Modello di diffusione chemiosmotica-polare di IAA

Modello di diffusione chemiosmotica-polare di IAA
L’ambiente della parete cellulare è mantenuto
acido (pH 5) per attività della pompa protonica. A
questo valore di pH circa il 25% dell’auxina (pka
= 4,75) è presente in forma indissociata. Questa
forma non può diffondere attraverso la
membrana. La forma principale di auxina, IAAH
(lipofilo), entra passivamente nella cellula e al pH
neutro del citosol si dissocia in IAA-. IAA- diffonde
nella cellula sino alla porzione basale dove sono
localizzati dei trasportatori specifici dell’anione.
Sono tali trasportatori a determinare la
direzionalità del trasporto, definito “polare” (apice
 base).
Questo modello è stato validato in diverse piante.
Il trasporto polare di IAA è mediato da differenti carriers
I carriers di uscita (efflux)
PIN determinano l’uscita di
auxina fuori dalla cellula.
ABCB
ABCB
I carriers
di entrata
(influx;
cotrasporto)
AUX1/LAX
mediano
l’ingresso di IAA- nel
citoplasma. IAAH invece
diffonde passivamente.
LAX = Like AUX1
Trasporto polare
di auxina da
cellula a cellula.
ABCB
I
trasportatori
ABCB
contribuiscono al trasporto
di auxina in modi differenti.
(Essi sono stati in precedenza denominati
proteine MDR o PGP).
Le proteine AUX1/LAX facilitano l’ingresso di auxina
Nei
mutanti
aux1
l’assorbimento di IAA è
alterato
DAG = Days After Germination (giorni dopo la
germinazione)
Le proteine ABCB sono importanti per il trasporto di auxina
Le proteine PIN sono sono trasportatori in uscita dell’auxina
L’espulsione polare di IAA- è dovuta alla specifica localizzazione di trasportatori di uscita alla base delle
cellule parenchimatiche.
PIN1 è localizzata nella
parte basale delle cellule
parenchimatiche corticali
della radice.
PIN1 è responsabile per
l’efflusso di auxina
dall’apice caulinare a
quello radicale.
PIN, dalla forma a spillo
(ingl. pin) dell’infiorescenza
del mutante pin1 di
Arabidopsis.
I trasportatori PIN dirigono l’uscita di auxina nei vari tessuti e
sono essenziali per lo sviluppo delle piante
Il trasporto polare di auxina è essenziale per lo
sviluppo della polarità radice-fusto della pianta:
il trattamento con inibitori del trasporto di auxina
porta a gravi anomalie nello sviluppo e alla
perdita dell’accrescimento polare nell’apice del
fusto e della radice.
Differenti membri della famiglia PIN (1, 2, 3, 4 e
7) sono coinvolti nel trasporto polare di auxina
in vari tessuti. PIN1 è il più studiato ed appare
coinvolto e necessario per tutti gli aspetti di
sviluppo e organogenesi delle piante.
Modello aggiornato di trasporto polare dell’auxina
L’uscita di IAA- nell’apoplasto è mediata dalle proteine PIN, localizzate alla base delle cellule, che agiscono
in modo sinergico con le proteine ABCB (P-glicoproteine ATP-dipendenti, carriers di uscita di IAA-),
mantenendo il trasporto direzionale o polare di auxina ed impedendo il riassorbimento dell’auxina espulsa.
IAA-
and IAAH by
Conclusioni sul trasporto di auxina
Il trasporto di auxina appare fondamentale per processi come il fototropismo, il gravitropismo, la formazione
dell’embrione e l’organogenesi. Sono stati identificati diversi tipi di trasportatori di auxina, mentre sono ancora in fase di
studio i fattori che controllano la loro posizione e la loro attività. Arabidopsis possiede 6 proteine AUX1/LAX, 21 proteine
ABCB e 8 proteine PIN.
Non siamo ancora in grado di capire la complessità del trasporto auxinico!
È riportato in figura un possibile modello di trasporto auxinico. La proteina AUX1/LAX regolerebbe l’assunzione di auxina
nella cellula, mentre le proteine PIN1 e ABCB l’uscita direzionale (polare) di auxina. Tutte queste proteine sono
localizzate nel plasmalemma. All’interno della cellula l’auxina si trova soprattutto nel citoplasma e nell’ER. Le proteine
PIN5, PIN6 e PIN8 regolerebbero il trasporto di auxina attraverso la membrana dello ER.
