EDOARDO D'ANGELO Una silloge umanistica suessana (Scheda per Napoli B.N. IX. C.24) Estratto da: VICHIANA rassegna di studi filologici e storici fondata da CARLO DEL GRANDE e FRANCESCO AHNALDI diretta da ENRICO FLORES 4' SERIE ANNO I! 2/2000 LOFFREDO EDITORE- NAPOLI A'- ~ A UNA SILLOGE UMANISTICA SUESSANA (SCHEDA PER NAPOLI, B. N., IX. C. 24.) Tra i codici di interesse storiografico custoditi nella Biblioteca Nazianale di Napoli "Vittorio Emanuele III", particolare rilievo ostenta il volume segnato IX. C. 24.: mai descritto nel dettaglio o studiato sul piano paleografico e codicologico, esso e stato piu volte segnalato in quanto contenente il tesro della cronaca detta di Niecola Iamsilla, immediatamente seguita da! cosiddetto Supplementum lamsillae 1• La presentazione del codice - fortemente incompleta -, fornita un secolo fa da Otto Cartellieri, ·nel suo studio sulla tradizione manoscritta della cronaca pseudo-iamsilliana, si appoggia in maniera totale alla scarna nota ehe aleuni anni prima redigeva il Winckelmann2 • In seguito, gli altri Studiosi ehe hanno affrontato i problemi della recensio della cronaca, non hanno mai analizzato il codice in se, in quanto manufatto fisico e culturale3 • I! Napoletano IX. C. 24. e un codice cartaceo, in quarto (dimensioni: 213 x 271. specchio di scrittura: 141 x 204), attualmente di II + I4 1 La Historia de rebus gestis Friden'ci secundi imperatoris eiusque filiorum Conradi et Manfredi, cosiddetta di NiccolO Iamsilla (ma guesto, ormai, e da considerare il nome di uno dei possessori dei codici, essende stato l'autore identificato, con buona probabilita, in Goffredo di Cosenza: cf. A. KARST, Ueber den sogenannten ]amsilla, "Historisches Jahrbuch", 19, 1898, ,PP· 1-28; vedi ora E. PrsriSA, Nicco/0 di lamsi/la. Un intellettuale alla corte di Manfredi, Sovena Mannelli 1984, PP· 6-10), e edita in L. A. MuRATORI, Rerum ltalicamm scriptores, VIII, Mediolani 1726, coll. 493~616; ripubblicata in G. DEL RE, Cronisti e sm'ttori sincrom· napoletani, II, Napoli 1968, pp. 101-200. Mi accingevo ad intraprenderne l'edizione critica quando ho appreso da Rudolf Schiffer, Presidente dei Menumenta Germaniae Historica, ehe all'impresa s1 stava dedicando Walter Koller, gi3. autore di un'eccellente edizione di Saba Malaspina per gli stessi MGH. La presente scheda intende dunque essere solo un piccolo contributo al cospicuo lavoro ehe attende il collega svizzero. 2 Cf. E. WINCKELMANN, Reisebericht, "Neues Archiv", 3, 1878, pp. 627-654, qui 647~648. 3 Cf. soprattutto A. NITSCHKE, Die Handschriften des sog. Nicolaus ]amsilla, "Deutsches Archiv", 10,1954, pp. 233~238. Par~n? d~lla p;,esenza nel co.di.ce del ~upp/eme~tum lanysillae W. KoLLER c A. NnscHKE nella Emletrung alla loro edtziOne d1 Saba: Dze Chronzk des Saba Malaspina, MGH SS XXXV (Hannoverae 1999), pp. 62-64. Cf. anche A. NtTSCHKE, Untersuchungen zu Saba Malaspina, "Deutsches Archiv", 12, 1956, pp. 160-186 c 473-492, qui 482-484. Non si occupa del Supplementum P. DE LEo, Per il testo di Saba Malaspina, "Vichiana", 4, 1975) pp. 215-230. 4 In questa carta, originariamente bianca, mano moderna ha vergato: "ANONYMI FUXENI IN BIBLIOTH. SICH.. TOM. I1 PAG. 631 ". 226 Edoardo D'Angelo + 155 + II carte, con una buona rilegatura, oggi in stato non eccellente, con un laccio di cuoio per Ia chiusura. I! tomo e caratterizzato da una doppia numerazione: una, piu antica e con l'inchiostro piu sbiadito, arriva fino a c. 163, e sopravanza di alcunc unita Ia seconda (ehe giunge a c. 155), caratterizzata da un inchiostro nero e molto leggibile. Due sono i punti di scarto: I' attuale c. 55r, bianca, risulta numerata 55 (60), e ci fa intuire Ia caduta di cinque carte; e c. 88 (93), ehe, essendo seguita da una pagina numerata 89 (97), rende evidente Ia caduta di altre 3 carte5• Per quanto riguarda Ia grafia, il volume si divide in una prima ].Jarte (cc. 1r-83v) vergata in una corsiva comune molto fitta e a tratti di difficile lettura; Ia seconda parte estesa in una corsiva rinascimentale molto chiara, con un inchiostro in buono stato di conservazione, e con un ricco apparato di titoli, sottotitoli, sottolineature e glosse in vivace inchiostro rosso. Aleuni dei testi "minori", inoltre, risultano vergati da altre mani, ed aggiunti successivamente al completamento dcl volume (in particola.re in cane non completamente occupate da! testo precedente). All'interno della estesa tradizione manoscritta della cronaca pseudoiamsilliana (una ventina di testimoni), il nostro codice, siglato da! Cartellieri Z, riveste un ruolo del tutto eccezionale: ne e, secondo lo studioso tedesco, l'archetipo. Alle cc. 38-52 e trascritto il cosiddetto Supptementum I amsillae6 : si tratta di un rifacimento abbreviato (circa un terzo del testo malaspiniano ), adespoto e anonimo, dei libri II, III e IV (inizio) della cronaca di Saba Malaspina. Vi si racconta delle operazioni di Manfredi dopo l'incoronazione (1258), e fino all'arrivo di Corradino, con una forte connotazione filosveva. Il Napoletano IX. C. 24. e "der einzige selbstandige Textzeuge für das Supptementum" 7; la trascrizione presenta evidenti influssi del parlato sulla patina ortografica. Sul piano linguistico e stilistico Ia rielaborazione della fonte malaspiniana e profonda. Difficile fornire dati sull' autore o sull' epoca di composizione. Da un punto di vista squisitamente ecdotico, dunque, il Supptementum non dovrebbc poter essere utilizzato ai fini della constitutio del testo di Saba; prudentemente, pero, il Koller decide di tenerne presenti le lezioni in caso di situazioni testuali particolarmente complesse. L' editore tedescg individua una sua stretta parentela (medesimo antigrafo) col testo del Malaspina tramandato dal testimone V 5 Risultano bianche le carte 55r e 147v. Ed.: F. UGHELLI, Italia· Sacra, IX, Vcnetiis 1652, coll. 852-888; I. historica regni Siciliae, II, Panhonni 1723, pp. 759-787. 