Anno XXII n° 5 - settembre-ottobre 2014 NOTIZIE Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50 LIQUIDAZIONE PRIMAVERILE: PRIMAVERILE: LIQUIDAZIONE NOTE POSITIVE POSITIVE PER PER IL IL BIOLOGICOE BIOLOGICOE E E II SOLARELLI SOLARELLI NOTE APOFRUIT IN IN PRIMA PRIMA LINEA LINEA APOFRUIT ALLE PRINCIPALI PRINCIPALI FIERE FIERE ORTOFRUTTICOLE ORTOFRUTTICOLE ALLE TREND IN IN CRESCITA CRESCITA TREND PER IL IL POMODORO POMODORO DA DA INDUSTRIA INDUSTRIA PER SOMMARIO Apofruit ha liquidato ai soci le produzioni primaverlili 3-5 Trend in crescita per il pomodoro da industria 6 Apofruit in prima linea alle fiere ortofrutticole mondiali 7 3 PAGINE TECNICHE: Bilancio fitosanitario della campagna primaverile/estiva 8-11 DALL’EMILIA Asparago: un prodotto dalle grandi potenzialità 12 7 DAL METAPONTO Candonga: buona annata per l’eccellenza del Metaponto 13 8 DALLA SICILIA Comparto orticolo ragusano: le scommesse vincenti di Apofruit 14 DAL LAZIO Kiwi: prima raccolta della varietà a polpa gialla G3 15 14 BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editore: Prima Comunicazione - Cesena (in corso di variazione) APOFRUIT NOTIZIE 3 APOFRUIT HA LIQUIDATO AI SOCI LE PRODUZIONI PRIMAVERILI La campagna 2014 ha visto un aumento dei volumi e un leggero calo del valore della produzione. Le note positive della campagna arrivano dal comparto biologico, che continua a crescere, e dal prodotto di qualità commercializzato con il marchio Solarelli L uci e ombre sul bilancio della campagna primaverile 2014 per i soci di Apofruit Italia, che hanno conferito alla cooperativa un volume maggiore di prodotto (+11,8%), per un valore della produzione che tuttavia è risultato in leggera flessione (-1,8%). Il prodotto principe di questa campagna sono le fragole, con la produzione della Basilicata, la più importante in termini di volume, e la produzione della Romagna. L’altro prodotto primaverile su cui la cooperativa punta molto è l’asparago, che vede nel territorio di Altedo una zona particolarmente vocata. A completare la gamma primaverile la produzione orticola di serra proveniente principalmente dal territorio siciliano. “Abbiamo ritirato 60.784 quintali di prodotto, per un valore della produzione di 7 milioni 818 mila euro esordisce Mirco Zanotti, presidente di Apofruit - La campagna è stata caratterizzata in generale da andamenti molto diversi a seconda dei vari territori di produzione, dovuti principalmente al clima, con una primavera anticipata e allungata”. “L’anticipo che ha caratterizzato tutte le produzioni ha portato benefici principalmente all’asparago prodotto nei territori a nord - gli fa eco Ilenio Bastoni, direttore generale e commerciale della cooperativa Al contrario, per la fragola l’anticipo di campagna ha giocato favorevolmente sull’andamento del mercato del prodotto del Metaponto, determinando invece risultati non soddisfacenti per il prodotto della Romagna. Ma andiamo a vedere nel dettaglio l’andamento del mercato per ogni produzione”. FRAGOLE Il 65% della produzione primaverile di Apofruit è rappresentato dalla fragola: la produzione si suddivide fra due aree, la Basilicata (con 25.600 quintali di varietà Candonga, ritirata nel magazzino di Scanzano e commercializzata con il marchio Solarelli) e la Romagna (con 11.400 quintali, di cui 1.600 quintali di prodotto biologico). Questo comparto ha visto risultati positivi per il prodotto del Metaponto con una media per la prima categoria di 1,75 euro al Kg per tutto il prodotto conferito da febbraio a giugno. La fragola Candonga, già eccellente nelle sue caratteristiche organolettiche e ampiamente apprezzata dai consumatori, ha avuto un mercato molto dinamico: le temperature gradevoli a inizio campagna hanno infatti favorito i con- 4 APOFRUIT NOTIZIE sumi. “La Candonga è un prodotto distribuito principalmente nei mercati generali, ma è in aumento negli ultimi anni la quota destinata alla Gdo - sottolinea Bastoni - La fragola Candonga è una varietà che garantisce standard qualitativi elevati e omogenei, a cui è stato possibile abbinare politiche commerciali di valorizzazione del prodotto, distribuito nella quasi totalità con il marchio Solarelli, che ha registrato un aumento di volumi del 10%”. La campagna della fragola della Romagna non ha avuto gli stessi esiti positivi, a pesare negativamente sui risultati economici ottenuti dai produttori sono stati l’andamento climatico avverso che ha inciso negativamente sui consumi e la sovrapposizione fra le diverse aree di produzione. La primavera precoce ha infatti portato un forte anticipo, circa due settimane rispetto alla normalità, anche nelle produzioni dei Paesi del centro-nord Europa, determinando così quotazioni base fin da inizio campagna. Inoltre l’anticipo delle produzioni su questi Paesi, che rappresentano la destinazione di circa il 70% delle fragole prodotte dai soci Apofruit in Romagna, ha portato quest’anno la cooperativa ad aumentare la quota destinata alla Gdo Italiana. La media di liquidazione è stata di 1,30 euro al kg in coltura protetta e 1,08 in pieno campo. “I risultati economici non sono stati soddisfacenti per i produttori della Romagna, tuttavia va comunque sottolineato che, facendo un confronto con l’andamento generale del mercato, i nostri soci hanno comunque ottenuto valori competitivi - continua il direttore di Apofruit - Va inoltre aggiunto che, a dispetto dell’annata non