Aprile 2014 - Arcidiocesi di Amalfi

FERMENTO
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Anno XXI n.4 - APRILE 2014
intervista al Cardinale Ravasi, pagg. 12/13/14
SommariO
APRILE 2014
3
4
Editoriale
“Convertitevi,
lo chiedo in
ginocchio”
5 A chi spetta
l’annuncio del
Vangelo?
6-7 Centri di Ascolto quaresimali
8 Una pianta di limoni per la terra
dei fuochi
9 Udienza dal Papa UNITALSI
10
“La centralità
dell’uomo”
11
Il Cardinale Ravasi
12-14 Armando Lamberti
intervista il cardinale
Gianfranco Ravasi
15 “Segreti a cielo aperto”
16-21 Notizie
In copertina: infiorata alla Cattedrale di Amalfi a cura della Coldiretti
Associato all’Associazione Giornalisti Cava de’Tirreni - Costa
d’Amalfi “Lucio Barone”
Fermento è online su: www.diocesiamalficava.it
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Hanno inoltre collaborato:
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Gambardella, don Rosario
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Danilo Mansi, Carmine Cotini, Fernanda Cerrato, Cristoforo Senatore, Antonio
Di Martino, don Vincenzo
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Editoriale
FERMENTO
Pasqua: la luce e la
gioia della resurrezione
Carissimi fratelli e sorelle, in occasione delle prossime festività pasquali,
desidero far giungere a tutti voi, l’augurio più cordiale di Buona e Santa Pasqua!
Nel ritmo quotidiano della nostra
esistenza, nella quale si avvicendano
giorni lieti a giorni mesti, irrompe benefica la luminosità e l’esultanza della
Pasqua di risurrezione.
Nel cuore di ogni uomo alberga
l’esigenza di vivere per sempre e di
amare e di essere amati. L’angoscia
della fine accompagna il suo cammino
e neanche i prodigi della tecno-scienza
riescono a guarirlo dall’impotenza contro il male.
Il Figlio di Dio è venuto nella
nostra storia per salvarci, perché ci sia
una vita per sempre. Per amore, l’Innocente si è consegnato liberamente alla
crocifissione e alla morte ed è risorto.
In questi giorni di primavera,
dopo l’apparenza di morte dell’inverno, la linfa della vita riprende a scorrere nei rami spogli, che si ricoprono di
gemme e di fiori. E’ solo una pallida
analogia con la novità di vita portata
dalla risurrezione del Signore. Dal mattino di Pasqua una straordinaria forza
di novità anima il mondo: la vita ha
sconfitto la morte, la luce ha prevalso
sulle tenebre, l’amore ha vinto l’odio.
APRILE 2014
Carissimi, vorrei che l’annuncio
lieto del Cristo risorto giungesse in
ogni casa ed in ogni famiglia, specialmente dove c’è più sofferenza.
Accogliamo la grazia della risurrezione e lasciamo che la potenza
dell’amore del Signore trasfiguri la nostra vita.
La luce e la gioia che scaturisce
dalla Pasqua del Signore, illumini le
nostre oscurità, scoperchi i nostri sepolcri, riscaldi i nostri cuori, dilati i
nostri orizzonti, guarisca le nostre fragilità e ci sospinga per sentieri nuovi di
riconciliazione e di speranza
Con affetto vi benedico!
+ Orazio Soricelli
Arcivescovo
3
FERMENTO
L’appello del Papa ai mafiosi
“Convertitevi, lo chiedo
in ginocchio”
Parole dirette, taglienti, inequivocabili; parole che non ammettono replica, ma esigono conversione, cambiamento. Sono le parole
pronunciate da papa Francesco
alla Giornata della Memoria e
dell’Impegno, celebratasi il 21 e
22 marzo scorso e indetta dall’Associazione Libera, che da anni
opera attivamente per contrastare
il fenomeno delle mafie e debellare la cultura della violenza. Non
è la prima volta che la Chiesa, attraverso la voce dei suoi pontefici,
assume un atteggiamento di pubblica condanna del fenomeno mafioso; echeggia ancora nella Valle
dei Templi di Agrigento l’appello
di papa Giovanni Paolo II rivolto
ai malavitosi affinché si convertano perché il giudizio di Dio non
avrà misericordia per chi non ha
avuto misericordia.
Nel suo intervento alla veglia
di preghiera, Papa Francesco coglie nella corruzione la linfa che
alimenta la mala pianta criminale, consentendole di proliferare e
d’inquinare anche la società civi4
le. È questa la radice dell’attività
mafiosa: generare e soddisfare
il vorace bisogno di possedere e
di prevaricare i diritti e gli interessi altrui. Il Papa auspica che,
gradualmente, il senso di responsabilità possa prevalere sulla
corruzione; è un auspicio che si
estende inevitabilmente a quanti,
in maniera più o meno palese, non
hanno saputo opporre resistenza
alla logica della violenza o si sono
lasciati assorbire all’interno di un
sistema marcio e nullificante.
Non si tratta di un’utopia; il
riscatto della società civile non
può essere esclusivamente vincolato alla lotta del potere contro
la mentalità criminale, ma deve
necessariamente ripartire dalla
tutela della cultura della legalità.
Bisogna creare un fronte compatto all’interno della parte sana
della società che non si pieghi alla
seduzione del denaro e alle lusinghe del potere, dando priorità allo
sviluppo e al lavoro. Papa Francesco ha espresso altresì la sua
piena solidarietà alle vittime della
mafia e ai loro parenti, esortandoli a non perdere la fiducia che un
cambiamento sia realizzabile. E
ai mafiosi ha ricordato che i proventi delle loro attività è intriso
del sangue delle vittime; è denaro
che non dà felicità, ma corrompe
la coscienza e allontana Dio.
Il Papa è arrivato a evocare lo
spettro dell’inferno per coloro
che non si pentiranno dei loro
crimini; la loro pervicace ostinazione a compiere il male rischia
di disumanizzarli, vivendo un’esistenza costantemente esposta al
rischio. Il discorso del Pontefice
si conclude con un appello paterno: “Convertitevi, lo chiedo in
ginocchio; è per il vostro bene”.
La condanna del male non
esclude l’accoglienza del malvagio che si pente del male compiuto; è la logica paradossale di un
Dio che fa piovere sui giusti e gli
ingiusti e vuole che nessuno dei
suoi figli si perda.
don Antonio Landi
APRILE 2014
Evangelii Gaudium
FERMENTO
A chi spetta l’annuncio del
Vangelo?
Papa Francesco suona la sveglia per tutti i Cristiani. Non è
più tempo di cristianità, i rapidi
mutamenti sociali, di costume e
di mentalità, hanno indebolito
molto la proposta di vita cristiana;
è necessario un nuovo slancio, è
necessario far risuonare in modo
nuovo la forza dirompente e contagiosa del Vangelo.
Chi deve annunciare il Vangelo?
Nessun battezzato può ritenersi
esonerato, mai un credente cristiano può ritenersi quiescente!
Siamo al capitolo terzo, al cuore dell’E.G. , e qui Papa Bergoglio puntualizza alcune verità e
convinzioni che non sono novità
per la comunità cristiana; infatti
il Papa non ha pretesa di originalità, intende invece rimarcare e
rilanciare quei principi, che egli
riprende dalla solida dottrina del
Concilio Vaticano II, per rivitalizzare la Chiesa.
Egli vede la Chiesa come “sacramento di salvezza”, così come
recita la Lumen Gentium (1), ma
va al di là dell’istituzione, e dice
che la Chiesa è anzitutto “ un popolo in cammino verso Dio”, “un
popolo pellegrino ed evangelizzatore” (111), che reca a tutti questo
lieto annuncio, perché la salvezza
è per tutti (113).
In una visione biblica dove la
Storia della Salvezza s’interseca
con la storia umana, e lì Dio si
è manifestato al Popolo di Israele costituendolo suo portavoce
e latore della promessa divina
per tutti i popoli, così oggi Papa
Francesco legge la continuazione
di questo disegno che si realizza
APRILE 2014
attraverso il Popolo di Dio, la
Chiesa, in cammino nella storia.
Perciò il Pontefice esorta tutti i
battezzati a prendere coscienza di
questa responsabilità: in forza del
Battesimo ogni credente è costituito discepolo e missionario del
vangelo(120). E il popolo di Dio,
la Chiesa, attraverso il Vangelo
prende le forme e la cultura di tutti i popoli che incontra ed esprime
in questo modo la sua cattolicità e
il suo volto multiforme (116). La
diversità culturale dunque, non è
una minaccia all’unità della Chiesa, ma seguendo la logica dell’incarnazione
l’Evangelizzazione
manifesta la varietà e la molteplicità dei doni dello Spirito, che
è l’artefice primo della missione
( 117-118). In particolare Papa
Francesco invita a prestare attenzione alla Pietà popolare, perché
essa è un’ottima mediazione tra
una cultura e il Vangelo e come
tale strumento di evangelizzazione (122-126) E in un tempo in
cui sono in crisi anche i rapporti
personali, è necessario portare il
Vangelo “da persona a persona”,
in modo che ognuno nei rapporti quotidiani e feriali si senta
responsabile del Vangelo, e nel
dialogo personale, in cui si impara a condividere gioie e dolori di
ogni persona che incontriamo, sia
proprio il Vangelo a ricostruire i
rapporti e il tessuto umano della
nostra gente, mentre verifichiamo
che Esso dà luce, gioia e senso
alla nostra vita (127-128).