7 KoLLER, Einleitung cit., p. 63. 6 CARUSO, Bibliotheca Una silloge mnanistica suessana. (Scheda per Napoli, B.N., IX. C. 24.) 227 (Vat. lat. 3972); a questi due si oppone, sternrnaticarnentc, il testirnone P (Par. lat. 5696 ). Oltre alla cronaca e al Supplementum, ccco una prcsentazione del · ·········· contenuto del codice 8: I. cc. 1r-38v • De Federico imperatore (cronaca di Niccolo di Iamsilla): cf. supra. I!. cc. 38v-52r • Supptementum Jamsillae: cf. supra. III. cc. 52v-53r • senza tito!o: Annales Lauretani: ed. V. BrNDI, M onumenti storici ed artistici dell'Abruzzo, Napoli 1889, pp. 587-589. IV. cc. 53v-54r • TestameniHm imperatoris Frederici: ed. in MGH, Gonstitutiones et acta publica imperatorum et regum, (Legum sectio IV), I!, ed. L. Weiland, Hannoverae 1896, pp. 382-385, nr. 274'. V. cc. 54r-54v • senza titolo: inc. Anno Domini MCC!III tempore Innocentii tertii fuit edificatum palatium civitatis Pennensis ... des.... anno Domini MCCCCXIII ... obiit illrtstrissimus rex Ladizkms ... I! CARTELLIERI, Reise (cit. infra), p. 687, definisce queste testo Notae Pennenses; si tratta di brevissime notazioni di stot~a della cittadina abruzzese di Penne, in particolare nei suoi rapporti con la Chiesa, da! 1204 al 1413. VI. c. 54v (per c. 55r cfr. supra) • senza titolo: inc. Summa annorum mundi ab Adam usque ad ultimum ... des .... ea omnium annorum predictorum sunt Xm MClliLXXXVJII. Testo di sole 6 righe, con brevi cenni di cronologia mondiale. VII. c. SSv Cl Flos virtutum: inc. Invidia appropriatur milvo ... des .... veritas appropriatu.r filiis ... asinos monasterii. Testo moralistico di natura aneddotica, ehe spiega i caratteri degli uomini spesso mediante similitudini zoologiche. VIII. cc. 55v-63r e Auctoritates mu.lientm: inc. Salamone disse chi trova la bona femina ... des .... essendo tornata a lui ... In valgare italiano. Teste di carattere moralistico e proverbiale, con colorazione misogina 10• c. 63r • Reg~<la medicinalis: inc. Hac illac modicum pergat modicum s1ta membra ... des .... post fimus fumum sit tibi tuta quies. In 37 esametri 8 Questa descrizione, naturalmcnte, non puO avcre l'intento di prescntarsi quale esaustiva. Ancora molto lavoro resta da farc soprattutto ai fini dell' edizione dellc singole piCces. 9 Qucsto Cil tcstamcnto finale; ma esistono anche frammenti di un abbozzo di restamento redatto intorno al 1247-48: su rale questione si puO trovare un rapide, ma accurato rcsoconto in E. KANTOROWICZ, Federico !I imperatore, Milano 1976 (ed. or. Berlin 1927-30), pp. 743-745. 10 Per l'importanza nclla letteratura napoletana d'eti aragenese degli specula mulierum, si veda pcr tutti il capitolo dcdicato alla gratulatio di Giovanni Brancati t,er lc nozzc di Ferrante e Giovanna d'Aragona in M. DE NICHILO, Reton'ca e magni icenz<t ne!lä Napoli aragonese, Bari 2000, pp. 103-131, dove si discutc anche l'ingcnte bib iografia. 228 Edoardo D'Angelo latini, trascritti a tratti senza seguire Ja divisione dei versi. Consigli spicci per conservare buona salute. Xa. cc. 63v-69v • Vegecius: inc. Finita lo mio prologo ne lo nome de Christo comenzero ad exponere lo libro .. . des. .. . ehe adiuta .. . a Ii strani Traduzione in valgare italiano dell'Epitoma rei militmis di Flavio Renato Vegezio". Sembra oggi da escludere possa essere questa Ia traduzione vegeziana effettuata da Giovanni Brancati, di cui lo stesso livrero mayor di re Ferrante ci parla12 (egli tradusse Ia Mulomedicina; cf. anche infra)". Xb. cc. 69v-83r • Sequita l'altro libro de Vegezw: inc. Incomenza lo libro de Ia disposizwne di alame cose del mundo ... des. secundo raysimi de phüophi Deo gratias. In valgare italiano. Poco chiaro illegame con l'opera precedeme. XI. c. 83r • De miraculis beatorum Petriet Pauli: inc. Ecclesie basis et celorum claviger unus ... des. [ .. Jxerat excussit depulsa demonis umbra. In 29 esametri latini trascritti a strafe di tre. Testo agiografico. E evidente Ia mano diversa rispetto all'item precedente; trascritto in doppia colonna Cün l'item .~!.~' del quale mostra l'idcncica mano grafica. c 83r • De fine mundi et principio: inc. Prima [acta die duo celum terra ligantur... des .... Iux post[ .. ] celum terramque [ .. ]. In 21 esametri (?) latini. Breve teste poetico sui sei giorni della creazione. XIII. c. 83v • senza titolo: inc. Al nomo siati llalto Dia cortisi ... des .... al vostro honori. In valgare italiano. 33 strafe saffiche barbare; su due colmme. Si narra delle vicissitudini capitate a un nobile sulmonese partito per Ia Francia. XIV. · cc. 84r-86v • Forma modus et ordo coronationum regum et reginarum regni et insulae Angliae: inc. In primis princeps noviter coronandus ... des. . . . volumus et concedimus jiat fiat. Amen. O[ficii comitis Oxone Magni Camerarii Angliae. In latino. Testo di argomento curiale (ordo coronationis) sul regno d'Inghilterra, cui fa riscontro una struttura grafica assai accurata, con titoli e sottotitoli in rosso. XV. c. 87r • Nomina quinque pottuum Anglie: inc. Hasting est capitalis portus . .. des .... s11mma servitii qetinque portuum 47 naves. summa hominum 1197. In latino. Breve resoconto geografico-economico sulle potenzialita dei porti dell'Inghilterra meridionale. L' Epitoma e edira da C. Lang, Lipsiae 1885. Il passo brancatiano e citato in G. PUGLIESE CARRATELLI, Due epistole di Giovanni Brancati su Ia «Naturalis historia" di Plinio. Testi latini inediti del secolo XV, "Atti dell'Accademia Pontaniana», 3, 1949/1950, .PP· 179-193, qui 188. L'ipotesi era adombrata in N. DE BLAS!