Mercoledì, 12/02/2014 10:02

DIRER
Mercoledì, 12/02/2014 10:02
Indice dei documenti
DIRER
Direr
Direv
Dirigenza
E-Governament
E-Procurament
Pubblica Amministrazione
Compensazione crediti con il Fisco
Da 'Corriere della Sera' del 12/02/2014 - Pagina 29
Lo Stato, un debitore impenitente
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 10
Governo Monti, è stato il peggiore
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 7
Le ganasce viaggiano all' estero
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25
Ok della Camera a Destinazione Italia
Da 'MF' del 12/02/2014 - Pagina 5
Compensabili i crediti con la Pa
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17
Le imprese a caccia del «timbro»
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17
1
3
5
9
11
13
17
Normativa Comuni
Mannaia di 1,2 mln su Cofferati
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 9
Dimissioni in bianco in soffitta
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 29
Stesso destino per Imu e Tasi
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 28
Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 15
Il flop della legislazione concorrente
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 12
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 10
19
23
25
27
29
33
37
Normativa Enti Locali
Dimissioni in bianco in soffitta
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 29
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 15
Il flop della legislazione concorrente
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 12
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 10
Le imprese a caccia del «timbro»
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17
Maxi sanzioni, stop della Camera
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 16
41
43
47
51
55
57
Normativa Province
Le imprese a caccia del «timbro»
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17
61
Sindacati
Rinnovo della ceramica al rush finale
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 37
Ferretti prova la via tecnica
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 36
63
65
Pensionati
Irap ridotta fino al 25%
Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25
67
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Mer 12/02/2014
Corriere della Sera
Pagina 29
Economia 29
Corriere della Sera Mercoledì 12 Febbraio 2014

Conti pubblici
Decreto «salva Roma» a rischio, un conto da 485 milioni
ROMA — Nel vortice della possibile
crisi di governo finisce anche il
Campidoglio. A rischio, infatti, c’è la
conversione in legge del decreto salva
Roma, ritirato a dicembre e riproposto
solo nelle sue norme «fondamentali».
Un provvedimento sul quale si basa il
bilancio 2013 approvato dalla giunta
di Ignazio Marino, che permette alla
Capitale di «scaricare» sulla gestione
commissariale (istituita per il rientro
del debito pre-2008) la bellezza di 485
milioni di euro: 320 nel 2013 (a
«pareggiare» entrate ed uscite), gli
altri 165 sulla manovra 2014. Un
decreto con una vita travagliata, atteso
ora dalle ultime due, impegnative,
curve. La prima riguarda una serie di
emendamenti presentati dalla
senatrice (il provvedimento è in
discussione alla commissione Bilancio
di palazzo Madama) Linda Lanzillotta
di Scelta Civica che «preme» sulle
privatizzazioni: la vendita da parte del
485
milioni La cifra che la Capitale
dovrebbe trasferire sulla gestione commissariale (istituita per il
rientro del debito pre-2008)
con il decreto salva Roma
dichiarazione di ammissibilità degli
emendamenti doveva iniziare ieri, ma
è slittata ad oggi. Nel frattempo il
governo, con l’azione diplomatica del
sottosegretario Giovanni Legnini,
cerca una mediazione. L’altro
problema è la possibile staffetta LettaRenzi. Il decreto va convertito entro il
28 febbraio: se decade, il bilancio del
Comune di Roma sarebbe senza
copertura, potenzialmente a rischio
default. O per il 2013, oppure — con
485 milioni in meno — nel 2014.
Comune del 21% di Acea,
l’affidamento ai privati di trasporti e
rifiuti, la «razionalizzazione» delle
municipalizzate. Modifiche che non
piacciono al Pd: gli emendamenti
Lanzillotta, in commissione,
andrebbero sotto (contrari anche
M5S, Sel e centrodestra). La crisi, a
quel punto sarebbe politica, con la
maggioranza che sostiene il premier
Letta divisa in due: e i voti di Sc, al
Senato, sono determinanti. La
Ernesto Menicucci
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Previdenza L’incontro del ministro Giovannini con le parti sociali. Camusso: no a un mandato lungo
Inps verso il commissario
L’ipotesi dell’ex Consob Conti
commissario rischia di essere
come tutti gli altri commissari
negli enti italiani: lungo nel
tempo e poco provvisorio». «La
cosa più importante per la Cisl
— aggiunge il leader Raffaele
Bonanni — è la riforma della governance che restituisca a imprese e lavoratori effettivi poteri
di indirizzo e controllo. Così come avviene in tutti i Paesi europei». Secondo l’esperto di previdenza Giuliano Cazzola «la nomina di Conti ha un significato
preciso: l’Inps entra nei fatti, ed
è un bene, nella zona di influenza della Banca d’Italia, una delle
poche istituzioni ancora affidabili». Mastrapasqua si è dimesso
perché sfiduciato dal governo
dopo le polemiche sui numerosi
incarichi che cumulava e che lo
hanno coinvolto, in qualità di
direttore generale dell’Ospedale
israelitico di Roma, in una inchiesta della procura per presunte fatture gonfiate e cartelle
truccate.
Possibile un incarico di 6 mesi , poi la nuova governance
ROMA — Sarà Vittorio Conti,
71 anni, il commissario straordinario dell’Inps, dopo che il
presidente, Antonio Mastrapasqua, si è dimesso il primo febbraio. La scelta del presidente
del Consiglio, Enrico Letta, è alla
fine caduta sull’ex commissario
Consob, che ha lasciato l’incarico lo scorso luglio alla scadenza
naturale del mandato. Conti,
nominato membro della commissione di vigilanza sulla Borsa
nel 2006 dal governo Prodi
(Tommaso Padoa-Schioppa all’Economia), nel 2010 è stato anche presidente vicario per qualche mese, prima dell’arrivo di
Giuseppe Vegas. Nato nel 1942 a
Lovere, in provincia di Bergamo,
è un economista con una lunga
carriera, prima nell’ufficio studi
della Banca d’Italia, poi in quello
della Comit, della quale nel 2000
diventa direttore centrale, infine
in Banca Intesa. Un curriculum
che spiega perché a caldeggiare
la nomina di Conti al vertice dell’Inps sia stato in particolare il
ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
Trovare il commissario si è rivelato per il governo più difficile
del previsto. Anche fra i tecnici
infatti pochi erano disponibili a
prendersi un incarico che, secondo le intenzioni di Letta, dovrebbe durare al massimo sei
mesi, senza alcuna garanzia di
restare nell’assetto futuro che
uscirà dalla riforma della governance che lo stesso governo dovrebbe proporre a breve in Parlamento.
È stato il ministro del Lavoro,
Enrico Giovannini, al quale
spetta la proposta insieme con
Saccomanni (mentre la nomina
avviene con un decreto del presidente del Consiglio che dovrebbe essere emanato in questi
giorni) a comunicare ieri mattina alle parti sociali che la scelta
era caduta su Conti. I sindacati
non hanno fatto obiezioni sul
nome, ma hanno chiesto garanzie sul fatto che si tratti appunto
di una soluzione temporanea.
Cgil, Cisl e Uil, infatti, insieme
con la Confindustria hanno firmato l’anno scorso un’intesa per
una riforma della governance
dell’Inps, chiedendo la fine del
modello attuale dove i poteri sono accentrati nel presidente e
nel direttore generale e rivendicando per le stesse parti sociali
un ruolo di primo piano nell’ente che amministra i contributi di
imprese e lavoratori ed eroga le
pensioni, le prestazioni assistenziali e gli ammortizzatori
sociali.
«Senza un progetto di governo — dice il segretario della
Cgil, Susanna Camusso — un
Chi è
Vittorio Conti, 71 anni, sarà il
commissario straordinario
dell’Inps. Ex commissario
Consob, ha lasciato l’incarico lo
scorso luglio alla scadenza
naturale. Nominato membro
della commissione di vigilanza
sulla Borsa nel 2006 dal
governo Prodi e nel 2010, è
stato anche presidente vicario.
È un economista con una lunga
carriera, prima nell’ufficio studi
della Banca d’Italia, poi in quello
della Comit, della quale nel
2000 diventò direttore centrale,
infine in Banca Intesa
Mediaset e i soci
da Champions
di MASSIMO SIDERI
L
a cifra monstre spesa da
Mediaset per l’esclusiva
sulla Champions League dalla
stagione 2015-2016 (700
milioni) ieri ha riacceso in
Borsa la ridda di rumor
sull’arrivo di un socio. Sarà Al
Jazeera? Telefonica che è già
socia di Mediaset in Digital
Plus? Addirittura la stessa
Sky? Andando per sottrazione
probabilmente appare
ragionevole escludere l’impero
di Rupert Murdoch non fosse
altro che per gli eventuali
problemi di concentrazione
della pay tv in Italia. Ma per il
resto il mercato ci crede (ieri il
titolo è salito del 2,4%). La
verità è che la Spagna sta
diventando il campo di prova
di una più complessa
concentrazione tra broadcaster
e operatori telefonici. Da qui
all’estate l’operazione Digital
Plus potrebbe diventare
qualcosa di più di una voce o di
uno studio. In uscita dovrebbe
esserci Prisa. Interessata a
crescere Telefonica. In entrata,
a questo punto, anche più di
un partner industriale. Di
certo per adesso c’è solo che in
Italia l’affaire della Champions
ha già scatenato la voglia di
rivalsa di Sky Italia che
dovrebbe spingere per avere
delle esclusive sulle principali
partite della serie A. Insomma:
a breve dovrebbe riaccendersi
il tormentone dei diritti tv e
dell’advisory Infront.
@massimosideri
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Enrico Marro
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Le misure Rete imprese, martedì prossimo in piazza a Roma
Destinazione Italia, sì della Camera
al conguaglio cartelle-crediti
I punti principali
Compensazione
crediti con il Fisco
Per il 2014 le imprese in
credito con la pubblica
amministrazione
potranno compensare i
debiti maturati con
l’agente di riscossione.
Ancora da definire le
modalità, che dovranno
essere emanate entro
90 giorni dall’entrata in
vigore del decreto.
Credito d’imposta
per ricerca e sviluppo
Il decreto offre a favore
delle imprese un credito
d’imposta per la ricerca e
lo sviluppo: il tetto è di
200 milioni e ciascun
beneficiario (purché
abbia un fatturato sotto i
500 milioni) può goderne
fino a un massimo
annuale di 2,5 milioni.
Aiuti all’export
e start up innovative
Aumentano gli aiuti per
l’internazionalizzazione
delle imprese: il Fondo
per la promozione degli
scambi quest’anno
crescerà di 22,5 milioni.
Agevolazioni per i visti e
dogane aperte 24 ore
su 24 per le start up
innovative che vogliano
sbarcare in Italia.
Pubblica Amministrazione
ROMA — Il decreto legge
«Destinazione Italia», concepito
dal governo per rilanciare l’economia è stato approvato ieri alla
Camera (320 sì, 194 no, un astenuto) e ora passa al vaglio del
Senato. Il provvedimento, rimaneggiato in sede di conversione
a Montecitorio soprattutto attraverso lo stralcio dell’articolo
che riformava l’Rc Auto, riversato dal governo in un disegno di
legge, ha tempo fino al 23 febbraio per l’approvazione definitiva.
Tra le modifiche introdotte,
la norma che permette alle imprese di compensare nel 2014 le
cartelle esattoriali con i crediti
certificati verso la Pa, ma secondo modalità e limiti da definire
con successivo
decreto ministeriale e nel rispetto
dei limiti di bilancio. Il decreto
inoltre modifica
la legge 130/1999
consentendo di cartolarizzare
anche le obbligazioni e i minibond e pone le basi per rendere
le piccole e medie imprese meno dipendenti dal credito bancario, permettendo loro di aprire conti correnti segregati a garanzia dei titoli cartolarizzati.
Intanto le imprese protestano
contro la crisi e il caro-tasse. Se
Confindustria è arrivata a scrivere al premier Enrico Letta e a
preferire le elezioni piuttosto del
galleggiamento, Rete imprese
Italia ha deciso di scendere in
piazza. Lo farà martedì prossimo dove nel centro di Roma sono attese 30 mila tra commercianti e artigiani. Ieri Letta ha incontrato una delegazione della
associazione che raggruppa oltre 4 milioni di aziende promet-
tendo loro un piano specifico
per la piccola impresa, centrato
tra l’altro sui temi della semplificazione, del lavoro e della fiscalità. Il piano su misura per le
Pmi nazionali sarà messo a punto da Rete con lo stesso presidente del Consiglio, nel corso di
un nuovo incontro già fissato
per il pomeriggio di martedì 18
febbraio, subito dopo la manifestazione.
I principali nodi di sofferenza
esposti dalla delegazione guidata da Marco Venturi (Confesercenti), presidente di turno di
Rete Imprese, accompagnato da
Giacomo Basso (Casartigiani),
Giorgio Merletti (Confartigianato), Carlo Sangalli (Confcom-
850
milioni il possibile
risparmio sulla
bolletta elettrica
per le imprese
mercio) e Daniele Vaccarino
(Cna) sono cinque: tasse e burocrazia asfissianti, accesso al credito con il lumicino, lavoro, legalità. Un altro «sottonodo» non
emerso ufficialmente ieri ma al
centro del grande disagio degli
imprenditori grandi e piccoli è il
nuovo Sistri che decollerà il 3 di
marzo e che tutti vorrebbero
cambiare.
«Positivo» il giudizio di Venturi all’uscita di palazzo Chigi. A
Torino domani mattina al centro congressi dell’Unione industriale si terrà una inusuale riunione straordinaria sulla situazione economica dal titolo
«Senza impresa non c’è ripresa».
Cassa depositi e prestiti
CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa
BUONI FRUTTIFERI POSTALI (In corso di pubblicazione in G.U.)
AVVISO
BFP RisparmiNuovi - SERIE L08
BFP EUROPA - SERIE P64
• durata massima: 3 anni dalla data di sottoscrizione
• riconosce un premio lordo del 3,00% del valore nominale alla
scadenza del 3° anno
Tasso effettivo annuo alla fine di ciascun anno (%)
Netto
Lordo
Premio Lordo
Anno
0,44
0,50
0,00
1
0,44
0,50
0,00
2
1,15
1,32
3,00
3
Caso
BFP INDICIZZATO ALL’INFLAZIONE ITALIANA - SERIE J44
• durata massima: 10 anni dalla data di sottoscrizione
• capitale rivalutato sulla base dell'Indice ISTAT FOI
Cassa depositi e prestiti
società per azioni
Via Goito, 4
00185 Roma
Capitale sociale
euro 3.500.000.000,00 i.v.
Iscritta presso CCIAA
di Roma
al n. REA 1053767
C.F. e iscrizione
al registro delle imprese
di Roma 80199230584
Partita IVA 07756511007
Tassi reali
annui lordi (%)
1
0,75
2
0,75
3
0,75
4
0,75
5
0,75
6
0,75
7
0,75
8
0,75
9
0,75
10
0,75
Esemplificazione del tasso di rendimento
effettivo a scadenza al variare dell'inflazione
Tasso
di inflazione
implicito (%)
Tasso di rendimento
effettivo annuo a scadenza (%)
Lordo
Netto
≤ 0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
0,75
1,76
2,77
3,77
4,78
0,66
1,55
2,45
3,36
4,28
BFPImpresa - SERIE G09
• durata massima: 20 mesi dalla data di sottoscrizione
• dedicato a liberi professionisti e artigiani titolari di Partita IVA,
ditte individuali, condomini, associazioni, imprese
• gli interessi, calcolati su base bimestrale, sono crescenti fino ad
un massimo del 1,50%
BFP A 18 MESI - SERIE D49
• durata massima: 18 mesi dalla data di sottoscrizione
• riconosce gli interessi alla scadenza del 6°, 9°, 12°, 15° e 18° mese
BFP3x4 - SERIE T28
Periodo di
possesso (anni)
3
6
9
12
1,25
2,25
3,26
4,26
BFP ORDINARIO VENTENNALE - SERIE C12
• durata massima: 20 anni dalla data di sottoscrizione
• riconosce gli interessi a partire dal 12° mese successivo
alla data di sottoscrizione
Tassi nominali annui lordi (%)
1
2
3
4
5
0,25
0,50
1,00
1,50
2,00
Tassi effettivi annui dalla data di
sottoscrizione al termine di ogni
periodo di possesso (%)
Lordo
Netto
1,25
1,75
2,25
2,75
1,10
1,54
1,99
2,45
6
7
8
9
10
2,50
2,50
3,00
3,00
3,00
11
12
13
14
15
3,50
3,50
4,00
4,00
4,25
16
17
18
19
20
4,25
4,25
4,75
4,75
4,75
BFP DEDICATO AI MINORI - SERIE M91
• intestabile solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo
• scade al compimento del 18° anno di età
• offre un capitale rivalutato in funzione dell’età del minore
al momento della sottoscrizione
BFPRenditalia - SERIE R11
• durata massima: 3 anni dalla data di sottoscrizione
• riconosce un interesse semestrale variabile legato al tasso dei
BOT a 6 mesi
0
1
1
2
2
3
• durata massima: 12 anni dalla data di sottoscrizione
• riconosce ogni 3 anni gli interessi maturati
Tassi nominali annui
lordi per ogni
triennio di possesso (%)
a
b
c
d
Tasso di rendimento
Ipotesi di apprezzamento
dell’Indice (%)
Premio si/no effettivo annuo a scadenza (%)
1° periodo di periodi di
riferimento riferimento Anno 1 Anni
Lordo
Netto
successivi
successivi
≥7
≥ 10
si
si
3,52
3,10
<7
≥ 10
no
si
2,83
2,49
≥7
< 10
si
no
1,24
1,09
<7
< 10
no
no
0,50
0,44
Anno Mese
Tasso effettivo annuo alla fine di ciascun semestre (%)
Netto
Lordo
Mese
0,22
0,25
6
0,33
0,37
12
0,51
0,58
18
www.cassaddpp.it
• durata massima: 4 anni dalla data di sottoscrizione
• interesse annuale variabile legato all’indice EURO STOXX 50®
• interesse annuale minimo garantito pari all’0,50%
• eventuale rendimento annuale massimo a scadenza pari al 3,52%
6
0
6
0
6
0
Maggiorazione
annua lorda (%)
0,15
0,15
0,15
0,15
0,15
0,15
Esemplificazione del tasso di rendimento
effettivo a scadenza al variare
del tasso BOT 6M
Ipotesi di
Tasso BOT 6M
costante (%)
≤ 0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
Tasso di rendimento
effettivo annuo
a scadenza (%)
Lordo
Netto
0,15
0,13
1,15
1,01
2,16
1,90
3,17
2,79
4,19
3,69
BFP7insieme - SERIE S25
• durata massima: 7 anni dalla data di sottoscrizione
• dal 1° al 6° anno, restituisce una quota fissa annua del
capitale sottoscritto
• se rimborsato prima del 7° anno non corrisponde interessi
Tasso effettivo annuo a scadenza (%)
Anno
Lordo
Netto
7
2,50
2,21
Simboli: ≥ maggiore o uguale; < minore; ≤ minore o uguale;
R. Ba.
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Mer 12/02/2014
Corriere della Sera
Pagina 29
Compensazione crediti con il Fisco
Per il 2014 le imprese in credito con la pubblica
amministrazione potranno compensare i debiti
maturati con l' agente di riscossione. Ancora da
definire le modalità, che dovranno essere emanate
entro 90 giorni dall' entrata in vigore del decreto.
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Pagina 2 di 67
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Mer 12/02/2014
10
Italia Oggi
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Pagina 10
PRIMO PIANO
Deve 100 milioni anche a chi ha fatto dei restauri autorizzati in edifici storico-artistici
Lo Stato, un debitore impenitente
Se un privato facesse così porterebbe i libri in tribunale
DI
CESARE MAFFI
N
on ci sono soltanto
i «rimborsi alle imprese» fra i debiti
della pubblica amministrazione ancora da saldare. C’è pure un impegno,
stimato al 31 dicembre 2011
in 97.263.468,66 euro, nei
confronti di privati proprietari d’immobili di valore storicoartistico che hanno compiuto
interventi conservativi. Ovviamente siamo nella tradizionale condizione immortalata da
Totò: «… e io pago». A pagare, qui, sono coloro che hanno
eseguito lavori di restauro su
edifici storico-artistici, in applicazione del codice dei beni
culturali, che garantisce loro
un contributo pubblico in riconoscimento del fatto che mantenere simili beni risponde a
un interesse collettivo.
L’importo è stato di recente
indicato dal sottosegretario
ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, rispondendo
a un’interrogazione posta
dai deputati di Sc Enrico
Zanetti, Salvatore Matarrese e Milena Santerini.
Anzi, l’insolita ammissione (è
raro che sia fornita una cifra
precisa al centesimo, in tema
di magagne pubbliche) è stata
avvalorata dall’esplicita affermazione che «l’importo complessivo segnalato è soggetto
a notevole incremento, tenuto
conto di tutti i lavori collaudati successivamente, compresi quelli autorizzati fino
alla data del 14 agosto 2012»,
quando il decreto-legge n. 95
del 2012 sospese l’erogazione
dei contributi.
ri, e quindi una parte del versato tornerebbe all’erario per
pagamento di Iva. Da notare
altresì che si tratta di lavori
collaudati: quindi, è stato riconosciuto in via definitiva che il
contributo dev’essere erogato,
ma per motivi di cassa non si
provvede.
La situazione invereconda di questi creditori dello Stato, ai quali la mano pubblica
ammette di dovere oltre 100
milioni ma non provvede in alcun modo, ha visto tornare alla
carica il deputato Matarrese,
che con altra interrogazione
ha invitato a trovare almeno
una soluzione parziale: «Corrispondere acconti a chi non ne
ha ricevuti in corso d’opera».
Non volete saldare quanto
dovete?, sembra chiedere il
parlamentare? Per lo meno,
cominciate con un acconto.
Anche perché non risulta che,
quando lo Stato è creditore,
il debitore possa permettersi
di non pagare per anni e anni
senza conseguenze.
© Riproduzione riservata
Per conservare immobili
storico-artistici si rendono
necessari interventi tanto
delicati quanto costosi, oltre
che assoggettati a stringenti
disposizioni delle soprintendenze competenti. Le spese
possono aggirarsi fra i 200 e
i 300 mila euro, importi rimborsabili dallo Stato fino a
un massimo, costituito dalla
metà. Ovviamente il privato,
al momento di decidere l’avvio
delle necessarie opere, conta
di avere un parziale ristoro
delle spese affrontate, in ciò
confortato dai funzionari delle
soprintendenze, i quali sollecitano i lavori, ritenuti necessari
per la conservazione medesima del bene, assicurando che
non mancherà il contributo
dello Stato. Viceversa, come
si evince dalla risposta all’interrogazione, devono arrivare
ai privati 97 milioni di euro,
anzi, considerata l’esplicita
ammissione, molto più di 100
milioni.
Da notare, in tema di rimborsi alle imprese, che gli importi indicati potrebbero servire proprio a saldare aziende
edili che hanno eseguito i lavo-
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 10
Deve 100 milioni anche a chi ha fatto dei restauri autorizzati in edifici storico-artistici.
Lo Stato, un debitore impenitente
Se un privato facesse così porterebbe i libri in tribunale.
Non ci sono soltanto i «rimborsi alle imprese» fra i
debiti della pubblica amministrazione ancora da
saldare. C' è pure un impegno, stimato al 31 dicembre
2011 in 97.263.468,66 euro, nei confronti di privati
proprietari d' immobili di valore storico-artistico che
hanno compiuto interventi conservativi. Ovviamente
siamo nella tradizionale condizione immortalata da
Totò: «… e io pago». A pagare, qui, sono coloro che
hanno eseguito lavori di restauro su edifici storicoartistici, in applicazione del codice dei beni culturali,
che garantisce loro un contributo pubblico in
riconoscimento del fatto che mantenere simili beni
risponde a un interesse collettivo. L' importo è stato di
recente indicato dal sottosegretario ai Beni culturali,
Ilaria Borletti Buitoni, rispondendo a un' interrogazione
posta dai deputati di Sc Enrico Zanetti, Salvatore
Matarrese e Milena Santerini. Anzi, l' insolita
ammissione (è raro che sia fornita una cifra precisa al
centesimo, in tema di magagne pubbliche) è stata
avvalorata dall' esplicita affermazione che «l' importo
complessivo segnalato è soggetto a notevole
incremento, tenuto conto di tutti i lavori collaudati
successivamente, compresi quelli autorizzati fino alla
data del 14 agosto 2012», quando il decreto-legge n.
95 del 2012 sospese l' erogazione dei contributi. Per
conservare immobili storico-artistici si rendono
necessari interventi tanto delicati quanto costosi, oltre
che assoggettati a stringenti disposizioni delle
soprintendenze competenti. Le spese possono
aggirarsi fra i 200 e i 300 mila euro, importi
rimborsabili dallo Stato fino a un massimo, costituito
dalla metà. Ovviamente il privato, al momento di
decidere l' avvio delle necessarie opere, conta di
avere un parziale ristoro delle spese affrontate, in ciò
confortato dai funzionari delle soprintendenze, i quali
sollecitano i lavori, ritenuti necessari per la
conservazione medesima del bene, assicurando che
non mancherà il contributo dello Stato. Viceversa,
come si evince dalla risposta all' interrogazione,
devono arrivare ai privati 97 milioni di euro, anzi,
considerata l' esplicita ammissione, molto più di 100
milioni. Da notare, in tema di rimborsi alle imprese,
che gli importi indicati potrebbero servire proprio a
saldare aziende edili che hanno eseguito i lavori, e
quindi una parte del versato tornerebbe all' erario per
pagamento di Iva. Da notare altresì che si tratta di
lavori collaudati: quindi, è stato riconosciuto in via
Pubblica Amministrazione
definitiva che il contributo dev' essere erogato, ma per
motivi di cassa non si provvede. La situazione
invereconda di questi creditori dello Stato, ai quali la
mano pubblica ammette di dovere oltre 100 milioni
ma non provvede in alcun modo, ha visto tornare alla
carica il deputato Matarrese, che con altra
interrogazione ha invitato a trovare almeno una
soluzione parziale: «Corrispondere acconti a chi non
ne ha ricevuti in corso d' opera». Non volete saldare
quanto dovete?, sembra chiedere il parlamentare?
Per lo meno, cominciate con un acconto. Anche
perché non risulta che, quando lo Stato è creditore, il
debitore possa permettersi di non pagare per anni e
anni senza conseguenze. © Riproduzione riservata.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 7
PRIMO PIANO
Mercoledì 12 Febbraio 2014
7
Negli ultimi 18 anni. Non è un giudizio politico. Lo dicono i dati di scenarieconomici.it
Governo Monti, è stato il peggiore
E quello di Letta è il secondo peggiore in questi 18 anni
DI
«I
TINO OLDANI
l tempo è galantuomo,
più galantuomo dei
galantuomini tra virgolette» dice ora Giulio Tremonti, con una perfida
allusione al rivale accademico
e politico Mario Monti. I due
non si sono mai stimati molto,
anzi. Quando il primo era ministro dell’Economia del governo
Berlusconi, Monti non gli lesinò critiche feroci nei suoi editoriali sul Corriere della sera.
Ma ora, dopo quanto Alan
Friedman ha rivelato sulle
trame quirinalizie che - dietro
le quinte - hanno agevolato la
nascita del governo Monti e la
caduta del governo Berlusconi,
Tremonti si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Vogliamo
farlo un bilancio differenziale
su com’era la situazione prima e su com’è adesso? Il debito pubblico doveva scendere
e invece è salito. Il pil doveva
salire ed è sceso». Parole consegnate a Dagospia, insieme
all’annuncio del suo prossimo
libro sull’euro, dove potrebbero emergere nuovi retroscena
politici, non meno clamorosi e
imbarazzanti di quello che ha
appena coinvolto il presidente
Giorgio Napolitano. Nell’attesa, ci sembra meritevole di
attenzione uno studio compiuto
dal sito scenarieconomici.it, che
Italia Oggi anticipa in esclusiva. Questo studio ha messo a
confronto i governi degli ultimi
18 anni, dal 1996 (governi Dini
e Prodi) al 2013 (governi Monti
e Letta), valutandone l’operato
rispetto alla media europea in
base a sei parametri fondamentali dell’economia reale e della
finanza pubblica. Il risultato è
clamoroso: il governo tecnico
guidato da Monti ne esce come
il peggiore in assoluto, seguito
a ruota dal governo Letta.
Sia chiaro: questi giudizi si basano su dati statistici, e solo su quelli, non già
su analisi politologiche, che
potrebbero essere di parte. Il
metodo seguito dagli esperti
di statistica che collaborano
con il sito è piuttosto semplice: hanno preso in esame sei
indicatori economici (prodotto
interno lordo, disoccupazione,
produzione industriale, debito
pubblico, inflazione e deficit
pubblico) e hanno confrontato il
loro andamento sotto i governi
italiani degli ultimi 18 anni con
l’andamento degli stessi indici
medi in Europa. A sorpresa,
l’unico anno in cui il governo
italiano ha fatto meglio della
media europea è stato il 2.010,
quando a Palazzo Chigi c’era
Berlusconi. Quel governo superò dello 0,7 per cento la media
europea (ottenuta sommando i
vari indici), con punte superiori al 2 per cento nei due indici
relativi al debito pubblico e al
deficit pubblico rispetto al pil.
Soltanto in altri due anni
il governo italiano registrò
Pubblica Amministrazione
risultati in linea con la media
Ue: il 2001 (governi Amato e
Berlusconi) e il 2009 (governo
Berlusconi). In tutti gli altri
anni i governi hanno fatto sempre peggio della media Ue. Ma
quello che ha fatto peggio di
tutti in assoluto è stato quello
guidato da Monti, che nel 2012
ha portato a casa uno scarto
negativo di 1,6 punti rispetto
alla media Ue, ottenuta sommando i sei parametri di confronto. In particolare, Monti
ha fatto peggio di tutto il resto
d’Europa in base a quattro indicatori: pil, disoccupazione,
produzione industriale e debito
pubblico (qui lo scarto è stato
addirittura del 3,5 per cento).
«Nel complesso» sintetizza la
ricerca di scenarieconomici.it
«la manovra Monti imperniata
all’85 per cento sulle tasse, ha
letteralmente ‘distrutto’ l’economia reale (ricchezza, lavoro,
produzione), ha creato inflazione ed ha ottenuto risultati
fortemente negativi sul fronte
della finanze pubbliche rispetto al triennio precedente».
Dunque, Monti peggio
del governo Berlusconi, in
carica dal 2008 al 2001. Ma il
merito, precisa la ricerca, non
fu tanto del premier, quanto
del suo ministro dell’Economia: «Tremonti in quei periodi
di crisi internazionale ‘feroce’
ebbe il merito di non sperperare denaro pubblico e di non fare
niente (era accusato di questo
da tutti). Nel resto d’Europa
quasi tutti i governi (quelli dei
Piigs, di Francia e Regno Unito) fecero politiche fortemente
espansive della spesa pubblica a deficit, che deteriorarono i
Mario Monti
conti pubblici e non migliorarono sostanzialmente l’economia
reale». Confrontando gli indici,
lo studio sostiene che l’Italia
di Tremonti fece meglio della
media Ue «sostanzialmente per
demerito dei nostri partners. In
estrema sintesi, è meglio un governo che non fa niente, che un
governo che agisce (e quindi fa
danni)». Paradosso tutto da verificare, a nostro avviso.
Tra i governi che hanno
fatto danni, nello studio spiccano il governo Monti e quello guidato da Letta, definito
«il secondo peggior governo
degli ultimi 18 anni». Le sue
performance «sono abbrutite
dall’eredità devastante lasciata dal governo Monti su molti
indicatori, nonché dall’espansione del debito pubblico anche
a causa del pagamento dei debiti arretrati della pubblica
amministrazione (riteniamo
che nel 2014 i risultati saranno
meno negativi rispetto a quelli
del 2013)».
Scendendo nel particolare,
lo studio di scenarieconomici.
it mette a fuoco l’operato dei
vari governi.
1) Pil Italia-Ue. Da 18 anni
l’Italia «è in sostanziale tracollo, perdendo in media l’1,1 per
cento l’anno (circa il 20 per
cento cumulato). Con i governi
di centrodestra e con quelli di
centrosinistra gli italiani perdevano in media 250 euro di
ricchezza l’anno. Con Monti
la perdita è salita a 450 euro a
testa, neonati inclusi».
2) Disoccupazione. In media, i governi di centrodestra
hanno fatto un pochino meglio
di quelli di centrosinistra, ma
negli ultimi anni c’è stato il
tracollo: «Con i governi Monti e Letta arrivano i peggiori
risultati degli ultimi 18 anni
perché sono state perseguite
politiche che hanno fatto collassare la domanda interna e
quindi il pil».
3) Produzione industriale. Da 18 anni, quale che sia
il governo, è un tracollo continuo, con un calo medio dell’1,8
per cento annuo, e del 30 per
cento cumulato, «una cifra
mozzafiato». «I governi peggiori in assoluto? Monti (-3,6%) e
Letta (-2,7%), che hanno accelerato la deindustrializzazione
dell’Italia».
4) Debito pubblico. I governi di centrodestra e quelli
di centrosinistra sono riusciti
a contenere il differenziale
con l’Europa tra lo 0,7 e l’1 per
cento. Ma Monti e Letta sono
stati disastrosi, ampliando il
differenziale del 3,8 e del 4,5
per cento rispettivamente.
5) Inflazione. Per dieci
anni, dal 1996 al 2005, l’Italia ha avuto un’inflazione superiore di 5-6 punti a quella
europea. In seguito, il nostro
andamento dei prezzi è stato
mediamente inferiore, salvo
risalire - sia pure di poco - nel
2012 con Monti per l’aumento
dell’Iva.
6) Deficit pubblico. Per oltre 13 anni - dal 1996 al 2008
- l’Italia ha avuto un deficit
maggiore della media europea, mentre nel 2009-2010
(governo Berlusconi-Tremonti) ne ha avuto uno inferiore,
addirittura del 2 per cento nel
2010. Vantaggio scomparso con
Monti e Letta.
In conclusione: sia i governi
di centrodestra che quelli di
centrosinistra, sostiene lo studio, «hanno governato sostanzialmente allo stesso modo,
con politiche simili, risultati
negativi e in modo mediocre:
solo Monti e Letta hanno fatto peggio. L’Italia per 18 anni
ha perso costantemente pil e
produzione rispetto alla media
Ue, indipendentemente da chi
fosse al governo. L’Italia è irrimediabilmente in declino. Cosa
ci sarebbe da fare? Monti ha
avuto risultati di performance
peggiori di tutti i governi, perché ha di fatto spinto all’estremo le politiche fallimentari dei
governi precedenti. Quello che
serve all’Italia è esattamente
l’opposto». Lo studio finisce
qui, si ferma ai numeri, e non
dice nulla su chi possa guidare
un governo capace di fare «l’opposto». Una pagina - questa tutta da scrivere, possibilmente senza ripetere i tanti errori
compiuti ai livelli più alti dello
Stato, soprattutto senza ulteriori intrighi dietro le quinte.
© Riproduzione riservata
SOTTO A CHI TOCCA
Per sapere se valeva la pena disarcionare Berlusconi, Monti
chiese consiglio a Prodi e a De Benedetti che gli dissero di sì
DI
P
ISHMAEL
iovono critiche sul Quirinale,
dove si preparava la successione all’esecutivo berlusconiano
ben prima che, a settembre del
2011, fosse investito e travolto dalla
crisi dello spread. Scrive il Corriere che
Giorgio Napolitano, impaziente di
salvare l’Italia dal partito di plastica,
convocò Mario Monti a palazzo fin da
giugno, mesi prima del patatrac, quando ancora il governo Berlusconi era (o
almeno sembrava) saldamente in sella
e lo spread era ancora un oggetto misterioso. A rivelarlo è stato lo stesso
Monti, citato da Alan Friedman in
Ammazziamo il Gattopardo, Rizzoli,
pp. 300, 18,00 euro, il suo nuovo libro,
in uscita nei prossimi giorni. Napolitano, insomma, si portò molto per tempo
avanti col lavoro. Quanto a lui, Monti,
ne parlò con due amici, ai quali chiese
consiglio: Romano Prodi e Carlo De
Benedetti. Niente di male, e neppure
niente di strano. Erano tempi bui per
l’Italia e per l’Europa: la Grecia era a
un pelo dal disastro e l’Italia, che non
era la Grecia, qualunque ne cosa dicessero all’epoca Angela Merkel, la
stampa apocalittica e le agenzie internazionali di rating, era non di meno
a rischio. Niente andava per il verso
giusto e non c’era bisogno di Nostradamus per capire che s’imponeva un
cambio di passo. Napolitano, prima
ancora che i giochi fossero fatti, lanciò
il suo rien ne va plus convocando l’ex
rettore della Bocconi e affidandogli, in
segreto, la missione di portare l’economia in salvo quando lui gli avesse dato
il là. Soltanto un commissario politico
(anzi, soltanto un sergente tecnico che
non parla ma abbaia, come in Full Metal Jacket) poteva evitare che l’intero
paese si perdesse nel bosco. Monti accettò l’incarico di rendersi disponibile
al momento opportuno (e ne ebbe in
cambio, par di capire, la nomina a senatore a vita). Prodi era contento, De
Benedetti pure: cosa si può volere di
più? C’era davvero bisogno, dopotutto, d’un elettroshock che schiarisse le
idee alla classe di governo: meno bun-
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ga bunga e più soluzioni pratiche per i
problemi concreti (quando torneranno
le vacche grasse, se mai torneranno,
si potrà ricominciare con le soluzioni
immaginarie dei problemi inesistenti).
Monti, per la verità, non fece granché
per risollevare le sorti del paese né per
consolare i contribuenti e gli esodati,
come avrebbe dimostrato, nel febbraio
del 2023, il suo clamoroso capitombolo
elettorale. Ma lasciamo da parte i meriti e le colpe del governo dei professori.
E lasciamo da parte anche il fatto che
Napolitano prese la decisione di gettare Silvio Berlusconi ai pesci senza
averne (a regola di costituzione, «la più
bella del mondo») il diritto né la facoltà.
Lasciamo da parte De Benedetti, Prodi
e la nomina di Monti a senatore. Chiediamoci soltanto che specie di paese è
il paese in cui, prima di prendere una
posizione qualsiasi, bisogna lasciare da
parte tutto: la costituzione, il diritto, la
politica, la morale, Prodi, De Benedetti,
i meriti, le colpe e la ragion pratica (per
non parlare di quella pura).
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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Negli ultimi 18 anni. Non è un giudizio politico. Lo dicono i dati di scenarieconomici.it.
Governo Monti, è stato il peggiore
E quello di Letta è il secondo peggiore in questi 18 anni.
«Il tempo è galantuomo, più galantuomo dei
galantuomini tra virgolette» dice ora Giulio Tremonti,
con una perfida allusione al rivale accademico e
politico Mario Monti. I due non si sono mai stimati
molto, anzi. Quando il primo era ministro dell'
Economia del governo Berlusconi, Monti non gli
lesinò critiche feroci nei suoi editoriali sul Corriere
della sera. Ma ora, dopo quanto Alan Friedman ha
rivelato sulle trame quirinalizie che - dietro le quinte hanno agevolato la nascita del governo Monti e la
caduta del governo Berlusconi, Tremonti si toglie
qualche sassolino dalle scarpe: «Vogliamo farlo un
bilancio differenziale su com' era la situazione prima e
su com' è adesso? Il debito pubblico doveva scendere
e invece è salito. Il pil doveva salire ed è sceso».
Parole consegnate a Dagospia, insieme all' annuncio
del suo prossimo libro sull' euro, dove potrebbero
emergere nuovi retroscena politici, non meno
clamorosi e imbarazzanti di quello che ha appena
coinvolto il presidente Giorgio Napolitano. Nell' attesa,
ci sembra meritevole di attenzione uno studio
compiuto dal sito scenarieconomici.it, che Italia Oggi
anticipa in esclusiva. Questo studio ha messo a
confronto i governi degli ultimi 18 anni, dal 1996
(governi Dini e Prodi) al 2013 (governi Monti e Letta),
valutandone l' operato rispetto alla media europea in
base a sei parametri fondamentali dell' economia
reale e della finanza pubblica. Il risultato è clamoroso:
il governo tecnico guidato da Monti ne esce come il
peggiore in assoluto, seguito a ruota dal governo
Letta. Sia chiaro: questi giudizi si basano su dati
statistici, e solo su quelli, non già su analisi
politologiche, che potrebbero essere di parte. Il
metodo seguito dagli esperti di statistica che
collaborano con il sito è piuttosto semplice: hanno
preso in esame sei indicatori economici (prodotto
interno lordo, disoccupazione, produzione industriale,
debito pubblico, inflazione e deficit pubblico) e hanno
confrontato il loro andamento sotto i governi italiani
degli ultimi 18 anni con l' andamento degli stessi indici
medi in Europa. A sorpresa, l' unico anno in cui il
governo italiano ha fatto meglio della media europea
è stato il 2.010, quando a Palazzo Chigi c' era
Berlusconi. Quel governo superò dello 0,7 per cento
la media europea (ottenuta sommando i vari indici),
con punte superiori al 2 per cento nei due indici
relativi al debito pubblico e al deficit pubblico rispetto
Pubblica Amministrazione
al pil. Soltanto in altri due anni il governo italiano
registrò risultati in linea con la media Ue: il 2001
(governi Amato e Berlusconi) e il 2009 (governo
Berlusconi). In tutti gli altri anni i governi hanno fatto
sempre peggio della media Ue. Ma quello che ha fatto
peggio di tutti in assoluto è stato quello guidato da
Monti, che nel 2012 ha portato a casa uno scarto
negativo di 1,6 punti rispetto alla media Ue, ottenuta
sommando i sei parametri di confronto. In particolare,
Monti ha fatto peggio di tutto il resto d' Europa in base
a quattro indicatori: pil, disoccupazione, produzione
industriale e debito pubblico (qui lo scarto è stato
addirittura del 3,5 per cento). «Nel complesso»
sintetizza la ricerca di scenarieconomici.it «la
manovra Monti imperniata all' 85 per cento sulle
tasse, ha letteralmente 'distrutto' l' economia reale
(ricchezza, lavoro, produzione), ha creato inflazione
ed ha ottenuto risultati fortemente negativi sul fronte
della finanze pubbliche rispetto al triennio
precedente». Dunque, Monti peggio del governo
Berlusconi, in carica dal 2008 al 2001. Ma il merito,
precisa la ricerca, non fu tanto del premier, quanto del
suo ministro dell' Economia: «Tremonti in quei periodi
di crisi internazionale 'feroce' ebbe il merito di non
sperperare denaro pubblico e di non fare niente (era
accusato di questo da tutti). Nel resto d' Europa quasi
tutti i governi (quelli dei Piigs, di Francia e Regno
Unito) fecero politiche fortemente espansive della
spesa pubblica a deficit, che deteriorarono i conti
pubblici e non migliorarono sostanzialmente l'
economia reale». Confrontando gli indici, lo studio
sostiene che l' Italia di Tremonti fece meglio della
media Ue «sostanzialmente per demerito dei nostri
partners. In estrema sintesi, è meglio un governo che
non fa niente, che un governo che agisce (e quindi fa
danni)». Paradosso tutto da verificare, a nostro
avviso. Tra i governi che hanno fatto danni, nello
studio spiccano il governo Monti e quello guidato da
Letta, definito «il secondo peggior governo degli ultimi
18 anni». Le sue performance «sono abbrutite dall'
eredità devastante lasciata dal governo Monti su molti
indicatori, nonché dall' espansione del debito pubblico
anche a causa del pagamento dei debiti arretrati della
pubblica amministrazione (riteniamo che nel 2014 i
risultati saranno meno negativi rispetto a quelli del
2013)». Scendendo nel particolare, lo studio di
scenarieconomici.it mette a fuoco l' operato dei vari
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governi. 1) Pil Italia-Ue. Da 18 anni l' Italia «è in
sostanziale tracollo, perdendo in media l' 1,1 per
cento l' anno (circa il 20 per cento cumulato). Con i
governi di centrodestra e con quelli di centrosinistra
gli italiani perdevano in media 250 euro di ricchezza l'
anno. Con Monti la perdita è salita a 450 euro a testa,
neonati inclusi». 2) Disoccupazione. In media, i
governi di centrodestra hanno fatto un pochino meglio
di quelli di centrosinistra, ma negli ultimi anni c' è
stato il tracollo: «Con i governi Monti e Letta arrivano i
peggiori risultati degli ultimi 18 anni perché sono state
perseguite politiche che hanno fatto collassare la
domanda interna e quindi il pil». 3) Produzione
industriale. Da 18 anni, quale che sia il governo, è un
tracollo continuo, con un calo medio dell' 1,8 per
cento annuo, e del 30 per cento cumulato, «una cifra
mozzafiato». «I governi peggiori in assoluto? Monti (3,6%) e Letta (-2,7%), che hanno accelerato la
deindustrializzazione dell' Italia». 4) Debito pubblico. I
governi di centrodestra e quelli di centrosinistra sono
riusciti a contenere il differenziale con l' Europa tra lo
0,7 e l' 1 per cento. Ma Monti e Letta sono stati
disastrosi, ampliando il differenziale del 3,8 e del 4,5
per cento rispettivamente. 5) Inflazione. Per dieci
anni, dal 1996 al 2005, l' Italia ha avuto un' inflazione
superiore di 5-6 punti a quella europea. In seguito, il
nostro andamento dei prezzi è stato mediamente
inferiore, salvo risalire - sia pure di poco - nel 2012
con Monti per l' aumento dell' Iva. 6) Deficit pubblico.
Per oltre 13 anni - dal 1996 al 2008 - l' Italia ha avuto
un deficit maggiore della media europea, mentre nel
2009-2010 (governo Berlusconi-Tremonti) ne ha
avuto uno inferiore, addirittura del 2 per cento nel
2010. Vantaggio scomparso con Monti e Letta. In
conclusione: sia i governi di centrodestra che quelli di
centrosinistra, sostiene lo studio, «hanno governato
sostanzialmente allo stesso modo, con politiche simili,
risultati negativi e in modo mediocre: solo Monti e
Letta hanno fatto peggio. L' Italia per 18 anni ha perso
costantemente pil e produzione rispetto alla media
Ue, indipendentemente da chi fosse al governo. L'
Italia è irrimediabilmente in declino. Cosa ci sarebbe
da fare? Monti ha avuto risultati di performance
peggiori di tutti i governi, perché ha di fatto spinto all'
estremo le politiche fallimentari dei governi
precedenti. Quello che serve all' Italia è esattamente l'
opposto». Lo studio finisce qui, si ferma ai numeri, e
non dice nulla su chi possa guidare un governo
capace di fare «l' opposto». Una pagina - questa tutta da scrivere, possibilmente senza ripetere i tanti
errori compiuti ai livelli più alti dello Stato, soprattutto
senza ulteriori intrighi dietro le quinte. © Riproduzione
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Italia Oggi
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I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese
25
PARERE ACI
Le ganasce
viaggiano
Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero
Irap ridotta fino al 25%
presidente, Fratelli d’Italia,
Pensionati, Pd, Patto civico e
to 5
iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle,
nuove imprese. Riorganizzazione del
sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia
zero. «Impresa Lombardia:
per la libertà d’impresa, il
lavoro e la competitività» è
il nome del progetto di legge
approvato ieri all’unanimità
dal Consiglio regionale della
Lombardia. Il documento, elaborato nella
IV commissione
attività produttive presieduta da
Angelo Ciocca
(Lega nord) e
di cui è stato
relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha
ottenuto il
sostegno di
Roberto
Forza Italia,
Maroni
Ncd, Lega
nord, lista
Maroni
DI
GIOVANNI GALLI
R
e modifica la legge regionale
1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per
il territorio della Lombardia)
prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto
produttivo lombardo tra cui
l’accordo di competitività, la
riduzione di alcune imposte,
l’accesso al credito, diverse
agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di
compensazione multilaterale
locale per lo scambio di beni
e servizi.
