VICHIANA

EDOARDO D'ANGELO
Una silloge umanistica suessana
(Scheda per Napoli B.N. IX. C.24)
Estratto da:
VICHIANA
rassegna di studi filologici e storici
fondata da CARLO DEL GRANDE e FRANCESCO AHNALDI
diretta da ENRICO FLORES
4' SERIE
ANNO I!
2/2000
LOFFREDO EDITORE- NAPOLI
A'-
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A
UNA SILLOGE UMANISTICA SUESSANA
(SCHEDA PER NAPOLI, B. N., IX. C. 24.)
Tra i codici di interesse storiografico custoditi nella Biblioteca
Nazianale di Napoli "Vittorio Emanuele III", particolare rilievo ostenta il volume segnato IX. C. 24.: mai descritto nel dettaglio o studiato
sul piano paleografico e codicologico, esso e stato piu volte segnalato
in quanto contenente il tesro della cronaca detta di Niecola Iamsilla,
immediatamente seguita da! cosiddetto Supplementum lamsillae 1•
La presentazione del codice - fortemente incompleta -, fornita un
secolo fa da Otto Cartellieri, ·nel suo studio sulla tradizione manoscritta della cronaca pseudo-iamsilliana, si appoggia in maniera totale
alla scarna nota ehe aleuni anni prima redigeva il Winckelmann2 • In
seguito, gli altri Studiosi ehe hanno affrontato i problemi della recensio
della cronaca, non hanno mai analizzato il codice in se, in quanto
manufatto fisico e culturale3 •
I! Napoletano IX. C. 24. e un codice cartaceo, in quarto (dimensioni: 213 x 271. specchio di scrittura: 141 x 204), attualmente di II + I4
1
La Historia de rebus gestis Friden'ci secundi imperatoris eiusque filiorum Conradi et
Manfredi, cosiddetta di NiccolO Iamsilla (ma guesto, ormai, e da considerare il nome di uno
dei possessori dei codici, essende stato l'autore identificato, con buona probabilita, in Goffredo
di Cosenza: cf. A. KARST, Ueber den sogenannten ]amsilla, "Historisches Jahrbuch", 19,
1898, ,PP· 1-28; vedi ora E. PrsriSA, Nicco/0 di lamsi/la. Un intellettuale alla corte di Manfredi,
Sovena Mannelli 1984, PP· 6-10), e edita in L. A. MuRATORI, Rerum ltalicamm scriptores,
VIII, Mediolani 1726, coll. 493~616; ripubblicata in G. DEL RE, Cronisti e sm'ttori sincrom·
napoletani, II, Napoli 1968, pp. 101-200. Mi accingevo ad intraprenderne l'edizione critica
quando ho appreso da Rudolf Schiffer, Presidente dei Menumenta Germaniae Historica, ehe
all'impresa s1 stava dedicando Walter Koller, gi3. autore di un'eccellente edizione di Saba
Malaspina per gli stessi MGH. La presente scheda intende dunque essere solo un piccolo
contributo al cospicuo lavoro ehe attende il collega svizzero.
2
Cf. E. WINCKELMANN, Reisebericht, "Neues Archiv", 3, 1878, pp. 627-654, qui 647~648.
3
Cf. soprattutto A. NITSCHKE, Die Handschriften des sog. Nicolaus ]amsilla, "Deutsches
Archiv", 10,1954, pp. 233~238. Par~n? d~lla p;,esenza nel co.di.ce del ~upp/eme~tum lanysillae
W. KoLLER c A. NnscHKE nella Emletrung alla loro edtziOne d1 Saba: Dze Chronzk des
Saba Malaspina, MGH SS XXXV (Hannoverae 1999), pp. 62-64. Cf. anche A. NtTSCHKE,
Untersuchungen zu Saba Malaspina, "Deutsches Archiv", 12, 1956, pp. 160-186 c 473-492,
qui 482-484. Non si occupa del Supplementum P. DE LEo, Per il testo di Saba Malaspina,
"Vichiana", 4, 1975) pp. 215-230.
4 In questa carta, originariamente bianca, mano moderna ha vergato: "ANONYMI FUXENI
IN BIBLIOTH. SICH.. TOM. I1 PAG. 631 ".
226
Edoardo D'Angelo
+ 155 + II carte, con una buona rilegatura, oggi in stato non eccellente, con un laccio di cuoio per Ia chiusura. I! tomo e caratterizzato
da una doppia numerazione: una, piu antica e con l'inchiostro piu
sbiadito, arriva fino a c. 163, e sopravanza di alcunc unita Ia seconda
(ehe giunge a c. 155), caratterizzata da un inchiostro nero e molto
leggibile. Due sono i punti di scarto: I' attuale c. 55r, bianca, risulta
numerata 55 (60), e ci fa intuire Ia caduta di cinque carte; e c. 88 (93),
ehe, essendo seguita da una pagina numerata 89 (97), rende evidente
Ia caduta di altre 3 carte5•
Per quanto riguarda Ia grafia, il volume si divide in una prima ].Jarte
(cc. 1r-83v) vergata in una corsiva comune molto fitta e a tratti di difficile
lettura; Ia seconda parte estesa in una corsiva rinascimentale molto chiara, con un inchiostro in buono stato di conservazione, e con un ricco
apparato di titoli, sottotitoli, sottolineature e glosse in vivace inchiostro
rosso. Aleuni dei testi "minori", inoltre, risultano vergati da altre mani,
ed aggiunti successivamente al completamento dcl volume (in particola.re
in cane non completamente occupate da! testo precedente).
All'interno della estesa tradizione manoscritta della cronaca
pseudoiamsilliana (una ventina di testimoni), il nostro codice, siglato
da! Cartellieri Z, riveste un ruolo del tutto eccezionale: ne e, secondo
lo studioso tedesco, l'archetipo.
Alle cc. 38-52 e trascritto il cosiddetto Supptementum I amsillae6 : si
tratta di un rifacimento abbreviato (circa un terzo del testo
malaspiniano ), adespoto e anonimo, dei libri II, III e IV (inizio) della
cronaca di Saba Malaspina. Vi si racconta delle operazioni di Manfredi
dopo l'incoronazione (1258), e fino all'arrivo di Corradino, con una
forte connotazione filosveva. Il Napoletano IX. C. 24. e "der einzige
selbstandige Textzeuge für das Supptementum" 7; la trascrizione presenta evidenti influssi del parlato sulla patina ortografica. Sul piano
linguistico e stilistico Ia rielaborazione della fonte malaspiniana e
profonda. Difficile fornire dati sull' autore o sull' epoca di composizione. Da un punto di vista squisitamente ecdotico, dunque, il Supptementum non dovrebbc poter essere utilizzato ai fini della constitutio
del testo di Saba; prudentemente, pero, il Koller decide di tenerne
presenti le lezioni in caso di situazioni testuali particolarmente complesse. L' editore tedescg individua una sua stretta parentela (medesimo antigrafo) col testo del Malaspina tramandato dal testimone V
5
Risultano bianche le carte 55r e 147v.
