Micromeccanica Il primo passo per la definizione della micromeccanica dei materiali compositi è la definizione dell’Elemento Rappresentativo di Volume (ERV) in modo da rendere il composito, intrinsecamente non omogeneo, macroscopicamente omogeneo. Nella nostra trattazione adotteremo come ERV uno schema meccanico formato da un corpo cilindrico come da figura: Gli studi mi micromeccanica hanno come fine l’ottenimento dei parametri significativi di una lamina composita unidirezionale a fibre lunghe partendo dalla conoscenza delle caratteristiche omologhe dei suoi costituenti elementari (fibra e matrice). Le ipotesi che stanno alla base della micromeccanica dei compositi sono: La lamina è: Macroscopicamente omogenea Presenta comportamento lineare elastico Macroscopicamente ortotropa Presenta inizialmente uno stato di tensione nullo Le fibre sono: Omogenee Isotrope Presentano comportamento lineare elastico Sono disposte con una spaziatura regolare Sono perfettamente allineate La matrice è: Omogenea Isotropa A comportamento lineare elastico L’interfaccia è: Perfetta Completa In base alle ipotesi fatte si può procedere al calcolo dei vari parametri significativi: Volume, massa e densità Vcomp Vf Vm Vv Con: f per “fibra” m per “matrice” v per “vuoto” In questa trattazione noi trascureremo sempre i vuoti quindi: Vcomp Vf Vm Dividendo tutto per Vcomp avremo: V f Vm 1 Con V f e V m grandezze dimensionali. Per massa e densità valgono discorsi analoghi: M comp Mf Mm M comp comp Mf Vcomp Mm f Vf Vcomp V m m f Vcomp Vf m Vm Questa ultima relazione prende il nome di “Regola delle miscele”. Stato di sforzo e deformazione Per lo sforzo definiamo un valore medio nel volume: 1 * Vcomp Vcomp 1 dV Vcomp dV Vf dV Vm Introducendo i valori medi nelle singole parti come: * f * m 1 Vf dV Vf 1 Vm Vm dV Avremo: * Vf * f Vm * m Stesso discorso vale per le deformazioni per cui: * Vf * f Vm * m Valutazione dei moduli ingegneristici Determinazione di E1 Quello in figura è un sistema meccanico in cui fibra e matrice lavorano in “parallelo”, quindi il carico interessa sia la matrice che la fibra in quanto queste ultime debbono restare intimamente connesse. In base a quanto detto circa la perfetta connessione, la fibra e la matrice subiscono la stessa deformazione assiale, quindi: comp m f 1 Essendo però: V 1 Ei i f V f m m i Avremo che: E1 1 V f Ef f V m Em m Dividendo ambo i membri per E1 V f Ef 1 f m avremo: V m Em Come è possibile osservare, anche per E1 vale la regola delle miscele. Esempio Vf Dati Ef 60% 240GPa Em E1 3GPa 240 x0,6 3x0,4 144 1,2 145 ,2GPa Come si può vedere, in questo caso E1 è praticamente uguale al prodotto tra il modulo della fibra e la sua frazione in volume. Causa l’esiguo valore del modulo della matrice, il contributo di quest’ultima risulta molto limitato. Determinazione di E 2 In questo caso in figura è rappresentato un sistema meccanico in cui fibra e matrice lavorano in “serie” : Fibra e matrice saranno interessate dallo stesso stato di sforzo, ma da differenti deformazioni: comp m f Essendo però: 2 2 Vf comp Vm f m i i Ei Avremo in questo caso: 2 E2 V f f Vm Ef m Em Dividendo ambo i membri per 1 E2 Vf Ef V f Em Vm Em m f 2 avremo: V mEf Em E f Quindi: E2 Em E f V f Em V m E f Esempio Vf Dati Ef Em E2 60% 240GPa 3GPa 240 x3 0,6 x3 0,4 x 240 720 1,8 96 7,5GPa Si può constatare facilmente che in questo caso il contributo della matrice conta in maniera determinante. Determinazione del Poisson “maggiore” 12 Si ritorna al modello in “parallelo”, ove lo sforzo è in direzione orizzontale (direzione 1). Abbiamo in questo caso: 1 2 m f comp comp V f f Vm Essendo però per definizione: 2 12 1 Avremo che: m V f Vm f m V 12 f f Vm m 1 Come è facilmente osservabile, anche per quanto riguarda il modulo di Poisson vale la regola delle miscele. Determinazione di G12 Il modello da considerare per il caso in figura è quello già visto in cui i due costituenti sono in “serie”. In questo caso avremo che: 12 12 comp Vf f m Vm Essendo però: i i Gi Avremo che: f m 12 G12 V f f Vm Gf Dividendo per 1 G12 Vf