L’italiano nel mondo Italiano = capacità di assimilazione delle altre lingue e culture, nella storia e nell’attualità Italiano = ha contribuito alla formazione dell’identità culturale europea ITALIANISMI nel mondo: circa 20.000 (ma il computo esatto è difficile) Espansione dell’italiano connessa ai caratteri dell’ ”identità italiana” e legata essenzialmente al prestigio culturale Canali e campi di diffusione: arte, letteratura, cucina, moda, musica (opera lirica) e “colore” italiano. Figure e strumenti della mediazione: mercanti, viaggiatori, scrittori e musicisti; grammatiche e vocabolari. Il Medioevo dei mercanti banca → bank ted. e ingl., banque fr. credito → credit ingl. e diffusione globale traffico> traffic ingl. trafic fr. sp. Tràfico capitale, conto, “per cento”, valuta ecc. “Italiano di là da mar” da Venezia si diffonde in Dalmazia, Vicino Oriente (Bisanzio), Mar Egeo Genova, Pisa e città settentrionali verso Europa continentale (cfr. Lombard Street a Londra dove avevano sede i banchieri italiani) Italiano “lingua franca” nel Mediterraneo Il primato rinascimentale La diffusione dell’italiano è fra i ceti elevati; ambienti colti, corti reali (Elisabetta I, Francesco I, Carlo V). Il “petrarchismo” fenomeno europeo - Il Rinascimento delle arti - La trattatistica politica (Machiavelli) - La trattatistica “cortigiana” (Baldassar Castiglione, Il Cortegiano, 1528; Giovanni della Casa, Galateo, 1558) - MATRIMONI DINASTICI: Caterina de Medici sposa Enrico II di Francia Bona Sforza sposa Sigismondo I di Polonia Eleonora Gonzaga sposa Ferdinando II d’Asburgo Il “petrarchismo” europeo PETRARCHSIMO: struttura coerente di componimenti in maggioranza dedicati al tema dell’amore (la forma “canzoniere”); forme metriche dominanti: il sonetto e la canzone (in endecasillabi) topoi (cioè luoghi comuni): descrizione canonica della donna amata, il dolore dell’amore non corrisposto, i giochi semantici con il nome dell’amata fondati sulla paronomasìa, l’uso di coppie (dittologie sinonimiche o antitesi), iperboli, ossimori. Italiani letterati raffinati e colti, esperti di conversazione galante, Buon gusto e “saper vivere” (le buone maniere) Cfr. i concetti di sprezzatura e affettazione (B. Castiglione, Cortegiano) Cfr. alcuni titoli di capitoli del Galateo di G. Della Casa: Le azioni si devono fare non a proprio arbitrio, ma per il piacere di coloro coi quali si è in compagnia /Cose laide da non fare o nominare /Bisogna adattarsi alle usanze degli altri nel modo di vestirsi, di tagliarsi i capelli e la barba / Non avere a tavola modi violenti o noiosi o sconci; /Utilità della ritrosia, ma senza eccessi /Evitare argomenti che non interessano o temi sottili difficili da capire /Contro i millantatori e i bugiardi o coloro che si vantano /Sul linguaggio da tenere durante la conversazione: chiarezza, onestà; evitare parole sconce o dal doppio senso o le cerimonie fatte per tornaconto o per adulazione Prime grammatiche di “italiano per stranieri” Jean-Pierre de Mesmes, Grammaire italienne, 1548 William Thomas, Principal rules, 1550 Spagna (1596), Germania (1616), Danimarca (1625*in latino), Croazia (1649), Polonia (*1649 in latino) METALINGUA: la lingua dei parlanti a cui si rivolge, oppure il latino (raro) DESTINATARI: esclusivamente stranieri MOTIVAZIONI: studenti stranieri in Università italiane (cfr. la cattedra di “Toscana favella” a Siena dal 1588); utilità dell’italiano negli ambienti di corte e della diplomazia. PUBBLICI: europei, ceti alti e intellettuali, clero John Florio, A world of words (I ed. 1598) ed. 2013, Toronto, edizione critica a cura H.Haller Arte, Musica, Letteratura dal ’500 al ’700 Grande prestigio dell’italiano nel Rinascimento Letteratura: sonetto, madrigale, novella (cfr. ingl. novel ‘racconto, romanzo’), machiavellico, machiavellismo (denominali) Arti: affresco, chiaroscuro, disegno, cupola, loggia Musica: es. uno spartito mozartiano elenca: allegro ‘tempo musicale’, sinfonia, violino , oboe [in quasi tutte le lingue europee i nomi degli strumenti musicali derivano dall’italiano] Cucina: macaroni, maccaroni, maccheroni Vita militare: soldato → soldado sp./port., Soldat ted., soldat russo, ecc. ITALIANISMI Un italianismo è un prestito dall’italiano a un’altra lingua. Non sempre l’origine italiana è sicura (data la presenza di alcune parole in più lingue romanze). La maggioranza degli italianismi sono nomi, per es. pizza; ma ricorrono anche verbi, per es. maneggiare (→ fr. manéger, spagn. e port. manejar, ingl. to manage, ted. maneggiren, oggi obsoleto); aggettivi, per es. allegro, andante e la