26/02/2014 CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Corso preparatorio Ditals 1 profilo immigrati Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza Approcci e metodi per l'insegnamento dell'italiano a stranieri: lo sviluppo della competenza comunicativa e gli approcci umanistico-affettivi Monica Piantoni 1 ATTIVAZIONE - Nella glottodidattica, che cosa si intende con i termini METODO e APPROCCIO? Secondo te, quanto è importante la scelta dei materiali didattici? Quale aspetti dell’attività didattica condizione di più? - Questo manuale ha dei disegni troppo infantili, sembra un libro per bambini, non lo userei mai. - E’ vero che ci sono pochi corsi per adulti, però tanto alla fin fine è sempre l’insegnante che fa la differenza… Che cosa osservi prima di tutto in un manuale didattico? Che cosa ti sembra più importante? - Che tipo di materiali e supporti utilizzi per le tue lezioni? 2 1 26/02/2014 Approcci glottodidattici Contesto storico e riferimenti teorici Quale lingua insegnare? Con quali obiettivi? Qual è il ruolo dell’apprendente? Come si impara? (modelli di apprendimento) Imparare/ Insegnare una lingua Qual è il ruolo dell’insegnante? Come? Materiali e tecniche 3 Attività di gruppo Gruppi ESPERTI Lettura approfondita di una delle sintesi* relative a: - Approccio deduttivo-formalistico - Approccio strutturalistico - Approccio comunicativo - Approccio naturale Gruppo BASE: TASK : confronto tra i diversi approcci e compilazione schema riassuntivo allegato *Testi tratti da Diadori P. (cur.), Insegnare italiano a stranieri, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2011 4 2 26/02/2014 Il metodo: appunti storici Metodo grammaticale-traduttivo - dal ‘700 in avanti insegnamento delle lingue moderne secondo l’approccio usato per le lingue classiche; - conoscere una lingua significa conoscerne la grammatica (e la letteratura); - obiettivo: lingua scritta e letteraria, competenza metalinguistica (grammatica normativa), costante riferimento alla L1; - insegnante trasmette contenuti del libro; non è necessario avere una buona competenza nella L2; - apprendente: studio individuale e mnemonico; - supporti: manuali cartacei 5 “Metodi” diretti /naturali (cfr. M. Berlitz) - fine ‘800 - prima metà del ‘900: necessità di comunicare tra paesi diversi, nasce la fonetica sperimentale (G.B., U.S.A., Francia) - conoscere una lingua significa parlarla (poi leggerla e scriverla); la grammatica è appresa in modo induttivo, per imitazione; - la L2 si apprende come la L1, in immersione: in classe è bandito l’uso della L1; - la lezione si basa su dialoghi ripresi dall’orale, da situazioni legate al contesto della classe: scarsa strutturazione, ma coinvolgimento degli apprendenti; - novità: primato della lingua orale, insegnante madrelingua; - supporti: input casuali e materiali autentico, compendi di grammatica. 6 3 26/02/2014 Metodo audio-orale - dalla II guerra mondiale agli anni ’60: necessità di far apprendere rapidamente le lingue ai militari dell’esercito americano (A.S.T.P.); - teorie psicologiche: (neo)comportamentismo (teorie skinneriane) -> approccio strutturalistico (linguistica tassonomica di Bloomfield, analisi contrastiva di Lado); - la lingua (soprattutto orale) ha origine da insiemi di microstrutture che si combinano e si trasformano per dare origini a frasi; - la scelta di lessico e strutture è basata sull’analisi contrastiva; si insegnano 4 abilità di base apprese soprattutto tramite pattern drills (stimolo-risposta-conferma -> sintagmatici, paradigmatici, combinati): - l’insegnante è il portatore della L2 (con competenze metodologiche e glottotecnologiche); lo studente ha un ruolo passivo (ripetizione e memorizzazione); - supporti: dischi, audioregistratore, laboratorio linguistico, diapositive; 