- A. VARVARO, Napoli e l'ltalza meridionale, in Letteratura italiana. Storia e geogra{ta: L'eta modenza Il, a cura di A. AsoR RosA, Torino 1988) pp. 235-325, qui 255. 13 Cf. V. ÜRTOLEVA, Giovanni Brancati traduttore di Vegezio. Contributo allo studio del!ct tradizione manoscritta della "Mulomedicina", "Orpheus", 13, 1992, pp. 369-383; M. APRILE, .Modalitd di volgm·izzamento nella versz'one del/.a "Mulomedicina" di Vegezz'o condotta da Giovanm' Brancati, "Medioevo Romanzo", 23, 1999, pp, 174-212. 11 12 Una silloge umanistica suessana. (Scheda per Nttpo!t~ B.N., IX. C. 24.) 229 XVI. cc. 87v-88v (seguivano tre carte oggi perdute, cf. supra) • Genealogia regum Aragonum et comitum Barchinonae: inc. Don Sanzo Rey de Navarra e conte de Arago hagut per mulla dona Maria filla del rey de Castilla . . . des. . . . que va a esser senyor de Castella e de Arago. In valgare catalano. Genealogia dei sovrani aragonesi ehe parre da re Saneie di Navarra (X secolo) e arriva alla meta del XIV seco]o~<. Cf. item XXXII. XVII. cc. 89r-123v • senza titolo. In Jatino. Raggruppo sotto questo unico itcm una serie di seritture di cui non e chiaro, allo stato attuale, il rapporto reciproco (il prima testo e acefalo e mancano titoli e sottotitoli). Il denominatore comune sembra essere un certo contenute geo-storico-mito- ; logieo, con numerose e reiterate citazioni letterarie, a _':'()lte _i!l__ fornu I diseorsiva, a volte in forma di vocabolario. Materia sembrario ··es-ser·e fon:.··---·----.-·damentalmente le regioni del Regno napoJetano. Acefalo (inc: ... inccperunt et dum pro jundamentis murorum effoderent cadaver de cuiusdam mulierisque Parthenopes dicta est ... ) per fa caduta di alcune carte (cf. supra). Numerose Je glosse e Je annotazioni, anehe di altra mano, in margine. Si tratta di una descrizione storico-geografica di ti.iimerosi luoghi dell'Italia meridionale - non soltanto peninsulare - con particolare attenzione alla Campania settentrionale (N apoli, Capua, Benevento, Sessa Aurunca, etc.). Da c. 93v (inc. De Creta et Cretensibus .. ,) la scrittura, senza alcuna soluzione di continuita, volge ad acquisire Ia struttura di una sorta di dizionario di mitologia classica, eon particolare attenzione a toponimi ed amroponimi omerici 15 • A c. 111 v uno stacco tipografico sembrerebbe indicare una qualehe forma di separazione dal testo precedente (inc. Civitatem Gabiorum Lucius Tarquinius fraude cepisse describitur ut narrat Livius . , . ); seguono una serie di informazioni (tratte anche da importanti fonti antiehe e tardoantiche) su luoghi e personaggi della stona romana (Romolo, Gabi, Capena, la Sabina, etc.), e di seguito notizie su zone e citta dell'Italia centrale e meridionale (Nola, Eboli, Ariccia, l'Etna, Ia Sicilia, etc.): A c. 121r uno stacco tipografico precede un titoletto (Augustinus De civitate Der). Segue una ettazione da quell'opera (XVIII 5), e una serie di informazioni relative al dio egizio ·, Ac. 121v ue esametn 1 un ce o _lis~qsitts e di un Iohannes in Apologiis, relativi, rispettivamente, all' etimo e della citta di Messina, e ai fiumi infernali. Ancora altre notizie mitologiche el a c. 123v, la scritta ''· "FINIS", seguita dall'annotazione di _B_<:rardino di PoJicastro (cf. infra). ,'' 2.?.s' XVIII. cc. 124r-127v • De origine vocabuli heroum; eomm institutione privilegiis et aucton'tate, qui heraldi dicuntHr (una nota dice il testo copiato 1'11 luglio 1484): ed.: F. FÜRBETH, "Vom Ursprung der Herolde". Ein humanistischer Brief als heraldischer Lehrtext, "Beiträge zur Gescpichte der deutschen Sprache und Literatur", 117, 1995, pp. 435-488. E una delle epistole di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio li, e tratta dell'ufficio 14 Sul testo cf. A. CoMPAGNA nell"'lntroduzionc" (pp. 25~26) alla sua edizionc di Luro Summcl dei re di Napoli e Sicilia e dei re d'Amgona, Napoli 1990. A c. 102r sembra esserci un cambio di grafia. DE SPECHIO, I$ 230 Edoardo D'Angelo degli araldi (in pratica si tratta di una lettera-trattato). Nell'elenco di 17 manoscritti dell'opera segnalati dal Fürbeth non e presente il Napoletano IX. C. 24. 16 • XIX. XX. cc. 127v-128r • De ponte per Gaium lulium Cesarem facto in Rheno ... ex libro Commentariorum Cesaris 1111: trascrizione di Caes. Gall. IV 16,8-IV 18,4. c. 129r • Epistola egregii domni Nicolai Canalis, doctoris capitanei generalis classis maritime illustrissimi domini Venetorum contra TurChos, ad exhortandum summum pontificem et cardinales: sola intestazione della lettera (ed. in: Cronaca di anonimo Veronese 1446-1488, a cura di G. Soranzo, Venezia 1915, pp. 257-258 e 270-275) di Niccolo Canal, capitano generale da mar della Repubblica di Venezia, indirizzata a papa Paolo I! e ai cardinali, datata 8 giugno 1470. Questa missiva rappresenta una sorta di apologia da parte del condottiero, accusato di condotta pusillanime nella guerra di Negroponte; il Canal, riconosciuto colpevole, era srato condannato alla relegazione perpetua a Portogruaro (cf. A. VENTURA, Niecola Cana/, in Dizionario Biografico degli ltaliani, XVII, Roma 1974, pp. 662-668) 17 • XXI. cc. 129v-133v • senza titolo: inc. Corno se lege nelle historie antiqlte, destructa Troya per Ii Greci et longamente... des. et in quello medesmo imno [1479] prese gran parte del Thedoro ... In valgare italiano. Breve cronaca (1350-1479), in stile annalistico, dei sovrani e delle imprese dei Turchi. XXII. cc. 134r-144v • 1. Moderati Co/umelle Hortuli Commentarium incipit feliciter. inc. Horti Hesperides memorabiles habentur ... des. Astreum Astra val!is est Beotie unde Hesiodus ait ... In latino. Commento, con ampie glosse marginali ehe sembrano della stessa mano, al libro X de De re mstica di Columella". 