DIRER Mercoledì, 12/02/2014 10:02 Indice dei documenti DIRER Direr Direv Dirigenza E-Governament E-Procurament Pubblica Amministrazione Compensazione crediti con il Fisco Da 'Corriere della Sera' del 12/02/2014 - Pagina 29 Lo Stato, un debitore impenitente Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 10 Governo Monti, è stato il peggiore Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 7 Le ganasce viaggiano all' estero Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25 Ok della Camera a Destinazione Italia Da 'MF' del 12/02/2014 - Pagina 5 Compensabili i crediti con la Pa Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17 Le imprese a caccia del «timbro» Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17 1 3 5 9 11 13 17 Normativa Comuni Mannaia di 1,2 mln su Cofferati Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 9 Dimissioni in bianco in soffitta Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 29 Stesso destino per Imu e Tasi Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 28 Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25 Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 15 Il flop della legislazione concorrente Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 12 Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 10 19 23 25 27 29 33 37 Normativa Enti Locali Dimissioni in bianco in soffitta Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 29 Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 15 Il flop della legislazione concorrente Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 12 Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 10 Le imprese a caccia del «timbro» Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17 Maxi sanzioni, stop della Camera Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 16 41 43 47 51 55 57 Normativa Province Le imprese a caccia del «timbro» Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 17 61 Sindacati Rinnovo della ceramica al rush finale Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 37 Ferretti prova la via tecnica Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/02/2014 - Pagina 36 63 65 Pensionati Irap ridotta fino al 25% Da 'Italia Oggi' del 12/02/2014 - Pagina 25 67 . Mer 12/02/2014 Corriere della Sera Pagina 29 Economia 29 Corriere della Sera Mercoledì 12 Febbraio 2014 Conti pubblici Decreto «salva Roma» a rischio, un conto da 485 milioni ROMA — Nel vortice della possibile crisi di governo finisce anche il Campidoglio. A rischio, infatti, c’è la conversione in legge del decreto salva Roma, ritirato a dicembre e riproposto solo nelle sue norme «fondamentali». Un provvedimento sul quale si basa il bilancio 2013 approvato dalla giunta di Ignazio Marino, che permette alla Capitale di «scaricare» sulla gestione commissariale (istituita per il rientro del debito pre-2008) la bellezza di 485 milioni di euro: 320 nel 2013 (a «pareggiare» entrate ed uscite), gli altri 165 sulla manovra 2014. Un decreto con una vita travagliata, atteso ora dalle ultime due, impegnative, curve. La prima riguarda una serie di emendamenti presentati dalla senatrice (il provvedimento è in discussione alla commissione Bilancio di palazzo Madama) Linda Lanzillotta di Scelta Civica che «preme» sulle privatizzazioni: la vendita da parte del 485 milioni La cifra che la Capitale dovrebbe trasferire sulla gestione commissariale (istituita per il rientro del debito pre-2008) con il decreto salva Roma dichiarazione di ammissibilità degli emendamenti doveva iniziare ieri, ma è slittata ad oggi. Nel frattempo il governo, con l’azione diplomatica del sottosegretario Giovanni Legnini, cerca una mediazione. L’altro problema è la possibile staffetta LettaRenzi. Il decreto va convertito entro il 28 febbraio: se decade, il bilancio del Comune di Roma sarebbe senza copertura, potenzialmente a rischio default. O per il 2013, oppure — con 485 milioni in meno — nel 2014. Comune del 21% di Acea, l’affidamento ai privati di trasporti e rifiuti, la «razionalizzazione» delle municipalizzate. Modifiche che non piacciono al Pd: gli emendamenti Lanzillotta, in commissione, andrebbero sotto (contrari anche M5S, Sel e centrodestra). La crisi, a quel punto sarebbe politica, con la maggioranza che sostiene il premier Letta divisa in due: e i voti di Sc, al Senato, sono determinanti. La Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Previdenza L’incontro del ministro Giovannini con le parti sociali. Camusso: no a un mandato lungo Inps verso il commissario L’ipotesi dell’ex Consob Conti commissario rischia di essere come tutti gli altri commissari negli enti italiani: lungo nel tempo e poco provvisorio». «La cosa più importante per la Cisl — aggiunge il leader Raffaele Bonanni — è la riforma della governance che restituisca a imprese e lavoratori effettivi poteri di indirizzo e controllo. Così come avviene in tutti i Paesi europei». Secondo l’esperto di previdenza Giuliano Cazzola «la nomina di Conti ha un significato preciso: l’Inps entra nei fatti, ed è un bene, nella zona di influenza della Banca d’Italia, una delle poche istituzioni ancora affidabili». Mastrapasqua si è dimesso perché sfiduciato dal governo dopo le polemiche sui numerosi incarichi che cumulava e che lo hanno coinvolto, in qualità di direttore generale dell’Ospedale israelitico di Roma, in una inchiesta della procura per presunte fatture gonfiate e cartelle truccate. Possibile un incarico di 6 mesi , poi la nuova governance ROMA — Sarà Vittorio Conti, 71 anni, il commissario straordinario dell’Inps, dopo che il presidente, Antonio Mastrapasqua, si è dimesso il primo febbraio. La scelta del presidente del Consiglio, Enrico Letta, è alla fine caduta sull’ex commissario Consob, che ha lasciato l’incarico lo scorso luglio alla scadenza naturale del mandato. Conti, nominato membro della commissione di vigilanza sulla Borsa nel 2006 dal governo Prodi (Tommaso Padoa-Schioppa all’Economia), nel 2010 è stato anche presidente vicario per qualche mese, prima dell’arrivo di Giuseppe Vegas. Nato nel 1942 a Lovere, in provincia di Bergamo, è un economista con una lunga carriera, prima nell’ufficio studi della Banca d’Italia, poi in quello della Comit, della quale nel 2000 diventa direttore centrale, infine in Banca Intesa. Un curriculum che spiega perché a caldeggiare la nomina di Conti al vertice dell’Inps sia stato in particolare il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Trovare il commissario si è rivelato per il governo più difficile del previsto. Anche fra i tecnici infatti pochi erano disponibili a prendersi un incarico che, secondo le intenzioni di Letta, dovrebbe durare al massimo sei mesi, senza alcuna garanzia di restare nell’assetto futuro che uscirà dalla riforma della governance che lo stesso governo dovrebbe proporre a breve in Parlamento. È stato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, al quale spetta la proposta insieme con Saccomanni (mentre la nomina avviene con un decreto del presidente del Consiglio che dovrebbe essere emanato in questi giorni) a comunicare ieri mattina alle parti sociali che la scelta era caduta su Conti. I sindacati non hanno fatto obiezioni sul nome, ma hanno chiesto garanzie sul fatto che si tratti appunto di una soluzione temporanea. Cgil, Cisl e Uil, infatti, insieme con la Confindustria hanno firmato l’anno scorso un’intesa per una riforma della governance dell’Inps, chiedendo la fine del modello attuale dove i poteri sono accentrati nel presidente e nel direttore generale e rivendicando per le stesse parti sociali un ruolo di primo piano nell’ente che amministra i contributi di imprese e lavoratori ed eroga le pensioni, le prestazioni assistenziali e gli ammortizzatori sociali. «Senza un progetto di governo — dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso — un Chi è Vittorio Conti, 71 anni, sarà il commissario straordinario dell’Inps. Ex commissario Consob, ha lasciato l’incarico lo scorso luglio alla scadenza naturale. Nominato membro della commissione di vigilanza sulla Borsa nel 2006 dal governo Prodi e nel 2010, è stato anche presidente vicario. È un economista con una lunga carriera, prima nell’ufficio studi della Banca d’Italia, poi in quello della Comit, della quale nel 2000 diventò direttore centrale, infine in Banca Intesa Mediaset e i soci da Champions di MASSIMO SIDERI L a cifra monstre spesa da Mediaset per l’esclusiva sulla Champions League dalla stagione 2015-2016 (700 milioni) ieri ha riacceso in Borsa la ridda di rumor sull’arrivo di un socio. Sarà Al Jazeera? Telefonica che è già socia di Mediaset in Digital Plus? Addirittura la stessa Sky? Andando per sottrazione probabilmente appare ragionevole escludere l’impero di Rupert Murdoch non fosse altro che per gli eventuali problemi di concentrazione della pay tv in Italia. Ma per il resto il mercato ci crede (ieri il titolo è salito del 2,4%). La verità è che la Spagna sta diventando il campo di prova di una più complessa concentrazione tra broadcaster e operatori telefonici. Da qui all’estate l’operazione Digital Plus potrebbe diventare qualcosa di più di una voce o di uno studio. In uscita dovrebbe esserci Prisa. Interessata a crescere Telefonica. In entrata, a questo punto, anche più di un partner industriale. Di certo per adesso c’è solo che in Italia l’affaire della Champions ha già scatenato la voglia di rivalsa di Sky Italia che dovrebbe spingere per avere delle esclusive sulle principali partite della serie A. Insomma: a breve dovrebbe riaccendersi il tormentone dei diritti tv e dell’advisory Infront. @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA Le misure Rete imprese, martedì prossimo in piazza a Roma Destinazione Italia, sì della Camera al conguaglio cartelle-crediti I punti principali Compensazione crediti con il Fisco Per il 2014 le imprese in credito con la pubblica amministrazione potranno compensare i debiti maturati con l’agente di riscossione. Ancora da definire le modalità, che dovranno essere emanate entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Credito d’imposta per ricerca e sviluppo Il decreto offre a favore delle imprese un credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo: il tetto è di 200 milioni e ciascun beneficiario (purché abbia un fatturato sotto i 500 milioni) può goderne fino a un massimo annuale di 2,5 milioni. Aiuti all’export e start up innovative Aumentano gli aiuti per l’internazionalizzazione delle imprese: il Fondo per la promozione degli scambi quest’anno crescerà di 22,5 milioni. Agevolazioni per i visti e dogane aperte 24 ore su 24 per le start up innovative che vogliano sbarcare in Italia. Pubblica Amministrazione ROMA — Il decreto legge «Destinazione Italia», concepito dal governo per rilanciare l’economia è stato approvato ieri alla Camera (320 sì, 194 no, un astenuto) e ora passa al vaglio del Senato. Il provvedimento, rimaneggiato in sede di conversione a Montecitorio soprattutto attraverso lo stralcio dell’articolo che riformava l’Rc Auto, riversato dal governo in un disegno di legge, ha tempo fino al 23 febbraio per l’approvazione definitiva. Tra le modifiche introdotte, la norma che permette alle imprese di compensare nel 2014 le cartelle esattoriali con i crediti certificati verso la Pa, ma secondo modalità e limiti da definire con successivo decreto ministeriale e nel rispetto dei limiti di bilancio. Il decreto inoltre modifica la legge 130/1999 consentendo di cartolarizzare anche le obbligazioni e i minibond e pone le basi per rendere le piccole e medie imprese meno dipendenti dal credito bancario, permettendo loro di aprire conti correnti segregati a garanzia dei titoli cartolarizzati. Intanto le imprese protestano contro la crisi e il caro-tasse. Se Confindustria è arrivata a scrivere al premier Enrico Letta e a preferire le elezioni piuttosto del galleggiamento, Rete imprese Italia ha deciso di scendere in piazza. Lo farà martedì prossimo dove nel centro di Roma sono attese 30 mila tra commercianti e artigiani. Ieri Letta ha incontrato una delegazione della associazione che raggruppa oltre 4 milioni di aziende promet- tendo loro un piano specifico per la piccola impresa, centrato tra l’altro sui temi della semplificazione, del lavoro e della fiscalità. Il piano su misura per le Pmi nazionali sarà messo a punto da Rete con lo stesso presidente del Consiglio, nel corso di un nuovo incontro già fissato per il pomeriggio di martedì 18 febbraio, subito dopo la manifestazione. I principali nodi di sofferenza esposti dalla delegazione guidata da Marco Venturi (Confesercenti), presidente di turno di Rete Imprese, accompagnato da Giacomo Basso (Casartigiani), Giorgio Merletti (Confartigianato), Carlo Sangalli (Confcom- 850 milioni il possibile risparmio sulla bolletta elettrica per le imprese mercio) e Daniele Vaccarino (Cna) sono cinque: tasse e burocrazia asfissianti, accesso al credito con il lumicino, lavoro, legalità. Un altro «sottonodo» non emerso ufficialmente ieri ma al centro del grande disagio degli imprenditori grandi e piccoli è il nuovo Sistri che decollerà il 3 di marzo e che tutti vorrebbero cambiare. «Positivo» il giudizio di Venturi all’uscita di palazzo Chigi. A Torino domani mattina al centro congressi dell’Unione industriale si terrà una inusuale riunione straordinaria sulla situazione economica dal titolo «Senza impresa non c’è ripresa». Cassa depositi e prestiti CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa BUONI FRUTTIFERI POSTALI (In corso di pubblicazione in G.U.) AVVISO BFP RisparmiNuovi - SERIE L08 BFP EUROPA - SERIE P64 • durata massima: 3 anni dalla data di sottoscrizione • riconosce un premio lordo del 3,00% del valore nominale alla scadenza del 3° anno Tasso effettivo annuo alla fine di ciascun anno (%) Netto Lordo Premio Lordo Anno 0,44 0,50 0,00 1 0,44 0,50 0,00 2 1,15 1,32 3,00 3 Caso BFP INDICIZZATO ALL’INFLAZIONE ITALIANA - SERIE J44 • durata massima: 10 anni dalla data di sottoscrizione • capitale rivalutato sulla base dell'Indice ISTAT FOI Cassa depositi e prestiti società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 Partita IVA 07756511007 Tassi reali annui lordi (%) 1 0,75 2 0,75 3 0,75 4 0,75 5 0,75 6 0,75 7 0,75 8 0,75 9 0,75 10 0,75 Esemplificazione del tasso di rendimento effettivo a scadenza al variare dell'inflazione Tasso di inflazione implicito (%) Tasso di rendimento effettivo annuo a scadenza (%) Lordo Netto ≤ 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 0,75 1,76 2,77 3,77 4,78 0,66 1,55 2,45 3,36 4,28 BFPImpresa - SERIE G09 • durata massima: 20 mesi dalla data di sottoscrizione • dedicato a liberi professionisti e artigiani titolari di Partita IVA, ditte individuali, condomini, associazioni, imprese • gli interessi, calcolati su base bimestrale, sono crescenti fino ad un massimo del 1,50% BFP A 18 MESI - SERIE D49 • durata massima: 18 mesi dalla data di sottoscrizione • riconosce gli interessi alla scadenza del 6°, 9°, 12°, 15° e 18° mese BFP3x4 - SERIE T28 Periodo di possesso (anni) 3 6 9 12 1,25 2,25 3,26 4,26 BFP ORDINARIO VENTENNALE - SERIE C12 • durata massima: 20 anni dalla data di sottoscrizione • riconosce gli interessi a partire dal 12° mese successivo alla data di sottoscrizione Tassi nominali annui lordi (%) 1 2 3 4 5 0,25 0,50 1,00 1,50 2,00 Tassi effettivi annui dalla data di sottoscrizione al termine di ogni periodo di possesso (%) Lordo Netto 1,25 1,75 2,25 2,75 1,10 1,54 1,99 2,45 6 7 8 9 10 2,50 2,50 3,00 3,00 3,00 11 12 13 14 15 3,50 3,50 4,00 4,00 4,25 16 17 18 19 20 4,25 4,25 4,75 4,75 4,75 BFP DEDICATO AI MINORI - SERIE M91 • intestabile solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo • scade al compimento del 18° anno di età • offre un capitale rivalutato in funzione dell’età del minore al momento della sottoscrizione BFPRenditalia - SERIE R11 • durata massima: 3 anni dalla data di sottoscrizione • riconosce un interesse semestrale variabile legato al tasso dei BOT a 6 mesi 0 1 1 2 2 3 • durata massima: 12 anni dalla data di sottoscrizione • riconosce ogni 3 anni gli interessi maturati Tassi nominali annui lordi per ogni triennio di possesso (%) a b c d Tasso di rendimento Ipotesi di apprezzamento dell’Indice (%) Premio si/no effettivo annuo a scadenza (%) 1° periodo di periodi di riferimento riferimento Anno 1 Anni Lordo Netto successivi successivi ≥7 ≥ 10 si si 3,52 3,10 <7 ≥ 10 no si 2,83 2,49 ≥7 < 10 si no 1,24 1,09 <7 < 10 no no 0,50 0,44 Anno Mese Tasso effettivo annuo alla fine di ciascun semestre (%) Netto Lordo Mese 0,22 0,25 6 0,33 0,37 12 0,51 0,58 18 www.cassaddpp.it • durata massima: 4 anni dalla data di sottoscrizione • interesse annuale variabile legato all’indice EURO STOXX 50® • interesse annuale minimo garantito pari all’0,50% • eventuale rendimento annuale massimo a scadenza pari al 3,52% 6 0 6 0 6 0 Maggiorazione annua lorda (%) 0,15 0,15 0,15 0,15 0,15 0,15 Esemplificazione del tasso di rendimento effettivo a scadenza al variare del tasso BOT 6M Ipotesi di Tasso BOT 6M costante (%) ≤ 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 Tasso di rendimento effettivo annuo a scadenza (%) Lordo Netto 0,15 0,13 1,15 1,01 2,16 1,90 3,17 2,79 4,19 3,69 BFP7insieme - SERIE S25 • durata massima: 7 anni dalla data di sottoscrizione • dal 1° al 6° anno, restituisce una quota fissa annua del capitale sottoscritto • se rimborsato prima del 7° anno non corrisponde interessi Tasso effettivo annuo a scadenza (%) Anno Lordo Netto 7 2,50 2,21 Simboli: ≥ maggiore o uguale; < minore; ≤ minore o uguale; R. Ba. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 1 di 67 Mer 12/02/2014 Corriere della Sera Pagina 29 Compensazione crediti con il Fisco Per il 2014 le imprese in credito con la pubblica amministrazione potranno compensare i debiti maturati con l' agente di riscossione. Ancora da definire le modalità, che dovranno essere emanate entro 90 giorni dall' entrata in vigore del decreto. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 2 di 67 . Mer 12/02/2014 10 Italia Oggi Mercoledì 12 Febbraio 2014 Pagina 10 PRIMO PIANO Deve 100 milioni anche a chi ha fatto dei restauri autorizzati in edifici storico-artistici Lo Stato, un debitore impenitente Se un privato facesse così porterebbe i libri in tribunale DI CESARE MAFFI N on ci sono soltanto i «rimborsi alle imprese» fra i debiti della pubblica amministrazione ancora da saldare. C’è pure un impegno, stimato al 31 dicembre 2011 in 97.263.468,66 euro, nei confronti di privati proprietari d’immobili di valore storicoartistico che hanno compiuto interventi conservativi. Ovviamente siamo nella tradizionale condizione immortalata da Totò: «… e io pago». A pagare, qui, sono coloro che hanno eseguito lavori di restauro su edifici storico-artistici, in applicazione del codice dei beni culturali, che garantisce loro un contributo pubblico in riconoscimento del fatto che mantenere simili beni risponde a un interesse collettivo. L’importo è stato di recente indicato dal sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, rispondendo a un’interrogazione posta dai deputati di Sc Enrico Zanetti, Salvatore Matarrese e Milena Santerini. Anzi, l’insolita ammissione (è raro che sia fornita una cifra precisa al centesimo, in tema di magagne pubbliche) è stata avvalorata dall’esplicita affermazione che «l’importo complessivo segnalato è soggetto a notevole incremento, tenuto conto di tutti i lavori collaudati successivamente, compresi quelli autorizzati fino alla data del 14 agosto 2012», quando il decreto-legge n. 95 del 2012 sospese l’erogazione dei contributi. ri, e quindi una parte del versato tornerebbe all’erario per pagamento di Iva. Da notare altresì che si tratta di lavori collaudati: quindi, è stato riconosciuto in via definitiva che il contributo dev’essere erogato, ma per motivi di cassa non si provvede. La situazione invereconda di questi creditori dello Stato, ai quali la mano pubblica ammette di dovere oltre 100 milioni ma non provvede in alcun modo, ha visto tornare alla carica il deputato Matarrese, che con altra interrogazione ha invitato a trovare almeno una soluzione parziale: «Corrispondere acconti a chi non ne ha ricevuti in corso d’opera». Non volete saldare quanto dovete?, sembra chiedere il parlamentare? Per lo meno, cominciate con un acconto. Anche perché non risulta che, quando lo Stato è creditore, il debitore possa permettersi di non pagare per anni e anni senza conseguenze. © Riproduzione riservata Per conservare immobili storico-artistici si rendono necessari interventi tanto delicati quanto costosi, oltre che assoggettati a stringenti disposizioni delle soprintendenze competenti. Le spese possono aggirarsi fra i 200 e i 300 mila euro, importi rimborsabili dallo Stato fino a un massimo, costituito dalla metà. Ovviamente il privato, al momento di decidere l’avvio delle necessarie opere, conta di avere un parziale ristoro delle spese affrontate, in ciò confortato dai funzionari delle soprintendenze, i quali sollecitano i lavori, ritenuti necessari per la conservazione medesima del bene, assicurando che non mancherà il contributo dello Stato. Viceversa, come si evince dalla risposta all’interrogazione, devono arrivare ai privati 97 milioni di euro, anzi, considerata l’esplicita ammissione, molto più di 100 milioni. Da notare, in tema di rimborsi alle imprese, che gli importi indicati potrebbero servire proprio a saldare aziende edili che hanno eseguito i lavo- Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 3 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 10 Deve 100 milioni anche a chi ha fatto dei restauri autorizzati in edifici storico-artistici. Lo Stato, un debitore impenitente Se un privato facesse così porterebbe i libri in tribunale. Non ci sono soltanto i «rimborsi alle imprese» fra i debiti della pubblica amministrazione ancora da saldare. C' è pure un impegno, stimato al 31 dicembre 2011 in 97.263.468,66 euro, nei confronti di privati proprietari d' immobili di valore storico-artistico che hanno compiuto interventi conservativi. Ovviamente siamo nella tradizionale condizione immortalata da Totò: «… e io pago». A pagare, qui, sono coloro che hanno eseguito lavori di restauro su edifici storicoartistici, in applicazione del codice dei beni culturali, che garantisce loro un contributo pubblico in riconoscimento del fatto che mantenere simili beni risponde a un interesse collettivo. L' importo è stato di recente indicato dal sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, rispondendo a un' interrogazione posta dai deputati di Sc Enrico Zanetti, Salvatore Matarrese e Milena Santerini. Anzi, l' insolita ammissione (è raro che sia fornita una cifra precisa al centesimo, in tema di magagne pubbliche) è stata avvalorata dall' esplicita affermazione che «l' importo complessivo segnalato è soggetto a notevole incremento, tenuto conto di tutti i lavori collaudati successivamente, compresi quelli autorizzati fino alla data del 14 agosto 2012», quando il decreto-legge n. 95 del 2012 sospese l' erogazione dei contributi. Per conservare immobili storico-artistici si rendono necessari interventi tanto delicati quanto costosi, oltre che assoggettati a stringenti disposizioni delle soprintendenze competenti. Le spese possono aggirarsi fra i 200 e i 300 mila euro, importi rimborsabili dallo Stato fino a un massimo, costituito dalla metà. Ovviamente il privato, al momento di decidere l' avvio delle necessarie opere, conta di avere un parziale ristoro delle spese affrontate, in ciò confortato dai funzionari delle soprintendenze, i quali sollecitano i lavori, ritenuti necessari per la conservazione medesima del bene, assicurando che non mancherà il contributo dello Stato. Viceversa, come si evince dalla risposta all' interrogazione, devono arrivare ai privati 97 milioni di euro, anzi, considerata l' esplicita ammissione, molto più di 100 milioni. Da notare, in tema di rimborsi alle imprese, che gli importi indicati potrebbero servire proprio a saldare aziende edili che hanno eseguito i lavori, e quindi una parte del versato tornerebbe all' erario per pagamento di Iva. Da notare altresì che si tratta di lavori collaudati: quindi, è stato riconosciuto in via Pubblica Amministrazione definitiva che il contributo dev' essere erogato, ma per motivi di cassa non si provvede. La situazione invereconda di questi creditori dello Stato, ai quali la mano pubblica ammette di dovere oltre 100 milioni ma non provvede in alcun modo, ha visto tornare alla carica il deputato Matarrese, che con altra interrogazione ha invitato a trovare almeno una soluzione parziale: «Corrispondere acconti a chi non ne ha ricevuti in corso d' opera». Non volete saldare quanto dovete?, sembra chiedere il parlamentare? Per lo meno, cominciate con un acconto. Anche perché non risulta che, quando lo Stato è creditore, il debitore possa permettersi di non pagare per anni e anni senza conseguenze. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 4 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 7 PRIMO PIANO Mercoledì 12 Febbraio 2014 7 Negli ultimi 18 anni. Non è un giudizio politico. Lo dicono i dati di scenarieconomici.it Governo Monti, è stato il peggiore E quello di Letta è il secondo peggiore in questi 18 anni DI «I TINO OLDANI l tempo è galantuomo, più galantuomo dei galantuomini tra virgolette» dice ora Giulio Tremonti, con una perfida allusione al rivale accademico e politico Mario Monti. I due non si sono mai stimati molto, anzi. Quando il primo era ministro dell’Economia del governo Berlusconi, Monti non gli lesinò critiche feroci nei suoi editoriali sul Corriere della sera. Ma ora, dopo quanto Alan Friedman ha rivelato sulle trame quirinalizie che - dietro le quinte - hanno agevolato la nascita del governo Monti e la caduta del governo Berlusconi, Tremonti si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Vogliamo farlo un bilancio differenziale su com’era la situazione prima e su com’è adesso? Il debito pubblico doveva scendere e invece è salito. Il pil doveva salire ed è sceso». Parole consegnate a Dagospia, insieme all’annuncio del suo prossimo libro sull’euro, dove potrebbero emergere nuovi retroscena politici, non meno clamorosi e imbarazzanti di quello che ha appena coinvolto il presidente Giorgio Napolitano. Nell’attesa, ci sembra meritevole di attenzione uno studio compiuto dal sito scenarieconomici.it, che Italia Oggi anticipa in esclusiva. Questo studio ha messo a confronto i governi degli ultimi 18 anni, dal 1996 (governi Dini e Prodi) al 2013 (governi Monti e Letta), valutandone l’operato rispetto alla media europea in base a sei parametri fondamentali dell’economia reale e della finanza pubblica. Il risultato è clamoroso: il governo tecnico guidato da Monti ne esce come il peggiore in assoluto, seguito a ruota dal governo Letta. Sia chiaro: questi giudizi si basano su dati statistici, e solo su quelli, non già su analisi politologiche, che potrebbero essere di parte. Il metodo seguito dagli esperti di statistica che collaborano con il sito è piuttosto semplice: hanno preso in esame sei indicatori economici (prodotto interno lordo, disoccupazione, produzione industriale, debito pubblico, inflazione e deficit pubblico) e hanno confrontato il loro andamento sotto i governi italiani degli ultimi 18 anni con l’andamento degli stessi indici medi in Europa. A sorpresa, l’unico anno in cui il governo italiano ha fatto meglio della media europea è stato il 2.010, quando a Palazzo Chigi c’era Berlusconi. Quel governo superò dello 0,7 per cento la media europea (ottenuta sommando i vari indici), con punte superiori al 2 per cento nei due indici relativi al debito pubblico e al deficit pubblico rispetto al pil. Soltanto in altri due anni il governo italiano registrò Pubblica Amministrazione risultati in linea con la media Ue: il 2001 (governi Amato e Berlusconi) e il 2009 (governo Berlusconi). In tutti gli altri anni i governi hanno fatto sempre peggio della media Ue. Ma quello che ha fatto peggio di tutti in assoluto è stato quello guidato da Monti, che nel 2012 ha portato a casa uno scarto negativo di 1,6 punti rispetto alla media Ue, ottenuta sommando i sei parametri di confronto. In particolare, Monti ha fatto peggio di tutto il resto d’Europa in base a quattro indicatori: pil, disoccupazione, produzione industriale e debito pubblico (qui lo scarto è stato addirittura del 3,5 per cento). «Nel complesso» sintetizza la ricerca di scenarieconomici.it «la manovra Monti imperniata all’85 per cento sulle tasse, ha letteralmente ‘distrutto’ l’economia reale (ricchezza, lavoro, produzione), ha creato inflazione ed ha ottenuto risultati fortemente negativi sul fronte della finanze pubbliche rispetto al triennio precedente». Dunque, Monti peggio del governo Berlusconi, in carica dal 2008 al 2001. Ma il merito, precisa la ricerca, non fu tanto del premier, quanto del suo ministro dell’Economia: «Tremonti in quei periodi di crisi internazionale ‘feroce’ ebbe il merito di non sperperare denaro pubblico e di non fare niente (era accusato di questo da tutti). Nel resto d’Europa quasi tutti i governi (quelli dei Piigs, di Francia e Regno Unito) fecero politiche fortemente espansive della spesa pubblica a deficit, che deteriorarono i Mario Monti conti pubblici e non migliorarono sostanzialmente l’economia reale». Confrontando gli indici, lo studio sostiene che l’Italia di Tremonti fece meglio della media Ue «sostanzialmente per demerito dei nostri partners. In estrema sintesi, è meglio un governo che non fa niente, che un governo che agisce (e quindi fa danni)». Paradosso tutto da verificare, a nostro avviso. Tra i governi che hanno fatto danni, nello studio spiccano il governo Monti e quello guidato da Letta, definito «il secondo peggior governo degli ultimi 18 anni». Le sue performance «sono abbrutite dall’eredità devastante lasciata dal governo Monti su molti indicatori, nonché dall’espansione del debito pubblico anche a causa del pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione (riteniamo che nel 2014 i risultati saranno meno negativi rispetto a quelli del 2013)». Scendendo nel particolare, lo studio di scenarieconomici. it mette a fuoco l’operato dei vari governi. 1) Pil Italia-Ue. Da 18 anni l’Italia «è in sostanziale tracollo, perdendo in media l’1,1 per cento l’anno (circa il 20 per cento cumulato). Con i governi di centrodestra e con quelli di centrosinistra gli italiani perdevano in media 250 euro di ricchezza l’anno. Con Monti la perdita è salita a 450 euro a testa, neonati inclusi». 2) Disoccupazione. In media, i governi di centrodestra hanno fatto un pochino meglio di quelli di centrosinistra, ma negli ultimi anni c’è stato il tracollo: «Con i governi Monti e Letta arrivano i peggiori risultati degli ultimi 18 anni perché sono state perseguite politiche che hanno fatto collassare la domanda interna e quindi il pil». 3) Produzione industriale. Da 18 anni, quale che sia il governo, è un tracollo continuo, con un calo medio dell’1,8 per cento annuo, e del 30 per cento cumulato, «una cifra mozzafiato». «I governi peggiori in assoluto? Monti (-3,6%) e Letta (-2,7%), che hanno accelerato la deindustrializzazione dell’Italia». 4) Debito pubblico. I governi di centrodestra e quelli di centrosinistra sono riusciti a contenere il differenziale con l’Europa tra lo 0,7 e l’1 per cento. Ma Monti e Letta sono stati disastrosi, ampliando il differenziale del 3,8 e del 4,5 per cento rispettivamente. 5) Inflazione. Per dieci anni, dal 1996 al 2005, l’Italia ha avuto un’inflazione superiore di 5-6 punti a quella europea. In seguito, il nostro andamento dei prezzi è stato mediamente inferiore, salvo risalire - sia pure di poco - nel 2012 con Monti per l’aumento dell’Iva. 6) Deficit pubblico. Per oltre 13 anni - dal 1996 al 2008 - l’Italia ha avuto un deficit maggiore della media europea, mentre nel 2009-2010 (governo Berlusconi-Tremonti) ne ha avuto uno inferiore, addirittura del 2 per cento nel 2010. Vantaggio scomparso con Monti e Letta. In conclusione: sia i governi di centrodestra che quelli di centrosinistra, sostiene lo studio, «hanno governato sostanzialmente allo stesso modo, con politiche simili, risultati negativi e in modo mediocre: solo Monti e Letta hanno fatto peggio. L’Italia per 18 anni ha perso costantemente pil e produzione rispetto alla media Ue, indipendentemente da chi fosse al governo. L’Italia è irrimediabilmente in declino. Cosa ci sarebbe da fare? Monti ha avuto risultati di performance peggiori di tutti i governi, perché ha di fatto spinto all’estremo le politiche fallimentari dei governi precedenti. Quello che serve all’Italia è esattamente l’opposto». Lo studio finisce qui, si ferma ai numeri, e non dice nulla su chi possa guidare un governo capace di fare «l’opposto». Una pagina - questa tutta da scrivere, possibilmente senza ripetere i tanti errori compiuti ai livelli più alti dello Stato, soprattutto senza ulteriori intrighi dietro le quinte. © Riproduzione riservata SOTTO A CHI TOCCA Per sapere se valeva la pena disarcionare Berlusconi, Monti chiese consiglio a Prodi e a De Benedetti che gli dissero di sì DI P ISHMAEL iovono critiche sul Quirinale, dove si preparava la successione all’esecutivo berlusconiano ben prima che, a settembre del 2011, fosse investito e travolto dalla crisi dello spread. Scrive il Corriere che Giorgio Napolitano, impaziente di salvare l’Italia dal partito di plastica, convocò Mario Monti a palazzo fin da giugno, mesi prima del patatrac, quando ancora il governo Berlusconi era (o almeno sembrava) saldamente in sella e lo spread era ancora un oggetto misterioso. A rivelarlo è stato lo stesso Monti, citato da Alan Friedman in Ammazziamo il Gattopardo, Rizzoli, pp. 300, 18,00 euro, il suo nuovo libro, in uscita nei prossimi giorni. Napolitano, insomma, si portò molto per tempo avanti col lavoro. Quanto a lui, Monti, ne parlò con due amici, ai quali chiese consiglio: Romano Prodi e Carlo De Benedetti. Niente di male, e neppure niente di strano. Erano tempi bui per l’Italia e per l’Europa: la Grecia era a un pelo dal disastro e l’Italia, che non era la Grecia, qualunque ne cosa dicessero all’epoca Angela Merkel, la stampa apocalittica e le agenzie internazionali di rating, era non di meno a rischio. Niente andava per il verso giusto e non c’era bisogno di Nostradamus per capire che s’imponeva un cambio di passo. Napolitano, prima ancora che i giochi fossero fatti, lanciò il suo rien ne va plus convocando l’ex rettore della Bocconi e affidandogli, in segreto, la missione di portare l’economia in salvo quando lui gli avesse dato il là. Soltanto un commissario politico (anzi, soltanto un sergente tecnico che non parla ma abbaia, come in Full Metal Jacket) poteva evitare che l’intero paese si perdesse nel bosco. Monti accettò l’incarico di rendersi disponibile al momento opportuno (e ne ebbe in cambio, par di capire, la nomina a senatore a vita). Prodi era contento, De Benedetti pure: cosa si può volere di più? C’era davvero bisogno, dopotutto, d’un elettroshock che schiarisse le idee alla classe di governo: meno bun- Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 ga bunga e più soluzioni pratiche per i problemi concreti (quando torneranno le vacche grasse, se mai torneranno, si potrà ricominciare con le soluzioni immaginarie dei problemi inesistenti). Monti, per la verità, non fece granché per risollevare le sorti del paese né per consolare i contribuenti e gli esodati, come avrebbe dimostrato, nel febbraio del 2023, il suo clamoroso capitombolo elettorale. Ma lasciamo da parte i meriti e le colpe del governo dei professori. E lasciamo da parte anche il fatto che Napolitano prese la decisione di gettare Silvio Berlusconi ai pesci senza averne (a regola di costituzione, «la più bella del mondo») il diritto né la facoltà. Lasciamo da parte De Benedetti, Prodi e la nomina di Monti a senatore. Chiediamoci soltanto che specie di paese è il paese in cui, prima di prendere una posizione qualsiasi, bisogna lasciare da parte tutto: la costituzione, il diritto, la politica, la morale, Prodi, De Benedetti, i meriti, le colpe e la ragion pratica (per non parlare di quella pura). © Riproduzione riservata Pagina 5 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 7 Negli ultimi 18 anni. Non è un giudizio politico. Lo dicono i dati di scenarieconomici.it. Governo Monti, è stato il peggiore E quello di Letta è il secondo peggiore in questi 18 anni. «Il tempo è galantuomo, più galantuomo dei galantuomini tra virgolette» dice ora Giulio Tremonti, con una perfida allusione al rivale accademico e politico Mario Monti. I due non si sono mai stimati molto, anzi. Quando il primo era ministro dell' Economia del governo Berlusconi, Monti non gli lesinò critiche feroci nei suoi editoriali sul Corriere della sera. Ma ora, dopo quanto Alan Friedman ha rivelato sulle trame quirinalizie che - dietro le quinte hanno agevolato la nascita del governo Monti e la caduta del governo Berlusconi, Tremonti si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Vogliamo farlo un bilancio differenziale su com' era la situazione prima e su com' è adesso? Il debito pubblico doveva scendere e invece è salito. Il pil doveva salire ed è sceso». Parole consegnate a Dagospia, insieme all' annuncio del suo prossimo libro sull' euro, dove potrebbero emergere nuovi retroscena politici, non meno clamorosi e imbarazzanti di quello che ha appena coinvolto il presidente Giorgio Napolitano. Nell' attesa, ci sembra meritevole di attenzione uno studio compiuto dal sito scenarieconomici.it, che Italia Oggi anticipa in esclusiva. Questo studio ha messo a confronto i governi degli ultimi 18 anni, dal 1996 (governi Dini e Prodi) al 2013 (governi Monti e Letta), valutandone l' operato rispetto alla media europea in base a sei parametri fondamentali dell' economia reale e della finanza pubblica. Il risultato è clamoroso: il governo tecnico guidato da Monti ne esce come il peggiore in assoluto, seguito a ruota dal governo Letta. Sia chiaro: questi giudizi si basano su dati statistici, e solo su quelli, non già su analisi politologiche, che potrebbero essere di parte. Il metodo seguito dagli esperti di statistica che collaborano con il sito è piuttosto semplice: hanno preso in esame sei indicatori economici (prodotto interno lordo, disoccupazione, produzione industriale, debito pubblico, inflazione e deficit pubblico) e hanno confrontato il loro andamento sotto i governi italiani degli ultimi 18 anni con l' andamento degli stessi indici medi in Europa. A sorpresa, l' unico anno in cui il governo italiano ha fatto meglio della media europea è stato il 2.010, quando a Palazzo Chigi c' era Berlusconi. Quel governo superò dello 0,7 per cento la media europea (ottenuta sommando i vari indici), con punte superiori al 2 per cento nei due indici relativi al debito pubblico e al deficit pubblico rispetto Pubblica Amministrazione al pil. Soltanto in altri due anni il governo italiano registrò risultati in linea con la media Ue: il 2001 (governi Amato e Berlusconi) e il 2009 (governo Berlusconi). In tutti gli altri anni i governi hanno fatto sempre peggio della media Ue. Ma quello che ha fatto peggio di tutti in assoluto è stato quello guidato da Monti, che nel 2012 ha portato a casa uno scarto negativo di 1,6 punti rispetto alla media Ue, ottenuta sommando i sei parametri di confronto. In particolare, Monti ha fatto peggio di tutto il resto d' Europa in base a quattro indicatori: pil, disoccupazione, produzione industriale e debito pubblico (qui lo scarto è stato addirittura del 3,5 per cento). «Nel complesso» sintetizza la ricerca di scenarieconomici.it «la manovra Monti imperniata all' 85 per cento sulle tasse, ha letteralmente 'distrutto' l' economia reale (ricchezza, lavoro, produzione), ha creato inflazione ed ha ottenuto risultati fortemente negativi sul fronte della finanze pubbliche rispetto al triennio precedente». Dunque, Monti peggio del governo Berlusconi, in carica dal 2008 al 2001. Ma il merito, precisa la ricerca, non fu tanto del premier, quanto del suo ministro dell' Economia: «Tremonti in quei periodi di crisi internazionale 'feroce' ebbe il merito di non sperperare denaro pubblico e di non fare niente (era accusato di questo da tutti). Nel resto d' Europa quasi tutti i governi (quelli dei Piigs, di Francia e Regno Unito) fecero politiche fortemente espansive della spesa pubblica a deficit, che deteriorarono i conti pubblici e non migliorarono sostanzialmente l' economia reale». Confrontando gli indici, lo studio sostiene che l' Italia di Tremonti fece meglio della media Ue «sostanzialmente per demerito dei nostri partners. In estrema sintesi, è meglio un governo che non fa niente, che un governo che agisce (e quindi fa danni)». Paradosso tutto da verificare, a nostro avviso. Tra i governi che hanno fatto danni, nello studio spiccano il governo Monti e quello guidato da Letta, definito «il secondo peggior governo degli ultimi 18 anni». Le sue performance «sono abbrutite dall' eredità devastante lasciata dal governo Monti su molti indicatori, nonché dall' espansione del debito pubblico anche a causa del pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione (riteniamo che nel 2014 i risultati saranno meno negativi rispetto a quelli del 2013)». Scendendo nel particolare, lo studio di scenarieconomici.it mette a fuoco l' operato dei vari Pagina 6 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 7 governi. 1) Pil Italia-Ue. Da 18 anni l' Italia «è in sostanziale tracollo, perdendo in media l' 1,1 per cento l' anno (circa il 20 per cento cumulato). Con i governi di centrodestra e con quelli di centrosinistra gli italiani perdevano in media 250 euro di ricchezza l' anno. Con Monti la perdita è salita a 450 euro a testa, neonati inclusi». 2) Disoccupazione. In media, i governi di centrodestra hanno fatto un pochino meglio di quelli di centrosinistra, ma negli ultimi anni c' è stato il tracollo: «Con i governi Monti e Letta arrivano i peggiori risultati degli ultimi 18 anni perché sono state perseguite politiche che hanno fatto collassare la domanda interna e quindi il pil». 3) Produzione industriale. Da 18 anni, quale che sia il governo, è un tracollo continuo, con un calo medio dell' 1,8 per cento annuo, e del 30 per cento cumulato, «una cifra mozzafiato». «I governi peggiori in assoluto? Monti (3,6%) e Letta (-2,7%), che hanno accelerato la deindustrializzazione dell' Italia». 4) Debito pubblico. I governi di centrodestra e quelli di centrosinistra sono riusciti a contenere il differenziale con l' Europa tra lo 0,7 e l' 1 per cento. Ma Monti e Letta sono stati disastrosi, ampliando il differenziale del 3,8 e del 4,5 per cento rispettivamente. 5) Inflazione. Per dieci anni, dal 1996 al 2005, l' Italia ha avuto un' inflazione superiore di 5-6 punti a quella europea. In seguito, il nostro andamento dei prezzi è stato mediamente inferiore, salvo risalire - sia pure di poco - nel 2012 con Monti per l' aumento dell' Iva. 6) Deficit pubblico. Per oltre 13 anni - dal 1996 al 2008 - l' Italia ha avuto un deficit maggiore della media europea, mentre nel 2009-2010 (governo Berlusconi-Tremonti) ne ha avuto uno inferiore, addirittura del 2 per cento nel 2010. Vantaggio scomparso con Monti e Letta. In conclusione: sia i governi di centrodestra che quelli di centrosinistra, sostiene lo studio, «hanno governato sostanzialmente allo stesso modo, con politiche simili, risultati negativi e in modo mediocre: solo Monti e Letta hanno fatto peggio. L' Italia per 18 anni ha perso costantemente pil e produzione rispetto alla media Ue, indipendentemente da chi fosse al governo. L' Italia è irrimediabilmente in declino. Cosa ci sarebbe da fare? Monti ha avuto risultati di performance peggiori di tutti i governi, perché ha di fatto spinto all' estremo le politiche fallimentari dei governi precedenti. Quello che serve all' Italia è esattamente l' opposto». Lo studio finisce qui, si ferma ai numeri, e non dice nulla su chi possa guidare un governo capace di fare «l' opposto». Una pagina - questa tutta da scrivere, possibilmente senza ripetere i tanti errori compiuti ai livelli più alti dello Stato, soprattutto senza ulteriori intrighi dietro le quinte. © Riproduzione riservata. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 7 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 8 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 I M P O S T E E TA S S E Mercoledì 12 Febbraio 2014 Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese 25 PARERE ACI Le ganasce viaggiano Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero Irap ridotta fino al 25% presidente, Fratelli d’Italia, Pensionati, Pd, Patto civico e to 5 iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle, nuove imprese. Riorganizzazione del sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero. «Impresa Lombardia: per la libertà d’impresa, il lavoro e la competitività» è il nome del progetto di legge approvato ieri all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia. Il documento, elaborato nella IV commissione attività produttive presieduta da Angelo Ciocca (Lega nord) e di cui è stato relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha ottenuto il sostegno di Roberto Forza Italia, Maroni Ncd, Lega nord, lista Maroni DI GIOVANNI GALLI R e modifica la legge regionale 1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia) prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto produttivo lombardo tra cui l’accordo di competitività, la riduzione di alcune imposte, l’accesso al credito, diverse agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi. Con un emendamento dell’assessore Mario Melazzini è stato istituito il marchio «made in Lombardy» per certificare la provenienza regionale di alcuni prodotti. Entrando nello specifico dei contenuti, arriva la comunicazione unica re- gionale che sostituirà tutti gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione con le camere di commercio; via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le camera di commercio, dovrà essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle preposte ai controlli, senza passare dalle aziende; la valutazione degli interessi pubblici complessi connessi al rilascio di autorizzazioni e permessi avverrà in sede di conferenza di servizi, da espletarsi in una sola seduta e in via telematica con introduzione del silenzio assenso; e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non potranno avvenire se non dopo aver esperito l’esame dei documenti nel fascicolo elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle certificazioni rilasciate dagli enti di certificazione. © Riproduzione riservata Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini L’equipollenza adesso è di nuovo in bilico È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014. Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60 del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge 223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque, costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo. Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili. Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011). L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita, anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio tributario. Sergio Trovato Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte di modifica puntano ad azzerare l’emendamento approvato a Palazzo Madama e quindi a cancellare definitivamente l’equipollenza,fino ad ora esistente, tra il percorso formativo per l’accesso alla professione di commercialista e quello per lo svolgimento della funzione di revisore legale. Resta da capire cosa succederà oggi in commissione affari costituzionali della Camera dove si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che dovrà essere apDisponibile anche sul sito provato dall’aula www.classabbonamenti.com venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe da individuare nella necessità di disciplinare solo norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene solo proroghe di norme vigenti ma non interviene nell’approvazione di nuove. Benedetta Pacelli Pubblica Amministrazione IN EDICOLA © Riproduzione riservata Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 DI STEFANO MANZELLI Chi esporta un veicolo deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche per evitare che sullo stesso mezzo intervenga un fermo amministrativo. In tal caso infatti solo con il nulla osta dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero. Lo ha chiarito l’Aci con parere n. 983 dell’11 /2/14. I veicoli gravati da fermo amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo caso la pratica dovrà essere autorizzata dal giudice o da una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il nulla osta dell’agente della riscossione che ha iscritto il fermo. Spesso un veicolo viene esportato senza annotare tempestivamente al pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro questa pratica scorretta. Successivamente, se un agente della riscossione ignaro dell’esportazione procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione del veicolo si complicano. Specifica infatti il parere dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava già all’estero al momento dell’iscrizione del fermo amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra e, in quanto bene mobile ancora registrato in Italia, l’agente della riscossione ha potuto legittimamente iscrivere il fermo». L’unico modo per liberare il mezzo dai vincoli burocratici in questo caso è ottenere il nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per esportazione del veicolo. In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle ganasce fiscali e il veicolo, eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di dimostrare la demolizione del mezzo avvenuta sia in Italia che all’estero ma sempre precedentemente all’iscrizione del fermo amministrativo. Pagina 9 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 parere aci. Le ganasce viaggiano all' estero Chi esporta un veicolo deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche per evitare che sullo stesso mezzo intervenga un fermo amministrativo. In tal caso infatti solo con il nulla osta dell' agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia e alla sua eventuale reimmatricolazione all' estero. Lo ha chiarito l' Aci con parere n. 983 dell' 11 /2/14. I veicoli gravati da fermo amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo caso la pratica dovrà essere autorizzata dal giudice o da una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il nulla osta dell' agente della riscossione che ha iscritto il fermo. Spesso un veicolo viene esportato senza annotare tempestivamente al pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante l' art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro questa pratica scorretta. Successivamente, se un agente della riscossione ignaro dell' esportazione procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione del veicolo si complicano. Specifica infatti il parere dell' associazione che «anche se il veicolo si trovava già all' estero al momento dell' iscrizione del fermo amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra e, in quanto bene mobile ancora registrato in Italia, l' agente della riscossione ha potuto legittimamente iscrivere il fermo». L' unico modo per liberare il mezzo dai vincoli burocratici in questo caso è ottenere il nulla osta dell' agente della riscossione all' effettuazione della radiazione per esportazione del veicolo. In questo caso l' interessato otterrebbe anche l' automatica cancellazione delle ganasce fiscali e il veicolo, eventualmente reimmatricolato all' estero, potrebbe tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente l' unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di dimostrare la demolizione del mezzo avvenuta sia in Italia che all' estero ma sempre precedentemente all' iscrizione del fermo amministrativo. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 10 di 67 . Mer 12/02/2014 MF Pagina 5 5 Mercoledì 12 Febbraio 2014 DENARO & POLITICA FIRMATI I DECRETI PER AUTORIZZARE IL FONDO DI FONDI E QUELLI PER GLI IMMOBILI INPS E INAIL Invimit, ok del Tesoro a tre fondi Il ministero dell’Economia dà il via libera al trasferimento di cespiti dagli enti previdenziali alla sgr guidata da Elisabetta Spitz. E alla creazione di uno strumento per investire in veicoli creati da terzi di Luisa Leone S aranno pubblicati a giorni sulla Gazzetta Ufficiale i decreti del ministero dell’Economia che autorizzano la creazione dei primi tre fondi di Invimit, la sgr nata per valorizzare il mattone di Stato. Secondo indiscrezioni, il ministro Fabrizio Saccomanni avrebbe già apposto la firma ai due provvedimenti che danno il via libera al trasferimento dall’Inps e dall’Inail alla società guidata dall’amministratore delegato Elisabetta Spitz, di pacchetti di immobili non strumentali dei due enti previdenziali, che saranno conferiti a due distinti veicoli. Non solo. Il sigillo dell’Economia sarebbe stato posto anche sul decreto che dà il benestare alla costituzione del fondo di fondi che permetterà a Invimit di investire in veicoli creati da Regioni, Province e Comuni per valorizzare i loro asset immobiliari. Ma anche nei fondi che potranno essere costituiti dal Demanio, dalle Ferrovie e dai privati impegnati nella riqualificazione del patrimonio pubblico. Come anticipato da MF-Milano Finanza, il regolamento di questo fondo di fondi è già pronto e, una volta che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta, l’ultimo passaggio per renderlo effettivamente operativo sarà il conferimento della liquidità da parte del primo sottoscrittore, che dovrebbe essere proprio l’Inail. L’istituto di previdenza, guidato dal direttore generale Giuseppe Lucibello, ha già previsto di destinare alla sgr circa 800 milioni, accantonati per il periodo 2012-2013 e per il 2014 ha indicato uno stanziamento di 480 milioni. L’Inail, dunque, opererà con Invimit in una doppia veste, apportando liquidità al fondo di fondi e trasferendo immobili da valorizzare a un veicolo dedicato; mentre l’Inps si limiterà a quest’ultima operazione. L’ente è di recente finito nella bufera per le vicende che hanno coinvolto l’ormai ex presidente Antonio Mastrapasqua (dimes- Rc Auto, Ivass cambia le multe per comunicazioni errate di Anna Messia I l rischio era far pagare multe più salate alle assicurazioni più efficienti, con benefici immeritati per quelle meno trasparenti. Così l’Ivass qualche giorno fa ha deciso di intervenire. La banca dati sinistri Rc Auto tenuta dall’Authority guidata da Salvatore Rossi per individuare le truffe, va alimentata con le informazioni che le stesse compagnie devono inviare all’Ivass. Le comunicazioni errate o incomplete sono punite con sanzioni. Il vecchio meccanismo comminava multe per ogni sinistro comunicato male. Bastava un codice fiscale mancante o un indirizzo sbagliato di un testimone e le compagnie pagavano fino a 10 mila euro per singola comunicazione errata. Il meccanismo aveva spinto le sanzioni a livelli milionari, tanto che le compagnie avevano dovuto ricorrere al Tar, che aveva congelato la decisione in attesa di una soluzione del problema. Alla fine sono state previste sanzioni, sempre fino a 10 mila euro, sulle comunicazioni periodiche. In pratica la multa sarà comminata sull’intero pacchetto di dati trasferiti periodicamente all’Ivass. La sanzione, fino a 10 mila euro, vale quindi per l’intero flusso informativo. Il che non risolve il problema. Perché chi comunica i sinistri all’Ivass ogni giorno rischia ammende più alte di chi li invia una volta la settimana. Così l’Ivass ha aggiustato il tiro: le sanzioni saranno calcolate su base settimanale. Così la multa per ciascuna compagnia non supererà i 520 mila euro l’anno. (riproduzione riservata) Elisabetta Spitz sosi pochi giorni fa), ma i suoi tecnici avevano già individuato un primo pacchetto di immobili da trasferire alla sgr del Tesoro prima che il ciclone si scatenasse. In particolare, si tratta di parte degli asset tornati in possesso dell’Inps dopo il fallimento delle operazioni Scip, con cui nei primi anni Duemila si era tentato di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. Dei circa 12 mila cespiti in questione, l’ente avrebbe già stilato una lista di circa mille asset facilmente valorizzabili, perché a posto con tutta la trafila burocratica propedeutica a questo tipo di operazioni. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/immobili Ok della Camera a Destinazione Italia di Antonio Fidanza pprovato ieri alla Camera, il decreto Destinazione Italia giunge A oggi in Senato dove, dati i tempi molto stretti di approvazione (23 febbraio ultima data utile per la conversione), il governo con buona probabilità chiederà la fiducia. Tra le novità principali apportate nel passaggio in aula c’è la possibilità per le imprese di compensare le cartelle esattoriali con i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Al diritto di compensazione potranno accedere le aziende titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili. Le modalità per esigere la compensazione vengono rimandate però a un decreto del ministro dell’Economia di concerto con il ministro dello Sviluppo, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. La compensazione dovrà comunque tenere conto del rispetto degli equilibri di finanza pubblica. Via libera anche agli indennizzi delle imprese coinvolte nella realizzazione della Tav che hanno subito opere di sabotaggio. Tra le altre misure che caratterizzano il provvedimento ci sono quelle per abbassare il costo della bolletta energetica e per facilitare il rapporto tra le aziende straniere e il fisco italiano. (riproduzione riservata) Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 11 di 67 Mer 12/02/2014 MF Pagina 5 Ok della Camera a Destinazione Italia Approvato ieri alla Camera, il decreto Destinazione Italia giunge oggi in Senato dove, dati i tempi molto stretti di approvazione (23 febbraio ultima data utile per la conversione), il governo con buona probabilità chiederà la fiducia. Tra le novità principali apportate nel passaggio in aula c' è la possibilità per le imprese di compensare le cartelle esattoriali con i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Al diritto di compensazione potranno accedere le aziende titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili. Le modalità per esigere la compensazione vengono rimandate però a un decreto del ministro dell' Economia di concerto con il ministro dello Sviluppo, da emanare entro 90 giorni dall' entrata in vigore della legge. La compensazione dovrà comunque tenere conto del rispetto degli equilibri di finanza pubblica. Via libera anche agli indennizzi delle imprese coinvolte nella realizzazione della Tav che hanno subito opere di sabotaggio. Tra le altre misure che caratterizzano il provvedimento ci sono quelle per abbassare il costo della bolletta energetica e per facilitare il rapporto tra le aziende straniere e il fisco italiano. (riproduzione riservata) Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 12 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 Norme e tributi 17 Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa Compensabili i crediti con la Pa Rimborsi sprint anche per tasse e imposte di registro L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo DESTINAZIONE ITALIA Alessandro Sacrestano Compensazionedelcredito e non più sospensione dei ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7 bis dell’articolo 12 del decreto «destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti vantano nei confronti della pubblica amministrazione assume contorni nettamente più semplici e finisce per avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la versione originaria della norma – che prevedeva, per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa – rischiava di comprometterne l’efficacia e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi, sembra sia stata quella della semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione. Il recupero La norma, infatti, sottolinea che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a quelli «certificati secondo le modalità previste dai decreti del ministro dell’Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate alla pubblica amministrazionee ancora ine- vase, imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare questo, le istruzioni contenute sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà avere accesso dal link www. certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l’articolo qui sotto). Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla. IL QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai professionisti Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma telematica, la certificazione del credito vantato dal richiedente. La certificazione Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto destinazione Ita- lia, invece, sarà più ampia la possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della riscossione. Salvina Morina Tonino Morina I passaggi Le modalità Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però, ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale – emanato dal ministero dell’Economia e dal ministero dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull’elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È proprio questo, comunque, il punto chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del credito vantato. Perché mai, però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel decreto ministeriale. SOGGETTI DEBITORI CARATTERISTICHE COMPENSAZIONE La pubblica amministrazione Perpubblicheamministrazioni, neiconfrontidellequalisi vantailcreditochesivuole compensare,sifariferimento alloStato,aglientipubblici nazionali,aregionieprovince autonomediTrentoeBolzano, aglientilocalieaglientidel Serviziosanitarionazionale Le caratteristiche del credito Ilcreditoversolapubblica amministrazionedeve derivaredasomministrazioni, prestazioniprofessionali, fornitureeappalti.Deve inoltreesserenonprescritto, certo,liquido,esigibilee certificatoattraversola piattaformatelematica Come usare la compensazione Ilcreditovantatineiconfronti dellapubblicaamministrazione potràesserecompensatoconi ruoliemessidalconcessionario perlariscossioneaprescindere dalladatadinotificaal creditorecheabbiasomme iscrittearuolougualioinferiori alcreditovantato CERTIFICAZIONE ISTANZA DECRETO La procedura Ilcreditorepotràdareinizioal processodicertificazione del creditovantatoversola pubblicaamministrazione accreditandosisulla piattaformadicertificazione elettronicadelcredito attraversoilsito www.certificazionecrediti.mef. gov.it.Lemodalitàdi accreditosonodiversea secondacheilcreditoresia soggettoonoall’obbligodi pubblicitàlegale La domanda Unavoltaentratonella piattaforma,ilcreditoredovrà inviarel’istanzadicertificazione neiconfrontidellaPadebitrice utilizzandolafunzionalità messaadisposizionedal sistema.Ilsistemapermettedi monitorareeverificarelostato diavanzamentodelprocessodi certificazione:ilcreditore riceveràcomunicazionisul rilasciodellacertificazionee/o sullainsussistenzao inesigibilitàdelcredito Il dubbio Leconcretemodalitàdella compensazionesonorinviatea undecretointerministerialeda emanarsientro90giorni dall’entratainvigoredella leggediconversione.Ildecreto dovràtral’altrofarluce sull’elementodipiùdifficile interpretazionedellanuova disposizione:cioèsuquello chenelimitalafruibilitàaisoli soggettiperiquali«lasomma iscrittaaruolosiainferioreo parialcreditovantato» © RIPRODUZIONE RISERVATA La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo Leimpreseacacciadel«timbro» Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un con- trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L’accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d’identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l’accesso e l’altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa individuale. Con l’utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all’obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l’istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monito- rare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l’insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA La procedura sprint per i rimborsi riguarderà anche le tasse, le imposte di registro e le altre imposte indirette. La procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014, pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate. È prevista una disposizione transitoria, in base alla quale, fino al 30 giugno 2014, i "nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento. I dati necessari per il rimborso sono predisposti dall’agenzia delle Entrate, con la formazione di liste emesse conprocedure automatizzate, contenenti, per periodo e tipo d’imposta, in corrispondenza delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare delle somme da rimborsare. È stabilito che il rimborso avviene con accredito sul conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello reso disponibile dalle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet dell’agenzia delle Entrate. Il contribuente può infatti registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali, adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale. Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi da erogare al contribuente. In caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, i rimborsi alle persone fisiche sono effettuati: 1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli sportelli di poste italiane, per riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro; 1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia, per i rimborsi il cui importo, comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro. In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal modello 730, la restituzione di somme per importi superiori a 4mila euro sarà fatta dall’agenzia delle Entrate e non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2013, per contrastare l’erogazione di falsi rimborsi Irpef da parte dei sostituti d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o dalla data della presentazione seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il rimborso sarà erogato dall’agenzia delle Entrate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa cambia 01 | PROCEDURA VELOCE La procedura sprint, di norma, interessa i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioni annuali 02 | VIA DAL 1˚LUGLIO Dal 1˚luglio 2014 questa procedura sarà estesa a tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso di tasse, imposte dirette ed indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate 03 | TEMPI PIÙ BREVI Chi intende accorciare i tempi del rimborso, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello delle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia, o tramite il sito internet delle Entrate LE TUE ESIGENZE LA NOSTRA SOLUZIONE. Oggi al tuo fianco la risposta che stavi aspettando. Una nuova soluzione editoriale che moltiplica le tue competenze professionali. L’APPROFONDIMENTO DI QUALITÀ DE il fisco. La rivista da oltre 40 anni ospita le firme più autorevoli sul tema tributario. L’OPERATIVITÀ DI PRATICA FISCALE E PROFESSIONALE. L’agenda settimanale che da sempre aiuta a gestire i numerosi adempimenti e ti aggiorna sulle incombenti scadenze. LA DOTTRINA DI RASSEGNA TRIBUTARIA. Il bimestrale diretto dai più importanti professori ordinari del panorama accademico. Ma le novità non finiscono qui, compresi nel prezzo, riceverai anche i 6 pratici pocket tematici e gli indici della rivista il fisco. LA COMODITÀ DELLA CARTA E LAVELOCITÀ DELTABLET. Pubblica Amministrazione IL FISCO CAMBIA, LA TUA SICUREZZA NO. ABBONATI SUBITO: www.shopwki.it/ilfisco - www.ipsoa.it/agenzie - 02 82476794 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 13 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell' operazione DESTINAZIONE ITALIA. Compensabili i crediti con la Pa L' importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo IL QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai professionisti. Alessandro Sacrestano Compensazione del credito e non più sospensione dei ruoli. Alla fine, grazie all' emendamento al testo del comma 7 bis dell' articolo 12 del decreto «destinazione Italia», la procedura per compensare il credito che imprese e professionisti vantano nei confronti della pubblica amministrazione assume contorni nettamente più semplici e finisce per avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la versione originaria della norma - che prevedeva, per l' appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa rischiava di comprometterne l' efficacia e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la posizione debitoria di chi, invece, sul fronte opposto, è titolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d' ordine, quindi, sembra sia stata quella della semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione. Il recupero La norma, infatti, sottolinea che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a quelli «certificati secondo le modalità previste dai decreti del ministro dell' Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate alla pubblica amministrazione e ancora inevase, imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare questo, le istruzioni contenute sul sito del ministero dell' Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà avere accesso dal link www.certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l' articolo qui sotto). Una volta ottenuto l' accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie di informazioni su numeri e date delle fatture sottostanti le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che hanno autorizzato l' ente a commissionarla. Una volta che la Pa avrà accertato l' effettiva consistenza del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma Pubblica Amministrazione telematica, la certificazione del credito vantato dal richiedente. La certificazione Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, è consentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto destinazione Italia, invece, sarà più ampia la possibilità di utilizzare la certificazione per compensare le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributi assistenziali e previdenziali, premi per l' assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all' agente della riscossione. Le modalità Le concrete modalità attraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però, ancora sconosciute. Sarà infatti un decreto interministeriale - emanato dal ministero dell' Economia e dal ministero dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione - a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull' elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo l' idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È proprio questo, comunque, il punto che lascia più perplessi. La norma, infatti, rischia di creare una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del credito vantato. Perché mai, però, un soggetto che ha più debiti che crediti dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare, seppure sotto forma di compensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti dell' amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel decreto ministeriale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 14 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 I passaggi COMPENSAZIONE SOGGETTI DEBITORI CARATTERISTICHE Le caratteristiche del credito Il credito verso la pubblica amministrazione deve derivare da somministrazioni, prestazioni professionali, forniture e appalti. Deve inoltre essere non prescritto, certo, liquido, esigibile e certificato attraverso la piattaforma telematica La pubblica amministrazione Per pubbliche amministrazioni, nei confronti delle quali si vanta il credito che si vuole compensare, si fa riferimento allo Stato, agli enti pubblici nazionali, a regioni e province autonome di Trento e Bolzano, agli enti locali e agli enti del Servizio sanitario nazionale Come usare la compensazione Il credito vantati nei confronti della pubblica amministrazione potrà essere compensato con i ruoli emessi dal concessionario per la riscossione a prescindere dalla data di notifica al creditore che abbia somme iscritte a ruolo uguali o inferiori al credito vantato DECRETO ISTANZA CERTIFICAZIONE La procedura Il creditore potrà dare inizio al processo di certificazione del credito vantato verso la pubblica amministrazione accreditandosi sulla piattaforma di certificazione elettronica del credito attraverso il sito www.certificazionecrediti.mef.gov.it. Le modalità di accredito sono diverse a seconda che il creditore sia soggetto o no all' obbligo di pubblicità legale Il dubbio Le concrete modalità della compensazione sono rinviate a un decreto interministeriale da emanarsi entro 90 giorni dall' entrata in vigore della legge di conversione. Il decreto dovrà tra l' altro far luce sull' elemento di più difficile interpretazione della nuova disposizione: cioè su quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato» La domanda Una volta entrato nella piattaforma, il creditore dovrà inviare l' istanza di certificazione nei confronti della Pa debitrice utilizzando la funzionalità messa a disposizione dal sistema. Il sistema permette di monitorare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione: il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 15 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 16 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 Norme e tributi 17 Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa Compensabili i crediti con la Pa Rimborsi sprint anche per tasse e imposte di registro L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo DESTINAZIONE ITALIA Alessandro Sacrestano Compensazionedelcredito e non più sospensione dei ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7 bis dell’articolo 12 del decreto «destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti vantano nei confronti della pubblica amministrazione assume contorni nettamente più semplici e finisce per avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la versione originaria della norma – che prevedeva, per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa – rischiava di comprometterne l’efficacia e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi, sembra sia stata quella della semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione. Il recupero La norma, infatti, sottolinea che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a quelli «certificati secondo le modalità previste dai decreti del ministro dell’Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate alla pubblica amministrazionee ancora ine- vase, imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare questo, le istruzioni contenute sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà avere accesso dal link www. certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l’articolo qui sotto). Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla. IL QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai professionisti Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma telematica, la certificazione del credito vantato dal richiedente. La certificazione Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto destinazione Ita- lia, invece, sarà più ampia la possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della riscossione. Salvina Morina Tonino Morina I passaggi Le modalità Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però, ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale – emanato dal ministero dell’Economia e dal ministero dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull’elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È proprio questo, comunque, il punto chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del credito vantato. Perché mai, però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel decreto ministeriale. SOGGETTI DEBITORI CARATTERISTICHE COMPENSAZIONE La pubblica amministrazione Perpubblicheamministrazioni, neiconfrontidellequalisi vantailcreditochesivuole compensare,sifariferimento alloStato,aglientipubblici nazionali,aregionieprovince autonomediTrentoeBolzano, aglientilocalieaglientidel Serviziosanitarionazionale Le caratteristiche del credito Ilcreditoversolapubblica amministrazionedeve derivaredasomministrazioni, prestazioniprofessionali, fornitureeappalti.Deve inoltreesserenonprescritto, certo,liquido,esigibilee certificatoattraversola piattaformatelematica Come usare la compensazione Ilcreditovantatineiconfronti dellapubblicaamministrazione potràesserecompensatoconi ruoliemessidalconcessionario perlariscossioneaprescindere dalladatadinotificaal creditorecheabbiasomme iscrittearuolougualioinferiori alcreditovantato CERTIFICAZIONE ISTANZA DECRETO La procedura Ilcreditorepotràdareinizioal processodicertificazione del creditovantatoversola pubblicaamministrazione accreditandosisulla piattaformadicertificazione elettronicadelcredito attraversoilsito www.certificazionecrediti.mef. gov.it.Lemodalitàdi accreditosonodiversea secondacheilcreditoresia soggettoonoall’obbligodi pubblicitàlegale La domanda Unavoltaentratonella piattaforma,ilcreditoredovrà inviarel’istanzadicertificazione neiconfrontidellaPadebitrice utilizzandolafunzionalità messaadisposizionedal sistema.Ilsistemapermettedi monitorareeverificarelostato diavanzamentodelprocessodi certificazione:ilcreditore riceveràcomunicazionisul rilasciodellacertificazionee/o sullainsussistenzao inesigibilitàdelcredito Il dubbio Leconcretemodalitàdella compensazionesonorinviatea undecretointerministerialeda emanarsientro90giorni dall’entratainvigoredella leggediconversione.Ildecreto dovràtral’altrofarluce sull’elementodipiùdifficile interpretazionedellanuova disposizione:cioèsuquello chenelimitalafruibilitàaisoli soggettiperiquali«lasomma iscrittaaruolosiainferioreo parialcreditovantato» © RIPRODUZIONE RISERVATA La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo Leimpreseacacciadel«timbro» Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un con- trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L’accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d’identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l’accesso e l’altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa individuale. Con l’utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all’obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l’istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monito- rare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l’insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA La procedura sprint per i rimborsi riguarderà anche le tasse, le imposte di registro e le altre imposte indirette. La procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014, pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate. È prevista una disposizione transitoria, in base alla quale, fino al 30 giugno 2014, i "nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento. I dati necessari per il rimborso sono predisposti dall’agenzia delle Entrate, con la formazione di liste emesse conprocedure automatizzate, contenenti, per periodo e tipo d’imposta, in corrispondenza delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare delle somme da rimborsare. È stabilito che il rimborso avviene con accredito sul conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello reso disponibile dalle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet dell’agenzia delle Entrate. Il contribuente può infatti registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali, adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale. Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi da erogare al contribuente. In caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, i rimborsi alle persone fisiche sono effettuati: 1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli sportelli di poste italiane, per riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro; 1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia, per i rimborsi il cui importo, comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro. In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal modello 730, la restituzione di somme per importi superiori a 4mila euro sarà fatta dall’agenzia delle Entrate e non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2013, per contrastare l’erogazione di falsi rimborsi Irpef da parte dei sostituti d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o dalla data della presentazione seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il rimborso sarà erogato dall’agenzia delle Entrate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa cambia 01 | PROCEDURA VELOCE La procedura sprint, di norma, interessa i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioni annuali 02 | VIA DAL 1˚LUGLIO Dal 1˚luglio 2014 questa procedura sarà estesa a tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso di tasse, imposte dirette ed indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate 03 | TEMPI PIÙ BREVI Chi intende accorciare i tempi del rimborso, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello delle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia, o tramite il sito internet delle Entrate LE TUE ESIGENZE LA NOSTRA SOLUZIONE. 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La piattaforma è, in relazione alla procedura di compensazione in esame, l' unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un contratto avente ad oggetto somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della pubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, enti locali ed enti del servizio sanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaforma elettronica di certificazione attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d' identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un' associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all' accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l' accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta Pubblica Amministrazione entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un' apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invece concluso indicando le informazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monitorare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un' apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 18 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 9 PRIMO PIANO Mercoledì 12 Febbraio 2014 9 Sono le spese che la Corte dei Conti chiede all’ex sindaco di Bologna e ai membri della giunta Mannaia di 1,2 mln su Cofferati E intanto c’è un’altra inchiesta della Gdf per 91 mln DI GIORGIO PONZIANO L a mannaia della corte dei conti arriva (anche) su Sergio Cofferati, ex-segretario Cgil poi riciclato sindaco di Bologna, non ripresentato a furor di popolo al secondo mandato e ri-riciclato al parlamento europeo, dove sta terminando la sua prima legislatura e si sta dando da fare per farne una seconda, coi relativi emolumenti. E sembra in una botte di ferro, appoggiato sia da Gianni Cuperlo, di cui è stato un grande elettore alle primarie («il mio voto a Cuperlo è per un Pd che dica con forza da che parte sta, quella dei più deboli e di chi non si sente rappresentato. Per un Pd plurale e inclusivo, capace di dare voce a un ampio spazio di centro sinistra, di rinnovarsi senza perdere i suoi valori») sia da Matteo Renzi a cui (dopo l’ascesa alla segreteria) ha giurato fedeltà, tanto da difenderlo anche per il contestato (dalla minoranza interna) incontro col Cavaliere: «Renzi doveva incontrare Berlusconi, era inevitabile. Ed è meglio averlo fatto al Nazareno che a palazzo Grazioli». Adesso però rischia lo sgambetto da parte dei magistrati della corte dei conti che gli hanno inviato un avviso a comparire in giudizio per il 7 maggio, proprio alla vigilia delle elezioni europee: a lui e ai membri della sua ex-giunta, compreso l’allora assessore e adesso sindaco, Virginio Merola, è chiesta la restituzione di 1,2 milioni di euro. I pm contabili ritengono che Cofferati e i suoi assessori abbiano «deliberato con modalità e con- Normativa Comuni tenuti viziati da illegittimità, irragionevolezza, illogicità, arbitrarietà e antieconomicità» apportando «una variante sostanziale al progetto, contraria alla normativa vigente e allo stesso regolamento contrattuale». Inoltre nella citazione si rileva che «le consistenti spese di progettazione di questa variante dovevano essere sostenute dalla stazione appaltante», cioè le coop, e non dal Comune. Ma c’è di più, proseguendo le indagini sull’affaireCivis la guardia di finanza ha quantificato in altri 91 milioni di euro il danno erariale provocato dalle scelte di politici e tecnici (su una spesa pubblica totale di 150 milioni): un bel gruzzolo di denaro sperperato alla faccia della litania dei sindaci sulla mancanza di risorse. Il dossier redatto dalla guardia di finanza indica i capitoli di spesa contestati, le delibere approvate dalla giunta comunale, i contratti firmati dalla longa manus del Comune, l’azienda dei trasporti. Tocca ora ai pm individuare le responsabilità anche in questo secondo filone d’indagine. Nel fascicolo trasmesso alla corte dei conti, la guardia di finanza elenca otto membri del consiglio d’amministrazione dell’azienda dei trasporti e due commissari delle gare d’appalto che hanno apposto le loro firme sulle delibere e sugli atti contestati dai finanzieri ma inoltre sottolinea come al piano tecnico sia strettamente rapportato quello politico: se i pm chiederanno la restituzione pure di una simile somma (in aggiunta al miliardo e rotti già contestato) saranno guai seri Sergio Cofferati per Cofferati e soci. I quali si stanno preparando alla prima udienza di maggio. Cofferati anticipa: «Agimmo nell’interesse della città. Rivedemmo il progetto per due ragioni: perché era stato giudicato illegittimo dalla corte costituzionale non essendo stato concordato con Regione e Provincia e perché lo giudicavamo sbagliato». In pratica cosa avvenne? Cofferati e la sua giunta, subissati dalle proteste, si resero conto che era impossibile continuare a imporre il Civis. Ma il sindaco si trovava di fronte a due problemi: non perdere la faccia dichiarando il fallimento del progetto, non rinunciare ai fondi ministeriali agguantati con tanta fatica e finalizzati alla costruzione di metropolitane (interrate o di superficie). L’escamotage fu un nuovo progetto che trasformava il Civis in tranvia seppure ancora con la pomposa denominazione di metrò, anche se di metrò ave- va assai poco. Il Comune pagò il nuovo progetto (impropriamente, secondo la guardia di finanza) ma la ciambella non riuscì col buco, anche questa soluzione si rivelò in seguito impraticabile. Sempre a spese del bilancio comunale. C’è attesa per l’udienza del 7 maggio. Ma la telenovela giudiziaria continuerà a seconda dei rilievi dei giudici contabili per l’ulteriore esborso dei 91 milioni, la maggior parte dei quali spesi per opere stradali e sottopassi (sempre realizzati dalle coop) finalizzati al metro mai realizzato. Per altro la guardia di finanza sta ancora indagando su altri filoni dell’affaire-Civis, per cui entro l’estate potrebbero esserci ulteriori sviluppi, una vera spina nel fianco per l’exsegretario cigiellino trasformatosi in politico europeo. Si è trattato di finanziamenti pubblici, in parte locali e in parte nazionali, in- Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 vestiti in una vicenda all’italiana, finita in una bolla di sapone. I tartassati contribuenti hanno fatto sacrifici per un bluff. I politici, sindaci in testa, spiegavano che sì le tasse aumentavano ma in cambio i cittadini avrebbero avuto una metropolitana di superficie e quindi una mobilità a livello europeo. Progetti costosi, appalti aggiudicati (alle coop), ruspe in funzione con la città bloccata per mesi per i lavori nelle sue strade principali. In questo pozzo vengono buttati (è la guardia di finanza a tirare le somme) milioni come fossero bruscolini. Poi è arrivato il nuovo sindaco, Virginio Merola, che ha sostituito Cofferati, di cui era stato assessore, e ha bloccato tutto perché il convoglio (anche nella versione più piccola) gestito dalla fibra ottica posta sotto l’asfalto non riesce a transitare per le strade del centro storico medioevale di Bologna. Nessuno si era preoccupato di verificarlo prima di incominciare l’avventura. Una beffa, che coinvolge tutto lo stato maggiore Pd, maggioranza schiacciante in Comune. Rimangono la fibra ottica inserita e inutilizzata sotto l’asfalto, le strade spezzate in due per far posto, al centro, alle banchine dinanzi alle quali doveva fermarsi il Civis, perfino i convogli (che stanno arrugginendo nei depositi dell’azienda dei trasporti) arrivati dalla Francia (le aziende transalpine, preferite a quelle italiane, ringraziano). E tutto questo in una situazione di crisi dell’economia, delle infrastrutture, della finanza pubblica. Twitter: @gponziano Pagina 19 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 9 Sono le spese che la Corte dei Conti chiede all' ex sindaco di Bologna e ai membri della giunta. Mannaia di 1,2 mln su Cofferati E intanto c' è un' altra inchiesta della Gdf per 91 mln. La mannaia della corte dei conti arriva (anche) su Sergio Cofferati, ex-segretario Cgil poi riciclato sindaco di Bologna, non ripresentato a furor di popolo al secondo mandato e ri-riciclato al parlamento europeo, dove sta terminando la sua prima legislatura e si sta dando da fare per farne una seconda, coi relativi emolumenti. E sembra in una botte di ferro, appoggiato sia da Gianni Cuperlo, di cui è stato un grande elettore alle primarie («il mio voto a Cuperlo è per un Pd che dica con forza da che parte sta, quella dei più deboli e di chi non si sente rappresentato. Per un Pd plurale e inclusivo, capace di dare voce a un ampio spazio di centro sinistra, di rinnovarsi senza perdere i suoi valori») sia da Matteo Renzi a cui (dopo l' ascesa alla segreteria) ha giurato fedeltà, tanto da difenderlo anche per il contestato (dalla minoranza interna) incontro col Cavaliere: «Renzi doveva incontrare Berlusconi, era inevitabile. Ed è meglio averlo fatto al Nazareno che a palazzo Grazioli». Adesso però rischia lo sgambetto da parte dei magistrati della corte dei conti che gli hanno inviato un avviso a comparire in giudizio per il 7 maggio, proprio alla vigilia delle elezioni europee: a lui e ai membri della sua ex-giunta, compreso l' allora assessore e adesso sindaco, Virginio Merola, è chiesta la restituzione di 1,2 milioni di euro. I pm contabili ritengono che Cofferati e i suoi assessori abbiano «deliberato con modalità e contenuti viziati da illegittimità, irragionevolezza, illogicità, arbitrarietà e antieconomicità» apportando «una variante sostanziale al progetto, contraria alla normativa vigente e allo stesso regolamento contrattuale». Inoltre nella citazione si rileva che «le consistenti spese di progettazione di questa variante dovevano essere sostenute dalla stazione appaltante», cioè le coop, e non dal Comune. Ma c' è di più, proseguendo le indagini sull' affaire-Civis la guardia di finanza ha quantificato in altri 91 milioni di euro il danno erariale provocato dalle scelte di politici e tecnici (su una spesa pubblica totale di 150 milioni): un bel gruzzolo di denaro sperperato alla faccia della litania dei sindaci sulla mancanza di risorse. Il dossier redatto dalla guardia di finanza indica i capitoli di spesa contestati, le delibere approvate dalla giunta comunale, i contratti firmati dalla longa manus del Comune, l' azienda dei trasporti. Tocca ora ai pm Normativa Comuni individuare le responsabilità anche in questo secondo filone d' indagine. Nel fascicolo trasmesso alla corte dei conti, la guardia di finanza elenca otto membri del consiglio d' amministrazione dell' azienda dei trasporti e due commissari delle gare d' appalto che hanno apposto le loro firme sulle delibere e sugli atti contestati dai finanzieri ma inoltre sottolinea come al piano tecnico sia strettamente rapportato quello politico: se i pm chiederanno la restituzione pure di una simile somma (in aggiunta al miliardo e rotti già contestato) saranno guai seri per Cofferati e soci. I quali si stanno preparando alla prima udienza di maggio. Cofferati anticipa: «Agimmo nell' interesse della città. Rivedemmo il progetto per due ragioni: perché era stato giudicato illegittimo dalla corte costituzionale non essendo stato concordato con Regione e Provincia e perché lo giudicavamo sbagliato». In pratica cosa avvenne? Cofferati e la sua giunta, subissati dalle proteste, si resero conto che era impossibile continuare a imporre il Civis. Ma il sindaco si trovava di fronte a due problemi: non perdere la faccia dichiarando il fallimento del progetto, non rinunciare ai fondi ministeriali agguantati con tanta fatica e finalizzati alla costruzione di metropolitane (interrate o di superficie). L' escamotage fu un nuovo progetto che trasformava il Civis in tranvia seppure ancora con la pomposa denominazione di metrò, anche se di metrò aveva assai poco. Il Comune pagò il nuovo progetto (impropriamente, secondo la guardia di finanza) ma la ciambella non riuscì col buco, anche questa soluzione si rivelò in seguito impraticabile. Sempre a spese del bilancio comunale. C' è attesa per l' udienza del 7 maggio. Ma la telenovela giudiziaria continuerà a seconda dei rilievi dei giudici contabili per l' ulteriore esborso dei 91 milioni, la maggior parte dei quali spesi per opere stradali e sottopassi (sempre realizzati dalle coop) finalizzati al metro mai realizzato. Per altro la guardia di finanza sta ancora indagando su altri filoni dell' affaire-Civis, per cui entro l' estate potrebbero esserci ulteriori sviluppi, una vera spina nel fianco per l' ex-segretario cigiellino trasformatosi in politico europeo. Si è trattato di finanziamenti pubblici, in parte locali e in parte nazionali, investiti in una vicenda all' italiana, finita in una bolla di sapone. I tartassati contribuenti hanno Pagina 20 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 9 fatto sacrifici per un bluff. I politici, sindaci in testa, spiegavano che sì le tasse aumentavano ma in cambio i cittadini avrebbero avuto una metropolitana di superficie e quindi una mobilità a livello europeo. Progetti costosi, appalti aggiudicati (alle coop), ruspe in funzione con la città bloccata per mesi per i lavori nelle sue strade principali. In questo pozzo vengono buttati (è la guardia di finanza a tirare le somme) milioni come fossero bruscolini. Poi è arrivato il nuovo sindaco, Virginio Merola, che ha sostituito Cofferati, di cui era stato assessore, e ha bloccato tutto perché il convoglio (anche nella versione più piccola) gestito dalla fibra ottica posta sotto l' asfalto non riesce a transitare per le strade del centro storico medioevale di Bologna. Nessuno si era preoccupato di verificarlo prima di incominciare l' avventura. Una beffa, che coinvolge tutto lo stato maggiore Pd, maggioranza schiacciante in Comune. Rimangono la fibra ottica inserita e inutilizzata sotto l' asfalto, le strade spezzate in due per far posto, al centro, alle banchine dinanzi alle quali doveva fermarsi il Civis, perfino i convogli (che stanno arrugginendo nei depositi dell' azienda dei trasporti) arrivati dalla Francia (le aziende transalpine, preferite a quelle italiane, ringraziano). E tutto questo in una situazione di crisi dell' economia, delle infrastrutture, della finanza pubblica. Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 21 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 22 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 29 LAVO R O E P RE V I D EN ZA Mercoledì 12 Febbraio 2014 Resi noti i risultati dell’attività ispettiva. Recuperati 1,5 miliardi di € 29 LAVORO Dimissioni in bianco Irregolarità riscontrate nel 65% delle imprese in soffitta Il sommerso è in calo DI Monitoraggio attività di vigilanza anno 2013 DATI NAZIONALI Aziende ispezionate Aziende irregolari N. lavoratori irregolari N. lavoratori totalmente in nero Recupero contributi e premi evasi Ministero del lavoro e delle politiche sociali INPS 139.624 73.514 115.919 44.652 € 90.982.451,00 71.821 58.048 53.009 33.490 € 1.240.953.187,00 INAIL 23.677 20.752 70.092 7.983 € 89.936.474,00 TOTALE 235.122 152.314 239.020 86.125 € 1.421.872.112 Organo di controllo 64,78% aziende irregolari su aziende ispezionate DI I SIMONA D’ALESSIO rregolarità riscontrate nel 64,8% delle imprese in Italia (152.314 su 235.122 passate al setaccio), mentre cala il numero dei lavoratori non correttamente inquadrati e totalmente «in nero», complice il perdurare della crisi. E l’entità dei contributi e premi evasi recuperati tocca quota 1.421.872.112 euro (-13% su base annua). A renderlo noto il ministero del welfare, che traccia il bilancio dei risultati delle ispezioni nei luoghi di lavoro nel 2013, eviden- 36,03% lavoratori in nero su lavoratori irregolari ziando come siano in discesa del 17%, rispetto all’anno precedente, le somme effettivamente finite nelle casse statali a seguito di sanzioni amministrative (102.866. 138 euro) fenomeno sul quale «ha inciso, in un momento di difficoltà delle imprese, una minor propensione verso il pagamento immediato degli importi sanzionatori»; stop all’attività produttiva, poi, in 7.885 casi, quasi tutti dovuti all’impiego di addetti «in nero», in misura pari, o superiore al 20% di quelli reclutati, e nel contempo diminuiscono le violazioni in materia di prevenzione degli infortuni (33.123, pari a -18%), in stretta correlazione «alla riduzione del numero di cantieri sul territorio nazionale». Contratti non conformi alle regole per 239.020 lavoratori (-19% rispetto al 2012), 86.125 scoperti completamente «in nero» e 1.091 extracomunitari clandestini in servizio (-32%), condensati più che altro nel terziario e nell’industria, col numero più elevato di violazioni sulla manodopera straniera rilevato in Toscana (314), dove sono attivi molti laboratori tessili gestiti da cinesi, poi in Lombardia (151), Campania (113) e in Emilia Romagna (102). Alzato, infine, il velo sulle forme fittizie di decentramento produttivo (per l’abbattimento «in chiave fraudolenta del costo del lavoro»): appalto, distacco, somministrazione illeciti e altri fenomeni hanno interessato 10.775 lavoratori. Nel 2014, via Veneto controllerà, fra l’altro, l’uso di risorse pubbliche con finalità assistenziali, disponendo 5 mila verifiche sulla cig in deroga. © Riproduzione riservata COMMERCIALISTI/PARLA IL COMMISSARIO STRAORDINARIO Laurini: elezioni al Cndcec in tempi rapidi Va prima risolto, però, il problema degli ordini territoriali in chiusura «L e elezioni per il rinnovo dei vertici dei commercialisti si facciano in tempi rapidi». L’esortazione «a far presto e nel rispetto della legalità» arriva direttamente dal commissario straordinario al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Giancarlo Laurini, che nell’augurarsi un pronunciamento rapido da parte di Via Arenula sulla materia, è convinto che nessuna soluzione potrà prescindere da un chiarimento sulla sorte degli ordini territoriali costituiti nel circondario dei tribunali soppressi. Domanda. Presidente quindi il problema della geografia giudiziaria non è da sottovalutare come qualcuno crede? Risposta. Comprendere l’impatto della modifi ca delle circoscrizioni dei tribunali sugli ordini è di primaria importanza. Ma certo non può essere il consiglio a farlo. Il problema è totalmente nelle mani del ministe- Normativa Comuni ro della giustizia che, con attenzione e prudenza, dovrà valutare tutti gli aspetti del problema e decidere per il meglio. L’importante è che si faccia presto e bene. D. Quindi il problema esiste? R. Certo che esiste, ma esiste indipendentemente dalla vicenda elettorale. D. La nuova geografi a giudiziaria è entrata in vigore a settembre, se il ministero della giustizia ci avesse pensato Giancarlo Laurini qualche mese fa, si sarebbe evitato di lasciare i commercialisti ancora senza una governance, non crede? R. La stampa ne ha parlato, e noi dal canto nostro abbiamo fornito alla Giustizia tutte le informazioni necessarie per risolvere la questione. Abbiamo dato loro la mappa degli ordini interessati e adiacenti al tribunale soppresso ma anche i numeri di quelli che comunque risentono della nuova geografi a giudiziaria. Sulla base di tutte queste informazioni il ministero dovrà agire. Ed è un’operazione che deve essere nella massima chiarezza e nel rispetto assoluto della legalità. D. Poi c’è il tema delle liste: riaprire il procedimento elettorale di gennaio, poi sospeso? O avviare da capo l’intero iter di voto? R. Non sta a me dirlo. Certo è un groviglio di norme e quindi è necessario muoversi con attenzione e prudenza. Tutti comunque ci aspettiamo il massimo della rapidità compatibilmente con la difficoltà dei problemi. D. Si sta lavorando, ma con molta difficoltà, a una lista unitaria. Lei che dice ci si riuscirà? R. Sarebbe una cosa molto buona per la categoria. Ma non spetta a me entrare in questa vicenda. Di Benedetta Pacelli Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 SIMONA D’ALESSIO Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali, dai Centri per l’impiego e reperibili anche online. E, quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio «in bianco», che potrebbe essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa Villanova del Pd) per rivedere le modalità di risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l’esame dell’Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno essere realizzati «secondo direttive definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello della semplificazione nella pubblica amministrazione, «da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice alfanumerico progressivo di identificazione, la data di emissione, nonché spazi da compilare a cura del firmatario», destinati all’individuazione del prestatore, o della prestatrice d’opera, del datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si intende recedere, della data della sua stipulazione e di ogni altro elemento utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli pre-stampati, sarà considerato nullo. Assenti alle votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il governo di Romano Prodi, avevo già promosso l’introduzione di un documento pre-stampato per certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all’atto dell’assunzione», ricorda a ItaliaOggi Cesare Damiano (Pd), presidente dell’XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La formazione di centrodestra, pertanto, si oppone perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli interessi dell’impresa». Pagina 23 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 29 lavoro. Dimissioni in bianco in soffitta Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali, dai Centri per l' impiego e reperibili anche online. E, quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio «in bianco», che potrebbe essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa Villanova del Pd) per rivedere le modalità di risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l' esame dell' Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno essere realizzati «secondo direttive definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello della semplificazione nella pubblica amministrazione, «da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice alfanumerico progressivo di identificazione, la data di emissione, nonché spazi da compilare a cura del firmatario», destinati all' individuazione del prestatore, o della prestatrice d' opera, del datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si intende recedere, della data della sua stipulazione e di ogni altro elemento utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli prestampati, sarà considerato nullo. Assenti alle votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il governo di Romano Prodi, avevo già promosso l' introduzione di un documento pre-stampato per certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all' atto dell' assunzione», ricorda a ItaliaOggi Cesare Damiano (Pd), presidente dell' XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La formazione di centrodestra, pertanto, si oppone perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli interessi dell' impresa». Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 24 di 67 . Mer 12/02/2014 28 Italia Oggi Mercoledì 12 Febbraio 2014 Pagina 28 EN T I LO CA L I E STATO Governo al lavoro sul dl che consentirà ai sindaci di alzare le aliquote. Ai comuni 625 mln Stesso destino per Imu e Tasi Baretta: niente tassa servizi per chi era esente nel 2012 DI Pagina a cura FRANCESCO CERISANO «C hi non ha mai pagato l’Imu non pagherà la Tasi». È questo l’impegno del governo verso i contribuenti che potrebbe essere trasposto in un vincolo specifico per i comuni finendo così per orientare le scelte dei sindaci sulla Tasi. Gli enti, è vero, avranno mani libere sulle detrazioni che saranno finanziate dalla maggiorazione, applicabile in misura variabile dallo 0,1 allo 0,8 per mille. Ma nella scelta se privilegiare gli sconti prima casa o quelli sui figli a carico o eventuali ulteriori riduzioni di imposta a favore delle famiglie con basso reddito, i primi cittadini dovranno avere ben presente questo «vincolo etico» che l’esecutivo è intenzionato a mettere nero su bianco: chi nel 2012 non ha pagato nulla di Imu grazie al gioco delle detrazioni (circa 5 milioni di famiglie) non pagherà nulla di Tasi. Le novità, che dovrebbero finalmente chiudere il cerchio normativo sulla disciplina della Tassa servizi dando ai sindaci le necessarie certezze in vista dell’approvazione dei bilanci (il cui termine è slittato al 30 aprile), saranno contenute in un decreto legge del governo pronto per andare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. Anche se su questa tabella di marcia potrebbe pesare il rischio di una staffetta Letta-Renzi. Come anticipato da ItaliaOggi lo scorso 8 febbraio, il governo ha rinunciato all’idea di introdurre le modifiche in un emendamento al decreto «salva Roma-bis» (dl 151/2013). E la conferma è arrivata ieri dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta a conclusione della riunione tenutasi al Mef sulla sorte della Tasi. Baretta ha spiegato le ragioni del cambio di strategia. «Il decreto legge 151 è apparso subito come un provvedimento troppo rischioso per essere ulteriormente appesantito da una materia così spinosa come l’aumento della Tasi», ha spiegato a ItaliaOggi. E in effetti l’iter avuto fin qui Pier Paolo Baretta al senato dal ddl di conversione del decreto non lasciava presagire una conclusione diversa. Dopo una settimana di rinvii, ieri la commissione bilancio di palazzo Madama avrebbe dovuto iniziare a individuare gli emendamenti ammissibili sulle oltre 300 proposte di modifica presentate. Ma l’esame è slittato a oggi costringendo il presidente Antonio Azzollini a convocare la commissione per una seduta notturna. La figuraccia prenatalizia, culminata nella decisione di far decadere il primo dl «Salva Roma» per i rilievi mossi dal Quirinale sull’eterogeneità del decre- La Consulta ha salvato le norme della spending review to, ha convinto il senato (dal presidente Piero Grasso ad Azzollini fino alla relatrice del provvedimento Magda Zanoni) a evitare un altro assalto alla diligenza, concentrando gli emendamenti su poche questioni specifiche. I tempi, infatti, sono stretti e un’eventuale decadenza del provvedimento (il dl va convertito entro il 28 febbraio e deve ancora andare all’esame della camera che a questo punto si troverà a dover esaminare un testo blindato) avrebbe conseguenze disastrose sul bilancio di Roma oltre a travolgere alcune norme di grande importanza per la p.a. come quella sugli affitti d’oro. La decisione del governo di destinare il capitolo Tasi a un decreto ad hoc era stata già informalmente anticipata da Baretta a Zanoni nella giornata di lunedì. Ieri è arrivata l’ufficialità e ora senza la spada di Damocle di una materia così spinosa (su cui peraltro Scelta civica, contraria all’aumento della Tasi, ha annunciato battaglia soprattutto in senato) il provvedimento potrà procedere più spedito. Il dl sulla Tasi recepirà l’accordo tra Anci e governo dello scorso 28 gennaio (si veda ItaliaOggi del 29/1/2014). I municipi potranno applicare la maggiorazione sulla prima e/o sulla seconda casa fino al massimo dello 0,8 per mille, facendo così salire il prelievo potenziale al 3,3 per mille per l’abitazione principale e all’11,4 per mille sulle abitazioni secondarie. La maggiorazione, come detto, finanzierà le detrazioni che quindi non attingeranno più al tesoretto di 500 milioni di euro previsto a questo scopo dalla legge di Stabilità 2014 (comma 731 della legge n. 14/2013). Tale cifra potrà quindi essere liberata a beneficio degli enti transitando così nel fondo di solidarietà comunale assieme a ulteriori 125 milioni riconosciuti ai sindaci. Secondo quanto anticipato da Baretta a ItaliaOggi, il Mef avrebbe quindi leggermente ridotto le stime dell’Anci che chiedeva al governo un ristoro complessivo di 700 milioni. Via XX Settembre ne offre al massimo 625. Stretta sull’occupazione abusiva di suolo Mini enti, legittime unioni Tavoli in strada, e convenzioni obbligatorie a Roma è guerra È legittimo imporre ai piccoli comu- nazionali, condizionati anche dagli obblighi ni l’esercizio in forma associata di comunitari, vincoli alle politiche di bilancio, funzioni mediante unione o conven- anche se questi si traducono, inevitabilmenzione. A salvare le norme della spen- te, in limitazioni indirette all’autonomia di ding review di Mario Monti (art.19, comma spesa degli enti territoriali». L’unica condi1 lettere b-e della dl n. 95/2012) che impon- zione per porre simili paletti è che le norme gono ai comuni con meno di 5.000 abitanti stabiliscano un «limite complessivo, che lasci (3.000 se montani) di mettersi insieme per agli enti stessi ampia libertà di allocazione gestire la quasi totalità delle funzioni fon- delle risorse fra i diversi ambiti e obiettivi damentali (con esclusione dei soli registri di di spesa». Secondo i giudici delle leggi questo stato civile) è la Corte costituzionale con la è esattamente ciò che ha fatto la spending sentenza n. 22/2014 depositata ieri in can- review del 2012, le cui disposizioni, scrive la Consulta, «ricelleria. sultano, appunI giudici della to, decisamente Consulta si sono orientate a un pronunciati sui contenimento ricorsi di cinque della spesa pubregioni (Lazio, blica, creando un Ve n e t o , C a m sistema tendenpania, Puglia e zialmente virSardegna) che tuoso di gestiocon argomentane associata di zioni spesso coinfunzioni tra cocidenti lamentamuni, lasciando vano una lesione comunque alle delle prerogative regioni l’eserregionali in macizio contiguo teria di ordinadella competenmento degli enti za materiale a locali. esse costituzioLa Corte, riLa Corte costituzionale nalmente garanchiamando la tita». «In definipropria consolidata giurisprudenza dal 2009 (sentenza n. tiva», ha concluso la Corte dichiarando non 297) in avanti (da ultimo si veda la sentenza fondati i ricorsi delle regioni, «si tratta di un n. 236/2013) ha ribadito che il legislatore legittimo esercizio della potestà statale constatale «può legittimamente imporre alle corrente in materia di coordinamento della regioni e agli enti locali, per ragioni di coor- finanza pubblica, ai sensi del terzo comma dinamento finanziario connesse a obiettivi dell’art. 117 Cost.». Normativa Comuni DI DARIO FERRARA T empi duri per l’aperitivo o il brunch nel quartiere della movida. Il locale resta chiuso per cinque giorni e comunque fino a quando non rimuove a sue spese dalla strada dehor, tavolini, sedie e stufe a fungo fuorilegge. E ciò anche se un’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico ci sarebbe, ma risulta intestata a un altro esercizio pubblico attiguo, che non la utilizza. È quanto emerge dalla sentenza 1219/14, pubblicata dalla sezione seconda ter del Tar Lazio. Patrimonio dell’umanità. Niente da fare per il titolare dell’esercizio pubblico chiuso dopo il blitz dei vigili urbani nel rione Trastevere, gettonatissimo per le serate dei giovani. L’illecito «incriminato» si estende per 12 metri quadrati tavolini, sedie, ombrelloni, irradiatori di calore e teli di plastica discendenti, a parziale chiusura dell’area. Esce confermata la lettura dell’amministrazione secondo Roma Capitale che si avvale del potere previsto dall’articolo 3, comma 16 della legge 94/2009, vale a dire il pacchetto sicurezza, «per sanzionare le occupazioni totalmente abusive di suolo pubblico, per Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 fini di commercio, ricadenti nelle strade urbane del territorio capitolino delimitato dal perimetro del sito Unesco» (dal momento che il centro storico dell’Urbe è patrimonio protetto dalle istituzioni internazionali). Ma attenzione: la sanzione della chiusura del pubblico esercizio costituisce una misura accessoria alla violazione dell’articolo 20 del codice della strada che già prevede l’obbligo della rimozione delle opere: si tratta di un’attività che rientra nell’ordinaria attività di vigilanza e controllo da parte della polizia municipale e dei relativi uffici. Ricorso irrilevante. Di più. Non conta che i clienti all’esterno consumano solo snack e cocktail. Il titolare del locale non evita la chiusura dell’esercizio, nonostante abbia impugnato dinanzi al prefetto il verbale dei vigili urbani: il ricorso riguarda soltanto l’articolo 20 Cds e, dunque, non fa venire meno il presupposto di fatto della controversia su cui si pronunciano i giudici laddove il nocciolo della questione resta l’occupazione abusiva del suolo pubblico sanzionata a norma del pacchetto sicurezza. All’imprenditore non resta che pagare le spese di giudizio. Pagina 25 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 28 Governo al lavoro sul dl che consentirà ai sindaci di alzare le aliquote. Ai comuni 625 mln. Stesso destino per Imu e Tasi Baretta: niente tassa servizi per chi era esente nel 2012. «Chi non ha mai pagato l' Imu non pagherà la Tasi». È questo l' impegno del governo verso i contribuenti che potrebbe essere trasposto in un vincolo specifico per i comuni finendo così per orientare le scelte dei sindaci sulla Tasi. Gli enti, è vero, avranno mani libere sulle detrazioni che saranno finanziate dalla maggiorazione, applicabile in misura variabile dallo 0,1 allo 0,8 per mille. Ma nella scelta se privilegiare gli sconti prima casa o quelli sui figli a carico o eventuali ulteriori riduzioni di imposta a favore delle famiglie con basso reddito, i primi cittadini dovranno avere ben presente questo «vincolo etico» che l' esecutivo è intenzionato a mettere nero su bianco: chi nel 2012 non ha pagato nulla di Imu grazie al gioco delle detrazioni (circa 5 milioni di famiglie) non pagherà nulla di Tasi. Le novità, che dovrebbero finalmente chiudere il cerchio normativo sulla disciplina della Tassa servizi dando ai sindaci le necessarie certezze in vista dell' approvazione dei bilanci (il cui termine è slittato al 30 aprile), saranno contenute in un decreto legge del governo pronto per andare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. Anche se su questa tabella di marcia potrebbe pesare il rischio di una staffetta Letta-Renzi. Come anticipato da ItaliaOggi lo scorso 8 febbraio, il governo ha rinunciato all' idea di introdurre le modifiche in un emendamento al decreto «salva Roma-bis» (dl 151/2013). E la conferma è arrivata ieri dal sottosegretario all' economia Pier Paolo Baretta a conclusione della riunione tenutasi al Mef sulla sorte della Tasi. Baretta ha spiegato le ragioni del cambio di strategia. «Il decreto legge 151 è apparso subito come un provvedimento troppo rischioso per essere ulteriormente appesantito da una materia così spinosa come l' aumento della Tasi», ha spiegato a ItaliaOggi. E in effetti l' iter avuto fin qui al senato dal ddl di conversione del decreto non lasciava presagire una conclusione diversa. Dopo una settimana di rinvii, ieri la commissione bilancio di palazzo Madama avrebbe dovuto iniziare a individuare gli emendamenti ammissibili sulle oltre 300 proposte di modifica presentate. Ma l' esame è slittato a oggi costringendo il presidente Antonio Azzollini a convocare la commissione per una seduta notturna. La figuraccia prenatalizia, culminata nella decisione di far decadere il primo dl «Salva Roma» per i rilievi mossi dal Quirinale sull' eterogeneità del decreto, ha convinto il senato (dal presidente Piero Normativa Comuni Grasso ad Azzollini fino alla relatrice del provvedimento Magda Zanoni) a evitare un altro assalto alla diligenza, concentrando gli emendamenti su poche questioni specifiche. I tempi, infatti, sono stretti e un' eventuale decadenza del provvedimento (il dl va convertito entro il 28 febbraio e deve ancora andare all' esame della camera che a questo punto si troverà a dover esaminare un testo blindato) avrebbe conseguenze disastrose sul bilancio di Roma oltre a travolgere alcune norme di grande importanza per la p.a. come quella sugli affitti d' oro. La decisione del governo di destinare il capitolo Tasi a un decreto ad hoc era stata già informalmente anticipata da Baretta a Zanoni nella giornata di lunedì. Ieri è arrivata l' ufficialità e ora senza la spada di Damocle di una materia così spinosa (su cui peraltro Scelta civica, contraria all' aumento della Tasi, ha annunciato battaglia soprattutto in senato) il provvedimento potrà procedere più spedito. Il dl sulla Tasi recepirà l' accordo tra Anci e governo dello scorso 28 gennaio (si veda ItaliaOggi del 29/1/2014). I municipi potranno applicare la maggiorazione sulla prima e/o sulla seconda casa fino al massimo dello 0,8 per mille, facendo così salire il prelievo potenziale al 3,3 per mille per l' abitazione principale e all' 11,4 per mille sulle abitazioni secondarie. La maggiorazione, come detto, finanzierà le detrazioni che quindi non attingeranno più al tesoretto di 500 milioni di euro previsto a questo scopo dalla legge di Stabilità 2014 (comma 731 della legge n. 14/2013). Tale cifra potrà quindi essere liberata a beneficio degli enti transitando così nel fondo di solidarietà comunale assieme a ulteriori 125 milioni riconosciuti ai sindaci. Secondo quanto anticipato da Baretta a ItaliaOggi, il Mef avrebbe quindi leggermente ridotto le stime dell' Anci che chiedeva al governo un ristoro complessivo di 700 milioni. Via XX Settembre ne offre al massimo 625. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 26 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 I M P O S T E E TA S S E Mercoledì 12 Febbraio 2014 Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese 25 PARERE ACI Le ganasce viaggiano Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero Irap ridotta fino al 25% presidente, Fratelli d’Italia, Pensionati, Pd, Patto civico e to 5 iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle, nuove imprese. Riorganizzazione del sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero. «Impresa Lombardia: per la libertà d’impresa, il lavoro e la competitività» è il nome del progetto di legge approvato ieri all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia. Il documento, elaborato nella IV commissione attività produttive presieduta da Angelo Ciocca (Lega nord) e di cui è stato relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha ottenuto il sostegno di Roberto Forza Italia, Maroni Ncd, Lega nord, lista Maroni DI GIOVANNI GALLI R e modifica la legge regionale 1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia) prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto produttivo lombardo tra cui l’accordo di competitività, la riduzione di alcune imposte, l’accesso al credito, diverse agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi. Con un emendamento dell’assessore Mario Melazzini è stato istituito il marchio «made in Lombardy» per certificare la provenienza regionale di alcuni prodotti. Entrando nello specifico dei contenuti, arriva la comunicazione unica re- gionale che sostituirà tutti gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione con le camere di commercio; via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le camera di commercio, dovrà essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle preposte ai controlli, senza passare dalle aziende; la valutazione degli interessi pubblici complessi connessi al rilascio di autorizzazioni e permessi avverrà in sede di conferenza di servizi, da espletarsi in una sola seduta e in via telematica con introduzione del silenzio assenso; e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non potranno avvenire se non dopo aver esperito l’esame dei documenti nel fascicolo elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle certificazioni rilasciate dagli enti di certificazione. © Riproduzione riservata Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini L’equipollenza adesso è di nuovo in bilico È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014. Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60 del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge 223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque, costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo. Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili. Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011). L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita, anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio tributario. Sergio Trovato Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte di modifica puntano ad azzerare l’emendamento approvato a Palazzo Madama e quindi a cancellare definitivamente l’equipollenza,fino ad ora esistente, tra il percorso formativo per l’accesso alla professione di commercialista e quello per lo svolgimento della funzione di revisore legale. Resta da capire cosa succederà oggi in commissione affari costituzionali della Camera dove si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che dovrà essere apDisponibile anche sul sito provato dall’aula www.classabbonamenti.com venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe da individuare nella necessità di disciplinare solo norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene solo proroghe di norme vigenti ma non interviene nell’approvazione di nuove. Benedetta Pacelli Normativa Comuni IN EDICOLA © Riproduzione riservata Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 DI STEFANO MANZELLI Chi esporta un veicolo deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche per evitare che sullo stesso mezzo intervenga un fermo amministrativo. In tal caso infatti solo con il nulla osta dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero. Lo ha chiarito l’Aci con parere n. 983 dell’11 /2/14. I veicoli gravati da fermo amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo caso la pratica dovrà essere autorizzata dal giudice o da una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il nulla osta dell’agente della riscossione che ha iscritto il fermo. Spesso un veicolo viene esportato senza annotare tempestivamente al pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro questa pratica scorretta. Successivamente, se un agente della riscossione ignaro dell’esportazione procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione del veicolo si complicano. Specifica infatti il parere dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava già all’estero al momento dell’iscrizione del fermo amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra e, in quanto bene mobile ancora registrato in Italia, l’agente della riscossione ha potuto legittimamente iscrivere il fermo». L’unico modo per liberare il mezzo dai vincoli burocratici in questo caso è ottenere il nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per esportazione del veicolo. In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle ganasce fiscali e il veicolo, eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di dimostrare la demolizione del mezzo avvenuta sia in Italia che all’estero ma sempre precedentemente all’iscrizione del fermo amministrativo. Pagina 27 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell' atto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con l' ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014. Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell' avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell' atto all' addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell' avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti non si può considerare perfezionata. Del resto l' articolo 60 del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica degli atti tributari, impone l' invio di una raccomandata se il consegnatario non è il destinatario dell' atto o dell' avviso. La ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a caso il legislatore, con l' articolo 37, comma 27, del decreto legge 223/2006, ha integrato l' articolo 60 e prescritto l' obbligo della raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni degli atti tributari al principio contenuto nell' articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui finalità è quella di assicurare «l' effettiva conoscenza», intesa come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente degli atti a lui destinati. L' invio della raccomandata, dunque, costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l' impugnazione dell' atto impositivo. Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili. Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata dell' avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell' accertamento tributario è ritualmente eseguita solo con l' affissione dell' avviso nell' albo comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011). L' articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita, anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del destinatario, salva l' ipotesi di elezione di domicilio. In questo caso l' elezione deve risultare da un atto comunicato all' ufficio tributario. Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 28 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 LAVORO IRREGOLARE 180 La Camera riduce le maxi-sanzioni I giorni in cui ora si è al riparo da azioni esecutive u pagina 16 Pagina 15 www.ilsole24ore.com f @24NormeTributi DIRITTO FALLIMENTARE RISCOSSIONE RIMBORSI FISCALI Deduzioni con limiti per i preconcordati Compensabili i crediti delle imprese con la Pa Tasse dirette e indirette con procedura sprint u pagina 17 u pagina 17 u pagina 17 Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo LE INIZIATIVE Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Online IN RETE Focus bilancio oggi in digitale per gli abbonati Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all’Imu Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera con l’aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve servire a finanziare detrazioni in grado di garantire che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per aiutarei Comuni in questa impresa facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la cifra è da definire), in larga parte recuperatodalmezzo miliardoche la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata solo con bollettino postale o F24 (spesso in autoliquidazione,secondolabozzadidecreto attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene applicataairifiutiassimilatiagliurbani e smaltiti autonomamente dai produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti dell’anno scorso, cancel- IGIENE URBANA L’esclusione delle imprese da una quota del tributo rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30% landol’errataopzionesullaTasiintrodotta dalla legge di stabilità. Prendequesta forma il pacchettodi modifiche alla fiscalità locale, che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla finanza locale. Dall’anticipo diquasi1,5 miliardidifondodisolidarietà comunale per mantenere laliquiditàdellecasselocaliallesanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano antidissesto bocciato dalla Corte dei conti,uncolpodispugnasullesanzioniperiComuni(Firenze,Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppogenerosinei contrattiintegrativi che si sono visti contestare dalla Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai dipendenti e un’iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti locali (si veda l’articolo a fianco). La tempesta politica sull’ipotesi di staffetta fra Letta e Renzi non permette di prevedere se il decretocasasaràineffettiilveicolofinale di questo menu normativo, che potrebbeancheesserespacchettato e tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in conversione soprattutto per quel che riguarda Normativa Comuni leregolepiùurgenti:cioègliemendamentisuTasieTari,indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc per muovere i primi passi, ma anchei salva-cittàsenza iqualiNapoli e Reggio Calabria scivolano verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamentequelledipiùdirettointeressepericontribuenti.Lagirandoladellealiquote,conlapossibilitàperiComunidiportareal3,3permilleiltributo sull’abitazione principale e all’11,4 per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare secondoiltestopreparatodalGovernoaintrodurresconti«talidagenerare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l’Imu» sullo stesso immobile. Tradotto,significaprima ditutto che i quasi 5 milioni di case che non hannomaipagato l’Imugraziealledetrazioni fisse, sufficiente ad azzerare l’imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi. Per raggiungere l’obiettivoindicato nellabozzadi decreto anche per le case di valore un po’ più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentreper le case piùgrandinon occorrerebbe nessuna detrazione. L’obiettivo, insomma, si tradurrebbe inunmeccanismoflessibile,dadeterminareinbase allediverse situazioni comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra anche l’esenzioneperirifiuti"assimilati" e smaltiti autonomamente dalle imprese.Perle aziendesarebbe un decisoalleggerimento(dauntributo legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenticonaumentidel30%secondoleprimestimeperchélaTarideve coprire i costi del servizio (con una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l’esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette arischiolacorrettagestionedelciclo rifiuti. Un’altra esenzione, sia daTasisiadaTari,sarebbegarantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti Lateranensi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Crisi di liquidità Le novità in sintesi FINANZIAMENTO DETRAZIONI Lealiquoteaggiuntive dello0,8per mille sull’abitazioneprincipaleosugli altriimmobili dovrebberoservirea finanziaredetrazionitalida evitarechesull’abitazioneprincipale laTasicosti piùchel’Imu abolita. Perfarquadrareiconti,siassegnanoaiComuni 625milioni(malacifraèancora discussa),in largaparte presidal fondodi 500milionichela leggedistabilitàmetteva adisposizioneper le detrazioni MODALITÀ DI VERSAMENTO LaTasisipotràversaresoloconF24 obollettino postale(spessoinautoliquidazione,secondola bozzadidecretoattuativo),mentreglialtristrumenti dipagamentocomeRideMavresterebberopossibili soloperiltributosuirifiuti(Tari),comeaccadeva l’annoscorsoperlaTarsu/Tares.SempreallaTari sarebbelimitatalapossibilitàdimantenere l’affidamentodellariscossioneallostessosoggetto del2013(opzionepossibileancheperlaTasi secondolaleggedistabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE IMPRESE Irifiutiassimilatiaquelliurbani,prodottidalle impreseesmaltitiautonomamentesenzautilizzarei servizicomunalidi raccolta,sarebberoesentidalla Tari.Questosanerebbeunerroredellaleggedi stabilità(cheinduecommidiversiprevedevasia l’esenzionesialapossibilitàdiscontidapartedei Comuni,comeavvenivaperTarsu/Tares)ed eviterebbedifarpagareuntributosuunservizio nonutilizzato.Icostiperòsiscaricherebberosulle utenzedomestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ Siprevedeunanticiponell’erogazionedelfondodi solidarietàcomunale,parial20%dellespettanze 2013registrateinogniComune,perevitare problemidicassaalleamministrazionilocali. L’anticipazionesarebbepoi"stornata"dallerate successive.Laregola,comeloscorsoanno,èresa necessariadalfattocheiparametrididistribuzione delfondo,alimentatoper4,7miliardisu6,6 dall’Imu,sonocambiaticonlaleggedistabilitàe devonoessereattuati DISSESTI E SANZIONI ProspettataunasecondapossibilitàperiComuni (comeNapolieReggioCalabria)chehannoapprovato pianidiriequilibrioperevitareladichiarazionedi dissestofinanziarioeselisonovistibocciaredalla Cortedeiconti.QuestiComuniavrebbero90giornidi tempodallacomunicazionedel«no»dellaCorteper approvareunnuovopianodasottoporreall’esamedei magistraticontabili.Previstoancheunostopalle proceduredirecuperodeitrattamentiintegrativifuori normaerogatidaiComuni Il fronte dissesto. Possibile presentare nuovi piani dopo la bocciatura .com Sanatorie per Napoli e Reggio Si profila un’altra chance per Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia ma anche per gli altri Comuni più piccoli il cui piano di riequilibrio necessario a evitare il dissesto è stato bocciato dalla Corte dei conti. Entro 90giorni,secondolanovitàinserita nel Titolo II del «decreto casa», potranno proporre un nuovo piano di riequilibrio, purché l’ultimo consuntivo approvato (quello del 2012) registri un «miglioramento»(interminidimaggiore avanzo o minore disavanzo di amministrazione. Agli altri Comuni, che ballano sull’orlo del default ma non hanno ancora attivato le procedure anti-dissesto, il correttivo offre tempi più lunghi, permettendo di salire sul treno fino a che non sono passati i 60 giorni assegnati dal Prefetto per alzare bandiera bianca dopo che la magistratura contabile individua nei conti difetti insanabili. La nuova regola, in pratica, prospettaunsecondo«salva-enti», determinato dal fatto che il primo,scrittodal GovernoMonti nell’autunno 2012 (Dl 174/2012) non ha funzionato a dovere: le due città più grandi (Catania esclusa) interessate dal primo provvedimento sono statestoppatedal«no» dellamagistratura contabile,e hanno peraltro già assorbito oltre 700 milioni di euro (tra fondo rotativo e anticipazioni «sblocca–debiti») che non sarebbero certo in grado di restituire con la dichiarazione di default. I due piani, però, hanno bisogno di una riscrittura profonda prima di poter tornare al vaglio della Corte dei conti. Il nuovo «salva-enti», però, è più ramificato e guarda anche lontano dalle città a rischio default.Un’altraregolasirivolgeal- lecittàche,comeFirenze,VicenzaealtriComuni,hannoapplicato in passato contratti decentrati troppo onerosi, e hanno subito le contestazioni della Corte dei conti o della Ragioneria generale. La nullità degli atti con obbligo di recupero non scatterà per i contratti adottati prima del 2011 nelleRegionieprimadel2012negli enti locali, a patto che non ci siano profili di responsabilità erariale. Per il futuro, invece, la norma è draconiana per chi sfora,e imponetaglidel20% fra idirigenti e del 10% nel personale. Il mosaico del «salva-enti» si potrebbe completare già da domaniconl’emendamentoal«salva-Roma bis» (Dl 151/2013) che eviterebbedifarscattareaVenezia il blocco delle assunzioni determinato dallo sforamento del Patto di stabilità 2013. G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA QUOTIDIANO DELLA CASA Nel numero di oggi focus su architettura e progettazione SulquotidianodellaCasa&del Territoriodioggi (www.casaeterritorio. ilsole24ore.com),sono presenti,tral’altro,iseguenti articoli: -ilComunedi ReggioEmilia confermaperaltridueannigli scontisulletassecomunali all’edilizia; -Dieciannidiarchitettura:le centooperemigliorirealizzate inItaliacongallery; -gennaiodadimenticareperil mercatodellaprogettazione, solo15milioniingara. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Anticipo di 1,3 miliardi per aiutare la cassa Un «anticipo» da 1,3 miliardi circa per evitare ai Comuni una crisi di liquidità, in grado di mettere a rischio qua e là il pagamento degli stipendi nell’attesa che le regole dei bilanci locali 2014 trovino pace. È un’altra delle previsioni aggiunte dal Governo all’ultima versione del «decreto casa», che in pratica torna sui sentierigiàbattutidallafinanza locale lo scorso anno. Iproblemidicassanascono dal fatto che i criteri di distribuzionedelfondodisolidarietàcomunale(l’erede"federalista" dei trasferimenti, alimentato in gran parte dall’Imu) cambiano ogni anno, e impegnanoGovernoeamministrazioni locali in una complessa procedura attuativa. La soluzione tampone darebbe entro il 28 febbraio una somma pari al 20% delle spettanze 2013: unasceltaquasiobbligata, che però l’anno scorso non ha mancato di aumentare i problemi perché in centinaia di Comuniglianticipisuccessivi avevano superato il totale spettante per tutto l’anno, obbligando le amministrazioni a restituzioni ex post. L’anticipazione non è comunque l’unico ritocco "extra-fiscale" ai bilanci locali prospettato dal testo del Governo. Un altro ritocco riapre le porte per dirigenti a contratto anche oltre le soglie massime fissate dal Testo unico degli enti locali, finoa coprire il 30% della dotazione organica dirigenziale, eun altro allarga un po’ lemaglie per l’accensione di nuovi mutui. Le nuove regole sposterebbero poi dal 30 aprile al31dicembrei terminiperdismettere (fissato nel lontano 2007) le quote in società non legate ai fini istituzionali. Prospettatoinfine un ampliamento dei termini per presentare le relazioni di fine mandato. G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalla legge di stabilità ai nuovi princìpi Oic, alle nuove interpretazioni dell’agenzia delle Entrate e ai consueti compiti di controllo finale di sindaci e revisori. Il Focus in edicola oggi col Sole 24 Ore su «Le novità del bilancio» tratta in 16 pagine con esempi le principali situazioni nuove che in queste settimane operatori e professionisti si troveranno di fronte. Il Focus è disponibile in versione cartacea per i lettori che acquistano Il Sole 24 Ore in edicola mentre è disponibile in versione digitale (all’indirizzo www.ilsole24ore.com/focus) per gli abbonati. I temi di oggi Agefis All’aperto Casa "di lusso" Catasto Compensazione Confediliz Contributi previdenziali Crediti verso la Pa Destinazione Italia Imposte di registro Invarianza di gettito La frutta Legge fallimentare Orario di lavoro Piattaforma elettronica di certificazione Preconcordato Reato Recupero dei crediti Rimborsi Riposo settimanale Riserva Rivalutazione Saldo attivo Strumento urbanistico Super-Tasi Voluntary disclosure 18 19 19 18 17 18 19 17 16 17 18 19 16 16 17 16 19 17 17 16 18 18 18 19 15 18 Pagina 29 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo. Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all' Imu IGIENE URBANA L' esclusione delle imprese da una quota del tributo rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30% Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera con l' aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve servire a finanziare detrazioni in grado di garantire che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per aiutare i Comuni in questa impresa facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la cifra è da definire), in larga parte recuperato dal mezzo miliardo che la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata solo con bollettino postale o F24 (spesso in autoliquidazione, secondo la bozza di decreto attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene applicata ai rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti dell' anno scorso, cancellando l' errata opzione sulla Tasi introdotta dalla legge di stabilità. Prende questa forma il pacchetto di modifiche alla fiscalità locale, che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla finanza locale. Dall' anticipo di quasi 1,5 miliardi di fondo di solidarietà comunale per mantenere la liquidità delle casse locali alle sanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano anti-dissesto bocciato dalla Corte dei conti, un colpo di spugna sulle sanzioni per i Comuni (Firenze, Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppo generosi nei contratti integrativi che si sono visti contestare dalla Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai dipendenti e un' iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti locali (si veda l' articolo a fianco). La tempesta politica sull' ipotesi di staffetta fra Letta e Renzi non permette di prevedere se il decreto casa sarà in effetti il veicolo finale di questo menu normativo, che potrebbe anche essere spacchettato e tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in conversione soprattutto per quel che riguarda le regole più urgenti: cioè gli emendamenti su Tasi e Tari, indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc per muovere i primi passi, ma anche i salva-città senza i quali Napoli e Reggio Calabria scivolano Normativa Comuni verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamente quelle di più diretto interesse per i contribuenti. La girandola delle aliquote, con la possibilità per i Comuni di portare al 3,3 per mille il tributo sull' abitazione principale e all' 11,4 per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare secondo il testo preparato dal Governo a introdurre sconti «tali da generare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l' Imu» sullo stesso immobile. Tradotto, significa prima di tutto che i quasi 5 milioni di case che non hanno mai pagato l' Imu grazie alle detrazioni fisse, sufficiente ad azzerare l' imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi. Per raggiungere l' obiettivo indicato nella bozza di decreto anche per le case di valore un po' più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentre per le case più grandi non occorrerebbe nessuna detrazione. L' obiettivo, insomma, si tradurrebbe in un meccanismo flessibile, da determinare in base alle diverse situazioni comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra anche l' esenzione per i rifiuti "assimilati" e smaltiti autonomamente dalle imprese. Per le aziende sarebbe un deciso alleggerimento (da un tributo legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenti con aumenti del 30% secondo le prime stime perché la Tari deve coprire i costi del servizio (con una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l' esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette a rischio la corretta gestione del ciclo rifiuti. Un' altra esenzione, sia da Tasi sia da Tari, sarebbe garantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti Pagina 30 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Lateranensi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Prospettata una seconda possibilità per i Comuni (come Napoli e Reggio Calabria) che hanno approvato piani di riequilibrio per evitare la dichiarazione di dissesto finanziario e se li sono visti bocciare dalla Corte dei conti. Questi Comuni avrebbero 90 giorni di tempo dalla comunicazione del «no» della Corte per approvare un nuovo piano da sottoporre all' esame dei magistrati contabili. Previsto anche uno stop alle procedure di recupero dei trattamenti integrativi fuori norma erogati dai Comuni Le novità in sintesi FINANZIAMENTO DETRAZIONI Le aliquote aggiuntive dello 0,8 per mille sull' abitazione principale o sugli altri immobili dovrebbero servire a finanziare detrazioni tali da evitare che sull' abitazione principale la Tasi costi più che l' Imu abolita. Per far quadrare i conti, si assegnano ai Comuni 625 milioni (ma la cifra è ancora discussa), in larga parte presi dal fondo di 500 milioni che la legge di stabilità metteva a disposizione per le detrazioni MODALITÀ DI VERSAMENTO La Tasi si potrà versare solo con F24 o bollettino postale (spesso in autoliquidazione, secondo la bozza di decreto attuativo), mentre gli altri strumenti di pagamento come Rid e Mav resterebbero possibili solo per il tributo sui rifiuti (Tari), come accadeva l' anno scorso per la Tarsu/Tares. Sempre alla Tari sarebbe limitata la possibilità di mantenere l' affidamento della riscossione allo stesso soggetto del 2013 (opzione possibile anche per la Tasi secondo la legge di stabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE IMPRESE I rifiuti assimilati a quelli urbani, prodotti dalle imprese e smaltiti autonomamente senza utilizzare i servizi comunali di raccolta, sarebbero esenti dalla Tari. Questo sanerebbe un errore della legge di stabilità (che in due commi diversi prevedeva sia l' esenzione sia la possibilità di sconti da parte dei Comuni, come avveniva per Tarsu/Tares) ed eviterebbe di far pagare un tributo su un servizio non utilizzato. I costi però si scaricherebbero sulle utenze domestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ Si prevede un anticipo nell' erogazione del fondo di solidarietà comunale, pari al 20% delle spettanze 2013 registrate in ogni Comune, per evitare problemi di cassa alle amministrazioni locali. L' anticipazione sarebbe poi "stornata" dalle rate successive. La regola, come lo scorso anno, è resa necessaria dal fatto che i parametri di distribuzione del fondo, alimentato per 4,7 miliardi su 6,6 dall' Imu, sono cambiati con la legge di stabilità e devono essere attuati DISSESTI E SANZIONI. Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 31 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 32 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 12 Commenti e inchieste Le risposte ai lettori Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) SUPERDESK CARTA-DIGITAL: Caporedattori responsabili: Marina Macelloni e Guido Palmieri Ufficio centrale: Daniele Bellasio (social media editor), FrancescoBenucci, GiuseppeChiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Antonio Quaglio, Giorgio Santilli,Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi, Paola Bottelli, Luca De Biase, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino, Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri, Paolo Zucca PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Benito Benedini AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Congiunzione astrale favorevole al dialogo CINA, TAIWAN, LE DUE COREE E PURE CIPRO U na congiunzione astrale favorevole che porta a passi avanti verso riunificazioni impossibili. Cina e Taiwan tengono storici colloqui a Nanchino; a Cipro riprendono dopo anni i negoziati di pace; a Panmunjon, sul 38˚ parallelo tra le due Coree, ci sarà oggi un incontro ad alto livello come non se ne vedeva da parecchio tempo. Dove porterà tutto questo? Realisticamente a un miglioramento delle relazioni bilaterali.Il che, considerandole tensioni esistentitrale controparti in questione, è un progresso da non sottovalutare. Il fronteasiatico èquello che desta le maggioripreoccupazioni, vista l’escalation verbale, strategica e in parte fattuale tra il Giappone di Shinzo Abe e la Cina di Xi Jinping. La retorica muscolare e neonazionalista del premiergiapponesemal siconciliaconleambizionicrescenti di Pechino nel Pacifico e le relazioni tra i due nemici storici non toccavano da decenni questi minimi. Tutto quanto contribuisce a una normalizzazione, anche formale, di alcuni rapporti nell’area è quindi benvenuto. Così come è benvenuta la ripresa degli sforzi di normalizzazione tra Cipro e Cipro Nord, un muro divisorio (la famosa linea verde) nel cuore dell’Europa. In questo caso, forse, i progressi potrebbero essere più decisivi, anche perché spinti - in parte è così anche per Cina e Taiwan - da interessi economici: la scoperta di importanti giacimenti di gas in questa parte del Mediterraneo,tra acque ciprioteeisraeliane, conil coinvolgimento della Turchia. Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’ Via Monte Rosa, 91 20149 Milano - fax 02.312055 email: [email protected] Includere per favore nome, indirizzo e qualifica Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Dalla crisi si esce con più lavoro e meno burocrazia G entileGalimberti, nonsonounoperaionéun dirigente.Sonounquadro,come quellideiquarantamiladicuihaparlato laRai.Lescrivoperchéhopauraemi scuseràselechiedodinonfirmarela letteraconnomeecognome.Lavoroin Venetoemisonomessopauraconquello chesuccedeconl’Electrolux.Sembrache allafinesimetterannod’accordo,mala minacciarimane.Anchelamiaazienda potrebbeandareafiniredaqualchealtra parte,senoninPolonianellaRepubblica CecaoinRomania.Dobbiamo continuareaviverecosì?Sempreconla minacciadiperdereilpostodilavoroodi vedercitagliareglistipendi?Lachiamano globalizzazione,amesembraunmododi sfruttarci.NoncomprodisolitoIlSolema l’hocompratopercapirequellochesta accadendoallaElectroluxeuncollegami hadettodiscriverealeiperchévive all’esteroeconosceilmondo.Questo mondomipiacesempremeno.Quando erogiovanetrovavounlavoroepotevo mantenereunafamiglia.Orasemiofiglio trovalavoro-locercaenonlotrova-non guadagnaabbastanzadamettersu famiglia. Lettera firmata Caro lettore, non è facile risponderle. Anche perché – e qui mi metto il cappello dell’econo- .com Domenico Rosa mista – le cose stanno anche peggio di quel che dice. Supponiamo di mirare le cosedall’alto,conla freddezzadiunentomologo apolide che guarda al formicaio della produzione nel mondo: si perdono posti di lavoro in Italia ma si guadagnano in Polonia. Il conto è pari. Ma in verità non è pari. Il tenore di vita in Italia è superiore a quello della Polonia. Il che vuol dire che i beni e i servizi che sarebbero stati acquistati da chi perde il posto di lavoro in Italia sono più dei beni e servizi che ora potrà acquistare l’operaio polacco che ha preso il posto dell’operaio italiano. Se si somma la domanda italiana a quella polacca, prima e dopo questa "cura", si vede che il gioco non è a somma zero, è a somma negativa. CHINATOWNS Rita Fatiguso BACKSTAGE Paola Bottelli Latte per neonati in farmacia: una rivoluzione per la Cina Per cercare di porre un freno agli scandali alimentari, Pechino ha aperto la vendita di latte anche alle farmacie I DIBATTITI SUI BLOG DEL SOLE 24 ORE www.ilsole24ore.com @24commenti Come se ne esce? A guardare le cose nel lungo periodo (ma nel lungo periodo "siamo tutti morti", diceva Keynes) i Paesi a basso costo del lavoro crescerannopiùdegli altri,i lorosalaricresceranno anch’essi, e magari compreranno prodotti italiani. Ma anche ammesso che le cose vadano così nel famoso "lungo periodo", che cosa succede nel breve? La mia risposta a questo punto le sembrerà debole, ma non ne vedo altre, a meno di non rimettere indietro l’orologio della storia e di scivolare nel protezionismo e nell’autarchia. Si tratta di creare più posti di lavoro in Italia. La materia prima non manca. In Italia ci sono molte braccia inoperose. Non solo i disoccupati. Il rapporto fra occupatie popolazionein età di lavoro è fra i più bassi in Europa, ed è specialmente basso per le donne. Che cosa impedisce di creare occupazione? Gli ostacoli sono cose che possono migliorare solo lentamente - il capitale umano, il sistema educativo - ma anche cose che possono migliorare rapidamente se solo ci fosse la volontà e la fantasia per farlo, come l’assurdo reticolato di impedimenti burocratici che scoraggia l’intrapresa e una pubblica amministrazione che fa delle "competenze parallele" e dello stallo nel fare il suo paralizzante motto.AltriPaesi,invece,hannotagliato la burocrazia e non si sono lasciati sfuggireoccasioni: sulSole24 Ore diieri abbiamo raccontato quanto accaduto alla Del Conca. Il gruppo ceramico romagnolo dieci mesi fa ha acquistato un sito produttivo negli Usa e da ieri lo stabilimento produttivo è in funzione. Ilmedesimogruppodadiecianniaspetta la variante a un piano regolatore che permetterebbe di ampliare il quartier generale di Rimini. [email protected] La tragedia dei profughi istriani Si celebra il ricordo delle foibe e del dramma dei profughi istriani, costretti a fuggire da quelle terre che furono italiane. Pacifico che quei crimini furono commessi dai partigiani titini, mai puniti. Ma anche dalle istituzioni italiane queste popolazioni non ebbero maggior rispetto. Dai politici che perdono tempo in commemorazioni mi aspetterei scuse a nome dei loro predecessori per aver relegato troppi italiani al ruolo di non cittadini. Lettera firmata BENVENUTI AL SUD Vitaliano D’Angerio Lusso, ma il made in Italy è in vendita o in svendita? Un lettore del blog sostiene che il made in Italy sia in svendita. Io penso invece il contrario. Voi cosa ne pensate? Un invito al futuro governatore della Sardegna Chiunque sia eletto chieda ai colleghi del Sud di riunirsi a un tavolo comune per sviluppare un progetto di rilancio L’ITALIA CHE NON RIPARTE Il flop della legislazione concorrente Quelle infrastrutture Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni che servono al Paese GLIELETTRODOTTIINTERRATIDITERNA Q uesta volta, per realizzare una linea di alta tensione fra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano) sono stati sufficienti due anni e mezzo. La rapidità d’un fiato, per i tempi italiani; una normalità ovvia nel resto del mondo civile. Ma in molti altri casi queste opere trovano mille ostacoli. Non ostacoli tecnici: ostacoli rappresentati dal no di sindaci neghittosi, assessori scorbutici, politici avidi di voti e comitati locali sedicenti "ambientalisti". Nel Mezzogiorno un sindaco per non far posare i tralicci vietò l’accesso ai camion; si provò con l’elicottero e lui vietò il sorvolo: la linea fu costruita portando i materiali a dorso di mulo. Ora la fatica si concentra sulle linee ancora inesistenti fra Sicilia e Calabria e tra Venezia e Padova. Gli elettrodotti sono opere utili. Forse brutte (meno brutte con i nuovi tralicci di design e con i tratti interrati), ma utilissime. Fanno ribassareicostidellacorrente. Appenaunanuovalineaviene allacciata, si sente subito la discesa benefica dei prezzi nella Borsa elettrica. A vantaggio dell’Italia; e degli italiani. Contro il lavoro nero occorre prevenzione ILNODODELLESANZIONI D al Parlamento arriva un invito alla misura per le sanzioni in materia di lavoro irregolare. Nella versione originaria del decreto legge "Destinazione Italia» le sanzioni per il superamento della durata massima dell’oraro di lavoro e per il mancato riposo settimanale erano decuplicate. Ora,si fermano al raddoppio. Resta confermata la severità nel caso di utilizzo del lavoro in nero, non solo con l’aumento delle sanzioni ma anche con l’impossibilità di "ravvedersi" in presenza della contestazione da parte dell’ispettore. Tuttavia,se lasanzioneèimportanteai finidellarepressione, per battere il lavoro irregolare o nero occorre mettere in campo un’efficace opera di prevenzione con il rafforzamento dei controlli sostanziali. Inoltre, è essenziale mettere le aziende nelle condizioni di poter bene operare: regole più semplici da rispettare e minori costi sono basilari se si vuole incentivare il lavoro. PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano - Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano REDAZIONE DI ROMA: Piazza dell’Indipendenza 23b/c, 00185 - Tel. 063022.1 Fax 063022.6390 e-mail: [email protected] PUBBLICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax0230223214-e-mail:[email protected] Normativa Comuni di Valerio Castronovo naderivasenzafine.Dall’attuazione del Titolo V le spese delleRegionieleloroentratefiscali hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l’uno che l’altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto taloradaincepparsi,perviadellenuoveprerogative degli enti territoriali, esercitate inpiùd’uncasocomealtrettantipoterisingoli di veto, l’iter procedurale anche per alcune infrastrutture strategiche a rete di rilevanzanazionale.Colrisultatochesisonoaggiuntialtricostiindiretti(comequellidelle"compensazioni")esoprattuttopesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione concorrente", che avrebbedovutoriequilibrareesnellireirapporti fra centro e periferia, tramite una chiara separazione di competenze e funzioni, ha finitoinveceperprodurreunacongeriedi sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d’intervento, compresequelleriguardantiirapportiinternazionalie il commercio estero. Eppure,quandonelmarzo2001,nell’imminenzadelleelezionipolitiche,vennevaratodalParlamentoil nuovo ordinamento federale (siapur conl’esigua maggioranza delcentro-sinistra)epoiapprovatoinottobre da un referendum popolare (anche se conunascarsaaffluenzadivotanti),sipensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della finanzapubblica avrebbegarantitosiauna gestionepiùresponsabilizzataedefficiente delle risorse sia uno standard, su scala nazionale,piùomogeneoinfattodiprestazioni ea un costo minore. Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale impernia- U © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. 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Dall’altro, abbiamo assistito, inveceche a un miglioramento dei rapporti della collettività conleistituzioni,aunpeggioramentodellasituazioneacausadiun’ondatadisfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno contrassegnato in varia misura l’operato di numerose amministrazioni regionali di diversa colorazione. Tuttavia c’è voluto parecchio tempo, nonostante l’incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione di procedere a una riforma del Titolo V. C’è pertanto da augurarsi che, in base al disegno di legge presentato dal governo Letta all’esame del Parlamento, venga abolitala"legislazioneconcorrente",rivelatasifontediiper-regolamentazionicontraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a cominciare dall’energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all’istituzione,alpostodelSenatoelettivo,diuna"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati Addio. 1928-2014 AP Shirley Temple, i «riccioli d’oro» del cinema È stata la prima diva bambina del cinema, scelta a scuola da Charles Lamont per due serie della Educational Pictures. Shirley Temple, nata a Santa Monica nel 1928, è scomparsa a 85 anni. «Riccioli d’oro» incantava con il suo sorriso che - diceva il presidente Roosevelt «dava alla gente in ginocchio dalla Grande Depressione la forza di andare avanti». MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: Prezzo di copertina in Italia À 1,50 perle edizioni da lunedì a venerdì, À 2 per le edizioni di sabato e domenica. Abbonamento Italia 359 numeri: À 359,00 (sconto 39% rispetto al prezzodi copertina)+À19,90percontributo spesediconsegna(postale oinedicola). L'Abbonamento Italia non comprende il magazine "IL - Intelligence in Lifestyle". Per l’abbonamento estero Europa, rivolgersi al Servizio Abbonamenti([email protected]).Per il resto del Mondo è disponibile solo l’abbonamento al quotidiano in versione digitale. 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Le società estremamente eterogenee, partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono andate costantemente aumentando di numero,malgradogli interventi governativi, più o meno risoluti ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per frenarne laproliferazioneeinvertirequestatendenza.Perciòèancoroggidifficile(comerisulta da un’indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per lo piùpassividibilancio(senzaassicurareperaltroadeguateprestazioniagliutenti),soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità generale; che esistono in parecchi casi commistioni di ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro aree operative riguardano le "localutility",masiestendonodall’agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un autentico ginepraio,dicrescenteampiezza econunrilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare ben poco per ridimensionare e disboscare. ILCASOGREEKYOGURT Nell’economia globale c’è un grande fermento di Andrea Goldstein l quarantottesimo Super Bowl non lascerà probabilmente traccia maggiore nella storia del football americano, anche se è il primo titolo per i Seahawks di Seattle, ma sicuramente in quella dello yogurt. Per la prima volta, insieme alla solita vagonata di costosissime pubblicità per dolciumi, snack e bevande gassate, ce ne saranno ben due che decantano le virtù, anche salutistiche, di altrettanti marchi di yogurt "alla greca": Chobani (il No. 1, al suo debutto) e Dannon Oikos (che già era apparso nel 2012). Il Greek yogurt - più denso e proteico, meno grasso rispetto a quello normale - è passato da appena 1% del mercato americano nel 2007 a metà attualmente (dati Nielsen). Un successo legato all’attenzione crescente degli americani, che tradizionalmente consumano latte e formaggi, per la qualità del cibo, come dimostra l’impegno personale di Michelle Obama nella promozione di una dieta più equilibrata nel paese in cui tutto è supersize. La storia di Chobani sembra fatta su misura per rinfrescare il mito del sogno americano. Il fondatore, azionista unico e chief executive, Hamdi Ulukaya, arrivò negli Stati Uniti dalla Turchia orientale nel 1994. Non proprio con la valigia di cartone, ma certo senza immaginarsi che 20 anni dopo Chobani avrebbe avuto un fatturato di 1 miliardo di dollari, 2 mila dipendenti e tre stabilimenti, tra cui uno in Australia. Il primo fu una vecchia fabbrica della Kraft, chiusa dopo 75 anni, acquistata grazie a un prestito agevolato del governo. Per il suo stile di gestione, Chobani poi sembra una tipica società della nuova economia: una "people company" secondo Ulukaya, in cui tutto avviene per fare del bene, che all’inizio non aveva investito nel marketing preferendo il passa-parola tra consumatori e il contatto diretto sulle reti sociali e che destina 10% dei profitti in beneficienza attraverso la Shepherd’s Gift Foundation. I margini di crescita del mercato sono ancora ampi: in Francia, ad esempio, lo spazio dedicato agli yogurt (di ogni tipo) nei supermercati è doppio che negli Stati Uniti e il consumo pro capite quasi sette volte più elevato. Una buona notizia soprattutto per Fage, la società greca che per prima lanciò il prodotto nel 1998 e che ora lo produce anche negli Stati Uniti, nello stato di New York. È una delle rare storie di successo del capitalismo ellenico, anche se i suoi legami col paese d’origine vanno affievolendosi. Nel 2012 ha trasferito la sede legale in Lussemburgo e poco dopo ha emesso obbligazioni per 250 milioni di euro, libere dal tetto del debito sovrano graco. Quando però si tratta di difendere l’ellenicità del prodotto, Fage - il cui Greek yogurt peraltro è a base di latte vaccino, mentre l’originale nel Mediterraneo orientale utilizza latte di capra o di pecora - riscopre le sue radici. Nel Regno Unito i giudici hanno ingiunto a Chobani di non chiamare greco il proprio yogurt, accogliendo la richiesta di Fage di riservare la denominazione allo yogurt prodotto in Grecia. Una decisione confermata in appello proprio martedì 28. Ma i batteri che fermentano nell’economia globale, anche in un periodo di crisi, sono molteplici. Il Lactobacillus casei Shirota fu scoperto nel 1930 da un microbiologo di Kyoto, Minoru Shirota, e Yakult venne fondata nel 1955. Sono ormai 20 anni che gli yogurt probiotici hanno conquistato l’Occidente, anche grazie a claims salutistici di dubbia validità, e ora è venuto il momento per i functional foods di penetrare nuovi mercati. Il Financial Times ha raccontato di recente come ciò stia avvenendo in Indonesia, dove da una decina d’anni le "Yakult Ladies" vendono il prodotto porta-a-porta. Una strategia che non funzionava bene fino a che la società giapponese non si è decisa ad aumentare gli investimenti nella formazione delle promotrici, adattando la strategia di marketing alla realtà indonesiana. I risultati non si sono fatti attendere, sia per la società, che ha triplicato i volumi, sia per le Ladies, che guadagnano ormai commissioni comparabili ai salari dell’industria. I © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Secondo di una serie di articoli Il primo è stato pubblicato il 5 febbraio per la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIOABBONAMENTI:Tel.0230222999 (conoperatoreda lunedìavenerdì 8:30-18:00)-Fax0230222885-Email:[email protected]. SERVIZIO ARRETRATI PER I NON ABBONATI (non disponibili le edizioni cartacee più vecchie di 24 mesi dalla data odierna): Inoltrare richiesta scritta via posta a: Il Sole 24 ORE S.p.A., Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, (Tel. 02 o 06 3022.2888) allegando la fotocopia della ricevuta di versamento sul c.c.p. 519272 intestato a Il Sole 24 ORE S.p.A. Oppure via fax al n. 02 o 06 3022.2519. Il costo di una copia arretrata è pari al doppio del prezzo di copertina del giorno richiesto. Non verranno rimborsate le istanze relative ad edizioni più vecchie di 24 mesi dalla data odierna. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Sul Sole 24 Ore Lunedì del 10 febbraio L’appeal del marchio «Made in» sui consumatori nel mondo STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e Via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Etis 2000 S.p.A., 8˚ strada, 29 zona industriale, 95100 (CT) - Stampa quotidiana S.r.l., via Galileo Galilei 280/A, località Fossatone, 40059 Medicina (BO)- L'Unione Sarda S.p.A., via Omodeo 5, 09030 Elmas (CA) - B.E.A. Printing BVBA, Maanstraat 13 Unit 17-18 (Bedrijvenpark), 2800 Mechelen (Belgium) DISTRIBUZIONE ITALIA: m-dis Distribuzione Media S.p.A., Via Cazzaniga 1 - 20132 Milano, Tel. 02-2582.1 Certificato Ads n. 7743 del 18-12-2013 Registrazione Tribunale di Milano n. 322 del 28-11-1965 La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 12 febbraio è stata di 241.194 copie Pagina 33 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 L' ITALIA CHE NON RIPARTE. Il flop della legislazione concorrente Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni. Valerio Castronovo Una deriva senza fine. Dall' attuazione del Titolo V le spese delle Regioni e le loro entrate fiscali hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l' uno che l' altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto talora da incepparsi, per via delle nuove prerogative degli enti territoriali, esercitate in più d' un caso come altrettanti poteri singoli di veto, l' iter procedurale anche per alcune infrastrutture strategiche a rete di rilevanza nazionale. Col risultato che si sono aggiunti altri costi indiretti (come quelli delle "compensazioni") e soprattutto pesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione concorrente", che avrebbe dovuto riequilibrare e snellire i rapporti fra centro e periferia, tramite una chiara separazione di competenze e funzioni, ha finito invece per produrre una congerie di sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d' intervento, comprese quelle riguardanti i rapporti internazionali e il commercio estero. Eppure, quando nel marzo 2001, nell' imminenza delle elezioni politiche, venne varato dal Parlamento il nuovo ordinamento federale (sia pur con l' esigua maggioranza del centro-sinistra) e poi approvato in ottobre da un referendum popolare (anche se con una scarsa affluenza di votanti), si pensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della finanza pubblica avrebbe garantito sia una gestione più responsabilizzata ed efficiente delle risorse sia uno standard, su scala nazionale, più omogeneo in fatto di prestazioni e a un costo minore. Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale imperniata su forme più ampie di decentramento, quale prevista dal Titolo V della Costituzione, avrebbe avvicinato di più i cittadini alle istituzioni e promosso la sussidiarietà e la paritarietà fra i diversi livelli territoriali di governo. Senonché è avvenuto tutto il contrario. Da un lato, è cresciuta con effetti opprimenti la foresta di normative e formalità burocratiche che hanno ingarbugliato i meccanismi e dilatato i costi della gestione politica e amministrativa. Dall' altro, abbiamo assistito, invece che a un miglioramento dei rapporti della collettività con le istituzioni, a un peggioramento della situazione a causa di un' ondata di sfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva Normativa Comuni gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno contrassegnato in varia misura l' operato di numerose amministrazioni regionali di diversa colorazione. Tuttavia c' è voluto parecchio tempo, nonostante l' incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione di procedere a una riforma del Titolo V. C' è pertanto da augurarsi che, in base al disegno di legge presentato dal governo Letta all' esame del Parlamento, venga abolita la "legislazione concorrente", rivelatasi fonte di iper-regolamentazioni contraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a cominciare dall' energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all' istituzione, al posto del Senato elettivo, di una "Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati ad applicarle debitamente ed efficacemente in sede locale. Insieme all' attribuzione alle Province (che oggi sono ben centodieci) di una sola competenza (quella sulle strade) e alla loro trasformazione in enti di servizio ai Comuni, la creazione nelle principali aree urbane di "Città metropolitane", con un ruolo propulsivo di pianificazione dello sviluppo, costituirebbe senz' altro un importante salto di qualità. Rimane tuttavia da sciogliere un altro nodo spinoso: quello del cosiddetto "capitalismo municipale". Le società estremamente eterogenee, partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono andate costantemente aumentando di numero, malgrado gli interventi governativi, più o meno risoluti ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per frenarne la proliferazione e invertire questa tendenza. Perciò è ancor oggi difficile (come risulta da un' indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per Pagina 34 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 lo più passivi di bilancio (senza assicurare peraltro adeguate prestazioni agli utenti), soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità generale; che esistono in parecchi casi commistioni di ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro aree operative riguardano le "local utility", ma si estendono dall' agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un autentico ginepraio, di crescente ampiezza e con un rilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare ben poco per ridimensionare e disboscare. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 35 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 36 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 10 Le vie della ripresa Bonus su macchinari e Ict I moduli per le istanze saranno disponbili sul sito del ministero entro il 10 marzo LE MISURE PER LE IMPRESE La tabella di marcia Le domande di erogazione saranno evase entro 30 giorni, salvo disponibilità di cassa Pmi, pronti i finanziamenti agevolati Firmata la circolare sulla «Sabatini bis» - Domande in formato elettronico dal 31 marzo IMAGOECONOMICA Carmine Fotina ROMA Perla"nuovaSabatini"c’èfinalmente una data: le imprese potranno presentare le domande,in formato elettronico, a partire dalle 9 del 31 marzo 2014. La lunga attesa per l’attuazione di una delle principali misure del decreto del fare varato lo scorso giugnostaperconcludersi:lacircolare predisposta dal ministerodelloSviluppoeconomicofissaterminiemodalitàperpresentareleistanzeeperlaconcessione e l’erogazione dei contributi previsti per l’acquisto o il leasing di macchinari e impianti da parte delle Pmi. Il testo, redatto dalla direzione generale incentivi del ministero di Flavio Zanonato, segue il decreto attuativo (si veda Il Sole 24 Ore del 30 novembre) ed arriva più o meno in contemporanea con la convenzione tra lo stesso dicastero, la Cassa depositi e prestiti e l’Abi (la firma è attesa per questa settimana). Si completa dunque il complesso e piuttosto lento iter di implementazione della misura, nell’attesa della quale diverse imprese hanno congelato o posticipato gli investimenti. Finanziamenti agevolati Il decreto del fare ha previsto la costituzione presso la Cdp di un plafond di 2,5 miliardi che le banche e gli intermediari finanziari, aderendo alla convenzione, possono utilizzare per concedere, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti alle Pmi. Sono ammessi investimenti in macchinari,impianti, beni strumentali e attrezzature nuove a uso produttivo, oltre a quelli in hardware, software e tecnologiedigitali. Possibile anche il le- asing, per operazioni concesse dasocietà inpossesso di una garanzia rilasciata da una banca che aderisce alla convenzione. Le Pmi che hanno ottenuto i finanziamentiricevono (nel limite dello stanziamento annuale) un contributo a parziale copertura degli interessi, pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del 2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, con rate semestrali e della durata di 5 anni, di importo corrispondente al finanziamento. Il contributo viene calcolato secondo modalità inserite in un’appendice alla circolare e consultabili sul sito del ministero. RISORSE E MECCANISMO Si attingerà a un plafond presso la Cdp da 2,5 miliardi Dal ministero contributi sugli interessi, possibile accesso al Fondo garanzia È prevista inoltre la possibilità di accedere alla garanzia del FondocentralePmisulfinanziamento, fino all’80%, con priorità d’accesso. Le domande La domanda di agevolazione, da utilizzareanche per la richiesta di finanziamento, deve essere compilata in formato elettronicoe deve essere, penal’invalidità, sottoscritta mediante firma digitale. Come detto va presentata a partire dalle 9 del 31 marzo 2014, esclusivamente attraverso l’invio con posta elettronica (Pec) certificata agli indirizziPec dellebancheconvenzionate(l’elenco sarà disponibi- le sui siti www.mise.gov.it e www.cassaddpp.it). La domandadi agevolazione ei relativi allegatidovranno essere compilati utilizzando esclusivamente i moduli che saranno disponibili entro il 10 marzo sul sito dello Sviluppoeconomico(ilministero confida comunque di pubblicarli con largo anticipo rispetto alla scadenza). Per le agevolazioni che superano la soglia di 150mila euro, la concessione del contributo è subordinata all’acquisizionedella documentazione antimafia. @CFotina © RIPRODUZIONE RISERVATA S Sabatini bis. Decisi i criteri per accedere al bonus sull’acquisto o il leasing di macchinari I CRITERI Le risorse VienecostituitopressolaCdp unplafonddi 2,5miliardichele bancheegliintermediari finanziari,aderendoalla convenzione,possonoutilizzare perconcedere,finoal31 dicembre2016,finanziamenti allePmi.Iprestitipossonoavere unaduratamassimadi 5annie possonoessereaccordatiperun valoremassimocomplessivonon superiorea2milioniperciascuna impresa.L’importominimosarà di20milaeuro.Sistimachegià perl’estateilplafondvada esaurito:laprossimaleggedi stabilitàsarebbeilcontenitore peruneventualeplafond (l’ipotesièdiulteriori2,5 miliardi) Certificati antimafia Nelcasodiagevolazioni superioria150milaeurova presentataanchela documentazioneantimafia.La circolarespiegacheitempiprevisti perlaconcessionedelle agevolazionipossonosubire variazioniinseguitoallamancata acquisizionedelladocumentazione antimafia.Mailministero,decorsi 45giorni(prorogabilidalla Prefetturadialtri30giorni)dal ricevimentodellarichiestadaparte dellaPrefettura,puòprocederealla concessionedelleagevolazioni sottocondizionerisolutiva Spese ammissibili Gliinvestimentidevonoessere avviatisuccessivamentealladata delladomandadiaccessoal contributo,fattisalvigli investimentirelativialsettore agricolo(regolamento1857/2006) chepossonoessereavviatisolo successivamenteal provvedimentodiconcessione degliaiuti Erogazioni Ilministeroprovvedealle erogazioninell’annoperrichieste pervenuteentroenonoltreil31 ottobre.L’erogazionedel contributoèsubordinataal completamento dell’investimento,entroil periododipreammortamentoo prelocazionedelladurata massimadi12mesidalladatadi stipuladelfinanziamento Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati ROMA Vialiberadell’auladellaCamera al decreto Destinazione Italia.Ilvotofinalesulprovvedimentoha visto320 sì,194noe un astenuto. Il testo passa ora al Senato, dove appare sempre più probabile che venga posta la fiducia da parte del governo visti i tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull’energia, sul mercatoimmobiliare,sull’editoria. Anche il pacchetto sull’Rc auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe, èsfumatosottoicolpidicentinaia di emendamenti che l’hanno stravoltoimponendoneil travaso in un altro disegno di legge, per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati costellatianchedaunduroscontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativocreditod’imposta)perfavorire le bonifiche di siti industriali inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il governo unanormaequilibratapersbloccare progetti fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell’esame degli emendamenti non sembra però aver accontentato il fronte più critico, a partire dal M5S. Un’altra questione complicata riguarda le coperture di due misurechiavedeldecreto,ilcredito d’imposta per gli investimentiinricerca(dotedi600milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce.Normedimeranaturaprogrammatica,sottolineava ilrapporto del servizio BilanciodellaCamera,conrisorsean- Normativa Comuni cora da individuare nell’ambito dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l’altro solo al Sud. L’iter in commissione ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via più diretta, impiegando anche risorse di fonte nazionale per tutto il territorio, ma il percorsodiimplementazioneappare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d’imposta, viene confermata la formula estremamente"light"dellamisurachesi applica solo sul 50% della spesa incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l’altro, modifiche ri- TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia guardanti la compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le sanzioni sul lavoro irregolare. Quantoalcapitoloenergia,èstato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneridisistemaapplicatialconsumo di gas ed è stato ritoccato ilregimeopzionaleperiproduttori di energia rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova spazio anche l’Expo 2015 di Milano, con la messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne:lamisuravieneestesaanche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei 6 mesi previsti dalla formulazioneoriginaria).Sièintervenuti anche sull’export, con un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell’Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico, su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del Fondo volto alla promozione dell’export. Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l’acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi strumenti finanziari. Merita un discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in untriennio,ilbonuslibrièdiventatouncreditod’impostaafavoredeilibrai:l’agevolazionespetta agli esercizi commerciali che effettuanovenditadilibrialdettaglio, anziché a persone fisiche e giuridiche (resta peròla possibilitàper gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire in startup, all’estensione da 3 a 5 anni del ruling internazionale (tassecerteperlemultinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti normativi sul decreto Destinazione Italia Lo sviluppo passa per ricerca, energia, digitale ed export di Claudio De Vincenti Lo «sportello» e le erogazioni La circolare chiarisce che le impresehannodiritto alle agevolazioni solo nei limiti delle disponibilità finanziarie. Le banche o gli intermediari finanziari trasmettonoa Cdp,ognimese,larichiesta di verifica della disponibilitàdella provvista a valere sul plafondda2,5miliardi.Le richieste sono poi prese in considerazione dal ministero, ai fini della prenotazionedelcontributo,seguendo l’ordine cronologico di prenotazione. In caso di risorse insufficienti, la prenotazione è utilizzata,ai finidellaconcessione del contributo, in modo proporzionale al fabbisogno delle operazioni. Il contributo verrà erogato dal ministero entro sei anni dalla data di ultimazione dell’investimento,in quoteannuali.Lerichiestedierogazionedevonoessere compilate esclusivamente in formato digitale, entro il 30 giugno2014,esarannoevasedallo Sviluppo entro 30 giorni dalla data di ricezione della domanda,«subordinatamenteall’effettiva disponibilità di cassa». INTERVENTO Le principali misure FOTOGRAMMA CARTELLE ESATTORIALI Compensazione con crediti Pa Vialiberaallacompensazione dellecartelle esattorialiconi creditivantaticonlapubblica amministrazione,masolonel rispettodegliequilibridifinanza pubblica ANSA BONIFICHE CREDITO/MINIBOND Accesso al Fondo di garanzia SiprevedecheilFondocentrale Pmipossaprestaregaranziaanche infavoredellesocietàdigestione delrisparmioche,percontodei fondicomunidiinvestimento, sottoscrivanominibond ENERGIA Accordi di programma Passanogliaccordidiprogramma perlebonifichedeisitiindustriali inquinati.Nonostantele modificheapprovateinAula,per M5Slanormarestaun"regalo"a chihainquinato IMAGOECONOMICA IMAGOECONOMICA Riduzioni gas per gli energivori Incommissioneè statointrodotto unmeccanismoafavoredelle impreseenergivoreperla rideterminazionedeglioneridi sistemaapplicati alconsumodigas IMAGOECONOMICA RICERCA IMAGOECONOMICA Mutui a tasso zero Mutuiatassozeroperlenuove impresecostituitedagiovanie donne:lamisuravieneestesa ancheacommercioeturismoe vengonoammesseaziende costituitedanonpiùdi12mesi FOTOGRAMMA EXPORT Focus sulle Pmi Unemendamentochespecifica cheladotazioneaggiuntiva dell’Iceperlapromozione(22,6 milioni)deveesseredestinatacon particolareriguardoallepiccolee medieimprese LIBRI Bonus per i librai Losgraviofiscaledel19%suilibri acquistatidallepersonefisichee giuridichesitrasformainuncredito d’impostaperlelibrerie.Arrivanoi buoniletturaconscontidel19% perglistudentidellesuperiori FOTOGRAMMA BONUS DIGITALE Anche al Centro-Nord Unemendamentoincommissione hachiaritocheivoucherperlePmi cheacquistanodotazioniIct,si connettonoallabandalargao sviluppanosoluzionidie-commerce siapplicanoanchealCentro-Nord Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 start-up innovative. E stiamo parlando anche di misure che agiscono su condizionidicontestodecisive per la ripresa industriale e produttiva del nostro Paese: sbloccando al tempo stesso leazionidibonificaediriqualificazione industriale dei siti di interesse nazionale contaminati da anni di sfruttamento ambientale e oggi a rischio di desertificazione industriale; potenziando lo strumento dei minibond, canale di finanziamento per le IL SOSTEGNO Destinazione Italia mette in campo anche fondi per l’Expo e le bonifiche sui siti inquinati piccole e medie imprese alternativo a quello bancario, ampliando così il ventaglio delle possibilità per far convergere risorse verso il sistema produttivo; sostenendo la creazione dimicro e piccoleimprese giovanili e femminili, in modo da valorizzare capacità imprenditoriali diffuse, una delle risorse fondamentali del nostro Paese. Enonèuncasocheildecreto portiin chiusura unarticolo che convoglia risorse verso la realizzazione dell’Expo 2015e neaccelera leprocedure: si tratta di un evento fondamentale per fare dell’Italia ilpunto diincontroediscambio di conoscenze scientifiche, tecnologiche, industriali avanzate e per rafforzare la capacità di penetrazione delleeccellenzeitalianesuimercati internazionali. Naturalmente,sarebbestatoauspicabilechefosserimastanel decreto anche la riformadel mercatodell’assicurazioneauto,cheportavaconsistenti benefici per i cittadini in termini di riduzioni delle polizze fino a oltre il 20%. Ma rispettiamolarichiestavenuta dalle Commissioni parlamentariditrasformarlo indisegno di legge (prontamente varatodalConsigliodei ministri del 6 febbraio) al fine di poter valutare con maggiore attenzione una materia sicuramente molto complessa. Sta ora al Parlamentoconfermare la volontà di portare a termine una riforma così importante per la trasparenza e l’equità del sistema. Sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Autonomie. Le città metropolitane tornano 10 Ddl Province, accolti i rilievi delle imprese NUOVE IMPRESE Credito d’imposta Confermatalaformula estremamente"light":credito d’impostafinoaunmassimo annuodi2,5milioniper beneficiarionellamisuradel50% degliincrementiannualidispesa otto, c’è molto di più di quel che s’è detto e scritto.C’èsoprattuttolapossibilità per il nostro Paese di agganciare la ripresa. Destinazione Italia, tutt’altro che un provvedimento omnibus, è infatti un decreto che agisce su diversi fattori decisivi per la competitività del sistema produttivo italiano e su diverse condizioni di contesto necessarie a dare fiato agliinvestimentie apromuovere il dispiegarsi delle capacità imprenditoriali. Questo è il senso del Dl Destinazione Italia: un primo insieme di misure chetraducono in norme le linee di fondo del progetto presentato in autunno dalGovernoperridareall’Italia il ruolo di Paese dell’imprenditorialitàeperfarnepolo di attrazione per le impresedi tutto il mondo. È una sfida che richiede un cambio di mentalitàdelle stessepubblicheamministrazioni:nontutte appaiono consapevoli che è ora di cambiare i propri comportamenti in funzione delle necessità di rilancio dell’economia italiana e sta al ministero dello Sviluppo economico, in quanto ministero dell’economia reale, farmaturarefinalmente questa consapevolezza. Stiamo parlando di un decreto che incide su almeno quattro fattori di competitività: il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, che sostiene le imprese nel recuperare un ritardo italiano nell’elemento forse principale della competitività di un’economia avanzata (e segnalo che alla Camera la misura è stata migliorata risolvendoquei problemi,segnalati da questo giornale, di certezza delle risorse e di fruibilità della misura su tutto il territorio nazionale); la riduzionedel costo dell’energia, dove si prevede un’ulteriore azione– dopo quella realizzata col decreto del Fare – di razionalizzazione delle voci che compongono la bolletta elettrica (prezzo biorario e ritiro dedicato) e di contenimento della componente A3 (nel rispetto dei diritti quesiti dei produttori di rinnovabili); il voucher a favore delle piccole e medie imprese per sostenerne la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico; azioni di supporto alla internazionalizzazione delle imprese e all’attrazione in Italia di ROMA Dietrofront sulle città metropolitane. Se il testo del Ddl svuota-province approvato alla Camera prima di Natale rischiava di farle salire a 21 quello che il Senato sta mettendo a punto le riporteràinvece a10.Graziea un emendamento depositato ieri in commissione Affari costituzionali dal relatore Luciano Pizzetti (Pd) che va incontro ad alcune richieste del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Intervenendo a un convegno organizzato a Firenze dalla Rete delleassociazioniindustrialimetropolitane, il leader degli industriali aveva dichiarato: «Le aree metropolitane saranno troppe ed andranno a sommarsi ai livelli amministrativi esistentianzichédiminuirli».Elarisposta della maggioranza è arrivata ieri attraverso Pizzetti. Dei 19 emendamenti presentati ieri, due intervengono direttamente sulla materia. Da un lato, riportando di fatto le città metropolitane alle 10 originarie (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna,Firenze,Roma,BarieNapoli,ReggioCalabria).Dall’altrolato,precisando cheil loro territorio coinciderà con quello della provinciauscente.Verrebbemeno dunque la possibilità di mantenere sullo stesso territorio sia laprovinciachelacittàmetropolitana se un terzo dei comuni coinvoltinonaderisseaquest’ultima. Sui tempi di approvazione del provvedimento è intervenuto Graziano Delrio. Nel corso di un’iniziativadell’Ancisullecittà metropolitane il ministro degli Affari regionali ha snocciolato la nuova road map: sì del Senato entro fine mese e ok definitivo della Camera agli inizi di marzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 37 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto. Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia. ROMA Via libera dell' aula della Camera al decreto Destinazione Italia. Il voto finale sul provvedimento ha visto 320 sì, 194 no e un astenuto. Il testo passa ora al Senato, dove appare sempre più probabile che venga posta la fiducia da parte del governo visti i tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull' energia, sul mercato immobiliare, sull' editoria. Anche il pacchetto sull' Rc auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe, è sfumato sotto i colpi di centinaia di emendamenti che l' hanno stravolto imponendone il travaso in un altro disegno di legge, per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati costellati anche da un duro scontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativo credito d' imposta) per favorire le bonifiche di siti industriali inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il governo una norma equilibrata per sbloccare progetti fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell' esame degli emendamenti non sembra però aver accontentato il fronte più critico, a partire dal M5S. Un' altra questione complicata riguarda le coperture di due misure chiave del decreto, il credito d' imposta per gli investimenti in ricerca (dote di 600 milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce. Norme di mera natura programmatica, sottolineava il rapporto del servizio Bilancio della Camera, con risorse ancora da individuare nell' ambito dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l' altro solo al Sud. L' iter in commissione ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via più diretta, impiegando anche risorse di fonte nazionale per tutto il territorio, ma il percorso di implementazione appare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d' imposta, viene confermata la formula estremamente "light" della misura che si applica solo sul 50% della spesa incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l' altro, modifiche riguardanti la compensazione delle Normativa Comuni cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le sanzioni sul lavoro irregolare. Quanto al capitolo energia, è stato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneri di sistema applicati al consumo di gas ed è stato ritoccato il regime opzionale per i produttori di energia rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova spazio anche l' Expo 2015 di Milano, con la messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne: la misura viene estesa anche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei 6 mesi previsti dalla formulazione originaria). Si è intervenuti anche sull' export, con un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico, su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del Fondo volto alla promozione dell' export. Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l' acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi strumenti finanziari. Merita un discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in un triennio, il bonus libri è diventato un credito d' imposta a favore dei librai: l' agevolazione spetta agli esercizi commerciali che effettuano vendita di libri al dettaglio, anziché a persone fisiche e giuridiche (resta però la possibilità per gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire in startup, all' estensione da 3 a 5 anni del ruling internazionale (tasse certe per le multinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE Pagina 38 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti normativi sul decreto Destinazione Italia Le principali misure CARTELLE ESATTORIALI Compensazione con crediti Pa Via libera alla compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti vantati con la pubblica amministrazione, ma solo nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica FOTOGRAMMA BONIFICHE Accordi di programma Passano gli accordi di programma per le bonifiche dei siti industriali inquinati. Nonostante le modifiche approvate in Aula, per M5S la norma resta un "regalo" a chi ha inquinato ENERGIA Riduzioni gas per gli energivori In commissione è stato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneri di sistema applicati al consumo di gas CREDITO/MINIBOND Accesso al Fondo di garanzia Si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond IMAGOECONOMICA RICERCA Credito d' imposta Confermata la formula estremamente "light" : credito d' imposta fino a un massimo annuo di 2,5 milioni per beneficiario nella misura del 50% degli incrementi annuali di spesa NUOVE IMPRESE Mutui a tasso zero Mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne: la misura viene estesa anche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi IMAGOECONOMICA EXPORT Focus sulle Pmi Un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle piccole e medie imprese LIBRI Bonus per i librai Lo sgravio fiscale del 19% sui libri acquistati dalle persone fisiche e giuridiche si trasforma in un credito d' imposta per le librerie. Arrivano i buoni lettura con sconti del 19% per gli studenti delle superiori BONUS DIGITALE Anche al Centro-Nord Un emendamento in commissione ha chiarito che i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce si applicano anche al Centro-Nord. Normativa Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 39 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 40 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 29 LAVO R O E P RE V I D EN ZA Mercoledì 12 Febbraio 2014 Resi noti i risultati dell’attività ispettiva. Recuperati 1,5 miliardi di € 29 LAVORO Dimissioni in bianco Irregolarità riscontrate nel 65% delle imprese in soffitta Il sommerso è in calo DI Monitoraggio attività di vigilanza anno 2013 DATI NAZIONALI Aziende ispezionate Aziende irregolari N. lavoratori irregolari N. lavoratori totalmente in nero Recupero contributi e premi evasi Ministero del lavoro e delle politiche sociali INPS 139.624 73.514 115.919 44.652 € 90.982.451,00 71.821 58.048 53.009 33.490 € 1.240.953.187,00 INAIL 23.677 20.752 70.092 7.983 € 89.936.474,00 TOTALE 235.122 152.314 239.020 86.125 € 1.421.872.112 Organo di controllo 64,78% aziende irregolari su aziende ispezionate DI I SIMONA D’ALESSIO rregolarità riscontrate nel 64,8% delle imprese in Italia (152.314 su 235.122 passate al setaccio), mentre cala il numero dei lavoratori non correttamente inquadrati e totalmente «in nero», complice il perdurare della crisi. E l’entità dei contributi e premi evasi recuperati tocca quota 1.421.872.112 euro (-13% su base annua). A renderlo noto il ministero del welfare, che traccia il bilancio dei risultati delle ispezioni nei luoghi di lavoro nel 2013, eviden- 36,03% lavoratori in nero su lavoratori irregolari ziando come siano in discesa del 17%, rispetto all’anno precedente, le somme effettivamente finite nelle casse statali a seguito di sanzioni amministrative (102.866. 138 euro) fenomeno sul quale «ha inciso, in un momento di difficoltà delle imprese, una minor propensione verso il pagamento immediato degli importi sanzionatori»; stop all’attività produttiva, poi, in 7.885 casi, quasi tutti dovuti all’impiego di addetti «in nero», in misura pari, o superiore al 20% di quelli reclutati, e nel contempo diminuiscono le violazioni in materia di prevenzione degli infortuni (33.123, pari a -18%), in stretta correlazione «alla riduzione del numero di cantieri sul territorio nazionale». Contratti non conformi alle regole per 239.020 lavoratori (-19% rispetto al 2012), 86.125 scoperti completamente «in nero» e 1.091 extracomunitari clandestini in servizio (-32%), condensati più che altro nel terziario e nell’industria, col numero più elevato di violazioni sulla manodopera straniera rilevato in Toscana (314), dove sono attivi molti laboratori tessili gestiti da cinesi, poi in Lombardia (151), Campania (113) e in Emilia Romagna (102). Alzato, infine, il velo sulle forme fittizie di decentramento produttivo (per l’abbattimento «in chiave fraudolenta del costo del lavoro»): appalto, distacco, somministrazione illeciti e altri fenomeni hanno interessato 10.775 lavoratori. Nel 2014, via Veneto controllerà, fra l’altro, l’uso di risorse pubbliche con finalità assistenziali, disponendo 5 mila verifiche sulla cig in deroga. © Riproduzione riservata COMMERCIALISTI/PARLA IL COMMISSARIO STRAORDINARIO Laurini: elezioni al Cndcec in tempi rapidi Va prima risolto, però, il problema degli ordini territoriali in chiusura «L e elezioni per il rinnovo dei vertici dei commercialisti si facciano in tempi rapidi». L’esortazione «a far presto e nel rispetto della legalità» arriva direttamente dal commissario straordinario al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Giancarlo Laurini, che nell’augurarsi un pronunciamento rapido da parte di Via Arenula sulla materia, è convinto che nessuna soluzione potrà prescindere da un chiarimento sulla sorte degli ordini territoriali costituiti nel circondario dei tribunali soppressi. Domanda. Presidente quindi il problema della geografia giudiziaria non è da sottovalutare come qualcuno crede? Risposta. Comprendere l’impatto della modifi ca delle circoscrizioni dei tribunali sugli ordini è di primaria importanza. Ma certo non può essere il consiglio a farlo. Il problema è totalmente nelle mani del ministe- Normativa Enti Locali ro della giustizia che, con attenzione e prudenza, dovrà valutare tutti gli aspetti del problema e decidere per il meglio. L’importante è che si faccia presto e bene. D. Quindi il problema esiste? R. Certo che esiste, ma esiste indipendentemente dalla vicenda elettorale. D. La nuova geografi a giudiziaria è entrata in vigore a settembre, se il ministero della giustizia ci avesse pensato Giancarlo Laurini qualche mese fa, si sarebbe evitato di lasciare i commercialisti ancora senza una governance, non crede? R. La stampa ne ha parlato, e noi dal canto nostro abbiamo fornito alla Giustizia tutte le informazioni necessarie per risolvere la questione. Abbiamo dato loro la mappa degli ordini interessati e adiacenti al tribunale soppresso ma anche i numeri di quelli che comunque risentono della nuova geografi a giudiziaria. Sulla base di tutte queste informazioni il ministero dovrà agire. Ed è un’operazione che deve essere nella massima chiarezza e nel rispetto assoluto della legalità. D. Poi c’è il tema delle liste: riaprire il procedimento elettorale di gennaio, poi sospeso? O avviare da capo l’intero iter di voto? R. Non sta a me dirlo. Certo è un groviglio di norme e quindi è necessario muoversi con attenzione e prudenza. Tutti comunque ci aspettiamo il massimo della rapidità compatibilmente con la difficoltà dei problemi. D. Si sta lavorando, ma con molta difficoltà, a una lista unitaria. Lei che dice ci si riuscirà? R. Sarebbe una cosa molto buona per la categoria. Ma non spetta a me entrare in questa vicenda. Di Benedetta Pacelli Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 SIMONA D’ALESSIO Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali, dai Centri per l’impiego e reperibili anche online. E, quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio «in bianco», che potrebbe essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa Villanova del Pd) per rivedere le modalità di risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l’esame dell’Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno essere realizzati «secondo direttive definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello della semplificazione nella pubblica amministrazione, «da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice alfanumerico progressivo di identificazione, la data di emissione, nonché spazi da compilare a cura del firmatario», destinati all’individuazione del prestatore, o della prestatrice d’opera, del datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si intende recedere, della data della sua stipulazione e di ogni altro elemento utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli pre-stampati, sarà considerato nullo. Assenti alle votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il governo di Romano Prodi, avevo già promosso l’introduzione di un documento pre-stampato per certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all’atto dell’assunzione», ricorda a ItaliaOggi Cesare Damiano (Pd), presidente dell’XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La formazione di centrodestra, pertanto, si oppone perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli interessi dell’impresa». Pagina 41 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 29 lavoro. Dimissioni in bianco in soffitta Le dimissioni volontarie dovranno essere sottoscritte su «appositi moduli», distribuiti (gratuitamente) dalle direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali, dai Centri per l' impiego e reperibili anche online. E, quindi, non più apponendo la firma in calce a un foglio «in bianco», che potrebbe essere post-datato. È quanto prevede il disegno di legge che unisce due proposte (di Nichi Vendola di Sel e di Teresa Villanova del Pd) per rivedere le modalità di risoluzione consensuale del contratto, approvato dalla commissione lavoro di Montecitorio e pronto per l' esame dell' Aula, dove arriverà il 21 febbraio. Un testo agile, composto da un solo articolo e 7 commi, che abroga le disposizioni contenute nel decreto legislativo 151/2001 e nella legge 92/2012: i moduli per il recesso del rapporto, si precisa, dovranno essere realizzati «secondo direttive definite con decreto» dal titolare del dicastero del welfare, di concerto con quello della semplificazione nella pubblica amministrazione, «da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore» della normativa, e dovranno riportare «un codice alfanumerico progressivo di identificazione, la data di emissione, nonché spazi da compilare a cura del firmatario», destinati all' individuazione del prestatore, o della prestatrice d' opera, del datore di lavoro, della tipologia di contratto da cui si intende recedere, della data della sua stipulazione e di ogni altro elemento utile. Qualunque altro metodo per rassegnare le dimissioni, oltre alla compilazione di tali modelli prestampati, sarà considerato nullo. Assenti alle votazioni ieri Fi, Lega e Ncd, mentre il M5s annuncia che in Assemblea si asterrà. «Da ministro, durante il governo di Romano Prodi, avevo già promosso l' introduzione di un documento pre-stampato per certificare le dimissioni, quando vengono rassegnate. E non all' atto dell' assunzione», ricorda a ItaliaOggi Cesare Damiano (Pd), presidente dell' XI commissione, «poi, il mio successore, Maurizio Sacconi», che guida lo stesso organismo a palazzo Madama, «cancellò questa soluzione, mentre Elsa Fornero la ripristinò, seppure in altra forma». La formazione di centrodestra, pertanto, si oppone perché, conclude Damiano, «ritiene si vada contro gli interessi dell' impresa». Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 42 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 LAVORO IRREGOLARE 180 La Camera riduce le maxi-sanzioni I giorni in cui ora si è al riparo da azioni esecutive u pagina 16 Pagina 15 www.ilsole24ore.com f @24NormeTributi DIRITTO FALLIMENTARE RISCOSSIONE RIMBORSI FISCALI Deduzioni con limiti per i preconcordati Compensabili i crediti delle imprese con la Pa Tasse dirette e indirette con procedura sprint u pagina 17 u pagina 17 u pagina 17 Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo LE INIZIATIVE Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Online IN RETE Focus bilancio oggi in digitale per gli abbonati Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all’Imu Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera con l’aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve servire a finanziare detrazioni in grado di garantire che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per aiutarei Comuni in questa impresa facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la cifra è da definire), in larga parte recuperatodalmezzo miliardoche la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata solo con bollettino postale o F24 (spesso in autoliquidazione,secondolabozzadidecreto attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene applicataairifiutiassimilatiagliurbani e smaltiti autonomamente dai produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti dell’anno scorso, cancel- IGIENE URBANA L’esclusione delle imprese da una quota del tributo rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30% landol’errataopzionesullaTasiintrodotta dalla legge di stabilità. Prendequesta forma il pacchettodi modifiche alla fiscalità locale, che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla finanza locale. Dall’anticipo diquasi1,5 miliardidifondodisolidarietà comunale per mantenere laliquiditàdellecasselocaliallesanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano antidissesto bocciato dalla Corte dei conti,uncolpodispugnasullesanzioniperiComuni(Firenze,Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppogenerosinei contrattiintegrativi che si sono visti contestare dalla Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai dipendenti e un’iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti locali (si veda l’articolo a fianco). La tempesta politica sull’ipotesi di staffetta fra Letta e Renzi non permette di prevedere se il decretocasasaràineffettiilveicolofinale di questo menu normativo, che potrebbeancheesserespacchettato e tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in conversione soprattutto per quel che riguarda Normativa Enti Locali leregolepiùurgenti:cioègliemendamentisuTasieTari,indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc per muovere i primi passi, ma anchei salva-cittàsenza iqualiNapoli e Reggio Calabria scivolano verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamentequelledipiùdirettointeressepericontribuenti.Lagirandoladellealiquote,conlapossibilitàperiComunidiportareal3,3permilleiltributo sull’abitazione principale e all’11,4 per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare secondoiltestopreparatodalGovernoaintrodurresconti«talidagenerare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l’Imu» sullo stesso immobile. Tradotto,significaprima ditutto che i quasi 5 milioni di case che non hannomaipagato l’Imugraziealledetrazioni fisse, sufficiente ad azzerare l’imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi. Per raggiungere l’obiettivoindicato nellabozzadi decreto anche per le case di valore un po’ più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentreper le case piùgrandinon occorrerebbe nessuna detrazione. L’obiettivo, insomma, si tradurrebbe inunmeccanismoflessibile,dadeterminareinbase allediverse situazioni comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra anche l’esenzioneperirifiuti"assimilati" e smaltiti autonomamente dalle imprese.Perle aziendesarebbe un decisoalleggerimento(dauntributo legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenticonaumentidel30%secondoleprimestimeperchélaTarideve coprire i costi del servizio (con una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l’esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette arischiolacorrettagestionedelciclo rifiuti. Un’altra esenzione, sia daTasisiadaTari,sarebbegarantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti Lateranensi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Crisi di liquidità Le novità in sintesi FINANZIAMENTO DETRAZIONI Lealiquoteaggiuntive dello0,8per mille sull’abitazioneprincipaleosugli altriimmobili dovrebberoservirea finanziaredetrazionitalida evitarechesull’abitazioneprincipale laTasicosti piùchel’Imu abolita. Perfarquadrareiconti,siassegnanoaiComuni 625milioni(malacifraèancora discussa),in largaparte presidal fondodi 500milionichela leggedistabilitàmetteva adisposizioneper le detrazioni MODALITÀ DI VERSAMENTO LaTasisipotràversaresoloconF24 obollettino postale(spessoinautoliquidazione,secondola bozzadidecretoattuativo),mentreglialtristrumenti dipagamentocomeRideMavresterebberopossibili soloperiltributosuirifiuti(Tari),comeaccadeva l’annoscorsoperlaTarsu/Tares.SempreallaTari sarebbelimitatalapossibilitàdimantenere l’affidamentodellariscossioneallostessosoggetto del2013(opzionepossibileancheperlaTasi secondolaleggedistabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE IMPRESE Irifiutiassimilatiaquelliurbani,prodottidalle impreseesmaltitiautonomamentesenzautilizzarei servizicomunalidi raccolta,sarebberoesentidalla Tari.Questosanerebbeunerroredellaleggedi stabilità(cheinduecommidiversiprevedevasia l’esenzionesialapossibilitàdiscontidapartedei Comuni,comeavvenivaperTarsu/Tares)ed eviterebbedifarpagareuntributosuunservizio nonutilizzato.Icostiperòsiscaricherebberosulle utenzedomestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ Siprevedeunanticiponell’erogazionedelfondodi solidarietàcomunale,parial20%dellespettanze 2013registrateinogniComune,perevitare problemidicassaalleamministrazionilocali. L’anticipazionesarebbepoi"stornata"dallerate successive.Laregola,comeloscorsoanno,èresa necessariadalfattocheiparametrididistribuzione delfondo,alimentatoper4,7miliardisu6,6 dall’Imu,sonocambiaticonlaleggedistabilitàe devonoessereattuati DISSESTI E SANZIONI ProspettataunasecondapossibilitàperiComuni (comeNapolieReggioCalabria)chehannoapprovato pianidiriequilibrioperevitareladichiarazionedi dissestofinanziarioeselisonovistibocciaredalla Cortedeiconti.QuestiComuniavrebbero90giornidi tempodallacomunicazionedel«no»dellaCorteper approvareunnuovopianodasottoporreall’esamedei magistraticontabili.Previstoancheunostopalle proceduredirecuperodeitrattamentiintegrativifuori normaerogatidaiComuni Il fronte dissesto. Possibile presentare nuovi piani dopo la bocciatura .com Sanatorie per Napoli e Reggio Si profila un’altra chance per Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia ma anche per gli altri Comuni più piccoli il cui piano di riequilibrio necessario a evitare il dissesto è stato bocciato dalla Corte dei conti. Entro 90giorni,secondolanovitàinserita nel Titolo II del «decreto casa», potranno proporre un nuovo piano di riequilibrio, purché l’ultimo consuntivo approvato (quello del 2012) registri un «miglioramento»(interminidimaggiore avanzo o minore disavanzo di amministrazione. Agli altri Comuni, che ballano sull’orlo del default ma non hanno ancora attivato le procedure anti-dissesto, il correttivo offre tempi più lunghi, permettendo di salire sul treno fino a che non sono passati i 60 giorni assegnati dal Prefetto per alzare bandiera bianca dopo che la magistratura contabile individua nei conti difetti insanabili. La nuova regola, in pratica, prospettaunsecondo«salva-enti», determinato dal fatto che il primo,scrittodal GovernoMonti nell’autunno 2012 (Dl 174/2012) non ha funzionato a dovere: le due città più grandi (Catania esclusa) interessate dal primo provvedimento sono statestoppatedal«no» dellamagistratura contabile,e hanno peraltro già assorbito oltre 700 milioni di euro (tra fondo rotativo e anticipazioni «sblocca–debiti») che non sarebbero certo in grado di restituire con la dichiarazione di default. I due piani, però, hanno bisogno di una riscrittura profonda prima di poter tornare al vaglio della Corte dei conti. Il nuovo «salva-enti», però, è più ramificato e guarda anche lontano dalle città a rischio default.Un’altraregolasirivolgeal- lecittàche,comeFirenze,VicenzaealtriComuni,hannoapplicato in passato contratti decentrati troppo onerosi, e hanno subito le contestazioni della Corte dei conti o della Ragioneria generale. La nullità degli atti con obbligo di recupero non scatterà per i contratti adottati prima del 2011 nelleRegionieprimadel2012negli enti locali, a patto che non ci siano profili di responsabilità erariale. Per il futuro, invece, la norma è draconiana per chi sfora,e imponetaglidel20% fra idirigenti e del 10% nel personale. Il mosaico del «salva-enti» si potrebbe completare già da domaniconl’emendamentoal«salva-Roma bis» (Dl 151/2013) che eviterebbedifarscattareaVenezia il blocco delle assunzioni determinato dallo sforamento del Patto di stabilità 2013. G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA QUOTIDIANO DELLA CASA Nel numero di oggi focus su architettura e progettazione SulquotidianodellaCasa&del Territoriodioggi (www.casaeterritorio. ilsole24ore.com),sono presenti,tral’altro,iseguenti articoli: -ilComunedi ReggioEmilia confermaperaltridueannigli scontisulletassecomunali all’edilizia; -Dieciannidiarchitettura:le centooperemigliorirealizzate inItaliacongallery; -gennaiodadimenticareperil mercatodellaprogettazione, solo15milioniingara. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Anticipo di 1,3 miliardi per aiutare la cassa Un «anticipo» da 1,3 miliardi circa per evitare ai Comuni una crisi di liquidità, in grado di mettere a rischio qua e là il pagamento degli stipendi nell’attesa che le regole dei bilanci locali 2014 trovino pace. È un’altra delle previsioni aggiunte dal Governo all’ultima versione del «decreto casa», che in pratica torna sui sentierigiàbattutidallafinanza locale lo scorso anno. Iproblemidicassanascono dal fatto che i criteri di distribuzionedelfondodisolidarietàcomunale(l’erede"federalista" dei trasferimenti, alimentato in gran parte dall’Imu) cambiano ogni anno, e impegnanoGovernoeamministrazioni locali in una complessa procedura attuativa. La soluzione tampone darebbe entro il 28 febbraio una somma pari al 20% delle spettanze 2013: unasceltaquasiobbligata, che però l’anno scorso non ha mancato di aumentare i problemi perché in centinaia di Comuniglianticipisuccessivi avevano superato il totale spettante per tutto l’anno, obbligando le amministrazioni a restituzioni ex post. L’anticipazione non è comunque l’unico ritocco "extra-fiscale" ai bilanci locali prospettato dal testo del Governo. Un altro ritocco riapre le porte per dirigenti a contratto anche oltre le soglie massime fissate dal Testo unico degli enti locali, finoa coprire il 30% della dotazione organica dirigenziale, eun altro allarga un po’ lemaglie per l’accensione di nuovi mutui. Le nuove regole sposterebbero poi dal 30 aprile al31dicembrei terminiperdismettere (fissato nel lontano 2007) le quote in società non legate ai fini istituzionali. Prospettatoinfine un ampliamento dei termini per presentare le relazioni di fine mandato. G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalla legge di stabilità ai nuovi princìpi Oic, alle nuove interpretazioni dell’agenzia delle Entrate e ai consueti compiti di controllo finale di sindaci e revisori. Il Focus in edicola oggi col Sole 24 Ore su «Le novità del bilancio» tratta in 16 pagine con esempi le principali situazioni nuove che in queste settimane operatori e professionisti si troveranno di fronte. Il Focus è disponibile in versione cartacea per i lettori che acquistano Il Sole 24 Ore in edicola mentre è disponibile in versione digitale (all’indirizzo www.ilsole24ore.com/focus) per gli abbonati. I temi di oggi Agefis All’aperto Casa "di lusso" Catasto Compensazione Confediliz Contributi previdenziali Crediti verso la Pa Destinazione Italia Imposte di registro Invarianza di gettito La frutta Legge fallimentare Orario di lavoro Piattaforma elettronica di certificazione Preconcordato Reato Recupero dei crediti Rimborsi Riposo settimanale Riserva Rivalutazione Saldo attivo Strumento urbanistico Super-Tasi Voluntary disclosure 18 19 19 18 17 18 19 17 16 17 18 19 16 16 17 16 19 17 17 16 18 18 18 19 15 18 Pagina 43 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Enti locali. Prendono forma gli emendamenti correttivi - Esenzione Tari per i rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti in modo autonomo. Prima casa, Tasi con clausola anti-rincari Le detrazioni finanziate con aliquote aggiuntive dovranno evitare aumenti rispetto all' Imu IGIENE URBANA L' esclusione delle imprese da una quota del tributo rischierebbe di scaricarsi sulle utenze domestiche con incrementi del 30% Gianni Trovati MILANO La super-Tasi che si genera con l' aumento ulteriore dello 0,8 per mille deve servire a finanziare detrazioni in grado di garantire che nessuna abitazione principale paghi con il nuovo tributo più di quanto versava di Imu nel 2012; per aiutare i Comuni in questa impresa facendo quadrare i conti, viene assegnato un contributo da 625 (ma la cifra è da definire), in larga parte recuperato dal mezzo miliardo che la legge di stabilità aveva già destinato alle detrazioni. La Tasi potrà essere versata solo con bollettino postale o F24 (spesso in autoliquidazione, secondo la bozza di decreto attuativo anticipata ieri sul Sole 24 Ore), mentre gli altri strumenti (Rid, Mav eccetera) vengono lasciati alla sola Tari, che non viene applicata ai rifiuti assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai produttori. Solo per la Tari, inoltre, viene garantita la possibilità di affidare la riscossione agli stessi soggetti dell' anno scorso, cancellando l' errata opzione sulla Tasi introdotta dalla legge di stabilità. Prende questa forma il pacchetto di modifiche alla fiscalità locale, che per ora va in un Titolo II del decreto legge sulla casa e accoglie un ampio ventaglio di interventi sulla finanza locale. Dall' anticipo di quasi 1,5 miliardi di fondo di solidarietà comunale per mantenere la liquidità delle casse locali alle sanatorie per Napoli, Reggio Calabria e gli altri enti con piano anti-dissesto bocciato dalla Corte dei conti, un colpo di spugna sulle sanzioni per i Comuni (Firenze, Vicenza, ancora Reggio Calabria) troppo generosi nei contratti integrativi che si sono visti contestare dalla Ragioneria generale le somme in eccesso erogate ai dipendenti e un' iniezione di flessibilità su mutui e dirigenti a termine negli enti locali (si veda l' articolo a fianco). La tempesta politica sull' ipotesi di staffetta fra Letta e Renzi non permette di prevedere se il decreto casa sarà in effetti il veicolo finale di questo menu normativo, che potrebbe anche essere spacchettato e tradursi in emendamenti ai tanti decreti legge in conversione soprattutto per quel che riguarda le regole più urgenti: cioè gli emendamenti su Tasi e Tari, indispensabili al nuovo fisco locale targato Iuc per muovere i primi passi, ma anche i salva-città senza i quali Napoli e Reggio Calabria scivolano Normativa Enti Locali verso il dissesto e i dipendenti comunali di Vicenza, Firenze e altri centri rischiano di vedersi chiedere indietro a rate migliaia di euro percepiti negli anni passati. Le regole su Tari e Tasi sono ovviamente quelle di più diretto interesse per i contribuenti. La girandola delle aliquote, con la possibilità per i Comuni di portare al 3,3 per mille il tributo sull' abitazione principale e all' 11,4 per mille la somma di Imu e Tasi sugli altri immobili, dovrebbe portare secondo il testo preparato dal Governo a introdurre sconti «tali da generare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti a quelli determinatisi per l' Imu» sullo stesso immobile. Tradotto, significa prima di tutto che i quasi 5 milioni di case che non hanno mai pagato l' Imu grazie alle detrazioni fisse, sufficiente ad azzerare l' imposta lorda generata dal loro valore imponibile medio-basso (circa 47mila euro per le famiglie senza figli, 60mila per quelle con un figlio e così via), non dovrebbero versare nemmeno la Tasi. Per raggiungere l' obiettivo indicato nella bozza di decreto anche per le case di valore un po' più alto servirebbero sconti progressivi, in grado di tenere la Tasi sempre sotto o pari alla vecchia Imu, mentre per le case più grandi non occorrerebbe nessuna detrazione. L' obiettivo, insomma, si tradurrebbe in un meccanismo flessibile, da determinare in base alle diverse situazioni comunali, in un sistema che pare difficile da governare davvero. Nel pacchetto entra anche l' esenzione per i rifiuti "assimilati" e smaltiti autonomamente dalle imprese. Per le aziende sarebbe un deciso alleggerimento (da un tributo legato peraltro a un servizio che non utilizzano per i rifiuti smaltiti autonomamente), che rischia però di scaricarsi sugli altri contribuenti con aumenti del 30% secondo le prime stime perché la Tari deve coprire i costi del servizio (con una deroga massima del 7%): secondo Federambiente, l' esenzione sarebbe il frutto di una «interpretazione fantasiosa» che mette a rischio la corretta gestione del ciclo rifiuti. Un' altra esenzione, sia da Tasi sia da Tari, sarebbe garantita alle basiliche, al palazzo pontificio di Castel Gandolfo, ai palazzi della Datarìa, della Cancelleria, di Propaganda Fide in Piazza di Spagna e agli altri immobili citati negli articoli 13-16 dei Patti Pagina 44 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Lateranensi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Prospettata una seconda possibilità per i Comuni (come Napoli e Reggio Calabria) che hanno approvato piani di riequilibrio per evitare la dichiarazione di dissesto finanziario e se li sono visti bocciare dalla Corte dei conti. Questi Comuni avrebbero 90 giorni di tempo dalla comunicazione del «no» della Corte per approvare un nuovo piano da sottoporre all' esame dei magistrati contabili. Previsto anche uno stop alle procedure di recupero dei trattamenti integrativi fuori norma erogati dai Comuni Le novità in sintesi FINANZIAMENTO DETRAZIONI Le aliquote aggiuntive dello 0,8 per mille sull' abitazione principale o sugli altri immobili dovrebbero servire a finanziare detrazioni tali da evitare che sull' abitazione principale la Tasi costi più che l' Imu abolita. Per far quadrare i conti, si assegnano ai Comuni 625 milioni (ma la cifra è ancora discussa), in larga parte presi dal fondo di 500 milioni che la legge di stabilità metteva a disposizione per le detrazioni MODALITÀ DI VERSAMENTO La Tasi si potrà versare solo con F24 o bollettino postale (spesso in autoliquidazione, secondo la bozza di decreto attuativo), mentre gli altri strumenti di pagamento come Rid e Mav resterebbero possibili solo per il tributo sui rifiuti (Tari), come accadeva l' anno scorso per la Tarsu/Tares. Sempre alla Tari sarebbe limitata la possibilità di mantenere l' affidamento della riscossione allo stesso soggetto del 2013 (opzione possibile anche per la Tasi secondo la legge di stabilità) RIFIUTI PRODOTTI DALLE IMPRESE I rifiuti assimilati a quelli urbani, prodotti dalle imprese e smaltiti autonomamente senza utilizzare i servizi comunali di raccolta, sarebbero esenti dalla Tari. Questo sanerebbe un errore della legge di stabilità (che in due commi diversi prevedeva sia l' esenzione sia la possibilità di sconti da parte dei Comuni, come avveniva per Tarsu/Tares) ed eviterebbe di far pagare un tributo su un servizio non utilizzato. I costi però si scaricherebbero sulle utenze domestiche FONDO COMUNALE DI SOLIDARIETÀ Si prevede un anticipo nell' erogazione del fondo di solidarietà comunale, pari al 20% delle spettanze 2013 registrate in ogni Comune, per evitare problemi di cassa alle amministrazioni locali. L' anticipazione sarebbe poi "stornata" dalle rate successive. La regola, come lo scorso anno, è resa necessaria dal fatto che i parametri di distribuzione del fondo, alimentato per 4,7 miliardi su 6,6 dall' Imu, sono cambiati con la legge di stabilità e devono essere attuati DISSESTI E SANZIONI. Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 45 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 46 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 12 Commenti e inchieste Le risposte ai lettori Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) SUPERDESK CARTA-DIGITAL: Caporedattori responsabili: Marina Macelloni e Guido Palmieri Ufficio centrale: Daniele Bellasio (social media editor), FrancescoBenucci, GiuseppeChiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Antonio Quaglio, Giorgio Santilli,Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi, Paola Bottelli, Luca De Biase, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino, Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri, Paolo Zucca PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Benito Benedini AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Congiunzione astrale favorevole al dialogo CINA, TAIWAN, LE DUE COREE E PURE CIPRO U na congiunzione astrale favorevole che porta a passi avanti verso riunificazioni impossibili. Cina e Taiwan tengono storici colloqui a Nanchino; a Cipro riprendono dopo anni i negoziati di pace; a Panmunjon, sul 38˚ parallelo tra le due Coree, ci sarà oggi un incontro ad alto livello come non se ne vedeva da parecchio tempo. Dove porterà tutto questo? Realisticamente a un miglioramento delle relazioni bilaterali.Il che, considerandole tensioni esistentitrale controparti in questione, è un progresso da non sottovalutare. Il fronteasiatico èquello che desta le maggioripreoccupazioni, vista l’escalation verbale, strategica e in parte fattuale tra il Giappone di Shinzo Abe e la Cina di Xi Jinping. La retorica muscolare e neonazionalista del premiergiapponesemal siconciliaconleambizionicrescenti di Pechino nel Pacifico e le relazioni tra i due nemici storici non toccavano da decenni questi minimi. Tutto quanto contribuisce a una normalizzazione, anche formale, di alcuni rapporti nell’area è quindi benvenuto. Così come è benvenuta la ripresa degli sforzi di normalizzazione tra Cipro e Cipro Nord, un muro divisorio (la famosa linea verde) nel cuore dell’Europa. In questo caso, forse, i progressi potrebbero essere più decisivi, anche perché spinti - in parte è così anche per Cina e Taiwan - da interessi economici: la scoperta di importanti giacimenti di gas in questa parte del Mediterraneo,tra acque ciprioteeisraeliane, conil coinvolgimento della Turchia. Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’ Via Monte Rosa, 91 20149 Milano - fax 02.312055 email: [email protected] Includere per favore nome, indirizzo e qualifica Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Dalla crisi si esce con più lavoro e meno burocrazia G entileGalimberti, nonsonounoperaionéun dirigente.Sonounquadro,come quellideiquarantamiladicuihaparlato laRai.Lescrivoperchéhopauraemi scuseràselechiedodinonfirmarela letteraconnomeecognome.Lavoroin Venetoemisonomessopauraconquello chesuccedeconl’Electrolux.Sembrache allafinesimetterannod’accordo,mala minacciarimane.Anchelamiaazienda potrebbeandareafiniredaqualchealtra parte,senoninPolonianellaRepubblica CecaoinRomania.Dobbiamo continuareaviverecosì?Sempreconla minacciadiperdereilpostodilavoroodi vedercitagliareglistipendi?Lachiamano globalizzazione,amesembraunmododi sfruttarci.NoncomprodisolitoIlSolema l’hocompratopercapirequellochesta accadendoallaElectroluxeuncollegami hadettodiscriverealeiperchévive all’esteroeconosceilmondo.Questo mondomipiacesempremeno.Quando erogiovanetrovavounlavoroepotevo mantenereunafamiglia.Orasemiofiglio trovalavoro-locercaenonlotrova-non guadagnaabbastanzadamettersu famiglia. Lettera firmata Caro lettore, non è facile risponderle. Anche perché – e qui mi metto il cappello dell’econo- .com Domenico Rosa mista – le cose stanno anche peggio di quel che dice. Supponiamo di mirare le cosedall’alto,conla freddezzadiunentomologo apolide che guarda al formicaio della produzione nel mondo: si perdono posti di lavoro in Italia ma si guadagnano in Polonia. Il conto è pari. Ma in verità non è pari. Il tenore di vita in Italia è superiore a quello della Polonia. Il che vuol dire che i beni e i servizi che sarebbero stati acquistati da chi perde il posto di lavoro in Italia sono più dei beni e servizi che ora potrà acquistare l’operaio polacco che ha preso il posto dell’operaio italiano. Se si somma la domanda italiana a quella polacca, prima e dopo questa "cura", si vede che il gioco non è a somma zero, è a somma negativa. CHINATOWNS Rita Fatiguso BACKSTAGE Paola Bottelli Latte per neonati in farmacia: una rivoluzione per la Cina Per cercare di porre un freno agli scandali alimentari, Pechino ha aperto la vendita di latte anche alle farmacie I DIBATTITI SUI BLOG DEL SOLE 24 ORE www.ilsole24ore.com @24commenti Come se ne esce? A guardare le cose nel lungo periodo (ma nel lungo periodo "siamo tutti morti", diceva Keynes) i Paesi a basso costo del lavoro crescerannopiùdegli altri,i lorosalaricresceranno anch’essi, e magari compreranno prodotti italiani. Ma anche ammesso che le cose vadano così nel famoso "lungo periodo", che cosa succede nel breve? La mia risposta a questo punto le sembrerà debole, ma non ne vedo altre, a meno di non rimettere indietro l’orologio della storia e di scivolare nel protezionismo e nell’autarchia. Si tratta di creare più posti di lavoro in Italia. La materia prima non manca. In Italia ci sono molte braccia inoperose. Non solo i disoccupati. Il rapporto fra occupatie popolazionein età di lavoro è fra i più bassi in Europa, ed è specialmente basso per le donne. Che cosa impedisce di creare occupazione? Gli ostacoli sono cose che possono migliorare solo lentamente - il capitale umano, il sistema educativo - ma anche cose che possono migliorare rapidamente se solo ci fosse la volontà e la fantasia per farlo, come l’assurdo reticolato di impedimenti burocratici che scoraggia l’intrapresa e una pubblica amministrazione che fa delle "competenze parallele" e dello stallo nel fare il suo paralizzante motto.AltriPaesi,invece,hannotagliato la burocrazia e non si sono lasciati sfuggireoccasioni: sulSole24 Ore diieri abbiamo raccontato quanto accaduto alla Del Conca. Il gruppo ceramico romagnolo dieci mesi fa ha acquistato un sito produttivo negli Usa e da ieri lo stabilimento produttivo è in funzione. Ilmedesimogruppodadiecianniaspetta la variante a un piano regolatore che permetterebbe di ampliare il quartier generale di Rimini. [email protected] La tragedia dei profughi istriani Si celebra il ricordo delle foibe e del dramma dei profughi istriani, costretti a fuggire da quelle terre che furono italiane. Pacifico che quei crimini furono commessi dai partigiani titini, mai puniti. Ma anche dalle istituzioni italiane queste popolazioni non ebbero maggior rispetto. Dai politici che perdono tempo in commemorazioni mi aspetterei scuse a nome dei loro predecessori per aver relegato troppi italiani al ruolo di non cittadini. Lettera firmata BENVENUTI AL SUD Vitaliano D’Angerio Lusso, ma il made in Italy è in vendita o in svendita? Un lettore del blog sostiene che il made in Italy sia in svendita. Io penso invece il contrario. Voi cosa ne pensate? Un invito al futuro governatore della Sardegna Chiunque sia eletto chieda ai colleghi del Sud di riunirsi a un tavolo comune per sviluppare un progetto di rilancio L’ITALIA CHE NON RIPARTE Il flop della legislazione concorrente Quelle infrastrutture Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni che servono al Paese GLIELETTRODOTTIINTERRATIDITERNA Q uesta volta, per realizzare una linea di alta tensione fra Trino (Vercelli) e Lacchiarella (Milano) sono stati sufficienti due anni e mezzo. La rapidità d’un fiato, per i tempi italiani; una normalità ovvia nel resto del mondo civile. Ma in molti altri casi queste opere trovano mille ostacoli. Non ostacoli tecnici: ostacoli rappresentati dal no di sindaci neghittosi, assessori scorbutici, politici avidi di voti e comitati locali sedicenti "ambientalisti". Nel Mezzogiorno un sindaco per non far posare i tralicci vietò l’accesso ai camion; si provò con l’elicottero e lui vietò il sorvolo: la linea fu costruita portando i materiali a dorso di mulo. Ora la fatica si concentra sulle linee ancora inesistenti fra Sicilia e Calabria e tra Venezia e Padova. Gli elettrodotti sono opere utili. Forse brutte (meno brutte con i nuovi tralicci di design e con i tratti interrati), ma utilissime. Fanno ribassareicostidellacorrente. Appenaunanuovalineaviene allacciata, si sente subito la discesa benefica dei prezzi nella Borsa elettrica. A vantaggio dell’Italia; e degli italiani. Contro il lavoro nero occorre prevenzione ILNODODELLESANZIONI D al Parlamento arriva un invito alla misura per le sanzioni in materia di lavoro irregolare. Nella versione originaria del decreto legge "Destinazione Italia» le sanzioni per il superamento della durata massima dell’oraro di lavoro e per il mancato riposo settimanale erano decuplicate. Ora,si fermano al raddoppio. Resta confermata la severità nel caso di utilizzo del lavoro in nero, non solo con l’aumento delle sanzioni ma anche con l’impossibilità di "ravvedersi" in presenza della contestazione da parte dell’ispettore. Tuttavia,se lasanzioneèimportanteai finidellarepressione, per battere il lavoro irregolare o nero occorre mettere in campo un’efficace opera di prevenzione con il rafforzamento dei controlli sostanziali. Inoltre, è essenziale mettere le aziende nelle condizioni di poter bene operare: regole più semplici da rispettare e minori costi sono basilari se si vuole incentivare il lavoro. PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano - Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano REDAZIONE DI ROMA: Piazza dell’Indipendenza 23b/c, 00185 - Tel. 063022.1 Fax 063022.6390 e-mail: [email protected] PUBBLICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax0230223214-e-mail:[email protected] Normativa Enti Locali di Valerio Castronovo naderivasenzafine.Dall’attuazione del Titolo V le spese delleRegionieleloroentratefiscali hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l’uno che l’altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto taloradaincepparsi,perviadellenuoveprerogative degli enti territoriali, esercitate inpiùd’uncasocomealtrettantipoterisingoli di veto, l’iter procedurale anche per alcune infrastrutture strategiche a rete di rilevanzanazionale.Colrisultatochesisonoaggiuntialtricostiindiretti(comequellidelle"compensazioni")esoprattuttopesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione concorrente", che avrebbedovutoriequilibrareesnellireirapporti fra centro e periferia, tramite una chiara separazione di competenze e funzioni, ha finitoinveceperprodurreunacongeriedi sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d’intervento, compresequelleriguardantiirapportiinternazionalie il commercio estero. Eppure,quandonelmarzo2001,nell’imminenzadelleelezionipolitiche,vennevaratodalParlamentoil nuovo ordinamento federale (siapur conl’esigua maggioranza delcentro-sinistra)epoiapprovatoinottobre da un referendum popolare (anche se conunascarsaaffluenzadivotanti),sipensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della finanzapubblica avrebbegarantitosiauna gestionepiùresponsabilizzataedefficiente delle risorse sia uno standard, su scala nazionale,piùomogeneoinfattodiprestazioni ea un costo minore. Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale impernia- U © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. 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Dall’altro, abbiamo assistito, inveceche a un miglioramento dei rapporti della collettività conleistituzioni,aunpeggioramentodellasituazioneacausadiun’ondatadisfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno contrassegnato in varia misura l’operato di numerose amministrazioni regionali di diversa colorazione. Tuttavia c’è voluto parecchio tempo, nonostante l’incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione di procedere a una riforma del Titolo V. C’è pertanto da augurarsi che, in base al disegno di legge presentato dal governo Letta all’esame del Parlamento, venga abolitala"legislazioneconcorrente",rivelatasifontediiper-regolamentazionicontraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a cominciare dall’energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all’istituzione,alpostodelSenatoelettivo,diuna"Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati Addio. 1928-2014 AP Shirley Temple, i «riccioli d’oro» del cinema È stata la prima diva bambina del cinema, scelta a scuola da Charles Lamont per due serie della Educational Pictures. Shirley Temple, nata a Santa Monica nel 1928, è scomparsa a 85 anni. «Riccioli d’oro» incantava con il suo sorriso che - diceva il presidente Roosevelt «dava alla gente in ginocchio dalla Grande Depressione la forza di andare avanti». MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: Prezzo di copertina in Italia À 1,50 perle edizioni da lunedì a venerdì, À 2 per le edizioni di sabato e domenica. Abbonamento Italia 359 numeri: À 359,00 (sconto 39% rispetto al prezzodi copertina)+À19,90percontributo spesediconsegna(postale oinedicola). L'Abbonamento Italia non comprende il magazine "IL - Intelligence in Lifestyle". Per l’abbonamento estero Europa, rivolgersi al Servizio Abbonamenti([email protected]).Per il resto del Mondo è disponibile solo l’abbonamento al quotidiano in versione digitale. 