Vie di trasduzione dell’auxina
Percezione e signaling
Gli effetti dell’auxina sono mediati da almeno due tipi di recettori
ABP1 (Auxin Binding Protein) è un recettore proteico localizzato sulle membrane (plasmalemma e RE), il
cui legame con IAA determina l’attivazione della pompa protonica di membrana. La pompa protonica
estrude protoni nello spazio infraparete indebolendo i legami della matrice.
TIR1 è una proteina F-box solubile facente parte del complesso SCFTIR1. In generale i complessi SCF
catalizzano il legame covalente dell’ubiquitina a proteine che sono così “segnalate” per la proteolisi.
Percezione
(recettore)
ABP1
Percezione
(recettore)
SCFTIR1
IAA
ABP1 media le risposte rapide al segnale auxinico a livello del plasmalemma
La percezione di auxina sul lato esterno della membrana plasmatica da parte di ABP1,
inizia una serie di segnali che portano a: attivazione della pompa protonica, acidificazione
della parete e suo “allentamento”
Cambiamenti nell’espressione genica indotti dall’auxina
e mediati da SCFTIR1
In presenza di auxina, il recettore auxinico TIR1 lega l’ormone e quindi la proteina AUX/IAA (repressore
della trascrizione genica).
Assenza di Auxina
Presenza di Auxina
AUX/IAA
TIR1
I complessi SCFTIR1 legano l’ubiquitina a proteine bersaglio che saranno poi
degradate
Ubiquitina
Bersaglio
F-box TIR1
Bersaglio
SKP1
CUL1
TIR1 è un recettore solubile F-box; il termine TIR1 deriva
dal mutante di Arabidopsis (Transport Inhibitor Resistant 1
insensibile a NPA e TIBA).
La proteina F-box riconosce e lega la
proteina bersaglio. Il complesso lega
quindi l’ubiquitina alla proteina bersaglio,
che viene “segnalata” per la proteolisi
specifica.
Il complesso SCF ubiquitina ligasi è
così chiamato dalle iniziali delle tre
subunità che lo costituiscono: SKP1,
CUL1 e F-box
TIR1 necessita di auxina per legare la proteina bersaglio
L’auxina agisce come
una “colla” poiché
mantiene
insieme
TIR1 e la proteina
bersaglio.
Auxina
Bersaglio
Quali sono le proteine bersaglio di SCFTIR1?
Auxina
AUX/IAA
(Bersaglio)
I
II
III
IV
AUX/IAA
Sono le proteine AUX/IAA, piccole proteine nucleari a breve vita,
che agiscono da repressori della risposta auxinica.
Dominio II = “degrone”, necessario per l’instabilità indotta da IAA
Le proteine AUX/IAA reprimono l’attività delle proteine
ARFs (Auxin Response Factors)
ARF e AUX/IAA presentano a livello delle
loro regioni C-terminali delle sequenze
simili (III e IV cerchiate) tramite le quali
possono legarsi formando un eterodimero
col risultato che il fattore di trascrizione è
inattivo. ARF è attivo solo se si combina
con un altro ARF (vedi figura sotto).
ARF
DNA-binding Activation /
domain
repression
domain
AUX/IAA
I
II
III
III
IV
IV
ARF:ARF omodimero attivo
ARF:AUX/IAA eterodimero inattivo
ARFs legano gli elementi di risposta auxinica (AuxRE, Auxin
Responsive Elements) dei promotori dei geni indotti
dall’ormone; possono funzionare sia da attivatori ch
repressori genici
Modello riassuntivo dei cambiamenti nell’espressione genica indotti
dal legame di IAA con SCFTIR1
AuxRE
Effetti fisiologici dell’auxina
AUXINA IN AZIONE!
Promuove l’iniziazione degli organi
laterali a livello del meristema apicale
del germoglio
Risposte alla luce
Allungamento cellulare
Controlla lo sviluppo del
sistema vascolare e il
patterning
Mantiene le cellule
staminali del
meristema apicale
radicale
Risposte nella simbiosi - formazione
noduli radicali
Risposte ai patogeni
Inibisce la
ramificazione
del fusto
Integra vie di segnalazione
della crescita
Promuove la
ramificazione
delle radici
Risposte legate alla
dstribuzione dei nutrienti e
alla loro abbondanza
L’auxina stimola la crescita per distensione
E’ accompagnata da un grande aumento del volume del vacuolo e un aumento modesto o nullo della
massa citoplasmatica; aumenta l’area superficiale del plasmalemma e quella della parete cellulare.
