PRESENTATION Modifications of the bladder wall (organ damage) in patients with bladder outlet obstruction: Ultrasound paremeters Andrea Benedetto Galosi 1, Daniele Mazzaferro 2, Vito Lacetera 2, Giovanni Muzzonigro 2, Pasquale Martino 3, Giacomo Tucci 4 1 Division of Urology, Area Vasta 4, ASUR Marche, “Augusto Murri” General Hospital, Fermo; of Urology, Polytechnic University of Marche, Azienda OU Ospedali Riuniti, Ancona; 3 Institute of Urology, Dept. DETO, University of Bari, Italy; 4 Urinary Incontinence Unit, Division of Urology, “Murri” General Hospital, Fermo, Italy. 2 Institute Summary Introduction: Progressive changes in the bladder wall are observed in men with lower urinary tract obstruction secondary to benign prostatic enlargement (BPE). The high pressure discharge cause initially an increase in the proportion of smooth muscle (hyperplasia / hypertrophy of the detrusor) to changes in the advanced stages of bladder decompensation (fibrosis), hyperactivity and decreased functional capacity. Early identification of bladder changes by noninvasive transabdominal ultrasound can move towards therapeutic choices that can prevent further organ damage in the bladder wall. Aim of our study is to review ultrasound (US) parameters, that are considered reliable and reproducible, showing the damage of the bladder wall. Methods: We performed a literature review to detect US parameters according our aims. Our clinical experience was evaluated in retrospective manner to detect feasibility and limitations of these parameters in men with different degrees of bladder damage secondary to BPE. Results: Measurement of the Bladder Wall Thickness (BWT) or Detrusor Wall Thickness (DWT) by US is reliable, at least 3 measurements of the anterior bladder wall taken at a filling volume of ≥ 250 ml. In particular, the DWT [thickness of the muscle hypoechoic between two layers hyperechoic serosa and mucosa] is considered the best diagnostic tool to measure detrusor hypertrophy using cut-off value > 2.9 mm in men. US derived measurements of bladder weight (Estimated Bladder Weight, EBW) is another noninvasive tool for assessing bladder modifications in patients with Bladder Outlet Obstruction (BOO): cut-off value 35 gr. Technique for measuring the BWT and EBW relies in conventional US 7.5-4 MHz or using the automatic system of calculation (BVM 6500 3.7 MHz). The variability of measuring intra-operator (4.6 to 5.1%) and inter-operator (12.3%) is acceptable. Also conventional US detects established signs of bladder damage: diverticulosis, trabecolations in the bladder wall (pseudo-diverticula), calculi and post-void residual urine (> 50cc). Furthermore the Intravescical Prostate Protrusion (IPP), easy measured by transabdominal ultrasound, is strongly correlated to obstruction in men with BPE (cut-off 12 mm). Measure, quantify and monitor the cervico-urethral obstruction in men with symptomatic BPE is possible by non-invasively US the response of the bladder wall. Early identification has the advantage of adopting therapeutic measures sufficient to prevent progression of bladder damage measuring DWT, EBW in addition to established US paremeters. Conclusions: US derived measurements of DWT and EBW are reproducible and reliable. Transabdominal US also detect established bladder damage such as diverticula, stones, PVR, while IPP measurement seems to be correlated to BOO. US bladder parameters are considered potential noninvasive clinical tools for baseline assessment of patients with BOO. In particular noninvasive US parameters could be useful for longitudinal studies monitoring in men with lower urinary tract obstruction secondary to BPE. KEY WORDS: Prostatic hyperplasia; Urinary bladder; Urinary bladder neck obstruction; Ultrasonography; Prostate. Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2012; 84, 4 1 A.B. Galosi, D. Mazzaferro, V. Lacetera, G. Muzzonigro, P. Martino, G. Tucci INTRODUZIONE La patologia ostruttiva delle basse vie urinarie secondaria ad ipertrofia prostatica (IPB) causa progressive modificazioni della parete vescicale (1, 2). Le elevate pressioni di svuotamento, dimostrate dall’urodinamica, causano inizialmente un incremento della quota di muscolo liscio (iperplasia/ipertrofia detrusoriale) fino a modificazioni per stadi avanzati di scompenso vescicale (fibrosi), iperattività o diminuzione della capacità funzionale. Si definisce danno della parete vescicale la presenza di almeno una delle seguenti condizioni: ipertrofia del detrusore (> 5 mm), fibrosi della parete vescicale, calcoli vescicali, diverticolosi vescicale, pseudodiverticoli associati a trabecolazioni vescicali, residuo urinario post-minzionale > 50 ml fino alla ritenzione urinaria. L’ipertrofia del detrusore vescicale può essere dovuta sia a ostruzione cervico-uretrale (ostruzione prostatica o uretrale) che a iperattività detrusoriale (sindrome vescica iperattiva) o vescica neurologica (1, 3). Nell’inquadramento diagnostico iniziale del paziente con LUTS l’ipertrofia del detrusore può avere quindi varie cause (ostruzione, iperattività detrusoriale, raramente una causa neurologica). Negli uomini con sintomi ostruttivi associati ad ingrandimento della prostata l’ipertrofia del detrusore è un parametro che consente di predire il grado di ostruzione cervico-uretrale se correlato con altri dati clinici (RPM, tracciato uroflussimetrico, volume ghiandolare) (4). L’ipertrofia del detrusore è un parametro da monitorare per valutare modificazioni durante o dopo terapia medica (5). L’identificazione precoce delle modificazioni vescicali indotte dall’ostruzione cervico-uretrale può orientare verso scelte terapeutiche che possano prevenire la progressione del danno d’organo della parete vescicale. Lo scopo del nostro studio è quello di codificare e diffondere i parametri ecografici, oggi ritenuti riproducibili ed attendibili, che dimostrano le modificazioni della parete vescicale in modo non invasivo. Figure 1. Macrosezione istologica con ipertrofia detrusore. 2 Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2012; 84, 4 METODI Abbiamo eseguito una revisione della letteratura e in base alla nostra esperienza clinica abbiamo valutato una serie di casi clinici con ipertrofia prostatica con vari gradi di danno d’organo secondari ad ostruzione cervico-uretrale secondaria ad IPB. Sono state analizzate le sezioni istologiche delle vesciche in pazienti che erano affetti da patologia ostruttiva e confrontati con casi senza patologia ostruttiva (Figure 1-3). Si fa riferimento alle seguenti definizioni: Ostruzione cervico-uretrale (BOO: Bladder Outlet Obstruction) definisce in maniera generica tutte le forme di ostruzione al deflusso vescicale (tra cui L'IPB e le stenosi uretrali). L'Ipertrofia prostatica (BPE: Benign Prostatic Enlargement) indica un ingrossamento prostatico. Si tratta di una diagnosi presuntiva basata sulle dimensioni della ghiandola. Figure 2. Macrosezione istologica di vescica normale. Figure 3. Macrosezione istologica di vescica con modificazioni fibrotiche ed ipertrofia del detrusore. US paremeters to evaluate bladder modifications in BOO L'Ostruzione prostatica benigna (BPO: Benign Prostatic Obstruction) indica una ostruzione dimostrata da uno studio pressione-flusso oppure fortemente sospettata sulla base di un esame uroflussimetrico patologico associato ad ingrossamento della ghiandola. RISULTATI Lo Spessore della parete vescicale (BWT) Uno studio ha rilevato in una popolazione normale valori mediani 2.3 mm (IC 25-75: 1,8-2.7 mm), variabilità 9.8% (IC 25-75: 