FERMENTO Euro 1,50 - Spediz. in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 Direz Commerciale Reg. Campania - Salerno In caso di mancato recapito inviare al CPO di Salerno per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Mensile Men Me Mens nsiil nsil ile dell’Arcid ile dell’Arcidiocesi id dioce iocesii ddii A Amalfi mal m allfi - C alfi Cava avaa de’T av dde’Tirreni e’T ’Ti Tir irreeni ni Anno XXI n.4 - APRILE 2014 intervista al Cardinale Ravasi, pagg. 12/13/14 SommariO APRILE 2014 3 4 Editoriale “Convertitevi, lo chiedo in ginocchio” 5 A chi spetta l’annuncio del Vangelo? 6-7 Centri di Ascolto quaresimali 8 Una pianta di limoni per la terra dei fuochi 9 Udienza dal Papa UNITALSI 10 “La centralità dell’uomo” 11 Il Cardinale Ravasi 12-14 Armando Lamberti intervista il cardinale Gianfranco Ravasi 15 “Segreti a cielo aperto” 16-21 Notizie In copertina: infiorata alla Cattedrale di Amalfi a cura della Coldiretti Associato all’Associazione Giornalisti Cava de’Tirreni - Costa d’Amalfi “Lucio Barone” Fermento è online su: www.diocesiamalficava.it Direttore responsabile Antonio De Caro Redazione don Angelo Mansi don Antonio Landi Enzo Alfieri Lia Ranno (foto) Proprietà editoriale Associazione Culturale “S. Francesco Sales” Presidente Luciano D’Amato Segretaria Gerarda Carratù Direzione, Redazione, Amministrazione Piazza Duomo, 9 84013 Cava de’Tirreni (SA) Tel. e Fax 089 4454973 e-mail: [email protected] Responsabile abbonamenti Aldo Di Gennaro Costo abbonamento annuo € 15,00 C/C Postale n°00006668613 intestato a Luciano D’Amato Hanno inoltre collaborato: mons. Osvaldo Masullo, don Michele Fusco, Anna Maria Sica, Vincenzo Sica, Antonio Di Martino, Armando Lamberti, Pellegrino Gambardella, don Rosario Sessa, Mario Amodio, don Danilo Mansi, Carmine Cotini, Fernanda Cerrato, Cristoforo Senatore, Antonio Di Martino, don Vincenzo Di Marino, Marco Giordano, Lucia Avigliano, don Pasquale Imperati. Impaginazione: Mariangela Lodato Stampa Tipografia Tirrena Inviare gli articoli al: [email protected] Editoriale FERMENTO Pasqua: la luce e la gioia della resurrezione Carissimi fratelli e sorelle, in occasione delle prossime festività pasquali, desidero far giungere a tutti voi, l’augurio più cordiale di Buona e Santa Pasqua! Nel ritmo quotidiano della nostra esistenza, nella quale si avvicendano giorni lieti a giorni mesti, irrompe benefica la luminosità e l’esultanza della Pasqua di risurrezione. Nel cuore di ogni uomo alberga l’esigenza di vivere per sempre e di amare e di essere amati. L’angoscia della fine accompagna il suo cammino e neanche i prodigi della tecno-scienza riescono a guarirlo dall’impotenza contro il male. Il Figlio di Dio è venuto nella nostra storia per salvarci, perché ci sia una vita per sempre. Per amore, l’Innocente si è consegnato liberamente alla crocifissione e alla morte ed è risorto. In questi giorni di primavera, dopo l’apparenza di morte dell’inverno, la linfa della vita riprende a scorrere nei rami spogli, che si ricoprono di gemme e di fiori. E’ solo una pallida analogia con la novità di vita portata dalla risurrezione del Signore. Dal mattino di Pasqua una straordinaria forza di novità anima il mondo: la vita ha sconfitto la morte, la luce ha prevalso sulle tenebre, l’amore ha vinto l’odio. APRILE 2014 Carissimi, vorrei che l’annuncio lieto del Cristo risorto giungesse in ogni casa ed in ogni famiglia, specialmente dove c’è più sofferenza. Accogliamo la grazia della risurrezione e lasciamo che la potenza dell’amore del Signore trasfiguri la nostra vita. La luce e la gioia che scaturisce dalla Pasqua del Signore, illumini le nostre oscurità, scoperchi i nostri sepolcri, riscaldi i nostri cuori, dilati i nostri orizzonti, guarisca le nostre fragilità e ci sospinga per sentieri nuovi di riconciliazione e di speranza Con affetto vi benedico! + Orazio Soricelli Arcivescovo 3 FERMENTO L’appello del Papa ai mafiosi “Convertitevi, lo chiedo in ginocchio” Parole dirette, taglienti, inequivocabili; parole che non ammettono replica, ma esigono conversione, cambiamento. Sono le parole pronunciate da papa Francesco alla Giornata della Memoria e dell’Impegno, celebratasi il 21 e 22 marzo scorso e indetta dall’Associazione Libera, che da anni opera attivamente per contrastare il fenomeno delle mafie e debellare la cultura della violenza. Non è la prima volta che la Chiesa, attraverso la voce dei suoi pontefici, assume un atteggiamento di pubblica condanna del fenomeno mafioso; echeggia ancora nella Valle dei Templi di Agrigento l’appello di papa Giovanni Paolo II rivolto ai malavitosi affinché si convertano perché il giudizio di Dio non avrà misericordia per chi non ha avuto misericordia. Nel suo intervento alla veglia di preghiera, Papa Francesco coglie nella corruzione la linfa che alimenta la mala pianta criminale, consentendole di proliferare e d’inquinare anche la società civi4 le. È questa la radice dell’attività mafiosa: generare e soddisfare il vorace bisogno di possedere e di prevaricare i diritti e gli interessi altrui. Il Papa auspica che, gradualmente, il senso di responsabilità possa prevalere sulla corruzione; è un auspicio che si estende inevitabilmente a quanti, in maniera più o meno palese, non hanno saputo opporre resistenza alla logica della violenza o si sono lasciati assorbire all’interno di un sistema marcio e nullificante. Non si tratta di un’utopia; il riscatto della società civile non può essere esclusivamente vincolato alla lotta del potere contro la mentalità criminale, ma deve necessariamente ripartire dalla tutela della cultura della legalità. Bisogna creare un fronte compatto all’interno della parte sana della società che non si pieghi alla seduzione del denaro e alle lusinghe del potere, dando priorità allo sviluppo e al lavoro. Papa Francesco ha espresso altresì la sua piena solidarietà alle vittime della mafia e ai loro parenti, esortandoli a non perdere la fiducia che un cambiamento sia realizzabile. E ai mafiosi ha ricordato che i proventi delle loro attività è intriso del sangue delle vittime; è denaro che non dà felicità, ma corrompe la coscienza e allontana Dio. Il Papa è arrivato a evocare lo spettro dell’inferno per coloro che non si pentiranno dei loro crimini; la loro pervicace ostinazione a compiere il male rischia di disumanizzarli, vivendo un’esistenza costantemente esposta al rischio. Il discorso del Pontefice si conclude con un appello paterno: “Convertitevi, lo chiedo in ginocchio; è per il vostro bene”. La condanna del male non esclude l’accoglienza del malvagio che si pente del male compiuto; è la logica paradossale di un Dio che fa piovere sui giusti e gli ingiusti e vuole che nessuno dei suoi figli si perda. don Antonio Landi APRILE 2014 Evangelii Gaudium FERMENTO A chi spetta l’annuncio del Vangelo? Papa Francesco suona la sveglia per tutti i Cristiani. Non è più tempo di cristianità, i rapidi mutamenti sociali, di costume e di mentalità, hanno indebolito molto la proposta di vita cristiana; è necessario un nuovo slancio, è necessario far risuonare in modo nuovo la forza dirompente e contagiosa del Vangelo. Chi deve annunciare il Vangelo? Nessun battezzato può ritenersi esonerato, mai un credente cristiano può ritenersi quiescente! Siamo al capitolo terzo, al cuore dell’E.G. , e qui Papa Bergoglio puntualizza alcune verità e convinzioni che non sono novità per la comunità cristiana; infatti il Papa non ha pretesa di originalità, intende invece rimarcare e rilanciare quei principi, che egli riprende dalla solida dottrina del Concilio Vaticano II, per rivitalizzare la Chiesa. Egli vede la Chiesa come “sacramento di salvezza”, così come recita la Lumen Gentium (1), ma va al di là dell’istituzione, e dice che la Chiesa è anzitutto “ un popolo in cammino verso Dio”, “un popolo pellegrino ed evangelizzatore” (111), che reca a tutti questo lieto annuncio, perché la salvezza è per tutti (113). In una visione biblica dove la Storia della Salvezza s’interseca con la storia umana, e lì Dio si è manifestato al Popolo di Israele costituendolo suo portavoce e latore della promessa divina per tutti i popoli, così oggi Papa Francesco legge la continuazione di questo disegno che si realizza APRILE 2014 attraverso il Popolo di Dio, la Chiesa, in cammino nella storia. Perciò il Pontefice esorta tutti i battezzati a prendere coscienza di questa responsabilità: in forza del Battesimo ogni credente è costituito discepolo e missionario del vangelo(120). E il popolo di Dio, la Chiesa, attraverso il Vangelo prende le forme e la cultura di tutti i popoli che incontra ed esprime in questo modo la sua cattolicità