maggioranza delle didascalie musicali Sono penetrati nelle altre lingue in epoche diverse: es. banca/banco è voce medievale; dolce vita dal film di Fellini del 1960 ITALIANISMI/ ADATTAMENTI Adattamenti grafici: I prestiti dell’it. ciao in varie lingue riflettono gli adattamenti alle grafie rispettive, per es. spagn. chao, port. tchau, romeno ciau, ted. tschau (raro, accanto a ciao). Adattamenti soprasegmentali (es. accento): gondòla, màcaroni, bravò Adattamenti fonetici: basta per pasta nei parlanti arabofoni; salame in giapponese diventa sarami/sarame; in molte lingue errori nelle consonanti scempie/intense, es. risoto ‘risotto’, ala ‘alla’; TIPI DI ADATTAMENTO Adattamenti morfologici: molti italianismi perdono l’uscita vocalica: per es. arsenale → fr. arsenal, ingl. arsenal, ted. Arsenal; baldacchino → fr. baldaquin, ingl. baldachin, quin, ted. Baldachin; bandito > fr. bandit, ingl. bandit, ted. Bandit. La formazione del plurale, specie di un maschile italiano in -o, indica il grado di integrazione di un italianismo: la conservazione del plurale ‘italiano’ in -i indica una integrazione minore che la formazione di un plurale francese, inglese, tedesco, ecc. in -s, -os. DIFIT 2008 = Harro Stammerjohann et al. (a cura di), Dizionario di italianismi in francese, inglese e tedesco, Firenze, Accademia della Crusca. F = francese I = inglese T = tedesco ITALIANISMI DIRETTI /INDIRETTI es. fr. acquarelle (diretto) ingl. aquarel (indiretto, perché arriva in inglese tramite il francese) Ciao (dialetto veneto <SCLAVUM) è tra gli italianismi più diffusi nel mondo Cicerone dal nome proprio al nome comune (italiansimo settecentesco) Cicisbeo = voce onomatopeica Visti da fuori: tra stereotipi e verità Nella pratica del Grand Tours l’Italia è una meta obbligata Madame de Staël (inizio ’800): “L’italien a un charme musical qui fait trouver du plasir dans le sons des mots, presque indépendamment des idées” Wolfang von Goethe, Italienische Reise [Viaggio in Italia] ed. 1816-17 (racconta un viaggio fatto nel 1786-87, quando l’autore aveva 27-28 anni) clima mite e paesaggio pittoresco arte e archeologia (Pompei ed Ercolano) espressioni tipiche come “cicerone” ‘guida’, o “dolce far niente”. Cfr. Charles Dickens (visitò l’Italia a metà Ottocento) che ironizza su alcune mucche “perfect italian cows enjoying the dolce far niente all day long” Thomas Mann, Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull (1910-11, pubblicato nel 1954) “Ma signore, che cosa mi domanda? Son veramente innamorato di questa bellissima lingua, la più bella del mondo. Ho bisogno soltanto d’aprire la mia bocca e involontariamente diventa il fonte di tutta l’armonia di quest’idioma celeste. Sì, caro signore, per me non c’è dubbio che gli angeli nel cielo parlano italiano. Impossibile d’imaginare che queste beate creature si servano d’una lingua meno musicale” cit. in H. Stammerjohann, La lingua degli angeli, Accademia della Crusca, 2013. Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama, Rizzoli, Milano 2011, pp. 56-7. «L’aspetto interessante della mia classe d’italiano è che nessuno ha davvero bisogno di essere qui. Siamo in dodici, di tutte le età, provenienti da tutte le parti del mondo, ma ciascuno è venuto a Roma spinto dallo stesso desiderio – studiare l’italiano per il solo piacere d’impararlo. Nessuno di noi può affermare di trovarsi qui per uno scopo pratico. A nessuno un datore di lavoro ha detto: “è necessario che lei impari l’italiano perché intendiamo estendere la nostra attività all’estero”. Ognuno, anche il sussiegoso ingegnere tedesco, la pensa allo stesso modo: vogliamo studiare l’italiano per godere delle sensazioni che ne riceviamo. Un russa dal viso triste dice che si è regalata queste lezioni di italiano perché ha pensato di “meritare qualcosa di bello» Avanzando nello studio, l’ex principiante scoprirà che «l’italiano è una delle più belle e affascinanti lingue del mondo» perché è essenzialmente la lingua di Dante: grazie al suo genio si può dire che «nessuna lingua europea ha ascendenze altrettanto nobili», e nessuna «è mai stata concepita in una forma così adatta a esprimere le emozioni umane» (pp. 57-9). Non è certo il caso di dispiacersi se molte persone vogliono imparare l’italiano per motivi così alti, a prescindere dall’immediato tornaconto che potranno eventualmente ricavarne. Non è certo il caso di dispiacersi se molte persone vogliono imparare l’italiano per motivi così alti, a prescindere dall’immediato tornaconto che potranno eventualmente ricavarne.
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