positiva, il comparto biologico continua a dare risultati molto soddisfacenti: le fragole bio sono state liquidate ai soci con un prezzo di 2,15 euro al kg. Guardando al futuro è necessario, nell’areale romagnolo, diminuire il numero di varietà coltivate per uniformare la produzione e al contempo sostituire le varietà che non garantiscono più elevati standard qualitativi e di conseguenza non sono remunerative per i produttori”. “La fragola resta un prodotto strategico per Apofruit - conclude il presidente della cooperativa, Mirco Zanotti - Con il prodotto della Campania (7 mila tonnellate di fragola Sabrina conferite dalla cooperativa Sole di Caserta) ci confermiamo anche quest’anno come azienda leader a livello italiano su questo comparto. Per il futuro dobbiamo guardare in due direzioni. A Sud andremo il prossimo anno a raddoppiare i quantitativi di fragole Candonga grazie anche all’entrata di nuovi soci nella nostra compagine. Mentre per quel che riguarda il prodotto della Romagna, si procede nella ricerca e nel rinnovamento varietale verso varietà in grado di garantire una campagna remunerativa per i nostri soci”. ASPARAGI Su questo comparto quest’anno si è registrato un generale anticipo delle produzioni che, unitamente a un andamento climatico favorevole, ha determinato un calendario di raccolta più lungo e quindi una crescita dei quantitativi ritirati dalla cooperativa. La prima parte della campagna è stata caratterizzata da un aumento dei volumi in tutte le zone di produzione, anche quelle concorrenti, con una concentrazione dell’offerta che ha determinato condizioni di mercato meno favorevoli. Queste condizioni hanno portato a quotazioni di mercato più basse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma comunque ad un buon risultato finale: l’asparago della Puglia è stato liquidato a una media di 2,58 euro per la APOFRUIT NOTIZIE categoria extra e 2,07 euro per la prima categoria; l’asparago del Lazio a una media di 2,09 euro per la categoria extra e 1,88 euro per la prima categoria; l’asparago del Metaponto a una media di 2,76 euro per la categoria extra e 2,36 euro per la prima categoria. Per quanto riguarda invece la produzione emiliana, le temperature fresche nella seconda parte della campagna hanno ridotto i volumi, evitato picchi produttivi e quindi limitato la sovrapposizione di offerta: il prodotto tardivo, quello delle zone emiliane, ha avuto un mercato più dinamico, i consumi si sono mantenuti elevati e il prezzo finale di liquidazione è stato di 2,19 euro per la categoria extra e 1,84 per la prima categoria. “Il 55% circa dell’asparago commercializzato da Apofruit è destinato alla Gdo - precisa Bastoni Quest’anno, causa il leggero anticipo delle produzioni di altri Paesi stranieri, abbiamo dovuto limitare un po’ i volumi destinati all’export, che si attesta a quota 28%. Particolarmente positivo è stato l’andamento dell’asparago biologico prodotto in Emilia, che ha visto un aumento dei quantitativi richiesti e che è stato liquidato a una media di 2,70 euro per la categoria extra e 2,18 euro per la prima categoria”. 5 Non del tutto positiva la campagna dei prodotti or- ticoli della Sicilia, che ha visto un generale anticipo delle produzioni e un’offerta quindi sempre attiva anche da parte dei Paesi concorrenti, con conseguente calo delle quotazioni di mercato. Complessivamente la cooperativa ha ritirato 23.784 quintali di ortaggi, fra i quali il pomodoro resta il prodotto di punta. “In un contesto non del tutto soddisfacente, va comunque sottolineato lo sviluppo positivo del comparto biologico, che continua a crescere registrando un aumento importante di volumi e che ci vede protagonisti in un mercato di nicchia in cui ad oggi siamo uno dei principali operatori - conclude il direttore di Apofruit Italia - Abbiamo anche incrementato le quote destinate all’export, e su alcuni mercati siamo riusciti ad essere fornitori continuativi”. AZ. AGR. CICOGNANI GIANNI Gianni Cicognani ha un’azienda di 24 ettari nelle campagne di Forlì, a Villafranca. E’ da anni produttore di fragole, convenzionali e biologiche: a quest’ultima tipologia ha destinato 6 mila metri quadri, che nell’annata 2014 hanno avuto una resa di 277 quintali. Il prezzo medio di liquidazione del prodotto biologico è stato di 1,88 euro al kg. “Quest’anno per la prima volta abbiamo ottenuto un valore inferiore a 2 euro, tuttavia la fragola bio resta ancora una varietà redditizia: il costo di produzione è di 1,44 euro al kg, ciò significa che, anche in un’annata non positiva, a noi produttori resta un margine di reddito. Tutt’altre considerazioni invece andrebbero fatte per il prodotto convenzionale, assolutamente da smettere di coltivare”. AZ. AGR. FAGIOLI MAURO Un’annata da dimenticare per i produttori di fragole della Romagna. Lo conferma Mauro Fagioli, agricoltore del cesenate, che nella sua azienda di 8 ettari a Martorano ha 8 mila metri quadri di fragole convenzionali, per un terzo coltivate sotto serra. “Al termine della campagna abbiamo conferito alla cooperativa 400 quintali di prodotto, liquidato con una media di 1,20 euro al kg -dichiara - Un prezzo irrisorio, che non basta a coprire i costi di produzione, per noi molto elevati visto che un terzo del prodotto è sotto serra. In azienda poi riusciamo a cavarcela perché abbiamo una conduzione familiare, ma questi prezzi non ci permettono di fare reddito. Aggiungo