PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) LIQUIGAS S.p.A. Comune di VOLPIANO Provincia di Torino EDIZIONE dicembre 2003 approvata con modifiche nella riunione del 11/12/2003 REVISIONI Rev.1 DATA NOTE giugno 2008 approvata con modifiche nella riunione del 12/ 06 / 2008 Rev.1/1 settembre 2010 aggiornamento ex art.20 d.lgs.334/99 con adeguamento alle Linee Guida in materia di pianificazione del Dipartimento della Protezione Civile (D.P.C.M. 25/02/2005) Sostituito Allegato 4 a seguito di sperimentazione PROVE DEL PIANO I Livello I Livello DATA NOTE 18 maggio 2010 21 maggio 2014 Verifica dell’efficacia dei contatti (REC) Verifica dell’efficacia dei contatti (REC) Prefettura di Torino _____________________ (Firmato in originale) Ufficio Territoriale del Governo ______________________ (Firmato in originale) P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no 2 INTRODUZIONE Premessa Il presente documento costituisce il Piano di Emergenza Esterno per lo stabilimento LIQUIGAS S.p.A. sito nel comune di Volpiano (TO), come previsto dall’articolo 20 del Decreto Legislativo n. 334 del 17 agosto 1999, come modificato dal D.Lgs. 238/2005, che assegna al Prefetto il compito di predisporre, d’intesa con la Regione e gli Enti Locali interessati, il piano di emergenza esterno per gli stabilimenti soggetti all’articolo 8 ed all’articolo 6 del citato decreto “al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti” sulla base, tra l’altro, delle informazioni fornite dal gestore e delle conclusioni dell’istruttoria tecnica ove disponibili. Con l’attiva partecipazione dei rappresentanti delle strutture regionali competenti e dell’ARPA Piemonte si è dato seguito nel corso dei lavori alle indicazioni procedurali per l’espressione dell’intesa sopra citata, formalizzata dalla Regione Piemonte con apposito provvedimento, in attuazione della D.G.R. n. 34 - 978/2005. I criteri seguiti nella pianificazione seguono quelli indicati nel documento “Pianificazione dell'Emergenza Esterna degli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante – Linee Guida” messo a punto ed emanato con D.P.C.M. 25 Febbraio 2005 (G.U. n. 62 del 16/3/2005) dal Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’attività di pianificazione è stata realizzata con il coinvolgimento di diversi Enti ed Amministrazioni, attraverso l’esame di problematiche strettamente tecniche e l’acquisizione e l’integrazione di informazioni di carattere territoriale. Gli elementi tecnici per l’individuazione delle aree cui estendere la pianificazione dell’emergenza sono stati validati dalle conclusioni del procedimento istruttorio sul Rapporto di Sicurezza presentato dallo stabilimento oggetto del presente piano, nell’ambito del quale il Comitato Tecnico Regionale integrato, di cui all’articolo 19 del D.Lgs. 334/99, ha esaminato gli scenari ipotizzati e le misure di sicurezza adottate. Si è altresì tenuto conto delle informazioni pertinenti relative all’istruttoria in corso. Il Piano è strutturato in tre sezioni, oltre agli allegati di supporto, per consentire una rapida consultazione e rendere più agevole la revisione e l’aggiornamento. La sezione 1 contiene gli elementi generali che consentono di inquadrare lo stabilimento: sono descritte sinteticamente le attività svolte, le sostanze pericolose presenti e sono dati i principali elementi di vulnerabilità del territorio circostante. La sezione 2 riporta gli scenari incidentali presi a riferimento, con l’attribuzione dei relativi livelli di pericolo vale a dire: PREALLARME = CODICE ARANCIONE / ALLARME = CODICE ROSSO e la definizione dei protocolli per la comunicazione in emergenza tra i soggetti coinvolti nell’attuazione del piano. La sezione 3 raccoglie le procedure operative dei singoli soggetti, diversificate a seconda dei livelli di pericolo. Il Piano è riferito a scenari che si possono verificare a seguito di una serie di probabilità sfavorevoli e pianifica quindi le azioni immediate da intraprendere in tali eventualità. Le azioni successive dovranno invece essere commisurate alla reale entità dell’evento e delle sue conseguenze. L’esigenza di automatismo del piano va considerata nell’assoluta necessità che le azioni previste dal piano di emergenza vengano attivate il più rapidamente possibile, onde consentire che, in attesa dell’attivazione degli Organi ed Organismi decisionali, vengano comunque avviate le operazioni di soccorso. Aggiornamenti e prove del Piano Come previsto dal comma 3 dell’articolo 20 del D.Lgs. 334 del 17 agosto 1999 il piano “deve essere riesaminato, sperimentato e, se necessario, riveduto ed aggiornato […] dal Prefetto ad intervalli appropriati e, comunque, non superiori a tre anni. La revisione deve tener conto dei cambiamenti avvenuti negli stabilimenti e nei servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure da adottare in caso di incidenti rilevanti.” Alla luce di queste disposizioni normative, si ricorda che il presente documento non può essere considerato un documento statico, ma deve essere mantenuto vivo e dinamico, in modo da contenere riferimenti a situazioni vigenti e consentire in caso di necessità la massima efficacia nel reperimento e nella gestione di tutte le risorse disponibili. Pertanto tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione delle procedure previste dal presente Piano forniscono tempestivamente notizia, agli uffici della Prefettura ed al Servizio Tutela Ambientale della Provincia di Torino, P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no 3 di qualsiasi cambiamento rispetto a quanto riportato nella presente edizione, e fanno inoltre pervenire eventuali spunti di miglioramento per rendere le procedure più snelle e di facile e tempestiva attuazione. In particolare l'aggiornamento dei dati indicati in Allegato 7 è compito dei Responsabili di ciascuna Funzione di Supporto. In assenza di segnalazioni correttive e/o migliorative, si procederà comunque alla riedizione almeno triennale del documento, come previsto dal D. Lgs. 334/99. Per quanto riguarda la sperimentazione del piano, si prevede di effettuare almeno una simulazione all’anno, per garantire la conoscenza da parte dei singoli attori delle rispettive procedure ed il miglior coordinamento di tutti i soggetti, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza della gestione dell’emergenza. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no 4 Lista di distribuzione Copia del presente piano è distribuita a tutti gli enti coinvolti nella gestione dell’emergenza nonché ai soggetti istituzionali previsti dall’art. 20 del D.Lgs. 334/99. Si riporta nel seguito l’elenco dei soggetti cui il presente documento è trasmesso: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile Ministero dell’Interno – Dipartimento Soccorso Pubblico, Vigili del Fuoco, Difesa Civile Ministero dell’Ambiente Regione Piemonte – Presidenza della Giunta Regione Piemonte - Assessorato Sanità Regione Piemonte – Settore Grandi Rischi Industriali Regione Piemonte – Settore Protezione Civile Provincia di Torino - Presidenza della Giunta Provincia di Torino – Servizio Protezione Civile Provincia di Torino – Servizio Tutela Ambientale Comune di Volpiano Comune di Leinì Direzione Regionale Vigili del Fuoco Comando Provinciale Vigili del Fuoco Comando Regione Carabinieri Comando Provinciale Carabinieri Nucleo Elicotteri Carabinieri Questura di Torino Comando Sezione Polizia Stradale Comando Regione Guardia di Finanza Comando Provinciale Guardia di Finanza Centrale Operativa “118” Azienda Sanitaria Locale TO4 A.R.P.A. Piemonte – Struttura Complessa SC03 A.R.P.A. Piemonte – Struttura Complessa SC06 - Dipartimento di Torino Compartimento ANAS Società GTT S.p.A. Centro Operativo ENEL Società Metropolitana Acque Torino (SMAT) Circoscrizione Aeroportuale Stabilimento LIQUIGAS S.p.A. Società GRAFICA PIEMONTESE Società Tipografia GIRAUDO Società S.A.C.R.I.M.A. ROMA ROMA ROMA TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO VOLPIANO LEINI’ GRUGLIASCO TORINO TORINO TORINO VOLPIANO TORINO TORINO TORINO TORINO GRUGLIASCO IVREA TORINO TORINO TORINO TORINO BORGARETTO DI BEINASCO TORINO CASELLE VOLPIANO VOLPIANO VOLPIANO VOLPIANO P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 1/pag.1 SEZIONE 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE Nel territorio del Comune di Volpiano è presente lo stabilimento della società LIQUIGAS S.p.A., soggetto all’art. 8 del D.Lgs. 334/99 ed evidenziato nella planimetria riportata in Allegato 1. Nella stessa planimetria è indicata anche la sede del Centro di Coordinamento Operativo che fungerà da sala operativa al verificarsi di un’emergenza. Centro di Coordinamento operativo ( CCO ) E’ ubicato nel Comune di Volpiano, presso il Centro Operativo di Protezione Civile in Via Torino n.11 e rappresenta il punto di riferimento per la gestione e la comunicazione in emergenza. Infatti al CCO si recano i responsabili delle strutture operative presenti sul territorio al fine di coordinare le strategie di intervento per il superamento dell’emergenza in modo tale da: garantire il raccordo tra i soggetti impegnati nelle operazioni di soccorso, tenere costantemente informati i soggetti sull’evoluzione del fenomeno incidentale e sullo stato delle operazioni, coordinare e gestire l’informazione alla popolazione dell’area coinvolta e rapportarsi con i mezzi di informazione. Il CCO (che è anche sede di un distaccamento dei Vigili del Fuoco) è gestito dal comune di Volpiano che è responsabile della sua attivazione in caso di necessità e del mantenimento in efficienza degli strumenti di comunicazione (almeno due linee telefoniche e un fax) e delle dotazioni tecniche e cartografiche necessarie per la gestione dell’emergenza. Nei pressi del CCO è stabilita inoltre un’Area Raduno Soccorsi presso piazzale adiacente. L’area ha la funzione di spazio aperto per il raduno dei mezzi operativi degli Enti deputati all’intervento, vicina allo stabilimento ma non interessata dai prevedibili effetti dell’incidente. Funzioni di supporto Per l'attuazione del presente Piano la funzione operativa incaricata della DIREZIONE DELL'INTERVENTO ha come Ente Responsabile il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Sono attivate inoltre le seguenti funzioni di supporto: 1) SANITARIA: rileva gli effetti sanitari dell'incidente sulla popolazione e supporta il Sindaco nell'individuazione di provvedimenti restrittivi. Enti coinvolti: ASL TO4, Servizio Emergenza Sanitaria 2) INFORMAZIONE E STAMPA: cura l'informazione alla popolazione e i rapporti con i mass-media. Enti responsabili: Sindaco del Comune di Volpiano, Prefetto di Torino 3) TRASPORTO E VIABILITA': gestisce la circolazione stradale nell'area interessata dall'evento incidentale come previsto dal Piano. Enti coinvolti: Polizia Stradale, Carabinieri, Polizie Municipali dei Comuni di Volpiano e Leinì 4) ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE: coordina l'assistenza alla popolazione colpita o a rischio e verifica l'adozione delle misure di mitigazione delle conseguenze quali il rifugio al chiuso. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 1/pag.2 Enti responsabili: Comune di Volpiano – Polizia Municipale, Comune di Leinì – Polizia Municipale 5) COORDINAMENTO CENTRO OPERATIVO: coordina le operazioni di soccorso e la diffusione delle informazioni tramite il Centro di Coordinamento Operativo (CCO). Ente responsabile: Prefetto di Torino Allestimento CCO: Comune di Volpiano 6) PROTEZIONE DELL'AMBIENTE: esegue gli accertamenti sulle matrici ambientali coinvolte, fornisce supporto tecnico sul rischio industriale specifico, con particolare riferimento alle caratteristiche tossicologiche e chimico-fisiche delle sostanze pericolose e supporta il Sindaco nell’individuazione delle conseguenti azioni da intraprendere a tutela della popolazione e dei luoghi dove si è verificato l’evento. Ente responsabile: ARPA Piemonte Ciascun ente responsabile di una funzione operativa o di supporto designa al proprio interno un responsabile della funzione la cui nomina è parte integrante del Piano di Funzione da redigere come specificato nella Sezione 3; i responsabili di ciascuna funzione si assumono l'obbligo dell'aggiornamento dei dati specificati nella tabella riportata in Allegato 7. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 1/pag.3 Aspetti territoriali Le caratteristiche territoriali ed i bersagli sensibili delle aree circostanti lo stabilimento sono riportati in Allegato 2. Lo stabilimento è ubicato tra i centri abitati di Volpiano e Leinì, in area industriale, occupa un’area di 30000 mq e confina: o a Nord con Via Leinì o a Est con il torrente Bendola o a Sud con terreni agricoli o a Ovest con terreni agricoli. Dista in linea d’aria: - 1,7 km dalla linea ferroviaria Canavesana; - 2,5 km dall’autostrada Torino – Aosta; - 4,5 km dall’autostrada Torino – Milano. Lo Stabilimento è interno alle superfici di delimitazione ostacolo dell'aeroporto di Caselle, dal quale dista circa 8,4 km. Bersagli sensibili all’interno dei 1000 m intorno allo stabilimento Non risultano presenti bersagli sensibili; vi sono però in una fascia di 400 m circa dieci insediamenti industriali ed in una fascia di 900 m quattro cascine. Le relative cartografie e la lista completa degli elementi territoriali vulnerabili individuati anche a maggiore distanza sono raccolte in Allegato 2. Prevalenti attività antropiche limitrofe ai fini della sicurezza Le prevalenti attività antropiche limitrofe allo stabilimento LIQUIGAS sono riportate in apposita planimetria con allegata tabella (All. 2). Servizi presenti all’interno dei 500 m intorno allo stabilimento - Linea di M.T. dell’ENEL. Dati meteorologici Dai dati meteorologici riportati nel Rapporto di Sicurezza, si possono desumere le seguenti condizioni meteorologiche prevalenti, riferite agli anni 1994-1996. Le temperature massime registrate sono pari a 31°C (media annua 17°C), le minime pari a –6°C (media annua 7°C); l’umidità relativa è compresa tra il 55% e il 92%; la direzione prevalente di provenienza dei venti è Nord – Nord Ovest con velocità media mensile massima di 6,7 m/s, ma generalmente non superiore a 2,5 m/s (si sono tuttavia registrate velocità massime del vento pari a 41 m/s nell’anno 1995). Inquadramento geologico ed idrogeologico Il dato è da considerarsi non rilevante vista la tipologia delle sostanze in gioco e la fenomenologia degli scenari incidentali prevedibili. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 1/pag.4 Altri elementi ambientali vulnerabili Lo stabilimento è situato in area soggetta a inondazioni che hanno provocato in passato lievi danni al deposito. Non sono presenti aree protette o biotopi. L’uso del suolo è prevalentemente adibito a seminativi e prati permanenti. Sostanze pericolose Le schede di sicurezza delle sostanze pericolose potenzialmente coinvolte negli eventi incidentali considerati dal presente Piano sono riportate in Allegato 3. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 1/pag.5 Descrizione dell’attività industriale LIQUIGAS S.p.A. Sede legale: Via Cefalonia 70 - BRESCIA Sede stabilimento: Via Leinì 401 – VOLPIANO (TO) Gestore: .............................................................................. ................ Giancarlo PORTA Lo stabilimento effettua la movimentazione e deposito di GPL in serbatoi a pressione, consistente nelle fasi di rifornimento a mezzo autobotte, stoccaggio, loro deposito e spedizione, spedizione di GPL sfuso a mezzo autobotte. E’ inoltre presente un deposito pellets (combustibile solido per riscaldamento). Una descrizione più dettagliata è riportata in Allegato 3. Nello stabilimento sono detenute essenzialmente miscele di propano e butano commerciale (GPL) in quantità superiore alle soglie riportate in Allegato I, parte 1 del D.Lgs.334/1999. Si riporta nella tabella seguente il riepilogo delle principali sostanze pericolose detenute in stabilimento: SOSTANZE GPL QUANTITA’ MODALITA’ DI STOCCAGGIO, DIMENSIONE (t) SERBATOI (mc) n.4 da 200, n.2 da 153, n.1 da 100 (cilindrici 629 orizzontali fuori terra) bidoni e bombole N.B.: La situazione sopra descritta è conforme a quella dichiarata dal gestore nella notifica trasmessa nel 2008 alle autorità competenti ed aggiornata secondo quanto prescritto a conclusione della fase istruttoria del Rapporto di Sicurezza. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 2/pag.1 SEZIONE 2 – IPOTESI INCIDENTALI Le zone di pianificazione Per l’individuazione delle zone cui deve essere estesa la pianificazione dell’emergenza, si prendono in generale in considerazione i cerchi di danno relativi agli scenari incidentali ritenuti credibili dal gestore e validati dal Comitato Tecnico Regionale di cui all’art. 19 del D.Lgs. 334/99, nel corso del procedimento istruttorio che, nel caso specifico, si è concluso nel 2003. Le conseguenze prevedibili di un evento incidentale si possono determinare in termini di effetti nocivi per le persone o le cose, con riferimento a determinati valori soglia corrispondenti a fenomenologie a carattere tossicologico o energetico. Per utilizzare definizioni e parametri standard, si fa riferimento al documento citato nell'Introduzione “Pianificazione dell'Emergenza Esterna degli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante – Linee Guida” messo a punto ed emanato con D.P.C.M. 25 Febbraio 2005 dal Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel quale sono anche stabiliti i criteri per l’individuazione delle aree coinvolte da eventuali incidenti sulle quali effettuare interventi di Protezione Civile. Tale documento individua tre zone di pianificazione: - Prima zona – Zona di sicuro impatto. E’ la zona, in genere limitata alle immediate vicinanze dello stabilimento, nella quale debbono attendersi effetti sanitari che comportano un’elevata probabilità di letalità (12.5 kW/m2 in caso di irraggiamento). - Seconda zona – Zona di danno. E’ la zona, esterna alla prima, in cui possiamo aspettarci effetti gravi ed irreversibili per le persone che non adottano le misure di autoprotezione consigliate ed effetti letali per soggetti particolarmente vulnerabili, quali anziani, bambini, malati (5 kW/m2 in caso di irraggiamento e 200 kJ/ m2 in caso di BLEVE/fireball). - Terza zona – Zona di attenzione. Questa zona, la più esterna, riguarda le aree in cui sono possibili danni non gravi per soggetti particolarmente vulnerabili (non è indicato un valore di riferimento: si provvede caso per caso a identificare un'area nella quale vi siano centri di particolare vulnerabilità). Scenari incidentali di riferimento Per l’elaborazione del presente Piano di Emergenza Esterno gli scenari incidentali, identificati e ipotizzati dal gestore nel Rapporto di Sicurezza e valutati dal Comitato Tecnico Regionale in sede di istruttoria tecnica, sono stati accorpati in termini di tipologia di effetti e gravità delle conseguenze attraverso l’utilizzo di codici semplici e predefiniti cui sono associate specifiche procedure di comunicazione ed intervento. L’area presa in considerazione per la definizione delle operazioni da svolgersi in emergenza ( Area di interesse per la pianificazione dell'intervento), che è costituita da un'area circolare con centro sullo stabilimento e di raggio 500 m, non rappresenta tuttavia l’inviluppo delle aree di danno associate ai suddetti scenari (riportate in Allegato 3), ma tiene conto sia delle necessità operative e funzionali del piano sia, da un punto di vista precauzionale, di distanze maggiori in relazione alla variabilità delle ipotesi e dell’evoluzione spazio-temporale dei fenomeni. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 2/pag.2 CODIFICAZIONE DELLA TIPOLOGIA DI EFFETTI DEGLI SCENARI INCIDENTALI Scenario T Rilascio di sostanza tossica Scenario E Rilascio di energia: barica (ESPLOSIONE) termica stazionaria (INCENDIO) termica variabile (BLEVE) termica istantanea (FLASH-FIRE) Scenario N Rilascio di sostanza tossica per l’ambiente CODIFICAZIONE DELLA GRAVITÀ DEGLI SCENARI INCIDENTALI O DEI LIVELLI DI PERICOLO Sulla base delle conseguenze previste dagli scenari incidentali ipotizzati, si può distinguere una scala graduata di livelli di pericolo cui devono riferirsi le procedure di allertamento e le conseguenti azioni di intervento e soccorso di ciascuno dei soggetti coinvolti. Ai fini del presente piano si fa pertanto riferimento alle seguenti codifiche: eventi che, seppur privi di qualsiasi ripercussione all'esterno dello stabilimento, possono essere avvertiti dalla popolazione dando luogo ad allarmismi o preoccupazioni; CODICE GIALLO: (Attenzione) CODICE ARANCIONE: eventi di limitata estensione: riferibili ad incidenti causati da rilasci tossici e/o energetici aventi un impatto contenuto all’interno dell’area (Preallarme) di stabilimento; CODICE ROSSO: (Allarme) eventi estesi: eventi riferibili ad incidenti causati da rilasci tossici e/o energetici aventi un potenziale impatto all’esterno dell’area dello stabilimento. La situazione di "Attenzione" comporta la necessità di attivare una procedura informativa da parte del gestore nei confronti dei soggetti individuati nell'apposito schema dell'Allegato 6, ma non attiva il Piano di Emergenza Esterno. I successivi livelli di allerta, viceversa, attivano il Piano secondo le procedure stabilite. Ad esempio, in generale, “Codice arancione – scenario E” corrisponderà ad un evento di natura energetica che non provoca conseguenze all’esterno dello stabilimento, ma che richiede l’intervento operativo di alcuni enti esterni di soccorso (es. Vigili del Fuoco); “Codice rosso – scenario T” corrisponderà ad un evento di natura tossicologica, con potenziale impatto all’esterno dello stabilimento e che richiede l’intervento di tutti gli enti coinvolti nella gestione dell’emergenza. Viene riportata nel seguito la codifica degli scenari incidentali individuati per lo stabilimento oggetto del presente Piano di Emergenza Esterno. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 2/pag.3 Scenari stabilimento LIQUIGAS S.p.A. Gli eventi incidentali dedotti dal Rapporto di Sicurezza presentato dal Gestore e validati dal CTR nel corso dell’istruttoria sono stati raggruppati per tipologia in modo da codificare le azioni di intervento degli enti chiamati a supporto dell’emergenza e si riassumono nella seguente tabella: Sigla Tipologia incidentale Max. area coinvolta1 (m) TOP EVENT 0 Incidente non identificabile a priori - TOP EVENT 1 Rilascio/incendio zona pompe/perdita da linea/deposito pellets 244 TOP EVENT 2 Rilascio/incendio area stoccaggio o travaso 474 TOP EVENT 3 BLEVE (autobotte o bombola) - Le sostanze interessate possono essere GPL o combustibili solidi (pellets) e sono indicate dal gestore nella scheda di diramazione SOS riportata in Allegato 5. La seguente tabella mette in corrispondenza l’evento ipotizzato con la relativa procedura di allertamento. SCENARIO INCIDENTALE CODICE ARANCIONE CODICE ROSSO TOP EVENT 0 - NIP TOP EVENT 1 E - TOP EVENT 2 - E TOP EVENT 3 - E Legenda: (NIP) (T) (E) (N) non identificabile a priori rilascio di sostanza tossica rilascio di energia (*) rilascio di sostanza pericolosa per l’ambiente (*) (*) il versamento delle suddette sostanze può determinare inquinamento ambientale; inoltre, l’evento incendio è comunque associato a versamento di sostanza pericolosa per l’ambiente, anche tenuto conto dello spandimento delle stesse acque di spegnimento e delle schiume. 1 Area risultante dalle conclusioni dell'istruttoria svolta dal Comitato Tecnico Regionale P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 3/pag.1 SEZIONE 3 – PROCEDURE OPERATIVE Finalità e modalità generali delle procedure di allertamento Codice giallo – Attenzione Gli eventi che rientrano nella tipologia di Attenzione non attivano il Piano di Emergenza Esterno. Nel caso del presente Piano non sono ritenuti plausibili eventi riferibili a tale tipologia. Procedure del Piano di Emergenza Esterno Nel seguito sono descritte, per le due tipologie di livello di pericolo codificate, le dinamiche di comunicazione / allertamento e le azioni che devono essere attuate da ciascuno dei soggetti coinvolti, sintetizzate nei diagrammi a blocchi riportati in Allegato 6. In particolare le azioni previste allo scattare del “Codice Arancione” (eventi con conseguenze limitate all’interno dello stabilimento) non corrispondono ad una situazione di emergenza esterna vera e propria, ma i vari soggetti vengono comunque allertati in previsione di un possibile “aggravamento dello scenario”. Nel caso di attivazione del “Codice Rosso” si ha la mobilitazione generale di tutti di soggetti esterni. Allo scattare dell’emergenza, sia in “Codice Arancione” che in “Codice Rosso”, è previsto l’allestimento del Centro di Coordinamento Operativo presso il Centro Operativo di Protezione Civile in Via Torino n.11, ove si recano i rappresentanti delle strutture operative e di supporto appena giunti sul posto. In particolare è prevista la presenza al CCO dei rappresentanti dei seguenti Enti: in caso di Codice Arancione: VVF, Carabinieri, Comune di Volpiano in caso di Codice Rosso: Le Strutture che, in base al presente Piano, devono effettuare interventi A seconda delle specifiche esigenze che si potranno presentare, il coordinatore dell’emergenza disporrà l’intervento al CCO dei rappresentanti degli ulteriori enti di supporto che si renderanno necessari. Le azioni successive saranno commisurate alla reale entità dell’evento e delle sue conseguenze e saranno disposte dal coordinatore dell’emergenza presente al Centro di Coordinamento Operativo sulla base delle indicazioni fornite dagli organi tecnici competenti. P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Sez 3/pag.2 Misure protettive e Informazione della popolazione La segnalazione d’inizio emergenza (Codice Rosso) è effettuata mediante una sirena INTERMITTENTE TRITONALE udibile all’esterno dello stabilimento, azionata dal Responsabile del Piano di Emergenza Interno dello stabilimento. Il segnale di fine emergenza è diramato mediante sirena CONTINUA e messaggio verbale diffuso tramite automezzi di Polizia Municipale muniti di altoparlante. Si riportano di seguito alcune norme di comportamento che tutte le persone presenti nelle zone di pericolo dovrebbero seguire al segnale della sirena di emergenza esterna. Tali norme devono essere comunicate alla popolazione interessata ed alle attività produttive individuate nell’Allegato 2 nel corso di iniziative di informazione organizzate dal Comune di Volpiano e dal Comune di Leinì e in particolare nel messaggio diffuso tramite automezzo in emergenza. Se sono fuori casa: - cercano riparo nel locale al chiuso più vicino. Se sono in auto: - si allontanano in direzione opposta allo stabilimento; - si astengono dal fumare; - non si recano sul luogo dell’incidente; - si sintonizzano sulle radio locali che potrebbero trasmettere informazioni in emergenza. Se sono a casa o rifugiati al chiuso: - non usano ascensori; - si astengono dal fumare; - chiudono le porte e le finestre che danno sull’esterno, tamponando le fessure a pavimento con strofinacci bagnati; - fermano i sistemi di ventilazione o di condizionamento; - si recano nel locale più idoneo in base alle seguenti caratteristiche, evitando assolutamente gli scantinati: assenza di finestre, posizione nei locali più interni dell’abitazione, disponibilità di acqua, presenza di muri maestri; - prestano la massima attenzione ai messaggi trasmessi dall’esterno per altoparlante; - non usano il telefono né per chiedere informazioni né per chiamare parenti o amici; - si sintonizzano sulle radio locali che potrebbero trasmettere informazioni in emergenza; - attendono che venga diramato il segnale di cessata emergenza. Il messaggio – tipo da diramare in emergenza è il seguente: "Attenzione: si è verificato un incidente presso lo stabilimento Liquigas – è stato attivato il piano di emergenza - le forze di intervento sono all’opera per mantenere la situazione sotto controllo – rimanete chiusi dentro le vostre abitazioni o cercate riparo nel locale chiuso più vicino - prestate attenzione ai messaggi trasmessi con altoparlante – Ripeto: ..." La Polizia Municipale, in concorso con le forze dell’ordine effettuerà la ricognizione di tutta la zona interessata al fine di verificare che la misura del riparo al chiuso sia stata correttamente applicata. Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 1 Carta di pianificazione dell'intervento: Inquadramento generale territoriale ed ambientale del sito Posizione dello stabilimento e del Centro di Coordinamento Operativo Posti di blocco Lista Posti di Blocco P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Posti di blocco AVVERTENZA: I numeri dei posti di blocco di questo elenco corrispondono ai numeri indicati sul simbolo nella planimetria. 1. Via Leinì incrocio Via San Grato 2. SP n.40 (Corso Europa) incrocio Via San Grato 3. Transenna posizionata su traversa Via Leinì, incrocio Via Ciriè 4. Transenna su Strada Confine Leinì-Volpiano pressi Cascina Igina 5. Corso Regina Margherita incrocio Via Ciriè (blocco non prioritario) 6. SP n.40 (Via Volpiano) incrocio Via Roveglia Ruffini (transito proveniente da Leinì deviato su quest’ultima) 7. Transenna posizionata su Via Roveglia Ruffini altezza prima diramazione 8. Via Volpiano rotatoria incrocio Via Lombardore (blocco non prioritario) Servizio Tutela Ambientale Carta di pianificazione dell'intervento Piano di Emergenza Esterno LIQUIGAS Comune di Volpiano Volpiano LIQUIGAS Limiti Comunali U% T $ & V PM Vol Area d'indagine Transenna U% 3 Posti di blocco Centro di Coordinamento Operativo CC U% 7 $T CC $T PM Lei 2 6 8 PM Lei U% 4 Leini' 0 500 $T 1 PM Lei 1000 Meters T $ 5 Viabilità esistente Autostrade Superstrade Strade statali Strade provinciali Ferrovie $T PM Vol PM Vol CCO & V Servizio Tutela Ambientale Carta di pianificazione dell'intervento Piano di Emergenza Esterno LIQUIGAS Comune di Volpiano U% PM Vol 3 LIQUIGAS Volpiano CC Limiti Comunali U% T $ Area d'indagine $T Transenna 1 Posti di blocco Viabilità esistente Autostrade Superstrade Strade statali Strade provinciali Ferrovie U% PM Lei 7 CC T $ 6 T $ 2 PM Lei U% 4 Leini' 0 500 1000 Meters PM Vol P r e fe t t u r a d i T o r ino - P r o t e z io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e n z a E st e r no st a b il i me nt o LI Q U I G AS – V o lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 2 Vulnerabilità territoriali ed ambientali Bersagli sensibili su dati forniti dalla Regione Piemonte Cartografia Elenco Comune di Volpiano: popolazione residente, attività produttive e servizi essenziali Comune di Leinì: popolazione residente, attività produttive e servizi essenziali Vulnerabilità idrica ed elementi ambientali vulnerabili a cura della Provincia di Torino Comune di Volpiano: Elementi territoriali vulnerabili L’elenco dei bersagli sensibili e la relativa cartografia si trovano in calce a questo Allegato. NUMERO RESIDENTI NEL RAGGIO DI 500 m. DALLO STABILIMENTO Liquigas Denominazione Strada Numero totale residenti Bambini (< 14 anni) Anziani (> 65 anni) Via Tiziano 24 n.d. n.d. Via Leinì 23 n.d. n.d. Via Giorgione 27 n.d. n.d. Via Leonardo da Vinci 52 n.d. n.d. TOTALE 126 16 28 Disabili n.d. n.d. n.d. n.d. 6 ATTIVITA’ PRODUTTIVE NEL RAGGIO DI 500 m. DALLO STABILIMENTO Liquigas Rag. Sociale GRM COSTRUZIONI Indirizzo/telefono Via Leinì 510 011-995.2733 Lavorazione Lavorazione tondini in ferro PAOLO CHIARI srl GRAFICA PIEMONTESE srl TIPOGRAFIA GIRAUDO srl SACRIMA srl Via Leinì 512 011-955.2752 Via Leinì 512 011-995.1655 Magazzino articoli da regalo Via Leinì 512 011-988.5347 Via Leinì 520 011-988.2631 Via Leinì 524 011-982.5111 Tipografia e prestampa Recupero rottami ferrosi Accessori per bagno/ceramiche BEMIS srl Dipendenti 3 4 15 Stampa off-set 3 11 300 Fasce orarie 8.00 – 17.00 8.00 – 13.00 14.00 – 17.00 Dalle 7.00 del lunedì alle 7.00 del sabato 8.00 – 13.00 14.00 – 17.00 8.00 – 12.00 14.00 – 18.00 00.00/24.00 In calce è riportata una foto volo, fornita dal Comune di Volpiano, con l’indicazione dell’ubicazione di alcune delle aziende del precedente elenco. Di seguito si fornisce, a cura della Provincia di Torino, la decodifica risultante. 