Tale discorso va fatto a diversi
livelli: la Chiesa cerca il dialogo
anche con il mondo della cultura e
della scienza, e qui sono i teologi
ad
d essere iinvestiti
titi ddell compito
it di
portare il Vangelo secondo i linguaggi e le attese di tutti i destinatari (132-133).
Papa Francesco attribuisce
grande responsabilità nel campo
dell’evangelizzazione al tema
dell’omelia e alla sua preparazione. Offre quasi un “piccolo trattato di Omiletica” e abbonda di
consigli e riflessioni per i predicatori, grazie alla sua lunga esperienza pastorale (dal 135 al 159).
Il Papa ritiene l’omelia: “dialogo
di Dio con il suo popolo”, perciò chi predica deve riconoscere,
il cuore della sua comunità per
cercare dove è vivo e ardente il
desiderio di Dio” (137). L’omelia non può essere uno spettacolo
di intrattenimento”, “dev’essere
breve ed evitare di sembrare una
conferenza o una lezione” (138).
Bisogna saper dire “parole che
fanno ardere i cuori” (142). La
preparazione è un compito così
importante che “conviene dedicarle un tempo prolungato di
studio, preghiera e riflessione. Un
predicatore che non si prepara è
… disonesto (145).
mons. Osvaldo Masullo
5
Programma
FERMENTO
Centri di Ascolto quaresimali
I Centri di Ascolto (CdA),
proposti dal nostro Arcivescovo
in questo tempo forte della Quaresima e supportati dalle relative
schede preparate dall’Ufficio
Catechistico Diocesano, nella
maggioranza delle parrocchie
della nostra Chiesa Locale stanno
avendo un positivo svolgimento,
soprattutto per la finalità ad essi
correlata: quella di essere ponte
evangelizzante tra il centro parrocchia e la sua periferia, ove anche il cosiddetto mondo dei lontani viene raggiunto ed provocato al
dialogo. La tematica dei CdA è la
stessa proposta dalla programmazione pastorale annuale incentrata
sulla riscoperta della propria identità di battezzato all’interno della
Chiesa e della società in generale.
Di seguito espongo, in sintesi, la
testimonianza di alcuni Parroci,
da me interpellati, sull’esperienza dei Centri di Ascolto tuttora in
corso.
La Parrocchia di S. Maria del
Rovo in Cava vede in essi l’esperienza di uscire dalla “chiesa
fatta di mura” per creare, presso le abitazioni della frazione,
la ”Chiesa fatta di persone”: la
parrocchia è stata divisa in cinque
zone pastorali e, ogni mercoledì,
in undici diverse case i catechisti,
inviati a due a due, hanno incontrano le famiglie condividendo il
materiale preparato dalla Diocesi.
Le famiglie ospitanti risultano
ammirevolmente coinvolte con
il compito di invitare i vicini, i
familiari e soprattutto le persone con cui i rapporti non erano
abbastanza forti e consolidati,
per scardinare l’indifferenza e
l’apatia che possono inconsapevolmente serpeggiare nel vissu6
to feriale. Così il parroco Don
Francesco sottolinea il momento: “È un tempo di grandissima
abbondanza, prima per i catechisti
che si sono cimentati con le
difficoltà e l’arduo compito di
dare testimonianza partendo dal
proprio quotidiano e, poi per le
famiglie che, soprattutto dove
si è stati accolti meglio, hanno
aperto il loro cuore e le proprie
confidenze generando almeno un
momento di profonda riflessione”.
La catechista Giulia Schiavo
della parrocchia di S. Maria Assunta in Ravello attesta: “siamo
stati contenti di riscoprire il vero
significato del Battesimo vera
fonte di forza spirituale per ogni
cammino di fede”; dieci gli operatori pastorali coinvolti per i CdA,
con una previa preparazione con
il parroco e, poi, l’incontro presso
le famiglie disposte a tale ospitalità. Pur con una certa difficoltà a
far incontrare le persone, essi non
provano scoraggiamento, ma provocano
l’invito “ad ascoltare
la Parola di Dio, si
da inizio al dialogo ,
si ascoltano le esperienze degli altri”.
Con entusiasmo Don
Felice Apicella, parroco di S. Giuseppe
al Pozzo in Cava mi
racconta che “l’organizzazione dei CdA
è stata pensata, con
la
collaborazione
ovviamente dei messaggeri e animatori
di zona, per raggiungere le 10 zone pastorali parrocchiali
sparse sul territorio,
dando la precedenza,
per così dire, alle realtà più periferiche della stessa parrocchia,
dato che il territorio è abbastanza
esteso”.
A Conca dei Marini i CdA si
svolgono ogni giovedì presso la
Chiesa dell’Immacolata.
Padre Domenico Spatuzzi di
Dragonea ci dice che, nella sua
comunità, a motivo della Missione Popolare, “i CdA sono stati
guidati dai missionari su tematiche predisposte da loro . Le
schede preparate dall’UCD le ho,
invece, distribuite largamente per
la riflessione personale a tutti gli
appartenenti ai gruppi e a persone che ho pensato le avrebbero
usate e apprezzate”.
Per Don Gioacchino, parroco
di S. Alfonso in Cava, i CdA rappresentano “l’anello di congiunzione tra la Chiesa e la strada:
l’effetto dei CdA è stato fondamentale per unire i “lontaniCriAPRILE 2014
pastorale
sti” dei condomini con i cristiani
attivi della comunità parrocchiale… Oggi la ricompensa data
dalla fiducia della gente è di aver
suddiviso la parrocchia in 5 aree
con una ventina di animatori che
a coppia, talvolta marito e moglie, chiedono di essere ospitati,
seguendo un programma, in famiglie per dei cenacoli domestici.
Qui si prega il santo Rosario, si
approfondisce la Parola di Dio,
si parla di problemi e di progetti
unitamente alla discussione sulle
lettere che l’Arcivescovo invia
alle famiglie”.
Entusiasmo traspare anche dal
parroco di S. Anna all’Oliveto
in Cava: “Ogni giovedì sera si
riuniscono gli operatori pastorali per ricevere la formazione sul
centro di ascolto della domenica
seguente e poi la domenica pomeriggio in ogni zona pastorale della parrocchia (6 zone) si svolgono
i centri CdA con grande entusiasmo. Il tema e i segni del Battesimo hanno portato tanta gioia e
una bella rinascita della fede al
fine di infervorarla e maturarla.
Stiamo vivendo un bel cammino
di Quaresima anche perché rimarchiamo questo evento anche
nella Messa domenicale”. Padre
Antonio Petrosino che guida la
APRILE 2014
FERMENTO
parrocchia di S. Pietro e Torello
in Ravello vede trasparire dall’animo dei partecipanti ai CdA il
desiderio di “non essere più semplici spettatori della vita ecclesiale, ma protagonisti”. In Santa
Croce di Cava, Padre Antonio
D’Urso ci riferisce: “teniamo il
Centro di Ascolto nei locali parrocchiali ogni lunedì su tematiche
varie. La frequenza, in maggior
parte di adulti, è soddisfacente”.
Padre Ragalmuto di S. Maria
dell’Olmo preferisce denominare
i CdA come “cenacoli di preghiera nelle varie famiglie della Parrocchia, dove oltre la recita del
Santo Rosario, leggiamo un passo
del Vangelo e poi viene commentato”. In San Pietro a Siepi in
Cava in due CdA si riflette sulle
schede diocesane, mentre in altri
due sulla Liturgia della Parola domenicale. Quindici i partecipanti
ai CdA nelle comunità di S.M.
delle Grazie e S. Pietro in Maiori. Il parroco di S. Adiutore ha
divulgato le schede ai genitori per
la riflessione in famiglia, sottolineandone i contenuti simbolici
durante la liturgia domenicale.
Rosalia Schiavo per San Cesario
in Cava il CdA è il luogo qualificato per dare spazio ad un ascolto
attento alle necessità più reali ed
immediate dei partecipanti.
Incisivo anche l’apporto riscontrato da Don Beniamino in
S. Lucia a Cava: “E’ stata un’esperienza molto positiva circa 60
laici hanno dato la loro disponibilità e sono stati attivati 20 punti di ascolto della Parola nelle
singole zone pastorali”. Infine
Don Nello, parroco di Cetara
così stigmatizza la sua esperienza: “il ritrovarsi la sera attorno
alla Parola di Dio nei centri d’ascolto. La gente come non mai
sta partecipando numerosa per
la sete di conoscere la volontà di
Dio nella loro vita”.
don Angelo Mansi
7
FERMENTO
Cammino quaresimale
Una pianta di limoni per
la terra dei fuochi
Tempo di quaresima, tempo
di conversione così la liturgia ci
ripete durante questo periodo in
preparazione alla Pasqua. Il Consiglio Pastorale della Parrocchia
di Sant’Andrea in Amalfi lasciandosi guidare dal messaggio di
Papa Francesco per la Quaresima:
“Si è fatto povero per arricchisci
con la sua povertà”, ha programmato per ogni domenica di quaresima un appuntamento con un
sacerdote o laico che ci aiutasse
a riflettere su come la Chiesa si è
fatta vicina ai più poveri o nelle
situazioni di disagio. La prima
domenica ha visto la partecipazione di don Peppino Gambardella della parrocchia di S. Felice
di Pomigliano D’ Arco. Raccontando la sua esperienza, a stretto
contatto con la situazione degli
operai e nel condividere le varie
manifestazioni e problematiche
che da anni affrontano, ha messo
in evidenza che non è solo nel farsi
prossimo con gli operai ma la comunità parrocchiale di San Felice
ha promosso un osservatorio politico e sociale dove confluiscono
sia persone della Parrocchia che
uomini di buona volontà che insieme operano accanto e per dare
un aiuto a coloro che si trovano
maltrattati e non rispettati nei loro
diritti. Una particolare attenzione,
in questi anni, hanno avuto verso
gli extracomunitari promuovendo
per loro corsi di italiano e aiutandoli nelle pratiche per il soggiorno. In questi ultimi giorni tutta la
comunità è impegnata a promuovere un festival per i diritti dei
bambini in collaborazione con
varie enti, scuole e associazioni.