di avere notato che, a fronte di prezzi di liquidazione ai produttori inferiori allo scorso anno, i prezzi finali per il consumatore sono rimasti invece in linea con quelli del 2013”. PRODOTTI ORTICOLI 6 APOFRUIT NOTIZIE TREND IN CRESCITA PER IL POMODORO DA INDUSTRIA Apofruit punta a un ulteriore sviluppo per il 2015. I vantaggi della factorizzazione dei crediti per i soci conferitori P omodoro da industria - lo dice il nome - è un pomodoro destinato alle industrie di trasformazione per diventare polpa, passata e prodotto a cubetti. La campagna 2014 - la quarta per Apofruit da quando ne ha avviato la produzione con l’obiettivo di renderla strategica nelle colture destinate all’industria - ha registrato un trend in crescita nel conferimento del prodotto. E questo nonostante il meteo sfavorevole con abbondanza di piogge estive che hanno influenzato negativamente il brix e le produzioni stimate per ettaro. “Il 2014 ha chiuso con il conferimento di 331.000 quintali di prodotto per un valore di 2 milioni e 600 mila euro a fronte dei 255 mila quintali della campagna 2013 (per un valore di 2 milioni di euro) e dei 180 quintali liquidati ai soci nel 2012”, spiega Davide Bottecchi, responsabile tecnico e commerciale di Apofruit per questa produzione. “Con il pomodoro da industria siamo in presenza di una coltura specializzata che richiede un certo investimento da parte dell’azienda agricola - precisa - ma chi lo produce può contare su una liquidazione rapida, con un acconto anticipato che può arrivare all’80%. Grazie alla factorizzazione dei crediti i soci produttori possono ottenere pagamenti immediatamente dopo il conferimento e questo è un vantaggio notevole in agricoltura, dove i tempi di pagamento sono spesso lunghi”. Le aziende che conferiscono ad Apofruit il pomodoro da industria si trovano in Emilia nel modenese e nel ferrarese, in Romagna le coltivazioni maggiori sono localizzate nei territori di Ravenna e Forlì e, ma in misura assai minore, nel riminese. Infine una percentuale minima viene prodotta anche in Lombardia nel mantovano e in Veneto a Rovigo. Apofruit ha in progetto un ulteriore sviluppo per il 2015, vista anche la sempre maggiore importanza attribuita dal mercato a questo prodotto. Perciò sollecita l’adesione di nuovi produttori che già per la campagna del prossimo anno siano interessati a mettere a coltura il pomodoro destinato all’industria di trasformazione. Per informazioni il responsabile tecnico Davide Bottecchi è reperibile al 335 375013. APOFRUIT NOTIZIE 7 APOFRUIT IN PRIMA LINEA ALLE FIERE ORTOFRUTTICOLE MONDIALI È diventata un appuntamento molto apprezzato dagli operatori di settore, caratterizzata da un target elevato e dalla presenza sempre più diffusa di buyer internazionali. Stiamo parlando di Fruit Attraction, la rassegna che si svolge a Madrid, al centro fieristico Ifema, che offre una panoramica a 360 gradi sulle prospettive della campagna invernale a venire. Dal 15 al 17 ottobre Apofruit era presente alla kermesse spagnola insieme ad altre imprese socie del CSO. “Questa fiera è considerata dagli operatori di settore l’alter ego della più celebre Fruit Logistica di Berlino - sottolinea Nives Raccagni dell’ufficio commerciale estero di Apofruit Italia - Rispetto alla manifestazione tedesca, Fruit Attraction è più concentrata e quindi meno dispersiva. Per noi si conferma come un appuntamento importante per incontrare i nostri clienti e gettare la base per partnership future”. Restando in tema di appuntamenti internazionali, la kermesse berlinese sopra citata ha un’appendice d’Oltre Oceano che si svolge a inizio settembre a Hong Kong: Asia Fruit Logistica (3-5 settembre), una manifestazione di grande interesse per le imprese italiane in cerca di nuovi sbocchi commerciali. Per Apofruit è stata un’occasione per incontrare i clienti dell’area asiatica e fare un bilancio, a un anno dal lancio del marchio, dell’andamento del kiwi Solemio su questi mercati. “C’è ottimismo per le possibilità commerciali del kiwi di qualità - dichiara Ilenio Bastoni, direttore generale e commerciale di Apofruit - tanto che prevediamo un incremento del 30-40%. Dal tradizionale Hayward alla più nuova varietà SunGold di Zespri contiamo di raggiungere complessivamente nei prossimi tre anni una produzione di 50 mila tonnellate. Oltre al kiwi stiamo investendo anche sulle uve apirene del Metaponto, un prodotto che registra volumi in crescita e che negli anni sta dando una remunerazione adeguata ai soci grazie a varietà esclusive che possono soddisfare i mercati globali e che sono in grado di sostenere viaggi oltremare, anche a lungo raggio”. La novità, per quanto riguarda la partecipazione di Apofruit alle principali fiere di settore a livello nazionale e internazionale, arriva quest’anno da Sana, la kermesse dedicata all’universo del biologico che si è svolta alla Fiera di Bologna dal 6 al 9 settembre: “Per la prima volta ci siamo presentati non come consorzio, ma all’interno di Almaverde Bio Market, la nuova insegna di punti vendita altamente specializzati gestiti dalla società Organic Food Retail, che ha in concessione esclusiva la commercializzazione di tutti i prodotti della gamma Almaverde Bio – dichiara il direttore del consorzio, Paolo Pari – Sana si sta infatti affermando come una fiera sempre più rivolta ai dettaglianti e ai consumatori, caratterizzata da una presenza sempre più massiccia