Tema 6/2: Dignità e valore della persona • Max Scheler, Essenza e

TEMA 6: LA PERSONA UMANA
Tema 6/2: Dignità e valore della persona
• Max Scheler, Essenza e forme della simpatia.
B. Amore e odio, III Amore e persona.
© Città Nuova, Roma 1980, pp. 248-252
Max Scheler
ESSENZA E FORME
DELLA SIMPATIA
Introduzione di Gianfranco Morra
Titolo originale:
W-esen und Formen de'r Sympathie
©
A. Francke AG V"olag, Bern 1973
Traduzione dal rt,e-des,co di Ludo Pus'C'i
© 1980, Città Nuova Editrice, via de-gl,i Scipioni 265 - 00192 Roma
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Amore e odio
Amore e persona
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Vi sono tipi di valore che stanno in ,rapporto essenziale
col portatore ({ persona» e che possonO' competere esclusivamente ad lUla persona; tali sono, ad esenlpio, i {{ valori
della virtu". Oltve a questi v'è però anche il "alore della
persona come rpersona medesima, ossia come portatore essenziale di questi valori ,di virta. L'amore per il valore della
persona, cioè per la persona come realtà attraversO' Iil valoTe
della persona, è l'amore morale in senso pregnante. In altra
part1e Z7 ho ,esposto esaurientemente il concetto di « persona }}.
Qui voglio ,solamente richiamare l'attenzione sul fatto che
l'amofie moralmente valido è quello che amando non fissa
lo sguardo sulla persona perché essa ha queste o quelle pro~
prietà ed esplica queste o- queUe attività, pevché ha questa
o quella «dote», perché è «bella)}, ha delle vrirtu, ma è
quell'am0're che co1mplica nel suo oggetto quelle proprietà,
,attività, doti, per il fatto che esse appartengono. a questa
persona individuale. Soltanto questo, pertanto, è anche amore
assoluto, giaoché Illon dipende dal possibile mutamento di
queste propr:ietà, attività 28.
Ovunqueoi s[an0' dati degli individui, ci è dato anche
un ultimo, che non può in alcun modo. risultare da caratteristiche, proprietà, attività. Vkeversa, in quella considerazione
che verte esclusivamente sugli individui, sono sempre le
caratteristiche, le proprietà, le attività ehe hanno solo un
carattere astratto e generale, tanto che non :sappiamo di
quale individuo s.iano caratterisTIiahe, proprietà. Ora, però,
per 'la persona individuale si ha che essa .ci è data assolutamente solo attraverso e nell'atto dell'amove, che quindi
anche il suo va'lore in quanto inclivdduo ci 'è dato solamente
nello svolgimento di questo atto. L'oggettività come" oggetto
dell'amore}) è come il luogo in cui 'Solamente esiste la persona e in cm dunque può anche emergere. Proprio per questa
ragione è anche un {{ razionalisnlO'» affatto erroneo il voler
fondare l'amore per una persona individuale in qualche
altro mO'do, ad esempiO' 'Sulle sue proprietà, azioni, opere,
modi ,di comportamento. Nel tentativo, appunt0', di intraprendere questa fondazione, ci imbattiamo decisamente nel
fenO'meno dell'amore della persO'na individuale. Sempre ci
accorgiamo, infatti, di poter pensare ad ognuna di queste
cose 'come cangiante e sfuggente, senza tuttavia poter cessare in alcun modo di amare questa persona; constatiamo,
inoltre, ,che la sonlma dei va:Iori che hannO' rpeT noi le pro~
prietà e le attività della persona, ove lConsideri'amo queste
proprietà e attività 'Sieparatamente e ad esse 'Sommiamo i
nostri atti tendenziali, non può 'Cop:r;ire, e per molto, il nostro
26 Ho messo in luce il significato storico di questa idea rispetto
alla morale «moderna» in Das Ressentiment im Aufbau der Moralen,
cito
27 In Der Formalismus in der Ethik, cit., cf. i capitoli su {{ La conce-
zione teoretica deLla persona in generale» e {{ La persona nei rapporti
etici ».
18 Già Aristotele ha messo in netto risalto ,questo fatto nell'Etica
Nicomachea, nel penetrante capitolo sull'amicizia.
e questo dalla mancanza di un amore originario. Questi
principi sono- del tutto indipendenti dai 'Contatti ~mI?irici
effettivi degli uomini l'un con l'altro; sono anche ,mdlpendenti da chi in concreto abbia questa colpa e chi no, da chi
abbia i 'meriti -mO'rali e chi no. Sono anche lindipendenti
dall'uomo in quantO' casuale essere vivente sulla terra. C'è
dunque una colpa morale globale ed un merito morale
globale della comunità morale esistenziale delle persone come talci., e tale colpa :e tale merito globale non è -mai la
semplice somma dei valovi morali dei singoli esseri 26.
