` di Bologna Alma Mater Studiorum · Universita ` DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI FACOLTA Corso di Laurea Magistrale in Fisica Tecniche di Imaging a Risonanza Magnetica basate sulla diffusione molecolare (DWI, DTI) nella diagnostica clinica Presentata da Nicola Maria Atum Salandini Relatrice: Chiar.ma Prof.ssa Paola Fantazzini Correlatrice: Dott.ssa Paola Berardi III Sessione Anno Accademico 2009/2010 Capitolo 1 Diffusion MRI 1.1 Diffusione molecolare Nell’applicazione della risonanza magnetica in ambito clinico, ci si trova frequentemente a dover tener conto del fenomeno della diffusione molecolare, laddove nello studio di un organo o tessuto sono presenti fluidi liberi di muoversi, che influiscono quindi sulla modalit`a di acquisizione delle immagini, oltre che dare un ulteriore informazione funzionale. In generale la diffusione consiste nel moto transazionale di molecole soggette a moto browniano, a causa della presenza di gradienti di concentrazione. Matematicamente `e descritto dalle leggi di Fick. La prima legge afferma che: J(r, t) = −D∇c(r, t) (1.1) Dove J(r, t) indica il flusso di una particella e c(r, t) la concentrazione in temini di numero di molecole per unit`a di volume. Il segno meno indica che la direzione del flusso va da concetrazione maggiore a concentrazione minore. Per la legge di continuit`a si ha che: ∂c(r, t) = −∇ · J(r, t) (1.2) ∂t Combinando queste due equazioni si ottiene cos`ı la seconda legge di Fick: 5 ∂c(r, t) = D∇2 c(r, t) (1.3) ∂t Quest’equazione descrive quindi il moto complessivo del fluido come variazione di concentrazione nel tempo e nello spazio. La costante di proporzionalit`a D `e detta coefficiente di diffusione, e dipende sia dall’ambiente in cui si muove il fluido che dalla temperatura. Tanto pi` u esso sar`a elevato tanto pi` u rapida sar`a la propagazione. Nel caso invece dell’autodiffusione, il moto dele molecole non `e determinato da gradienti di concentrazione, ma consiste nel moto casuale fra molecole all’interno del fluido stesso. Si introduce quindi la probabilit`a di trovare una particella nella posizione r1 al tempo t. Z P (r1 , t) = ρ(r0 )P (r0 , r1 , t)dr0 (1.4) E’ evidente come la probabilit`a totale sia ottenuta integrando su tutte le possbili posizioni iniziali r0 , in particolare ρ0 `e la densit`a di particelle, l’argomento dell’integrale rappresenta quindi la probabilit`a per una particella di muoversi in r1 al tempo t partendo da r0 . Si pu`o quindi assumere P (r0 , r1 , t) come l’analogo della concentrazione, con la condizione iniziale P (r0 , r1 , 0) = δ(r1 − r0 ). Di conseguenza la prima legge di Fick diventa la seguente: J(r, t) = −D∇P (1.5) E cos`ı il teorema di continuit`a: ∂P = −∇ · J(r, t) ∂t (1.6) Combinando le quali si ottiene l’analogo della seconda legge di Fick: ∂P (r0 , r1 , t) = D∇2 P (r0 , r1 , t) ∂t 6 (1.7) Si pu`o risolvere quest’equazione ricorrendo alla trasformata di Fourier per entrambi i membri, e successivamente antitrasformando si ottiene la seguente espressione per P (r0 , r1 , t), chiamato propagatore di diffusione: (r0 − r1 )2 −3/2 P (r0 , r1 , t) = (4πdt) exp − 4Dt (1.8) A questo punto si vuole determinare lo scarto quadratico medio, dato da: Z ∞ 2 (r1 − r0 ) = (r1 − r0 )2 ρ(r0 )P (r0 , r1 , t)dr0 dr1 (1.9) −∞ Se si sostituisce in quest’ultima equazione la soluzione (1.8), si ottiene R∞ 2 un integrale standard, del tipo −∞ x2 e−µx +2νx dx, la cui soluzione finale, rispettivamente per una, due o tre dimensioni, `e la seguente: (r1 − r0 )2 = nDt, n = 2, 4, 6 (1.10) Questo risultato `e lo stesso ottenuto da Einstein nello studio del moto Browniano, che vale per`o soltanto nel caso di diffusione libera. 