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Le società estremamente eterogenee, partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono andate costantemente aumentando di numero,malgradogli interventi governativi, più o meno risoluti ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per frenarne laproliferazioneeinvertirequestatendenza.Perciòèancoroggidifficile(comerisulta da un’indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per lo piùpassividibilancio(senzaassicurareperaltroadeguateprestazioniagliutenti),soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità generale; che esistono in parecchi casi commistioni di ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro aree operative riguardano le "localutility",masiestendonodall’agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un autentico ginepraio,dicrescenteampiezza econunrilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare ben poco per ridimensionare e disboscare. ILCASOGREEKYOGURT Nell’economia globale c’è un grande fermento di Andrea Goldstein l quarantottesimo Super Bowl non lascerà probabilmente traccia maggiore nella storia del football americano, anche se è il primo titolo per i Seahawks di Seattle, ma sicuramente in quella dello yogurt. Per la prima volta, insieme alla solita vagonata di costosissime pubblicità per dolciumi, snack e bevande gassate, ce ne saranno ben due che decantano le virtù, anche salutistiche, di altrettanti marchi di yogurt "alla greca": Chobani (il No. 1, al suo debutto) e Dannon Oikos (che già era apparso nel 2012). Il Greek yogurt - più denso e proteico, meno grasso rispetto a quello normale - è passato da appena 1% del mercato americano nel 2007 a metà attualmente (dati Nielsen). Un successo legato all’attenzione crescente degli americani, che tradizionalmente consumano latte e formaggi, per la qualità del cibo, come dimostra l’impegno personale di Michelle Obama nella promozione di una dieta più equilibrata nel paese in cui tutto è supersize. La storia di Chobani sembra fatta su misura per rinfrescare il mito del sogno americano. Il fondatore, azionista unico e chief executive, Hamdi Ulukaya, arrivò negli Stati Uniti dalla Turchia orientale nel 1994. Non proprio con la valigia di cartone, ma certo senza immaginarsi che 20 anni dopo Chobani avrebbe avuto un fatturato di 1 miliardo di dollari, 2 mila dipendenti e tre stabilimenti, tra cui uno in Australia. Il primo fu una vecchia fabbrica della Kraft, chiusa dopo 75 anni, acquistata grazie a un prestito agevolato del governo. Per il suo stile di gestione, Chobani poi sembra una tipica società della nuova economia: una "people company" secondo Ulukaya, in cui tutto avviene per fare del bene, che all’inizio non aveva investito nel marketing preferendo il passa-parola tra consumatori e il contatto diretto sulle reti sociali e che destina 10% dei profitti in beneficienza attraverso la Shepherd’s Gift Foundation. I margini di crescita del mercato sono ancora ampi: in Francia, ad esempio, lo spazio dedicato agli yogurt (di ogni tipo) nei supermercati è doppio che negli Stati Uniti e il consumo pro capite quasi sette volte più elevato. Una buona notizia soprattutto per Fage, la società greca che per prima lanciò il prodotto nel 1998 e che ora lo produce anche negli Stati Uniti, nello stato di New York. È una delle rare storie di successo del capitalismo ellenico, anche se i suoi legami col paese d’origine vanno affievolendosi. Nel 2012 ha trasferito la sede legale in Lussemburgo e poco dopo ha emesso obbligazioni per 250 milioni di euro, libere dal tetto del debito sovrano graco. Quando però si tratta di difendere l’ellenicità del prodotto, Fage - il cui Greek yogurt peraltro è a base di latte vaccino, mentre l’originale nel Mediterraneo orientale utilizza latte di capra o di pecora - riscopre le sue radici. Nel Regno Unito i giudici hanno ingiunto a Chobani di non chiamare greco il proprio yogurt, accogliendo la richiesta di Fage di riservare la denominazione allo yogurt prodotto in Grecia. Una decisione confermata in appello proprio martedì 28. Ma i batteri che fermentano nell’economia globale, anche in un periodo di crisi, sono molteplici. Il Lactobacillus casei Shirota fu scoperto nel 1930 da un microbiologo di Kyoto, Minoru Shirota, e Yakult venne fondata nel 1955. Sono ormai 20 anni che gli yogurt probiotici hanno conquistato l’Occidente, anche grazie a claims salutistici di dubbia validità, e ora è venuto il momento per i functional foods di penetrare nuovi mercati. Il Financial Times ha raccontato di recente come ciò stia avvenendo in Indonesia, dove da una decina d’anni le "Yakult Ladies" vendono il prodotto porta-a-porta. Una strategia che non funzionava bene fino a che la società giapponese non si è decisa ad aumentare gli investimenti nella formazione delle promotrici, adattando la strategia di marketing alla realtà indonesiana. I risultati non si sono fatti attendere, sia per la società, che ha triplicato i volumi, sia per le Ladies, che guadagnano ormai commissioni comparabili ai salari dell’industria. I © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Secondo di una serie di articoli Il primo è stato pubblicato il 5 febbraio per la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIOABBONAMENTI:Tel.0230222999 (conoperatoreda lunedìavenerdì 8:30-18:00)-Fax0230222885-Email:[email protected]. SERVIZIO ARRETRATI PER I NON ABBONATI (non disponibili le edizioni cartacee più vecchie di 24 mesi dalla data odierna): Inoltrare richiesta scritta via posta a: Il Sole 24 ORE S.p.A., Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, (Tel. 02 o 06 3022.2888) allegando la fotocopia della ricevuta di versamento sul c.c.p. 519272 intestato a Il Sole 24 ORE S.p.A. Oppure via fax al n. 02 o 06 3022.2519. Il costo di una copia arretrata è pari al doppio del prezzo di copertina del giorno richiesto. Non verranno rimborsate le istanze relative ad edizioni più vecchie di 24 mesi dalla data odierna. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Sul Sole 24 Ore Lunedì del 10 febbraio L’appeal del marchio «Made in» sui consumatori nel mondo STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e Via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Etis 2000 S.p.A., 8˚ strada, 29 zona industriale, 95100 (CT) - Stampa quotidiana S.r.l., via Galileo Galilei 280/A, località Fossatone, 40059 Medicina (BO)- L'Unione Sarda S.p.A., via Omodeo 5, 09030 Elmas (CA) - B.E.A. Printing BVBA, Maanstraat 13 Unit 17-18 (Bedrijvenpark), 2800 Mechelen (Belgium) DISTRIBUZIONE ITALIA: m-dis Distribuzione Media S.p.A., Via Cazzaniga 1 - 20132 Milano, Tel. 02-2582.1 Certificato Ads n. 7743 del 18-12-2013 Registrazione Tribunale di Milano n. 322 del 28-11-1965 La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 12 febbraio è stata di 241.194 copie Pagina 47 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 L' ITALIA CHE NON RIPARTE. Il flop della legislazione concorrente Invece di riequilibrare centro e periferia, ha prodotto sovrapposizioni. Valerio Castronovo Una deriva senza fine. Dall' attuazione del Titolo V le spese delle Regioni e le loro entrate fiscali hanno continuato a moltiplicarsi aggravando così sia l' uno che l' altro fardello. Non solo. Si è ingolfato, al punto talora da incepparsi, per via delle nuove prerogative degli enti territoriali, esercitate in più d' un caso come altrettanti poteri singoli di veto, l' iter procedurale anche per alcune infrastrutture strategiche a rete di rilevanza nazionale. Col risultato che si sono aggiunti altri costi indiretti (come quelli delle "compensazioni") e soprattutto pesanti impacci a scapito della competitività generale del sistema-Paese. In pratica, la "legislazione concorrente", che avrebbe dovuto riequilibrare e snellire i rapporti fra centro e periferia, tramite una chiara separazione di competenze e funzioni, ha finito invece per produrre una congerie di sovrapposizioni e incongruenze, di doppioni e conflitti istituzionali. E ciò per oltre una ventina di aree d' intervento, comprese quelle riguardanti i rapporti internazionali e il commercio estero. Eppure, quando nel marzo 2001, nell' imminenza delle elezioni politiche, venne varato dal Parlamento il nuovo ordinamento federale (sia pur con l' esigua maggioranza del centro-sinistra) e poi approvato in ottobre da un referendum popolare (anche se con una scarsa affluenza di votanti), si pensava che un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nella governance della finanza pubblica avrebbe garantito sia una gestione più responsabilizzata ed efficiente delle risorse sia uno standard, su scala nazionale, più omogeneo in fatto di prestazioni e a un costo minore. Oltre a questi vantaggi concreti, si riteneva che una struttura statuale imperniata su forme più ampie di decentramento, quale prevista dal Titolo V della Costituzione, avrebbe avvicinato di più i cittadini alle istituzioni e promosso la sussidiarietà e la paritarietà fra i diversi livelli territoriali di governo. Senonché è avvenuto tutto il contrario. Da un lato, è cresciuta con effetti opprimenti la foresta di normative e formalità burocratiche che hanno ingarbugliato i meccanismi e dilatato i costi della gestione politica e amministrativa. Dall' altro, abbiamo assistito, invece che a un miglioramento dei rapporti della collettività con le istituzioni, a un peggioramento della situazione a causa di un' ondata di sfiducia e insofferenza alimentata dai reiterati episodi di incuria e di cattiva Normativa Enti Locali gestione, di clientelismo e di corruzione, che hanno contrassegnato in varia misura l' operato di numerose amministrazioni regionali di diversa colorazione. Tuttavia c' è voluto parecchio tempo, nonostante l' incancrenirsi di queste piaghe, perché maturasse infine la decisione di procedere a una riforma del Titolo V. C' è pertanto da augurarsi che, in base al disegno di legge presentato dal governo Letta all' esame del Parlamento, venga abolita la "legislazione concorrente", rivelatasi fonte di iper-regolamentazioni contraddittorie e di crescenti oneri addizionali, col ritorno alla competenza esclusiva dello Stato di materie fondamentali (a cominciare dall' energia, i trasporti e la ricerca scientifica), e si giunga all' istituzione, al posto del Senato elettivo, di una "Camera delle Autonomie", in cui i rappresentanti delle Regioni, collaborando alla definizione delle variabili territoriali delle politiche nazionali, quanto agli ambiti di loro pertinenza, siano così impegnati ad applicarle debitamente ed efficacemente in sede locale. Insieme all' attribuzione alle Province (che oggi sono ben centodieci) di una sola competenza (quella sulle strade) e alla loro trasformazione in enti di servizio ai Comuni, la creazione nelle principali aree urbane di "Città metropolitane", con un ruolo propulsivo di pianificazione dello sviluppo, costituirebbe senz' altro un importante salto di qualità. Rimane tuttavia da sciogliere un altro nodo spinoso: quello del cosiddetto "capitalismo municipale". Le società estremamente eterogenee, partecipate direttamente o indirettamente da Enti pubblici locali (Regioni, Province, Comuni e Comunità montane), sono andate costantemente aumentando di numero, malgrado gli interventi governativi, più o meno risoluti ma anche ondivaghi e sovente respinti al mittente, per frenarne la proliferazione e invertire questa tendenza. Perciò è ancor oggi difficile (come risulta da un' indagine curata da Giuseppe Mele per la Confindustria) stabilire con esattezza le dimensioni effettive di questo fenomeno espansivo col suo vasto perimetro circostante. Fatto sta che varie anomalie contrassegnano, salvo alcune eccezioni, gli Enti locali controllati dalla mano pubblica, dato che quelli addetti ai servizi preminenti (energia, trasporto, rifiuti urbani, settore infrastrutturale idrico) esercitano la loro attività in base a gare scarsamente aperte al mercato e quindi anche ai soggetti privati; che essi accusano per Pagina 48 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 lo più passivi di bilancio (senza assicurare peraltro adeguate prestazioni agli utenti), soprattutto nel Mezzogiorno, ripianati in pratica a carico della fiscalità generale; che esistono in parecchi casi commistioni di ruoli fra regolatore e regolato; che non tutte le loro aree operative riguardano le "local utility", ma si estendono dall' agricoltura al comparto manifatturiero, dalla finanza alle costruzioni. Si tratta dunque di un autentico ginepraio, di crescente ampiezza e con un rilevante impatto finanziario, che si è riusciti a fare ben poco per ridimensionare e disboscare. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 49 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 50 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 10 Le vie della ripresa Bonus su macchinari e Ict I moduli per le istanze saranno disponbili sul sito del ministero entro il 10 marzo LE MISURE PER LE IMPRESE La tabella di marcia Le domande di erogazione saranno evase entro 30 giorni, salvo disponibilità di cassa Pmi, pronti i finanziamenti agevolati Firmata la circolare sulla «Sabatini bis» - Domande in formato elettronico dal 31 marzo IMAGOECONOMICA Carmine Fotina ROMA Perla"nuovaSabatini"c’èfinalmente una data: le imprese potranno presentare le domande,in formato elettronico, a partire dalle 9 del 31 marzo 2014. La lunga attesa per l’attuazione di una delle principali misure del decreto del fare varato lo scorso giugnostaperconcludersi:lacircolare predisposta dal ministerodelloSviluppoeconomicofissaterminiemodalitàperpresentareleistanzeeperlaconcessione e l’erogazione dei contributi previsti per l’acquisto o il leasing di macchinari e impianti da parte delle Pmi. Il testo, redatto dalla direzione generale incentivi del ministero di Flavio Zanonato, segue il decreto attuativo (si veda Il Sole 24 Ore del 30 novembre) ed arriva più o meno in contemporanea con la convenzione tra lo stesso dicastero, la Cassa depositi e prestiti e l’Abi (la firma è attesa per questa settimana). Si completa dunque il complesso e piuttosto lento iter di implementazione della misura, nell’attesa della quale diverse imprese hanno congelato o posticipato gli investimenti. Finanziamenti agevolati Il decreto del fare ha previsto la costituzione presso la Cdp di un plafond di 2,5 miliardi che le banche e gli intermediari finanziari, aderendo alla convenzione, possono utilizzare per concedere, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti alle Pmi. Sono ammessi investimenti in macchinari,impianti, beni strumentali e attrezzature nuove a uso produttivo, oltre a quelli in hardware, software e tecnologiedigitali. Possibile anche il le- asing, per operazioni concesse dasocietà inpossesso di una garanzia rilasciata da una banca che aderisce alla convenzione. Le Pmi che hanno ottenuto i finanziamentiricevono (nel limite dello stanziamento annuale) un contributo a parziale copertura degli interessi, pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del 2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, con rate semestrali e della durata di 5 anni, di importo corrispondente al finanziamento. Il contributo viene calcolato secondo modalità inserite in un’appendice alla circolare e consultabili sul sito del ministero. RISORSE E MECCANISMO Si attingerà a un plafond presso la Cdp da 2,5 miliardi Dal ministero contributi sugli interessi, possibile accesso al Fondo garanzia È prevista inoltre la possibilità di accedere alla garanzia del FondocentralePmisulfinanziamento, fino all’80%, con priorità d’accesso. Le domande La domanda di agevolazione, da utilizzareanche per la richiesta di finanziamento, deve essere compilata in formato elettronicoe deve essere, penal’invalidità, sottoscritta mediante firma digitale. Come detto va presentata a partire dalle 9 del 31 marzo 2014, esclusivamente attraverso l’invio con posta elettronica (Pec) certificata agli indirizziPec dellebancheconvenzionate(l’elenco sarà disponibi- le sui siti www.mise.gov.it e www.cassaddpp.it). La domandadi agevolazione ei relativi allegatidovranno essere compilati utilizzando esclusivamente i moduli che saranno disponibili entro il 10 marzo sul sito dello Sviluppoeconomico(ilministero confida comunque di pubblicarli con largo anticipo rispetto alla scadenza). Per le agevolazioni che superano la soglia di 150mila euro, la concessione del contributo è subordinata all’acquisizionedella documentazione antimafia. @CFotina © RIPRODUZIONE RISERVATA S Sabatini bis. Decisi i criteri per accedere al bonus sull’acquisto o il leasing di macchinari I CRITERI Le risorse VienecostituitopressolaCdp unplafonddi 2,5miliardichele bancheegliintermediari finanziari,aderendoalla convenzione,possonoutilizzare perconcedere,finoal31 dicembre2016,finanziamenti allePmi.Iprestitipossonoavere unaduratamassimadi 5annie possonoessereaccordatiperun valoremassimocomplessivonon superiorea2milioniperciascuna impresa.L’importominimosarà di20milaeuro.Sistimachegià perl’estateilplafondvada esaurito:laprossimaleggedi stabilitàsarebbeilcontenitore peruneventualeplafond (l’ipotesièdiulteriori2,5 miliardi) Certificati antimafia Nelcasodiagevolazioni superioria150milaeurova presentataanchela documentazioneantimafia.La circolarespiegacheitempiprevisti perlaconcessionedelle agevolazionipossonosubire variazioniinseguitoallamancata acquisizionedelladocumentazione antimafia.Mailministero,decorsi 45giorni(prorogabilidalla Prefetturadialtri30giorni)dal ricevimentodellarichiestadaparte dellaPrefettura,puòprocederealla concessionedelleagevolazioni sottocondizionerisolutiva Spese ammissibili Gliinvestimentidevonoessere avviatisuccessivamentealladata delladomandadiaccessoal contributo,fattisalvigli investimentirelativialsettore agricolo(regolamento1857/2006) chepossonoessereavviatisolo successivamenteal provvedimentodiconcessione degliaiuti Erogazioni Ilministeroprovvedealle erogazioninell’annoperrichieste pervenuteentroenonoltreil31 ottobre.L’erogazionedel contributoèsubordinataal completamento dell’investimento,entroil periododipreammortamentoo prelocazionedelladurata massimadi12mesidalladatadi stipuladelfinanziamento Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati ROMA Vialiberadell’auladellaCamera al decreto Destinazione Italia.Ilvotofinalesulprovvedimentoha visto320 sì,194noe un astenuto. Il testo passa ora al Senato, dove appare sempre più probabile che venga posta la fiducia da parte del governo visti i tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull’energia, sul mercatoimmobiliare,sull’editoria. Anche il pacchetto sull’Rc auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe, èsfumatosottoicolpidicentinaia di emendamenti che l’hanno stravoltoimponendoneil travaso in un altro disegno di legge, per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati costellatianchedaunduroscontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativocreditod’imposta)perfavorire le bonifiche di siti industriali inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il governo unanormaequilibratapersbloccare progetti fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell’esame degli emendamenti non sembra però aver accontentato il fronte più critico, a partire dal M5S. Un’altra questione complicata riguarda le coperture di due misurechiavedeldecreto,ilcredito d’imposta per gli investimentiinricerca(dotedi600milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce.Normedimeranaturaprogrammatica,sottolineava ilrapporto del servizio BilanciodellaCamera,conrisorsean- Normativa Enti Locali cora da individuare nell’ambito dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l’altro solo al Sud. L’iter in commissione ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via più diretta, impiegando anche risorse di fonte nazionale per tutto il territorio, ma il percorsodiimplementazioneappare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d’imposta, viene confermata la formula estremamente"light"dellamisurachesi applica solo sul 50% della spesa incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l’altro, modifiche ri- TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia guardanti la compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le sanzioni sul lavoro irregolare. Quantoalcapitoloenergia,èstato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneridisistemaapplicatialconsumo di gas ed è stato ritoccato ilregimeopzionaleperiproduttori di energia rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova spazio anche l’Expo 2015 di Milano, con la messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne:lamisuravieneestesaanche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei 6 mesi previsti dalla formulazioneoriginaria).Sièintervenuti anche sull’export, con un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell’Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico, su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del Fondo volto alla promozione dell’export. Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l’acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi strumenti finanziari. Merita un discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in untriennio,ilbonuslibrièdiventatouncreditod’impostaafavoredeilibrai:l’agevolazionespetta agli esercizi commerciali che effettuanovenditadilibrialdettaglio, anziché a persone fisiche e giuridiche (resta peròla possibilitàper gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire in startup, all’estensione da 3 a 5 anni del ruling internazionale (tassecerteperlemultinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti normativi sul decreto Destinazione Italia Lo sviluppo passa per ricerca, energia, digitale ed export di Claudio De Vincenti Lo «sportello» e le erogazioni La circolare chiarisce che le impresehannodiritto alle agevolazioni solo nei limiti delle disponibilità finanziarie. Le banche o gli intermediari finanziari trasmettonoa Cdp,ognimese,larichiesta di verifica della disponibilitàdella provvista a valere sul plafondda2,5miliardi.Le richieste sono poi prese in considerazione dal ministero, ai fini della prenotazionedelcontributo,seguendo l’ordine cronologico di prenotazione. In caso di risorse insufficienti, la prenotazione è utilizzata,ai finidellaconcessione del contributo, in modo proporzionale al fabbisogno delle operazioni. Il contributo verrà erogato dal ministero entro sei anni dalla data di ultimazione dell’investimento,in quoteannuali.Lerichiestedierogazionedevonoessere compilate esclusivamente in formato digitale, entro il 30 giugno2014,esarannoevasedallo Sviluppo entro 30 giorni dalla data di ricezione della domanda,«subordinatamenteall’effettiva disponibilità di cassa». INTERVENTO Le principali misure FOTOGRAMMA CARTELLE ESATTORIALI Compensazione con crediti Pa Vialiberaallacompensazione dellecartelle esattorialiconi creditivantaticonlapubblica amministrazione,masolonel rispettodegliequilibridifinanza pubblica ANSA BONIFICHE CREDITO/MINIBOND Accesso al Fondo di garanzia SiprevedecheilFondocentrale Pmipossaprestaregaranziaanche infavoredellesocietàdigestione delrisparmioche,percontodei fondicomunidiinvestimento, sottoscrivanominibond ENERGIA Accordi di programma Passanogliaccordidiprogramma perlebonifichedeisitiindustriali inquinati.Nonostantele modificheapprovateinAula,per M5Slanormarestaun"regalo"a chihainquinato IMAGOECONOMICA IMAGOECONOMICA Riduzioni gas per gli energivori Incommissioneè statointrodotto unmeccanismoafavoredelle impreseenergivoreperla rideterminazionedeglioneridi sistemaapplicati alconsumodigas IMAGOECONOMICA RICERCA IMAGOECONOMICA Mutui a tasso zero Mutuiatassozeroperlenuove impresecostituitedagiovanie donne:lamisuravieneestesa ancheacommercioeturismoe vengonoammesseaziende costituitedanonpiùdi12mesi FOTOGRAMMA EXPORT Focus sulle Pmi Unemendamentochespecifica cheladotazioneaggiuntiva dell’Iceperlapromozione(22,6 milioni)deveesseredestinatacon particolareriguardoallepiccolee medieimprese LIBRI Bonus per i librai Losgraviofiscaledel19%suilibri acquistatidallepersonefisichee giuridichesitrasformainuncredito d’impostaperlelibrerie.Arrivanoi buoniletturaconscontidel19% perglistudentidellesuperiori FOTOGRAMMA BONUS DIGITALE Anche al Centro-Nord Unemendamentoincommissione hachiaritocheivoucherperlePmi cheacquistanodotazioniIct,si connettonoallabandalargao sviluppanosoluzionidie-commerce siapplicanoanchealCentro-Nord Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 start-up innovative. E stiamo parlando anche di misure che agiscono su condizionidicontestodecisive per la ripresa industriale e produttiva del nostro Paese: sbloccando al tempo stesso leazionidibonificaediriqualificazione industriale dei siti di interesse nazionale contaminati da anni di sfruttamento ambientale e oggi a rischio di desertificazione industriale; potenziando lo strumento dei minibond, canale di finanziamento per le IL SOSTEGNO Destinazione Italia mette in campo anche fondi per l’Expo e le bonifiche sui siti inquinati piccole e medie imprese alternativo a quello bancario, ampliando così il ventaglio delle possibilità per far convergere risorse verso il sistema produttivo; sostenendo la creazione dimicro e piccoleimprese giovanili e femminili, in modo da valorizzare capacità imprenditoriali diffuse, una delle risorse fondamentali del nostro Paese. Enonèuncasocheildecreto portiin chiusura unarticolo che convoglia risorse verso la realizzazione dell’Expo 2015e neaccelera leprocedure: si tratta di un evento fondamentale per fare dell’Italia ilpunto diincontroediscambio di conoscenze scientifiche, tecnologiche, industriali avanzate e per rafforzare la capacità di penetrazione delleeccellenzeitalianesuimercati internazionali. Naturalmente,sarebbestatoauspicabilechefosserimastanel decreto anche la riformadel mercatodell’assicurazioneauto,cheportavaconsistenti benefici per i cittadini in termini di riduzioni delle polizze fino a oltre il 20%. Ma rispettiamolarichiestavenuta dalle Commissioni parlamentariditrasformarlo indisegno di legge (prontamente varatodalConsigliodei ministri del 6 febbraio) al fine di poter valutare con maggiore attenzione una materia sicuramente molto complessa. Sta ora al Parlamentoconfermare la volontà di portare a termine una riforma così importante per la trasparenza e l’equità del sistema. Sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Autonomie. Le città metropolitane tornano 10 Ddl Province, accolti i rilievi delle imprese NUOVE IMPRESE Credito d’imposta Confermatalaformula estremamente"light":credito d’impostafinoaunmassimo annuodi2,5milioniper beneficiarionellamisuradel50% degliincrementiannualidispesa otto, c’è molto di più di quel che s’è detto e scritto.C’èsoprattuttolapossibilità per il nostro Paese di agganciare la ripresa. Destinazione Italia, tutt’altro che un provvedimento omnibus, è infatti un decreto che agisce su diversi fattori decisivi per la competitività del sistema produttivo italiano e su diverse condizioni di contesto necessarie a dare fiato agliinvestimentie apromuovere il dispiegarsi delle capacità imprenditoriali. Questo è il senso del Dl Destinazione Italia: un primo insieme di misure chetraducono in norme le linee di fondo del progetto presentato in autunno dalGovernoperridareall’Italia il ruolo di Paese dell’imprenditorialitàeperfarnepolo di attrazione per le impresedi tutto il mondo. È una sfida che richiede un cambio di mentalitàdelle stessepubblicheamministrazioni:nontutte appaiono consapevoli che è ora di cambiare i propri comportamenti in funzione delle necessità di rilancio dell’economia italiana e sta al ministero dello Sviluppo economico, in quanto ministero dell’economia reale, farmaturarefinalmente questa consapevolezza. Stiamo parlando di un decreto che incide su almeno quattro fattori di competitività: il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, che sostiene le imprese nel recuperare un ritardo italiano nell’elemento forse principale della competitività di un’economia avanzata (e segnalo che alla Camera la misura è stata migliorata risolvendoquei problemi,segnalati da questo giornale, di certezza delle risorse e di fruibilità della misura su tutto il territorio nazionale); la riduzionedel costo dell’energia, dove si prevede un’ulteriore azione– dopo quella realizzata col decreto del Fare – di razionalizzazione delle voci che compongono la bolletta elettrica (prezzo biorario e ritiro dedicato) e di contenimento della componente A3 (nel rispetto dei diritti quesiti dei produttori di rinnovabili); il voucher a favore delle piccole e medie imprese per sostenerne la digitalizzazione e l’ammodernamento tecnologico; azioni di supporto alla internazionalizzazione delle imprese e all’attrazione in Italia di ROMA Dietrofront sulle città metropolitane. Se il testo del Ddl svuota-province approvato alla Camera prima di Natale rischiava di farle salire a 21 quello che il Senato sta mettendo a punto le riporteràinvece a10.Graziea un emendamento depositato ieri in commissione Affari costituzionali dal relatore Luciano Pizzetti (Pd) che va incontro ad alcune richieste del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Intervenendo a un convegno organizzato a Firenze dalla Rete delleassociazioniindustrialimetropolitane, il leader degli industriali aveva dichiarato: «Le aree metropolitane saranno troppe ed andranno a sommarsi ai livelli amministrativi esistentianzichédiminuirli».Elarisposta della maggioranza è arrivata ieri attraverso Pizzetti. Dei 19 emendamenti presentati ieri, due intervengono direttamente sulla materia. Da un lato, riportando di fatto le città metropolitane alle 10 originarie (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna,Firenze,Roma,BarieNapoli,ReggioCalabria).Dall’altrolato,precisando cheil loro territorio coinciderà con quello della provinciauscente.Verrebbemeno dunque la possibilità di mantenere sullo stesso territorio sia laprovinciachelacittàmetropolitana se un terzo dei comuni coinvoltinonaderisseaquest’ultima. Sui tempi di approvazione del provvedimento è intervenuto Graziano Delrio. Nel corso di un’iniziativadell’Ancisullecittà metropolitane il ministro degli Affari regionali ha snocciolato la nuova road map: sì del Senato entro fine mese e ok definitivo della Camera agli inizi di marzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 51 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Destinazione Italia. Via libera della Camera al decreto con 320 sì, 194 no e un astenuto. Bonus ricerca «light» e minibond rafforzati TEMPI STRETTI Il provvedimento passa ora al Senato che deve convertirlo in legge entro il 21 febbraio: quasi certo il ricorso alla fiducia. ROMA Via libera dell' aula della Camera al decreto Destinazione Italia. Il voto finale sul provvedimento ha visto 320 sì, 194 no e un astenuto. Il testo passa ora al Senato, dove appare sempre più probabile che venga posta la fiducia da parte del governo visti i tempi strettissimi per evitare che il decreto decada (va convertito in legge entro il 21 febbraio). Il piano Destinazione Italia, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre, oltre al decreto conteneva anche un disegno di legge, di cui si sono ormai perse le tracce, con ulteriori misure sull' energia, sul mercato immobiliare, sull' editoria. Anche il pacchetto sull' Rc auto, che avrebbe dovuto facilitare una riduzione delle tariffe, è sfumato sotto i colpi di centinaia di emendamenti che l' hanno stravolto imponendone il travaso in un altro disegno di legge, per il quale il cammino in Parlamento appare del tutto incerto. I lavori alla Camera sono stati costellati anche da un duro scontro sulla norma che prevede accordi di programma (con relativo credito d' imposta) per favorire le bonifiche di siti industriali inquinati. Per gli ambientalisti un "condono", per il governo una norma equilibrata per sbloccare progetti fermi da anni. Il compromesso formalizzato lunedì in chiusura dell' esame degli emendamenti non sembra però aver accontentato il fronte più critico, a partire dal M5S. Un' altra questione complicata riguarda le coperture di due misure chiave del decreto, il credito d' imposta per gli investimenti in ricerca (dote di 600 milioni in tre anni) e i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce. Norme di mera natura programmatica, sottolineava il rapporto del servizio Bilancio della Camera, con risorse ancora da individuare nell' ambito dei fondi Ue 2014-2020, utilizzabili tra l' altro solo al Sud. L' iter in commissione ha consentito di aggiustare il tiro e garantire una via più diretta, impiegando anche risorse di fonte nazionale per tutto il territorio, ma il percorso di implementazione appare comunque tortuoso. Un discorso analogo si può fare per il bonus digitale. Quanto ai dettagli del credito d' imposta, viene confermata la formula estremamente "light" della misura che si applica solo sul 50% della spesa incrementale. Alla Camera sono state apportate, tra l' altro, modifiche riguardanti la compensazione delle Normativa Enti Locali cartelle esattoriali con i crediti Pa, il preconcordato, le sanzioni sul lavoro irregolare. Quanto al capitolo energia, è stato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneri di sistema applicati al consumo di gas ed è stato ritoccato il regime opzionale per i produttori di energia rinnovabile che godono di incentivi. Nel decreto trova spazio anche l' Expo 2015 di Milano, con la messa in sicurezza di una tranche di finanziamenti pubblici stanziati negli ultimi mesi (172 milioni). Modifiche anche per i mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne: la misura viene estesa anche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi (in luogo dei 6 mesi previsti dalla formulazione originaria). Si è intervenuti anche sull' export, con un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle Pmi. Inoltre lo Sviluppo economico dovrà rendere pubblico, su internet, a partire dal 30 giugno 2014, il bilancio annuale del Fondo volto alla promozione dell' export. Passiamo al capitolo credito: si estende la disciplina delle cartolarizzazioni alle operazioni realizzate mediante la sottoscrizione o l' acquisto di cambiali finanziarie, e inoltre si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond. In generale, si facilitano gli investimenti di assicurazioni e fondi pensione in questi strumenti finanziari. Merita un discorso a parte il bonus lettura, altro punto critico con relative polemiche. Di fronte alla ristrettezza delle risorse economiche, 50 milioni in un triennio, il bonus libri è diventato un credito d' imposta a favore dei librai: l' agevolazione spetta agli esercizi commerciali che effettuano vendita di libri al dettaglio, anziché a persone fisiche e giuridiche (resta però la possibilità per gli studenti delle superiori di accedere a uno sconto del 19% sui libri di lettura). Il decreto, va ricordato, contiene anche altre misure, dai visti più semplici per chi fa ricerca e viene in Italia per investire in startup, all' estensione da 3 a 5 anni del ruling internazionale (tasse certe per le multinazionali), alla riorganizzazione dei tribunali delle imprese per gli investitori esteri. C. Fo. © RIPRODUZIONE Pagina 52 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 RISERVATA A pag. 16 e 17 Gli approfondimenti normativi sul decreto Destinazione Italia Le principali misure CARTELLE ESATTORIALI Compensazione con crediti Pa Via libera alla compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti vantati con la pubblica amministrazione, ma solo nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica FOTOGRAMMA BONIFICHE Accordi di programma Passano gli accordi di programma per le bonifiche dei siti industriali inquinati. Nonostante le modifiche approvate in Aula, per M5S la norma resta un "regalo" a chi ha inquinato ENERGIA Riduzioni gas per gli energivori In commissione è stato introdotto un meccanismo a favore delle imprese energivore per la rideterminazione degli oneri di sistema applicati al consumo di gas CREDITO/MINIBOND Accesso al Fondo di garanzia Si prevede che il Fondo centrale Pmi possa prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano minibond IMAGOECONOMICA RICERCA Credito d' imposta Confermata la formula estremamente "light" : credito d' imposta fino a un massimo annuo di 2,5 milioni per beneficiario nella misura del 50% degli incrementi annuali di spesa NUOVE IMPRESE Mutui a tasso zero Mutui a tasso zero per le nuove imprese costituite da giovani e donne: la misura viene estesa anche a commercio e turismo e vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi IMAGOECONOMICA EXPORT Focus sulle Pmi Un emendamento che specifica che la dotazione aggiuntiva dell' Ice per la promozione (22,6 milioni) deve essere destinata con particolare riguardo alle piccole e medie imprese LIBRI Bonus per i librai Lo sgravio fiscale del 19% sui libri acquistati dalle persone fisiche e giuridiche si trasforma in un credito d' imposta per le librerie. Arrivano i buoni lettura con sconti del 19% per gli studenti delle superiori BONUS DIGITALE Anche al Centro-Nord Un emendamento in commissione ha chiarito che i voucher per le Pmi che acquistano dotazioni Ict, si connettono alla banda larga o sviluppano soluzioni di e-commerce si applicano anche al Centro-Nord. Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 53 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 54 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 Norme e tributi 17 Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa Compensabili i crediti con la Pa Rimborsi sprint anche per tasse e imposte di registro L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo DESTINAZIONE ITALIA Alessandro Sacrestano Compensazionedelcredito e non più sospensione dei ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7 bis dell’articolo 12 del decreto «destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti vantano nei confronti della pubblica amministrazione assume contorni nettamente più semplici e finisce per avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la versione originaria della norma – che prevedeva, per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa – rischiava di comprometterne l’efficacia e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi, sembra sia stata quella della semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione. Il recupero La norma, infatti, sottolinea che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a quelli «certificati secondo le modalità previste dai decreti del ministro dell’Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate alla pubblica amministrazionee ancora ine- vase, imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare questo, le istruzioni contenute sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà avere accesso dal link www. certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l’articolo qui sotto). Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla. IL QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai professionisti Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma telematica, la certificazione del credito vantato dal richiedente. La certificazione Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto destinazione Ita- lia, invece, sarà più ampia la possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della riscossione. Salvina Morina Tonino Morina I passaggi Le modalità Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però, ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale – emanato dal ministero dell’Economia e dal ministero dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull’elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È proprio questo, comunque, il punto chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del credito vantato. Perché mai, però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel decreto ministeriale. SOGGETTI DEBITORI CARATTERISTICHE COMPENSAZIONE La pubblica amministrazione Perpubblicheamministrazioni, neiconfrontidellequalisi vantailcreditochesivuole compensare,sifariferimento alloStato,aglientipubblici nazionali,aregionieprovince autonomediTrentoeBolzano, aglientilocalieaglientidel Serviziosanitarionazionale Le caratteristiche del credito Ilcreditoversolapubblica amministrazionedeve derivaredasomministrazioni, prestazioniprofessionali, fornitureeappalti.Deve inoltreesserenonprescritto, certo,liquido,esigibilee certificatoattraversola piattaformatelematica Come usare la compensazione Ilcreditovantatineiconfronti dellapubblicaamministrazione potràesserecompensatoconi ruoliemessidalconcessionario perlariscossioneaprescindere dalladatadinotificaal creditorecheabbiasomme iscrittearuolougualioinferiori alcreditovantato CERTIFICAZIONE ISTANZA DECRETO La procedura Ilcreditorepotràdareinizioal processodicertificazione del creditovantatoversola pubblicaamministrazione accreditandosisulla piattaformadicertificazione elettronicadelcredito attraversoilsito www.certificazionecrediti.mef. gov.it.Lemodalitàdi accreditosonodiversea secondacheilcreditoresia soggettoonoall’obbligodi pubblicitàlegale La domanda Unavoltaentratonella piattaforma,ilcreditoredovrà inviarel’istanzadicertificazione neiconfrontidellaPadebitrice utilizzandolafunzionalità messaadisposizionedal sistema.Ilsistemapermettedi monitorareeverificarelostato diavanzamentodelprocessodi certificazione:ilcreditore riceveràcomunicazionisul rilasciodellacertificazionee/o sullainsussistenzao inesigibilitàdelcredito Il dubbio Leconcretemodalitàdella compensazionesonorinviatea undecretointerministerialeda emanarsientro90giorni dall’entratainvigoredella leggediconversione.Ildecreto dovràtral’altrofarluce sull’elementodipiùdifficile interpretazionedellanuova disposizione:cioèsuquello chenelimitalafruibilitàaisoli soggettiperiquali«lasomma iscrittaaruolosiainferioreo parialcreditovantato» © RIPRODUZIONE RISERVATA La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo Leimpreseacacciadel«timbro» Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un con- trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L’accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d’identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l’accesso e l’altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa individuale. Con l’utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all’obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l’istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monito- rare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l’insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA La procedura sprint per i rimborsi riguarderà anche le tasse, le imposte di registro e le altre imposte indirette. La procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014, pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate. È prevista una disposizione transitoria, in base alla quale, fino al 30 giugno 2014, i "nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento. I dati necessari per il rimborso sono predisposti dall’agenzia delle Entrate, con la formazione di liste emesse conprocedure automatizzate, contenenti, per periodo e tipo d’imposta, in corrispondenza delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare delle somme da rimborsare. È stabilito che il rimborso avviene con accredito sul conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello reso disponibile dalle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet dell’agenzia delle Entrate. Il contribuente può infatti registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali, adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale. Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi da erogare al contribuente. In caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, i rimborsi alle persone fisiche sono effettuati: 1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli sportelli di poste italiane, per riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro; 1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia, per i rimborsi il cui importo, comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro. In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal modello 730, la restituzione di somme per importi superiori a 4mila euro sarà fatta dall’agenzia delle Entrate e non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2013, per contrastare l’erogazione di falsi rimborsi Irpef da parte dei sostituti d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o dalla data della presentazione seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il rimborso sarà erogato dall’agenzia delle Entrate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa cambia 01 | PROCEDURA VELOCE La procedura sprint, di norma, interessa i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioni annuali 02 | VIA DAL 1˚LUGLIO Dal 1˚luglio 2014 questa procedura sarà estesa a tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso di tasse, imposte dirette ed indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate 03 | TEMPI PIÙ BREVI Chi intende accorciare i tempi del rimborso, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello delle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia, o tramite il sito internet delle Entrate LE TUE ESIGENZE LA NOSTRA SOLUZIONE. 