L’auxina promuove la crescita per distensione
di fusti e coleottili escissi
La figura mostra la crescita indotta in tempi lunghi su sezioni di
coleottile da IAA in assenza ed in presenza di saccarosio (osmolita
che viene assorbito ed eleva il turgore cellulare). L’inserto mostra
invece la crescita indotta da IAA in tempi brevi e la presenza di un
intervallo (lag phase) di 15 minuti prima che il coleottile si accresca.
Relazione tra dose e risposta nella distensione indotta da IAA
in fusti e coleottili
La crescita aumenta sino a
[IAA] di circa 10-5 M.
Concentrazioni maggiori invece
inibiscono la crescita che
diminuisce al di sotto del livello
di controllo. Probabilmente a
causa della sintesi di etilene.
Risposte iniziale e prolungata della crescita IAA-indotta in avena e soia
= lag time
= fase iniziale della crescita
= fase prolungata della crescita
RISPOSTA INIZIALE
1. Lag di10-12 minuti
2. Crescita (5-10x) proporzionale al logaritmo della concentrazione di IAA;
3. Richiede sintesi di ATP, pompa protonica, sintesi di proteine, elevato turgore cellulare ma non sono necessari zuccheri
o osmoliti nel mezzo di incubazione
4. La crescita è indotta anche dal pH acido
RISPOSTA PROLUNGATA
1. Ha durata di alcune ore
2. Richiede IAA, l’estrusione di protoni nell’apoplasto e osmoliti nel mezzo
3. La crescita della parete dipende dalla sintesi di nuovo materiale
4. La crescita non è indotta dal pH
Relazione tra crescita auxina-indotta ed estrusione di protoni
Efflusso di protoni (nmoli/sec)
efflusso di protoni
crescita
Tempo (minuti)
Segmenti di coleottile di mais erano trattati con IAA al tempo indicato dalla freccia ed i successivi
cambiamenti nella crescita e nel rilascio di protoni erano determinati e posti in grafico in funzione del
tempo.
Acid growth theory
Sulla base dei dati sperimentali riportati in precedenza e confermati su molte altre specie di
piante è stata formulata la teoria della crescita acida:
IAA

Secrezione di H+ (mediata dalla pompa protonica di membrana)

Rottura dei legami nella matrice della parete (legami acido labili o rotti enzimaticamente)

Allentamento della parete

Aumento del volume cellulare
L’allentamento della parete IAA-indotto è mediato dalle espansine
A
B
E
C
Le espansine catalizzano, a pH acido,
l’allentamento della parete per
indebolimento dei legami ad H tra i
polisaccaridi.
D
Le espansine sono proteine di parete. Nell’esperimento A si preleva un pezzo di plantula, si congela e scongela per
uccidere le cellule e la cuticola superficiale è abrasa per facilitare lo scambio con la soluzione in cui sarà immerso il
pezzo di organo. In B il pezzo è scaldato per denaturare le proteine di parete. Un altro pezzo di plantula è omogenizzato
purificando le pareti; da esse sono estratte le proteine di parete (espansine). Al pezzo ottenuto in B sono aggiunte tali
proteine D. In E la parete è legata allo strumento che ne misura l’estensibilità. La parete scaldata ha perso la capacità ad
estendersi, ma la riacquista con l’aggiunta di espansine.
L’auxina attiva le ATPasi già presenti o induce la sintesi di nuove ATPasi?
Degradazione
L’auxina agirebbe con entrambe le modalità di azione, poiché esistono prove sperimentali a favore sia di un’azione che
dell’altra. E’ quindi possibile che IAA agisca sia attivando le ATPasi pre-esistenti che inducendo la sintesi di nuove
molecole di ATPasi che sarebbero inserite nel plasmalemma. In dettaglio: 1) IAA attiva geni rispondenti all’ormone
favorendo la trascrizione del gene dell’H+-ATPasi; 2) ABP1, recettore auxinico sul RE, legando l’ormone aumenterebbe il
traffico di enzima verso il plasmalemma; 3) ABP1, presente sulla membrana delle vescicole, legandosi ad IAA
favorirebbe l’inserimento dell’H+-ATPasi sul plasmalemma e la sua stabilizzazione.