di negozi di settore. A Bologna abbiamo presentato il format espositivo della nuova insegna, il cui primo punto vendita è stato inaugurato ad aprile a Milano: è stata un’occasione per l’avvio di nuove partnership commerciali”. Concludendo questa breve carrellata sulle principali rassegne ortofrutticole che negli ultimi mesi hanno visto Apofruit in prima linea, non si può non ricordare Macfrut. Dal 24 al 26 settembre Apofruit era presente alla kermesse cesenate nel consueto stand al padiglione B con i prodotti a marchio Solarelli e Almaverde Bio, che anche quest’anno ha riproposto con successo in fiera il corner della Frutteria. Renzo Balestri dell’ufficio commerciale estero all’ultimo Asia Fruit Logistica PAGINE TECNICHE 8 APOFRUIT NOTIZIE BILANCIO FITOSANITARIO DELLA CAMPAGNA PRIMAVERILE/ESTIVA L’andamento particolarmente piovoso della stagione ha determinato la comparsa di agenti parassitari e funghi patogeni, che hanno condizionato le produzioni agricole di GIANNI CEREDI L a campagna primaverile/estiva appena trascorsa è stata caratterizzata da insolite condizioni climatiche che, discostandosi dalle medie stagionali in modo particolare per quanto riguarda le temperature medie e il regime pluviometrico, hanno fortemente condizionato la comparsa e l’evoluzione degli agenti parassitari di natura biotica quali insetti e funghi patogeni. Da maggio ad agosto gli eventi piovosi hanno infatti interessato 25 diverse giornate per un totale di oltre 100 mm di precipitazioni. Contestualmente il valore medio dell’umidità relativa e delle temperature registrate nei mesi estivi è stato rispettivamente di poco superiore al 60% e intorno ai 23-24 C°. In tale contesto era quantomeno prevedibile immaginare ripercussioni sul comportamento di alcuni insetti e funghi patogeni con relative conseguenze sulle produzioni agricole. Scorriamone alcuni esempi tra i più significativi. FUNGHI PATOGENI Le condizioni climatiche agiscono direttamente sulla virulenza dei funghi patogeni condizionandone tutte le fasi epidemiologiche: quella infettiva, lo sviluppo e la moltiplicazione. I numerosi modelli previsionali predisposti in anni di esperienze e validazioni ci indicano con un buon margine di sicurezza la relazione tra l’aggressività di questi patogeni e gli eventi atmosferici, orientandoci verso la difesa chimica. Per alcuni la possibilità di “modellizzarne” il comportamento epidemiologico appare ancora lontana, come il caso delle monilinie spp. Esse rappresentano i principali agenti patogeni che causano marciumi su drupacee, sia in fase di coltivazione che in conservazione. La situazione climatica descritta si è sovrapposta perfettamente con la condizione ottimale di sviluppo di questi funghi e le conseguenze si sono potute apprezzare sia in campo che durante la gestione del prodotto in magazzino. Ad aggravare la situazione sono intervenuti diversi ANDAMENTO METEOROLOGICO DELL’ULTIMA STAGIONE PRIMAVERILE/ESTIVA 9 PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE Nella foto sopra danno da maculatura batterica su foglie e frutti di nettarina. Sotto marciume da monilia su nettarina eventi grandinigeni che, danneggiando i frutti più o meno superficialmente, ne hanno aumentato la sensibilità innescando una copiosa produzione di inoculo. La gestione fitosanitaria di questa emergenza dispone di mezzi chimici che mantengono un ruolo centrale nella prevenzione, tuttavia quando la pressione biologica raggiunge livelli straordinari il grado di efficacia che ci dobbiamo attendere è inferiore e ciò senza dover scomodare presunti fenomeni di resistenza. È importante tuttavia sottolineare alcuni aspetti che possono contribuire a migliorare l’esito della difesa chimica e che in condizioni critiche possono fare la differenza. Innanzitutto è importante che questa venga programmata nei tempi e con i mezzi più appropriati. Le monilinie sono funghi sostanzialmente ubiquitari presenti nell’ambiente su diverse piante ospiti, con una capacità straordinaria di produrre inoculo e in grado di interessare diversi organi della pianta. Con queste premesse potremmo essere incoraggiati ad intervenire in maniera sistematica rincorrendo l’illusione di “sanificare” il frutteto abbattendo l’inoculo presente. Il fatto è che i frutteti non si sanificano, si gestiscono agronomicamente, evitando eccessi e fitosanitariamente con interventi chimici mirati a quelle fasi in cui gli organi che vogliamo proteggere (frutti) sono più sensibili agli agenti biotici. Nel caso delle monilinie spp. tale periodo coincide con l’inizio della maturazione dei frutti, ovvero circa due settimane dalla raccolta. A partire da questo momento un paio di interventi rappresentano ciò che ragionevolmente possiamo fare. Relativamente alle sostanze attive da impiegare, il gruppo dei triazoli - tebuconazolo in primis - continuano a rappresentare il pilastro della difesa antimonilica. Tali fungicidi, tuttavia, in annate come quella appena trascorsa iniziano a mostrare limiti evidenti sia in termini di efficacia che di persistenza. Possibili alternative sono disponibili; si tratta di formulazioni fungicide che, proprio per affrontare i problemi con maggiore efficacia e minore rischio di insorgenza di resistenze, prevedono la presenza di due sostanze attive, ma al loro impiego permangono vincoli dettati da esigenze commerciali inerenti al numero di sostan- PAGINE TECNICHE 10 APOFRUIT