Ed.: F. UGHELLI, Italia· Sacra, IX, Vcnetiis 1652, coll. 852-888; I.
historica regni Siciliae, II, Panhonni 1723, pp. 759-787.
7
KoLLER, Einleitung cit., p. 63.
6
CARUSO,
Bibliotheca
Una silloge mnanistica suessana. (Scheda per Napoli, B.N., IX. C. 24.)
227
(Vat. lat. 3972); a questi due si oppone, sternrnaticarnentc, il testirnone
P (Par. lat. 5696 ).
Oltre alla cronaca e al Supplementum, ccco una prcsentazione del
· ··········
contenuto del codice 8:
I.
cc. 1r-38v • De Federico imperatore (cronaca di Niccolo di Iamsilla): cf.
supra.
I!.
cc. 38v-52r • Supptementum Jamsillae: cf. supra.
III.
cc. 52v-53r • senza tito!o: Annales Lauretani: ed. V. BrNDI, M onumenti
storici ed artistici dell'Abruzzo, Napoli 1889, pp. 587-589.
IV.
cc. 53v-54r • TestameniHm imperatoris Frederici: ed. in MGH, Gonstitutiones et acta publica imperatorum et regum, (Legum sectio IV), I!, ed.
L. Weiland, Hannoverae 1896, pp. 382-385, nr. 274'.
V.
cc. 54r-54v • senza titolo: inc. Anno Domini MCC!III tempore Innocentii
tertii fuit edificatum palatium civitatis Pennensis ... des.... anno Domini
MCCCCXIII ... obiit illrtstrissimus rex Ladizkms ... I! CARTELLIERI,
Reise (cit. infra), p. 687, definisce queste testo Notae Pennenses; si tratta
di brevissime notazioni di stot~a della cittadina abruzzese di Penne, in
particolare nei suoi rapporti con la Chiesa, da! 1204 al 1413.
VI.
c. 54v (per c. 55r cfr. supra) • senza titolo: inc. Summa annorum mundi
ab Adam usque ad ultimum ... des .... ea omnium annorum predictorum
sunt Xm MClliLXXXVJII. Testo di sole 6 righe, con brevi cenni di
cronologia mondiale.
VII.
c. SSv Cl Flos virtutum: inc. Invidia appropriatur milvo ... des .... veritas
appropriatu.r filiis ... asinos monasterii. Testo moralistico di natura aneddotica, ehe spiega i caratteri degli uomini spesso mediante similitudini
zoologiche.
VIII.
cc. 55v-63r e Auctoritates mu.lientm: inc. Salamone disse chi trova la
bona femina ... des .... essendo tornata a lui ... In valgare italiano. Teste
di carattere moralistico e proverbiale, con colorazione misogina 10•
c. 63r • Reg~<la medicinalis: inc. Hac illac modicum pergat modicum s1ta
membra ... des .... post fimus fumum sit tibi tuta quies. In 37 esametri
8
Questa descrizione, naturalmcnte, non puO avcre l'intento di prescntarsi quale esaustiva.
Ancora molto lavoro resta da farc soprattutto ai fini dell' edizione dellc singole piCces.
9
Qucsto Cil tcstamcnto finale; ma esistono anche frammenti di un abbozzo di restamento redatto intorno al 1247-48: su rale questione si puO trovare un rapide, ma accurato
rcsoconto in E. KANTOROWICZ, Federico !I imperatore, Milano 1976 (ed. or. Berlin 1927-30),
pp. 743-745.
10
Per l'importanza nclla letteratura napoletana d'eti aragenese degli specula mulierum, si
veda pcr tutti il capitolo dcdicato alla gratulatio di Giovanni Brancati t,er lc nozzc di Ferrante e Giovanna d'Aragona in M. DE NICHILO, Reton'ca e magni icenz<t ne!lä Napoli
aragonese, Bari 2000, pp. 103-131, dove si discutc anche l'ingcnte bib iografia.
228
Edoardo D'Angelo
latini, trascritti a tratti senza seguire Ja divisione dei versi. Consigli spicci
per conservare buona salute.
Xa.
cc. 63v-69v • Vegecius: inc. Finita lo mio prologo ne lo nome de Christo
comenzero ad exponere lo libro .. . des. .. . ehe adiuta .. . a Ii strani
Traduzione in valgare italiano dell'Epitoma rei militmis di Flavio Renato
Vegezio". Sembra oggi da escludere possa essere questa Ia traduzione
vegeziana effettuata da Giovanni Brancati, di cui lo stesso livrero mayor
di re Ferrante ci parla12 (egli tradusse Ia Mulomedicina; cf. anche infra)".
Xb.
cc. 69v-83r • Sequita l'altro libro de Vegezw: inc. Incomenza lo libro de Ia
disposizwne di alame cose del mundo ... des. secundo raysimi de phüophi
Deo gratias. In valgare italiano. Poco chiaro illegame con l'opera precedeme.
XI.
c. 83r • De miraculis beatorum Petriet Pauli: inc. Ecclesie basis et celorum
claviger unus ... des. [ .. Jxerat excussit depulsa demonis umbra. In 29
esametri latini trascritti a strafe di tre. Testo agiografico. E evidente Ia
mano diversa rispetto all'item precedente; trascritto in doppia colonna
Cün l'item .~!.~' del quale mostra l'idcncica mano grafica.
c 83r • De fine mundi et principio: inc. Prima [acta die duo celum terra
ligantur... des .... Iux post[ .. ] celum terramque [ .. ]. In 21 esametri (?)
latini. Breve teste poetico sui sei giorni della creazione.
XIII.
c. 83v • senza titolo: inc. Al nomo siati llalto Dia cortisi ... des .... al
vostro honori. In valgare italiano. 33 strafe saffiche barbare; su due colmme.
Si
narra delle vicissitudini capitate a un nobile sulmonese partito
per Ia Francia.
XIV.
·
cc. 84r-86v • Forma modus et ordo coronationum regum et reginarum
regni et insulae Angliae: inc. In primis princeps noviter coronandus ...
des. . . . volumus et concedimus jiat fiat. Amen. O[ficii comitis Oxone
Magni Camerarii Angliae. In latino. Testo di argomento curiale (ordo
coronationis) sul regno d'Inghilterra, cui fa riscontro una struttura grafica
assai accurata, con titoli e sottotitoli in rosso.
XV.
c. 87r • Nomina quinque pottuum Anglie: inc. Hasting est capitalis portus
. .. des .... s11mma servitii qetinque portuum 47 naves. summa hominum
1197. In latino. Breve resoconto geografico-economico sulle potenzialita
dei porti dell'Inghilterra meridionale.