Con un emendamento dell’assessore Mario
Melazzini è
stato istituito il
marchio «made
in Lombardy»
per certificare
la provenienza
regionale di alcuni prodotti.
Entrando nello specifico dei
contenuti, arriva la comunicazione unica re-
gionale che sostituirà tutti
gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli
sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione
con le camere di commercio;
via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le
camera di commercio, dovrà
essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle
preposte ai controlli, senza
passare dalle aziende; la
valutazione degli interessi
pubblici complessi connessi
al rilascio di autorizzazioni
e permessi avverrà in sede
di conferenza di servizi, da
espletarsi in una sola seduta
e in via telematica con introduzione del silenzio assenso;
e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non
potranno avvenire se non
dopo aver esperito l’esame
dei documenti nel fascicolo
elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle
certificazioni rilasciate dagli
enti di certificazione.
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Accertamenti, è irrituale
la notifica ai coinquilini
L’equipollenza adesso
è di nuovo in bilico
È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che
non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia
addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di
cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014.
Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la
notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non
sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di
consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari
in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per
conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto
all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti
non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60
del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica
degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il
consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La
ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a
caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge
223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della
raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni
degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello
Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui
finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa
come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente
degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque,
costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo.
Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili.
Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata
dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è
ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo
comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011).
L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita,
anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del
destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo
caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio
tributario.
Sergio Trovato
Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere
cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due
emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato
per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte
di modifica puntano
ad azzerare l’emendamento approvato
a Palazzo Madama e
quindi a cancellare
definitivamente
l’equipollenza,fino
ad ora esistente,
tra il percorso formativo per l’accesso alla professione
di commercialista
e quello per lo
svolgimento della
funzione di revisore legale. Resta da capire cosa
succederà oggi in
commissione affari costituzionali
della Camera dove
si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che
dovrà essere apDisponibile anche sul sito
provato dall’aula
www.classabbonamenti.com
venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe
da individuare nella necessità di disciplinare solo
norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene
solo proroghe di norme vigenti ma non interviene
nell’approvazione di nuove.
Benedetta Pacelli
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IN EDICOLA
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DI
STEFANO MANZELLI
Chi esporta un veicolo
deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche
per evitare che sullo stesso
mezzo intervenga un fermo
amministrativo. In tal caso
infatti solo con il nulla osta
dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia
e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero.
Lo ha chiarito l’Aci con
parere n. 983 dell’11 /2/14.
I veicoli gravati da fermo
amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro
automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i
mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo
caso la pratica dovrà essere
autorizzata dal giudice o da
una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il
nulla osta dell’agente della
riscossione che ha iscritto
il fermo. Spesso un veicolo
viene esportato senza annotare tempestivamente al
pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante
l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro
questa pratica scorretta.
Successivamente, se un
agente della riscossione
ignaro dell’esportazione
procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione
del veicolo si complicano.
Specifica infatti il parere
dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava
già all’estero al momento
dell’iscrizione del fermo
amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra
e, in quanto bene mobile
ancora registrato in Italia,
l’agente della riscossione
ha potuto legittimamente
iscrivere il fermo». L’unico
modo per liberare il mezzo
dai vincoli burocratici in
questo caso è ottenere il
nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per
esportazione del veicolo.
In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle
ganasce fiscali e il veicolo,
eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe
tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente
l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di
dimostrare la demolizione
del mezzo avvenuta sia in
Italia che all’estero ma
sempre precedentemente all’iscrizione del fermo
amministrativo.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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parere aci.
Le ganasce viaggiano all' estero
Chi esporta un veicolo deve segnalarlo
tempestivamente al pubblico registro automobilistico
anche per evitare che sullo stesso mezzo intervenga
un fermo amministrativo. In tal caso infatti solo con il
nulla osta dell' agente della riscossione sarà possibile
procedere alla radiazione in Italia e alla sua eventuale
reimmatricolazione all' estero. Lo ha chiarito l' Aci con
parere n. 983 dell' 11 /2/14. I veicoli gravati da fermo
amministrativo in generale non possono essere radiati
dal pubblico registro automobilistico. E lo stesso limite
interessa anche i mezzi oggetto di procedura
fallimentare. In questo caso la pratica dovrà essere
autorizzata dal giudice o da una pubblica
amministrazione. Oppure esibendo il nulla osta dell'
agente della riscossione che ha iscritto il fermo.
Spesso un veicolo viene esportato senza annotare
tempestivamente al pubblico registro automobilistico
la nuova condizione del mezzo, nonostante l' art. 103
del codice stradale punisca con 168 euro questa
pratica scorretta. Successivamente, se un agente
della riscossione ignaro dell' esportazione procede a
iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di
regolarizzazione del veicolo si complicano. Specifica
infatti il parere dell' associazione che «anche se il
veicolo si trovava già all' estero al momento dell'
iscrizione del fermo amministrativo, continuava a
essere iscritto al Pra e, in quanto bene mobile ancora
registrato in Italia, l' agente della riscossione ha
potuto legittimamente iscrivere il fermo». L' unico
modo per liberare il mezzo dai vincoli burocratici in
questo caso è ottenere il nulla osta dell' agente della
riscossione all' effettuazione della radiazione per
esportazione del veicolo. In questo caso l' interessato
otterrebbe anche l' automatica cancellazione delle
ganasce fiscali e il veicolo, eventualmente
reimmatricolato all' estero, potrebbe tornare a
circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i
nuovi documenti stranieri. Diversamente l' unica
possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di
dimostrare la demolizione del mezzo avvenuta sia in
Italia che all' estero ma sempre precedentemente all'
iscrizione del fermo amministrativo.
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Mer 12/02/2014
MF
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5
Mercoledì 12 Febbraio 2014
DENARO & POLITICA
FIRMATI I DECRETI PER AUTORIZZARE IL FONDO DI FONDI E QUELLI PER GLI IMMOBILI INPS E INAIL
Invimit, ok del Tesoro a tre fondi
Il ministero dell’Economia dà il via libera al trasferimento di cespiti dagli enti previdenziali alla sgr
guidata da Elisabetta Spitz. E alla creazione di uno strumento per investire in veicoli creati da terzi
di Luisa Leone
S
aranno pubblicati a giorni sulla Gazzetta Ufficiale i decreti del ministero
dell’Economia che autorizzano la creazione dei primi tre
fondi di Invimit, la sgr nata per
valorizzare il mattone di Stato.
Secondo indiscrezioni, il ministro Fabrizio Saccomanni
avrebbe già apposto la firma ai due provvedimenti
che danno il via libera al
trasferimento dall’Inps e
dall’Inail alla società guidata dall’amministratore
delegato Elisabetta Spitz,
di pacchetti di immobili
non strumentali dei due enti
previdenziali, che saranno
conferiti a due distinti veicoli.
Non solo. Il sigillo dell’Economia sarebbe stato posto
anche sul decreto che dà il
benestare alla costituzione del fondo di fondi che
permetterà a Invimit di
investire in veicoli creati
da Regioni, Province e Comuni per valorizzare i loro asset
immobiliari. Ma anche nei fondi
che potranno essere costituiti dal
Demanio, dalle Ferrovie e dai
privati impegnati nella riqualificazione del patrimonio pubblico.
Come anticipato da MF-Milano
Finanza, il regolamento di questo fondo di fondi è già pronto
e, una volta che il decreto sarà
pubblicato in Gazzetta, l’ultimo
passaggio per renderlo effettivamente operativo sarà il conferimento della liquidità da parte
del primo sottoscrittore, che
dovrebbe essere proprio l’Inail.
L’istituto di previdenza, guidato
dal direttore generale Giuseppe
Lucibello, ha già previsto di
destinare alla sgr circa 800 milioni, accantonati per il periodo
2012-2013 e per il 2014 ha indicato uno stanziamento di 480
milioni. L’Inail, dunque, opererà
con Invimit in una doppia veste,
apportando liquidità al fondo
di fondi e trasferendo immobili da valorizzare a un veicolo
dedicato; mentre l’Inps si limiterà a quest’ultima operazione.
L’ente è di recente finito nella
bufera per le vicende che hanno
coinvolto l’ormai ex presidente
Antonio Mastrapasqua (dimes-
Rc Auto, Ivass cambia le multe per comunicazioni errate
di Anna Messia
I
l rischio era far pagare multe più salate alle assicurazioni più efficienti, con benefici immeritati
per quelle meno trasparenti. Così l’Ivass qualche
giorno fa ha deciso di intervenire. La banca dati sinistri Rc Auto tenuta dall’Authority guidata da Salvatore Rossi per individuare le truffe,
va alimentata con le informazioni che le stesse
compagnie devono inviare all’Ivass. Le comunicazioni errate o incomplete sono punite con sanzioni. Il vecchio meccanismo comminava multe
per ogni sinistro comunicato male. Bastava un
codice fiscale mancante o un indirizzo sbagliato
di un testimone e le compagnie pagavano fino a
10 mila euro per singola comunicazione errata.
Il meccanismo aveva spinto le sanzioni a livelli
milionari, tanto che le compagnie avevano dovuto
ricorrere al Tar, che aveva congelato la decisione
in attesa di una soluzione del problema. Alla fine
sono state previste sanzioni, sempre fino a 10 mila
euro, sulle comunicazioni periodiche. In pratica la
multa sarà comminata sull’intero pacchetto di dati
trasferiti periodicamente all’Ivass. La sanzione,
fino a 10 mila euro, vale quindi per l’intero flusso
informativo. Il che non risolve il problema. Perché
chi comunica i sinistri all’Ivass ogni giorno rischia ammende più alte di chi li invia una volta la
settimana. Così l’Ivass ha aggiustato il tiro: le sanzioni saranno calcolate su base settimanale. Così
la multa per ciascuna compagnia non supererà i
520 mila euro l’anno. (riproduzione riservata)
Elisabetta Spitz
sosi pochi giorni fa), ma i suoi
tecnici avevano già individuato
un primo pacchetto di immobili
da trasferire alla sgr del Tesoro
prima che il ciclone si scatenasse. In particolare, si tratta di parte degli asset tornati in possesso
dell’Inps dopo il fallimento delle
operazioni Scip, con cui nei primi anni Duemila si era tentato
di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. Dei circa 12
mila cespiti in questione, l’ente
avrebbe già stilato una lista di
circa mille asset facilmente valorizzabili, perché a posto con tutta
la trafila burocratica propedeutica a questo tipo di operazioni.
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/immobili
Ok della Camera a Destinazione Italia
di Antonio Fidanza
pprovato ieri alla Camera, il decreto Destinazione Italia giunge
A
oggi in Senato dove, dati i tempi molto stretti di approvazione
(23 febbraio ultima data utile per la conversione), il governo con
buona probabilità chiederà la fiducia. Tra le novità principali apportate nel passaggio in aula c’è la possibilità per le imprese di compensare le cartelle esattoriali con i crediti vantati nei confronti della
pubblica amministrazione. Al diritto di compensazione potranno
accedere le aziende titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili. Le modalità per esigere la compensazione vengono rimandate però a un decreto del ministro dell’Economia di concerto con
il ministro dello Sviluppo, da emanare entro 90 giorni dall’entrata
in vigore della legge. La compensazione dovrà comunque tenere
conto del rispetto degli equilibri di finanza pubblica. Via libera
anche agli indennizzi delle imprese coinvolte nella realizzazione
della Tav che hanno subito opere di sabotaggio. Tra le altre misure
che caratterizzano il provvedimento ci sono quelle per abbassare
il costo della bolletta energetica e per facilitare il rapporto tra le
aziende straniere e il fisco italiano. (riproduzione riservata)
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Mer 12/02/2014
MF
Pagina 5
Ok della Camera a Destinazione Italia
Approvato ieri alla Camera, il decreto Destinazione
Italia giunge oggi in Senato dove, dati i tempi molto
stretti di approvazione (23 febbraio ultima data utile
per la conversione), il governo con buona probabilità
chiederà la fiducia. Tra le novità principali apportate
nel passaggio in aula c' è la possibilità per le imprese
di compensare le cartelle esattoriali con i crediti
vantati nei confronti della pubblica amministrazione.
Al diritto di compensazione potranno accedere le
aziende titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili. Le modalità per esigere la compensazione
vengono rimandate però a un decreto del ministro
dell' Economia di concerto con il ministro dello
Sviluppo, da emanare entro 90 giorni dall' entrata in
vigore della legge. La compensazione dovrà
comunque tenere conto del rispetto degli equilibri di
finanza pubblica. Via libera anche agli indennizzi delle
imprese coinvolte nella realizzazione della Tav che
hanno subito opere di sabotaggio. Tra le altre misure
che caratterizzano il provvedimento ci sono quelle per
abbassare il costo della bolletta energetica e per
facilitare il rapporto tra le aziende straniere e il fisco
italiano. (riproduzione riservata)
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
Norme e tributi 17
Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione
Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa
Compensabili i crediti con la Pa
Rimborsi sprint
anche per tasse
e imposte di registro
L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo
DESTINAZIONE ITALIA
Alessandro Sacrestano
Compensazionedelcredito e non più sospensione dei
ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7
bis dell’articolo 12 del decreto
«destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti
vantano nei confronti della
pubblica amministrazione assume contorni nettamente più
semplici e finisce per avere un
appeal di maggiore impatto. In
effetti, la versione originaria
della norma – che prevedeva,
per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero
crediti verso la Pa – rischiava
di comprometterne l’efficacia
e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la
posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi,
sembra sia stata quella della
semplificazione, lasciando, in
ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione.
Il recupero
La norma, infatti, sottolinea
che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a
quelli «certificati secondo le
modalità previste dai decreti
del ministro dell’Economia e
delle finanze 22 maggio 2012 e
25 giugno 2012». Insomma, per
vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le
somme fatturate alla pubblica
amministrazionee ancora ine-
vase, imprese e professionisti
dovranno prima di ogni altra
cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare
questo, le istruzioni contenute
sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà
avere accesso dal link www.
certificazionecrediti.mef.gov.it
(si veda l’articolo qui sotto).
Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti
del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie
diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le
forniture eseguite, nonché dei
provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla.
IL QUADRO
La nuova opportunità
di garanzia
viene offerta
alle aziende
e ai professionisti
Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza
del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma
telematica, la certificazione
del credito vantato dal richiedente.
La certificazione
Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle
modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti,
èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai
sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel
credito, in caso di cessione pro
solvendo o pro soluto.
Con le modifiche apportate
in sede di conversione in legge
del decreto destinazione Ita-
lia, invece, sarà più ampia la
possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le
somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali,
contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli
oneri accessori, aggi e spese e
altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della
riscossione.
Salvina Morina
Tonino Morina
I passaggi
Le modalità
Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però,
ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale
– emanato dal ministero
dell’Economia e dal ministero
dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla
data di entrata in vigore della
legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il
decreto dovrà fare luce
sull’elemento più oscuro del
provvedimento. Ossia quello
che ne limita la fruibilità ai soli
soggetti per i quali «la somma
iscritta a ruolo sia inferiore o
pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura
della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo
l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non
potranno avvantaggiarsi della
nuova disposizione. È proprio
questo, comunque, il punto
chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare
una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del
credito vantato. Perché mai,
però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere
minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti
dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel
decreto ministeriale.
SOGGETTI DEBITORI
CARATTERISTICHE
COMPENSAZIONE
La pubblica amministrazione
Perpubblicheamministrazioni,
neiconfrontidellequalisi
vantailcreditochesivuole
compensare,sifariferimento
alloStato,aglientipubblici
nazionali,aregionieprovince
autonomediTrentoeBolzano,
aglientilocalieaglientidel
Serviziosanitarionazionale
Le caratteristiche del credito
Ilcreditoversolapubblica
amministrazionedeve
derivaredasomministrazioni,
prestazioniprofessionali,
fornitureeappalti.Deve
inoltreesserenonprescritto,
certo,liquido,esigibilee
certificatoattraversola
piattaformatelematica
Come usare la compensazione
Ilcreditovantatineiconfronti
dellapubblicaamministrazione
potràesserecompensatoconi
ruoliemessidalconcessionario
perlariscossioneaprescindere
dalladatadinotificaal
creditorecheabbiasomme
iscrittearuolougualioinferiori
alcreditovantato
CERTIFICAZIONE
ISTANZA
DECRETO
La procedura
Ilcreditorepotràdareinizioal
processodicertificazione del
creditovantatoversola
pubblicaamministrazione
accreditandosisulla
piattaformadicertificazione
elettronicadelcredito
attraversoilsito
www.certificazionecrediti.mef.
gov.it.Lemodalitàdi
accreditosonodiversea
secondacheilcreditoresia
soggettoonoall’obbligodi
pubblicitàlegale
La domanda
Unavoltaentratonella
piattaforma,ilcreditoredovrà
inviarel’istanzadicertificazione
neiconfrontidellaPadebitrice
utilizzandolafunzionalità
messaadisposizionedal
sistema.Ilsistemapermettedi
monitorareeverificarelostato
diavanzamentodelprocessodi
certificazione:ilcreditore
riceveràcomunicazionisul
rilasciodellacertificazionee/o
sullainsussistenzao
inesigibilitàdelcredito
Il dubbio
Leconcretemodalitàdella
compensazionesonorinviatea
undecretointerministerialeda
emanarsientro90giorni
dall’entratainvigoredella
leggediconversione.Ildecreto
dovràtral’altrofarluce
sull’elementodipiùdifficile
interpretazionedellanuova
disposizione:cioèsuquello
chenelimitalafruibilitàaisoli
soggettiperiquali«lasomma
iscrittaaruolosiainferioreo
parialcreditovantato»
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La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo
Leimpreseacacciadel«timbro»
Lorenzo Lodoli
Benedetto Santacroce
Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei
crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito».
La piattaforma è, in relazione
allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento
per la certificazione dei crediti
a favore del titolare di crediti
non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili scaturenti da un con-
trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti
neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento?
L’accesso alla piattaforma
Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale,
può operare immediatamente
tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso
per potersi accreditare deve
fornire alcune informazioni
personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere
una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento
d’identità.
Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi
separati: uno alla persona che
ha effettuato l’accesso e l’altro
sulla casella Pec registrata
presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa
individuale. Con l’utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma.
Questione diversa, invece,
se il creditore non è soggetto
all’obbligo di pubblicità legale
(non deve registrarsi presso il
Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso
per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è
creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con
le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a
quello delle imprese.
La domanda di certificazione
Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra
l’istanza di certificazione nei
confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità
messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al
creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue
informazioni inserite in fase di
registrazione e che deve essere
invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice
da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa.
La conclusione
Il sistema permette di monito-
rare e verificare lo stato di
avanzamento del processo di
certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o
sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi
30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi
l’insussistenza del credito, il
creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite
un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la
piattaforma con un modulo
fornito dal sistema.
La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza.
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La procedura sprint per i
rimborsi riguarderà anche le
tasse, le imposte di registro e
le altre imposte indirette. La
procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a
ruolo e le somme spettanti al
contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di
tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento
del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014,
pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i
rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso
ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per
disposizioni normative o convenzionali, di competenza
dell’agenzia delle Entrate.
È prevista una disposizione transitoria, in base alla
quale, fino al 30 giugno 2014, i
"nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento.
I dati necessari per il rimborso sono predisposti
dall’agenzia delle Entrate, con
la formazione di liste emesse
conprocedure automatizzate,
contenenti, per periodo e tipo
d’imposta, in corrispondenza
delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla
restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o
dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare
delle somme da rimborsare.
È stabilito che il rimborso
avviene con accredito sul
conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario
o postale, presentando il modello reso disponibile dalle
Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio
territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet
dell’agenzia delle Entrate.
Il contribuente può infatti
registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere
il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i
contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali,
adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale.
Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi
da erogare al contribuente. In
caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o
postali, i rimborsi alle persone
fisiche sono effettuati:
1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli
sportelli di poste italiane, per
riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro;
1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia,
per i rimborsi il cui importo,
comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro.
In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal
modello 730, la restituzione di
somme per importi superiori
a 4mila euro sarà fatta
dall’agenzia delle Entrate e
non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati
nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi
dell’anno 2013, per contrastare
l’erogazione di falsi rimborsi
Irpef da parte dei sostituti
d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei
termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o
dalla data della presentazione
seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle
Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti
dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il
rimborso sarà erogato
dall’agenzia delle Entrate.
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Cosa cambia
01 | PROCEDURA VELOCE
La procedura sprint, di
norma, interessa i rimborsi
del contributo unificato di
iscrizione a ruolo e le
somme spettanti al
contribuente a seguito di
liquidazione delle
dichiarazioni annuali
02 | VIA DAL 1˚LUGLIO
Dal 1˚luglio 2014 questa
procedura sarà estesa a
tutti i rimborsi che
risultano dalla
liquidazione delle
dichiarazioni e delle
istanze di rimborso di
tasse, imposte dirette ed
indirette, il cui pagamento
è per disposizioni
normative o convenzionali,
di competenza
dell’agenzia delle Entrate
03 | TEMPI PIÙ BREVI
Chi intende accorciare i
tempi del rimborso,
comunica le coordinate del
proprio conto corrente
bancario o postale,
presentando il modello
delle Entrate in formato
elettronico, presso
qualsiasi ufficio
territoriale dell’Agenzia, o
tramite il sito internet
delle Entrate
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DELLA CARTA
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a
definire le modalità dell' operazione DESTINAZIONE ITALIA.
Compensabili i crediti con la Pa
L' importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo IL
QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai
professionisti.
Alessandro Sacrestano Compensazione del credito e
non più sospensione dei ruoli. Alla fine, grazie all'
emendamento al testo del comma 7 bis dell' articolo
12 del decreto «destinazione Italia», la procedura per
compensare il credito che imprese e professionisti
vantano nei confronti della pubblica amministrazione
assume contorni nettamente più semplici e finisce per
avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la
versione originaria della norma - che prevedeva, per l'
appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore
dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa rischiava di comprometterne l' efficacia e rendere la
possibilità di monetizzare il credito più remota. Del
resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la
posizione debitoria di chi, invece, sul fronte opposto,
è titolare di un credito certo, liquido ed esigibile,
nonché certificato dallo stesso ente debitore? La
parola d' ordine, quindi, sembra sia stata quella della
semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti
tutte le residue macchinosità della procedura di
compensazione. Il recupero La norma, infatti,
sottolinea che la nuova modalità di recupero dei
crediti è limitata a quelli «certificati secondo le
modalità previste dai decreti del ministro dell'
Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25
giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare
dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate
alla pubblica amministrazione e ancora inevase,
imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra
cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per
fare questo, le istruzioni contenute sul sito del
ministero dell' Economia rimandano alla piattaforma
telematica cui si potrà avere accesso dal link
www.certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l' articolo
qui sotto). Una volta ottenuto l' accreditamento, i
fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle
regioni e delle province autonome di Trento e
Bolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio
sanitario nazionale dovranno inserire una serie di
informazioni su numeri e date delle fatture sottostanti
le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che
hanno autorizzato l' ente a commissionarla. Una volta
che la Pa avrà accertato l' effettiva consistenza del
debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma
Pubblica Amministrazione
telematica, la certificazione del credito vantato dal
richiedente. La certificazione Ovviamente, la
compensazione del credito è solo una delle modalità
di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, è
consentito servirsene per cederla alle banche o agli
intermediari finanziari abilitati ai sensi della
legislazione vigente, che possono concedere
anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di
cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche
apportate in sede di conversione in legge del decreto
destinazione Italia, invece, sarà più ampia la
possibilità di utilizzare la certificazione per
compensare le somme dovute per tributi erariali,
tributi regionali e locali, contributi assistenziali e
previdenziali, premi per l' assicurazione obbligatoria
contro gli infortuni e le malattie professionali, a
prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri
accessori, aggi e spese e altre imposte la cui
riscossione sia affidata all' agente della riscossione.
Le modalità Le concrete modalità attraverso le quali
potrà darsi luogo alla compensazione sono, però,
ancora sconosciute. Sarà infatti un decreto
interministeriale - emanato dal ministero dell'
Economia e dal ministero dello Sviluppo economico
entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in
vigore della legge di conversione - a chiarirne i
risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull'
elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello
che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la
somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito
vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura
della norma sembrerebbe prendere corpo l' idea che i
soggetti che abbiano più debiti che crediti non
potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È
proprio questo, comunque, il punto che lascia più
perplessi. La norma, infatti, rischia di creare una
spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori
a seconda del valore del credito vantato. Perché mai,
però, un soggetto che ha più debiti che crediti
dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare,
seppure sotto forma di compensazione, i crediti
legittimamente vantati nei confronti dell'
amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel
decreto ministeriale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
I passaggi COMPENSAZIONE SOGGETTI
DEBITORI CARATTERISTICHE Le caratteristiche del
credito Il credito verso la pubblica amministrazione
deve derivare da somministrazioni, prestazioni
professionali, forniture e appalti. Deve inoltre essere
non prescritto, certo, liquido, esigibile e certificato
attraverso la piattaforma telematica La pubblica
amministrazione Per pubbliche amministrazioni, nei
confronti delle quali si vanta il credito che si vuole
compensare, si fa riferimento allo Stato, agli enti
pubblici nazionali, a regioni e province autonome di
Trento e Bolzano, agli enti locali e agli enti del
Servizio sanitario nazionale Come usare la
compensazione Il credito vantati nei confronti della
pubblica amministrazione potrà essere compensato
con i ruoli emessi dal concessionario per la
riscossione a prescindere dalla data di notifica al
creditore che abbia somme iscritte a ruolo uguali o
inferiori al credito vantato DECRETO ISTANZA
CERTIFICAZIONE La procedura Il creditore potrà
dare inizio al processo di certificazione del credito
vantato verso la pubblica amministrazione
accreditandosi sulla piattaforma di certificazione
elettronica del credito attraverso il sito
www.certificazionecrediti.mef.gov.it. Le modalità di
accredito sono diverse a seconda che il creditore sia
soggetto o no all' obbligo di pubblicità legale Il dubbio
Le concrete modalità della compensazione sono
rinviate a un decreto interministeriale da emanarsi
entro 90 giorni dall' entrata in vigore della legge di
conversione. Il decreto dovrà tra l' altro far luce sull'
elemento di più difficile interpretazione della nuova
disposizione: cioè su quello che ne limita la fruibilità ai
soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia
inferiore o pari al credito vantato» La domanda Una
volta entrato nella piattaforma, il creditore dovrà
inviare l' istanza di certificazione nei confronti della Pa
debitrice utilizzando la funzionalità messa a
disposizione dal sistema. Il sistema permette di
monitorare e verificare lo stato di avanzamento del
processo di certificazione: il creditore riceverà
comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla
insussistenza o inesigibilità del credito.
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
Norme e tributi 17
Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione
Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa
Compensabili i crediti con la Pa
Rimborsi sprint
anche per tasse
e imposte di registro
L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo
DESTINAZIONE ITALIA
Alessandro Sacrestano
Compensazionedelcredito e non più sospensione dei
ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7
bis dell’articolo 12 del decreto
«destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti
vantano nei confronti della
pubblica amministrazione assume contorni nettamente più
semplici e finisce per avere un
appeal di maggiore impatto. In
effetti, la versione originaria
della norma – che prevedeva,
per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero
crediti verso la Pa – rischiava
di comprometterne l’efficacia
e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la
posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi,
sembra sia stata quella della
semplificazione, lasciando, in
ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione.
Il recupero
La norma, infatti, sottolinea
che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a
quelli «certificati secondo le
modalità previste dai decreti
del ministro dell’Economia e
delle finanze 22 maggio 2012 e
25 giugno 2012». Insomma, per
vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le
somme fatturate alla pubblica
amministrazionee ancora ine-
vase, imprese e professionisti
dovranno prima di ogni altra
cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare
questo, le istruzioni contenute
sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà
avere accesso dal link www.
certificazionecrediti.mef.gov.it
(si veda l’articolo qui sotto).
Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti
del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie
diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le
forniture eseguite, nonché dei
provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla.
IL QUADRO
La nuova opportunità
di garanzia
viene offerta
alle aziende
e ai professionisti
Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza
del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma
telematica, la certificazione
del credito vantato dal richiedente.
La certificazione
Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle
modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti,
èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai
sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel
credito, in caso di cessione pro
solvendo o pro soluto.
Con le modifiche apportate
in sede di conversione in legge
del decreto destinazione Ita-
lia, invece, sarà più ampia la
possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le
somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali,
contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli
oneri accessori, aggi e spese e
altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della
riscossione.
Salvina Morina
Tonino Morina
I passaggi
Le modalità
Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però,
ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale
– emanato dal ministero
dell’Economia e dal ministero
dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla
data di entrata in vigore della
legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il
decreto dovrà fare luce
sull’elemento più oscuro del
provvedimento. Ossia quello
che ne limita la fruibilità ai soli
soggetti per i quali «la somma
iscritta a ruolo sia inferiore o
pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura
della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo
l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non
potranno avvantaggiarsi della
nuova disposizione. È proprio
questo, comunque, il punto
chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare
una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del
credito vantato. Perché mai,
però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere
minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti
dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel
decreto ministeriale.
SOGGETTI DEBITORI
CARATTERISTICHE
COMPENSAZIONE
La pubblica amministrazione
Perpubblicheamministrazioni,
neiconfrontidellequalisi
vantailcreditochesivuole
compensare,sifariferimento
alloStato,aglientipubblici
nazionali,aregionieprovince
autonomediTrentoeBolzano,
aglientilocalieaglientidel
Serviziosanitarionazionale
Le caratteristiche del credito
Ilcreditoversolapubblica
amministrazionedeve
derivaredasomministrazioni,
prestazioniprofessionali,
fornitureeappalti.Deve
inoltreesserenonprescritto,
certo,liquido,esigibilee
certificatoattraversola
piattaformatelematica
Come usare la compensazione
Ilcreditovantatineiconfronti
dellapubblicaamministrazione
potràesserecompensatoconi
ruoliemessidalconcessionario
perlariscossioneaprescindere
dalladatadinotificaal
creditorecheabbiasomme
iscrittearuolougualioinferiori
alcreditovantato
CERTIFICAZIONE
ISTANZA
DECRETO
La procedura
Ilcreditorepotràdareinizioal
processodicertificazione del
creditovantatoversola
pubblicaamministrazione
accreditandosisulla
piattaformadicertificazione
elettronicadelcredito
attraversoilsito
www.certificazionecrediti.mef.
gov.it.Lemodalitàdi
accreditosonodiversea
secondacheilcreditoresia
soggettoonoall’obbligodi
pubblicitàlegale
La domanda
Unavoltaentratonella
piattaforma,ilcreditoredovrà
inviarel’istanzadicertificazione
neiconfrontidellaPadebitrice
utilizzandolafunzionalità
messaadisposizionedal
sistema.Ilsistemapermettedi
monitorareeverificarelostato
diavanzamentodelprocessodi
certificazione:ilcreditore
riceveràcomunicazionisul
rilasciodellacertificazionee/o
sullainsussistenzao
inesigibilitàdelcredito
Il dubbio
Leconcretemodalitàdella
compensazionesonorinviatea
undecretointerministerialeda
emanarsientro90giorni
dall’entratainvigoredella
leggediconversione.Ildecreto
dovràtral’altrofarluce
sull’elementodipiùdifficile
interpretazionedellanuova
disposizione:cioèsuquello
chenelimitalafruibilitàaisoli
soggettiperiquali«lasomma
iscrittaaruolosiainferioreo
parialcreditovantato»
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La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo
Leimpreseacacciadel«timbro»
Lorenzo Lodoli
Benedetto Santacroce
Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei
crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito».
La piattaforma è, in relazione
allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento
per la certificazione dei crediti
a favore del titolare di crediti
non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili scaturenti da un con-
trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti
neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento?
L’accesso alla piattaforma
Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale,
può operare immediatamente
tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso
per potersi accreditare deve
fornire alcune informazioni
personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere
una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento
d’identità.
Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi
separati: uno alla persona che
ha effettuato l’accesso e l’altro
sulla casella Pec registrata
presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa
individuale. Con l’utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma.
Questione diversa, invece,
se il creditore non è soggetto
all’obbligo di pubblicità legale
(non deve registrarsi presso il
Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso
per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è
creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con
le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a
quello delle imprese.
La domanda di certificazione
Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra
l’istanza di certificazione nei
confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità
messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al
creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue
informazioni inserite in fase di
registrazione e che deve essere
invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice
da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa.
La conclusione
Il sistema permette di monito-
rare e verificare lo stato di
avanzamento del processo di
certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o
sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi
30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi
l’insussistenza del credito, il
creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite
un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la
piattaforma con un modulo
fornito dal sistema.
La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La procedura sprint per i
rimborsi riguarderà anche le
tasse, le imposte di registro e
le altre imposte indirette. La
procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a
ruolo e le somme spettanti al
contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di
tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento
del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014,
pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i
rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso
ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per
disposizioni normative o convenzionali, di competenza
dell’agenzia delle Entrate.
È prevista una disposizione transitoria, in base alla
quale, fino al 30 giugno 2014, i
"nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento.
I dati necessari per il rimborso sono predisposti
dall’agenzia delle Entrate, con
la formazione di liste emesse
conprocedure automatizzate,
contenenti, per periodo e tipo
d’imposta, in corrispondenza
delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla
restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o
dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare
delle somme da rimborsare.
È stabilito che il rimborso
avviene con accredito sul
conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario
o postale, presentando il modello reso disponibile dalle
Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio
territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet
dell’agenzia delle Entrate.
Il contribuente può infatti
registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere
il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i
contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali,
adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale.
Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi
da erogare al contribuente. In
caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o
postali, i rimborsi alle persone
fisiche sono effettuati:
1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli
sportelli di poste italiane, per
riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro;
1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia,
per i rimborsi il cui importo,
comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro.
In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal
modello 730, la restituzione di
somme per importi superiori
a 4mila euro sarà fatta
dall’agenzia delle Entrate e
non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati
nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi
dell’anno 2013, per contrastare
l’erogazione di falsi rimborsi
Irpef da parte dei sostituti
d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei
termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o
dalla data della presentazione
seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle
Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti
dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il
rimborso sarà erogato
dall’agenzia delle Entrate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa cambia
01 | PROCEDURA VELOCE
La procedura sprint, di
norma, interessa i rimborsi
del contributo unificato di
iscrizione a ruolo e le
somme spettanti al
contribuente a seguito di
liquidazione delle
dichiarazioni annuali
02 | VIA DAL 1˚LUGLIO
Dal 1˚luglio 2014 questa
procedura sarà estesa a
tutti i rimborsi che
risultano dalla
liquidazione delle
dichiarazioni e delle
istanze di rimborso di
tasse, imposte dirette ed
indirette, il cui pagamento
è per disposizioni
normative o convenzionali,
di competenza
dell’agenzia delle Entrate
03 | TEMPI PIÙ BREVI
Chi intende accorciare i
tempi del rimborso,
comunica le coordinate del
proprio conto corrente
bancario o postale,
presentando il modello
delle Entrate in formato
elettronico, presso
qualsiasi ufficio
territoriale dell’Agenzia, o
tramite il sito internet
delle Entrate
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La piattaforma telematica. L' iter sempre sotto controllo.
Le imprese a caccia del «timbro»
Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l'
emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con
le cartelle esattoriali emesse nei confronti dei titolari di
questi crediti, diventa sempre più importante per le
imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
dei crediti, attraverso la «Piattaforma di certificazione
elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione
alla procedura di compensazione in esame, l' unico
strumento per la certificazione dei crediti a favore del
titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili
scaturenti da un contratto avente ad oggetto
somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della
pubblica amministrazione (amministrazione statali,
regioni, province, enti locali ed enti del servizio
sanitario nazionale). Ma come funziona questo
strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà
inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla
piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o
un impresa individuale, può operare immediatamente
tramite la piattaforma elettronica di certificazione
attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In
questo caso per potersi accreditare deve fornire
alcune informazioni personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di
assunzione di responsabilità e scannerizzare un
valido documento d' identità. Una volta fornite le
informazioni saranno inviate le credenziali di accesso
in due elementi separati: uno alla persona che ha
effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec
registrata presso il Registro delle imprese dalla
società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla
piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore
non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non
deve registrarsi presso il Registro delle imprese),
quindi è una persona fisica (esempio, un
professionista) o un' associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso per procedere all'
accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica
amministrazione nei cui confronti è creditore, con la
quale effettuare un riconoscimento e con le
credenziali di accesso ricevute entrare sulla
piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche
amministrazioni l' accreditamento al sistema della
piattaforma è effettuato invece direttamente dal
responsabile attraverso un sistema identico a quello
delle imprese. La domanda di certificazione Una volta
Pubblica Amministrazione
entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza
di certificazione nei confronti della pubblica
amministrazione debitrice utilizzando un' apposita
funzionalità messa a disposizione dal sistema. La
piattaforma presenta al creditore un modulo
parzialmente precompilato con le sue informazioni
inserite in fase di registrazione e che deve essere
invece concluso indicando le informazioni relative alla
pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la
certificazione, le fatture poste a fondamento del
credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di
monitorare e verificare lo stato di avanzamento del
processo di certificazione e il creditore riceverà
comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla
insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica
amministrazione debitrice non rilasci la certificazione
o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore
procedente potrà richiedere la nomina di un
commissario ad acta tramite un' apposita istanza da
proporre sempre attraverso la piattaforma con un
modulo fornito dal sistema. La pubblica
amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il
commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono
a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. ©
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 9
PRIMO PIANO
Mercoledì 12 Febbraio 2014
9
Sono le spese che la Corte dei Conti chiede all’ex sindaco di Bologna e ai membri della giunta
Mannaia di 1,2 mln su Cofferati
E intanto c’è un’altra inchiesta della Gdf per 91 mln
DI
GIORGIO PONZIANO
L
a mannaia della corte
dei conti arriva (anche)
su Sergio Cofferati,
ex-segretario Cgil poi
riciclato sindaco di Bologna,
non ripresentato a furor di
popolo al secondo mandato
e ri-riciclato al parlamento
europeo, dove sta terminando
la sua prima legislatura e si
sta dando da fare per farne
una seconda, coi relativi emolumenti. E sembra in una
botte di ferro, appoggiato sia
da Gianni Cuperlo, di cui è
stato un grande elettore alle
primarie («il mio voto a Cuperlo è per un Pd che dica con
forza da che parte sta, quella
dei più deboli e di chi non si
sente rappresentato. Per un
Pd plurale e inclusivo, capace
di dare voce a un ampio spazio
di centro sinistra, di rinnovarsi senza perdere i suoi valori»)
sia da Matteo Renzi a cui
(dopo l’ascesa alla segreteria)
ha giurato fedeltà, tanto da difenderlo anche per il contestato (dalla minoranza interna)
incontro col Cavaliere: «Renzi
doveva incontrare Berlusconi,
era inevitabile. Ed è meglio
averlo fatto al Nazareno che
a palazzo Grazioli».
Adesso però rischia lo
sgambetto da parte dei magistrati della corte dei conti che
gli hanno inviato un avviso a
comparire in giudizio per il 7
maggio, proprio alla vigilia
delle elezioni europee: a lui e
ai membri della sua ex-giunta,
compreso l’allora assessore e
adesso sindaco, Virginio Merola, è chiesta la restituzione
di 1,2 milioni di euro. I pm
contabili ritengono che Cofferati e i suoi assessori abbiano
«deliberato con modalità e con-
Normativa Comuni
tenuti viziati da illegittimità,
irragionevolezza, illogicità,
arbitrarietà e antieconomicità» apportando «una variante
sostanziale al progetto, contraria alla normativa vigente e allo stesso regolamento
contrattuale». Inoltre nella
citazione si rileva che «le consistenti spese di progettazione
di questa variante dovevano
essere sostenute dalla stazione appaltante», cioè le coop, e
non dal Comune.
Ma c’è di più, proseguendo le indagini sull’affaireCivis la guardia di finanza ha
quantificato in altri 91 milioni
di euro il danno erariale provocato dalle scelte di politici e
tecnici (su una spesa pubblica
totale di 150 milioni): un bel
gruzzolo di denaro sperperato alla faccia della litania dei
sindaci sulla mancanza di risorse. Il dossier redatto dalla
guardia di finanza indica i
capitoli di spesa contestati,
le delibere approvate dalla
giunta comunale, i contratti
firmati dalla longa manus
del Comune, l’azienda dei
trasporti. Tocca ora ai pm
individuare le responsabilità
anche in questo secondo filone
d’indagine. Nel fascicolo trasmesso alla corte dei conti, la
guardia di finanza elenca otto
membri del consiglio d’amministrazione dell’azienda dei
trasporti e due commissari
delle gare d’appalto che hanno apposto le loro firme sulle
delibere e sugli atti contestati
dai finanzieri ma inoltre sottolinea come al piano tecnico
sia strettamente rapportato
quello politico: se i pm chiederanno la restituzione pure
di una simile somma (in aggiunta al miliardo e rotti già
contestato) saranno guai seri
Sergio Cofferati
per Cofferati e soci. I quali si
stanno preparando alla prima
udienza di maggio. Cofferati
anticipa: «Agimmo nell’interesse della città. Rivedemmo
il progetto per due ragioni:
perché era stato giudicato
illegittimo dalla corte costituzionale non essendo stato
concordato con Regione e
Provincia e perché lo giudicavamo sbagliato».
In pratica cosa avvenne?
Cofferati e la sua giunta, subissati dalle proteste, si resero
conto che era impossibile continuare a imporre il Civis. Ma
il sindaco si trovava di fronte
a due problemi: non perdere la
faccia dichiarando il fallimento del progetto, non rinunciare
ai fondi ministeriali agguantati con tanta fatica e finalizzati
alla costruzione di metropolitane (interrate o di superficie).
L’escamotage fu un nuovo progetto che trasformava il Civis
in tranvia seppure ancora con
la pomposa denominazione di
metrò, anche se di metrò ave-
va assai poco. Il Comune pagò
il nuovo progetto (impropriamente, secondo la guardia di
finanza) ma la ciambella non
riuscì col buco, anche questa
soluzione si rivelò in seguito
impraticabile. Sempre a spese
del bilancio comunale.
C’è attesa per l’udienza
del 7 maggio. Ma la telenovela giudiziaria continuerà a
seconda dei rilievi dei giudici
contabili per l’ulteriore esborso dei 91 milioni, la maggior
parte dei quali spesi per opere
stradali e sottopassi (sempre
realizzati dalle coop) finalizzati al metro mai realizzato.
Per altro la guardia di finanza
sta ancora indagando su altri
filoni dell’affaire-Civis, per
cui entro l’estate potrebbero
esserci ulteriori sviluppi, una
vera spina nel fianco per l’exsegretario cigiellino trasformatosi in politico europeo.
Si è trattato di finanziamenti pubblici, in parte
locali e in parte nazionali, in-
Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016
vestiti in una vicenda all’italiana, finita in una bolla di sapone. I tartassati contribuenti
hanno fatto sacrifici per un
bluff. I politici, sindaci in testa, spiegavano che sì le tasse
aumentavano ma in cambio i
cittadini avrebbero avuto una
metropolitana di superficie e
quindi una mobilità a livello
europeo. Progetti costosi, appalti aggiudicati (alle coop),
ruspe in funzione con la città
bloccata per mesi per i lavori
nelle sue strade principali. In
questo pozzo vengono buttati
(è la guardia di finanza a tirare le somme) milioni come
fossero bruscolini. Poi è arrivato il nuovo sindaco, Virginio
Merola, che ha sostituito Cofferati, di cui era stato assessore, e ha bloccato tutto perché il convoglio (anche nella
versione più piccola) gestito
dalla fibra ottica posta sotto
l’asfalto non riesce a transitare per le strade del centro
storico medioevale di Bologna.
Nessuno si era preoccupato di
verificarlo prima di incominciare l’avventura. Una beffa,
che coinvolge tutto lo stato
maggiore Pd, maggioranza
schiacciante in Comune.
Rimangono la fibra ottica inserita e inutilizzata
sotto l’asfalto, le strade spezzate in due per far posto, al
centro, alle banchine dinanzi
alle quali doveva fermarsi il
Civis, perfino i convogli (che
stanno arrugginendo nei depositi dell’azienda dei trasporti) arrivati dalla Francia (le
aziende transalpine, preferite
a quelle italiane, ringraziano).
E tutto questo in una situazione di crisi dell’economia, delle
infrastrutture, della finanza
pubblica.
Twitter: @gponziano
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 9
Sono le spese che la Corte dei Conti chiede all' ex sindaco di Bologna e ai membri della
giunta.
Mannaia di 1,2 mln su Cofferati
E intanto c' è un' altra inchiesta della Gdf per 91 mln.
La mannaia della corte dei conti arriva (anche) su
Sergio Cofferati, ex-segretario Cgil poi riciclato
sindaco di Bologna, non ripresentato a furor di popolo
al secondo mandato e ri-riciclato al parlamento
europeo, dove sta terminando la sua prima legislatura
e si sta dando da fare per farne una seconda, coi
relativi emolumenti. E sembra in una botte di ferro,
appoggiato sia da Gianni Cuperlo, di cui è stato un
grande elettore alle primarie («il mio voto a Cuperlo è
per un Pd che dica con forza da che parte sta, quella
dei più deboli e di chi non si sente rappresentato. Per
un Pd plurale e inclusivo, capace di dare voce a un
ampio spazio di centro sinistra, di rinnovarsi senza
perdere i suoi valori») sia da Matteo Renzi a cui (dopo
l' ascesa alla segreteria) ha giurato fedeltà, tanto da
difenderlo anche per il contestato (dalla minoranza
interna) incontro col Cavaliere: «Renzi doveva
incontrare Berlusconi, era inevitabile. Ed è meglio
averlo fatto al Nazareno che a palazzo Grazioli».
Adesso però rischia lo sgambetto da parte dei
magistrati della corte dei conti che gli hanno inviato
un avviso a comparire in giudizio per il 7 maggio,
proprio alla vigilia delle elezioni europee: a lui e ai
membri della sua ex-giunta, compreso l' allora
assessore e adesso sindaco, Virginio Merola, è
chiesta la restituzione di 1,2 milioni di euro. I pm
contabili ritengono che Cofferati e i suoi assessori
abbiano «deliberato con modalità e contenuti viziati
da illegittimità, irragionevolezza, illogicità, arbitrarietà
e antieconomicità» apportando «una variante
sostanziale al progetto, contraria alla normativa
vigente e allo stesso regolamento contrattuale».