Gf Vm Gm m Gm 12 m V f Gm f avremo: V mG f Gm G f Quindi: G12 Gm G f V f Gm V mG f OSSERVAZIONE Si ricordi che mentre per i moduli elastici, utilizzando le formule qui viste, si arriva a valori approssimati ma ragionevoli, per quanto riguarda gli sforzi l’uso di regole semplificate, tipo quella delle miscele, porta a valori poco plausibili e non ragionevoli. Macromeccanica Lo schema concettuale alla base della nostra trattazione segue queste linee guida: 1) Conoscenza delle equazioni costitutive nello spazio 2) Determinazione delle equazioni costitutive nel piano 3) Scrittura delle equazioni costitutive per la lamina nel suo riferimento intrinseco 4) Generalizzazione del risultato ottenuto per sistemi off-axis 5) Utilizzazione dei risultati ottenuti per descrivere la meccanica dei laminati Le leggi costitutive (legge di Hooke) per un materiale qualsiasi, in un riferimento cartesiano ortogonale 1-2-3, si possono scrivere, in campo lineare elastico, nel seguente modo: Qijhk ij hk Ove: 3x3 3x3 Queste relazioni possono essere espresse anche in forma matriciale ridotta, nella forma: Qij i j Ove: 6x1 6x1 Q 6x6 In generale la matrice Q è definita da: a) 21 costanti linearmente indipendenti per un materiale generico b) 13 costanti linearmente indipendenti per un materiale che presenti un solo piano di simmetria (monoclino) c) 9 costanti linearmente indipendenti per un materiale che presenti due piani di simmetria (ortotropo). In un sistema piano le costanti si riducono a 4 d) 2 costanti linearmente indipendenti per un materiale avente infiniti piani di simmetria (isotropo) Le relazioni appena viste possono essere scritte anche nella forma i Fij j f : ove F prende il nome di matrice di flessibilità; si dimostra facilmente che la matrice F coincide con l’inversa di Q infatti: Q Q 1 Q 1Q Q 1 F Q 1 Per esteso queste relazioni assumono la forma: 1 Q11 Q12 Q13 0 0 0 1 2 Q12 Q22 Q23 0 0 0 2 3 Q13 Q23 Q33 0 0 0 3 4 23 0 0 0 Q44 0 0 4 23 2 5 13 0 0 0 0 Q55 0 5 13 2 6 12 0 0 0 0 0 Q66 6 12 2 In via del tutto generale avremo che i vari elementi della matrice Q dipendono dai vari moduli ingegneristici in modo diverso; volendo fare qualche esempio avremo: Q11 Q12 E1 1 12 21 E2 1 12 21 ecc. Per passare al piano si sopprimono le righe e le colonne 3, 4 e 5 ottenendo: 1 Q11 Q12 0 1 2 Q12 Q22 0 2 6 0 0 Q66 6 NOTA: Nella definizione si fa riferimento agli assi intrinseci o di ortotropia. Come è facile osservare nel piano la lamina ortotropa è caratterizzata elasticamente da 4 parametri linearmente indipendenti ( Q11 , Q12 , Q22 , e Q66 ) esprimibili come ben precise combinazioni lineari dei parametri ingegneristici ( E1 , E 2 , G12 , e 12 ) ottenibili dalle formule della micromeccanica. Vediamo ora cosa succede se si considera un sistema di carico off-axis. Consideriamo il caso in cui tra il riferimento intrinseco 1-2 ed il riferimento generico x-y vi sia un angolo di rotazione pari a : 1 Con una semplice rotazione di assi posso passare dai vettori 2 12 1 e 2 x ai vettori 12 y xy x e y . xy Per la trasformazione dei sistemi di riferimento si utilizza la matrice T , matrice 3x3 i cui elementi sono funzioni di , che in genere viene definita tramite la sua inversa: T cos 2 sin 2 1 sin 2 cos 2 sin cos 2 sin cos 2 sin cos sin cos cos 2 sin 2 Definita la matrice T avremo: x 1 T y 1 2 xy 12 x 1 T y 1 2 xy 12 Volendo scrivere le relazioni costitutive nel riferimento generico x-y avremo: x x T 1QT y xy y x Q xy y xy Da un punto di vista generale avremo che, al contrario di Q , la matrice Q risulterà in genere piena. Anche in questo caso è possibile definire nel riferimento generico x-y una matrice di flessibilità definita da: F Q 1 Tale da rendere possibile la scrittura delle leggi costitutive nella forma : x y xy x F y xy Teoria Classica del Laminato Un laminato è composto da un impilaggio ordinato di lamine unidirezionali tali da formare una piastra sottile composita. Le caratteristiche elastiche e meccaniche del laminato dipendono da: o numero di lamine o caratteristiche elastiche e meccaniche delle singole lamine