11 teste ha Ia dara del 19 agosto 1479, in Sessa Aurunca. 16 Il nostro codice pare da ascrivcrc alla famiglia "italiana" di quelle stemma, composta dai testimoni Firenze, Biblioteca Laurenziana, Ashburnham 1657 (F), vergato a Napoli da Raffade di Penchenat, nelPultimo ventennio del XV sec., c Trieste, Biblioteca Civica, II. 5. (T); talc famiglia e portatrice di una recensione del testo piU tarda. Il nostro codice sembra piU strettamentc imparentato col Fiorentino: nel datum finale, ehe Ii separa dalla restante tradizione, essi inseriscono, contro il Triestino, anche una data: F Ex Colonia Agripincl septimo kaiendas Maii 1459 N Ex Colonia Agripina septimo kaiendas Maias TEx Colom'a Agripina. Pii:l difficilc capire il rappo110 preciso tra N e F: la datazione "ufficiale"' del Fiorentino, 1490/91 (ma alcune dellc date sono o sembrano corrette, ed altre si rifcriscono al 1481, cf. 0. KRISTELLER, lter ltalicum. A Database of tmcatalogued or incompletely catalogued humanistic manuscripts of the Renaissance in Italian and other libraries, New York-Leiden-Köln 1995; FüRDETH, "Vom Urspnmg" cit., p. 446) farcbbc pensarc a una anteriorita di stcsum dcl Napoletano: anteriorit<l ehe renderebbe per6 di difficilc spicgazione fj]ologica Ia prcsenza in F dcll'indicazionc dc!l'anno ehe manca in N. 17 La lcttera Ccontenuta anche ncl manoscritto Venezia, Bibliotcca Marciana, Lat. cl. XIV 9 (~ 4267), c. 68v. 1 s Il X libro del De re rustica C in csametri, come appendice alle CeorgidJe di Virgilio (ed. V. Lundstrom- A. Josephson, 1897-1955). Una sil!oge umanistica suessana. (Scheda per Napoh~ ß.N., IX. C. 24.) 231 XXIII. c. 144v e senza titolo: inc. Platani erant in usu apud Romanos ... des .... primum sunt invente. In latino. Aleuni righi di arboricultura. La mano e diversa da quella ehe ha vergato l'itcm precedente e il successivo. XXIV. c. 144v • senza titolo: inc. Gaietani diuturna obsidione regis ... des .... et in urbe supererat publice apud forum. In latino. Aleuni righi su Gaeta assediata dal re (Alfonso il Magnanimo nel 1436 ?) 19 • XXV. cc. 145r-145v • In quot dividuntur viginti quattuor litterein duo vocales et consonantes. In latino. Traduzione di una grammatica greca. La versione originale e contenuta nel codice Vaticano, Biblioteca Apostolica, Barb. Gr. 33 (I 33), ff. 73r-84r. XXVI. cc. 146r-147v • Mc8o81KOv Via brevis octo partium orationis edita Constantino Lascareo. In latino. Traduzione di un breve testo di natura retorico-grammaticale, per il quale cf. il codice Roma, Biblioteca Vallicelliana, C 46, f. 425. XXVII. 148r-149v • Episto!a Pogii oratoris ad darum Leonardum Aretinum de eloquentia Hieranimi et Johannis hiis simul et constantia Bohemorum hereticorum: ed. (tra gli altri) a cura di Th. De Tonelli, Pogii Epistolae, Torino 1964 (ma Florentiae 1832), vol. I, pp. 11-15; ein Prosatori latini del Quattrocento, a cura di E. Garin, Milano-Napoli, s.d., pp. 228-240. E la lettera con cui il Bracciolini effettua il resoconto del processo e della condanna a morte di Girolama da Praga, sel;liace di Giovanni Huss, arso sul rogo per eresia a Costanza, il 30 maggro 1415 20 • XXVIII. c. 150v • senza titolo: inc. Petro Brancatio, Fusci fik'o. In latino. Epitaffio di Pietro Brancaccio (figlio di Francesco detto il Fosco e fratello del meglio conosciuto Marino ), iscritto sullato sinistro dell' Altare Ma~giore della chiesa di Sant'Angelo a Nido, a Napoli, cappella di famigha dei Brancaccio. Ed.: P. De STEFANO, Descrizione dei iuoghi sacri della citta di Napoli, Napoli 1650, p. 33; E. RrccA, La nobilta delle Due Sicilie, V, Napoli 1859, pp. 456-458. (Cf. infra). XXIX. cc. 151r-151v • Salvator Roscius Cayetam<S suo Moysi hebreo S.P.D.: inc. Postquam datum est ut in religione varius sit animus 00. des .... sed de hac re hactenus plura tecum 00. bene vale VJJII mensis Augusti anno creationis mundi 5[]88. In latino. Lettera di Salvatore Roscio di Gaeta all' amico ebreo Mose sulle differenze teologiche tra Cristianesimo ed Ebraismo. 19 Su queste assedio cf. B. FACII De rebus gestis ab Alphansa prima Neapolitanorum rege ... , in G. GRAviim, Raccolta di tutti i piU rinomati scrittori dell'Istoria gen . . mle del Regno di Napoli, IV, Napoli 1769, pp. 1-2 (della seconda numerazione del volume). 20 Si tratta di un testo assai orientato ideolo~icamente, dove emerge una posizione di "pensiero _prewcattolico" ehe delinea una "presa d1 coscienza critica da parte deli'intel!ettuale italiano" di fronte al problcma dclle eresie, ehe metteranno capo, un sccolo dopo, alla riforma lutcrana, cos'i comc tracciato da E. FLORES, Le scoperte di Poggio e il testo di Lucrezio, Napoli 1980, .PP· 21-32; Flores sottolinea anchc il caratterc tipologico ddla lcttera qualc cscmpio di exztus illustrittrn virorum, il ehe coincidc, nel nostro codicc, con l'item XXVIII. 