Cantone sabato 27 dicembre 2008 laRegioneTicino 3 Affido, per crescere e far crescere Atfa: ‘Per dare una casa a tutti dovremmo avere almeno 15 nuove famiglie l’anno. Purtroppo non è così’ Affido è aprire la porta di casa e del proprio cuore, accogliendo con il minore anche la sua storia, che va accettata e non negata o dimenticata. Un tema delicato che abbiamo voluto sviscerare con la presidente dell’Associazione ticinese famiglie affidatarie (Atfa) Anna Rossi Bernardi e il consulente sociale Andrea Milio. Quante famiglie affidatarie ci sono in Ticino? «Nel nostro cantone attualmente sono 120 le famiglie affidatarie (più del 50% costituite da familiari diretti, il resto da affidi extraparentali), eppure il loro numero non riesce a rispondere alla domanda di minori in cerca di un ambiente familiare equilibrato e sereno per la loro crescita. Molti sono infatti gli adulti che, dopo essersi messi in gioco con colloqui e primi approcci attraverso le strutture preposte, rinunciano alla delicata ma ricca esperienza di condivisione e solidarietà. Paura, senso di inadeguatezza, timore di non farcela? L’affido resta una scelta non semplice, per certi versi gravosa, capace di mettere in piazza sentimenti e affettività e in gioco risorse individuali e familiari. Se il figlio che ti porti nel grembo lo concepisci come ‘esclusiva parte di te’, il minore che approda nella tua vita dopo aver affrontato la burrasca di TI-PRESS di Cristina Ferrari In buone mani una famiglia di origine in difficoltà, è una possibilità ulteriore e diversa di crescita e di arricchimento reciproci, consapevoli sempre del fatto che quale famiglia affidataria non ci si pone al posto dell’altra, ma al suo fianco». Quali requisiti deve avere una famiglia per accogliere dei minori in affido? «La famiglia affidataria può essere composta da qualunque persona che, singolarmente o in coppia, sposata o convivente, con o senza figli, senza limiti di età, dopo una necessaria valu- tazione tecnica psico-sociale risulti in grado di accudire, educare e mantenere un minore (con la possibilità di beneficiare di una retta); in grado di affrontare vicende emotive connesse ad esperienze di separazione; priva di motivazioni esclusivamente affiliative nei confronti di un minore in affido; flessibile ai cambiamenti ed in grado di tollerare dolore e frustrazioni anche di notevole entità (ma non è così anche per un figlio naturale?); disponibile a collaborare con le istituzioni; solidale nei confronti di in- dividui provenienti da contesti sociali, culturali ed etnici diversi». Chi sostiene la famiglia affidataria? «Ad aiutare e ad accompagnare in questo “sì” alla vita opera dal 1981 la nostra associazione, riconosciuta e sussidiata al 75% dal Cantone. Una struttura (con sede a Vezia) in prima linea nel reperire nuove famiglie disposte ad accogliere un minore». Che riscontro si è avuto dalla campagna di sensibilizzazione in atto? «Con la recente campagna di sensibilizzazione ci hanno contattato più famiglie, ma molte hanno poi lasciato durante il percorso di valutazione. Probabilmente ci si spaventa, l’affido è sì bello, ma anche non facile. Per dare una casa alle richieste che ci arrivano dovremmo avere almeno una quindicina di nuove famiglie l’anno. Così, purtroppo, non è, e sia gli istituti minorili sparsi su tutto il territorio cantonale che le famiglie non riescono a coprire le richieste». Quali tipi di affidamento esistono? «Esistono due tipi di affidamento: il “family”, un progetto educativo a breve, medio, lungo termine, e l’affidamento ‘SOS’, a sostegno in un momento d’urgenza e della durata massima di tre mesi. Affido che viene dunque concepito da un lato quale strumento preventivo in situazioni non necessariamente di patologia familiare o sociale già conclamate e dall’altro quale intervento riparativo in situazioni di crisi». Quali sono i motivi principali che portano all’affidamento familiare? «I motivi sono vari rispetto alla presa a carico di un minore, in particolare: secondo le ultime stime (2006) il 44% dei casi è dovuto a carenze educative, il 31% a patologie o dipendenze della madre, il 13% al decesso dei genitori, e il 6% rispettiva- mente a maltrattamenti e abbandono». Dove si trovano le famiglie affidatarie? «Il 45% delle famiglie proviene dal Luganese, il 20% dal Mendrisiotto, il 20% dal Locarnese ed infine il 15% dal Bellinzonese». Cosa comporta la scelta dell’affido? «L’affido, ricordano inoltre i principi guida dell’Atfa, è uno strumento di protezione che si mette in atto per salvaguardare il minore da una situazione familiare difficile. Parallelamente un’opportunità di crescita preziosa per il minore che, inserito in un ambiente familiare stabile, può trovare nuovi punti di riferimento affettivi ed educativi che lo aiutino