IV Avvento 2014 - Parrocchia San Giuseppe Artigiano

Cerca le parole nascoste
Bambini, Otto vi augura un
Buon Natale e un Felice
Anno Nuovo… 2015.
Ci si vede l’anno prossimo!
Auguri dal mio cuoricino...
Anno 2014, n° 4
Vita
Dio
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Preghiera
Chiesa
Festa
Uomo
Bibbia
Cielo
A cura di don Rudi Piccolo
La favola del pettirosso
Il petto colorato dell’uccellino ha stuzzicato la fantasia di tanti scrittori. Perché il volatile marrone
ha le piume rosse sul petto? Una fiaba racconta
che tutto ebbe inizio il giorno di Natale.
N
ella stalla dove
stavano dormendo
Giuseppe, Maria e
il piccolo Gesù, il
fuoco lentamente
si stava spegnendo.
Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni
ormai spenti.
Maria e Giuseppe
sentivano freddo, ma
erano così stanchi che
si limitavano ad agitarsi
inquieti nel sonno.
Nella stalla c’era un
altro ospite: un uccellino marrone. Era entrato
nella stalla quando la
fiamma era ancora viva;
aveva visto il piccolo
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Gesù e i suoi genitori,
ed era rimasto tanto
contento che non si
sarebbe allontanato da lì neppure
per tutto l'oro
del mondo.
Quando anche
le ultime braci stavano per spegnersi,
l'uccellino pensò al
freddo che avrebbe
patito il bambino
che dormiva sulla
paglia della mangiatoia. Spiccò il volo
e si posò su un
coccio accanto all'ultima
brace rimasta. Cominciò a
battere le sue pic-
cole ali con grande forza, facendo aria sui tizzoni, perché riprendessero ad ardere.
Il piccolo petto bruno dell’uccellino diventò
rosso per il calore che
proveniva dal fuoco, ma
il pettirosso non abbandonò il suo posto.
Scintille roventi volarono via dalle brace e
gli bruciarono le piume
del petto, ma egli continuò a battere le ali
IV Domenica di Avvento
finché alla fine tutti i
tizzoni arsero in una
bella fiammata.
Il piccolo cuore del
pettirosso si gonfio di
orgoglio e di felicità
quando il bambino Gesù
sorrise sentendosi avvolto dal calore.
Da allora il petto del
pettirosso è rimasto
rosso, come segno della
sua devozione al bambino di Betlemme.
Leggende di Natale
Il canto di natale
più famoso in Italia
nu nascette ninno.
Il testo originale,
in lingua napoletana,
doveva essere capito
da tutti. Una parte
Questa ninna nanna a Gesù Bambino non è conosciuperò è andata perduta
ta solo nella nostra penisola, ma ormai si è diffusa in
negli anni.
tutto il mondo. Ma lo sapevi che la versione originale
Questa ninna nanera in napoletano?
na al neonato Gesù ha
Tu scendi dalle stelle
a canzone trae orisubito varie riedizioni
gine da una poesia
e modifiche, fino ad
Tu scendi dalle stelle,
scritta nel 18° secolo
arrivare a noi con il
o Re del cielo,
da sant'Alfonso Maria
titolo Tu scendi dalle
e vieni in una grotta
de' Liguori, Vescovo di
stelle, una versione
al freddo al gelo,
Sant'Agata de' Goti in
molto più corta della
e vieni in una grotta
Campania, nella provincia
poesia originale e aal freddo al gelo.
di Benevento.
dattata ad una famosa
O Bambino mio divino,
Non si sa bene
melodia seicentesca.
io ti vedo qui tremar.
quando è apparso il
Le parole ci dicono
O Dio beato,
canto così come lo coche Gesù è nato tanah quanto ti costò
nosciamo oggi, ma sono
to povero e nessuno
l’avermi amato,
passati più o meno
lo voleva nelle locande,
ah quanto ti costò
200 anni. Sant’Alfonso
perché erano strapiene
l’avermi amato.
scrisse una magnifica
per il censimento, vopoesia intitolata Quanluto dall’imperatore
A Te che sei del mondo
il creatore,
mancano panni e fuoco,
o mio Signore,
mancano panni e fuoco,
o mio Signore.