1.2 L’esperimento PFGSE Un modo per misurare quantitativamente la diffusione dell’acqua nei tessuti `e attraverso la sequenza ideata da Stejskal e Tanner nel 1965. Essa consiste in una sequenza spin echo in cui sono stati inseriti lungo la direzione del campo statico due gradienti di B di durata δ e intervallati da un tempo ∆. Se ci mettiamo in un sistema di riferimento rotante alla frequenza di Larmor consideriamo la precessione dovuta solamente alla presenza dei gradienti. Dopo il primo impulso gli spin assumono un angolo di fase dipendente dalla loro posizione rispetto al centro del gradiente stesso. Dopo l’impulso a 180◦ ciascun angolo di fase viene invertito, di conseguenza il secondo gradiente, nel caso non vi sia diffusione, rifocalizza tutti gli spin in fase dando il massimo segnale di echo. Nel caso vi sia diffusione, nell’intervallo di tempo tra il primo e il secondo impulso il moto casuale dei nuclei 7 dar`a come conseguenza una rifocalizzazione solo parziale dei nuclei dopo il secondo gradiente: sar`a tanto pi` u basso il segnale di eco quanto maggiore sar`a la mobilit`a delle molecole d’acqua. Nel caso in cui si abbia invece un flusso di molecole nella direzione dei gradienti di campo, tutti gli spin subiscono lo stesso cambiamento di fase. Nello specifico lo shift di fase per ogni spin dipende sia dalla durata di applicazione del campo statico B0 che dal contributo dovuto allo spostamento rispetto lungo al direzione dei gradienti di diffusione: Z t1 +δ Z φi (2τ ) = γB0 τ + γg zi (t)dt − γB0 τ + γg t1 Z t1 +δ t1 zi (t)dt t1 +∆ Z t1 +∆+δ zi (t)dt − = γg t1 +∆+δ zi (t)dt (1.11) t1 +∆ Avendo a che fare con un insieme di pi` u nuclei, ciascuno con differenti posizioni iniziali e finali, l’intensit`a del segnale di eco `e funzione del segnale in assenza di gradiente e della funzione di distribuzione delle fasi P (φ, 2τ ): Z ∞ S(2τ ) = S(2τ )g=0 −∞ 8 P (φ, 2τ )eiθ dθ (1.12) Riscrivendo il termine esponenziale come: expiθ = cos θ + i sin φ si ottiene: Z ∞ S(2τ ) = S(2τ )g=0 P (φ, 2τ ) cos θdθ (1.13) −∞ (1.14) Questo risultato tiene quindi conto del fatto che in assenza di diffusione, l’angolo di shift di fase `e nullo, di conseguenza cos φ = 1, e la (1.12) si riduce a: S(2τ ) = S(2τ )g=0 Infatti per definizione R∞ −∞ (1.15) P (φ, 2τ )dθ = 1, essendo P (φ, 2τ ) una densit`a di probabilit`a. Chiaramente anche in assenza di fenomeni diffusivi o gradienti, il segnale di una spin-echo si attenua nel tempo come: S(2τ )g=0 2τ = S(0) exp − T2 Che viene quindi cos`ı modificato dalla presenza della diffusione: 2τ f (δ, g, ∆, D) S(2τ )g=0 = S(0) exp − {z } T2 | | {z } dif f usione (1.16) (1.17) rilassamento E= S(2τ ) = f (δ, g, ∆, D) S(2τ )g=0 (1.18) Si tratta ora di determinare la forma della dipendenza di E dai vari parametri di diffusione. 1.2.1 Approssimazione GPD Abbiamo visto che l’attenuazione del segnale di eco `e data da: Z ∞ S(2τ ) = S(2τ )g=0 P (φ, 2τ ) cos θdθ −∞ 9 (1.19)
© Copyright 2024 Paperzz