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IL GIORNALE DI VICENZA
Martedì 21 Gennaio 2014
L’UNIVERSITÀ
n. 77
ILPERSONAGGIO. DaIsolaalla superuniversitàtecnologica diLondra
ILGENIOVICENTINO
CHEÈ DIVENTATO
RICERCATORE...
IMPERIALE
MichelePettinà ha vinto unaborsa distudio, primo
fra135 concorrentidi tuttoilmondo. Ora lavora
all’ImperialCollege diLondra suimateriali del futuro
MichelePettinàstudiai materialiultrarefrattari,idealiper costruireavveniristici aerei di linea checollegherannoLondra a Sidney inun’ora
Matteo Marcolin
Li vediamo nei film di fantascienza. I veicoli ipersonici sono in grado di superare la velocità del suono e, al momento,
sono impiegati in ambito aerospaziale e militare. Avete presente le navicelle che vanno a
recuperare gli astronauti nello spazio? Devono avere caratteristiche particolari, resistere
a temperature altissime (oltre
3000 gradi) e alle sollecitazioni: insomma devono essere costruite con dei materiali ceramici di altissima tecnologia,
definiti in gergo tecnico come
ultrarefrattari. In futuro, se
utilizzati in ambito civile, potrebbero consentire di costruire aerei che percorrono la rotta Londra-Sidney in meno di
un’ora.
Michele Pettinà, 27 anni, ingegnere laureato al Dtg di Vicenza, da qualche mese è uno
dei protagonisti di un progetto di altissimo livello che riguarda questa tematica. Sta lavorando all’Imperial College
di Londra, uno dei centri studi
più importanti al mondo
(l’università britannica specializzata in scienza e tecnologia
supera, secondo recenti classifiche, Oxford e Cambridge).
Ha vinto il concorso per un
dottorato della durata di quattro anni, primo di 135 studenti
provenienti da tutto il mondo.
Ha sbaragliato la concorrenza
di cinesi, giapponesi e statunitensi, grazie a un percorso di
studi di tutto rispetto ed al supporto scientifico del prof. Paolo Lazzarin e del prof. Filippo
Berto, docenti dell’area di innovazione del prodotto al Dtg
Vicenza. «Il progetto di ricerca - spiega - è iniziato nel giugno del 2012 (circa un mese dopo la laurea) e ha come oggetto lo studio i materiali ceramici ultra-refrattari per applicazioni strutturali, noti anche come ultra high temperature ceramics. La mia attività si svolge all’interno del Dipartimento di Ingegneria Meccanica,
ma lavoro congiuntamente al
Dipartimento di Materiali, dove si trovano la maggior parte
dei ricercatori che studiano
questi materiali. Il progetto è
finanziato dal Defence Science and Technology Laboratory, un ente governativo che
ha lo scopo di massimizzare
l’impatto di scienza e tecnologia per la sicurezza del Regno
Unito, fornendo servizi in particolare per il ministero della
Difesa».
La borsa di studio di Pettinà
è interamente finanziata da
un’azienda privata che ha deciso di investire sul giovane: «I
L’identikit
Ama
labicicletta
ecamminare
inmontagna
MichelePettinàfotografato nel museo all’internodell’ImperialCollegedove sonoconservate tutte le
macchinedi provasu testmeccanici
materialiceramici ultra-refrattari - spiega Pettinà - si distinguono dalle altre leghe perché
il punto di fusione si raggiunge ad una temperatura superiore a 3000 gradi, hanno una
resistenza meccanica ad alta
temperatura e sono buoni conduttori termici ed elettrici. Per
queste ragioni si tratta di materiali ottimi per applicazioni aerospaziali». Quali componenti sono realizzati con questi
materiali? «I coni di prua e i
bordi alari di veicoli ipersonici, le superfici di controllo per
veicoli di rientro delle navicel-
le aerospaziali, gli inserti dei
razzi. Durante un volo ipersonico, infatti, le temperature
raggiunte dal cono di prua e
dai profili alari possono superare i 2000 gradi. È chiaro
quindi che servono materiali
in grado di resistere a temperature e condizioni estreme, dove le elevate sollecitazioni termo-meccaniche si sommano
alle variazioni della composizione chimica del pezzo dovute all’ossidazione».
Perintenderci, la Nasa ha raggiunto il regime ipersonico
con aerei sperimentali senza
pilota utilizzando come propulsore un razzo e registrando
il record mondiale di velocità
con il prototipo X-43: si tratta
di piccolo velivolo sperimentale, senza pilota, che misura appena 3,65 metri, capace di raggiungere la velocità di oltre 11
mila chilometri orari. Le frontiere di questi studi sono davvero avveniristiche: «Al momento non esistono veicoli in
grado di volare a velocità ipersoniche in maniera sicura e
prolungata (e con persone a
bordo); ma se il sogno diventasse realtà sarebbe possibile
La ricerca sui materiali
ceramici ultrarefrattari è
iniziata verso gli anni Sessanta
con Stati Uniti d’America ed ex
Unione Sovietica in prima linea.
