È responsabilità del pediatra disegnare il programma di volo del bambino, secondo un percorso che ne garantisca “un adulto sano”. * I nuovi LARN: risvolti pratici [ Referenze ] 58 AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 2 | aprile-giugno 2014 Elvira Verduci Giuseppe Banderali Chiara Arrizza Benedetta Mariani Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo Università degli Studi di Milano Commento al Documento di sintesi per il XXXV Congresso Nazionale SINU. Bologna, 22–23 ottobre 2012. N on vi è alcun dubbio che gli ultimi decenni siano stati caratterizzati da grandi conquiste sia nel versante scientifico che in quello tecnologico in generale. Anche il settore della nutrizione ha beneficiato di questo progresso. Si tratta, peraltro, di una “evoluzione” e non di una “rivoluzione”: rimangono saldi, infatti, i principi fondamentali sui quali si basa questo ambito. Il concetto di nutrizione è ovviamente interdisciplinare e integrativo di acquisizioni di origine diversa che conducono ad applicazioni pratiche di educazione alimentare con la finalità di perseguire, attraverso la risposta fisiologica, un ottimale stato di salute e di benessere nel singolo e nella popolazione. Espressione di questa attenzione verso la popolazione sono i nuovi livelli di assunzione di riferimento di nutrienti. I nuovi Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione (LARN) rappresentano un’evoluzione del concetto di adeguatezza nutrizionale sulla base delle raccomandazioni del 1996, per evitare carenze nutrizionali o eccessi. La recente stesura ha infatti incorporato l’evidenza scientifica sulle relazioni fra stato di nutrizione e prevenzione delle malattie cronico-degenerative: al di là della semplice soddisfazione del ruolo biologico dei nutrienti questo ha portato l’identificazione di raccomandazioni qualitative sulle scelte fra le diverse fonti alimentari. Dal concetto di raccomandazione (Recommended Dietary Intake, RDI) insito nei vecchi LARN – espresso da un singolo valore tarato sul limite superiore di fabbisogno nel gruppo di popolazione d’interesse – si è passati, infatti, a un sistema articolato di valori di riferimento per la dieta, i Dietary Reference Values (DRVs). I DRVs, pur recependo come assunzione di riferimento per la popolazione (Population Reference Intake, PRI) il concetto alla base della RDI, lo completano introducendo una serie di ulteriori riferimenti utili a una migliore definizione degli apporti di nutrienti in grado di soddisfare i fabbisogni individuali e di gruppo. Di fatto è in genere problematico, se non impossibile, elaborare una precisa raccomandazione quantitativa rivolta alla prevenzione di malattie cronico-degenerative, poiché il rischio di malattia risente fortemente di altri fattori legati alla dieta, come la presenza di più nutrienti e sostanze non-nutritive negli alimenti e delle diverse abitudini alimentari in grado di oscurare l’eventuale ruolo preventivo dello specifico nutriente. Inoltre, non sono in genere disponibili sufficienti dati dose-risposta che permettano l’identificazione di un valore soglia efficace in termini preventivi. Peraltro, nel caso di carboidrati e Tabella 1. Uso dei LARN nella valutazione dello stato di nutrizione e per la sorveglianza nutrizionale A livello individuale In gruppi di popolazione AR Usare (con informazioni sulla variabilita riguardo a fabbisogno e introduzione) per esaminare la probabilità che l’introduzione usuale sia inadeguata. La proporzione del gruppo con introduzione usuale inferiore all’AR e una stima della prevalenza di inadeguatezza. PRI Un’introduzione abituale pari o superiore al PRI si associa a una bassa probabilità di inadeguatezza. Da non usare per stimare l’inadeguatezza degli apporti. UL Un’introduzione abituale al di sopra dell’UL aumenta il rischio di effetti avversi. La proporzione del gruppo con introduzione abituale al di sopra dell’UL può considerarsi a rischio di effetti avversi da apporti eccessivi. Referenze I nuovi LARN: risvolti pratici AR ‒ Fabbisogno medio (Average Requirement) Il livello di assunzione del nutriente che e sufficiente a soddisfare i fabbisogni del 50% di soggetti sani in uno specifico gruppo