e il suo volto multiforme (116). La diversità culturale dunque, non è una minaccia all’unità della Chiesa, ma seguendo la logica dell’incarnazione l’Evangelizzazione manifesta la varietà e la molteplicità dei doni dello Spirito, che è l’artefice primo della missione ( 117-118). In particolare Papa Francesco invita a prestare attenzione alla Pietà popolare, perché essa è un’ottima mediazione tra una cultura e il Vangelo e come tale strumento di evangelizzazione (122-126) E in un tempo in cui sono in crisi anche i rapporti personali, è necessario portare il Vangelo “da persona a persona”, in modo che ognuno nei rapporti quotidiani e feriali si senta responsabile del Vangelo, e nel dialogo personale, in cui si impara a condividere gioie e dolori di ogni persona che incontriamo, sia proprio il Vangelo a ricostruire i rapporti e il tessuto umano della nostra gente, mentre verifichiamo che Esso dà luce, gioia e senso alla nostra vita (127-128). Tale discorso va fatto a diversi livelli: la Chiesa cerca il dialogo anche con il mondo della cultura e della scienza, e qui sono i teologi ad d essere iinvestiti titi ddell compito it di portare il Vangelo secondo i linguaggi e le attese di tutti i destinatari (132-133). Papa Francesco attribuisce grande responsabilità nel campo dell’evangelizzazione al tema dell’omelia e alla sua preparazione. Offre quasi un “piccolo trattato di Omiletica” e abbonda di consigli e riflessioni per i predicatori, grazie alla sua lunga esperienza pastorale (dal 135 al 159). Il Papa ritiene l’omelia: “dialogo di Dio con il suo popolo”, perciò chi predica deve riconoscere, il cuore della sua comunità per cercare dove è vivo e ardente il desiderio di Dio” (137). L’omelia non può essere uno spettacolo di intrattenimento”, “dev’essere breve ed evitare di sembrare una conferenza o una lezione” (138). Bisogna saper dire “parole che fanno ardere i cuori” (142). La preparazione è un compito così importante che “conviene dedicarle un tempo prolungato di studio, preghiera e riflessione. Un predicatore che non si prepara è … disonesto (145). mons. Osvaldo Masullo 5 Programma FERMENTO Centri di Ascolto quaresimali I Centri di Ascolto (CdA), proposti dal nostro Arcivescovo in questo tempo forte della Quaresima e supportati dalle relative schede preparate dall’Ufficio Catechistico Diocesano, nella maggioranza delle parrocchie della nostra Chiesa Locale stanno avendo un positivo svolgimento, soprattutto per la finalità ad essi correlata: quella di essere ponte evangelizzante tra il centro parrocchia e la sua periferia, ove anche il cosiddetto mondo dei lontani viene raggiunto ed provocato al dialogo. La tematica dei CdA è la stessa proposta dalla programmazione pastorale annuale incentrata sulla riscoperta della propria identità di battezzato all’interno della Chiesa e della società in generale. Di seguito espongo, in sintesi, la testimonianza di alcuni Parroci, da me interpellati, sull’esperienza dei Centri di Ascolto tuttora in corso. La Parrocchia di S. Maria del Rovo in Cava vede in essi l’esperienza di uscire dalla “chiesa fatta di mura” per creare, presso le abitazioni della frazione, la ”Chiesa fatta di persone”: la parrocchia è stata divisa in cinque zone pastorali e, ogni mercoledì, in undici diverse case i catechisti, inviati a due a due, hanno incontrano le famiglie condividendo il materiale preparato dalla Diocesi. Le famiglie ospitanti risultano ammirevolmente coinvolte con il compito di invitare i vicini, i familiari e soprattutto le persone con cui i rapporti non erano abbastanza forti e consolidati, per scardinare l’indifferenza e l’apatia che possono inconsapevolmente serpeggiare nel vissu6 to feriale. Così il parroco Don Francesco sottolinea il momento: “È un tempo di grandissima abbondanza, prima per i catechisti che si sono cimentati con le difficoltà e l’arduo compito di dare testimonianza partendo dal proprio quotidiano e, poi per le famiglie che, soprattutto dove si è stati accolti meglio, hanno aperto il loro cuore e le proprie confidenze generando almeno un momento di profonda riflessione”. La catechista Giulia Schiavo della parrocchia di S. Maria Assunta in Ravello attesta: “siamo stati contenti di riscoprire il vero significato del Battesimo vera fonte di forza spirituale per ogni cammino di fede”; dieci gli operatori pastorali coinvolti per i CdA, con una previa preparazione con il parroco e, poi, l’incontro presso le famiglie disposte a tale ospitalità. Pur con una certa difficoltà a far incontrare le persone, essi non provano scoraggiamento, ma provocano l’invito “ad ascoltare la Parola di Dio, si da inizio al dialogo , si ascoltano le esperienze degli altri”. Con entusiasmo Don Felice Apicella, parroco di S. Giuseppe al Pozzo in Cava mi racconta che “l’organizzazione dei CdA è stata pensata, con la collaborazione ovviamente dei messaggeri e animatori di zona, per raggiungere le 10 zone pastorali parrocchiali sparse sul territorio, dando la precedenza, per così dire, alle realtà più periferiche della stessa parrocchia, dato che il territorio è abbastanza esteso”. A Conca dei Marini i CdA si svolgono ogni giovedì presso la Chiesa dell’Immacolata. Padre Domenico Spatuzzi di Dragonea ci dice che, nella sua comunità, a motivo della Missione Popolare, “i CdA sono stati guidati dai missionari su tematiche predisposte da loro . Le schede preparate dall’UCD le ho, invece, distribuite largamente per la riflessione personale a tutti gli appartenenti ai gruppi e a persone che ho pensato le avrebbero usate e apprezzate”. Per Don Gioacchino, parroco di S. Alfonso in Cava, i CdA rappresentano “l’anello di congiunzione tra la Chiesa e la strada: l’effetto dei CdA è stato fondamentale per unire i “lontaniCriAPRILE 2014 pastorale sti” dei condomini con i cristiani attivi della comunità parrocchiale… Oggi la ricompensa data dalla fiducia della gente è di aver suddiviso la parrocchia in 5 aree con una ventina di animatori che a coppia, talvolta marito e moglie, chiedono di essere ospitati, seguendo un programma, in famiglie per dei cenacoli domestici. Qui si prega il santo Rosario, si approfondisce la Parola di Dio, si parla di problemi e di progetti unitamente alla discussione sulle lettere che l’Arcivescovo invia alle famiglie”. Entusiasmo traspare anche dal parroco di S. Anna all’Oliveto in Cava: “Ogni giovedì sera si riuniscono gli operatori pastorali per ricevere la formazione sul centro di ascolto della domenica seguente e poi la domenica pomeriggio in ogni zona pastorale della parrocchia (6 zone) si svolgono i centri CdA con grande entusiasmo. Il tema e i segni del Battesimo hanno portato tanta gioia e una bella rinascita della fede al fine di infervorarla e maturarla. Stiamo vivendo un bel cammino di Quaresima anche perché rimarchiamo questo evento anche nella Messa domenicale”. Padre Antonio Petrosino che guida la APRILE 2014 FERMENTO parrocchia di S. Pietro e Torello in Ravello vede trasparire dall’animo dei partecipanti ai CdA il desiderio di “non essere più semplici spettatori della vita ecclesiale, ma protagonisti”. In Santa Croce di Cava, Padre Antonio D’Urso ci riferisce: “teniamo il Centro di Ascolto nei locali parrocchiali ogni lunedì su tematiche varie. La frequenza, in maggior parte di adulti, è soddisfacente”. Padre Ragalmuto di S. Maria dell’Olmo preferisce denominare i CdA come “cenacoli di preghiera nelle varie famiglie della Parrocchia, dove oltre la recita del Santo Rosario, leggiamo un passo del Vangelo e poi viene commentato”. In San Pietro a Siepi in Cava in due CdA si riflette sulle schede diocesane, mentre in altri due sulla Liturgia della Parola domenicale. Quindici i partecipanti ai CdA nelle comunità di S.M. delle Grazie e S. Pietro in Maiori. Il parroco di S. Adiutore ha divulgato le schede ai genitori per la riflessione in famiglia, sottolineandone i contenuti simbolici durante la liturgia domenicale. Rosalia Schiavo per San Cesario in Cava il CdA è il luogo qualificato per dare spazio ad un ascolto attento alle necessità più reali ed immediate dei partecipanti. Incisivo anche l’apporto riscontrato da Don Beniamino in S. Lucia a Cava: “E’ stata un’esperienza molto positiva circa 60 laici hanno dato la loro disponibilità e sono stati attivati 20 punti di ascolto della Parola nelle singole zone pastorali”. Infine Don Nello, parroco di Cetara così stigmatizza la sua esperienza: “il ritrovarsi la sera attorno alla Parola di Dio nei centri d’ascolto. La gente come non mai sta partecipando numerosa per la sete di conoscere la volontà di Dio nella loro vita”. don Angelo Mansi 7 FERMENTO Cammino quaresimale