o angolo formato tra gli assi intrinseci delle singole lamine e quelli del laminato Facciamo le seguenti ipotesi: lamine perfettamente sovrapposte stato di deformazione piano ( z z xz yz 0) 0 Ipotesi di Kirchoff (in seguito a flessione le sezioni ruotando si mantengono piane ed ortogonali al piano medio). Consideriamo il laminato in figura: Applicando il metodo degli spostamenti avremo che la cinematica è esprimibile come: u x, y , z u o x, y z x x, y v x, y , z v o x, y z y x, y w x, y , z wo x, y ove w x w y x y La relazione che esprime w x, y, z è considerata costante in virtù dell’ipotesi del “piccolo spessore”. Per le deformazioni possiamo scrivere: x x xy u y w x2 2 w z 2 y 2 v0 w 2z x y x z 2 u0 x v0 y x y xy 2 u0 x v0 y u0 y u x v y v x u0 y z v0 x w x2 2 w y2 2 w 2 x y 0 zk Considerato il fatto che per ogni k-esima lamina è possibile scrivere: k Qk Sostituendo l’espressione di appena vista avremo: k Qk zQk k 0 Da questa semplice relazione è possibile osservare come gli sforzi varino da lamina a lamina in funzione sia degli angoli sia delle caratteristiche elastiche delle lamine. Analogamente alla teoria della piastra piana isotropa si può passare, mediando sullo spessore che è per definizione piccolo, dalle alle forze e ai momenti per unità di lunghezza: h 2 Nx h h x dz y dz 2 2 Ny h h 2 2 N xy xy h h 2 2 Mx z h h dz x dz y dz 2 2 Mx z h h 2 2 M xy z h xy dz 2 Le forze per unità di lunghezza N x , N y e N xy sono delle sollecitazioni membranali applicate al piano medio mentre i momenti per unità di lunghezza M x , M y e M xy rappresentano rispettivamente due momenti flettenti ed un momento torcente. Per il particolare tipo di piastra occorre tenere presente che gli integrali sono continui solo nell’ambito di ogni singola lamina quindi ciascuna di queste lamine darà un contributo diverso al calcolo di N ed M globali. In generale quindi si dovrà integrare su ogni singola lamina, ciascuna con il proprio spessore, e poi fare una sommatoria. Sollecitazioni membranali z 2 zn N Nx z zn N x dz zn x dz n 1 zn 2 Qn n 1 1 zn 0 dz zn 1 zn N z Q n k dz Qn 0 n 1 1 zn dz zn Qn k zdz zn 1 1 Da cui si ottiene: N N Nx Q zn 0 n zn 1 n 1 n 1 Q n k z 2n 1 2 z 2n 1 Stesso discorso può essere fatto per N y e N xy . In forma compatta matriciale, la parte membranale può essere scritta come: N A B k 0 ove i generici elementi delle matrici A e B sono esprimibili come: N Aij Qij n zn zn 1 n 1 N Bij n 1 Qij 1 2 n z 2n z 2n 1 Come appare evidente quindi, a partire da una sollecitazione membranale posso avere curvature e viceversa. Momenti z 2 Mx N z z 2 x zn dz N z n 1 zn Da cui si ottiene: 1 x zn dz zn zQn n 1 zn 1 0 dz z Q n k dz zn zn N 2 1 Qn n 1 zn zdz 0 zn 1 z 2 dz Qn k zn 1 N Mx n 1 Q 1 2 N 0 n z 2n z 2n 1 n 1 Q 1 3 n k z 3n z 3n 1 Stesso discorso può essere fatto per M y e M xy . In forma compatta matriciale la parte relativa ai momenti può essere scritta come: M B D k 0 ove i generici elementi della matrice D sono esprimibili come: N Dij n 1 Qij 1 3 n z 3n z 3n 1 In generale quindi, è facile osservare come nell’espressione della matrice A intervengono gli spessori delle singole lamine, mentre per le matrici B e D non intervengono i quadrati ed i cubi degli spessori stessi, bensì le sommatorie delle differenze dei quadrati e dei cubi delle quote delle singole lamine. Questa sostanziale differenza ha come effetto che se si hanno sollecitazioni fuori dal piano si possono avere deformazioni nel piano e viceversa. E’ possibile inoltre ricapitolare quanto appena descritto in un’unica formula che è meglio ricordare: N A B 0 M B D k Questa relazione esprime le relazioni costitutive del laminato. Spesso è utile utilizzare l’inverso di questa formula e quindi risulta importante determinarla analiticamente: In base a quanto visto avremo: N A 0 B k M B 0 D k Dalla prima di queste due ultime relazioni possiamo scrivere: 1 A N A 0 1 B k 0 A 1 Inserendo l’espressione appena trovata per M B A 1 N B A D B 0 A 1 B k nella seconda equazione avremo: D k 1 A Pongo 1 N A 1 B A B 1 C B A 1 B A B D Quindi: 0 M