8
Il Volontariato Vincenziano ha
fatto da protagonista nel secondo
appuntamento. Alle già collaudate volontarie impegnate da anni si
sono aggiunte altre aumentando
il numero del gruppo, durante la
S. Messa hanno formulato davanti alla comunità il loro impegno
verso i più bisognosi, proprio in
questi giorni ricorreva la memoria di S. Luisa de Marillac fondatrice dell’associazione . Il Volontariato da molti anni presente ad
Amalfi (nel 1915 inizia il gruppo
ad Amalfi) sostiene la casa famiglia dove sono alloggiate sei anziane e una mensa per altrettanti
bisognosi, con l’aiuto del banco
alimentare sostiene circa cento
famiglie di Amalfi e dei dintorni.
Don Aniello Manganiello è stato
il testimone del terzo incontro,
parroco a Scampia per molti anni,
religioso Guanelliano, ha scritto
vari testi tra i quali ultimamente:
“ Gesù è più forte della Camorra”.
Raccontando la sua esperienza ha
invitato a non innalzare muri di
fronte al Cancro della camorra ma
a costruire ponti, a vivere e portare il Vangelo nel quotidiano anche
quando ci costa.
Forte e deciso l’intervento di
don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano nella cosiddetta
terra dei fuochi. A lui la comunità
ha regalato un albero di limoni,
“sfusato amalfitano”, segno di
vicinanza e solidarietà con la loro
situazione. Ha accolto l’invito
di piantare nella terra dei fuochi
l’albero di limoni perché possa
essere un segno di vicinanza della
nostra terra di Amalfi con la loro
terra dei fuochi. Tra l’altro ha
molto ammirato la bellezza della
Cattedrale e della Costiera invitando ad essere belli dentro così
come sono belle le nostre zone,
ad essere belli davanti a Dio per
far risplendere la bellezza nella
nostra vita. L’ultimo incontro vedrà protagonista la testimonianza
della nostra Caritas diocesana con
il direttore Rosario Pellegrino e
il Diac. Francesco Tassielli direttore della Caritas Parrocchiale.
In che modo la nostra comunità
si fa povera per arricchire i più
poveri? Una risposta è il Centro
di Ascolto dove ogni settimana si
raccolgono le necessità e i bisogni
di coloro che bussano alla nostra
porta, così le varie iniziative che
sensibilizzano la Comunità ad
avere occhi e orecchie per accogliere i bisogni di chi vive il tempo della difficoltà e mani che abbracciano e stringono le povertà.
Il percorso che abbiamo proposto
alla comunità vuole essere una
occasione di riflessione ma anche
un punto di partenza per rilanciare l’attenzione verso le periferie
esistenziali così da essere una
Chiesa in uscita.
don Michele Fusco
APRILE 2014
UNITALSI
Udienza dal Papa
“4 marzo 2014: inizio di
Quaresima. Attento e prolungato ascolto della parola di
Dio, momento forte di preghiera per convertire sempre piu’
la propria vita verso quegli
ideali cristiani che valorizzano
l’esistenza di un credente.
Non poteva esserci luce piu
fulgida per accompagnare l’animo e parlare al cuore di noi
Unitalsiani nel Suo spirito d’amore e fratellanza verso i meno
fortunati: l’incontro con Papa
Francesco, esempio di profonda vicinanza e conforto alle vite
maggiormente segnate dalla
sofferenza. “non dimentichiamo
mai che il vero potere e’ il Servizio”, dice Papa Francesco.
Questa certezza, che anima
ogni gesto di un Unitalsiano, ha
fortemente ispirato la preparazione di questa giornata, dalla
partenza in autobus, fino alla sistemazione in Piazza San Pietro,
ai piedi delle scale, illuminati da
un sole meraviglioso che ci ha
regalato il suo sorriso: il calore
dei suoi raggi anticipava quello
ben piu’ intenso e abbagliante di
quell’Uomo semplice ed umile.
Come ogni evento, sentito e
desiderato nel profondo, la realta’ ha superato le attese: la privilegiata collocazione riservataci,
grazie all’ aiuto della sottosezione
dell’Unitalsi di Roma, ci ha consentito di incrociare lo sguardo e
le carezze del Santo Padre.
I nostri amici meno fortunati
hanno potuto godere del Suo instancabile sorriso, delle Sue Parole, dei Suoi abbracci, veicolo
di amore e di speranza: gli occhi
lucidi di Maria e di suo marito,
entrambi provati dalla vita, che
Gli
accarezzavano
la
APRILE 2014
FUNITALSI
ERMENTO
mano raccontandoGli insieme le
loro ansie, le cadute e le risalite,
nell’affrontare i giorni sulla sedia
a rotelle; l’emozione delle dame e
dei barellieri che, tra sorrisi e lacrime, cercavano di abbracciarlo; il pianto di una madre che mi
era vicina, mentre il Santo Padre
si chinava verso la sua bambina,
colpita nel corpo, ma dall’animo
solare.
Il ritorno in autobus, luci
spente, il silenzio e la stanchezza
di tanti: sicuramente le immagini
della giornata trascorsa correvano nelle menti di ciascuno, innumerevoli fotogrammi baciati dalla tenerezza e da quella splendida
fonte di amore e di speranza che
Nostro Signore ci ha regalato alla
guida della Chiesa.”
Daniela
Le forti parole di questa volontaria dell’Unitalsi, sono riuscite
meglio di qualunque pennello a
disegnare il favoloso affresco della giornata che abbiamo vissuto
con il Papa.
La sua penna è servita a raccontare un sogno, le sue parole si
sono commiste ai pensieri di tante
altre persone lì presenti per cercare di tramutare in frasi tangibili
un qualcosa che tangibile non è,
un’esperienza quasi ultraterrena o
perlomeno innalzata da terra, così
come è apparso a noi Papa Francesco.
Lo abbiamo toccato, lo abbiamo
abbracciato, abbiamo scambiato
il suo copricapo con il nostro, abbiamo risposto alla Sua domanda,
uno per uno singolarmente, circa
il nostro nome e la nostra occupazione, eppure la sensazione era
che fosse lì con noi, ma anche in
un altro posto, ma anche un po’
più in alto, in modo che la sua
Santa mano potesse davvero benedire noi tutti.
Volendo far condividere anche
ad altri le stesse emozioni che noi
abbiamo provato, ci proponiamo
come sottosezione di riproporre
questa gioiosa e sentita esperienza, per essere sempre più numerosi, con la certezza che il Santo Padre avrà un momento per fermarsi
con ognuno di noi.
Anna Maria Sica
9
FERMENTO
“Cortile dei gentili”
“La centralità dell’uomo”
Conversazione di alto profilo
quella svoltasi tra il filosofo Aldo
Masullo e il teologo Padre Ernesto Della Corte nell’ambito
degli appuntamenti organizzati
dall’Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone”, nella sala di rappresentanza
del Comune di Cava de’ Tirreni.
Un incontro sul tema “La centralità dell’uomo” tra filosofia e
teologia, ideato e organizzato da
Vito Pinto con la collaborazione
di Magrina Di Mauro ed Imma
Della Corte.
Un volare alto non appena ha
preso la parola il prof. Aldo Masullo rispondendo alla domanda
circa la sollecitazione di Giovanni Paolo II con la “Redemptor
hominis” nel prestare maggiore
attenzione ai problemi dell’uomo:
fresco, limpido, provocatore di
nuove riflessioni è il pensiero del
filosofo. Racconta, Masullo, di un
cammino alla ricerca di qualcosa
che giustifica la vita vissuta, un
viaggio che parte dall’età neonatale, quando dal seno materno si
apprende il primo modo di una
comunicazione d’amore: è una
continua voglia di capire, scoprire
nuovi orizzonti.
Non di meno la riflessione di
Padre Ernesto Della Corte, teologo e biblista raffinato. Per lui,
10
l’uomo ha un compito nel suo
cammino terreno: scoprire la realtà e interrogarsi su di essa. Le
risposte cercate le trova in Gesù
Cristo fattosi uomo per raccontarci che la ricerca e la conquista
della vita eterna è in parallelo con
la vita terrena. “La vita terrena è
un cammino e mi piace pensare
che in questo viaggio alla fine ci
si incontra nell’incrocio obbligato, con bagagli diversi, ma con la
stessa destinazione”.
Ecco l’uomo della ragione,
quella che, dice il filosofo, è il
centro dell’uomo il quale si ferma
quando vede un limite. “Quello
stesso limite – dice Masullo – mi
dà la certezza di un qualcosa che
è al di là e che non posso conoscere”.