Una pianta di limoni per la terra dei fuochi Tempo di quaresima, tempo di conversione così la liturgia ci ripete durante questo periodo in preparazione alla Pasqua. Il Consiglio Pastorale della Parrocchia di Sant’Andrea in Amalfi lasciandosi guidare dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima: “Si è fatto povero per arricchisci con la sua povertà”, ha programmato per ogni domenica di quaresima un appuntamento con un sacerdote o laico che ci aiutasse a riflettere su come la Chiesa si è fatta vicina ai più poveri o nelle situazioni di disagio. La prima domenica ha visto la partecipazione di don Peppino Gambardella della parrocchia di S. Felice di Pomigliano D’ Arco. Raccontando la sua esperienza, a stretto contatto con la situazione degli operai e nel condividere le varie manifestazioni e problematiche che da anni affrontano, ha messo in evidenza che non è solo nel farsi prossimo con gli operai ma la comunità parrocchiale di San Felice ha promosso un osservatorio politico e sociale dove confluiscono sia persone della Parrocchia che uomini di buona volontà che insieme operano accanto e per dare un aiuto a coloro che si trovano maltrattati e non rispettati nei loro diritti. Una particolare attenzione, in questi anni, hanno avuto verso gli extracomunitari promuovendo per loro corsi di italiano e aiutandoli nelle pratiche per il soggiorno. In questi ultimi giorni tutta la comunità è impegnata a promuovere un festival per i diritti dei bambini in collaborazione con varie enti, scuole e associazioni. 8 Il Volontariato Vincenziano ha fatto da protagonista nel secondo appuntamento. Alle già collaudate volontarie impegnate da anni si sono aggiunte altre aumentando il numero del gruppo, durante la S. Messa hanno formulato davanti alla comunità il loro impegno verso i più bisognosi, proprio in questi giorni ricorreva la memoria di S. Luisa de Marillac fondatrice dell’associazione . Il Volontariato da molti anni presente ad Amalfi (nel 1915 inizia il gruppo ad Amalfi) sostiene la casa famiglia dove sono alloggiate sei anziane e una mensa per altrettanti bisognosi, con l’aiuto del banco alimentare sostiene circa cento famiglie di Amalfi e dei dintorni. Don Aniello Manganiello è stato il testimone del terzo incontro, parroco a Scampia per molti anni, religioso Guanelliano, ha scritto vari testi tra i quali ultimamente: “ Gesù è più forte della Camorra”. Raccontando la sua esperienza ha invitato a non innalzare muri di fronte al Cancro della camorra ma a costruire ponti, a vivere e portare il Vangelo nel quotidiano anche quando ci costa. Forte e deciso l’intervento di don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano nella cosiddetta terra dei fuochi. A lui la comunità ha regalato un albero di limoni, “sfusato amalfitano”, segno di vicinanza e solidarietà con la loro situazione. Ha accolto l’invito di piantare nella terra dei fuochi l’albero di limoni perché possa essere un segno di vicinanza della nostra terra di Amalfi con la loro terra dei fuochi. Tra l’altro ha molto ammirato la bellezza della Cattedrale e della Costiera invitando ad essere belli dentro così come sono belle le nostre zone, ad essere belli davanti a Dio per far risplendere la bellezza nella nostra vita. L’ultimo incontro vedrà protagonista la testimonianza della nostra Caritas diocesana con il direttore Rosario Pellegrino e il Diac. Francesco Tassielli direttore della Caritas Parrocchiale. In che modo la nostra comunità si fa povera per arricchire i più poveri? Una risposta è il Centro di Ascolto dove ogni settimana si raccolgono le necessità e i bisogni di coloro che bussano alla nostra porta, così le varie iniziative che sensibilizzano la Comunità ad avere occhi e orecchie per accogliere i bisogni di chi vive il tempo della difficoltà e mani che abbracciano e stringono le povertà. Il percorso che abbiamo proposto alla comunità vuole essere una occasione di riflessione ma anche un punto di partenza per rilanciare l’attenzione verso le periferie esistenziali così da essere una Chiesa in uscita. don Michele Fusco APRILE 2014 UNITALSI Udienza dal Papa “4 marzo 2014: inizio di Quaresima. Attento e prolungato ascolto della parola di Dio, momento forte di preghiera per convertire sempre piu’ la propria vita verso quegli ideali cristiani che valorizzano l’esistenza di un credente. Non poteva esserci luce piu fulgida per accompagnare l’animo e parlare al cuore di noi Unitalsiani nel Suo spirito d’amore e fratellanza verso i meno fortunati: l’incontro con Papa Francesco, esempio di profonda vicinanza e conforto alle vite maggiormente segnate dalla sofferenza. “non dimentichiamo mai che il vero potere e’ il Servizio”, dice Papa Francesco. Questa certezza, che anima ogni gesto di un Unitalsiano, ha fortemente ispirato la preparazione di questa giornata, dalla partenza in autobus, fino alla sistemazione in Piazza San Pietro, ai piedi delle scale, illuminati da un sole meraviglioso che ci ha regalato il suo sorriso: il calore dei suoi raggi anticipava quello ben piu’ intenso e abbagliante di quell’Uomo semplice ed umile. Come ogni evento, sentito e desiderato nel profondo, la realta’ ha superato le attese: la privilegiata collocazione riservataci, grazie all’ aiuto della sottosezione dell’Unitalsi di Roma, ci ha consentito di incrociare lo sguardo e le carezze del Santo Padre. I nostri amici meno fortunati hanno potuto godere del Suo instancabile sorriso, delle Sue Parole, dei Suoi abbracci, veicolo di amore e di speranza: gli occhi lucidi di Maria e di suo marito, entrambi provati dalla vita, che Gli accarezzavano la APRILE 2014 FUNITALSI ERMENTO mano raccontandoGli insieme le loro ansie, le cadute e le risalite, nell’affrontare i giorni sulla sedia a rotelle; l’emozione delle dame e dei barellieri che, tra sorrisi e lacrime, cercavano di abbracciarlo; il pianto di una madre che mi era vicina, mentre il Santo Padre si chinava verso la sua bambina, colpita nel corpo, ma dall’animo solare. Il ritorno in autobus, luci spente, il silenzio e la stanchezza di tanti: sicuramente le immagini della giornata trascorsa correvano nelle menti di ciascuno, innumerevoli fotogrammi baciati dalla tenerezza e da quella splendida fonte di amore e di speranza che Nostro Signore ci ha regalato alla guida della Chiesa.” Daniela Le forti parole di questa volontaria dell’Unitalsi, sono riuscite meglio di qualunque pennello a disegnare il favoloso affresco della giornata che abbiamo vissuto con il Papa. La sua penna è servita a raccontare un sogno, le sue parole si sono commiste ai pensieri di tante altre persone lì presenti per cercare di tramutare in frasi tangibili un qualcosa che tangibile non è, un’esperienza quasi ultraterrena o perlomeno innalzata da terra, così come è apparso a noi Papa Francesco. Lo abbiamo toccato, lo abbiamo abbracciato, abbiamo scambiato il suo copricapo con il nostro, abbiamo risposto alla Sua domanda, uno per uno singolarmente, circa il nostro nome e la nostra occupazione, eppure la sensazione era che fosse lì con noi, ma anche in un altro posto, ma anche un po’ più in alto, in modo che la sua Santa mano potesse davvero benedire noi tutti. Volendo far condividere anche ad altri le stesse emozioni che noi abbiamo provato, ci proponiamo come sottosezione di riproporre questa gioiosa e sentita esperienza, per essere sempre più numerosi, con la certezza che il Santo Padre avrà un momento per fermarsi con ognuno di noi. Anna Maria Sica 9 FERMENTO “Cortile dei gentili” “La centralità dell’uomo” Conversazione di alto profilo quella svoltasi tra il filosofo Aldo Masullo e il teologo Padre Ernesto Della Corte nell’ambito degli appuntamenti organizzati dall’Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone”, nella sala di rappresentanza del Comune di Cava de’ Tirreni. Un incontro sul tema “La centralità dell’uomo” tra filosofia e teologia, ideato e organizzato da Vito Pinto con la collaborazione di Magrina Di Mauro ed Imma Della Corte. Un volare alto non appena ha preso la parola il prof. Aldo Masullo rispondendo alla domanda circa la sollecitazione di Giovanni Paolo II con la “Redemptor hominis” nel prestare maggiore attenzione ai problemi dell’uomo: fresco, limpido, provocatore di nuove riflessioni è il pensiero del filosofo. Racconta, Masullo, di un cammino alla ricerca di qualcosa che giustifica la vita vissuta, un viaggio che parte dall’età neonatale, quando dal seno materno si apprende il primo modo di una comunicazione d’amore: è una continua voglia di capire, scoprire nuovi orizzonti. Non di meno la riflessione di Padre Ernesto Della Corte, teologo e biblista raffinato. Per