NOTIZIE ze attive da mettere a bilancio in termini di residui. Il più noto di queste è rappresentato da Bellis® drupacee (Boscalid + piraclostrobin), da anni incluso nelle linee di difesa integrata, ma utilizzato marginalmente per i motivi suddetti. Tale formulato verrà probabilmente affiancato nei disciplinari del 2015 da altri, ampliando ulteriormente la possibilità di risposta a questi marciumi. È probabile che dal punto di vista fitoiatrico l’approccio strategico a questo problema debba essere rivisto nei modi e maniere che affronteremo con i produttori. Il 2014 è stato segnato da un’ulteriore novità per certi versi inattesa, ma che meriterà un serio approfondimento: si tratta della possibilità di impiego di un fungicida, fludioxonil, in trattamenti specifici di postraccolta. Le prime esperienze avviate segnalano risultati interessanti, ma non dimentichiamo che il settore della difesa postraccolta va affrontato con estrema attenzione per le numerose implicazioni che comporta. Rimanendo nel campo dei funghi patogeni, due brevi accenni sull’agente della ticchiolatura delle mele (V. inaequalis) e della maculatura batterica delle drupacee (Xanthomonas campestris pv pruni). In merito alla prima, l’inverno 2013-14, eccezionalmente mite, ha comportato una precoce maturazione delle ascospore già a fine febbraio, un mese prima della norma, anticipando l’inizio della fase di rischio per le infezioni primarie. Fortunatamente le piogge che segnano l’elemento climatico discriminante per la contaminazione degli organi vegetali (foglie e frutti) si sono susseguite nei mesi di marzo e aprile (infezioni primarie) in maniera cadenzata, ben definita con intervalli di diversi giorni, consentendo un buon funzionamento del modello previsionale e una piena agibilità dei mezzi agricoli per effettuare i trattamenti. All’inizio del mese di maggio erano già segnalate nei controlli non trattati le prime infezioni secondarie, ma nel complesso la prevenzione contro questo patogeno chiave delle pomacee ha avuto esiti soddisfacenti. Diversamente da ciò si è presentata la condizione di diffusa presenza di sintomi di maculatura batterica su drupacee, contestualmente a quelle varietà notoriamente più sensibili, in conseguenza dei numerosi eventi piovosi verificatisi nei mesi di maggio e giugno, unitamente agli elevati livelli di umidità relativa e ai contenuti valori termici. INSETTI FITOFAGI Sul fronte degli insetti fitofagi l’annata non è sembrata caratterizzarsi per particolari eccessi relativi a infestazioni di afidi o lepidotteri carpofagi (C. molesta, A. lineatella, C. pomonella), mentre, sempre per motivi legati alle condizioni climatiche temperate e ai discreti livelli di umidità relativa, la maggiore presenza, diffusione e aggressività di Drosophila suzukii è stata ampiamente segnalata su diversi areali e colture. Questo dittero rappresenta ormai una presenza alla quale sembra dobbiamo abituarci e quando le elevate temperature estive, dalle quali esso viene inibito, non trovano riscontro, il livello di pullulazione può assumere contorni esponenziali. Il territorio della nostra regione è sottoposto da due-tre anni a un ampio monitoraggio, che ha fatto segnalare per il 2014 un precoce innalzamento dei voli già dalla fine di aprile e un anticipo delle prime ovodeposizioni su ciliegie dai primi di maggio. Il picco della prima ondata di volo di adulti in corrispondenza della seconda-terza decade di maggio, e il perdurare di un clima umido e piovoso, hanno portato alle prime segnalazioni di danno su pesco e albicocco alla fine di giugno. Complice di tale situazione anche un inverno particolarmente mite, che ha limitato la fisiologica mortalità delle diverse forme di svernamento degli insetti tra cui appunto D. suzukii. Ulteriori danni connessi all’ovodeposizione di questa specie di moscerino sono stati segnalati anche sulla produzione di fragole sia primaveFemmine adulte di Pseudococcus comstocki localizzate nella cavità picciolare di una pesca Femmina adulta di Ceroplastes rusci su ramo di kaki rili che autunnali (varietà rifiorenti). Ritorneremo sull’argomento in un prossimo numero delle nostre pagine tecniche, ma giusto qualche anticipazione sulla diffusa sperimentazione che è stata condotta nel corso del 2014 per verificare le possibilità di mantenere sotto controllo questo subdolo insetto. L’approccio chimico sembra allo stato attuale imprescindibile e a tale proposito vi sono diversi insetticidi (piretroidi, spinosoidi, organo fosforati) che hanno mostrato una discreta efficacia. Tuttavia per un corretto impiego di questi diventa imperativa l’osservanza delle etichette, che non sempre includono le colture bersaglio dell’insetto, la tempestività con cui si interviene, e la definizione di una strategia complessiva che comprenda una corretta gestione agronomica dei frutteti e una meticolosa e sollecita organizzazione dei tempi di raccolta. Le minime termiche che normalmente caratterizzano i periodi invernali costituiscono elementi fondamentali di selezione per i fitofagi svernanti, comportando un tasso di mortalità di questi estremamente benefico dal punto di vista della profilassi. La mitezza dei mesi invernali, con la quale ormai ci confrontiamo sempre più spesso, consentono alla generazioni primaverili-estive di molti insetti di ripartire con maggiore virulenza. Un gruppo di fitofagi che più di altri si avvantaggia