di popolazione. PRI ‒ Assunzione raccomandata per la popolazione (Population Reference Intake) Il livello di assunzione del nutriente sufficiente a soddisfare il fabbisogno di quasi tutti (97,5%) i soggetti sani in uno specifico gruppo di popolazione. UL ‒ Livello massimo tollerabile di assunzione (tolerable Upper intake Level) Il valore più elevato di assunzione del nutriente che si ritiene non associato a effetti avversi sulla salute nella totalità degli individui di uno specifico gruppo di popolazione. Superato l’UL, il rischio potenziale di eventi avversi cresce all’aumentare degli apporti. Utilizzo dei valori LARN in nutrizione umana e in dietetica L’uso dei LARN nella valutazione dello stato di nutrizione e per la sorveglianza nutrizionale è schematicamente riportato nelle tabella 1 e 2. Alcune novità: dai vecchi ai nuovi LARN Proteine Un grande cambiamento rispetto alla precedente versione riguarda l’assunzione raccomandata di proteine, che risulta diminuita. I danni potenziali causati da apporti elevati di proteine sono un argomento ancora controverso. In termini generali si ritiene sicura un’assunzione di proteine doppia rispetto al fabbisogno, anche in considerazione del fatto che tali apporti si osservano con una certa frequenza nella dieta delle nazioni industrializzate (EFSA, 2012) senza evidenti conseguenze negative per lo stato di salute. Diverso è il discorso per il primo anno di vita quando elevate assunzioni di proteine (>20% energia totale della dieta) possono interferire con la funzionalità renale compromettendo il metabolismo dei fluidi (EFSA, 2012). Inoltre sono state evidenziate associazioni tra livelli di proteine della dieta superiori al 15% nel periodo tra 6 e 24 mesi e sviluppo futuro di sovrappeso ed obesità in alcuni soggetti. Carboidrati e fibre alimentari Per quanto riguarda l’apporto calorico derivante dai carboidrati è raccomandata una percentuale tra 45 e 60%. L’attenzione ai carboidrati nei nuovi LARN riguarda principalmente la qualità. I nuovi LARN raccomandano di prediligere fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico (IG). Limitare quindi il consumo di zuccheri semplici a <15% dell’energia totale. Un apporto calorico totale >25% (95° percentile di introduzione nella dieta italiana) è infatti da considerare potenzialmente legato all’insorgenza di disturbi del metabolismo degli zuccheri, come resistenza periferica all’insulina, ridotta tolleranza glucidica, diabete di tipo 2. Preferire alimenti naturalmente ricchi in fibra Tabella 2. Uso dei LARN in dietetica A livello individuale In gruppi di popolazione AR Non utilizzare l’AR come obiettivo di introduzione. Questo livello si associa ad una probabilità di inadeguatezza di circa il 50%. Ridurre al minimo la proporzione di popolazione con apporti al di sotto dell’AR. In questo caso l’apporto medio risulterà probabilmente superiore al PRI. PRI Mirare a questo livello di introduzione per minimizzare la probabilità di inadeguatezza. Un ragionevole punto di partenza è considerare i PRI come il livello d’assunzione del nutriente che va garantito, anche se nel caso di alcuni nutrienti si possono scegliere livelli più alti del PRI. UL Mirare a un apporto abituale al di sotto dell’UL per evitare rischi di effetti avversi. Pianificare per minimizzare la proporzione del gruppo con introduzione al di sopra dell’UL per minimizzare il rischio di effetti avversi. 59 Principali valori di riferimento per la dieta utilizzati nella revisione 2012 dei LARN SDT ‒ Obiettivo nutrizionale per la prevenzione (Suggested Dietary Target) Obiettivi (quantitativi o qualitativi) di assunzione di nutrienti o di consumo di alimenti e/o bevande, il cui raggiungimento indica la riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative nella popolazione generale. AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 2 | aprile-giugno 2014 lipidi, al fine di meglio rispondere alla necessità di prendere in considerazione gli aspetti nutrizionali più propriamente preventivi, sono stati utilizzati gli RI (Reference Intake range for macronutrients) e si sono introdotti (ad esempio per acidi grassi saturi e zuccheri) anche gli SDT (Suggested Dietary