A N B k C D k N k D 1 M D 1 C N Sostituendo l’espressione trovata per k nella prima relazione otteniamo: 0 A A Pongo Quindi: B D 1 C N 1 A B D C 1 B B D 1 C D C 1 D D B D 1 M A N 0 k C M B k D N Ordinando il tutto in forma matriciale avremo: 0 A B k C D N M Quest’ultima formula rappresenta infine l’inversa delle relazioni costitutive del laminato. Torniamo ora alle relazioni costitutive del laminato trovate in precedenza ed espresse dalla relazione: N A B 0 M B D k Consideriamo ora tutti i possibili accoppiamenti: a) Immaginiamo di avere solo N x 0 In base alla relazione costitutiva del laminato avremo che: Nx A11 0, x A12 0, y A16 xy B11k x B12 k y B16 k xy Se tutti e 6 i parametri elastici sono diversi da zero, ne consegue una cosa estremamente interessante: da un solo sforzo lungo l’asse x ottengo non solo deformazioni nel piano (come per le piastre isotrope), ma anche una distorsione del piano (due curvature flessionali e la curvatura mista), a causa della presenza dei termini B11 , B12 e B16 ; inoltre il termine A16 accoppia la deformazione nel piano con la deformazione al taglio. b) Immaginiamo ora di avere solo M x 0 In questo caso avremo: Mx B11 0x B12 0y B16 xy D11k x D12 k y D16 k xy Da un solo momento lungo x, ottengo le due curvature flessionali, come per gli isotropi, mentre D16 accoppia la curvatura flessionale con quella torsionale. La presenza di B11 e B12 accoppiano la deformazione flessionale con le due deformazioni membranali, mentre B16 produce l’accoppiamento con la deformazione a taglio, Più in generale avremo che: La matrice B accoppia ciò che sta nel piano con ciò che sta fuori dal piano; Gli elementi A16 e A26 accoppiano gli sforzi membranali con le deformazioni a taglio; Gli elementi D16 e D 26 accoppiano la flessione con le deformazioni torsionali; Per eliminare o almeno ridurre il problema degli accoppiamenti, si ricorre all’impiego di laminati così detti “speciali”. Per eliminare ogni accoppiamento di tipo membranale-flessotorsionale basta fare in modo N che la matrice B sia nulla. Ricordando che Bij n 1 Qij 1 2 n z 2n z 2n 1 , potrò eliminare ogni elemento Bij se, rispetto al piano medio, avrò una disposizione simmetrica di tutte le lamine. Ad ogni lamina al di sopra del piano medio deve corrispondere al di sotto di quest’ultimo una lamina uguale ed orientata allo stesso modo. Questo tipo di laminati sono comunemente detti “laminati simmetrici”. Consideriamo ora il laminato in figura. In questo caso il laminato è simmetrico quindi B 0 . Questo tipo di laminato è detto “angle ply”. Consideriamo ora il caso di un laminato 0 / 90 come quello in figura: Essendo un laminato simmetrico avremo che anche in questo caso B 0 . Poiché sia per le lamine a 0 che per quelle a 90 si ha la coincidenza dei sistemi 1-2 e x-y, in questo caso A16 , A26 , D16 e D 26 risultano nulli e pertanto non si avranno accoppiamenti. Tale laminato è anche detto “specialissimo”. Qualora ci fosse una sola lamina a 90°, il laminato sarebbe ancora simmetrico, con il piano medio nella mezzeria dello strato a 90°. Questo tipo di laminato è detto “cross ply”. Prendiamo adesso in considerazione un laminato che sia costituito da lamine poste in posizione antisimmetrica, nel senso che per ogni lamina inclinata di superiore del laminato a distanza inclinata di e posta ad una distanza nella parte z dal piano medio, ne corrisponda una uguale, z dallo stesso piano medio. Per le formule di Tsai-Pagano (di cui non si dà la dimostrazione) risulta valida la relazione: Q16 Q26 Q16 Q26 Per un laminato così strutturato, i termini A16 , A26 , D16 e D 26 risultano nulli. Un tale laminato è detto “equilibrato” o “bilanciato”. Risulta altresì ovvio che un tale laminato non possa essere simmetrico, quindi B 0: questa circostanza comporta per questo tipo di laminati l’impossibilità di evitare l’accoppiamento membranale-flessotorsionale. In casi come questo l’effetto della matrice B solitamente diminuisce all’aumentare considerevole del numero delle lamine.
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