Il modello di Cholodny-Went per il fototropismo
Il modello di Cholodny-Went (1920) ipotizza che la percezione di uno stimolo luminoso direzionale
provochi il trasporto laterale di auxina, causando la crescita differenziata.
L’aumento dei livelli di auxina induce la
maggiore distensione delle cellule del lato
in ombra causando l’incurvamento verso
la luce.
IAA si accumula sul lato in
ombra di ipocotili di Brassica
oleracea
sottoposti
ad
illuminazione laterale.
DR5::GUS
Cell length
Auxin
concentration
La trascrizione del promotore sintetico DR5
indotta da auxina è alta sul lato in ombra di
ipocotili di Arabidopsis stimolati dalla luce. Il
trattamento con NPA blocca la curvatura
fototropica.
Il trasporto unilaterale di auxina coinvolgerebbe
il blocco del sistema di trasporto polare di IAA
(inibizione/destabilizzazione di ABCB19 e PIN1),
mentre sarebbe favorito il trasporto laterale
mediato da PIN3, che a sua volta sarebbe
rilocalizzata.
Conclusione: in risposta ad uno stimolo unidirezionale di luce l’auxina, prodotta dall’apice, si muove sul lato in ombra
andando a stimolare maggiormente la crescita per distensione delle cellule di tale lato e producendo la curvatura.
Le fototropine sono i recettori del fototropismo
Esperimenti su mutanti di Arabidopsis non rispondenti all’illuminazione unilaterale, hanno evidenziato una
mutazione del gene phot1 codificante per una proteina detta fototropina. La fototropina è una
serina/treonina chinasi di membrana con PM 116 kDa. La proteina presenta attività chinasica nella
porzione COOH-terminale, mentre in quella NH2-terminale possiede i siti di legame al flavin
mononucleotide (FMN). A seguito dell’illuminazione con luce blu assorbita dal FMN la fototropina si
autofosforila.
L’autofosforilazione porta al distacco della fototropina dal plasmalemma e alla sua interazione con i
trasportatori di auxina. È stato dimostrato in coleottili che a seguito della illuminazione unilaterale si forma
un gradiente di autofosforilazione della fototropina che sarebbe responsabile del movimento laterale di
auxina.
Gravitropismo in plantule di mais (Zea mays)
curvatura della radice e del coleottile
Le plantule erano poste in posizione orizzontale per tre ore:
notare che il coleottile mostra gravitropismo negativo (-) mentre la
radice mostra gravitropismo positivo (+).
Il modello di Cholodny-Went per gravitropismo
In (A) è mostrato un apice di coleottile posto orizzontalmente e adagiato su di un blocchetto di agar. Il
blocchetto viene diviso in due parti, la metà inferiore è posta sul moncone di un coleottile (B) dove
determina una grande curvatura, mentre la metà superiore (B) viene posta sul moncone di un altro
coleottile dove causa una lieve curvatura.
Conclusione: l’auxina è trasportata lateralmente nell’apice del coleottile posto orizzontale e quindi si
accumula nella metà inferiore; sarà proprio quest’ultima a determinare il maggiore incurvamento del
coleottile.
L’accumulo di auxina sul lato inferiore della radice ne causa la curvatura
+NPA
Espressione del promotore DR5::GUS in radici disposte verticalmente (A) ed in radici disposte orizzontalmente per 6 ore
e poi disposte verticalmente (B); (C) come in (B) ma in presenza dell’inibitore del trasporto auxinico NPA.
L’aumento della concentrazione
di auxina nel lato inferiore della
radice crea una concentrazione
sovraottimale ed inibisce la
distensione causando la
curvatura verso il basso della
radice.
La percezione della gravità nella radice è dovuta alla cuffia
Radice di controllo in
verticale
Radice di controllo in
orizzontale
Esperimenti di microchirurgia in cui è rimossa del tutto o in parte la cuffia.
(A) La radice è mantenuta in posizione verticale. Se la cuffia è rimossa del tutto la radice non cambia direzione di
crescita; se la cuffia è rimossa in parte la radice si incurva. (B) La radice è mantenuta in posizione orizzontale. Se la
cuffia è rimossa è annullata la risposta gravitropica.