232 XXX. Edom·do D'Angelo c. 151v 0 Sunt tria quae vere faciunt me sepe dolere: in latino, esametri leonini bisillabici. Carme sulla situazione politica europea nella prima parte del see. XV. Cf. ß. HEREAUX, lnitia opemm scriptorum Latinorum Medii potissimum aevi, Turnholti s. a. (ms.), VI 205; H. WALTHER, Alphabetisches Verzeichnis der Versanfänge mittellateinischer Dichtung, Göttingen 1959, n. 1888621 • XXXI. c. 152r • Anno milleno centeno septuageno I Prima qua primas corruit ense Thomas. de sancto Thoma de Conturberia episcopo in Anglia: primo distico (seguito da una sorta di titolo. Nel foglio c'e una rottura; segue ampio spazio nella pagina) di un carme su Thomas ßeckett, per il quale cf. WALTHER, Alphabetisches Verzeichnis cit., n. 1165 22 . XXXII. c. 152r 0 senza titolo: inc. Dominus Sandus rex Navarre et comes Aragonum habuit in uxorem Mariam filiam regis Castelle ... des .... et eorum statum adaugerent. Testo latino corrispondente ai primi due capoversi dell'item XVI. (in catalano ). XXXIII. e. 152v • Genealogia regum Aragonum et corniturn Barchinone: inc. Raymundus Berengarius fuit comes Barchinone et marebio Provintie ... des . .. . regnavit autem annis 17 mensibus 4 diebus 19. In Iatino. Genealogia dei sovrani d' Aragona ehe parte da Raimondo ßerengario III di ßarcellona (inizi del secolo XII) ed arriva a Pietro !I d'Aragona (+ 1213). XXXIV. cc. 153r-155r • senza titolo: inc .... interiusque oculos Stigie obduxere tenebre ... des .... Jamque vale nostrique memor fac deprecor ut sis. In csametri latini. Lungo carme, mutilo all'inizio, ehe presenta personaggi e avvenimenti della storia napoletana del Trecento e del Quattrocento (Roberto d' Angio, Andrea d'Ungheria, i papi Urbano VI e Clemente VI, etc.). I! codice si presenta come una miscellanea composita, di materiali contenutisticamente e linguisticamente23 eterogenei, spesso non conosciuti per altra via. Qualehe considerazione e possibile effettuare attualmente, soprattutto sul piano di una determinazione cronogeografica del codice. L'unica notizia esistente sulla storia del manoscritto consiste in una deduzione del Cartellieri il quale, da una nota del testimone P della tradizione di Iamsilla (Palermo, Biblioteca della Societa Siciliana 21 Si tratta di un tesro contenute in numerosi manoscritti nordeuropei, soprattutto francesi, tedeschi ed austriaci. 22 11 testo sull'arcivescovo inglese e edito in IoHANNIS DE FüRDUN Scbotichronicon, Edimburgi 1792; si veda poi B. PEzrus, Thesaurus anecdotomm novissimorum, Augustac Vindel. 1806, VI 2,29. 2 ; Per lc forme assai dialettichc di cocsistenza tra valgare e latino nella culrura umanistica napoletana si veda il paragrafo "Unanesimo latino c Umanesino valgare ncl Mezzogiorno d'Italia'\ in G. VJLLANI, L'Umanesimo napoletano, in Storia della letteratttra italiana. IIJ. ll Quattrocento, a cura di E. MALATO, Roma 1996, pp. 709-762, qui 709-712. > Una siiloge umanistim suessana. {Scheda per Napoli, ß.N., IX. C. 24.) 233 di Storia Patria, I. B. 32.), ritenuto dallo studioso tedesco apografo diretto del manoscritto napoletano 24, deduceva un'appartenenza di quest'u!timo, agli inizi del XVII sec., a Carlo Tocco, principe di Momemiletto 25 • Ma l' esame approfondito del codice ha permesso una ricostruzione molto piu dettagliata. I! volume contiene alcune note, ehe consentono di definirne I' origine in maniera abbastanza sicura sia nel tempo ehe nello spazio: c. 123v (alla fine del composito item XVII.): "HUNC LIBELLUM BELARDINUS DE POLICASTR0 26 DE SUESSA PROPRIA MANU EXSCRIPSJT. SUB ANNO DOMINI MCCCCLXXV!lll DIE XV!ll OCTOBlliS Xlll INDICTIONIS. RECOLUNT IMPIA GESTA Dll"; C. 127v: "EXPLICIT LIBELLUS DE HERALDORUM NOMINE ... EXTRACTUS A QUODAM LIBELLO DELATO PER QUENDAM HERALDUM NOMINE [signum facunaejl'ANNO 1484 DIE.)" XI MENSIS IULII"; e a C. FINIT. SUESSE 19 AUGUST! 144v: "COMMENTAR!UM J. M. COLUMELLE 1479"27 • Siamo dunque, almeno con quella ehe abbiamo definito Ia seconda parte del tomo, nella cittadina campana di Sessa Aurunca, tra l'estate del 1479 e quella del 1484, sotto il regno di Ferrante I (1458-1494) 28 • Sessa Aurunca e citü ehe vive graqde importanza durante il regno del figlio di Alfonso il Magnanimo. E Ia capitale dei feudi della potente famiglia Marzano, ehe gioca un ruolo determinante nella cosiddetta Guerra Napoletana (1459-1464) 29 : il figlio del duca di Sessa Giovanni Amonio Marzano, Marino, principe di Rossano, Grand'Am24 Cf. 0. CARTELLIERI, Reise nach Italien im Jahre 1899, "Neues Archiv", 26, 1901, pp. 679-706, qui pp. 688-689, il quale osservava come il codice, (da lui citato con l'antica collocazione: Palermo, Biblioteca Settimania, Fitalia, F. C. 26.), un miscellaneo cartaceo del XVII sec., appartenuto ad Antonino Amico prima e a Vincenzo Auria poi, contenga, dall'inizio, nell'ordine, gli stessi primi cinque tcsti dcl Napoletano IX. C. 24. 25 Palermo, Biblioteca della Socicd di Storia Pan·ia, I. B. 32., f. 1 (cf. CARTELLIERl, Reise cit., p. 689): "Historia de rebus gestis Manfredi regis ... ex codice ms. principis Montis Mileti" (stessa nota nella copia della cronaca attestata ncl manoscritto Roma, Biblioteca Nazionale, Fondo Gcsuitico 404, canacco dcl XVII sec., c. 204r). Malgrade le approfonditc ricerche sulla famiglia dci Tocco di Montemilctto condottc da V. DEL VAsTo, Baroni nel tempo. 1 Tocco di Montemiletto da! XV! al XVlll secolo, Napoli 1995, non C stato possibile raccogliere documentazione sui loro posscssi librari. 26 PuO non essere casuale in fatto ehe di Policastro fossero o.riginari, o tencssero feudi, i due dei piU importanti consiglieri in matcria culturale e libraria di Ferrante: Antonello Petrucci e Giovanni Brancati. 27 Si noti l'incongruenza tra la sequenza delle carte e quelle dclle date. '" I! testo XXVIII. e datato 1483. 