lui, 10 l’uomo ha un compito nel suo cammino terreno: scoprire la realtà e interrogarsi su di essa. Le risposte cercate le trova in Gesù Cristo fattosi uomo per raccontarci che la ricerca e la conquista della vita eterna è in parallelo con la vita terrena. “La vita terrena è un cammino e mi piace pensare che in questo viaggio alla fine ci si incontra nell’incrocio obbligato, con bagagli diversi, ma con la stessa destinazione”. Ecco l’uomo della ragione, quella che, dice il filosofo, è il centro dell’uomo il quale si ferma quando vede un limite. “Quello stesso limite – dice Masullo – mi dà la certezza di un qualcosa che è al di là e che non posso conoscere”. Ratio limite anche per Padre Ernesto: quante domande che non si possono spiegare come fenomeni scientifici, con formule e dimostrazioni! Quante curiosità che ci portano ad alzare gli occhi al cielo in cerca di risposte! In quei momenti una inspiegabile illuminazione interiore dà certezze, forza, fiducia. Ecco, quindi, la centralità dell’uomo, quale essere creato per amore e con amore, libero nel suo agire; doti donate all’uomo da una forza superiore, da un Dio a volte sconosciuto, ma che chiama tutti, perché, in fondo, la centralità dell’uomo è nel messaggio della salvezza eterna. Ragione e fede, due momenti di una stessa centralità, che riportano alla mente quanto scriveva l’agnostico Giuseppe Prezzolini in chiusura del suo libro “Dio è un rischio”: «Questo libro…. non pretende provare, convincere, esortare. E’ un documento, una confessione, un finale, un testamento… E’ un libro senza Dio, che trova il posto a Dio, per chiunque abbia un Dio che debba trovare un posto.» La centralità dell’uomo, quindi, come ricerca di Dio, ma con la convinzione di quanto l’uomo sia centrale alla sua storia; “l’uomo – scriveva Rodolfo Mondolfo – è il soggetto e l’oggetto delle proprie condizioni di vita”. C’è una vita da vivere, ci sono storie da costruire, popoli da guidare, diritti e speranze da tutelare, ci sono deserti da attraversare. Scriveva Padre Turoldo: “Attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo oltre la foresta delle fedi e là dove la parola muore abbia fine il nostro cammino”. Vincenzo Sica APRILE 2014 500° della Diocesi di Cava FERMENTO Il Cardinale Ravasi Un bagno di folla, un bagno di saggezza e di spiritualità. Sua Eminenza il Cardinale Mons. Gianfranco Ravasi, chiamato a Cava de’ Tirreni per chiudere i festeggiamenti nel cinquecentesimo anniversario della fondazione della locale Diocesi, ha ammaliato le centinaia di cavesi che sono stati presenti prima nel Palazzo di Città, per il saluto delle autorità e, soprattutto, poi per la Santa Messa celebrata nella Concattedrale di Santa Maria della Visitazione, insieme a S.E. l’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, al padre abate dell’Abbazia benedettina della SS. Trinità, Dom. Michele Petruzzelli, al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Antonio De Luca, e al clero tutto locale. L’alto prelato, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, noto al grande pubblico televisivo per la sua rubrica settimanale “Le frontiere dello Spirito”, ha un dono di inestimabile valore: la sua immensa capacità comunicativa. La sua APRILE 2014 semplicità espositiva è tornata a colpire, dopo la precedente esperienza vissuta in occasione del Millennio della Badia, Cava e i cavesi che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo, prima, nel Palazzo di Città per la sua prolusione sul tema: “Collaborazione tra Chiesa e Stato nella tutela della legalità e della cultura” e, poi, in Concattedrale in una altrettanto profonda omelia. I due volti della stessa medaglia Ravasi. L’uomo colto e sapiente da una parte, il sacerdote ricco di spiritualità e con un grande carisma dall’altra, uniti da una disarmante semplicità. Il cardinale Ravasi non ha lesinato sorrisi e strette di mano, foto collettive e personali, dimostrando la sua massima disponibilità e umanità, in ogni momento della sua visita nella vallata metelliana. E all’altezza dell’ospite d’onore è stata la partecipazione emotiva dalla comunità cavese chiamata a vivere tutta insieme l’ultimo atto di un intenso anno di festeggiamenti per onorare i 500 anni della Diocesi. Anno in cui si è stretta sempre, con calore e affetto, intorno al suo pastore Orazio, per scrivere insieme, rileggendo con devozione la sua storia, il proprio futuro e ripartire con rinnovato slancio nel viaggio che l’attende come comunità in cammino sulla strada di Cristo. Antonio Di Martino 11 500° della D FERMENTO Armando Lamberti intervista iil Eminenza, ci racconta la sua esperienza nell’iniziativa che porta avanti nel Cortile dei gentili, e quali sono i suoi frutti? Il Cortile dei Gentili compie tre anni e posso dire che continua a essere un’esperienza positiva, un’occasione di dialogo veritiero tra persone disposte a spingersi al limite del proprio credo, senza abbandonare la propria identità, per avvicinarsi a chi sta di fronte, pronto allo stesso passo. In questo senso, siamo tutti credenti perché disposti a fidarci dell’altro, a confrontarci reciprocamente. Infatti, molti non credenti o atei intervenuti al Cortile dei gentili hanno rifiutato di definirsi tali, preferendo appellativi come «gentile» o «umanista». Il professor Lluis Pasqual, uno degli interlocutori del Cortile dei gentili catala- 12 no, ha espressamente dichiarato «ateo è una parola che esclude, mentre gentile non è una parola che esclude, (…) tutti crediamo in qualcosa». I frutti finora sono buoni e positivi, sia perché i temi mutano da luogo in luogo, e quindi acquistano una connotazione esistenziale, sia perché i soggetti sono molteplici (città diverse in tutto il mondo e classi differenti di persone come politici, docenti, giovani, bambini con le famiglie, carcerati etc.). La speranza è che si possa continuare, sia da parte delle Chiese sia da parte del mondo laico, non credente, che ha collaborato con maggiore entusiasmo. Un frutto che spero di raccogliere è quello di affrontare l’orizzonte dell’indifferenza, perché credo che questo sia il vero problema culturale, oggi. Eminenza, quali suggerimenti pastorali ritiene utili perché la fede cristiana sia in grado di dare risposte alle sfide culturali di oggi? Le principali sfide culturali di oggi sono su traiettorie molto diverse. Da un lato c’è sicuramente il ritrovare ancora i grandi valori, in un confronto con una tradizione così alta e così nobile come quella cristiana. Il cristianesimo ha alle spalle due millenni di cultura altissima, che non può essere semplicemente liquidata, come purtroppo avviene qualche volta ai nostri giorni, con delle battute, con degli sberleffi sarcastici. Quindi, il primo elemento, in un mondo così vago e incerto, è quello di riuscire a trovare la sostanza, a ritrovare radici che possano in qualche modo alimentare la no- APRILE 2014 Diocesi di Cava FERMENTO l cardinale Gianfranco Ravasi stra società. Un’altra traiettoria è certamente quella del vincere la superficialità, la banalità. Il fatto che la cultura religiosa di sua natura ponga le domande ultime e dia alcune risposte che sono risposte ultime fa sì che all’interno del mondo di oggi, così fermo alla superficie delle cose, così banale, qualche volta persino volgare, si possa invece ritrovare una sorta di scintilla profonda, di seme deposto che deve ancora fiorire. E questa è la sfida del dialogo col mondo contemporaneo. Queste due traiettorie sono le principali. Poi, naturalmente, si ramificano nella complessità di un Dicastero vaticano – come è la mia esperienza oggi – che non guarda soltanto all’Occidente, ma anche ai grandi orizzonti dei continenti, come l’Africa e l’Asia, che hanno percorsi nuovi, diversi rispetto a quelli che abbiamo fatto finora. In questa luce, io penso che sia indispensabile riconoscere che il cristianesimo è anche produttore di cultura, ma è anche soprattutto capace di inquietare le culture, di dare una forza di ricerca, una forza di domanda sicuramente molto feconda. Ecco, il Vangelo e la cultura sono un binoAPRILE 2014 mio che deve essere intrecciato, non solo perché il Vangelo deve riuscire ad esprimersi attraverso i linguaggi, attraverso le coordinate della nuova cultura, ma, d’altra parte, deve essere anche capace di lasciare una traccia. Non deve soltanto esprimere se stesso, ma anche far sì che la sua espressione diventi un principio vitale, un principio fecondatore. Eminenza, come valuta il rapporto con l’esperienza cristiana da parte delle nuove generazioni? Se l’evangelizzazione non vuole essere legata solo al presente deve iniziare a guardare alle nuove