Ciccolini, battaglia sul risarcimento

Trento
l'Adige
TRIBUNALE
venerdì 7 marzo 2014
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L’8 ottobre l’avvocato di Verona sarà processato in rito La difesa: «Sappiamo che non può essere considerato
abbreviato per avere ucciso con quattro coltellate l’ex un risarcimento, è un gesto di buona volontà»
fidanzata Lucia Bellucci dopo una cena a Spiazzo
L’avvocato della famiglia: «Merita l’ergastolo»
Ciccolini, battaglia sul risarcimento
Lui: «Offro tutti i beni». C’è pure l’auto del delitto
La parte civile: «Duecentomila euro? Offensivo»
FLAVIA PEDRINI
Vittorio Ciccolini, l’avvocato di
Verona in carcere per l’omicidio dell’ex fidanzata Lucia Bellucci, uccisa il 10 agosto scorso con quattro coltellate al termine di una cena in un ristorante di Spiazzo Rendena, sarà processato l’8 ottobre con rito abbreviato.
Il giudice Carlo Ancona ieri ha
accolto la richiesta dei difensori - gli avvocati Marco Stefenelli, Umberto De Luca e Cristiana
Ciurli - e fissato l’udienza in autunno, anche per consentire all’imputato di provare a risarcire la famiglia. Ma sul punto la
battaglia fra difesa e parti civili si preannuncia durissima.
Se la condanna per omicidio volontario del 45enne, reo confesso, appare infatti scontata, la
pena si gioca sul filo delle attenuanti e delle aggravanti (tre
quelle contestate dalla procura). E determinante, nel calcolo, sarà anche l’eventuale risarcimento del danno per tenere
la pena sotto i 20 anni. «Metto
a disposizione tutti i miei beni»,
ha fatto sapere l’avvocato Ciccolini, che ieri non era in aula.
Compresa, a quanto pare, l’auto del delitto: la Bmw cabrio sulla quale il 12 agosto venne rinvenuto il corpo della povera Lucia. Circostanza suonata decisamente di cattivo gusto a chi
amava e conosceva la vittima.
In ogni caso, tra la casa (anche
madre e sorella di Ciccolini sono pronte a cedere le loro quota), un terreno e il denaro raccolto da alcuni amici, si arriverebbe ad una cifra vicina ai 200
mila euro. Una somma che l’avvocato della famiglia, Giuseppe
Galli - ieri era presente anche la
mamma di Lucia, Maria Pia non esita a definire «offensiva».
Sul punto, la difesa di Ciccolini,
a margine dell’udienza, ha chiarito: «Siamo consapevoli che
non può essere considerato un
risarcimento», spiega l’avvocato Ciurli, facendo riferimento ai
parametri delle tabelle di Stava
applicate dal Tribunale di Tren-
DOLORE
Una bella immagine di Lucia Bellucci, uccisa a soli 31 anni dall’ex fidanzato
L’avvocato Vittorio Ciccolini: è detenuto nel carcere di Spini
La mamma di Lucia e l’avvocato Giuseppe Galli (foto Coser)
to, che porterebbero la somma
destinata alle parti civili ammesse (genitori, fratelli, ex marito,
fidanzato e associazione Isolina) ad almeno 350 mila euro.
«Ciccolini - prosegue il legale ha offerto tutto quello che ha a
disposizione, anche con l’aiuto
della mamma, della sorella e degli amici». Un’offerta che andrebbe dunque intesa come «un
gesto di buona volontà, ma per
lui questo non significa risarcire». Nei prossimi mesi i legali
dell’avvocato faranno una stima precisa dei beni e cercheranno di arrivare alla vendita
degli stessi.