4,9%-14%). Correlazioni urodinamiche dimostrano una correlazione elevata (88%) con patologia ostruttiva per valori BWT > 5 mm, valori compresi tra 3,1 e 5 mm rilevano ostruzione nel 37%. Valori di BWT > 3,1 mm sono da considerare sospetti e anormali (6). Le limitazioni legate alla misurazione sono legate a variabili che rendono disomogeni gli studi, pertanto la definizione di un cut-off non è stato uniformemente accettato (7, 8). Stima del peso vescicale Il calcolo del peso vescicale (EBW, Estimated Bladder Weigth) risente meno del grado di distensione vescicale ed è stato introdotto per rendere più attendibile la stima ecografica (9). Si correla significativamente al grado di ostruzione cervico-uretrale (10). Il calcolo viene eseguito con la seguente formula: SA × BWT × 0.957 g/ml peso specifico. Il calcolo può essere eseguito con sistema automatico o con ecografia tradizionale. Un recente studio ha analizzato con il sistema automatico una popolazione di soggetti normali rilevando valori mediani 48.5 gr (IC 25-75: 43,7-53), variabilità 7,9% (IC 25-75: 4-11%). Pertanto valori > 48 gr possono essere ritenuti anormali, utilizzando il sistema automatico Bladderscanner (11, 12). Il calcolo eseguito con l’ecografia tradizionale rileva valori di cut-off di 35gr (13). Di particolare interesse è lo studio che misura il EBW prima e dopo prostatectomia: EBW diminuisce significativamente da 52.9 ± 22.6 g a 31.6 ± 15.8 g a 3 mesi dopo prostatectomia disostruttiva (14). Tale parametro identifica una reversibilità delle modificazioni della parete vescicale indotte dall’ostruzione dal BOO. Miyashita et al. (15) hanno calcolato l’EBW in uomini con e senza ritenzione acuta di urina. Il 90% dei pazienti con ritenzione aveva un valore di EBW ≥ a 35 gr rispetto al 41% senza ritenzione. All’analisi multivariata, l’età e l’EBW si correlavano alla ritenzione urinaria. Inoltre un valore di EBW > 35 gm era associato ad un rischio 13.4 volte maggiore di sviluppare ritenzione urinaria acuta. In uno studio longituginale con l’impiego di alfalitico per LUTS, l’EBW era ≥ 35 gr in circa la metà degli individui (16). La tecnica ecografica di misurazione Si utilizza l’ecografia convenzionale con sonda addominale o lineare poste a livello sovrapubico con frequenze 9-4 MHz. È possibile utilizzare un apparecchio automatico ecografico che ha un particolare sistema di calcolo (BVM 65003.7 MHz scanner). Entrambi i metodi funzionano, ma nel 2-14% dei casi il sistema automatico non consente un calcolo attendibile. La risoluzione è inversamente proporzionale alla frequenza delle sonde: da 7.5 e 3.5 MHz hanno una risoluzione di 0.13 e 0.3 mm, rispettivamente. La misurazione manuale rimane superiore a quella automatica, ma richiede più tempo e maggiore abilità. Viene effettuata sulla parete anteriore dell’addome a riempimento di circa 250 cc, calcolando lo spessore del muscolo ipoecogeno compreso tra due strati iperecogeni (sierosa e mucosa), il valore finale è la media di almeno 3 misurazioni. Alcuni hanno proposto di misurare la parete posteriore usando sonde transrettali poichè non sono state dimostrate differenze nello spessore nelle varie parti della vescica. La variabilità di misurazione intra (4,6-5,1%) ed inter-operatore (12,3%) è accettabile. Protrusione prostatica intravescicale (IPP) L’IPP non è espressione del danno d’organo vescicale in seguito a BOO, ma poiché ha un’alta correlazione con i parametri funzionali di ostruzione cervico-uretrale ci è sembrato giusto introdurlo nella valutazione ecografica non-invasiva. Questo viene calcolato con sonda addominale per via sovrapubica con scansione longitudinale misurando l’altezza (protrusione) della prostata rispetto alla linea che definisce la circonferenza vescicale che passa per la base prostatica (Figure 