generazioni, a coloro che saranno gli adulti di domani. Così abbiamo dedicato un’assemblea plenaria del nostro Pontificio Consiglio alle “Culture giovanili emergenti”. Una critica ricorrente che i giovani rivolgono alla Chiesa è quella di essere sempre in ritardo rispetto alle domande, ai problemi dei giovani, anziché anticiparli come avveniva in passato. Dobbiamo saperli ascoltare per capire quali sono le loro priorità che spesso non coincidono con le nostre. Certo, il fenomeno giovanile è contraddittorio in certi atteggiamenti, non è di facile decifrazione, ma, proprio per questo è indispensabile che noi pastori facciamo la fatica di metterci al loro livello per sentire com’é il battito della loro mente e del loro cuore. Abbiamo bisogno di ridare spazio ai giovani nell’ambiente ecclesiale, altrimenti restiamo un mosaico a cui mancano alcune tessere fondamentali, il calore e il colore dei giovani. Molti giovani interessati alla religione mi dicono che noi preti non siamo più in grado di presentare loro la figura di Cristo. Sono osservazioni che richiedono un discernimento da parte della Chiesa, anche per entrare nei nuovi linguaggi dei giovani, Web, Twitter, Facebook, Blog. La visione cristiana diverrà significativa nel mondo giovanile se la Chiesa saprà non semplicemente trasmettere un messaggio ma condividere le esigenze dei giovani per poi annunciare loro il Vangelo, e permettere alla ricchezza del Vangelo di esprimersi in forme comprensibili da tutti. La tradizione, infatti, è la salvaguardia del fuoco non l’adorazione delle ceneri, come diceva Mahler. 13 FERMENTO Eminenza, qual è il suo giudizio sul Progetto Culturale per il quale la Chiesa italiana ha investito tanto impegno? E come valuta la sua incidenza nel campo educativo che accompagna questo decennio della Chiesa? L’idea del “Progetto Culturale” è certamente fondamentale, perché la cultura è diventata una categoria trasversale e non solo aristocratica (artisti, filosofi, scienziati...). Probabilmente i risultati sono limitati perché la complessità della cultura attuale e la sua celerità richiedono un impegno sistematico e duttile che deve essere continuamente messo in agenda nel mondo ecclesiale. In questo orizzonte, allora, il Progetto Culturale potrebbe diventare un luogo privilegiato per una nuova e feconda opera di “responsabilizzazione culturale” della fede, per rivitalizzare, in forma critica e creativa, alla luce di nuove attese e di nuovi problemi, l’antico e sempre attuale rapporto tra Vangelo e culture. L’incontro tra la fede e la cultura resta il fulcro anche dell’impegno educativo. Si tratta infatti di far crescere persone credenti che sappiano essere contemporanee del loro tempo, versate nell’arte di interpretare in 14 500° della Diocesi di Cava modo sensibile e competente, e non di meno in prospettiva evangelica, la vita di tutti i giorni e i grandi problemi di oggi. Eminenza, la rubrica “Il Mattutino” che Lei curava per il quotidiano Avvenire, quale risposta aveva da parte dei lettori? È stata lunga e affascinante, soprattutto per il legame oserei dire collaborativo con i lettori. Per 15 anni ogni giorno avevo questo canale comunicativo privilegiato attraverso il quotidiano Avvenire, e l’eco è stata sempre molto forte. Vorrei rivelare un piccolo particolare, per manifestare il feeling che si era instaurato con gli affeziona- ti al “Mattutino”. Erano, talvolta, i lettori stessi che mi inviavano testi invitandomi a commentarli. Questo impegno ha avuto anche un grande successo editoriale, portando nelle librerie tredici volumi, 10 pubblicati con la Piemme e gli ultimi tre con la Mondadori. Erano preziose occasioni, per me e per i lettori, per sostare qualche minuto in meditazione interrompendo la frenesia della giornata. Accanto a brani della Bibbia, dei Padri della Chiesa, della letteratura teologica e mistica, ho allineato negli anni citazioni tratte dal Corano, dal Talmud, dai testi delle religioni orientali, dai classici latini e greci, fino alla letteratura moderna e contemporanea, e persino dei cantautori contemporanei. Ogni citazione suggeriva un invito a tornare a se stessi, a mettere ordine nella propria vita, a ricercare un senso più alto negli eventi, nella storia e nel nostro agire. Sul cammino talvolta oscuro e faticoso del quotidiano, nutrivo il desiderio di accendere nel cuore di chi leggeva una scintilla di luce, un bagliore di speranza, un desiderio di verità e di bellezza. Armando Lamberti APRILE 2014 Caritas FERMENTO “Segreti a cielo aperto” In del I seguito it all’esondazione ll’ d i d l torrente Dragone avvenuta il 9 settembre 2010, fu indetta una raccolta fondi a favore della comunità di Atrani. Tutte le parrocchie della nostra arcidiocesi si sono mostrate sensibili alla proposta ed è stata raccolta la somma di € 12.387,78 consegnata alla Caritas diocesana. La Caritas parrocchiale ha prontamente stanziato una parte della colletta diocesana per aiutare una famiglia gravemente colpita dall’esondazione del torrente (€ 1.600). Successivamente, dopo attente valutazioni sui bisogni del territorio, si è ritenuto opportuno destinare un’altre parte della raccolta (€ 7.541,73) al ripristino della sala parrocchiale con l’obiettivo di offrire ai giovani della comunità diocesana uno spazio per incontrarsi e confrontarsi. La sala parrocchiale, ribattezzata Santa Maria Maddalena, è stata inaugurata da S. E. Mons. Orazio Soricelli il 28 aprile 2012 alla presenza del direttore della Caritas diocesana, prof. Rosario Pellegrino. APRILE 2014 A ttall proposito, it è stato t t stilato til t un progetto “Segreti a cielo aperto” sulla tematica salvaguardia e tutela dell’ambiente e i vari incontri si sono tenuti nella sala parrocchiale. Dagli operatori della Caritas diocesana e del Progetto Policoro diocesani sono stati realizzati laboratori per gli adolescenti e i bambini della parrocchia di Atrani sulle tematiche del riciclo della carta e della plastica con un’attiva partecipazione e con buoni risultati di socializzazione e di formazione dei partecipanti. La sala parrocchiale si è rivelata anche un punto di riferimento per il centro di ascolto che è stato attivato da qualche mese e che si prefigge di offrire uno spazio a quanti desiderano comunicare, dialogare e confrontarsi con gli operatori dell’ascolto. Sulla base di una attenta lettura dei bisogni del territorio, la Caritas parrocchiale ha rivolto l’attenzione anche agli anziani della comunità. Sono stati acquistati nove apparecchi di teleassistenza (€ 11.530) 530) per venire i iincontro t alle ll eventuali necessità delle persone che vivono sole e che, in caso di emergenza, possono contattare qualcuno per essere soccorsi. Con la somma residua della raccolta diocesana la Caritas parrocchiale ha pensato di allargare l’attenzione su tutto il territorio e quindi, con il contributo della Caritas diocesana, ha donato alla Protezione Civile una motopompa anche come segno di gratitudine per l’intervento tempestivo post alluvione, in vista di forme di collaborazione che facilitino la realizzazione di un lavoro di rete sempre più necessario per sperimentare percorsi virtuosi di crescita comunitaria e di servizio efficace. Ringraziamo ancora una volta tutte le parrocchie che ci sono state vicino con la loro solidarietà e con la preghiera, per la fiducia che hanno riposto nel nostro impegno pastorale. La Caritas parrocchiale di Atrani 15 Notizie dal FERMENTO ROMA - 10 maggio: incontro del Papa con la Scuola Dopo appena un anno di pontificato, Papa Francesco è diventato l’uomo del pianeta più in vista e cliccato. Non è la novità soltanto, quanto le nuove parole, segnate da gesti ed eventi sorprendenti ed inediti per un Papa, come telefonare a persone normali o interessarsi delle persone umili. Papa Francesco sta cambiando un certo modo di pensare e di essere, non solo dentro la chiesa cattolica, quanto nel mondo reale che è senza frontiere. Proprio quest’uomo senza frontiere e pregiudizi che gli studenti italiani vogliono incontrare. Le scuole italiane si stanno mobilitando per ascoltare parole nuove per far fiorire la parte migliore in questo grande Paese. I giovani sono fiori che sbocceranno e porteranno frutti buoni e operosi per cambiare il mondo. Quale consolazione ascoltare la voce e “guardare da vicino” il volto del Papa che intende parlare alle giovani coscienze dei giovani. Tutti siamo invitati a sensibilizzare le istituzioni dove siamo coinvolti per questo evento singolare. L’incontro si colloca a metà degli anni 2010-2020 dedicati dalla chiesa italiana alla sfida educativa, che sorprende sempre ogni generazione. L’incontro