Inoltre nella citazione si rileva che «le consistenti
spese di progettazione di questa variante dovevano
essere sostenute dalla stazione appaltante», cioè le
coop, e non dal Comune. Ma c' è di più, proseguendo
le indagini sull' affaire-Civis la guardia di finanza ha
quantificato in altri 91 milioni di euro il danno erariale
provocato dalle scelte di politici e tecnici (su una
spesa pubblica totale di 150 milioni): un bel gruzzolo
di denaro sperperato alla faccia della litania dei
sindaci sulla mancanza di risorse. Il dossier redatto
dalla guardia di finanza indica i capitoli di spesa
contestati, le delibere approvate dalla giunta
comunale, i contratti firmati dalla longa manus del
Comune, l' azienda dei trasporti. Tocca ora ai pm
Normativa Comuni
individuare le responsabilità anche in questo secondo
filone d' indagine. Nel fascicolo trasmesso alla corte
dei conti, la guardia di finanza elenca otto membri del
consiglio d' amministrazione dell' azienda dei trasporti
e due commissari delle gare d' appalto che hanno
apposto le loro firme sulle delibere e sugli atti
contestati dai finanzieri ma inoltre sottolinea come al
piano tecnico sia strettamente rapportato quello
politico: se i pm chiederanno la restituzione pure di
una simile somma (in aggiunta al miliardo e rotti già
contestato) saranno guai seri per Cofferati e soci. I
quali si stanno preparando alla prima udienza di
maggio. Cofferati anticipa: «Agimmo nell' interesse
della città. Rivedemmo il progetto per due ragioni:
perché era stato giudicato illegittimo dalla corte
costituzionale non essendo stato concordato con
Regione e Provincia e perché lo giudicavamo
sbagliato». In pratica cosa avvenne? Cofferati e la
sua giunta, subissati dalle proteste, si resero conto
che era impossibile continuare a imporre il Civis. Ma il
sindaco si trovava di fronte a due problemi: non
perdere la faccia dichiarando il fallimento del progetto,
non rinunciare ai fondi ministeriali agguantati con
tanta fatica e finalizzati alla costruzione di
metropolitane (interrate o di superficie). L'
escamotage fu un nuovo progetto che trasformava il
Civis in tranvia seppure ancora con la pomposa
denominazione di metrò, anche se di metrò aveva
assai poco. Il Comune pagò il nuovo progetto
(impropriamente, secondo la guardia di finanza) ma la
ciambella non riuscì col buco, anche questa soluzione
si rivelò in seguito impraticabile. Sempre a spese del
bilancio comunale. C' è attesa per l' udienza del 7
maggio. Ma la telenovela giudiziaria continuerà a
seconda dei rilievi dei giudici contabili per l' ulteriore
esborso dei 91 milioni, la maggior parte dei quali
spesi per opere stradali e sottopassi (sempre
realizzati dalle coop) finalizzati al metro mai
realizzato. Per altro la guardia di finanza sta ancora
indagando su altri filoni dell' affaire-Civis, per cui entro
l' estate potrebbero esserci ulteriori sviluppi, una vera
spina nel fianco per l' ex-segretario cigiellino
trasformatosi in politico europeo. Si è trattato di
finanziamenti pubblici, in parte locali e in parte
nazionali, investiti in una vicenda all' italiana, finita in
una bolla di sapone. I tartassati contribuenti hanno
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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fatto sacrifici per un bluff. I politici, sindaci in testa,
spiegavano che sì le tasse aumentavano ma in
cambio i cittadini avrebbero avuto una metropolitana
di superficie e quindi una mobilità a livello europeo.
Progetti costosi, appalti aggiudicati (alle coop), ruspe
in funzione con la città bloccata per mesi per i lavori
nelle sue strade principali. In questo pozzo vengono
buttati (è la guardia di finanza a tirare le somme)
milioni come fossero bruscolini. Poi è arrivato il nuovo
sindaco, Virginio Merola, che ha sostituito Cofferati, di
cui era stato assessore, e ha bloccato tutto perché il
convoglio (anche nella versione più piccola) gestito
dalla fibra ottica posta sotto l' asfalto non riesce a
transitare per le strade del centro storico medioevale
di Bologna. Nessuno si era preoccupato di verificarlo
prima di incominciare l' avventura. Una beffa, che
coinvolge tutto lo stato maggiore Pd, maggioranza
schiacciante in Comune. Rimangono la fibra ottica
inserita e inutilizzata sotto l' asfalto, le strade
spezzate in due per far posto, al centro, alle banchine
dinanzi alle quali doveva fermarsi il Civis, perfino i
convogli (che stanno arrugginendo nei depositi dell'
azienda dei trasporti) arrivati dalla Francia (le aziende
transalpine, preferite a quelle italiane, ringraziano). E
tutto questo in una situazione di crisi dell' economia,
delle infrastrutture, della finanza pubblica.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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LAVO R O E P RE V I D EN ZA
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Resi noti i risultati dell’attività ispettiva. Recuperati 1,5 miliardi di €
29
LAVORO
Dimissioni
in bianco
Irregolarità riscontrate nel 65% delle imprese in soffitta
Il sommerso è in calo
DI
Monitoraggio attività di vigilanza anno 2013
DATI NAZIONALI
Aziende
ispezionate
Aziende
irregolari
N. lavoratori
irregolari
N. lavoratori
totalmente
in nero
Recupero contributi
e premi evasi
Ministero del lavoro
e delle politiche sociali
INPS
139.624
73.514
115.919
44.652
€ 90.982.451,00
71.821
58.048
53.009
33.490
€ 1.240.953.187,00
INAIL
23.677
20.752
70.092
7.983
€ 89.936.474,00
TOTALE
235.122
152.314
239.020
86.125
€ 1.421.872.112
Organo di controllo
64,78% aziende irregolari
su aziende ispezionate
DI
I
SIMONA D’ALESSIO
rregolarità riscontrate
nel 64,8% delle imprese in Italia (152.314 su
235.122 passate al setaccio), mentre cala il numero
dei lavoratori non correttamente inquadrati e totalmente «in nero», complice il
perdurare della crisi. E l’entità dei contributi e premi
evasi recuperati tocca quota
1.421.872.112 euro (-13% su
base annua). A renderlo noto
il ministero del welfare, che
traccia il bilancio dei risultati delle ispezioni nei luoghi
di lavoro nel 2013, eviden-
36,03% lavoratori in nero
su lavoratori irregolari
ziando come siano in discesa del 17%, rispetto all’anno
precedente, le somme effettivamente finite nelle casse
statali a seguito di sanzioni
amministrative (102.866.
138 euro) fenomeno sul quale «ha inciso, in un momento
di difficoltà delle imprese,
una minor propensione verso il pagamento immediato
degli importi sanzionatori»;
stop all’attività produttiva,
poi, in 7.885 casi, quasi tutti
dovuti all’impiego di addetti
«in nero», in misura pari, o
superiore al 20% di quelli
reclutati, e nel contempo diminuiscono le violazioni in
materia di prevenzione degli infortuni (33.123, pari a
-18%), in stretta correlazione
«alla riduzione del numero di
cantieri sul territorio nazionale».
Contratti non conformi
alle regole per 239.020 lavoratori (-19% rispetto al
2012), 86.125 scoperti completamente «in nero» e 1.091
extracomunitari clandestini
in servizio (-32%), condensati più che altro nel terziario
e nell’industria, col numero
più elevato di violazioni sulla manodopera straniera rilevato in Toscana (314), dove
sono attivi molti laboratori
tessili gestiti da cinesi, poi
in Lombardia (151), Campania (113) e in Emilia Romagna (102). Alzato, infine,
il velo sulle forme fittizie di
decentramento produttivo
(per l’abbattimento «in chiave fraudolenta del costo del
lavoro»): appalto, distacco,
somministrazione illeciti e
altri fenomeni hanno interessato 10.775 lavoratori.
Nel 2014, via Veneto controllerà, fra l’altro, l’uso di
risorse pubbliche con finalità assistenziali, disponendo
5 mila verifiche sulla cig in
deroga.
© Riproduzione riservata
COMMERCIALISTI/PARLA IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Laurini: elezioni al Cndcec in tempi rapidi
Va prima risolto, però, il problema degli ordini territoriali in chiusura
«L
e elezioni per il rinnovo
dei vertici dei commercialisti si facciano in tempi
rapidi». L’esortazione «a
far presto e nel rispetto della legalità» arriva direttamente dal commissario straordinario al Consiglio
nazionale dei dottori commercialisti
e degli esperti contabili Giancarlo
Laurini, che nell’augurarsi un pronunciamento rapido da parte di Via
Arenula sulla materia, è convinto
che nessuna soluzione potrà prescindere da un chiarimento sulla
sorte degli ordini territoriali costituiti nel circondario dei tribunali
soppressi.
Domanda. Presidente quindi il
problema della geografia giudiziaria non è da sottovalutare come
qualcuno crede?
Risposta. Comprendere l’impatto
della modifi ca delle
circoscrizioni dei
tribunali sugli ordini è di primaria
importanza. Ma
certo non può essere il consiglio a
farlo. Il problema
è totalmente nelle
mani del ministe-
Normativa Comuni
ro della giustizia che, con attenzione
e prudenza, dovrà valutare tutti gli
aspetti del problema e decidere per
il meglio. L’importante è che si faccia
presto e bene.
D. Quindi il problema esiste?
R. Certo che esiste,
ma esiste indipendentemente dalla
vicenda elettorale.
D. La nuova
geografi a giudiziaria è entrata in vigore
a settembre,
se il ministero
della giustizia
ci avesse pensato
Giancarlo Laurini
qualche mese fa, si sarebbe evitato
di lasciare i commercialisti ancora
senza una governance, non crede?
R. La stampa ne ha parlato, e noi
dal canto nostro abbiamo fornito alla
Giustizia tutte le informazioni necessarie per risolvere la questione. Abbiamo dato loro la mappa degli ordini
interessati e adiacenti al tribunale
soppresso ma anche i numeri di quelli
che comunque risentono della nuova
geografi a giudiziaria. Sulla base di
tutte queste informazioni il ministero
dovrà agire. Ed è un’operazione che
deve essere nella massima chiarezza e
nel rispetto assoluto della legalità.
D. Poi c’è il tema delle liste: riaprire il procedimento elettorale di
gennaio, poi sospeso? O avviare da
capo l’intero iter di voto?
R. Non sta a me dirlo. Certo è un groviglio di norme e quindi è necessario
muoversi con attenzione e prudenza.
Tutti comunque ci aspettiamo il massimo della rapidità compatibilmente
con la difficoltà dei problemi.
D. Si sta lavorando, ma con
molta difficoltà, a una lista unitaria. Lei che dice ci si riuscirà?
R. Sarebbe una cosa molto
buona per la categoria. Ma non
spetta a me entrare in questa
vicenda.
Di Benedetta Pacelli
Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016
SIMONA D’ALESSIO
Le dimissioni volontarie
dovranno essere sottoscritte
su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle
direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali,
dai Centri per l’impiego e
reperibili anche online. E,
quindi, non più apponendo
la firma in calce a un foglio
«in bianco», che potrebbe
essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte
(di Nichi Vendola di Sel e
di Teresa Villanova del Pd)
per rivedere le modalità di
risoluzione consensuale del
contratto, approvato dalla
commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l’esame dell’Aula, dove arriverà
il 21 febbraio. Un testo agile,
composto da un solo articolo
e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e
nella legge 92/2012: i moduli
per il recesso del rapporto,
si precisa, dovranno essere
realizzati «secondo direttive
definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello
della semplificazione nella
pubblica amministrazione,
«da emanare entro tre mesi
dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice
alfanumerico progressivo
di identificazione, la data
di emissione, nonché spazi
da compilare a cura del firmatario», destinati all’individuazione del prestatore, o
della prestatrice d’opera, del
datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si
intende recedere, della data
della sua stipulazione e di
ogni altro elemento utile.
Qualunque altro metodo per
rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali
modelli pre-stampati, sarà
considerato nullo. Assenti
alle votazioni ieri Fi, Lega e
Ncd, mentre il M5s annuncia
che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il
governo di Romano Prodi,
avevo già promosso l’introduzione di un documento
pre-stampato per certificare
le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all’atto
dell’assunzione», ricorda a
ItaliaOggi Cesare Damiano
(Pd), presidente dell’XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che
guida lo stesso organismo a
palazzo Madama, «cancellò
questa soluzione, mentre
Elsa Fornero la ripristinò,
seppure in altra forma». La
formazione di centrodestra,
pertanto, si oppone perché,
conclude Damiano, «ritiene
si vada contro gli interessi
dell’impresa».
Pagina 23 di 67
Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 29
lavoro.
Dimissioni in bianco in soffitta
Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte
su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle
direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali,
dai Centri per l' impiego e reperibili anche online. E,
quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio
«in bianco», che potrebbe essere post-datato. È
quanto prevede il disegno di legge che unisce due
proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa
Villanova del Pd) per rivedere le modalità di
risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla
commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l'
esame dell' Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo
agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che
abroga le disposizioni contenute nel decreto
legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli
per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno
essere realizzati «secondo direttive definite con
decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di
concerto con quello della semplificazione nella
pubblica amministrazione, «da emanare entro tre
mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e
dovranno riportare «un codice alfanumerico
progressivo di identificazione, la data di emissione,
nonché spazi da compilare a cura del firmatario»,
destinati all' individuazione del prestatore, o della
prestatrice d' opera, del datore di lavoro, della
tipologia di contratto da cui si intende recedere, della
data della sua stipulazione e di ogni altro elemento
utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le
dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli prestampati, sarà considerato nullo. Assenti alle
votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia
che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il
governo di Romano Prodi, avevo già promosso l'
introduzione di un documento pre-stampato per
certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate.
E non all' atto dell' assunzione», ricorda a ItaliaOggi
Cesare Damiano (Pd), presidente dell' XI
commissione, «poi, il mio successore, Maurizio
Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo
Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa
Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La
formazione di centrodestra, pertanto, si oppone
perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli
interessi dell' impresa».
Normativa Comuni
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Mer 12/02/2014
28
Italia Oggi
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Pagina 28
EN T I LO CA L I E STATO
Governo al lavoro sul dl che consentirà ai sindaci di alzare le aliquote. Ai comuni 625 mln
Stesso destino per Imu e Tasi
Baretta: niente tassa servizi per chi era esente nel 2012
DI
Pagina a cura
FRANCESCO CERISANO
«C
hi non ha mai pagato l’Imu non pagherà la Tasi». È
questo l’impegno
del governo verso i contribuenti
che potrebbe essere trasposto in
un vincolo specifico per i comuni finendo così per orientare le
scelte dei sindaci sulla Tasi. Gli
enti, è vero, avranno mani libere sulle detrazioni che saranno
finanziate dalla maggiorazione,
applicabile in misura variabile
dallo 0,1 allo 0,8 per mille. Ma
nella scelta se privilegiare gli
sconti prima casa o quelli sui
figli a carico o eventuali ulteriori riduzioni di imposta a favore
delle famiglie con basso reddito, i primi cittadini dovranno
avere ben presente questo
«vincolo etico» che l’esecutivo
è intenzionato a mettere nero
su bianco: chi nel 2012 non ha
pagato nulla di Imu grazie al
gioco delle detrazioni (circa 5
milioni di famiglie) non pagherà nulla di Tasi.
Le novità, che dovrebbero
finalmente chiudere il cerchio
normativo sulla disciplina della
Tassa servizi dando ai sindaci
le necessarie certezze in vista
dell’approvazione dei bilanci
(il cui termine è slittato al 30
aprile), saranno contenute in
un decreto legge del governo
pronto per andare sul tavolo del prossimo consiglio dei
ministri. Anche se su questa
tabella di marcia potrebbe pesare il rischio di una staffetta
Letta-Renzi.
Come anticipato da ItaliaOggi lo scorso 8 febbraio, il governo ha rinunciato all’idea di
introdurre le modifiche in un
emendamento al decreto «salva
Roma-bis» (dl 151/2013). E la
conferma è arrivata ieri dal sottosegretario all’economia Pier
Paolo Baretta a conclusione
della riunione tenutasi al Mef
sulla sorte della Tasi. Baretta
ha spiegato le ragioni del cambio di strategia. «Il decreto legge
151 è apparso subito come un
provvedimento troppo rischioso
per essere ulteriormente appesantito da una materia così
spinosa come l’aumento della
Tasi», ha spiegato a ItaliaOggi.
E in effetti l’iter avuto fin qui
Pier Paolo
Baretta
al senato dal ddl di conversione
del decreto non lasciava presagire una conclusione diversa.
Dopo una settimana di rinvii,
ieri la commissione bilancio di
palazzo Madama avrebbe dovuto iniziare a individuare gli
emendamenti ammissibili sulle
oltre 300 proposte di modifica
presentate. Ma l’esame è slittato a oggi costringendo il presidente Antonio Azzollini a
convocare la commissione per
una seduta notturna. La figuraccia prenatalizia, culminata
nella decisione di far decadere
il primo dl «Salva Roma» per
i rilievi mossi dal Quirinale
sull’eterogeneità del decre-
La Consulta ha salvato le norme della spending review
to, ha convinto il senato (dal
presidente Piero Grasso ad
Azzollini fino alla relatrice del
provvedimento Magda Zanoni) a evitare un altro assalto
alla diligenza, concentrando
gli emendamenti su poche questioni specifiche. I tempi, infatti, sono stretti e un’eventuale
decadenza del provvedimento
(il dl va convertito entro il 28
febbraio e deve ancora andare
all’esame della camera che a
questo punto si troverà a dover
esaminare un testo blindato)
avrebbe conseguenze disastrose sul bilancio di Roma oltre
a travolgere alcune norme di
grande importanza per la p.a.
come quella sugli affitti d’oro.
La decisione del governo di
destinare il capitolo Tasi a un
decreto ad hoc era stata già
informalmente anticipata da
Baretta a Zanoni nella giornata di lunedì. Ieri è arrivata
l’ufficialità e ora senza la spada
di Damocle di una materia così
spinosa (su cui peraltro Scelta
civica, contraria all’aumento
della Tasi, ha annunciato battaglia soprattutto in senato) il
provvedimento potrà procedere
più spedito.
Il dl sulla Tasi recepirà l’accordo tra Anci e governo dello scorso 28 gennaio (si veda
ItaliaOggi del 29/1/2014). I
municipi potranno applicare
la maggiorazione sulla prima
e/o sulla seconda casa fino al
massimo dello 0,8 per mille,
facendo così salire il prelievo
potenziale al 3,3 per mille per
l’abitazione principale e all’11,4
per mille sulle abitazioni secondarie. La maggiorazione, come
detto, finanzierà le detrazioni
che quindi non attingeranno
più al tesoretto di 500 milioni
di euro previsto a questo scopo
dalla legge di Stabilità 2014
(comma 731 della legge n.
14/2013). Tale cifra potrà quindi essere liberata a beneficio
degli enti transitando così nel
fondo di solidarietà comunale
assieme a ulteriori 125 milioni
riconosciuti ai sindaci. Secondo
quanto anticipato da Baretta
a ItaliaOggi, il Mef avrebbe
quindi leggermente ridotto le
stime dell’Anci che chiedeva al
governo un ristoro complessivo
di 700 milioni. Via XX Settembre ne offre al massimo 625.
Stretta sull’occupazione abusiva di suolo
Mini enti, legittime unioni Tavoli in strada,
e convenzioni obbligatorie a Roma è guerra
È
legittimo imporre ai piccoli comu- nazionali, condizionati anche dagli obblighi
ni l’esercizio in forma associata di comunitari, vincoli alle politiche di bilancio,
funzioni mediante unione o conven- anche se questi si traducono, inevitabilmenzione. A salvare le norme della spen- te, in limitazioni indirette all’autonomia di
ding review di Mario Monti (art.19, comma spesa degli enti territoriali». L’unica condi1 lettere b-e della dl n. 95/2012) che impon- zione per porre simili paletti è che le norme
gono ai comuni con meno di 5.000 abitanti stabiliscano un «limite complessivo, che lasci
(3.000 se montani) di mettersi insieme per agli enti stessi ampia libertà di allocazione
gestire la quasi totalità delle funzioni fon- delle risorse fra i diversi ambiti e obiettivi
damentali (con esclusione dei soli registri di di spesa». Secondo i giudici delle leggi questo
stato civile) è la Corte costituzionale con la è esattamente ciò che ha fatto la spending
sentenza n. 22/2014 depositata ieri in can- review del 2012, le cui disposizioni, scrive
la Consulta, «ricelleria.
sultano, appunI giudici della
to, decisamente
Consulta si sono
orientate a un
pronunciati sui
contenimento
ricorsi di cinque
della spesa pubregioni (Lazio,
blica, creando un
Ve n e t o , C a m sistema tendenpania, Puglia e
zialmente virSardegna) che
tuoso di gestiocon argomentane associata di
zioni spesso coinfunzioni tra cocidenti lamentamuni, lasciando
vano una lesione
comunque alle
delle prerogative
regioni l’eserregionali in macizio contiguo
teria di ordinadella competenmento degli enti
za materiale a
locali.
esse costituzioLa Corte, riLa Corte costituzionale
nalmente garanchiamando la
tita». «In definipropria consolidata giurisprudenza dal 2009 (sentenza n. tiva», ha concluso la Corte dichiarando non
297) in avanti (da ultimo si veda la sentenza fondati i ricorsi delle regioni, «si tratta di un
n. 236/2013) ha ribadito che il legislatore legittimo esercizio della potestà statale constatale «può legittimamente imporre alle corrente in materia di coordinamento della
regioni e agli enti locali, per ragioni di coor- finanza pubblica, ai sensi del terzo comma
dinamento finanziario connesse a obiettivi dell’art. 117 Cost.».
Normativa Comuni
DI
DARIO FERRARA
T
empi duri per l’aperitivo o il brunch nel
quartiere della movida.
Il locale resta chiuso
per cinque giorni e comunque
fino a quando non rimuove a
sue spese dalla strada dehor,
tavolini, sedie e stufe a fungo fuorilegge. E ciò anche se
un’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico ci sarebbe, ma risulta intestata a un
altro esercizio pubblico attiguo,
che non la utilizza. È quanto
emerge dalla sentenza 1219/14,
pubblicata dalla sezione seconda ter del Tar Lazio.
Patrimonio dell’umanità.
Niente da fare per il titolare
dell’esercizio pubblico chiuso
dopo il blitz dei vigili urbani
nel rione Trastevere, gettonatissimo per le serate dei giovani. L’illecito «incriminato» si
estende per 12 metri quadrati
tavolini, sedie, ombrelloni, irradiatori di calore e teli di plastica discendenti, a parziale chiusura dell’area. Esce confermata
la lettura dell’amministrazione
secondo Roma Capitale che
si avvale del potere previsto
dall’articolo 3, comma 16 della
legge 94/2009, vale a dire il pacchetto sicurezza, «per sanzionare le occupazioni totalmente
abusive di suolo pubblico, per
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fini di commercio, ricadenti
nelle strade urbane del territorio capitolino delimitato dal
perimetro del sito Unesco» (dal
momento che il centro storico
dell’Urbe è patrimonio protetto
dalle istituzioni internazionali). Ma attenzione: la sanzione
della chiusura del pubblico
esercizio costituisce una misura accessoria alla violazione
dell’articolo 20 del codice della
strada che già prevede l’obbligo della rimozione delle opere:
si tratta di un’attività che rientra nell’ordinaria attività di
vigilanza e controllo da parte
della polizia municipale e dei
relativi uffici.
Ricorso irrilevante. Di
più. Non conta che i clienti
all’esterno consumano solo
snack e cocktail. Il titolare del
locale non evita la chiusura
dell’esercizio, nonostante abbia
impugnato dinanzi al prefetto
il verbale dei vigili urbani: il
ricorso riguarda soltanto l’articolo 20 Cds e, dunque, non fa
venire meno il presupposto di
fatto della controversia su cui
si pronunciano i giudici laddove il nocciolo della questione
resta l’occupazione abusiva
del suolo pubblico sanzionata
a norma del pacchetto sicurezza. All’imprenditore non
resta che pagare le spese di
giudizio.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 28
Governo al lavoro sul dl che consentirà ai sindaci di alzare le aliquote. Ai comuni 625 mln.
Stesso destino per Imu e Tasi
Baretta: niente tassa servizi per chi era esente nel 2012.
«Chi non ha mai pagato l' Imu non pagherà la Tasi».
È questo l' impegno del governo verso i contribuenti
che potrebbe essere trasposto in un vincolo specifico
per i comuni finendo così per orientare le scelte dei
sindaci sulla Tasi. Gli enti, è vero, avranno mani libere
sulle detrazioni che saranno finanziate dalla
maggiorazione, applicabile in misura variabile dallo
0,1 allo 0,8 per mille. Ma nella scelta se privilegiare gli
sconti prima casa o quelli sui figli a carico o eventuali
ulteriori riduzioni di imposta a favore delle famiglie
con basso reddito, i primi cittadini dovranno avere ben
presente questo «vincolo etico» che l' esecutivo è
intenzionato a mettere nero su bianco: chi nel 2012
non ha pagato nulla di Imu grazie al gioco delle
detrazioni (circa 5 milioni di famiglie) non pagherà
nulla di Tasi. Le novità, che dovrebbero finalmente
chiudere il cerchio normativo sulla disciplina della
Tassa servizi dando ai sindaci le necessarie certezze
in vista dell' approvazione dei bilanci (il cui termine è
slittato al 30 aprile), saranno contenute in un decreto
legge del governo pronto per andare sul tavolo del
prossimo consiglio dei ministri. Anche se su questa
tabella di marcia potrebbe pesare il rischio di una
staffetta Letta-Renzi. Come anticipato da ItaliaOggi lo
scorso 8 febbraio, il governo ha rinunciato all' idea di
introdurre le modifiche in un emendamento al decreto
«salva Roma-bis» (dl 151/2013). E la conferma è
arrivata ieri dal sottosegretario all' economia Pier
Paolo Baretta a conclusione della riunione tenutasi al
Mef sulla sorte della Tasi. Baretta ha spiegato le
ragioni del cambio di strategia. «Il decreto legge 151
è apparso subito come un provvedimento troppo
rischioso per essere ulteriormente appesantito da una
materia così spinosa come l' aumento della Tasi», ha
spiegato a ItaliaOggi. E in effetti l' iter avuto fin qui al
senato dal ddl di conversione del decreto non
lasciava presagire una conclusione diversa. Dopo una
settimana di rinvii, ieri la commissione bilancio di
palazzo Madama avrebbe dovuto iniziare a
individuare gli emendamenti ammissibili sulle oltre
300 proposte di modifica presentate. Ma l' esame è
slittato a oggi costringendo il presidente Antonio
Azzollini a convocare la commissione per una seduta
notturna. La figuraccia prenatalizia, culminata nella
decisione di far decadere il primo dl «Salva Roma»
per i rilievi mossi dal Quirinale sull' eterogeneità del
decreto, ha convinto il senato (dal presidente Piero
Normativa Comuni
Grasso ad Azzollini fino alla relatrice del
provvedimento Magda Zanoni) a evitare un altro
assalto alla diligenza, concentrando gli emendamenti
su poche questioni specifiche. I tempi, infatti, sono
stretti e un' eventuale decadenza del provvedimento
(il dl va convertito entro il 28 febbraio e deve ancora
andare all' esame della camera che a questo punto si
troverà a dover esaminare un testo blindato) avrebbe
conseguenze disastrose sul bilancio di Roma oltre a
travolgere alcune norme di grande importanza per la
p.a. come quella sugli affitti d' oro. La decisione del
governo di destinare il capitolo Tasi a un decreto ad
hoc era stata già informalmente anticipata da Baretta
a Zanoni nella giornata di lunedì. Ieri è arrivata l'
ufficialità e ora senza la spada di Damocle di una
materia così spinosa (su cui peraltro Scelta civica,
contraria all' aumento della Tasi, ha annunciato
battaglia soprattutto in senato) il provvedimento potrà
procedere più spedito. Il dl sulla Tasi recepirà l'
accordo tra Anci e governo dello scorso 28 gennaio
(si veda ItaliaOggi del 29/1/2014). I municipi potranno
applicare la maggiorazione sulla prima e/o sulla
seconda casa fino al massimo dello 0,8 per mille,
facendo così salire il prelievo potenziale al 3,3 per
mille per l' abitazione principale e all' 11,4 per mille
sulle abitazioni secondarie. La maggiorazione, come
detto, finanzierà le detrazioni che quindi non
attingeranno più al tesoretto di 500 milioni di euro
previsto a questo scopo dalla legge di Stabilità 2014
(comma 731 della legge n. 14/2013). Tale cifra potrà
quindi essere liberata a beneficio degli enti
transitando così nel fondo di solidarietà comunale
assieme a ulteriori 125 milioni riconosciuti ai sindaci.
Secondo quanto anticipato da Baretta a ItaliaOggi, il
Mef avrebbe quindi leggermente ridotto le stime dell'
Anci che chiedeva al governo un ristoro complessivo
di 700 milioni. Via XX Settembre ne offre al massimo
625.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 25
I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese
25
PARERE ACI
Le ganasce
viaggiano
Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero
Irap ridotta fino al 25%
presidente, Fratelli d’Italia,
Pensionati, Pd, Patto civico e
to 5
iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle,
nuove imprese. Riorganizzazione del
sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia
zero. «Impresa Lombardia:
per la libertà d’impresa, il
lavoro e la competitività» è
il nome del progetto di legge
approvato ieri all’unanimità
dal Consiglio regionale della
Lombardia. Il documento, elaborato nella
IV commissione
attività produttive presieduta da
Angelo Ciocca
(Lega nord) e
di cui è stato
relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha
ottenuto il
sostegno di
Roberto
Forza Italia,
Maroni
Ncd, Lega
nord, lista
Maroni
DI
GIOVANNI GALLI
R
e modifica la legge regionale
1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per
il territorio della Lombardia)
prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto
produttivo lombardo tra cui
l’accordo di competitività, la
riduzione di alcune imposte,
l’accesso al credito, diverse
agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di
compensazione multilaterale
locale per lo scambio di beni
e servizi.
Con un emendamento dell’assessore Mario
Melazzini è
stato istituito il
marchio «made
in Lombardy»
per certificare
la provenienza
regionale di alcuni prodotti.
Entrando nello specifico dei
contenuti, arriva la comunicazione unica re-
gionale che sostituirà tutti
gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli
sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione
con le camere di commercio;
via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le
camera di commercio, dovrà
essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle
preposte ai controlli, senza
passare dalle aziende; la
valutazione degli interessi
pubblici complessi connessi
al rilascio di autorizzazioni
e permessi avverrà in sede
di conferenza di servizi, da
espletarsi in una sola seduta
e in via telematica con introduzione del silenzio assenso;
e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non
potranno avvenire se non
dopo aver esperito l’esame
dei documenti nel fascicolo
elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle
certificazioni rilasciate dagli
enti di certificazione.
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Accertamenti, è irrituale
la notifica ai coinquilini
L’equipollenza adesso
è di nuovo in bilico
È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che
non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia
addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di
cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014.
Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la
notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non
sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di
consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari
in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per
conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto
all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti
non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60
del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica
degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il
consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La
ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a
caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge
223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della
raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni
degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello
Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui
finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa
come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente
degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque,
costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo.
Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili.
Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata
dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è
ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo
comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011).
L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita,
anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del
destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo
caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio
tributario.
Sergio Trovato
Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere
cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due
emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato
per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte
di modifica puntano
ad azzerare l’emendamento approvato
a Palazzo Madama e
quindi a cancellare
definitivamente
l’equipollenza,fino
ad ora esistente,
tra il percorso formativo per l’accesso alla professione
di commercialista
e quello per lo
svolgimento della
funzione di revisore legale. Resta da capire cosa
succederà oggi in
commissione affari costituzionali
della Camera dove
si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che
dovrà essere apDisponibile anche sul sito
provato dall’aula
www.classabbonamenti.com
venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe
da individuare nella necessità di disciplinare solo
norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene
solo proroghe di norme vigenti ma non interviene
nell’approvazione di nuove.
Benedetta Pacelli
Normativa Comuni
IN EDICOLA
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DI
STEFANO MANZELLI
Chi esporta un veicolo
deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche
per evitare che sullo stesso
mezzo intervenga un fermo
amministrativo. In tal caso
infatti solo con il nulla osta
dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia
e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero.
Lo ha chiarito l’Aci con
parere n. 983 dell’11 /2/14.
I veicoli gravati da fermo
amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro
automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i
mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo
caso la pratica dovrà essere
autorizzata dal giudice o da
una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il
nulla osta dell’agente della
riscossione che ha iscritto
il fermo. Spesso un veicolo
viene esportato senza annotare tempestivamente al
pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante
l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro
questa pratica scorretta.
Successivamente, se un
agente della riscossione
ignaro dell’esportazione
procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione
del veicolo si complicano.
Specifica infatti il parere
dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava
già all’estero al momento
dell’iscrizione del fermo
amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra
e, in quanto bene mobile
ancora registrato in Italia,
l’agente della riscossione
ha potuto legittimamente
iscrivere il fermo». L’unico
modo per liberare il mezzo
dai vincoli burocratici in
questo caso è ottenere il
nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per
esportazione del veicolo.
In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle
ganasce fiscali e il veicolo,
eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe
tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente
l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di
dimostrare la demolizione
del mezzo avvenuta sia in
Italia che all’estero ma
sempre precedentemente all’iscrizione del fermo
amministrativo.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini
È illegittima la notifica di un avviso di accertamento
consegnato a una persona che coabita con il
destinatario, ma che non sia legata a lui da un
rapporto di parentela o non sia addetta alla casa. La
notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare
consegna dell' atto. Lo ha stabilito la Corte di
cassazione, con l' ordinanza n. 2705 del 6 febbraio
2014. Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica
dell' avviso di accertamento consegnato alla
coinquilina. Infatti, la notifica della copia a persona
che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui
legata da rapporto di parentela o non sia addetta alla
casa «non è assistita dalla presunzione di consegna».
La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari in
caso di momentanea assenza del contribuente si
perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato
a riceverli per conto del destinatario. Peraltro, in caso
di consegna dell' atto all' addetta alla casa è
necessario che venga informato il destinatario dell'
avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti non si
può considerare perfezionata. Del resto l' articolo 60
del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di
notifica degli atti tributari, impone l' invio di una
raccomandata se il consegnatario non è il destinatario
dell' atto o dell' avviso. La ratio di questa norma è
quella di tutelare i contribuenti. Non a caso il
legislatore, con l' articolo 37, comma 27, del decreto
legge 223/2006, ha integrato l' articolo 60 e prescritto
l' obbligo della raccomandata per allineare la
normativa sulle notificazioni degli atti tributari al
principio contenuto nell' articolo 6 dello Statuto dei
diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui finalità
è quella di assicurare «l' effettiva conoscenza», intesa
come alto grado di conoscibilità, da parte del
contribuente degli atti a lui destinati. L' invio della
raccomandata, dunque, costituisce elemento
necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i
termini per l' impugnazione dell' atto impositivo.
Diverso è invece il trattamento per i contribuenti
irreperibili. Il Fisco è legittimato a non informarli a
mezzo raccomandata dell' avvenuta notifica di un atto
di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la
notifica dell' accertamento tributario è ritualmente
eseguita solo con l' affissione dell' avviso nell' albo
comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011). L'
articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere
eseguita, anche dai messi comunali, nel luogo di
domicilio fiscale del destinatario, salva l' ipotesi di
elezione di domicilio. In questo caso l' elezione deve
risultare da un atto comunicato all' ufficio tributario.
Normativa Comuni
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014
LAVORO IRREGOLARE
180
La Camera riduce
le maxi-sanzioni
I giorni in cui ora si è al riparo
da azioni esecutive
u pagina 16
Pagina 15
www.ilsole24ore.com f
@24NormeTributi
DIRITTO FALLIMENTARE
RISCOSSIONE
RIMBORSI FISCALI
Deduzioni con limiti
per i preconcordati
Compensabili i crediti
delle imprese con la Pa
Tasse dirette e indirette
con procedura sprint
u pagina 17
u pagina 17
u pagina 17
Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo
LE INIZIATIVE
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Online
IN RETE
Focus bilancio
oggi in digitale
per gli abbonati
Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all’Imu
Gianni Trovati
MILANO
La super-Tasi che si genera
con l’aumento ulteriore dello 0,8
per mille deve servire a finanziare
detrazioni in grado di garantire
che nessuna abitazione principale
paghi con il nuovo tributo più di
quanto versava di Imu nel 2012; per
aiutarei Comuni in questa impresa
facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma
la cifra è da definire), in larga parte
recuperatodalmezzo miliardoche
la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà
essere versata solo con bollettino
postale o F24 (spesso in autoliquidazione,secondolabozzadidecreto attuativo anticipata ieri sul Sole
24 Ore), mentre gli altri strumenti
(Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene
applicataairifiutiassimilatiagliurbani e smaltiti autonomamente dai
produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di
affidare la riscossione agli stessi
soggetti dell’anno scorso, cancel-
IGIENE URBANA
L’esclusione delle imprese
da una quota del tributo
rischierebbe di scaricarsi
sulle utenze domestiche
con incrementi del 30%
landol’errataopzionesullaTasiintrodotta dalla legge di stabilità.
Prendequesta forma il pacchettodi modifiche alla fiscalità locale,
che per ora va in un Titolo II del
decreto legge sulla casa e accoglie
un ampio ventaglio di interventi
sulla finanza locale. Dall’anticipo
diquasi1,5 miliardidifondodisolidarietà comunale per mantenere
laliquiditàdellecasselocaliallesanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano antidissesto bocciato dalla Corte dei
conti,uncolpodispugnasullesanzioniperiComuni(Firenze,Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppogenerosinei contrattiintegrativi che si sono visti contestare dalla
Ragioneria generale le somme in
eccesso erogate ai dipendenti e
un’iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti
locali (si veda l’articolo a fianco).
La tempesta politica sull’ipotesi
di staffetta fra Letta e Renzi non
permette di prevedere se il decretocasasaràineffettiilveicolofinale di questo menu normativo, che
potrebbeancheesserespacchettato e tradursi in emendamenti ai
tanti decreti legge in conversione
soprattutto per quel che riguarda
Normativa Comuni
leregolepiùurgenti:cioègliemendamentisuTasieTari,indispensabili al nuovo fisco locale targato
Iuc per muovere i primi passi, ma
anchei salva-cittàsenza iqualiNapoli e Reggio Calabria scivolano
verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri
centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro
percepiti negli anni passati.
Le regole su Tari e Tasi sono ovviamentequelledipiùdirettointeressepericontribuenti.Lagirandoladellealiquote,conlapossibilitàperiComunidiportareal3,3permilleiltributo sull’abitazione principale e all’11,4
per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare
secondoiltestopreparatodalGovernoaintrodurresconti«talidagenerare effetti sul carico di imposta Tasi
equivalenti a quelli determinatisi
per l’Imu» sullo stesso immobile.
Tradotto,significaprima ditutto che
i quasi 5 milioni di case che non hannomaipagato l’Imugraziealledetrazioni fisse, sufficiente ad azzerare
l’imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa
47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e
così via), non dovrebbero versare
nemmeno la Tasi. Per raggiungere
l’obiettivoindicato nellabozzadi decreto anche per le case di valore un
po’ più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi
sempre sotto o pari alla vecchia Imu,
mentreper le case piùgrandinon occorrerebbe nessuna detrazione.
L’obiettivo, insomma, si tradurrebbe
inunmeccanismoflessibile,dadeterminareinbase allediverse situazioni
comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero.
Nel pacchetto entra anche
l’esenzioneperirifiuti"assimilati"
e smaltiti autonomamente dalle
imprese.Perle aziendesarebbe un
decisoalleggerimento(dauntributo legato peraltro a un servizio che
non utilizzano per i rifiuti smaltiti
autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenticonaumentidel30%secondoleprimestimeperchélaTarideve coprire i costi del servizio (con
una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l’esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette
arischiolacorrettagestionedelciclo rifiuti. Un’altra esenzione, sia
daTasisiadaTari,sarebbegarantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi
della Datarìa, della Cancelleria, di
Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli
articoli 13-16 dei Patti Lateranensi.
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Crisi di liquidità
Le novità in sintesi
FINANZIAMENTO
DETRAZIONI
Lealiquoteaggiuntive dello0,8per mille
sull’abitazioneprincipaleosugli altriimmobili
dovrebberoservirea finanziaredetrazionitalida
evitarechesull’abitazioneprincipale laTasicosti
piùchel’Imu abolita.
Perfarquadrareiconti,siassegnanoaiComuni
625milioni(malacifraèancora discussa),in
largaparte presidal fondodi 500milionichela
leggedistabilitàmetteva adisposizioneper le
detrazioni
MODALITÀ
DI VERSAMENTO
LaTasisipotràversaresoloconF24 obollettino
postale(spessoinautoliquidazione,secondola
bozzadidecretoattuativo),mentreglialtristrumenti
dipagamentocomeRideMavresterebberopossibili
soloperiltributosuirifiuti(Tari),comeaccadeva
l’annoscorsoperlaTarsu/Tares.SempreallaTari
sarebbelimitatalapossibilitàdimantenere
l’affidamentodellariscossioneallostessosoggetto
del2013(opzionepossibileancheperlaTasi
secondolaleggedistabilità)
RIFIUTI PRODOTTI
DALLE IMPRESE
Irifiutiassimilatiaquelliurbani,prodottidalle
impreseesmaltitiautonomamentesenzautilizzarei
servizicomunalidi raccolta,sarebberoesentidalla
Tari.Questosanerebbeunerroredellaleggedi
stabilità(cheinduecommidiversiprevedevasia
l’esenzionesialapossibilitàdiscontidapartedei
Comuni,comeavvenivaperTarsu/Tares)ed
eviterebbedifarpagareuntributosuunservizio
nonutilizzato.Icostiperòsiscaricherebberosulle
utenzedomestiche
FONDO COMUNALE
DI SOLIDARIETÀ
Siprevedeunanticiponell’erogazionedelfondodi
solidarietàcomunale,parial20%dellespettanze
2013registrateinogniComune,perevitare
problemidicassaalleamministrazionilocali.
L’anticipazionesarebbepoi"stornata"dallerate
successive.Laregola,comeloscorsoanno,èresa
necessariadalfattocheiparametrididistribuzione
delfondo,alimentatoper4,7miliardisu6,6
dall’Imu,sonocambiaticonlaleggedistabilitàe
devonoessereattuati
DISSESTI
E SANZIONI
ProspettataunasecondapossibilitàperiComuni
(comeNapolieReggioCalabria)chehannoapprovato
pianidiriequilibrioperevitareladichiarazionedi
dissestofinanziarioeselisonovistibocciaredalla
Cortedeiconti.QuestiComuniavrebbero90giornidi
tempodallacomunicazionedel«no»dellaCorteper
approvareunnuovopianodasottoporreall’esamedei
magistraticontabili.Previstoancheunostopalle
proceduredirecuperodeitrattamentiintegrativifuori
normaerogatidaiComuni
Il fronte dissesto. Possibile presentare nuovi piani dopo la bocciatura
.com
Sanatorie per Napoli e Reggio
Si profila un’altra chance
per Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia ma anche per gli altri Comuni più piccoli il cui piano di riequilibrio necessario a
evitare il dissesto è stato bocciato dalla Corte dei conti. Entro
90giorni,secondolanovitàinserita nel Titolo II del «decreto casa», potranno proporre un nuovo piano di riequilibrio, purché
l’ultimo consuntivo approvato
(quello del 2012) registri un «miglioramento»(interminidimaggiore avanzo o minore disavanzo di amministrazione.
Agli altri Comuni, che ballano sull’orlo del default ma non
hanno ancora attivato le procedure anti-dissesto, il correttivo
offre tempi più lunghi, permettendo di salire sul treno fino a
che non sono passati i 60 giorni
assegnati dal Prefetto per alzare
bandiera bianca dopo che la magistratura contabile individua
nei conti difetti insanabili.
La nuova regola, in pratica,
prospettaunsecondo«salva-enti», determinato dal fatto che il
primo,scrittodal GovernoMonti nell’autunno 2012 (Dl
174/2012) non ha funzionato a
dovere: le due città più grandi
(Catania esclusa) interessate
dal primo provvedimento sono
statestoppatedal«no» dellamagistratura contabile,e hanno peraltro già assorbito oltre 700 milioni di euro (tra fondo rotativo
e anticipazioni «sblocca–debiti») che non sarebbero certo in
grado di restituire con la dichiarazione di default. I due piani,
però, hanno bisogno di una riscrittura profonda prima di poter tornare al vaglio della Corte
dei conti.
Il nuovo «salva-enti», però, è
più ramificato e guarda anche
lontano dalle città a rischio default.Un’altraregolasirivolgeal-
lecittàche,comeFirenze,VicenzaealtriComuni,hannoapplicato in passato contratti decentrati troppo onerosi, e hanno subito
le contestazioni della Corte dei
conti o della Ragioneria generale. La nullità degli atti con obbligo di recupero non scatterà per i
contratti adottati prima del 2011
nelleRegionieprimadel2012negli enti locali, a patto che non ci
siano profili di responsabilità
erariale. Per il futuro, invece, la
norma è draconiana per chi sfora,e imponetaglidel20% fra idirigenti e del 10% nel personale.
Il mosaico del «salva-enti» si
potrebbe completare già da domaniconl’emendamentoal«salva-Roma bis» (Dl 151/2013) che
eviterebbedifarscattareaVenezia il blocco delle assunzioni determinato dallo sforamento del
Patto di stabilità 2013.
G.Tr.
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QUOTIDIANO DELLA CASA
Nel numero di oggi
focus su architettura
e progettazione
SulquotidianodellaCasa&del
Territoriodioggi
(www.casaeterritorio.
ilsole24ore.com),sono
presenti,tral’altro,iseguenti
articoli:
-ilComunedi ReggioEmilia
confermaperaltridueannigli
scontisulletassecomunali
all’edilizia;
-Dieciannidiarchitettura:le
centooperemigliorirealizzate
inItaliacongallery;
-gennaiodadimenticareperil
mercatodellaprogettazione,
solo15milioniingara.
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Anticipo
di 1,3 miliardi
per aiutare
la cassa
Un «anticipo» da 1,3 miliardi circa per evitare ai Comuni una crisi di liquidità, in
grado di mettere a rischio qua
e là il pagamento degli stipendi nell’attesa che le regole dei
bilanci locali 2014 trovino pace. È un’altra delle previsioni
aggiunte dal Governo all’ultima versione del «decreto casa», che in pratica torna sui
sentierigiàbattutidallafinanza locale lo scorso anno.