Conclusioni: la cuffia è responsabile della percezione gravitropica. La rimozione di metà della cuffia indica chiaramente
che la cuffia produce un inibitore della crescita in quanto la parte privata di cuffia si accresce di più.
Cosa accade durante la percezione della gravità
A
B
A. Quando la radice è orientata in verticale gli statoliti si
ridistribuiscono su tutto l’ER, esercitando una pressione
uniforme sul reticolo.
B. Quando la radice è orientata orizzontalmente la pressione
esercitata sull’ER dagli statoliti appartenenti agli statociti dei
due lati della radice è diseguale.
Il modello amido-statolite descritto è avvalorato da molte ricerche. Tuttavia mutanti mancanti di amido nella columella
sono ancora in grado, sebbene più lentamente, di percepire la gravità. Pertanto l’amido è richiesto nella columella per
una normale risposta gravitropica, ma devono anche esistere altri modi di percepire la gravità. Si suppone che organuli
come il nucleo, essendo abbastanza densi, possano vicariare in parte gli statoliti.
La crescita geotropica della radice causa variazione di pH nell’apoplasto
Microsfere di Sephadex® erano poste ad intervalli regolari sulla
superficie dell’apice radicale di una plantula di mais fissata
orizzontalmente (A). Questi intervalli diventavano sempre più ampi
sul lato in cui avveniva la maggiore crescita per distensione dovuta
alla curvatura geotropica (B, C). Bagnando le sferette di
Sephadex® con un indicatore di pH, si mostrava acidificazione,
dovuta all’efflusso di protoni, durante la curvatura geotropica.
Se un colorante sensibile al pH era somministrato a plantule di Arabidopsis sottoposte a stimolo gravitropico le cellule
della columella mostravano rapida alcalinizzazione del pH intracellulare (7.2  7.6) e rapida acidificazione del pH
dell’apolasto (5.5  4.5).
Le conclusioni sono che l’attivazione della pompa protonica del plasmalemma è uno degli eventi iniziali della
percezione della gravità. Altri esperimenti indicano anche la variazione nella distribuzione del calcio intracellulare dopo
la gravistimolazione.
Ridistribuzione laterale dell’auxina
Lato inferiore
Apice radicale di plantula di Arabidopsis trasformata col costrutto
gene reporter DR5::GFP. In (B) la radice, prima della
gravistimolazione, mostra fluorescenza verde diffusa a tutto l’apice e
alla cuffia (columella). In (C) la radice, dopo 3 ore dalla
gravistimolazione, mostra fluorescenza sul lato inferiore (freccia).
PIN3 cambia polarità in risposta al cambiamento nel vettore gravitazionale
Verticale
Orizzontale
PIN3
è
responsabile
del
riorientamento laterale dell’auxina
durante il gravitropismo della
radice (ma anche nel fototropismo
del fusto, vedi prima).
Il modello attuale sul gravitropismo della radice
Effetti dell’auxina sullo sviluppo
L’auxina è un ormone indispensabile per le piante
Regola la distensione delle cellule, è
un morfogeno, è un fattore
scatenante lo sviluppo, è un
regolatore della trascrizione...
L’auxina influenza tutti gli stadi del ciclo vitale di una pianta dalla
germinazione alla senescenza
L’auxina, attraverso il trasporto polare, determina lo sviluppo
del fusto e della radice. La polarità di trasporto dell’ormone si
realizza a partire dallo sviluppo dell’embrione e continua per
tutto lo sviluppo della pianta.
Pertanto l’auxina può agire come:
1. morfogeno durante l’embriogenesi
2. formazione di pattern nello sviluppo
3. fattore scatenante eventi di sviluppo
*morfogeno è un “segnale mobile” che agisce attraverso un gradiente di concentrazione. Un esempio di morfogeno nel mondo
animale è lo Shh prodotto durante l’embriogenesi del pollo che diffonde secondo un gradiente dal sito di produzione per
andare a determinare lo sviluppo dell’ala.
L’auxina è un morfogeno nell’embriogenesi
Durante l’embriogenesi di Arabidopsis il gradiente di auxina formatosi è necessario per la formazione
della radice. Pertanto la distribuzione delle proteine PIN contribuisce a creare i pattern mediati
dall’auxina. Tra le altre cose, le PIN specificano la localizzazione dei massimi di auxina per la definizione
dei pattern embrionali.