4). Come proposto da Tan and Foo, si possono identificare 3 gruppi di pazienti in base al grado di IPP: grado 1—IPP < 5 mm, grado 2: 5-10 mm, e grado 3: > 10 mm (17). Tubaro e coll. hanno identificato come cut-off ideale il valore di 12 mm per avere la massima correlazione con la BOO (18). L’ecografia addominale tradizionale Questa identifica la presenza di diverticoli, pseudodiverticoli e trabecolazioni della parete vescicale, calcolosi vescicale e consente di calcolare il residuo urinario post-minzionale. La presenza di diverticoli, trabecolazioni e calcolosi vescicale sono segno di una danno d’organo conclamato (Figure 4-6). Il residuo post-minzionale clinicamente rilevante è per valori > 50 ml. Quest’ultimo è inteso come diminuzione della capacità funzionale e deve essere correlato in percentuale al volume vescicale ed eseguito evitando sovradistensione vescicale. Focali ispessimenti della parete vescicali devono essere distinti dal diffuso ispessimento della parete: focali ispessimenti sono legati a tumori, cistite acuta/ghainolare, tubercolosi, endometriosi, lesioni infiammatorie. DISCUSSIONE Il nostro studio esalta il ruolo dell’ecografia nella valutazione dei parametri vescicali che sono espressione della modificazioni della parete vescicale in pazienti con diagnosi di BPO. Definiamo pertanto queste modificazioni come danno d’organo, che può essere sia reversibile che irreversibile. Ad esempio l’EBM diminuisce significativamente da 52.9 ± 22.6 g a 31.6 ± 15.8 g a 3 mesi dopo prostatectomia (15). I precedenti lavori pubblicati si sono concentrati sulla accuratezza diagnostica dei parametri ecografici per la diagnosi non-invasiva di ostruzione cervico-uretrale come alternativa allo studio urodinamico di pressione-flusso. Invece, la nostra revisione si basa sul principio utilizzare i Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2012; 84, 4 3 A.B. Galosi, D. Mazzaferro, V. Lacetera, G. Muzzonigro, P. Martino, G. Tucci Figure 4. parametri ecografici vescicali come misurazione e quantificazione delle modificazioni indotte sulla parete vescicale dall’ostruzione. Questi rilievi si riferiscono ad una popolazione di pazienti con diagnosi clinica ipertrofia prostatica e sintomatologia prevalentemente ostruttiva. L’esame urodinamico rimane lo standard di riferimento per la diagnosi di ostruzione cervico-uretrale. Non vogliamo sottolineare la capacità diagnostica dei parametri ecografici quanto piuttosto dimostrare la capacità di identificare le modificazioni vescicali e monitorarle nel singolo paziente nel tempo in modo affidabile e ripetibile. Questi parametri possono essere utilizzati anche per monitorare l’efficacia della terapia (5). I parametri ecografici (misurabili e quantificabili) servirebbero quindi a valutare inizialmente il paziente con IPB sintomatica e poi a monitorarlo nel tempo, identificando eventuali benefici o peggioramenti legati all’evoluzione della malattia e della sua terapia. Al momento non sono stati condotti trial clinici longitudinali, ma l’applicazione di questi parametri è ideale per valutare nel tempo l’evoluzione clinica e sintomatologica limitando l’uso dell’urodinamica a casi selezionati e solo nella fasi inziali. Questi concetti sono stati recentemente espressi da un gruppo di ricerca dell’International Consultation on Incontinence-Research Society (2). Nella fase diagnostica iniziale del paziente con IPB, il calcolo del peso vescicale e dello spessore detrusoriale sono potenzialmente utili per valutare la gravità dell’ostruzione cervico-uretrale o della iperattività detrusoriale, limitando le indicazioni allo studio urodinamico. Come per il paziente affetto da ipertensione arteriosa, l’ecocardiografia rappresenta la misura del danno d’organo a livello cardiaco, cosi la vescica nel paziente