Untitled - Aracne editrice

A
Silvana Moscatelli
Il diritto all’alimentazione
nel sistema dei diritti umani
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
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via Raffaele Garofalo, /A–B
 Roma
() 
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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: settembre 
a Luca,
Francesco e Riccardo
7
Indice
11
Prefazione
13
Introduzione
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Capitolo I
La fame e l’alimentazione nel contesto internazionale
1.1. Alimentazione e malnutrizione, 19 – 1.2. I sistemi di informazione
dello stato dell’alimentazione a livello globale, 23 – 1.3. La lotta alla fame
e il ruolo della Comunità internazionale, 25 – 1.4. Il ruolo primario della
FAO nello sradicamento della fame e della povertà, 32.
37
Capitolo II
Il fondamento giuridico del diritto all’alimentazione
2.1. I diritti economici, sociali e culturali e il diritto all’alimentazione, 37–
2.2. L’art. 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, 40 –
2.3. Il processo di formazione dell’art. 11 del Patto sui diritti economici,
sociali e culturali, 43 – 2.3.1. La portata del primo paragrafo dell’art. 11,
48 – 2.3.2. La portata del secondo paragrafo dell’art. 11, 50 – 2.4. Il diritto
alla “libertà dalla fame” e il diritto all’alimentazione, 52 – 2.5. Gli altri
strumenti giuridici internazionali, 55 – 2.6. La tutela del diritto
all’alimentazione a livello regionale, 56 – 2.7. La natura degli obblighi
degli Stati, 61 – 2.8. Gli obblighi di “respect, protect and fulfil”, 66 –
2.8.1. L’obbligo di rispettare, 68 – 2.8.2 L’obbligo di proteggere, 70 –
2.8.3. L’obbligo di realizzare, 71 – 2.9 L’attività normativa della FAO, 72
– 2.9.1 Le Voluntary Guidelines per la progressiva realizzazione del dirit-
7
8
Indice
to all’alimentazione nel contesto della sicurezza alimentare nazionale, 76
– 2.10. Considerazioni conclusive, 81.
83
Capitolo III
La tutela del diritto all’alimentazione a livello nazionale
3.1. Il riconoscimento costituzionale del diritto all’alimentazione, 83 –
3.2. I rapporti statali sull’attuazione del Patto sui diritti economici, sociali
e culturali, 86 – 3.3. Modalità di attuazione del diritto all’alimentazione in
ambito nazionale, 91 – 3.3.1. L’accesso alla terra e il diritto
all’alimentazione, 100 –3.4. La giustiziabilità del diritto all’alimentazione,
106 – 3.5. Considerazioni conclusive, 116.
119
Capitolo IV
L’aspetto multidimensionale del diritto all’alimentazione
4.1. Premessa, 119.
Sezione I
Il commercio internazionale e il diritto all’alimentazione
1.1. Il regime GATT/WTO e il commercio di prodotti agricoli e alimentari, 123 –
1.2. L’Accodo sull’agricoltura (AoA) del 1993, 129 – 1.3. I “non-trade concerns”
in agricoltura, 133 – 1.4. Dalla Convezione sull’aiuto alimentare (FAC) alla Convenzione sull’assistenza alimentare, 135 – 1.5. La sicurezza degli alimenti (food safety), 139 – 1.6. Il diritto all’alimentazione e il commercio internazionale: il bilanciamento degli obblighi statali derivanti dal regime GATT/WTO e quelli discendenti dal sistema dei diritti umani, 144.
Sezione II
I diritti di proprietà intellettuale sulle varietà vegetali come
ostacolo all’esercizio del diritto all’alimentazione
2.1. Le biotecnologie e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, 151 – 2.2.
L’accesso alle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura: l’azione della FAO, 157 – 2.3. Il processo di revisione dell’Impegno internazionale, 161 – 2.4.
La Dichiarazione di Lipsia del 1996 e il Global Plan of Action, 165 – 2.5. Il Trattato sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura e i diritti degli agricoltori, 168 – 2.6. Il caso della privativa del fagiolo Enola, 171 – 2.7. Possibili conflitti tra diritti di proprietà intellettuale e l’esercizio del diritto all’alimentazione,
174.