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La piattaforma è, in relazione alla procedura di compensazione in esame, l' unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un contratto avente ad oggetto somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della pubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, enti locali ed enti del servizio sanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaforma elettronica di certificazione attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d' identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un' associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all' accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l' accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta Normativa Enti Locali entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un' apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invece concluso indicando le informazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monitorare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un' apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 56 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 16 Norme e tributi Lavoro. Importi ridotti da un emendamento in sede di conversione del decreto «destinazione Italia» Diritto fallimentare. Sarà più complesso finanziare le aziende in difficoltà Maxi sanzioni, stop della Camera Per i preconcordati deduzione con limiti Raddoppiate e non decuplicate le multe su orari e riposi settimanali FOTOGRAMMA DESTINAZIONE ITALIA Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone La decuplicazione di alcune sanzioni in materia di lavoro non ci sarà. Il vertiginoso aumento è scongiurato grazie alle modifiche apportate al Dl 145/2013 (cosiddetto "DestinazioneItalia"),infase diconversione in legge. Anche la destinazione delle risorse economiche derivanti dalle variazione dell’impianto sanzionatorio, subisce cambiamenti. Rimossa anche la parte in cui siprevedeva che glienti pubblici (Inps, Inpgi, Inail) dovessero sottoporre, preventivamente, laprogrammazione delleverifiche ispettive all’approvazione del ministero del Lavoro. Per quanto attiene alle sanzioni per mancato rispetto dellanormativa in materia di superamento della durata massima dell’orario di lavoro e del mancatoriconoscimentodel riposo settimanale, che sarebbero dovute aumentare di 10 volte, le modificheapportate si limitano a raddoppiare il loro ammontare.Siprevede,inoltre,cheilraddoppiooperidalladatadientrata in vigore del Dl 145/2013 (24 dicembre 2013). In caso di violazione, per entrambe le tipologie, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 200 a 1.500 euro (era da 100 a 750). La sanzione, invece va da 800 a 3.000 euro (era da 400 a 1.500), se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori o si è verificata in almeno tre dei "periodi" vitàincui ildatore di lavoroinadempiente è incorso (articolo 14, Dlgs 81/2008). Ne deriva che, ferma restando l’applicazione delle sanzioni perla mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro (che non subisce incrementi), si applica la sanzione amministrativa da euro 1.950 (era 1500) a euro 15.600 (era 12.000) per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195 (era 150) per ciascuna giornata di lavoro effettivo. Si incrementa, di conseguenza, anche la penalizzazione prevista per i lavoratori occupati dapprima in nero e poi regolarizzati. In tal caso la sanzione va da euro 1.300 (era 1.000) a euro 10.400 (era 8.000) perciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39 (era 30) per ciascuna giornata di lavoro irregolare. Il Dl 145/2013 prevede, inoltre, che per tale violazione non sia ammessa la diffida, la quale restainvece possibileperleviolazioni commesse prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.Pagail 30% inpiù ancheildatore di lavoro che incorre nella sospensione dell’attività per lavoroirregolare oper gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. In questo caso, lanormasanzionatoriadiriferimento(articolo14,comma4,lettera C del Dlgs 81/2008) prevedeilpagamento,rispettivamente, di una somma aggiuntiva pari a 1.950 euro (era 1.500) e a 3.250 euro (era 2.500). Comegiàaccennato,lemodifiche apportate al testo del decreto, ora includono anche la sanzione prevista all’articolo 14,comma5,letterab)deldecreto legislativo 81/2008: di conseguenza la somma aggiuntiva unica, finora fissata in 2.500 euro, sale a 3.250 euro. che l’azienda usa per rilevare la mediadell’orariodilavoroeffettuatodaidipendenti. Gliimporti salgono ulteriormente, da un minimo di 2.000 euro a un massimo di 10.000 euro, (erano 1.000 e 5.000) se sono coinvolti piùdi diecilavoratori ose latrasgressione interessa almeno cinque "periodi" di riferimento. In questo ultimo caso non è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta. La sanzione per il datore di lavoro che non permette al lavoratore di riposare 11 ore consecutive ogni 24 ore va da da 100 a 300 euro (era da 50 a 150 euro). Se, però, la violazione si riferisce a più di cinque lavora- LOTTA AL SOMMERSO In caso di utilizzo di lavoratori in nero nell’aumento del 30% incluso anche l’importo da liquidare alla Asl tori, ovvero si è verificata in almeno tre periodi di 24 ore, la sanzione amministrativa va da 600 a 2.000 euro (era da 300 a 1.000 euro). Se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno cinque periodi di 24 ore, la sanzione amministrativa va da 1.800 euro a 3.000 euro (era da 900 a 1.500 ) e non è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta. Per quanto riguarda, invece, la maxi sanzione – prevista in caso di utilizzo di lavoratori in nero – resta confermato l’aumento del 30%, ma il nuovo testo amplia il novero delle somme che vengono innalzate. Viene, infatti, incluso anche l’importo sanzionatorio che si deve alla pagare alla Asl per ottenere la revoca del provvedimento di sospensione dell’atti- © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Negri ATTIVITÀ ISPETTIVA Irregolarità nel 65% delle imprese Sono state 235.122 le aziende visitate nel 2013 da ispettorato del lavoro, Inps e Inail e di queste, quasi il 65% hanno evidenziato situazioni di irregolarità. È questo il quadro emerso nella riunione della Commissionecentrale dicoordinamento di cui fanno parte tuttiisoggetticheeffettuanoattività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale. All’incontro, tenutosi ieri, ha preso parte anche il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini. Rispetto al 2012 il numero delle imprese oggetto di ispezioni, pari al 15% di quelle con dipendenti registrati all’Inps, è diminuito lo scorso anno del 3,6%, mentre quelle irregolari sono cresciute di quasi due punti percentuali (dal 63 al 64,8%): un aumento ritenuto indice di una più attenta capacità di selezione preventiva delle imprese a rischio d’irregolarità. L’ammontare dei contributi e dei premi evasi, oggetto di recupero da parte del personale ispettivo, è risultato alla fine pari a circa 1,4 miliardi, il 13% in meno rispetto al 2012. Per quanto concerne il personale identificato durante gli accessi ispettivi, il numero dei lavoratori irregolari è stato di 239.020 unità, quello dei lavoratori totalmente "in nero" di 86.125 unità: in entrambi i casi la diminuzione rispetto al 2012 è stata del 13 per cento. M.Piz. © RIPRODUZIONE RISERVATA Visto da destra: una manieraper scoraggiarei“furbetti del concordato”. Visto da sinistra: un inutile ostacolo alla prosecuzione dell’attività dell’impresa in crisi. Di sicuro una stretta sull’utilizzo del più significativo istituto introdotto di recente nella Legge fallimentare, il preconcordato. Con l’emendamento approvatoierianche dall’aula della Camera dopo il sì in commissione, si fornisce un’interpretazione autentica a un passaggio cruciale della nuova disciplina, prevedendo che i crediti sorti nella fase che intercorre tra la richiesta di accesso al concordato e l’apertura della proceduraconcordatariastessa non sono sempre assistiti dalbeneficiodellaproducibilità. Lo sono, cioè, solo nel caso la domanda si traduca poi nell’avvio del concordato. E qui si vengono a scontrarsi due diversi ordini di preoccupazioni. La prima, evidente tra chi ha promosso l’emendamento, è probabilmente quella che l’imprenditore in preconcordato possa proseguire l’attività aziendale senza lavorare seriamente alla predisposizione della documentazione concordataria e dunque possa maturare inutilmente debiti dasoddisfareinviadiprededuzione in un successivo fallimento, con pregiudizio dei creditori anteriori. Insomma, una scorciatoia di cui potrebbe approfittare chi è intenzionato a sfruttare la finestra di tempo, ampia al massimo 180 giorni,offertadalla nuovaLegge fallimentare (la novità è operativa da circa un anno e mezzo), come riparo da azioni esecutive,senza però avere alcuna intenzione di preparare un piano per l’accesso al concordato preventivo. Seguendo la “filosofia” che ha ispirato l’emendamentolacorsiapreferenziale assegnata ai crediti in virtù del riconoscimento della prededuzione, al momento della liquidazione dell’attivo, sarebbe allora riservata solo a quegli imprenditori che hannoutilizzatoin manieraappropriata il nuovo istituto. D’altra parte c’è lo spirito della riforma e cioè quello di consentire la prosecuzione dell’attivitàall’impresain difficoltàin condizionidisufficiente sicurezza. I 180 giorni allora nondevono,inquesta prospettiva, essere considerati uno spazio di tempo a disposizione dei debitori più spregiudicati, quanto piuttosto, e vale L’ORIENTAMENTO È prevalsa la preoccupazione che l’imprenditore possa maturare inutilmente ulteriori debiti c LAPAROLA CHIAVE Crediti prededucibili 7 I crediti prededucibili sono i primi a dovere essere pagati al momento della liquidazione dell’attivo. La nuova versione della Legge fallimentare prevede che anche i crediti sorti nell’esercizio dell’impresa durante la fase che va dalla richiesta di ammissione al concordato preventivo senza contestuale presentazione della documentazione alla presentazione stessa (massimo 180 giorni) siano assistiti dal beneficio della prededuzione soprattutto per il concordato in continuità, un margine a disposizionedell’aziendaperpotereproseguirel’ordinariaattività nelle more della redazione del piano e sotto la vigilanza dell’autorità giudiziaria. Rispettoadabusi,poi,cisarebbero strumenti specifici a disposizione: è il caso della nomina di un commissario giudiziale da parte del tribunale, con la possibilità per questa figura di sollecitare al tribunale stesso la dichiarazione di improcedibilità della domanda. A essere prevalsa nel testo votato dall’aula è stata la prima preoccupazione. E questo malgrado il ministero della Giustizia avesse dato parere negativo alla modifica proposta. Una valutazione che l’ufficio legislativo di via Arenula aveva corroborato con una serie di riflessioni che ne mettevano in luce un profilo di illegittimità costituzionale che comprometterebbe, tra l’altro, l’affidamento di quei soggetti, come soprattutto le banche (in un momento in cui da Banca d’Italia si è dimostrata un’aperturanellaclassificazione delle esposizioni verso aziende in questa situazione), che hanno concesso credito a un imprenditore il quale ha proposto domanda di concordato in bianco. In questo modo, in assenza della certezza delbeneficiodellaprededuzione si scoraggerebbe chiunque a contrarre con il debitore in funzione della continuità aziendale.Conl’effettodicompromettere anche la soddisfazionedei creditoriperché verrebbero dispersi i valori legati alla continuità aziendale, in primo luogo l’avviamento, di particolare rilevanza in tutti i casiin cuisiprofila una cessione di ramo d’azienda oppure dell’intera impresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA INFORMAZIONE PROMOZIONALE VERONA e provincia - Aziende Eccellenti Storti oltre la crisi La Provincia di Verona interviene a favore dei lavoratori STORTI SpA affronta la crisi con macchine ad elevata tecnologia e una forte azione commerciale nel mondo Lotta alla disoccupazione attraverso azioni mirate con le aziende e convenzioni di sostegno con le banche L Carlo Scirpo, amministratore delegato D al 1956 Storti produce macchine agricole per la zootecnia mostrando da subito una forte propensione all’innovazione, sia nei prodotti che nella ricerca di nuovi mercati. Con l’avvento della crisi mondiale questa naturale propensione al miglioramento non era più sufficiente per assecondare i mercati; occorreva aggredire il mercato, anticipare i cambiamenti, in altre parole reinventarsi. Storti ha così iniziato un percorso di riposizionamento concentrandosi sulla fascia di prodotto più adatta a crescere anche negli anni di crisi. Ciò ha significato nuovi prodotti di maggiore complessità tecnologica e produttiva. È stata una sfida che ha anche attraversato la struttura aziendale. Un percorso che, per alcuni aspetti, non si può dire mai concluso. Oggi i risultati sono tangi- bili: un fatturato 2013 in crescita con margini in miglioramento e, soprattutto, una capacità di evolversi e di confrontarsi sul mercato che prima non conoscevamo. Con due filiali in Germania e Francia, uno stabilimento in Cina dove produce per il mercato locale la gamma base e dove esporta i prodotti “Made in Italy” con più alto valore aggiunto, l’export di Storti supera il 70% della sua produzione con la gamma di prodotti più completa del mercato. I prossimi obiettivi sono l’ampliamento della rete commerciale e l’introduzione di nuovi prodotti complementari ai nostri dialogando con altre aziende italiane disponibili. www.storti.com Un fatturato 2013 in crescita con margini in miglioramento e, soprattutto, una capacità di evolversi e di confrontarsi sul mercato che prima non conoscevamo La sicurezza in casa e in azienda non ha prezzo Con ITALSICUREZZA impianti di antintrusione e antincendio La building automation a tutela di persone e beni materiali I talsicurezza nasce a Verona nel 1993 e la mission aziendale è da subito quella di realizzare sistemi di sicurezza, su Normativa Enti Locali misura per ciascun cliente. Con una crescita continua, è diventata un'azienda leader nel settore sicurezza, antintrusione, videosorveglianza, antincendio, controllo accessi per la protezione di edifici, beni e persone. A partire dal 2004 Italsicurezza ha maturato anche un buon know-how nella building automation, nel 2011 trasferito alla spin-off Life3 che si occupa anche di sviluppo software applicato a building automation, security e safety, energy management e controllo accessi. www.italsicurezza.it a Provincia di Verona ha intrapreso, negli ultimi quattro anni e mezzo, una serie di iniziative legate al mercato del lavoro con due concetti chiave: difesa del lavoro e innovazione nei piani di intervento. I progetti avviati a sostegno dei lavoratori, alcuni dei quali presi a modello in ambito nazionale, hanno mostrato efficacia e piena applicabilità. Esiti importanti sono scaturiti dalla collaborazione tra l'Agenzia Sociale Lavoro&Società e la Provincia di Verona, che è stata la prima in Italia a istituirla dopo la legge Biagi. Con il finanziamento di Fondazione Cariverona, si è così attivato il progetto “Percorsi per lavoratori svantaggiati”, destinato al reinserimento delle categorie deboli come ultra 50enni, disoccupati di lungo corso e a bassa scolarità. Da un altro efficace lavoro di rete - quello con Confindustria - ha invece preso le mosse “50 Giovani Talenti per Verona”, iniziativa che punta sui giovani, coinvolgendo uno degli aspetti Giovanni Miozzi, presidente più carenti in questo modella Provincia di Verona mento: la meritocrazia. Il progetto ha destinato fondi alla valorizzazione di 50 giovani lodevoli: un'idea lungimirante contro il fenomeno della “fuga di cervelli”. Nel giugno 2013 la Provincia ha dato estensione al “Progetto Anticipazione Sociale”, siglando, con i maggiori Istituti bancari veneti, una nuova convenzione per i lavoratori in cassa integrazione straordinaria e in deroga. È stato poi sottoscritto, un protocollo d'intesa per l'erogazione di prestiti d'onore per lavoratori in difficoltà, con uno stanziamento complessivo di 600 mila euro. Il progetto “Banca della Speranza” è stato invece creato per accompagnare i lavoratori a rischio in un percorso di reinserimento sociale e produttivo. Altre misure di sostegno sono state: la firma dell'accordo operativo per il ricollocamento di 30 lavoratori del settore edile; i contributi alle imprese, promossi dal Ministero con il programma “Incentivi per le assunzioni con contratto di apprendistato”, per l'impiego di giovani disoccupati o inoccupati. I furti nei supermercati e nei loro magazzini? Sono ormai un brutto ricordo Gli impianti installati dal Gruppo EURO CONSULTING garantiscono una perfetta copertura di sicurezza “R idurre le differenze inventariali”. È questo l'obiettivo che assilla le maggiori catene internazionali della grande distribuzione, visto che il problema dei furti all'interno dei supermercati e dei loro magazzini ha portato nel 2012 a un costo mondiale di 88,6 miliardi di euro. Complice la crisi, solo in Italia si sono registrati ammanchi pari all’1,3% del fatturato che costano, mediamente, alle famiglie italiane 114 euro all’anno (fonte: Global Retail Theft Barometer). Fra le cause principali indicate dai retailer risultano la crisi economica e l’aumento della criminalità organizzata. Per questo motivo, oggi più che mai, imprese come il gruppo Euro Consulting Srl risultano fondamentali per combattere il fenomeno. L’azienda, sotto la guida dei due soci Alberto Tumminelli e Stefano Maggio esperti nella difesa del patrimonio aziendale e nel contenimento del- le differenze inventariali, propone progetti personalizzati volti a contenere gli ammanchi nella piccola, media e grande distribuzione italiana. Tra le collaborazioni a livello nazionale un esempio è il rapporto consolidato con il gruppo Lillo, detentore dei marchi Md Discount ed Ld Market, con il quale è stato avviato un programma che prevede l’installazione di sistemi antitaccheggio nei punti vendita della catena e l’integrazione del sistema di source tagging, ovvero la protezione alla fonte, direttamente presso i fornitori della società. La formazione del personale sull’uso del sistema antitaccheggio è un valore aggiunto proposto dal gruppo Euro Consulting Srl al fine di garantire una gestione ottimale dell’impianto. L’esperienza e la profonda conoscenza dei temi riguardanti il contenimento delle differenze inventariali del gruppo Euro Consulting Srl, permettono di raggiungere i risultati stabiliti superando talvolta le reali aspettative di successo. E i clienti sono i migliori testimonial dell'azienda: “La preparazione e la serietà del management dell’azienda, ci ha consentito di gestire le varie situazioni, riuscendo ad ottenere sempre un ottimo risultato”, spiega Emiro Gelati, responsabile sicurezza del patrimonio aziendale Coop consumatori Nordest. E, come confermano anche dal gruppo Giovannini di Trento, “la preparazione dei tecnici sempre precisi e puntuali nell’installazione e assistenza hanno garantito un ottimo funzionamento con una perfetta copertura di sicurezza del negozio. Tutto questo nel contesto, altrettanto importante, di una società ben organizzata in tutti i reparti dai noi coinvolti. www.gruppoeuroconsulting.com La svolta bio del nuovo packaging alimentare La consulenza commerciale a regola d'arte Lo SCATOLIFICIO DEL GARDA realizza bicchieri e piatti a marchio Bioplat - Materie prime da piantagioni controllate Lo STUDIO ORPED mette in campo i migliori professionisti per far crescere le imprese del territorio senza problemi L o studio Orped nasce a Verona 30 anni fa dall’idea dei tre soci fondatori Giorgio Andreoli, consulente del lavoro, Luciano Maraja, analista Edp, e Giancarlo Zecchinato, ragioniere commercialista. Lo studio (sedi a Verona e Domegliara), fornisce servizi professionali a gruppi societari, pmi e persone fisiche in materia fiscale, amministrativa, organizzazione aziendale/gestionale, e nell’ampio mondo della consulenza del lavoro. Da ultimo lo studio ha ampliato la struttura con o Scatolificio del Garda, fondato nel 1969, ha fatturato nel 2013 oltre 17 milioni. Produce packaging alimentare come bicchieri, piatti, vassoi, coppe gelato e stoviglie in genere di carta, materiali nobili e biodegradabili. “In questi anni - sottolinea Luca Sandri, titolare dell'azienda che occupa 105 addetti - abbiamo investito in macchinari, personale e nuovi materiali creando anche un brand, “Bioplat”, che ne rappresenta la filosofia da più L La sede di Pastrengo di vent’anni. I prodotti “Bioplat” sono ecosostenibili e derivano da piantagioni controllate e di rapida rinnovabilità come canna da zucchero e foglie di palma”. www.sdgspa.it - www.bioplat.it nuovi collaboratori e professionisti (dottori commercialisti e consulenti del lavoro) e ora la struttura conta 23 figure tra professionisti e dipendenti. Lo staff dello Studio Orped Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 L’olio buono è garantito dalla qualità e dal prezzo Con l'olio REDORO VENETO DOP la certezza di portare in tavola il sapore e la tradizione delle migliori coltivazioni locali del nord Italia L' olio è di casa nel veronese e i successi di Veneto e Garda Dop al Sial di Parigi lo dimostrano. "L’olio Dop - spiega Daniele Salvagno, vicepresidente di Federdop nazionale e presidente di Veneto Dop - dà certezza al consumatore e costituisce l’eccellenza del territorio. Ci sono sul mercato aziende con marchi conosciuti come italiani che commercializzano un prodotto ottenuto da oli comunitari e consiglio di leggere bene l'etichetta e di diffidare da olii venduti a meno di 5 euro perché è tecni- Daniele Salvagno, camente impossibile produrlo di qualità a quel Frantoi Redoro prezzo. Del resto, la borsa merci di Verona ha recentemente fissato a 70-85 euro al quintale per il Veneto Dop e di 95-110 euro per il Garda Dop. Quindi un litro di prodotto non può andare al consumatore a meno di 8 euro". www.redoro.it Macchine per il pane, un successo senza confini ATREPAN progetta e realizza, anche su misura, attrezzature per impastare, lievitare e cuocere il cibo più antico A trepan è leader nella costruzione di attrezzature per la panificazione. Con una nuova sede produttiva di 6500 mq, Atrepan (fondata e gestita dalla famiglia Caliari) costruisce e distribuisce attrezzature per la produzione del pane in tutto il mondo e si sta strutturando per creare una rete di distributori nel mondo per garantire al cliente anche un ottimo servizio post vendita. Atrepan è il maggior produttore italiano di celle di lievitazione, carrelli per forni rotativi, carrelli per trasporto e stoccaggio teglie, telai d'infornamento e relativi accessori, arredamento inox per panifici e cucine. Vista della nuova sede produttiva www.atrepan.it La grafica è un'arte che non si improvvisa GRAFICAL da 30 anni garantisce una struttura professionale di comunicazione - l'eccellenza nelle etichette per il vino G rafical opera da 30 anni nel settore grafico, coniugando tradizione e innovazione per creare prodotti di qualità. Attualmente conta 70 collaboratori e uno studio grafico interno che propone idee e prototipi. Il lavoro viene seguito in ogni sua fase dall’ideazione alla stampa fino alla distribuzione per garantire un servizio completo e altamente professionale in grado di garantire la qualità che contraddistingue l’azienda. Grazie a tecnologie all'avanguardia, l’azienda si è I fondatori di Grafical specializzata nella stampa di etichette autoadesive per il settore vitivinicolo che sono diventate poi il fiore all’occhiello dell’intera produzione. www.grafical.it Pagina 57 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Lavoro. Importi ridotti da un emendamento in sede di conversione del decreto «destinazione Italia» DESTINAZIONE ITALIA. Maxi sanzioni, stop della Camera Raddoppiate e non decuplicate le multe su orari e riposi settimanali LOTTA AL SOMMERSO In caso di utilizzo di lavoratori in nero nell' aumento del 30% incluso anche l' importo da liquidare alla Asl. Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone La decuplicazione di alcune sanzioni in materia di lavoro non ci sarà. Il vertiginoso aumento è scongiurato grazie alle modifiche apportate al Dl 145/2013 (cosiddetto "Destinazione Italia"), in fase di conversione in legge. Anche la destinazione delle risorse economiche derivanti dalle variazione dell' impianto sanzionatorio, subisce cambiamenti. Rimossa anche la parte in cui si prevedeva che gli enti pubblici (Inps, Inpgi, Inail) dovessero sottoporre, preventivamente, la programmazione delle verifiche ispettive all' approvazione del ministero del Lavoro. Per quanto attiene alle sanzioni per mancato rispetto della normativa in materia di superamento della durata massima dell' orario di lavoro e del mancato riconoscimento del riposo settimanale, che sarebbero dovute aumentare di 10 volte, le modifiche apportate si limitano a raddoppiare il loro ammontare. Si prevede, inoltre, che il raddoppio operi dalla data di entrata in vigore del Dl 145/2013 (24 dicembre 2013). In caso di violazione, per entrambe le tipologie, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 200 a 1.500 euro (era da 100 a 750). La sanzione, invece va da 800 a 3.000 euro (era da 400 a 1.500), se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori o si è verificata in almeno tre dei "periodi" che l' azienda usa per rilevare la media dell' orario di lavoro effettuato dai dipendenti. Gli importi salgono ulteriormente, da un minimo di 2.000 euro a un massimo di 10.000 euro, (erano 1.000 e 5.000) se sono coinvolti più di dieci lavoratori o se la trasgressione interessa almeno cinque "periodi" di riferimento. In questo ultimo caso non è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta. La sanzione per il datore di lavoro che non permette al lavoratore di riposare 11 ore consecutive ogni 24 ore va da da 100 a 300 euro (era da 50 a 150 euro). Se, però, la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori, ovvero si è verificata in almeno tre periodi di 24 ore, la sanzione amministrativa va da 600 a 2.000 euro (era da 300 a 1.000 euro). Se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno cinque periodi di 24 ore, la sanzione amministrativa va da 1.800 euro a 3.000 euro (era da Normativa Enti Locali 900 a 1.500 ) e non è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta. Per quanto riguarda, invece, la maxi sanzione - prevista in caso di utilizzo di lavoratori in nero - resta confermato l' aumento del 30%, ma il nuovo testo amplia il novero delle somme che vengono innalzate. Viene, infatti, incluso anche l' importo sanzionatorio che si deve alla pagare alla Asl per ottenere la revoca del provvedimento di sospensione dell' attività in cui il datore di lavoro inadempiente è incorso (articolo 14, Dlgs 81/2008). Ne deriva che, ferma restando l' applicazione delle sanzioni per la mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro (che non subisce incrementi), si applica la sanzione amministrativa da euro 1.950 (era 1500) a euro 15.600 (era 12.000) per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195 (era 150) per ciascuna giornata di lavoro effettivo. Si incrementa, di conseguenza, anche la penalizzazione prevista per i lavoratori occupati dapprima in nero e poi regolarizzati. In tal caso la sanzione va da euro 1.300 (era 1.000) a euro 10.400 (era 8.000) per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di euro 39 (era 30) per ciascuna giornata di lavoro irregolare. Il Dl 145/2013 prevede, inoltre, che per tale violazione non sia ammessa la diffida, la quale resta invece possibile per le violazioni commesse prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Paga il 30% in più anche il datore di lavoro che incorre nella sospensione dell' attività per lavoro irregolare o per gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. In questo caso, la norma sanzionatoria di riferimento (articolo 14,comma 4, lettera C del Dlgs 81/2008) prevede il pagamento, rispettivamente, di una somma aggiuntiva pari a 1.950 euro (era 1.500) e a 3.250 euro (era 2.500). Come già accennato, le modifiche apportate al testo del decreto, ora includono anche la sanzione prevista all' articolo 14, comma 5, lettera b) del decreto legislativo 81/2008: di conseguenza la somma aggiuntiva unica, finora fissata in 2.500 euro, sale a 3.250 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 58 di 67 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 59 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 Norme e tributi 17 Riscossione. La novità nel Dl «destinazione Italia» - Sarà un decreto interministeriale a definire le modalità dell’operazione Dalle Entrate. Procedura automatizzata estesa Compensabili i crediti con la Pa Rimborsi sprint anche per tasse e imposte di registro L’importo dovrà essere «certificato» e pari o superiore a quello iscritto a ruolo DESTINAZIONE ITALIA Alessandro Sacrestano Compensazionedelcredito e non più sospensione dei ruoli.Allafine,grazie all’emendamento al testo del comma 7 bis dell’articolo 12 del decreto «destinazioneItalia»,laprocedura per compensare il creditoche imprese e professionisti vantano nei confronti della pubblica amministrazione assume contorni nettamente più semplici e finisce per avere un appeal di maggiore impatto. In effetti, la versione originaria della norma – che prevedeva, per l’appunto, la "sospensione" dei ruoli esattoriali a favore dei soggetti che vantassero crediti verso la Pa – rischiava di comprometterne l’efficacia e rendere la possibilità di monetizzare il credito più remota. Del resto, perché mai si sarebbe dovuto "sospendere" la posizione debitoria di chi, invece,sul fronteopposto, ètitolare di un credito certo, liquido ed esigibile, nonché certificato dallo stesso ente debitore? La parola d’ordine, quindi, sembra sia stata quella della semplificazione, lasciando, in ogni caso, pendenti tutte le residue macchinosità della procedura di compensazione. Il recupero La norma, infatti, sottolinea che la nuova modalità di recupero dei crediti è limitata a quelli «certificati secondo le modalità previste dai decreti del ministro dell’Economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012». Insomma, per vedersi scomputare dalle cartelle esattoriali pendenti le somme fatturate alla pubblica amministrazionee ancora ine- vase, imprese e professionisti dovranno prima di ogni altra cosa acquisire la certificazione del proprio credito. Per fare questo, le istruzioni contenute sul sito del ministero dell’Economia rimandano alla piattaforma telematica cui si potrà avere accesso dal link www. certificazionecrediti.mef.gov.it (si veda l’articolo qui sotto). Unavoltaottenutol’accreditamento, i fornitori dello Stato, degli enti pubblici nazionali, delle regioni e delle provinceautonomediTrentoeBolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno inserire una serie diinformazionisunumeriedate delle fatture sottostanti le forniture eseguite, nonché dei provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarla. IL QUADRO La nuova opportunità di garanzia viene offerta alle aziende e ai professionisti Una volta che la Pa avrà accertato l’effettiva consistenza del debito, rilascerà, per il tramite della stessa piattaforma telematica, la certificazione del credito vantato dal richiedente. La certificazione Ovviamente, la compensazione del credito è solo una delle modalità di utilizzo della certificazione. Ai creditori, infatti, èconsentito servirsene per cederla alle banche o agli intermediari finanziari abilitati ai sensi della legislazione vigente, che possono concedere anticipazioni o subentrare nel credito, in caso di cessione pro solvendo o pro soluto. Con le modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto destinazione Ita- lia, invece, sarà più ampia la possibilitàdiutilizzare la certificazione per compensare le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributiassistenzialieprevidenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, nonché per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all’agente della riscossione. Salvina Morina Tonino Morina I passaggi Le modalità Leconcrete modalitàattraverso le quali potrà darsi luogo alla compensazione sono, però, ancorasconosciute. Saràinfatti un decreto interministeriale – emanato dal ministero dell’Economia e dal ministero dello Sviluppo economico entro i 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione – a chiarirne i risvolti. Soprattutto, il decreto dovrà fare luce sull’elemento più oscuro del provvedimento. Ossia quello che ne limita la fruibilità ai soli soggetti per i quali «la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Insomma, a una prima lettura della stesura della norma sembrerebbe prendere corpo l’idea che i soggetti che abbiano più debiti che crediti non potranno avvantaggiarsi della nuova disposizione. È proprio questo, comunque, il punto chelasciapiùperplessi. Lanorma, infatti, rischia di creare una spaccatura fra i contribuenti, differenziando i creditori a seconda del valore del credito vantato. Perché mai, però,unsoggettochehapiùdebitichecrediti dovrebbe avere minori diritti di vedersi pagare,seppuresottoforma dicompensazione, i crediti legittimamente vantati nei confronti dell’amministrazione? La risposta potrà trovarsi solo nel decreto ministeriale. SOGGETTI DEBITORI CARATTERISTICHE COMPENSAZIONE La pubblica amministrazione Perpubblicheamministrazioni, neiconfrontidellequalisi vantailcreditochesivuole compensare,sifariferimento alloStato,aglientipubblici nazionali,aregionieprovince autonomediTrentoeBolzano, aglientilocalieaglientidel Serviziosanitarionazionale Le caratteristiche del credito Ilcreditoversolapubblica amministrazionedeve derivaredasomministrazioni, prestazioniprofessionali, fornitureeappalti.Deve inoltreesserenonprescritto, certo,liquido,esigibilee certificatoattraversola piattaformatelematica Come usare la compensazione Ilcreditovantatineiconfronti dellapubblicaamministrazione potràesserecompensatoconi ruoliemessidalconcessionario perlariscossioneaprescindere dalladatadinotificaal creditorecheabbiasomme iscrittearuolougualioinferiori alcreditovantato CERTIFICAZIONE ISTANZA DECRETO La procedura Ilcreditorepotràdareinizioal processodicertificazione del creditovantatoversola pubblicaamministrazione accreditandosisulla piattaformadicertificazione elettronicadelcredito attraversoilsito www.certificazionecrediti.mef. gov.it.Lemodalitàdi accreditosonodiversea secondacheilcreditoresia soggettoonoall’obbligodi pubblicitàlegale La domanda Unavoltaentratonella piattaforma,ilcreditoredovrà inviarel’istanzadicertificazione neiconfrontidellaPadebitrice utilizzandolafunzionalità messaadisposizionedal sistema.Ilsistemapermettedi monitorareeverificarelostato diavanzamentodelprocessodi certificazione:ilcreditore riceveràcomunicazionisul rilasciodellacertificazionee/o sullainsussistenzao inesigibilitàdelcredito Il dubbio Leconcretemodalitàdella compensazionesonorinviatea undecretointerministerialeda emanarsientro90giorni dall’entratainvigoredella leggediconversione.Ildecreto dovràtral’altrofarluce sull’elementodipiùdifficile interpretazionedellanuova disposizione:cioèsuquello chenelimitalafruibilitàaisoli soggettiperiquali«lasomma iscrittaaruolosiainferioreo parialcreditovantato» © RIPRODUZIONE RISERVATA La piattaforma telematica. L’iter sempre sotto controllo Leimpreseacacciadel«timbro» Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l’emendamento al decreto «destinazione Italia» che prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confrontideititolaridi questicrediti,diventasemprepiùimportante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica deicrediti,attraversola«Piattaforma di certificazione elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione allaprocedura dicompensazione in esame, l’unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un con- trattoaventeadoggettosomministrazioni, forniture e appalti neiconfrontidellapubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, entilocalied entidel serviziosanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L’accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaformaelettronicadi certificazioneattraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d’identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l’accesso e l’altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall’impresa individuale. Con l’utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all’obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un’associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all’accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l’accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l’istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un’apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invececonclusoindicandoleinformazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monito- rare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l’insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un’apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l’insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA La procedura sprint per i rimborsi riguarderà anche le tasse, le imposte di registro e le altre imposte indirette. La procedura che, di norma, riguarda i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioniannuali sarà estesa, dal 1˚luglio 2014, a tutti i rimborsi di tasse e imposte dirette e indirette. Con un provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 7 febbraio 2014, pubblicatoieri, sono stati individuati i rimborsi da effettuare con procedura automatizzata, che interesserà tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso ditasse, imposte dirette e indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate. È prevista una disposizione transitoria, in base alla quale, fino al 30 giugno 2014, i "nuovi" rimborsi continueranno a essere erogati secondo le modalità vigenti alla data di pubblicazione del provvedimento. I dati necessari per il rimborso sono predisposti dall’agenzia delle Entrate, con la formazione di liste emesse conprocedure automatizzate, contenenti, per periodo e tipo d’imposta, in corrispondenza delsingolocontribuente,le generalità dell’avente diritto alla restituzione, il numero di protocollo della dichiarazione o dell’istanzadallaquale scaturisce il rimborso e l’ammontare delle somme da rimborsare. È stabilito che il rimborso avviene con accredito sul conto corrente bancario o postale comunicato dal beneficiario. Il contribuente, che intende accorciare i tempi, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello reso disponibile dalle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’agenzia delle Entrate, oppure, previa abilitazione ai servizi telematici, tramite il sito internet dell’agenzia delle Entrate. Il contribuente può infatti registrarsi ai servizi telematicidell’agenziadelleEntrate,Fisconline o Entratel, e ottenere il cosiddetto codice Pin. Fisconline è riservato a tutti i contribuenti. Il canale Entratelèriservatoai soggettiobbligatiallatrasmissionetelematica di dichiarazioni e atti, quali, adesempio,intermediari,professionisti, Centri di assistenza fiscale. Glieffettidellascelta esercitataconla comunicazionedellecoordinatebancarieopostali si applicano a tutti i rimborsi da erogare al contribuente. In caso dimancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, i rimborsi alle persone fisiche sono effettuati: 1incontanti,mediante unacomunicazione che invita la persona a presentarsi presso gli sportelli di poste italiane, per riscuotere rimborsi il cui importo,comprensivodiinteressi, è inferiore a mille euro; 1convagliacambiarionontrasferibile della Banca d’Italia, per i rimborsi il cui importo, comprensivodiinteressi,è pari o superiore a mille euro. In tema di rimborsi, si ricordache,per evitareabusiinmateria di crediti risultanti dal modello 730, la restituzione di somme per importi superiori a 4mila euro sarà fatta dall’agenzia delle Entrate e non più dal sostituto d’imposta,datoredilavorooentepensionistico.Apartiredaimodelli 730 che saranno presentati nel2014,e,quindi,apartiredalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2013, per contrastare l’erogazione di falsi rimborsi Irpef da parte dei sostituti d’imposta nell’ambito della liquidazionedeimodelli730,entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione "online" dei modelli, o dalla data della presentazione seladichiarazioneèinviatadopo la scadenza, l’agenzia delle Entrate effettua controlli preventivi per i rimborsi superiori a 4mila euro, anche se derivanti da crediti di precedenti dichiarazioni. Al termine delle operazioni di controllo, il rimborso sarà erogato dall’agenzia delle Entrate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa cambia 01 | PROCEDURA VELOCE La procedura sprint, di norma, interessa i rimborsi del contributo unificato di iscrizione a ruolo e le somme spettanti al contribuente a seguito di liquidazione delle dichiarazioni annuali 02 | VIA DAL 1˚LUGLIO Dal 1˚luglio 2014 questa procedura sarà estesa a tutti i rimborsi che risultano dalla liquidazione delle dichiarazioni e delle istanze di rimborso di tasse, imposte dirette ed indirette, il cui pagamento è per disposizioni normative o convenzionali, di competenza dell’agenzia delle Entrate 03 | TEMPI PIÙ BREVI Chi intende accorciare i tempi del rimborso, comunica le coordinate del proprio conto corrente bancario o postale, presentando il modello delle Entrate in formato elettronico, presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia, o tramite il sito internet delle Entrate LE TUE ESIGENZE LA NOSTRA SOLUZIONE. 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L' iter sempre sotto controllo. Le imprese a caccia del «timbro» Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce Con l' emendamento al decreto «destinazione Italia» che prevede la compensazione dei crediti verso la Pa con le cartelle esattoriali emesse nei confronti dei titolari di questi crediti, diventa sempre più importante per le imprese fornitrici ottenere la certificazione pubblica dei crediti, attraverso la «Piattaforma di certificazione elettronica del credito». La piattaforma è, in relazione alla procedura di compensazione in esame, l' unico strumento per la certificazione dei crediti a favore del titolare di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili scaturenti da un contratto avente ad oggetto somministrazioni, forniture e appalti nei confronti della pubblica amministrazione (amministrazione statali, regioni, province, enti locali ed enti del servizio sanitario nazionale). Ma come funziona questo strumento? L' accesso alla piattaforma Il creditore dà inizio al processo di certificazione accreditandosi sulla piattaforma elettronica. Se il creditore è una società o un impresa individuale, può operare immediatamente tramite la piattaforma elettronica di certificazione attraverso il suo titolare o un suo rappresentante. In questo caso per potersi accreditare deve fornire alcune informazioni personali e della società che rappresenta, sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilità e scannerizzare un valido documento d' identità. Una volta fornite le informazioni saranno inviate le credenziali di accesso in due elementi separati: uno alla persona che ha effettuato l' accesso e l' altro sulla casella Pec registrata presso il Registro delle imprese dalla società o dall' impresa individuale. Con l' utilizzo di entrambe le credenziali si potrà accedere alla piattaforma. Questione diversa, invece, se il creditore non è soggetto all' obbligo di pubblicità legale (non deve registrarsi presso il Registro delle imprese), quindi è una persona fisica (esempio, un professionista) o un' associazione non riconosciuta (esempio, onlus). In tal caso per procedere all' accreditamento sulla piattaforma dovrà necessariamente passare attraverso la pubblica amministrazione nei cui confronti è creditore, con la quale effettuare un riconoscimento e con le credenziali di accesso ricevute entrare sulla piattaforma. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni l' accreditamento al sistema della piattaforma è effettuato invece direttamente dal responsabile attraverso un sistema identico a quello delle imprese. La domanda di certificazione Una volta Normativa Province entrato nella piattaforma, il creditore inoltra l' istanza di certificazione nei confronti della pubblica amministrazione debitrice utilizzando un' apposita funzionalità messa a disposizione dal sistema. La piattaforma presenta al creditore un modulo parzialmente precompilato con le sue informazioni inserite in fase di registrazione e che deve essere invece concluso indicando le informazioni relative alla pubblica amministrazione debitrice da cui si chiede la certificazione, le fatture poste a fondamento del credito e la sottoscrizione delle dichiarazioni previste dalla normativa. La conclusione Il sistema permette di monitorare e verificare lo stato di avanzamento del processo di certificazione e il creditore riceverà comunicazioni sul rilascio della certificazione e/o sulla insussistenza o inesigibilità del credito tramite la Pec. Nel caso in cui, nei successivi 30 giorni, la pubblica amministrazione debitrice non rilasci la certificazione o rilevi l' insussistenza del credito, il creditore procedente potrà richiedere la nomina di un commissario ad acta tramite un' apposita istanza da proporre sempre attraverso la piattaforma con un modulo fornito dal sistema. La pubblica amministrazione debitrice o, in caso di nomina, il commissario ad acta, effettuati i controlli, provvedono a certificare il credito o a rilevarne l' insussistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 61 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 37 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 Lavoro Impresa & territori 37 Auto. Fiom scrive agli altri sindacati per unificare il negoziato ma Fim e Uilm si oppongono Parmalat Contratti Fiat, il tavolo resta diviso Accordo su 98 mobilità volontarie Rinnovo della ceramica al rush finale SCUOLA Nuova cig a Mirafiori - A Termini mobilitazione generale Dal 28 febbraio a rischio 24mila Lsu Filomena Greco «Il 28 febbraio circa 24.000 Lavoratori socialmente utili impegnati da 20 anni nella pulizie della scuola corrono il rischio di essere licenziati o di vedersi decurtati del 50% un salario che attualmente é al massimo di 900 euro al mese». A segnalarlo Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera e Teresa Bellanova della presidenza del gruppo Pd alla Camera e Massimo Paolucci che chiedono l’intervento diretto del presidente del Consiglio, Enrico Letta. Per coprire la proroga del servizio servirebbero circa 70 milioni. AUTOMOTIVE A Torino presidio operai De Tomaso Presidio dei lavoratori della De Tomaso oggi a Torino davanti alla sede dell’assessorato regionale al Lavoro. Lo rende noto la Fiom annunciando che una delegazione chiederà di essere ricevuta per fare il punto sulle ipotesi di piani industriali relativi al futuro dell’azienda che stanno circolando in questi giorni. TORINO Nuovo incontro sindacale tra la Fiom e la Fiat nella sede dell’Unione industriale di Torino. Mentre da Mirafiori arriva la notizia di un altro anno di cassa integrazione straordinaria alle Presse. PerlaFiomsitrattadelterzoincontro,nelquadrodellacontrattazione sul rinnovo del contratto per gli 85mila addetti del Gruppo in Italia, con due tavoli separati. La settimana scorsa è toccato a Fim-Cisl,Uilm,Fismic,UgleQuadri, con lo stallo sulla questione salariale e la chiusura del Lingotto all’ipotesi di aumenti in busta pagaperil2014.Unastradacheresta in salita e che lascia la trattativa di fatto sospesa. Anche alla lucediquestedifficoltà,imetalmeccanici della Cgil sono tornati a chiedere alle altre organizzazioni un tavolo unico su salario e contratto.«Andiamoinsiemenelleassemblee a discutere con i lavoratori di salario e di occupazione e poi,sullabasedelmandatoricevuto, andiamo a negoziare con Vicenda Uber ROMA Non si ferma l’emorragia di specializzandi in medicina. Secondo le elaborazioni del Consiglio universitario nazionale (Cun) dal 2001 a oggi i posti di specializzazione si sono ridotti di oltre 2mila unità. Di cui 1.700 negli ultimi 4 anni. La conferma è giunta ieri dal presidente del Cun, Andrea Lenzi, nel corso dell’appuntamento annuale organizzato al Senato dalla Fondazione Lilly nell’ambito del progetto “La Ricerca in Italia: un’Idea per il Futuro”: «Negli ultimi 4 anni – ha dichiarato – abbiamo perso 1.700 posti destinati alle scuole Eu. B. @MrPriscus © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA AMilano tassistisulpiededi guerra Tra i tassisti milanesi cresce il malumore per la "vicenda Uber", l’app che permette di avere un’auto con autista bypassando il servizio taxi. I tassisti, che stanno mettendo in atto proteste a macchia di leopardo, chiedono all’amministrazione comunale di fare chiarezza © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PREMIAZIONE La borsa di studio annuale della Fondazione Lilly è stata assegnata al progetto di ricerca sul bracciale «salvacuore» di specializzazione. I posti sono circa la metà di quelli necessari. Siamo in controtendenza – ha aggiunto Lenzi – rispetto al resto dell'Europa e del mondo che richiede specializzazione e cultura per la scienza. Rischiamo di laureare ottimi professionisti ma perdere tutti i potenziali scienziati e innovatori». Più nel dettaglio, nel 2001 c’erano 7.294 immatricolati a medicina, 6.355 laureati e 5.329 specializzandi. Nel 2010 questi ultimi si Ilaria Vesentini EMILIA ROMAGNA L’obiettivo di sindacati e industriali è arrivare entro stanotteametterelafirmasulnuovo contratto per il settore ceramico,unodegliultimichemanca all’appello nonostante sia scaduto il 30 giugno scorso e chiami in causa 28mila lavoratori.