29 Sessa (come altre citt?l. del fcudo: Mondragone, Castelvolturno, etc.) fu assediata piU volre dalle truppe aragonesi: se nc veda il rcsoconto di Giovanni Pontano nel De bello Neapolitano, pubblicato e ben annotato in L. MoNn SABIA, Pontano e Ia ston·a. Da! De bel!o Neapolitano all'Actius, Roma 1995, pp. 151-152. E cf. NuNZIANTE, I primi anni di Ferdinando d'Aragona e l'invasione di Giovanni d'AngiO, II, "ASPN" 23, 1898, pp. 144-210, qui pp. 154, 158, 161. • Lu;;,, "• 234 Edoardo D'Angclo miraglio del Regno, nonehe cognato e consuocero dello stesso Ferrante30, e uno dei piu importanti baroni meridionali ehe si schierano con gli Orsini di Taranto, nel tentativo di Giovanni d' Angio di strappare Ja corona napoletana ai Trastamara. Alla fine dello scontro bellico, 1'8 giugno del '64, Marino fu eatturato da Ferrante grazie a uno stratagemma, e gettato, insieme al figlio Giovan Battista, nelle segrete di Castel Nuovo, dove poco tempo dopo morl. Per quanto riguarda il feudo, Ferrante rispetta i possessi di Eleonora, portandola a N apoli, ma concedendole di risiedere in Aversa, con un assegno di duemila ducati all'anno. I! figlio del Marzano ehe aveva sposato Beatrice, ando a stare presso Isabella d' Aragona31 • I rappresentanti della universitas di Sessa Aurunea, allora, si recano in Napoli per chiedere al sovrano "eapituli et gratie", eonferme, eioe, o modifiche ai loro Statuti (11 luglio 1464), ehe Ferrante concedera nel '69. Nella loro richiesta i rappresentanti della citdt accusano Marino Marzano di tirannia, e invocano Ia revoca di aleuni suoi provvedimenti fiseali. A quel punto, il sovrano sembra orientato ad aderire all' annosa richiesta di papa Pio II di assegnare quei feudi al proprio nipote, il duea di Amalfi Antonio Pieeolomini, marito di un'altra figlia del re, Maria; ma, morto il pontefice nell'agosto di quello stesso '64, non ne fa piu nulla, e Ia citta viene riunita alla Corona, con Ia promessa ehe non sarebbe stata piu infeudata. Sessa viene cosl governata in nome del re, salva l'amministrazione autonoma del comune. Tutto cio fino al febbraio 1495 quando Carlo VIII di Francia concede la citta in feudo a Gilberto di Montpensier32 • Due sono, a questo stato di cose, Je ipotesi formulabili circa Ia genesi del volume (tenendo presente ehe il bloeeo di date 1479-1484 e "attestato solo nella "seconda parte"): 1. il eodice apparteneva in origine alla raccolta libraria del principe di Rossano, confiscata da Ferrar1te dopo Ia caduta in disgrazia del cognato 33 , ma non passo a Napoli, e fu completato in seguito (cambio della grafia a c. 83); 2. il 30 Marino, duca dal 1453, aveva sposato una sorcllastra di Ferrantc, Eleonora d' Aragona (all'originc dcll'avvcrsione dcl Marzano per il cognato starcbbe un sospetto di amorc incestuoso di Ferrantc per la sorella). Inoltre, Giovan Battista, figlio di Marine, sposa una figlia del re, Beatricc. ll Il matrimonio annullato, Beatrice andO sposa a Mattia Corvino d'Ungheria. Cf. E. NuNZIANTE, I prirni anni cit., pp. 194-195. n Vcscovo di Scssa Aumnca da! 1462 al1486 eAngele Gerardini di Amclia. Cf. F. GRANATA, Ragguaglio istorico del!a Jedefissima citta di Sessa dal!a sua fondazione Jino all'anno 1763, Napoli 1763, pp. 16-17; U. GUERRIERO, La citta di Sessa Aurunca, Pistoia 1967, pp. 99-103. Inoltn~. cf. G. M. DrAMARE, Memorz'e nitico-storiche del!a Cbiesa di Sessa Aurunca, Napoli 1907; G. DI Mt\RCO, Sessa ed il suo tem'torio tra Medior.:vo ed Eta Moderna, Marina di Minturne 1995. 33 Cf. T. DE MARINIS, La bib!ioteca dei re d'Aragona, I, Mi!ano 1947, p. 36. Una silloge umanistica suessana. (Scheda per Napoli, B.N., IX C 24.) 235 volume e stato realizzato completamente nel pcriodo della reggenza aragonese dei feudi suessani. La provenienza del codice dalla parte nordoccidentale del Regno epoi confermata dagli items XXN. e XXIX., relativi alla citra di Gaeta, e dagli itcms III. e V., relativi all'Abruzzo; all'Abruzzo rimanda anche il testo XIII.; e da! complesso item XVII., infine, ehe rappresenta un excursus storioco-mitologico-geografico su buona parte del Regno meridionale. Piu difficile si presenta una ricostruzione delle finaliü storico-culturali del volume, stante soprattutto il carattere di forte eterogeneita delle pieces contenutevi. E comunque possibile individuare aleuni nuclei tematici intorno a cui raggruppare i materiali: L-VI. A Nucleo di apere storico-documentarie. Si tratta in prevalenza di testi ad orientamento politieo filosvevo (!., I!., IV.), dunque latamente "ghibellino". Ad essi si possono assimilare le brevi scritture qui sotto i numeri XXIV. e XXVIII., ehe trattano di guerre di re Ferrante, ed il earme ehe ehiude il eodice, XXXIV. VII.-X. XXII.-XXIII. B XI.-XIII. c Nuclea paetica. Aggiunte (di altra rnano) di poesia religiosa. XIV.-XVI. XXXI.-XXXIII. D Nuclea di apere politica-genealogiche e ordines caronationis XVII. E Nucleo di scritture varie di interesse storico-antiquario per le regiani del Regna. XX.-XXI. F Nuclea di apere sul prablema turca. XXV.-XXVI. G Nucleo di opere grammaticali. XXVII. e XXIX.