Ratio limite anche per Padre
Ernesto: quante domande che non
si possono spiegare come fenomeni scientifici, con formule e
dimostrazioni! Quante curiosità
che ci portano ad alzare gli occhi
al cielo in cerca di risposte! In
quei momenti una inspiegabile illuminazione interiore dà certezze,
forza, fiducia.
Ecco, quindi, la centralità
dell’uomo, quale essere creato
per amore e con amore, libero nel
suo agire; doti donate all’uomo da
una forza superiore, da un Dio a
volte sconosciuto, ma che chiama
tutti, perché, in fondo, la centralità dell’uomo è nel messaggio
della salvezza eterna. Ragione e
fede, due momenti di una stessa
centralità, che riportano alla mente quanto scriveva l’agnostico
Giuseppe Prezzolini in chiusura
del suo libro “Dio è un rischio”:
«Questo libro…. non pretende
provare, convincere, esortare. E’
un documento, una confessione,
un finale, un testamento… E’ un
libro senza Dio, che trova il posto
a Dio, per chiunque abbia un Dio
che debba trovare un posto.»
La centralità dell’uomo, quindi, come ricerca di Dio, ma con la
convinzione di quanto l’uomo sia
centrale alla sua storia; “l’uomo –
scriveva Rodolfo Mondolfo – è il
soggetto e l’oggetto delle proprie
condizioni di vita”.
C’è una vita da vivere, ci sono
storie da costruire, popoli da guidare, diritti e speranze da tutelare,
ci sono deserti da attraversare.
Scriveva Padre Turoldo: “Attraversiamo insieme il deserto. Di
deserto in deserto andiamo oltre
la foresta delle fedi e là dove la
parola muore abbia fine il nostro
cammino”.
Vincenzo Sica
APRILE 2014
500° della Diocesi di Cava
FERMENTO
Il Cardinale Ravasi
Un bagno di folla, un bagno
di saggezza e di spiritualità. Sua
Eminenza il Cardinale Mons.
Gianfranco Ravasi, chiamato a
Cava de’ Tirreni per chiudere i
festeggiamenti nel cinquecentesimo anniversario della fondazione
della locale Diocesi, ha ammaliato le centinaia di cavesi che sono
stati presenti prima nel Palazzo di
Città, per il saluto delle autorità e,
soprattutto, poi per la Santa Messa celebrata nella Concattedrale
di Santa Maria della Visitazione,
insieme a S.E. l’Arcivescovo
Mons. Orazio Soricelli, al padre
abate dell’Abbazia benedettina
della SS. Trinità, Dom. Michele Petruzzelli, al Vescovo della
Diocesi di Teggiano-Policastro,
Mons. Antonio De Luca, e al
clero tutto locale. L’alto prelato,
presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, noto al grande pubblico televisivo per la sua
rubrica settimanale “Le frontiere
dello Spirito”, ha un dono di inestimabile valore: la sua immensa
capacità comunicativa. La sua
APRILE 2014
semplicità espositiva è tornata a
colpire, dopo la precedente esperienza vissuta in occasione del
Millennio della Badia, Cava e i
cavesi che hanno avuto la fortuna
di ascoltarlo, prima, nel Palazzo
di Città per la sua prolusione sul
tema: “Collaborazione tra Chiesa
e Stato nella tutela della legalità e
della cultura” e, poi, in Concattedrale in una altrettanto profonda
omelia. I due volti della stessa
medaglia Ravasi. L’uomo colto
e sapiente da una parte, il sacerdote ricco di spiritualità e con un
grande carisma dall’altra, uniti
da una disarmante semplicità. Il
cardinale Ravasi non ha lesinato
sorrisi e strette di mano, foto collettive e personali, dimostrando
la sua massima disponibilità e
umanità, in ogni momento della
sua visita nella vallata metelliana.
E all’altezza dell’ospite d’onore
è stata la partecipazione emotiva
dalla comunità cavese chiamata a
vivere tutta insieme l’ultimo atto
di un intenso anno di festeggiamenti per onorare i 500 anni della
Diocesi. Anno in cui si è stretta
sempre, con calore e affetto, intorno al suo pastore Orazio, per
scrivere insieme, rileggendo con
devozione la sua storia, il proprio
futuro e ripartire con rinnovato
slancio nel viaggio che l’attende
come comunità in cammino sulla
strada di Cristo.
Antonio Di Martino
11
500° della D
FERMENTO
Armando Lamberti intervista iil
Eminenza, ci racconta la sua
esperienza nell’iniziativa che
porta avanti nel Cortile dei gentili, e quali sono i suoi frutti?
Il Cortile dei Gentili compie
tre anni e posso dire che continua
a essere un’esperienza positiva,
un’occasione di dialogo veritiero
tra persone disposte a spingersi
al limite del proprio credo, senza
abbandonare la propria identità,
per avvicinarsi a chi sta di fronte,
pronto allo stesso passo. In questo
senso, siamo tutti credenti perché
disposti a fidarci dell’altro, a confrontarci reciprocamente. Infatti,
molti non credenti o atei intervenuti al Cortile dei gentili hanno
rifiutato di definirsi tali, preferendo appellativi come «gentile»
o «umanista». Il professor Lluis
Pasqual, uno degli interlocutori
del Cortile dei gentili catala-
12
no, ha espressamente dichiarato
«ateo è una parola che esclude,
mentre gentile non è una parola
che esclude, (…) tutti crediamo
in qualcosa». I frutti finora sono
buoni e positivi, sia perché i temi
mutano da luogo in luogo, e quindi acquistano una connotazione
esistenziale, sia perché i soggetti
sono molteplici (città diverse in
tutto il mondo e classi differenti
di persone come politici, docenti,
giovani, bambini con le famiglie,
carcerati etc.). La speranza è che
si possa continuare, sia da parte delle Chiese sia da parte del
mondo laico, non credente, che
ha collaborato con maggiore entusiasmo. Un frutto che spero di
raccogliere è quello di affrontare
l’orizzonte dell’indifferenza, perché credo che questo sia il vero
problema culturale, oggi.
Eminenza, quali suggerimenti pastorali ritiene utili perché
la fede cristiana sia in grado di
dare risposte alle sfide culturali
di oggi?
Le principali sfide culturali di
oggi sono su traiettorie molto diverse. Da un lato c’è sicuramente
il ritrovare ancora i grandi valori,
in un confronto con una tradizione così alta e così nobile come
quella cristiana. Il cristianesimo
ha alle spalle due millenni di cultura altissima, che non può essere
semplicemente liquidata, come
purtroppo avviene qualche volta
ai nostri giorni, con delle battute, con degli sberleffi sarcastici.
Quindi, il primo elemento, in un
mondo così vago e incerto, è quello di riuscire a trovare la sostanza,
a ritrovare radici che possano in
qualche modo alimentare la no-
APRILE 2014
Diocesi di
Cava
FERMENTO
l cardinale Gianfranco Ravasi
stra società. Un’altra traiettoria è
certamente quella del vincere la
superficialità, la banalità. Il fatto che la cultura religiosa di sua
natura ponga le domande ultime
e dia alcune risposte che sono risposte ultime fa sì che all’interno
del mondo di oggi, così fermo alla
superficie delle cose, così banale,
qualche volta persino volgare, si
possa invece ritrovare una sorta
di scintilla profonda, di seme deposto che deve ancora fiorire. E
questa è la sfida del dialogo col
mondo contemporaneo.
Queste due traiettorie sono le
principali. Poi, naturalmente, si
ramificano nella complessità di
un Dicastero vaticano – come è
la mia esperienza oggi – che non
guarda soltanto all’Occidente, ma
anche ai grandi orizzonti dei continenti, come l’Africa e l’Asia,
che hanno percorsi nuovi, diversi
rispetto a quelli che abbiamo fatto finora. In questa luce, io penso
che sia indispensabile riconoscere che il cristianesimo è anche
produttore di cultura, ma è anche
soprattutto capace di inquietare
le culture, di dare una forza di ricerca, una forza di domanda sicuramente molto feconda. Ecco, il
Vangelo e la cultura sono un binoAPRILE 2014
mio che deve essere intrecciato,
non solo perché il Vangelo deve
riuscire ad esprimersi attraverso i
linguaggi, attraverso le coordinate della nuova cultura, ma, d’altra
parte, deve essere anche capace
di lasciare una traccia. Non deve
soltanto esprimere se stesso, ma
anche far sì che la sua espressione diventi un principio vitale, un
principio fecondatore.
Eminenza, come valuta il
rapporto con l’esperienza cristiana da parte delle nuove generazioni?
Se l’evangelizzazione non
vuole essere legata solo al presente deve iniziare a guardare
alle nuove generazioni, a coloro
che saranno gli adulti di domani.