Iproblemidicassanascono
dal fatto che i criteri di distribuzionedelfondodisolidarietàcomunale(l’erede"federalista" dei trasferimenti, alimentato in gran parte dall’Imu)
cambiano ogni anno, e impegnanoGovernoeamministrazioni locali in una complessa
procedura attuativa. La soluzione tampone darebbe entro
il 28 febbraio una somma pari
al 20% delle spettanze 2013:
unasceltaquasiobbligata, che
però l’anno scorso non ha
mancato di aumentare i problemi perché in centinaia di
Comuniglianticipisuccessivi
avevano superato il totale
spettante per tutto l’anno, obbligando le amministrazioni a
restituzioni ex post.
L’anticipazione non è comunque l’unico ritocco "extra-fiscale" ai bilanci locali
prospettato dal testo del Governo. Un altro ritocco riapre le porte per dirigenti a
contratto anche oltre le soglie massime fissate dal Testo unico degli enti locali, finoa coprire il 30% della dotazione organica dirigenziale,
eun altro allarga un po’ lemaglie per l’accensione di nuovi
mutui. Le nuove regole sposterebbero poi dal 30 aprile
al31dicembrei terminiperdismettere (fissato nel lontano
2007) le quote in società non
legate ai fini istituzionali.
Prospettatoinfine un ampliamento dei termini per presentare le relazioni di fine
mandato.
G.Tr.
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Dalla legge di stabilità ai
nuovi princìpi Oic, alle
nuove interpretazioni
dell’agenzia delle Entrate e
ai consueti compiti di
controllo finale di sindaci e
revisori.
Il Focus in edicola oggi col
Sole 24 Ore su «Le novità
del bilancio» tratta in 16
pagine con esempi le
principali situazioni nuove
che in queste settimane
operatori e professionisti si
troveranno di fronte.
Il Focus è disponibile in
versione cartacea per i
lettori che acquistano Il
Sole 24 Ore in edicola
mentre è disponibile in
versione digitale
(all’indirizzo
www.ilsole24ore.com/focus) per gli abbonati.
I temi di oggi
Agefis
All’aperto
Casa "di lusso"
Catasto
Compensazione
Confediliz
Contributi previdenziali
Crediti verso la Pa
Destinazione Italia
Imposte di registro
Invarianza di gettito
La frutta
Legge fallimentare
Orario di lavoro
Piattaforma elettronica di
certificazione
Preconcordato
Reato
Recupero dei crediti
Rimborsi
Riposo settimanale
Riserva
Rivalutazione
Saldo attivo
Strumento urbanistico
Super-Tasi
Voluntary disclosure
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
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Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati
agli urbani e smaltiti in modo autonomo.
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all'
Imu IGIENE URBANA L' esclusione delle imprese da una quota del tributo
rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30%
Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera
con l' aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve
servire a finanziare detrazioni in grado di garantire
che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo
tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per
aiutare i Comuni in questa impresa facendo quadrare
i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la
cifra è da definire), in larga parte recuperato dal
mezzo miliardo che la legge di stabilità aveva già
destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata
solo con bollettino postale o F24 (spesso in
autoliquidazione, secondo la bozza di decreto
attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli
altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati
alla sola Tari, che non viene applicata ai rifiuti
assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai
produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la
possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti
dell' anno scorso, cancellando l' errata opzione sulla
Tasi introdotta dalla legge di stabilità. Prende questa
forma il pacchetto di modifiche alla fiscalità locale,
che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla
casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla
finanza locale. Dall' anticipo di quasi 1,5 miliardi di
fondo di solidarietà comunale per mantenere la
liquidità delle casse locali alle sanatorie per Napoli,
Reggio Calabria e gli altri enti con piano anti-dissesto
bocciato dalla Corte dei conti, un colpo di spugna
sulle sanzioni per i Comuni (Firenze, Vicenza, ancora
Reggio Calabria) troppo generosi nei contratti
integrativi che si sono visti contestare dalla
Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai
dipendenti e un' iniezione di flessibilità su mutui e
dirigenti a termine negli enti locali (si veda l' articolo a
fianco). La tempesta politica sull' ipotesi di staffetta fra
Letta e Renzi non permette di prevedere se il decreto
casa sarà in effetti il veicolo finale di questo menu
normativo, che potrebbe anche essere spacchettato e
tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in
conversione soprattutto per quel che riguarda le
regole più urgenti: cioè gli emendamenti su Tasi e
Tari, indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc
per muovere i primi passi, ma anche i salva-città
senza i quali Napoli e Reggio Calabria scivolano
Normativa Comuni
verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza,
Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere
indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni
passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamente
quelle di più diretto interesse per i contribuenti. La
girandola delle aliquote, con la possibilità per i
Comuni di portare al 3,3 per mille il tributo sull'
abitazione principale e all' 11,4 per mille la somma di
Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare
secondo il testo preparato dal Governo a introdurre
sconti «tali da generare effetti sul carico di imposta
Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l' Imu» sullo
stesso immobile. Tradotto, significa prima di tutto che
i quasi 5 milioni di case che non hanno mai pagato l'
Imu grazie alle detrazioni fisse, sufficiente ad
azzerare l' imposta lorda generata dal loro valore
imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le
famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e
così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi.
Per raggiungere l' obiettivo indicato nella bozza di
decreto anche per le case di valore un po' più alto
servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la
Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentre per
le case più grandi non occorrerebbe nessuna
detrazione. L' obiettivo, insomma, si tradurrebbe in un
meccanismo flessibile, da determinare in base alle
diverse situazioni comunali, in un sistema che pare
difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra
anche l' esenzione per i rifiuti "assimilati" e smaltiti
autonomamente dalle imprese. Per le aziende
sarebbe un deciso alleggerimento (da un tributo
legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i
rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di
scaricarsi sugli altri contribuenti con aumenti del 30%
secondo le prime stime perché la Tari deve coprire i
costi del servizio (con una deroga massima del 7%):
secondo Federambiente, l' esenzione sarebbe il frutto
di una «interpretazione fantasiosa» che mette a
rischio la corretta gestione del ciclo rifiuti. Un' altra
esenzione, sia da Tasi sia da Tari, sarebbe garantita
alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo,
ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di
Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri
immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 15
Lateranensi. [email protected] ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Prospettata una
seconda possibilità per i Comuni (come Napoli e
Reggio Calabria) che hanno approvato piani di
riequilibrio per evitare la dichiarazione di dissesto
finanziario e se li sono visti bocciare dalla Corte dei
conti. Questi Comuni avrebbero 90 giorni di tempo
dalla comunicazione del «no» della Corte per
approvare un nuovo piano da sottoporre all' esame
dei magistrati contabili. Previsto anche uno stop alle
procedure di recupero dei trattamenti integrativi fuori
norma erogati dai Comuni Le novità in sintesi
FINANZIAMENTO DETRAZIONI Le aliquote
aggiuntive dello 0,8 per mille sull' abitazione
principale o sugli altri immobili dovrebbero servire a
finanziare detrazioni tali da evitare che sull' abitazione
principale la Tasi costi più che l' Imu abolita. Per far
quadrare i conti, si assegnano ai Comuni 625 milioni
(ma la cifra è ancora discussa), in larga parte presi
dal fondo di 500 milioni che la legge di stabilità
metteva a disposizione per le detrazioni MODALITÀ
DI VERSAMENTO La Tasi si potrà versare solo con
F24 o bollettino postale (spesso in autoliquidazione,
secondo la bozza di decreto attuativo), mentre gli altri
strumenti di pagamento come Rid e Mav resterebbero
possibili solo per il tributo sui rifiuti (Tari), come
accadeva l' anno scorso per la Tarsu/Tares. Sempre
alla Tari sarebbe limitata la possibilità di mantenere l'
affidamento della riscossione allo stesso soggetto del
2013 (opzione possibile anche per la Tasi secondo la
legge di stabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE
IMPRESE I rifiuti assimilati a quelli urbani, prodotti
dalle imprese e smaltiti autonomamente senza
utilizzare i servizi comunali di raccolta, sarebbero
esenti dalla Tari. Questo sanerebbe un errore della
legge di stabilità (che in due commi diversi prevedeva
sia l' esenzione sia la possibilità di sconti da parte dei
Comuni, come avveniva per Tarsu/Tares) ed
eviterebbe di far pagare un tributo su un servizio non
utilizzato. I costi però si scaricherebbero sulle utenze
domestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ
Si prevede un anticipo nell' erogazione del fondo di
solidarietà comunale, pari al 20% delle spettanze
2013 registrate in ogni Comune, per evitare problemi
di cassa alle amministrazioni locali. L' anticipazione
sarebbe poi "stornata" dalle rate successive. La
regola, come lo scorso anno, è resa necessaria dal
fatto che i parametri di distribuzione del fondo,
alimentato per 4,7 miliardi su 6,6 dall' Imu, sono
cambiati con la legge di stabilità e devono essere
attuati DISSESTI E SANZIONI.
Normativa Comuni
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 12
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
12 Commenti e inchieste
Le risposte
ai lettori
Lettere
DIRETTORE RESPONSABILE
Roberto Napoletano
VICEDIRETTORI:
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Salvatore Padula, Alessandro Plateroti,
Fabrizio Forquet (redazione romana)
SUPERDESK CARTA-DIGITAL:
Caporedattori responsabili: Marina Macelloni
e Guido Palmieri
Ufficio centrale: Daniele Bellasio (social media editor),
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Franca Deponti, Federico Momoli, Antonio Quaglio,
Giorgio Santilli,Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice)
Segretario di redazione: Marco Mariani
INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza
UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus
(creative director) e Francesco Narracci (art director)
RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi,
Paola Bottelli, Luca De Biase, Jean Marie Del Bo,
Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino,
Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca,
Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri, Paolo Zucca
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A.
PRESIDENTE: Benito Benedini
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Congiunzione astrale
favorevole al dialogo
CINA, TAIWAN, LE DUE COREE E PURE CIPRO
U
na congiunzione astrale favorevole che porta a
passi avanti verso riunificazioni impossibili. Cina e Taiwan tengono storici colloqui a Nanchino; a Cipro riprendono dopo anni i negoziati di pace; a
Panmunjon, sul 38˚ parallelo tra le due Coree, ci sarà
oggi un incontro ad alto livello come non se ne vedeva
da parecchio tempo. Dove porterà tutto questo? Realisticamente a un miglioramento delle relazioni bilaterali.Il che, considerandole tensioni esistentitrale controparti in questione, è un progresso da non sottovalutare.
Il fronteasiatico èquello che desta le maggioripreoccupazioni, vista l’escalation verbale, strategica e in parte
fattuale tra il Giappone di Shinzo Abe e la Cina di Xi
Jinping. La retorica muscolare e neonazionalista del
premiergiapponesemal siconciliaconleambizionicrescenti di Pechino nel Pacifico e le relazioni tra i due nemici storici non toccavano da decenni questi minimi.
Tutto quanto contribuisce a una normalizzazione, anche formale, di alcuni rapporti nell’area è quindi benvenuto. Così come è benvenuta la ripresa degli sforzi di
normalizzazione tra Cipro e Cipro Nord, un muro divisorio (la famosa linea verde) nel cuore dell’Europa. In
questo caso, forse, i progressi potrebbero essere più decisivi, anche perché spinti - in parte è così anche per
Cina e Taiwan - da interessi economici: la scoperta di
importanti giacimenti di gas in questa parte del Mediterraneo,tra acque ciprioteeisraeliane, conil coinvolgimento della Turchia.
Le lettere vanno inviate a:
Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano - fax 02.312055
email: [email protected]
Includere per favore nome,
indirizzo e qualifica
Gianfranco Fabi
Fabrizio Galimberti
Guido Gentili
Adriana Cerretelli
Salvatore Carrubba
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Dalla crisi si esce
con più lavoro
e meno burocrazia
G
entileGalimberti,
nonsonounoperaionéun
dirigente.Sonounquadro,come
quellideiquarantamiladicuihaparlato
laRai.Lescrivoperchéhopauraemi
scuseràselechiedodinonfirmarela
letteraconnomeecognome.Lavoroin
Venetoemisonomessopauraconquello
chesuccedeconl’Electrolux.Sembrache
allafinesimetterannod’accordo,mala
minacciarimane.Anchelamiaazienda
potrebbeandareafiniredaqualchealtra
parte,senoninPolonianellaRepubblica
CecaoinRomania.Dobbiamo
continuareaviverecosì?Sempreconla
minacciadiperdereilpostodilavoroodi
vedercitagliareglistipendi?Lachiamano
globalizzazione,amesembraunmododi
sfruttarci.NoncomprodisolitoIlSolema
l’hocompratopercapirequellochesta
accadendoallaElectroluxeuncollegami
hadettodiscriverealeiperchévive
all’esteroeconosceilmondo.Questo
mondomipiacesempremeno.Quando
erogiovanetrovavounlavoroepotevo
mantenereunafamiglia.Orasemiofiglio
trovalavoro-locercaenonlotrova-non
guadagnaabbastanzadamettersu
famiglia.
Lettera firmata
Caro lettore,
non è facile risponderle. Anche perché
– e qui mi metto il cappello dell’econo-
.com
Domenico Rosa
mista – le cose stanno anche peggio di
quel che dice. Supponiamo di mirare le
cosedall’alto,conla freddezzadiunentomologo apolide che guarda al formicaio della produzione nel mondo: si
perdono posti di lavoro in Italia ma si
guadagnano in Polonia. Il conto è pari.
Ma in verità non è pari. Il tenore di vita
in Italia è superiore a quello della Polonia. Il che vuol dire che i beni e i servizi
che sarebbero stati acquistati da chi
perde il posto di lavoro in Italia sono
più dei beni e servizi che ora potrà acquistare l’operaio polacco che ha preso
il posto dell’operaio italiano. Se si somma la domanda italiana a quella polacca, prima e dopo questa "cura", si vede
che il gioco non è a somma zero, è a
somma negativa.
CHINATOWNS Rita Fatiguso
BACKSTAGE Paola Bottelli
Latte per neonati in farmacia:
una rivoluzione per la Cina
Per cercare di porre un freno
agli scandali alimentari,
Pechino ha aperto la vendita
di latte anche alle farmacie
I DIBATTITI
SUI BLOG
DEL SOLE 24 ORE
www.ilsole24ore.com
@24commenti
Come se ne esce? A guardare le cose
nel lungo periodo (ma nel lungo periodo "siamo tutti morti", diceva Keynes)
i Paesi a basso costo del lavoro crescerannopiùdegli altri,i lorosalaricresceranno anch’essi, e magari compreranno prodotti italiani. Ma anche ammesso che le cose vadano così nel famoso
"lungo periodo", che cosa succede nel
breve? La mia risposta a questo punto
le sembrerà debole, ma non ne vedo altre, a meno di non rimettere indietro
l’orologio della storia e di scivolare nel
protezionismo e nell’autarchia. Si tratta di creare più posti di lavoro in Italia.
La materia prima non manca. In Italia
ci sono molte braccia inoperose. Non
solo i disoccupati. Il rapporto fra occupatie popolazionein età di lavoro è fra i
più bassi in Europa, ed è specialmente
basso per le donne. Che cosa impedisce di creare occupazione? Gli ostacoli
sono cose che possono migliorare solo
lentamente - il capitale umano, il sistema educativo - ma anche cose che possono migliorare rapidamente se solo ci
fosse la volontà e la fantasia per farlo,
come l’assurdo reticolato di impedimenti burocratici che scoraggia l’intrapresa e una pubblica amministrazione
che fa delle "competenze parallele" e
dello stallo nel fare il suo paralizzante
motto.AltriPaesi,invece,hannotagliato la burocrazia e non si sono lasciati
sfuggireoccasioni: sulSole24 Ore diieri abbiamo raccontato quanto accaduto alla Del Conca. Il gruppo ceramico
romagnolo dieci mesi fa ha acquistato
un sito produttivo negli Usa e da ieri lo
stabilimento produttivo è in funzione.
Ilmedesimogruppodadiecianniaspetta la variante a un piano regolatore che
permetterebbe di ampliare il quartier
generale di Rimini.
[email protected]
La tragedia dei profughi istriani
Si celebra il ricordo delle foibe e del
dramma dei profughi istriani, costretti
a fuggire da quelle terre che furono
italiane. Pacifico che quei crimini
furono commessi dai partigiani titini,
mai puniti.
Ma anche dalle istituzioni italiane
queste popolazioni non ebbero maggior
rispetto. Dai politici che perdono tempo
in commemorazioni mi aspetterei scuse
a nome dei loro predecessori per aver
relegato troppi italiani al ruolo di non
cittadini.
Lettera firmata
BENVENUTI AL SUD Vitaliano D’Angerio
Lusso, ma il made in Italy
è in vendita o in svendita?
Un lettore del blog sostiene
che il made in Italy sia
in svendita. Io penso invece il
contrario. Voi cosa ne pensate?
Un invito al futuro
governatore della Sardegna
Chiunque sia eletto chieda ai
colleghi del Sud di riunirsi a un
tavolo comune per sviluppare
un progetto di rilancio
L’ITALIA CHE NON RIPARTE
Il flop della legislazione concorrente
Quelle infrastrutture Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni
che servono al Paese
GLIELETTRODOTTIINTERRATIDITERNA
Q
uesta volta, per realizzare una linea di alta tensione
fra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano) sono stati sufficienti due anni e mezzo. La rapidità d’un fiato,
per i tempi italiani; una normalità ovvia nel resto del mondo civile. Ma in molti altri casi queste opere trovano mille
ostacoli. Non ostacoli tecnici: ostacoli rappresentati dal no
di sindaci neghittosi, assessori scorbutici, politici avidi di
voti e comitati locali sedicenti "ambientalisti". Nel Mezzogiorno un sindaco per non far posare i tralicci vietò l’accesso ai camion; si provò con l’elicottero e lui vietò il sorvolo:
la linea fu costruita portando i materiali a dorso di mulo.
Ora la fatica si concentra sulle linee ancora inesistenti fra
Sicilia e Calabria e tra Venezia e Padova. Gli elettrodotti
sono opere utili. Forse brutte (meno brutte con i nuovi tralicci di design e con i tratti interrati), ma utilissime. Fanno
ribassareicostidellacorrente. Appenaunanuovalineaviene allacciata, si sente subito la discesa benefica dei prezzi
nella Borsa elettrica. A vantaggio dell’Italia; e degli italiani.
Contro il lavoro nero
occorre prevenzione
ILNODODELLESANZIONI
D
al Parlamento arriva un invito alla misura per le
sanzioni in materia di lavoro irregolare. Nella versione originaria del decreto legge "Destinazione
Italia» le sanzioni per il superamento della durata massima dell’oraro di lavoro e per il mancato riposo settimanale erano decuplicate.
Ora,si fermano al raddoppio. Resta confermata la severità nel caso di utilizzo del lavoro in nero, non solo con
l’aumento delle sanzioni ma anche con l’impossibilità di
"ravvedersi" in presenza della contestazione da parte
dell’ispettore.
Tuttavia,se lasanzioneèimportanteai finidellarepressione, per battere il lavoro irregolare o nero occorre mettere in campo un’efficace opera di prevenzione con il rafforzamento dei controlli sostanziali. Inoltre, è essenziale
mettere le aziende nelle condizioni di poter bene operare: regole più semplici da rispettare e minori costi sono
basilari se si vuole incentivare il lavoro.
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Normativa Comuni
di Valerio Castronovo
naderivasenzafine.Dall’attuazione del Titolo V le spese delleRegionieleloroentratefiscali
hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l’uno che l’altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto taloradaincepparsi,perviadellenuoveprerogative degli enti territoriali, esercitate
inpiùd’uncasocomealtrettantipoterisingoli di veto, l’iter procedurale anche per
alcune infrastrutture strategiche a rete di
rilevanzanazionale.Colrisultatochesisonoaggiuntialtricostiindiretti(comequellidelle"compensazioni")esoprattuttopesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica,
la "legislazione concorrente", che avrebbedovutoriequilibrareesnellireirapporti fra centro e periferia, tramite una chiara
separazione di competenze e funzioni, ha
finitoinveceperprodurreunacongeriedi
sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d’intervento, compresequelleriguardantiirapportiinternazionalie il commercio estero.
Eppure,quandonelmarzo2001,nell’imminenzadelleelezionipolitiche,vennevaratodalParlamentoil nuovo ordinamento
federale (siapur conl’esigua maggioranza
delcentro-sinistra)epoiapprovatoinottobre da un referendum popolare (anche se
conunascarsaaffluenzadivotanti),sipensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della
finanzapubblica avrebbegarantitosiauna
gestionepiùresponsabilizzataedefficiente delle risorse sia uno standard, su scala
nazionale,piùomogeneoinfattodiprestazioni ea un costo minore.
Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale impernia-
U
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quale prevista dal Titolo V della Costituzione,avrebbeavvicinatodi piùi cittadini
alleistituzioni e promossolasussidiarietà
elaparitarietàfraidiversilivelliterritorialidi governo.
Senonchéèavvenuto tuttoilcontrario.
Da un lato, è cresciuta con effetti opprimenti la foresta di normative e formalità
burocratiche che hanno ingarbugliato i
meccanismi e dilatato i costi della gestione politica e amministrativa. Dall’altro,
abbiamo assistito, inveceche a un miglioramento dei rapporti della collettività
conleistituzioni,aunpeggioramentodellasituazioneacausadiun’ondatadisfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati
episodi di incuria e di cattiva gestione, di
clientelismo e di corruzione, che hanno
contrassegnato in varia misura l’operato
di numerose amministrazioni regionali
di diversa colorazione.
Tuttavia c’è voluto parecchio tempo,
nonostante l’incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione
di procedere a una riforma del Titolo V.
C’è pertanto da augurarsi che, in base al
disegno di legge presentato dal governo
Letta all’esame del Parlamento, venga
abolitala"legislazioneconcorrente",rivelatasifontediiper-regolamentazionicontraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a
cominciare dall’energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all’istituzione,alpostodelSenatoelettivo,diuna"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla
definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti
di loro pertinenza, siano così impegnati
Addio. 1928-2014
AP
Shirley Temple, i «riccioli d’oro» del cinema
È stata la prima diva bambina del cinema, scelta a scuola da Charles Lamont per due serie
della Educational Pictures. Shirley Temple, nata a Santa Monica nel 1928, è scomparsa a
85 anni. «Riccioli d’oro» incantava con il suo sorriso che - diceva il presidente Roosevelt «dava alla gente in ginocchio dalla Grande Depressione la forza di andare avanti».
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ad applicarle debitamente ed efficacemente in sede locale. Insieme all’attribuzione alle Province (che oggi sono ben
centodieci)diunasolacompetenza(quella sulle strade) e alla loro trasformazione
in enti di servizio ai Comuni, la creazione
nelle principali aree urbane di "Città metropolitane", con un ruolo propulsivo di
pianificazionedellosviluppo,costituirebbesenz’altroun importantesaltodiqualità. Rimane tuttavia da sciogliere un altro
nodospinoso:quellodelcosiddetto"capitalismo municipale".
Le società estremamente eterogenee,
partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono
andate costantemente aumentando di numero,malgradogli interventi governativi,
più o meno risoluti ma anche ondivaghi e
sovente respinti al mittente, per frenarne
laproliferazioneeinvertirequestatendenza.Perciòèancoroggidifficile(comerisulta da un’indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano
pubblica, dato che quelli addetti ai servizi
preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai
soggetti privati; che essi accusano per lo
piùpassividibilancio(senzaassicurareperaltroadeguateprestazioniagliutenti),soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in
pratica a carico della fiscalità generale;
che esistono in parecchi casi commistioni
di ruoli fra regolatore e regolato; che non
tutte le loro aree operative riguardano le
"localutility",masiestendonodall’agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni.
Si tratta dunque di un autentico ginepraio,dicrescenteampiezza econunrilevante impatto finanziario, che si è riusciti
a fare ben poco per ridimensionare e disboscare.
ILCASOGREEKYOGURT
Nell’economia
globale
c’è un grande
fermento
di Andrea Goldstein
l quarantottesimo Super Bowl non
lascerà probabilmente traccia
maggiore nella storia del football
americano, anche se è il primo titolo
per i Seahawks di Seattle, ma sicuramente
in quella dello yogurt. Per la prima volta,
insieme alla solita vagonata di
costosissime pubblicità per dolciumi,
snack e bevande gassate, ce ne saranno
ben due che decantano le virtù, anche
salutistiche, di altrettanti marchi di
yogurt "alla greca": Chobani (il No. 1, al
suo debutto) e Dannon Oikos (che già era
apparso nel 2012).
Il Greek yogurt - più denso e proteico,
meno grasso rispetto a quello normale - è
passato da appena 1% del mercato
americano nel 2007 a metà attualmente
(dati Nielsen). Un successo legato
all’attenzione crescente degli americani,
che tradizionalmente consumano latte e
formaggi, per la qualità del cibo, come
dimostra l’impegno personale di
Michelle Obama nella promozione di una
dieta più equilibrata nel paese in cui tutto
è supersize.
La storia di Chobani sembra fatta su
misura per rinfrescare il mito del sogno
americano. Il fondatore, azionista unico e
chief executive, Hamdi Ulukaya, arrivò
negli Stati Uniti dalla Turchia orientale
nel 1994. Non proprio con la valigia di
cartone, ma certo senza immaginarsi che
20 anni dopo Chobani avrebbe avuto un
fatturato di 1 miliardo di dollari, 2 mila
dipendenti e tre stabilimenti, tra cui uno
in Australia. Il primo fu una vecchia
fabbrica della Kraft, chiusa dopo 75 anni,
acquistata grazie a un prestito agevolato
del governo.
Per il suo stile di gestione, Chobani poi
sembra una tipica società della nuova
economia: una "people company"
secondo Ulukaya, in cui tutto avviene per
fare del bene, che all’inizio non aveva
investito nel marketing preferendo il
passa-parola tra consumatori e il contatto
diretto sulle reti sociali e che destina 10%
dei profitti in beneficienza attraverso la
Shepherd’s Gift Foundation.
I margini di crescita del mercato sono
ancora ampi: in Francia, ad esempio, lo
spazio dedicato agli yogurt (di ogni tipo)
nei supermercati è doppio che negli Stati
Uniti e il consumo pro capite quasi sette
volte più elevato. Una buona notizia
soprattutto per Fage, la società greca che
per prima lanciò il prodotto nel 1998 e che
ora lo produce anche negli Stati Uniti,
nello stato di New York. È una delle rare
storie di successo del capitalismo
ellenico, anche se i suoi legami col paese
d’origine vanno affievolendosi. Nel 2012
ha trasferito la sede legale in
Lussemburgo e poco dopo ha emesso
obbligazioni per 250 milioni di euro,
libere dal tetto del debito sovrano graco.
Quando però si tratta di difendere
l’ellenicità del prodotto, Fage - il cui
Greek yogurt peraltro è a base di latte
vaccino, mentre l’originale nel
Mediterraneo orientale utilizza latte di
capra o di pecora - riscopre le sue radici.
Nel Regno Unito i giudici hanno ingiunto
a Chobani di non chiamare greco il
proprio yogurt, accogliendo la richiesta
di Fage di riservare la denominazione allo
yogurt prodotto in Grecia. Una decisione
confermata in appello proprio martedì 28.
Ma i batteri che fermentano
nell’economia globale, anche in un
periodo di crisi, sono molteplici. Il
Lactobacillus casei Shirota fu scoperto
nel 1930 da un microbiologo di Kyoto,
Minoru Shirota, e Yakult venne fondata
nel 1955. Sono ormai 20 anni che gli yogurt
probiotici hanno conquistato
l’Occidente, anche grazie a claims
salutistici di dubbia validità, e ora è
venuto il momento per i functional foods
di penetrare nuovi mercati.
Il Financial Times ha raccontato di
recente come ciò stia avvenendo in
Indonesia, dove da una decina d’anni le
"Yakult Ladies" vendono il prodotto
porta-a-porta. Una strategia che non
funzionava bene fino a che la società
giapponese non si è decisa ad aumentare
gli investimenti nella formazione delle
promotrici, adattando la strategia di
marketing alla realtà indonesiana. I
risultati non si sono fatti attendere, sia
per la società, che ha triplicato i volumi,
sia per le Ladies, che guadagnano ormai
commissioni comparabili ai salari
dell’industria.
I
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Sul Sole 24 Ore Lunedì del 10 febbraio
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
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L' ITALIA CHE NON RIPARTE.
Il flop della legislazione concorrente
Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni.
Valerio Castronovo Una deriva senza fine. Dall'
attuazione del Titolo V le spese delle Regioni e le loro
entrate fiscali hanno continuato a moltiplicarsi
aggravando così sia l' uno che l' altro fardello. Non
solo. Si è ingolfato, al punto talora da incepparsi, per
via delle nuove prerogative degli enti territoriali,
esercitate in più d' un caso come altrettanti poteri
singoli di veto, l' iter procedurale anche per alcune
infrastrutture strategiche a rete di rilevanza nazionale.
Col risultato che si sono aggiunti altri costi indiretti
(come quelli delle "compensazioni") e soprattutto
pesanti impacci a scapito della competitività generale
del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione
concorrente", che avrebbe dovuto riequilibrare e
snellire i rapporti fra centro e periferia, tramite una
chiara separazione di competenze e funzioni, ha finito
invece per produrre una congerie di sovrapposizioni e
incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò
per oltre una ventina di aree d' intervento, comprese
quelle riguardanti i rapporti internazionali e il
commercio estero. Eppure, quando nel marzo 2001,
nell' imminenza delle elezioni politiche, venne varato
dal Parlamento il nuovo ordinamento federale (sia pur
con l' esigua maggioranza del centro-sinistra) e poi
approvato in ottobre da un referendum popolare
(anche se con una scarsa affluenza di votanti), si
pensava che un maggiore coinvolgimento degli enti
territoriali nella governance della finanza pubblica
avrebbe garantito sia una gestione più
responsabilizzata ed efficiente delle risorse sia uno
standard, su scala nazionale, più omogeneo in fatto di
prestazioni e a un costo minore. Oltre a questi
vantaggi concreti, si riteneva che una struttura
statuale imperniata su forme più ampie di
decentramento, quale prevista dal Titolo V della
Costituzione, avrebbe avvicinato di più i cittadini alle
istituzioni e promosso la sussidiarietà e la paritarietà
fra i diversi livelli territoriali di governo. Senonché è
avvenuto tutto il contrario. Da un lato, è cresciuta con
effetti opprimenti la foresta di normative e formalità
burocratiche che hanno ingarbugliato i meccanismi e
dilatato i costi della gestione politica e amministrativa.
Dall' altro, abbiamo assistito, invece che a un
miglioramento dei rapporti della collettività con le
istituzioni, a un peggioramento della situazione a
causa di un' ondata di sfiducia e insofferenza
alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva
Normativa Comuni
gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno
contrassegnato in varia misura l' operato di numerose
amministrazioni regionali di diversa colorazione.
Tuttavia c' è voluto parecchio tempo, nonostante l'
incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse
infine la decisione di procedere a una riforma del
Titolo V. C' è pertanto da augurarsi che, in base al
disegno di legge presentato dal governo Letta all'
esame del Parlamento, venga abolita la "legislazione
concorrente", rivelatasi fonte di iper-regolamentazioni
contraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col
ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di
materie fondamentali (a cominciare dall' energia, i
trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all'
istituzione, al posto del Senato elettivo, di una
"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti
delle Regioni, collaborando alla definizione delle
variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli
ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati ad
applicarle debitamente ed efficacemente in sede
locale. Insieme all' attribuzione alle Province (che oggi
sono ben centodieci) di una sola competenza (quella
sulle strade) e alla loro trasformazione in enti di
servizio ai Comuni, la creazione nelle principali aree
urbane di "Città metropolitane", con un ruolo
propulsivo di pianificazione dello sviluppo,
costituirebbe senz' altro un importante salto di qualità.
Rimane tuttavia da sciogliere un altro nodo spinoso:
quello del cosiddetto "capitalismo municipale". Le
società estremamente eterogenee, partecipate
direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali
(Regioni, Province, Comuni e Comunità montane),
sono andate costantemente aumentando di numero,
malgrado gli interventi governativi, più o meno risoluti
ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per
frenarne la proliferazione e invertire questa tendenza.
Perciò è ancor oggi difficile (come risulta da un'
indagine curata da Giuseppe Mele per la
Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni
effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto
perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie
contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali
controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti
ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani,
settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività
in base a gare scarsamente aperte al mercato e
quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
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lo più passivi di bilancio (senza assicurare peraltro
adeguate prestazioni agli utenti), soprattutto nel
Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità
generale; che esistono in parecchi casi commistioni di
ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro
aree operative riguardano le "local utility", ma si
estendono dall' agricoltura al comparto manifatturiero,
dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un
autentico ginepraio, di crescente ampiezza e con un
rilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare
ben poco per ridimensionare e disboscare. ©
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Il Sole 24 Ore
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
10
Le vie della ripresa
Bonus su macchinari e Ict
I moduli per le istanze saranno disponbili
sul sito del ministero entro il 10 marzo
LE MISURE PER LE IMPRESE
La tabella di marcia
Le domande di erogazione saranno evase
entro 30 giorni, salvo disponibilità di cassa
Pmi, pronti i finanziamenti agevolati
Firmata la circolare sulla «Sabatini bis» - Domande in formato elettronico dal 31 marzo
IMAGOECONOMICA
Carmine Fotina
ROMA
Perla"nuovaSabatini"c’èfinalmente una data: le imprese
potranno presentare le domande,in formato elettronico, a partire dalle 9 del 31 marzo 2014. La
lunga attesa per l’attuazione di
una delle principali misure del
decreto del fare varato lo scorso
giugnostaperconcludersi:lacircolare predisposta dal ministerodelloSviluppoeconomicofissaterminiemodalitàperpresentareleistanzeeperlaconcessione e l’erogazione dei contributi
previsti per l’acquisto o il leasing di macchinari e impianti da
parte delle Pmi. Il testo, redatto
dalla direzione generale incentivi del ministero di Flavio Zanonato, segue il decreto attuativo (si veda Il Sole 24 Ore del
30 novembre) ed arriva più o
meno in contemporanea con
la convenzione tra lo stesso dicastero, la Cassa depositi e prestiti e l’Abi (la firma è attesa
per questa settimana).
Si completa dunque il complesso e piuttosto lento iter di
implementazione della misura,
nell’attesa della quale diverse
imprese hanno congelato o posticipato gli investimenti.
Finanziamenti agevolati
Il decreto del fare ha previsto la
costituzione presso la Cdp di
un plafond di 2,5 miliardi che le
banche e gli intermediari finanziari, aderendo alla convenzione, possono utilizzare per concedere, fino al 31 dicembre 2016,
finanziamenti alle Pmi. Sono
ammessi investimenti in macchinari,impianti, beni strumentali e attrezzature nuove a uso
produttivo, oltre a quelli in
hardware, software e tecnologiedigitali. Possibile anche il le-
asing, per operazioni concesse
dasocietà inpossesso di una garanzia rilasciata da una banca
che aderisce alla convenzione.
Le Pmi che hanno ottenuto i finanziamentiricevono (nel limite dello stanziamento annuale)
un contributo a parziale copertura degli interessi, pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del
2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, con rate
semestrali e della durata di 5 anni, di importo corrispondente
al finanziamento. Il contributo
viene calcolato secondo modalità inserite in un’appendice alla circolare e consultabili sul sito del ministero.
RISORSE E MECCANISMO
Si attingerà a un plafond
presso la Cdp da 2,5 miliardi
Dal ministero contributi
sugli interessi, possibile
accesso al Fondo garanzia
È prevista inoltre la possibilità di accedere alla garanzia del
FondocentralePmisulfinanziamento, fino all’80%, con priorità d’accesso.
Le domande
La domanda di agevolazione,
da utilizzareanche per la richiesta di finanziamento, deve essere compilata in formato elettronicoe deve essere, penal’invalidità, sottoscritta mediante firma digitale. Come detto va presentata a partire dalle 9 del 31
marzo 2014, esclusivamente attraverso l’invio con posta elettronica (Pec) certificata agli indirizziPec dellebancheconvenzionate(l’elenco sarà disponibi-
le sui siti www.mise.gov.it e
www.cassaddpp.it). La domandadi agevolazione ei relativi allegatidovranno essere compilati utilizzando esclusivamente i
moduli che saranno disponibili
entro il 10 marzo sul sito dello
Sviluppoeconomico(ilministero confida comunque di pubblicarli con largo anticipo rispetto
alla scadenza). Per le agevolazioni che superano la soglia di
150mila euro, la concessione
del contributo è subordinata
all’acquisizionedella documentazione antimafia.
@CFotina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
S
Sabatini bis. Decisi i criteri per accedere al bonus sull’acquisto o il leasing di macchinari
I CRITERI
Le risorse
VienecostituitopressolaCdp
unplafonddi 2,5miliardichele
bancheegliintermediari
finanziari,aderendoalla
convenzione,possonoutilizzare
perconcedere,finoal31
dicembre2016,finanziamenti
allePmi.Iprestitipossonoavere
unaduratamassimadi 5annie
possonoessereaccordatiperun
valoremassimocomplessivonon
superiorea2milioniperciascuna
impresa.L’importominimosarà
di20milaeuro.Sistimachegià
perl’estateilplafondvada
esaurito:laprossimaleggedi
stabilitàsarebbeilcontenitore
peruneventualeplafond
(l’ipotesièdiulteriori2,5
miliardi)
Certificati antimafia
Nelcasodiagevolazioni
superioria150milaeurova
presentataanchela
documentazioneantimafia.La
circolarespiegacheitempiprevisti
perlaconcessionedelle
agevolazionipossonosubire
variazioniinseguitoallamancata
acquisizionedelladocumentazione
antimafia.Mailministero,decorsi
45giorni(prorogabilidalla
Prefetturadialtri30giorni)dal
ricevimentodellarichiestadaparte
dellaPrefettura,puòprocederealla
concessionedelleagevolazioni
sottocondizionerisolutiva
Spese ammissibili
Gliinvestimentidevonoessere
avviatisuccessivamentealladata
delladomandadiaccessoal
contributo,fattisalvigli
investimentirelativialsettore
agricolo(regolamento1857/2006)
chepossonoessereavviatisolo
successivamenteal
provvedimentodiconcessione
degliaiuti
Erogazioni
Ilministeroprovvedealle
erogazioninell’annoperrichieste
pervenuteentroenonoltreil31
ottobre.L’erogazionedel
contributoèsubordinataal
completamento
dell’investimento,entroil
periododipreammortamentoo
prelocazionedelladurata
massimadi12mesidalladatadi
stipuladelfinanziamento
Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
ROMA
Vialiberadell’auladellaCamera al decreto Destinazione
Italia.Ilvotofinalesulprovvedimentoha visto320 sì,194noe un
astenuto. Il testo passa ora al
Senato, dove appare sempre
più probabile che venga posta
la fiducia da parte del governo
visti i tempi strettissimi per
evitare che il decreto decada
(va convertito in legge entro il
21 febbraio).
Il piano Destinazione Italia,
approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche
un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull’energia, sul
mercatoimmobiliare,sull’editoria. Anche il pacchetto sull’Rc
auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe,
èsfumatosottoicolpidicentinaia di emendamenti che l’hanno
stravoltoimponendoneil travaso in un altro disegno di legge,
per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto.
I lavori alla Camera sono stati
costellatianchedaunduroscontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativocreditod’imposta)perfavorire le bonifiche di siti industriali
inquinati. Per gli ambientalisti
un "condono", per il governo
unanormaequilibratapersbloccare progetti fermi da anni. Il
compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell’esame degli emendamenti non sembra
però aver accontentato il fronte
più critico, a partire dal M5S.
Un’altra questione complicata riguarda le coperture di due
misurechiavedeldecreto,ilcredito d’imposta per gli investimentiinricerca(dotedi600milioni in tre anni) e i voucher per
le Pmi che acquistano dotazioni
Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di
e-commerce.Normedimeranaturaprogrammatica,sottolineava ilrapporto del servizio BilanciodellaCamera,conrisorsean-
Normativa Comuni
cora da individuare nell’ambito
dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l’altro solo al Sud. L’iter
in commissione ha consentito
di aggiustare il tiro e garantire
una via più diretta, impiegando
anche risorse di fonte nazionale
per tutto il territorio, ma il percorsodiimplementazioneappare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il
bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d’imposta, viene
confermata la formula estremamente"light"dellamisurachesi
applica solo sul 50% della spesa
incrementale.
Alla Camera sono state apportate, tra l’altro, modifiche ri-
TEMPI STRETTI
Il provvedimento passa
ora al Senato che deve
convertirlo in legge entro
il 21 febbraio: quasi certo
il ricorso alla fiducia
guardanti la compensazione
delle cartelle esattoriali con i
crediti Pa, il preconcordato, le
sanzioni sul lavoro irregolare.
Quantoalcapitoloenergia,èstato introdotto un meccanismo a
favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli
oneridisistemaapplicatialconsumo di gas ed è stato ritoccato
ilregimeopzionaleperiproduttori di energia rinnovabile che
godono di incentivi.
Nel decreto trova spazio anche l’Expo 2015 di Milano, con la
messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici
stanziati negli ultimi mesi (172
milioni). Modifiche anche per i
mutui a tasso zero per le nuove
imprese costituite da giovani e
donne:lamisuravieneestesaanche a commercio e turismo e
vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in
luogo dei 6 mesi previsti dalla
formulazioneoriginaria).Sièintervenuti anche sull’export, con
un emendamento che specifica
che la dotazione aggiuntiva
dell’Ice per la promozione (22,6
milioni) deve essere destinata
con particolare riguardo alle
Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico,
su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del
Fondo volto alla promozione
dell’export.
Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle
cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l’acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi
possa prestare garanzia anche
in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto
dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano
gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi
strumenti finanziari.
Merita un discorso a parte il
bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di
fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in
untriennio,ilbonuslibrièdiventatouncreditod’impostaafavoredeilibrai:l’agevolazionespetta agli esercizi commerciali che
effettuanovenditadilibrialdettaglio, anziché a persone fisiche
e giuridiche (resta peròla possibilitàper gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto
del 19% sui libri di lettura).
Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire
in startup, all’estensione da 3 a 5
anni del ruling internazionale
(tassecerteperlemultinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri.
C. Fo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A pag. 16 e 17
Gli approfondimenti normativi sul
decreto Destinazione Italia
Lo sviluppo passa
per ricerca, energia,
digitale ed export
di Claudio De Vincenti
Lo «sportello» e le erogazioni
La circolare chiarisce che le impresehannodiritto alle agevolazioni solo nei limiti delle disponibilità finanziarie. Le banche o
gli intermediari finanziari trasmettonoa Cdp,ognimese,larichiesta di verifica della disponibilitàdella provvista a valere sul
plafondda2,5miliardi.Le richieste sono poi prese in considerazione dal ministero, ai fini della
prenotazionedelcontributo,seguendo l’ordine cronologico di
prenotazione. In caso di risorse
insufficienti, la prenotazione è
utilizzata,ai finidellaconcessione del contributo, in modo proporzionale al fabbisogno delle
operazioni.
Il contributo verrà erogato
dal ministero entro sei anni dalla data di ultimazione dell’investimento,in quoteannuali.Lerichiestedierogazionedevonoessere compilate esclusivamente
in formato digitale, entro il 30
giugno2014,esarannoevasedallo Sviluppo entro 30 giorni dalla
data di ricezione della domanda,«subordinatamenteall’effettiva disponibilità di cassa».
INTERVENTO
Le principali misure
FOTOGRAMMA
CARTELLE ESATTORIALI
Compensazione con crediti Pa
Vialiberaallacompensazione
dellecartelle esattorialiconi
creditivantaticonlapubblica
amministrazione,masolonel
rispettodegliequilibridifinanza
pubblica
ANSA
BONIFICHE
CREDITO/MINIBOND
Accesso al Fondo di garanzia
SiprevedecheilFondocentrale
Pmipossaprestaregaranziaanche
infavoredellesocietàdigestione
delrisparmioche,percontodei
fondicomunidiinvestimento,
sottoscrivanominibond
ENERGIA
Accordi di programma
Passanogliaccordidiprogramma
perlebonifichedeisitiindustriali
inquinati.Nonostantele
modificheapprovateinAula,per
M5Slanormarestaun"regalo"a
chihainquinato
IMAGOECONOMICA
IMAGOECONOMICA
Riduzioni gas per gli energivori
Incommissioneè statointrodotto
unmeccanismoafavoredelle
impreseenergivoreperla
rideterminazionedeglioneridi
sistemaapplicati
alconsumodigas
IMAGOECONOMICA
RICERCA
IMAGOECONOMICA
Mutui a tasso zero
Mutuiatassozeroperlenuove
impresecostituitedagiovanie
donne:lamisuravieneestesa
ancheacommercioeturismoe
vengonoammesseaziende
costituitedanonpiùdi12mesi
FOTOGRAMMA
EXPORT
Focus sulle Pmi
Unemendamentochespecifica
cheladotazioneaggiuntiva
dell’Iceperlapromozione(22,6
milioni)deveesseredestinatacon
particolareriguardoallepiccolee
medieimprese
LIBRI
Bonus per i librai
Losgraviofiscaledel19%suilibri
acquistatidallepersonefisichee
giuridichesitrasformainuncredito
d’impostaperlelibrerie.Arrivanoi
buoniletturaconscontidel19%
perglistudentidellesuperiori
FOTOGRAMMA
BONUS DIGITALE
Anche al Centro-Nord
Unemendamentoincommissione
hachiaritocheivoucherperlePmi
cheacquistanodotazioniIct,si
connettonoallabandalargao
sviluppanosoluzionidie-commerce
siapplicanoanchealCentro-Nord
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start-up innovative.
E stiamo parlando anche
di misure che agiscono su
condizionidicontestodecisive per la ripresa industriale e
produttiva del nostro Paese:
sbloccando al tempo stesso
leazionidibonificaediriqualificazione industriale dei siti di interesse nazionale contaminati da anni di sfruttamento ambientale e oggi a rischio di desertificazione industriale; potenziando lo
strumento dei minibond, canale di finanziamento per le
IL SOSTEGNO
Destinazione Italia
mette in campo anche
fondi per l’Expo
e le bonifiche
sui siti inquinati
piccole e medie imprese alternativo a quello bancario,
ampliando così il ventaglio
delle possibilità per far convergere risorse verso il sistema produttivo; sostenendo
la creazione dimicro e piccoleimprese giovanili e femminili, in modo da valorizzare
capacità imprenditoriali diffuse, una delle risorse fondamentali del nostro Paese.
Enonèuncasocheildecreto portiin chiusura unarticolo che convoglia risorse verso la realizzazione dell’Expo
2015e neaccelera leprocedure: si tratta di un evento fondamentale per fare dell’Italia
ilpunto diincontroediscambio di conoscenze scientifiche, tecnologiche, industriali avanzate e per rafforzare la
capacità di penetrazione delleeccellenzeitalianesuimercati internazionali.