1: LIQUIGAS 2: GRM COSTRUZIONI – PAOLO CHIARI S.r.l. – GRAFICA PIEMONTESE S.r.l. – TIPOGRAFIA GIRAUDO S.r.l. 3: SACRIMA S.r.l. 4: BEMIS S.r.l. Comune di Leinì: Elementi territoriali vulnerabili L’elenco dei bersagli sensibili e la relativa cartografia si trovano in calce a questo Allegato. NUMERO RESIDENTI NEL RAGGIO DI 500 m. DALLO STABILIMENTO Liquigas Denominazione Strada Numero totale residenti Bambini (< 14 anni) Anziani (> 65 anni) Via Volpiano 13 - 3 TOTALE 13 - 3 Disabili - ATTIVITA’ PRODUTTIVE NEL RAGGIO DI 500 M DALLO STABILIMENTO Ragione sociale Indirizzo e telefono Sabbiatura Pianezza Via Volpiano 222/4 011-997.3941 Legatorie riunite Via Volpiano 192 011-991.8011 Oasi verde – Circolo Via Volpiano 196 privato 011-997.8190 Lavorazione Sabbiature Rilegature per pubblicazioni e riviste N° dipendenti 2 120 Fasce Orarie 3 turni Elementi ambientali vulnerabili NOTA: L'area di indagine sugli elementi vulnerabili (che differisce dall'area di pianificazione dell'intervento di cui alla Sezione 2 e Allegato 1), ove non diversamente specificato, ha un raggio pari a 1000 m e centro sullo stabilimento Liquigas. øø 3 Servizio Tutela Ambientale Carta dei bersagli sensibili Piano di Emergenza Esterno LIQUIGAS 2 Comune di Volpiano LIQUIGAS Limiti Comunali :|}V Bersagli sensibili ï 5 ø ñî ÚÊ òr Õ í PÆ % [ x { ÚÊ Case circondariali Centri di ricerca VOLPIANO Cimiteri Commercio Impianti sportivi Istruzione Luoghi di culto Luoghi di pubblico spettacolo Musei LIQUIGAS S.p.A. Nodi della rete di trasporto Ospedali Presidi di sicurezza Sanità Uffici pubblici Mercati - orti urbani 4 ï5 Strutture ricettive ø í6 Viabilità esistente Autostrade Superstrade Strade statali Strade provinciali Ferrovie LEINI 0 ø 7 500 1000 Meters 5 PROGR 1 2 3 4 5 6 7 8 TIPOLOGIA Impianti sportivi Impianti sportivi Impianti sportivi Impianti sportivi Cimiteri Presidi di sicurezza Impianti sportivi Commercio SOTTOTIPOL OGGETTO Centri sportivi Centri sportivi Centri sportivi Area con concentrazione persone all'aperto Area con concentrazione persone all'aperto Vigili del fuoco Centri sportivi Grande distribuzione puntuale COMUNE Volpiano Volpiano Volpiano Volpiano Volpiano Volpiano Volpiano Volpiano INDIRIZZO Via San Grato Via A. Frank Via San Giovanni , 23 Via San Grato CATEGORIA B C B C D SOTTOCAT_T B5 C3 B5 C3 D2 DENOMINAZIONE Campo Sportivo Comunale A. Goia Piscina Comunale scoperta Palazzetto dello Sport Campo calcio NOTE 1 campo da calcio (con tribune) Piscina scoperta con campo da calcetto (al coperto) Via S. Grato ang. Via Trento B B5 Colonia Mossetto 3 campi tennis, 1 campo calcio, 2 campi calcetto, 1 piscina CAPIENZA tra 4901 e 5000 meno di 100 tra 4901 e 5000 meno di 100 Dato sconosciuto Dato sconosciuto tra 101 e 200 Dato sconosciuto POSTI_LETTO Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Dato sconosciuto Servizio Tutela Ambientale Carta dele reti tecnologiche Piano di Emergenza Esterno STABILIMENTO LIQUIGAS Comune di Volpiano STABILIMENTO LIQUIGAS Limiti Comunali Area d'indagine sugli elementi vulnerabili Oleodotti Metanodotti Elettrodotti 132 KV 220 KV Leini' Volpiano 0 500 1000 Meters Servizio Tutela Ambientale Carta degli elementi ambientali vulnerabili Piano di Emergenza Esterno STABILIMENTO LIQUIGAS Comune di Volpiano STABILIMENTO LIQUIGAS Limiti Comunali Area d'indagine sugli elementi vulnerabili Uso del Suolo Volpiano Seminativi con prevalenza di mais e/o grano Prati permanenti Latifoglie miste Misto prati permanenti e seminativi mais/grano Biotopi Aree protette Fiume, torrente, rio Lago naturale Lago artificiale Leini' Leini' 0 500 1000 Meters 4 3 2 1 P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 3 Stabilimento LIQUIGAS S.p.A. Schede di Sicurezza Sostanze Pericolose Planimetrie dello stabilimento: - Planimetria generale - Individuazione dei cerchi di danno - Impianto antincendio - Viabilità interna - Vie di fuga - Schema rete fognaria P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS – Vo lp ia no Schede di sicurezza sostanze pericolose Le schede di sicurezza delle sostanze pericolose si trovano in calce a questo allegato. Scenari incidentali validati dal CTR Ipotesi incidentale Rottura netta distacco braccio carico fase liquida o di Sostanza coinvolta GPL Rottura parziale braccio di carico fase liquida Rottura catastrofica pompa di movimentazione GPL Rottura tubo flessibile all’imbottigliamento GPL Rottura sistema di alimentazione giostra GPL Rottura parziale linea fase liquida in area stoccaggio Rottura catastrofica serbatoio fase liquida GPL Fessurazione serbatoio fase vapore Scenario Jet fire Pool fire Flash fire Frequenza [ev/y] 1.8 *10-6 Flash fire -3 1.8 *10 GPL Lesioni reversibili 41 28 - Jet fire Pool fire Flash fire 19 22 24 27 14 21 27 38 -6 4.0 *10 D2: 80 D2: 94 F2: 166 F2: 244 Scenario non più attuale in quanto lo stabilimento ha dismesso la sezione di imbottigliamento Scenario non più attuale in quanto lo stabilimento ha dismesso la sezione di imbottigliamento 9.4 *10-5 GPL Flash fire GPL Jet fire Pool fire Flash fire 1.0 *10-6 Flash fire 1.0 *10-4 GPL Elevata letalità 29 10 D2: 131 F2: 292 D2: 23 F2: 46 Distanze di danno [m] Lesioni irreversibili Inizio letalità 33 36 15 20 D2: 197 F2: 458 D2: 33 F2: 66 D2: 27 F2: 65 D2: 43 F2: 92 30 12 D2: 135 F2: 302 D2: 18 F2: 42 34 18 D2: 203 F2: 474 D2: 26 F2: 60 37 23 - 43 31 - - - Gas di petrolio liquefatto (G.P.L.) Scheda di sicurezza AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 GENNAIO 2003 (ed. agg. II - aprile 2006) GAS DI PETROLIO LIQUEFATTI (G.P.L.) - SCHEDA DI SICUREZZA Scheda redatta ai sensi dei seguenti dispositivi di legge: - D. M. 7 settembre 2002 Ministero della Salute - Direttiva 2001/58/CE del 27 luglio 2001 - D. M. 28 febbraio 2006 Ministero della Salute - Direttiva 2004/73/CE del 29 aprile 2004 - D. Lgs. 3 febbraio 1997, n. 52 - D. Lgs. 16 luglio 1998, n. 285 (1) IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA / PREPARATO E DELLA SOCIETÀ / IMPRESA I G.P.L. sono un idrocarburi gassosi in miscela liquefatta. Vengono impiegati per molti usi; i più comuni sono: - combustibile per usi domestico ed industriale, carburante per motori a combustione interna, petrolchimici, propellenti, espandenti, refrigeranti. Nome del prodotto Nomi commerciali o sinonimi Numero CAS Numero CEE Numero EINECS Numero ONU Numero KEMLER Codice di classificazione Etichettatura : GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO : Miscela A, A01, A02, A0, A1, B1, B2, B e C. : 68476-85-7 : 649-202-00-6 : 270-704-2 : 1965 : 23 : F+, R 12 : F+ R: 12 S: 2 (obbligatoria) S: 9 - 16 (facoltative) N.B.: per le miscele suddette, i seguenti nomi, usati nel commercio, sono ammessi per la designazione della materia: Butano per le miscele A, A01, A02 e A0 Propano per la miscela C Società responsabile dell'immissione sul mercato : Liquigas S.p.A. Indirizzo : Via Tucidide, 56 - MILANO Recapito telefonico del responsabile : 02/701681 Numero telefonico di chiamata urgente : 335/6989610 (2) COMPOSIZIONE / INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI Derivato dalla distillazione e lavorazione del petrolio, da pozzo di estrazione per separazione dal gas naturale, da alcuni processi chimici. Il G.P.L. è composto generalmente da una miscela di propano e butano. Nella composizione commerciale può contenere piccole quantità di altri idrocarburi saturi (etano, isobutano e pentano) o insaturi (butileni e propilene). Non contiene 1.3 butadiene in quantità superiore allo 0,1%. Se destinato alla combustione contiene un prodotto denaturante, nella misura di 4 gr. ogni 100 Kg AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 1 di 8 di G.P.L., come stabilto dal D.M. 21.3.1996 del Ministero delle Finanze. Il G.P.L. può, inoltre, contenere un prodotto odorizzante al fine di renderne la presenza già a concentrazioni inferiori al L.I.E., ai sensi della L. 6.12.1971, n. 1083. L'odorizzazione del gas deve essere realizzata secondo la norma UNI 7133 (gas combustibili). (3) IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI La classificazione della sostanza è: F+, R 12. Trattasi di gas liquefatto altamente infiammabile. Nelle prescritte condizioni di stoccaggio e d'uso il prodotto non presenta rischi per gli utilizzatori. In caso di rilascio il liquido che fuoriesce da un contenitore evapora rapidamente, si miscela con l'aria e crea pericolo di incendio e/o di esplosione. Può formare miscela esplosiva con l'aria specialmente in ambienti chiusi o dentro recipienti vuoti e non bonificati. Il prodotto non è considerato tossico ma l'accumulo di vapori in ambienti confinati, può produrre asfissia (per carenza di ossigeno). I vapori sono invisibili ma l'espansione del liquido produce nebbia in presenza di aria umida. I vapori hanno densità superiore all'aria e si propagano in prossimità del suolo. Il forte riscaldamento del contenitore (ad esempio, in caso di incendio) provoca un notevole aumento di volume del liquido e di pressione, con pericolo di scoppio del recipiente che lo contiene. Il contatto con il liquido provoca gravi lesioni da freddo alla cute e agli occhi. La combustione produce CO2 (anidride carbonica), gas asfissiante; in carenza di ossigeno, per insufficiente areazione / ventilazione / scarico dei fumi, può produrre CO (monossido di carbonio), gas fortemente tossico. (4) INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO Nel caso di: Inalazione (fase gassosa): - allontanare l'infortunato dalla zona inquinata; - sottoporre immediatamente l'infortunato a cure mediche qualora vi siano sintomi attribuibili all'inalazione dei vapori; - praticare la respirazione