L' Epitoma e edira da C. Lang, Lipsiae 1885.
Il passo brancatiano e citato in G. PUGLIESE CARRATELLI, Due epistole di Giovanni
Brancati su Ia «Naturalis historia" di Plinio. Testi latini inediti del secolo XV, "Atti dell'Accademia Pontaniana», 3, 1949/1950, .PP· 179-193, qui 188. L'ipotesi era adombrata in N. DE
BLAS!- A. VARVARO, Napoli e l'ltalza meridionale, in Letteratura italiana. Storia e geogra{ta:
L'eta modenza Il, a cura di A. AsoR RosA, Torino 1988) pp. 235-325, qui 255.
13
Cf. V. ÜRTOLEVA, Giovanni Brancati traduttore di Vegezio. Contributo allo studio
del!ct tradizione manoscritta della "Mulomedicina", "Orpheus", 13, 1992, pp. 369-383; M.
APRILE, .Modalitd di volgm·izzamento nella versz'one del/.a "Mulomedicina" di Vegezz'o condotta da Giovanm' Brancati, "Medioevo Romanzo", 23, 1999, pp, 174-212.
11
12
Una silloge umanistica suessana. (Scheda per Nttpo!t~ B.N., IX. C. 24.)
229
XVI.
cc. 87v-88v (seguivano tre carte oggi perdute, cf. supra) • Genealogia
regum Aragonum et comitum Barchinonae: inc. Don Sanzo Rey de
Navarra e conte de Arago hagut per mulla dona Maria filla del rey de
Castilla . . . des. . . . que va a esser senyor de Castella e de Arago. In
valgare catalano. Genealogia dei sovrani aragonesi ehe parre da re Saneie
di Navarra (X secolo) e arriva alla meta del XIV seco]o~<. Cf. item XXXII.
XVII.
cc. 89r-123v • senza titolo. In Jatino. Raggruppo sotto questo unico itcm
una serie di seritture di cui non e chiaro, allo stato attuale, il rapporto
reciproco (il prima testo e acefalo e mancano titoli e sottotitoli). Il denominatore comune sembra essere un certo contenute geo-storico-mito- ;
logieo, con numerose e reiterate citazioni letterarie, a _':'()lte _i!l__ fornu I
diseorsiva, a volte in forma di vocabolario. Materia sembrario ··es-ser·e fon:.··---·----.-·damentalmente le regioni del Regno napoJetano.
Acefalo (inc: ... inccperunt et dum pro jundamentis murorum effoderent
cadaver de cuiusdam mulierisque Parthenopes dicta est ... ) per fa caduta
di alcune carte (cf. supra). Numerose Je glosse e Je annotazioni, anehe di
altra mano, in margine. Si tratta di una descrizione storico-geografica di
ti.iimerosi luoghi dell'Italia meridionale - non soltanto peninsulare - con
particolare attenzione alla Campania settentrionale (N apoli, Capua,
Benevento, Sessa Aurunca, etc.).
Da c. 93v (inc. De Creta et Cretensibus .. ,) la scrittura, senza alcuna
soluzione di continuita, volge ad acquisire Ia struttura di una sorta di
dizionario di mitologia classica, eon particolare attenzione a toponimi ed
amroponimi omerici 15 •
A c. 111 v uno stacco tipografico sembrerebbe indicare una qualehe forma di separazione dal testo precedente (inc. Civitatem Gabiorum Lucius
Tarquinius fraude cepisse describitur ut narrat Livius . , . ); seguono una
serie di informazioni (tratte anche da importanti fonti antiehe e
tardoantiche) su luoghi e personaggi della stona romana (Romolo, Gabi,
Capena, la Sabina, etc.), e di seguito notizie su zone e citta dell'Italia
centrale e meridionale (Nola, Eboli, Ariccia, l'Etna, Ia Sicilia, etc.):
A c. 121r uno stacco tipografico precede un titoletto (Augustinus De
civitate Der). Segue una ettazione da quell'opera (XVIII 5), e una serie di
informazioni relative al dio egizio
·,
Ac. 121v ue esametn 1 un ce o _lis~qsitts e di un Iohannes in Apologiis,
relativi, rispettivamente, all' etimo
e della citta di Messina, e ai
fiumi infernali. Ancora altre notizie mitologiche el a c. 123v, la scritta ''·
"FINIS", seguita dall'annotazione di _B_<:rardino di PoJicastro (cf. infra).
,'' 2.?.s'
XVIII.
cc. 124r-127v • De origine vocabuli heroum; eomm institutione privilegiis
et aucton'tate, qui heraldi dicuntHr (una nota dice il testo copiato 1'11
luglio 1484): ed.: F. FÜRBETH, "Vom Ursprung der Herolde". Ein
humanistischer Brief als heraldischer Lehrtext, "Beiträge zur Gescpichte
der deutschen Sprache und Literatur", 117, 1995, pp. 435-488. E una
delle epistole di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio li, e tratta dell'ufficio
14
Sul testo cf. A. CoMPAGNA nell"'lntroduzionc" (pp. 25~26) alla sua edizionc di Luro
Summcl dei re di Napoli e Sicilia e dei re d'Amgona, Napoli 1990.
A c. 102r sembra esserci un cambio di grafia.
DE SPECHIO,
I$
230
Edoardo D'Angelo
degli araldi (in pratica si tratta di una lettera-trattato). Nell'elenco di 17
manoscritti dell'opera segnalati dal Fürbeth non e presente il Napoletano
IX. C. 24. 16 •
XIX.
XX.
cc. 127v-128r • De ponte per Gaium lulium Cesarem facto in Rheno ...
ex libro Commentariorum Cesaris 1111: trascrizione di Caes. Gall. IV
16,8-IV 18,4.
c. 129r • Epistola egregii domni Nicolai Canalis, doctoris capitanei generalis
classis maritime illustrissimi domini Venetorum contra TurChos, ad
exhortandum summum pontificem et cardinales: sola intestazione della
lettera (ed. in: Cronaca di anonimo Veronese 1446-1488, a cura di G.
Soranzo, Venezia 1915, pp. 257-258 e 270-275) di Niccolo Canal, capitano generale da mar della Repubblica di Venezia, indirizzata a papa
Paolo I! e ai cardinali, datata 8 giugno 1470. Questa missiva rappresenta
una sorta di apologia da parte del condottiero, accusato di condotta
pusillanime nella guerra di Negroponte; il Canal, riconosciuto colpevole,
era srato condannato alla relegazione perpetua a Portogruaro (cf. A.