-XXX. H Nucleo di opae di argomento religioso. Nt1-cleo di oreere moraleggianti e di letteratura tecnica. Opere rnora eTigianti sono VII. e Vlll. Argomento rnedico per IX.; mi itare per X. (ma anche per XIX., lo stralcio cesariano contenute nella seconda parte del volume); agricolo per XXII. e XXIII. (Ia stessa eronaca di Iamsilla tratta il travagliato problema della succcssione a Federico I! da pane del figlio illegittimo Manfredi, e l"item IV. e proprio il testarnento del prande Svevo) 34 • Interessati in particolare due regni: Aragona (XVI., XXXII., XXXIII.), e l'lnghilterra (XIV., XV.; interesse inglese anche nell'item XXXI.). ·3 " Interesse araldico naruralmcnte anchc per il testo XVIII. -- 236 Edoardo D'Ange/o Sulla base di tale divisione e forse possibile avanzare un'ipotesi complessiva, da integrare naturalmente con studi piu approfonditi ed analitici delle singole apere. In linea generale, il volume puo essere ascritto a quella particolare produzione libraria, tipica della seconda meta del Quattrocento, ehe rappresenta un interessante punto di incontro tra "modelli di elite (e di lusso) e modelli di uso privato a livello medio-basso"35 • La forte presenza di testi in latino pone comunque il manoscritto piu sulla linea "brancatiana"36, pur nella linea di apertura alla letteratura valgare attestatasi per volere dello stesso Ferrante 37 • Al contempo, il contenute tutto laico sembrerebbe rendere improbabile un' origine monastica del manufatto. Accanto alle scritture di natura tecnica e moraleggiante (nuclei B e G), anch' esse comunque spia degli interessi dei ceti aristocratici quattrocenteschi in generale, e napoletani in particolare38, il contenuto del manoscritto sembra tutt'altro ehe casuale e "neutro", proprio sotto l'aspetto storico-politico. La silloge appare percorsa da un fil rouge orientato in chiave filoaragonese. I due problemi politici piu importanti del Regno nella seconda meta del Quattrocento, infatti, sembrano piu volte rispecchiati nei materiali assemblati nel codice napoletano: la questione della legittimira della successione di Ferrante (ufficialmente casus belli della Guerra Napoletana), e la cosiddetta Congiura dei Baroni (1485-1486) 39 • Come e noto, alla morte di Alfonso il Magnanimo, nel 1458, non pochi sovrani europei avevano avanzato dubbi sulla legittimita di successione sul trono di N apoli per il figlio illegittimo Ferrante, al punto ehe papa Callisto III ne aveva approfittato per dichiarare il Regno devoluto alla Santa Sede. Pur essendo Callisto morto subito dopo, ed avendo il nuovo pontefice, Pio II, riconosciuto la legittimita 35 A. PETRUCCI, Storia e geografia delle culture scritte (da! secolo XI al secolo XVIII), in Letteratura italiana. Storia e geog,·afia: 1! L 'eta moderna, Torino 1988, pp. 1195-1292, qui 1248. 3~ Sulla figura e l'opera di Giovanni Brancati, oltre alla scheda dedicatagli da C. MuyiNI in Di'zionario Biografico degli ltaliani, XIII, Roma 1971, pp. 824-827, si veda Ia trattaz1one di DE NICHILO, Retorica cit., in particolare 35-131. "Cf. DE Br.ASI - VARVARO, Napoli cit., pp. 250-252. 38 Sull'importanza delle riflessiom suHa donna e sul matrimonio nella letterarura napolctana del periodo aragenese cf. Ia bella trattazione del DE NrcHrL0 1 Reton'ca cit., soprattutto pp. 103-107. Sui volgarizzamcnti in Italia meridionale cf. C. DIONISOTII, Tradiziorye classica e volgan'zzamenti, in LetteratunJ. italiana. Storia e geografia cit., pp. 103-144, qm 123-125; Vn.LANI, L'Umanesimo cit., pp. 746-748. Il Brancati stesso C autore di volgarizzamemi pro~rio di Vegezio, cf. supra. 9 Sulle carattcristiche dclla produzionc libraria sotto il regno di Ferrante, oltre al la\'oro monumentale del De Marinis, si veda anchc la sintcsi di A. PETRuccr, Biblioteca, libri, scrittu1·e nella Napoli amgonese, in Le biblioteche nel mondo antico e medievale, a cura di G. CAVALLO, Bari 1988, pp. 187-202. Una silfoge umamStica suessana. (Scheda per Napoii, B.N., IX C. 24.) 237 delle pretese di Ferrante (il teste XVIII. e un' opera araldiea di papa Pieeolomini)40, Ia questione era rimasta aperta, e non poehi regnieoli di sentimenti filoangioini Ia sfruttavano per rivendieazioni di ogni genere. I! tutto si era concretizzato nella diseesa in Italia di Giovanni d' Angio ehe, appoggiato da importanti feudatari, imraprese una guerra eontro il sovrano. Lo seontro bellieo, violentissimo, si eoncluse nel 1464 eon Ia seonfitta dei ribelli e una dura restaurazione aragonese41 • Ma lo seontro tra le volonta assolutistiehe di Ferrante, e le pretese autonomistieo-anarehiehe dei grandi feudatari ebbe un ulteriore, terribile sussulto tra il 1485 e il 1486: mentre Ferrante e impegnato in una serie di guerre contro altre potenze della penisola (in particolare Venezia), e nel Salemo incombe il pericolo ottomano, si ordisce una congiura, anche questa soffocata nel sangue. Ora, e proprio intorno a problemi di legittimiü dinastiea ehe sembra imperniata Ia silloge suessana. I nuclei tematiei A e D si riferiseono a tre Stati dove tale tipo di problemi era tremendamente attuale: gli items I. II. e IV. presentano, in chiave decisamente filosveva (cioe antiangioina, "ghibellina") il problema della sueeessione del figlio "illegittimo" Manfredi a Federieo II; e questa suceessione rappresento, per il tramite della figlia di Manfredi, Costanza, andata in sposa a Pietro, figlio di Giaeomo I d'Aragona, il fulcro della legittimita di tutte le successive di pretese aragonesi sul regno meridionale. I problemi di successione rappresentano Ia materia anehe del nucleo D, relativamente all' Aragona42 e all'Inghilterra. L'intimo legame tra le vicende del trono di Barcellona e quelle del Regno e ovviamente dovuto all'identita di dinastia regnante: alla morte di Alfonso il Magnanimo, Ia grande eredita mediterranea viene divisa: Aragona e Sardegna al fratello Giovanni II (1458-1479), Napoli e Ia Sicilia a Ferrante. Anehe Ia "madrepatria" vive una seconda meta del Quattrocento tribolatissima da! punto di vista politico-dinastico: da un lato, i continui tentativi di ingerenza - sia mediante politica matrimoniale, sia mediante azioni militari - negli affari del regne di Navarra; dall'altro, una guerra civile, per Ia lunga rivolta della Catalogna (1462-1472) 43 • Alla morte di re Giovanni II, nel 1479, si puo verifieare un evento ehe avra straordinaria importanza nella storia della Spagna (e di tutta l'Europa) in ;o Per l'utilizzo dcl De heraldomm nomine sia comc teste "scolastico" (modello di lettera, etc.), ehe come manuale tecnico cf. FüRBETI-l, "Vom Ursprung" cit., p. 451. 