Naturalmente,sarebbestatoauspicabilechefosserimastanel decreto anche la riformadel mercatodell’assicurazioneauto,cheportavaconsistenti benefici per i cittadini
in termini di riduzioni delle
polizze fino a oltre il 20%. Ma
rispettiamolarichiestavenuta dalle Commissioni parlamentariditrasformarlo indisegno di legge (prontamente
varatodalConsigliodei ministri del 6 febbraio) al fine di
poter valutare con maggiore
attenzione una materia sicuramente molto complessa.
Sta ora al Parlamentoconfermare la volontà di portare a
termine una riforma così importante per la trasparenza e
l’equità del sistema.
Sottosegretario al ministero
dello Sviluppo economico
Autonomie. Le città metropolitane tornano 10
Ddl Province, accolti
i rilievi delle imprese
NUOVE IMPRESE
Credito d’imposta
Confermatalaformula
estremamente"light":credito
d’impostafinoaunmassimo
annuodi2,5milioniper
beneficiarionellamisuradel50%
degliincrementiannualidispesa
otto, c’è molto di più di
quel che s’è detto e scritto.C’èsoprattuttolapossibilità per il nostro Paese di
agganciare la ripresa. Destinazione Italia, tutt’altro che
un provvedimento omnibus,
è infatti un decreto che agisce su diversi fattori decisivi
per la competitività del sistema produttivo italiano e su
diverse condizioni di contesto necessarie a dare fiato
agliinvestimentie apromuovere il dispiegarsi delle capacità imprenditoriali. Questo
è il senso del Dl Destinazione Italia: un primo insieme di
misure chetraducono in norme le linee di fondo del progetto presentato in autunno
dalGovernoperridareall’Italia il ruolo di Paese dell’imprenditorialitàeperfarnepolo di attrazione per le impresedi tutto il mondo. È una sfida che richiede un cambio di
mentalitàdelle stessepubblicheamministrazioni:nontutte appaiono consapevoli che
è ora di cambiare i propri
comportamenti in funzione
delle necessità di rilancio
dell’economia italiana e sta
al ministero dello Sviluppo
economico, in quanto ministero dell’economia reale,
farmaturarefinalmente questa consapevolezza.
Stiamo parlando di un decreto che incide su almeno
quattro fattori di competitività: il credito d’imposta per
investimenti in ricerca e sviluppo, che sostiene le imprese nel recuperare un ritardo
italiano nell’elemento forse
principale della competitività di un’economia avanzata
(e segnalo che alla Camera
la misura è stata migliorata
risolvendoquei problemi,segnalati da questo giornale, di
certezza delle risorse e di
fruibilità della misura su tutto il territorio nazionale); la
riduzionedel costo dell’energia, dove si prevede un’ulteriore azione– dopo quella realizzata col decreto del Fare
– di razionalizzazione delle
voci che compongono la bolletta elettrica (prezzo biorario e ritiro dedicato) e di contenimento della componente A3 (nel rispetto dei diritti
quesiti dei produttori di rinnovabili); il voucher a favore delle piccole e medie imprese per sostenerne la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico; azioni di
supporto alla internazionalizzazione delle imprese e
all’attrazione in Italia di
ROMA
Dietrofront sulle città metropolitane. Se il testo del Ddl
svuota-province approvato alla
Camera prima di Natale rischiava di farle salire a 21 quello che il
Senato sta mettendo a punto le
riporteràinvece a10.Graziea un
emendamento depositato ieri in
commissione Affari costituzionali dal relatore Luciano Pizzetti (Pd) che va incontro ad alcune
richieste del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Intervenendo a un convegno
organizzato a Firenze dalla Rete
delleassociazioniindustrialimetropolitane, il leader degli industriali aveva dichiarato: «Le
aree metropolitane saranno
troppe ed andranno a sommarsi
ai livelli amministrativi esistentianzichédiminuirli».Elarisposta della maggioranza è arrivata
ieri attraverso Pizzetti. Dei 19
emendamenti presentati ieri,
due intervengono direttamente
sulla materia. Da un lato, riportando di fatto le città metropolitane alle 10 originarie (Torino,
Milano, Venezia, Genova, Bologna,Firenze,Roma,BarieNapoli,ReggioCalabria).Dall’altrolato,precisando cheil loro territorio coinciderà con quello della
provinciauscente.Verrebbemeno dunque la possibilità di mantenere sullo stesso territorio sia
laprovinciachelacittàmetropolitana se un terzo dei comuni
coinvoltinonaderisseaquest’ultima.
Sui tempi di approvazione
del provvedimento è intervenuto Graziano Delrio. Nel corso di
un’iniziativadell’Ancisullecittà
metropolitane il ministro degli
Affari regionali ha snocciolato
la nuova road map: sì del Senato
entro fine mese e ok definitivo
della Camera agli inizi di marzo.
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 10
Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto.
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge
entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia.
ROMA Via libera dell' aula della Camera al decreto
Destinazione Italia. Il voto finale sul provvedimento ha
visto 320 sì, 194 no e un astenuto. Il testo passa ora
al Senato, dove appare sempre più probabile che
venga posta la fiducia da parte del governo visti i
tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va
convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano
Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei
ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto
conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono
ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull'
energia, sul mercato immobiliare, sull' editoria. Anche
il pacchetto sull' Rc auto, che avrebbe dovuto
facilitare una riduzione delle tariffe, è sfumato sotto i
colpi di centinaia di emendamenti che l' hanno
stravolto imponendone il travaso in un altro disegno di
legge, per il quale il cammino in Parlamento appare
del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati
costellati anche da un duro scontro sulla norma che
prevede accordi di programma (con relativo credito d'
imposta) per favorire le bonifiche di siti industriali
inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il
governo una norma equilibrata per sbloccare progetti
fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in
chiusura dell' esame degli emendamenti non sembra
però aver accontentato il fronte più critico, a partire
dal M5S. Un' altra questione complicata riguarda le
coperture di due misure chiave del decreto, il credito
d' imposta per gli investimenti in ricerca (dote di 600
milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che
acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda
larga o sviluppano soluzioni di e-commerce. Norme di
mera natura programmatica, sottolineava il rapporto
del servizio Bilancio della Camera, con risorse ancora
da individuare nell' ambito dei fondi Ue 2014-2020,
utilizzabili tra l' altro solo al Sud. L' iter in commissione
ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via
più diretta, impiegando anche risorse di fonte
nazionale per tutto il territorio, ma il percorso di
implementazione appare comunque tortuoso. Un
discorso analogo si può fare per il bonus digitale.
Quanto ai dettagli del credito d' imposta, viene
confermata la formula estremamente "light" della
misura che si applica solo sul 50% della spesa
incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l'
altro, modifiche riguardanti la compensazione delle
Normativa Comuni
cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le
sanzioni sul lavoro irregolare. Quanto al capitolo
energia, è stato introdotto un meccanismo a favore
delle imprese energivore per la rideterminazione degli
oneri di sistema applicati al consumo di gas ed è stato
ritoccato il regime opzionale per i produttori di energia
rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova
spazio anche l' Expo 2015 di Milano, con la messa in
sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici
stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche
anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese
costituite da giovani e donne: la misura viene estesa
anche a commercio e turismo e vengono ammesse
aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei
6 mesi previsti dalla formulazione originaria). Si è
intervenuti anche sull' export, con un emendamento
che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per
la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata
con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo
economico dovrà rendere pubblico, su internet, a
partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del
Fondo volto alla promozione dell' export. Passiamo al
capitolo credito: si estende la disciplina delle
cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la
sottoscrizione o l' acquisto di cambiali finanziarie, e
inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa
prestare garanzia anche in favore delle società di
gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni
di investimento, sottoscrivano minibond. In generale,
si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi
pensione in questi strumenti finanziari. Merita un
discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con
relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle
risorse economiche, 50 milioni in un triennio, il bonus
libri è diventato un credito d' imposta a favore dei
librai: l' agevolazione spetta agli esercizi commerciali
che effettuano vendita di libri al dettaglio, anziché a
persone fisiche e giuridiche (resta però la possibilità
per gli studenti delle superiori di accedere a uno
sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va
ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più
semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire
in startup, all' estensione da 3 a 5 anni del ruling
internazionale (tasse certe per le multinazionali), alla
riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli
investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 10
RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti
normativi sul decreto Destinazione Italia Le principali
misure CARTELLE ESATTORIALI Compensazione
con crediti Pa Via libera alla compensazione delle
cartelle esattoriali con i crediti vantati con la pubblica
amministrazione, ma solo nel rispetto degli equilibri di
finanza pubblica FOTOGRAMMA BONIFICHE
Accordi di programma Passano gli accordi di
programma per le bonifiche dei siti industriali
inquinati. Nonostante le modifiche approvate in Aula,
per M5S la norma resta un "regalo" a chi ha inquinato
ENERGIA Riduzioni gas per gli energivori In
commissione è stato introdotto un meccanismo a
favore delle imprese energivore per la
rideterminazione degli oneri di sistema applicati al
consumo di gas CREDITO/MINIBOND Accesso al
Fondo di garanzia Si prevede che il Fondo centrale
Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle
società di gestione del risparmio che, per conto dei
fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond
IMAGOECONOMICA RICERCA Credito d' imposta
Confermata la formula estremamente "light" : credito
d' imposta fino a un massimo annuo di 2,5 milioni per
beneficiario nella misura del 50% degli incrementi
annuali di spesa NUOVE IMPRESE Mutui a tasso
zero Mutui a tasso zero per le nuove imprese
costituite da giovani e donne: la misura viene estesa
anche a commercio e turismo e vengono ammesse
aziende costituite da non più di 12 mesi
IMAGOECONOMICA EXPORT Focus sulle Pmi Un
emendamento che specifica che la dotazione
aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni)
deve essere destinata con particolare riguardo alle
piccole e medie imprese LIBRI Bonus per i librai Lo
sgravio fiscale del 19% sui libri acquistati dalle
persone fisiche e giuridiche si trasforma in un credito
d' imposta per le librerie. Arrivano i buoni lettura con
sconti del 19% per gli studenti delle superiori BONUS
DIGITALE Anche al Centro-Nord Un emendamento in
commissione ha chiarito che i voucher per le Pmi che
acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda
larga o sviluppano soluzioni di e-commerce si
applicano anche al Centro-Nord.
Normativa Comuni
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 29
LAVO R O E P RE V I D EN ZA
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Resi noti i risultati dell’attività ispettiva. Recuperati 1,5 miliardi di €
29
LAVORO
Dimissioni
in bianco
Irregolarità riscontrate nel 65% delle imprese in soffitta
Il sommerso è in calo
DI
Monitoraggio attività di vigilanza anno 2013
DATI NAZIONALI
Aziende
ispezionate
Aziende
irregolari
N. lavoratori
irregolari
N. lavoratori
totalmente
in nero
Recupero contributi
e premi evasi
Ministero del lavoro
e delle politiche sociali
INPS
139.624
73.514
115.919
44.652
€ 90.982.451,00
71.821
58.048
53.009
33.490
€ 1.240.953.187,00
INAIL
23.677
20.752
70.092
7.983
€ 89.936.474,00
TOTALE
235.122
152.314
239.020
86.125
€ 1.421.872.112
Organo di controllo
64,78% aziende irregolari
su aziende ispezionate
DI
I
SIMONA D’ALESSIO
rregolarità riscontrate
nel 64,8% delle imprese in Italia (152.314 su
235.122 passate al setaccio), mentre cala il numero
dei lavoratori non correttamente inquadrati e totalmente «in nero», complice il
perdurare della crisi. E l’entità dei contributi e premi
evasi recuperati tocca quota
1.421.872.112 euro (-13% su
base annua). A renderlo noto
il ministero del welfare, che
traccia il bilancio dei risultati delle ispezioni nei luoghi
di lavoro nel 2013, eviden-
36,03% lavoratori in nero
su lavoratori irregolari
ziando come siano in discesa del 17%, rispetto all’anno
precedente, le somme effettivamente finite nelle casse
statali a seguito di sanzioni
amministrative (102.866.
138 euro) fenomeno sul quale «ha inciso, in un momento
di difficoltà delle imprese,
una minor propensione verso il pagamento immediato
degli importi sanzionatori»;
stop all’attività produttiva,
poi, in 7.885 casi, quasi tutti
dovuti all’impiego di addetti
«in nero», in misura pari, o
superiore al 20% di quelli
reclutati, e nel contempo diminuiscono le violazioni in
materia di prevenzione degli infortuni (33.123, pari a
-18%), in stretta correlazione
«alla riduzione del numero di
cantieri sul territorio nazionale».
Contratti non conformi
alle regole per 239.020 lavoratori (-19% rispetto al
2012), 86.125 scoperti completamente «in nero» e 1.091
extracomunitari clandestini
in servizio (-32%), condensati più che altro nel terziario
e nell’industria, col numero
più elevato di violazioni sulla manodopera straniera rilevato in Toscana (314), dove
sono attivi molti laboratori
tessili gestiti da cinesi, poi
in Lombardia (151), Campania (113) e in Emilia Romagna (102). Alzato, infine,
il velo sulle forme fittizie di
decentramento produttivo
(per l’abbattimento «in chiave fraudolenta del costo del
lavoro»): appalto, distacco,
somministrazione illeciti e
altri fenomeni hanno interessato 10.775 lavoratori.
Nel 2014, via Veneto controllerà, fra l’altro, l’uso di
risorse pubbliche con finalità assistenziali, disponendo
5 mila verifiche sulla cig in
deroga.
© Riproduzione riservata
COMMERCIALISTI/PARLA IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Laurini: elezioni al Cndcec in tempi rapidi
Va prima risolto, però, il problema degli ordini territoriali in chiusura
«L
e elezioni per il rinnovo
dei vertici dei commercialisti si facciano in tempi
rapidi». L’esortazione «a
far presto e nel rispetto della legalità» arriva direttamente dal commissario straordinario al Consiglio
nazionale dei dottori commercialisti
e degli esperti contabili Giancarlo
Laurini, che nell’augurarsi un pronunciamento rapido da parte di Via
Arenula sulla materia, è convinto
che nessuna soluzione potrà prescindere da un chiarimento sulla
sorte degli ordini territoriali costituiti nel circondario dei tribunali
soppressi.
Domanda. Presidente quindi il
problema della geografia giudiziaria non è da sottovalutare come
qualcuno crede?
Risposta. Comprendere l’impatto
della modifi ca delle
circoscrizioni dei
tribunali sugli ordini è di primaria
importanza. Ma
certo non può essere il consiglio a
farlo. Il problema
è totalmente nelle
mani del ministe-
Normativa Enti Locali
ro della giustizia che, con attenzione
e prudenza, dovrà valutare tutti gli
aspetti del problema e decidere per
il meglio. L’importante è che si faccia
presto e bene.
D. Quindi il problema esiste?
R. Certo che esiste,
ma esiste indipendentemente dalla
vicenda elettorale.
D. La nuova
geografi a giudiziaria è entrata in vigore
a settembre,
se il ministero
della giustizia
ci avesse pensato
Giancarlo Laurini
qualche mese fa, si sarebbe evitato
di lasciare i commercialisti ancora
senza una governance, non crede?
R. La stampa ne ha parlato, e noi
dal canto nostro abbiamo fornito alla
Giustizia tutte le informazioni necessarie per risolvere la questione. Abbiamo dato loro la mappa degli ordini
interessati e adiacenti al tribunale
soppresso ma anche i numeri di quelli
che comunque risentono della nuova
geografi a giudiziaria. Sulla base di
tutte queste informazioni il ministero
dovrà agire. Ed è un’operazione che
deve essere nella massima chiarezza e
nel rispetto assoluto della legalità.
D. Poi c’è il tema delle liste: riaprire il procedimento elettorale di
gennaio, poi sospeso? O avviare da
capo l’intero iter di voto?
R. Non sta a me dirlo. Certo è un groviglio di norme e quindi è necessario
muoversi con attenzione e prudenza.
Tutti comunque ci aspettiamo il massimo della rapidità compatibilmente
con la difficoltà dei problemi.
D. Si sta lavorando, ma con
molta difficoltà, a una lista unitaria. Lei che dice ci si riuscirà?
R. Sarebbe una cosa molto
buona per la categoria. Ma non
spetta a me entrare in questa
vicenda.
Di Benedetta Pacelli
Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016
SIMONA D’ALESSIO
Le dimissioni volontarie
dovranno essere sottoscritte
su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle
direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali,
dai Centri per l’impiego e
reperibili anche online. E,
quindi, non più apponendo
la firma in calce a un foglio
«in bianco», che potrebbe
essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte
(di Nichi Vendola di Sel e
di Teresa Villanova del Pd)
per rivedere le modalità di
risoluzione consensuale del
contratto, approvato dalla
commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l’esame dell’Aula, dove arriverà
il 21 febbraio. Un testo agile,
composto da un solo articolo
e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e
nella legge 92/2012: i moduli
per il recesso del rapporto,
si precisa, dovranno essere
realizzati «secondo direttive
definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello
della semplificazione nella
pubblica amministrazione,
«da emanare entro tre mesi
dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice
alfanumerico progressivo
di identificazione, la data
di emissione, nonché spazi
da compilare a cura del firmatario», destinati all’individuazione del prestatore, o
della prestatrice d’opera, del
datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si
intende recedere, della data
della sua stipulazione e di
ogni altro elemento utile.
Qualunque altro metodo per
rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali
modelli pre-stampati, sarà
considerato nullo. Assenti
alle votazioni ieri Fi, Lega e
Ncd, mentre il M5s annuncia
che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il
governo di Romano Prodi,
avevo già promosso l’introduzione di un documento
pre-stampato per certificare
le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all’atto
dell’assunzione», ricorda a
ItaliaOggi Cesare Damiano
(Pd), presidente dell’XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che
guida lo stesso organismo a
palazzo Madama, «cancellò
questa soluzione, mentre
Elsa Fornero la ripristinò,
seppure in altra forma». La
formazione di centrodestra,
pertanto, si oppone perché,
conclude Damiano, «ritiene
si vada contro gli interessi
dell’impresa».
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 29
lavoro.
Dimissioni in bianco in soffitta
Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte
su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle
direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali,
dai Centri per l' impiego e reperibili anche online. E,
quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio
«in bianco», che potrebbe essere post-datato. È
quanto prevede il disegno di legge che unisce due
proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa
Villanova del Pd) per rivedere le modalità di
risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla
commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l'
esame dell' Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo
agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che
abroga le disposizioni contenute nel decreto
legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli
per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno
essere realizzati «secondo direttive definite con
decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di
concerto con quello della semplificazione nella
pubblica amministrazione, «da emanare entro tre
mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e
dovranno riportare «un codice alfanumerico
progressivo di identificazione, la data di emissione,
nonché spazi da compilare a cura del firmatario»,
destinati all' individuazione del prestatore, o della
prestatrice d' opera, del datore di lavoro, della
tipologia di contratto da cui si intende recedere, della
data della sua stipulazione e di ogni altro elemento
utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le
dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli prestampati, sarà considerato nullo. Assenti alle
votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia
che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il
governo di Romano Prodi, avevo già promosso l'
introduzione di un documento pre-stampato per
certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate.
E non all' atto dell' assunzione», ricorda a ItaliaOggi
Cesare Damiano (Pd), presidente dell' XI
commissione, «poi, il mio successore, Maurizio
Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo
Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa
Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La
formazione di centrodestra, pertanto, si oppone
perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli
interessi dell' impresa».
Normativa Enti Locali
Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014
LAVORO IRREGOLARE
180
La Camera riduce
le maxi-sanzioni
I giorni in cui ora si è al riparo
da azioni esecutive
u pagina 16
Pagina 15
www.ilsole24ore.com f
@24NormeTributi
DIRITTO FALLIMENTARE
RISCOSSIONE
RIMBORSI FISCALI
Deduzioni con limiti
per i preconcordati
Compensabili i crediti
delle imprese con la Pa
Tasse dirette e indirette
con procedura sprint
u pagina 17
u pagina 17
u pagina 17
Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo
LE INIZIATIVE
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Online
IN RETE
Focus bilancio
oggi in digitale
per gli abbonati
Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all’Imu
Gianni Trovati
MILANO
La super-Tasi che si genera
con l’aumento ulteriore dello 0,8
per mille deve servire a finanziare
detrazioni in grado di garantire
che nessuna abitazione principale
paghi con il nuovo tributo più di
quanto versava di Imu nel 2012; per
aiutarei Comuni in questa impresa
facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma
la cifra è da definire), in larga parte
recuperatodalmezzo miliardoche
la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà
essere versata solo con bollettino
postale o F24 (spesso in autoliquidazione,secondolabozzadidecreto attuativo anticipata ieri sul Sole
24 Ore), mentre gli altri strumenti
(Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene
applicataairifiutiassimilatiagliurbani e smaltiti autonomamente dai
produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di
affidare la riscossione agli stessi
soggetti dell’anno scorso, cancel-
IGIENE URBANA
L’esclusione delle imprese
da una quota del tributo
rischierebbe di scaricarsi
sulle utenze domestiche
con incrementi del 30%
landol’errataopzionesullaTasiintrodotta dalla legge di stabilità.
Prendequesta forma il pacchettodi modifiche alla fiscalità locale,
che per ora va in un Titolo II del
decreto legge sulla casa e accoglie
un ampio ventaglio di interventi
sulla finanza locale. Dall’anticipo
diquasi1,5 miliardidifondodisolidarietà comunale per mantenere
laliquiditàdellecasselocaliallesanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano antidissesto bocciato dalla Corte dei
conti,uncolpodispugnasullesanzioniperiComuni(Firenze,Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppogenerosinei contrattiintegrativi che si sono visti contestare dalla
Ragioneria generale le somme in
eccesso erogate ai dipendenti e
un’iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti
locali (si veda l’articolo a fianco).
La tempesta politica sull’ipotesi
di staffetta fra Letta e Renzi non
permette di prevedere se il decretocasasaràineffettiilveicolofinale di questo menu normativo, che
potrebbeancheesserespacchettato e tradursi in emendamenti ai
tanti decreti legge in conversione
soprattutto per quel che riguarda
Normativa Enti Locali
leregolepiùurgenti:cioègliemendamentisuTasieTari,indispensabili al nuovo fisco locale targato
Iuc per muovere i primi passi, ma
anchei salva-cittàsenza iqualiNapoli e Reggio Calabria scivolano
verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri
centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro
percepiti negli anni passati.
Le regole su Tari e Tasi sono ovviamentequelledipiùdirettointeressepericontribuenti.Lagirandoladellealiquote,conlapossibilitàperiComunidiportareal3,3permilleiltributo sull’abitazione principale e all’11,4
per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare
secondoiltestopreparatodalGovernoaintrodurresconti«talidagenerare effetti sul carico di imposta Tasi
equivalenti a quelli determinatisi
per l’Imu» sullo stesso immobile.
Tradotto,significaprima ditutto che
i quasi 5 milioni di case che non hannomaipagato l’Imugraziealledetrazioni fisse, sufficiente ad azzerare
l’imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa
47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e
così via), non dovrebbero versare
nemmeno la Tasi. Per raggiungere
l’obiettivoindicato nellabozzadi decreto anche per le case di valore un
po’ più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi
sempre sotto o pari alla vecchia Imu,
mentreper le case piùgrandinon occorrerebbe nessuna detrazione.
L’obiettivo, insomma, si tradurrebbe
inunmeccanismoflessibile,dadeterminareinbase allediverse situazioni
comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero.
Nel pacchetto entra anche
l’esenzioneperirifiuti"assimilati"
e smaltiti autonomamente dalle
imprese.Perle aziendesarebbe un
decisoalleggerimento(dauntributo legato peraltro a un servizio che
non utilizzano per i rifiuti smaltiti
autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenticonaumentidel30%secondoleprimestimeperchélaTarideve coprire i costi del servizio (con
una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l’esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette
arischiolacorrettagestionedelciclo rifiuti. Un’altra esenzione, sia
daTasisiadaTari,sarebbegarantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi
della Datarìa, della Cancelleria, di
Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli
articoli 13-16 dei Patti Lateranensi.
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Crisi di liquidità
Le novità in sintesi
FINANZIAMENTO
DETRAZIONI
Lealiquoteaggiuntive dello0,8per mille
sull’abitazioneprincipaleosugli altriimmobili
dovrebberoservirea finanziaredetrazionitalida
evitarechesull’abitazioneprincipale laTasicosti
piùchel’Imu abolita.
Perfarquadrareiconti,siassegnanoaiComuni
625milioni(malacifraèancora discussa),in
largaparte presidal fondodi 500milionichela
leggedistabilitàmetteva adisposizioneper le
detrazioni
MODALITÀ
DI VERSAMENTO
LaTasisipotràversaresoloconF24 obollettino
postale(spessoinautoliquidazione,secondola
bozzadidecretoattuativo),mentreglialtristrumenti
dipagamentocomeRideMavresterebberopossibili
soloperiltributosuirifiuti(Tari),comeaccadeva
l’annoscorsoperlaTarsu/Tares.SempreallaTari
sarebbelimitatalapossibilitàdimantenere
l’affidamentodellariscossioneallostessosoggetto
del2013(opzionepossibileancheperlaTasi
secondolaleggedistabilità)
RIFIUTI PRODOTTI
DALLE IMPRESE
Irifiutiassimilatiaquelliurbani,prodottidalle
impreseesmaltitiautonomamentesenzautilizzarei
servizicomunalidi raccolta,sarebberoesentidalla
Tari.Questosanerebbeunerroredellaleggedi
stabilità(cheinduecommidiversiprevedevasia
l’esenzionesialapossibilitàdiscontidapartedei
Comuni,comeavvenivaperTarsu/Tares)ed
eviterebbedifarpagareuntributosuunservizio
nonutilizzato.Icostiperòsiscaricherebberosulle
utenzedomestiche
FONDO COMUNALE
DI SOLIDARIETÀ
Siprevedeunanticiponell’erogazionedelfondodi
solidarietàcomunale,parial20%dellespettanze
2013registrateinogniComune,perevitare
problemidicassaalleamministrazionilocali.
L’anticipazionesarebbepoi"stornata"dallerate
successive.Laregola,comeloscorsoanno,èresa
necessariadalfattocheiparametrididistribuzione
delfondo,alimentatoper4,7miliardisu6,6
dall’Imu,sonocambiaticonlaleggedistabilitàe
devonoessereattuati
DISSESTI
E SANZIONI
ProspettataunasecondapossibilitàperiComuni
(comeNapolieReggioCalabria)chehannoapprovato
pianidiriequilibrioperevitareladichiarazionedi
dissestofinanziarioeselisonovistibocciaredalla
Cortedeiconti.QuestiComuniavrebbero90giornidi
tempodallacomunicazionedel«no»dellaCorteper
approvareunnuovopianodasottoporreall’esamedei
magistraticontabili.Previstoancheunostopalle
proceduredirecuperodeitrattamentiintegrativifuori
normaerogatidaiComuni
Il fronte dissesto. Possibile presentare nuovi piani dopo la bocciatura
.com
Sanatorie per Napoli e Reggio
Si profila un’altra chance
per Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia ma anche per gli altri Comuni più piccoli il cui piano di riequilibrio necessario a
evitare il dissesto è stato bocciato dalla Corte dei conti. Entro
90giorni,secondolanovitàinserita nel Titolo II del «decreto casa», potranno proporre un nuovo piano di riequilibrio, purché
l’ultimo consuntivo approvato
(quello del 2012) registri un «miglioramento»(interminidimaggiore avanzo o minore disavanzo di amministrazione.
Agli altri Comuni, che ballano sull’orlo del default ma non
hanno ancora attivato le procedure anti-dissesto, il correttivo
offre tempi più lunghi, permettendo di salire sul treno fino a
che non sono passati i 60 giorni
assegnati dal Prefetto per alzare
bandiera bianca dopo che la magistratura contabile individua
nei conti difetti insanabili.
La nuova regola, in pratica,
prospettaunsecondo«salva-enti», determinato dal fatto che il
primo,scrittodal GovernoMonti nell’autunno 2012 (Dl
174/2012) non ha funzionato a
dovere: le due città più grandi
(Catania esclusa) interessate
dal primo provvedimento sono
statestoppatedal«no» dellamagistratura contabile,e hanno peraltro già assorbito oltre 700 milioni di euro (tra fondo rotativo
e anticipazioni «sblocca–debiti») che non sarebbero certo in
grado di restituire con la dichiarazione di default. I due piani,
però, hanno bisogno di una riscrittura profonda prima di poter tornare al vaglio della Corte
dei conti.
Il nuovo «salva-enti», però, è
più ramificato e guarda anche
lontano dalle città a rischio default.Un’altraregolasirivolgeal-
lecittàche,comeFirenze,VicenzaealtriComuni,hannoapplicato in passato contratti decentrati troppo onerosi, e hanno subito
le contestazioni della Corte dei
conti o della Ragioneria generale. La nullità degli atti con obbligo di recupero non scatterà per i
contratti adottati prima del 2011
nelleRegionieprimadel2012negli enti locali, a patto che non ci
siano profili di responsabilità
erariale. Per il futuro, invece, la
norma è draconiana per chi sfora,e imponetaglidel20% fra idirigenti e del 10% nel personale.
Il mosaico del «salva-enti» si
potrebbe completare già da domaniconl’emendamentoal«salva-Roma bis» (Dl 151/2013) che
eviterebbedifarscattareaVenezia il blocco delle assunzioni determinato dallo sforamento del
Patto di stabilità 2013.
G.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
QUOTIDIANO DELLA CASA
Nel numero di oggi
focus su architettura
e progettazione
SulquotidianodellaCasa&del
Territoriodioggi
(www.casaeterritorio.
ilsole24ore.com),sono
presenti,tral’altro,iseguenti
articoli:
-ilComunedi ReggioEmilia
confermaperaltridueannigli
scontisulletassecomunali
all’edilizia;
-Dieciannidiarchitettura:le
centooperemigliorirealizzate
inItaliacongallery;
-gennaiodadimenticareperil
mercatodellaprogettazione,
solo15milioniingara.
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Anticipo
di 1,3 miliardi
per aiutare
la cassa
Un «anticipo» da 1,3 miliardi circa per evitare ai Comuni una crisi di liquidità, in
grado di mettere a rischio qua
e là il pagamento degli stipendi nell’attesa che le regole dei
bilanci locali 2014 trovino pace. È un’altra delle previsioni
aggiunte dal Governo all’ultima versione del «decreto casa», che in pratica torna sui
sentierigiàbattutidallafinanza locale lo scorso anno.
Iproblemidicassanascono
dal fatto che i criteri di distribuzionedelfondodisolidarietàcomunale(l’erede"federalista" dei trasferimenti, alimentato in gran parte dall’Imu)
cambiano ogni anno, e impegnanoGovernoeamministrazioni locali in una complessa
procedura attuativa. La soluzione tampone darebbe entro
il 28 febbraio una somma pari
al 20% delle spettanze 2013:
unasceltaquasiobbligata, che
però l’anno scorso non ha
mancato di aumentare i problemi perché in centinaia di
Comuniglianticipisuccessivi
avevano superato il totale
spettante per tutto l’anno, obbligando le amministrazioni a
restituzioni ex post.
L’anticipazione non è comunque l’unico ritocco "extra-fiscale" ai bilanci locali
prospettato dal testo del Governo. Un altro ritocco riapre le porte per dirigenti a
contratto anche oltre le soglie massime fissate dal Testo unico degli enti locali, finoa coprire il 30% della dotazione organica dirigenziale,
eun altro allarga un po’ lemaglie per l’accensione di nuovi
mutui. Le nuove regole sposterebbero poi dal 30 aprile
al31dicembrei terminiperdismettere (fissato nel lontano
2007) le quote in società non
legate ai fini istituzionali.
Prospettatoinfine un ampliamento dei termini per presentare le relazioni di fine
mandato.
G.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla legge di stabilità ai
nuovi princìpi Oic, alle
nuove interpretazioni
dell’agenzia delle Entrate e
ai consueti compiti di
controllo finale di sindaci e
revisori.
Il Focus in edicola oggi col
Sole 24 Ore su «Le novità
del bilancio» tratta in 16
pagine con esempi le
principali situazioni nuove
che in queste settimane
operatori e professionisti si
troveranno di fronte.
Il Focus è disponibile in
versione cartacea per i
lettori che acquistano Il
Sole 24 Ore in edicola
mentre è disponibile in
versione digitale
(all’indirizzo
www.ilsole24ore.com/focus) per gli abbonati.
I temi di oggi
Agefis
All’aperto
Casa "di lusso"
Catasto
Compensazione
Confediliz
Contributi previdenziali
Crediti verso la Pa
Destinazione Italia
Imposte di registro
Invarianza di gettito
La frutta
Legge fallimentare
Orario di lavoro
Piattaforma elettronica di
certificazione
Preconcordato
Reato
Recupero dei crediti
Rimborsi
Riposo settimanale
Riserva
Rivalutazione
Saldo attivo
Strumento urbanistico
Super-Tasi
Voluntary disclosure
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 15
Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati
agli urbani e smaltiti in modo autonomo.
Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari
Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all'
Imu IGIENE URBANA L' esclusione delle imprese da una quota del tributo
rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30%
Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera
con l' aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve
servire a finanziare detrazioni in grado di garantire
che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo
tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per
aiutare i Comuni in questa impresa facendo quadrare
i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la
cifra è da definire), in larga parte recuperato dal
mezzo miliardo che la legge di stabilità aveva già
destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata
solo con bollettino postale o F24 (spesso in
autoliquidazione, secondo la bozza di decreto
attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli
altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati
alla sola Tari, che non viene applicata ai rifiuti
assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai
produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la
possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti
dell' anno scorso, cancellando l' errata opzione sulla
Tasi introdotta dalla legge di stabilità. Prende questa
forma il pacchetto di modifiche alla fiscalità locale,
che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla
casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla
finanza locale. Dall' anticipo di quasi 1,5 miliardi di
fondo di solidarietà comunale per mantenere la
liquidità delle casse locali alle sanatorie per Napoli,
Reggio Calabria e gli altri enti con piano anti-dissesto
bocciato dalla Corte dei conti, un colpo di spugna
sulle sanzioni per i Comuni (Firenze, Vicenza, ancora
Reggio Calabria) troppo generosi nei contratti
integrativi che si sono visti contestare dalla
Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai
dipendenti e un' iniezione di flessibilità su mutui e
dirigenti a termine negli enti locali (si veda l' articolo a
fianco). La tempesta politica sull' ipotesi di staffetta fra
Letta e Renzi non permette di prevedere se il decreto
casa sarà in effetti il veicolo finale di questo menu
normativo, che potrebbe anche essere spacchettato e
tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in
conversione soprattutto per quel che riguarda le
regole più urgenti: cioè gli emendamenti su Tasi e
Tari, indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc
per muovere i primi passi, ma anche i salva-città
senza i quali Napoli e Reggio Calabria scivolano
Normativa Enti Locali
verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza,
Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere
indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni
passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamente
quelle di più diretto interesse per i contribuenti. La
girandola delle aliquote, con la possibilità per i
Comuni di portare al 3,3 per mille il tributo sull'
abitazione principale e all' 11,4 per mille la somma di
Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare
secondo il testo preparato dal Governo a introdurre
sconti «tali da generare effetti sul carico di imposta
Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l' Imu» sullo
stesso immobile. Tradotto, significa prima di tutto che
i quasi 5 milioni di case che non hanno mai pagato l'
Imu grazie alle detrazioni fisse, sufficiente ad
azzerare l' imposta lorda generata dal loro valore
imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le
famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e
così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi.
Per raggiungere l' obiettivo indicato nella bozza di
decreto anche per le case di valore un po' più alto
servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la
Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentre per
le case più grandi non occorrerebbe nessuna
detrazione. L' obiettivo, insomma, si tradurrebbe in un
meccanismo flessibile, da determinare in base alle
diverse situazioni comunali, in un sistema che pare
difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra
anche l' esenzione per i rifiuti "assimilati" e smaltiti
autonomamente dalle imprese. Per le aziende
sarebbe un deciso alleggerimento (da un tributo
legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i
rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di
scaricarsi sugli altri contribuenti con aumenti del 30%
secondo le prime stime perché la Tari deve coprire i
costi del servizio (con una deroga massima del 7%):
secondo Federambiente, l' esenzione sarebbe il frutto
di una «interpretazione fantasiosa» che mette a
rischio la corretta gestione del ciclo rifiuti. Un' altra
esenzione, sia da Tasi sia da Tari, sarebbe garantita
alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo,
ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di
Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri
immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 15
Lateranensi. [email protected] ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Prospettata una
seconda possibilità per i Comuni (come Napoli e
Reggio Calabria) che hanno approvato piani di
riequilibrio per evitare la dichiarazione di dissesto
finanziario e se li sono visti bocciare dalla Corte dei
conti. Questi Comuni avrebbero 90 giorni di tempo
dalla comunicazione del «no» della Corte per
approvare un nuovo piano da sottoporre all' esame
dei magistrati contabili. Previsto anche uno stop alle
procedure di recupero dei trattamenti integrativi fuori
norma erogati dai Comuni Le novità in sintesi
FINANZIAMENTO DETRAZIONI Le aliquote
aggiuntive dello 0,8 per mille sull' abitazione
principale o sugli altri immobili dovrebbero servire a
finanziare detrazioni tali da evitare che sull' abitazione
principale la Tasi costi più che l' Imu abolita. Per far
quadrare i conti, si assegnano ai Comuni 625 milioni
(ma la cifra è ancora discussa), in larga parte presi
dal fondo di 500 milioni che la legge di stabilità
metteva a disposizione per le detrazioni MODALITÀ
DI VERSAMENTO La Tasi si potrà versare solo con
F24 o bollettino postale (spesso in autoliquidazione,
secondo la bozza di decreto attuativo), mentre gli altri
strumenti di pagamento come Rid e Mav resterebbero
possibili solo per il tributo sui rifiuti (Tari), come
accadeva l' anno scorso per la Tarsu/Tares. Sempre
alla Tari sarebbe limitata la possibilità di mantenere l'
affidamento della riscossione allo stesso soggetto del
2013 (opzione possibile anche per la Tasi secondo la
legge di stabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE
IMPRESE I rifiuti assimilati a quelli urbani, prodotti
dalle imprese e smaltiti autonomamente senza
utilizzare i servizi comunali di raccolta, sarebbero
esenti dalla Tari. Questo sanerebbe un errore della
legge di stabilità (che in due commi diversi prevedeva
sia l' esenzione sia la possibilità di sconti da parte dei
Comuni, come avveniva per Tarsu/Tares) ed
eviterebbe di far pagare un tributo su un servizio non
utilizzato. I costi però si scaricherebbero sulle utenze
domestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ
Si prevede un anticipo nell' erogazione del fondo di
solidarietà comunale, pari al 20% delle spettanze
2013 registrate in ogni Comune, per evitare problemi
di cassa alle amministrazioni locali. L' anticipazione
sarebbe poi "stornata" dalle rate successive. La
regola, come lo scorso anno, è resa necessaria dal
fatto che i parametri di distribuzione del fondo,
alimentato per 4,7 miliardi su 6,6 dall' Imu, sono
cambiati con la legge di stabilità e devono essere
attuati DISSESTI E SANZIONI.
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 12
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
12 Commenti e inchieste
Le risposte
ai lettori
Lettere
DIRETTORE RESPONSABILE
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VICEDIRETTORI:
Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli,
Salvatore Padula, Alessandro Plateroti,
Fabrizio Forquet (redazione romana)
SUPERDESK CARTA-DIGITAL:
Caporedattori responsabili: Marina Macelloni
e Guido Palmieri
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Franca Deponti, Federico Momoli, Antonio Quaglio,
Giorgio Santilli,Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice)
Segretario di redazione: Marco Mariani
INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza
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(creative director) e Francesco Narracci (art director)
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Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino,
Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca,
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PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A.
PRESIDENTE: Benito Benedini
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Congiunzione astrale
favorevole al dialogo
CINA, TAIWAN, LE DUE COREE E PURE CIPRO
U
na congiunzione astrale favorevole che porta a
passi avanti verso riunificazioni impossibili. Cina e Taiwan tengono storici colloqui a Nanchino; a Cipro riprendono dopo anni i negoziati di pace; a
Panmunjon, sul 38˚ parallelo tra le due Coree, ci sarà
oggi un incontro ad alto livello come non se ne vedeva
da parecchio tempo. Dove porterà tutto questo? Realisticamente a un miglioramento delle relazioni bilaterali.Il che, considerandole tensioni esistentitrale controparti in questione, è un progresso da non sottovalutare.
Il fronteasiatico èquello che desta le maggioripreoccupazioni, vista l’escalation verbale, strategica e in parte
fattuale tra il Giappone di Shinzo Abe e la Cina di Xi
Jinping. La retorica muscolare e neonazionalista del
premiergiapponesemal siconciliaconleambizionicrescenti di Pechino nel Pacifico e le relazioni tra i due nemici storici non toccavano da decenni questi minimi.
Tutto quanto contribuisce a una normalizzazione, anche formale, di alcuni rapporti nell’area è quindi benvenuto. Così come è benvenuta la ripresa degli sforzi di
normalizzazione tra Cipro e Cipro Nord, un muro divisorio (la famosa linea verde) nel cuore dell’Europa. In
questo caso, forse, i progressi potrebbero essere più decisivi, anche perché spinti - in parte è così anche per
Cina e Taiwan - da interessi economici: la scoperta di
importanti giacimenti di gas in questa parte del Mediterraneo,tra acque ciprioteeisraeliane, conil coinvolgimento della Turchia.
Le lettere vanno inviate a:
Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano - fax 02.312055
email: [email protected]
Includere per favore nome,
indirizzo e qualifica
Gianfranco Fabi
Fabrizio Galimberti
Guido Gentili
Adriana Cerretelli
Salvatore Carrubba
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Dalla crisi si esce
con più lavoro
e meno burocrazia
G
entileGalimberti,
nonsonounoperaionéun
dirigente.Sonounquadro,come
quellideiquarantamiladicuihaparlato
laRai.Lescrivoperchéhopauraemi
scuseràselechiedodinonfirmarela
letteraconnomeecognome.Lavoroin
Venetoemisonomessopauraconquello
chesuccedeconl’Electrolux.Sembrache
allafinesimetterannod’accordo,mala
minacciarimane.Anchelamiaazienda
potrebbeandareafiniredaqualchealtra
parte,senoninPolonianellaRepubblica
CecaoinRomania.Dobbiamo
continuareaviverecosì?Sempreconla
minacciadiperdereilpostodilavoroodi
vedercitagliareglistipendi?Lachiamano
globalizzazione,amesembraunmododi
sfruttarci.NoncomprodisolitoIlSolema
l’hocompratopercapirequellochesta
accadendoallaElectroluxeuncollegami
hadettodiscriverealeiperchévive
all’esteroeconosceilmondo.Questo
mondomipiacesempremeno.Quando
erogiovanetrovavounlavoroepotevo
mantenereunafamiglia.Orasemiofiglio
trovalavoro-locercaenonlotrova-non
guadagnaabbastanzadamettersu
famiglia.
Lettera firmata
Caro lettore,
non è facile risponderle. Anche perché
– e qui mi metto il cappello dell’econo-
.com
Domenico Rosa
mista – le cose stanno anche peggio di
quel che dice. Supponiamo di mirare le
cosedall’alto,conla freddezzadiunentomologo apolide che guarda al formicaio della produzione nel mondo: si
perdono posti di lavoro in Italia ma si
guadagnano in Polonia. Il conto è pari.
Ma in verità non è pari. Il tenore di vita
in Italia è superiore a quello della Polonia. Il che vuol dire che i beni e i servizi
che sarebbero stati acquistati da chi
perde il posto di lavoro in Italia sono
più dei beni e servizi che ora potrà acquistare l’operaio polacco che ha preso
il posto dell’operaio italiano. Se si somma la domanda italiana a quella polacca, prima e dopo questa "cura", si vede
che il gioco non è a somma zero, è a
somma negativa.
CHINATOWNS Rita Fatiguso
BACKSTAGE Paola Bottelli
Latte per neonati in farmacia:
una rivoluzione per la Cina
Per cercare di porre un freno
agli scandali alimentari,
Pechino ha aperto la vendita
di latte anche alle farmacie
I DIBATTITI
SUI BLOG
DEL SOLE 24 ORE
www.ilsole24ore.com
@24commenti
Come se ne esce? A guardare le cose
nel lungo periodo (ma nel lungo periodo "siamo tutti morti", diceva Keynes)
i Paesi a basso costo del lavoro crescerannopiùdegli altri,i lorosalaricresceranno anch’essi, e magari compreranno prodotti italiani. Ma anche ammesso che le cose vadano così nel famoso
"lungo periodo", che cosa succede nel
breve? La mia risposta a questo punto
le sembrerà debole, ma non ne vedo altre, a meno di non rimettere indietro
l’orologio della storia e di scivolare nel
protezionismo e nell’autarchia. Si tratta di creare più posti di lavoro in Italia.
La materia prima non manca. In Italia
ci sono molte braccia inoperose. Non
solo i disoccupati. Il rapporto fra occupatie popolazionein età di lavoro è fra i
più bassi in Europa, ed è specialmente
basso per le donne. Che cosa impedisce di creare occupazione? Gli ostacoli
sono cose che possono migliorare solo
lentamente - il capitale umano, il sistema educativo - ma anche cose che possono migliorare rapidamente se solo ci
fosse la volontà e la fantasia per farlo,
come l’assurdo reticolato di impedimenti burocratici che scoraggia l’intrapresa e una pubblica amministrazione
che fa delle "competenze parallele" e
dello stallo nel fare il suo paralizzante
motto.AltriPaesi,invece,hannotagliato la burocrazia e non si sono lasciati
sfuggireoccasioni: sulSole24 Ore diieri abbiamo raccontato quanto accaduto alla Del Conca. Il gruppo ceramico
romagnolo dieci mesi fa ha acquistato
un sito produttivo negli Usa e da ieri lo
stabilimento produttivo è in funzione.
Ilmedesimogruppodadiecianniaspetta la variante a un piano regolatore che
permetterebbe di ampliare il quartier
generale di Rimini.
[email protected]
La tragedia dei profughi istriani
Si celebra il ricordo delle foibe e del
dramma dei profughi istriani, costretti
a fuggire da quelle terre che furono
italiane. Pacifico che quei crimini
furono commessi dai partigiani titini,
mai puniti.
Ma anche dalle istituzioni italiane
queste popolazioni non ebbero maggior
rispetto. Dai politici che perdono tempo
in commemorazioni mi aspetterei scuse
a nome dei loro predecessori per aver
relegato troppi italiani al ruolo di non
cittadini.
Lettera firmata
BENVENUTI AL SUD Vitaliano D’Angerio
Lusso, ma il made in Italy
è in vendita o in svendita?
Un lettore del blog sostiene
che il made in Italy sia
in svendita. Io penso invece il
contrario. Voi cosa ne pensate?