VENTURA, Niecola Cana/, in Dizionario Biografico degli ltaliani, XVII,
Roma 1974, pp. 662-668) 17 •
XXI.
cc. 129v-133v • senza titolo: inc. Corno se lege nelle historie antiqlte,
destructa Troya per Ii Greci et longamente... des. et in quello medesmo
imno [1479] prese gran parte del Thedoro ... In valgare italiano. Breve
cronaca (1350-1479), in stile annalistico, dei sovrani e delle imprese dei
Turchi.
XXII.
cc. 134r-144v • 1. Moderati Co/umelle Hortuli Commentarium incipit
feliciter. inc. Horti Hesperides memorabiles habentur ... des. Astreum
Astra val!is est Beotie unde Hesiodus ait ... In latino. Commento, con
ampie glosse marginali ehe sembrano della stessa mano, al libro X de De
re mstica di Columella". 11 teste ha Ia dara del 19 agosto 1479, in Sessa
Aurunca.
16
Il nostro codice pare da ascrivcrc alla famiglia "italiana" di quelle stemma, composta
dai testimoni Firenze, Biblioteca Laurenziana, Ashburnham 1657 (F), vergato a Napoli da
Raffade di Penchenat, nelPultimo ventennio del XV sec., c Trieste, Biblioteca Civica, II. 5.
(T); talc famiglia e portatrice di una recensione del testo piU tarda. Il nostro codice sembra
piU strettamentc imparentato col Fiorentino: nel datum finale, ehe Ii separa dalla restante
tradizione, essi inseriscono, contro il Triestino, anche una data: F Ex Colonia Agripincl
septimo kaiendas Maii 1459 N Ex Colonia Agripina septimo kaiendas Maias TEx Colom'a
Agripina. Pii:l difficilc capire il rappo110 preciso tra N e F: la datazione "ufficiale"' del
Fiorentino, 1490/91 (ma alcune dellc date sono o sembrano corrette, ed altre si rifcriscono
al 1481, cf. 0. KRISTELLER, lter ltalicum. A Database of tmcatalogued or incompletely
catalogued humanistic manuscripts of the Renaissance in Italian and other libraries, New
York-Leiden-Köln 1995; FüRDETH, "Vom Urspnmg" cit., p. 446) farcbbc pensarc a una
anteriorita di stcsum dcl Napoletano: anteriorit<l ehe renderebbe per6 di difficilc spicgazione
fj]ologica Ia prcsenza in F dcll'indicazionc dc!l'anno ehe manca in N.
17
La lcttera Ccontenuta anche ncl manoscritto Venezia, Bibliotcca Marciana, Lat. cl. XIV
9 (~ 4267), c. 68v.
1
s Il X libro del De re rustica C in csametri, come appendice alle CeorgidJe di Virgilio
(ed. V. Lundstrom- A. Josephson, 1897-1955).
Una sil!oge umanistica suessana. (Scheda per Napoh~ ß.N., IX. C. 24.)
231
XXIII.
c. 144v e senza titolo: inc. Platani erant in usu apud Romanos ... des ....
primum sunt invente. In latino. Aleuni righi di arboricultura. La mano e
diversa da quella ehe ha vergato l'itcm precedente e il successivo.
XXIV.
c. 144v • senza titolo: inc. Gaietani diuturna obsidione regis ... des ....
et in urbe supererat publice apud forum. In latino. Aleuni righi su Gaeta
assediata dal re (Alfonso il Magnanimo nel 1436 ?) 19 •
XXV.
cc. 145r-145v • In quot dividuntur viginti quattuor litterein duo vocales
et consonantes. In latino. Traduzione di una grammatica greca. La versione originale e contenuta nel codice Vaticano, Biblioteca Apostolica, Barb.
Gr. 33 (I 33), ff. 73r-84r.
XXVI.
cc. 146r-147v • Mc8o81KOv Via brevis octo partium orationis edita
Constantino Lascareo. In latino. Traduzione di un breve testo di natura
retorico-grammaticale, per il quale cf. il codice Roma, Biblioteca Vallicelliana, C 46, f. 425.
XXVII.
148r-149v • Episto!a Pogii oratoris ad darum Leonardum Aretinum de
eloquentia Hieranimi et Johannis hiis simul et constantia Bohemorum
hereticorum: ed. (tra gli altri) a cura di Th. De Tonelli, Pogii Epistolae,
Torino 1964 (ma Florentiae 1832), vol. I, pp. 11-15; ein Prosatori latini
del Quattrocento, a cura di E. Garin, Milano-Napoli, s.d., pp. 228-240.
E la lettera con cui il Bracciolini effettua il resoconto del processo e della
condanna a morte di Girolama da Praga, sel;liace di Giovanni Huss, arso
sul rogo per eresia a Costanza, il 30 maggro 1415 20 •
XXVIII. c. 150v • senza titolo: inc. Petro Brancatio, Fusci fik'o. In latino. Epitaffio
di Pietro Brancaccio (figlio di Francesco detto il Fosco e fratello del
meglio conosciuto Marino ), iscritto sullato sinistro dell' Altare Ma~giore
della chiesa di Sant'Angelo a Nido, a Napoli, cappella di famigha dei
Brancaccio. Ed.: P. De STEFANO, Descrizione dei iuoghi sacri della citta
di Napoli, Napoli 1650, p. 33; E. RrccA, La nobilta delle Due Sicilie, V,
Napoli 1859, pp. 456-458. (Cf. infra).
XXIX.
cc. 151r-151v • Salvator Roscius Cayetam<S suo Moysi hebreo S.P.D.: inc.
Postquam datum est ut in religione varius sit animus 00. des .... sed de
hac re hactenus plura tecum 00. bene vale VJJII mensis Augusti anno
creationis mundi 5[]88. In latino. Lettera di Salvatore Roscio di Gaeta
all' amico ebreo Mose sulle differenze teologiche tra Cristianesimo ed
Ebraismo.
19 Su queste assedio cf. B. FACII De rebus gestis ab Alphansa prima Neapolitanorum rege
... , in G. GRAviim, Raccolta di tutti i piU rinomati scrittori dell'Istoria gen . . mle del Regno
di Napoli, IV, Napoli 1769, pp. 1-2 (della seconda numerazione del volume).
20
Si tratta di un testo assai orientato ideolo~icamente, dove emerge una posizione di
"pensiero _prewcattolico" ehe delinea una "presa d1 coscienza critica da parte deli'intel!ettuale
italiano" di fronte al problcma dclle eresie, ehe metteranno capo, un sccolo dopo, alla riforma lutcrana, cos'i comc tracciato da E. FLORES, Le scoperte di Poggio e il testo di Lucrezio,
Napoli 1980, .PP· 21-32; Flores sottolinea anchc il caratterc tipologico ddla lcttera qualc
cscmpio di exztus illustrittrn virorum, il ehe coincidc, nel nostro codicc, con l'item XXVIII.
232
XXX.