di inverni temperati è quello delle cocciniglie, la cui presenza nei nostri frutteti sta crescendo, ma soprattutto si sta diversificando. Questa tendenza sembra favorita anche dal fatto che le sostanze attive ad azione insetticida licenziate negli ulti- 11 mi anni hanno un campo d’azione sempre più specifico, mentre le formulazioni ad ampio spettro, come per esempio gli organo fosforati, trovano impieghi sempre più confinati per motivi di ordine tossicologico. Inoltre la spiccata polifagia che caratterizza molte specie di cocciniglie e la frequente esclusione in registrazione all’impiego di insetticidi efficaci verso importanti colture come per esempio i kaki, costituiscono ulteriori elementi di criticità. Tra le cocciniglie che più frequentemente si ritrovano nei frutteti specializzati di kaki ricordiamo alcune specie del genere Ceroplastes come C. floridensis e rusci, ma sono più ampiamente diffuse le segnalazioni della presenza Pseudococcus comstocki, oltre che su kaki anche su pesco e melo. Questo pseudococcide originario dell’Asia orientale è stato segnalato per la prima volta nel nostro Paese nel 2004 in Veneto e nel 2010 in Emilia Romagna. Gli aspetti prettamente biologici del fitofago non sono completamente noti e probabilmente sono fortemente influenzati dalla conduzione agronomica dei frutteti e dalle condizioni ambientali. La specie compie tre generazioni annue e sembra svernare nello stadio di uovo, ma anche come femmina adulta o neanide, aspetti che insieme ad altri andranno meglio dettagliati nei prossimi anni con studi e osservazioni. Le femmine di questa specie infestano gli organi vegetali senza fissarsi ma rimanendo mobili, aggregandosi in modo particolare sotto la corteccia, nelle cavità picciolari e in quelle calicine (mele). Il danno che provocano è prettamente indiretto con produzione di melata e sviluppo di fumaggini. La sperimentazione sui mezzi chimici potenzialmente utili per affrontare questo coccide è in atto già da un biennio e non mancano risposte positive. Queste avranno probabili e prossimi riscontri pratici dal momento che le sostanze attive testate (piriproxifen, buprofezine, spirotetramat, clorpirifos metile) sono attualmente previste per l’impiego su pesco e melo. Diversa appare la situazione su kaki, dove tuttavia la nostra associazione di produttori, in concertazione con altre, si è attivata per richiedere - come previsto in base all’art. 53 del Reg. CEE 1107/2009 - l’autorizzazione all’uso eccezionale di sostanze attive non previste su questa determinata coltura. PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE 12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA ASPARAGO: UN PRODOTTO DALLE GRANDI POTENZIALITÀ di FRANCO GIROTTI L a campagna ortofrutticola 2014 sarà probabilmente ricordata come la più difficile degli ultimi anni. Tuttavia, anche in annate così negative, analizzando le singole coltivazioni quasi sempre emerge una produzione che riesce a mantenere buoni livelli di redditività per l’azienda agricola. Stiamo parlando dell’asparago, che anche quest’anno ha offerto risultati tutto sommato positivi. Apofruit a metà settembre ha liquidato i soci conferenti delle varie zone di produzione e la media per il prodotto dell’Emilia è stata di 1,84 euro al kg per il prodotto di categoria prima e di 2,19 euro per la categoria extra. Dal punto di vista commerciale, la campagna non ha mostrato oscillazioni rilevanti, grazie al fatto che le produzioni si sono mantenute regolari senza picchi e concentrazioni di prodotto: questo ha garantito vendite scorrevoli ed evitato stoccaggi nelle celle frigorifere, consentendo così di collocare in vendita sempre prodotto fresco e di qualità. Complessivamente la cooperativa ha ritirato dai soci dell’Emilia oltre 2.700 quintali di turioni. Quanto l’asparago sia una coltura che guarda al futuro è dimostrato LA PAROLA AI SOCI AZ. AGR. ZAMPIERI LOREDANA Loredana Zampieri è produttrice di asparagi nella zona del basso ferrarese, ha un’azienda di 30 ettari a Mesola, di cui 1,2 sono destinati a questa specie orticola. “L’annata 2014 è stata tutto sommato positiva - dichiara il marito Davide Scalambra, che gestisce il lavoro in campagna - Abbiamo conferito alla cooperativa 59 quintali di prodotto, che ci sono stati liquidati con una media totale di 1.84 euro al al kg, mentre per la Cat. I più Cat. Extra la media è stata di 1.92 euro al kg. In fase di raccolta c’erano le premesse per un risultato migliore, tuttavia, vista la situazione generale, non ci possiamo lamentare”. L’unica nota non del tutto soddisfacente - continua -riguarda i volumi della produzione: “Abbiamo infatti introdotto una nuova varietà di asparago, Franco, di ottima qualità, ma con una resa inferiore rispetto ad Eros”. dal convegno che si è svolto il 23 settembre a Cesena Fiera, il giorno precedente l’inaugurazione di Macfrut: tra le relazioni presentate nel corso della tavola rotonda, segnaliamo in particolare l’intervento dell’agronomo francese Cristian Befve, che ha proposto alcuni spunti decisamente interessanti, soffermandosi sul tema delle distanze d’impianto. In pratica Befve ha consigliato di rivedere i consueti sesti, suggerendo impianti a doppia fila con bine sfasate e con spazi tra le bine anche superiori a due metri e cinquanta: un approccio rivoluzionario rispetto alle pratiche adottate fino ad oggi, che permetterebbe di risparmiare