Un invito al futuro
governatore della Sardegna
Chiunque sia eletto chieda ai
colleghi del Sud di riunirsi a un
tavolo comune per sviluppare
un progetto di rilancio
L’ITALIA CHE NON RIPARTE
Il flop della legislazione concorrente
Quelle infrastrutture Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni
che servono al Paese
GLIELETTRODOTTIINTERRATIDITERNA
Q
uesta volta, per realizzare una linea di alta tensione
fra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano) sono stati sufficienti due anni e mezzo. La rapidità d’un fiato,
per i tempi italiani; una normalità ovvia nel resto del mondo civile. Ma in molti altri casi queste opere trovano mille
ostacoli. Non ostacoli tecnici: ostacoli rappresentati dal no
di sindaci neghittosi, assessori scorbutici, politici avidi di
voti e comitati locali sedicenti "ambientalisti". Nel Mezzogiorno un sindaco per non far posare i tralicci vietò l’accesso ai camion; si provò con l’elicottero e lui vietò il sorvolo:
la linea fu costruita portando i materiali a dorso di mulo.
Ora la fatica si concentra sulle linee ancora inesistenti fra
Sicilia e Calabria e tra Venezia e Padova. Gli elettrodotti
sono opere utili. Forse brutte (meno brutte con i nuovi tralicci di design e con i tratti interrati), ma utilissime. Fanno
ribassareicostidellacorrente. Appenaunanuovalineaviene allacciata, si sente subito la discesa benefica dei prezzi
nella Borsa elettrica. A vantaggio dell’Italia; e degli italiani.
Contro il lavoro nero
occorre prevenzione
ILNODODELLESANZIONI
D
al Parlamento arriva un invito alla misura per le
sanzioni in materia di lavoro irregolare. Nella versione originaria del decreto legge "Destinazione
Italia» le sanzioni per il superamento della durata massima dell’oraro di lavoro e per il mancato riposo settimanale erano decuplicate.
Ora,si fermano al raddoppio. Resta confermata la severità nel caso di utilizzo del lavoro in nero, non solo con
l’aumento delle sanzioni ma anche con l’impossibilità di
"ravvedersi" in presenza della contestazione da parte
dell’ispettore.
Tuttavia,se lasanzioneèimportanteai finidellarepressione, per battere il lavoro irregolare o nero occorre mettere in campo un’efficace opera di prevenzione con il rafforzamento dei controlli sostanziali. Inoltre, è essenziale
mettere le aziende nelle condizioni di poter bene operare: regole più semplici da rispettare e minori costi sono
basilari se si vuole incentivare il lavoro.
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Normativa Enti Locali
di Valerio Castronovo
naderivasenzafine.Dall’attuazione del Titolo V le spese delleRegionieleloroentratefiscali
hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l’uno che l’altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto taloradaincepparsi,perviadellenuoveprerogative degli enti territoriali, esercitate
inpiùd’uncasocomealtrettantipoterisingoli di veto, l’iter procedurale anche per
alcune infrastrutture strategiche a rete di
rilevanzanazionale.Colrisultatochesisonoaggiuntialtricostiindiretti(comequellidelle"compensazioni")esoprattuttopesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica,
la "legislazione concorrente", che avrebbedovutoriequilibrareesnellireirapporti fra centro e periferia, tramite una chiara
separazione di competenze e funzioni, ha
finitoinveceperprodurreunacongeriedi
sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d’intervento, compresequelleriguardantiirapportiinternazionalie il commercio estero.
Eppure,quandonelmarzo2001,nell’imminenzadelleelezionipolitiche,vennevaratodalParlamentoil nuovo ordinamento
federale (siapur conl’esigua maggioranza
delcentro-sinistra)epoiapprovatoinottobre da un referendum popolare (anche se
conunascarsaaffluenzadivotanti),sipensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della
finanzapubblica avrebbegarantitosiauna
gestionepiùresponsabilizzataedefficiente delle risorse sia uno standard, su scala
nazionale,piùomogeneoinfattodiprestazioni ea un costo minore.
Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale impernia-
U
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ta su forme più ampie di decentramento,
quale prevista dal Titolo V della Costituzione,avrebbeavvicinatodi piùi cittadini
alleistituzioni e promossolasussidiarietà
elaparitarietàfraidiversilivelliterritorialidi governo.
Senonchéèavvenuto tuttoilcontrario.
Da un lato, è cresciuta con effetti opprimenti la foresta di normative e formalità
burocratiche che hanno ingarbugliato i
meccanismi e dilatato i costi della gestione politica e amministrativa. Dall’altro,
abbiamo assistito, inveceche a un miglioramento dei rapporti della collettività
conleistituzioni,aunpeggioramentodellasituazioneacausadiun’ondatadisfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati
episodi di incuria e di cattiva gestione, di
clientelismo e di corruzione, che hanno
contrassegnato in varia misura l’operato
di numerose amministrazioni regionali
di diversa colorazione.
Tuttavia c’è voluto parecchio tempo,
nonostante l’incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione
di procedere a una riforma del Titolo V.
C’è pertanto da augurarsi che, in base al
disegno di legge presentato dal governo
Letta all’esame del Parlamento, venga
abolitala"legislazioneconcorrente",rivelatasifontediiper-regolamentazionicontraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a
cominciare dall’energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all’istituzione,alpostodelSenatoelettivo,diuna"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla
definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti
di loro pertinenza, siano così impegnati
Addio. 1928-2014
AP
Shirley Temple, i «riccioli d’oro» del cinema
È stata la prima diva bambina del cinema, scelta a scuola da Charles Lamont per due serie
della Educational Pictures. Shirley Temple, nata a Santa Monica nel 1928, è scomparsa a
85 anni. «Riccioli d’oro» incantava con il suo sorriso che - diceva il presidente Roosevelt «dava alla gente in ginocchio dalla Grande Depressione la forza di andare avanti».
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ad applicarle debitamente ed efficacemente in sede locale. Insieme all’attribuzione alle Province (che oggi sono ben
centodieci)diunasolacompetenza(quella sulle strade) e alla loro trasformazione
in enti di servizio ai Comuni, la creazione
nelle principali aree urbane di "Città metropolitane", con un ruolo propulsivo di
pianificazionedellosviluppo,costituirebbesenz’altroun importantesaltodiqualità. Rimane tuttavia da sciogliere un altro
nodospinoso:quellodelcosiddetto"capitalismo municipale".
Le società estremamente eterogenee,
partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono
andate costantemente aumentando di numero,malgradogli interventi governativi,
più o meno risoluti ma anche ondivaghi e
sovente respinti al mittente, per frenarne
laproliferazioneeinvertirequestatendenza.Perciòèancoroggidifficile(comerisulta da un’indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano
pubblica, dato che quelli addetti ai servizi
preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai
soggetti privati; che essi accusano per lo
piùpassividibilancio(senzaassicurareperaltroadeguateprestazioniagliutenti),soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in
pratica a carico della fiscalità generale;
che esistono in parecchi casi commistioni
di ruoli fra regolatore e regolato; che non
tutte le loro aree operative riguardano le
"localutility",masiestendonodall’agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni.
Si tratta dunque di un autentico ginepraio,dicrescenteampiezza econunrilevante impatto finanziario, che si è riusciti
a fare ben poco per ridimensionare e disboscare.
ILCASOGREEKYOGURT
Nell’economia
globale
c’è un grande
fermento
di Andrea Goldstein
l quarantottesimo Super Bowl non
lascerà probabilmente traccia
maggiore nella storia del football
americano, anche se è il primo titolo
per i Seahawks di Seattle, ma sicuramente
in quella dello yogurt. Per la prima volta,
insieme alla solita vagonata di
costosissime pubblicità per dolciumi,
snack e bevande gassate, ce ne saranno
ben due che decantano le virtù, anche
salutistiche, di altrettanti marchi di
yogurt "alla greca": Chobani (il No. 1, al
suo debutto) e Dannon Oikos (che già era
apparso nel 2012).
Il Greek yogurt - più denso e proteico,
meno grasso rispetto a quello normale - è
passato da appena 1% del mercato
americano nel 2007 a metà attualmente
(dati Nielsen). Un successo legato
all’attenzione crescente degli americani,
che tradizionalmente consumano latte e
formaggi, per la qualità del cibo, come
dimostra l’impegno personale di
Michelle Obama nella promozione di una
dieta più equilibrata nel paese in cui tutto
è supersize.
La storia di Chobani sembra fatta su
misura per rinfrescare il mito del sogno
americano. Il fondatore, azionista unico e
chief executive, Hamdi Ulukaya, arrivò
negli Stati Uniti dalla Turchia orientale
nel 1994. Non proprio con la valigia di
cartone, ma certo senza immaginarsi che
20 anni dopo Chobani avrebbe avuto un
fatturato di 1 miliardo di dollari, 2 mila
dipendenti e tre stabilimenti, tra cui uno
in Australia. Il primo fu una vecchia
fabbrica della Kraft, chiusa dopo 75 anni,
acquistata grazie a un prestito agevolato
del governo.
Per il suo stile di gestione, Chobani poi
sembra una tipica società della nuova
economia: una "people company"
secondo Ulukaya, in cui tutto avviene per
fare del bene, che all’inizio non aveva
investito nel marketing preferendo il
passa-parola tra consumatori e il contatto
diretto sulle reti sociali e che destina 10%
dei profitti in beneficienza attraverso la
Shepherd’s Gift Foundation.
I margini di crescita del mercato sono
ancora ampi: in Francia, ad esempio, lo
spazio dedicato agli yogurt (di ogni tipo)
nei supermercati è doppio che negli Stati
Uniti e il consumo pro capite quasi sette
volte più elevato. Una buona notizia
soprattutto per Fage, la società greca che
per prima lanciò il prodotto nel 1998 e che
ora lo produce anche negli Stati Uniti,
nello stato di New York. È una delle rare
storie di successo del capitalismo
ellenico, anche se i suoi legami col paese
d’origine vanno affievolendosi. Nel 2012
ha trasferito la sede legale in
Lussemburgo e poco dopo ha emesso
obbligazioni per 250 milioni di euro,
libere dal tetto del debito sovrano graco.
Quando però si tratta di difendere
l’ellenicità del prodotto, Fage - il cui
Greek yogurt peraltro è a base di latte
vaccino, mentre l’originale nel
Mediterraneo orientale utilizza latte di
capra o di pecora - riscopre le sue radici.
Nel Regno Unito i giudici hanno ingiunto
a Chobani di non chiamare greco il
proprio yogurt, accogliendo la richiesta
di Fage di riservare la denominazione allo
yogurt prodotto in Grecia. Una decisione
confermata in appello proprio martedì 28.
Ma i batteri che fermentano
nell’economia globale, anche in un
periodo di crisi, sono molteplici. Il
Lactobacillus casei Shirota fu scoperto
nel 1930 da un microbiologo di Kyoto,
Minoru Shirota, e Yakult venne fondata
nel 1955. Sono ormai 20 anni che gli yogurt
probiotici hanno conquistato
l’Occidente, anche grazie a claims
salutistici di dubbia validità, e ora è
venuto il momento per i functional foods
di penetrare nuovi mercati.
Il Financial Times ha raccontato di
recente come ciò stia avvenendo in
Indonesia, dove da una decina d’anni le
"Yakult Ladies" vendono il prodotto
porta-a-porta. Una strategia che non
funzionava bene fino a che la società
giapponese non si è decisa ad aumentare
gli investimenti nella formazione delle
promotrici, adattando la strategia di
marketing alla realtà indonesiana. I
risultati non si sono fatti attendere, sia
per la società, che ha triplicato i volumi,
sia per le Ladies, che guadagnano ormai
commissioni comparabili ai salari
dell’industria.
I
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 12
L' ITALIA CHE NON RIPARTE.
Il flop della legislazione concorrente
Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni.
Valerio Castronovo Una deriva senza fine. Dall'
attuazione del Titolo V le spese delle Regioni e le loro
entrate fiscali hanno continuato a moltiplicarsi
aggravando così sia l' uno che l' altro fardello. Non
solo. Si è ingolfato, al punto talora da incepparsi, per
via delle nuove prerogative degli enti territoriali,
esercitate in più d' un caso come altrettanti poteri
singoli di veto, l' iter procedurale anche per alcune
infrastrutture strategiche a rete di rilevanza nazionale.
Col risultato che si sono aggiunti altri costi indiretti
(come quelli delle "compensazioni") e soprattutto
pesanti impacci a scapito della competitività generale
del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione
concorrente", che avrebbe dovuto riequilibrare e
snellire i rapporti fra centro e periferia, tramite una
chiara separazione di competenze e funzioni, ha finito
invece per produrre una congerie di sovrapposizioni e
incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò
per oltre una ventina di aree d' intervento, comprese
quelle riguardanti i rapporti internazionali e il
commercio estero. Eppure, quando nel marzo 2001,
nell' imminenza delle elezioni politiche, venne varato
dal Parlamento il nuovo ordinamento federale (sia pur
con l' esigua maggioranza del centro-sinistra) e poi
approvato in ottobre da un referendum popolare
(anche se con una scarsa affluenza di votanti), si
pensava che un maggiore coinvolgimento degli enti
territoriali nella governance della finanza pubblica
avrebbe garantito sia una gestione più
responsabilizzata ed efficiente delle risorse sia uno
standard, su scala nazionale, più omogeneo in fatto di
prestazioni e a un costo minore. Oltre a questi
vantaggi concreti, si riteneva che una struttura
statuale imperniata su forme più ampie di
decentramento, quale prevista dal Titolo V della
Costituzione, avrebbe avvicinato di più i cittadini alle
istituzioni e promosso la sussidiarietà e la paritarietà
fra i diversi livelli territoriali di governo. Senonché è
avvenuto tutto il contrario. Da un lato, è cresciuta con
effetti opprimenti la foresta di normative e formalità
burocratiche che hanno ingarbugliato i meccanismi e
dilatato i costi della gestione politica e amministrativa.
Dall' altro, abbiamo assistito, invece che a un
miglioramento dei rapporti della collettività con le
istituzioni, a un peggioramento della situazione a
causa di un' ondata di sfiducia e insofferenza
alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva
Normativa Enti Locali
gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno
contrassegnato in varia misura l' operato di numerose
amministrazioni regionali di diversa colorazione.
Tuttavia c' è voluto parecchio tempo, nonostante l'
incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse
infine la decisione di procedere a una riforma del
Titolo V. C' è pertanto da augurarsi che, in base al
disegno di legge presentato dal governo Letta all'
esame del Parlamento, venga abolita la "legislazione
concorrente", rivelatasi fonte di iper-regolamentazioni
contraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col
ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di
materie fondamentali (a cominciare dall' energia, i
trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all'
istituzione, al posto del Senato elettivo, di una
"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti
delle Regioni, collaborando alla definizione delle
variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli
ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati ad
applicarle debitamente ed efficacemente in sede
locale. Insieme all' attribuzione alle Province (che oggi
sono ben centodieci) di una sola competenza (quella
sulle strade) e alla loro trasformazione in enti di
servizio ai Comuni, la creazione nelle principali aree
urbane di "Città metropolitane", con un ruolo
propulsivo di pianificazione dello sviluppo,
costituirebbe senz' altro un importante salto di qualità.
Rimane tuttavia da sciogliere un altro nodo spinoso:
quello del cosiddetto "capitalismo municipale". Le
società estremamente eterogenee, partecipate
direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali
(Regioni, Province, Comuni e Comunità montane),
sono andate costantemente aumentando di numero,
malgrado gli interventi governativi, più o meno risoluti
ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per
frenarne la proliferazione e invertire questa tendenza.
Perciò è ancor oggi difficile (come risulta da un'
indagine curata da Giuseppe Mele per la
Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni
effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto
perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie
contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali
controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti
ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani,
settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività
in base a gare scarsamente aperte al mercato e
quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 12
lo più passivi di bilancio (senza assicurare peraltro
adeguate prestazioni agli utenti), soprattutto nel
Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità
generale; che esistono in parecchi casi commistioni di
ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro
aree operative riguardano le "local utility", ma si
estendono dall' agricoltura al comparto manifatturiero,
dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un
autentico ginepraio, di crescente ampiezza e con un
rilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare
ben poco per ridimensionare e disboscare. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.
Normativa Enti Locali
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
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Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
10
Le vie della ripresa
Bonus su macchinari e Ict
I moduli per le istanze saranno disponbili
sul sito del ministero entro il 10 marzo
LE MISURE PER LE IMPRESE
La tabella di marcia
Le domande di erogazione saranno evase
entro 30 giorni, salvo disponibilità di cassa
Pmi, pronti i finanziamenti agevolati
Firmata la circolare sulla «Sabatini bis» - Domande in formato elettronico dal 31 marzo
IMAGOECONOMICA
Carmine Fotina
ROMA
Perla"nuovaSabatini"c’èfinalmente una data: le imprese
potranno presentare le domande,in formato elettronico, a partire dalle 9 del 31 marzo 2014. La
lunga attesa per l’attuazione di
una delle principali misure del
decreto del fare varato lo scorso
giugnostaperconcludersi:lacircolare predisposta dal ministerodelloSviluppoeconomicofissaterminiemodalitàperpresentareleistanzeeperlaconcessione e l’erogazione dei contributi
previsti per l’acquisto o il leasing di macchinari e impianti da
parte delle Pmi. Il testo, redatto
dalla direzione generale incentivi del ministero di Flavio Zanonato, segue il decreto attuativo (si veda Il Sole 24 Ore del
30 novembre) ed arriva più o
meno in contemporanea con
la convenzione tra lo stesso dicastero, la Cassa depositi e prestiti e l’Abi (la firma è attesa
per questa settimana).
Si completa dunque il complesso e piuttosto lento iter di
implementazione della misura,
nell’attesa della quale diverse
imprese hanno congelato o posticipato gli investimenti.
Finanziamenti agevolati
Il decreto del fare ha previsto la
costituzione presso la Cdp di
un plafond di 2,5 miliardi che le
banche e gli intermediari finanziari, aderendo alla convenzione, possono utilizzare per concedere, fino al 31 dicembre 2016,
finanziamenti alle Pmi. Sono
ammessi investimenti in macchinari,impianti, beni strumentali e attrezzature nuove a uso
produttivo, oltre a quelli in
hardware, software e tecnologiedigitali. Possibile anche il le-
asing, per operazioni concesse
dasocietà inpossesso di una garanzia rilasciata da una banca
che aderisce alla convenzione.
Le Pmi che hanno ottenuto i finanziamentiricevono (nel limite dello stanziamento annuale)
un contributo a parziale copertura degli interessi, pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del
2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, con rate
semestrali e della durata di 5 anni, di importo corrispondente
al finanziamento. Il contributo
viene calcolato secondo modalità inserite in un’appendice alla circolare e consultabili sul sito del ministero.
RISORSE E MECCANISMO
Si attingerà a un plafond
presso la Cdp da 2,5 miliardi
Dal ministero contributi
sugli interessi, possibile
accesso al Fondo garanzia
È prevista inoltre la possibilità di accedere alla garanzia del
FondocentralePmisulfinanziamento, fino all’80%, con priorità d’accesso.
Le domande
La domanda di agevolazione,
da utilizzareanche per la richiesta di finanziamento, deve essere compilata in formato elettronicoe deve essere, penal’invalidità, sottoscritta mediante firma digitale. Come detto va presentata a partire dalle 9 del 31
marzo 2014, esclusivamente attraverso l’invio con posta elettronica (Pec) certificata agli indirizziPec dellebancheconvenzionate(l’elenco sarà disponibi-
le sui siti www.mise.gov.it e
www.cassaddpp.it). La domandadi agevolazione ei relativi allegatidovranno essere compilati utilizzando esclusivamente i
moduli che saranno disponibili
entro il 10 marzo sul sito dello
Sviluppoeconomico(ilministero confida comunque di pubblicarli con largo anticipo rispetto
alla scadenza). Per le agevolazioni che superano la soglia di
150mila euro, la concessione
del contributo è subordinata
all’acquisizionedella documentazione antimafia.
@CFotina
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S
Sabatini bis. Decisi i criteri per accedere al bonus sull’acquisto o il leasing di macchinari
I CRITERI
Le risorse
VienecostituitopressolaCdp
unplafonddi 2,5miliardichele
bancheegliintermediari
finanziari,aderendoalla
convenzione,possonoutilizzare
perconcedere,finoal31
dicembre2016,finanziamenti
allePmi.Iprestitipossonoavere
unaduratamassimadi 5annie
possonoessereaccordatiperun
valoremassimocomplessivonon
superiorea2milioniperciascuna
impresa.L’importominimosarà
di20milaeuro.Sistimachegià
perl’estateilplafondvada
esaurito:laprossimaleggedi
stabilitàsarebbeilcontenitore
peruneventualeplafond
(l’ipotesièdiulteriori2,5
miliardi)
Certificati antimafia
Nelcasodiagevolazioni
superioria150milaeurova
presentataanchela
documentazioneantimafia.La
circolarespiegacheitempiprevisti
perlaconcessionedelle
agevolazionipossonosubire
variazioniinseguitoallamancata
acquisizionedelladocumentazione
antimafia.Mailministero,decorsi
45giorni(prorogabilidalla
Prefetturadialtri30giorni)dal
ricevimentodellarichiestadaparte
dellaPrefettura,puòprocederealla
concessionedelleagevolazioni
sottocondizionerisolutiva
Spese ammissibili
Gliinvestimentidevonoessere
avviatisuccessivamentealladata
delladomandadiaccessoal
contributo,fattisalvigli
investimentirelativialsettore
agricolo(regolamento1857/2006)
chepossonoessereavviatisolo
successivamenteal
provvedimentodiconcessione
degliaiuti
Erogazioni
Ilministeroprovvedealle
erogazioninell’annoperrichieste
pervenuteentroenonoltreil31
ottobre.L’erogazionedel
contributoèsubordinataal
completamento
dell’investimento,entroil
periododipreammortamentoo
prelocazionedelladurata
massimadi12mesidalladatadi
stipuladelfinanziamento
Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
ROMA
Vialiberadell’auladellaCamera al decreto Destinazione
Italia.Ilvotofinalesulprovvedimentoha visto320 sì,194noe un
astenuto. Il testo passa ora al
Senato, dove appare sempre
più probabile che venga posta
la fiducia da parte del governo
visti i tempi strettissimi per
evitare che il decreto decada
(va convertito in legge entro il
21 febbraio).
Il piano Destinazione Italia,
approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche
un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull’energia, sul
mercatoimmobiliare,sull’editoria. Anche il pacchetto sull’Rc
auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe,
èsfumatosottoicolpidicentinaia di emendamenti che l’hanno
stravoltoimponendoneil travaso in un altro disegno di legge,
per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto.
I lavori alla Camera sono stati
costellatianchedaunduroscontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativocreditod’imposta)perfavorire le bonifiche di siti industriali
inquinati. Per gli ambientalisti
un "condono", per il governo
unanormaequilibratapersbloccare progetti fermi da anni. Il
compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell’esame degli emendamenti non sembra
però aver accontentato il fronte
più critico, a partire dal M5S.
Un’altra questione complicata riguarda le coperture di due
misurechiavedeldecreto,ilcredito d’imposta per gli investimentiinricerca(dotedi600milioni in tre anni) e i voucher per
le Pmi che acquistano dotazioni
Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di
e-commerce.Normedimeranaturaprogrammatica,sottolineava ilrapporto del servizio BilanciodellaCamera,conrisorsean-
Normativa Enti Locali
cora da individuare nell’ambito
dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l’altro solo al Sud. L’iter
in commissione ha consentito
di aggiustare il tiro e garantire
una via più diretta, impiegando
anche risorse di fonte nazionale
per tutto il territorio, ma il percorsodiimplementazioneappare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il
bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d’imposta, viene
confermata la formula estremamente"light"dellamisurachesi
applica solo sul 50% della spesa
incrementale.
Alla Camera sono state apportate, tra l’altro, modifiche ri-
TEMPI STRETTI
Il provvedimento passa
ora al Senato che deve
convertirlo in legge entro
il 21 febbraio: quasi certo
il ricorso alla fiducia
guardanti la compensazione
delle cartelle esattoriali con i
crediti Pa, il preconcordato, le
sanzioni sul lavoro irregolare.
Quantoalcapitoloenergia,èstato introdotto un meccanismo a
favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli
oneridisistemaapplicatialconsumo di gas ed è stato ritoccato
ilregimeopzionaleperiproduttori di energia rinnovabile che
godono di incentivi.
Nel decreto trova spazio anche l’Expo 2015 di Milano, con la
messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici
stanziati negli ultimi mesi (172
milioni). Modifiche anche per i
mutui a tasso zero per le nuove
imprese costituite da giovani e
donne:lamisuravieneestesaanche a commercio e turismo e
vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in
luogo dei 6 mesi previsti dalla
formulazioneoriginaria).Sièintervenuti anche sull’export, con
un emendamento che specifica
che la dotazione aggiuntiva
dell’Ice per la promozione (22,6
milioni) deve essere destinata
con particolare riguardo alle
Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico,
su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del
Fondo volto alla promozione
dell’export.
Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle
cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l’acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi
possa prestare garanzia anche
in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto
dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano
gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi
strumenti finanziari.
Merita un discorso a parte il
bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di
fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in
untriennio,ilbonuslibrièdiventatouncreditod’impostaafavoredeilibrai:l’agevolazionespetta agli esercizi commerciali che
effettuanovenditadilibrialdettaglio, anziché a persone fisiche
e giuridiche (resta peròla possibilitàper gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto
del 19% sui libri di lettura).
Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire
in startup, all’estensione da 3 a 5
anni del ruling internazionale
(tassecerteperlemultinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri.
C. Fo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A pag. 16 e 17
Gli approfondimenti normativi sul
decreto Destinazione Italia
Lo sviluppo passa
per ricerca, energia,
digitale ed export
di Claudio De Vincenti
Lo «sportello» e le erogazioni
La circolare chiarisce che le impresehannodiritto alle agevolazioni solo nei limiti delle disponibilità finanziarie. Le banche o
gli intermediari finanziari trasmettonoa Cdp,ognimese,larichiesta di verifica della disponibilitàdella provvista a valere sul
plafondda2,5miliardi.Le richieste sono poi prese in considerazione dal ministero, ai fini della
prenotazionedelcontributo,seguendo l’ordine cronologico di
prenotazione. In caso di risorse
insufficienti, la prenotazione è
utilizzata,ai finidellaconcessione del contributo, in modo proporzionale al fabbisogno delle
operazioni.
Il contributo verrà erogato
dal ministero entro sei anni dalla data di ultimazione dell’investimento,in quoteannuali.Lerichiestedierogazionedevonoessere compilate esclusivamente
in formato digitale, entro il 30
giugno2014,esarannoevasedallo Sviluppo entro 30 giorni dalla
data di ricezione della domanda,«subordinatamenteall’effettiva disponibilità di cassa».
INTERVENTO
Le principali misure
FOTOGRAMMA
CARTELLE ESATTORIALI
Compensazione con crediti Pa
Vialiberaallacompensazione
dellecartelle esattorialiconi
creditivantaticonlapubblica
amministrazione,masolonel
rispettodegliequilibridifinanza
pubblica
ANSA
BONIFICHE
CREDITO/MINIBOND
Accesso al Fondo di garanzia
SiprevedecheilFondocentrale
Pmipossaprestaregaranziaanche
infavoredellesocietàdigestione
delrisparmioche,percontodei
fondicomunidiinvestimento,
sottoscrivanominibond
ENERGIA
Accordi di programma
Passanogliaccordidiprogramma
perlebonifichedeisitiindustriali
inquinati.Nonostantele
modificheapprovateinAula,per
M5Slanormarestaun"regalo"a
chihainquinato
IMAGOECONOMICA
IMAGOECONOMICA
Riduzioni gas per gli energivori
Incommissioneè statointrodotto
unmeccanismoafavoredelle
impreseenergivoreperla
rideterminazionedeglioneridi
sistemaapplicati
alconsumodigas
IMAGOECONOMICA
RICERCA
IMAGOECONOMICA
Mutui a tasso zero
Mutuiatassozeroperlenuove
impresecostituitedagiovanie
donne:lamisuravieneestesa
ancheacommercioeturismoe
vengonoammesseaziende
costituitedanonpiùdi12mesi
FOTOGRAMMA
EXPORT
Focus sulle Pmi
Unemendamentochespecifica
cheladotazioneaggiuntiva
dell’Iceperlapromozione(22,6
milioni)deveesseredestinatacon
particolareriguardoallepiccolee
medieimprese
LIBRI
Bonus per i librai
Losgraviofiscaledel19%suilibri
acquistatidallepersonefisichee
giuridichesitrasformainuncredito
d’impostaperlelibrerie.Arrivanoi
buoniletturaconscontidel19%
perglistudentidellesuperiori
FOTOGRAMMA
BONUS DIGITALE
Anche al Centro-Nord
Unemendamentoincommissione
hachiaritocheivoucherperlePmi
cheacquistanodotazioniIct,si
connettonoallabandalargao
sviluppanosoluzionidie-commerce
siapplicanoanchealCentro-Nord
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start-up innovative.
E stiamo parlando anche
di misure che agiscono su
condizionidicontestodecisive per la ripresa industriale e
produttiva del nostro Paese:
sbloccando al tempo stesso
leazionidibonificaediriqualificazione industriale dei siti di interesse nazionale contaminati da anni di sfruttamento ambientale e oggi a rischio di desertificazione industriale; potenziando lo
strumento dei minibond, canale di finanziamento per le
IL SOSTEGNO
Destinazione Italia
mette in campo anche
fondi per l’Expo
e le bonifiche
sui siti inquinati
piccole e medie imprese alternativo a quello bancario,
ampliando così il ventaglio
delle possibilità per far convergere risorse verso il sistema produttivo; sostenendo
la creazione dimicro e piccoleimprese giovanili e femminili, in modo da valorizzare
capacità imprenditoriali diffuse, una delle risorse fondamentali del nostro Paese.
Enonèuncasocheildecreto portiin chiusura unarticolo che convoglia risorse verso la realizzazione dell’Expo
2015e neaccelera leprocedure: si tratta di un evento fondamentale per fare dell’Italia
ilpunto diincontroediscambio di conoscenze scientifiche, tecnologiche, industriali avanzate e per rafforzare la
capacità di penetrazione delleeccellenzeitalianesuimercati internazionali.
Naturalmente,sarebbestatoauspicabilechefosserimastanel decreto anche la riformadel mercatodell’assicurazioneauto,cheportavaconsistenti benefici per i cittadini
in termini di riduzioni delle
polizze fino a oltre il 20%. Ma
rispettiamolarichiestavenuta dalle Commissioni parlamentariditrasformarlo indisegno di legge (prontamente
varatodalConsigliodei ministri del 6 febbraio) al fine di
poter valutare con maggiore
attenzione una materia sicuramente molto complessa.
Sta ora al Parlamentoconfermare la volontà di portare a
termine una riforma così importante per la trasparenza e
l’equità del sistema.
Sottosegretario al ministero
dello Sviluppo economico
Autonomie. Le città metropolitane tornano 10
Ddl Province, accolti
i rilievi delle imprese
NUOVE IMPRESE
Credito d’imposta
Confermatalaformula
estremamente"light":credito
d’impostafinoaunmassimo
annuodi2,5milioniper
beneficiarionellamisuradel50%
degliincrementiannualidispesa
otto, c’è molto di più di
quel che s’è detto e scritto.C’èsoprattuttolapossibilità per il nostro Paese di
agganciare la ripresa. Destinazione Italia, tutt’altro che
un provvedimento omnibus,
è infatti un decreto che agisce su diversi fattori decisivi
per la competitività del sistema produttivo italiano e su
diverse condizioni di contesto necessarie a dare fiato
agliinvestimentie apromuovere il dispiegarsi delle capacità imprenditoriali. Questo
è il senso del Dl Destinazione Italia: un primo insieme di
misure chetraducono in norme le linee di fondo del progetto presentato in autunno
dalGovernoperridareall’Italia il ruolo di Paese dell’imprenditorialitàeperfarnepolo di attrazione per le impresedi tutto il mondo. È una sfida che richiede un cambio di
mentalitàdelle stessepubblicheamministrazioni:nontutte appaiono consapevoli che
è ora di cambiare i propri
comportamenti in funzione
delle necessità di rilancio
dell’economia italiana e sta
al ministero dello Sviluppo
economico, in quanto ministero dell’economia reale,
farmaturarefinalmente questa consapevolezza.
Stiamo parlando di un decreto che incide su almeno
quattro fattori di competitività: il credito d’imposta per
investimenti in ricerca e sviluppo, che sostiene le imprese nel recuperare un ritardo
italiano nell’elemento forse
principale della competitività di un’economia avanzata
(e segnalo che alla Camera
la misura è stata migliorata
risolvendoquei problemi,segnalati da questo giornale, di
certezza delle risorse e di
fruibilità della misura su tutto il territorio nazionale); la
riduzionedel costo dell’energia, dove si prevede un’ulteriore azione– dopo quella realizzata col decreto del Fare
– di razionalizzazione delle
voci che compongono la bolletta elettrica (prezzo biorario e ritiro dedicato) e di contenimento della componente A3 (nel rispetto dei diritti
quesiti dei produttori di rinnovabili); il voucher a favore delle piccole e medie imprese per sostenerne la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico; azioni di
supporto alla internazionalizzazione delle imprese e
all’attrazione in Italia di
ROMA
Dietrofront sulle città metropolitane. Se il testo del Ddl
svuota-province approvato alla
Camera prima di Natale rischiava di farle salire a 21 quello che il
Senato sta mettendo a punto le
riporteràinvece a10.Graziea un
emendamento depositato ieri in
commissione Affari costituzionali dal relatore Luciano Pizzetti (Pd) che va incontro ad alcune
richieste del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Intervenendo a un convegno
organizzato a Firenze dalla Rete
delleassociazioniindustrialimetropolitane, il leader degli industriali aveva dichiarato: «Le
aree metropolitane saranno
troppe ed andranno a sommarsi
ai livelli amministrativi esistentianzichédiminuirli».Elarisposta della maggioranza è arrivata
ieri attraverso Pizzetti. Dei 19
emendamenti presentati ieri,
due intervengono direttamente
sulla materia. Da un lato, riportando di fatto le città metropolitane alle 10 originarie (Torino,
Milano, Venezia, Genova, Bologna,Firenze,Roma,BarieNapoli,ReggioCalabria).Dall’altrolato,precisando cheil loro territorio coinciderà con quello della
provinciauscente.Verrebbemeno dunque la possibilità di mantenere sullo stesso territorio sia
laprovinciachelacittàmetropolitana se un terzo dei comuni
coinvoltinonaderisseaquest’ultima.
Sui tempi di approvazione
del provvedimento è intervenuto Graziano Delrio. Nel corso di
un’iniziativadell’Ancisullecittà
metropolitane il ministro degli
Affari regionali ha snocciolato
la nuova road map: sì del Senato
entro fine mese e ok definitivo
della Camera agli inizi di marzo.
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Il Sole 24 Ore
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Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto.
Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati
TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge
entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia.
ROMA Via libera dell' aula della Camera al decreto
Destinazione Italia. Il voto finale sul provvedimento ha
visto 320 sì, 194 no e un astenuto. Il testo passa ora
al Senato, dove appare sempre più probabile che
venga posta la fiducia da parte del governo visti i
tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va
convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano
Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei
ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto
conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono
ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull'
energia, sul mercato immobiliare, sull' editoria. Anche
il pacchetto sull' Rc auto, che avrebbe dovuto
facilitare una riduzione delle tariffe, è sfumato sotto i
colpi di centinaia di emendamenti che l' hanno
stravolto imponendone il travaso in un altro disegno di
legge, per il quale il cammino in Parlamento appare
del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati
costellati anche da un duro scontro sulla norma che
prevede accordi di programma (con relativo credito d'
imposta) per favorire le bonifiche di siti industriali
inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il
governo una norma equilibrata per sbloccare progetti
fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in
chiusura dell' esame degli emendamenti non sembra
però aver accontentato il fronte più critico, a partire
dal M5S. Un' altra questione complicata riguarda le
coperture di due misure chiave del decreto, il credito
d' imposta per gli investimenti in ricerca (dote di 600
milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che
acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda
larga o sviluppano soluzioni di e-commerce. Norme di
mera natura programmatica, sottolineava il rapporto
del servizio Bilancio della Camera, con risorse ancora
da individuare nell' ambito dei fondi Ue 2014-2020,
utilizzabili tra l' altro solo al Sud. L' iter in commissione
ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via
più diretta, impiegando anche risorse di fonte
nazionale per tutto il territorio, ma il percorso di
implementazione appare comunque tortuoso. Un
discorso analogo si può fare per il bonus digitale.
Quanto ai dettagli del credito d' imposta, viene
confermata la formula estremamente "light" della
misura che si applica solo sul 50% della spesa
incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l'
altro, modifiche riguardanti la compensazione delle
Normativa Enti Locali
cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le
sanzioni sul lavoro irregolare. Quanto al capitolo
energia, è stato introdotto un meccanismo a favore
delle imprese energivore per la rideterminazione degli
oneri di sistema applicati al consumo di gas ed è stato
ritoccato il regime opzionale per i produttori di energia
rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova
spazio anche l' Expo 2015 di Milano, con la messa in
sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici
stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche
anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese
costituite da giovani e donne: la misura viene estesa
anche a commercio e turismo e vengono ammesse
aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei
6 mesi previsti dalla formulazione originaria). Si è
intervenuti anche sull' export, con un emendamento
che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per
la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata
con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo
economico dovrà rendere pubblico, su internet, a
partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del
Fondo volto alla promozione dell' export. Passiamo al
capitolo credito: si estende la disciplina delle
cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la
sottoscrizione o l' acquisto di cambiali finanziarie, e
inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa
prestare garanzia anche in favore delle società di
gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni
di investimento, sottoscrivano minibond. In generale,
si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi
pensione in questi strumenti finanziari. Merita un
discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con
relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle
risorse economiche, 50 milioni in un triennio, il bonus
libri è diventato un credito d' imposta a favore dei
librai: l' agevolazione spetta agli esercizi commerciali
che effettuano vendita di libri al dettaglio, anziché a
persone fisiche e giuridiche (resta però la possibilità
per gli studenti delle superiori di accedere a uno
sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va
ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più
semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire
in startup, all' estensione da 3 a 5 anni del ruling
internazionale (tasse certe per le multinazionali), alla
riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli
investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE
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Il Sole 24 Ore
Pagina 10
RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti
normativi sul decreto Destinazione Italia Le principali
misure CARTELLE ESATTORIALI Compensazione
con crediti Pa Via libera alla compensazione delle
cartelle esattoriali con i crediti vantati con la pubblica
amministrazione, ma solo nel rispetto degli equilibri di
finanza pubblica FOTOGRAMMA BONIFICHE
Accordi di programma Passano gli accordi di
programma per le bonifiche dei siti industriali
inquinati. Nonostante le modifiche approvate in Aula,
per M5S la norma resta un "regalo" a chi ha inquinato
ENERGIA Riduzioni gas per gli energivori In
commissione è stato introdotto un meccanismo a
favore delle imprese energivore per la
rideterminazione degli oneri di sistema applicati al
consumo di gas CREDITO/MINIBOND Accesso al
Fondo di garanzia Si prevede che il Fondo centrale
Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle
società di gestione del risparmio che, per conto dei
fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond
IMAGOECONOMICA RICERCA Credito d' imposta
Confermata la formula estremamente "light" : credito
d' imposta fino a un massimo annuo di 2,5 milioni per
beneficiario nella misura del 50% degli incrementi
annuali di spesa NUOVE IMPRESE Mutui a tasso
zero Mutui a tasso zero per le nuove imprese
costituite da giovani e donne: la misura viene estesa
anche a commercio e turismo e vengono ammesse
aziende costituite da non più di 12 mesi
IMAGOECONOMICA EXPORT Focus sulle Pmi Un
emendamento che specifica che la dotazione
aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni)
deve essere destinata con particolare riguardo alle
piccole e medie imprese LIBRI Bonus per i librai Lo
sgravio fiscale del 19% sui libri acquistati dalle
persone fisiche e giuridiche si trasforma in un credito
d' imposta per le librerie. Arrivano i buoni lettura con
sconti del 19% per gli studenti delle superiori BONUS
DIGITALE Anche al Centro-Nord Un emendamento in
commissione ha chiarito che i voucher per le Pmi che
acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda
larga o sviluppano soluzioni di e-commerce si
applicano anche al Centro-Nord.
Normativa Enti Locali
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Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
Norme e tributi 17
Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione
Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa
Compensabili i crediti con la Pa
Rimborsi sprint
anche per tasse
e imposte di registro
L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo
DESTINAZIONE ITALIA
Alessandro Sacrestano
Compensazionedelcredito e non più sospensione dei
ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7
bis dell’articolo 12 del decreto
«destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti
vantano nei confronti della
pubblica amministrazione assume contorni nettamente più
semplici e finisce per avere un
appeal di maggiore impatto. In
effetti, la versione originaria
della norma – che prevedeva,
per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero
crediti verso la Pa – rischiava
di comprometterne l’efficacia
e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la
posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi,
sembra sia stata quella della
semplificazione, lasciando, in
ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione.
Il recupero
La norma, infatti, sottolinea
che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a
quelli «certificati secondo le
modalità previste dai decreti
del ministro dell’Economia e
delle finanze 22 maggio 2012 e
25 giugno 2012». Insomma, per
vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le
somme fatturate alla pubblica
amministrazionee ancora ine-
vase, imprese e professionisti
dovranno prima di ogni altra
cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare
questo, le istruzioni contenute
sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà
avere accesso dal link www.
certificazionecrediti.mef.gov.it
(si veda l’articolo qui sotto).
Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti
del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie
diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le
forniture eseguite, nonché dei
provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla.
IL QUADRO
La nuova opportunità
di garanzia
viene offerta
alle aziende
e ai professionisti
Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza
del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma
telematica, la certificazione
del credito vantato dal richiedente.
La certificazione
Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle
modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti,
èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai
sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel
credito, in caso di cessione pro
solvendo o pro soluto.
Con le modifiche apportate
in sede di conversione in legge
del decreto destinazione Ita-
lia, invece, sarà più ampia la
possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le
somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali,
contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli
oneri accessori, aggi e spese e
altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della
riscossione.
Salvina Morina
Tonino Morina
I passaggi
Le modalità
Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però,
ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale
– emanato dal ministero
dell’Economia e dal ministero
dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla
data di entrata in vigore della
legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il
decreto dovrà fare luce
sull’elemento più oscuro del
provvedimento. Ossia quello
che ne limita la fruibilità ai soli
soggetti per i quali «la somma
iscritta a ruolo sia inferiore o
pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura
della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo
l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non
potranno avvantaggiarsi della
nuova disposizione. È proprio
questo, comunque, il punto
chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare
una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del
credito vantato. Perché mai,
però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere
minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti
dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel
decreto ministeriale.
SOGGETTI DEBITORI
CARATTERISTICHE
COMPENSAZIONE
La pubblica amministrazione
Perpubblicheamministrazioni,
neiconfrontidellequalisi
vantailcreditochesivuole
compensare,sifariferimento
alloStato,aglientipubblici
nazionali,aregionieprovince
autonomediTrentoeBolzano,
aglientilocalieaglientidel
Serviziosanitarionazionale
Le caratteristiche del credito
Ilcreditoversolapubblica
amministrazionedeve
derivaredasomministrazioni,
prestazioniprofessionali,
fornitureeappalti.Deve
inoltreesserenonprescritto,
certo,liquido,esigibilee
certificatoattraversola
piattaformatelematica
Come usare la compensazione
Ilcreditovantatineiconfronti
dellapubblicaamministrazione
potràesserecompensatoconi
ruoliemessidalconcessionario
perlariscossioneaprescindere
dalladatadinotificaal
creditorecheabbiasomme
iscrittearuolougualioinferiori
alcreditovantato
CERTIFICAZIONE
ISTANZA
DECRETO
La procedura
Ilcreditorepotràdareinizioal
processodicertificazione del
creditovantatoversola
pubblicaamministrazione
accreditandosisulla
piattaformadicertificazione
elettronicadelcredito
attraversoilsito
www.certificazionecrediti.mef.
gov.it.Lemodalitàdi
accreditosonodiversea
secondacheilcreditoresia
soggettoonoall’obbligodi
pubblicitàlegale
La domanda
Unavoltaentratonella
piattaforma,ilcreditoredovrà
inviarel’istanzadicertificazione
neiconfrontidellaPadebitrice
utilizzandolafunzionalità
messaadisposizionedal
sistema.Ilsistemapermettedi
monitorareeverificarelostato
diavanzamentodelprocessodi
certificazione:ilcreditore
riceveràcomunicazionisul
rilasciodellacertificazionee/o
sullainsussistenzao
inesigibilitàdelcredito
Il dubbio
Leconcretemodalitàdella
compensazionesonorinviatea
undecretointerministerialeda
emanarsientro90giorni
dall’entratainvigoredella
leggediconversione.Ildecreto
dovràtral’altrofarluce
sull’elementodipiùdifficile
interpretazionedellanuova
disposizione:cioèsuquello
chenelimitalafruibilitàaisoli
soggettiperiquali«lasomma
iscrittaaruolosiainferioreo
parialcreditovantato»
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La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo
Leimpreseacacciadel«timbro»
Lorenzo Lodoli
Benedetto Santacroce
Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei
crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito».
La piattaforma è, in relazione
allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento
per la certificazione dei crediti
a favore del titolare di crediti
non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili scaturenti da un con-
trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti
neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento?
L’accesso alla piattaforma
Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale,
può operare immediatamente
tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso
per potersi accreditare deve
fornire alcune informazioni
personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere
una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento
d’identità.
Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi
separati: uno alla persona che
ha effettuato l’accesso e l’altro
sulla casella Pec registrata
presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa
individuale. Con l’utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma.
Questione diversa, invece,
se il creditore non è soggetto
all’obbligo di pubblicità legale
(non deve registrarsi presso il
Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso
per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è
creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con
le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a
quello delle imprese.
La domanda di certificazione
Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra
l’istanza di certificazione nei
confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità
messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al
creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue
informazioni inserite in fase di
registrazione e che deve essere
invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice
da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa.
La conclusione
Il sistema permette di monito-
rare e verificare lo stato di
avanzamento del processo di
certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o
sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi
30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi
l’insussistenza del credito, il
creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite
un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la
piattaforma con un modulo
fornito dal sistema.
La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza.
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La procedura sprint per i
rimborsi riguarderà anche le
tasse, le imposte di registro e
le altre imposte indirette. La
procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a
ruolo e le somme spettanti al
contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di
tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento
del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014,
pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i
rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso
ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per
disposizioni normative o convenzionali, di competenza
dell’agenzia delle Entrate.
È prevista una disposizione transitoria, in base alla
quale, fino al 30 giugno 2014, i
"nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento.
I dati necessari per il rimborso sono predisposti
dall’agenzia delle Entrate, con
la formazione di liste emesse
conprocedure automatizzate,
contenenti, per periodo e tipo
d’imposta, in corrispondenza
delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla
restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o
dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare
delle somme da rimborsare.
È stabilito che il rimborso
avviene con accredito sul
conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario
o postale, presentando il modello reso disponibile dalle
Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio
territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet
dell’agenzia delle Entrate.
Il contribuente può infatti
registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere
il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i
contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali,
adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale.
Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi
da erogare al contribuente. In
caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o
postali, i rimborsi alle persone
fisiche sono effettuati:
1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli
sportelli di poste italiane, per
riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro;
1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia,
per i rimborsi il cui importo,
comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro.
In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal
modello 730, la restituzione di
somme per importi superiori
a 4mila euro sarà fatta
dall’agenzia delle Entrate e
non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati
nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi
dell’anno 2013, per contrastare
l’erogazione di falsi rimborsi
Irpef da parte dei sostituti
d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei
termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o
dalla data della presentazione
seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle
Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti
dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il
rimborso sarà erogato
dall’agenzia delle Entrate.
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Cosa cambia
01 | PROCEDURA VELOCE
La procedura sprint, di
norma, interessa i rimborsi
del contributo unificato di
iscrizione a ruolo e le
somme spettanti al
contribuente a seguito di
liquidazione delle
dichiarazioni annuali
02 | VIA DAL 1˚LUGLIO
Dal 1˚luglio 2014 questa
procedura sarà estesa a
tutti i rimborsi che
risultano dalla
liquidazione delle
dichiarazioni e delle
istanze di rimborso di
tasse, imposte dirette ed
indirette, il cui pagamento
è per disposizioni
normative o convenzionali,
di competenza
dell’agenzia delle Entrate
03 | TEMPI PIÙ BREVI
Chi intende accorciare i
tempi del rimborso,
comunica le coordinate del
proprio conto corrente
bancario o postale,
presentando il modello
delle Entrate in formato
elettronico, presso
qualsiasi ufficio
territoriale dell’Agenzia, o
tramite il sito internet
delle Entrate
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
La piattaforma telematica. L' iter sempre sotto controllo.
Le imprese a caccia del «timbro»
Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l'
emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con
le cartelle esattoriali emesse nei confronti dei titolari di
questi crediti, diventa sempre più importante per le
imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
dei crediti, attraverso la «Piattaforma di certificazione
elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione
alla procedura di compensazione in esame, l' unico
strumento per la certificazione dei crediti a favore del
titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili
scaturenti da un contratto avente ad oggetto
somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della
pubblica amministrazione (amministrazione statali,
regioni, province, enti locali ed enti del servizio
sanitario nazionale). Ma come funziona questo
strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà
inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla
piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o
un impresa individuale, può operare immediatamente
tramite la piattaforma elettronica di certificazione
attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In
questo caso per potersi accreditare deve fornire
alcune informazioni personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di
assunzione di responsabilità e scannerizzare un
valido documento d' identità. Una volta fornite le
informazioni saranno inviate le credenziali di accesso
in due elementi separati: uno alla persona che ha
effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec
registrata presso il Registro delle imprese dalla
società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla
piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore
non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non
deve registrarsi presso il Registro delle imprese),
quindi è una persona fisica (esempio, un
professionista) o un' associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso per procedere all'
accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica
amministrazione nei cui confronti è creditore, con la
quale effettuare un riconoscimento e con le
credenziali di accesso ricevute entrare sulla
piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche
amministrazioni l' accreditamento al sistema della
piattaforma è effettuato invece direttamente dal
responsabile attraverso un sistema identico a quello
delle imprese. La domanda di certificazione Una volta
Normativa Enti Locali
entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza
di certificazione nei confronti della pubblica
amministrazione debitrice utilizzando un' apposita
funzionalità messa a disposizione dal sistema. La
piattaforma presenta al creditore un modulo
parzialmente precompilato con le sue informazioni
inserite in fase di registrazione e che deve essere
invece concluso indicando le informazioni relative alla
pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la
certificazione, le fatture poste a fondamento del
credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di
monitorare e verificare lo stato di avanzamento del
processo di certificazione e il creditore riceverà
comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla
insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica
amministrazione debitrice non rilasci la certificazione
o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore
procedente potrà richiedere la nomina di un
commissario ad acta tramite un' apposita istanza da
proporre sempre attraverso la piattaforma con un
modulo fornito dal sistema. La pubblica
amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il
commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono
a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. ©
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 16
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
16 Norme e tributi
Lavoro. Importi ridotti da un emendamento in sede di conversione del decreto «destinazione Italia»
Diritto fallimentare. Sarà più complesso finanziare le aziende in difficoltà
Maxi sanzioni, stop della Camera
Per i preconcordati
deduzione con limiti
Raddoppiate e non decuplicate le multe su orari e riposi settimanali
FOTOGRAMMA
DESTINAZIONE ITALIA
Antonino Cannioto
Giuseppe Maccarone
La decuplicazione di alcune sanzioni in materia di lavoro
non ci sarà. Il vertiginoso aumento è scongiurato grazie alle
modifiche apportate al Dl
145/2013 (cosiddetto "DestinazioneItalia"),infase diconversione in legge.
Anche la destinazione delle risorse economiche derivanti dalle variazione dell’impianto sanzionatorio, subisce cambiamenti.
Rimossa anche la parte in cui
siprevedeva che glienti pubblici (Inps, Inpgi, Inail) dovessero
sottoporre, preventivamente,
laprogrammazione delleverifiche ispettive all’approvazione
del ministero del Lavoro.
Per quanto attiene alle sanzioni per mancato rispetto dellanormativa in materia di superamento della durata massima
dell’orario di lavoro e del mancatoriconoscimentodel riposo
settimanale, che sarebbero dovute aumentare di 10 volte, le
modificheapportate si limitano
a raddoppiare il loro ammontare.Siprevede,inoltre,cheilraddoppiooperidalladatadientrata in vigore del Dl 145/2013 (24
dicembre 2013).
In caso di violazione, per entrambe le tipologie, è prevista
una sanzione amministrativa
pecuniaria che va da 200 a 1.500
euro (era da 100 a 750). La sanzione, invece va da 800 a 3.000
euro (era da 400 a 1.500), se la
violazione si riferisce a più di
cinque lavoratori o si è verificata in almeno tre dei "periodi"
vitàincui ildatore di lavoroinadempiente è incorso (articolo
14, Dlgs 81/2008). Ne deriva
che, ferma restando l’applicazione delle sanzioni perla mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro
(che non subisce incrementi),
si applica la sanzione amministrativa da euro 1.950 (era 1500)
a euro 15.600 (era 12.000) per
ciascun lavoratore irregolare,
maggiorata di euro 195 (era 150)
per ciascuna giornata di lavoro
effettivo. Si incrementa, di conseguenza, anche la penalizzazione prevista per i lavoratori
occupati dapprima in nero e
poi regolarizzati. In tal caso la
sanzione va da euro 1.300 (era
1.000) a euro 10.400 (era 8.000)
perciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39 (era
30) per ciascuna giornata di lavoro irregolare.
Il Dl 145/2013 prevede, inoltre, che per tale violazione non
sia ammessa la diffida, la quale
restainvece possibileperleviolazioni commesse prima della
data di entrata in vigore della
legge di conversione del decreto.Pagail 30% inpiù ancheildatore di lavoro che incorre nella
sospensione dell’attività per lavoroirregolare oper gravi e reiterate violazioni in materia di
tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. In questo caso,
lanormasanzionatoriadiriferimento(articolo14,comma4,lettera C del Dlgs 81/2008) prevedeilpagamento,rispettivamente, di una somma aggiuntiva pari a 1.950 euro (era 1.500) e a
3.250 euro (era 2.500).
Comegiàaccennato,lemodifiche apportate al testo del decreto, ora includono anche la
sanzione prevista all’articolo
14,comma5,letterab)deldecreto legislativo 81/2008: di conseguenza la somma aggiuntiva
unica, finora fissata in 2.500 euro, sale a 3.250 euro.
che l’azienda usa per rilevare la
mediadell’orariodilavoroeffettuatodaidipendenti. Gliimporti salgono ulteriormente, da un
minimo di 2.000 euro a un massimo di 10.000 euro, (erano
1.000 e 5.000) se sono coinvolti
piùdi diecilavoratori ose latrasgressione interessa almeno
cinque "periodi" di riferimento. In questo ultimo caso non è
ammesso il pagamento della
sanzione in misura ridotta.
La sanzione per il datore di
lavoro che non permette al lavoratore di riposare 11 ore consecutive ogni 24 ore va da da
100 a 300 euro (era da 50 a 150
euro). Se, però, la violazione si
riferisce a più di cinque lavora-
LOTTA AL SOMMERSO
In caso di utilizzo
di lavoratori in nero
nell’aumento del 30%
incluso anche l’importo
da liquidare alla Asl
tori, ovvero si è verificata in almeno tre periodi di 24 ore, la
sanzione amministrativa va da
600 a 2.000 euro (era da 300 a
1.000 euro). Se la violazione si
riferisce a più di 10 lavoratori
ovvero si è verificata in almeno cinque periodi di 24 ore, la
sanzione amministrativa va da
1.800 euro a 3.000 euro (era da
900 a 1.500 ) e non è ammesso il
pagamento della sanzione in
misura ridotta.
Per quanto riguarda, invece,
la maxi sanzione – prevista in
caso di utilizzo di lavoratori in
nero – resta confermato l’aumento del 30%, ma il nuovo testo amplia il novero delle somme che vengono innalzate. Viene, infatti, incluso anche l’importo sanzionatorio che si deve alla pagare alla Asl per ottenere la revoca del provvedimento di sospensione dell’atti-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovanni Negri
ATTIVITÀ ISPETTIVA
Irregolarità
nel 65%
delle imprese
Sono state 235.122 le aziende visitate nel 2013 da ispettorato del lavoro, Inps e Inail e
di queste, quasi il 65% hanno
evidenziato situazioni di irregolarità. È questo il quadro
emerso nella riunione della
Commissionecentrale dicoordinamento di cui fanno parte
tuttiisoggetticheeffettuanoattività di vigilanza in materia di
lavoro e legislazione sociale.
All’incontro, tenutosi ieri, ha
preso parte anche il ministro
del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini.
Rispetto al 2012 il numero
delle imprese oggetto di ispezioni, pari al 15% di quelle con
dipendenti registrati all’Inps,
è diminuito lo scorso anno
del 3,6%, mentre quelle irregolari sono cresciute di quasi
due punti percentuali (dal 63
al 64,8%): un aumento ritenuto indice di una più attenta capacità di selezione preventiva delle imprese a rischio d’irregolarità.
L’ammontare dei contributi e dei premi evasi, oggetto di
recupero da parte del personale ispettivo, è risultato alla fine pari a circa 1,4 miliardi, il
13% in meno rispetto al 2012.
Per quanto concerne il personale identificato durante gli
accessi ispettivi, il numero
dei lavoratori irregolari è stato di 239.020 unità, quello dei
lavoratori totalmente "in nero" di 86.125 unità: in entrambi
i casi la diminuzione rispetto
al 2012 è stata del 13 per cento.
M.Piz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Visto da destra: una manieraper scoraggiarei“furbetti del concordato”. Visto da sinistra: un inutile ostacolo alla
prosecuzione
dell’attività
dell’impresa in crisi. Di sicuro
una stretta sull’utilizzo del più
significativo istituto introdotto di recente nella Legge fallimentare, il preconcordato.
Con l’emendamento approvatoierianche dall’aula della Camera dopo il sì in commissione, si fornisce un’interpretazione autentica a un passaggio
cruciale della nuova disciplina, prevedendo che i crediti
sorti nella fase che intercorre
tra la richiesta di accesso al
concordato e l’apertura della
proceduraconcordatariastessa non sono sempre assistiti
dalbeneficiodellaproducibilità. Lo sono, cioè, solo nel caso
la domanda si traduca poi
nell’avvio del concordato.
E qui si vengono a scontrarsi due diversi ordini di preoccupazioni. La prima, evidente
tra chi ha promosso l’emendamento, è probabilmente quella che l’imprenditore in preconcordato possa proseguire
l’attività aziendale senza lavorare seriamente alla predisposizione della documentazione
concordataria e dunque possa
maturare inutilmente debiti
dasoddisfareinviadiprededuzione in un successivo fallimento, con pregiudizio dei
creditori anteriori. Insomma,
una scorciatoia di cui potrebbe approfittare chi è intenzionato a sfruttare la finestra di
tempo, ampia al massimo 180
giorni,offertadalla nuovaLegge fallimentare (la novità è
operativa da circa un anno e
mezzo), come riparo da azioni
esecutive,senza però avere alcuna intenzione di preparare
un piano per l’accesso al concordato preventivo. Seguendo la “filosofia” che ha ispirato
l’emendamentolacorsiapreferenziale assegnata ai crediti in
virtù del riconoscimento della
prededuzione, al momento
della liquidazione dell’attivo,
sarebbe allora riservata solo a
quegli imprenditori che hannoutilizzatoin manieraappropriata il nuovo istituto.
D’altra parte c’è lo spirito
della riforma e cioè quello di
consentire la prosecuzione
dell’attivitàall’impresain difficoltàin condizionidisufficiente sicurezza. I 180 giorni allora
nondevono,inquesta prospettiva, essere considerati uno
spazio di tempo a disposizione dei debitori più spregiudicati, quanto piuttosto, e vale
L’ORIENTAMENTO
È prevalsa
la preoccupazione
che l’imprenditore
possa maturare inutilmente
ulteriori debiti
c LAPAROLA
CHIAVE
Crediti prededucibili
7 I crediti prededucibili sono i
primi a dovere essere pagati al
momento della liquidazione
dell’attivo. La nuova versione
della Legge fallimentare prevede
che anche i crediti sorti
nell’esercizio dell’impresa
durante la fase che va dalla
richiesta di ammissione al
concordato preventivo senza
contestuale presentazione della
documentazione alla
presentazione stessa (massimo
180 giorni) siano assistiti dal
beneficio della prededuzione
soprattutto per il concordato
in continuità, un margine a disposizionedell’aziendaperpotereproseguirel’ordinariaattività nelle more della redazione del piano e sotto la vigilanza dell’autorità giudiziaria. Rispettoadabusi,poi,cisarebbero strumenti specifici a disposizione: è il caso della nomina
di un commissario giudiziale
da parte del tribunale, con la
possibilità per questa figura di
sollecitare al tribunale stesso
la dichiarazione di improcedibilità della domanda.
A essere prevalsa nel testo
votato dall’aula è stata la prima preoccupazione. E questo
malgrado il ministero della
Giustizia avesse dato parere
negativo alla modifica proposta. Una valutazione che l’ufficio legislativo di via Arenula
aveva corroborato con una serie di riflessioni che ne mettevano in luce un profilo di illegittimità costituzionale che
comprometterebbe, tra l’altro, l’affidamento di quei soggetti, come soprattutto le banche (in un momento in cui da
Banca d’Italia si è dimostrata
un’aperturanellaclassificazione delle esposizioni verso
aziende in questa situazione),
che hanno concesso credito a
un imprenditore il quale ha
proposto domanda di concordato in bianco. In questo modo, in assenza della certezza
delbeneficiodellaprededuzione si scoraggerebbe chiunque
a contrarre con il debitore in
funzione della continuità
aziendale.Conl’effettodicompromettere anche la soddisfazionedei creditoriperché verrebbero dispersi i valori legati
alla continuità aziendale, in
primo luogo l’avviamento, di
particolare rilevanza in tutti i
casiin cuisiprofila una cessione di ramo d’azienda oppure
dell’intera impresa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
VERONA e provincia - Aziende Eccellenti
Storti oltre la crisi
La Provincia di Verona interviene a favore dei lavoratori
STORTI SpA affronta la crisi con macchine ad elevata
tecnologia e una forte azione commerciale nel mondo
Lotta alla disoccupazione attraverso azioni mirate con le aziende e convenzioni di sostegno con le banche
L
Carlo Scirpo,
amministratore delegato
D
al 1956 Storti produce macchine agricole per la zootecnia mostrando da subito una forte propensione all’innovazione,
sia nei prodotti che nella ricerca
di nuovi mercati. Con l’avvento
della crisi mondiale questa naturale propensione al miglioramento non era più sufficiente per
assecondare i mercati; occorreva
aggredire il mercato, anticipare i
cambiamenti, in altre parole reinventarsi. Storti ha così iniziato
un percorso di riposizionamento
concentrandosi sulla fascia di
prodotto più adatta a crescere
anche negli anni di crisi. Ciò ha
significato nuovi prodotti di maggiore complessità tecnologica e
produttiva.
È stata una sfida che ha anche
attraversato la struttura aziendale. Un percorso che, per alcuni
aspetti, non si può dire mai concluso. Oggi i risultati sono tangi-
bili: un fatturato 2013 in crescita
con margini in miglioramento e,
soprattutto, una capacità di evolversi e di confrontarsi sul mercato
che prima non conoscevamo.
Con due filiali in Germania e
Francia, uno stabilimento in Cina
dove produce per il mercato
locale la gamma base e dove
esporta i prodotti “Made in Italy”
con più alto valore aggiunto, l’export di Storti supera il 70% della
sua produzione con la gamma
di prodotti più completa del
mercato.
I prossimi obiettivi sono l’ampliamento della rete commerciale e
l’introduzione di nuovi prodotti
complementari ai nostri dialogando con altre aziende italiane
disponibili.
www.storti.com
Un fatturato 2013 in crescita
con margini in miglioramento
e, soprattutto, una capacità
di evolversi e di confrontarsi
sul mercato che prima
non conoscevamo
La sicurezza in casa e in azienda non ha prezzo
Con ITALSICUREZZA impianti di antintrusione e antincendio
La building automation a tutela di persone e beni materiali
I
talsicurezza nasce a Verona
nel 1993 e la mission aziendale è da subito quella di realizzare sistemi di sicurezza, su
Normativa Enti Locali
misura per ciascun cliente.
Con una crescita continua, è
diventata un'azienda leader
nel settore sicurezza, antintrusione, videosorveglianza, antincendio, controllo accessi per
la protezione di edifici, beni e
persone.
A partire dal 2004 Italsicurezza ha maturato anche un buon
know-how nella building automation, nel 2011 trasferito
alla spin-off Life3 che si occupa
anche di sviluppo software applicato a building automation,
security e safety, energy management e controllo accessi.
www.italsicurezza.it
a Provincia di Verona ha intrapreso, negli ultimi quattro anni
e mezzo, una serie di iniziative legate al mercato del lavoro
con due concetti chiave: difesa del lavoro e innovazione nei piani
di intervento. I progetti avviati a sostegno dei lavoratori, alcuni
dei quali presi a modello in ambito nazionale, hanno mostrato
efficacia e piena applicabilità. Esiti importanti sono scaturiti dalla
collaborazione tra l'Agenzia Sociale Lavoro&Società e la Provincia
di Verona, che è stata la prima in Italia a istituirla dopo la legge
Biagi. Con il finanziamento di Fondazione Cariverona, si è così
attivato il progetto “Percorsi per lavoratori svantaggiati”, destinato
al reinserimento delle categorie deboli come ultra 50enni, disoccupati di lungo corso e a bassa scolarità.
Da un altro efficace lavoro
di rete - quello con Confindustria - ha invece preso le
mosse “50 Giovani Talenti
per Verona”, iniziativa che
punta sui giovani, coinvolgendo uno degli aspetti
Giovanni Miozzi, presidente
più carenti in questo modella Provincia di Verona
mento: la meritocrazia.
Il progetto ha destinato fondi alla valorizzazione di 50 giovani
lodevoli: un'idea lungimirante contro il fenomeno della “fuga di
cervelli”. Nel giugno 2013 la Provincia ha dato estensione al
“Progetto Anticipazione Sociale”, siglando, con i maggiori Istituti
bancari veneti, una nuova convenzione per i lavoratori in cassa
integrazione straordinaria e in deroga. È stato poi sottoscritto, un
protocollo d'intesa per l'erogazione di prestiti d'onore per lavoratori in difficoltà, con uno stanziamento complessivo di 600 mila
euro. Il progetto “Banca della Speranza” è stato invece creato per
accompagnare i lavoratori a rischio in un percorso di reinserimento
sociale e produttivo. Altre misure di sostegno sono state: la firma
dell'accordo operativo per il ricollocamento di 30 lavoratori del
settore edile; i contributi alle imprese, promossi dal Ministero con
il programma “Incentivi per le assunzioni con contratto di apprendistato”, per l'impiego di giovani disoccupati o inoccupati.
I furti nei supermercati e nei loro magazzini? Sono ormai un brutto ricordo
Gli impianti installati dal Gruppo EURO CONSULTING garantiscono una perfetta copertura di sicurezza
“R
idurre le differenze inventariali”. È questo l'obiettivo
che assilla le maggiori catene internazionali della grande distribuzione, visto che il problema dei
furti all'interno dei supermercati
e dei loro magazzini ha portato
nel 2012 a un costo mondiale di
88,6 miliardi di euro. Complice
la crisi, solo in Italia si sono registrati ammanchi pari all’1,3% del
fatturato che costano, mediamente, alle famiglie italiane 114 euro
all’anno (fonte: Global Retail Theft
Barometer). Fra le cause principali
indicate dai retailer risultano la crisi economica e l’aumento della criminalità organizzata. Per questo
motivo, oggi più che mai, imprese
come il gruppo Euro Consulting Srl
risultano fondamentali per combattere il fenomeno. L’azienda,
sotto la guida dei due soci Alberto Tumminelli e Stefano Maggio
esperti nella difesa del patrimonio
aziendale e nel contenimento del-
le differenze inventariali, propone
progetti personalizzati volti a contenere gli ammanchi nella piccola, media e grande distribuzione
italiana. Tra le collaborazioni a
livello nazionale un esempio è il
rapporto consolidato con il gruppo Lillo, detentore dei marchi Md
Discount ed Ld Market, con il quale è stato avviato un programma
che prevede l’installazione di sistemi antitaccheggio nei punti vendita della catena e l’integrazione del
sistema di source tagging, ovvero
la protezione alla fonte, direttamente presso i fornitori della società. La formazione del personale
sull’uso del sistema antitaccheggio
è un valore aggiunto proposto dal
gruppo Euro Consulting Srl al fine
di garantire una gestione ottimale dell’impianto. L’esperienza e
la profonda conoscenza dei temi
riguardanti il contenimento delle
differenze inventariali del gruppo
Euro Consulting Srl, permettono
di raggiungere i risultati stabiliti
superando talvolta le reali aspettative di successo. E i clienti sono
i migliori testimonial dell'azienda:
“La preparazione e la serietà del
management dell’azienda, ci ha
consentito di gestire le varie situazioni, riuscendo ad ottenere
sempre un ottimo risultato”, spiega Emiro Gelati, responsabile
sicurezza del patrimonio aziendale Coop consumatori Nordest.
E, come confermano anche dal
gruppo Giovannini di Trento, “la
preparazione dei tecnici sempre
precisi e puntuali nell’installazione e assistenza hanno garantito
un ottimo funzionamento con una
perfetta copertura di sicurezza del
negozio. Tutto questo nel contesto, altrettanto importante, di una
società ben organizzata in tutti i
reparti dai noi coinvolti.
www.gruppoeuroconsulting.com
La svolta bio del nuovo packaging alimentare
La consulenza commerciale a regola d'arte
Lo SCATOLIFICIO DEL GARDA realizza bicchieri e piatti
a marchio Bioplat - Materie prime da piantagioni controllate
Lo STUDIO ORPED mette in campo i migliori professionisti
per far crescere le imprese del territorio senza problemi
L
o studio Orped nasce a Verona
30 anni fa dall’idea dei tre soci
fondatori Giorgio Andreoli, consulente del lavoro, Luciano Maraja,
analista Edp, e Giancarlo Zecchinato, ragioniere commercialista. Lo
studio (sedi a Verona e Domegliara), fornisce servizi professionali a
gruppi societari, pmi e persone fisiche in materia fiscale, amministrativa, organizzazione aziendale/gestionale, e nell’ampio mondo della
consulenza del lavoro. Da ultimo lo
studio ha ampliato la struttura con
o Scatolificio del Garda, fondato nel 1969, ha fatturato nel
2013 oltre 17 milioni. Produce
packaging alimentare come bicchieri, piatti, vassoi, coppe gelato e stoviglie in genere di carta,
materiali nobili e biodegradabili.
“In questi anni - sottolinea Luca
Sandri, titolare dell'azienda che
occupa 105 addetti - abbiamo
investito in macchinari, personale e nuovi materiali creando
anche un brand, “Bioplat”, che
ne rappresenta la filosofia da più
L
La sede di Pastrengo
di vent’anni. I prodotti “Bioplat”
sono ecosostenibili e derivano da
piantagioni controllate e di rapida rinnovabilità come canna da
zucchero e foglie di palma”.
www.sdgspa.it - www.bioplat.it
nuovi collaboratori e professionisti
(dottori commercialisti e consulenti del lavoro) e ora la struttura
conta 23 figure tra professionisti
e dipendenti.
Lo staff dello Studio Orped
Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016
L’olio buono è garantito dalla qualità e dal prezzo
Con l'olio REDORO VENETO DOP la certezza di portare in tavola il
sapore e la tradizione delle migliori coltivazioni locali del nord Italia
L'
olio è di casa nel veronese e i successi di
Veneto e Garda Dop al Sial di Parigi lo
dimostrano. "L’olio Dop - spiega Daniele Salvagno, vicepresidente di Federdop nazionale
e presidente di Veneto Dop - dà certezza al
consumatore e costituisce l’eccellenza del territorio. Ci sono sul mercato aziende con marchi
conosciuti come italiani che commercializzano
un prodotto ottenuto da oli comunitari e consiglio di leggere bene l'etichetta e di diffidare
da olii venduti a meno di 5 euro perché è tecni- Daniele Salvagno,
camente impossibile produrlo di qualità a quel Frantoi Redoro
prezzo. Del resto, la borsa merci di Verona ha
recentemente fissato a 70-85 euro al quintale per il Veneto Dop e di
95-110 euro per il Garda Dop. Quindi un litro di prodotto non può
andare al consumatore a meno di 8 euro". www.redoro.it
Macchine per il pane, un successo senza confini
ATREPAN progetta e realizza, anche su misura, attrezzature
per impastare, lievitare e cuocere il cibo più antico
A
trepan è leader nella costruzione di attrezzature per la panificazione. Con una nuova sede produttiva di 6500 mq, Atrepan
(fondata e gestita dalla famiglia Caliari) costruisce e distribuisce attrezzature per la produzione del pane in tutto il mondo e si sta strutturando per creare una rete di distributori nel mondo per garantire al
cliente anche un ottimo servizio
post vendita. Atrepan è il maggior produttore italiano di celle
di lievitazione, carrelli per forni
rotativi, carrelli per trasporto e
stoccaggio teglie, telai d'infornamento e relativi accessori, arredamento inox per panifici e cucine.
Vista della nuova sede produttiva
www.atrepan.it
La grafica è un'arte che non si improvvisa
GRAFICAL da 30 anni garantisce una struttura professionale
di comunicazione - l'eccellenza nelle etichette per il vino
G
rafical opera da 30 anni
nel settore grafico, coniugando tradizione e innovazione
per creare prodotti di qualità. Attualmente conta 70 collaboratori
e uno studio grafico interno che
propone idee e prototipi. Il lavoro viene seguito in ogni sua fase
dall’ideazione alla stampa fino
alla distribuzione per garantire
un servizio completo e altamente
professionale in grado di garantire la qualità che contraddistingue
l’azienda. Grazie a tecnologie
all'avanguardia, l’azienda si è
I fondatori di Grafical
specializzata nella stampa di etichette autoadesive per il settore
vitivinicolo che sono diventate
poi il fiore all’occhiello dell’intera
produzione. www.grafical.it
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 16
Lavoro. Importi ridotti da un emendamento in sede di conversione del decreto «destinazione
Italia» DESTINAZIONE ITALIA.
Maxi sanzioni, stop della Camera
Raddoppiate e non decuplicate le multe su orari e riposi settimanali LOTTA AL
SOMMERSO In caso di utilizzo di lavoratori in nero nell' aumento del 30% incluso
anche l' importo da liquidare alla Asl.
Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone La
decuplicazione di alcune sanzioni in materia di lavoro
non ci sarà. Il vertiginoso aumento è scongiurato
grazie alle modifiche apportate al Dl 145/2013
(cosiddetto "Destinazione Italia"), in fase di
conversione in legge. Anche la destinazione delle
risorse economiche derivanti dalle variazione dell'
impianto sanzionatorio, subisce cambiamenti.
Rimossa anche la parte in cui si prevedeva che gli
enti pubblici (Inps, Inpgi, Inail) dovessero sottoporre,
preventivamente, la programmazione delle verifiche
ispettive all' approvazione del ministero del Lavoro.
Per quanto attiene alle sanzioni per mancato rispetto
della normativa in materia di superamento della
durata massima dell' orario di lavoro e del mancato
riconoscimento del riposo settimanale, che sarebbero
dovute aumentare di 10 volte, le modifiche apportate
si limitano a raddoppiare il loro ammontare. Si
prevede, inoltre, che il raddoppio operi dalla data di
entrata in vigore del Dl 145/2013 (24 dicembre 2013).
In caso di violazione, per entrambe le tipologie, è
prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che
va da 200 a 1.500 euro (era da 100 a 750). La
sanzione, invece va da 800 a 3.000 euro (era da 400
a 1.500), se la violazione si riferisce a più di cinque
lavoratori o si è verificata in almeno tre dei "periodi"
che l' azienda usa per rilevare la media dell' orario di
lavoro effettuato dai dipendenti. Gli importi salgono
ulteriormente, da un minimo di 2.000 euro a un
massimo di 10.000 euro, (erano 1.000 e 5.000) se
sono coinvolti più di dieci lavoratori o se la
trasgressione interessa almeno cinque "periodi" di
riferimento. In questo ultimo caso non è ammesso il
pagamento della sanzione in misura ridotta. La
sanzione per il datore di lavoro che non permette al
lavoratore di riposare 11 ore consecutive ogni 24 ore
va da da 100 a 300 euro (era da 50 a 150 euro). Se,
però, la violazione si riferisce a più di cinque
lavoratori, ovvero si è verificata in almeno tre periodi
di 24 ore, la sanzione amministrativa va da 600 a
2.000 euro (era da 300 a 1.000 euro). Se la violazione
si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata
in almeno cinque periodi di 24 ore, la sanzione
amministrativa va da 1.800 euro a 3.000 euro (era da
Normativa Enti Locali
900 a 1.500 ) e non è ammesso il pagamento della
sanzione in misura ridotta. Per quanto riguarda,
invece, la maxi sanzione - prevista in caso di utilizzo
di lavoratori in nero - resta confermato l' aumento del
30%, ma il nuovo testo amplia il novero delle somme
che vengono innalzate. Viene, infatti, incluso anche l'
importo sanzionatorio che si deve alla pagare alla Asl
per ottenere la revoca del provvedimento di
sospensione dell' attività in cui il datore di lavoro
inadempiente è incorso (articolo 14, Dlgs 81/2008).
Ne deriva che, ferma restando l' applicazione delle
sanzioni per la mancata comunicazione di
instaurazione del rapporto di lavoro (che non subisce
incrementi), si applica la sanzione amministrativa da
euro 1.950 (era 1500) a euro 15.600 (era 12.000) per
ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195
(era 150) per ciascuna giornata di lavoro effettivo. Si
incrementa, di conseguenza, anche la penalizzazione
prevista per i lavoratori occupati dapprima in nero e
poi regolarizzati. In tal caso la sanzione va da euro
1.300 (era 1.000) a euro 10.400 (era 8.000) per
ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39
(era 30) per ciascuna giornata di lavoro irregolare. Il
Dl 145/2013 prevede, inoltre, che per tale violazione
non sia ammessa la diffida, la quale resta invece
possibile per le violazioni commesse prima della data
di entrata in vigore della legge di conversione del
decreto. Paga il 30% in più anche il datore di lavoro
che incorre nella sospensione dell' attività per lavoro
irregolare o per gravi e reiterate violazioni in materia
di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. In
questo caso, la norma sanzionatoria di riferimento
(articolo 14,comma 4, lettera C del Dlgs 81/2008)
prevede il pagamento, rispettivamente, di una somma
aggiuntiva pari a 1.950 euro (era 1.500) e a 3.250
euro (era 2.500). Come già accennato, le modifiche
apportate al testo del decreto, ora includono anche la
sanzione prevista all' articolo 14, comma 5, lettera b)
del decreto legislativo 81/2008: di conseguenza la
somma aggiuntiva unica, finora fissata in 2.500 euro,
sale a 3.250 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
Norme e tributi 17
Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione
Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa
Compensabili i crediti con la Pa
Rimborsi sprint
anche per tasse
e imposte di registro
L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo
DESTINAZIONE ITALIA
Alessandro Sacrestano
Compensazionedelcredito e non più sospensione dei
ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7
bis dell’articolo 12 del decreto
«destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti
vantano nei confronti della
pubblica amministrazione assume contorni nettamente più
semplici e finisce per avere un
appeal di maggiore impatto. In
effetti, la versione originaria
della norma – che prevedeva,
per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero
crediti verso la Pa – rischiava
di comprometterne l’efficacia
e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la
posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi,
sembra sia stata quella della
semplificazione, lasciando, in
ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione.
Il recupero
La norma, infatti, sottolinea
che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a
quelli «certificati secondo le
modalità previste dai decreti
del ministro dell’Economia e
delle finanze 22 maggio 2012 e
25 giugno 2012». Insomma, per
vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le
somme fatturate alla pubblica
amministrazionee ancora ine-
vase, imprese e professionisti
dovranno prima di ogni altra
cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare
questo, le istruzioni contenute
sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà
avere accesso dal link www.
certificazionecrediti.mef.gov.it
(si veda l’articolo qui sotto).
Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti
del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie
diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le
forniture eseguite, nonché dei
provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla.
IL QUADRO
La nuova opportunità
di garanzia
viene offerta
alle aziende
e ai professionisti
Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza
del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma
telematica, la certificazione
del credito vantato dal richiedente.
La certificazione
Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle
modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti,
èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai
sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel
credito, in caso di cessione pro
solvendo o pro soluto.
Con le modifiche apportate
in sede di conversione in legge
del decreto destinazione Ita-
lia, invece, sarà più ampia la
possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le
somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali,
contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli
oneri accessori, aggi e spese e
altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della
riscossione.
Salvina Morina
Tonino Morina
I passaggi
Le modalità
Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però,
ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale
– emanato dal ministero
dell’Economia e dal ministero
dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla
data di entrata in vigore della
legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il
decreto dovrà fare luce
sull’elemento più oscuro del
provvedimento. Ossia quello
che ne limita la fruibilità ai soli
soggetti per i quali «la somma
iscritta a ruolo sia inferiore o
pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura
della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo
l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non
potranno avvantaggiarsi della
nuova disposizione. È proprio
questo, comunque, il punto
chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare
una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del
credito vantato. Perché mai,
però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere
minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti
dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel
decreto ministeriale.
SOGGETTI DEBITORI
CARATTERISTICHE
COMPENSAZIONE
La pubblica amministrazione
Perpubblicheamministrazioni,
neiconfrontidellequalisi
vantailcreditochesivuole
compensare,sifariferimento
alloStato,aglientipubblici
nazionali,aregionieprovince
autonomediTrentoeBolzano,
aglientilocalieaglientidel
Serviziosanitarionazionale
Le caratteristiche del credito
Ilcreditoversolapubblica
amministrazionedeve
derivaredasomministrazioni,
prestazioniprofessionali,
fornitureeappalti.Deve
inoltreesserenonprescritto,
certo,liquido,esigibilee
certificatoattraversola
piattaformatelematica
Come usare la compensazione
Ilcreditovantatineiconfronti
dellapubblicaamministrazione
potràesserecompensatoconi
ruoliemessidalconcessionario
perlariscossioneaprescindere
dalladatadinotificaal
creditorecheabbiasomme
iscrittearuolougualioinferiori
alcreditovantato
CERTIFICAZIONE
ISTANZA
DECRETO
La procedura
Ilcreditorepotràdareinizioal
processodicertificazione del
creditovantatoversola
pubblicaamministrazione
accreditandosisulla
piattaformadicertificazione
elettronicadelcredito
attraversoilsito
www.certificazionecrediti.mef.
gov.it.Lemodalitàdi
accreditosonodiversea
secondacheilcreditoresia
soggettoonoall’obbligodi
pubblicitàlegale
La domanda
Unavoltaentratonella
piattaforma,ilcreditoredovrà
inviarel’istanzadicertificazione
neiconfrontidellaPadebitrice
utilizzandolafunzionalità
messaadisposizionedal
sistema.Ilsistemapermettedi
monitorareeverificarelostato
diavanzamentodelprocessodi
certificazione:ilcreditore
riceveràcomunicazionisul
rilasciodellacertificazionee/o
sullainsussistenzao
inesigibilitàdelcredito
Il dubbio
Leconcretemodalitàdella
compensazionesonorinviatea
undecretointerministerialeda
emanarsientro90giorni
dall’entratainvigoredella
leggediconversione.Ildecreto
dovràtral’altrofarluce
sull’elementodipiùdifficile
interpretazionedellanuova
disposizione:cioèsuquello
chenelimitalafruibilitàaisoli
soggettiperiquali«lasomma
iscrittaaruolosiainferioreo
parialcreditovantato»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo
Leimpreseacacciadel«timbro»
Lorenzo Lodoli
Benedetto Santacroce
Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei
crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito».
La piattaforma è, in relazione
allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento
per la certificazione dei crediti
a favore del titolare di crediti
non prescritti, certi, liquidi ed
esigibili scaturenti da un con-
trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti
neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento?
L’accesso alla piattaforma
Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale,
può operare immediatamente
tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso
per potersi accreditare deve
fornire alcune informazioni
personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere
una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento
d’identità.
Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi
separati: uno alla persona che
ha effettuato l’accesso e l’altro
sulla casella Pec registrata
presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa
individuale. Con l’utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma.
Questione diversa, invece,
se il creditore non è soggetto
all’obbligo di pubblicità legale
(non deve registrarsi presso il
Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso
per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è
creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con
le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a
quello delle imprese.
La domanda di certificazione
Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra
l’istanza di certificazione nei
confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità
messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al
creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue
informazioni inserite in fase di
registrazione e che deve essere
invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice
da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa.
La conclusione
Il sistema permette di monito-
rare e verificare lo stato di
avanzamento del processo di
certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o
sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi
30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi
l’insussistenza del credito, il
creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite
un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la
piattaforma con un modulo
fornito dal sistema.
La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza.
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La procedura sprint per i
rimborsi riguarderà anche le
tasse, le imposte di registro e
le altre imposte indirette. La
procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a
ruolo e le somme spettanti al
contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di
tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento
del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014,
pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i
rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso
ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per
disposizioni normative o convenzionali, di competenza
dell’agenzia delle Entrate.
È prevista una disposizione transitoria, in base alla
quale, fino al 30 giugno 2014, i
"nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento.
I dati necessari per il rimborso sono predisposti
dall’agenzia delle Entrate, con
la formazione di liste emesse
conprocedure automatizzate,
contenenti, per periodo e tipo
d’imposta, in corrispondenza
delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla
restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o
dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare
delle somme da rimborsare.
È stabilito che il rimborso
avviene con accredito sul
conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario
o postale, presentando il modello reso disponibile dalle
Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio
territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet
dell’agenzia delle Entrate.
Il contribuente può infatti
registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere
il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i
contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali,
adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale.
Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi
da erogare al contribuente. In
caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o
postali, i rimborsi alle persone
fisiche sono effettuati:
1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli
sportelli di poste italiane, per
riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro;
1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia,
per i rimborsi il cui importo,
comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro.
In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal
modello 730, la restituzione di
somme per importi superiori
a 4mila euro sarà fatta
dall’agenzia delle Entrate e
non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati
nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi
dell’anno 2013, per contrastare
l’erogazione di falsi rimborsi
Irpef da parte dei sostituti
d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei
termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o
dalla data della presentazione
seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle
Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti
dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il
rimborso sarà erogato
dall’agenzia delle Entrate.
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Cosa cambia
01 | PROCEDURA VELOCE
La procedura sprint, di
norma, interessa i rimborsi
del contributo unificato di
iscrizione a ruolo e le
somme spettanti al
contribuente a seguito di
liquidazione delle
dichiarazioni annuali
02 | VIA DAL 1˚LUGLIO
Dal 1˚luglio 2014 questa
procedura sarà estesa a
tutti i rimborsi che
risultano dalla
liquidazione delle
dichiarazioni e delle
istanze di rimborso di
tasse, imposte dirette ed
indirette, il cui pagamento
è per disposizioni
normative o convenzionali,
di competenza
dell’agenzia delle Entrate
03 | TEMPI PIÙ BREVI
Chi intende accorciare i
tempi del rimborso,
comunica le coordinate del
proprio conto corrente
bancario o postale,
presentando il modello
delle Entrate in formato
elettronico, presso
qualsiasi ufficio
territoriale dell’Agenzia, o
tramite il sito internet
delle Entrate
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 17
La piattaforma telematica. L' iter sempre sotto controllo.
Le imprese a caccia del «timbro»
Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l'
emendamento al decreto «destinazione Italia» che
prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con
le cartelle esattoriali emesse nei confronti dei titolari di
questi crediti, diventa sempre più importante per le
imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica
dei crediti, attraverso la «Piattaforma di certificazione
elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione
alla procedura di compensazione in esame, l' unico
strumento per la certificazione dei crediti a favore del
titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili
scaturenti da un contratto avente ad oggetto
somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della
pubblica amministrazione (amministrazione statali,
regioni, province, enti locali ed enti del servizio
sanitario nazionale). Ma come funziona questo
strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà
inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla
piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o
un impresa individuale, può operare immediatamente
tramite la piattaforma elettronica di certificazione
attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In
questo caso per potersi accreditare deve fornire
alcune informazioni personali e della società che
rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di
assunzione di responsabilità e scannerizzare un
valido documento d' identità. Una volta fornite le
informazioni saranno inviate le credenziali di accesso
in due elementi separati: uno alla persona che ha
effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec
registrata presso il Registro delle imprese dalla
società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di
entrambe le credenziali si potrà accedere alla
piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore
non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non
deve registrarsi presso il Registro delle imprese),
quindi è una persona fisica (esempio, un
professionista) o un' associazione non riconosciuta
(esempio, onlus). In tal caso per procedere all'
accreditamento sulla piattaforma dovrà
necessariamente passare attraverso la pubblica
amministrazione nei cui confronti è creditore, con la
quale effettuare un riconoscimento e con le
credenziali di accesso ricevute entrare sulla
piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche
amministrazioni l' accreditamento al sistema della
piattaforma è effettuato invece direttamente dal
responsabile attraverso un sistema identico a quello
delle imprese. La domanda di certificazione Una volta
Normativa Province
entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza
di certificazione nei confronti della pubblica
amministrazione debitrice utilizzando un' apposita
funzionalità messa a disposizione dal sistema. La
piattaforma presenta al creditore un modulo
parzialmente precompilato con le sue informazioni
inserite in fase di registrazione e che deve essere
invece concluso indicando le informazioni relative alla
pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la
certificazione, le fatture poste a fondamento del
credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste
dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di
monitorare e verificare lo stato di avanzamento del
processo di certificazione e il creditore riceverà
comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla
insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec.
Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica
amministrazione debitrice non rilasci la certificazione
o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore
procedente potrà richiedere la nomina di un
commissario ad acta tramite un' apposita istanza da
proporre sempre attraverso la piattaforma con un
modulo fornito dal sistema. La pubblica
amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il
commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono
a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. ©
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 37
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
Lavoro
Impresa & territori 37
Auto. Fiom scrive agli altri sindacati per unificare il negoziato ma Fim e Uilm si oppongono
Parmalat
Contratti
Fiat, il tavolo resta diviso
Accordo
su 98
mobilità
volontarie
Rinnovo
della
ceramica
al rush finale
SCUOLA
Nuova cig a Mirafiori - A Termini mobilitazione generale
Dal 28 febbraio
a rischio 24mila Lsu
Filomena Greco
«Il 28 febbraio circa 24.000
Lavoratori socialmente utili
impegnati da 20 anni nella
pulizie della scuola corrono
il rischio di essere licenziati o
di vedersi decurtati del 50%
un salario che attualmente é
al massimo di 900 euro al
mese». A segnalarlo Cesare
Damiano, presidente della
Commissione lavoro della
Camera e Teresa Bellanova
della presidenza del gruppo
Pd alla Camera e Massimo
Paolucci che chiedono
l’intervento diretto del
presidente del Consiglio,
Enrico Letta. Per coprire la
proroga del servizio
servirebbero circa 70
milioni.
AUTOMOTIVE
A Torino presidio
operai De Tomaso
Presidio dei lavoratori della
De Tomaso oggi a Torino
davanti alla sede
dell’assessorato regionale al
Lavoro. Lo rende noto la
Fiom annunciando che una
delegazione chiederà di
essere ricevuta per fare il
punto sulle ipotesi di piani
industriali relativi al futuro
dell’azienda che stanno
circolando in questi giorni.
TORINO
Nuovo incontro sindacale
tra la Fiom e la Fiat nella sede
dell’Unione industriale di Torino. Mentre da Mirafiori arriva
la notizia di un altro anno di cassa integrazione straordinaria
alle Presse.
PerlaFiomsitrattadelterzoincontro,nelquadrodellacontrattazione sul rinnovo del contratto
per gli 85mila addetti del Gruppo
in Italia, con due tavoli separati.
La settimana scorsa è toccato a
Fim-Cisl,Uilm,Fismic,UgleQuadri, con lo stallo sulla questione
salariale e la chiusura del Lingotto all’ipotesi di aumenti in busta
pagaperil2014.Unastradacheresta in salita e che lascia la trattativa di fatto sospesa. Anche alla lucediquestedifficoltà,imetalmeccanici della Cgil sono tornati a
chiedere alle altre organizzazioni
un tavolo unico su salario e contratto.«Andiamoinsiemenelleassemblee a discutere con i lavoratori di salario e di occupazione e
poi,sullabasedelmandatoricevuto, andiamo a negoziare con
Vicenda Uber
ROMA
Non si ferma l’emorragia
di specializzandi in medicina.
Secondo le elaborazioni del
Consiglio universitario nazionale (Cun) dal 2001 a oggi i posti di specializzazione si sono ridotti di oltre 2mila unità. Di cui
1.700 negli ultimi 4 anni.
La conferma è giunta ieri dal
presidente del Cun, Andrea
Lenzi, nel corso dell’appuntamento annuale organizzato al
Senato dalla Fondazione Lilly
nell’ambito del progetto “La Ricerca in Italia: un’Idea per il Futuro”: «Negli ultimi 4 anni – ha
dichiarato – abbiamo perso
1.700 posti destinati alle scuole
Eu. B.