artificiale nel caso l'infortunato abbia serie difficoltà di respirazione Contatto con la pelle (fase liquida): - irrigare con acqua la zona cutanea interessata; togliere con cautela gli indumenti e irrigare abbondantemente la parte lesa con acqua. Ricorrere al medico per il trattamento di eventuali lesioni da freddo. Contatto con gli occhi (fase liquida): - irrigare abbondantemente con acqua a palpebre ben aperte; ricorrere al più presto ad un medico specialista. Ingestione: - caso estremamente improbabile. AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 2 di 8 (5) MISURE ANTINCENDIO Non spegnere un incendio se non si è sicuri di intercettare il flusso del gas . É preferibile avere un rilascio incendiato anzichè una nuvola di gas che si espande e può trovare una fonte di accensione. Raffreddare le bombole e i serbatoi investiti dal fuoco per evitarne il surriscaldamento (con conseguente possibilità di scoppio). Incendi di piccola entità possono essere spenti con estintori a polvere chimica o anidride carbonica. Rilasci incendiati di notevole entità - quando non si riesce a spegnerli mediante intercettazione del flusso del gas - vanno ridotti e mantenuti sotto controllo con l'uso di lance idriche a getto frazionato. Usare acqua nebulizzata o a getto frazionato per diluire, al disotto del limite inferiore d'esplosività, la concentrazione di eventuali nubi di gas. L'equipaggiamento speciale per gli addetti antincendio deve prevedere caschi, visiere, guanti nonchè, nei casi più gravi, tute antincendio ed autorespiratori. Prodotti pericolosi della combustione: COx e idrocarburi parzialmente combusti. (6) PROVVEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE - Eliminare prontamente le fonti di accensione. Bloccare il rilascio all'origine se è possibile farlo senza rischio. Avvisare gli occupanti di zone sottovento del rischio di incendio ed esplosione; farle evacuare se necessario. - Usare solo apparecchiature elettriche di sicurezza. - Ventilare gli ambienti chiusi e lasciar evaporare il prodotto, favorendone la dispersione. Tener presente che i vapori sono più pesanti dell'aria. - Informare le Autorità competenti in accordo con la legislazione vigente e con il piano per l'emergenza esterna (ove esistente). (7) MANIPOLAZIONE ED IMMAGAZZINAMENTO Manipolazione: - Operare in luoghi ben ventilati. - Usare attrezzi antiscintilla. - Durante le operazioni di travaso, curare la corretta messa a terra delle apparecchiature e applicare le misure necessarie per prevenire l'accumulo di cariche elettrostatiche. - Indossare indumenti in cotone o lana e scarpe antistatiche ed antiscintilla. Evitare gli indumenti in tessuto sintetico. Immagazzinamento: - Non operare e/o stoccare vicino a fonti di ignizione. - Le apparecchiature e gli impianti elettrici devono essere in esecuzione a sicurezza, di tipo adeguato. - I contenitori fissi devono rispettare i requisiti previsti dalle norme per le attrezzature a pressione. - I recipienti mobili devono rispettare i requisiti previsti dalle norme ADR. AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 3 di 8 (8) PROTEZIONE PERSONALE / CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE Valori limite per esposizione e controllo. Protezione respiratoria Le concentrazioni pericolose per inalazione professionale, oltre le quali è prevedibile un danno da esposizione, sono fornite dalle tabelle elaborate dalla ACGIH (edizione 2001), come segue: - TLV-TWA: concentrazione media ponderata per giornata lavorativa di 8 ore e 40 ore settimanali (esposizione cronica) a cui quasi tutti i lavoratori possono essere esposti ripetutamente giorno dopo giorno senza effetti negativi: 1800mg/m3 (1000 ppm) Protezione delle mani - Usare guanti in pelle/crosta e disporre di guanti termoisolanti alla moschettiera per eventuale emergenza. Protezione degli occhi - Usare occhiali schermanti, visiera o schermo facciale a protezione da spruzzi di liquido. Protezione della pelle - Usare indumenti antistatici completi, atti a coprire anche gli arti superiori e inferiori. Controllo dell'esposizione ambientale - Non vi sono evidenze in materia. (9) PROPRIETÀ FISICHE E CHIMICHE Stato fisico stabilizzato Colore Odore : gas liquefatto a pressione. : incolore. : caratteristico se odorizzato per uso combustione o autotrazione (legge 1083/71); Limite di olfattibilità : 0,2 ÷ 0,4 % con odorizzante. 2 ÷ 5 % senza odorizzante. PH : neutro. Solventi : metanolo, etanolo, etere * Massa volumica del liquido a 15°C, in Kg/l : da 0,508 (propano) a 0,584 (butano), (metodo ASTM D 1657) * Massa volumica del vapore a 15°C, in Kg/m3 : da 1,86 (propano) a 2,45 (butano) * Tensione di vapore (ass.) a 15°C, in bar : da 7,5 (propano) a 1,8 (butano), (metodo ASTM D 1267) * Punto di ebollizione, in °C : da -42 (propano) a -0,5 (butano) * Punto di fusione, in °C : da -187 (propano) a -138 (butano) * Punto di infiammabilità, in °C : da -104 (propano) a -60 (butano) Temperatura di autoaccensione in °C : da 468 (propano) a 405 (butano) * Punto critico, in °C : da 96,5 (propano) a 151 (butano) Limiti inferiore e superiore di infiammabilità in aria, % in volume : 1,8 ÷ 9,5 AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 4 di 8 Idoneità materiali Solubilità in acqua ** Viscosità dinamica in fase liquida, in Pa x s ** Conducibilità termica in fase liquida, a 15°C in W/m x °C *** Conducibilità elettrica in fase liquida (a 0 ÷ 20°C) in Ω-1 X m-1 : scioglie i grassi e attacca la gomma naturale. Non corrode i materiali metallici. : trascurabile : da 11x10-5 (propano) a 17x10-5 (butano) : 13x10-2 : 0,1 ÷ 0,5 x 10-12 (propano), 1 ÷ 5 x 10-12 (butano) NB: * Le miscele intermedie sono caratterizzate da valori proporzionali alle rispettive percentuali. ** Technical Data Book - A.P.I. (2nd edition 1970) *** Encyclopédie des gaz - ELSEVIER (1976) (10) STABILITÀ E REATTIVITÀ Condizioni da evitare - evitare il forte riscaldamento del prodotto e dei contenitori. - evitare la rapida decompressione dei contenitori. Materiali da evitare - incompatibile con sostanze ossidanti. Prodotti di decomposizione pericolosi - in caso di innesco, brucia con reazione esotermica e produzione di ossidi di carbonio: CO, CO2 (11) INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE Tossicità acuta: prodotto leggermente inebriante che a elevate concentrazioni può causare asfissia. La rapida evaporazione del prodotto in fase liquida a contatto con gli occhi e con la pelle causa ustioni da freddo. Non esistono evidenze relative ai seguenti effetti: - tossicità cronica - potere sensibilizzante - cancerogenesi - mutagenesi - teratogenesi (12) INFORMAZIONI ECOLOGICHE Non sono disponibili dati di ecotossicità e di biodegradabilità a causa dell'elevata volatilità del prodotto che, non persistendo nel mezzo acquoso, non consente di portare a termine i test. Il prodotto rilasciato in grandi quantità nell'ambiente può aumentare il contenuto nell'aria di composti volatili organici (V.O.C.). Sono quindi da evitare i rilasci, effettuando la movimentazione a ciclo chiuso. AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 5 di 8 Il prodotto risulta classificato in classe di pericolo "0 - generalmente non inquinante delle acque" (fonti: BASF e HUELS - IUCLID, Existing Chemicals - 1996). Potenziale di riduzione dell'ozono (O.D.P.): 0 (zero). (13) CONSIDERAZIONI SULLO SMALTIMENTO Non esiste un problema di smaltimento di contenitori relativi all'utilizzo, trasporto e stoccaggio, in quanto i contenitori (bombole, fusti, ecc.) sono normalmente ricaricabili. In caso di smaltimento di prodotto per emergenza, se ne consiglia la combustione sotto controllo di tecnico qualificato. I contenitori non più riutilizzabili vanno bonificati con acqua o gas inerte. (14) INFORMAZIONI SUL TRASPORTO Il trasporto avviene in appositi contenitori a pressione ed è disciplinato dalle seguenti normative internazionali: R.I.D. (trasporto ferroviario) (Decreto del Ministero Infrastrutture e dei Classe 2 Trasporti 26 giugno 2003) Codice di classificazione 2 F A.D.R. (trasporto su strada) N. Kemler: 23 (Decreto del Ministero Infrastrutture e dei N. ONU: 1965 Trasporti 23 settembre 2005) Þ Þ I.M.D.G. (via mare) ICAO / I.A.T.A. (via aerea) (15) Divisione 2.1 n° ONU 1965 Divisione 2.1 n° ONU 1965 INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA Riferimenti: - D. Lgs. 16 luglio 1998, n. 285; - Decreto 14 giugno 2002 del Ministero della Salute. Classificazione: F+ Frasi di rischio: R 12 Estremamente infiammabile Consigli di prudenza: S 2 Conservare fuori dalla portata dei bambini AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 6 di 8 (frase obbligatoria) S 9 S 16 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare (frase facoltativa) (frase facoltativa) Ulteriori norme pertinenti - D.P.R. 547/55 del 27/4/1955 D.P.R. 303/56 del 19/3/1956 D.P.R. 336/94 del 13/4/1994 D.M. 5/9/1994 Ministero Sanità - Circolare n.74 del 29/9/1956 Ministero Interno - Decreto 14 maggio 2004 Ministero dell'Interno - D.Lgs. 4 dicembre 1992, n.475 - Direttiva Comunità Europea n. 93/112/CE del 10/12/1993 - Decreto 13/10/94 Ministero dell'Interno - Decreto 15/5/96 Ministero Ambiente - D.Lgs. 626/94 e 242/96 - D.M. 4 aprile 1997 - Norma UNI 10682 dell'ottobre 1997 - D.Lgs. 2 gennaio 1997, n.10 - D.Lgs. 4 agosto 1999, n.359 - D.Lgs. 25 febbraio 2000, n.93 PED - D.Lgs. 2 febbraio 2002, n.23 TPED - D.Lgs. 2 febbraio 2002, n.25 - Decreto 14 giugno 2002 Ministero della Salute AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 7 di 8 "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro" "Norme generali per l'igiene del lavoro" "Nuova tabella delle malattie professionali dell'industria" "Elenco delle industrie insalubri di cui all'art. 216 del Testo Unico delle leggi sanitarie" (N.B.: produzione e depositi di GPL presso produttori e grossisti rientrano fra le industrie insalubri di prima classe) "Depositi e rivendite di gas di petrolio liquefatti in bombole" parte seconda "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio dei depositi di GPL con capacità complessiva non superiore a 13 m3" "Attuazione della direttiva 89/686/CEE in materia di dispositivi di protezione individuale" "Modifica della direttiva 91/155/CE concernente i preparati pericolosi" "Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei depositi di G.P.L. in serbatoi fissi di capacità complessiva superiore a 5 m3 e/o in recipienti mobili di capacità complessiva superiore a 5.000 