Oltre 300 persone senza fissa dimora GIUSEPPE ¥M Il 30 aprile i dormitori cittadini aperti per dare un posto letto ai senza fissa dimora durante «l'emergenza freddo» di questo inverno chiuderanno i battenti. Una cosiddetta «politica del termometro» che se fino ad oggi aveva assicurato un tetto dove ripararsi durante la notte a 160 persone, porterà i posti letto disponibili a soli 40. Un quarto di quanto viene assicurato dal mese di novembre fino a fine aprile. Dal primo maggio, quindi, 120 persone andranno ad aggiungersi a chi già dorme in modo precario sul nostro territorio, cercando un ricovero notturno negli edifici diroccati, in baracche e in qualsiasi altro possibile posto dove ripararsi dalle intemperie. «Se fino ad oggi avevamo sentito parlare di emergenza freddo - ha spiegato Bruno Santoni del gruppo "Volontari dell'accoglienza trentina" - ora scatta l'emergenza estiva. Al già alto numero di persone che ogni notte si trovano a dormire all'aperto se ne aggiungeranno altre che non potranno più usufruire di un posto letto e questo non può essere accettato per una città come Trento che viene sempre identificata come città dell'accoglienza». Dal primo maggio, come già detto, a rimanere disponibili saranno solamente 40 posti «a bassa soglia» offerti da Casa Bonomelli. Quando si parla di «bassa soglia» si identificano quei dormitori dove l'accesso è immeditato, basta una semplice richiesta da parte degli interessanti al dormitorio stesso e l'accettazione avviene fino ad esaurimento posti. In questi dormitori le persone possono rimanere a dormire durante l'inverno per 30 giorni consecutivi, mentre d'estate il periodo consentito si riduce a 20 giorni per avere una maggiore turnazione. In città sono presen- ti anche altre tipologie di dormitori dove, però, l'entrata avviene tramite una valutazione di una commissione apposita che stabilisce anche un progetto di inclusione sociale per i soggetti e la permanenza può durare per lungo tempo. «Il tipo di utenza delle strutture - hanno spiegato i volontari - negli ultimi anni ha avuto un forte cambiamento. Le richieste oggi non arrivano più solamente nel periodo invernale ma anche durante tutti gli altri mesi dell'anno. Ci sono persone che guardano alla strada con angoscia sempre e non basandosi sui gradi». Un'emergenza di posti letto che ha portato i «Volontari dell'accoglienza trentina» a lanciare una petizione diretta alla Provincia e al Comune di Trento che fino ad oggi ha visto la sottoscrizione di 25 volontari, 12 enti e organizzazioni presenti sul territorio e oltre 100 privati. «Nelle ultime statistiche elaborate a livello nazionale - hanno spiegato Federico Uez, Francesco Gozzini e Sara Dellantonio - sono state stimate oltre 300 persone che sul nostro territorio necessitano di un posto letto in un dormitorio». Due le richieste contenute nella petizione. La prima chiede «alla comunità trentina e ai suoi politici di fare in modo che almeno i posti letto dell'emergenza invernale rimangano disponibili tutto l'anno». La seconda richiesta è rivolta alla Provincia e al Comune di Trento e prende spunto dal fatto che la crisi in questi ultimi anni ha modificato la vita delle persone e aumentato l'esigenza di riferimenti minimi per affrontare le necessità di semplice sopravvivenza. Ecco allora che viene richiesto alle istituzioni «di farsi promotori di un progetto complessivo che riguarda la situazione dei senza fissa dimora presenti sul nostro territorio e non sia lasciata l'iniziativa solamente alle organizzazioni private». [ '.',',.' '••••:" Travolti dalla crisi Nel «vortice» anche tanti italiani Difficile fare un vero e proprio identikit, ma l'unica certezza è che negli ultimi anni, anche sul nostro territorio, il numero dei senza fissa dimora è aumentato. A cambiare sono anche le tipologie di soggetti. Non stiamo parlando di chi, per propria scelta, ha deciso uno stile di vita da clochard ma di chi, colpito duramente dalla crisi, dopo aver perso il lavoro e lo stipendio non riesce più a pagarsi un tetto sotto il quale poter dormire. Un cambiamento epocale negli ultimi anni riguarda anche la provenienza. «Nei dormitori cittadini - hanno spiegato ieri i rappresentati dei "Volontari dell'accoglienza trentina" pur essendoci ancora una maggioranza di stranieri, a crescere negli ultimi tempi è stata anche la presenza di trentini e, più in generale di italiani». Gli ultimi dati riferiti al Trentino illustrati dai «Volontari di strada» confermano infatti che ormai il numero dei senza fissa dimora è quasi equivalente tra italiani e stranieri. La maggioranza è di sesso maschile ed in alcuni casi le problematiche presenti sono quelle riferite all'alcolismo oppure alla droga. Non mancano però, come già detto, i segni della crisi. Moltissimi uomini e moltissime donne sono di età media e soprattutto in età lavorativa. La vita riserva però spesso brutti scherzi. Ecco allora che un matrimonio fallito, la perdita di lavoro e l'impossibilità di avere un reddito capace di far arrivare a fine mese, porta molti in un circolo vizioso che è quello dell'emarginazione dalla società, l'attribuzione di etichette negative difficilmente poi cancellabili che portano queste persone ad essere «invisibili». Tra questi non manca chi riesce ad uscire dal vortice e a rifarsi una vita. G. Fin ?rf""if r
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