.
Ma se l'amore m'Orale non è l'amore del bene, OOlTIe SI
definisce allora ,l'amoJ1e morale? È certo, infatti, che non
ogni mnore in generale è un atto lTIoral'mente valido, benché
sia sempre un atto di valore positivo, per esempio l'amore
del bello, della conoscenza, della natura, dell'arte, di tutti
i valori oggettivi. È ceTto che questi atti non sono imme~
diatamente portatori di valori morali, quantunque possano
essere valori di atti spirituali, la 'Cui superiorità rispetto ai
valori ,inferiO'ri 'rende a sua voIta moralmente pia per:fetti
i loro portatori personali. A ciò iD rispondo: l'amore ha questo particolare valore in quanto è amore della persona per
la persona medesima.
III. Amore e persona
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Amore e odio
amore per la peJ:'lsona. Rcesta sempre un'eccedenza «ingiustifìcabiIe ». (La stessa cosa vale 'Ovviamente anche -per l'odio).
Anche lo 'straordinario cangiamento nene giustificazioni che
siamo soliti dare a noi stessi del « perché » amiamo qualcuno,
m'Ostra rehe questi motivi vengono tutti dCeTcati solo a
posteriori e .che nessuno di essi è la ({ ragione}) vera e
propria.
In che mO'do, inoltre, ci è data la persona nell'amore?
Oerchiamo anzitutto di chiarirci questO': benché l'armore i'n
quanto comportamento personale sia un comportamento
assolutamente oggettivo, « oggettivo» in quanto e nel senso
che noi usdmTIo fuori in esso. (in modo sovranormale) da ogni
chiusura nei nostri propri «interessi », «desideri », «idee »,
nondimeno ciò che in un uomo è persona non può mai esserci
dato come «oggetto ». Né nell'amore né in altri ({ atti»
autentici, siano pure « atti cognitivi », è possibile oggettivare
l'e persone. La persona è Il'unità 'Sostanziale ignota di tutti
gli 'atti, unità sostanziale esperita jndividualmente e che mai
può es.ser data nel «sapere »; è l'unità sostanziale di tutti
gli atti che un essere compie. Non è quindi un «oggetto »,
e tanto meno una « co.sa ». Ciò che può essermi dato oggettivamente, dunque, è sempre e 'Solamente: 1. il cocrpo deU'altra, 2. l'unità corpoYlea, 3. l'Io e -la rispettiva « anin1a)} (vitale).
Ciò vale anche per ognuno. rispetto a se stessO'. La persona
può essermi data solamente in quanto io ne co-eseguo gli
atti - cognitivarrnente nel «comprendere» e nel « rivivere }}
la sua esperienza, mnral'mente invece nella «sequela }). II
nucleo 'mO'ra!le della persona di Gesu, ad esempio, è data ad
uno solmnente: al suo di'$lcepolo. SolO' la discepolanza apre
'la porta a questo dato. La discepo.lanza può ben esser
data ad un discepolo. che di' lui non 'sa propriO' nulla di
{{ 'Storico }}, niente della sua vita esterna, anzi che nnn sa
mente nem'meno della sua esistenza storica; già il sapersi
discepolo, infatti - 'Che presuppone naturalmente la oonoscenza dell'esistenza sto.rica del Maestro - , è altra cosa che
il'esser discepolo. Questa discepolanza, a1 ,contrario, non può
mai e poi mai esser data .al teO'logo in quanto teDlogo, qualunque sia la conoscenza che egli ha della vita di Gesu
(incluse anohe le sue esperienze psichiche): ai suoi occm
essa è necessariamente «trascendente ». Questo lo dimentica ogni giorno il nostro intellettua:lismo ,teo'logico dotto!
Amore e persona
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Tutti i valori 'connessi alla materia, al corpo, aH'anirna,
possono essevci dati anche oggettivamente; anche nell'amore
per questi pO'rtatori di valori. Non cOSI :i puri valori della
persona, ossia il valore de1:la persona medesima. Ogni qual
volta noi « oggettiviamo» in qualche modo un uo.mo., la
sua persona ci ,s,fugge di mano, ed altro non resta che il
suo mero. 'involucro. Possiamo tuttavia amare oggettivamente
ci. valori non-mO'rali d'una persona, ad esempio il suo valore
come intelletto o come potenza artistica, ,che noi cogliamo
nel rivivere la .sua vita; questi portatori di valori diventano
per noi ({ oggettivi)} anche attraverso i1 rivivere la 100ro
vita. Ma giammai possiamo cogliere in questo. 'mO'do il valave puramente ,moTale della persona, ché di questo è originariamente po;rtatore 'esclusivamente l'atto del suO' mnO're.