Ma l’avvocato Galli, che riterrebbe non congrui anche i 350
mila euro, rispetto alla cifra prospettata dai legali di Ciccolini è
tranciante: «Non la prendiamo
nemmeno in considerazione e
lascio all’opinione pubblica valutare se una cifra simile è proponibile e se possa essere un
risarcimento ai genitori per la
La mamma anche ieri ha voluto essere presente: «Vorrei solo giustizia»
«Mai nessuna richiesta di perdono»
Maria Pia, la mamma di Lucia
Bellucci, la 31enne
marchigiana uccisa in val
Rendena dall’ex fidanzato
Vittorio Ciccolini, ieri mattina
ha voluto essere presente
all’udienza in Tribunale a
Trento. Nell’attesa che
precede l’inizio del processo
il suo viso appare più volte
rigato dalle lacrime, perché
ogni ritorno a Trento acutizza
il dolore, mai sopito, per la
perdita della figlia. «La
signora mi ha chiamato, mi ha
detto che voleva essere
presente - racconta
l’avvocato Galli, che
rappresenta la famiglia
insieme a Giulia Bongiorno Una scelta sofferta, ma lei
questa volta ha voluto
esserci. È una donna forte, ma
molto provata. C’è una
cicatrice che non si è chiusa
e, pertanto, ogni volta è come
riaprire la ferita».
Al termine dell’udienza
davanti al giudice Carlo
Ancona, che ha accolto la
richiesta di rito abbreviato
formulata dai difensori di
Ciccolini, mamma Maria Pia
pronuncia solo poche parole.
«Mia figlia non tornerà mai
A sinistra
gli avvocati
Umberto
De Luca
e Cristiana
Ciurli, che
difendono
Ciccolini
A lato la
mamma di
Lucia Bellucci,
Maria Pia,
che ha voluto
essere presente
più», sottolinea. Nessun
commento sull’intenzione
dell’imputato di volere
risarcire la famiglia. «Io vorrei
solo giustizia, ma mi sa che
qui...». La frase si interrompe
così. La mamma della vittima
non aggiunge altro, ma dalle
parole dell’avvocato Galli, che
rappresenta la famiglia, è
chiaro che l’offerta di un
risarcimento di 200 mila euro
è suonata come uno schiaffo,
anche se - è inutile
sottolinearlo - non esiste cifra
in grado di ripagare il vuoto
lasciato da una figlia
orrendamente uccisa. «In
reati come questi - spiega
Galli - è difficile parlare di
somme e noi non siamo qui
per questo. Ma se si deve
pensare minimamente di
ragionare su questo aspetto,
200 mila euro non possono
essere il risarcimento a dei
genitori che hanno perso la
figlia a 31 anni».
La madre, inoltre,
rispondendo ad una domanda
dei cronisti, ha chiarito di non
essere mai stata contattata, in
questi mesi, dall’avvocato
Ciccolini: «Da lui non è mai
arrivata nessuna richiesta di
perdono».
morte della figlia di 31 anni», evidenzia il legale, specificando
che questo aspetto non è comunque mai interessato ai familiari. Ma è sulle implicazioni
giuridiche che ruotano attorno
alla partita risarcitoria che l’avvocato è durissimo. «Concedere le attenuanti generiche a Ciccolini perché ha offerto un risarcimento di 200 mila euro e
perché era incensurato, considerandole equivalenti alle aggravanti contestate, significa
che non c’è più rispetto per la
persona defunta e sarebbe un
segnale gravissimo per l’opinione pubblica. Io a questa ipotesi non voglio nemmeno pensare».
Durante l’udienza di gennaio,
come si ricorderà, il pubblico
ministero Maria Colpani aveva
infatti contestato a Ciccolini altre due aggravanti: oltre alla premeditazione (ci sono le lettere
inviate ai familiari di Lucia con
il riferimento ai «due omicidi» e
l’acquisto del coltello alcuni
giorni prima), ci sono anche i
motivi abbietti (lui l’avrebbe uccisa non per gelosia, ma per una
volontà di possesso) e la minorata difesa (Lucia venne uccisa
in una stradina isolata e la suoi
riflessi erano allentati dal vino
bevuto a cena). «A noi - prosegue - interessa la pena: Ciccolini si merita l’ergastolo, anche a
fronte di un rito abbreviato.
Quando c’è la contestazione di
un omicidio premeditato la pena è l’ergastolo con l’isolamento diurno: l’abbreviato consentirebbe di togliere solo l’isolamento diurno».
Inutile dire che la difesa di Ciccolini, che invece ha sempre negato la premeditazione, cercherà di contenere la pena: complice la scelta del rito abbreviato
(che implica uno sconto di un
terzo) e il bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, la condanna potrebbe oscillare tra 14
e 16 anni.
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IL DIIRIGENTE dott. Tommaso Sussarellu A4030797