7 Metodo strutturo-globale audiovisivo - evoluzione francese del metodo audio-orale, elaborato dal CREDIF intorno agli anni ’60; - legato allo strutturalismo (centralità della frase, lingua come insieme di strutture, approccio comportamentista) ma enfasi sul contesto comunicativo (situazionale); - attraverso le tecnologie vengono presentati dialoghi con situazioni-tipo (tecniche simili al metodo audioorale); - insegnante: regista della lezione; apprendente coinvolto nella fase di comprensione e in drammatizzazioni strutturate; - supporti: diapositive, audioregistratore, laboratorio linguistico; 8 4 26/02/2014 Approccio comunicativo: il metodo situazionale - dalla seconda metà del ‘900: la teoria cognitivista di Chomsky (LAD) si oppone a quella strutturalista; nascita della pragmalinguistica (inaugurata da Austin nel 1962 con : “How to do things with words”) e del concetto di competenza comunicativa (Dell Hymes); - non viene messo a fuoco “come funziona” una lingua, ma a cosa serve, cosa si fa con la lingua: il lessico e le strutture devono essere contestualizzati in “situazioni comunicative” (comperare un biglietto alla stazione, prendere qualcosa al bar, ecc.); - il punto di partenza sono dialoghi (si passa dalla bobina all’audiocassetta), che vengono ripetuti coralmente e poi drammatizzati (permangono le modalità esercitative dell’approccio strutturalistico); grammatica esplicita, elementi di civiltà; - lo studente viene valorizzato per la sua capacità di fare ipotesi e di esplorare il paratesto; 9 Approccio comunicativo: il metodo nozional-funzionale - Negli anni ’70 il Consiglio d’Europa promuove studi sui bisogni linguistici degli adulti; l’esito sarà la definizione dei “Livelli soglia”, cioè la definizione del livello minimo di competenza comunicativa necessaria per “cavarsela” in un paese straniero (-> sociolinguistica); - In questi repertori la lingua viene descritta in relazione a: situazioni comunicative, funzioni linguistiche (salutare ringraziare, ecc.), nozioni (di spazio, tempo, ecc.) ed esponenti (a volte divisi per registri); - Studente: valorizzate le competenze comunicative pregresse, si promuove il lavoro tra pari; - Curricolo situazionale e pragmatico; manuali strutturati in unità didattiche basate sulla sequenza presentation, practice, production. 10 5 26/02/2014 Approcci comunicativi: elementi costitutivi - Attenzione alla lingua come strumento (aspetti funzionali vs. aspetti strutturali); - L’atto didattico muove dai testi, orali e scritti: importanza dei materiali autentici; - La grammatica viene osservata in contesto, si costruisce in modo induttivo; - Ruolo cruciale dei bisogni linguistici per la definizione dei sillabi e della progressione dei contenuti; - Diffusione di tecniche didattiche che permettano lo scambio tra pari (role play, attività di coppia e gruppo, ecc.) ALTRI METODI COMUNICATIVI: Project work (es. realizzare una pagina web, un programma di viaggio, ecc.); Lexical Approach; Strategic Interaction. 11 La glottodidattica umanistico-affettiva - Negli anni ’70/’80 cresce l’attenzione per la dimensione psicologica dell’apprendimento: molteplici contributi dalla psicolinguistica e dalla psicologia umanistica (es. C. Rogers), ma anche dagli studi sull’acquisizione della L2 (Krashen-Terrel); Metodi molto diversi tra loro (vedi oltre) che hanno però in comune: - coinvolgimento dell’apprendente (attività/relazioni significative -> motivazione) - - rimozione dei processi che generano ansia (la dimensione emozionale è componente essenziale dell’acquisizione); - - capacità di incidere sulla memoria a medio-lungo termine (favorire l’acquisizione) creando situazioni in cui il focus non è la forma ma l’uso (fare con la lingua) 12 6 26/02/2014 Total Physical Response (TPR) E’ basato su ordini