Kg" "Procedure e norme tecniche di sicurezza nello svolgimento delle attività di travaso di autobotti e ferrocisterne" "Direttive CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro" "Attuazione del D.Lgs. 3 febbraio 1997 n. 52" "Piccole centrali di G.P.L. per eti di distribuzione: progettazione, costruzione, installazione, collaudo ed esercizio" "Attuazione delle direttive 93/68/CEE - 93/95/CEE e 96/58/CE relative ai dispositivi di protezione individuale" "Attuazione della direttiva 95/63/CE: modifiche e integrazioni del D. Lgs. 19.9.1994 n. 626 relativo al miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori" "Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione" "Attuazione delle direttive 1999/36/CE, 2001/2/CE e della decisione 2001/107/CE in materia di attrezzature a pressione trasportabili" "Attuazione direttive 98/24/CE sulla protezione della salute e sicurezza dei lavoratori" "Recepimento della direttiva 2001/59/CE recante il XXXVIII aggiornamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose" - Decreto 1° dicembre 2004, n. 329 "Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione Ministero delle Attività Produttive delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93" (16) ALTRE INFORMAZIONI I pericoli che si possono presentare per un uso non corretto sono principalmente quelli relativi a incendio od esplosione oppure ad asfissia nel caso di rilasci non incendiati in zone confinate. E' indispensabile che tutti gli operatori ed utilizzatori dei G.P.L. siano informati ed addestrati sulle precauzioni da adottare per la movimentazione e l'utilizzo in sicurezza. I lavoratori devono essere formati ed addestrati in base alle loro specifiche mansioni, secondo le pertinenti norme di legge. Di seguito vengono elencate le più importanti norme di legge e regole tecniche contenenti disposizioni in materia: - Decreto 14 maggio 2004 Ministero dell'Interno - D.Lgs. 626 del 19.9.1994 - D.M. 13.10.1994 Ministero Interno - ADR 2005 Decreto 23 settembre 2005 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - D.M. 15.5.1996 Ministero Ambiente - D.M. 10.3.1998 Ministero Interno - D.M. 16.3.1998 Ministero Ambiente "Formazione e addestramento degli autisti addetti al rifornimento di serbatoi GPL di capacità fino a 13 m3" "Formazione antinfortunistica e addestramento dei lavoratori" "Addestramento dei responsabili didepositi GPL" "Obbligo di formazione professionale degli autisti, dei consulenti e degli operatori" "Procedure di sicurezza per il travaso dei GPL nei depositi" "Obbligo di formare ed addestrare gli addetti alle squadre antincendio e alla gestione delle emergenze per tutte le attività soggette a certificato di prevenzione incendi" "Modalità per informazione, addestramento ed equipaggiamento di lavoratori in situ" Fonte dei dati utilizzati: - Handbook butane-propane gases - Denny, Luxon and Hall - CHILTON C.ny (4th ed., 1962) ed esperienze derivanti dalla casistica incidenti. Le informazioni contenute nella presente scheda si riferiscono solo al prodotto indicato e possono non valere se il prodotto viene usato in combinazione con altri o per usi diversi da quelli previsti. Le informazioni sopra riportate sono basate sulle conoscenze in nostro possesso alla data "aprile 2006" AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 8 di 8 EDIZIONE APRILE 2006 - OLIVARES s.r.l. - 07/2006 - 3.000 AGL sch. GPL - em. gen 03: agg: II/apr 06 Scheda di Sicurezza GASOLIO 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA I PREPARATO E DELLA SOCIETA' 1.1 Nome del prodotto: GASOLIO 1.2 Impiego: Carburante per motori a combustione interna, per riscaldamento e altri usi industriali. 1.3 Società: ERG Petroli S.p.A. Sede Legale: Via V. Brancati, 60 - 00144 Roma Reg. Imp. RM, Cod. Fisc. e Parto IVA (IT): 00051570893 Telefono: +39.06.500921 1.4 Telefono di Emergenza: Centro Antiveleni del Policlinico A. Gemelli (Roma): +39.06.3054343 2. COMPOSIZIONE I INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI 2.0 Generalità Miscela complessa di idrocarburi, ottenuta per distillazione e raffinazione del Petrolio grezzo, avente n° di atomi di carbonio Cg-C20 e intervallo di distillazione approssimativo 160-390°C. 2.1 Componenti pericolosi Questo prodotto contiene, in proporzioni di volta in volta variabili e non predeterminabili, uno o più dei seguenti componenti: · Gasoli (non altrimenti specificati): da 0 a 100 % p. Questi componenti sono classificati: Xn, N; R: 40-51/53- 65-66 · Cherosene (non altrimenti specificati): da 0 a 10 % p. Questi componenti sono classificati: Xn, Xi, N; R 38-51/53-65 2.2 Altre informazioni In funzione delle caratteristiche e della provenienza dei componenti, nella composizione chimica del prodotto finito possono essere identificati alcuni dei seguenti composti chimici: Trimetilbenzeni, alchilbenzeni, naftalene ed altri: in quantità variabili e non prevedibili. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 1 di 9 Tali composti non sono aggiunti deliberatamente. Può contenere esteri metilici di acidi grassi (biodiesel) in quantità non superiore al 5% voI. Per il testo completo delle frasi R, vedi sez. 16. 3. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI 3.0 Generalità Il prodotto, nelle previste condizioni di impiego ed adottando le necessarie precauzioni d'uso, non presenta rischi particolari per l'utilizzatore. In base alla normativa vigente il prodotto è classificato pericoloso e la sua classificazione è: Xn, N; R: 40-51/53-65-66 (per il testo completo delle frasi R, vedi sezione 16) 3.1 Pericoli fisico-chimici Il rischio maggiore è quello di incendio associato alla sua combustibilità. Il prodotto riscaldato emette vapori che formano con l'aria miscele infiammabili ed esplosive. I vapori, più pesanti dell'aria, possono accumularsi in locali confinati o in depressioni, propagarsi a quota suolo e creare rischi di incendio ed esplosione anche a distanza. 3.2 Pericoli per la salute Il contatto ripetuto e prolungato con la pelle può causare irritazione, arrossamenti e dermatiti da contatto, con la possibilità di alterazioni maligne. Il contatto accidentale con il liquido o l'esposizione prolungata ai vapori può causare irritazione agli occhi. Il prodotto ha una tensione di vapore bassa che, anche a temperatura ambiente, non è sufficiente a produrre una significativa concentrazione di vapori. In casi particolari, quali formazione di nebbie e/o alta temperatura, l'esposizione ad alte concentrazioni di nebbie o vapori può causare irritazione alle vie respiratorie, nausea, malessere e stordimento, particolarmente in ambienti confinati e non adeguatamente ventilati. L'ingestione accidentale di piccole quantità può causare nausea, malessere e disturbi gastrici. Date le caratteristiche organolettiche del prodotto, l'ingestione di grandi quantità è da considerare improbabile. Per tutti i prodotti petroliferi a bassa viscosità « di 7 mmq/s a 40°C) un rischio specifico è legato all'aspirazione del liquido nei polmoni, questa si può verificare direttamente in seguito alla ingestione, oppure successivamente in caso di vomito, spontaneo o provocato. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 2 di 9 In tale evenienza può insorgere polmonite chimica, una condizione che richiede trattamento medico e che può risultare fatale. Alcuni dei composti chimici potenzialmente presenti possono avere effetti dannosi in caso di esposizione prolungata. Pertanto va limitata l'esposizione. (per le caratteristiche tossicologiche in senso proprio del prodotto, vedi sezione 11.) 3.3 Pericoli per l'ambiente Date le caratteristiche dei componenti, una parte del prodotto evapora e si disperde in aria (tale fenomeno contribuisce alla formazione di smog fotochimico); la parte rimanente ha bassa biodegradabilità in condizioni anaerobiche e può risultare persistente. Alcuni dei composti chimici potenzialmente presenti hanno un potenziale di bioaccumulazione e risultano dannosi per gli organismi acquatici. 3.4 Altri pericoli In alcune circostanze, il prodotto può accumulare cariche elettrostatiche in notevole quantità con rischio di scariche che possono innescare incendi o esplosioni. 4. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO Contatto Pelle Togliere di dosso abiti e calzature contaminati. Lavare la pelle con acqua e sapone. Contatto Occhi Irrigare abbondantemente con acqua per alcuni minuti, tenendo le palpebre ben aperte. Se persiste irritazione consultare uno specialista. Inalazione In caso di esposizione ad elevata concentrazione di nebbie e/o vapori, trasportare l'infortunato in atmosfera non inquinata e chiamare immediatamente un medico. In attesa del medico, se la respirazione si è fermata, praticare la respirazione artificiale e, in caso di arresto cardiaco, praticare il massaggio cardiaco. Ingestione Non indurre il vomito onde evitare aspirazione di prodotto nei polmoni. Se la persona è cosciente, far sciacquare la bocca con acqua senza deglutire. Tenere l'infortunato a riposo e chiamare immediatamente il medico. Aspirazione Se si suppone che si sia verificata aspirazione di prodotto liquido nei polmoni (ad es. in caso di vomito spontaneo o erroneamente provocato) trasportare d'urgenza l'infortunato in ospedale. Data di emissione: 1 luglio 2004 Nome del Prodotto GASOLIO Precedente revisione: 4 novembre 2002 Pago 3 di 9 In tale evenienza può insorgere polmonite chimica, una condizione che richiede trattamento medico e che può risultare fatale. Alcuni dei composti chimici potenzialmente presenti possono avere effetti dannosi in caso di esposizione prolungata. Pertanto va limitata l'esposizione. (per le caratteristiche tossicologiche in senso proprio del prodotto, vedi sezione 11.) 3.3 Pericoli per l'ambiente Date le caratteristiche dei componenti, una parte del prodotto evapora e si disperde in aria (tale fenomeno contribuisce alla formazione di smog fotochimico); la parte rimanente ha bassa biodegradabilità in condizioni anaerobiche e può risultare persistente. Alcuni dei composti chimici potenzialmente presenti hanno un potenziale di bioaccumulazione e risultano dannosi per gli organismi acquatici. 3.4 Altri pericoli In alcune circostanze, il prodotto può accumulare cariche elettrostatiche in notevole quantità con rischio di scariche che possono innescare incendi o esplosioni. 4. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO Contatto Pelle Togliere di dosso abiti e calzature contaminati. Lavare la pelle con acqua e sapone. Contatto Occhi Irrigare abbondantemente con acqua per alcuni minuti, tenendo le palpebre ben aperte. Se persiste irritazione consultare uno specialista. Inalazione In caso di esposizione ad elevata concentrazione di nebbie e/o vapori, trasportare l'infortunato in atmosfera non inquinata e chiamare immediatamente un medico. In attesa del medico, se la respirazione si è fermata, praticare la respirazione artificiale e, in caso di arresto cardiaco, praticare il massaggio cardiaco. Ingestione Non indurre il vomito onde evitare aspirazione di prodotto nei polmoni. Se la persona è cosciente, far sciacquare la bocca con acqua senza deglutire. Tenere l'infortunato a riposo e chiamare immediatamente il medico. Aspirazione Se si suppone che si sia verificata aspirazione di prodotto liquido nei polmoni (ad es. in caso di vomito spontaneo o erroneamente provocato) trasportare d'urgenza l'infortunato in ospedale. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 3 di 9 5. MISURE ANTINCENDIO o o o o o o 6. Mezzi di estinzione appropriati : Polvere chimica Anidride carbonica Schiuma L'utilizzo di acqua e getto frazionato è riservato a personale appositamente addestrato. Non usare acqua a getto pieno sul prodotto in fiamme. Usare getti d'acqua per raffreddare superfici e contenitori esposti al calore. Coprire gli eventuali spandimenti che non hanno preso fuoco con schiuma o terra. Prodotti pericolosi della combustione: Equipaggiamento speciale per gli addetti antincendio : COx; HC, SOx Mezzi di protezione personale Autorespiratori PROWEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE o o o o Eliminare le fonti di accensione. Se in ambiente chiuso, ventilare l'ambiente. Se possibile, bloccare lo spandimento all'origine. Evitare che il liquido defluisca in corsi d'acqua o nelle fognature, e che si accumuli in luoghi confinati. o o Avvertire gli occupanti delle zone sottovento del rischio di esplosione ed incendio. Informare le autorità competenti in accordo con la normativa vigente. In caso di dispersione sul suolo Contenere il prodotto fuoriuscito con terra sabbia o altro mezzo assorbente. Raccogliere il prodotto ed il materiale di risulta in contenitori impermeabili e resistenti agli idrocarburi. Awiare a recupero o smaltire in accordo con la normativa vigente. In caso di dispersione in acqua Asportare, con opportuni mezzi meccanici o con assorbenti, il prodotto versato. Raccogliere il prodotto ed il materiale di risulta in contenitori impermeabili e resistenti agli idrocarburi. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 4 di 9 Awiare a recupero o smaltire in accordo con la normativa vigente. Precauzioni per il personale 7. MANIPOLAZIONE ED IMMAGAZZINAMENTO o o o o o o o o 8. Vedi sezione 8 Operare in luoghi ben ventilati e, comunque, nel rispetto delle norme di prevenzione incendi. Non fumare Durante le operazioni di trasferimento elo di miscelazione, osservare misure protettive contro le scariche elettrostatiche (collegamento a terra dei contenitori, ecc.). Temperatura di stoccaggio raccomandata: non superiore a 50 °C. Non stoccare in prossimità di fonti di accensione. Non forare, tagliare, smerigliare, saldare, brasare, incenerire o bruciare i contenitori vuoti non bonificati. Evitare il contatto con la pelle. Evitare di respirare i vapori e le nebbie del prodotto. PROTEZIONE PERSONALE I CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE 8.1 Protezione respiratoria . Controllo dell'esposizione: Per il controllo dell'esposizione al prodotto "Gasolio", si riportano i limiti di esposizione più significativi. Gasolio (totale HC) Nebbia olio minerale Naftalene Trimetilbenzeni 2-Fenilpropene : 100 mg/m3 (TWA) :5 mg/m3 (TWA), 10 mg/m3 (STEL) : 10 ppm (TWA), 15 ppm (STEL) (*) : 20 ppm (TWA) : 50 ppm (TWA), 100 ppm (STEL) (AC.G.I.H.2004) (AC.G.I.H.2004) (AC.G.I.H.2004) (D.M. 26/02/2004) (D.M. 26/02/2004) (*) Occorre tener conto della possibile esposizione per contatto pelle L'esperienza indica che se si è al disotto dei limiti indicati, è prevedibile che siano rispettati gli eventuali limiti per gli altri composti chimici indicati in sez. 2. Se necessario, fare riferimento ai limiti elencati nel D.M. 26/02/2004, nei contratti di lavoro o nella documentazione ACGIH. Procedure di monitoraggio: fare riferimento al D.Lgs. 25/2002. 8.2 Protezione Dersonale Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 5 di 9 Qualora la concentrazione del prodotto in aria dovesse risultare superiore ai limiti di esposizione sopra riportati e gli impianti, le modalità operative e gli altri mezzi per ridurla non risultassero sufficienti, può essere necessario prevedere l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale. o Protezione Respiratoria In ambienti ventilati o all'aperto (es. Punto Vendita) : In ambienti chiusi (es. Interno Serbatoio) : o Nessuna. Equipaggiamento respiratorio conforme al D.M. 02.05.01 Protezione Mani, Occhi, Pelle Utilizzare DPI conformi al D.M. 02.05.01. In caso di manipolazione usare abiti con maniche lunghe. Nel caso, fare riferimento alle norme UNI EN 465-466-467. In caso di possibilità di contatto con gli occhi, usare occhiali antispruzzo o altri mezzi di protezione. Nel caso, fare riferimento alla norma UNI EN 166. In caso di possibilità di contatto ripetuto/prolungato con la pelle, usare guanti in nitrile o spalmati con PV A (polivinilalcool) e felpati internamente. Guanti di PVC (polivinilcloruro) possono essere utilizzati per brevi periodi. Il neoprene o la gomma naturale (lattice) non hanno caratteristiche di resistenza adeguate. Usare i guanti nel rispetto delle condizioni e dei limiti fissati dal produttore. Nel caso, fare riferimento alle norme UNI EN 374. 8.3 Misure di laiene · Evitare il contatto con la pelle e con gli occhi. · Non respirare nebbie e/o vapori del prodotto. · Non mangiare, bere, fumare con le mani sporche di prodotto. · Attenersi a buone pratiche di igiene personale. · Non riutilizzare gli indumenti ancora contaminati. 9. PROPRIETA' FISICHE E CHIMICHE o o o o o Aspetto Odore pH Intervallo di distillazione Temperatura di infiammabilità, Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 liquido limpido pungente non applicabile 160-390 >55 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 6 di 9 ° ° ° ° ° ° ° 10. 11 .1 kPa kg/m3 10gKow mmq/s °C % v in aria % v in aria : 45-90 : 820-865 : trascurabile : 3,3-6 : <7 : >220 :1 :6 STABILITA' E REA TTIVIT A' ° ° ° ° 11. Tensione di vapore, a 37,8°C, Massa volumica, a 15°C Solubilità in acqua Coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua Viscosità, a 40°C, Temperatura di Autoaccensione, Limiti di esplosività, inf. sup. Prodotti di decomposizione per incendio Stabilità prodotto Polimerizzazione pericolosa Sostanze incompatibili COx ; HC stabile non awiene forti ossidanti INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE T ossicità Acuta LD50 orale LD50 cutanea LC50 inalatoria (ratto) (coniglio) (ratto) Superiore a 2 g/kg Superiore a 2 g/kg Superiore a 20 mg/I/4h Il valore di LC50 è stimato sulla base di informazioni relative a intermedi di raffineria con analogo intervallo di distillazione e numero di atomi di carbonio. Può causare irritazione alla pelle, agli occhi ed alle prime vie respiratorie in caso di sovraesposizione dovuta ad utilizzo non corretto. 11.2 Tossicità Cronica Lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), nella sua Monografia del 1989 ha riscontrato per i gasoli, in studi a lungo termine sui topi, risultati di incerta interpretazione, pertanto ha assegnato i "Distillates Light Diesel Fuels" al suo Gruppo 3 (agente non classifica bile per le proprietà cancerogene nell'uomo, per studi inadeguati). Pertanto, nel 21° ATP (Adeguamento al Progresso Tecnico) della Direttiva 67/548 CE, il gasolio commerciale è stato classificato cancerogeno di categoria 3 con frase di rischio R:40. 12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE In caso di dispersione nell'ambiente, i costituenti più volatili del prodotto evaporano nell'atmosfera, dove subiscono rapidi processi di degradazione e favoriscono la formazione di smog fotochimico. La parte rimanente è da considerare "inerentemente" ma non "prontamente" biodegradabile: può pertanto risultare moderatamente persistente, particolarmente in condizioni anaerobiche. Alcuni dei composti potenzialmente presenti hanno un potenziale di bioaccumulazione (Log Kow>3). Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 7 di 9 Non sono disponibili dati specifici di ecotossicità. Sulla base della composizione, e per analogia con prodotti e frazioni petrolifere dello stesso tipo, è presumibile che questo prodotto abbia una tossicità per gli organismi acquatici fra 1 e 10 mg/l e sia da considerare pericoloso per l'ambiente. Questo prodotto non ha caratteristiche specifiche di inibizione delle culture batteriche. In ogni caso, le acque contaminate dal prodotto devono essere trattate in impianti di depurazione adeguati allo scopo. Utilizzare secondo buone pratiche lavorative evitando di disperdere il prodotto nell'ambiente. 13. OSSERVAZIONI SULLO SMALTIMENTO Non scaricare sul terreno, né in fognature, cunicoli o corsi d'acqua. Per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dal prodotto, inclusi contenitori vuoti non bonificati, attenersi al D.Lgs. 22/97 e normativa collegata. 14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO Denominazione ONU : Gasolio, Carburante Diesel, Olio da Riscaldamento Leggero N° ONU: 1202 N° identificazione del pericolo: 30 Disposizione speciale 640L A.D.R. 1 R.I.D. cl. 3 Pack. Gr. 11I I.A.T.A. cl. 3 Pack. Gr. 111 I.M.D.G. cl. 3 Pack. Gr. 111 EmS 3-07 15. INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA 15.1 D.Lgs. n. 65 del 14/03/2003, D.M. 14/06/2002 e normative collegate relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi. Simboli Frasi di rischio Consigli di Prudenza R:40, R:51/53, R:65, R:66 S:24, S:36/37, S:61, S:62 (per il testo completo delle frasi R ed S, vedi sezione 16.) 15.2 DPR 303/56 DPR 547/55 DPR 336/94 D.Lgs. 626/94+ D.Lgs. 242/96+ D.Lgs. 25/02 "Norme generali per l'igiene del lavoro" "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro" 'Tabella delle malattie professionali nell'industria" "Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 8 di 9 16. ALTRE INFORMAZIONI 16.1 Non utilizzare il prodotto per scopi diversi da quelli indicati. In tal caso l'utilizzatore può essere esposto a pericoli non prevedibili. 