a ‘costruire’ una personalità serena ed equilibrata. L’affido è un’occasione di apertura. Accogliere nella propria casa un minore significa entrare in contatto con una nuova storia, aprirsi a una nuova rete di rapporti, arricchire la propria vita di nuove esperienze. In questo senso, quale Atfa ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato alla recente assemblea annuale, i soci ed i sostenitori che con il loro contributo finanziario aiutano a coprire il 25% delle spese dell’associazione non finanziate dal Cantone permettendo così all’Atfa di poter continuare ad operare su tutto il territorio cantonale». Grande successo per le collette alimentari 2008 «Nonostante il momento difficile, nonostante la crisi economica, i ticinesi hanno dimostrato ancora una volta di essere un popolo molto generoso: le collette alimentari 2008 si sono infatti concluse con un grande successo». Chi parla è Alessandro Maeder, responsabile del progetto ‘con-dividere’ che ha organizzato la raccolta di merce a favore delle persone e delle famiglie in difficoltà della Svizzera italiana. Iniziativa che ha avuto luogo negli ultimi tre finesettimana ai centri Migros e Coop di Sant’Antonino, Tenero e Canobbio. «La gente ha risposto in modo incredibile – afferma Maeder, dirigente di Soccorso operaio Sos Ticino –. Basti pensare che abbiamo raccolto 5100 kg di merce, suddivisa fra alimenti per l’infanzia, bibite, cibi in scatola, dolciumi, latte, olio, pasta, riso e articoli per l’igiene personale. Abbiamo pure migliorato le già lusinghiere cifre dello scorso anno, quando abbiamo organizzato la colletta per la prima volta». Come si è svolta la raccolta? «Semplice: i nostri volontari si sono sistemati vicino all’entrata dei grandi magazzini e hanno invitato i clienti a donare qualcosa preso dal loro carrello, dalla loro spesa. Il risultato è stato semplicemente straordinario, quantunque ci sia stato qualcuno che ha storto un po’ il naso, dicendo di non intendere la nostra iniziativa». A chi andranno le merci raccolte? «Forse non tutti lo sanno, ma in Ticino ci sono 457 famiglie bisognose di aiuti, persone in difficoltà – conclude Alessandro Maeder – che non riescono a vivere con mezzi propri. Gente ‘invisibile’, che magari vedi in giro vestita bene, ma che ha sulle spalle delle storie di sofferenza e di povertà. I nostri aiuti, ovvero quelli ricevuti generosamente dalla popolazione, andranno proprio a loro». La distribuzione delle derrate raccolte comincerà ANTO nei prossimi giorni. TI-PRESS Progetto ‘con-dividere’: raccolti 5.100 kg di merce per famiglie e persone in difficoltà Non soltanto cibo Virus Hpv, al via le vaccinazioni gratuite KEYSTONE Per le adolescenti basta recarsi da uno dei 163 medici aderenti all’iniziativa Il papilloma virus Le vaccinazioni contro il virus del papilloma umano (Hpv) possono ora essere effettuate a carico dell’assicurazione obbligatoria per le cure medico-sanitarie. Lo rende noto il Dipartimento sanità e socialità (Dss), ricordando che il Consiglio di Stato il 19 dicembre ha sottoscritto la Convenzione tariffale e il Contratto sul vaccino stipulati dalla Conferenza dei ministri cantonali della sanità sia con santésuisse, sia con la ditta fornitrice del farmaco. Il Ticino si allinea pertanto a quanto avviene nel resto della Svizzera, sottolinea il Dss. La vaccinazione (il programma cantonale è stato approvato dal Gran Consiglio nella sua ultima seduta) contro l’Hpv, virus capace di causare il cancro al collo dell’utero, sarà quindi anche in Ticino a carico delle casse malati. Le ragazze d’età compresa fra gli 11 e i 19 anni domiciliate nel cantone hanno adesso la possibilità di farsi vaccinare gratuitamente. La prestazione non è soggetta a franchigia. Per beneficiare della vaccinazione gratuita, annota ancora il Dss, le adolescenti devono rivolgersi a uno dei medici che hanno aderito al programma cantonale. La lista dei 163 medici aderenti è consultabile sul sito www.ti.ch/med. La vaccinazione è una misura preventiva raccomandata ma non obbligatoria, rileva ancora il Dipartimento sanità e socialità: «Spetta dunque ai genitori e alle ragazze decidere se approfittare di questa misura di salute pubblica e valutare quando è il momento più opportuno per farlo, tenendo in considerazione il livello di maturazione in ambito affettivo e ses- suale delle giovani stesse». La vaccinazione diviene quindi anche un’occasione per stimolare genitori e ragazze «a una riflessione riguardante la sessualità e il modo di viverla in maniera consapevole e responsabile». L’informazione alle famiglie e alle adolescenti da parte delle autorità sanitarie cantonali è cominciata lo scorso mese nelle scuole medie e, prosegue la nota del Dss, continuerà nelle prossime settimane «attraverso un’informazione personalizzata