Edom·do D'Angelo
c. 151v 0 Sunt tria quae vere faciunt me sepe dolere: in latino, esametri
leonini bisillabici. Carme sulla situazione politica europea nella prima
parte del see. XV. Cf. ß. HEREAUX, lnitia opemm scriptorum Latinorum
Medii potissimum aevi, Turnholti s. a. (ms.), VI 205; H. WALTHER,
Alphabetisches Verzeichnis der Versanfänge mittellateinischer Dichtung,
Göttingen 1959, n. 1888621 •
XXXI.
c. 152r • Anno milleno centeno septuageno I Prima qua primas corruit
ense Thomas. de sancto Thoma de Conturberia episcopo in Anglia: primo
distico (seguito da una sorta di titolo. Nel foglio c'e una rottura; segue
ampio spazio nella pagina) di un carme su Thomas ßeckett, per il quale
cf. WALTHER, Alphabetisches Verzeichnis cit., n. 1165 22 .
XXXII.
c. 152r 0 senza titolo: inc. Dominus Sandus rex Navarre et comes
Aragonum habuit in uxorem Mariam filiam regis Castelle ... des .... et
eorum statum adaugerent. Testo latino corrispondente ai primi due
capoversi dell'item XVI. (in catalano ).
XXXIII. e. 152v • Genealogia regum Aragonum et corniturn Barchinone: inc. Raymundus Berengarius fuit comes Barchinone et marebio Provintie ... des .
.. . regnavit autem annis 17 mensibus 4 diebus 19. In Iatino. Genealogia
dei sovrani d' Aragona ehe parte da Raimondo ßerengario III di ßarcellona
(inizi del secolo XII) ed arriva a Pietro !I d'Aragona (+ 1213).
XXXIV. cc. 153r-155r • senza titolo: inc .... interiusque oculos Stigie obduxere
tenebre ... des .... Jamque vale nostrique memor fac deprecor ut sis. In
csametri latini. Lungo carme, mutilo all'inizio, ehe presenta personaggi e
avvenimenti della storia napoletana del Trecento e del Quattrocento
(Roberto d' Angio, Andrea d'Ungheria, i papi Urbano VI e Clemente VI,
etc.).
I! codice si presenta come una miscellanea composita, di materiali
contenutisticamente e linguisticamente23 eterogenei, spesso non conosciuti per altra via. Qualehe considerazione e possibile effettuare attualmente, soprattutto sul piano di una determinazione cronogeografica
del codice.
L'unica notizia esistente sulla storia del manoscritto consiste in
una deduzione del Cartellieri il quale, da una nota del testimone P
della tradizione di Iamsilla (Palermo, Biblioteca della Societa Siciliana
21
Si tratta di un tesro contenute in numerosi manoscritti nordeuropei, soprattutto francesi, tedeschi ed austriaci.
22 11 testo sull'arcivescovo inglese e edito in IoHANNIS DE FüRDUN Scbotichronicon,
Edimburgi 1792; si veda poi B. PEzrus, Thesaurus anecdotomm novissimorum, Augustac
Vindel. 1806, VI 2,29.
2
;
Per lc forme assai dialettichc di cocsistenza tra valgare e latino nella culrura umanistica
napoletana si veda il paragrafo "Unanesimo latino c Umanesino valgare ncl Mezzogiorno
d'Italia'\ in G. VJLLANI, L'Umanesimo napoletano, in Storia della letteratttra italiana. IIJ. ll
Quattrocento, a cura di E. MALATO, Roma 1996, pp. 709-762, qui 709-712.
>
Una siiloge umanistim suessana. {Scheda per Napoli, ß.N., IX. C. 24.)
233
di Storia Patria, I. B. 32.), ritenuto dallo studioso tedesco apografo
diretto del manoscritto napoletano 24, deduceva un'appartenenza di
quest'u!timo, agli inizi del XVII sec., a Carlo Tocco, principe di
Momemiletto 25 • Ma l' esame approfondito del codice ha permesso una
ricostruzione molto piu dettagliata.
I! volume contiene alcune note, ehe consentono di definirne I' origine in maniera abbastanza sicura sia nel tempo ehe nello spazio: c.
123v (alla fine del composito item XVII.): "HUNC LIBELLUM
BELARDINUS DE POLICASTR0 26 DE SUESSA PROPRIA MANU EXSCRIPSJT.
SUB ANNO DOMINI MCCCCLXXV!lll DIE XV!ll OCTOBlliS Xlll INDICTIONIS.
RECOLUNT IMPIA GESTA Dll"; C. 127v: "EXPLICIT LIBELLUS DE
HERALDORUM NOMINE ... EXTRACTUS A QUODAM LIBELLO DELATO
PER QUENDAM HERALDUM NOMINE [signum facunaejl'ANNO 1484 DIE.)"
XI MENSIS IULII"; e a C.
FINIT. SUESSE 19 AUGUST!
144v: "COMMENTAR!UM J. M. COLUMELLE
1479"27 • Siamo dunque, almeno con quella
ehe abbiamo definito Ia seconda parte del tomo, nella cittadina campana di Sessa Aurunca, tra l'estate del 1479 e quella del 1484, sotto
il regno di Ferrante I (1458-1494) 28 •
Sessa Aurunca e citü ehe vive graqde importanza durante il regno
del figlio di Alfonso il Magnanimo. E Ia capitale dei feudi della potente famiglia Marzano, ehe gioca un ruolo determinante nella cosiddetta Guerra Napoletana (1459-1464) 29 : il figlio del duca di Sessa
Giovanni Amonio Marzano, Marino, principe di Rossano, Grand'Am24
Cf. 0. CARTELLIERI, Reise nach Italien im Jahre 1899, "Neues Archiv", 26, 1901, pp.
679-706, qui pp. 688-689, il quale osservava come il codice, (da lui citato con l'antica collocazione: Palermo, Biblioteca Settimania, Fitalia, F. C. 26.), un miscellaneo cartaceo del
XVII sec., appartenuto ad Antonino Amico prima e a Vincenzo Auria poi, contenga, dall'inizio, nell'ordine, gli stessi primi cinque tcsti dcl Napoletano IX. C. 24.
25
Palermo, Biblioteca della Socicd di Storia Pan·ia, I. B. 32., f. 1 (cf. CARTELLIERl, Reise
cit., p. 689): "Historia de rebus gestis Manfredi regis ... ex codice ms. principis Montis
Mileti" (stessa nota nella copia della cronaca attestata ncl manoscritto Roma, Biblioteca
Nazionale, Fondo Gcsuitico 404, canacco dcl XVII sec., c. 204r). Malgrade le approfonditc
ricerche sulla famiglia dci Tocco di Montemilctto condottc da V. DEL VAsTo, Baroni nel
tempo. 1 Tocco di Montemiletto da! XV! al XVlll secolo, Napoli 1995, non C stato possibile
raccogliere documentazione sui loro posscssi librari.