Così abbiamo dedicato un’assemblea plenaria del nostro Pontificio
Consiglio alle “Culture giovanili
emergenti”. Una critica ricorrente che i giovani rivolgono alla
Chiesa è quella di essere sempre
in ritardo rispetto alle domande,
ai problemi dei giovani, anziché
anticiparli come avveniva in passato. Dobbiamo saperli ascoltare
per capire quali sono le loro priorità che spesso non coincidono
con le nostre. Certo, il fenomeno
giovanile è contraddittorio in certi
atteggiamenti, non è di facile decifrazione, ma, proprio per questo
è indispensabile che noi pastori
facciamo la fatica di metterci al
loro livello per sentire com’é il
battito della loro mente e del loro
cuore. Abbiamo bisogno di ridare
spazio ai giovani nell’ambiente
ecclesiale, altrimenti restiamo un
mosaico a cui mancano alcune
tessere fondamentali, il calore e il
colore dei giovani. Molti giovani
interessati alla religione mi dicono che noi preti non siamo più
in grado di presentare loro la figura di Cristo. Sono osservazioni
che richiedono un discernimento
da parte della Chiesa, anche per
entrare nei nuovi linguaggi dei
giovani, Web, Twitter, Facebook,
Blog. La visione cristiana diverrà
significativa nel mondo giovanile
se la Chiesa saprà non semplicemente trasmettere un messaggio
ma condividere le esigenze dei
giovani per poi annunciare loro
il Vangelo, e permettere alla ricchezza del Vangelo di esprimersi
in forme comprensibili da tutti. La
tradizione, infatti, è la salvaguardia del fuoco non l’adorazione
delle ceneri, come diceva Mahler.
13
FERMENTO
Eminenza, qual è il suo giudizio sul Progetto Culturale per il
quale la Chiesa italiana ha investito tanto impegno? E come valuta la sua incidenza nel campo
educativo che accompagna questo decennio della Chiesa?
L’idea del “Progetto Culturale” è certamente fondamentale, perché la cultura è diventata
una categoria trasversale e non
solo aristocratica (artisti, filosofi, scienziati...). Probabilmente
i risultati sono limitati perché la
complessità della cultura attuale e la sua celerità richiedono un
impegno sistematico e duttile che
deve essere continuamente messo
in agenda nel mondo ecclesiale.
In questo orizzonte, allora, il Progetto Culturale potrebbe diventare
un luogo privilegiato per una nuova e feconda opera di “responsabilizzazione culturale” della fede,
per rivitalizzare, in forma critica
e creativa, alla luce di nuove attese e di nuovi problemi, l’antico e sempre attuale rapporto tra
Vangelo e culture. L’incontro tra
la fede e la cultura resta il fulcro
anche dell’impegno educativo. Si
tratta infatti di far crescere persone credenti che sappiano essere
contemporanee del loro tempo,
versate nell’arte di interpretare in
14
500° della Diocesi di Cava
modo sensibile e competente, e
non di meno in prospettiva evangelica, la vita di tutti i giorni e i
grandi problemi di oggi.
Eminenza, la rubrica “Il
Mattutino” che Lei curava per
il quotidiano Avvenire, quale
risposta aveva da parte dei lettori?
È stata lunga e affascinante, soprattutto per il legame oserei dire
collaborativo con i lettori. Per 15
anni ogni giorno avevo questo
canale comunicativo privilegiato
attraverso il quotidiano Avvenire,
e l’eco è stata sempre molto forte.
Vorrei rivelare un piccolo particolare, per manifestare il feeling che
si era instaurato con gli affeziona-
ti al “Mattutino”. Erano, talvolta,
i lettori stessi che mi inviavano
testi invitandomi a commentarli.
Questo impegno ha avuto anche
un grande successo editoriale,
portando nelle librerie tredici volumi, 10 pubblicati con la Piemme e gli ultimi tre con la Mondadori. Erano preziose occasioni,
per me e per i lettori, per sostare
qualche minuto in meditazione
interrompendo la frenesia della
giornata. Accanto a brani della
Bibbia, dei Padri della Chiesa,
della letteratura teologica e mistica, ho allineato negli anni citazioni tratte dal Corano, dal Talmud,
dai testi delle religioni orientali,
dai classici latini e greci, fino alla
letteratura moderna e contemporanea, e persino dei cantautori
contemporanei. Ogni citazione
suggeriva un invito a tornare a
se stessi, a mettere ordine nella
propria vita, a ricercare un senso
più alto negli eventi, nella storia
e nel nostro agire. Sul cammino
talvolta oscuro e faticoso del quotidiano, nutrivo il desiderio di accendere nel cuore di chi leggeva
una scintilla di luce, un bagliore
di speranza, un desiderio di verità
e di bellezza.
Armando Lamberti
APRILE 2014
Caritas
FERMENTO
“Segreti a cielo aperto”
In
del
I seguito
it all’esondazione
ll’
d i
d l
torrente Dragone avvenuta il 9
settembre 2010, fu indetta una
raccolta fondi a favore della comunità di Atrani. Tutte le parrocchie
della nostra arcidiocesi si sono
mostrate sensibili alla proposta
ed è stata raccolta la somma di €
12.387,78 consegnata alla Caritas
diocesana. La Caritas parrocchiale ha prontamente stanziato una
parte della colletta diocesana per
aiutare una famiglia gravemente
colpita dall’esondazione del torrente (€ 1.600).
Successivamente, dopo attente
valutazioni sui bisogni del territorio, si è ritenuto opportuno destinare un’altre parte della raccolta
(€ 7.541,73) al ripristino della sala
parrocchiale con l’obiettivo di
offrire ai giovani della comunità
diocesana uno spazio per incontrarsi e confrontarsi. La sala parrocchiale, ribattezzata Santa Maria Maddalena, è stata inaugurata
da S. E. Mons. Orazio Soricelli il
28 aprile 2012 alla presenza del
direttore della Caritas diocesana,
prof. Rosario Pellegrino.
APRILE 2014
A ttall proposito,
it è stato
t t stilato
til t
un progetto “Segreti a cielo aperto” sulla tematica salvaguardia
e tutela dell’ambiente e i vari
incontri si sono tenuti nella sala
parrocchiale.
Dagli operatori della Caritas
diocesana e del Progetto Policoro diocesani sono stati realizzati
laboratori per gli adolescenti e i
bambini della parrocchia di Atrani sulle tematiche del riciclo della
carta e della plastica con un’attiva
partecipazione e con buoni risultati di socializzazione e di formazione dei partecipanti.
La sala parrocchiale si è rivelata anche un punto di riferimento
per il centro di ascolto che è stato
attivato da qualche mese e che
si prefigge di offrire uno spazio
a quanti desiderano comunicare,
dialogare e confrontarsi con gli
operatori dell’ascolto.
Sulla base di una attenta lettura
dei bisogni del territorio, la Caritas parrocchiale ha rivolto l’attenzione anche agli anziani della
comunità. Sono stati acquistati
nove apparecchi di teleassistenza
(€ 11.530)
530) per venire
i iincontro
t alle
ll
eventuali necessità delle persone
che vivono sole e che, in caso di
emergenza, possono contattare
qualcuno per essere soccorsi.
Con la somma residua della
raccolta diocesana la Caritas parrocchiale ha pensato di allargare
l’attenzione su tutto il territorio
e quindi, con il contributo della
Caritas diocesana, ha donato alla
Protezione Civile una motopompa anche come segno di gratitudine per l’intervento tempestivo
post alluvione, in vista di forme
di collaborazione che facilitino
la realizzazione di un lavoro di
rete sempre più necessario per
sperimentare percorsi virtuosi di
crescita comunitaria e di servizio
efficace.
Ringraziamo ancora una volta
tutte le parrocchie che ci sono state vicino con la loro solidarietà e
con la preghiera, per la fiducia che
hanno riposto nel nostro impegno
pastorale.
La Caritas parrocchiale di
Atrani
15
Notizie dal
FERMENTO
ROMA - 10 maggio: incontro del Papa con la Scuola
Dopo appena un anno di
pontificato, Papa Francesco
è diventato l’uomo del pianeta più in vista e cliccato.
Non è la novità soltanto,
quanto le nuove parole,
segnate da gesti ed eventi
sorprendenti ed inediti per
un Papa, come telefonare a
persone normali o interessarsi delle persone umili.
Papa Francesco sta cambiando un certo modo di
pensare e di essere, non solo
dentro la chiesa cattolica,
quanto nel mondo reale che
è senza frontiere. Proprio
quest’uomo senza frontiere
e pregiudizi che gli studenti
italiani vogliono incontrare. Le
scuole italiane si stanno mobilitando per ascoltare parole nuove
per far fiorire la parte migliore
in questo grande Paese. I giovani sono fiori che sbocceranno e
porteranno frutti buoni e operosi
per cambiare il mondo. Quale
consolazione ascoltare la voce e
“guardare da vicino” il volto del
Papa che intende parlare alle giovani coscienze dei giovani. Tutti
siamo invitati a sensibilizzare le
istituzioni dove siamo coinvolti
per questo evento singolare. L’incontro si colloca a metà degli anni
2010-2020 dedicati dalla chiesa
italiana alla sfida
educativa, che sorprende sempre ogni
generazione.
L’incontro è fissato per il prossimo 10
Maggio 2014 ed è sabato. Prendersi cura
della scuola è dunque
un impegno e insieme una opportunità.
Solo ripartendo da
questa attenzione al
percorso di ciascuna
ragazza e di ciascun
ragazzo si realizzerà
una comunità all’altezza delle sfide che
l’epoca presente pone
con incalzante velocità. Esserci
sarà bello per tutti noi. Indicazioni operative si possono chiedere a
segreteria 06.66398231/260
Pellegrino Gambardella
Una giornata di confessioni a Cava
Una intera giornata (fatta eccezione delle poche ore della notte) dedicata al Sacramento della
Riconciliazione si è svolta tra il
venerdì 28 e il Sabato 29 Marzo in Concattedrale e questo per
corrispondere all’iniziativa quaresimale del Pontificio Consiglio
per la promozione della nuova
evangelizzazione dal titolo “24
ore per il Signore”.