Indice
9
Sezione III
Il ruolo dei soggetti non statali nel rispetto del diritto
all’alimentazione
3.1. Premessa, 179 – 3.2. La responsabilità delle imprese multinazionale nel rispetto
dei diritti umani, 184 – 3.2.1 L’impatto delle imprese multinazionali sul diritto
all’alimentazione: il caso del popolo Ogoni, 191 – 3.3. Le istituzioni finanziarie e la
tutela del diritto all’alimentazione, 194.
197
Capitolo V
Il diritto all’alimentazione e le situazioni di emergenza
5.1. La definizione di emergenza, 197 – 5.2. I conflitti armati come causa di emergenza umanitaria, 199 – 5.3. Il diritto all’alimentazione e l’assistenza umanitaria in
caso di conflitto armato, 200 – 5.4. Gli obblighi degli Stati relativi all’assistenza
umanitaria in caso di conflitto armato, 205 – 5.5. Il divieto di affamare la popolazione civile (starvation), 211 – 5.6. Le sanzioni economiche unilaterali in situazioni di
conflitto armato, 214 – 5.7. L’impatto dei conflitti armati sull’ambiente e l’accesso
al cibo, 216 – 5.8. Le catastrofi naturali: quale diritto applicabile?, 219 – 5.9. Il diritto all’assistenza umanitaria e il diritto all’alimentazione in caso di catastrofe naturale, 222 – 5.10. Considerazioni conclusive, 230.
233
Conclusioni
239
Bibliografia
10
Prefazione
Oggi il diritto all’alimentazione da parte dell’uomo può sembrare un principio ovvio e un argomento lontano dall’opulenza alimentare alla quale ci ha abituato la società industriale. In realtà è
solo con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948)
che il diritto all’alimentazione comincia a essere riconosciuto. A
distanza di quasi un secolo da questo fondamentale documento, e
nonostante due rivoluzioni verdi e un progresso scientifico e tecnologico vertiginoso in tutti i campi del sapere, scopriamo che ancora un miliardo di uomini soffrono di denutrizione, e che il 50%
delle morti infantili sono, direttamente o indirettamente, attribuibili a malnutrizione (fonte: OMS). Scopriamo anche incredibili sacche di denutrizione nei paesi industrializzati, incluso il nostro, aggravate dalle recente e persistente crisi economica, e da scelte politiche che non hanno sempre adeguatamente considerato gli aspetti sociali delle crisi. E, soprattutto, sappiamo che un mondo
che va verso una popolazione di nove miliardi di persone sarà anche un mondo più affamato, assetato, ed esigente di risorse energetiche.
Questo libro esamina, con la competenza e la professionalità di
un’esperta del settore, i fondamenti giuridici del diritto
all’alimentazione, focalizzandosi in particolare su come questo diritto sia oggi intimamente collegato ai grandi temi del commercio
e della difesa della proprietà intellettuale di invenzioni e brevetti.
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12 Prefazione
Ma il libro guida anche il lettore alla scoperta di come un diritto
così eticamente inoppugnabile sia oggi ostacolato da principi economici distorti. Il crescente valore di commodities di acqua e produzioni agrarie – in un momento in cui l’uso del suolo per produzioni non-alimentari e l’impatto negativo del cambiamento globale limitano seriamente la produttività agraria - pone in particolare
vincoli sempre più pesanti e insostenibili al diritto per tutti
dell’accesso al cibo.
Il lettore acquisirà crescente consapevolezza su come un diritto
in apparenza così fondamentale e indiscutibile – chi di noi non ha
donato cibo o denaro a popolazioni colpite da catastrofi o conflitti? – non sia in realtà così chiaramente implementato dalla società
moderna. Infatti, al di là della rigorosa trattazione dell’argomento
dal punto di vista giuridico, questo libro ha il fondamentale merito
di svegliare le coscienze su un tema morale che raramente viene
percepito in Italia in tutta la sua drammatica attualità. In un paese
che si appresta a ospitare una esposizione universale sul tema “nutrire il pianeta” (Expo 2015), è necessario imparare che
l’alimentazione, come l’acqua, sono diritti intangibili e inalienabili per l’uomo, ma ancora non raggiunti, e raggiungibili solo con
politiche sociali ed economiche responsabili, sostenibili, ed etiche.
