Siamo tornate da Mungbere, nel nord della Repubblica Democratica del Congo, un altro di quei posti africani che ti rubano il cuore. Per chi non conosce questo progetto a Mungbere c’è l’Anoalite hospital, l’ospedale in cui è stato deciso di avviare un corso di formazione per 5 cytoscreeners oltre che locali provenienti da Goma, Beni, Manbasa e Kisangani. Il corso è stato strutturato prevalentemente con lezioni virtuali e con pochi interventi in loco. Nel 2013 è stata completata la formazione e l’attività di screening è partita in tutti i centri entro settembre Noi Siamo arrivate a Mungbere dopo oltre un anno di assenza di docenti in loco e dopo circa un anno dall’inizio dell’attività degli studenti nelle loro sedi. Tutti gli studenti si sono ritrovati all’ospedale di Mungbere portando con sé tutti i loro casi positivi e negativi. I ragazzi hanno illustrato la attività svolta e anche i problemi locali: la connessione, la sensibilizzazione della popolazione, i costi applicati al pap test, l follow up dei positivi, l’ approvvigionamento e i costi del materiale di consumo, la mancanza di un confronto con gli altri colleghi, essendo da soli nelle loro sedi. Solo a Mungbere ci sono due citolettori che hanno anche la possibilità della visione dei sospetti e positivi con il dottor Corbetta. Abbiamo cominciato con un test di ingresso teorico e pratico con spot test, con ottimi risultati per tutti gli studenti Abbiamo impostato un controllo di qualità che è consistito nella revisione di tutti i casi negativi pervenuti dalle sedi periferiche e parte dei negativi di mungbere. La rilettura è stata eseguita dai citotecnici e noi abbiamo fatto una rapid review su casi random già revisionati. Abbiamo rivisto insieme, con proiezione sullo schermo, tutti i casi positivi, già inviati o no in Italia, con discussione e diagnosi finale collegiale. Abbiamo proiettato e rivisto tutti i casi discordanti in seconda o terza lettura. Sono stati ripresi alcuni argomenti segnalati da loro con lezioni frontali. Abbiamo consegnato una chiavetta con lezioni in francese ad ognuno degli studenti. E’ stato iniziato un training per un giovane collega medico per seguire l’anatomia patologica nei suoi futuri sviluppi locali. Sono state rilevate delle criticità di cui in primo luogo la prevalenza di una sottostima delle lesioni di alto grado mentre la percentuale di casi considerabili come falsi positivi è risultata poco rilevante. Abbiamo lavorato soprattutto per migliorare l’identificazione delle lesioni di alto grado con un soddisfacente risultato finale. Altro problema di cui ci siamo occupate è stata la gestione del sistema sinapto che non era ancora in uso a Mungbere per problemi di configurazione. Insieme al dottor Corbetta siamo riusciti a metterlo in funzione assegnando i ruoli nelle rispettive sedi. Abbiamo istruito gli studenti all’utilizzo del sito, all’acquisizione e invio delle immagini con questo sistema, abbiamo configurato i loro computer per poter utilizzare il programma nelle loro sedi di lavoro. Recentemente il laboratorio di Mungbere ssi è dotato di una centralina di inclusione e di un microtomo. Nonostante la paraffina del Congo belga, che fonde a 75° abbiamo eseguito inclusione e taglio di alcuni blocchetti per iniziare gli studenti all’uso di queste attrezzature. E’ stata impostata la colorazione con ematossilina-eosina utilizzando una eosina in polvere un po’ più recente (ma non tanto) della paraffina. Attualmente è usata con buoni risultati nella colorazione di ago aspirati e nella citologia di apposizione, citologia che ci ha consentito, in non pochi casi una diagnosi definitiva. Abbiamo lavorato anche sul sistema di telepatologia. Il laboratorio di Mungbere possiede uno scanner ed il sistema scanscope funziona. Abbiamo scannerizzato, con ottimi risultati, prove di istologici e citologici da agoaspirazione. La qualità delle immagini è buona, rimane il problema della trasmissione. Il dottor Corbetta ha preso contatti con il provider ed è in attesa di proposte per migliorare la connessione. Il progetto ad oggi ha dimostrato di aver ottenuto buoni risultati per quanto riguarda l’apprendimento della lettura del pap test e complessivamente anche della realizzazione dei centri di prelievo e di lettura nelle varie sedi periferiche. La criticità è il controllo del follow-up per le pazienti positive e la mancanza della capacità, nella maggior parte delle sedi, di eseguire interventi conservativi. Altro problema è la presenza di un unico lettore nei vari ospedali con impossibilità di confronto, date le grandi distanze e la mancanza di strade di comunicazione. Come possibile sviluppo è stata infatti discussa con il dottor Corbetta e gli studenti la possibilità di cominciare ad istruire un nuovo gruppo di tecnici che possano affiancare quelli già formati. Gli studenti hanno anche espresso il desiderio e l’esigenza di potersi ritrovare insieme, con cadenza semestrale/annuale, per aggiornamento e confronto. C’è inoltre la necessità di un controllo e di una standardizzazione del follow-up delle pazienti positive e della formazione del secondo livello di diagnosi e cura. In quest’ultimo aspetto potrebbe essere coinvolto il medico in formazione anche ipotizzando una sua venuta in Italia. Tutti questi spunti meriteranno in approfondimento ed una discussione con il capo progetto italiano ed i responsabili locali nei giorni a venire. Laura Viberti e Daniela Fenocchio
© Copyright 2024 Paperzz