sempre più complessi (che comportano l’esecuzione di azioni non verbali) che l’insegnante impartisce agli studenti; viene privilegiata l’acquisizione della capacità di ascolto. Community Language Learning Parallelismo con la psicoterapia del counseling di Rogers: l’insegnante è un counselor che su richiesta aiuta il discente e svolge il ruolo di mediatore tra i vari componenti della classe. Si instaura quindi un rapporto di profonda confidenza ed identificazione tra l’insegnante e gli apprendenti. Alternanza di L1 e L2. Attività su testi: traduzione, ripetizione/registrazione, trascrizione, analisi, riflessione/osservazione, conversazione libera. 13 Sylent Way Ruolo centrale attribuito all’apprendente che deve fare ipotesi e sperimentarle con i compagni; il docente fornisce il modello ma non spiega (è in silenzio); vengono usati come sussidi i regoli ai quali sono associate le frasi modello. La suggestopedia Rimozione di paura e competitività attraverso l’infantilizzazione, l’uso di tecniche di training auotgeno e della musica: il corso si basa su un copione teatrale di 10 scene che vengono lette più volte per favorire la memorizzazione. 14 7 26/02/2014 L’approccio naturale Terrel-Krashen, Second Language Acquisition Theory (SLAT): gli autori propongono alcune ipotesi sull’acquisizione della L2, che dovrebbe riprodurre i passaggi naturali dell’acquisizione della L1: acquisizione/apprendimento: processo di assorbimento spontaneo attraverso comprensione e uso della lingua/ processo di studio cosciente attraverso regole della lingua monitor: meccanismo di controllo che opera durante l’apprendimento ordine naturale di acquisizione: alcune strutture si acquisiscono prima di altre, a seconda della difficoltà e della frequenza d’uso input (“i + 1” ): l’acquisizione dal livello di competenza i a quello successivo avviene attraverso un input il cui contenuto sia i+1 cioè attraverso un messaggio con contenuti e/o strutture leggermente al di sopra della conoscenza linguistica dell’apprendente filtro affettivo: barriera interiore alzata dall’apprendente in situazioni ansiogene 15 E oggi? Approccio eclettico/integrato Superamento del concetto di metodo: integrazione di principi da diverse discipline (linguistica, psicolinguistica, neurolinguistica, ecc.), di tecniche di apprendimento legate a svariati metodi e finalità (approccio cooperativo, CLIL, TBL, ecc.) -> RICCHEZZA O GLOTTODIDATTICA D’ARLECCHINO? 16 8 26/02/2014 Il manuale: adottare o adattare? Destinatari (età, livello, bisogni linguistici, ecc. Riferimenti teorici e metodologici Strutturazione del volume: indici, scansione del testo, consegne, ecc. Contenuti: tipologia testi input, attività didattiche, ecc. Supporti multimediali (audio, video, ecc.) Aspetti tipografici: uso di colori, presenza di immagini, ecc- Obiettivi: quali competenze sviluppa? Quali abilità? (dichiarati/realizzati) 17 Analisi di manuali didattici 1. Utilizzando la scheda di valutazione analizzate due manuali di italiano per adulti immigrati. Poi passate i due manuali al gruppo accanto al vostro. 2. Osservate la sequenza di pagine indicata per ciascun volume e rispondete ai quesiti posti nella prima parte della sezione A della prova Ditals 1. 18 9 26/02/2014 Bibliografia minima Diadori P. (cur.), Insegnare italiano a stranieri, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2011 [cap. 2 e cap.22] Balboni P.E., Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Torino, UTET, 2002, pp. 209-219 [cap.1] Mezzadri M., I ferri del mestiere, Perugia, Guerra, 2004 Gilardoni S., La didattica dell’italiano L2. Approcci teorici e orientamenti applicativi, Milano, ISU Università Cattolica, 2005 19 Buon lavoro! [email protected] www.unibg.it/cis 20 10
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