Diversi Parroci sono stati disponibili per la celebrazione individuale del Sacramento della
penitenza nel contesto dell’Adorazione eucaristica.
Un giorno per ritrovare “la verità su se stessi” e la luce della
16
misericordia nelle tante notti che
circondano l’uomo. Abbiamo
fatto eco in modo particolare al
messaggio sulla misericordia che
Papa Francesco quasi quotidianamente rivolge alla Chiesa e che la
gente gioiosamente ha riportato
durante la celebrazione delle confessioni.
In un clima di silenzio e preghiera tante persone hanno riaperto il loro cuore alla speranza
attraverso l’umile confessione
dei loro peccati. Hanno ritrovato
così lo slancio del sentirsi “figli di
Dio” comprati a caro prezzo dal
sacrificio di Gesù Cristo e mandati da Lui per annunciare a tutti
la MISERICORDIA di Dio che fa
nuova la storia.
La speranza è che l’evento possa diventare una tradizione nella
vita della nostra Chiesa locale
come espressione della nuova
evangelizzazione. Il Sacramento
della Riconciliazione ha, infatti,
una profonda valenza antropologica, perché aiuta l’uomo a capire
davvero chi è, facendo proprio
l’esperienza di quella misericordia e di quell’amore di Dio di
cui parla spesso Papa Francesco.
Ecco perché oggi la Confessione
(ben capita) attira sempre più persone.
don Rosario Sessa
APRILE 2014
FERMENTO
nostro territorio
VETTICA DI AMALFI: 90°dell’alluvione
E’ stata l’occasione per ricordare ma anche per annunciare forme
di prevenzione capaci di evitare
nuove e forse più gravi catastrofi.
La commemorazione della terribile frana che nel marzo del 1924
cancellò parte della frazione di
Vettica, popoloso borgo alle porte
di Amalfi, è servita soprattutto a
questo: a tenere viva la memoria
programmando interventi che
garantiscano sicurezza mitigando ove è possibile il dissesto
idrogeologico. Nei novant’anni
da quella tragedia che uccise 61
persone distruggendo una trentina di abitazioni, politici, storici e
amministratori ne hanno discusso
nel corso di una tavola rotonda
che ha preceduto la cerimonia di
commemorazione delle vittime.
“Purtroppo in questo territorio
eventi di piccola e grande portata possono ripetersi in qualsiasi
momento ma abbiamo il dovere
che questi non generino più morte né danni – ha detto l’assessore
regionale Edoardo Cosenza – La
Costiera ha un assetto delicatissimo e per questo, oltre a qualche
intervento di messa in sicurezza,
occorre lavorare sulla prevenzione affinché durante le emergenze
si possa decidere sulla scorta di
informazioni corrette”. Alla commemorazione, organizzata dal
parroco don Angelo Mansi, con
il Patrocinio della Provincia di
Salerno e del Comune di Amalfi,
e conclusasi col ricordo delle vittime sul luogo dove il 26 marzo
1924 si staccò la frana (sono state installate anche due opera del
compianto scultore Mao) hanno
partecipato anche il presidente
della Provincia Antonio Iannone,
gli assessori provinciali Bottone e
Pierro e alcuni sindaci della zona.
La giornata della memoria si è
chiusa col ricordo dell’arcivescovo Orazio Soricelli all’impegno
della Chiesa amalfitana in occasione della tragedia per il tramite
del parroco dell’epoca don Gregorio Apuzzo e dell’indimenticato presule mons. Ercolano Marini.
Mario Amodio
CETARA: Veglia di Preghiera per i missionari martiri
Il 24 marzo scorso si è celebrata la ventiduesima Giornata di
preghiera e di digiuno in memoria dei Missionari Martiri. Il Centro
Missionario Diocesano ha ricordato il sacrificio di questi coraggiosi
testimoni della fede che, ogni anno e in ogni parte del mondo, offrono la loro vita per la diffusione del Vangelo, durante una Veglia
di Preghiera diocesana presieduta dal nostro Arcivescovo che si è
celebrata a Cetara presso la chiesa di S. Pietro Apostolo venerdì 21
marzo. Desiderosi di ringraziare il Signore che mai fa mancare nella
sua Chiesa uomini e donne capaci di offrirsi completamente a Lui, ci
siamo uniti nella preghiera e nel digiuno affinché fosse raccolto con
abbondanza il frutto scaturito dal sangue del martirio e potessimo
essere di sostegno, quali cirenei della gioia, nel portare la croce di
coloro che, alla periferia del mondo, offrono una autentica testimonianza missionaria.
don Danilo Mansi
APRILE 2014
17
Notizie dal
FERMENTO
Inaugurazione anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico
Come da tradizione, alla presenza dell’arcivescovo Mons.
Luigi Moretti, al via il nuovo
anno giudiziario del Tribunale
Ecclesiastico Salernitano Lucano,
nella pubblica cerimonia svoltasi
l’8 marzo nel Palazzo Arcivescovile di Salerno.
Puntuale la relazione dell’attività giudiziaria dell’anno 2013,
illustrata dal Vicario giudiziale
Mons. Michele Alfano, dalla
quale sono emersi dati sostanzialmente conformi a quelli degli anni
precedenti: n. 88 le nuove cause
introdotte e n. 83 quelle giunte
a decisione; di tali ultime: n. 65
con esito affermativo della nullità,
mentre n. 18 con esito negativo.
Tali dati, se rapportati a quelli
dei procedimenti di separazione
e divorzio innanzi alla giustizia
civile che opera sullo stesso territorio geografico del Tribunale ecclesiastico, indicano chiaramente
come rappresentino un numero
pur sempre abbastanza esiguo i
christifideles che si rivolgono alla
giustizia ecclesiastica all’esito di
un rapporto coniugale, nonostante essa comporti costi economici
piuttosto contenuti, tassativamente stabiliti dalla Conferenza
Episcopale Italiana, offrendo nel
contempo la possibilità – in ipotesi di declaratoria affermativa della
nullità – di accedere a nuove nozze religiose.
Nell’ambito della cerimonia,
vivissime felicitazioni sono pervenute a Don Beniamino D’Arco, parroco di “Santa Lucia” nella
diocesi di Cava-Amalfi, per la
recente nomina alla funzione di
Promotore di giustizia del Tribunale ecclesiastico. Trattasi di una
figura processuale di particolare
rilievo dell’ordinamento giudiziario canonico, in special modo
allorquando interviene nelle cause di nullità di matrimonio a tutela del bonum publicum, cioè
del bene della Chiesa e delle sue
leggi, nonché dell’interesse della
comunità in cui opera.
Ed a tali felicitazioni unisco
qui volentieri le mie personali,
ricordando come Don Beniamino, appassionato cultore di studi
giuridici, abbia già in passato attivamente collaborato in altri ruoli
presso tale realtà giudiziaria del
nostro territorio, distinguendosi
sempre per competenza e sollecitudine professionale. Un nuovo e
più importante impegno, quindi,
quello attualmente affidatogli, che
rappresenta un ulteriore e tangibile riconoscimento della sua già
apprezzata opera al servizio della
Chiesa locale.
Carmine Cotini
CAVA - MAIORI: incontro dei catechisti
Domenica 23 marzo, presso la parrocchia di Sant'Alfonso a Cava de' Tirreni,
e lunedì 24 marzo, presso il convento francescano di Maiori, suor Mariangela
Tassielli ha tenuto il secondo incontro di formazione pensato e previsto per i
catechisti della nostra arcidiocesi. Dopo un momento di preghiera, si è subito
entrati nel vivo del tema dell'incontro: il catechista come colui che rivela il
volto di Dio. Negli incontri di catechesi, egli deve essere capace di rendere
tangibile per i ragazzi il progetto che Dio ha su ciascuno di loro. Il catechista
deve, dunque, camminare sulla scia degli apostoli, primi annunciatori della
Buona Novella, che è Cristo stesso. Con la Parola, essi generarono, in Cristo, la Chiesa. Così anche il catechista di oggi, è chiamato ad aiutare fanciulli, giovani ed adulti, a credere che Gesù è Figlio di Dio, affinché,
mediante la Fede, essi abbiano la vita nel suo Nome.
Fernanda Cerrato
18
APRILE 2014
nostro territorio
FERMENTO
SCALA: una “lezione” di catechismo
I ragazzi della classe IV della scuola primaria di Scala, che
si preparano a ricevere la prima
Comunione, come ogni mercoledì, si ritrovano in anticipo nelle
scale del Monastero delle Suore
Redentoriste per il loro incontro
settimanale di Catechismo.
Oggi, però, non sono venuti
all’appuntamento da soli. Stanno
con le loro mamme e portano, oltre al diario di bordo e al quadernone, delle foto. Sono euforici,
parlano tra di loro, si scambiano
le foto. Anche le mamme hanno
tanto da dirsi.
Accolgono con un sorriso l’arrivo di suor Stefania, della novizia Romilda e della catechista
Maria, che li ha guidati nei tre
anni precedenti.
Nella saletta che li ospita si
siedono in cerchio, ciascuno con
la propria madre, e suor Stefania
dà avvio alla “lezione” originalissima di Catechismo : chiede
alle mamme di raccontare della
nascita dei propri figli e del loro
Battesimo.