L
Caro eletto pargoletto
quanto questa povertà
più m’innamora
giacché ti fece amor
povero ancora,
giacché ti fece amor
povero ancora.
che desiderava contare
tutte le persone del
suo regno. Solo in una
stalla o “grotta” c’era
l’ultimo posto libero.
Magari non il più bello,
ma raccolto.
Dio sceglie di nascere povero e non voluto, perché tutti coloro
che si sentono soli e
poveri sappiano che
non importa se a volte
crediamo di essere tristi e fragili, c’è sempre
un posto nella stalla
anche per noi. Proprio
lì possiamo cantare
dolcemente Tu scendi
dalle stelle per riscaldare i nostri cuori e
quelli di coloro a cui
vogliamo tanto bene.
Giusy Anastasio
L’amore di una mamma
U
n angelo scappò dal paradiso
per trascorrere la
giornata vagando sulla terra.
Al tramonto decise di
portarsi via dei ricordi di
quella visita. In un giardino
c'erano delle rose: colse le più
belle e compose un mazzo da portare in paradiso.
Un po' più in là un bambino sorrideva alla madre.
Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di
rose, prese anche quello. Stava per ripartire
quando vide la mamma che guardava con amore il
suo piccolo nella culla. L'amore fluiva come un
fiume in piena e l'angelo disse a se stesso:
"L'amore di quella mamma è la cosa più bella che
c'è sulla terra, perciò prenderò anche quello".
Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli
perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere
come si erano conservati
durante il viaggio. I fiori
erano appassiti, il sorriso
del bambino era svanito,
ma l'amore della mamma
era ancora là in tutto il
suo calore e la sua
bellezza. Scartò i fior
appassiti e il sorriso
svanito, chiamò intorno a
se tutti gli ospiti del cielo
disse: "Ecco l'unica cosa
che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la
sua bellezza nel viaggio per il paradiso: L'amore di
una mamma".
Il conto
U
na sera, mentre la
mamma preparava
la cena, il figlio
undicenne si presentò
in cucina con un
foglietto in mano. Con
a r i a s t ra n a m en t e
ufficiale il bambino
porse il pezzo di carta
alla mamma e lesse
quanto vi era scritto:
per aver strappato le
erbacce del giardino: 5
euro; per aver ordinato
la mia cameretta: 10
euro; per aver preso
due volte ottimo a
scuola: 10 euro; per
essere andato a
comprare il latte: 1
euro; per aver portato
fuori l'immondizia tutte
le sere: 7 euro; per
aver badato alla
sorellina
(tre
pomeriggi): 15 euro;
totale: 48 euro
La mamma fissò il
figlio negli occhi,
teneramente. La sua
mente si affollò di
ricordi. Prese una biro
e, sul retro del
foglietto scrisse: per
averti portato in
grembo per nove mesi:
0 euro; per tutte le
notti passate a
vegliarti quando eri
ammalato: 0 euro; per
tutte le volte che ti
ho consolato quando
eri triste: 0 euro; per
tutte le volte che ho
asciugato le tue
lacrime: 0 euro; per
tutte le colazioni, i
pranzi, le merende, le
cene che ti ho
preparato: 0 euro; per
tutte le magliettine e i
pantaloncini che ti lavo
e ti stiro: 0 euro;
totale: 0 euro.
Quando
ebbe
terminato, sorridendo la
m am ma di ede il
foglietto al figlio.
Quando il bambino
ebbe finito di leggere
ciò che la mamma aveva
scritto, due lacrimoni
fecero capolino dai suoi
occhi e rigarono le sue
guance. Girò il foglio e
sul suo costo scrisse:
"Pagato". Poi saltò al
collo della madre e la
sommerse di baci.
Anonimo