che giungerà alle ragazze che hanno terminato la scolarità obbligatoria». L’appello pubblico di Matteo Cheda dopo l’annunciata chiusura del servizio dell’Apsi Ps: trasporti pubblici, che fare? ‘Troppe aziende, pochi fondi’ Garantire la consulenza giuridica a malati e infortunati anche dopo il 31 dicembre 2008, data in cui l’Associazione pazienti della Svizzera italiana (Apsi), dopo 23 anni, terminerà la sua attività. È quanto propone il fondatore dei periodici Spendere Meglio, L’Inchiesta e Scelgo Io Matteo Cheda, che per questo scopo intende costituire un nuovo sodalizio (provvisoriamente denominato Associazione ticinese pazienti). Per farlo il giornalista ticinese cerca volontari e collaboratori. A mancare sarebbero in particolare due persone per completare il terzetto indispensabile alla costituzione di un’associazione. «Ci vorrebbero in particolare avvocati o giuristi onesti, coraggiosi, indipendenti e interessati a specializzarsi nei diritti dei pazienti» scrive Cheda nel comunicato stampa diramato ieri. «Non è comunque ne- Il Partito socialista ticinese ha inoltrato negli scorsi giorni un’interrogazione all’indirizzo del Consiglio di Stato con l’obiettivo di fare il punto sulla politica dei trasporti pubblici nel nostro cantone. Per farlo il Ps prende spunto dalla risoluzione della recente assemblea dell’Associazione traffico e ambiente (Ata). «I recenti problemi di saturazione delle strade nel Luganese e nel Mendrisiotto costituiscono ulteriori importanti segnali d’allarme – scrive il Ps – che evidenziano la necessità di accelerare i programmi realizzativi a favore del trasporto pubblico». Nell’atto parlamentare, il gruppo socialista sottolinea poi come vi sia pure un divario importante tra il nostro e gli altri cantoni svizzeri nel riparto modale di traffico con i trasporti pubblici. Il Ticino è al 9 percento contro il 20 percento fatto segnare a livello nazionale. Per la sini- cessario possedere tutte queste caratteristiche – spiega a laRegione il giornalista –. L’importante è avere la motivazione giusta e le risorse temporali». Gli interessati possono annunciarsi scrivendo all’indirizzo email [email protected]. I tempi stringono però e Cheda vorrebbe già poter fondare la nuova associazione entro il 30 dicembre prossimo. La data non è tuttavia tassativa: «Se qualcuno si farà vivo anche dopo il 29 dicembre, non vi saranno grossi problemi». All’inizio la consulenza, osserva Cheda, «sarà prettamente via email. L’ideale sarebbe comunque poter mantenere aperto un servizio telefonico. Bisognerà comunque valutare quest’ultima ipotesi in base al numero di richieste». L’Associazione pazienti della Svizzera italiana, organo che la nuova associazione andrebbe a TI-PRESS Consulenza giuridica ai pazienti, avvocati e giuristi cercansi Matteo Cheda “sostituire”, garantiva pure un contatto istituzionale: il presidente dell’Apsi Gabriele Chiesi siede infatti anche nella Commissione di vigilanza sanitaria. Un compito che l’Associazione ticinese pazienti non sembra intenzionata a rilevare: «Non al primo posto nelle priorità attuali: innanzitutto è im- portante garantire la continuità della consulenza» sottolinea Cheda. Intanto, come scritto da queste colonne martedì scorso, anche l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi) si è già detta interessata a rilevare i compiti dell’Apsi... «Se subentra qualcunaltro, tanto meglio – aggiunge Cheda –. L’importante è che i pazienti ticinesi abbiano un punto di riferimento». Dal canto suo il presidente dell’Apsi Gabriele Chiesi, contattato ieri, commenta così le iniziative di Cheda e Acsi: «È positivo che vi siano queste reazioni. Tuttavia non è il caso di precipitare le cose: a distanza di 23 anni dalla fondazione dell’Apsi è importante analizzare cosa è cambiato e se è necessario un nuovo approccio alle problematiche dei pazienti. La fretta non L.B. paga». stra si tratta di una importante distanza da colmare. I parlamentari socialisti rilevano inoltre una «crescita modesta dei contributi cantonali al trasporti pubblici» nel primo aggiornamento delle Linee direttive e del Piano finanziario. Troppo poco per «imprimere una vera accelerazione nel miglioramento del trasporto pubblico». Il Ps chiede quindi al governo dettagli su costi, finanziamenti e tempistica per l’ampliamento del servizio offerto da Tilo («a quando l’orario cadenzato al quarto d’ora per le linee S10 e S20 e alla mezz’ora per la S30?») e dai ‘park&ride’. Non da ultimo l’accento posto sul fatto che «in Ticino operano ben 12 imprese di trasporto pubblico, il che è assolutamente sproporzionato rispetto a regioni simili alla nostra». Come porre rimedio a questa situazione organizzativa «che causa uno spreco di risorse pubbliche in attività improduttive»?
© Copyright 2024 Paperzz