Così, queste,una dopo l’altra,
intervengono raccontando le proprie esperienze. Le storie, ognuna
con risvolti e particolari diversi,
sono tutte belle e interessanti.
Quello che, però, colpisce di
più sono i visi delle mamme, illuminati dagli occhi che brillano e
i ragazzi che sorridono, qualcuno
stringendosi alla propria genitrice, qualche altro baciandola
quando affiorano immagini particolari della loro infanzia.
E, così, del Battesimo si rievocano i segni, la chiesa, il parroco
che ha somministrato il sacramento e i ragazzi, mostrando le
proprie foto, affermano che i loro
genitori custodiscono gelosamente la veste bianca, la candela e il
libricino di quel giorno speciale,
il giorno della loro nascita a vita
nuova.
A tali ricordi si aggiunge l’intervento della novizia Romilda,
che, con il sorriso raggiante, comunica a tutti la sua gioia per il
cammino intrapreso in compagnia di Gesù, di cui si dichiara
profondamente innamorata.
Bello, perché tra le mamme si è
instaurato un dialogo particolare
che le aiuta a conoscersi meglio;
bello, perché i ragazzi sono
felici di essere i protagonisti di
tante storie; bello, perché la catechista prende atto della loro
crescita interiore; bello, perché la
novizia Romilda rende tutti partecipi della sua esperienza; bello,
perché suor Stefania, con la sua
dolcezza, ascolta le storie con
interesse, si congratula, si commuove, fa sentire il suo affetto;
bello, soprattutto perché Gesù è
qui, in questa saletta, felice del
clima di serenità che vi si respira.
L’incontro volge al termine
ed ognuno si avvia verso casa,
custodendo nel proprio cuore il
ricordo di una vera lezione di Catechismo.
M.G.
Corso per Pizzaioli
Un’altra occasione!
Lo scorso 17 marzo, nel salone del centro di ascolto diocesano ed alla presenza del
Vescovo, sono stati consegnati 11 attestati ai
giovani che hanno ferquentato il 2° corso per
Pizzaioli realizzato dal Progetto Policoro in
collaborazione con la Parrocchia di S. Maria
del Rovo e la caritas della Diocesi di Palestrina.
I partecipanti hanno seguito un percorso di formazione per pizzaiolo, con attestazione finale. Ciò,
grazie anche alla possibilità di accedere al progetto microcredito diocesano già operativo da qualche
anno, che permetterà loro di restituire nel tempo la cifra impegnata per il corso. La prima edizione, nonostante la ben nota fase critica sul piano lavorativo, ha visto la collocazione di alcuni giovani. Anche
quest’anno speriamo che, attraverso lo sportello lavoro -attivo in diocesi ed operativo il lunedì dalle
10 alle 12- si possa prospettare ai nostri volenterosi corsisti un’esperienza concreta, attraverso un aiuto
che mira a ridonare dignità alla persona piuttosto che ha favorire il mero assistenzialismo.
Cristoforo Senatore
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19
Notizie dal
FERMENTO
TRAMONTI: Ospitati i giovani di nove paesi europei
“Carissimi giovani, rappresentanti di organizzazioni di
volontariato e provenienti da
vari paesi dell’Europa, per una
visita di studio sulla realtà della Costiera amalfitana sul tema
del rispetto dell’ambiente e lo
sviluppo sostenibile, benvenuti. E’ con grande gioia che vi
accogliamo: la vostra presenza costituisce certamente una
magnifica occasione di arricchimento reciproco”. E’ con queste
parole che mons. Orazio Soricelli
ha salutato, prima di dare inizio alla celebrazione eucaristica
nella chiesetta di San Giovanni
in frazione Polvica di Tramonti,
i partecipanti a “Youth for Sustainability”, che si è svolto dal
25 al 31 marzo scorso. Arrivati
dall’Armenia, Bielorussia, Bul-
garia, Grecia, Georgia, Lettonia,
Moldavia, Ucraina e Spagna, i
venti partecipanti di varie fedi
diverse (dall’Apostolica all’Ortodossa), hanno così partecipato
ad una vera e propria “festa” della
comunità parrocchiale, riunitasi
per dar vita a un happening incentrato sul pluralismo religioso e
dialogo interreligioso. Con l’aiuto
di Padre Martial è stato possibile
coinvolgere, grazie anche a que-
sta presenza internazionale, gran
parte dei giovani di Tramonti
che durante questi giorni si sono
più volte riuniti all’interno del
quattrocentesco Convento San
Francesco, per dare vita a vari
momenti di incontro con i diversi partecipanti, ospitati proprio
all’interno della storica struttura, oggi purtroppo chiusa e dal
futuro incerto. Questa lunga ed
articolata “visita studio” è stata
promossa e organizzata dall’Associazione Costiera Amalfitana
Riserva Biosfera (Acarbio), ed
ha visto la collaborazione di ben
nove organizzazioni europee che
hanno condiviso il loro bagaglio
di esperienze e progettualità nel
campo della sostenibilità ambientale.
Antonio Di Martino
CAVA: restauro dei quadri della concattedrale
Si è appena concluso il 500
mo anniversario della creazione dell’antica diocesi della
Cava. Avremmo voluto in questa occasione, cioè la sera del
22 marzo scorso, poter presentare alla cittadinanza almeno
un’ opera non ancora restaurata
della nostra cattedrale delle
visitazione. Ma il tempo, e soprattutto la difficoltà di reperire
fondi necessari ce lo hanno impedito. Si tratta di una pittura su
tavola, tipica del ‘500 raffigurante la Madonna del Rosario.
tale maestosa composizione fu
voluta dai cavesi e commissionata ai pittori Rosario Cesare
Martuccio e Giuseppe de Alfonso di Capua nel 1585.
Questa monumentale opera subì non solo le ingiurie del tempo quanto la furia dell’ultima guerra
mondia. Nel settembre del 1944, il tetto della cappella del rosario subì gravi danni, la tavola soffrì pesan20
temente delle colate d’acqua
piovana provenienti dalle volte
disastrate dai bombardamenti.
Fu rimossa messa e deposito
e sostituita da una rozza tela
fortunatamente rubata nel corso degli anni 90. Nel frattempo
la tavola è stata conservata ma
quasi dimenticata per 70 anni.
Sarà la felice occasione del fervore del centenario a riportarla
dopo queste avventure al suo
posto originale per la bellezza
del duomo e per ricordare ai
cavesi chi furono. La generosità degli antenati muova ancora
il cuore di qualche benefattore
perchè la meritoria opera di restauro possa concludersi al piu
presto! Al momento della sistemazione ed inaugurazione del quadro publicheremo
i nomi di coloro che hanno sostenuto l’opera!
don Vincenzo Di Marino
APRILE 2014
nostro territorio
FERMENTO
CAVA: restauro del quadro della Madonna del Rovo
Sabato 29 marzo 2014 la Comunità di S. Maria del Rovo
accoglie solennemente l’icona
restaurata di Maria S. Incoronata
del Rovo. Il restauro è stato voluto alla chiusura delle celebrazioni
del decennale per la riapertura al
culto della chiesa parrocchiale
dopo il sisma del 1980.
Un momento straordinario che
ha convogliato nella frazione cavese un fiume di persone. Anziani, adulti, giovani bambini tutti ad
accogliere la bellissima immagine
di Maria che nel suo splendore ritrovato continua ad avvicinare a
Gesù tantissime persone. Presente
l’Arcivescovo, S.E. mons. Orazio
Soricelli, il Sindaco, prof. Marco
Galdi, il Consigliere Regionale,
dott. Marco Baldi, e altre Autorità locali. Alle 18.30, presso la
Sede dei Pistonieri su un palco
attrezzato per l’occasione, è stata
scoperta l’immagine e vissuto, in
un clima di gioia e preghiera, la
benedizione. Un corteo infinito
composto anche dalle 15 rappresentante e dai gonfaloni di tutti i
gruppi folcloristici cavesi, dalle
forze dell’ordine con la musica
delle chiarine e gli spari dei pistoni ha riaccompagnato la Vergine
sino al suo Santuario.
Dopo uno spettacolo sul sagrato della parrocchia da parte del
Gruppo Pistonieri S. Maria del
Rovo è stata celebrata la S. Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo, dal nostro parroco don
Francesco Della Monica e da padre Mario Luciano. L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha invitato
noi tutti “ad avere sempre un volto
bello, restaurato, solare e luminoso perché chi incontra Cristo può
solo, come
è successo
con Maria,
essere un
coerente
esempio
di testimonianza del
Vangelo”.
Il Sindaco
ha lodato tutte le iniziative che, da
quando è presente don Francesco,
la Comunità sta vivendo. Ha sottolineato che “il momento non era
solo parrocchiale ma bensì cittadino soprattutto per i grandi lustri
che da sempre accompagnavano
la nostra parrocchia e che ormai
sembravano dimenticati. Un sano
risveglio che accomuna cultura,
fede, arte, tradizioni e aggregazione.