16.2 Testo delle frasi di rischio e dei consigli di prudenza citati nelle altre sezioni della Scheda. Frasi di Rischio R:40 R:51/53 R:65 R:66 Possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. Nocivo, può provocare danni ai polmoni in caso di ingestione. L'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle. Consigli di prudenza S:24 S:36/37 S:61 S:62 Evitare il contatto con la pelle. Usare indumenti protettivi e guanti adatti. Non disperdere nell'ambiente. In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli l'etichetta. 16.3 Scheda di Sicurezza conforme al D.M. 07/09/2002. 16.4 Le informazioni contenute nella presente scheda sono quanto di meglio in nostro possesso e, per quanto ne sappia ERG, sono accurate. Esse si riferiscono esclusivamente al prodotto specifico e possono non essere valide qualora questo sia utilizzato in combinazione con altri prodotti o in lavorazioni che possano modificarne comportamenti e caratteristiche. Le modalità di impiego del prodotto rientrano nella sfera di controllo dell'utilizzatore, è pertanto responsabilità di quest'ultimo assicurarsi l'idoneità e completezza delle informazioni riportate in relazione al particolare uso che egli intende fare del prodotto stesso. La ERG Petroli S.p.A. declina ogni responsabilità per un uso del prodotto improprio o diverso da quello previsto. La ERG Petroli S.p.A. si awale della collaborazione del Centro Antiveleni del Policlinico A.Gemelli, Università del S.Cuore di Roma, per l'assistenza di primo soccorso in caso di uso improprio dei propri prodotti. In caso di necessità il Centro è disponibile 24 ore al giorno, per tutto l'anno giorni festivi compresi, al numero di telefono: +39.06.3054343 Il Centro Antiveleni è owiamente disponibile per fornire indicazioni di primo soccorso anche in caso di intossicazione o awelenamento con sostanze non prodotte dalla ERG Petroli S.p.A. ed i suoi interventi, a parte il costo della telefonata, sono completamente gratuiti. Data di emissione: 1 luglio 2004 Precedente revisione: 4 novembre 2002 Nome del Prodotto GASOLIO Pago 9 di 9 Confezione: sacco da 15 kg P r e fe t t u r a d i T o r ino - P r o t e z io n e C iv i le Re v. 1/ 1 P ia no d i E me r g e n z a E st e r no st a b il i me nt o LI Q U I G AS – V o lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 4 Elenco recapiti telefonici e fax NOTA: i recapiti telefonici indicati in grassetto sono da considerarsi recapiti di emergenza attivi h24 o nell’orario esplicitamente menzionato. Gli altri recapiti indicati sono invece da considerarsi numeri telefonici di supporto. Prefettura di Torino - Protezione Civile Rev. 1/1 Piano di Emergenza Esterno stabilimento Liquigas - Volpiano cod. NOME TELEFONO orario EMERGENZA RSPP: Custode UTG PREFETTURA di TORINO REG REGIONE PIEMONTE Settore PROTEZIONE CIVILE Settore GRANDI RISCHI AMBIENTALI, DANNO AMBIENTALE E BONIFICHE PRO PROVINCIA di TORINO Servizio PROTEZIONE CIVILE Reperibilità (fuori orario ufficio) Servizio TUTELA AMBIENTALE VOL COMUNE di VOLPIANO Sindaco: Comando Polizia Municipale: FAX Telefona a: VVF, VOL, LEI, LIM GES LIQUIGAS S.p.A. Cellulare ATEX per emergenze Gestore: Responsabile stabilimento: VVF VIGILI del FUOCO altri recapiti -115 24h REG, PRO UTG, 112, 113, 118 Prefettura di Torino - Protezione Civile Rev. 1/1 Piano di Emergenza Esterno stabilimento Liquigas - Volpiano cod. NOME numeri reperibilità 24h CENTRO di COORDINAMENTO CCO OPERATIVO LEI COMUNE di LEINI' Sindaco: Consigliere delegato Protezione Civile: Referente COM: Comando Polizia Municipale: Reperibilità 24h ARP ARPA DIPARTIMENTO DI TORINO Dirigente reperibile ASL A.S.L. TO4 Dipartimento di Prevenzione Segreteria Direttore EMERGENZA TELEFONO orario altri recapiti FAX Telefona a: Prefettura di Torino - Protezione Civile Rev. 1/1 Piano di Emergenza Esterno stabilimento Liquigas - Volpiano cod. NOME 118 112 Centralino Ospedale di Chivasso Reperibile SIAN/SISP Reperibile SPRESAL SERVIZIO EMERGENZA SANITARIA Gestione Centrale Operativa CARABINIERI COMANDO PROVINCIALE Torino Compagnia di Chivasso NUCLEO ELICOTTERI Volpiano Centrale operativa 113 QUESTURA di TORINO PSS POLIZIA STRADALE centralino reperibilità dirigente GTT G.T.T. S.p.A. Divisione TPL Centrale Operativa SIS: ANS ANAS S.p.A. TELEFONO orario EMERGENZA -118 24h -112 24h -113 24h altri recapiti FAX Telefona a: ARP, ASL PSS, GTT Prefettura di Torino - Protezione Civile Rev. 1/1 Piano di Emergenza Esterno stabilimento Liquigas - Volpiano cod. NOME COMPARTIMENTO DI TORINO Resp. Sicurezza: Sala Operativa Comp. H24 Responsabile S.O.: Centralino ANAS (nei giorni festivi ed orari notturni fornisce il nominativo e n° telefonico del funzionario reperibile) ENL ENEL Distribuzione S.p.A. ESERCIZIO DI TORINO: centro operativo (24h) LIM Società GRAFICA PIEMONTESE LIM Società TIPOGRAFIA GIRAUDO LIM Società S.A.C.R.I.M.A. EMERGENZA TELEFONO orario altri recapiti FAX Telefona a: P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS - Vo lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 5 Moduli per la comunicazione in emergenza Moduli per la comunicazione di fine emergenza P r e fe t t u r a d i T o r ino - P r o t e z io n e C iv i le Re v. 1/ 0 P ia no d i E me r g e n z a E st e r no st a b il i me nt o LI Q U I G AS – V o lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D.Lgs. 334/99) ALLEGATO 6 Schemi a blocchi procedure di allertamento e intervento Codice Arancione Codice Rosso LEGENDA PREFETTURA DI TORINO PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA DI ALLERTAMENTO E D’INTERVENTO Aziende LIQUIGAS S.p.A. Comune VOLPIANO QUESTURA / POLIZIA STRADALE 113 Allertamento telefonico GTT ATTUA PIANO Azione da svolgere INVIA PATTUGLIE CARABINIERI 112 INVIA PATTUGLIE CODICE ARANCIONE COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO 115 INVIA UNITA’ DI SOCCORSO IL COMANDANTE O SUO DELEGATO SI RECA AL CCO ED ASSUME DIREZIONE TECNICO-OPERATIVA DELL’INTERVENTO GESTORE ATTUA PIANO INTERNO DI MESSA IN SICUREZZA DELL’IMPIANTO UN RESPONSABILE SI RECA AL CCO COORDINAMENTO CON POLIZIE MUNICIPALI PREFETTURA INFORMA PROVINCIA TIENE CONTATTO CON IL DIRETTORE DELL’INTERVENTO O SUO DELEGATO PRESSO IL CCO E COORDINA I SERVIZI DI EMERGENZA ATTIVITA’ LIMITROFE SERVIZIO EMERGENZA SANITARIA 118 PREDISPONGONO RIFUGIO AL CHIUSO PER LE PERSONE PRESENTI INVIA AL CCO UN’UNITA’ DI PRONTO INTERVENTO SANITARIO REGIONE INFORMA ARPA DIPARTIMENTO TORINO ASL TO4 ATTUANO PIANO DI EMERGENZA INTERNO RIMANE IN CONTATTO CON IL CCO E FORNISCE INFORMAZIONI SULL’EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE COMUNE VOLPIANO POLIZIA MUNICIPALE ATTIVA IL CENTRO DI COORDINAMENTO OPERATIVO (C.C.O.) PREFETTURA MEDIA SINDACO IL SINDACO SI RECA AL CCO E RIMANE A DISPOSIZIONE DEL COORDINATORE DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO INFORMA LA POPOLAZIONE INVIA PATTUGLIE SERVIZI TECNICI COMUNALI E VOLONTARIATO PROVINCIA COMUNE LEINI’ POLIZIA MUNICIPALE INFORMA LA POPOLAZIONE INVIA PATTUGLIE Aggiornamento giugno 2008 PREFETTURA DI TORINO PROTEZIONE CIVILE LEGENDA PROCEDURA DI ALLERTAMENTO E D’INTERVENTO Aziende Comune QUESTURA / POLIZIA STRADALE 113 All ertamento telefonico GTT Azione da svolgere DISPONE IL BLOCCO DEL SERVIZIO AUTOBUS NEL TRATTO INTERDETTO INVIA PATTUGLIE LIQUIGAS S.p.A. VOLPIANO ATTUA PIANO UN RESPONSABILE SI RECA AL CCO CARABINIERI 112 CODICE ROSSO COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO 115 INVIA UNITA’ DI SOCCORSO IL COMANDANTE O SUO DELEGATO SI RECA AL CCO ED ASSUME DIREZIONE TECNICO-OPERATIVA DELL’INTERVENTO ATTIVITA’ LIMITROFE GESTORE PREDISPONGONO RIFUGIO AL CHIUSO PER LE PERSONE PRESENTI ATTUA PIANO INTERNO DI MESSA IN SICUREZZA DELL’IMPIANTO ATTUANO PIANO DI EMERGENZA INTERNO ATTIVA IL SISTEMA OTTICO-ACUSTICO PER LA DIRAMAZIONE DELLO STATO DI ALLARME ALLA POPOLAZIONE COMUNE VOLPIANO RIMANE IN CONTATTO CON IL CCO E FORNISCE INFORMAZIONI SULL’EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE ATTIVA IL CENTRO DI COORDINAMENTO OPERATIVO (C.C.O.) IL SINDACO SI RECA AL CCO E RIMANE A DISPOSIZIONE DEL COORDINATORE DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO PREFETTURA MEDIA PROVINCIA SINDACO COMUNE LEINI’ INVIA PATTUGLIE UN RESPONSABILE SI RECA AL CCO COORDINAMENTO CON POLIZIE MUNICIPALI PROVINCIA PREFETTURA INFORMA REGIONE IL PREFETTO SI RECA AL CCO E COORDINA L’EMERGENZA INFORMA GLI ORGANI DI STAMPA E COMUNICAZIONE SERVIZIO EMERGENZA SANITARIA 118 INVIA AL CCO UN’ UNITA’ DI PRONTO INTERVENTO SANITARIO ARPA DIPARTIMENTO TORINO INFORMA ATTIVA UNITA’ DI MONITORAGGIO ALLERTA PRESIDIO OSPEDALIERO ATTIVA LE STRUITURE INTERNE COMPETENTI UN RESPONSABILE SI RECA AL CCO ASL TO4 POLIZIA MUNICIPALE INVIA PATTUGLIE INFORMA LA POPOLAZIONE SERVIZI TECNICI COMUNALI INFORMA STRUTTURE INTERNE COMPETENTI COLLABORA CON ARPA PER INDIVIDUARE MISURE INTERDITTIVE E DI SICUREZZA VOLONTARIATO POLIZIA MUNICIPALE INFORMA LA POPOLAZIONE INVIA PATTUGLIE Aggiornament o giugno 2008 P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS - Vo lp ia no Prefettura di Torino PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99) ALLEGATO 7 Piani di Funzione dei singoli soggetti P r e fet t u r a d i T o r ino - P r o t ez io n e C iv i le P ia no d i E me r g e nz a E st er no st a bilim e nt o LI QU IG AS - Vo lp ia no Assegnazione delle funzioni operative e di supporto DIREZIONE INTERVENTO ENTE RESPONSABILE Intervento sul luogo dell'incidente Vigili del Fuoco FUNZIONE DI SUPPORTO Sanitaria ENTE RESPONSABILE RESPONSABILE DELLA FUNZIONE1 DATI DA MANTENERE AGGIORNATI - RESPONSABILE DELLA FUNZIONE1 DATI DA MANTENERE AGGIORNATI - 118 ASL TO4 - Prefettura Torino Informazione e stampa Comune Volpiano Questura/Polstrada Carabinieri Polizie Municipali: - Trasporto e viabilità Viabilità dell'area di interesse per la pianificazione dell'intervento Elementi territoriali vulnerabili, residenti e attività produttive e agricole a rischio. Volpiano Leinì Comune Volpiano Assistenza popolazione Comune Leinì Luogo di ricovero di cui alla Sezione 3 par.3.4. Allegato 4 e Allegato 7 con i dati trasmessi a cura dei singoli Soggetti Modalità di funzionamento del CCO Prefettura Torino Coordinamento CCO Protezione dell'ambiente Tutte Comune Volpiano - ARPA Piemonte Tutti Responsabile individuato Nome del responsabile della funzione in caso di variazioni Recapiti telefonici in emergenza 1 Designato dall'ente competente e riportato nel Piano di Funzione
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