km agli addetti alla raccolta (meno file da raccogliere) e quindi di ridurre i costi, mantenendo produzioni ottimali e non incrementando oltre modo l’investimento di piante per ettaro. Raccogliendo il suggerimento, sarebbe opportuno allestire una prova di campo presso un’azienda agricola per meglio comprendere i risultati che potrebbero emergere, e valutare nel nostro contesto l’opportunità di questo nuovo sistema di coltivazione. Altra relazione presentata al convegno è stata quella del dr. Falavigna, che ha illustrato il lavoro svolto dal programma di miglioramento genetico e soprattutto quelli che sono gli orizzonti futuri per la ricerca dell’asparago in Italia, che ad oggi ha fornito eccellenti risultati. Nel corso del convegno è emerso come in Italia solo il 40% delle famiglie consumi asparago: questo dato può essere letto come fattore negativo, ma lascia intravedere l’enorme potenziale che la coltura possiede in termini di consumi. APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO 13 CANDONGA: BUONA ANNATA PER L’ECCELLENZA DEL METAPONTO ra l’areale metapontino e la fragola Candonga prosegue l’idillio. Apofruit ha creduto in questa varietà dolce e profumata che si differenzia rispetto alle altre fragole e con la linea Solarelli ha trovato il connubio migliore per la sua valorizzazione. Amore a prima vista complice il microclima, rivelatosi particolarmente adatto alla coltivazione di questa varietà, l’alta professionalità dei produttori e le scelte commerciali giuste ci hanno permesso di crescere insieme aumentando le superfici dedicate alla Candonga. Il 2014 ha dato risultati positivi, come dichiara Tonino Rubolino, responsabile d’area di Apofruit Italia: “La campagna appena trascorsa mostra un andamento positivo in un’annata dove molte altre specie nella frutticoltura non hanno fatto reddito”. I quintali conferiti di Candonga sono 24.000, con una resa per piantina di poco superiore a 600 grammi e 1,95 euro al kg la media liquidata, le due cose insieme hanno consentito ai nostri produttori di fare reddito. Confermandosi un’eccellenza per il metapontino questa varietà in espansione continua di anno in anno, crea reddito per le Aziende agricole e grande occupazione sul territorio. “Per la campagna 2015 raggiungeremo circa 100 ettari, questo grazie a nuove aziende che si sono associate - commenta Rubolino - produttori tutti specializzati, orgogliosi di coltivare questa varietà, apprezzandone le qualità organolettiche, la resistenza alle malattie, il basso impatto ambientale che richiede la sua coltivazione”. “Questo ci permetterà di fare programmi importanti sui mercati generali - conclude - e, visto l’apprezzamento che ha suscitato la Candonga Solarelli nella Gdo, cresceranno i quantitativi destinati su questo canale distributivo, raggiungendo circa il 40%. Crediamo che ci siano tutte le condizione favorevoli perchè questo trend positivo per Candonga possa continuare”. AZ AGR. STASI GIUSEPPE Giuseppe Stasi conduce un’azienda agricola a Scanzano Ionico. L’azienda si estende su 40 ettari di cui otto coltivati a fragola Candonga. Una scelta in un certo senso naturale poiché la famiglia Stasi da sempre, per tradizione, ha coltivato fragole tra le varietà frutticole. Una decina di anni fa ha introdotto la varietà Candonga, preferita per le ottime qualità organolettiche e le straordinarie performance legate al clima. “È stata un’annata non eccezionale ma positiva - dichiara - la resa per ettaro ha raggiunto i 450 quintali, la resa economica è stata soddisfacente. Con la Linea Solarelli e con Apofruit siamo riusciti a ottenere qualcosa in più e questo ci ha consentito di fare utile”. AZ. AGR. ZUCCARELLA GIUSEPPE Giuseppe Zuccarella, che conduce l’omonima azienda agricola a Marconia di Pisticci in provincia di Matera, non ha dubbi: questa varietà di fragola ha trovato in Basilicata le condizioni pedoclimatiche migliori riuscendo a garantire buoni margini al coltivatore. Dei circa 50 ettari, tra terreni di proprietà e in affitto , nell’annata 2014 sono stati coltivati a fragola varietà Candonga 13 ettari. “Faccio fragole da numerosi anni, la Candonga si conferma una varietà con riscontro economico piuttosto interessante, anche se ultimamente un piccolo calo c’è stato”. Tuttavia Zuccarella definisce positiva anche l’ultima campagna, sia per il prezzo che per l’ottima e abbondante produzione ottenuta. T 14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA COMPARTO ORTICOLO RAGUSANO: LE SCOMMESSE VINCENTI DI APOFRUIT A mpliamento della gamma per soddisfare appieno le richieste del mercato, consolidamento della linea Solarelli attraverso un’attenta selezione varietale, al fine di ottenere un prodotto di elevata qualità, e sviluppo dell’export. Un anno fa erano queste le tre linee guida che Apofruit Italia si era prefissata come obiettivo per lo sviluppo del comparto orticolo ragusano: obiettivo che è stato pienamente centrato, con un’importante nota positiva aggiuntiva, il biologico. Per quanto riguarda Apofruit questo comparto infatti sta continuando a crescere considerevolmente nel territorio siciliano, tanto che per la campagna produttiva 2014/2015, che ha preso il via a metà ottobre, si prospetta un raddoppio di volumi rispetto all’annata precedente. “Quest’anno abbiamo investito molto sulle aziende bio - esordisce Alfonso D’Aquila, responsabile d’area di Apofruit Italia - È un mercato