Francesco Loreto
Direttore – Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari
del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Introduzione
Nel corso della storia numerose carestie hanno decimato popolazioni intere, ma, oggi, più che mai, la fame nel mondo è avvertita dalla Comunità internazionale come un international concern.
La condizione di deprivazione di alimenti e la morte per fame costituiscono una lesione grave dei diritti umani che non può essere
più tollerabile in una società capitalistica opulenta.
L’ampiezza del fenomeno della fame chiama in causa i meccanismi che regolano la politica e l’economia mondiale che risultano
inadeguati ad assorbire situazioni sociali, ereditate dal passato e
incapaci di fare fronte alle urgenti sfide ed esigenze del presente.
Per affrontare tale problema, che assume dimensioni globali, è necessario considerarne i numerosi aspetti e le cause effettive che lo
determinano.
Una delle principali cause della fame è l’insicurezza alimentare, ossia la mancanza di disponibilità, accessibilità e stabilità degli
alimenti.
Ad oggi, si può affermare che la produzione complessiva di
derrate alimentari, raddoppiata in modo significativo negli anni
1950 – 1980, è sufficiente per sfamare l’intera popolazione mondiale. Tuttavia, la fame continua ad esistere a causa di problemi
strutturali radicati nelle modalità e nelle condizioni di accesso al
cibo. Pertanto, la fame non è un problema di disponibilità, ma di
solvibilità della domanda di alimenti.
13
Introduzione
14
Negli ultimi anni, l’innalzamento dei prezzi dei cereali del periodo 2007-2011, causato dalla conversione dell’utilizzo delle terre, utilizzate per la produzione di derrate agroalimentari e poi adibite a coltivazioni di biocarburanti - al fine di ridurre
l’inquinamento atmosferico e la dipendenza dall’energia petrolifera - ha rappresentato un segnale preoccupante per l’accesso al cibo, soprattutto delle popolazioni più povere, determinando una
crisi economica e alimentare a livello mondiale.
Ciò ha spinto numerosi Paesi ad adottare politiche di intervento, atte ad evitare un brusco incremento dei prezzi nel mercato interno. Molti Paesi hanno infatti ridotto o sospeso le restrizioni
all’importazione, mentre altri hanno limitato le esportazioni, a
causa delle possibili ripercussioni sul mercato nazionale che potevano determinare la diminuzione delle scorte e un conseguente rialzo dei prezzi.
Oltre alla produzione di biocarburanti, altri fattori hanno determinato il rialzo del prezzo delle materie prime agricole e alimentari: i bassi livelli di scorte mondiali (soprattutto per il frumento e granturco) causati dalla scarsità dei raccolti in Europa e i
mutamenti graduali nelle politiche agricole dei Paesi membri
dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa
(OCSE), in cui la diminuzione delle sovvenzioni ha avuto come
conseguenza la riduzione delle eccedenze.
A ciò si aggiunge il cambiamento climatico, che ha sempre
svolto un ruolo decisivo in agricoltura, determinando alti livelli di
produzione o causando gravi situazioni di siccità.
A partire dal 2000, con l’adozione della Dichiarazione del Millennio da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni, tramite la
quale l’Organizzazione ha ridefinito le priorità d’azione in otto
Obiettivi di sviluppo - primo fra tutti, quello di dimezzare il numero degli affamati e eliminare la fame e la povertà estrema entro
il 2015 - la fragilità e la vulnerabilità della sicurezza alimentare
mondiale sono state oggetto di numerose iniziative a livello internazionale 1.
1
Secondo il Rapporto della FAO sullo stato dell’insicurezza alimentare nel
mondo (SOFI), nel 2013 il numero delle persone sottonutrite è sceso a 842 mi-
Introduzione 15
Ciò ha confermato quindi l’urgente necessità di trovare risposte
adeguate al problema della malnutrizione che assume una dimensione etico-giuridica soprattutto in relazione all’esistenza di centinaia di milioni di persone malnutrite, a cui viene negato il diritto
all’alimentazione, quale premessa necessaria al pieno sviluppo
della personalità fisica e mentale.