26
PuO non essere casuale in fatto ehe di Policastro fossero o.riginari, o tencssero feudi,
i due dei piU importanti consiglieri in matcria culturale e libraria di Ferrante: Antonello
Petrucci e Giovanni Brancati.
27
Si noti l'incongruenza tra la sequenza delle carte e quelle dclle date.
'" I! testo XXVIII. e datato 1483.
29
Sessa (come altre citt?l. del fcudo: Mondragone, Castelvolturno, etc.) fu assediata piU
volre dalle truppe aragonesi: se nc veda il rcsoconto di Giovanni Pontano nel De bello
Neapolitano, pubblicato e ben annotato in L. MoNn SABIA, Pontano e Ia ston·a. Da! De
bel!o Neapolitano all'Actius, Roma 1995, pp. 151-152. E cf. NuNZIANTE, I primi anni di
Ferdinando d'Aragona e l'invasione di Giovanni d'AngiO, II, "ASPN" 23, 1898, pp. 144-210,
qui pp. 154, 158, 161.
•
Lu;;,, "•
234
Edoardo D'Angclo
miraglio del Regno, nonehe cognato e consuocero dello stesso Ferrante30, e uno dei piu importanti baroni meridionali ehe si schierano
con gli Orsini di Taranto, nel tentativo di Giovanni d' Angio di strappare Ja corona napoletana ai Trastamara. Alla fine dello scontro bellico,
1'8 giugno del '64, Marino fu eatturato da Ferrante grazie a uno
stratagemma, e gettato, insieme al figlio Giovan Battista, nelle segrete
di Castel Nuovo, dove poco tempo dopo morl. Per quanto riguarda
il feudo, Ferrante rispetta i possessi di Eleonora, portandola a N apoli,
ma concedendole di risiedere in Aversa, con un assegno di duemila
ducati all'anno. I! figlio del Marzano ehe aveva sposato Beatrice, ando
a stare presso Isabella d' Aragona31 • I rappresentanti della universitas
di Sessa Aurunea, allora, si recano in Napoli per chiedere al sovrano
"eapituli et gratie", eonferme, eioe, o modifiche ai loro Statuti (11
luglio 1464), ehe Ferrante concedera nel '69. Nella loro richiesta i
rappresentanti della citdt accusano Marino Marzano di tirannia, e
invocano Ia revoca di aleuni suoi provvedimenti fiseali. A quel punto,
il sovrano sembra orientato ad aderire all' annosa richiesta di papa Pio
II di assegnare quei feudi al proprio nipote, il duea di Amalfi Antonio Pieeolomini, marito di un'altra figlia del re, Maria; ma, morto il
pontefice nell'agosto di quello stesso '64, non ne fa piu nulla, e Ia
citta viene riunita alla Corona, con Ia promessa ehe non sarebbe stata
piu infeudata. Sessa viene cosl governata in nome del re, salva l'amministrazione autonoma del comune. Tutto cio fino al febbraio 1495
quando Carlo VIII di Francia concede la citta in feudo a Gilberto di
Montpensier32 •
Due sono, a questo stato di cose, Je ipotesi formulabili circa Ia
genesi del volume (tenendo presente ehe il bloeeo di date 1479-1484
e "attestato solo nella "seconda parte"): 1. il eodice apparteneva in
origine alla raccolta libraria del principe di Rossano, confiscata da
Ferrar1te dopo Ia caduta in disgrazia del cognato 33 , ma non passo a
Napoli, e fu completato in seguito (cambio della grafia a c. 83); 2. il
30
Marino, duca dal 1453, aveva sposato una sorcllastra di Ferrantc, Eleonora d' Aragona
(all'originc dcll'avvcrsione dcl Marzano per il cognato starcbbe un sospetto di amorc
incestuoso di Ferrantc per la sorella). Inoltre, Giovan Battista, figlio di Marine, sposa una
figlia del re, Beatricc.
ll Il matrimonio annullato, Beatrice andO sposa a Mattia Corvino d'Ungheria. Cf. E.
NuNZIANTE, I prirni anni cit., pp. 194-195.
n Vcscovo di Scssa Aumnca da! 1462 al1486 eAngele Gerardini di Amclia. Cf. F. GRANATA,
Ragguaglio istorico del!a Jedefissima citta di Sessa dal!a sua fondazione Jino all'anno 1763, Napoli
1763, pp. 16-17; U. GUERRIERO, La citta di Sessa Aurunca, Pistoia 1967, pp. 99-103. Inoltn~. cf.
G. M. DrAMARE, Memorz'e nitico-storiche del!a Cbiesa di Sessa Aurunca, Napoli 1907; G. DI
Mt\RCO, Sessa ed il suo tem'torio tra Medior.:vo ed Eta Moderna, Marina di Minturne 1995.
33 Cf. T. DE MARINIS, La bib!ioteca dei re d'Aragona, I, Mi!ano 1947, p. 36.
Una silloge umanistica suessana. (Scheda per Napoli, B.N., IX C 24.)
235
volume e stato realizzato completamente nel pcriodo della reggenza
aragonese dei feudi suessani.
La provenienza del codice dalla parte nordoccidentale del Regno epoi
confermata dagli items XXN. e XXIX., relativi alla citra di Gaeta, e dagli
itcms III. e V., relativi all'Abruzzo; all'Abruzzo rimanda anche il testo
XIII.; e da! complesso item XVII., infine, ehe rappresenta un excursus
storioco-mitologico-geografico su buona parte del Regno meridionale.
Piu difficile si presenta una ricostruzione delle finaliü storico-culturali del volume, stante soprattutto il carattere di forte eterogeneita
delle pieces contenutevi. E comunque possibile individuare aleuni
nuclei tematici intorno a cui raggruppare i materiali:
L-VI.
A
Nucleo di apere storico-documentarie. Si tratta in prevalenza di testi ad orientamento politieo filosvevo (!., I!.,
IV.), dunque latamente "ghibellino". Ad essi si possono
assimilare le brevi scritture qui sotto i numeri XXIV. e
XXVIII., ehe trattano di guerre di re Ferrante, ed il earme
ehe ehiude il eodice, XXXIV.
VII.-X.
XXII.-XXIII.
B
XI.-XIII.
c
Nuclea paetica. Aggiunte (di altra rnano) di poesia religiosa.
XIV.-XVI.
XXXI.-XXXIII.
D
Nuclea di apere politica-genealogiche e ordines caronationis
XVII.
E
Nucleo di scritture varie di interesse storico-antiquario per
le regiani del Regna.
XX.-XXI.
F
Nuclea di apere sul prablema turca.
XXV.-XXVI.
G
Nucleo di opere grammaticali.
XXVII. e
XXIX.-XXX.
H
Nucleo di opae di argomento religioso.
Nt1-cleo di oreere moraleggianti e di letteratura tecnica.