Marco Giordano
CAVA: ITINERARI D’AMBIENTE
Domenica 9 Marzo Gli Itinerari
d’Ambiente, passeggiata nei dintorni di Cava De’ Tirreni alla scoperta
del territorio hanno avuto come meta
Benincasa e la sua seicentesca chiesa
dedicata alla Madonna delle Grazie e
a san Francesco di Paola. La scrittrice francese Paolina Craven, vissuta
nell’Ottocento, ha lascito un libro di
memorie dal titolo “Réminiscences”
in cui descrive questi luoghi e in particolare la chiesa di Benincasa, situata in posizione panoramica a dominare il mare. La Craven parla a lunga della Salvietta
con l’impronta del volto di san Francesco di Paola
e proprio questa ha attirato l’interesse dei numerosi partecipanti alla passeggiata “sulle orme di
Paolina Craven”. Il parroco don Pietro Cioffi ha
accolto con calore il nutrito gruppo che proveniva
a piedi dall’Avvocatella e dalle grotte di Bonea,
e ha spiegato come la presenza del grande santo
calabrese abbia lasciato un grande segno nella de-
APRILE 2014
vozione popolare, prova ne siano le
tante edicole che lo ricordano lungo
le vie. La più insigne è la Madonna
dell’Olmo di cui benedisse la prima pietra ed uno dei quattro santi
ai piedi della Madonna sul frontale
dell’altare è san Francesco di Paola.
La reliquia insigne, cioè i lineamenti
di san Francesco di Paola impressi
sulla Salvietta con cui questi, a cena,
si coprì il volto per non farsi dipingere da un pittore che voleva ritrarlo,
viene mostrata al pubblico e portata
in processione l’ultima domenica di Agosto, giorno della festa patronale.
Questa volta Gli Itinerari d’Ambiente, che
tendono appunto a valorizzare risorse naturali e
artistiche a volte poco conosciute, hanno puntato l’obiettivo sul piccolo villaggio di Benincasa,
una volta facente parte insieme a Vietri e Cetara
dell’unico territorio della città de La Cava .
Lucia Avigliano
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FERMENTO
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Agenda dell ’Arcivescovo
AMALFI – Cattedrale: S. Messa per il Precetto dei Carabinieri (ore 10,30).
CAVA – Purgatorio: S. Messa per la Giornata Mondiale dell’Autismo (ore 19).
VIETRI – Dragonea – Santuario di S. Vincenzo S. Messa (ore 11,30),
CAVA – Corpo di Cava: S. Messa (ore 11),
POSITANO – S. Maria Assunta: S. Messa e Cresime (ore 19).
NAPOLI – Hotel Mediterraneo: Convegno CEI sul Tempo Libero, Turismo e Sport.
AMALFI – Sala S. Filippo Neri: corso regionale per operatori del turismo (ore 16)
MINORI : Incontro con gli operatori pastorali (ore 19,30).
AGEROLA – S. Maria La Manna: S. Messa a conclusione delle Quarantore (ore 19).
CETARA : celebrazione di chiusura della missione popolare foraniale (ore 18).
AMALFI – Cattedrale: benedizione delle palme e solenne pontificale (ore 10).
CAVA - S. Maria del Rovo: Via Crucis vivente (ore 20,30).
AMALFI – Cattedrale: incontro con i presbiteri giovani (ore 11)
– Cattedrale: S. Messa crismale (ore 18).
CAVA – Concattedrale: S. Messa in “Coena Domini” (ore 19,30).
AMALFI – Cattedrale: celebrazione della Passione del Signore e processione (ore18)
AMALFI – Cattedrale: Veglia Pasquale (ore 21,30).
AMALFI – Cattedrale: Solenne pontificale (ore 11,15),
CAVA – Concattedrale: S. Messa (ore 19).
VIETRI – Suore: S. Messa (ore11,30),
TRAMONTI – Cesarano: S. Messa e Cresime (ore 18).
CAVA – Marini: S. Messa per la festa di S. Marco (ore19).
AGEROLA – Campora: Festa diocesana dei Giovani (ore 16).
SCALA – Duomo: S. Messa e Cresime (ore10,30),
MINORI – S. Trofimena: S. Messa e Cresime (ore19).
MAIORI – Convento: Incontro dei Vicari Foranei (ore 9,30).
MAIORI – Madonna delle Grazie: S. Messa e Cresime
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AGEROLA – Bomerano: S. Messa e Cresime (ore 19.
POSITANO – Montepertuso: S. Messa e Cresime (ore 11),
RAVELLO – Ss Cosma e Damiano: S. Messa e Cresime (ore 18).
5
CAVA – Episcopio: Incontro CAED (ore 10)
5-6 ISCHIA : Incontro CEC
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MAIORI – Convento: Incontro Commissione Presbiterale (ore 10).
8
AMALFI – Cattedrale: Supplica alla Madonna di Pompei (ore 12).
S. Messa per l’anniversario della traslazione (ore 19).
GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2014
All’interno della XXII edizione delle “Giornate FAI di Primavera”, prevista per il 22-23 marzo 2014, in cui vengono aperti più di 750 interessanti
siti in tutte le regioni italiane, è inserito il borgo di Villa Amena a Minori con
tre itinerari di visita con partenza da Minori e da Maiori per la Basilica di S.
Trofimena, il borgo, la chiesa di S. Gennaro, la Villa Romana. Sono previste
visite guidate, escursioni, iniziative per scolaresche, concerti e degustazioni.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.giornatefai.it.
don Pasquale Imperati
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FERMENTO
CAVA: Gemellaggio con la parrocchia di S. Maria della
Visitazione in Cascia
Sabato 15 Marzo la nostra comunità parrocchiale di Sant’Adiutore ha vissuto una serata intensa
perché ha accolto nella Concattedrale la parrocchia
di S. Maria della Visitazione in Cascia per un “Gemellaggio di Amicizia” tra le due Chiese intitolate
alla Madonna della Visitazione.
Nasce questo gemellaggio grazie al gruppo folcloristico cavese dei Pistonieri Senatore che nell’incontro con il gruppo di Cascia, svoltosi prima al
campo sportivo e poi in Concattedrale, ha voluto
fare particolare memoria di un iscritto al sodalizio
recentemente scomparso, Raffaele Consalvo.
L’incontro con la comunità parrocchiale di S.
Maria della Visitazione in Cascia è stato particolar-
mente festoso. E’ stato il nostro Arcivescovo, Mons.
Orazio Soricelli ad accogliere gli oltre 150 casciani
accompagnati dal loro Sindaco Sign. Gino Emili e
dal loro Parroco don Renzo Persiani.
Il comitato dei Santesi (gruppo organizzatore della festa patronale) ha donato al Duomo un artistico
presepe realizzato da artisti locali e una base in legno per la statua di S. Rita sita nella Cappella della
Madonna del Rosario.
Ricambieremo la visita a Cascia in settembre in
occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna Addolorata.
don Rosario Sessa
Amalfi - 1 Aprile 2014: Precetto Pasquale dei Carabinieri
Anche quest’anno i carabinieri della Compagnia di Amalfi si
sono riuniti per celebrare il precetto pasquale.
Il rito religioso, presieduto
dall’Arcivescovo Soricelli, assistito dal capo servizio assistenza spirituale della Legione
Carabinieri della Campania, don
Franco Facchini, si è svolto nella
Cattedrale lo scorso 1 aprile, alla
presenza del capitano Alberto
Sabba, dei responsabili dei Nuclei Operativo e Radiomobile, del
Comandante di Stazione e di tutti
i componenti la Compagnia non-
ché delle autorità civili e militari
del territorio.
“Un occasione di vicinanza e di
incontro con la comunità in cui ci
troviamo ad operare” – questo il
significato che il capitano Sabba
attribuisce all’evento divenuto
ormai consuetudine in prossimità
della Pasqua.”
Al temine della celebrazione,
a cui hanno partecipato anche alcune scolaresche, il maresciallo
Dario Santaniello ha letto la preghiera del Carabiniere cui ha fatto
seguito il tradizionale scambio di
auguri.
Enzo Alfieri
ANCO
AN
CON
NA
A
LUNGO LE STRADE DELLA FEDE
Antiche e nuove Vie di Pellegrinaggio
IL RITORNO DEI PELLEGRINI
Per una spiritualità della strada
ANDAR PER SANTUARI
Fuga o ritorno?
SSE
EN
NIIG
NIGA
GA
AL
LL
LIIA
A
10
CITTÀ
I PARCHI CULTURALI ECCLESIALI
Un “sistema”di turismo religioso
e di valorizzazione dei “beni culturali”
CAMPOBASSO
EDUCATORI NELLO SPORT OGGI
Identikit e formazione
CAS
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TE
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10 TEMI
MATE
MA
TE
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ERA
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IL PROGETTO “Policoro” NEL TURISMO
E NEL TEMPO LIBERO
In collaborazione Con l’Ufficio Nazionale lavoro
e problemi sociali
IVREA
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UNO SPORT PER L’UOMO APERTO ALL’ASSOLUTO
Le Scuole di pensiero: un rinnovato umanesimo sportivo
OSPITARE PER FEDE E CON FEDE
La carta dei valori delle Case per ferie.
La Federazione dell’ospitalità religiosa
ROMA
NAPOLI
IL LABORATORIO DEI TALENTI
Attraverso nuovi linguaggi e strumenti educativi
(aggregazione, sport, musica, teatro, gioco…) valorizzare le doti dei ragazzi
10 PROGETTI
FA
F
A
AEN
ENZ
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ZA
A
SPORT E PARROCCHIA
Un laboratorio pastorale
NAPOLI 8 APRILE 2014
TURISMO TEMPO LIBERO E AZIONE PASTORALE
3° CONVEGNO ITINERANTE
DEI DIRETTORI DIOCESANI
E DEGLI OPERATORI DELLO
SPORT TURISMO TEMPO LIBERO