Il dibattito relativo al diritto all’alimentazione si incentra su
due aspetti fondamentali: il riconoscimento del diritto
all’alimentazione come diritto umano fondamentale e le condizioni attraverso le quali tale diritto può essere realizzato.
Al riguardo, si deve evidenziare che il diritto all’alimentazione
non coincide con la “sicurezza alimentare”. Quest’ultima si riferisce piuttosto ad una condizione che, se soddisfatta, permette
all’individuo di godere di tale diritto; tale distinzione è importante
ai fini dell’identificazione di quegli obiettivi di sviluppo che devono essere conseguiti per consentire all’individuo di esercitare il
diritto all’alimentazione. Ed è quindi per le suddette ragioni, il diritto al cibo deve essere assicurato mediante l’intervento dello Stato quando l’accesso alle fonti di approvvigionamento alimentare
non risulta possibile attraverso gli sforzi individuali.
Va tuttavia sottolineato che il concetto di sicurezza alimentare
va al di là del riconoscimento dell’accesso al cibo da parte
dell’individuo. Nel corso del tempo, la sicurezza alimentare si è
articolata su tre livelli: mondiale, nazionale e delle piccole comunità. Ma è a quest’ultimo livello che si deve realizzare il diritto
all’alimentazione in quanto esso costituisce il fine ultimo delle politiche di sviluppo. La sicurezza alimentare deve essere intesa,
quindi, come responsabilità comune dell’umanità, vale a dire una
responsabilità che impegna, oltre gli Stati e le organizzazioni inlioni rispetto agli anni precendenti. Sebbene tale cifra rappresenti un miglioramento rispetto al 2009, in cui si arrivò a quasi un miliardo di affamati nel mondo, il raggiungimento del primo Obiettivo del Millennio di dimezzare la percentuale di coloro che soffrono la fame entro il 2015 è ancora lontano; nonostante l’apprezzabile diminuzione, il numero di coloro che soffrono la fame risulta ancora a livelli inaccettabili.
Introduzione
16
ternazionali, ciascun individuo nella sua natura di essere umano,
specie se appartenente alle società più avanzate.
La distinzione tra diritto all’alimentazione e sicurezza alimentare non è solo concettuale, ma indica anche una separazione tra
gli attori coinvolti nelle politiche di sviluppo e quelli che si occupano di garantire e monitorare l’attuazione del diritto
dell’individuo di accedere al cibo. A livello internazionale, tale
separazione è chiara: da un lato vi sono le agenzie che si occupano
di assistenza allo sviluppo perseguendo il fine della sicurezza alimentare (FAO, IFAD, organizzazioni non-governative); dall’altro
lato gli organismi che si occupano di aiuto alimentare assicurando
l’accesso al cibo quando non ci sono le condizioni per un’effettiva
sicurezza alimentare (WFP, UNHCR). Vi sono poi gli organi quali
i treaty-based bodies e, tra questi, ai fini della nostra indagine, rileva in particolare il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali, il cui compito è quello di verificare la piena attuazione dei
diritti enunciati dall’omonimo Patto, da parte degli Stati parti,
nonché, con l’entrata in vigore del Protocollo facoltativo adottato
nel 20082, esaminare comunicazioni individuali.
A livello internazionale, si consolida quindi l’esigenza di chiarire il contenuto giuridico del “diritto all’alimentazione”, come diritto umano fondamentale, di cui la sicurezza alimentare rappresenta un necessario corollario, al fine di garantire l’accesso al cibo
e all’acqua potabile, elementi indispensabili per la vita e la sopravvivenza dell’essere umano.
Al riguardo, occorre chiarire che, nel presente lavoro si è scelto
di parlare di “diritto all’alimentazione”, anziché di “diritto al cibo”. Quest’ultimo presuppone, infatti, una portata più limitata del
primo. L’alimentazione costituisce, invece, un processo complesso, che non è circoscritto esclusivamente all’approvvigionamento
di alimenti, ma implica anche aspetti di natura sociale, culturale,
qualitativi e nutrizionali che non possono essere adeguatamente
espressi con il termine “cibo”.
2
Il Protocollo è entrato in vigore il 5 maggio 2013.