interessante, quello dei prodotti orticoli biologici, che vede la cooperativa tra i principali operatori a livello nazionale e che continua a dare risultati molto soddisfacenti. In generale, l’intero comparto orticolo ragusano sta vivendo una fase di sviluppo continuativa: per questa campagna appena iniziata abbiamo aumentato del 10% le superfici coltivate, grazie all’ingresso di nuovi soci e grazie anche alla crescita del progetto serre, che è al quarto anno di operatività”. La nuova campagna è partita con i primi impianti di pomodoro, tipologie Piccadilly, Ciliegino e Datterino; a inizio novembre sono entrati in produzione anche pomodoro a grappolo, Cuore di Bue e Oblungo; a dicembre si raggiungerà la piena produzione di gamma con l’introduzione di melanzane, zucchine e peperoni. Con l’obiettivo di allargare la gamma e tenendo conto dell’alta vocazionalità dell’area sono aumentate anche le specie coltivate a regime biologico: melanzane, pomodoro Ciliegino, Datterino e a grappolo e, inoltre, zucchine, in forte aumento. “Quest’anno la campagna è iniziata con un leggero ritardo, voluto e programmato, per avere maggiore disponibilità di prodotto nei mesi più freddi, durante i quali a volte abbiamo sofferto per mancata disponibilità di prodotto - continua D’Aquila - Da novembre a marzo, infatti, i consumi sono alti e i prezzi più sostenuti, in questo modo potremmo concentrare le vendite in modo strategico, gestendo volumi più importanti di prodotto in questo periodo”. “Parlando delle linee di sviluppo del comparto orticolo - prosegue il responsabile d’area di Apofruit - nella scorsa campagna abbiamo riscontrato un concreto interesse da parte dei mercati europei per il nostro prodotto. Interesse che ci ha portato a incrementare i volumi destinati all’export. Non ultimo va ricordato l’importante lavoro di miglioramento qualitativo portato avanti sui prodotti destinati alla linea Solarelli, linea che sta registrando un importante sviluppo in Sicilia e le cui vendite crescono anche verso i mercati esteri. Siamo partiti con i pomodori, ma da quest’anno stiamo facendo dei test qualitativi per ampliare la gamma di prodotti commercializzati con il marchio di eccellenza di Apofruit, inserendo anche alcune tipologie di melanzane e zucchine. È un marchio noto, sempre più apprezzato dai consumatori e anche dai dettaglianti, sul quale abbiamo molte aspettative”. APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO 15 KIWI: PRIMA RACCOLTA DELLA VARIETÀ A POLPA GIALLA G3 di FABIO MAROCCHI S i è appena conclusa presso i soci produttori di Apofruit la raccolta di kiwi a polpa gialla G3, che verrà commercializzato da Zespri con il marchio “Sun Gold”. Siamo ovviamente ancora agli inizi e le quantità prodotte sono esigue perché si è raccolto dai frutteti innestati tra il 2012 ed il 2013. I frutteti in piena raccolta sono solo di tre produttori della zona: le valutazioni fatte questi ultimi sono estremamente positive, sia dal punto di vista agronomico, che per quanto riguarda la qualità dei frutti, anche se sono state notate delle particolarità da non sottovalutare per lo sviluppo futuro della varietà. In merito alla pianta di G3 possiamo dire che c’è una tolleranza alla batteriosi simile ad Hayward, a parità di condizioni e di gestione. Restano valide tutte le indicazioni date nei precedenti articoli per il controllo della malattia e ricordiamo brevemente la gestione dei nutrienti e la tempistica degli interventi. Un altro aspetto interessante è la fertilità delle gemme. Normalmente può dare 5/8 fiori per germoglio, ma quest’aspetto può essere estremamente negativo se non si esegue una buona potatura invernale e si lascia un carico di gemme eccessivo. In questi casi si è visto che il frutteto diventa di difficile gestione per i seguenti aspetti: 1) il diradamento con un numero eccessivo di fiori o frutti diventa difficile e soprattutto costoso. Inoltre l’eccessivo carico e il ritardo che subiscono le operazioni di diradamento penalizzano la crescita e l’accumulo di sostanza secca. 2) un carico eccessivo di gemme può portare ad altri effetti negativi che si sono visti in raccolta. I frutteti troppo chiusi e ombreggiati, infatti, hanno avuto un problema con una maturazione disomogenea dei frutti. Si sono notati dei disseccamenti dei peduncoli che hanno portato alla maturazione anticipata dei frutti. Questi problemi sono facilmente risolvibili con una corretta gestione della potatura invernale e delle concimazioni per evitare l’ombreggiamento del frutteto. Vista l’alta fertilità delle gemme si deve fare una potatura con un carico di gemme inferiore rispetto ad Hayward e si devono scegliere rami di buon calibro e non eccessivamente lunghi. Un aspetto molto positivo sono la pezzatura dei frutti e la sostanza secca. I frutteti ben gestiti con il giusto carico di frutta, infatti, hanno ottenuto frutti di buona qualità e buona pezzatura e con sostanza secca elevata: ricordiamo che quest’ultimo parametro ha un notevole valore aggiunto al momento della liquidazione della frutta. Per riassumere, possiamo dire che questa nuova varietà ha tutti i presupposti per poter dare un risultato economico interessante alle aziende agricole, ma l’applicazione delle giuste tecniche colturali è di fondamentale importanza per ottenere frutti di buona qualità e in buona quantità. Seguici su
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