.
L’auxina è un morfogeno per lo sviluppo della radice
Infatti se si interferisce con la biosintesi di auxina (mutanti yucca) o col meccanismo di signalling
(mutanti arf) o col meccanismo di trasporto (mutanti pin) dell’ormone si ottiene una crescita disturbata
con un fenotipo privo di radici.
Wild-type
yucca 1,4, 10,11
pin 1,3,4,7
Tutti i mutanti *yucca1,4,10,11, **arf5/mp e
***pin1,3,4,7 sono privi di radici.
*yucca
mutanti per una monossigenasi flavinica che catalizza la conversione di IPA in IAA. Tutti questi mutanti mostrano iperattivazione dei geni
appartenenti alla famiglia YUCCA col risultato che presentano aumentati livelli di auxina endogena.
**arf5/mp mutanti per il fattore di trascrizione ARF, che per poter attivare i geni di risposta all’auxina, si deve legare ad AuxRE sotto forma di dimero.
Tali mutanti sono incapaci a formare tale dimero.
***pin mutanti incapaci a produrre le proteine PIN essenziali per il trasporto polare e laterale dell’auxina.
L’auxina è un morfogeno nella differenziazione dello xilema
Floema
Cambio
cribro
vascolare Xilema
In questa ricerca, effettuata nel
1966, per la prima volta fu
dimostrato che l’auxina agisce
come morfogeno. L’auxina
forma un gradiente di
concentrazione
diretto
internamente dal cambio cribro
vascolare verso il floema ed
esternamente verso lo xilema
che si stanno sviluppando.
L’auxina agisce anche come morfogeno a livello dell’apice radicale
Livello di auxina
Le cellule distanti dall’apice
(zona di distensione), soggette
ad un basso livello di auxina, si
distendono e differenziano.
Le cellule vicine all’apice
sono soggette ad un livello
intermedio di auxina e si
dividono spesso.
Le cellule del centro quiescente,
soggette ai più alti livelli di
auxina, non si dividono (restano
“quiescenti” a meno che non
venga danneggiato l’apice).
Centro quiescente
L’auxina agisce anche come agente scatenante
dando inizio ad eventi di sviluppo
La localizzazione di una concentrazione massima (o minima) di auxina
in un tessuto vegetale è sufficiente a causare l’inizio di eventi di
sviluppo. Nella figura sono indicate in rosso le cellule “triggered” a
differenziarsi da elevati livelli di auxina.
L’auxina scatena nell’apice lo sviluppo del fiore
Lo sviluppo dei meristemi fiorali dipende dall’auxina trasportata dai tessuti situati sotto l’apice
caulinare. Infatti i mutanti pin1 di Arabidopsis non riescono a formare fiori. Applicando una
goccia di auxina in pasta di lanolina (in rosso) si realizza nei mutanti pin1 la formazione dei
fiori.
Heisler et al., 2005),
Una determinata concentrazione di auxina determina il punto preciso dove si
formerà il primordio di una foglia
L’auxina trasportata nell’apice caulinare regola l’avvio
della formazione di foglie ed anche la fillotassi, ossia il
pattern di emergenza delle foglie dall’asse del fusto.
In questo studio è stata seguita l’espressione e
l’orientamento di PIN nell’apice caulinare di piante
transgeniche esprimenti PIN1::PIN1-GFP. La formazione
dei primordi fogliari era preceduta da cambiamenti nella
distribuzione di PIN1, che determinavano l’aumento
locale della concentrazione di auxina necessario a
scatenare la formazione dei primordi.
L'auxina promuove la formazione di radici laterali
A sinistra, sezione trasversale di radice con due radici
laterali in sviluppo.
Al centro, modalità di sviluppo di una radice laterale.
A destra, l’elevata sintesi di auxina all’interno del periciclo
(anche in una cellula) è sufficiente ad iniziare la
formazione della radice laterale.
La biosintesi di auxina
all’interno
di
una
singola cellula del
periciclo
monitorata
con DR5::GUS.