è fissato per il prossimo 10 Maggio 2014 ed è sabato. Prendersi cura della scuola è dunque un impegno e insieme una opportunità. Solo ripartendo da questa attenzione al percorso di ciascuna ragazza e di ciascun ragazzo si realizzerà una comunità all’altezza delle sfide che l’epoca presente pone con incalzante velocità. Esserci sarà bello per tutti noi. Indicazioni operative si possono chiedere a segreteria 06.66398231/260 Pellegrino Gambardella Una giornata di confessioni a Cava Una intera giornata (fatta eccezione delle poche ore della notte) dedicata al Sacramento della Riconciliazione si è svolta tra il venerdì 28 e il Sabato 29 Marzo in Concattedrale e questo per corrispondere all’iniziativa quaresimale del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione dal titolo “24 ore per il Signore”. Diversi Parroci sono stati disponibili per la celebrazione individuale del Sacramento della penitenza nel contesto dell’Adorazione eucaristica. Un giorno per ritrovare “la verità su se stessi” e la luce della 16 misericordia nelle tante notti che circondano l’uomo. Abbiamo fatto eco in modo particolare al messaggio sulla misericordia che Papa Francesco quasi quotidianamente rivolge alla Chiesa e che la gente gioiosamente ha riportato durante la celebrazione delle confessioni. In un clima di silenzio e preghiera tante persone hanno riaperto il loro cuore alla speranza attraverso l’umile confessione dei loro peccati. Hanno ritrovato così lo slancio del sentirsi “figli di Dio” comprati a caro prezzo dal sacrificio di Gesù Cristo e mandati da Lui per annunciare a tutti la MISERICORDIA di Dio che fa nuova la storia. La speranza è che l’evento possa diventare una tradizione nella vita della nostra Chiesa locale come espressione della nuova evangelizzazione. Il Sacramento della Riconciliazione ha, infatti, una profonda valenza antropologica, perché aiuta l’uomo a capire davvero chi è, facendo proprio l’esperienza di quella misericordia e di quell’amore di Dio di cui parla spesso Papa Francesco. Ecco perché oggi la Confessione (ben capita) attira sempre più persone. don Rosario Sessa APRILE 2014 FERMENTO nostro territorio VETTICA DI AMALFI: 90°dell’alluvione E’ stata l’occasione per ricordare ma anche per annunciare forme di prevenzione capaci di evitare nuove e forse più gravi catastrofi. La commemorazione della terribile frana che nel marzo del 1924 cancellò parte della frazione di Vettica, popoloso borgo alle porte di Amalfi, è servita soprattutto a questo: a tenere viva la memoria programmando interventi che garantiscano sicurezza mitigando ove è possibile il dissesto idrogeologico. Nei novant’anni da quella tragedia che uccise 61 persone distruggendo una trentina di abitazioni, politici, storici e amministratori ne hanno discusso nel corso di una tavola rotonda che ha preceduto la cerimonia di commemorazione delle vittime. “Purtroppo in questo territorio eventi di piccola e grande portata possono ripetersi in qualsiasi momento ma abbiamo il dovere che questi non generino più morte né danni – ha detto l’assessore regionale Edoardo Cosenza – La Costiera ha un assetto delicatissimo e per questo, oltre a qualche intervento di messa in sicurezza, occorre lavorare sulla prevenzione affinché durante le emergenze si possa decidere sulla scorta di informazioni corrette”. Alla commemorazione, organizzata dal parroco don Angelo Mansi, con il Patrocinio della Provincia di Salerno e del Comune di Amalfi, e conclusasi col ricordo delle vittime sul luogo dove il 26 marzo 1924 si staccò la frana (sono state installate anche due opera del compianto scultore Mao) hanno partecipato anche il presidente della Provincia Antonio Iannone, gli assessori provinciali Bottone e Pierro e alcuni sindaci della zona. La giornata della memoria si è chiusa col ricordo dell’arcivescovo Orazio Soricelli all’impegno della Chiesa amalfitana in occasione della tragedia per il tramite del parroco dell’epoca don Gregorio Apuzzo e dell’indimenticato presule mons. Ercolano Marini. Mario Amodio CETARA: Veglia di Preghiera per i missionari martiri Il 24 marzo scorso si è celebrata la ventiduesima Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei Missionari Martiri. Il Centro Missionario Diocesano ha ricordato il sacrificio di questi coraggiosi testimoni della fede che, ogni anno e in ogni parte del mondo, offrono la loro vita per la diffusione del Vangelo, durante una Veglia di Preghiera diocesana presieduta dal nostro Arcivescovo che si è celebrata a Cetara presso la chiesa di S. Pietro Apostolo venerdì 21 marzo. Desiderosi di ringraziare il Signore che mai fa mancare nella sua Chiesa uomini e donne capaci di offrirsi completamente a Lui, ci siamo uniti nella preghiera e nel digiuno affinché fosse raccolto con abbondanza il frutto scaturito dal sangue del martirio e potessimo essere di sostegno, quali cirenei della gioia, nel portare la croce di coloro che, alla periferia del mondo, offrono una autentica testimonianza missionaria. don Danilo Mansi APRILE 2014 17 Notizie dal FERMENTO Inaugurazione anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Come da tradizione, alla presenza dell’arcivescovo Mons. Luigi Moretti, al via il nuovo anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Salernitano Lucano, nella pubblica cerimonia svoltasi l’8 marzo nel Palazzo Arcivescovile di Salerno. Puntuale la relazione dell’attività giudiziaria dell’anno 2013, illustrata dal Vicario giudiziale Mons. Michele Alfano, dalla quale sono emersi dati sostanzialmente conformi a quelli degli anni precedenti: n. 88 le nuove cause introdotte e n. 83 quelle giunte a decisione; di tali ultime: n. 65 con esito affermativo della nullità, mentre n. 18 con esito negativo. Tali dati, se rapportati a quelli dei procedimenti di separazione e divorzio innanzi alla giustizia civile che opera sullo stesso territorio geografico del Tribunale ecclesiastico, indicano chiaramente come rappresentino un numero pur sempre abbastanza esiguo i christifideles che si rivolgono alla giustizia ecclesiastica all’esito di un rapporto coniugale, nonostante essa comporti costi economici piuttosto contenuti, tassativamente stabiliti dalla Conferenza Episcopale Italiana, offrendo nel contempo la possibilità – in ipotesi di declaratoria affermativa della nullità – di accedere a nuove nozze religiose. Nell’ambito della cerimonia, vivissime felicitazioni sono pervenute a Don Beniamino D’Arco, parroco di “Santa Lucia” nella diocesi di Cava-Amalfi, per la recente nomina alla funzione di Promotore di giustizia del Tribunale ecclesiastico. Trattasi di una figura processuale di particolare rilievo dell’ordinamento giudiziario canonico, in special modo allorquando interviene nelle cause di nullità di matrimonio a tutela del bonum publicum, cioè del bene della Chiesa e delle sue leggi, nonché dell’interesse della comunità in cui opera. Ed a tali felicitazioni unisco qui volentieri le mie personali, ricordando come Don Beniamino, appassionato cultore di studi giuridici, abbia già in passato attivamente collaborato in altri ruoli presso tale realtà giudiziaria del nostro territorio, distinguendosi sempre per competenza e sollecitudine professionale. Un nuovo e più importante impegno, quindi, quello attualmente affidatogli, che rappresenta un ulteriore e tangibile riconoscimento della sua già apprezzata opera al servizio della Chiesa locale. Carmine Cotini CAVA - MAIORI: incontro dei catechisti Domenica 23 marzo, presso la parrocchia di Sant'Alfonso a Cava de' Tirreni, e lunedì 24 marzo, presso il convento francescano di Maiori, suor Mariangela Tassielli ha tenuto il secondo incontro di formazione pensato e previsto per i catechisti della nostra arcidiocesi. Dopo un momento di preghiera, si è subito entrati nel vivo del tema dell'incontro: il catechista come colui che rivela il volto di Dio. Negli incontri di catechesi, egli deve essere capace di rendere tangibile per i ragazzi il progetto che Dio ha su ciascuno di loro. Il catechista deve, dunque, camminare sulla scia degli apostoli, primi annunciatori della Buona Novella, che è Cristo stesso. Con la Parola, essi generarono, in Cristo, la Chiesa. Così anche il catechista di oggi, è chiamato ad aiutare fanciulli, giovani ed adulti, a credere che Gesù è Figlio di Dio, affinché, mediante la Fede, essi abbiano la vita nel suo Nome. Fernanda Cerrato 18 APRILE 2014 nostro territorio FERMENTO SCALA: una “lezione” di catechismo I ragazzi della classe IV della scuola primaria di Scala, che si preparano a ricevere la prima Comunione, come ogni mercoledì, si ritrovano in anticipo nelle scale del Monastero delle