«Siamoarrivatiasviscerare tutta la parte normativa, ora siamoprontiallamaratonanotturna per trovare la quadra anchesullaparteeconomica», dichiaraintardaserataEnzoMularoni, presidente della Commissione sindacale di Confindustria Ceramica. Le premesseci sono, confermano i sindacati, riuniti a Roma dalla mattina per la riunione in plenaria: «Ci abbiamo messoungiornomaalmenosiamo arrivati a stabilire aumenti salariali uguali per tutti, senza distinzioni di settori», fa saperelaFilctemCgil,riferendosiallabattagliadeiproduttori disanitarierefrattari,iduecomparti più in difficoltà dell’industria ceramica,pernonessereallineati agli incrementi chiesti dai sindacati(nell’ordinedel+7,5% rispetto al precedente Ccnl) al mondodellepiastrelle.«Siamo per altro ancora lontanissimi dallaquantificazioneeconomica dell’incremento salariale», precisa la Filctem. È lo stesso meccanismo di calcolodell’incrementosalariale, in forma fissa e superiore a quanto fissato nel contratto scaduto (i sindacati sono partiti dalla richiesta di 130 euro in più in busta paga) che non piace a Confindustria Ceramica, di fronte a una crisi strutturale senza precedenti per le piastrelle made in Italy: -30% i volumiproduttiviinquattro anni, -20%gli addetti,altri 3milaesuberi strutturali e 4.500 persone in cassa integrazione. FOTOGRAMMA Francesco Prisco Persi 1.700 «specializzandi» Maccaferri nega di essere interessato Edilizia ma, il rinnovodel contratto sarà dentro a quel percorso». Quanto a Mirafiori, la richiesta di un nuovo anno di cig per i 730 addetti del reparto – dopo 8 mesi di cassa – ha spiegato ieri la Fismic, nasce dalla necessità di installareunanuovasalametrologicacheconsente di operare con un sistemadistampaggiodell’alluminio, destinato ai modelli di alta gamma.«Traimigliorioggidisponibili» come ha spiegato VincenzoAragona.Letturaoppostaquella di Federico Bellono, segretario FiomdiTorino:«sitrattadiun’iniziativa legata all’incertezza sui tempi di avvio degli investimenti alle Carrozzerie». IntantoTerminiImeresesiprepara alla mobilitazione generale, domani, nata dall’iniziativa dei sindacatiesostenutadaalcuni sacerdoti. Accanto agli operai dell’ex polo Fiat e dell’indotto ci saranno sindaci, amministratori, artigiani, commercianti, imprenditori e studenti. Venerdì un nuovoincontroalministerodelloSviluppo economico. Medicina. Il Cun conferma: dal 2001 a oggi i posti si sono ridotti di oltre 2mila unità FRANCO TOSI Il gruppo Maccaferri nega di essere interessato alla Franco Tosi di Legnano, secondo quanto afferma un portavoce del gruppo. Confermata invece la volontà del Mise di procedere con la vendita del gruppo anziché con l’affitto. l’azienda» ha detto Michele De Palma, responsabile Auto per la la Fiom, che a fine incontro ha ribadito le preoccupazioni per gli stabilimentiitaliani.«Preoccupazione non soltanto perché il piano industriale sarà comunicato dall’amministratore delegato soltanto a maggio – ha sottolineato – maperchéancheneglistabilimenti in cui sono in corso processi di riorganizzazioneeristrutturazione, l’azienda non è stata in grado di fornire elementi riguardanti la saturazione degli impianti». L’ipotesi di riunire i tavoli di contrattazione è stata respinta al mittente da Fim e Uilm. «Già due mesi fa – sottolinea Ferdinando Uliano della Fim-Cisl – abbiamo risposto alla richiesta della Fiom mettendo sul tavolo il punto centrale della questione, e cioé che la partecipazione al negoziato in corso prevede il riconoscimento del contratto collettivo di gruppo e l’accettazione della piattaforma allabasedelnegoziato».Cosìribadisce il principio Eros Panicali, della Uilm: «La Fiom non ha condiviso nè contratto nè piattafor- erano ridotti a 5.000, a fronte di 6.709 laureati e 9.527 immatricolati. La discesa si è fatta più ripida nell’ultimo biennio. Nel 2013 i contratti per gli specializzandi sono stati 4.500 contro 10mila immatricolati e 6.700 laureati. Fino ad arrivare ai 3.300 posti del 2014 rispetto ai circa 7.000 laureati. Passando alla Fondazione Lilly, si è svolta ieri a Palazzo madama la premiazione di Alberto Ranieri da Caterina che rice- verà 210 mila euro nei prossimi tre anni, per studiare gli effetti del braccialetto salvacuore: il semplice gonfiaggio e sgonfiaggio di un bracciale della pressione a un arto, prima e dopo la riapertura della coronaria responsabile dell’infarto, potrebbe ridurre il danno finale subìto dai tessuti del cuore. Le stime sono di una potenziale riduzione media del danno da infarto pari al 20–30 per cento. Durante l’evento, la Fondazione ha infine annunciato che il prossimo bando sarà su “Nuove strategie terapeutiche e qualità della vita nelle malattie reumatiche”. Gli 86 esuberi strutturali di Parmalat saranno gestiti attraversounaproceduradimobilità che riguarderà fino a un massimodi98addetticon irequisiti di volontarietà e pensionabilità. Lo stabilisce l’accordo sottoscritto ieri a Parma tra il management del gruppo emiliano rilevato tre anni fa dalla francese Lactalis eledelegazionidiFai,FlaieUila. Un’intesa che rende operativo l’accordo di riorganizzazione del 31 gennaio scorso e il suo mix di esodi, ricollocazionietrasferimentiperconsentire, tra le altre cose, il superamento delle sovrapposizioni nate a seguito dell'incorporazione dei marchi Latte Sole e Carnini, a Catania e Como. Rispetto al numero totale delle eccedenze, 45 sono gli esuberi delle funzioni amministrative edistaff,20quellidiproduzione e supporto, 21 quelli dell’areavenditeedistribuzione. Si terrà comunque conto dei criteri di volontarietà e pensionabilità, con accanto un robusto piano sociale d’accompagnamento. Nell’intesa cisonopoiitemidelricollocamento interno ed esterno e del sostegno all’imprenditorialitàdegli addetti che si metteranno in proprio. Con l’intesa, Parmalat - gruppo con un fatturato globale di quasi cinquemiliardiche inItaliaoccupa 3.200 addetti - recupera competitivitàcosì dainsistere con gliinvestimenti inItalia. Il segretario nazionale di Uila Tiziana Bocchi saluta «positivamente l’accordo». Architettura. La Conferenza episcopale meglio della Pa: in 15 anni promossi 18 luoghi di culto, 12 realizzati Lo studio dell’anno. «Momento di riflessione» Concorsi per le nuove chiese Piuarch: «Ora spazi per la comunità» Monsignor Russo è l’artefice della felice stagione di progetti Cei GARE ROMA Progetti, cala il valore dei bandi NEOARCHITETTI Gennaio da dimenticare per il mercato della progettazione pubblica. La domanda attivata dalla Pa è scesa a 15,4 milioni: l’importo più basso dal 1997 a oggi. A fornire i dati è l’osservatorio mensile dell’Oice. A gennaio sono state rilevate 309 gare. In controtendenza soltanto gli appalti integrati che pur calando in numero, -3,4%, crescono nel valore: +12,4%. Sempre alti i ribassi di aggiudicazione: la media 2013 si attesta al 35,8%. Melandri e Santilli «ad honorem» senso». Sta succedendo qualcosa sul territorio nazionale e questo è per Russo il vero successo, che vale il Premio. A partire dall’iniziativa del 1998 la Cei ha coinvolto tanti architetti già noti: anche Fuksas ha progettato una chiesa a Foligno, nell’ultima edizione hanno vinto BenedettaTagliabueeMarioCucinella ma «il territorio è ricco di professionisti che faticano ad emergere – dice Russo – e la nostra è un’opportunità anche per loro, perché dimostrino la qualità della loro attività professionale sul campo». La qualità non si esaurisce nel vincitore del concorso ma vincenti nel laboratorio Cei sono le procedure. «Il concorso dà alla committenza la possibilità di riprendersi il proprio ruolo, è un’occasione per assumersi la consapevolezza di un processo e non delegare le responsabilità». Ecco allora perché tra gli obiettivi primari c’è quello di passare dal progetto al cantiere, seguire l’iterdalgiornozeroall’inaugurazione,conparticolareattenzione alla domanda che deve essere chiara e articolata fin dall’inizio, ed espressa in studi di fattibilità necessariper i progettisti». Con Monsignor Russo anche la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri e il caporedattore del Sole 24 Ore Giorgio Santilli saranno insigniti venerdì prossimo del titolo di «Architetto onorario», assegnato quest’anno per la prima volta dal Consiglio nazionale degli architetti. Il premio sarà assegnato, insieme a quelli per miglior architetto dell’anno e per miglior «giovane talento» dell’anno alla Festa dell’Architettura che si terrà al Maxxi. Monsignor Russo è stato premiato per le attività di committenza svolte per contodella Cei(si vedal’articolo in questa pagina), Melandri per l’attività istituzionale di sostegno all’architettura prima come ministro dei Beni culturali, quando presentò anche la legge sull’architettura, ora come presidente della Fondazione Maxxi. A Santilli il premio va per l’impegno svolto con il Sole 24 Ore e con i settimanali «Edilizia e Territorio» e «Progetti e concorsi»: in particolare, per aver «promosso con passione la necessità che la committenzapubblicaeprivata perseguissero la buona architettura», per il «contributocriticoal dibattito sulle regole del mercato», per la «sua opera di diffusionedellavorodeigiovani talenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA EDIFICI DI CULTO A sinistra il complesso di Baragalla dello Studio Raffin; in alto la Chiesa del Gesù Redentore firmata da Mauro Galantino a Modena FONDI UE Un miliardo di euro per il Pon «Città» Il Ministro della Coesione Trigilia e quello degli Affari Regionali Delrio hanno presentato ieri ai sindaci delle 14 Città metropolitane la bozza del primo Programma operativo «Città metropolitane», che debutterà con i fondi europei 2014-20. Avrà un miliardo di euro, circa 80-100 milioni per le grandi città del Sud e 35-40 milioni per quelle del centro nord. EDILIZIAON LINE PROGETTI E CONCORSI Le 100 opere e le dieci lezioni del decennio Dieciannidiarchitetturacon «ProgettieConcorsi»:guarda lafotogalleryconlecentomigliori opererealizzateinItalia www.ediliziaeterritorio. ilsole24ore.com Sindacati Paola Pierotti Il Servizio nazionale per l’edilizia di culto della Conferenzaepiscopaleitalianafascuolaalle Pa: in 15 anni ha promosso concorsi di architettura per 18 nuove chieseenehacostruite12.Monsignor Giuseppe Russo, responsabile del servizio, sarà sul podio dellaFestadell’Architettovenerdì 14 febbraio per ritirare il premio di «architetto onorario» assegnatogli dal Consiglio Nazionale degli Architetti proprio per l’interpretazione del ruolo di committente di alta qualità. LaCeisièdistinta,ineffetti,come modello di committenza per aver privilegiato la via dello strumentodelconcorsodiarchitettura,e peraver dato valorea questa scelta passando in tanti casi dalla carta al cantiere. «Ogni anno in Italia si costruiscono 30-40 nuove chiese – racconta Russo – con un lieve calo negli ultimi due anni, complice la crisi. Ma ci sono molte diocesi e parrocchie che hanno bisogno di nuove strutture,soprattuttoinperiferia.Apartire da questa constatazione il Servizio nazionale per l’edilizia dicultohapromossogià6edizionidiconcorsieognivoltahachiamato a raccolta 7 progettisti per studiare ipotesi alternative per unachiesa al Nord,una al Centro e una al Sud». In tutto sono stati coinvoltiun centinaio di professionisti perchéalorovoltagliarchitettihannochiamatoartisti,liturgisti ealtritecnici.«Unagrandeavventura, coinvolgente e stimolante – racconta Russo – ma altrettanto faticosa. Un’opportunità che ci ha permesso di creare una rete di sinergie e competenze e met- ARCHITETTI FAMOSI Tra i vincitori delle competizioni promosse dalla Cei, Massimiliano Fuksas, Mario Cucinella e Benedetta Tagliabue tere a fuoco sensibilità diverse che hanno portato frutti molto interessanti». Russo è ingegnere ma svela chenelmomentodellasceltauniversitaria stava per prendere la via dell’architettura. Architetto d’onore lo diventerà il prossimo finesettimanaperquestasuaattività di promozione della cultura di qualità. «Siamo ovviamente consapevoli dei rischi connessi alla ricerca di nuove soluzioni formalieall’adozionediimpianti liturgici meno convenzionali – racconta Russo - ma riteniamo importante che lo sguardo in avanti non perda le tracce da cui proviene, quella tradizione nella quale da sempre la Chiesa cammina, cresce e si rinnova». Per Russo i migliori frutti dell’operazioneCei nonsonoancora maturi. «Il nostro è un lavoro dietro le quinte che conosce momenti di visibilità ma che ancora non ha ripagato lo sforzo. Ci auguriamo – dice Russo – di poter essere un modello per tante diocesi e parrocchie che potranno scegliere la via del concorso invece di affidarsi a percorsi di improvvisazionee casualità, magari optando per la scelta di un progettista sulla base di criteri di amicizia». Parrocchie e diocesi sonoivericommittentieilServizio di culto è una sorta di facilitatore.«Nell’ultimoanno–racconta Russo – abbiamo comunque già costatato che si è diffusa la prassidelconcorsoanchesvincolata dalle iniziative Cei: a Sorrento è in corso una gara, a Lamezia Termeilconcorsoèstatoultimato, a Mantova e a Cassino a breve sarà presentato il bando, diocesi come Forlì, Monreale e Lucca si stanno organizzando in questo Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Il 14 febbraio lo studio Piuarch sarà premiato al Maxxi dal Consiglio Nazionale degli Architetti come "Architetto dell’anno". Francesco Fresa, German Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario sono i soci, con loro lavorano 11 associati. In tuttto una squadra di 35 persone.Diciassetteanni diattività, una decina di opere realizzate in Italia, un fatturato di circa 2 milioni, base a Milano. Uno studio conosciuto per il recente intervento ultimato a Porta Nuova per Hines, l’Onda bianca, per le architetture progettate per D&G e per l’headquarter dell’azienda Bentini. «Non vogliamochequestopremiositraduca solo in un momento celebrativo. È l’occasione per farci una fotografia - racconta Fresa, socio dello studio - per riflettere su quello che abbiamo fatto e pertracciareunaviaperiprossimi anni. A cosa servono i premi se non a farci pensare?». Piuarch parte da questa riflessione e anticipaalnostrogiornaleilprogetto che descriverà venerdì in occasione della premiazione. «Premiare un collettivo come il nostro significa aver apprezzato una delle virtù del nostro studio, aver colto che sotto lo stesso tetto convivono diverse realtà. Per questo - spiega Fuenmayor, un altro socio dello studio - abbiamo strutturato un progetto con l’obiettivo di renderci utili, non solo nel mondo delcostruitomaancheascalacivile e sociale. In questo paese deve essere riconosciuto il senso civico e le nostre città si possono cambiare solo partendo dal piccolo». Piuarch si rimbocca le manichee, fortedelpremio, sifacarico di una nuova responsabilità: creare spazi per la comunità e attivareunthinktankperilterritorio.Piuarchhagiàmessolebasi del suo progetto, condiviso e partecipato.«Partiremo dal nostro ufficio e lavoreremo sul contesto sociale e urbano in cui opera lo studio, nel quartiere Brera, anche coinvolgendo studi internazionali, e non solo architetti».Piuarchpianteràilprimo seme di questa iniziativa nella propria corte e già pensa alla definizione di un orto urbano e di spazi polifunzionali. «Pensiamoalla realizzazione di un n orto sul tetto. Un’iniziativa che ha più obiettivi - spiegano gli architetti - quello energetico,paesaggistico,di autoproduzione, oltre ad offrire una vista gradevole ai vicini di casa». Lo spirito è quindi quello di cominiciaredal particolare perallargare la visione alle corti circostanti, alle strade del quartiere, intercettando il tema caro a Mi- IL PROGETTO «Partiremo dal nostro ufficio e lavoreremo sul contesto urbano del nostro quartiere Brera, coinvolgendo anche studi internazionali» lano in previsione di Expo2015. InoccasionedelSalonedelMobilePiuarch definirà il tema generaleinunasortadimanifesto,creerà una rete di partner da coinvolgere nelle fasi di analisi e studio e inquelledisviluppodelleidee. Il Premio dell’Architetto dell’Anno non sarà una coppa che resterà in vetrina ma si tradurrà in un anno di lavoro «con l’obiettivo di presentare un progetto compiuto e di attivare un meccanismo di crowdfounfing per il finanziamento delle opere» spiegano gli architetti. Scegliendo Piuarch il Consiglio Nazionale degli Architetti ha premiato lo spirito di squadra e la capacitàdeiprogettistidiconiugare rigore e sperimentazione. Il testimone, passato nella mani degli architetti,sitradurràinunprogetto urbano e sociale, «auspicando magari in un meccasnismo virale diemulazione». P. Pie. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 62 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 37 Contratti. Rinnovo della ceramica al rush finale Ilaria Vesentini L' obiettivo di sindacati e industriali è arrivare entro stanotte a mettere la firma sul nuovo contratto per il settore ceramico, uno degli ultimi che manca all' appello nonostante sia scaduto il 30 giugno scorso e chiami in causa 28mila lavoratori. «Siamo arrivati a sviscerare tutta la parte normativa, ora siamo pronti alla maratona notturna per trovare la quadra anche sulla parte economica», dichiara in tarda serata Enzo Mularoni, presidente della Commissione sindacale di Confindustria Ceramica. Le premesse ci sono, confermano i sindacati, riuniti a Roma dalla mattina per la riunione in plenaria: «Ci abbiamo messo un giorno ma almeno siamo arrivati a stabilire aumenti salariali uguali per tutti, senza distinzioni di settori», fa sapere la Filctem Cgil, riferendosi alla battaglia dei produttori di sanitari e refrattari, i due comparti più in difficoltà dell' industria ceramica, per non essere allineati agli incrementi chiesti dai sindacati (nell' ordine del +7,5% rispetto al precedente Ccnl) al mondo delle piastrelle. «Siamo per altro ancora lontanissimi dalla quantificazione economica dell' incremento salariale», precisa la Filctem. È lo stesso meccanismo di calcolo dell' incremento salariale, in forma fissa e superiore a quanto fissato nel contratto scaduto (i sindacati sono partiti dalla richiesta di 130 euro in più in busta paga) che non piace a Confindustria Ceramica, di fronte a una crisi strutturale senza precedenti per le piastrelle made in Italy: -30% i volumi produttivi in quattro anni, -20% gli addetti, altri 3mila esuberi strutturali e 4.500 persone in cassa integrazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 63 di 67 . Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 36 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Febbraio 2014 - N. 42 36 Impresa & territori Agroindustria. Nasce a Bologna la Fico Eataly World, vetrina delle eccellenze alimentari italiane Il caso. I 28 Paesi non hanno votato: mancava la maggioranza pro o contro AlvialaDisneylanddelgusto Sarà la Commissione Ue ad autorizzare il mais Ogm Cinquemila nuovi posti di lavoro e sei milioni di visitatori stimati Beda Romano EMILIA ROMAGNA Emanuele Scarci MILANO Seimilionidivisitatoril’anno,5mila nuovipostidi lavoroe un maxi investimento di almeno 40 milioni per la costruzione e l’avvio, nel 2015, di Fico Eataly World, una Disneyland del gusto italiano. «Una vetrina delle eccellenze – l’ha definita ieri alla presentazione il "guru" Oscar Farinetti – che offrirà ai visitatori la ricostruzione delle principali filiere produttive». L’artdirectorsaràlochefMassimo Bottura «che sta studiando – ha detto Farinetti – i 100 piatti italiani più famosi». IL PARCO L’area viene conferita al fondo immobiliare Prelios, i cui investitori fanno capo, per un terzo, a Oscar Farinetti (Eataly) e a Coop Il grande parco di Fabbrica italiana contadina (Fico) sarà articolato in aree specifiche fra coltivazione, produzione, ristorazione, studio-ricerca-didattica e commercializzazione. «È un’idea talmente forte – aggiunge Andrea Segrè, presidente del Centro agro alimentare Bologna (Caab) – che in pochi mesi ha saputo raccogliere l’adesione di una ventina di investitori privati, a garanzia di un progetto chevalorizza anche uno spazio pubblico». Infatti Fico Eataly World sorgeràsu una parte dell’attuale mercato ortofrutticolo (che si sposterà in un’area attigua), senza consumare un solo metro cubo di terreno. Il Caab, controllato dal Comune, è azionista all’80% del grande immobile che ospiterà Fico Eataly World e che verrà conferito al fondo immobiliare Prelios Sgr. Alla fine «iventi investitori "quotisti" del Fondo – ha spiegato Andrea Cornetti, capo dello sviluppo di Prelios – sono per un terzo il tandem FarinettieCoop,perun terzobanche e finanziarie e per l’ultimo terzoUnindustria,Cdc, artigianiemondo agricolo». Ilprogettohauna suasostenibilitàfinanziaria, ha assicurato Cornetti, «a regime i ricavi arriverano a 80 milioni e irendimenti saranno molto interessanti. Ma siamo aperti all’ingresso di nuovi investitori:abbiamoanchecontatti con il fondo immobiliare di Hong Kong The Link». E anche un fondo di Singapore interessato all’investimento. Gli 80 milioni non sono però ilfatturatocomplessivodelparcoagroalimentare:aregime,sarebbero appena 13 euro per ciascun visitatore. «Sarà molto di più – sottolinea Farinetti –. Perchè ci saranno le produzioni che realizzeremo al nostro interno».Mail gurunon fanessuna stima. Mentre si sofferma sul fatto che il gruppo Eataly nel 2013 stilerà il primo bilancio consolidato e che la Borsa potrebbe arrivare nel 2017. E i cantieri? Gli organizzatori non hanno dato una data di avvioprecisa,masisonolimitatiadirecheilcantieresaràaperto a breve e che tutto si concluderà in 12 mesi di lavori. Giusto in tempo per agganciare la coda di Expo 2015. E la posizione diFico EatalyWorld a Bologna, non esattamente al centro dei flussi turistici? Siamo appena a un’ora di treno da Milano e sulla strada che da Firenze conduceaVenezia,concludonogliorganizzatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel 2015. Il rendering e alcuni interni della Fabbrica italiana contadina che sorgerà nel Centro agroalimentare di Bologna, il vecchio mercato ortofrutticolo. Aprirà nel 2015 e sorgerà su 80mila metri quadrati coperti Investitori. Mentre Eataly si prepara alla quotazione nel 2017 Fondi asiatici nella partita Mara Monti MILANO «Eatalyprimaopoisiquoterà, ma non adesso, forse nel 2017, prima deve diventare un pò più globale». A dirlo è il presidente diEataly, OscarFarinettitra isocidiFi.Co,ilparcoagroalimentare di Bologna che sta trattando l’entrata di soci asiatici. «La due diligence inizierà nei prossimi giorni , ma i contatti sono avviati da tempo», conferma il direttore generale del Caab Alessandro Bonfigliorisull’interessedelfondo immobiliare di Hong Kong «TheLink».Contattic’eranostati anche con il gruppo thailande- se Central Group of Companies, entrato in Rinascente, ma al momento si attendono sviluppi. Di certo si allunga la lista dei 20 investitori che finora hanno investito 40 milioni di euro per fare partireilprogettosenzaescludere in futuro di esportare il format anche all’estero. A questi fondi si aggiungono i 55 milioni conferiti dal Comune di Bologna per l’apporto della struttura immobiliare dell’ex mercato ortofrutticolo. La gestionedelprogetto cheavverrà attraverso una Sgr, è stata affidata al fondo immobiliarePreliosacuiparteciperanno i soci che hanno investito in Fi.Co: «È un progetto complesso, ma importante come esempio per il rilancio del paese e a sostegno del territorio», ha spiegato Andrea Cornetti direttore business development di Prelios.Il pianoindustriale messo a punto da EY prevede già dal primo anno 6 milioni di visitatorieun fatturatodi circa80milioni di euro. Secondo Andrea Guerzoni managing partner di EY, «c'è molto interesse attorno al progetto e lo dimostra il fatto chein poco tempo siamo riusciti a raccogliere i fondi necessari per partire». BRUXELLES. Dal nostro corrispondente I 28 non hanno deciso se accettare o respingere la proposta di coltivare un nuovo organismo geneticamente modificato. Dinanzi a un Consiglio nei fatti bloccato, il dossier passa ora alla Commissione che sarà chiamata a prendere una decisione sul mais Pioneer-1507. Pur di rendere meno controversa l’eventuale autorizzazione,ipaesisisonoimpegnati a discutere una direttiva che permetterà ai paesi di vietare o di autorizzare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio. «Le regole attuali sono chiare - ha detto durante una conferenza stampa il commissario alla salute Tonio Borg -. Se non vi è alcuna maggioranza qualificata contro la proposta comunitaria la Commissione deve adottare il testo». Diciannove paesi hanno espresso l’intenzione di votare no(tracuil’Italia),cinquedivotare sì, e quattro di astenersi. La presidenza greca ha preferito noneffettuareunavotazioneformale perché questa non avrebbe mostratounamaggioranzaqualificata né a favore né contro. È da 13 anni che la proposta di coltivazione del mais Pioneer-1507 è sul tavolo dei ministri europei. Nonostante sei pareri positivi dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e una ingiunzione della Corte di giustizia del Lussemburgo che intima le autorità a una scelta definitiva, i paesi non sono mai riusciti a trovare un accordo tanto l’argomento è controverso. In altri molti paesi, il temasolleva dubbisanitari, ecologici o economici. LA SCAPPATOIA Non c’è un termine definito e i ministri hanno discusso la direttiva che dà ai singoli Stati la possibilità di vietare l’uso sul proprio territorio I ministri dei 28 avevano tempofino a oggi peresprimersi sulla questione. A questo punto, sulla base delle regole europee, la Commissione deveautorizzare la coltivazione dell’Ogm, ma non ha scadenze particolari da rispettare, sottolineava ieri un portavoce dell’esecutivo comunitario, Roger Waite. Alcuni ministri sostenevano invece che, siccome non c’è stato voto da parte del Consiglio, la procedu- ra normale non vale e l’esecutivo non è obbligato ad autorizzare il Pioneer-1507. Nel tentativo di rendere la scelta della Commissione più attraente agli occhi delle opinioni pubbliche nazionali, durante la riunione di ieri i ministri hanno discusso la direttiva coltivazione presentata nel 2010 e che prevedelapossibilitàperisingolipaesi di autorizzare o di vietare l’uso di Ogm sul proprio territorio. Il ministro degli Esteri greco EvangelosVenizeloshafatto notare che i paesi hanno «preso in considerazione questa proposta», che verrà discussa dal Consiglio già in marzo. La strategia è chiara. Se la Commissione deve in effetti dare il suo benestare al Pioneer-1507, ma nel contempo il Consiglio accetta la direttiva sulla coltivazione dell’Ogm, la scelta diBruxellessiriveleràmenocontroversa. La vicenda ha delicati contorni politici, a tre mesi dal votoeuropeo.Ierimoltiministri, tra cui quello francese, si sono detti preoccupati dell’impatto chelavicendapotràavere suuna pubblica opinione sempre più spesso critica del modo in cui l’Europa funziona. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le coltivazioni Valori in milioni di ettari I PRINCIPALI PRODUTTORI DI OGM BIOTECH NEL MONDO 1996 Stati Uniti 69,5 200 Brasile 36,6 150 Argentina 23,9 100 Canada 11,6 50 India 10,8 0 © RIPRODUZIONE RISERVATA 2012 Farmaceutica. Presente in cento Paesi - In Russia inaugurato un nuovo sito Menarinifesteggia50annidiexport TOSCANA backtowork.ilsole24ore.com Roberto Turno FIRENZE R&S, ha annunciato ieri la società, che quest’anno saliranno a quota 270 milioni, dopo i 250 dell’annoscorso. Menarini Group, azienda farmaceuticafiorentinadoc,festeggiaisuoiprimi50annidiinternazionalizzazioneconnuovescommesse davanti e nuove ambizioni.Hacominciatonel1964inSpagna, poi via via le puntate in Portogallo, l’accordo con la francese Sanofi del 1992 e lo stesso anno A Kaluga in Russia, 180 km da Mosca, ha investito 50 milioni e inaugurato una fabbrica di produzionechegiàmacinafarmacie che a regime dal prossimo anno produrrà 50 milioni di scatolette. Una scommessa in più nel suo portafoglio sparso in 100 Stati. Con un record unico al mondo MADE IN ITALY IN SALUTE chefinoramaiavevapubblicizza- Il gruppo fiorentino consolida to: i 100 dipendenti di Kaluga sa- il fatturato 2013 rannoquasituttedonne.Unafabbrica di farmaci fatti dalle donne, a 3,2 miliardi di euro ultimorecord delGruppo Mena- e dedica in ricerca rini, il colosso farmaceutico ma- e sviluppo 270 milioni de in Italy che dell’internazionalizzazione fin da tempi non sospetti ha fatto il suo mestiere e il l’acquisizione della berlinese suoimpero.Unbusinessconfilia- (dell’est) Berlin Chemie, quindi liorasparseincinqueContinenti nel 2011 di Invida Group a Singae con 14 stabilimenti: nel 2013 ha pore per consolidarsi nei mercafatturato 3,275 miliardi, nel 2013 ti dell’Asia-Asia Pacifico. Nel conta di crescere a 3,362 (+2,75). mezzo le puntate in Turchia, Cifre da capogiro, che ormai al Messico, accordi per sviluppi di 73% arrivano dai mercati esteri, farmaci biotech in Gran Breta"appena" il 27 (circa 800 milioni) gna.Un fiumein piena cheilpredall’Italia.E investimenti totali in sidente Lucia Aleotti, col fratello Alberto Giovanni al timone dell’azienda dopo l’uscita di scena del cavaliere Alberto Aleotti, vuole farcrescere ancora. «Queste sono e resteranno le nostre sfide: la ricerca, gli investimenti per realizzarla, nuovi prodotti. Solo così realizzeremo il futuro della nostra azienda e della farmaceutica italiana». Perché la "fiorentinità" è, e vuole restare, un marchio di fabbrica dopo qualche anno travagliato.Nonèuncasocheabbiano battezzato «Florence», in omaggio alla città, il farmaco-spazzino presentato ieri che riduce i danni della chemioterapia e che andrà presto all’esame dell’Emea per l’autorizzazione al commercio. E nonèuncasoche,dietroinsistenze locali, la società acquistata a Singapore abbia cambiato nome in «Menarini Asia Pacific. «Ce lo hanno chiesto loro, faceva made in Italy», non nasconde l’orgoglioLucia Aleotti. Ora,cheilmadeinItalydelfarmaco non goda di grandissime fortune,ecomunquenonpertutte le nostre aziende, è ben noto. Anche se resta un classico settore anticiclico. Per non dire di quel "fattore Italia" – regole che Nautica. Oggi nuovo round per alternative allo stop di Forlì Ferretti prova la via tecnica EMILIA ROMAGNA FORLÌ Sono servite cinque ore di mediazione al presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani,maallafineunprimorisultato dall’incontro di ieri con i vertici del gruppo Ferretti, i sindacati e le istituzioni locali è arrivato: il gruppo nautico ha aperto alla possibilitàdistudiaremodalitàalternative alla chiusura del cantiere di Forlì per risparmiare 4,6 milioni di euro. L’intesa raggiunta ieri in viale Sindacati Aldo Moro prevedeinfatti l’istituzione di un tavolo tecnico tra azienda e sindacati, che si riunirà già oggi in Unindustria Forlì, per verificare le possibili riduzioni di costi tra «riorganizzazione, recuperi di efficienza, ammortizzatori sociali, in attesa di capire come si muoverà il mercato degli yacht», spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli. Scettico sulla possibilità che il tavolo tecnico trovi risposte in tempo utile per il prossimoincontroalministerodelloSviluppo economico, in calendario il 18 febbraio. «Ma questo è un primo passo positivo di fronte al no secconostroedeisindacatiall’ipo- Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 tesi di chiusura dello stabilimento forlivese (con 200 trasferimenti e 53 esuberi, ndr)», ha sottolineato Errani all’uscita della vertenza. Ferretti Group non commenta eribadiscelanecessitàdi rivedere il piano industriale per razionalizzare i costi e salvaguardare i 1.600 occupati in Italia, avendo chiuso il bilancio 2013 – riferiscono i sindacati – con 35 milioni di euro di perdita attesa e poco più di 300 milioni di fatturato, mentre l’obiettivo al 2018 dell’azionista cinese Weichaiètoccarei 900milionidi ricavi. «Andiamo al tavolo tecnico armati di un ventaglio di proposte concreteefattibili–ribadisceilsegretarioregionaleFilleaCgilLuigi cambianoavalanga,tagliaripetizione, burocrazia, fisco ingordo – che allontana gli investimentie non attrae più di tanto Big Pharma. ««Per fare il nostro lavoro chiediamo stabilità e certezza di regole. Questi sono i fattori chiavese,congliinvestimenti,sivuole puntare alla ricerca e all’internazionalizzazione. E noi vogliamo continuare a investire in ricerca,ancheperchévogliamodare un segnale forte e positivo al Paeseinmomentididifficoltàcosìpesanti»,aggiunge ilpresidente di Menarini. Idati dimercatopresentatiieri parlano da sé. Il fatturato che cresce, gli investimenti che salgono a buon ritmo fino a toccare il 9,1% del fatturato per i farmaci etici. Investimenti realizzati attingendo al cash flow degli ultimitreannimantenendoinalterata la liquidità del Gruppo, si assicura. Intanto nel 2013 l’Ebitda chiuderà a 360 milioni, l’8% del fatturato in calo sul 2012, quando toccò i 340 milioni. E ancora in calo a 200 milioni quest’anno. «Mavogliamocontinuareainvestire – giura Lucia Aleotti –, ci ascoltassero anche in Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giove – a partire dalla re-internalizzazione di fasi di lavorazione e daunmigliorutilizzodiCigsecontratti di solidarietà per recuperare il milione e mezzo di risparmi calcolati dall’azienda con la chiusura di Forlì. Gli altri tre milioni di tagli legati agli esuberi si possono ottenere con uscite volontarie, abbiamo già testato la disponibilità nei cinque stabilimenti». L’allarme è alto anche nelle Marche, dove ieri mattina i sindacati hanno incontrato l’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti, preoccupati per le sorti dei cantieri Crn ad Ancona. La fase di mobilitazione continua comunque in tutta Italia e oggi ci sarà a Forlì una nuova assemblea dei lavoratori per decidere come gestire le ultime 4 ore di sciopero in programma. I. Ve. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 64 di 67 Mer 12/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 36 Nautica. Oggi nuovo round per alternative allo stop di Forlì EMILIA ROMAGNA. Ferretti prova la via tecnica FORLÌ Sono servite cinque ore di mediazione al presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, ma alla fine un primo risultato dall' incontro di ieri con i vertici del gruppo Ferretti, i sindacati e le istituzioni locali è arrivato: il gruppo nautico ha aperto alla possibilità di studiare modalità alternative alla chiusura del cantiere di Forlì per risparmiare 4,6 milioni di euro. L' intesa raggiunta ieri in viale Aldo Moro prevede infatti l' istituzione di un tavolo tecnico tra azienda e sindacati, che si riunirà già oggi in Unindustria Forlì, per verificare le possibili riduzioni di costi tra «riorganizzazione, recuperi di efficienza, ammortizzatori sociali, in attesa di capire come si muoverà il mercato degli yacht», spiega l' assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli. Scettico sulla possibilità che il tavolo tecnico trovi risposte in tempo utile per il prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, in calendario il 18 febbraio. «Ma questo è un primo passo positivo di fronte al no secco nostro e dei sindacati all' ipotesi di chiusura dello stabilimento forlivese (con 200 trasferimenti e 53 esuberi, ndr)», ha sottolineato Errani all' uscita della vertenza. Ferretti Group non commenta e ribadisce la necessità di rivedere il piano industriale per razionalizzare i costi e salvaguardare i 1.600 occupati in Italia, avendo chiuso il bilancio 2013 - riferiscono i sindacati - con 35 milioni di euro di perdita attesa e poco più di 300 milioni di fatturato, mentre l' obiettivo al 2018 dell' azionista cinese Weichai è toccare i 900 milioni di ricavi. «Andiamo al tavolo tecnico armati di un ventaglio di proposte concrete e fattibili - ribadisce il segretario regionale Fillea Cgil Luigi Giove - a partire dalla re-internalizzazione di fasi di lavorazione e da un miglior utilizzo di Cigs e contratti di solidarietà per recuperare il milione e mezzo di risparmi calcolati dall' azienda con la chiusura di Forlì. Gli altri tre milioni di tagli legati agli esuberi si possono ottenere con uscite volontarie, abbiamo già testato la disponibilità nei cinque stabilimenti». L' allarme è alto anche nelle Marche, dove ieri mattina i sindacati hanno incontrato l' assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti, preoccupati per le sorti dei cantieri Crn ad Ancona. La fase di mobilitazione continua comunque in tutta Italia e oggi ci sarà a Forlì una nuova assemblea dei lavoratori per decidere come gestire le ultime 4 ore di sciopero in programma. I. Ve. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 65 di 67 . Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 I M P O S T E E TA S S E Mercoledì 12 Febbraio 2014 Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese 25 PARERE ACI Le ganasce viaggiano Zone a burocrazia zero e made in Lombardy all’estero Irap ridotta fino al 25% presidente, Fratelli d’Italia, Pensionati, Pd, Patto civico e to 5 iduzione dell’Irap Movimenfino al 25% per le stelle, nuove imprese. Riorganizzazione del sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero. «Impresa Lombardia: per la libertà d’impresa, il lavoro e la competitività» è il nome del progetto di legge approvato ieri all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia. Il documento, elaborato nella IV commissione attività produttive presieduta da Angelo Ciocca (Lega nord) e di cui è stato relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha ottenuto il sostegno di Roberto Forza Italia, Maroni Ncd, Lega nord, lista Maroni DI GIOVANNI GALLI R Pensionati e modifica la legge regionale 1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia) prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto produttivo lombardo tra cui l’accordo di competitività, la riduzione di alcune imposte, l’accesso al credito, diverse agevolazioni e semplificazioni, l’introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi. Con un emendamento dell’assessore Mario Melazzini è stato istituito il marchio «made in Lombardy» per certificare la provenienza regionale di alcuni prodotti. Entrando nello specifico dei contenuti, arriva la comunicazione unica re- gionale che sostituirà tutti gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l’interazione con le camere di commercio; via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le camera di commercio, dovrà essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle preposte ai controlli, senza passare dalle aziende; la valutazione degli interessi pubblici complessi connessi al rilascio di autorizzazioni e permessi avverrà in sede di conferenza di servizi, da espletarsi in una sola seduta e in via telematica con introduzione del silenzio assenso; e infi ne ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non potranno avvenire se non dopo aver esperito l’esame dei documenti nel fascicolo elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle certificazioni rilasciate dagli enti di certificazione. © Riproduzione riservata Accertamenti, è irrituale la notifica ai coinquilini L’equipollenza adesso è di nuovo in bilico È illegittima la notifica di un avviso di accertamento consegnato a una persona che coabita con il destinatario, ma che non sia legata a lui da un rapporto di parentela o non sia addetta alla casa. La notifica alla coinquilina non fa presumere la regolare consegna dell’atto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 2705 del 6 febbraio 2014. Per i giudici di piazza Cavour, è nulla la notifica dell’avviso di accertamento consegnato alla coinquilina. Infatti, la notifica della copia a persona che, pur coabitando con il destinatario, non sia a lui legata da rapporto di parentela o non sia addetta alla casa «non è assistita dalla presunzione di consegna». La notifica delle cartelle e di tutti gli atti tributari in caso di momentanea assenza del contribuente si perfeziona con la consegna al soggetto che è abilitato a riceverli per conto del destinatario. Peraltro, in caso di consegna dell’atto all’addetta alla casa è necessario che venga informato il destinatario dell’avvenuta notifica a persona diversa, altrimenti non si può considerare perfezionata. Del resto l’articolo 60 del dpr 600/1973, che disciplina il procedimento di notifica degli atti tributari, impone l’invio di una raccomandata se il consegnatario non è il destinatario dell’atto o dell’avviso. La ratio di questa norma è quella di tutelare i contribuenti. Non a caso il legislatore, con l’articolo 37, comma 27, del decreto legge 223/2006, ha integrato l’articolo 60 e prescritto l’obbligo della raccomandata per allineare la normativa sulle notificazioni degli atti tributari al principio contenuto nell’articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), la cui finalità è quella di assicurare «l’effettiva conoscenza», intesa come alto grado di conoscibilità, da parte del contribuente degli atti a lui destinati. L’invio della raccomandata, dunque, costituisce elemento necessario e solo dalla sua ricezione decorrono i termini per l’impugnazione dell’atto impositivo. Diverso è invece il trattamento per i contribuenti irreperibili. Il Fisco è legittimato a non informarli a mezzo raccomandata dell’avvenuta notifica di un atto di accertamento. Se il destinatario è irreperibile la notifica dell’accertamento tributario è ritualmente eseguita solo con l’affissione dell’avviso nell’albo comunale (Cassazione, sentenza 6102/2011). L’articolo 60 stabilisce che la notifica debba essere eseguita, anche dai messi comunali, nel luogo di domicilio fiscale del destinatario, salva l’ipotesi di elezione di domicilio. In questo caso l’elezione deve risultare da un atto comunicato all’ufficio tributario. Sergio Trovato Equipollenza tra commercialisti e revisori di nuovo in bilico. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il principio dell’equipollenza potrebbe essere cancellato, ancora una volta in pochi mesi, da due emendamenti (uno di Sel e il secondo dal Comitato per la legislazione) al decreto mille proroghe licenziato due settimane fa dal Senato. Le proposte di modifica puntano ad azzerare l’emendamento approvato a Palazzo Madama e quindi a cancellare definitivamente l’equipollenza,fino ad ora esistente, tra il percorso formativo per l’accesso alla professione di commercialista e quello per lo svolgimento della funzione di revisore legale. Resta da capire cosa succederà oggi in commissione affari costituzionali della Camera dove si inizierà la votazione degli emendamenti al provvedimento che dovrà essere apDisponibile anche sul sito provato dall’aula www.classabbonamenti.com venerdì 14. La ragione dell’esclusione, per i firmatari dell’emendamento, sarebbe da individuare nella necessità di disciplinare solo norme coerenti con l’oggetto o la finalità del provvedimento che, come dice il nome stesso, contiene solo proroghe di norme vigenti ma non interviene nell’approvazione di nuove. Benedetta Pacelli IN EDICOLA © Riproduzione riservata Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 DI STEFANO MANZELLI Chi esporta un veicolo deve segnalarlo tempestivamente al pubblico registro automobilistico anche per evitare che sullo stesso mezzo intervenga un fermo amministrativo. In tal caso infatti solo con il nulla osta dell’agente della riscossione sarà possibile procedere alla radiazione in Italia e alla sua eventuale reimmatricolazione all’estero. Lo ha chiarito l’Aci con parere n. 983 dell’11 /2/14. I veicoli gravati da fermo amministrativo in generale non possono essere radiati dal pubblico registro automobilistico. E lo stesso limite interessa anche i mezzi oggetto di procedura fallimentare. In questo caso la pratica dovrà essere autorizzata dal giudice o da una pubblica amministrazione. Oppure esibendo il nulla osta dell’agente della riscossione che ha iscritto il fermo. Spesso un veicolo viene esportato senza annotare tempestivamente al pubblico registro automobilistico la nuova condizione del mezzo, nonostante l’art. 103 del codice stradale punisca con 168 euro questa pratica scorretta. Successivamente, se un agente della riscossione ignaro dell’esportazione procede a iscrivere un fermo amministrativo, le pratiche di regolarizzazione del veicolo si complicano. Specifica infatti il parere dell’associazione che «anche se il veicolo si trovava già all’estero al momento dell’iscrizione del fermo amministrativo, continuava a essere iscritto al Pra e, in quanto bene mobile ancora registrato in Italia, l’agente della riscossione ha potuto legittimamente iscrivere il fermo». L’unico modo per liberare il mezzo dai vincoli burocratici in questo caso è ottenere il nulla osta dell’agente della riscossione all’effettuazione della radiazione per esportazione del veicolo. In questo caso l’interessato otterrebbe anche l’automatica cancellazione delle ganasce fiscali e il veicolo, eventualmente reimmatricolato all’estero, potrebbe tornare a circolare liberamente anche in Italia, utilizzando i nuovi documenti stranieri. Diversamente l’unica possibilità per sbrogliare la vicenda è quella di dimostrare la demolizione del mezzo avvenuta sia in Italia che all’estero ma sempre precedentemente all’iscrizione del fermo amministrativo. Pagina 66 di 67 Mer 12/02/2014 Italia Oggi Pagina 25 Il consiglio regionale lombardo ha approvato la legge sulle imprese. Irap ridotta fino al 25% Zone a burocrazia zero e made in Lombardy. Riduzione dell' Irap fino al 25% per le nuove imprese. Riorganizzazione del sistema Confidi e sperimentazione della moneta complementare. Attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero. «Impresa Lombardia: per la libertà d' impresa, il lavoro e la competitività» è il nome del progetto di legge approvato ieri all' unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia. Il documento, elaborato nella IV commissione attività produttive presieduta da Angelo Ciocca (Lega nord) e di cui è stato relatore Carlo Malvezzi (Ncd), ha ottenuto il sostegno di Forza Italia, Ncd, Lega nord, lista Maroni presidente, Fratelli d' Italia, Pensionati, Pd, Patto civico e Movimento 5 stelle, e modifica la legge regionale 1/2007 (Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia) prevedendo una serie di strumenti a sostegno del tessuto produttivo lombardo tra cui l' accordo di competitività, la riduzione di alcune imposte, l' accesso al credito, diverse agevolazioni e semplificazioni, l' introduzione sperimentale della moneta complementare come strumento di compensazione multilaterale locale per lo scambio di beni e servizi. Con un emendamento dell' assessore Mario Melazzini è stato istituito il marchio «made in Lombardy» per certificare la provenienza regionale di alcuni prodotti. Entrando nello specifico dei contenuti, arriva la comunicazione unica regionale che sostituirà tutti gli atti amministrativi; scatta la razionalizzazione degli sportelli unici per le attività produttive con la gestione associata e l' interazione con le camere di commercio; via libera al fascicolo elettronico: depositato presso le camera di commercio, dovrà essere consultato dalle amministrazioni, anche quelle preposte ai controlli, senza passare dalle aziende; la valutazione degli interessi pubblici complessi connessi al rilascio di autorizzazioni e permessi avverrà in sede di conferenza di servizi, da espletarsi in una sola seduta e in via telematica con introduzione del silenzio assenso; e infine ecco il sistema integrato di controlli: le verifiche presso le aziende non potranno avvenire se non dopo aver esperito l' esame dei documenti nel fascicolo elettronico, mentre si riconosce pieno valore legale alle certificazioni rilasciate dagli enti di certificazione. © Riproduzione riservata. 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