La Guerra Fredda da un lato e
lacorsa alla conquista dello
spazio dall’altro sono stati tra
le ragioni chesostenevano gli
investimenti in questo tipo di
studi.
Ma dopo questo “boom” c’è
stato poi un calo di interesse,
cheha portato a sospendere
quasi completamente gli studi
per vent’anni, dalla fine degli
anni Settanta alla fine degli
anni Novanta. La ricerca è
ripresa recentemente:
attualmente i paesi che stanno
investendo maggiormente
sonogli Stati Uniti, la Cina e il
Regno Unito. Per quanto
riguarda l’Italia, l'Istec-Cnr è la
sola realtà istituzionale
scientifica cheporta avanti
attivitàdi ricerca e sviluppo,
collaborando con diversi enti
internazionali.
Michele Pettinà èuno dei
pochi italiani che si occupa di
questo filone. Nonostante la
giovane età nel suo curriculum
cisono già due pubblicazioni in
rivisteinternazionali. Pettinà,
originario di Isola Vicentina
(dove vive la sua famiglia) nel
tempo libero ama andare in
bicicletta e camminare n
montagna (durante le vacanze
in Italia). È appassionato di
auto e moto d'epoca. Una
curiosità:la mamma di Michele
(Daniela Gennaro) lavora da
molti anni alla segreteria
studentidell’università a
Vicenza. • MAT.MARC.
Haricevuto il“Best teacheraward”
“Promosso”ilprof.Berto
perlasecondavolta
daglistudentidiVicenza
Il prof. Berto assieme al prof. George Sih, uno dei padri fondatori
della “meccanica della frattura” moderna, all’apertura del convegno
MesomechanicstenutosiaVicenza
© RIPRODUZIONERISERVATA
Perilsecondoanno
consecutivohaottenutoil“Best
TeacherAward”. Ilcorsoin
“Metodidiprogettazioni
meccanica”tenutodall’ing.
FilippoBerto,ricercatoredi
costruzionidimacchineconcui
sièlaureatoMichelePettinà,è
risultatoilmigliore(per
gradimentodeglistudenti)di
tuttoilcorsodilaureain
Innovazionedelprodotto.La
nuovariformadell’università
prevedecheglistudenti,prima
dell’esame,esprimanoilloro
giudiziosull’insegnamento.Il
corsodell’ing.Bertohaottenuto
unamediadipuntidi9.2.Berto
recentementehaottenuto
ancheilpremio“Capocaccia”
(riconoscimentoattribuitoa
giovaniconmenodi35anni)
conseguitograzieadunaricerca
condottaincollaborazioneconun
dottorando(ChristianMarangon)
sulleprovedeicomponentiin
grafite.Conilprof.PaoloLazzarin,
Bertoharecentemente
partecipatoalconvegnomondiale
sull’integritàstrutturale(“ICF13”)
chesitieneogni4anni.Ilconvegno
siètenutoaPechinoconpiùdi
1500iscrittiesolounadecinadi
italiani.Lazzarine Bertohanno
presentatoalcunericerche,
insiemeadunfamosoprofessore
iraniano(MajidAytollahi)ealprof.
PaulLesPook,massimoespertodi
tematicherelative allaresistenza
allafaticadeimateriali • MAT.MARC.
viaggiare da Londra a Sydney
in poco meno di un’ora».
Pettinà si occupa, mediante
test virtuali, di capire in quali
condizioni si arrivano a danneggiare i componenti. “L'intento finale - precisa il ricercatore - è riuscire ad avere uno
strumento di progettazione affidabile che consenta di ridurre i costi e i tempi per i test di
laboratorio. Le prove pratiche,
infatti, richiedono tempi lunghi e sono costose in ragione
delle altissime temperature in
gioco. Inoltre, le ridotte dimensioni del forno montato sulla
macchina, limitano la geometria dei provini che si possono
testare».
Il gruppo di lavoro di Paolo
Lazzarin e Filippo Berto (nell’area di progettazione meccanica in innovazione del prodotto) ha avuto un ruolo decisivo
per consentire a Pettinà di lavorare su questa tematica: nei
laboratori di San Nicola, infatti, da anni si eseguono esperimenti analoghi, su materiali
differenti, impiegati in uso civile. «Nel 2011, durante il convegno MesoMechanics che si è
tenuto proprio al Dtg - aggiun-
ge Berto - avevamo invitato
Franck Abdi, amministratore
delegato della Alpha Star,
azienda californiana che lavora in questo settore, con cui abbiamo collaborato nell’ambito
di alcuni progetti di ricerca.
Abbiamo deciso che uno studente avrebbe potuto lavorare
per un periodo negli Stati Uniti».
Pettinà ha colto l’occasione
al volo. E, ora, si ritrova protagonista di un progetto importante, che gli consente di lavorare a stretto contatto con i migliori ricercatori al mondo. •