Target – quantitativi o qualitativi di assunzione di nutrienti o di consumo di alimenti e/o bevande, il cui raggiungimento indica la riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative nella popolazione generale). Referenze I nuovi LARN: risvolti pratici Tabella 3. Età 6–24 mesi – Fabbisogno proteico LARN Età 6 mesi LARN 1996 Livello di sicurezza “corretto” (g/kg) 1,87 Tabella 4. LARN 2012 – Lipidi: apporti giornalieri di riferimento per la popolazione italiana LARN 2012 Assunzione raccomandata per la popolazione PRI (g/kg) SDT Lattanti Acidi grassi saturi 1,87 1,32 18 mesi 1,48 1,00 24 mesi 1,48 1,00 36 mesi 1,38 1,00 60 AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 2 | aprile-giugno 2014 Lipidi La qualità e la quantità dei lipidi della dieta rappresenta un altro cardine per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative. L’apporto calorico adeguato raccomandato derivante dai grassi diminuisce progressivamente dal primo anno di vita (40% delle calorie totali) alle età successive (>4 anni 20–35%) ma rispetto ai precedenti LARN nella fascia 1–3 anni si raccomanda comunque un’assunzione di lipidi dal 35 al 40% En e non la riduzione a partire dai 2 anni come precedentemente indicato. La percentuale calorica derivante dagli acidi grassi saturi non deve superare il 10% e l’assunzione di acidi grassi trans deve essere limitata il più possibile; quindi evitare l’assunzione di grassi di origine animale, in particolare condimenti a base di burro, margarina, olio di palma. Grande importanza in questa nuova versione è stata data ai grassi polinsaturi <10% En LC-PUFA 2150 mg PUFA n-6 Acidi grassi trans Bambini e adolescenti 5–10% En 4–9% En PUFA n-3 DHA 100 mg 0,5–2,0% En Il meno possibile Lipidi totali Acidi grassi saturi alimentare quali cereali integrali, legumi, frutta e verdura permette di controllare l’indice glicemico della dieta. In età evolutiva (≥1 anno) è raccomandata assunzione di fibre pari a 8,4 g/1000 kcal (2 g/MJ). È consigliato inoltre limitare l’uso del fruttosio come dolcificante e il consumo di alimenti e bevande formulati con fruttosio e sciroppi di mais ad alto contenuto di fruttosio. RI 40% En PUFA totali 1,32 12 mesi AI Lipidi totali 1–3 anni: 35–40% En ≥4 anni: 20–35% En <10% En PUFA totali LC-PUFA 2150 mg PUFA n-6 5–10% En 4–9% En PUFA n-3 1–3 anni: DHA 100 mg Acidi grassi trans Il meno possibile 0,5–2,0% En Legenda: SDT=Obiettivo nutrizionale per la prevenzione; AI=Livello di assunzione adeguata; RI=intervallo di riferimento per l’assunzione di macronutrienti. a lunga catena (LC-PUFA), per cui sono stati indicati livelli di assunzione adeguata per tutte le età. Fonti di LC-PUFA sono rappresentate dal pesce azzurro. In particolare per il DHA si raccomanda dai 6 ai 36 mesi un’assunzione di 100 mg al giorno. Vitamina D Un’altra novità della revisione è rappresentata dalla raccomandazione riguardante l’apporto di vitamina D, pari a 10 µg/die nel secondo semestre di vita e dal primo anno fino all’età adolescenziale pari a 15 µg/die (10 µg/ die nella versione precedente). Sono inoltre presenti i livelli massimi tollerabili, differenti per età (25 µg/die per i lattanti, 50 µg/die da 1 a 10 anni, 100 µg/die da 11 a 17 anni). Minerali: ferro e zinco Risulta aumentato l’apporto raccomandato di ferro e zinco, in particolare per quanto riguarda l’età dell’adolescenza. Anche per lo zinco sono presenti livelli massimi di tollerabilità. Tabella 5. Fabbisogno di ferro e zinco Età Fe (mg) Zn (mg) Lattanti 11 3 Bambini e adolescenti 8 3 11 5 13 8 10 9 13 11 18 9 18 9 Maschi Femmine I n conclusione è responsabilità del pediatra disegnare il programma di volo del bambino, secondo un percorso che ne garantisca “un adulto sano”. I primi anni di vita ed in particolare i primi 36 mesi sono fasi critiche della vita: gli alimenti da proporre al bambino devono perciò essere scelti con speciale cura ed attenzione perché possano rispondere in maniera ottimale alle esigenze nutrizionali e di sicurezza specifiche di un organismo in crescita ed intrinsecamente vulnerabile. I nuovi LARN rappresentano un’evoluzione del concetto di adeguatezza nutrizionale .
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