Elevate concentrazioni di auxina promuovono la formazione di radici avventizie
A. Il picciolo di foglie di Ilex opaca è stato immerso per 17 ore in
una soluzione di acido indolbutirrico (IBA; 0,01%). Le foglie sono
state successivamente poste in sabbia umida dove hanno
radicato. B. Le foglie controllo non sono state trattate con IBA e
non mostrano radicazione. In orticoltura le talee sono trattate
con auxina per promuovere la radicazione.
Radici avventizie (freccia) che crescono
naturalmente alla base del fusto di una pianta
di mais.
Una concentrazione minima di auxina è necessaria in Arabidopsis per la
dispersione dei semi (1)
valva
margine
della valva
DR5::GFP
In Arabidopsis, la dispersione dei
semi richiede che il frutto (siliqua)
si apra a seguito della separazione
delle cellule situate ai margini delle
due valve.
colorazione con fluoroglucinolo
La separazione cellulare è preceduta da
un minimo locale di auxina (frecce bianche
al centro), seguito dalla lignificazione delle
cellule (frecce grigie a destra).
Una concentrazione minima di auxina è necessaria in Arabidopsis per la
dispersione dei semi (2)
Wild-type
indehiscent2
Nel mutante indehiscent2, non si forma il minimo di auxina.
Quindi non avviene la separazione delle cellule situate ai
margini delle due valve.
Reprinted by permission from Macmillan Publishers, Ltd. Sorefan, K. et al. (2009) A regulated auxin minimum is required for seed dispersal in Arabidopsis. Nature 459: 583-586.
La dominanza apicale: il vecchio modello
La dominanza apicale è causata dal
movimento dell’auxina dall’apice verso il
basso (1). La rimozione dell’apice consente
ad una gemma situata in posizione inferiore
di germogliare (2). Ciò non accade se l’apice
rimosso viene sostituito da un blocchetto di
agar contenente IAA (3).
Infine se sotto l’apice e intorno al fusticino si
applicava della pasta di lanolina a forma di
anello contenente TIBA, si rimuoveva la
dominanza apicale (non mostrato in figura).
Il modello dell’inibizione diretta proposto da Thimann e Skoog si basa sull’ipotesi che è l’auxina prodotta dalla gemma
apicale e trasportata alle gemme laterali ad inibire la crescita di queste ultime che sarebbero maggiormente sensibili del
fusto alla concentrazione di auxina. Pertanto, se il modello fosse corretto, dopo la decapitazione dell’apice dovrebbe
diminuire la concentrazione di auxina nelle gemme ascellari. Invece avviene il contrario.
La dominanza apicale: il nuovo modello
Si è fatta strada un altro modello che non implica l’aumento diretto della concentrazione dell’ormone nelle gemme
laterali. In altre parole l’auxina non entrerebbe in tali gemme ma agirebbe da lontano e precisamente dallo xilema del
fusto. A queste conclusione si è giunti col mutante axr1 di Arabidopsis il quale presenta una ramificazione esagerata,
perdita della dominanza apicale ed incapacità a rispondere all’auxina.
Il mutante axr1 manca della proteina AXR1 (membro della famiglia AUX/IAA) necessaria durante il signaling
dell’auxina per attivare l’ubiquitina. Se il mutante era trasformato facendo esprimere il gene axr1 wild type soltanto
nelle cellule dei tessuti del fusto, si recuperava del tutto la dominanza apicale.
Espressione nel floema
Espressione nello xilema
P = floema; X = xilema; C = corteccia;
T = midollo; I = area interfasciale;
Xp = parenchima del legno; Xv = vasi
xilematici.
L’espressione di AXR1 nello xilema e nello
sclerenchima interfascicolare, restaurava la
ramificazione del mutante ai livelli del wild
type, mentre l’espressione nel floema non
dava recupero
L’auxina promuove lo sviluppo dei frutti
La formazione della fragola (falso frutto) è regolata dalla liberazione di auxina dai semi, contenuti negli acheni. Se
gli acheni sono rimossi il falso frutto non si sviluppa (B). Se tale fragola sarà spruzzata con auxina, il frutto si
svilupperà quasi normalmente (C).
In orticoltura le auxine sintetiche, se spruzzate sui fiori non ancora impollinati, servono per produrre frutti senza
semi (partenocarpia) soprattutto in piante appartenenti alle famiglie delle Solanaceae (pomodoro e peperone) e
Cucurbitaceae (cetriolo e zucchino) e nel genere Citrus.