Introduzione 17
Pertanto, prima di affrontare l’analisi giuridica del diritto
all’alimentazione, ai fini della nostra indagine è stato necessario
definire cosa si intende per “alimentazione” e “fame” in un ambito
più strettamente biologico.
In primo luogo, non bisogna confondere la fame con la malnutrizione. La fame minaccia non solo la vita degli individui, ma anche la dignità della persona umana. Una grave e prolungata carenza di cibo provoca la prostrazione dell’organismo e l’apatia, condannando soggetti più deboli a morire nel deperimento. La malnutrizione può essere qualitativa, a seguito di regimi alimentari mal
equilibrati (per eccesso o per difetto) o quantitativa. In questo caso, essa è definita come denutrizione o sotto-alimentazione, ed è
spesso la causa di malattie infettive, endemiche e dell’aumento del
tasso di mortalità infantile.
Nell’epoca della globalizzazione, l’aumento del numero degli
affamati costituisce certamente il banco di prova principale
dell’azione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), nonché delle altre entità internazionali nelle quali si esplica la cooperazione internazionale
nel settore agroalimentare. Al di là delle attività di cooperazione,
come si vedrà, l’azione della FAO si è concentrata
nell’affermazione
del
diritto
all’alimentazione
e
nell’identificazione del suo contenuto normativo.
Si passerà, poi, all’esame del fondamento giuridico internazionale del diritto all’alimentazione, a partire dalla sua enunciazione
all’art. 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani del
1948 e all’11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali
e culturali del 1966, di cui si analizzerà la portata degli obblighi
da esso derivanti per gli Stati parti. Si cercherà di dimostrare come
il diritto alla libertà dalla fame costituisce un diritto fondamentale
dell’essere umano, rappresentando il nucleo inderogabile del diritto all’alimentazione.
Dall’analisi del riconoscimento del diritto all’alimentazione a
livello internazionale, si osserverà la prassi normativa e giurisprudenziale degli Stati, si valuterà, nello specifico, se e come il diritto
all’alimentazione trova tutela e attuazione in ambito nazionale,
con particolare riguardo agli Stati dell’America latina nell’ambito
18
Introduzione
dei quali tale diritto è protetto a livello costituzionale. Si esaminerà inoltre il dibattito sorto in relazione alla giustiziabilità del diritto all’alimentazione vista la sua natura di diritto economicosociale. Come noto, la realizzazione di questa categoria di diritti è
legata a fattori economici propri dello Stato. Si dimostrerà, tuttavia, che, nonostante la sua natura, il diritto all’alimentazione è un
diritto esigibile in quanto strettamente connesso al diritto alla sopravvivenza dell’essere umano. La sua esigibilità è stata infatti
confermata dall’adozione del Protocollo facoltativo al Patto sui diritti economici, sociali e culturali del 2008.
Nell’epoca della globalizzazione, l’analisi del diritto
all’alimentazione non può prescindere dal considerare le cosiddette right to food issues che incidono sulla sua effettiva realizzazione. Al riguardo, si è voluto porre in rilievo l’aspetto “multidimensionale” di tale diritto e sottolineare che l’esistenza di altri regimi
giuridici (commercio, proprietà intellettuale, etc.) o l’azione di attori diversi dallo Stato di fatto ne limitano il suo pieno esercizio.
Infine, una particolare riflessione merita il diritto all’accesso al
cibo nelle situazioni di emergenza, come un diritto fondamentale
dell’essere umano. Il presente lavoro prende in esame la protezione del diritto all’alimentazione nelle situazioni di conflitto armato
e catastrofi naturali. Mentre nel caso di conflitti armati, il diritto
all’alimentazione è protetto dal diritto internazionale umanitario,
meno chiaro risulta, invece, il diritto applicabile in caso di disastro
naturale. Poiché non esiste una norma che preveda l’obbligo di assistenza umanitaria, in tale circostanza, il rifiuto del consenso
all’aiuto di altri Stati, da parte di uno Stato sul cui territorio si è
verificato un disastro naturale, potrebbe configurarsi come una violazione dell’obbligo di tutela dei diritti degli individui posti sotto
la sua giurisdizione, tra i quali è compreso il diritto
all’alimentazione.