatori e da un partitore resistivo composto da 2n resistenze. Il compito dei comparatori è quello di commutare ai livelli di soglia di quantizzazione, stabiliti mediante il partitore resistivo, a cui è applicata la tensione di riferimento. … continua - Convertitore A/D parallelo La tensione analogica in ingresso è applicata direttamente all’altro ingresso di tutti i comparatori. Per una data tensione di ingresso tutti i comparatori, a partire dal basso fino all’ultimo con soglia inferiore o uguale a tale tensione, hanno uscita alta; i rimanenti bassa. A questo punto, le uscite dei comparatori vengono codificate mediante l’utilizzo di un “priority encoder”. Questo tipo di ADC ha il grande vantaggio di essere molto veloce. Inoltre, non richiede un circuito di Sample & Hold. … continua - Convertitore A/D parallelo • Il flash ADC è il convertitore più veloce in uso, il suo tempo di conversione è dato essenzialmente dalla somma del tempo di commutazione di un comparatore e dal tempo di propagazione nella rete logica di codifica ed è dell’ordine delle decine di nanosecondi. • Il difetto principale è che, aumentando la risoluzione, diventa rapidamente, di una complessità circuitale enorme: un flash ADC a n bit, con uscita in binario naturale, codifica 2n, che richiedono 2n-1 comparatori (es.: 8 bit 255 comp.; 12 bit 4095 comp., che sono livelli raggiungibili con le attuali tecnologie ma necessariamente costosi).
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