@MrPriscus
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AMilano tassistisulpiededi guerra
Tra i tassisti milanesi cresce il malumore per la "vicenda Uber", l’app
che permette di avere un’auto con autista bypassando il servizio
taxi. I tassisti, che stanno mettendo in atto proteste a macchia di
leopardo, chiedono all’amministrazione comunale di fare chiarezza
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LA PREMIAZIONE
La borsa di studio annuale
della Fondazione Lilly
è stata assegnata
al progetto di ricerca
sul bracciale «salvacuore»
di specializzazione. I posti sono circa la metà di quelli necessari. Siamo in controtendenza –
ha aggiunto Lenzi – rispetto al
resto dell'Europa e del mondo
che richiede specializzazione e
cultura per la scienza. Rischiamo di laureare ottimi professionisti ma perdere tutti i potenziali scienziati e innovatori». Più
nel dettaglio, nel 2001 c’erano
7.294 immatricolati a medicina,
6.355 laureati e 5.329 specializzandi. Nel 2010 questi ultimi si
Ilaria Vesentini
EMILIA
ROMAGNA
L’obiettivo di sindacati e
industriali è arrivare entro stanotteametterelafirmasulnuovo contratto per il settore ceramico,unodegliultimichemanca all’appello nonostante sia
scaduto il 30 giugno scorso e
chiami in causa 28mila lavoratori.«Siamoarrivatiasviscerare tutta la parte normativa, ora
siamoprontiallamaratonanotturna per trovare la quadra anchesullaparteeconomica», dichiaraintardaserataEnzoMularoni, presidente della Commissione sindacale di Confindustria Ceramica.
Le premesseci sono, confermano i sindacati, riuniti a Roma dalla mattina per la riunione in plenaria: «Ci abbiamo
messoungiornomaalmenosiamo arrivati a stabilire aumenti
salariali uguali per tutti, senza
distinzioni di settori», fa saperelaFilctemCgil,riferendosiallabattagliadeiproduttori disanitarierefrattari,iduecomparti più in difficoltà dell’industria
ceramica,pernonessereallineati agli incrementi chiesti dai
sindacati(nell’ordinedel+7,5%
rispetto al precedente Ccnl) al
mondodellepiastrelle.«Siamo
per altro ancora lontanissimi
dallaquantificazioneeconomica dell’incremento salariale»,
precisa la Filctem.
È lo stesso meccanismo di
calcolodell’incrementosalariale, in forma fissa e superiore a
quanto fissato nel contratto
scaduto (i sindacati sono partiti dalla richiesta di 130 euro in
più in busta paga) che non piace a Confindustria Ceramica,
di fronte a una crisi strutturale
senza precedenti per le piastrelle made in Italy: -30% i volumiproduttiviinquattro anni,
-20%gli addetti,altri 3milaesuberi strutturali e 4.500 persone
in cassa integrazione.
FOTOGRAMMA
Francesco Prisco
Persi 1.700 «specializzandi»
Maccaferri nega
di essere interessato
Edilizia
ma, il rinnovodel contratto sarà
dentro a quel percorso».
Quanto a Mirafiori, la richiesta
di un nuovo anno di cig per i 730
addetti del reparto – dopo 8 mesi
di cassa – ha spiegato ieri la Fismic, nasce dalla necessità di installareunanuovasalametrologicacheconsente di operare con un
sistemadistampaggiodell’alluminio, destinato ai modelli di alta
gamma.«Traimigliorioggidisponibili» come ha spiegato VincenzoAragona.Letturaoppostaquella di Federico Bellono, segretario
FiomdiTorino:«sitrattadiun’iniziativa legata all’incertezza sui
tempi di avvio degli investimenti
alle Carrozzerie».
IntantoTerminiImeresesiprepara alla mobilitazione generale,
domani, nata dall’iniziativa dei
sindacatiesostenutadaalcuni sacerdoti. Accanto agli operai
dell’ex polo Fiat e dell’indotto ci
saranno sindaci, amministratori,
artigiani, commercianti, imprenditori e studenti. Venerdì un nuovoincontroalministerodelloSviluppo economico.
Medicina. Il Cun conferma: dal 2001 a oggi i posti si sono ridotti di oltre 2mila unità
FRANCO TOSI
Il gruppo Maccaferri nega di
essere interessato alla
Franco Tosi di Legnano,
secondo quanto afferma un
portavoce del gruppo.
Confermata invece la
volontà del Mise di
procedere con la vendita del
gruppo anziché con l’affitto.
l’azienda» ha detto Michele De
Palma, responsabile Auto per la
la Fiom, che a fine incontro ha ribadito le preoccupazioni per gli
stabilimentiitaliani.«Preoccupazione non soltanto perché il piano industriale sarà comunicato
dall’amministratore delegato soltanto a maggio – ha sottolineato –
maperchéancheneglistabilimenti in cui sono in corso processi di
riorganizzazioneeristrutturazione, l’azienda non è stata in grado
di fornire elementi riguardanti la
saturazione degli impianti».
L’ipotesi di riunire i tavoli di
contrattazione è stata respinta al
mittente da Fim e Uilm. «Già due
mesi fa – sottolinea Ferdinando
Uliano della Fim-Cisl – abbiamo
risposto alla richiesta della Fiom
mettendo sul tavolo il punto centrale della questione, e cioé che la
partecipazione al negoziato in
corso prevede il riconoscimento
del contratto collettivo di gruppo
e l’accettazione della piattaforma
allabasedelnegoziato».Cosìribadisce il principio Eros Panicali,
della Uilm: «La Fiom non ha condiviso nè contratto nè piattafor-
erano ridotti a 5.000, a fronte di
6.709 laureati e 9.527 immatricolati. La discesa si è fatta più
ripida nell’ultimo biennio. Nel
2013 i contratti per gli specializzandi sono stati 4.500 contro
10mila immatricolati e 6.700
laureati. Fino ad arrivare ai
3.300 posti del 2014 rispetto ai
circa 7.000 laureati.
Passando alla Fondazione Lilly, si è svolta ieri a Palazzo madama la premiazione di Alberto Ranieri da Caterina che rice-
verà 210 mila euro nei prossimi
tre anni, per studiare gli effetti
del braccialetto salvacuore: il
semplice gonfiaggio e sgonfiaggio di un bracciale della pressione a un arto, prima e dopo la riapertura della coronaria responsabile dell’infarto, potrebbe ridurre il danno finale subìto dai
tessuti del cuore. Le stime sono
di una potenziale riduzione media del danno da infarto pari al
20–30 per cento. Durante
l’evento, la Fondazione ha infine annunciato che il prossimo
bando sarà su “Nuove strategie
terapeutiche e qualità della vita
nelle malattie reumatiche”.
Gli 86 esuberi strutturali
di Parmalat saranno gestiti attraversounaproceduradimobilità che riguarderà fino a un
massimodi98addetticon irequisiti di volontarietà e pensionabilità. Lo stabilisce l’accordo sottoscritto ieri a Parma tra il management del
gruppo emiliano rilevato tre
anni fa dalla francese Lactalis
eledelegazionidiFai,FlaieUila. Un’intesa che rende operativo l’accordo di riorganizzazione del 31 gennaio scorso e il
suo mix di esodi, ricollocazionietrasferimentiperconsentire, tra le altre cose, il superamento delle sovrapposizioni
nate a seguito dell'incorporazione dei marchi Latte Sole e
Carnini, a Catania e Como. Rispetto al numero totale delle
eccedenze, 45 sono gli esuberi
delle funzioni amministrative
edistaff,20quellidiproduzione e supporto, 21 quelli
dell’areavenditeedistribuzione. Si terrà comunque conto
dei criteri di volontarietà e
pensionabilità, con accanto
un robusto piano sociale d’accompagnamento. Nell’intesa
cisonopoiitemidelricollocamento interno ed esterno e
del sostegno all’imprenditorialitàdegli addetti che si metteranno in proprio. Con l’intesa, Parmalat - gruppo con un
fatturato globale di quasi cinquemiliardiche inItaliaoccupa 3.200 addetti - recupera
competitivitàcosì dainsistere
con gliinvestimenti inItalia. Il
segretario nazionale di Uila
Tiziana Bocchi saluta «positivamente l’accordo».
Architettura. La Conferenza episcopale meglio della Pa: in 15 anni promossi 18 luoghi di culto, 12 realizzati
Lo studio dell’anno. «Momento di riflessione»
Concorsi per le nuove chiese
Piuarch: «Ora spazi
per la comunità»
Monsignor Russo è l’artefice della felice stagione di progetti Cei
GARE
ROMA
Progetti, cala
il valore dei bandi
NEOARCHITETTI
Gennaio da dimenticare
per il mercato della
progettazione pubblica. La
domanda attivata dalla Pa è
scesa a 15,4 milioni:
l’importo più basso dal 1997
a oggi. A fornire i dati è
l’osservatorio mensile
dell’Oice. A gennaio sono
state rilevate 309 gare. In
controtendenza soltanto gli
appalti integrati che pur
calando in numero, -3,4%,
crescono nel valore: +12,4%.
Sempre alti i ribassi di
aggiudicazione: la media
2013 si attesta al 35,8%.
Melandri
e Santilli
«ad honorem»
senso». Sta succedendo qualcosa sul territorio nazionale e questo è per Russo il vero successo,
che vale il Premio.
A partire dall’iniziativa del
1998 la Cei ha coinvolto tanti architetti già noti: anche Fuksas ha
progettato una chiesa a Foligno,
nell’ultima edizione hanno vinto
BenedettaTagliabueeMarioCucinella ma «il territorio è ricco di
professionisti che faticano ad
emergere – dice Russo – e la nostra è un’opportunità anche per
loro, perché dimostrino la qualità della loro attività professionale sul campo».
La qualità non si esaurisce nel
vincitore del concorso ma vincenti nel laboratorio Cei sono le
procedure. «Il concorso dà alla
committenza la possibilità di riprendersi il proprio ruolo, è
un’occasione per assumersi la
consapevolezza di un processo e
non delegare le responsabilità».
Ecco allora perché tra gli obiettivi primari c’è quello di passare
dal progetto al cantiere, seguire
l’iterdalgiornozeroall’inaugurazione,conparticolareattenzione
alla domanda che deve essere
chiara e articolata fin dall’inizio,
ed espressa in studi di fattibilità
necessariper i progettisti».
Con Monsignor Russo
anche la presidente della
Fondazione Maxxi Giovanna Melandri e il caporedattore del Sole 24 Ore
Giorgio Santilli saranno insigniti venerdì prossimo
del titolo di «Architetto
onorario»,
assegnato
quest’anno per la prima
volta dal Consiglio nazionale degli architetti.
Il premio sarà assegnato, insieme a quelli per miglior architetto dell’anno
e per miglior «giovane talento» dell’anno alla Festa
dell’Architettura che si
terrà al Maxxi.
Monsignor Russo è stato
premiato per le attività di
committenza svolte per
contodella Cei(si vedal’articolo in questa pagina),
Melandri per l’attività istituzionale di sostegno all’architettura prima come ministro dei Beni culturali,
quando presentò anche la
legge sull’architettura, ora
come presidente della Fondazione Maxxi. A Santilli il
premio va per l’impegno
svolto con il Sole 24 Ore e
con i settimanali «Edilizia e
Territorio» e «Progetti e
concorsi»: in particolare,
per aver «promosso con
passione la necessità che la
committenzapubblicaeprivata perseguissero la buona architettura», per il
«contributocriticoal dibattito sulle regole del mercato», per la «sua opera di diffusionedellavorodeigiovani talenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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EDIFICI DI CULTO
A sinistra il complesso di Baragalla dello Studio Raffin; in alto la Chiesa
del Gesù Redentore firmata da Mauro Galantino a Modena
FONDI UE
Un miliardo di euro
per il Pon «Città»
Il Ministro della Coesione
Trigilia e quello degli
Affari Regionali Delrio
hanno presentato ieri ai
sindaci delle 14 Città
metropolitane la bozza del
primo Programma
operativo «Città
metropolitane», che
debutterà con i fondi
europei 2014-20. Avrà un
miliardo di euro, circa
80-100 milioni per le grandi
città del Sud e 35-40 milioni
per quelle del centro nord.
EDILIZIAON LINE
PROGETTI E CONCORSI
Le 100 opere e le dieci
lezioni del decennio
Dieciannidiarchitetturacon
«ProgettieConcorsi»:guarda
lafotogalleryconlecentomigliori
opererealizzateinItalia
www.ediliziaeterritorio.
ilsole24ore.com
Sindacati
Paola Pierotti
Il Servizio nazionale per
l’edilizia di culto della Conferenzaepiscopaleitalianafascuolaalle Pa: in 15 anni ha promosso concorsi di architettura per 18 nuove
chieseenehacostruite12.Monsignor Giuseppe Russo, responsabile del servizio, sarà sul podio
dellaFestadell’Architettovenerdì 14 febbraio per ritirare il premio di «architetto onorario» assegnatogli dal Consiglio Nazionale degli Architetti proprio per
l’interpretazione del ruolo di
committente di alta qualità.
LaCeisièdistinta,ineffetti,come modello di committenza per
aver privilegiato la via dello strumentodelconcorsodiarchitettura,e peraver dato valorea questa
scelta passando in tanti casi dalla
carta al cantiere. «Ogni anno in
Italia si costruiscono 30-40 nuove chiese – racconta Russo – con
un lieve calo negli ultimi due anni, complice la crisi. Ma ci sono
molte diocesi e parrocchie che
hanno bisogno di nuove strutture,soprattuttoinperiferia.Apartire da questa constatazione il
Servizio nazionale per l’edilizia
dicultohapromossogià6edizionidiconcorsieognivoltahachiamato a raccolta 7 progettisti per
studiare ipotesi alternative per
unachiesa al Nord,una al Centro
e una al Sud».
In tutto sono stati coinvoltiun
centinaio di professionisti perchéalorovoltagliarchitettihannochiamatoartisti,liturgisti ealtritecnici.«Unagrandeavventura, coinvolgente e stimolante –
racconta Russo – ma altrettanto
faticosa. Un’opportunità che ci
ha permesso di creare una rete
di sinergie e competenze e met-
ARCHITETTI FAMOSI
Tra i vincitori
delle competizioni promosse
dalla Cei, Massimiliano
Fuksas, Mario Cucinella
e Benedetta Tagliabue
tere a fuoco sensibilità diverse
che hanno portato frutti molto
interessanti».
Russo è ingegnere ma svela
chenelmomentodellasceltauniversitaria stava per prendere la
via dell’architettura. Architetto
d’onore lo diventerà il prossimo
finesettimanaperquestasuaattività di promozione della cultura
di qualità. «Siamo ovviamente
consapevoli dei rischi connessi
alla ricerca di nuove soluzioni
formalieall’adozionediimpianti
liturgici meno convenzionali –
racconta Russo - ma riteniamo
importante che lo sguardo in
avanti non perda le tracce da cui
proviene, quella tradizione nella
quale da sempre la Chiesa cammina, cresce e si rinnova».
Per Russo i migliori frutti
dell’operazioneCei nonsonoancora maturi. «Il nostro è un lavoro dietro le quinte che conosce
momenti di visibilità ma che ancora non ha ripagato lo sforzo. Ci
auguriamo – dice Russo – di poter essere un modello per tante
diocesi e parrocchie che potranno scegliere la via del concorso
invece di affidarsi a percorsi di
improvvisazionee casualità, magari optando per la scelta di un
progettista sulla base di criteri di
amicizia». Parrocchie e diocesi
sonoivericommittentieilServizio di culto è una sorta di facilitatore.«Nell’ultimoanno–racconta Russo – abbiamo comunque
già costatato che si è diffusa la
prassidelconcorsoanchesvincolata dalle iniziative Cei: a Sorrento è in corso una gara, a Lamezia
Termeilconcorsoèstatoultimato, a Mantova e a Cassino a breve
sarà presentato il bando, diocesi
come Forlì, Monreale e Lucca si
stanno organizzando in questo
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Il 14 febbraio lo studio
Piuarch sarà premiato al Maxxi
dal Consiglio Nazionale degli
Architetti come "Architetto
dell’anno". Francesco Fresa,
German Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario sono i
soci, con loro lavorano 11 associati. In tuttto una squadra di 35
persone.Diciassetteanni diattività, una decina di opere realizzate in Italia, un fatturato di circa 2 milioni, base a Milano. Uno
studio conosciuto per il recente
intervento ultimato a Porta
Nuova per Hines, l’Onda bianca, per le architetture progettate per D&G e per l’headquarter
dell’azienda Bentini. «Non vogliamochequestopremiositraduca solo in un momento celebrativo. È l’occasione per farci
una fotografia - racconta Fresa,
socio dello studio - per riflettere su quello che abbiamo fatto e
pertracciareunaviaperiprossimi anni. A cosa servono i premi
se non a farci pensare?». Piuarch parte da questa riflessione e
anticipaalnostrogiornaleilprogetto che descriverà venerdì in
occasione della premiazione.
«Premiare un collettivo come il
nostro significa aver apprezzato una delle virtù del nostro studio, aver colto che sotto lo stesso tetto convivono diverse realtà. Per questo - spiega Fuenmayor, un altro socio dello studio - abbiamo strutturato un
progetto con l’obiettivo di renderci utili, non solo nel mondo
delcostruitomaancheascalacivile e sociale. In questo paese
deve essere riconosciuto il
senso civico e le nostre città si
possono cambiare solo partendo dal piccolo».
Piuarch si rimbocca le manichee, fortedelpremio, sifacarico di una nuova responsabilità:
creare spazi per la comunità e
attivareunthinktankperilterritorio.Piuarchhagiàmessolebasi del suo progetto, condiviso e
partecipato.«Partiremo dal nostro ufficio e lavoreremo sul
contesto sociale e urbano in cui
opera lo studio, nel quartiere
Brera, anche coinvolgendo studi internazionali, e non solo architetti».Piuarchpianteràilprimo seme di questa iniziativa
nella propria corte e già pensa
alla definizione di un orto urbano e di spazi polifunzionali.
«Pensiamoalla realizzazione di
un n orto sul tetto. Un’iniziativa
che ha più obiettivi - spiegano
gli architetti - quello energetico,paesaggistico,di autoproduzione, oltre ad offrire una vista
gradevole ai vicini di casa». Lo
spirito è quindi quello di cominiciaredal particolare perallargare la visione alle corti circostanti, alle strade del quartiere,
intercettando il tema caro a Mi-
IL PROGETTO
«Partiremo dal nostro
ufficio e lavoreremo sul
contesto urbano del nostro
quartiere Brera, coinvolgendo
anche studi internazionali»
lano in previsione di Expo2015.
InoccasionedelSalonedelMobilePiuarch definirà il tema generaleinunasortadimanifesto,creerà una rete di partner da coinvolgere nelle fasi di analisi e studio e
inquelledisviluppodelleidee.
Il Premio dell’Architetto
dell’Anno non sarà una coppa
che resterà in vetrina ma si tradurrà in un anno di lavoro «con
l’obiettivo di presentare un progetto compiuto e di attivare un
meccanismo di crowdfounfing
per il finanziamento delle opere» spiegano gli architetti.
Scegliendo Piuarch il Consiglio Nazionale degli Architetti ha
premiato lo spirito di squadra e la
capacitàdeiprogettistidiconiugare rigore e sperimentazione. Il testimone, passato nella mani degli
architetti,sitradurràinunprogetto urbano e sociale, «auspicando
magari in un meccasnismo virale
diemulazione».
P. Pie.
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 37
Contratti.
Rinnovo della ceramica al rush finale
Ilaria Vesentini L' obiettivo di sindacati e industriali è
arrivare entro stanotte a mettere la firma sul nuovo
contratto per il settore ceramico, uno degli ultimi che
manca all' appello nonostante sia scaduto il 30 giugno
scorso e chiami in causa 28mila lavoratori. «Siamo
arrivati a sviscerare tutta la parte normativa, ora
siamo pronti alla maratona notturna per trovare la
quadra anche sulla parte economica», dichiara in
tarda serata Enzo Mularoni, presidente della
Commissione sindacale di Confindustria Ceramica.
Le premesse ci sono, confermano i sindacati, riuniti a
Roma dalla mattina per la riunione in plenaria: «Ci
abbiamo messo un giorno ma almeno siamo arrivati a
stabilire aumenti salariali uguali per tutti, senza
distinzioni di settori», fa sapere la Filctem Cgil,
riferendosi alla battaglia dei produttori di sanitari e
refrattari, i due comparti più in difficoltà dell' industria
ceramica, per non essere allineati agli incrementi
chiesti dai sindacati (nell' ordine del +7,5% rispetto al
precedente Ccnl) al mondo delle piastrelle. «Siamo
per altro ancora lontanissimi dalla quantificazione
economica dell' incremento salariale», precisa la
Filctem. È lo stesso meccanismo di calcolo dell'
incremento salariale, in forma fissa e superiore a
quanto fissato nel contratto scaduto (i sindacati sono
partiti dalla richiesta di 130 euro in più in busta paga)
che non piace a Confindustria Ceramica, di fronte a
una crisi strutturale senza precedenti per le piastrelle
made in Italy: -30% i volumi produttivi in quattro anni,
-20% gli addetti, altri 3mila esuberi strutturali e 4.500
persone in cassa integrazione. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.
Sindacati
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.
Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 36
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42
36 Impresa & territori
Agroindustria. Nasce a Bologna la Fico Eataly World, vetrina delle eccellenze alimentari italiane
Il caso. I 28 Paesi non hanno votato: mancava la maggioranza pro o contro
AlvialaDisneylanddelgusto
Sarà la Commissione Ue
ad autorizzare il mais Ogm
Cinquemila nuovi posti di lavoro e sei milioni di visitatori stimati
Beda Romano
EMILIA
ROMAGNA
Emanuele Scarci
MILANO
Seimilionidivisitatoril’anno,5mila nuovipostidi lavoroe
un maxi investimento di almeno 40 milioni per la costruzione e l’avvio, nel 2015, di Fico Eataly World, una Disneyland del
gusto italiano. «Una vetrina
delle eccellenze – l’ha definita
ieri alla presentazione il "guru"
Oscar Farinetti – che offrirà ai
visitatori la ricostruzione delle
principali filiere produttive».
L’artdirectorsaràlochefMassimo Bottura «che sta studiando
– ha detto Farinetti – i 100 piatti
italiani più famosi».
IL PARCO
L’area viene conferita
al fondo immobiliare Prelios,
i cui investitori fanno capo,
per un terzo, a Oscar Farinetti
(Eataly) e a Coop
Il grande parco di Fabbrica
italiana contadina (Fico) sarà
articolato in aree specifiche
fra coltivazione, produzione,
ristorazione, studio-ricerca-didattica e commercializzazione. «È un’idea talmente forte –
aggiunge Andrea Segrè, presidente del Centro agro alimentare Bologna (Caab) – che in
pochi mesi ha saputo raccogliere l’adesione di una ventina di
investitori privati, a garanzia
di un progetto chevalorizza anche uno spazio pubblico». Infatti Fico Eataly World sorgeràsu una parte dell’attuale mercato ortofrutticolo (che si sposterà in un’area attigua), senza
consumare un solo metro cubo di terreno.
Il Caab, controllato dal Comune, è azionista all’80% del
grande immobile che ospiterà
Fico Eataly World e che verrà
conferito al fondo immobiliare
Prelios Sgr. Alla fine «iventi investitori "quotisti" del Fondo –
ha spiegato Andrea Cornetti,
capo dello sviluppo di Prelios –
sono per un terzo il tandem FarinettieCoop,perun terzobanche e finanziarie e per l’ultimo
terzoUnindustria,Cdc, artigianiemondo agricolo». Ilprogettohauna suasostenibilitàfinanziaria, ha assicurato Cornetti,
«a regime i ricavi arriverano a
80 milioni e irendimenti saranno molto interessanti. Ma siamo aperti all’ingresso di nuovi
investitori:abbiamoanchecontatti con il fondo immobiliare
di Hong Kong The Link». E anche un fondo di Singapore interessato all’investimento.
Gli 80 milioni non sono però
ilfatturatocomplessivodelparcoagroalimentare:aregime,sarebbero appena 13 euro per ciascun visitatore. «Sarà molto di
più – sottolinea Farinetti –. Perchè ci saranno le produzioni
che realizzeremo al nostro interno».Mail gurunon fanessuna stima. Mentre si sofferma
sul fatto che il gruppo Eataly
nel 2013 stilerà il primo bilancio
consolidato e che la Borsa potrebbe arrivare nel 2017.
E i cantieri? Gli organizzatori non hanno dato una data di
avvioprecisa,masisonolimitatiadirecheilcantieresaràaperto a breve e che tutto si concluderà in 12 mesi di lavori. Giusto
in tempo per agganciare la coda di Expo 2015. E la posizione
diFico EatalyWorld a Bologna,
non esattamente al centro dei
flussi turistici? Siamo appena a
un’ora di treno da Milano e sulla strada che da Firenze conduceaVenezia,concludonogliorganizzatori.
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Nel 2015.
Il rendering e
alcuni interni
della Fabbrica
italiana
contadina che
sorgerà nel
Centro
agroalimentare
di Bologna, il
vecchio mercato
ortofrutticolo.
Aprirà nel 2015
e sorgerà su
80mila metri
quadrati coperti
Investitori. Mentre Eataly si prepara alla quotazione nel 2017
Fondi asiatici nella partita
Mara Monti
MILANO
«Eatalyprimaopoisiquoterà, ma non adesso, forse nel 2017,
prima deve diventare un pò più
globale». A dirlo è il presidente
diEataly, OscarFarinettitra isocidiFi.Co,ilparcoagroalimentare di Bologna che sta trattando
l’entrata di soci asiatici. «La due
diligence inizierà nei prossimi
giorni , ma i contatti sono avviati
da tempo», conferma il direttore generale del Caab Alessandro
Bonfigliorisull’interessedelfondo immobiliare di Hong Kong
«TheLink».Contattic’eranostati anche con il gruppo thailande-
se Central Group of Companies,
entrato in Rinascente, ma al momento si attendono sviluppi. Di
certo si allunga la lista dei 20 investitori che finora hanno investito 40 milioni di euro per fare
partireilprogettosenzaescludere in futuro di esportare il format anche all’estero. A questi
fondi si aggiungono i 55 milioni
conferiti dal Comune di Bologna per l’apporto della struttura
immobiliare dell’ex mercato ortofrutticolo. La gestionedelprogetto cheavverrà attraverso una
Sgr, è stata affidata al fondo immobiliarePreliosacuiparteciperanno i soci che hanno investito
in Fi.Co: «È un progetto complesso, ma importante come
esempio per il rilancio del paese
e a sostegno del territorio», ha
spiegato Andrea Cornetti direttore business development di
Prelios.Il pianoindustriale messo a punto da EY prevede già dal
primo anno 6 milioni di visitatorieun fatturatodi circa80milioni di euro. Secondo Andrea
Guerzoni managing partner di
EY, «c'è molto interesse attorno
al progetto e lo dimostra il fatto
chein poco tempo siamo riusciti
a raccogliere i fondi necessari
per partire».
BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
I 28 non hanno deciso se accettare o respingere la proposta
di coltivare un nuovo organismo
geneticamente modificato. Dinanzi a un Consiglio nei fatti
bloccato, il dossier passa ora alla
Commissione che sarà chiamata
a prendere una decisione sul
mais Pioneer-1507. Pur di rendere meno controversa l’eventuale
autorizzazione,ipaesisisonoimpegnati a discutere una direttiva
che permetterà ai paesi di vietare o di autorizzare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio.
«Le regole attuali sono chiare
- ha detto durante una conferenza stampa il commissario alla salute Tonio Borg -. Se non vi è alcuna maggioranza qualificata
contro la proposta comunitaria
la Commissione deve adottare il
testo». Diciannove paesi hanno
espresso l’intenzione di votare
no(tracuil’Italia),cinquedivotare sì, e quattro di astenersi. La
presidenza greca ha preferito
noneffettuareunavotazioneformale perché questa non avrebbe
mostratounamaggioranzaqualificata né a favore né contro.
È da 13 anni che la proposta di
coltivazione del mais Pioneer-1507 è sul tavolo dei ministri
europei. Nonostante sei pareri
positivi dell’Autorità europea
per la sicurezza alimentare (Efsa) e una ingiunzione della Corte di giustizia del Lussemburgo
che intima le autorità a una scelta definitiva, i paesi non sono
mai riusciti a trovare un accordo tanto l’argomento è controverso. In altri molti paesi, il temasolleva dubbisanitari, ecologici o economici.
LA SCAPPATOIA
Non c’è un termine definito
e i ministri hanno discusso
la direttiva che dà ai singoli
Stati la possibilità di vietare
l’uso sul proprio territorio
I ministri dei 28 avevano tempofino a oggi peresprimersi sulla questione. A questo punto,
sulla base delle regole europee,
la Commissione deveautorizzare la coltivazione dell’Ogm, ma
non ha scadenze particolari da
rispettare, sottolineava ieri un
portavoce dell’esecutivo comunitario, Roger Waite. Alcuni ministri sostenevano invece che,
siccome non c’è stato voto da
parte del Consiglio, la procedu-
ra normale non vale e l’esecutivo non è obbligato ad autorizzare il Pioneer-1507.
Nel tentativo di rendere la
scelta della Commissione più attraente agli occhi delle opinioni
pubbliche nazionali, durante la
riunione di ieri i ministri hanno
discusso la direttiva coltivazione presentata nel 2010 e che prevedelapossibilitàperisingolipaesi di autorizzare o di vietare
l’uso di Ogm sul proprio territorio. Il ministro degli Esteri greco
EvangelosVenizeloshafatto notare che i paesi hanno «preso in
considerazione questa proposta», che verrà discussa dal Consiglio già in marzo.
La strategia è chiara. Se la
Commissione deve in effetti dare il suo benestare al Pioneer-1507, ma nel contempo il Consiglio accetta la direttiva sulla
coltivazione dell’Ogm, la scelta
diBruxellessiriveleràmenocontroversa. La vicenda ha delicati
contorni politici, a tre mesi dal
votoeuropeo.Ierimoltiministri,
tra cui quello francese, si sono
detti preoccupati dell’impatto
chelavicendapotràavere suuna
pubblica opinione sempre più
spesso critica del modo in cui
l’Europa funziona.
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Le coltivazioni
Valori in milioni di ettari
I PRINCIPALI PRODUTTORI DI OGM
BIOTECH NEL MONDO
1996
Stati Uniti
69,5
200
Brasile
36,6
150
Argentina
23,9
100
Canada
11,6
50
India
10,8
0
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2012
Farmaceutica. Presente in cento Paesi - In Russia inaugurato un nuovo sito
Menarinifesteggia50annidiexport
TOSCANA
backtowork.ilsole24ore.com
Roberto Turno
FIRENZE
R&S, ha annunciato ieri la società, che quest’anno saliranno a
quota 270 milioni, dopo i 250
dell’annoscorso.
Menarini Group, azienda farmaceuticafiorentinadoc,festeggiaisuoiprimi50annidiinternazionalizzazioneconnuovescommesse davanti e nuove ambizioni.Hacominciatonel1964inSpagna, poi via via le puntate in Portogallo, l’accordo con la francese
Sanofi del 1992 e lo stesso anno
A Kaluga in Russia, 180 km
da Mosca, ha investito 50 milioni
e inaugurato una fabbrica di produzionechegiàmacinafarmacie
che a regime dal prossimo anno
produrrà 50 milioni di scatolette.
Una scommessa in più nel suo
portafoglio sparso in 100 Stati.
Con un record unico al mondo MADE IN ITALY IN SALUTE
chefinoramaiavevapubblicizza- Il gruppo fiorentino consolida
to: i 100 dipendenti di Kaluga sa- il fatturato 2013
rannoquasituttedonne.Unafabbrica di farmaci fatti dalle donne, a 3,2 miliardi di euro
ultimorecord delGruppo Mena- e dedica in ricerca
rini, il colosso farmaceutico ma- e sviluppo 270 milioni
de in Italy che dell’internazionalizzazione fin da tempi non sospetti ha fatto il suo mestiere e il l’acquisizione della berlinese
suoimpero.Unbusinessconfilia- (dell’est) Berlin Chemie, quindi
liorasparseincinqueContinenti nel 2011 di Invida Group a Singae con 14 stabilimenti: nel 2013 ha pore per consolidarsi nei mercafatturato 3,275 miliardi, nel 2013 ti dell’Asia-Asia Pacifico. Nel
conta di crescere a 3,362 (+2,75). mezzo le puntate in Turchia,
Cifre da capogiro, che ormai al Messico, accordi per sviluppi di
73% arrivano dai mercati esteri, farmaci biotech in Gran Breta"appena" il 27 (circa 800 milioni) gna.Un fiumein piena cheilpredall’Italia.E investimenti totali in sidente Lucia Aleotti, col fratello
Alberto Giovanni al timone
dell’azienda dopo l’uscita di scena del cavaliere Alberto Aleotti,
vuole farcrescere ancora. «Queste sono e resteranno le nostre
sfide: la ricerca, gli investimenti
per realizzarla, nuovi prodotti.
Solo così realizzeremo il futuro
della nostra azienda e della farmaceutica italiana».
Perché la "fiorentinità" è, e
vuole restare, un marchio di fabbrica dopo qualche anno travagliato.Nonèuncasocheabbiano
battezzato «Florence», in omaggio alla città, il farmaco-spazzino
presentato ieri che riduce i danni
della chemioterapia e che andrà
presto all’esame dell’Emea per
l’autorizzazione al commercio. E
nonèuncasoche,dietroinsistenze locali, la società acquistata a
Singapore abbia cambiato nome
in «Menarini Asia Pacific. «Ce lo
hanno chiesto loro, faceva made
in Italy», non nasconde l’orgoglioLucia Aleotti.
Ora,cheilmadeinItalydelfarmaco non goda di grandissime
fortune,ecomunquenonpertutte le nostre aziende, è ben noto.
Anche se resta un classico settore anticiclico. Per non dire di
quel "fattore Italia" – regole che
Nautica. Oggi nuovo round per alternative allo stop di Forlì
Ferretti prova la via tecnica
EMILIA
ROMAGNA
FORLÌ
Sono servite cinque ore di
mediazione al presidente della
Regione Emilia-Romagna Vasco
Errani,maallafineunprimorisultato dall’incontro di ieri con i vertici del gruppo Ferretti, i sindacati e le istituzioni locali è arrivato:
il gruppo nautico ha aperto alla
possibilitàdistudiaremodalitàalternative alla chiusura del cantiere di Forlì per risparmiare 4,6 milioni di euro.
L’intesa raggiunta ieri in viale
Sindacati
Aldo Moro prevedeinfatti l’istituzione di un tavolo tecnico tra
azienda e sindacati, che si riunirà
già oggi in Unindustria Forlì, per
verificare le possibili riduzioni di
costi tra «riorganizzazione, recuperi di efficienza, ammortizzatori
sociali, in attesa di capire come si
muoverà il mercato degli yacht»,
spiega l’assessore regionale alle
Attività produttive, Gian Carlo
Muzzarelli. Scettico sulla possibilità che il tavolo tecnico trovi risposte in tempo utile per il prossimoincontroalministerodelloSviluppo economico, in calendario il
18 febbraio. «Ma questo è un primo passo positivo di fronte al no
secconostroedeisindacatiall’ipo-
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tesi di chiusura dello stabilimento
forlivese (con 200 trasferimenti e
53 esuberi, ndr)», ha sottolineato
Errani all’uscita della vertenza.
Ferretti Group non commenta
eribadiscelanecessitàdi rivedere
il piano industriale per razionalizzare i costi e salvaguardare i 1.600
occupati in Italia, avendo chiuso il
bilancio 2013 – riferiscono i sindacati – con 35 milioni di euro di perdita attesa e poco più di 300 milioni di fatturato, mentre l’obiettivo
al 2018 dell’azionista cinese Weichaiètoccarei 900milionidi ricavi. «Andiamo al tavolo tecnico armati di un ventaglio di proposte
concreteefattibili–ribadisceilsegretarioregionaleFilleaCgilLuigi
cambianoavalanga,tagliaripetizione, burocrazia, fisco ingordo
– che allontana gli investimentie
non attrae più di tanto Big Pharma. ««Per fare il nostro lavoro
chiediamo stabilità e certezza di
regole. Questi sono i fattori chiavese,congliinvestimenti,sivuole puntare alla ricerca e all’internazionalizzazione. E noi vogliamo continuare a investire in ricerca,ancheperchévogliamodare un segnale forte e positivo al
Paeseinmomentididifficoltàcosìpesanti»,aggiunge ilpresidente di Menarini.
Idati dimercatopresentatiieri parlano da sé. Il fatturato che
cresce, gli investimenti che salgono a buon ritmo fino a toccare
il 9,1% del fatturato per i farmaci
etici. Investimenti realizzati attingendo al cash flow degli ultimitreannimantenendoinalterata la liquidità del Gruppo, si assicura. Intanto nel 2013 l’Ebitda
chiuderà a 360 milioni, l’8% del
fatturato in calo sul 2012, quando
toccò i 340 milioni. E ancora in
calo a 200 milioni quest’anno.
«Mavogliamocontinuareainvestire – giura Lucia Aleotti –, ci
ascoltassero anche in Italia».
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Giove – a partire dalla re-internalizzazione di fasi di lavorazione e
daunmigliorutilizzodiCigsecontratti di solidarietà per recuperare
il milione e mezzo di risparmi calcolati dall’azienda con la chiusura
di Forlì. Gli altri tre milioni di tagli
legati agli esuberi si possono ottenere con uscite volontarie, abbiamo già testato la disponibilità nei
cinque stabilimenti».
L’allarme è alto anche nelle
Marche, dove ieri mattina i sindacati hanno incontrato l’assessore
regionale al Lavoro Marco Luchetti, preoccupati per le sorti dei
cantieri Crn ad Ancona. La fase di
mobilitazione continua comunque in tutta Italia e oggi ci sarà a
Forlì una nuova assemblea dei lavoratori per decidere come gestire le ultime 4 ore di sciopero in
programma.
I. Ve.
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Mer 12/02/2014
Il Sole 24 Ore
Pagina 36
Nautica. Oggi nuovo round per alternative allo stop di Forlì EMILIA ROMAGNA.
Ferretti prova la via tecnica
FORLÌ Sono servite cinque ore di mediazione al
presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco
Errani, ma alla fine un primo risultato dall' incontro di
ieri con i vertici del gruppo Ferretti, i sindacati e le
istituzioni locali è arrivato: il gruppo nautico ha aperto
alla possibilità di studiare modalità alternative alla
chiusura del cantiere di Forlì per risparmiare 4,6
milioni di euro. L' intesa raggiunta ieri in viale Aldo
Moro prevede infatti l' istituzione di un tavolo tecnico
tra azienda e sindacati, che si riunirà già oggi in
Unindustria Forlì, per verificare le possibili riduzioni di
costi tra «riorganizzazione, recuperi di efficienza,
ammortizzatori sociali, in attesa di capire come si
muoverà il mercato degli yacht», spiega l' assessore
regionale alle Attività produttive, Gian Carlo
Muzzarelli. Scettico sulla possibilità che il tavolo
tecnico trovi risposte in tempo utile per il prossimo
incontro al ministero dello Sviluppo economico, in
calendario il 18 febbraio. «Ma questo è un primo
passo positivo di fronte al no secco nostro e dei
sindacati all' ipotesi di chiusura dello stabilimento
forlivese (con 200 trasferimenti e 53 esuberi, ndr)»,
ha sottolineato Errani all' uscita della vertenza.
Ferretti Group non commenta e ribadisce la necessità
di rivedere il piano industriale per razionalizzare i costi
e salvaguardare i 1.600 occupati in Italia, avendo
chiuso il bilancio 2013 - riferiscono i sindacati - con 35
milioni di euro di perdita attesa e poco più di 300
milioni di fatturato, mentre l' obiettivo al 2018 dell'
azionista cinese Weichai è toccare i 900 milioni di
ricavi. «Andiamo al tavolo tecnico armati di un
ventaglio di proposte concrete e fattibili - ribadisce il
segretario regionale Fillea Cgil Luigi Giove - a partire
dalla re-internalizzazione di fasi di lavorazione e da
un miglior utilizzo di Cigs e contratti di solidarietà per
recuperare il milione e mezzo di risparmi calcolati dall'
azienda con la chiusura di Forlì. Gli altri tre milioni di
tagli legati agli esuberi si possono ottenere con uscite
volontarie, abbiamo già testato la disponibilità nei
cinque stabilimenti». L' allarme è alto anche nelle
Marche, dove ieri mattina i sindacati hanno incontrato
l' assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti,
preoccupati per le sorti dei cantieri Crn ad Ancona. La
fase di mobilitazione continua comunque in tutta Italia
e oggi ci sarà a Forlì una nuova assemblea dei
lavoratori per decidere come gestire le ultime 4 ore di
sciopero in programma. I. Ve. © RIPRODUZIONE
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Sindacati
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
Pagina 25
I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 12 Febbraio 2014
Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese
25
PARERE ACI
Le ganasce
viaggiano
Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero
Irap ridotta fino al 25%
presidente, Fratelli d’Italia,
Pensionati, Pd, Patto civico e
to 5
iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle,
nuove imprese. Riorganizzazione del
sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia
zero. «Impresa Lombardia:
per la libertà d’impresa, il
lavoro e la competitività» è
il nome del progetto di legge
approvato ieri all’unanimità
dal Consiglio regionale della
Lombardia. Il documento, elaborato nella
IV commissione
attività produttive presieduta da
Angelo Ciocca
(Lega nord) e
di cui è stato
relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha
ottenuto il
sostegno di
Roberto
Forza Italia,
Maroni
Ncd, Lega
nord, lista
Maroni
DI
GIOVANNI GALLI
R
Pensionati
e modifica la legge regionale
1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per
il territorio della Lombardia)
prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto
produttivo lombardo tra cui
l’accordo di competitività, la
riduzione di alcune imposte,
l’accesso al credito, diverse
agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di
compensazione multilaterale
locale per lo scambio di beni
e servizi.
Con un emendamento dell’assessore Mario
Melazzini è
stato istituito il
marchio «made
in Lombardy»
per certificare
la provenienza
regionale di alcuni prodotti.
Entrando nello specifico dei
contenuti, arriva la comunicazione unica re-
gionale che sostituirà tutti
gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli
sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione
con le camere di commercio;
via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le
camera di commercio, dovrà
essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle
preposte ai controlli, senza
passare dalle aziende; la
valutazione degli interessi
pubblici complessi connessi
al rilascio di autorizzazioni
e permessi avverrà in sede
di conferenza di servizi, da
espletarsi in una sola seduta
e in via telematica con introduzione del silenzio assenso;
e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non
potranno avvenire se non
dopo aver esperito l’esame
dei documenti nel fascicolo
elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle
certificazioni rilasciate dagli
enti di certificazione.
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Accertamenti, è irrituale
la notifica ai coinquilini
L’equipollenza adesso
è di nuovo in bilico
È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che
non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia
addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di
cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014.
Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la
notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non
sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di
consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari
in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per
conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto
all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti
non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60
del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica
degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il
consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La
ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a
caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge
223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della
raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni
degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello
Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui
finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa
come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente
degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque,
costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo.
Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili.
Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata
dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è
ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo
comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011).
L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita,
anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del
destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo
caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio
tributario.
Sergio Trovato
Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere
cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due
emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato
per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte
di modifica puntano
ad azzerare l’emendamento approvato
a Palazzo Madama e
quindi a cancellare
definitivamente
l’equipollenza,fino
ad ora esistente,
tra il percorso formativo per l’accesso alla professione
di commercialista
e quello per lo
svolgimento della
funzione di revisore legale. Resta da capire cosa
succederà oggi in
commissione affari costituzionali
della Camera dove
si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che
dovrà essere apDisponibile anche sul sito
provato dall’aula
www.classabbonamenti.com
venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe
da individuare nella necessità di disciplinare solo
norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene
solo proroghe di norme vigenti ma non interviene
nell’approvazione di nuove.
Benedetta Pacelli
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DI
STEFANO MANZELLI
Chi esporta un veicolo
deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche
per evitare che sullo stesso
mezzo intervenga un fermo
amministrativo. In tal caso
infatti solo con il nulla osta
dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia
e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero.
Lo ha chiarito l’Aci con
parere n. 983 dell’11 /2/14.
I veicoli gravati da fermo
amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro
automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i
mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo
caso la pratica dovrà essere
autorizzata dal giudice o da
una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il
nulla osta dell’agente della
riscossione che ha iscritto
il fermo. Spesso un veicolo
viene esportato senza annotare tempestivamente al
pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante
l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro
questa pratica scorretta.
Successivamente, se un
agente della riscossione
ignaro dell’esportazione
procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione
del veicolo si complicano.
Specifica infatti il parere
dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava
già all’estero al momento
dell’iscrizione del fermo
amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra
e, in quanto bene mobile
ancora registrato in Italia,
l’agente della riscossione
ha potuto legittimamente
iscrivere il fermo». L’unico
modo per liberare il mezzo
dai vincoli burocratici in
questo caso è ottenere il
nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per
esportazione del veicolo.
In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle
ganasce fiscali e il veicolo,
eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe
tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente
l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di
dimostrare la demolizione
del mezzo avvenuta sia in
Italia che all’estero ma
sempre precedentemente all’iscrizione del fermo
amministrativo.
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Mer 12/02/2014
Italia Oggi
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Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese.
Irap ridotta fino al 25%
Zone a burocrazia zero e made in Lombardy.
Riduzione dell' Irap fino al 25% per le nuove imprese.
Riorganizzazione del sistema Confidi e
sperimentazione della moneta complementare.
Attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero.
«Impresa Lombardia: per la libertà d' impresa, il
lavoro e la competitività» è il nome del progetto di
legge approvato ieri all' unanimità dal Consiglio
regionale della Lombardia. Il documento, elaborato
nella IV commissione attività produttive presieduta da
Angelo Ciocca (Lega nord) e di cui è stato relatore
Carlo Malvezzi (Ncd), ha ottenuto il sostegno di Forza
Italia, Ncd, Lega nord, lista Maroni presidente, Fratelli
d' Italia, Pensionati, Pd, Patto civico e Movimento 5
stelle, e modifica la legge regionale 1/2007 (Strumenti
di competitività per le imprese e per il territorio della
Lombardia) prevedendo una serie di strumenti a
sostegno del tessuto produttivo lombardo tra cui l'
accordo di competitività, la riduzione di alcune
imposte, l' accesso al credito, diverse agevolazioni e
semplificazioni, l' introduzione sperimentale della
moneta complementare come strumento di
compensazione multilaterale locale per lo scambio di
beni e servizi. Con un emendamento dell' assessore
Mario Melazzini è stato istituito il marchio «made in
Lombardy» per certificare la provenienza regionale di
alcuni prodotti. Entrando nello specifico dei contenuti,
arriva la comunicazione unica regionale che sostituirà
tutti gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione
degli sportelli unici per le attività produttive con la
gestione associata e l' interazione con le camere di
commercio; via libera al fascicolo elettronico:
depositato presso le camera di commercio, dovrà
essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle
preposte ai controlli, senza passare dalle aziende; la
valutazione degli interessi pubblici complessi
connessi al rilascio di autorizzazioni e permessi
avverrà in sede di conferenza di servizi, da espletarsi
in una sola seduta e in via telematica con
introduzione del silenzio assenso; e infine ecco il
sistema integrato di controlli: le verifiche presso le
aziende non potranno avvenire se non dopo aver
esperito l' esame dei documenti nel fascicolo
elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale
alle certificazioni rilasciate dagli enti di certificazione.
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