ostruito. Tale paragone ipotizzato da Tubaro e Miano nel 2002, sebbene proposto per diagnosticare l’ostruzione, rimane valido ed attuale. L’ecografia vescicale viene oggi usata per misurare il danno indotto sulla parete vescicale da elevati pressioni di svuotamento pur non trascurando la sua capacità diagnostica nell’ostruzione. Il danno vescicale conclamato evolve in due condizioni: la prima è lo scompenso vescicale che è caratterizzato dalla ritenzione urinaria (acuta o cronica) e misurabile con il RPM; la seconda è l’involuzione fibrotica (Figura 3) della parete vescicale, che si caratterizza per la riduzione della compliance e della capacità, concomitano sintomi della fase di riempimento oltre che ostruttivi. L’identificazione precoce del danno ha il vantaggio di adottare provvedimenti terapeutici adeguati ad evitare una progressione del danno vescicale e quindi ridurre la sintomatologia urinaria o renderla quanto meno reversibile. A sinistra le stelle indicano le trabecolazioni della parete vescicale con pseudodiverticoli (freccie), a destra la linea misura la protrusione prostatica intravescicale. Figure 5. Caso limite in cui si rileva un notevole spessore della parete vescicale (linea) in paziente con ritenzione acuta di urina e catetere a dimora (rombo). Figure 6. Macrosezione istologica di vescica con diverticolo vescicale e ipertrofia colonnare del detrusore. 4 Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2012; 84, 4 US paremeters to evaluate bladder modifications in BOO Una limitazione per il calcolo del DWT e EBW è data dalla difficoltà di eseguire l’ecografia a volumi prefissati di riempimento vescicale, l’esecuzione di tali test prima della uroflussimetria potrebbe essere una soluzione semplice e facile nella pratica clinica. Tali esami combinati potrebbero chiamarsi “eco-urometria”. Kessler e al. (19) per primo ha suggerito di misurare i parametri di DWT e IPP a vescica piena subito prima dell’uroflussimetria e ovviamente eseguire un residuo dopo minzione. 12. St Sauver J, Jacobson D, Rule A, et al. Measures of bladder wall thickness, surface area, and estimated bladder weight in a population-based group of men. J Urol 2008; 179:525. CONCLUSIONI 13. Naya Y, Kojima M, Honjyo H, et al. Intraobserver and interobserver variance in the measurement of ultrasound-estimated bladder weight. Ultrasound Med Biol 1998; 24:771-3. I parametri ecografici di danno vescicale sono riproducibili, attendibili e non invasivi. L’implementazione nella pratica clinica di tali parametri può aiutare nella diagnosi precoce ed evitare una progressione del danno sulla parete vescicale. L’opzione ecografica ci consentirà di eseguire studi di monitoraggio nei pazienti con ostruzione cervico-uretrale secondaria a IPB. RINGRAZIAMENTI Per aver fornito le immagini istologiche il Prof. Roberto Montironi, Uro-Patologo Anatomia Patologica Area Vasta 4, Fermo e Università Politecnica Marche, Ancona. REFERENCES 1. Oelke M. 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Murri” General Hospital Via Murri 18, I-63900 Fermo, Italy [email protected] Giacomo Tucci, MD Urologist, Urinary Incontinence Unit, Division of Urology, “Murri” General Hospital, Fermo, Italy [email protected] Daniele Mazzaferro, MD Resident in Urology Institute of Urology, A.O. Ospedali Riuniti, Ancona, Italy [email protected] Vito Lacetera, MD, FEBU, Urologist, A.O. Ospedali Riuniti, Ancona, Italy [email protected] Giovanni Muzzonigro, MD Professor of Urology, Chief Institute of Urology, A.O. Ospedali Riuniti, Ancona, Italy [email protected] Pasquale Martino, MD President SIEUN, Institute of Urology, University of Bari, Italy [email protected] Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2012; 84, 4 5
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