Questo ultimissimo valore morale della persona ci è dato
dunque solamente nella co-esecuzione del suo stesso atto di
amore. Noi dobbiamo amaI'le quello che ama H nO'stro modeHo, nel {( co-amore », affinché possiamo avere oome un
dato questo valore morale. C'è ancora una sola CDsa, attraverso la quale il SUD 'sé - ma non la persona medesima può esserci dato oggettivamente, e precisamente in altro
modo 'l'Iispetto a quel che può verificarsi irmnediata'mente
attraverso i ,fenomeni dell'es.pressione. Ogni qual volta la
persona runata :viene da noi percepita come di molto. superiO'r:e, 'Si presenta it fenomeno ohe noi ci impossessiamo del
suo esseT~persona per Ì'l fatto che «co-eseguiamo}) gli atti
del suo stesso ,runor di 'Sé e volgiamo il no.stro. sguardo a
dò che 'C'i è dato. in questi atti co-eseguiti. Questa partecipazione amorosa, ad es., all'amore 'Con 'Cui Dio. ama Se stesso, è quel che Franz Brentano ha voluto di recente trovare (?), nel ,suo Hbro su Aristotele, già nella metafisica di
Aristotele e che alcUITi mistici e scolastici hanno. chiamato
« amare Deum in Dea». Un fatto analogo <ci è però ben noto
anche tra gli uomini. In determinate circostanze noi possiamo amare un uomo m1cor piu 'eli quanto egli 'Stesso si
ami. MoIti, ad esempiO', che odiano sé 'Stessi, vengono amati,
ed ogni parteoipazione attiva ai loro atti dell'odio di sé
stessi sarebbe un « odiarli». Si dannO' però dei casi in cui
l'odio dj sé di un uomo. si disso.lve grazie al discorso di
uno -che lo ama e che al contempo ne è riamato in un contraccambio d'amore: «Non si può odiare tanto chi è tanto
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Amore e odio
amato - dall'amante )}. Là dove un uomo non odia se stessu, ma ama se ,stesso, la «co-esecuzione » del !SUO amore di
,sé è certamente una delle fanne -che può assumere J'amore
degli alt~i.
IV. Le forme, i modi e le specie dell'amore e dell'odio
Quelli che .000 a questo punto abbiamo indicati come
atti dell'amo!'e e dell'odio, altro non 'Sono che quegli identici
caratteri dell'atto che Isono i -medesimi in tutte le differenze
che questi atti presentano. Ma nella 'loro differenziazione
posslÌamo ora caratterizzarli secondo tre direzioni, che io
chiamo le loro ·differenze a seconda delle forme, delle specie
e dei mO'di dell'amore e dell'odio.
Conformemente alla divisione fondamentale di tutti gli
atti in atti vitali o corpoT'ei, in atti pskhid o déL1'Io, e in
atti spirituali o della persona, J'amore e l'odio ci si pI1esenta
anche in tre forme di eSlistenza: nell'amore spkituale della
persona, nell'amore psichico dell'Io individuale, e nel'l'amore
vitale o pass~oillale. Sebbene gli atti vitali, psichioi e spirituali ,siano già diversi in sé stessi COlne atti e 'oome di'versi
vengano esperiti (e non sono in rrelazione ai loro portatori),
,essi 'Sono tuttavia essenzialmente legati a questi portatori:
!il ({ corpo », 1'« lo» e .la ,« persona )}. Nello stesso tempo
queste ,forme emozio.nali degli atti sonO' legate essenzial,mente anche a determinate specie di valori come loro correlati noematici: gli atti vitali ai valori del «nobile» e del
«'comune» o ,{< cattivo », gli atti psichld ai valori della
oonoscenza e del beMa (valori culturali), gli aHi spirituali
ai valori del sacro (e profano). Di conseguenza la forma
'Suprema dell'amore è quella che verte su oggetti (o persone)
che recano in sé il valore {( sacro »; .l'amore psichico è l'amore dell'Io per qualsiasi valore 'culturale; l'amore vitale, in·'
vece, è l'amoy:e di dò ,che è nobile. Per quegli oggetti che
y:ecano in sé solamente H valore di {( gradito », non si ha
né amO're né odio. Si ha solO' un senso {e i suoi 'modi riflessi,
come il {( godimento. ») del gradito, e si dà anche un {{ mte'resse» per 'le cose gradite e indirettamente gradite, cioè