41 Cf. NuNZIANTE, I primi anni cit. 42 Per l'influsso linguistico castigliano e catalano nella produzione letteraria italomeridionale, cf. per tutti DE BLASI - VARVARO, Napoli cit., pp. 242-244. H Appoggiata a piU ripresc dalla casata d'AngiO, e in particolare da! figlio di Renato, Giovanm (j- 1470). 238 Edoardo D'Angelo etit moderna: il di lui figlio Ferdinando, ehe aveva sposato, su ingiunzione paterna, l' erede al trono di Castiglia, Isabella, puo intraprendere quel proeesso di unifieazione dei due regni, ehe portera in breve, eon le seoperte geografiche di Colombo, e eon l'impero di Carlo V, al seeolo d'oro della Spagna come potenza di livello mondiale. La politica interna in Aragona, dunque, e esattamente la stessa ehe interessa il regno di Ferrante: un progressivo proeesso di aceentramento del potere nelle mani del sovrano (monarchia assoluta) ehe tende a indebolire e ridurre le prerogative del ceto aristoeratieo: di qui le rivolte nobiliari in Catalogna e a Napoli. Questioni dinastiche travagliano anehe l'Inghilterra. Appena terminata, nel 1453, Ia Guerra dei Cento Anni, si inaugura la serie di eonflitti dinastici ehe va sotto il nome di Guerra delle Due Rose (1455-1485). L'intricata vieenda vede prevalere in un primo momento (1470) Ia fazione degli York, eon Edorado IV; ma a lungo termine useirono vineitori i rivali della Rosa Rossa, ehe rimasero sul trono eon Enrieo VII Tudor44 • Appaiono piu ehiari, a questo punto, il ruolo e il significato della presenza degli items raggruppati nel nucleo D (e, per a!tri aspetti, quelli del nucleo A): nella Sessa Aurunea della restaurazione ferrantiana, viene esemplato (o portato a termine) un codice dove traspare il problema della legittimitii della dinastia aragonese: si parte dall'incoronazione di Manfredi (1.) e dal Testamento di Federico (IV.), e gli si agganeiano le gencalogie dei sovrani aragonesi e dei eonti di Bareellona, passando per i problemi formali dell'ineoronazione dei re inglesi, per giungcre alla eomplessa panoramica storieo-geografieomitologiea dell'item XVII. (unieo testo firmato ). Partieolare rilievo riveste in questo senso l'item XXVIII., I' epitaffio di Pietro Braneac- ' eio45 • Questi, insieme al fratello Marino uno dei piu fidati eollaboratori politici e militari di Ferrante, e del figlio Alfonso di Calabria46, 44 E importante notare come nel gioco dclle alleanze rientrassc anche la politica francesc (c, per riflcsso, quclla aragonese): Margherita d'AngiO, infatti, e rc Luigi XI, grandi rivali della potcnza aragonese, appoggiarono a piU riprese il parrite dei Lancastcr, mcntre dalla parte degli York si era schicrato Carlo il Tcmerario di Borgogna, fiere avversario degli AngiO. 45 PuO esscre importante ricordarc ehe il palazzo dci Brancaccio di Sant'Angelo a Nido divcnnc, ncl XVII secolo, scdc dclla famosa Biblioteca Brancacciana (poi confluita nclla Naziom.lc di Napoli), per volcre del cardinalc Francesco Maria Brancaccio, per il quale cf. Ia voce dcdicatagli da G. LUTZ, in Dizionario ßiogl"ajico degli ltaliani, XIII, Roma 1971, pp. 774-6. ~ 6 Cf. R. Zappcri, Marino Brancaccio, in Dizionan' Biogra(ico degli ltaliani, XIII, Roma 1971, pp. 790-793. Marino e Pictro avevano sposato le sorel1e Violante e Ilaria di hnvi!la, figlic di Giovan Nicola di Ianvilla, conte di $;J.nt'Angclo. Non C purtroppo possibile, allo Una si!logc umanistica suessana. (Scbeda pa Napoli, B.N., I X. C 24.) 239 muore in battaglia, all' assedio di Montichiari, nel1'83, durante la Guerra di Perrara (dove i Napoletani si opponevano ai Veneziani). Si tratta dunque di un documento di area politica ferrantiana, nel pieno della guerra antiveneziana e nell'imminenza della Congiura dei Baroni. Se si tiene presente ehe argomento dei nuclei tematici F e H sono il problema turco (di p;.essante urgenza sul Regno nei primi ~nni Ottanta)·17 e quello del11mmmente spaccamento del CnstJanesJmo (eretici ed Ebrei), avremo contezza dell'influenza dello sfondo storico-politico sull' organizzazione della silloge qui analizzata. EDOARDO D' ANGELO stadio attuale delle ricerche, avanzare ipotesi sull'interessante coincidenza di questo possibile legame del nostro codice con Ia famig!ia Ianvilla ( o Gianvilla o Iamsilla, per Ja quale cf. C. DE LELLIS, Discorsi delle famiglie nobili del regno di Napoli, I, Napoli 1654, pp. 35-43). Questa, pera!tro, risulta imparentata anche con i Marzano di Sessa: Goffredo, zio d1 Giovanni Antonio Marzano, avcva infatti sposato, sul finire de! '300, Ceccarcl!a di Ianvilla, cf. RrccA, La nobilta cit., V, p. 66. 7 ; La citta di Sessa Aurunca contribui non poco alla Guerra d'Otranto, inviando 3000 tof!loli di grano, cf. GuERRIERO, La citta cit., p. 100. E il condottiero cui in pratica fu aff1data d_a Ferrante Ia q~estione turca (prima, e .ven.ezia~a poi) n~l Salento C propno Marino BrancaccJO. Non sfugga moltre come Ia lettcra d1 Niccoio Canal (Item XX.) s1a un documento a conti fatti fortemente antiveneziano (Vcnezia era )!;l'andc nemica di Napoli) negli anni a cavallo del 1480), dal momento ehe contesta durissunamente Ia condanna inflitta dalla Screnissima all'ammiraglio veneto.
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