Opere rnora eTigianti sono VII. e Vlll. Argomento rnedico per IX.; mi itare per X. (ma anche per XIX., lo stralcio
cesariano contenute nella seconda parte del volume); agricolo per XXII. e XXIII.
(Ia stessa eronaca di Iamsilla tratta il travagliato problema
della succcssione a Federico I! da pane del figlio illegittimo Manfredi, e l"item IV. e proprio il testarnento del
prande Svevo) 34 • Interessati in particolare due regni:
Aragona (XVI., XXXII., XXXIII.), e l'lnghilterra (XIV.,
XV.; interesse inglese anche nell'item XXXI.).
·3
"
Interesse araldico naruralmcnte anchc per il testo XVIII.
--
236
Edoardo D'Ange/o
Sulla base di tale divisione e forse possibile avanzare un'ipotesi
complessiva, da integrare naturalmente con studi piu approfonditi ed
analitici delle singole apere. In linea generale, il volume puo essere
ascritto a quella particolare produzione libraria, tipica della seconda
meta del Quattrocento, ehe rappresenta un interessante punto di incontro tra "modelli di elite (e di lusso) e modelli di uso privato a
livello medio-basso"35 • La forte presenza di testi in latino pone comunque il manoscritto piu sulla linea "brancatiana"36, pur nella linea
di apertura alla letteratura valgare attestatasi per volere dello stesso
Ferrante 37 • Al contempo, il contenute tutto laico sembrerebbe rendere improbabile un' origine monastica del manufatto. Accanto alle scritture di natura tecnica e moraleggiante (nuclei B e G), anch' esse comunque spia degli interessi dei ceti aristocratici quattrocenteschi in
generale, e napoletani in particolare38, il contenuto del manoscritto
sembra tutt'altro ehe casuale e "neutro", proprio sotto l'aspetto storico-politico. La silloge appare percorsa da un fil rouge orientato in
chiave filoaragonese. I due problemi politici piu importanti del Regno
nella seconda meta del Quattrocento, infatti, sembrano piu volte
rispecchiati nei materiali assemblati nel codice napoletano: la questione della legittimira della successione di Ferrante (ufficialmente casus
belli della Guerra Napoletana), e la cosiddetta Congiura dei Baroni
(1485-1486) 39 •
Come e noto, alla morte di Alfonso il Magnanimo, nel 1458, non
pochi sovrani europei avevano avanzato dubbi sulla legittimita di
successione sul trono di N apoli per il figlio illegittimo Ferrante, al
punto ehe papa Callisto III ne aveva approfittato per dichiarare il
Regno devoluto alla Santa Sede. Pur essendo Callisto morto subito
dopo, ed avendo il nuovo pontefice, Pio II, riconosciuto la legittimita
35 A. PETRUCCI, Storia e geografia delle culture scritte (da! secolo XI al secolo XVIII), in
Letteratura italiana. Storia e geog,·afia: 1! L 'eta moderna, Torino 1988, pp. 1195-1292, qui
1248.
3~
Sulla figura e l'opera di Giovanni Brancati, oltre alla scheda dedicatagli da C. MuyiNI
in Di'zionario Biografico degli ltaliani, XIII, Roma 1971, pp. 824-827, si veda Ia trattaz1one
di DE NICHILO, Retorica cit., in particolare 35-131.
"Cf. DE Br.ASI - VARVARO, Napoli cit., pp. 250-252.
38
Sull'importanza delle riflessiom suHa donna e sul matrimonio nella letterarura napolctana del periodo aragenese cf. Ia bella trattazione del DE NrcHrL0 1 Reton'ca cit., soprattutto
pp. 103-107. Sui volgarizzamcnti in Italia meridionale cf. C. DIONISOTII, Tradiziorye classica
e volgan'zzamenti, in LetteratunJ. italiana. Storia e geografia cit., pp. 103-144, qm 123-125;
Vn.LANI, L'Umanesimo cit., pp. 746-748. Il Brancati stesso C autore di volgarizzamemi
pro~rio di Vegezio, cf. supra.
9 Sulle carattcristiche dclla produzionc libraria sotto il regno di Ferrante, oltre al la\'oro
monumentale del De Marinis, si veda anchc la sintcsi di A. PETRuccr, Biblioteca, libri,
scrittu1·e nella Napoli amgonese, in Le biblioteche nel mondo antico e medievale, a cura di
G. CAVALLO, Bari 1988, pp. 187-202.
Una silfoge umamStica suessana. (Scheda per Napoii, B.N., IX C. 24.)
237
delle pretese di Ferrante (il teste XVIII. e un' opera araldiea di papa
Pieeolomini)40, Ia questione era rimasta aperta, e non poehi regnieoli
di sentimenti filoangioini Ia sfruttavano per rivendieazioni di ogni
genere. I! tutto si era concretizzato nella diseesa in Italia di Giovanni
d' Angio ehe, appoggiato da importanti feudatari, imraprese una guerra eontro il sovrano. Lo seontro bellieo, violentissimo, si eoncluse nel
1464 eon Ia seonfitta dei ribelli e una dura restaurazione aragonese41 •
Ma lo seontro tra le volonta assolutistiehe di Ferrante, e le pretese
autonomistieo-anarehiehe dei grandi feudatari ebbe un ulteriore, terribile sussulto tra il 1485 e il 1486: mentre Ferrante e impegnato in
una serie di guerre contro altre potenze della penisola (in particolare
Venezia), e nel Salemo incombe il pericolo ottomano, si ordisce una
congiura, anche questa soffocata nel sangue.
Ora, e proprio intorno a problemi di legittimiü dinastiea ehe sembra imperniata Ia silloge suessana. I nuclei tematiei A e D si riferiseono a tre Stati dove tale tipo di problemi era tremendamente attuale:
gli items I. II. e IV. presentano, in chiave decisamente filosveva (cioe
antiangioina, "ghibellina") il problema della sueeessione del figlio "illegittimo" Manfredi a Federieo II; e questa suceessione rappresento,
per il tramite della figlia di Manfredi, Costanza, andata in sposa a
Pietro, figlio di Giaeomo I d'Aragona, il fulcro della legittimita di tutte
le successive di pretese aragonesi sul regno meridionale. I problemi di
successione rappresentano Ia materia anehe del nucleo D, relativamente
all' Aragona42 e all'Inghilterra. L'intimo legame tra le vicende del trono di Barcellona e quelle del Regno e ovviamente dovuto all'identita
di dinastia regnante: alla morte di Alfonso il Magnanimo, Ia grande
eredita mediterranea viene divisa: Aragona e Sardegna al fratello Giovanni II (1458-1479), Napoli e Ia Sicilia a Ferrante. Anehe Ia
"madrepatria" vive una seconda meta del Quattrocento tribolatissima
da! punto di vista politico-dinastico: da un lato, i continui tentativi di
ingerenza - sia mediante politica matrimoniale, sia mediante azioni
militari - negli affari del regne di Navarra; dall'altro, una guerra
civile, per Ia lunga rivolta della Catalogna (1462-1472) 43 • Alla morte di
re Giovanni II, nel 1479, si puo verifieare un evento ehe avra straordinaria importanza nella storia della Spagna (e di tutta l'Europa) in
;o Per l'utilizzo dcl De heraldomm nomine sia comc teste "scolastico" (modello di lettera, etc.), ehe come manuale tecnico cf. FüRBETI-l, "Vom Ursprung" cit., p. 451.