Suore Redentoriste per il loro incontro settimanale di Catechismo. Oggi, però, non sono venuti all’appuntamento da soli. Stanno con le loro mamme e portano, oltre al diario di bordo e al quadernone, delle foto. Sono euforici, parlano tra di loro, si scambiano le foto. Anche le mamme hanno tanto da dirsi. Accolgono con un sorriso l’arrivo di suor Stefania, della novizia Romilda e della catechista Maria, che li ha guidati nei tre anni precedenti. Nella saletta che li ospita si siedono in cerchio, ciascuno con la propria madre, e suor Stefania dà avvio alla “lezione” originalissima di Catechismo : chiede alle mamme di raccontare della nascita dei propri figli e del loro Battesimo. Così, queste,una dopo l’altra, intervengono raccontando le proprie esperienze. Le storie, ognuna con risvolti e particolari diversi, sono tutte belle e interessanti. Quello che, però, colpisce di più sono i visi delle mamme, illuminati dagli occhi che brillano e i ragazzi che sorridono, qualcuno stringendosi alla propria genitrice, qualche altro baciandola quando affiorano immagini particolari della loro infanzia. E, così, del Battesimo si rievocano i segni, la chiesa, il parroco che ha somministrato il sacramento e i ragazzi, mostrando le proprie foto, affermano che i loro genitori custodiscono gelosamente la veste bianca, la candela e il libricino di quel giorno speciale, il giorno della loro nascita a vita nuova. A tali ricordi si aggiunge l’intervento della novizia Romilda, che, con il sorriso raggiante, comunica a tutti la sua gioia per il cammino intrapreso in compagnia di Gesù, di cui si dichiara profondamente innamorata. Bello, perché tra le mamme si è instaurato un dialogo particolare che le aiuta a conoscersi meglio; bello, perché i ragazzi sono felici di essere i protagonisti di tante storie; bello, perché la catechista prende atto della loro crescita interiore; bello, perché la novizia Romilda rende tutti partecipi della sua esperienza; bello, perché suor Stefania, con la sua dolcezza, ascolta le storie con interesse, si congratula, si commuove, fa sentire il suo affetto; bello, soprattutto perché Gesù è qui, in questa saletta, felice del clima di serenità che vi si respira. L’incontro volge al termine ed ognuno si avvia verso casa, custodendo nel proprio cuore il ricordo di una vera lezione di Catechismo. M.G. Corso per Pizzaioli Un’altra occasione! Lo scorso 17 marzo, nel salone del centro di ascolto diocesano ed alla presenza del Vescovo, sono stati consegnati 11 attestati ai giovani che hanno ferquentato il 2° corso per Pizzaioli realizzato dal Progetto Policoro in collaborazione con la Parrocchia di S. Maria del Rovo e la caritas della Diocesi di Palestrina. I partecipanti hanno seguito un percorso di formazione per pizzaiolo, con attestazione finale. Ciò, grazie anche alla possibilità di accedere al progetto microcredito diocesano già operativo da qualche anno, che permetterà loro di restituire nel tempo la cifra impegnata per il corso. La prima edizione, nonostante la ben nota fase critica sul piano lavorativo, ha visto la collocazione di alcuni giovani. Anche quest’anno speriamo che, attraverso lo sportello lavoro -attivo in diocesi ed operativo il lunedì dalle 10 alle 12- si possa prospettare ai nostri volenterosi corsisti un’esperienza concreta, attraverso un aiuto che mira a ridonare dignità alla persona piuttosto che ha favorire il mero assistenzialismo. Cristoforo Senatore APRILE 2014 19 Notizie dal FERMENTO TRAMONTI: Ospitati i giovani di nove paesi europei “Carissimi giovani, rappresentanti di organizzazioni di volontariato e provenienti da vari paesi dell’Europa, per una visita di studio sulla realtà della Costiera amalfitana sul tema del rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, benvenuti. E’ con grande gioia che vi accogliamo: la vostra presenza costituisce certamente una magnifica occasione di arricchimento reciproco”. E’ con queste parole che mons. Orazio Soricelli ha salutato, prima di dare inizio alla celebrazione eucaristica nella chiesetta di San Giovanni in frazione Polvica di Tramonti, i partecipanti a “Youth for Sustainability”, che si è svolto dal 25 al 31 marzo scorso. Arrivati dall’Armenia, Bielorussia, Bul- garia, Grecia, Georgia, Lettonia, Moldavia, Ucraina e Spagna, i venti partecipanti di varie fedi diverse (dall’Apostolica all’Ortodossa), hanno così partecipato ad una vera e propria “festa” della comunità parrocchiale, riunitasi per dar vita a un happening incentrato sul pluralismo religioso e dialogo interreligioso. Con l’aiuto di Padre Martial è stato possibile coinvolgere, grazie anche a que- sta presenza internazionale, gran parte dei giovani di Tramonti che durante questi giorni si sono più volte riuniti all’interno del quattrocentesco Convento San Francesco, per dare vita a vari momenti di incontro con i diversi partecipanti, ospitati proprio all’interno della storica struttura, oggi purtroppo chiusa e dal futuro incerto. Questa lunga ed articolata “visita studio” è stata promossa e organizzata dall’Associazione Costiera Amalfitana Riserva Biosfera (Acarbio), ed ha visto la collaborazione di ben nove organizzazioni europee che hanno condiviso il loro bagaglio di esperienze e progettualità nel campo della sostenibilità ambientale. Antonio Di Martino CAVA: restauro dei quadri della concattedrale Si è appena concluso il 500 mo anniversario della creazione dell’antica diocesi della Cava. Avremmo voluto in questa occasione, cioè la sera del 22 marzo scorso, poter presentare alla cittadinanza almeno un’ opera non ancora restaurata della nostra cattedrale delle visitazione. Ma il tempo, e soprattutto la difficoltà di reperire fondi necessari ce lo hanno impedito. Si tratta di una pittura su tavola, tipica del ‘500 raffigurante la Madonna del Rosario. tale maestosa composizione fu voluta dai cavesi e commissionata ai pittori Rosario Cesare Martuccio e Giuseppe de Alfonso di Capua nel 1585. Questa monumentale opera subì non solo le ingiurie del tempo quanto la furia dell’ultima guerra mondia. Nel settembre del 1944, il tetto della cappella del rosario subì gravi danni, la tavola soffrì pesan20 temente delle colate d’acqua piovana provenienti dalle volte disastrate dai bombardamenti. Fu rimossa messa e deposito e sostituita da una rozza tela fortunatamente rubata nel corso degli anni 90. Nel frattempo la tavola è stata conservata ma quasi dimenticata per 70 anni. Sarà la felice occasione del fervore del centenario a riportarla dopo queste avventure al suo posto originale per la bellezza del duomo e per ricordare ai cavesi chi furono. La generosità degli antenati muova ancora il cuore di qualche benefattore perchè la meritoria opera di restauro possa concludersi al piu presto! Al momento della sistemazione ed inaugurazione del quadro publicheremo i nomi di coloro che hanno sostenuto l’opera! don Vincenzo Di Marino APRILE 2014 nostro territorio FERMENTO CAVA: restauro del quadro della Madonna del Rovo Sabato 29 marzo 2014 la Comunità di S. Maria del Rovo accoglie solennemente l’icona restaurata di Maria S. Incoronata del Rovo. Il restauro è stato voluto alla chiusura delle celebrazioni del decennale per la riapertura al culto della chiesa parrocchiale dopo il sisma del 1980. Un momento straordinario che ha convogliato nella frazione cavese un fiume di persone. Anziani, adulti, giovani bambini tutti ad accogliere la bellissima immagine di Maria che nel suo splendore ritrovato continua ad avvicinare a Gesù tantissime persone. Presente l’Arcivescovo, S.E. mons. Orazio Soricelli, il Sindaco, prof. Marco Galdi, il Consigliere Regionale, dott. Marco Baldi, e altre Autorità locali. Alle 18.30, presso la Sede dei Pistonieri su un palco attrezzato per l’occasione, è stata scoperta l’immagine e vissuto, in un clima di gioia e preghiera, la benedizione. Un corteo infinito composto anche dalle 15 rappresentante e dai gonfaloni di tutti i gruppi folcloristici cavesi, dalle forze dell’ordine con la musica delle chiarine e gli spari dei pistoni ha riaccompagnato la Vergine sino al suo Santuario. Dopo uno spettacolo sul sagrato della parrocchia da parte del Gruppo Pistonieri S. Maria del Rovo è stata celebrata la S. Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo, dal nostro parroco don Francesco Della Monica e da padre Mario Luciano. L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha invitato noi tutti “ad avere sempre un volto bello, restaurato, solare e luminoso perché chi incontra Cristo può solo, come è successo con Maria, essere un coerente esempio di testimonianza del Vangelo”. Il Sindaco ha lodato tutte le iniziative che, da quando è presente don Francesco, la Comunità sta vivendo. Ha sottolineato che “il momento non era solo parrocchiale ma bensì cittadino soprattutto per i grandi lustri che da sempre accompagnavano la nostra parrocchia e che ormai sembravano dimenticati. Un sano risveglio che accomuna cultura, fede, arte, tradizioni e aggregazione. Marco Giordano CAVA: ITINERARI D’AMBIENTE Domenica 9 Marzo Gli Itinerari d’Ambiente, passeggiata nei dintorni di Cava De’ Tirreni alla scoperta del territorio hanno avuto come meta Benincasa e la sua seicentesca chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie e a san Francesco di Paola. La scrittrice francese Paolina Craven, vissuta nell’Ottocento, ha lascito un libro di memorie dal titolo “Réminiscences” in cui descrive questi luoghi e in particolare la chiesa di Benincasa, situata in posizione panoramica a dominare il mare. La Craven parla a lunga della Salvietta con l’impronta del volto di san Francesco di Paola e proprio questa ha attirato l’interesse dei numerosi partecipanti alla passeggiata “sulle orme di Paolina Craven”. Il parroco don Pietro Cioffi ha accolto con calore il nutrito gruppo che proveniva a piedi dall’Avvocatella e dalle grotte di Bonea, e ha spiegato come la presenza del grande santo calabrese abbia lasciato un grande segno nella de- APRILE 2014 vozione popolare, prova ne siano le tante edicole che lo ricordano lungo le vie. La più insigne è la Madonna dell’Olmo di cui benedisse la prima pietra ed uno dei quattro santi ai piedi della Madonna sul frontale dell’altare è san Francesco di Paola. La reliquia insigne, cioè i lineamenti di san Francesco di Paola impressi sulla Salvietta con cui questi, a cena, si coprì il volto per non farsi dipingere da un pittore che voleva ritrarlo, viene mostrata al pubblico e portata in processione l’ultima domenica di Agosto, giorno della festa patronale. Questa volta Gli Itinerari d’Ambiente, che tendono appunto a valorizzare risorse naturali e artistiche a volte poco conosciute, hanno puntato l’obiettivo sul piccolo villaggio di Benincasa, una volta facente parte insieme a Vietri e Cetara dell’unico territorio della città de La Cava . Lucia Avigliano 21 FERMENTO APRILE 2014 1 2 5 6 8 9 10 12 13 16 17 18 19 20 24 25 26 27 29 30 Agenda dell ’Arcivescovo AMALFI – Cattedrale: S. Messa per il Precetto dei Carabinieri (ore 10,30). CAVA – Purgatorio: S. Messa per la Giornata Mondiale dell’Autismo (ore 19). VIETRI – Dragonea – Santuario di S. Vincenzo S. Messa (ore 11,30), CAVA – Corpo di Cava: S. Messa (ore 11), POSITANO – S. Maria Assunta: S. Messa e Cresime (ore 19). NAPOLI – Hotel Mediterraneo: Convegno CEI sul Tempo Libero, Turismo e Sport. AMALFI – Sala S. Filippo Neri: corso regionale per operatori del turismo (ore 16) MINORI : Incontro con gli operatori pastorali (ore 19,30). AGEROLA – S. Maria La Manna: S. Messa a conclusione delle Quarantore (ore 19). CETARA : celebrazione di chiusura della missione popolare foraniale (ore 18). AMALFI – Cattedrale: benedizione delle palme e solenne pontificale (ore 10). CAVA - S. Maria del Rovo: Via Crucis vivente (ore 20,30). AMALFI – Cattedrale: incontro con i presbiteri giovani (ore 11) – Cattedrale: S. Messa crismale (ore 18). CAVA – Concattedrale: S. Messa in “Coena Domini” (ore 19,30). AMALFI – Cattedrale: celebrazione della Passione del Signore e processione (ore18) AMALFI – Cattedrale: Veglia Pasquale (ore 21,30). AMALFI – Cattedrale: Solenne pontificale (ore 11,15), CAVA – Concattedrale: S. Messa (ore 19). VIETRI – Suore: S. Messa (ore11,30), TRAMONTI – Cesarano: S. Messa e Cresime (ore 18). CAVA – Marini: S. Messa per la festa di S. Marco (ore19). AGEROLA – Campora: Festa diocesana dei Giovani (ore 16). SCALA – Duomo: S. Messa e Cresime (ore10,30), MINORI – S. Trofimena: S. Messa e Cresime (ore19). MAIORI – Convento: Incontro dei Vicari Foranei (ore 9,30). MAIORI – Madonna delle Grazie: S. Messa e Cresime MAGGIO 2014 3 4 AGEROLA – Bomerano: S. Messa e Cresime (ore 19. POSITANO – Montepertuso: S. Messa e Cresime (ore 11), RAVELLO – Ss Cosma e Damiano: S. Messa e Cresime (ore 18). 5 CAVA – Episcopio: Incontro CAED (ore 10) 5-6 ISCHIA : Incontro CEC 7 MAIORI – Convento: Incontro Commissione Presbiterale (ore 10). 8 AMALFI – Cattedrale: Supplica alla Madonna di Pompei (ore 12). S. Messa per l’anniversario della traslazione (ore 19). GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2014 All’interno della XXII edizione delle “Giornate FAI di Primavera”, prevista per il 22-23 marzo 2014, in cui vengono aperti più di 750 interessanti siti in tutte le regioni italiane, è inserito il borgo di Villa Amena a Minori con tre itinerari di visita con partenza da Minori e da Maiori per la Basilica di S. Trofimena, il borgo, la chiesa di S. Gennaro, la Villa Romana. Sono previste visite guidate, escursioni, iniziative per scolaresche, concerti e degustazioni. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.giornatefai.it. don Pasquale Imperati 22 APRILE 2014 FERMENTO CAVA: Gemellaggio con la parrocchia di S. Maria della Visitazione in Cascia Sabato 15 Marzo la nostra comunità parrocchiale di Sant’Adiutore ha vissuto una serata intensa perché ha accolto nella Concattedrale la parrocchia di S. Maria della Visitazione in Cascia per un “Gemellaggio di Amicizia” tra le due Chiese intitolate alla Madonna della Visitazione. Nasce questo gemellaggio grazie al gruppo folcloristico cavese dei Pistonieri Senatore che nell’incontro con il gruppo di Cascia, svoltosi prima al campo sportivo e poi in Concattedrale, ha voluto fare particolare memoria di un iscritto al sodalizio recentemente scomparso, Raffaele Consalvo. L’incontro con la comunità parrocchiale di S. Maria della Visitazione in Cascia è stato particolar- mente festoso. E’ stato il nostro Arcivescovo, Mons. Orazio Soricelli ad accogliere gli oltre 150 casciani accompagnati dal loro Sindaco Sign. Gino Emili e dal loro Parroco don Renzo Persiani. Il comitato dei Santesi (gruppo organizzatore della festa patronale) ha donato al Duomo un artistico presepe realizzato da artisti locali e una base in legno per la statua di S. Rita sita nella Cappella della Madonna del Rosario. Ricambieremo la visita a Cascia in settembre in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna Addolorata. don Rosario Sessa Amalfi - 1 Aprile 2014: Precetto Pasquale dei Carabinieri Anche quest’anno i carabinieri della Compagnia di Amalfi si sono riuniti per celebrare il precetto pasquale. Il rito religioso, presieduto dall’Arcivescovo Soricelli, assistito dal capo servizio assistenza spirituale della Legione Carabinieri della Campania, don Franco Facchini, si è svolto nella Cattedrale lo scorso 1 aprile, alla presenza del capitano Alberto Sabba, dei responsabili dei Nuclei Operativo e Radiomobile, del Comandante di Stazione e di tutti i componenti la Compagnia non- ché delle autorità civili e militari del territorio. “Un occasione di vicinanza e di incontro con la comunità in cui ci troviamo ad operare” – questo il significato che il capitano Sabba attribuisce all’evento divenuto ormai consuetudine in prossimità della Pasqua.” Al temine della celebrazione, a cui hanno partecipato anche alcune scolaresche, il maresciallo Dario Santaniello ha letto la preghiera del Carabiniere cui ha fatto seguito il tradizionale scambio di auguri. Enzo Alfieri ANCO AN CON NA A LUNGO LE STRADE DELLA FEDE Antiche e nuove Vie di Pellegrinaggio IL RITORNO DEI PELLEGRINI Per una spiritualità della strada ANDAR PER SANTUARI Fuga o ritorno? SSE EN NIIG NIGA GA AL LL LIIA A 10 CITTÀ I PARCHI CULTURALI ECCLESIALI Un “sistema”di turismo religioso e di valorizzazione dei “beni culturali” CAMPOBASSO EDUCATORI NELLO SPORT OGGI Identikit e formazione CAS CA C A CIA SOT SSO OT O TTO TO IIL L MO MO MON ON NT TE E 10 TEMI MATE MA TE T ERA A IL PROGETTO “Policoro” NEL TURISMO E NEL TEMPO LIBERO In collaborazione Con l’Ufficio Nazionale lavoro e problemi sociali IVREA IV UNO SPORT PER L’UOMO APERTO ALL’ASSOLUTO Le Scuole di pensiero: un rinnovato umanesimo sportivo OSPITARE PER FEDE E CON FEDE La carta dei valori delle Case per ferie. La Federazione dell’ospitalità religiosa ROMA NAPOLI IL LABORATORIO DEI TALENTI Attraverso nuovi linguaggi e strumenti educativi (aggregazione, sport, musica, teatro, gioco…) valorizzare le doti dei ragazzi 10 PROGETTI FA F A AEN ENZ EN ZA A SPORT E PARROCCHIA Un laboratorio pastorale NAPOLI 8 APRILE 2014 TURISMO TEMPO LIBERO E AZIONE PASTORALE 3° CONVEGNO ITINERANTE DEI DIRETTORI DIOCESANI E DEGLI OPERATORI DELLO SPORT TURISMO TEMPO LIBERO
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