41
Cf. NuNZIANTE, I primi anni cit.
42
Per l'influsso linguistico castigliano e catalano nella produzione letteraria italomeridionale, cf. per tutti DE BLASI - VARVARO, Napoli cit., pp. 242-244.
H Appoggiata a piU ripresc dalla casata d'AngiO, e in particolare da! figlio di Renato,
Giovanm (j- 1470).
238
Edoardo D'Angelo
etit moderna: il di lui figlio Ferdinando, ehe aveva sposato, su ingiunzione paterna, l' erede al trono di Castiglia, Isabella, puo intraprendere
quel proeesso di unifieazione dei due regni, ehe portera in breve, eon
le seoperte geografiche di Colombo, e eon l'impero di Carlo V, al
seeolo d'oro della Spagna come potenza di livello mondiale. La politica interna in Aragona, dunque, e esattamente la stessa ehe interessa
il regno di Ferrante: un progressivo proeesso di aceentramento del
potere nelle mani del sovrano (monarchia assoluta) ehe tende a indebolire e ridurre le prerogative del ceto aristoeratieo: di qui le rivolte
nobiliari in Catalogna e a Napoli.
Questioni dinastiche travagliano anehe l'Inghilterra. Appena terminata, nel 1453, Ia Guerra dei Cento Anni, si inaugura la serie di
eonflitti dinastici ehe va sotto il nome di Guerra delle Due Rose
(1455-1485). L'intricata vieenda vede prevalere in un primo momento
(1470) Ia fazione degli York, eon Edorado IV; ma a lungo termine
useirono vineitori i rivali della Rosa Rossa, ehe rimasero sul trono
eon Enrieo VII Tudor44 •
Appaiono piu ehiari, a questo punto, il ruolo e il significato della
presenza degli items raggruppati nel nucleo D (e, per a!tri aspetti,
quelli del nucleo A): nella Sessa Aurunea della restaurazione ferrantiana, viene esemplato (o portato a termine) un codice dove traspare il problema della legittimitii della dinastia aragonese: si parte
dall'incoronazione di Manfredi (1.) e dal Testamento di Federico (IV.),
e gli si agganeiano le gencalogie dei sovrani aragonesi e dei eonti di
Bareellona, passando per i problemi formali dell'ineoronazione dei re
inglesi, per giungcre alla eomplessa panoramica storieo-geografieomitologiea dell'item XVII. (unieo testo firmato ). Partieolare rilievo
riveste in questo senso l'item XXVIII., I' epitaffio di Pietro Braneac- '
eio45 • Questi, insieme al fratello Marino uno dei piu fidati eollaboratori politici e militari di Ferrante, e del figlio Alfonso di Calabria46,
44
E importante notare come nel gioco dclle alleanze rientrassc anche la politica francesc
(c, per riflcsso, quclla aragonese): Margherita d'AngiO, infatti, e rc Luigi XI, grandi rivali
della potcnza aragonese, appoggiarono a piU riprese il parrite dei Lancastcr, mcntre dalla
parte degli York si era schicrato Carlo il Tcmerario di Borgogna, fiere avversario degli
AngiO.
45
PuO esscre importante ricordarc ehe il palazzo dci Brancaccio di Sant'Angelo a Nido
divcnnc, ncl XVII secolo, scdc dclla famosa Biblioteca Brancacciana (poi confluita nclla
Naziom.lc di Napoli), per volcre del cardinalc Francesco Maria Brancaccio, per il quale cf.
Ia voce dcdicatagli da G. LUTZ, in Dizionario ßiogl"ajico degli ltaliani, XIII, Roma 1971, pp.
774-6.
~ 6 Cf. R. Zappcri, Marino Brancaccio, in Dizionan' Biogra(ico degli ltaliani, XIII, Roma
1971, pp. 790-793. Marino e Pictro avevano sposato le sorel1e Violante e Ilaria di hnvi!la,
figlic di Giovan Nicola di Ianvilla, conte di $;J.nt'Angclo. Non C purtroppo possibile, allo
Una si!logc umanistica suessana. (Scbeda pa Napoli, B.N., I X. C 24.)
239
muore in battaglia, all' assedio di Montichiari, nel1'83, durante la Guerra
di Perrara (dove i Napoletani si opponevano ai Veneziani). Si tratta
dunque di un documento di area politica ferrantiana, nel pieno della
guerra antiveneziana e nell'imminenza della Congiura dei Baroni.
Se si tiene presente ehe argomento dei nuclei tematici F e H sono
il problema turco (di p;.essante urgenza sul Regno nei primi ~nni
Ottanta)·17 e quello del11mmmente spaccamento del CnstJanesJmo
(eretici ed Ebrei), avremo contezza dell'influenza dello sfondo storico-politico sull' organizzazione della silloge qui analizzata.
EDOARDO
D' ANGELO
stadio attuale delle ricerche, avanzare ipotesi sull'interessante coincidenza di questo possibile
legame del nostro codice con Ia famig!ia Ianvilla ( o Gianvilla o Iamsilla, per Ja quale cf. C.
DE LELLIS, Discorsi delle famiglie nobili del regno di Napoli, I, Napoli 1654, pp. 35-43).
Questa, pera!tro, risulta imparentata anche con i Marzano di Sessa: Goffredo, zio d1 Giovanni Antonio Marzano, avcva infatti sposato, sul finire de! '300, Ceccarcl!a di Ianvilla, cf.
RrccA, La nobilta cit., V, p. 66.
7
; La citta di Sessa Aurunca contribui non poco alla Guerra d'Otranto, inviando 3000
tof!loli di grano, cf. GuERRIERO, La citta cit., p. 100. E il condottiero cui in pratica fu
aff1data d_a Ferrante Ia q~estione turca (prima, e .ven.ezia~a poi) n~l Salento C propno Marino
BrancaccJO. Non sfugga moltre come Ia lettcra d1 Niccoio Canal (Item XX.) s1a un documento a conti fatti fortemente antiveneziano (Vcnezia era )!;l'andc nemica di Napoli) negli anni
a cavallo del 1480), dal momento ehe contesta durissunamente Ia condanna inflitta dalla
Screnissima all'ammiraglio veneto.